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NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divife ne' fuoi Quartieri
OPERA
DI GIUSEPPE RICHA
DELLA COMPAGNIA DI GESÙ'
TOMO SETTIMO
DEL QUATiTlE^E D 1 S. G10VAKKI
Parte Terza
IN FIRENZE MDCCLVIII.
Nella Stamperia di Pietro Gaetano Vi vi ani
in Via de*Servi, aìl'infegna di Giano.
————                                                          »                                                                     ni                           «
COH LICENZA DE* SUPERIORI»
yUWi H i ìSTOp; tc*wc;, j (Hoì i T J U t
? MJKSUNIVEfJ^mEJT UTRSCHT
**■ * i ■!■■*-■ ■ ii i ,,,, n.- mmm mmm** i ,—wi.>■■■ il" Ma tornami-,,.
- -wirflfth
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PREFAZIONE.
■ ~- , • ; ^ \i\Si ì./, •
O facilmente mi perfuado, che
non lieve fia il difpiacere del
Leggitore della mia Storia ,
qualunque fiata egli incontrai!
fu quefti fogli ne' frequenti
cafi di Famiglie Fiorentine
una volta già illuftri, ed inoggi
eftinte , per cagione o di ci-
vili difcordie, o di terribili mortalità,o di altre fu-
nefle vicende, che ne' pafìati fecoli travagliaro-
no Firenze. Di niuna Famiglia però è fiata più
deplorabile la perdita, quanto di quella antichifli-
ma , e potentiifima dei Vifdomini , la quale fem-
brava, che doveffe eifer eterna , per le molti-
plici diramazioni de i Figli , e de i Nipoti di
quel Davizzo Vifdomini Perfonaggio fino dal
mille accia marittimo. Quindi è che nel mandare io
alla luce il prelente Volume, ho giudicato effere
mio dovere di dare nell'ordine delle Lezioni il
# 2                                 pri-
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-iy
primo luogo a quelle della Chiefa de' Vifdomini,
benché venga in concorrenza di altre Chiefe, per
vero dire, ugualmente ad efla vaghe , ricche , e
forfè ancor più fplendide , ma nel pregio rag-
guardevoliflimo di antichità,, al nome de' Vifdo-
mini tutte inferiori ;
Crefce ancora il rammarico univerfalmentc^
conceduto dalla mancanza di tal Cafato, fé iì
confìderano le fvantaggìofe confèguenze, che da
fomigliante perdita ne fono derivate , principal-
mente alla Chiefa Fiorentina, effondo che enlu.
riguardava i Vi(domini,come Amminiftratori vigi-
lantiiTimi dei beni della Menfa Epifcopale , e-»
quali Cuftodi potenti della Sacra Pedona de' Ve-
scovi , ed Arcivefcovi , di cui erano obbligati
con giuramento a difenderne le ragioni , i
privilegj , i diritti, e la vita loro medefima.
Ho premeffo adunque, o Fiorentini, quefta
breve prefazione al mio Settimo Tomo , inten-
dendo con ciò non folamente di entrar a parte
con Voi del giufto {èntimento a sì grave difgra-
zia , ma infiernemente di ravviyare in quello li-
bro il Nome , ed i meriti di una Famiglia , che
è ftata cotanto amorofa , ed offervante co' voftri
Vefcovi , ed Arcivefcovi, e per confeguente an-
cor benemerita del Clero, e del Popolo Fioren-
tino .
NO-
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OTA DELLE CHIESE
;-,,. <• « y. .                 M (
» *,
:a
DESCRITTE IN QUESTO SETTIMO TOMO
Velia Chiefa £ S.Mkhele Fjf^
domini
.
          .
juezione ir
Lezione
ii.
Lezione
in.
Lezione
IV.
. ■ , «fi ■
Lezione
v. . ,
Lezione
vi.
Lezione
vii.
Lezione
Vili.
Lezione
IX.
Lezione
X.
Lezione
XI.
Lezione
XII.
Lezione
XIII.
Lezione
XIV.
Lezione
xv.
Della medejìma .
Della medejìma «
Della Chiefa, v^M^Mùna$ero '
di S, Niccolò in Via del,Ca~,*,
cornerò
,
Della Chiefa > f del Monajlero 11
di S* Orfola
.
Della Chiefa } e del Monafiero
di S> Barn ah a
.
            • ■■ *
Di?//' Ofpzio detto di So Tom-
maso d'equino
. '
Dello Siedale di S. Matteo .
Del medejìmo .
Della Chiefa di $. Caterina de-
gli Abbandonati
.
Della Chiefa, e Monafiero di S*
Domenico al Manlio
.
£<?//# Chiefa di S. Mano,
Della medejìma.
Della medejìma .
S.
19.
... f
<; i ■... i
:.: ; .1
'■'"TI"' J.
42.
v , ■■ ■ * ) .
53-
68.
Si.
87.
94.
101.
113,
I2Z.
*35-
Della medejìma .
144,
Le.
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VI
LEZIONE XVI» t I3fIla ffiedefim.q                * f } -- f
Della Cbiefa di S. Marta ttù
\$7*
fi
171.
*£?•
212.
2Ip.
227.
2 3 J,
241.
251.
166,
2Ì2.
207.
2.21.
L
al A
Df//# mede finta .
!>*//<* Compagnia di S. Gio: Bé-
tifta detta dello Scalzo
.
J}fi//g Cj?iefa dkSLBartoIommet) •
Della Cbiefa di $. Maria Nep»
tftmcofe
."
Della Cbiefa di S* Tommafo .
Lezione xviii.
Lezione xix.
Lezione kx. ,
Lezione xxi.
Lezione xxii.
Lezione ;y^m%: .Disila Cbiefa di $. Criftofant .
Lezione xxiv. Della Compagnia 5 e Cbiefa del-
la Mifericordia Nuova
.
Lezione xxv. Dell* Oratorio del Bigallo*-
Lezione xxvi. Del medefimo ,
Lezione xxvii. Del medefimo .
Lezione xxvm. Della Cbiefa di S. Pier Buon
Configlio
Lezione xix» Della Cbiefa di S* Maria in Cam-
pidoglio
.
Lezione xxx. Della Chìefa di Sant* Andrea.
. ? 11
NO.
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i
NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
TOMO SETTIMO.
LEZIONE PRIMA.
DELLA CHIESA
DI SAN MICHELE VISDOMINI.
i                - -- --. £= "HUando in una Citta trovane
parecchi Chiefe consacrate ad
uno fletto Santo , è una fòrte
congettura per dire 5 che fe-
gnalaniìlmi benefìzi efTo abbia
compartito a* Cittadini ; quindi
è che ravvifandofl in Firenze-»,
memorie di ben cinque Tem-
pli a S;. Michele dedicati , fìa*-
mo di credere , che queir Ar-
cangiolo fia irato de' Fiorentini amorófo Avvocato :'E
le Chiefe fue erano S. Michele in Poggio , o in Po-
dio, S. Michele in Orto > S. Michele 3erteldi, S. Mi*
Tom» VII.
                      A                               chele
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#
2
chele in Palchetto l e San Michele Vifdomini : e fe_*
le vicende de* tempi obbligarono la Repubblica a di-
roccarne due 3 toilo dalla medefima fi procurò, che rie-
dificate foffero altrove , come S. Michele in Orto ro-
vinato per comodo de'Granai , e San Michele ' Vifdo-
mini fpianato per dar luogo alla fabbrica di S. Maria
è<él Fiore s amendue però con più bel difegno altrove
rinnovate : e fé della prima già copiofamente fé n* è par-
lato nel primo Tomo , qui ragioneremo della feconda)
dando la Storia della Chiefa dì San Michele Vifdo-
mini, per vero dire alquanto difficile ? a riguardo di fua
antichità 3 ma con lo fchiarimento di alquanti dubbj fpe-
riamo di togliere non poco della molta confusione. E
però facendomi dal primo »< ftabilir qui debbo» fé una..
Porta della Città detta di Balla , foffe quella chiamata de*
Vifdomim Fondatori di noftra Chiefa, pofeiachè da varie
fcritture fembra , che fofTe una fola , come nell' Archi-
vio del Capitolo Fiorentino 1388. fi dà a livello una
Cafa > At~lum Fiorentine in Burgo Balle $ feu S* Michae-
lis ViceJ. ed in una vendita di Orto , e Cafa di lavo-
ratore trovali ali* anno 1400. yrofe Vortam Balle 5 feu
Vice dominar um:
Tuttavolta ftabiiiamo, che di tal nome
erano due diverfe Porte della Città , trovandofi circa il
mille memorie) che parlano di una Porticdla detta
de* Vifdomini , quando non era principiato il fecondo
Cerchio di Firenze , in occafione del quale tra le Por-
te nuove fu fatta quella di Balla , cioè nel 1078, ed
a* foprajcxennati documenti rifpondefi , che eflendo que*
Contraiti pofteriori al 1363. tempo, nel quale fi rifece
ia Chiefa di S. Michel Vifdomini appunto allato al-
la Porta di Balla , crediamo) che i Notai per mag-
giore chiarezza de' confini , o fivvero per adulazione^
della potente Famiglia de* Vifdomini principiaiTero a
chiamare la Porta di Balla , anche de* Vifdomini.
IJ. E tolta la confusione delle due Porte , viene»,
altro dubbio > fé quella de' Vifdomini folfe Porta del
Cerchio primo , deferitto in antico da Ricordano Ma*
lefpini, il quale nel novero delle forte ninna menzio»
'..".>'                               A"                        *\S ■ \ ;ne
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3
ne fa della Porta de' Vifdomini ; ma avendo noi una
nuova efattiffima delineazione de* tre Cerchi di Firen-
ze , con autentici documenti quafi ad ogni paOTo fatta
dall'inikncabile Signor Manni , a così bravo Antiquario
ci rimettiamo , dicendo, che moltiplicati gli abitatoti ,
furono fatti intorno al mille alcuni ingrandimenti , o
fivvero Borghi aventi alcune portìcelie, una delle quali
verfo la Piazza di S. Giovanni era chiamata de' Vifdo-
mini ,. e tale fituazione ci piace , poiché dovendoti effa
collocare vicino alla Chiefa di S. Michele , dalla qua-
le prefe il nome de* Vifdomini , fulla fuddetta Piazza^,
appunto veniva S. Michele , che fu incorporato nell'e-
difizio della Cattedrale , come chiaro fi ravvifa dal Va-
fari > e più minutamente da un Diploma di S. Andrea
Corfini Vefcovo di Fiefole in cartapecora, il quale con-
fervafi nelle Stanze del Padre Abate de'Celeftinì, cui ne
debbo grado di una copia , che riporterò fui fine della
Lezione III. « che farà d* uopo rammentarla fovente in
quefta Storia r
III. Intanto iliuflrati due principali pumi , dire-
mo alcunché della prima antica Chiefa di San Michel
Vifdomini , della cui antichità fcrivendo Stefano Rof-
felli Autore del fecolo paffato, dice come appiedo ,,
„ e perchè ella è una delle maggiori, e più principali
„ Parrocchie , trovafi molte volte nelle antiche- Scrit-
„ ture nominata, occorrendo benefpeflb ne'contratti
„ far menzione delle Parrocchie , per accennare il luo*
„ go, dove fi fono celebrati ,e con tale occ&fìone l'ho
„ io trovata circa a 400. anni fono più volte citata co-
„ sì : in Fop* 8. Michaelis Vtcedominorum „ E Monfignor
Borghini di un fecolo più antico del Roifelli , nel fuo
trattato dell* Origine di Firenze Parte 1* pag. 292. de-
scrivendo il primo Cerchio , afferma di avere Ietto in
Iftrurnenti antichi di 500. anni nominata a* confini Ec+
clejìa S. Michaelis de Vicedominis
. E nel foprallodatO
Diploma del Santo Vefcovo di Fiefole fono le feguenti
efpreflìoni : Ecclejìa 8. Michaelis Vicedominorum ^uetus *
& antiqua cuius initii non efi memoria $ con queir/ ai-
A t                             trsu
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4
tra forinola , S. Michaelìs Vìced. Bajtlica et primaria.
Inoltre molto opportuna ad ifpiegare il merito di fua
antichità è la rifleflìone , che fa Leopoldo del Migliore.,
fopra le lettere fcolpite nel tondo di pietra, che anch'
oggi vederi in alto fulla facciata , fcrivendo egli come
fegue „ Jfcrizione attorno ad un Cerchio di pietra in
,, fronte di ella di lettere Longobarde alludenti a* fuoi
„ Fondatori , che dice così : Queflo fegno è comune de*
Vicedomini figliuoli della Tofa , Aliotpi fundatori , o
55 padroni di quefla Chiefa ; eflendochè lanciandoli la ra-
„ gione di ciò pofare fopra Io carattere Longobardo,
5, che fono, fecondo il Cardinal Bona, più di 6oo. anni,
„ che mancò , o vero dalla parola Fundatori , e noru
Fondatori , come dir dovrebbe/i coli* o} e non coli'»,
,, che parrebbe fatta in tempo così antico , nel quale
,, non fi era per allora feparata , né ben purificata la_*
», lingua latina dalla volgare , il punto confi/te in ve-
,, dere una Scrizione porta nella facciata di una Ghie-
3, fa Parrocchiale in Città > che la chiama fondata dà
j, una Famiglia fola in tempo, quando fu grandiflìmo il
ìj rigore tenutoli, che le fondazioni delle Parrocchie^
,, fcguifTero a fpefe , e di confenfo comune,, Sin qui
]' Autore della Firenze UJuftrata , fopra il cui raccon-
to fa d' uopo però dire , che quel fegno ila irato rifat-
to , ed alterato eziandio nelle parole , conciofiachè
circa il X. fecolo non ufavanii quelle Armi , che qui
fi veggono in mezzo al cerchio di Lione addanaiato, di
un Campo di oro* e di argento , e di un Paftorale > ed
in que' tempi non eravi ancora veruno della Famiglia
de* Vifdomini , che fi appellaffe della Tofa, che corL.
tal nome principiarono ìblo a chiamarli nel fecolo XII.
notandoli dagli Scrittori eruditi delle antichità Fioren«
tine , che i Figliuoli di Davizzo di Guido Vifdomini
folfero i primi 3 i quali dal nome di lor Madre detta
Tofa figlia di Migliorello de* Vifdomini prendeffero un
fomigliante cognome ; Onde per non contradir total-
mente al Migliore ? diremo, che quel tondo di marmo
vi folle lidi*antico, ma più alla femplice così; Signum
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$
Vi e è domino rum, ampliato pofeia nel 1363. anno della fon-
dazione della feconda Chiefa , dove vedremo traslatati
i vetufti Sepolcri con baili rilievi di uomini, e di don*
ne de* Vifdomini . E qui un altro sbaglio noteremo pre-
fo da non pochi di que', che fcriffero della Cattedrale^
di Santa Maria del Fiore , dicendo, che in grazia di que-
llo fovrano Edilìzio 3 fofTe rovinata la noftra Chiefa nel
1300. fondati fulla notizia > o fivvero lapida > che dice
eflerfi gettata la prima pietra del Duomo nel 1298. non
riflettendo effi > che avendo durato sì varrà fabbrica da più
di anni 120. non era necefTario di rovinare ne* primi an.
ni tutte le Cafe , e Chiefe da comprenderfi in Santa».
Maria del Fiore ; anziché fé confederiamo il Diploma
del Beato Andrea , fembra , che la Chiefa di S. Mi-
chele non fofTe fpianata prima del 13^1. ed ecco le
parole del pregiatiffimo ifhumento : Que Ecclejìa *vetus,
& antiqua 8. Michaelis , & Muri , & Domus , & Offi-
cine eidem Ecclejte coherentes deflruende <veniunt
, & eo-
rum fola, & terreni, & Jitus incoraranda
, èf includen*
da 'veniunt in malori Ecclejìa Fiorentina
.
IV.  Perchè poi la foienne funzione di benedire la
prima pietra della nuova Chiefa di San Michele fofTe
fatta dal Vefcovo di Fiefole , e non dal Vefcovo Fio-
rentino , maffimamente che trattavafi di Chiefa de' Vif-
domini , i quali aveano grande iurifdizione fui Vefco.
vado di Firenze , apparifee pure dal fuddetto Diploma
in quelle parole, Cum licentia, confenfu > àf auflorittte
Reverendi in Chrifto Patris Domini Domini Tetri Dei gra»
tia Epifcop Fiorentini in remotis agentis
, <videlicet itu
tegatione prò Domino Domino noflro Faj/a Urbano in far-
tibus Alemanie , & Ungarie
. Era adunque in quel tem-
po Vefcovo di Firenze Pietro Corfini Cugino del San-
to , ed occupato in Ambafcerie del Pontefice; alteri-
te era dàlia fua Diocefì , e però ad Andrea elfo commi-
fé la ragguardevole cerimonia .
V.   Or ritornando a San Michele , mi giova nota-
re di chi fofTe il terreno, fui quale fu rialzata la Chie-
fa con quel bel difegno, che vediamo fatto da Andrea
Or-
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6
Orgagria il più commendato Architetto di quella Ca-
gione , e che ne fodero Padroni di quello fito que'
della Famiglia del Palagio , vediamolo in Leopoldo del
Migliore alla pag. 369. dove dice come appreflb ,, Gap-
„ pella di quei del Palagio con una Aflunra dell' Em»
a, poli. Vogliono, che elfi ottenelfero quel luogo in ricom-*
;, penfa del terreno conceduto a* Fondatori per edtfl-
5) carvifi fopra la Chiefa 5 argomentandolo quelli per ef«
5, fere fiate quivi molto appreffo , e molto nell* antico
j> le fue abitazioni a foggia di Palazzo > fecondo il
5, baffo flile, e modo tenuto di murare di que' tempi, da
>, cui prefero quei Cafato del ^Palagio, elfendofi fingo»
5j larizati in quello ,, Ed il Roffelli afferma il medefìmo
fulla congettura feguenre ,, veggendofi fino a* giorni no-
3> tìri vicine a queita Chiefa molte Gafe antiche di que*
35 del Palagio ; lo che è veriffimo , ficcome la Scrìttu-
5, ra feguente ci dimostrerà. ,, II Senatore Carlo Strozzi
pretendeva aver documenti dimoiiranti ? che fi gettaffero
quelle fondamenta in un Orto de' Falconieri , il quale
certamente èra qui contiguo, (tante che le Gafe deJFal-
conieri erano, dove inoggi fono i Forni pubblici. I con-
fini però della noflra Chiefa trovano* accennati nel fud-
detto Diploma così a Via , que> ducit ad Sanciunu
Qìlium
? a t. Via , que di ci Pur di Balla , a 3. fili or um ,
ér" heredum Merii quondam Li]>pi , che è il famofo Neri
di Lippo del Palagio , di cui ha parlato più volte il
Sig. Manni «
VI. E conciofliacofachè dal fuo vetufto principio fi*
no alla metà del xvi. Secolo fia Hata fempre Chiefa Par-
rocchiale in mano de i Preti , non difgradevol cofa fa-
rebbe P arrogere al fin qui detto la ferie de' fuoi Ret-
tori , ma io trakfeiandone quei molti , che vengono
accennati ne i contratti , annovererò tre Rettori cele-
bri per alcune vicende, e fono il Prete Ridolfo efpref-
famente nominato Rettore da S. Andrea in occafionc*
della nuova fabbrica ad ftifflicationem , prece s , 4ff in-
ftantìam freshyteri Roduljthi Rectoris Parrocchiali*
> &
'Curate Ecclefie $• Michaelis Vi e e domi no rum
. Il fecondo
i;.,
                                                                            fu
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mmmmmmmmmamm
fu Niccolò Tofinghi Catìonko Fiorentino, il quale nell*
anno 11 ip. 27. Agofto ricevè in quefta Chiefa col confenfo
de'Padroni la Congrega de* Preti detta della Concezione %
obbligata a partire da Santa Maria fopr* Arno . L* uU
timo de i Preti fecolari col titolo di Rettore , e Cu»
rato fu Me (Ter Francefco Grifoni 5 il quale col confen-
fo , e volontà de' Vifdomini, a*Monaci Celerini nel 1552.
rinunziò la Chiefa con quei patti , e condizioni , the
riporteremo in altra Lezione •
' Vti#
:|    f.
ÌLiW
*%
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E Z I O N E
L
II.
DELLA CHIESA DI SAN MICHELE
VISDOMINI,
Unto importantiffimo di quefta Storia 3
niun può dubitare , che non fia , lo
{"chiarimento di non poche dubbiezze
riguardanti i Vifdomini Padroni anti-
chiffimi della Chiefa di San Michele ,
di cui abbiamo principiato a ragio-
nare » confeiTando e (Ter noftra in-
difpenfabile obbligazione lo ftabilire con autorevoli do-
cumenti la gìufta intelligenza di quefto nome Vifdo-
mini , ed è ben ragionevol cofa , che ognuno in leg-
gendo le noftre Notizie fopra di detta Chiefa , vada.,
interamente informato , o fi voglia delle condizioni , o
dell' incominciamento , o della autorità , o de* Privilegi
de* Vifdomini . Quindi facendomi dai principio loro,
notar mi giova , che fino dal Secolo vi. rrovafi un tal
nome denotante una principale , e ragguardevole digni-
tà nella Corte del Pontefice Romano , e de i Vefcovi ,
come air Epirlola 2. del libro 1. di S. Gregorio Vice,
dominum enim conftituimus
y cuius arbitrio commifimus
Epifcopatum difpnendum ;
ed il Sigonio fotto 1' anno
785. tra i Legati che Papa Adriano I. mandò al Con-
cilio Cojftantinopoiitano , annovera Patrem Vicedominnm
Ecclefie
. Che cofa poi s* intenda in quefto vocabolo ,
varie fono le lezioni } intendendo i Canonifti un Eco-
nomo : Oeconomus , qui ex Clericorum numero Epifcopa-
tum adminiftrat :
Uno , che faccia le veci del Padrone >
vogliono i Legifti Vicedomini 5 qui Domini vice res ipfi
admimjlrant ;
Al Cardinal Baronio però piace d* inter-
pecfarlo : Difenfore dato alla Chiefa , e al Vefcovo » E
nota
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9
nota il Magri , che il Vicedomino nelle Cavalcate de'
Papi egli veniva il primo dopo il Pontefice, quafi Cu-
ftode della Perfona più facra in terra. Onde fembra »
che un Vicedomino importafle un Personaggio autorevole »
grande j e dì prima ftirpe, acciocché poteffe difendere
i beni della Chiefa, e il medefimo Vefcovo dagli Ereti-
ci , e da i Signori prepotenti ; e che quefta foffe 1* in-
tenzione di S, Gregorio , apparifce dalle pofteriori ? ed
Imperiali Coftituzioni , dette di Carlo Magno , nelie^
quali faffi lunga menzione de' Vifdòmini .
II. Or pattandoti dall' univerfale Chiefa alla fio*
rentina , fé io non fon forte ingannato, penfo > che IV
ifìituzione de'Vifdòmini ad imitazione di Roma , avef*
fé il fuo principio in Firenze , non fubito dopo 1' efem-
pio di Gregorio , ma almeno prima del mille , e che un
famiglia me difenfore il Vefcovado noftro aveffe già nel
nono fecolo , o in quel torno : muovemi a crederlo
la riferirà Goftituzjofle di Carlo Magno , il quale nel
fuo foggiorno in Firenze per le Fefte di Natale dell*
anno 876. fé riformò la confufa Città , fé onorò ìsu
Nobiltà con privilegi, fé reftaurò le Chiefe faccheggiate
da'Xongobardi, è ancora molto verifimile , che penfafle
a i vantaggi del Vefcovo , e per confeguente iftituiffe il"
Vicedomino conforme alle fue Coftituzioni » E a qual
grado di Perfone fi raccomandaiTe neV primi tempi que«
ita illuftre j e gelofa cuftodia » fé agli Ecclefiaftici , o
fé a Laici j ilamo ài credere , che i primi Vifdòmi-
ni follerò Cherici da qualche principale dignità diftin-
ti , togliendoci di ogni dubbio un Iftrumento di do*
nazione di Beni , che fece il Vefcovo di Firenze Ram-
baldo , dove leggefi fotteferitto loannes Can> & Vice do*
minus $67.
Dopo il mille però incomincianfi a trova*
re con tale cofpicuo nome i Laici , come nel bel Di«
ploma del Vefcovo Atto 1037, nel quale elfo conferman-
do a* Canonici i Beni > e attribuendo alla Menfa loro
nuove entrate , nomina la donazione fatta da Daviz-
zo , e Giovanni Vicedomini > quatn Damizns Vicedominus
etufque Nepos Ioannes prò falute anime fue eontulerunt
Som, VII*                           B                               tre*
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IO
predici* CanonUe l Cuntm mdeTtcetVI qne éft in TJe$m&>
&, Tetri de Valla.
Né mi fi dica, che quegli foflFe Per*
fona EcclefiafHca , anzi Vefcovo Fiorentino fulla mal
configliata opinione di chi tale lo credette per veder*
fi dipinto un fuo Ritratto nella Curia Arcivefcoviie >
ed Iscrizione , che dice :
DAVIZVS VICEDOMINVS 1PISCOP, FLORENT. MXXVW
errore certamente della Cronologia , imperciocché noi
avendo, oltre il riportato Iftrumento altra Cartapecora
dell* Archivio di Ceftellò , la quale è una rinunzia di
beni prefìb la Chiefa di Santa Reparàta , e fatta in fa-
sóre della Chiefa di 8* Pier® a Ema nel 1046. Efpref.
fo in effa leggo Aclumiti prej"entia Davizi Vicedomini y
da i quali documenti X\ dimoftra , che Davizo non fu
Vtefcóvó i ma bensì Vicedomino ; e di quefta opinione è
jfure l'Autore delle note fatte ali*Italia Sacra dell'Ughel-
li•'■,; notando alla pag. fé. come appreflb : Infcrqtio Da*
tpfaèi iinagini in aula predilla
( Arcivefcovado ) fobie eia
fic habet Dà<vizus Vicèdominus Epfcop Florent. quae quidem
fi duo ùltitna <verha extendantur dèbent le gì Epfcogatut
fiorentini
, àdeout effigie* ill*a non fit Epfcop aluttius
fiorentini
, de quo nufpam repriattfr mentio , fed uniut
è'x ÌTieedo-minis
, & Tatronis Epfcbpatus &c. E che di
più debba egli ricoiiofcerfi per Laico , fi deduce eviden-
fénlenre dall' avere avuto moglie chiamata Tofa di Mi-
giioreìlo » dal cui nóme un Tuo Figlio co* fuoi Defcen-
dèn'ti fi diffèrò àèlla Tofa, notizia, che Leopoldo del
Migliore feri ve di aver trovato in una cartapecora,,
prèilb l'erudito Antiquaria il Capitano della Rena, ed
altresì ih un Contratto di livellò nell'Archivio de'Ga*
ironici Fiorentini nel 1130. ed in fimil guifa ne difee-
fero dal fuddettò Davizò gli All'otti , e Tofinghi ; E
iìotifi con tutti gii Scrittori Fiorentini, che sì nobile^
Famiglia ebbe necefficà di diftinguerfi dipoi fotto varie
denominazioni , avvegnaché effondo ella de' Grandi, e
corae tale tenuta lontana dal governo popolare 5 pe*
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**
rimetterli in illato , e grado di godere degli onori , fu
neceflario a' Defcendenti di Davìzo pigliare altri O.fa.
ti , e quanto quefti fi moltipjicaflero, veggafi nei Pro?
tocolli di Ser Bartolo Nevaidini Notaio, e Cancelliere
de* Vifdomini circa il 1349. ed appunto in un rogito
di lui di detto anno trovanfi otto Conforterie , delleu»
quali a lungo ivi fi ragiona; e noi qui fommariamen-
te ne diamo il novero, come fegue . d<
A e. 2. ,, Antonio , e Giovanni figli di Belligiardo
„ della Tofa, fi nominarono de* Belligiardi.,,
A e. 8, „ Agnolo di Filippo di Saffp della Tofa (1
„ nominarono dei Saffi.,)
A e. 13. 5, Canciozzo di Filippo de i Vifdornini , fi
„ nominarono de i Canciozzì. „
A e. 30. „ Bartolo , e Francefco di Accorfo di Mefs.
„ Duccio de* Vifdomini, fi nominarono degli Accorfi. „
A e. i$* » Zanpbi di Mefs, Gherardo de* Vifdornini,
„ fi chiamò de i Gherardefehi . ,,
A e. 42. „ Simone , e Piero di Bindo de' Vifdomini j
„ fi chiamarono de* Bindoli . „
A e. 44. „ Mefs. Gherardo , e Ghino di Ghino Vi-
„ (domini fi nominarono degli Aghinolfi , );
A e. 51. 5, Giovanni, e Ruberto di Mefs. Bartolo
,, de* Vifdomini fi chiamarono de' Ruberti . „
E fé nel pregevole Protocollo non fi parla de* Corti-
giani , anche eflì indubitatamente de i Vifdomini , la_#
ragione è chiara , perchè nel 1346. nel qual anno rogè>
Ser Bartolo Nevaidini, non erafi fatta ancora tale Con*
forteria , avvegnaché folo nel 1372. cominciarono a
cosi ehiamarfl, e fi crede dall'*abitazione loro, che era
la Corte , p fia Curia de' Vifdomini , che veniva al
Canto della Paglia, dirimpetto al Vefcovado , ed il pri-
mo a fare la Famigiia de* Cortigiani fu Guglielmo, co-
me dice la fua lapida Sepolcrale in Chiefa :
SEPVLCaVM GVGLTBLMI NATI OtlM SIMONIS DI
VICEDOMINISET POSTEA DE CORTIGIANIA ET HEREDVM.
B 1                                  III.
!?•
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12
III. Ma dovendo io paffare al fecondo pregio de*
Vifdomini, cioè alla fingòlar loro autorità , non pò.
trei meglio ciò fare , che col valermi delle parole ftefle
del Buliettone , così addimandato un libro contenente
le antiche Scritture , e Memorie > che riguardano la-»
Chiefa Fiorentina, fatto compilare da' medefimi 5 e dichia-
rato autentico per Bolla da Papa SiftoIV. fenza umana con»
tradizione in iure j non ottante qualunque legge > o co-
fH razione , o ordine Apoftolico , data in Roma an. 13.
Tonttf* Or ecco come fui principio di detto Libro fi
parla de* Vifdomini ; Sii ad confernjationem y ist lauda*
bilem glori am totiut Domus
, ist Progenierum illorum No-
bilium de Vifdomìnis
, Tófinghis , & AlioBis iste» Guar*
dianorum
, Cuftodum , Patronorum , et De feti forum Epi-
feopatus Fior, ^vacante Sede
, et non cacante , iff DÌ-
gnitatum
, Confuetudinum , lurium , ist Preeminentìarunu
eorumdem
> ist dicle Domus eorum, ist Progenitorum . Hoc e fi
txemplum cuìufdam publici
j 'ist autentici libri Catafii > feu
KegiBri Epifcopatus Fior, in fé continentis fura feuda-
Ha
) omagia Fidelium , iuramenta Ca&rorum , Villarum ,
& multorttm locorum in fpiritualibus } ist temporalibus »
domini a Ecclefiarmn<> Hofpitalium » ist piorum locorum Pa-
trónatus
j P enfiane s> Cenfus , FiBus 5 Kedditus , ist Pro-
*ventus
5 et .Obnjentiones, i$? alia quamplura tura } if va*
trias
5 ist di<verfas Scriptnras , que Fior. Epifcopatui per-
tinenti a nofe untar in Comi tatù Fior, feu alibi
* et ubi-
tttmque
, ferirti , ist autenticati manu Iohannir Arrighetti
de Pomino imperiali auEioritate Motarii
j et fubfcripti ma-
rni lohannis fil* Tieri de Caflro Fior» eadem auBoritate
Mot* Qftod quidem exemplum tranfumptum
, exemplatum ,
& autenticatum fuit per me lohannem olim Ser Sil*vcm
ftri Notarium infraferiptum
, ad petitionem, inftantiam ,
& mandatum illorum Hobilium de Vifdominis , Tofinghi,
<j£r AlioBi é'c, nj'tdelicet Nobiles Virt Bonifatii 5 Ormanni %
Andree
, Domini Bartoli Chini Domtnt Vberti , Pieri
jéìenobii de Vicedominis
, feu Bifdominis, ist Domini Bal-
di Simonis Militis
} & Domini Nepi Pauli della Tofsu
dt Tofinghi* exifientinm in Quardìantttu
, è* adminijlram
fio*
<
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*3
tione honorum » & inrium ditti Epifcopdtut fior, rva-
cantis tunc per promotionem fatlam per San&iJJtmum
/«_.
ChfWo Patrem Dominum Urbanum Divina facente CUm
mentìa PP. VL de Domino Angelo de Ricafolis
, olim E»
pifcopo Fior, ad Epifcopum Fwventinum
, et elec~lionem}
et promotìonem fa&ant per di&am DD. PP* de Domino
Angelo de Acciaioli?
. olim Epifcopo Kapolenfe , ad Epi-
fcopatum Fior, étc.
L* autorità adunque de* Vifdomini
principalmente efercitavafi in tempo di Sedia vacante i
quando morto il Vefcovo , da effi fi prendeva poffeflFo
del Palazzo , e di tutti i Beni del Vefcovado > e né
difponevano a loro arbitrio in guifa tale , che potevan
chiamarfi , non già Economi , ma piuttofto Padroni»
niuna avendo eflì foggezione, niuna obbligazione di ren-
der conto dell' amminirtrazione , cofa , che non pò*
teva piacere agli Ecclefiaftici , né a* buoni Cittadini »
fcrivendone perfino Dante fcandalizato nei Canto XVI»
del Paradifo come fegue »
,, Così facen li Padri di coloro ,
jj Che fempre che la vofìra Chiefa vaca»
j, Si fanno grafia (tando a Conciftoro .
E diede loro non leggiera occafione ad eiTere maggior»'
mente difpotici il coitume talvolta praticato da* Pon-
tefici , o da i Vefcovi di fcrivere a* medefimi Vifdomi-
ni lettere , con le quali fi dava loro parte della elezio-
ne del nuovo Vefcovo Fiorentino , lo che appare dalle
due feguenti .
Lettera fcritta da Gregorio 1% a» Vifdomini •
5. di Giugno od 1231.-
Gregorius Epifcopus S'er<vus Ser^ofum Dei Dile&U
Filiis Vicedominis Fiorentini Epìfcopatas Salutem } & A*
poflolicam Benedi&ionem
.
Nowerit decotto *ve$lrd , quod noi Ditttium Filium
Magiflrum Ardìngum Canonuum Papietifem Ecclejìe Fio-
rentine promidimus in Paflorém
Quocirca de<votioni «w-
fire per Apoflolica [cripta mandamni , quatenus res , ó*
neccia ipfas Mcclejìs , & Ma màxime qui; ad Fior. EpU
fco«
-ocr page 19-
*4
fcopatrm ptPiKtnt ì follhhs , m fidelher , font laftsnns *
procure ti s ; /*# quod «oobis faworabihm riddare <tc prowt*
r$ri benedìBiomm noBram merito *paleatt
'/ j F)ntum Le*
tetani Non* lumi Fontificatus nofiri anno w.
Lettera di Agnolo Ricafoli Vefcovo Fiorentino
m' Vifdomini,
ÌXoMlibtis Viris ..... & Gtilertifltoribus , & De*
frmforibus Epifcopatus Fiorentini Fratribus fuìs
.
Carijfimi Fratres<r, ficut audiftis- placuit Domino No-
(faro Summo Pontifici ad honorem totius Comuni* Floren-
ce manjlituere me Epifccpum Fior, quod 'vobis ad gau-
diutn lignifico
> quia non fum adhuc a Domino Vapa con»
fetratus
, pardabo aliquibus diebus ad'ventum meum . Qua-
irte rogo , quod interim res Venerab. Epifcopatus ita di*
ligenter cuBodìftntur
, & gubernentur} quod Dea , & Muti-
do prò tempore tandem > & honorem mere amini
, & Epi-
fcopatus nofler gubernetur
, & fer^vetur iilefus . Si qus
tobis grata
, ò* omnia per me fieri pojfunt , faciam liben»
ter . Valete in Domino qui <vos confolabit
. Datum Vi"
terbii die
13. lumi Ind* 8.
Angelus de Ricafoljs Epifc. Fior.
Ci ' ■■ "■> \ ».                                                                        C- "                            :C ■ ■■ ; ■ . -1 ;
IV. Ma ritornando ad altri ragguardevoli efempj
dell* autorità de* Vifdomini, notare io debbo quelle pa-
role del Bullettone : wdt&xtir Sede > & non vacante ; in-
tefe da' medefimi aflai largamente j imperciocché man-
tenevano una fpecie di dominio fopra i Beni del Ve-
scovado infamemente col Vefcovo in guifa tale > ch<L*
invalido pretendevaiì ogni contratto > che facelle il Ve-
fcovo fenza il confenfo, e volontà loro dichiarata irL.
i ferie tura , e per non riportarne qui i documenti j ri-
metterò il Leggitore al mio prirnp tomo, dove favel-
lando della Ghie fa 4Ìi $,. Procplo , riportai la Donazio-
ne, ebe Piero Vefcovo fece di detta Chiefa a* Monaci di
Badia adì 11. di Gennaio del 1064. accennandoli di tale
iflru mento la conferma tre giorni dopo fatta da'Vi/domi-
m Gherardo, Piero, ed altri col cenfo aggiuntovi di 12*
Iòidi'
-'
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15
fóldi al Vescovado ; dà pagarli ttgèatmò da' Monaci^
Né da tralafciarfi fono le Armi in pietra j in marmo,
e in pittura pofte nell* Àrcivefcovadó } con le appreflb
abbreviate Iscrizioni :
t. S. V. A. D
MDCXXXI.
...-:. '.. ;. :■, i                                 (■_■ ■ ^ _,.-, •'•,-■ •('/'' >..',-; ?..' •* ■ . i) '■.■ir: ",■','.
I. S. V. A. T*
M DCLI.
I. S. V, A. D
MD'CLXX.
ciré lignificano : J« $W<? Vacante AnHo Domìni t6$t±
1651. nella feconda , e nella terza 1^70. ed avvi teu
quarta > nella di cui fafcia vi fi legge còme fegue -
MVTIVS ROBERTI» IT RVBERTVS MICHAEL»
DE CORTIGIANIS CVSTODES DEFENSORES
ET PATRONI ARCH1EP. FLOR. A. D. MDCLT.
Un* altra poi fu pofta in quefto fecole , che fu l'ultima
dV Vifdomini inoggi totalmente eftinti > ed e(Ta è uru
Cartello con arme in pietra , che dice come fegue :
MICHAEL CAROLVS EPTSCOPVS PISTORIENSTS ET PRATENSI!
ET ANTONINVS ANDREAS FRATRES
GVARDIANI CVSTODES ET PATRONI ARGH1EP. FLORENT.
VIOEDOMINORVM VERA GERMANA ET VLTIMA PROGENIE*
POSVBRE IN SEDE VACANTE AN. DOM. MDGC1II.
V. E venendo oramai à* privilegi di ftiefta Pari-
glia, ricorderò qui qiaelk), die fi è rifetàto feel To-
nto I. alla Lezione di S. Pier Maggiore} avendoli ivi
dtfFufamente ragionato dd pregiati/fimo , e afiticlìifàmd
onore de'Vifdomim *K ricevere il Vefcovo nel dì del
4uo folenne ingreffo in faenze alla Porta della Città »
fpet-
\
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fpettando ad ■ effi • coH* efclufiva di ogni altra Perfòna il
mettere a cavallo ii nuovo Prelato , camminare alle»
fue ftaffe forco il Baldacchino portato dai medefimi »
aventi in capo corona di olivo , e nelle mani guan-
ti bianchi. PafTerò frattanto al racconto di alcune difeor-
àie avvenute ne i tempi pofteriori , appunto in occafio-
ne di tale funzione, qui notando le fagge provviden*
ze ufate da i Superiori per ovviare ad ogni fcandolo,
e per mantenere falve le antiche ragioni de' Vifdomi-
ni, E primieramente avendo i Canonici Fiorentini pre»
tefo di efcludere i Vifdomini da i fianchi del Vefcovo
nell'ingrelTo della Cattedrale , che fece il Vefcovo A-
gnolo Acciainoli , quefti diede, fentenza nel 13.42. la^
quale per eifere di fommo onore de8 Vifdomini , e di
maggior Luftro alla Storia y la riportiamo come apprefìToJ
Nos Fr. Angelus Epifcopus Fior» ad tollendam omnem du~
bitationem
, $r amputandam omnem difeordìam > que pof-
fit in poflerum exoriri de noftro primo ingreffu
, & im-
miffione in Cattedram
} feu Scdem malori s Ecclefie Fior,
propter aliqualsm altercationem que fune occasione pre-
dica infurrexit prq eo qjtod Canonici di&i Capitali Fior,
Ecclefie nitebantur
, & nifi fuerunt ìpfi foli prò fé folos
priufquam ifti Lai ti
, hoc introniz>are in Sede prefata re*
Jìfìentibus Laisis
. Volentes quoque habere de ipforum Lai*
corum confuè indine
5 oh fermanti 4 j i& bonore > atque digni-*
tate huiufmodi certitudinem pleniorem
j fecimus primo , ér*
princìpaliter in libro j feu in Regifirìs antiqui* 5 i& ubi
fcripta funt de iure
5 & confuetudine Efifcopatus Fior-
ér etiam ipforum J^aicorum
, qui funt Cuflodes , & Guar»
ài ani di eli Epifcopatus Sede vacante
> ac Sede non vacan-
te
, fimiliter j)efenfores , $f adfifientes FLequifitionum E-
pifeopi Fior, qui prò tempore fuerunt 3 ér ipfius Epifco*
■patus'p hiDenimus ipfos J^aicos intronizare Epifcopum Fior,
cunì noviter ad diBam Ecclefiam accedit ex antiqua con*
fuetudjne
, & oh fer*vitia pariter follia per fé folos , &
in eifcfem Regiftris
5 àt libris inwenimus a tanto tempo»
rg citra cuius initii tontrarium non habetur immemora-
hiìiur contineri
: Infnper comperimus follìcits indigantes
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*7
ab antiqui* 5 & fide dignis Vtris} quoJ, fieut fuperius coh±
tinetur^ de immifflone>
(b* introni%atione, £#*'#/ /p/oJ Ltf/-
cor , é** Cuflodes folitos pacifice per fé folos nemine ali*
qualiter re fidente 3 et quod exinde exiftant pUra pub li*
ta documenta
, qne ad noflri , & alteriti? Epifcopi requi*
fitionem ditti Laici Nobiles
} & Cuflodes- off erutti /o
oflenfnri } & produtturi omnibus , quorum intere fi , commu-
niter
, <vel di^vifim » Idcirco habìtis declarationibus prò-
bationis fupraditte
, quibus fidem pleniffimam merito adhi*
hemus
, buius prefentìs inttrumenti tenore dicimns , tefii-
ficamus
, & declaramus Nobiles Viros de progenie ? 4$t do»
rno Vicedominorum
5 Tojìngorum ; Aliottornm &c, de Fior,
de quibus fuperius nulli s expreffìs nominibus fecimus
5 &
facimus mentionem
, intronizationem , & immiffionem pre*
fatam de novo Epifcopo Fhrent, cum nomiter in prima.,
njice ad dittai Fior, Fcclejìam depofuere
, jtd fedend/nnu,
debere facere
5 et celebrare per fé ipfps folos , ér ad ipfos
Vicedominos Tofingos
, ér Aliottos folum perpìnere fine con*
tradittione quacumque. Immifflones autem f que fieri debent
>
cb* de quibus fuper wolumus intelligì , funt ijle indelicet >
In Cattedram finje Sedem Ecclejte maioris S.Separate
, àt
$r lohannis Bayti&e de Fior. Et quia nos per eofdem,*
Lai co s Nobiles , & G ti ardi ano s predittos dumtaxat
3 et
non per* alios immiffi. fuimus prefcnti infirumento feriQ
éftteBamus
j mandantes de omnibus infrafcriptis èfc.
Ego Laynius de Carmigna.no Scriba ditti Epifcopi .
Ego Gialdus q. Giani de Burgo ad S» Laurentium de
"Mugello Scriba ditti Epifcopi
Attum in E pifcopali Fai atto teftifais &c, 1342, Ini* v,
die vi. Martii .
VI, Ma nel!1 anno 1385, rinnovare eflendofi le vec*
chie difcordie, la Repubblica fece una provvifìone > fta«
bilendo con ella l'ordine da tenerfi in tale funzione col-
la permiflìone alle Parti di far dove j e quando loro
piaceva le, fue protefte } come vedemmo nel primo To*
mo alla Lezione fopraccitata , E di quefto andare i Vi-
fdomini avanti , e allato al Vefcovo in detto ingreflb>
quanto elfi ne faceflero conto , fi argomenta da quel ,
Tom. VII.
                           C                                   che
-ocr page 23-
iS
che ne fcrifTe Simone della Tofa nelle fue Ricordan-
ze,, Adì 13. ài Marzo del 1445. avendo S. Antonino
,, nella Tua entrata in Firenze voluto camminare a pie-
j, di in mezzo a due Canonici in cambio de* Vifdo-
s, mini , fé n' ebbe a fare Iftrumenro , come il detto
5, Arcivescovo non intendeva di pregiudicare alle loro
5, antiche ragioni . ,,
V1L Ed a* fuddetti Privilegi arroger mi piace la^
recognizione della dignità de' Vifdomini , che faceva!!
dai Vefcovi con regalo annuo, e perpetuo nelle rre_^
folennità dell' anno , cioè Natale del Signore , Pafqua
di Rcfurrezione , e S. Giovanni, ne i quali giorni fi
mandavamo alle loro Cafe cofe mangerecce , preceden-
do Trombettieri , e Donzelli , accompagnato che ave-
vano il Vefcovo in Chiefa . E per fine porremo qui
una copia del giuramento, che da'Vifdomini facevafi
a* nuovi Vefcovi , collocato che 1' avevano nella Cap«
pelia di S. Vincenzio del Vefcovado, e dice come fegue;
In Nomine Dei Amen .
Omnes ifii funt de Viced. \CuBodibus , & Defenforibut
Epìfcopatus Fior, qui iurant Venerabili Vatri Domino
AT.
Episcopo Fiorentino fidelitatem » cufiodiam , & defenfiom
t/em fue Ferfone
, iff totius Epìfcopatus Fior, fub forma
«videlicet
, quod non erunt in confìlio ditto , <vel ja&o ,
quod Dominus Epifcopus ammittat dignitatem , tyel per-
fonam
, feu membrum ipfius , mei quod caj/iatur aliquoL.
taptione
, & quod fi aliquid de bonis ipfius Epifcopatus.
perdiderit
, recuperabunt , atque defendent, #* recuperatum
integre manutenebunt : quodeumque confilium
, wel confi»
Ita ab eis petierit
, eidem Domino Epifcopo dabunt prouff
tis tnelius <videbitur
, prò utilitate ipfius Domini Epi[co-
pi
, & Epifcopatus ciufdem , bona fide , & fine fraudct
Et quameumque credentiam eis wanifeftacuerit
, tW tna->
nife Bari fé cerit fecreto tenendam tenebunt fecretam
} «a*
mina quorum funi hec é*tt
/
LE-
-ocr page 24-
I
19
III.
LEZIONE
DELLA CHIESA DI SAN MICHELA
VI S DO M INI,
Vendo noi nelle pattate Lezioni celer
brato la lunga età della Chiefa di S#
Michel Vifdomini , e di coftoro lo
numerofe , ed illuftri Famiglie , viene
per ultimo da commendar/i la Jleli-
gione di S. Piero da Murrone detta.*
de' Monaci Celeftini , cui è toccato il
dominio di quefta Chiefa , la quale loro deve le va-
ghe innovazioni fattefi ne i notili tempi : e per vero
dire , le vedremo degne di lode , o fi voglia per 1*
Architettura , o per le Pitture , p per ragguardevoli
altri pregj , i quali la rendono un pregiatiilimo Tem-
pio , Prima però, che vi entriamo , notar debbonfi gli
onori j e le grazie fegnalate , che dalla Repubblica rice-
vettero queiii Monaci , già nell^ antico , quando ven.
nero a Firenze , che fu circa al 132^ avvegnaché nel
1327. troviamo iftrumenti , nei quali a* confini è chia-
mala Ecclejja gratrum S* Tetri de Murrone , e nel 1330.
Jeggefì in Badia copia della Bolla del Legato Giovanni
Cardinale titolo di S. Teodoro, riportata dai Sig, Man-
ni ne i fuoi lodati Sigilli , nella qua! Bolla il detto
Cardinale conferma a1 Monaci Celeftini la Chiefa, e_#
Convento , che poffedevano in Firenze .
II. E però venendo a i favori da i Fiorentini com-
partiti con abbondevolezza a* detti Monaci , noteremo,
che alle Riformagioni evvi una Provvigione de5 Signori
nel 1328» colla quale fi ordina un'offerta di tutti i Ma-
gistrati alla Chiefa di S. Piero del Murrone nel giorno
della fua Ferra , eftendo Gonfaloniere Pier Bandi ni , 0
C 2                               cai*
^
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20
nell'anno ile(To altra pure del Vicario "Regio, colla^
quale commandafi, che tal fefta fi olTervi a botteghe chiu-
fe , le quali ordinazioni furono poi rinnovate a* 6*. di
Novembre del 1394. e ne* 2S. di Giugno del 1430.
Neil1 Archivio Generale efìftono parecchi Teftamenti, ed
altre pubbliche Scritture di donazioni, e lafciti a'me-
defimi Monaci fatti} i quali oltre a molti aiuti } per la
fabbrica di un magnifico Convento , e Chiefa , fecero
acquiilo poflfeffiani , e di beni , e particolarmente^
nel 1477. giufta il Migliore ; del luogo chiamato San
Michele delle Formiche nella Diocefi di Volterra j che
era un Benefizio di qualche confluenza . Perchè poi
sì generofe foffero le dimoftrazioni di affetto de'Fio-
rentini verfo quella Monacale Famiglia , ne riferirò qui
alcune ragioni. E primieramente contribuirono affai alla
felice venuta di tali Monaci } le iitanze di Carlo Duca
di Calabria , e Figlio di Ruberto Ke di Napoli , ami-
cifiìmo de i Fiorentini, ed infiememente molto portato
a favorire i Celerini , onde la .Repubblica , che nel
1316. avea a detto Principe data la Signoria di Firen-
ze , donò a' Monaci il luogo in Via di S. Gallo. La
feconda ragione , che moiTe i Fiorentini a ciò fare , fu
la fama della fantità , e degli ftupendi miracoli di Pie-
ro del Murrone , morto nel 1303. e canonizzato nel
1313. da Papa Clemente V. con applaufo di tutto il
Mondo Cattolico . Altra però cagione molfe la Repub-
blica alle fuddette onoranze , volendoti, che i Fioren-
tini le faceflero per gratitudine de' benefizi, che loto
aveva fatti S. Piero Ceieitino di rifanare col fegno del-
la Croce molriflìmi infermi , quando nel 1274. vi pafsò,
andando al Concilio di Lione } come dice D. Teofilo
di Bafilio , e Lelio Marini riportati da i Bollandoti al
Tomo 4. del mefe di Maggio a pag. 506. E ad accre-
fcere la venerazione , non che la ftima de* noitri Cit-
tadini a detto Ordine , cooperò affai il merito di parec-
chi Monaci, tra i quali celebre fu il nome di Fra Nic-
colò » che in molti Confulti leggefl fottofcritto : Fr,
Kicolaus Decretorum Dottor Trior Monafierii S* Tetri
de
/
1
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21
de Marrone ; e di queftì Confuta* fudi parecchi fé ne_*
conftrvano nell* Archivio dello Spedale di S. Maria
Nuova »
III. In quefto Monafrero abitarono i Celerini 225,
anni, quando avendo dovuto il Duca Cofimo I. nel 1545.
fortificar Firenze con barboni, cortine } e nuove mura-
glie j fu neceflìtaco nel 1550. a levare dal Monaftero di S.
Salvadore di Camaldoli Oitr* Arno le Nobili Monache^
dell5 Ordine di San Giovanni Gerofolimitano , e trasfe-
rirle nel Convento de'noftri Monaci in Via di San_.
Gallo , a quefti donando la Chiefa -, e Prioria di Sai*
Michele deJ Vifdomini 9 come diremo fra poco ; e_»
qui piacerai ài riferire cinque Scritrure, e Contrat-
ti ; riguardanti la folennità di tale pa{faggio . E fono
primieramente una rinunzia de*Monaci alle Monache f
nella quale loro cedono Chiefa , Monastero , Orto , e*
Gafe in Via di S. Gallo , riferbandofi rendite } cenfi ,
ed il Santiffimo CrocifìiTo detto de* Bianchi , rogò Ser
Piero dalle Tavarnelle 13. di Settembre 1552. Il fecon-
do Contratto è una Carta aiTai voluminofa , nella qua*
le non folo fi contiene la licenza de* Vifdomini a Mefs.
Francefco Grifoni di poter renunziare a* Monaci la
Chiefa , e Prioria , ma inoltre le feguenti condizioni },
„ 1. Che a* Monaci di S. Piero a Murrone fi conce-
,, deva il dominio della Chiefa , e Parrocchia di S. Mi-
,, chele de' Vifdomini : 2. Che tutte le entrate , e be-
„ ni di detta Chiefa fé ne facefle un benefizio da con-
,5 ferirli a Prete Secolare , per nomina de* Vifdomini ;
„ 3. Che tutti i frutti , ed emolumenti proprj del Paro-
di eho refìaflero a5 Monaci colla cura in perpetuo d; li*
» anime . 4. Che le Armi de1 Vifdomini afHife alle pa-
„ reti , le quali fono fempre per apportare luftro , ed
?j onore ai Padroni antichi, non mai fi poteiTero levare,
;> e cadendone alcuna , debbafi rimettere ai fuo luogo
,, a fpefe de i Monaci ; 5. Che nella Feita della Puri-
jj ficazione da' medefimi Monaci fi porti alle cafe de'
v
Vifdomini una Candela benedetta ,> E nel dì 14, di
Set-
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22
Settembre del fuddetro anno fu rogato V lenimento dal
foprannominato Notaio , leggendoti fotto la medefima
Carta l'approvazione del Supremo Magistrato, data nel-
lo fìelTo giorno , nel qual dì parimente il Monaco Ce-
leftino D. Vincenzo de* Pippi da Celiano Provinciale^
in Tofcana prefe folennemente il pofleflb della nuova
Chiefa,edel Convento, Ed avendo defiderato, e cercato
i Monaci per validità di tali atti il confenfo dell'Or-
dinario, queito trovai! dato dall'Arcivefcovo Antonio
Altoviti adì 17. di Marzo del 1560. che fu pofcia con-
fermato da Papa Clemente Vili, per fua Bolla data in
Roma vi, KaL lunìi an- ir, Tontif. diretta al Cardinale
ArciyefcovQ di Firenze AleflTandro de* Medici .
IV. Tornati adunque i Monaci in San Michel de*
Vifdomini ? Parrocchia sì vaila , che fi eftende fino fuo»
ri de} terzo Cerchio , trovarono un campo fertiliffimo,
ed opportuno » onde efercitare lo zelo delle Anime , e
meritarli viepiù il favore de i Fiorentini > come appa»
rifce da i lafciti anche più abbondantemente loro fatti,
come dalla Livia moglie di Giovanni de* Medici , della
quale ferirle il Verzonj al tomo 3. de i fuoi Ricordi ,
come fegue ,, Adì <5, di Ago/to del 1655. morì in Vii-
?, la a Montughi la Signora Livia Vernazza moglie già
jj del Signor Giovanni Medici ; lafciò eredi univerfali
?, i Monaci di S. Michele de* Vifdomini , fenza lafciar
5? cofa al fuo Figlio > dando molte ragioni nel terlamen-
$9 to fuo rogato dal Notaio Capponcini : e tra gii al-
„ tri motivi dice , che il fuo Figlio 1* aveva accufata per
» Jftrega }, Anche il Senator Simone Giugni dichiarò
i medefìmi Religiofi fuoi Eredi per tefìamento de'12.
Settembre del 1658. con obbligo ogni anno in perpe-
tuo di dare 5. Doti a Fanciulle del Popolo di S. Martino
a Montughi nel giorno di S, Francefco. Quindi è } che i
detti Monaci aiutati con lafciti, e Jimofine , e parte col
proprio , anzi generofi facendo anche un debito nota-
bile ineggi non ancora eftinto , procurarono, che la
Chiefa fi reitaufafTe con un ordine di Cappelle , cinque
per lato proporzionate alla lunghezza, e alla latitudine di
eiTa>
«ÉHÉMMM-MMMÉI
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23
clfa , e (Tendo fiata fino a quel tempo fenza uniformità
di architettura : diede il difegno Michelagnolo Pacini, affi-
ttito dal Capo Maeftro Francefco Mafini. » ad ogni Al-
tare collocando due Colonne di ordine compofito con
archi a mezza botte , intagliatane la fuperficie a fetto-
ni con le Armi de" Padroni ne' fregi fopra all' Archi-
trave; e Capitelli tutti di pietra fé rena j acquali orna-
menti fplendore accrefcono le belle tavole di bravi Ar-
tefici 5 le quali già da Famiglie particolari erano fiate
inerte agli Altari ài lor padronato : E trovafi ne' libri
del Monaftero la fpefa fatta da ì Monaci eflfere falita
a lire 29540. non comprefa in quefta fomma la Cupo-
la j e fua Pittura .
V. La Ghie fa confitte in una Nave fola , con la
Croce , e Tribuna > godendofi con diletto ogni cofa_*
dall'occhio di chi vi entra. E noi troveremo fubiro
a manritta della Porta una Natività di C.ritto dipinta
dall' Empoli al primo Altare', che è della Famiglia de*
Roiìì da Bergamo , efiendo tìata in antico Cappella
murata , e fondata da una Matrona de' Bofcoli chiama-
ta Cecilia , come ne parla una Bolla di S. Pio V. che
vi concedè un'Indulgenza nel 1567. La feconda Cap-
pella è de* Pucci con tavola del Pontormo , che vi ef-
figiò Maria , il Bambino Gesù , e Santi attorno 5 e dì-
cefi di quefto commendatiffimo quadro , che 1* Arcidu-
cheiTa Maria Maddalena ne proferirle mille feudi , ma
non fu poflìbile di confolarla , perchè e' s* afpetrava per
ragion di fldecommììTo a tutti i Defcendenti della Ca-
fa de' Pucci 5 iftituito per rogito di Ser Carlo da Fi-
renzuola da Francefco di Giovanni Pucci Gonfaloniere
nella Repubblica Fiorentina , il cui nome leggefi in un
tondo appiè della Cappella con le feguenti lettere:
IRANCISCVS PVCCIVS IO! ANTONII FIL. SIBI SVISQVE
POSTER1S JET VOLENTI EX FAMILIA POSVIT .
Alla terza Cappella , che è de' Macinghi, vedefi una di-
vota Pietà di rilievo affai ben lavorata , e Ci dice 5 che
la
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24
k faceffe fare una Ginevra de' Palagi, ultima della Fa-
miglia , Viene la quarta, che è de'Petrucci con tavo-
la della Natività ài Maria effigiata da Antonio Ciam-
pelli, il cui nome leggefi nell' orlo di un Braciere .
Alla quinta fta collocato il Grocififlb de* Bianchi ,
che fu levatp dalla Chiefa ài S. Piero del Murrone in
Via di S, Gallo , dove la Famiglia de* Pecori vi aveva
fatto fare una Cappella , in memoria del qual benefi-
cio fi feguita a godere da i Pecori V ius onorifico di
cera da* Monaci . Nella tettata della Tribuna avvi 1'
Organo , che prima ftava alla Cappella de* Macinghi ,
veggendofi pendenti dai lati alcune buone tavole rap»
prefentanti i Miracoli di San Pier Celeftino . Segue^
la Cappella di que* del Palagio , loro conceduta da'
Vifdomini in ricompenfa di parte del terreno , che elfi
diedero per edificarvi fopra la Chiefa, quivi l'Empoli
aveva dipinta un'All'unta , la quale fu trasferita altro*
ve , effendovi di prefente una dipintura di Carlo Sac-
coni . Allato avvi la Cappella degli Aleffandrini defeen-
denti da Dino , e Bonagio feguaci dell'Imperatore Fé.
derigo , e come tali nel 1268. giufta il Migliore , con-
dannati da Ifnardo Vicario di Carlo J. Re di Napoli.
. La Refurreziofte di Cn'fto , che fi vede fu di quefto
Altare , è di mano di Francefco Poppi , di cui pure è
la tavola della contigua Cappella de* Buontalemi: in
quefta Pittura lodafi afta! 1* invenzione , che vivamente
efprime il Miftero dell' Immacolata Concezione della,-
Vergine . Né men ammirabile è il quadro di San Gio-
vanni in atto di predicare alle turbe dipinto dal Paflì-
gnani a i Pelli Padroni della Cappella , che fegue , e^
ài? ultima, che è de* Berti, il foprallodato Poppi dipin-
fe Maria con S. Bernardo , ed ^ltri Santi Monaci ve»
ititi ài bianco . Prima però di terminare il ragionare
delle Pitture in quefta Chiefa , notifi, che le pareti in
amico erano dipinte a frefeo dall'Orcagna , che vi fe-
ce un Paradifo , e da Matteo di RoilHio afeendentc
alla nobile Famiglia de' RolTelli di Firenze fu dipinto
un inferno , nel quale 5 come fi difte nel primo noftro
■' &*                                                                                                                    To-
\
)
\
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IMMAGINE DEL SS. OH OCIFIS SO DE BIANCHI. CHE siRtTMOVA
NELLA CHIESADI & MICHEL VTJD OMfMVrFlBENZE
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*5
tomo, alla Lezione della Madonna di Or S. Michele,
ritratti vedeanfì il Duca di Atene , ed i maligni fuoi
feguaci. Né da traìafciarfi è la Cupola dipinta da Nic-
colò Lapi , il quale lodevolmente vi ha colorito S. Mi*
chele vittoriofo di Lucifero ,
VI. E venendo a1 Depofiti, e alle Lapide efiitenti, o
nel pavimento, o alle pareti, ©{ferveremo a mano fini-
ftra della Porta alia parete il Sepolcro ricco di mar-
mi con Bullo di Perfonaggio , ma fenza nome , aiìa^
cui mancanza fupplendo, noi diremo eflcre del Senator
Ferdinando Incontri , Cavaliere di S. Stefano , Priore
d* Aurìria , Marchefe di Monteverdi, e di Canneto »
Inviato di Ferdinando II. a Milano , e Maggiordomo
de'Granduchi Ferdinando, e Coilmo III. e morì il dì i.
di Settembre i6go. dall' altra banda pure al muro in-
contrai! un fecondo vago Sepolcro, in memoria di
Adamo Schilibitiz Cavaliere della Silefia morto in Firen-
ze adì 9. di Luglio del 1631. giovane di anni 24, Nel
pavimento fonovi parecchi lapide , come deJ Yid , e>,
di altri Nobili da Bergamo , altra di Francefco di A-
verardo de* Medici morto nel 1402. ed un lairrone con
lettere Longobarde in memoria de' Creici , che vi ave-
vano la Cappella . Appiè dell' Aitar maggiore fcolpiti
in marmo fonovi i baffi rilievi trasferiti dalla Chiefa^
vecchia , e ci rapprefentano due Vifdomini , come par-
lano i feguenti Epitaffi #
^ HIC IACET NOBILI? MILES D. BARTOLVS D. VBERTI
DE VIGEDOMINIS ET ElLiOKVM CVIVS ANIMA RE-
QyiESCAT IN PACE AMEN , AN, DOM, MCCCXLVI.
D, XXVI. M, FEBRVARII,
♦ AN. DOM, MCCCXL, DIE XXVII, MAH . HIC IACET
BINDVS VANNIS DOM. NERI DE VIGEDOMINIS , CVIVS
.ANIMA REQyiESCAT IN PACE « AMEN ,
VII. Altra lapida fenza baffo rilievo è pure appiè
del medèfinVd Altare } che è il Sepolcro di Guglielmo
Tom, VIL
                         D                                  di
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M i '".'■',                M.ii IIIIIIILIB1.II.           i ino—m___w
h"
I
10
di Simone de*Vifdomini, il primo, che tralafciato l'an-
tico illuftre nome di detto Cafato , fi cominciarle a
chiamare de' Cortigiani : le parole del marmo fono le
appiedò:
SEP, GVGLIELMI NATI SIMONIS OLIM DE VICEDOMINIS
ET POSTEA DE CORTÌGIANIS ET HEREDVM .
Anche una Gentildonna de* Vifdomini ha quivi anti-
chiiTima lapida , ed effigie in rilievo, che noi crediamo,
che pofifa efiere la celebre Tofa di Mìgìiorello moglie di
Davizzo de* Vifdomini, ed alla Cappella della Famiglia
del Palagio trovali il nome di chi la edificò 3 con-*
quella Ifcrizione ;
D. O. M.
CAMILLVS BT FRANCISCVS DE PALAGIO FRATRES
LVDOVICI FILII
SACELLVM HOC AB HONVFRIO DEL PALAGIO
EXTRVCTVM AN. MCCCLXXX.
INSTAVRARVNT AN. MDCXX.
- .1';... U..> ';"-: ., ■;
Vili. Finalmente riporteremo la Ifcrizione in lode di
Francefco Maria Corfìgnani da Poppi tanto ammirato
in Tofcana pe *1 fuo fapere , e commendatiflimo nella
Corte del Re ài Sardegna Vittorio Amadeo, per avere
faticato più anni in compilare le Leggi di que' glorio-
fiflìmi Sovrani ; In un marmo adunque alzato dal pavi-
mento allato alla Porta della Sagreftia ieggefi come fegue :
D. O. M.
-.&: FRANCISCO MAKIAE CORSINIANO PVPIENSI
QVEM SVIS CLVSENTINVS AGER MONVMENTIS EXORNAT
CARMINA LATINA . ETRVSCAO_V£ SVBlTO CALORE FVNDANTEM
FLORENTIA I.'VTRI VSQVEXONSVLTVM
IN NOBILIVM IVVENVM ACADEMIA
T"
                     , P1SAE IN VNIVERS1TATE                                ..
DICENTEM AVD1VERVNT
ÀVGVSTA TAVRINORVM POSTREMO ADMIRATA EST
REGALIVM 1VRIVM COMPILATOREM EXIMIVM
MOESTISSIMA CON/VX POSVIT
i VT DIV VIVERET MEMORI AE QVI SATIS VIXERAT FAMAE
qBUT FLOR. AET. AN. LXV. R, S, ClQ Iq CCXXV. POSTR. KAL. DEC.
IX. Vie*
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ij*.
27
IX. Viene per fine la fopraccennata Eolla del Sanfo
Vefcovo ài Fiefole Andrea Corfìni , ed è la fcguenee:
In Chrifli Nomine Amen « Anno eiufdem ab Incttf»
Hatìone mi Ile fimo trecentejimo fexagefimo ter fio
, Indi Bio-
tte fecunda
j die ultima menfis Februarii 5 fecutidum cur*
fum
, Ót confuetudìnem Ere Fior, Pontificatus SanBijjlmi in
Chritfo Patris
> et Domini Domini Urbani Tape quinti
An. 11. Pateat omnibus evìdenter
, quod Reverendus in
Chriflo Pater
, & Dominus } Dominio Frater An*
dreas Dei
, et Apofiolice $edis grafìa Epifcopus Féfu*
lanus ad fupplicationem
, preces , et ìnflantìam Presbiteri
Rodulfi ReBoris Parrochì ali s
, & Curate Eccle/ie SanBi
Michaelis Vice dominar um de Fiorenti a
, et infrafcriptorum
Nobilium Virorum Patronorum diBe Ecclefie SanBi Mi'
chaelis ; perfonalìter conjlitutus apud locum ) et in loco t
in quo fundata
> & de novo piantata fuit infrafcriptcu
nova Ecclefia SanBi Michaelis prediBi Vicedominorum de
Fiorenti a
, pofitnm vide li ce 1? et Jitum Florentie in Fopu*
lo
, et Parotìna diBe primarie , et veteris Ecclejte San-
Bi Michaelis prediBi Vicedominorum transferende in diBo
loco
, cui loco , et terreno a 1. Via » que dicitur Via San-
Bi Gi lii
j ai. Via , cui di ci tur Via dì Balla 5 4 .3. Fi»
lìorum
3 et Heredum Nerii quondam Lippi 5 a 4. Domi-
ne
....„». , infra hos confines pojìtos , vel alios fi-
qui forent plures aut veriores canfa benedicendi fecun-
dum formatto
, & rìtum SanBe Matris Ecclefie , et Ca-
nontcas fanBiones primarium lapidem
, cb* Sancluarium di-
Be nome herigende
, & fundande Eajìlice , et Ecclejte San»
Bi Michaelis
s et ipfàm Bajilìcam , & Ecclcfiam piantana
dt fundandì
, et erigendi , et prefentibus tunc ibidem 5 {p
prediBa
} & infrafcrtpta fieri humiliter } et devote fup-
plicanttbus
, et petentibus diBis , et infrafcriptis > Pre-
sbitero Rodaifo Re Bore predìBo
, & Virìs Nobili bus Ci*
vibus Fiorentini* Patronis diBe Ecclejte SanBi Michaelis
,
vi de li ce t Bonifatio , et h li ano fratribus , & filiis olim
Domìni Ormanni
, Guccio Simonis , Piero Bindì , lacobo ,
& Andrea fratribus , & filiis quondam Domini Bartho-
li
, & Ghino Domini liberti , de Domo , & ^fiìrpe > 1$
D z                               Pro*
/..•:*
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28
Progenie de Vicedominis } prò fé ipfìs , fa' eorum nomi-
nibus
, cb* vice } cb* nomine omnium , et fingulorum de^
dìBa eorum Domo
> & flirpe de Vicedominis ? (b* eorum,
cb* ìllorum omnium } & fìngulorum heredum , é?* defcenden-
tinm
, Silveflro olim Lapi 5 cb* Raynerio Bindi de Alio*
Bis
, (b* V* Doww , c^ flirpe AlioBorum , ^ro /e1 /£/?/ 5 Ò'
eorum nominibus } cb* <u/V<? , cb* nomine omnium, (b* y$#-
gnlorum de diBa Domo , cb* flirpe de Alio Bis , cb* Here*
4um
> cb* Defcendentium ipforum omnium , cb* fìngulorum
Bernardo Iohannis Saffi
j Afe/>o Domini Vauli > Marfoppi-
no Scholay
j Lodovico Domini Bindi > cb* Baldo Simonis
de Thofìnghis
, cb* <& Domo -, & Birpe de la Thofa prò fé
ipfìs
5 cb* eorum nominibus } è?* tj/V^ j (b* nomine omnium ,
<b* Jtngulorum de diBa Domo , cb* flirpe dela Thofa 5 cb*
ipforum omnium » i&* fingulorum Heredum , cb* Defcenden-
tium
'•', (b* ipfìs omnibus > cb* fìngulis prediBis homi ni bus
de diBis Domìbus
5 cb* progeniebus diBis vice 5 cb* nomi*
xibus dtcentibus
> cb* affirmantibus in diBo loco , cb* j>r<9-
teflantibus ante diBam fundationem 5 cb* ereBionsm di-
Se nove Ecclefìe S> Michaelis Vicedominorum
, cb* /'« /j>/#
fundatione , cb* ersBìone \ cb* plantatìone fé ipfo.s, cb* 0^*
»<?if , cb* fìngulos fupradiBos de diBis eorum domibus, cb*
progeniebus de Vicedominis } de AlioBis j cb* de la Tofa di-
Bis modis 3
cb* nominibus fuìffe} cb* effe velie perpetuis
temporibus in futurum
, Patrono* veros } cb* le gip timo s,
Cb* in poffeffione , cb* quafi luris patrona*us pacifìce-, &
quiete diBe veteris Ecclefìe SanBi Michaelis
} & fimi-
liter in futurum effe
, cb" effe velie } fé ut diBum eB 9
cb* omnes , cb* fìngulos de diBis Domibus } cb* Progeniebus,
Cb* Heredes , cV Defcendentes omnium, & fingulorum ipfo»
rum dicentibus
, cb" protefiantibus legiptimos , cb* W0X
Patronos diBe nove conftruende > plantande , & erigende
Mcclefie S. Michaelis Vicedominorum cum omni plenitudi-
ne luris Patronatus
, ficu? $ & provt erant } Cb1 fuerant
Patroni diBe veteris picelefie SanBi Michaelis
, ^/*<? £*•
clefia vetus, cb* antiqua SanBi Muhaelis ? cb^ eiufque Mu*
ri
, cb1 Domus , cb* Officine eidem Ecclefìe coherentes de-
Jlruends veni uni
3 cb* eorum fola * é* terreni j 'Ùt^J$*W
-ocr page 35-
*9
ineorpordnda > & includendo tìeniunt in malori Ecclefia*
fiorentina
> prefatus Reverenda? in Chrifto Pater , et Do*
vbinus Domina* Frater Andreas jSpifcopus Fefulanus
, cum
licenziai confenfu
, et auBoritate expreffa Venerabili* Vi-
ri Domini Simonis de Paganis de Regio Archidiacon. Ré-
gini
, Reverendi in Chrifio Patris } & Domìni Domìni
Retri Dei Grafia Epifcopi Fiorentini
, tunc notorie iru
remotis Agentis
5 videlicet in legatione grò dillo Domi*
no Mojlro Rapa Urbano in partibus Al amarne
* et Unga-
le Vicarii in fpiritualibusy et temporalibus generalis tunc
predrBis
, et infrafcriptis omnibus ibidem prefentis'', et
expreffa AuBoritate
, & poteftate } feu Offitii Vicariatus
emni modo
, via 3 & iure , caufa » & forma > quihus
melius potuit-
, eidem Domino Epifcppo Fefulano t prefinff ,t
et fetenti in omnibus
> et Jtngulìs predìBi* j et infra?
fcripti* exprejfe confentientis
, & auBpritatem'■-, confenfum%
et licentìam -pieni'jjìmam dantis
} concedentis , & interpo-
nentis primarium
, et SdnBuarium lapìdem , et fundamen-
tarium diBe no<ve herigende
, fundande , (st plantande Ec-
tlejte SanBi Michaelis Vicedomìnorum fculptum in forma %
& cum Jìgnis debiti ohfermata in omnibus debita forma,)
et folemnitate Iuris
5 Ut in forma Ecclejie confueta he-
nedixit
, et fanBificavìt 5 ipfumque bene dì Bum, et fanBi-
jìcatum fculptum lapìdem ìmmiBi
, poni•■'9 et plantari feci?
in fundamento primario
3 et ereBione , et plantatione Na-
tali murorum
, & conBruBionis diBe nove Ecclejie S* Mi-
chaelis
, ipfamque Ecclefiam , & eorum fundamenta } et
muros fub nomine
, et vocabolo SanBi Michaelis de Vice*
domìni*
, ad honorem 5 Ut gloriam Dei Omnìpotentis , et
Beate Marie Semper Vìrginis
, et SanBe Romane Eccle-
Jie
i et Beati -Michaelis fundavit , piantavit , & erexit%
ibidem pojtto
, <2r* ereBo in altum , .Venerabili Sìgno Cru»
cis
, omnique folemnìtate , et forma iuris debita } nec non
Jmnis
, laudibus %$? Divinorum Offìttorum celebratione con*
fuetis
, & debitis fecundum ritum , et formam Iuris , ist
SanBe Romane Ecclefìe
3 & Canonum SanBiones folemni-
ter obfervatis
. Qmbus omnibus , et Jìngulìs fu^radìBis-
Jic j?eraBis prefatus Domìnus Swon Vicarius antediBus
• 1
                                                                                         au-
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3<>
àuBorìtàte \ &* fòt efiate pétìSii quìluì fungeldtur ex*
preffe confenfit
, iffifóne omnibus , & fingulis fuum , è*
4tjffi Domini Epìfcopi fiorentini , $r /#<? C#r*> Epifco»
palis auBoritatem interpofuit pari ter<\
cb* decretum . jrfff*
fuerunt prediti a omnia modo , & forma premiffìs Floren»
$ie
v *» <&#0 loco s ubi fundata •> & piantata fuit diBcu
Ecclefia SanBi Michaelis fupra confinato b di Bis Anno
, /«-
fiiBione , & die , ^ prefentibus TeBibus Domino Merio
Vrepofito Ecclefie Fiorentine
, Domino Filippo de Gìanfi*
liazzis V Ubano SanBi Labari Vie arto diBi Domini Epi-
scopi Fiorentini > Domino lohanne de CapriUa Canonico
SanBi Laurentii Florentin. ac Vicario Generali diBi Do*
mini Epfcopti Fé fui ani
, Fresbitero lohanne Muti Re Bore
Etclefie SanBe Marie Alberigbi de Fiorenti a
, Ser Lau-
rentio Ser Fani
, & Ser Simone Ser Ricchi 5 & Ser
lohanne Ser Curfi Hot, & aliis Clerici s
, & Secolari bus
multi s Ci<vibus Fiorentini s
, ad prediBa wocatis habitisi
& rogatis
.
Ego Landus Filius olim Fortini de CIconio Floren*
tinus• Ci<vis
} Imperiali auBoritate ludex Ordinarius Fw
blicus
} nuncaue' Motarius , ér Scriba prefati Domini E-
pifeopi Fiorentini ; & fue Curie Epifcopalis prediBe
, prè-
dictis omnibus dum agerentur interfui
, Eaque omnia
rogai us fcripfi ,.& publicavi
, ideo^ue me fuh feriffi-) &
fignum meum appfui
.
                                                          .
LE-
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3<
L E Z I O N E IV,
DELLA CHIESA, E DEL MONASTERO
DI SAN NICCOLO' IN VU DEL COCOMERO.
, . <
lacchè Leopoldo del Migliore ha par
lato affai prima di me della Fonda-
zione del piefente Convento , pare a
me convenevoliffirno riferire qui di-
ftefamente le notizie da così erudito
Scrittore porte in iftampa nella fuju
Firenze Uluftrata , e fono come ap-
preso J3 Fondatore ne fu il Cavaliere Niccolò de i
jj Gianfigliaz'zi defeendenti , come alcun credette , de1
j, Conti Gangalandi NobiliJJìmi razione fanguinis , come
,> una delle cinque Famiglie privilegiate dal Marchefe
„ Ugo. Il fatto pafsò cosi: datofi in lui neceflìtà dì
,, trasferire in Avignone per appropriare* un ricco val-
si fente acqui ita co dal Padre fuo , che ebbe nome Ca-
.,, ftello, per diminutivo portato dall' ufo di abbreviare
» i nomi detto Tello ,.itato feguace in quelle partì
3) della Corte Romana in tempo di Clemente V. volle»
55 come ad ogni uomo prudente » e favio richiedefi %
,f
prima.di inviarfi a quella volta, accomodare gì'inte-
si reffi Tuoi a favore di un fuo figlio infante chiama-
5» to Giovanni, nato di Maria Ghita di Mefs. Alaman-
55 no degli Adimari , parimente nobiliflìma Donna: Ap«
s> pofe per prima condizione nel Teltamento , ne i ro-
j> giti di Ser Filippo Gualterotti da Tignano , che mo*
j> rendo elio fuo figliuolo , come avvenne , in pupilla*
,, re età, foftituiva Gesù Crifto , cioè 1* erezione di
))(.un Mooaftero di Donne offervanti là Regola dei
„ Frati Minori , ed in efeeuzione di ciò apparifee per
» carta del t$£u pur di elio Ser Filippo eflertì com*
»fi'à >#                                                                         w prò*
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3>
„ promeiTò tra gli Esecutori j e la Famiglia de' Gianfi-
„ gliazzi per alcune differenze nate in affegnare i pro-
3, pri beni Jafciati dal Tentatore alla erezione del Mo-
55 naftero } battendo la difficoltà fra le parti , in noru
„ effer punto convenevole ridurre ad ufo di Monaftèro
„ le Cafe antiche della predetta Famiglia Gianfìgliazzi,
,, opprimendoli in queli'iftante, fé ciò lì veniva a con-
,; cederei una memoria , feorfa per tanti fecoli in un
,, replicato , e continuo pofieflb , che fi riconófceva-*
,,- indotto , e coftituito quivi con Palazzone Torre,
,i da quel Giovanni Figliuolo di Azzo , il primo Ante-
,.§ nato , che fi induceflero effi fotto quel Cafato ; 01-
?V tredichè non fi giudicava ben fatto, mettere a mu-
» ro a muro confinanti , e contigui Uomini , e Don-
9) ne » cioè i Monaci di quella Badia > e Monache ,
p al che concorfa la volontà del Vefcovo , ed afiegnato
J? luogo in Cafaggio , ali* effetto predetto , coita eiTerfì
,, finalmente per le mani di Francefco da Cingolo Ve-
„ feovo di Firenze > buttato il primo fondamento della
„ Chiefa, nei 25. di Febbraio del 1340. accompagnata
„ la funzione dalla folita Indulgenza di 40. giorni ,
„ della quale fé ne vede una Ifcrizione affitta alle pa-
,, reti da una parte dell* Aitar maggiore,» Ma fé altro-
ve il Migliore fenile 3 che il prefente Monaftèro > e_>
Chiefa furonp fatti da Lemmo Balducci , perchè mai e»
gli non ci accennò il luogo di queir antico Convento»
ne* fondamenti del quale il fuddetto Vefcovo nel 1340.
gettato avea-la prima pietra , e tanto più era da defide-,
rarfi tale notizia ^perchè Lemmo non prima del 1380.
principiò alle Monache 11 nuovo Edifizio , Ad ifchiari-
re pertanto un punto d* Iftoria così importante , por-
ti in pace il leggitore, fé riporterò un'altra Scrittu».
ra? copiata dal RafiTdli , la quale 'fi vede ,. che è ftata
fatta da Perfona molto informata*.e ^hè aveva vedu-c
te le Scritture di quefto Venérabil MonaÌiero(,i me di*
Ipiacer può, che in ella fi ripetano alcune cofe già no-
tate di fopra , e la Carta dice come appretto ,, Diede,
j, già il nome , e lai facoltà a quefto t Venerabile Mo^
»cii'| ii                                                                              ,j na*
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„ naftero'• Il Cavaliere Niccolò di Metter Camello Gian-
j, fìgliazzi , perchè avendo MeflTer Cartello fuo PadreL.
„ quali per tutto il tempo della fua vita feguitato la
„ Corte di Roma , che allora rifedeva in Avignone ,
„ dove abitò lungo tempo con la fua Famiglia, aven-
3J dovi acqmftate grolle facoltà , fé ne morì intornò
,, ali* anno 1300. lafciando doppo di fé Mdfer Niccolò,
„ fuo Figliuolo , Madonna Lapa di Stoldo de'Rolli fua
j, moglie , per tal cafo rimafa colà fola col fìgliua.
,5 lo, fi rifolvè tornarfene feco a Firenze, e dato buon
j, ordine a i negozj , che lafciava in Avignone , et allt
„ fuoi Miniftri , venne ella a Firenze 5 dove dopo
,, qualche tempo MeflTer Niccolò prefe per moglie Ma«
„ donna Chita di AleflTandro Adìmari , dalla quale eb«
„ be un figliuolo, dopo la nafcita del quale conofcen-
,) do , che i negozi lafciati in Avignone , ricercavano la
„ fua prefenza , fi rifolvette ritornarcene là , laonde xac-
„ comandato il fuo unico figlio , e le facoltà di qua
„ alla madre , e alla moglie , volle anco prima di
„ partirli accomodare i fuoi interefìì , e far Teftamen-
to, col quale lafciò erede il fuo figliuolo , cui mo-
s, rendo in pupillare età, foftituì il Signor Noftra Gesù.
„ Crifto , ordinando che del fuo avere fé ne faceffe un
3) Monaftero di Monache Ofìfervanti fopra le fue Cafe
», contigue ali* Abazia di S. Trinità ; e fatto quello %
„ fé ne andò in Avignone 3 dove poco dopo morì 1*
93 anno 1325. né molto dopo gli fopravilTe il Figliuolo>
3, reftate fole Madonna Lapa madre ? e Chita moglie.
33 Scorfe qualche tempo prima di eieguire il fuo tetta-
„ mento, del quale avendo avute notizie Tanno 1330.
j) il Vefcovo di Firenze MeflTer Francefco da Cingolo!
s, fattele a fé venire, gì' impofe T efecuzione , et elle-
3, no defiderofe dì ubbidire , né parendo loro conve*
3, nevol cofa 1* edificare il Monaftero fopra alle Cafe del
„ Teifatore , per eftere contigue al muro di detta Ab-
33 bazia 3 cercavano per la Città un luogo atto , e ca«
s, pace s et effendoi! in quel tempo fatte le nuove Mu-»
3, ra del terzo Cerchio , et accrefciuta la Città dalla,.
Tom, VII.
                       E                           „ Piazza
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34
„ Piazza di San Lorenzo alla Porta a S. Gallo , e re-
,j ftando in quel mezzo grande fpazio di terreno, quafi
5, del tutto vacuo di abitatori , adocchiarono un cam-
,5 pò di ftaiora cinque di grano a feme , con fiepe^
„ attorno , e Cafa di lavoratore nel mezzo , luogo det-
„ to di Cufaggio , e pofto quafì nel mezzo fra il Con-
,, vento de" Servi , e quello di S. Marco , ed ottenu-
„ tolo in compra dal .Vefcovo , diedero in quel luo-
5, go principio al Monaftero , ed avuta nel medefimo
,, tempo licenza di cavar 4. Monache dal Monaltero
„ di S. Ambrogio dell' Ordine di S. Benedetto , le
5) merlerò ad abitare in quella Cafetta , e una di que-
„ fte fu Grazia di Bartolo Bardi , che fu poi la prima
j, BadefTa: intanto, che fi finiife il Monaftero, il quale
,, con follecitudine fi andava murando con la fua Chie-
„ fa , che fu pianrata appunto fui canto, dove è di pre-
„ fente lo Spedale di S. Matteo ; benedì , e pofe ne i
5, fondamenti di quefta Fabbrica la prima pietra il fud-
5, detto Francefco da Cingolo la prima Domenica di
„ Quarefima dell'anno 1331. Non abitarono lungo tem-
„ pò le Monache in quefto luogo , poiché avendo de-
„ liberato Lemmo Balducci Mercante Fiorentino di e*
„ rigere uno Spedale per i poveri Infermi deli* uno,
j, e dell' altro fedo , e cercando di un ilto opponu-
„ no , confiderò il luogo, dove fi erano pofate quelle
,, Monache , e vcggendolo capace, e le Suore di poco
„ numero, piacendogli ancora la falubrità dell* aria, e
„ la bellezza della Contrada , operò tanto con quelle,
„ e con i loro Miniftri } che promettendo di edificar
,, loro una bella Chiefa , e un capace Convento , ot-
„ tenne da effe quanto defiderava , e puntualmente a-
„ dempì quanto aveva loro prometto , perocché avendo
j, di quattro parti di quel terreno prefe tre per lo Spe-
„ dale , fece nell' altra edificare il Convento , ed una
j, Chiefa grande , e bella al pari di qualsivoglia , che
„ (la in Firenze , la qual Chiefa fu poi confacrata».
„ la feconda Domenica di Luglio dell'anno 1574. da
„ Monfigaore Antonio Altoviti Arcivefcovo di Firen*
» ze.
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25
,, ze . Fu quello Monaftero fatto efente da ogni fupe-
jj riorità , e fottopofto immediatamente alla Sede Apo*
„ ftolica , ma di prefenre è fotto all' Ordinario . Ha_.
„ comoda entrata per mantenere circa 70. Monache,
■„ e fra le altre porTefììoni } due ne ha nel Piviere di
„ Val ài Pefa , che fono in quel Paefe le più bel-
» le > le quali furono aflegnate al Monaitero dallo
,, fuddette Madonna Lapa , e Madonna Coita ,
il. Ed il racconto efattifTimo del RofTelli fin qui ri-
ferito , nulla lafciando a noi da favellare circa le due
fondazioni di S. Niccolò 3 ci farà almeno (trada alla,.
illuiirazione de'fé co li pofterion, circa a quello > che della
Chiefa j del Convento , e della Storia di Firenze fi vuol
qui dire . E per farci dalla Chiefa , la quale, come di
fopra vien notato , fu fabbricata con magnificenza da
Lemmo Balducci , la cui Arme vedefi in ella fopra I*
Arco grande , e fotto il comignolo della facciata no-
bilitata da una competente Piazza , ed avente una por*
ta di buon difegno , fopra la quale in una lunetta deli*
Arco avvi un S. Niccolò 3 frefeo di mano di Lorenzo
di Bicci , ficcome dei medefimo Pittore è il quadro nel-
la ferrata della Tribuna dipinto full* alfe } e che rap-
prefenta Maria col fuo Bambino, ed a* lati i Santi Gio:
Batifta j Matteo 3 Niccolò , e Benedetto 5 veggendofi
fotto al maetìofo Arco collocato V Aitar maggiore bel-
lo , e ricco con due terrazzini di pietra in alto dalle
bande 3 e due Ifcrizioni in marmo , che una è la-
memoria delp antica Chiefa j e dice così:
FRANCISCVS DE CINGOLA EPISCOPVS FIOR, HVIVS SACRE
EDJS QVAM ABBATISSA ET MONIAEES AD LAVDEM OMN.N
POTENTIS PEI, SVB TITVLO D. NICOLAI MAIOR1S CONDE-
RE STATVERANT PRTMVM LAPJDEM SOLEMN1TER BENEDI-
' CTVM FVNDAMENTO 1MPOSVIT DE1QVE CVLTVI DEDI-
CAViT , £T OMN1BV5 EAM DICTO DEDJCATIONIS DIE
QVE PRIMA EST DOMINICA QVADRAG. VISITANT1BVS XL.
DIES INDV1G. IMPART1VIT V- KAL. MARX. MCCCXL.
E 2                                Ad-
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Addirimpettò alla fuddetta Ifcrizione leggeri queft' altra :
ANTONIVS ALTOVITA ARCHIEP. FLOR. HVIVS MONASTERI! ABBATISSE
ET MONIALIVM PRECIBVS EXORATVS HANC AEDEM DIVO NICOLAO MA-
IORI DICATAM DOMINIGA II. MENSIS IVLII CONSECRAVIT ET CVM IN
ARA MAIORE PERMVLTAS SANCTORVM RELICIVIAS COLLOCASSET QMNI-
3BVS IPSA COMMEMORATIONIS DIE HVC ACCEDENTIBVS XL. DIERVM IN-
DVLGENTlAM DE S. R. E, MORE CONCESSIT V. IDVS IVLII MDLXVIU.
III. Quattro fono le Cappelle nel corpo della Chie-
fa , e principiando da quella, che nell* ìngreiìo viene a
manritta fono il Coro delle Monache , vedefì in ella un
Crocifitto antico alto quanto al vivo di legno , con fi-
gure di Santi dipinte fui muro , tra le quali evvi San
Giuliano , la cui vita in piccole pitturine è effigiata nel-
la predellina , e circa al Fondatore di quella Cappella
leggonfi quivi le feguenti lettere :
FATTA FARE DA MESS. PIERO PIOVANO DI RVBBIANA
MCCCCXL. ESSENDO BADESSA SVOR BARTOLOMMEA .
e per iftrumento rogato da Ser Giovanni di Guiduccio
all' Archivio Generale nel 1477. fcorgefi, che fu a que-
fto Altare iilituita , e dotata una Cappellani^ intitola-
ta di S, Giuliano , da Amideo degli Amidei Priore di
S. Romolo in Piazza , con obbligo al Rettore di effa
di dovere egli affiftere, accompagnare, celebrare la Mef-
fa a' Condannati dalla Giustizia alla morte*, e portare
per loro conforto un pandjino confetto di tre once.
L* altra Cappella addirimpettò ha una Nunziata a frefco
pure di antico pennello , e forfè Greco per vederli nell*
alto un Padre Eterno da i fianchi in i'u coli* Alfa > e
1* Omega , come praticavano i Dipintori di quella Na-
zione , ed appiè della Vergine effigiata in profilo avvi
una Monaca genufleflfa ; che crediamo fia quella iiefla ,
che leggefi «eli* Ifcrizione ferma, nello fcajino dell* Al-
tare » e dice ;
IA
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17
LA PRESENTE CAPPELLA FECE FARE MADONNA TÀDDEA
DI IACOPO RIDOLFI BADESSA GIÀ DI QVESTO MONASTERO
MCCCCXXXVII. LA QVALE HANNO FATTO RIFARE QVESTE
DIVOTE SVORE AL TEMPO DELLA REVERENDA MADRE BA-
DESSA SVOR BARTOLOMMEA DI ANTONIO LAPI MDXXXXIII.
Vengono due altre Cappelle, una per banda, amendue
ridotte alla moderna con pietrami , e tavole in tela :
quella, che è lungo la ftrada, è dedicata a S. Marghe-
rita Vergine , e Martire con tavola di Francefco Bot-
ti , efponendofì nella Fefta di detta Santa parte della fua
mano , e non del Braccio t come fcriffe Leopoldo del
Migliore. Papa Sifto IV. con Breve fuo del 1472. fece
quefto Altare privilegiato, eretto che fu da MeflTer Gio-
vammaria di Lorenzo Benintendi per iftrumento rogato
da Ser Giovanni di Bartolommeo di Leonardo da Bar-
berino 21. di Agolìo del 1523. Nella quarta Cappella^
contigua al muro del Mona riero > il fuddetto Botti di-
pinfe una Natività , incontrandoti appiè dell'Altare una
lapida di un Cappellano, e dice :
PAVLVS GVIDIVS S. FELICIS AD EMAM PRIOR , ET ARAE
HVIVS RECTOR MONIALIVM FRETVS PRECIBVS HIC CONDÌ
MORIENS ELEGIT. AN. SAL. MDCVTI. XVII. KAL- OCTOBRIS.
ed il Cardinale Francefco Borgia Legato a latere in
Romagna vi concedè Indulgenza nel 1508. Notar
mi giova di quefte due Cappelle 5 come in antico vi
aveva dipinto due Tavole il B. Angelico , le quali
inoggi fi confervano qual Reliquia nel Monaftero. So-
novi ntì pavimento e lapide , e baffi rilievi, e tra que»
Iti belliflìmo è quello di uno ve/tito da EccIefiaftico>
con guanciale fotto il capo , ma i caratteri fono total*
mente logori, rimafo eifendo nel chiufino della Sepol-
tura un Grifo , ma quefto trovandoli effer 1* Arme di
varie Famiglie di Firenze , egli è molto difficile 1* indo-
vinare chi effo fia : altra effigie in marmo trovali, leggen-
dovi/I intorno intorno al mezzo rilievo le feguenti lettere ;
HIC
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38
UIC IACET D. PETRVS DOMINICI VALI.IS RVBBTANE
P^EBANVS ET GVJBERNATQR FIPEU5 HVIVS SAGRI
MONA5T?RII QBIIT AN, PQM- I45J.
Appiè dell' Aitar Maggiore è fepolfo Domenico Benci,
venni Canonico , dal quale il Convento riconofce 1' ius
di conferire certe Doti annue , e V Epitaffio fatto nel
1574. dice come fegue :
DOMINICI BENCIVENNI CAN. FLOR. SANCTI HVIVS
COENOEII DIV CVSTOS FIDEITSSIMVS MONVMENTVM
JiQC VBI VITA FVNCTVS REQyiESCERET SIBI V1VENS
POSVIT MDLXXIV.
ed in fufTragio del medefimo nel giorno di San Gio-
vanni Decollato viene in quefta Chiefa la Congrega
Maggiore » con obbligo di un Ufìzio , di 12, Meiìe ,
ed una cantata ,
IV. Ma tralafciando ogni altra oiTervazione circa
Ja Chiefa , mi piace di paiTare col ragionamento a ì
più rari pregj del Monaftero favorito da Gran Perfo-
P^ggi ài grazie , di privilegi , di efenzioni , e più che
più di beni fpirituali , e temporali , e di onori fegna-
lariflìmi . E che fia pur così , mi farò da* Sommi Pon-
tefici 3 notando in primo luogo , che nella erezione
del Convento } dal Vcfcovo eiTendo flato limitato il
numero delle Suore, fu ampliato da Papa Benedetto
XII. con Bolla data in Avignone , e diretta al Vefco-
vo di Pi/ioia ) cui fé ne commette dal detto Pontefi-
ce la cura , e da Clemente Vi» con Breve pure dato
in Avignone nel 1343, fu decorata la Chiefa ài Indul-
genze perpetue , fortoferitto da molti Vefcovi j fra i
quali kggonfi Agnolo Acciaiuoli Fiorentino , e Fuligno
Caiboni di Fiefole . Ed acciocché libere in avvenire
da varie moleftie fo0cro le Monache , avvi Bolla di
Giovanni XXIII* data in Roma 1413. colla quale f
ftpoia il Monailero di S. Niccolò dalie ragioni di qua*
lunque foro , limanendo foggetxo immediatamente aìh
Se-
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%9
Sedè Apoftolica . Papa Sirio IV. nel 1481. aggrega ali*
Ordine Benedettino le Monache notine, che fa parteci-
pi de' privilegj , e grazie ampliamente concedute da*
Romani Pontefici al fuddetto Ordine . E le grazie fin
qui narrate , che conferyanfi originali nell* Archivio del
Monaftero , fi trovano confermate con nuove Bolle da
Innocenzio Vili, e da Papa Paolo III. Né da taceri! è
la memoria di Papa Leone XI. il quale avanti che fa-
lifle fui Vaticano , era fiato Governatore affrzionatiflìmo
del Monaftero di S. Niccolò , avendo donato alle Mo-
nache una tavola della Nonziata di bravo pennello, con
una laudevole protefta di non aver mai io tanti anni
del fuo governo notato in efie un mancamento da cor*
reggerfi •
V. E venendo in fecondo luogo a i noftri Arcr-
vefcovi , dir fi vuole , che il Santo Arcivefcovo Anto-
nino portatiflìmo era verfo quelite Religiofe , come feri-
vono gli Autori della Vita di lui concordemente dicen-
do , che il Santo fovente le vifitafle, ivi fermoneggiafte,
celebrando talvolta ancora i Divini Ufizj : ed in uib,
libro di Ricordi pretto le medefime Suore fono nomi-
nate tre Monache dal Santo Arcivefcovo confacrate con
le fue mani , e tutte tre morte con fama di ftraordina-
ria fantità . Monfignor Antonio Altoviti , come fopra
dicemmo , fece la Sacra della Chiefa j e Piero Niceo.
lini } che le amava grandemente , loro fabbricò il No-*
viziato , ed altre Stanze } attendo oggi il Convento una
delle belle , e comode Fabbriche , alla cui vaghezza
concorfe altresì Nannina di Rollo Ridolfi piiflìma Da-
ma Fiorentina . Onde nel 1661. il Monaftero di Saru
Niccolò fu eletto per èftere il teatro di una folenne
Funzione, che leggefi deferitta in varj Diarj, e che noi
qui la riportiamo , come la fcrive il Verzoni da Pra-
to ne* fuoi Ricordi , e dice come appretto „ 1. Novem-
» bre 1661. entrato in quefto Convento 1' Arciduca d*
„ Auftria Ferdinando con Anna de' Medici fua moglie,
„ tenne a Battefimo una Figlia di Carlo Dudleo Duca
5, di Nonumbria Conte di Beryich , e di Linceftre dei
» Real
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40
v, Real Sangue d* Inghilterra » e di Donna Maria Mad»
5, dalena Guffier de' Duchi di Aquitania > e gli fu pò*
3» fto nome Carlotta Luifa . Affiftettero alle folenni ce-
„ rimonie il Granduca Ferdinando IL e la Granduchef-
» fa Vittoria con tutta la Corte, e feguito della prima-
j, ria Nobiltà di Firenze , e vi fu una copiofa meren-
5» da • 5, E poco dopo , cioè a* 6, Dicembre notafi pu-
re altra Fella folenniffima in onore di San Niccolò } fat-
ta fare dal fuddetto Arciduca , e dice ,, Solennizzata
5, con Mattutino in Mufica nella fera della Vigìlia ? con
,, Mufici i più eccellenti , e fu tale l'armonia, che difTe-
„ ro i vecchi noftri eruditi in quella profeiììone noru
# poterli udire miglior concerro „ 3)
VI. Ci remerebbe per fine da dire alcunché de'no-
tabili acquici temporali, che nel decerlo di 4. fecoli
fen2a mai eflerfi fentita una funefta vicenda 5 fi fono
fatti dalle Venerabili Monache ; Ma un folo-, che è di
molto onore al Monaftero , io penfo qui di rammenta-
re > che farà il Padronato dello Spedale di S. Lazzaro
al Colle di Calenzano nel 1527* donato alla BadefTa 5 e
Monache di San Niccolò dal Cardinale , e Arcivefcovo
Niccolò Ridolfi . Quefto Spedale fu edificato dà Bartolo
Niccoli Cittadino Fiorentino nel 1334. come appare.»
dalle Scritture pretto le Monache , e principalmente da
quella al num. 15. che è una Bolla del Cardinal Le-
gato Giovanni titolo di S. Teodoro Diacono Cardina-
le , nella quale dice 9, che fupplicato da Bartolo , e
sj'Angiolino Niccoli di potere erigere Oratorio , e far
,> dir Meflia nello Spedale di S. Lazaro al Colle di Ca-
j> lenzano da eflì fatto edificare } loro fi concede la gra-
» zia: Datttm Seni? 2. KaL OBobris tempore lo Anni s 22.
an. iS. j, E la prefentazione dello Spedaiingo fi face-
va da'medefimi Fondatori} Io che leggefi in altra Cartape-
cora al num. 39. come fegue ,, Vacante Ho/pitale $. La»
%ari de Calenzano Jtto in Vlebatu Plebis S> Donati
, Bar-
tolus q. Miccoli pop. S. Michae/is Bifdomiwi Ci'vis , &
Mercator 'Fior, ac etiam hedificator
> (st Vatronus Ho-
fpttalartum &c, la quale elezione viene confermata da
MelTer
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4*
Meflfer Andrea Vicario del Vefcqvo di Firenze France-
sco
Atti da Todi, Aftum in Fopuìo S. Tetri Maioris io,
Maii
1347. e finalmente al nym. i6f fi conferva la unio-
ne di detto Spedale al Mònaftero, per Carta rogata da
Ser Gio: Paganucci Cancelliere della Curia Arcivefco-
vile j ed il funto di tale Scrittura è il feguente : Io-
annes de Statis JLotnanuS) Do fior , cb* Vicariut Generali t
Niccolai titilli SS» Viti
, & Marcelli Diaconi Cardinali t
Ridolfi Arcbiefifcop Fior,
unifce > incorpora , e racco-
manda lo Spedale di S. Lizzerò di Calenzano al Mona*
ftero di S. Niccolò di Cafaggio } e concede , e vuole»
che la prefentazione dello Spedalingo, e di altri Mini»
ftri fi afpetti alla Badefla j/ro tempre di detto Mònafte-
ro
9 A&um in Arcbiepifcojtali Fai atto fior, ip? Oftohr9
1527.
