NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divife ne' fuoi Quartieri OPERA
DI GIUSEPPE RICHA
DELLA COMPAGNIA DI GES�'
TOMO SETTIMO
DEL QUATiTlE^E D 1 S. G10VAKKI
Parte Terza
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IN FIRENZE MDCCLVIII.
Nella Stamperia di Pietro Gaetano Vi vi ani
in Via de*Servi, a�l'infegna di Giano.
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COH LICENZA DE* SUPERIORI»
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PREFAZIONE.
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O facilmente mi perfuado, che
non lieve fia il difpiacere del Leggitore della mia Storia , qualunque fiata egli incontrai! fu quefti fogli ne' frequenti cafi di Famiglie Fiorentine una volta gi� illuftri, ed inoggi eftinte , per cagione o di ci- vili difcordie, o di terribili mortalit�,o di altre fu- nefle vicende, che ne' paf�ati fecoli travagliaro- no Firenze. Di niuna Famiglia per� � fiata pi� deplorabile la perdita, quanto di quella antichifli- ma , e potentiifima dei Vifdomini , la quale fem- brava, che doveffe eifer eterna , per le molti- plici diramazioni de i Figli , e de i Nipoti di quel Davizzo Vifdomini Perfonaggio fino dal mille accia marittimo. Quindi � che nel mandare io alla luce il prelente Volume, ho giudicato effere mio dovere di dare nell'ordine delle Lezioni il # 2 pri-
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primo luogo a quelle della Chiefa de' Vifdomini,
bench� venga in concorrenza di altre Chiefe, per vero dire, ugualmente ad efla vaghe , ricche , e forf� ancor pi� fplendide , ma nel pregio rag- guardevoliflimo di antichit�,, al nome de' Vifdo- mini tutte inferiori ; Crefce ancora il rammarico univerfalmentc^
conceduto dalla mancanza di tal Cafato, f� i� conf�derano le fvantagg�ofe conf�guenze, che da fomigliante perdita ne fono derivate , principal- mente alla Chiefa Fiorentina, effondo che enlu. riguardava i Vi(domini,come Amminiftratori vigi- lantiiTimi dei beni della Menfa Epifcopale , e-» quali Cuftodi potenti della Sacra Pedona de' Ve- scovi , ed Arcivefcovi , di cui erano obbligati con giuramento a difenderne le ragioni , i privilegj , i diritti, e la vita loro medefima. Ho premeffo adunque, o Fiorentini, quefta
breve prefazione al mio Settimo Tomo , inten- dendo con ci� non folamente di entrar a parte con Voi del giufto {�ntimento a s� grave difgra- zia , ma infiernemente di ravviyare in quello li- bro il Nome , ed i meriti di una Famiglia , che � ftata cotanto amorofa , ed offervante co' voftri Vefcovi , ed Arcivefcovi, e per confeguente an- cor benemerita del Clero, e del Popolo Fioren- tino . |
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OTA DELLE CHIESE
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DESCRITTE IN QUESTO SETTIMO TOMO
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Velia Chiefa � S.Mkhele Fjf^
domini. . |
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Della medej�ma .
Della medej�ma «
Della Chiefa, v^M^M�na$ero '
di S, Niccol� in Via del,Ca~,*, corner� , Della Chiefa > f del Monajlero 11
di S* Orfola . Della Chiefa } e del Monafiero
di S> Barn ah a. � ■■ * Di?//' Ofpzio detto di So Tom-
maso d'equino . ' Dello Siedale di S. Matteo .
Del medej�mo .
Della Chiefa di $. Caterina de-
gli Abbandonati. Della Chiefa, e Monafiero di S*
Domenico al Manlio. �<?//# Chiefa di S. Mano,
Della medej�ma.
Della medej�ma .
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Della medej�ma .
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144,
Le. |
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VI
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LEZIONE XVI» t I3fIla ffiedefim.q * f } -- f
Della Cbiefa di S. Marta tt�
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227. 2 3 J, 241.
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2.21.
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Df//# mede finta .
!>*//<* Compagnia di S. Gio: B�-
tifta detta dello Scalzo . J}fi//g Cj?iefa dkSLBartoIommet) �
Della Cbiefa di $. Maria Nep»
tftmcofe ." Della Cbiefa di S* Tommafo .
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Lezione xviii.
Lezione xix. Lezione kx. ,
Lezione xxi. Lezione xxii.
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Lezione ;y^m%: .Disila Cbiefa di $. Criftofant .
Lezione xxiv. Della Compagnia 5 e Cbiefa del-
la Mifericordia Nuova . Lezione xxv. Dell* Oratorio del Bigallo*-
Lezione xxvi. Del medefimo ,
Lezione xxvii. Del medefimo .
Lezione xxvm. Della Cbiefa di S. Pier Buon
Configlio
Lezione xix» Della Cbiefa di S* Maria in Cam-
pidoglio . Lezione xxx. Della Ch�efa di Sant* Andrea.
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NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
TOMO SETTIMO.
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LEZIONE PRIMA.
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DELLA CHIESA
DI SAN MICHELE VISDOMINI.
i - -- --. �= "HUando in una Citta trovane
parecchi Chiefe consacrate ad
uno fletto Santo , � una f�rte congettura per dire 5 che fe- gnalani�lmi benef�zi efTo abbia compartito a* Cittadini ; quindi � che ravvifandofl in Firenze-», memorie di ben cinque Tem- pli a S;. Michele dedicati , f�a*- mo di credere , che queir Ar- cangiolo fia irato de' Fiorentini amor�fo Avvocato :'E le Chiefe fue erano S. Michele in Poggio , o in Po- dio, S. Michele in Orto > S. Michele 3erteldi, S. Mi* Tom» VII. A chele |
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chele in Palchetto l e San Michele Vifdomini : e fe_*
le vicende de* tempi obbligarono la Repubblica a di- roccarne due 3 toilo dalla medefima fi procur�, che rie- dificate foffero altrove , come S. Michele in Orto ro- vinato per comodo de'Granai , e San Michele ' Vifdo- mini fpianato per dar luogo alla fabbrica di S. Maria �<�l Fiore s amendue per� con pi� bel difegno altrove rinnovate : e f� della prima gi� copiofamente f� n* � par- lato nel primo Tomo , qui ragioneremo della feconda) dando la Storia della Chiefa d� San Michele Vifdo- mini, per vero dire alquanto difficile ? a riguardo di fua antichit� 3 ma con lo fchiarimento di alquanti dubbj fpe- riamo di togliere non poco della molta confusione. E per� facendomi dal primo »< ftabilir qui debbo» f� una.. Porta della Citt� detta di Balla , foffe quella chiamata de* Vifdomim Fondatori di noftra Chiefa, pofeiach� da varie fcritture fembra , che fofTe una fola , come nell' Archi- vio del Capitolo Fiorentino 1388. fi d� a livello una Cafa > At~lum Fiorentine in Burgo Balle $ feu S* Michae- lis ViceJ. ed in una vendita di Orto , e Cafa di lavo- ratore trovali ali* anno 1400. yrofe Vortam Balle 5 feu Vice dominar um: Tuttavolta ftabiiiamo, che di tal nome erano due diverfe Porte della Citt� , trovandofi circa il mille memorie) che parlano di una Porticdla detta de* Vifdomini , quando non era principiato il fecondo Cerchio di Firenze , in occafione del quale tra le Por- te nuove fu fatta quella di Balla , cio� nel 1078, ed a* foprajcxennati documenti rifpondefi , che eflendo que* Contraiti pofteriori al 1363. tempo, nel quale fi rifece ia Chiefa di S. Michel Vifdomini appunto allato al- la Porta di Balla , crediamo) che i Notai per mag- giore chiarezza de' confini , o fivvero per adulazione^ della potente Famiglia de* Vifdomini principiaiTero a chiamare la Porta di Balla , anche de* Vifdomini. IJ. E tolta la confusione delle due Porte , viene»,
altro dubbio > f� quella de' Vifdomini folfe Porta del Cerchio primo , deferitto in antico da Ricordano Ma* lefpini, il quale nel novero delle forte ninna menzio» '..".>' A" *\S ■ \ ;ne |
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ne fa della Porta de' Vifdomini ; ma avendo noi una
nuova efattiffima delineazione de* tre Cerchi di Firen- ze , con autentici documenti quafi ad ogni paOTo fatta dall'inikncabile Signor Manni , a cos� bravo Antiquario ci rimettiamo , dicendo, che moltiplicati gli abitatoti , furono fatti intorno al mille alcuni ingrandimenti , o fivvero Borghi aventi alcune port�celie, una delle quali verfo la Piazza di S. Giovanni era chiamata de' Vifdo- mini ,. e tale fituazione ci piace , poich� dovendoti effa collocare vicino alla Chiefa di S. Michele , dalla qua- le prefe il nome de* Vifdomini , fulla fuddetta Piazza^, appunto veniva S. Michele , che fu incorporato nell'e- difizio della Cattedrale , come chiaro fi ravvifa dal Va- fari > e pi� minutamente da un Diploma di S. Andrea Corfini Vefcovo di Fiefole in cartapecora, il quale con- fervafi nelle Stanze del Padre Abate de'Celeftin�, cui ne debbo grado di una copia , che riporter� fui fine della Lezione III. « che far� d* uopo rammentarla fovente in quefta Storia r III. Intanto iliuflrati due principali pumi , dire-
mo alcunch� della prima antica Chiefa di San Michel Vifdomini , della cui antichit� fcrivendo Stefano Rof- felli Autore del fecolo paffato, dice come appiedo ,, � e perch� ella � una delle maggiori, e pi� principali � Parrocchie , trovafi molte volte nelle antiche- Scrit- � ture nominata, occorrendo benefpeflb ne'contratti � far menzione delle Parrocchie , per accennare il luo* � go, dove fi fono celebrati ,e con tale occ&f�one l'ho � io trovata circa a 400. anni fono pi� volte citata co- � s� : in Fop* 8. Michaelis Vtcedominorum � E Monfignor Borghini di un fecolo pi� antico del Roifelli , nel fuo trattato dell* Origine di Firenze Parte 1* pag. 292. de- scrivendo il primo Cerchio , afferma di avere Ietto in Iftrurnenti antichi di 500. anni nominata a* confini Ec+ clej�a S. Michaelis de Vicedominis . E nel foprallodatO Diploma del Santo Vefcovo di Fiefole fono le feguenti efprefl�oni : Ecclej�a 8. Michaelis Vicedominorum ^uetus * & antiqua cuius initii non efi memoria $ con queir/ ai- A t trsu
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tra forinola , S. Michael�s V�ced. Bajtlica et primaria.
Inoltre molto opportuna ad ifpiegare il merito di fua antichit� � la riflefl�one , che fa Leopoldo del Migliore., fopra le lettere fcolpite nel tondo di pietra, che anch' oggi vederi in alto fulla facciata , fcrivendo egli come fegue � Jfcrizione attorno ad un Cerchio di pietra in ,, fronte di ella di lettere Longobarde alludenti a* fuoi � Fondatori , che dice cos� : Queflo fegno � comune de* � Vicedomini figliuoli della Tofa , Aliotpi fundatori , o 55 padroni di quefla Chiefa ; eflendoch� lanciandoli la ra- � gione di ci� pofare fopra Io carattere Longobardo, 5, che fono, fecondo il Cardinal Bona, pi� di 6oo. anni, � che manc� , o vero dalla parola Fundatori , e noru � Fondatori , come dir dovrebbe/i coli* o} e non coli'», ,, che parrebbe fatta in tempo cos� antico , nel quale ,, non fi era per allora feparata , n� ben purificata la_* », lingua latina dalla volgare , il punto confi/te in ve- ,, dere una Scrizione porta nella facciata di una Ghie- 3, fa Parrocchiale in Citt� > che la chiama fondata d� j, una Famiglia fola in tempo, quando fu grandifl�mo il �j rigore tenutoli, che le fondazioni delle Parrocchie^ ,, fcguifTero a fpefe , e di confenfo comune,, Sin qui ]' Autore della Firenze UJuftrata , fopra il cui raccon- to fa d' uopo per� dire , che quel fegno ila irato rifat- to , ed alterato eziandio nelle parole , conciofiach� circa il X. fecolo non ufavanii quelle Armi , che qui fi veggono in mezzo al cerchio di Lione addanaiato, di un Campo di oro* e di argento , e di un Paftorale > ed in que' tempi non eravi ancora veruno della Famiglia de* Vifdomini , che fi appellaffe della Tofa, che corL. tal nome principiarono �blo a chiamarli nel fecolo XII. notandoli dagli Scrittori eruditi delle antichit� Fioren« tine , che i Figliuoli di Davizzo di Guido Vifdomini folfero i primi 3 i quali dal nome di lor Madre detta Tofa figlia di Migliorello de* Vifdomini prendeffero un fomigliante cognome ; Onde per non contradir total- mente al Migliore ? diremo, che quel tondo di marmo vi folle lidi*antico, ma pi� alla femplice cos�; Signum |
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Vi e � domino rum, ampliato pofeia nel 1363. anno della fon-
dazione della feconda Chiefa , dove vedremo traslatati i vetufti Sepolcri con baili rilievi di uomini, e di don* ne de* Vifdomini . E qui un altro sbaglio noteremo pre- fo da non pochi di que', che fcriffero della Cattedrale^ di Santa Maria del Fiore , dicendo, che in grazia di que- llo fovrano Edil�zio 3 fofTe rovinata la noftra Chiefa nel 1300. fondati fulla notizia > o fivvero lapida > che dice eflerfi gettata la prima pietra del Duomo nel 1298. non riflettendo effi > che avendo durato s� varr� fabbrica da pi� di anni 120. non era necefTario di rovinare ne* primi an. ni tutte le Cafe , e Chiefe da comprenderfi in Santa». Maria del Fiore ; anzich� f� confederiamo il Diploma del Beato Andrea , fembra , che la Chiefa di S. Mi- chele non fofTe fpianata prima del 13^1. ed ecco le parole del pregiatiffimo ifhumento : Que Ecclej�a *vetus, & antiqua 8. Michaelis , & Muri , & Domus , & Offi- cine eidem Ecclejte coherentes deflruende <veniunt , & eo- rum fola, & terreni, & Jitus incoraranda , �f includen* da 'veniunt in malori Ecclej�a Fiorentina. IV. Perch� poi la foienne funzione di benedire la
prima pietra della nuova Chiefa di San Michele fofTe fatta dal Vefcovo di Fiefole , e non dal Vefcovo Fio- rentino , maffimamente che trattavafi di Chiefa de' Vif- domini , i quali aveano grande iurifdizione fui Vefco. vado di Firenze , apparifee pure dal fuddetto Diploma in quelle parole, Cum licentia, confenfu > �f auflorittte Reverendi in Chrifto Patris Domini Domini Tetri Dei gra» tia Epifcop Fiorentini in remotis agentis , <videlicet itu tegatione pr� Domino Domino noflro Faj/a Urbano in far- tibus Alemanie , & Ungarie . Era adunque in quel tem- po Vefcovo di Firenze Pietro Corfini Cugino del San- to , ed occupato in Ambafcerie del Pontefice; alteri- te era d�lia fua Diocef� , e per� ad Andrea elfo commi- f� la ragguardevole cerimonia . V. Or ritornando a San Michele , mi giova nota-
re di chi fofTe il terreno, fui quale fu rialzata la Chie- fa con quel bel difegno, che vediamo fatto da Andrea Or-
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Orgagria il pi� commendato Architetto di quella Ca-
gione , e che ne fodero Padroni di quello fito que' della Famiglia del Palagio , vediamolo in Leopoldo del Migliore alla pag. 369. dove dice come appreflb ,, Gap- � pella di quei del Palagio con una Aflunra dell' Em» a, poli. Vogliono, che elfi ottenelfero quel luogo in ricom-* ;, penfa del terreno conceduto a* Fondatori per edtfl- 5) carvifi fopra la Chiefa 5 argomentandolo quelli per ef« 5, fere fiate quivi molto appreffo , e molto nell* antico j> le fue abitazioni a foggia di Palazzo > fecondo il 5, baffo flile, e modo tenuto di murare di que' tempi, da >, cui prefero quei Cafato del ^Palagio, elfendofi fingo» 5j larizati in quello ,, Ed il Roffelli afferma il medef�mo fulla congettura feguenre ,, veggendofi fino a* giorni no- 3> t�ri vicine a queita Chiefa molte Gafe antiche di que* 35 del Palagio ; lo che � veriffimo , ficcome la Scr�ttu- 5, ra feguente ci dimostrer�. ,, II Senatore Carlo Strozzi pretendeva aver documenti dimoiiranti ? che fi gettaffero quelle fondamenta in un Orto de' Falconieri , il quale certamente �ra qui contiguo, (tante che le Gafe deJFal- conieri erano, dove inoggi fono i Forni pubblici. I con- fini per� della noflra Chiefa trovano* accennati nel fud- detto Diploma cos� a 1» Via , que> ducit ad Sanciunu Q�lium ? a t. Via , que di ci Pur di Balla , a 3. fili or um , �r" heredum Merii quondam Li]>pi , che � il famofo Neri di Lippo del Palagio , di cui ha parlato pi� volte il Sig. Manni « VI. E conciofliacofach� dal fuo vetufto principio fi*
no alla met� del xvi. Secolo fia Hata fempre Chiefa Par- rocchiale in mano de i Preti , non difgradevol cofa fa- rebbe P arrogere al fin qui detto la ferie de' fuoi Ret- tori , ma io trakfeiandone quei molti , che vengono accennati ne i contratti , annoverer� tre Rettori cele- bri per alcune vicende, e fono il Prete Ridolfo efpref- famente nominato Rettore da S. Andrea in occafionc* della nuova fabbrica ad ftifflicationem , prece s , 4ff in- ftant�am freshyteri Roduljthi Rectoris Parrocchiali* > & 'Curate Ecclefie $� Michaelis Vi e e domi no rum . Il fecondo i;., fu |
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fu Niccol� Tofinghi Cat�onko Fiorentino, il quale nell*
anno 11 ip. 27. Agofto ricev� in quefta Chiefa col confenfo de'Padroni la Congrega de* Preti detta della Concezione % obbligata a partire da Santa Maria fopr* Arno . L* uU timo de i Preti fecolari col titolo di Rettore , e Cu» rato fu Me (Ter Francefco Grifoni 5 il quale col confen- fo , e volont� de' Vifdomini, a*Monaci Celerini nel 1552. rinunzi� la Chiefa con quei patti , e condizioni , the riporteremo in altra Lezione � |
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DELLA CHIESA DI SAN MICHELE
VISDOMINI,
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Unto importantiffimo di quefta Storia 3
niun pu� dubitare , che non fia , lo {"chiarimento di non poche dubbiezze riguardanti i Vifdomini Padroni anti- chiffimi della Chiefa di San Michele , di cui abbiamo principiato a ragio- nare » confeiTando e (Ter noftra in- difpenfabile obbligazione lo ftabilire con autorevoli do- cumenti la g�ufta intelligenza di quefto nome Vifdo- mini , ed � ben ragionevol cofa , che ognuno in leg- gendo le noftre Notizie fopra di detta Chiefa , vada., interamente informato , o fi voglia delle condizioni , o dell' incominciamento , o della autorit� , o de* Privilegi de* Vifdomini . Quindi facendomi dai principio loro, notar mi giova , che fino dal Secolo vi. rrovafi un tal nome denotante una principale , e ragguardevole digni- t� nella Corte del Pontefice Romano , e de i Vefcovi , come air Epirlola 2. del libro 1. di S. Gregorio Vice, dominum enim conftituimus y cuius arbitrio commifimus Epifcopatum difpnendum ; ed il Sigonio fotto 1' anno 785. tra i Legati che Papa Adriano I. mand� al Con- cilio Cojftantinopoiitano , annovera Patrem Vicedominnm Ecclefie . Che cofa poi s* intenda in quefto vocabolo , varie fono le lezioni } intendendo i Canonifti un Eco- nomo : Oeconomus , qui ex Clericorum numero Epifcopa- tum adminiftrat : Uno , che faccia le veci del Padrone > vogliono i Legifti Vicedomini 5 qui Domini vice res ipfi admimjlrant ; Al Cardinal Baronio per� piace d* inter- pecfarlo : Difenfore dato alla Chiefa , e al Vefcovo » E nota
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nota il Magri , che il Vicedomino nelle Cavalcate de'
Papi egli veniva il primo dopo il Pontefice, quafi Cu- ftode della Perfona pi� facra in terra. Onde fembra » che un Vicedomino importafle un Personaggio autorevole » grande j e d� prima ftirpe, acciocch� poteffe difendere i beni della Chiefa, e il medefimo Vefcovo dagli Ereti- ci , e da i Signori prepotenti ; e che quefta foffe 1* in- tenzione di S, Gregorio , apparifce dalle pofteriori ? ed Imperiali Coftituzioni , dette di Carlo Magno , nelie^ quali faffi lunga menzione de' Vifd�mini . II. Or pattandoti dall' univerfale Chiefa alla fio*
rentina , f� io non fon forte ingannato, penfo > che IV if�ituzione de'Vifd�mini ad imitazione di Roma , avef* f� il fuo principio in Firenze , non fubito dopo 1' efem- pio di Gregorio , ma almeno prima del mille , e che un famiglia me difenfore il Vefcovado noftro aveffe gi� nel nono fecolo , o in quel torno : muovemi a crederlo la riferir� Goftituzjofle di Carlo Magno , il quale nel fuo foggiorno in Firenze per le Fefte di Natale dell* anno 876. f� riform� la confufa Citt� , f� onor� �su Nobilt� con privilegi, f� reftaur� le Chiefe faccheggiate da'Xongobardi, � ancora molto verifimile , che penfafle a i vantaggi del Vefcovo , e per confeguente iftituiffe il" Vicedomino conforme alle fue Coftituzioni » E a qual grado di Perfone fi raccomandaiTe neV primi tempi que« ita illuftre j e gelofa cuftodia » f� agli Ecclefiaftici , o f� a Laici j ilamo �i credere , che i primi Vifd�mi- ni foller� Cherici da qualche principale dignit� diftin- ti , togliendoci di ogni dubbio un Iftrumento di do* nazione di Beni , che fece il Vefcovo di Firenze Ram- baldo , dove leggefi fotteferitto loannes Can> & Vice do* minus $67. Dopo il mille per� incomincianfi a trova* re con tale cofpicuo nome i Laici , come nel bel Di« ploma del Vefcovo Atto 1037, nel quale elfo conferman- do a* Canonici i Beni > e attribuendo alla Menfa loro nuove entrate , nomina la donazione fatta da Daviz- zo , e Giovanni Vicedomini > quatn Damizns Vicedominus etufque Nepos Ioannes pr� falute anime fue eontulerunt Som, VII* B tre*
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predici* CanonUe l Cuntm mdeTtcetVI qne �ft in TJe$m&>
&, Tetri de Valla. N� mi fi dica, che quegli foflFe Per* fona EcclefiafHca , anzi Vefcovo Fiorentino fulla mal configliata opinione di chi tale lo credette per veder* fi dipinto un fuo Ritratto nella Curia Arcivefcoviie > ed Iscrizione , che dice : DAVIZVS VICEDOMINVS 1PISCOP, FLORENT. MXXVW
errore certamente della Cronologia , imperciocch� noi
avendo, oltre il riportato Iftrumento altra Cartapecora dell* Archivio di Ceftell� , la quale � una rinunzia di beni pref�b la Chiefa di Santa Repar�ta , e fatta in fa- s�re della Chiefa di 8* Pier® a Ema nel 1046. Efpref. fo in effa leggo Aclumiti prej"entia Davizi Vicedomini y da i quali documenti X\ dimoftra , che Davizo non fu Vtefc�v� i ma bens� Vicedomino ; e di quefta opinione � jfure l'Autore delle note fatte ali*Italia Sacra dell'Ughel- li�'■,; notando alla pag. f�. come appreflb : Infcrqtio Da* tpfa�i iinagini in aula predilla ( Arcivefcovado ) fobie eia fic habet D�<vizus Vic�dominus Epfcop Florent. quae quidem fi duo �ltitna <verha extendantur d�bent le g� Epfcogatut fiorentini, �deout effigie* ill*a non fit Epfcop aluttius fiorentini , de quo nufpam repriattfr mentio , fed uniut �'x �Tieedo-minis , & Tatronis Epfcbpatus &c. E che di pi� debba egli ricoiiofcerfi per Laico , fi deduce eviden- f�nlenre dall' avere avuto moglie chiamata Tofa di Mi- giiore�lo » dal cui n�me un Tuo Figlio co* fuoi Defcen- d�n'ti fi diff�r� ��lla Tofa, notizia, che Leopoldo del Migliore feri ve di aver trovato in una cartapecora,, pr�ilb l'erudito Antiquaria il Capitano della Rena, ed altres� ih un Contratto di livell� nell'Archivio de'Ga* ironici Fiorentini nel 1130. ed in fimil guifa ne difee- fero dal fuddett� Daviz� gli All'otti , e Tofinghi ; E i�otifi con tutti gii Scrittori Fiorentini, che s� nobile^ Famiglia ebbe neceffic� di diftinguerfi dipoi fotto varie denominazioni , avvegnach� effondo ella de' Grandi, e corae tale tenuta lontana dal governo popolare 5 pe* |
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rimetterli in illato , e grado di godere degli onori , fu
neceflario a' Defcendenti di Dav�zo pigliare altri O.fa. ti , e quanto quefti fi moltipjicaflero, veggafi nei Pro? tocolli di Ser Bartolo Nevaidini Notaio, e Cancelliere de* Vifdomini circa il 1349. ed appunto in un rogito di lui di detto anno trovanfi otto Conforterie , delleu» quali a lungo ivi fi ragiona; e noi qui fommariamen- te ne diamo il novero, come fegue . d< A e. 2. ,, Antonio , e Giovanni figli di Belligiardo
� della Tofa, fi nominarono de* Belligiardi.,, A e. 8, � Agnolo di Filippo di Saffp della Tofa (1
� nominarono dei Saffi.,) A e. 13. 5, Canciozzo di Filippo de i Vifdornini , fi
� nominarono de i Canciozz�. � A e. 30. � Bartolo , e Francefco di Accorfo di Mefs.
� Duccio de* Vifdomini, fi nominarono degli Accorfi. � A e. i$* » Zanpbi di Mefs, Gherardo de* Vifdornini,
� fi chiam� de i Gherardefehi . ,, A e. 42. � Simone , e Piero di Bindo de' Vifdomini j
� fi chiamarono de* Bindoli . � A e. 44. � Mefs. Gherardo , e Ghino di Ghino Vi-
� (domini fi nominarono degli Aghinolfi , ); A e. 51. 5, Giovanni, e Ruberto di Mefs. Bartolo
,, de* Vifdomini fi chiamarono de' Ruberti . � E f� nel pregevole Protocollo non fi parla de* Corti- giani , anche efl� indubitatamente de i Vifdomini , la_# ragione � chiara , perch� nel 1346. nel qual anno rog�> Ser Bartolo Nevaidini, non erafi fatta ancora tale Con* forteria , avvegnach� folo nel 1372. cominciarono a cosi ehiamarfl, e fi crede dall'*abitazione loro, che era la Corte , p fia Curia de' Vifdomini , che veniva al Canto della Paglia, dirimpetto al Vefcovado , ed il pri- mo a fare la Famigiia de* Cortigiani fu Guglielmo, co- me dice la fua lapida Sepolcrale in Chiefa : SEPVLCaVM GVGLTBLMI NATI OtlM SIMONIS DI
VICEDOMINISET POSTEA DE CORTIGIANIA ET HEREDVM. B 1 III.
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III. Ma dovendo io paffare al fecondo pregio de*
Vifdomini, cio� alla fing�lar loro autorit� , non p�. trei meglio ci� fare , che col valermi delle parole ftefle del Buliettone , cos� addimandato un libro contenente le antiche Scritture , e Memorie > che riguardano la-» Chiefa Fiorentina, fatto compilare da' medefimi 5 e dichia- rato autentico per Bolla da Papa SiftoIV. fenza umana con» tradizione in iure j non ottante qualunque legge > o co- fH razione , o ordine Apoftolico , data in Roma an. 13. Tonttf* Or ecco come fui principio di detto Libro fi parla de* Vifdomini ; Sii ad confernjationem y ist lauda* bilem glori am totiut Domus , ist Progenierum illorum No- bilium de Vifdom�nis , T�finghis , & AlioBis iste» Guar* dianorum , Cuftodum , Patronorum , et De feti forum Epi- feopatus Fior, ^vacante Sede , et non cacante , iff D�- gnitatum , Confuetudinum , lurium , ist Preeminent�arunu eorumdem > ist dicle Domus eorum, ist Progenitorum . Hoc e fi txemplum cu�ufdam publici j 'ist autentici libri Catafii > feu KegiBri Epifcopatus Fior, in f� continentis fura feuda- Ha ) omagia Fidelium , iuramenta Ca&rorum , Villarum , & multorttm locorum in fpiritualibus } ist temporalibus » domini a Ecclefiarmn<> Hofpitalium » ist piorum locorum Pa- tr�natus j P enfiane s> Cenfus , FiBus 5 Kedditus , ist Pro- *ventus 5 et .Obnjentiones, i$? alia quamplura tura } if va* trias 5 ist di<verfas Scriptnras , que Fior. Epifcopatui per- tinenti a nofe untar in Comi tat� Fior, feu alibi * et ubi- tttmque, ferirti , ist autenticati manu Iohannir Arrighetti de Pomino imperiali auEioritate Motarii j et fubfcripti ma- rni lohannis fil* Tieri de Caflro Fior» eadem auBoritate Mot* Qftod quidem exemplum tranfumptum, exemplatum , & autenticatum fuit per me lohannem olim Ser Sil*vcm ftri Notarium infraferiptum , ad petitionem, inftantiam , & mandatum illorum Hobilium de Vifdominis , Tofinghi, <j�r AlioBi �'c, nj'tdelicet Nobiles Virt Bonifatii 5 Ormanni % Andree , Domini Bartoli Chini Domtnt Vberti , Pieri j��enobii de Vicedominis , feu Bifdominis, ist Domini Bal- di Simonis Militis } & Domini Nepi Pauli della Tofsu dt Tofinghi* exifientinm in Quard�antttu , �* adminijlram fio*
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tione honorum » & inrium ditti Epifcopdtut fior, rva-
cantis tunc per promotionem fatlam per San&iJJtmum /«_. ChfWo Patrem Dominum Urbanum Divina facente CUm ment�a PP. VL de Domino Angelo de Ricafolis , olim E» pifcopo Fior, ad Epifcopum Fwventinum , et elec~lionem} et promot�onem fa&ant per di&am DD. PP* de Domino Angelo de Acciaioli? . olim Epifcopo Kapolenfe , ad Epi- fcopatum Fior, �tc. L* autorit� adunque de* Vifdomini principalmente efercitavafi in tempo di Sedia vacante i quando morto il Vefcovo , da effi fi prendeva poffeflFo del Palazzo , e di tutti i Beni del Vefcovado > e n� difponevano a loro arbitrio in guifa tale , che potevan chiamarfi , non gi� Economi , ma piuttofto Padroni» niuna avendo efl� foggezione, niuna obbligazione di ren- der conto dell' amminirtrazione , cofa , che non p�* teva piacere agli Ecclefiaftici , n� a* buoni Cittadini » fcrivendone perfino Dante fcandalizato nei Canto XVI» del Paradifo come fegue » ,, Cos� facen li Padri di coloro ,
jj Che fempre che la vof�ra Chiefa vaca»
j, Si fanno grafia (tando a Conciftoro . E diede loro non leggiera occafione ad eiTere maggior»' mente difpotici il coitume talvolta praticato da* Pon- tefici , o da i Vefcovi di fcrivere a* medefimi Vifdomi- ni lettere , con le quali fi dava loro parte della elezio- ne del nuovo Vefcovo Fiorentino , lo che appare dalle due feguenti . Lettera fcritta da Gregorio 1% a» Vifdomini �
5. di Giugno od 1231.-
Gregorius Epifcopus S'er<vus Ser^ofum Dei Dile&U Filiis Vicedominis Fiorentini Ep�fcopatas Salutem } & A* poflolicam Benedi&ionem . Nowerit decotto *ve$lrd , quod noi Ditttium Filium
Magiflrum Ard�ngum Canonuum Papietifem Ecclej�e Fio- rentine promidimus in Paflor�m ♦ Quocirca de<votioni «w- fire per Apoflolica [cripta mandamni , quatenus res , �* neccia ipfas Mcclej�s , & Ma m�xime qui; ad Fior. EpU fco«
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fcopatrm ptPiKtnt � follhhs , m fidelher , font laftsnns *
procure ti s ; /*# quod «oobis faworabihm riddare <tc prowt* r$ri bened�Biomm noBram merito *paleatt'/ j F)ntum Le* tetani Non* lumi Fontificatus nofiri anno w. Lettera di Agnolo Ricafoli Vefcovo Fiorentino
m' Vifdomini,
�XoMlibtis Viris ..... & Gtilertifltoribus , & De*
frmforibus Epifcopatus Fiorentini Fratribus fu�s . Carijfimi Fratres<r, ficut audiftis- placuit Domino No-
(faro Summo Pontifici ad honorem totius Comuni* Floren- ce manjlituere me Epifccpum Fior, quod 'vobis ad gau- diutn lignifico > quia non fum adhuc a Domino Vapa con» fetratus , pardabo aliquibus diebus ad'ventum meum . Qua- irte rogo , quod interim res Venerab. Epifcopatus ita di* ligenter cuBod�ftntur, & gubernentur} quod Dea , & Muti- do pr� tempore tandem > & honorem mere amini , & Epi- fcopatus nofler gubernetur , & fer^vetur iilefus . Si qus tobis grata , �* omnia per me fieri pojfunt , faciam liben» ter . Valete in Domino qui <vos confolabit . Datum Vi" terbii die 13. lumi Ind* 8. Angelus de Ricafoljs Epifc. Fior.
Ci ' ■■ "■> \ ». C- " :C ■ ■■ ; ■ . -1 ;
IV. Ma ritornando ad altri ragguardevoli efempj
dell* autorit� de* Vifdomini, notare io debbo quelle pa- role del Bullettone : wdt&xtir Sede > & non vacante ; in- tefe da' medefimi aflai largamente j imperciocch� man- tenevano una fpecie di dominio fopra i Beni del Ve- scovado infamemente col Vefcovo in guifa tale > ch<L* invalido pretendevai� ogni contratto > che facelle il Ve- fcovo fenza il confenfo, e volont� loro dichiarata irL. i ferie tura , e per non riportarne qui i documenti j ri- metter� il Leggitore al mio prirnp tomo, dove favel- lando della Ghie fa 4�i $,. Procplo , riportai la Donazio- ne, ebe Piero Vefcovo fece di detta Chiefa a* Monaci di Badia ad� 11. di Gennaio del 1064. accennandoli di tale iflru mento la conferma tre giorni dopo fatta da'Vi/domi- m Gherardo, Piero, ed altri col cenfo aggiuntovi di 12* I�idi'
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f�ldi al Vescovado ; d� pagarli ttg�atm� da' Monaci^
N� da tralafciarfi fono le Armi in pietra j in marmo, e in pittura pofte nell* �rcivefcovad� } con le appreflb abbreviate Iscrizioni : t. S. V. A. D
MDCXXXI.
...-:. '.. ;. :■, i (■_■ ■ ^ _,.-, �'�,-■ �('/'' >..',-; ?..' �* ■ . i) '■.■ir: ",■','.
I. S. V. A. T*
M DCLI.
I. S. V, A. D
MD'CLXX.
cir� lignificano : J« $W<? Vacante AnHo Dom�ni t6$t±
1651. nella feconda , e nella terza 1^70. ed avvi teu quarta > nella di cui fafcia vi fi legge c�me fegue - MVTIVS ROBERTI» IT RVBERTVS MICHAEL»
DE CORTIGIANIS CVSTODES DEFENSORES
ET PATRONI ARCH1EP. FLOR. A. D. MDCLT.
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Un* altra poi fu pofta in quefto fecole , che fu l'ultima
dV Vifdomini inoggi totalmente eftinti > ed e(Ta � uru Cartello con arme in pietra , che dice come fegue : MICHAEL CAROLVS EPTSCOPVS PISTORIENSTS ET PRATENSI!
ET ANTONINVS ANDREAS FRATRES
GVARDIANI CVSTODES ET PATRONI ARGH1EP. FLORENT.
VIOEDOMINORVM VERA GERMANA ET VLTIMA PROGENIE*
POSVBRE IN SEDE VACANTE AN. DOM. MDGC1II.
V. E venendo oramai �* privilegi di ftiefta Pari-
glia, ricorder� qui qiaelk), die fi � rifet�to feel To- nto I. alla Lezione di S. Pier Maggiore} avendoli ivi dtfFufamente ragionato dd pregiati/fimo , e afiticl�if�md onore de'Vifdomim *K ricevere il Vefcovo nel d� del 4uo folenne ingreffo in faenze alla Porta della Citt� » fpet-
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fpettando ad ■ effi � coH* efclufiva di ogni altra Perf�na il
mettere a cavallo ii nuovo Prelato , camminare alle» fue ftaffe forco il Baldacchino portato dai medefimi » aventi in capo corona di olivo , e nelle mani guan- ti bianchi. PafTer� frattanto al racconto di alcune difeor- �ie avvenute ne i tempi pofteriori , appunto in occafio- ne di tale funzione, qui notando le fagge provviden* ze ufate da i Superiori per ovviare ad ogni fcandolo, e per mantenere falve le antiche ragioni de' Vifdomi- ni, E primieramente avendo i Canonici Fiorentini pre» tefo di efcludere i Vifdomini da i fianchi del Vefcovo nell'ingrelTo della Cattedrale , che fece il Vefcovo A- gnolo Acciainoli , quefti diede, fentenza nel 13.42. la^ quale per eifere di fommo onore de8 Vifdomini , e di maggior Luftro alla Storia y la riportiamo come appref�ToJ Nos Fr. Angelus Epifcopus Fior» ad tollendam omnem du~ bitationem , $r amputandam omnem difeord�am > que pof- fit in poflerum exoriri de noftro primo ingreffu , & im- miffione in Cattedram } feu Scdem malori s Ecclefie Fior, propter aliqualsm altercationem que fune occasione pre- dica infurrexit prq eo qjtod Canonici di&i Capitali Fior, Ecclefie nitebantur , & nifi fuerunt �pfi foli pr� f� folos priufquam ifti Lai ti, hoc introniz>are in Sede prefata re* J�f�entibus Laisis. Volentes quoque habere de ipforum Lai* corum confu� indine 5 oh fermanti 4 j i& bonore > atque digni-* tate huiufmodi certitudinem pleniorem j fecimus primo , �r* princ�paliter in libro j feu in Regifir�s antiqui* 5 i& ubi fcripta funt de iure 5 & confuetudine Efifcopatus Fior- �r etiam ipforum J^aicorum , qui funt Cuflodes , & Guar» �i ani di eli Epifcopatus Sede vacante > ac Sede non vacan- te , fimiliter j)efenfores , $f adfifientes FLequifitionum E- pifeopi Fior, qui pr� tempore fuerunt 3 �r ipfius Epifco* ■patus'p hiDenimus ipfos J^aicos intronizare Epifcopum Fior, cun� noviter ad diBam Ecclefiam accedit ex antiqua con* fuetudjne , & oh fer*vitia pariter follia per f� folos , & in eifcfem Regiftris 5 �t libris inwenimus a tanto tempo» rg citra cuius initii tontrarium non habetur immemora- hi�iur contineri : Infnper comperimus foll�cits indigantes |
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ab antiqui* 5 & fide dignis Vtris} quoJ, fieut fuperius coh±
tinetur^ de immifflone> (b* introni%atione, �#*'#/ /p/oJ Ltf/- cor , �** Cuflodes folitos pacifice per f� folos nemine ali* qualiter re fidente 3 et quod exinde exiftant pUra pub li* ta documenta, qne ad noflri , & alteriti? Epifcopi requi* fitionem ditti Laici Nobiles } & Cuflodes- off erutti /o oflenfnri } & produtturi omnibus , quorum intere fi , commu- niter , <vel di^vifim » Idcirco hab�tis declarationibus pr�- bationis fupraditte , quibus fidem pleniffimam merito adhi* hemus, buius prefent�s inttrumenti tenore dicimns , tefii- ficamus , & declaramus Nobiles Viros de progenie ? 4$t do» rno Vicedominorum 5 Toj�ngorum ; Aliottornm &c, de Fior, de quibus fuperius nulli s expreff�s nominibus fecimus 5 & facimus mentionem , intronizationem , & immiffionem pre* fatam de novo Epifcopo Fhrent, cum nomiter in prima., njice ad dittai Fior, Fcclej�am depofuere , jtd fedend/nnu, debere facere 5 et celebrare per f� ipfps folos , �r ad ipfos Vicedominos Tofingos , �r Aliottos folum perp�nere fine con* tradittione quacumque. Immifflones autem f que fieri debent > cb* de quibus fuper wolumus intellig� , funt ijle indelicet > In Cattedram finje Sedem Ecclejte maioris S.Separate, �t $r lohannis Bayti&e de Fior. Et quia nos per eofdem,* Lai co s Nobiles , & G ti ardi ano s predittos dumtaxat 3 et non per* alios immiffi. fuimus prefcnti infirumento feriQ �ftteBamus j mandantes de omnibus infrafcriptis �fc. Ego Laynius de Carmigna.no Scriba ditti Epifcopi .
Ego Gialdus q. Giani de Burgo ad S» Laurentium de
"Mugello Scriba ditti Epifcopi ♦ Attum in E pifcopali Fai atto teftifais &c, 1342, Ini* v,
die vi. Martii . VI, Ma nel!1 anno 1385, rinnovare eflendofi le vec*
chie difcordie, la Repubblica fece una provvif�one > fta« bilendo con ella l'ordine da tenerfi in tale funzione col- la permifl�one alle Parti di far dove j e quando loro piaceva le, fue protefte } come vedemmo nel primo To* mo alla Lezione fopraccitata , E di quefto andare i Vi- fdomini avanti , e allato al Vefcovo in detto ingreflb> quanto elfi ne faceflero conto , fi argomenta da quel , Tom. VII. C che |
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che ne fcrifTe Simone della Tofa nelle fue Ricordan-
ze,, Ad� 13. �i Marzo del 1445. avendo S. Antonino ,, nella Tua entrata in Firenze voluto camminare a pie- j, di in mezzo a due Canonici in cambio de* Vifdo- s, mini , f� n' ebbe a fare Iftrumenro , come il detto 5, Arcivescovo non intendeva di pregiudicare alle loro 5, antiche ragioni . ,, V1L Ed a* fuddetti Privilegi arroger mi piace la^
recognizione della dignit� de' Vifdomini , che faceva!! dai Vefcovi con regalo annuo, e perpetuo nelle rre_^ folennit� dell' anno , cio� Natale del Signore , Pafqua di Rcfurrezione , e S. Giovanni, ne i quali giorni fi mandavamo alle loro Cafe cofe mangerecce , preceden- do Trombettieri , e Donzelli , accompagnato che ave- vano il Vefcovo in Chiefa . E per fine porremo qui una copia del giuramento, che da'Vifdomini facevafi a* nuovi Vefcovi , collocato che 1' avevano nella Cap« pelia di S. Vincenzio del Vefcovado, e dice come fegue; In Nomine Dei Amen .
Omnes ifii funt de Viced. \CuBodibus , & Defenforibut Ep�fcopatus Fior, qui iurant Venerabili Vatri Domino AT. Episcopo Fiorentino fidelitatem » cufiodiam , & defenfiom t/em fue Ferfone , iff totius Ep�fcopatus Fior, fub forma «videlicet , quod non erunt in conf�lio ditto , <vel ja&o , quod Dominus Epifcopus ammittat dignitatem , tyel per- fonam , feu membrum ipfius , mei quod caj/iatur aliquoL. taptione , & quod fi aliquid de bonis ipfius Epifcopatus. perdiderit , recuperabunt , atque defendent, #* recuperatum integre manutenebunt : quodeumque confilium , wel confi» Ita ab eis petierit , eidem Domino Epifcopo dabunt prouff tis tnelius <videbitur , pr� utilitate ipfius Domini Epi[co- pi , & Epifcopatus ciufdem , bona fide , & fine fraudct Et quameumque credentiam eis wanifeftacuerit , tW tna-> nife Bari f� cerit fecreto tenendam tenebunt fecretam } «a* mina quorum funi hec �*tt |
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LE-
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I
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19
III. |
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LEZIONE
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DELLA CHIESA DI SAN MICHELA
VI S DO M INI, |
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Vendo noi nelle pattate Lezioni celer
brato la lunga et� della Chiefa di S# Michel Vifdomini , e di coftoro lo numerofe , ed illuftri Famiglie , viene per ultimo da commendar/i la Jleli- gione di S. Piero da Murrone detta.* de' Monaci Celeftini , cui � toccato il dominio di quefta Chiefa , la quale loro deve le va- ghe innovazioni fattefi ne i notili tempi : e per vero dire , le vedremo degne di lode , o fi voglia per 1* Architettura , o per le Pitture , p per ragguardevoli altri pregj , i quali la rendono un pregiatiilimo Tem- pio , Prima per�, che vi entriamo , notar debbonfi gli onori j e le grazie fegnalate , che dalla Repubblica rice- vettero queiii Monaci , gi� nell^ antico , quando ven. nero a Firenze , che fu circa al 132^ avvegnach� nel 1327. troviamo iftrumenti , nei quali a* confini � chia- mala Ecclejja gratrum S* Tetri de Murrone , e nel 1330. Jeggef� in Badia copia della Bolla del Legato Giovanni Cardinale titolo di S. Teodoro, riportata dai Sig, Man- ni ne i fuoi lodati Sigilli , nella qua! Bolla il detto Cardinale conferma a1 Monaci Celeftini la Chiefa, e_# Convento , che poffedevano in Firenze . II. E per� venendo a i favori da i Fiorentini com-
partiti con abbondevolezza a* detti Monaci , noteremo, che alle Riformagioni evvi una Provvigione de5 Signori nel 1328» colla quale fi ordina un'offerta di tutti i Ma- gistrati alla Chiefa di S. Piero del Murrone nel giorno della fua Ferra , eftendo Gonfaloniere Pier Bandi ni , 0 C 2 cai*
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nell'anno ile(To altra pure del Vicario "Regio, colla^
quale commandafi, che tal fefta fi olTervi a botteghe chiu- fe , le quali ordinazioni furono poi rinnovate a* 6*. di Novembre del 1394. e ne* 2S. di Giugno del 1430. Neil1 Archivio Generale ef�ftono parecchi Teftamenti, ed altre pubbliche Scritture di donazioni, e lafciti a'me- defimi Monaci fatti} i quali oltre a molti aiuti } per la fabbrica di un magnifico Convento , e Chiefa , fecero acquiilo d� poflfeffiani , e di beni , e particolarmente^ nel 1477. giufta il Migliore ; del luogo chiamato San Michele delle Formiche nella Diocefi di Volterra j che era un Benefizio di qualche confluenza . Perch� poi s� generofe foffero le dimoftrazioni di affetto de'Fio- rentini verfo quella Monacale Famiglia , ne riferir� qui alcune ragioni. E primieramente contribuirono affai alla felice venuta di tali Monaci } le iitanze di Carlo Duca di Calabria , e Figlio di Ruberto Ke di Napoli , ami- cifi�mo de i Fiorentini, ed infiememente molto portato a favorire i Celerini , onde la .Repubblica , che nel 1316. avea a detto Principe data la Signoria di Firen- ze , don� a' Monaci il luogo in Via di S. Gallo. La feconda ragione , che moiTe i Fiorentini a ci� fare , fu la fama della fantit� , e degli ftupendi miracoli di Pie- ro del Murrone , morto nel 1303. e canonizzato nel 1313. da Papa Clemente V. con applaufo di tutto il Mondo Cattolico . Altra per� cagione molfe la Repub- blica alle fuddette onoranze , volendoti, che i Fioren- tini le faceflero per gratitudine de' benefizi, che loto aveva fatti S. Piero Ceieitino di rifanare col fegno del- la Croce molrifl�mi infermi , quando nel 1274. vi pafs�, andando al Concilio di Lione } come dice D. Teofilo di Bafilio , e Lelio Marini riportati da i Bollandoti al Tomo 4. del mefe di Maggio a pag. 506. E ad accre- fcere la venerazione , non che la ftima de* noitri Cit- tadini a detto Ordine , cooper� affai il merito di parec- chi Monaci, tra i quali celebre fu il nome di Fra Nic- col� » che in molti Confulti leggefl fottofcritto : Fr, Kicolaus Decretorum Dottor Trior Monafierii S* Tetri de
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de Marrone ; e di queft� Confuta* fudi parecchi f� ne_*
conftrvano nell* Archivio dello Spedale di S. Maria Nuova » III. In quefto Monafrero abitarono i Celerini 225,
anni, quando avendo dovuto il Duca Cofimo I. nel 1545. fortificar Firenze con barboni, cortine } e nuove mura- glie j fu necefl�taco nel 1550. a levare dal Monaftero di S. Salvadore di Camaldoli Oitr* Arno le Nobili Monache^ dell5 Ordine di San Giovanni Gerofolimitano , e trasfe- rirle nel Convento de'noftri Monaci in Via di San_. Gallo , a quefti donando la Chiefa -, e Prioria di Sai* Michele deJ Vifdomini 9 come diremo fra poco ; e_» qui piacerai �i riferire cinque Scritrure, e Contrat- ti ; riguardanti la folennit� di tale pa{faggio . E fono primieramente una rinunzia de*Monaci alle Monache f nella quale loro cedono Chiefa , Monastero , Orto , e* Gafe in Via di S. Gallo , riferbandofi rendite } cenfi , ed il Santiffimo Crocif�iTo detto de* Bianchi , rog� Ser Piero dalle Tavarnelle 13. di Settembre 1552. Il fecon- do Contratto � una Carta aiTai voluminofa , nella qua* le non folo fi contiene la licenza de* Vifdomini a Mefs. Francefco Grifoni di poter renunziare a* Monaci la Chiefa , e Prioria , ma inoltre le feguenti condizioni }, � 1. Che a* Monaci di S. Piero a Murrone fi conce- ,, deva il dominio della Chiefa , e Parrocchia di S. Mi- ,, chele de' Vifdomini : 2. Che tutte le entrate , e be- � ni di detta Chiefa f� ne facefle un benefizio da con- ,5 ferirli a Prete Secolare , per nomina de* Vifdomini ; � 3. Che tutti i frutti , ed emolumenti proprj del Paro- di eho ref�aflero a5 Monaci colla cura in perpetuo d; li* » anime . 4. Che le Armi de1 Vifdomini afHife alle pa- � reti , le quali fono fempre per apportare luftro , ed ?j onore ai Padroni antichi, non mai fi poteiTero levare, ;> e cadendone alcuna , debbafi rimettere ai fuo luogo ,, a fpefe de i Monaci ; 5. Che nella Feita della Puri- jj ficazione da' medefimi Monaci fi porti alle cafe de' v Vifdomini una Candela benedetta ,> E nel d� 14, di Set-
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Settembre del fuddetro anno fu rogato V lenimento dal
foprannominato Notaio , leggendoti fotto la medefima Carta l'approvazione del Supremo Magistrato, data nel- lo f�elTo giorno , nel qual d� parimente il Monaco Ce- leftino D. Vincenzo de* Pippi da Celiano Provinciale^ in Tofcana prefe folennemente il pofleflb della nuova Chiefa,edel Convento, Ed avendo defiderato, e cercato i Monaci per validit� di tali atti il confenfo dell'Or- dinario, queito trovai! dato dall'Arcivefcovo Antonio Altoviti ad� 17. di Marzo del 1560. che fu pofcia con- fermato da Papa Clemente Vili, per fua Bolla data in Roma vi, KaL lun�i an- ir, Tontif. diretta al Cardinale ArciyefcovQ di Firenze AleflTandro de* Medici . IV. Tornati adunque i Monaci in San Michel de*
Vifdomini ? Parrocchia s� vaila , che fi eftende fino fuo» ri de} terzo Cerchio , trovarono un campo fertiliffimo, ed opportuno » onde efercitare lo zelo delle Anime , e meritarli viepi� il favore de i Fiorentini > come appa» rifce da i lafciti anche pi� abbondantemente loro fatti, come dalla Livia moglie di Giovanni de* Medici , della quale ferirle il Verzonj al tomo 3. de i fuoi Ricordi , come fegue ,, Ad� <5, di Ago/to del 1655. mor� in Vii- ?, la a Montughi la Signora Livia Vernazza moglie gi� jj del Signor Giovanni Medici ; lafci� eredi univerfali ?, i Monaci di S. Michele de* Vifdomini , fenza lafciar 5? cofa al fuo Figlio > dando molte ragioni nel terlamen- $9 to fuo rogato dal Notaio Capponcini : e tra gii al- � tri motivi dice , che il fuo Figlio 1* aveva accufata per » Jftrega }, Anche il Senator Simone Giugni dichiar� i medef�mi Religiofi fuoi Eredi per tef�amento de'12. Settembre del 1658. con obbligo ogni anno in perpe- tuo di dare 5. Doti a Fanciulle del Popolo di S. Martino a Montughi nel giorno di S, Francefco. Quindi � } che i detti Monaci aiutati con lafciti, e Jimofine , e parte col proprio , anzi generofi facendo anche un debito nota- bile ineggi non ancora eftinto , procurarono, che la Chiefa fi reitaufafTe con un ordine di Cappelle , cinque per lato proporzionate alla lunghezza, e alla latitudine di eiTa>
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clfa , e (Tendo fiata fino a quel tempo fenza uniformit�
di architettura : diede il difegno Michelagnolo Pacini, affi- ttito dal Capo Maeftro Francefco Mafini. » ad ogni Al- tare collocando due Colonne di ordine compofito con archi a mezza botte , intagliatane la fuperficie a fetto- ni con le Armi de" Padroni ne' fregi fopra all' Archi- trave; e Capitelli tutti di pietra f� rena j acquali orna- menti fplendore accrefcono le belle tavole di bravi Ar- tefici 5 le quali gi� da Famiglie particolari erano fiate inerte agli Altari �i lor padronato : E trovafi ne' libri del Monaftero la fpefa fatta da � Monaci eflfere falita a lire 29540. non comprefa in quefta fomma la Cupo- la j e fua Pittura . V. La Ghie fa confitte in una Nave fola , con la
Croce , e Tribuna > godendofi con diletto ogni cofa_* dall'occhio di chi vi entra. E noi troveremo fubiro a manritta della Porta una Nativit� di C.ritto dipinta dall' Empoli al primo Altare', che � della Famiglia de* Roi�� da Bergamo , efiendo t�ata in antico Cappella murata , e fondata da una Matrona de' Bofcoli chiama- ta Cecilia , come ne parla una Bolla di S. Pio V. che vi conced� un'Indulgenza nel 1567. La feconda Cap- pella � de* Pucci con tavola del Pontormo , che vi ef- figi� Maria , il Bambino Ges� , e Santi attorno 5 e d�- cefi di quefto commendatiffimo quadro , che 1* Arcidu- cheiTa Maria Maddalena ne proferirle mille feudi , ma non fu pofl�bile di confolarla , perch� e' s* afpetrava per ragion di fldecomm��To a tutti i Defcendenti della Ca- fa de' Pucci 5 iftituito per rogito di Ser Carlo da Fi- renzuola da Francefco di Giovanni Pucci Gonfaloniere nella Repubblica Fiorentina , il cui nome leggefi in un tondo appi� della Cappella con le feguenti lettere: IRANCISCVS PVCCIVS IO! ANTONII FIL. SIBI SVISQVE
POSTER1S JET VOLENTI EX FAMILIA POSVIT . Alla terza Cappella , che � de' Macinghi, vedefi una di-
vota Piet� di rilievo affai ben lavorata , e Ci dice 5 che la
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k faceffe fare una Ginevra de' Palagi, ultima della Fa-
miglia , Viene la quarta, che � de'Petrucci con tavo- la della Nativit� �i Maria effigiata da Antonio Ciam- pelli, il cui nome leggefi nell' orlo di un Braciere . Alla quinta fta collocato il Grocififlb de* Bianchi , che fu levatp dalla Chiefa �i S. Piero del Murrone in Via di S, Gallo , dove la Famiglia de* Pecori vi aveva fatto fare una Cappella , in memoria del qual benefi- cio fi feguita a godere da i Pecori V ius onorifico di cera da* Monaci . Nella tettata della Tribuna avvi 1' Organo , che prima ftava alla Cappella de* Macinghi , veggendofi pendenti dai lati alcune buone tavole rap» prefentanti i Miracoli di San Pier Celeftino . Segue^ la Cappella di que* del Palagio , loro conceduta da' Vifdomini in ricompenfa di parte del terreno , che elfi diedero per edificarvi fopra la Chiefa, quivi l'Empoli aveva dipinta un'All'unta , la quale fu trasferita altro* ve , effendovi di prefente una dipintura di Carlo Sac- coni . Allato avvi la Cappella degli Aleffandrini defeen- denti da Dino , e Bonagio feguaci dell'Imperatore F�. derigo , e come tali nel 1268. giufta il Migliore , con- dannati da Ifnardo Vicario di Carlo J. Re di Napoli. . La Refurreziofte di Cn'fto , che fi vede fu di quefto Altare , � di mano di Francefco Poppi , di cui pure � la tavola della contigua Cappella de* Buontalemi: in quefta Pittura lodafi afta! 1* invenzione , che vivamente efprime il Miftero dell' Immacolata Concezione della,- Vergine . N� men ammirabile � il quadro di San Gio- vanni in atto di predicare alle turbe dipinto dal Pafl�- gnani a i Pelli Padroni della Cappella , che fegue , e^ �i? ultima, che � de* Berti, il foprallodato Poppi dipin- fe Maria con S. Bernardo , ed ^ltri Santi Monaci ve» ititi �i bianco . Prima per� di terminare il ragionare delle Pitture in quefta Chiefa , notifi, che le pareti in amico erano dipinte a frefeo dall'Orcagna , che vi fe- ce un Paradifo , e da Matteo di RoilHio afeendentc alla nobile Famiglia de' RolTelli di Firenze fu dipinto un inferno , nel quale 5 come fi difte nel primo noftro ■' &* To- \
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IMMAGINE DEL SS. OH OCIFIS SO DE BIANCHI. CHE siRtTMOVA
NELLA CHIESADI & MICHEL VTJD OMfMVrFlBENZE |
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tomo, alla Lezione della Madonna di Or S. Michele,
ritratti vedeanf� il Duca di Atene , ed i maligni fuoi feguaci. N� da tra�afciarfi � la Cupola dipinta da Nic- col� Lapi , il quale lodevolmente vi ha colorito S. Mi* chele vittoriofo di Lucifero , VI. E venendo a1 Depofiti, e alle Lapide efiitenti, o
nel pavimento, o alle pareti, ©{ferveremo a mano fini- ftra della Porta alia parete il Sepolcro ricco di mar- mi con Bullo di Perfonaggio , ma fenza nome , ai�a^ cui mancanza fupplendo, noi diremo eflcre del Senator Ferdinando Incontri , Cavaliere di S. Stefano , Priore d* Aur�ria , Marchefe di Monteverdi, e di Canneto » Inviato di Ferdinando II. a Milano , e Maggiordomo de'Granduchi Ferdinando, e Coilmo III. e mor� il d� i. di Settembre i6go. dall' altra banda pure al muro in- contrai! un fecondo vago Sepolcro, in memoria di Adamo Schilibitiz Cavaliere della Silefia morto in Firen- ze ad� 9. di Luglio del 1631. giovane di anni 24, Nel pavimento fonovi parecchi lapide , come deJ Yid , e>, di altri Nobili da Bergamo , altra di Francefco di A- verardo de* Medici morto nel 1402. ed un lairrone con lettere Longobarde in memoria de' Creici , che vi ave- vano la Cappella . Appi� dell' Aitar maggiore fcolpiti in marmo fonovi i baffi rilievi trasferiti dalla Chiefa^ vecchia , e ci rapprefentano due Vifdomini , come par- lano i feguenti Epitaffi # ^ HIC IACET NOBILI? MILES D. BARTOLVS D. VBERTI
DE VIGEDOMINIS ET ElLiOKVM CVIVS ANIMA RE-
QyiESCAT IN PACE AMEN , AN, DOM, MCCCXLVI.
D, XXVI. M, FEBRVARII,
♦ AN. DOM, MCCCXL, DIE XXVII, MAH . HIC IACET
BINDVS VANNIS DOM. NERI DE VIGEDOMINIS , CVIVS .ANIMA REQyiESCAT IN PACE « AMEN , VII. Altra lapida fenza baffo rilievo � pure appi�
del med�finVd Altare } che � il Sepolcro di Guglielmo Tom, VIL D di |
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M i '".'■', M.ii IIIIIIILIB1.II. i ino�m___w
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di Simone de*Vifdomini, il primo, che tralafciato l'an-
tico illuftre nome di detto Cafato , fi cominciarle a chiamare de' Cortigiani : le parole del marmo fono le appied�: SEP, GVGLIELMI NATI SIMONIS OLIM DE VICEDOMINIS
ET POSTEA DE CORT�GIANIS ET HEREDVM . Anche una Gentildonna de* Vifdomini ha quivi anti-
chiiTima lapida , ed effigie in rilievo, che noi crediamo, che pofifa efiere la celebre Tofa di M�g�iorello moglie di Davizzo de* Vifdomini, ed alla Cappella della Famiglia del Palagio trovali il nome di chi la edific� 3 con-* quella Ifcrizione ; D. O. M.
CAMILLVS BT FRANCISCVS DE PALAGIO FRATRES
LVDOVICI FILII
SACELLVM HOC AB HONVFRIO DEL PALAGIO
EXTRVCTVM AN. MCCCLXXX.
INSTAVRARVNT AN. MDCXX.
- .1';... U..> ';"-: ., ■;
Vili. Finalmente riporteremo la Ifcrizione in lode di
Francefco Maria Corf�gnani da Poppi tanto ammirato in Tofcana pe *1 fuo fapere , e commendatiflimo nella Corte del Re �i Sardegna Vittorio Amadeo, per avere faticato pi� anni in compilare le Leggi di que' glorio- fifl�mi Sovrani ; In un marmo adunque alzato dal pavi- mento allato alla Porta della Sagreftia ieggefi come fegue : D. O. M.
-.&: FRANCISCO MAKIAE CORSINIANO PVPIENSI
QVEM SVIS CLVSENTINVS AGER MONVMENTIS EXORNAT CARMINA LATINA . ETRVSCAO_V� SVBlTO CALORE FVNDANTEM FLORENTIA I.'VTRI VSQVEXONSVLTVM IN NOBILIVM IVVENVM ACADEMIA T" , P1SAE IN VNIVERS1TATE .. DICENTEM AVD1VERVNT
�VGVSTA TAVRINORVM POSTREMO ADMIRATA EST REGALIVM 1VRIVM COMPILATOREM EXIMIVM MOESTISSIMA CON/VX POSVIT i VT DIV VIVERET MEMORI AE QVI SATIS VIXERAT FAMAE qBUT FLOR. AET. AN. LXV. R, S, ClQ Iq CCXXV. POSTR. KAL. DEC. IX. Vie*
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IX. Viene per fine la fopraccennata Eolla del Sanfo
Vefcovo �i Fiefole Andrea Corf�ni , ed � la fcguenee: In Chrifli Nomine Amen « Anno eiufdem ab Incttf»
Hat�one mi Ile fimo trecentejimo fexagefimo ter fio , Indi Bio- tte fecunda j die ultima menfis Februarii 5 fecutidum cur* fum, �t confuetud�nem Ere Fior, Pontificatus SanBijjlmi in Chritfo Patris > et Domini Domini Urbani Tape quinti An. 11. Pateat omnibus ev�denter , quod Reverendus in Chriflo Pater , & Dominus } Dominio Frater An* dreas Dei , et Apofiolice $edis graf�a Epifcopus F�fu* lanus ad fupplicationem , preces , et �nflant�am Presbiteri Rodulfi ReBoris Parroch� ali s , & Curate Eccle/ie SanBi Michaelis Vice dominar um de Fiorenti a , et infrafcriptorum Nobilium Virorum Patronorum diBe Ecclefie SanBi Mi' chaelis ; perfonal�ter conjlitutus apud locum ) et in loco t in quo fundata > & de novo piantata fuit infrafcriptcu nova Ecclefia SanBi Michaelis prediBi Vicedominorum de Fiorenti a , pofitnm vide li ce 1? et Jitum Florentie in Fopu* lo , et Parot�na diBe primarie , et veteris Ecclejte San- Bi Michaelis prediBi Vicedominorum transferende in diBo loco , cui loco , et terreno a 1. Via » que dicitur Via San- Bi Gi lii j ai. Via , cui di ci tur Via d� Balla 5 4 .3. Fi» l�orum 3 et Heredum Nerii quondam Lippi 5 a 4. Domi- ne ....�». , infra hos confines poj�tos , vel alios fi- qui forent plures aut veriores canfa benedicendi fecun- dum formatto , & r�tum SanBe Matris Ecclefie , et Ca- nontcas fanBiones primarium lapidem , cb* Sancluarium di- Be nome herigende , & fundande Eaj�lice , et Ecclejte San» Bi Michaelis s et ipf�m Bajil�cam , & Ecclcfiam piantana dt fundand� , et erigendi , et prefentibus tunc ibidem 5 {p prediBa } & infrafcrtpta fieri humiliter } et devote fup- plicanttbus , et petentibus diBis , et infrafcriptis > Pre- sbitero Rodaifo Re Bore pred�Bo , & Vir�s Nobili bus Ci* vibus Fiorentini* Patronis diBe Ecclejte SanBi Michaelis , vi de li ce t Bonifatio , et h li ano fratribus , & filiis olim Dom�ni Ormanni , Guccio Simonis , Piero Bind� , lacobo , & Andrea fratribus , & filiis quondam Domini Bartho- li , & Ghino Domini liberti , de Domo , & ^fi�rpe > 1$ D z Pro*
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Progenie de Vicedominis } pr� f� ipf�s , fa' eorum nomi-
nibus , cb* vice } cb* nomine omnium , et fingulorum de^ d�Ba eorum Domo > & flirpe de Vicedominis ? (b* eorum, cb* �llorum omnium } & f�ngulorum heredum , �?* defcenden- tinm , Silveflro olim Lapi 5 cb* Raynerio Bindi de Alio* Bis, (b* V* Doww , c^ flirpe AlioBorum , ^ro /e1 /�/?/ 5 �' eorum nominibus } cb* <u/V<? , cb* nomine omnium, (b* y$#- gnlorum de diBa Domo , cb* flirpe de Alio Bis , cb* Here* 4um > cb* Defcendentium ipforum omnium , cb* f�ngulorum Bernardo Iohannis Saffi j Afe/>o Domini Vauli > Marfoppi- no Scholay j Lodovico Domini Bindi > cb* Baldo Simonis de Thof�nghis , cb* <& Domo -, & Birpe de la Thofa pr� f� ipf�s 5 cb* eorum nominibus } �?* tj/V^ j (b* nomine omnium , <b* Jtngulorum de diBa Domo , cb* flirpe dela Thofa 5 cb* ipforum omnium » i&* fingulorum Heredum , cb* Defcenden- tium'�', (b* ipf�s omnibus > cb* f�ngulis prediBis homi ni bus de diBis Dom�bus 5 cb* progeniebus diBis vice 5 cb* nomi* xibus dtcentibus > cb* affirmantibus in diBo loco , cb* j>r<9- teflantibus ante diBam fundationem 5 cb* ereBionsm di- Se nove Ecclef�e S> Michaelis Vicedominorum , cb* /'« /j>/# fundatione , cb* ersB�one \ cb* plantat�one f� ipfo.s, cb* 0^* »<?if , cb* f�ngulos fupradiBos de diBis eorum domibus, cb* progeniebus de Vicedominis } de AlioBis j cb* de la Tofa di- Bis modis 3 cb* nominibus fu�ffe} cb* effe velie perpetuis temporibus in futurum , Patrono* veros } cb* le gip timo s, Cb* in poffeffione , cb* quafi luris patrona*us pacif�ce-, & quiete diBe veteris Ecclef�e SanBi Michaelis } & fimi- liter in futurum effe , cb" effe velie } f� ut diBum eB 9 cb* omnes , cb* f�ngulos de diBis Domibus } cb* Progeniebus, Cb* Heredes , cV Defcendentes omnium, & fingulorum ipfo» rum dicentibus , cb" protefiantibus legiptimos , cb* W0X Patronos diBe nove conftruende > plantande , & erigende Mcclefie S. Michaelis Vicedominorum cum omni plenitudi- ne luris Patronatus , ficu? $ & provt erant } Cb1 fuerant Patroni diBe veteris picelefie SanBi Michaelis , ^/*<? �*� clefia vetus, cb* antiqua SanBi Muhaelis ? cb^ eiufque Mu* ri , cb1 Domus , cb* Officine eidem Ecclef�e coherentes de- Jlruends veni uni 3 cb* eorum fola * �* terreni j '�t^J$*W |
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ineorpordnda > & includendo t�eniunt in malori Ecclefia*
fiorentina > prefatus Reverenda? in Chrifto Pater , et Do* vbinus Domina* Frater Andreas jSpifcopus Fefulanus , cum licenziai confenfu , et auBoritate expreffa Venerabili* Vi- ri Domini Simonis de Paganis de Regio Archidiacon. R�- gini , Reverendi in Chrifio Patris } & Dom�ni Dom�ni Retri Dei Grafia Epifcopi Fiorentini , tunc notorie iru remotis Agentis 5 videlicet in legatione gr� dillo Domi* no Mojlro Rapa Urbano in partibus Al amarne * et Unga- le Vicarii in fpiritualibusy et temporalibus generalis tunc predrBis , et infrafcriptis omnibus ibidem prefentis'', et expreffa AuBoritate , & poteftate } feu Offitii Vicariatus emni modo , via 3 & iure , caufa » & forma > quihus melius potuit- , eidem Domino Epifcppo Fefulano t prefinff ,t et fetenti in omnibus > et Jtngul�s pred�Bi* j et infra? fcripti* exprejfe confentientis , & auBpritatem'■-, confenfum% et licent�am -pieni'jj�mam dantis } concedentis , & interpo- nentis primarium , et SdnBuarium lap�dem , et fundamen- tarium diBe no<ve herigende, fundande , (st plantande Ec- tlejte SanBi Michaelis Vicedom�norum fculptum in forma % & cum J�gnis debiti ohfermata in omnibus debita forma,) et folemnitate Iuris 5 Ut in forma Ecclejie confueta he- nedixit , et fanBificav�t 5 ipfumque bene d� Bum, et fanBi- j�catum fculptum lap�dem �mmiBi , poni�■'9 et plantari feci? in fundamento primario 3 et ereBione , et plantatione Na- tali murorum , & conBruBionis diBe nove Ecclejie S* Mi- chaelis , ipfamque Ecclefiam , & eorum fundamenta } et muros fub nomine , et vocabolo SanBi Michaelis de Vice* dom�ni* , ad honorem 5 Ut gloriam Dei Omn�potentis , et Beate Marie Semper V�rginis , et SanBe Romane Eccle- Jie i et Beati -Michaelis fundavit , piantavit , & erexit% ibidem pojtto , <2r* ereBo in altum , .Venerabili S�gno Cru» cis , omnique folemn�tate , et forma iuris debita } nec non Jmnis, laudibus %$? Divinorum Off�ttorum celebratione con* fuetis , & debitis fecundum ritum , et formam Iuris , ist SanBe Romane Ecclef�e 3 & Canonum SanBiones folemni- ter obfervatis . Qmbus omnibus , et J�ngul�s fu^rad�Bis- Jic j?eraBis prefatus Dom�nus Swon Vicarius antediBus � 1 au- |
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�uBor�t�te \ &* f�t efiate p�t�Sii qu�lu� fungeldtur ex*
preffe confenfit, iffif�ne omnibus , & fingulis fuum , �* 4tjffi Domini Ep�fcopi fiorentini , $r /#<? C#r*> Epifco» palis auBoritatem interpofuit pari ter<\ cb* decretum . jrfff* fuerunt prediti a omnia modo , & forma premiff�s Floren» $ie v *» <� loco s ubi fundata �> & piantata fuit diBcu Ecclefia SanBi Michaelis fupra confinato b di Bis Anno , /«- fiiBione , & die , ^ prefentibus TeBibus Domino Merio Vrepofito Ecclefie Fiorentine , Domino Filippo de G�anfi* liazzis V Ubano SanBi Labari Vie arto diBi Domini Epi- scopi Fiorentini > Domino lohanne de CapriUa Canonico SanBi Laurentii Florentin. ac Vicario Generali diBi Do* mini Epfcopti F� fui ani , Fresbitero lohanne Muti Re Bore Etclefie SanBe Marie Alberigbi de Fiorenti a , Ser Lau- rentio Ser Fani , & Ser Simone Ser Ricchi 5 & Ser lohanne Ser Curfi Hot, & aliis Clerici s , & Secolari bus multi s Ci<vibus Fiorentini s , ad prediBa wocatis habitisi & rogatis. Ego Landus Filius olim Fortini de CIconio Floren*
tinus� Ci<vis } Imperiali auBoritate ludex Ordinarius Fw blicus } nuncaue' Motarius , �r Scriba prefati Domini E- pifeopi Fiorentini ; & fue Curie Epifcopalis prediBe, pr�- dictis omnibus dum agerentur interfui , Eaque omnia rogai us fcripfi ,.& publicavi , ideo^ue me fuh feriffi-) & fignum meum appfui . . |
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LE-
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L E Z I O N E IV,
DELLA CHIESA, E DEL MONASTERO
DI SAN NICCOLO' IN VU DEL COCOMERO.
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lacch� Leopoldo del Migliore ha par
lato affai prima di me della Fonda- zione del piefente Convento , pare a me convenevoliffirno riferire qui di- ftefamente le notizie da cos� erudito Scrittore porte in iftampa nella fuju Firenze Uluftrata , e fono come ap- preso J3 Fondatore ne fu il Cavaliere Niccol� de i jj Gianfigliaz'zi defeendenti , come alcun credette , de1 j, Conti Gangalandi NobiliJJ�mi razione fanguinis , come ,> una delle cinque Famiglie privilegiate dal Marchefe � Ugo. Il fatto pafs� cosi: datofi in lui necefl�t� d� ,, trasferire in Avignone per appropriare* un ricco val- si fente acqui ita co dal Padre fuo , che ebbe nome Ca- .,, ftello, per diminutivo portato dall' ufo di abbreviare » i nomi detto Tello ,.itato feguace in quelle part� 3) della Corte Romana in tempo di Clemente V. volle» 55 come ad ogni uomo prudente » e favio richiedefi % ,f prima.di inviarfi a quella volta, accomodare g�'inte- si reffi Tuoi a favore di un fuo figlio infante chiama- 5» to Giovanni, nato di Maria Ghita di Mefs. Alaman- 55 no degli Adimari , parimente nobilifl�ma Donna: Ap« s> pofe per prima condizione nel Teltamento , ne i ro- j> giti di Ser Filippo Gualterotti da Tignano , che mo* j> rendo elio fuo figliuolo , come avvenne , in pupilla* ,, re et�, foftituiva Ges� Crifto , cio� 1* erezione di ))(.un Mooaftero di Donne offervanti l� Regola dei � Frati Minori , ed in efeeuzione di ci� apparifee per » carta del t$�u pur di elio Ser Filippo eflert� com* »fi'� ># w pr�* |
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� promeiT� tra gli Esecutori j e la Famiglia de' Gianfi-
� gliazzi per alcune differenze nate in affegnare i pro- 3, pri beni Jafciati dal Tentatore alla erezione del Mo- 55 naftero } battendo la difficolt� fra le parti , in noru � effer punto convenevole ridurre ad ufo di Monaft�ro � le Cafe antiche della predetta Famiglia Gianf�gliazzi, ,, opprimendoli in queli'iftante, f� ci� l� veniva a con- ,; cederei una memoria , feorfa per tanti fecoli in un ,, replicato , e continuo pofieflb , che fi ricon�fceva-* ,,- indotto , e coftituito quivi con Palazzone Torre, ,i da quel Giovanni Figliuolo di Azzo , il primo Ante- ,.§ nato , che fi induceflero effi fotto quel Cafato ; 01- ?V tredich� non fi giudicava ben fatto, mettere a mu- » ro a muro confinanti , e contigui Uomini , e Don- 9) ne » cio� i Monaci di quella Badia > e Monache , p al che concorfa la volont� del Vefcovo , ed afiegnato J? luogo in Cafaggio , ali* effetto predetto , coita eiTerf� ,, finalmente per le mani di Francefco da Cingolo Ve- � feovo di Firenze > buttato il primo fondamento della � Chiefa, nei 25. di Febbraio del 1340. accompagnata � la funzione dalla folita Indulgenza di 40. giorni , � della quale f� ne vede una Ifcrizione affitta alle pa- ,, reti da una parte dell* Aitar maggiore,» Ma f� altro- ve il Migliore fenile 3 che il prefente Monaft�ro > e_> Chiefa furonp fatti da Lemmo Balducci , perch� mai e» gli non ci accenn� il luogo di queir antico Convento» ne* fondamenti del quale il fuddetto Vefcovo nel 1340. gettato avea-la prima pietra , e tanto pi� era da defide-, rarfi tale notizia ^perch� Lemmo non prima del 1380. principi� alle Monache 11 nuovo Edifizio , Ad ifchiari- re pertanto un punto d* Iftoria cos� importante , por- ti in pace il leggitore, f� riporter� un'altra Scrittu». ra? copiata dal RafiTdli , la quale 'fi vede ,. che � ftata fatta da Perfona molto informata*.e ^h� aveva vedu-c te le Scritture di quefto Ven�rabil Mona�iero(,i me di* Ipiacer pu�, che in ella fi ripetano alcune cofe gi� no- tate di fopra , e la Carta dice come appretto ,, Diede, j, gi� il nome , e lai facolt� a quefto t Venerabile Mo^ »cii'| ii ,j na* |
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l�
� naftero'� Il Cavaliere Niccol� di Metter Camello Gian-
j, f�gliazzi , perch� avendo MeflTer Cartello fuo PadreL. � quali per tutto il tempo della fua vita feguitato la � Corte di Roma , che allora rifedeva in Avignone , � dove abit� lungo tempo con la fua Famiglia, aven- 3J dovi acqmftate grolle facolt� , f� ne mor� intorn� ,, ali* anno 1300. lafciando doppo di f� Mdfer Niccol�, � fuo Figliuolo , Madonna Lapa di Stoldo de'Rolli fua j, moglie , per tal cafo rimafa col� fola col f�gliua. ,5 lo, fi rifolv� tornarfene feco a Firenze, e dato buon j, ordine a i negozj , che lafciava in Avignone , et allt � fuoi Miniftri , venne ella a Firenze 5 dove dopo ,, qualche tempo MeflTer Niccol� prefe per moglie Ma« � donna Chita di AleflTandro Ad�mari , dalla quale eb« � be un figliuolo, dopo la nafcita del quale conofcen- ,) do , che i negozi lafciati in Avignone , ricercavano la � fua prefenza , fi rifolvette ritornarcene l� , laonde xac- � comandato il fuo unico figlio , e le facolt� di qua � alla madre , e alla moglie , volle anco prima di � partirli accomodare i fuoi interef�� , e far Teftamen- � to, col quale lafci� erede il fuo figliuolo , cui mo- s, rendo in pupillare et�, foftitu� il Signor Noftra Ges�. � Crifto , ordinando che del fuo avere f� ne faceffe un 3) Monaftero di Monache Of�fervanti fopra le fue Cafe », contigue ali* Abazia di S. Trinit� ; e fatto quello % � f� ne and� in Avignone 3 dove poco dopo mor� 1* 93 anno 1325. n� molto dopo gli fopravilTe il Figliuolo> 3, reftate fole Madonna Lapa madre ? e Chita moglie. 33 Scorfe qualche tempo prima di eieguire il fuo tetta- � mento, del quale avendo avute notizie Tanno 1330. j) il Vefcovo di Firenze MeflTer Francefco da Cingolo! s, fattele a f� venire, g�' impofe T efecuzione , et elle- 3, no defiderofe d� ubbidire , n� parendo loro conve* 3, nevol cofa 1* edificare il Monaftero fopra alle Cafe del � Teifatore , per eftere contigue al muro di detta Ab- 33 bazia 3 cercavano per la Citt� un luogo atto , e ca« s, pace s et effendoi! in quel tempo fatte le nuove Mu-» 3, ra del terzo Cerchio , et accrefciuta la Citt� dalla,. Tom, VII. E � Piazza |
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� Piazza di San Lorenzo alla Porta a S. Gallo , e re-
,j ftando in quel mezzo grande fpazio di terreno, quafi 5, del tutto vacuo di abitatori , adocchiarono un cam- ,5 p� di ftaiora cinque di grano a feme , con fiepe^ � attorno , e Cafa di lavoratore nel mezzo , luogo det- � to di Cufaggio , e pofto quaf� nel mezzo fra il Con- ,, vento de" Servi , e quello di S. Marco , ed ottenu- � tolo in compra dal .Vefcovo , diedero in quel luo- 5, go principio al Monaftero , ed avuta nel medefimo ,, tempo licenza di cavar 4. Monache dal Monaltero � di S. Ambrogio dell' Ordine di S. Benedetto , le 5) merler� ad abitare in quella Cafetta , e una di que- � fte fu Grazia di Bartolo Bardi , che fu poi la prima j, BadefTa: intanto, che fi finiife il Monaftero, il quale ,, con follecitudine fi andava murando con la fua Chie- � fa , che fu pianrata appunto fui canto, dove � di pre- � fente lo Spedale di S. Matteo ; bened� , e pofe ne i 5, fondamenti di quefta Fabbrica la prima pietra il fud- 5, detto Francefco da Cingolo la prima Domenica di � Quarefima dell'anno 1331. Non abitarono lungo tem- � p� le Monache in quefto luogo , poich� avendo de- � liberato Lemmo Balducci Mercante Fiorentino di e* � rigere uno Spedale per i poveri Infermi deli* uno, j, e dell' altro fedo , e cercando di un ilto opponu- � no , confider� il luogo, dove fi erano pofate quelle ,, Monache , e vcggendolo capace, e le Suore di poco � numero, piacendogli ancora la falubrit� dell* aria, e � la bellezza della Contrada , oper� tanto con quelle, � e con i loro Miniftri } che promettendo di edificar ,, loro una bella Chiefa , e un capace Convento , ot- � tenne da effe quanto defiderava , e puntualmente a- � demp� quanto aveva loro prometto , perocch� avendo j, di quattro parti di quel terreno prefe tre per lo Spe- � dale , fece nell' altra edificare il Convento , ed una j, Chiefa grande , e bella al pari di qualsivoglia , che � (la in Firenze , la qual Chiefa fu poi confacrata». � la feconda Domenica di Luglio dell'anno 1574. da � Monfigaore Antonio Altoviti Arcivefcovo di Firen* » ze.