Mota delle Monache di S. Niccolò di Cafaggio » mortf '
in concetto di Sante
, e riferite dal Brocchi »
         '
Ven, Angiola del Sera.
Angiola Felice Federighi,
Calandra Bracci.
Caterina Angiola Bonfi *
Caterina Particini,
Maria Cleofe Samminiati ,
Maria Felice Girolami •
Maria Verginia Caftellani p
Maria Vittoria Guadagni.
Tommafa Golfini , al fecolo detta TaUna ,
Sorella di S. Andrea Vefcovo di Fiefoie ,
la quale manca nel!' Albero Genealogico
fatto dal Suddetto Brocchi 9
Tm* fìL                    $                               LE.
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4?
L W: ZI Q N E V.
:V! ÓELLA CHIESA DISCORSOLA.
Eriche fiafi da noi ragionato de Ha Chìe*
fa di S. Orfola in varie lezioni, co-
me nel Tomo quarto alla lezione di
S. Giuliano 9 e al Tomo quinto nella^
Storia di S. Agata, tuttavolta farà di
uopo, che qui foni maria mente ripetia-»
mo tanto ; quanto; Ba flà per iftabiiire K
epoca di questa Chiefa, e Monaftero . Quindi facendomi
dal 1309, dirò quello eflTere l'anno dell'incominciamen-
to: di così illuitre Convento, lo che fi dimoitra coel.
una Cartapecora dell'Archivio di S. Lorenzo , al Sac-
chetto 1. num. 7. il cui funto è il feguente : Francifca ,
Cina , loanna , isf Caterina Sorore? cupente? 'virane fub
Re gu lari Obfer<vantia Ordini? S* Bene di eli emerunt a^
Captalo Fiorentino
, ptium terre cum domibu? fof. %i
Top $. Laurentii
, & 'volente? ibi confi rue re habitat io-
nem
, fa' intendant ibidem commorari , & degere , faciunt
■gatta
, & conditiones. cum Priore , et Canonieis Ecclefì?
S* Laurentii
, Tiidelicetr qttod quolibet anno, in ^erptuum
in Fefto SanBi Laurentii diBe Sorores fol^vant Ecclejie
diBi S. Laurentii libra? Cere &* nomine Cenfus &c. A Bum
Fior, in Domibusì, P erotti Guadagni qua? habitat Domimi?
Antonin? Epfcopi? Fhrentinu?
13 09. Ssr Martinu? Pe-
tri de^SanBo Ilario
. E ficcome nel 1327. trovafi altro
Contratto delle fuddette Suore cpl medefimo Capitolo,
fono di credere , che folamente in tal anno folfe ter-
minata la fabbrica del Monaftero , e del Convento, leg-
gendoli in quefta feconda Scrittura, efiftente pure nello
flefib Sacchetto, come loro fi dà licenza delle Campane.
e della Sepoltura ec. rogò.SVr Petru? Paganucci Erboletti ,
IL E che foflero Monache di Angolare efemplari.
tà,
a!"
m
m^mm
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4|
tà. , fi può dedurre dalle unioni di due Monafìerj al
ncftro , fatte dai Vefcovi Fiorentini Agnolo de*
Ricafoli , e Bartolommeo Uliari, quelli nel 1390. yi
incorporò le Monache Valombfofane di Santa Maria
Madre ^ col rogito di Ser Luca Bambocci) confervan*
doféne 1* Iftrumento in S. Croce al num. 24. quando
il fuddetto Vefcovo Angiolo già avea unite nel 137^.
a S. Orfola le Suore di Santa Maria Urbana, con Dii»
ploma , che abbiamo riportato nella Storia di S. Giù*
iianoyjl$um\i&. Ecclejia SanBi Salroatorif de fior, man?
candovi però chi lo rogò . Ma coli"andare degli anni
decadute efTendo le Monache di S. Orfola dall' olTer*
vanza dell' Illituto Benedettino, nel 1435. da Papa Eu-
genio IV. allora dimorante in Firenze , tutte furono
trasferite con le proprie entrate nei Monaftero di S.
Agata, con Bolla , che comincia ; VaUoralis Ojfitii de?
bìtum
, nella quale il Pontefice riferba a fua difpofizi©*
ne la Chìefa , Convento) ed Orto ài S. Orfola , che^
nello Hello anno donò ad alcune Suore del terz* Or-
dine di S. Francefco , le quali nel 1430. erano venute
da Perugia , come fcrivono S. Antonino nella fua Sto*
ria, e Fra Dionifio Pulinari nella Cronica di Ogniflfan-
%i ; E quelle Suore furono le Fondatrici della Regola,
che inoggi fiorifee in S. Orfola , governate nello fpi-
rito fino dal principio , che vi tornarono , da i Frati
della Offeivanza . Quelli , per vero dire , in que' tempi
non avevano ancora Convento in Firenze , e però ve-
nivano da Fiefole ne* giorni feiìivi per amminiiirare i
Sagramenti alle Suore , le quali ne i giorni; feriali an-
davano alla Parrocchia , e le alcuna di loro moriva ,
dai Preti di S. Lorenzo fi facevano J'efequie , eifen-
dofi praticato in fomigliante guifa fino a tanto , che i
Padri dell' Oiìervanza tornati a S. Caterina delle Ruo-
te , preferp del Monailero il governo fpirituale , e tem-
porale , come parlano i. Libri delle Ricordanze, ne*
quali apparifce , che il Provinciale di Tofcana difpone^
va del Convento di S. Orfol*. con una totale inde*
pendenza dagli Ajcivefcovi : t&Qyafi però ne* medefinu
F 2                                   Ri*
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44
Ricordi j che 1' Arcivefcovo» e Cardinale AleflTandrd
de* Medici, limitale loro 1* autorità , avvegnaché fi co-
jmìnci ivi a leggere , che nell'anno 1584. gli Atei di
Accettazioni , di Compre , di Vendite, e di fomiglian-
ti Contratti facevanfi colla licenza 3 e confenfo dell* Ar-
civefcovo Fiorentino.
III. E venendo oramai alle ragguardevoli Memorie
preflb di qùefte Monache, ci faremo da un teforo pre-
giatiffimo di rare Cartapecore , alcune delle quali fono
irate miseramente dal fuoco incenerite nel i5po. o in
quel torno ; E Leopoldo del Migliore, il quale prima
dell'incendio le aveva confiderate , ce ne lafciò una
Nota al lib. 100. pag. 119. che mi piace di qui riportarne
alcune : Al num. 1. eravi della Conteflfa Matilde figlia
del Marchefe Bonifazio , e della Contesa Beatrice , la
ricca donazione, che ella fece nel 1078. alla Chiefa Pi-
fana , e che intera leggefi neli* Abate Ughelli alla Serie
degli Arcivefcovi di Pifa . Al num. 9. veniva una Car-
ta di Vendita fatta dal Magnifico Andrea di Tomma-
so Paleologo , con le circoltanze feguenti : 1485. 30.
Decembris . lllujlris, ac Inditus Dominus Dominus An*
dreas Fil. q. b. m. llluBris Domini Thome Valeologi Odi*
fpotes Rom. & Imperii ConB'antinop. ad prefens mo~
ram trahens in Cintate Mantue
, wendidit Magnifico ,
$* Potenti Armorum DttBori Domino Domino Antonio
Marie fil. q. Magnifici Domini Domini Ioannis F ranci fri
de Mirandula Corniti Concordie unam petiam terre
, &
Edificiurn pofit. in Urbe Rome in Campo Marti0
, quam
quidem petiam terre
, & "Palatium , Fapa Sixtus IV. ei-
dem Domino Andre e prò fé
, & prò fuis Heredibus dona-
nicrat
. Rogato da Ser Antonio Cornacchini pubblico
Notaro in Mantova ,• Seguiva poi al num. io. del fud-
detto Don Antonio Maria della Mirandola un Tefta-
mento fatto da lui in Cefena nel 1481. tu di Apri-
le, e rogato da Ser Gafpare fil. di Benvenuto de* Mar-
ri da Cefena ; E le falvate dal fuoco fono del fuddet.
Anton Maria al num* <?$* altro Teftamento fatto nel
i 5 00, in Ronia nei Convento de* Frati di Araceli > ro-
gato
-ocr page 51-
45
gato da Giovanni di Mattia di Pietro de* Taglienti Cit-
tadino Romano, nei quale annulla altri fuoi Telameli*
ti j e nominatamente quello , che avea fatto nel 1493.
ig. di Aprile , rogato dai medefimo Ser Giovanni di
Mattia , e confervafi pure la quietanza di Andrea..
Psicologo foprannominato , per la quale fi dichiara to-
talmente lbddisfatto della fomma , che fé gli dovea dal
Conte Anton Maria della Mirandola per le Cafe , e_.
Terreni di Campo Marzio , a detto Conte vendute col
rogito di Ser Andrea di Giuliano da Gubbio 1487. 7*
Dicembre.
IV. A volere poi fapere come venilTero nelle ma •
ni delle noftre Monache sì preziofe Cartapecore , con»
vien dire , che feco fé le portaflfe Donna Ginevra Fi*
glia del fuddetto Conte Antommaria della Mirandola ,
la qual Signora rimafa vedova di Gio: Batifta de'Con-
ti Romano , per riiperto della, guerra venne a Firen-
ze , e nel 1502. 31. di Luglio lì ritirò in S. Orfola_i
con due Fanciulle, cioè Donna Ginevra figlia del Con-
te Ercole Eencivogli di Bologna , e Donna Goftanza^
Conti fua unica figlia , che fu dalla madre lafciata
erede de' Beni di Giuliano , per Teftamento fatto nel
1511. nel qual anno ella morì , raccomandato avendo
la figliuola al Magiftrato de* Pupilli , del quale fu il
fegueme Mandato,,
„ Adì io. di Marzo 1512.
„ Per parte delli Sperabili Vficiali de' Pupilli , et
„ Adulti del Comune di Firenze Tutori > et per debi«
a, to tempo Curatori della Conftantia figliuola fu di
j, Madonna Ginevra della Mirandola, fi notificha a Voi
5, Veneranda Miniftra del Muniitero di Sancìa Vrfulì*
j, di Firenze, che per lo advenire in modo alcuno
ìì non mandino fuori di dicìo Muniftero , né lafcino j
3, o permettino andare la decìa Conliantia loro Pupil-
3, la fenza expreffa licentia , e voluntà di decìo Vficio ,
9) Mandantes &c.
Ego Francifcus de Altovhìf Cancellarht di&trunu
-ocr page 52-
45
La Figliuola poi nel 1514. fposò Mefser Lorenzo Sal-
viati cognato di Papa Leone X. e fu Madre del Car-
dinale Antonio Salviati , avendo portato in dote còl
feudo di Giuliano, anco quegli del padre fuo , come fi
legge nel Teftamento di Donna Ginevra , che fi con-
ferva preffo quefte Monache . Di altra Dania Roma-
na venuta a vìvere in quello Convento , faflì menzio-
ne nea Ricordi di Suor Lena Ridolfi Miniftra in qUe'
tempi , e dice „ Io Sor Lena Miniftra del Mohaftero
di S, Orfola fa ricordo, come oggi , quefto dì 18.
di Giugno i$o2. ci è venuta Donna Batiitina , la_.
,j quale fu moglie del Signor Giulio Savelli di Ro-
5, ma » e nel medefimo libro fegue ,, fo ricordo , co-
,, me quefto dì 25. di Aprile 1503. la predetta Donna
,, Batiftina fi partì , tornandone a Roma , in tutto pa-
5, gò ducati 30. di oro . „
V. E venendo ora a ragionare de'Legati , faremo
qui menzione de i più notevoli fegnati dalla Camar-
lmga nel fuo libro , trovandoli primieramente una (Jfì-
ziatura, che lafciò la fuddetta Donna Goftanza Salvia-
li alla Chiefa di S. Orfola per testamento del 1555-
E nel 1554. leggefi il Monaftero fatto erede univerfa-
le da Angiola Actaviani , moglie di Raffaello Ridolfi ,
col rogito di Ser Gio: Batifta dal Portico > Notaio al
Palagio del Podeftà ; Ma perchè la Teftatrice dichia-
ravafi , che una condizione fo/Te Ja claufura delle Mona-
che da prenderli dentro un anno, con la caducità al-
lo Spedale degli Innocenti , le Suore di que' tempi, ri-
pugnando a quei patto onerofo , rinunziarono alla e-
jredità , che nel 1555. pafsò allo Spedale. Nello fteflb
anno avvi notato altro Teftamento di Caterina Salvia-
ti 3 vedova di Giovanni di Lorenzo Tornabuoni, aven-
do rogato Ser Romolo da Marradi , e per elfo il Mo-
naftero ereditò fc. 150©, ed ancora più ricco fu il la-
feito di Nannina moglie di Averardo Alamanni/atten-
dente alla fomma di fc. 3. mila , e rogò Ser Giovanni
Conti 9. Ottobre 1555. Di una altra Benefattrice faftz
ricordo a pag. S4. del libro 9 e ne* rogiti di Ser Mi.
che.
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47
cbelagnolo Grifoni da. S. Miniato al 1571$. e fu que&a
Maria Fraocefca moglie già di Francefco ài Giovanni
della Cafa , la quale fece erede il Convento di $. Or-
fola di un Podere, e di una Cafa in Firenze : Né
mancarono infigni Benefattori, il cui novero è il feguen-
te.,> Piero di Bartolommeo di Piero Capponi, a i 21. di
,, Febbraio del 1567. fece'Teftamento , il funto del
„ quale è come appre(To „ ABum\.in Pop. Omnium, San*
Borumin Sagreflia: diElae Ecclejiae yTefiibus Fratribus Pa-
cìfico Berti
, Michael e de Bibbiena , Sebajliano de Mar*
zichis
, Seraphìno de Federighis , loanne de Bondis , Io-
feph de Fighi ne
, Iofej>h de Ali/erti> • Heredem Juam ìyl.
omnibus fuif bonis Mobiltkus
, <&* Immobilibus <> <& ABiù~
ni bus prefentihtts
, Q? ftsturu , fecit , $* ejfe <yoluit Mo-
nialem Antiam germanam fuam filiam Bartolomei de Cap-
ponibus grofejfam in Monafisrio Santi ae Urfulas de Fior,
Ego Laurentins q. Chrijlofori Gregorii de Gondis Ci<vÌs
$,
^ Hot. Fior. E con qucila Eredità.le Monache alzaro-,
no dalla banda ài mezzodì tutto il' muro , avendo col-,
locato fuila porta del Parlatorio 1* Arme de'Capponar
Michele di Domenico da Campi morì, nel 1572. il
25* di Giugno, avendo lafciato fopra mille feudi ai
Monaftero , di cui era ftato per parecchi anni fattore v
Un Cavaliere della Famiglia de'Pazzi (manca il nome)
a titolo di pura limofina fenza verun obbligo nel 1604,
donò fc 1741. che aveva fui Banco degli Strozzi . E
due altri iìluilri Benefattori rammenteremo più Cotto ,-
ragionando delle innovazioni e della Ghiefa , e del
Convento .
VI. E ritornando alle antiche Monache dì S. Orfo^
la, in grazia degli itudioil delle vetufle cofe di Ficea*»
ze , orTerveremo quanto fi ftendeffe quella parte dj Cìfy,
tà detta di Cafiggio , trovandoli nel Contratto djel!a_-
Compra di quello Luogo , che fecero dal Capjjutlgf,
Fiorentino quelle prime Monache Benedettine , come*,
fi addi manda in loco diBo de Cafaggio> , e, cori que,*
{fa denominazione furono per molti anni appellate le
Donne di S. Orfola di Cafaggio, che tanto trovafi nel
Te-
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4$
Teftamento di Donna Benìna di Gherarduccio Senili*
rendi 9 efiftente nel Campione de* Capitani di Or S. M.
nel qual Teftamento ella lafcia fra gli altri Luoghi pii,
al Monaftero di S. Orfola , con quefte parole , itetrt-,
X)ominabu$ Monajlerii S» Urfuh de Cafaggio
.
VII.  Gli altri due Benefattori di quefto Sacro Luo-
go » che ci reftano a ricordare } fono Iacopo Bonafè s
e Gio. Batifta d' Ambra , i quali in diverfi tempi re-
staurato avendo e Chiefa , e Monaftero> porgono a noi
materia 5 per efaminare quanto evvi di bello, e di fa-
ero in S. Orfola . E primieramente Iacopo Bonafè rin-
novò da i fondamenti la Chiefa , della quale fi confer-
va in Convento una memoria, che è un foglio lacero»
che dice Cosi ?> Nel 1474. da Iacopo Bonafè fu fattsu
„ una buona parte di noftra Chiefa col muro di fuo-
ù ri 5) lo che pure leggefi in un libro fcritto a penna
del carattere del 1500. che era preflb il Can. Bifcioni Re-
gnato num. 55. pag. 2|. E chi Ila quefto Iacopo } non
parlandone ne 1* uno , né 1' altro ricordo, mi fo leci-
to di fofpettare , che fotte fratello » o zio del celebre
Monfignor Lionardo , sì benemerito àdìe Chiefe Fio-
rentine , e forfè fuo era il Sepolcro in Badia * che *
lettere Longobarde dicea ;
SEP. NOBIUS IACOBI BONAFIDEI .
E ritornando alla Chiefa di S. Orfola , già nobiiitatt
dal fuddetto Benefattore) noteremo che eiTa nel 1547.
fu confacrata da Ferdinando Pandolfini Vefcovo di
Troia , il quale avea in quefto Convento due nipoti »
figliuole di Pandolfo Pandolfini ? appellate Suor Lucre-
zia 3 e Suor Angiolina -
VIII.  La feconda> e più vaga innovazione della me-
defima Chiefa fegui nel 1627. fatta fare da Gio: Bati-
fta di Ambra , come parla la feguente Ifcrizione col-
locata Deli' ingreflò della Chiefa , e dice :
D.O.M.
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49
D.         O.         M.
IO. BAPTISTA DE AMBRA VINCENTII FU.
INTEGRITATIS AC PRVDENTIAE ODORE
S»ANORMVM MESSANAM VBI DIV VIXIT ET PATRIÀM IMPIEVIT
OPES VAtDE AMPIAS QVAESIVTI
EARVMQVE VSVM SCIENS
IN OPERA PIETATIS ERO0AV1T
ECCLESIAM HANC AVXIT
ATQVE TRIBVS HISCE ARIS ORNATIOREM REDDIDIT/
HIERONYMA DE FRANCHIS CONIVX MOESTISSIMA
PONENDVM CVRAVIT
VIXIT AN. LXIX. M. IX. D. XI,.
MORTALITATEM EXPLEVIT XVII. KAL. APR. MDCXXVIU.
IX. Oltre poi a tale Epitaffio , veggonfi in più
luoghi le Armi di così illuftre Benefattore , il quale a
fue fpefe fece pure le tre Cappelle di vago lavoro } e
vi collocò pregevoli Quadri , opere di Valentuomini ,
e fono la tavola della Concezione all' Aitar maggio-
re > che fu dipinta da Matteo RofTelli 3 alla Cappella
a manritta di Filippo Tarchiani è il Battefimo del
Signore , e addirimpetto Bartolommeo Salveftrini fece il
martirio di S. Orfola . In una lunetta fopra 1* Aitar
grande Stefano Cafcetti discepolo del Paflìgnano dipin-
Te a frefco $. Orfola con le fue Compagne > e nello
sfondo della foffiita il S.Pietro d'Alcantara, che ado-
ra Ja Croce circondata da alcuni Angioli, è di Ha-
itiano Galeotti , che ingannato^ nelle mifure , credette
la fcffitta più alta di quello , che è > onde le figure^
non fanno quella veduta 3 che meritano . Sul Depofito
poi dell* Ambra 5 in alto evvi una Nicchia avente uxu
Bufto di terracotta , rapprefentante Maria col Bambino
al collo ricco di voti > il quale è in venerazione grande
al Popolo .Alla parete in alto, che corrifponde addi-
rimpetto alla Porta , vedefi un tafTello di marmo bian-
co 5 che è una memoria della caduta ài una faetta ,
la quale parlata per mezzo al Coro pieno di Suore,
andò in Chiefa ad uccidere uno , e ferirne parecchi 3
;Iom. VII
                        G                                     il
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■BP"
——
*WPP^W
il quale accidente è compfefo in quefti tre verfi in-
cifi nel marmo:
i                              A. P. M.
CADDON DALL' ALTO CIEL FOLGORI ACCESE.
PlV SEMIVIVI ED VNO ESTINTO LANGVE.
LE VEKGIN SACRE SOL RESTANO ILLESE.
XX* PI SETTEMBRE t)ÈL MDCCXXX.
E per fine ricorderò una belliflìma Fetta , che in que-
lla Chicfa , nel giorno di S. Oifola fece fare l'Arci-
duca dJ Auftria nel 1661. e quello Reale Spofo foddi-
sfatta avendo alla fua devozione , volle vifitare tutto il
Convento, come avea fatto in altri Monafterj nello fpa-
2Ì0 di fette mefi in Firenze, in compagnia della fua_.
Spofa 5 e piacemi di riportare qui quanto leggefi <ìi
quelli Principi nel Diario della Libreria del Magliabe»
chi, come appretto ,, Adì 2. di Febbraio in Giovedì ,
,, con grandiffimo cordoglio di tutto il Popolo Fio-
?, remino, e in particolare della povera gente , fece_»
,, partenza di Firenze il Sereniiìimo Arciduca Ferdinan-
„ dò , e 1* ArciducheiTa fua moglie , ed una loro Fi-
>} gliolina di età di anni 9. in circa , e furono accorn-
„ pagnati dal Principe Matrias . Queita partenza fu
j, compianta da'Poveri, ai quali per lo fpazio di fet-
j, mefi Con larga mano difpensò fempre limoline-} e
fi tìe intercedeva grazie a benefizio del Pubblico , Non
j, è da racetfi le prerogative di queito fanto Principe:
„ Egli timorofo di Dio, e devotiffimo, ftava alla Mef-
n fa fempre genufie(To in ferra col folo (irato; oltre,,
j, al fuggire il cattivo operare , non farebbe mai anda«
„ to a letto fé prima non fi folle confeffato, fentimen-
„ fi di un Cnilkno aliai da bene, per i quali fi me-
#, rito V affetto de' popoli, ai quali fommamente di-
5, fpiacque la fua partenza , e molto più la di lui
?) morte feguita adì 31» Dicembre del 1661. in ifpruch. 3>
X. Paflandòfi ora dalla Chiefa al Convento , nel-
la lunetta > che è fopra la Porta > che mette in iitrada
■-■'.....=......
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51
fcnovi quattro lodatiffime figure al naturale di terracot*
ta bianchiffirna della maniera di Luca della Robbia , e
fono Maria 5 il Bambino Gesù > S. Orfoìa 9 e S. Eran*-
cefco di AifiCt . Due poi tefori trovanfi prelfo le Mo-
nache , cioè un Bambino Gesù , ed un QìociBìJo j a-
mendue miracoloiiffimi . Di quello raccontati ne* libri
per cofa certa , e veramente notabile , il modo col
quale elio venne in Convento come apprdìo ,y Di bei
,, giorno ( non ci è V anno ) per levare le Suore no-
,, {tre da una grave tribulazione , fu picchiato alla Por»
4,  ta da quattro veiliti di facco bianco , con una Im-
,5 magine di Crifto Crocifiilb , che è di rilievo , ed
„ entrati dentro , fenza alcuna dimora la portarono
,, in Coro ( ove è di prefente ) e differo ,; tenetelo per
,, infin a tanto che non vi è detto altro 3, e fé ne an-
5,  darono con Dio ed io fono di credere , che quello
CrocififlTo fia uno di que* tanti, che portavano in prò-
ceffione da una Città all' altra le famofe Compagnie^
dette de' Bianchi > delle quali abbiamo favellato nella
Storia del Monaitero di Chiarito . 11 Santo Bambino
poi giace in un divoto Prefepio xicchiffimo di doni
fattigli da ogni forte di Perfone , che confettano di
avere ricevuto grazie miracolofe , avvegnaché le Mo-
nache fovente pregate di concederlo agì* Infermi , per-
mettino > che fia portato alle Cafe de' particolari•
XI. E qui fui fine mi fia permeifo di far menzio-
ne della belliffima Spezieria Hata in gran credito , ezian-
dio apprefiTo i Granduchi di Tofcana , maMìmamenre a
Cofimo I. Francefco I. e Ferdinando I. quali le me-
dicine di importanza volevano , che quivi follerò ma-
nipolate da Suor Benedetta Bettini molto intelligente,
e di grandiffimo nome in fare compofìzioni medicina-
li , ed anche inoggi fono cercate le Pillole di S. Orfo-
la j che ti fanno perfettamente fecondo la irruzione del
Medico Celli ; e giacché in un Catalogo ài Ven. Suo-
re di queflo Convento vi ho trovato Suor Vittoria del
Mae&ro Parente di S> Antonino
, per ifchiarir quella pa-
rentela j porrò qui due Notazioni , e la prima Ila , che
G 2                                 la
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52
la parola del Mmfltù non è cafato di Famìglia) ma fo-
prannome alTai ufato in que* tempi , traile Perfone di
qualche Profeffione (ingoiare, come Medici } Filofofi > e
Mattematici} fecondariamentc fembrami, che fi poìfa con-
getturare , che detta Monaca foflfe della Famiglia dell'
Offa 5 avvegnaché $. Antonino aveffe una Sorella , che.»
fu maritata appunto a Maeftro Domenico di Maeftro
Giovanni dell' Offa *
ji-.
LE.
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53
LEZIONE
DELLA CHIESA) E DEL MONASTERO
DI SAN BARNABA.
|A quattro Santi riconofce Firenze le
quattro più fegnalate vittorie di quan-
te ella abbia riportato fopra de' fuoi
nemici , durando maifempre la lieta
memoria de'Gotti trucidati alle falde
di Fieible nel!' anno 407. adì 8. di
Ottobre, nel qua! giorno fi celebra
la Fefta ài S. Reparata Verg. e M*
ficcome nel dì it. di Giugno fefta di S. Barnaba nel
1.289, feguì la gloriofa fconfitta a Campaldino degli A«
retinite alle interceflioni del Beato Andrea Corfini de-
ve il Comun di Firenze la fuga di Niccolò Piccinino
Condottiere dell' Efercito del Duca di Milano , vinto
e disfatto nella giornata d'Anghiari del 1440. e tenu»
to a S. Stefano Papa , e Martire fi protetto Cofimo L
per la vittoria di Marciano 5 che a,i Medici iìabilì fui
capo le due Corone de* Principati di Firenze , e di
Siena * Quindi è che per legge di gratitudine a tutti
quattro i fuddetti Santi , come a ^parziali Avvocati,
furono decretate fingolari onoranze ; dal detto Cofi-
mo in memoria del Santo Pontefice Stefano fu ifti-
tuito T Ordine de' Cavalieri, e da* Fiorentini in antico
a S. Reparata fu fabbricata la prima Pieve ? a S. An-
drea nel Carmine Fefta, Offerta , e Altare , e al Santo
Apoftolo Barnaba una Chicfa 5 della quale imprendere-
mo quìa farne la Storia > che abbraccia le Notizie dì
ben quattro fecoli 5 che faranno il foggetto della pre>
iente Lezione * ?
IL E. giacché quefta Chiefa deve il fuo principio
=--*/ e
                                                                     alla
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54
alla Vittoria di Campaldino, ci faremo dal riferire fovn-
mariamente le particolarità di quella Battaglia , giurìa.,
T autorità concorde degli Scrittori Fiorentini . Nel
1288. bolliva la guerra tra Firenze , e gli Aretini, i
quali erano (tati così arditi , che ne* 12. di Maggio di
detto anno con goo. Cavalieri , e 3. mila Pedoni ,
vennero fino a S. Donato in Collina , ardendo , e gua-
dando ogni cofa per nodo , che i fuochi fi vedeva-
no da Firenze . Onde 1 Fiorentini radunato avendo par-
te della gente occupata nella Guerra di Fifa , nel 1.
di Giugno del 128^. bandirono 1* Ofte contro di A-
rezzo , dando il comando deli* armata a Mefier Gherar-
do Tornaquinci , che fecondo 1* ufato alla Badia di Ri-
poli pofe le infegne , lotto le quali contavano* i<5oo.
Soldati a Cavallo , e io. mila Pedoni , con nioltiflìrni
Nobili di efperimentato valore , i quali fegretamente_«>
paiTato r Arno , tennero per la via dei Cafentino , con
tal desìo di combattere , che a' dieci del mtefe le due
Armate fi trovarono a fronte , ed amendue difpoitiflì-
me alla Battaglia , la quale feguì nel giorno feguente »
€ fé ne* primi urti vi fu notabile vantaggio negli A-
retini , pel valore pero di Corfo Donati, e di 150*
Feditori ., che invertirono di fianco il Nemico , dopo
lungo contratto, fi dichiara la vittoria in favore..dei
Fiorentini , ri ma fi eflenéo morti fui Campo 1700. Are-
tini , tra* quali il proprio Vefeovo-, e prigionieri due-
mila condotti a Firenze-,? dove nella medefima ora, che
terminava il eoinbattimento ,, miracolefamente , al dir
del Buoni nfegni , entrò nel Palazzo de* Signori Perfo-
na incognita, che dille ; gli Aretini fono feonfitti. Av-
vita v che dal volgb fi credette portato dall' Apertolo
S. Barnaba. Ma chiunque egli folle, che uoi non lap-
piamo , il certo fi è , che nel giorno feguente, per
Corriere furono certificati 1 Signori della Vittoria, dan-
done tolto alla Città la lieta notizia col fuono delle.,
campane, con fefte, e colla pubblica provvifione , che
trovo regiftrata in un libro fegnato 55. pag. 272» pref-
fo il Canonico Bifcioni > come appreso w Mediante la
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55
„ Vittoria , che la parte Guelfa ha riportato de Ghi-
„ bellini » ed Aretini a Campaldino nel giorno della
,, Fella di S. Barnaba, e riconofcendofi all' intefceflìone
,, di detto Santo ì* onore della vittoriofa Battaglia , fi
„ elegge S. Barnaba per particolare Avvocato de i Fio»
j, rentini , decretandoci, che ogni anno nel giorno della
„ fua Fetta fi corra un Palio , che rammemori nei Po-
„ polo T allegrezza di sì felice giornata * fé gli edifichi
„ una Chiefa > e fi vada a offerta : 1289. „
III- E paflTandofi ora a favellare di proposito della
Chiefa , incominciar fi deve dal riportare una Cartape-
cora , la quale non folo dimoftra Panno, in cui fé ne
gettò la prima pietra , ma corregge parecchi Scrittori,
che la vogliono principiata nel 1300. dalla Repubbli-
ca , ed il detto autorevole documento efilte nell'Ar-
chivio S. Lorenzo al Sacchetto 2. num. 33. che di-
ce come appreffb .
In Cbrifii Nomine Amen . Anno ab Imam, et tu mcccxxu.
Ind. v. die xxvi. Apri li s : Mos Stephanus landonatus
,
Symon & Mannus, Canonici Ecclefie fiorentine *vacantis
fr.o <vocìbus noflris
, -fa DD. Frederici > & Gentìlis Cano-
nicorum in nos faciali ter in hac far te commiJJìs ad Ca*
ptalum
, é1 tamquam Capitulum ditte Ecclefie Fior, in.*
ipfius Ecclefie Clauflro infimul congregati petitionem Di»
jcretorum Virorum Domini loannis Prioris
, Canonitorum,
& Captali Ecclefie S. Laur. nuper recepìmus continen-
tie infra/cripte
.
Signìficant Reverentìe Veflre , Frior , (3> Capitulwm*
Ecclefie $. Laur. quod ipfi ad confolationem Animammo
& fub<ventionem laboris
, quietem , & tranquillitatem
F arrochì anorum Quorum
, & diBe Ecclefie $*. Laur, hedi-
ficare
, & conflruere intendunt Oratorium , é3 Altare in
eo erigere
, <§r campanai ponere, in quodam eorum ter>-
reno pofito in eorum Farm chi a
, xui a "1, Via Guelfa , a
2. Via ì & Domini Stephani , a 3. Via , & a q. Lifp
TeJJìtorìs
, & Andree Guardi f\$p aliorum , fuh <vocabulo
B. Barnabe ApoBoli
, é* ibidem pr famìliares Cappella*
■mt[% *otl Camnieos fuos praut wolusrìnt mittcndos $
j§*
re*
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reducendo s tàm^uam iè fuo Oratòrio facere \ fuis , & di-
tte Ecclejte S» Laur» exgenjìs divina Officia
, & Mijfa-
rum folemhia celebrari
: quare petunt , et fupplicant <vo-
bis Canonicn
, et Càpitulo Ecclejte Fior, vacanti* qua-
tenus eidem Priori
( Gio: Petroni ) Capi tu lo Canonicis
Ecclejte S* Ldtìr. licentiam concedere dignemini faciendi
predi B a
} $* ponendi ibidem lapidem he ne di Bum , haben-
dtim
, & recipiendum ab Epifiopo E emulano ( Tedice A-
liotti ) de mefira licentia , Ut ajffenfu , diBumque Ora-
ttorium diBo modo regendi
> gubernandi , adminiBrandi ,
& pojjidendi , nt etiam fr-uBus redditus , et proventus
eìufdem Jìnt
, & £Jfe intelligantur Ecclejte $. Laur. fu-
prad.
E qui feg.ue la licenza del Capitolo Fiorentino s
che rogò Ego BenediBus Mag. Martini Imperiati auBo.
ritate Index
, atque Mot* ABum in Claufiro Ecclejte Fior,
prefentibus tejìibus Presb. Niccolò
, et Presb. Petro Cap-
pellani* Ecclefe preditle
, & aliis .
IV. Io però ben veggo, che nella riferita Carta,
nìuna fafli menzione della Repubblica Fiorentina, e non
faprei indovinare di tal filenzio la cagione ; tuttavolta
avendo io per le mani un' abbondevolezza di docu-
menti poiterion di poco al fuddetto , e tutti indican-
ti Je fpefe fatte dal Comune di Firenze per la fabbri*
ca della Chiefa di S, Barnaba , per ifchiarire ogni dub-
bio , andrò quefti accennando , per i quali ognuno ,
che fìa docile , refìerà perfuafo } che fé de' Canonici
di S. Lerenzo forfè fu il primo penderò per tale edi-
lìzio , delia-Repubblica però tutta fu 1* opera } e fpefa
per ridurlo non già ad un Oratorio , fecondo la di-
manda de' fuddetti Preti , ma eziandio ad una magni-
fica Chiefa . E primieramente nel libro intitolato Stra-
00
» alle Riformagioni pag* 99. leggelì come fegue ;
Commijjìo Ecclejte S. Barnabe de Fior. faBa a Vexilli-
fero et DD*, Pnioribus Comunis Fior, in Artem Aromata-
riorum
x£3 5?; E come la Repubblica avrebbe potuto
.dare all' Arte degli Speziali quefta Chiefa, fé tìe folle-
io flati padroni i Preti di S. Lorenzo ? Inoltre al me-
defimo Libro pag» 133* notata, trovali la "compra di
v
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57
cafe per detta Chiefa ordinata da* Signori così Ewan*
tur Domus prò Ecclefia S. Barbale ;
e che fé ne coni.
praflfero , apparifce alla Gabella lib. D. 171* con le fé*
guenti parole: Comune Fior. & atti prò eo emani• . bù^a
immobilia ab Andrea Rinaldi de Rondi nel li s prò Ecclefia-
S. Bamabe
1400. Ma ancora più chiaramente dichiarafi
tale verità da alcune notizie , che mi è piaciuto eftrarv
re da' libri dell* Archivio dell* Arte de i Medici , *l*
Speziali , e fono le feguenti : Cum Ecclefia 9 Cappella »
fèu Oratorinm $. Bamabe pofitnm in Quarteria- S'. loats-
uit in Pop,
5*. Laur. prò Comune Fior, hedificatnm é*c,
ut ad laudem Dei
5 B. Marie Virginis , ac S* Apftoli
Bamabe
, & prò honore Comunis Fior. Fi eie fi a iffa rt*
formetur in meliti*
, ordinamerunt &c. cioè } che a* affé*
gni alla detta Arte una quantità di danaro , che ve-
niva alla Camera del Comune dagli Oratori , e Corn-
miflarj fpediri fuori } e di più 100. fiorini contribuiti
da, ogni Caflìere nel fine del fuo Ufizio , acciò i Con*
foli dell' Arte faceflfero fabbricare il Coro della Chie-
fa di S. Barnaba , il Chioitro, il Dormentorio , e il Re«
fettorio » ed altri edifizj per comodità de' Brad , che ivi
ftanno ec. Ma quando non fi aveflero sì belle memo*
rie , farà fempremai argomento baftante } onde crede*
re queita Chiefa opera del Comune Fiorentino } le ar-*
mi 3 che fi veggono collocate fulla Porta della mede/I-
ma , e fono il Giglio della Repubblica , la Croce del
Popolo j e 1' Aquila col Drago divifa della Parte Guel-
fa > e fopra querte tre Armi vi è quella dell* Arte degli
Speziali con fopra una Vergine Maria di terracotta*
della Robbia, con quefle lettere.
SVB GVEERNATIONE ARTIS AROMATARIQRVM •
IV. Ed ifchiarito così il merito de* Fiorentini verfo.
S. Barnaba , farà d* uopo , che ora fi dica, chi fofTero ì
Frati nominati nel fuddetto documento , ed abitanri in
quefto luogo , lo che cercando j noi ravviferemo coru
piacere nuove prove del fin qui detto, ini riguardo ai
. Tom. VII.
                       H                                 mi
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58
veri Fondatori di detta Chiefà , e quanto fiamo per ri-
ferire , trovafi regiftrato nella Cancelleria dell' Arte de
Medici > e Speziali . In un libro adunque coperto di
alfe num. VII. fu quella donata nel 1350. dall'Arte de'
Medici , e Speziali a certi Canonici di S. Agoftino dì
Caftelfranco di fotto , ma con patto , e condizione,
che detti Frati non ne potettero mai acquietare ius , o
padronanza , e che vi dovefiTero entrare amovibili a
piacere de* medefimi Confoli dell' Arte, i quali Religiofi
venuti in detto anno a Firenze , né avendo trovato in
S. Barnaba ftanze capaci per loro abitazione , a i 20.
di Marzo fecero ricorfo alla Repubblica con un Me-
moria le , il quale dette occafione a i Signori di fare la
ordinazione da noi foprannarrata , che non poteva effe-
re di maggiore foddisfazione de' Frati .
V.    E qui neceflaria è una digreffìone per ifco-
prire uno sbaglio di chi ha creduto } che in S. Bar-
naba , prima degli Agoftiniani ci fieno ilare Monache^
Benedettine , forfè ingannato dalla mala intelligenza di
due Ricordi, uno alle Riformagioni an. 1336. Monìa-
lìbus $. Barnabe exempio;
l'altro al Vefcovado 1337.
Morti ale s S* Barnabe Ordinis SanBi BenediBi yrop Fio*
tentiam yetunt ah Epifcopo velari
. Ma come in S. Bar-
naba vi era un Monaftero , fé i Frati fi lamentano non
avervi trovata abitazione ? Notifi poi queli' efprelfione
frofe Florentìam , che averebbe dovuto dire intu s Fio-
rentiam
, comecché in quei tempi la noftra Chiefa era
dentro la Città : diremo adunque » che dette Monache
foffero fuori di Firenze , e forfè alla Porta di S, Fria-
no per un lume 5 che daremo nella Storia di Sv Maria
a Verzaia } net di cui Popolo troveremo Monache det-
te di S. Barnaba venute di lontano cinque miglia.
VI.  E ritornando agli Agoftiniani , notar mi piace
un affegnamento , che elfi ebbero nel 1405. da i Con-
foli dell'Arte di fiorini té. annui , con l'obbligo ai
Frati di uiìziare V Oratorio di Mercato vecchio, e che
(lavi uno di loro 5 il quale ogni volta che alcuno an-
daffe a giuftizia , fia tenuto in detto Oratorio ad afpet-
>.*i'«                                      .....I                           .ti"M .tarlo j
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59
farlo » e palfando il Condannato , levare il Corpo di
Crifto . Queir' Oratorio fu dalla Repubblica donato al
Collegio de' Medici , e Speziali , come appare nei fud-
detto libro della Cancelleria, dove fi legge a e. 19. co-
me appreflb 3, 1^61, la Signoria ài Firenze per loro
„ partito concede ai Confoli del Collegio , et Vniver-
„ età de' Medici , e Speziali , che a loro fia lecito di
,, far fare la guardiane cuftodia di notte in Via di Por
,5 Santa Maria dall' angolo de' Buondelmonti per infì»
,, no a mezzo la Porta vecchia , e nella Via di Cali.
„ mala dall* angolo di S. Andrea? infino all' angolo
„ de* Medici , e nella Via di Mercato vecchio dall'
f) angolo di Santa Maria Nepotecofa, infino all'angolo
„ di S. Pier Buonconfiglio , con lumi , e rimunerazio-
j, ne a coloro , che faranno la guaidia , e vien dato
1, per la medefima Signoria la facoltà .a detti Confoli,
,, che tengano cuftodia , et amminiftrazione , et guar-
„ dia dell* Oratorio pofto fui Canto di Mercato veci»
,j ehio , nel vicolo chiamato il Chiajfo della Tromba »
,, dove è fiata ripofia una tavola della Vergane Maria
5, detta la Madonna della Tromba, ,, Né voglio traW
ftiare di accennare una Bolla di Papa Niccolò V. da-
ta in Roma an. 1. Vontif* che trovafi nel medefimo li-
bro , nella qual Bolla raccontali , che ottanta anni fu,
la Chiefa di S. Barnaba era fiata da i Confoli dell* Ar-
te conceduta a i Frati Agoftiniani di Santa Maria Mad-
dalena di Cafielfranco , con la condizione di efiere a-
movibili ad nutum , e quefto patto fi conferma dal Pon-
tefice . Inoltre in favor de* medefimi Frati , alle Rifqr-
magioni , nel libro di lettere dal 1450, al 1455. c- M0#
trovafi una iftruzione data dalla Repubblica a i fuòi
Ambafciadori a Papa Califto III. nella quale, fra leL#
altre cofe, leggonfi quefìe parole,, Vi è nota la bontà
„ della vita , e la divozione deJ Frati , che fìanno in
„ S. Barnaba , e come moltiplicano in nuovo' fervore,
„ fupplicarete il Pontefice ad avergli per raccomancja-
,, ti , e di gratificargli di qualche benefizio , perchè fo-
„ co poveriflìmi ; „ »*
H 2                         VI. Que-
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.'
6o
VII- Quelli Religion* però > effendo fcemati di nu-
mero , e per confeguente mancati nella Regolare di-
fciplina ? ed altresì feparatifi dalP ubbidienza del Ge-
nerale dell* Ordine , corretti furono ad ufcire di San
Barnaba nel 1506. dando così luogo a*Padri Carmeli-
tani Riformati , detti della Congregazione di Manto-
va 5 della quale abbiamo a lungo favellato e nelle Le-
zioni di Santa Maria Maggiore , e altrove 5 doven-
doli però notare , che partiti gli Agoftiniani , per mo-
do di Provvigione fino all'anno 1508. da' Confoli dell*
Arte de*.Medici 3 e Speziali vi fu merlo ad ufiziare la
Chiefa D. Angiolo Monaco Valombrofano , che nel
1501. era Abate di S. Pancrazio , che tanto nota Fra
Mario Dolcini da Bologna Carmelitano , e ConfefTòre
delle Monache di S. Barnaba , in una fua Relazione di
detto Monaftero . ;
Vili. E perchè nella Fella di S. Barnaba celebrata
in quello luogo con fplendido apparato negli 11. di
Giugno veniva ad Offerta proceflìonalmente la Signoria
con tutti i Magistrati, inalberando ad un pilaftro del-
laÌChkk in tal giorno lo Stendardo tolto agli Areti-
ni nella riferita Battaglia, non debbo tralafciare di ram-
mentare la grazia, che leggefi in un Diario di Leo-,
poldo del Migliore preflb il Canonico Bifcioni 5 e cre-
deri fatta dal Santo Apoftolo a Firenze nel 1412. av*
regnachè alcuni Ribelli Fiorentini efiiiati , e dimoran-
ti in Bologna 3 penfaffero a fervirfi deir occafione di
cjuefìa Solennità per mandare a fil di fpada la Signo-
ria , e ciò fatto j mutare > e riordinare a modo loro lo
Stato . Il che rivelato da Cionetto Baftari al Gonfa-
loniere Nofexi Bifcheri s non folamente andò falva la
Repubblica dalla minacciata congiura , ma in pena di
un sì fatto , e temerario penfiero 9 molti colpevoli nello"
fielfo giorno ne pagarono il fio con la tetta > ed al
fuddetto Cionetto per gratitudine furono dalla Repub-
blica fatti ampliffimi privilegi . E finalmente diremo,
die la Chiefa dì S, Barnaba , fecondo il collume delie
Chiefe in Firenze più dittinte avea il fuo Spedale, ìeg-
ìi ÀV                           n I-i                                gen*
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6i
gendofi alla Gabella lib. D. \i$* quefto ricordo,» 1447»
,, Giovanni di Matteo Gallori del Popolo di S. Pier
j, Maggiore condurle a livello Beni dello Spedale di S.
„ Barnaba , cioè una Cafa a Montcloro in Via detta.
3, Cafaggiolo j per fior. 35. Tanno , rogato da Ser Gio^
„ vanni di Lorenzo da Vicorati • ,,
IX. E pailando a favellare delle Monache di S. Bar*
naba , mi farò da un ricordo del fuddetto Fra Mario
Dolcini, il qual ricordo conferva!! prefTo i Padri di S, Maria
Maggiore , e benché egli difcordi da ciò , che fcrive il
Lezana al Tomo 3. pag. 355. della fua Storia Carmeli-
tana , dove quefti dice le feguenti parole : P. lohannesf
"Sjrancifcus fuit in&ìtutor Monialium San&i Bamahae d&
JHorentia 3 ibique fepelitur die 28. lulii 1527. tuttavolw
ta ci fembra più veridico quanto feri (Te Fra Mario co«
me apprefìfo „ Defiderofo io Fra Mario Dolcini da Bo-
j, logna , Confeifore delle Venerande Monache di San
„ Barnaba dell'Ordine delT Oflervanza, o fia delia Con*
s, gregazione di Mantova , bramofo , dico, di fa pere x
„ come 5 quando , e da chi furono istituite dette Mo-
35 nache , ho letto più Libri > e Cronichette così iru
35 iftampa 3 come fcritte a mano , da i quali tutte ho
„ trovato , che dall' anno 1508. un Padre Maeftro Da-
„ vid Efaù Girolami Fiorentino , della detta Con-
3, gregazione Carmelitana di Mantova , di poco feque-
3, tiratoli dalla Religione , per vivere vita più perfetta t
33 abitante ih quel tempo con altri Padri in S, Clemen-,
„ te dì Firenze vicino alla Porta di S. Gallo , iftituì
,3 dette Monache di confenfo di Rinaldo Orfini a quel
33 tempo Arcivefcovo di Firenze 5 e furono pofte in Via
,3 di S. Gallo , in una Cafa comperata dal detto Padre,
,3 e fatta claufura d'ordine del fuddetto Arcivefcovo,
,, con un Oratorio , o fia Chiefa fotto el titolo di San-
?3 ta Maria della Pace , ivi abitarono fotto la cura 3 e
„ governo di detto Padre con molta devozione, e fan-
„ tità di vita , di modo che per il loro buono efempio
a crefeendo di numero, e congregando fempre più Fan*
„ dulie per fervire a Dio* e «Uà gloriofa Vergine Ma*,
n ria»
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<?2
,; ria fotto quello facro abito Carmelitano J ebbero»
j, non potendo dilatar la claufura , dalla fanta me.
s, moria di Pipa Leone X. per opera , ed interceffìone
„ del Reverendo Padre Maeftro Pietro Greco da Bre*
}, fcia allora Priore di Santa Maria Maggiore, l'Orato*,
„ rio ? e Chiefa di S. Barnaba Tanno 1521. poco pri-
„ ma della morte di detto Sommo Pontefice . Partiro-
j, no adunque da Santa Maria della Pace nel 1522. non
„ fenza miracolofo prodigio , poiché effendo prima del-
„ la grazia ottenuta) domandata alia grata Suor Anna
,, Cambini prima Priora > e Fondatrice da un Uomo
,, venerando , ed interrogato quello, che efTo ricercava,
ji dirle: Madre Priora , domandate la Chiefa di San_*
,, Barnaba , che la otterrete ; né conofcendo la Prio-
,, ra tal- Uomo , giunta poi a S. Barnaba , oflervò nelT
,, Ancona delT Aitar Maggiore la Immagine di S. Bar-
„ naba con fua maraviglia fomigliante a quello , che.,
,, la richicTe alle grate del primo Monafìero , onde fi
crede, che folle S. Barnaba fteffb , che chiamarle que-
„ ile Sacre Vergini al fervizio della fua Chiefa : il tut-
,, to per relazione di Monache morte non fenza guai-
,*, che odore di fantità . E venendo proceflGonalmentc
& dalla Pace in S, Barnaba , ufarono dette Monache^
„ anco un atto di pietà alle fue Sorelle già morte, con-
„ ducendoci feco in un carro le offa loro . Giunte in
,, Chiefa , adorarono il Santin"ìmo Sagramento all' Al-
„ tar grande , ed in Coro le tre Spine della Corona
di Gesù Criito , ed altre Sante Relìquie , e quivi rin-
„ chiufe hanno fempre viifuto con quella bontà , in-
„ tegrità di vita , e buon efempio , che cominciarono
„ nella prima Chiefa di Santa Maria della Pace. E qui
,, nota, Lettore, che il tutto ho cavato parte dalle
Croniche , parte da un Libro de* Padri del Carmi-
„ ne, fegnato A, e contraffegnato *J< a carte 65, par-
,, te da un libro dell* Arte de* Medici , e Spezia-
„ li a e. 4f. e parte da una Cronica Carmelitana
,j fotto il Generalato del P. Pietro Terrafla Spagno-
» lo a cane ig#. e finalmente da una Storia dello
)} Chie-
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6$
,, Chiefe di Firenze al paragrafo Santa Maria Maggio-
,, re „ Sin qui Fra Mario Dolcini, il quale per la fem-
plicità del Tuo racconto , e per le diligenti ricerche,
che egli fece , ha tutto il merito , che da noi fé gli
creda : ma perchè alquante cofe ha tralafciato , ed al-
tre troppo fuccinramente ha accennato > le anderemo
qui notando , come il Contratto delle Monache con 1*
Arte de' Medici , e Speziali Padroni di S. Barnaba, ed
un tale iitrumento efiite nella Cancelleria dell'Arte nel
libro intitolato Teftamenti, e Contratti al num. i. fat-
to al dì 2. di Novembre del 1522. con le feguenti con-
dizioni . I. Che dette Monache non pollino mai per
verun tempo acquiftare ragione fulla Chiefa di S. Bar-
naba , e che per partito de' Confoli poflìno eflfere ri-
mofle . II. Che per la Feria di S. Barnaba ogni anno
dette Suore riconofchino i Confolì Padroni della Chie-
fa , e de i Beni di efla , giurando di non avere acquietato
ragione alcuna in detta Chiefa , e Beni . 111. Che ad elfi
fi dia in perpetuo per la Purificazione una Candela
di 6. once . IV. Che accettino ogni quattro anni una
Fanciulla per amore di Dio , con la fola limofina di
feudi 25. ( che poi accrebbefi fino a feudi 100. ) e fia
una figlia , o nipote, o forella di uno de' Confoli , da
eleggerli , o nominarfi da' medefimi . V. Che non pof-
fino mettere Arme neiTuna in Chiefa fenza licenza dell*
Arte . Queiti però patti , per verità riufeirono coli'an-
dare degli anni non poco gravofi alle Monache, anziché
qualcuno di elfi per titolo della perpetua Claufura non
era più libero alle parti contraenti , e altri eziandio
la esperienza fece vedere > che erano pregiudiziali al buon
governo del Monadero . Piacque adunque ai faggi Con-
fali di venire coli'autorità loro conceifa dall' Arte , ad
un nuovo Contratto contenente una renunzia di quali
tutte le fopra riportate condizioni , falvo però fempre
F jus del Padronato di detto luogo , da durare prelfo
dell'Arte, e mediante uno sborfo di feudi 600. pagati
dalle Suore fi liberarono da tutte le moleltie . On-
de inoggi 1" unica obbligazione o!el Monaftero verfo della
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64
Ùniverfità de* Medici » e Speziali confifle in mandare^
alcuni giorni innanzi la Fefta di S. Barnaba il Procu-
ratore ad invitare i fuddetti Signori , rogandoci quefto
atto dal Cancelliere , che deve leggere il Contratto , e
dal Procuratore fi pagano lire due ; nella Feita poi i
medefimi fono ricevuti coli* acqua Tanta alla Porta del-
la Chiefa j devefi dare loro a baciare la Reliquia del
Santo Apoftolo , ed a ciafeuno un mazzetto di fiori.
X, E ritornando alle Memorie raccolte dal Padre
Dolcini , ofiervare io debbo , che le circoftanze della
proceffione delle Suore , dalla prima Gafa a S. Barna-
ba 3 le quali non raccontanti da lui , ma veggono* co-
lorite in una tavola nel Coro , la quale rapprefenta le
Cafe j e le Vie di Firenze , per le quali ella pafsò }
tutte ornate di arazzi , e di fiori , e contanfi in nu-
mero di 70. le Monache a due a due da i Reiigiofi Car«
melitani della Riforma accompagnate alla nuova Chie-
fa di S. Barnaba ; leggendoli parimente i nomi di cia-
scuna Suora, ed il dì 5 e Tanno della lor morte , Né recar
deve maraviglia lo itupendo novero delle Monache, quan-
do ne*Commentar) del P. Carlo Vaghi da Parma alla pag.
344» fi trova j che infino a 142. Monache fieno viflutc
infieme in quefto Convento fotto una Priora, e fé po-
fcìa ne feemò il numero > la cagione ne fu una nota-
bili diminuzione dell* entrate 9 per la quale ridotte le
Monache ad una grave povertà , loro fu d5 uopo chiu-
dere il Noviziato} che non fi aprì fé non nelT anno
1642. Circa poi al Fondatore óqì Monaftero > che fia-
mo di credere > che foffe Fra Davide Efaù Girola-
mi Fiorentino, ragion vuole, che dicafi . come quefto
Religiofo fu Maeftro dell'Ordine, e molto ftimato da
Piero Sederini Gonfaloniere a vita della Repubblica^
Fiorentina s col favore del quale fi diede al P. Davide
il Convento di S. Clemente nel 1506. e due anni do-
po quello di S. Barnaba . Stando egli adunque in San
Clemente > come abbiam detto , fondò il Monaftero
delle Suore Carmelitane dette di Santa Maria della Pa-
ce j riportato avendo e lodi, e ringraziamenti dal Ca-
pi-
——i^————^^^^^^1^—^^g
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6%
pitelo Generale de' fuoi Carmelitani celebrato in No-
vellara nel 1509. dalla qual Congregazione fu confer-
mato ConfeiTore delle medefime Monache , ed a lui de-
ve grado la Riforma Carmelitana dej paflaggio , che fe«
cero i fuoi Religiofi da S, Clemente a S. Barnaba nei
1509. che io riguardo come una difpofizione della Din
vina Provvidenza, la quale volle per' infino al iS2*-
che quefti Padri ivi foggiornafTero, per pofcia cederlo
alle' Suore della loro Congregazione .
XI. Ma eflfendo oramai tempo , che vediamo le-,
molte notabili innovazioni di S.Barnaba, mi piace, che
Incominciamo dal confiderare i vantaggi, che a fpefe
delle Monache ne acquiftò la Chiefa , refa inoggi affai
vaga , e magnifica , dove fi innalza un Coro retto da
Colonne , e che occupa la metà della Chiefa , la cui
foffitta d* intagli ài legno fu lavorata nel 1717. da Gio-
vanni Vernaccini , il quale ebbe per fua mercede 249,
feudi . Sono di bello ornamento alle pareti alcuni Cuc-
chi fatti da Gaetano j! ed Aleflandro Cori, e marina-
mente intorno intorno alla Tribuna , la quale piacer
molto a: chi la confiderà , e più che più pe'-l quadro:»;.;
che vedefì nella teftata , dipinto da Sandro Botticella
ma perchè era Tavola affai baffa , e lunga , ella è fiata
ingrandita da Agoftino Veracini , con avere imitato sì
bene la maniera antica , che fembra tutta di una ma-
no, e vedefi in efTa la Vergine fedente col Bambino
al collo, ed appiè S, Michele , S. Gio; Batifta , S. Bar-
naba , S. Ambrogio , e S, Caterina » Nel corpo della
Chiefa vengono due Cappelle per parte , e tutte di uni-
forme dìfegno . Dalla banda dell' Epiltola entrando in
Chiefa , alla prima Cappella adorafi un Crocififfb pic-
colo , già dipinto a frefeo {^ììà parete dai Beato Gio-
vanni Angelico Domenicano, e {"coperto in Convento
neli' occafione di rimurare , onde fegatoil il muro , fi
fece la traslazione della pregevole immagine in Chie-
fa con gran folennità a* 18. di Maggio del 1719.
veggendofi da* voti appefi air Altare , quanto il Signo-
re abbia gradita la follecitudine delle Monache in ono-
Tatfk VII.
                      I                                   rare
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6$
rare quella fua effigie. Allato a quella Cappella vTene
quella delle Sante Terefa , e Maddalena de* Pazzi , do-
ve prima eravi una tavola * dipintura di una Mancini,
di prefente avvene una , lavoro di un Pittore Lucche-
fe , Dirimpetto a quello Altare s* incontra la Cappella
della Nunziata con tavola dipinta dal Sagreitarii : fe-
g-uendo poi un divoto Altare con una Immagine anti-
ca di Maria Vergine. Sono anche di qualche fplendore
alcune Reliquie infigni, che già dal 1378. erano in.»
quella Chiefa, come tre Spine del Signore in un ricco,
e vago Reliquiario , ed un OiTo non piccolo, del San-,
to Apoilolo Barnaba . La Sacra fu fatta ne' d* di Apri-?
le dell'anno 1511. da Benedetto Pagagnocti Domenica-
no Vefcovo di Vafone. E non mancarìo Depofiti di
marmo in memoria d' illuftri Perfonaggi\% e fono uno
di Clemente Pietra Conte di Silvano , e tre della Fa-
miglia de* Quiftelli, e gli Epitaffi fono i feguentr;
Di '— O» ì?'ì MS',»i,W.sU             '., <;f:
CLEMENTI PETRAE GOMITI SYLVANI >
PRIMO MAGNO PRIORI EQVESTRIS ORDINIS DIVI STEPHANI
BELLI ET PACIS ART1BVS CLARO
QVI DIV SAEPEQVE AMBABVS IN REBVS
VTILEM FJDELEMQVE OPERAM SVAM PRAEBVIT
COSMO MED* ET FRANCISCO
JPSIVS FILIG MAGNIS DVCIBVS ETRVRIAE..,
QVARE MERITO FV1T AB IPSIS ORNATV5 .
LÌtQtiTlA VXOR MOERENS BENE DE SE MERITO POSVIT.
VIX. AN. LUI.
OBIIT IDIBVS FEBRVARII AN. MDLXXIY*
D.          O.           M.
Alphonso qvistellio a mirandvla r. e,
PRETORIA DIGNITATE IV. FVNCTO
AG DEMVM COSMI MED. FLOR. ET SEN, DVCIS ILLVSTRISS*
CONSILIARIO FISCIQVE PROCVRATORI
IVLIA CONIVX ET FILII M0ES1.ISSIMI POSVERE .
£BHT PRIRIE IDVS FEBR. MDLXIII. VIX. AN. LV. M. D.
te.                                           ....                             S. G« R.
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I \i                &.            H .5 fu
LVDOVICO QVISTELLIO ALPH05JSI FlL
fQRTVNA GENERQSOS NATAIES NATVRA ANiMI SOURTIAM
VIRTVS VERO
MORVM INTEGRITATEM INDVL5ERAT
Q5rI PRIMVM FLORENTINIS C^SVLENTIBV**
»IV DE IVRE AÌVLTA CVM LAVDE REsPoNDFT
MOX ADVOCATVS COtfSISTQRIAUS
DfiljSfDE CAMERAE APOSTOtICAE COMMISSARI?*
POSTEA EIVSDEM CLERICVS
BONAM OPERAM GREGORIO Xjlll. P, M.. NAVAVIT
$ED DVM VIRTVTIS MERITIS ADJ3TM SIBI AD MAIORA PARADA^È
MQRTEM CVM VITA COMMVTAVIT.
OSIIT XV. KAL. IVL. MDLXXXVIII, VÌX. AN. LUI. AI. IV. D. XVt.
IVLIA SANTIA MAT. LVCRETIA SOROR P. ■ ■; I
"■"ss * ■■ * -                                                      ..,„,..■,                                                                           r-*                                          »                                            ... e                             ■ ..                                       ^ : *... ■.*;,!                                vì^'.-' >■■, ■'''
.'■■■. e ■                                                            .„,..■■'                                                                                                                                      . " .                                                                                                                                                            *.,'■■..■■                                            . ■■- ■ , - ■ v •■::■
LVCRETIAE QVISTELLIAE
INSIGNrS PRVDEN.TIAE SANCTITATIS ;ET PVPìICITIAE MVLIERI
ÀLPHONSVS PETRA COMES SI;LVAftl0ET £L£MENS
VC.f ILiI CARISSIMA E ET .BEjNEMERENTJ MATRIPOSVERE.
AN. MDXGIV. Vmi^S^ilA^'M'S^ ff'^fifr
I •• i ".;
"XI1V-E degna ^i {om\g\hn^; ifcviziotie farebbe^
Suor Clemenza Coechi 5 che qui vifle » giufta le meroo«
rie del Convento » e delle Cronache Carmelitane , in
odore di bontà fittgoJ^e ^ fi ?mprì v.nfl i,(5iS. adì 14, di
Gennaio ; ma dopo mplti anni in- ocf àfione di rifarfi
il pavimento <(e!la Chiefa ,, fu trovata ^on le carni fre?
fche ifpfer la qua! cofa , dalle Monache riveftita di taf*
fetta s fu collocata in Qa(Ta feparata , e feppellita fot-
to il Coro dalla parte del Convento . Il Monaftero poi
è /iato ampliato notabilmente per varj acquifti fatti di
Cafe.-vicinei9 e per conceffio^i fingolari della Real Ca«
fa de*Medici ; inoltre vedefi nobilitato di, Pitture» aven-
dovi lavorato parecchie tavole Coiìma Hiivelli 5 ' ed il
Cenacolo in Refettorio è Opera del Cavalier CurradiV
U«:H                                                 1 1
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68
L E Z I O N E VII.
DELL* o S p I Z 1 O
DETTO DI SAN TOMMASO D* AQUINO •
Ra le devote Adunanze affai frequenti
nella Città noftra, impiegate del con-
tinuo in opere pie* e fruttuofe} molto
al bifogno del Proflìmo diligencemen-
; te fi elercita quefta Congregazione.»
fondata nel 1567. per opera > e con-
figlio di Fra Santi Cini Domenicano
dì S. Marco, del quale facendone menzione per inci-
denza Fra Serafino Razzi nelle Vite de* Santi , e Bea.
ti del fuò Ordine j gli dà il titolo di ottimo Predicato*
te
> e di grafi Servo di Dio. Più difFufamente però fcrifie
di lui 1* Autore degli Annali del Convento di S. Mar-
co ali* anno 1570, come appreffo : Frater SanBes €inius
Vir admodum devotus ,& più*
j falutifque Animarum femper
avidiffimus fuit ; qui in primaevo adhuc aetatis fuae flore
antequam ad Sacerdoti^ gradum promover et ur
> Verbnm Dei
fé mi tiare coepit\ qiìodquidem munus fuit femper ei prae~
cipuum
Nam Komae',"■ Pijts } Lucaé 5 Rifiorii 5 Neapo~
li
% nec non FÌorentiae > & quidem non femel j fed quater
in hebdomada
, tumi in Quadragefima-> tum infra annum <?»
gregie comionatus ejt. In ea vero parte ^ quae affeBibus au-
dientinm excitandis incumbit
} adeo excellebat j ut nemi-
hi fècundus foret
. Trae fuit autem pi urie s , tum Fratria
bus
, tum Novitiis , iis Màgifter •> illis autem Prior ;
èrat autem Religioni $ nbBrae oh fermantijfimus
■■; Nam fem-
pir ìeiunabat \ femper noBu ad Matutinas horas pofl bre->
qtgm dormitionem furgebat
, Fratribufque poflea de Eccle-
Jia recsdentibus non recedebat
? orationum s ac vigilia*
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6l
rum deditifflmus éxlWens'■', & hlc fuìt eius *uìniendi mot
per x. fere annos
* Mijffam fummo mane celebrala? > to~
tiufque diei reliquum tempus prò fatute animarum ex»
pendebat
> quam gratus iwvenibus 5 & peccatoribus forep
numquam fatìs verbi f confequì pojfem
: tam enim diligens
erat in inflruendo
} tam dulcis in exhortando j tam potent
in perfnadendo
> ut quadraginta fere huius Ci'v'ttatis Iu*
mene? nohilibns natalibus orti quotidie ad ipfum injtruen»
di accederent
> quibus etiam "vivendi modum injiituit} quam»
obrem Domum quamdam
, quod Oratorium S'. Tbomae A»
quinatis appellatur
> conflruxerunt i$c. Obiit anno Dom
mdlxx. in Ocia*va dìBi- S* Thomae*
II. Le rare adunque virtù , e qualità di un tal Re*
ligiofo , tirando a fé gran numer© di Gentiluomini,
defìderoiì del confeguirnento dell' eterna falute, ne' tro-
vo 21. de* più ferventi nell'anno i%66. convocati, ed
uniti in un fol cuore fotto la direzione di detto Pa-
dre , il quale per un lume non ordinario 3 conofeiuto
avendo , che in quefti fuoi Difcepoli Iddio difponeva-.
qualche cofa di grande > e di vantaggio alla Città , co-
minciò a radunargli in una Scuola, e Cappella del No-
viziato di S. Marco j dove j oltre 1* occupargli in pa-
recchi fpirituali Efercizj , andavagli addentrando nelle_»
virtù più grate a Dio > quali fono le Opere di Miferi-
cordia fpirituali , e corporali verfo del proflìmo , e per-
chè falda folfe la virtù di sì nobile drappello , lo po-
fé fotto la protezione dell' Angelico Dottore S. Tom-
mafo , e tale fu il principio della Congregazione, col
nome de' Fondatori > che qui ne riportiamo , come no-
tati trovano* nel più antico de'ricordi tutti infieme ferir-
ti fotto uno (tettò giorno > e fono :
Giovanni di Agoftino Dini . ;
Francefco di Simone Francefchi » l              ? |
Daniello di Antonio Berti .                      u
Giovanni di Marco Benedetti .
Amaddio di Pierfrancefco del Giocondo •
Donato di Antonio Malegonnelle .
Giuliano di Francefco Serragli,,!.
Bar*
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Barrolommeo di Giovanni 4$ ftlputautp,
Baftiano di Iacono del Turco* 5
Leonardo di Gir®kp,Q Paoli ,
Lorenz© di Spinello £>pw$J-Ìi .
^Guglielmo éi Martino Giuliani ,
Uarione di Antonio .Scarlattini , ;                    ^
Francefco di Girolamo Paoli >
Arrigo di Bernardo Mazzinghi, ,
Federigo di Ruberto Strozzi .                 4
Gerì di Raffaello Ciofi .
Vincenzio di Piero Gemmari.
Tom malo di Piero Oimbiuzzi.
Gifmondo <ài Antonio Nefi .
Girolamo di Lorenzo Tapini.
III". Ed aggregandofi a' fopraddetti Ifti tutóri* ogni
dì più nuovi Compagni, fu d' uopo cercare un luogo
più comodo alle Adunanze ., .e più opportuno agli E?
fercizj de* Fratelli > e quello fu un piccolo Oratorio
in Via della Pergola della Famiglia de* Paoli , «della
quale appunto eranvi trai Congregari ^Leonardo > o
Francefco Paoli fratelli . Onde colà tonnati jeffendo i
fuddetti Fondatori nell'anno 15*57. il primo di AgQ&Oj
fi può affermare ,che detto giorno fo.Ce l'epoca del com^
mendatiflìmo Ofpizio di S. Tpmmafo d'Aquino 5 febbe-
ne il dominio de.ll* Oratorio , e di piccole Caie con-
tigue non fu donato alla Congregazione dalla Famiglia
de* Paoli , fé non nel mefe di Luglio dei fegue&te an?
rio , per contratto, che rogò Ser Baftiano Bandini No-
taio j adi 9. di Luglio 1568. coli* efprefle dichiarazio-
ne de* Donatori di darlo alla Congregazione per amo-
re di Dio , e rimedio delle anime loro ; E con tale
prestezza fi diedero a demolire le Cafe per gettare i
fondamenti della nuova Chiefa , ed Ofpizio > che con
iihjpore leggeii ne'libri di Ricordanze efferfi a i 13. del-
lo ileflb mele , benedetta j e poffa la prima pietra con
le folice cerimonie da Monfignor Arciveicovo di Firen-
ze Antonio Ahoviti , coir intervento della primaria No*
bilia ? ed ancora alla prefenza del Reverendo MeiT'er Be.
ne-
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■■■■■■■■
nedetfo Montaufo in quel tempo Priore della Chiefa.*
di S. Pier Maggiore , il quale a nome della Baderlà
diede le folite licenze , colla condizione j che ogni an-
no la Congregazione di S. Tommafo defle nella vigilia
di S. Piero uria libbra di cera lavorata al Monafte.ro
ài S. Pier Maggiore . Ma diremo cofa di maggior ma-
raviglia circa la preftezza nel murare , mentrechè nello
fpazio di 6. meri fi ridufle ìu Chiefa a porervifi cele-
brare la Merla , avendo voluto confecrarne l'Alrare nel
dì 14. Febbraio del 1568. ab Incarnatione il fuddetto
Arcivefcovo con la concezione éi una Indulgenza > la
cui carta con la memoria della Confacrazione chiufa_.
in uno fcatolino di argento fra murata nella pietra del
medefimo Altare , e adì 7. del feguente mefe di Mar-
zo fu celebrata per la prima fiata la fefta del gloriofo
San Tommafo con folenne apparato di Mufica , e di
Saerifizj » cantandovi la folenne Merla Monfignor Ve-
fcOvo di Fiefole da Diacceto , e v' intervenne con tut-
ta la Famiglia Reale il Granduca Gofimo .Fu altresì
lieto queft* anno ai Fratelli per k Sagra di tutta la,,
Chiefa , notata in un libro della Cancelleria Arcivefco-
vile, leggendo»" a carte 115. quanto appretto : Die Fé*
(iimitatis SctnBi lohannis Gualberti
12, Menfis lulii 1569»
Ind* 12. Confecratio Ecclejtae iS*. Thomae de Aquino in ho*
norem Dei Optimi Max imi
, & S. Thomas praefati , fa*
Ba ah llluftrìfftmo
, cb* RenjsrendiJJtmo D. D. Antonio Al»
fondita Archiepifco^o Fiorentino
. E in un Cartello di det-
ta Chiefa fopra la Porta ) fi conferva la memoria delle
tre facre Funzioni fatte dal fuddetto amorofo Arci*
vefcovo .
IV. E ritornando ora ali* efemplariflìmo vivere de*
Congregati} notar mi piace » che gli Efercizj loro fpi-.
rituali , ed altre Opere pie non ebbero tutte il prin*
cipio nel primo anno della fondazione » ma fi andaro*
no da' Fratelli innovando , ed aumentando, fecondo che
ne venivano da Dio ifpirati , o animati dal comune^
Direttore 5 e che il tempo lo richiedeva . Quindi una
innovazione io leggo feguita in riguardo all' appellazio-
ne
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72
ne dell'Iftituto , addimandato di prima la Compagnia
de*Contemplanti , nome) che durò poco, pofciachè ter-
minatali la fabbrica, e apertafTla Chiefa , e confacrata,
fu da tutti denominata col fuo proprio nome di Con-
gregazione di S. Tommafo d* Aquino ; oltre poi alla^
detta variazione di nome , altra trovati circa la distin-
zione de' Fratelli in due Gaffi , una chiamata Univer-
sale j Particolare 1' altra , o fìvvero in Abitanti , e non
Abitanti . La Particolare degli Abitanti comprendeva^
Preti , e Secolari , i quali abitavano a maniera di Re-
ligiofì nelT Ofpizio con claufura, ma fenza Voti, of-
fervando però le fante Coftituzioni del Luogo , tra le
quali notabili erano le feguenti : li veftire ila onefto
fecondo il grado di ciafcuno ; la. Camera femplice fen-
za vanità di mobìli , o d'iftrumenti da fuono , non fi
ammetta Perfona efterna , fé non di edificazione , efifen-
do fempre proibito V ingreftb alle Donne; i cibi deb-
bano eller parchi , offervandofi in Refettorio il filen-
zio , leggendovi , o fermoneggiandovi a vicenda]; fi di-
giuni 1* Avvento, e tutt' i Venerdì dell'anno, eccettua-
ti i mefi di Giugno , Luglio, e Agofio ; e niu.no po(Ta
poMedere entrate . Un di loro era il Superiore addi-
mandato il Taire , e quefti eleggevafi da' Fratelli Abi*
tanti con un ugual numero di non Abitanti , e fi vin-
ceva con due terzi di voti . Ma quelto fanto modo
di vivere non venne fperimentato utile a* profiìmi, ftan-
techè feppelliti rimanevano i rari talenti di alcuni dot-
ti , e fanti Fratelli defiderati per aiuto delle anime^
da i Vefcovi, e da'Monafterj , ficcome di tal portata
erano i Venerabili Sacerdoti Pandolfo da Panzano , e
Vittorio dall' Ancifa, che viveano tra gli Abitanti 3 e pe-
rò di due Congregazioni fé ne fece una fola detta i*
Univerfale , la quale è reftata maifernpre ferma nella
oiTervanza delle prime Coftituzioni.
V. E tanti % e sì rari efempj in un congrefìb di
Cittadini per ogni parte riguardevoli , non potettero
far di meno di non tramandare una tal fama , ed o-
dore di lanuta } ficchè non folo erano in venerazione
preflb
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I
preiio i Fiorentini 3 ma eziandio m gran concetto con
gli efterni , anche di lontani paéfi;j come San Carlo
Borromeo, il quale pafTando nel 1574. per Firenze nel
6. di Febbraio , andò col Nunzio a vedere quefto
Ofpizio , ogni cofa ammirando, e principalmente le Rego-
le , chefantiffime le chiamò, e commendando fommamen-
te i Fratelli , confefsò averne provato molto fpiritua-
le contento . Niccolò ArciveCcovo di Armenia nel ri-
torno di Roma» dove era andato a predare ubbidien-
za a S. Pio V. nel 1570. ancora egli fu Collecito di
oflervare in Firenze quefta Cafa , e Chiefa , vi ditte la
Metta , alla quale comunicò 33, Fratelli , loro diftri-
bucndo preziofe Reliquie de* Sacri Luoghi di Terra San-
ta . La ftima, che l'Arcivefcovb di Colonia ne confervava,
fi vide dalle patenti , che dava a i Pellegrini di fua Dio-
cefi , aggiugner.do in tutte di fuo pugno le parole co-
me appreiloj, Voi farete ricevuto, in Firenze Metropo»
„ li della Tofcana in un luogo Canto chiamato I* O-
„ fpizio di S. TommaCo di Aquino , dove fi trattano
„ gli Oltramontani con fegni ài Comma carità , Cpe-
,, rimentati da noi, quando vifitammo quelle parti Ve-
„ nerabili, avanti che a quefta cura , e dignità foflì-
,, mo affanti „ Due Maeftri Generali dell' Ordine de*
Padri Predicatori , Ceri fiero lettere di commendazione»,
della mede/ima Società , come Fra-Serafino Canazzi a
Fra Timoteo de' Rìcci Priore di Santa Maria Novella
di Firenze , dove dice quanto Cegue ,, La Paternità Vo*
„ ftra in mio nome onorerà , e vifiterà la molto de-
» vota , e nobile Congregazione del gloriofo noftro
j> Angelico Dottore S. Tommafo. „ £ Fra Vincenzio
Giuftiniani , pure Generale della detta Religione , con
pregevole Carta del .1568. abbraccia i medefimi Fratel-
li , e gli dichiara tutti e predenti , e futuri in per»
petuo partecipi di tutti 1"Beni del Cuo Ordine, lo che
fece pure D; Silvano Maggiore del Santo Eremo di
Camaidoli nel 1589. e-rammenterò qui per fine un_»
Sommo Pontefice , ed un Granduca . Il Papa fu Leo-
ne XI. il quale da Cavaliere di Santo Stefano , anco-
:.Tm. VII.
                       K                                    ra
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74
ra Secolare fi afcriiTe a quella Congregazione, frequen»
tando come gli altri le Tornate > poi Arcivefcovo fre-
quentemente vifitando i Pellegrini, e da Pontefice con*
cedette alla Chiefa , e ai Fratelli fpeciali privilegi, ed In-
dulgenze . E venendo ai Granduca > queiii fu Colìrno
IL che ne dimolèrèV la Reale fu a protezione in due
grandi pericoli, che fovraitarono: a queiì* Ofpizio* Gioè
un forte impegno , e trattato *di qui mettere prima i
Padri Terefiani , e pofeia gli AgoiUtuani Scalzi . Male
opere pie fatte fempre mìl' Ofpizio ! con pìanfo , e be-
nefizio della Città , refero immobile la buona mente
di Cofimo , che non" volle mai acconfentire alle forti,
tenere , e replicate 'fuppliche delia ; Grahducheffa Ma-
dre > « éell' ArciduchèiTa foacMoglie , dando ad amen-
due in rifpofta la bella lode , e- degna di eterna me-
moria , che io trovo ne* manofcritti del Migliore come
fegue „ Che fra le frupende, e pie azioni de* Fiorenti-
j, ni, per le quali fi faceva pe'l Mondo nota Firenze,.
,) e la. pietà di lei benedetta per ogni parte , era la_»
,,: Carità; della Compagnia di S.Tommafo, dove ogni
,,. giorno? &iricejveva.^ie .con, buono trattamento fi fer-
35''viva .'.una; quantità dk Pellegrini Oltramontani , da*
„ quali è portato poi néMor Paefi il nome Firenze),
così il Granduca , che non fi era dimenticato come nel
1600, furono, in .queilo Ofpizio trattati con ftraordina-
i& accoglienze 8.-mila PelJegrinÈ, che tanti fono feriti*
ù.m un Ricordo di detto anno nell'Archivio della Con*
greg az?k*n?e . ve :,. 1 '
          , è 1 p •, ;3 « o t> ;r.
Vi. Venghiamo ora alla defcrizione dell' Ofpizio,
che è difegno di Santi di Tito , non meno eccellerne
Pittore , che bravo Architetto , dal quale altresì ordi-
nata fu l'abitazione contigua ,.'.dupgOv non molto gran-
de , ma al fervizio, à cui è desinato , aliai comodo , e
ben intefo , avendo il detto Santi difegnato fopra di
un terreno lungo braccia 32. e largo 28. noni folo quan-.
to richiedefi all'ufo di una vaga Chiefa > ma quanto
abbifognava un Ofpizio dì Pellegrini , contenente a ter-
reno Officine , Refettorio , Stanza per la lavanda » Sala;
,;':                        ,\C\ '.""per
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75
per TUdienza, Cappella, ed in alto Appartamenti per
il Cuftode , e Mini&ri a Dormentorio , ed anche un
Giardino. Ma fé l'Architetto mo%òairi;quefta fabbri-
ca il fuo fapere, affai più onore , erj'ode fi meritò dal-
le Pitture , che vi lavorò , eflfendovi in Chiefa all' Alta-
re Tavola molto ftimata dagl' Intendenti , la quale rap-
prefenta S. Tommafo inginocchiato avanti al CrocifilTo ,
dal quale fé mi' il Santo lodarli i fuoi, Scritti t e del
medefimo Tito era la Soffitta , entrovi il Santo Dot-
tore^, ed alcune Itìorìette all' intorno appartenenti alla
vita di S. Tommafo ; e fuoi pure fono nell'Ofpizio al-
cuni quadri , come quelli , che inoltrano gli Efercizj del-
le Opere di Mifericordia » ed altri , ne* quali effigiò le
principali azioni del fuddetto Santo . Circa però la-,
Chiefa^ accadute elfendo alquante innovazioni} di que-
lle noterò in primo luogo , come la facciata, che met-
te nella itrada della Pergola , dal Ch-iavifteHi è .fiata di-
pinta a fiefco , ma perchè adoperò ne' colori troppa
terra nera , ella è non poco guaita ; il Bufto di marmo
di S. Tommafo , che vedefi collocato fopra la Porta , fi
crede opera del Marcellini ; In luogo della Soffitta di
Santi di Tito, di prefente evvi una Volta fatta per da-
re qualche poco più di lume alia Chiefa , e Rinaldo
Botti Maeftro nelle; Pitture di Architettura nel 17x0.
coriifpofe al defìderio de* Fratelli , con dare una luce
fìraordinaria a tutto il facro Luogo , e le figure » che
fi vedono nella medefima Volta , fono di due bravi
Pittori , cioè il S. Tommafo in gloria di Giovanni Sa-
grestani , e le altre di Ranieri del Pace ; prima però
di tale innovazione, ne feguì un* altra nel 1694, e fu
un nobile penfiero di alcuni de* Congregati 5 i quali a
loro fpefe fecero adornare V Altare di fcagliole lavorate
da Carlo Ghibertoni Mocjanefe , e per e fiere affai pia-
ciute , fu determinato di profeguire il lavoro delle pa-
reti di tutta la Chiefa , principiato nel 1^95. Sonovi
ancora alcune tavole del Volterrano,, come i due qua-
dri laterali all'Aitar Maggiore, un Ecce Homo in Sagre-
Eia , un Grillo appaffionato in Refettorio , ed il mc-
K i                           de-
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defimo Signore, che ora lielP Ortol figura intera di-
pinta a frefco full' afle,che è nella Stanza della Lavan-
da. Del Venerabile Prete Francefco Bofchi fono le due
tavole in Refettorio', dove vederi effigiato Gesù Ci irto,
che lava i piedi agli Apoftoli , e neli' altra 1' ultima
Cena del Redentore > e di quello Ven. Pittore ne par-
leremo fra poco , benché diffufamente ne abbia ferino
Filippo Baldinucci nell'ultimo Tomo delle Vite de*Pie*
tori .
VII. Vknc ora a confiderarfì la Sala dell'Udienza,
dove pendono dalle pareti nove tavole rapprefentanti la
vita del Santo titolare Tommafo d'Aquino, ed inol-
tre parecchi Ritratti di Fratelli già benemeriti dell' O-
fpizio ; e tralafciando la deferizione de* quadri , ne i
quali da Santi di Tito furono dipinte le gloriofe azio-
ni del Santo Angelico Dottore , mi farò dalla Tavola,
nella quale il fuddetto Pittore colorì la fondazione del-
la Congregazione, veggendofi co'proprj nomi i primi
Fratelli, che mettono in mezzo S. Tommafo, il quale
con una catena di oro gli ha legati infieme , tenendo
egli il capo della catena , e nel Santo devefi fapere ,
che il Pittore fece il ritratto di Fra Santi Cini primo
direttole dell' Ofpizio . VengonoT Effigie di tre Prelati
aferitti alla Congregazione , che fono 1' Arcivefcovo
Antonio Altoviti , i cui meriti fi leggono nell'Arco
della porta delia Chiefa , notati a lettere d' oro come
appreso :
ANT, ALTOV. ANTIST. FLQREN. IACTO .
P. HVIVS . TEMPLI . LAP. III. ID. IVL.
SACRATOQVE . ALTARI » VI. KAL. MART.
ANTER. ANNI . IPSVM . AD . M£M. D. TH, AQ^
D. D. IV. ID. IVL. MDLXIX.
Vili. Il fecondo Prelato è il Venerabile Gherardo
Gherardi Vefcovo di Piiloia , di cui avvi la Vita data
alle ftampe , ed un fuo Elogio degniffimo nella dotta Bi-
blioteca Piiìoiefej fcritta dal P. Antonio Zaccaria ; un
■ -,■,,>                                                                        4 />■„                                                                            Car»
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Cartello però dorato, e {opra il quadro appefo in breve
ci rammenta di detto Vefcovo i meriti } e dice così:
IN OMNIBVS "SANCTVS IN NVLLO REPREHENSIBILIS .
Viene in terzo luogo Luigi Strozzi Vefcovo di Fiefo-
le j in onore del quale fece la Orazione Funebre il
Padre Pompeo Venturi Gefuita Senefe , noto a' Lette-
rati pel fuo erudito Comento fopra Dante . A' detti
tre Vefcovi fuccede 1* Effigie di Lorenzo Gianni De-
cano Fiorentino , con efprefftvo Elogietto > che è il fe~
guente :
MORTIFICATA CARNE VIVIFICATO SPIRITV .
'... r. , ' ... '>•:. ili-
Ed anche di quefto gran Servo di Dio abbiamo la Vi-
ta fcritta > e itampata dal Dottor Giufeppe Roifi . Ai
Ritratto di Filippo Rilli avvi in poche parole una delle
più rare lodi , che pofifa darli ad un Uomo 3 leggendo-
fi quefta Ifcrizione .
NON PECCAVIT LABIIS SVIS *
E meritamente in quefta Sala hanno luogo i Venera*
bili Sacerdoti Me {Ter. Vettorio dall' Ancifa 5 Francefco
Bofchi j e Paolo Baldigiani . Quefti fu Propofto d'Em*
poli , e Cuftode dell' Ofpizio : Di Vettorio dall* Anci-
ia ne parlammo nelle lezioni del Convento delle Stabi»
lite al Tomo 3. e di Francefco Bofchi tra le gloriole.»
cofe , che ne fcrifle il Baldinucci nelle Vite dea Pitto-
ri , rileviamo la gloria , che hanno i Padri Gefuiti di
S. Giovannino di Firenze , di confervare in Chiefa lo-
ro alla Cappella di S. Ignazio le ceneri di così fanto
Ecclefiaftico , che lafciò di effere ivi feppelliro , e V E
fequie furono onorate da tutta Firenze . Segue air
commendati Preti Domenico Maria Magnani Gerbi m
to nel 1741. avendo donato all'Ofpizio .un pregìatiffìm
lavoro di terracotta di Luca della Robbia , rapprefeii-
tante una Statua fedente al naturale , di Maria coi S^ ^
to
MM
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to Bambino , come leggefi in un Epitaffio appiè di det-
ta Statua j che dice come appreffò ;
HOC DE1PARAE SIMVLACRVM
iSODALIBVS SVIS SINGOLARE PRAESIDlVM
JDOMI'NICVS MAGNANJVS GEREIVS
H1C VIVENS POSVIT.
ET MORTI PROXIMVS DONO DEDIT AN. MDCCXLI.
IX. Né mancano ad ornamento di quefto Luogo
Ritratti di Fratelli fecola ri fatti degni di famigliarne
onore, e per le loro virtù, e per notevoli benefizi
procurati alla Congregazione , e fono Carlo Redditi ,
Giufeppe Balatti , ed il liberalismo Niccolò Ridolfi ,
il cui merito yerfo la pia Cafa , comprendefi in .quelle
parole ;
CONGREGATIONEM HAMC                   /
MVNIFICE DITATAM
HEREDEM EX ASSE SVBSTITVIT .
X- E fra tanti Venerabili Ritratti , io mi afpetta-
vva di ravvi.farvi due Personaggi una volta afcritti a quella
Compagnia, voglio dire Papa Leone XI. e Giovambatiila
di Piero del Vernaccia ; quegli, come fopra fi è detto, fi-
no da fecolare frequentò le Tornate, ed altri pii efercÌ2J
di tale Iftituto , feguitò da Arcivefcovo , e Cardinale , e
da Pontefice concedette Indulgenza , e Privilegi alla,,
Chiefa , e ai Fratelli . Del fanto Fratello poi Giovamba*
lilla Vernaccia avendo la Congregazione le Ceneri di
lui , fembra ben ragionevole cofa, che del medefìmo vi
fotte 1' Effigie, che una volta doveva eflervi , poiché vi-
ve chi ne ha veduto il quadro rapprefearante eflb Gio-
vambatiita , colla velie di quei tempi fomìgliantiffima a
quella, che veitono i primi Fondatori, coloriti nel qua*
dro già da noi oflervato in Sala . Sappiamo per altro,
che ne' libri di Ricordanze della Compagnia , fé ne fa
.onorevole menzione, quindi fupplendo noi alia mancan-
za
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w
fca dell* Effigie m tela » un vk& Ritratto' ne faremo qui
con riportare quanto ne i detti Ricorda ù contien re-
giftrato come iegue n
„ Ricordo i666, Giovambatifta del Vernaccia Nobi-
„ le Fiorentino mori il dì 29- Novembre di quefto an-
5, no in iiìima di gran bontà} fu feppellito in Santa.»
„ Maria Novella nella Sepoltura di fua nobile Fami-
„ glia ; dipoi fu traslatato a petizione de* fuoi nel Ci*
,, mitero !, e finalmente il dì 26, di Giugno del 1669*
^,a petizione de* Fratelli di S. Tommafo d'Aquino ,.,6
,) per raccomandazioni interpone dal Sereniflìmo Prin-
,, cipe , e Cardinale Leopoldo de' Medici ,- fu trasferito
,,nella Chiefa di S* Tommafo, e fepolto in Cornu E~
ù pflolae
, eolla feguente Ifcrizione ripofta in iuri Carr.
». no tic ino- di piombo;
IÒANNES BAPTISTA PETRI DE VERNACCIA '
ET PORTIAE TERRIESIAE NOB. FLOR. FIL. QVI AB INEVNTE
AETATE DIVINO SEMPER AMORE FLAGRANS LILIVM VIRGI- v
NITATIS INTER SPINA.S ET STIMVLOS CARNlS ILLIBATVM ,
SERVAVIT . PATIENTIA IN ADVERSIS INENARRABILI. SVÀ-
VISSI.MIS ATQVE INTEGRIS MORIBVS GARVS OMNIBVS, SlBlo
XANTVM VITAE AVSTERITATE PIE CRVDELIS. XXII. AETA- ì
TIS SVAE ANNO TERRENA FASTIDIENS AD GAyDIA EVO-
LA V1T AETERNA , DIE XXIX.NOVEMBRIS AN. DOM. MDCLXVl. ,.
XI. E paffandof! ora a favellare delle cofe. facre f
due delle preziofe infieme , ed adorabili rammenteremo %
e primieramente tra le Reliquie quivi co riferva fi uruv
nodello di un dito di S. Tommafo dr Aquino riporta
in un Reliquiario d' argento vaghiamo, che è foftem%
to da due putti dello .lielfo metallo $ pefando in turta,
libbre fette, e mezza , e Leopoldo del Migliore ne* fuoi
manofcritti annovera tra le Reliquie di quelta Chiefa
la teita di S. Candida Martire, ed uno itinco di San:
Primo Martire * Ammirabile poi è uno Oitenforio di
argento dr pefo libbre orto, e once 4. dono di Domenico
di Santi Melani , potendoli con verità dire , che il fuo
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So
minor pregio fia 1* argentò ; imperciocché la bellezza^
del difegno , e la quantità delle pietre preziofe fupe-
rano ogni eftimazione , venendo elfo fermato da una
figura j che rapprefenta S. Tommafo , che colle mani
innalza la Sfera , e co* piedi pofa fu di una baie di fi-
niffimo lavoro, i raggi della Sfera fono ornati di to^
pazzi orientali , parte de-quali fono di color bianco,
e altri di color pagliato. 11 piede poi è carico di a*
matifte , e di topazzi , avente nel mezzo un belliflìmo
zaffiro, e nel petto della figura per mezzo di un gra-
nato affai bello » e di altre pietre bianchiflìme vi è for-
mato il Sole , fimbolo della fapienza del Santo Dotto-
re , Quéfto dono farà maifempre una gloriofa memo-
ria del Suddetto Mela ni , del quale abbiamo con lode
ragionato nel Tomo Quinta in occafione della Storia^
delio Spedale da lui fondato in Via di S. Gallo.
XII. Viene per fine una Cappella interiore , nella
quale due infìgni Pittori fecero prove del loro fapere 3
oifervandofi air Altare una Tavola rapprefentante la mor-
te di Maria, con in alto Crifto , e S. Giufeppe glo-
riofi'-j opera del Cavaliere Raffaello Ximenes , uno de*
più aflìdui Difcepoli di Iacopo d* Empoli , e che allo
splendore dell' illuftre fuo fangue aggiunfe con ammi-
razione de' Fiorentini lo ftudio della Pittura . E ritor-
nando noi alla Cappella , rifeomreremo e lo sfondo,
e le due facciate colorite a frefeo 3 ficcome 1' ingreflc
Bella fteffa Cappella , e tanto P architettura , che le fi»
gure fono di Cofano Ulivelli , di cui pure è una Mor-
te dipinta a olio alla Porta del Refettorio . Finalmen*
te nell* Orto entrandofi, una Pittura a frefeo nove*
remo nella Facciata , dove Niccolò Lapi dipinfe Gesù
a Menfa co* Difcepoli di Emaus .
''»?
*"*                                                          LE-
/
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Si
L E Z r Q N E Vili.
DELLO $ P M ì> 4 L 0
PI SAN 'MATTEO!.
i.»
i^§§§
A Piazza di San Marco in Firenze a
^niuna cede , o fi voglia nella fanti-
tà de* Luoghi a lei corona facienti,
o nella magnificenza degli Edifizi »
che 1* adornano , o nelle Cafe innal-
iflft
^^^J zate al bene del Pubblico. Vede-
nSSS^M # adunque il Convento di S. Mar-
co , che è un vetufto Monumento della pietà > e vene-
razione de* Fiorentini alla Religione de* Monaci Silve-
itrini , e pofcia dell* amore de' Medici a* Padri Dome»
nicani 5 venendo circondato da tre Monafterj di Sante
Vergini dell* Ordine de i Predicatori ; un Giardino de*
Semplici j le Logge per la Cavallerizza, € il Serraglio de*
Leoni trovanfi quivi dalla banda d' Oriente » e dall' Oc-
cidente avvi il Palazzotto de* Medici merlo in mezzo
da due vaghi Giardini . Riguardante poi la devozione
de* Fiorentini , viene la Compagnia addimandata dello
Scalzo , che è contigua al (uddèrto Palazzo ? e per fine
in benefizio degP Infermi fi apre da un lato della Piaz-
za lo Spedale di S. Matteo , il quale per la iua anti-
chità , bellezza , comodi , e ricchezze , richiede meri-
tamente da noi , che ne diamo la Storia. Onde volen-
doci fare dal fuo illuftre principio, diremo, che il Fon*
datore chiamati Guglielmo Bàlducei di Vinci di Gra-
ziano dà Montecatini venuto a Firenze nel 1335. ag-
gregatoli all'Arte del Cambio' ,i ed alzato dalla merca-
tura al pofledimento di una grolla ricchezza , ottenne.»
di efTeje abilitato dalla Repubblica agli onori della Cit-
tadinanza nell'anno 1365. ed avendo egli ipofato nel
Tom. VIL
                       L                                1350.
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ig 50 v Caterina di: Orlanduccio; da €orticeiIa , Famiglia
onoratiffima di Parma j dalla quale non ebbe prole rna-
fchile, ma bensì tre figlie} una delire quali chiamata Fran-
cesca per moglie diede a MefTer Francèfco figlio di Ave-
rardo de'Medici detto Bicci . Intanto Guglielmo BaU
ducei detto Lelmo, o'Leramó, uomo di-grande bontà,
rìraafo effendo fenza fperanza di figliuoli mafehi, pensò
di chiamare alla fua eredità i Poveri di Gesù Grido, con
la erezione dì uno Spedale , e piacendogli aliai un luo-
go rnCafaggiO) largo, e di buon* aria > dove era un pic-
colo .'Móhaftero di Suore, Benedettine , fondato da Nic-
colò Gianfigliazzi nel 1340... con effe intavolò egli il
trattato di avere quel terreno di ftaiora cinque , fopra
una porzione della qual terra eravi la Chietina , ed il
Converuino dì poche Monache. n
« :!;ìll. Il patto adunque , col quale Balduccio fi ftrinfe
con le dette Suore fu , che egli fui vafto terreno del-
ie-Monache dalla banda di mezzodì a fue fpefe a ver eb-
be fabbricato una Chiefa affai più grande della prima,
ed un comodo Monastero, con che reftaifero a lui quat.
tro ftaiora di terra dalla banda di Tramontana? fulle
quali poterle edificare il fuo Spedale, ed a tal contrat-
to datoli il eonfenfo dal Vefcovo , Lelmo principiò dal
murare la Chiefa , e il Convento per le Monache, con-
dotto a quella bellezza ed altezza di fabbrica, nel mo-
do , che oggi fi vede , con avervi affilia 1* Arme fua.,
liei frontefpizio della Chiefa, ed in altri luoghi del Mo-
naffcero ; e cosi compito avendo alle fue obbligazioni,
voltò il penfiero alla ideata fabbrica pes poveri di Ge-
sù Criilo , traendofi il fin qui detto da una Relazione
in un libro di Ricordanze nell* Archivio dello Speda-
le ; ed il difegno fu fatto dal medefimo Fondatore , a-
irendo principiato a murare nel 1384. ma dalla morte
prevenuto , ne raccomandò 1' efecuzione , o fivvero il
compimento a i Confoli dell* Arte dei Cambio » dichia-
randogli Eredi fuoi per Teftamento rogato da Ser Ma-
rino da Vellana ai 24. di Maggio del 1389. nel quale,
oltre a parecchie condizioni leggefi la ciaufuk del mo*
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•s3
do da tenerti nella fabbrica dà luì difegnata » ma d!
tal difegno rie daremo la detenzione in altra Lezione,
III. Né volendoli tralafciare gli onori fatti al Ca-
davere di così ìlluftre Fondatore , noteremo, che nei
detto anno di fua morte , non efTendofi potuto feppel-
lire nello Spedale > a cagione di non eflere terminato
r Edilìzio » fu il fuo Corpo depoficato nella Chiefa_«
delle Monache di S. Niccolò ? dove (tette fino ali* an-
no 1472. quando da* Confoli fi giudicò di difurnarló ,
e di trasferirlo nello Spedale degli Uomini con una.,
folennità non più veduta , né mai ufata , fuorichè a t
Corpi de' Santi : le circoftanze di sì orrevole traslazio-
ne fi trovano accennate in un libro in cartapecora co*
perto di alle preiTo gli Spedalinghi , e dice come ap-
preso ,, Ottantatre anni dopo la morte del pietofo Cit-
,', tadino Lelmo Balducci Fondatore di quello fanto Luo-
,5 go adì 19. Gennaio del 1472, per ordine de' Con-
„ ■foli dell' Arte del Cambio , fu meiìb nello Spedale.,
,) detto degli Uomini il Corpo fuo , traslatato dalla
„ Chiefa delle Monache di S. Niccolò , accompagnato
„ da tutto il Clero Fiorentino , da' Frati di varie Re-
„ ligioni ) dall'Arte del Cambio col Vefcovo di Ce-
„ tharca fuffraganeo dell' Arcivefcovo di Firenze ( Pie-
5, tro Riarìo Cardinale ) il quale cantò la Meda di
;, Requiem , interpolata dall' Orazione di Fra Antonio
„ Schiattefi Domenicano , fpiegata in lode.del ncitro
„ Fondatore ; il Corpo fu collocato in una Calìa di
j, marmo pofata fopra uno imbafamento nobile in al-
» to alla parete , allato ali* Altare di S. Niccolò ; I
j, Cor;foli furono Attilio di Niccolò di Vieri de' Me-
j, dici , Cherico di Giovanni Pepi , Filippo di Stoldo
), di Luca Rìnieri , Simone di Bartolornmeo di Sei San-
,3 ti dì Bjuni } i Provveditori Piero di Francefco Mei-
j, lini , Antonio ài Migliore Guidetti , Niccola di Giaf-
j, fo Capponi , i quali con altri Gentiluomini recaro-
„ no fedìci Drappelloni éi drappo fine, tra i qu-tli i
,, Paterni di Lelmo ;, Sin qui il Ricordo; diremo poi
La                                      il
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«4
j*1 quando dallo Spedale foffe il fuddetto Deporto tra*
sferttó in Chiefa .