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,, ze . Fu quello Monaftero fatto efente da ogni fupe-
jj riorit� , e fottopofto immediatamente alla Sede Apo* � ftolica , ma di prefenre � fotto all' Ordinario . Ha_. � comoda entrata per mantenere circa 70. Monache, ■� e fra le altre porTef��oni } due ne ha nel Piviere di � Val �i Pefa , che fono in quel Paefe le pi� bel- » le > le quali furono aflegnate al Monaitero dallo ,, fuddette Madonna Lapa , e Madonna Coita , }� il. Ed il racconto efattifTimo del RofTelli fin qui ri-
ferito , nulla lafciando a noi da favellare circa le due fondazioni di S. Niccol� 3 ci far� almeno (trada alla,. illuiirazione de'f� co li pofterion, circa a quello > che della Chiefa j del Convento , e della Storia di Firenze fi vuol qui dire . E per farci dalla Chiefa , la quale, come di fopra vien notato , fu fabbricata con magnificenza da Lemmo Balducci , la cui Arme vedefi in ella fopra I* Arco grande , e fotto il comignolo della facciata no- bilitata da una competente Piazza , ed avente una por* ta di buon difegno , fopra la quale in una lunetta deli* Arco avvi un S. Niccol� 3 frefeo di mano di Lorenzo di Bicci , ficcome dei medefimo Pittore � il quadro nel- la ferrata della Tribuna dipinto full* alfe } e che rap- prefenta Maria col fuo Bambino, ed a* lati i Santi Gio: Batifta j Matteo 3 Niccol� , e Benedetto 5 veggendofi fotto al maet�ofo Arco collocato V Aitar maggiore bel- lo , e ricco con due terrazzini di pietra in alto dalle bande 3 e due Ifcrizioni in marmo , che una � la- memoria delp antica Chiefa j e dice cos�: FRANCISCVS DE CINGOLA EPISCOPVS FIOR, HVIVS SACRE
EDJS QVAM ABBATISSA ET MONIAEES AD LAVDEM OMN.N POTENTIS PEI, SVB TITVLO D. NICOLAI MAIOR1S CONDE- RE STATVERANT PRTMVM LAPJDEM SOLEMN1TER BENEDI- ' CTVM FVNDAMENTO 1MPOSVIT DE1QVE CVLTVI DEDI- CAViT , �T OMN1BV5 EAM DICTO DEDJCATIONIS DIE QVE PRIMA EST DOMINICA QVADRAG. VISITANT1BVS XL. DIES INDV1G. IMPART1VIT V- KAL. MARX. MCCCXL. |
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E 2 Ad-
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Addirimpett� alla fuddetta Ifcrizione leggeri queft' altra :
ANTONIVS ALTOVITA ARCHIEP. FLOR. HVIVS MONASTERI! ABBATISSE
ET MONIALIVM PRECIBVS EXORATVS HANC AEDEM DIVO NICOLAO MA- IORI DICATAM DOMINIGA II. MENSIS IVLII CONSECRAVIT ET CVM IN ARA MAIORE PERMVLTAS SANCTORVM RELICIVIAS COLLOCASSET QMNI- 3BVS IPSA COMMEMORATIONIS DIE HVC ACCEDENTIBVS XL. DIERVM IN- DVLGENTlAM DE S. R. E, MORE CONCESSIT V. IDVS IVLII MDLXVIU. III. Quattro fono le Cappelle nel corpo della Chie-
fa , e principiando da quella, che nell* �ngrei�o viene a manritta fono il Coro delle Monache , vedef� in ella un Crocifitto antico alto quanto al vivo di legno , con fi- gure di Santi dipinte fui muro , tra le quali evvi San Giuliano , la cui vita in piccole pitturine � effigiata nel- la predellina , e circa al Fondatore di quella Cappella leggonfi quivi le feguenti lettere : FATTA FARE DA MESS. PIERO PIOVANO DI RVBBIANA
MCCCCXL. ESSENDO BADESSA SVOR BARTOLOMMEA . e per iftrumento rogato da Ser Giovanni di Guiduccio
all' Archivio Generale nel 1477. fcorgefi, che fu a que- fto Altare iilituita , e dotata una Cappellani^ intitola- ta di S, Giuliano , da Amideo degli Amidei Priore di S. Romolo in Piazza , con obbligo al Rettore di effa di dovere egli affiftere, accompagnare, celebrare la Mef- fa a' Condannati dalla Giustizia alla morte*, e portare per loro conforto un pandjino confetto di tre once. L* altra Cappella addirimpett� ha una Nunziata a frefco pure di antico pennello , e forf� Greco per vederli nell* alto un Padre Eterno da i fianchi in i'u coli* Alfa > e 1* Omega , come praticavano i Dipintori di quella Na- zione , ed appi� della Vergine effigiata in profilo avvi una Monaca genufleflfa ; che crediamo fia quella iiefla , che leggefi «eli* Ifcrizione ferma, nello fcajino dell* Al- tare » e dice ; |
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LA PRESENTE CAPPELLA FECE FARE MADONNA T�DDEA
DI IACOPO RIDOLFI BADESSA GI� DI QVESTO MONASTERO MCCCCXXXVII. LA QVALE HANNO FATTO RIFARE QVESTE DIVOTE SVORE AL TEMPO DELLA REVERENDA MADRE BA- DESSA SVOR BARTOLOMMEA DI ANTONIO LAPI MDXXXXIII. Vengono due altre Cappelle, una per banda, amendue
ridotte alla moderna con pietrami , e tavole in tela : quella, che � lungo la ftrada, � dedicata a S. Marghe- rita Vergine , e Martire con tavola di Francefco Bot- ti , efponendof� nella Fefta di detta Santa parte della fua mano , e non del Braccio t come fcriffe Leopoldo del Migliore. Papa Sifto IV. con Breve fuo del 1472. fece quefto Altare privilegiato, eretto che fu da MeflTer Gio- vammaria di Lorenzo Benintendi per iftrumento rogato da Ser Giovanni di Bartolommeo di Leonardo da Bar- berino 21. di Agol�o del 1523. Nella quarta Cappella^ contigua al muro del Mona riero > il fuddetto Botti di- pinfe una Nativit� , incontrandoti appi� dell'Altare una lapida di un Cappellano, e dice : PAVLVS GVIDIVS S. FELICIS AD EMAM PRIOR , ET ARAE
HVIVS RECTOR MONIALIVM FRETVS PRECIBVS HIC COND� MORIENS ELEGIT. AN. SAL. MDCVTI. XVII. KAL- OCTOBRIS. ed il Cardinale Francefco Borgia Legato a latere in
Romagna vi conced� Indulgenza nel 1508. Notar mi giova di quefte due Cappelle 5 come in antico vi aveva dipinto due Tavole il B. Angelico , le quali inoggi fi confervano qual Reliquia nel Monaftero. So- novi nt� pavimento e lapide , e baffi rilievi, e tra que» Iti bellifl�mo � quello di uno ve/tito da EccIefiaftico> con guanciale fotto il capo , ma i caratteri fono total* mente logori, rimafo eifendo nel chiufino della Sepol- tura un Grifo , ma quefto trovandoli effer 1* Arme di varie Famiglie di Firenze , egli � molto difficile 1* indo- vinare chi effo fia : altra effigie in marmo trovali, leggen- dovi/I intorno intorno al mezzo rilievo le feguenti lettere ; HIC
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UIC IACET D. PETRVS DOMINICI VALI.IS RVBBTANE
P^EBANVS ET GVJBERNATQR FIPEU5 HVIVS SAGRI
MONA5T?RII QBIIT AN, PQM- I45J.
Appi� dell' Aitar Maggiore � fepolfo Domenico Benci,
venni Canonico , dal quale il Convento riconofce 1' ius di conferire certe Doti annue , e V Epitaffio fatto nel 1574. dice come fegue : DOMINICI BENCIVENNI CAN. FLOR. SANCTI HVIVS
COENOEII DIV CVSTOS FIDEITSSIMVS MONVMENTVM JiQC VBI VITA FVNCTVS REQyiESCERET SIBI V1VENS POSVIT MDLXXIV.
ed in fufTragio del medefimo nel giorno di San Gio-
vanni Decollato viene in quefta Chiefa la Congrega Maggiore » con obbligo di un Uf�zio , di 12, Mei�e , ed una cantata , IV. Ma tralafciando ogni altra oiTervazione circa
Ja Chiefa , mi piace di paiTare col ragionamento a � pi� rari pregj del Monaftero favorito da Gran Perfo- P^ggi �i grazie , di privilegi , di efenzioni , e pi� che pi� di beni fpirituali , e temporali , e di onori fegna- larifl�mi . E che fia pur cos� , mi far� da* Sommi Pon- tefici 3 notando in primo luogo , che nella erezione del Convento } dal Vcfcovo eiTendo flato limitato il numero delle Suore, fu ampliato da Papa Benedetto XII. con Bolla data in Avignone , e diretta al Vefco- vo di Pi/ioia ) cui f� ne commette dal detto Pontefi- ce la cura , e da Clemente Vi» con Breve pure dato in Avignone nel 1343, fu decorata la Chiefa �i Indul- genze perpetue , fortoferitto da molti Vefcovi j fra i quali kggonfi Agnolo Acciaiuoli Fiorentino , e Fuligno Caiboni di Fiefole . Ed acciocch� libere in avvenire da varie moleftie fo0cro le Monache , avvi Bolla di Giovanni XXIII* data in Roma 1413. colla quale f ftpoia il Monailero di S. Niccol� dalie ragioni di qua* lunque foro , limanendo foggetxo immediatamente a�h Se-
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Sed� Apoftolica . Papa Sirio IV. nel 1481. aggrega ali*
Ordine Benedettino le Monache notine, che fa parteci- pi de' privilegj , e grazie ampliamente concedute da* Romani Pontefici al fuddetto Ordine . E le grazie fin qui narrate , che conferyanfi originali nell* Archivio del Monaftero , fi trovano confermate con nuove Bolle da Innocenzio Vili, e da Papa Paolo III. N� da taceri! � la memoria di Papa Leone XI. il quale avanti che fa- lifle fui Vaticano , era fiato Governatore affrzionatifl�mo del Monaftero di S. Niccol� , avendo donato alle Mo- nache una tavola della Nonziata di bravo pennello, con una laudevole protefta di non aver mai io tanti anni del fuo governo notato in efie un mancamento da cor* reggerfi � V. E venendo in fecondo luogo a i noftri Arcr-
vefcovi , dir fi vuole , che il Santo Arcivefcovo Anto- nino portatifl�mo era verfo quelite Religiofe , come feri- vono gli Autori della Vita di lui concordemente dicen- do , che il Santo fovente le vifitafle, ivi fermoneggiafte, celebrando talvolta ancora i Divini Ufizj : ed in uib, libro di Ricordi pretto le medefime Suore fono nomi- nate tre Monache dal Santo Arcivefcovo confacrate con le fue mani , e tutte tre morte con fama di ftraordina- ria fantit� . Monfignor Antonio Altoviti , come fopra dicemmo , fece la Sacra della Chiefa j e Piero Niceo. lini } che le amava grandemente , loro fabbric� il No-* viziato , ed altre Stanze } attendo oggi il Convento una delle belle , e comode Fabbriche , alla cui vaghezza concorfe altres� Nannina di Rollo Ridolfi piifl�ma Da- ma Fiorentina . Onde nel 1661. il Monaftero di Saru Niccol� fu eletto per �ftere il teatro di una folenne Funzione, che leggefi deferitta in varj Diarj, e che noi qui la riportiamo , come la fcrive il Verzoni da Pra- to ne* fuoi Ricordi , e dice come appretto � 1. Novem- » bre 1661. entrato in quefto Convento 1' Arciduca d* � Auftria Ferdinando con Anna de' Medici fua moglie, � tenne a Battefimo una Figlia di Carlo Dudleo Duca 5, di Nonumbria Conte di Beryich , e di Linceftre dei » Real
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v, Real Sangue d* Inghilterra » e di Donna Maria Mad»
5, dalena Guffier de' Duchi di Aquitania > e gli fu p�* 3» fto nome Carlotta Luifa . Affiftettero alle folenni ce- � rimonie il Granduca Ferdinando IL e la Granduchef- » fa Vittoria con tutta la Corte, e feguito della prima- j, ria Nobilt� di Firenze , e vi fu una copiofa meren- 5» da � 5, E poco dopo , cio� a* 6, Dicembre notafi pu- re altra Fella folenniffima in onore di San Niccol� } fat- ta fare dal fuddetto Arciduca , e dice ,, Solennizzata 5, con Mattutino in Mufica nella fera della Vig�lia ? con ,, Mufici i pi� eccellenti , e fu tale l'armonia, che difTe- � ro i vecchi noftri eruditi in quella profei��one noru # poterli udire miglior concerro � 3) VI. Ci remerebbe per fine da dire alcunch� de'no-
tabili acquici temporali, che nel decerlo di 4. fecoli fen2a mai eflerfi fentita una funefta vicenda 5 fi fono fatti dalle Venerabili Monache ; Ma un folo-, che � di molto onore al Monaftero , io penfo qui di rammenta- re > che far� il Padronato dello Spedale di S. Lazzaro al Colle di Calenzano nel 1527* donato alla BadefTa 5 e Monache di San Niccol� dal Cardinale , e Arcivefcovo Niccol� Ridolfi . Quefto Spedale fu edificato d� Bartolo Niccoli Cittadino Fiorentino nel 1334. come appare.» dalle Scritture pretto le Monache , e principalmente da quella al num. 15. che � una Bolla del Cardinal Le- gato Giovanni titolo di S. Teodoro Diacono Cardina- le , nella quale dice 9, che fupplicato da Bartolo , e sj'Angiolino Niccoli di potere erigere Oratorio , e far ,> dir Meflia nello Spedale di S. Lazaro al Colle di Ca- j> lenzano da efl� fatto edificare } loro fi concede la gra- » zia: Datttm Seni? 2. KaL OBobris tempore lo Anni s 22. � an. iS. j, E la prefentazione dello Spedaiingo fi face- va da'medefimi Fondatori} Io che leggefi in altra Cartape- cora al num. 39. come fegue ,, Vacante Ho/pitale $. La» %ari de Calenzano Jtto in Vlebatu Plebis S> Donati , Bar- tolus q. Miccoli pop. S. Michae/is Bifdomiwi Ci'vis , & Mercator 'Fior, ac etiam hedificator > (st Vatronus Ho- fpttalartum &c, la quale elezione viene confermata da MelTer
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Meflfer Andrea Vicario del Vefcqvo di Firenze France-
sco Atti da Todi, Aftum in Fopu�o S. Tetri Maioris io, Maii 1347. e finalmente al nym. i6f fi conferva la unio- ne di detto Spedale al M�naftero, per Carta rogata da Ser Gio: Paganucci Cancelliere della Curia Arcivefco- vile j ed il funto di tale Scrittura � il feguente : Io- annes de Statis JLotnanuS) Do fior , cb* Vicariut Generali t Niccolai titilli SS» Viti, & Marcelli Diaconi Cardinali t Ridolfi Arcbiefifcop Fior, unifce > incorpora , e racco- manda lo Spedale di S. Lizzer� di Calenzano al Mona* ftero di S. Niccol� di Cafaggio } e concede , e vuole» che la prefentazione dello Spedalingo, e di altri Mini» ftri fi afpetti alla Badefla j/ro tempre di detto M�nafte- ro 9 A&um in Arcbiepifcojtali Fai atto fior, ip? Oftohr9 1527. Mota delle Monache di S. Niccol� di Cafaggio » mortf '
in concetto di Sante, e riferite dal Brocchi » ' Ven, Angiola del Sera.
Angiola Felice Federighi,
Calandra Bracci.
Caterina Angiola Bonfi *
Caterina Particini,
Maria Cleofe Samminiati ,
Maria Felice Girolami �
Maria Verginia Caftellani p
Maria Vittoria Guadagni.
Tommafa Golfini , al fecolo detta TaUna ,
Sorella di S. Andrea Vefcovo di Fiefoie , la quale manca nel!' Albero Genealogico fatto dal Suddetto Brocchi 9 |
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Tm* f�L $ LE.
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L W: ZI Q N E V.
:V! �ELLA CHIESA DISCORSOLA.
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Eriche fiafi da noi ragionato de Ha Ch�e*
fa di S. Orfola in varie lezioni, co- me nel Tomo quarto alla lezione di S. Giuliano 9 e al Tomo quinto nella^ Storia di S. Agata, tuttavolta far� di uopo, che qui foni maria mente ripetia-» mo tanto ; quanto; Ba fl� per iftabiiire K epoca di questa Chiefa, e Monaftero . Quindi facendomi dal 1309, dir� quello eflTere l'anno dell'incominciamen- to: di cos� illuitre Convento, lo che fi dimoitra coel. una Cartapecora dell'Archivio di S. Lorenzo , al Sac- chetto 1. num. 7. il cui funto � il feguente : Francifca , Cina , loanna , isf Caterina Sorore? cupente? 'virane fub Re gu lari Obfer<vantia Ordini? S* Bene di eli emerunt a^ Captalo Fiorentino , ptium terre cum domibu? fof. %i Top $. Laurentii , & 'volente? ibi confi rue re habitat io- nem , fa' intendant ibidem commorari , & degere , faciunt ■gatta , & conditiones. cum Priore , et Canonieis Ecclef�? S* Laurentii , Tiidelicetr qttod quolibet anno, in ^erptuum in Fefto SanBi Laurentii diBe Sorores fol^vant Ecclejie diBi S. Laurentii libra? Cere &* nomine Cenfus &c. A Bum Fior, in Domibus�, P erotti Guadagni qua? habitat Domimi? Antonin? Epfcopi? Fhrentinu? 13 09. Ssr Martinu? Pe- tri de^SanBo Ilario . E ficcome nel 1327. trovafi altro Contratto delle fuddette Suore cpl medefimo Capitolo, fono di credere , che folamente in tal anno folfe ter- minata la fabbrica del Monaftero , e del Convento, leg- gendoli in quefta feconda Scrittura, efiftente pure nello flefib Sacchetto, come loro fi d� licenza delle Campane. e della Sepoltura ec. rog�.SVr Petru? Paganucci Erboletti , IL E che foflero Monache di Angolare efemplari. |
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t�. , fi pu� dedurre dalle unioni di due Monaf�erj al
ncftro , fatte dai Vefcovi Fiorentini Agnolo de* Ricafoli , e Bartolommeo Uliari, quelli nel 1390. yi incorpor� le Monache Valombfofane di Santa Maria Madre ^ col rogito di Ser Luca Bambocci) confervan* dof�ne 1* Iftrumento in S. Croce al num. 24. quando il fuddetto Vefcovo Angiolo gi� avea unite nel 137^. a S. Orfola le Suore di Santa Maria Urbana, con Dii» ploma , che abbiamo riportato nella Storia di S. Gi�* iianoyjl$um\i&. Ecclejia SanBi Salroatorif de fior, man? candovi per� chi lo rog� . Ma coli"andare degli anni decadute efTendo le Monache di S. Orfola dall' olTer* vanza dell' Illituto Benedettino, nel 1435. da Papa Eu- genio IV. allora dimorante in Firenze , tutte furono trasferite con le proprie entrate nei Monaftero di S. Agata, con Bolla , che comincia ; VaUoralis Ojfitii de? b�tum , nella quale il Pontefice riferba a fua difpofizi©* ne la Ch�efa , Convento) ed Orto �i S. Orfola , che^ nello Hello anno don� ad alcune Suore del terz* Or- dine di S. Francefco , le quali nel 1430. erano venute da Perugia , come fcrivono S. Antonino nella fua Sto* ria, e Fra Dionifio Pulinari nella Cronica di Ogniflfan- %i ; E quelle Suore furono le Fondatrici della Regola, che inoggi fiorifee in S. Orfola , governate nello fpi- rito fino dal principio , che vi tornarono , da i Frati della Offeivanza . Quelli , per vero dire , in que' tempi non avevano ancora Convento in Firenze , e per� ve- nivano da Fiefole ne* giorni fei�ivi per amminiiirare i Sagramenti alle Suore , le quali ne i giorni; feriali an- davano alla Parrocchia , e le alcuna di loro moriva , dai Preti di S. Lorenzo fi facevano J'efequie , eifen- dofi praticato in fomigliante guifa fino a tanto , che i Padri dell' Oi�ervanza tornati a S. Caterina delle Ruo- te , preferp del Monailero il governo fpirituale , e tem- porale , come parlano i. Libri delle Ricordanze, ne* quali apparifce , che il Provinciale di Tofcana difpone^ va del Convento di S. Orfol*. con una totale inde* pendenza dagli Ajcivefcovi : t&Qyafi per� ne* medefinu F 2 Ri*
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Ricordi j che 1' Arcivefcovo» e Cardinale AleflTandrd
de* Medici, limitale loro 1* autorit� , avvegnach� fi co- jm�nci ivi a leggere , che nell'anno 1584. gli Atei di Accettazioni , di Compre , di Vendite, e di fomiglian- ti Contratti facevanfi colla licenza 3 e confenfo dell* Ar- civefcovo Fiorentino. III. E venendo oramai alle ragguardevoli Memorie
preflb di q�efte Monache, ci faremo da un teforo pre- giatiffimo di rare Cartapecore , alcune delle quali fono irate miseramente dal fuoco incenerite nel i5po. o in quel torno ; E Leopoldo del Migliore, il quale prima dell'incendio le aveva confiderate , ce ne lafci� una Nota al lib. 100. pag. 119. che mi piace di qui riportarne alcune : Al num. 1. eravi della Conteflfa Matilde figlia del Marchefe Bonifazio , e della Contesa Beatrice , la ricca donazione, che ella fece nel 1078. alla Chiefa Pi- fana , e che intera leggefi neli* Abate Ughelli alla Serie degli Arcivefcovi di Pifa . Al num. 9. veniva una Car- ta di Vendita fatta dal Magnifico Andrea di Tomma- so Paleologo , con le circoltanze feguenti : 1485. 30. Decembris . lllujlris, ac Inditus Dominus Dominus An* dreas Fil. q. b. m. llluBris Domini Thome Valeologi Odi* fpotes Rom. & Imperii ConB'antinop. ad prefens mo~ ram trahens in Cintate Mantue , wendidit Magnifico , $* Potenti Armorum DttBori Domino Domino Antonio Marie fil. q. Magnifici Domini Domini Ioannis F ranci fri de Mirandula Corniti Concordie unam petiam terre , & Edificiurn pofit. in Urbe Rome in Campo Marti0 , quam quidem petiam terre , & "Palatium , Fapa Sixtus IV. ei- dem Domino Andre e pr� f� , & pr� fuis Heredibus dona- nicrat . Rogato da Ser Antonio Cornacchini pubblico Notaro in Mantova ,� Seguiva poi al num. io. del fud- detto Don Antonio Maria della Mirandola un Tefta- mento fatto da lui in Cefena nel 1481. tu di Apri- le, e rogato da Ser Gafpare fil. di Benvenuto de* Mar- ri da Cefena ; E le falvate dal fuoco fono del fuddet. t� Anton Maria al num* <?$* altro Teftamento fatto nel i 5 00, in Ronia nei Convento de* Frati di Araceli > ro- gato |
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gato da Giovanni di Mattia di Pietro de* Taglienti Cit-
tadino Romano, nei quale annulla altri fuoi Telameli* ti j e nominatamente quello , che avea fatto nel 1493. ig. di Aprile , rogato dai medefimo Ser Giovanni di Mattia , e confervafi pure la quietanza di Andrea.. Psicologo foprannominato , per la quale fi dichiara to- talmente lbddisfatto della fomma , che f� gli dovea dal Conte Anton Maria della Mirandola per le Cafe , e_. Terreni di Campo Marzio , a detto Conte vendute col rogito di Ser Andrea di Giuliano da Gubbio 1487. 7* Dicembre. IV. A volere poi fapere come venilTero nelle ma �
ni delle noftre Monache s� preziofe Cartapecore , con» vien dire , che feco f� le portaflfe Donna Ginevra Fi* glia del fuddetto Conte Antommaria della Mirandola , la qual Signora rimafa vedova di Gio: Batifta de'Con- ti Romano , per riiperto della, guerra venne a Firen- ze , e nel 1502. 31. di Luglio l� ritir� in S. Orfola_i con due Fanciulle, cio� Donna Ginevra figlia del Con- te Ercole Eencivogli di Bologna , e Donna Goftanza^ Conti fua unica figlia , che fu dalla madre lafciata erede de' Beni di Giuliano , per Teftamento fatto nel 1511. nel qual anno ella mor� , raccomandato avendo la figliuola al Magiftrato de* Pupilli , del quale fu il fegueme Mandato,, � Ad� io. di Marzo 1512.
� Per parte delli Sperabili Vficiali de' Pupilli , et
� Adulti del Comune di Firenze Tutori > et per debi« a, to tempo Curatori della Conftantia figliuola fu di j, Madonna Ginevra della Mirandola, fi notificha a Voi 5, Veneranda Miniftra del Muniitero di Sanc�a Vrful�* j, di Firenze, che per lo advenire in modo alcuno �� non mandino fuori di dic�o Muniftero , n� lafcino j 3, o permettino andare la dec�a Conliantia loro Pupil- 3, la fenza expreffa licentia , e volunt� di dec�o Vficio , 9) Mandantes &c. � Ego Francifcus de Altovh�f Cancellarht di&trunu
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La Figliuola poi nel 1514. fpos� Mefser Lorenzo Sal-
viati cognato di Papa Leone X. e fu Madre del Car- dinale Antonio Salviati , avendo portato in dote c�l feudo di Giuliano, anco quegli del padre fuo , come fi legge nel Teftamento di Donna Ginevra , che fi con- ferva preffo quefte Monache . Di altra Dania Roma- na venuta a v�vere in quello Convento , fafl� menzio- ne nea Ricordi di Suor Lena Ridolfi Miniftra in qUe' tempi , e dice � Io Sor Lena Miniftra del Mohaftero ■ 3� di S, Orfola fa ricordo, come oggi , quefto d� 18. � di Giugno i$o2. ci � venuta Donna Batiitina , la_. ,j quale fu moglie del Signor Giulio Savelli di Ro- 5, ma » e nel medefimo libro fegue ,, fo ricordo , co- ,, me quefto d� 25. di Aprile 1503. la predetta Donna ,, Batiftina fi part� , tornandone a Roma , in tutto pa- 5, g� ducati 30. di oro . � V. E venendo ora a ragionare de'Legati , faremo
qui menzione de i pi� notevoli fegnati dalla Camar- lmga nel fuo libro , trovandoli primieramente una (Jf�- ziatura, che lafci� la fuddetta Donna Goftanza Salvia- li alla Chiefa di S. Orfola per testamento del 1555- E nel 1554. leggefi il Monaftero fatto erede univerfa- le da Angiola Actaviani , moglie di Raffaello Ridolfi , col rogito di Ser Gio: Batifta dal Portico > Notaio al Palagio del Podeft� ; Ma perch� la Teftatrice dichia- ravafi , che una condizione fo/Te Ja claufura delle Mona- che da prenderli dentro un anno, con la caducit� al- lo Spedale degli Innocenti , le Suore di que' tempi, ri- pugnando a quei patto onerofo , rinunziarono alla e- jredit� , che nel 1555. pafs� allo Spedale. Nello fteflb anno avvi notato altro Teftamento di Caterina Salvia- ti 3 vedova di Giovanni di Lorenzo Tornabuoni, aven- do rogato Ser Romolo da Marradi , e per elfo il Mo- naftero eredit� fc. 150©, ed ancora pi� ricco fu il la- feito di Nannina moglie di Averardo Alamanni/atten- dente alla fomma di fc. 3. mila , e rog� Ser Giovanni Conti 9. Ottobre 1555. Di una altra Benefattrice faftz ricordo a pag. S4. del libro 9 e ne* rogiti di Ser Mi. che.
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cbelagnolo Grifoni da. S. Miniato al 1571$. e fu que&a
Maria Fraocefca moglie gi� di Francefco �i Giovanni della Cafa , la quale fece erede il Convento di $. Or- fola di un Podere, e di una Cafa in Firenze : N� mancarono infigni Benefattori, il cui novero � il feguen- te.,> Piero di Bartolommeo di Piero Capponi, a i 21. di ,, Febbraio del 1567. fece'Teftamento , il funto del � quale � come appre(To � ABum\.in Pop. Omnium, San* Borumin Sagreflia: diElae Ecclejiae yTefiibus Fratribus Pa- c�fico Berti , Michael e de Bibbiena , Sebajliano de Mar* zichis , Seraph�no de Federighis , loanne de Bondis , Io- feph de Fighi ne , Iofej>h de Ali/erti> � Heredem Juam �yl. omnibus fuif bonis Mobiltkus , <&* Immobilibus <> <& ABi�~ ni bus prefentihtts , Q? ftsturu , fecit , $* ejfe <yoluit Mo- nialem Antiam germanam fuam filiam Bartolomei de Cap- ponibus grofejfam in Monafisrio Santi ae Urfulas de Fior, Ego Laurentins q. Chrijlofori Gregorii de Gondis Ci<v�s $, ^ Hot. Fior. E con qucila Eredit�.le Monache alzaro-, no dalla banda �i mezzod� tutto il' muro , avendo col-, locato fuila porta del Parlatorio 1* Arme de'Capponar Michele di Domenico da Campi mor�, nel 1572. il d� 25* di Giugno, avendo lafciato fopra mille feudi ai Monaftero , di cui era ftato per parecchi anni fattore v Un Cavaliere della Famiglia de'Pazzi (manca il nome) a titolo di pura limofina fenza verun obbligo nel 1604, don� fc 1741. che aveva fui Banco degli Strozzi . E due altri i�luilri Benefattori rammenteremo pi� Cotto ,- ragionando delle innovazioni e della Ghiefa , e del Convento . VI. E ritornando alle antiche Monache d� S. Orfo^
la, in grazia degli itudioil delle vetufle cofe di Ficea*» ze , orTerveremo quanto fi ftendeffe quella parte dj C�fy, t� detta di Cafiggio , trovandoli nel Contratto djel!a_- Compra di quello Luogo , che fecero dal Capjjutlgf, Fiorentino quelle prime Monache Benedettine , come*, fi addi manda in loco diBo de Cafaggio> , e, cori que,* {fa denominazione furono per molti anni appellate le Donne di S. Orfola di Cafaggio, che tanto trovafi nel Te-
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Teftamento di Donna Ben�na di Gherarduccio Senili*
rendi 9 efiftente nel Campione de* Capitani di Or S. M. nel qual Teftamento ella lafcia fra gli altri Luoghi pii, al Monaftero di S. Orfola , con quefte parole , itetrt-, X)ominabu$ Monajlerii S» Urfuh de Cafaggio . VII. Gli altri due Benefattori di quefto Sacro Luo-
go » che ci reftano a ricordare } fono Iacopo Bonaf� s e Gio. Batifta d' Ambra , i quali in diverfi tempi re- staurato avendo e Chiefa , e Monaftero> porgono a noi materia 5 per efaminare quanto evvi di bello, e di fa- ero in S. Orfola . E primieramente Iacopo Bonaf� rin- nov� da i fondamenti la Chiefa , della quale fi confer- va in Convento una memoria, che � un foglio lacero» che dice Cosi ?> Nel 1474. da Iacopo Bonaf� fu fattsu � una buona parte di noftra Chiefa col muro di fuo- � ri 5) lo che pure leggefi in un libro fcritto a penna del carattere del 1500. che era preflb il Can. Bifcioni Re- gnato num. 55. pag. 2|. E chi Ila quefto Iacopo } non parlandone ne 1* uno , n� 1' altro ricordo, mi fo leci- to di fofpettare , che fotte fratello » o zio del celebre Monfignor Lionardo , s� benemerito �d�e Chiefe Fio- rentine , e forf� fuo era il Sepolcro in Badia * che * lettere Longobarde dicea ; SEP. NOBIUS IACOBI BONAFIDEI .
E ritornando alla Chiefa di S. Orfola , gi� nobiiitatt
dal fuddetto Benefattore) noteremo che eiTa nel 1547. fu confacrata da Ferdinando Pandolfini Vefcovo di Troia , il quale avea in quefto Convento due nipoti » figliuole di Pandolfo Pandolfini ? appellate Suor Lucre- zia 3 e Suor Angiolina - VIII. La feconda> e pi� vaga innovazione della me-
defima Chiefa fegui nel 1627. fatta fare da Gio: Bati- fta di Ambra , come parla la feguente Ifcrizione col- locata Deli' ingrefl� della Chiefa , e dice : |
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D.O.M.
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D. O. M.
IO. BAPTISTA DE AMBRA VINCENTII FU.
INTEGRITATIS AC PRVDENTIAE ODORE
S»ANORMVM MESSANAM VBI DIV VIXIT ET PATRI�M IMPIEVIT
OPES VAtDE AMPIAS QVAESIVTI
EARVMQVE VSVM SCIENS
IN OPERA PIETATIS ERO0AV1T
ECCLESIAM HANC AVXIT
ATQVE TRIBVS HISCE ARIS ORNATIOREM REDDIDIT/
HIERONYMA DE FRANCHIS CONIVX MOESTISSIMA
PONENDVM CVRAVIT
VIXIT AN. LXIX. M. IX. D. XI,.
MORTALITATEM EXPLEVIT XVII. KAL. APR. MDCXXVIU.
IX. Oltre poi a tale Epitaffio , veggonfi in pi�
luoghi le Armi di cos� illuftre Benefattore , il quale a fue fpefe fece pure le tre Cappelle di vago lavoro } e vi colloc� pregevoli Quadri , opere di Valentuomini , e fono la tavola della Concezione all' Aitar maggio- re > che fu dipinta da Matteo RofTelli 3 alla Cappella a manritta di Filippo Tarchiani � il Battefimo del Signore , e addirimpetto Bartolommeo Salveftrini fece il martirio di S. Orfola . In una lunetta fopra 1* Aitar grande Stefano Cafcetti discepolo del Pafl�gnano dipin- Te a frefco $. Orfola con le fue Compagne > e nello sfondo della foffiita il S.Pietro d'Alcantara, che ado- ra Ja Croce circondata da alcuni Angioli, � di Ha- itiano Galeotti , che ingannato^ nelle mifure , credette la fcffitta pi� alta di quello , che � > onde le figure^ non fanno quella veduta 3 che meritano . Sul Depofito poi dell* Ambra 5 in alto evvi una Nicchia avente uxu Bufto di terracotta , rapprefentante Maria col Bambino al collo ricco di voti > il quale � in venerazione grande al Popolo .Alla parete in alto, che corrifponde addi- rimpetto alla Porta , vedefi un tafTello di marmo bian- co 5 che � una memoria della caduta �i una faetta , la quale parlata per mezzo al Coro pieno di Suore, and� in Chiefa ad uccidere uno , e ferirne parecchi 3 �;Iom. VII G il |
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il quale accidente � compfefo in quefti tre verfi in-
cifi nel marmo: i A. P. M.
CADDON DALL' ALTO CIEL FOLGORI ACCESE.
PlV SEMIVIVI ED VNO ESTINTO LANGVE. LE VEKGIN SACRE SOL RESTANO ILLESE. XX* PI SETTEMBRE t)�L MDCCXXX. E per fine ricorder� una bellifl�ma Fetta , che in que-
lla Chicfa , nel giorno di S. Oifola fece fare l'Arci- duca dJ Auftria nel 1661. e quello Reale Spofo foddi- sfatta avendo alla fua devozione , volle vifitare tutto il Convento, come avea fatto in altri Monafterj nello fpa- 2�0 di fette mefi in Firenze, in compagnia della fua_. Spofa 5 e piacemi di riportare qui quanto leggefi <�i quelli Principi nel Diario della Libreria del Magliabe» chi, come appretto ,, Ad� 2. di Febbraio in Gioved� , ,, con grandiffimo cordoglio di tutto il Popolo Fio- ?, remino, e in particolare della povera gente , fece_» ,, partenza di Firenze il Serenii�imo Arciduca Ferdinan- � d� , e 1* ArciducheiTa fua moglie , ed una loro Fi- >} gliolina di et� di anni 9. in circa , e furono accorn- � pagnati dal Principe Matrias . Queita partenza fu j, compianta da'Poveri, ai quali per lo fpazio di fet- j, t� mefi Con larga mano difpens� fempre limoline-} e fi t�e intercedeva grazie a benefizio del Pubblico , Non j, � da racetfi le prerogative di queito fanto Principe: � Egli timorofo di Dio, e devotiffimo, ftava alla Mef- n fa fempre genufie(To in ferra col folo (irato; oltre,, j, al fuggire il cattivo operare , non farebbe mai anda« � to a letto f� prima non fi folle confeffato, fentimen- � fi di un Cnilkno aliai da bene, per i quali fi me- #, rito V affetto de' popoli, ai quali fommamente di- 5, fpiacque la fua partenza , e molto pi� la di lui ?) morte feguita ad� 31» Dicembre del 1661. in ifpruch. 3> X. Pafland�fi ora dalla Chiefa al Convento , nel- la lunetta > che � fopra la Porta > che mette in iitrada |
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fcnovi quattro lodatiffime figure al naturale di terracot*
ta bianchiffirna della maniera di Luca della Robbia , e fono Maria 5 il Bambino Ges� > S. Orfo�a 9 e S. Eran*- cefco di AifiCt . Due poi tefori trovanfi prelfo le Mo- nache , cio� un Bambino Ges� , ed un Q�ociB�Jo j a- mendue miracoloiiffimi . Di quello raccontati ne* libri per cofa certa , e veramente notabile , il modo col quale elio venne in Convento come apprd�o ,y Di bei ,, giorno ( non ci � V anno ) per levare le Suore no- ,, {tre da una grave tribulazione , fu picchiato alla Por» 4, ta da quattro veiliti di facco bianco , con una Im-
,5 magine di Crifto Crocifiilb , che � di rilievo , ed � entrati dentro , fenza alcuna dimora la portarono ,, in Coro ( ove � di prefente ) e differo ,; tenetelo per ,, infin a tanto che non vi � detto altro 3, e f� ne an- 5, darono con Dio � ed io fono di credere , che quello
CrocififlTo fia uno di que* tanti, che portavano in pr�- ceffione da una Citt� all' altra le famofe Compagnie^ dette de' Bianchi > delle quali abbiamo favellato nella Storia del Monaitero di Chiarito . 11 Santo Bambino poi giace in un divoto Prefepio xicchiffimo di doni fattigli da ogni forte di Perfone , che confettano di avere ricevuto grazie miracolofe , avvegnach� le Mo- nache fovente pregate di concederlo ag�* Infermi , per- mettino > che fia portato alle Cafe de' particolari� XI. E qui fui fine mi fia permeifo di far menzio-
ne della belliffima Spezieria Hata in gran credito , ezian- dio apprefiTo i Granduchi di Tofcana , maM�mamenre a Cofimo I. Francefco I. e Ferdinando I. quali le me- dicine di importanza volevano , che quivi foller� ma- nipolate da Suor Benedetta Bettini molto intelligente, e di grandiffimo nome in fare compof�zioni medicina- li , ed anche inoggi fono cercate le Pillole di S. Orfo- la j che ti fanno perfettamente fecondo la irruzione del Medico Celli ; e giacch� in un Catalogo �i Ven. Suo- re di queflo Convento vi ho trovato Suor Vittoria del Mae&ro Parente di S> Antonino , per ifchiarir quella pa- rentela j porr� qui due Notazioni , e la prima Ila , che G 2 la
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la parola del Mmflt� non � cafato di Fam�glia) ma fo-
prannome alTai ufato in que* tempi , traile Perfone di qualche Profeffione (ingoiare, come Medici } Filofofi > e Mattematici} fecondariamentc fembrami, che fi po�fa con- getturare , che detta Monaca foflfe della Famiglia dell' Offa 5 avvegnach� $. Antonino aveffe una Sorella , che.» fu maritata appunto a Maeftro Domenico di Maeftro Giovanni dell' Offa * |
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LE.
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LEZIONE
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DELLA CHIESA) E DEL MONASTERO
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DI SAN BARNABA.
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|A quattro Santi riconofce Firenze le
quattro pi� fegnalate vittorie di quan- te ella abbia riportato fopra de' fuoi nemici , durando maifempre la lieta memoria de'Gotti trucidati alle falde di Fieible nel!' anno 407. ad� 8. di Ottobre, nel qua! giorno fi celebra la Fefta �i S. Reparata Verg. e M* ficcome nel d� it. di Giugno fefta di S. Barnaba nel 1.289, fegu� la gloriofa fconfitta a Campaldino degli A« retinite alle interceflioni del Beato Andrea Corfini de- ve il Comun di Firenze la fuga di Niccol� Piccinino Condottiere dell' Efercito del Duca di Milano , vinto e disfatto nella giornata d'Anghiari del 1440. e tenu» to a S. Stefano Papa , e Martire fi protetto Cofimo L per la vittoria di Marciano 5 che a,i Medici i�abil� fui capo le due Corone de* Principati di Firenze , e di Siena * Quindi � che per legge di gratitudine a tutti quattro i fuddetti Santi , come a ^parziali Avvocati, furono decretate fingolari onoranze ; dal detto Cofi- mo in memoria del Santo Pontefice Stefano fu ifti- tuito T Ordine de' Cavalieri, e da* Fiorentini in antico a S. Reparata fu fabbricata la prima Pieve ? a S. An- drea nel Carmine Fefta, Offerta , e Altare , e al Santo Apoftolo Barnaba una Chicfa 5 della quale imprendere- mo qu�a farne la Storia > che abbraccia le Notizie d� ben quattro fecoli 5 che faranno il foggetto della pre> iente Lezione * ? IL E. giacch� quefta Chiefa deve il fuo principio
=--*/ e alla |
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alla Vittoria di Campaldino, ci faremo dal riferire fovn-
mariamente le particolarit� di quella Battaglia , giur�a., T autorit� concorde degli Scrittori Fiorentini . Nel 1288. bolliva la guerra tra Firenze , e gli Aretini, i quali erano (tati cos� arditi , che ne* 12. di Maggio di detto anno con goo. Cavalieri , e 3. mila Pedoni , vennero fino a S. Donato in Collina , ardendo , e gua- dando ogni cofa per nodo , che i fuochi fi vedeva- no da Firenze . Onde 1 Fiorentini radunato avendo par- te della gente occupata nella Guerra di Fifa , nel 1. di Giugno del 128^. bandirono 1* Ofte contro di A- rezzo , dando il comando deli* armata a Mefier Gherar- do Tornaquinci , che fecondo 1* ufato alla Badia di Ri- poli pofe le infegne , lotto le quali contavano* i<5oo. Soldati a Cavallo , e io. mila Pedoni , con nioltifl�rni Nobili di efperimentato valore , i quali fegretamente_«> paiTato r Arno , tennero per la via dei Cafentino , con tal des�o di combattere , che a' dieci del mtefe le due Armate fi trovarono a fronte , ed amendue difpoitifl�- me alla Battaglia , la quale fegu� nel giorno feguente » � f� ne* primi urti vi fu notabile vantaggio negli A- retini , pel valore pero di Corfo Donati, e di 150* Feditori ., che invertirono di fianco il Nemico , dopo lungo contratto, fi dichiara la vittoria in favore..dei Fiorentini , ri ma fi eflen�o morti fui Campo 1700. Are- tini , tra* quali il proprio Vefeovo-, e prigionieri due- mila condotti a Firenze-,? dove nella medefima ora, che terminava il eoinbattimento ,, miracolefamente , al dir del Buoni nfegni , entr� nel Palazzo de* Signori Perfo- na incognita, che dille ; gli Aretini fono feonfitti. Av- vita v che dal volgb fi credette portato dall' Apertolo S. Barnaba. Ma chiunque egli folle, che uoi non lap- piamo , il certo fi � , che nel giorno feguente, per Corriere furono certificati 1 Signori della Vittoria, dan- done tolto alla Citt� la lieta notizia col fuono delle., campane, con fefte, e colla pubblica provvifione , che trovo regiftrata in un libro fegnato 55. pag. 272» pref- fo il Canonico Bifcioni > come appreso w Mediante la |
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� Vittoria , che la parte Guelfa ha riportato de Ghi-
� bellini » ed Aretini a Campaldino nel giorno della ,, Fella di S. Barnaba, e riconofcendofi all' intefcefl�one ,, di detto Santo �* onore della vittoriofa Battaglia , fi � elegge S. Barnaba per particolare Avvocato de i Fio» j, rentini , decretandoci, che ogni anno nel giorno della � fua Fetta fi corra un Palio , che rammemori nei Po- � polo T allegrezza di s� felice giornata * f� gli edifichi � una Chiefa > e fi vada a offerta : 1289. � III- E paflTandofi ora a favellare di proposito della
Chiefa , incominciar fi deve dal riportare una Cartape- cora , la quale non folo dimoftra Panno, in cui f� ne gett� la prima pietra , ma corregge parecchi Scrittori, che la vogliono principiata nel 1300. dalla Repubbli- ca , ed il detto autorevole documento efilte nell'Ar- chivio d� S. Lorenzo al Sacchetto 2. num. 33. che di- ce come appreffb . In Cbrifii Nomine Amen . Anno ab Imam, et tu mcccxxu.
Ind. v. die xxvi. Apri li s : Mos Stephanus landonatus, Symon & Mannus, Canonici Ecclefie fiorentine *vacantis fr.o <voc�bus noflris, -fa DD. Frederici > & Gent�lis Cano- nicorum in nos faciali ter in hac far te commiJJ�s ad Ca* ptalum, �1 tamquam Capitulum ditte Ecclefie Fior, in.* ipfius Ecclefie Clauflro infimul congregati petitionem Di» jcretorum Virorum Domini loannis Prioris , Canonitorum, & Captali Ecclefie S. Laur. nuper recep�mus continen- tie infra/cripte . Sign�ficant Reverent�e Veflre , Frior , (3> Capitulwm*
Ecclefie $. Laur. quod ipfi ad confolationem Animammo & fub<ventionem laboris , quietem , & tranquillitatem F arroch� anorum Quorum , & diBe Ecclefie $*. Laur, hedi- ficare , & conflruere intendunt Oratorium , �3 Altare in eo erigere , <§r campanai ponere, in quodam eorum ter>- reno pofito in eorum Farm chi a , xui a "1, Via Guelfa , a 2. Via � & Domini Stephani , a 3. Via , & a q. Lifp TeJJ�tor�s , & Andree Guardi f\$p aliorum , fuh <vocabulo B. Barnabe ApoBoli , �* ibidem pr fam�liares Cappella* ■mt[% *otl Camnieos fuos praut wolusr�nt mittcndos $ j§* |
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reducendo s t�m^uam i� fuo Orat�rio facere \ fuis , & di-
tte Ecclejte S» Laur» exgenj�s divina Officia , & Mijfa- rum folemhia celebrari : quare petunt , et fupplicant <vo- bis Canonicn , et C�pitulo Ecclejte Fior, vacanti* qua- tenus eidem Priori ( Gio: Petroni ) Capi tu lo Canonicis Ecclejte S* Ldt�r. licentiam concedere dignemini faciendi predi B a } $* ponendi ibidem lapidem he ne di Bum , haben- dtim , & recipiendum ab Epifiopo E emulano ( Tedice A- liotti ) de mefira licentia , Ut ajffenfu , diBumque Ora- ttorium diBo modo regendi > gubernandi , adminiBrandi , & pojjidendi , nt etiam fr-uBus redditus , et proventus e�ufdem J�nt , & �Jfe intelligantur Ecclejte $. Laur. fu- prad. E qui feg.ue la licenza del Capitolo Fiorentino s che rog� Ego BenediBus Mag. Martini Imperiati auBo. ritate Index, atque Mot* ABum in Claufiro Ecclejte Fior, prefentibus tej�ibus Presb. Niccol� , et Presb. Petro Cap- pellani* Ecclefe preditle , & aliis . IV. Io per� ben veggo, che nella riferita Carta,
n�una fafli menzione della Repubblica Fiorentina, e non faprei indovinare di tal filenzio la cagione ; tuttavolta avendo io per le mani un' abbondevolezza di docu- menti poiterion di poco al fuddetto , e tutti indican- ti Je fpefe fatte dal Comune di Firenze per la fabbri* ca della Chiefa di S, Barnaba , per ifchiarire ogni dub- bio , andr� quefti accennando , per i quali ognuno , che f�a docile , ref�er� perfuafo } che f� de' Canonici di S. Lerenzo forf� fu il primo pender� per tale edi- l�zio , delia-Repubblica per� tutta fu 1* opera } e fpefa per ridurlo non gi� ad un Oratorio , fecondo la di- manda de' fuddetti Preti , ma eziandio ad una magni- fica Chiefa . E primieramente nel libro intitolato Stra- 00 » alle Riformagioni pag* 99. leggel� come fegue ; Commijj�o Ecclejte S. Barnabe de Fior. faBa a Vexilli- fero et DD*, Pnioribus Comunis Fior, in Artem Aromata- riorum x�3 5?; E come la Repubblica avrebbe potuto .dare all' Arte degli Speziali quefta Chiefa, f� t�e folle- io flati padroni i Preti di S. Lorenzo ? Inoltre al me- defimo Libro pag» 133* notata, trovali la "compra di |
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cafe per detta Chiefa ordinata da* Signori cos� Ewan*
tur Domus pr� Ecclefia S. Barbale ; e che f� ne coni. praflfero , apparifce alla Gabella lib. D. 171* con le f�* guenti parole: Comune Fior. & atti pr� eo emani� . b�^a immobilia ab Andrea Rinaldi de Rondi nel li s pr� Ecclefia- S. Bamabe 1400. Ma ancora pi� chiaramente dichiarafi tale verit� da alcune notizie , che mi � piaciuto eftrarv re da' libri dell* Archivio dell* Arte de i Medici , *l* Speziali , e fono le feguenti : Cum Ecclefia 9 Cappella » f�u Oratorinm $. Bamabe pofitnm in Quarteria- S'. loats- uit in Pop, 5*. Laur. pr� Comune Fior, hedificatnm �*c, ut ad laudem Dei 5 B. Marie Virginis , ac S* Apftoli Bamabe , & pr� honore Comunis Fior. Fi eie fi a iffa rt* formetur in meliti*, ordinamerunt &c. cio� } che a* aff�* gni alla detta Arte una quantit� di danaro , che ve- niva alla Camera del Comune dagli Oratori , e Corn- miflarj fpediri fuori } e di pi� 100. fiorini contribuiti da, ogni Cafl�ere nel fine del fuo Ufizio , acci� i Con* foli dell' Arte faceflfero fabbricare il Coro della Chie- fa di S. Barnaba , il Chioitro, il Dormentorio , e il Re« fettorio » ed altri edifizj per comodit� de' Brad , che ivi ftanno ec. Ma quando non fi aveflero s� belle memo* rie , far� fempremai argomento baftante } onde crede* re queita Chiefa opera del Comune Fiorentino } le ar-* mi 3 che fi veggono collocate fulla Porta della mede/I- ma , e fono il Giglio della Repubblica , la Croce del Popolo j e 1' Aquila col Drago divifa della Parte Guel- fa > e fopra querte tre Armi vi � quella dell* Arte degli Speziali con fopra una Vergine Maria di terracotta* della Robbia, con quefle lettere. SVB GVEERNATIONE ARTIS AROMATARIQRVM �
IV. Ed ifchiarito cos� il merito de* Fiorentini verfo.
S. Barnaba , far� d* uopo , che ora fi dica, chi fofTero � Frati nominati nel fuddetto documento , ed abitanri in quefto luogo , lo che cercando j noi ravviferemo coru piacere nuove prove del fin qui detto, ini riguardo ai . Tom. VII. H mi |
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veri Fondatori di detta Chief� , e quanto fiamo per ri-
ferire , trovafi regiftrato nella Cancelleria dell' Arte de Medici > e Speziali . In un libro adunque coperto di alfe num. VII. fu quella donata nel 1350. dall'Arte de' Medici , e Speziali a certi Canonici di S. Agoftino d� Caftelfranco di fotto , ma con patto , e condizione, che detti Frati non ne potettero mai acquietare ius , o padronanza , e che vi dovefiTero entrare amovibili a piacere de* medefimi Confoli dell' Arte, i quali Religiofi venuti in detto anno a Firenze , n� avendo trovato in S. Barnaba ftanze capaci per loro abitazione , a i 20. di Marzo fecero ricorfo alla Repubblica con un Me- moria le , il quale dette occafione a i Signori di fare la ordinazione da noi foprannarrata , che non poteva effe- re di maggiore foddisfazione de' Frati . V. E qui neceflaria � una digreff�one per ifco-
prire uno sbaglio di chi ha creduto } che in S. Bar- naba , prima degli Agoftiniani ci fieno ilare Monache^ Benedettine , forf� ingannato dalla mala intelligenza di due Ricordi, uno alle Riformagioni an. 1336. Mon�a- l�bus $. Barnabe exempio; l'altro al Vefcovado 1337. Morti ale s S* Barnabe Ordinis SanBi BenediBi yrop Fio* tentiam yetunt ah Epifcopo velari. Ma come in S. Bar- naba vi era un Monaftero , f� i Frati fi lamentano non avervi trovata abitazione ? Notifi poi queli' efprelfione frofe Florent�am , che averebbe dovuto dire intu s Fio- rentiam , comecch� in quei tempi la noftra Chiefa era dentro la Citt� : diremo adunque » che dette Monache foffero fuori di Firenze , e forf� alla Porta di S, Fria- no per un lume 5 che daremo nella Storia di Sv Maria a Verzaia } net di cui Popolo troveremo Monache det- te di S. Barnaba venute di lontano cinque miglia. VI. E ritornando agli Agoftiniani , notar mi piace
un affegnamento , che elfi ebbero nel 1405. da i Con- foli dell'Arte di fiorini t�. annui , con l'obbligo ai Frati di ui�ziare V Oratorio di Mercato vecchio, e che (lavi uno di loro 5 il quale ogni volta che alcuno an- daffe a giuftizia , fia tenuto in detto Oratorio ad afpet- >.*i'« .....I .ti"M .tarlo j
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farlo » e palfando il Condannato , levare il Corpo di
Crifto . Queir' Oratorio fu dalla Repubblica donato al Collegio de' Medici , e Speziali , come appare nei fud- detto libro della Cancelleria, dove fi legge a e. 19. co- me appreflb 3, 1^61, la Signoria �i Firenze per loro � partito concede ai Confoli del Collegio , et Vniver- � et� de' Medici , e Speziali , che a loro fia lecito di ,, far fare la guardiane cuftodia di notte in Via di Por ,5 Santa Maria dall' angolo de' Buondelmonti per inf�» ,, no a mezzo la Porta vecchia , e nella Via di Cali. � mala dall* angolo di S. Andrea? infino all' angolo � de* Medici , e nella Via di Mercato vecchio dall' f) angolo di Santa Maria Nepotecofa, infino all'angolo � di S. Pier Buonconfiglio , con lumi , e rimunerazio- j, ne a coloro , che faranno la guaidia , e vien dato 1, per la medefima Signoria la facolt� .a detti Confoli, ,, che tengano cuftodia , et amminiftrazione , et guar- � dia dell* Oratorio pofto fui Canto di Mercato veci» ,j ehio , nel vicolo chiamato il Chiajfo della Tromba » ,, dove � fiata ripofia una tavola della Vergane Maria 5, detta la Madonna della Tromba, ,, N� voglio traW ftiare di accennare una Bolla di Papa Niccol� V. da- ta in Roma an. 1. Vontif* che trovafi nel medefimo li- bro , nella qual Bolla raccontali , che ottanta anni fu, la Chiefa di S. Barnaba era fiata da i Confoli dell* Ar- te conceduta a i Frati Agoftiniani di Santa Maria Mad- dalena di Cafielfranco , con la condizione di efiere a- movibili ad nutum , e quefto patto fi conferma dal Pon- tefice . Inoltre in favor de* medefimi Frati , alle Rifqr- magioni , nel libro di lettere dal 1450, al 1455. c- M0# trovafi una iftruzione data dalla Repubblica a i fu�i Ambafciadori a Papa Califto III. nella quale, fra leL# altre cofe, leggonfi quef�e parole,, Vi � nota la bont� � della vita , e la divozione deJ Frati , che f�anno in � S. Barnaba , e come moltiplicano in nuovo' fervore, � fupplicarete il Pontefice ad avergli per raccomancja- ,, ti , e di gratificargli di qualche benefizio , perch� fo- � co poverifl�mi ; � »* H 2 VI. Que-
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VII- Quelli Religion* per� > effendo fcemati di nu-
mero , e per confeguente mancati nella Regolare di- fciplina ? ed altres� feparatifi dalP ubbidienza del Ge- nerale dell* Ordine , corretti furono ad ufcire di San Barnaba nel 1506. dando cos� luogo a*Padri Carmeli- tani Riformati , detti della Congregazione di Manto- va 5 della quale abbiamo a lungo favellato e nelle Le- zioni di Santa Maria Maggiore , e altrove 5 doven- doli per� notare , che partiti gli Agoftiniani , per mo- do di Provvigione fino all'anno 1508. da' Confoli dell* Arte de*.Medici 3 e Speziali vi fu merlo ad ufiziare la Chiefa D. Angiolo Monaco Valombrofano , che nel 1501. era Abate di S. Pancrazio , che tanto nota Fra Mario Dolcini da Bologna Carmelitano , e ConfefT�re delle Monache di S. Barnaba , in una fua Relazione di detto Monaftero . ; Vili. E perch� nella Fella di S. Barnaba celebrata
in quello luogo con fplendido apparato negli 11. di Giugno veniva ad Offerta procefl�onalmente la Signoria con tutti i Magistrati, inalberando ad un pilaftro del- la�Chkk in tal giorno lo Stendardo tolto agli Areti- ni nella riferita Battaglia, non debbo tralafciare di ram- mentare la grazia, che leggefi in un Diario di Leo-, poldo del Migliore preflb il Canonico Bifcioni 5 e cre- deri fatta dal Santo Apoftolo a Firenze nel 1412. av* regnach� alcuni Ribelli Fiorentini efiiiati , e dimoran- ti in Bologna 3 penfaffero a fervirfi deir occafione di cjuef�a Solennit� per mandare a fil di fpada la Signo- ria , e ci� fatto j mutare > e riordinare a modo loro lo Stato . Il che rivelato da Cionetto Baftari al Gonfa- loniere Nofexi Bifcheri s non folamente and� falva la Repubblica dalla minacciata congiura , ma in pena di un s� fatto , e temerario penfiero 9 molti colpevoli nello" fielfo giorno ne pagarono il fio con la tetta > ed al fuddetto Cionetto per gratitudine furono dalla Repub- blica fatti ampliffimi privilegi . E finalmente diremo, die la Chiefa d� S, Barnaba , fecondo il collume delie Chiefe in Firenze pi� dittinte avea il fuo Spedale, �eg- � �i �V n I-i gen* |
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gendofi alla Gabella lib. D. \i$* quefto ricordo,» 1447»
,, Giovanni di Matteo Gallori del Popolo di S. Pier j, Maggiore condurle a livello Beni dello Spedale di S. � Barnaba , cio� una Cafa a Montcloro in Via detta. 3, Cafaggiolo j per fior. 35. Tanno , rogato da Ser Gio^ � vanni di Lorenzo da Vicorati � ,, IX. E pailando a favellare delle Monache di S. Bar*
naba , mi far� da un ricordo del fuddetto Fra Mario Dolcini, il qual ricordo conferva!! prefTo i Padri di S, Maria Maggiore , e bench� egli difcordi da ci� , che fcrive il Lezana al Tomo 3. pag. 355. della fua Storia Carmeli- tana , dove quefti dice le feguenti parole : P. lohannesf "Sjrancifcus fuit in&�tutor Monialium San&i Bamahae d& JHorentia 3 ibique fepelitur die 28. lulii 1527. tuttavolw ta ci fembra pi� veridico quanto feri (Te Fra Mario co« me appref�fo � Defiderofo io Fra Mario Dolcini da Bo- j, logna , Confeifore delle Venerande Monache di San � Barnaba dell'Ordine delT Oflervanza, o fia delia Con* s, gregazione di Mantova , bramofo , dico, di fa pere x � come 5 quando , e da chi furono istituite dette Mo- 35 nache , ho letto pi� Libri > e Cronichette cos� iru 35 iftampa 3 come fcritte a mano , da i quali tutte ho � trovato , che dall' anno 1508. un Padre Maeftro Da- � vid Efa� Girolami Fiorentino , della detta Con- 3, gregazione Carmelitana di Mantova , di poco feque- 3, tiratoli dalla Religione , per vivere vita pi� perfetta t 33 abitante ih quel tempo con altri Padri in S, Clemen-, � te d� Firenze vicino alla Porta di S. Gallo , iftitu� ,3 dette Monache di confenfo di Rinaldo Orfini a quel 33 tempo Arcivefcovo di Firenze 5 e furono pofte in Via ,3 di S. Gallo , in una Cafa comperata dal detto Padre, ,3 e fatta claufura d'ordine del fuddetto Arcivefcovo, ,, con un Oratorio , o fia Chiefa fotto el titolo di San- ?3 ta Maria della Pace , ivi abitarono fotto la cura 3 e � governo di detto Padre con molta devozione, e fan- � tit� di vita , di modo che per il loro buono efempio a crefeendo di numero, e congregando fempre pi� Fan* � dulie per fervire a Dio* e «U� gloriofa Vergine Ma*, n ria»
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,; ria fotto quello facro abito Carmelitano J ebbero»
j, non potendo dilatar la claufura , dalla fanta me. s, moria di Pipa Leone X. per opera , ed interceff�one � del Reverendo Padre Maeftro Pietro Greco da Bre* }, fcia allora Priore di Santa Maria Maggiore, l'Orato*, � rio ? e Chiefa di S. Barnaba Tanno 1521. poco pri- � ma della morte di detto Sommo Pontefice . Partiro- j, no adunque da Santa Maria della Pace nel 1522. non � fenza miracolofo prodigio , poich� effendo prima del- � la grazia ottenuta) domandata alia grata Suor Anna ,, Cambini prima Priora > e Fondatrice da un Uomo ,, venerando , ed interrogato quello, che efTo ricercava, ji dirle: Madre Priora , domandate la Chiefa di San_* ,, Barnaba , che la otterrete ; n� conofcendo la Prio- ,, ra tal- Uomo , giunta poi a S. Barnaba , oflerv� nelT ,, Ancona delT Aitar Maggiore la Immagine di S. Bar- � naba con fua maraviglia fomigliante a quello , che., ,, la richicTe alle grate del primo Monaf�ero , onde fi f� crede, che folle S. Barnaba fteffb , che chiamarle que- � ile Sacre Vergini al fervizio della fua Chiefa : il tut- ,, to per relazione di Monache morte non fenza guai- ,*, che odore di fantit� . E venendo proceflGonalmentc & dalla Pace in S, Barnaba , ufarono dette Monache^ � anco un atto di piet� alle fue Sorelle gi� morte, con- � ducendoci feco in un carro le offa loro . Giunte in ,, Chiefa , adorarono il Santin"�mo Sagramento all' Al- � tar grande , ed in Coro le tre Spine della Corona � di Ges� Criito , ed altre Sante Rel�quie , e quivi rin- � chiufe hanno fempre viifuto con quella bont� , in- � tegrit� di vita , e buon efempio , che cominciarono � nella prima Chiefa di Santa Maria della Pace. E qui ,, nota, Lettore, che il tutto ho cavato parte dalle s� Croniche , parte da un Libro de* Padri del Carmi- � ne, fegnato A, e contraffegnato *J< a carte 65, par- ,, te da un libro dell* Arte de* Medici , e Spezia- � li a e. 4f. e parte da una Cronica Carmelitana ,j fotto il Generalato del P. Pietro Terrafla Spagno- » lo a cane ig#. e finalmente da una Storia dello )} Chie-
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,, Chiefe di Firenze al paragrafo Santa Maria Maggio-
,, re � Sin qui Fra Mario Dolcini, il quale per la fem- plicit� del Tuo racconto , e per le diligenti ricerche, che egli fece , ha tutto il merito , che da noi f� gli creda : ma perch� alquante cofe ha tralafciato , ed al- tre troppo fuccinramente ha accennato > le anderemo qui notando , come il Contratto delle Monache con 1* Arte de' Medici , e Speziali Padroni di S. Barnaba, ed un tale iitrumento efiite nella Cancelleria dell'Arte nel libro intitolato Teftamenti, e Contratti al num. i. fat- to al d� 2. di Novembre del 1522. con le feguenti con- dizioni . I. Che dette Monache non pollino mai per verun tempo acquiftare ragione fulla Chiefa di S. Bar- naba , e che per partito de' Confoli pofl�no eflfere ri- mofle . II. Che per la Feria di S. Barnaba ogni anno dette Suore riconofchino i Confol� Padroni della Chie- fa , e de i Beni di efla , giurando di non avere acquietato ragione alcuna in detta Chiefa , e Beni . 111. Che ad elfi fi dia in perpetuo per la Purificazione una Candela di 6. once . IV. Che accettino ogni quattro anni una Fanciulla per amore di Dio , con la fola limofina di feudi 25. ( che poi accrebbefi fino a feudi 100. ) e fia una figlia , o nipote, o forella di uno de' Confoli , da eleggerli , o nominarfi da' medefimi . V. Che non pof- fino mettere Arme neiTuna in Chiefa fenza licenza dell* Arte . Queiti per� patti , per verit� riufeirono coli'an- dare degli anni non poco gravofi alle Monache, anzich� qualcuno di elfi per titolo della perpetua Claufura non era pi� libero alle parti contraenti , e altri eziandio la esperienza fece vedere > che erano pregiudiziali al buon governo del Monadero . Piacque adunque ai faggi Con- fali di venire coli'autorit� loro conceifa dall' Arte , ad un nuovo Contratto contenente una renunzia di quali tutte le fopra riportate condizioni , falvo per� fempre F jus del Padronato di detto luogo , da durare prelfo dell'Arte, e mediante uno sborfo di feudi 600. pagati dalle Suore fi liberarono da tutte le moleltie . On- de inoggi 1" unica obbligazione o!el Monaftero verfo della |
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�niverfit� de* Medici » e Speziali confifle in mandare^
alcuni giorni innanzi la Fefta di S. Barnaba il Procu- ratore ad invitare i fuddetti Signori , rogandoci quefto atto dal Cancelliere , che deve leggere il Contratto , e dal Procuratore fi pagano lire due ; nella Feita poi i medefimi fono ricevuti coli* acqua Tanta alla Porta del- la Chiefa j devefi dare loro a baciare la Reliquia del Santo Apoftolo , ed a ciafeuno un mazzetto di fiori. X, E ritornando alle Memorie raccolte dal Padre
Dolcini , ofiervare io debbo , che le circoftanze della proceffione delle Suore , dalla prima Gafa a S. Barna- ba 3 le quali non raccontanti da lui , ma veggono* co- lorite in una tavola nel Coro , la quale rapprefenta le Cafe j e le Vie di Firenze , per le quali ella pafs� } tutte ornate di arazzi , e di fiori , e contanfi in nu- mero di 70. le Monache a due a due da i Reiigiofi Car« melitani della Riforma accompagnate alla nuova Chie- fa di S. Barnaba ; leggendoli parimente i nomi di cia- scuna Suora, ed il d� 5 e Tanno della lor morte , N� recar deve maraviglia lo itupendo novero delle Monache, quan- do ne*Commentar) del P. Carlo Vaghi da Parma alla pag. 344» fi trova j che infino a 142. Monache fieno viflutc infieme in quefto Convento fotto una Priora, e f� po- fc�a ne feem� il numero > la cagione ne fu una nota- bili diminuzione dell* entrate 9 per la quale ridotte le Monache ad una grave povert� , loro fu d5 uopo chiu- dere il Noviziato} che non fi apr� f� non nelT anno 1642. Circa poi al Fondatore �q� Monaftero > che fia- mo di credere > che foffe Fra Davide Efa� Girola- mi Fiorentino, ragion vuole, che dicafi . come quefto Religiofo fu Maeftro dell'Ordine, e molto ftimato da Piero Sederini Gonfaloniere a vita della Repubblica^ Fiorentina s col favore del quale fi diede al P. Davide il Convento di S. Clemente nel 1506. e due anni do- po quello di S. Barnaba . Stando egli adunque in San Clemente > come abbiam detto , fond� il Monaftero delle Suore Carmelitane dette di Santa Maria della Pa- ce j riportato avendo e lodi, e ringraziamenti dal Ca- pi- |
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pitelo Generale de' fuoi Carmelitani celebrato in No-
vellara nel 1509. dalla qual Congregazione fu confer- mato ConfeiTore delle medefime Monache , ed a lui de- ve grado la Riforma Carmelitana dej paflaggio , che fe« cero i fuoi Religiofi da S, Clemente a S. Barnaba nei 1509. che io riguardo come una difpofizione della Din vina Provvidenza, la quale volle per' infino al iS2*- che quefti Padri ivi foggiornafTero, per pofcia cederlo alle' Suore della loro Congregazione . XI. Ma eflfendo oramai tempo , che vediamo le-,
molte notabili innovazioni di S.Barnaba, mi piace, che Incominciamo dal confiderare i vantaggi, che a fpefe delle Monache ne acquift� la Chiefa , refa inoggi affai vaga , e magnifica , dove fi innalza un Coro retto da Colonne , e che occupa la met� della Chiefa , la cui foffitta d* intagli �i legno fu lavorata nel 1717. da Gio- vanni Vernaccini , il quale ebbe per fua mercede 249, feudi . Sono di bello ornamento alle pareti alcuni Cuc- chi fatti da Gaetano j! ed Aleflandro Cori, e marina- mente intorno intorno alla Tribuna , la quale piacer molto a: chi la confider� , e pi� che pi� pe'-l quadro:»;.; che vedef� nella teftata , dipinto da Sandro Botticella ma perch� era Tavola affai baffa , e lunga , ella � fiata ingrandita da Agoftino Veracini , con avere imitato s� bene la maniera antica , che fembra tutta di una ma- no, e vedefi in efTa la Vergine fedente col Bambino al collo, ed appi� S, Michele , S. Gio; Batifta , S. Bar- naba , S. Ambrogio , e S, Caterina » Nel corpo della Chiefa vengono due Cappelle per parte , e tutte di uni- forme d�fegno . Dalla banda dell' Epiltola entrando in Chiefa , alla prima Cappella adorafi un Crocififfb pic- colo , gi� dipinto a frefeo {^��� parete dai Beato Gio- vanni Angelico Domenicano, e {"coperto in Convento neli' occafione di rimurare , onde fegatoil il muro , fi fece la traslazione della pregevole immagine in Chie- fa con gran folennit� a* 18. di Maggio del 1719. veggendofi da* voti appefi air Altare , quanto il Signo- re abbia gradita la follecitudine delle Monache in ono- Tatfk VII. I rare |
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rare quella fua effigie. Allato a quella Cappella vTene
quella delle Sante Terefa , e Maddalena de* Pazzi , do- ve prima eravi una tavola * dipintura di una Mancini, di prefente avvene una , lavoro di un Pittore Lucche- fe , Dirimpetto a quello Altare s* incontra la Cappella della Nunziata con tavola dipinta dal Sagreitarii : fe- g-uendo poi un divoto Altare con una Immagine anti- ca di Maria Vergine. Sono anche di qualche fplendore alcune Reliquie infigni, che gi� dal 1378. erano in.» quella Chiefa, come tre Spine del Signore in un ricco, e vago Reliquiario , ed un OiTo non piccolo, del San-, to Apoilolo Barnaba . La Sacra fu fatta ne' d* di Apri-? le dell'anno 1511. da Benedetto Pagagnocti Domenica- no Vefcovo di Vafone. E non mancar�o Depofiti di marmo in memoria d' illuftri Perfonaggi\% e fono uno di Clemente Pietra Conte di Silvano , e tre della Fa- miglia de* Quiftelli, e gli Epitaffi fono i feguentr; Di '� O» �?'� MS',»i,W.sU '., <;f:
CLEMENTI PETRAE GOMITI SYLVANI >
PRIMO MAGNO PRIORI EQVESTRIS ORDINIS DIVI STEPHANI BELLI ET PACIS ART1BVS CLARO QVI DIV SAEPEQVE AMBABVS IN REBVS VTILEM FJDELEMQVE OPERAM SVAM PRAEBVIT COSMO MED* ET FRANCISCO JPSIVS FILIG MAGNIS DVCIBVS ETRVRIAE.., QVARE MERITO FV1T AB IPSIS ORNATV5 . L�tQtiTlA VXOR MOERENS BENE DE SE MERITO POSVIT. VIX. AN. LUI.
OBIIT IDIBVS FEBRVARII AN. MDLXXIY* D. O. M.
Alphonso qvistellio a mirandvla r. e,
PRETORIA DIGNITATE IV. FVNCTO
AG DEMVM COSMI MED. FLOR. ET SEN, DVCIS ILLVSTRISS*
CONSILIARIO FISCIQVE PROCVRATORI
IVLIA CONIVX ET FILII M0ES1.ISSIMI POSVERE .
�BHT PRIRIE IDVS FEBR. MDLXIII. VIX. AN. LV. M. D.
te. .... S. G« R.
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I \i &. H .5 fu
LVDOVICO QVISTELLIO ALPH05JSI FlL
fQRTVNA GENERQSOS NATAIES NATVRA ANiMI SOURTIAM VIRTVS VERO
MORVM INTEGRITATEM INDVL5ERAT Q5rI PRIMVM FLORENTINIS C^SVLENTIBV** »IV DE IVRE A�VLTA CVM LAVDE REsPoNDFT MOX ADVOCATVS COtfSISTQRIAUS
DfiljSfDE CAMERAE APOSTOtICAE COMMISSARI?* POSTEA EIVSDEM CLERICVS
BONAM OPERAM GREGORIO Xjlll. P, M.. NAVAVIT
$ED DVM VIRTVTIS MERITIS ADJ3TM SIBI AD MAIORA PARADA^�
MQRTEM CVM VITA COMMVTAVIT.
OSIIT XV. KAL. IVL. MDLXXXVIII, V�X. AN. LUI. AI. IV. D. XVt.
IVLIA SANTIA MAT. LVCRETIA SOROR P. ■ ■; I
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LVCRETIAE QVISTELLIAE
INSIGNrS PRVDEN.TIAE SANCTITATIS ;ET PVP�ICITIAE MVLIERI
�LPHONSVS PETRA COMES SI;LVAftl0ET �L�MENS
VC.f ILiI CARISSIMA E ET .BEjNEMERENTJ MATRIPOSVERE.
AN. MDXGIV. Vmi^S^ilA^'M'S^ ff'^fifr
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"XI1V-E degna ^i {om\g\hn^; ifcviziotie farebbe^
Suor Clemenza Coechi 5 che qui vifle » giufta le meroo« rie del Convento » e delle Cronache Carmelitane , in odore di bont� fittgoJ^e ^ fi ?mpr� v.nfl i,(5iS. ad� 14, di Gennaio ; ma dopo mplti anni in- ocf �fione di rifarfi il pavimento <(e!la Chiefa ,, fu trovata ^on le carni fre? fche ifpfer la qua! cofa , dalle Monache riveftita di taf* fetta s fu collocata in Qa(Ta feparata , e feppellita fot- to il Coro dalla parte del Convento . Il Monaftero poi � /iato ampliato notabilmente per varj acquifti fatti di Cafe.-vicinei9 e per conceffio^i fingolari della Real Ca« fa de*Medici ; inoltre vedefi nobilitato di, Pitture» aven- dovi lavorato parecchie tavole Coi�ma Hiivelli 5 ' ed il Cenacolo in Refettorio � Opera del Cavalier CurradiV |
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L E Z I O N E VII.