IV. Frattanto ritornando alla fabbrica dello Speda-
le fotto la direzione > e cura de'Confoli del Cambio,
Patrio di credere , che prima del 1410. l'Edilizio
non fòile totalmente terminato , avvegnaché dice l'Am-
mirato ali* anno 1414. che effendo già da quattro anni
finito lo Spedale di Lelmo in Via del Cocomero, Jél,
Repubblica gli concedè molte efenzioni . E per vero
dire il Comune di Firenze guardò fernpreniai quefto
Luogo pio con occhio parziale > procurandogli ezian-
dio da i Sommi Pontefici ampli privilegj s come da Pa-
pa Bonifazio IX. ncil' anno 13 S9. le grazie de' Luoghi
pii j e da Eugenio IV. i* aifoluzione dalle contribuzio-
ni alla Camera Apoitolka 9 a cui erano talvolta fotto-
polii i Luoghi Ecclefiaftki ; e perchè il GommiiTario
di Roma MerTer Paolo di Santa Fede contrattava allo
Spedale un sì drftinto privilegio , moleftando nel 1444*
i Miniftd del Luogo 9 con volere efigere 1* aggrava-
mento ; la Repubblica ne fece reclamo al Ponte-ficej
per mezzo di lettera , che fcrilTe al fuo Arnbafciatore
in Roma Meffer Luca di Maio degli Albkzi. , la cjuaì
lettera efifte alle Riformagioni nel libro di lettere dal
1443. -al 1445. numero 48. e ne riportiamo qui alquan-
ti periodi, come fegue ,3 Lo Spedale di Lemmo •cikn-
n do costituito , et mantenuto di beni patrimoniali ,. e
„ di Wmofine di Citradini Fiorentini, e però .prooure-
„ rete appreffo Meflfer lo Papa , che fé .gli coflfer-vi il
>, privilegio , che non fieno merli i • Cuoi" Beni al cara-
,, ito de* Beni de'Cherici , come pretende Mefier Pa>o-
„ lo dì Santa Fede Commiflfario Apostolico » e fi fac-
„ eia confiderare lo fcandolo, che ne verrebbe ne i Be-
3, nefattori, fé vedefìono le loro foftanze, e degli Ance-
„ nati fuoi fuori della loro intenzione in altro ufo
„ convertite,, E per efTere quefto un affare importante
e gelofo, dirò che mi fono avvenuto a trovare altra fo-
migliarne fupplica » ad iftanza della Repubblica, a Giulio
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I ■$
IL il quale con Bolla del 150$. dichiara) che circa *
quello punta d' immunità > non fi innovatTe cofa alcu-
na, (tante ì Privilegi già conceduti allo Spedale dai fuoi
Amecerfori .
V* Alle riferite grazie potrei arrogere fegnalati fa-
vori 3 e iafciti fatti da privati Cittadini allo Spedale;
ma quefti fi rammenteranno da noi in occafione, che
o (fervere ma i loie» Ritratti effigiati nelle logge del Cor-
tile per P architettura , e per le pitture aliai magni-
fico, piacendomi di dare qui la ferie degP illuttri Spe-
dali nghi , i quali dall' anno primo della fondazione
fino a i noftri tempi , hanno governato il luogo pio?
e fono i feguenti :
Mefs. Francefco di Daldo nel igS8.
Mefs. Matteo di Bartolo Dolfini 1400*
Frate Antonio Pieri 1414.
Mefs. Antonio di Puio, o Piero 1420*
Mefs. Girolamo di Antonio Agnufdei 1427.
Mefs* Gioì di Andrea da Montevarchi 1462.
Mefs. Domenico di Benedetto i4<57«
Mefs. Luca di Rinuccio 1469.
Mefs. Piero di Domenico da Cerreto 148$.
Mefs. Michele di Matteo Tozzini 1499*
Don Simone Monaco Camaldolenfe 1502.
Mefs. Fenzio dì Bertoldo da S. Miniato del Tedefco
1505.
Mefs. Alberto di Piero Betti ni 150^*
Mefs, Simone di Filippo da Montelupo 152$.
Mefs. Simone di Marco Gini da Loro 1546.
Mefs- Agnolo di Antonio Gini da Loro 1562.
Mefs. Lorenzo di Iacopo Ottaviani da Ronta 1591»
Mefs. Iacopo Luchini da Barga 1596*
Mefs. Giovanni di Cefari Mattioli 1609*
Mefs. Domenico di Francefco Fonti ióiS*
Mefs. Battiano Cord 1647.
Pier Francefco Serragli Canonico Fiorentino 1648.
Francefco Capponi Proporlo Fiorentino 1655,
Abate Francefco Etmini 1675*
Lu-
)
f
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16
luca Tornaquinci Canonico Fiorentino iSBz,
Iacopo Pelli Canonico Penitenziere 1683.
Lorenzo Antonio del Vigna Profperi Canonico
Fiorentino 1714.
Giovanni Andrea Pini 1730.
Illu/iriflìmo , e Reverendiflìmo Sig. Giufeppe Anti*
nori Canonico Fiorentino 1735.
VI. E circa a i fuddetti Spedalinghi, notar mi gio*
va
. che la difpofìzione del Fondatore efpreiTa nel Aio
Testamento, e riguardante così gelofo ufizio fu , che
la loro elezione fi afpettafle ai Confoli deli' Arte del
Cambio, e che l'Eletto non avefle moglie, e vettiffe
una toga , o mantello bigio talare , che lo additafTe_,
per lo Spedalicgo di S. Niccolò , che così appellava*!
in antico quitto Spedale ; denominazione , che cefsò ,
dacché la Chiefa fu intitolata di S. Matteo Protettore
dell'Arte del Cambio , e quindi principiò a chiamare
Spedale di S. Matteo . Né fembrami cofa da tacerfi la
fune/ra memoria della Pefte dell'anno 14^5, menrrechè
un infermo di detto Spedale , fu il primo ad efferc
opprefìb dal mal contagioso , che dilatatoti* fece ftrage
di molto popolo in Firenze.
LE-
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»7
IX.
LEZIONE
DELLO
Spedale
DI SAN MATTEO II.
Ugg Er camminare con ordine nella de-
fcrìzione di quefto Spedale flato ab-
bellito dì mano in mano dagli atten-
ti } e folleciti Spedalinghi, egli con-
viene premettere una breve notizia del
difegno , fui quale fé ne principiò dal
Fondatore la fabbrica . Elfo adunque
è un quadro, che occupa quattro ftaiora di terreno*
avente a Tramontana lo Spedale degli Uomini, a Mez-
zodì quello delle Donne , a Levante 1' appartamento
dello Spedalingo , e a Ponente la facciata, e loggia fu
la Piazza di S. Marco , chiudendoli da i quattro lati
un Cortile ampio , ma in quei tempi ruftico affai per
comodo de' Miniftri > il quale nel fecolo XVI. venne
adornato di Colonne 5 e di vaghe Pitture , rimafovi
un pezzo di terra allato alla loggia per murarvi la_,
Chiefa nuova ; Or venendo noi alla illutazione di
quanto trovali nel difegnato Edilìzio , in primo luo-
go favelleremo della loggia ; la quale è in volta ret«
ta da colonne alla Gottica , con archi a porzione di
circolo , veggendofì fulle cantonate principali e(Ta ,
a villa di chi comparifce fulla Piazza le armi dei Fon-
datore , che fono due branche di Leone nere alla fchi-
fa > con due lettere L E » che fono le iniziali del no-
me ItelTo di I.elmo , e fopra P arco di mezzo avvi
1* imprefa dell'Arte dei Cambio , che è un Campo in-
danaiato . Sotto della loggia corrifpoadoao 4. Pone^
fituate con buon ordine? e con pitture vetuiìe di Santi
fo*
■'■^■- -■ ______________________.
^afiSSSssfisfefe à......._
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ss
fopra degli archi ; dalla prima Porta a mano manca 'fi
entra nello Spedale degli Uomini , dove dipinta alla
parete incontrai! a manritta una Pietà) e full* affé co*
loriti i Santi Coiìmo , e Damiano > forgendo in faccia
P Altare ài S. Niccolò, con Tavola moderna di Giù*
feppe Caitellani , e fotto la Menfa fi legge la feguente
Ifcrizione ;
D. D. M,
¥ETEREM DIVI NICOLAI
MYRENSIS METR.OPOLEOS
ANT1STIT1S TITVLYM
INSTAVRARVNT
yALETVPlNARII PRAEPOSITI
AN, MDCCXXXI.
II, La feconda Porta della loggia , che ha 1* Arme
dell* Univerfità del Cambio nell* architrave , ci apre il
magnifico Cortile , che andremo a beli' agio ofTervando
in grazia della Storia Fiorentina , e delle belli/fime di-
pinture di Bernardino Poccetti , delle «quali tace il Bai-
din ucci. Sopra la Porta adunque per il.di dentro,.tro-
vaci dipinto a frefeo , come fono tutte le altre figure >
un Padre Eterno con Angioli ; le volte della loggia ,
che raggirafi intorno intorno al Cortile, fono colorite
a rabefehi con graziofe figurine , e nelle lunette veg«
gonfi effigiate con lodata invenzione le varie operazio-
ni in fetvizio degl'Infermi, dove è da notarfi V abito
anrico de' Miniftri color bigio a mezza gamba , con
barba al mento . Nel mezzo di ciafeuna lunetta lungo
le pareti , dalla banda dello Spedale degli Uomini j ven-
gono ritratti al naturale i Benefattori più intigni , ve-
ntiti alla civile con lucchi t, e toghe , e taluno alla mi«
litare , e nelle lunette a manritra con abiti gravi, e per
ordine de* tempi yeggonfi dipinte nobili Matrone, o
Benefattrici, o Commette nello Spedale tra le Monache;
e qui piacemi di rammentarne i nomi , che fono i fé.
guenci ;
Bar.
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&9
Bartolommea di Faccié Baglionf da. Perugia 1440.
Guglielma Pantenini da Savoia 1431-.
Madonna Filippa Donna di Tommafo Aminoti J433.
Ermellina Donna di Giulio Pecori 1435.
Maria Goftanza Donna di Antonio di Vincenzio Li-
«aiolo 143$.
                                       t, -•>
Monna Letta Donna di Matteo Galluzzi 1445.
Goftanza Donna di Francefco Cafavecclna 153$.
Madonna Maria di Ruberto Paiidoìfìni 1578.
Antonia Buonfanti 16/^4,            ,-r >
pian ora Altoviti 1544.
Ne* peducci della Volta in tondi fpno i ritratti degli
Spedalinghi con breve ifcrizione de* nomi, cognomi 5 e
dell'anno, riferiti già da noi nella prima lezióne > e_»
per fine nel frontefpizio della Porta , che mette nelle-»
ilanze dello Spedalingo pofa full* architrave il Bufto di
marmo rapprefenrante il Fondatore.
Ìli. Or ritornando alla Loggia della Piazza , per
fegukare V ordine delie porte , per la terza entra fi ntllo
Spedale delle Donne, dove Beli* ingrelfo pendono dal*
le pareti due tavole, che fono una Refurrezione d3 an«
tichiffimo pennello } come lo dimoitra la maniera goffa
dtlle ligure , e deMoxo vefiiti , e addirimpetto a quefta
il vede lo Sposalizio di S, Caterina Vergine , e Marti*
re s opera di Lorenzo Credi , un terrazzo poi di mo-
derno lavoro , con fcala di pietra fatto per comodo del-
le Monache'* che fervono le Inferme fa beila veduta^
nella-iellata di quefto luogo , di dove ufeendo entrari
per la quarta porta nella Chiefa dedicata, come dicem-
mo , a San Matteo . Neil* ingrelfo fubito a mano man-
ca incontrai il Depofito di Leìmo qua trasferito nel
x73 5* leggendovi^ due Epitaffi, il primo dei quali fu
comporto da Agnolo Poliziano negli anni fuoi più ver-
di , e dice come fegue :
'".-.■                                                                                                                                                 ,                                             .';                                                                                                                                                                                                                                                                                 ■>                                                                                                                 ■■'■*.                   '■■■■■■                                 t
Tom VII.                        M                        D. O. M.
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00
D.            O. •■ M.
QVT SPECTAS INGENS AEDIFICIVM HOSPES
AVCTOREM ILLIVS ME LEMMVM RALDVCCIVM
INSALVTATVM NE PRAETERl
PLVRIMVM VIVENS CONCESSI
SED EORVM HOC SOLVM DEO QyOD DICAVI
DEFVNCTVS TENEO
VALE ET QVOD RECTE NOS FECISSE PVTAS IMITARE .
In più baffo marmo del medefimo Avello con altra lfcri-
2Ìone fi dà ragione della moderna traslazione di que-
ite Ceneri in Chiefa da noi accennata , e le parole fo-
lio le appreiTo ;
PIISSIMI VIRI CINERES
QVI DIV IN AEGROTORVM LOCO
HOC IPSO MONUMENTO IACVERVNT
VT RELIGIOSIVS CONDERENTVR
VTQVE TEMPLVM ADEVNTES
TANTI PARENTIS MEMORES F1ERENT
HIC POSITI FVERE
AN, MDCCXXXV.
A manritta della Porta viene il Sepolcro ài Annibale
Bentivogli da Bologna Arcivefcovo di Tebe flato Nun-
zio Pontificio al Granduca Ferdinando II. morto in.,
Firenze adì 21. di Aprile nell' anno 166%. avendo nel
fùo te ila mento obbligato gli Eredi fuoi , che trasferi-
re faceffero a Ferrara nella Tomba de* fuoi Antenati
il Cadavere, che frattanro fu qui feppellito, come ap-
pare dalle parole qui appreffo del Migliore pag. 253.
„ V è fepolto Annibale Bentivogli da Bologna Arcive-
5, fcovo di Tebe , che fu Nunzio al Gran Duca Ferdi-
„ Dando.II. e cariflìmo a Francefco Capponi Spedalin-
„ go} dal quale, morto il Bewivoglio nel 166$. gli fu
3, affegnato quivi luogo di Sepoltura , con Epitaffio di*
„ pinco fui muro, affai elegantemente diftefo a prò di
„ quella Cafa Bentivoglio, per un tallo grato, che ne
» tocca , dell* eflere ella Hata gik Signora di Bologna . ,,
IV. Ne
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9*
IV. Né mancano altre lapide Sepolcrali, fparfe^
pe '1 pavimento in memoria e di' Pier Francefco Serra-
gli Canonico , e Spedalingo $ e di Giulio Portigiani
Medico inilgne , e di Onorio FUmmini da Imola , e di
Giovanni Arnoldo Coq: in una pejrò grande» e ricca di
marmi manca e nome ? e anno , leggendovi^ incife^
quefte lettere ;
IA.M NON FVI
DEINDE FVI
MODO NON SVM .
T.d in occafìonc della Sacra? che fece Piero Camoiani
di Arezzo Vefcovo di Fiefole , fu affilia alla parete una
lapida con la memoria, che fegue :
• ■ *                                                                                               " m                                  i
PETRVS CAMAIANVS ARETINVS pEI ET APOSTOLICA E
SEDIS GRATIA EP1SCOPVS FESVLANVS A. D. MDLX.
DIE VERO VI. DECEMBRIS QVA CELEERATVR FESTVM
S. NICOLAI EP. ET CONF. HAfcJC FRAESENTEM ECCLE-
SIA M ET ALTARE AD WONOREM DEI VIRG. MARIAE
ET OMN1VM SS. SVE TITVLO S, MATTHAEI APOSTOLI ET
£VANGEL1STAE CONSECRAVIT .
e notili che nella pietra dell' Aitar grande il fuddetto
Vcfcovo vi collocò le Reliquie de* SS. Matteo, Simo*
ne , e Niccolò., eft rat te da' Reliquiari, che confervanfi
in S. Maria del Fiore .
V« Per dire finalmente alcunché delle Cappelle di
quefta Cjìiefa , principieiemo dalle due laterali ornate
di pilaflri di pietra ferena di ordine compofito con ta-
vole di Valentuomini, cioè un' Alluma fatta dall* Em.
poli , ed il Martirio di S. Barbera , opera di Lodovico
Buti . AH* Aitar Maggiore lodavafi un Ciborio di legno
per cofa rara , difegnato da Bernardino Poccetti , che
vi aveva altresì colorito a olio alcune Storiette, ficco-
me nella Volta di fono il Coro delle Monache le grot-
tefche , i rabefchi , fogliami, e figurine a frefco , che
M 2                                  an-
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$2
ancora vi fono » ma ti Ciborio fu levato >" ed alla Tri-
buna pure dipinta dal fuddetto fu dato di bianco, te-
ttatavi la fola Tavola di S. Matteo , che è un* anco-
na, nella quale rapprefentafi fulla maniera di Giotto il
Santo in Campo d'oro /ed ai lati la converfione , e
i Miracoli dei Santo , il di cui Altare è rinnovato di
marmi preziofi , mefib in ifola alla Romana. A quella
Chiefa, e Spedale appartengono i Padronati delie due
Cappelle di S. Silvestro in S. Piero Scheraggio , e del-
la Mìfericordia in S. Pier Maggiore ; e per teitamen-
to dd 1530. fatto da Lapo , e Zanobi Talani Filipe-
tri , altresì fpetta la Chìefa di S. Maria , e di S. Iaco-
po di Àcone , e la Gotìanza foprallodata , Donna di
Francefco da Cafavecchia lafciò pure allo Spedale 1* O-
raton'o di Colognole *
VI. Ma eHendof"inierita nella fabbrica dì effo Spe-
dale dietro agli appartamenti verfo l'Orto, la Compa-
gnia di S, Girolamo t una delle quattro celebri Buche,
che così chiamanfi in Firenze i Luoghi /acri , dove-,
da* Secolari fi tifa pernottare > accennerò qui per ul-
timo il principio di effa che fu a i 25. di Marzo del
1410. fui Monte di Fiefole detto Eelcaro , ad esorta-
zione del B. Carlo da Montegranelli Fondatore dell'Or-
dine di S. Girolamo . Scefa quelfa Compagnia di lafsù
a Firenze , prefero i Fratelli luogo in S. Matteo , che
comprarono dalla Arte del Cambio per fiorini 800. co-
me rogò Ser Antonio Vefpucci 6, di Luglio 147.1- Dal
Ruolo , e dalia tavola , dove fono fcritti i nomi de* Con-
gregati , fi riconofeono tra moltiffimi Uomini di bontà,
non pochi Cittadini di quegli, infigni nel governo del-
ia Repubblica , e oltre a due Pontefici Paolo IL e Leo-
ne XI. parecchi Cardinali , e Vefcovi. Né difpregevo-
le argumento della iìima di tale Ktituto è lo Statuto
fatto in Configlio nell'anno 1419. nel quale volendo
3a Repubblica Fiorentina tor via 1* abufo , che fi fa-
ceva nelle Compagnie di Trattare le cole di Stato iru
vece di lodare Iddio , ordinarono, che fi ferraffero tut-
te , permettendo a quella fola di S. Girolamo il prò-
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91
feguire le fue adunanze , come notò Ser Piero Dótti
Cancelliere del Senato . Altro pure documento dimo.
ffcrante la Santità di quefta Compagnia , e che vi ac*
crefce fplendorè , è il faperfi, che i primi dodici Buo-
nuomini di S. Martino eletti da S. Antonino alla cu-
ra de' poveri Vergogno/i , furono Uomini principali >
e di fpirito tratti da sì fervente Compagnia , alla qua-
le parimente fpettava la direzione de* Fanciulli , come
fi legge in un antico manofcritto in S. Marco .* ad quam
yroteBio-) & cura dìfrae Sovietatis
, Vuerorum fye$at. Tra
le molte Reliquie vi è la Tefta del fuddetto Fondatore il
B. Carlo , la quale portata erlendo da Venezia } ove eglr
inori nel 1417. a Fiefole nel Convento dei Aio Ordi-
ne 5 fu pofcia trasferita in Firenze , fpenta che fu quel-
la Religione da Clemente IX. e per autentica coli* a*
dorabil Tefta il recò anche la Ifcrizione in marmo >
della quale quelle fono le parole : -
HAC VRNA E COMITIBVS MONTIS GRANELLI CAROLI
NOSTRE RELIGION1S AVCTORIS . QVI CRVCEM CHRISTI
FERVENTI CARITATE TVLIT. COLENDVM CAPVT IACET.
OB11T AVTEM VENETIIS AN. MCGGCXVIK V. NOVEMB.
LE-
;''■■
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LEZIONE X
DELLA CHIESA
J)I 5 A N T A CATERINA
JD E G L l A B B A N D O N A T I.
Olte vicende delle Chìefe Fiorentine ab-
biamo finora rammentate nelle noltrp
Lezioni, ma non mai tante, quante»*
ne ravvi reremo in quefto ragionamen-
to della Chiefa di S. Caterina , che in
antico .era di dominio fpettante al Ca-
pitolo di S. Reparata , dal quale fu
dato a Monache Ago/tiniane , e pofcia ritornato al det-
to Capitolo , da elfo fu conceduto a i Romiti di San
Girolamo di Fiefole , ma da quefti poi abbandonato ,
trovati per la terza .volta ^pretto, de" Canonici Fiorentini,
mercè Ja liberalità de* quali, vi entrarono per pochi meli
le Monache di S. Umiltà , e dopo di quefte andate su
S. Antonio , tornano i Padri Olfervanti di S. France-
fco , a' quali iuccedono i Canonici Regolari di Sanu
Salvatore fdetti Scopetini dipoi paiTati altrove , e i
Francefcani ne ripigliarono Tufo, per non dire do-
minio , che poco dopo da effi venne ceduto a* Frati
Umiliati , i quali da Pio V. aboliti , divenne il luogo
una Commenda S. Stefano } e per fine dal Commen-
datore fu venduto al Magistrato del Bigalìo per farne.*
uno Spedale , Né mancando autorevoli documenti a
corroborare sì moltiplici vicende , anderemo riportan-
do le Cartapecore , che mi fono avvenuto a trovare ne-
gli Archivj dei Capitolo fuddetto , del Bigallo , dell'
Arcivefcovado , d* OgnilTanti , e d' altrove : prima però
vai giova dire alcunché delle varie appellazioni , colle
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9$
i|uafi vieti chiamata quefta Ghiera , come S. Caterina^
al Magnolie » S. Caterina del Vetriiciaio : in un Ca-
lendario del Secolo XIV. préfld al Senatóre Carlo Stroz-
zi è denominata Chiefa delle Donne alle Mura , e Ste-
fano RoiTèlli ora Y appella & Caterina lungo le mura,
ed ora S. Caterina delle Ruote;, inoggi però chiamai
degli Abbandonati per èflerè un caritatevole ricetto
de* Fanciulli derelitti da* loro genitori.
IL Or facendomi dalie Cartapecore deli' illuftre_>
Capitolo Fiorentino primo antico Padrone di queita_.
Chiefa , mi giova di quello luogo detto nel contratto
$. Caterina al Mùgnons , notar la eoneellione > che
fanno i Canonici Fiorentini nel 1329. a certe Suore t
le quali chieggono di poter ivi abitare » e far vita clau-
ftràlè fotto la Regola di S* Agoltino s leggendovi fi al-
quante condizioni limitanti a dette Donne la difpofi-
ziohe de* fondi , e manca il nome del Notaio , che_»
rogò . Ma di quella foggezione delle Monache a'Ca-
nonici , chiaro documento ne apparifce da altra Scrit-
tura al numi 6-j. delle carte di detto Archivio , ove
fi legge 1* approvazione del Capitolo ad un compro-
merlò , o fìa lodo fatto tra le Monache di S. Lucìa , e
quefìe di S. Caterina nell'anno 1483.
Ili* Del foggiorno poi delle fopran nomi nate Suo-
re noteremo , che in tempo di Papa Eugenio IV. di-
morante in Firenze, fiorivano efle talmente in fantità,
che nella generale riforma tie i Monafterj fatta per or-
dine di detto Pontefice nell'anno 1435. in queito Con-
vento furono trasferite le Monache di Chiarito, e quel-
le di S. Lucia , amendue dell'Ordine di S. Agoftino;
ma decadute alquanto dalla Regolare oifervanza , come
parlano due Bolle di Eugenio, le quali fi confervano pretto
le Monache di S. Lucia , inoggi offervantirTriìe Dome-
nicane ; E fé tale traslazione foife ài vantaggio al Mo-
naiteio di S. Caterina , io ne fono forte in dubbio ;
avvegnaché trovafi il noilro Monaileio abolito nel fine
del medefimo fecolo , della quale eitinztone evvi nell*
Archivio de' Canonici Fiorentini una Bolla di Papa in-
no.
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p6
«ocenzio Vili, il quale cacciate k Monache > rende il
luogo al Capitolo , e la Bolla è data in Roma Kab
Aug, atti
£. Vontificntus . E prima di lafciare il ragio-
namento di quelle Monache , riporteremo qui un lega-
to pio , che ìeggefi nel Teiramenro del Magnifico , e
potente Vieri di Cambio de* Medici fatto nel 1395» ai
12. di Agoiio , che rogarono Ego Amideus olim Ser Gui~
ionts Domini Thomajt Ci'vis Fior figo Ser Vflulus Ricco/di
,
il qual Teltamento è fieli* Archivio di Santa Maria No-
velia . Ivi adunque in favor delle fuddette Monache^
trovali un legato , col quale lafciò, che in termine di
6*
anni dopo la fua morte il compraOero beni immo-
bili nella Città , o nel Contado , per follievo dei Ma-
naftero di S, Caterina , acciò vi fi accrefca il nume-
ro delte Monache fino a 16. col pigliar Fanciulle del-
la fua Famiglia de' Medici , e con aìt^i patti , che non
fi olTervando dalle Monache , ordina il Tentatore » che
i Beni tornino a i fuoi Eredi ...
IV. Piacque però a* Canonici > per non vedere ab-
bandonata quefla Ctiiefa , e Mona/lero , di cederlo a i
Frati di S. Girolamo di Fiefok » con 1' approvazione.*
di Papa AìeiTandro VI. per una Bolla data in Roma/*/*. 2*
Vontif,
ma perchè a eflì non pareva tale abitazione mol-
to confacentc alla loro vita lolitaria , contenti di ritor-
narfene all' antico loro Romitorio fuori delle Mura di
Fiefole } ne fecero iuridica rinunzia nell'anno 1500. al
medefimo Capitolo > come "appare al rjum- 83- delle^
Scritture ; E reilando così libero il luogo a"Canonici)
trovo 5 che per Io fpazio di anni 30. kivi di un deli-
ziofo ritiro , o fìvvero di follievo a chi di loro fofTf
o troppo affaticato , o di fan-i tà cagionevole ; per al-
quanti mefi però 9 come fi dìife nel J. Tomo alla Sto-
ria di S. Salvi , fi contentò il Capitolo , ihe qui fi ri-
fugiaffero ie Monache di S. Umiltà , cui era Aato ro-
vinati? il Mona itero alla Porta di Faenza , Cornea
pofcia nel 1537. ne rornaflero i Padri Minori Offer-
vanti » veggafi quanto fi dirle a lungo nella Storia di
OgnifTanti al Tomo IV.
'"," V. E
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4l
»qf. V; i; péfllfegùit^re :la stracciai delle altèe Vicende r
debbo - rammentare Uràtomo ìi f4f. t rreliqùafe ^avvennero
l£! tante rivoluzióni di Fa«mjgltólRiligiore ,t^wfàkìkm de*
fbfpéttr conceputi ida iGoflrno I. tbntV& }<le* Padri di Si
Marco , Quefti obbligati furorrp dall^ ordine del Prin*
èipe ad ufcire dal proprio Converno 9 tìel q-uale parla-
rotio ^ Padri'ÀgoÉrmiani di Lombardia i lanciando S.
Jacopo Wà? Foflì ì éoye Gofimo? rnife ì1 »Ffaci Umiliati
levati da OgnilTanti ■ v 1 e >què trasferì- i Minori1 Qiìer*
vanti , che erano iwrS.-Caterina >t e* perchè i Monaci
di S. Salvadore eratio-fetiza Monastero j avendone pen-
duti in pochi ànnir due v cioè [* antico di Scopeto vi-
cino a Firenze 3 ed il nuovo da effi Fabbricato dentro
la Città , detto di* S. Piero in Gattolino , il primo ro»
vinato neir attedio , ed il fecondo "diroccato per fare
le fortificazioni disegnare dai Duca dofiino• ',ad effi fu
dato in tale occasione quefto Convento ?diS. Caterina ;
Ma mediante un trattato tra il Pontefice Paolo III. e il
Duca , le cofé furono reftituire al fuo primiero flato
col ritorno de* Padri Domenicani a & Marco , e per
confluente col regrefTo de'fuddetti Religiofi a i primieri
Conventi; laonde trovo ritornati i Francefcani a S, Cate-
rina , dove fletterò fino al 1554. quando i Frati Umi*
liati già ridotti a piccol numero non Sufficiente ad a--
riempiere- gli obblighi della Parrocchia » e della Chiefa
d' OgniiTanti, la permutarono in S. Caterina ,. cedendo
l'antico bel Convento loro a* Figli dì S, Francefco , co-
me più dirfufamente raccontammo, parlando di Ognif-
fanti. Intanto notar mi piace due notabili vantaggi re*
cati al luogo di S, Caterina dalla venuta degli Umilia-
ti , pofeiachè avendo efll affembrate molte ricchezze >
mediante il lavoro della lana, potettero reità ura re il?
Convento , ed arricchire la Chiefa , maiìimamente con
un teforo di Reliquie infigni , che pretto ofTerveremo,
volendo qui prima terminare il racconto de* tanti av-
venimenti , tra* quali tìrepitofo fu 1* abolimerjto dei
fuddetti Religiofi per ordine di S. PioiV. il quale per
motivi graviffimi j e noti al Jlvlondo , con Bolla del 157©-.
Tom. VII.
                         N                              eftin-
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p8
eftinfe ic sfoj)pr.efeé interamente >Quefia 'Religione J ap»
plicando tutti* à\ Beni , ehe avea m *lWmmm<%■ cs neld4%h
f itone*\SÌQxmùk® $ alla iReligione j|e$ 4pfttdfrfixdi«Sant&
Stefanov>cOn formarne una Commenda appellata*jdij!§è
Caterina » ,ehendpi$. in perpetuo aM;^atniglia de%^of|.
da Brefeia . Ma? erefciuto efTendo-il numero in Firenzie»
dei Fanciulli abbandonati , e raccomandatila i; Capita^
ni di rSanta Maria del Biga Ilo ,. quarti cari licenza de\
GranJMaeftro dii S, .Stefano , coilo sborfo di 44&0. feu-
ém comprarono :nel. 1,591:. dal Commendatore Lodovico/
Cavi Convento ? i-Chiefa di S.';Cate*ina per farne uno
Spedale , o ]Ricetto de i derelitti ,:ehe al prefente fi ve-,
de ; ed eflèndo in detto anno ancora viventi due U-.
miliari* cioè .Fra Giovanni da Lucca, ed un Conver-
fo » tfiit convenuto nello Iftrurnento delja Compra*, che
indetti Capitani! dei BigàlìO ' folTero obbligati a tenere
in deitto luogo i * due ; Frati , e dare ad elfi <5o.< feudi
annui, loro vita.durante,} per alimento , e in detto Con-
tratto leggonfi? puf e aJtri patti.., cioè due MefTe quoti-
diane in detta Chiefa , e due Ufizj., de* Morti , uno per
fuffragio delle Anime di que'della Caia de1 Covi , e V
altro per i Benefattori duella Commenda , e di poter fa-,
re avanci a?ir Aitar: grande una Sepoltura per i defun-
ti di effi Covi» avendo rogato 1* Iftrumento Ser; Priore-
Gherardini ne?^. Dicembre del 15:91. e per fine nell*
anno 1615. il Magiftrato del Bigallo fece ivi fabbrica-
re di pianta un Convento per le Fanciulle abbandona-
te. , dove a* noftri tempi trasferite furono altre Fan-
ciulle-,, che ila vano folto le Logge di > Bonifazio , del-*
testuali altrove ; già abbiamo favellato;, ih : r
            .;•,>
5.V.V1.: Né a quella nuova Cafa mancarono infignii Be-
nefattori , i di cui nomi leggonfi in una Tavoletta affiiT*
Bella Sagreftial\ e: fono, i feguenti i Fiammetta Sali mo-
glie di, Bnaccio Gozzini , la quale al pio luogo la-
Jciò Ì5 fuoi Beni, per téfiamento rogato da Ser Am-
brogio Ambrosi Cittadino Fiorentino , aclì 7. di Lu-
glio del i^ij.vAr^e Francete©: Berti dichiarollo erede
per rogfoa dif Sejr Iacopo Pinelli mi 16*2. a i 2. dii
■sàiil ;             .                  Iù. _                     . _'; /Apri-
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o#
aprile ty efempi® j the ; imitò Màt%hnh^r faré$h}4i ^rtt^
Francesco , coti aggiugnere ulwx>ptót»n«. ai J?anc,vulW
nel giorno, del fuo Anmv^t(um.'in perpetro ^Trovai!
altra credila per mo^te .del Sepajiar« r ^ Catwliere ,F^%
cefco di Lorenzo; della,."Stufai ììi qiuaV feofr£i#. fuoi f-
redi i Fanciulli abbandontói itó idi fiorii* Gennaio del
1-554. -e nello Scrittoio avari? wejmwtd dì ; aUtfco j ppn'efat-
tore * il quaJe con una $uoya inicjujftria: di» beneficare
queiti Fanciulli» chiamò alla fuotìeflìone di ?ft#a fami-
glia in lui eftinta un Fanciullo diijquefto Spedale ca-
vato a forte dal Magiflraro del Bigallo 5 come feguì
«dì 14. di Settembre del i7i£> nella maniera feguenr
te ,« Ricordo come quefto iopraddetto»«giorno fi. con».
„ duileroal noilio Magiftrator rut^i i ragazzi »3nfte non
„ierano maggiori di anni ,ij>-clje furono in. inumerò; fff* -
a, e fatta dal Magiftrato fuddetto |a fepara?ioner::de*pii|
„ ben nati j di bello afperto , e /piritofi , m furono
„ imborfati io. per fare 1! effrazione fo/pra 4* eredita
„ dell' IUuftriffimo Signor Carlo Rollini » e .^e fu eli rat*
„ to il primo , che fu Francefco Filippo di Marco Sca*
„ labrini di anni 14. e in fecondo luogo, ,£}pm&fiic$
&. Andrea di Domenico Vivi cji anni; 1?,» noii/riéi
VII. E recando ora a favellare della Chiefa ,3 mi
farò dalla Piazza 5 o fivvero dal Prato } dove fui Can-
to della Via di S. Zanobi vederi uno de* più belli Ta-
bernacoli , opera a frefoo di Domenico Puligei,, e nel-
la facciata della Chiefa fonov? due .Qbpriibi^i y, arme
del Capitolo Fiorentino > che tn e fu ii^imó Padrone*'
Entrando in Chiefa , viene dirimpetto a^Ja Porta ìsu
Cappella di S. Caterina Vergine / e Martire» con una
lodatiflìma Tavola di Giovanni Martinelli j che vi effi-
giò loi Spofalizio di detra Santa ; due altre Cappelle.»
s* incontrano uniformi nel difegno ; in .quella, cjhe %,§.
manritta intitolata del SS. Rofario vedefi un' antica Im-
magine di Maria dipinta full* affé , ed a mano manca
corrifponde un Crocififlo diyori&mo } pure dipinto fui
legno al naturale , L'fAltar Maggiore è ifoiato fono
di un grande Arco , che divide, là Chiefa dal Coro
N 2                                   de*
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txoo
de* Fanciulli con due Nicchie dalle bande , nelle quali
fonp di marmo bianco le Statue di S. Zanobi , e di S.
Antonino , amendue fattura dì Valentuomo. Né voglio
tralafciare di accennare un marmo quafi abbandonato,
non fervendo inoggi ad altro ufo , ■ che di piediftallo
alla Croce > che fi innalza in occafione di Anniverfarj
in faccia del Cataletto , e pure io fon di credere , che
ne* tempi de* Frati Umiliati fofTe un Capitello di quaU
che vagàrColonna» imperciocché offervafi in elfo lavo-
rato di rilievo il Carro di Ezechiele , con le quattro
facce di Uomo > di Aquila , di Leone , e di Vitello,
.■©« di] più una pecora , infegna degli Umiliati , infigni
Artefici di Lana. -
                                   /             f n
IM VIIL Vengono per fine le Reliquie, che,erano de«
* gli Uthithti , e che fi confervano lotto P Aitar Mag*
^iòreiri una Cappellina in forma ài femicircolo > con*
tandofi in effa da 40. Oftenforj di legno dorati > aven-
ti coltole j> fucili, (tinelli, e offa di Santi primarj ,
de* quali alla parete del Coro vedefi il lungo Catalo-
go * Non porrò però qui tacere il diligente efame , che
So feci fopra una di èffe , denotata da un Cartello in
caratteri Cottici nel Reliquiario contenente un Offo del
Santo Precursore, e dice: vna delle locvste cibo di s.
gio: batista; dal che, fé foffimo certi della autentici-
tà del Reliquiario , remerebbe decifa la gran queitione
agitata da i Sacri Hfpofitori , che penfarono sì diver-
famente di quello cibo ye favorevole farebbe quella^
notizia a chi intefe per loculi:e quel frutto roffo , mi-
nuto j éi tondo , che produce lo fpino , avvegnaché
la detta locufta dal tempo alquanto annerita , non fia
più groffa di un noccioletto di ciriegia, con un foro
da una parte fatto forfè dalla punta dell' ago , al quale
%tà fermato perchè foffè vifibile.
■'P$$ %((ì ■'■■ H ' %-Cìì. ' : fi ' '.-: Ù $1 <? 'wi ti S I .-■' *'.. .'■ ii- f-' > ■ ì) ì\ \ T I 'r'^'| ||,| ■ , ■ "■''■
! '-.- k fi d >--*< Uìv.j *■-..<< >ry^ ,l*.-n: ■:..
Vj                               2 a                            le-
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101
H
LEZIONE XI.
u
: s
DELLA CHIESA
DI SAN DOMENICO AL MAGLIO*
Ofciacfiè nelìa; Storia (Jella Chiefa del-
le Monache di S. Iacopo in Via del-
la Scala abbiamo diftefamente favel-
lato delle prime Suore Domenicane^
dei Pian di Ripoli , delle quali una
nobile porzione furono le Fondatrici
della Chiefa , e del Convento di S.
Domenico , a me fembra convenevoliflìmo di rimettere
il mio Leggitore a quelle Notizie polle alla ftampa nel §.
Tomo alle Lezioni di S. Iacopo di Ripoli. Onde fenza ri-
petere il già detto, mi farò dalle varie appellazioni delle
Suore, oggi chiamate di S*Domenico al Maglio. Il nome
loro adunque più vetufto era quello di Ammantellate , o
Pinzochere della Penitenza , che molto frequentava!!
nelle Donne fecolari , maffime di vita cafra , e ritira-
ta , contandofene anche innanzi alia venuta in Firen-
ze , o fi voglia de' Domenicani, o de'Francefcani, » di
di altri Ordini; vivendo effe alla femplice fenza rego-
la fcritta , o flaruto particolare , e cambiando ancora
la foggia del veftire fenza legarfi ad alcuno colore, pur-
ché eflb fofle modefto , le quali Donne , fecondo i ritratti,
che ha trovato il Brocchi, e che accenna nelle Vite de1 Beati
Fiorentini, non furono altrimenti Terziarie di alcun Or-
dine , ma Donne date da Dio per norma, ed efernpio
alle Secolari , acciò chiaramente conofcafi , che in ogni
sftaco fi può arrivare alla fantità . Alcune pertanto di
quelle Ammantellate eflendofi ritirate nel Convento di
S. Iacopo nel Pian di Ripoli , abbandonato da' Padri
: ,
                                                                           Ire*
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I©2
Predicatori , ®d a quelle fponne donato da$ Vefoovo
Giovanni) il m cui Diploma fi è dato nella prima Celio-
ne di S. Maria Novella, Quelle principiarono a chiamare
le Donne di Rrpolij e benché aliai dubbio fia prelTo degli
eruditi P anno, nel Quale fu loro dato P Abito , e la Rego-
la di- S. Domenico, io fono di credere, che ciò addiveniffe
prima del 1240, avvegnaché in detto anno, o in quel tor«
no nelle Scritture di S. Maria Novella trovali Direttore di
dette Suore S. Pietro da Verona dell* Ordine de'Pre-
dicatori, ficcome davmedeirmi Padri fi conferva la Bol-
la $1 Innocenzo IV. data nel Concilio di Lione nel
jagi, colla quale comanda a i Padri di Santa Maria
J^ovèlla 5 ed al loro Provinciale, che non abbandoni-
|x» Il governo fpirituale deìh Donne di Ripoli; le qua-
li pofeia ven;ute ejfTen^o in Città ; fepa rarefi in due Mo-
naileri , quelle polire appejlaronfi le Donne di Cafag*
gio j per averfi fabbricato e Chieia , e Convento in_,
quella valla parte 4i terreno poco fuori delle porte del
fecóndo Cerchio di Firenze $ detto di Cafaggio ., e nel-
lo ileifo tempo fi trovano altresì denominate le Mo-
nache di JS* Domenico , come apparifee in un Contrat-
to del 1300. rogato -da Ser Francefeo Neri da Barbe-
rino j e fi conferva -tra le antiche Scritture del Capito-
lo Fiorentino; e per fine in molti iilrumemi de" tem-
pi pofleriori, diremo tiTere denominate ora le Monache
«di S« Domenico al Maglio,,ed ora di S» Domenico dalle
Stalle, per eiTere.quefti due luoghi vicini al Monallero,
JL E venendo al terreno,fu cui con notabili fpefe
quelle Suore fi edificarono il Monastero , era cesi am-
pio , e vallo , che oltre il fito della Chiefa, de' Cor-
tili, d^We .Officine, Celie , Orti, e Ciardino , una gran
porzione neJ feguenti fecoii fé ne alienò per compiacere
la Repubblica Fiorentina , ed il J)uca Cofimo , come»
appare da' due iftrumenti predo le Monache,; nel pri-
mo elle vendono ai Comune di Firenze porzione dell'
Orto per farvi una ftrada pubblica ? che chiamoffi
Via Siivellrina , rogò Ser Iacopo Lapi 1403. E nel
fecondo , che è del 154^. fi danno dalie Suore
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i©3
al Dèdè fifbià df terra £& a livèllo perpetuo;, per far*
vi il ijjardine» de/ Semplici, e rogò Ser Scipione Braccefi $
N0E4io^fPteè:ntino-j?E qui laiciandomi portare dalla va-
ghézza dispiacevole erudizione, riporterò' diftefamente il
difcorfo di Leopoldo del Migliore fopra il fuddetto Giar*
dino così, vantaggiofo alila fanità de*Cittadini, e cosìgk)-
riofo alla memoria di Gofimo, che lo principiò > e de i
due fuo* Figliuoli ,ole Gfaniluchi:, ?cioè? Fra n cereo* fot e>
Ferdinando I. che lo terminarono ; leggeri adunque nel-
lo? -Firenze Iliuftrata a pagv 238. come appreiTo,,
>, Eiìendo che il Gran Duca Colìmo 1. folle fu '1 fior
,v di quegli anni , che fon foliti portar vigore nesRe-
„ gnanti , per aumenta alle cole dello Stato , condu-
,, ceffe a linea perpetua de* fuoi SerenilTimi defcendenu
» trentafei iìiora del terreno delle predette Monache,,
5y per annua ricognizione , e canone fermato per ear-
rf tà di Ser Scipion Braccefi nel 1543. fine , e iJL
5, concetto fuo in far quello fu alto, ed una di quel-
„ le cofe , che forfè non men degna di'lode; di quali-
,, te ne portaife in luce , 1* animo fuo grande a prò di
„ quello Staro felice, nel modo, che per fimil cofa
„ fé ne attribuì da Galeno agi* Imperatori Romani,
,, preftanti favore a chi intraprefe diletto , e ftudio iti'
,, torno alla qualità così utile , e bella de' Semplici »?
,, Ci par gran cofa, che queft' azione non fi fcrivelTc
„ fra le cofpicue di quel Principe ; imperciocché noi*
,, è chi non fappia , ne facilmente non fià noto , effer
„ utile , e neceiTaria la dottrina de" Medicamenti , o
>, il conofeerne per confequenza fenfatamente i Sempli^
„ ci >} l'Erbe, ed ogni Pianta, che fi richiedono, e_*
„ fon convenienti in elfi . Ne parlò Diofcoride , chia-
,, maro per V alta cognizione che a* ebbe , Principe di
>, tutti gli Scrittori Botanici , fciolte le dificultà , co-
„ nofeiuta Ja natura intrinfiea , talmente ne portò <ro-»
„ gnizione atta a far periti i Medici , fperimentaro ,r
„ e dotto Ogni ProfeiTore di tal materia , avendone
,, egli nobilitato , per maggior efpreffione è* un ragia-
), namento , che ne fece , con Difegni fomiglianti alle
„ Piante
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10.4
:v Piante -saturali » fiate divulgate dipoi dal-M&ttfoior,;
>, in quel genere notiflìmo Scrittore...; Cfcatevà Erbfcla*
» rio , e Andrea Medico , ebbero ! fra orgdfi Antichi graft
mi nome ne* Semplici ., e fra' moderai Tileo Bailo > Ni*
„ cerato, Petronio , ed altri ; efTendo che fenza Ja co-
» gnizione di quelli , non fi poter medicare , aderì il
ri medefimo Diofeoride , fé non a ventura, fortuita-
,, mente., o a cafo , {Cognizione » foggiugne égli , non
yt s' acquiftare fu la lettura de* Libri , ma dalla pratica,
„ e inftruziorje attuale , che fé ne riceve con rocchio,
,, dalle Piante naturali ; perchè mai le cofe artifiziate,
m è dipinte , riefcon così perfette , e fimili a gli origi-.
yt fiali vivi. Fu adunque quello Giardino ordinato da
55 quel Principe, per il Gm predetto, portante tic3 Sud-
jaiditi iiu.dio , e .cognizione miìifììmà di Piante medi-
5, cinali , quali procurò da Paefi lontani fu la direzio-
5.5 ne 4- Uomini vaientiflìmi , ed in ifpecie di M. L<uca
,5,Chini, chiamato , da chi in que'tempi il conobbe,
,., r Erbolario farnofo , a cui., £.d a coloro da deputa r-
5., vili con abilità, e fcienza , a0egnò provvigione perpe-
?> tua , acciò da eflì con lettura , fi portarle cognizio-
5, ne negli itudiofi , e vaghi di tal materia, nel mo-
5, do , che fumcientememe dartene inftruzione nella fa-
„ mola Vmverficà ài Pifa , a cui è Umilmente congiun-
„ to un Giardino celebre , iftituito dai predetto Gran
„ Duca , e da Ferdinando J. fuo figliuolo ampliato .
• >, La bellezza poi di quello Giardino , accompagnata
„ dalla predetta utilità , condite nello fcom paramento
ógì terreno , ingegnofamente fatto in varie fìguxe
„ Matematiche , quelle , che eflendo rieceiTarie per fe-
„ parare , e diftinguere l'juna .dall' altra qualità de*
5!} Semplici , ne porta il Serlio molti difcgni,, con mo-
,, do di fargli , che fi fon metti in opera in Viridarj
5, famofi congiunti alle Fabbriche di Palazzi , per par-
5, te de* loro adornamenti • Vìen queito feparato , e_.
„ difiinto in quattro parti da Viali, oda Strade coperte
3, di Lauro a mezza botte , che formando una Croce j
„ partendoli elle a linea ietta, dalle quattro cantona-
i
                                                                      „ te
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7» te del quadro , in cui è il contenuto del Giardi-
,, no lungo per ogni lato 224. braccia 3 sboccano fur
j) un' Ifoletta a ottagono coftiruita con fimetria , e_*
ti grazia nel mezzo di elio ., dove vedefi una gran Va-
5, fca , o Vivaio , in cui corre un* acqua per canale ,
„ fin dal Mugnone Fiume, che bagna le radici de'Mon-
„ ti di Fiefole , dalla parte Meridionale , che vi fa
„ morirà, alzata in alto Air un Aloè di rame. Quivi a*
ìp noftri tempi affogò Niccolò della Luna Gentiluomo
„ di quella Patria , nel quale notammo una cofa , che
„ parve dettino , che doverle morire in acqua , ed in_.
„ lui fpegnerfi la Famiglia , la qual derivava molto nell*.
,j antico , da un , ch'ebbe nome Bevilacqua . Vi fon
» anche giù per le prode in vafi , quantità grande d*
a agrumi nobili , di varie forti , fiorami bizzarri } e di
,j capricciofo artifizio raffinato con invenzione , e iru* *
„ dio talmente da poterti render quafi alterabile la Na-
,, tura ne'vegetabili. Nell'Architrave della Porta , per.
)> la quale vi s'entra , è fcolpita -1* Arme di quel Prin-
,) cipe , e Corona fopra con perle , e non con punte , a
„ cui così alla femplice <corrifpondono le feguenti parole
,, nel fregio , cosmvs med. jxorentiìe dvx ir. per fé*
», gno del non acquiftato per allora Dominio di Sie-
j, na , che portò aggiunta la parola , & Senarnm , al
„ titolo di poi di Magni Dttcis Etruri£. ,,
III. Ma ritornandoli al Monaftero di S. Domenico
chiamato in un Diploma del fuddetto Vefcovo Opus $ìu~
rimum fumftuojtm
, è d'uopo, che confideriamo in primo
luogo il difegno della Chiefa, che prelfo gì' Intenden-
ti è giudicato non folo di barbara architettura, ma di-
fettoso nelle regole buone di murare, effendochè la
Chiefa fia lunga braccia 60. larga 22. e alta 13. con
le colonne, che reggono la volta alte affai, ma fotti-li)
che non hanno di diametro più di un terzo di braccio,
e benché io non intenda di contradire al comune (qxì-
timento, riporterò alcune Notizie , che fé non ifcufa-
no 1* ignoranza di que' tempi , almeno e* illuftreranno
il fatto - Conviene adunque dire, che lontano dalla_#
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to6
verità è il credere, che tal difegno fofFe fatto dai bra-
vi Frati Siilo , e Riftoro , avvegnaché erano già morti
dall'anno 1287. e chiunque fu 1*Architettore, egli è cer-
to, che imitò il Dormentorio a terreno de* Padri di S.
Maria Novella , dove veggonil fomiglianti Colonne del-
la medesima porzione, con la fola differenza, che per
ufo de' Religiofi tra una Colonna , e 1* altra fi mura-
rono Celle , ed in S. Domenico rutto refta aperto , o
fia il Coro delle Monache, o la Chiefa, fupplendo pe-
rò alla fottiglìezza delle Colonne la moltiplicità di que-
ste , onde {opra di effe la volta {labile pofa già da^.
450. anni , e io fono di credere , che V Architetto lau-
devolrnente volerle sì fonili le Colonne , perchè la grof-
fezza altrimenti averebbe ingombrata la vifìa , ed ob-
bligato 1* Artefice ad alzare più la Chiefa , ed in tal
guifa privar le Monache del bel Dormentorio colloca-
to fopra la Chiefa , ed il Coro . L' Aitar Maggiore
è flato rinnovato da i Conti della Gherardefca , con.,
ordine Dorico, avendovi concorfo alla fpefa una Mo-
naca di quel Convento nata di sì nobile lignaggio , e
la Tavola moderna rapprefentante il darfi da Maria a
Si Domenico il Rofario , è di Pier Maria Baldi , po-
ftavi in luogo della Tavola di Andrea del Vermocchio,
che inoggi è alla prima Cappella a manritta ; dopo la
quale fegue 1* Altare di S. Pio V. dove vedefi una Pit-
tura del Pugliefchi , non però terminata per la morte ,
che fopravveìine a sì degno1 Artefice . A mano manca
avvi la Cappella della Santa Famiglia con quadro del
Bonechi, venendo la quarra detta di S. Eurrachio con
bellifiima Tavola dei Cavalier Curradi > fatta , diceva.»
egli, per isforzo di arte mediante la fperanza, che ave-
va nelle orazioni delle Venerabili Monache . Tre poi
bravi Pittori hanno gareggiato in colorire quivi a fre-
fco 13.lunette della Volta, efono il Soderini, il Sig,Fer-
retti , ed il Sig. Vincenzio Meucei j e però facendomi
dalla lunetta fulla Porta , ivi vedefi una gloria di San-
te Domenicane dipinta dal Soderini ; feguendo a manritta
Sr Caterina de' Ricci in proceflione con Angioli, fatta
«■li ' .%% dal
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107
dal lodato berretti 5 di cui pure è la terza , nella quale
figurali S. Luigi Beltrando : le due contigue rapprefen-
tanti S. Vincenzio Ferrerio , e S. Giacinta , quale
porta fui braccio una Statua di Maria atra , e di gra-
viffimo marmo , fono fattura del Sig.Meucci, e graziofiifi-
me fono tre altre dipinte dal Soderini , che vi colo-
rì S. Caterina da Siena , la quale Ambafciatrice de*
Fiorentini ^ntra in Conciitoro , S. Pietro Martire, che
volando in Cielo , è veduto da una Monaca di Ripo-
H , e S. Tommafo d* Aquino fedente alla Menfa di S.
Luigi Re di Francia ; dalle due bande dell' Aitar Mag-
giore , il Sig. Ferretti vi ha effigiato dalla parte del
"Vangelo 1* Arca di Noè col Sagrifizio di Abramo , e
dalla Epifìola Mosè , ed Aron. Ritornando poi alla Por-
ta da mano finì/tra tre fole lunette fono dipinte, impe-
dite eflendo le altre dalle fineftre , e così alla prima il
Sederini ha rapprefentato S. Agnefa di Monte Pulcia-
no , che dà a S. Caterina il piede fuo a baciare » ed
il medefimo nella feconda ha figurato S. Antonino, che
rifana un vafo infranto , e nei!' ultima , che è dipin-
tura del fopraddetto Ferretti, fi vede la liberazione d*
una indemoniata ottenuta da S. Domenico nella Chiefa
di S. Pancrazio di Firenze «
IV. Vi fono in quello Convento i Corpi de* San-
ti Martiri Umile, e Siftercora procurati in Roma dal
Cimitero di S. Califto nel 1649. e quivi inviati da Gìo:
Badila Rinuccini Arcivefcovo di Fermo , e Nunzio in
Ibernia , dove fcrifle quel libro intitolato ti Cappuccino
Scozzefe
, dalla fua Sorella BadeiTa in San Domenico
furono i detti Santi Corpi ridotti al naturale , e ripo-
ni a fue fpefe in una ricca Urna . Prima però delia-,
venuta di dette Reliquie, Gio: Batifta Altieri, poi Car*
dinaie nel 1645, avea donato al Monaftero le offa , e
le tefte de* Santi Erafmo , Efuperia , e Sodale Marti*
ri. Si venerano alcuni Sepolcrini di Ceneri di Santi
Martiri , dono di due illuftri Dame Fiorentine la Mar-
chefa Guafconi ne i Giugni, e la Marchefa Calderini rie'
Riccardi.
O 1                         V. De*
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ioS
V. De* Santi dell' Ordine loro hanno molte memò-
rie adorabili, e tra effe un Offo di S, Domenico , con
la Carta di donazione fottofcritta così : Io Violante Bea-
trice di Baviera Gran Trincile fa di Toscana mano pro-
pria
. Di S. Pier Martire vedefi la Cappa, che nel 1671.
Joro inviò da Roma la Principerà Ghigi con la Teda
di S. Magno Martire . Un' infigne Reliquia di S. Cafi-
miro Re di Pollonia , e della fua clamide Reale fi con-
ferva in un Reliquiario mandato a Firenze da Fran-
cefeo Marcelli Nunzio in Polonia , cui fu data dal Ve-
fcov.o di Wilna nel 1Ó77. Ma molto più nell* antico
fotto Panno 1352. fé crediamo alla tradizione delle Mo-
nache , e alle loro Ricordanze, fu donato il Santiffi-
mo Legno della Croce di Crifto , che fu una parte
di quel pezzo notabiliflhno 3 che all' Arte de' Mercatanti
pervenne da una Nobile Matrona di Firenze; ed il Mi-
gliore fcriffe j che altra Reliquia del Santiffimo Legno
donò alle Monache di San Domenico Santa Caterina^
de' Ricci con dimoftrazione del gran defiderio , col
quale ella avea bramato di veftire preffo di loro il
facro Abito .
VI. E dopo sì ricco novero di Reliquie , viene un
altro non difpregevole teforo , cioè di Cartapecore , che
diftribuite per ordine di numeri > fi contavano fino a
500. e benché molte fi fieno fmarrite, di alquante delle
rimafe , e ftimatiffime , ne darò qui un cenno , e fia la
prima fegnata di num. 297. la quale è il Contratto fo»
praccennato di vendita di terreno alla Repubblica per
farvi la Via Salvefh'ina ; Al numero 2. novafi un Di-
ploma di Francefco Vefcovo Fiorentino , che incomin*
eia Cum igitur , nel quale efìb loda le Monache , e la
Chiefa , concedendo a chi loro farà elemofina per det-
ta Chiefa Indulgenza, Datum Fior. Kah lumi 1297. Al
num. 35. viene una donazione di terre a Suor Prima Prio-
ra di S. Iacopo di Ripoli , fatta da Maeftro Iacopo di
Rìmiccino Mannelli del Popolo di S. Felicita 22. di Ago-
ito 125 8. e rogò Ser Rinaldo di Cambio Ridojfini . Al
numero 44. un Te/lamento di Bello di Ferrantino ,
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27. di Agofto 127^. Leggeri alla Cartapecora 224. no-
minato Giuliano di Antonio Arrighi Frate di S. Ma-
ria Novella , e Vefcovo Citeranenfe , e al numero 249.
fi fa menzione di una eredità lafciata all' Arte del Cam-
bio da Alamanno di Giovanni Mancini del Popolo di
San Remigio col rogito di Ser Pietro di Franco Cal-
cagni 1423. Pregiatiflimi Privilegi il trovano in noru
poche Bolle de* Pontefici , e lettere di Cardinali 5 e de'
Generali dell' Ordine de* Padri Predicatori , e moltiflì-
me per fine Cartapecore vi fono fpettanti a compre di
terreni > che fecero le Monache , e diverfi Teftamenti ,
che in nulla riguardano il Monaftero } ma fono bensì
intereflanti la Storia Fiorentina .
VII- E giacché nello fcrivere quelle Notizie bo-
riche delle Chicle Fiorentine io mi fono più fiate e-
fprefib, che dovea io dare luogo tra effe alle vicende,
fovente accadute a* facri Templi j e Monafterj , aggiu-
gnerò qui tre avvenimenti notevoli , i quali recarono
alle Monache di S. Domenico non leggiero travaglio ;
e però dando il primo luogo a quello > che notò nella
fua Storia Dino Compagni , diremo , che Bafchiera de*
Tofìnghi obbligato a partire di Firenze per isfuggire
la furia de* Guelfi follevati contra de* Bianchi , dei qua-
li egli era fautor principale 5 e dubitando , che il livoc
del Popolo non andarle a sfogarli contro due fue Ni-
poti commoranti in S. Domenico , entrò per forza nel
Convento >e le tratte fuori ; atto} che {ebbene cagionò
allora nelle Monache terrore) e neJ Superiori fcando-
lo 5 fu pofcia riguardato come la falvczza del Mona-
Itero da un evidente pericolo di eiTere le Suore tutte
faccheggiate dal Popolo fenza freno > e fenza umanità ,
follevato contro chiunque averte attinenza co* Bianchi .
Nel 1566. feguì altra novità provenuta dallo zelo èi
S. Pio V. che da Religiofo vifitò quefto Convento 3 e
dalla follecitudine di Cofimo I. volto in quel tempo
alla confervazione delle Cafe Regolari , onde dì ntnen*
due fu il configlio, che fi cavailero nove Moniche ài
Santa Lucia j e fi trasferiMero in S. Domenico per aiu-
;
                                                                             to ,
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HO
to , è vfgofe maggiore alle Monache beli* cìTervan^
della Regola , ed inoltre eflì vollero, che la direzio-
ne fpirituale di queir anime ccnfacrate a Dìo fi defle
a* Padri di S. Marco , due mezzi utiliflìmi , onde con-
fervare in efle la divozione , che tuttora riluce coru
grande edificazione de* Fiorentini molto portati a fa-
vorire sì nobili ) e venerabili Spofe di Criflo ; ed
un tal concetto appunto fu motivo , che da tutta la^.
Città follerò compatire in altro graviifimo accidente del
i6$p nel quale dopo d* efière ilare levate dal governo
de'Padri > per ordine di Roma vennero porte fotto la-,
iurifdizione dell'Ordinario, come di prefente fiorifcono.
Vili. Ed avendo io promeffo di dire fui fine di
quefta mia Lezione alcunché dell' efercizio della Ca-
valleria , che accanto al Monaftero lì pratica , riporte-
rò in primo luogo quel poco, che dice il Cinelli nelle
Bellezze di Firenze a pag; 16. come appreifo ,, Sono
,, le Stalle de1 Cavalli di rifpetto del Sereniflìmo Gran
„ Duca > che fono in gran numero , e fervono per il
„ folo efercizio della Cavallerizza , e per le Ferie fo-
,, Jenni nelle Cavalcate ; in faccia di un Corridore,
» che vi è coperto per poter fare gli Efercizj in tem-
„ pò di pioggia, fono dipinti al naturale 6, Cavalli di
f, mano di AleiFandro Allori , i quali fono oitremodo
,) vaghi j moftrando ognuno di loro diverfa attitudine
„ e varia movenza ; e fuori di queAe Stalle una Niz-
), za 5 ove fi efercita la gioventù nei correre la lancia „
Sin qui il Cinelli , tralafciando parecchie notizie ne-
ceiTarie a fare il giufto concetto di sì famofo luogo .
Avrebbe adunque dovuto dire , che i Cavalli di ri-
fpetto già quivi itavano fino dal 1515. avendo murato
quello luogo Lorenzo de'Medici Duca d'Urbino, prima
etiti il Duca Cofimo L v' iftituirTe la Scuola di maneggiar
Cavalli , ingrandendo col ricetto capace di r5o. Ca-
valli alcuni Stanzoni in volta retta da 64. Colonne di
pietra ferena d' ordine dorico , ed altre appartenenze
tiriliflìme . Ha pure tralafciato di riportare due ifcri-
ziom, che fono le feguemi ;
U
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ali
La prima pofla alia Nizza •
FRANGI SCVS MEDICES MAGNVS
ETRVSCO&. DVX II. QJ/OD NOBILISSIMO^.
ADOLESCENTIVM Q.V I EQUESTRI
SPLENDORE SE ORNARI CVPIVNT
IN PRIMISQ.
IOANNIS FRATRIS COMMODO
FIERET HVNC IN EQVO SE EXERCENDI
LOCVM EXTRVI IVSSIT
RVSTICO PICARDINIO E.QVOR». MAGISTRO
ANNO . D . CID . 10 . L . XXXVL
La feconda fotte» la Loggia.
F£RD. MED. M. D. ETRVRIAE III. VMBRATILE
CVRRICVLVM AD EXERCENDAM IUVENTVTEM FLOR,
EQVESTRIS MILITIAE STVDIOSAM
ET AD DIRIGENDA CÓRPORA EQyORVM
AEDIFICANDVM PINGENDVM CRNANDVM
CVRAViT AN. D. MDLXXXXH.
IX. Bd eflTendo una paffione pura, e narurale nelT
Uomo il lafciarfi tirare con gran piacere dalla fimpatia
veifò bravi Cavalli , potrei dire cofe grandiflime , e di-
fordinate accadute in Uomini di fenno in Firenze , ma
per defiderio di non tediare , ricorderò folamente 1*
dempio avvenuto di Carlo Cappello nobile Veneziano,
ed Ambafciatore di quella Repubblica ai Fiorentini nel
1530. nel qual anno eflendcgli morto un Cavallo a lui
cariflìrrìo , io fece fotterrare con onori, fino di un Epi-
taffio in marmo affilio alla fponda di Arno, là dalla.*
Piazza de* Caftellani j dove dalla piena del 1740.
a' 3. Dicembre furono rotte per tratto di br. 50. le
fponde del Fiume , e per tal cagione portata via dalì*
acque 1* Ifcrizione , che ritrovata ne i fotterranei de*
Tintori anni fono , è fiata rimeifa , e dice ;
OSSA
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112
OSSA EQVI CAROLI CAPELLI LEGATI VENETI
^ON INGRATVS HERVS SON1PES MEMORANDE SEPVXCRVNt.
HOC TIBI PRO MERITIS KAEC MONIMENTA DEDIT
OSSESSA VRBE MDXXX. Ili» 1DVS MART.
X. Nel medefimo ricetto di mura viene il Serra-*
glio de' Lioni ripartito in più Cortili feparati , in cui
itanno Animali di varie qualità } e razze feroci , e in-
domite . Quando i Fiorentini comincialTero a tenere in
Città ferrati limili Animali , non fi rende in dubbio 5
che feguifle fino da i primi fecoli della Religione Cri-
stiana, kggendofi nel Sig, Manni flato efpofto nells An-
fiteatro di Firenze > del quale quello Autore ne fa un
erudito trattato 3 il Santo Martire Miniato ; che poi i
Fiorentini feguitaffero a cuftodirne non più per moti-
vo di crudeltà, ma per fegno di grandezza fino a* gior-
ni noftri, è cofa chiariffima alle Rifonnagioni per Itj»
tante , ed antiche Leggi riguardanti la cuitodia de* Lio-
ni j e frequentemente gli fpettacoli > che in certe fefte
di elfi fi dava al pubblico . Il Serraglio loro primiera-
mente fu fui canto della Zecca , e di poi dietro al Pa-
lazzo Vecchio in una Cafa , e Cortile fabbricato 9 giù*
ila il Villani, e Goro di Stagio Dati, Ma giufta il Miglio-
xe j il Duca Cofimo nel 1550. lo trasferì in quello Luo*
go, che era un Recinto di abitazione magnifica detì.i^
nata dall' Arte de* Mercatanti nel 1430, per un pubbli,
co Studio in ordine al lafcito di Niccolò da Uzzano ,
la cui Arme vedefi ancora nella facciata . E qui per fi-
ne rammenterò una piacevolezza del Duca Cofimo 5 al
quale , per efiere affai vicine quefte Fiere allo Speda-
le di S. Matteo? ricorfe lo Spedalingo , efponendogli
!'incomodo 5 che ne proveniva agl'Infermi dal frequen-
te rugire de' Lioni, e la rifpofta del Duca fu 5 che quei
rugiti farebbero un buon rimedio agli eppreilì dal le-
targo »
LE-
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L E Z IONE
D E I Z ^ € H I E 5 ir
DI S A N M A R C Oi
XII.
':
Er dare una compita ifloria della Chiefii |
e del Convento di San Marco, dovei*
già da 322. anni fiorifce la commen-»
datiffima Congregazione dell' OfTervan-
za de' Padri Domenicani, non fia chi
creda effer fuori di propofito una Le*
zio ne proemiale , la quale ci dimoftri
non folo il principio , e le vicende di quefto Sacro
Luogo , ma eziandio i vetufti Padroni innanzi al felice
ingreflb de i fantiffimi Padri. E però facendomi dalla*
infigne anche inoggi Compagnia di Santa Maria detta
dì S. Marco, noterò trovarti, quella fino dal 1250. o
in quel tòmo , avere avuto in Cafaggio un Oratorio
fotto il titolo di S. Marco , con cafe, e terreni» che
la medefima circa al 1290. cedette a* Monaci Silveftri-
ni, con rifervarfi T ius dì fare le folìte tornate in detto
Oratorio, o in quella Chiefa, concedendo a detti Monaci
licenza di fabbricarvi un Convento* E per vero dire, non
lafciò mai la detta Compagnia di fare le fue adunanze in
S. Marco fino a tutto il fecolo XV. dopo'l quale ì Fratelli
ne ufcirono, tornando in una Chiefa nuova» murata lo-
ro da'Domenicani nel 1506. allato a S. Marco, dalla*
banda di Ponente , donde pofcia partirono per dar luo-
go al Palazzo , o fia Cafino de* Medici, e pausarono
in Via di S. Gallo , come fé ne favellò diffufamenre
nel V. noftro Tomo , al quale rimettiamo il Leggito-
re , qui folo riportando il bel documento dimoftrante
Ja verità , che il primo antico dominio di San Marco
egli è ftato preflb la detta Compagnia -, e quello è una
Tom. VIL
                         P                             Uu
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ii4
lettera efiftente nell* Archivio dello Spedale del Meta-
ni fcritta dall'Abate Generale de* Silveftrini , a'Capi-
tani , Fratelli, e Sorelle della Confraternita di S. Mar-
co , il cui titolo è il feguente .* Fr, Andreas Prior He-
remi
3 ^f 0r£ S. BenediBi de Montefano Diec. Cameri-
nenjìs
> & eìus Captulum Generale iileBìs m Chriflo A*
mìci*
, & BenefaBoribus frecipuis Re Bori » & Captaneis
$oc. SanBe Marie in loco SanBi Marci de Fior, in Ca~>
faggio
, et omnibus tutn maribus , tnm feminis eiufdem^
Soc„ fahtem
. Ed il funto della EpiftoJa tono lodi, e rin-
graziamenti , e la partecipazione in perpetuo a i Fratel-
li, e Sorelle de'Beni fpirituali del fuo Okdine. Datum
apid Montemfanum die 16. Mail an.
1299. tempre Bo-
nifatii PP. VIIL Ind, XII.
e da sì certo documento fi
vede chiaro , che oltre ad eflfere (lata la detta Com-
pagnia Padrona dell* Oratorio di S. Marco , i Silveilri-
ni ancora quivi entrati già vi erano prima dell'anno
indicato dalla lettera .
II. E per fapere chi fofifero quefti Monaci , par-
landone parecchi Scrittori e Fiorentini) ed efteri, io
riporterò le parole del Migliore a pag. 2ot. della fua
Firenze Illuitrata „ Una forte di Monaci neri ufciti da'
,, Valombrofanì per ragione del vivere con maggiore.,
,* oflfervanza e Grettezza di regola , di quei che in que'
„ tempi lo permetteffe la Monaitica disciplina 3 fatto-
vi fene Autore uno di loro, da cui prefero anche il
j, nome » chiamato Salveiiro de* Gozzolìni } nativo di
3, Ofimo della Marca d* Ancona , il quale morendo nel
5) izój, a fé lafaò tìtolo di Beato, ed a* fuoi Mona-
ci ci fama di bontà grande ,, Quefti adunque venuti a
Firenze , per foggetti zelandiurni , e fanti , tolto fi fe-
cero conofcere a i Fiorentini , e più che più al Ve-
fcovo di Firenze Francefco de* Monaldefchi da Bagna-
rea , che con tal cognome V Abate Ughelìi fu il pri-
mo a chiamarlo , ed è credibile., che da buoni docu-
menti il traefìfe , non ottante che Àlfonfo Ceccarelli da
Bevegna nella fua Storia della Nobiì Famiglia de* Mo-
naldefchi non faccia, parola del noitro Vefcovo, il qua-
^tù
                                                                           le
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US
U affai portato vérfo quelli Monaci , non folamentek,
loro procurò copiofé limofirie per fabbricare la Chiefa
di San Marco, di cui ragioniamo , ma egli Hello volle
benedirne la prima pietra negli 8, di Marzo del 1299.
prefenti Aldobrandino Vefcovo di Rieti , gli Abati dei
due infigni Monafteri di S. Maria di Firenze , e di S*
Miniato al Monte, tutto il Clero , e innumerabilc*
moltitudine di Popolo; E da quel tempo principiò
quefta Chiefa, per dilli nzione di altra, che avea forni-
gliante nome, a chiamarli S, Marco nuovo , come ap-
pare da molte Scritture , contentandoci noi di portar-
Sé una fola, che è il teftamènto di Mefs. Andrea Giù.
dice da Cerreto , efiftente nella Libreria Strozzi , ro-
gato adì 4. Gennaio del 1302. da Ser Bonaventura di
Rollo Giudice, e Notaio, dove tra'legati leggéfi : Item
in adintòrium fabrice EccUJie S. Marci Novelli de Cafadio
Flor.florenos 10. parvof
. Ma tornandoti alla detta Sagra s
quella folennità trovafi defcritta in un Diploma del me*
defimo Vefcovo , diiìefo da Ser Bartolo Compagnuzzi
Giudice Imperiale , e munito del Sigillo Vefcovile di
cera bianca e rolla , avente da una banda il ritratto
del Vefcovo con Mitra in capo , e bacchetta in mano
con la leggenda SigMum F ranci fri Dei Gratia , Epifco-
pi Fiorentini
; e dall* altra banda un Agnello col mot-
to Fax mundi . Di sì bella Cartapecora 1* originale è
preiTo a i Padri di San Marco , e noi a contenzio-
ne degli Eruditi ne riportiamo fui fine una Copia ,
alla quale aggiungere ci piace altra Scrittura di det-
to Prelato efUtente nel Capitolo Fiorentino , ed è la^
erezione di quella Chiefa in Parrocchia , raccoman-
data a* detti Monaci, e ne rogò 1' atto Ser Francefco
di Neri da Barberino adì i. di Luglio 1300. e più
ragguardevoli grazie preparava il Vefcovo Francefco a*
Silvcfìrini , fé non veniva impedito dalla morte , che_,
tolfe ad elfi » ed a i Fiorentini sì degno Prelato neU*
anno feguetite 1301. che tanto fi legge nell* antico Re-
giftro de' Morti ftppelliti nel Cimitero di S. Repara*
ta , di cui conferva*! Copia mW Archivio fegreto di
P 2                                   Pa*
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Palazzo» dove dicefi come fegtje .iVAdus Decembri> 1301.
obiip Dominus Francifcus Epifcopus Florentinus . Noti-
zia non avvertita dal Cerracchini, né da altri, che lo
fanno vivere fino al 1302. Al Cerracchini però debbo
grado di un pregevole lume riguardante i fuddetti
Rdigiofi , che è come apprefTo ,, Nell'anno 1308.
,, ( 14. ài Settembre ) trovo, che il Vefcovo ( Lottieri
,, delia Tofa ) delle licenza al Priore de i Monaci Sii-
„ veftrini abitanti nel Convento di S. Marco , di poter
,, veftire deir Abito di loro Religione alcune Donne.»
„ dette comunemente Mantellate , ovvero Pinzochere »
„ come dalla Bolla confervata nella Libreria di S. Mar-
„ co manifeftamente apparifce „ la qual Bolla efifendo
fiata dal fudde.tto Autore data alle tìampe , mi jifpar-
mio di riportarla . Riferirò bensì , che quelle Pinzo-
chere furono, le fondatrici delle Monache di S. Siìve-
firo , Monaftero famofo in Via di S. Gallo, che rima-
fé abolito nel 1435. da Papa Eugenio IV. come fi dille
nel Tomo fecondo di noftra Iftoria .
III. Ma ciò, che non mi è permeilo di tacere, fi è la de-
cadenza de* medefimi Monaci Silveitrini dalla Regola, e da
quella efemplare oflervanza per lo fpazio di un fecolo in
Firenze , sì acclamata per grande , che molti benefizi,
e onori ebbero quefli Monaci dalla Repubblica Fioren-
tina , come nel!* anno 1355. r. ìnlii DD. Priores eie-
gerunt Camerarios j/ro Camera Comuni s Fior* Ke ligiofos
Viros Fratrem ìacobum Ioannis Aurificis
, & Fratrenu
Pacem Fierii omnes de Florentia de Ordine
, & Con^ent»
$. Marci
. Rog* Ser Bartolo de1 Signorini Not. che tanto
in un libro di Deliberazioni della Signoria trovafi all'
Archivio pubblico. Ma per la fopraddetta ragióne del
raffreddamento de'Monaci nello fpirito, fcontenti i Fio-
rentini , ne fu fatta querela pubblica nel Concilio di Co-
ilanza a Papa Martino V. con una fupplica concorde*
del Popolo per la efclufiva de' Silveftrini da S. Marco,
ed infiememente per la grazia > che in detto Convento
fi. metteffero i Padri Domenicani dell' Oflfervanza di
Fjefoie. Jl Pontefice ordinò a Giovanni Abate del Ma*
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n7
naftero di S. Paolo di Ripa ad Arno a Pifa , che éfa-
minate le accufe , ne fentenziafTe per la giustizia , e là
fentenza dell' Abate data nel 1418. legalizata da Ser
Giovanni Bandini fu di piena confolazione a Firenze ,
e per confeguente dì eftremo rammarico de' Monaci ,
i quali accrebbero lo fdegno ne i Fiorentini con la.,
appellazione da detta Sentenza al Concilio Scifmati-
co di Bafilea , il quale per altro totalmente condannò
le ptetefe ragioni degli Appellanti, togliendo loro ogni
fperanza di grazia , e confermando il giudizio dell" A-
bate Giovanni, anche nel punto favorevole a*'Padri Do-
menicani . Tuttavolta 1' indugio per la efecuzione del
Decreto fu cosi lungo , che non prima del 1435. ap-
pare, che feguifle tale vicenda,fofpirata da* Fiorentini,
e dall' Ordine de' Padri Predicatori . E giacché da tutti
gli Scrittori fi tacciono i motivi di quella ricardanza >
noi, qui ne accenneremo alquanti, ed in primo luogo»
dir fi vuole, che i Pontefici venuti dopo lo Scifma di
tre Antipapi , trovato avendo così fconvolte le cofe di
Roma , e della Chiefa Univerfale , non ebber tempo di
penfare ad una queftione di un Convento tra' Frati j fé-
c.ondariamente , fé fi confiderà lo flato in que'tempi
de* Fiorentini imbrogliati in guerre, e travagliati da_,
due peffcilenze , chiaro fi vede , che non erano circo-,
fìanze opportune a provvedere alla riforma de' Monaci,
e forfè Cofimo , e Lorenzo de* Medici , i quali furono
i principali Autori delle accufe portate a Papa Marti-
no, ed erano potenti protettori de'Domenicani, anch'
effi diftratti in detto tempo da negozi di maggiore-»
importanza trovavanfi .
IV. L'epoca adunque della introduzione de'Padri
Domenicani dell' OiTervanza in S. Marco , deve stabi-
lirti nell* anno 1416. eflendo in Firenze Papa Eugenio
IV. il quale per replicate iftanze di Cofimo de' Me-
dici , trasferito avendo i Silveiìrini a S. Giorgio fulla
Cotta , dove già da qualche anno abitavano i Dome-
nicani fcefi da Fiefole , a quefti donò la Chiefa , e Con-
vento di S. Marco , ordinando il detto Pontefice, che
con
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uS
con pompa > e fefta vi fofTero introdotti, come ùgiiì con
folennità, giufta il Migliore, non confueta , né deferir-
ta dalle Goiìituzioni , né Canoni ; tre Vefcovi di Ta-
ranto , di Trevigi , e di Parentino accompagnavano i
Reìigioil j e precedevano i Mazzieri della Signoria man-
dati , acciocché con la maggior poffibiì pompa i detti
Padri facefòro quell'entrata, prendendone pofòrfo a*
nome di (uà Religione Fra Cipriano da Firenze Vi-
cario Generale della novella Congregazione della Ofier-
vanza , della quale fé io imprendo qui a narrare il
felice cominciamento , e progreffi , fpero non farà di
tedio al Leggitore , né di foverchia lunghezza > avve-
gnaché elfo Ila un punto principale della prefente Iftoria»
V. Il Beato Fra Giovanni di Domenico } per er-
rore detto de* Domenici , famofo non folo per la fua
fantità , ma eziandio per le dignità-Eccleiìartiché da lui
occupate e di Cardinale di S. Chiefa , e di Arcive-
feovo di Ragufa, è (iato il gloriofo Iftitutore della Con-
gregazione della Ofòrvanza de' Padri Domenicani di
Fiefole. Imperciocché vivendo egli Frate in Santa Ma-
ria Novella di Firenze , e penfando efficacemente a farri
compagni , i quali feconda fòro la fua accefa brama di
aprire un Convento , dove fi ofòrvaiTero i primi ri-
gori della Regola di San Domenico, comunicò il fuo
desiderio al Vefcovo di Fiefole Jacopo Alleviti Frale»»
del fuo Ordine , iì quale non follmente diedegli con-
forto , ma aiuto con la offerta di un5ampla vigna gran-
de braccia quadre 1250. nel Popolo della Badia di San
Bartolommeo di Fiefole , ed accettato il terreno, la
donazione fu fottoferitta dal Vefcovo, e da i fuoi Can-
nonici adì 9. di Novembre del 1405. leggendovifì pe-
rò queOa condizione , che quando mai mancalTero i
Frati per due mefi, ed il Convento reitafle foio, fi do-
v>eife intendere ricafeato alla Menfa Epifcopale , appro-
vandone il Contratto e Fra Tommafo da Fermo Mae-
rlro Generale , ed il fuddetto Beato Giovanni di Do-
menico CommiiTario , e nel primo di Marzo del 1405.
ab Incarnatione, ne fu buttata J& prima pietra coli'in-
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tervento di numerofo Popolo di Firenze $ chiamandoti
il Convento ài San Domenico , il quale perchè dovea
effere la fede di Santi Religioni , fui nafcere appuntò
per parte diabolica ebbe a vedere la fua diftruzionej
Avvegnaché nel 1409. creato eflendo Papa Aleffandro
V. nel Concilio di Pifa , che fu fommamente gradirò
da i Fiorentini, ed i buoni Domenicani di Fiefole cre-
dendo in si grave fcifma di non poter partire dalla
ubbidienza di Gregorio XII» eletto Pontefice fin dal 1406".
fi trovarono in grandi terrori > e mifefie , in manie-
ra che cominciando a penuriare di limofine , che prima
loro venivano in abbondanza da Firenze , di notte {&■
partirono per Fuligno ; ove Colino de* Trinci Signore
della Terra , e Federico de' Franzi Vefcovo della me*
defima > amendue fedeli a Gregorio , gli aecolfero
con giubbilo, e loro diedero Cafa , ove itertero fi-
no al 141S. Ritornò pertanto alla Menfa Epifcopale_»
di Fiefole il nuovo, e non finito Convento dell' OlTer-
vanza } che fu pofcia reftituito liberamente dal Vefco-
vo a* medefimi Frati ad iftanza di Fra Lionardo Dati
Generale de* Predicatori , e del Beato Giovanni di Do-
menico già Cardinale. Quindi ritornati da Fuligno a
Fiefole nell'anno 1418. anno felice di pace alla Chie-
fa Univerfale , appena furono rientrati nel Convento di
5.  Domenico , che Iddìo loro mandò Benefattori tali >
che preito fu compita la magnifica Chiefa, ed ingran-
dito notabilmente il Convento, come qui andremo no-
tando ,
VI. E primieramente nello fteiTo anno 1418. morì
MefTer Barnaba degli Agli, che lafciò per Teitamento
6.  mila fiorini per la fabbricale così fu finita la Chie-
fa , veggendofi l'Arme di quefta Famiglia fopra l'arco
della Tribuna all'Aitar maggiore , ornato di 4. Colon-
ne , ed altrettanti pilaftri con capitelli corinti, che_*
reggono l'Architrave. Nel corpo della Chiefa fono tre
Cappelle per banda , che fi fpingono indietro con pi-
laftri t ed archi fopra a mezza botte , intagliati di frut-
te , e di fiori molto vagamente , e i Fondatori di que-
lle
ji____
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12 0
fie fei Cappelle furono tutti o Fiorentini , o Abitane
ti in Firenze , cioè Taddeo di Agnolo Caddi, Nicco-
lò Gaddi Cavaliere di S. Iacopo , Paolo , e Melchiorre
de' Dazzi , Cornelia Martini , e Ruberto fuo Figliuolo ,
alla cui Cappella dipinfe Pietro Perugino . Né manca-
rono altri, i quali contribuirono limoline per accrefce-
re il Convento , dove la parte, che guarda il mezzodì
fu fatta murare da Iacopo di Giovanni Salvia» , ed il
Noviziato fu eretto da Fra Cipriano della nobil Fami-
glia di Brignole Genovefe , il quale oltre la fpefa di
5. mila feudi , altri io. mila ne donò per foftenta-
rnento de' Novizi . Avvi pure una Libreria , ornata, e
ripiena di Libri trasferiti di Francia da Fra Serafino
Banchi Vefcovo di Angolem , avendo il medefimo dato
per aumento, e confervazione di efla un'entrata annua,
£ perpetua . Ma per terminare quefta piacevole , e
giulta digreflìone, dirò, che la principale , ed immor-
tai lode dì quefto facro Luogo farà maifempre 1* effe-
re [iato il primo Convento della Congregazione della
0 (fervali za , e che ài qui ne ufeirono que* primi Padri
tornati a S. Marco con tanta acclamazione di Firenze 5
do\/G i Religiofi fi moltiplicarono in sì fìupendo nu-
mero, che dall'Arte de'Mercatanti fu concefla loro la
contigua Sapienza, per tesamente di Niccolò da lizza-
no , fatta fabbricare per comodo de' Giovani nello
Audio delle Scienze, ed i Frati per un fotterraneo cor-
ridore vi pafiuyano . La quantità però de' Religiofi
non fu la maggior maraviglia , imperciocché a fuo
tempo vedremo i molti Uomini , che qui fiorirono in_*
Santità j e in Dottrina , e maflìmamente qual Sole tra
le Stelle il Santo Arcivefcovo Fra Antonino , del cui
fbggiorn.9 m S. Marco fenile Fra Domenico da Corei-
la , come appreflb :
Sed licet eximio conflet fomus ifia $ tir atti
A e fimttl in cun&ìt floreat alma locìs ;
VIus tamen hanc noftrae frimas Antonius Urhis >
Exornat , Jìgnis atiget & iffe no<vis .
LE-
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t21
LEZIONE XIII.
DELLA CHIESA
DI SAN MARCO IL
Anto fu il piacere di Cofìmo de* Me*
dici in aver procurato } che veniffero
in S. Marco i Padri della Congrega*
zione della Offervanza di S. Dome*
nico , che ringraziandone egli il Pon*
tefìce Eugenio IV. promifegli di fpen*
dere feudi diecimila per rendere più
bello , e più ampio il Convento , come fece , fcriven-
do Giorgio Vafari , che fìa quefto il più bello di quan»
ti Conventi fono in Italia . E giacché il piiflìmo Co-
iìmo principiò dall* ingrandire la Chiefa , da quefta ci
faremo ancora noi, notando in primo luogo di chi fofTe
l'Aitar maggiore innanzi della venuta de* Domenicani,
e da chi rinnovata. La Chiefa confidente in una Nave >
che formava piuttofto una falaj dipinta a frefeo da Pie-
tro Cavallini Romano 5 con le Cappelle aliai fempli-
ci , appoggiate alle pareti laterali , e nella teliate
fenza sfondo , che delle grazia , alzavafì 1* Aitar mag-
giore j che era.flato fondato da Donna Fia de* Capon-
facchi : come appariva anche nel fecolo paftato dall'
Arme di quefta Famiglia , che fono tre rofe, e da una
lapida con le feguenti parole :
HANC CAPEXLÀM FECIT FIERI DOMINA FIA
VXOR OLIM BANCHI DE CAPONSACCHIS PRO
REMEDIO ANIME PATRIS SVI SER PINI
BONACCVRSI ET FILIORVM EIVS IOANNIS
MICHAELIS ET PHILIPPI ANNO MCCCXLI*
DIE.....SEPTEMBRIS.
Tom. VItf
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Le quali lettere \ moftrano 1' errore prefo da alcuni, che
hanno ferino autore della fondazione ài detta Cappella
Ser Pino Buonaccorfi, e fra quelli errò il Vafari , che
gli fi perdona j elTendo egli Pittore , e non Profetare
di materie gravi, né di notizie di sì fatta qualità . Ma
ritornando noi alla vera Fondatrice dell' Aitar gran-
de , non faprei dire con qual ragione ,■ morta che fu
Donna Fia, da' Silveurini ne fu ufurpato il dominio,
trasferendolo in Agnolo ài Ghezzo della Cafa , ma_.
preflb di lui durò poco il Padronato, avvegnaché Ma-
rgottò de" Caponfacchi nipote di Fia , intentata avendo
la lite , ne riportò favorevole fentenza contra de' Mo-
naci , e riconofeiuto qual legittimo Padrone , ne fece
pofeia rinunzia a' Padri di S. Domenico , venuti qui
ad abitare , i quali Frati la donarono libera a Gofimo
de' Medici , che «èli* atro di prenderne poiìeflb a mag-
gior cautela sborsò al detto Mariotro 500. ducati , co-
me parìa l'irliumemo rogato da Ser Giovanni da Col-
le 143S. e perchè il terreno, che veniva dietro a que-
fìo Altare era della Compagnia detta dello Spinto San-
to , da i Capitani di ella il medeftmo Cofimo compe-
roìlo per carta del (addetto Notaio , raccomandando
a Micheìozzo Michelozzi il difegno di una Tribuna.,
magnifica , che fi principiò nel 1439. refìando compita
nel 1441. E più maeftòfa farebbe comparfa , fé Santo
Antonino Priore del Convento per fegno citeriore del-
la Oifervanza, non avelie voluto, che fi alzarle a'pri-
mi pila/tri un muto, che feparaffe il Coro dalla Chie-
{a , ed 1 fuoi Fiati dal commercio de5 Secolari , aven-
do così cagionato un ingombro notabile nella Tribu-
na -, che obbligò V Architetto a innalzar di molto la.»
gradinata iopra il Paviménto , acciocché non veni'flero
le funzioni del Presbiterio impedite dal detto muro,
che chiudeva i Frati nel Coro , o piuttosto in una^
gabbia .
II. E quivi fi noti la modestia, ed onorato pen-
fiero di Co firn o , il quale, benché . avefle potuto leva-
re l'armi de* fopraddetei Padroni, tuttavolta le fece col-
ai
                                   S                          AVI tu-lo-
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ìoasre a* primi PiUftri , cofa tanto «eceflaria a ■ rieor.
darla in quelli tempi , pere [§flfefei di coloro , che ibno
foverchiamente vaghi di levarle , e distruggerle in og-
cafione di rinnovare gli Edifìzj . Avrebbe poi ài ma-
gnifico Fondatore, come abbiamo dalle Croniche del
Convento, fodisfatto allo sfogo di fua liberalità in ador-
nare quella Tribuna più fontuofamente , fé non fé gli
folfero oppofte le preghiere de* Frati , i quali aveano a
cuore j che fi mantenerle una certa umiltà'$ e fempìi-
cita di ornamenti. La Tavola , che era a quefto Altare,
dipinfe full' alfe il Beato Giovanni Angelico , la quale
inoggi vedefi traslatata nelP andito della Sagreftia , e il
Vafari nelle Vite de' Pittori , quando giugne a difeor-
rere di quefta dipintura » encomiando la diligenza , e
l'arte fuperiore a tutte l'altre, che fece il Beato Ar-
tefice , le dà titolo di bella a maraviglia , veggendofi
in erta ]a Madonna in alto con Angioli , e Santi at*
torno , e nell5 imbafamento alcune Storie de* Santi Co»
fimo 5 e Damiano Avvocati di Cafa Medici , Ed in_,
quefta guifa compita la fontuofa Tribuna , che veniva-
ad accrefeere decoro alla Chic fa , fi pensò a nuovo,
e più pregevole vantaggio > quale fi fu la Sagra , fai*
tafi da Papa Eugenio IV, nel 1442» nella fétta de&Uu.)
Epifania con grandiffima foìennità in riguardo al Pomi
tefice; e in grazia del Magnifico Cofimo per averla fenza
rifparmio di fpefa preparata., e di tifa le circoftanze rag*
guardevoli ci ferbiamo a darle qui fotto » quando ra*
gioneretno delle Pitture del Chioltro , dove AleiTandro
Tiarini Pittor Bolognefe a maraviglia le rapprefentò in
una lunetta . Due cofe però non polliamo qui tacere ,
e vale a dire il Decreto della Repubblica Fiorentina ,
che ftabilì in perpetuo il venire ogni anno alla vifua
per 1* acquiiio del Perdono Iafciatovi da Eugenio iru
quel giorno } e la Ifcrizione in lapida contenente irL.;
carattere antico la memoria di sì nobile funzione 9 di-
cendo come appreffo :
CLz                               cvm
J.
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124
CVM HOC TEMPIVM MARCO EVANGELISTA DICATVM;
MAGNIPICIS SVMPTIBVS CL.V. COSMI DE MED1CIS
TANDEM ABSOLVTVM ESSET EVGENIVS IV. ROM.
FONTIFEX MAXIMA CARDD. ARCHIEPP. EPISCOPI*./
rALlORVMQVE SACERDD. FREQVENTIA COMITATVS ID
CELEBERRIMO EPIPHANIE DIE SOLEMNI MORE SERVATO
CONSECRAVIT . TVM ETIAM QyOTANNIS OMNIBVS QVI
IADEM DIE PESTO ANNVAS STATASSE CONSECRATIONIS
CERIMONIAS CASTE PIEQVE CELEBRAVERINT VISERINTVR
* : TEMPORIS LVENDIS PECCATIS SVIS DEBITI SEPTEM
ANNOS TOTIDEMQVE QVADRAGESIMAS APOSTOLICA
REMISIT AVCTORITATE MCCCXLII.
III. Quanto poi alla fabbrica dei Convento ,' che
giuita il Va fari, coftò a Cofimo $6. mila ducati, dan-
do ogni anno a'Padri fino che fi durò a murare feu-
di $66. dir fi vuole , che quefio fu pure difegno di
Michelozzo , il quale principiò a murare dalla banda ,
che rifponde a Levante , nel qua! luogo furono fatt^u
venti Celle, melfo il retto , e al Refettorio, oltre la
volta, fatti i fornimenti di legname , e finito nella ma-
niera ì che vi fta ancor oggi ; pofcia feguitò il primo
Chioftro , riducendoìo in forma perfetto quadro fo-
ftenuto da Colonne Ioniche con fopra i Dormentori ,
che 1* Architetto Mori diede del tutto finiti prima del
2451. e di tale dilazione due fé ne accennano da*Cro*
jiirli le cagioni : la prima efàndo per iiìare a vedere 3
che fine dovefie avere una lite , che fopra il detto Con-
vento avea moffa conerà de* Frati un Maeftro Stefana
Generale de' Monaci Silvefhini., la quale terminata in
favore de* Domenicani, fi ricominciò a feguitare la mu-
raglia ; Ed il fecondo impedimento ancora più grave^
fu la neeeflìta, di rifare i fondamenti, pofeiachè fi tro-
varle debolmente fondato il vecchio Convento de' Mo*
naci j ed aliai fattili folfero le pareti , come notò Gio*
vanni Villani al lib. XìL Cap. XII. come appreflo „
:, Nel detto anno (1342,) e mefe di Febbraio per ita-
?> petuofo vento caddono le mura dsl nuovo Dorrnen^
, /j                                                  » torio
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I2S
,7 torio de* Frati di S. Marco , e imorivvi fotto due*
,, Frati ) e un Laico ; ben erano le mura per povertà
„ affai lottili, e mai fondate ,5 Bifognò adunque rifon-
darlo , e compito il primo Chioftro, non mai fianco
Cofìmo di accrefcere appartamenti ) murò il fecondo
Chioitro , dove comprendevi la Libreria, dello fplendor
della quale è ben ragionevol cofa > che qui ne faccia-*
mo laudevole menzione. ,
V. Querra è lunga braccia So. larga iS, con Volw
ta retta da due ordini di Colonne Ioniche di pietra*1
ferena , che feparano V andar del mezzo da 64. banchi
desinati per i Libri , che andava aiTembrando Collmo
da molte parti del Mondo j ed i primi , che vi trasfe*
ri , furono per la maggior parte di que'pregiatiffimi*
che lafciò Niccolò di Bartolommeo Niccoli» cui co*
mune è la lode , che fé gli dà di letterato infigne de*
fuoi tempi 3 oltre a quella , che il Poggio celebrò nell*
Orazione funebre alle Efequie di lui in S» Spirito, fa*
cendolo per fangue difcendere da' Signori di Mónte*
carofo nel Mugello. Quell'Uomo con grande industria *
diligenza j e iìudio , fino dalla fua adoiefcenza » noiL*
isfuggendo alcuna fatica , né perdonando a fpefe > avea
meflb infieme moltiffimi Codici e facci, e profani , e
così Greci, come Latini, e venuto a morte nel 1436.
lafciò Efecutori , o piuttofto Cuftodi de'fuoi libri i
primi letterati di que'tempi > che qui piacemi di an%
noverare coli' ordine fteffb, che nominolH nel fuo te«
ftamentq il ìuddeto Niccoli , e fono i feguenti; ? j,.
Domini Cofmus &■ Laurentina lohannis de Medicf> *
Leonardus Arretinus Cancell, Dominai, Fiorentine »
Giannottus de Manettis Milet) é* Mag. faulus q* Magni fi*
ci Dominici Medici                       sn
Ser TbUippu* Ser Ugolini Not, Vromfionum PalatH l
Domi ni cu
j Leonardi Boninfegna diBus del Materazd
Franchus de Sacchetti f.
Vilielminus Tanaglus Do fior ac Mila
Micolaus de Goris.
Uiccola Domini Veri Je Medititi^ ,
élo*
-ocr page 133-
Sto
Afoyfivs ? & Fraucifc/ss Zenobìì de tdfdtcinis .
Todius Cancellarìus . i
•',                    ; ?*,'.' .s ; ,1
jpr. Ambrofius Abbas Generalis Carnali,                           4.
V. Ma perchè la ricchezza di cortili confifteva in.,
Libri , più che ne', beni fortuna , e lafeiato avendo
idi moiri dthki t ci cofta dalle Ricordanze in S. Marco,;
che> fi venderTero in foddisfazioae de* creditori , e fu-
rono comperati da Cofìmo , che fi obbligò a pagarej.
©gri( debito del Niccoli ,'"ed in tal guifa egli nobilitò
di un sì raro teforo di letteratura la Libreria di San
Marco } alla quale , per vero dire > non mancarono vi-
cende ; Imperciocché nell* anno 1455* avendo princi-*
piato a fentìru* in Finenze fcoiTe di terremoti , che dal~
W''flótte di S* Michele di Settembre durarono^? fari!
pentire ogni dì fino a tutto 1* Ottobre , Je pareti V e la
Volta della Libreria furono aliai danneggiate*, fcriven*
clone il Croniita di S. Marco così; Bibliotheca fere om~
nis dijie&à efl
. E fui racconto del medefimo Scrittore ,
Boteremo la riparazione della iterTa -fatta da Fra Santi
Schiatte!] Priore del Concento nel 1457. cne 2* ampliò
altresì di '-un*: Stanza i Trovo pure in detta Cronaca le
ftgufenti Notizie ■■tfigu&r'danw le ^arie condizioni della
-tàedefìma Libreria1. Mei*¥#*$» di rariffimi Manofcrittr
fu accresciuta da un 'eccellente Filofofo Vefpafiano di
Filippo Fiorentino 3 e di molti altri nel 1499- da Gior-
gio-A ntoriiò Vef^iicc'rCanonico1 Fiorentino , e poi Fraw
ré in'querìò Convento i Prima però aveva la Repub.
blica venduta il* PadrF per ^tnilk fiorini larghi la Li*
breria' di Piero dè'Me^ici sfittai® da Firenze nel 1494.
e fu uri bello a'cquiftó per i'Padri Domenicani 3 i quali
lo\kitonofcevanodalP autorità di'Fra Girolamo , che_.
godeva egli allora pretto i Fiorentini una grande au-
torka'. Ma nel 1498. adì-'8*..di Maggio- per ordine del
Senato-lutti i Libri fuìtono .levati di S. Marco , né fu-
rono reiluuiti, fé non nel 1500. del mefe di Ottobre
con alcuni patti rogaci ■-per Notaio éèìh Signoria/co-
me apparifee nell* Archivio di S. Marco . Ma il Con-
vento trovandoli di debiti aggravatiffimo nel Ì50S. con
?» ;<,. «                                                                                                                                                                                                   Al*
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127
licenza della Repubblica , vendè al Cardinale Giovan-
ni de' Medici i libri 5 che erano di Piero s e de' fuqi
Antenati, che mandati furono a Roma , dove (Ietterò
durante il Pontificato di Leon X. e di Adriano , ere*
dendofi dal Canonico Bifcioni 5 che di Roma ritorna»f-
fero a Firenze nel 1523. anno 1. del Pontificato di
Clemente VII. e queiV anno fu 1* epoca della Librerìa
Lauienziana . Ma ritornandoli a San Marco , T ultima
vicenda di detta Libreria } e non da tutti creduta van<*
taggioia , fu la mutazione de* mede fi mi , i, quali fé pri-*
ma ftavano ripartiti ne' 64. Banchi, dal Padre Maeftro.
Domenico Galli Fiorentino fono itati ripoili in Arma-*
dj accollati alle pareti laterali con bella difpofizione,.
che diletta 1* occhio. Chi ha parlato di quefta Libre-
ria , le ha dato gran lode , come Vefpafiano , Pico
della Mirandoia ; il Sanfovìno , e Fra Domenico dsu
Goccila co'feguenti verri > ?
Hic maria fofmt freftantes érte libellos
                      %
Qjtos preclara nimis Bihliotheca tenet }
tlam fimul, & lati e gre tic, fa Volumi ria lingue
Contine? ) & Grati Codias omns genus .
VI. E venendo oramai alle moltiilìme Pitture fat-
te ne i tempi polteriori da eccellenti Pittori in ador-
namento de' Chioftri , de* Dormentori 5 e di tutto il
Convento , io fono di credere 3 che fé Codino , e Lo-
renzo de* Medici 5 fé Michelozzo Michelozzi bravo Ar-
chitettore ritornalTero oggi in vita , non lo riconofee-
rebbe.ro , anzi che ; fi crederebbero > che folTe non il
loro , ma uri nuovo Edilizio. E.però principiando dal
primo Chioltro , ci fermeremo fulla Porca del Conven*
to , dove alla parete a man finiftra fi vede ih marmo
un lavoro dello fcarpello di Antonio Rinieri , «d è un
bullo di Antoniò^di Ruberto degli UbaIdini, morto nel
17*$. avvi Ifcrizione » ed in aito bandiere % e trofei 1
indicanti le illùftri. azioni militari di :lui. Alle lunette
del Chioiho j che fono ventotto j effigiatei fi ràvvifano
le cofe più ammirabili della Vita di 5. Antonino Ar*
civefeovo di Hireaze > xon queli\ordine > che -qui, leu
t i» ì                                                                                                  de-*
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12 §
deferivamo % Lungo adunque il muro della Chiefa-»
alla pi ima lunetta , Fabbri zio Bofchi colorì il San-
to , che fcaccia dalla Chiefa Metropolitana di Santa
Maria del Fiore gente troppo curiofa concorfa a vedervi
lina Spofa » Alla feconda fi fcorge il Santo , che libera
due giovani dal pericolo di annegarli , che è Pittura
di Bernardino Poccetti, del quale fono le due feguen-
ti i cioè il Santo derifo da i Miniilri ài una Ferriera,
€ perciò ceffa il ferro dal fonderà*, e gli Otto di Balia
già fcomunica ti dall'Arcivefcovo , al quale genufleffi chie-
dono 1* affoluzione. Viene di Sigifmondo Coccapani la
quinta , dove fono effigiati que* due Ciechi della Non-
ziau riprefi , e gaftigati dal Santo , ed uno di effi con
faccia accefa , e con feco un Cane è il ritratto di quel
faceto Paolin Cieco affai noto a i Fiorentini . Ritorna
un'altra ài Fabbrizio Bofchi , nella quale ha egli efpref-
fo vivamente lo zelo del Santo centra de* giuocatori di
carte , Sulla Porta contigua } che mette in Chiefa , il
B, Giovanni Angelico vi dipinfe un S. Pier Martire,
e le figure, che Vadornano , fono ài Gio: Batifìa Van-
ni • Al muro poi, che guarda a mezzodì , nel canto
fi adora un Croci fi fio con San Domenico genufiello,
opera pure del Beato fuddetto con figure intorno al
di voto Tabernacolo dipinte da Cecco Bravo, ed eiTen-
dovi appiè del medefimo Crocifilfo due Ifcrizioni allu-
denti alla Famiglia Fabbroni , acciocché meglio fi pof-
fano quefte intendere , convien fapere come Fra Giro-
lamo Soderini Priore di San Marco , col contenfo del
fuo Capitolo nel 1628. donò queffa Immagine a Luca,
e Lionardo Fabbroni Vifconti ài Domart in Francia fi-
gli di Lionardo lurifconfuko Fiorentino , e di Ifabella
degli Afini , i quali Fratelli accettata la donazione , a
proprie fpeie adornarono di marmi, e dì pitture il det-
to Tabernacolo ? veggendovifi a i lati noitra Signora ,
e S. Giovanni Apofcolo coloriti da Cecco Bravo ,* inol-
tre vi fecero una nuova Sepoltura , dove trasferirono
di Chiefa le o(Fa de' loro antenati , collocatovi altresì
un lastrone con arme , ed Iscrizione a caraueri di bron-
zo j
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V*9
20. Ma'ridottoli in Cattivo IQsàà il Sepolcro* eoft licenza
del Capitolo per decreto del 1731. adì 12. di Gennaio fa
reftaurato da i Signori l^abbróniefiitenti in Firenze, e in
Marradi , come agnati diLuea, e di Lionardo fopraddetti w
VII. Or feguitàndo le noflre offervazioni fopra>
le lunette , nella contigua al Crocififfo.viene Sante*
Antonino mandato Arobafciatore a tre Ponrejki dal-
la Repubblica Fiorentina ; in quella,,che fegue, avvi la
grazia della fecondità ottenuta dal Santo alla moglie di
Dante da Caftiglione , amendue fatte da Bernardino
Poccetti : fopia F arco del Corridore Pier Dandini ha
dipinta la follecitudine, e carità del Santo nei fornmi*
niflrare i Sagramenti agli appellati ; e paffato il Capi-
tolo colorita da Pier Dandini è k miracolofa Sto-
ria di quel Contadino , che per un regalo fatto noiu
ebbe dal Santo altra mercede , che Iddio <vel meriti» Se-
gue il tranfito di S. Antonino , opera di Matteo Rof-
felli , e in quefto canto, che mette fulla Porta del Re-
fettorio , avvi una Pietà parimente del B. Angelico con
ornamenti del Vanni . Dalla banda di Ponente le tre
prime lunette fono del Poccetti, che rapprefenta.no il
Santo giovanetto orante al Crocififlb di Or S. Miche-
le , l5 ingreffo fuo in Religione, e un Fanciullo di Ca>
fa da Filicaia morto , e dal Santo refufeitato ; A-
leflandro Tiarini fono le altre , che feguono , cioè il
Santo in vifita , Ja fabbrica ad Convento di S. Mar-
co , e la Sagra della Chiefa , dove con belliiTima difpo-
fizìone > ed attitudini vi fono dipinti Eugenio IV. iiu.
trono , il Cardinale di S. Marcello , che ugne le pa-
reti j parecchi Cardinali, Niccolò da Sorento Arcivefco-
vo di Capua con molti Vefcovi, e la Signoria . Apprettò
incontrai] una Porta con una apparizione di Grillo a
S. Domenico del predetto Beato Angelico > circondata
di figure dal Vanni * NelU loggia a tramontana fonò
da oifervarfi altre dipinture del Poccetti , di cui fono
tutte , eccetto la quinta : Ha egli nella prima mira-
bilmente rapprdentato 1* ingreffo folenne , che fece iru
Firenze il Santo Prelato ; né li trafeuri di notare V
., Tom. VII
                       R                                Abi*
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*3°
Abito ufàto da' Bifdomini in fomigHantè folennità; Nel-
M feconda il Santo predica elevato in aria, ed in quel-
la, che è a;llato, libera il Canonico Fiorentino Buonin-
&gnà Machiavelli dall' affogarfi > e appretto co'proprj
Borrii feruti nel lembo delle vefti fi veggono i 12. Buo-
fiuoroini eletti per la fondazione delia Pia Cafa di San
MartinOVDa Gio. Badila Vanni finalmente è fiata co-
lorita t'uìfima lunetta , che rapprefenra il miracolo del-
la* chiave'trovata i>el ventre di un péfee • E giacché
da quello Chiofiro fi entra e nel Capitolo , e! nel Re-
fettorio , in quello è da confiderarfi con iiiupore la
tavola del Sogliani 5 che ha figurato S. Domenico a
menfa co' fuoi Frati ferviti dagli Angioli con un Con-
verfo in piedi , che fu quel déffo , che fece la fpefa
per sì pregevole quadro. In Capitolo due cofe iluperi*
de ci occorrono da rammentarli , e fono nella celiata
una dipintura del foprallodato B. Angelico , quivi figu-
rato avendo un Calvario col Signore Crocinolo fra i
due Ladroni , Maria Vergine appiè delia Croce con S.
Maria Maddalena , e più figure di Santi . Sotto a que-
lla grande dipintura fece in un lungo fregio diciallette
bulli , con cui volle rapprefentare i Santi di fua Reli-
gione, tra* quali vederi S. Antonino, che non potè
elfer dipinto dal B. Angelico , avvegnaché quelli mo-
rifle 4. anni prima S. Antonino , allora Santo sì ,
ma non fugli Altari , avendo egli governato la Chiefa
Fiorentina fino al 1459. ed il Pittore era morto del
145; 5- Diremo adunque col Baldinucci, che i Padri de-
fiderofi di avete fra quei Beati anche la effigie del S.
Arcivefcovo , fecero ricoprire quell' ovato, ove era di-
pinto , e fcritto- altro Santo , e fopra di quello a tem-
pera fu ritratto ne'tempi posteriori , e dopo la Cano-
nizzazione di Sant* Antonino ; e quello è veriflìmo ,
Veggendofi la divertita de i due coloriti , ed alcuno
delle lettere antiche , che ancora comparifeono, benché
il carattere nuovo fatto fofle ad imitazione del vecchio:
evvi aìttcsi una tela di otto braccia, che flava ali* Organo
nella Chiefa} dove Pier Dandini ha xapprefentato un San
.m *.,..'■*                                           ,1.                                ... Mar*
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Marco fn; gloria • Vi farebbero Jn detto,sGhiota alo**
ne memorie in lapide» .che, d are ma fui u fine della L^t
Zione *r • „.,„ ita u? s.'/rv »j«p •» 'J olili :./.'. ti ài ni BVi^ff
VII!» Viene ora 'ib fecondo Chiotto affai piò ampio
del ■primo j dove {ommartamentc toccheremo la Storia
di S. Domenico , la .quale fapprdentata, da eccellenti
moderni Pittori in 36. ; lunette, qua fi; gareggia ep' fo«
prallodati,, E quefte; Pitture fpnc* del Santo la nafcita*
la vendita dei libri per far ImoCina a! poyeri? ibmedeji?
moj che fi offre ad una Madre:di andare (chiavo in luogo
di fuo Figliuolo, fi fa Canonico Regolare , viaggia in
compagnia del Vefcovo Diego , amendue ingannati nel
cammino dagli Eretici * l\ Beato Eeginaldo infermo
vifitato da Maria ; Jnnocenzio IJI> che. vede;: il Santo*
foftenere il cadente Laterano , e; Maria;>> che a^Criiìo
adirato preferita Domenico fuo Servo ., opere tutte Idi
Cofimo Ulivejli ; di cui pure fono altre nove pitture del
fecondo braccio dell? logge-} cioè la yifione a S. Do*
menico de* Santi Pietro , e Paolo, i libri gettati fui
fuoco alla prefenza degli Eretici ; la battaglia coi me*
defimi ; il Demonio in figura di gatto , un Barcaio-
lo , che trova fuìla ripa denari venuti dal Cielo v i 40^
Pellegrini annegati, e rifufcitati dal Santo y cosi 1* Ar*
elmetto di San Siilo riforto , un Bambino pure morto*»
che apre gli occhi, ed una Donna piagata, che il San*,
toi Patriarca guarifcesf Dopo sì commendate Pitture^
dell* (JjivelJi, yengono quelle di Aleflandro Gherardinl^
che fono nove lunette; otto fé ne veggono da lui dipin4
te a olio , cioè Napoleone rifufcirato > un Bambi«r „
no precipitato da una Gafa falvato dal Santo , la Re*,
gina di Francia Bianca, cui Domenico promette un*
figlio » la converfione di un Ufuraio, il Demonio in-,
forma di fcimmiotto , che tiene una candela.accefa, ab»
tra converfione di Donna Fiorentina chiamata Benedetta
ta $ un* OlteiTa privata della favella in gaftigo delle in-r
giurie vomitate contra del Santo » jl medefirno alja JVtefTa
in eftafi , e Y acqua che egli reftituifce ad un Convento
<U Franccfcani > dove fecchi erano i Poj&j * E chi br$?
R> %                                     mafle
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Hi
imffe rifcohfràré i ritratti diWlciàni Cittadini) dal Ghè^
xardini nelle accennate lunette dipinti ,' troverà alla.*
terza in un Romito 1* effigie viva di un Artefice FÓ*
ciiifta cnlaniato per fojsrannome il Patriarca degli Abiffi,
€ nella quarta al vivo fi' vede éfpreilb 1* Immagine del
Mtifico PaiHchi detto il Cìoccia • Ddk nove poi lu-
nétte v che ci reftano a ragionare , notili, che la vìfio-
ne di Maria , che tiene (otto il filò manto i Figli, e
Figlie di 'Si Domenico , il Santo, cjse rinunzia tr? Ve-
feovadi , che vifita ifuoi Frati addormentati, ed il De-
monio j che gli fcaglia un fafib , fono di BalHano Ga-
leotti , la quinta è di Niccolò Lapi , che ha figurata la
tefta dì utìa Fanciulla decapitata \ e gettata in un Poz-
zo j ma che venuta a galla } fi confefla dal Santo. Ri-
torna altra Pittura del Galeotti , che è la predizione.»
del Santo fatta ad un* Eretico ,?che farebbelì converti-
to, e fatto Santole 'per fine nelle "tre -ùltime lunette
Antonio Leoni ha dipinto Maria , che conforta él San-
to , la morte del medefimo , e ia fùa gloria in Cielo.
Sotto un arco di quello: Ghioilrp > è da bifervarfi una*
Campana fetta , che ferve inoggi a chiamare i Frati a
Refettorio , in eita veggendofi Tarme Pontificia deJ Me-
dici , cioè ài Clemente VII. e vi fi leggono quelle pa-
role .* BARTOLOMEO D£ PiSTORIO ME fECÌT AN. DOM.
MDXXXir. - t ;, i 4         _. au X,            ;;.
w IX. E quattro ufeite e (Tendo in quefto Ghioitro, fé*
guiaimone la traccia fpinti dalla vaghézza di trovar nuo-
ve maraviglie della Pittura . Da una adunque fi entra
uel Giardino , dove il Poecetti ha dipinto a frefeo faere
Morie in una Cappella , ficcarne in altra pure nell'Or*
lo Luca della Robbia di terracotta fece una .Pietà bei*
liffima con Angioli di figure intere, e colonne di get*
fò^ ? molto da chi:intende iodate. Per la feconda Por-,
ta fi pafia snella Spezìeria famofa , dove non folo per la
f^nifitezza -de i rimedi, quanto per il pregio delie quin«
tèfiehzd ^concorrono da ogni patte Foreftieri a provve*
detffiy né mancano quivi Tavole di mano di Valentuomo
ui? che m adornilo le Stanste . Altro i^gtelTo mette nella
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135
Fòférteria s che corrifponde fotto la Librerìa , e di qui
poco difiante in un antico Refettorio avvi un Cena-
colo del Griliandaio . Per 1' ultima Porta fi fale al
Noviziato , donde ufcirono , ed efcono foggetti sì cele-
brati e per fantità , e per fapere . Siami però qui le*
cito di ricordare un pregio di quefto luogo non or-
dinario , e fono le molte Pitture di Fra Bartolom-
meo della Porta 5 detto il Frate , e che erano in alcu-
ni luoghi alia Campagna, e facili andar male ; queite
adunque fono ftate commendabilmente trasferite qui da*
Padri con tutta diligenza , e del medefirno Artefice nel-
la Cappella del Noviziato fi conferva, la tanto ammira»
bile opera, quale è una Prefentazione di Crifto al
Tempio. E dal Noviziato fi doverebbe paflare a'Dor-
mentori , e alle Celle de* Padri , aventi diverfe dipintu-
re del Beato Angelico , ma riferbiamone il ragionamen-
to , quando in altre Lezioni fi parlerà de' Santi , o
Venerabili Religiofi di quefto Convento ,' E così fcen-
dendo di nuovo nel primo Chioftro » oflervinfi Papi ,
e Cardinali , e Vefcovi , e Santi dell* Ordine } che.*
fono dipinti al naturale ne i peducci degli Archi .
Alle pareti in lapide di marmo a membria di illuftri
Cittadini , fi trovano alquante lapide , come di Va-
lentino Farinola 5 ài Cammillo de* Perini, e di Giufep-
pe Averani , e la Ifcrizìone di quello ultimo \ che fu
comporta dal Marehefe Abate Antonio Niccolini , mi
piace di qui riportare come fegue J
I O S E P H O IVER A N I Q
CIVI FLOR. BENEDICTI ET NlCuLAl FRATRI
IN WSANA ACCADEMIA LUI. ANNOS LEGVM INTERPRETI
IVRIS CONSVLTORVM SVI TEMPORIS MAXIMO
PHILOSOPHIA GEOMETRIA ASTRONOMIA
GRAECIS LATINIS LITTERIS POESl ELOQUENTI A
ROMANAE HISTORlAE COGNITIONE CLARlSS.
EEUGIONE MORIBVS SPECTATISSIMO PRAECEPTORI OPTIMO
QVI VIXIT AN. LXXV. MENS. V. D» IV.
0J3HT IX. K.AL. SEPT. ANNO A CHRI3T0 NATO MDCCXXXVlU.
ANTONIVS NICOLINIVS
* Ì2&- MARCHI0NIBV3 PONTIS SACCI ET CASTR CAMVLIANI
ti. M. D. S. P, F. C.
X. E
■■ - ---
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^34
, X. E mentre ferivo queflc Notizie, morto emen-
do il celebre Sig, Propofto Dottore Anton Francefe©
Gon con univerfal difpiaeere de i Letterati, ed in San
Marco fepolto con lapida al muro del Chioftro come,,
nente una ifemione, che egli morendo fece a fé fletto 3
e qui appretto io riporto:
ANTONIO FRANCISCO GpRIO
BASILICAE BAPTISTERIl'ELORENITiNI PRAEPOSITQ
IN PATRIA VNIVERSITATE THEOLOGO
AC HISTORrARVM PROFESSORI
QVOD AB INEVNTE AETATE SACRIS AC PROPHAMs LICTERIS
GRAECE ET LATINAE INSTRVCTVS
OMNIGENAM ANTIQVITATEM PRAESERHM VERO ETRVSCAM
NON MODO IGNOTAM SED ET DESPERATAM
SCRIPTIS SVIS ILLVSTRAVERIT
AC IMMENSO PENE SVMPTV PRAETER PRIVATA^ CONDITIONEM
TOTO ORBE DIFFVDERIT
iNSTRVCTAOyE INGENTI BIBLIOTHECA AC MVSEO
PERENNITATI PROPAGATIONIQJE SCIENTE PROSPEXERIT
VIRO INGENVO IVSTO PROBO
PRINCIPIBVS AC SVMMIS VIRIS QVOTQyOT SVA AETATE
FLORVERVNT APPRIME CARO
OMNIBVS GRATO AC BENEFICO
JOSEPH CIVIS FLORENTI^VS FRATRI DESIDERASSIMO
, EX TESTAM. P,
DEPOSITVS IN PACE XII. KAL. FEBR. A. ' cip. lo. CC. IVI!
VJXIT ANNIS IXVII. MENS. I, pIEB. XIII,
LE.
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»35
XIV.
LEZIONE
DELLA
CHIESA
DI SAN MARCO III-
[Bfcritte eflendofi le ftupende dipinture»
delle quali va adorno il Convento di
San Marco , conviene ora ritornare.»
alla Chiefa parimente renduta coru
non piccole innovazioni più ampia f
e più maeftofa. Ma prima che vi en-
triamo , dar mi piace ragione di una
grotta Colonna , quafi da due fecoli
retta , e giacente Culla Piazza . Imperciocché il Gran-
duca Cofìmo I. avendo già innalzate due fomiglianti
Colonne in altre due Piazze di Firenze , e volendo ac-
crefcere ornamento , e vaghezza alla Via larga, fuli*u
Piazza di S. Marco pensò di alzarvi la terza . Quefta
periamo fece condurre a Firenze da Seravezza , grotta
efifendo di diametro braccia 7. e mezzo , e alta 21. e
mezzo , tutta di marmo miitio ? entrò in Città il dì 27,
di Settembre del 1572. rirata da 20. paia di Manzi ,
e 14. coppie di Turchi fchiavi , e fu laiciata fulla-.
Piazza di S. Paolino fino a i 9. di Ottobre , nel qual
dì fi condutte a S. Marco , dove per ordine del Gran*
duca fu fot-errata per allora in una folla, ma difgra-
zittamente fpezzatafi pel mezzo, fi refe inutile, ed iì da-
do murato per foftenerla , non fi levò , fé non fé adì 19.
di Giugno del 1661. in occafione delle Nozze del Gran
Principe Cofimo , dovendo fu detta Piazza paifare la^
folenne Cavalcata in onore delia ileale Spcfa Luifa ài
Orleans. Nel 1594. alcuni Cittadini vollero renrare di
rialzare sì gran mole , e però con licenza dei Gran-
duca
^ . - ■________________________________________________________________________________________
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«3*
duca difotterrarono la Colonna con Taudevols concetto;
dì riunire ì due pezzi , e fopra nuova bafe rimurara
nella medefima Piazza, alzarla per collocarvi una Statua
di S. Antonino, né io mi fono avvenuto a trovar là
cagione , per la quale il difegno reftp abbandonato : il
dado fu nuovamente disfatto nei 1739. e la Colonna
dopo avere quivi giacente , fatto di fu a difgrazia lagri-
mevoie fpettacclo , nel 1757. è. fiata nuovamente fé-
polta ,
IL Entrando ora in Chiefa lunga braccia 5^. <l*
larga 30. in primo luogo ravviferemo il dìfegno di Gioì
Bologna, il quale nel 1580. avendo levata via molte.»
figure antiche dipinte a frefeo alle pareti da Pietro Ca-
vallini , le quali facevano piuttofto confusone , che le
dettero decoro, la riduife a quel bell'ordine di 6. Cap-
pelle per Iato , avendo ciafeuna due Colonne di. pietra
ferena compofite con architravi, fregi, cornici, e fron-
tefpizj parte angolari dìvifi , e parte a porzion di cir-
colo con le armi de* Padroni {colpite ne' fregi . E nel
1^30. altra magnifica innovazione doveva vedexfi , fé i
Padri accettavano la generofa offerta dei Senatore Maz-
zeo Mazzei , il cui pen/ìero era d* impiegare il dena-
ro , che pofeia egli fpefe nella Cappella di S. Miche*
le agli Antinori , in rinnovare la Tribuna , col difegno
a fua iftanza fatto da Alfonfo Parigi : Ma due rifpetti
trattennero i ReligioH dall' acconfentire a* liberali invi-
ti del Senatore predetto , cioè la riverenza de i mede-
fei alla memoria de' Medici, che ne erano (tati Ì Fon-
datori ; e la gelofia di non perdere il Coro antico s
a efli carifiìtno . Quefti motivi però ceffati eflendo nel
1678. sì per la permiffione , e gradimento del Gran-
duca , si per la mormorazione de* Profeflbu dell* Arte ,
che malvolentieri {offrivano quelP ingombro del Coro
vecchio , da'medefimi Padri fi principiò la nuova Tri-
buna colla direzione di Pier Francefco Silvani Archi*
tetto , che levò il muro dd tramezzo , e in eminenza
tirando innanzi 1' Aitar Maggiore , comodamente adat*
lo pel Coro lo fpazio , che molto reitava dietro , ed
in-
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ingrandì l'arco della Tribuna retto da due grandi co-
lonne con r Arme de' Medici , voltando fopra 1* arco
la Cupola , e nello fletto tempo, che fi terminò tale
edifiziO) videfi pure finita la foffitta ricca d* intagli do*
rati , con nel mezzo un vaghiffimo quadro , nel quale
Giovanni Antonio Pucci vi effigiò di ottimo colorito
Maria in gloria con Angioli , e Santi , Né qui finirò-
no le foìlecitudini de' Padri di San Marco pe'l maggio*
le fplendore di loro Chiefa , pofciachè nell'anno 1712»
con Toccafione delle fefte per la Canonizzazione di S,
Pio V- oltre 1* aver veitito tutte le pareti di dommafco
cremifi trinato d* oro , fecero dipignere le muraglie la-
terali della nuova Tribuna da Monsù Parocel Franzefe,
che colorì a olio a manritta l'Adorazione de* Magi ,
e addirimpetto le Nozze di Cana • L* ultimo però com-
pimento fi diede nel 1717, con aver fatto dipignere la
Cupola da Aleflandro Gherardini , e piaceflfe a Dio >
che quanto fu felice 1" Artefice nel difegno , altrettanto
lo foffe flato nel colorito ; lode però fi meritò nelle-*
Pitture de i peducci j e nella gran tenda , nella quale
egregiamente rapprefentò Maria } i Santi Cofimo > e-n
Damiano , e Santa Cecilia } la qual tela ferve a coprir
1* Organo collocato nella facciata della Tribuna > tutto
ineffo a oro con due Statue diacenti di legno fatte da
Aie fiandre Patriarchi } ài cui pure fono due altre Sta-
tue a3 lati di quefF Organo , e la gran Macchina della
Madonna del Rofario .
III. Ma feguendo V incominciato ragionamento del-
le Cappelle , diremo, che a manritta vicino alla Sagre-
ftia trovafi la Cappella de' Martini detti dell' Ala , con
tavola di Matteo RoiTelli 5 nella quale rapprefentò Ma-
ria , e due Sante , che dal Cielo portano un' Imma-
gine di S. Domenico , ma come a* Signori Martini paf-
fafie il padronato di quefta Cappella } quando prima.-
r aveano dall'altra banda } leggati ciò) che ne fcrifle
il Pro pollo Anton Francefco Gori nella dotta > e bella
Relazione della Cappella de' Duchi Salviati alla pag. 17,
dove dice ,, La mentovata Cappella di San Domenico
Tarn. VIL.                        3                              » era
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13*
,3 era de* Signóri Martini , a* quali ih ricompénfa d*
,, aver effi accomodato una buona parte del firo , fi efi-
,i birono i Signori Salviati di edificar loro a proprie-»
,, fpefe altra nuova Cappella, ficcome fecero dall' altta
3, banda verfo Levante , dirimpetto appunto a quefta_*
ài S. Antonino , aggiuntovi per accompagnare all'
i) Arco , che è ali* ingrefìb dei veilibolo delia loro , un
„ altro Arco fimile , pollavi fopra la Statua di S. Za-
,s nobi Vefcovo , e Protettore della Città di Firenze ,
5, ed inalzato grandiofo Altare con architettura dell'
» infìgne Gio: Bologna) e con la Tavola dipinta da_*
jj Simone Ferri (che non ci è più) la cui partita ho ve-
jj duta accefa nei libro delle fpefe della Cappella di S*
,, Antonino prefib i Signori Salviati , lo che ho volu-
j, to accennare, clTendo per errore giudicata di Matteo
,» Roflelli J3 Ma circa quefia Tavola , notar mi giova ;
che la trovo dal Baidinucci pure creduta del Rotleili ,
e può eilere , che levata via da* Padri quella di Simo-
ne , vi metteflero quella del RolTelli. E più nell' antico
quefia Cappella era degli Alfani , come fi legge tra le
Ricordanze del Sig, Giovanni di Poggio Baldovinetti .
Viene in fecondo luogo la Cappella de' Ricci, dove fi
conferva una Madonna di Molaico , traslatata di Roma
T anno 1609, come dice una Ifcrizione appiè dell* Im-
magine , con le feguenti parole :
VETVSTA HAEC DEI GENITR1C1S IMAGO IN VATICANA
BASILICA SVPRA PORTAM S&NCTAM ORATORIO OLIM
A ÌOHANNE VII.P. M.SALVTIS ANNO DCCII-I. CONSTRVCTO
DIV SERVATA, ATQVE AD HVNC DIEM RELIGIOSISSIME
CVLTA . CVM IAM TEMPLVM liLVD IN AVGVSTIOREM
FORMAM BEDIGENDVM DETVRBARETVR E RVDERIBVS
1RVTA EST, ET NE QVA AVT SALTEM MINIMA IN EAM
DEVOTIONIS IACTVRA FIERET IN HANC ARAM ROMA
TRANSLATA MDCIX.
IV- Ma come ofiervò il Migliore , in quefia Jfcri-
zione fa d' uopo, che fi corregga, o il nome del Pon.
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J\/[acùo ruta, eli. M.opzico in S. JS/lafeo di FLr&tvze
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119
teflce , o T anno 703. conciofiachè in detto anno re*
gnava Giovanni VI. e non Giovanni VII. come qui leg-
gefi, Segue la Cappella de5 Cambi con una Pittura del
Frate , che vi figurò Maria con Santi } che non fono
ótìk più belle figure , che facefife sì grande Artefice»
Alia Cappella del Turco , di Santi di Tito è il Bem
fcrfyfiflì de me Tboma , U
ultima poi da quefta banda,
è i* unica che qui veggafi dipinta (uì muro per rifpetto
alla miracolofa Immagine rapprefentante il Miftero del-
la Nunziata , opera di Pietro Cavallini , ma ornata di
figure a olio da Fabbrizio Bofchi , ed il Padronato è
deJ Becchi. A mano finiftra entrando in Chiefa , abbia-
mo una Trasfigurazione di Crifto fatta da Gio: BatiiU
Pagi alla Famiglia de* Brandolini , che ne fono i Pa-
droni ; la feconda , che è de* Turriti , il San Vincenzio
Ferrerio , che rifana un* inferma , è pittura del Palli-
gnano. Appreflò full* Altare di Monfignor Milanefì avvi
la copia dell'ammirabile quadro fatto dal Frate, e tra-
sferito nel Palazzo del Granduca , in elfo veggendoiì al-
cuni Angioli in aria , che volando tengono aperto un
Padiglione con buon difegno , e di fotto noftra Don-
na con moke figure intorno , e Crifto fanciullo , che
fpofa S. Caterina , e innanzi per figure principali vi fo-
no San Giorgio armato con uno Stendardo in mano ,
S. Bartolommeo dritto , e due Fanciulli , che fuonano
uno il liuto , e 1* altro la lira con belliflìme attitudi-
ni i e colorito fiero : la Cappella vicina a quefta , era
della Compagnia de' Teifitori di feta , la quale pallata
a Santa Mafia nuova , feco portò la Tavola di Coiirno
IlofFdii ; di prefente avvene una dd Cavaliere Lodovi-
co Cigoli , che vi ha effigiato la Efaltazione della San-
ta Croce . E qui fiamo giunti alla celebre Cappella.»
fatta da i Duchi Saìviati a S, Antonino , ma di lai fo-
vrano Edifizio ne parleremo in altra Lezione , e però
palleremo ora nella Cappella de'Serragli detta del San-
tiifimo Sacramento , la cui Porta è difegno del Cigoli,
ed ha in fronte l'Arme de i Serragli padroni della Cap-
pella , che vedefi tutta coperta di marmi preziofi tan»
S 2                                               to
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*4o
to le pareti , quanto il pavimento, con 6. gran quadri
de' primi Maeftri del Secolo pattato , efprimenti V altif-
fìmo Miftero della Santiffima Eucariitia • Nel primo, che
ferve per tavola dell' Altare , fi vede Criiio in atto di
comunicare gli Apoftoli, diacenti fecondo il coftume di
que' rem pi , fu certe materafie , opera di Santi di Tito
finita da Tiberio fuo figlio. La Storia delia Manna è
del Paffignano , e d* Iacopo da Empoli il Sacrifizio dì
Abramo j II faziar delle Turbe nel deferto , e lo fpez-
zar del Pane a i due Difcepoli fono dai Cavaìier Cur-
radi , e S. Paolo, che refufcita un Fanciullo , è del Bi-
libere : queite tavole fono tramezzate da dodici nicchie »
in otto delle quali Bernardino Poccetti vi ha dipinto
a frefeo alcuni Santi, e del mede/imo fono i rabefehi,
e figure della Volta fatte con fomma grazia , e fpinto;
Negli altri quattro Tabernacoli fonovi gli Evangeliitt
di marmo, e di tutto rilievo: que' due, che metrono in
mezzo T Altare, fono di Domenico Fietatzi , e gli altri
due di Lodovico Salvetti . Quefta fplendida Cappella fu
principiata nei 1600» o in quel torno da i Francefchi ,
ai quali cederono il luogo i Martini dell'Ala , giuiia
1* autorità d^ì RoiTelìi nel fuo Sepoltuario : e France-
feo de" Francefchi ricco Mercatante venuto a morte,
lafciò erede Giuliano Serrigli compagno dtì Negozio,
e Giuliano di detto Giuliano terminò quella ricca Cap-
pella avente un fotterraneo , dova a* noliri tempi fu
feppellita una fama Donna di Cafato Mandorli Martel-
lucci, moglie dei Medico Manellucci, e Zia de* viventi
tal cognome ,
VI. Né recandomi da notare altro fpetrante alle
tre belle Arti , eccetto che alcune Tavole collocate l'o-
pra il cornicione delia Chiefa , tra le quali avvi il San
Giacinto del Ligozzi , patteremo ad alquante lapide af.
flfle lungo le pareti , e fono a mano manca la prima
in memoria di Violante Almeni moglie dì Oifrecro Pa-
trizio Cremonefe, e madre di Offtedo Offredi fitto
Nunzio Pontificio alla Corte de1 Granduchi,- la feconda
Ifaizione è dì Gio; Mari* Paolozzi da Gubbio celebre
Iu-
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I.4X
Iurifconfulto ,che mori nel 156$. Viene la terza di Pi-
co della Mirandola col feguente Epitaffio ;
IOANNES IACET HIC MIRANDVLA CETERA NORVNT
ET TAGVS ET GANGES FOR3AN ET ANTIPODES .
OBIIT AN, SAL, MUCCCLXXXXIV. VIXIT AN, XXXIII.
HIERONYMV5 BENI VENI VS NE DISIVNCTVS POST MORTEM
LOCVS OSSA TENERET QVORVM IN VITA ANIMOS CONIVNXIT
AMOR . KAC HVMO SVPPOSITA PONENDVM CVR» OBIIT
AN. MDILII. VIXIT AN. LXXXIX,
VI. Appiè del Mirandolano vi è forterrato Agno-
lo Poliziano > che dreto ad un di quei Confcifìonarj ha
quella Ifcrìzione j che di correzione abbifogna , come
fi notò nella Storia di S. Paolino .
POLITI ANVS IN HOC TVMVIO IACET ANGELVS VNVM
QVi CAPVT ET LINGVAS RES NOVA TRES HABVIT.
Obiit AN. mcccclxxxxix. ( deve dire lxxxxiv.)
SEPT. XXIV. AETAT. XL1V-
i
dalla parte di Levante due altri marmi (1 veggono pa-
rimente affiiTi tra le Cappelle 5 e quello, che è allato
alla Cappella di S. Domenico , fa memoria di Filippo
Lorini Fiorentino , morto nel 1520. Era Irato fatto Ca-
valiere di S. Michele da Lodovico XII. Re di Francia»
e per il medefìmo Re fu Governatore della Norman-
dia . Segue fotto il Pulpito lapida del Cavalier di Mal-
ta Fra Benedette Sacchetti infìgne nel valore dirnoftra-
to nella battaglia contra de'Turchi , e morto nel 1532.
Altra poi ragguardevole memoria è il marmo , che ci
fa menzione del Senator Antonio Guidotti, come fegue :
ANTONIO OVIDOTTO OB PACEM INTER ANGLÓrVMÉT FRANCO-
RVM REGES CONFECTAM AB EDVARDO VI. EQVESTREM GRADVM
AB VTRISQVE INSIGNIà MVNERA CONSECVTO IN PATRIA AB
OPTIMO DVCE COSMO IN XXXXVIIL VIRORVM NVMERO COOPTA-
TO VOLATERR1S DEMVM PRAETVRA ET VITA FVNCTO GEN-
TILES ASSENTIBVS F1L. P.P- OBIIT IV KAL, DECEMBRIS MDLV.
VIXIT AN. LXHI.
E per-
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14*
E perchè in quello Epitaffio fi fono omeflfe parecchie^
altre cofe lodevoli , qui mi giova notarle » come fono
fciitte nel Priorifta appreiTo i Signori Ricci da S. Cro-
ce 9 e fono ̀ faglienti ;
» 1552. Antonio di Andrea Guidetti flato appreffb
9, il Re di Inghilterra, fu da efTo fatto Cavaliere a Spron
d' oro , e fu 1' ultimo 5 che di tali Cavalieri entrafle
5) in Firenze con pompa . Tutta la Nobiltà della Cit-
„ tà l'andò ad incontrare fuori della Porta a S. Gal-
3) lo . Cavalcava una Ghinea bianca , era verino di veU
>, luto verde 3 con grillanda d1 alloro in telta . Pafsò
ì, con grandiflìma comitiva dalla Piazza di S. Giovan-
ni 5 £u regalato da' fuoi Conforti fecondo il folito ,
ìj € con le antiche cerimonie di uno Stendardo , et
3, un altro ne prefe al Palazzo del Duca dal Magi*
„ (irato de' Confjglieri , et un alno alla Parte Gueì*>
5j fa da' Capitani di Pane , i cjuali Stendardi nel
3, 1595. ancora vedevanil appetì "in San Marco fo-
;, pra la fua fepokura 5 alla quale fece V Epitaffio Mefs.
i, Guido di Niccolò Macchiavelli . 3, E da i libri di
ricordanze trovaniì altre memorie come appreflo ,, 11
jj Duca Collimo lo aveva fcritto nel numero de' 48.
«prima dignità in Firenze , et alla lui morte or-
ti 'dinò agli Ufiziali del Monte del Comune 3 che gli
53 facefiero magnifici funerali 3 lo che fu efeguito nel*
j, la Chitfa di S. Marco 3 ove ebbe fepoltura tra'fuoi
%x Antenati . La Cafa di lui paterna era in Via larga ,
j., oggi incorporata nel Palazzo del Signor Marchefo
33 Cavaliere Ruberto Capponi, e fopra la facciata dì
33 iìTa fi vedeva una grand'Arme di pietra de' Guidot*
33 ù , avente nel campo fquartato , che in due fono
13 due mezze lune, e negl' altri due quarti le onde ; poi
55 nella parte fuperiore dello feudo eranvi un Leone_i
33 pzìhme , e tre gigli , il primo Arme d* Inghilterra,
,3 ed i fecondi divifa di Francia 3 fopra il Morione e-
„ ravi una Colomba col ramo di ulivo in bocca j e.»
n qu^flo morto : Fax opima rerum. ,,
VÌI. E per fine? fé gli Antiquari mi chiedeffero di
fa-
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14?
fapere , Che cofa fia flato di non poche pregevoli antichi»
t'a , che ornavano quello Tempio , dirò come il Crocifìffo
di legno al naturale fatto da Baccio dì Montelupo è
nel Coro dell* Inverno de* Frati ;] la tavola del B. An-
gelico fatta a* Medici per 1* Aitar Maggiore , fi è trasfe-
rita neir andito delia Sagreftia ; il S. Baltiano commen-
datiflìrna opera del Frate, fu mandato a Parigi nella Gal-
leria di quel Re ; il San Marco parimente del Frate è
nei Palazzo de* Granduchi , e il Crocififfb dipinto da
Giotto foli* alfe in Campo d'oro, pofa fuila Porta della
Chiefa , il quale Crocifillò per effere de i buoni , che fe-
ce quefto refiauratore delh Pittura, dicono, che a ve*
der queita Immagine , quando fi portò in S. Marco,
vi concorrere tutto il Popolo di Firenze , e che dalla
medefima pigliarle Dante motivo di dire furg. e* xi. ,j
,, Credette Gimabue nella pittura
,, Tener io campo, ed or ha Giotto il grido ,/
E quanto in que' tempi folle detto CrocififTo in vene-
razione > Ci dmioftra dal terlamento di Mone Fanti-
ni , nel-quale Ci legge , che il Teftatore obbliga i Mo-
naci Silveiirini di San Marco Novello , a tener davanti
ad elfo accefa del continuo una lampan3 , come per ro-
gito di Ser Filippo di Albizzo ali1 Archivio Generale^
nel 1357.
Vili* Né da tacer/I è quel , che avvenne in quefta
Chiefa nella morte dei Magnifico Lorenzo de' Medici,
come notò nelle fue Ricordan£e fcritte a penna il Pre-
te Agoliino Lapini Cittadino Fiorentino, e Cappellano
del Duomo. Morto adunque il Magnifico nella Villa^-,
a Careggi 8. di Aprile del 1492. fu il fuo Cadavere;
alle ore 5. di notte portato in San Marco in depoiito
fino al dì dieci dello ileffo mefe , nei qual giorno fu
trasferito in San Lorenzo per ivi fargli le folenni Efe»
quie .
LE-
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*44
L E Z
IONE XV,
BEILA CAPPELLA
VI SAN? ANTONINO
J)E' DUCHI S A L V I A T I *
E Firenze è fiata Madre feconda di
Santi » queftì però ella con una co-
rcante) e tenera divozione ha fempre
mai onorati, loro inalzando e fplen-
dide Chiefe > e ricchi Altari , e Sta-
tue ancora di egregj Artefici % Ma dal
vederfi in una Cappella di San Marco
tante rate Pitture } tanti marmi} e bronzi parlanti 3 tan-
te pietre preziose collocate con mirabile difegno in o-
nere di S» Antonino , mi giova credere, che al Santo
Arcivefcovo parzialifììrni fìano i Fiorentini , e più che
più al medeiìmo devotiffana la Nobile Famiglia de' Duchi
Salviati , la quale fin dall' antico avendo riguardato qua!
fuo Tutelare , ed Avvocato il glorioilfììmo Santo > Ella
poi nel 1588. altra più ftupenda teitimonianza di fua
venerazione gli diede per mezzo del Senator Averar-
do , e di Antonio figli di Filippo , i quali nella Chie-
fa dì S, Marco al Santo Arcivefcovo con magnificenza
Eropria di Principi grandi inalzarono sì fovrana s e
en intefa Cappella , la cui defcrizione 5 fuperiore fa-
rebbe a* miei talenti, fé non ne aveftero fcritto puma
di me Raffaello Borghini nel fuo Ripofo , il Cinelìi nel-
le fue Bellezze di Firenze , e con eleganza ed erudi-
zione il Proporlo Anton Francefco Cori , onde dietro
la traccia di sì luminofi Scrittori imprendo qui a ra-
gionarne .
II. Pri.
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*4J
IL Prima però notar, fi vuole le ragioni , che in*
duiTero i detti Averardo, e Antonio a dedicare sì fic-
care magnifica mole a S. Antonino, ed il primo mo-
tivo fu il volere elfi conformarli alla volontà di Fi-
lippo lor Padre , il quale per tal Edifizio avea deflim
nato notevoli aflegnamenti , che furono di gran lunga >
ed oltre ogni credere trapalati dalla pietà de9 Figli »
leggendofi ne'libri de* conti fegnari per la detta Cap-
pella, e(Te re arrivate le fpefe fopra a 80. mila feudi. Fre-
fca oltre a ciò era in elfi la memoria di eifere irato
Bernardo Salviati amico^ del Santo , e come tale elet-
to uno de* primi dodici Buonuomini della Cafa Pia dì
S. Martino, iHituita da elfo per lo provvedimento delle
Famiglie Fiorentine nobili, ma povere . Altro motivo
pure fu loro fuggerko dalla gratitudine, che tanto può
negli animi nobili , ricordandoli amendue del decoro ,
e del luftro, che aveano recato alla Famiglia Salviati
due Venerabili Religiofi vivuti , e morti nella Congre-
gazione dell'OlTervanza di S. Marco ; II primo di que-
lli fu , come fi legge negli Annali di detto Convento,
il Venerabile Fra Francefco Salviati flato Vicario Ge-
nerale della mede/ima Congregazione, e nel 14^5. Fon-
datore dell/ Illuitre Monaitero di S. Vincenzio di Pra-
to , dove fiorì poi S. Caterina de* Ricci ; V altro ap-
pellavafi Fra Roberto Salviati, nell'oflTervanza, peniten-
za , e ritiratezza fegnaJatiifimo »
III. Da quefti motivi adunque viepiù animati Ave-
rardo , e Antonio , con fantà generofrtà fi rifolverono
di edificare quella sì decorofa Cappella , avendone.»
ricevuto da" Padri radunati in Capitolo il fito per effe
largo braccia 17, e lungo braccia 23. e mezzo, e pia-
cemi di riportare qui le onorifiche parole con le qua-
li ne parla 1' Autore degli Annali di S. Marco ali* an-
no 1578. e fono come apprefìb ; Eodem anno die 8. Itf-
nuarii a Tatrihus , & Vratrihus huius Cowvenjtus in u-
num congregati* concejfum e fi Clariffimis Viris Averardo
,
ér Antonio Salviati Sacellum quod in noftra Eulejta^
D. Dominico duatnm erat y ut frtdi&i Ciwet fa/s magni*
. Tom. VII
                       T                                  finis
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14^
fcis fumptibus j Ita locum illuni exùfnment , decorarzntquc
ut decens
,. & tongruum fieret , quo SS* Corpus B. An~
tonìni Arck Fior, fuo tempore transferretur
; Et certe ne
dum or do nofier KobiliJJìmis ìftis Viris plurimum debet
>
quod in Ecclejìa nojtra honorem hunc fraedi$Q S. Patri ,
& Frat ri Ordinir noftri deferte- <voluerunt , fed & tot**
Ci<vitar Fiorentina
1, quae ab exterhhomimbHt % qms fac*
fé ex Hifpania, Francia >> Lombardia % aliifque Mundi par»
tibut bue addentare contingebat
, ingrati animi argue-
batur
, quod tantum Vatrem, Ciwemy & Arthiep. fuum
in tam humili loco
, defpeBo^ue Sepulcro», quippe quod
ex lateribus conBruBum srat
? tacere permitteret.
IV- E così i Nobili Fondatori acquisito avendo
il' detto terreno ampia, e capace , onde inalzare il
tnaeilofo Edificio, raccomandarono la foprimendenza,
e direzione dell'opera a Meiler Benedetto Gondi Gen-
tiluomo Fiorentino di fperimentato fapere, e perciocché
non folamente dalle grandi fpefe fi rendono ragguarde-
voli le Fabbriche , ma dagli eccellenti Maeftri ancora .,
con favio avvedimento eleflero gli Artefici più com-
mendati in quei tempi 5 o fi voglia nell* Architettu-
ra , o nello Scalpello , o nelle pitture , e furono Giam-
bologna Fiammingo , Aleifandro Allori detto il Bron-
zino ; Gio; Batiiia Kaldini , Francefco Morandini det-
to il Poppi ,,' e Domenico Paflignano , col Francavilla ,
e Domenico Portigiani, amendue nella Scultura Difce-
poli di Giambologna » del quale fu il difegno divifo
in un nobile ricetto > o fivvero vestibolo , e in una_»
Cappella V uno, e V altro ricchiflmi , e di Tavole , e
di marmi s e di bronzi , e di ftucchi dorati . Quindi
facendomi dal vefUbolo, forge per frontefpizio un arco
compofto di pietra ferena folJevato dal piano nella mag-
giore altezza circa br. 15. pofando grazrofamente fopra
due pilaitri , e due colonne confimili di ordine com-
pofito . Nella fronte dell* arco fopra una menfola inta-
gliata , è collocata la Statua di S. Antonino pontificai-
mente veliito in divota attitudine di benedire i Fioren-
tini, opera di elio Giambologna, e ne due vani tra !«-•
co-
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«47
colonna > ed i pila/tri fono pofle due armi gentilizie de*
Salviati fatte di marmo > ed aventi nello feudo accop-
piate alla propria le armi de* Neri» , e di quei da Ga-
gliano, avvegnaché AleiTandra de'Nerli fofTe moglie de!
Senator Averardo , e Lucrezia da Gagliano conforto
di Antonio • Dentro poi il Veftibolo , due belle Por-
te di marmo bianco per lato s'incontrano, e alle pa-
reti laterali dipinte a frefeo il Paflìgnano due quadri
alti braccia 7. e larghi» 8. ma per intelligenza delle fi-
gure, che vi colorì, è qui neceUaria una gradevole di-
greffionc alla Storia della traslazione del Corpo di S*
Antonino .
VV Erano paflati anni centotrenta dalla morte del
Santo Arcivefcovo , che non era mai flato toccato il
fuo Depoiìto, né veduto il gran reforo , che dentro fi
racchiudeva, quando compita la fabbrica della Cappel-
la de* Salviati , il pensò alla traslazione del Santo Cor-
po dalla fua antica Sepoltura al nuovo Altare , e pero-
venuto il giorno decimoquinto di Aprile del 1589. La
fera ad un* ora di notte il Cardinale AleiTandro de*
Medici Arcivefcovo di Firenze , prefenti i Signori Fon-
datori , e i principali Padri del Convento con privata
folennitk , riconobbe il Sepolcro coftrutto già di mar***
toni , che tornava appiè dell' Aitar maggiore . Quivi
adunque a mano manca del Coro apprefìb la Sepoltu-
ra de i Frati fu aperta la Cafra , fopra la quale fi trovò
dipinta una Immagine del Santo , e feruti 4. verfi , che qui
fotto riporterò, e fi trovò il Corpo incorrotto, ed intatto*
in maniera , che nelle mani , e ne' piedi feorgevanfi fino le
unghie , ben confervate erano Je braccia , le gambe , e il
petto coi fuoi mufcoli, il collo comparì veflito di fua
carne, e pelle, ben mantenute le orecchie , ed in boc-
ca quei pochi denti , cioè cinque, che per avventurar
gli iettarono alla fua morte , Si riverii dell' Abito di
fua Religione , con fopra di elfo pontificalmente di
tutto punto , e vale a dire , di ricebiflìma Tonacella,
Pianeta , Mitra , Anello d* oro con grolTo fmeraldo y
tutte cofe donate da'Signori Salviati, e così portata
T 2                                 fu
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14^
fu in un Armadio di Sagreftia per modo di depor-
to , fino a che la Chiefa di San Marco foffe sì fuori >
che dentro ridotta a quella magnificenza , e fplendore
ài Apparato , che richiedeva la funzione , avendo ro-
gato T atto di tale ricognizione con teftimonj il Nota-
io àeììa. Curia Arcivefcoviie Ser Iacopo di Fìrancefca
Cantini .
VI. Venuto finalmente il dì 8. di Maggio , dalla.,
Sagreftia fi trasferì il Venerabile Corpo al belliffimo Ca-
tafalco inalzato in mezzo della Chiefa , dovè fopra di
un dada fu collocata la preziofa Urna , la quale era
dorata, ed in più luoghi dipinta di color cekfte, nel-
la cui tettata vèdevanfi due Angioli alti un braccio >
lavorati dal FrancaviHa , i quali tenevano una ghirlan-
da di fiori 3 in atto ài coronare il Santo, e da cìa-
feuna parte della medefima cadevano Cartelli con den-
tro brevi» ma lodatiflìme infcrizioni , che daremo fui
fine della Lezione . Il dì fulfegucnte ù ordinò per la
Città, la Proceflìone refa ancora più decorofa dalla pie-
nezza di Perfonaggi ragguardevoliffimi , che erano ve-
nuti alle Nozze di Ferdinando I. con Criftina di Lo.
rena , celebrate nello fteffo anno ; ficchè contavanfi in
Firenze ben cinque Cardinali , e ig, Vefcovi , il Du-
ca di Mantova , Cefare d'Efte, il Duca di Bracciano ,
il Marchefe della Cernia , Ferrante de' Roffi , ed in..
compagnia della Reale Spofa eranvi le Duchelfe di Man-
tova , di Branfyich , e d' Elle ; (rapendo ancóra era il
numero degli efteri Ambafciadori , de* Principi , e_,
delle Repubbliche, poiché oltre al Nunzio di Sua San-
tità Monfignor Prioli } fecero una bella comparfa il Si-
gnore di Letnoncurt Ambafciatore del Duca di Lore-
na > Francefco Contarini Ambafciatore di Venezia , Gio:
Carlo , e Gio: Batiita Imperiali , e Pietro Lomellini
Ainbafciatori di Genova , Girolamo Giglioli pe '1 Duca
di,Ferrara , Tommafo di Carpegna pe '1 Duca d* Urbino,
Aleflandro Sforza per quel dì Parma, Girolamo Buon-
vifi > e Cefare Cenami per la Repubblica di Lucca .
VlL Or venendo alla Proceflìone , perchè fi faccia
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*40
concetto del numero incredibile di ehi» v*intervenne;> di-
remo folo , che il conto efattiffìmo de* Regolari fu trov
vato afcendere a 3548. fenza far menzione delle mol*
tiflìrne Confraternite, delle numerofe Collegiate de\Pre-
ti , e dell* infigne Capitolo della Metropolitana . Né fi
videro mai le Strade, e le fineftre di Firenze più va*
gamente ornate di quello giorno , lungo eflendo flato
il cammino j avvegnaché ufcita la Proceflìone di Saru
Marco , prefer la Via del Cocomero, tirando dietro al1
Duomo fino al Canto de i Pazzi, indi per Borgo degli
Albizzi attraverfando la Piazza di San Pier Maggiore,
riufcì nella Via del Palagio , ed arrivò alle Scalere di
Badia , e per Via del Garbo dalle Farine entrò nella
Piazza Granducale, di qui in Mercato Nuovo, vplgenw
do in Porta RoiFa. fino alla Colonna di S» Trinità *
dove voltò vetfo il Canto de' Carnefecchi , e feguen-
dò pafsò per Sani Giovanni j entrò nella Cattedrale,
girando il Coro , ed ufcendo per altra Porta , incarrr*
minoilì per Via de' Martelli > e Via larga a S. Marco,
dove il Santo fu collocar© per breve fpazio full* Alta~
re della nuova Cappella all'adorazione d* immenfo- Po*
polo*                            '">''*-_                                                                                     "(.Ti tilt
Vili. E dopo si? propria digreffione , ritornando1
noi al Veitibolo, meglio intenderemo le Storie de il
due quadri a freieo del Paflìgnani , ne* quali in une'
rapprefemò egli 1* efpofizione del Santo Corpo in San
Marco, e ncll* altro la descritta Proceflìone, pòtendo/T
in dette Tavole incontrare le più belle circoljranze délwi
le fopra. riferire Funzioni. Conciofiacbè nel'* quadro a?
manritta, non folamente il Pittore delineo 1* apparato
nobile della Chiefa , ma con diligenza ritrafTe al vivo
i cinque Cardinali , gli Arcivefcovi , e i Vefcoui , che
ascoltano del Vefcovo Ugolino Martelli la orazione i ,'lèr.
fonovi ancora al naturale 'effigiati Averardo >\ ed -'-Amo-*'
riio Saiviati in quei due ,*che volti verfo al Popolov
e veftirì di nero , co'colUrettr a lattuga , parlano con.
Benedetto Gòndi anco» elfo < ritratto Ui Nella Tavola ad*>
dirimpetto è colorita la Proceffione , ed in elTa fono
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!$•
fimilmente dipinti il Granduca , e tufri ji principi fo-
prannominati , che portano il Baldacchino icon -la fog-
gia propria del veftire all' ufanza de* Principi di que'
tempi , e volle il Paffignani quivi anche ritrarre fé iteflò,
che è quel vifo graffo., e r office io col coilare a lattu-
ga . Sopra poi a quefti due gran quadri , viene ;l\ar-
chitrave , il fregio , e la cornice leggiadramente ima»
gliata^,che rigira con proporzionato aggetto, non fdla-
mentemtto il Veftibolo, ma la Cappella ancora. Ricorre
fopra per tutto una fafeia di marmo bianco » .alzandoli
in dirittura de' pilaftri fottopofti due mensoloni vaga-
mente ornati -di fefìoni , fopra de* quali pofa altra cor-
nice rifaltata , che va a toccare la fornita ricca di oro,
e di pitture giudiziofaraente adornata, e feoRipartita*,
di q;uadjri^e di ottangoli col dileguo di Giambologna;
nel mezzo di ella vi è il Nome di Gesù intagliato, e
coronato di raggi dorati, .con aMatf due Cartelle-, nel-
le quali leggonfi intagliati a oro i nomi di Averardo,
e di Antonio, e negli angoli , che fono quattro, /pic-
cala nobile, e antica Imprefa de'Signori .Salviati , che
è; un •Balcone dorato , il vquale col tfoiko piglia uru
diamante dal caftone di un anello,. Jvla prima però- di
ufeire da sì nobile* > e magnifico Vefliboio , non fi tra-
làfci di offervare le cinque lampadi disargento donate
dai Salviati , e che pendendo dalla foffitta ardono con-
tinuamente davanti al corpo del Santo : anche le due
fineltre laterali fono degne di offervazione per i lavori
ndVfrontefpizj j e njegli fpazj laterali*, veggejidovifi di-
pinti con bel grotte/co , iimboli , emblemi , e vaghe»*
ligure , le quali per la bizzarria del difeg-no fanno ali*
.occhio diletto, e al Veftibolo-ornamento.
IX. Or pattando dall' Arco efteriore «del Ricetto ,
ali* interiore .Arco, tegli è tutto grandiofamente coilrut-
to di ben lavorati marmi .bianchi , avendo di altezza
br. zi. e di .larghezza io., e -mezzo ; dal piano di quelt'
Arco falgono due fcalini , fopra de'quali è un or-
dine di
bahuitxi di marmo bianco , che ferrano te
e;.                                                            "■"• \:ì"-'-" i ■■",'■■ ■,                                                                        lun*
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lunghezza dell'Arco , e fon» uniti Bel mezzo d«c«a*;
cello intagliato »« che apre l?ingreflo aiia Cappella »TitÌ*
la quale per verità, giunto che alcuno ffia ,: £ fente in
un tratto prefo dallo rtupòre, e non fa donde, fi princi-
piare .Ma noi facendoci dal pavimento, lo ravvifere:-
mo di figura quadrata adorno di fcelti marmi miài' di
varie forti , racchiudendofi dentro :aliTa figura ottago.
naie corrifpondenre alia Cupola-»,\e in rùmzo di elfo
s' alzas r Altare: ifolato , e collocato fopra due gradini
di marmo bianco:: £i diafpri:,. gli alaballri , ,iì JapisJaz»
zuli■,. e le altre pietre dure con bella fimetria coromeffè,,
adornano la Menia , il grado, ed i lati delvmedeiìmo ;
per dottale evvì un bel graticolato di -metallo intarfia-
to di arabefchii di fino guilo , con due altri Candela-
bri fimilmente1 di bronzò poili in competente diftartzar
e tutto* fu gettato da ^ra Domenico Partigiani; r fotta'
la direzione di' Giambològna , Nella facciata^ principa-
le vedefi la Tavola loda ti ffi ma del Bronzino , che vico-
lori il ritorno di Criilo riforto dal Limbo col feguito*
de* Patriarchi > e de* Profeti , leggendoli fotto detta ta-
vola quella Iscrizione allufiva all' Architetto della Cap*-
pclla :
" :':''                                                                                                                                                                      ■■ ■ ■.' •'. ...:- sc
OPVS IOANNIS BOIOGNAE BELGAE .•                iT-
Tre Angioli ài bronzo fatti dal fuddetto Frate in bel-
le attitudini fono collocati fui frontefpizio di queflau-
Tavola, la quale è meffa in mezzo da due colo nn* di
ordine Ionico , dopo le quali vengono due Nicchie col
fondo di bardiglio , dove, a mano manca pota una Sta-
tua di S. Gio: Badila v e a manritta quella di S. Fi-
lippo Apollolo j amendue opera del Francavilla , col
difegno del fuo Maeilro , e fatture dello fteiTo fono le
altre Statue , che otTerveremo : Quafi col rhedefimo di-
fegno ornate fono le due facciate lateralivveggendofi
dalla banda dei Vangalo effigiato dal Poppi il miifa-
colo del ltbbrofo fanato da Grillo 9 e-nelle Nicchie ar
lati di quella Tavola fonovi il Santo Re Eduardo, e
-•»! "
                                                                    'San ■
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!'                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                -
San Totntìiàfo jd* Aquino ; Nella facciata rad'dirimpétt-o»!
(                                   dì Gié: Batifià Nàldini è la^ pittura rapprdentante la-.,
Conyerfìóhe 4i ®. Matteo , e le Statue iono di S. X)o-
rrìénicò fié éi S.Antonio Abate, ricorrendo intorno
intorno dalle tre Nicchie »--e Tavole, fino al pavimen-
to una bella fimetria di marmi lucentiiììmi, che fem-
brano fpeccJhi. Non Spregevoli fono in quefta Cap-
pella feì baili rilievi di metallo del fuddetto Fra Do-
menico , il quale vi ha effigiate alcune azioni del San-
to Arcivescovo , e queftisbronzi fuperbi corrifponden-
ti ìbno alle Nicchie , fopra le quali collocati > .accre-
scono a 4 marmi vaghezza • In quello adunque y che
viene fopra la Statua del Precuriore , fi vede S- An~
tonino , che predica al Popolo : Sopra S. Eduardo, il
medefaò , che prodigo difpenfa te fue foftanze a' Po-
veriy'ì e fopra S. Tommafo avvi il Fanciullo -da Filicaia
moi*to I, -e dforto dal Santo i Ne* tre altri Dalli rilievi
a tramontana , alla Nicchia di S. Filippo corrifponde_
S. Antonino) che eletto Arcivefcovo di Firenze , fa il
fuo umile ingreH*© in Città ; A quella di S- Domeni-
co, > il«teeato Giovanni di-Domenico, che dà l'Abito
Heligiofo a S. Antonino giovanetto ; e per fine fopra
di S. Antonio Abate vedefi il Santo , che veftito pontifi-
calmente » a fio 1 ve dalle Cenfure gli Otto di Balia , fopra
poi sì vaghe Pitture , Statue , e Bronzi , gira un fre-
gio , che inghirlanda i tr-e profpetM"della Cappella , ed
incifo in elio a gran lettere , leggeiì il nome de* Pa»
drotìi > che la dedicarono
-;n: ia/i ^k AVER. ET ANT, SALVIATI
SANCTO ANTONINO DICARVNT
ANN. DOMINI MDLXXXVI1I.
X* Ma iti quelU maniera appunto ohe i baffi ri-
lievi deferirti hanno corrifpondenza alle Statue , cosi
nella ftefla guifa con fomrna avvedutezza hanno corre-
lazione alle tre Tavole le figure a frefco dipinte negli
/picchi <klk delire ; poiché alk fifidUa di mezzo al«
^^H^^^HH
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*52
Iudono alla Refurrezfone di Crirto il Patriarca Giacob*
e la Sibilla co* cartelli contenenti parole allufive al mi-
itero ; dalla parte di mezzodì applaudono al miracolo
del Lebbrofo le figure di Elifeo , e di altra Sibilla coi
proprj motti, e in (ìmigliante modo da tramontana fi veg-
gono alludenti a S. Matteo, Abramo, e la terza Sibilla-
XI. In parecchi vani , e nelle fafce degli Archi,
che folìengono la Cupola , dipinte in campo d* oro a
chiarofcuro , dimoitranti eiTcre baffirilievi , fono vario
Storie dei Santo , ficcome ne* peducci della medefima
Cupola in ovati ornati di ftucchi roeffi a oro , il Bron-
zino , di cui fono tutti gli arabefchi , emblemi , firn~
boli , e figure , vi dipinfe quattro Virtù del Santo ,
cioè la Fede , la Speranza ; 1* Amor di Dio , e la
Carità verfo del Prollìmo . Ex la Cupola di forma
Ottangolare , che dal piano fuo alza circa 6, braccia ,
e un terzo, e allarga braccia undici, tutta vagamen-
te feompartita di fregj , e di grottefehi . I vani di elTa
fono quattro fpazj grandi, che appariscono sfondati, e
contengono quattro iftorie delle cofe accadute dopo la
morte di S. Antonino , nel primo de* quali il Bronzi-
no volendo alludere aj giorno della morte del Santo,
feguita nel dì dell* Afcenfione , delineò Crilto , che.»
con maeltà , e trionfo faJe in Cielo , ed il Santo Ar-
civefeovo diftefo fopra un tappeto , dove muore, am*-
fìito da'fuoi Religiofi , tra* quali effigiato vederi il Car-
dinale di S. Marco , che fu poi Papa Paolo IL In altro
vano. Ci rapprefenta iì Santo morto , e dalla. Porta di
Firenze alla Metropolitana portato da fei Vefcovi : Nei
terzo fpartimento efprerTa fi trova la vifione , che eb-
be una Suora del Terz* Ordine di $, Domenico, che vi»
de 1' anima del Santo Arcivefcovo , portata al Cielo
dagli Angioli ; e nel quarto vano il Santo dipinto in
S. Marco efpotìo alla divozione del Popolo con mol-
ti Infermi defiderofi di ricevere la fallita al tocco di
quel facro Corpo , QuefH quattro fpazj da noi deferir-
ti , fono ferrati ne i canti di detta Cupola da quattro
altri fpazj minori } che fanno morirà di fodo , in eflì
T#». VIL                     ' V                             efprefle
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J54
efpreiTe eflendo figure , che rapprefentano la Sapienza >
Ja Religione , la Liberalità » e la Verginità . Finifce_,
quefta Cupola in una lanterna tutta di marmo diìtinta
in quadro con invetriata j ornata dentro di oro , e di-
altri colori aH*arabefca } e fuori veitita di marmi bian*
chi con belle menfole y alta braccia nove comprefa la.,
palla di rame dorato . E fé non ci difpiace lo fcender
nel fotterraneo, che viene a piombo fono Ja Cappella,
vedremo laggiù un Oratorio in volta , un terzo dei
quale ferve per fotterrarfi i defunti della Famiglia Sai-
viati , e due terzi formano una Cappella , dove fi ce-
lebra quotidianamente la Merla per i fuddeni Morti.
Sopra la Menfa deli' Altare evvi una Tavola del refu-
fcitaniento di Lazaro , e fotto la Vifione , che ebbe il
Profeta Ezecfn'elle dell' offa aride ; 1* una , e i' altra ef-
fondo dipintura del Naldini .
XII. Ed avendo noi di fopra accennato , che ter-
minata la folenne Proceffione del dì g. di Maggio del
1589. il facro Corpo di S. Antonino fu trasferito per
la prima volta nella Cappella de* Salviati , rimane qui
a notarfi, che in detto giorno fu collocato fotto FAI*
tare in un onorevole Depofito di marmo nero orienta-
le 5 ornato di fopra delia fua vera effigie giacente, get-
tata in bronzo dal foprallodato Fra Domenico Porti-
giani Converfo di S. Marco, col modello del fuo Mae-
Uro Giambologna , eflendo la mifura del còrpo duc_»
braccia s e tre quinti. Ma perchè in occafione di pro-
ceflìonij od altro, riufciva tal depofito di grave incomo-
do per la efpofizione, fu dipoi riporlo in un" altra ricca
Cafià più comoda , nella quale onorevolmente finora ri-
pofa ; veggeiidofi inoggi il vecchio Depofito in Sagreftia.
Epitaffio fulla Calla antica dd Santo .
HIC EST TLLE TWS PASTOR FLORENTIA PRO QJO
NON CESSAI MESTO SPARGERE RORE GENAS .
PATRIBVS UAVD PRISCIS P1ETATE ANTONIVS IMPAR.
QVI SCR1PSIT QVIDQV1D PAGINA SACRA DOCET .
Ifcri-
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155
ìkxizioni nella Cappella deVSalviati «
.1../"':
QyiSQyiS INGREDERIS SVPPIEX IN FACIEM PROCVMBE
VENERARE LJMÉN F1GE OSCVLA PARIETIBVS
SANCTVM ANTONINVM
FLORENTIAE DECVS ET PRAESIDIUM
HVMI TVSVS ADORA
FIL1VS PATRUM DILIGIT PASTOR GREGEM DIFENDIT
IN EA AN. S. MCCCLXXXVH1I. INGENVO SANGV1NE
FATRE NICOL AO PIEROZZI F. HONESTO OVE ORTYS EST
EAM XIII. ANNO REXIT ANTISTES
SEPTVAGENARIVS COELO RECEPTVS
AB ADRIANO VI. PONT. MAX. SANCTORVM ALB. ADSCRIPTVS
AB AVERARDO ET ANTONIO DE SALVIATIS PHILIPPI FF.
HVC INSIGNI MAGNIFICENTIA TRANSLATVS
ET IN TVTELARE NVMEN FAMILIAE ADSCRIPTVS
MDLXXXIX.
II.
BN SACERDOS MAGNVS ANTONINVS
HQSPES
ALTISSIMO QVI DEDIT ILLVM OFFER HOSTIAM LAVM5
SIDERI BENEFICO IN PRAEPICATORVM FAMILIAE COELO
H VOLANTI
ADOLE SABAEA THVRA
LIL1IS LAPIDEM SPARGE
PLENIS MANIBVS DA RQSAS ILLIBATO CORPORl
SALVE CHARA DOMINACI SOBOLES
MAGNVM FLORENTINAE GLORLAE INCREMENTVM
SALVE PASTOR BONE
-GEMINA TVDORIS AC SA PIENTI AE GAVDENS CORONA
HANC VRBEM QVAM OLIM ORNASTI MORIBVS
NVNC PATROCINIO TVERE
NIL DESPERANDVM AVSPICE ANTONINO.
V 2                                 Di-
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i5*
DiiHci fatti dal Chiariflìmo Metter Piero Angeli
da Barga al Catafalco del Santo 3 nella
fua Traslazione.
Davanti.
PASCIT OVES BONVS VT PASTOR CVRAQVE FIDELI
SIC POPVXVM PAVIT PASTOR ET ISTE SVVM .
Di dietro.
SCRIPTA PIE SANCTEQVE PATRVM PATEFECIT . ET OMN£M
VIVENDI DOCYIT CVM RATIONÈ MODVM .
Alla delira .
ORNAVIT TOTAM MIRANDA MODESTIA VITAM
ATQVE INCORRVPTVS VIRGIN1TATIS HONOR .
Alla finiftra .
OMNI OPE QVA POTVIT VITAM SIC IVVIT EGENTVM
VITAE VT SVBTRAHERET SAEPE ALIMENTA SVAE .
Menzione prefifo l'Arco efteriore a manritta.
3. ANTONINI ARCHIEP. FIOR. QVEM ADRIANVS VI. PONT. MAX,
IN SS. NVMERVM RETVL1T . DEMORTVI CORPVS EX PRIORE SE-
PVLCRO IN QVO CXXX. ANNIS ANTE CONDITVM FVERAT
HOC IN SACELI.VM QVOD AVERARDVS ET ANTONI VS PHILIPP!
FF. AVERARDIN. Ni SALVIATI MAGNIS SVMPTIBVS EXAEDIFICA-
RVNT VT AVGVSTIOREM LOCVM TANTO DIVO EXORNARENT
QVEM IPSI PIE SANCTEQVE IN PRIMIS COLERENT ALEXANDER
MEDICES ARCHIEP, FLOR. ET S. R. E PRESB. CARD. IVSSV ET
DECRETO KYSTJ V. PONT. MAX. ET SALVIATORVM FF. ROGATV
ET PIETATE PRIVATIM SVA 1MPVLSVS SVMMA CVRA ET DILI-
GENZA CVM MVLTIS PENITVS RECOGNITVM AC PER VRBEM
INSIGNI AC PIA POMPA CIRCVMLATVM.VII.ID.MAirCIOlDLXXXiX.
INCQRRVPTVM INTEGRVMQVE VT A SE REPERTVM tfVERAT
iNFERfiNDVM, AC SV8 IPSA ARA CQNDENDVM CVRAVIT.
LE.
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157
L E Z I ONE XVI.
DELLA CHIESA
DI SAN MARCO V.
Er accertare , che fia facro un Luogo,
io fono avvifo , che bafti un folo
di que' requifiti , che frequenti nella
noftra Iftoria fi trovano accennati > e
fono o la celebrazione di folenni Mi-
fierj , o qualche pregio delle tre Arti,
o Reliquie fingolari, o finalmente il fog-
gìorno di Uomini fanti; Ma quando i fopraddetti tito-
li unitamente fi rifcon trafilerò e in un Convento , e_*
in una Chiefa, 1* appellazione di luogo fagratiflìmo cer-
tamente gli converrebbe. E tanto appunto addiviene nella
prefente Iftoria di S. Marco, dove avendo noi oifervato
già le Fefte di Confagrazionij e di Traslazioni, le ricchez-
ze della Chiefa, e dovendo nella prefente. Lezione favella-
re delle infigni Reliquie , che ivi fi adorano , ed altresì
ravvifare lo fìupendo novero de i Santi Religiofi , che
vi fiorirono , a buona equità } fantiflìmo il Convento
di S» Marco appelleremo.
II. E le Reliquie de'Santi} certo, ed indubirtro fo-
gnale dfendo per riputare fagro ogni luogo, qualunque
volta delle medefime elio abbondi ; da quefto punto,
principierò il ragionamento , confidcrando quel ceie-
ire teforo , che in S. Marco fi racchiude , ed in pri-
mo luogo quell' antica miracolofa Tavola della Nun-
ziata , dove i Voti ricchi , e molti appefivi abbaftanza
confermano la verità di quel detto dei Firenzuola ri-
ferito" dal Migliore, che fé i Frati feoperta aveflero
quefta immagine più di rado , e con qualche maggior
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1$$
riferva , ficcome nelle attitudini > e nel colorito ella è
forniglilmiflìma alla Nunziata de' Servi 3 così a quella
in nulla farebbe Hata differente nella venerazione . So-
novi alla Cappella de3 Ricci quattro Corpi de* Santi Bo-
terò Papa r e Martire , Fortunato Martire , Vettorìa_.
Vergine, e Martire, € Cerìlla Vergine , e Martire , me(»
(ivi da Antonio de'Ricci Vefcovo di Arezzo, e fami-
liare favorito del Pontefice Paolo V. il quale al dono
della foprtllodata Madonna di Mofaico , vi aggiunfe_»
i detti Gotpi in quattro caiTettine . E per vero dire
itraordinaiia fu la licenza del Papa in mandare fuo-
ri di Roma il Coipo di un Santo Pontefice , che fu
1' uodecirno fuccelfore di S. Pietro , e tanto commen-
dato nella Storia EcclefiaMica per le leggi fante da lui
fìabilite , e per lettere , che egli fenile a* Criiiiani con-
dannati a* metalli , celebrandofene la fella ai 22. di A-
prile dalla Ghiefa univerfale . E fc il Monaftero di
S. Silveftro in Roma, e la Cattedrale di Toledo , giu-
ria il Tillemont fi gloriano di avere di quefto Santo
Pontefice il corpo ; noi qui daremo la rifpofta folita
in fomiglianti dubbiezze 3 e vale a dire,, che in cia-
feuno deJ tre luoghi ve ne Sa una parte sì notevole ,
onde poterli dire. e (fervi il Corpo di S, Sotero.
Ili, Dell' interrotto Corpo di S. Antonino , effen-
dofene favellato nella antecedente Lezione 3 rammente-
remo folo qui le moltiplici , e folenni efpofizioni di
così caro pegno, fatte nelle più gravi calamità di Fi-
renze , e dello Srato , € le riferiremo come trovanti
notate nel Diario del Magliabechi, che fono le feguen»
ti j, 1621. $. di Gennaro per ottenere la ferenita dell'
^, aria . 1645. 24. di AgoMo, per implorare la pioggia 3
3, coli* intervento de* Principi , e de* Magiftrati * 1651.
„ 24. di Gennaio , di nuovo per la ferenita , 1671, 5.
.,, di Aprile , la Pioggia , la quale cefsò in tutto il tri-
3, duo , e rinchiufo il Sacro Corpo , pe* noftri peccati
« ripigliò il diluvio • 1^75. io. Maggio , pe'1 medefimo
„ bifogno * 16S2. per ottenere l'acqua in rimedio di
;, una lunga liceità. .17*3* 2» 4i Maggio fu intimato un
?, di*
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159
j5 digiuno dalT Arcivefcovo , ed il Clero andò in pro-
3, ceflìone èi penitenza alla Chiefà di S. Marco a tifi*
j, tare il Corpo di S. Antonino efpofro folennemente >
,3 perchè ci concederle la bramata ferenità; e nel 1714.
,) 27. di Ottobre legg«fi : Si feoperfe nella fua propria
,,. Cappella il Corpo di S. Antonino per implorare..
„ foccorfo■, (tante le cominue piogge, per le quali le
,j fogne aveano traboccato per la Città,» Bin qui il Dia-
rio j e noi vi aggiungeremo la folenne del 1728. dopo
la quale niun'altra mi fono avvenuto a trovare. Inol-
tre di quefto Santo fi confervano da i Padri, parecchie
memorie, quali fono V Abito Religiofo , del quale mor-
to , fu veftito , veggendofì intero fenza una tarma , il.
Cappello Prelatizio, la Mitra , e de* fuoi feritti la Som-
ma Teologica in cinque libri > un tomo, di Cali, di co-
feienza , ed in tre altri la fua. Storia •*
IV. Per ravyilare poi altre non men ragguardevoli
Reliquie, farà d'uopo, che fi entri nella Sagreiiia > dan-
dofi però di paflaggio un'occhiata al ricetto di efla,
dove avvi una Statua di marmo rapprefentante Crifto
riforto , opera di Antonio Novelli, collocata in una.»
nicchia, con ai lati alcuni baffi rilievi fatti da Fran-
cefeo Conti , e la detta Statua fu qui polla a fpefe di
Agnolo Ganucci , che volle con efla lafciare una me-
moria dell* avere egli in perfona vifirati i Luoghi San-
ti di Gsrufalemme , e prima eravi qui una Tavola di
Santi di Tito , il quale vi avea effigiato rArcangiolo
Raffaello , che levato di li dal Cardinale Carlo dei
Medici , fu trasferito nella fua Galleria del Calino da
S. Marco . Or parlando alla Sagrestia , in un Armadio
fono 4. Spine della Corona del Signore , ed in un bel-
liffimo Reliquiario di argento fi adora un pezzo della
Santa Croce ; di argento pure veggonfi quattro bufH
affai al naturale aventi le appretto Reliquie : Oifo di
S. Marco , Cranio di S. Creici Martire , e due Tefté_»
delle Compagne di S. Orfola : in Vafi- ed Urne del me-
defimo metallo racchiudono de* Santi dell* Ordine Òffa,
Coltole, e Denti % come il lucile di & Giacinto $ un Den^
te
-ocr page 168-
i6o
te del B. Giordano , una Coitola di S. Caterina da Sie-
na 3ed un Olio del Patriarca S. Domenico in uno ftupen-
do Reliquiario per il lavoro , e per le figure forfè il
più bello di Firenze. Degli Apertoli altresì, e de'San-
ti della Chiefa primitiva avvene una notabile quantità,
collocati patte in Reliqukrj d' argento, e molti in Vali
di legno dorato , procurari da Fra Timoteo de* Ricci
Priore del Convento > di cui pofcia diremo i meriti
fmgoìariflìmi ,
V.   Prima però , che ufeiamo di Sagreftia , leggati
una lapida nel pavimento in memoria della Venerabi-
le Suor Antonina del Frate da Firenzuola , vifiuta più
anni nel Confervatorio delle Fanciulle della Pietà in_.
Via del Mandorlo , dove ella fi morì } ma i Padri a-
yendola trasferita in S. Marco , quivi la feppellirono *
con Ja Ifcrizione feguente :
D.           O            M.
VENERABILE VIRGO ANTONINA DEL FRATE
HIC QVIESCIT
FLORENTIOLAE CVNAS FLORENTIAE TVMVLVM SORTITA
VTROBIClVE MORVM INTEGRITATE AC SPLENDORE VÌRTVTVM EFFVLSIT
TERTIVM ORDINEM S. DOMINICI INGRESSA
DONO PROPHETIAE SVPERNA SAPIENTI A MIRACVLCRVM GRATIA
ALIISQVE CHARISMATIBVS A DEO CVMVLATA
MORTEM LAETA ASPEXIT
XII. KAL. IVLII ANNO DOM. MDCXXXVHI.
VI.  Ma difpenfandoci dall' accennare qui altre del-
le molte Ceneri di Venerabili Perfone fecolari dell* u*
no 5 e dell* altro Ceffo ; verremo più da vicino a difeor*
rere de* Beati Frati } i quali fiorito avendo in fantità ,
hanno refo viepiù illuftre e il Convento, e la Congre-
gazione deli' Ofiervanza . Quindi tralafciando l'adora-
bile nome a tutto il Mondo notifTirno di Santo Anto-
nino , riferirò in primo luogo di quindici Beati il ri-
tratto , il nome , e V elogio , come fi trovano nella*
Celia detta di S. Antonino , e fono; -
i. U
-ocr page 169-
l$l
i. Jl Beato Giovanni » che per f fuo! innocentini mi
ccftumi fi guadagnò il nome di Angelico, fotto la fua
Effigie leggefi in un cartello come fegue : // B, Gio-
vanni Angelico la fri d cfprejfa in molte pitture da hi
fatte con arte mirabile la fua dedottone
, e fantita : ri*
cusq la Mitra Fiorentina t frofonendo a ausila in fua vece
S* Antonino
.
2.  11 Beato Coftanzo da Fabriano con quelle lettere?
Grande amico di S* Antonino , meritò di vedere la di
lui Anima partir dal Corpo gloricfa pe
7 Cielo .
3.  11 Beato Pietro Cappucci , e il breve elogio dice:
Mentre S« Antonino era Superiore nel Concento di Cor*
tona
j il B, Pietro fu molto fuo familiare ,
4.   U Veneiabik Fra Santi tfchiattefi , per ì fnoi
fanti coftuwi
( dice il cartello ) molto caro a S* Anto-
nino
, ricevè da Dio per i preghi del Santo tale accre-
fci mento di prudenza
» che era chiamato alfro Antonino
de* configli
.
5.   li Venerabile Fra Benedetto da Mugello , coru
queito encomio : Fu Fratello del Beato Giovanni An-
gelico
, e Compagno di S* Antonino , 0 nella fua fanta
vita congiunfe una gran perizia di fcrìvere
3 e miniare
libri da Coro
; e qui notili > che fomiglianti Libri egli mi-
mo
per cornmìffione ài Gofimo colla fpefa di lir. 1500,
i quali libri fono in S. Marco .
6.   E ritornando a 1 Beati, in 6. luogo viene il Ri-
tratto , ed elogio del B. Antonino da Rivoli Piemontefe
Martire; Fu l'ultimo, che ricevette T Abito dell'Ordi-
ne da S. Antonino } quando era Priore di cjueiio Con-
vento,
7.   Al 7. fegue il Beato Giovanni di Domenico, de-
gno dì encomio affai più lungo del prefente ; // Bea*
$0 Giovanni di Domenico effendo Priore del Convento di
Fiefole
, ricevè all' Abito S* Antomxo > fu poi Cardina-
le ) Arcivefcovo di Kagufa
> e Legato a latere per tut-
ta la Germama •> Boemia
» ed Ungheria »
8.   òcgue T ottava tavola con quello carrello : Bea-
to Antonio da S* Germano
> fu Priore di queflo Conven*
Tom. VIL                              X                                to ,
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\6l
io , procurandolo $, Antonino ArcivefcOvo : Vedde furta-
to un Vfurato ali* Inferno in corpo
, e in anima .
9« La nona Ifcrizione appiè del Quadro del Beato
Pietro Geremia dice: Con S. Antonino affi fi è come Feo*
logo al Concilio Fiorentino.
io. Viene in decimo luogo il Venerabile P. BenedeN
to Gentile da Piftoia, col feguente Elogio Vever* P.Be-
nedetto Gentile da Pifloia
, educato da S* Antonino , fu
di grande orazione
, e offervanza * e molto ajjtduo nella.*
carità del proffimo
» con fontina rajfegnazione ■ e pazienza-,
fapporto una grande infermità di me fi 6. mentre femprc^
gii contenne giacer fupino fenza poter fi movere
; con gran
pazienza [apportò la cecità
, con l" orazione ricuperò Ia*
viBa cinque anni avanti della fuà morte
> celebrava ogni
mattina la Mejfa con fomma devozione
} e, morì d anni 70.
ne II" anno 1490.
11.  Segue T undecimo Ritratto, del Venerabile Fra..
Domenico Guerrucci > con 1* Ifcrizione come appreflb :
Venerabile Fra Domenico Guerrucci ricevè V Abito in que-
fio Convento nel
1440» per le mani di $. Antonino s e di
fuo confenfo principiò Vita Eremitica nel luogo detto Lee-
ceto
, e nel fine degli anni fuoi ritornò a S. Marco , dove
morì fantamente
, come viffe 5 agli otto di Settembre 1485,
12.  Il duodecimo è il Venerabile Fra Giuliano La-
paccini j e T Ifcrizione dice : Ven. Fra Giuliano Lapac-
cinì figliuolo di quefio Convento
? allevato , e nutrito fi*
no dalla fanciullezza da
«V. Antonino 5 e perciò come at»
tefla il medefimo Santo
, fi refe chiaro ne' cofiumi , non.*
meno che nelle feienze
. Fu Predicatore infigne , e Priore
più volte di S. Marco
, e la priwa volta 5 benché giova*
ne
j fuccedè nel Priorato a S> Antonino , morì 21. Feb-
braio
1457. e di fua età 46.
13.  Il decimoterzo è il Venerabile Fra Benedetto de'
Lenzi , e l'Elogio dice : Venerabile Fra Benedetto de*
Lenzi
, godè per molti anni la converfazione di S* Anto*
nino
, e per l' integrità de' cofiumi } e fantità di vita fu»
tenuto in concetto di Religiofo SantiJfimo
} morì di morti
pr e zio fa nel dì della FLefurrezione del
1458.
14. «
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1:6 $
14* Il decimequarto è il Venerabile Fra Onofrio Ro-
moli, coir Elogio feguente : Venerabile Fra Onofrio Ro-
moli prefe l'abito della Religione dalle mani di S. Anto*
nino in queflo Concento il dì
io. di Maggio del 1431,
fu zslantiffimo del culto Divino , di ftraondinaria afli*
nenza
, man fuetti dine , e pazienza % e ne' configli ammira*
bile
. Fu fri»re di S. Marco , Vicario Generale de* Co**
venti Riformati della Tofcana
, e della Romana frogia*
eia
5 morì 24. di Ottobre 1491.
15. L' ultimo finalmente è l'Elogio del Ven. Fra An-
drea Bonizzi da Terzolla , e dice Ven. Fra Andrea^.
Bonizzi da Terzolla
, veflito da S. Antonino , /' ulti-
mo Novembre nel
5445. mentre era Vicario Generale ,
riufeì zelantijjtmo Miffionario , e Apoflolico Predicatore ,
feminando la parola di Dio per le Campagne , con iflraor»
divaria carità verfo de' Prof/imi
; fu Priore di quefio Con-
vento
» e morì Priore all' Aquila »
VII. Ed a* fuddetti quindici Beati Servi di Dio , co-
rona facienti al Santo Arcivefcovo ne.Ua. fua Cella , ne
potrei arrogere con {ingoiali commendazioni altri moU
tiffimi , e non dovendo totalmente tacergli , almeno
ne darò qui un efatto novero estratto dalie Cronache
di S. Marco , dalle Vite di Fra Serafino Razzi , e da
quelle del Dottor Brocchi con qualche noftra noterella,
che e' è paruto effere in alcuni indifpenfabìle . Furono
adunque di gran bontà Fra Cipriano da Reggiuolo ,
primo Prior di S. Marco, Fra Tom ma fo degli Stradi
Fiorentino , Fra Silveliro da Marradi , il quale fu ve-
duto elevato in aria fui Pergamo predicando» Fra Ti-
moteo de* Ricci Fratello di S. Caterina de* "Ricci * ri-
guardato in Firenze qua! altro S. Domenico avendo egli il
primo iftituito la divozione di recitarli il Rofario nel-
le Chiefe a vicenda dagli Uomini , e dalle Donne . Fra
Aleflandro Rinuccini , che effendo Priore , ottenne per
la fua Congregazione il Convento della Madonna del
Saffo . Fra Cofimo Tornabuoni ; che fu Commendatore
di S. Spirito in Roma . Fra Servanzio Mini il primo
direttore di S. Filippo Neri fanciullo, e Fra Santi CU
X 2                                   ni
i
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1^4
ni Fondatore dell'Ofpìzio di San Tommafo d'Aquino,
ed i feguenti Venerabili leggonti nelle Vite del Broc*
chi , cioè Fra Angiolo Bettini , Antonino Greis ^An-
tonio Berti , Antonio Betti } Antonio Canterelli , Anto-
nio Dionigi ? Bartolommeo Orlandi, Benedetto da Fo-
iano, Giufeppe Maria da Verrazzano , Innocenzio da
Firenze , Matteo Strozzi ; E tra* Convertì fiorirono Fra
Niecola delie Calvane > e Giuliano dal Borgo nati no-
bili Fiorentini ; e Converti pure furono Fra Piero da
Monteloro , Fra Euitachio miniatore de i Libri , che fo-
no nel Duomo di Firenze, Fra Angiolo, Fra Iacopo da
Turnccht , e Iacopo da Luciano.
Vili. Prima però di ufcrre dalle notizie degli il-
luftri Figli di quefto Convento, non fia grave una bre-
ve memoria de* Cardinali , degli Arcivefcovi , de' Ve-
fcovi , e de* Generali , the queiti Padri vantano giufta-
mente tra* fuoi . Frate adunque di S. Marco fu Nicco-
lò Sciembergh Tedefco , il quale riticò fortemente d*
elfer Papa ; opera , e lode di cctìui fu il riconciliare,*
1' Imperatore Carlo V. con Papa Clemente VII. da cui
fu facto Arcivcfcovo di Capua , e prefa Firenze dalle
Armi Papali , eflb governò a nome di detto Clemente
la Città con gran prudenza , come fcrive il Segni : mo-
rendo non ti (cordò de'fuoi Frati, loro lafciando una
larga) e perpetua pentione da pagarti dallo Spedala
degl' Innocenti , che fece Tuo Erede univerfale . Tra*
Vefcovì annoveranti Fra Benedetto Pagagnottì Vefcovo
di Vafone feppeìlito in S. Maria Novella , ma era figlio
di 5. Marco , nei cui antico Cimitero con molte la-
pide avvene una di fua Famiglia ; Fra Ambrogio detto
il Caterino,Politi Arcivefcovo di Confa, la cui dottrina
riluce in tante fue Opere lodatiflìtne . Vefcovo di Bor-
go fu Fra Zanobi de' Medici , e di Chioggia Fra Iaco-
po Nacchianti , Fra Filippo Strozzi Vefcovo di Sorren-
to « Fra Lorenzo Bernardini Vefcovo di Corone , Fra
Gio: Bacifta Nchem Herfeniti Arcivefcovo di Monte Li-
bano , Fra Raimondo Teferfchi Poilacco Vefcovo di
% v» • * . Fra N. Giuittnìani Vefcovo di.....Frsu
Lo.
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Lodovico Maggi Vefcovo di Barian nella; Gina ? consa-
crato Vefcovo nel 1740. morto nel 1744. in età di
anni 45. Due Generali ha pure dato quettó Convinto*
uno a tutto V Ordine Domenicano nella per io n$ di
Fra Francefco Romei da Caftìglion Fiorentino , uomo
grande , ed ammirato nel Concilio Tridentifìo >'e l'al-
tro fu Gio: Maria Canigiani deputato da Leon?yX. Aba-
te Generale della Religione Valombrofana.« E celebra-
tiffirno vive anche inoggi il nome di Fra Alberto Cam-
pana > non folo nelle Croniche Domenicane, ma ezian-
dio nelP Accademia di Padova > dove morto nel 16$6.
ebbe V efequie a fpefe di quella Città* E qui il Leg-
gitore confapevole delle vicende funefte accadute iru
quettó luogo, mediante il fervido Fra Girolamo Sa-
vonarola , afpetterebbe da noi un fincero giudizio di
quefto Soggetto cosi famofo > ma eflfendofene già par-
lato per neceffità della Storia in molte occafioni , qui
dirò folo , che Fra Girolamo fu Prior di San Marco,
e Vicario Generale di fua Congregazione.
IX. Finalmente eflendofì da noi più fiate chiamato
quefto Convento Cafo della Congregazione dì •£. Marco >
è neceflario , che fé ne rammenti l'origine, raccoglien-
doti* qui in compendio tutto ciò, che diffufarnente tro-
vali negli Scrittori di S. Marco , e nel Bollarlo Dome-
nicano a i Tomi ni. IV. Vi. vili, ed eccone un funto
fedele 8
                                             .ii
Avendo Papa Eugenio IV. conceduto a'Padri Dome-
nicani per iftanza di Cofimo de* Medici Pater Patria?
il Convento di S. Marco di Firenze , fu quefto uni-
to nel fuo principio a quello di S. Domenico di Pie-
fole , talmentechè un folo Priore teneva il governo dell*
uno , e dell' altro; Ma crefeiuti elTendo 1 predktti Re-
ligiofi di numero, fi giudicò dal detto Pontefice? oppor-
tuno il feparargli , aftegnando ad amendue le Cafe i loro
proprj Superiori ; e quindi il Convento di San Marco
fu fottopotto immediatamente al Generale dell'Ordine.
Ma quetti Padri facendo opera di potere dare fotto il
Vi-
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\66
Vicario della Congregazione di Lombardia » come era*
no i Conventi di S. Maria Novella di Firenze , e di
San Domenico di Fiefole > Papa AleiTaadro VI. ordinò
nel 1496. 1' iftituzione ài una Congregazione di quin-
dici Conventi , i quali fofifero fottopofti ad un Vicario
generale , e perchè il Convento di S. Marco era il prin-
cipale , e più numerofo , fu chiamata la Congregazio-
ne di S. Marco. Papa Clemente VII. della Cafa de'Me-
dici nel 1530. fofpefe la principiata Congregazione , unen-
do il Convento di S. Marco alla Provincia Romana , e
così unito rimafe fino a Papa Innocenzio XII. il quale
volendo iftituire due Congregazioni 9 cioè una nella Pro-
vincia di Lombardia , e l'altra nella Provincia Romana,
dichiarò capo della Congregazione Romana il Convento
noftro di San Marco , come feguì adì 14. di Giugno
del 169$.
Tante vicende però non impedirono giammai » che-.
in S. Marco fempre in gran copia abbian fiorito Uomi-
ni famofi in fantità , e in dottrina , come fi è l'opra^
dimostrato , fenza far parola di molti viventi , ed oc-
cupati ad illuftrare la Chiefa univerfale , e viepiù que-
fto Convento , donde efcirono . Quindi a due almeno
delle molte rilucenti Stelle ci piaccia fiflar lo fguardo.
E la prima fia queir Altro falito all' Apostolico Magi-
stero , e degniffimo di maggior afcendcnte il Padre*
Maeftro Giufeppe Agoftino Ori! , cui deve il Mondo
letterario le molte eruditillime Opere date alla ftampa .
Né meno di numero > e di ftima fono i dotti Volumi
del fecondo Altro nato nel medefimo Cielo , vale su
dire j il P« Maeltro Fra Tommafo Maria Mamachi
Teologo Cafanatenfe ? e Scrittore ehiariffimo.
X. Seguono i due antichi Diplomi di fopra pro-
meflì , riguardanti il primo la benedizione della prima
pietra della Chiefa di S. Marco, fabbricata dai Mona-
ci Silveftrini , ed il fecondo la IteiTa Chiefa eretta iru
Parrocchia di Firenze, e tutti due fono del Vcfcovo Fio»
remino Francefco Monaldtfchi > e dicono come apprefTo:
Pri-
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i<*7
\
, • Primo Diploma •
Hoc e fi ex empi um cuiufdam Trinile gii Jtgillati Si"
gillo fendenti de Cera alba
» è* rubea j in quo quidenu
Sigillo ab uno latere erat Imago cuiufdam Epifcopi ha-
bens Mitriam in capite
5 & Virgam in manu > UBete *vè~
ro circumdantes diBe Imaginis erant hec
. D. Francifci
Dei Gratta Epifcopi Fiorentini . Ab alio mero latere di-
Bi Sigilli erat Imago cttiusdam Agnus Dei
» & li fiere-
circumdantes diBe imaginis erant hec
: ^ ?ax Domini
me e ti m • Cuius Privilegii tenor talis efl ,
Franafeus Dei , & Apoftolice Sedis Gratia EpifcQm
pus Florentinns » Religiofo Vira Fratri Andree de Fa«
briano Priori Generali Heremi Monaft* & Ordinis S. Be*
nediBi de Montefano Camerinenf. Dioec. falutem in Do*
mino fempiternam .
Cupientes Re ligio forum Vocis , qui poftpofitis fuperfluU
Mundi curis.................. pie famulari
defiderant nos reddere gratiofos favorabiles ? & benignos ,
ac Venerabili a loca tali a de nomo plantare ; quae Deo
acceptabiles
, & populo placituros & utiles fruBus prò*
ferant UleBivos
, tui pio proposto , atque laudabili li*
benter annuimus
, ipfumque /pedali favore grafie confove-
mus lun........principaliter accedentes } ad locunu
qui vulgo Caphagium appelUtur } ad terrenum videliceP
quod tuo nuper nomine ac Monajlerii sui cmiffe , dignofee*
ris ibique Ecclejiam , et Monaft. hedificare proponis : Ec-
clefiam ipfam ad honorem Omnipotefitis Dei , ac B. Vir-*
ginis gloriofe , fub Beati Marci Evangelifie precipue ,,
ac Beatorum Confejforum BenediBi , & Bernardi voca*
buio , ér veneratone fundamus , ac facrum > et benedi'
Bum lapidem in ipfius Ecclefie iuxta ritum , & confuetn-
dinem quam Romana fervat Ecclefia ponìmus fundamentum
prefentibus Venf Patre Domino Ildebrando Dei Gratia Epi»
feopo Aretino, ac Religiojts Viris SanBe Marie Fiorente
& SanBì Miniatis in Monte Monaft. Ahbatibus } & in*
numerabili Cleri , <&* Populi multttuàine Florent. Et quia
folent ctrda Fidelium circa pure devotioms affé Bum } tan*
-ocr page 176-
16%
to fortini ùnimari } quanto dmplìus proinde merita co*
gnofcuntur
, omnibus mere penitentibus, & confejjìs , qui
Écclefiaw ipfam deinceps die fundationis huiufmodi in pri-
ma n)idclicet Dontinica Quadragefitne
> ist offo diebus fgm
quentibus
j & in fingulis feBimitatibus prediElorum, San*
ìlorum Marci
, ÈenediEli , ér Bernardi , <£r ^<?r OElanjas
ipforum wfita<vérint menerabiliter
, <^ demote de Omni-
potenti* Dei Mifericordia
, K?r »o« ér Beate Virginit
Beatorumque lohannis Baptifte
, $* Zenobii Conf. Patro-
norum noftrorum
4 é^ auEl, confeffts quadraginta dies de
iniunBa fibi penitentia miferìcorditer in Domino relaxa-
mus ; Uj autem tu & tui Ordinis Fratres fecundum me-
ftram confuetudinem
, & Ordinis ivflituta poffitis Domino
liberius deferire tibi prò ipfis Monacis & Ordine reci-
pienti prefentis pagine aufforitate damus
> atqne concedi-
mus
3 & iti perpetuo manere , atqne confermati decerni»
mus
, quod tu Prior. tuique Succejfor* qui prò tempore
fuerint
, nec non & HH quibus fuper hoc commìferitit
m'ices meftras pojfttis
, i$ debeatis in di&a Ecclefia , at»
que loco fic de novo fundatis ponere
, injìituere , & de»
ftìtuere Priorss
} Fratres , & de (eculo fugientes re-
cipere fine re qui fittone altius
, mei contradi&ione cu»
iufque
, quodqne pojjttis mifitare , corrigere } admo-
nere
> folmere , & Ugare , ac etiavn punjre fecundum*
Conftitut. & confuetudinem meftram
, & Ordinis memo-
rati prout meftra precefferit moluntas
. Contradiflores per
Cenfuram Ecclefiafiicam fiopus fuerit competendo \ Dantes*
& concedentes licentiam tibi tuifque. Succejforibus
> ac dilli
Ordinis Fratribus ad bec deputandis folemmter proponen-
do Tapulo aierbum Dei
> audiendi Confefs, & abjolmen-
di quofeumque
5 ac peniientiam ini un gt ridi fine requifitio-
ne cui afque
> Cafibys n.obis fpecialiter reftrmatis dumtaxat
èxceptis
, illos quoque qui ad yrefatnm locum finte Ec«
clefam fibi elegerint Sepulturam recipiendi
, & fepeliendi
fine ivrium preiudicio alieni
. Fratribus , i$? Fami-
liaribus tuis qnibustibet predilli loci Vriores
, & Fratres
inibì exiUentes Sacramenta EcclefiaBisa eonfetìndi
> è?
fepeliendi eos ibidem plenam licentiam
, & lìbetam facul*
-ocr page 177-
tatem ; In cuiftj Rei te filmo ft, frementet lineria fieri fajfi*
wus Sigilli nofiri appenfione munita* ; Datavi Fior, dì*
oBawo Martii xu. Ind* anno a Nati*vitate Domini miU
Ufimo dugentefimo nonagefittio nono .