DELL* o S p I Z 1 O
DETTO DI SAN TOMMASO D* AQUINO �
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Ra le devote Adunanze affai frequenti
nella Citt� noftra, impiegate del con- tinuo in opere pie* e fruttuofe} molto al bifogno del Profl�mo diligencemen- ; te fi elercita quefta Congregazione.» fondata nel 1567. per opera > e con- figlio di Fra Santi Cini Domenicano d� S. Marco, del quale facendone menzione per inci- denza Fra Serafino Razzi nelle Vite de* Santi , e Bea. ti del fu� Ordine j gli d� il titolo di ottimo Predicato* te > e di grafi Servo di Dio. Pi� difFufamente per� fcrifie di lui 1* Autore degli Annali del Convento di S. Mar- co ali* anno 1570, come appreffo : Frater SanBes �inius Vir admodum devotus ,& pi�* j falutifque Animarum femper avidiffimus fuit ; qui in primaevo adhuc aetatis fuae flore antequam ad Sacerdoti^ gradum promover et ur > Verbnm Dei f� mi tiare coepit\ qi�odquidem munus fuit femper ei prae~ cipuum � Nam Komae',"■ Pijts } Luca� 5 Rifiorii 5 Neapo~ li% nec non F�orentiae > & quidem non femel j fed quater in hebdomada, tumi in Quadragefima-> tum infra annum <?» gregie comionatus ejt. In ea vero parte ^ quae affeBibus au- dientinm excitandis incumbit } adeo excellebat j ut nemi- hi f�cundus foret . Trae fuit autem pi urie s , tum Fratria bus , tum Novitiis , iis M�gifter �> illis autem Prior ; �rat autem Religioni $ nbBrae oh fermantijfimus■■; Nam fem- pir �eiunabat \ femper noBu ad Matutinas horas pofl bre-> qtgm dormitionem furgebat , Fratribufque poflea de Eccle- Jia recsdentibus non recedebat ? orationum s ac vigilia* |
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rum deditifflmus �xlWens'■', & hlc fu�t eius *u�niendi mot
per x. fere annos * Mijffam fummo mane celebrala? > to~ tiufque diei reliquum tempus pr� fatute animarum ex» pendebat > quam gratus iwvenibus 5 & peccatoribus forep numquam fat�s verbi f confequ� pojfem : tam enim diligens erat in inflruendo } tam dulcis in exhortando j tam potent in perfnadendo > ut quadraginta fere huius Ci'v'ttatis Iu* mene? nohilibns natalibus orti quotidie ad ipfum injtruen» di accederent > quibus etiam "vivendi modum injiituit} quam» obrem Domum quamdam , quod Oratorium S'. Tbomae A» quinatis appellatur > conflruxerunt i$c. Obiit anno Dom mdlxx. in Ocia*va d�Bi- S* Thomae* II. Le rare adunque virt� , e qualit� di un tal Re*
ligiofo , tirando a f� gran numer© di Gentiluomini, def�deroi� del confeguirnento dell' eterna falute, ne' tro- vo 21. de* pi� ferventi nell'anno i%66. convocati, ed uniti in un fol cuore fotto la direzione di detto Pa- dre , il quale per un lume non ordinario 3 conofeiuto avendo , che in quefti fuoi Difcepoli Iddio difponeva-. qualche cofa di grande > e di vantaggio alla Citt� , co- minci� a radunargli in una Scuola, e Cappella del No- viziato di S. Marco j dove j oltre 1* occupargli in pa- recchi fpirituali Efercizj , andavagli addentrando nelle_» virt� pi� grate a Dio > quali fono le Opere di Miferi- cordia fpirituali , e corporali verfo del profl�mo , e per- ch� falda folfe la virt� di s� nobile drappello , lo po- f� fotto la protezione dell' Angelico Dottore S. Tom- mafo , e tale fu il principio della Congregazione, col nome de' Fondatori > che qui ne riportiamo , come no- tati trovano* nel pi� antico de'ricordi tutti infieme ferir- ti fotto uno (tett� giorno > e fono : Giovanni di Agoftino Dini . ;
Francefco di Simone Francefchi » l ? |
Daniello di Antonio Berti . u
Giovanni di Marco Benedetti .
Amaddio di Pierfrancefco del Giocondo �
Donato di Antonio Malegonnelle .
Giuliano di Francefco Serragli,,!.
Bar*
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1°
Barrolommeo di Giovanni 4$ ftlputautp,
Baftiano di Iacono del Turco* 5
Leonardo di Gir®kp,Q Paoli ,
Lorenz© di Spinello �>pw$J-�i .
^Guglielmo �i Martino Giuliani ,
Uarione di Antonio .Scarlattini , ; ^
Francefco di Girolamo Paoli >
Arrigo di Bernardo Mazzinghi, ,
Federigo di Ruberto Strozzi . 4
Ger� di Raffaello Ciofi .
Vincenzio di Piero Gemmari.
Tom malo di Piero Oimbiuzzi.
Gifmondo <�i Antonio Nefi .
Girolamo di Lorenzo Tapini.
III". Ed aggregandofi a' fopraddetti Ifti tut�ri* ogni d� pi� nuovi Compagni, fu d' uopo cercare un luogo pi� comodo alle Adunanze ., .e pi� opportuno agli E? fercizj de* Fratelli > e quello fu un piccolo Oratorio in Via della Pergola della Famiglia de* Paoli , «della quale appunto eranvi trai Congregari ^Leonardo > o Francefco Paoli fratelli . Onde col� tonnati jeffendo i fuddetti Fondatori nell'anno 15*57. il primo di AgQ&Oj fi pu� affermare ,che detto giorno fo.Ce l'epoca del com^ mendatifl�mo Ofpizio di S. Tpmmafo d'Aquino 5 febbe- ne il dominio de.ll* Oratorio , e di piccole Caie con- tigue non fu donato alla Congregazione dalla Famiglia de* Paoli , f� non nel mefe di Luglio dei fegue&te an? rio , per contratto, che rog� Ser Baftiano Bandini No- taio j adi 9. di Luglio 1568. coli* efprefle dichiarazio- ne de* Donatori di darlo alla Congregazione per amo- re di Dio , e rimedio delle anime loro ; E con tale prestezza fi diedero a demolire le Cafe per gettare i fondamenti della nuova Chiefa , ed Ofpizio > che con iihjpore leggeii ne'libri di Ricordanze efferfi a i 13. del- lo ileflb mele , benedetta j e poffa la prima pietra con le folice cerimonie da Monfignor Arciveicovo di Firen- ze Antonio Ahoviti , coir intervento della primaria No* bilia ? ed ancora alla prefenza del Reverendo MeiT'er Be. ne-
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nedetfo Montaufo in quel tempo Priore della Chiefa.*
di S. Pier Maggiore , il quale a nome della Baderl� diede le folite licenze , colla condizione j che ogni an- no la Congregazione di S. Tommafo defle nella vigilia di S. Piero uria libbra di cera lavorata al Monafte.ro �i S. Pier Maggiore . Ma diremo cofa di maggior ma- raviglia circa la preftezza nel murare , mentrech� nello fpazio di 6. meri fi ridufle �u Chiefa a porervifi cele- brare la Merla , avendo voluto confecrarne l'Alrare nel d� 14. Febbraio del 1568. ab Incarnatione il fuddetto Arcivefcovo con la concezione �i una Indulgenza > la cui carta con la memoria della Confacrazione chiufa_. in uno fcatolino di argento fra murata nella pietra del medefimo Altare , e ad� 7. del feguente mefe di Mar- zo fu celebrata per la prima fiata la fefta del gloriofo San Tommafo con folenne apparato di Mufica , e di Saerifizj » cantandovi la folenne Merla Monfignor Ve- fcOvo di Fiefole da Diacceto , e v' intervenne con tut- ta la Famiglia Reale il Granduca Gofimo .Fu altres� lieto queft* anno ai Fratelli per k Sagra di tutta la,, Chiefa , notata in un libro della Cancelleria Arcivefco- vile, leggendo»" a carte 115. quanto appretto : Die F�* (iimitatis SctnBi lohannis Gualberti 12, Menfis lulii 1569» Ind* 12. Confecratio Ecclejtae iS*. Thomae de Aquino in ho* norem Dei Optimi Max imi , & S. Thomas praefati , fa* Ba ah llluftr�fftmo , cb* RenjsrendiJJtmo D. D. Antonio Al» fondita Archiepifco^o Fiorentino . E in un Cartello di det- ta Chiefa fopra la Porta ) fi conferva la memoria delle tre facre Funzioni fatte dal fuddetto amorofo Arci* vefcovo . IV. E ritornando ora ali* efemplarifl�mo vivere de*
Congregati} notar mi piace » che gli Efercizj loro fpi-. rituali , ed altre Opere pie non ebbero tutte il prin* cipio nel primo anno della fondazione » ma fi andaro* no da' Fratelli innovando , ed aumentando, fecondo che ne venivano da Dio ifpirati , o animati dal comune^ Direttore 5 e che il tempo lo richiedeva . Quindi una innovazione io leggo feguita in riguardo all' appellazio- ne |
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ne dell'Iftituto , addimandato di prima la Compagnia
de*Contemplanti , nome) che dur� poco, pofciach� ter- minatali la fabbrica, e apertafTla Chiefa , e confacrata, fu da tutti denominata col fuo proprio nome di Con- gregazione di S. Tommafo d* Aquino ; oltre poi alla^ detta variazione di nome , altra trovati circa la distin- zione de' Fratelli in due Gaffi , una chiamata Univer- sale j Particolare 1' altra , o f�vvero in Abitanti , e non Abitanti . La Particolare degli Abitanti comprendeva^ Preti , e Secolari , i quali abitavano a maniera di Re- ligiof� nelT Ofpizio con claufura, ma fenza Voti, of- fervando per� le fante Coftituzioni del Luogo , tra le quali notabili erano le feguenti : li veftire ila onefto fecondo il grado di ciafcuno ; la. Camera femplice fen- za vanit� di mob�li , o d'iftrumenti da fuono , non fi ammetta Perfona efterna , f� non di edificazione , efifen- do fempre proibito V ingreftb alle Donne; i cibi deb- bano eller parchi , offervandofi in Refettorio il filen- zio , leggendovi , o fermoneggiandovi a vicenda]; fi di- giuni 1* Avvento, e tutt' i Venerd� dell'anno, eccettua- ti i mefi di Giugno , Luglio, e Agofio ; e niu.no po(Ta poMedere entrate . Un di loro era il Superiore addi- mandato il Taire , e quefti eleggevafi da' Fratelli Abi* tanti con un ugual numero di non Abitanti , e fi vin- ceva con due terzi di voti . Ma quelto fanto modo di vivere non venne fperimentato utile a* profi�mi, ftan- tech� feppelliti rimanevano i rari talenti di alcuni dot- ti , e fanti Fratelli defiderati per aiuto delle anime^ da i Vefcovi, e da'Monafterj , ficcome di tal portata erano i Venerabili Sacerdoti Pandolfo da Panzano , e Vittorio dall' Ancifa, che viveano tra gli Abitanti 3 e pe- r� di due Congregazioni f� ne fece una fola detta i* Univerfale , la quale � reftata maifernpre ferma nella oiTervanza delle prime Coftituzioni. V. E tanti % e s� rari efempj in un congref�b di
Cittadini per ogni parte riguardevoli , non potettero far di meno di non tramandare una tal fama , ed o- dore di lanuta } ficch� non folo erano in venerazione preflb
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preiio i Fiorentini 3 ma eziandio m gran concetto con
gli efterni , anche di lontani pa�fi;j come San Carlo Borromeo, il quale pafTando nel 1574. per Firenze nel d� 6. di Febbraio , and� col Nunzio a vedere quefto Ofpizio , ogni cofa ammirando, e principalmente le Rego- le , chefantiffime le chiam�, e commendando fommamen- te i Fratelli , confefs� averne provato molto fpiritua- le contento . Niccol� ArciveCcovo di Armenia nel ri- torno di Roma» dove era andato a predare ubbidien- za a S. Pio V. nel 1570. ancora egli fu Collecito di oflervare in Firenze quefta Cafa , e Chiefa , vi ditte la Metta , alla quale comunic� 33, Fratelli , loro diftri- bucndo preziofe Reliquie de* Sacri Luoghi di Terra San- ta . La ftima, che l'Arcivefcovb di Colonia ne confervava, fi vide dalle patenti , che dava a i Pellegrini di fua Dio- cefi , aggiugner.do in tutte di fuo pugno le parole co- me appreiloj, Voi farete ricevuto, in Firenze Metropo» � li della Tofcana in un luogo Canto chiamato I* O- � fpizio di S. TommaCo di Aquino , dove fi trattano � gli Oltramontani con fegni �i Comma carit� , Cpe- ,, rimentati da noi, quando vifitammo quelle parti Ve- � nerabili, avanti che a quefta cura , e dignit� fofl�- ,, mo affanti � Due Maeftri Generali dell' Ordine de* Padri Predicatori , Ceri fiero lettere di commendazione», della mede/ima Societ� , come Fra-Serafino Canazzi a Fra Timoteo de' R�cci Priore di Santa Maria Novella di Firenze , dove dice quanto Cegue ,, La Paternit� Vo* � ftra in mio nome onorer� , e vifiter� la molto de- » vota , e nobile Congregazione del gloriofo noftro j> Angelico Dottore S. Tommafo. � � Fra Vincenzio Giuftiniani , pure Generale della detta Religione , con pregevole Carta del .1568. abbraccia i medefimi Fratel- li , e gli dichiara tutti e predenti , e futuri in per» petuo partecipi di tutti 1"Beni del Cuo Ordine, lo che fece pure D; Silvano Maggiore del Santo Eremo di Camaidoli nel 1589. e-rammenter� qui per fine un_» Sommo Pontefice , ed un Granduca . Il Papa fu Leo- ne XI. il quale da Cavaliere di Santo Stefano , anco- :.Tm. VII. K ra |
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ra Secolare fi afcriiTe a quella Congregazione, frequen»
tando come gli altri le Tornate > poi Arcivefcovo fre- quentemente vifitando i Pellegrini, e da Pontefice con* cedette alla Chiefa , e ai Fratelli fpeciali privilegi, ed In- dulgenze . E venendo ai Granduca > queiii fu Col�rno IL che ne dimol�r�V la Reale fu a protezione in due grandi pericoli, che fovraitarono: a quei�* Ofpizio* Gio� un forte impegno , e trattato *di qui mettere prima i Padri Terefiani , e pofeia gli AgoiUtuani Scalzi . Male opere pie fatte fempre m�l' Ofpizio ! con p�anfo , e be- nefizio della Citt� , refero immobile la buona mente di Cofimo , che non" volle mai acconfentire alle forti, tenere , e replicate 'fuppliche delia ; Grahducheffa Ma- dre > « �ell' Arciduch�iTa foacMoglie , dando ad amen- due in rifpofta la bella lode , e- degna di eterna me- moria , che io trovo ne* manofcritti del Migliore come fegue � Che fra le frupende, e pie azioni de* Fiorenti- j, ni, per le quali fi faceva pe'l Mondo nota Firenze,. ,) e la. piet� di lei benedetta per ogni parte , era la_» ,,: Carit�; della Compagnia di S.Tommafo, dove ogni ,,. giorno? &iricejveva.^ie .con, buono trattamento fi fer- 35''viva .'.una; quantit� dk Pellegrini Oltramontani , da* � quali � portato poi n�Mor Paefi il nome d� Firenze), cos� il Granduca , che non fi era dimenticato come nel 1600, furono, in .queilo Ofpizio trattati con ftraordina- i& accoglienze 8.-mila PelJegrin�, che tanti fono feriti* �.m un Ricordo di detto anno nell'Archivio della Con* greg az?k*n?e . ve :,. 1 ' , � 1 p �, ;3 « o t> ;r. Vi. Venghiamo ora alla defcrizione dell' Ofpizio,
che � difegno di Santi di Tito , non meno eccellerne Pittore , che bravo Architetto , dal quale altres� ordi- nata fu l'abitazione contigua ,.'.dupgOv non molto gran- de , ma al fervizio, � cui � desinato , aliai comodo , e ben intefo , avendo il detto Santi difegnato fopra di un terreno lungo braccia 32. e largo 28. noni folo quan-. to richiedefi all'ufo di una vaga Chiefa > ma quanto abbifognava un Ofpizio d� Pellegrini , contenente a ter- reno Officine , Refettorio , Stanza per la lavanda » Sala; ,;': ,\C\ '.""per
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per TUdienza, Cappella, ed in alto Appartamenti per
il Cuftode , e Mini&ri a Dormentorio , ed anche un Giardino. Ma f� l'Architetto mo%�airi;quefta fabbri- ca il fuo fapere, affai pi� onore , erj'ode fi merit� dal- le Pitture , che vi lavor� , eflfendovi in Chiefa all' Alta- re Tavola molto ftimata dagl' Intendenti , la quale rap- prefenta S. Tommafo inginocchiato avanti al CrocifilTo , dal quale f� mi' il Santo lodarli i fuoi, Scritti t e del medefimo Tito era la Soffitta , entrovi il Santo Dot- tore^, ed alcune It�or�ette all' intorno appartenenti alla vita di S. Tommafo ; e fuoi pure fono nell'Ofpizio al- cuni quadri , come quelli , che inoltrano gli Efercizj del- le Opere di Mifericordia » ed altri , ne* quali effigi� le principali azioni del fuddetto Santo . Circa per� la-, Chiefa^ accadute elfendo alquante innovazioni} di que- lle noter� in primo luogo , come la facciata, che met- te nella itrada della Pergola , dal Ch-iavifteHi � .fiata di- pinta a fiefco , ma perch� adoper� ne' colori troppa terra nera , ella � non poco guaita ; il Bufto di marmo di S. Tommafo , che vedefi collocato fopra la Porta , fi crede opera del Marcellini ; In luogo della Soffitta di Santi di Tito, di prefente evvi una Volta fatta per da- re qualche poco pi� di lume alia Chiefa , e Rinaldo Botti Maeftro nelle; Pitture di Architettura nel 17x0. coriifpofe al def�derio de* Fratelli , con dare una luce f�raordinaria a tutto il facro Luogo , e le figure » che fi vedono nella medefima Volta , fono di due bravi Pittori , cio� il S. Tommafo in gloria di Giovanni Sa- grestani , e le altre di Ranieri del Pace ; prima per� di tale innovazione, ne fegu� un* altra nel 1694, e fu un nobile penfiero di alcuni de* Congregati 5 i quali a loro fpefe fecero adornare V Altare di fcagliole lavorate da Carlo Ghibertoni Mocjanefe , e per e fiere affai pia- ciute , fu determinato di profeguire il lavoro delle pa- reti di tutta la Chiefa , principiato nel 1^95. Sonovi ancora alcune tavole del Volterrano,, come i due qua- dri laterali all'Aitar Maggiore, un Ecce Homo in Sagre- Eia , un Grillo appaffionato in Refettorio , ed il mc- K i de-
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defimo Signore, che ora lielP Ortol figura intera di-
pinta a frefco full' afle,che � nella Stanza della Lavan- da. Del Venerabile Prete Francefco Bofchi fono le due tavole in Refettorio', dove vederi effigiato Ges� Ci irto, che lava i piedi agli Apoftoli , e neli' altra 1' ultima Cena del Redentore > e di quello Ven. Pittore ne par- leremo fra poco , bench� diffufamente ne abbia ferino Filippo Baldinucci nell'ultimo Tomo delle Vite de*Pie* tori . VII. Vknc ora a confiderarf� la Sala dell'Udienza,
dove pendono dalle pareti nove tavole rapprefentanti la vita del Santo titolare Tommafo d'Aquino, ed inol- tre parecchi Ritratti di Fratelli gi� benemeriti dell' O- fpizio ; e tralafciando la deferizione de* quadri , ne i quali da Santi di Tito furono dipinte le gloriofe azio- ni del Santo Angelico Dottore , mi far� dalla Tavola, nella quale il fuddetto Pittore color� la fondazione del- la Congregazione, veggendofi co'proprj nomi i primi Fratelli, che mettono in mezzo S. Tommafo, il quale con una catena di oro gli ha legati infieme , tenendo egli il capo della catena , e nel Santo devefi fapere , che il Pittore fece il ritratto di Fra Santi Cini primo direttole dell' Ofpizio . VengonoT Effigie di tre Prelati aferitti alla Congregazione , che fono 1' Arcivefcovo Antonio Altoviti , i cui meriti fi leggono nell'Arco della porta delia Chiefa , notati a lettere d' oro come appreso : ANT, ALTOV. ANTIST. FLQREN. IACTO .
P. HVIVS . TEMPLI . LAP. III. ID. IVL. SACRATOQVE . ALTARI » VI. KAL. MART. ANTER. ANNI . IPSVM . AD . M�M. D. TH, AQ^ D. D. IV. ID. IVL. MDLXIX. Vili. Il fecondo Prelato � il Venerabile Gherardo
Gherardi Vefcovo di Piiloia , di cui avvi la Vita data alle ftampe , ed un fuo Elogio degniffimo nella dotta Bi- blioteca Pii�oiefej fcritta dal P. Antonio Zaccaria ; un ■ -,■,,> 4 />■� Car»
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Cartello per� dorato, e {opra il quadro appefo in breve
ci rammenta di detto Vefcovo i meriti } e dice cos�: IN OMNIBVS "SANCTVS IN NVLLO REPREHENSIBILIS .
Viene in terzo luogo Luigi Strozzi Vefcovo di Fiefo-
le j in onore del quale fece la Orazione Funebre il Padre Pompeo Venturi Gefuita Senefe , noto a' Lette- rati pel fuo erudito Comento fopra Dante . A' detti tre Vefcovi fuccede 1* Effigie di Lorenzo Gianni De- cano Fiorentino , con efprefftvo Elogietto > che � il fe~ guente : MORTIFICATA CARNE VIVIFICATO SPIRITV .
'... r. , ' ... '>�:. ili-
Ed anche di quefto gran Servo di Dio abbiamo la Vi-
ta fcritta > e itampata dal Dottor Giufeppe Roifi . Ai Ritratto di Filippo Rilli avvi in poche parole una delle pi� rare lodi , che pofifa darli ad un Uomo 3 leggendo- fi quefta Ifcrizione . NON PECCAVIT LABIIS SVIS *
E meritamente in quefta Sala hanno luogo i Venera*
bili Sacerdoti Me {Ter. Vettorio dall' Ancifa 5 Francefco Bofchi j e Paolo Baldigiani . Quefti fu Propofto d'Em* poli , e Cuftode dell' Ofpizio : Di Vettorio dall* Anci- ia ne parlammo nelle lezioni del Convento delle Stabi» lite al Tomo 3. e di Francefco Bofchi tra le gloriole.» cofe , che ne fcrifle il Baldinucci nelle Vite dea Pitto- ri , rileviamo la gloria , che hanno i Padri Gefuiti di S. Giovannino di Firenze , di confervare in Chiefa lo- ro alla Cappella di S. Ignazio le ceneri di cos� fanto Ecclefiaftico , che lafci� di effere ivi feppelliro , e V E fequie furono onorate da tutta Firenze . Segue air commendati Preti Domenico Maria Magnani Gerbi m to nel 1741. avendo donato all'Ofpizio .un preg�atiff�m lavoro di terracotta di Luca della Robbia , rapprefeii- tante una Statua fedente al naturale , di Maria coi S^ ^ to
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to Bambino , come leggefi in un Epitaffio appi� di det-
ta Statua j che dice come appreff� ; HOC DE1PARAE SIMVLACRVM
iSODALIBVS SVIS SINGOLARE PRAESIDlVM
JDOMI'NICVS MAGNANJVS GEREIVS
H1C VIVENS POSVIT.
ET MORTI PROXIMVS DONO DEDIT AN. MDCCXLI.
IX. N� mancano ad ornamento di quefto Luogo
Ritratti di Fratelli fecola ri fatti degni di famigliarne onore, e per le loro virt�, e per notevoli benefizi procurati alla Congregazione , e fono Carlo Redditi , Giufeppe Balatti , ed il liberalismo Niccol� Ridolfi , il cui merito yerfo la pia Cafa , comprendefi in .quelle parole ; CONGREGATIONEM HAMC /
MVNIFICE DITATAM
HEREDEM EX ASSE SVBSTITVIT . X- E fra tanti Venerabili Ritratti , io mi afpetta-
vva di ravvi.farvi due Personaggi una volta afcritti a quella Compagnia, voglio dire Papa Leone XI. e Giovambatiila di Piero del Vernaccia ; quegli, come fopra fi � detto, fi- no da fecolare frequent� le Tornate, ed altri pii eferc�2J di tale Iftituto , feguit� da Arcivefcovo , e Cardinale , e da Pontefice concedette Indulgenza , e Privilegi alla,, Chiefa , e ai Fratelli . Del fanto Fratello poi Giovamba* lilla Vernaccia avendo la Congregazione le Ceneri di lui , fembra ben ragionevole cofa, che del medef�mo vi fotte 1' Effigie, che una volta doveva eflervi , poich� vi- ve chi ne ha veduto il quadro rapprefearante eflb Gio- vambatiita , colla velie di quei tempi fom�gliantiffima a quella, che veitono i primi Fondatori, coloriti nel qua* dro gi� da noi oflervato in Sala . Sappiamo per altro, che ne' libri di Ricordanze della Compagnia , f� ne fa .onorevole menzione, quindi fupplendo noi alia mancan- za |
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fca dell* Effigie m tela » un vk& Ritratto' ne faremo qui
con riportare quanto ne i detti Ricorda � contien re- giftrato come iegue n � Ricordo i666, Giovambatifta del Vernaccia Nobi-
� le Fiorentino mori il d� 29- Novembre di quefto an- 5, no in ii�ima di gran bont�} fu feppellito in Santa.» � Maria Novella nella Sepoltura di fua nobile Fami- � glia ; dipoi fu traslatato a petizione de* fuoi nel Ci* ,, mitero !, e finalmente il d� 26, di Giugno del 1669* ^,a petizione de* Fratelli di S. Tommafo d'Aquino ,.,6 ,) per raccomandazioni interpone dal Serenifl�mo Prin- ,, cipe , e Cardinale Leopoldo de' Medici ,- fu trasferito ,,nella Chiefa di S* Tommafo, e fepolto in Cornu E~ � pflolae , eolla feguente Ifcrizione ripofta in iuri Carr. ». no tic ino- di piombo; I�ANNES BAPTISTA PETRI DE VERNACCIA '
ET PORTIAE TERRIESIAE NOB. FLOR. FIL. QVI AB INEVNTE
AETATE DIVINO SEMPER AMORE FLAGRANS LILIVM VIRGI- v NITATIS INTER SPINA.S ET STIMVLOS CARNlS ILLIBATVM , SERVAVIT . PATIENTIA IN ADVERSIS INENARRABILI. SV�- VISSI.MIS ATQVE INTEGRIS MORIBVS GARVS OMNIBVS, SlBlo XANTVM VITAE AVSTERITATE PIE CRVDELIS. XXII. AETA- � TIS SVAE ANNO TERRENA FASTIDIENS AD GAyDIA EVO- LA V1T AETERNA , DIE XXIX.NOVEMBRIS AN. DOM. MDCLXVl. ,. XI. E paffandof! ora a favellare delle cofe. facre f
due delle preziofe infieme , ed adorabili rammenteremo % e primieramente tra le Reliquie quivi co riferva fi uruv nodello di un dito di S. Tommafo dr Aquino riporta in un Reliquiario d' argento vaghiamo, che � foftem% to da due putti dello .lielfo metallo $ pefando in turta, libbre fette, e mezza , e Leopoldo del Migliore ne* fuoi manofcritti annovera tra le Reliquie di quelta Chiefa la teita di S. Candida Martire, ed uno itinco di San: Primo Martire * Ammirabile poi � uno Oitenforio di argento dr pefo libbre orto, e once 4. dono di Domenico di Santi Melani , potendoli con verit� dire , che il fuo |
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minor pregio fia 1* argent� ; imperciocch� la bellezza^
del difegno , e la quantit� delle pietre preziofe fupe- rano ogni eftimazione , venendo elfo fermato da una figura j che rapprefenta S. Tommafo , che colle mani innalza la Sfera , e co* piedi pofa fu di una baie di fi- niffimo lavoro, i raggi della Sfera fono ornati di to^ pazzi orientali , parte de-quali fono di color bianco, e altri di color pagliato. 11 piede poi � carico di a* matifte , e di topazzi , avente nel mezzo un bellifl�mo zaffiro, e nel petto della figura per mezzo di un gra- nato affai bello » e di altre pietre bianchifl�me vi � for- mato il Sole , fimbolo della fapienza del Santo Dotto- re , Qu�fto dono far� maifempre una gloriofa memo- ria del Suddetto Mela ni , del quale abbiamo con lode ragionato nel Tomo Quinta in occafione della Storia^ delio Spedale da lui fondato in Via di S. Gallo. XII. Viene per fine una Cappella interiore , nella
quale due inf�gni Pittori fecero prove del loro fapere 3 oifervandofi air Altare una Tavola rapprefentante la mor- te di Maria, con in alto Crifto , e S. Giufeppe glo- riofi'-j opera del Cavaliere Raffaello Ximenes , uno de* pi� afl�dui Difcepoli di Iacopo d* Empoli , e che allo splendore dell' illuftre fuo fangue aggiunfe con ammi- razione de' Fiorentini lo ftudio della Pittura . E ritor- nando noi alla Cappella , rifeomreremo e lo sfondo, e le due facciate colorite a frefeo 3 ficcome 1' ingreflc Bella fteffa Cappella , e tanto P architettura , che le fi» gure fono di Cofano Ulivelli , di cui pure � una Mor- te dipinta a olio alla Porta del Refettorio . Finalmen* te nell* Orto entrandofi, una Pittura a frefeo nove* remo nella Facciata , dove Niccol� Lapi dipinfe Ges� a Menfa co* Difcepoli di Emaus . |
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PI SAN 'MATTEO!.
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A Piazza di San Marco in Firenze a
^niuna cede , o fi voglia nella fanti- t� de* Luoghi a lei corona facienti, o nella magnificenza degli Edifizi » che 1* adornano , o nelle Cafe innal- |
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^^^J zate al bene del Pubblico. Vede-
nSSS^M # adunque il Convento di S. Mar- co , che � un vetufto Monumento della piet� > e vene- razione de* Fiorentini alla Religione de* Monaci Silve- itrini , e pofcia dell* amore de' Medici a* Padri Dome» nicani 5 venendo circondato da tre Monafterj di Sante Vergini dell* Ordine de i Predicatori ; un Giardino de* Semplici j le Logge per la Cavallerizza, � il Serraglio de* Leoni trovanfi quivi dalla banda d' Oriente » e dall' Oc- cidente avvi il Palazzotto de* Medici merlo in mezzo da due vaghi Giardini . Riguardante poi la devozione de* Fiorentini , viene la Compagnia addimandata dello Scalzo , che � contigua al (udd�rto Palazzo ? e per fine in benefizio degP Infermi fi apre da un lato della Piaz- za lo Spedale di S. Matteo , il quale per la iua anti- chit� , bellezza , comodi , e ricchezze , richiede meri- tamente da noi , che ne diamo la Storia. Onde volen- doci fare dal fuo illuftre principio, diremo, che il Fon* datore chiamati Guglielmo B�lducei di Vinci di Gra- ziano d� Montecatini venuto a Firenze nel 1335. ag- gregatoli all'Arte del Cambio' ,i ed alzato dalla merca- tura al pofledimento di una grolla ricchezza , ottenne.» di efTeje abilitato dalla Repubblica agli onori della Cit- tadinanza nell'anno 1365. ed avendo egli ipofato nel Tom. VIL L 1350. |
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ig 50 v Caterina di: Orlanduccio; da �orticeiIa , Famiglia
onoratiffima di Parma j dalla quale non ebbe prole rna- fchile, ma bens� tre figlie} una delire quali chiamata Fran- cesca per moglie diede a MefTer Franc�fco figlio di Ave- rardo de'Medici detto Bicci . Intanto Guglielmo BaU ducei detto Lelmo, o'Leram�, uomo di-grande bont�, r�raafo effendo fenza fperanza di figliuoli mafehi, pens� di chiamare alla fua eredit� i Poveri di Ges� Grido, con la erezione d� uno Spedale , e piacendogli aliai un luo- go rnCafaggiO) largo, e di buon* aria > dove era un pic- colo .'M�haftero di Suore, Benedettine , fondato da Nic- col� Gianfigliazzi nel 1340... con effe intavol� egli il trattato di avere quel terreno di ftaiora cinque , fopra una porzione della qual terra eravi la Chietina , ed il Converuino d� poche Monache. n « :!;�ll. Il patto adunque , col quale Balduccio fi ftrinfe
con le dette Suore fu , che egli fui vafto terreno del- ie-Monache dalla banda di mezzod� a fue fpefe a ver eb- be fabbricato una Chiefa affai pi� grande della prima, ed un comodo Monastero, con che reftaifero a lui quat. tro ftaiora di terra dalla banda di Tramontana? fulle quali poterle edificare il fuo Spedale, ed a tal contrat- to datoli il eonfenfo dal Vefcovo , Lelmo principi� dal murare la Chiefa , e il Convento per le Monache, con- dotto a quella bellezza ed altezza di fabbrica, nel mo- do , che oggi fi vede , con avervi affilia 1* Arme fua., liei frontefpizio della Chiefa, ed in altri luoghi del Mo- naffcero ; e cosi compito avendo alle fue obbligazioni, volt� il penfiero alla ideata fabbrica pes poveri di Ge- s� Criilo , traendofi il fin qui detto da una Relazione in un libro di Ricordanze nell* Archivio dello Speda- le ; ed il difegno fu fatto dal medefimo Fondatore , a- irendo principiato a murare nel 1384. ma dalla morte prevenuto , ne raccomand� 1' efecuzione , o fivvero il compimento a i Confoli dell* Arte dei Cambio » dichia- randogli Eredi fuoi per Teftamento rogato da Ser Ma- rino da Vellana ai 24. di Maggio del 1389. nel quale, oltre a parecchie condizioni leggefi la ciaufuk del mo* |
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do da tenerti nella fabbrica d� lu� difegnata » ma d!
tal difegno rie daremo la detenzione in altra Lezione, III. N� volendoli tralafciare gli onori fatti al Ca- davere di cos� �lluftre Fondatore , noteremo, che nei detto anno di fua morte , non efTendofi potuto feppel- lire nello Spedale > a cagione di non eflere terminato r Edil�zio » fu il fuo Corpo depoficato nella Chiefa_« delle Monache di S. Niccol� ? dove (tette fino ali* an- no 1472. quando da* Confoli fi giudic� di difurnarl� , e di trasferirlo nello Spedale degli Uomini con una., folennit� non pi� veduta , n� mai ufata , fuorich� a t Corpi de' Santi : le circoftanze di s� orrevole traslazio- ne fi trovano accennate in un libro in cartapecora co* perto di alle preiTo gli Spedalinghi , e dice come ap- preso ,, Ottantatre anni dopo la morte del pietofo Cit- ,', tadino Lelmo Balducci Fondatore di quello fanto Luo- ,5 go ad� 19. Gennaio del 1472, per ordine de' Con- � ■foli dell' Arte del Cambio , fu mei�b nello Spedale., ,) detto degli Uomini il Corpo fuo , traslatato dalla � Chiefa delle Monache di S. Niccol� , accompagnato � da tutto il Clero Fiorentino , da' Frati di varie Re- � ligioni ) dall'Arte del Cambio col Vefcovo di Ce- � tharca fuffraganeo dell' Arcivefcovo di Firenze ( Pie- 5, tro Riar�o Cardinale ) il quale cant� la Meda di ;, Requiem , interpolata dall' Orazione di Fra Antonio � Schiattefi Domenicano , fpiegata in lode.del ncitro � Fondatore ; il Corpo fu collocato in una Cal�a di j, marmo pofata fopra uno imbafamento nobile in al- » to alla parete , allato ali* Altare di S. Niccol� ; I j, Cor;foli furono Attilio di Niccol� di Vieri de' Me- j, dici , Cherico di Giovanni Pepi , Filippo di Stoldo ), di Luca R�nieri , Simone di Bartolornmeo di Sei San- ,3 ti d� Bjuni } i Provveditori Piero di Francefco Mei- j, lini , Antonio �i Migliore Guidetti , Niccola di Giaf- j, fo Capponi , i quali con altri Gentiluomini recaro- � no fed�ci Drappelloni �i drappo fine, tra i qu-tli i ,, Paterni di Lelmo ;, Sin qui il Ricordo; diremo poi La il
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j*1 quando dallo Spedale foffe il fuddetto Deporto tra*
sfertt� in Chiefa . IV. Frattanto ritornando alla fabbrica dello Speda-
le fotto la direzione > e cura de'Confoli del Cambio, Patrio di credere , che prima del 1410. l'Edilizio non f�ile totalmente terminato , avvegnach� dice l'Am- mirato ali* anno 1414. che effendo gi� da quattro anni finito lo Spedale di Lelmo in Via del Cocomero, J�l, Repubblica gli conced� molte efenzioni . E per vero dire il Comune di Firenze guard� fernpreniai quefto Luogo pio con occhio parziale > procurandogli ezian- dio da i Sommi Pontefici ampli privilegj s come da Pa- pa Bonifazio IX. ncil' anno 13 S9. le grazie de' Luoghi pii j e da Eugenio IV. i* aifoluzione dalle contribuzio- ni alla Camera Apoitolka 9 a cui erano talvolta fotto- polii i Luoghi Ecclefiaftki ; e perch� il GommiiTario di Roma MerTer Paolo di Santa Fede contrattava allo Spedale un s� drftinto privilegio , moleftando nel 1444* i Miniftd del Luogo 9 con volere efigere 1* aggrava- mento ; la Repubblica ne fece reclamo al Ponte-ficej per mezzo di lettera , che fcrilTe al fuo Arnbafciatore in Roma Meffer Luca di Maio degli Albkzi. , la cjua� lettera efifte alle Riformagioni nel libro di lettere dal 1443. -al 1445. numero 48. e ne riportiamo qui alquan- ti periodi, come fegue ,3 Lo Spedale di Lemmo �cikn- n do costituito , et mantenuto di beni patrimoniali ,. e � di Wmofine di Citradini Fiorentini, e per� .prooure- � rete appreffo Meflfer lo Papa , che f� .gli coflfer-vi il >, privilegio , che non fieno merli i � Cuoi" Beni al cara- ,, ito de* Beni de'Cherici , come pretende Mefier Pa>o- � lo d� Santa Fede Commiflfario Apostolico » e fi fac- � eia confiderare lo fcandolo, che ne verrebbe ne i Be- 3, nefattori, f� vedef�ono le loro foftanze, e degli Ance- � nati fuoi fuori della loro intenzione in altro ufo � convertite,, E per efTere quefto un affare importante e gelofo, dir� che mi fono avvenuto a trovare altra fo- migliarne fupplica » ad iftanza della Repubblica, a Giulio |
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IL il quale con Bolla del 150$. dichiara) che circa *
quello punta d' immunit� > non fi innovatTe cofa alcu- na, (tante � Privilegi gi� conceduti allo Spedale dai fuoi Amecerfori . V* Alle riferite grazie potrei arrogere fegnalati fa-
vori 3 e iafciti fatti da privati Cittadini allo Spedale; ma quefti fi rammenteranno da noi in occafione, che o (fervere ma i loie» Ritratti effigiati nelle logge del Cor- tile per P architettura , e per le pitture aliai magni- fico, piacendomi di dare qui la ferie degP illuttri Spe- dali nghi , i quali dall' anno primo della fondazione fino a i noftri tempi , hanno governato il luogo pio? e fono i feguenti : Mefs. Francefco di Daldo nel igS8.
Mefs. Matteo di Bartolo Dolfini 1400*
Frate Antonio Pieri 1414.
Mefs. Antonio di Puio, o Piero 1420*
Mefs. Girolamo di Antonio Agnufdei 1427.
Mefs* Gio� di Andrea da Montevarchi 1462.
Mefs. Domenico di Benedetto i4<57«
Mefs. Luca di Rinuccio 1469.
Mefs. Piero di Domenico da Cerreto 148$.
Mefs. Michele di Matteo Tozzini 1499*
Don Simone Monaco Camaldolenfe 1502.
Mefs. Fenzio d� Bertoldo da S. Miniato del Tedefco
1505. Mefs. Alberto di Piero Betti ni 150^*
Mefs, Simone di Filippo da Montelupo 152$.
Mefs. Simone di Marco Gini da Loro 1546.
Mefs- Agnolo di Antonio Gini da Loro 1562.
Mefs. Lorenzo di Iacopo Ottaviani da Ronta 1591»
Mefs. Iacopo Luchini da Barga 1596*
Mefs. Giovanni di Cefari Mattioli 1609*
Mefs. Domenico di Francefco Fonti i�iS*
Mefs. Battiano Cord 1647.
Pier Francefco Serragli Canonico Fiorentino 1648.
Francefco Capponi Proporlo Fiorentino 1655,
Abate Francefco Etmini 1675*
Lu-
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luca Tornaquinci Canonico Fiorentino iSBz,
Iacopo Pelli Canonico Penitenziere 1683.
Lorenzo Antonio del Vigna Profperi Canonico
Fiorentino 1714. Giovanni Andrea Pini 1730.
Illu/irifl�mo , e Reverendifl�mo Sig. Giufeppe Anti*
nori Canonico Fiorentino 1735. VI. E circa a i fuddetti Spedalinghi, notar mi gio*
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. che la difpof�zione del Fondatore efpreiTa nel Aio
Testamento, e riguardante cos� gelofo ufizio fu , che la loro elezione fi afpettafle ai Confoli deli' Arte del Cambio, e che l'Eletto non avefle moglie, e vettiffe una toga , o mantello bigio talare , che lo additafTe_, per lo Spedalicgo di S. Niccol� , che cos� appellava*! in antico quitto Spedale ; denominazione , che cefs� , dacch� la Chiefa fu intitolata di S. Matteo Protettore dell'Arte del Cambio , e quindi principi� a chiamare Spedale di S. Matteo . N� fembrami cofa da tacerfi la fune/ra memoria della Pefte dell'anno 14^5, menrrech� un infermo di detto Spedale , fu il primo ad efferc oppref�b dal mal contagioso , che dilatatoti* fece ftrage di molto popolo in Firenze. |
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LE-
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»7
IX.
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LEZIONE
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DELLO
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Spedale
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DI SAN MATTEO II.
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Ugg Er camminare con ordine nella de-
fcr�zione di quefto Spedale flato ab- bellito d� mano in mano dagli atten- ti } e folleciti Spedalinghi, egli con- viene premettere una breve notizia del difegno , fui quale f� ne principi� dal Fondatore la fabbrica . Elfo adunque � un quadro, che occupa quattro ftaiora di terreno* avente a Tramontana lo Spedale degli Uomini, a Mez- zod� quello delle Donne , a Levante 1' appartamento dello Spedalingo , e a Ponente la facciata, e loggia fu la Piazza di S. Marco , chiudendoli da i quattro lati un Cortile ampio , ma in quei tempi ruftico affai per comodo de' Miniftri > il quale nel fecolo XVI. venne adornato di Colonne 5 e di vaghe Pitture , rimafovi un pezzo di terra allato alla loggia per murarvi la_, Chiefa nuova ; Or venendo noi alla illutazione di quanto trovali nel difegnato Edil�zio , in primo luo- go favelleremo della loggia ; la quale � in volta ret« ta da colonne alla Gottica , con archi a porzione di circolo , veggendof� fulle cantonate principali d� e(Ta , a villa di chi comparifce fulla Piazza le armi dei Fon- datore , che fono due branche di Leone nere alla fchi- fa > con due lettere L E » che fono le iniziali del no- me ItelTo di I.elmo , e fopra P arco di mezzo avvi 1* imprefa dell'Arte dei Cambio , che � un Campo in- danaiato . Sotto della loggia corrifpoadoao 4. Pone^ fituate con buon ordine? e con pitture vetui�e di Santi fo*
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^afiSSSssfisfefe �......._
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fopra degli archi ; dalla prima Porta a mano manca 'fi
entra nello Spedale degli Uomini , dove dipinta alla parete incontrai! a manritta una Piet�) e full* aff� co* loriti i Santi Coi�mo , e Damiano > forgendo in faccia P Altare �i S. Niccol�, con Tavola moderna di Gi�* feppe Caitellani , e fotto la Menfa fi legge la feguente Ifcrizione ; D. D. M,
�ETEREM DIVI NICOLAI
MYRENSIS METR.OPOLEOS
ANT1STIT1S TITVLYM
INSTAVRARVNT
yALETVPlNARII PRAEPOSITI
AN, MDCCXXXI.
II, La feconda Porta della loggia , che ha 1* Arme
dell* Univerfit� del Cambio nell* architrave , ci apre il magnifico Cortile , che andremo a beli' agio ofTervando in grazia della Storia Fiorentina , e delle belli/fime di- pinture di Bernardino Poccetti , delle «quali tace il Bai- din ucci. Sopra la Porta adunque per il.di dentro,.tro- vaci dipinto a frefeo , come fono tutte le altre figure > un Padre Eterno con Angioli ; le volte della loggia , che raggirafi intorno intorno al Cortile, fono colorite a rabefehi con graziofe figurine , e nelle lunette veg« gonfi effigiate con lodata invenzione le varie operazio- ni in fetvizio degl'Infermi, dove � da notarfi V abito anrico de' Miniftri d� color bigio a mezza gamba , con barba al mento . Nel mezzo di ciafeuna lunetta lungo le pareti , dalla banda dello Spedale degli Uomini j ven- gono ritratti al naturale i Benefattori pi� intigni , ve- ntiti alla civile con lucchi t, e toghe , e taluno alla mi« litare , e nelle lunette a manritra con abiti gravi, e per ordine de* tempi yeggonfi dipinte nobili Matrone, o Benefattrici, o Commette nello Spedale tra le Monache; e qui piacemi di rammentarne i nomi , che fono i f�. guenci ; Bar.
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Bartolommea di Facci� Baglionf da. Perugia 1440.
Guglielma Pantenini da Savoia 1431-.
Madonna Filippa Donna di Tommafo Aminoti J433.
Ermellina Donna di Giulio Pecori 1435.
Maria Goftanza Donna di Antonio di Vincenzio Li-
«aiolo 143$. t, -�> Monna Letta Donna di Matteo Galluzzi 1445.
Goftanza Donna di Francefco Cafavecclna 153$.
Madonna Maria di Ruberto Paiido�f�ni 1578.
Antonia Buonfanti 16/^4, ,-r >
pian ora Altoviti 1544.
Ne* peducci della Volta in tondi fpno i ritratti degli Spedalinghi con breve ifcrizione de* nomi, cognomi 5 e dell'anno, riferiti gi� da noi nella prima lezi�ne > e_» per fine nel frontefpizio della Porta , che mette nelle-» ilanze dello Spedalingo pofa full* architrave il Bufto di marmo rapprefenrante il Fondatore. �li. Or ritornando alla Loggia della Piazza , per
fegukare V ordine delie porte , per la terza entra fi ntllo Spedale delle Donne, dove Beli* ingrelfo pendono dal* le pareti due tavole, che fono una Refurrezione d3 an« tichiffimo pennello } come lo dimoitra la maniera goffa dtlle ligure , e deMoxo vefiiti , e addirimpetto a quefta il vede lo Sposalizio di S, Caterina Vergine , e Marti* re s opera di Lorenzo Credi , un terrazzo poi di mo- derno lavoro , con fcala di pietra fatto per comodo del- le Monache'* che fervono le Inferme fa beila veduta^ nella-iellata di quefto luogo , di dove ufeendo entrari per la quarta porta nella Chiefa dedicata, come dicem- mo , a San Matteo . Neil* ingrelfo fubito a mano man- ca incontrai il Depofito di Le�mo qua trasferito nel x73 5* leggendovi^ due Epitaffi, il primo dei quali fu comporto da Agnolo Poliziano negli anni fuoi pi� ver- di , e dice come fegue : |
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'".-.■ ■ , .'; ■ ■> ■■'■*. '■■■■■■ t
Tom VII. M D. O. M.
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D. O. �■ M.
QVT SPECTAS INGENS AEDIFICIVM HOSPES
AVCTOREM ILLIVS ME LEMMVM RALDVCCIVM
INSALVTATVM NE PRAETERl
PLVRIMVM VIVENS CONCESSI
SED EORVM HOC SOLVM DEO QyOD DICAVI
DEFVNCTVS TENEO
VALE ET QVOD RECTE NOS FECISSE PVTAS IMITARE .
In pi� baffo marmo del medefimo Avello con altra lfcri-
2�one fi d� ragione della moderna traslazione di que- ite Ceneri in Chiefa da noi accennata , e le parole fo- lio le appreiTo ; PIISSIMI VIRI CINERES
QVI DIV IN AEGROTORVM LOCO HOC IPSO MONUMENTO IACVERVNT VT RELIGIOSIVS CONDERENTVR VTQVE TEMPLVM ADEVNTES TANTI PARENTIS MEMORES F1ERENT HIC POSITI FVERE AN, MDCCXXXV. A manritta della Porta viene il Sepolcro �i Annibale
Bentivogli da Bologna Arcivefcovo di Tebe flato Nun- zio Pontificio al Granduca Ferdinando II. morto in., Firenze ad� 21. di Aprile nell' anno 166%. avendo nel f�o te ila mento obbligato gli Eredi fuoi , che trasferi- re faceffero a Ferrara nella Tomba de* fuoi Antenati il Cadavere, che frattanro fu qui feppellito, come ap- pare dalle parole qui appreffo del Migliore pag. 253. � V � fepolto Annibale Bentivogli da Bologna Arcive- 5, fcovo di Tebe , che fu Nunzio al Gran Duca Ferdi- � Dando.II. e carifl�mo a Francefco Capponi Spedalin- � go} dal quale, morto il Bewivoglio nel 166$. gli fu 3, affegnato quivi luogo di Sepoltura , con Epitaffio di* � pinco fui muro, affai elegantemente diftefo a pr� di � quella Cafa Bentivoglio, per un tallo grato, che ne » tocca , dell* eflere ella Hata gik Signora di Bologna . ,, IV. Ne
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IV. N� mancano altre lapide Sepolcrali, fparfe^
pe '1 pavimento in memoria e di' Pier Francefco Serra- gli Canonico , e Spedalingo $ e di Giulio Portigiani Medico inilgne , e di Onorio FUmmini da Imola , e di Giovanni Arnoldo Coq: in una pejr� grande» e ricca di marmi manca e nome ? e anno , leggendovi^ incife^ quefte lettere ; IA.M NON FVI
DEINDE FVI
MODO NON SVM . T.d in occaf�onc della Sacra? che fece Piero Camoiani
di Arezzo Vefcovo di Fiefole , fu affilia alla parete una lapida con la memoria, che fegue : � ■ * " m i
PETRVS CAMAIANVS ARETINVS pEI ET APOSTOLICA E
SEDIS GRATIA EP1SCOPVS FESVLANVS A. D. MDLX. DIE VERO VI. DECEMBRIS QVA CELEERATVR FESTVM S. NICOLAI EP. ET CONF. HAfcJC FRAESENTEM ECCLE- SIA M ET ALTARE AD WONOREM DEI VIRG. MARIAE ET OMN1VM SS. SVE TITVLO S, MATTHAEI APOSTOLI ET �VANGEL1STAE CONSECRAVIT . e notili che nella pietra dell' Aitar grande il fuddetto
Vcfcovo vi colloc� le Reliquie de* SS. Matteo, Simo* ne , e Niccol�., eft rat te da' Reliquiari, che confervanfi in S. Maria del Fiore . V« Per dire finalmente alcunch� delle Cappelle di
quefta Cj�iefa , principieiemo dalle due laterali ornate di pilaflri di pietra ferena di ordine compofito con ta- vole di Valentuomini, cio� un' Alluma fatta dall* Em. poli , ed il Martirio di S. Barbera , opera di Lodovico Buti . AH* Aitar Maggiore lodavafi un Ciborio di legno per cofa rara , difegnato da Bernardino Poccetti , che vi aveva altres� colorito a olio alcune Storiette, ficco- me nella Volta di fono il Coro delle Monache le grot- tefche , i rabefchi , fogliami, e figurine a frefco , che M 2 an-
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ancora vi fono » ma ti Ciborio fu levato >" ed alla Tri-
buna pure dipinta dal fuddetto fu dato di bianco, te- ttatavi la fola Tavola di S. Matteo , che � un* anco- na, nella quale rapprefentafi fulla maniera di Giotto il Santo in Campo d'oro /ed ai lati la converfione , e i Miracoli dei Santo , il di cui Altare � rinnovato di marmi preziofi , mefib in ifola alla Romana. A quella Chiefa, e Spedale appartengono i Padronati delie due Cappelle di S. Silvestro in S. Piero Scheraggio , e del- la M�fericordia in S. Pier Maggiore ; e per teitamen- to dd 1530. fatto da Lapo , e Zanobi Talani Filipe- tri , altres� fpetta la Ch�efa di S. Maria , e di S. Iaco- po di �cone , e la Got�anza foprallodata , Donna di Francefco da Cafavecchia lafci� pure allo Spedale 1* O- raton'o di Colognole * VI. Ma eHendof"inierita nella fabbrica d� effo Spe-
dale dietro agli appartamenti verfo l'Orto, la Compa- gnia di S, Girolamo t una delle quattro celebri Buche, che cos� chiamanfi in Firenze i Luoghi /acri , dove-, da* Secolari fi tifa pernottare > accenner� qui per ul- timo il principio di effa che fu a i 25. di Marzo del 1410. fui Monte di Fiefole detto Eelcaro , ad esorta- zione del B. Carlo da Montegranelli Fondatore dell'Or- dine di S. Girolamo . Scefa quelfa Compagnia di lafs� a Firenze , prefero i Fratelli luogo in S. Matteo , che comprarono dalla Arte del Cambio per fiorini 800. co- me rog� Ser Antonio Vefpucci 6, di Luglio 147.1- Dal Ruolo , e dalia tavola , dove fono fcritti i nomi de* Con- gregati , fi riconofeono tra moltiffimi Uomini di bont�, non pochi Cittadini di quegli, infigni nel governo del- ia Repubblica , e oltre a due Pontefici Paolo IL e Leo- ne XI. parecchi Cardinali , e Vefcovi. N� difpregevo- le argumento della i�ima di tale Ktituto � lo Statuto fatto in Configlio nell'anno 1419. nel quale volendo 3a Repubblica Fiorentina tor via 1* abufo , che fi fa- ceva nelle Compagnie di Trattare le cole di Stato iru vece di lodare Iddio , ordinarono, che fi ferraffero tut- te , permettendo a quella fola di S. Girolamo il pr�- |
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feguire le fue adunanze , come not� Ser Piero D�tti
Cancelliere del Senato . Altro pure documento dimo. ffcrante la Santit� di quefta Compagnia , e che vi ac* crefce fplendor� , � il faperfi, che i primi dodici Buo- nuomini di S. Martino eletti da S. Antonino alla cu- ra de' poveri Vergogno/i , furono Uomini principali > e di fpirito tratti da s� fervente Compagnia , alla qua- le parimente fpettava la direzione de* Fanciulli , come fi legge in un antico manofcritto in S. Marco .* ad quam yroteBio-) & cura d�frae Sovietatis , Vuerorum fye$at. Tra le molte Reliquie vi � la Tefta del fuddetto Fondatore il B. Carlo , la quale portata erlendo da Venezia } ove eglr inori nel 1417. a Fiefole nel Convento dei Aio Ordi- ne 5 fu pofcia trasferita in Firenze , fpenta che fu quel- la Religione da Clemente IX. e per autentica coli* a* dorabil Tefta il rec� anche la Ifcrizione in marmo > della quale quelle fono le parole : - HAC VRNA E COMITIBVS MONTIS GRANELLI CAROLI
NOSTRE RELIGION1S AVCTORIS . QVI CRVCEM CHRISTI
FERVENTI CARITATE TVLIT. COLENDVM CAPVT IACET.
OB11T AVTEM VENETIIS AN. MCGGCXVIK V. NOVEMB.
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LE-
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LEZIONE X
DELLA CHIESA
J)I 5 A N T A CATERINA
JD E G L l A B B A N D O N A T I.
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Olte vicende delle Ch�efe Fiorentine ab-
biamo finora rammentate nelle noltrp Lezioni, ma non mai tante, quante»* ne ravvi reremo in quefto ragionamen- to della Chiefa di S. Caterina , che in antico .era di dominio fpettante al Ca- pitolo di S. Reparata , dal quale fu dato a Monache Ago/tiniane , e pofcia ritornato al det- to Capitolo , da elfo fu conceduto a i Romiti di San Girolamo di Fiefole , ma da quefti poi abbandonato , trovati per la terza .volta ^pretto, de" Canonici Fiorentini, merc� Ja liberalit� de* quali, vi entrarono per pochi meli le Monache di S. Umilt� , e dopo di quefte andate su S. Antonio , tornano i Padri Olfervanti di S. France- fco , a' quali iuccedono i Canonici Regolari di Sanu Salvatore fdetti Scopetini dipoi paiTati altrove , e i Francefcani ne ripigliarono Tufo, per non dire do- minio , che poco dopo da effi venne ceduto a* Frati Umiliati , i quali da Pio V. aboliti , divenne il luogo una Commenda d� S. Stefano } e per fine dal Commen- datore fu venduto al Magistrato del Bigal�o per farne.* uno Spedale , N� mancando autorevoli documenti a corroborare s� moltiplici vicende , anderemo riportan- do le Cartapecore , che mi fono avvenuto a trovare ne- gli Archivj dei Capitolo fuddetto , del Bigallo , dell' Arcivefcovado , d* OgnilTanti , e d' altrove : prima per� vai giova dire alcunch� delle varie appellazioni , colle |
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i|uafi vieti chiamata quefta Ghiera , come S. Caterina^
al Magnolie » S. Caterina del Vetriiciaio : in un Ca- lendario del Secolo XIV. pr�fld al Senat�re Carlo Stroz- zi � denominata Chiefa delle Donne alle Mura , e Ste- fano RoiT�lli ora Y appella & Caterina lungo le mura, ed ora S. Caterina delle Ruote;, inoggi per� chiamai degli Abbandonati per �fler� un caritatevole ricetto de* Fanciulli derelitti da* loro genitori. IL Or facendomi dalie Cartapecore deli' illuftre_>
Capitolo Fiorentino primo antico Padrone di queita_. Chiefa , mi giova di quello luogo detto nel contratto $. Caterina al M�gnons , notar la eoneellione > che fanno i Canonici Fiorentini nel 1329. a certe Suore t le quali chieggono di poter ivi abitare » e far vita clau- ftr�l� fotto la Regola di S* Agoltino s leggendovi fi al- quante condizioni limitanti a dette Donne la difpofi- ziohe de* fondi , e manca il nome del Notaio , che_» rog� . Ma di quella foggezione delle Monache a'Ca- nonici , chiaro documento ne apparifce da altra Scrit- tura al numi 6-j. delle carte di detto Archivio , ove fi legge 1* approvazione del Capitolo ad un compro- merl� , o f�a lodo fatto tra le Monache di S. Luc�a , e quef�e di S. Caterina nell'anno 1483. Ili* Del foggiorno poi delle fopran nomi nate Suo-
re noteremo , che in tempo di Papa Eugenio IV. di- morante in Firenze, fiorivano efle talmente in fantit�, che nella generale riforma tie i Monafterj fatta per or- dine di detto Pontefice nell'anno 1435. in queito Con- vento furono trasferite le Monache di Chiarito, e quel- le di S. Lucia , amendue dell'Ordine di S. Agoftino; ma decadute alquanto dalla Regolare oifervanza , come parlano due Bolle di Eugenio, le quali fi confervano pretto le Monache di S. Lucia , inoggi offervantirTri�e Dome- nicane ; E f� tale traslazione foife �i vantaggio al Mo- naiteio di S. Caterina , io ne fono forte in dubbio ; avvegnach� trovafi il noilro Monaileio abolito nel fine del medefimo fecolo , della quale eitinztone evvi nell* Archivio de' Canonici Fiorentini una Bolla di Papa in- no. |
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«ocenzio Vili, il quale cacciate k Monache > rende il
luogo al Capitolo , e la Bolla � data in Roma Kab Aug, atti �. Vontificntus . E prima di lafciare il ragio- namento di quelle Monache , riporteremo qui un lega- to pio , che �eggefi nel Teiramenro del Magnifico , e potente Vieri di Cambio de* Medici fatto nel 1395» ai 12. di Agoiio , che rogarono Ego Amideus olim Ser Gui~ ionts Domini Thomajt Ci'vis Fior figo Ser Vflulus Ricco/di, il qual Teltamento � fieli* Archivio di Santa Maria No- velia . Ivi adunque in favor delle fuddette Monache^ trovali un legato , col quale lafci�, che in termine di 6* anni dopo la fua morte il compraOero beni immo- bili nella Citt� , o nel Contado , per follievo dei Ma- naftero di S, Caterina , acci� vi fi accrefca il nume- ro delte Monache fino a 16. col pigliar Fanciulle del- la fua Famiglia de' Medici , e con a�t^i patti , che non fi olTervando dalle Monache , ordina il Tentatore » che i Beni tornino a i fuoi Eredi ... IV. Piacque per� a* Canonici > per non vedere ab-
bandonata quefla Ctiiefa , e Mona/lero , di cederlo a i Frati di S. Girolamo di Fiefok » con 1' approvazione.* di Papa A�eiTandro VI. per una Bolla data in Roma/*/*. 2* Vontif, ma perch� a efl� non pareva tale abitazione mol- to confacentc alla loro vita lolitaria , contenti di ritor- narfene all' antico loro Romitorio fuori delle Mura di Fiefole } ne fecero iuridica rinunzia nell'anno 1500. al medefimo Capitolo > come "appare al rjum- 83- delle^ Scritture ; E reilando cos� libero il luogo a"Canonici) trovo 5 che per Io fpazio di anni 30. kivi di un deli- ziofo ritiro , o f�vvero di follievo a chi di loro fofTf o troppo affaticato , o di fan-i t� cagionevole ; per al- quanti mefi per� 9 come fi d�ife nel J. Tomo alla Sto- ria di S. Salvi , fi content� il Capitolo , ihe qui fi ri- fugiaffero ie Monache di S. Umilt� , cui era Aato ro- vinati? il Mona itero alla Porta di Faenza , Cornea pofcia nel 1537. ne rornaflero i Padri Minori Offer- vanti » veggafi quanto fi dirle a lungo nella Storia di OgnifTanti al Tomo IV. '"," V. E
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»qf. V; i; p�fllfeg�it^re :la stracciai delle alt�e Vicende r debbo - rammentare Ur�tomo �i f4f. t rreliq�afe ^avvennero l�! tante rivoluzi�ni di Fa«mjglt�lRiligiore ,t^wf�k�km de* fbfp�ttr conceputi ida iGoflrno I. tbntV& � }<le* Padri di Si Marco , Quefti obbligati furorrp dall^ ordine del Prin* �ipe ad ufcire dal proprio Converno 9 t�el q-uale parla- rotio ^ Padri'�go�rmiani di Lombardia i lanciando S. Jacopo W�? Fofl� � �oye Gofimo? rnife �1 »Ffaci Umiliati levati da OgnilTanti ■ v 1 e >qu� trasfer�- i Minori1 Qi�er* vanti , che erano iwrS.-Caterina >t e* perch� i Monaci di S. Salvadore eratio-fetiza Monastero j avendone pen- duti in pochi �nnir due v cio� [* antico di Scopeto vi- cino a Firenze 3 ed il nuovo da effi Fabbricato dentro la Citt� , detto di* S. Piero in Gattolino , il primo ro» vinato neir attedio , ed il fecondo "diroccato per fare le fortificazioni disegnare dai Duca dofiino� ',ad effi fu dato in tale occasione quefto Convento ?diS. Caterina ; Ma mediante un trattato tra il Pontefice Paolo III. e il Duca , le cof� furono reftituire al fuo primiero flato col ritorno de* Padri Domenicani a & Marco , e per confluente col regrefTo de'fuddetti Religiofi a i primieri Conventi; laonde trovo ritornati i Francefcani a S, Cate- rina , dove fletter� fino al 1554. quando i Frati Umi* liati gi� ridotti a piccol numero non Sufficiente ad a-- riempiere- gli obblighi della Parrocchia » e della Chiefa d' OgniiTanti, la permutarono in S. Caterina ,. cedendo l'antico bel Convento loro a* Figli d� S, Francefco , co- me pi� dirfufamente raccontammo, parlando di Ognif- fanti. Intanto notar mi piace due notabili vantaggi re* cati al luogo di S, Caterina dalla venuta degli Umilia- ti , pofeiach� avendo efll affembrate molte ricchezze > mediante il lavoro della lana, potettero reit� ura re il? Convento , ed arricchire la Chiefa , mai�imamente con un teforo di Reliquie infigni , che pretto ofTerveremo, volendo qui prima terminare il racconto de* tanti av- venimenti , tra* quali t�repitofo fu 1* abolimerjto dei fuddetti Religiofi per ordine di S. PioiV. il quale per motivi graviffimi j e noti al Jlvlondo , con Bolla del 157©-. Tom. VII. N eftin- |
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eftinfe ic sfoj)pr.efe� interamente >Quefia 'Religione J ap»
plicando tutti* �\ Beni , ehe avea m *lWmmm<%■ cs neld4%h f itone*\S�Qxm�k® $ alla iReligione j|e$ 4pfttdfrfixdi«Sant& Stefanov>cOn formarne una Commenda appellata*jdij!§� Caterina » ,ehendpi$. in perpetuo aM;^atniglia de%^of|. da Brefeia . Ma? erefciuto efTendo-il numero in Firenzie» dei Fanciulli abbandonati , e raccomandatila i; Capita^ ni di rSanta Maria del Biga Ilo ,. quarti cari licenza de\ GranJMaeftro dii S, .Stefano , coilo sborfo di 44&0. feu- �m comprarono :nel. 1,591:. dal Commendatore Lodovico/ Cavi Convento ? i-Chiefa di S.';Cate*ina per farne uno Spedale , o ]Ricetto de i derelitti ,:ehe al prefente fi ve-, de ; ed efl�ndo in detto anno ancora viventi due U-. miliari* cio� .Fra Giovanni da Lucca, ed un Conver- fo » tfiit convenuto nello Iftrurnento delja Compra*, che indetti Capitani! dei Big�l�O ' folTero obbligati a tenere in deitto luogo i * due ; Frati , e dare ad elfi <5o.< feudi annui, loro vita.durante,} per alimento , e in detto Con- tratto leggonfi? puf e aJtri patti.., cio� due MefTe quoti- diane in detta Chiefa , e due Ufizj., de* Morti , uno per fuffragio delle Anime di que'della Caia de1 Covi , e V altro per i Benefattori duella Commenda , e di poter fa-, re avanci a?ir Aitar: grande una Sepoltura per i defun- ti di effi Covi» avendo rogato 1* Iftrumento Ser; Priore- Gherardini ne?^. Dicembre del 15:91. e per fine nell* anno 1615. il Magiftrato del Bigallo fece ivi fabbrica- re di pianta un Convento per le Fanciulle abbandona- te. , dove a* noftri tempi trasferite furono altre Fan- ciulle-,, che ila vano folto le Logge di > Bonifazio , del-* testuali altrove ; gi� abbiamo favellato;, ih : r .;�,> 5.V.V1.: N� a quella nuova Cafa mancarono infignii Be-
nefattori , i di cui nomi leggonfi in una Tavoletta affiiT* Bella Sagreftial\ e: fono, i feguenti i Fiammetta Sali mo- glie di, Bnaccio Gozzini , la quale al pio luogo la- Jci� �5 fuoi Beni, per t�fiamento rogato da Ser Am- brogio Ambrosi Cittadino Fiorentino , acl� 7. di Lu- glio del i^ij.vAr^e Francete©: Berti dichiarollo erede per rogfoa dif Sejr Iacopo Pinelli mi 16*2. a i 2. dii ■s�iil ; . I�. _ . _'; /Apri-
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aprile ty efempi® j the ; imit� M�t%hnh^r far�$h}4i ^rtt^
Francesco , coti aggiugnere ulwx>pt�t»n«. ai J?anc,vulW nel giorno, del fuo Anmv^t(um.'in perpetro ^Trovai! altra credila per mo^te .del Sepajiar« r ^ Catwliere ,F^% cefco di Lorenzo; della,."Stufai ��i qiuaV feofr�i#. fuoi f- redi i Fanciulli abbandont�i it� idi fiorii* Gennaio del 1-554. -e nello Scrittoio avari? wejmwtd d� ; aUtfco j ppn'efat- tore * il quaJe con una $uoya inicjujftria: di» beneficare queiti Fanciulli» chiam� alla fuot�efl�one di ?ft#a fami- glia in lui eftinta un Fanciullo diijquefto Spedale ca- vato a forte dal Magiflraro del Bigallo 5 come fegu� «d� 14. di Settembre del i7i�> nella maniera feguenr te ,« Ricordo come quefto iopraddetto»«giorno fi. con». � duileroal noilio Magiftrator rut^i i ragazzi »3nfte non �ierano maggiori di anni ,ij>-clje furono in. inumer�; fff* - a, e fatta dal Magiftrato fuddetto |a fepara?ioner::de*pii| � ben nati j di bello afperto , e /piritofi , m furono � imborfati io. per fare 1! effrazione fo/pra 4* eredita � dell' IUuftriffimo Signor Carlo Rollini » e .^e fu eli rat* � to il primo , che fu Francefco Filippo di Marco Sca* � labrini di anni 14. e in fecondo luogo, ,�}pm&fiic$ &. Andrea di Domenico Vivi cji anni; 1?,» noii/ri�i VII. E recando ora a favellare della Chiefa ,3 mi far� dalla Piazza 5 o fivvero dal Prato } dove fui Can- to della Via di S. Zanobi vederi uno de* pi� belli Ta- bernacoli , opera a frefoo di Domenico Puligei,, e nel- la facciata della Chiefa fonov? due .Qbpriibi^i y, arme del Capitolo Fiorentino > che tn e fu ii^im� Padrone*' Entrando in Chiefa , viene dirimpetto a^Ja Porta �su Cappella di S. Caterina Vergine / e Martire» con una lodatifl�ma Tavola di Giovanni Martinelli j che vi effi- gi� loi Spofalizio di detra Santa ; due altre Cappelle.» s* incontrano uniformi nel difegno ; in .quella, cjhe %,§. manritta intitolata del SS. Rofario vedefi un' antica Im- magine di Maria dipinta full* aff� , ed a mano manca corrifponde un Crocififlo diyori&mo } pure dipinto fui legno al naturale , L'fAltar Maggiore � ifoiato fono di un grande Arco , che divide, l� Chiefa dal Coro N 2 de*
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de* Fanciulli con due Nicchie dalle bande , nelle quali
fonp di marmo bianco le Statue di S. Zanobi , e di S. Antonino , amendue fattura d� Valentuomo. N� voglio tralafciare di accennare un marmo quafi abbandonato, non fervendo inoggi ad altro ufo , ■ che di piediftallo alla Croce > che fi innalza in occafione di Anniverfarj in faccia del Cataletto , e pure io fon di credere , che ne* tempi de* Frati Umiliati fofTe un Capitello di quaU che vag�rColonna» imperciocch� offervafi in elfo lavo- rato di rilievo il Carro di Ezechiele , con le quattro facce di Uomo > di Aquila , di Leone , e di Vitello, .■©« di] pi� una pecora , infegna degli Umiliati , infigni Artefici di Lana. - / f n IM VIIL Vengono per fine le Reliquie, che,erano de«
* gli Uthithti , e che fi confervano lotto P Aitar Mag* ^i�reiri una Cappellina in forma �i femicircolo > con* tandofi in effa da 40. Oftenforj di legno dorati > aven- ti coltole j> fucili, (tinelli, e offa di Santi primarj , de* quali alla parete del Coro vedefi il lungo Catalo- go * Non porr� per� qui tacere il diligente efame , che So feci fopra una di �ffe , denotata da un Cartello in caratteri Cottici nel Reliquiario contenente un Offo del Santo Precursore, e dice: vna delle locvste cibo di s. gio: batista; dal che, f� foffimo certi della autentici- t� del Reliquiario , remerebbe decifa la gran queitione agitata da i Sacri Hfpofitori , che penfarono s� diver- famente di quello cibo ye favorevole farebbe quella^ notizia a chi intefe per loculi:e quel frutto roffo , mi- nuto j �i tondo , che produce lo fpino , avvegnach� la detta locufta dal tempo alquanto annerita , non fia pi� groffa di un noccioletto di ciriegia, con un foro da una parte fatto forf� dalla punta dell' ago , al quale %t� fermato perch� foff� vifibile. ■'P$$ %((� ■'■■ H ' %-C��. ' : fi ' '.-: � $1 <? 'wi ti S I .-■' *'.. .'■ ii- f-' > ■ �) �\ \ T I 'r'^'| ||,| ■ , ■ "■''■
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LEZIONE XI.