Et ego Bartholus Compagnutii Jmp. auB, fideliter tran*
fcripfi fub anno Domini mcccii. Ini. xir, tempore Botti*
fatii FF,-.vili, die xvn. Menf. Un*
Secondo Diploma •
Francifcus Dei Grafia Epifcopu* Fiorentina* prefett*
tìbus Domino Aldobrandino Arcidiacono Urbenjetano
, £>.
F* Angelo de Ferufio , Fratribu* de Anfeinio , & Rolan-
do de Flonntia de Ordine S* Benedici ; tradii & con-
cedi t Ffiori
, ig Fratribus Monajhrii SanBi Marci de
nonjo conBruBi in Cafaggio Ordivi s S. Bene di Eli de Mon-
tefano C ameri ne nfi* Diecefi*
> et Fratri 4ndree de Fab-
briano Priori Generali totius Ordini* nomine fuo
3 ac di-
Bi Ordinis
, ac Priori* et Fratrum diBì loci infra*
fcriptam F arrochì am cum fui* limitili** ^idelìcet : Omnes
Domus
, habitationes tam conBru&as ,> quam conUruendas
4$ fitas inter ho? limite* ; A primo latere diBe Parroc-
chie <verfus merìdiem
3 ($? 'verfu* muro* i^eteres avvita-
ti*
j indolendo a Via Spatariorum ^ et eundo tverfu* me*
ridiem
, et Ballam funt infra/cripte Domus , que pofite
funt in Via Frenariorum
: In primis rvidelicet : Domus
Fierj
, e%f Curjì Fratrum , & filiorum Forenfi* Hotarii de
Vefpignano
, Domus Geritimi Frenarli q* Guit(onis j &
Bertmi
, & Vanni* Frenariorum > & Mei' ReBori* & Baro-
ni* Frenary filii quondam Mazzuoli <> & Domut Fresby-
teri Venture filii olim D<lunBt,r Mugliatagli • A fecundo
latere njerfu* Orientem eft Via
##tf ..,.,. fuit per
longìtudinem Cafaggìi
5 que dìcitut Via S. Marie > que
refpondet ad Fortam Malori* Ecclefie Fl°ren^m
> f*' e'
rat in latere diBe Ecclefie
j que protendi tur ufque ad
iocum Moni ali um $, Dominici
, & ficut trahit diBa Via
reBa linea njerfus Fefula*
, ufque ad Flumen Munioni* ;
A tertio latere tyerfu* Septentrionem eft Flumen Munio-
Tom. VII                        Y                                    */>j
-ocr page 178-
*7°
Hts ; A quarto latere autem werfusOccidentem tncipien*.
dò a firradi Eia Domo Fieri
, & Cut fi Forenfis , funt in*
fra/cripte Domus
, & Casolari a in parte fupradiBe Do*
mas Pierii
, & Curfi , & Serenai fili or um , olim D»
libertini 3 & Gallorie
> & Pucci de Ve frignano , & Io-
anni $ .
D. Farolfi , ér Cafolarìa Neri Gawucci , & Fra*
trum de populo $. Martini Epifcopi
, A diBis Cafola*
ributterò fupra <verfus Fefulas efi fupradìBa Via no<va
Spatariorum
, que protenditnr tantum ufque ad 'viam per
quam itur ad Monaflerium Dominarum SanBi Dominici
s
que ....... in capite Cafuggii :Que Via noma Spa-
tariorum confinando diBam Parrochiam debet trahere re-
ità linea ufque ad Flumen—Munionis
, dome Via mitta*
tur
5 & compieatur , poftquam *vero miffa fuerit, ufque
ad di Bum Flumen cric
, è? habeatur iuxta Viam reBanL,
]/ro confine diBe Parrochie
5 ufque ad diBum Flumen ex
latere Occiientis
.
ABum in Epifcopalì Palatio Kal. Iulii mccc.
Ego Francifeus Meri de Barberino Index , & nunc Ve*
nerabilis Patri s prediBi No tarius
, prediBis omnibus , &
Jìngulis ìnterfui
, eaque de mandato ipfiut D, Epifcopi in
publicam formam redegi
V '7- .' i             < -.
LE*
« ■ 4 * -*
-ocr page 179-
*7.i"
L EZIO N È XVII,
D E L L A CHIESA
DI SANTA MARIA IN CAMPO.
N mancanza di ftcuri documenti il vo-
ler cercare il principio di antichìflìme
Chiefe , e la origine de' lor nomi, non
mi fembra occupazione degna di Uo-
mo favio : onde noi tralafciando dì
riferire le mal configliate opinioni di
________ alcuni Autori , che fcriiTero intorno
all'antichità della Chiefa di Santa Maria in Campo,
e circa la fua denominazione , principieremo dalle no-
tizie del Secolo x i. full' autorità di Stefano Roflelli ,
il quale favellando delle Chiefe di S. Firenze) di S.
Appollinare , e di S. Maria in Campo , notò > che fof-
fero ftate fabbricate da'Fiorentini circa al mille in una
linea paralelia al primo Cerchio di Firenze dalla ban-
da di Oriente , annoverandole altresì tutte tre tra le-»
3d. Parrocchie antiche della Città : e però vera efTen-
do quella epoca , in niuna maniera poflìamo approvare
quello , che fcrilTero il Padre Sandrini Domenicano ,
Fra Michele Poccianti Servitale Luca Chiari, mentre-
che il primo vuole la norrra Chiefa edificata qtiafi fu-
bito , che da Firenze fu sbandita la idolatria » e gli al-
tri due la decantano fabbricata da Carlo Magno ; deb-
bo però grado di una particolare notizia al Chiari , ap-
pellandola egli con quelle formole : Chiefa di S. Maria
al Canto de' Bifcheri ;
la qual Famiglia allato a dettai
Chiefa vi ebbe in antico Cale s e Orti . Tuttavolta^
il nome primiero più comune, ed univerfale dato ad e(fa è
fempre itato Santa Maria in Campo $ e fé il Vefcovo
Y a                                     di
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172
di Fiefole Franeefco da Diaccerò fcriiTe > che fofle così
chiamata da una Immagine di Maria trovata nello fca-
varfi nel campo» con riverenza a sì piò Prelato noi
crediamo con più fondamento , che fofìe addimandata
con tal nome fui coftume de i Fiorentini > di nomina-
re alcune Chiefe appunto , perchè murate ne* Campi ,
che circondavano 1* antica Firenze } come S. Iacopo in
Campo Corbolini , S. Maria in Cafaggio <> S. Lorenzo
in Camporeggio , ed in tal guifa moire altre . E poi-
ché quella Chiefa dalle memorie fopra divifate, ci vie-
ne defcritta nel novero delle Parrocchie 5 non farà pun-
to difconvenevole l'accennare qui alcuni Rettori di ella.
Come nel 1277. un Prete Guido , enunciato nel Tefta-
mento di Bello di Ferrantino, il quale lafciando alcu-
ni legati } dice come fegue ; hem , lancia Treshytero Gui-
do Re Bori S* Marie in Campo fl&renor
30. roga<vit Rivai'
dus de Signa
. Un Prete Cione fi trova neile Procura-
zioni del Clero Fiorentino al 1318. fottofcrirto ; ReBor
Ecclejte SanBe Marie in Camp
. Ed in altra fomiglian-
te Carta del i55#. leggefi : Yresbyter Tetrus ReBor San-
fli lufti
, & Cavellanus SanBe Marie in Camp . Ma_*
ritornando al fuddetto Rettore Guido ? mi piace di nota-
re , che a lui devefi il primo ingrandimento della Chie-
fa , eflendo irato per ciò fare aiutato con di molti la-
iati, tra'quali non è da ometterli quello della Contef-
fa Beatrice figliuola del Conte Ridolfo da Capraia , e
moglie del Conte Marcovaido : Fec« ella il fuo Teita*
mento il di 18. di Febbraio del 1278, il cui originale
coì'iervafi nell' Archivio di Ceitello alla lettera O ,
delia quale Cartapecora altrove fi è favellato in que-
lla noitra Iftoria ; in elfo teftamento adunque la dettai
Beatrice avendo dichiarato fuo Erede univerfale il Mo-
naiterp di Settimo , fa di molti lafciti, de* quali uno è
il feguente ,> Item , lafcia per ingrandimento della Chie-
jj fa di Santa Maria in Campo , al Rettore Guido lib-
5, bre 100. ABum in Domo Corniti> Guidi Pop. S. Ma*
5, rie in Campo . Ego Rinaldus lacobi de Signa index,
& Not. >, Conviene però dire* che non ottante l'in-
--j
                                                                         gran-
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*73
grandimento delle Mura, la Chiefa decadere dal fu©
luftro o per motivo di povertà , o di negligenza de*
Preti, avvegnaché Franco Sacchetti nelle fue Novelle
raccontando un cafo graziofo ivi accaduto» chiaramen-
te dimoftri l'infelice flato, o governo di quefta Chiefa.
II.  E alle date fin qui notizie di Santa Maria in.
Campo, arroger mi piace le appreflb memorie , cioè a
dire j ehe effa fia ftata prebenda d* un Canonicato,
che potTedeva circa Tanno 1500, Alderio degli Aliot-
ti , che poi rinunziollo , come trovati accennato nella
Bolla di Papa Giulio IL del 1507. che riporteremo in-
fieme con altre, quefta fu diretta a Guglielmo Folchi Ve»
ftovo di Fiefole , nella quale appare altra vicenda della.»
medesima Chiefa » che era fiata data in Commenda dal
fuddetto Pontefice al Cardinale Giovanni Arcimboldo
Arcivefcovodi Milano} immediato antecedere di detto Gu-
glielmo } come ne parla l'Ab. Ughelli ne* Vefcovi di Fiefole .
III.  Ma volendo oramai venire al racconto della felice
condizione toccata alla Chiefa di S. Maria in Campo paf-
fata non fedamente in dominio perpetuo de' Vefcovi Fie-
folani , ma eziandio diftinra col privilegio di elTere Cu-
ria de* medefimi , mi farò dal motivo » che diede im-
puifo a* Pontefici di fare una fomigliante concetTione >
e benché fia d'uopo , che entriamo in una Storia, che
abbraccia cinque fecoli , fpero di riferire tutto , e fom-
mariamente al mio Leggitore , il quale quando bramalTe
una più dirTufa informazione , potrà leggere quella , che
in Venezia fu data alla ftampa da un Anonimo Auto-
re , e dedicata a Monfignor Filippo Neri degli Altovi-
ti Vefcovo di Fiefole.. E però principiando dal xiii.
fecolo , fino al quale la Chtefa di Fiefole andò illuftie
quanto altra mai ài Vefcovi fuoi e Martiri , e Santi»
e Uomini zelanti , e fapientiffimi , con ribrezzo della
mia penna dirò , che nel 1216. o in quel corno , al
governo di detta Chiefa era entrato non un Pallore ,
ma un Mercenario per nome Rinieri , i cui vizj, e fcan-
dali giunfero a sì enormi eccelli y che non avendo egli
modo come contentare i fuoi illeciti appetiti, qual sfac-
ciato
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174
ciato adultero j e dilapidatore della fua Ghiefa , fpo*;
gliolla de' beni , alienando in mano dei Laici e terre,
e feudi , e rendite Eccletlaftiche , con tale pianto 3 e fax
ipiri de* buoni Cittadini, che commoflb Papa Onorio IfL*
deputò T Abate di S. Galgano per riconofcere le ftragr
fatte da sì vorace Lupo , con un Breve del 1218. Da'
trum Reat. vi. ldf luliì un. Tontif.
3. che per vero dire ^
fu un mortale fulmine al vizioio , ed odiato Vefcovo;-
imperciocché nel feguente anno 1219. di cordoglio»" mo-
rì Rinieri j e refpiiò Fiefole, fperando dalla vigilanza dei
Pontefice Onorio un Vefcovo, che ripararle le fciferte mi-
ferie , e calamità . Ma per quanto quella ChitTa folte una
Spofa nobiliflìma, parecchi la ricufarono nel vederla fen-
za dote , e fchiava di Ufurai potenti, nelle cui mani
erano pallate 1* entrate della Mènfa .
IV. Finalmente piacendo a Dio di confolare V ani-
mo follecito del Pontefice) e il pianto delle Pecorelle)
il nuovo eietto Pallore fu Ildebrando da Lucca, il qua-
le faiì a Fiefole apparecchiato ad ogni forte di patimen-
ti , che vedeva fovratìare ad un Vefcovo rifoluto di foc-
correre la ài folata fua Spofa , di difenderne i violati
diritti , e di ricuperare le ufurpate rendite ; e con-
ciciTiachè i beni della Menfa con titoli palliali fi go-
devano dalle primarie potenti Famiglie Forentine, non
andò guari , che Ildebrando principiò a provare gli ef-
fetti delio fdegno del Comune di Firenze , il quale fat-
toci Protettore degli Usurpatori delle entrate Vedovi-
li di Fiefole ? prefe a perfeguitare Ildebrando, fino ad
obbligarlo di andarfene efule a Roma , e que/to efilio
durò da otto anni , non orlante le induiìrie di Onorio
mefculate con minacce, le quali leggonfi ne'Brevi ferir-
ti dal detti) Pontefice a' Vefcovi di Modena , di Faen-
za , e del Fiorentino , e che fui fine darò , come im-
portantifiimi alla noftra iftoria , Morto Papa Onorio
fenza avere terminato ì* affare , toccò a Gregorio IX.
la gloria di concludere la pace tra Ildebrando > ed i
Fiorentini nel 1228. come fi vedrà dal Breve , Datum*
Luterani
3. Idi. Ianuariì an* 1. fontìf. e primieramente
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*7S
egli donò là Ghi'efà di Santa Maria in Campo ad Il-
debrando ,;e aVfuoi fucce(Tori in perpetuo : ordinò iru
fecondo luogo , che il detto Vefcovò sboifalle tremila
lire Pifane da diftribuirfi a'Creditori della Menfa EpU
fcopale di Fiefole dal Comune di Firenze , in foddisfa-
zione de'debiti fatti da Rinieri, che però non fi par--
laiTe delle ufure ,; e perfine volle , che il detto Co-
mune a fue fpefe fabbricaìle allato a Santa Maria ip
Campo un Palazzo per abitazione de1 Vefcovi Fiefola-
ni ì fperando così Gregorio , che più itabiìe , e ficura^
farebbe itata in avvenire la concordia tra i VéfcO*
vi , ed i Fiorentini . Ed ecco illuftrata V epoca giorio-
fa di noltra Chiefa divenuta nel 1228*" refidenza de*
Vefcovi di Fiefole , i quali pofcia nel 1259. ebbero da
AlelTandro IV. ahro Privilegio di renere quivi la Cu-
ria» e Tribunale per le cofe di loro Diocefi , coru
Breve datum Anagnia vili. KaL Decembr. Fontif. a». V*
V. Ma nelle fopraddette Conceflìoni Pontificie non
facendoli parola di tanti altri Privilegj , che inoggi
godono i Vefcovi di Fiefole ftando in Firenze) notar
mi giova » che fé in que* tempi antichi elfi volevano in
Santa Maria in Campo tenere Ordinazione» chiedevano
la licenza al Vefcovò dì Firenze, come cotta nel libro
detto il Bullettone, dove fi leggono regiitrate famigliami
licenze } piacendomi di riportare qui una fegnata al
numero 15. con quefto titolo 3J Licenz'a di ordinare.,
j) data al Vefcovò di Fiefole , e dice ; Dominus Frart*
cifeus
( Monaldefchi ) Epfcoyus Florent. concedit licettm
tiam Domino Fratri Francisco Ord. Humìl. Vicario Gc~
nerali Domini Angeli Epifcojti F.efulani celebrandi ordì-
nationem in Ecclejia S. M, in Carneo t Carta Scr Iunte
Bindi Hot.
Ma il libero efercizio però di quefto , e d*
altri privilegj, che ora gode la Chiefa Fiefolana in Fi-
renze , fi vede che era riferbato al Vefcovò Lorenzo
della Robbia parente di Urbano Vili, del quale è i'
ampbflìma Bolla » che incomincia : Ad Romanum fye~
Bat Fontìficem &c. Datum Romas a$ud S. Per rum
, fub
unnftfo Ftfcatorìs die v. Mai? mdcxxxix. an. Fontif. no*
-ocr page 184-
*7^
firi xvu concedendoli con efla al mede/imo Lorenzo Ve-
scovo di Fìefole , ed in perpetuo a i fuoi fucceflbri di
potere in Santa Maria in Campo di Firenze s -e* fuìu
Parrocchia , efercitare rutti gli Ufizj Episcopali s come
fé fo0e in Diocefi . Ma per maggior chiarezza delle.»
cofe riferite infin qui } riporteremo per ora la feguente
memoria incita in lapida nella Cancelleria) e dice come
apprcflb;
                                                                        »
VRBANV3 VJII, PÒNT, MAX, PRIVILEGI A AIEXANDRI
PAPA E IV, FESVLANAE ECCLESIA E CONCESSAPECL ARA VIT
ET CONFIRMAVIT . AC INSVPER AD VBERIQR1S GRATIAE
' CVMV1VM MOTV PROPRIO SANCIVIT VX LAVRENTIVS
ROBBIA lyìODIRNVS EpISCOPVS EIVSQVE SVCCESSQRES
.^TIAMTAM^VAMAPOSTOLICAESEPIS DELEGATI PQSSINT;
APVD PARROCHIALEM S, MARIAE 2N CAMPO AD ECCLE-
SIAM FESVLANAM PLENO 1VRE SFECTANTEM ET CAVSAM
SVBD1TORVM COGNOSCERE ET IN ILLOS TAM REAXITER
QyAM PERSONALITER EXEQVI pACERE NON TANTVM
INTRA LIMITE? EiySpEM PARROCHIAE SED IN QVA-
rJCVMQVE ALIA PARTE CIViTATIS ET DIOECESIS FLQREN-
* TINAE. PROVT IATIVS IN LITTERIS DATIS RDMàE APVD ■
gANCTVty PETRVM SVB ANVLO PISCATORI^ PIE V, MAH
. PCXXX1X, PONTIF, AN, XVI.
4 ì.
LE-
-----------,MM
-ocr page 185-
*77
LEZI O N E XVIII.
CHIESA
DELL
DI SANTA MARIA IN CAMPO IL
I. Wtlffif"ì'H'tfiilln ftìmava certamente» che ftabili fi
[ potettero credere i Privilegi conceflì
dai Papi alla Chiefa di Santa Maria in
Campo , e maffimamente da Urbano
Vili, confermati, ed accennati da noi
nella Lezione antecedente ; quando qui
_________„. rammentar ci fa d' uopo una vicen-
da del fecolo paflato , la quale fé non ifpogliò quefta
Chiefa delle Pontifìcie pregiatiflìme conceffioni , venne.»
però a percuoterla nella parrochiale iurifdizione . Av-
vegnaché inforta graviflima controverfia tra 1* Arcivefco-
vo Iacopo Antonio Morigia , ed il Vefcovo di Fiefole
Filippo Neri degli Altoviti , e difpiacendo al primo le
tante pubbliche Funzioni Episcopali , che folennemente
efercitavanfi da i Vefcovi di Fiefole > non folo nellìL.
Chiefa di Santa Maria in Campo > ma per le vie delia
Parrocchia rnedefima, principiarono le formali giuridiche
inibizioni ufcite dalla Curia Arcivefcovile > in maniera
che la lite portata a Roma, molto Copra di efla fi fcriffe
da ambe le parti , e non pochi anni paffarono prima
della fofpirata concordia 5 inabilita finalmente dàlia Sa-
cra Romana Congregazione , pet la quale fi abolì la^
Cura di Santa Maria in Campo , che reftò aggregata a
quella del Duomo , e per confeguente fofpefe furono
le folire ProceiTioni , falve però quelle de* Sinodi in cafo*
di averli queiti a celebrare in detta Chiefa » con la_.
condizione, che il giro di fomigliante Proceflfione fi con-
tenefie nel recinto della Piazzetta della Chiefa . Nel ri-
manente illefi recarono i Privilegi > che godevano in*
Tom. VIL
                       Z                                    Fi-
-ocr page 186-
Firenze i Vefcovr dr Ffe'fofe- (jhè* df lì In por avvf me*
moria1 di alcun minima finiftro incontro' tra le due_^
Curie- .-
II. E venendo ora alla defcrizione della Chiefa in-
novata più fiate, ma fempre Tuli* antica pianta, e vale a
dire' y lenza mar aver tolto via il difetto1 dr fua fpropor-
zionata lunghezza r contanfi in efla cinque Cappelle >
comprefb l'Aitar Maggiore* il quale è Padronato degli
Uguccioni v come appare dalie Armi di? detta Famiglia
in più* luoghi , e dar una lapida Sepolcrale della mede»
{ima nel; pavimento.. Quivi pero3 per più decoro > dal
moderno Vefcova Monfignor Francefco Maria1 Grnori
è italo colorito un arco foftenuto da due Colonne,
che formano una- Tribuna dipinta a frefco da Carlo
Sacconi , il quale altresì fu Te due Porre larerali irr o-
vati eiEgio S, Romolo Vtfcovo , e Martire, e S. An-
drea Corfinr Vefcovo ,., veggendovifr fu.il' Altare uru
Affunta di' Maria ;: Le quattro Cappelle por lungo io*
Nave della Chiefa fono uniformi pe '1 difegno de* pilaftri,.
dell* architrave,, e dei frcntefpi^io di pietra- ferena » tro-
vandoli alla prima nelP'ingreifo a manritta un Croci-
£ffo dr rilievo con appiè Maria , e S. Carlo full' affé ;
a mano manca viene la Cappella della Pietà per uru
Criito motto pur di rilievo, fatto al quale in tavo-
la Mari» .Baia fi» con beile attitudini colorì alcuni An-
gioli.. Segue dalla fteffa banda la Cappella detra della
Natività di Maria ? la quale dàlie armi di Diaccerà
nei piediftalli dimeltrafi eiìere irata fatta o da Angiolo*
o da Francefco da Diaccerò y amendue Vefcovi di
Fiefole r in onore di queir Immagine di Maria anti-
chiflima , e che gìufta V opinione poco verifimile d'al-
cuni , fi vuole , che ella donarle il nome alla Chiefa ;
ma perchè la detta Effigie era' totalmente fcalfiua, fuvvi
collocata altra Tavola di Maria j che cuopre la vern-
ila . Sopra della Mcnfa di quefto Altare ripofa il Cor-
po di S. Giulio Senaror Romano , e Mature , dal Ve-
fcovo Lorenzo della Robbia collocato in un Depofito
di marmo bianco» con varj inragli» e fonovi alle parti
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laterali le Armi del jnedefimo Vefcovo inquartate «coil»
quelle di Papa Urbano VJII. je^gendofi in mezzo ^*,ap-
preflb Iferjzione ;
T>,           O.           M.
p. 1VLII SENAT0RIS ROM. IT MART, CORPVf
E COEMETÉRIO CAJLEPODII ERVTVM
AC VRBANI ¥Uh -Ri M. BENIGNITATE ACCEPTVM
LAVRENTIV.S ROBBIA EPISCOPVS EESVJL. Et COMES
JIVS IN EONVM AC IN MVNERIS AVCTOREM GRATV8
HOC SARCOPHAGO lNCIiVSIT V
XVlv KAtv 1VMI M. th CXXXXIII.
E rie'due fpa2J laterali a detta Udizione fi ledono le
ieguenti parole : A* due latti;'
IX MARTYROIOGIO ROMANO
SENATORlAM PVRPyRAM IN SANGVXNI
AGNI DEALJBAVIT *
SVB COMMODO IMPERATORE „ ANNO
A PARTY yiRCINIS» CLXXXXII. XIV, KAL» SEPT.
III.  Il Vermont ne'fuoi Diarj fcriSh ài quefto Sa-
cro Corpo , coim* f gue 3) 17. di Maggio 1643. per il
,, Corpo di S- Giulio Senatore Romano , € Martire t
3, darò da Papa Ui bàrio Vili, al Vefcovo di Fiefole_»
„ Lorenzo delia Robbia , fu fatta uria foJenne trasla-
„ zione con Hijocejfio&e dai Monarlero ài Annalena ,
a fino a S. Maria in Campo * tre giorni itene efpo-
5) fio in quella Chicfa } e poi collocato focto V Aliare
3, in una Caffo■ di cnftalii . „
IV.  Neil* ult?ma Cappella > the è in feccia a San
Giulio, il Cavalier Francefco Curradi vi dipinfe Ma-
ria col Bambino Gesù in attitudine di lafciarlo nelle»»
braccia ài £>an Filippo Neri, e fonovi coloriti altri Santi.
Ma qui fa d' uopo , che ripigliamo il giro delle pareti
della Chicfa 3 alle quali collocati ravvifeiemo pregevoli
Z 2                               mar.
*>
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/
marmi) e nobili Epitaffi. Allato adunque a quello AU
tare dalla banda dell' Epiftola , evvi l' Arme , ed il Bu-
tto di marmo del Vefcovo Luigi Maria Strozzi con Tap-
preiTo Ifcrizione
:
IN SPE CHRISTI OVIESCIT
ALOYSIVS MARIA STROZZA
ALEXANDRI SENATORIS F. CAROLI SENATORIS N.
CANONICVS FLORENTINVS . ANNIS XVI. VICARIVS
ET FERE XX. FAESVLANAE ECCLESIAE EPISCOPVS VIGILANTISSIMVS
CVI SVMMA PONTIFICII IVRIS SCIENTIA . MORVM SANCTITAS .
IVSTITIA, PRVDENTIA. ADSIDVVM INEXHAVSTAE PlETATIS
ÀTOJAE ECCLESIASTICAE DISCIPLINAE RESTITVENDAE STVDIvM .
MODESTIA , COMITAS . BENEFICENZA . CONSILIA OPPORTVNE DATA
APVD OMNES ORDINES GRATIAM ET IMMORTALEM GLORIAM
COMPARARVNT .
CAROLVS THOMAS STROZZA
FRATRI OPTIMO M0ERORI3 SVI MONIMENTVM P.
VIXIT A. LXII. M, III. D. X.
OBIIT IN SOMNO PACIS Vili, IDV3 IANVAR. A. CIO, IO. CC, XXXV.
Addirimpetto al fuddetto viene pure al muro in alto il
Vefcovo Roberto Strozzi , con Arme > Effigie in mar-
mo
, e il feguente Epitaffio :
D. O. M.
KOBERTVS STROZZA LAVRENTII SENATORIS FLORSNTINI ET
DIANORAE FRANCISCI CARDINA . BANDINI, NOBILISSIMA VTRIN-
QVÈ ORTVS. PARENTIBVS. OCTENNfS S. IOHANNIS HIEROSOL.
EQVESTRl BALTHEO PRAECINCTVS . SACRJS IMBVTVS STVDIfS .
EX CANONICO METROPOLITANAE FLORENTINAE COLLENSIS
PRIMVM ECCLESIAE ANTISTES RENVNCIATVS . FE3VLANAE DEIN
SEOIS EPISCOPVS ELECTVS . ZELO FLAGRANS . PRVDENTIA EXI-
MIVS . IOHANNIS CAROLI PRINCIPIS CARD, MED. ROM AE NEC NON
PER LIGVRIAM. LEOPOLDI ITEM PRINCIPIS CARD. MED. ROMAE
CONTVBERNÀLIS . CLEMENTIS IX, P, M. INTER SACROS AD
STANTES PROCERES ADSCRIPTVS . DIERVM PLENVS ET GLORIAE
PIE IN DOMINO OCCV8VIT . HJC SEPVLTVS A. D. MDCLXX. IV. NON.
APRILI3. ALEX. AMBROGI SACERDOS FLORENTINVS . TANTI PON-
TIFICA PER DECENNIVM FAMVLITIO DECORATVS • NE CLARISS.
VIRI. AC DE SE OPTIME MERITI MEMORIA PEREAT . LEGATA
EXTREMIS TABVJLIS PECVNIA . PERENNE MONVM. PONENDVM
V0LV1T.
So-
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ita
Sopra la Porta laterale appreso allo Strozzi affiflTa fi ve-
de una lapida in memoria della Confagraziome della.,
Chiefa , che fece Monfignor Fratìcefco da Diaccerò > e^»
dice così :
VETVSTISSIMVM HOC TEMPLVM OCCASIONE IMAGINIS BEATISSI-
MAE VIRG-'HIS MARIAE HIC IN CAMPO QVOMDAM REPERTAB
CONSTRVCTVM ET NOMlNATVM.MlRACVLlS CLARVM.DEVOTIONE
FREQVENS. REVERENDÌSSIMVSDOMINVS FRANCISCO CATANEVS
DIACCETiVS EPISCOPVS FESVLANVS IN MEMORIAM ASSVMPTIO-
NIS EIVSDEM ÒEN1TRICIS DEI CONSECRAVIT DIE XXV. MARTI!
ET IN ANNIVERS. XL. DIERVM INDVLGENTIA AVX1T . ANNO
SALVTIS M.D.LXKXV.
Pattata poi la detta Porta , ricorna altro DepoGto ìil,
marmo » che è del Vefcovo Lorenzo della Robbia col
fuo Rirratto dipinto da Valerio Gafini , ed Ifcrizione ,
che dice :
                                                               \
LAVRENTIO DELLA ROBBIA ALOYSII ET GINEVRAE DE POPO-
LESCHIS VRBANI Vili. P. M. CONSOBRIN AE. FIL. EPIS. CORTONENSI.
DEIN FESVLANO . CVIVS ECCLESIAE IVRA AVXIT . EIQVB
CLERICORVM SEMINARIO A FVNDAMENTIS EXCITATO . AC SA-
LVBERR1MIS INSTITVT1S MVNITO MIRVM IN MODVM CONSVLVIT .
AB1NFANTIA INTAMINATO VltAE CANDORE PRAECIPVO IVSTI-
TIAE ATQVE ECCLESl ASTICAE D1SCIPLINAE STVDIO ET PASTO-
RALI VIGILANTIA APPRIME CLARO. DECESSIT Vili. KAL. FEBR-
AN. S. M.D. CXXXXV. VITAE IL. SI COMPVTES ANNOS AETATE
INTEGRA. SI PRAECLARA FACINORA QVAE GESSIT LONGEVVS
AC PLENVS DIERVM CAMILLA MEDICEA FRATRI DESIDERATA.
MOESTISSIMA P.
Altra memoria di quefto illuftre Prelato trovai! in  que-
lla Ghiefa , ed appunto incontro alla fopra riferita
  lapi-
da , ed è 1* Effigie , ed Epitaffio di fua Madre >
   che^
ragion vuole s che qui noi riportiamo :
D.O.M.
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; • ;        P.         0.        M,         ;'"-/ rx'
CINEVRAE POPOLESCHIAE EX SYLVESTRO, ".
ET GINEVRA VCAKC)LI BARBERINI FIJLIA
ALÙY5II ROBBIE &ON.IVGI AM ANTISOM AE .
ANIMI INTEGRIATE. AWRVM SV&VITATE»
PRVp£*ÌTlA, ET PtETATE pONSPICVAE
FR. IOAN. ROBBIA £PJ =Cx>PVS BRlCTINGRlEfiF.
£T EAVREN1IVS EESVL. ANTI5TES . EE,
JOPTIMA E P \P F-NTI PCSVEJRE ,
CBIIT A. D. M. DCXXXVHI. PPTDIE KAL. SEPT.
VIXIT ANN. LXXX. M. IH. P. XX.
V.  Anche nel Pavimento occorrono molte lapidei*
d* illuftri Famiglie da ©(lervarS » come de* Gherardinij
dea Capitani } de* Soldani , td il Signor Manni di due
altre aflai vetufte favella nel quarto Tomo de' fuor
Sigilli ) ina pag. So. €051 *> in Santa Mafia In Campo
,j fi trova $ep. de Vili (ini $ ,, e alla pag. 133. altra che
dice 9} Crefci del Buono di Tara Tragga faii* ?» Né da*
tacerfi è V origine della Congrega de* Preti detti delia-,
SantirTima Trinità , la quale ebbe il £uo principio J iru
Santa Maria in Campo s benché pofcia xe&ò unita alla^
Congrega delia Concezione . -
VI.  E per fine riportiamo le Bolle utili affai ad
ifchiarire le cofe da noi iln qui riferite ibpra 3anta Ma-
ria in Campo,
IJonorlut Epifcùpxt Sewits $er<vorum Dei, f)ikBtf
Jìiliis SànBi Galgani
, i$ '$+ Mifhaelis difcalctatortwL*
Abbatibu* &c,
Jfcendit ad nos tlamor JEcc/efie Te fidane fejfe iam
a trmltrum wtijtitfidine
, que non ab bofie > fed ab ami'
€0 ì nec ah gxt rane* pafitur
> fed a Sfori fo , fi tamev>> qui
fia ra^it
, fit eìus .dtcpnduf awicus , meh fponfvs rcptitari
e ebear
, & poh tvechus j qui Sponde honejlatem fyont'c*
iontemnem
, ttt jlltcìtos mercetur simplexus , prodigit do-
fem ems , Nam /^uod Jìne dolora piar imo referre non pof*
-ocr page 191-
ftiwtts', & rumore » Fefvlan'j? Epifcopuf rattoneto fenfua-
tìtati
, d* fpirìtum carni d'iettar tfque adeo fubiecijfe9
quod contempta Pontifici? gravitate*, carnali bu? defiderìis)
que militant admerfu? animar?? fé inyolnjen? ? pra<vaque^,
qtte non licer
> turpi a » que non decef > & vana que horu
expedit <, in etate fenili iuveniliter operetur
, & quia non
pò te fi fine gravi bu? fumptibus fuis *v.o instatibus fatisfa-
cere -, utpote qui non fot un* fecre forum fuorum confeiis
«tW-
rém etiam aliis , ne ignominia*}? revelent ipfius , multa'
co gì tur datnn abili ter e largiri
, bona Ecclefie Fé fu lane' pe-
ne periitus diffipavit
, nec contentus res mobile? , quìbus
incubabat , confummere
, res etiam immobile? prodiga- ma-
nti dìflraxit
5 & quafdam' do navit fub vendi t ioni s fpecie1
fimnlate aliis nthilominus infeudati? in irreparabile ipfius
Ecclefie detrimentum
> contro: iuramentum proprium temere
gemendo
» ita quoà ficut ereditar vix' } *vel nunquant*
pofl deceffum ipfius Epifcopi erit , qui velit fibi fuecede'-
re y intantum erit ipfius Ecclefie non folum forma v fed
fubftantia annullata
» Volentes igitur defeendere t oc ve-
dere utrum clamor huiufmodi meritati nitatttr
j diferetio-
ni i/e /Ire per Apo ftalica fcripta mandamus , quatenu? ad
Ecclefiam ipfam perfonalifer accedente? } vel fi hoc fineL,
fcandalo effe non potè fi
, vacante? quo? propter hoc vidtm
riti? evocando?
, & habentes pre oculis folum Deum : in*
quiratis fuper premifps omnibus diligentiu? verìtatem' %
& quod inceneritis per vefiras vobi? litteras fidelitep
termine ti sr-i prefigentes eidem Epifcopo term'mum rompetene
tem
, quo nofiro confpe&ui fé reprefentet r recepturo pr<y
fuorum exigentia meritorum &c*
Datum Reat* VL Idus lulii > Pont, nofiri anno" j*
IL
Honorii Tertii Stimmi Pontifici?) Commijfio caufe de
iamnì? Epifcopatui Fefulano illatis per c%nniventìam Epi-
fcopi' Raineri i
, è?' de ini urli? irrogati? fuccejfori Epi*
feopo Ildeprando
*■
Honoriu? Epifcopur Servur Servorum Dei v Venera-
mi Frani Epfcopo Faentino
, & diletti? Filiìr Abba*
ti
-ocr page 192-
«4
4* No nàto tuie Vintiti enfis \ feu nultius ViecefiV", fy Ma-»
gìftro Tancredo Canonico Bononienfi falutem
, cb* Apofio*
licam henediBionem
.
Scribentibns Nobis olim Venerabili Fratri noftro E*
ftfcopo Mutinenfi
, ut perfonalitsr accedens Fhrentiam,
Toteflatem , Confilìarios , &* Populum Ci'vitatis eìufdem
momret efncaciter
5 cb* induceret ad fatisfaciendum de*,
damnis
> ér iniuriis irrogatis Venerabili Fratri nojlro , (^
Mccle/iis Fefulanis 5 &* ,/? necejfe foret 5 censura Ecclefia-
fina coarBaret
, *V? jw Mutinenfis mandatum nofirnm, &
gdmonitionem diligenter executus datis indudis lite non
tonteftata
5 procejferat revocato Communi Fiorentino , quia
banni<vcrat prediBum Epifcopum Fefulanum contra Deum
,
cb* Ecclefiafticam libertatem , propter iniuriatn , banni ex*
penfas y & damna tali occafione fé e ut a taxatione
, Inra-
mento premiffo in milU libras ufualis monete eidem Epi-
(covo Fefulano fententialiter duximtts condemnandum : ce-
terum caufam fuper aliis damnis
, & iniuriis ab eodsni*
Communi prefatis
, Epifcopo , ist Ecclefiis irrogatis fic
woBre diferettoni duximus committendam
> per Apofiolica
niobis fcripta mandantes
, ut de notoriis fatisfieri faciatir
4Ìfdem
> àf de dubiis , habentes Deum pre oculis , cogno-
j"centet
, quod iuftum fu erit 5 appellatione poBpofita , de-
ternatis
? facientes quod decreveritis per cenfuram Eccle-
fiafticam firmiter obfer^varì
. Tefies autem , qui fuerint no-
minati i fi fi grafia
> odio } *vel timore fubtraxerint , per
senfuram eamdem
> ceffante appellatione , togatis meritatis
teftimonium perhibere
; Quod fi non omnes bis exequendis
totueritis interejfe
« duo meflrum ea nihilomìnus exequantur
Datum Laterani <5. ldus Unii Pont. Noftri anno via,
III.
Eiufdem Honorìi Tertii Stimmi Vontificis Avocati*
skfdem Caufe a Commijfariìs ad Sanciiffimum .
* Honorius Epifeopts Scrvus Ser^vorum Dei) DileBo
in ChrtBo Fratri No&ro Epifcopo Fiorentino .
Grave nialde gerimus , quod Ci<ves Fiorentini Ven.
Wrtttn'm noftrym Epifcopum Fefulanum in Epifiopali di*
gni*
-ocr page 193-
185
gnitath iniuriam 5 é' Apoflolice Sedi? contemptum exu*
lare compelhnt ^ boni? Epifcopatu?
, & Ecclefie eiu-
fdem
'■„,■ referenti a divina 5 & noftra poftpofita > occupati s
i?£ quidem nifi amor , ^//«f;^ W Cinjitatem Florentinam ha-
hemu?
, motum no Bri animi cohiberet » /.tffóz fecijfemus eo?
pena decente cognofcere
j quantum doleamu? de gravami~
ftibus
, cb* ini uri; s ab eifdem ìpfi Epifcopo irrogati! . 5W
#?«■ /» z'« <*Y ex.cufare negligenti am tuam potè? } ^»/ C7-
«u^j *£/«>/ , /#*# jf?fo fai ut e animarum fuarum , quaranta
tihi efl follicitudo commìffa
> *//«* prò compafftone ipfius
Epifcopi deheres ab iniurii? huiufmodi refrenajfe
. Licet
igitur caufa huiufmodi Ven* Fratri noftro Epifcopo Fa*
sventino
, 4st Collegis eius ìam dudum fuerit ab Apofio-
lica Sede commìjfa
» quia tamen propter Civium ipforum
diffugia
, nondum efi proceffu? habitus in eadem •> ipfam ad
examen noftrum duximu? revocandam
. Ideoque mandamu? \
quatenu? Potè flati
} Confiliariis, é* Tonalo eiufdem CU
gitati? ini unga*
$ ut in Kal. Februarii proximis , qua*
ei terminum peremptorium affignamu? ,per Procuratore? ido-
neo?
, & fujficientes compareant corani Mobi? eidem Epi-
fcopo fuper invajione
, deflru&ione } & detentione honorum
Epifcopii fui
, #* Ecclefiarum eius exhibituri , quod orda
propofuerit rationis
, aut compofiturì , fi fieri poterit 5 cum
eodcm<i denunciando eifdem
> quod nifi fujficienter ad defen-
dendum
, & componendum tranfumpferint ad terminum fu-
pradiBum
: Nihilominu? in negotio ipfo , quantum fuadebit
ratio
j procedemu? } quod autem fuper hoc feceris ? nobis per
litteras tua?
, cure? fideliter intimare .
Datum Zaterani io. Kal* lànuar. Pontif. noftri anno
undecima
.
IV.
Gregorii Noni Summì Pontificis 'Bulla Concefflonìs
Ecclefie Parrocchiali? $, Marie in Campo Ci vitati? Flo-
rence Epifcopo Fefulano
,
                                                 ; »
Gregorio.?. Epifcopti? Servu? Servar um Dei . Venera-
UH Fratri Epifcopo Fefulano falutem
> ist Apoftolicanu
Bene ditti onem
.
Controverfia , que inter te , i$ Cive? Fiorentino!
. a Tom. VII.
                    A a                                fub*
/
/
-ocr page 194-
iS6
fubortn fuevat » noftra provinone fopita , quia vìdimus t
quod ex cohabitatione FeJ'ulani Epifcopi
, maior inter eum,
.&■ Commane Florentinum poterai concordia provenire y Ó*
maior Epifcopatus Fé fui ani fecuritas , -ér* utilitas procu-
rari
; Ecclejìam Sanele Marie de Campo citm pertinentiis
fuis tibi providimus conferendam
. £/> igitur hec noftra^
provifo perpetuane habeat firmitatem
, prefatam Ecclejìam
cum pertinentiìs fuis de Fratrum noflrorum confitto ti-
hi
, & fticcejforibus tuis perpetuo iure conce'dimus liberante
& exemptatn
} non objiante quod in litteris Vensrabilis
Fratris noftri Episcopi Fiorentini
) & publico inftrumeit-
to
, qnibus fuum fuper hoc expreffìt affenfuvt , nihil de*
Capitali continebatur affenfu
, cum nos eius fupplendum
duxerimus in hac parte defe&um
. Halli ergo omnino ho*
mimtm lìceat hanc noftre cerneflìanis pagina»» infringere
>
vel ei aufu temerario contraire* Si quis autem hoc at-
tempiate prefumpferit , indignationem Omnipotentis Dei
>
<& Beatorum Vetri y & Fatili Apoftolorum [e noveri t in-
tur fu rum
Datum Luterani IL Ida sianuarii Fontificatus noftri an*
no primo
.
                                                                               •*■■.; \\
V.
Eiufdem Gregorii Noni Summi Pontifici s , CommiJJ19
Executionis fupraditle Bulle
.
Gregorius Epifcopus Servus Servorum Dei» DileBis
Filiis de Ficiedo
, '& de Elmi Abbatibus Lucane , é* Val*
tcrrane Diecejts Salutem
, & Apoftolicam Beneditlionem'.
Controver/ìa 5 que inter Venerabilem Fratrem noftrum
Epifcopum Fefulanum
, & Cives Florentinos fuborta fus-
rat ì noftra provinone fopita
> quia vidima* quod ex co-
habitatione Fefulani Epifcopi maior inter eum
, & Com-
munc Florentinum poterat concordia provenire
, ac maior
Epifcopatus Fefulani fecuritas
, & utilitas- procurari > Ec-
clejìam Sanale Marie de Campo cum pertinentiis fuis ipfi
Eptfcopo providimus conferendam
. Ut igitur hec noftra.*
.frovifio perpetuam obtineat firmitatem
. prefatam Ecclejìam
cum pertinentiis fuis de Fratrum noslrorum confitto eidem
Eptfcopo
, ist Succejforibus fuis perpetua iure concejftmus
-ocr page 195-
lièéram^ ^extmptam y non obBante quod in lìtteris Ve*
ner abili s Fratris noftri Epifeopi Fiorentini
, & publico
in&rumenio
5 quibus fuum fuper hoc expreffit affenfum, nim
hil de Capituli continehatur affenfu
, cum nos eius fup~
plendum duxerimus in hac parte defeBum
. Unde nos ipfi
Epifcopo Fiorentino noftris damus lìtteris in mandatìs
>
ut Ecclefiam ipfam cum pertinentiis fuis ditto Epifcopo
Fé]'ulano liberam
, è? exemptam affignet, & ipfum in eius
cor por aleni pojfeffìonem inducat ; ContradiBores ,fi qui fue*
rint
, ut rebelles , moni tione premi/fa per Ecclefiafticanu
Cenfuram appellatone poBpofita competendo
. Quocirccu
difcrettoni *veftre per Apoft olita /cripta mandamus quate-
nus nifi prefatus Epifcopus Florentin/ts mandatum nofirum
infra decem dies pofi fufceptionem literarum nofirarunu
fuerit executus y evos ex tunc illud authoritate nofira*
fublato cniuslibet contradittionis
9 4$ appellationis obfta*
sulo exequi procuretis
.
Datum Lateranì ni. Idus lanuarii, Font* noftri anno L
VI.
Arbitrium eiufdem Summi Tontificis fupet pendenti*
bus caufis fupradiBis cum confenfu partium
,
Gregorius Epifcopus Serwus Servorum Dei } Tote-*
flati
) & Communi Fiorentino .
Officii noftri follicitudo depofcit } ut contro<verfias,
que ad noftrum perferuntur examen , ftudeamus iudicio ,
liei concordia celerius terminare, auatenus litihus congruo
tempore fopìtis litigantes mutuo iungi poffint rinculo
caritatis
. Cum igitur Inter ^vos ex parte una , & Ve"
nerabìlem Fratrem noftrum Epifcopum Fefulanum ex al*
tera
, fuper quihufdam domibus, redditibus, poffeffonibus ^
caftris
, damnis } & ini urti s filati s fib'i:» & Ecclefiis fuis,
necnon inter eumdem Epifcopum ex parte una 5 & Ugo*
nem de Veclicetto
>-} Rainerium Meiliorelli j Reinerum tJgonis
Rujfi
? Guidonem Macigni , ac Rogerinum Gianfiliazzi $
& quofdam alios Ci<ves Florentinos t ac Fefulane Diece*
fis ex altera^ fuper quibufdam debitis queslio fuijfet dia*
ìius agitata
> & tandem a dile&is Filiis Ildeprando Al*
A a 2                                   de-
-ocr page 196-
*8S
Kemarii} & Ràitterio ÌLnfiUt fheuraterìbut *beftrtt > alio*
rumque prediBorum , qui a wobis componendi } & arbitro?
eligendi
, atqu e etiam diBis Cimibus , & aliis compro -■
mit tendifpecialiter in Ferfonam noflram plenum acceperant
poteflatem
, font publica inftiumenta Nobis exhibtteu
plenius cr»ntinebant
} nec non ab ij/fo Epifcopo fuper iis
in Mos fuiffet fub pena mille marcharum argenti con-
cordi ter compromiffum
: Nos ì/f , que fuerunt bine inde
propojìta diligenter anditi
> , arbitrium protulimus in hune
modum
. Siquidem arbitrando fiatuìmus ? ut unimerfis Cre-
dìtoribus
, iff altis per mos tehutam habentibus de pojfef-
Jtone Cajlrornm
, ér Villarnm Epifcopatus Fefulani ex--
pulfis
, fime authorìtate meflra » fime auth&ritate propria
ipfam fuerint pòffeffìonem adepti
" > Epifcopum ^ mei Froctt-
ratorem gius ufque ad FeBum Epiphanie proximum iru
pojfejftonem macuam inducati s\ & de fendati* indu&um \
nec permittatis eum
, mei ipfum Epifcopatum ab ìpfis Cre-
ditoribus
, mei ab aliis molejlari , nec <vos ipjì eumdem
Epifcopatum ulterius molejìetis
. Epifcopus mero Epifcopa-
tus nomine
} prò Creditoribus f qui fuo Fredecejfori pecu-
niam ' mutuar unt \ mei aliis ius ab ipfis habentibus \ tria
mi Ili a librar um Tifane monete prò unimerfo debito mobis
Ubere
i$ expedite , ae fine ali qua queflione infra annum
exfolmat
. Vofque recìpientes fuper mos debitum nnimer-
fum
, facìatis Creditores effe fumma prenotata contento s ,,
ita qu&d nec ratione ufurarum , nec pene , aut etiam impen-
farum ali quid amplius ab Epifcopatu
* <vel Epifcopo exi-
gatur
, c^ fuper hoc in folutione pecunie idonee cameath
ipfi Epifcopo
) & unimerfa Creditorum inflrumenta refii*
tuatis eidem
; diBamque peduniam , deduBis debitis noru
legitimìs t dimidatis
, & diftribuatis inter meros , & le-
gitimos Credit ore s
. Quìa mero ex cohabitatione Fefulani
Epifcopi mai or inter eum
, & mos poterli concordia pro-
venire } & maior Epifcopatus Eefulani fecuritas
, & uti-
li tas procurari } molumus
, & mandamus , quod Epifco-
pus 3Horentinus Ecclefiam SanBe Marie in Campo cunu
pertinentiis fuis Epifcope Fefulano authoritate nofira li-
bertini , & exemptam ajfignet
} Jìcut hoc ipfum per fuas
Htm
-ocr page 197-
t.
Ut ter ài ad ms dkeBdt mànifefie itòfcìtw *ùòlmj[e., non
obftante quod in litteris fuper hoc Mobis ab ipfo Epifco*
pò Fiorentino direElis
, nihil de Capi tuli contine atur af-
fenfu
, cum nos eius fupplendum duxerimus<in hac pxtrtz
defe&um^ nsofque apttd eam infra triennium unum pala"
tium conftruatis
, in quo pofjtt honefie Fefulanur M.pifco~
pus habitare t queftionibus omnibus
, fi^e petitionibut ,
que occajìone preteritorum damnorum 5 feu iniuriarnm «ver-
ttbantur in ter qyor , & Epifcopum , Creditorefque predi-
Hos nullo umquam tempore a parte alterutra
» fufcitatt»
dir
. Ad he e mandamus > ut ?uos ab ipfo Epzfcopo re qui-
Jtti detis forti am
, & auxilium>., quod homi ne s , & Vaf~
fallì' Ecclefie
, ac Epifeopatus Fefulani ^ dent auxilium*
ipfi Epifcopo
, ad exonerationsm debitorum, in fui bus Ec~
clejta Fefulana tenetur . IdeoqueUniwerjìtati ve/ire per
Ap&slolha fcripta mandamus, quatenus hoc nofirum urbi-
trium equi tate fuadente prolatum fuh pena mille marcha*
rum argenti irrefragabiliter obferivetis ,
Datum Lai crani xvi. KaL Decemb. Font* Hoftri anno v*
'VII.' -;. •*--: ù*-ìv:au < :.-.., v
Eiufdem Gregorii Noni Sumhii Fontificis Commi [fio
Mxecutionis fupraditìi Arbitrii
. .-;.■".
                   vs * ,'i
Gregorius Epifcopus Ser^vus Serttorum Dei . Venera-
bili Fratri Epifcopo Fiorentino Salutem
, & Apoftolicam
Benedi&ionem*
                                                 » ■. .=            ..\V;-\
Ex parte Venerabilis Fratris Noflri Epifeopi Fé fu-
Iòni fuit propofìtum corani Nobis
j quod cum ol/m Fate-
fiatem
, & Commune Florentinum per Venerabilem Fra-
trem noflrum Epifcopum Ferujtnum fecerìmus commonere
>
ut
diElo Fefulano de tallii s, isf colleHis , quas ab ilio
extorferant , & de illatis damnis » & prò irrogatis eidem
iniuriis fatirfacerent competenter
, quia iifdem illius mo*
nittonibus obanditit id ejficere non tur ante s iniuriis
\iniu*
rias cumularunt ; Fraterni tati tue per Apofiolica fcripta
tmndamus > quatenus firmiter iniuugas eifdem s ut prima
hebdomada proxime future Quadragejime per fujftcientent*
Synditum nofirofs confa Bui refrefennn$ > exbibituri eU
■MH^
-ocr page 198-
idem Epifcopo- ) & HceptUrì ab ipfo quo Aor dò dièìanerit,
tatìonis
Datum Ferufie vi» Idus De cembri*■ » Fontìficatus Nofiri
unno ottavo
. *
"Vili.
Alexandri Quarti Summi Fontificis Conceffìo Tribu-
nali* prò Caufis fubditofum ab Epifcopo Fefulano
£ May*
netto J cognofcendis »
                                r
'Alexander• Epifcopus Ser<vut Sermorum Dei , Vene*
rabili Fratria Epifcopo Fefulano falutem % & ApoBolicam
EenediBionem m
Fratemitatis tue precibus henignum impertientes af-
fenfnm
, quod tu , & Vicarius tuus apud Ecclefiam^
Sanile Marie-in Campo Fiorsntie ad Ecclefiam Fefulanam
pieno iure fpeBantem cum te
y ac ijtfum penes ipfam mo»
rari conti gerìt
, de caufis fubditorum tuorum pò fittis co-
gnofcere
, ac eas fine debito terminare , authoritate tilt
prefentiutn indulgemus , Nulli ergo omnino hominum liceat
banc paginam noftre concefftonis infringere , aut ei aufu
temerario contraire
. Si qui*- autem hoc attentare prefum-
pferit t indignationem Omnipotentis Dei
, & Beatorum A*
pofiolorum Fetri
» & FauU fé noverit incurfurum .
Datum Anagnie fui. KaL Dectmb, Fontif. Nojìri ari*
no v*
IX.
Julius Epifcopus Sewus Sernìorum Dei . Ad perpt.
tu dm rei memoriam *
% Difpofitione Divina &c. Dudum Jiquidem omnia JBr«
ne fida Ecclefiaftica cum Cura ) & fine Cura apud Sedem
Apofiolicam tane *vacan. è? in antea cacatura
, collationi,
éf difpofitioni noftre refer*vaevimus &c. Et deinde Farro-
chì alis Ecclefie SanBe Marie in Campo Florentin* olim
Canowicatui ) & Frebende Ecclefiae Fefulanae •> quam di*
leBus Filius Alderius de Billiottis ipfius Ecclefiae Fefu-
lanae Canonieus obtinet quam din iliam obtineret Apoft&«
lica auBoritate unita
» annexa > <b* incorporata , ex eo
quod nos unianem
> annexionem 3 cb1 incorporationem pre*
éi&W prefati Aidem'ad ìd exprejfc accedente confenfu,
*                                                                             tutte
-ocr page 199-
igt
fune dijfolmmus , per dijfolwkiomm ^buiufmodi apud Sedem
praefatam cacante . Nos illam fec nracantem
, é* ut ante a
difpofitioni Apottolicae referwatam. Veti,, Fratri noftro Ro-
berto Epifcopo Fefulano
, quoad <vieveret , tenen, regen. &
gubeman, fub dat,
17. Rai, Januar. Fontificatus Nottri
anno quarto commendare conceffimus
» Cum autem dittus
Robertu$ EpifcopHS conceffeoni Commendae huiufmodi Ut*
Seris Apoftoliris fuper e a non co nfe Bis per dilettum Filium
Robert um de Fagnis de Fifa Ciericum Lucana? Dioece-
fes Frocuratorem fuum ad id ab eo fpecialiter confiitutum
bodie in manibus nottri s fponte
",, & libere cejferìt Nofque
cejfeonem ìpfam duxerimus admittendam
» & propterea di-
èta Farrocbialis Ecclefia
, ut praefertur vacare nofcatur
nullufque de il la praeter nos
, hac vice difponere pò tue»
rit
, ferve pojftt referniatione■ > ac decreto obfeftentibus fu*
pradiBis
» & fec exhibita mbis nuper pro\ parte diletti
filii Guglielmi eletti' Fefulanipeti fio cbntinebat fi ditta^.
Parrochralis Ecclefia
» Menfae Epifcopali Fefulane quam.
diu ipfe Guglielmus tlettus Ecclefee Fefulane prefuerit
»
dumtaxat uniretur 5 annetteretur Ùf incorporaretur",, prò*
fetto ex hoc ipfeus Guglielmi eletti
, ut flatum fuum ìu*
xta Fontifecalis dignitatis ■exìgentiam decentius 'vigere
•*valeret commodi tati non parum confuleretur
.. Nos igi*
tur &c. eumdem Guglìelmum elettum &c. abfol<ventes &c.
buiufmodi fvpplicationibus inclinati Farrochiate™ Ecclefeam ■>
few premijfo
, feme alio quo<vis modo afe. *vacet &$% cum
omnibus iuribus
, & partinentiis fuis eidem Menfae quam-
diu ipfe Guglielmus elettusdittae Ecclefeae Fefulanae prae»
fuerit
, dumtaxat auttoritate Apottolica tenore praefen-
tium unimus
, annettimus -y & incorporamus } ita quod
liceat eidem Guglielmo eletto per fé mei alium corpora*
lem poffefftonem Farrocbialis Ecclefeae
, luriumque s Ò*
pertinentiarum praedittarum propria auttoritate apprehen*
dere
, & quandiu dittae Ecclefeae Fefulanae prue fuerit, |
dumtaxat retinere 5 illiufque fruttus reddìtus■", & prò-
*ventus in fuos
, & Menfae Farrochialis Ecclefeae praedim
Borum ufum
, & utilitatem con^ertere &c. Volumus au*
tem i$tc quod cedente
, *vel decedente ditto Guglielmo eh*
Bo >
-ocr page 200-
igt
Bo yfiu diBae Ecclefiae Fefulande ) alias quali ter praeeffe
definente y unto annexio
, & incorpo rjtt io prae diBae dijfo-
lutae fint
,. Ipfaque P'arrochialis Eschfia in priftinum fta-
tum rewertatur eo ipfo é'c Datum Romae apud SanBum
Petrum anno Incarnatimis Dominicae
1507. 6, Idus lulii
Pontificatus Nofiri anno quarto
5 fuper plico Aloyjius loco
^ plumbi pendem. A tergo ^erò earumdem Ballar um ad*
fmit haec^wèrka mdéHcét
•,, Anno ah Ineàrnatione ^ 1507.
die 23. Immó.i y retrofcriptas Proeurator confenfit Ut-
ter arum expedìtionì \ iura^it é
V. Anno ab Incarnatiom
1507. die. iq? Dicembri:s reproduBusAlderius praefens con*
fenjìt
j & alias yprout in eifdem Bulli* Apofiolicis ple-
nius tontimtur:^cti:.:^;.,x
v- ti-.•■;-,■:. v
-uhmVi W.i
-.■Urbani OBan>ì Sanimi Pontificis Confirmatio % (f
Ampliatio fupradiBì Priwilegii de Caufis cognofeendis,
Urbanus Papa VI IL Ad perpetuam Rei memoriamo
Ad Roman un fpeBat Pontificem \ fi quae dubia circa
emanatarum a fuis Praedecefforibus Utterarum intelleBum
emerferint
5 è a de dar at ioni s fuae oraculo . ita elucidare }
ut fublata omni atnbiguitate litterae huiufmodi, ut par
e fi
, faos fortianiur ejfeBus . Alias fiquidem emanarunt
a feL record. Alex andrò Papa iv. praedeceffore noflro Ut*
terae tenori $ fequentis mdelicet
. Alexander Epifcopus
Ser*vu* Ser*vorutn Dei
> Venerabili Fratri Epifcopo E e fu*
lano Salutem, & Apoflolicam. BenediBionem , Fraterni-
tatti tuae precibus benignum ìmpertientes ajfenfum , quod
tUìfà Vicarius tùus apud Ecclefiam SanBae Mariae in
Campo Florentiae qdyEcclefiam Fefulanam pieno iure fpe-
Bantem
, cum* ke:\ de ipfutri penes iliam morari contige*
rit de caufis fubditorum tuorum pojfitis cognofeere
, c^1 eas
fine debito terminare
, anthoritate tibi praefentium indul-
gemus .-,; Nulli ergo ùmnino hominum liceat hanc paginam
nojirae Conceffionìs infringere
, mei'ci aufu temerario con-
tir dir e
Si quis autem hoc attentare praefumpferit indi*
gnationem Omnipotentts Dei 3
<b* Beat or um Vetri j &
Fault AptofiofarMm eius fé no'verit incurfurum
. Datunu
% 0 vi                                                                                            Ana*
-ocr page 201-
Anagniae vili. KaL Decembrls fontificattis Hoftri anno r,
Cum autem , ficut accedi mas
? dubitetur an Epifcopus Fefu-
lanns
) eiufqu.e Vicarius praefati vigore diÙarum l'itera-
rum
j nedum e a tifai fubditorum Epifcopi huiufmodi tognofce-
re
, fed etiam Sententias , & decreta ab eis in eifdem
eaufis lata
? Ut faBa debita* executioni demandare } feti
demandavi facere poffìnt
, eaque fuper re lis in Satro Rotae
3Lom/mae Auditoribus pendeat indetifa
: Nos attendente!
fruftra fententìas ferri
, & Decreta fieri nifi debitae exe-
cutioni .demandentur
, litemque 3 éf lites non poffe liei
finita*
> vel Jebito fine terminatas } nifi fententiae fSc-
rini executae : 'Hecnon litis huiujmodi ftatum
, # me-m
fita
» nominaque , fa' cognomina ludici! y & Collitìgan-
tium praefentibus grò expreffìs babentes
j mota proprio >
($ ex certa feientia , maturaque deliberatione noverimus.
Quod Epifcopus Fefulanus , eiufque Vicarili s vigore prae-
infertarum literarum poffìnt non folum caufas huiufmodi
inter
, ^ contra fuos fubditos in d'aitate Florentiat *
fà illius Dieeccfi, tam Civile* > quane Criminale s, vel
mixtas
» fnotfis > vel molenda* , cognofeere } & Jìc etiatft
proceffus defuper conficere
, feti confici facere , cornmitten-
do -i Ù1 exequendo citationes
, mtimationes , aliaque iiu
huinfmedi procejfunm fabricatione necejfaria
, Ù* opportu-
na
, fed et i ani fententias , & decreta quaecumque , tanu
interlocutoria , quatn diffinitiva
> ab eis fuper caufis hn-
infmodi latas
> & faci a 5 etiam antequam praefentes e*
manarent
> exequi » feu exequi facere 3 tam realiter j quam
perfonaliter
, Apoftolica autboritate tenore praefentium de-
claramus
* necnon praefentes literas eifdem autboritate ,
& tenore wnfirmnmns 7 & approbamus j {b* illifque invio*
l abili s Apoftolicae firmi rat is robur adiicimus
> ac omnes,
& fingulos , tam iuris , quam faBi defeBus j fi qui de-
fuper quomodolibet interqjenerint
5 fupplemus ; Ac infuper
fuper praemiffis provifum effe voi ente s
, ex abtindantia »
& quatenus opus fit , quoad ea y in quibus circa eadent*
praemiffa
} vel alia huiufmodi dubitari potefi ? eumdem E-
pifeopum
, .& Succejfores eorumque Vicari um } etiam &tt
Apofiolkae Sedi* de legato s poffe mufas inter 9 .& contr$
Tom. VII.
                       Bb                                  fuos
-ocr page 202-
*P4
fuor Subdtto* cognofcere \ proceffufque conficele , de fex-
tentias ferrs
, & decreta facete , illaque , et Ma* tam
hatlenu* per diBum Epifcopum
, <vel ciuf Vicarium } alio*
fque UUus MiniìJror
, & Officiale* lata? , & falla,
quant> in poBerum perpetuis futuri* temporibus per eos ,
et eorum quemlibet ferenda*, & facienda exequi, fen
exequi favere
, tam realiter, quam perfonaliter , et tam ex-
tra limites diclae Parróchiali* Ecclefiae Sanane- Marlae
in Campo y é' in quacumque alia parte Civitati*
, 6*
Dioecefis Florentinae ; praefente* quoque li fera* cum om*
nibus y et finguli* in eis contenti* nullo unquam tempo*
re etiam ex eo quod quicumque in praemìjft* interejfc*
habente*
5 feu babere praetendente* ìllis non confenferìnt>
nec ad Ma focati , & auditi , ac caufae , propter quat
Mae emanar ti nt
3 adduffae 5 et tuBìficatae minime fuerint %
«uel ex alio qnocumque capite etiam enormi*
, & enormif*
fimae laefìonìt
, ac alia* quemodolibet de fubreptioni* > <vel
ebreptionis
> aut nulli tati* -vitto , <vel intentìonis nofìrae}
et alio quo'vis defeflu notari, invalidar* , redarguì , im-
pugnari
, in. tu*, itel contro<verfiam rcvocari > aut ad<ver»
fu* Ma* quodeumque it/rir , fa&i
, <vel gratiae remedium
impetrati
, aut impetrato , ac etiam mottt > fcientia > ist
deliberatione Jtmittbu* conceffo qnemquam in iudicio
, roel
extra uti pojfe
, fed femper valida* 3 firma* 5 et efficace*
e xi fi ere
, et fore■-, ditloque Epifcopp , éf fuceejforibu* > ac
Vicario
, éf Officialibu* , Miniftrifque eius prue fati* ple~
niffime fuffragari
, ficque per qttofeumque Indice* ordina-
rio*
3 C^ delegato* , etiam caufarum Palatii Apoftolici
Auditore*
, #<r Santlae Romanae Ecclefiae Cardinale*, ^»
//'#«/ */<? lai ere Legato* , di ti aeque Sedi* Isluncios , /#£-
/#£# f/Y , cb' eorum cuilihet qua<vit ali ter i udì candì , «ve/
interpretandi facilitate , $* authoritate, iudicarì 5 $* <##*-
fc/ri debere , /w irrìtum , et inane , fi fecu* fuper hi* a
quoqttam quavis authoritate feienter 3 i>el ignoranter c*n-
tìgerii attentari decer nimus
: Non abbi ante liti* pendette
tia praefata
> Apojlolici* , et in Conciliis Univerfalibus
Tro'vincialibttfque
, & Synodalibut editi* generalibu* , *iW
fpecìalibus canflitmiouìb^t, ^ $rdi»ationibuf ) af Regula
-ocr page 203-
*9S
de nm tolhndo iufs qudefito, quatenus foret opus > ne ertefL
quibufeis etiam ìuramento
5 confirmatìone Apoftolica 3 mei
quaniìs firmitate alias robpratis, fiatati? 3 & confuetudi*
ni bus
, flylis , & ufibus 5 privilegiis quoque 9 indultis , ^
literis Apofiolicis fub quibufcumque tenoribus } & formis,
tóf nz;# quibufois etiam derogatoriarum àerogatoriis, aliif-
que efficacioribus
, é? infolitis claufulis irritantibtis ,
€^ tf///> decretis , rir/iig »?0/7/ , fdenti a , «fr* deliberatiti*
ne fimilibus
> /'» genere ? «itf/ /» fpecie > /Zf tf/zW /» f0#,
trarium praemifforum quomodolibet cpnceffìs 5 eonfirmatis ,
& innowatis » Quibus omnibus , ^ fingali* , etiamfi prò
[ufficienti il lo rum derogatione de illis
, eorumque totis te-
noribus fpedali s
» [pecifica , expreffa > ^ individua , de
j* «z/^rfo? W merbum , #<?# autem pr claufulas generale?
idem importantes
j mentio facienda effet , ##/ ali qua alia
exquifita forma ad bop ferwanda foret ilio rum tenore
praefentibus j>r.o piene
» & fufficienter exprefps, formam-
que in illis traditam prò fermata babentet
, iltis alias
in fuo robere permanfuris ad praemifforum effe Bum fpe-
(ialiter
> fà expreffe derogamus , taeterifque centrarti*
quibufcumque
.
Datum Romae apud Santium fetrum fub Annui0 Mea*
toris die
Mali it>$<?• Pontif. noftri amo xvu
... %
M* A* Maraldus »
4 :
r.
$h è                      hn*
_________.______________________________________:______________l—
-ocr page 204-
igé
L E Z I O N E XIX*
D E L t 4 G 0 M B A G il l A
DI SAN GIO: BATISTA
          DETTA DEUOStCUZO., /
m
Irimpetto air Orto de* Padri di San,
Marco viene la Chiefa detta dello
Scalzo, della quale una breve notizia
fu data alla luce nella Stamperia di
Michele Neftenus , nell'anno 1708.
che fé ciafcùna Chiefa avelie una fo-
wv»mmammmr<^^^ migliaste relazione di fuè note voli, co-
y ci avrebbe risparmiatonon poco fatica da noi
ufata nelle ricerche, o fi voglia deli' origine de'Tuoi
lu©ghi , o delle memòrie neceffarie per una efatta ifìo-
ria . Ma parlando dei fuddetto librétto , dir fi vuole.,
aver noi con piacere rifeontrato ih elfo, come l'Au-
tore avendo tenuto lo fteflo ordine di noftre Lezioni ,
ha divifo i Capitoli appunto nelle tre materie riguar-
danti e la fondazione della Compagnia, e l'adorabi-
le delle Reliquie, e delle belle Arti 1* ammirabile , che
rendono la Chiefa riguardevole quanto altra mai. Quin-
di acciocché non paia fuperflua quella nofìbra Lezio-
ne , ohre 1» accennare quanto rammentaci nella ftampa >
vi aggiungeremo altre parecchie laudevoli memorie >
che lo Scrittore giudicò eli tacere per modeftia .
II. E però facendomi dal titolo della Compagnia ,
jiotar mi piace» che ne* primi anni addimandavafi de'
'Difeifistiati dì S* Gio: Batifia
, e talvolta della Faffione
di Crifto
, d ettafi dipoi anche dello Scalzo , forfè per-
chè non fuole ufeire nelk pubbliche proceffiom fenza
$f'ìit                                un
-ocr page 205-
**7
un divoro CrociMò portato da uno a; pie fcalzi. Prin-
cipiò ella , come parla il Proemio de* vecchi Capitoli ,
nel 137^ nella Chiefa di S, Iacopo in Campo Corbolini *
ed il medefimo dimoftrafi dalla Bolla del Vefcovo Fio-
rentino Bartolommeo Uliari > che nel 13815. commenda»,
ed approva quella Società» cui concede Indulgenze > e
Privilegi , la qual BolU è del feguente tenore*
» ■ '. ., . . .. ... - ■
Bartholomeus Dei Gratta Epifcopus Ftorentlnus.
Univerfìs, & Jìngulìs Chrifiifidelibus} tam Clerici* , qnam
Laicis prefentes litteras infpecluri*
, falutem in Domino
fempi ternata•„ Inter celerà què nobis
, ex noflro paflorali
inclinili un t officio
» hoc unum vigilantius pulfat , ut ani*
mas
, quantum nobis ex alto permittitur > pojjlmus lucri»
facere Creatori
» ne torpentes bona redarguamur ab opere,
fed tanquam bene operantes in talento nobis credito prò
apportato Ittcro munera confequi mereamur eterna
Sane
dudum prò parte dileBorum in Cbvifio Filiorum Re {forum
ceterorumque de Societate Difciplinatomm,x qui ad hono»
rem, tandem, &referentiam Omnipotentis Dei
, fà Com»
mem&rationem Fajfionis Domini Mojlri leju Chri&i
; fuk
nomine
» ac titulo Trecurforis Domini Beati lohanuis Ba?
ptifie apud Ecclefiaw Sancii, Jacobi de Campo C$rbotino
de Fior, ad Divina Officia audienda
» que ibidem faciunt
JhJemniter celebrare cum devoti* orationibur
» et lauda*
bilibus difciplinis. certis diebus fedivis
» isf folemnibqs
adknmt
, N,ohis extitit bumiliter fupplicatum ; ut Socie tas
p r aedi eia > :Ùf' bomimbuseiufdem provider e de fpirit^ali
Indulg. munere dignaremur
. Nos vero attendentefy quod
grata Jìt Deo corporali* caftigatio difcipline t & em&-
ceratio carni*
» fupplicationew eamdem liberali antimo ad"
mittente,* % omnibus
5 éf. Jìtt-gulif-, vere penitentibuir, $r mM*
ffjfis 1 q/ti fun$ di(le SoiietUti, adfcri^ti
» ist qui in pò*
Jlerum fecerint p^ aa\fcKÌk{,iJi .pojjtmod&mi perfeveraverint
in ea^em y in/primo eor^f&Jn^ceffu
» 4g duabus diebus Do*
minicis cuiuslibet menjts.% in quattuor pnincipalibus Bea*
te Marie Virginio fefti,s<i qu^libet BÈ> ApoftoU B. U*
-ocr page 206-
8
nas exeKetidài » é* ad audiendat Mijfas , iure Tarrochiaì
li bus Ecclejtis fttis redditi* eongregantur
, dederintquz^
dìile S onte tati auxilìnm
, famorew , <vél conjilium dtL,
Omni]>* Dei mifericordia
, Beate Marie Virginis , Bea-
torumque Tetri
, & Pauli AfoftoL ne.cnon lo anni s Ba*
ptifté
> Zenohii , Refi arate , ac Vincentii fatronorum no-
firorum meritis
, ■& auSloritate tonfijì ■> 40. diet de ini un-
Eia eis penitetitia mfericorditer in Domino relaxatnus,
In quorum omnium fidem
, & tefiimonium has nofiras Ut-
tergs fieri
, & fcribi iujjìmm % ac Sigilli Hoftri munimi-
ne roborari
, '
Datum Fior. ìm Epfcopali Palati» noftro fub anno,
Dow. Incarti, mccclxxxvi. Ind. ix. die <^erò xvm. menfis
IhIH
, Pontìf. San&ifs. in Chrifio' Patris , & Dom. Do-
mini Urbani Divina Proyid. Pape vi. an. ix.
III. Per qua! motivo poi, e quando i Fratelli di
Venerabile Compagnia, abbandonata la Chiefa di S* Ia-
copo) pafTaffero in Via di S. Gallo, dove ottenuto aven-
do da i Monaci Celerini una Gafa nell* Orto del Mona*
fiero, che riduflero ad un divoto Oratorio, io finora
non mi fono avvenuto a trovare ; potendoli però con-
getturare, che ciò addivenire odali*arbitrio dei Com-
mendatore di Rodi padrone di S. Iacopo in Campo Cor-
bolini, -o piuttofto dal numero de* Fratelli moltiplicati
in giiifa, che gli obbligale a cercare altro luogo più
comodo j e proporzionato. E che un tale paffaggio
accademie nel 13,90. o in quel torno, fembra , che fi
poffa dimoftrare da un Contratto del 1407. impercioc-
ché quivi viepiù crefeiuto il concorfo de* nuovi Fratel-
li , per dilatarli, comprarono da' Monaci in detto anno
altro pezzo dell'Orto, cioè braccia 25. di lunghezza»
e 13. di larghezza, con obbligo di rifarcire a detti Pa-
dri il muro dei medefimo Orto a fpefe proprie: Tlftru-
mento fu rogato da Ser Francefco di Michele da Firen-
ze 5. di Aprile del 1407. nella qua! carta fono nota-
bili per le noftre congetture le feguenti parole .* D.
ìPrior frefom'f $aoÌ iom hnginquis tsm^ribus qttedam
tip*
-ocr page 207-
*99
fiffirobatd Società? Dipiptinatórum fuh nomina> é* 'vocabuh
S. loannìs Bapijfe folita adunari in Morto &c.
Sopra
dunque del nuovo terreno fu fabbricata dalla Compa-
gnia una Cfeieia, che inoggi ancora eiìfte , detta il Luo-
go vecchio , e per altro Contratta del 1409. adì ti.
Dicembre, rogato dal medefimo Notaio > apparifee come
dal Capitolo de* Monaci- Celeftini fi conferma a* Fratelli
la fudderta vendita, mercecehè i Monaci aveano rico-
nofeiuto, che fi era puntualmente rifatto il mirra con-
venuto . Ma fa d'uopo qui dire cofa ancor più glorio-
fa alla Compagnia, ed è, che si grande effendo la folla
de* divoti concorrenti per eflere aferitti al pia Iftitu-
to , nuovamente divenne angufto il luogo , onde nel
1487. ne* 15. di Giugno compre* ,h Compagnia da*
Monaci altra porzione dello fteflo Orto* e furono brac-
cia 65. di lunghezza » e 13. di larghezza per prezzo di
40. fiorini di oro in oro larghi , e con patto dì dare
al Monaftero ogni anno nella Vigìlia di San Piero del
Murrone libbre due di cera bianca in quattro can-
dele y e di non mai poter fabbricare fu detta terreno
Cafe ? o abitazioni per feeolari, avendo rogato Ser Do-
menico di Antonio da Figline , e fopra il fuddetto
fuolo fu edificata la Chiefa, il fuo Ricetto , il Cortile y
ed ingrefib■ , come a fuo tempo ofierveremo ►
JVr Per quello poi , che rifguarda i Capitoli delie
Coftituzioni della Compagnia , le quali fono fa mi dime >
danno anch' efli alla ftoria alquanti lumi fingolari , e
pregevoli, dovendo io qui notare, che ere fiate fono
flati detti Capitoli rinnovati , o Avvero ampliati, o cosi-
fermati , fempre con qualche rimarcabile circoftanza •
La prima rinnovazione fu fatta nel 1455. ed i Capitali
fono fottoferftti il dì 22. di Marza di detto anno dal
Santo Arcivefeovo Antonino , come appretto .
Kos Irater Antonius Dei, & ApMolke Sedir grà'
tid Jechiepfcoj>. Fior, predica Capsula ditte Societatif
S* loafflis Bappfte ) que eongregatur in Otto S* Vetri de
Mnrrone in Via 8» Gatti
> dikg&nur wfa> & difcujfa^
-ocr page 208-
200
ut• faiutifera\>'&' fini mah uì utili a ìudkantes% ed dffrobd*
*vimus
j W €onfirma*vimus , ita quod non liceat alicui j
*vel etiam omnibus firn ni de diBa Socie tate tmminnere %
*vel addere > aut immutare fine no firn
, *vel fuccejforunu
noftrortim licentia faciali
. Infuyer , ut devote frequen-
tetur<i quadraginta dies concedimus Indulgentie fernet itL,
menfs
} idefl in frima adunantia menfis tuiuslibett'9 omnibus,
& fiwgulit ad litui» di&um fé congregartiibus , & ad de-
'slaratwnem omnium preditìorum Manu j>roj>ria fubfcripfi*
-mmlfdiir 22. Martii 1455%"
?'■>■■ : 3 ■' ir; 'Un:, 11' ì r. ■, n r.-^ ? :;';!:                      .. , . ■< ■-■;■":■■ •'?•<
V. Ai Capitoli fuddetti , aggiunti ii trovano
altri nel 1579. adì <5. di Luglio , non fola-mefite fot-
toicritti dalCavaliere.Sebaftiàno oV Medici , yicario
Generale dell* Afcivefeovo Gardittale Ale'ffàmiro de* Me-
dici $ ma vi fi veggono le approvazioni de' principali
Superiori de'Conventi di Firenze > e fono D. Giovan-
ni Evangelica Abate della Badia Fiorentina *> D. Filip-
po Abate di Settimo, D, Coftanzò Minucci Abate ex
6. Pancrazio , Fra Filippo Brandoìini Priore di Saru
Marco, Fra AlerTandro Capocchi Priore di Santa Ma-
lia Novella , Fra Maffeo de' Bardi Guardiamo di O-
ghiiFaiui* è Fra ^liféo Bipoli de* Servi Correttore at-
tuale della Compag*niV. La terza finalmente innovazio-
ni dejle Regole , feguì nel ìi6$i. dopo il terribile fla-
gello della Perle , e fono i Capitoli vegliami ^ che ap-
provò con là fua fottofcrizione del dì 6. Gennaio ài
detto gnno -Orazio Quaratefi Vicario Capitolare y alla
cui prefenza furono letti in pubblico } e fi confervano
uniti agli antichi > in un #broricoperto ài velluto
nero con fibbie di argento..
VL Ed elTendofi toccate così le ragguardevolezzò
de' Capitoli , non credo di potermi difpenfare dal non
accennare almeno Je vicende, che in qualche manie-
ra travagliarcelo Ja Compagnia; e fia la prima quel-
la, del 15^ ìneLqnalanno le Monache di Santa Ma-
liai della Mitòicordia dette di S. Clemente» spogliate
«3el loro ^qnve^to dertfjp© k Porta 3 & Gallo, fuppli-
-ocr page 209-
201
carono dì ritìrarfi nella Compagnia di S. Gìo: Batifta^
delio Scalzo.
VII. Più grave però» e più faftidiofo travaglio fu I*
impreftito della Compagnia fatto per <5. mefi alle Mo-
nache di San Giovannino di comandamento del Duca
Cofano nel 1551. Ma le Suore entratevi nel dì ri. di
Marzo, e fpiràto il femeftre, chiefere, ed ottennero una
proroga, «ed aliai chiaro fi fpiegavano } che il loro
penfiero era di non più di qua ufcirne , avendo già
fatto fare un difegno per murarvi . Onde dai Fratel-
li fattofi un memoriale a Cofimo, fi ebbe la feguen-
te rifpofta » La Compagnia dello Scalzo fia di chi era,
„ e fi proibifea alle Monache di S. Giovannino il mu-
3, rarvi , o farvi alcuna innovazione , anzi fi arringano
„ paflati i fei mefi a restituirla a* proprj Padroni , fenza
,, levare cola alcuna di fuo luogo,, E in vigore di tale
Refcritto , ritornarono i Fratelli nella Compagnia a i
24. di Marzo del 155.2* Né quello fu 1* unico impegno
accaduto tra le dette Monache , e la Compagnia ob-
bligata fovente a difpendiofe liti per motivo , ora di
acque j ora di mura , e ora di fineftre , foliti avveni*
memi di chi confina co i Monafteri , e fu d* uopo a*
Fratelli nel 1609. che vendettero alle Monache per
ifeudi 47. un pezzo di terreno dietro alla Chiefa vec-
chia , a fequela di fentenza data dalla Nunziatura ne*
314. di Luglio di detto anno. Ma che? appena ufeite ne
furono le Monache , che fu intentata ftrepitofa lite dai
Monaci Celeftini d* avanti al Vefcovo di Fiefole , per
riavere tutto il terreno fui quale gli antichi Fratelli
aveano fabbricata la Compagnia , pretendendoli da'
Frati nullo il contratto della vendita fatta nel 1487.
dal Priore , e da' Monaci di quel tempo , e le ragio-
ni , che adduflero , erano una Bolla confervatoria de*
loro beni fatta da Papa Urbano VI. il difetto dei con-
fenfo Apoftolico alla detta vendita, e 1* eflerfi da' Fra-
telli tralafciato per alcuni anni di pagare il cenfo :
domandavano adunque » che ritornaffero gli effetti al
Monaftero con tutti i miglioramenti , facendo iiian-
Tom. VII.                       Ce                                 za
-ocr page 210-
£0 2*
m ài fubito poterne prendere il pofiefifó. M% qtreìt®»
cfie più ci reca maraviglia fi è , come mai v dknh Ma-
ttar i,. i quali-- già: aveano ceduto* alle Monache: di: S..
<&k>\ia®mBD- iraneko loro Mònaflrero-, €fe'efas,~, e Otto,.
patoi effondo effii a San, Michel Bifdomini> potelTero
veftirfi; di quelle, ragioni , le quali- quando anche £òf-
fero ilare fuffiftenti,, piuttofto? competevano alle fuddec-
te Monache :. tuttav-olta; la^ lite, durò*;per lo fpazio di
anni due , quando a* io., db Giugno del 1-55^7. dal. \Te-
fcovo di Fiefole , come. Giudice: delegato? età Ila $anta>.
Sede, fu, data* la fentenzain favore, della. Compagina,,ed
impofto» perpetuo filénzio- a i Mònaci ..
YilL E avendo* noi? nel; favellare di fopra accennata'
là Péite del i<%o«.. rammenteremo- qui un beli* efernpio
della divozione- dato* dàlia- Compagnia per motivo di
gratitudine, alia Santiffima Tàvola della Madonna? dell*
Imprudera ,, dalla quale i Fiorentini, ri co no fé ano: la li-
berazione: dèlia* Cima dal, mal: contagio!^. Avendo adam.
que; Gonfiderato i pi i Fratelli ,* che, mokiffimi di loi o era no
itati prefervati>dalia morte- per grazia* della Madre, di- Dio
vietata* in quella» Immagine,, rifòlverorro, di; andare- in
-procefTione a. quel Santuario; coIK offèrta di una^preziofa
lampana, d'argento delpefo di libbre 93 e. once 8; quefta
ftr portata- a donare ik dì 29.. di Settembre, del. r6:%i*.
eiendofene fatto; pubblico contratto ,. col rogito di Ser
Carlo Franrefconr, e colla fottoferizione di 140.. Fra-
telli', della; Compagnia :: di Francefeo Pètruccr è il dife-
go©.« della- larrjpana, fatta* rn- forma di Vafo triarigplare ,
avente-un-Angiolitio^ aE quale fono- attaccare le cate-
ne, che la; reggono,, neutre canti, di effa fi: vede un Put.
tino affai vagò , e ne'mezzi un Cartello per facciata $,
dove fi leggono incili gli appreflb verfl :.
Mèi primo o.
O ECCELSÀ^ DEGLT ANGIOLI' REGINA ,,
A. TE'L. PJ*V SCALZO Lj VMIL. fUONTJg. INCHINAI.,
-ocr page 211-
!Nel Tèconoo..
O DELt' ECCELSO fefcETffO iPfcEcVRSO*!S,>
DEH SPIRA IN NOI DEL XiVO CELESTE ARDORE.
E nel terzo ?vi -iè cefellata SMttimégioe 'del Batti tea » la
cui eifigie è .ancora intagliata in un ufoetto di noce
dietro la colonna a .manritta «d'alia Cappèlla rdella San»
tlflìma Vergine , con .una Ifcriaione ria im&tmOn -che è
ja fegucntc;:
D.           O.           M..
SOCIETAS
<.S. JQANNIS .BAPTISTAE DÌSCALCEA3S
A CONTAGI IS         :SERVATA
PENSILEM LYCHNVCHVM ARGENTEVM
IGNE PERPETVO VIGIZATVRV,M
MATRI VIRGINI DEDICAVIX
.ANNO DOMINI MDCXXXIII.
IX. Ma per «ornare alla Compagnia , non fia cha
fi giudichi fuor di propoli to 1* 5ppre$o novero delle*
Reliquie ,, che in etìa £ conservano.., e fi riportano ap-
punto con queir ordine , che deferitte trovali fi nel Li-
bro de'Capitoli .,> Quattro Reliquiari tondi , e lunghi,
^ ed un NOtne di Gesù , con due -altri ipartimesm di
„ légno dorati , coperti di criliallo > dentrovi le ie-
!jj guenti Reliquie :: Offa di S. Giovambatifìa 9 ;S. Andrea
^, Apoftok) j à. Barioiommeo } S. Gregorio Papa ^ S.
„ Baltianó Martire ^ S. Ciorgio Martire, S. Oio: Cri-
,) foftomo , S. Caterina Verg. e Martire , S. Martino
„ Vefcovo , S. Antonino Arcivescovo , S. Romolo Ve-
„ feovo , e Martire., & Donato di «Scozia Vefcovo, e
3, Martire , S. Discinto Confeffore , ;S» Vincenzio Mar-
„ tiro , S. Ignazio Vefcovo , e Martire , S. Angiolo
,, Carmelitano Martire,, S, Davino Confeiffòre ;) B. Pie-
jj tro da Imola Cavaliere Gerofoihnitano , e Guanto
•» di S, Benedetto Miste i che aitte furono donate nel
C £ 2                               3) l&QQ»
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204
1600, da Maeftro Giulio di Girolamo Portigiani Me*
9, dico , eftratte dal Venerabil Monaftero delle Murate
„ di Firenze „ Ed in altro Libro fegnato R. leggo ,>
9) Nei 1647. furono lafciate alla Compagnia da Luciu
9> Tondini Je appiè Reliquie: Della Croce 3 di S. An-
a, drea } e Oflì di S. Valentino Martire 9 S. Eufemio
,» Martire , S. Adriano Martire , S. Vito Martire , S.
9; Natale Martire , S. Barbara Vergine 9 e Martire3 S.
>9 Giulio 3 S. Ruffina Vergine» e Martire, S. Venanzio
99 Martire , S. Ipolito Martire . 33
X. U Reliquiario però più memorabile è quello
del Legno della Santa Croce s che fu per la ignoran-
za di que* tempi fperimentato nel fuoco fino dall'anno
1470. e come tale efperimento fi facefle , ne riferirò
il fumo eftratro da una lunga Scrittura , che fi confer-
va in una tavoletta in Compagnia , col rogito di Ser
Francefco di Chimenti , che fu prefente alla folennita
dell'atto „ Neil'anno del Signore 1465. era flato do-
99 nato a* Fratelli dello Scalzo da Fra Bartolomme© da
}9 Viterbo Domenicana una buona particella del San-
99 tiffimo Legno , in onore del quale fu edificato uru
>3 luogo degniamo in Compagnia , dove reverentemen-
>3 te adorare » e cuftodire sì pregiata Reliquia 3 ma na-
i3 ta qualche dubbiezza dell* autenticità del Sacro Le-
>3 gno, nel 1470. i fuddetti Fratelli vennero concorde-
» mente ad un decreto Ittfo con quefte parole -.- ben-
m che le cofe di noftra Fede non abbiano merito dove
1» entra la umana ragione) e concioffiachè niente alla*
»? Fede Criitiana ripugni per lo elemento maflìme acìi-
S3 vo > la Reliquia della Santa Crocea fi è il vero 3 fi
*> getti alla riprova del fuoco-- e però nel dì 19. di
»
Aprile di detto anno , furono chiamati alcuni Ven»
a Sacerdoti , cioè il Reiigiofo Uomo MefTer Clemente
» di Filippo Mazzei Arciprete > e Piovano di Santa Ma-
33 ria a Monte Diocefi di Lucca > Prete Domenico
Coro Sagrestano di Santa Maria fui Prato > Prete-*
3> Piero Lorenzo Cappellano della Metropolitana di
« Firenze > e Prete Giovanni della Chiefa di S. Gallo
« fuor
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205
3» fuor delle Mura > e pfèfenti , ed affanti 14. princi-
„ pali Ufiziali della Compagnia , tutti genuftefli , e te-
5, nenti in mano ceri accefì , tre volte avendo falutata
i, la Reliquia colle parale : Ecce. Lìgnutn Crucis , Veni*
te adoremar ; e quafi tutti piangendo , il fuddetto
ti Mefs. Clemente per tre volte accolto alla fiamma il
5, Sacro Legno , e lo tenne nel fuoco in modo tale ,
j» che le fue dita fi fcottarono > e fu d'uopo per eftrar-
» lo dalla fiamma adoperare le mollette di ferro, on-
„ de ufcitone ìllefo , fi gridò da tutti 5 Miracolo, e_»
3) con giubbilo > e reverenza fu il Sacro Legno nel fo-
js lito fuo luogo ripofto col feguente Decreto »- Niu-
ì) no più ardirà per 1* avvenire , né prefumerà a fuo
>i piacere tentare 1* efperimento del fuoco, non effendo
5> la Divina Podeftà fottopofta alla voluntà de* Pecca-
5, tori j non eflendo lecito ad ogni Uomo le cofe fan-
j, te di Dio , ed i fuoi miracoli efperimentate . „
XI. Alle cofc però fin qui riferite della Compagnia
di San Gio: Batifta detta dello Scalzo, mancando anco-
ra il più bello, ed il più curiofo , che fono le maraviglie
delia Pittura > e della Scultura , per le quali quefto luo-
go è cammendatiflìmo preflo tutti gli Studio!! delle tre
belle Arti , non credo di poter ciò meglio adempire,
che col descrivere quanto trovali nei recinto dj tutta-,
la Fabbrica innalzata fopra un terreno lungo braccia
^o. e largo braccia 13. avente una vaga Cappella neil'
ingreflo 3 poi un Chioftro , un Ricetto , la Compagnia >
, e per ultimo il Luogo vecchio. E però da quefto fa-
cendomi , noterò eflere fiata qui la prima Chiefa ufi-
ziata da i Fratelli già dal 1409. e confacrata nel 76,
del medefirno fecolo adi 30. di Giugno da Aleflandro
Vefcovo di Mafia 3 fonovì anche inoggi due lodate ta*
vole , e due Statue , vale a dire > una Pietà dipinta da
Tommafo da S. Friano , ed una Flagellazione di Cri-
fto opera di Gio: Batifta di Bernardo Maflì , fatta nel
1591. di ottimo coloritoj peccando però e nella inven-
zione 5 e nella difpofizione delle figure » mercecchè ef-
figiò QùliQ flagellato ài notte, lo che feguì di giorno,
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%o6
«e la Figura , che fa la principale *compaffa rie! rmezz®
4de| squadro 5 £ ,un Carnefice, che ci volta tutte le re-
ni-: le due Mtamei) che mettano in mezzo la detta
Tavola, fono un S* ,Gio; Batiiià } e San Paolo fattura
di Valerio Gioii'■;.
XII. Segue il nuovo vafo afiTat ampio della Compa-
gnia^ .alla quale fu rifatta la Volta nel 1722. =coldifegno
Bi Piero Giovannozzi Ingegnere della Parte, e con la
.clero©fina del Granduca Cofimo III* di mille libbre ,di
ferro,. All' Altare avvi il iBattefimo di Crifto , «di-piatu-
ra «eccellente di Lorenzo di Credi , nella quale tanto
rifaita fuori CriAo , che fembra di rilievo , e lotto la
Menfa Lorenzo di Tommafo Gdeftruzzi nel 1616. fece
la pietà,, Addirirmpetto a quello Altaret) fulla Porta > .col-
locato in una nicchia il venera kin Crac Milo di legno
al naturale , il quale è uno àss tre > Che -fece il mara-
vigliofo Artefice Giuliano da S. Gallo.. Sedici nicchie
tìi pietra ferena ricorrono intorno alle pareti con al-
trettante Statue rapprefentanti Maria , S. Gio: Batifta *
i 12. Apotioli , e due Angioli , né dovendo tralafciarie
di fare menzione degli Scultori , che le lavorarono ,
notar fi vuole , che S, Pietro , e iìaii Matteo fono di
Andrea ferruzzi , ,S. Bartolornrneo, e ,S. Jacopo Maggio-
re di Valerio Cloli, .Si Tonimafo.» e S. Iacopo Mino-
re di Giovaàini Càccini , San Ciò: Evangelica fece il
Moifi , Sun Mattia è di mano di Piero JRufilenfi , di
Giulio Parigi è il S. Simone , del Sufini i Santi An-
drea , e Filippo i e S. Taddeo di RarTaeilo feetìttuftei*
Chi lavorale i due Angioli} non ci è noto; di Carlo
Terra è iil precurlore , e la Vergine Santiflìroa di Va-
lerio Gioii. Volle ^con/aerar quelta Compagnia il Car-
dinale AreiveCcovo Aleilàfldco de* Medici , confervarido*
iene in marmo Ja Seguente ifcrizione ;.'
SIXTO
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*©^
SEtTO v; % Mr ET FimmN^ND0> MED*- ETRVKIA'B •
MAGNO DVCI ALEXANDER;'MED'.* ARCft.-FLOR.. ET"
... • E. R.-E.' CARD.* SAGELLVM; HOC" ET ALTARE- DEO
ET B. VIRGILI DIVGQyE IGHA^NL BAPT-I&TÀ-E: DI-
CATVM. INGLVSIS- IN EO DlVQRVM BARTHOLOMEL ,
ET -BASTI ANI- ET GREGORU; RELlQVirS- SOLITISI
ARCHIEPP, SVEERAGÌIS QVOTANNIS ENCENIORVM'
DIE ADEVNTIBW IMPERTIENDO SOLEMWITER CON-'
SEGRAVIT AN.. DOMI- MfiLXJUtXr N-ONAS- MALI-.*
E" quBft'aJ lapida e nel- veiiiboloy o fivvero* jrifretfò'dèl*-
la, defbritta* Compagnia ,* nel qua! luogo1 fono- da^»
confì'derarir alquante tavole di Valentuomini ornate" di*
ftucehi dorati . Vedefc adunque un Padre Eterno di
Cablino Dolci , una* S., Anna di Praneefco Conti } un
Cenacolo del C^p^puecino Genovefe , ed un S. Gìufep-
pe v che dorme- operai del Vignaliy e' quivi' altresì
pendono dalle manganelle in; tavolette varie patenti? de*
Generali di parecchi Ordini Reiigjofi- concedente a»te
Fratelli là partecipazione de'beni fpirituali, tra le qua»
lii vi, ho- trovata quella dU Michel, Angiolo-' Tamburini!
Generale de^Gefujtr..
1IIIF. Ma pafTandb oramai al" Cortile refó così' il]U'-
ftjre dàlie pitture: di Andrea del Sarto , non- fapfei me-
glio' fpiegarne; il pregio*, che coli' ufare le piarole ftefle,
che ne fcrifle il Cinelli nelle Bellezze dì Firenze y e-
fono'le prelenu ,y Qireflfo è quel Cortile tanto farno--
» fo al Mondo, dipinto- di chiaro^ e fcuroy con' tanta5
» eccellenza , che non è minwe, e noncede alle: Fit-
jr ture di Raffaello , né di Mfrhelagnoloy fkcdme il-
n detto Andrea parimente non è di' minor pregio , ma
9)v piuttollo nella Pittura fenza piùy come avvifano gli
„vOòmini intendenti , avanza e 1' uno , e T'altro .-,s1
Anche Leopoldo del Migliore nella (uà* Firenze Jliu-
firata alla- pag. 231.- fcrive^ con' lode év tali" Pitture ,*
ma infiemememe deplorai la difgraziay o- fia il graviflì-
mo affronto alle medesime' fatto da; mano invidiofa^ ,
e- dice-come appreiloy,,-Dodici-- Storie- a frefco di chiaro*
» fcuro
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log
„ fcuro ripartite da 12» quadri della Vita di S. Gio:
55 Batifta , lavorate da Andrea del Sarto , eccettuate
j, due del Francabigio , celebrate dal Vafari, e da Teo-
,) doro Crucer Fiammingo per mezzo di (lampa in ra-
„ me , dedicate fin nel 1618. al Granduca Cofimo II.