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DELLA CHIESA
DI SAN DOMENICO AL MAGLIO*
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Ofciacfi� nel�a; Storia (Jella Chiefa del-
le Monache di S. Iacopo in Via del- la Scala abbiamo diftefamente favel- lato delle prime Suore Domenicane^ dei Pian di Ripoli , delle quali una nobile porzione furono le Fondatrici della Chiefa , e del Convento di S. Domenico , a me fembra convenevolifl�mo di rimettere il mio Leggitore a quelle Notizie polle alla ftampa nel §. Tomo alle Lezioni di S. Iacopo di Ripoli. Onde fenza ri- petere il gi� detto, mi far� dalle varie appellazioni delle Suore, oggi chiamate di S*Domenico al Maglio. Il nome loro adunque pi� vetufto era quello di Ammantellate , o Pinzochere della Penitenza , che molto frequentava!! nelle Donne fecolari , maffime di vita cafra , e ritira- ta , contandofene anche innanzi alia venuta in Firen- ze , o fi voglia de' Domenicani, o de'Francefcani, » di di altri Ordini; vivendo effe alla femplice fenza rego- la fcritta , o flaruto particolare , e cambiando ancora la foggia del veftire fenza legarfi ad alcuno colore, pur- ch� eflb fofle modefto , le quali Donne , fecondo i ritratti, che ha trovato il Brocchi, e che accenna nelle Vite de1 Beati Fiorentini, non furono altrimenti Terziarie di alcun Or- dine , ma Donne date da Dio per norma, ed efernpio alle Secolari , acci� chiaramente conofcafi , che in ogni sftaco fi pu� arrivare alla fantit� . Alcune pertanto di quelle Ammantellate eflendofi ritirate nel Convento di S. Iacopo nel Pian di Ripoli , abbandonato da' Padri : , Ire* |
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Predicatori , ®d a quelle fponne donato da$ Vefoovo
Giovanni) il m cui Diploma fi � dato nella prima Celio- ne di S. Maria Novella, Quelle principiarono a chiamare le Donne di Rrpolij e bench� aliai dubbio fia prelTo degli eruditi P anno, nel Quale fu loro dato P Abito , e la Rego- la di- S. Domenico, io fono di credere, che ci� addiveniffe prima del 1240, avvegnach� in detto anno, o in quel tor« no nelle Scritture di S. Maria Novella trovali Direttore di dette Suore S. Pietro da Verona dell* Ordine de'Pre- dicatori, ficcome davmedeirmi Padri fi conferva la Bol- la $1 Innocenzo IV. data nel Concilio di Lione nel jagi, colla quale comanda a i Padri di Santa Maria J^ov�lla 5 ed al loro Provinciale, che non abbandoni- |x» Il governo fpirituale de�h Donne di Ripoli; le qua- li pofeia ven;ute ejfTen^o in Citt� ; fepa rarefi in due Mo- naileri , quelle polire appejlaronfi le Donne di Cafag* gio j per averfi fabbricato e Chieia , e Convento in_, quella valla parte 4i terreno poco fuori delle porte del fec�ndo Cerchio di Firenze $ detto di Cafaggio ., e nel- lo ileifo tempo fi trovano altres� denominate le Mo- nache di JS* Domenico , come apparifee in un Contrat- to del 1300. rogato -da Ser Francefeo Neri da Barbe- rino j e fi conferva -tra le antiche Scritture del Capito- lo Fiorentino; e per fine in molti iilrumemi de" tem- pi pofleriori, diremo tiTere denominate ora le Monache «di S« Domenico al Maglio,,ed ora di S» Domenico dalle Stalle, per eiTere.quefti due luoghi vicini al Monallero, JL E venendo al terreno,fu cui con notabili fpefe quelle Suore fi edificarono il Monastero , era cesi am- pio , e vallo , che oltre il fito della Chiefa, de' Cor- tili, d^We .Officine, Celie , Orti, e Ciardino , una gran porzione neJ feguenti fecoii f� ne alien� per compiacere la Repubblica Fiorentina , ed il J)uca Cofimo , come» appare da' due iftrumenti predo le Monache,; nel pri- mo elle vendono ai Comune di Firenze porzione dell' Orto per farvi una ftrada pubblica ? che chiamoffi Via Siivellrina , rog� Ser Iacopo Lapi 1403. E nel fecondo , che � del 154^. fi danno dalie Suore |
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al D�d� fifbi� df terra �& a liv�llo perpetuo;, per far*
vi il ijjardine» de/ Semplici, e rog� Ser Scipione Braccefi $ N0E4io^fPte�:ntino-j?E qui laiciandomi portare dalla va- gh�zza dispiacevole erudizione, riporter�' diftefamente il difcorfo di Leopoldo del Migliore fopra il fuddetto Giar* dino cos�, vantaggiofo alila fanit� de*Cittadini, e cos�gk)- riofo alla memoria di Gofimo, che lo principi� > e de i due fuo* Figliuoli ,ole Gfaniluchi:, ?cio�? Fra n cereo* fot e> Ferdinando I. che lo terminarono ; leggeri adunque nel- lo? -Firenze Iliuftrata a pagv 238. come appreiTo,, >, Ei�endo che il Gran Duca Col�mo 1. folle fu '1 fior
,v di quegli anni , che fon foliti portar vigore nesRe- � gnanti , per aumenta alle cole dello Stato , condu- ,, ceffe a linea perpetua de* fuoi SerenilTimi defcendenu » trentafei i�iora del terreno delle predette Monache,, 5y per annua ricognizione , e canone fermato per ear- rf t� di Ser Scipion Braccefi nel 1543. l� fine , e iJL 5, concetto fuo in far quello fu alto, ed una di quel- � le cofe , che forf� non men degna di'lode; di quali- ,, te ne portaife in luce , 1* animo fuo grande a pr� di � quello Staro felice, nel modo, che per fimil cofa � f� ne attribu� da Galeno agi* Imperatori Romani, ,, preftanti favore a chi intraprefe diletto , e ftudio iti' ,, torno alla qualit� cos� utile , e bella de' Semplici »? ,, Ci par gran cofa, che queft' azione non fi fcrivelTc � fra le cofpicue di quel Principe ; imperciocch� noi* ,, � chi non fappia , ne facilmente non fi� noto , effer � utile , e neceiTaria la dottrina de" Medicamenti , o >, il conofeerne per confequenza fenfatamente i Sempli^ � ci >} l'Erbe, ed ogni Pianta, che fi richiedono, e_* � fon convenienti in elfi . Ne parl� Diofcoride , chia- ,, maro per V alta cognizione che a* ebbe , Principe di >, tutti gli Scrittori Botanici , fciolte le dificult� , co- � nofeiuta Ja natura intrinfiea , talmente ne port� <ro-» � gnizione atta a far periti i Medici , fperimentaro ,r � e dotto Ogni ProfeiTore di tal materia , avendone ,, egli nobilitato , per maggior efpreffione �* un ragia- ), namento , che ne fece , con Difegni fomiglianti alle � Piante
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10.4
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:v Piante -saturali » fiate divulgate dipoi dal-M&ttfoior,;
>, in quel genere notifl�mo Scrittore...; Cfcatev� Erbfcla* » rio , e Andrea Medico , ebbero ! fra orgdfi Antichi graft mi nome ne* Semplici ., e fra' moderai Tileo Bailo > Ni* � cerato, Petronio , ed altri ; efTendo che fenza Ja co- » gnizione di quelli , non fi poter medicare , ader� il ri medefimo Diofeoride , f� non a ventura, fortuita- ,, mente., o a cafo , {Cognizione » foggiugne �gli , non yt s' acquiftare fu la lettura de* Libri , ma dalla pratica, � e inftruziorje attuale , che f� ne riceve con rocchio, ,, dalle Piante naturali ; perch� mai le cofe artifiziate, m � dipinte , riefcon cos� perfette , e fimili a gli origi-. yt fiali vivi. Fu adunque quello Giardino ordinato da 55 quel Principe, per il Gm predetto, portante tic3 Sud- jaiditi iiu.dio , e .cognizione mi�if��m� di Piante medi- 5, cinali , quali procur� da Paefi lontani fu la direzio- 5.5 ne 4- Uomini vaientifl�mi , ed in ifpecie di M. L<uca ,5,Chini, chiamato , da chi in que'tempi il conobbe, ,., r Erbolario farnofo , a cui., �.d a coloro da deputa r- 5., vili con abilit�, e fcienza , a0egn� provvigione perpe- ?> tua , acci� da efl� con lettura , fi portarle cognizio- 5, ne negli itudiofi , e vaghi di tal materia, nel mo- 5, do , che fumcientememe dartene inftruzione nella fa- � mola Vmverfic� �i Pifa , a cui � Umilmente congiun- � to un Giardino celebre , iftituito dai predetto Gran � Duca , e da Ferdinando J. fuo figliuolo ampliato . � >, La bellezza poi di quello Giardino , accompagnata � dalla predetta utilit� , condite nello fcom paramento � �g� terreno , ingegnofamente fatto in varie f�guxe � Matematiche , quelle , che eflendo rieceiTarie per fe- � parare , e diftinguere l'juna .dall' altra qualit� de* 5!} Semplici , ne porta il Serlio molti difcgni,, con mo- ,, do di fargli , che fi fon metti in opera in Viridarj 5, famofi congiunti alle Fabbriche di Palazzi , per par- 5, te de* loro adornamenti � V�en queito feparato , e_. � difiinto in quattro parti da Viali, oda Strade coperte 3, di Lauro a mezza botte , che formando una Croce j � partendoli elle a linea ietta, dalle quattro cantona- i � te |
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7» te del quadro , in cui � il contenuto del Giardi-
,, no lungo per ogni lato 224. braccia 3 sboccano fur j) un' Ifoletta a ottagono coftiruita con fimetria , e_* ti grazia nel mezzo di elio ., dove vedefi una gran Va- 5, fca , o Vivaio , in cui corre un* acqua per canale , � fin dal Mugnone Fiume, che bagna le radici de'Mon- � ti di Fiefole , dalla parte Meridionale , che vi fa � morir�, alzata in alto Air un Alo� di rame. Quivi a* �p noftri tempi affog� Niccol� della Luna Gentiluomo � di quella Patria , nel quale notammo una cofa , che � parve dettino , che doverle morire in acqua , ed in_. � lui fpegnerfi la Famiglia , la qual derivava molto nell*. ,j antico , da un , ch'ebbe nome Bevilacqua . Vi fon » anche gi� per le prode in vafi , quantit� grande d* a agrumi nobili , di varie forti , fiorami bizzarri } e di ,j capricciofo artifizio raffinato con invenzione , e iru* * � dio talmente da poterti render quafi alterabile la Na- ,, tura ne'vegetabili. Nell'Architrave della Porta , per. )> la quale vi s'entra , � fcolpita -1* Arme di quel Prin- ,) cipe , e Corona fopra con perle , e non con punte , a � cui cos� alla femplice <corrifpondono le feguenti parole ,, nel fregio , cosmvs med. jxorenti�e dvx ir. per f�* », gno del non acquiftato per allora Dominio di Sie- j, na , che port� aggiunta la parola , & Senarnm , al � titolo di poi di Magni Dttcis Etruri�. ,, III. Ma ritornandoli al Monaftero di S. Domenico
chiamato in un Diploma del fuddetto Vefcovo Opus $�u~ rimum fumftuojtm , � d'uopo, che confideriamo in primo luogo il difegno della Chiefa, che prelfo g�' Intenden- ti � giudicato non folo di barbara architettura, ma di- fettoso nelle regole buone di murare, effendoch� la Chiefa fia lunga braccia 60. larga 22. e alta 13. con le colonne, che reggono la volta alte affai, ma fotti-li) che non hanno di diametro pi� di un terzo di braccio, e bench� io non intenda di contradire al comune (qx�- timento, riporter� alcune Notizie , che f� non ifcufa- no 1* ignoranza di que' tempi , almeno e* illuftreranno il fatto - Conviene adunque dire, che lontano dalla_# |
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verit� � il credere, che tal difegno fofFe fatto dai bra-
vi Frati Siilo , e Riftoro , avvegnach� erano gi� morti dall'anno 1287. e chiunque fu 1*Architettore, egli � cer- to, che imit� il Dormentorio a terreno de* Padri di S. Maria Novella , dove veggonil fomiglianti Colonne del- la medesima porzione, con la fola differenza, che per ufo de' Religiofi tra una Colonna , e 1* altra fi mura- rono Celle , ed in S. Domenico rutto refta aperto , o fia il Coro delle Monache, o la Chiefa, fupplendo pe- r� alla fottigl�ezza delle Colonne la moltiplicit� di que- ste , onde {opra di effe la volta {labile pofa gi� da^. 450. anni , e io fono di credere , che V Architetto lau- devolrnente volerle s� fonili le Colonne , perch� la grof- fezza altrimenti averebbe ingombrata la vif�a , ed ob- bligato 1* Artefice ad alzare pi� la Chiefa , ed in tal guifa privar le Monache del bel Dormentorio colloca- to fopra la Chiefa , ed il Coro . L' Aitar Maggiore � flato rinnovato da i Conti della Gherardefca , con., ordine Dorico, avendovi concorfo alla fpefa una Mo- naca di quel Convento nata di s� nobile lignaggio , e la Tavola moderna rapprefentante il darfi da Maria a Si Domenico il Rofario , � di Pier Maria Baldi , po- ftavi in luogo della Tavola di Andrea del Vermocchio, che inoggi � alla prima Cappella a manritta ; dopo la quale fegue 1* Altare di S. Pio V. dove vedefi una Pit- tura del Pugliefchi , non per� terminata per la morte , che fopravve�ine a s� degno1 Artefice . A mano manca avvi la Cappella della Santa Famiglia con quadro del Bonechi, venendo la quarra detta di S. Eurrachio con bellifiima Tavola dei Cavalier Curradi > fatta , diceva.» egli, per isforzo di arte mediante la fperanza, che ave- va nelle orazioni delle Venerabili Monache . Tre poi bravi Pittori hanno gareggiato in colorire quivi a fre- fco 13.lunette della Volta, efono il Soderini, il Sig,Fer- retti , ed il Sig. Vincenzio Meucei j e per� facendomi dalla lunetta fulla Porta , ivi vedefi una gloria di San- te Domenicane dipinta dal Soderini ; feguendo a manritta Sr Caterina de' Ricci in proceflione con Angioli, fatta «■li ' .%% dal
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dal lodato berretti 5 di cui pure � la terza , nella quale
figurali S. Luigi Beltrando : le due contigue rapprefen- tanti S. Vincenzio Ferrerio , e S. Giacinta , i� quale porta fui braccio una Statua di Maria atra , e di gra- viffimo marmo , fono fattura del Sig.Meucci, e graziofiifi- me fono tre altre dipinte dal Soderini , che vi colo- r� S. Caterina da Siena , la quale Ambafciatrice de* Fiorentini ^ntra in Conciitoro , S. Pietro Martire, che volando in Cielo , � veduto da una Monaca di Ripo- H , e S. Tommafo d* Aquino fedente alla Menfa di S. Luigi Re di Francia ; dalle due bande dell' Aitar Mag- giore , il Sig. Ferretti vi ha effigiato dalla parte del "Vangelo 1* Arca di No� col Sagrifizio di Abramo , e dalla Epif�ola Mos� , ed Aron. Ritornando poi alla Por- ta da mano fin�/tra tre fole lunette fono dipinte, impe- dite eflendo le altre dalle fineftre , e cos� alla prima il Sederini ha rapprefentato S. Agnefa di Monte Pulcia- no , che d� a S. Caterina il piede fuo a baciare » ed il medefimo nella feconda ha figurato S. Antonino, che rifana un vafo infranto , e nei!' ultima , che � dipin- tura del fopraddetto Ferretti, fi vede la liberazione d* una indemoniata ottenuta da S. Domenico nella Chiefa di S. Pancrazio di Firenze « IV. Vi fono in quello Convento i Corpi de* San-
ti Martiri Umile, e Siftercora procurati in Roma dal Cimitero di S. Califto nel 1649. e quivi inviati da G�o: Badila Rinuccini Arcivefcovo di Fermo , e Nunzio in Ibernia , dove fcrifle quel libro intitolato ti Cappuccino Scozzefe , dalla fua Sorella BadeiTa in San Domenico furono i detti Santi Corpi ridotti al naturale , e ripo- ni a fue fpefe in una ricca Urna . Prima per� delia-, venuta di dette Reliquie, Gio: Batifta Altieri, poi Car* dinaie nel 1645, avea donato al Monaftero le offa , e le tefte de* Santi Erafmo , Efuperia , e Sodale Marti* ri. Si venerano alcuni Sepolcrini di Ceneri di Santi Martiri , dono di due illuftri Dame Fiorentine la Mar- chefa Guafconi ne i Giugni, e la Marchefa Calderini rie' Riccardi. O 1 V. De*
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V. De* Santi dell' Ordine loro hanno molte mem�-
rie adorabili, e tra effe un Offo di S, Domenico , con la Carta di donazione fottofcritta cos� : Io Violante Bea- trice di Baviera Gran Trincile fa di Toscana mano pro- pria . Di S. Pier Martire vedefi la Cappa, che nel 1671. Joro invi� da Roma la Principer� Ghigi con la Teda di S. Magno Martire . Un' infigne Reliquia di S. Cafi- miro Re di Pollonia , e della fua clamide Reale fi con- ferva in un Reliquiario mandato a Firenze da Fran- cefeo Marcelli Nunzio in Polonia , cui fu data dal Ve- fcov.o di Wilna nel 1�77. Ma molto pi� nell* antico fotto Panno 1352. f� crediamo alla tradizione delle Mo- nache , e alle loro Ricordanze, fu donato il Santiffi- mo Legno della Croce di Crifto , che fu una parte di quel pezzo notabiliflhno 3 che all' Arte de' Mercatanti pervenne da una Nobile Matrona di Firenze; ed il Mi- gliore fcriffe j che altra Reliquia del Santiffimo Legno don� alle Monache di San Domenico Santa Caterina^ de' Ricci con dimoftrazione del gran defiderio , col quale ella avea bramato di veftire preffo di loro il facro Abito . VI. E dopo s� ricco novero di Reliquie , viene un
altro non difpregevole teforo , cio� di Cartapecore , che diftribuite per ordine di numeri > fi contavano fino a 500. e bench� molte fi fieno fmarrite, di alquante delle rimafe , e ftimatiffime , ne dar� qui un cenno , e fia la prima fegnata di num. 297. la quale � il Contratto fo» praccennato di vendita di terreno alla Repubblica per farvi la Via Salvefh'ina ; Al numero 2. novafi un Di- ploma di Francefco Vefcovo Fiorentino , che incomin* eia Cum igitur , nel quale ef�b loda le Monache , e la Chiefa , concedendo a chi loro far� elemofina per det- ta Chiefa Indulgenza, Datum Fior. Kah lumi 1297. Al num. 35. viene una donazione di terre a Suor Prima Prio- ra di S. Iacopo di Ripoli , fatta da Maeftro Iacopo di R�miccino Mannelli del Popolo di S. Felicita 22. di Ago- ito 125 8. e rog� Ser Rinaldo di Cambio Ridojfini . Al numero 44. un Te/lamento di Bello di Ferrantino , |
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27. di Agofto 127^. Leggeri alla Cartapecora 224. no-
minato Giuliano di Antonio Arrighi Frate di S. Ma- ria Novella , e Vefcovo Citeranenfe , e al numero 249. fi fa menzione di una eredit� lafciata all' Arte del Cam- bio da Alamanno di Giovanni Mancini del Popolo di San Remigio col rogito di Ser Pietro di Franco Cal- cagni 1423. Pregiatiflimi Privilegi il trovano in noru poche Bolle de* Pontefici , e lettere di Cardinali 5 e de' Generali dell' Ordine de* Padri Predicatori , e moltifl�- me per fine Cartapecore vi fono fpettanti a compre di terreni > che fecero le Monache , e diverfi Teftamenti , che in nulla riguardano il Monaftero } ma fono bens� intereflanti la Storia Fiorentina . VII- E giacch� nello fcrivere quelle Notizie bo-
riche delle Chicle Fiorentine io mi fono pi� fiate e- fprefib, che dovea io dare luogo tra effe alle vicende, fovente accadute a* facri Templi j e Monafterj , aggiu- gner� qui tre avvenimenti notevoli , i quali recarono alle Monache di S. Domenico non leggiero travaglio ; e per� dando il primo luogo a quello > che not� nella fua Storia Dino Compagni , diremo , che Bafchiera de* Tof�nghi obbligato a partire di Firenze per isfuggire la furia de* Guelfi follevati contra de* Bianchi , dei qua- li egli era fautor principale 5 e dubitando , che il livoc del Popolo non andarle a sfogarli contro due fue Ni- poti commoranti in S. Domenico , entr� per forza nel Convento >e le tratte fuori ; atto} che {ebbene cagion� allora nelle Monache terrore) e neJ Superiori fcando- lo 5 fu pofcia riguardato come la falvczza del Mona- Itero da un evidente pericolo di eiTere le Suore tutte faccheggiate dal Popolo fenza freno > e fenza umanit� , follevato contro chiunque averte attinenza co* Bianchi . Nel 1566. fegu� altra novit� provenuta dallo zelo �i S. Pio V. che da Religiofo vifit� quefto Convento 3 e dalla follecitudine di Cofimo I. volto in quel tempo alla confervazione delle Cafe Regolari , onde d� ntnen* due fu il configlio, che fi cavailero nove Moniche �i Santa Lucia j e fi trasferiMero in S. Domenico per aiu- ; to , |
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to , � vfgofe maggiore alle Monache beli* c�Tervan^
della Regola , ed inoltre efl� vollero, che la direzio- ne fpirituale di queir anime ccnfacrate a D�o fi defle a* Padri di S. Marco , due mezzi utilifl�mi , onde con- fervare in efle la divozione , che tuttora riluce coru grande edificazione de* Fiorentini molto portati a fa- vorire s� nobili ) e venerabili Spofe di Criflo ; ed un tal concetto appunto fu motivo , che da tutta la^. Citt� foller� compatire in altro graviifimo accidente del i6$p nel quale dopo d* efi�re ilare levate dal governo de'Padri > per ordine di Roma vennero porte fotto la-, iurifdizione dell'Ordinario, come di prefente fiorifcono. Vili. Ed avendo io promeffo di dire fui fine di quefta mia Lezione alcunch� dell' efercizio della Ca- valleria , che accanto al Monaftero l� pratica , riporte- r� in primo luogo quel poco, che dice il Cinelli nelle Bellezze di Firenze a pag; 16. come appreifo ,, Sono ,, le Stalle de1 Cavalli di rifpetto del Serenifl�mo Gran � Duca > che fono in gran numero , e fervono per il � folo efercizio della Cavallerizza , e per le Ferie fo- ,, Jenni nelle Cavalcate ; in faccia di un Corridore, » che vi � coperto per poter fare gli Efercizj in tem- � p� di pioggia, fono dipinti al naturale 6, Cavalli di f, mano di AleiFandro Allori , i quali fono oitremodo ,) vaghi j moftrando ognuno di loro diverfa attitudine � e varia movenza ; e fuori di queAe Stalle una Niz- ), za 5 ove fi efercita la giovent� nei correre la lancia � Sin qui il Cinelli , tralafciando parecchie notizie ne- ceiTarie a fare il giufto concetto di s� famofo luogo . Avrebbe adunque dovuto dire , che i Cavalli di ri- fpetto gi� quivi itavano fino dal 1515. avendo murato quello luogo Lorenzo de'Medici Duca d'Urbino, prima etiti il Duca Cofimo L v' iftituirTe la Scuola di maneggiar Cavalli , ingrandendo col ricetto capace di r5o. Ca- valli alcuni Stanzoni in volta retta da 64. Colonne di pietra ferena d' ordine dorico , ed altre appartenenze tirilifl�me . Ha pure tralafciato di riportare due ifcri- ziom, che fono le feguemi ; U
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ali
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La prima pofla alia Nizza �
FRANGI SCVS MEDICES MAGNVS
ETRVSCO&. DVX II. QJ/OD NOBILISSIMO^. ADOLESCENTIVM Q.V I EQUESTRI SPLENDORE SE ORNARI CVPIVNT IN PRIMISQ.
IOANNIS FRATRIS COMMODO
FIERET HVNC IN EQVO SE EXERCENDI
LOCVM EXTRVI IVSSIT
RVSTICO PICARDINIO E.QVOR». MAGISTRO
ANNO . D . CID . 10 . L . XXXVL
La feconda fotte» la Loggia.
F�RD. MED. M. D. ETRVRIAE III. VMBRATILE
CVRRICVLVM AD EXERCENDAM IUVENTVTEM FLOR, EQVESTRIS MILITIAE STVDIOSAM ET AD DIRIGENDA C�RPORA EQyORVM AEDIFICANDVM PINGENDVM CRNANDVM CVRAViT AN. D. MDLXXXXH. IX. Bd eflTendo una paffione pura, e narurale nelT
Uomo il lafciarfi tirare con gran piacere dalla fimpatia veif� bravi Cavalli , potrei dire cofe grandiflime , e di- fordinate accadute in Uomini di fenno in Firenze , ma per defiderio di non tediare , ricorder� folamente 1* dempio avvenuto di Carlo Cappello nobile Veneziano, ed Ambafciatore di quella Repubblica ai Fiorentini nel 1530. nel qual anno eflendcgli morto un Cavallo a lui carifl�rr�o , io fece fotterrare con onori, fino di un Epi- taffio in marmo affilio alla fponda di Arno, l� dalla.* Piazza de* Caftellani j dove dalla piena del 1740. a' 3. Dicembre furono rotte per tratto di br. 50. le fponde del Fiume , e per tal cagione portata via dal�* acque 1* Ifcrizione , che ritrovata ne i fotterranei de* Tintori anni fono , � fiata rimeifa , e dice ; |
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OSSA
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OSSA EQVI CAROLI CAPELLI LEGATI VENETI
^ON INGRATVS HERVS SON1PES MEMORANDE SEPVXCRVNt.
HOC TIBI PRO MERITIS KAEC MONIMENTA DEDIT
OSSESSA VRBE MDXXX. Ili» 1DVS MART.
X. Nel medefimo ricetto di mura viene il Serra-*
glio de' Lioni ripartito in pi� Cortili feparati , in cui itanno Animali di varie qualit� } e razze feroci , e in- domite . Quando i Fiorentini comincialTero a tenere in Citt� ferrati limili Animali , non fi rende in dubbio 5 che feguifle fino da i primi fecoli della Religione Cri- stiana, kggendofi nel Sig, Manni flato efpofto nells An- fiteatro di Firenze > del quale quello Autore ne fa un erudito trattato 3 il Santo Martire Miniato ; che poi i Fiorentini feguitaffero a cuftodirne non pi� per moti- vo di crudelt�, ma per fegno di grandezza fino a* gior- ni noftri, � cofa chiariffima alle Rifonnagioni per Itj» tante , ed antiche Leggi riguardanti la cuitodia de* Lio- ni j e frequentemente gli fpettacoli > che in certe fefte di elfi fi dava al pubblico . Il Serraglio loro primiera- mente fu fui canto della Zecca , e di poi dietro al Pa- lazzo Vecchio in una Cafa , e Cortile fabbricato 9 gi�* ila il Villani, e Goro di Stagio Dati, Ma giufta il Miglio- xe j il Duca Cofimo nel 1550. lo trasfer� in quello Luo* go, che era un Recinto di abitazione magnifica det�.i^ nata dall' Arte de* Mercatanti nel 1430, per un pubbli, co Studio in ordine al lafcito di Niccol� da Uzzano , la cui Arme vedefi ancora nella facciata . E qui per fi- ne rammenter� una piacevolezza del Duca Cofimo 5 al quale , per efiere affai vicine quefte Fiere allo Speda- le di S. Matteo? ricorfe lo Spedalingo , efponendogli !'incomodo 5 che ne proveniva agl'Infermi dal frequen- te rugire de' Lioni, e la rifpofta del Duca fu 5 che quei rugiti farebbero un buon rimedio agli eppreil� dal le- targo » |
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L E Z IONE
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DI S A N M A R C Oi
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XII.
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Er dare una compita ifloria della Chiefii |
e del Convento di San Marco, dovei* gi� da 322. anni fiorifce la commen-» datiffima Congregazione dell' OfTervan- za de' Padri Domenicani, non fia chi creda effer fuori di propofito una Le* zio ne proemiale , la quale ci dimoftri non folo il principio , e le vicende di quefto Sacro Luogo , ma eziandio i vetufti Padroni innanzi al felice ingreflb de i fantiffimi Padri. E per� facendomi dalla* infigne anche inoggi Compagnia di Santa Maria detta d� S. Marco, noter� trovarti, quella fino dal 1250. o in quel t�mo , avere avuto in Cafaggio un Oratorio fotto il titolo di S. Marco , con cafe, e terreni» che la medefima circa al 1290. cedette a* Monaci Silveftri- ni, con rifervarfi T ius d� fare le fol�te tornate in detto Oratorio, o in quella Chiefa, concedendo a detti Monaci licenza di fabbricarvi un Convento* E per vero dire, non lafci� mai la detta Compagnia di fare le fue adunanze in S. Marco fino a tutto il fecolo XV. dopo'l quale � Fratelli ne ufcirono, tornando in una Chiefa nuova» murata lo- ro da'Domenicani nel 1506. allato a S. Marco, dalla* banda di Ponente , donde pofcia partirono per dar luo- go al Palazzo , o fia Cafino de* Medici, e pausarono in Via di S. Gallo , come f� ne favell� diffufamenre nel V. noftro Tomo , al quale rimettiamo il Leggito- re , qui folo riportando il bel documento dimoftrante Ja verit� , che il primo antico dominio di San Marco egli � ftato preflb la detta Compagnia -, e quello � una Tom. VIL P Uu |
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lettera efiftente nell* Archivio dello Spedale del Meta-
ni fcritta dall'Abate Generale de* Silveftrini , a'Capi- tani , Fratelli, e Sorelle della Confraternita di S. Mar- co , il cui titolo � il feguente .* Fr, Andreas Prior He- remi 3 ^f 0r� S. BenediBi de Montefano Diec. Cameri- nenj�s > & e�us Captulum Generale iileB�s m Chriflo A* m�ci* , & BenefaBoribus frecipuis Re Bori » & Captaneis $oc. SanBe Marie in loco SanBi Marci de Fior, in Ca~> faggio , et omnibus tutn maribus , tnm feminis eiufdem^ Soc� fahtem . Ed il funto della EpiftoJa tono lodi, e rin- graziamenti , e la partecipazione in perpetuo a i Fratel- li, e Sorelle de'Beni fpirituali del fuo Okdine. Datum apid Montemfanum die 16. Mail an. 1299. tempre Bo- nifatii PP. VIIL Ind, XII. e da s� certo documento fi vede chiaro , che oltre ad eflfere (lata la detta Com- pagnia Padrona dell* Oratorio di S. Marco , i Silveilri- ni ancora quivi entrati gi� vi erano prima dell'anno indicato dalla lettera . II. E per fapere chi fofifero quefti Monaci , par-
landone parecchi Scrittori e Fiorentini) ed efteri, io riporter� le parole del Migliore a pag. 2ot. della fua Firenze Illuitrata � Una forte di Monaci neri ufciti da' ,, Valombrofan� per ragione del vivere con maggiore., ,* oflfervanza e Grettezza di regola , di quei che in que' � tempi lo permetteffe la Monaitica disciplina 3 fatto- vi fene Autore uno di loro, da cui prefero anche il j, nome » chiamato Salveiiro de* Gozzol�ni } nativo di 3, Ofimo della Marca d* Ancona , il quale morendo nel 5) iz�j, a f� lafa� t�tolo di Beato, ed a* fuoi Mona- ci ci fama di bont� grande ,, Quefti adunque venuti a Firenze , per foggetti zelandiurni , e fanti , tolto fi fe- cero conofcere a i Fiorentini , e pi� che pi� al Ve- fcovo di Firenze Francefco de* Monaldefchi da Bagna- rea , che con tal cognome V Abate Ughel�i fu il pri- mo a chiamarlo , ed � credibile., che da buoni docu- menti il traef�fe , non ottante che �lfonfo Ceccarelli da Bevegna nella fua Storia della Nobi� Famiglia de* Mo- naldefchi non faccia, parola del noitro Vefcovo, il qua- ^t� le |
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U affai portato v�rfo quelli Monaci , non folamentek,
loro procur� copiof� limofirie per fabbricare la Chiefa di San Marco, di cui ragioniamo , ma egli Hello volle benedirne la prima pietra negli 8, di Marzo del 1299. prefenti Aldobrandino Vefcovo di Rieti , gli Abati dei due infigni Monafteri di S. Maria di Firenze , e di S* Miniato al Monte, tutto il Clero , e innumerabilc* moltitudine di Popolo; E da quel tempo principi� quefta Chiefa, per dilli nzione di altra, che avea forni- gliante nome, a chiamarli S, Marco nuovo , come ap- pare da molte Scritture , contentandoci noi di portar- S� una fola, che � il teftam�nto di Mefs. Andrea Gi�. dice da Cerreto , efiftente nella Libreria Strozzi , ro- gato ad� 4. Gennaio del 1302. da Ser Bonaventura di Rollo Giudice, e Notaio, dove tra'legati legg�fi : Item in adint�rium fabrice EccUJie S. Marci Novelli de Cafadio Flor.florenos 10. parvof . Ma tornandoti alla detta Sagra s quella folennit� trovafi defcritta in un Diploma del me* defimo Vefcovo , dii�efo da Ser Bartolo Compagnuzzi Giudice Imperiale , e munito del Sigillo Vefcovile di cera bianca e rolla , avente da una banda il ritratto del Vefcovo con Mitra in capo , e bacchetta in mano con la leggenda SigMum F ranci fri Dei Gratia , Epifco- pi Fiorentini ; e dall* altra banda un Agnello col mot- to Fax mundi . Di s� bella Cartapecora 1* originale � preiTo a i Padri di San Marco , e noi a contenzio- ne degli Eruditi ne riportiamo fui fine una Copia , alla quale aggiungere ci piace altra Scrittura di det- to Prelato efUtente nel Capitolo Fiorentino , ed � la^ erezione di quella Chiefa in Parrocchia , raccoman- data a* detti Monaci, e ne rog� 1' atto Ser Francefco di Neri da Barberino ad� i. di Luglio 1300. e pi� ragguardevoli grazie preparava il Vefcovo Francefco a* Silvcf�rini , f� non veniva impedito dalla morte , che_, tolfe ad elfi » ed a i Fiorentini s� degno Prelato neU* anno feguetite 1301. che tanto fi legge nell* antico Re- giftro de' Morti ftppelliti nel Cimitero di S. Repara* ta , di cui conferva*! Copia mW Archivio fegreto di P 2 Pa*
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Palazzo» dove dicefi come fegtje .iVAdus Decembri> 1301.
obiip Dominus Francifcus Epifcopus Florentinus . Noti- zia non avvertita dal Cerracchini, n� da altri, che lo fanno vivere fino al 1302. Al Cerracchini per� debbo grado di un pregevole lume riguardante i fuddetti Rdigiofi , che � come apprefTo ,, Nell'anno 1308. ,, ( 14. �i Settembre ) trovo, che il Vefcovo ( Lottieri ,, delia Tofa ) delle licenza al Priore de i Monaci Sii- � veftrini abitanti nel Convento di S. Marco , di poter ,, veftire deir Abito di loro Religione alcune Donne.» � dette comunemente Mantellate , ovvero Pinzochere » � come dalla Bolla confervata nella Libreria di S. Mar- � co manifeftamente apparifce � la qual Bolla efifendo fiata dal fudde.tto Autore data alle t�ampe , mi jifpar- mio di riportarla . Riferir� bens� , che quelle Pinzo- chere furono, le fondatrici delle Monache di S. Si�ve- firo , Monaftero famofo in Via di S. Gallo, che rima- f� abolito nel 1435. da Papa Eugenio IV. come fi dille nel Tomo fecondo di noftra Iftoria . III. Ma ci�, che non mi � permeilo di tacere, fi � la de-
cadenza de* medefimi Monaci Silveitrini dalla Regola, e da quella efemplare oflervanza per lo fpazio di un fecolo in Firenze , s� acclamata per grande , che molti benefizi, e onori ebbero quefli Monaci dalla Repubblica Fioren- tina , come nel!* anno 1355. r. �nlii DD. Priores eie- gerunt Camerarios j/ro Camera Comuni s Fior* Ke ligiofos Viros Fratrem �acobum Ioannis Aurificis , & Fratrenu Pacem Fierii omnes de Florentia de Ordine, & Con^ent» $. Marci. Rog* Ser Bartolo de1 Signorini Not. che tanto in un libro di Deliberazioni della Signoria trovafi all' Archivio pubblico. Ma per la fopraddetta ragi�ne del raffreddamento de'Monaci nello fpirito, fcontenti i Fio- rentini , ne fu fatta querela pubblica nel Concilio di Co- ilanza a Papa Martino V. con una fupplica concorde* del Popolo per la efclufiva de' Silveftrini da S. Marco, ed infiememente per la grazia > che in detto Convento fi. metteffero i Padri Domenicani dell' Oflfervanza di Fjefoie. Jl Pontefice ordin� a Giovanni Abate del Ma* |
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naftero di S. Paolo di Ripa ad Arno a Pifa , che �fa-
minate le accufe , ne fentenziafTe per la giustizia , e l� fentenza dell' Abate data nel 1418. legalizata da Ser Giovanni Bandini fu di piena confolazione a Firenze , e per confeguente d� eftremo rammarico de' Monaci , i quali accrebbero lo fdegno ne i Fiorentini con la., appellazione da detta Sentenza al Concilio Scifmati- co di Bafilea , il quale per altro totalmente condann� le ptetefe ragioni degli Appellanti, togliendo loro ogni fperanza di grazia , e confermando il giudizio dell" A- bate Giovanni, anche nel punto favorevole a*'Padri Do- menicani . Tuttavolta 1' indugio per la efecuzione del Decreto fu cosi lungo , che non prima del 1435. ap- pare, che feguifle tale vicenda,fofpirata da* Fiorentini, e dall' Ordine de' Padri Predicatori . E giacch� da tutti gli Scrittori fi tacciono i motivi di quella ricardanza > noi, qui ne accenneremo alquanti, ed in primo luogo» dir fi vuole, che i Pontefici venuti dopo lo Scifma di tre Antipapi , trovato avendo cos� fconvolte le cofe di Roma , e della Chiefa Univerfale , non ebber tempo di penfare ad una queftione di un Convento tra' Frati j f�- c.ondariamente , f� fi confider� lo flato in que'tempi de* Fiorentini imbrogliati in guerre, e travagliati da_, due peffcilenze , chiaro fi vede , che non erano circo-, f�anze opportune a provvedere alla riforma de' Monaci, e forf� Cofimo , e Lorenzo de* Medici , i quali furono i principali Autori delle accufe portate a Papa Marti- no, ed erano potenti protettori de'Domenicani, anch' effi diftratti in detto tempo da negozi di maggiore-» importanza trovavanfi . IV. L'epoca adunque della introduzione de'Padri
Domenicani dell' OiTervanza in S. Marco , deve stabi- lirti nell* anno 1416. eflendo in Firenze Papa Eugenio IV. il quale per replicate iftanze di Cofimo de' Me- dici , trasferito avendo i Silvei�rini a S. Giorgio fulla Cotta , dove gi� da qualche anno abitavano i Dome- nicani fcefi da Fiefole , a quefti don� la Chiefa , e Con- vento di S. Marco , ordinando il detto Pontefice, che con
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con pompa > e fefta vi fofTero introdotti, come �gii� con
folennit�, giufta il Migliore, non confueta , n� deferir- ta dalle Goi�ituzioni , n� Canoni ; tre Vefcovi di Ta- ranto , di Trevigi , e di Parentino accompagnavano i Re�igioil j e precedevano i Mazzieri della Signoria man- dati , acciocch� con la maggior poffibi� pompa i detti Padri facef�ro quell'entrata, prendendone pof�rfo a* nome di (u� Religione Fra Cipriano da Firenze Vi- cario Generale della novella Congregazione della Ofier- vanza , della quale f� io imprendo qui a narrare il felice cominciamento , e progreffi , fpero non far� di tedio al Leggitore , n� di foverchia lunghezza > avve- gnach� elfo Ila un punto principale della prefente Iftoria» V. Il Beato Fra Giovanni di Domenico } per er- rore detto de* Domenici , famofo non folo per la fua fantit� , ma eziandio per le dignit�-Ecclei�artich� da lui occupate e di Cardinale di S. Chiefa , e di Arcive- feovo di Ragufa, � (iato il gloriofo Iftitutore della Con- gregazione della Of�rvanza de' Padri Domenicani di Fiefole. Imperciocch� vivendo egli Frate in Santa Ma- ria Novella di Firenze , e penfando efficacemente a farri compagni , i quali feconda f�ro la fua accefa brama di aprire un Convento , dove fi of�rvaiTero i primi ri- gori della Regola di San Domenico, comunic� il fuo desiderio al Vefcovo di Fiefole Jacopo Alleviti Frale»» del fuo Ordine , i� quale non follmente diedegli con- forto , ma aiuto con la offerta di un5ampla vigna gran- de braccia quadre 1250. nel Popolo della Badia di San Bartolommeo di Fiefole , ed accettato il terreno, la donazione fu fottoferitta dal Vefcovo, e da i fuoi Can- nonici ad� 9. di Novembre del 1405. leggendovif� pe- r� queOa condizione , che quando mai mancalTero i Frati per due mefi, ed il Convento reitafle foio, fi do- v>eife intendere ricafeato alla Menfa Epifcopale , appro- vandone il Contratto e Fra Tommafo da Fermo Mae- rlro Generale , ed il fuddetto Beato Giovanni di Do- menico CommiiTario , e nel primo di Marzo del 1405. ab Incarnatione, ne fu buttata J& prima pietra coli'in- |
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tervento di numerofo Popolo di Firenze $ chiamandoti
il Convento �i San Domenico , il quale perch� dovea effere la fede di Santi Religioni , fui nafcere appunt� per parte diabolica ebbe a vedere la fua diftruzionej Avvegnach� nel 1409. creato eflendo Papa Aleffandro V. nel Concilio di Pifa , che fu fommamente gradir� da i Fiorentini, ed i buoni Domenicani di Fiefole cre- dendo in si grave fcifma di non poter partire dalla ubbidienza di Gregorio XII» eletto Pontefice fin dal 1406". fi trovarono in grandi terrori > e mifefie , in manie- ra che cominciando a penuriare di limofine , che prima loro venivano in abbondanza da Firenze , di notte {&■ partirono per Fuligno ; ove Colino de* Trinci Signore della Terra , e Federico de' Franzi Vefcovo della me* defima > amendue fedeli a Gregorio , gli aecolfero con giubbilo, e loro diedero Cafa , ove itertero fi- no al 141S. Ritorn� pertanto alla Menfa Epifcopale_» di Fiefole il nuovo, e non finito Convento dell' OlTer- vanza } che fu pofcia reftituito liberamente dal Vefco- vo a* medefimi Frati ad iftanza di Fra Lionardo Dati Generale de* Predicatori , e del Beato Giovanni di Do- menico gi� Cardinale. Quindi ritornati da Fuligno a Fiefole nell'anno 1418. anno felice di pace alla Chie- fa Univerfale , appena furono rientrati nel Convento di 5. Domenico , che Idd�o loro mand� Benefattori tali >
che preito fu compita la magnifica Chiefa, ed ingran- dito notabilmente il Convento, come qui andremo no- tando , VI. E primieramente nello fteiTo anno 1418. mor�
MefTer Barnaba degli Agli, che lafci� per Teitamento 6. mila fiorini per la fabbricale cos� fu finita la Chie-
fa , veggendofi l'Arme di quefta Famiglia fopra l'arco della Tribuna all'Aitar maggiore , ornato di 4. Colon- ne , ed altrettanti pilaftri con capitelli corinti, che_* reggono l'Architrave. Nel corpo della Chiefa fono tre Cappelle per banda , che fi fpingono indietro con pi- laftri t ed archi fopra a mezza botte , intagliati di frut- te , e di fiori molto vagamente , e i Fondatori di que- lle |
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fie fei Cappelle furono tutti o Fiorentini , o Abitane
ti in Firenze , cio� Taddeo di Agnolo Caddi, Nicco- l� Gaddi Cavaliere di S. Iacopo , Paolo , e Melchiorre de' Dazzi , Cornelia Martini , e Ruberto fuo Figliuolo , alla cui Cappella dipinfe Pietro Perugino . N� manca- rono altri, i quali contribuirono limoline per accrefce- re il Convento , dove la parte, che guarda il mezzod� fu fatta murare da Iacopo di Giovanni Salvia» , ed il Noviziato fu eretto da Fra Cipriano della nobil Fami- glia di Brignole Genovefe , il quale oltre la fpefa di 5. mila feudi , altri io. mila ne don� per foftenta- rnento de' Novizi . Avvi pure una Libreria , ornata, e ripiena di Libri trasferiti di Francia da Fra Serafino Banchi Vefcovo di Angolem , avendo il medefimo dato per aumento, e confervazione di efla un'entrata annua, � perpetua . Ma per terminare quefta piacevole , e giulta digrefl�one, dir�, che la principale , ed immor- tai lode d� quefto facro Luogo far� maifempre 1* effe- re [iato il primo Convento della Congregazione della 0 (fervali za , e che �i qui ne ufeirono que* primi Padri tornati a S. Marco con tanta acclamazione di Firenze 5 do\/G i Religiofi fi moltiplicarono in s� f�upendo nu- mero, che dall'Arte de'Mercatanti fu concefla loro la contigua Sapienza, per tesamente di Niccol� da lizza- no , fatta fabbricare per comodo de' Giovani nello Audio delle Scienze, ed i Frati per un fotterraneo cor- ridore vi pafiuyano . La quantit� per� de' Religiofi non fu la maggior maraviglia , imperciocch� a fuo tempo vedremo i molti Uomini , che qui fiorirono in_* Santit� j e in Dottrina , e mafl�mamente qual Sole tra le Stelle il Santo Arcivefcovo Fra Antonino , del cui fbggiorn.9 m S. Marco fenile Fra Domenico da Corei- la , come appreflb : Sed licet eximio conflet fomus ifia $ tir atti
A e fimttl in cun&�t floreat alma loc�s ; VIus tamen hanc noftrae frimas Antonius Urhis >
Exornat , J�gnis atiget & iffe no<vis . |
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LEZIONE XIII.
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DELLA CHIESA
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DI SAN MARCO IL
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Anto fu il piacere di Cof�mo de* Me*
dici in aver procurato } che veniffero in S. Marco i Padri della Congrega* zione della Offervanza di S. Dome* nico , che ringraziandone egli il Pon* tef�ce Eugenio IV. promifegli di fpen* dere feudi diecimila per rendere pi� bello , e pi� ampio il Convento , come fece , fcriven- do Giorgio Vafari , che f�a quefto il pi� bello di quan» ti Conventi fono in Italia . E giacch� il piifl�mo Co- i�mo principi� dall* ingrandire la Chiefa , da quefta ci faremo ancora noi, notando in primo luogo di chi fofTe l'Aitar maggiore innanzi della venuta de* Domenicani, e da chi rinnovata. La Chiefa confidente in una Nave > che formava piuttofto una falaj dipinta a frefeo da Pie- tro Cavallini Romano 5 con le Cappelle aliai fempli- ci , appoggiate alle pareti laterali , e nella teliate fenza sfondo , che delle grazia , alzavaf� 1* Aitar mag- giore j che era.flato fondato da Donna Fia de* Capon- facchi : come appariva anche nel fecolo paftato dall' Arme di quefta Famiglia , che fono tre rofe, e da una lapida con le feguenti parole : HANC CAPEXL�M FECIT FIERI DOMINA FIA
VXOR OLIM BANCHI DE CAPONSACCHIS PRO REMEDIO ANIME PATRIS SVI SER PINI BONACCVRSI ET FILIORVM EIVS IOANNIS MICHAELIS ET PHILIPPI ANNO MCCCXLI* DIE.....SEPTEMBRIS. |
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Tom. VItf
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Le quali lettere \ moftrano 1' errore prefo da alcuni, che
hanno ferino autore della fondazione �i detta Cappella Ser Pino Buonaccorfi, e fra quelli err� il Vafari , che gli fi perdona j elTendo egli Pittore , e non Profetare di materie gravi, n� di notizie di s� fatta qualit� . Ma ritornando noi alla vera Fondatrice dell' Aitar gran- de , non faprei dire con qual ragione ,■ morta che fu Donna Fia, da' Silveurini ne fu ufurpato il dominio, trasferendolo in Agnolo �i Ghezzo della Cafa , ma_. preflb di lui dur� poco il Padronato, avvegnach� Ma- rgott� de" Caponfacchi nipote di Fia , intentata avendo la lite , ne riport� favorevole fentenza contra de' Mo- naci , e riconofeiuto qual legittimo Padrone , ne fece pofeia rinunzia a' Padri di S. Domenico , venuti qui ad abitare , i quali Frati la donarono libera a Gofimo de' Medici , che «�li* atro di prenderne poi�eflb a mag- gior cautela sbors� al detto Mariotro 500. ducati , co- me par�a l'irliumemo rogato da Ser Giovanni da Col- le 143S. e perch� il terreno, che veniva dietro a que- f�o Altare era della Compagnia detta dello Spinto San- to , da i Capitani di ella il medeftmo Cofimo compe- ro�lo per carta del (addetto Notaio , raccomandando a Miche�ozzo Michelozzi il difegno di una Tribuna., magnifica , che fi principi� nel 1439. ref�ando compita nel 1441. E pi� maeft�fa farebbe comparfa , f� Santo Antonino Priore del Convento per fegno citeriore del- la Oifervanza, non avelie voluto, che fi alzarle a'pri- mi pila/tri un muto, che feparaffe il Coro dalla Chie- {a , ed 1 fuoi Fiati dal commercio de5 Secolari , aven- do cos� cagionato un ingombro notabile nella Tribu- na -, che obblig� V Architetto a innalzar di molto la.» gradinata iopra il Pavim�nto , acciocch� non veni'flero le funzioni del Presbiterio impedite dal detto muro, che chiudeva i Frati nel Coro , o piuttosto in una^ gabbia . II. E quivi fi noti la modestia, ed onorato pen-
fiero di Co firn o , il quale, bench� . avefle potuto leva- re l'armi de* fopraddetei Padroni, tuttavolta le fece col- ai S AVI tu-lo- |
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�oasre a* primi PiUftri , cofa tanto «eceflaria a ■ rieor.
darla in quelli tempi , pere [§flfefei di coloro , che ibno foverchiamente vaghi di levarle , e distruggerle in og- cafione di rinnovare gli Edif�zj . Avrebbe poi �i ma- gnifico Fondatore, come abbiamo dalle Croniche del Convento, fodisfatto allo sfogo di fua liberalit� in ador- nare quella Tribuna pi� fontuofamente , f� non f� gli folfero oppofte le preghiere de* Frati , i quali aveano a cuore j che fi mantenerle una certa umilt�'$ e femp�i- cita di ornamenti. La Tavola , che era a quefto Altare, dipinfe full' alfe il Beato Giovanni Angelico , la quale inoggi vedefi traslatata nelP andito della Sagreftia , e il Vafari nelle Vite de' Pittori , quando giugne a difeor- rere di quefta dipintura » encomiando la diligenza , e l'arte fuperiore a tutte l'altre, che fece il Beato Ar- tefice , le d� titolo di bella a maraviglia , veggendofi in erta ]a Madonna in alto con Angioli , e Santi at* torno , e nell5 imbafamento alcune Storie de* Santi Co» fimo 5 e Damiano Avvocati di Cafa Medici , Ed in_, quefta guifa compita la fontuofa Tribuna , che veniva- ad accrefeere decoro alla Chic fa , fi pens� a nuovo, e pi� pregevole vantaggio > quale fi fu la Sagra , fai* tafi da Papa Eugenio IV, nel 1442» nella f�tta de&Uu.) Epifania con grandiffima fo�ennit� in riguardo al Pomi tefice; e in grazia del Magnifico Cofimo per averla fenza rifparmio di fpefa preparata., e di tifa le circoftanze rag* guardevoli ci ferbiamo a darle qui fotto » quando ra* gioneretno delle Pitture del Chioltro , dove AleiTandro Tiarini Pittor Bolognefe a maraviglia le rapprefent� in una lunetta . Due cofe per� non polliamo qui tacere , e vale a dire il Decreto della Repubblica Fiorentina , che ftabil� in perpetuo il venire ogni anno alla vifua per 1* acquiiio del Perdono Iafciatovi da Eugenio iru quel giorno } e la Ifcrizione in lapida contenente irL.; carattere antico la memoria di s� nobile funzione 9 di- cendo come appreffo : CLz cvm
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J.
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CVM HOC TEMPIVM MARCO EVANGELISTA DICATVM;
MAGNIPICIS SVMPTIBVS CL.V. COSMI DE MED1CIS TANDEM ABSOLVTVM ESSET EVGENIVS IV. ROM.
FONTIFEX MAXIMA CARDD. ARCHIEPP. EPISCOPI*./
rALlORVMQVE SACERDD. FREQVENTIA COMITATVS ID
CELEBERRIMO EPIPHANIE DIE SOLEMNI MORE SERVATO
CONSECRAVIT . TVM ETIAM QyOTANNIS OMNIBVS QVI
IADEM DIE PESTO ANNVAS STATASSE CONSECRATIONIS
CERIMONIAS CASTE PIEQVE CELEBRAVERINT VISERINTVR
* : TEMPORIS LVENDIS PECCATIS SVIS DEBITI SEPTEM
ANNOS TOTIDEMQVE QVADRAGESIMAS APOSTOLICA
REMISIT AVCTORITATE MCCCXLII.
III. Quanto poi alla fabbrica dei Convento ,' che
giuita il Va fari, coft� a Cofimo $6. mila ducati, dan- do ogni anno a'Padri fino che fi dur� a murare feu- di $66. dir fi vuole , che quefio fu pure difegno di Michelozzo , il quale principi� a murare dalla banda , che rifponde a Levante , nel qua! luogo furono fatt^u venti Celle, melfo il retto , e al Refettorio, oltre la volta, fatti i fornimenti di legname , e finito nella ma- niera � che vi fta ancor oggi ; pofcia feguit� il primo Chioftro , riducendo�o in forma d� perfetto quadro fo- ftenuto da Colonne Ioniche con fopra i Dormentori , che 1* Architetto Mori diede del tutto finiti prima del 2451. e di tale dilazione due f� ne accennano da*Cro* jiirli le cagioni : la prima ef�ndo per ii�are a vedere 3 che fine dovefie avere una lite , che fopra il detto Con- vento avea moffa coner� de* Frati un Maeftro Stefana Generale de' Monaci Silvefhini., la quale terminata in favore de* Domenicani, fi ricominci� a feguitare la mu- raglia ; Ed il fecondo impedimento ancora pi� grave^ fu la neeefl�ta, di rifare i fondamenti, pofeiach� fi tro- varle debolmente fondato il vecchio Convento de' Mo* naci j ed aliai fattili folfero le pareti , come not� Gio* vanni Villani al lib. X�L Cap. XII. come appreflo � :, Nel detto anno (1342,) e mefe di Febbraio per ita- ?> petuofo vento caddono le mura dsl nuovo Dorrnen^ , /j » torio |
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,7 torio de* Frati di S. Marco , e imorivvi fotto due*
,, Frati ) e un Laico ; ben erano le mura per povert� � affai lottili, e mai fondate ,5 Bifogn� adunque rifon- darlo , e compito il primo Chioftro, non mai fianco Cof�mo di accrefcere appartamenti ) mur� il fecondo Chioitro , dove comprendevi la Libreria, dello fplendor della quale � ben ragionevol cofa > che qui ne faccia-* mo laudevole menzione. , V. Querra � lunga braccia So. larga iS, con Volw
ta retta da due ordini di Colonne Ioniche di pietra*1 ferena , che feparano V andar del mezzo da 64. banchi desinati per i Libri , che andava aiTembrando Collmo da molte parti del Mondo j ed i primi , che vi trasfe* ri , furono per la maggior parte di que'pregiatiffimi* che lafci� Niccol� di Bartolommeo Niccoli» cui co* mune � la lode , che f� gli d� di letterato infigne de* fuoi tempi 3 oltre a quella , che il Poggio celebr� nell* Orazione funebre alle Efequie di lui in S» Spirito, fa* cendolo per fangue difcendere da' Signori di M�nte* carofo nel Mugello. Quell'Uomo con grande industria * diligenza j e i�udio , fino dalla fua adoiefcenza » noiL* isfuggendo alcuna fatica , n� perdonando a fpefe > avea meflb infieme moltiffimi Codici e facci, e profani , e cos� Greci, come Latini, e venuto a morte nel 1436. lafci� Efecutori , o piuttofto Cuftodi de'fuoi libri i primi letterati di que'tempi > che qui piacemi di an% noverare coli' ordine fteffb, che nominolH nel fuo te« ftamentq il �uddeto Niccoli , e fono i feguenti; ? j,. Domini Cofmus &■ Laurentina lohannis de Medicf> * Leonardus Arretinus Cancell, Dominai, Fiorentine » Giannottus de Manettis Milet) �* Mag. faulus q* Magni fi* ci Dominici Medici � sn
Ser TbUippu* Ser Ugolini Not, Vromfionum PalatH l
Domi ni cu j Leonardi Boninfegna diBus del Materazd � Franchus de Sacchetti f. Vilielminus Tanaglus Do fior ac Mila � Micolaus de Goris. Uiccola Domini Veri Je Medititi^ ,
�lo*
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Sto
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Afoyfivs ? & Fraucifc/ss Zenob�� de tdfdtcinis .
Todius Cancellar�us . i �', ; ?*,'.' .s ; ,1 jpr. Ambrofius Abbas Generalis Carnali, 4.
V. Ma perch� la ricchezza di cortili confifteva in.,
Libri , pi� che ne', beni d� fortuna , e lafeiato avendo idi moiri dthki t ci cofta dalle Ricordanze in S. Marco,; che> fi venderTero in foddisfazioae de* creditori , e fu- rono comperati da Cof�mo , che fi obblig� a pagarej. ©gri( debito del Niccoli ,'"ed in tal guifa egli nobilit� di un s� raro teforo di letteratura la Libreria di San Marco } alla quale , per vero dire > non mancarono vi- cende ; Imperciocch� nell* anno 1455* avendo princi-* piato a fent�ru* in Finenze fcoiTe di terremoti , che dal~ W''fl�tte di S* Michele di Settembre durarono^? fari! pentire ogni d� fino a tutto 1* Ottobre , Je pareti V e la Volta della Libreria furono aliai danneggiate*, fcriven* clone il Croniita di S. Marco cos�; Bibliotheca fere om~ nis dijie&� efl. E fui racconto del medefimo Scrittore , Boteremo la riparazione della iterTa -fatta da Fra Santi Schiatte!] Priore del Concento nel 1457. cne 2* ampli� altres� di '-un*: Stanza i Trovo pure in detta Cronaca le ftgufenti Notizie ■■tfigu&r'danw le ^arie condizioni della -t�edef�ma Libreria1. Mei*�#*$» di rariffimi Manofcrittr fu accresciuta da un 'eccellente Filofofo Vefpafiano di Filippo Fiorentino 3 e di molti altri nel 1499- da Gior- gio-A ntorii� Vef^iicc'rCanonico1 Fiorentino , e poi Fraw r� in'quer�� Convento i Prima per� aveva la Repub. blica venduta il* PadrF per ^tnilk fiorini larghi la Li* breria' di Piero d�'Me^ici sfittai® da Firenze nel 1494. e fu uri bello a'cquift� per i'Padri Domenicani 3 i quali lo\kitonofcevanodalP autorit� di'Fra Girolamo , che_. godeva egli allora pretto i Fiorentini una grande au- torka'. Ma nel 1498. ad�-'8*..di Maggio- per ordine del Senato-lutti i Libri fu�tono .levati di S. Marco , n� fu- rono reiluuiti, f� non nel 1500. del mefe di Ottobre con alcuni patti rogaci ■-per Notaio ���h Signoria/co- me apparifee nell* Archivio di S. Marco . Ma il Con- vento trovandoli di debiti aggravatiffimo nel �50S. con ?» ;<,. « Al* |
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licenza della Repubblica , vend� al Cardinale Giovan-
ni de' Medici i libri 5 che erano di Piero s e de' fuqi Antenati, che mandati furono a Roma , dove (Ietter� durante il Pontificato di Leon X. e di Adriano , ere* dendofi dal Canonico Bifcioni 5 che di Roma ritorna»f- fero a Firenze nel 1523. anno 1. del Pontificato di Clemente VII. e queiV anno fu 1* epoca della Librer�a Lauienziana . Ma ritornandoli a San Marco , T ultima vicenda di detta Libreria } e non da tutti creduta van<* taggioia , fu la mutazione de* mede fi mi , i, quali f� pri-* ma ftavano ripartiti ne' 64. Banchi, dal Padre Maeftro. Domenico Galli Fiorentino fono itati ripoili in Arma-* dj accollati alle pareti laterali con bella difpofizione,. che diletta 1* occhio. Chi ha parlato di quefta Libre- ria , le ha dato gran lode , come Vefpafiano , Pico della Mirandoia ; il Sanfov�no , e Fra Domenico dsu Goccila co'feguenti verri > ? � Hic maria fofmt freftantes �rte libellos % Qjtos preclara nimis Bihliotheca tenet }
tlam fimul, & lati e gre tic, fa Volumi ria lingue Contine? ) & Grati Codias omns genus .
VI. E venendo oramai alle moltiil�me Pitture fat- te ne i tempi polteriori da eccellenti Pittori in ador- namento de' Chioftri , de* Dormentori 5 e di tutto il Convento , io fono di credere 3 che f� Codino , e Lo- renzo de* Medici 5 f� Michelozzo Michelozzi bravo Ar- chitettore ritornalTero oggi in vita , non lo riconofee- rebbe.ro , anzi che ; fi crederebbero > che folTe non il loro , ma uri nuovo Edilizio. E.per� principiando dal primo Chioltro , ci fermeremo fulla Porca del Conven* to , dove alla parete a man finiftra fi vede ih marmo un lavoro dello fcarpello di Antonio Rinieri , «d � un bullo di Antoni�^di Ruberto degli UbaIdini, morto nel 17*$. avvi Ifcrizione » ed in aito bandiere % e trofei 1 indicanti le ill�ftri. azioni militari di :lui. Alle lunette del Chioiho j che fono ventotto j effigiatei fi r�vvifano le cofe pi� ammirabili della Vita di 5. Antonino Ar* civefeovo di Hireaze > xon queli\ordine > che -qui, leu t i» � de-* |
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12 §
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deferivamo % Lungo adunque il muro della Chiefa-»
alla pi ima lunetta , Fabbri zio Bofchi color� il San- to , che fcaccia dalla Chiefa Metropolitana di Santa Maria del Fiore gente troppo curiofa concorfa a vedervi lina Spofa » Alla feconda fi fcorge il Santo , che libera due giovani dal pericolo di annegarli , che � Pittura di Bernardino Poccetti, del quale fono le due feguen- ti i cio� il Santo derifo da i Miniilri �i una Ferriera, � perci� ceffa il ferro dal fonder�*, e gli Otto di Balia gi� fcomunica ti dall'Arcivefcovo , al quale genufleffi chie- dono 1* affoluzione. Viene di Sigifmondo Coccapani la quinta , dove fono effigiati que* due Ciechi della Non- ziau riprefi , e gaftigati dal Santo , ed uno di effi con faccia accefa , e con feco un Cane � il ritratto di quel faceto Paolin Cieco affai noto a i Fiorentini . Ritorna un'altra �i Fabbrizio Bofchi , nella quale ha egli efpref- fo vivamente lo zelo del Santo centra de* giuocatori di carte , Sulla Porta contigua } che mette in Chiefa , il B, Giovanni Angelico vi dipinfe un S. Pier Martire, e le figure, che Vadornano , fono �i Gio: Batif�a Van- ni � Al muro poi, che guarda a mezzod� , nel canto fi adora un Croci fi fio con San Domenico genufiello, opera pure del Beato fuddetto con figure intorno al di voto Tabernacolo dipinte da Cecco Bravo, ed eiTen- dovi appi� del medefimo Crocifilfo due Ifcrizioni allu- denti alla Famiglia Fabbroni , acciocch� meglio fi pof- fano quefte intendere , convien fapere come Fra Giro- lamo Soderini Priore di San Marco , col contenfo del fuo Capitolo nel 1628. don� queffa Immagine a Luca, e Lionardo Fabbroni Vifconti �i Domart in Francia fi- gli di Lionardo lurifconfuko Fiorentino , e di Ifabella degli Afini , i quali Fratelli accettata la donazione , a proprie fpeie adornarono di marmi, e d� pitture il det- to Tabernacolo ? veggendovifi a i lati noitra Signora , e S. Giovanni Apofcolo coloriti da Cecco Bravo ,* inol- tre vi fecero una nuova Sepoltura , dove trasferirono di Chiefa le o(Fa de' loro antenati , collocatovi altres� un lastrone con arme , ed Iscrizione a caraueri di bron- zo j |
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V*9
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20. Ma'ridottoli in Cattivo IQs�� il Sepolcro* eoft licenza
del Capitolo per decreto del 1731. ad� 12. di Gennaio fa reftaurato da i Signori l^abbr�niefiitenti in Firenze, e in Marradi , come agnati diLuea, e di Lionardo fopraddetti w VII. Or feguit�ndo le noflre offervazioni fopra> le lunette , nella contigua al Crocififfo.viene Sante* Antonino mandato Arobafciatore a tre Ponrejki dal- la Repubblica Fiorentina ; in quella,,che fegue, avvi la grazia della fecondit� ottenuta dal Santo alla moglie di Dante da Caftiglione , amendue fatte da Bernardino Poccetti : fopia F arco del Corridore Pier Dandini ha dipinta la follecitudine, e carit� del Santo nei fornmi* niflrare i Sagramenti agli appellati ; e paffato il Capi- tolo colorita da Pier Dandini � k miracolofa Sto- ria di quel Contadino , che per un regalo fatto noiu ebbe dal Santo altra mercede , che Iddio <vel meriti» Se- gue il tranfito di S. Antonino , opera di Matteo Rof- felli , e in quefto canto, che mette fulla Porta del Re- fettorio , avvi una Piet� parimente del B. Angelico con ornamenti del Vanni . Dalla banda di Ponente le tre prime lunette fono del Poccetti, che rapprefenta.no il Santo giovanetto orante al Crocififlb di Or S. Miche- le , l5 ingreffo fuo in Religione, e un Fanciullo di Ca> fa da Filicaia morto , e dal Santo refufeitato ; d� A- leflandro Tiarini fono le altre , che feguono , cio� il Santo in vifita , Ja fabbrica ad Convento di S. Mar- co , e la Sagra della Chiefa , dove con belliiTima difpo- fiz�one > ed attitudini vi fono dipinti Eugenio IV. iiu. trono , il Cardinale di S. Marcello , che ugne le pa- reti j parecchi Cardinali, Niccol� da Sorento Arcivefco- vo di Capua con molti Vefcovi, e la Signoria . Apprett� incontrai] una Porta con una apparizione di Grillo a S. Domenico del predetto Beato Angelico > circondata di figure dal Vanni * NelU loggia a tramontana fon� da oifervarfi altre dipinture del Poccetti , di cui fono tutte , eccetto la quinta : Ha egli nella prima mira- bilmente rapprdentato 1* ingreffo folenne , che fece iru Firenze il Santo Prelato ; n� li trafeuri di notare V ., Tom. VII R Abi* |
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*3°
Abito uf�to da' Bifdomini in fomigHant� folennit�; Nel-
M feconda il Santo predica elevato in aria, ed in quel- la, che � a;llato, libera il Canonico Fiorentino Buonin- &gn� Machiavelli dall' affogarfi > e appretto co'proprj Borrii feruti nel lembo delle vefti fi veggono i 12. Buo- fiuoroini eletti per la fondazione delia Pia Cafa di San MartinOVDa Gio. Badila Vanni finalmente � fiata co- lorita t'u�fima lunetta , che rapprefenra il miracolo del- la* chiave'trovata i>el ventre di un p�fee � E giacch� da quello Chiofiro fi entra e nel Capitolo , e! nel Re- fettorio , in quello � da confiderarfi con iiiupore la tavola del Sogliani 5 che ha figurato S. Domenico a menfa co' fuoi Frati ferviti dagli Angioli con un Con- verfo in piedi , che fu quel d�ffo , che fece la fpefa per s� pregevole quadro. In Capitolo due cofe iluperi* de ci occorrono da rammentarli , e fono nella celiata una dipintura del foprallodato B. Angelico , quivi figu- rato avendo un Calvario col Signore Crocinolo fra i due Ladroni , Maria Vergine appi� delia Croce con S. Maria Maddalena , e pi� figure di Santi . Sotto a que- lla grande dipintura fece in un lungo fregio diciallette bulli , con cui volle rapprefentare i Santi di fua Reli- gione, tra* quali vederi S. Antonino, che non pot� elfer dipinto dal B. Angelico , avvegnach� quelli mo- rifle 4. anni prima d� S. Antonino , allora Santo s� , ma non fugli Altari , avendo egli governato la Chiefa Fiorentina fino al 1459. ed il Pittore era morto del 145; 5- Diremo adunque col Baldinucci, che i Padri de- fiderofi di avete fra quei Beati anche la effigie del S. Arcivefcovo , fecero ricoprire quell' ovato, ove era di- pinto , e fcritto- altro Santo , e fopra di quello a tem- pera fu ritratto ne'tempi posteriori , e dopo la Cano- nizzazione di Sant* Antonino ; e quello � verifl�mo , Veggendofi la divertita de i due coloriti , ed alcuno delle lettere antiche , che ancora comparifeono, bench� il carattere nuovo fatto fofle ad imitazione del vecchio: evvi a�ttcsi una tela di otto braccia, che flava ali* Organo nella Chiefa} dove Pier Dandini ha xapprefentato un San .m *.,..'■* ,1. ... Mar* |
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Marco fn; gloria � Vi farebbero Jn detto,sGhiota alo**
ne memorie in lapide» .che, d are ma fui u fine della L^t Zione *r � �.,� ita u? s.'/rv »j«p �» 'J olili :./.'. ti �i ni BVi^ff
VII!» Viene ora 'ib fecondo Chiotto affai pi� ampio
del ■primo j dove {ommartamentc toccheremo la Storia di S. Domenico , la .quale fapprdentata, da eccellenti moderni Pittori in 36. ; lunette, qua fi; gareggia ep' fo« prallodati,, E quefte; Pitture fpnc* del Santo la nafcita* la vendita dei libri per far ImoCina a! poyeri? ibmedeji? moj che fi offre ad una Madre:di andare (chiavo in luogo di fuo Figliuolo, fi fa Canonico Regolare , viaggia in compagnia del Vefcovo Diego , amendue ingannati nel cammino dagli Eretici * l\ Beato Eeginaldo infermo vifitato da Maria ; Jnnocenzio IJI> che. vede;: il Santo* foftenere il cadente Laterano , e; Maria;>> che a^Crii�o adirato preferita Domenico fuo Servo ., opere tutte Idi Cofimo Ulivejli ; di cui pure fono altre nove pitture del fecondo braccio dell? logge-} cio� la yifione a S. Do* menico de* Santi Pietro , e Paolo, i libri gettati fui fuoco alla prefenza degli Eretici ; la battaglia coi me* defimi ; il Demonio in figura di gatto , un Barcaio- lo , che trova fu�la ripa denari venuti dal Cielo v i 40^ Pellegrini annegati, e rifufcitati dal Santo y cosi 1* Ar* elmetto di San Siilo riforto , un Bambino pure morto*» che apre gli occhi, ed una Donna piagata, che il San*, toi Patriarca guarifcesf Dopo s� commendate Pitture^ dell* (JjivelJi, yengono quelle di Aleflandro Gherardinl^ che fono nove lunette; otto f� ne veggono da lui dipin4 te a olio , cio� Napoleone rifufcirato > un Bambi«r � no precipitato da una Gafa falvato dal Santo , la Re*, gina di Francia Bianca, cui Domenico promette un* figlio » la converfione di un Ufuraio, il Demonio in-, forma di fcimmiotto , che tiene una candela.accefa, ab» tra converfione di Donna Fiorentina chiamata Benedetta ta $ un* OlteiTa privata della favella in gaftigo delle in-r giurie vomitate contra del Santo » jl medefirno alja JVtefTa in eftafi , e Y acqua che egli reftituifce ad un Convento <U Franccfcani > dove fecchi erano i Poj&j * E chi br$? R> % mafle
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Hi
imffe rifcohfr�r� i ritratti diWlci�ni Cittadini) dal Gh�^
xardini nelle accennate lunette dipinti ,' trover� alla.* terza in un Romito 1* effigie viva di un Artefice F�* ciiifta cnlaniato per fojsrannome il Patriarca degli Abiffi, � nella quarta al vivo fi' vede �fpreilb 1* Immagine del Mtifico PaiHchi detto il C�occia � Ddk nove poi lu- n�tte v che ci reftano a ragionare , notili, che la v�fio- ne di Maria , che tiene (otto il fil� manto i Figli, e Figlie di 'Si Domenico , il Santo, cjse rinunzia tr? Ve- feovadi , che vifita ifuoi Frati addormentati, ed il De- monio j che gli fcaglia un fafib , fono di BalHano Ga- leotti , la quinta � di Niccol� Lapi , che ha figurata la tefta d� ut�a Fanciulla decapitata \ e gettata in un Poz- zo j ma che venuta a galla } fi confefla dal Santo. Ri- torna altra Pittura del Galeotti , che � la predizione.» del Santo fatta ad un* Eretico ,?che farebbel� converti- to, e fatto Santole 'per fine nelle "tre -�ltime lunette Antonio Leoni ha dipinto Maria , che conforta �l San- to , la morte del medefimo , e ia f�a gloria in Cielo. Sotto un arco di quello: Ghioilrp > � da bifervarfi una* Campana fetta , che ferve inoggi a chiamare i Frati a Refettorio , in eita veggendofi Tarme Pontificia deJ Me- dici , cio� �i Clemente VII. e vi fi leggono quelle pa- role .* BARTOLOMEO D� PiSTORIO ME fEC�T AN. DOM. MDXXXir. - t ;, i 4 _. au X, ;;. w IX. E quattro ufeite e (Tendo in quefto Ghioitro, f�*
guiaimone la traccia fpinti dalla vagh�zza di trovar nuo- ve maraviglie della Pittura . Da una adunque fi entra uel Giardino , dove il Poecetti ha dipinto a frefeo faere Morie in una Cappella , ficcarne in altra pure nell'Or* lo Luca della Robbia di terracotta fece una .Piet� bei* liffima con Angioli di figure intere, e colonne di get* f�^ ? molto da chi:intende iodate. Per la feconda Por-, ta fi pafia snella Spez�eria famofa , dove non folo per la f^nifitezza -de i rimedi, quanto per il pregio delie quin« t�fiehzd ^concorrono da ogni patte Foreftieri a provve* detffiy n� mancano quivi Tavole di mano di Valentuomo ui? che m adornilo le Stanste . Altro i^gtelTo mette nella |
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F�f�rteria s che corrifponde fotto la Librer�a , e di qui
poco difiante in un antico Refettorio avvi un Cena- colo del Griliandaio . Per 1' ultima Porta fi fale al Noviziato , donde ufcirono , ed efcono foggetti s� cele- brati e per fantit� , e per fapere . Siami per� qui le* cito di ricordare un pregio di quefto luogo non or- dinario , e fono le molte Pitture di Fra Bartolom- meo della Porta 5 detto il Frate , e che erano in alcu- ni luoghi alia Campagna, e facili andar male ; queite adunque fono ftate commendabilmente trasferite qui da* Padri con tutta diligenza , e del medefirno Artefice nel- la Cappella del Noviziato fi conferva, la tanto ammira» bile opera, quale � una Prefentazione di Crifto al Tempio. E dal Noviziato fi doverebbe paflare a'Dor- mentori , e alle Celle de* Padri , aventi diverfe dipintu- re del Beato Angelico , ma riferbiamone il ragionamen- to , quando in altre Lezioni fi parler� de' Santi , o Venerabili Religiofi di quefto Convento ,' E cos� fcen- dendo di nuovo nel primo Chioftro » oflervinfi Papi , e Cardinali , e Vefcovi , e Santi dell* Ordine } che.* fono dipinti al naturale ne i peducci degli Archi . Alle pareti in lapide di marmo a membria di illuftri Cittadini , fi trovano alquante lapide , come di Va- lentino Farinola 5 �i Cammillo de* Perini, e di Giufep- pe Averani , e la Ifcriz�one di quello ultimo \ che fu comporta dal Marehefe Abate Antonio Niccolini , mi piace di qui riportare come fegue J I O S E P H O IVER A N I Q
CIVI FLOR. BENEDICTI ET NlCuLAl FRATRI
IN WSANA ACCADEMIA LUI. ANNOS LEGVM INTERPRETI IVRIS CONSVLTORVM SVI TEMPORIS MAXIMO PHILOSOPHIA GEOMETRIA ASTRONOMIA
GRAECIS LATINIS LITTERIS POESl ELOQUENTI A
ROMANAE HISTORlAE COGNITIONE CLARlSS.
EEUGIONE MORIBVS SPECTATISSIMO PRAECEPTORI OPTIMO
QVI VIXIT AN. LXXV. MENS. V. D» IV.
0J3HT IX. K.AL. SEPT. ANNO A CHRI3T0 NATO MDCCXXXVlU.
ANTONIVS NICOLINIVS
* �2&- MARCHI0NIBV3 PONTIS SACCI ET CASTR CAMVLIANI ti. M. D. S. P, F. C.
X. E
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^34
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, X. E mentre ferivo queflc Notizie, morto emen-
do il celebre Sig, Propofto Dottore Anton Francefe© Gon con univerfal difpiaeere de i Letterati, ed in San Marco fepolto con lapida al muro del Chioftro come,, nente una ifemione, che egli morendo fece a f� fletto 3 e qui appretto io riporto: ANTONIO FRANCISCO GpRIO
BASILICAE BAPTISTERIl'ELORENITiNI PRAEPOSITQ
IN PATRIA VNIVERSITATE THEOLOGO
AC HISTORrARVM PROFESSORI
QVOD AB INEVNTE AETATE SACRIS AC PROPHAMs LICTERIS
GRAECE ET LATINAE INSTRVCTVS
OMNIGENAM ANTIQVITATEM PRAESERHM VERO ETRVSCAM
NON MODO IGNOTAM SED ET DESPERATAM
SCRIPTIS SVIS ILLVSTRAVERIT
AC IMMENSO PENE SVMPTV PRAETER PRIVATA^ CONDITIONEM
TOTO ORBE DIFFVDERIT
iNSTRVCTAOyE INGENTI BIBLIOTHECA AC MVSEO
PERENNITATI PROPAGATIONIQJE SCIENTE PROSPEXERIT
VIRO INGENVO IVSTO PROBO
PRINCIPIBVS AC SVMMIS VIRIS QVOTQyOT SVA AETATE
FLORVERVNT APPRIME CARO
OMNIBVS GRATO AC BENEFICO
JOSEPH CIVIS FLORENTI^VS FRATRI DESIDERASSIMO
, EX TESTAM. P,
DEPOSITVS IN PACE XII. KAL. FEBR. A. ' cip. lo. CC. IVI! VJXIT ANNIS IXVII. MENS. I, pIEB. XIII, |
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LE.
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»35
XIV.
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LEZIONE
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DELLA
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CHIESA
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DI SAN MARCO III-
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[Bfcritte eflendofi le ftupende dipinture»
delle quali va adorno il Convento di San Marco , conviene ora ritornare.» alla Chiefa parimente renduta coru non piccole innovazioni pi� ampia f e pi� maeftofa. Ma prima che vi en- triamo , dar mi piace ragione di una grotta Colonna , quafi da due fecoli retta , e giacente Culla Piazza . Imperciocch� il Gran- duca Cof�mo I. avendo gi� innalzate due fomiglianti Colonne in altre due Piazze di Firenze , e volendo ac- crefcere ornamento , e vaghezza alla Via larga, fuli*u Piazza di S. Marco pens� di alzarvi la terza . Quefta periamo fece condurre a Firenze da Seravezza , grotta efifendo di diametro braccia 7. e mezzo , e alta 21. e mezzo , tutta di marmo miitio ? entr� in Citt� il d� 27, di Settembre del 1572. rirata da 20. paia di Manzi , e 14. coppie di Turchi fchiavi , e fu laiciata fulla-. Piazza di S. Paolino fino a i 9. di Ottobre , nel qual d� fi condutte a S. Marco , dove per ordine del Gran* duca fu fot-errata per allora in una folla, ma difgra- zittamente fpezzatafi pel mezzo, fi refe inutile, ed i� da- do murato per foftenerla , non fi lev� , f� non f� ad� 19. di Giugno del 1661. in occafione delle Nozze del Gran Principe Cofimo , dovendo fu detta Piazza paifare la^ folenne Cavalcata in onore delia ileale Spcfa Luifa �i Orleans. Nel 1594. alcuni Cittadini vollero renrare di rialzare s� gran mole , e per� con licenza dei Gran- duca |
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duca difotterrarono la Colonna con Taudevols concetto;
d� riunire � due pezzi , e fopra nuova bafe rimurara nella medefima Piazza, alzarla per collocarvi una Statua di S. Antonino, n� io mi fono avvenuto a trovar l� cagione , per la quale il difegno reftp abbandonato : il dado fu nuovamente disfatto nei 1739. e la Colonna dopo avere quivi giacente , fatto di fu a difgrazia lagri- mevoie fpettacclo , nel 1757. �. fiata nuovamente f�- polta , IL Entrando ora in Chiefa lunga braccia 5^. <l*
larga 30. in primo luogo ravviferemo il d�fegno di Gio� Bologna, il quale nel 1580. avendo levata via molte.» figure antiche dipinte a frefeo alle pareti da Pietro Ca- vallini , le quali facevano piuttofto confusone , che le dettero decoro, la riduife a quel bell'ordine di 6. Cap- pelle per Iato , avendo ciafeuna due Colonne di. pietra ferena compofite con architravi, fregi, cornici, e fron- tefpizj parte angolari d�vifi , e parte a porzion di cir- colo con le armi de* Padroni {colpite ne' fregi . E nel 1^30. altra magnifica innovazione doveva vedexfi , f� i Padri accettavano la generofa offerta dei Senatore Maz- zeo Mazzei , il cui pen/�ero era d* impiegare il dena- ro , che pofeia egli fpefe nella Cappella di S. Miche* le agli Antinori , in rinnovare la Tribuna , col difegno a fua iftanza fatto da Alfonfo Parigi : Ma due rifpetti trattennero i ReligioH dall' acconfentire a* liberali invi- ti del Senatore predetto , cio� la riverenza de i mede- fei alla memoria de' Medici, che ne erano (tati � Fon- datori ; e la gelofia di non perdere il Coro antico s a efli carifi�tno . Quefti motivi per� ceffati eflendo nel 1678. s� per la permiffione , e gradimento del Gran- duca , si per la mormorazione de* Profeflbu dell* Arte , che malvolentieri {offrivano quelP ingombro del Coro vecchio , da'medefimi Padri fi principi� la nuova Tri- buna colla direzione di Pier Francefco Silvani Archi* tetto , che lev� il muro dd tramezzo , e in eminenza tirando innanzi 1' Aitar Maggiore , comodamente adat* lo pel Coro lo fpazio , che molto reitava dietro , ed in-
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ingrand� l'arco della Tribuna retto da due grandi co-
lonne con r Arme de' Medici , voltando fopra 1* arco la Cupola , e nello fletto tempo, che fi termin� tale edifiziO) videfi pure finita la foffitta ricca d* intagli do* rati , con nel mezzo un vaghiffimo quadro , nel quale Giovanni Antonio Pucci vi effigi� di ottimo colorito Maria in gloria con Angioli , e Santi , N� qui finir�- no le fo�lecitudini de' Padri di San Marco pe'l maggio* le fplendore di loro Chiefa , pofciach� nell'anno 1712» con Toccafione delle fefte per la Canonizzazione di S, Pio V- oltre 1* aver veitito tutte le pareti di dommafco cremifi trinato d* oro , fecero dipignere le muraglie la- terali della nuova Tribuna da Mons� Parocel Franzefe, che color� a olio a manritta l'Adorazione de* Magi , e addirimpetto le Nozze di Cana � L* ultimo per� com- pimento fi diede nel 1717, con aver fatto dipignere la Cupola da Aleflandro Gherardini , e piaceflfe a Dio > che quanto fu felice 1" Artefice nel difegno , altrettanto lo foffe flato nel colorito ; lode per� fi merit� nelle-* Pitture de i peducci j e nella gran tenda , nella quale egregiamente rapprefent� Maria } i Santi Cofimo > e-n Damiano , e Santa Cecilia } la qual tela ferve a coprir 1* Organo collocato nella facciata della Tribuna > tutto ineffo a oro con due Statue diacenti di legno fatte da Aie fiandre Patriarchi } �i cui pure fono due altre Sta- tue a3 lati di quefF Organo , e la gran Macchina della Madonna del Rofario . III. Ma feguendo V incominciato ragionamento del-
le Cappelle , diremo, che a manritta vicino alla Sagre- ftia trovafi la Cappella de' Martini detti dell' Ala , con tavola di Matteo RoiTelli 5 nella quale rapprefent� Ma- ria , e due Sante , che dal Cielo portano un' Imma- gine di S. Domenico , ma come a* Signori Martini paf- fafie il padronato di quefta Cappella } quando prima.- r aveano dall'altra banda } leggati ci�) che ne fcrifle il Pro pollo Anton Francefco Gori nella dotta > e bella Relazione della Cappella de' Duchi Salviati alla pag. 17, dove dice ,, La mentovata Cappella di San Domenico Tarn. VIL. 3 » era
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,3 era de* Sign�ri Martini , a* quali ih ricomp�nfa d*
,, aver effi accomodato una buona parte del firo , fi efi- ,i birono i Signori Salviati di edificar loro a proprie-» ,, fpefe altra nuova Cappella, ficcome fecero dall' altta 3, banda verfo Levante , dirimpetto appunto a quefta_* � �i S. Antonino , aggiuntovi per accompagnare all' i) Arco , che � ali* ingref�b dei veilibolo delia loro , un � altro Arco fimile , pollavi fopra la Statua di S. Za- ,s nobi Vefcovo , e Protettore della Citt� di Firenze , 5, ed inalzato grandiofo Altare con architettura dell' » inf�gne Gio: Bologna) e con la Tavola dipinta da_* jj Simone Ferri (che non ci � pi�) la cui partita ho ve- jj duta accefa nei libro delle fpefe della Cappella di S* ,, Antonino prefib i Signori Salviati , lo che ho volu- j, to accennare, clTendo per errore giudicata di Matteo ,» Roflelli J3 Ma circa quefia Tavola , notar mi giova ; che la trovo dal Baidinucci pure creduta del Rotleili , e pu� eilere , che levata via da* Padri quella di Simo- ne , vi metteflero quella del RolTelli. E pi� nell' antico quefia Cappella era degli Alfani , come fi legge tra le Ricordanze del Sig, Giovanni di Poggio Baldovinetti . Viene in fecondo luogo la Cappella de' Ricci, dove fi conferva una Madonna di Molaico , traslatata di Roma T anno 1609, come dice una Ifcrizione appi� dell* Im- magine , con le feguenti parole : VETVSTA HAEC DEI GENITR1C1S IMAGO IN VATICANA
BASILICA SVPRA PORTAM S&NCTAM ORATORIO OLIM A �OHANNE VII.P. M.SALVTIS ANNO DCCII-I. CONSTRVCTO DIV SERVATA, ATQVE AD HVNC DIEM RELIGIOSISSIME CVLTA . CVM IAM TEMPLVM liLVD IN AVGVSTIOREM FORMAM BEDIGENDVM DETVRBARETVR E RVDERIBVS 1RVTA EST, ET NE QVA AVT SALTEM MINIMA IN EAM DEVOTIONIS IACTVRA FIERET IN HANC ARAM ROMA TRANSLATA MDCIX.
IV- Ma come ofierv� il Migliore , in quefia Jfcri-
zione fa d' uopo, che fi corregga, o il nome del Pon. \ tefice,
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J\/[ac�o ruta, eli. M.opzico in S. JS/lafeo di FLr&tvze
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teflce , o T anno 703. conciofiach� in detto anno re*
gnava Giovanni VI. e non Giovanni VII. come qui leg- gefi, Segue la Cappella de5 Cambi con una Pittura del Frate , che vi figur� Maria con Santi } che non fono �t�k pi� belle figure , che facefife s� grande Artefice» Alia Cappella del Turco , di Santi di Tito � il Bem fcrfyfifl� de me Tboma , U ultima poi da quefta banda, � i* unica che qui veggafi dipinta (u� muro per rifpetto alla miracolofa Immagine rapprefentante il Miftero del- la Nunziata , opera di Pietro Cavallini , ma ornata di figure a olio da Fabbrizio Bofchi , ed il Padronato � deJ Becchi. A mano finiftra entrando in Chiefa , abbia- mo una Trasfigurazione di Crifto fatta da Gio: BatiiU Pagi alla Famiglia de* Brandolini , che ne fono i Pa- droni ; la feconda , che � de* Turriti , il San Vincenzio Ferrerio , che rifana un* inferma , � pittura del Palli- gnano. Apprefl� full* Altare di Monfignor Milanef� avvi la copia dell'ammirabile quadro fatto dal Frate, e tra- sferito nel Palazzo del Granduca , in elfo veggendoi� al- cuni Angioli in aria , che volando tengono aperto un Padiglione con buon difegno , e di fotto noftra Don- na con moke figure intorno , e Crifto fanciullo , che fpofa S. Caterina , e innanzi per figure principali vi fo- no San Giorgio armato con uno Stendardo in mano , S. Bartolommeo dritto , e due Fanciulli , che fuonano uno il liuto , e 1* altro la lira con bellifl�me attitudi- ni i e colorito fiero : la Cappella vicina a quefta , era della Compagnia de' Teifitori di feta , la quale pallata a Santa Mafia nuova , feco port� la Tavola di Coiirno IlofFdii ; di prefente avvene una dd Cavaliere Lodovi- co Cigoli , che vi ha effigiato la Efaltazione della San- ta Croce . E qui fiamo giunti alla celebre Cappella.» fatta da i Duchi Sa�viati a S, Antonino , ma di lai fo- vrano Edifizio ne parleremo in altra Lezione , e per� palleremo ora nella Cappella de'Serragli detta del San- tiifimo Sacramento , la cui Porta � difegno del Cigoli, ed ha in fronte l'Arme de i Serragli padroni della Cap- pella , che vedefi tutta coperta di marmi preziofi tan» S 2 to
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to le pareti , quanto il pavimento, con 6. gran quadri
de' primi Maeftri del Secolo pattato , efprimenti V altif- f�mo Miftero della Santiffima Eucariitia � Nel primo, che ferve per tavola dell' Altare , fi vede Criiio in atto di comunicare gli Apoftoli, diacenti fecondo il coftume di que' rem pi , fu certe materafie , opera di Santi di Tito finita da Tiberio fuo figlio. La Storia delia Manna � del Paffignano , e d* Iacopo da Empoli il Sacrifizio d� Abramo j II faziar delle Turbe nel deferto , e lo fpez- zar del Pane a i due Difcepoli fono dai Cava�ier Cur- radi , e S. Paolo, che refufcita un Fanciullo , � del Bi- libere : queite tavole fono tramezzate da dodici nicchie » in otto delle quali Bernardino Poccetti vi ha dipinto a frefeo alcuni Santi, e del mede/imo fono i rabefehi, e figure della Volta fatte con fomma grazia , e fpinto; Negli altri quattro Tabernacoli fonovi gli Evangeliitt di marmo, e di tutto rilievo: que' due, che metrono in mezzo T Altare, fono di Domenico Fietatzi , e gli altri due di Lodovico Salvetti . Quefta fplendida Cappella fu principiata nei 1600» o in quel torno da i Francefchi , ai quali cederono il luogo i Martini dell'Ala , giuiia 1* autorit� d^� RoiTel�i nel fuo Sepoltuario : e France- feo de" Francefchi ricco Mercatante venuto a morte, lafci� erede Giuliano Serrigli compagno dt� Negozio, e Giuliano di detto Giuliano termin� quella ricca Cap- pella avente un fotterraneo , dova a* noliri tempi fu feppellita una fama Donna di Cafato Mandorli Martel- lucci, moglie dei Medico Manellucci, e Zia de* viventi d� tal cognome , VI. N� recandomi da notare altro fpetrante alle
tre belle Arti , eccetto che alcune Tavole collocate l'o- pra il cornicione delia Chiefa , tra le quali avvi il San Giacinto del Ligozzi , patteremo ad alquante lapide af. flfle lungo le pareti , e fono a mano manca la prima in memoria di Violante Almeni moglie d� Oifrecro Pa- trizio Cremonefe, e madre di Offtedo Offredi fitto Nunzio Pontificio alla Corte de1 Granduchi,- la feconda Ifaizione � d� Gio; Mari* Paolozzi da Gubbio celebre Iu-
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I.4X
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Iurifconfulto ,che mori nel 156$. Viene la terza di Pi-
co della Mirandola col feguente Epitaffio ; IOANNES IACET HIC MIRANDVLA CETERA NORVNT
ET TAGVS ET GANGES FOR3AN ET ANTIPODES . OBIIT AN, SAL, MUCCCLXXXXIV. VIXIT AN, XXXIII. HIERONYMV5 BENI VENI VS NE DISIVNCTVS POST MORTEM
LOCVS OSSA TENERET QVORVM IN VITA ANIMOS CONIVNXIT
AMOR . KAC HVMO SVPPOSITA PONENDVM CVR» OBIIT
AN. MDILII. VIXIT AN. LXXXIX,
VI. Appi� del Mirandolano vi � forterrato Agno-
lo Poliziano > che dreto ad un di quei Confcif�onarj ha quella Ifcr�zione j che di correzione abbifogna , come fi not� nella Storia di S. Paolino . POLITI ANVS IN HOC TVMVIO IACET ANGELVS VNVM
QVi CAPVT ET LINGVAS RES NOVA TRES HABVIT. Obiit AN. mcccclxxxxix. ( deve dire lxxxxiv.)
SEPT. XXIV. AETAT. XL1V-
i
dalla parte di Levante due altri marmi (1 veggono pa-
rimente affiiTi tra le Cappelle 5 e quello, che � allato alla Cappella di S. Domenico , fa memoria di Filippo Lorini Fiorentino , morto nel 1520. Era Irato fatto Ca- valiere di S. Michele da Lodovico XII. Re di Francia» e per il medef�mo Re fu Governatore della Norman- dia . Segue fotto il Pulpito lapida del Cavalier di Mal- ta Fra Benedette Sacchetti inf�gne nel valore dirnoftra- to nella battaglia contra de'Turchi , e morto nel 1532. Altra poi ragguardevole memoria � il marmo , che ci fa menzione del Senator Antonio Guidotti, come fegue : ANTONIO OVIDOTTO OB PACEM INTER ANGL�rVM�T FRANCO-
RVM REGES CONFECTAM AB EDVARDO VI. EQVESTREM GRADVM AB VTRISQVE INSIGNI� MVNERA CONSECVTO IN PATRIA AB OPTIMO DVCE COSMO IN XXXXVIIL VIRORVM NVMERO COOPTA- TO VOLATERR1S DEMVM PRAETVRA ET VITA FVNCTO GEN- TILES ASSENTIBVS F1L. P.P- OBIIT IV KAL, DECEMBRIS MDLV. VIXIT AN. LXHI.
E per-
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E perch� in quello Epitaffio fi fono omeflfe parecchie^
altre cofe lodevoli , qui mi giova notarle » come fono fciitte nel Priorifta appreiTo i Signori Ricci da S. Cro- ce 9 e fono ̀ faglienti ; » 1552. Antonio di Andrea Guidetti flato appreffb
9, il Re di Inghilterra, fu da efTo fatto Cavaliere a Spron � d' oro , e fu 1' ultimo 5 che di tali Cavalieri entrafle 5) in Firenze con pompa . Tutta la Nobilt� della Cit- � t� l'and� ad incontrare fuori della Porta a S. Gal- 3) lo . Cavalcava una Ghinea bianca , era verino di veU >, luto verde 3 con grillanda d1 alloro in telta . Pafs� �, con grandifl�ma comitiva dalla Piazza di S. Giovan- y� ni 5 �u regalato da' fuoi Conforti fecondo il folito , �j � con le antiche cerimonie di uno Stendardo , et 3, un altro ne prefe al Palazzo del Duca dal Magi* � (irato de' Confjglieri , et un alno alla Parte Gue�*> 5j fa da' Capitani di Pane , i cjuali Stendardi nel 3, 1595. ancora vedevanil appet� "in San Marco fo- ;, pra la fua fepokura 5 alla quale fece V Epitaffio Mefs. i, Guido di Niccol� Macchiavelli . 3, E da i libri di ricordanze trovani� altre memorie come appreflo ,, 11 jj Duca Collimo lo aveva fcritto nel numero de' 48. «prima dignit� in Firenze , et alla d� lui morte or- ti 'din� agli Ufiziali del Monte del Comune 3 che gli 53 facefiero magnifici funerali 3 lo che fu efeguito nel* j, la Chitfa di S. Marco 3 ove ebbe fepoltura tra'fuoi %x Antenati . La Cafa di lui paterna era in Via larga , j., oggi incorporata nel Palazzo del Signor Marchefo 33 Cavaliere Ruberto Capponi, e fopra la facciata d� 33 i�Ta fi vedeva una grand'Arme di pietra de' Guidot* 33 � , avente nel campo fquartato , che in due fono 13 due mezze lune, e negl' altri due quarti le onde ; poi 55 nella parte fuperiore dello feudo eranvi un Leone_i 33 pz�hme , e tre gigli , il primo Arme d* Inghilterra, ,3 ed i fecondi divifa di Francia 3 fopra il Morione e- � ravi una Colomba col ramo di ulivo in bocca j e.» n qu^flo morto : Fax opima rerum. ,, V�I. E per fine? f� gli Antiquari mi chiedeffero di
fa-
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fapere , Che cofa fia flato di non poche pregevoli antichi»
t'a , che ornavano quello Tempio , dir� come il Crocif�ffo di legno al naturale fatto da Baccio d� Montelupo � nel Coro dell* Inverno de* Frati ;] la tavola del B. An- gelico fatta a* Medici per 1* Aitar Maggiore , fi � trasfe- rita neir andito delia Sagreftia ; il S. Baltiano commen- datifl�rna opera del Frate, fu mandato a Parigi nella Gal- leria di quel Re ; il San Marco parimente del Frate � nei Palazzo de* Granduchi , e il Crocififfb dipinto da Giotto foli* alfe in Campo d'oro, pofa fuila Porta della Chiefa , il quale Crocifill� per effere de i buoni , che fe- ce quefto refiauratore delh Pittura, dicono, che a ve* der queita Immagine , quando fi port� in S. Marco, vi concorrere tutto il Popolo di Firenze , e che dalla medefima pigliarle Dante motivo di dire furg. e* xi. ,j ,, Credette Gimabue nella pittura
,, Tener io campo, ed or ha Giotto il grido ,/
E quanto in que' tempi folle detto CrocififTo in vene- razione > Ci dmioftra dal terlamento di Mone Fanti- ni , nel-quale Ci legge , che il Teftatore obbliga i Mo- naci Silveiirini di San Marco Novello , a tener davanti ad elfo accefa del continuo una lampan3 , come per ro- gito di Ser Filippo di Albizzo ali1 Archivio Generale^ nel 1357. Vili* N� da tacer/I � quel , che avvenne in quefta
Chiefa nella morte dei Magnifico Lorenzo de' Medici, come not� nelle fue Ricordan�e fcritte a penna il Pre- te Agoliino Lapini Cittadino Fiorentino, e Cappellano del Duomo. Morto adunque il Magnifico nella Villa^-, a Careggi 8. di Aprile del 1492. fu il fuo Cadavere; alle ore 5. di notte portato in San Marco in depoiito fino al d� dieci dello ileffo mefe , nei qual giorno fu trasferito in San Lorenzo per ivi fargli le folenni Efe» quie . LE-
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L E Z
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IONE XV,
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BEILA CAPPELLA
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VI SAN? ANTONINO
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J)E' DUCHI S A L V I A T I *
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E Firenze � fiata Madre feconda di
Santi » queft� per� ella con una co- rcante) e tenera divozione ha fempre mai onorati, loro inalzando e fplen- dide Chiefe > e ricchi Altari , e Sta- tue ancora di egregj Artefici % Ma dal vederfi in una Cappella di San Marco tante rate Pitture } tanti marmi} e bronzi parlanti 3 tan- te pietre preziose collocate con mirabile difegno in o- nere di S» Antonino , mi giova credere, che al Santo Arcivefcovo parzialif��rni f�ano i Fiorentini , e pi� che pi� al medei�mo devotiffana la Nobile Famiglia de' Duchi Salviati , la quale fin dall' antico avendo riguardato qua! fuo Tutelare , ed Avvocato il glorioilf��mo Santo > Ella poi nel 1588. altra pi� ftupenda teitimonianza di fua venerazione gli diede per mezzo del Senator Averar- do , e di Antonio figli di Filippo , i quali nella Chie- fa d� S, Marco al Santo Arcivefcovo con magnificenza Eropria di Principi grandi inalzarono s� fovrana s e
en intefa Cappella , la cui defcrizione 5 fuperiore fa- rebbe a* miei talenti, f� non ne aveftero fcritto puma di me Raffaello Borghini nel fuo Ripofo , il Cinel�i nel- le fue Bellezze di Firenze , e con eleganza ed erudi- zione il Proporlo Anton Francefco Cori , onde dietro la traccia di s� luminofi Scrittori imprendo qui a ra- gionarne . II. Pri.
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IL Prima per� notar, fi vuole le ragioni , che in*
duiTero i detti Averardo, e Antonio a dedicare s� fic- care magnifica mole a S. Antonino, ed il primo mo- tivo fu il volere elfi conformarli alla volont� di Fi- lippo lor Padre , il quale per tal Edifizio avea deflim nato notevoli aflegnamenti , che furono di gran lunga > ed oltre ogni credere trapalati dalla piet� de9 Figli » leggendofi ne'libri de* conti fegnari per la detta Cap- pella, e(Te re arrivate le fpefe fopra a 80. mila feudi. Fre- fca oltre a ci� era in elfi la memoria di eifere irato Bernardo Salviati amico^ del Santo , e come tale elet- to uno de* primi dodici Buonuomini della Cafa Pia d� S. Martino, iHituita da elfo per lo provvedimento delle Famiglie Fiorentine nobili, ma povere . Altro motivo pure fu loro fuggerko dalla gratitudine, che tanto pu� negli animi nobili , ricordandoli amendue del decoro , e del luftro, che aveano recato alla Famiglia Salviati due Venerabili Religiofi vivuti , e morti nella Congre- gazione dell'OlTervanza di S. Marco ; II primo di que- lli fu , come fi legge negli Annali di detto Convento, il Venerabile Fra Francefco Salviati flato Vicario Ge- nerale della mede/ima Congregazione, e nel 14^5. Fon- datore dell/ Illuitre Monaitero di S. Vincenzio di Pra- to , dove fior� poi S. Caterina de* Ricci ; V altro ap- pellavafi Fra Roberto Salviati, nell'oflTervanza, peniten- za , e ritiratezza fegnaJatiifimo » III. Da quefti motivi adunque viepi� animati Ave-
rardo , e Antonio , con fant� generofrt� fi rifolverono di edificare quella s� decorofa Cappella , avendone.» ricevuto da" Padri radunati in Capitolo il fito per effe largo braccia 17, e lungo braccia 23. e mezzo, e pia- cemi di riportare qui le onorifiche parole con le qua- li ne parla 1' Autore degli Annali di S. Marco ali* an- no 1578. e fono come appref�b ; Eodem anno die 8. Itf- nuarii a Tatrihus , & Vratrihus huius Cowvenjtus in u- num congregati* concejfum e fi Clariffimis Viris Averardo , �r Antonio Salviati Sacellum quod in noftra Eulejta^ D. Dominico duatnm erat y ut frtdi&i Ciwet fa/s magni* . Tom. VII T finis |
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fcis fumptibus j Ita locum illuni ex�fnment , decorarzntquc
ut decens ,. & tongruum fieret , quo SS* Corpus B. An~ ton�ni Arck Fior, fuo tempore transferretur ; Et certe ne dum or do nofier KobiliJJ�mis �ftis Viris plurimum debet > quod in Ecclej�a nojtra honorem hunc fraedi$Q S. Patri , & Frat ri Ordinir noftri deferte- <voluerunt , fed & tot** Ci<vitar Fiorentina1, quae ab exterhhomimbHt % qms fac* f� ex Hifpania, Francia >> Lombardia % aliifque Mundi par» tibut bue addentare contingebat , ingrati animi argue- batur , quod tantum Vatrem, Ciwemy & Arthiep. fuum in tam humili loco , defpeBo^ue Sepulcro», quippe quod ex lateribus conBruBum srat ? tacere permitteret. IV- E cos� i Nobili Fondatori acquisito avendo
il' detto terreno ampia, e capace , onde inalzare il tnaeilofo Edificio, raccomandarono la foprimendenza, e direzione dell'opera a Meiler Benedetto Gondi Gen- tiluomo Fiorentino di fperimentato fapere, e perciocch� non folamente dalle grandi fpefe fi rendono ragguarde- voli le Fabbriche , ma dagli eccellenti Maeftri ancora ., con favio avvedimento eleflero gli Artefici pi� com- mendati in quei tempi 5 o fi voglia nell* Architettu- ra , o nello Scalpello , o nelle pitture , e furono Giam- bologna Fiammingo , Aleifandro Allori detto il Bron- zino ; Gio; Batiiia Kaldini , Francefco Morandini det- to il Poppi ,,' e Domenico Paflignano , col Francavilla , e Domenico Portigiani, amendue nella Scultura Difce- poli di Giambologna » del quale fu il difegno divifo in un nobile ricetto > o fivvero vestibolo , e in una_» Cappella V uno, e V altro ricchiflmi , e di Tavole , e di marmi s e di bronzi , e di ftucchi dorati . Quindi facendomi dal vefUbolo, forge per frontefpizio un arco compofto di pietra ferena folJevato dal piano nella mag- giore altezza circa br. 15. pofando grazrofamente fopra due pilaitri , e due colonne confimili di ordine com- pofito . Nella fronte dell* arco fopra una menfola inta- gliata , � collocata la Statua di S. Antonino pontificai- mente veliito in divota attitudine di benedire i Fioren- tini, opera di elio Giambologna, e ne due vani tra !«-� co-
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colonna > ed i pila/tri fono pofle due armi gentilizie de*
Salviati fatte di marmo > ed aventi nello feudo accop- piate alla propria le armi de* Neri» , e di quei da Ga- gliano, avvegnach� AleiTandra de'Nerli fofTe moglie de! Senator Averardo , e Lucrezia da Gagliano conforto di Antonio � Dentro poi il Veftibolo , due belle Por- te di marmo bianco per lato s'incontrano, e alle pa- reti laterali dipinte a frefeo il Pafl�gnano due quadri alti braccia 7. e larghi» 8. ma per intelligenza delle fi- gure, che vi color�, � qui neceUaria una gradevole di- greffionc alla Storia della traslazione del Corpo di S* Antonino . VV Erano paflati anni centotrenta dalla morte del
Santo Arcivefcovo , che non era mai flato toccato il fuo Depoi�to, n� veduto il gran reforo , che dentro fi racchiudeva, quando compita la fabbrica della Cappel- la de* Salviati , il pens� alla traslazione del Santo Cor- po dalla fua antica Sepoltura al nuovo Altare , e pero- venuto il giorno decimoquinto di Aprile del 1589. La fera ad un* ora di notte il Cardinale AleiTandro de* Medici Arcivefcovo di Firenze , prefenti i Signori Fon- datori , e i principali Padri del Convento con privata folennitk , riconobbe il Sepolcro coftrutto gi� di mar*** toni , che tornava appi� dell' Aitar maggiore . Quivi adunque a mano manca del Coro appref�b la Sepoltu- ra de i Frati fu aperta la Cafra , fopra la quale fi trov� dipinta una Immagine del Santo , e feruti 4. verfi , che qui fotto riporter�, e fi trov� il Corpo incorrotto, ed intatto* in maniera , che nelle mani , e ne' piedi feorgevanfi fino le unghie , ben confervate erano Je braccia , le gambe , e il petto coi fuoi mufcoli, il collo compar� veflito di fua carne, e pelle, ben mantenute le orecchie , ed in boc- ca quei pochi denti , cio� cinque, che per avventurar gli iettarono alla fua morte , Si riverii dell' Abito di fua Religione , con fopra di elfo pontificalmente di tutto punto , e vale a dire , di ricebifl�ma Tonacella, Pianeta , Mitra , Anello d* oro con grolTo fmeraldo y tutte cofe donate da'Signori Salviati, e cos� portata T 2 fu
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fu in un Armadio di Sagreftia per modo di depor-
to , fino a che la Chiefa di San Marco foffe s� fuori > che dentro ridotta a quella magnificenza , e fplendore �i Apparato , che richiedeva la funzione , avendo ro- gato T atto di tale ricognizione con teftimonj il Nota- io �e��a. Curia Arcivefcoviie Ser Iacopo di F�rancefca Cantini . VI. Venuto finalmente il d� 8. di Maggio , dalla.,
Sagreftia fi trasfer� il Venerabile Corpo al belliffimo Ca- tafalco inalzato in mezzo della Chiefa , dov� fopra di un dada fu collocata la preziofa Urna , la quale era dorata, ed in pi� luoghi dipinta di color cekfte, nel- la cui tettata v�devanfi due Angioli alti un braccio > lavorati dal FrancaviHa , i quali tenevano una ghirlan- da di fiori 3 in atto �i coronare il Santo, e da c�a- feuna parte della medefima cadevano Cartelli con den- tro brevi» ma lodatifl�me infcrizioni , che daremo fui fine della Lezione . Il d� fulfegucnte � ordin� per la Citt�, la Procefl�one refa ancora pi� decorofa dalla pie- nezza di Perfonaggi ragguardevoliffimi , che erano ve- nuti alle Nozze di Ferdinando I. con Criftina di Lo. rena , celebrate nello fteffo anno ; ficch� contavanfi in Firenze ben cinque Cardinali , e ig, Vefcovi , il Du- ca di Mantova , Cefare d'Efte, il Duca di Bracciano , il Marchefe della Cernia , Ferrante de' Roffi , ed in.. compagnia della Reale Spofa eranvi le Duchelfe di Man- tova , di Branfyich , e d' Elle ; (rapendo anc�ra era il numero degli efteri Ambafciadori , de* Principi , e_, delle Repubbliche, poich� oltre al Nunzio di Sua San- tit� Monfignor Prioli } fecero una bella comparfa il Si- gnore di Letnoncurt Ambafciatore del Duca di Lore- na > Francefco Contarini Ambafciatore di Venezia , Gio: Carlo , e Gio: Batiita Imperiali , e Pietro Lomellini Ainbafciatori di Genova , Girolamo Giglioli pe '1 Duca di,Ferrara , Tommafo di Carpegna pe '1 Duca d* Urbino, Aleflandro Sforza per quel d� Parma, Girolamo Buon- vifi > e Cefare Cenami per la Repubblica di Lucca . VlL Or venendo alla Procefl�one , perch� fi faccia |
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concetto del numero incredibile di ehi» v*intervenne;> di-
remo folo , che il conto efattiff�mo de* Regolari fu trov vato afcendere a 3548. fenza far menzione delle mol* tifl�rne Confraternite, delle numerofe Collegiate de\Pre- ti , e dell* infigne Capitolo della Metropolitana . N� fi videro mai le Strade, e le fineftre di Firenze pi� va* gamente ornate di quello giorno , lungo eflendo flato il cammino j avvegnach� ufcita la Procefl�one di Saru Marco , prefer la Via del Cocomero, tirando dietro al1 Duomo fino al Canto de i Pazzi, indi per Borgo degli Albizzi attraverfando la Piazza di San Pier Maggiore, riufc� nella Via del Palagio , ed arriv� alle Scalere di Badia , e per Via del Garbo dalle Farine entr� nella Piazza Granducale, di qui in Mercato Nuovo, vplgenw do in Porta RoiFa. fino alla Colonna di S» Trinit� * dove volt� vetfo il Canto de' Carnefecchi , e feguen- d� pafs� per Sani Giovanni j entr� nella Cattedrale, girando il Coro , ed ufcendo per altra Porta , incarrr* minoil� per Via de' Martelli > e Via larga a S. Marco, dove il Santo fu collocar© per breve fpazio full* Alta~ re della nuova Cappella all'adorazione d* immenfo- Po* polo* '">''*-_ "(.Ti tilt
Vili. E dopo si? propria digreffione , ritornando1
noi al Veitibolo, meglio intenderemo le Storie de il due quadri a freieo del Pafl�gnani , ne* quali in une' rapprefem� egli 1* efpofizione del Santo Corpo in San Marco, e ncll* altro la descritta Procefl�one, p�tendo/T in dette Tavole incontrare le pi� belle circoljranze d�lwi le fopra. riferire Funzioni. Conciofiacb� nel'* quadro a? manritta, non folamente il Pittore delineo 1* apparato nobile della Chiefa , ma con diligenza ritrafTe al vivo i cinque Cardinali , gli Arcivefcovi , e i Vefcoui , che ascoltano del Vefcovo Ugolino Martelli la orazione i ,'l�r. fonovi ancora al naturale 'effigiati Averardo >\ ed -'-Amo-*' riio Saiviati in quei due ,*che volti verfo al Popolov e veftir� di nero , co'colUrettr a lattuga , parlano con. Benedetto G�ndi anco» elfo < ritratto Ui Nella Tavola ad*> dirimpetto � colorita la Proceffione , ed in elTa fono |
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fimilmente dipinti il Granduca , e tufri ji principi fo-
prannominati , che portano il Baldacchino icon -la fog- gia propria del veftire all' ufanza de* Principi di que' tempi , e volle il Paffignani quivi anche ritrarre f� itefl�, che � quel vifo graffo., e r office io col coilare a lattu- ga . Sopra poi a quefti due gran quadri , viene ;l\ar- chitrave , il fregio , e la cornice leggiadramente ima» gliata^,che rigira con proporzionato aggetto, non fdla- mentemtto il Veftibolo, ma la Cappella ancora. Ricorre fopra per tutto una fafeia di marmo bianco » .alzandoli in dirittura de' pilaftri fottopofti due mensoloni vaga- mente ornati -di fef�oni , fopra de* quali pofa altra cor- nice rifaltata , che va a toccare la fornita ricca di oro, e di pitture giudiziofaraente adornata, e feoRipartita*, di q;uadjri^e di ottangoli col dileguo di Giambologna; nel mezzo di ella vi � il Nome di Ges� intagliato, e coronato di raggi dorati, .con aMatf due Cartelle-, nel- le quali leggonfi intagliati a oro i nomi di Averardo, e di Antonio, e negli angoli , che fono quattro, /pic- cala nobile, e antica Imprefa de'Signori .Salviati , che �; un �Balcone dorato , il vquale col tfoiko piglia uru diamante dal caftone di un anello,. Jvla prima per�- di ufeire da s� nobile* > e magnifico Vefliboio , non fi tra- l�fci di offervare le cinque lampadi disargento donate dai Salviati , e che pendendo dalla foffitta ardono con- tinuamente davanti al corpo del Santo : anche le due fineltre laterali fono degne di offervazione per i lavori ndVfrontefpizj j e njegli fpazj laterali*, veggejidovifi di- pinti con bel grotte/co , iimboli , emblemi , e vaghe»* ligure , le quali per la bizzarria del difeg-no fanno ali* .occhio diletto, e al Veftibolo-ornamento. IX. Or pattando dall' Arco efteriore «del Ricetto ,
ali* interiore .Arco, tegli � tutto grandiofamente coilrut- to di ben lavorati marmi .bianchi , avendo di altezza br. zi. e di .larghezza io., e -mezzo ; dal piano di quelt' Arco falgono due fcalini , fopra de'quali � un or- dine di bahuitxi di marmo bianco , che ferrano te e;. "■"� \:�"-'-" i ■■",'■■ ■, lun* |
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lunghezza dell'Arco , e fon» uniti Bel mezzo d«c«a*;
cello intagliato »« che apre l?ingreflo aiia Cappella »Tit�*
la quale per verit�, giunto che alcuno ffia ,: � fente in un tratto prefo dallo rtup�re, e non fa donde, fi princi- piare .Ma noi facendoci dal pavimento, lo ravvifere:- mo di figura quadrata adorno di fcelti marmi mi�i' di varie forti , racchiudendofi dentro :aliTa figura ottago. naie corrifpondenre alia Cupola-»,\e in r�mzo di elfo s' alzas r Altare: ifolato , e collocato fopra due gradini di marmo bianco:: �i diafpri:,. gli alaballri , ,i� JapisJaz» zuli■,. e le altre pietre dure con bella fimetria coromeff�,, adornano la Menia , il grado, ed i lati delvmedei�mo ; per dottale evv� un bel graticolato di -metallo intarfia- to di arabefchii di fino guilo , con due altri Candela- bri fimilmente1 di bronz� poili in competente diftartzar e tutto* fu gettato da ^ra Domenico Partigiani; r fotta' la direzione di' Giambol�gna , Nella facciata^ principa- le vedefi la Tavola loda ti ffi ma del Bronzino , che vico- lori il ritorno di Criilo riforto dal Limbo col feguito* de* Patriarchi > e de* Profeti , leggendoli fotto detta ta- vola quella Iscrizione allufiva all' Architetto della Cap*- pclla : " :':'' ■■ ■ ■.' �'. ...:- sc
OPVS IOANNIS BOIOGNAE BELGAE .� iT-
Tre Angioli �i bronzo fatti dal fuddetto Frate in bel-
le attitudini fono collocati fui frontefpizio di queflau- Tavola, la quale � meffa in mezzo da due colo nn* di ordine Ionico , dopo le quali vengono due Nicchie col fondo di bardiglio , dove, a mano manca pota una Sta- tua di S. Gio: Badila v e a manritta quella di S. Fi- lippo Apollolo j amendue opera del Francavilla , col difegno del fuo Maeilro , e fatture dello fteiTo fono le altre Statue , che otTerveremo : Quafi col rhedefimo di- fegno ornate fono le due facciate lateralivveggendofi dalla banda dei Vangalo effigiato dal Poppi il miifa- colo del ltbbrofo fanato da Grillo 9 e-nelle Nicchie ar lati di quella Tavola fonovi il Santo Re Eduardo, e -�»! " 'San ■ |
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San Totnt�i�fo jd* Aquino ; Nella facciata rad'dirimp�tt-o»!
( d� Gi�: Batifi� N�ldini � la^ pittura rapprdentante la-.,
Conyerf��he 4i ®. Matteo , e le Statue iono di S. X)o-
rr��nic� fi� �i S.Antonio Abate, ricorrendo intorno intorno dalle tre Nicchie »--e Tavole, fino al pavimen- to una bella fimetria di marmi lucentii��mi, che fem- brano fpeccJhi. Non Spregevoli fono in quefta Cap- pella fe� baili rilievi di metallo del fuddetto Fra Do- menico , il quale vi ha effigiate alcune azioni del San- to Arcivescovo , e queftisbronzi fuperbi corrifponden- ti �bno alle Nicchie , fopra le quali collocati > .accre- scono a 4 marmi vaghezza � In quello adunque y che viene fopra la Statua del Precuriore , fi vede S- An~ tonino , che predica al Popolo : Sopra S. Eduardo, il medefa� , che prodigo difpenfa te fue foftanze a' Po- veriy'� e fopra S. Tommafo avvi il Fanciullo -da Filicaia moi*to I, -e dforto dal Santo i Ne* tre altri Dalli rilievi a tramontana , alla Nicchia di S. Filippo corrifponde_ S. Antonino) che eletto Arcivefcovo di Firenze , fa il fuo umile ingreH*© in Citt� ; A quella di S- Domeni- co, > il«teeato Giovanni di-Domenico, che d� l'Abito Heligiofo a S. Antonino giovanetto ; e per fine fopra di S. Antonio Abate vedefi il Santo , che veftito pontifi- calmente » a fio 1 ve dalle Cenfure gli Otto di Balia , fopra poi s� vaghe Pitture , Statue , e Bronzi , gira un fre- gio , che inghirlanda i tr-e profpetM"della Cappella , ed incifo in elio a gran lettere , leggei� il nome de* Pa» drot�i > che la dedicarono -;n: ia/i ^k AVER. ET ANT, SALVIATI
SANCTO ANTONINO DICARVNT
ANN. DOMINI MDLXXXVI1I. X* Ma iti quelU maniera appunto ohe i baffi ri-
lievi deferirti hanno corrifpondenza alle Statue , cosi nella ftefla guifa con fomrna avvedutezza hanno corre- lazione alle tre Tavole le figure a frefco dipinte negli /picchi <klk delire ; poich� alk fifidUa di mezzo al« |
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Iudono alla Refurrezfone di Crirto il Patriarca Giacob*
e la Sibilla co* cartelli contenenti parole allufive al mi- itero ; dalla parte di mezzod� applaudono al miracolo del Lebbrofo le figure di Elifeo , e di altra Sibilla coi proprj motti, e in (�migliante modo da tramontana fi veg- gono alludenti a S. Matteo, Abramo, e la terza Sibilla- XI. In parecchi vani , e nelle fafce degli Archi,
che fol�engono la Cupola , dipinte in campo d* oro a chiarofcuro , dimoitranti eiTcre baffirilievi , fono vario Storie dei Santo , ficcome ne* peducci della medefima Cupola in ovati ornati di ftucchi roeffi a oro , il Bron- zino , di cui fono tutti gli arabefchi , emblemi , firn~ boli , e figure , vi dipinfe quattro Virt� del Santo , cio� la Fede , la Speranza ; 1* Amor di Dio , e la Carit� verfo del Proll�mo . Ex la Cupola di forma Ottangolare , che dal piano fuo alza circa 6, braccia , e un terzo, e allarga braccia undici, tutta vagamen- te feompartita di fregj , e di grottefehi . I vani di elTa fono quattro fpazj grandi, che appariscono sfondati, e contengono quattro iftorie delle cofe accadute dopo la morte di S. Antonino , nel primo de* quali il Bronzi- no volendo alludere aj giorno della morte del Santo, feguita nel d� dell* Afcenfione , deline� Crilto , che.» con maelt� , e trionfo faJe in Cielo , ed il Santo Ar- civefeovo diftefo fopra un tappeto , dove muore, am*- f�ito da'fuoi Religiofi , tra* quali effigiato vederi il Car- dinale di S. Marco , che fu poi Papa Paolo IL In altro vano. Ci rapprefenta i� Santo morto , e dalla. Porta di Firenze alla Metropolitana portato da fei Vefcovi : Nei terzo fpartimento efprerTa fi trova la vifione , che eb- be una Suora del Terz* Ordine di $, Domenico, che vi» de 1' anima del Santo Arcivefcovo , portata al Cielo dagli Angioli ; e nel quarto vano il Santo dipinto in S. Marco efpot�o alla divozione del Popolo con mol- ti Infermi defiderofi di ricevere la fallita al tocco di quel facro Corpo , QuefH quattro fpazj da noi deferir- ti , fono ferrati ne i canti di detta Cupola da quattro altri fpazj minori } che fanno morir� di fodo , in efl� T#». VIL ' V efprefle
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efpreiTe eflendo figure , che rapprefentano la Sapienza >
Ja Religione , la Liberalit� » e la Verginit� . Finifce_, quefta Cupola in una lanterna tutta di marmo di�tinta in quadro con invetriata j ornata dentro di oro , e di- altri colori aH*arabefca } e fuori veitita di marmi bian* chi con belle menfole y alta braccia nove comprefa la., palla di rame dorato . E f� non ci difpiace lo fcender nel fotterraneo, che viene a piombo fono Ja Cappella, vedremo laggi� un Oratorio in volta , un terzo dei quale ferve per fotterrarfi i defunti della Famiglia Sai- viati , e due terzi formano una Cappella , dove fi ce- lebra quotidianamente la Merla per i fuddeni Morti. Sopra la Menfa deli' Altare evvi una Tavola del refu- fcitaniento di Lazaro , e fotto la Vifione , che ebbe il Profeta Ezecfn'elle dell' offa aride ; 1* una , e i' altra ef- fondo dipintura del Naldini . XII. Ed avendo noi di fopra accennato , che ter-
minata la folenne Proceffione del d� g. di Maggio del 1589. il facro Corpo di S. Antonino fu trasferito per la prima volta nella Cappella de* Salviati , rimane qui a notarfi, che in detto giorno fu collocato fotto FAI* tare in un onorevole Depofito di marmo nero orienta- le 5 ornato di fopra delia fua vera effigie giacente, get- tata in bronzo dal foprallodato Fra Domenico Porti- giani Converfo di S. Marco, col modello del fuo Mae- Uro Giambologna , eflendo la mifura del c�rpo duc_» braccia s e tre quinti. Ma perch� in occafione di pro- cefl�onij od altro, riufciva tal depofito di grave incomo- do per la efpofizione, fu dipoi riporlo in un" altra ricca Cafi� pi� comoda , nella quale onorevolmente finora ri- pofa ; veggeiidofi inoggi il vecchio Depofito in Sagreftia. Epitaffio fulla Calla antica dd Santo .
HIC EST TLLE TWS PASTOR FLORENTIA PRO QJO
NON CESSAI MESTO SPARGERE RORE GENAS .
PATRIBVS UAVD PRISCIS P1ETATE ANTONIVS IMPAR.
QVI SCR1PSIT QVIDQV1D PAGINA SACRA DOCET .
Ifcri-
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�kxizioni nella Cappella deVSalviati «
.1../"':
QyiSQyiS INGREDERIS SVPPIEX IN FACIEM PROCVMBE
VENERARE LJM�N F1GE OSCVLA PARIETIBVS
SANCTVM ANTONINVM
FLORENTIAE DECVS ET PRAESIDIUM
HVMI TVSVS ADORA
FIL1VS PATRUM DILIGIT PASTOR GREGEM DIFENDIT
IN EA AN. S. MCCCLXXXVH1I. INGENVO SANGV1NE
FATRE NICOL AO PIEROZZI F. HONESTO OVE ORTYS EST
EAM XIII. ANNO REXIT ANTISTES
SEPTVAGENARIVS COELO RECEPTVS
AB ADRIANO VI. PONT. MAX. SANCTORVM ALB. ADSCRIPTVS
AB AVERARDO ET ANTONIO DE SALVIATIS PHILIPPI FF.
HVC INSIGNI MAGNIFICENTIA TRANSLATVS
ET IN TVTELARE NVMEN FAMILIAE ADSCRIPTVS
MDLXXXIX.
II.
BN SACERDOS MAGNVS ANTONINVS
HQSPES
ALTISSIMO QVI DEDIT ILLVM OFFER HOSTIAM LAVM5
SIDERI BENEFICO IN PRAEPICATORVM FAMILIAE COELO
H VOLANTI
ADOLE SABAEA THVRA LIL1IS LAPIDEM SPARGE PLENIS MANIBVS DA RQSAS ILLIBATO CORPORl SALVE CHARA DOMINACI SOBOLES MAGNVM FLORENTINAE GLORLAE INCREMENTVM SALVE PASTOR BONE -GEMINA TVDORIS AC SA PIENTI AE GAVDENS CORONA HANC VRBEM QVAM OLIM ORNASTI MORIBVS NVNC PATROCINIO TVERE NIL DESPERANDVM AVSPICE ANTONINO. |
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V 2 Di-
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DiiHci fatti dal Chiarifl�mo Metter Piero Angeli
da Barga al Catafalco del Santo 3 nella
fua Traslazione.
Davanti.
PASCIT OVES BONVS VT PASTOR CVRAQVE FIDELI
SIC POPVXVM PAVIT PASTOR ET ISTE SVVM . Di dietro.
SCRIPTA PIE SANCTEQVE PATRVM PATEFECIT . ET OMN�M
VIVENDI DOCYIT CVM RATION� MODVM . Alla delira .
ORNAVIT TOTAM MIRANDA MODESTIA VITAM
ATQVE INCORRVPTVS VIRGIN1TATIS HONOR . Alla finiftra .
OMNI OPE QVA POTVIT VITAM SIC IVVIT EGENTVM
VITAE VT SVBTRAHERET SAEPE ALIMENTA SVAE . Menzione prefifo l'Arco efteriore a manritta.
3. ANTONINI ARCHIEP. FIOR. QVEM ADRIANVS VI. PONT. MAX,
IN SS. NVMERVM RETVL1T . DEMORTVI CORPVS EX PRIORE SE- PVLCRO IN QVO CXXX. ANNIS ANTE CONDITVM FVERAT HOC IN SACELI.VM QVOD AVERARDVS ET ANTONI VS PHILIPP! FF. AVERARDIN. Ni SALVIATI MAGNIS SVMPTIBVS EXAEDIFICA- RVNT VT AVGVSTIOREM LOCVM TANTO DIVO EXORNARENT QVEM IPSI PIE SANCTEQVE IN PRIMIS COLERENT ALEXANDER MEDICES ARCHIEP, FLOR. ET S. R. E PRESB. CARD. IVSSV ET DECRETO KYSTJ V. PONT. MAX. ET SALVIATORVM FF. ROGATV ET PIETATE PRIVATIM SVA 1MPVLSVS SVMMA CVRA ET DILI- GENZA CVM MVLTIS PENITVS RECOGNITVM AC PER VRBEM INSIGNI AC PIA POMPA CIRCVMLATVM.VII.ID.MAirCIOlDLXXXiX. INCQRRVPTVM INTEGRVMQVE VT A SE REPERTVM tfVERAT iNFERfiNDVM, AC SV8 IPSA ARA CQNDENDVM CVRAVIT. |
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LE.
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L E Z I ONE XVI.
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DELLA CHIESA
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DI SAN MARCO V.
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Er accertare , che fia facro un Luogo,
io fono d� avvifo , che bafti un folo di que' requifiti , che frequenti nella noftra Iftoria fi trovano accennati > e fono o la celebrazione di folenni Mi- fierj , o qualche pregio delle tre Arti, o Reliquie fingolari, o finalmente il fog- g�orno di Uomini fanti; Ma quando i fopraddetti tito- li unitamente fi rifcon trafiler� e in un Convento , e_* in una Chiefa, 1* appellazione di luogo fagratifl�mo cer- tamente gli converrebbe. E tanto appunto addiviene nella prefente Iftoria di S. Marco, dove avendo noi oifervato gi� le Fefte di Confagrazionij e di Traslazioni, le ricchez- ze della Chiefa, e dovendo nella prefente. Lezione favella- re delle infigni Reliquie , che ivi fi adorano , ed altres� ravvifare lo f�upendo novero de i Santi Religiofi , che vi fiorirono , a buona equit� } fantifl�mo il Convento di S» Marco appelleremo. II. E le Reliquie de'Santi} certo, ed indubirtro fo-
gnale dfendo per riputare fagro ogni luogo, qualunque volta delle medefime elio abbondi ; da quefto punto, principier� il ragionamento , confidcrando quel ceie- ire teforo , che in S. Marco fi racchiude , ed in pri- mo luogo quell' antica miracolofa Tavola della Nun- ziata , dove i Voti ricchi , e molti appefivi abbaftanza confermano la verit� di quel detto dei Firenzuola ri- ferito" dal Migliore, che f� i Frati feoperta aveflero quefta immagine pi� di rado , e con qualche maggior |
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riferva , ficcome nelle attitudini > e nel colorito ella �
forniglilmifl�ma alla Nunziata de' Servi 3 cos� a quella in nulla farebbe Hata differente nella venerazione . So- novi alla Cappella de3 Ricci quattro Corpi de* Santi Bo- ter� Papa r e Martire , Fortunato Martire , Vettor�a_. Vergine, e Martire, � Cer�lla Vergine , e Martire , me(» (ivi da Antonio de'Ricci Vefcovo di Arezzo, e fami- liare favorito del Pontefice Paolo V. il quale al dono della foprtllodata Madonna di Mofaico , vi aggiunfe_» i detti Gotpi in quattro caiTettine . E per vero dire itraordinaiia fu la licenza del Papa in mandare fuo- ri di Roma il Coipo di un Santo Pontefice , che fu 1' uodecirno fuccelfore di S. Pietro , e tanto commen- dato nella Storia EcclefiaMica per le leggi fante da lui f�abilite , e per lettere , che egli fenile a* Criiiiani con- dannati a* metalli , celebrandofene la fella ai 22. di A- prile dalla Ghiefa univerfale . E fc il Monaftero di S. Silveftro in Roma, e la Cattedrale di Toledo , giu- ria il Tillemont fi gloriano di avere di quefto Santo Pontefice il corpo ; noi qui daremo la rifpofta folita in fomiglianti dubbiezze 3 e vale a dire,, che in cia- feuno deJ tre luoghi ve ne Sa una parte s� notevole , onde poterli dire. e (fervi il Corpo di S, Sotero. Ili, Dell' interrotto Corpo di S. Antonino , effen-
dofene favellato nella antecedente Lezione 3 rammente- remo folo qui le moltiplici , e folenni efpofizioni di cos� caro pegno, fatte nelle pi� gravi calamit� di Fi- renze , e dello Srato , � le riferiremo come trovanti notate nel Diario del Magliabechi, che fono le feguen» ti j, 1621. $. di Gennaro per ottenere la ferenita dell' ^, aria . 1645. 24. di AgoMo, per implorare la pioggia 3 3, coli* intervento de* Principi , e de* Magiftrati * 1651. � 24. di Gennaio , di nuovo per la ferenita , 1671, 5. .,, di Aprile , la Pioggia , la quale cefs� in tutto il tri- 3, duo , e rinchiufo il Sacro Corpo , pe* noftri peccati « ripigli� il diluvio � 1^75. io. Maggio , pe'1 medefimo � bifogno * 16S2. per ottenere l'acqua in rimedio di ;, una lunga liceit�. .17*3* 2» 4i Maggio fu intimato un ?, di*
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j5 digiuno dalT Arcivefcovo , ed il Clero and� in pro-
3, cefl�one �i penitenza alla Chief� di S. Marco a tifi* j, tare il Corpo di S. Antonino efpofro folennemente > ,3 perch� ci concederle la bramata ferenit�; e nel 1714. ,) 27. di Ottobre legg«fi : Si feoperfe nella fua propria ,,. Cappella il Corpo di S. Antonino per implorare.. � foccorfo■, (tante le cominue piogge, per le quali le ,j fogne aveano traboccato per la Citt�,» Bin qui il Dia- rio j e noi vi aggiungeremo la folenne del 1728. dopo la quale niun'altra mi fono avvenuto a trovare. Inol- tre di quefto Santo fi confervano da i Padri, parecchie memorie, quali fono V Abito Religiofo , del quale mor- to , fu veftito , veggendof� intero fenza una tarma , il. Cappello Prelatizio, la Mitra , e de* fuoi feritti la Som- ma Teologica in cinque libri > un tomo, di Cali, di co- feienza , ed in tre altri la fua. Storia �* IV. Per ravyilare poi altre non men ragguardevoli
Reliquie, far� d'uopo, che fi entri nella Sagreiiia > dan- dofi per� di paflaggio un'occhiata al ricetto di efla, dove avvi una Statua di marmo rapprefentante Crifto riforto , opera di Antonio Novelli, collocata in una.» nicchia, con ai lati alcuni baffi rilievi fatti da Fran- cefeo Conti , e la detta Statua fu qui polla a fpefe di Agnolo Ganucci , che volle con efla lafciare una me- moria dell* avere egli in perfona vifirati i Luoghi San- ti di Gsrufalemme , e prima eravi qui una Tavola di Santi di Tito , il quale vi avea effigiato rArcangiolo Raffaello , che levato di li dal Cardinale Carlo dei Medici , fu trasferito nella fua Galleria del Calino da S. Marco . Or parlando alla Sagrestia , in un Armadio fono 4. Spine della Corona del Signore , ed in un bel- liffimo Reliquiario di argento fi adora un pezzo della Santa Croce ; di argento pure veggonfi quattro bufH affai al naturale aventi le appretto Reliquie : Oifo di S. Marco , Cranio di S. Creici Martire , e due Teft�_» delle Compagne di S. Orfola : in Vafi- ed Urne del me- defimo metallo racchiudono de* Santi dell* Ordine �ffa, Coltole, e Denti % come il lucile di & Giacinto $ un Den^ te
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te del B. Giordano , una Coitola di S. Caterina da Sie-
na 3ed un Olio del Patriarca S. Domenico in uno ftupen- do Reliquiario per il lavoro , e per le figure forf� il pi� bello di Firenze. Degli Apertoli altres�, e de'San- ti della Chiefa primitiva avvene una notabile quantit�, collocati patte in Reliqukrj d' argento, e molti in Vali di legno dorato , procurari da Fra Timoteo de* Ricci Priore del Convento > di cui pofcia diremo i meriti fmgo�arifl�mi , V. Prima per� , che ufeiamo di Sagreftia , leggati
una lapida nel pavimento in memoria della Venerabi- le Suor Antonina del Frate da Firenzuola , vifiuta pi� anni nel Confervatorio delle Fanciulle della Piet� in_. Via del Mandorlo , dove ella fi mor� } ma i Padri a- yendola trasferita in S. Marco , quivi la feppellirono * con Ja Ifcrizione feguente : D. O M.
VENERABILE VIRGO ANTONINA DEL FRATE
HIC QVIESCIT FLORENTIOLAE CVNAS FLORENTIAE TVMVLVM SORTITA VTROBIClVE MORVM INTEGRITATE AC SPLENDORE V�RTVTVM EFFVLSIT TERTIVM ORDINEM S. DOMINICI INGRESSA DONO PROPHETIAE SVPERNA SAPIENTI A MIRACVLCRVM GRATIA ALIISQVE CHARISMATIBVS A DEO CVMVLATA MORTEM LAETA ASPEXIT XII. KAL. IVLII ANNO DOM. MDCXXXVHI. VI. Ma difpenfandoci dall' accennare qui altre del-
le molte Ceneri di Venerabili Perfone fecolari dell* u* no 5 e dell* altro Ceffo ; verremo pi� da vicino a difeor* rere de* Beati Frati } i quali fiorito avendo in fantit� , hanno refo viepi� illuftre e il Convento, e la Congre- gazione deli' Ofiervanza . Quindi tralafciando l'adora- bile nome a tutto il Mondo notifTirno di Santo Anto- nino , riferir� in primo luogo di quindici Beati il ri- tratto , il nome , e V elogio , come fi trovano nella* Celia detta di S. Antonino , e fono; - i. U
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i. Jl Beato Giovanni » che per f fuo! innocentini mi
ccftumi fi guadagn� il nome di Angelico, fotto la fua Effigie leggefi in un cartello come fegue : // B, Gio- vanni Angelico la fri d cfprejfa in molte pitture da hi fatte con arte mirabile la fua dedottone , e fantita : ri* cusq la Mitra Fiorentina t frofonendo a ausila in fua vece S* Antonino . 2. 11 Beato Coftanzo da Fabriano con quelle lettere?
Grande amico di S* Antonino , merit� di vedere la di lui Anima partir dal Corpo gloricfa pe 7 Cielo . 3. 11 Beato Pietro Cappucci , e il breve elogio dice:
Mentre S« Antonino era Superiore nel Concento di Cor* tona j il B, Pietro fu molto fuo familiare , 4. U Veneiabik Fra Santi tfchiattefi , per � fnoi
fanti coftuwi ( dice il cartello ) molto caro a S* Anto- nino , ricev� da Dio per i preghi del Santo tale accre- fci mento di prudenza » che era chiamato alfro Antonino de* configli . 5. li Venerabile Fra Benedetto da Mugello , coru
queito encomio : Fu Fratello del Beato Giovanni An- gelico , e Compagno di S* Antonino , 0 nella fua fanta vita congiunfe una gran perizia di fcr�vere 3 e miniare libri da Coro ; e qui notili > che fomiglianti Libri egli mi- mo per cornm�ffione �i Gofimo colla fpefa di lir. 1500, i quali libri fono in S. Marco . 6. E ritornando a 1 Beati, in 6. luogo viene il Ri-
tratto , ed elogio del B. Antonino da Rivoli Piemontefe Martire; Fu l'ultimo, che ricevette T Abito dell'Ordi- ne da S. Antonino } quando era Priore di cjueiio Con- vento, 7. Al 7. fegue il Beato Giovanni di Domenico, de-
gno d� encomio affai pi� lungo del prefente ; // Bea* $0 Giovanni di Domenico effendo Priore del Convento di Fiefole , ricev� all' Abito S* Antomxo > fu poi Cardina- le ) Arcivefcovo di Kagufa > e Legato a latere per tut- ta la Germama �> Boemia » ed Ungheria » 8. �cgue T ottava tavola con quello carrello : Bea-
to Antonio da S* Germano > fu Priore di queflo Conven* Tom. VIL X to ,
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io , procurandolo $, Antonino ArcivefcOvo : Vedde furta-
to un Vfurato ali* Inferno in corpo , e in anima . 9« La nona Ifcrizione appi� del Quadro del Beato
Pietro Geremia dice: Con S. Antonino affi fi � come Feo* logo al Concilio Fiorentino. io. Viene in decimo luogo il Venerabile P. BenedeN
to Gentile da Piftoia, col feguente Elogio Vever* P.Be- nedetto Gentile da Pifloia , educato da S* Antonino , fu di grande orazione , e offervanza * e molto ajjtduo nella.* carit� del proffimo » con fontina rajfegnazione ■ e pazienza-, fapporto una grande infermit� di me fi 6. mentre femprc^ gii contenne giacer fupino fenza poter fi movere ; con gran pazienza [apport� la cecit� , con l" orazione ricuper� Ia* viBa cinque anni avanti della fu� morte > celebrava ogni mattina la Mejfa con fomma devozione} e, mor� d anni 70. ne II" anno 1490. 11. Segue T undecimo Ritratto, del Venerabile Fra..
Domenico Guerrucci > con 1* Ifcrizione come appreflb : Venerabile Fra Domenico Guerrucci ricev� V Abito in que- fio Convento nel 1440» per le mani di $. Antonino s e di fuo confenfo principi� Vita Eremitica nel luogo detto Lee- ceto , e nel fine degli anni fuoi ritorn� a S. Marco , dove mor� fantamente , come viffe 5 agli otto di Settembre 1485, 12. Il duodecimo � il Venerabile Fra Giuliano La-
paccini j e T Ifcrizione dice : Ven. Fra Giuliano Lapac- cin� figliuolo di quefio Convento ? allevato , e nutrito fi* no dalla fanciullezza da «V. Antonino 5 e perci� come at» tefla il medefimo Santo , fi refe chiaro ne' cofiumi , non.* meno che nelle feienze . Fu Predicatore infigne , e Priore pi� volte di S. Marco , e la priwa volta 5 bench� giova* ne j fucced� nel Priorato a S> Antonino , mor� 21. Feb- braio 1457. e di fua et� 46. 13. Il decimoterzo � il Venerabile Fra Benedetto de'
Lenzi , e l'Elogio dice : Venerabile Fra Benedetto de* Lenzi , god� per molti anni la converfazione di S* Anto* nino , e per l' integrit� de' cofiumi } e fantit� di vita fu» tenuto in concetto di Religiofo SantiJfimo } mor� di morti pr e zio fa nel d� della FLefurrezione del 1458. 14. «
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14* Il decimequarto � il Venerabile Fra Onofrio Ro-
moli, coir Elogio feguente : Venerabile Fra Onofrio Ro- moli prefe l'abito della Religione dalle mani di S. Anto* nino in queflo Concento il d� io. di Maggio del 1431, fu zslantiffimo del culto Divino , di ftraondinaria afli* nenza , man fuetti dine , e pazienza % e ne' configli ammira* bile . Fu fri»re di S. Marco , Vicario Generale de* Co** venti Riformati della Tofcana , e della Romana frogia* eia 5 mor� 24. di Ottobre 1491. 15. L' ultimo finalmente � l'Elogio del Ven. Fra An-
drea Bonizzi da Terzolla , e dice Ven. Fra Andrea^. Bonizzi da Terzolla , veflito da S. Antonino , /' ulti- mo Novembre nel 5445. mentre era Vicario Generale , riufe� zelantijjtmo Miffionario , e Apoflolico Predicatore , feminando la parola di Dio per le Campagne , con iflraor» divaria carit� verfo de' Prof/imi ; fu Priore di quefio Con- vento » e mor� Priore all' Aquila » VII. Ed a* fuddetti quindici Beati Servi di Dio , co-
rona facienti al Santo Arcivefcovo ne.Ua. fua Cella , ne potrei arrogere con {ingoiali commendazioni altri moU tiffimi , e non dovendo totalmente tacergli , almeno ne dar� qui un efatto novero estratto dalie Cronache di S. Marco , dalle Vite di Fra Serafino Razzi , e da quelle del Dottor Brocchi con qualche noftra noterella, che e' � paruto effere in alcuni indifpenfab�le . Furono adunque di gran bont� Fra Cipriano da Reggiuolo , primo Prior di S. Marco, Fra Tom ma fo degli Stradi Fiorentino , Fra Silveliro da Marradi , il quale fu ve- duto elevato in aria fui Pergamo predicando» Fra Ti- moteo de* Ricci Fratello di S. Caterina de* "Ricci * ri- guardato in Firenze qua! altro S. Domenico avendo egli il primo iftituito la divozione di recitarli il Rofario nel- le Chiefe a vicenda dagli Uomini , e dalle Donne . Fra Aleflandro Rinuccini , che effendo Priore , ottenne per la fua Congregazione il Convento della Madonna del Saffo . Fra Cofimo Tornabuoni ; che fu Commendatore di S. Spirito in Roma . Fra Servanzio Mini il primo direttore di S. Filippo Neri fanciullo, e Fra Santi CU X 2 ni
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ni Fondatore dell'Ofp�zio di San Tommafo d'Aquino,
ed i feguenti Venerabili leggonti nelle Vite del Broc* chi , cio� Fra Angiolo Bettini , Antonino Greis ^An- tonio Berti , Antonio Betti } Antonio Canterelli , Anto- nio Dionigi ? Bartolommeo Orlandi, Benedetto da Fo- iano, Giufeppe Maria da Verrazzano , Innocenzio da Firenze , Matteo Strozzi ; E tra* Convert� fiorirono Fra Niecola delie Calvane > e Giuliano dal Borgo nati no- bili Fiorentini ; e Converti pure furono Fra Piero da Monteloro , Fra Euitachio miniatore de i Libri , che fo- no nel Duomo di Firenze, Fra Angiolo, Fra Iacopo da Turnccht , e Iacopo da Luciano. Vili. Prima per� di ufcrre dalle notizie degli il-
luftri Figli di quefto Convento, non fia grave una bre- ve memoria de* Cardinali , degli Arcivefcovi , de' Ve- fcovi , e de* Generali , the queiti Padri vantano giufta- mente tra* fuoi . Frate adunque di S. Marco fu Nicco- l� Sciembergh Tedefco , il quale ritic� fortemente d* elfer Papa ; opera , e lode di cct�ui fu il riconciliare,* 1' Imperatore Carlo V. con Papa Clemente VII. da cui fu facto Arcivcfcovo di Capua , e prefa Firenze dalle Armi Papali , eflb govern� a nome di detto Clemente la Citt� con gran prudenza , come fcrive il Segni : mo- rendo non ti (cord� de'fuoi Frati, loro lafciando una larga) e perpetua pentione da pagarti dallo Spedala degl' Innocenti , che fece Tuo Erede univerfale . Tra* Vefcov� annoveranti Fra Benedetto Pagagnott� Vefcovo di Vafone feppe�lito in S. Maria Novella , ma era figlio di 5. Marco , nei cui antico Cimitero con molte la- pide avvene una di fua Famiglia ; Fra Ambrogio detto il Caterino,Politi Arcivefcovo di Confa, la cui dottrina riluce in tante fue Opere lodatifl�tne . Vefcovo di Bor- go fu Fra Zanobi de' Medici , e di Chioggia Fra Iaco- po Nacchianti , Fra Filippo Strozzi Vefcovo di Sorren- to « Fra Lorenzo Bernardini Vefcovo di Corone , Fra Gio: Bacifta Nchem Herfeniti Arcivefcovo di Monte Li- bano , Fra Raimondo Teferfchi Poilacco Vefcovo di % v» � * . Fra N. Giuittn�ani Vefcovo di.....Frsu
Lo.
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Lodovico Maggi Vefcovo di Barian nella; Gina ? consa-
crato Vefcovo nel 1740. morto nel 1744. in et� di anni 45. Due Generali ha pure dato quett� Convinto* uno a tutto V Ordine Domenicano nella per io n$ di Fra Francefco Romei da Caft�glion Fiorentino , uomo grande , ed ammirato nel Concilio Tridentif�o >'e l'al- tro fu Gio: Maria Canigiani deputato da Leon?yX. Aba- te Generale della Religione Valombrofana.« E celebra- tiffirno vive anche inoggi il nome di Fra Alberto Cam- pana > non folo nelle Croniche Domenicane, ma ezian- dio nelP Accademia di Padova > dove morto nel 16$6. ebbe V efequie a fpefe di quella Citt�* E qui il Leg- gitore confapevole delle vicende funefte accadute iru quett� luogo, mediante il fervido Fra Girolamo Sa- vonarola , afpetterebbe da noi un fincero giudizio di quefto Soggetto cosi famofo > ma eflfendofene gi� par- lato per neceffit� della Storia in molte occafioni , qui dir� folo , che Fra Girolamo fu Prior di San Marco, e Vicario Generale di fua Congregazione. IX. Finalmente eflendof� da noi pi� fiate chiamato
quefto Convento Cafo della Congregazione d� ��. Marco > � neceflario , che f� ne rammenti l'origine, raccoglien- doti* qui in compendio tutto ci�, che diffufarnente tro- vali negli Scrittori di S. Marco , e nel Bollarlo Dome- nicano a i Tomi ni. IV. Vi. vili, ed eccone un funto fedele 8 .ii Avendo Papa Eugenio IV. conceduto a'Padri Dome-
nicani per iftanza di Cofimo de* Medici Pater Patria? il Convento di S. Marco di Firenze , fu quefto uni- to nel fuo principio a quello di S. Domenico di Pie- fole , talmentech� un folo Priore teneva il governo dell* uno , e dell' altro; Ma crefeiuti elTendo 1 predktti Re- ligiofi di numero, fi giudic� dal detto Pontefice? oppor- tuno il feparargli , aftegnando ad amendue le Cafe i loro proprj Superiori ; e quindi il Convento di San Marco fu fottopotto immediatamente al Generale dell'Ordine. Ma quetti Padri facendo opera di potere dare fotto il Vi-
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Vicario della Congregazione di Lombardia » come era*
no i Conventi di S. Maria Novella di Firenze , e di San Domenico di Fiefole > Papa AleiTaadro VI. ordin� nel 1496. 1' iftituzione �i una Congregazione di quin- dici Conventi , i quali fofifero fottopofti ad un Vicario generale , e perch� il Convento di S. Marco era il prin- cipale , e pi� numerofo , fu chiamata la Congregazio- ne di S. Marco. Papa Clemente VII. della Cafa de'Me- dici nel 1530. fofpefe la principiata Congregazione , unen- do il Convento di S. Marco alla Provincia Romana , e cos� unito rimafe fino a Papa Innocenzio XII. il quale volendo iftituire due Congregazioni 9 cio� una nella Pro- vincia di Lombardia , e l'altra nella Provincia Romana, dichiar� capo della Congregazione Romana il Convento noftro di San Marco , come fegu� ad� 14. di Giugno del 169$. Tante vicende per� non impedirono giammai » che-.
in S. Marco fempre in gran copia abbian fiorito Uomi- ni famofi in fantit� , e in dottrina , come fi � l'opra^ dimostrato , fenza far parola di molti viventi , ed oc- cupati ad illuftrare la Chiefa univerfale , e viepi� que- fto Convento , donde efcirono . Quindi a due almeno delle molte rilucenti Stelle ci piaccia fiflar lo fguardo. E la prima fia queir Altro falito all' Apostolico Magi- stero , e degniffimo di maggior afcendcnte il Padre* Maeftro Giufeppe Agoftino Ori! , cui deve il Mondo letterario le molte eruditillime Opere date alla ftampa . N� meno di numero > e di ftima fono i dotti Volumi del fecondo Altro nato nel medefimo Cielo , vale su dire j il P« Maeltro Fra Tommafo Maria Mamachi Teologo Cafanatenfe ? e Scrittore ehiariffimo. X. Seguono i due antichi Diplomi di fopra pro-
mefl� , riguardanti il primo la benedizione della prima pietra della Chiefa di S. Marco, fabbricata dai Mona- ci Silveftrini , ed il fecondo la IteiTa Chiefa eretta iru Parrocchia di Firenze, e tutti due fono del Vcfcovo Fio» remino Francefco Monaldtfchi > e dicono come apprefTo: Pri-
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, � Primo Diploma �
Hoc e fi ex empi um cuiufdam Trinile gii Jtgillati Si"
gillo fendenti de Cera alba » �* rubea j in quo quidenu Sigillo ab uno latere erat Imago cuiufdam Epifcopi ha- bens Mitriam in capite 5 & Virgam in manu > UBete *v�~ ro circumdantes diBe Imaginis erant hec . D. Francifci Dei Gratta Epifcopi Fiorentini . Ab alio mero latere di- Bi Sigilli erat Imago cttiusdam Agnus Dei » & li fiere- circumdantes diBe imaginis erant hec : ^ ?ax Domini me e ti m � Cuius Privilegii tenor talis efl , Franafeus Dei , & Apoftolice Sedis Gratia EpifcQm
pus Florentinns » Religiofo Vira Fratri Andree de Fa«
briano Priori Generali Heremi Monaft* & Ordinis S. Be*
nediBi de Montefano Camerinenf. Dioec. falutem in Do*
mino fempiternam .
Cupientes Re ligio forum Vocis , qui poftpofitis fuperfluU
Mundi curis.................. pie famulari
defiderant nos reddere gratiofos favorabiles ? & benignos ,
ac Venerabili a loca tali a de nomo plantare ; quae Deo acceptabiles , & populo placituros & utiles fruBus pr�* ferant UleBivos , tui pio proposto , atque laudabili li* benter annuimus , ipfumque /pedali favore grafie confove- mus lun........principaliter accedentes } ad locunu
qui vulgo Caphagium appelUtur } ad terrenum videliceP
quod tuo nuper nomine ac Monajlerii sui cmiffe , dignofee*
ris ibique Ecclejiam , et Monaft. hedificare proponis : Ec-
clefiam ipfam ad honorem Omnipotefitis Dei , ac B. Vir-*
ginis gloriofe , fub Beati Marci Evangelifie precipue ,,
ac Beatorum Confejforum BenediBi , & Bernardi voca*
buio , �r veneratone fundamus , ac facrum > et benedi'
Bum lapidem in ipfius Ecclefie iuxta ritum , & confuetn-
dinem quam Romana fervat Ecclefia pon�mus fundamentum
prefentibus Venf Patre Domino Ildebrando Dei Gratia Epi»
feopo Aretino, ac Religiojts Viris SanBe Marie Fiorente
& SanB� Miniatis in Monte Monaft. Ahbatibus } & in*
numerabili Cleri , <&* Populi multttu�ine Florent. Et quia
folent ctrda Fidelium circa pure devotioms aff� Bum } tan*
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to fortini �nimari } quanto dmpl�us proinde merita co*
gnofcuntur, omnibus mere penitentibus, & confejj�s , qui �cclefiaw ipfam deinceps die fundationis huiufmodi in pri- ma n)idclicet Dontinica Quadragefitne > ist offo diebus fgm quentibus j & in fingulis feBimitatibus prediElorum, San* �lorum Marci , �enediEli , �r Bernardi , <�r ^<?r OElanjas ipforum wfita<v�rint menerabiliter , <^ demote de Omni- potenti* Dei Mifericordia , K?r »o« �r Beate Virginit Beatorumque lohannis Baptifte , $* Zenobii Conf. Patro- norum noftrorum 4 �^ auEl, confeffts quadraginta dies de iniunBa fibi penitentia mifer�corditer in Domino relaxa- mus ; Uj autem tu & tui Ordinis Fratres fecundum me- ftram confuetudinem , & Ordinis ivflituta poffitis Domino liberius deferire tibi pr� ipfis Monacis & Ordine reci- pienti prefentis pagine aufforitate damus > atqne concedi- mus 3 & iti perpetuo manere , atqne confermati decerni» mus , quod tu Prior. tuique Succejfor* qui pr� tempore fuerint , nec non & HH quibus fuper hoc comm�feritit m'ices meftras pojfttis , i$ debeatis in di&a Ecclefia , at» que loco fic de novo fundatis ponere , inj�ituere , & de» ft�tuere Priorss } Fratres , & de (eculo fugientes re- cipere fine re qui fittone altius , mei contradi&ione cu» iufque , quodqne pojjttis mifitare , corrigere } admo- nere > folmere , & Ugare , ac etiavn punjre fecundum* Conftitut. & confuetudinem meftram , & Ordinis memo- rati prout meftra precefferit moluntas. Contradiflores per Cenfuram Ecclefiafiicam fiopus fuerit competendo \ Dantes* & concedentes licentiam tibi tuifque. Succejforibus > ac dilli Ordinis Fratribus ad bec deputandis folemmter proponen- do Tapulo aierbum Dei > audiendi Confefs, & abjolmen- di quofeumque 5 ac peniientiam ini un gt ridi fine requifitio- ne cui afque > Cafibys n.obis fpecialiter reftrmatis dumtaxat �xceptis , illos quoque qui ad yrefatnm locum finte Ec« clefam fibi elegerint Sepulturam recipiendi , & fepeliendi fine ivrium preiudicio alieni . Fratribus , i$? Fami- liaribus tuis qnibustibet predilli loci Vriores , & Fratres inib� exiUentes Sacramenta EcclefiaBisa eonfet�ndi > �? fepeliendi eos ibidem plenam licentiam , & l�betam facul* |
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tatem ; In cuiftj Rei te filmo ft, frementet lineria fieri fajfi*
wus Sigilli nofiri appenfione munita* ; Datavi Fior, d�* oBawo Martii xu. Ind* anno a Nati*vitate Domini miU Ufimo dugentefimo nonagefittio nono . Et ego Bartholus Compagnutii Jmp. auB, fideliter tran*
fcripfi fub anno Domini mcccii. Ini. xir, tempore Botti* fatii FF,-.vili, die xvn. Menf. Un* Secondo Diploma �
Francifcus Dei Grafia Epifcopu* Fiorentina* prefett*
t�bus Domino Aldobrandino Arcidiacono Urbenjetano, �>. F* Angelo de Ferufio , Fratribu* de Anfeinio , & Rolan- do de Flonntia de Ordine S* Benedici ; tradii & con- cedi t Ffiori , ig Fratribus Monajhrii SanBi Marci de nonjo conBruBi in Cafaggio Ordivi s S. Bene di Eli de Mon- tefano C ameri ne nfi* Diecefi* > et Fratri 4ndree de Fab- briano Priori Generali totius Ordini* nomine fuo 3 ac di- Bi Ordinis , ac Priori* et Fratrum diB� loci infra* fcriptam F arroch� am cum fui* limitili** ^idel�cet : Omnes Domus , habitationes tam conBru&as ,> quam conUruendas 4$ fitas inter ho? limite* ; A primo latere diBe Parroc- chie <verfus mer�diem 3 ($? 'verfu* muro* i^eteres avvita- ti* j indolendo a Via Spatariorum ^ et eundo tverfu* me* ridiem , et Ballam funt infra/cripte Domus , que pofite funt in Via Frenariorum : In primis rvidelicet : Domus Fierj, e%f Curj� Fratrum , & filiorum Forenfi* Hotarii de Vefpignano , Domus Geritimi Frenarli q* Guit(onis j & Bertmi, & Vanni* Frenariorum > & Mei' ReBori* & Baro- ni* Frenary filii quondam Mazzuoli <> & Domut Fresby- teri Venture filii olim D<lunBt,r Mugliatagli � A fecundo latere njerfu* Orientem eft Via ##tf ..,.,. fuit per long�tudinem Cafagg�i 5 que d�citut Via S. Marie > que refpondet ad Fortam Malori* Ecclefie Fl°ren^m > f*' e' rat in latere diBe Ecclefie j que protendi tur ufque ad iocum Moni ali um $, Dominici , & ficut trahit diBa Via reBa linea njerfus Fefula* , ufque ad Flumen Munioni* ; A tertio latere tyerfu* Septentrionem eft Flumen Munio- Tom. VII Y */>j
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*7°
Hts ; A quarto latere autem werfusOccidentem tncipien*.
d� a firradi Eia Domo Fieri , & Cut fi Forenfis , funt in* fra/cripte Domus , & Casolari a in parte fupradiBe Do* mas Pierii , & Curfi , & Serenai fili or um , olim D» libertini 3 & Gallorie > & Pucci de Ve frignano , & Io- anni $ . D. Farolfi , �r Cafolar�a Neri Gawucci , & Fra* trum de populo $. Martini Epifcopi , A diBis Cafola* ributter� fupra <verfus Fefulas efi fuprad�Ba Via no<va Spatariorum , que protenditnr tantum ufque ad 'viam per quam itur ad Monaflerium Dominarum SanBi Dominici s que ....... in capite Cafuggii :Que Via noma Spa- tariorum confinando diBam Parrochiam debet trahere re- it� linea ufque ad Flumen�Munionis , dome Via mitta* tur 5 & compieatur , poftquam *vero miffa fuerit, ufque ad di Bum Flumen cric , �? habeatur iuxta Viam reBanL, ]/ro confine diBe Parrochie 5 ufque ad diBum Flumen ex latere Occiientis . ABum in Epifcopal� Palatio Kal. Iulii mccc.
Ego Francifeus Meri de Barberino Index , & nunc Ve*
nerabilis Patri s prediBi No tarius, prediBis omnibus , & J�ngulis �nterfui , eaque de mandato ipfiut D, Epifcopi in publicam formam redegi � |
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V '7- .' i < -.
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« ■ 4 * -*
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*7.i"
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L EZIO N � XVII,
D E L L A CHIESA
DI SANTA MARIA IN CAMPO.