„ E perchè non vi è Forestiero Profeflbre di Pittura, o
„ Perfona di (pirito , che fé ne diletti , che noiu
,, le venga a vedere paffando per Firenze , vi capitò
» un Franzefe , il quale non fi ia, fé forfè matto , o
» che da impulfo d* invidia moilo , le fcorbiò con in-
„ chioftro , o bitumaccio 5 che vi fi vede ancor oggi ,
5, difpiacque V atto , confideratofi un avvilire la virtù
,> eroica^ e l'onore, per dir così, di tutta la Città.,,
Sin qui i due Scrittori Fiorentini, alle cui notizie ar-
roger qui mi piace quanto io mi fono avvenuto ad of~
fervare, ed a trovare ne* libri della Compagnia , ed in
primo luogo riporterò il Contratto tra Andrea , ed i
Confervatori delia Compagnia per dette dipinture, leg-
gendoli al libro fegnato B, pag. 30. del 1515. al 152^.
così „ Si dà ad Andrea Pittore celeberrimo il dipigne-
5, re nel Chioftro , e per le pitture grandi fi è conve-
„ nuto di pagargli lire \6. V una , e le piccole lire
5, 21. „ Per grandi fi intendono le 12. Iltorie , e per
le piccole le quattro virtù dipinte ai lati delle due
Porte : e feguitando la ricerca de' Libri , trovali la.,
grande iìima , che ne fece il Cardinale Carlo de*
Medici al libro fegnato E, come fegue ,, 1626, Tende
3, alle Pitture di Andrea del Sarto nel Cortile , fatte a
3, fpefe del Card. Carlo de' Medici , di tele turchine,
,, e fi ringraziò Sua Eminenza . ,, Non fi poteva per-
mettere a veruno il copiarle fenza licenza del Grandu-
ca , come nel libro , o Ma filza di Contratti alla let-
tera M. ,, 1557. Memoriale per copiare le Pitture del
,, Chioftro , fatto al Duca Cofimo il dì 23. di Marzo,
j> e fi concede ,, così nel medefimo libro a car. 22.,,
33 1622. Memoriale per copiare le Pitture di Andrea^
„ del dì 27, Ottobre 3 e fi concede . », Circa poi il
JBufto di sì commendato Artefice 5 acciocché niuno ca*
da
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log
da nello sbaglio accaduto a molti Foreftieiì, notar m£
giova , che quello, che fi vede falla Porta del medefimo
Cortile , non è più quello fatto da Collirio Salveftrini,
imperciocché nel 1722. in occafione di murare le Log-
ge, fu infranto , e nel fuddetto libfo leggefì , che fu
rifatto da Aleffandro Ceri di terracotta . E finalmen-
te venendo alla deferizione delle tanto lodate Pitture,
notar primieramente mi giova , che fono di terretta in
frefeo , e che Andrea cominciò il lavoro prima di an-
dare in Francia } pofeia ritornato a Firenze lo ter-
minò , eccettuate due, che nella fua affenza i Fratelli
diedero a farli al Francabigi, come diremo nella deferi-
zione j che qui imprendiamo . Entrati adunque nel
Chioftro a manritta trovali 1' Apparizione dell* Angiolo
a Zaccaria , che fa facrifìzio , e ammutolifce in pena»,
di fua incredulità , la feconda è la Visitazione della-
Madonna , la terza è la nafcira del Battifta col nome
di Giovanni , che fcrive Zaccaria , da imporrì al Bam-
bino ; le due . che feguono , fono del Francabigi , che
vi effigiò S. Giovanni, il quale piglia licenza dal Ge-
nitore per andare al Deferto 5 e V incontrar che fi fe-
cero per viaggio Crifto; e S» Giovanni, che fi abbracciano
alla preienza di Maria , e di San Giufeppe . Ritornano
le Pitture di Andrea , e fono il Battemmo di Crilto ,
la quale fu la prima, che e0i fece , e gli diede dimolta
fama ? fegue il predicare alle turbe , e poi il battezzare
i Peccatori nel Giordano . Le ultime quattro , che il
Vafari le vuole fatte dopo il ritorno di Francia , fo-
no la Prigionia di S. Giovanni, il Ballo di Erodiade ,
la Decollazione del Santo , e la Tefta portata ad Ero-
de ; e per fine di quelle Pitture debbo notare altra di-
fgrazia per due fiate cagionata dalla follecitudine de'
Fratelli in farle nettare dalla polvere nel 1617. e nel
1720. che non eflendo meftiere di ogni Pittore, piut-
tofto ne è avvenuto loro dello fcapito, che del giova-
mento .
XIV. E Tettandoci a ragionare della Cappella, che
viene nell* ingreffo della Via pubblica alla Compagnia}
t Tom. VII*
                        D d                             non
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2 IO
non ; djTgradevoIe farà una digreffiòne al contiguo Cad-
ilo de' Medici, giacché, evvi in detta Cappella una Por-
ta, ri murata nel 1745. dalla quale andava fi ai Catino >
che è una Fabbrica aiTai lodata dal Vafari * Era que-
4f$ luogo-in antico del Magnifico Lorenzo de* Medici,
il quale vi edificò fulla Via 3 che conduce al Canto de*
Preti una piccola abitazione con l'Arme fua ; goden-
do egli non folamente dr qui ritirarli dalle fue fa-
tiche del governo della Repubblica, ma Inoltre vi af-
fembrò quantità di Statue Grechete Latine, le quali
potè (fero- eifere di Scuola della Scultura , e per vero dire,
quivi il Buonarroti giovanetto di 15. anni lì fece queir
infigne Maeftro > che tanto ammirò il Mondo■: Morto
Lorenzo , ne fu Padrone Piero , ma effendo egli irato
con tutti i Medici cacciato , parecchie cofe preziofe ne
furono di qua levate via , E trovandoli nelle Scritture
della Compagnia dello Scalzo ali* anno 1555. nomina-
ta a confine dr ella dalia banda di mezzodì ; Giardi-
no dell * llluftrijfima Donna "Lucrezia de* Medici
:, io fo-
no di
credere > che quefto patTatTe con le fue Cafe >
ed Orti a titolo di Dote in detta Donna ; Nel
1574. il Granduca Francefco col difegno di Bernardo
Buontalenti vi alzò il bel Catino % dove bifognò , per
dar luogo all' edilìzio , levar di li la Compagnia di
S. Marco > che era Irata fabbricata da* Medici ? ufeita
clic ella fu dal Convento di San Marco , e fi trasferì
circa al, i$80, in Via di S. Gallo, ove è di prefente „
Ijkjtre ordini di appartamenti è ripartito Pafazzo ,
averne la facciata principale nella Via , con fine (Ir e or-
nate di conci di pietra bigia, e frontefpizi , dove an-
golati , e dove a porzione di circolo , con Nicchie , fe-
ttoni y e mafehere alle menfole, che reggono i davan-
zali : Cinque flneftre per banda mettono in mezzo la
Porta con arco a mezzo tondo , e Arme de i Medici,
coperta di un manto reale ; Dentro nelle Stanze , e.»
Sale veggonfi rare pitture a frefco , tra le quali tre
fatte da Fabbrizio Bofchi, che vi rappreientò il Gran-
duca Goilmo ricevènte un Ambafeiatore del Re di Per*
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Savi* incoronazione di detto Cofimo feguita in Roma,
e la prefa della Citta -di Siena . Nel Salone a terreno
ionovi altresì dipinture e di Anailaiìo Fontebuoni * e
di Pietro Confortini » Ne* due Giardini poi, e nel Sal-
vatico fono rimafe alcune Statue affai belle, come 1*
Orfeo del Bandinelli j e il Laocoonte del medefìmo , la-
vorato a fomiglianza di quello di Roma , due fiumi
con iride, fatti dall'Ammannati, due Fanciulli di bron-
zo in atto di pefcare di Giambologna : qualche ac«
crefcimento al Palazzo fece D„ Antonio figlio del Gran-
duca Francesco , dipoi vi abitò Leone XI. quando «gli
èra Cardinale , che vi lafciò ferino il fuo nome full*
architrave di alcune Porte con 1* imprefa fua , che è
un mazzetto di rofe coi motto > Sic fiorui , e vi morì
il Cardinale Carlo de*Medici, che vi fece una Libreria
ricca di rari volumi. ;;
XV. Per terminare poi il ragionamento della Com-
pagnia , ritornar debbo alla Cappella dell' ingreflb , che
ha full* Altare un Criflo con Santi dipinti a frefco da
Salvadore di Qiuliano ,e daremo un* occhiata alla lapida
di marmo collocata alla parete, in memoria di lìngo-
jar privilegio , che non orlante varie forti .contradizio-
ni j ella gode per Bolla di Papa Pio V. del 1569, «
confermato per.fenrenza della Nunziatura del 174S. e
della Curia Arcivefcovile 1749- ed è di poter levare da
qualunque Parrocjhia di Firenze i Cadaveri de' Fratelli 3
e Sorelle, e a frodargli alia Ghiefa della Nunziata } do*
ve la Compagnia ha 4. Sepolture appiè dell'Aitar Mag-
giore, leggendofi nel frontefpizio del fecondo gradino
le feguenti lettere ;
SOCIETAS D. IOflANNIS RAFTISTAE KOS ^GRADVS MARMOREOS
ET VTRVMqVE JPAVIMENTVM SVPRA ET SV;BTV$ «ti&il».[.
JMARDAyiT A. J), MDEXXXVI.
                        qU
. -             u-.iY:m ì • ,..,:'. :;., ■                                     ■ : 'e,- ty:*iM n
e nella prima di «iTe a mano manca feppeìlito fu al
tanto benemerito della Compagnia Andrea del Sarto*
,v^v;)»: f» ■ oi*//Tr*vV3 'ocr.i un ,'-^ , i^,i':Jtyz u: ti.ih - I
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L E ZI O N E
• '■'-■;■'>..                              ì -■■/ .                                      fc.                                                                                   ..,..■                                       .-.-■■                      j. ,. ; ; t>                       '■;- « ; '
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KIII^ CHIESA
DI SAN BARTOLO M'MEO
"■ #«: &.. .■ f
.: ! ', >
il U,\
Nfinochè la Citta di Firenze piccola,
e rifìretta fu nel fuo primo recintò»
divifa era in Quartieri, quante appun-
JJ w erano le fue Porte principali ; quan-
do poi £ crebbe , dilatando le fue
mura , recofìS a Selli, aggiungendovifi
la parte di Oltrarno , e facendoti di
quello di Por Santa Maria due parti , da un lato il
Setto di San Piero Scheraggio , e dall' altro quello di
Borgo , con dare ad ognuno le fue divife , che erano
1* infegna del Carroccio a San Piero Scheraggio, del
Ponte al Sefto di Oltrarno , dei Becco a quel di Bor-
go , la Branca di Leone a S. Pancrazio, la Infegna del-
la Chiave a S. Piero, della Croce roffa a quello di S. Cro-
ce, e di un Tempio a S. Gio: Sebbene giuria il Villani, nel
1343, la Città fu ridotta dì bel nuovo a Quartieri con
queft* ordine , il primo S. Spirito , il fecondo di S.
Croce , di S. Maria Novella il terzo, e di S. Giovan-
ni il quarto : e fecondo quefta divisone , ho io rego-
lata la Storia delk Chiefe Fiorentine. Si debbono pe-
lò eccettuare da quella Regola alcune , le quali hanno
il Popolo di altro Quartiere da quello , cui la Chiefa
è afe ritta , e tra quelle trovali la Chiefa di S. Barto-
lom-rrieo , comprefa effendo ella in S. Giovanni , quan-
do i fuoi Popolani fpettano a S. Croce . E però fé-
guendo io la condizione della Chiefa , che trovo fegna-
ta traile Chiefe del Quartiere , di cui ragioniamo , al
mede-fimo piacemi di annoverarla , dandone in quefta-»
Lezione le notizie) che mi fono avvenuto a trovare*
*ZJ
                              ■*- '                                   Il fi
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***
1 f- IL E primieramente } notevole è la varietà dej no-
mi > co' quali trovati accennata nelle Scritture , sì an-
tiche 5 che moderne , e però: facendoci dal più vetufto
oc i fuoi nomi > riporterò la notizia , che ci dà il Mi-
gliore , ed è un Contratto efiftente nel Monaftero di
S. Ambrogio, rogato da Ser Salimbene di Diecifalvi
nel 1264. nel quale leggefi S* Bartolomeus inter dtptm~
tores , fcoperta > che parve al Migliore, belliflìma , ed
opportuna, onde dimostrare efTervi fiata un'Accademia,
o fivvero una Via di Pittori, che diedero il nome al-
ia Chiefa , la qual cofa per avventura corrobora la Se-
rie de' Pittori Fiorentini , fatta dai fuddetto Scrittore,
correndo egli da Cimabue indietro fin ne' tempi di
Federigo Imperadore J Con altro nome poi trovafi inu
ifcritture parimente antiche addimandata Chieda di San
Bartolommeo al C&rfo degli Adimari
, ai quali nel 12%.
fu diftrutto da* Ghibellini il bel Palazzo , che avevano
in quefto Popolo > $. Bartolomeo de' Macci è flato
parimente chiamata , o lì voglia , perchè i Macci ne_*
foiTero fondatori » che è opinione di alcuni predo il
Roflelli , o perchè -..'addirinipecto eranvi le lora Cafe , e
Piazza ,0 che elfi faceiìero alla Chiefa notabili benefizi»
tra* quali fi può annoverare V Aitar Maggiore fiato di
quefta Famiglia; finalmente fecondo il eofiumc dei Fio-
rentini , di accorciare i nomi , dicefi fovente la Chiefa
di S. Bartolo -
            *                                                        >
III. Della fua antichità abbiamo parecchi contraile*
gni , de i quali ;uno evidentiflìmo è l'elTete la Chiefa
Settata nel primo Cerchio delle mura , confideràndofi
inoltre la maniera del fuo Portico umile , balla , e_»
fabbricato alla femplice con quattro pilaitretti di pie-
tra , e con capitelli di mezzo fogliame) fu* quali ap-
poggiane» Archetti girati fopra a mezza botte v ma po-
co proporzionati;, e, lontani affai da' buòni precetti
dell* Architettura , Né mai configliata direi la ©pinie*
ne di coloro^ che fi perfuafero.,: che fofle fiata fabbri^
cata là intorno al milk da i Fiorentini , jbòrtati dartt
onoratiflìmo> e manifefio zelo d'imitare la divozio-
;*wjp -V-
                                                    u .{•■^■i -ne cw
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2i4
ne Romana ne* fuói Baerf Bdifizj, conciolfiachè quei
tempo appunto Ottone III. fabbricò un Tempio a San
Bartolomnieo nel!'Jfola Tiberina, trasferito che ebbe il
Corpo del Santo da Benevento a Roma . Ed ai fud*
detti argomenti piacemi di arrogere , che noi ne tro-
viamo Rettori antichiflìmi ? quali hanno principio ,
quafi vicino al mille, avvegnaché uno fé ne Jegga , e
non tra'; primi * che fu Meffer Guido Prete di S. Bar-
ro Iommeo ài Firenze^ prelente ad un Iftrumento ài
donazione fatta al Monastero di Maiano nel 1133- ri»
ferito da Leopoldo del Migliore a pag. 414. Nel 1280,
alia pace tra'Guelfi , e Ghibellini {biennemente ferma-
tati* fulla Piazza vecchia di Santa Maria Novella dal
Cardinal Latino , fra gì* illuitri reftimonj fottofcritti
evvi Prete Viviano della Cafa , Rettore di noftra Chie-
ia . Ma dopo Secolo xin. con maggior frequenza.,
trovan/ì ne'Codici nominati altri Rettori , come nelle
Scritture di S. Maria Novella al num. 25. Dow* Reupe-
rus Retlor Eccl. S- Bartholi de Fior, obhligans fé
, &
fuos fuccejfores
, res & hona ipjius Eccl. Joca<vit Corfo
q. Guglielmi -pop. S> Miche Berte Ide
, ti unam ipothecam*
unius domus d. Ecclef -pofìtam iuxta d. EccleJÌam.Ego Gai'
do Benuzzi Guidi Ruffoli rog.
17. Decembris1302* altri
comunicatimi dal diligenrijlìmo Signor Domenico Maria
Manni fono, nej.1318. Prete Trincia, di cui efiite il
Sigillo, nel 1345. Prete Bruno de' Beccuti > nel 1376*
Prete .Salveftro da Pontormo , e neh" anno fegùente_»
governava la detta Chiefa Prete Filippo grandini, ,0
forfè di Bandino . Alle Riformagioni nel ,1425. appa-
rifce Ser Cafino da Branda, con memoriale alla Signo-
ria per riavere la /olita Offerta , come qui fotto rife-
riremo , e nel foggiorno di Papa Eugenio JV. in Fi-
renze , travafi fatto Penitenziere Me/Ter Manno ài Gio?
vanni da Caitiglione, #ato pure Rettore di S. Barto|om*
meo : e per fine ne* jibri della Congrega di Gesù Pel.
legrino, lo fpoglio de'quali e prefifo di me, > notati come
àpprerTo,, Un Anniverfario per Matteo Jacopo Lenzi Ret*
„. tote delia Chie& ài Si Bartolo r accettato da* Fratelli
» nel 14^4. j)
                                                    IV. Que-
\
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*i* i-:I Vi -Quefta molti ^Priori fprr>ma-riam>nte. toccati, ba-,
ftanti farieno a dare forfè una prova a* metto informatir
delta ragguardevolezza della Chiefa di S* Bàrtolommeo ;
ma fenza quefti, tettimonianza certa ne farebbe ; una-,
fetta fqlenniffirna dimoft.rante non-.{blamente-.pregio di
antichità , pia 4in si notevole privilegio y che fé ne po-
trebbe congetturare qualche eminenza goduta ne* tem-
pir pattati da quetta Chiefa, fopra le altre . r\arnnien-
tar dunque fi vuole-, come anticamente ja Firenze gi-
rano fiate ittitujte quattro fokqni, fette tendenti alla
divozione del Popolo, ed anche al fuo trattenimento >
cffendo quette dittribuite per Quartieri , quali gareggia-
re folevano nella magnificenza > e grandezza... Or una
di quefte era a (Regnata a S* I^artolommeo ,, la ,quale fi
faceva falla Piazza di Santa Croce > ordinata dar primi
Ingegneri , (Con macchine-, e mutazioni di fcene ,. chia-
mate da* nottri antichi rapprefentazionij e da' Libri di
Ricordanze comprendefi , che la feria di quefto Santo
Apoftolo era la più celebre delle altre ». Ma perchè già
da alquanti anni l'avevano difmeffa , per deliberazione
del Senato nel 1471. ritornò ,a celebrarli , come al
Libro fegnato N, nelle Kifbr magioni fé ne legge la^
memoria così 3, Si ordina, che in fu la Piazza di San*►
„ ta Croce Ci faccia la Fetta di S. Bartojommeo » co-
,, me era fiato confueto farfi altre volte, ed ai Fetta*
„ ioli fi dia aiuto > e denaro> ,, Andavano inoltre a;
vifitare la Chiefa net dì- fedivo del Santo con offerta,
i Sei di Mercanzia inìieme con tutte le Gapitudini,delle;
Arti, e non ottante lo Statuto del 1417, il? quale or-
dinava, che non fi andatte più ad offerta nelle Chiefe,
e ne' Luoghi pii , che erano m»ltiflìmi , né che a quelli
fi potette mandare la cera : tuttavolta ad iftanza del
Rettore Prete Calino da Branda col Decreta del 1425,
He andò privilegiata la, Chiefa di S. Rartolommeo * fic-
chè nelle Fette antiche » fitte 9ii e annuali , no» fappia-
mo additarne un* altra fatta ,dal Popolo, Fiorentina con
rriaggior folennità , che quefta , fempre eccettuando quel-
la di S. Giovanni, che non ama. pari.; Per quello
'4A
                                                                       poi,
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1IÓ
poi, che la fcarfaà di memorie de* tempi antichi per-
mette, che fi trovj , io ho due ricordanze , e la prima
è un Contratto di Cafe vendute da Orlandino Meglio-
relli da Prato , a Don Zanobi Abate di S. Pancrazio,
ed è chiamata a confino Ecclefa S> Bartholi de E lordi-
ti a <> rogato Ego Soldati eri us Not. Fior.
1241. l'altra è
il trovarfi additata dall'antico Calendario Strozzano
con folennità la Sacra nel 21. di Marzo y con un con-
certo grande di Popolo { e calca di niente più *
V.  Una vicènda però notevole oflervare fi vuole >
accaduta da un tèmpo in qua a quefta Parrocchia, che
è 1* e ile re ella fiata unita al Capitolo dell' Infigne Col-
legiata di S. Lorenzo dà Papa Innocenzio Vili, nel 1485.
Idìbus lulti atrè'iì'Po&t; col con fé Ufo dell' Arci vefcovo
di Firenze , cui fpettava la prefentazione del Rettore ;
e <qiiì fvaniieela congettura5 di Stefano Rovelli ji che^.
nel fuo Sepoltuario fcriflTe come appreflb >, Parvenu*-
,, mile , che ciò feguifle ne* tempi di Leone X. o dì
,, Clemente VII. che come ambedue della Cafa dei Me-
,1 dici, e per confeguenza Padroni erano della Colle-
agiata-di S.! Lorenzo ,, Per fegno poi di Padronanza
acquiftata^ da detto Capitolo, ogni anno nel dì 24. di
Agofttì 'feftà dì 8; Bartolommeo , viene il Clero fuo a
cantarvi la Mefia , e primi , e fecondi Vefpri , prefen-
tandofi altresì da* medefìmi Canonici ne' cafi di vacan-
za il Paroco amovibile ad nutum..
VI.  E fé ci pare, che abbiamo foddisfatto alla in-
tenzione di arricchire quefta Storia di pellegrine noti-
zie , non ballerà certamente al Leggitore mio qui , ove
conviene descrivere qual fia al prefente ia Chiefa ; per
lo che ci farà d' uopo confiderare quel di più , che in
ella fi conferva . E facendomi appunto dalla Porta , mi
piace ofìèrvarne il lavoro / che è di pietra , ed affai
antico, con fépra in marmo di mezzo rilievo due^
Dragoni , aventi in mezzo una rofa di marmo vaghiffi-
ma , quali Dragoni mi giova credere, che fistio un ge-
roglifico allufivo a Crifto noftra falute , il quale ufavafl
dagli antichi Criitiani-di collocare fulk Chìefe , fugli
t " -: i                                                                       Al-
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217
Altari \ e fopra i Cimiteri, e come «ota il Propo/ro
Antonfrancefco Gori ne* fuoi dottiflìmi Commentar)
Cruce Dominicii
a pag. 261. fimiglianti Serpenti fi por-
tavano fino nelle Litanie Maggiori, a nelk Rogazioni.
Altri geroglifici credo parimente} che fieno quelle tefte
di Leoni, e di Arieti , che qui fi vedono ne' Capitelli 5
che reggono gli Archi della Loggetta . Entrando iru
Chiefa > a manritta vi è la Cappella de' Buonaccoru* ,
ì quali a differenza di altri delio fteffo Cafato } por-
tano neir Arme un Grifo rampante fur un Campo di-
vifo per lo piano, avente una sbarra a traverfo } den-
tro la quale è la Croce di Pifa . Fu già quefta Cap-
pella di certi Gerini, famiglia differente da'Gerini Mar-
chefi , come fi conofee dall' Arme affiffa alla parete dalla
banda dell' Epiftola 9 che è una Ruota con tre gigli »
la quale parimente fi vede in una lapida grande in mez-
zo al pavimento » che era la Sepoltura d|i tali Gerini
con quefte parole : sepvlcrvm IVLIANI D£ CERINI^ . E
di quefti eredi effendo flati i fuddetti Buonaccorfì , Pa-
droni diventarono di quefta Cappella » che era tìata-.
fondata nel 1565. da Beatrice Buonaccorfì, moglie di
Leone di prancefeo Gerini. Dai Buonaccorfì poi fu
rinnovata la Cappella con quefto Epitaffio ■'.
ALTARE HOC ANTONJVS BONACCVRSIVS NICOLAI FU,
JNSTAVRANDVM SVIS SVMPTIBVS CVRAVIT
A>JMO DOMINI CI3 13 CV.
E da un altro Niccolò Buonaccorfì fu fatto fare il Re-
liquiario ài argento , nei quale fi adorano due notabi-
li Offa di S. Bartolo ni meo > leggendoli appiè incile que-
fte lettere;
-.-■■ *
f NICCOLAVS BONACCVRSIVS FIERI FECIT MDCCVIII.
t
All' Altare in vece della Tavola vi fi veggono alcuni
Angioli dipinti fui muro da Bernardino Poccetti in atto
riverente ad un buffo di rilievo del Santo Apoftolo
Tom VII.
                       E e                              fattp
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fatto di legno di buona mano . 'La Cappella dirimpet-
to ài uniforme difegno, ha una tavola, che rapprefenta
Maria co] Bambino in collo, ed f Santi Antonio Abate,
e F*arjcefco di Affiti , éi Artefice a noi ignoto . Alla
papere in alto a man manca evvi un Arme de* Macci ,
di cui dice il Migliore, che era la Cappella maggiore,
fuJia quale inoggi la Compagnia de* Cocchieri, che qui-
vi fi radunano in divori efercizj una volta il mele, ha
collocato un CrocifiiTo di legno,-che coperto ila. full*
Altare , dove anticamente eravi una tavola , nella quale
vedtvanfj dipinte nel più rlravaganre modo , che veder
fi pofla , Iftoriette ài S. Bartolommeo . Quella trasferita
in Sagreiìia > era una memoria della pittura dei tempi
barbari, ma inoggi fi è fmarrira , riroafa folo una Sta-
tua pure in Sagre/ira di una maniera gorHllìma, ma da
confervarfi in onore del Sanro, e <ieJÌ' antichità. Né
traiafciar debbo una lapida nei pavimenta della Ghie»
fa , ove fi legge :
PIETRO AMAD.ORI DEL LEOM DI ORO MDLXXXT*
VÌI. Radunati in quefta Ghrefa la Centuria di San
Gìufeppe principiata ai 13. di Giugno dei 1701. nel-
la Chiefa di S. Margherita 3 e pofcia qui tornata , Ella
è comporta di cento Ecclefiailici , di cento Secolari »
e altrettante Donne fenza più , il cui iftftuto è il
praticare con ogni puntualità a prò » e benefizio de*
Defunti > fpezialmente di quelli, che faranno Itati del-
la Congregazione, gli efercizj di carità , e quanto ita
ordinato ne* Capitoli, che furono approvati dall'Arci*
vefeovo Tomroafo Buonaventura della Gherardefca ai
15. di Marzo dil 1706. Ogni anno con grande folen-
nità da i Fratelli , e Sorelle celebrali la Fetta del Glo-
liofo loro PrctettQie S. Giufeppe , con Mefla folenne,
e Sennone > e nella mattina feguente fi fa un generale
Arrniverfario • Adunatone pure quivi i primi Fratelli
delle Sacre Stimate , i quali pofcia pacarono dietro a
$• JLoreczo» ...,.:,. ..
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L E ZIO N E
23 J XX ^ C H I % $ J
DI SANTA MARIA NEP0TUMCOSAE.
Uè fio nome Nepotumcofae, da cui* mi
place dar principio alla Storia di que-
lla Chiefa , è ftato interpetrato in di*
verfi modi , ed ultimamente un Prete
ftatovi Rettore , Pillando il cervello
fuo fopra ài ciò » io ebbe per deri*
vato dalla parola Greca HIP0TEK0T2A
che vuol due farturiens , il qua! concetto è ftato fti*
maro dagli Antiqua*) effetto ài erudizione del Rettore
per dar qualche cagione a quel cognome , che in vero
ha dello tìravagante, ma con poco fondamento di ve-
rità. Turtas/olta il fuddetto avendola creduta per ve*
ra , la feri (Te in caratteri Greci maiufcoli full' angolo
della Chiefa per di fuori , facendone qui pubblica di*
moftrazione i e leggefi ArlA MAPIA HIIIOTEKOtSA , e di
fatto farebbe ikta una (coperta ingegnofa, data per
ripiego air etimo-logia del nome Nepotumcofae } mediante
il coftume antico de* medefìmi Gentili 5 i quali parec*
chi fecoli prima , che nafcetfe la Santiflìma Vergine ,
come atrefia il Canifio , e il Navarro, aveano dedicati
Tempj } ed Altari Virgini farìturac , Ma per vero di-
re , tutti gli Eruditi nelle antichità ài Firenze fono co-
rretti a condannare fomigliante interpretazione , avve-
gnaché per i moiri j e molti documenti autorevoli fi
fra venuto in cognizione cfaiariflìma , che quefta Chiefa
così chiamifi , perchè in antico fabbricata dagli Adi*
mari nipoti de* Cofi , e facendomi dall'autorità di Ri-
cordano Malefpini Autore amichiflìmoj al Capitolo 57.
E e 2                               dice
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aàó-
dice come appreflb „ In' Porte Roflìr fi pnbibnc*" i CpS
„ Conforti ab antico degli Adimari di linea mafculina,
5, e feciono fare Santa Maria Nipotecofa } che ancora
„ oggi ritiene fi nome „ E Giovanni Villani al libro
IV. cap. X. fcrive pure dello fteffo tenore cosà ,, Eranvi
„ gli Adimari, r quali furono ftratti di Cafa i Cofì, che
j5 °gg^ habitano in Porta rotta , et Santa Maria Nepo-
„ tecofa fecero eglino» ed a i fuddetti concordar! il
celebre Fra Domenico da Gorelfa , ne'feguenti verfi ;
Edes oxcurrit Nepotecofa miht
Qaam devote Jìbi Soboles AdimaHg quondam
Hoc in Quatrimo condì dì t ante fon
IL Ed ifchiarita così la origine veriflìma della de-
nominazione ài qucfta Chiefa , diamo Ora la ragione.»
di altri nomi , co* quali effa trovati appellata in varie
Scritture , come di Santa Maria ed Giglio > per effer-
vi fui canto fcolpito un Giglio» dal quale dice il Mi-
gliore > che non folo fi principiò a così cbiamarfi la*
Chiefa, ma eziandio una Famiglia affai nobile fi diffe
dei Giglio ; perchè vicina a detta Chiefa avea le fue_,
Cafe » per V ufanza itata ne* Fiorentini di pigliare i
Calati dai luoghi, ove effi abitavano , come i Letterio*
ghi dalla Via della Stufa là da S. Lorenzo fi dittero i
Marchefi della Stufa } e i Profpen pure del Vigna det-
tidalla Vigna pretto a S- Pancrazio .,ed in tal guifa..
moki altri . Né io farei lontano dal credere, che il Gi-
glio di quefto Canro , e (fendo ivi accoppiato alla Cro-
ce , fia l'Arme di Firenze, e per la fuddetra ragio-
ne dalla vicinanza di Cafe , parimente deve dirfi , che
ne* contratti talora fi diceva Santa Maria degli Adi-
mari , i quali affai diramati , ed abitanti in quefta ttra-
da , diedero il nome del Corfo degli Adimari alla Via,
e alla Chiefa , della quale retta a qui notarli altra de-
nominazione , che ha prefo forza tale , che inoggi ogni
altro nome fopraecennato, è divenuto quafi ignoto, con-
ciottìachè dal Popolo non s'intende più, che per Chie-
fa di S. Donnino , e ciò è addivenuto a titolo della
Cri                                                                                          di-
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221
divozione de* Fiorentini a quefto Santo miracolofa ver-
fo de i morfi de'Cani rabbiofi •,• molto più per la ce-
lebrità della fua Fefta quivi folennsizzata anche nelP an-
tico j trovandoti accennata dal Calendario Strozziano con?
quelle parole „ 9. ài Ottobre, San Donnino Martire,
5, fella folenne a Santa Maria Nepotumcofe % e predi-
j, cavifi » la quale circodanéa Jì predica , in tutto il
detto Calendario , non s* incontra in altre Chiefe , fé
non una fiata in- San Pier Maggiore * j
III. Per quello poi 5 che nfguarda 1' antichità di
noftra Chiefa , ci farà d' uopo, che per non rralafciare
beilifFitne memorie , alquanto io mi diffonda ne'fecoli
vetuiti 5 ed effendo noto a tutti gli Eruditi il nome di
AleiTandro Adimari infigne^ Scrittore del fecole xv ir*
rammenterà in primo luogo la fua Clio , nella quale
di cinquanta fuor Antenati le gloriole azioni raccon-
tando , a Bernardo uno di1 efli attribuì il principio
della Chiefa di Santa Maria Nepotumcofe nell'anno mx.
e perchè ninno cada in fofpetto , che intereflfato Alef*
fandro nelle glorie di fua Famiglia fingerle talora > no-
tar mi giova, che prima di lui ili rimile fcriffe GiulianQ
de* Ricci nel commendatiffimo trattato delle Famiglie^
Fiorentine , ed anche il Migliorerei nomina un Ber-
nardo degli Adimari vivente nel 988. il quale vérifi*
milmente fu nel 101©. il Fondatore della detta Chie*
fa, e quelli fu Padre di quello Adimari , che. diede :&*
Canonici Fiorentini;Terre a Rovèzzano > come parla_i
la donazione neir Archivio del Capitolo .*' 1077. Jldimà*
rus fil. Bernardi donat Canonica? Fior* bòvtè yofita ad
Ro-vffzawim
* ;e 'convien dire y che gli Adimari fi facef*
fero familiare quello nome principiato da qualche fa-
mofo loro Antenato , che così fi appellava ; lo che fi
dimoftra da alquante vecchie cartapecore prefiTo il Pro-*
confoló , nelle quali fpeffo fi legge qualcuno degli Adi-r
mari detto Bernardo , ed altresì nelfArchivio di Mon*
tuliveto al fecole» xii. avvene una, che ci: conferma il
fin qui da noi dimoftrato > ed incominci* con quefte
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parole * 1102. Bemardus \ & Joann-et qui AdimarVt w*
cantar filiì B* M> Milani
> focati Pagani Cofe .
IV. E per viepiù iliu/kare-ri punto dell'antichità,
ci gioverà affai il confiderarne in primo luogo il fito,
fui quale fu fondata , cioè nel cuore della Città , e_,
fopra un bel quadrivio, che di lì fi potevano ve-
dere per jla dirittura delle quattro ftrade , tre delle»*
principali Porte dell' antica Firenze : e in fecondo luo-
go non fembra difpregevole argomento la ftruttura del-
la rned'eiìma , avvegnaché abbia ella in fé tutte quelle.»
parti , e contrafiegni ufatifi ne i primi tempi in fabbri-
care le Chiefe , vale a dire , piccole , fol levate dal fuo-
io , coli* Aitar voltato a Levarne , e col fuo Presbite-
rio in■ ate^';« fegrrgat© dal; Popolo affiliente a* Divi-
ni Ufizj ; e. occorre finalmente da confiderare , che San-
ta Maria Nepotumcofae nel 1280. ebbe bifogno di ri»
parazione , alla «quale molti Nobili Fiorentini diedero
di mano > frovandofi da effi un Ildebrando Alfani, che
a quefto effetto in detto anno fece teflamento, nel qua-
le leggeri : lldebrmdinm q. Burnechi de Alfanis r eli quit
Ecclejìe S, M* Nej?<immc*fe prò laborerio 9 & reflauratÌQ~
ne di&e Ecclc-fis &t>rog*he*Bonacettrftts Latini dalla
Laffira
>ru, J* l*<A?FniiV delle due Chiavi in Croce fcolpite
nel!' Architrave? dèlia Porta dd fianco , fegno di Sede
vacante j fé io; non: fon forte ingannato, appunto con-
fronta nell'anno della reitaurazione 1-280. nel qualfi*.
moiì Papa Niccolò III. e da una precifa neceflìrà, che
ebbe la Chiefa di efTer reftauratà fui fine del xni, fe-
colo, illaziojae farà fempie legittima , che eflfa fia #a-
ta aliai in anticojfabbricata quando bifogno di rinno*.
vazione ebbe nel 12^0. Né ometter po0b come gik dal
1376, era un Tempio, dove il Popolo concorreva all'
acquifto di due grandi perdoni ,, cioè nel giorno dell'
Alluma> e in quelle* della Natività di Maria», nelle quali
Fefte cosi diedi nel Calendario Stro^ziano ,, Perdono
5, grande alla Chiefa di Saata Maria Nipptecofa .,,,
V. E pr^me/E jsì beili , e tanti documenti autore-
voli di fuo memorabile principio; dirò quel poco che
io
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io mi fono avvenuto a trovare de* Rettori della ine-
defirna . li primo ce lo dichiara la celebre carta dell*
riforma del Clero all' anno ii$6» leggendoci in eifa^
fottofcritto .} Presbyter Zaccheus Keffor Ecchfie S. Ma*
rie He^otumcofe
, cui fuceedè Meffer Trincia » che leg-
gefi nominato in un rinvolto di Carte vecchie al Pro*
confalo »» D. Trincia Re fior Ecclefie Suntle Marie degli
Adimari locarvi? ad fiBum unum Federe pofititm in Pop,
SanBi Angeli ad Eo*vez>anvm
12K9. Vi ebbe ancora Ret-
tore un MeiTer Anfeimo di Giovanni da S. Miniato al
Tedefco nel 1450. o in quel torno , il quale fi morì
nel 148-1. nelle Stanze dello Spedalingo di S. Mattea
lafciato avendo per fuo fucceflfore Melìer Girolamo di
Giovanni di Piero Tingili flato fuo Coadiutore, cui
dobbiamo grado di un libro di Ricordanze da elfo
incominciato a fcriverfi adì 3. Dicembre di detto an*
no , e profeguito con diligenza dagli altri Rettori do*
pò di lui , in maniera che dopo il 1481. vi fono fé*
gnate le più rimarcabili cofe accadute alla Chiefa, fc*\
fpezialmente la ferie de* fuoi Rettori, tra* quali i più
celebri nel beneficare , e adornare la loro Spofa , fo-
no Carlo Antonini , che dentro, e fuori abbellì Ia^
Chiefa, Francefco, e Bartolommeo Angeloni, che au*
mentarono 1* entrate ; e io fono di credere , che loro fia
la Sepoltura appiè della Cappella de' Paiquali cor» un
tondo di marmo, nel quale Ieggonfi fcolpite quefte^
lettere : haec est an<*elona domvs . Del Rettore Fi-
lippo Moehi fu il penderò ài trasferire le colonne £ *e?
inaimi preziofj di un ricco DepoGto all' Aitar Maggio-
re con licenza dell* Arcivefcovo nel 1651. Di Giovan-
ni Bianchi , e di Giovanni Ducei vi fono pure in det*.
to libro memorie del loto zelo , e dottrina , e più che
più del ptefente Rettore Giufeppe Maria Piazzini fonovt
legnate le fpefe fatte per la confervazione de' fuoi dirit»
ti j e delle entrare per adornamento della Chiefa.
VI. E dato fine ad una tal qual ferie de* Rettori<;#.
difeendo ad ©fFervare quanto è di antico, e di mo.
derno avvi da notai fi circa la Chiefa. Onde facendoci
4*1?
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224
dall' efteriore, non ti tralafci di efaminare la facciata di-
pinta a frefco , e dall' ingiurie de* tempi quafi del tut-
to annerita, appena diiìinguendofi le figure di due o-
vati \ ne4 quali effigiati fono a manritta S. Criftofano,
e a iìniftra un Santo con h teita in mano } da molti
per errore prefo per San Dionifio , quando daìi* abito
militare appare , che 1* Artefice abbia voluto qui colo-
rire San Donnino Cameriere dell' Imperatore Maifimia-
no , che lo fece decapitare per eiTer Criiìiano . Sulla*
porta .del fianco evvi un Tabernacolo di Maria , cbe_»
dipintura greca è giudicata , e per vederfi 1* Arme di
due foglie di fichi con onde , fiamo accurati eiTere
quell* immagine in onor della quale lo Spedale di San-
ta Maria Nuova è -tenuto tenervi la notte una lampa-
ila accefa per teftamento di un tal Lapi infigne Popola*
no, e Benefattore di quefta Parrocchia, Entrando»* poi
in Chiefa per quefta Porta laterale, addirimpetto viene
la Cappella delia Pietà , dove pure vedefi fcolpita la*
Suddetta divifa de! Lapi ,* appreiìb viene la Cappella*
di San Donnino con tavola di Giovanni Moriani *
dicefi fatta a fpefe della Gran Principerà Violante di
Baviera ; dall' altra banda verfo il mezzodì ; i Pafquali
hanno Cappella con tavola della Refurrezione di Cri-
tó , opera di Francefco Mari 3 di cui fono in Sagreftia
i due Profeti . All' Aitar Maggiore , come parla un*
Contratto efiftente preflb il Rettore, fece il Pugliani 1J
incoronazione di Maria , la qual tavola inoggi ferve
per coprire il GrocifilTo y che prima flava alla Cappel-
la idi S. Donnino , E ài quefto miracolofo Simulacro
del Redentore , ne padano gli Scrittori Fiorentini , tra'
quali ri Mazza Autore , che ville g©o. anni fono t e
anche prima di lui gli antichi Scrittori della Vita di
S. Zanobi , mediante la voce iiniverfale ,, che tale effi*
gie forfè fatta del legno di queir Olmo fecco, che ri-
fiorì al tocco della Bara 3 w cui trasferivaiì il Corpo
di detto Santo ; ehe fé folfe tale, farebbe una gran co-
fa : P Immagine è alta men del vivo, ha tre chiodi,
e la maniera dell* iniagUo è affai difettosa , come 1]
\i ,.'■■)                                                                                                           feor-»-
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**5
fcorgeva da; pochi verM ferirti in caratteri Gotici, che
iravano in uh ca'rcello appiè del mede/imo CrocifiiFo ,
e: dicevamo eoiì i t ■.
FLORÈNTI5 &URIE CVM TRANSFERRETVR AD EDEM
ZENOBIVS FLORES ARIDA PLANTA DEDIT
DE QVA MVNC SCVLPTA HEC FVIT OMNIPOTENTIS IMAGO
SVPPLICE PECCANTVM SOLLICITANDA PRECE
. FRONS ERECTA MIHI EST f PERPRESSVS ,OBE3AQ, MEMBRA
IN CAVSA EST* GRACILI E STIPITE SVMPTA FVI .
Antichifiìma è la venerazione de* Fiorentini a quefta-.
Immagine , e crebbe nel fecolo paflfato per 1' efem-
pio errìcsciffirno de3 Principi » effondo che , finché vitfe
la Granducfaeffa Madama G'riiìinà di Lorena , durò
ella a vifitarla , e maifimamente ne' Venerdì di Marzo ,
e volle , che per la malattia di Gofimo II, fuo figlio
folle il detto Grocififlb portato a proceffione per la Cit-
tà, accompagnato da tutta la fua Corte, e da'Magiitrati.
VII. E venendo al Tedefco fepolto quivi , e morto
in Firenze nel 1607. fui fior degli anni chiamato Wol-
fango Federigo Trutzfchler , vedefi un gran laftrone di
marmo con la fua effigie di Cavaliere in mezzo rilievo
fotto la menfa dell'Altare, quando prima era appiè del
Presbiterio , e fopra alla parete a mano manca in una
nicchia pure di marmo avvi elei medefimo un belliiTimo
buito , con Ifcriziónf , ciie dice cóme fegue ;
STEMMATE, WOLFGANGVS FRIDERIGVS TRVTZSCHLER AVITO
HILDEBRANDI SQBOLES CVRAQ^ SOLA PATRIS :
FLOS EQyitlS MYSir GERMAN1S NÀTVS IN ORIS
DVM GENVS EX STVDIIS AMPLIFICARE PARAT ♦
BELGICA QVA PENETRAT TELLVS QVAQ. ANGLIA QyAQ^
EXPLICAT 1NGENTES GALLICA TERRA S1NVS .
AVSONIAS PORRO TEND1T GENEROSVS AD ORAS
QVA PADVS VLVOSAS VOLVIT ET ARNVS AQVAS .
MOX CVPIDVM RECIPIT FLORENTIA BELLA SED EHEV
CORREPTVM FEBRI MORS IBI SAEVA NECAT -
VT QVATVOR VIX LVSTRA PEREGERAT. EVGE VIATOR
CONDOLEAS ORBO PRO PIETATE PATRI .
. : Tom. VII                       F f                          VIII. E                                      |
I
:
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%l6
Vili. E tornando finalmente al Canto, che fa que-
fia Chiefa in veduta di quattro Strade , io ben veggio,
che molti da noi afpctfano qualche erudizione fopra di
quel terrazzino in alto fopra il detto Canto , che per
efTere in luogo facro non poflumo perfuaderd , che.,
fofle fatto per afiìftere agli fpettacoli frequenti nel Cor-
to . Ma piuttoflo ne diremo ciò } che alcuni hanno
creduto , e due fono le opinioni più verifimili: vi ha
chi ha opinato , che fofle ad ufo di Pulpito per pre-
dicarvi, pofeiachè Tappiamo dal fopraccitato Calendario ,
che quivi fi predicava , in Chiefa no } perchè picco-
liflfima 3 e però fuori di effa , e per cònfeguente fui
terrazzino collocato affai in alto , perchè la voce fi
dilatale più facilmente lungo le quattro vie maefìre^
di Firenze , e più che più , perchè nell' antico > Firen-
ze non avea Piazze comode a* Predicatori : Altri poi lo
vogliono deftinato per benedire i Cittadini colle Sante
Reliquie , che per vero dire , era luogo affai a prò-
pofito per confolare la divozione de* Popoli.
1 3
LE-
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227
XXII.
LEZIONE
BELLA CHIESA
DI S A N T O M M A S O.
|Ella prefente Iftoria non poffo fare»
che io non entri a ragionare delle
due illuftri Famiglie Fiorentine, cioè
de* Sizj, e de' Medici , a cagione del-
la relazione , che amendue hanno col-
la Chiefa di S. Tommafo , della quale
imprendo ^uì il ragionamento . E fa-
cendomi dai Sizi rammentati con lode e da Ricordano
Malefpini, e da Scipione Ammirato, dirò, che nel go-,
verno de* Confoli in Firenze ebbero sì ragguardevole^
dignità Bambarone de* Sizi nel npo. e Nerlo nel 1203.
veggendofi in più luoghi 1' Arme loro , che fono man-
dorle d' oro in campo rotto . Con quefta Cafa è dsu
créderei che i Medici fi ftringetfero in parentado , me-
diantechè Metter Fuiigno di Conte de'Medici dice ne i
fuoi ricordi fcritti nel 1373. efiftenti nell' Archivio
Granducale , come gli Antenati fuoi foflero a parte co*
Sizi di una torre fabbricata fin nel 1169. aliato alla..
Chiefa di S. Tommafo in Mercato vecchio ; lo che ci
avvita, che non farebbe addivenuto, fé confanguinità
non fotte pallata così ftretta fra di loro, attefa l'ufan-
za di non ftringerfi infieme per sì fatto modo , che.»
obbligaffe a difenderfi 1» un 1* altro nelle fedizioni ci-
vili , al cui fine erano edificate le Torri. Ma ritornan-
do a* Sizi , quanto egli è certo, che erano Padroni
della Chiefa noftra , altrettanto è dubbiofo , come ne
conquiltattero il Padronato , perciocché la cofa , che
porta a noi difficoltà , è, fe veramente la Chiefa folle
da etti edificata , o pure fé quefta fu fatta , come è
Ff*                               mol.
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ììB
molto verifimile , a fpefe comuni del Popolo fottopofto
alla Cura, e nel dubbio crediamo, che per non par-
tire dal coftume, che era in quei tempi antichi, il
lopolo la fabbricale , ed a i Sizi, come Signori potenti
della Parrocchia la raccomandafle , e che pofcia ne fof.
fero di lunga mano Padroni, fi dimoftra dall'offerta,
di carni cotte , che il Rettore mandava con folennità
alla detta Famiglia nella Feria di S. Tommafo , e per-
chè un Rettore nel uoo. o in quel torno , loro con.
tele quello cenfo , leggefi in una Cartapecora lacera,
e copiata dal Signor Giovanni di Poggio Bàldovinetti,
che dice come fegue : liti de Si'tiis compramittunt iru
Efifcofum Fior, cum aliis eorum Famìlìe de Sitiis di fé*
rentias ortas circa cenfum
, fae tribuium , quod reti-
pre debent quolibet anno ab Ecclejìa S. Thomede Fio.
rentia rigore iuris patronatus^
a IL C°me poi quefta Chkfa P3^ in dominio de*
Medici, è un' altro punto da illurtrarfi , e tanto più che
anche moggi i molti rami de'Medici feguitano a-par-
tecipare delle ragioni di prefentarne il Rettore , Sup-
pofta adunque .la-parentela tra le due fopradette Fa*
miglie , che altra ragione non Tappiamo ravvi fare , Teg^
ghia di Geri de* Sizi adì 17. di Agofto del 1311. ri-
nunziò la metà dd dominio della Chieia a»Medici /nel-
la perfona di Averardo di Averardo, come appare al-
la Gabella lib. C, 59. carte 152. la qual rinunzia fu
pofcia nel iU6„ origine di liti tra le dette due Fami-
glie , in maniera che il Vefcovo Francefco Salve/tri per
la vacanza accaduta in detto anno del Paroco , fece
egli il Rettore, con riferva delle loro ragioni, ad am.
be le parti . Quando nel 1348. anno della gran Pefte ,
iuccedè , che de' Sizi ne rimanerle vivo uno folo ,
che fi chiamava Giovanni di Carne , il quale per ro-
gito di Ser Piero di Ser Lapo Centellini donò» IValira
metà del Padronato di S. Tommafo a Giovanni, e Sil-
vestro de'Medici, per la qua! donazione colò final-
mente in quefta Famiglia , tutto V iofpadronaco di
detta Chiefa , trovando/] pure alla Gabella lib. D. j.
e. j&
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2 20
e. i&. inno 1349. come fegue : Domium' Ioannes■', &* 57/-
"vefier , Fratres J; $* .F/7/V Alamanni de Medici* } & Bet-
tus Arxigki de Medici* ^ prò fé ipfis
5 é? /»'<? <f/*7x pluri-
bus de d&mo de Medici* •> receperunt donationem a loannz*
olim Canti* de Sìt,is Fadronatum Ecclejte S\ Thome dc^
Florentia die
§. Februarii 1345. dovendoti qui notare 1
che fé in vigore della rinunzia di Teghia x il ramo di
Averardo detto di CafaggiuoJo , acquiiiò ragioni filila^
Chiefa , pelila fecónda Suddetta donazione partecipò del-
la metà del. dominio della medefima V altra linea di
Chiariffimo di: Lippo j che erano i due rami , che irL*
que* tempi traevano l'origine dallo fteflb ftipite, i qua-
li rami hanno tramandato fino ai giorni noftri tra le
moltipiici Famiglie dette de* Medici la. partecipazione di
detto Padronato . V?fv^ w..i^8tni
»-'U III. Né poflb qui omettere V impegno per quella
Chiefa » che ebbe Cofimo Fater Fatriae difendente da
Averardo di Cafaggiuolo, imperciocché effendo egli Gon-
faloniere di Giustizia j nel 1434. ottenne > che la Repub-
blica ftabiliffe un* offerta da farvifi ogni anno per la
feita di 8. Tommafo da i Sei della Mercanzia colle-»
Gapitudini delle 21. Arti , accrebbe pur elfo una Cap-
pella con tavola dedicata al Santo , come fcorgefi nel
gradino dell' Altare dalle feguenti parole: •
HANC TIBI FIT THOMA VIRORVM MAXIME COSMA
TEMPORE QVO LENZIVS REGIT HAC IN EDE MATHEVS MCCCLX.
IV; Non fo però fé vantaggioso alla Chiefa di S.
Tommafo fofle queflo altro concetto di Colìmp-, e fu
r avere aiTegnato buona parte dell'entrate di detta Chie-
fa a due Canonicati fondati in Duomo a favore delle
due linee di fua Famiglia ; il vero fi è , che ad iftan-
za del medefimo Papa Pio II. nel 1460, con Breve da-
tura Seni*
6. Kal. Aprili* kttk:a. Pontif., fece.esecutore,
e Giudice per tale fondazione Lionardp Salutati Vefco-
vo di Fiefole , il quale-ne' 27. dello iterTo mefe appro-
vò i due Canonicati, dichiarando j che il Padronato di
efll
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eflì foffe tifervato per Junod* Medici di Cafaggiuòlo y
e-per V altro al ramo di Chiariffimo , rogato Ser Piero
•d^.&er Iacopo s Migliòre)] i-$. A&um in Domo habipationis,
JMtafimftci €ofme de Medici* . \
..
              < ^ S .
V» E parlato i'umcientemente^ per quello, che por-
ta la brevità della materia , fopra de' Medici , e de i
Sizi , non u* vuol tralafciare di dare qui la ferie de'
Rettori di quefta Chiefa», trovatiti negli Archivj dell'
Arcivefcovado , e d'altrove* mancando però i più an-
tichi /vale a dire y Gno al 1300. li primo adunque ,
che mi fono avvenuto a trovare > è un Prete Donato,
che leggeri ali* Archivio Arcivefcovile nel feguente ftru-
mento : 2. Decembris 1330. Dom, Donattit Retlor Ecc.le-
Jie S. Thome de Foro. <vet-eri eligi? in Cappellanum di»
{le Ecclejìe Ser Thomam de Angioli anit
j rog. Ser Fran*
€ifcm* Fagm de VefyigndnvH
e ne* rogiti di Ser Fran-
cesco di Ottaviano da Puliccianò 13 8 2-. prefentàno i
Medici per Rettore di San Tommaib il Monaco della^
Badia di Firenze Don Giovanni di Niccolino di Cor-
t-i&llo., ed i medefimi nel i$88. nominano MeiTer Don
Francefco di Giovanni, come il cava da un Contratto,
che ^ preffo il RofTelli , e a Don Francefco circa il
1400. (accèdè Meffer Francefco Tendini ,,il cui nome
adì noftri vedevafi fcritto nelle travi del Palco della
Chiefa da lui rifatto, e leggevaii : qvesto lavoro ha
FACTO FARE MESSBR FRANCESCO DI GIOVANNI MATTEI
de tendinis mcccc. DÌ Prete Matteo Lenzi avvi me-
moria nel fuddetto gradino dell* Altare di S. Tomma-
fo , ed il medefìmo trovai! nel Campione della Congre-
ga Maggiore , cui iafeiò 60, fiorini per un Ufkio per-
petuo j ove è rfaiamato .così : Mejfer Matteo Lwzi dal
Uh Ma paifando ai Rettori più -illufori > dir il
vuole j che quantunque feemate «e fallerò 1* entrate ,
a titolo de* due fopraddetti Canonicati , tuttavolta pa-
recchi trovanfi della fteffa nobile Famiglia de* Medici ,
i quali hanno govexnata in grado di Parochi quefta
Chiefa, e fono : D. Bernardo de*Medici nel 1s50.no?
minato
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2^1
minato fu fpecialmente dal Duca Cofimo I. nel 15 5<5-
Don Antonio di Baldo d* Antonio de* Medici , Gio-
vanni di Giuliano nel 1550. Don Orazio del Bali Lo-
renzo nel 1621. e Don Mare* Antonio, che fu poi Bali
nel 1667. Quefti però Rettori ali* Arcivefcovadò nella
filza delle Collazioni comparifcono con interrompimela
to di alcuni Rettori ài altre Famiglie , e fono D. Si-
mone degli Ufimbardi Rettore nel 1552. Don Barto-
lommeo de" Bancofi nel 15^9. Gio: Batifta de* Lapint
nel 15^4. Sperante de i Neretti ali* anno feguente 3 nel
1673. Don Bartolo de'Bartozzi > nel 93,. vedremo infi-
gne Benefattore della Chiefa il Rettore SebaiKano de*
Bigazzi , e nel 1709. Gio: di Lorenzo de* Foffi . E ac-
ciocché il Leggitore pofla edere a pieno informato del
numero delle Famiglie de* Medici , che godono V ius
di prefentare a quefta■■.,Chiefa il fuo Rettore) fui fine
ne riporterò un funto di una delle tante Collazioni re*
giftrate nella Curia Arcivefcovile *
VJI. Per dire poi alcunché del prefente attento, e
benefico Rettore D. Pafquale d* Agliana, converrà, che
entriamo in Chiefa dal mede/imo reftaurata con nota-
bile fpefa di qualche cento di feudi v E primieramente
lì o(fervi la facciata , la quale, efìfendo che già da mol-
ti anni faceva di fé una deplorabile veduta , egli i*
ha reftaurata , fabbricato avendovi con buon difegno
una loggia dai lati chiù fa , e nel dinanzi ornata di
pilaftri, e di cancelli , che la cuftodifeono dall' immon-
dezze . In antico fulla Porca al di fuori Paolo- Uccel-
lo celebre Maeftro di profpettiva vi avea dipinto un S.
Tommafo > della qual dipintura Raffaello Borghini ne
fcriife come fegue „ Ultimamente eflendogli fiato dato
„ a fare fopra alla Porta di S. Tommaio in Mercato
j, Vecchio 1' ifteflfo Santo toccante la Piaga del Coita»
„ to di Gesù , e avendo detto voler rnoltrare in quell'
„ opera quanto valeva , fece fare un, rinchiufo di ta-
5, vole , acciò niuno poterle vedere 1' opera fua > pei>
5, che Scontrandolo un giorno Donatello tutto folo,
a) gli difle ; Che opeja fia quella tua > che così ferrata
a la
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33 2
*, Ja tieni? al quale rifondendo Paolo , di fìTe;: -w-
ir irai , e bàfta .Avendo ^or finita V òpera » e fcopren-
*» dola » abbattendoli i Donatello , fu (da Paolo domali*.
9i dato quelle, che glie ne pareva ,* cui egli dopo all'
» averla di molto cònfiderata , rifpofe ; Che debbo io
a dire > fé non che , ora che farebbe tempo di coprir-
la , e tu la fcopri ?■'.„ Non ottante però tal morda-
ce ì ifpofta di £)onatello , la> pittura avéa il fuo meri-
to , ed anche oggidì $ avrebbe il piacere dì ammirar»
la ; ma caduto iì tetro, ohe Ja difendeva dalle ingiu-
rie delle ftagioni ^sferzata dal diaccio > dall' acqua..,
dal fole , e dalla polvere , fi dileguarono le figure , ed
altresì le parole , che fono S. Tommafo leggevanfi, che
dicevano: india tibi cessiti
Vili. Tre Altari fono tri' Chiefa , yeggendofi Ai
^yello 5 che viene a mano manca un divoto Crocirjflo ,
dono della pietà del Suddetto Priore ; addirimpetto evvi
r Altare di S. Tommafo , con tavola delle più anti-
che di Firenze , fatta da Mar chi fello, che dipingeva pri-
ma diVCimabue ; quella Tavola fu donata , come fi è
detto, da Cofimo per l'Aitar grande , e fu levata via
dal Priore Baliiano'Bigazzi, il quale avendo rinnovata
la ''Cappella maggiore con pila ft ri , colonne1, architra-
ve , -e ftontefpizio di pietra ferena, vi collocò la bella
tavola dell'Empoli, Sonovi pure per la Chiefa alquan-
te vetufte Armi a noi ignote , fìccome fuori della Por-
ta del fianco in una lunetta vedeva/] in baffo rilievo un
Crocififlfo di marmò Con due Angioli aventi una Candela
in mano, fòpra là Croce leggeridovifi, christvs , lavoro
dagli anriquarj créduto del fecolo ik. ifloggi è irato portato
in Chiefa. Un'Arme parimentetrovali duplicata fui canto,
che rapprefenta un Toro rampante, che a me fembra aver
fomiglianza con quella di Matteo Lenziti all' Altare di
S. Tfemm^ib: in Càfa del Priore a mezza fcalà vedefi 1'
Arme di Leon X> e alla paréte disarmo un finifiìmo
•lavóro , che fi crede fatto già pel Tabernacolo del
SantifTimo . Dèe fono le Campane affai antiche, nella
più piccola fouovi 4. gigli cèl «niillefimb 1272. e nella
«- it                                                                               più
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pia grande leggonfi le feguentì parole : richo di lapo
DA FIRENZE ME FECIT ^ ANNI DOMINI MCCCLXXIV. Né
fappiamo fé fia un* Arme j o un rabefeo « © una Stella ,
avente otto palle fulla punta de* raggi „ E per fine rien-
trando in Chiefa dalla banda deli* Epiftola dall'Aitar
Maggiore alla parete fi legge la feguente Udizione ; . *
1               >\                   D.                O.                 M.
IAVRENTIO ANTONIO MEDICEO
' OTTAVI ANI FILIO
CPTIMAE INDOLIS ET MIRAE EXPECTATIONIS
ADOLESCENTI
TERTIO tVSTRO NONDVM PERACTO
XV. KAL. IANVAR1I DEFVNCTO
&ARCVS ANTONIVS MEDICEVS
HVIVS ECCLESIAE RECTOR                                  >
CARISS. EX FRATRE NEPOTI ET COMPATRONO
MOERENS POSVIT AN. D. MDCVC.
Copia della Prefentazione del Prete D. Gio.- di Lorenzo
Foffi alla Prioria della Chiefa di S. Tommafo.
D. Joannes q. Laurentii de FoJJts inflitntus fuit
die
27. Mail 170^. per oh* D. Baiulim Marci Anto»
nii praefentatus a
D. Marchione ? & Equipe Francifco Ma*
ria q. D. Equitis luliani de Medicis siti Trocnratoris
Serenijjtmi Cofmi III. M* E. D. ac Sereniffimi
, & Re-
rverendijfmi D, JFrancifci Marine Cardinalis Principi* ah
Etruria
5 ad quos una cum aliis infraferiptis de no-
hi li Fami li a Medifea frettare
, & per ti nere ajfcritur iuf~
patronatus diBae Ecclejìae , & fuit adhrtefum a D. Mar-
chione
j cb* Equite Francisco Maria nomine fno proprio ,
quam D. Marchiani* Bartholomasi olim D. Co (mas de-
Medicis eius Tatrui
} ac D. Laurentii Mariae ditti q.
D. luliani de Medicis eius fratris germani , ne e non prò
farte D* OBa'viam q. J), Baiulim Ferdinandi de Medi-
cis Trocnratoris ExcellentiJJìmi D. D. Iofephi de Medi-
cis Principi* jlBaviani , & etiam prò parte ditti D. Otta*
j]Tom. VII.                      G g                          matti
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214
*viani tam nomine fuo $r*$rto , quatti kti Procuratori*
Abbatis Horatii eius germani Fratria, ae etiam adhaefum
fuit prò far te ReverendiJfimi D. Philipp Mariae Cano-
nici Fiorentini
, & DD. Nicholai lofephi, Matthias Fran-
ti fri
i & Dominici Maria? fratrum, et fil* D. Averarm
di de Medicis-
, tam eorum propriis nominibus , quam D,
Tetri Pauli Mariae eorum germani fratris abfentis
5 ist
adhaefum ettam prò parte D. Equitis Nicholai q. D. Capit,
Francifci olim D. Equitis Bartholomei de Medicis tan*
quam legitìmi defcendentis ex Inclito
, Ò* generofo Mi-
lite Ciariffimo Lippi de Medicis % nec non fuit adhaefum
a D. hfepho Maria de Medicis tanquam Procuratore
D.
Cofmae eius Patris } & prò parte Canonici Iacobi } &
Io anni s fratrum
> é* fil* olim D. Bai ulivi Laurent ii de
Medicis tanquam defcendentium mafculorum ex late re di-
ili D. Clarijfimi Lippi
, nec non adhaefum prò parte DD,
Capitancorum Partis huius Ci<vit. eorum Procuratore me*
di ante
; & prò ut lati ut in fitti a Coli, Domini Laureti m
tii Borghigiani
#35.
. "4
, I                                 ' '                 * . ..
**•■■*■ > ""* ;- ' : ; • . ■'■ ■'■. -..' « ,,, *:■ '. ■
»W LE-
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*3S
IT E Z I O N E XXIII.
W = ■■■■. * i ' -—■■* >.' ì \i~. :;) Gì ì.a. n, }\i ,;                                             ,. .                       :: ;. ;';:,
v.i :\isiì) s>i ■•■!.'«Al ?<::■..■■ i- »* !?il . K: t
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,■;,;, i t i . I * bill»;- ■.■:'                           .-..'.> i ? ■/ ■•                ! ; ■ .                 -, ,.                            .. ., v •
.1 j !
D I S A N C R I S T O F A N 0.
t jM t
J i
lacchè entriamo nel ragionamento éi
una Chiefa di Firenze dedicata a San
Criftofano, mi farò io innanzi a di*
re della controversa ftata fra i Cat-
tolici, e gli Eretici fopra la verità
delk ièoria di <jue/to Santo Martire,
i MM^..^. , i..... leggendoti nel!' Apologia della Con-
fezione Auguftana di Filippo Melantone come appreffo :
€briflophorum pinxit ali qui s Vir prude ns * ut fignificaret:
ter alìegoriam
, tnagnum oportere animi rohur effe in hit
qui ferrent Chrifl»m
> hoc efi qui docerent Mvangtlinm
iniconfi ter entur
} quia neceffe fit fubire maxima peri-
tala
: Deinde ftolidi Monachi apud Popuhm docuerunt
infocare Chriftophorum
, quafi tali? Poliphemus aliquan-
io sxtitijfet
. Così .l'Eretico Scrittore, che per altro
non poteva ignorare la Storia ài Niceforo Calino } che
ne fcriiTe il martirio fotto Oecio lib» i. e. 27. né t
Menologi de'Greci , ne* quali Ci fa menzione del no-
fìro Santo Martire, ma quello s che £ più vergognofo
a Melantone , egli è che nella fua Germania s' invo*
cava S. Criftofano già nell'antico nelle litanie, come
in quelle di Francfort in tempo dell* Imperatore Lodo-
vico Pio , e che San Bruno Arcivefcovo di Colonia per
divozione confervava nella fua Ghiefa le Reliquie di S.
Criftofano , alle quali notizie dimostranti renitenza di
detto Santo , arrogere mi giova i vetufti Templi in-
nalzati in onore di San Criftofano 5 come uno in Fran-
cia in tempo di San Remigio , e celebrato con lodi da
G g 2                             Hin-
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Hincmaro Vefcovo di Rém$ > in Italia un Monlfterot
al dire di S, Gregorio I. intitolato di S. Cnftofanò,
di cui pure eravi già nel 743. una Bafilica dedicata al
Santo Martire nelle vicinanze di Ravenna» ficcome in
Firenze una Chìefa nei fuo primo Cerchio circa del
mille •
IL Ma fé con sì autorevoli documenti refta dimo-
ihata la verità di tal Santo, e del fuo Martirio , dubbia
però confettiamo e fiere la fioria , o fi voglia il racconto
della fmìfurata altezza del fuo Corpo , e del Bambino
Gesù fedente fulla fua fpalla } cofe , che non fi trova-
no negli Atti deferirti da Niceforo ; E però ad ifchia-
rìre tali dubbiezze , noteremo in primo luogo, che la
itatura del Santo iìa irata gigantefea , ma non già di
io. e più braccia , perciocché ne abbiamo dal Cafalio
una evidente dimoftrazione , narrando egli che Giorna-
d«o Patriarca di Coftantinopoli mandò al Vefcovo di
Sebenico la Cofcia , Itinco , e piede di S. Criftofano,
che mifurato , fé ne deduflfe alta elfere fiata 1* intera»,
fua figura non più che braccia cinque , e un, terzo ,
lìcchè fé o Sciatori , o Pittori , lo fecero alto chi io.
braccia, e chi 12. aflToìutamente fi ingannarono . Circa
poi al Bambino , noi damo di credere , che da* Pitto-
ri fi voleffe con fomigìiante immagine dichiarare , che
il Santo non folamente nel nome portava Gesù Cri-
fio , ma eziandio nelle opere , in quella guifa che di-,
pigrìefi S. Agnefe coli'Agnello , efprimente la purità e
dtl nome fuo, e de'fu 01 illibati coltumi.
III. E vedute le fuddette ragioni , le quali quan-
to fono convincenti contra la malizia degli Eretici , al-
trettanto favorevoli al Santo Martire apparirono ; non
faik forfè difeonveniente il toccare qualche cofa fepra
l'antico coilume di dipignere nelle facciate delle Chie-
fe il Santo roedtfimo , come ne abbiamo efempli in_.
Fiienze a S. Croce , a S. Matteo , a S. Pier Maggio-
re , ed a S. Miniato fralle Torri effigiato S. Cnltofa-
no dal capriccio de'Pittori , dove alto di io. braccia,
e dove di 13. il motivo per altro fantiflìmo di tsli di*
pin-
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m
pinture neiringrciTo delle Chiefe ; non. èra altrimenti)
che il darfi a* Fedeli unì alvvifo: di entrare tieV Templi
per trovar Grillo , ed a Grifto chiedere la fortezza di
animo per fuperare le difficoltà-, che s* incontrano nel
vivere da Crjftiano . Ma chi 1' avrebbe penfato $ che^
un tal coftume incominciato con fine divoto, degene-
rarle poi in aperta fuperllizione , pofciachè moki Fedeli
il portavano a vifitare ì* immagine del Santo » ingannali
dalla varia opinione , che mirata, la* idetta effigie, ìil»
quel giorno non fi moriva di mala morte, quindi eb*
bero origine que' verfi antichi ; oiv, m J
                Brc
Chrìftophort gantt j^ectem quteuwque tuepur
JJia nstnpe die non mòrte mala morie tur ,
-l IV, Quindi ne derivò la moltiplicità di rali Imma*
grni procurate fino da* poveri Contadini , folleciti ittm
avere ti effigie fuori delie Chiefe > ed Oratorj , ed un cu*
riofo cafo ne abbiamo dal Vafari nelk Vita di Buffal-
macco ) che è il feguente^ Volendo un Contadino,
,, che Buonamico gli face fife uri S. Criftofano , ne fu-
„ rono di accordo in Fiorenza , e convennero per
„ contratto in queito modo, che il prezzo folle 8. fio^
„ lini, e la figura doveire ,eflTere 12. braccia. Andato
„ dunque Buonamico alla Chiefa , dove dovea. fare il
j, S. Criilofano > trovò, che per non efifere ella né al-
,, ta , -né lunga fé non braccia nove , non poteva né
j, di fuori , né ói dentro accomodarlo in modo , che
5, bcfìe iteffe , onde prefe partito , perchè non vi ca*
„ piva ritito > di farlo dentro in Chiefa a giacere, ma
j, perchè anco così non vi entrava: tutto , fu neceflii
„ tato a rivolgerlo dalle ginocchia in giù nella faccia*
» ta di reità . Finita l'opera,'il Contadino non volc-
ì) va in modo neffuno pagarla, anzi gridando diceva,*
,, di eflfere afìTaffinato , peichè andata la cofa agli Uiì-
s, ziali ài Crafcia , fu giudicato , fecondo il contrat-
», to , che Buonamico avelie ragione * „
V. Ma venendo oiamai alla Chiefa appellata anti-
camente ,5, Cn'ilpfano.agli Adimari ,pofcia al Corfo,
ì..:»ki                                                                                                           ed
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133
ed inoggì m,Wi& ie^iSditooli) diremo Alcunché dell1
antichità fua y labile ridane il fuo principio circa il mil*
le 5,sì iperchè «Uà .Ifitua^i preifo al fatati'Cerchio deU
la Città , sì ancora? perchè fui fabbricata celali' amkhifli-.
ma'Fa miglia degli >Adimari^ ù <(ualj, giuda il Roffelli j
da immemoraibil tempo ne datino avuto il Padronato.
E avvegnaché per mancanza di Scritture fmarritefi nel-
le difgrazie di detta Famiglia;, non ci è .permeilo di
favellare di que^ primi 4ue fecoli dopo ?il mille , rife*
rkeinoìiq'uantOifinè trovato dipoi, e primieramente, che
nel 1286. ali* Archivio del -Capi lodo Fiorentino abbia*
mo un Rettore di quefta Chiefa , così chi-amato: Tre*
sbyter Lanibertus ReBor Bcclefie £. Chriftofmi de Adi*
maribus
» Nel 1303. il fuddetto RofTelli ci dà pure un
JHutìré Rettore y che fu Oddo Cionè di Giano del-
la EtOBeia } e nelle Procurazioni del $$$6. leggeri il no.
nae di ut* Prete Giovanni y né tra .quelli è da omet-
terfi Meffer Lodovico degli Àdimari , nel cui governo
parte delle entrate della Chiefa rimasero applicate al
Canonicato di -detta Famiglia in Santa Maria del Fio-
te;, con Bolla ài Papa Aleilandro VL del 1494. ed il
predetto Lodovico fu Arciprete, e Vicario Generak-#
àelF Arcivescovo di i Firenze Rinaldo Drfini .
1 , VI. Per quello' poi, éhc fpetta .adeifo alle vicende,
cònvien riferirne due , che recarono onore , e vantaggi
«Ila Chiefa: la prima è regiitrata negli antichi Capi-
toli della Compagnia di S. Antonio in Pinti, la quale
& una delle quattro Compagnie <ii notte, chiamate in
Firenze Buche * e riconoice la fua prima origine iru
S. Grifi ofa no , dove principiarono i Fratelli a radunarti
nel 1485, ove fletterò dìno al 1490. quando effi desi-
derando un luogo più Separato dall' abitato , per mez-
zo del Magnifico Lorenzo di Piero di Coilmo de* Me-
diaci ebbero terreno , e Cafe da i Monaci di Ceiìelio in
Via di Pinti , e quivi fino al prefente fanno le loro
notturne divozioni.. Altra illuitre Società entrò pofeia
in ■■.§. Criilofano, e fu Ja Mifericordia nuova , alla qua-
le Papa Clemente: VII» fottopofe quella Chiefa con fua
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n9
Bolla del' 15*4.-con rifervo -pcròTtleIla giurifdfzione del
Rettore > né rpiccole furono le fpefe fatte da detta Corn>
pagnia ;per restaurarla, e per liti, che ne in forfè rxj,not-
tate ne* libri ali* Archivio della Miferkordia nuova da
me veduti. II Granduca Francefco I* che di queita Comi-
pagnia ben fapeva il gran merito , rifoluto avendo di
darle un luogo più ampio , e più comodo , la trasferì
nelle Stanze dei Magistrato- de* Pupilli , come diremo
in altra Lezione ; onde effa ùfcì:,di:iS. JCriftofano nel
1576. con atto pubblico , che rogò Ser Paolo Cecche».
relli ; fono però rimafe alcune memorie della detta*
Compagnia nella facciata dèlia Chiefa , e fono un toni-
do con una pittura della* Mifericordii;^ èn il* Arme fui
con quefte lettere : misericordia instavraVit mdxxvv
■u; VII».La più bella però- innovazione della Chiefa..
è Seguita nel 1732. mercè la: {lieta, e zelo del Dot-
tor Francefco Poggini commendarjffimo Maeftro deUau
Scuola Eugeni a na , e che in detto anno era Rettore^
di S. Criftofano , egli dunque ottenne da varj Bene-
fattori limofine copio/e , onde rendere magnifica la fua
Chiefa, e noi facendoci dalla facciata ,: enerveremo il
vagò della Porta tutto di'pietra fercna \ con bel fron-
tefpizio , nel quale , oltre la riferita ifcrizione delia*»
Mifericordia , leggoniì quefte parole : pietas riedifi-
cavit mdccxxxii. Tutte le pareti della Chiefa fono
colorite a frefco con architettura di Ferdinando Mela»,
ni, nello sfóndo della Volta il: Sig. Michel Pacini vi ha
dipinto Maria in gloria con i ;Safìci Gregorio , -m^dkih
fìofano ; V Aitar Maggiore fetto eli nuovo ha le coi
lonne , fregio, e altri ornaménti di ftucebi con una
tavola rapprefentante il Santò'Titolale alla fponda dei
fiume con Crifto Bambino fulla fpalla , e avente irL-
una mano il fuo baftone fiorito ; ne* lati della Tribu-
na alle pareti fonov.i due quadri a frefeo , in uno de*
quali vedefi S. Criitofàno predicante , e neil* altro il
fuo martirio ; Seguono nella Nave due Cappelle , una
per banda , e in quella a manritta di chi entra , avvi
full* Altare un diyotifljmo CrocifilTo di rilievo , che è
:ij
                                                                       della
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240
della Centùria dì S;,Gfegorio,s la quale [quivi ? il radti?
na \ ferve di ornamenti ! alla medefima Immagine >unaii
tavola del Battefitno di Crifto , addirimpeito altra Capi.
pella corrifponde con famigliarne ovato avente un* Im-
magine in terra cotta nera di Maria col figlio nelle.»
braccia > la quale è adornata da un quadro fatto dal
Signor Ignazio Oxford, che vi ha effigiato £. Giufep-
pe , e S* Francefco • quefìi due Altari ! fi trovano mcffi
ili mezzo da i quattro Evangelici dipinti a frefcó , e
fadenti una bella unione colle pitture delle pareti;
Sulla Cantoria, la Tavola di Santo Rocco crederi che
fra opera ài Criftoforo Allori chiamato de'Bronzini,
,qui con Aleflàndro feppellko {otto nobile lapida air
«entrar di Cliiefa„: i /-à:< :.>:»!>: :?/m- -i-'-rrnv:
               v, xi
* 0i y 17111*■ V Aitar maggiore fu de5 Borghini , de* qua-
4i è flato Monfignox Vincenzio Priore dèlio Spedale.»
degl'Innocenti , diligentiflìmo indagatore delie Antichi-
tà Fiorentine > fpijegate ne' fuoi Difcorfi illuftrati dal
Signor Marmi ,* La tavola , o fia ancona de* medefimi
iBorghini già: collocata fui detto Altare , inoggi è in_.
Sagrefìia divifa, in tre fpartrmenti » in quel di mezzo
«cvvi Maria fedente col Bambino * nel fecondo S. Nic-
colò!) e 5. Criftofano ) e nel terzo S. Appollonia , e
S, Lionardo j credei] che fia pittura dell' Orcagna . Ed
eravi antica lapida degli Adirnarì appiè del Presbiterio,
della quale,alcuna porzione conferva il Signor Domeni-
co Maria Manni , ed jjj! mede/imo fcrive nella fua Differ-
razione della naturale jjneorruzion. de' Cadaveri > come
nella rinnovazione del .pavimento da S. Criflofano i fot-
to detta lapida fu trovato un piccolo cadavere incor-
rotto di una Bambina della Cafa de* Serrati
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E tra gì'Iftorici fpeffe fiate i moder»
ni correggono gli antichi , eonvieru
però dire , che le vetufte litorie il-
/luftrano-profittevolmente le moderne ;■
lo
che addiviene a noi , maflìmamen-
te nella prefente Lezione , imper-
ciocché a trarne il divifato profitto
ci è d* uopo ricercare nelì* antico quella Compagnia
della Mifericordia Vecchia, cui fuccedè, non forio an-
cora ^tre fecoli la Compagnia detta Mifericordia Nuo-
va ,^Ma perchè nelle feguenti Lezioni , che faremo del
MagfitratJO del Bigello } avremo per neceilìtà a parlare
a lungo della fuddetta antica Compagnia, qui fomrna-
riamente; ne accennerò il fuo principio , e la cagione
della fua elìinzione , la quale pofcia diede luogo a fon»
dare la Mifericordia Nuova él/incominciamento adun-
que del? antica trovali in tutte le Scritture , e Storie
accaduto nell* anno 1244, nel quale alcuni divóti Cit*
tadini per i frequenti funefti accidenti: di peftq in Fi*
jrenze , penfarono ad iftituire una Congregazione # i cui
Fratelli fi occupaflero nell* efercizio delle opere di Ca-
rità verfo del proflìmo , e principalmente.nell'aiutare 1
poveri Infermi , correndo prontamente ad ogni cafo
impenfato ,, o fi voglia di ferite , q di cafcate , o di
morti con portare gli Ammalati allo Spedale, ed j De*
fuqti alla Sepoltura . A sì fanti efempli di Mifericor-
dia rilucendo viepiù la carità della Compagnia, fi me*
Tom. VIL
                     Uh                              rito
MH
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24*
rito affa e dalla Repubblica privilegi j e dal Popolo
plaufo , e venerazióne in maniera , che mohiflimi era»
no i lafciti , e le limoline ., che da* Benefattori le ve-
nivano ; quindi ciafcuno avrebbe creduto immortala»
quella Società ) ma nel 1425. per decreto della Repub-
blica effendo (tara unita alla Compagnia del Bigallo >
che ne alibibì tutte le Entrare , mancò efla , e coru
quale fvanraggio , e danno de* poveri fi può arguire^
dal feguente avvenimento, che racconta Filippo Torna-
buont Scrittore di que' tempi in un libro di fue ri-
cordanze al 1475* e dice come appi-elfo ,, 13. di Gen.
>, naio di detto anno morì in Firenze , là dreto a S.
n Croce in Via de* Macci ,. oggi detta di S, France-
)» fco » un poverjfllrno ilomoi,-partata Torà confueta ,
j) fecondo il cotìume della pitta di venirlo a feppelli-
a re , uno di cafo prefo aaimofamente quei corpo fuU
» le fpaìle coperto $ lo portò in Palazzo della Signo-
„ na : il Gonfaloniere , alla vifta di quello fpettaco-
)) lo , fofpefo quali fuor di fé , diffe , che cofa è que-
s> jfta ? Quefto è un effetto * rifpofe colui , della inof-
;) fervanza delle Leggi j le quali a Voi , et aJ voftri
tv AnteeefTori , Capi * e Direttori del governo, tocca-
,) va a farle mantenere , e Jafciato quivi a i fuoi piedi
9y quel Cadavere , li parti * e fé ne fece un gran di-
,> fcorrere per Firenze > divulgatafi la mattina la ilra-
» vaganza del fatto»,,
u! Il* E per vero dire, un tlmil cafo non folamente^
fpinfe il Gonfalonière co* Priori a confìderare V impor-
tanza della Compagnia , che abolita avevano, ma. corn-
ino (Te altresì il Popolo , che molti ài loro per privata
elezione riaflunfero i ialiti efercizj trafandati , onde
crefciuto ogni dì più il numero degli Ecclefiaitici , de'
Nobili , e degi> Arriiti , i quali fervorofi fi offerivano
al foccorfo de'poveri , (e ne formò una Compagnia i
che col confenfe dd Comune di Firenze chiamotfì la
M'fericordia Nuova:jf« da i Capitani del Bigallo ebb^
licenza di fare le Tornate ntfil' Oratorio fuo , Julia
Piazza di San Giovanni. Né efifendomi avvenuto su
uo.
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243
trovare l'anno precifo d| tale, fregione , fp> fono ài
credere» che eflTa principiaffe poco :dopP il fopra riferi*
to anno 1475,11 ceno egli è j che$d >$4fU . apbiamp
di quella feconda Compagnia i)? approvazione dell'Ar»
civefccvo di Firenze Rinaldo Orto > fottofcrnra dal fuo
Vicario Generale A^effer Bartoiomnieo Cenni di Gual-
do , come appare dal libro de" Capitoli efiftente nelJ$
Sagrestia della medefima Compagnia , raifermati pur.e^
ilei 149S, àsi Lodovico 'Adi-ip-ari Arciprete Fioredrinoj
e Vicario Generale dell' Arciyefeovo , Una Provvigione
poi della Repubblica vinra quali a yiva voce ne* 30. di
Luglio dt\ 1499. venne a mettere un marayigliofp fer*
yore ne* petti di tutti quei > che in traprefero le dette
opere di Carità > e le parole de] pubblico decreto tosi
diceano „ I.nrefo j Magnifici ? ed eccelli Sigg, priori
,, di Libertà per ricordo degli Otto di Guardia ,s e Ba-
„ lìa diella Cirtà di Firenze , come eifendo irata loro
„ conceduta la cura del rimediare » e provvedere > che
„ nella Città non fi appicchi Pefte * e ricercandoli uno
5, de più facili 3 ed utili rimedj 3 fon convenuti co*
„ Capitani , ed Uomini della Compagnia della Mìferi*
cordia , che eifi attendano a tal cofa io benefizio de*
3, poveri , tanto fani , che infermi ; e morti, etiam di
3, morbo , e di qualunque altra infermità 5 e defide-
5j rando di dar Joro gualche aiuto , e fuflìdip , aqcioci-
3, che più prontamente pollano attendervi , ordinarono
9) che foìTe a|Tegnato loro quattro danari per ogni par*.
j» tira à^L metterli a entrata da* Camarlinghi , ,j E per
maggiormente felicitare il progreflb della Compagnia,, vi
fi accrebbe dalla Repubblica una più liberale provvi-
gione nel i«oi. adì 16. di Marzo j rogata da Ser pic-
colo de' feJeili , ed amendue queite grazie furono con-
fermate dal Buca AieiXaridro de* Medici nel primo an-
no del fuo Principato > dal Puca Cofimo I, neil' an-
no V.. e fuiTeguentemerne da' Granduchi fuoi fucceffo-
ri 9 e più che più premendo alla Maeftà dell'Impera-
tor Francefco I. 1& corifervaziojie di una Soderà così
Hi %         x               utile
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244
utile alla Città, ogni anno concede alla medefima Com«
pagnia un fuffidio di feudi 400.
III. Ma innanzi che proseguiamo il ragionamento
della nuova Società , mi il conceda di dare qui un_.
cenno di un libro antico, e Gottico preiTo di Mefler
Francefco Ghifilieri, dal quale il Prete Lorenzo Ficci
nel t6o$t ne copiò una Storia della origine della Mife-
ricordia Nuova , e protestandomi di riferirla , non per-
chè io la creda vera , pofeiachè in ella trovanfi incoe-
renze chiariflìme , ma folo a motivo di non tralasciare
nulla di quanto avvi di rimarcabile nelle Scritture del-
la Venerabil Compagnia , qui ne diamo il l'unto come
appretto ,, Parecchi Facchini ufavano in que' tempi di
„ radunarfi in Piazza di S. Giovanni * come luogo af-
„ fai opportuno ad eflTer pronti ad ogni cenno per fervi-
,, re i Mercatanti , e altri Cittadini . Una cantina , e
„ voltone era il loro ridotto nelle ore difoccupate }
j, trattenendovi!! in giuochi, e a mangiare, ed un cer-
„ to Piero di Luca Borii era il loro Decano a titolo
,, non meno degli anni , che per la pietà , il quale
„ avendo con difpiacere oflervato l'abbandono, in cui
„ erano i poveri, di chi gli aiutafle , o pel trafporto ,
,, fé infermi allo Spedale, o fé morti alla Sepoltura >
,j propofe a i fuoi Compagni l'accordarli tra elfi di
,, faerificarfi in tale fervizio , uno la Settimana per cia-
„ fcun Quartiere della Città a vicenda, il qual penderò
„ eifendo piaciuto a tutti , fé ne fece tra loro un obbli-
„ gazione nel 1409. Quindi fatte 4. Zane capaci di un
„ Uomo , fi principiò col detto ordine il caritatevole
» ufìzio, dandofi al Facchino per ogni viaggio un giù*
5> lio , che fi cavava da una ca(Tetta di limoline , a tal
„ fine appefa alla Porta di S. Giovanni , e adì 13. di
„ Gennaio del 1425. nel qual giorno i Fiorentini con-
5, corrono ivi al Perdono, avendo radunato di limo-
„ fine 500. feudi , penfarono a comprar la loggetta ,
,, che trovali fui canto della Via de i Calzaiuoli , che
„ ferrarono? e ridulferp ad ufo di Oratorio 5 benedet-
_ v:i, ;'.,> '                                               *.• ;i il                                                     „ to
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245
,, to che fu nel 1432. dall' Arcivefcovo Giovanni Vi*
5, tellefchi , e dipoi aggregatiti a queft* iftituto moltiflf-
» mi Artifti , Eugenio IV. diede loro Indulgenze da*
„ guadagnare* ancora da chi dava loro aiuto con limo-
3, fine , e così ivi feguitarono fino al 1575. Ma perchè
j, aumentata la Confraternita in numero , e in quali*
)•> tà di Fratelli il luogo era angufto , rifolverono d£
„ fupplicare il Granduca Francefco I. a voler loro con-
j> cedere il Cito, dove di prefente fi trovano . „ E que-
ftoc il compendio efatto di quanto fcrifle il fuddetto
Prete , ma eflendomi io dichiarato di fopra , che fo-
novi varie incoerenze , alcune qui noterò a foddisfazio-
ne di chi legge . E primieramente diremo , come nel
1409. movonfì i Facchini a tali opere di carità) quan-
do in detto tempo era ancora in fiore la Compagnia
della Mìfericordia vecchia , che non finì fé non nel
1425. In fecondo luogo , la loggetta, che dicefi com-
perata , e ferrata per farne un Oratorio , non fi fa come
fi debba intendere , fé non fu finita di chiudere, fé non
attempi noftri? Terzo , non Tappiamo come combinare 1"
anno 1432. nel quale la relazione dice, che 1* Arcivefcovo
Vitellefchì benedice la Loggetu, o fia Oratorio, quando
il Vitellefchi non fu creato Arcivefcovo noftro, fé non
nel 1435» errore, che fé gli potrebbe perdonare , per
elTere fcorfo a chi fece l'Ifcrizione a detto Prelato nella
Curia Arcivefcovile , ed anche ad altri . Quarto , evvi
ancora da notarli una orniflìone non piccola , qual* è ,
che il Libro nulla dice degli anni, ne* quali la Miferi-
cordia nuova flette nella Chiefa di S. Criftofano ; e-#
finalmente ciò , che ci rende più che dubbiofa la ferie-
tura del Prete Ficci , è il chiamare antico , e Gottico
il libro del Ghifilieri , donde alTerifce averne tratta la
fua copia , non potendofi in verun modo appellare an-
tico , e Gottico un libro, che tratta cofe accadute nel
Principato del Granduca Francefco I.
IV. In fomma ritornando alla noftra Compagnia >
aflblutamente io ripongo nel fecolo xv. 1* abolizione
della Mìfericordia vecchia > e P iftituzione della nuo-
va ,
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24<*
va » la quale ufcìta dal piccolo Oratorio del Bigallo
nel 1525. prefe polfefTo della Chiefa di S. Cri/lofano ,
per grazia del Comune di Firenze , che fempremai por»
tato a rimunerare j meriti grandiffimi di efifa , ottenne
da Papa Clemente VII. una Bolla in confermazione di
queiia traslazione, data in Roma nell'anno fecondo del
fuo Pontificato , nel quale leggenti due condizioni, cum
confenfu Tatronorum Familiae de Adim&rihus
■, e Jìne j>rg~
iudkio ReBoris ^ fi<ve ipjtus V/trro€Ìùae »
E benché il fog-
giorno della Compagnia in detta Chiefa foflTe comodo
affai , fefo eziandio più ampio da qualche reftaurazio-
tie fatta da' Fratelli ; tuttavolta confiderando il Gran*
duca Ffancefco l. che la neoefluà loro di efler chiama-
ti a tutte l3 ore di giorno , e di notte da* poveri Cit-
tadini , richiedeva un luogo più aperto , e più pubbli-
co ,t nel 1576. trasferì la medeiìma nelle Stanze dei Ma<*
giiìrato de' Pupilli poite fu Ila Piazza del Duomo .addi-
r impetto- del Campanile , trovandoti nella Carta di do-
nazione quefte confiderabili parole „ Acciocché un*
„ Opera di tanto efemplo , e che .alla Città di Firen-
}J ze apporta tanti beni » non fia recondita, ma in luo-
»5 go confpicuo , e vifibile, vuole ec. ed io pur trovo
in riguardo della reale concezione , ntiV Archivio della
Compagnia uno fìanziafnento in detto anno, adì et. Di-
cembre , che dice „ A tufo il èetugno refe ritto dell*
„ A S. del Granduca regnante di aver concerTo alla
35 noftra Compagnia le tre ftanze già del Magiltrato de'
5> Pupilli , diamo per arroto a' Fra-te Ili , Meìs. Lodovi-
» co Martelli , Metter Iacopo Aldobrandini , Canonici
« Fiorentini , e a Carlo Pitti > e Lodovico Antinori
>5 tutte le facilità per ridurre la Compagnia nel modo ,
,, che giudicheranno a propofito . „* E neli' anno fé-
guente fciolta la Compagnia da ogni obbligazione con-
tratta col Rettore di S. Criitofano per mezzo del Vifi-
tarore Apostolico Alfonfo Binarini Vefcovo di Carne,
lino , fi trasferì nei luogo* dove è di prefente } leggen-
dovifi di quella libera donazione «eli* architrave della
Porta quello breve ricordo a lettere dorate :
, ;,..,'                                                                                            MI-
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247
MTSERICOKDTÀE SOClEfATI FRANCtSCVS MED. MAGNVS
DVX ETR. DONO DEDIT AN. D. MDLXXVI.
con Copravi collocata V Arme Granducale •
V. E poiché noi fiamo alla Porta della Compagnia,1
oflerveremo nella facciata le Pitture di Bernardino Poc-
cetti , le quali fi principiarono a dipignere il dì i. Set-
tembre 1581. finite a* 20. d* Aprile del 1582» il quale
vi ha colorite le fette Opere dì Mifericordia corpo*a*
li con la follia fua grazia , e nella invenzione , e nel
colorito . Dentro alla Chiefa evvi un folo Altare , che
di prefente è accrefciuto di ftucchi dorati a fpefe del
Senator Cammillo Coppoli , a cui debbo la raccolta*
delle più principali , e pregevoli Notizie di quefta ifto-
xia ; fu il detto Altare, in una nicchia , è da ammi-
rarli una Statua di marmo rapprefentante Maria coi
Bambino fu d' un ginocchio fedente , fattura di Bene-
detto da Maiano , e dono del Magistrato del Bigallo 1
che diede pure la Statua di S. Battiano dei medefimo
Artefice , la quale è pofta fulla Porta della Sagreftia .
La Statua di Maria è meda in mezzo dà due figure de*
Santi Battiano , e Tobia } dipinte credefi da uno de'
tre Bronzini , di cui fono parimente le fette pitturine
da batto , che corrifpondono alle fette Opere di Mi-
fericordia, e nelle quali fono da notarti i Fratelli della
Compagnia effigiati fenza il facco, ma veftiti degli A-
biti neri da Città, cioè gli Ecclefiaftìci di vette tala-
re , e i Secolari di vette fino alle ginocchia . Nello
sfondo della Volta a fpefe di Orazio Panciatìci Vefco-
vo di Fiefole , Pier Dandini a tempera colori il mar-
tirio di S. Battiano in belliilìma attitudine,- e pelle lu-
nette intorno intorno alle pareri fi veggono undici qua-
dri in tela , ne* quali effigiata mirati la Vita di Tob-
bià , dipinta da Valentuomini , ancorché di tutti non
fi trovino i nomi . E facendoci dalla banda dell' Epi-
ftola ; la prima è di Giovanni Montini , che ha facto
il pellegrinaggio del Santo al Tempio di Gerufalemme
con la fua moglie, ed il figliuolo; quelli tiene due.»
Co-
/
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■248
Colombi, la Madre un Agnellino j ed fa lontananza
è dipinto il Popolo Ebreo , che adora 1* Idolo . La..
feconda lunetta rapprefenta i tre fuddetti nei Tempio *
col Sacerdote, che riceve le loro Offerte ; e nella ter*
za il rapprefenta la difgrazia del Vecchio accecato dal-
lo fterco della Rondine : Segue la quarta, che è lsu
guarigione del medefimo dalla fua cecità per mezzo
del Figliuolo, che applica colla direzione. dell' Arcan-
gelo Raffaello il fegato del Pefce agli occhi del Geni-
tore , ed in eflfa è da oiTervarfi un Uomo pieno di
ftupore , che fembra faltar fuori del quadro : Nella Ju*
netta fopra la Porta della Sagrestia fono dipinti a fre-
feo i àue Santi Martiri Compagni di S. Baftiano: Ap-
pretto vedefi nella fefìa 1* arrivo della Spofa in cafa di
Tobbia. E ritornando all'Altare dalla parte del Van-
gelo veggiamo nella prima la rapprefentazione dr Toh*
bia , che o#re air incognito Arcangelo la metà àeìh
ricchezze , allato avvi il medefimo Vecchio , che fep.
pelliice un Morto ; pofcia vedefi il Figlio dal Padre»,
fpedito a rifeuotere il credito , porgendogli il chiro-
grafo 3 e nelle tre ultime mirafi occupato Tobbia , do-
ve a veitire ignudi , dove a vifitar carcerati > e dove
a difpenfare elemofine*
VI. Nella Sagreitia fonovi quadri ài buona mano »
come un Padre Eterno , un Tobbia , una Maddalena ,
ed il Signore , che veftito apre il feno per moftraro
il Coitalo ferito : quivi pure il confervano preziofe Re-
liquie , e due Paci lavoro antico, nelle cjuali è di-
pinta la Mifericordia avente fono il fu© manto Cardi-
nali > Vefcovi , Principi , e moltitudine ài altri Fratel-
li . Né ci deve fuggire dall' occhio un libro coperto
di ade > che contiene i Capitoli della Compagnia, ne*
quali j oltre il rilucere una foda divozione, feorgefi la
forma , e maniera , con cui è coftituita tale Società y
cioè comporta di 72. Fratelli ,. detti-Capi di .Guardia*;
da'quali fi efiraggono ogni 4. mefi 6. Capitani , e -6i.
Con fig] feri ; il detto numero di 72. deve eifer compo-
rto di varie Claifi ài Perfone, cioè ài io, Prelati y ài
.-... :.,#■                                                                                                                                                                                                             2 e.
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2?r
to'* Sacerdoti , di; f4. Gentiluomini , e 28. Artifti ; a
quefti aggiungono 105. chiamati Giornanti obbligati ad
ogni cenno o della Campana , o del Servo , a correre»
dove richiede il bifogno>e fono quindici per giorno: che
divifì in 7. giorni della Settimana fanno appunto il nu»
mero di 105. oltre a i quali vi fono fcritte alcune cen-
tinaia di altri Ecclefiaftici , e Secolari 5 che addiman-
danfi Stracciargli. I fudderti Giornanti quando arri*
vano all'età di anni <5o, pofibno dimandare il ripofo,
e queiìo loro viene accordato , e reiì&no fempre Gior*
nanti di ripofo , conferendoli dalla Compagnia il loro
polito ad uno de' Stracciargli 3 i quali fono giovani
in gran numero } che fanno la pratica delle Opere di
Miferjcoidla , afpettando la vacanza di-qualche Gior-
riante % e faranno da 100. Giovani, e So. Onerici . Né
fono da ometterli ie Donne} che fi aggregano alla Com*
pagnia > e nella fefta delia Purificazione anche ad effe
fi difpenfa la candela benedetta . Si fanno nella mede-»
tóma Compagnia tre funzioni ogni anno ne* giorni del*
la Purificazione , di S. Baftiano > e di S. Tobbia nel
rnefe di Settembre, quando la Chiefa legge le Lezio-
ni di detto Santo , ed in quefto dì dopo la Merla can^
tata il fa la proceflìone , principiando ì Fratelli Seco-
lari con cappa, feguono tutti i Preti con candela di
cera gialla frccefr , e fi benedicono le Sepolture: pri»
tnieramente quella de' Giornanti neJl' Oratorio vecchio
del Bigallo , la feconda benedizione fopra al Cimitero
del Duomo alle Sepolture della Compagnia 3 che fono
poco dittanti dal Campanile ; e la terza al Cimitero
della Compagnia fuori di Cftiefa , e V ultima alla Se*
poltura de i Capi di Guardia , Nel fine del fuddettp
libro fi legge un novero de'primi Fratelli, ove notati
fono il Magnifico Lorenzo di Pier di Cofimo des Me-
dici , altro Lorenzo di Pier Francefcp , Nardo di Sii-
velìro Nardi , Metter Sagrampro Ambafciadore del Du-
ca di Milano alla Repubblica, ficcome nei Catalogi
posteriori , fono di grande fpiendore alia Compagnia.»
-TW'VIL
                                                      idue
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«50
i due Pontefici Leone XI. Clemente XII. ed i Grandu*
chi Ferdinando II. e Cofimo HI.
VII. E per fine parlando air Archivio diremo ef-
fervi molti libri antichi di entrate , e di fpefe di ftan-
ziamenti, o fivvero deliberazioni di caufe , e di cofe
pertinenti alla Compagnia; ma i più pregevoli, ed uti-
li anche alla Storia Fiorentina fono alquanti libri inti-
tolati del Morbo, perchè riguardanti le due ultime pe-
lli , che flagellarono la Città nel 1670. e 33. effendo-
vi' fedelmente fegnati i nomi di quanti Appesati furo-
no da* piiflìmi Fratelli , o trafportati a' Lazzeretti , o
feppelliti , e dal maggiore , o minore numero de' fe-
gnati ogni dì , fi conofce l'aumento , e la diminuzio-
ne del Morbo , e la cortame carità della Compagnia
in porger foccorfo in ogni banda della Città . Ed in_*
cjueito libro anderebbero fcritte a caratteri d'oro le_.
lodi , che ne dille il Varchi al lib. 7. di fua Iftoria >
come appreflb,, Per la pefte non meno famofa dell'aU
tre per la ftrage •> che la fece di uomini quafi infl-
5, nici , che durando affai ne morirono più di 500. il
j, giorno : Quella Compagnia avanzandoli più d'ogni
„ altro luogo deftinato a così lagrimevole Magiftero ,
„ fovvenne, e aiutò gli oppreflì di tale malattia in tut-
„ ti i bifogni ì e neceflltà loro . ,, Ho ivi pure rifcon-
rrato in altro libro 1* aggregazioni a queft' Iftituto ,
di alcune Compagnie dello Stato, e fono nel 1595.
adì 29. di Giugno la Mifericordia di Livorno , gli Uo-
mini di S. Gio: Batifta di Pifa , e que' della Laftra a
Signa . Ha la Compagnia molte Sepolture per i pove-
ri , le quali fono fuori della Chiefa , ed in Chiefa avvi
quella de' 72. Capi di Guardia con lapida di marmi
commeflì, e la feguente Ifcrizione ;
A. M. D. G.:* ■-
HIC DONEC A MORTV1S RESVRGANT
MI&ERICQRDIAE CONFRATRES REQV1ESCVNT
CIQDCXX.XIX.
LE*
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251
t E Z I ONE XXV.
I? I £ X,' Ó £ A f O k 'l Ò
DEL B I tì A L 1 Ò .            !