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N mancanza di ftcuri documenti il vo-
ler cercare il principio di antich�fl�me Chiefe , e la origine de' lor nomi, non mi fembra occupazione degna di Uo- mo favio : onde noi tralafciando d� riferire le mal configliate opinioni di ________ alcuni Autori , che fcriiTero intorno
all'antichit� della Chiefa di Santa Maria in Campo,
e circa la fua denominazione , principieremo dalle no- tizie del Secolo x i. full' autorit� di Stefano Roflelli , il quale favellando delle Chiefe di S. Firenze) di S. Appollinare , e di S. Maria in Campo , not� > che fof- fero ftate fabbricate da'Fiorentini circa al mille in una linea paralelia al primo Cerchio di Firenze dalla ban- da di Oriente , annoverandole altres� tutte tre tra le-» 3d. Parrocchie antiche della Citt� : e per� vera efTen- do quella epoca , in niuna maniera pofl�amo approvare quello , che fcrilTero il Padre Sandrini Domenicano , Fra Michele Poccianti Servitale Luca Chiari, mentre- che il primo vuole la norrra Chiefa edificata qtiafi fu- bito , che da Firenze fu sbandita la idolatria » e gli al- tri due la decantano fabbricata da Carlo Magno ; deb- bo per� grado di una particolare notizia al Chiari , ap- pellandola egli con quelle formole : Chiefa di S. Maria al Canto de' Bifcheri ; la qual Famiglia allato a dettai Chiefa vi ebbe in antico Cale s e Orti . Tuttavolta^ il nome primiero pi� comune, ed univerfale dato ad e(fa � fempre itato Santa Maria in Campo $ e f� il Vefcovo Y a di
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di Fiefole Franeefco da Diaccer� fcriiTe > che fofle cos�
chiamata da una Immagine di Maria trovata nello fca- varfi nel campo» con riverenza a s� pi� Prelato noi crediamo con pi� fondamento , che fof�e addimandata con tal nome fui coftume de i Fiorentini > di nomina- re alcune Chiefe appunto , perch� murate ne* Campi , che circondavano 1* antica Firenze } come S. Iacopo in Campo Corbolini , S. Maria in Cafaggio <> S. Lorenzo in Camporeggio , ed in tal guifa moire altre . E poi- ch� quella Chiefa dalle memorie fopra divifate, ci vie- ne defcritta nel novero delle Parrocchie 5 non far� pun- to difconvenevole l'accennare qui alcuni Rettori di ella. Come nel 1277. un Prete Guido , enunciato nel Tefta- mento di Bello di Ferrantino, il quale lafciando alcu- ni legati } dice come fegue ; hem , lancia Treshytero Gui- do Re Bori S* Marie in Campo fl&renor 30. roga<vit Rivai' dus de Signa . Un Prete Cione fi trova neile Procura- zioni del Clero Fiorentino al 1318. fottofcrirto ; ReBor Ecclejte SanBe Marie in Camp . Ed in altra fomiglian- te Carta del i55#. leggefi : Yresbyter Tetrus ReBor San- fli lufti , & Cavellanus SanBe Marie in Camp . Ma_* ritornando al fuddetto Rettore Guido ? mi piace di nota- re , che a lui devefi il primo ingrandimento della Chie- fa , eflendo irato per ci� fare aiutato con di molti la- iati, tra'quali non � da ometterli quello della Contef- fa Beatrice figliuola del Conte Ridolfo da Capraia , e moglie del Conte Marcovaido : Fec« ella il fuo Teita* mento il di 18. di Febbraio del 1278, il cui originale co�'iervafi nell' Archivio di Ceitello alla lettera O , delia quale Cartapecora altrove fi � favellato in que- lla noitra Iftoria ; in elfo teftamento adunque la dettai Beatrice avendo dichiarato fuo Erede univerfale il Mo- naiterp di Settimo , fa di molti lafciti, de* quali uno � il feguente ,> Item , lafcia per ingrandimento della Chie- jj fa di Santa Maria in Campo , al Rettore Guido lib- 5, bre 100. ABum in Domo Corniti> Guidi Pop. S. Ma* 5, rie in Campo . Ego Rinaldus lacobi de Signa index, � & Not. >, Conviene per� dire* che non ottante l'in- --j gran- |
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grandimento delle Mura, la Chiefa decadere dal fu©
luftro o per motivo di povert� , o di negligenza de* Preti, avvegnach� Franco Sacchetti nelle fue Novelle raccontando un cafo graziofo ivi accaduto» chiaramen- te dimoftri l'infelice flato, o governo di quefta Chiefa. II. E alle date fin qui notizie di Santa Maria in.
Campo, arroger mi piace le appreflb memorie , cio� a dire j ehe effa fia ftata prebenda d* un Canonicato, che potTedeva circa Tanno 1500, Alderio degli Aliot- ti , che poi rinunziollo , come trovati accennato nella Bolla di Papa Giulio IL del 1507. che riporteremo in- fieme con altre, quefta fu diretta a Guglielmo Folchi Ve» ftovo di Fiefole , nella quale appare altra vicenda della.» medesima Chiefa » che era fiata data in Commenda dal fuddetto Pontefice al Cardinale Giovanni Arcimboldo Arcivefcovodi Milano} immediato antecedere di detto Gu- glielmo } come ne parla l'Ab. Ughelli ne* Vefcovi di Fiefole . III. Ma volendo oramai venire al racconto della felice
condizione toccata alla Chiefa di S. Maria in Campo paf- fata non fedamente in dominio perpetuo de' Vefcovi Fie- folani , ma eziandio diftinra col privilegio di elTere Cu- ria de* medefimi , mi far� dal motivo » che diede im- puifo a* Pontefici di fare una fomigliante concetTione > e bench� fia d'uopo , che entriamo in una Storia, che abbraccia cinque fecoli , fpero di riferire tutto , e fom- mariamente al mio Leggitore , il quale quando bramalTe una pi� dirTufa informazione , potr� leggere quella , che in Venezia fu data alla ftampa da un Anonimo Auto- re , e dedicata a Monfignor Filippo Neri degli Altovi- ti Vefcovo di Fiefole.. E per� principiando dal xiii. fecolo , fino al quale la Chtefa di Fiefole and� illuftie quanto altra mai �i Vefcovi fuoi e Martiri , e Santi» e Uomini zelanti , e fapientiffimi , con ribrezzo della mia penna dir� , che nel 1216. o in quel corno , al governo di detta Chiefa era entrato non un Pallore , ma un Mercenario per nome Rinieri , i cui vizj, e fcan- dali giunfero a s� enormi eccelli y che non avendo egli modo come contentare i fuoi illeciti appetiti, qual sfac- ciato |
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ciato adultero j e dilapidatore della fua Ghiefa , fpo*;
gliolla de' beni , alienando in mano dei Laici e terre, e feudi , e rendite Eccletlaftiche , con tale pianto 3 e fax ipiri de* buoni Cittadini, che commoflb Papa Onorio IfL* deput� T Abate di S. Galgano per riconofcere le ftragr fatte da s� vorace Lupo , con un Breve del 1218. Da' trum Reat. vi. ldf luli� un. Tontif. 3. che per vero dire ^ fu un mortale fulmine al vizioio , ed odiato Vefcovo;- imperciocch� nel feguente anno 1219. di cordoglio»" mo- r� Rinieri j e refpii� Fiefole, fperando dalla vigilanza dei Pontefice Onorio un Vefcovo, che ripararle le fciferte mi- ferie , e calamit� . Ma per quanto quella ChitTa folte una Spofa nobilifl�ma, parecchi la ricufarono nel vederla fen- za dote , e fchiava di Ufurai potenti, nelle cui mani erano pallate 1* entrate della M�nfa . IV. Finalmente piacendo a Dio di confolare V ani-
mo follecito del Pontefice) e il pianto delle Pecorelle) il nuovo eietto Pallore fu Ildebrando da Lucca, il qua- le fai� a Fiefole apparecchiato ad ogni forte di patimen- ti , che vedeva fovrat�are ad un Vefcovo rifoluto di foc- correre la �i folata fua Spofa , di difenderne i violati diritti , e di ricuperare le ufurpate rendite ; e con- ciciTiach� i beni della Menfa con titoli palliali fi go- devano dalle primarie potenti Famiglie Forentine, non and� guari , che Ildebrando principi� a provare gli ef- fetti delio fdegno del Comune di Firenze , il quale fat- toci Protettore degli Usurpatori delle entrate Vedovi- li di Fiefole ? prefe a perfeguitare Ildebrando, fino ad obbligarlo di andarfene efule a Roma , e que/to efilio dur� da otto anni , non orlante le indui�rie di Onorio mefculate con minacce, le quali leggonfi ne'Brevi ferir- ti dal detti) Pontefice a' Vefcovi di Modena , di Faen- za , e del Fiorentino , e che fui fine dar� , come im- portantifiimi alla noftra iftoria , Morto Papa Onorio fenza avere terminato �* affare , tocc� a Gregorio IX. la gloria di concludere la pace tra Ildebrando > ed i Fiorentini nel 1228. come fi vedr� dal Breve , Datum* Luterani 3. Idi. Ianuari� an* 1. font�f. e primieramente |
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*7S
egli don� l� Ghi'ef� di Santa Maria in Campo ad Il-
debrando ,;e aVfuoi fucce(Tori in perpetuo : ordin� iru fecondo luogo , che il detto Vefcov� sboifalle tremila lire Pifane da diftribuirfi a'Creditori della Menfa EpU fcopale di Fiefole dal Comune di Firenze , in foddisfa- zione de'debiti fatti da Rinieri, che per� non fi par-- laiTe delle ufure ,; e perfine volle , che il detto Co- mune a fue fpefe fabbrica�le allato a Santa Maria ip Campo un Palazzo per abitazione de1 Vefcovi Fiefola- ni � fperando cos� Gregorio , che pi� itabi�e , e ficura^ farebbe itata in avvenire la concordia tra i V�fcO* vi , ed i Fiorentini . Ed ecco illuftrata V epoca giorio- fa di noltra Chiefa divenuta nel 1228*" refidenza de* Vefcovi di Fiefole , i quali pofcia nel 1259. ebbero da AlelTandro IV. ahro Privilegio di renere quivi la Cu- ria» e Tribunale per le cofe di loro Diocefi , coru Breve datum Anagnia vili. KaL Decembr. Fontif. a». V* V. Ma nelle fopraddette Concefl�oni Pontificie non facendoli parola di tanti altri Privilegj , che inoggi godono i Vefcovi di Fiefole ftando in Firenze) notar mi giova » che f� in que* tempi antichi elfi volevano in Santa Maria in Campo tenere Ordinazione» chiedevano la licenza al Vefcov� d� Firenze, come cotta nel libro detto il Bullettone, dove fi leggono regiitrate famigliami licenze } piacendomi di riportare qui una fegnata al numero 15. con quefto titolo 3J Licenz'a di ordinare., j) data al Vefcov� di Fiefole , e dice ; Dominus Frart* cifeus ( Monaldefchi ) Epfcoyus Florent. concedit licettm tiam Domino Fratri Francisco Ord. Hum�l. Vicario Gc~ nerali Domini Angeli Epifcojti F.efulani celebrandi ord�- nationem in Ecclejia S. M, in Carneo t Carta Scr Iunte Bindi Hot. Ma il libero efercizio per� di quefto , e d* altri privilegj, che ora gode la Chiefa Fiefolana in Fi- renze , fi vede che era riferbato al Vefcov� Lorenzo della Robbia parente di Urbano Vili, del quale � i' ampbfl�ma Bolla » che incomincia : Ad Romanum fye~ Bat Font�ficem &c. Datum Romas a$ud S. Per rum, fub unnftfo Ftfcator�s die v. Mai? mdcxxxix. an. Fontif. no* |
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firi xvu concedendoli con efla al mede/imo Lorenzo Ve-
scovo di F�efole , ed in perpetuo a i fuoi fucceflbri di potere in Santa Maria in Campo di Firenze s -e* fu�u Parrocchia , efercitare rutti gli Ufizj Episcopali s come f� fo0e in Diocefi . Ma per maggior chiarezza delle.» cofe riferite infin qui } riporteremo per ora la feguente memoria incita in lapida nella Cancelleria) e dice come apprcflb; » VRBANV3 VJII, P�NT, MAX, PRIVILEGI A AIEXANDRI
PAPA E IV, FESVLANAE ECCLESIA E CONCESSAPECL ARA VIT ET CONFIRMAVIT . AC INSVPER AD VBERIQR1S GRATIAE ' CVMV1VM MOTV PROPRIO SANCIVIT VX LAVRENTIVS
ROBBIA ly�ODIRNVS EpISCOPVS EIVSQVE SVCCESSQRES .^TIAMTAM^VAMAPOSTOLICAESEPIS DELEGATI PQSSINT;
APVD PARROCHIALEM S, MARIAE 2N CAMPO AD ECCLE- SIAM FESVLANAM PLENO 1VRE SFECTANTEM ET CAVSAM SVBD1TORVM COGNOSCERE ET IN ILLOS TAM REAXITER QyAM PERSONALITER EXEQVI pACERE NON TANTVM INTRA LIMITE? EiySpEM PARROCHIAE SED IN QVA- rJCVMQVE ALIA PARTE CIViTATIS ET DIOECESIS FLQREN-
* TINAE. PROVT IATIVS IN LITTERIS DATIS RDM�E APVD ■
gANCTVty PETRVM SVB ANVLO PISCATORI^ PIE V, MAH . PCXXX1X, PONTIF, AN, XVI.
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4 �.
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LE-
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-----------,MM
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*77
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LEZI O N E XVIII.
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CHIESA
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DELL
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DI SANTA MARIA IN CAMPO IL
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I.
[ potettero credere i Privilegi concefl�
dai Papi alla Chiefa di Santa Maria in Campo , e maffimamente da Urbano Vili, confermati, ed accennati da noi nella Lezione antecedente ; quando qui _________�. rammentar ci fa d' uopo una vicen- da del fecolo paflato , la quale f� non ifpogli� quefta Chiefa delle Pontif�cie pregiatifl�me conceffioni , venne.» per� a percuoterla nella parrochiale iurifdizione . Av- vegnach� inforta graviflima controverfia tra 1* Arcivefco- vo Iacopo Antonio Morigia , ed il Vefcovo di Fiefole Filippo Neri degli Altoviti , e difpiacendo al primo le tante pubbliche Funzioni Episcopali , che folennemente efercitavanfi da i Vefcovi di Fiefole > non folo nell�L. Chiefa di Santa Maria in Campo > ma per le vie delia Parrocchia rnedefima, principiarono le formali giuridiche inibizioni ufcite dalla Curia Arcivefcovile > in maniera che la lite portata a Roma, molto Copra di efla fi fcriffe da ambe le parti , e non pochi anni paffarono prima della fofpirata concordia 5 inabilita finalmente d�lia Sa- cra Romana Congregazione , pet la quale fi abol� la^ Cura di Santa Maria in Campo , che reft� aggregata a quella del Duomo , e per confeguente fofpefe furono le folire ProceiTioni , falve per� quelle de* Sinodi in cafo* di averli queiti a celebrare in detta Chiefa » con la_. condizione, che il giro di fomigliante Proceflfione fi con- tenefie nel recinto della Piazzetta della Chiefa . Nel ri- manente illefi recarono i Privilegi > che godevano in* Tom. VIL Z Fi- |
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Firenze i Vefcovr dr Ffe'fofe- (jh�* df l� In por avvf me*
moria1 di alcun minima finiftro incontro' tra le due_^ Curie- .- II. E venendo ora alla defcrizione della Chiefa in-
novata pi� fiate, ma fempre Tuli* antica pianta, e vale a dire' y lenza mar aver tolto via il difetto1 dr fua fpropor- zionata lunghezza r contanfi in efla cinque Cappelle > comprefb l'Aitar Maggiore* il quale � Padronato degli Uguccioni v come appare dalie Armi di? detta Famiglia in pi�* luoghi , e dar una lapida Sepolcrale della mede» {ima nel; pavimento.. Quivi pero3 per pi� decoro > dal moderno Vefcova Monfignor Francefco Maria1 Grnori � italo colorito un arco foftenuto da due Colonne, che formano una- Tribuna dipinta a frefco da Carlo Sacconi , il quale altres� fu Te due Porre larerali irr o- vati eiEgio S, Romolo Vtfcovo , e Martire, e S. An- drea Corfinr Vefcovo ,., veggendovifr fu.il' Altare uru Affunta di' Maria ;: Le quattro Cappelle por lungo io* Nave della Chiefa fono uniformi pe '1 difegno de* pilaftri,. dell* architrave,, e dei frcntefpi^io di pietra- ferena » tro- vandoli alla prima nelP'ingreifo a manritta un Croci- �ffo dr rilievo con appi� Maria , e S. Carlo full' aff� ; a mano manca viene la Cappella della Piet� per uru Criito motto pur di rilievo, fatto al quale in tavo- la Mari» .Baia fi» con beile attitudini color� alcuni An- gioli.. Segue dalla fteffa banda la Cappella detra della Nativit� di Maria ? la quale d�lie armi di Diaccer� nei piediftalli dimeltrafi ei�ere irata fatta o da Angiolo* o da Francefco da Diaccer� y amendue Vefcovi di Fiefole r in onore di queir Immagine di Maria anti- chiflima , e che g�ufta V opinione poco verifimile d'al- cuni , fi vuole , che ella donarle il nome alla Chiefa ; ma perch� la detta Effigie era' totalmente fcalfiua, fuvvi collocata altra Tavola di Maria j che cuopre la vern- ila . Sopra della Mcnfa di quefto Altare ripofa il Cor- po di S. Giulio Senaror Romano , e Mature , dal Ve- fcovo Lorenzo della Robbia collocato in un Depofito di marmo bianco» con varj inragli» e fonovi alle parti |
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laterali le Armi del jnedefimo Vefcovo inquartate «coil»
quelle di Papa Urbano VJII. je^gendofi in mezzo ^*,ap- preflb Iferjzione ; T>, O. M.
p. 1VLII SENAT0RIS ROM. IT MART, CORPVf
E COEMET�RIO CAJLEPODII ERVTVM
AC VRBANI �Uh -Ri M. BENIGNITATE ACCEPTVM
LAVRENTIV.S ROBBIA EPISCOPVS EESVJL. Et COMES
JIVS IN EONVM AC IN MVNERIS AVCTOREM GRATV8
HOC SARCOPHAGO lNCIiVSIT V
XVlv KAtv 1VMI M. th CXXXXIII.
E rie'due fpa2J laterali a detta Udizione fi ledono le
ieguenti parole : A* due latti;' IX MARTYROIOGIO ROMANO
SENATORlAM PVRPyRAM IN SANGVXNI AGNI DEALJBAVIT * SVB COMMODO IMPERATORE � ANNO
A PARTY yiRCINIS» CLXXXXII. XIV, KAL» SEPT. III. Il Vermont ne'fuoi Diarj fcriSh �i quefto Sa-
cro Corpo , coim* f gue 3) 17. di Maggio 1643. per il ,, Corpo di S- Giulio Senatore Romano , � Martire t 3, dar� da Papa Ui b�rio Vili, al Vefcovo di Fiefole_» � Lorenzo delia Robbia , fu fatta uria foJenne trasla- � zione con Hijocejfio&e dai Monarlero �i Annalena , a fino a S. Maria in Campo * tre giorni itene efpo- 5) fio in quella Chicfa } e poi collocato focto V Aliare 3, in una Caffo■ di cnftalii . � IV. Neil* ult?ma Cappella > the � in feccia a San
Giulio, il Cavalier Francefco Curradi vi dipinfe Ma- ria col Bambino Ges� in attitudine di lafciarlo nelle»» braccia �i �>an Filippo Neri, e fonovi coloriti altri Santi. Ma qui fa d' uopo , che ripigliamo il giro delle pareti della Chicfa 3 alle quali collocati ravvifeiemo pregevoli Z 2 mar.
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marmi) e nobili Epitaffi. Allato adunque a quello AU
tare dalla banda dell' Epiftola , evvi l' Arme , ed il Bu- tto di marmo del Vefcovo Luigi Maria Strozzi con Tap- preiTo Ifcrizione : IN SPE CHRISTI OVIESCIT
ALOYSIVS MARIA STROZZA
ALEXANDRI SENATORIS F. CAROLI SENATORIS N.
CANONICVS FLORENTINVS . ANNIS XVI. VICARIVS
ET FERE XX. FAESVLANAE ECCLESIAE EPISCOPVS VIGILANTISSIMVS
CVI SVMMA PONTIFICII IVRIS SCIENTIA . MORVM SANCTITAS .
IVSTITIA, PRVDENTIA. ADSIDVVM INEXHAVSTAE PlETATIS
�TOJAE ECCLESIASTICAE DISCIPLINAE RESTITVENDAE STVDIvM . MODESTIA , COMITAS . BENEFICENZA . CONSILIA OPPORTVNE DATA APVD OMNES ORDINES GRATIAM ET IMMORTALEM GLORIAM COMPARARVNT .
CAROLVS THOMAS STROZZA
FRATRI OPTIMO M0ERORI3 SVI MONIMENTVM P.
VIXIT A. LXII. M, III. D. X.
OBIIT IN SOMNO PACIS Vili, IDV3 IANVAR. A. CIO, IO. CC, XXXV.
Addirimpetto al fuddetto viene pure al muro in alto il
Vefcovo Roberto Strozzi , con Arme > Effigie in mar- mo , e il feguente Epitaffio : D. O. M.
KOBERTVS STROZZA LAVRENTII SENATORIS FLORSNTINI ET
DIANORAE FRANCISCI CARDINA . BANDINI, NOBILISSIMA VTRIN- QV� ORTVS. PARENTIBVS. OCTENNfS S. IOHANNIS HIEROSOL. EQVESTRl BALTHEO PRAECINCTVS . SACRJS IMBVTVS STVDIfS . EX CANONICO METROPOLITANAE FLORENTINAE COLLENSIS PRIMVM ECCLESIAE ANTISTES RENVNCIATVS . FE3VLANAE DEIN SEOIS EPISCOPVS ELECTVS . ZELO FLAGRANS . PRVDENTIA EXI- MIVS . IOHANNIS CAROLI PRINCIPIS CARD, MED. ROM AE NEC NON PER LIGVRIAM. LEOPOLDI ITEM PRINCIPIS CARD. MED. ROMAE CONTVBERN�LIS . CLEMENTIS IX, P, M. INTER SACROS AD STANTES PROCERES ADSCRIPTVS . DIERVM PLENVS ET GLORIAE PIE IN DOMINO OCCV8VIT . HJC SEPVLTVS A. D. MDCLXX. IV. NON. APRILI3. ALEX. AMBROGI SACERDOS FLORENTINVS . TANTI PON- TIFICA PER DECENNIVM FAMVLITIO DECORATVS � NE CLARISS. VIRI. AC DE SE OPTIME MERITI MEMORIA PEREAT . LEGATA EXTREMIS TABVJLIS PECVNIA . PERENNE MONVM. PONENDVM V0LV1T.
So-
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ita
Sopra la Porta laterale appreso allo Strozzi affiflTa fi ve-
de una lapida in memoria della Confagraziome della., Chiefa , che fece Monfignor Frat�cefco da Diaccer� > e^» dice cos� : VETVSTISSIMVM HOC TEMPLVM OCCASIONE IMAGINIS BEATISSI-
MAE VIRG-'HIS MARIAE HIC IN CAMPO QVOMDAM REPERTAB
CONSTRVCTVM ET NOMlNATVM.MlRACVLlS CLARVM.DEVOTIONE
FREQVENS. REVEREND�SSIMVSDOMINVS FRANCISCO CATANEVS
DIACCETiVS EPISCOPVS FESVLANVS IN MEMORIAM ASSVMPTIO-
NIS EIVSDEM �EN1TRICIS DEI CONSECRAVIT DIE XXV. MARTI!
ET IN ANNIVERS. XL. DIERVM INDVLGENTIA AVX1T . ANNO
SALVTIS M.D.LXKXV.
Pattata poi la detta Porta , ricorna altro DepoGto �il,
marmo » che � del Vefcovo Lorenzo della Robbia col fuo Rirratto dipinto da Valerio Gafini , ed Ifcrizione , che dice : \ LAVRENTIO DELLA ROBBIA ALOYSII ET GINEVRAE DE POPO-
LESCHIS VRBANI Vili. P. M. CONSOBRIN AE. FIL. EPIS. CORTONENSI. DEIN FESVLANO . CVIVS ECCLESIAE IVRA AVXIT . EIQVB CLERICORVM SEMINARIO A FVNDAMENTIS EXCITATO . AC SA- LVBERR1MIS INSTITVT1S MVNITO MIRVM IN MODVM CONSVLVIT . AB1NFANTIA INTAMINATO VltAE CANDORE PRAECIPVO IVSTI- TIAE ATQVE ECCLESl ASTICAE D1SCIPLINAE STVDIO ET PASTO- RALI VIGILANTIA APPRIME CLARO. DECESSIT Vili. KAL. FEBR- AN. S. M.D. CXXXXV. VITAE IL. SI COMPVTES ANNOS AETATE INTEGRA. SI PRAECLARA FACINORA QVAE GESSIT LONGEVVS AC PLENVS DIERVM CAMILLA MEDICEA FRATRI DESIDERATA. MOESTISSIMA P. Altra memoria di quefto illuftre Prelato trovai! in que-
lla Ghiefa , ed appunto incontro alla fopra riferita lapi- da , ed � 1* Effigie , ed Epitaffio di fua Madre > che^ ragion vuole s che qui noi riportiamo : D.O.M.
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; � ; P. 0. M, ;'"-/ rx'
CINEVRAE POPOLESCHIAE EX SYLVESTRO, ".
ET GINEVRA VCAKC)LI BARBERINI FIJLIA
AL�Y5II ROBBIE &ON.IVGI AM ANTISOM AE . ANIMI INTEGRIATE. AWRVM SV&VITATE» PRVp�*�TlA, ET PtETATE pONSPICVAE
FR. IOAN. ROBBIA �PJ =Cx>PVS BRlCTINGRlEfiF. �T EAVREN1IVS EESVL. ANTI5TES . EE, JOPTIMA E P \P F-NTI PCSVEJRE , CBIIT A. D. M. DCXXXVHI. PPTDIE KAL. SEPT. VIXIT ANN. LXXX. M. IH. P. XX. V. Anche nel Pavimento occorrono molte lapidei*
d* illuftri Famiglie da ©(lervarS » come de* Gherardinij dea Capitani } de* Soldani , td il Signor Manni di due altre aflai vetufte favella nel quarto Tomo de' fuor Sigilli ) ina pag. So. �051 *> in Santa Mafia In Campo ,j fi trova $ep. de Vili (ini $ ,, e alla pag. 133. altra che dice 9} Crefci del Buono di Tara Tragga faii* ?» N� da* tacerfi � V origine della Congrega de* Preti detti delia-, SantirTima Trinit� , la quale ebbe il �uo principio J iru Santa Maria in Campo s bench� pofcia xe&� unita alla^ Congrega delia Concezione . - VI. E per fine riportiamo le Bolle utili affai ad
ifchiarire le cofe da noi iln qui riferite ibpra 3anta Ma- ria in Campo, IJonorlut Epifc�pxt Sewits $er<vorum Dei, f)ikBtf
J�iliis S�nBi Galgani , i$ '$+ Mifhaelis difcalctatortwL* Abbatibu* &c, Jfcendit ad nos tlamor JEcc/efie Te fidane fejfe iam
a trmltrum wtijtitfidine , que non ab bofie > fed ab ami' �0 � nec ah gxt rane* pafitur > fed a Sfori fo , fi tamev>> qui fia ra^it , fit e�us .dtcpnduf awicus , meh fponfvs rcptitari e ebear , & poh tvechus j qui Sponde honejlatem fyont'c* iontemnem , ttt jlltc�tos mercetur simplexus , prodigit do- fem ems , Nam /^uod J�ne dolora piar imo referre non pof* |
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ftiwtts', & rumore » Fefvlan'j? Epifcopuf rattoneto fenfua-
t�tati , d* fpir�tum carni d'iettar tfque adeo fubiecijfe9 quod contempta Pontifici? gravitate*, carnali bu? defider�is) que militant admerfu? animar?? f� inyolnjen? ? pra<vaque^, qtte non licer > turpi a » que non decef > & vana que horu expedit <, in etate fenili iuveniliter operetur , & quia non p� te fi fine gravi bu? fumptibus fuis *v.o instatibus fatisfa- cere -, utpote qui non fot un* fecre forum fuorum confeiis «tW- r�m etiam aliis , ne ignominia*}? revelent ipfius , multa' co g� tur datnn abili ter e largiri , bona Ecclefie F� fu lane' pe- ne periitus diffipavit , nec contentus res mobile? , qu�bus incubabat , confummere , res etiam immobile? prodiga- ma- nti d�flraxit 5 & quafdam' do navit fub vendi t ioni s fpecie1 fimnlate aliis nthilominus infeudati? in irreparabile ipfius Ecclefie detrimentum > contro: iuramentum proprium temere gemendo » ita quo� ficut ereditar vix' } *vel nunquant* pofl deceffum ipfius Epifcopi erit , qui velit fibi fuecede'- re y intantum erit ipfius Ecclefie non folum forma v fed fubftantia annullata » Volentes igitur defeendere t oc ve- dere utrum clamor huiufmodi meritati nitatttr j diferetio- ni i/e /Ire per Apo ftalica fcripta mandamus , quatenu? ad Ecclefiam ipfam perfonalifer accedente? } vel fi hoc fineL, fcandalo effe non pot� fi , vacante? quo? propter hoc vidtm riti? evocando?, & habentes pre oculis folum Deum : in* quiratis fuper premifps omnibus diligentiu? ver�tatem' % & quod inceneritis per vefiras vobi? litteras fidelitep termine ti sr-i prefigentes eidem Epifcopo term'mum rompetene tem , quo nofiro confpe&ui f� reprefentet r recepturo pr<y fuorum exigentia meritorum &c* Datum Reat* VL Idus lulii > Pont, nofiri anno" j*
IL
Honorii Tertii Stimmi Pontifici?) Commijfio caufe de
iamn�? Epifcopatui Fefulano illatis per c%nnivent�am Epi- fcopi' Raineri i , �?' de ini urli? irrogati? fuccejfori Epi* feopo Ildeprando *■ Honoriu? Epifcopur Servur Servorum Dei v Venera-
mi Frani Epfcopo Faentino , & diletti? Fili�r Abba* ti
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4* No n�to tuie Vintiti enfis \ feu nultius ViecefiV", fy Ma-» g�ftro Tancredo Canonico Bononienfi falutem, cb* Apofio* licam henediBionem. Scribentibns Nobis olim Venerabili Fratri noftro E*
ftfcopo Mutinenfi, ut perfonalitsr accedens Fhrentiam, Toteflatem , Confil�arios , &* Populum Ci'vitatis e�ufdem momret efncaciter 5 cb* induceret ad fatisfaciendum de*, damnis > �r iniuriis irrogatis Venerabili Fratri nojlro , (^ Mccle/iis Fefulanis 5 &* ,/? necejfe foret 5 censura Ecclefia- fina coarBaret, *V? jw Mutinenfis mandatum nofirnm, & gdmonitionem diligenter executus datis indudis lite non tonteftata 5 procejferat revocato Communi Fiorentino , quia banni<vcrat prediBum Epifcopum Fefulanum contra Deum, cb* Ecclefiafticam libertatem , propter iniuriatn , banni ex* penfas y & damna tali occafione f� e ut a taxatione , Inra- mento premiffo in milU libras ufualis monete eidem Epi- (covo Fefulano fententialiter duximtts condemnandum : ce- terum caufam fuper aliis damnis , & iniuriis ab eodsni* Communi prefatis , Epifcopo , ist Ecclefiis irrogatis fic woBre diferettoni duximus committendam > per Apofiolica niobis fcripta mandantes , ut de notoriis fatisfieri faciatir 4�fdem > �f de dubiis , habentes Deum pre oculis , cogno- j"centet , quod iuftum fu erit 5 appellatione poBpofita , de- ternatis ? facientes quod decreveritis per cenfuram Eccle- fiafticam firmiter obfer^var� . Tefies autem , qui fuerint no- minati i fi fi grafia > odio } *vel timore fubtraxerint , per senfuram eamdem > ceffante appellatione , togatis meritatis teftimonium perhibere ; Quod fi non omnes bis exequendis totueritis interejfe « duo meflrum ea nihilom�nus exequantur � Datum Laterani <5. ldus Unii Pont. Noftri anno via,
III.
Eiufdem Honor�i Tertii Stimmi Vontificis Avocati* skfdem Caufe a Commijfari�s ad Sanciiffimum . * Honorius Epifeopts Scrvus Ser^vorum Dei) DileBo in ChrtBo Fratri No&ro Epifcopo Fiorentino . Grave nialde gerimus , quod Ci<ves Fiorentini Ven.
Wrtttn'm noftrym Epifcopum Fefulanum in Epifiopali di* gni*
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185
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gnitath iniuriam 5 �' Apoflolice Sedi? contemptum exu*
lare compelhnt ^ boni? Epifcopatu? , & Ecclefie eiu- fdem'■�,■ referenti a divina 5 & noftra poftpofita > occupati s � i?� quidem nifi amor , ^//«f;^ W Cinjitatem Florentinam ha- hemu?, motum no Bri animi cohiberet » /.tff�z fecijfemus eo? pena decente cognofcere j quantum doleamu? de gravami~ ftibus , cb* ini uri; s ab eifdem �pfi Epifcopo irrogati! . 5W #?«■ /» z'« <*Y ex.cufare negligenti am tuam pot�? } ^»/ C7- «u^j *�/«>/ , /#*# jf?fo fai ut e animarum fuarum , quaranta tihi efl follicitudo comm�ffa > *//«* pr� compafftone ipfius Epifcopi deheres ab iniurii? huiufmodi refrenajfe . Licet igitur caufa huiufmodi Ven* Fratri noftro Epifcopo Fa* sventino , 4st Collegis eius �am dudum fuerit ab Apofio- lica Sede comm�jfa » quia tamen propter Civium ipforum diffugia, nondum efi proceffu? habitus in eadem �> ipfam ad examen noftrum duximu? revocandam . Ideoque mandamu? \ quatenu? Pot� flati} Confiliariis, �* Tonalo eiufdem CU gitati? ini unga* $ ut in Kal. Februarii proximis , qua* ei terminum peremptorium affignamu? ,per Procuratore? ido- neo? , & fujficientes compareant corani Mobi? eidem Epi- fcopo fuper invajione, deflru&ione } & detentione honorum Epifcopii fui , #* Ecclefiarum eius exhibituri , quod orda propofuerit rationis , aut compofitur� , fi fieri poterit 5 cum eodcm<i denunciando eifdem > quod nifi fujficienter ad defen- dendum , & componendum tranfumpferint ad terminum fu- pradiBum : Nihilominu? in negotio ipfo , quantum fuadebit ratio j procedemu? } quod autem fuper hoc feceris ? nobis per litteras tua? , cure? fideliter intimare . Datum Zaterani io. Kal* l�nuar. Pontif. noftri anno
undecima. IV.
Gregorii Noni Summ� Pontificis 'Bulla Concefflon�s
Ecclefie Parrocchiali? $, Marie in Campo Ci vitati? Flo- rence Epifcopo Fefulano , ; » Gregorio.?. Epifcopti? Servu? Servar um Dei . Venera-
UH Fratri Epifcopo Fefulano falutem > ist Apoftolicanu Bene ditti onem . Controverfia , que inter te , i$ Cive? Fiorentino!
. a Tom. VII. A a fub* /
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iS6
fubortn fuevat » noftra provinone fopita , quia v�dimus t
quod ex cohabitatione FeJ'ulani Epifcopi , maior inter eum, .&■ Commane Florentinum poterai concordia provenire y �* maior Epifcopatus F� fui ani fecuritas , -�r* utilitas procu- rari ; Ecclej�am Sanele Marie de Campo citm pertinentiis fuis tibi providimus conferendam. �/> igitur hec noftra^ provifo perpetuane habeat firmitatem , prefatam Ecclej�am cum pertinenti�s fuis de Fratrum noflrorum confitto ti- hi , & fticcejforibus tuis perpetuo iure conce'dimus liberante & exemptatn } non objiante quod in litteris Vensrabilis Fratris noftri Episcopi Fiorentini ) & publico inftrumeit- to , qnibus fuum fuper hoc expreff�t affenfuvt , nihil de* Capitali continebatur affenfu , cum nos eius fupplendum duxerimus in hac parte defe&um . Halli ergo omnino ho* mimtm l�ceat hanc noftre cernefl�anis pagina»» infringere > vel ei aufu temerario contraire* Si quis autem hoc at- tempiate prefumpferit , indignationem Omnipotentis Dei > <& Beatorum Vetri y & Fatili Apoftolorum [e noveri t in- tur fu rum � Datum Luterani IL Ida sianuarii Fontificatus noftri an*
no primo . �*■■.; \\ V.
Eiufdem Gregorii Noni Summi Pontifici s , CommiJJ19
Executionis fupraditle Bulle . Gregorius Epifcopus Servus Servorum Dei» DileBis
Filiis de Ficiedo , '& de Elmi Abbatibus Lucane , �* Val* tcrrane Diecejts Salutem , & Apoftolicam Beneditlionem'. Controver/�a 5 que inter Venerabilem Fratrem noftrum
Epifcopum Fefulanum , & Cives Florentinos fuborta fus- rat � noftra provinone fopita > quia vidima* quod ex co- habitatione Fefulani Epifcopi maior inter eum , & Com- munc Florentinum poterat concordia provenire , ac maior Epifcopatus Fefulani fecuritas, & utilitas- procurari > Ec- clej�am Sanale Marie de Campo cum pertinentiis fuis ipfi Eptfcopo providimus conferendam. Ut igitur hec noftra.* .frovifio perpetuam obtineat firmitatem . prefatam Ecclej�am cum pertinentiis fuis de Fratrum noslrorum confitto eidem Eptfcopo , ist Succejforibus fuis perpetua iure concejftmus |
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li��ram^ ^extmptam y non obBante quod in l�tteris Ve*
ner abili s Fratris noftri Epifeopi Fiorentini , & publico in&rumenio 5 quibus fuum fuper hoc expreffit affenfum, nim hil de Capituli continehatur affenfu , cum nos eius fup~ plendum duxerimus in hac parte defeBum . Unde nos ipfi Epifcopo Fiorentino noftris damus l�tteris in mandat�s > ut Ecclefiam ipfam cum pertinentiis fuis ditto Epifcopo F�]'ulano liberam, �? exemptam affignet, & ipfum in eius cor por aleni pojfeff�onem inducat ; ContradiBores ,fi qui fue* rint , ut rebelles , moni tione premi/fa per Ecclefiafticanu Cenfuram appellatone poBpofita competendo . Quocirccu difcrettoni *veftre per Apoft olita /cripta mandamus quate- nus nifi prefatus Epifcopus Florentin/ts mandatum nofirum infra decem dies pofi fufceptionem literarum nofirarunu fuerit executus y evos ex tunc illud authoritate nofira* fublato cniuslibet contradittionis 9 4$ appellationis obfta* sulo exequi procuretis . Datum Lateran� ni. Idus lanuarii, Font* noftri anno L
VI.
Arbitrium eiufdem Summi Tontificis fupet pendenti*
bus caufis fupradiBis cum confenfu partium, Gregorius Epifcopus Serwus Servorum Dei } Tote-*
flati ) & Communi Fiorentino . Officii noftri follicitudo depofcit } ut contro<verfias,
que ad noftrum perferuntur examen , ftudeamus iudicio , liei concordia celerius terminare, auatenus litihus congruo tempore fop�tis litigantes mutuo iungi poffint rinculo caritatis . Cum igitur Inter ^vos ex parte una , & Ve" nerab�lem Fratrem noftrum Epifcopum Fefulanum ex al* tera , fuper quihufdam domibus, redditibus, poffeffonibus ^ caftris , damnis } & ini urti s filati s fib'i:» & Ecclefiis fuis, necnon inter eumdem Epifcopum ex parte una 5 & Ugo* nem de Veclicetto>-} Rainerium Meiliorelli j Reinerum tJgonis Rujfi ? Guidonem Macigni , ac Rogerinum Gianfiliazzi $ & quofdam alios Ci<ves Florentinos t ac Fefulane Diece* fis ex altera^ fuper quibufdam debitis queslio fuijfet dia* �ius agitata > & tandem a dile&is Filiis Ildeprando Al* A a 2 de-
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Kemarii} & R�itterio �LnfiUt fheurater�but *beftrtt > alio*
rumque prediBorum , qui a wobis componendi } & arbitro?
eligendi , atqu e etiam diBis Cimibus , & aliis compro -■ mit tendifpecialiter in Ferfonam noflram plenum acceperant poteflatem , font publica inftiumenta Nobis exhibtteu plenius cr»ntinebant } nec non ab ij/fo Epifcopo fuper iis in Mos fuiffet fub pena mille marcharum argenti con- cordi ter compromiffum : Nos �/f , que fuerunt bine inde propoj�ta diligenter anditi> , arbitrium protulimus in hune modum . Siquidem arbitrando fiatu�mus ? ut unimerfis Cre- d�toribus, iff altis per mos tehutam habentibus de pojfef- Jtone Cajlrornm, �r Villarnm Epifcopatus Fefulani ex-- pulfis , fime author�tate meflra » fime auth&ritate propria ipfam fuerint p�ffeff�onem adepti" > Epifcopum ^ mei Froctt- ratorem gius ufque ad FeBum Epiphanie proximum iru pojfejftonem macuam inducati s\ & de fendati* indu&um \ nec permittatis eum , mei ipfum Epifcopatum ab �pfis Cre- ditoribus , mei ab aliis molejlari , nec <vos ipj� eumdem Epifcopatum ulterius molej�etis . Epifcopus mero Epifcopa- tus nomine } pr� Creditoribus f qui fuo Fredecejfori pecu- niam ' mutuar unt \ mei aliis ius ab ipfis habentibus \ tria mi Ili a librar um Tifane monete pr� unimerfo debito mobis Ubere ,» i$ expedite , ae fine ali qua queflione infra annum exfolmat . Vofque rec�pientes fuper mos debitum nnimer- fum , fac�atis Creditores effe fumma prenotata contento s ,, ita qu&d nec ratione ufurarum , nec pene , aut etiam impen- farum ali quid amplius ab Epifcopatu * <vel Epifcopo exi- gatur , c^ fuper hoc in folutione pecunie idonee cameath ipfi Epifcopo ) & unimerfa Creditorum inflrumenta refii* tuatis eidem ; diBamque peduniam , deduBis debitis noru legitim�s t dimidatis , & diftribuatis inter meros , & le- gitimos Credit ore s . Qu�a mero ex cohabitatione Fefulani Epifcopi mai or inter eum , & mos poterli concordia pro- venire } & maior Epifcopatus Eefulani fecuritas , & uti- li tas procurari } molumus , & mandamus , quod Epifco- pus 3Horentinus Ecclefiam SanBe Marie in Campo cunu pertinentiis fuis Epifcope Fefulano authoritate nofira li- bertini , & exemptam ajfignet } J�cut hoc ipfum per fuas Htm
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t.
Ut ter �i ad ms dkeBdt m�nifefie it�fc�tw *��lmj[e., non
obftante quod in litteris fuper hoc Mobis ab ipfo Epifco*
p� Fiorentino direElis , nihil de Capi tuli contine atur af- fenfu , cum nos eius fupplendum duxerimus<in hac pxtrtz defe&um^ nsofque apttd eam infra triennium unum pala" tium conftruatis , in quo pofjtt honefie Fefulanur M.pifco~ pus habitare t queftionibus omnibus , fi^e petitionibut , que occaj�one preteritorum damnorum 5 feu iniuriarnm «ver- ttbantur in ter qyor , & Epifcopum , Creditorefque predi- Hos nullo umquam tempore a parte alterutra » fufcitatt» dir . Ad he e mandamus > ut ?uos ab ipfo Epzfcopo re qui- Jtti detis forti am , & auxilium>., quod homi ne s , & Vaf~ fall�' Ecclefie , ac Epifeopatus Fefulani ^ dent auxilium* ipfi Epifcopo , ad exonerationsm debitorum, in fui bus Ec~ clejta Fefulana tenetur . IdeoqueUniwerj�tati ve/ire per Ap&slolha fcripta mandamus, quatenus hoc nofirum urbi- trium equi tate fuadente prolatum fuh pena mille marcha* rum argenti irrefragabiliter obferivetis , Datum Lai crani xvi. KaL Decemb. Font* Hoftri anno v*
'VII.' -;. �*--: �*-�v:au < :.-.., v
Eiufdem Gregorii Noni Sumhii Fontificis Commi [fio Mxecutionis fupradit�i Arbitrii . .-;.■". vs * ,'i Gregorius Epifcopus Ser^vus Serttorum Dei . Venera-
bili Fratri Epifcopo Fiorentino Salutem , & Apoftolicam Benedi&ionem* » ■. .= ..\V;-\ Ex parte Venerabilis Fratris Noflri Epifeopi F� fu-
I�ni fuit propof�tum corani Nobis j quod cum ol/m Fate- fiatem , & Commune Florentinum per Venerabilem Fra- trem noflrum Epifcopum Ferujtnum fecer�mus commonere > ut diElo Fefulano de tallii s, isf colleHis , quas ab ilio extorferant , & de illatis damnis » & pr� irrogatis eidem iniuriis fatirfacerent competenter , quia iifdem illius mo* nittonibus obanditit id ejficere non tur ante s iniuriis\iniu* rias cumularunt ; Fraterni tati tue per Apofiolica fcripta tmndamus > quatenus firmiter iniuugas eifdem s ut prima hebdomada proxime future Quadragejime per fujftcientent* Synditum nofirofs confa Bui refrefennn$ > exbibituri eU |
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idem Epifcopo- ) & HceptUr� ab ipfo quo Aor d� di��anerit,
tat�onis � Datum Ferufie vi» Idus De cembri*■ » Font�ficatus Nofiri
unno ottavo. * "Vili.
Alexandri Quarti Summi Fontificis Conceff�o Tribu- nali* pr� Caufis fubditofum ab Epifcopo Fefulano � May* netto J cognofcendis » r 'Alexander� Epifcopus Ser<vut Sermorum Dei , Vene*
rabili Fratria Epifcopo Fefulano falutem % & ApoBolicam EenediBionem m Fratemitatis tue precibus henignum impertientes af-
fenfnm, quod tu , & Vicarius tuus apud Ecclefiam^ Sanile Marie-in Campo Fiorsntie ad Ecclefiam Fefulanam pieno iure fpeBantem cum te y ac ijtfum penes ipfam mo» rari conti ger�t , de caufis fubditorum tuorum p� fittis co- gnofcere , ac eas fine debito terminare , authoritate tilt prefentiutn indulgemus , Nulli ergo omnino hominum liceat banc paginam noftre concefftonis infringere , aut ei aufu temerario contraire . Si qui*- autem hoc attentare prefum- pferit t indignationem Omnipotentis Dei, & Beatorum A* pofiolorum Fetri » & FauU f� noverit incurfurum . Datum Anagnie fui. KaL Dectmb, Fontif. Noj�ri ari*
no v* IX.
Julius Epifcopus Sewus Sern�orum Dei . Ad perpt.
tu dm rei memoriam * % Difpofitione Divina &c. Dudum Jiquidem omnia JBr«
ne fida Ecclefiaftica cum Cura ) & fine Cura apud Sedem Apofiolicam tane *vacan. �? in antea cacatura, collationi, �f difpofitioni noftre refer*vaevimus &c. Et deinde Farro- ch� alis Ecclefie SanBe Marie in Campo Florentin* olim Canowicatui ) & Frebende Ecclefiae Fefulanae �> quam di* leBus Filius Alderius de Billiottis ipfius Ecclefiae Fefu- lanae Canonieus obtinet quam din iliam obtineret Apoft&« lica auBoritate unita » annexa > <b* incorporata , ex eo quod nos unianem > annexionem 3 cb1 incorporationem pre* �i&W prefati Aidem'ad �d exprejfc accedente confenfu, * tutte
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fune dijfolmmus , per dijfolwkiomm ^buiufmodi apud Sedem
praefatam cacante . Nos illam fec nracantem , �* ut ante a difpofitioni Apottolicae referwatam. Veti,, Fratri noftro Ro- berto Epifcopo Fefulano , quoad <vieveret , tenen, regen. & gubeman, fub dat, 17. Rai, Januar. Fontificatus Nottri anno quarto commendare conceffimus » Cum autem dittus Robertu$ EpifcopHS conceffeoni Commendae huiufmodi Ut* Seris Apoftoliris fuper e a non co nfe Bis per dilettum Filium Robert um de Fagnis de Fifa Ciericum Lucana? Dioece- fes Frocuratorem fuum ad id ab eo fpecialiter confiitutum bodie in manibus nottri s fponte",, & libere cejfer�t Nofque cejfeonem �pfam duxerimus admittendam » & propterea di- �ta Farrocbialis Ecclefia , ut praefertur vacare nofcatur nullufque de il la praeter nos , hac vice difponere p� tue» rit , ferve pojftt referniatione■ > ac decreto obfeftentibus fu* pradiBis » & fec exhibita mbis nuper pro\ parte diletti filii Guglielmi eletti' Fefulanipeti fio cbntinebat fi ditta^. Parrochralis Ecclefia » Menfae Epifcopali Fefulane quam. diu ipfe Guglielmus tlettus Ecclefee Fefulane prefuerit » dumtaxat uniretur 5 annetteretur �f incorporaretur",, pr�* fetto ex hoc ipfeus Guglielmi eletti , ut flatum fuum �u* xta Fontifecalis dignitatis ■ex�gentiam decentius 'vigere �*valeret commodi tati non parum confuleretur .. Nos igi* tur &c. eumdem Gugl�elmum elettum &c. abfol<ventes &c. buiufmodi fvpplicationibus inclinati Farrochiate� Ecclefeam ■> few premijfo , feme alio quo<vis modo afe. *vacet &$% cum omnibus iuribus , & partinentiis fuis eidem Menfae quam- diu ipfe Guglielmus elettusdittae Ecclefeae Fefulanae prae» fuerit , dumtaxat auttoritate Apottolica tenore praefen- tium unimus , annettimus -y & incorporamus } ita quod liceat eidem Guglielmo eletto per f� mei alium corpora* lem poffefftonem Farrocbialis Ecclefeae , luriumque s �* pertinentiarum praedittarum propria auttoritate apprehen* dere , & quandiu dittae Ecclefeae Fefulanae prue fuerit, | dumtaxat retinere 5 illiufque fruttus redd�tus■", & pr�- *ventus in fuos , & Menfae Farrochialis Ecclefeae praedim Borum ufum , & utilitatem con^ertere &c. Volumus au* tem i$tc quod cedente , *vel decedente ditto Guglielmo eh* Bo >
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Bo yfiu diBae Ecclefiae Fefulande ) alias quali ter praeeffe
definente y unto annexio , & incorpo rjtt io prae diBae dijfo- lutae fint,. Ipfaque P'arrochialis Eschfia in priftinum fta- tum rewertatur eo ipfo �'c Datum Romae apud SanBum Petrum anno Incarnatimis Dominicae 1507. 6, Idus lulii Pontificatus Nofiri anno quarto 5 fuper plico Aloyjius loco ^ plumbi pendem. A tergo ^er� earumdem Ballar um ad* fmit haec^w�rka md�Hc�t�,, Anno ah Ine�rnatione ^ 1507. die 23. Imm�.i y retrofcriptas Proeurator confenfit Ut- ter arum exped�tion� \ iura^it �V. Anno ab Incarnatiom 1507. die. iq? Dicembri:s reproduBusAlderius praefens con* fenj�t j & alias yprout in eifdem Bulli* Apofiolicis ple- nius tontimtur:^cti:.:^;.,x v- ti-.�■;-,■:. v -uhmVi W.i -.■Urbani OBan>� Sanimi Pontificis Confirmatio % (f
Ampliatio fupradiB� Priwilegii de Caufis cognofeendis, Urbanus Papa VI IL Ad perpetuam Rei memoriamo Ad Roman un fpeBat Pontificem \ fi quae dubia circa emanatarum a fuis Praedecefforibus Utterarum intelleBum emerferint 5 � a de dar at ioni s fuae oraculo . ita elucidare } ut fublata omni atnbiguitate litterae huiufmodi, ut par e fi , faos fortianiur ejfeBus . Alias fiquidem emanarunt a feL record. Alex andr� Papa iv. praedeceffore noflro Ut* terae tenori $ fequentis mdelicet . Alexander Epifcopus Ser*vu* Ser*vorutn Dei > Venerabili Fratri Epifcopo E e fu* lano Salutem, & Apoflolicam. BenediBionem , Fraterni- tatti tuae precibus benignum �mpertientes ajfenfum , quod tU�f� Vicarius t�us apud Ecclefiam SanBae Mariae in Campo Florentiae qdyEcclefiam Fefulanam pieno iure fpe- Bantem , cum* ke:\ de ipfutri penes iliam morari contige* rit de caufis fubditorum tuorum pojfitis cognofeere , c^1 eas fine debito terminare , anthoritate tibi praefentium indul- gemus .-,; Nulli ergo �mnino hominum liceat hanc paginam nojirae Conceffion�s infringere , mei'ci aufu temerario con- tir dir e � Si quis autem hoc attentare praefumpferit indi* gnationem Omnipotentts Dei 3 <b* Beat or um Vetri j & Fault AptofiofarMm eius f� no'verit incurfurum . Datunu % 0 vi Ana* |
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Anagniae vili. KaL Decembrls fontificattis Hoftri anno r,
Cum autem , ficut accedi mas ? dubitetur an Epifcopus Fefu- lanns ) eiufqu.e Vicarius praefati vigore di�arum l'itera- rum j nedum e a tifai fubditorum Epifcopi huiufmodi tognofce- re , fed etiam Sententias , & decreta ab eis in eifdem eaufis lata ? Ut faBa debita* executioni demandare } feti demandavi facere poff�nt, eaque fuper re lis in Satro Rotae 3Lom/mae Auditoribus pendeat indetifa : Nos attendente! fruftra fentent�as ferri, & Decreta fieri nifi debitae exe- cutioni .demandentur, litemque 3 �f lites non poffe liei finita* > vel Jebito fine terminatas } nifi fententiae fSc- rini executae : 'Hecnon litis huiujmodi ftatum , # me-m fita » nominaque , fa' cognomina ludici! y & Collit�gan- tium praefentibus gr� expreff�s babentes j mota proprio > ($ ex certa feientia , maturaque deliberatione noverimus. Quod Epifcopus Fefulanus , eiufque Vicarili s vigore prae- infertarum literarum poff�nt non folum caufas huiufmodi inter , ^ contra fuos fubditos in d'aitate Florentiat * f� illius Dieeccfi, tam Civile* > quane Criminale s, vel mixtas » fnotfis > vel molenda* , cognofeere } & J�c etiatft proceffus defuper conficere , feti confici facere , cornmitten- do -i �1 exequendo citationes , mtimationes , aliaque iiu huinfmedi procejfunm fabricatione necejfaria , �* opportu- na , fed et i ani fententias , & decreta quaecumque , tanu interlocutoria , quatn diffinitiva > ab eis fuper caufis hn- infmodi latas > & faci a 5 etiam antequam praefentes e* manarent > exequi » feu exequi facere 3 tam realiter j quam perfonaliter , Apoftolica autboritate tenore praefentium de- claramus * necnon praefentes literas eifdem autboritate , & tenore wnfirmnmns 7 & approbamus j {b* illifque invio* l abili s Apoftolicae firmi rat is robur adiicimus > ac omnes, & fingulos , tam iuris , quam faBi defeBus j fi qui de- fuper quomodolibet interqjenerint 5 fupplemus ; Ac infuper fuper praemiffis provifum effe voi ente s , ex abtindantia » & quatenus opus fit , quoad ea y in quibus circa eadent* praemiffa } vel alia huiufmodi dubitari potefi ? eumdem E- pifeopum , .& Succejfores eorumque Vicari um } etiam &tt Apofiolkae Sedi* de legato s poffe mufas inter 9 .& contr$ Tom. VII. Bb fuos |
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fuor Subdtto* cognofcere \ proceffufque conficele , de fex-
tentias ferrs , & decreta facete , illaque , et Ma* tam hatlenu* per diBum Epifcopum , <vel ciuf Vicarium } alio* fque UUus Mini�Jror , & Officiale* lata? , & falla, quant> in poBerum perpetuis futuri* temporibus per eos , et eorum quemlibet ferenda*, & facienda exequi, fen exequi favere , tam realiter, quam perfonaliter , et tam ex- tra limites diclae Parr�chiali* Ecclefiae Sanane- Marlae in Campo y �' in quacumque alia parte Civitati* , 6* Dioecefis Florentinae ; praefente* quoque li fera* cum om* nibus y et finguli* in eis contenti* nullo unquam tempo* re etiam ex eo quod quicumque in praem�jft* interejfc* habente* 5 feu babere praetendente* �llis non confenfer�nt> nec ad Ma focati , & auditi , ac caufae , propter quat Mae emanar ti nt 3 adduffae 5 et tuB�ficatae minime fuerint % «uel ex alio qnocumque capite etiam enormi* , & enormif* fimae laef�on�t, ac alia* quemodolibet de fubreptioni* > <vel ebreptionis > aut nulli tati* -vitto , <vel intent�onis nof�rae} et alio quo'vis defeflu notari, invalidar* , redargu� , im- pugnari , in. tu*, itel contro<verfiam rcvocari > aut ad<ver» fu* Ma* quodeumque it/rir , fa&i , <vel gratiae remedium impetrati , aut impetrato , ac etiam mottt > fcientia > ist deliberatione Jtmittbu* conceffo qnemquam in iudicio , roel extra uti pojfe , fed femper valida* 3 firma* 5 et efficace* e xi fi ere , et fore■-, ditloque Epifcopp , �f fuceejforibu* > ac Vicario , �f Officialibu* , Miniftrifque eius prue fati* ple~ niffime fuffragari , ficque per qttofeumque Indice* ordina- rio* 3 C^ delegato* , etiam caufarum Palatii Apoftolici Auditore* , #<r Santlae Romanae Ecclefiae Cardinale*, ^» //'#«/ */<? lai ere Legato* , di ti aeque Sedi* Isluncios , /#�- /#�# f/Y , cb' eorum cuilihet qua<vit ali ter i ud� cand� , «ve/ interpretandi facilitate , $* authoritate, iudicar� 5 $* <##*- fc/ri debere , /w irr�tum , et inane , fi fecu* fuper hi* a quoqttam quavis authoritate feienter 3 i>el ignoranter c*n- t�gerii attentari decer nimus : Non abbi ante liti* pendette tia praefata > Apojlolici* , et in Conciliis Univerfalibus Tro'vincialibttfque, & Synodalibut editi* generalibu* , *iW fpec�alibus canflitmiou�b^t, ^ $rdi»ationibuf ) af Regula |
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de nm tolhndo iufs qudefito, quatenus foret opus > ne ertefL
quibufeis etiam �uramento 5 confirmat�one Apoftolica 3 mei quani�s firmitate alias robpratis, fiatati? 3 & confuetudi* ni bus , flylis , & ufibus 5 privilegiis quoque 9 indultis , ^ literis Apofiolicis fub quibufcumque tenoribus } & formis, t�f nz;# quibufois etiam derogatoriarum �erogatoriis, aliif- que efficacioribus , �? infolitis claufulis irritantibtis , �^ tf///> decretis , rir/iig »?0/7/ , fdenti a , «fr* deliberatiti* ne fimilibus > /'» genere ? «itf/ /» fpecie > /Zf tf/zW /» f0#, trarium praemifforum quomodolibet cpnceff�s 5 eonfirmatis , & innowatis » Quibus omnibus , ^ fingali* , etiamfi pr� [ufficienti il lo rum derogatione de illis , eorumque totis te- noribus fpedali s » [pecifica , expreffa > ^ individua , de j* «z/^rfo? W merbum , #<?# autem pr claufulas generale? idem importantes j mentio facienda effet , ##/ ali qua alia exquifita forma ad bop ferwanda foret ilio rum tenore praefentibus j>r.o piene » & fufficienter exprefps, formam- que in illis traditam pr� fermata babentet , iltis alias in fuo robere permanfuris ad praemifforum effe Bum fpe- (ialiter > f� expreffe derogamus , taeterifque centrarti* quibufcumque . Datum Romae apud Santium fetrum fub Annui0 Mea*
toris die 5» Mali it>$<?� Pontif. noftri amo xvu |
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DI SAN GIO: BATISTA
� DETTA DEUOStCUZO., /
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Irimpetto air Orto de* Padri di San,
Marco viene la Chiefa detta dello Scalzo, della quale una breve notizia fu data alla luce nella Stamperia di Michele Neftenus , nell'anno 1708. che f� ciafc�na Chiefa avelie una fo- wv»mmammmr<^^^ migliaste relazione di fu� note voli, co- f� y ci avrebbe risparmiatonon poco d� fatica da noi ufata nelle ricerche, o fi voglia deli' origine de'Tuoi lu©ghi , o delle mem�rie neceffarie per una efatta if�o- ria . Ma parlando dei fuddetto libr�tto , dir fi vuole., aver noi con piacere rifeontrato ih elfo, come l'Au- tore avendo tenuto lo fteflo ordine di noftre Lezioni , ha divifo i Capitoli appunto nelle tre materie riguar- danti e la fondazione della Compagnia, e l'adorabi- le delle Reliquie, e delle belle Arti 1* ammirabile , che rendono la Chiefa riguardevole quanto altra mai. Quin- di acciocch� non paia fuperflua quella nof�bra Lezio- ne , ohre 1» accennare quanto rammentaci nella ftampa > vi aggiungeremo altre parecchie laudevoli memorie > che lo Scrittore giudic� eli tacere per modeftia . II. E per� facendomi dal titolo della Compagnia ,
jiotar mi piace» che ne* primi anni addimandavafi de' 'Difeifistiati d� S* Gio: Batifia , e talvolta della Faffione di Crifto , d ettafi dipoi anche dello Scalzo , forf� per- ch� non fuole ufeire nelk pubbliche proceffiom fenza $f'�it un
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un divoro CrociM� portato da uno a; pie fcalzi. Prin-
cipi� ella , come parla il Proemio de* vecchi Capitoli , nel 137^ nella Chiefa di S, Iacopo in Campo Corbolini * ed il medefimo dimoftrafi dalla Bolla del Vefcovo Fio- rentino Bartolommeo Uliari > che nel 13815. commenda», ed approva quella Societ�» cui concede Indulgenze > e Privilegi , la qual BolU � del feguente tenore*
» ■ '. ., . . .. ... - ■
Bartholomeus Dei Gratta Epifcopus Ftorentlnus.
Univerf�s, & J�ngul�s Chrifiifidelibus} tam Clerici* , qnam Laicis prefentes litteras infpecluri* , falutem in Domino fempi ternata�� Inter celer� qu� nobis , ex noflro paflorali inclinili un t officio » hoc unum vigilantius pulfat , ut ani* mas , quantum nobis ex alto permittitur > pojjlmus lucri» facere Creatori » ne torpentes bona redarguamur ab opere, fed tanquam bene operantes in talento nobis credito pr� apportato Ittcro munera confequi mereamur eterna ► Sane dudum pr� parte dileBorum in Cbvifio Filiorum Re {forum ceterorumque de Societate Difciplinatomm,x qui ad hono» rem, tandem, &referentiam Omnipotentis Dei , f� Com» mem&rationem Fajfionis Domini Mojlri leju Chri&i ; fuk nomine » ac titulo Trecurforis Domini Beati lohanuis Ba? ptifie apud Ecclefiaw Sancii, Jacobi de Campo C$rbotino de Fior, ad Divina Officia audienda » que ibidem faciunt JhJemniter celebrare cum devoti* orationibur » et lauda* bilibus difciplinis. certis diebus fedivis » isf folemnibqs adknmt, N,ohis extitit bumiliter fupplicatum ; ut Socie tas p r aedi eia > :�f' bomimbuseiufdem provider e de fpirit^ali Indulg. munere dignaremur . Nos vero attendentefy quod grata J�t Deo corporali* caftigatio difcipline t & em&- ceratio carni* » fupplicationew eamdem liberali antimo ad" mittente,* % omnibus 5 �f. J�tt-gulif-, vere penitentibuir, $r mM* ffjfis 1 q/ti fun$ di(le SoiietUti, adfcri^ti » ist qui in p�* Jlerum fecerint p^ aa\fcK�k{,iJi .pojjtmod&mi perfeveraverint in ea^em y in/primo eor^f&Jn^ceffu » 4g duabus diebus Do* minicis cuiuslibet menjts.% in quattuor pnincipalibus Bea* te Marie Virginio fefti,s<i qu^libet B�> ApoftoU B. U* |
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nas exeKetid�i » �* ad audiendat Mijfas , iure Tarrochia�
li bus Ecclejtis fttis redditi* eongregantur , dederintquz^ d�ile S onte tati auxil�nm , famorew , <v�l conjilium dtL, Omni]>* Dei mifericordia , Beate Marie Virginis , Bea- torumque Tetri , & Pauli AfoftoL ne.cnon lo anni s Ba* ptift� > Zenohii , Refi arate , ac Vincentii fatronorum no- firorum meritis , ■& auSloritate tonfij� ■> 40. diet de ini un- Eia eis penitetitia mfericorditer in Domino relaxatnus, In quorum omnium fidem , & tefiimonium has nofiras Ut- tergs fieri , & fcribi iujj�mm % ac Sigilli Hoftri munimi- ne roborari , ' Datum Fior. �m Epfcopali Palati» noftro fub anno,
Dow. Incarti, mccclxxxvi. Ind. ix. die <^er� xvm. menfis IhIH , Pont�f. San&ifs. in Chrifio' Patris , & Dom. Do- mini Urbani Divina Proyid. Pape vi. an. ix. III. Per qua! motivo poi, e quando i Fratelli di s�
Venerabile Compagnia, abbandonata la Chiefa di S* Ia- copo) pafTaffero in Via di S. Gallo, dove ottenuto aven- do da i Monaci Celerini una Gafa nell* Orto del Mona* fiero, che riduflero ad un divoto Oratorio, io finora non mi fono avvenuto a trovare ; potendoli per� con- getturare, che ci� addivenire odali*arbitrio dei Com- mendatore di Rodi padrone di S. Iacopo in Campo Cor- bolini, -o piuttofto dal numero de* Fratelli moltiplicati in giiifa, che gli obbligale a cercare altro luogo pi� comodo j e proporzionato. E che un tale paffaggio accademie nel 13,90. o in quel torno, fembra , che fi poffa dimoftrare da un Contratto del 1407. impercioc- ch� quivi viepi� crefeiuto il concorfo de* nuovi Fratel- li , per dilatarli, comprarono da' Monaci in detto anno altro pezzo dell'Orto, cio� braccia 25. di lunghezza» e 13. di larghezza, con obbligo di rifarcire a detti Pa- dri il muro dei medefimo Orto a fpefe proprie: Tlftru- mento fu rogato da Ser Francefco di Michele da Firen- ze 5. di Aprile del 1407. nella qua! carta fono nota- bili per le noftre congetture le feguenti parole .* D. �Prior frefom'f $ao� iom hnginquis tsm^ribus qttedam tip*
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fiffirobatd Societ�? Dipiptinat�rum fuh nomina> �* 'vocabuh
S. loann�s Bapijfe folita adunari in Morto &c. Sopra dunque del nuovo terreno fu fabbricata dalla Compa- gnia una Cfeieia, che inoggi ancora ei�fte , detta il Luo- go vecchio , e per altro Contratta del 1409. ad� ti. Dicembre, rogato dal medefimo Notaio > apparifee come dal Capitolo de* Monaci- Celeftini fi conferma a* Fratelli la fudderta vendita, merceceh� i Monaci aveano rico- nofeiuto, che fi era puntualmente rifatto il mirra con- venuto . Ma fa d'uopo qui dire cofa ancor pi� glorio- fa alla Compagnia, ed �, che si grande effendo la folla de* divoti concorrenti per eflere aferitti al pia Iftitu- to , nuovamente divenne angufto il luogo , onde nel 1487. ne* 15. di Giugno compre* ,h Compagnia da* Monaci altra porzione dello fteflo Orto* e furono brac- cia 65. di lunghezza » e 13. di larghezza per prezzo di 40. fiorini di oro in oro larghi , e con patto d� dare al Monaftero ogni anno nella Vig�lia di San Piero del Murrone libbre due di cera bianca in quattro can- dele y e di non mai poter fabbricare fu detta terreno Cafe ? o abitazioni per feeolari, avendo rogato Ser Do- menico di Antonio da Figline , e fopra il fuddetto fuolo fu edificata la Chiefa, il fuo Ricetto , il Cortile y ed ingrefib■ , come a fuo tempo ofierveremo ► JVr Per quello poi , che rifguarda i Capitoli delie
Coftituzioni della Compagnia , le quali fono fa mi dime > danno anch' efli alla ftoria alquanti lumi fingolari , e pregevoli, dovendo io qui notare, che ere fiate fono flati detti Capitoli rinnovati , o Avvero ampliati, o cosi- fermati , fempre con qualche rimarcabile circoftanza � La prima rinnovazione fu fatta nel 1455. ed i Capitali fono fottoferftti il d� 22. di Marza di detto anno dal Santo Arcivefeovo Antonino , come appretto . Kos Irater Antonius Dei, & ApMolke Sedir gr�'
tid Jechiepfcoj>. Fior, predica Capsula ditte Societatif S* loafflis Bappfte ) que eongregatur in Otto S* Vetri de Mnrrone in Via 8» Gatti > dikg&nur wfa> & difcujfa^ |
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ut� faiutifera\>'&' fini mah u� utili a �udkantes% ed dffrobd*
*vimus j W �onfirma*vimus , ita quod non liceat alicui j *vel etiam omnibus firn ni de diBa Socie tate tmminnere % *vel addere > aut immutare fine no firn , *vel fuccejforunu noftrortim licentia faciali . Infuyer , ut devote frequen- tetur<i quadraginta dies concedimus Indulgentie fernet itL, menfs } idefl in frima adunantia menfis tuiuslibett'9 omnibus, & fiwgulit ad litui» di&um f� congregartiibus , & ad de- 'slaratwnem omnium predit�orum Manu j>roj>ria fubfcripfi* -mmlfdiir 22. Martii 1455%"
?'■>■■ : 3 ■' ir; 'Un:, 11' � r. ■, n r.-^ ? :;';!: .. , . ■< ■-■;■":■■ �'?�<
V. Ai Capitoli fuddetti , aggiunti ii trovano
altri nel 1579. ad� <5. di Luglio , non fola-mefite fot- toicritti dalCavaliere.Sebafti�no oV Medici , yicario Generale dell* Afcivefeovo Gardittale Ale'ff�miro de* Me- dici $ ma vi fi veggono le approvazioni de' principali Superiori de'Conventi di Firenze > e fono D. Giovan- ni Evangelica Abate della Badia Fiorentina *> D. Filip- po Abate di Settimo, D, Coftanz� Minucci Abate ex 6. Pancrazio , Fra Filippo Brando�ini Priore di Saru Marco, Fra AlerTandro Capocchi Priore di Santa Ma- lia Novella , Fra Maffeo de' Bardi Guardiamo di O- ghiiFaiui* � Fra ^lif�o Bipoli de* Servi Correttore at- tuale della Compag*niV. La terza finalmente innovazio- ni dejle Regole , fegu� nel �i6$i. dopo il terribile fla- gello della Perle , e fono i Capitoli vegliami ^ che ap- prov� con l� fua fottofcrizione del d� 6. Gennaio �i detto gnno -Orazio Quaratefi Vicario Capitolare y alla cui prefenza furono letti in pubblico } e fi confervano uniti agli antichi > in un #broricoperto �i velluto nero con fibbie di argento.. VL Ed elTendofi toccate cos� le ragguardevolezz�
de' Capitoli , non credo di potermi difpenfare dal non accennare almeno Je vicende, che in qualche manie- ra travagliarcelo Ja Compagnia; e fia la prima quel- la, del 15^ �neLqnalanno le Monache di Santa Ma- liai della Mit�icordia dette di S. Clemente» spogliate «3el loro ^qnve^to dertfjp© k Porta 3 & Gallo, fuppli- |
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carono d� rit�rarfi nella Compagnia di S. G�o: Batifta^
delio Scalzo. VII. Pi� grave per�» e pi� faftidiofo travaglio fu I*
impreftito della Compagnia fatto per <5. mefi alle Mo- nache di San Giovannino di comandamento del Duca Cofano nel 1551. Ma le Suore entratevi nel d� ri. di Marzo, e fpir�to il femeftre, chiefere, ed ottennero una proroga, «ed aliai chiaro fi fpiegavano } che il loro penfiero era di non pi� di qua ufcirne , avendo gi� fatto fare un difegno per murarvi . Onde dai Fratel- li fattofi un memoriale a Cofimo, fi ebbe la feguen- te rifpofta » La Compagnia dello Scalzo fia di chi era, � e fi proibifea alle Monache di S. Giovannino il mu- 3, rarvi , o farvi alcuna innovazione , anzi fi arringano � paflati i fei mefi a restituirla a* proprj Padroni , fenza ,, levare cola alcuna di fuo luogo,, E in vigore di tale Refcritto , ritornarono i Fratelli nella Compagnia a i 24. di Marzo del 155.2* N� quello fu 1* unico impegno accaduto tra le dette Monache , e la Compagnia ob- bligata fovente a difpendiofe liti per motivo , ora di acque j ora di mura , e ora di fineftre , foliti avveni* memi di chi confina co i Monafteri , e fu d* uopo a* Fratelli nel 1609. che vendettero alle Monache per ifeudi 47. un pezzo di terreno dietro alla Chiefa vec- chia , a fequela di fentenza data dalla Nunziatura ne* 314. di Luglio di detto anno. Ma che? appena ufeite ne furono le Monache , che fu intentata ftrepitofa lite dai Monaci Celeftini d* avanti al Vefcovo di Fiefole , per riavere tutto il terreno fui quale gli antichi Fratelli aveano fabbricata la Compagnia , pretendendoli da' Frati nullo il contratto della vendita fatta nel 1487. dal Priore , e da' Monaci di quel tempo , e le ragio- ni , che adduflero , erano una Bolla confervatoria de* loro beni fatta da Papa Urbano VI. il difetto dei con- fenfo Apoftolico alla detta vendita, e 1* eflerfi da' Fra- telli tralafciato per alcuni anni di pagare il cenfo : domandavano adunque » che ritornaffero gli effetti al Monaftero con tutti i miglioramenti , facendo iiian- Tom. VII. Ce za
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m �i fubito poterne prendere il pofiefif�. M% qtre�t®»
cfie pi� ci reca maraviglia fi � , come mai v dknh Ma- ttar i,. i quali-- gi�: aveano ceduto* alle Monache: di: S.. <&k>\ia®mBD- iraneko loro M�naflrero-, �fe'efas,~, e Otto,. patoi effondo effii a San, Michel Bifdomini> potelTero veftirfi; di quelle, ragioni , le quali- quando anche ��f- fero ilare fuffiftenti,, piuttofto? competevano alle fuddec- te Monache :. tuttav-olta; la^ lite, dur�*;per lo fpazio di anni due , quando a* io., db Giugno del 1-55^7. dal. \Te- fcovo di Fiefole , come. Giudice: delegato? et� Ila $anta>. Sede, fu, data* la fentenzain favore, della. Compagina,,ed impofto» perpetuo fil�nzio- a i M�naci .. YilL E avendo* noi? nel; favellare di fopra accennata'
l� P�ite del i<%o«.. rammenteremo- qui un beli* efernpio della divozione- dato* d�lia- Compagnia per motivo di gratitudine, alia Santiffima T�vola della Madonna? dell* Imprudera ,, dalla quale i Fiorentini, ri co no f� ano: la li- berazione: d�lia* Cima dal, mal: contagio!^. Avendo adam. que; Gonfiderato i pi i Fratelli ,* che, mokiffimi di loi o era no itati prefervati>dalia morte- per grazia* della Madre, di- Dio vietata* in quella» Immagine,, rif�lverorro, di; andare- in -procefTione a. quel Santuario; coIK off�rta di una^preziofa lampana, d'argento delpefo di libbre 93 e. once 8; quefta ftr portata- a donare ik d� 29.. di Settembre, del. r6:%i*. eiendofene fatto; pubblico contratto ,. col rogito di Ser Carlo Franrefconr, e colla fottoferizione di 140.. Fra- telli', della; Compagnia :: di Francefeo P�truccr � il dife- go©.« della- larrjpana, fatta* rn- forma di Vafo triarigplare , avente-un-Angiolitio^ aE quale fono- attaccare le cate- ne, che la; reggono,, neutre canti, di effa fi: vede un Put. tino affai vag� , e ne'mezzi un Cartello per facciata $, dove fi leggono incili gli appreflb verfl :. M�i primo o.
O ECCELS�^ DEGLT ANGIOLI' REGINA ,,
A. TE'L. PJ*V SCALZO Lj VMIL. fUONTJg. INCHINAI.,
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!Nel T�conoo..
O DELt' ECCELSO fefcETffO iPfcEcVRSO*!S,>
DEH SPIRA IN NOI DEL XiVO CELESTE ARDORE.
E nel terzo ?vi -i� cefellata SMttim�gioe 'del Batti tea » la
cui eifigie � .ancora intagliata in un ufoetto di noce dietro la colonna a .manritta «d'alia Capp�lla rdella San» tlfl�ma Vergine , con .una Ifcriaione ria im&tmOn -che � ja fegucntc;: D. O. M..
SOCIETAS
<.S. JQANNIS .BAPTISTAE D�SCALCEA3S A CONTAGI IS :SERVATA
PENSILEM LYCHNVCHVM ARGENTEVM
IGNE PERPETVO VIGIZATVRV,M
MATRI VIRGINI DEDICAVIX
.ANNO DOMINI MDCXXXIII.
IX. Ma per «ornare alla Compagnia , non fia cha
fi giudichi fuor di propoli to 1* 5ppre$o novero delle* Reliquie ,, che in et�a � conservano.., e fi riportano ap- punto con queir ordine , che deferitte trovali fi nel Li- bro de'Capitoli .,> Quattro Reliquiari tondi , e lunghi, ^ ed un NOtne di Ges� , con due -altri ipartimesm di � l�gno dorati , coperti di criliallo > dentrovi le ie- !jj guenti Reliquie :: Offa di S. Giovambatif�a 9 ;S. Andrea ^, Apoftok) j �. Barioiommeo } S. Gregorio Papa ^ S. � Baltian� Martire ^ S. Ciorgio Martire, S. Oio: Cri- ,) foftomo , S. Caterina Verg. e Martire , S. Martino � Vefcovo , S. Antonino Arcivescovo , S. Romolo Ve- � feovo , e Martire., & Donato di «Scozia Vefcovo, e 3, Martire , S. Discinto Confeffore , ;S» Vincenzio Mar- � tiro , S. Ignazio Vefcovo , e Martire , S. Angiolo ,, Carmelitano Martire,, S, Davino Confeiff�re ;) B. Pie- jj tro da Imola Cavaliere Gerofoihnitano , e Guanto �» di S, Benedetto Miste i che aitte furono donate nel C � 2 3) l&QQ»
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� 1600, da Maeftro Giulio di Girolamo Portigiani Me*
9, dico , eftratte dal Venerabil Monaftero delle Murate � di Firenze � Ed in altro Libro fegnato R. leggo ,> 9) Nei 1647. furono lafciate alla Compagnia da Luciu 9> Tondini Je appi� Reliquie: Della Croce 3 di S. An- a, drea } e Ofl� di S. Valentino Martire 9 S. Eufemio ,» Martire , S. Adriano Martire , S. Vito Martire , S. 9; Natale Martire , S. Barbara Vergine 9 e Martire3 S. >9 Giulio 3 S. Ruffina Vergine» e Martire, S. Venanzio 99 Martire , S. Ipolito Martire . 33 X. U Reliquiario per� pi� memorabile � quello
del Legno della Santa Croce s che fu per la ignoran- za di que* tempi fperimentato nel fuoco fino dall'anno 1470. e come tale efperimento fi facefle , ne riferir� il fumo eftratro da una lunga Scrittura , che fi confer- va in una tavoletta in Compagnia , col rogito di Ser Francefco di Chimenti , che fu prefente alla folennita dell'atto � Neil'anno del Signore 1465. era flato do- 99 nato a* Fratelli dello Scalzo da Fra Bartolomme© da }9 Viterbo Domenicana una buona particella del San- 99 tiffimo Legno , in onore del quale fu edificato uru >3 luogo degniamo in Compagnia , dove reverentemen- >3 te adorare » e cuftodire s� pregiata Reliquia 3 ma na- i3 ta qualche dubbiezza dell* autenticit� del Sacro Le- >3 gno, nel 1470. i fuddetti Fratelli vennero concorde- » mente ad un decreto Ittfo con quefte parole -.- ben- m che le cofe di noftra Fede non abbiano merito dove 1» entra la umana ragione) e concioffiach� niente alla* »? Fede Criitiana ripugni per lo elemento mafl�me ac�i- S3 vo > la Reliquia della Santa Crocea fi � il vero 3 fi *> getti alla riprova del fuoco-- e per� nel d� 19. di » Aprile di detto anno , furono chiamati alcuni Ven» a Sacerdoti , cio� il Reiigiofo Uomo MefTer Clemente » di Filippo Mazzei Arciprete > e Piovano di Santa Ma- 33 ria a Monte Diocefi di Lucca > Prete Domenico %� Coro Sagrestano di Santa Maria fui Prato > Prete-* 3> Piero d� Lorenzo Cappellano della Metropolitana di « Firenze > e Prete Giovanni della Chiefa di S. Gallo « fuor
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3» fuor delle Mura > e pf�fenti , ed affanti 14. princi-
� pali Ufiziali della Compagnia , tutti genuftefli , e te- 5, nenti in mano ceri accef� , tre volte avendo falutata i, la Reliquia colle parale : Ecce. L�gnutn Crucis , Veni* � te adoremar ; e quafi tutti piangendo , il fuddetto ti Mefs. Clemente per tre volte accolto alla fiamma il 5, Sacro Legno , e lo tenne nel fuoco in modo tale , j» che le fue dita fi fcottarono > e fu d'uopo per eftrar- » lo dalla fiamma adoperare le mollette di ferro, on- � de ufcitone �llefo , fi grid� da tutti 5 Miracolo, e_» 3) con giubbilo > e reverenza fu il Sacro Legno nel fo- js lito fuo luogo ripofto col feguente Decreto »- Niu- �) no pi� ardir� per 1* avvenire , n� prefumer� a fuo >i piacere tentare 1* efperimento del fuoco, non effendo 5> la Divina Podeft� fottopofta alla volunt� de* Pecca- 5, tori j non eflendo lecito ad ogni Uomo le cofe fan- j, te di Dio , ed i fuoi miracoli efperimentate . � XI. Alle cofc per� fin qui riferite della Compagnia
di San Gio: Batifta detta dello Scalzo, mancando anco- ra il pi� bello, ed il pi� curiofo , che fono le maraviglie delia Pittura > e della Scultura , per le quali quefto luo- go � cammendatifl�mo preflo tutti gli Studio!! delle tre belle Arti , non credo di poter ci� meglio adempire, che col descrivere quanto trovali nei recinto dj tutta-, la Fabbrica innalzata fopra un terreno lungo braccia ^o. e largo braccia 13. avente una vaga Cappella neil' ingreflo 3 poi un Chioftro , un Ricetto , la Compagnia > , e per ultimo il Luogo vecchio. E per� da quefto fa- cendomi , noter� eflere fiata qui la prima Chiefa ufi- ziata da i Fratelli gi� dal 1409. e confacrata nel 76, del medefirno fecolo adi 30. di Giugno da Aleflandro Vefcovo di Mafia 3 fonov� anche inoggi due lodate ta* vole , e due Statue , vale a dire > una Piet� dipinta da Tommafo da S. Friano , ed una Flagellazione di Cri- fto opera di Gio: Batifta di Bernardo Mafl� , fatta nel 1591. di ottimo coloritoj peccando per� e nella inven- zione 5 e nella difpofizione delle figure » mercecch� ef- figi� Q�liQ flagellato �i notte, lo che fegu� di giorno, |
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«e la Figura , che fa la principale *compaffa rie! rmezz®
4de| squadro 5 � ,un Carnefice, che ci volta tutte le re- ni-: le due Mtamei) che mettano in mezzo la detta Tavola, fono un S* ,Gio; Batiii� } e San Paolo fattura di Valerio Gioii'■;. XII. Segue il nuovo vafo afiTat ampio della Compa-
gnia^ .alla quale fu rifatta la Volta nel 1722. =coldifegno Bi Piero Giovannozzi Ingegnere della Parte, e con la .clero©fina del Granduca Cofimo III* di mille libbre ,di ferro,. All' Altare avvi il iBattefimo di Crifto , «di-piatu- ra «eccellente di Lorenzo di Credi , nella quale tanto rifaita fuori CriAo , che fembra di rilievo , e lotto la Menfa Lorenzo di Tommafo Gdeftruzzi nel 1616. fece la piet�,, Addirirmpetto a quello Altaret) fulla Porta > .col- locato in una nicchia il venera kin Crac Milo di legno al naturale , il quale � uno �ss tre > Che -fece il mara- vigliofo Artefice Giuliano da S. Gallo.. Sedici nicchie t�i pietra ferena ricorrono intorno alle pareti con al- trettante Statue rapprefentanti Maria , S. Gio: Batifta * i 12. Apotioli , e due Angioli , n� dovendo tralafciarie di fare menzione degli Scultori , che le lavorarono , notar fi vuole , che S, Pietro , e i�aii Matteo fono di Andrea ferruzzi , ,S. Bartolornrneo, e ,S. Jacopo Maggio- re di Valerio Cloli, .Si Tonimafo.» e S. Iacopo Mino- re di Giova�ini C�ccini , San Ci�: Evangelica fece il Moifi , Sun Mattia � di mano di Piero JRufilenfi , di Giulio Parigi � il S. Simone , del Sufini i Santi An- drea , e Filippo i e S. Taddeo di RarTaeilo feet�ttuftei* Chi lavorale i due Angioli} non ci � noto; di Carlo Terra � iil precurlore , e la Vergine Santifl�roa di Va- lerio Gioii. Volle ^con/aerar quelta Compagnia il Car- dinale AreiveCcovo Aleil�fldco de* Medici , confervarido* iene in marmo Ja Seguente ifcrizione ;.' |
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SIXTO
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*©^
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SEtTO v; % Mr ET FimmN^ND0> MED*- ETRVKIA'B �
MAGNO DVCI ALEXANDER;'MED'.* ARCft.-FLOR.. ET" ... � E. R.-E.' CARD.* SAGELLVM; HOC" ET ALTARE- DEO ET B. VIRGILI DIVGQyE IGHA^NL BAPT-I&T�-E: DI- CATVM. INGLVSIS- IN EO DlVQRVM BARTHOLOMEL , ET -BASTI ANI- ET GREGORU; RELlQVirS- SOLITISI ARCHIEPP, SVEERAG�IS QVOTANNIS ENCENIORVM' DIE ADEVNTIBW IMPERTIENDO SOLEMWITER CON-' SEGRAVIT AN.. DOMI- MfiLXJUtXr N-ONAS- MALI-.* E" quBft'aJ lapida e nel- veiiiboloy o fivvero* jrifretf�'d�l*-
la, defbritta* Compagnia ,* nel qua! luogo1 fono- da^» conf�'derarir alquante tavole di Valentuomini ornate" di* ftucehi dorati . Vedefc adunque un Padre Eterno di Cablino Dolci , una* S., Anna di Praneefco Conti } un Cenacolo del C^p^puecino Genovefe , ed un S. G�ufep- pe v che dorme- operai del Vignali■ y e' quivi' altres� pendono dalle manganelle in; tavolette varie patenti? de* Generali di parecchi Ordini Reiigjofi- concedente a»te Fratelli l� partecipazione de'beni fpirituali, tra le qua» lii vi, ho- trovata quella dU Michel, Angiolo-' Tamburini! Generale de^Gefujtr.. 1IIIF. Ma pafTandb oramai al" Cortile ref� cos�' il]U'-
ftjre d�lie pitture: di Andrea del Sarto , non- fapfei me- glio' fpiegarne; il pregio*, che coli' ufare le piarole ftefle, che ne fcrifle il Cinelli nelle Bellezze d� Firenze y e- fono'le prelenu ,y Qireflfo � quel Cortile tanto farno-- » fo al Mondo, dipinto- di chiaro^ e fcuroy con' tanta5 » eccellenza , che non � minwe, e noncede alle: Fit- jr ture di Raffaello , n� di Mfrhelagnoloy fkcdme il- n detto Andrea parimente non � di' minor pregio , ma 9)v piuttollo nella Pittura fenza pi�y come avvifano gli �vO�mini intendenti , avanza e 1' uno , e T'altro .-,s1 Anche Leopoldo del Migliore nella (u�* Firenze Jliu- firata alla- pag. 231.- fcrive^ con' lode �v tali" Pitture ,* ma infiemememe deplorai la difgraziay o- fia il gravifl�- mo affronto alle medesime' fatto da; mano invidiofa^ , e- dice-come appreiloy,,-Dodici-- Storie- a frefco di chiaro* » fcuro
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� fcuro ripartite da 12» quadri della Vita di S. Gio:
55 Batifta , lavorate da Andrea del Sarto , eccettuate j, due del Francabigio , celebrate dal Vafari, e da Teo- ,) doro Crucer Fiammingo per mezzo di (lampa in ra- � me , dedicate fin nel 1618. al Granduca Cofimo II. � E perch� non vi � Forestiero Profeflbre di Pittura, o � Perfona di (pirito , che f� ne diletti , che noiu ,, le venga a vedere paffando per Firenze , vi capit� » un Franzefe , il quale non fi ia, f� forf� matto , o » che da impulfo d* invidia moilo , le fcorbi� con in- � chioftro , o bitumaccio 5 che vi fi vede ancor oggi , 5, difpiacque V atto , confideratofi un avvilire la virt� ,> eroica^ e l'onore, per dir cos�, di tutta la Citt�.,, Sin qui i due Scrittori Fiorentini, alle cui notizie ar- roger qui mi piace quanto io mi fono avvenuto ad of~ fervare, ed a trovare ne* libri della Compagnia , ed in primo luogo riporter� il Contratto tra Andrea , ed i Confervatori delia Compagnia per dette dipinture, leg- gendoli al libro fegnato B, pag. 30. del 1515. al 152^. cos� � Si d� ad Andrea Pittore celeberrimo il dipigne- 5, re nel Chioftro , e per le pitture grandi fi � conve- � nuto di pagargli lire \6. V una , e le piccole lire 5, 21. � Per grandi fi intendono le 12. Iltorie , e per le piccole le quattro virt� dipinte ai lati delle due Porte : e feguitando la ricerca de' Libri , trovali la., grande i�ima , che ne fece il Cardinale Carlo de* Medici al libro fegnato E, come fegue ,, 1626, Tende 3, alle Pitture di Andrea del Sarto nel Cortile , fatte a 3, fpefe del Card. Carlo de' Medici , di tele turchine, ,, e fi ringrazi� Sua Eminenza . ,, Non fi poteva per- mettere a veruno il copiarle fenza licenza del Grandu- ca , come nel libro , o Ma filza di Contratti alla let- tera M. ,, 1557. Memoriale per copiare le Pitture del ,, Chioftro , fatto al Duca Cofimo il d� 23. di Marzo, j> e fi concede ,, cos� nel medefimo libro a car. 22.,, 33 1622. Memoriale per copiare le Pitture di Andrea^ � del d� 27, Ottobre 3 e fi concede . », Circa poi il JBufto di s� commendato Artefice 5 acciocch� niuno ca* da
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da nello sbaglio accaduto a molti Foreftiei�, notar m�
giova , che quello, che fi vede falla Porta del medefimo Cortile , non � pi� quello fatto da Collirio Salveftrini, imperciocch� nel 1722. in occafione di murare le Log- ge, fu infranto , e nel fuddetto libfo leggef� , che fu rifatto da Aleffandro Ceri di terracotta . E finalmen- te venendo alla deferizione delle tanto lodate Pitture, notar primieramente mi giova , che fono di terretta in frefeo , e che Andrea cominci� il lavoro prima di an- dare in Francia } pofeia ritornato a Firenze lo ter- min� , eccettuate due, che nella fua affenza i Fratelli diedero a farli al Francabigi, come diremo nella deferi- zione j che qui imprendiamo . Entrati adunque nel Chioftro a manritta trovali 1' Apparizione dell* Angiolo a Zaccaria , che fa facrif�zio , e ammutolifce in pena», di fua incredulit� , la feconda � la Visitazione della- Madonna , la terza � la nafcira del Battifta col nome di Giovanni , che fcrive Zaccaria , da imporr� al Bam- bino ; le due . che feguono , fono del Francabigi , che vi effigi� S. Giovanni, il quale piglia licenza dal Ge- nitore per andare al Deferto 5 e V incontrar che fi fe- cero per viaggio Crifto; e S» Giovanni, che fi abbracciano alla preienza di Maria , e di San Giufeppe . Ritornano le Pitture di Andrea , e fono il Battemmo di Crilto , la quale fu la prima, che e0i fece , e gli diede dimolta fama ? fegue il predicare alle turbe , e poi il battezzare i Peccatori nel Giordano . Le ultime quattro , che il Vafari le vuole fatte dopo il ritorno di Francia , fo- no la Prigionia di S. Giovanni, il Ballo di Erodiade , la Decollazione del Santo , e la Tefta portata ad Ero- de ; e per fine di quelle Pitture debbo notare altra di- fgrazia per due fiate cagionata dalla follecitudine de' Fratelli in farle nettare dalla polvere nel 1617. e nel 1720. che non eflendo meftiere di ogni Pittore, piut- tofto ne � avvenuto loro dello fcapito, che del giova- mento . XIV. E Tettandoci a ragionare della Cappella, che
viene nell* ingreffo della Via pubblica alla Compagnia} t Tom. VII* D d non |
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non ; djTgradevoIe far� una digreffi�ne al contiguo Cad-
ilo de' Medici, giacch�, evvi in detta Cappella una Por- ta, ri murata nel 1745. dalla quale andava fi ai Catino > che � una Fabbrica aiTai lodata dal Vafari * Era que- 4f$ luogo-in antico del Magnifico Lorenzo de* Medici, il quale vi edific� fulla Via 3 che conduce al Canto de* Preti una piccola abitazione con l'Arme fua ; goden- do egli non folamente dr qui ritirarli dalle fue fa- tiche del governo della Repubblica, ma Inoltre vi af- fembr� quantit� di Statue Grechete Latine, le quali pot� (fero- eifere di Scuola della Scultura , e per vero dire, quivi il Buonarroti giovanetto di 15. anni l� fece queir infigne Maeftro > che tanto ammir� il Mondo■: Morto Lorenzo , ne fu Padrone Piero , ma effendo egli irato con tutti i Medici cacciato , parecchie cofe preziofe ne furono di qua levate via , E trovandoli nelle Scritture della Compagnia dello Scalzo ali* anno 1555. nomina- ta a confine dr ella dalia banda di mezzod� ; Giardi- no dell * llluftrijfima Donna "Lucrezia de* Medici:, io fo- no di credere > che quefto patTatTe con le fue Cafe > ed Orti a titolo di Dote in detta Donna ; Nel 1574. il Granduca Francefco col difegno di Bernardo Buontalenti vi alz� il bel Catino % dove bifogn� , per dar luogo all' edil�zio , levar di li la Compagnia di S. Marco > che era Irata fabbricata da* Medici ? ufeita clic ella fu dal Convento di San Marco , e fi trasfer� circa al, i$80, in Via di S. Gallo, ove � di prefente � Ijkjtre ordini di appartamenti � ripartito i� Pafazzo , averne la facciata principale nella Via , con fine (Ir e or- nate di conci di pietra bigia, e frontefpizi , dove an- golati , e dove a porzione di circolo , con Nicchie , fe- ttoni y e mafehere alle menfole, che reggono i davan- zali : Cinque flneftre per banda mettono in mezzo la Porta con arco a mezzo tondo , e Arme de i Medici, coperta di un manto reale ; Dentro nelle Stanze , e.» Sale veggonfi rare pitture a frefco , tra le quali tre fatte da Fabbrizio Bofchi, che vi rappreient� il Gran- duca Goilmo ricev�nte un Ambafeiatore del Re di Per* |
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Savi* incoronazione di detto Cofimo feguita in Roma,
e la prefa della Citta -di Siena . Nel Salone a terreno ionovi altres� dipinture e di Anailai�o Fontebuoni * e di Pietro Confortini » Ne* due Giardini poi, e nel Sal- vatico fono rimafe alcune Statue affai belle, come 1* Orfeo del Bandinelli j e il Laocoonte del medef�mo , la- vorato a fomiglianza di quello di Roma , due fiumi con iride, fatti dall'Ammannati, due Fanciulli di bron- zo in atto di pefcare di Giambologna : qualche ac« crefcimento al Palazzo fece D� Antonio figlio del Gran- duca Francesco , dipoi vi abit� Leone XI. quando «gli �ra Cardinale , che vi lafci� ferino il fuo nome full* architrave di alcune Porte con 1* imprefa fua , che � un mazzetto di rofe coi motto > Sic fiorui , e vi mor� il Cardinale Carlo de*Medici, che vi fece una Libreria ricca di rari volumi. ;; XV. Per terminare poi il ragionamento della Com-
pagnia , ritornar debbo alla Cappella dell' ingreflb , che ha full* Altare un Criflo con Santi dipinti a frefco da Salvadore di Qiuliano ,e daremo un* occhiata alla lapida di marmo collocata alla parete, in memoria di l�ngo- jar privilegio , che non orlante varie forti .contradizio- ni j ella gode per Bolla di Papa Pio V. del 1569, « confermato per.fenrenza della Nunziatura del 174S. e della Curia Arcivefcovile 1749- ed � di poter levare da qualunque Parrocjhia di Firenze i Cadaveri de' Fratelli 3 e Sorelle, e a frodargli alia Ghiefa della Nunziata } do* ve la Compagnia ha 4. Sepolture appi� dell'Aitar Mag- giore, leggendofi nel frontefpizio del fecondo gradino le feguenti lettere ; SOCIETAS D. IOflANNIS RAFTISTAE KOS ^GRADVS MARMOREOS
ET VTRVMqVE JPAVIMENTVM SVPRA ET SV;BTV$ «ti&il».[. JMARDAyiT A. J), MDEXXXVI. qU . - u-.iY:m � � ,..,:'. :;., ■ ■ : 'e,- ty:*iM n
e nella prima di «iTe a mano manca feppe�lito fu al
tanto benemerito della Compagnia Andrea del Sarto* ,v^v;)»: f» ■ oi*//Tr*vV3 'ocr.i un ,'-^ , i^,i':Jtyz u: ti.ih - I
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L E ZI O N E
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KIII^ CHIESA
DI SAN BARTOLO M'MEO
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Nfinoch� la Citta di Firenze piccola,
e rif�retta fu nel fuo primo recint�» divifa era in Quartieri, quante appun- JJ w erano le fue Porte principali ; quan- do poi � crebbe , dilatando le fue mura , recof�S a Selli, aggiungendovifi la parte di Oltrarno , e facendoti di quello di Por Santa Maria due parti , da un lato il Setto di San Piero Scheraggio , e dall' altro quello di Borgo , con dare ad ognuno le fue divife , che erano 1* infegna del Carroccio a San Piero Scheraggio, del Ponte al Sefto di Oltrarno , dei Becco a quel di Bor- go , la Branca di Leone a S. Pancrazio, la Infegna del- la Chiave a S. Piero, della Croce roffa a quello di S. Cro- ce, e di un Tempio a S. Gio: Sebbene giuria il Villani, nel 1343, la Citt� fu ridotta d� bel nuovo a Quartieri con queft* ordine , il primo d� S. Spirito , il fecondo di S. Croce , di S. Maria Novella il terzo, e di S. Giovan- ni il quarto : e fecondo quefta divisone , ho io rego- lata la Storia delk Chiefe Fiorentine. Si debbono pe- l� eccettuare da quella Regola alcune , le quali hanno il Popolo di altro Quartiere da quello , cui la Chiefa � afe ritta , e tra quelle trovali la Chiefa di S. Barto- lom-rrieo , comprefa effendo ella in S. Giovanni , quan- do i fuoi Popolani fpettano a S. Croce . E per� f�- guendo io la condizione della Chiefa , che trovo fegna- ta traile Chiefe del Quartiere , di cui ragioniamo , al mede-fimo piacemi di annoverarla , dandone in quefta-» Lezione le notizie) che mi fono avvenuto a trovare* *ZJ ■*- ' Il fi |
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1 f- IL E primieramente } notevole � la variet� dej no-
mi > co' quali trovati accennata nelle Scritture , s� an- tiche 5 che moderne , e per�: facendoci dal pi� vetufto oc i fuoi nomi > riporter� la notizia , che ci d� il Mi- gliore , ed � un Contratto efiftente nel Monaftero di S. Ambrogio, rogato da Ser Salimbene di Diecifalvi nel 1264. nel quale leggefi S* Bartolomeus inter dtptm~ tores , fcoperta > che parve al Migliore, bellifl�ma , ed opportuna, onde dimostrare efTervi fiata un'Accademia, o fivvero una Via di Pittori, che diedero il nome al- ia Chiefa , la qual cofa per avventura corrobora la Se- rie de' Pittori Fiorentini , fatta dai fuddetto Scrittore, correndo egli da Cimabue indietro fin ne' tempi di Federigo Imperadore J Con altro nome poi trovafi inu ifcritture parimente antiche addimandata Chieda di San Bartolommeo al C&rfo degli Adimari , ai quali nel 12%. fu diftrutto da* Ghibellini il bel Palazzo , che avevano in quefto Popolo > $. Bartolomeo de' Macci � flato parimente chiamata , o l� voglia , perch� i Macci ne_* foiTero fondatori » che � opinione di alcuni predo il Roflelli , o perch� -..'addirinipecto eranvi le lora Cafe , e Piazza ,0 che elfi facei�ero alla Chiefa notabili benefizi» tra* quali fi pu� annoverare V Aitar Maggiore fiato di quefta Famiglia; finalmente fecondo il eofiumc dei Fio- rentini , di accorciare i nomi , dicefi fovente la Chiefa di S. Bartolo - * > III. Della fua antichit� abbiamo parecchi contraile*
gni , de i quali ;uno evidentifl�mo � l'elTete la Chiefa Settata nel primo Cerchio delle mura , confider�ndofi inoltre la maniera del fuo Portico umile , balla , e_» fabbricato alla femplice con quattro pilaitretti di pie- tra , e con capitelli di mezzo fogliame) fu* quali ap- poggiane» Archetti girati fopra a mezza botte v ma po- co proporzionati;, e, lontani affai da' bu�ni precetti dell* Architettura , N� mai configliata direi la ©pinie* ne di coloro^ che fi perfuafero.,: che fofle fiata fabbri^ cata l� intorno al milk da i Fiorentini , jb�rtati dartt onoratifl�mo> e manifefio zelo d'imitare la divozio- ;*wjp -V- u .{�■^■i -ne cw |
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ne Romana ne* fu�i Baerf Bdifizj, conciolfiach� i� quei
tempo appunto Ottone III. fabbric� un Tempio a San Bartolomnieo nel!'Jfola Tiberina, trasferito che ebbe il Corpo del Santo da Benevento a Roma . Ed ai fud* detti argomenti piacemi di arrogere , che noi ne tro- viamo Rettori antichifl�mi ? quali hanno principio , quafi vicino al mille, avvegnach� uno f� ne Jegga , e non tra'; primi * che fu Meffer Guido Prete di S. Bar- ro Iommeo �i Firenze^ prelente ad un Iftrumento �i donazione fatta al Monastero di Maiano nel 1133- ri» ferito da Leopoldo del Migliore a pag. 414. Nel 1280, alia pace tra'Guelfi , e Ghibellini {biennemente ferma- tati* fulla Piazza vecchia di Santa Maria Novella dal Cardinal Latino , fra g�* illuitri reftimonj fottofcritti evvi Prete Viviano della Cafa , Rettore di noftra Chie- ia . Ma dopo i� Secolo xin. con maggior frequenza., trovan/� ne'Codici nominati altri Rettori , come nelle Scritture di S. Maria Novella al num. 25. Dow* Reupe- rus Retlor Eccl. S- Bartholi de Fior, obhligans f� , & fuos fuccejfores , res & hona ipjius Eccl. Joca<vit Corfo q. Guglielmi -pop. S> Miche Berte Ide , ti unam ipothecam* unius domus d. Ecclef -pof�tam iuxta d. EccleJ�am.Ego Gai' do Benuzzi Guidi Ruffoli rog. 17. Decembris1302* altri comunicatimi dal diligenrijl�mo Signor Domenico Maria Manni fono, nej.1318. Prete Trincia, di cui efiite il Sigillo, nel 1345. Prete Bruno de' Beccuti > nel 1376* Prete .Salveftro da Pontormo , e neh" anno feg�ente_» governava la detta Chiefa Prete Filippo grandini, ,0 forf� di Bandino . Alle Riformagioni nel ,1425. appa- rifce Ser Cafino da Branda, con memoriale alla Signo- ria per riavere la /olita Offerta , come qui fotto rife- riremo , e nel foggiorno di Papa Eugenio JV. in Fi- renze , travafi fatto Penitenziere Me/Ter Manno �i Gio? vanni da Caitiglione, #ato pure Rettore di S. Barto|om* meo : e per fine ne* jibri della Congrega di Ges� Pel. legrino, lo fpoglio de'quali e prefifo di me, > notati come �pprerTo,, Un Anniverfario per Matteo Jacopo Lenzi Ret* �. tote delia Chie& �i Si Bartolo r accettato da* Fratelli » nel 14^4. j) IV. Que- |
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*i* i-:I Vi -Quefta molti ^Priori fprr>ma-riam>nte. toccati, ba-,
ftanti farieno a dare forf� una prova a* metto informatir delta ragguardevolezza della Chiefa di S* B�rtolommeo ; ma fenza quefti, tettimonianza certa ne farebbe ; una-, fetta fqlenniffirna dimoft.rante non-.{blamente-.pregio di antichit� , pia 4in si notevole privilegio y che f� ne po- trebbe congetturare qualche eminenza goduta ne* tem- pir pattati da quetta Chiefa, fopra le altre . r\arnnien- tar dunque fi vuole-, come anticamente ja Firenze gi- rano fiate ittitujte quattro fokqni, fette tendenti alla divozione del Popolo, ed anche al fuo trattenimento > cffendo quette dittribuite per Quartieri , quali gareggia- re folevano nella magnificenza > e grandezza... Or una di quefte era a (Regnata a S* I^artolommeo ,, la ,quale fi faceva falla Piazza di Santa Croce > ordinata dar primi Ingegneri , (Con macchine-, e mutazioni di fcene ,. chia- mate da* nottri antichi rapprefentazionij e da' Libri di Ricordanze comprendefi , che la feria di quefto Santo Apoftolo era la pi� celebre delle altre ». Ma perch� gi� da alquanti anni l'avevano difmeffa , per deliberazione del Senato nel 1471. ritorn� ,a celebrarli , come al Libro fegnato N, nelle Kifbr magioni f� ne legge la^ memoria cos� 3, Si ordina, che in fu la Piazza di San*► � ta Croce Ci faccia la Fetta di S. Bartojommeo » co- ,, me era fiato confueto farfi altre volte, ed ai Fetta* � ioli fi dia aiuto > e denaro> ,, Andavano inoltre a; vifitare la Chiefa net d�- fedivo del Santo con offerta, i Sei di Mercanzia in�ieme con tutte le Gapitudini,delle; Arti, e non ottante lo Statuto del 1417, il? quale or- dinava, che non fi andatte pi� ad offerta nelle Chiefe, e ne' Luoghi pii , che erano m»ltifl�mi , n� che a quelli fi potette mandare la cera : tuttavolta ad iftanza del Rettore Prete Calino da Branda col Decreta del 1425, He and� privilegiata la, Chiefa di S. Rartolommeo * fic- ch� nelle Fette antiche » fitte 9ii e annuali , no» fappia- mo additarne un* altra fatta ,dal Popolo, Fiorentina con rriaggior folennit� , che quefta , fempre eccettuando quel- la di S. Giovanni, che non ama. pari.; Per quello '4A poi, |
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poi, che la fcarfa� di memorie de* tempi antichi per-
mette, che fi trovj , io ho due ricordanze , e la prima � un Contratto di Cafe vendute da Orlandino Meglio- relli da Prato , a Don Zanobi Abate di S. Pancrazio, ed � chiamata a confino Ecclefa S> Bartholi de E lordi- ti a <> rogato Ego Soldati eri us Not. Fior. 1241. l'altra � il trovarfi additata dall'antico Calendario Strozzano con folennit� la Sacra nel 21. di Marzo y con un con- certo grande di Popolo { e calca di niente pi� * V. Una vic�nda per� notevole oflervare fi vuole >
accaduta da un t�mpo in qua a quefta Parrocchia, che � 1* e ile re ella fiata unita al Capitolo dell' Infigne Col- legiata di S. Lorenzo d� Papa Innocenzio Vili, nel 1485. Id�bus lulti atr�'i�'Po&t; col con f� Ufo dell' Arci vefcovo di Firenze , cui fpettava la prefentazione del Rettore ; e <qii� fvaniieela congettura5 di Stefano Rovelli ji che^. nel fuo Sepoltuario fcriflTe come appreflb >, Parvenu*- ,, mile , che ci� feguifle ne* tempi di Leone X. o d� ,, Clemente VII. che come ambedue della Cafa dei Me- ,1 dici, e per confeguenza Padroni erano della Colle- agiata-di S.! Lorenzo ,, Per fegno poi di Padronanza acquiftata^ da detto Capitolo, ogni anno nel d� 24. di Agoftt� 'feft� d� 8; Bartolommeo , viene il Clero fuo a cantarvi la Mefia , e primi , e fecondi Vefpri , prefen- tandofi altres� da* medef�mi Canonici ne' cafi di vacan- za il Paroco amovibile ad nutum.. VI. E f� ci pare, che abbiamo foddisfatto alla in-
tenzione di arricchire quefta Storia di pellegrine noti- zie , non baller� certamente al Leggitore mio qui , ove conviene descrivere qual fia al prefente ia Chiefa ; per lo che ci far� d' uopo confiderare quel di pi� , che in ella fi conferva . E facendomi appunto dalla Porta , mi piace of��rvarne il lavoro / che � di pietra , ed affai antico, con f�pra in marmo di mezzo rilievo due^ Dragoni , aventi in mezzo una rofa di marmo vaghiffi- ma , quali Dragoni mi giova credere, che fistio un ge- roglifico allufivo a Crifto noftra falute , il quale ufavafl dagli antichi Criitiani-di collocare fulk Ch�efe , fugli t " -: i Al-
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Altari \ e fopra i Cimiteri, e come «ota il Propo/ro
Antonfrancefco Gori ne* fuoi dottifl�mi Commentar) d§ Cruce Dominicii a pag. 261. fimiglianti Serpenti fi por- tavano fino nelle Litanie Maggiori, a nelk Rogazioni. Altri geroglifici credo parimente} che fieno quelle tefte di Leoni, e di Arieti , che qui fi vedono ne' Capitelli 5 che reggono gli Archi della Loggetta . Entrando iru Chiefa > a manritta vi � la Cappella de' Buonaccoru* , � quali a differenza di altri delio fteffo Cafato } por- tano neir Arme un Grifo rampante fur un Campo di- vifo per lo piano, avente una sbarra a traverfo } den- tro la quale � la Croce di Pifa . Fu gi� quefta Cap- pella di certi Gerini, famiglia differente da'Gerini Mar- chefi , come fi conofee dall' Arme affiffa alla parete dalla banda dell' Epiftola 9 che � una Ruota con tre gigli » la quale parimente fi vede in una lapida grande in mez- zo al pavimento » che era la Sepoltura d|i tali Gerini con quefte parole : sepvlcrvm IVLIANI D� CERINI^ . E di quefti eredi effendo flati i fuddetti Buonaccorf� , Pa- droni diventarono di quefta Cappella » che era t�ata-. fondata nel 1565. da Beatrice Buonaccorf�, moglie di Leone di prancefeo Gerini. Dai Buonaccorf� poi fu rinnovata la Cappella con quefto Epitaffio ■'. ALTARE HOC ANTONJVS BONACCVRSIVS NICOLAI FU,
JNSTAVRANDVM SVIS SVMPTIBVS CVRAVIT
A>JMO DOMINI CI3 13 CV.
E da un altro Niccol� Buonaccorf� fu fatto fare il Re-
liquiario �i argento , nei quale fi adorano due notabi- li Offa di S. Bartolo ni meo > leggendoli appi� incile que- fte lettere; -.-■■ *
f NICCOLAVS BONACCVRSIVS FIERI FECIT MDCCVIII.
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All' Altare in vece della Tavola vi fi veggono alcuni
Angioli dipinti fui muro da Bernardino Poccetti in atto riverente ad un buffo di rilievo del Santo Apoftolo Tom VII. E e fattp |
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fatto di legno di buona mano . 'La Cappella dirimpet-
to �i uniforme difegno, ha una tavola, che rapprefenta Maria co] Bambino in collo, ed f Santi Antonio Abate, e F*arjcefco di Affiti , �i Artefice a noi ignoto . Alla papere in alto a man manca evvi un Arme de* Macci , di cui dice il Migliore, che era la Cappella maggiore, fuJia quale inoggi la Compagnia de* Cocchieri, che qui- vi fi radunano in divori efercizj una volta il mele, ha collocato un CrocifiiTo di legno,-che coperto ila. full* Altare , dove anticamente eravi una tavola , nella quale vedtvanfj dipinte nel pi� rlravaganre modo , che veder fi pofla , Iftoriette �i S. Bartolommeo . Quella trasferita in Sagrei�ia > era una memoria della pittura dei tempi barbari, ma inoggi fi � fmarrira , riroafa folo una Sta- tua pure in Sagre/ira di una maniera gorHll�ma, ma da confervarfi in onore del Sanro, e <ieJ�' antichit�. N� traiafciar debbo una lapida nei pavimenta della Ghie» fa , ove fi legge : PIETRO AMAD.ORI DEL LEOM DI ORO MDLXXXT*
V�I. Radunati in quefta Ghrefa la Centuria di San
G�ufeppe principiata ai 13. di Giugno dei 1701. nel- la Chiefa di S. Margherita 3 e pofcia qui tornata , Ella � comporta di cento Ecclefiailici , di cento Secolari » e d� altrettante Donne fenza pi� , il cui iftftuto � il praticare con ogni puntualit� a pr� » e benefizio de* Defunti > fpezialmente di quelli, che faranno Itati del- la Congregazione, gli efercizj di carit� , e quanto ita ordinato ne* Capitoli, che furono approvati dall'Arci* vefeovo Tomroafo Buonaventura della Gherardefca ai 15. di Marzo dil 1706. Ogni anno con grande folen- nit� da i Fratelli , e Sorelle celebrali la Fetta del Glo- liofo loro PrctettQie S. Giufeppe , con Mefla folenne, e Sennone > e nella mattina feguente fi fa un generale Arrniverfario � Adunatone pure quivi i primi Fratelli delle Sacre Stimate , i quali pofcia pacarono dietro a $� JLoreczo» ...,.:,. .. |
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L E ZIO N E
23 J XX ^ C H I % $ J
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DI SANTA MARIA NEP0TUMCOSAE.
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U� fio nome Nepotumcofae, da cui* mi
place dar principio alla Storia di que- lla Chiefa , � ftato interpetrato in di* verfi modi , ed ultimamente un Prete ftatovi Rettore , Pillando il cervello fuo fopra �i ci� » io ebbe per deri* vato dalla parola Greca HIP0TEK0T2A che vuol due farturiens , il qua! concetto � ftato fti* maro dagli Antiqua*) effetto �i erudizione del Rettore per dar qualche cagione a quel cognome , che in vero ha dello t�ravagante, ma con poco fondamento di ve- rit�. Turtas/olta il fuddetto avendola creduta per ve* ra , la feri (Te in caratteri Greci maiufcoli full' angolo della Chiefa per di fuori , facendone qui pubblica di* moftrazione i e leggefi ArlA MAPIA HIIIOTEKOtSA , e di fatto farebbe ikta una (coperta ingegnofa, data per ripiego air etimo-logia del nome Nepotumcofae } mediante il coftume antico de* medef�mi Gentili 5 i quali parec* chi fecoli prima , che nafcetfe la Santifl�ma Vergine , come atrefia il Canifio , e il Navarro, aveano dedicati Tempj } ed Altari Virgini far�turac , Ma per vero di- re , tutti gli Eruditi nelle antichit� �i Firenze fono co- rretti a condannare fomigliante interpretazione , avve- gnach� per i moiri j e molti documenti autorevoli fi fra venuto in cognizione cfaiarifl�ma , che quefta Chiefa cos� chiamifi , perch� in antico fabbricata dagli Adi* mari nipoti de* Cofi , e facendomi dall'autorit� di Ri- cordano Malefpini Autore amichifl�moj al Capitolo 57. E e 2 dice
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a��-
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dice come appreflb � In' Porte Rofl�r fi pnbibnc*" i CpS
� Conforti ab antico degli Adimari di linea mafculina, 5, e feciono fare Santa Maria Nipotecofa } che ancora � oggi ritiene fi nome � E Giovanni Villani al libro IV. cap. X. fcrive pure dello fteffo tenore cos� ,, Eranvi � gli Adimari, r quali furono ftratti di Cafa i Cof�, che j5 °gg^ habitano in Porta rotta , et Santa Maria Nepo- � tecofa fecero eglino» ed a i fuddetti concordar! il celebre Fra Domenico da Gorelfa , ne'feguenti verfi ; Edes oxcurrit Nepotecofa miht
Qaam devote J�bi Soboles AdimaHg quondam
Hoc in Quatrimo cond� d� t ante fon �
IL Ed ifchiarita cos� la origine verifl�ma della de-
nominazione �i qucfta Chiefa , diamo Ora la ragione.» di altri nomi , co* quali effa trovati appellata in varie Scritture , come di Santa Maria ed Giglio > per effer- vi fui canto fcolpito un Giglio» dal quale dice il Mi- gliore > che non folo fi principi� a cos� cbiamarfi la* Chiefa, ma eziandio una Famiglia affai nobile fi diffe dei Giglio ; perch� vicina a detta Chiefa avea le fue_, Cafe » per V ufanza itata ne* Fiorentini di pigliare i Calati dai luoghi, ove effi abitavano , come i Letterio* ghi dalla Via della Stufa l� da S. Lorenzo fi dittero i Marchefi della Stufa } e i Profpen pure del Vigna det- tidalla Vigna pretto a S- Pancrazio .,ed in tal guifa.. moki altri . N� io farei lontano dal credere, che il Gi- glio di quefto Canro , e (fendo ivi accoppiato alla Cro- ce , fia l'Arme di Firenze, e per la fuddetra ragio- ne dalla vicinanza di Cafe , parimente deve dirfi , che ne* contratti talora fi diceva Santa Maria degli Adi- mari , i quali affai diramati , ed abitanti in quefta ttra- da , diedero il nome del Corfo degli Adimari alla Via, e alla Chiefa , della quale retta a qui notarli altra de- nominazione , che ha prefo forza tale , che inoggi ogni altro nome fopraecennato, � divenuto quafi ignoto, con- ciott�ach� dal Popolo non s'intende pi�, che per Chie- fa di S. Donnino , e ci� � addivenuto a titolo della Cri di-
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divozione de* Fiorentini a quefto Santo miracolofa ver-
fo de i morfi de'Cani rabbiofi �,� molto pi� per la ce- lebrit� della fua Fefta quivi folennsizzata anche nelP an- tico j trovandoti accennata dal Calendario Strozziano con? quelle parole � 9. �i Ottobre, San Donnino Martire, 5, fella folenne a Santa Maria Nepotumcofe % e predi- j, cavifi » la quale circodan�a J� predica , in tutto il detto Calendario , non s* incontra in altre Chiefe , f� non una fiata in- San Pier Maggiore * j III. Per quello poi 5 che nfguarda 1' antichit� di
noftra Chiefa , ci far� d' uopo, che per non rralafciare beilifFitne memorie , alquanto io mi diffonda ne'fecoli vetuiti 5 ed effendo noto a tutti gli Eruditi il nome di AleiTandro Adimari infigne^ Scrittore del fecole xv ir* rammenter� in primo luogo la fua Clio , nella quale di cinquanta fuor Antenati le gloriole azioni raccon- tando , a Bernardo uno di1 efli attribu� il principio della Chiefa di Santa Maria Nepotumcofe nell'anno mx. e perch� ninno cada in fofpetto , che intereflfato Alef* fandro nelle glorie di fua Famiglia fingerle talora > no- tar mi giova, che prima di lui ili rimile fcriffe GiulianQ de* Ricci nel commendatiffimo trattato delle Famiglie^ Fiorentine , ed anche il Migliorerei nomina un Ber- nardo degli Adimari vivente nel 988. il quale v�rifi* milmente fu nel 101©. il Fondatore della detta Chie* fa, e quelli fu Padre di quello Adimari , che. diede :&* Canonici Fiorentini;Terre a Rov�zzano > come parla_i la donazione neir Archivio del Capitolo .*' 1077. Jldim�* rus fil. Bernardi donat Canonica? Fior* b�vt� yofita ad Ro-vffzawim * ;e 'convien dire y che gli Adimari fi facef* fero familiare quello nome principiato da qualche fa- mofo loro Antenato , che cos� fi appellava ; lo che fi dimoftra da alquante vecchie cartapecore prefiTo il Pro-* confol� , nelle quali fpeffo fi legge qualcuno degli Adi-r mari detto Bernardo , ed altres� nelfArchivio di Mon* tuliveto al fecole» xii. avvene una, che ci: conferma il fin qui da noi dimoftrato > ed incominci* con quefte |
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parole * 1102. Bemardus \ & Joann-et qui AdimarVt w*
cantar fili� B* M> Milani> focati Pagani Cofe . IV. E per viepi� iliu/kare-ri punto dell'antichit�,
ci giover� affai il confiderarne in primo luogo il fito, fui quale fu fondata , cio� nel cuore della Citt� , e_, fopra d� un s� bel quadrivio, che di l� fi potevano ve- dere per jla dirittura delle quattro ftrade , tre delle»* principali Porte dell' antica Firenze : e in fecondo luo- go non fembra difpregevole argomento la ftruttura del- la rned'ei�ma , avvegnach� abbia ella in f� tutte quelle.» parti , e contrafiegni ufatifi ne i primi tempi in fabbri- care le Chiefe , vale a dire , piccole , fol levate dal fuo- io , coli* Aitar voltato a Levarne , e col fuo Presbite- rio in■ ate^';« fegrrgat© dal; Popolo affiliente a* Divi- ni Ufizj ; e. occorre finalmente da confiderare , che San- ta Maria Nepotumcofae nel 1280. ebbe bifogno di ri» parazione , alla «quale molti Nobili Fiorentini diedero di mano > frovandofi da effi un Ildebrando Alfani, che a quefto effetto in detto anno fece teflamento, nel qua- le leggeri : lldebrmdinm q. Burnechi de Alfanis r eli quit Ecclej�e S, M* Nej?<immc*fe pr� laborerio 9 & reflaurat�Q~ ne di&e Ecclc-fis &t>rog*he*Bonacettrftts Latini dalla Laffira>ru, J* l*<A?FniiV delle due Chiavi in Croce fcolpite nel!' Architrave? d�lia Porta dd fianco , fegno di Sede vacante j f� io; non: fon forte ingannato, appunto con- fronta nell'anno della reitaurazione 1-280. nel qualfi*. moi� Papa Niccol� III. e da una precifa necefl�r�, che ebbe la Chiefa di efTer reftaurat� fui fine del xni, fe- colo, illaziojae far� fempie legittima , che eflfa fia #a- ta aliai in anticojfabbricata quando bifogno di rinno*. vazione ebbe nel 12^0. N� ometter po0b come gik dal 1376, era un Tempio, dove il Popolo concorreva all' acquifto di due grandi perdoni ,, cio� nel giorno dell' Alluma> e in quelle* della Nativit� di Maria», nelle quali Fefte cosi diedi nel Calendario Stro^ziano ,, Perdono 5, grande alla Chiefa di Saata Maria Nipptecofa .,,, V. E pr^me/E js� beili , e tanti documenti autore-
voli di fuo memorabile principio; dir� quel poco che io
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io mi fono avvenuto a trovare de* Rettori della ine-
defirna . li primo ce lo dichiara la celebre carta dell* riforma del Clero all' anno ii$6» leggendoci in eifa^ fottofcritto .} Presbyter Zaccheus Keffor Ecchfie S. Ma* rie He^otumcofe , cui fuceed� Meffer Trincia » che leg- gefi nominato in un rinvolto di Carte vecchie al Pro* confalo »» D. Trincia Re fior Ecclefie Suntle Marie degli Adimari locarvi? ad fiBum unum Federe pofititm in Pop, SanBi Angeli ad Eo*vez>anvm 12K9. Vi ebbe ancora Ret- tore un MeiTer Anfeimo di Giovanni da S. Miniato al Tedefco nel 1450. o in quel torno , il quale fi mor� nel 148-1. nelle Stanze dello Spedalingo di S. Mattea lafciato avendo per fuo fucceflfore Mel�er Girolamo di Giovanni di Piero Tingili flato fuo Coadiutore, cui dobbiamo grado di un libro di Ricordanze da elfo incominciato a fcriverfi ad� 3. Dicembre di detto an* no , e profeguito con diligenza dagli altri Rettori do* p� di lui , in maniera che dopo il 1481. vi fono f�* gnate le pi� rimarcabili cofe accadute alla Chiefa, fc*\ fpezialmente la ferie de* fuoi Rettori, tra* quali i pi� celebri nel beneficare , e adornare la loro Spofa , fo- no Carlo Antonini , che dentro, e fuori abbell� Ia^ Chiefa, Francefco, e Bartolommeo Angeloni, che au* mentarono 1* entrate ; e io fono di credere , che loro fia la Sepoltura appi� della Cappella de' Paiquali cor» un tondo di marmo, nel quale Ieggonfi fcolpite quefte^ lettere : haec est an<*elona domvs . Del Rettore Fi- lippo Moehi fu il pender� �i trasferire le colonne � *e? inaimi preziofj di un ricco DepoGto all' Aitar Maggio- re con licenza dell* Arcivefcovo nel 1651. Di Giovan- ni Bianchi , e di Giovanni Ducei vi fono pure in det*. to libro memorie del loto zelo , e dottrina , e pi� che pi� del ptefente Rettore Giufeppe Maria Piazzini fonovt legnate le fpefe fatte per la confervazione de' fuoi dirit» ti j e delle entrare per adornamento della Chiefa. VI. E dato fine ad una tal qual ferie de* Rettori<;#.
difeendo ad ©fFervare quanto � di antico, e di mo. derno avvi da notai fi circa la Chiefa. Onde facendoci
4*1?
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dall' efteriore, non ti tralafci di efaminare la facciata di-
pinta a frefco , e dall' ingiurie de* tempi quafi del tut- to annerita, appena dii�inguendofi le figure di due o- vati \ ne4 quali effigiati fono a manritta S. Criftofano, e a i�niftra un Santo con h teita in mano } da molti per errore prefo per San Dionifio , quando da�i* abito militare appare , che 1* Artefice abbia voluto qui colo- rire San Donnino Cameriere dell' Imperatore Maifimia- no , che lo fece decapitare per eiTer Crii�iano . Sulla* porta .del fianco evvi un Tabernacolo di Maria , cbe_» dipintura greca � giudicata , e per vederfi 1* Arme di due foglie di fichi con onde , fiamo accurati eiTere quell* immagine in onor della quale lo Spedale di San- ta Maria Nuova � -tenuto tenervi la notte una lampa- ila accefa per teftamento di un tal Lapi infigne Popola* no, e Benefattore di quefta Parrocchia, Entrando»* poi in Chiefa per quefta Porta laterale, addirimpetto viene la Cappella delia Piet� , dove pure vedefi fcolpita la* Suddetta divifa de! Lapi ,* apprei�b viene la Cappella* di San Donnino con tavola di Giovanni Moriani * dicefi fatta a fpefe della Gran Principer� Violante di Baviera ; dall' altra banda verfo il mezzod� ; i Pafquali hanno Cappella con tavola della Refurrezione di Cri- t� , opera di Francefco Mari 3 di cui fono in Sagreftia i due Profeti . All' Aitar Maggiore , come parla un* Contratto efiftente preflb il Rettore, fece il Pugliani 1J incoronazione di Maria , la qual tavola inoggi ferve per coprire il GrocifilTo y che prima flava alla Cappel- la idi S. Donnino , E �i quefto miracolofo Simulacro del Redentore , ne padano gli Scrittori Fiorentini , tra' quali ri Mazza Autore , che ville g©o. anni fono t e anche prima di lui gli antichi Scrittori della Vita di S. Zanobi , mediante la voce iiniverfale ,, che tale effi* gie forf� fatta del legno di queir Olmo fecco, che ri- fior� al tocco della Bara 3 w cui trasferivai� il Corpo di detto Santo ; ehe f� folfe tale, farebbe una gran co- fa : P Immagine � alta men del vivo, ha tre chiodi, e la maniera dell* iniagUo � affai difettosa , come 1] \i ,.'■■) feor-»- |
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fcorgeva da; pochi verM ferirti in caratteri Gotici, che
iravano in uh ca'rcello appi� del mede/imo CrocifiiFo , e: dicevamo eoi� i t ■. FLOR�NTI5 &URIE CVM TRANSFERRETVR AD EDEM
ZENOBIVS FLORES ARIDA PLANTA DEDIT
DE QVA MVNC SCVLPTA HEC FVIT OMNIPOTENTIS IMAGO SVPPLICE PECCANTVM SOLLICITANDA PRECE
. FRONS ERECTA MIHI EST f PERPRESSVS ,OBE3AQ, MEMBRA IN CAVSA EST* GRACILI E STIPITE SVMPTA FVI .
Antichifi�ma � la venerazione de* Fiorentini a quefta-.
Immagine , e crebbe nel fecolo paflfato per 1' efem- pio err�csciffirno de3 Principi » effondo che , finch� vitfe la Granducfaeffa Madama G'rii�in� di Lorena , dur� ella a vifitarla , e maifimamente ne' Venerd� di Marzo , e volle , che per la malattia di Gofimo II, fuo figlio folle il detto Grocififlb portato a proceffione per la Cit- t�, accompagnato da tutta la fua Corte, e da'Magiitrati. VII. E venendo al Tedefco fepolto quivi , e morto in Firenze nel 1607. fui fior degli anni chiamato Wol- fango Federigo Trutzfchler , vedefi un gran laftrone di marmo con la fua effigie di Cavaliere in mezzo rilievo fotto la menfa dell'Altare, quando prima era appi� del Presbiterio , e fopra alla parete a mano manca in una nicchia pure di marmo avvi elei medefimo un belliiTimo buito , con Ifcrizi�nf , ciie dice c�me fegue ; STEMMATE, WOLFGANGVS FRIDERIGVS TRVTZSCHLER AVITO
HILDEBRANDI SQBOLES CVRAQ^ SOLA PATRIS : FLOS EQyitlS MYSir GERMAN1S N�TVS IN ORIS DVM GENVS EX STVDIIS AMPLIFICARE PARAT ♦ BELGICA QVA PENETRAT TELLVS QVAQ. ANGLIA QyAQ^ EXPLICAT 1NGENTES GALLICA TERRA S1NVS . AVSONIAS PORRO TEND1T GENEROSVS AD ORAS QVA PADVS VLVOSAS VOLVIT ET ARNVS AQVAS . MOX CVPIDVM RECIPIT FLORENTIA BELLA SED EHEV CORREPTVM FEBRI MORS IBI SAEVA NECAT -
VT QVATVOR VIX LVSTRA PEREGERAT. EVGE VIATOR CONDOLEAS ORBO PRO PIETATE PATRI . . : Tom. VII F f VIII. E |
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Vili. E tornando finalmente al Canto, che fa que-
fia Chiefa in veduta di quattro Strade , io ben veggio, che molti da noi afpctfano qualche erudizione fopra di quel terrazzino in alto fopra il detto Canto , che per efTere in luogo facro non poflumo perfuaderd , che., fofle fatto per afi�ftere agli fpettacoli frequenti nel Cor- to . Ma piuttoflo ne diremo ci� } che alcuni hanno creduto , e due fono le opinioni pi� verifimili: vi ha chi ha opinato , che fofle ad ufo di Pulpito per pre- dicarvi, pofeiach� Tappiamo dal fopraccitato Calendario , che quivi fi predicava , in Chiefa no } perch� picco- liflfima 3 e per� fuori di effa , e per c�nfeguente fui terrazzino collocato affai in alto , perch� la voce fi dilatale pi� facilmente lungo le quattro vie maef�re^ di Firenze , e pi� che pi� , perch� nell' antico > Firen- ze non avea Piazze comode a* Predicatori : Altri poi lo vogliono deftinato per benedire i Cittadini colle Sante Reliquie , che per vero dire , era luogo affai a pr�- pofito per confolare la divozione de* Popoli. |
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LE-
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XXII.
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LEZIONE
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BELLA CHIESA
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DI S A N T O M M A S O.
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|Ella prefente Iftoria non poffo fare»
che io non entri a ragionare delle due illuftri Famiglie Fiorentine, cio� de* Sizj, e de' Medici , a cagione del- la relazione , che amendue hanno col- la Chiefa di S. Tommafo , della quale imprendo ^u� il ragionamento . E fa- cendomi dai Sizi rammentati con lode e da Ricordano Malefpini, e da Scipione Ammirato, dir�, che nel go-, verno de* Confoli in Firenze ebbero s� ragguardevole^ dignit� Bambarone de* Sizi nel npo. e Nerlo nel 1203. veggendofi in pi� luoghi 1' Arme loro , che fono man- dorle d' oro in campo rotto . Con quefta Cafa � dsu cr�derei che i Medici fi ftringetfero in parentado , me- diantech� Metter Fuiigno di Conte de'Medici dice ne i fuoi ricordi fcritti nel 1373. efiftenti nell' Archivio Granducale , come gli Antenati fuoi foflero a parte co* Sizi di una torre fabbricata fin nel 1169. aliato alla.. Chiefa di S. Tommafo in Mercato vecchio ; lo che ci avvita, che non farebbe addivenuto, f� confanguinit� non fotte pallata cos� ftretta fra di loro, attefa l'ufan- za di non ftringerfi infieme per s� fatto modo , che.» obbligaffe a difenderfi 1» un 1* altro nelle fedizioni ci- vili , al cui fine erano edificate le Torri. Ma ritornan- do a* Sizi , quanto egli � certo, che erano Padroni della Chiefa noftra , altrettanto � dubbiofo , come ne conquiltattero il Padronato , perciocch� la cofa , che porta a noi difficolt� , �, fe veramente la Chiefa folle da etti edificata , o pure f� quefta fu fatta , come � Ff* mol.
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molto verifimile , a fpefe comuni del Popolo fottopofto
alla Cura, e nel dubbio crediamo, che per non par- tire dal coftume, che era in quei tempi antichi, il lopolo la fabbricale , ed a i Sizi, come Signori potenti della Parrocchia la raccomandafle , e che pofcia ne fof. fero di lunga mano Padroni, fi dimoftra dall'offerta, di carni cotte , che il Rettore mandava con folennit� alla detta Famiglia nella Feria di S. Tommafo , e per- ch� un Rettore nel uoo. o in quel torno , loro con. tele quello cenfo , leggefi in una Cartapecora lacera, e copiata dal Signor Giovanni di Poggio B�ldovinetti, che dice come fegue : liti de Si'tiis compramittunt iru Efifcofum Fior, cum aliis eorum Fam�l�e de Sitiis di f�* rentias ortas circa cenfum , fae tribuium , quod reti- pre debent quolibet anno ab Ecclej�a S. Thomede Fio. rentia rigore iuris patronatus^ *« a IL C°me poi quefta Chkfa P3^ in dominio de*
Medici, � un' altro punto da illurtrarfi , e tanto pi� che anche moggi i molti rami de'Medici feguitano a-par- tecipare delle ragioni di prefentarne il Rettore , Sup- pofta adunque .la-parentela tra le due fopradette Fa* miglie , che altra ragione non Tappiamo ravvi fare , Teg^ ghia di Geri de* Sizi ad� 17. di Agofto del 1311. ri- nunzi� la met� dd dominio della Chieia a»Medici /nel- la perfona di Averardo di Averardo, come appare al- la Gabella lib. C, 59. carte 152. la qual rinunzia fu pofcia nel iU6� origine di liti tra le dette due Fami- glie , in maniera che il Vefcovo Francefco Salve/tri per la vacanza accaduta in detto anno del Paroco , fece egli il Rettore, con riferva delle loro ragioni, ad am. be le parti . Quando nel 1348. anno della gran Pefte , iucced� , che de' Sizi ne rimanerle vivo uno folo , che fi chiamava Giovanni di Carne , il quale per ro- gito di Ser Piero di Ser Lapo Centellini don�» IValira met� del Padronato di S. Tommafo a Giovanni, e Sil- vestro de'Medici, per la qua! donazione col� final- mente in quefta Famiglia , tutto V iofpadronaco di detta Chiefa , trovando/] pure alla Gabella lib. D. j. e. j&
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e. i&. inno 1349. come fegue : Domium' Ioannes■', &* 57/-
"vefier , Fratres J; $* .F/7/V Alamanni de Medici* } & Bet- tus Arxigki de Medici* ^ pr� f� ipfis 5 �? /»'<? <f/*7x pluri- bus de d&mo de Medici* �> receperunt donationem a loannz* olim Canti* de S�t,is Fadronatum Ecclejte S\ Thome dc^ Florentia die §. Februarii 1345. dovendoti qui notare 1 che f� in vigore della rinunzia di Teghia x il ramo di Averardo detto di CafaggiuoJo , acquiii� ragioni filila^ Chiefa , pelila fec�nda Suddetta donazione partecip� del- la met� del. dominio della medefima V altra linea di Chiariffimo di: Lippo j che erano i due rami , che irL* que* tempi traevano l'origine dallo fteflb ftipite, i qua- li rami hanno tramandato fino ai giorni noftri tra le moltipiici Famiglie dette de* Medici la. partecipazione di detto Padronato . V?fv^ w..i^8tni »-'U III. N� poflb qui omettere V impegno per quella Chiefa » che ebbe Cofimo Fater Fatriae difendente da Averardo di Cafaggiuolo, imperciocch� effendo egli Gon- faloniere di Giustizia j nel 1434. ottenne > che la Repub- blica ftabiliffe un* offerta da farvifi ogni anno per la feita di 8. Tommafo da i Sei della Mercanzia colle-» Gapitudini delle 21. Arti , accrebbe pur elfo una Cap- pella con tavola dedicata al Santo , come fcorgefi nel gradino dell' Altare dalle feguenti parole: � HANC TIBI FIT THOMA VIRORVM MAXIME COSMA
TEMPORE QVO LENZIVS REGIT HAC IN EDE MATHEVS MCCCLX. IV; Non fo per� f� vantaggioso alla Chiefa di S.
Tommafo fofle queflo altro concetto di Col�mp-, e fu r avere aiTegnato buona parte dell'entrate di detta Chie- fa a due Canonicati fondati in Duomo a favore delle due linee di fua Famiglia ; il vero fi � , che ad iftan- za del medefimo Papa Pio II. nel 1460, con Breve da- tura Seni* 6. Kal. Aprili* kttk:a. Pontif., fece.esecutore, e Giudice per tale fondazione Lionardp Salutati Vefco- vo di Fiefole , il quale-ne' 27. dello iterTo mefe appro- v� i due Canonicati, dichiarando j che il Padronato di efll
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efl� foffe tifervato per Junod* Medici di Cafaggiu�lo y
e-per V altro al ramo di Chiariffimo , rogato Ser Piero �d^.&er Iacopo s Migli�re)] i-$. A&um in Domo habipationis, JMtafimftci �ofme de Medici* . \ .. < ^ S . V» E parlato i'umcientemente^ per quello, che por-
ta la brevit� della materia , fopra de' Medici , e de i Sizi , non u* vuol tralafciare di dare qui la ferie de' Rettori di quefta Chiefa», trovatiti negli Archivj dell' Arcivefcovado , e d'altrove* mancando per� i pi� an- tichi /vale a dire y Gno al 1300. li primo adunque , che mi fono avvenuto a trovare > � un Prete Donato, che leggeri ali* Archivio Arcivefcovile nel feguente ftru- mento : 2. Decembris 1330. Dom, Donattit Retlor Ecc.le- Jie S. Thome de Foro. <vet-eri eligi? in Cappellanum di» {le Ecclej�e Ser Thomam de Angioli anit j rog. Ser Fran* �ifcm* Fagm de VefyigndnvH e ne* rogiti di Ser Fran- cesco di Ottaviano da Puliccian� 13 8 2-. prefent�no i Medici per Rettore di San Tommaib il Monaco della^ Badia di Firenze Don Giovanni di Niccolino di Cor- t-i&llo., ed i medefimi nel i$88. nominano MeiTer Don Francefco di Giovanni, come il cava da un Contratto, che ^ preffo il RofTelli , e a Don Francefco circa il 1400. (acc�d� Meffer Francefco Tendini ,,il cui nome ad� noftri vedevafi fcritto nelle travi del Palco della Chiefa da lui rifatto, e leggevaii : qvesto lavoro ha FACTO FARE MESSBR FRANCESCO DI GIOVANNI MATTEI
de tendinis mcccc. D� Prete Matteo Lenzi avvi me-
moria nel fuddetto gradino dell* Altare di S. Tomma- fo , ed il medef�mo trovai! nel Campione della Congre- ga Maggiore , cui iafei� 60, fiorini per un Ufkio per- petuo j ove � rfaiamato .cos� : Mejfer Matteo Lwzi dal Uh Ma paifando ai Rettori pi� -illufori > dir il
vuole j che quantunque feemate «e faller� 1* entrate , a titolo de* due fopraddetti Canonicati , tuttavolta pa- recchi trovanfi della fteffa nobile Famiglia de* Medici , i quali hanno govexnata in grado di Parochi quefta Chiefa, e fono : D. Bernardo de*Medici nel 1s50.no? minato
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minato fu fpecialmente dal Duca Cofimo I. nel 15 5<5-
Don Antonio di Baldo d* Antonio de* Medici , Gio- vanni di Giuliano nel 1550. Don Orazio del Bali Lo- renzo nel 1621. e Don Mare* Antonio, che fu poi Bali nel 1667. Quefti per� Rettori ali* Arcivefcovad� nella filza delle Collazioni comparifcono con interrompimela to di alcuni Rettori �i altre Famiglie , e fono D. Si- mone degli Ufimbardi Rettore nel 1552. Don Barto- lommeo de" Bancofi nel 15^9. Gio: Batifta de* Lapint nel 15^4. Sperante de i Neretti ali* anno feguente 3 nel 1673. Don Bartolo de'Bartozzi > nel 93,. vedremo infi- gne Benefattore della Chiefa il Rettore SebaiKano de* Bigazzi , e nel 1709. Gio: di Lorenzo de* Foffi . E ac- ciocch� il Leggitore pofla edere a pieno informato del numero delle Famiglie de* Medici , che godono V ius di prefentare a quefta■■.,Chiefa il fuo Rettore) fui fine ne riporter� un funto di una delle tante Collazioni re* giftrate nella Curia Arcivefcovile * VJI. Per dire poi alcunch� del prefente attento, e
benefico Rettore D. Pafquale d* Agliana, converr�, che entriamo in Chiefa dal mede/imo reftaurata con nota- bile fpefa di qualche cento di feudi v E primieramente l� o(fervi la facciata , la quale, ef�fendo che gi� da mol- ti anni faceva di f� una deplorabile veduta , egli i* ha reftaurata , fabbricato avendovi con buon difegno una loggia dai lati chi� fa , e nel dinanzi ornata di pilaftri, e di cancelli , che la cuftodifeono dall' immon- dezze . In antico fulla Porca al di fuori Paolo- Uccel- lo celebre Maeftro di profpettiva vi avea dipinto un S. Tommafo > della qual dipintura Raffaello Borghini ne fcriife come fegue � Ultimamente eflendogli fiato dato � a fare fopra alla Porta di S. Tommaio in Mercato j, Vecchio 1' ifteflfo Santo toccante la Piaga del Coita» � to di Ges� , e avendo detto voler rnoltrare in quell' � opera quanto valeva , fece fare un, rinchiufo di ta- 5, vole , acci� niuno poterle vedere 1' opera fua > pei> 5, che Scontrandolo un giorno Donatello tutto folo, a) gli difle ; Che opeja fia quella tua > che cos� ferrata a la
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*, Ja tieni? al quale rifondendo Paolo , di f�Te;: T» -w-
ir irai , e b�fta .Avendo ^or finita V �pera » e fcopren- *» dola » abbattendoli i Donatello , fu (da Paolo domali*. 9i dato quelle, che glie ne pareva ,* cui egli dopo all' » averla di molto c�nfiderata , rifpofe ; Che debbo io a dire > f� non che , ora che farebbe tempo di coprir- la , e tu la fcopri ?■'.� Non ottante per� tal morda- ce � ifpofta di �)onatello , la> pittura av�a il fuo meri- to , ed anche oggid� $ avrebbe il piacere d� ammirar» la ; ma caduto i� tetro, ohe Ja difendeva dalle ingiu- rie delle ftagioni ^sferzata dal diaccio > dall' acqua.., dal fole , e dalla polvere , fi dileguarono le figure , ed altres� le parole , che fono S. Tommafo leggevanfi, che dicevano: india tibi cessiti Vili. Tre Altari fono tri' Chiefa , yeggendofi Ai
^yello 5 che viene a mano manca un divoto Crocirjflo , dono della piet� del Suddetto Priore ; addirimpetto evvi r Altare di S. Tommafo , con tavola delle pi� anti- che di Firenze , fatta da Mar chi fello, che dipingeva pri- ma diVCimabue ; quella Tavola fu donata , come fi � detto, da Cofimo per l'Aitar grande , e fu levata via dal Priore Baliiano'Bigazzi, il quale avendo rinnovata la ''Cappella maggiore con pila ft ri , colonne1, architra- ve , -e ftontefpizio di pietra ferena, vi colloc� la bella tavola dell'Empoli, Sonovi pure per la Chiefa alquan- te vetufte Armi a noi ignote , f�ccome fuori della Por- ta del fianco in una lunetta vedeva/] in baffo rilievo un Crocififlfo di marm� Con due Angioli aventi una Candela in mano, f�pra l� Croce leggeridovifi, christvs , lavoro dagli anriquarj cr�duto del fecolo ik. ifloggi � irato portato in Chiefa. Un'Arme parimentetrovali duplicata fui canto, che rapprefenta un Toro rampante, che a me fembra aver fomiglianza con quella di Matteo Lenziti all' Altare di S. Tfemm^ib: in C�fa del Priore a mezza fcal� vedefi 1' Arme di Leon X> e alla par�te disarmo un finifi�mo �lav�ro , che fi crede fatto gi� pel Tabernacolo del SantifTimo . D�e fono le Campane affai antiche, nella pi� piccola fouovi 4. gigli c�l «niillefimb 1272. e nella «- it pi�
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pia grande leggonfi le feguent� parole : richo di lapo
DA FIRENZE ME FECIT ^ ANNI DOMINI MCCCLXXIV. N�
fappiamo f� fia un* Arme j o un rabefeo « © una Stella ,
avente otto palle fulla punta de* raggi � E per fine rien- trando in Chiefa dalla banda deli* Epiftola dall'Aitar Maggiore alla parete fi legge la feguente Udizione ; . * 1 >\ D. O. M.
IAVRENTIO ANTONIO MEDICEO
' OTTAVI ANI FILIO CPTIMAE INDOLIS ET MIRAE EXPECTATIONIS ADOLESCENTI TERTIO tVSTRO NONDVM PERACTO XV. KAL. IANVAR1I DEFVNCTO &ARCVS ANTONIVS MEDICEVS HVIVS ECCLESIAE RECTOR >
CARISS. EX FRATRE NEPOTI ET COMPATRONO
MOERENS POSVIT AN. D. MDCVC. Copia della Prefentazione del Prete D. Gio.- di Lorenzo
Foffi alla Prioria della Chiefa di S. Tommafo. D. Joannes q. Laurentii de FoJJts inflitntus fuit
die 27. Mail 170^. per oh* D. Baiulim Marci Anto» nii praefentatus a D. Marchione ? & Equipe Francifco Ma* ria q. D. Equitis luliani de Medicis siti Trocnratoris Serenijjtmi Cofmi III. M* E. D. ac Sereniffimi , & Re- rverendijfmi D, JFrancifci Marine Cardinalis Principi* ah Etruria 5 ad quos una cum aliis infraferiptis de no- hi li Fami li a Medifea frettare , & per ti nere ajfcritur iuf~ patronatus diBae Ecclej�ae , & fuit adhrtefum a D. Mar- chione j cb* Equite Francisco Maria nomine fno proprio , quam D. Marchiani* Bartholomasi olim D. Co (mas de- Medicis eius Tatrui } ac D. Laurentii Mariae ditti q. D. luliani de Medicis eius fratris germani , ne e non pr� farte D* OBa'viam q. J), Baiulim Ferdinandi de Medi- cis Trocnratoris ExcellentiJJ�mi D. D. Iofephi de Medi- cis Principi* jlBaviani , & etiam pr� parte ditti D. Otta* j]Tom. VII. G g matti |
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*viani tam nomine fuo $r*$rto , quatti kti Procuratori* D»
Abbatis Horatii eius germani Fratria, ae etiam adhaefum fuit pr� far te ReverendiJfimi D. Philipp Mariae Cano- nici Fiorentini, & DD. Nicholai lofephi, Matthias Fran- ti fri i & Dominici Maria? fratrum, et fil* D. Averarm di de Medicis- , tam eorum propriis nominibus , quam D, Tetri Pauli Mariae eorum germani fratris abfentis 5 ist adhaefum ettam pr� parte D. Equitis Nicholai q. D. Capit, Francifci olim D. Equitis Bartholomei de Medicis tan* quam legit�mi defcendentis ex Inclito , �* generofo Mi- lite Ciariffimo Lippi de Medicis % nec non fuit adhaefum a D. hfepho Maria de Medicis tanquam Procuratore D. Cofmae eius Patris } & pr� parte Canonici Iacobi } & Io anni s fratrum > �* fil* olim D. Bai ulivi Laurent ii de Medicis tanquam defcendentium mafculorum ex late re di- ili D. Clarijfimi Lippi, nec non adhaefum pr� parte DD, Capitancorum Partis huius Ci<vit. eorum Procuratore me* di ante ; & pr� ut lati ut in fitti a Coli, Domini Laureti m tii Borghigiani #35. |
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lacch� entriamo nel ragionamento �i
una Chiefa di Firenze dedicata a San Criftofano, mi far� io innanzi a di* re della controversa ftata fra i Cat- tolici, e gli Eretici fopra la verit� delk i�oria di <jue/to Santo Martire, i fezione Auguftana di Filippo Melantone come appreffo : �briflophorum pinxit ali qui s Vir prude ns * ut fignificaret: ter al�egoriam , tnagnum oportere animi rohur effe in hit qui ferrent Chrifl»m > hoc efi qui docerent Mvangtlinm iniconfi ter entur } quia neceffe fit fubire maxima peri- tala : Deinde ftolidi Monachi apud Popuhm docuerunt infocare Chriftophorum , quafi tali? Poliphemus aliquan- io sxtitijfet . Cos� .l'Eretico Scrittore, che per altro non poteva ignorare la Storia �i Niceforo Calino } che ne fcriiTe il martirio fotto Oecio lib» i. e. 27. n� t Menologi de'Greci , ne* quali Ci fa menzione del no- f�ro Santo Martire, ma quello s che � pi� vergognofo a Melantone , egli � che nella fua Germania s' invo* cava S. Criftofano gi� nell'antico nelle litanie, come in quelle di Francfort in tempo dell* Imperatore Lodo- vico Pio , e che San Bruno Arcivefcovo di Colonia per divozione confervava nella fua Ghiefa le Reliquie di S. Criftofano , alle quali notizie dimostranti renitenza di detto Santo , arrogere mi giova i vetufti Templi in- nalzati in onore di San Criftofano 5 come uno in Fran- cia in tempo di San Remigio , e celebrato con lodi da G g 2 Hin-
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Hincmaro Vefcovo di R�m$ > in Italia un Monlfterot
al dire di S, Gregorio I. intitolato di S. Cnftofan�, di cui pure eravi gi� nel 743. una Bafilica dedicata al Santo Martire nelle vicinanze di Ravenna» ficcome in Firenze una Ch�efa nei fuo primo Cerchio circa del mille � IL Ma f� con s� autorevoli documenti refta dimo-
ihata la verit� di tal Santo, e del fuo Martirio , dubbia per� confettiamo e fiere la fioria , o fi voglia il racconto della fm�furata altezza del fuo Corpo , e del Bambino Ges� fedente fulla fua fpalla } cofe , che non fi trova- no negli Atti deferirti da Niceforo ; E per� ad ifchia- r�re tali dubbiezze , noteremo in primo luogo, che la itatura del Santo i�a irata gigantefea , ma non gi� di io. e pi� braccia , perciocch� ne abbiamo dal Cafalio una evidente dimoftrazione , narrando egli che Giorna- d«o Patriarca di Coftantinopoli mand� al Vefcovo di Sebenico la Cofcia , Itinco , e piede di S. Criftofano, che mifurato , f� ne deduflfe alta elfere fiata 1* intera», fua figura non pi� che braccia cinque , e un, terzo , l�cch� f� o Sciatori , o Pittori , lo fecero alto chi io. braccia, e chi 12. aflTo�utamente fi ingannarono . Circa poi al Bambino , noi damo di credere , che da* Pitto- ri fi voleffe con fomig�iante immagine dichiarare , che il Santo non folamente nel nome portava Ges� Cri- fio , ma eziandio nelle opere , in quella guifa che di-, pigr�efi S. Agnefe coli'Agnello , efprimente la purit� e dtl nome fuo, e de'fu 01 illibati coltumi. III. E vedute le fuddette ragioni , le quali quan-
to fono convincenti contra la malizia degli Eretici , al- trettanto favorevoli al Santo Martire apparirono ; non faik forf� difeonveniente il toccare qualche cofa fepra l'antico coilume di dipignere nelle facciate delle Chie- fe il Santo roedtfimo , come ne abbiamo efempli in_. Fiienze a S. Croce , a S. Matteo , a S. Pier Maggio- re , ed a S. Miniato fralle Torri effigiato S. Cnltofa- no dal capriccio de'Pittori , dove alto di io. braccia, e dove di 13. il motivo per altro fantifl�mo di tsli di* pin-
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pinture neiringrciTo delle Chiefe ; non. �ra altrimenti)
che il darfi a* Fedeli un� alvvifo: di entrare tieV Templi per trovar Grillo , ed a Grifto chiedere la fortezza di animo per fuperare le difficolt�-, che s* incontrano nel vivere da Crjftiano . Ma chi 1' avrebbe penfato $ che^ un tal coftume incominciato con fine divoto, degene- rarle poi in aperta fuperllizione , pofciach� moki Fedeli il portavano a vifitare �* immagine del Santo » ingannali dalla varia opinione , che mirata, la* idetta effigie, �il» quel giorno non fi moriva di mala morte, quindi eb* bero origine que' verfi antichi ; oiv, m J Brc Chr�ftophort gantt j^ectem quteuwque tuepur
JJia nstnpe die non m�rte mala morie tur , -l IV, Quindi ne deriv� la moltiplicit� di rali Imma*
grni procurate fino da* poveri Contadini , folleciti ittm avere ti effigie fuori delie Chiefe > ed Oratorj , ed un cu* riofo cafo ne abbiamo dal Vafari nelk Vita di Buffal- macco ) che � il feguente^ Volendo un Contadino, ,, che Buonamico gli face fife uri S. Criftofano , ne fu- � rono di accordo in Fiorenza , e convennero per � contratto in queito modo, che il prezzo folle 8. fio^ � lini, e la figura doveire ,eflTere 12. braccia. Andato � dunque Buonamico alla Chiefa , dove dovea. fare il j, S. Criilofano > trov�, che per non efifere ella n� al- ,, ta , -n� lunga f� non braccia nove , non poteva n� j, di fuori , n� �i dentro accomodarlo in modo , che 5, bcf�e iteffe , onde prefe partito , perch� non vi ca* � piva ritito > di farlo dentro in Chiefa a giacere, ma j, perch� anco cos� non vi entrava: tutto , fu neceflii � tato a rivolgerlo dalle ginocchia in gi� nella faccia* » ta di reit� . Finita l'opera,'il Contadino non volc- �) va in modo neffuno pagarla, anzi gridando diceva,* ,, di eflfere af�Taffinato , peich� andata la cofa agli Ui�- s, ziali �i Crafcia , fu giudicato , fecondo il contrat- », to , che Buonamico avelie ragione * � V. Ma venendo oiamai alla Chiefa appellata anti-
camente ,5, Cn'ilpfano.agli Adimari ,pofcia al Corfo, �..:»ki ed |
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ed inogg� m,Wi& ie^iSditooli) diremo Alcunch� dell1
antichit� fua y labile ridane il fuo principio circa il mil* le 5,s� iperch� «U� .Ifitua^i preifo al fatati'Cerchio deU la Citt� , s� ancora? perch� fui fabbricata celali' amkhifli-. ma'Fa miglia degli >Adimari^ � <(ualj, giuda il Roffelli j da immemoraibil tempo ne datino avuto il Padronato. E avvegnach� per mancanza di Scritture fmarritefi nel- le difgrazie di detta Famiglia;, non ci � .permeilo di favellare di que^ primi 4ue fecoli dopo ?il mille , rife* rkeino�iq'uantOifin� trovato dipoi, e primieramente, che nel 1286. ali* Archivio del -Capi lodo Fiorentino abbia* mo un Rettore di quefta Chiefa , cos� chi-amato: Tre* sbyter Lanibertus ReBor Bcclefie �. Chriftofmi de Adi* maribus » Nel 1303. il fuddetto RofTelli ci d� pure un JHut�r� Rettore y che fu Oddo d� Cion� di Giano del- la EtOBeia } e nelle Procurazioni del $$$6. leggeri il no. nae di ut* Prete Giovanni y n� tra .quelli � da omet- terfi Meffer Lodovico degli �dimari , nel cui governo parte delle entrate della Chiefa rimasero applicate al Canonicato di -detta Famiglia in Santa Maria del Fio- te;, con Bolla �i Papa Aleilandro VL del 1494. ed il predetto Lodovico fu Arciprete, e Vicario Generak-# �elF Arcivescovo di i Firenze Rinaldo Drfini . 1 , VI. Per quello' poi, �hc fpetta .adeifo alle vicende, c�nvien riferirne due , che recarono onore , e vantaggi «Ila Chiefa: la prima � regiitrata negli antichi Capi- toli della Compagnia di S. Antonio in Pinti, la quale & una delle quattro Compagnie <ii notte, chiamate in Firenze Buche * e riconoice la fua prima origine iru S. Grifi ofa no , dove principiarono i Fratelli a radunarti nel 1485, ove fletter� d�no al 1490. quando effi desi- derando un luogo pi� Separato dall' abitato , per mez- zo del Magnifico Lorenzo di Piero di Coilmo de* Me- diaci ebbero terreno , e Cafe da i Monaci di Cei�elio in Via di Pinti , e quivi fino al prefente fanno le loro notturne divozioni.. Altra illuitre Societ� entr� pofeia in ■■.§. Criilofano, e fu Ja Mifericordia nuova , alla qua- le Papa Clemente: VII» fottopofe quella Chiefa con fua |
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Bolla del' 15*4.-con rifervo -pcr�TtleIla giurifdfzione del
Rettore > n� rpiccole furono le fpefe fatte da detta Corn> pagnia ;per restaurarla, e per liti, che ne in forf� rxj,not- tate ne* libri ali* Archivio della Miferkordia nuova da me veduti. II Granduca Francefco I* che di queita Comi- pagnia ben fapeva il gran merito , rifoluto avendo di darle un luogo pi� ampio , e pi� comodo , la trasfer� nelle Stanze dei Magistrato- de* Pupilli , come diremo in altra Lezione ; onde effa �fc�:,di:iS. JCriftofano nel 1576. con atto pubblico , che rog� Ser Paolo Cecche». relli ; fono per� rimafe alcune memorie della detta* Compagnia nella facciata d�lia Chiefa , e fono un toni- do con una pittura della* Mifericordii;^ �n il* Arme fui con quefte lettere : misericordia instavraVit mdxxvv ■u; VII».La pi� bella per�- innovazione della Chiefa.. � Seguita nel 1732. merc� la: {lieta, e zelo del Dot- tor Francefco Poggini commendarjffimo Maeftro deUau Scuola Eugeni a na , e che in detto anno era Rettore^ di S. Criftofano , egli dunque ottenne da varj Bene- fattori limofine copio/e , onde rendere magnifica la fua Chiefa, e noi facendoci dalla facciata ,: enerveremo il vag� della Porta tutto di'pietra fercna \ con bel fron- tefpizio , nel quale , oltre la riferita ifcrizione delia*» Mifericordia , leggoni� quefte parole : pietas riedifi- cavit mdccxxxii. Tutte le pareti della Chiefa fono colorite a frefco con architettura di Ferdinando Mela», ni, nello sf�ndo della Volta il: Sig. Michel Pacini vi ha dipinto Maria in gloria con i ;Saf�ci Gregorio , -m^dkih f�ofano ; V Aitar Maggiore fetto eli nuovo ha le coi lonne , fregio, e altri ornam�nti di ftucebi con una tavola rapprefentante il Sant�'Titolale alla fponda dei fiume con Crifto Bambino fulla fpalla , e avente irL- una mano il fuo baftone fiorito ; ne* lati della Tribu- na alle pareti fonov.i due quadri a frefeo , in uno de* quali vedefi S. Criitof�no predicante , e neil* altro il fuo martirio ; Seguono nella Nave due Cappelle , una per banda , e in quella a manritta di chi entra , avvi full* Altare un diyotifljmo CrocifilTo di rilievo , che � :ij della |
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della Cent�ria d� S;,Gfegorio,s la quale [quivi ? il radti?
na \ ferve di ornamenti ! alla medefima Immagine >unaii tavola del Battefitno di Crifto , addirimpeito altra Capi. pella corrifponde con famigliarne ovato avente un* Im- magine in terra cotta nera di Maria col figlio nelle.» braccia > la quale � adornata da un quadro fatto dal Signor Ignazio Oxford, che vi ha effigiato �. Giufep- pe , e S* Francefco � quef�i due Altari ! fi trovano mcffi ili mezzo da i quattro Evangelici dipinti a frefc� , e fadenti una bella unione colle pitture delle pareti; Sulla Cantoria, la Tavola di Santo Rocco crederi che fra opera �i Criftoforo Allori chiamato de'Bronzini, ,qui con Alefl�ndro feppellko {otto nobile lapida air «entrar di Cliiefa�: i /-�:< :.>:»!>: :?/m- -i-'-rrnv: v, xi * 0i y 17111*■ V Aitar maggiore fu de5 Borghini , de* qua-
4i � flato Monfignox Vincenzio Priore d�lio Spedale.» degl'Innocenti , diligentifl�mo indagatore delie Antichi- t� Fiorentine > fpijegate ne' fuoi Difcorfi illuftrati dal Signor Marmi ,* La tavola , o fia ancona de* medefimi iBorghini gi�: collocata fui detto Altare , inoggi � in_. Sagref�ia divifa, in tre fpartrmenti » in quel di mezzo «cvvi Maria fedente col Bambino * nel fecondo S. Nic- col�!) e 5. Criftofano ) e nel terzo S. Appollonia , e S, Lionardo j credei] che fia pittura dell' Orcagna . Ed eravi antica lapida degli Adirnar� appi� del Presbiterio, della quale,alcuna porzione conferva il Signor Domeni- co Maria Manni , ed jjj! mede/imo fcrive nella fua Differ- razione della naturale jjneorruzion. de' Cadaveri > come nella rinnovazione del .pavimento da S. Criflofano i fot- to detta lapida fu trovato un piccolo cadavere incor- rotto di una Bambina della Cafa de* Serrati � "'USI' z".i�"%"�L: 3 f �M�-'ti iM�r� ot-'��.-.vy^. v��'�'^ m-.j :, ■■:*,... \
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ni correggono gli antichi , eonvieru per� dire , che le vetufte litorie il- /luftrano-profittevolmente le moderne ;■ lo che addiviene a noi , mafl�mamen- te nella prefente Lezione , imper- ciocch� a trarne il divifato profitto ci � d* uopo ricercare nel�* antico quella Compagnia della Mifericordia Vecchia, cui fucced�, non forio an- cora ^tre fecoli la Compagnia detta Mifericordia Nuo- va ,^Ma perch� nelle feguenti Lezioni , che faremo del MagfitratJO del Bigello } avremo per neceil�t� a parlare a lungo della fuddetta antica Compagnia, qui fomrna- riamente; ne accenner� il fuo principio , e la cagione della fua el�inzione , la quale pofcia diede luogo a fon» dare la Mifericordia Nuova �l/incominciamento adun- que del? antica trovali in tutte le Scritture , e Storie accaduto nell* anno 1244, nel quale alcuni div�ti Cit* tadini per i frequenti funefti accidenti: di peftq in Fi* jrenze , penfarono ad iftituire una Congregazione # i cui Fratelli fi occupaflero nell* efercizio delle opere di Ca- rit� verfo del profl�mo , e principalmente.nell'aiutare 1 poveri Infermi , correndo prontamente ad ogni cafo impenfato ,, o fi voglia di ferite , q di cafcate , o di morti con portare gli Ammalati allo Spedale, ed j De* fuqti alla Sepoltura . A s� fanti efempli di Mifericor- dia rilucendo viepi� la carit� della Compagnia, fi me* Tom. VIL Uh rito |
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rito affa e dalla Repubblica privilegi j e dal Popolo
plaufo , e venerazi�ne in maniera , che mohiflimi era» no i lafciti , e le limoline ., che da* Benefattori le ve- nivano ; quindi ciafcuno avrebbe creduto immortala» quella Societ� ) ma nel 1425. per decreto della Repub- blica effendo (tara unita alla Compagnia del Bigallo > che ne alibib� tutte le Entrare , manc� efla , e coru quale fvanraggio , e danno de* poveri fi pu� arguire^ dal feguente avvenimento, che racconta Filippo Torna- buont Scrittore di que' tempi in un libro di fue ri- cordanze al 1475* e dice come appi-elfo ,, 13. di Gen. >, naio di detto anno mor� in Firenze , l� dreto a S. n Croce in Via de* Macci ,. oggi detta di S, France- )» fco » un poverjfllrno ilomoi,-partata Tor� confueta , j) fecondo il cot�ume della pitta di venirlo a feppelli- a re , uno di cafo prefo aaimofamente quei corpo fuU » le fpa�le coperto $ lo port� in Palazzo della Signo- � na : il Gonfaloniere , alla vifta di quello fpettaco- )) lo , fofpefo quali fuor di f� , diffe , che cofa � que- s> jfta ? Quefto � un effetto * rifpofe colui , della inof- ;) fervanza delle Leggi j le quali a Voi , et aJ voftri tv AnteeefTori , Capi * e Direttori del governo, tocca- ,) va a farle mantenere , e Jafciato quivi a i fuoi piedi 9y quel Cadavere , li parti * e f� ne fece un gran di- ,> fcorrere per Firenze > divulgatafi la mattina la ilra- » vaganza del fatto»,, u! Il* E per vero dire, un tlmil cafo non folamente^
fpinfe il Gonfaloni�re co* Priori a conf�derare V impor- tanza della Compagnia , che abolita avevano, ma. corn- ino (Te altres� il Popolo , che molti �i loro per privata elezione riaflunfero i ialiti efercizj trafandati , onde crefciuto ogni d� pi� il numero degli Ecclefiaitici , de' Nobili , e degi> Arriiti , i quali fervorofi fi offerivano al foccorfo de'poveri , (e ne form� una Compagnia i che col confenfe dd Comune di Firenze chiamotf� la M'fericordia Nuova:jf« da i Capitani del Bigallo ebb^ licenza di fare le Tornate ntfil' Oratorio fuo , Julia Piazza di San Giovanni. N� efifendomi avvenuto su uo.