On mai ho fcritto Iltorfa tanto ben cor*
redata di autorevoli documenti , quan-
to la preferire ; imperciocché fono
pretto di me , di due illuflri Perfone
diligentiffìme relazioni , o fi voglia.-
deir Oratorio , o; della Compagnia, o
del Magitìrrato del Bigalio ; la prima
di dette Scritture fu fatta per Ordine di Ferdinando IT.
dal Dottore Ambrogio Ambrogi Cancelliere del Magi*
firato del Bigalio ; la feconda conlìfte in una cortefifiì-
ma , ed erudita lettera del Signor Dottore Angiol Ma-
ria Ricci Lettor di lingua Greca nella Sapienza Fio-
rentina , e Propofto del medefimo Bigalio all' Autor
di queita Storia . E per vero dire non abbisognavano
quefte Lezioni di minore autorità ; avvegnaché per il-
lustrar alcuni punti incontrane diiHcuItà di non leggiero
momento. Quindi necelTario mi fembra il riportare qui
amendue } e il primo documento ila quel dell' Allibro-
gi , che dice come appreiTo :
Relazione del Dottore Amhrcgi al Granduca
fofra il Bigalio*
n. La Compagnia Maggiore di S. Maria del BigaU
Io della Città di Firenze fu fondata da quel Fra Pie-
tro da Verona > che nell'anno 1221. fedicefimo di fuà
vita , mentre ftudiava in Bologna , fu ricevuto dal Pa-
triarca S. Domenico nella fua novella Religione de* Pre-
dicatori , e dopo r bavere illuftrate le principali Città
ds Italia con la fua dottrina , eloquenza; e bontà; chia«
1 2-                                 io
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252
ro per molti miracoli » fotto Innocenzio IV. nelPiftelfo
anno 1252. del fuo gloriofo Martirio foftenufo tra Co-
mo, e Milano per la dilatazione della Santa Fede, me-
ritò di eflfere annoverato nel Catalogo de* Santi fotto
nome di S. Pier Martire : così per continuata tradi-
zione di circa 500. anni ne corre fino al prefente^.
pubblica la fama > et anco i libri più antichi della.*
medefima Compagnia, che Y ingiuria del tempo , l'inon-
dazioni d* Arno non hanno totalmente laceri, e gua-
iti > affermano querto gran Santo eiTerne fiato 1' auto-
re e il principio . E T iitelfo Oratorio da che pafsò
dalla Compagnia della Mifericordia in quella del. Bi-
gallo , nel modo che fi vedrà poco apprelfo , ci rap-
prefenta fino oggi a perpetua memoria di sì gloriofo
Fondatore un* antica , e fecondo que' tempi non me*
.diocre pittura nella maggior facciata fulla Piazza di S.
.Giovanni , rapprefentante la più memoranda azione, che
egli operò nella noftra Città ; cioè quando a que* nobili
Fiorentini da lui ichierati per difendere la purità del-
la Santa Fede, con cui fi viveva in Firenze , diede il
Gonfalone della Croce Vermiglia in campo bianco ,
che fino al prefente con molta venerazione fi conferva
in Santa Maria Novella , con il quale fu la Piazza di
Santa Felicita , e dalla Croce al Trebbio , come lar*
gamente raccontano V Jitorie Domenicane , ottennero
contro gli Eretici Manichei quelle due gran vittorie ,
delle quali fin ora con due colonne erette dal Popolo
Fiorentino ne' detti due rnedefimi luoghi , dove furono
ottenute , fi conferva gloriola la ricordanza . E quan-
do con il fegno della Sanca Croce fece fparir di fu-
bito il Demonio , che in forma vifibile di un nero e
sfrenato Cavallo , velocemente correndo dalla Via de'
Fenavecchi alla Piazza di Mercato vecchio , dove era
il Santo a predicare, tentava di intimorire e sbara-
gliare il Popolo , che quafi fenza numero vi era con-
gregato al foiito per afcokario , e così d' impedire il
frutto della parola d' Iddio . Haveva veduto il Santo
Padre > e per ragione dei fuo uffizio di generale Inquù
fnoxe
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ditta P*V*ne Marta,» *m dttt* M&incffrdu*, # dtiJStfOU^
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253
(Icore diligentemente haveva efamìnato il gran progreflfo
nella via dello fpirito , che tra le folitudini dì Mon-
te Senario andavano facendo i fette Mobili Contempla»
tivi Fondatori dell' Ordine de i Servi di Maria , e per
il zelo , che teneva della faJvezza de' proflìmi } poteva^
eziamdio baver confiderato , che la Città di Firenze.*
non meno abbondava di Perfone con ingenita attitudi-
ne agevolmente difpoita air Opere della Mifericordia.*
Corporali , che infinitamente giovevoli al genere uma-
no , et al Signore Iddio accettìffime > coftituifcono gli
Uomini meritevoli appreflfo alla fua .Divina pietà , del
Regno de5 Cieli . Onde dobbiamo di facile perfuaderci,
che da tali confiderazioni incitato, ereggeiTe quefta Com-
pagnia di Nobili Fiorentini Secolari per fovvenimento
delle Perfone miferabili, ponendola con viva fede di
memorandi progredì fotto il Patrocinio di Marra fera-
pre Vergine , dalla cui bocca era flato favorito di u-
dire quelle dolci , e gran parole , che già ali* altro
Pietro Principe degl' Apoftoli haveva detto 1* Incarnato
Verbo : Ego prò te orarvi Tetre , ut non deficiat fides
tua
.
III. Quefta Compagnia per le ottime coftituzioni,
e per i divini ammaeftramenti del fuo buon Padre e
Fondatore , cominciò fubito con ardore così grande ad
efercitarfi in tutte le Opere di Carità per fovvenimen-
to delle perfone miferabili , che fino ne' fuoi teneri
natali fi aequiitò il nome di Maggiore , Fu da' Sommi
Pontefici , da molti Prelati di Santa Chiefa , e Supe-
riori di Religioni adornata d' Indulgenze , di Privilegi,
e d' altre fpirituali prerogative , e da non pochi Cit-
tadini gli fu fatto di groflì legati , lafciare copiofe ere-
dità j e raccomandata 1* efecuzione in perpetuo di pie
difpofizioni . Onde coftituitafi una non mediocre foiian-
za } potette fempre alfai largamente porgere aiuto alle
miferabili fanciulle in fuflìdio di loro Dote , et in ogni
altra maniera foccoirere alle neceffità de'poveri di Ge-
sù Crifto ; e fino talora concorrere alle gran fabbri-
che, che fi ereggevano in onore di Dio 3 della fua San-
ta
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254
ta Madre » e de8 fuoì Santi j come in fpeeie feguì 1*
anno 1279. per l'Opera di Santa Maria Novella.
IV- Era governata tempo per tempo da alcuni Q*
fiziali , che da principio fi chiamarono Priori , e Ret*
tori , e dipoi Capitani 3 quali fi traevano dalle borfe ,
due per Seitiere , o per Quartiere , fecondo cho
per i tempi fi governava la Città ; e di più riaveva»,
un Notaio, un Provveditore , un Camarlingo > et altri
Miniitri , fecondo il bifogno ,
¥. Si adunavano quelli Graziali, e Miniftri 5 men-
tre la Compagnia per ancora non haveva luogo pro-
prio , nella Chiefa di S. Maria Novella j e di S. Dona-
to tra le Torri , da Orfammichele » et in altri luoghi ,
ma fpecialmente nelli Spedali alla lor Cura fottopofti j
fan che fi fabbricamo iìefidenza proporzionata nel Po-
polo di S. Bartolo nel Corfo , accanto alle Cafe de*
fidacoi ; fopra il terreno donatoli dal Comune di Fi-
renze per Initrurnento rogato Ser Piero di Ser Grifo,
20. Giugno 1352.
\7{. Tra le molte opere di Carità , in che fi an-
dava efercicando la Compagnia , era più che ad ogni
altra dedita all' Ofpiralità . Che però ereflfe molti Spe-
dali nella Citta , e fuo Contado , e molti da* loro Fon-
datori glie ne furono donati , e raccomandati , quali
fono gli apprefifo , cioè :
VIL Lo Spedale di Santa Maria del Bigallo fuori
,di Firenze da cinque miglia in circa nel Popolo di S.
Chi ir ico a Ruba Me fu la Strada MaeJftra d' Arezzo ali*
Apparita , in luogo detto Fonteviva : quello -Spedalo
fu edificato circa gli anni del Signore 1200» da Dioti-
cidiede di Buonaguida del Dado per raccerto } e fuiEdio
/de" Poveri , e ne' 27. Gennaio 122S. fu donato dal me-
defimo Dioticidiede con tutti li beni , et effetti che
aveva a lacapo dJ un altro Iacopo Spedalingo riceven-
te per i Poveri di detto Spedale } come per Inihumen-
$0 rogato Ser Iacopo Ferragudi >
Vili. Dipoi p&isò nel primo Monaflero di Suore f
che
avelie la Religione Domenicana in quelle parti ,
allora
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1$ 5
alloca pofto 3. miglia lontano dalla Citta , in un luo-
go , che fin' ora fi chiama Ripoli , dove uno aliai rie*
co , e devoto Mercante Fiorentino per nome , e più
di fatti Deodato haveva edificato un Romitorio, che
fu il primo ricetto tra noi de* Frati Predicatori man-
dativi l'anno 1221. dai loro Istitutore S. Domenico
fotto lo fpiritual comando del B, Giovanni da Saler-
no , che poco appretto gì* introduce in Firenze , e nel-
la Chiefa , e Canonica di Santa Maria Novella, e dop»
po de* Frati Predicatori fomigliantemente fu primo
ricetto de* Frati di S. Francefco , nel qual luogo, paf-
futi che furono detti Frati Domenicani , e Francefcant
in Firenze , fu fatto un nobiliffimo Monaftero di Mo-
nache, e anche effe ritirateli in progreiTo di qualche tem*
pò per cagione delle Guerre dentro alla Città fi divi-
fero in due de' principali Monasteri , che ora ci fi veg-
ghino , uno de* quali tiene il nome del loro Patriarca
S. Domenico, e l'altro del luogo di Ripoli, d'onde
haveva no tratta la lor prima origine »
IX. Quelle Monache di Ripoli donarono alla Com-
pagnia queiio Spedale del Bigallo per Inttrumento ro-
gato Ser Baldovino RurToIi 5. Aprile 1245. e Mefier
Ardingo allora Vefcovo di Firenze lo commelTe alla cu-
ra della medefima Compagnia , la quale nel 1250* adì
7. Giugno vi pofe , et ordinò a dir mefia P. Antonio
di Martinuzzo con patto , e condizione di poterlo re-
muovere a fuo beneplacito , come per Inftrumento ro-
gato per mano di quel Diotifalvi , dal quale ebbe prin-
cipio la nobil Famiglia de* Diotifalvi ; e da Metter Gio-
vanni Mangiadori fuccelFore nel Vefcovado a detto Metter
Ardingo fu confermato alla Compagnia 1* amminiftra-
zione di quefto Spedale , perchè di bene in meglio fi
andaffe augumentando per Inftrumento rogato Ser Sini-
baldo d'Alberto Tanno 10*7.1 ^a quello Spedale di S,
Maria del Bigallo , che fu il primo che avelie la Com-
pagnia , fi crede che anche ella pigliale il cognome^
del Bigallo , perchè ne' fopraceitati Initrumenri , e Ri-
cordi di que' tempi, è denominata la Compagnia Mag-
giore
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i\6
giore di Santa Maria Vergine di Firenze , fenzs 1' ag-
giunta del Bigallo; e lo Spedale è detto di Santa Ma-
lia del Bigallo , ma dopo all' averne prefo la cura >
vien Tempre » come fi può credere , da elio cognomina-
ta del Bigallo , non fc ne trovando che io fappia , al-
tra origine, o cagione . Quello Spedale fotto il gover-
no della Compagnia . andò Tempre crefcendo di entra-
ta , e di beni lanciatili da divertì Benefattori , e com-
prati dalla medefima Compagnia ; ficchè fu jdi grandif-
fimo comodo, e benefizio ai poveri, -eiTendo flato am-
pliato di Stanze per loro raccerto , di Ghiefa , in cui
giornalmente fi celebrava, e di MaflTerizie condecenti
per numero 30. letti che vi il teneano , cioè :
Nello Spedale degli Uomini                num. 12.
Nello Spedale delle Donne                 num. 6.
Nello Spedale de* Foreftieri                 num. d.
Nella Stanza de' Preti                          num. 2.
•Nella Stanza de' Romiti                       num. 1.
Per ufo de5Capitani della Compagnia num. 3.
X.  Per lo fpazio di 258. anni fu tenuto dalla Com-
pagnia con molta carità , je diligenza per ufo de* Po-
veri fino all'anno 1503, che vi tornarono le Monache
di Cafignano , oggi dette -del Bigallo , nel modo che
fegue appreiTo :
XI.  Ritrovandoli Panno 1503, il Monaftero di S*
Maria di Cafignano Diocefi Fiefolana , di Padronato
di Cafa Mozzi , in luogo folitario e tra Bofchi di
gi%
minacciante rovina > « non avendo il modo le Mo-
nache di .detto Monaftero di reftaurarlo , li Vicarj di
Monfignor Arcivescovo di Firenze ., e -di Monfignor
Vcfiovo di Fiefole , di confenfo^et a petizione di det-
te Monache , di Conte di Giannozzo de* Mozzi unico
Padrone di detto Monaftero, e de'Capitani allora iru
Ufìzio della Compagnia Padroni dello Spedale del Bi-
gallo , ere-ilero il detto Spedale in benefizio Ecclefìa-
itico , e Monaflero Regolare, e li anaeffero il detto
Monaiìero di Cafignano , havendo prima detti Capita-
ni dato ; e conceduto a dette Monache il detto Spe*
dale
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*57
dale con tutti li fuor beni mòbili, et immobili, con
rifervo del dominio diretto, e con 1'infrafcritte con»
dizioni :
i Che il Monaftero, e le Monache il chiamaffero di S.
Maria del Bigallo , e non di Cafignano .
t Che le Monache non poteiTero murarvi fenza licenza
de* Capitani del Bigallo » e dove muratfero. con detta
licenza, doveftero metter l'Arme del Bigallo , cornea
anco tenerla fempre» dove è, in detto Monaftero.
Che dovefTero pagare ogni anno alla Compagnia, e
fuoi Capitani libbre 7. di cera bianca lavorata per re*
cognizione del Padronato .
Che i Capitani per li tempi con il più antico della
Cafa , e Famiglia de' Mozzi dovettero approvare , e
ratificare V elezione della Badeffa , dopo che Jfoffe con»
fermata dal Vefcovo •
Che li. Capitani con detto più vecchio di Cafa Moz-
zi poteiTero una volta Tanno* epiù,vifitare detto Mo-
naftero nelle cofe temporali , e rivedere loro il con*
to dc'.fruttjl de* fceni , e fé offeryano Ja jdejbifa ofpita-
*lità i. .
Che le Monache foffero tenute mantenere lo Speda»
le, e la Ghiefa, non folo circa le mura , ma nelle
letta ancora ofTervare F ofpitalità : quale fteife fepara-
to da loro con pagarli il falario conveniente , e do»
veffe effe re ogni anno approvato da* Capitani ,
Che non poteiTero ottenere alcun privilegio , o in-
dulto , né meno valerfi di quelli, che hanno , in pre-
giudizio della Compagnia, e delle prefenti convenzioni,
con altri patti , e condizioni , come largamente per
Inihumcnto rogato per mano di Ser Baftiano di Ser
Carlo di Piero da Firenzuola 20. Giugno 1505, e di
prefente lo pofteggono 9 ,e vi abitano dette Monache s
con le condizioni ibprafcritte,
XII. Lo Spedale di Santa Lucia de'Magnuoli nella
Via de* Bardi fu edificato dalla Compagnia per raccer-
to delli Uomini , dove oggi fono le Cafe dei Senato-
re Tommafo Canigiani in una Cafe comprata da Iseo*
Jm. VII*
                    Kk                               
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pò di Mefler Giovanni di Spinello Rufttchi' adì ri*
Maggio 1283. alla qual Cafa a 1. Via , a 2. Chiefa di
Santa Lucia , a g. Fiume d'Arno , a 4. Bindo di MeflTer
Iacopo Bardi per Inftromento rogato Ser Berlinghieri
Doradini.
XIII.  Dirimpetto a quefto Spedale degli Uomini ,
dove adì 2. Aprile 1284. erano rovinate più ài 50. Ca-
fe per un grandifiìrno diluvio di acque venuto , e do-
ve di poi nel ^47. he rovinarono per un Umile dilu-
vio molt* altre , e però nel 15*55. proibì il Sereniflìmo
D. Cofiimo Primo il fabbricarvi, fu fatto dalla Compa-
gnia lo Spedale delle Donne in un Cafolare, e Terre-
no comprato da Mefler Gualcerotto , et altri de'Bardi
nel 129$. al qual Cafolare , e terreno, confinava a_.
t* Via 5 a 2» Bindo di Mefler Iacopo Bardi , a 3*
Via , a 4. gì* Eredi di Lutozzo Nafi per Initrumento
rogato Ser Francefco di Ser Giunta Spigliati dalla Por-
ta Romana *
XIV.   Alla Fabbrica di quefti Spedali concorrono
molti nobili Gittadini , et altre pie Perfone, e la Com-
pagnia di Orfammichele . La Compagnia teneva nello
Spedale degli Uomini numero 20. letta , e nello Spe-
dale delle Donne num. io. fornite tutte delle maife-
rizie neceffarie , e con effe efercitava la debita ofpita*
lira .
XV.   A quefti Spedali furono fatte molte donazio-
ni » e legati da diverfe Perfone, e in particolare da-.
Dino di Giovanni chiamato Gugliata de* Bardi nel 1325.
di due Mulini contigui , et un Podere , e nel i2go*
Bindo di Lapo del Bencino vi fece fare una Sepoltu-
ra per quelli che in eflb morivano. Ma Tanno 1427.
adì 16. Febbraio, qual fé ne fotte la cagione, la Com-
pagnia vendè a Ilarione de' Bardi lo Speddle degli Uo-
mini per feudi 450. et a Lutozzo di Iacopo di Lutoz-
zo Nafi lo Spedale dirimpetto delle Donne per feudi
225. per contratto rogato Ser Iacopo di Benvenuto
Landi , e Panno feguente 1428. trasferì 1* ofpitalità,
che efercitava da quelli Spedali venduti, della Via de*
*^                                                                            w. .«,                                               ,, ■> .■ J5ar-
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2 5s>r
Bardi nel Borgo di S, Friano vicino alla porta della.»
Città in uno Spedale di nuovo fabbricato fopra una
Cafa comprata da Pier Antonio di Vannozzo da Ca-
merino per feudi ipo, e fopra un'Qnp fimilmente com-
prato per feudi i®o, dai Monaitero > e Monache di
S. Gio: Badila ; quelle Monache di S, Gio: Batifta fona
quelle della Religione lerofolimitana dette di S, Gip-
vannino , che oggi fono in Via S* Gallo , doye lorpa»
rono \3 anno 1552. ne] Convento , che tenevano ì fo-
naci Celerini di San Pier del Murrone , quali Mona-
ci tornarno allora nella Chiefa } e Convento di S, Mi-
chel Bifdomini nella Via de' Servi > dove abitano di pre-
fente , per contratto rogato il medefimo Landi , Et l'in
queito luogo feguitò , con il medefimo numera di 39»
letta a fare ofpitalità fino all'anno 1530. nel qua) tem-
po efìendo flati rovinati per 1* attedio di Firenze moki
Monaiierj > che erano fuori delle Mura, et elTendp per-
ciò le Monache di que* Monafteri venute ad abitare in
cafe di Secolari dentro alla Città , dopo levato 1' af-
fedio , e riconciliati j Fiorentini con Papa Clemente.»
VII. e, con P Imperatore Carlo y. Sua Santità mandò
a Firenze un Comminano Apoftolico, perchè yedeflì di,
trovar luoghi opportuni per dette Monache ? Et eflen-
do tra que Ite le Monache di Santa Anna fuori della
Porta a San Friano , che avevano domandato di effer
provvedute , e parendo al cafo al detto Commi(Tario
queito Spedale di Santa Lucia accanto alla Porta a; S*
Friano, con il confenfo de'Capitani delia Compagnia lo,
concedette alle dette Monache , con i patti infraferitti.
Che detto Mpnaiìero fi cjoveffi chiamare di S. Anna»
e di & Lucia,.
Che la Compagnia neVfolTe Padrona, Protettrice , e
Difenfora...
Che le Monache dovefiTero pagare ogni anno per la-*
Punficazione alla Compagnia in fegno del Padronato,
libbre 2. di cera fianca lavorata ,
Che le Monache .non poteflero alienare de* beni im*
mobili feiua licenza .delia Compagnia •
Kk2                               Che
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'200
Che la Badeffa per 1 tempi doveflfe confermarti da
Monfignor Vicario, e da* Capitani della Compagnia.
E folamente fu conceduta loro la Cafa , e l'Orto,
reftando gli altri Beni alla Compagnia , come per In-
ftrumento rogato Ser Bartolommeo d'Antonio Mei 13.
Dicembre 1530» Dipoi quefte Monache cederono queito
nuovo Monastero ad alcune Pinzochere del Terz' Or-
dine di S. Francefco , chiamate oggi le Monache dell*
Angiolo Raffaello , quali riconobbero in Padrona la_»
Compagnia , e promeflero di pagare ogni anno in luo-
go di recognizione mezza libbra di cera bianca lava-
ta , per Infirumento rogato Ser Andrea di Fioravantc
d' Ugolino , fotco il dì 16. Novembre 1538. ( quelìe Mo-
nache dell* Angelo Raffaello di prefente non vi fono
più ) e le fuddette Monache di S. Anna > come altrove
fi è detto ,. tornarono fui Prato »
XVI.  Lo Spedale di Sv Niccolò pofto in Firenze
nel Popolo di S. Felice in Piazza dall* Ofteria della..
Buca , oggi detto de' Fantoni , fu fatto edificare dalla
Compagnia di certe Cafe lafciateli per tale effetto da
Lapo di Baldo , per Inftrumento rogato Ser Lapo di
Ser Bene 3, di Gennaio 1316»
                                         ;
XVII.   La Compagnia dava raccetto a* Poveri iru
quefto Spedale con otto letta , e di prefente il Magù
ftrato del Bigallo , che lo poflìede , vi fa Ofpitalita per
le Donne folamente con dieci letta , et ogni anno per
S. Niccolò vi fa celebrare la fefta con una Mefla can«
tata e 4. piane »
XVIII.   Lo Spedale di S. Biagio nel Popolo , e Bor-
go di San Piero a Monticelli fuori della Porta a San
Friano mezzo miglio , fu edificato dalla Compagnia fu*
Beni, che haveva comprato da Sacco, e Botto Man-
nelli da Monticelli per lnitrumento rogato Ser Caro
Geremia d* Allegri 29. Maggio 1329. Vi fi efercuava
Ofpitalita con 20. letta, che 14, per gP Uomini, 4.
per le Donne , e 2. per i Foreltieri -, e con il mede*
fimo numero vi fi efercita di prefente , che dieci fer«
vono per §1* Uomini, e dieci per le Donne .
XIX. Dipoi
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i6i
' XIX. Dipoi nel 1562. il Magiftrato del Bigallo,
che lo poffiede , fece fare accanto a quefto Spedale.»
una Chiefetta , fotto il titolo di S. Biagio , con i da-
nari ritratti dell' eredita di Benedetto di Lionardo da
paiano Scultore , e Cittadino Fiorentino , con obbligo
della Metta ogni dì fedivo , e due feriali nella Settima»
na ; e quella Ufiziatura, che è amovibile , la tiene og-
gi , data dal Bigallo , il Reverendo Metter Francefco
Marchionni con limofina di lu\ 144. Tanno.
XX» Lo Spedale di S. Lorenzo in Percuffino nella
Porefteria di S. Cafciano , Popolo di S. Andrea in Per-
cuffino , fu cominciato ad edificare da P. Lorenzo di
Spinello Rettore di S. Andrea in Percuffino , e poi
perfezionato dalla Compagnia fopra de* Beni flati do-
nati alla medefima Compagnia da Guido di Giovanni
Machiavelli , e da Andrea di Filippo Machiavelli , con
facultà a detto P« Lorenzo di potervi edificare uno
Spedale» come per Inftrumento rogato fotto dì i. Feb-
braio 1362. per mano di Ser Piero di Giovanni di Maf-
feo de' Gangalandi ; e detto P. Lorenzo, che lo co-
minciò5 ad edificare-, gli lafciò ne3 20. Maggio 13 79. feu-
di 150. perchè vi fi faceflìno ttanze per le Donne , e
fi delle complimento alla Cappella . La Compagnia vi
teneva numero otto letta, quattro per gli Uomini , e
quattro per le Donne , e di prefente il Magiltrato del
Bigallo, che lo poffiede , ve ne tiene tre * e fa ufizia-
re la Cappella dal* Reverendo. Meffer Michele Gafavec-*
chia cbn limofina tèi; lir. $61 T annec.'z\ì vS àliti". i\
y-'}
XXf. Lo Spedale di Settimo nella Potefteria dei
Èrhlluzzo fu edificato dalle1 Monache dì Montedomini ,
per vigore di donazione (lata fatta al lordi Monaftero
da Domenico di Gherardo di più fuoi beni fotta dì 8»
Ottobre 13 71. con obbligo di tenervi 6*. letta fornite
per raccetto de* Poveri , et uno i per lo Spedalingo,^
mancando ricade al Bigallo con le medafime condizio-
ni ; di prefente lo pofleggono le? dette Monache:» e fo«
disfanno a quanto fono obbligatesi Ve ih e'
XXII. Lo Spedale di Santa Maria >o S, Stefano
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2102
fu edificato da Francesco di Corbaccio eli detto luogo
fopra le {uè Terre accanto alle Mura Gabellane di Manf.
teficalle i Potefteria di Greve, e fu jfottopofto alla Coni.,
pagaia j con; patto , che fr mantenere, ad ufo di Ofpi-
taluà per i poveri Infermi , et altre Perfone miferabi-
li 5 e non ad altro ufo , fempre mero laicale» e profa-
no, fono la cura della Compagnia , come per contrat-
to, xogato Ser Noferi di Ser Paolo Nemi, fatto'dì- 12.
di Gennaio J383.; La Compagnia teneva in quefto Spe-
dile numero quattjo Ietta , e.t oggi il Magistrato ve ne
tiene due per raccerto de'poveri Viandanti ,
:XX1II. Lo Spedale di Santa Maria Maddalena del
Pian di Mugnone nella Potelteria di Fiefole., detto del.
la Qùeirciola , fu edificato da Andrea del Buono For-
naio del Popolo di Santa Maria in Campo, e poi com*4
meflò Ma lui lalla cura ideila Compagni:a con più Beni
per Infteumenro rodato ;Ser Paolo \Hemi 3 %p Novem-
bre 1385. perchè u rnanteneiTe fempre profano fotto la
cura del Bigallo , e per ufo de'poveri infermi 3 e mi*,
feribili Perfone., Vi ,fi tenevano .dalla Compagnia, (ci
letti:,, et>oggi >iil.MagiArato; -fattói .là, £ura del quale fij
,cottferva,,jiveune jtiene quattro > ;dug per gli JJpmijni ,
£e/due per ie porine > *e fa jufiziare la ;fua Chiefa ac-
canto ;dal Reverendo MeiTer Aieflandro CaJafci juna voi*
;ta la Settimana,, con 4imofina di lir. 24, P anno.
JXXIV. -Lo Spedale di S. Lorenzo già pofto in Fi-
renze, mèi PopolOi di S. Pier Gattolini > luogo detto al*
la Cella del Cof^ho^ ,a i» yraj!^ d-# 3. il Mo*
iiaftero tdLvS. Brigida { oggi jè ,quello del Paradifo j do-
ve fumo /trasferite le Monache di quetfo Monaitero di
S. Brigida Panno,. • . . ) a 4. yia di Bogoli , fu fab-
bricato da iMaria Mania figliuola di ^Michele di Bartolù
m®H;>eì moglie.ddi Sandro di Salveftro , Popolo di San
Felice, vinÌPiazza, e /«fu vdatov,? e fottopoUo (da lei alla
Compagnia-«con :*6* ietiai fornite |xér ;wfo[ 4e* Poderi -, e,
con ipiùc vfeeni liintnobili > &?éfB%^%JCtìlamr, §k sPodere^:
nel Popolo di Santa. Maria-aiSo&riodi, fiiora 70* Juo3
So 4etf o ,àl 1 Barnes |J con patto'; che fempre „<teV«Jfc. fer* -
viie
.:..• j
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vire per raccerto' de' Poveri, né ad altro ufo fi poteite
trasferire > fempre folle intitolato di San Lorenzo jb*g
fempre fi mantenerle laicale > e profano j é fotto laciii
fa f del Bigallo , e vi fi facefle celebrar la MeiTa ogni
giorno , o almeno tre volte la fettimana per detta
Madonna Mattia , come per ìnltrumento rogato per
mano di Noferi di Ser Paolo Ne mi 29. Luglio 1390.
Detta Madonna Mattia, dipoi 20* Gennaro 13^2. lafciò
erede la Compagnia , la quale foddisfece alla pia men-
te della Teftatnce fino all' anno 1547. tenendo Ofpi-
talità in detto Spedale con num. 16, letta , e facendo-
vi celebrare la MelTa due volte la fettimana . Ma di
Settembre 1547. in furia (per ufare le medefimé paro-
le, che ìtanno ne' libri del Bigallo ) fu ordinato ca*
varfì tutte le maflerizie , che vi erano ,1 e fu rovinato
ìnfierne con alcune Cafe , che Vi haveva contigue: la-»
Compagnia per fortificamento della Città ,■ e così re-
ftò demolito, e non trovo che altrove fia Irato rifat-
to . Il Terreno dove era pofto quello Spedale , reftò al
Bigallo ; e dopoT elTerfi tenuto allivellato molto tem-
po, fi vendè poi» libero ne* 19. Luglio^ 1614. a Fabbri-
zio di Vincenzio Manzini pe* feudi 901 di moneta yper
contratto rogato Sex Zanobi Benucei ," et è. quello ^af-
fato il Portone di Annalena > dove è il Tabernacolo
di S. Francefco .
                                                              ;
XXV; Lo Spedale di Santa Maria dell' Umiltà di
Borgo Ogniffanti di Firenze Ju fondato, da Simona
di Pieto Ve'fpucci ,'b'fqttopotto ialla Compagni^ : per
Inlrumerìtò rogato Ser Paolo/ Neitoi $i*|4L*%feras 1400.
con due 'Altari ; e^aiunW *$. ilejtr forniti 'ì0 tutte tii%
rnatferizie necèflarie , e con ^iù Cafe j e Beni itabili ,
con patto che fi doveiTe intitolare fempre di Santa Ma»
ria dell'Umiltà , dovette. fervrW per ufo de' Poveri*
mantenerG laicale , >e profano ^ ivii- fi:celebraUe. ograi
dì la MerlaI, et un Ufizio de' Morti ì* anno iia perpe-
tuo . Là Compagnia accetto queito Spedalepetò man-
tenne con le condizioni fopraferitte , et in quefta ma-
niera pafsò nel Magiilrato del Bigallo * il quale foddi.
«fece
V
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l6$
sfece al tutto interamente Ano ali* anno 1587. che per
prdine del Sereniffimo Granduca Ferdinando ftì conce-
duto a' Frati della Congregazione del B. Giovanni di
Dio detti della Sporta 3 con ojbbligo di farvi Qfpitalità
fecondo il loro initiruto 5 e ài pagare ogni anno al
Bigallo libbre 1. di cera biacca layata per recognizio*
jie del Padronato , e di cekbrare la MeiTa quotidiana *
e l'Ofizio de* Morti > come per Jnftrutnento rogato Ser
Priore ,di Ser Gherardo Gherardini 7.Febbraio 14&79
e di predente lo tengono detti Frati con jmolta carità >
e utilità de? Poveri , e per la Meilà ,9 et Qfizio ricevo-
no dal Magistrato (e, -tremi di moneta Jf anno .
» XX¥J. Lo .Spedale di >S; Niccolò dalla; Porta alla
Croce fu fatto dalla Compagnia nel 1420. delle jrencli-
te -lafciateli da Niccolò di Giotto Allotti yocato Tra-
cannino Manifcalco del Popolo db & Iacopo fra' Foffi ,
il quale per Aio teftamento ne' 28. Dicembre 1407. in-
ibii uì erede la Compagnia , con «obbligo di fate uno
Spedale tra il Pome a JUibaconte } e il Palazzo de* Ca-
stellani con la fua Arme (otto titolo di San? Niccolò >
che .fi doveifc .chiamare Jo Spedale di S. Niccolò dal
Ponte a Ikibaconte » nel -qu a Le «volle ohe fi raccettaflTe-
£0 tpovere Péifonei je che tempre loffe fotto la cura.,
del BigallOi. Ma la, Compagnia 1© edificò dalia Parta
alla Croce , et è quello medefimo dove oggi è il Tem-
pio con ài Arme di detto Allotti 3 e della Compagnia ,
e -fino al j^gi. vi tenne Crfpitalità con 16, letta., cioè
dieci per ;gli Uomini 5 & fei per le- Donne Ve vi fece
celebrare ja MefTa due volte la £ettimana> Eflendo poi
flati mandati m -terra per .la Gtienra^ et aiìedio di Fi-
lenze J* anno 1529. e j5 3*0, rmolti edifizj vicini alle
Porte 5 *e Mura delia Città, e tra .quelli num* 41. Ca-
fe , che "la Compagnia, ;haye,va ikori ,della «Porta alia^
Croce, lungo ria; Itjrada tnaejftra , dove fu poi, 41 livello
del Signor Bali Bucci,iet oggi di Giovanni, Mafelli det-
to il Maturo4 furono ancora rovinati il luogo della ,Giu-
ftizia 5 e la Chiefa del Tempio-con tutte le fue appar?
tenenzjdove fi adunavano gì'jtomini: .della Compagnia
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re 5
dì S. Gior Batifta detti volgarmente des Neri 3 e fi efer-
ciravano in opere di carità verfo i Condannati a mor-
te per via di Qiuftizia ; onde eflendofi edificato nuovo
luco per efeguire le loro condannazioni fuori della-*
Porta alla Croce, in luogo detto a terra a tre efinti ,
e non havendo la Compagnia de' Neri dove efercitare
le fue devozioni , et opere di carità : ad iftanza di
quelli , che havevano la cura , e«t il reggimento della..
Città, fu conceduto quello Spedale di S. Niccolò alla
detta Compagnia con tu tre le fue Stanze, et apparte-
nenze per farvi fepolture , e tutto quello gli fulfe iru
piacimento per benefìzio de* Poveri afflitti: con dichia-
razione che in detta concezione non fi intendelTe com*
prefa alcuna forte o quantità di beni mobili, o immo-
bili attenenti al detto Spedale , come per lnirrumento
rogato per mano di Ser Bartolommeo d' Antonio Mei
fotto dì 15. Novembre .153.1. E così fi difmefTe in que-
ito luogo la Ofpitaljtà , e la Compagnia de' Neri ne-
pigliò il potfeiTo , e di prefente ancora lo tiene per
fervizio de' Condannati a morte per yfa di Giufìizia %
dove fi celebrano continuamente affai Meffe in fuflra*
gio de* Giudiziari .
XXVIL Lo Spedale di S, Iacopo , e S. Filippo nel-
la Poteiteria , e Popolo di S. Martino a Setto , non fi
trova da chi folle fondato ; ma è flato antichiffima-
tnentc pofleduto dalla Compagnia , la quale vi teneva
num, 16. letta per fervizio deJ Poveri , e con otto è
tenuto di prefente dal Magifìrato del Bigallo (Nelle film
ze di Ser Filippo di Ser Bernardo Mazzei da Caftel
Franco di fotto ncll* Archivio Generale Fiorentino il
trova j che quefto Spedale era unito alla Chiefa , e
Monaftero di S. Candida , già de' Frati detti Crociferi »
e allora tenuta in Commenda da Meffer Gexi dì Nic-
colò Soderini Canonico Fiorentino circa Tanno 1440. )
XXVIII. In quelli dodici Spedali ftavano (come fi è
veduto ) 1.80. letta , e con elfi efercitava la Compagnia
molto caritativamente verfo i Poveri di Gesù Crifto la
debita Ofpitalità .
Tom. VII.                                                     LE*
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166
LEZIONE XXVI.
DELL* ORATORIO
DEL B I G A L L O . II.
Segue la Relazione del Dottore Amhrigi .
Ltre a quelli Spedali) haveva la Com-
pagnia il Padronato } e per ella 1' ha
oggi il Magiftrato del Bigallo , del-
l' apprefifo Chiefe , Oratorj \ Cappel-
le » et TJfìziature amovibili , cioè :
II» Chiefa Parrocchiale di S. Lucia
a Terzano Diocefi Fiorentina, di ren-
dita di feudi t$o. in circa per metà con alcuni della
nobil Famiglia de' Bardi , della qual Chiefa oggi è
Rettóre il Reverendo Metter Giovanni Rofoni eletto
liei i<5ió.
III.  Oratorio di Santa Maria a Màlavolta fuori
della Porrà a S. Pier Gartolini fopra a S. Gaggio per
metà con la Compagnia di Orlatnmichele , fondato da
Lapo di Giovanni Guaccini nel 1335. con obbligo in
perpetuo d' una Merla il giorno da me ritrovato l'an-
no ìé^t, e procuratane la riduzione alla debita offer-
vanza ; di prefente è ufiziato da* Frati di S. Spirito per
àfeudi 46. T anno , che per metà gP è pagata dal Ma-
gi ftrato di Orfammichele , e per meta dal noftro Ma-
giitrato ,
IV.  Cappella di S. Benedetto full* Aitar Maggiore
dell' Infigne Collegiata di S. Lorenzo di Firenze fenza
tiiitribuzione, lafciara nel 1492. alla Compagnia da Be-
nedetto di Lionardo da Maiano Scultore , e Cittadino
Fiorentino , dopo che ila fornita la fua linea : oggi è
polfeduta dal Reverendo Mefler Filippo Fontani > Ca*
• *Ii ...                              i .!                        .'iì";         no-
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uonìco di detta Collegiata , e l'ebbe V anno 1582, fi
dice riaver d' entrata da feudi 60, di moneta 1* anno,
con obbligo delle MefTe tutte le Domeniche , et ogni
Mercoledì, e Venerdì dell'anno. 1/ elezione del Prio-
re di detta Infigne Collegiata di S. Lorenzo fi afpet-
ta per una voce, mediante la fopraferitta Cappella,
con tutti quelli , che hanno ragione di Padronato fo-
pra i Canonicati , e Cappelle di detta Collegiata , e>
dodici Popolani , che non fono di detti Padroni , Di
prefente è Priore il Molto Reverendo Signor Cavalie-
re Andrea del Tovaglia, prima Canonico Fiorentino,
eletto nel 1532,
V.   Cappella di S* Criftofano nella Parrocchiale di
S. Firenze di Padronato del Bigallo , infieme con gli
Uomini di quella Parrocchia , è di rendita di feudi 40.
di moneta in circa , con obbligo della MelFa ogni
giorno j e di efTere in aiuto al Parrocchiano ne'Divi-
ni Offi*i per vigore del Teftamento del Fondatore, che
fu Ser Criftofano di Ser Bartolo Nevaldini ; avendolo
rogato Ser Guido di Mefs. Tommafo 6, Aprile 1405.
di prefente è Cappellano il Reverendo Mefs. Gio: Ba-
tifta Martelli dalla pieve a S, Stefano eletto V anno
VI.   Cappella di S. Iacopo maggiore , nella Chic-
fa Parrocchiale di S. Apollinare di Firenze , lafciata al-
la Compagnia da Naftagio di Benincafa Manetti 1* an-
no 141 o. con ifeudi 40P, perchè con i fratti vi Ci te-
nerle un Prete che 1* ofiàiaife in perpetuo con dirvi Mefta
ogni mattina . Di prefente la tengono i Monaci Mon-
tolivetani , che ftanno in detta Chiefa, e fi paga loro
feudi no. Tanno, con obbligo di celebrarvi Merla»-
tutte le Fefte comandate , et ogni Venerdì dell'anno.
E qui pagava ogni anno la Compagnia a diverfi Mo-
nafterj, Chiefe, e Luoghi Pii certe determinate fomme
di denari per fodisrare a* Legati fattili da alcuni Be-
nefattori , a' quali legati fodisfà oggi a tempi determi-
nati il Magiftrato del Bigallo.
VII.  A quefta Compagnia maggiore di Santa Ma-
LI %                                 ria
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2<5S
ria del Bigallo fu unita da' Signori Priori , e Gonfa-
loniere del Popolo , e Comune di Firenze per prov-
vifione de* 21. Ottobre 1425. alla Compagnia di San-
ta Maria della Mifericordia , e di due Compagnie ne
fu fatto un corpo folo > con ordine , che doveiTe chia-
marli la Compagnia di Santa Maria del Bigallo, e_»
Mifericordia della Città di Firenze , e dovefle e (Ter go-
vernata da otto Capitani folamente da eitrarfi dalle.»
borfe della Compagnia del Bigallo 5 e da un Notaio »
e Provveditore folo di detta Compagnia del Bigallo 3
e far refidenza nel luogo folito della Mifericordia , con
fodisfare interamente a tutti gli obblighi , e carichi di
dette Compagnie , fecondo gì' ordini di ciafcuna .
Vili. Quella Compagnia della Mifericordia anti*
chifiìma nella Città noftra haveva il fuo Oratorio fu la
Piazza di S. Giovanni , dove è di prefente , et accan-
to ha quefto Oratorio la refidenza per i fuoi Ofiziali
fabbricata nel 1340. in circa fopra le Cafe, che have-
va comprate da Baldinuccio Adimari ; e fopra di que*
ita Refidenza una Cafa fornita di necetfarj arnefi , che
ferviva, ficcome ferve finora, per raccetto de'fanciulli
fmarriti , dove fi tiene una guardia con provvifione già
di ftaia 12. di grano , et oggi di feudi io. di mone-
ta 1' anno , che ha carico di riceverli , ritrovare chi
gli ha fmarriti, e confegnarli loro .
IX.   Haveva il Padronato ài una Cappella nella^
Metropolitana Fiorentina detta la Cappella di S. Ma-
ria della Mifericordia, con prebenda di feudi 9. di mo-
neta , e le diltribuzioni del Coro , ìafciatali da MeiTer
Rodo della Tofa , qual Cappella di prefente è tenuta
da MeiTer Francefco Maria Grazzi conferitali dal Bi-
gallo V anno 1631.
X.   Similmente haveva un'altra Cappella fotto ti-
tolo di Santa Maria nella Chiefa Parrocchiale di Santa
Lucia de* Magnuoli Ìafciatali da Madonna Goftanza di
Filippo di Metter Guido Peruzzi , e moglie fu di Gio-
vanni di Tani del Bianco per vigore di fuo Teftamen-
to del dì jti, Gennaro 1397. rogato Sex Gregorio di
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l&g
Ser Baldo» della qual Cappella del 1628. da me fu ri-
trovata la fondazione , e fu operato che fi riducete a
Ufìziatura amovibile dì una MeiTa il giorno: conforme
alla difpofizione della Teitatrice , E quefta UfiziatursL»
di prefente è tenuta da'Frati Gefuati di S. Girolamo
con limofina di feudi 3^. P anno , e feudi 4. fi paga
alla Sagreftia della Chiefà per T oftie , vino , e cera ;
e vi pofe la fua Arme 5 cioè della Compagnia , quale
vi fi vede ancora di prefente . Si èfercitava quefta Com-
pagnia fotto il Patrocinio idi'S.Tobbià , con molta ca-
rità nelle Opere di Mifericordia corporali , e quando
occorrevano mali contàgiofi era folita adoperarfi con
raddoppiata diligenza , onde furono quafi fenza nume.
ro i legati fattili da diverfe Perfone iJ anno 1348. nei
tempo di quella terribil Pefte , che infra il Marzo,, ©
proflìmo Luglio vegnente , oltre a centomila Creature
umane , fi crede per certo dentro alle mura della Cit-
tà di Firenze haver tolte di vita > che però divenuta
in grande (tima , e non poco faeultuofa , fu anco la*
feiata perpetua esecutrice di molte Opere Pie ; ma fpe-
cialmente di un Mone Fantini Vinattiere del Popolo di
Santa Reparata > il quale con animo generofo , e no-
bile fopra i fuoi baifi natali adì 23. Luglio 1357; fé-
ce per mano di Ser Filippo ài Ser Albizzo un tefta*
mento degno per mio credere di eterna memoria , di.
fpenfando per elfo le molte foftanze » che egli aflai cov
piofamente haveva accumulate in onor di Dio , in fuf-
fragio dell'anima fua, et in foyvenimento di pove*
re , e religiofe Perfone con tanta prudenza, e così u-
niverfalmente ; che non mi è parfo fuor ài proppfita
di darne qui un futito , che è il feguente,;.
Primieramente alla Moglie , alia Sorella » et ad altri
fuoi Congiunti provedde largamente di comoda abita»
2Ìone , e di condecenti alimenti, finché fteflfero in vita.
Lafciò a molti fuoi Parenti , et Amici fegno di mol-
to affetto , e da maritare , o monacare tutte le loro
Figliuole , e a Serve , et altri fuoi Benefattori noru
picciole remunerazioni • , . -<,\
                                       j
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2 7°
Lafciò umilmente per una volta tanto allo Spedale
di Santa Maria Nuova lire 2^
Alle Monache delle Convertite lire 25.
Alle Monache di Santa Maria delle Vergini di Fi-
renze lire 50,
A tei altri Monafteri lire cinque per ciafcuno .
A* Frati ói S. Marco per dirgli delle MeiTe lire 20,
et un Torchio di libbre 6. per il Santiflìrno Sacra-
mento ,
A otto altri Conventi eli Frati lire jp, per ciafcuno
per tante Me (Te ,9
A ciafeun prete benefiziato della Città per dirgli una
MeiTa ioidi io.
A tutti i Frati Sacerdoti di Santa Croce, di Santa
Maria Novella , dr Santo Spirito , del Carmine j degli
Umiliati ài OgnifTanti , de* Servi , di S. Marco , di S.
Pier del Murrone , degli Ermini , e de* fomiti di Ca-
maldoli , che fra tutti fi trovorno effer numero 254.
un fiorino d' oro per ciafcuno , con obbligo di dirgli
le Meffe di S. Gregorio .
A tutti li Frati di S, Marco, che non erano Sacer-
doti lire 2. per ciafcuno,
A num. 8. Spedali di Mendicanti per la Città , due
paia di lenzuola per ciafcuno .
;A tutti i poveri., che avevano bifogno ,d' elemofina *
!ùn foldo jjer ciafcuno .
A cento .poveri vecchi , .e mafehi ., je femmine ina*
;bili a più lavorare , ,cento Gonnelle sii panno Roma-
gnolo di &>r. 8. 1* .una .
A tutti li Fanciulli , je Poveri dello .Spedale di San
Gallo, una «Gonnella di panno Romagnolo,
Alla Ghie fa di S. Marco , di S. Maria de* Servi , e.,
de* Romiti delìi Angeli lift Caiice per ciafeheduna di
valuta di feudi 14. d' oro..
! £t in perpetuo fece gli ,app,refTo legati
1 A*-poveri vCarcetóii dielle Stìnche tre pietanze ogni
anno del mefe di Giugno , Luglio , et Agaito , cioè uà
Caftrone , un barile di vino, e 4taia tre di pan cotto per
ciafeuna volta .
                                                   A* Fra-
________________                                   ---------
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2 7*
AVFratì de* Servi ogni anno il giorno di S, Giovanni
Decollato una pietanza , cioè un Caftron groffo , due
flaia di pan cotto » un barile di vino j Tei ferque d'
uova , fei caci di pecora > e libbre tre di lardo , e ve-
nendo tal fefta in giorno di magro > tanto Pefce iru
cambio della Carne , con obbligo a tutti Ji Frati Sa-
cerdoti di pregare Dio nelle lor Mefle per l'Anima fua.
A* Frati di S. Marco una fimil pietanza il giorno di
S. Michele di Maggio con il medefimo obbligo .
A detti Frati di S. Marco una mezzina d'olio ogni
anno per tenere accefa la lampada d' avanti il Santiflì-
mo Crocififlb della detta Chiefa;. v^b - »,•,-.■
Allo Spedai di S. Gallo ogn' anno lire 25, s 4>
e Alla Compagnia del Bigallo la fua Cafa nuoya dove
abitava nella Via del Cocomero) cori Orto , et altre
fue appartenenze , con obbligo di comprare libbre 150»
di cera , perchè fi arda alla MeiTa della Pace , che_.
detta Compagnia è folita di far celebrare ogni giorno,
con che fi preghi Dio in detta Metta per V Anima fua*
Alle Monache di S. Luca**                 » -t
Alle Monache di Santa Maria Madre.                  fuj
Alle Monache di Santa Maria Urbana in Campo Cor-
boli ni .
Alle Monache di S. Anna fuori della Porta a S. Fria#
no lire trenta ogni anno per ciafeuno Monaftero, per-
chè vi fi dica ogni giorno in .perpetuo V Ufizio de,*
Morti per IVAnima fua » <-.ùtj
                              ..più \
Et in ultimo 6. Meffe quotidiane perpetue , cioè;
A' Frati de' Servi:
A' Frati di S. Marco :
A* Frati di S. Pier del Murrone ; ,/;.
Alla Compagnia del Bigallo, $&•>«< un} é-: ■;«:.,1.
Alla Compagnia della Mifericordia da lui lafciatà ere-
de univerfale , et efecutrice del fuo Teftamento , 111*3,
Meffa il giorno in perpetuo per etafeun Luogo.;
XI. Di quefta così pia difpofisLione , e di tutte le
altre raccomandate in buon numero a quefta Compar
gnia della Mifericordia dopo la Joptaferuta, uniojp^ > jcì-
mafe
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Ì72
Jnafe eiecutrìce la Compagnia del Blgallo ^ non eiìen-
do refiato alcun membro yo veftigio di detta Compa*
gnia della Mifericordia 3 imparato*, e diftinto dà quel*
la del Bigallo . In progreflo poi ài qualche tempo è
fucceduta a queita un altra Compagnia , che anco efla
ufa il meden'mo nome a fegno della Mifericordia , e fi va
cfercitandojcóme la prima in Opere di Mifericordia cor-
porali ^ e particolarmente in tempo di contàgio , come
fi è veduto in cjuefti ultimi anni caiamitofi dal 1630.
al 1533. con grandiffima utilità , ed edificazione ili
tutta ìa Città. Ma nell\anno 1541. considerando il Se-
reniamo Granduca Cofimo Primo, come nella fua Cit-
tà di Firenzeerano per i poveri Infermi lo Spedale^
di Santa Maria Nuova, di Bonifazio, e di S. Paolo ,
per gF Infanti efpofìi lo Spedai dell' Innocenti , e per
i" Mali di diffidi curazione quello di S. Trinità delli
Incurabili 5 e per i Pellegrini molti Qfpizj , ne*-quali
luoghi tutti re fpett iva mente -era ufata la debita carità ;
e che folo i pòveri Fanciulli reflati fenza Padre , -O
fenza Madre , e del tutto abbandonati da* loro con-
fanguinei > e -propinqui) fi trovavano fenza aiuto al-
cuno ; onde pretto perivano , o per la cattiva educa-
zione capitavano male ? fondò per detti Poveri abban-
donati uno Spedale con V aiuto di moiri Cittadini, che
volontariamente concorfero a quert' opera pia , moffe
i^ecialmente dall' eificaot perfuaiioni, di Monfignor A*,
gnolo Marzimedici Vefcovo ài Affiiì , il;<quale jiojl.
folo mentre ville], ftfttt dopo morte ancora volle , che
godedero favorevoli effetti della fua benigniflìma pro-
tezione , chiamandoli con iideicommiiTa-ria fofticuzione
a gran parte della fua eredità , con altri Luoghi Piì
itati lotto il fuo governo dopo la linea di alcuni fuoi
<Sc*nfanguinei §! et erelfe alla lor cura■■', e governo uru
nuovo Magiftrato di idodici Cittadini Nobili Fiorentini
con una perfona in 'EcdefialHcà <dignità coitituita , e
-fa'<p rima'fu il fopraferitto Monfignor Marzimedici, dan-
aio -alcuni buoni ordini per reggimento ài quello Pio
-fuo 1-uògo 1*de'q4ialiordinià impetrò P approvazione da
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Papa Paolo III. per un Breve éé'zé. Giugno 1542. per
il quale oltre ad una generale fopràntendenza di tut-
ti i poveri Mendicanti , ottenne anco facultà a quello
nuovo Magiftrato, di rivedere i conti agli Spedalinghi
di tutti gli Spedali dello Stato Fiorentino, che non il
danno in titolo di perpetuo benefizio Ecclefiaftico , e
non fono annerii a qualche Religione 1 e fotto il dì 17,
Ottobre di detto anno ne ottenne Umilmente 1' appro-
vazione da Monfignor Andrea Buondelmonci Arcivefco-
vo di Firenze . E per havere con che alimentare detti
poveri Abbandonati , e mantenere quello nuovo Spedale
a lor benefìzio ordinato ( attefo che V entrate di det-
te due Compagnie del Bigaiio , e della Mifericordia
come fopra unite erano desinate ad opere pie , e
piiffima era quella da S. A. nuovamente principiata fot-
to dì 17. Novembre feguente_ 1542.) per provvifione ot-
tenuta nel Supremo Magiftrato de* Configlieli , unì la
detta Compagnia del Bigalio , e li fuoi annerii fotto un
medefimo governo , e reggimento con ii detto Spedale
de* poveri Abbandonati : con ordine, che tutti li be*
ni , e tutte le entrate di detta Compagnia fi dovefifero
cuitodire, et amminiftrare peri Governatori di detti Ab-
bandonati ; e per tal fine fomigliantemente providde, che
non fi eftraeffino più i Capitani, che per governo di detta
Compagnia fi folevano eitrarre , ma ogni loro offizio , et
autorità s'intenderle trasferita nel detto nuovo Magi*
ilrato , con obbligo però di foddisfare interamente a
tutti gli annui carichi di detta Compagnia , e fuoi an«
ntiTi , e che ogni avanzo fopra li detti carichi fi con-
vertilfé in benefizio ; e mantenimento dello Spedale
degli Abbandonati ,
Xll. E perchè quefti avanzi non erano ballanti a
tirare avanti queiì' opera di carità , la quale per an-
dare affai moltiplicando il numero delli Abbandonati *
haveva bifogno di altro maggior fovvenirnento, però fotto
dì il. Luglio 1543. procurò s et ottenne dal medefimo
Papa Paolo III. facultà per quefto nuovo Magiftrato dì
poter pigliare , e convertire in foflemamemo ài detti
Tom. FU,                       M m                             Abn
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£74
Abbandonati gli avanzi delle entrate di tutti gli Speda-
li , de* quali per 1* altro Breve dell* anno antecedente
1542» haveva ottenuto di potere rivedere i conti , fo-
disfatto però interamente a tutti gli obblighi , e cari-
chi di ciafcheduno Spedale.
Xllt. Quello nuovo Spedale degli Abbandonati eb.
be principio nello Spedale di Pier Broccardi , di pa-
dronato dell* Arte de* Mercatanti fotto le logge , et
accanto allo Spedai di Bonifazio , dove oggi fono le
povere Fanciulle abbandonate di Santa Caterina , e fu
eretto dal Vicario del Signor Cardinal Niccolò Kidolfi
Arcivefcovo di Firenze in Spedai profano fotto dì 19.
Novembre 1543. con tutti i privilegi, che hanno gli
altri fimili Spedali > e Luoghi pii della Città , e con
libera facultà al Prelato 3 e dodici Buonuomini del Ma-
giftrato , di governarlo > e far ordini , e coftituzioni
a loro beneplacito , fotto 1' invocazione di Santa Ma-
fia della Carità -
XIV. A quefto Spedale, il dì primo di Aprile 1547.
fu unito da Monfignor Noferi Bartolini de* Medici Ar-
civefcovo di Pifa lo Spedale di Santa Croce di Cafci-
na ) e da Monfignor Pier Francefco da Gagliano Ve-
feovo di Piftioia fu fimilmente unito fotto dì 8. di Di-
cembre 1548. lo Spedale del Ceppo di Carmìgnano ,
perchè gli avanzi di ciafeuno d' cfli Spedali, fodisfatto
interamente a* loro carichi foliti e confueti , ferviffino
in fuffidio degli alimenti de* poveri Abbandonati : co-
me anco per prima erano Itati deftinati da Papa Pao-
lo III. generalmente tutti gì* altri Spedali dello Stato
Fiorentino , quali afeendono al numero di 220. in cir-
ca. Ma eflfendo moltiplicati gì* Abbandonati (ino a 180.
onde malagtvolmente capivano in quefto Spedale di
Piero Broccardi, e talmente vi pativano , che in 6i
Eiefi dal Gennaro ali* Agofto ve ne morirono 90. fu-
rono trasferiti l'anno 1591. nel Convento, e Chiefa
di Santa Caterina lungo le mura della Città in tefta
alla Via delle Ruote.
v XV. Quello luogo fu anticamente un Monaftero
'■■•**■ y t}..                                                                .. i                                                                                                Qi
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275
di Monache dell* Ordine di S. Agoftino chiamato il Mo.
salterò, di S. Caterina , il quale a petizione degli Prio-
ri, e Gonfaloniere del Popolo, e Comune di Firenze,
(tante la vita licenziofa e fenùlale » che avevano co«
minciato a tenere dette Monache con fcandalp di tut-
ta la Città, fu da Innocenzio Vili. fpppreffò et eftiruo
per fua Bolla data in Roma acjì 18, Marzo 1491, €
conceduto con tutti li fuoi peni mobili , et immobi-
li, et con ogni fui* appartenenza alla Menfa Capitolare
de* Canonici della Metropolitana fiorentina ,» con or-
dine che le Monache , che allora vi eranp1 (j metterli»
no in altri Monasteri del medcfimo Ordine , p in Ca-
fa di lor Parenti con rendere loro la potè , che nave-
vano data ai Monaftero , Pipoi }* anno 1539, ?1 Capi-
tolo Fiorentino lo concedette alli Frati Minori OflTer-
vanù di S. Salvatore al Monte per prezzo feudi 720-
di Moneta, cioè il Monastero* e Chiefa con [e tene
continue a ufo di Orto , e di "Vigna per ufo di detto
Monaftero , come per Inftrumentp rogato Ser Raffael-
lo di Miniato Baldefi , 31. Agofto eli detto anno 1539.
rifervandofì gli altri beni, che erano eli detto Monaite-
ro . Quetti Frati Minori Ofleryanti ne) 15 54< lo per-
mutarne nel Convento , e Chiefa di Ogniifanti con i
Frati Umiliati , i quali ne feciono una delle loro Pre-
pofiture , tornando ad abitarvi , e lanciando la Chiefa
e Convento d'Ogniflanti a" Erati Minori , che da que-
llo luogo di Santa Caterina , e del Convento di San
Iacopo fopr* Arno vi tornarnp ,
XVI. L'anno poi 1564. quefta Prepofjtura di San-
ta Caterina fu foppreila da Pio Quarto , -e con tutte
le fue ragioni , et appartenenze fu trasferita nell'Illu-
ftriflìma Religione de* Cavalieri eli Santo Stefano , e da
Pio Quinto per fuo Breve del prjmo di Febbraio jt 5^5.
fu eretta in Commenda a favore del Signor Cavaliere
Vincenzio Covi da JBrejfcia cinque .anni* avanti , che_#
dal medefimo Pio Quinto fofTe eliinta * £ fopprefifa tut-
ta la Religione de'detti Frati Umiliaci, per la Ipro
lieenziofa vita, e per il grave delitto commciTp contro
M m 2                                 la
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la Perfona di S. Carlo Cardinal Borromei l'anno me-
defimo 1570. della loro eftinzione , nel qual anno detti
prati erano ridotti al numero folamente di 174. in 94.
Conventi; che riavevano . Ma neir anno 1591. 2. Set-
tembre;., eflendo Commendatore di quefta Commenda di
Santa Caterina il Signor Abate Lodovico Covi , coru
il beneplacito del Sereniamo Gran Maeftro fu da lui
venduto ai Signori Capitani del Bigallo di Convento,
ie Chiefa di!S. Caterina, con l'Orto., e terre annette
per ufo, et,-abitazione :de* loro poveri Abbandonati per
.prezzordi feudi-quattromila quattrocento di moneta.,
da depofitarfi fui Monte , per doverti rinvenire a favo-
re di detta Cora menda', e Suoi per i tempi Commen-
datori > e.;;fcudiamo; limili; fumo pagati al detto Signor
Abate per alcune maiferizie lafciatevi, e per le fptfe^
dello fgornberare ; e tal vendita fu fatta a Gabellsu
( dovendofi pagare ) e con obbligo al BigaJlo per det-
ti Abbandonati di tenére, in detto Convento , finché
viveflìno j due Frati Umiliati , che vi erano , cioè un_.
Sacerdote j e un Laico, e di dare al Sacerdote feudi
40, et al Laico feudi 20. di moneta Tanno per i loro
alimenti,:con obbligo al Sacerdote di celebrarvi la Mef-
fasogni giorno , e morti tutti due li detti Frati con
obbligo fimilmente al Bigallo di' farvi celebrare due_»
Mefle » ogni giorno in perpetuo; e più di fare ogni
anno in detta Chiefa di S* Caterina due Ufizj de'Mor-
ti con, MeiTa cantata; e. dieci piane y che una per i
defunti di Cafa Covi ,, e l'altra per i Benefattori del-
la Commenda, e conrifervo del titolo della Commen-
da di S. Caterina , e di poter farei d'-avanti ■ all'Aitar
grande di detta Chiefa una Sepoltura per i defonti di
Cafa Covi, come per Inftriimento rogato per mano di
Ser Priore Gherardini fotto dì 3. Settembre 1591. Gii
altri obblighi tutti di quefta Chiefa dì S. Caterina, fu
detto allora, effere ftatf trasferiti' nella Chiefa di Ognif-
fanti T anno 1554. della foprannarràta pennuta .
pio! XVIL la queito luogo di S.? Caterina ]' anno mc-
defimo 1591. dalla Compagnia furono trasferiti i poveri
d
                             .... fi                                 Ab.
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2?7
Abbandonati >' dove per còmodo delle loro Perfone , et
entrate fono flati poi fabbricati in progreflb di tempo»
Dormentorj , Tinaie , Granai , et altre Stanze , e l*
anno 1615. un Convento di pianta fui terreno conti-
guo del Capitolo Fiorentino , tenuto oggi a livello da*
Signori Nerli per tenervi le povere Fanciulle femmi-
ne abbandonate fino al numero di 40. E così di pre-
fente vi abitano gli Abbandonati mafcbi, e femmine fot-
io la giurifdizione, e general foprantendenza del Ma-
giftrato del Bigallo , e fuo Provveditore, che è oggi il
Signor Giulio Marucelli , al governo de' quali rifiedo
continuamente un Priore , che di prefente è il Molto
Reverendo Metter Piero Terranuova , con un Maeftro,
e con più Mìniftri , e Serventi , fecondo il bifogno »
Nella Chiefa contigua di Santa Caterina fono giornal-
mente due Mefle , conforme a* patti della fopraccitata
compra» per comodo di chi l'ode, reftando libera a*
Celebranti l'applicazione del S. Sacrifizio. Si celebra-
folennemente la fefta di S. Caterina, titolo della Chie-
fa , e di San Rofìfore 22. d* Agofto , per efTervi una
Reliquia infigne di quefto Santo , et in tutti li giorni
felli vi fi cantano i Divini Ufizj , e fi fanno le altre-»
Funzioni folite , fecondo il rito di S. Chiefa .
';.» XVHI. Vi fono molte Reliquie infigni, e veneran-
de j ma in particolare una Crocellina del Legno della
S. Croce , con la quale fi benedicono i Bambini , che
in grandiflìmo numero giornalmente vi concorrono del-
la Città , e fuoi contorni , e vi era una particella del-
la Spugna, con cui Crifto Redentor noftro fu abbever-
iate in Croce di fiele, et aceto, quale per ordine^
della Sereniflìma Arciducheffa Panno 161$. fi dette a
JMonlìgnor Marzimedici .
' XIX. Il Magiftrato del Bigallo cretto come fopra,
con autorità Pontificia di un Prelato, e 12. Gentiluo-
mini Fiorentini per il governo di quefto Spedale degli
Abbandonati, non folamente per benigno refcritto di
§. A. e degli altri fuoi Sereniffimi Succeflbri, gode co.
: ,
                                                                           me
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me gli altri Magiflratì generalmente, i privilegi fai Co-
mune di Firenze s et in fpecic ba ordinaria iurifdizio*
ne tra Secolari in tutte le caufe così civili 5 corno
criminali dependenti da Perfone , e cofe » che in qua-
lunque modo gli attengono j etiamdio prwati'vc a tutti
gli altri Magiftrati , con altre particolari autorità , e
preeminenza ; ma ancora in virtù delle Bolle di Papa
Paolo III. gli foggiacciono i Preti, e le alrre Perfone
Religiofe , che governano gli Spedali fottopofti j per
cagione de' quali è loro Giudice competente , et efecu-
tivo , con ogni efecuzione reale e perfonale , et iiu
ogni maniera neceflaria,.
XX.   Si aduna ordinariamente nella folita Refiden-
za da S. Giovanni una volta la Settimana , che di pre-
fente è il Mercoledì la mattina , e per grazia fpecia-
le del Granduca Francefeo de* 14. Gennaio 1585. può
farlo in che abito gii torna comodo , Il numero fuffi-
ciente per vincere legittimamente i partiti è di cinque»
e tra elfi fempre è preporrò il Prelato , et in fua af-
fenza il primo che ha. cominciato a dare audienza ;
benché fopragiungneflero dipoi altri di maggior digni-
tà j O era • Ù elezione del Prelato fi fa da Monfignor
Arcivefcovo della Città per i tempi efiftente , e delli
12. Nòbili Secolari dal Granduca , e nominazione de'
fopraviventù
XXI.  Neil* Oratorio accanto , che è 1* antico del-
la Compagnia della Mifericordia , oggi detto del Bigal-
lo , fono cinque quotidiane Ufiziature amovibili , alle
quali il Magistrato elegge cinque Sacerdoti con limo-
fina ài feudi tre di moneta il mefe per ciafeuno , e
tra etìì uno fempre ha la foprantendenza degli altri >
et è Prepolio alla cura dell* Oratorio , che oggi è il
Molto Reverendo MelTer Girolamo Rofati , al quale,
oltre alla Caia fopra l'Oratorio per fua abitazione » fi
pagano feudi 40. di moneta 1* anno .
XXU. Sono tenuti tutti di celebrare in erto ogni
giorno* falvoi ripofi ordinar]) e di applicare il Sa-
cri.
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—MMMH
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crifizìo per fodisfare agi' obblighi antichi della Com-
pagnia del Bigallo > e della Mifeiicordia : debbono can-
tarvi tre Meffe la fettimana , cioè il Sabato della Ma-
donna , il Lunedì de* Morti } e il Giovedì della Pace ,
e quefta Mefla delia Pace dipende antichiflìmamente dal-
la Compagnia del Bigallo, che la faceva celebrare o-
gni giorno con molta devozione , e concorfo de* Po-
poli , e per efla haveva ricevuto molti legati , et altri
pietofi fovvenimenti ; ma in particolare) come fi è det-
to di fopra , da Mone Fantini di libbre 150. di cera
in perpetuo ogni anno .
XXIII. Tre fono le Fefte principali che vi fi folen-
nizano , cioè della Aflunzione di Maria Vergine > e di
S. Tebbia titolari del luogo , e di S. Pier Martire fon-
datore della Compagnia del Bigallo . Vi fi fanno anco-
ra per devozione infra 1* anno molte altre Fette , e per
tutti li Signori , e Miniftri del Magiftrato j quando
partano all'altra vita , vi fi celebra un Ufizio de'Mor-
ti con 12. Mefle , et un altro fimile per i medefimi
Signori , e Miniftri fi celebra nella Chiefa dello Speda-
le degli Abbandonati , Ancora per decreto del Magi-
ftrato de* 12. Febbraio 1578, vi fi feppellifcono i Cor-
pi de* Fratelli defunti della moderna Compagnia della
Mifeiicordia , da che lafciarno la Chiefa di S. Crifto-
fano, dove fi adunavano , e tornarno accanto alla Scuo-
la de* Cherici del Duomo > dirimpetto al Campanile ,
nel luogo donato loro dal Granduca Francefco j dove
era il Magiftrato de' Pupilli . Tra quefta Compagnia^
della Mifericordia , et il Magiftrato del Bigallo patta
una vicendevole > et amorevoliffima corrifpondenza irL,
memoria per mio avvifo dell* unione , che già ne* tem-
pi andati fu tra le due antiche dei Bigallo , e della Mi-
lericordia ; che però oltre al detto di fopra fi acco-
modano tra di loro quefti due Luoghi per folennizzare
le loro Fefte , i paramenti, e le altre facre fupelletti-
li , che li bifognano j ma in particolare lì due Reli-
quiari d'argento fatti l'anno 1590. a fpefe comuni per
te-
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2 SO
tener le Reliquie donate loro da Monfignor Martelli s
che oggi fi confeivano nella Miferieordia : fi riconofco-
no i Miniftri fcambicvolmente per la Purificazione d*
una Candelaj e de* «Panel 14ni benedetti per S, Baftiano,
fefta principale di quefta Compagnia, a contemplazione
della quale Fefta , il Magistrato li donò -né' 12. Febbra-
io del 1590. quel belliflìmo S. Baftiano di marmo , che
è pofto (opra la Porta della Sagreftia : ficcome ne'13.
Dicembre 1578. gli haveva donalo la Statua di Maria.,
fempre Vergine, -con il Bambino in braccio, come è
■full' Aitar Maggiore , memorie rettale nell' eredità di
Benedetto di Lionardo da Maiano Scultore , e Cittadi-
no Fiorentino , che per fuo Te/lamento del 1492. ha-
veva lafciata erede la Compagnia del Bigallo .
3CXIV. Ancora tra le Coftituzioni di quefta Com-
pagnia al Capitolo 15. vien proveduro , che alle tor-
nate, dove abbia ad «Aere il Corpo della Compagnia ,
che fuoni la Campana a tornata , fempre pofta inter-
venire il Proporlo de* Capitani del Bigallo volendo,
o uno de' fuoi Compagni non venendo lui ; e che fisu
pofto, venendo, a fede te da man deftra del Propofto
della Gompagnia , et in mezzo, e che polla render par.»
tko come gli altri , e trattare , e parlare fopra quello
fi trattafle come qualunque de'Capitani della Compa-
gnia ...
XXV.  Et inoltre che mai per nefFun tempo fi pofta
mutar Capitoli fenza efprtfta licenza del Vicario di
Monsignor Arcivescovo, e di detti Capitani dei Bigal-
lo . Onde jne':i'2. Aprile 1576. fumo approvati da* Ca-
pitani del Bigallo alcuni Capitoli fatti di nuovo dagli
Uomini di quefta Compagnia.
XXVI.  E perchè ella non poffiede beni ùabiìi > quan-
do ac-cade che da alcuno glie ne fiano lafciati , gli con-
fegna al Magiftrato del Bigallo , coti ricevere da eflb
limofìna competente da potere adempire gli obblighi
con i beni lafciatili, come fegue in fpecie ogni anno
del mek di Dicembre., che il Magiftrato gli paga lire
■i*                                                                                         12. 19.
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feti
ri. io*/'per fare iipUEMà de* Morti! con Vs. M«ffle pe}
1* Anima di Domenico dì Pellegrino Berti fornaio , che
gli lafciò un pezzo di terra lavorativa, quale ne*?.a»
Gennaio 1590. fu accettato dal Magiftrato con quefto
obbligo, ed è quello, cjie di prefente tiene a livello
Andrea Banolelli nella Potelteria di Sello all'Orman-
«oro .
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L E Z I O N E
DELI* ORA T Ò R I O
XXVIL
*,;'.
DEL
III.
B I G A L LO
Lettera del Chiarì/fimo Signor Dottore Angelo Maria
Ricci Vropfto del Bigallo , all' Autore
della Storia.
Eritevoli per vero dire di molta lode
fono le fue premure di compilare un*
e/atta Moria delle Chiefe Fiorentine ,
ed è ben giuiìo, che ogni Fiorentino,
non folo le faccia appi a ufo , e le pro-
ferì una grata riconofcenza , ma fi
doperi eziandio in fomminiftrarle no-
tizie , e alleggerirle alcun poco una sì grave fatica,
che con gran maraviglia di chi ben riflette, Ella , che
da altra patria trafTe l'origine , ha coraggiofamente
intraprefa.
II.  Ecco pertanto , che io dalla mìa parte contri-
buifco alla fua grand-Opera qualche coferella a me no-
ta intorno all'Oratorio ài Santa Maria del Bigallo,
di cui pochi mefi fono 3 conferirà mi fu dall* Imperiai
Reggenza in nome dell' Auguftiflìmo Sovrano la Pre-
politura .
III.   Una Statua di marmo , al naturale rapprefen-
tante la Madonna in piedi col Bambino in collo , che
fi vede in una bella nicchia elevata fovra P Altare, è
lavoro di Andrea Pifano . Vi fono dalie bande due
creduti Angioli pur di marmo , ma oltre al non aver
P ale , la lor fernbianza par piuttofto femminile , ed
hanno, in tetta la mitra delle Donne Ebree, che fi ve-
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2 8$
de Hmìlmente m capo alla fuddetta Statua della Ver-
gine . L'adornamento di tutto quanto 1* Altare è di
legname dorato , molto vago e ricco , opera , dice il
Migliore j d' un tale Meffer Antonio detto il Carota,
IV» Due fono i gradi fottopofti dipinti, con 'vai/
quadretti da alcuno de'Figli di Domenico Ghirlandaio,
Facendomi dal grado Superiore » cinque fono gli fpar-
timenti > o dir vogliamo i quadretti V Nel quadrettp
di mezzo è dipinta la Madonna colle braccia aperte?,
e col manro diftefo , fopretto da due Angioli. A.man
deftra per di fopra £ Gesù Qtiito col Qoil&to aperto j
a' piedi poi della Vergine fi vedono da una banda due
Vefcovi , e altre perfone , parte Religiofe>, e parte Se-
colari ,^e dall'altra^ moke femmine >flj diverfe guife am-
manrate■„ Di più dalla''parte de/Ira- del,3me.defimoi quai-
dretto è dipinta la Verdine in atto W adorazione :,*S,
Giufeppe in atto di contemplazione -> e Gestì Bambino
giacente in terra-fur uno $tiiato' ròflb sjij atto quafi
Icherzofo , Dalla finiiha poi la Madonna col Bambino
in collo, che va in Egitto, e S. Giufeppe'avanti , che
■fa la guida *; enoi:>«,»>; ; oiui;$ ■■^•k-3 ti r>rb ,'iforVi'*
V» Nel quadretto-in Boriti/ EiìAngeln'effigiò il" Pin-
tore con viva efprenìoneS. Paer < infarcire' già ferito, in-
•ginocchioiii , che fcn;ve in.tersa coi dito intinto nel
proprio fangue il Credo., e fopra fi mira il fiero Si-
cario , che gli avventa un altro colpo y e il Frate com-
pagno del Santo , che /paventato fé ne fugge . Il Si-
cario tiene colla 'mano finijìra uno feudo avente; in_.
mezzo uno feorpione ? e rre corone calano giù dal Cie-
lo una fopra l'altra per ornar la fronte al Santo Mairi-
lire , Nel .quadretto in Coma Ep'tfefae y*'-è Tobbia in
atto di fotterrare un morto, aiutato da Tobbiolo, E
qui fi vede la loggia del Guardamorto colle cancellate
antiche j che furon poi levate 5 e^ alzate in luogo di
loro le pareti. Si vedono parimente Je due facciata»
cioè quella dove è la Poeta dell' Oratorio » e 1' akr&#
laterale . Per ultimo è figurata da una banda la Com-
pagnia della Mifericordia col cataletto . Ne i tramezai
N n 2                                de*
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de* quadretti defcritti vi fono due tondi , ognuno de*
quali porta le Armi della Compagnia di Santa Mariau
del Bigallo , che è un Gallo bianco in Campo azzur-
io con le tre lettere S. M. B. e della' Compagnia della
Mifericordia > che è una Croce roffo in campo firmi-
mente azzurro, con le due lettere F. M. E qui Ct vuol
notare» che inoggi nell* Arme della Mifericordia la let-
tera F è ftata cangiata in R; il che è addivenuto per-
chè avendo l'F nella Scrittura antica uno fvolazzo all'
ingiù nella linea orizzontale fuperiore , quefto eflTendoii
allungato* e attaccato colla linea orizzontale inferiore,
ha formato un R..U grado inferiore ha fette fparti-
menti : Tre fono i quadretti maggiori , e quattro i mi-
nori . Nel quadretto maggiore di mezzo è i'.-Affante*
con molti Angioli , che fpargono fiori. Nel quadret-
tino allato in Cor»» M'vangelìì evvi Tobbiolo , 1* Angio-
lo , e il Pefee .
                       ■ ■■' .->-'rb :: ■■;                     ?
s;» VI. Segue dàlia medefima parte altro quadretto mag-
giore > ove è dipinta la Vergine Santiffima genuflefTa*
in terra > il Padre Eterno al difopra r e dalle bando
Angioli ) che la corteggiano ; giacrono in terra nudi
colle fole fafce. alle parti verende Adamo > ed Eva,
fecondo che verifimilmente fi giudica ,
kit -VII* Nel quadrettinorche fegue, in cima del grado,
vf:è una Donna, che fcrive > e fi crede e fiere una Sir
bilia , ficcome pure ne* due quadrettini in Corvu Epi-
fioldc
fetnbrano efpreile due Sibille ,. e nel quadretto
maggiore porto fra effi ;, è dipinta la Nunziata . < ri
-;r: > VIIL Sopra quei!i gradi fi colloca nella Fella di
S. Pier Martire un Tabernacolo affai leggiadro alto un
Sraccioila circa di fino intaglio , e: doratura > lavoro
Jorfe del medefimo Maeftro Antonio detto il. Carota,
dentro al quale è ine affata una Macchinetta di bronzo
^dorato ,. nel cui mezzo è la Statuetta di S. Pier Mar-
etite ceri coltelle» in capo , e colla fpada ficcata nell'o-
mero deliro , e coita palma nella mano deftra. Nella»,
fuperior parte delia Macchinetta vi fono le lettere N. I*
e alquanta più fu evvi un A» e altre lettere, che non
■',>(,                                                                       t '-. ' 'j:                                                                                  fi
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fi leggono • Il metterli a interpetrare quefte lettere , è
Io fteflfo , che il voler far da indovino . Il Tabernacolo
ha i fuoi fponellini , nel deftro de* quali per di dentro
è dipinto S. Gio: Batiita > nel finiftro S. Tobbia , e co-
mecché v* è il millefimo , cioè 1510- per quefto penfo,
che anche le pitture de* gradi , che paiono della me-
defima mano, non fieno ài Domenico Ghirlandaio, co-
me molti vogliono , ma di alcuno de' tre fuoi Figli
David , Benedetto, Ridolfo, poiché Domenico morì nel
14^3. A pie della bafe della macchinetta è (colpito iì
martirio di S. Pier Martire , nella fteffa guifa che fi
vede dipinto nel quadretto del grado deferitilo di fopra*
IX.   In quell'Oratorio dedicato alla Vergine, che
pero chiamati di Santa Maria del Bigalfc , fi venerano
come contitolari S, Pier Martire , e S- Tobbia ,. come
accennano le tre pitture del grado fuperiore 1 onde^
folennemente vi fi celebra la Fefta della All'unzione , la
Feita di S. Pier Martire, e la Feda di S. Tobbia fi gior-
no della Domenica 3. di Settembre , quando la Chiefa
pone nel Divino Ufizio il libro della Storia del mede*
fimo * In eflfo giorno adunque fi fa la fua Fetta , co-
minciando da i primi Vefpri ,, eoa rito di doppio di
prima CtaiFe „
X.  La Fella però , che con maggior pompa deli*
altre fi folennizza r è quella di S. Pier Martire , poi-
ché dicefi e (fere (iato l'Aurore dell' inftituro dei Bigal-
lo } ed avere in quefto angolo principalmente predica-
to contro F Erefia de' Paterini, vedendofi due dipintu-
re molto antiche, di mano (credefi ) di Taddeo Gad-
éi fopra gii archi della parte laterale dell' Oratorio, in
una delle quali predica, e nell'altra confegna gli Sten*
dardr a 12. Uomini (che furon detti i 12, Buoni Uo-
mini
del Bigallo ) per combattere contro i detti Ere-
tici. Sopra i Pareri ni compofe già alcune belle Lezio-
ni il Signor Dottore Giovanni Lami, da me con pia*
cere udite nell' Accademia della Crufca • Uno de' men-
tovati Stendardi conferva!» m Santa Maria Novella frali*
altre reneiabili Relìquie : per altra non pare a taluna
eflferc
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lU
cflerc T antico , ma altro rifatto fu quel modello.: il
fuddetto Stendardo è bianco con croce roda , Ja quale
piglia tutta redenzione di elfo, e con orlo, rollo in-
torno intorno, ed è il fimile al palio , che fi pone#
per premio nella coffa de'Cavalli , faìvo che è più
piccolo , e non ria fìrifcia . Nella pittura fuddetta le-*
bandiere non fon fatte così , ma fi può fupporre una
liberta pittorefca . E4 fama che gli altri undici fi fer-
baiìero nel Bigallo , e andaifero male in alcuna delitti
piene , in cui molti antichi libri ancora perlifero ; e in
fatti in cattivo irato ridotto , e dalla belletta guaito fi
vede alcuno di elfi , che potè alla violenza dell' acque
ritoglierli -
XI. Quattro fono i Cappellani, che ufiziano V O-
Tàtorio , e dipendono da un Proporlo . Oltre agli ob-
blighi dtllc MeiTe piane , fon tenuti a cantare tre MeiTe
la Settimana., il Lunedì de'Morti, il Giovedì della Pa-
ce, -e il Sabato della Madonna* L' obbligo della MeiTa
della Pace dicefi lafciato da Mone Fantini Taverniere ,
o Vinattiere moifo dagli avvenimenti funeili delle ci-
vili difcordie*
                                   .,;,: v\*        , , ,
* %IL Ma perchè il fuddetto numero di Cappellani
riufcirebbe fcarfo per le tre Feile folenni accennate,
vi fono altri Preti fino al numero di 12. che allora.,
intervengono , e in altre Feiie di non tanta fole unità
ne 'intervengono otto , talché queiìo Oratorio viene ad
avere quafi una Collegiata di non così leggier conto >
ù confideri V Ufiziatura continova.ta delle MtiTe * e
del Coro, che ah antico è quivi riabilita , in vigore*.
de' ldfciti delle pie , e divote Perfone
XIIL La Compagnia di Santa Maria del Bigallo
ebbe origine dalla carità, e cura degli Spedali: quella
della Miiericordia dal raccogliere i Morti $ e dar loro
Sepoltura , fpecialmente in tempo di peitei. .Erano da
prima unite , ma poi furono feparare , M quella della
Miiericordia dal Bigallo pafsò alla Chiefa di S* Criiio-
fkkwh e quindi al luogo, dovè è "di prefente , che era
prima la Refidenza del Magiiìrato de i Pupilli. 11 Mi*
                                                                     gliore
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2S7
glióre tratta prima della Mifericordia vecchia , poi del-
la nuova , onde da elfo 3 e da altri documenti la (usu
induftriofa inftancabile diligenza potrà affembrare ficurc
notizie , da formare una , o più aggradevole e utili
Lezioni .
XIV. Per ultimo le trafmetto la copia d' una Car-
tella j che è appefa nell* Oratorio di caratteri d'oro
antichi , che eflendo logori prima che fi dileguaflfero
affatto } fu avvedutamente ordinato, che fi rifioriiTero »
ma non fò precifamente in qual tempo . Ella è feru-
ta in un quadro di legno con cornice dorata alto un_.
braccio in circa , e nella parte fuperiore finifee in un
triangolo , nel quale è dipinto un Gesù ritto coUe_»
gambe nel fepolc.ro , e colle braccia aperte , e dietro
ad effo è la Croce , fulla quale par , che ftia appoggia*
to . Quel che è fcritto nel quadro dice così :
AL NOME DI DIO, AMEN . QVEST E . IA CONPANGNIA.
MAGIORE . FATTA . E DIFICATA PER NOBILE . SAN PIETRO .
MARTIRE . AD ONORE . E REVERENZIA . DELLA . NOSTRA.
GRORIOSA . MADRE . VERGINE . MARIA . NELL ANO .
MCCXIIIH. IL DI . DELLA. SENSJONE . E FA DIRE.
ONGNI . GIOVEDÌ . LA MESSA . DELLA . PACE . E CHE
E . DI QVESTA CONPANGNIA . A TRE AN. E CCCXX.
DI . DI PERDONANZA . E DA PiEDO . SARANNO . TVTTE.
LE PERDONANZE . LE OJ/ALI . SONO . CONCEDVTE A LA
DETTA . COMPANGNIA . IN PRIMA . E* VESCOVI . DI PI*
RENZE . MESER GIOHANNI . E MESER GOTTIFREDI . £
MESER FRANCESCHO . CONCEDETONO . A LA DETTA .,
COMPANGNIA . DV ANNI . E CCC DI . DI PERDONO .
APRESSO . I VENERABOLI . FRATI. GENERALI . E MAGiO-
Kl. E L ORDINE . PREDICATORI . EMMORI . ( cioè e ITU*,
noli ) E ROMITANI . E CARMINO . E MONACI . E DI
TVTTI . GLI ORDINI . CONCEDETONO . CHE FOSONO .
PAKTEFICI A TVTTI I BENI. HE SI FACESSE . P£R TVTO
IL MONDO . VIVI E MORTI .
tw»l                                                                                                XV.
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288
XV.  La parte oppofta ., © dir vogliamo il rovefcffc
è tutto dipinto, efTendovi nel triangolo la Madonna nel
mezzo col Bamfcino in còllo, alla cui deftra ita S. Pier
Martire con un giglio in mano., e ;alla fìniftra S. Fran-
cefco } che tiene un libro . Nello fpazio fottopofto del
quadro , S. Pier Martire ( dietro al quale è il Frate_*
tuo Compagno) condegna lo Stendardo ad uno, che è
inginocchiato a* fuoi piedi in atto di riceverlo , e gli
altri cogli Stendardi già ricevuti tìan ritti a dirimpet-
to con abito talare, ma di divertì colori. Ttitta que-
lla pittura pare delia fcuola di Giotto , cioè di alcu-
no de* fuoi Scolari , e qui ne diamo una copia*
XVI.   Parlando d' altra pittura eonilmile , che è
{opra uno degli Archi., nominai lo Stendardo , che fi
conferva in Santa Maria Novella , aggiungo ora, che è
ài tela rada di imo > che raviomiglia il ^filondente , ed
£ rattoppato . Nulladimeno vi ha chi non crede efler
r antico . Avrei da dirle alcune altre cofe da me ofter*
vàie , ma gliele potrò un giorno comunicare in voce •
£>on con vero oiTequio;
Pi .Cufa y Maggio 1755.
£uo Devotiflìmo Servitore
Angiol Maria Ricci.
XVIL Degli Scrittori foprallodati, pregiatiffimi, per
vero diie , fono i documenti , e infieme utikflìmi , on-
de ftabiRre la verità della Storia . Ma perchè fopra-.
alcune cefo riferite da i medefimi ne poflbno na-
scere gravi dubbiezze , mi farò dal punto il
più difficile , ma eiTenziale , qual è 1* origine delle due-
Compagnie , vale a due della Compagnia maggiore di
Maria Vergine chiamata poi del Bigatto, * della Compa-
gnia detta della Mifericordia vecchia, ftandofi forte in
dubbio , fé dal principio quelle due Compagnie fofiero
una loia , o almeno, come io credo , tra fé pieilo unì.
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m
teù > poiché amendue riconofcevano per Fondatore San
Pier? Martité e Peri4| opinione negativa fono il fuddet-
t"a Ambrogi , e Roffellì , e moki altri; per V affirma-
tiva troyafi Leopoldo del Migliore nella Firenze Illu-
strata j dove dice a e. 78. come fegue ,» E qui fi de*
,j ve avvertire prima di parlare avanti, che doppo que-
„ fta unione, come d* altri 12, Spedali raccomandati
„ fotto la medefima cura , feguì il divideifene le ra-
,5 gioni in due corpi diftinri , uno fotto il medeiìmo
,1 nome, e titolo di Santa Maria del Bigailo , alias di
,5 S. Pier Martire , e l'altro di Santa Maria deiia Mi-
;, fericordia , ambedue al governo di Capitani t il che
s> fperimentaroti con lungo andare uno fnervare 9 e tor
,, di vita la virtù corroborante 1* unione delle cofe > e
jj per tale conofciuto.fi da' Padri ., arrivata che fu hai
jj Repubblica felicemente all' anno 1425^ . * • i fi de-
o liberò in Senato , che le predette due Compagnie :lt
5> riunifìTero infieme fotto un medeiìmo nome di Santa
5, Maria del Bigatto da gèvecnarfi da otto Capitani ri-
» fedenti Collegialmente a guifa di Magiftrato > e che
» un fegno citeriore ne folte l'Armi loro ridotte iru
j, uno feudo folo divifo per lo lungo in parte, da_.
jj una la Croce roiTa in campo nero cori un F, e M,
>,cT oro dalle bande , e dall'altra un Gallo bianco in
sj azzurro coi» lettere fotto S. M* B. 5J
-XVIII. Or" a .quella opinione io penfo di appigliar-
mi fui rifletto , che così meglio d dichiarano parécchie
cofe difficili , come per efempio le pitture di S; Pier
Martire fatte da Taddeo Caddi nella facciata citeriore
dell'Oratorio, dulia banda } che guarda San Giovanni >
dvile quali 0011 maggiore facilità ne intendiamo il fine
di chi le fece, colorire, cioè la Compagnia in oriore>
del Santo fùo fondatore , laddove fé ci allontaniamo
dal parerr deJ Migliore , e vogliamo diftime j e fepa-
rate le Compagnie , il Bigallo non avrebbe potuto far
lavorare dali Cjaddivie dette* dipintura > mentiechè nonr"
prima; ddl* anno-1^215; divenicV il Bigallo unico Pa-
drone di queilo luogo > né poteva ! comandare tal
; Tom, VII                      O ©                              fat-
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fattura fopra Cafa non fu» > ma che era della Co mpa*
gnia della Mifericordia , e però ogni altro Santo fi fai
lebbe fatto da c(Ta dipignere ; In tal guifa ancora nor
combiniamo la varietà degli Scrittori nellr affegn*are 't*
anno-delia fondazione dei Bigello , volendo alcuni che
folle il 1240. ed altri il 44. che fé giudichiamo le due
fuddette Compagnie ne* primi anni unite, poliamo Ila-
biiire nel 40, principiata una di efle ,, ed ivi pure 1*:
altra, nel 44. e fu-IJo itelTo fiftema troviamo la cagione
perchè Ja Signoria; nel 1352» per contratto rogato da
Ser Piero di Ser Grifo ne' 28* di Giugno* delle al Bi-
gallo , terreno per fabbricarli la fua Refidenza là vici-
no a S- Bartolo al Corfo r donde fé ne deduce forte
congettura 5 che appunro in queir antto $2+ o in quel
torno fi foparaiTeiro, giurìa il Migliore > le due Com-
pagnia % altri me nfi? fra ma coiì: recti a dire \ die k Com-
pagaia dei Bigailq per cento? > e più anni non avelie.*
mai avuto Caia in Firenze - E fé abb-iam© derto* di lx>-
pr-a >, che i Capitanit, di eUa, fi radunavano ora in kfau*
luogo della Città >, ed ora in altro v de ciò^ non fembra
buona. illazione il dire , che no** a^reifero. propria Rie-
fidenza* », imperciocché andavano rn varie GHiefe , odi
loro dipendenza, q da elìi beneficate in certe Ocear3o~
ni di ùie varie provyifioni ;; ed io ne : ho una pretìfo/:
di me fatta da* detti Capitani in Santa Maria fui: Rra*
to:y che dice, come fegue : 1297* wp, -Aup Nbr Man-
m.o$tu* Backerclti
v Bartolus Ugolim >t Ser ^CifmannH fu
j^imoman^
> ^Sif: .Guido Sgadaccìrj) Foicèardintit B-awfign&~
%i,mJJ}kaldtnu,i' jfòdingheLlé:, % Quid&. Ramagliamtì
,: &■ Wi&rà
Arruffio KeBofes , firue C agitane*: maioFis SocieÈatip M.M+
Virgitiis), una camC&rteccionefih^^JohMnn'isi de Ruflicis
earum conforti»
/'» ififi officio- agni Monaci Bororum S*
Marie del Prato Phr* ijjfa èie folemmiMPis M* 1?.. congne*
goti? cQftceJfequwt. Corteccioni frcd\ g tettami tic enti am Y &
lihtrumi mmda&um dandì
,, fa comedendi Ecctejiam M
Qajtagno
> é{ kciiw, qnem haffenur tendane Er HttmiUsy
m\$$9\ Mtchatl, prò igfo Smistate pjit. m Monpe Ea-
fa ano jrog& Ca^vas de Vernata 4$tmh
chi i'aveife voto-
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tu; e fé I folle ditd tf cafò ,che quelli, a chi foflc
fiata conceduta 1à€hiefà,« il luogo, fi pattiffero, voi*
lero , che iffè faBù ^ uno , e 1* altro luogo alla Com-
pagnia Maggiore ritornaiTe. Ego Rnfticm Not. q.Ugoms ,
XIX. Altro dubbio ora ci occorre da illuftrare , ri-
guardante V Oratorio , che non è affai certo (u qua!
terreno > e quando foffe fabbricato , dicendo a quello
propofito P Ambrogi, che la Compagnia della Miferii
eordia antichiflìma , comperò alcune Cafe da Baldinac-
cio degli Adimart fopaa la Piazza di San Giovanni , e
fu> di effe edificafle ella il fuo Oratorio , e Refidcnza:
ina Leopoldo del Migliore a e. Sr* diverfamente ìa di-
scorre come apprefìo ., in fu la cantonata è l'Oratorio
«della Mifeticordia vecchia j fituato appunto dove fu
s; già la Torre del Guardamorto j e la Stanza pubbli-
» ca ali* efpojj2Ìone de" Cadaveri, « e dal medefirno ivi
dicefi, che la detta Torre rovinata che fu, folle cèffi
ceduta dalla Repubblica a San Pietro da Verona per
trasferirvi la fua novèlla Compagnia , Sda i cui Capita-
ni fu il luogo ridotto ad ufo di Oratorio , è di Refi-
denza , Uniformemente al Migliore icrifle pure il Rof-
felli nella fua memoria , tenendo egli pèt cofa certa *
che fopra il fico della fuddetta Torre foffe erètto V O-
ratorio, ed al fentimento dì amendue favorevole fareb-
be la pianta del fotterraneo , avente muraglie groHìiìi-
me ? ed un barbacane ttupendo , i squali non, furono
murati certamente per fervizio dell* Oratorio } che ei-
fendo di mediocre altezza , non ncniedèvà fomigliànti
fondamenta. E per dire alcunché dell* anno della ere-
zione dell' Oratorio del Bigallo , noteremo qui V ab-
baglio prefo primieramente da parecchi, che fcrilTero
efferfi principiata ia detta Fabbrica nel 1Ì40. ó al più
44. pofeiachè abbiamo da Ricordano Malefpini; & pagi
123. e da Giovanni Villani a pag, 177. che fofaméntt
nel 124S. cadelfe detta Torre 9 e le parole dei 'Villa-
ni fono le fegueutf ^Ancdra rnoftraronó maggiore
„ ampiezza per cagione , che e* Guelfi faceano di lord
» molto capo alla Chiefa■■, et ©uomo di S. Giovanni,
Oo 2                                  j> et
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„et tutta la buona gente ufava quivi) li Domenici
^mattina , e faceanvifi molti matrimonj . Quando ven-
,, nero a disfare ìà fortezza de* Guelfi ( cioè le Torri)
„ intra 1* altre un'alta, et bella Torre, che era in fu
,5 la Piazza di S. Giovanni ali1 entrare nel Caffo degli
„ Adimari , la quale fi chiamava la Torre del Guarda»
„ morto , perchè anticamente tutta la buona gente,
,, che moriva , fi Seppelliva a S. Giovanni , i Ghibel-
3, lini facendo tagliar da pie della detta Torre ( da
j, Niccola Pifano ) sì la fecero puntellare per modo,
j» che quando fi metterle fuoco ne* puntelli cadette fo.
j? pra il Duomo di San Giovanni , et arti i puntelli ,
,, come piacque a Dio , et a Metter Santo Giovanni, cad-
de la Torre per Jo mezzo della Piazza , et apparve
;, manifeftamente , che la Torre fi ravvoliV, e fchifò
}j di non cadete, dove haveano ordinato, la qua! Tor-
„ re era alta cxx. braccia . „ Quindi fi fa ragione ,
che non foiamente viciniffima fotte la detta Torre a S.
Giovanni , ma che non prima del 1248. anno della
vendetta {acrile^ de* Ghibellini, non poteva il Bigailo
aver principiato il fuo edificio . fulle rovine delle Tor-
ri > la cui demolizione arrecò a Niccola Pifano lode di
grande Architetto . E dalle fuddette Notizie chiaro ap-
pare lo sbaglio di un Diario , che trovo tra le Scrit-
ture del Kondinelli , che fenile }) 1411. fi fabbrica T
^Oratorio del. Bigailo fui canto del Corfo de*. Briglia» ;>
Qltredichè il lavoro; eiterno diquejro. Oratorio o fieno
Je colonnette , o 1' arco , o i riliqvi ,. dichiia^ano mani-
fedamente quefto etfer fabbrica di maniera più antica.
XX. Quando poi la Compagnia di Santa Maria,,
del Bigailo , e della Mifericordia, celiato il titolo de i
Capitan^, divenrafle un cofpicuo Magijtrato di Firen-
ze > i\. Qui principale ufizio è la, iblleciita cura■$ e go-
verno degli Abbandonati, nella prima lezione ne fia-
mo; andati iiìruiti , ma notar qui,mi giova 9 che nell'
antico ancora dalja Repubblica furono al Bigailo rac-
comandati i Fanciulli , e Fanciulle: o fmarrits , o de*
relitte , come fle .parlano varie Provvifioni del ;iComu.
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ne , e lo Statuto Fiorentino fotto- la rubrica 117, del
libro 3. con le feguenti parole : Quieumque in<veneriù
(tliquos Pusro-s
5 *vel puellas magante* fine cuflodia , t <f-
neatur reprefentare , & ajfignare in fi atea Orti S. Mi*
chaelif
, <vel apud Domum Misericordie Ufficiali deputato
per ditlum Commune
; e da Fra Domenico da Corella
così ne fu fcritto circa al 1450. nel fuo Theotocon :
Unde -^afilla mihi D'opus e(ì adeunda Marie
froxima que nomert Commi'ferantis habef
Hec tenet ambiguo Fueros errore magante s
Ne patrii pereat nefcia turba laris .
Tuta fed hec fido maneat fub culmine •> doneC
Reddantur patribus pignora ebara fuis .
Tali* enim nofira mas hic fermatur in Urbe-
Preferri reliquia que pietate fol&t *
XXI. E già fchiariti i principali punti della Sto-
ria 5 non farà certamente difeonveniente cofa l'accen-
nare qui per fine alcune dipinture intralafciate dal Sig.
Propolto Dottore Angelo Maria Ricci , perchè non per-
tinenti al fuo Oratorio , dove Egli è capo di una pic-
cola , ma riguardevole Collegiata1. E però confideria'-
mo una pittura grande fopra il Portone al di fuori di-
pinta a frefeo , Fappr-efentante in varie , e belle atti-
tudini j dove molti Fanciulli fmarriti , e dove delle Ma-
dri chi afflitta per la perdita écì figlio , e chi in aria
allegra per vederfelo reftituire da'Capitani del Bigallo ,
veggendofi in tale dipintura molte Cafe , e Torri ali*
ufo di que* tempi , cioè del 1444. come trovali notato
al lib. x. pag. 8. nelT Archivio del medefimo Bigallo,
dove fi legge anche il nome del Pittore , e dice ,, 1444.
1. ìunii Capitanei S. Marie Virginio , & Mi fé ricorditi
del Bigallo &c. ordinano pagar fi dimerfi obblighi del lo-,
ro Spedale &c. Item fiero Che II ino fiffori prò re fio to-
tius fue Tifiure falle in Dof«o habitatioms Capitaneorum
in facie exteriori
. Neil7 addito dell* Udienza fonovi al-
quante Pitture vetufte , come quelle che occupano tut-
ta la parete addirimpetto alla Porta del Magiilrato, ma
così
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£?§M$
così annerite, e guàfte , che non è operàbile feriva»
re ad intenderle : fui piano della fcala , che con due
braccia conduce al piano fuperiore, yedefi un Crifto rit-
to nel Sepolcro , colie braccia aperte , tenente nel fé*
no juna moltitudine ài gente per efprimere la Miferi*
cordia , e fotto due Cartelli di caratteri gojttici} che di-
cono;
O yoi GENTE, CHE PER VIA PASSATE ,
INTRATE DENTRO , E QVÌ RIGVARDATE
IL MIO FIGLVOLO IN CROCE POSTO
^E* VOSTRI PECCATI È* COSÌ MORTO.
SE VOI DE* PECCATI VI PENTETE
MISERICORDIA DA LVI AVRETE .
0   PECCATORI PERCHE* NON PIANGIE^E            ■'l
1   VOSTRI PECCATI CHE Qyì VEDETE
MORTO IL NOSTRO SIGNOR GESV* CRISTO
CHE PER VOI SALVARE FV CROCIFISSO
QVALVNQVE COL.LVI VORRÀ* CONCORDIA
PRIEGHI LA MADRE DI MISERICORDIA,.
XXI. E a manritta di quefta porta viene ufìa pà*
rimente antiohiflìma pittura a frefco, ed ima Figura gi-
gantefca della Mifericcrdia efprefla in una Perfona am-
mantata di Piviale con Mitra tonda in capo , e Stolo-
ne iìno a i piedi , nella quale Stola veggonfì alcuni
ovati ^ in qui fono effigiate le Opere delia Miferieor-
dia con lettere longobarde . Quella figura #a in aria
in atto maejftofo di padrona, fopra a Firenze dipintale
fotto col Popolo inginocchioni , e chi bramafle fapere
qual foflfc il fecondo Cerchio della Città) lo veda qui-
vi delineato.. Il pittore di querra Tavola fpiegò la fua
idea con le feguenti lettere mezze «ottiche , ma rifiorì*
jte full* antiche , e dicono ;
■..v, >; .''■'■■                                    *'.-,. ■>■'■•                                              ■ ■■■                                                          ; ; """''. V '.'. ■-.'/. '".. ' '. : ■'.':'■■'■; •"., '. *
OMNI5 MISERICORDIA FACIET J.OCVM VNICVIQVÉ '
SECVNDy^I MERiTVM OPERVM SVORVM s ET SE-
SVNDVM JNTELLE£TVM PEREGRINATIONIS 2£LIV$
ANNO J4CCCLII.
Uf-
-ocr page 304-
*9%
IJfcendo da cftterU loggetta a raafi deftfa tem nel mu*
ro numer-o fei arpioni alti dal piano degli fcaìini due
in tre braccia , de* quali; s' ha certa tradizione > che_»
fervifleio per attaccarvi la Cattedra , quando San Pier
Martire predicava in fu quefta Piazza ; della qual cofa
non avendo altra autenticazione , che il detto di qual-
che Pei fona antica , mi batterà di averlo qui accennato,
lafciando a ciafcuno^ giudicare come gli piace * E Culla
Porta dell' Udienza , oltre l* arme de* Granduchi evvi
un. Cartello contenente a caratteri #oro quefte lettere:
SERENISS* COSMO MAGNO D. HETRVKIAE
XH. VIRI CVM CERTIS PIETATIS MINISTERI**'
ET PVERIS DERELICTIS CVM ALIQVA ECCLESIAST.
mGmXé PERSONA eOLUGEHDIS ET CVRAND1S B&ABFECTr *
XXIIL E qui mi fi conceda di por fine a qaefl*
Moria » col riferire fommariamente tutti gli anni del*
le Peli ile nze in Firenze , e fuo Contado, e per eonfe-
guente i tanti prodigi di carità operati dalla Campa*
gnia noftra in que4k itragi, e fune (ir apparati èi mor-
te. La prima vi fuccedè nel 1325* cagionata dalla Guer«
ra di Altopafcio » la feconda nel 1340. nella quale i
morti furono il fefto dei Cittadini, la maggior parrei*
nobili ; fette anni dopo fcguì la terza , e nell'anno
feguence 1348. venne la pdtilenza chiamata la Peite_»
grande , la quale uccife centomila anime , nel cui nu-
mero annoverali Giovanni Villani famafo Storiografo,
e Matteo fratello àà; Giovanni ci £b tétto dalla pefte
del 1363. e due altre ne furono in .«ptett" infelice fe-
cole , cioè nel 1374* e nel ijS^Rirofné nel 1400. det-
ta la pette de* Bianchi,, che erano certe Compagnie > che
andavano pellegrinando > e vi reftarono quali tutti mor-
ti ; la nona fu nei 1411. e la decima venne net 1417.
con 16. mila morti * Altra di pochitEmas durata fuvvi
net 22* e fororglianti nel go* e nei 37. Una poi chiamata
V Anguinaia nel 1449. fu grande , maffimamente nei
Contado , a qudia fuccedè nei 6%* la xvi. e la xvn,
'■r IT                                                                                                                                                                                                          I
sei
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nd 79. nella quale trovatofi Marfilio Ficino, fcriffe quel
celebre libro intitolato : La cura della Veft?, contener,
te ottime i finizioni ? Di ire altre nel 95. gS. e 1509.
non ne abbiamo particolarità ; fieriflìma però > e Jun-
ghiflàma fu quella del 1525. fino al 1527. dicendone il
Varchi , fece firage quafi di Uomini infiniti , Dopo que-
lla vi Afe'la Città centotrè anni lii>era da tal flagello ,
quando nel 1630, il contagiofo male feopertofi a Mi-
lano , e picchiate le Porte a Bologna , a gran palli ven-
ne a Firenze , ed in tutto il tempo del male occupa-
tiffima fu ne* fuoi efercizj di Mifericordia la Compa-
gnia j che in que* tempi addimandavafi , come oggi , la
Mifericordia nuova , la quale fi guadagnò tanta venera-
zione , clie paffando per le vie) anche terminata la pe-
lle j fentivafi rimbombare di lodi l'aria: Viva viva la
Compagnia della Mifericordia
. Non fu però quella Pe-
fHlenza 1* ultima , avvegnaché nel 165£, faceflè ritor-
no » ma dalle diligenze del Crandruca Jkidinando 4 che
mife tutta la Città in quarantene, preito fpari., e per
vero dire , dagli eiempj poiieriori non può negarli , che
la falute dell' Italia nofìra non fi nconofca JUU' amo*
us.) potere, e diligenza de* Principi,
                          . ,-.;
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2 £7
XXVilI.
LE Z IO N E
DI SAN PIER BUON CONSIGLIO.
SAETTANTE AL CHARTIER S, MARIA NOVELLA *
E notizie , che fi acquiftan© nello Au-
dio della Storia de* più fovrani , più
antichi , e più cofpicui Templi di
Firenze , fono Tempre miglior cofa »
non vi ha dubbio , di quella , che fi
ravvifa nelle piccole, e povere Chie-
fe. Ma non è per quefto , che le fco-
perte , che addiviene talvolta farfì nelle feconde , noru
abbiano il fuo pregio , e ne rendano fovente più nobile ,
e più gradevole la Storia . E che la bifogna così vada,
fervir ne può di efempio la Chiefa di San Pier Buon
Coniglio , piccola , per vero dire di Parrocchia , e più
anguila ancora di fue mura 5 memorabile però per di-
verti titoli , r enumerazione de* quali ci farà una pia-
cevole Lezione , e però venendo erettamente all' argo»
mento noliro , dir fi vuole , come quella Chiefa nelle
Scritture Fiorentine trovato* variamente chiamata , per-
chè moltiplicati eifendo in Firenze i Templi dedicati
al Principe degli Apoftoli S. Pietro , non ottante che_.
ella forfè delle più antiche , fu d'uopo, per diftinguer-
la da quelle di S. Pier Gattoltno, di S.Piero Scheraggio,
di S. Pier Caelorum , e di S. Pier Maggiore, aggiungervi
un fecondo titolo: quindi in molti contratti , e carta*
pecore è appellata a" confini così Eeclejìa S* Tetri de Fo*
ro ^eteri
, Ecclefìa ad Forum Regi* , e P ho pure XXQ*
vara negli fpogìi del Migliore addimandata S. Pier in
Falco de foro *onerr*9
e dal popolo anche inoggi è det-
Tom. VII.
                           P p                                ta
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2p8
ra S* Pierino . Ma ìì notine fuo più comune > e fre*
quentiiiìmo nelle Scritture è flato S* Pier Buon Confi*
gito
, del qual nome non è già cofa facile a faperfi il
lignificalo , non citante che ci fieno alcune ragioni ve-
rifimiii . Vincenzio Borghini alla Parte f de' Tuoi Di-
fcòrfi riferifee , porerfi credere derivato dal ragunarvifi
il Configlio , in tempo che la Quia, era piccola , fecon-
do l'ufo de' Romani , che consumavano ne'Tempj trat-
tare, e rifolvere gli affari pubblici : Ma in altre Chie-
fe pure radunavano* i noihi primi Padri , quando in_,
Firenze ci era fcarfezza di luoghi pubblici > né a niu-
na fu dato qudto titolo : fi potrebbe corroborare la*
opinione del foprallodato Borghini , colla congettura
dicendo , e hie a q u e fi a ; e non alle altre reiìafle il no-
me
di Buon 'Configlio % per qualche faggia , ed utile.,
legge fatta dall'Aiìemblea , m maniera che ad e (fa fa-
cendo plaufo il popolo , alla Chiefa defie una fon-ugnan-
te denominazione. Né in verun modo abbiamo a cre-
dere alla favolofa voce del volgo , che ha creduto ve-
nire queito nome da un buon configlio dato da una_.
Donna vile ) che flava quivi allato alla Chiefa a ven-
dere erfeaggi , e frutte all' ufo di rivenduglioìa : e per-
chè ella dille a certi Cittadini , che non entrafiero nel Pa-
lazzo del Campidoglio ivi addirimpetto 3in cui di quanti
vi fé n' era veduti entrare niuno n'era ufeito, né falvatofi
dal barbaro Miniftro del Re, e che per queito fuoavvifo Ci
chia malie la Chiefa Buon Coniglio > comecché da quello
fi falv-afle la vita a parecchi , e fi riconofceire anco la
falute della Città • Ma tialafciando sì beila novella ,
oiTtrviamo piuttolto, fé più verifimile ragione potelTe mai
feoprirfi da un barlume , che ci dà Leopoldo del Mi-
gliore nella fua Firenze Illuftrata a pag. 495. ove dice
cóme appreflfo ,, Mentre non ci folle relazione certa ,
j, il nome Buon Configlio tiltre derivato da qualche.*
j, Perfonaggio fiatone fondarore , o benefattore ìnfi-
5, gne , o che lì abitalTe con gran fama di Uomo in
„ qualche affare fingolanflìmo , efiendo fucceduto fpeiTo
j, in que* tempi , pigliare a dirfi le cofe dalle predette
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*4>
,,; eterni V, Tanto e n'orò più afebi'àttTO"dal Migliore ,
ma che a me fembfa barrante per movere ogni a-
mante del vero a ricercare, o fi voglia ne* Priorifti »
o negli Archivj , fé fiavi fiata in Firenze una Famiglia
detta di Configli*), ed iri ella alcuno detto Buono, co*
me già trovanfi e Bu&naiuto , e Buónagiunta , e Buo-
naguida , è fomigliajUi cafati . E principiato avendo
da' Priorifti , iti quello, che molto accreditato è prelìb de*
Pàd^i 0efuiti , io ha -«favate t*V Priori tre volte Ser
Rjiftoro di GowfigHo del Quartière del Duomo , che ha
ap^uato vicitìe te cafe a cjaefta Chiefa. E-pattando'all'
Archivio di'Coltello ,< itfcoilttQ all'anno 1303. una car-
ta di memoria del Padronato ài S. Miniato tra le Tor-
ri fpettante a i Pilailfi , e ceduto ai Monaci di Setti-
mo , la quale è rogata da Ser Aldobrandino di Gon-
figlio : e da quelli due documenti della Famiglia Con-
figli' agevol cofa mi farebbe ftatd d$ aggiugfretfce degli
altri ; fé pur ve ne avefie d'uopo : ma piacendomi total-
mente ifchiarire la cofa , dimoftrerò con altro auten-
tico Strumento, enervi parimente flato chi di quefta Fa-
miglia fi efiiamaffe Buono ; che Mto appunto io leg-
go all' Arcfvefcov^rdo del facchetto d^e i Frati Umiliati
al numv f. e nella Libreria di OgriilFa«tf iti un* foglio
grande fegnato Mulina , A' uno , i l'altro contenente
una provvi'fióne in favore de'fuddetti Frati fatta dal
Comune di Firenze nel 1278. tempore Fote/tarie Domi-
ni Redifchii de S* Vitali Regii Vtiarii in Regimine Fio-
rentino
) ed è fottoferitta da 00, Cittadini , tra' quali
leggefi : Z)0#?/W,f $igna Domini Boni Configli■', il qua-
le verrebbe ad eflere figlio di Buono Conuglio'.* e pe-
rò avendo noi felicemente trovato , e la Famiglia Con*
figli in Firenze , ed in eiTa un Buono , fembra , ch«_»
polliamo congetturare , che il titolo della nofìra Chiefa
derivafie da un Buon Gonfiglio fiato peravventura.» >
o fondatore , o benefattore della Chiefa , la quale fé
lo fece fuo: nome proprio all' ufo delle Chiefe di S.
Maria Ughi, S. Lucia de* Magnoli, la Madonna de'Ric-
ci , ed altre.
P p 2                           IL Ma
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3oo
IL Ma pattando ormai ad altro , affine di ragiona-
re delle ragguardevolezze di San Pier Buon Configli©,
mi giova primieramente notare col Borghini > e con Leo-
poldo del Migliore la fua antichità, che amendue Tar-
gomentano dali* eflfere quefta irata fabbricata nel cuo-
re della Città, e nel fuo più orrevole e riputato fito,
contigua effendo al famofo Campidoglio » del quale ella
fu uno degli edilizi facri , murato ivi ne' tempi del ca-
dere che fece in Firenze la Idolatria , e da* fuddetti
Scrittori fi confiderà per un altro evidente fegno di
antichità , e conforme alle regole di Vetruvio , il fa*
lire , che fi faceva tfraordinariamente nell' entrare di
Chiefa all' altezza poco meno ài ti. braccia dal pia-
no della Piazza , che ricorre fui Corfo , fapendofi per
indubitato, che fé in oggi V altezza è iolo di braccia 3.
e mezzo , ciò procede, perchè il terreno di Firenze in
querta parte fuor di modo frequentatiffimo dal popolo
è alzato da molte braccia , e fi arrogerebbe a provare
quefto pregio di vetuiti fecoli , 1* avere ella già foite-
nuto il titolo di Collegiata > come apparilce da Scrit-
tura dtì 1264. la quale è una elezione di Rettóre del-
la, Chiefa di S. Andrea ; nella qual Carta è nominato
teitimonio Domina s Guido Canonicus S. Fé fri Boni Con-
fìtti
, rogata da .Ser Berlinghieri ài Talento , e fi con-
ferva nell'Archivio del Capitolo Fiorentino: e ne* Ca-
lendari antichi Fiorentini , maihmamente in quello , che
efifte nella Libreria Medicea , e in altro della Strozzia-
nà fi nota , come più di 400. anni fono fi celebrava
la Sacra a i 2Q. jdv. Luglio , leggendoti in eflì così „
„ 2,0, ài Luglio S. Margherita , fella a S. Pier Buon_.
., Configlio per la jfua Sacra . ,,.;■>>■»-j ,'4:.>ì ■
III. Afpettava al Popolo il Padronato della Chiefa,
trovandoti elfo dalla Repubblica patrocinato, quando il
Vicario dell' Arcivescovo Fiorentino tentò di eleggerne
il Rettore ,- rigettando 1' eletto da' Parrocchiani : per la
qual cofa fende la Signoria lettera ali3 Arcivefcovo ,
nella quale domanda , che frammetta Ja elezione fatta
dal Popolo , richiedendo la premura} che deve avere
d
                                   1                                         un
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gol
un Sovrano in fofreneré le ragioni de' Sudditi , come
apparisce dal Libro delle Lettere alle Riformagioni dall*
anno 1444. all' anno 4*5. Debbo però notaresche ii
popolo nel 1564. fi fpogliò di fomigliante onorificenza
per donazione fatta a MefTere Lelio Torelli da Fa-
no abitante in quella Parrocchia nel Palazzo antica-
mente de' Manfredi , poi di quei della Luna , ed ulti-
mamente di Pierozzo degli Altovki. Lelio Torelli, giu-
ila il Signor Menni al Libro ix. de* Sigilli , era flato
chiamato a Firenze per Auditore di Ruota nel 1531. e
desinato quivi dal Duca AleiTandro de' Medici come.»
fuo Auditore , venne a decidere in una caufa contro Lo-
renzino de* Medici in favore di Cofimo I. da cui poi
fu creato Senatore Fiorentino , fuo primo Auditore , e
Segretario . Si hanno fra gli altri parti di fua penna..
1* Orazione funebre in morte del Duca AleflTandto ; gli
Statuti della Religione di S. Stefano ; i Capitoli dell*
Accademia Fiorentina 5 di cui fu Confolo ; fi trovano
belliflìmi confuhi, e pareri in materie Civili , Canoni-
che , e Cavallerefche ; interpretò la legge Qallus ; com-
pofe molte rime Tofcane, fece varie Orazioni , e per
ordine del Gran Duca Cofimo I. fecondo le regole di
buona critica traferiife , e collazionò quelle tanto fa-
mofe Pandette , in tucto e per tutto fomigiianti al ma.
noferitro tefto creduto originale , e confervato gelofa-
mente da i Fiorentini . { meriti adunque di queito in-
figne Senatore furono 1* unica cagione , che molle tutti
i Parrocchiani a cedere a lui , e fuoi defeendenri ii
dominio di S. Pier Buon Coniìglio per carta rogat3 da
Ser Giovan Piero Carmigianì ne* 9. di Agofto del 15154*
confermata nel 1555. dall' Ordinario , come appare in
filza di Ser Filippo Franchini . Ma perchè il ramo
de* Torelli in Firenze fi eftinfe in Antonio , Raffaello,
e Lelio Figli di Francefco , e di Maria di Raffaello da
Soromaia , pafsò il Padronato nel Senaror Giovanni
del Senator Giuliano da Sommaia per rinunzia fatta da
Fra Antonio Torelli Cavaliere di Malta ne* 30. di Mag-
gio
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H °2
gio del 160$. e da Lelio fuo fratello «e* 7. di Giugno
dello tfe0ò anno , per rogito di Ser Frollino dalla Volpaia .
IV» E parlato avendo delle vicende del Padronato,
ne fegue ora, che diamo il novero degl' illuilri Rettori
della Chiefa , tra'quali fin dal 1199. fi nomina Prete.,
Serafino arbitro in una caufa vertente tra Giovanni Sa-
cerdote , e Canonico di S. Michel Bertelde , e Prete-.
P#olo Rettore dì Santa Maria Novella , e decide , che
Giovanni dia a Paolo > 0 ftioj fuccefibri in ogni anno
nella vendemmia due orci di mollo , e rogò la Scrit-
tura JsOtterisgus Index . Nel 11,66. trovali Don Nicco-
lò di Vanni da S. Donato^in Avena? che fu infieme-
rrsente Priore S. Apoftolo , VefcovO di Fiefole > o
pofeia di Recanati , il quale tìtì ili1* & dichiarato
Conte Palatino da Carlo IV. Imperatore infierne coil
Iacopo ., e Lorenzo Tuoi fratelli , Cittadini Fiorentini ,
come coffa per ifcrittura di Ser Landò di Fortino dal-
la Cicogna Notaio Fiorentino all' Archivio generale .
Nel 1424. governava quefta Chiefa il Rettore Giuliano
dalla Cicogna Canonico di S. Lorenzo, il quale fu non
poco travagliato da un Miniftro di Roma? che era Mae-
ftro di Altopafcio in Firenze , Che fé da queito Ret-
tore patì qualche detrimento S, Pier Buon Configlio s
notabilmente fu riparato 1* onore , e lo fplendor della
Chiefa dal fuccelTbre Mcifer Lionardo di prancefeo da
Otri , che ofovammo Rettore di S, Miniato traile Tor-
ri ) e però in/Igne Benefattore dell' una , e dell' altra
Chiefa , avendo quivi fondata la Cappella di S. Paolo,
il cui Padronato donò a Piero di Niccolò Maiegonnel-
le > leggendoci quefta donazione negli fpogli del Mi-
gliore come apprtfib ,: B. Leonardus Francìfci de Orti*
funda'vit
, éf dota^it Cappellani S. faulipojìpam in Ec«
tlejìa $'. Vetri Bòni Conjtlii de bonis quae ernit die
3.
3ebruarii 146S. p JMattbeo Dominici de Cftftro Jirflnco ,
ist eiui patrptifttum donawit Vetro Nicolai Mahgonnelfc »
E queita Famiglia Malegonnejle nella Serie dV Retto-
ci notati dal Sig. jMannij evvi nei 1514. uno chiamato
Nic-
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Niccolòv, e fra poco vedremo Giovanni Caefi pure Ret-
tore , e non cattivo Pittore .
V.  Finalmente dopo l'accennate prerogative barran-
ti a confeUaria ragguardevole , non fi dee tralafciare
la rinnovazione totale feguita nel 173^. fatta con nota-
bili fpefe dal prefente Signor Rettore Cofinio lotti ,
non eiendovi rimafo del vecchio , fé non fé poche ar-
mi ài Famiglie , ed una Immagine di Maria col Figlio
in collo , che fi vede fattura in mezzo rilievo di Lue*
della Robbia , collocata fopra la porca al di fuori» e
delle armi in alto della facciata evvi quella da Som-
maia con quefte parole : Tatronatut D. D. a Sommata :
evvene una avente doghe gialle j e azzurre attraverfata_,
da una banda bianca antica arme de* Malegonnelli ; in
un' altra vedefi un Cappello Prelatizio , con fopra una
palla , che può eifere, che fia di Lorenzo Cappelli , nota-
to dal Migliore tra gì' inGgni Benefattori della Chiefa «
Tutto adunque eifendo itato rifatto fino dal pavimen-
to j nell* entrare a man manca viene un Altare ornato di
Stucchi di Gaetano J&omainelli, che vi colorì la Conce-
zione con S. Giovacchinp; già era dedicato a S. Paolo dal
foprallodato Rettore Lionaido da Orti; r ini petto a que-
lla fi trova altra Cappella , ove adorafi un divoto Cro-
cififlfo di rilievo. All' Aitar Maggiore innovato pure_#
con buon difegno evvi una tavola , che rapprefenta S.
Pietro, che va al martirio, dipinta dal Priore Giovanni
Caefi ) ed ha la fua lode dagl' intendenti , non ottan-
te che fofTe grande il di (piacere del popolo , al vede-
te elevata via una tavola molto venerata per la lunghez-
za di tempo immemorabile , che non fi fa dove fia .
VI.   Quefto Aitar Grande è perfettamente voltato
a Levante per ubbidire a quell'ufo, che ebbero i Cri-
stiani antichi di fifuare gli Altari principali dalla par-
te di Oriente , affinchè il Sacerdote , ed il popolo yol-
taifero la faccia là , dove nafee il Sole j in cui fi rì-
conofee , più che in altra cofa Iddio per elTer egli lu-
ce , e creator della luce . Ma perchè in quella cerimo-
nia fi è dubitato di fuperftizione dal Baldinucci nella
vita
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3°4
vita di Giotto , io ho penfato in quefìo fine di fcufa*
re quefto Scrittore , e di fchiarire la fatuità di sì an-
tica , e pia confuerudine . E primieramente notare fi
vuole , che la ragione di dubitarne al Baldinucci fi fu
1 eferopio di Papa Bonifazio Vili, cui dispiacendo fo-
migliame maniera di orare , per ifpegnerla affatto fe-
ce a bella porta dipignere a Mofaico nelP atrio del Va-
ticano verio V Oriente da Giotto la celebre Navicella
di S. Pietro, acciò il popolo venerandola fi avvezzato
a laiciare quell'ufo. Sebbene non fu egli il primo Pon-
tefice a condannare quefto modo di orare , etfendothè
S.Leone Papa nel fuo Sermone fettimo de Nativitate lo
riprende colle feguenti formoie : Quoti'fieri partim igna-
vantine vitto
, partim pagani tati* Jpiritu muhum tabe-
(amits
, et dolemus , quia ctjì quidam forte Creatore»^
pulcrt luminis per ipfam hcem
, quae efl creatura, vene,
rentur
, abBinendttm tamen efl ab huiufmodi fpecie offici*,
Tuttavolta i Santi Padri non V hanno riprefo , anzi
molto lo commendano fino a raccomandarlo qual rito
derivato da1 SS. Apoftoli , e particolarmente S. Atana-
sio , il quale alla Queilione XIV. ne riferifce diverfi
mifterj riportati da Giovanni Severano nelle memorie,.
Sacre delle fette Chiefe di Roma a pag. 56. come fe-
gue ; „ il primo cavato da quelle parole del Salmo
5> 1-31. Adorabimus in loco , ubi Jieterunt pedes eius , di-
„ cendo che i piedi del Signore fi polarono fopra il
9, Monte Olivero , il quale è di contro a Gerufalem-
„ me dalla parte di Oriente . Secondo , dalla medefi-
„ ma Scrittura , dove Dio chiamali luce , e Creator
„ della luce ; onde chi fa orazione , deve guardare ver*
a lo il iuogo , dove nafee il Sole , acciò dalla vifta^
fua fi alzi la mente al Creatore . Terzo dai fito del
„ Paradifo Terreftre , che era nelT Oriente , donde fu
„ cacciato Y uomo , acciò 1* occhio miri dove il cuore
„ derìderà di tomaie . Quarto , perchè P Oriente , e
» V Occidente fono geroglifici delia luce, e delle te-
s, nebre, perciò fu confuetudine della Chiefa , che quel-
j, lo fi doveva battezzare , guardafie prima verfo l'Oc-
Ci-
J5
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3C*
p cidente , ed in quel {Ito rinunzialTe tre volte al De*
„ rnonio , ppi guardando verfo J* Oriente tre volte con-
?j fei^afTe il rjome di Gesù Criilo . E quefte medefime
5> ragioni fono replicate da* Santi Dioniilo, Cirillo , e
» Giovanni Damafceno , il quale foggiugne , che faccia-
» mo orazione verfo l'Oriente, quali appettando la ve-
3} nuta di Criito Giudice , avendo detto di fé lo fteiTo
» Signore , Sicut fulgur exit ah Oriente , & par et uf-
3> que ad Occidentempita erit adwentHS filli homittit. Che
3, fé in contrario parlò S. Leone , rispondiamo > che a
3, così fcrivere forte obbligato dalle cucoftanze di que'
33 tempi , ne* quali Roma era piena di Prifeillianifti , e
di Manichei ; quindi il Santo vigilantìfììmo in ifcopiir-
j, gli) a'Cattolici proibì il fare orazione voltati all' O-
„ riente, per così differenziarli da i detti Eretici, i quali
3, adoravano il Sole nafcente , e però Papa Leone non
„ voleva, che avellerò i veri Fedeli cofa comune co*
j, riti degli Eretici . „
VII. E venendo ora alla Navicella fatta fare da Bo-
nifazio Vili, nel 1300. noi non abbiamo di certo, die
il motivo del Pontefice folle l'Orazione de*Pellegrini
dalla parte di Levante ,0 piuttotìo la irriverenza ma-
ri ifefta , che face va fi da i Pellegrini voltando le reni al
facro } ed augurio Tempio, ed inoltre è da credere, che
prima della Navicella ivi folle alcun* altra divota Im-
magine , la quale iembrami fia accennata dal fuddetto
Severano alla pag. 55» in dicendo,, e di già fi vedeva..
„ nella fìeiìa facciata un'Immagine antichiffima di noltro
„ Signore , che con una mano benediceva , e coli* al-
,) tra abbracciava S. Pietro . E giacche abbiamo fatta.,
menzione della Navicella di Giotto , credendo , che
non farà difearo al Leggitore averne una efatta iftoria ,
riporteremo qui quello, che ne fcrifle il Baldinucci ai
Decennale tv. fecoJo I. come apprelTo ,* Rapprefeniò
3j Giotto in tale opera la Storia narrata da i Vangeli-
j, ili , quando Pietro vedendo circa la quarta vigilia,.
„ della notte venire in fui mare Gesù , dimandò di
5, potere per fuo ordine egli ancora camminare fopra
Tom. VIL                       Qjj                        „ l'ac-
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3@5
„ 1* acque , come feguì > ma nel fentir poi rinforzare
ss il vento , temendo , e per h paura già cominciane
3) do a fommergerfi , gridò : Signore falcatemi, e fu-
j, bito fi fenrì prefo dalla fua divina mano , e dìrfi :
j, Uomo di poca fede , perchè duhitaftiì Tutto querto fu
s> cfpretfb da Giotto fecondo la Storia ; ma inoltre fe-
,) condo il miftero, appreflb a quefta Navicella fìnfe al-
,, cuni Demonj in fimilitudine di venti , che con fam*
,j gagliardi pare , che procurino di fommerger effa Na-
>i» ve, figurata per la Santa Chiefa 5 e da Grillo con-
„ dotta al porto di falute . Dall' una all' altra parte di
ss effa fra le nubi eranvi i quattro Varig-dilti j ed ella
3, illuirrata da alti fplendori inoltrava , che nel conti-
si nuo urtar delle onde non mai fi fommergea . Fi-
jj gurò un Pefcatòre fopra uno fcogli9 in atto di pe-
J5 fcare > che poi fu guaito dal tempo . Miravafi queir.*
ss opera già nel Paradifo , 0 Atrio di quella Bafìlica,
)3 come abbiamo detto , quando da Paolo V* fu tra*
j) fportata nel muro fopra le fcale , e ciò fu a'24. di
j) Agoito del 16174 con 1' affilteflza di Marcello Pro-
si venzale da Cento 5 che inoltre rifece di fua mano là
s) figura del Pefcatòre con altre in aria : il nome del
j> Maeftro fi leggeva in eflfa cóli'inscrizione di quel Pon-
?) tefice, ma perchè efpoita in tal luogo ali* inclemen-
j) za dell' aria il andava confumando , Urbano Vili, fé-
j) cela trafportare nella Chiefa fopra la porta maggio-
ss re , e ciò fu a' 17. di Giugno i6$g. con altra Ifcri-
,j zione del nome del Maeftro , che la dipinfe , e del
ss Pontefice , che la trafpottò . Dopo, fu da Innocenzio
S) X. fatta ricondurre nel luogo di prima , dove daj.
ss'Paolo V. era irata collocata > ed avendo poi Aleflfandro
ss VII. fatti i nuovi Portici s la fece levare . Giacevai
„ queir' opera degniflìma 5 ridotta all'ultimo del fuo vi-
5; vere , e già a poco a poco fi era andata conlumari-
jj do , quando da Clemente X. per mano di Orazio
j, Mannelli Sabino fu fatta reùauiare , o per dir me-
,s glio del tutto rifare , per collocarla col difegno del
ij Cav. Lorenzo Bernini fopra la porta di mezzos eli-
si tirando
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5°7
» trando nel Portico > nell'Interior parte} che appun«<
5, to è veduta in faccia della Porta grande nell' ufcir,
ài S. Pietro . ,,
Vili. E ritornando per fine alla Chiefa di S. Pier
Buon Configlio» a fine ài dar maggior lume a quella,,
Iftoria , porti in pace il Leggitore fé qui riferirò una
memoria di Martino V. riguardante un priore antico di
queita Chiefa 3 e dice come feguf ?
In Dei Nomine Amen . Anno ab e?hi Ine arttap ione
mille fimo qnadr ingente fimo njìgefimo tertio
, IndiBionc^
prima
, & die decimonono Menfis Maip . A cium Florpn-
tie in Domo hahitatìonis infraferipti J). Stephani pofita
in Tornio SanBi Rofilli de Florentia prefentibus tefii-
bus (id he e habiti*
, é3 rogati* Nobili Viro D. $tej>haw
lohfinnis Bonacurfi Decretar. Dofi. Presbitero Piero Ugo-
lini Refi. Ecclefie S. Donati a Liwizano Plebatus gP
Marie Accillicia^ole Dioecefis Florenf. ty Ser Paulo !#•
cobi Notar, Fior*
Venerabili* Vir Dominns lulianus Cecchi , Prior SS»
Apoftolornm de Florentia e xetutor Apojlolicu* datu/
} &
deputapus ad iufraferipta
> ajferen* fibt haberi quafdam Ur-
terà* Apoftolica* fibi direBa* per SanBiffimum in Chri-
Jlo Patrem Dominion nofirum D. Martinum Divina prò*
qjidenpia Fapam V. fub dat. Rome apud S. Petrum
» de-
cimonono Cai endas Februarii
, Pontificata* fui anno vi,
fibi presentata* fuijfe
, cb* execution, mandari petit, per
Presbyternm Bartolum Franafei Canonìcum Ecclefie $an-
Borum Jlpojìoloritm de Florentia
} quarum quidem lippe*
rarum penar feqnitur
, & eft tali* <videlicet . Martinus
Epifcopu* $ernjus 8er<vorum Dei
> dfleBo Filio PrtOm
ri SanBorum Apofiolorum Florentìe falutem
, $f Apo*
fio li cam lìeneditlionem
. Dignnm arbitramur , (f congruum,
ut illis fé reddat Sedes Apoflolica gratiofam. qnibus ad
id propria <virtutum menta laudabiliter fuffragantur

Dudiìift jtquidem omnes Parrotbiale* Ecclefias ceteraqu^.
beneficia Ècclefiafiica cum cura
? & fine cura tunc apud
Sedem Apofiolicam vacantìa
. & in antea cacatura coU
Qjj 2                             la*
-ocr page 317-
3o$
lattoni) & difpofitioni nofire refermantur. Qecèmimus ex
tane irritum
, éf inane fi fecus fuper hiis a quo quanta
qua^ii auBoritate feienter
, ve/ ignoranter conti*-
geret attemptari
. Curri itaque poflmodum Parrochia-
lis Ecclefia SanBi Pet*i Boni Confila Florentie per
liberai reaffignationem dileBi Filli Conradi Vetri olirn
ipfius Ecclefie ReBoris de illa quam tunc obtinebat per
dileBum Filium lunBam Manzi Civem Florentinum fub-
ftitutum per dileBum Filium Dinum Abbatem Monafterii
S* Marie in Marinia Ordinis S. BenediBi Aretine Dioec.
procuratore^, diBi Corradi ab hoc ab eo [peci ali ter con-
flit ut um in mani bus noftris [ponte faBam
} eb* per Nos
admijfam
, apud Sedem ipfam vacale ri? 3 & vacet ad pre*
fens
, nullus de illa preter nos hac vice difponere potue*
rit
j five pojfit } refervatione , & Decreto obfiflentibus
fupradiBis
. Nos volente s dileBum Filium Bartholnm*
Francìfci Canonicum Ecclefie SanBorum Apoftolorum
*/o
Florentia morum honejlate } aliifque probitatis , & vir-
tutum meritis multipliciter commendatum
, harum intuita
favore prò fé qui gratiofo
> diferetioni tue per Apoflolica^
fcripta mandamus } quatenus fi per diligentem ex amina -
tìonem eundem Bartbolum ad hoc idoneum effe repereris
,
fuper quo tuam confeientiam oneramus , parrochialem Ec.
clefiam predi Barn
, que de iure Patronatus laycorum exi-
flit
) & cuius fruBus redditus , & proventus oBua~
ginta fllorenorum auri facundum comunem extimationem>
valorem annuum
, ut ipfe Bartholus ajferit , no» exce-
dunt
, fi've premijfo , five alio quovis numero } aut ex
alteriti* cuiufeumque Ter fona
» fétt per Confili ut. fé li"
cìs recordationis lab anni s Pape xxn. Predecefforis No*
Bri
, que incipit Execrabiiis <vacet etiam fi tanto tem~
pere vacavent
, quod eius collatio iuxta Lateranen, Sta-
tuiti Concila ad Sedem predi Barn legìtime devoluta ■> vel
ipfa Ecclefia SanBì Petri difpe/jtioni ApoBolice fpeciali"
ter re fermata exijlat
, vel alias generali ter * & fuper
tam
5 vel aliquos in Romana Curia 5 vèl extra eam , /// >
cuius fiatum prefentibus haberi volumns prò exprejfo , per-
mancai indetifa
> dummodo eius dtfpofitio ad nos bac vice
pr-
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3°9
firtinedt , èf eorumdem Vatronorum ad id acceda* , cnm
omnibus Iuribus
, et pertinentiis fuis eidem Bartholo
tìuBoritate noftra conferas
, àt affignes , ìnd'ucens per te
tei alitim
, feu alios eundem Bartholum , mei Procura*
totem fuum éius nomine in corporale*» poffeffionem Eccle-
Jìe SanBi Vetri > iuriumque
, ist pertinentiarum predi ti a*-
rum
) Ut defendas induBum ab omni exinde quolibet [de-
tentore
, ac facias fibi de ipfius Ecclefie Sancii Vetri
fruBibus
j redditibus , promentibus , Iuribus , et ób*venM
tionibus unimerfis integre re/ponderi
, ContradiBorum au*
Boritate noftra appellatione poflpopta .
Non obBantibur pie memorie Bonifatii Pape Vili*.
Predccejforis nojlri
, et aliis ConBitutionìbus Apoftolicis
contrartis quibufcumque
5 aut fi alìqui fuper promifioni*
bus Jtbi faciendis de P arrochì alibus Ecclefih
•', aut aliis
benefitiis Ecclefiafticis in illìs partibus fpetiales
, mei
generules dìBe Sedis
, mei legatorum eius litteras impe*
tra<veriut
> etiam fi pene ad inhibitionem , refermationem ,
& Decretum , mei alias quomodolibet fit procejfum , qui*
bus prefatum Bartholum in affecutione diBe Ecclefie
«S*.
Vetri , molumus anteferri, fed nullum per hoc e'u quo ad
offecutionem Varrochìalium Ecclefiarum
, aut benefitiorum
aliorum preiudìcium generari
, feu fi Venerabili Fratri
noftro Archiepifcopo Fiorentino
, mei quibufcumque aliis
comuniter
, mei dimifim a dìBis fit Sede indultum , quod
ad receptionem
, mei promifionem alicuius minime tenean*
tur
, et ad id compelli , aut quod interdici, fafpendi mei
excomunicari non poffint
, quodqne de huiufmodi Farro-
chi ali bus EcclefiiS) aut aliis benefit iis Ecclefiafticis ad eo*
rum collationem 3 pro<vifionem
, prefentationem, feu quamis
aliam difpofitionem coniunBim\ mst feparatim fpeBantibus
nulli maltat provideri per litteras Apoflolicas non fa*
cientes plenum . et exprejfam
, ac de merbo ad merbiim de
indulto huiufmodi mentionem
? & qualibet alia diBe Se*
dis indulgenti a generali
, mei fistiali cui u (eumene teno-
rìs exiftat per quam prefentibus non éxprejfam
, mei to-
tali ter non infertam effcBus earum impedir ì male ut quo*,
modolibet
> mei differn 3 & de qua cuiufque toto tenore
ha*
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310
%ahenda fa in litttrif noftris mentis fpetialis > Attt quoil
idem Bartholus ut afferip Canomcatum
, #* Frebendam^
Mede fa S anBoyjtm Jì^oflolorum predi Be
> quorum fruBus y
redditus
3 \&* fro'ventus quindeeim florenorum par'vulorum
}rediBam extimationem <valorem annuuw non extedunt no*
fcjtur obtinere , :Mos pnim front efl irritum decermmus
,
#* inane Ji ficus fuper hiis a quoquam qua<vis aMBori~
t£te fetente?
, ^ej ign.oranterattempatum for fan efl haBe~
pus
5 *yel impofterum contigerit attemperi ,
Datum Rome apid S, ¥ et rum xviu. KMendas lem
Iruatii Tontìfaatus nofiri ,anno fexto
. iV
La Cartapecora fopra riportata efìfte nella Imperiai Bi-
blioteca Laurenziana 3 ed è una Coperta del Codice 52.
collocato nel PJuteo rpo. Suiterìm } favori fami da;l Sig,
Canonico Angiolo Bandini ^Bibliotecario della detta Li-
breria 5 chiaro a* Letterati per Ja ijia erudizione-
Quefla Chic fa di S- Pier Buon Confai io , e le due, xhet
qui feguono
, flettano al Quartiere di $. M*MGrPe^0,"
LE-
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J«I
t E Z I O N E XXIX.
DELLA CHIUSA
DI SANTA MARIA IN CAMPIDOGLIO^
• ■ i
Édfatìte che fi crede avere c]uefh Chic-
fa avuta origine , o denominazione dal
Campidoglio > ed anco perchè di unu
luogo così cofpicuo , e degno di me.
moria non fé ne tralafd il difcorrer-
ne, fi dira qui di elfo , prima di ve»
nire a ragionare della Chiefa * E do-
Vendofi parlare di una fabbrica non più efiitente , del*
la quale riori fé ne vede veftigio , riè cofa, che ci di-
ca, qui fu il Campidoglio, per provare efTervi flato
Vérarnerite un sì beli* ornamento della Città, bifogna
che là fioftfa ragione fi fondi fopra la relazione degli
Scrittóri , e falle carte originali * che ce rie danno qual-
che barlume . Prima però oflfefvare quefti rifcontri ,
io Aimo neceffario il diffipare , fé fia poffibile , alcuni
pregiudizi, quali facilmente nafcer potrebbero ne)]*ani-
mo di chi ha fatto Audio nelle rioftre antichità : av-
vegnaché al fentirfi parlare di Campidoglio in una Cit-
tà nel piano fituata , e di recinto creduto in quei tem-
pi affai anguitó , fembra difficile a perfuader fi, che vi
folTe uri edilìzio di così ampia mole j e che folea ave-
re le Tue fondamenta fopra luoghi eminenti , ed inol-
tre per la Cagione ftefla, che non contende a Firenze 1*
Anfiteatro , e le Terme , perchè di quelte abbiamo
chiari contràlTegrìi nelle Statue > e nelle lapide trovate1,
e nulla di ciò ravvifandofi indicante il Campidoglio ,
il faggio Critico duterl fatica ad accordarcelo . Onde
per ingombrare ogni dubbiezza , e rendere più credi-
bile
♦ *
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rSfeM
bile il comune aberro di tanti, Scrittori» mi farò d*{*
h prima ódh fuddette difficoltà, cioè dall'anguria dtì*
la Città . Imperciocché trattandoli di Campidoglio ,
parlar fernpre fi deve con proporzione ài Firenae a*
Roma , in quella guifa appunto lappiamo, che le Ghie-
fé di S. Lorenzo, ài S. Maria Maggiore, di S. Pancra-
zio , e molte altre fabbricate ad imitazione di quelle^»
di Roma , e tuttavqha alle Romani inferiori nello fpJen-
dore , e nella grandezza : ma vaglia il vero , lo fpazio
del noltro Campidoglio non dovea poi eflere tanto pic-
colo, riferendo gli Scrittori Fiorentini , che occupaffe
il Mercato Vecchio , e di più {tendendo le fue torri,
e mura di là da S. Donato de' Vecchietti, dava il nome
sa una Porta della Città detta del Campidoglio, e pò-
fciaài Sf Pancrazio , che per v^ero djre farebbe uno fpa-
zio aiTai notevole , e capace , onde co' torrioni coftituir-
De una foltezza , e dare tutto il comodo di fabbricarvi
dentro il Tempio di Giove Capitolino, fé pur vi fofle flato.
Circa poi all'altezza ad fito, notar mi piace, che non era
queita condizione indifper>fabile per fomigliante edifizio,
conciofliachè tutti gli Scrittori ài Milano parlano dì un
Campidoglio ìp quella loro Città rovinato da Federigo
'Barba roda , benché Milano fia in piano , come fono
altre Città , le quali gloriavano* ài avere quello orna-
rne mo della Romana magnificenza. TuttavoJta noi pof-
(km& ajTegRar.e al notfro , giuita il computo dell* anti-
co piano di Firenze , ed il preferite filo un' altezza di
47. icalini , come dioioltreremo nella defcrizione àclìz
Chitfa. Alla ragione poi forfè la più contraria, e con-
fida abile , quaP era , che niun contrafTegno flavi rima-
fodel Campidoglio , in primo luogo dire mi piace, che
nella piazzetta della Luna aliato a quefta Chiefa dzlU
banda di mezzodì vedefi una muraglia di antidiva , e
ài grofkzza iiraordinaiia appiccata al Palazzo, che fu
de* Manfredi , e poi ài quei della Luna > ed ultima-
mente de* Figli di Pierozzo degli Aifoiti, la qua! mu-
raglia potrebbe edere una parte dell'antica Rocca , for-
mando anche aleggi un temone di poco giro , ma di
gran-
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grande altezza , come ricnìedeva il Campidoglio > dei
quale crediamo, che detta muraglia ne fia un veftigio.
In fecondo luogo diremo cofa , che per eflere giultiCi-
ma a coloro maiììmamente , che fpinti } anzi violenta-
ti dalla inclinazione alla erudizione di cofe antiche, a
fommo itudio le vanno cercando ; in un libro adunque
di ricordanze di un Set Giovanni di Piero di Mercato
Vecchio , e che trovali tra gli fpogli di Leopoldo dei
Migliore , leggefi come appretto ,, 1581.. in occafione di
„ affondarti in piazza Luna un profondiiTìmo pozzo
,5 rimafo fecco^ vi fi trovarono alcuni marmi , cioè una
5, tetta antica creduta di un Romano , ed un fregio
3, pure di marmo intagliato a rabefco , con una teiìa
„ di Lione , che furono dagl'intendenti creduti avanzi,
„ e frammenri dell* antico Campidoglio , e perchè non
3, fi fmarriiTero , Carlo del Nero avendole comprate 9
3, io Via de'Bardi, nella facciata al di fuori di fua Ca-
„ fa fopra, e fotco una fineftra inginocchiata le collo-
si co ,3 Sin qui la ricordanza } e ciaicheduno fi può
fodisfare in andare a vederle, anche inoggi ben con fer-
va te , dandofi luogo alla verità , che ci raccon-
tano tanti Autori , i quali parlano dei noflro Cam-
pidoglio •
II. E per farmi da Giovanni Villani al Lìb. L Cap«
3S. dice „ Marzio , 1* altro Signore Romano fece fare
„ il Campidoglio al modo di Rema > cioè Palagio , ov-
3, vero la Maura Fortezza della Città , et quello fu
„ di maravigliofa bellezza......Quello Campido-
„ glio fu dove è oggi la Piazza di Mercato Vecchio,
3, di fopra { altra lezione dice di fotto ) alla Chiefa,
3, che il chiama S- Maria in Campidoglio ,, Prima del
Villani lo fteffo avea accennato Ricordano Malefpini ,
febbene ne tacque il nome del Signore Romano , cui *
toccò la gloria di fare ti Campidoglio ,• e 1* Aretino,
come quelli che ebbe forfè di non intera fede le re-
lazioni di cofe tanto lontane , e fuor de3 fuoi tempi,
giudicò » che ne folTcro flati fondatori i proprj Fioren-
tini 3 fprpnati , dice egli, principalmente da quel mo-
Tom. Vlh                       Ri                               tivo
—**———■----------------------■
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3*4
rivo di far vive , ed unire al potàbile le azioni:'loro
a quelle dei Romani. Vincenzio Borghini però ., che
è rtaro sì diligenre Scrittore , e forfè il migliore di
quanti abbiano illustrato le cofe di Firenze , non li
oppone , né controverte il detto dei Villani , moftran-.
do alla Parre Prima dell' Origine di Firenze con vivif-
fime ragioni efiferfi convenuta queita eihettìoi dsimoftra»
zione , la quale feguiv dovette né'tempi di Augnila,
in cui vuole edificata. Firenze. Onde che il Poggio di*,
ca , che il Campidoglio, folfe una di quelle fabbriche
dimoflranti 1' antichità di Firenze , torna bene, comer
ancora l'opinione del Monaldi, il quale vuole, che una
delle Porte della Città alle mura dell'antico cerchio»
fi dicerie Porta del Campidoglio, cioè, quella ,, che poi
per molte Scritture fi chiamò di S. Pancrazio,, perchè
vicino a quella Chiefa , tornando fituata là. dove oggi
è il Canto de' Tornaquinci , e da quella parte il Cam-
pidoglio allungava!! verfo Ponente fin fulla Piazza di
S. Donato , come ne abbiamo. Scrittura nel Capitolo
Fiorentino , che fin dal 1007* lo chiama* a* confini di
queita Chiefa : per la. quaJ notizia, vanghiamo in cogjiiK
zione , the infine al mille quefìoi edifizio non era to*.
talmente distrutto. L'opinione poi di tutti gli Antiqua*
rj concorre, che foffe fituato.il Tempio di Giove Ca-
pitolino nella fua parre più folievarat, e la forza del di-
feorfo loro, cui acconfenre anche il. Borghini , piglia
rigore dall'ufo univerfale di imitarli le cofe de i Ro-
mani fenza fvatio , prefo anche dalle Nazioni più re-
mote , come gli Antiocheni popoli di, irraniero linguag-
gio , e di vaiiariifimi co/lumi , per la fervitù profef-
fata a Roma , fecero nei paefe loro un Tempio a Gio-
ve Capitolino : e molto più era conveniente un, sì no-
bil penficio ne' Fiorentini , affretti ( feguita; a ragionare
il Borghini ) dalla parentela che paflfava fra loro, e i Ro-
mani . Or fopra alle rovine di quello Tèmpio voglio*
no, che pofeia fi fabbricafie la Chiefa di S. Maria det-
ta in Campidoglio , cambiata che fu la falfà con liu
vera Religione, né in niuna maniera fi deve far cafo di
j :                                                                                          utli
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3*S
una memoria a* Libri delle Decime dell* anno 1459. ove
fi trova la portala de* Beni di queita Chiefa così5, Beni
„ di S. Maria in Campo di Oglio ;, che certamente fu
o uno sbaglio dello Scrittore , o mal configliata opinio.
«e di quel Rettore , ravvivata poi da Girolamo Mei ,
e deprezzata dal Borgfaini .
III. E per far ragione a quefta Chiefa , avendo or-
mai parlato a baiìanza del Campidoglio , tempo farà
di riferire in primo luogo un fingolar vanto , che ella ha
fopra le altre CJiiefe Fiorentine , confidente in eiTere
andata immune dalla licenza de^moftri moderni Archi-
tetti , i quali nel difegno delle Chiefe, o da farli di
pianta; o da reftaurarfi , perchè l'occhio goda corL.
più facilità del bello delle fabbriche , hanno levate via
le cofe , che la primitiva Chitfa inviolabilmente voleva
ne' fuoi Templi aliai più rifpettati de" nolfoi : per la
qua] cofa più non fi veggono gli amboni allato ali*
Aitar maggiore, né i Cori in mezzo, né gli fpartimen-
ti, che dividevano gli uomini dalle donne, i Laici dai
Sacerdoti , e i Catecumeni da' Fedeli , e pochi altrove
fono rimafi gli atrj }*> portici tolti via per lo fteiTo moti-
vo di avere una facciata più vaga. Quella Chiefa adun»
que collante nell'ufo della naicente Religione , ofler-
va anche i'noggi i tre fpazj ripartiti, foliti farfi di que*
primi tempi , come riferifee il Cardinal Baronio, o
preferive il Concilio Laodicenfe , ed altri . All'entrare
vedefi il primo fpartimento , che ferviva a* Catecume-
ni , vicino alla porta per ufeirne fenza difturbo de i
Fedeli al tempo prefefitto loro: poi fi falgono cinque
fcalini, e trovati lo fpazio deliinato ai foli Criliiani con
due moderni Altari alle pareti laterali, e nel terzo di
quattro fcalini ancora più alto degli altri , fegue il
luogo pe' Sacerdoti , e ^Miniitri dell* Altare detto il
Coro , © il Presbitero , e per varie innovazioni fatte ,
giammai fi è alterata 1' antica forma interiore di que-
lla Chiefa ,
IV- Ed una reftau razione deve eiTerfi fatta nel 13^2.
© in quel tosao 1 dal vedere la Porta della Chiefa a-
£
                                    Hr 2                             vence
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$l6
vente a man manca negli flipiti di pietra V arme di
Papa Urbano V. ed a man ritta le Chiavi Pontificie»
col triregno fopra ambedue gli feudi : né Tappiamo in-
dovinare il morivo di quelle due Armi , fé pur noru
foCTe per avventura ciò avvenuto dall' efferfi trovato
quello Pontefice nella Badia di Firenze col nome di
Don Guglielmo di Grimoaldo Abate di Santa Vittoria
di Marflglia dell'Ordine di S. Benedetto, uomo di fef-
fanta anni , feienziato , di vita molto onefta , e fanta ,
quando i Cardinali radunati in Conclave in Avignone
lo eleflero fucceflbre del defunto Innocenzio VI. e non
orlante che gli folTe fegretamente portata la nuova di
fua elezione , fi può credere, che i Fiorentini affilTaiTe-
ro le due armi in quefta Chiefa in fegno di felicita-
zione al nuovo Papa , ed in memoria de* Cardinali
elettori in quella Sedia vacante , feudo della quale è
1* Arme colle Chiavi . Vi è anche nella facciata al di
fuori dipinta a frefeo 1' arme di lille fottili attraverfa
allo feudo di oro in campo rollo con sbarra in piano
di argento , la quale è degli Strinati Alfieri , cui ap-
parteneva il Padronato , trovandoli all' Arcivefcovado
parecchie collazioni di qut/la Chiefa fatte da detta Fa-
miglia fino all'anno 154&. quando in pena dell' atten-
tato contra il Duca Cofimo I. furono colìrerti France-
feo , e Iacopo degli Strinati a lafciar Firenze , ed au
ritirarli a Cefena , ove fanno figura di ragguardevoli
Gentiluomini • Ma mediante una Suor Maddalena Seri*
nati Monaca in S. Francefco di Firenze, il Padronato
non pafsò affatto alla Parte Guelfa , avendo le Mona-
che nel idi2. e nel 1644. prefentato i Rettori, e nel i6<6.
eiTendofi accordata un' alternativa tra la Parte 3 ed il
Monailero j prefentarono i Capitani di Parte per h pri-
ma volta ; e finalmente per grazia dei Granduca la*
ragione delle Monache fu refiituifa agli Strinati di Ce»
fena nel 1672. regiihata all' Archivio dell'Arcivefcova-
do in filza de* Benefizj Vignali .
V. Entrando ora in Chiefa , incontriamo il pri
mo fpartimento defilato ai Catecumeni fenza Altari
e fenza
-ocr page 326-
p«ivvp"|<vvniP,<v*ii'"''a"P"M"i'P"<*'^
J*7
e fetiza fepolture , feguendo il fecondò de* Fedeli > ove
fono due Cappelle fatte da GioVambatifta degli Ubal-
dini ) de i quali evvi l'Arme fcolpita ne* beccatelli »
che foftengono la Menfa degli Altari» leggendoti nelle
facciate a manritta il nome del Fondatore di elle, ed a
Uniftra una lfcrizione contenente i nomi degli Afcenden»
ti di Giovambatiìia , ma non è fcevra di errori , tra8
quali manifefto è il fare figlio di Ubaldino degli Ubal-
dini il Cardinale Ottaviano , quando fu figliuolo di
Ugo , facendo pure di detto Cardinale fratello Botiifa*
zio Arcivefcovo di Ravenna . Net pavimento evvi la-
pida affai confumata dell* antica fepoltura di Vieri di
Guido del Poliamola. Al terzo fpartimento della Chiefa»
che è il più eminente luogo, ivi s'inalza l'Aitar Mag-
giore , che avea una tavola di Giotto full' alle rap~
prefentante la Nunziata con 1* arme degli Strinati neir
imbafamento , la quale elTendo ftata tolta via per dar
luogo ad una moderna della Concezione > fatta farc_#
dal Prior Rofll a Pier Dandini, ella fu pofta dal defun,
t© ultimo Priore Giufeppe Mariani con qualche fu*u
fpefa alla parete a manritta édV ingreiTo , con addirìm-
petto un S. Antonio pure di- Giotto } la quale ora è fo»
pra la Porta della Chiefa : neJ gradini però del Presbi-
terio fonovi due Armi degji Strinati fcolpite nella pie-
tra ; e nel pavimento dalla banda dell'epiitola leggeri in
una lapida come apprelTo :
' j V. ;v. '* " ■ \ ■:■ i "                    f. '.}
GIO^ MARIA FRANCESCHÌNI RETTORE MDCXV. DA PASTINA
DELLA DIOCESI DI SARZANA .
e di quefto Prete nelle memorie del Rondinelli vi ho
trovato , che donò al Card. Roberto Ubaldini un Ca-
lice antico , che aveva donato a quefta Chiefa il Car-
dinale Ottaviano Ubaldini , e vi fi leggeva nel piede
del Calice :
OCTAVIANVS VBALDINVS CARD. S. M. IN VIA LATA •
e quc«
■Mi.
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3? *
e quefte lettele iniziali : A. v. T>* Q. d. A* che vennero
interpretate così : .« ■ : r ,
ALMA VEALDINI DOMVS QVE DOMINATVB. APENNINO J
ed appiè del Presbiterio viene un' altra p che dice :
$?. FRANCISCVS TORINI VS MDCXCT.
-f-i " -oicissl _'l :.": ci r:.:'ur.j : o .<:>:••. -\t- •■ ■ \. u ■■ • U
TI. Ritmane 'finalmente a notarfi alcunché di Mer«
caio Vecchio , nel quale rifponde la facciata di noflra
Chieda > veggendofi iti -queffa Piazza una vaga loggia
ad ufo della pefeheria , la quale .prima era ^ppiè del
Pónte Vecchio $ ove di pnefente vi fono gli Archibu-
fieri y rirnafa rovinata dalla piena del 1557. « però il
Duca :Gé'firno 1. intento mafférnpre ad ogni arto , che
alia Città apportar poreflè vantaggio s e decoro > nei
156&. la trasferì in Mercato Vecchio fotto quefia Log-
gia^ ^ifegft&ta da Giorgio Valeri, cdrvifa da Archi a por-
ziotìe '4i circolo 5 foftenuti da pilarfri j e colonne di
pietra -con varie ; forti di pefei 1 col piti in certi tondi
del Ir eTgio visuali additano queito luogo -e (fere il Fo-
rò Pi'fcario scori epitaffio in fronte , che qui lotto 'ri-
portererno , e trovo in un Diario del Rondinelli , che
a i-tip. di Aprile fi gettarono ì Fondamenti di quella
Loggia > e fi andò fotto terra traccia 13. Nell'angolo
liella Piazza verio mezzodì evvi una colonna di gra-
àiiOi piantata' ivi mei ì^Sr-cótì foprà 4a Statua della
Dovizia) lavorata da Donatello raro nell'arre fua : va-
ghiflima ella era nella fua poGtura j avente in capo
un canefico pieno di frutti con un ginocchio ignudo,
la cui morbidezza era tniradile : ma nel 1721. a* 20,
dì Ottobre 4ai ghiaccio', e7 #al Sole guaita precipitò
col capitello ,„ onde t4a*« Giovan Barrita Foggini fu
innovata > * per meglio confervarla > V Artefice vói!:e_#
«dn le una vernice a olio , avendo io trovato ne* Lrbri
ffci Camarlingo: della Parte Guelfa la partirà di feudi
Bp g#i coflo di detta Statua, che fu ivi alzata neir ari.
■"^tim :■■                                                                                                      fio
4'
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no feguen.ts nel gìoifrio ài %;MaEths^. Ài Canto;.-.per.
fine della Strada, che : vol«a il iCalimask a:r«nannttau
rimpetto alla colonna > fi trCAVa* tr$ tabernacoli, Q fc.
vero Cappellacon» colonne dii pie tri. alla gotica jfQpr*
le quali pofa un Arco con belli intagli »; e, èeroglJifiai.:^
la tavola dell' Altare è un* Immagine di Maria dipin»
ta full' ade da Iacopo dar .^aftmiaù eòa alcuni Santi ,
tra* quali vedefi\ Sx PietrovMafctd»eninr memoria d'aver:
predicato fu quefia Piazza :^quàlogrih'giorno.^ dice ta
Mella da un Sacerdote deputato dall' Arte de* Medici,
e Speziali > i quali ne fono Padroni . E di quefta Piaz-
za molte pitture ve ne fono in Firenze, tratte da una »
che ne fece Filippo Napoletano in tela .
Iscrizione alla Loggia della Pefcben'a
FORVM PISCARIVM Q^ VSQyE ADHVC TEMPORlBVS
Q^ADRAGESJMÀLIiBVS
AD PONTEM VETEREM FREQÌeNTARA.TVR
NVNC IELVSTRISSIMVS ET' EXt2|.LLENT4MlM.VS
MAGNVS COSMVS MEDICEVS FLOR. ET SBN^R*. ;;DVX II.
ET FRANCISCVS EIVS FILIVS PRINCEPS;"oPTIMVS
VT HIC PISCES CONT1NVO VENDANTVR >
MVLTO MÀIOR1.. SVMPTV, AC MÌAìGrijFICENTIÀ
QVAM ANTEA» ILLIC EXTRYtrjVM FVERAT
AEDIFlCANDV^Iv CVRAVIT • MDLXVIII.
VII. E ritornando alWGhiefa di S. Maria in Cam-
pidoglio , reltaci da notare un antico vocabolo , col
quale leggefi appellata in alcuni ifhumenti » come in_#
uno del 1190. rogato Ser Buonafede, e altro del 1201.
col rogito di Ser Amtdeo , amendue Giudici Imperia-
li : nel primo dicendoli : Hec affa fuerunt in Ecchjia.*
iS\ Marie , que dicitur in Cmptolio , aliter Edigitria ;
e ntl fecondo pure ; A&um fuit afud &\ Manam tn Ca~
pitolio que etiam Odigitria dicitur
, E queito greco vo-
cabolo cue cofe ci cùmoitra , la prima un'invocazione
a Malia 1 così falutandofi la Vergine feorta , e guida-
mM *7                                                                                                  HO*
HBMDIIÉMÉ^HHHHÉ
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laoftra f ed in (ecofldo luogo viepiù confermai la quafi
corniieé opinione > che Firenze negli antichi tempi a-
veffe famigliare la lingua Greca . E per fine riporterò
in lode di queiìa GhieJCa i verfi di Fra Domenico da
Corolla; * die fono
Virginis alta Domut > parva fa ili a licet 5
£>#tf Capitolina cognomen ab arce propinqua
'■■■> Sumpfit
, #£/ Ssdes Iwperialis erat.
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«•;■!■{" -^ntpoms
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»
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LEZIONE
Dilli € H ì % i J
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MTO ANDREA
D I S
Iferifce Monfignor Vincenzio Borghi»
ni ne) Trattato delle Chic fé Fiorenti-
ne a e. 403. che quefta al prefentc^
piccola Chitfa , era fiata anticamen-
te Badia , e con tal nome appellai*
nelle vetuite Scritture j che cenamen-
dovea egli aver letto , e tra quefte
un* dell' 853, che ancora efifie nel Capitolo Fiorenti-
no.» nella quale vengono indicate altre Cartapecore an-
teriori a detto anno > come il Diploma della donazio-
ne di quefta Badia , che fece 1* Imperator Lodovico al
Vefcovo di S. Giovanni i altro di erezione della mede-
fima Badia in Monaftero di Sacre Verginelle; e la cle-
iione della prima BadefT'a chiamata Radoburga , tutte
cofe accadute innanzi all' 853. E benché la fuddetta-»
Scrittura fia fiata data alle fiampe dall' Abate Ughelli
alla Parte 3 dell* Iralia Sacra , e dal Cerracchini nel-
Ii Serte àt i Vefcovi di Firenze , noi a motivo di cor-
roborare quello sì raro pregio riguardante 1* antichità
della Chitfa di S. Andrea ; qui la riportiamo, benché
{corretta al folito delle vetuite carte , e dice :
In Nomine Dei , (ff Salvatori? Hoflri le fu Chrijlt
J,$tharius
5 & Ludo*vicHt divina oberante dementiti /*»-
■ver at or et Augtfii anno ìm^erii eorum ..... trigtjìmé
fertio, quarto decimo Kal. Notembris Indizione
i.
Ego Rodinght , nutic San&ae Florentinae Bcclcjìae E fi*
ftoPtit $$• dixi manifejfa caufa
, */ & in omnibus weri+
Tum. Vii.
                        $ $                                    sai
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tas darei \ quìa Dominùt Ludo-bicus 8erettifflmut Augu*
fius per fu ti ni praeceptum per meam petitionem confirma-
*vit prediBae Domai Santli lohannis quandam Abbatiolam
ubi parava congregatio Fucilarum effe njìdètur
, ist e& con-
firuBa intra tandem Ciwitatem in honorem Santli An-
dreae eo ordine
, ut ego , aut mei fitte teff ore s ad ipfum Mo*
nafierium ordinandum
} & gubernandnm fecundum noftrum
propofitum habuiffemus potefiatem
. Poflea autem me <vi~
dente ipfum Monafierium ìnordinatum effe
, fic ordinandi
ibi Radhnrgam Deo denjotam
, quae fuit germana mea »
ftt^ ipfa fecundum Dominum inibì Ahbatiffa permanersi »
<vclut etiam ipfie Dominus Imperator eam per fuum con*.
firmavit praeceptum ipfiam diebus njitae fiuae alendum
, de
regendum fecundum prìmam praeceptionem . Jpfa njero Rad*
burga Abbatiffa defunga
, ipfum SanBum locum nobis in-
ordinatum remanere njifum e fi . Provvidente* iuxta mer~
cedem Dominorum noftrorum iuxta diBam etiam ordì*
nationem ipfius Monafierii
, cb* iuxta illud praeceptum ,
quod ipfe Dominus Imperator in ipfam noBram Ecclefiam
confirmanjit
> ut ego , aut mei fiucceffores ipfum ordinare
debuijfemus una cum Clericis SanBae rtoBrae Ecclefiae or*
dinar e , & confirmare
. Provvidi de Berta Deo decora > fili a
Hwvepoldi Cornitis Falatiti ut Tuae inibì diebus njitae tuae
Abbatiffa
, & ReBrìx ipfius Monafierii effe debeas iuxts
crdtnationem prediBi Ordinatori* Monafierii
, & iam 'per
diBum preceptum Domini Imperatori!
, fecundum Dominum
inibì Officialìs.....& luminariis faciendum per tc^.
tuafque Mini fieri alt s , & ipfas Monachas regendum , 'àf
gubernandum
» iuxta ipfius Monafierii infiìtutionem } (f
tyna pò fi al iam ufque in finem feculi de e adem Congregar
tione
, njidelicet unde tu eam fecundum Dominum inibì con*
Jlìtueris
, fimi Ut er , & pofl te Abbatiffas eligere debeas %
una cum confenfu Pontificis
, qui in hanc SanBam Eccle-
fiam tunc temporis ordinata* fiuerìt
, ut inibì diBae
AbbatiJfae
5 & ReBricès fimili modo feiant , & tu labo*
randum
> imperandum > gubernandnm , fruendum , & fa"
ciendum iuxta morem tpfis Monafierii quidquid njolueris
,
melìoratidum non peiorandum 5 & inibì libellarios mitte*
re
wtm
-ocr page 332-
V
3,2 3
r$ deh? atti j <eel ali A» ionfcrif tifine s mitttre iuxta iffius
Monafterii conftitutionem annue tradita™ ad prediciamo
fartem noftre Ecclefie rèddere deheatìs prò iffo Monafte-
rio *vefiitum unum honuffi ..... ficut iffi MonaJlerÌ9
in farte Palatii ferfol^vendum confuetus ■ fuit > & 'jp/*-»
Dóminus Tmferator conceJJit nobis . Nam alia fitferimfo-
fita nihil fadentes tibi , aut ad Succejfores tuos de far-
te noflre Ecclefie fed fio perfetualiter fermaneat fer hane
•rdinationem , ficut nojlra decretit njoluntas . Qtàdem »
i& ffòndeo me ego fufrafcriftus Rodingus Efiscofus, mei
mei fuccejfores-fi ut fi *vos ita annue ferfolweritis , Ut ad"
iwflenieritis iuxta iffius Monajlerii injlitutionem fi iffum
Monaslerium wobis fro quolihet Cafitulo retollere *voluc-
rimus , & ita ordinati*™ ejfe non ftrmiferimus ficut fu*
ferius legitur comfonituri wobis effe debeamus fuccejforef-
que nojlri auri librai quinque . Quidem } et ego BertsL,
dicata Abbatijfa Dco > una fer licentiam datam frediBè
Hwvefoldo Domino Genitori meo fromitto me , et Sue*
cejfores meas ut imflemerimus } ^r" fi iffum MonaBcrium
de frediHa Ecclefia weBra , àt dominium fubtrahere que*
fi<verimus , et non fermanferimus in ea omnia qualiter
fuferius legitur , tane eomf onere nos , nojlrafque Suctef-
fores effe fromittimus a farte iffius Ecclefige *veftrac
fimiliter ftna auri libras quinque . Inde duas chartulas
•rdinationis uno tenore fcriftas , & eas tibi traditas .
*> A&um in avvitate Florentiae in eadem Domo feliciter
*~ Ego Radingus Efifcopus manu me a fuh feriffi .
? Ego Berta Abbatijfa manu me a fubfcripfi .           ,a*
Ego Hunjefoldus Comes Palatii fro me a largì tate fé»
ftum efk.
                                               .
Ego Petrus Efifcopus rogatus a fufraferiftis manti mm
fubfcriffi.
Ego Domitianus Presb. et Vice .
Ego Tbeubaldns Diaconus fubfcriffi.
Ego Arìtfaldus Diaconus fubfcriffi.
Ego Rùfchari Presb. fubfcriffi.
< Ego Gambertus fubfcriffi.
KiMgo Uvalbr. Arckidiac. fubfcriffi.
O 5 2                                          Mfft
-ocr page 333-
■j, Ego Rocchìfiut Itesi/, fuhfcrifjt. v;H- ? t -sSUr -tlVc*
, Mlg^111® wanus Amacriferti te flit ±; tm^'m^i^mi
Ego Mer<vingo rogatus fubfcripjt.. -^ ; ^ ..^ ^ sf t
«Ego RaitnbaUttf rogeteus fnbfcrif.fi". s . •„.- -, ,; <,'
S'ignum manus Laaris Vìcecomitis iejtit' .
Signam marws Adalgauci Vaffalli D Alberti Com> tefttt .
*&go Simfertó Not tiriti s Script or huips Chartj/lae ex
ìttffiom D> Imperatoris pò fi tradita compievi ,& de dì.
IL Ora chi ben confiderà il contenuto di quella
documento , vedrà che non fi va lungi dal vero, fé 4
iìabilifce i* epoca della naitra Chiefa nel!' 8gq*ìP 11%
quei torno , imperciocché dobbiamo dare non pochi
anni del dominio di etTa prendo gl'Imperatori , cuipa^
gava 1' annuo tributo ; altri anni fi hanno da coniare
tra la donazione a* Canonici, € 1* erezione delia mede-
(ima in Monaitcro , e qualche tempo è d'uopo d'ar*
logere pel Badeifato di Radoburga , che dal Vefcc-
vo fi dice defunta prima dell' 853. e per conseguente
fumo nel fecolo 9. vero principio della Chiefa di S. Ari*
drea, di cui intiaprendiarno la Storia .
III. E non potendoli dubitare , che già da que*
tempi fiorilTe tra' Fedeli il laudevole coftume di tenere
fatto la difciplina di divore Congregazioni le tenere^
Fanciulle } uno di quelli luoghi fu la prefente Chie-
fa : ubi ( fono parole del foprarrifexito Contratto) ttbi
parva Congregatio Vuellarum effe vìdetur ; i\
qual luo-
go divenne pokia regolare Monastero per V induìtri.a.1
e zelo del Vescovo Kadingo : Onde abbiamo il piace-
ilt di qui notare , come la Chiefa di S. Andrea fia ira-
ta uno di quei più antichi Monafteij , fé non il pri-
mo , che polla provare la fua fondazione con ifcrirture
antiche autentiche, originali , e certe » e non per det-
to dì Autori ddriruti di autorevoli documenti . Dei
nomi poi delle Radeffe , dalla medefima Scrittura tre
fé ne porgono , che fono Radoburga , e Berta , la quale
muore nclT Sgo. lafciando , che a lei fucceda Idcmber-
;ta figliuola del Conce Wcopoldo > chte ancora ,Ubai*
i*l '                               *                                         do
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do € difle, e quefta è approvata , e confermata in ta-
le dignità dal Vefcovo Andrea col feguente Diploma»
che efiite nell" Archivio del Capitolo Fiorentino » «d
è dei tenore , che appretto :
„4&&* **In! Nòmine Domini Noftri le fa Chrìfti \
Breve recordationis , quomodo in prefentia Sacerdòti*
rum-, Levitarumé' Cleri miffi de parte Domini Andreae Sam*
Bae Fiorentina Ecclefiae EpifcopÀ & per eius confenfum
,
&vH)oluntatevi Berta Deo dicata Abbatiffa filia bonae me*
moriae Wepoldi i qui fuit Comes Palatii fecundum fuam
firmitatem
', & ordinatiomm Idemberta Nep. fua » Ve*
fie SanBae Religionis
, filia Ubaldi Cornitis ad Abbatijfam
in Monaftcrio Sanili Andre ae fitto intra hanc Fiorentinam
Ciwitatem
, ut poft deceffum ipfius Bertae ipfa Idemberté
ibidem ordinata
s é" confirmata fuijfet in ipfo Monàfierioy
Quam
, ■ é" in omnibus rebus ibidem permanentihusiftfué
habere debeat poteftate
, habendum. t tenendum, regendum^
fubernandum
, & in omnibus faciendtim iuxta Ulani char*
tulam ordinazioni s
■ , quam bonae memori ae Rodingus Epi*
feopus in eam conjlitmt
, & fecundum e a precetta, qua*
DeminuS) & bonae recordationis Dominus Ludowicus im-
perator conftituit y ($ 4p(a idemberta, ibidem Abbatiffoi*
fina cum congregatane Monacharum ibidem Deo férnu*
lant. ibidem eas AbUatiJfas eligen. & per fonum de ipfé
Campana \ Ut thurribulum de ipfo Monafierio eas in'vefli-
ret iuxta fuam firmitatern -cunu wnfenfu iffius Domini
Andreas Epifcofi. Euftttm. efi rhvc• ìbiqve\h»b. ipfoì MonàBe*
rio Sanfli Àndreae in pre.fentMi Ferri Archiffesb. &ìsjfjtM
berti'Archi di aconi
, Fahlfi.aDiac. .& Vicedom. Maypertè
Tresbytero
, Salomone Diac. Primicerio y Manno Diacono %
M'iffi eidem Pontifici
, Petrus Preibyter , Agirandus Brc-
tbyter Aproaldo Presbyter Regibaldo Diaconut ^Utepba-
ttltS Notartus &C, : ,              ■ >■■.'* S :;;•;■                ••■■ -h
IV. Ma quando quefte Monache abbandonato il
Convento dr-Fnenae li irasferitfero a San Martino éU
•Menfoìa appiè de* Monti di Fiefole , finora non mi fo-
to .avvenuto a trovarlo; convìen peiò due t che un»
&ià                                                                                   tal -
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tal pafìaggio /addivenire primi del 977. perchè nel
Buìlettoné leggefi i^Huliter Imp. Otto dona'vìt Efifroy'
Elorenùnq Monaflerium $j Andre e de FJòr. èum omnibut
ìsonis fuìs anno
977. e nel ggo. tra i 1 Beni Capitolari;
fu confermata dal Santo Vefcovo Poggio , il quale nel
fuo Diploma riferito dal Cerracchini , diteci aver-
la? ricevuta in dono dal Marchefe Ugo figlio di Uberto
Marchefe di Tofeana * Né fi confonda il Leggitore irt**
contjandofi in tante varie co,nrei£oni di quelra Chiefi
fatte ora da i Principi , ed ora dai Vefcovi, non efleni;
dotpef vero dire norlro piccolo vantaggio , il ravvi fa».
re dalle fopraddette Scritture V antichità della prefente
Chtefa . Così facile ci foiTe lo (chiarire un altro dub*
bio/fopra Una nuova appellazione della medefima ,v che
kggefi nelle Scritture dal tnilk inpoi,cioè : Cotnohium
S* Andretié fujitum inxCi>vìt£itGlsl&r* prcj>e Forum Dotti*
ifjfcfci ;Ms frofciArfum,
Sulla? quai notizia Leopoldo
del "Migliore ai; e, 502. dubita aliai, che, la Badiola di
S» Andrea , dopo la vicenda di Congregazione ài te-
nere Fanciulle ,-e di Mona.fte.10 di Sacre Vergini, folle
ajttesj Convento di vReliglofi} ed il /Migliore fi prò*
lefta effer mo$b a dubitarne dalla proprietà della pa-
rola Cdcnobium , che prell'o i Latini .antichi è intefa per
un Convento di Religiofi .
                         ,; = n           , ■■■%-V
•', Iti. E feguitando il racconto delle vicende cui ef-
pofto fu sì antico Tempio > dopo il mille troveremo,
parecchi altri Diplomile rnafTimamente del Vefcovo Fio-*
remino Ildebrando , che molto portato a favor di San,
Miniato al Monte j dove riedificò la Chiefa in forma di
magnifica Bafilica > ponendovi per ufiziarla i Monaci
Ciuniaccnfi , e loro donò la Badia di S. Andrea per
carta del ^024. rogata da Alberto Giudice 9 e Notaio ;
e benché/ il fuo fuccelTbre Lamberto confermato averle
tutte Je donazioni fatte a S. Miniato da Ildebrando >
la Chiefa periò noftra nel 1025. donò con tutti i fuoi
ferii a Pietro Primicerio, Sichelmo , ed altri ,• il cori*
fratto di tale conceffione eiTendo de 'verbo ad nterbum
meli* Ughelii , ci contcnteremp, di qui darne il funto;
/,
                                                                              Là***
-ocr page 336-
Zmhertits• Spifc. Fior, conce di t Tetro' frimìùemoFj Ani
drtae ì\ 4$f Sichelmo Citrico
, Fètroy Gherardo ,• & Aldo*
hrAndino FF. Alberghile Etrclefiam
, éf Oratorium S* An\
dreae Jttam in avvitate Fior, propè Arcum una cum offtr\
? Mortuario > & Coente ter io , éf cum Cafà , & terra
gnte ipfam habitationis d. Tetri Frimicerii é?Cé prò an*
nua penjìcne in Feflo S> Andrene denariorum
24. urgente
tradendorum Monafterio 8. Miniatisi ad auod ditta EccUÀ
fia S- Andreae pertinebat
, & cum onere retinendi in dtÀ
tta Ecclejta S. Andreas tres Sacerdoter cum Mijfìs &c*
an.-ioi^.if.Non.Aug. Ind.
8. Ego Fiorenti us Mot,
JWiptor posi tradita compievi
, cum confenfu Leonis Ab-
bati* S. Miniatis .
E così la Chiefa ritornata a i Prc«J
ti in numero di tre Sacerdoti in que* tempi affai con-
fiderabile , io ni' induco facilmente a credere, che efla
da quefto tempo principiaffe a chiamarli Collegiata , ti-'
tolo, che per qualche fecolo feguitò a godere S. Andrea r
avente Priore , e Canonici , come appare da' feguentt
Contratti efiftenti nel Capitolo Fiorentino, che in tante,
mutazioni di Padroni non mai rinunziò alle fue anti-;
ehifTìme ragioni. Nel 1244. abbiamo adunque , che Dt
Fropojìtus Fior, prò Capitalo confirmat eleBionem fabiani
de Presk Maffeo Canonico $. Andre ae in Priorem eiuf$em\
Etcì, /almo tamen iure Capi tu li in ere&ione D. Priorità
rog. Uguccius Alberti Iud. & Not.
e nel 1264. viene al-
tra conferma di Priore così : 1264. Prepojttus , efr C*-
Konici Fior, confirmant eleBionem fd&àm de Domino^ Boa
2atto* in Friorem EcclefiìieS'. Andrène
, >■& powupt' in pofà
feffionem einfdem Ecclejiaè
. Ego Petrus Ghefiardus Benci"
de Cerreto Maggio rog.
da i quali documenti fi vede t
che i Parrocchiani erano padroni di prefentaré il Prio-
re , ed il Capitolo di approvarlo , e facilmente emen-
do inforte tra* Popolani j e Canonici delle difficolti*}*
$l quefte pone fine il Vefcovo Andrea «de' Mozzi col de*
creto qui appreflb: viqi.Dominus Epifcopus Andreas FlotS
tenunciat Capitulo^ eial donat Ecciefiam S. Andrce, Ù*
ius confirmandi Friorem eiufdem Ecclefie■ . Ego Io banner
*lim Perfetti de Fodiobonzi Index
' & Not» regali : e>
nel
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«el rriedeiTmò iniio il dettò Vefcovo , cerne leggeri net
Bùllctrone : Epifcofut Plorentinut Andreas dimijìt con*
frwationtm Ecclejìc $. Andree Capi tu lo
, refermata fihi
tura Pojuli
) wjìtatìone , & correzione Priorit diìle^
EccUJte .
Oggi però quefto Popolo non vi ha più vo-
ce» depcndendo anche la elezione? dal Capitolo Fioren-
tino , in cui vegliano le ragioni del Padronato t con-
fermate da Eugenio IV. nell'anno 1435. con fua Bol-
la • E* bensì vero, che per concelfione del detto Pon-
tefice tre anni innanzi fu meffa in Commenda in fa-
vore del Vefcovo di Sidonia per fegno di una ftraor-
dinarìa benemerenza contratta dal Prelato col Pontefi-
ce, ritornata poi al Capitolo per 1' accennata Bolla ,
che fi conferva predo i Canonici al numero delle loro
Cartapecore 102. Ma,quando io qui mi credeva di aver
terminato il ragionamento riguardante i varj ragguar-
devoli Padroni di S.; Andrea , a quelli aggiungere mi
occorre , una Famiglia illuftre Fiorentina de'ta de-
gli Elifei per una Cartapecora in Sanra Maria Nuova,
ìri cui fìt legige , che del ; 1371. Leonardus olim £). Ba*
tiàccnrjt dt tifais Pop. S. Marie N^potecofe de Arcu
Pi etati * fecitteflawentum
érWove vuole , che deferatttr
Corpus fuum per homines
5 & Ter fona* de Domo de Adi*
m&ihts ed fepeliendum in Ecclejta S* Andree Calli fr^a*
U
, ufi PatronuS) eiufdem in Semulerò fendo in dici tu
Ecclejta
. E di quello Padronato notar mi giova , ch«i^
fi f. a e qui Ila fife dagli Elifei per il folito favore del Po-
polo r e perchè; fi chiamaflero effi de Arcu , o de Ar*
toraì
avverte opportunamente il Signor Manni nel lo-
<Jai0 libro; delle Terme , che vicino alla lor Cafa era-
ini uno de' molti archi dei condotto dell' acqua , che^.
andava alle Terme , e non avendo alcuno Scrittore pre-
fpi il penfierq di fpiegare il fumo» o la ragione dell*
voce aggiuntavi de Arcu Fittati* , uè pure noi perde-
remo il teropo^in fare l'indovino .- :,
*,,' VI. Ne efiTebdo difeonvenieme il dare qui una fe-
rie de 3 Priori r che governarono quella Chitfa , mi fa-
d&l più antico » che trovili , ed è un certo Prete
Bo.
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BonizìoV o Boriici nel \i6%ì che vende uri pezzo dv
terra a Metter Ugo Rettore dell'antica Chiefa di San-
ta Maria Novella, al qual contratto dà il fuo confen-
fo Giulio Vefcovo Fiorentino , ed il Priore fi fbttofcri-
vc : Ego Bomcus Ecclefie&. Andree Jìte Fior. Dei Gra-
fìa KeBor
; e rogarono Cìprianus, & Galìtius Imperiateti
ludices ;
e lotto il medefimo titolo abbiamo veduto di
fopra un Prete Maffeo , ficcome nel 1264. un Prete.*
Bonatto , e nella convocazione del Clero Fiorentino,!
fatta in Sede vacante nel 1286. leggefì tra i fottoferntiy
Simeon Dei Grati a Re&or Ecclejte $\ Andree yrojte Arcum^
il qual Simone nel 1.291. con altri Rettori fi fottoferiiTe'
alla Sentenza data dal Vefcovo Francefco contra a chif
avefiTe portato indebitamente l'abito de* Frati Minori ,
e Umilmente nel 96. colta , che lo ftefiTo Rettore pre-
fcrive la Regola , e dà V abito alle prime Monache^*
di Santa Maria fui Prato per commiflìone del fuo Ve*
feovo , e quello Simone era de'Miglibrelli chiamato da-
Ser Filippo Duranti , che rogò il Teftamento di lui ,t
V'èn. Sacerdor , & ReBor S. Andree de Foro weteri , e_»
nel mezzo della Chiefa vedefi la fua effigie fcolpita di
rilievo fu d* un laftrone di Macigno, vefiito degli abiti!
Clericali . «. v
VII. E poiché fiamo in Chiefa, confiderar mi piacet
r ultima reltaufazione, che fé ne fece dal Capitolo Fio-
rentino a fue fpefe, avendovi rinnovata la facciata, et»
fcala di pietra , che mette in Chiefa , dove fono tre A4**
tari : a manritta viene una Pietà in tela dipinta moderna*
mente ; l'Aitar maggiore è ifolato con alla parete del-'
la tettata una tavola del Grillandaio , il quale vi effi-
giò Maria col Bambino volto a Santa Reparata genuf
Ilefla 3 tenente in mano-la. bandiera del'Popolo Fioren^
tino , ed a* lati i Santi Gio: BatifU , Andrea , e_,
Zanobi , e nella fella del Santo Apoltolo vedefi fopra
quello Altare efpofto un Oilo del Santo cfiiufo in una
guglia ài ottone di lavoro antico . Segue per ultimo la
terza Cappella a mano manca , avente un quadro full*
alfe rapprefentante i DifcepoH di Imaus a menfa co&
^*lom. VIL„
                          T t                            Cri-
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Crifto , e fi créde opera di Giorgio Va fan . Ne omeN
ter io debbo tre cofe a(Tai notevoli feopertefi nel ri-
facimento della Chiefa , o fivvero nello fcavo fatto : e
primieramente fi trovò il corpo del Canonico Fioren-
tino Niccolò Strozzi confervatofi incorrotto già da un
fecolo ) effendo egli morto nel 1554. come appare da
moderna lapida affilia alla parete ,• in fecondo luogo fi
feoperfero le mura antiche della Chjefa con queila bella
particolarità) che fi videro le Croci dipintevi in occasio-
ne della Sacra ; e per fine fi otTervò quanto refìi fotto
terra il Campanile , mentrechè vedefi un ordine di fi-
neftre , e ài colonne del medefimo } efler rimafe fepol-
to fotto il terreno .
Vili. Sulla Piazza della Chiefa , che viene verfo
mezzodì , rifedè una volta la Univerfità de' Linaiuoli in
un Palazzo antico, veggendovifi anche inoggi fulla Por-
ta fieli* Architrave le Armi de' Duchi d* Angiò Protet-
tori del Popolo Fiorentino ; fimilmente V Arme della-
Chiefa con le Chiavi , e quelle della Repubblica , e_»
della Univerfità » che ha per divifa un S. Marco corL,
Leone alato , e libro aperto.; di prefente in quella Ca-
fa fi raduna la Congregazione de'Poveri di ' S. Gio: Ba-
tifta . E finalmente noteremo il danno venuto alla Chie-
fa dal fuoco per due incendj orribili } il primo del
1304. per opera di Neri degli Abati , e 1* altro nel
1,601. che principiato in Mercato Vecchio , e fpinto dal
vento giù per Calimala } feorfe fino al fecondo canto di
quella ricca itrada , e lì fi arreftò per grazia di una-.
Immagine di Maria fui detto Canto dipinta , fotto il
cui Tabernacolo furono meffi a caratteri d'oro ì fe-
guenti Verfi , comporti da Gio: Badila Strozzi faraef©
Poeta de' fuoi tempi , e dicono :
ÀVLSM , RVPPE , SPEZZÒ L* ORRIBIt FVOCO
FIN QVÌ VOLANDO , MA L* 1MMAGIN PIA
OGNI POTER TRONCOLLI IN QVESTO X.OCO.
Fine del Tomo VII,
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APPENDICE.;
Er fupplire ali* omiffiont di alcune Appenditi
da me intralafciate
■', a cagione de i Tomi di*
venuti affai collimino fi dalla copia delle no-
tizie riguardanti la Storia delle Chic fé Fio»
rentine
, viene qui un' appendice ,_ che ahm
traccia le correzioni non di uno
, ma dì più libri , che
ejfendo fiati letti con occhio al /olito corte fé
, e diligen-
te da i miei Cenfori : qui riferirò le critiche loro riflefm
(toni
. E Però dando il primo luogo alle annotazioni fenèm
tremai erudite del Sig. Abate Giovanni Lami Teologi
Cefareo
, re&ituifco alla Ghie fa di S. Lucia fui frati
al Tomo ir. il titolo pregevole di Parròcchia j del the il
d/ditai <> che a detta Chiefa ne IT antico nm conveniffè > per»
che chìamafi nel Diploma del Vefcovo Fiorentino Gio: Man»
giadori
Cappellai S. Luciae , e dall' Abate Ughelli ,
Sactllum S. Ludae , vocaboli da me firettamente tntem
fi
'■',' ma dal predetto Sig. Lami , colla folita fua eru-
dizione illuBrati
» affembrato egli adendo efempj , che*
dimoflrano un tal nome convenire pure a Chiefa Parroc-
chiale . Nella fieffa lezione di S. Lucia anche io por-
tato dall' opinione comune degli Scrittori Fiorentini in
altro sbaglio fono caduto
> cioè fegnando l' epòca della.*
venuta de' Frati Umiliati all' anno jzoó. quando il me-
defimo Stg. Lami eruditamente ne dimoffra V errore col
mede fimo diploma del Vefcovo Giovanni
, nel quale chiaro
appare' il principio di detti Frati mejfi per il Vefcovo Ar-
dingo in S. Donato a Torri di Firenze } cjfere inveri
T anno
1230. e fu queflo propofito legganfi le Novelle^
Letterarie del
1756. num. 20. e \\. Debbo pure alle det-
te Novelle una nuova [coperta dello Spedale de lebbrofi
fui Prato
, che non altrimenti deve chiamarfi di S. Eu-
febio
, ma di S. Iacopo a S. Eufebio , e piacenti fu que-
flo frepofito di arrogere alle belliffime ragioni del Cen-
fori una notizia y che io mi fono avvenuto a trovare ne i
T t a                             hbri
/
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libri dell* Archivio dell' Arte de* Mercatanti , ne' quali
qualche volta chi fcrijfe
, farti dall' ordinario errore , o
notò come fegue ,, i%36. iy. Settembre fi alloggia nelle
jj ftf/Jr <&//o Spedale a S. Eufebio il Vefco<vo di Mileto
n Ambafdatore del Re Roberto':
1400, fi fa il nuovo Ga<-
i9,,marlÌngo dello Spedale de' Lebbrofi a S. Eufebio \
/430.
»* fi affittano le Cafe dello Spedale a S. Eufebio . „
II. Nello fteffo Tomo w. fono ancora feorfi altri er-
róri di fiampa
, e perorai la Ghieja fi'Ogni fanti fi cor-
regia/-° Ì Jeguenth.'• iflUe pagine 266,
di Ungheria ,, deve
dire
, di' Portogallo , zé$. S., Elifabctta ., vi fi aggiunga
di Ungheria . 271. .Sepulcrum ..... Dini yhggafi Sepul-
crum Gucci Dini ,286. B. Alberto , deve dire B. An-
giolo .. • x:i y
            t v, , , ^yi r ,. ,, y f
e,.-..' III. \Sopra il .Tomo v\ riporterà, quello \ che notò il
chjarijfimo Gè fui t a Padre' Girolamo. Lag orna rfini co» fua.^
lettera^ feri tt ami nel
1757. adì i.:di Marzo , defraudan-
do egli così il ■ tempo alle fu e letterarie imprefe quanto
prepiofeji altrettanto fati co fé
, e la Jet ter a è V' apprejfo ,,
,5 Ver minorarvi la fatica di raccorre gli errori di' fiam-
yi pa •> occorfi in quefiè tomo
, ve ne fegnerò alcuni > che
j, infin 'ora ho, offervati : pag. xxrx. ne IT ultimo, verfo
>v dell* ìferizione di Cofimo 111, fi legge MDLXXXVin. o
5, va MD(ZLXXxyiu. pag. 63. il Redi autore del Bacco
m in. Tpfcana fi^dice
Tommafo , e va detto Francefeo ;
lì pag. !75" nsll* iffrizione } che, vi fi riferifee , fi ItggC^
», adveriari per adleryari , e promittfntibus per prqmic-
^ ^ten^ilpus ._ Per difcpoj qualche altra cafa \ e acciò che
yj Vediate ,eh*fio 'h^,2f^A^:cfij^'^i^^^-\^^. (he hp, let-
■ty\tQ%}.mi; avanzo a dire
, che tutte, quelle iniziali pofie
p*-?iell' ifcrmione- dell' .Elettrice Palatina a pag. 69, ja-
irr ebbe fiato bene
, che foffero fiate per voi feifrate , fic-
jj come avete praticate in altra iferizione meno difficile
*) a pag- 89. ( la maggior parte, fono lettere iniziali
,,j-rde fi, molti titoli', che V Elettrice avewa •> come moglie
j>}sfi,at.ti fieli[J2lettor Palatino ■>-altri poi come Granprin*
^cipeffa di Tofcana
) Mi, fono maravigliato , che ali*-*
hk\$4gi\&>$fli» h^*-jf/téP: cofì prc&o sbrigato- dati* affunto di
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}, nominare i Servi di Dio nfciti da S. Giovannino 5 te-
,j nendo io per fermo, che i Padri Sottomaior , Patrim
)>■ gnani , Capece , Balefirieri , ed altri fiano flati quan-
}, to molti di altre Religioni } che fi chiamano ne II3 O-
}> pera Venerabili , Beati, e Santi . Fo* *//7if, che non ne
}) volete parlare 5 perchè la loro memoria è recente . Que*
j> fio farebbe forfè baftante motivo per uno , che parie
j, dal pulpito , ma. non per uno , che feri ve alla pofleri-
)} tà , e a i lontani
, i quali di loro non ne fanno ,
>1 fapranno nulla ( D<?/ Padre Sottomaior a lungo fi è
,, favellata al Tomo i. nella Lezione della Chiefa di S,
j) Salvatore a Pinti 5 degli altri nel decorfo della Sta-
ti ria vi. farà occafione di rammentargli
).. IS Ifcrizione di
j, Niccolò Stenone , che avete dijfeppellita da* fotterranei
j; di S> Lorenzo , e ci recate alla pag. 8 3. nsn vi fa-
ì} prei efprimere
, quanto mi fia ri ti fcita gradita j e dirò
5) ancora opportuna . Di tal foggetto io ho apprejfo di
jj me un volume di lettere originali 5 fcrìtte per la mag-
5, gier parte al Grun Duca Cofimo in. dalla Saffonia »
3) ève era egli Vicario Aposlolico , dalle quali ben fi com-
jj prende , che nelV elogio Sepolcrale meritamente egli è
,j chiamato Deo plenus . ,, Sin qui la lettera del fopral-
lodato P. Lagomarfini
; altri sbagli però debbo notare ac-
caduti nel predetto Tomo v. e maffimamente alla Chiefa
di
5*. Giovannino 3 dove è fiata lafciata la tavola dell*
Aitar maggiore
} ove da Cecchino Sdiviati è slato di-
pinto Crifio in Croce
, con appiè la Madonna , la Mad-
dalena
j e S. Gio: Evangeli fi a titolare della Chiefa ; e
le due grandi tavole del Refettorio non fono di Fabbri^
zio
, né di Francefco Bofchi , ma di Arfenio Mafcagnf
fatte nel
ióoi. Inoltre avvertirò il Leggitore come or-
mai, è terminata la innovazione della juddetta Chiefa
>
ornata tutta la volta di fiacchi indorati fatti dal Sig*
Bartolommeo Portogalli
, indorate pure le cornici , o
le nicchie delle Statue lungoK la H-vata-, e fta per finirfi
lo sfondo nella fi effa volta
5 grande braccia quadre 464.
rapprefentante la vifione di S. Gio: nelV Apocaliffe al
capi* iv» la dipintura fiudìatiffima è del Sig* Ago fimo Ve*
ra-
..
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134
racm . Sopra ti rx. Tomo ho pure ricette une lettera
iall erudito Autore dell' [fiori* letteraria d' Ittita F
trance co Antonio Zaccaria, U anale [coprendo alcuni
miti sbagli , qui riporto per una'opportuna correzione , e
dice come figa,
Lafdate, che di alcune picciole cofe , eh*
», nello (correre il Tomo ci ho offerito , vi prefinti una
noterella : alla pag. 79. dove> parlate de i mamufiritti
dell Opera dt S. Maria del Fiore, era forfè luogo di
v citare ti rato primo tomo degli
Exturfus luteraiif per
* tir t'&l8l' e fa' do™ *• furio a Ungo di Le'
MJJ. e ne do un picctol Catalogo . Alla pag. ili t
altrove chiamate ti Concilio Fiorentino farro Vittori
„ //. generale , il che non è vero , né fin ora in al-
a ama, che de' Concilj generali abbia dato notizia , $
troverà tal Concilio ( del mio è ancor più prave l er-
rore di Leopoldo del Migliore
> che nella fin Firenze
lllufirata alla pag.
45. firive Ma perchè Hon è for-
" K %           M°*d* > chff fi *a "»'*« ■ ' comférWttL.
„ W/r cofiituMm generali , „ */ ^ Apofioiico Dffm
areto , f**«,# f„,//* tf ^y,^, . ^ ,£'            -
degna , j «yfr. „W„,, dell'onore di tre Sommi fin.
„ **/fr, , tn celebrarvi tre Concilj generali Ecumenici )
„■ a pagina 215. voi mettete neW anno 1104. il lm
Concilio Fiorentino , che altri pongono Vanno figuen-
te , farebbe flato bene, che ne avefte data ragione, ef-
fendavi contrarj il Lalbè , /' Arduino , ^ */*„' /«£
„ w* #*«,«, (io tntralafciato di addurre ragioni, men-
treche ronfio la tfirixhnt nella facciata della Catte,
itale ; e la fiorta di Scipione Ammirato
, che àffegnano
l anno
, ,-o4. ) „ ,//* pag. 26H. figuite il Ciacconio ,
che nel 6-jÓ. mette un Concilio Romano fitto Aeato-
é> ne
; I «r^/^ri però Critici fanno falire fui trono fon.
tificele Agatone nel 6-j8. nel aual anno fi fono auel
u Concilio Romano
. (All'opinione del bravo mio Ce*,
foro mi fittofinvo
, e tditta più , perchè l anno 67«.
tra il primo di Pupa Donno , the regnò anni due ) al leu
» m: J07. /*/, ,,/,,, A/ F^W, *,>*/**• , W,?//„
» Mapollaao , ,//« ,$^ Sitttnùna Angiolo degli Accia-
»
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335
j,, inoli nel 1384. il MazttucheIli mette quefio fajfaggio
{&nel
1383. Circa la morte del Cardinale 5 vedrete nel-
j) la Storia letteraria d'Italia tom. 8. pag. 211. citato
t) un Mff. della Strozziana di Firenze
, contenente una.*
1, Storia di Tifa Jino al 1422. nella quale Storia cbia*
ramente fi mette la morte di quel Cardinale a* 3 r. di
)) Maggio del 1401. ed a quejla come fcritta in Pi fa »
>) dove morì , * da Autor coetaneo j e che ne deferire
s> /'/ funerale , crederei dover fi preflar maggior fede . ^?/-
)j la Sepolcrale ifcrizione del me defimo Cardinale nella
j) Certofa di Firenze , credo , <r/>? manchi una lettera al-
ti la parola
libi s cioè una q. fibique ; alla pag. $ié. voi
,j mettete V affunzdone al Cardinalato dello Scarampi nel
li 1440. * avete ragione , #2# farà errar di ftampa dovi
>j ///>ff del medejimo a carte 359. Cardinale 1441. ficco-
5) #?* è altro errore a carte 316. Marrane per Marlene •
j)
Non fu poi perchè non abbiate almeno accennato dello
» Scarampi il paffaggio alla Chiefa Aqutleiefe t che fe-
ti gut adi
18. Dicembre 1439. »
IV. Sin qui il commendatiffimo Scrittore della Sto»
ria Letteraria d Italia
. Un altro poi errore mi convie-
ne per ora accennare da emendarfi nello flejfo tomo
} ed
è alla lapida modernamente collocata al Vilaflrone finifiro
iella Cupola con Iscrizione compofla dal P* Lionardo Xi*
menes Gefuita •> e Geografo Imperiale , in occafione
5 che
per ordine del medefimo Imperatore egli riformò ivi la me-
ridiana nella Tribuna della Croce
. Or ficcome in tal for-
te d' Ifcrixioni AJlronomiche fono fignificat'ive le virgo-
le
) e però da non poterfi né omettere j né fupplire co'
punti
j per emendare lo sbaglio riporteremo intera ì O
riformata la detta ifcrizione in altra Appendice , che
daremo del ru tomo altrove