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trovare l'anno precifo d| tale, fregione , fp> fono �i
credere» che eflTa principiaffe poco :dopP il fopra riferi* to anno 1475,11 ceno egli � j che$d >$4fU . apbiamp di quella feconda Compagnia i)? approvazione dell'Ar» civefccvo di Firenze Rinaldo Orto > fottofcrnra dal fuo Vicario Generale A^effer Bartoiomnieo Cenni di Gual- do , come appare dal libro de" Capitoli efiftente nelJ$ Sagrestia della medefima Compagnia , raifermati pur.e^ ilei 149S, �si Lodovico 'Adi-ip-ari Arciprete Fioredrinoj e Vicario Generale dell' Arciyefeovo , Una Provvigione poi della Repubblica vinra quali a yiva voce ne* 30. di Luglio dt\ 1499. venne a mettere un marayigliofp fer* yore ne* petti di tutti quei > che in traprefero le dette opere di Carit� > e le parole de] pubblico decreto tosi diceano � I.nrefo j Magnifici ? ed eccelli Sigg, priori ,, di Libert� per ricordo degli Otto di Guardia ,s e Ba- � l�a diella Cirt� di Firenze , come eifendo irata loro � conceduta la cura del rimediare » e provvedere > che � nella Citt� non fi appicchi Pefte * e ricercandoli uno 5, de pi� facili 3 ed utili rimedj 3 fon convenuti co* � Capitani , ed Uomini della Compagnia della M�feri* 9� cordia , che eifi attendano a tal cofa io benefizio de* 3, poveri , tanto fani , che infermi ; e morti, etiam di 3, morbo , e di qualunque altra infermit� 5 e defide- 5j rando di dar Joro gualche aiuto , e fufl�dip , aqcioci- 3, che pi� prontamente pollano attendervi , ordinarono 9) che fo�Te a|Tegnato loro quattro danari per ogni par*. j» tira �^L metterli a entrata da* Camarlinghi , ,j E per maggiormente felicitare il progreflb della Compagnia,, vi fi accrebbe dalla Repubblica una pi� liberale provvi- gione nel i«oi. ad� 16. di Marzo j rogata da Ser pic- colo de' feJeili , ed amendue queite grazie furono con- fermate dal Buca AieiXaridro de* Medici nel primo an- no del fuo Principato > dal Puca Cofimo I, neil' an- no V.. e fuiTeguentemerne da' Granduchi fuoi fucceffo- ri 9 e pi� che pi� premendo alla Maeft� dell'Impera- tor Francefco I. 1& corifervaziojie di una Soder� cos� Hi % x utile
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utile alla Citt�, ogni anno concede alla medefima Com«
pagnia un fuffidio di feudi 400. III. Ma innanzi che proseguiamo il ragionamento
della nuova Societ� , mi il conceda di dare qui un_. cenno di un libro antico, e Gottico preiTo di Mefler Francefco Ghifilieri, dal quale il Prete Lorenzo Ficci nel t6o$t ne copi� una Storia della origine della Mife- ricordia Nuova , e protestandomi di riferirla , non per- ch� io la creda vera , pofeiach� in ella trovanfi incoe- renze chiarifl�me , ma folo a motivo di non tralasciare nulla di quanto avvi di rimarcabile nelle Scritture del- la Venerabil Compagnia , qui ne diamo il l'unto come appretto ,, Parecchi Facchini ufavano in que' tempi di � radunarfi in Piazza di S. Giovanni * come luogo af- � fai opportuno ad eflTer pronti ad ogni cenno per fervi- ,, re i Mercatanti , e altri Cittadini . Una cantina , e � voltone era il loro ridotto nelle ore difoccupate } j, trattenendovi!! in giuochi, e a mangiare, ed un cer- � to Piero di Luca Borii era il loro Decano a titolo ,, non meno degli anni , che per la piet� , il quale � avendo con difpiacere oflervato l'abbandono, in cui � erano i poveri, di chi gli aiutafle , o pel trafporto , ,, f� infermi allo Spedale, o f� morti alla Sepoltura > ,j propofe a i fuoi Compagni l'accordarli tra elfi di ,, faerificarfi in tale fervizio , uno la Settimana per cia- � fcun Quartiere della Citt� a vicenda, il qual pender� � eifendo piaciuto a tutti , f� ne fece tra loro un obbli- � gazione nel 1409. Quindi fatte 4. Zane capaci di un � Uomo , fi principi� col detto ordine il caritatevole » uf�zio, dandofi al Facchino per ogni viaggio un gi�* 5> lio , che fi cavava da una ca(Tetta di limoline , a tal � fine appefa alla Porta di S. Giovanni , e ad� 13. di � Gennaio del 1425. nel qual giorno i Fiorentini con- 5, corrono ivi al Perdono, avendo radunato di limo- � fine 500. feudi , penfarono a comprar la loggetta , ,, che trovali fui canto della Via de i Calzaiuoli , che � ferrarono? e ridulferp ad ufo di Oratorio 5 benedet- _ v:i, ;'.,> ' *.� ;i il � to |
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,, to che fu nel 1432. dall' Arcivefcovo Giovanni Vi*
5, tellefchi , e dipoi aggregatiti a queft* iftituto moltiflf- » mi Artifti , Eugenio IV. diede loro Indulgenze da* � guadagnare* ancora da chi dava loro aiuto con limo- 3, fine , e cos� ivi feguitarono fino al 1575. Ma perch� j, aumentata la Confraternita in numero , e in quali* )�> t� di Fratelli il luogo era angufto , rifolverono d� � fupplicare il Granduca Francefco I. a voler loro con- j> cedere il Cito, dove di prefente fi trovano . � E que- ftoc il compendio efatto di quanto fcrifle il fuddetto Prete , ma eflendomi io dichiarato di fopra , che fo- novi varie incoerenze , alcune qui noter� a foddisfazio- ne di chi legge . E primieramente diremo , come nel 1409. movonf� i Facchini a tali opere di carit�) quan- do in detto tempo era ancora in fiore la Compagnia della M�fericordia vecchia , che non fin� f� non nel 1425. In fecondo luogo , la loggetta, che dicefi com- perata , e ferrata per farne un Oratorio , non fi fa come fi debba intendere , f� non fu finita di chiudere, f� non attempi noftri? Terzo , non Tappiamo come combinare 1" anno 1432. nel quale la relazione dice, che 1* Arcivefcovo Vitellefch� benedice la Loggetu, o fia Oratorio, quando il Vitellefchi non fu creato Arcivefcovo noftro, f� non nel 1435» errore, che f� gli potrebbe perdonare , per elTere fcorfo a chi fece l'Ifcrizione a detto Prelato nella Curia Arcivefcovile , ed anche ad altri . Quarto , evvi ancora da notarli una ornifl�one non piccola , qual* � , che il Libro nulla dice degli anni, ne* quali la Miferi- cordia nuova flette nella Chiefa di S. Criftofano ; e-# finalmente ci� , che ci rende pi� che dubbiofa la ferie- tura del Prete Ficci , � il chiamare antico , e Gottico il libro del Ghifilieri , donde alTerifce averne tratta la fua copia , non potendofi in verun modo appellare an- tico , e Gottico un libro, che tratta cofe accadute nel Principato del Granduca Francefco I. IV. In fomma ritornando alla noftra Compagnia >
aflblutamente io ripongo nel fecolo xv. 1* abolizione della M�fericordia vecchia > e P iftituzione della nuo- va , |
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va » la quale ufc�ta dal piccolo Oratorio del Bigallo
nel 1525. prefe polfefTo della Chiefa di S. Cri/lofano , per grazia del Comune di Firenze , che fempremai por» tato a rimunerare j meriti grandiffimi di efifa , ottenne da Papa Clemente VII. una Bolla in confermazione di queiia traslazione, data in Roma nell'anno fecondo del fuo Pontificato , nel quale leggenti due condizioni, cum confenfu Tatronorum Familiae de Adim&rihus ■, e J�ne j>rg~ iudkio ReBoris ^ fi<ve ipjtus V/trro���ae » E bench� il fog- giorno della Compagnia in detta Chiefa foflTe comodo affai , fefo eziandio pi� ampio da qualche reftaurazio- tie fatta da' Fratelli ; tuttavolta confiderando il Gran* duca Ffancefco l. che la neoeflu� loro di efler chiama- ti a tutte l3 ore di giorno , e di notte da* poveri Cit- tadini , richiedeva un luogo pi� aperto , e pi� pubbli- co ,t nel 1576. trasfer� la medei�ma nelle Stanze dei Ma<* gii�rato de' Pupilli poite fu Ila Piazza del Duomo .addi- r impetto- del Campanile , trovandoti nella Carta di do- nazione quefte confiderabili parole � Acciocch� un* � Opera di tanto efemplo , e che .alla Citt� di Firen- }J ze apporta tanti beni » non fia recondita, ma in luo- »5 go confpicuo , e vifibile, vuole ec. � ed io pur trovo in riguardo della reale concezione , ntiV Archivio della Compagnia uno f�anziafnento in detto anno, ad� et. Di- cembre , che dice � A tufo il �etugno refe ritto dell* � A S. del Granduca regnante di aver concerTo alla 35 noftra Compagnia le tre ftanze gi� del Magiltrato de' 5> Pupilli , diamo per arroto a' Fra-te Ili , Me�s. Lodovi- » co Martelli , Metter Iacopo Aldobrandini , Canonici « Fiorentini , e a Carlo Pitti > e Lodovico Antinori >5 tutte le facilit� per ridurre la Compagnia nel modo , ,, che giudicheranno a propofito . �* E neli' anno f�- guente fciolta la Compagnia da ogni obbligazione con- tratta col Rettore di S. Criitofano per mezzo del Vifi- tarore Apostolico Alfonfo Binarini Vefcovo di Carne, lino , fi trasfer� nei luogo* dove � di prefente } leggen- dovifi di quella libera donazione «eli* architrave della Porta quello breve ricordo a lettere dorate : , ;,..,' MI-
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MTSERICOKDT�E SOClEfATI FRANCtSCVS MED. MAGNVS
DVX ETR. DONO DEDIT AN. D. MDLXXVI. con Copravi collocata V Arme Granducale �
V. E poich� noi fiamo alla Porta della Compagnia,1
oflerveremo nella facciata le Pitture di Bernardino Poc- cetti , le quali fi principiarono a dipignere il d� i. Set- tembre 1581. finite a* 20. d* Aprile del 1582» il quale vi ha colorite le fette Opere d� Mifericordia corpo*a* li con la follia fua grazia , e nella invenzione , e nel colorito . Dentro alla Chiefa evvi un folo Altare , che di prefente � accrefciuto di ftucchi dorati a fpefe del Senator Cammillo Coppoli , a cui debbo la raccolta* delle pi� principali , e pregevoli Notizie di quefta ifto- xia ; fu il detto Altare, in una nicchia , � da ammi- rarli una Statua di marmo rapprefentante Maria coi Bambino fu d' un ginocchio fedente , fattura di Bene- detto da Maiano , e dono del Magistrato del Bigallo 1 che diede pure la Statua di S. Battiano dei medefimo Artefice , la quale � pofta fulla Porta della Sagreftia . La Statua di Maria � meda in mezzo d� due figure de* Santi Battiano , e Tobia } dipinte credefi da uno de' tre Bronzini , di cui fono parimente le fette pitturine da batto , che corrifpondono alle fette Opere di Mi- fericordia, e nelle quali fono da notarti i Fratelli della Compagnia effigiati fenza il facco, ma veftiti degli A- biti neri da Citt�, cio� gli Ecclefiaft�ci di vette tala- re , e i Secolari di vette fino alle ginocchia . Nello sfondo della Volta a fpefe di Orazio Panciat�ci Vefco- vo di Fiefole , Pier Dandini a tempera colori il mar- tirio di S. Battiano in belliil�ma attitudine,- e pelle lu- nette intorno intorno alle pareri fi veggono undici qua- dri in tela , ne* quali effigiata mirati la Vita di Tob- bi� , dipinta da Valentuomini , ancorch� di tutti non fi trovino i nomi . E facendoci dalla banda dell' Epi- ftola ; la prima � di Giovanni Montini , che ha facto il pellegrinaggio del Santo al Tempio di Gerufalemme con la fua moglie, ed il figliuolo; quelli tiene due.» Co-
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Colombi, la Madre un Agnellino j ed fa lontananza
� dipinto il Popolo Ebreo , che adora 1* Idolo . La.. feconda lunetta rapprefenta i tre fuddetti nei Tempio * col Sacerdote, che riceve le loro Offerte ; e nella ter* za il rapprefenta la difgrazia del Vecchio accecato dal- lo fterco della Rondine : Segue la quarta, che � lsu guarigione del medefimo dalla fua cecit� per mezzo del Figliuolo, che applica colla direzione. dell' Arcan- gelo Raffaello il fegato del Pefce agli occhi del Geni- tore , ed in eflfa � da oiTervarfi un Uomo pieno di ftupore , che fembra faltar fuori del quadro : Nella Ju* netta fopra la Porta della Sagrestia fono dipinti a fre- feo i �ue Santi Martiri Compagni di S. Baftiano: Ap- pretto vedefi nella fef�a 1* arrivo della Spofa in cafa di Tobbia. E ritornando all'Altare dalla parte del Van- gelo veggiamo nella prima la rapprefentazione dr Toh* bia , che o#re air incognito Arcangelo la met� �e�h ricchezze , allato avvi il medefimo Vecchio , che fep. pelliice un Morto ; pofcia vedefi il Figlio dal Padre», fpedito a rifeuotere il credito , porgendogli il chiro- grafo 3 e nelle tre ultime mirafi occupato Tobbia , do- ve a veitire ignudi , dove a vifitar carcerati > e dove a difpenfare elemofine* VI. Nella Sagreitia fonovi quadri �i buona mano »
come un Padre Eterno , un Tobbia , una Maddalena , ed il Signore , che veftito apre il feno per moftraro il Coitalo ferito : quivi pure il confervano preziofe Re- liquie , e due Paci d� lavoro antico, nelle cjuali � di- pinta la Mifericordia avente fono il fu© manto Cardi- nali > Vefcovi , Principi , e moltitudine �i altri Fratel- li . N� ci deve fuggire dall' occhio un libro coperto di ade > che contiene i Capitoli della Compagnia, ne* quali j oltre il rilucere una foda divozione, feorgefi la forma , e maniera , con cui � coftituita tale Societ� y cio� comporta di 72. Fratelli ,. detti-Capi di .Guardia*; da'quali fi efiraggono ogni 4. mefi 6. Capitani , e -6i. Con fig] feri ; il detto numero di 72. deve eifer compo- rto di varie Claifi �i Perfone, cio� �i io, Prelati y �i .-... :.,#■ 2 e. |
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to'* Sacerdoti , di; f4. Gentiluomini , e 28. Artifti ; a
quefti aggiungono 105. chiamati Giornanti obbligati ad ogni cenno o della Campana , o del Servo , a correre» dove richiede il bifogno>e fono quindici per giorno: che divif� in 7. giorni della Settimana fanno appunto il nu» mero di 105. oltre a i quali vi fono fcritte alcune cen- tinaia di altri Ecclefiaftici , e Secolari 5 che addiman- danfi Stracciargli. I fudderti Giornanti quando arri* vano all'et� di anni <5o, pofibno dimandare il ripofo, e quei�o loro viene accordato , e rei�&no fempre Gior* nanti di ripofo , conferendoli dalla Compagnia il loro polito ad uno de' Stracciargli 3 i quali fono giovani in gran numero } che fanno la pratica delle Opere di Miferjcoidla , afpettando la vacanza di-qualche Gior- riante % e faranno da 100. Giovani, e So. Onerici . N� fono da ometterli ie Donne} che fi aggregano alla Com* pagnia > e nella fefta delia Purificazione anche ad effe fi difpenfa la candela benedetta . Si fanno nella mede-» t�ma Compagnia tre funzioni ogni anno ne* giorni del* la Purificazione , di S. Baftiano > e di S. Tobbia nel rnefe di Settembre, quando la Chiefa legge le Lezio- ni di detto Santo , ed in quefto d� dopo la Merla can^ tata il fa la procefl�one , principiando � Fratelli Seco- lari con cappa, feguono tutti i Preti con candela di cera gialla frccefr , e fi benedicono le Sepolture: pri» tnieramente quella de' Giornanti neJl' Oratorio vecchio del Bigallo , la feconda benedizione fopra al Cimitero del Duomo alle Sepolture della Compagnia 3 che fono poco dittanti dal Campanile ; e la terza al Cimitero della Compagnia fuori di Cftiefa , e V ultima alla Se* poltura de i Capi di Guardia , Nel fine del fuddettp libro fi legge un novero de'primi Fratelli, ove notati fono il Magnifico Lorenzo di Pier di Cofimo des Me- dici , altro Lorenzo di Pier Francefcp , Nardo di Sii- vel�ro Nardi , Metter Sagrampro Ambafciadore del Du- ca di Milano alla Repubblica, ficcome nei Catalogi posteriori , fono di grande fpiendore alia Compagnia.» -TW'VIL l� idue |
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i due Pontefici Leone XI. Clemente XII. ed i Grandu*
chi Ferdinando II. e Cofimo HI. VII. E per fine parlando air Archivio diremo ef-
fervi molti libri antichi di entrate , e di fpefe di ftan- ziamenti, o fivvero deliberazioni di caufe , e di cofe pertinenti alla Compagnia; ma i pi� pregevoli, ed uti- li anche alla Storia Fiorentina fono alquanti libri inti- tolati del Morbo, perch� riguardanti le due ultime pe- lli , che flagellarono la Citt� nel 1670. e 33. effendo- vi' fedelmente fegnati i nomi di quanti Appesati furo- no da* piifl�mi Fratelli , o trafportati a' Lazzeretti , o feppelliti , e dal maggiore , o minore numero de' fe- gnati ogni d� , fi conofce l'aumento , e la diminuzio- ne del Morbo , e la cortame carit� della Compagnia in porger foccorfo in ogni banda della Citt� . Ed in_* cjueito libro anderebbero fcritte a caratteri d'oro le_. lodi , che ne dille il Varchi al lib. 7. di fua Iftoria > come appreflb,, Per la pefte non meno famofa dell'aU 3� tre per la ftrage �> che la fece di uomini quafi infl- 5, nici , che durando affai ne morirono pi� di 500. il j, giorno : Quella Compagnia avanzandoli pi� d'ogni � altro luogo deftinato a cos� lagrimevole Magiftero , � fovvenne, e aiut� gli opprefl� di tale malattia in tut- � ti i bifogni � e necefllt� loro . ,, Ho ivi pure rifcon- rrato in altro libro 1* aggregazioni a queft' Iftituto , di alcune Compagnie dello Stato, e fono nel 1595. ad� 29. di Giugno la Mifericordia di Livorno , gli Uo- mini di S. Gio: Batifta di Pifa , e que' della Laftra a Signa . Ha la Compagnia molte Sepolture per i pove- ri , le quali fono fuori della Chiefa , ed in Chiefa avvi quella de' 72. Capi di Guardia con lapida di marmi commefl�, e la feguente Ifcrizione ; A. M. D. G.:* ■-
HIC DONEC A MORTV1S RESVRGANT
MI&ERICQRDIAE CONFRATRES REQV1ESCVNT
CIQDCXX.XIX.
LE*
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t E Z I ONE XXV.
I? I � X,' � � A f O k 'l �
DEL B I t� A L 1 � . !
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On mai ho fcritto Iltorfa tanto ben cor*
redata di autorevoli documenti , quan- to la preferire ; imperciocch� fono pretto di me , di due illuflri Perfone diligentiff�me relazioni , o fi voglia.- deir Oratorio , o; della Compagnia, o del Magit�rrato del Bigalio ; la prima di dette Scritture fu fatta per Ordine di Ferdinando IT. dal Dottore Ambrogio Ambrogi Cancelliere del Magi* firato del Bigalio ; la feconda conl�fte in una cortefifi�- ma , ed erudita lettera del Signor Dottore Angiol Ma- ria Ricci Lettor di lingua Greca nella Sapienza Fio- rentina , e Propofto del medefimo Bigalio all' Autor di queita Storia . E per vero dire non abbisognavano quefte Lezioni di minore autorit� ; avvegnach� per il- lustrar alcuni punti incontrane diiHcuIt� di non leggiero momento. Quindi necelTario mi fembra il riportare qui amendue } e il primo documento ila quel dell' Allibro- gi , che dice come appreiTo : Relazione del Dottore Amhrcgi al Granduca
fofra il Bigalio* n. La Compagnia Maggiore di S. Maria del BigaU
Io della Citt� di Firenze fu fondata da quel Fra Pie- tro da Verona > che nell'anno 1221. fedicefimo di fu� vita , mentre ftudiava in Bologna , fu ricevuto dal Pa- triarca S. Domenico nella fua novella Religione de* Pre- dicatori , e dopo r bavere illuftrate le principali Citt� ds Italia con la fua dottrina , eloquenza; e bont�; chia« 1 2- io
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ro per molti miracoli » fotto Innocenzio IV. nelPiftelfo
anno 1252. del fuo gloriofo Martirio foftenufo tra Co- mo, e Milano per la dilatazione della Santa Fede, me- rit� di eflfere annoverato nel Catalogo de* Santi fotto nome di S. Pier Martire : cos� per continuata tradi- zione di circa 500. anni ne corre fino al prefente^. pubblica la fama > et anco i libri pi� antichi della.* medefima Compagnia, che Y ingiuria del tempo , l'inon- dazioni d* Arno non hanno totalmente laceri, e gua- iti > affermano querto gran Santo eiTerne fiato 1' auto- re e il principio . E T iitelfo Oratorio da che pafs� dalla Compagnia della Mifericordia in quella del. Bi- gallo , nel modo che fi vedr� poco apprelfo , ci rap- prefenta fino oggi a perpetua memoria di s� gloriofo Fondatore un* antica , e fecondo que' tempi non me* .diocre pittura nella maggior facciata fulla Piazza di S. .Giovanni , rapprefentante la pi� memoranda azione, che egli oper� nella noftra Citt� ; cio� quando a que* nobili Fiorentini da lui ichierati per difendere la purit� del- la Santa Fede, con cui fi viveva in Firenze , diede il Gonfalone della Croce Vermiglia in campo bianco , che fino al prefente con molta venerazione fi conferva in Santa Maria Novella , con il quale fu la Piazza di Santa Felicita , e dalla Croce al Trebbio , come lar* gamente raccontano V Jitorie Domenicane , ottennero contro gli Eretici Manichei quelle due gran vittorie , delle quali fin ora con due colonne erette dal Popolo Fiorentino ne' detti due rnedefimi luoghi , dove furono ottenute , fi conferva gloriola la ricordanza . E quan- do con il fegno della Sanca Croce fece fparir di fu- bito il Demonio , che in forma vifibile di un nero e sfrenato Cavallo , velocemente correndo dalla Via de' Fenavecchi alla Piazza di Mercato vecchio , dove era il Santo a predicare, tentava di intimorire e sbara- gliare il Popolo , che quafi fenza numero vi era con- gregato al foiito per afcokario , e cos� d' impedire il frutto della parola d' Iddio . Haveva veduto il Santo Padre > e per ragione dei fuo uffizio di generale Inqu� fnoxe
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ditta P*V*ne Marta,» *m dttt* M&incffrdu*, # dtiJStfOU^
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(Icore diligentemente haveva efam�nato il gran progreflfo
nella via dello fpirito , che tra le folitudini d� Mon- te Senario andavano facendo i fette Mobili Contempla» tivi Fondatori dell' Ordine de i Servi di Maria , e per il zelo , che teneva della faJvezza de' profl�mi } poteva^ eziamdio baver confiderato , che la Citt� di Firenze.* non meno abbondava di Perfone con ingenita attitudi- ne agevolmente difpoita air Opere della Mifericordia.* Corporali , che infinitamente giovevoli al genere uma- no , et al Signore Iddio accett�ffime > coftituifcono gli Uomini meritevoli appreflfo alla fua .Divina piet� , del Regno de5 Cieli . Onde dobbiamo di facile perfuaderci, che da tali confiderazioni incitato, ereggeiTe quefta Com- pagnia di Nobili Fiorentini Secolari per fovvenimento delle Perfone miferabili, ponendola con viva fede di memorandi progred� fotto il Patrocinio di Marra fera- pre Vergine , dalla cui bocca era flato favorito di u- dire quelle dolci , e gran parole , che gi� ali* altro Pietro Principe degl' Apoftoli haveva detto 1* Incarnato Verbo : Ego pr� te orarvi Tetre , ut non deficiat fides tua . III. Quefta Compagnia per le ottime coftituzioni,
e per i divini ammaeftramenti del fuo buon Padre e Fondatore , cominci� fubito con ardore cos� grande ad efercitarfi in tutte le Opere di Carit� per fovvenimen- to delle perfone miferabili , che fino ne' fuoi teneri natali fi aequiit� il nome di Maggiore , Fu da' Sommi Pontefici , da molti Prelati di Santa Chiefa , e Supe- riori di Religioni adornata d' Indulgenze , di Privilegi, e d' altre fpirituali prerogative , e da non pochi Cit- tadini gli fu fatto di grofl� legati , lafciare copiofe ere- dit� j e raccomandata 1* efecuzione in perpetuo di pie difpofizioni . Onde coftituitafi una non mediocre foiian- za } potette fempre alfai largamente porgere aiuto alle miferabili fanciulle in fufl�dio di loro Dote , et in ogni altra maniera foccoirere alle neceffit� de'poveri di Ge- s� Crifto ; e fino talora concorrere alle gran fabbri- che, che fi ereggevano in onore di Dio 3 della fua San- ta |
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ta Madre » e de8 fuo� Santi j come in fpeeie fegu� 1*
anno 1279. per l'Opera di Santa Maria Novella. IV- Era governata tempo per tempo da alcuni Q*
fiziali , che da principio fi chiamarono Priori , e Ret* tori , e dipoi Capitani 3 quali fi traevano dalle borfe , due per Seitiere , o per Quartiere , fecondo cho per i tempi fi governava la Citt� ; e di pi� riaveva», un Notaio, un Provveditore , un Camarlingo > et altri Miniitri , fecondo il bifogno , �. Si adunavano quelli Graziali, e Miniftri 5 men-
tre la Compagnia per ancora non haveva luogo pro- prio , nella Chiefa di S. Maria Novella j e di S. Dona- to tra le Torri , da Orfammichele » et in altri luoghi , ma fpecialmente nelli Spedali alla lor Cura fottopofti j fan che fi fabbricamo i�efidenza proporzionata nel Po- polo di S. Bartolo nel Corfo , accanto alle Cafe de* fidacoi ; fopra il terreno donatoli dal Comune di Fi- renze per Initrurnento rogato Ser Piero di Ser Grifo, 20. Giugno 1352. \7{. Tra le molte opere di Carit� , in che fi an-
dava efercicando la Compagnia , era pi� che ad ogni altra dedita all' Ofpiralit� . Che per� ereflfe molti Spe- dali nella Citta , e fuo Contado , e molti da* loro Fon- datori glie ne furono donati , e raccomandati , quali fono gli apprefifo , cio� : VIL Lo Spedale di Santa Maria del Bigallo fuori
,di Firenze da cinque miglia in circa nel Popolo di S. Chi ir ico a Ruba Me fu la Strada MaeJftra d' Arezzo ali* Apparita , in luogo detto Fonteviva : quello -Spedalo fu edificato circa gli anni del Signore 1200» da Dioti- cidiede di Buonaguida del Dado per raccerto } e fuiEdio /de" Poveri , e ne' 27. Gennaio 122S. fu donato dal me- defimo Dioticidiede con tutti li beni , et effetti che aveva a lacapo dJ un altro Iacopo Spedalingo riceven- te per i Poveri di detto Spedale } come per Inihumen- $0 rogato Ser Iacopo Ferragudi > Vili. Dipoi p&is� nel primo Monaflero di Suore f
che avelie la Religione Domenicana in quelle parti , allora
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alloca pofto 3. miglia lontano dalla Citta , in un luo-
go , che fin' ora fi chiama Ripoli , dove uno aliai rie* co , e devoto Mercante Fiorentino per nome , e pi� di fatti Deodato haveva edificato un Romitorio, che fu il primo ricetto tra noi de* Frati Predicatori man- dativi l'anno 1221. dai loro Istitutore S. Domenico fotto lo fpiritual comando del B, Giovanni da Saler- no , che poco appretto g�* introduce in Firenze , e nel- la Chiefa , e Canonica di Santa Maria Novella, e dop» po de* Frati Predicatori fomigliantemente fu primo ricetto de* Frati di S. Francefco , nel qual luogo, paf- futi che furono detti Frati Domenicani , e Francefcant in Firenze , fu fatto un nobiliffimo Monaftero di Mo- nache, e anche effe ritirateli in progreiTo di qualche tem* p� per cagione delle Guerre dentro alla Citt� fi divi- fero in due de' principali Monasteri , che ora ci fi veg- ghino , uno de* quali tiene il nome del loro Patriarca S. Domenico, e l'altro del luogo di Ripoli, d'onde haveva no tratta la lor prima origine » IX. Quelle Monache di Ripoli donarono alla Com-
pagnia queiio Spedale del Bigallo per Inttrumento ro- gato Ser Baldovino RurToIi 5. Aprile 1245. e Mefier Ardingo allora Vefcovo di Firenze lo commelTe alla cu- ra della medefima Compagnia , la quale nel 1250* ad� 7. Giugno vi pofe , et ordin� a dir mefia P. Antonio di Martinuzzo con patto , e condizione di poterlo re- muovere a fuo beneplacito , come per Inftrumento ro- gato per mano di quel Diotifalvi , dal quale ebbe prin- cipio la nobil Famiglia de* Diotifalvi ; e da Metter Gio- vanni Mangiadori fuccelFore nel Vefcovado a detto Metter Ardingo fu confermato alla Compagnia 1* amminiftra- zione di quefto Spedale , perch� di bene in meglio fi andaffe augumentando per Inftrumento rogato Ser Sini- baldo d'Alberto Tanno 10*7.1 ^a quello Spedale di S, Maria del Bigallo , che fu il primo che avelie la Com- pagnia , fi crede che anche ella pigliale il cognome^ del Bigallo , perch� ne' fopraceitati Initrumenri , e Ri- cordi di que' tempi, � denominata la Compagnia Mag- giore |
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giore di Santa Maria Vergine di Firenze , fenzs 1' ag-
giunta del Bigallo; e lo Spedale � detto di Santa Ma- lia del Bigallo , ma dopo all' averne prefo la cura > vien Tempre » come fi pu� credere , da elio cognomina- ta del Bigallo , non fc ne trovando che io fappia , al- tra origine, o cagione . Quello Spedale fotto il gover- no della Compagnia . and� Tempre crefcendo di entra- ta , e di beni lanciatili da divert� Benefattori , e com- prati dalla medefima Compagnia ; ficch� fu jdi grandif- fimo comodo, e benefizio ai poveri, -eiTendo flato am- pliato di Stanze per loro raccerto , di Ghiefa , in cui giornalmente fi celebrava, e di MaflTerizie condecenti per numero 30. letti che vi il teneano , cio� : Nello Spedale degli Uomini num. 12.
Nello Spedale delle Donne num. 6.
Nello Spedale de* Foreftieri num. d.
Nella Stanza de' Preti num. 2.
�Nella Stanza de' Romiti num. 1.
Per ufo de5Capitani della Compagnia num. 3.
X. Per lo fpazio di 258. anni fu tenuto dalla Com-
pagnia con molta carit� , je diligenza per ufo de* Po- veri fino all'anno 1503, che vi tornarono le Monache di Cafignano , oggi dette -del Bigallo , nel modo che fegue appreiTo : XI. Ritrovandoli Panno 1503, il Monaftero di S*
Maria di Cafignano Diocefi Fiefolana , di Padronato di Cafa Mozzi , in luogo folitario e tra Bofchi di gi% minacciante rovina > « non avendo il modo le Mo- nache di .detto Monaftero di reftaurarlo , li Vicarj di Monfignor Arcivescovo di Firenze ., e -di Monfignor Vcfiovo di Fiefole , di confenfo^et a petizione di det- te Monache , di Conte di Giannozzo de* Mozzi unico Padrone di detto Monaftero, e de'Capitani allora iru Uf�zio della Compagnia Padroni dello Spedale del Bi- gallo , ere-ilero il detto Spedale in benefizio Ecclef�a- itico , e Monaflero Regolare, e li anaeffero il detto Monai�ero di Cafignano , havendo prima detti Capita- ni dato ; e conceduto a dette Monache il detto Spe* dale
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dale con tutti li fuor beni m�bili, et immobili, con
rifervo del dominio diretto, e con 1'infrafcritte con»
dizioni :
i Che il Monaftero, e le Monache il chiamaffero di S.
Maria del Bigallo , e non di Cafignano .
t Che le Monache non poteiTero murarvi fenza licenza
de* Capitani del Bigallo » e dove muratfero. con detta
licenza, doveftero metter l'Arme del Bigallo , cornea
anco tenerla fempre» dove �, in detto Monaftero.
Che dovefTero pagare ogni anno alla Compagnia, e
fuoi Capitani libbre 7. di cera bianca lavorata per re* cognizione del Padronato . Che i Capitani per li tempi con il pi� antico della
Cafa , e Famiglia de' Mozzi dovettero approvare , e ratificare V elezione della Badeffa , dopo che Jfoffe con» fermata dal Vefcovo � Che li. Capitani con detto pi� vecchio di Cafa Moz-
zi poteiTero una volta Tanno* epi�,vifitare detto Mo- naftero nelle cofe temporali , e rivedere loro il con* to dc'.fruttjl de* fceni , e f� offeryano Ja jdejbifa ofpita- *lit� i. . Che le Monache foffero tenute mantenere lo Speda»
le, e la Ghiefa, non folo circa le mura , ma nelle letta ancora ofTervare F ofpitalit� : quale fteife fepara- to da loro con pagarli il falario conveniente , e do» veffe effe re ogni anno approvato da* Capitani , Che non poteiTero ottenere alcun privilegio , o in-
dulto , n� meno valerfi di quelli, che hanno , in pre- giudizio della Compagnia, e delle prefenti convenzioni, con altri patti , e condizioni , come largamente per Inihumcnto rogato per mano di Ser Baftiano di Ser Carlo di Piero da Firenzuola 20. Giugno 1505, e di prefente lo pofteggono 9 ,e vi abitano dette Monache s con le condizioni ibprafcritte, XII. Lo Spedale di Santa Lucia de'Magnuoli nella
Via de* Bardi fu edificato dalla Compagnia per raccer- to delli Uomini , dove oggi fono le Cafe dei Senato- re Tommafo Canigiani in una Cafe comprata da Iseo* Jm. VII* Kk p� |
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p� di Mefler Giovanni di Spinello Rufttchi' ad� ri*
Maggio 1283. alla qual Cafa a 1. Via , a 2. Chiefa di Santa Lucia , a g. Fiume d'Arno , a 4. Bindo di MeflTer Iacopo Bardi per Inftromento rogato Ser Berlinghieri Doradini. XIII. Dirimpetto a quefto Spedale degli Uomini ,
dove ad� 2. Aprile 1284. erano rovinate pi� �i 50. Ca- fe per un grandifi�rno diluvio di acque venuto , e do- ve di poi nel ^47. he rovinarono per un Umile dilu- vio molt* altre , e per� nel 15*55. proib� il Serenifl�mo D. Cofiimo Primo il fabbricarvi, fu fatto dalla Compa- gnia lo Spedale delle Donne in un Cafolare, e Terre- no comprato da Mefler Gualcerotto , et altri de'Bardi nel 129$. al qual Cafolare , e terreno, confinava a_. t* Via 5 a 2» Bindo di Mefler Iacopo Bardi , a 3* Via , a 4. g�* Eredi di Lutozzo Nafi per Initrumento rogato Ser Francefco di Ser Giunta Spigliati dalla Por- ta Romana * XIV. Alla Fabbrica di quefti Spedali concorrono
molti nobili Gittadini , et altre pie Perfone, e la Com- pagnia di Orfammichele . La Compagnia teneva nello Spedale degli Uomini numero 20. letta , e nello Spe- dale delle Donne num. io. fornite tutte delle maife- rizie neceffarie , e con effe efercitava la debita ofpita* lira . XV. A quefti Spedali furono fatte molte donazio-
ni » e legati da diverfe Perfone, e in particolare da-. Dino di Giovanni chiamato Gugliata de* Bardi nel 1325. di due Mulini contigui , et un Podere , e nel i2go* Bindo di Lapo del Bencino vi fece fare una Sepoltu- ra per quelli che in eflb morivano. Ma Tanno 1427. ad� 16. Febbraio, qual f� ne fotte la cagione, la Com- pagnia vend� a Ilarione de' Bardi lo Speddle degli Uo- mini per feudi 450. et a Lutozzo di Iacopo di Lutoz- zo Nafi lo Spedale dirimpetto delle Donne per feudi 225. per contratto rogato Ser Iacopo di Benvenuto Landi , e Panno feguente 1428. trasfer� 1* ofpitalit�, che efercitava da quelli Spedali venduti, della Via de* *^ w. .«, ,, ■> .■ J5ar-
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2 5s>r
Bardi nel Borgo di S, Friano vicino alla porta della.»
Citt� in uno Spedale di nuovo fabbricato fopra una Cafa comprata da Pier Antonio di Vannozzo da Ca- merino per feudi ipo, e fopra un'Qnp fimilmente com- prato per feudi i®o, dai Monaitero > e Monache di S. Gio: Badila ; quelle Monache di S, Gio: Batifta fona quelle della Religione lerofolimitana dette di S, Gip- vannino , che oggi fono in Via S* Gallo , doye lorpa» rono \3 anno 1552. ne] Convento , che tenevano � fo- naci Celerini di San Pier del Murrone , quali Mona- ci tornarno allora nella Chiefa } e Convento di S, Mi- chel Bifdomini nella Via de' Servi > dove abitano di pre- fente , per contratto rogato il medefimo Landi , Et l'in queito luogo feguit� , con il medefimo numera di 39» letta a fare ofpitalit� fino all'anno 1530. nel qua) tem- po ef�endo flati rovinati per 1* attedio di Firenze moki Monaiierj > che erano fuori delle Mura, et elTendp per- ci� le Monache di que* Monafteri venute ad abitare in cafe di Secolari dentro alla Citt� , dopo levato 1' af- fedio , e riconciliati j Fiorentini con Papa Clemente.» VII. e, con P Imperatore Carlo y. Sua Santit� mand� a Firenze un Comminano Apoftolico, perch� yedefl� di, trovar luoghi opportuni per dette Monache ? Et eflen- do tra que Ite le Monache di Santa Anna fuori della Porta a San Friano , che avevano domandato di effer provvedute , e parendo al cafo al detto Commi(Tario queito Spedale di Santa Lucia accanto alla Porta a; S* Friano, con il confenfo de'Capitani delia Compagnia lo, concedette alle dette Monache , con i patti infraferitti. Che detto Mpnai�ero fi cjoveffi chiamare di S. Anna»
e di & Lucia,. Che la Compagnia neVfolTe Padrona, Protettrice , e
Difenfora... Che le Monache dovefiTero pagare ogni anno per la-*
Punficazione alla Compagnia in fegno del Padronato, libbre 2. di cera fianca lavorata , Che le Monache .non poteflero alienare de* beni im*
mobili feiua licenza .delia Compagnia � Kk2 Che
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'200
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Che la Badeffa per 1 tempi doveflfe confermarti da
Monfignor Vicario, e da* Capitani della Compagnia. E folamente fu conceduta loro la Cafa , e l'Orto,
reftando gli altri Beni alla Compagnia , come per In- ftrumento rogato Ser Bartolommeo d'Antonio Mei 13. Dicembre 1530» Dipoi quefte Monache cederono queito nuovo Monastero ad alcune Pinzochere del Terz' Or- dine di S. Francefco , chiamate oggi le Monache dell* Angiolo Raffaello , quali riconobbero in Padrona la_» Compagnia , e promeflero di pagare ogni anno in luo- go di recognizione mezza libbra di cera bianca lava- ta , per Infirumento rogato Ser Andrea di Fioravantc d' Ugolino , fotco il d� 16. Novembre 1538. ( quel�e Mo- nache dell* Angelo Raffaello di prefente non vi fono pi� ) e le fuddette Monache di S. Anna > come altrove fi � detto ,. tornarono fui Prato » XVI. Lo Spedale di Sv Niccol� pofto in Firenze
nel Popolo di S. Felice in Piazza dall* Ofteria della.. Buca , oggi detto de' Fantoni , fu fatto edificare dalla Compagnia di certe Cafe lafciateli per tale effetto da Lapo di Baldo , per Inftrumento rogato Ser Lapo di Ser Bene 3, di Gennaio 1316» ; XVII. La Compagnia dava raccetto a* Poveri iru
quefto Spedale con otto letta , e di prefente il Mag� ftrato del Bigallo , che lo pofl�ede , vi fa Ofpitalita per le Donne folamente con dieci letta , et ogni anno per S. Niccol� vi fa celebrare la fefta con una Mefla can« tata e 4. piane » XVIII. Lo Spedale di S. Biagio nel Popolo , e Bor-
go di San Piero a Monticelli fuori della Porta a San Friano mezzo miglio , fu edificato dalla Compagnia fu* Beni, che haveva comprato da Sacco, e Botto Man- nelli da Monticelli per lnitrumento rogato Ser Caro Geremia d* Allegri 29. Maggio 1329. Vi fi efercuava Ofpitalita con 20. letta, che 14, per gP Uomini, 4. per le Donne , e 2. per i Foreltieri -, e con il mede* fimo numero vi fi efercita di prefente , che dieci fer« vono per §1* Uomini, e dieci per le Donne . XIX. Dipoi
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' XIX. Dipoi nel 1562. il Magiftrato del Bigallo,
che lo poffiede , fece fare accanto a quefto Spedale.» una Chiefetta , fotto il titolo di S. Biagio , con i da- nari ritratti dell' eredita di Benedetto di Lionardo da paiano Scultore , e Cittadino Fiorentino , con obbligo della Metta ogni d� fedivo , e due feriali nella Settima» na ; e quella Ufiziatura, che � amovibile , la tiene og- gi , data dal Bigallo , il Reverendo Metter Francefco Marchionni con limofina di lu\ 144. Tanno. XX» Lo Spedale di S. Lorenzo in Percuffino nella
Porefteria di S. Cafciano , Popolo di S. Andrea in Per- cuffino , fu cominciato ad edificare da P. Lorenzo di Spinello Rettore di S. Andrea in Percuffino , e poi perfezionato dalla Compagnia fopra de* Beni flati do- nati alla medefima Compagnia da Guido di Giovanni Machiavelli , e da Andrea di Filippo Machiavelli , con facult� a detto P« Lorenzo di potervi edificare uno Spedale» come per Inftrumento rogato fotto d� i. Feb- braio 1362. per mano di Ser Piero di Giovanni di Maf- feo de' Gangalandi ; e detto P. Lorenzo, che lo co- minci�5 ad edificare-, gli lafci� ne3 20. Maggio 13 79. feu- di 150. perch� vi fi facefl�no ttanze per le Donne , e fi delle complimento alla Cappella . La Compagnia vi teneva numero otto letta, quattro per gli Uomini , e quattro per le Donne , e di prefente il Magiltrato del Bigallo, che lo poffiede , ve ne tiene tre * e fa ufizia- re la Cappella dal* Reverendo. Meffer Michele Gafavec-* chia cbn limofina t�i; lir. $61 T annec.'z\� vS �liti". i\ y-'} XXf. Lo Spedale di Settimo nella Potefteria dei �rhlluzzo fu edificato dalle1 Monache d� Montedomini , per vigore di donazione (lata fatta al lordi Monaftero da Domenico di Gherardo di pi� fuoi beni fotta d� 8» Ottobre 13 71. con obbligo di tenervi 6*. letta fornite per raccetto de* Poveri , et uno i per lo Spedalingo,^ mancando ricade al Bigallo con le medafime condizio- ni ; di prefente lo pofleggono le? dette Monache:» e fo« disfanno a quanto fono obbligatesi Ve ih e' XXII. Lo Spedale di Santa Maria >o S, Stefano
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fu edificato da Francesco di Corbaccio eli detto luogo
fopra le {u� Terre accanto alle Mura Gabellane di Manf. teficalle i Potefteria di Greve, e fu jfottopofto alla Coni., pagaia j con; patto , che fr mantenere, ad ufo di Ofpi- talu� per i poveri Infermi , et altre Perfone miferabi- li 5 e non ad altro ufo , fempre mero laicale» e profa- no, fono la cura della Compagnia , come per contrat- to, xogato Ser Noferi di Ser Paolo Nemi, fatto'd�- 12. di Gennaio J383.; La Compagnia teneva in quefto Spe- dile numero quattjo Ietta , e.t oggi il Magistrato ve ne tiene due per raccerto de'poveri Viandanti , :XX1II. Lo Spedale di Santa Maria Maddalena del
Pian di Mugnone nella Potelteria di Fiefole., detto del. la Q�eirciola , fu edificato da Andrea del Buono For- naio del Popolo di Santa Maria in Campo, e poi com*4 mefl� Ma lui lalla cura ideila Compagni:a con pi� Beni per Infteumenro rodato ;Ser Paolo \Hemi 3 %p Novem- bre 1385. perch� u rnanteneiTe fempre profano fotto la cura del Bigallo , e per ufo de'poveri infermi 3 e mi*, feribili Perfone., Vi ,fi tenevano .dalla Compagnia, (ci letti:,, et>oggi >iil.MagiArato; -fatt�i .l�, �ura del quale fij ,cottferva,,jiveune jtiene quattro > ;dug per gli JJpmijni , �e/due per ie porine > *e fa jufiziare la ;fua Chiefa ac- canto ;dal Reverendo MeiTer Aieflandro CaJafci juna voi* ;ta la Settimana,, con 4imofina di lir. 24, P anno. JXXIV. -Lo Spedale di S. Lorenzo gi� pofto in Fi-
renze, m�i PopolOi di S. Pier Gattolini > luogo detto al* la Cella del Cof^ho^ ,a i» yraj!^ d-# 3. il Mo* iiaftero tdLvS. Brigida { oggi j� ,quello del Paradifo j do- ve fumo /trasferite le Monache di quetfo Monaitero di S. Brigida Panno,. � . . ) a 4. yia di Bogoli , fu fab- bricato da iMaria Mania figliuola di ^Michele di Bartol� m®H;>e� moglie.ddi Sandro di Salveftro , Popolo di San Felice, vin�Piazza, e /«fu vdatov,? e fottopoUo (da lei alla Compagnia-«con :*6* ietiai fornite |x�r ;wfo[ 4e* Poderi -, e, con ipi�c vfeeni liintnobili > &?�fB%^%JCt�lamr, §k sPodere^: nel Popolo di Santa. Maria-aiSo&riodi, fiiora 70* Juo3 So 4etf o ,�l 1 Barnes |J con patto'; che fempre �<teV«Jfc. fer* - |
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vire per raccerto' de' Poveri, n� ad altro ufo fi poteite
trasferire > fempre folle intitolato di San Lorenzo jb*g fempre fi mantenerle laicale > e profano j � fotto laciii fa f del Bigallo , e vi fi facefle celebrar la MeiTa ogni giorno , o almeno tre volte la fettimana per detta Madonna Mattia , come per �nltrumento rogato per mano di Noferi di Ser Paolo Ne mi 29. Luglio 1390. Detta Madonna Mattia, dipoi 20* Gennaro 13^2. lafci� erede la Compagnia , la quale foddisfece alla pia men- te della Teftatnce fino all' anno 1547. tenendo Ofpi- talit� in detto Spedale con num. 16, letta , e facendo- vi celebrare la MelTa due volte la fettimana . Ma di Settembre 1547. in furia (per ufare le medefim� paro- le, che �tanno ne' libri del Bigallo ) fu ordinato ca* varf� tutte le maflerizie , che vi erano ,1 e fu rovinato �nfierne con alcune Cafe , che Vi haveva contigue: la-» Compagnia per fortificamento della Citt� ,■ e cos� re- ft� demolito, e non trovo che altrove fia Irato rifat- to . Il Terreno dove era pofto quello Spedale , reft� al Bigallo ; e dopoT elTerfi tenuto allivellato molto tem- po, fi vend� poi» libero ne* 19. Luglio^ 1614. a Fabbri- zio di Vincenzio Manzini pe* feudi 901 di moneta yper contratto rogato Sex Zanobi Benucei ," et �. quello ^af- fato il Portone di Annalena > dove � il Tabernacolo di S. Francefco . ; XXV; Lo Spedale di Santa Maria dell' Umilt� di
Borgo Ogniffanti di Firenze Ju fondato, da Simona di Pieto Ve'fpucci ,'b'fqttopotto ialla Compagni^ : per Inlrumer�t� rogato Ser Paolo/ Neitoi $i*|4L*%feras 1400. con due 'Altari ; e^aiunW *$. ilejtr forniti '�0 tutte tii% rnatferizie nec�flarie , e con ^i� Cafe j e Beni itabili , con patto che fi doveiTe intitolare fempre di Santa Ma» ria dell'Umilt� , dovette. fervrW per ufo de' Poveri* mantenerG laicale , >e profano ^ ivii- fi:celebraUe. ograi d� la MerlaI, et un Ufizio de' Morti �* anno iia perpe- tuo . L� Compagnia accetto queito Spedalepet� man- tenne con le condizioni fopraferitte , et in quefta ma- niera pafs� nel Magiilrato del Bigallo * il quale foddi. «fece
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sfece al tutto interamente Ano ali* anno 1587. che per
prdine del Sereniffimo Granduca Ferdinando ft� conce- duto a' Frati della Congregazione del B. Giovanni di Dio detti della Sporta 3 con ojbbligo di farvi Qfpitalit� fecondo il loro initiruto 5 e �i pagare ogni anno al Bigallo libbre 1. di cera biacca layata per recognizio* jie del Padronato , e di cekbrare la MeiTa quotidiana * e l'Ofizio de* Morti > come per Jnftrutnento rogato Ser Priore ,di Ser Gherardo Gherardini 7.Febbraio 14&79 e di predente lo tengono detti Frati con jmolta carit� > e utilit� de? Poveri , e per la Meil� ,9 et Qfizio ricevo- no dal Magistrato (e, -tremi di moneta Jf anno . » XX�J. Lo .Spedale di >S; Niccol� dalla; Porta alla Croce fu fatto dalla Compagnia nel 1420. delle jrencli- te -lafciateli da Niccol� di Giotto Allotti yocato Tra- cannino Manifcalco del Popolo db & Iacopo fra' Foffi , il quale per Aio teftamento ne' 28. Dicembre 1407. in- ibii u� erede la Compagnia , con «obbligo di fate uno Spedale tra il Pome a JUibaconte } e il Palazzo de* Ca- stellani con la fua Arme (otto titolo di San? Niccol� > che .fi doveifc .chiamare Jo Spedale di S. Niccol� dal Ponte a Ikibaconte » nel -qu a Le «volle ohe fi raccettaflTe- �0 tpovere P�ifonei je che tempre loffe fotto la cura., del BigallOi. Ma la, Compagnia 1© edific� dalia Parta alla Croce , et � quello medefimo dove oggi � il Tem- pio con �i Arme di detto Allotti 3 e della Compagnia , e -fino al j^gi. vi tenne Crfpitalit� con 16, letta., cio� dieci per ;gli Uomini 5 & fei per le- Donne Ve vi fece celebrare ja MefTa due volte la �ettimana> Eflendo poi flati mandati m -terra per .la Gtienra^ et ai�edio di Fi- lenze J* anno 1529. e j5 3*0, rmolti edifizj vicini alle Porte 5 *e Mura delia Citt�, e tra .quelli num* 41. Ca- fe , che "la Compagnia, ;haye,va ikori ,della «Porta alia^ Croce, lungo ria; Itjrada tnaejftra , dove fu poi, 41 livello del Signor Bali Bucci,iet oggi di Giovanni, Mafelli det- to il Maturo4 furono ancora rovinati il luogo della ,Giu- ftizia 5 e la Chiefa del Tempio-con tutte le fue appar? tenenzjdove fi adunavano g�'jtomini: .della Compagnia |
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d� S. Gior Batifta detti volgarmente des Neri 3 e fi efer-
ciravano in opere di carit� verfo i Condannati a mor- te per via di Qiuftizia ; onde eflendofi edificato nuovo luco per efeguire le loro condannazioni fuori della-* Porta alla Croce, in luogo detto a terra a tre efinti , e non havendo la Compagnia de' Neri dove efercitare le fue devozioni , et opere di carit� : ad iftanza di quelli , che havevano la cura , e«t il reggimento della.. Citt�, fu conceduto quello Spedale di S. Niccol� alla detta Compagnia con tu tre le fue Stanze, et apparte- nenze per farvi fepolture , e tutto quello gli fulfe iru piacimento per benef�zio de* Poveri afflitti: con dichia- razione che in detta concezione non fi intendelTe com* prefa alcuna forte o quantit� di beni mobili, o immo- bili attenenti al detto Spedale , come per lnirrumento rogato per mano di Ser Bartolommeo d' Antonio Mei fotto d� 15. Novembre .153.1. E cos� fi difmefTe in que- ito luogo la Ofpitaljt� , e la Compagnia de' Neri ne- pigli� il potfeiTo , e di prefente ancora lo tiene per fervizio de' Condannati a morte per yfa di Giuf�izia % dove fi celebrano continuamente affai Meffe in fuflra* gio de* Giudiziari . XXVIL Lo Spedale di S, Iacopo , e S. Filippo nel-
la Poteiteria , e Popolo di S. Martino a Setto , non fi trova da chi folle fondato ; ma � flato antichiffima- tnentc pofleduto dalla Compagnia , la quale vi teneva num, 16. letta per fervizio deJ Poveri , e con otto � tenuto di prefente dal Magif�rato del Bigallo (Nelle film ze di Ser Filippo di Ser Bernardo Mazzei da Caftel Franco di fotto ncll* Archivio Generale Fiorentino il trova j che quefto Spedale era unito alla Chiefa , e Monaftero di S. Candida , gi� de' Frati detti Crociferi » e allora tenuta in Commenda da Meffer Gexi d� Nic- col� Soderini Canonico Fiorentino circa Tanno 1440. ) XXVIII. In quelli dodici Spedali ftavano (come fi �
veduto ) 1.80. letta , e con elfi efercitava la Compagnia molto caritativamente verfo i Poveri di Ges� Crifto la debita Ofpitalit� . Tom. VII. L� LE*
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LEZIONE XXVI.
DELL* ORATORIO
DEL B I G A L L O . II.
Segue la Relazione del Dottore Amhrigi .
Ltre a quelli Spedali) haveva la Com-
pagnia il Padronato } e per ella 1' ha oggi il Magiftrato del Bigallo , del- l' apprefifo Chiefe , Oratorj \ Cappel- le » et TJf�ziature amovibili , cio� : II» Chiefa Parrocchiale di S. Lucia
a Terzano Diocefi Fiorentina, di ren- dita di feudi t$o. in circa per met� con alcuni della nobil Famiglia de' Bardi , della qual Chiefa oggi � Rett�re il Reverendo Metter Giovanni Rofoni eletto liei i<5i�. III. Oratorio di Santa Maria a M�lavolta fuori
della Porr� a S. Pier Gartolini fopra a S. Gaggio per met� con la Compagnia di Orlatnmichele , fondato da Lapo di Giovanni Guaccini nel 1335. con obbligo in perpetuo d' una Merla il giorno da me ritrovato l'an- no ��^t, e procuratane la riduzione alla debita offer- vanza ; di prefente � ufiziato da* Frati di S. Spirito per �feudi 46. T anno , che per met� gP � pagata dal Ma- gi ftrato di Orfammichele , e per meta dal noftro Ma- giitrato , IV. Cappella di S. Benedetto full* Aitar Maggiore
dell' Infigne Collegiata di S. Lorenzo di Firenze fenza tiiitribuzione, lafciara nel 1492. alla Compagnia da Be- nedetto di Lionardo da Maiano Scultore , e Cittadino Fiorentino , dopo che ila fornita la fua linea : oggi � polfeduta dal Reverendo Mefler Filippo Fontani > Ca* � *Ii ... i .! .'i�"; no-
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uon�co di detta Collegiata , e l'ebbe V anno 1582, fi
dice riaver d' entrata da feudi 60, di moneta 1* anno, con obbligo delle MefTe tutte le Domeniche , et ogni Mercoled�, e Venerd� dell'anno. 1/ elezione del Prio- re di detta Infigne Collegiata di S. Lorenzo fi afpet- ta per una voce, mediante la fopraferitta Cappella, con tutti quelli , che hanno ragione di Padronato fo- pra i Canonicati , e Cappelle di detta Collegiata , e> dodici Popolani , che non fono di detti Padroni , Di prefente � Priore il Molto Reverendo Signor Cavalie- re Andrea del Tovaglia, prima Canonico Fiorentino, eletto nel 1532, V. Cappella di S* Criftofano nella Parrocchiale di
S. Firenze di Padronato del Bigallo , infieme con gli Uomini di quella Parrocchia , � di rendita di feudi 40. di moneta in circa , con obbligo della MelFa ogni giorno j e di efTere in aiuto al Parrocchiano ne'Divi- ni Offi*i per vigore del Teftamento del Fondatore, che fu Ser Criftofano di Ser Bartolo Nevaldini ; avendolo rogato Ser Guido di Mefs. Tommafo 6, Aprile 1405. di prefente � Cappellano il Reverendo Mefs. Gio: Ba- tifta Martelli dalla pieve a S, Stefano eletto V anno VI. Cappella di S. Iacopo maggiore , nella Chic-
fa Parrocchiale di S. Apollinare di Firenze , lafciata al- la Compagnia da Naftagio di Benincafa Manetti 1* an- no 141 o. con ifeudi 40P, perch� con i fratti vi Ci te- nerle un Prete che 1* ofi�iaife in perpetuo con dirvi Mefta ogni mattina . Di prefente la tengono i Monaci Mon- tolivetani , che ftanno in detta Chiefa, e fi paga loro feudi no. Tanno, con obbligo di celebrarvi Merla»- tutte le Fefte comandate , et ogni Venerd� dell'anno. E qui pagava ogni anno la Compagnia a diverfi Mo- nafterj, Chiefe, e Luoghi Pii certe determinate fomme di denari per fodisrare a* Legati fattili da alcuni Be- nefattori , a' quali legati fodisf� oggi a tempi determi- nati il Magiftrato del Bigallo. VII. A quefta Compagnia maggiore di Santa Ma-
LI % ria
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ria del Bigallo fu unita da' Signori Priori , e Gonfa-
loniere del Popolo , e Comune di Firenze per prov- vifione de* 21. Ottobre 1425. alla Compagnia di San- ta Maria della Mifericordia , e di due Compagnie ne fu fatto un corpo folo > con ordine , che doveiTe chia- marli la Compagnia di Santa Maria del Bigallo, e_» Mifericordia della Citt� di Firenze , e dovefle e (Ter go- vernata da otto Capitani folamente da eitrarfi dalle.» borfe della Compagnia del Bigallo 5 e da un Notaio » e Provveditore folo di detta Compagnia del Bigallo 3 e far refidenza nel luogo folito della Mifericordia , con fodisfare interamente a tutti gli obblighi , e carichi di dette Compagnie , fecondo g�' ordini di ciafcuna . Vili. Quella Compagnia della Mifericordia anti*
chifi�ma nella Citt� noftra haveva il fuo Oratorio fu la Piazza di S. Giovanni , dove � di prefente , et accan- to ha quefto Oratorio la refidenza per i fuoi Ofiziali fabbricata nel 1340. in circa fopra le Cafe, che have- va comprate da Baldinuccio Adimari ; e fopra di que* ita Refidenza una Cafa fornita di necetfarj arnefi , che ferviva, ficcome ferve finora, per raccetto de'fanciulli fmarriti , dove fi tiene una guardia con provvifione gi� di ftaia 12. di grano , et oggi di feudi io. di mone- ta 1' anno , che ha carico di riceverli , ritrovare chi gli ha fmarriti, e confegnarli loro . IX. Haveva il Padronato �i una Cappella nella^
Metropolitana Fiorentina detta la Cappella di S. Ma- ria della Mifericordia, con prebenda di feudi 9. di mo- neta , e le diltribuzioni del Coro , �afciatali da MeiTer Rodo della Tofa , qual Cappella di prefente � tenuta da MeiTer Francefco Maria Grazzi conferitali dal Bi- gallo V anno 1631. X. Similmente haveva un'altra Cappella fotto ti-
tolo di Santa Maria nella Chiefa Parrocchiale di Santa Lucia de* Magnuoli �afciatali da Madonna Goftanza di Filippo di Metter Guido Peruzzi , e moglie fu di Gio- vanni di Tani del Bianco per vigore di fuo Teftamen- to del d� jti, Gennaro 1397. rogato Sex Gregorio di |
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Ser Baldo» della qual Cappella del 1628. da me fu ri-
trovata la fondazione , e fu operato che fi riducete a Uf�ziatura amovibile d� una MeiTa il giorno: conforme alla difpofizione della Teitatrice , E quefta UfiziatursL» di prefente � tenuta da'Frati Gefuati di S. Girolamo con limofina di feudi 3^. P anno , e feudi 4. fi paga alla Sagreftia della Chief� per T oftie , vino , e cera ; e vi pofe la fua Arme 5 cio� della Compagnia , quale vi fi vede ancora di prefente . Si �fercitava quefta Com- pagnia fotto il Patrocinio idi'S.Tobbi� , con molta ca- rit� nelle Opere di Mifericordia corporali , e quando occorrevano mali cont�giofi era folita adoperarfi con raddoppiata diligenza , onde furono quafi fenza nume. ro i legati fattili da diverfe Perfone iJ anno 1348. nei tempo di quella terribil Pefte , che infra il Marzo,, © profl�mo Luglio vegnente , oltre a centomila Creature umane , fi crede per certo dentro alle mura della Cit- t� di Firenze haver tolte di vita > che per� divenuta in grande (tima , e non poco faeultuofa , fu anco la* feiata perpetua esecutrice di molte Opere Pie ; ma fpe- cialmente di un Mone Fantini Vinattiere del Popolo di Santa Reparata > il quale con animo generofo , e no- bile fopra i fuoi baifi natali ad� 23. Luglio 1357; f�- ce per mano di Ser Filippo �i Ser Albizzo un tefta* mento degno per mio credere di eterna memoria , di. fpenfando per elfo le molte foftanze » che egli aflai cov piofamente haveva accumulate in onor di Dio , in fuf- fragio dell'anima fua, et in foyvenimento di pove* re , e religiofe Perfone con tanta prudenza, e cos� u- niverfalmente ; che non mi � parfo fuor �i proppfita di darne qui un futito , che � il feguente,;. Primieramente alla Moglie , alia Sorella » et ad altri
fuoi Congiunti provedde largamente di comoda abita» 2�one , e di condecenti alimenti, finch� fteflfero in vita. Lafci� a molti fuoi Parenti , et Amici fegno di mol-
to affetto , e da maritare , o monacare tutte le loro Figliuole , e a Serve , et altri fuoi Benefattori noru picciole remunerazioni � , . -<,\ j |
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2 7°
Lafci� umilmente per una volta tanto allo Spedale
di Santa Maria Nuova lire 2^ Alle Monache delle Convertite lire 25.
Alle Monache di Santa Maria delle Vergini di Fi-
renze lire 50, A tei altri Monafteri lire cinque per ciafcuno .
A* Frati �i S. Marco per dirgli delle MeiTe lire 20,
et un Torchio di libbre 6. per il Santifl�rno Sacra- mento , A otto altri Conventi eli Frati lire jp, per ciafcuno
per tante Me (Te ,9 A ciafeun prete benefiziato della Citt� per dirgli una
MeiTa ioidi io. A tutti i Frati Sacerdoti di Santa Croce, di Santa
Maria Novella , dr Santo Spirito , del Carmine j degli Umiliati �i OgnifTanti , de* Servi , di S. Marco , di S. Pier del Murrone , degli Ermini , e de* fomiti di Ca- maldoli , che fra tutti fi trovorno effer numero 254. un fiorino d' oro per ciafcuno , con obbligo di dirgli le Meffe di S. Gregorio . A tutti li Frati di S, Marco, che non erano Sacer-
doti lire 2. per ciafcuno, A num. 8. Spedali di Mendicanti per la Citt� , due
paia di lenzuola per ciafcuno . ;A tutti i poveri., che avevano bifogno ,d' elemofina *
!�n foldo jjer ciafcuno . A cento .poveri vecchi , .e mafehi ., je femmine ina*
;bili a pi� lavorare , ,cento Gonnelle sii panno Roma- gnolo di &>r. 8. 1* .una . A tutti li Fanciulli , je Poveri dello .Spedale di San
Gallo, una «Gonnella di panno Romagnolo, Alla Ghie fa di S. Marco , di S. Maria de* Servi , e.,
de* Romiti del�i Angeli lift Caiice per ciafeheduna di valuta di feudi 14. d' oro.. ! �t in perpetuo fece gli ,app,refTo legati � 1 A*-poveri vCarcet�ii dielle St�nche tre pietanze ogni anno del mefe di Giugno , Luglio , et Agaito , cio� u� Caftrone , un barile di vino, e 4taia tre di pan cotto per ciafeuna volta . A* Fra- |
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2 7*
AVFrat� de* Servi ogni anno il giorno di S, Giovanni
Decollato una pietanza , cio� un Caftron groffo , due flaia di pan cotto » un barile di vino j Tei ferque d' uova , fei caci di pecora > e libbre tre di lardo , e ve- nendo tal fefta in giorno di magro > tanto Pefce iru cambio della Carne , con obbligo a tutti Ji Frati Sa- cerdoti di pregare Dio nelle lor Mefle per l'Anima fua. A* Frati di S. Marco una fimil pietanza il giorno di
S. Michele di Maggio con il medefimo obbligo . A detti Frati di S. Marco una mezzina d'olio ogni
anno per tenere accefa la lampada d' avanti il Santifl�- mo Crocififlb della detta Chiefa;. v^b - »,�,-.■ Allo Spedai di S. Gallo ogn' anno lire 25, s 4>
e Alla Compagnia del Bigallo la fua Cafa nuoya dove abitava nella Via del Cocomero) cori Orto , et altre fue appartenenze , con obbligo di comprare libbre 150» di cera , perch� fi arda alla MeiTa della Pace , che_. detta Compagnia � folita di far celebrare ogni giorno, con che fi preghi Dio in detta Metta per V Anima fua* Alle Monache di S. Luca** » -t
Alle Monache di Santa Maria Madre. fuj
Alle Monache di Santa Maria Urbana in Campo Cor-
boli ni . Alle Monache di S. Anna fuori della Porta a S. Fria#
no lire trenta ogni anno per ciafeuno Monaftero, per- ch� vi fi dica ogni giorno in .perpetuo V Ufizio de,* Morti per IVAnima fua » <-.�tj ..pi� \ Et in ultimo 6. Meffe quotidiane perpetue , cio�;
A' Frati de' Servi:
A' Frati di S. Marco :
A* Frati di S. Pier del Murrone ; ,/;.
Alla Compagnia del Bigallo, $&�>«< un} �-: ■;«:.,1.
Alla Compagnia della Mifericordia da lui lafciat� ere-
de univerfale , et efecutrice del fuo Teftamento , 111*3, Meffa il giorno in perpetuo per etafeun Luogo.; XI. Di quefta cos� pia difpofisLione , e di tutte le
altre raccomandate in buon numero a quefta Compar gnia della Mifericordia dopo la Joptaferuta, uniojp^ > jc�- mafe
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Jnafe eiecutr�ce la Compagnia del Blgallo ^ non ei�en-
do refiato alcun membro yo veftigio di detta Compa* gnia della Mifericordia 3 imparato*, e diftinto d� quel* la del Bigallo . In progreflo poi �i qualche tempo � fucceduta a queita un altra Compagnia , che anco efla ufa il meden'mo nome a fegno della Mifericordia , e fi va cfercitandojc�me la prima in Opere di Mifericordia cor- porali ^ e particolarmente in tempo di cont�gio , come fi � veduto in cjuefti ultimi anni caiamitofi dal 1630. al 1533. con grandiffima utilit� , ed edificazione ili tutta �a Citt�. Ma nell\anno 1541. considerando il Se- reniamo Granduca Cofimo Primo, come nella fua Cit- t� di Firenzeerano per i poveri Infermi lo Spedale^ di Santa Maria Nuova, di Bonifazio, e di S. Paolo , per gF Infanti efpof�i lo Spedai dell' Innocenti , e per i" Mali di diffidi curazione quello di S. Trinit� delli Incurabili 5 e per i Pellegrini molti Qfpizj , ne*-quali luoghi tutti re fpett iva mente -era ufata la debita carit� ; e che folo i p�veri Fanciulli reflati fenza Padre , -O fenza Madre , e del tutto abbandonati da* loro con- fanguinei > e -propinqui) fi trovavano fenza aiuto al- cuno ; onde pretto perivano , o per la cattiva educa- zione capitavano male ? fond� per detti Poveri abban- donati uno Spedale con V aiuto di moiri Cittadini, che volontariamente concorfero a quert' opera pia , moffe i^ecialmente dall' eificaot perfuaiioni, di Monfignor A*, gnolo Marzimedici Vefcovo �i Affii� , il;<quale jiojl. folo mentre ville], ftfttt dopo morte ancora volle , che godedero favorevoli effetti della fua benignifl�ma pro- tezione , chiamandoli con iideicommiiTa-ria fofticuzione a gran parte della fua eredit� , con altri Luoghi Pi� itati lotto il fuo governo dopo la linea di alcuni fuoi <Sc*nfanguinei §! et erelfe alla lor cura■■', e governo uru nuovo Magiftrato di idodici Cittadini Nobili Fiorentini con una perfona in 'EcdefialHc� <dignit� coitituita , e -fa'<p rima'fu il fopraferitto Monfignor Marzimedici, dan- aio -alcuni buoni ordini per reggimento �i quello Pio -fuo 1-u�go 1*de'q4ialiordini� impetr� P approvazione da |
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Papa Paolo III. per un Breve ��'z�. Giugno 1542. per
il quale oltre ad una generale fopr�ntendenza di tut- ti i poveri Mendicanti , ottenne anco facult� a quello nuovo Magiftrato, di rivedere i conti agli Spedalinghi di tutti gli Spedali dello Stato Fiorentino, che non il danno in titolo di perpetuo benefizio Ecclefiaftico , e non fono annerii a qualche Religione 1 e fotto il d� 17, Ottobre di detto anno ne ottenne Umilmente 1' appro- vazione da Monfignor Andrea Buondelmonci Arcivefco- vo di Firenze . E per havere con che alimentare detti poveri Abbandonati , e mantenere quello nuovo Spedale a lor benef�zio ordinato ( attefo che V entrate di det- te due Compagnie del Bigaiio , e della Mifericordia come fopra unite erano desinate ad opere pie , e piiffima era quella da S. A. nuovamente principiata fot- to d� 17. Novembre feguente_ 1542.) per provvifione ot- tenuta nel Supremo Magiftrato de* Configlieli , un� la detta Compagnia del Bigalio , e li fuoi annerii fotto un medefimo governo , e reggimento con ii detto Spedale de* poveri Abbandonati : con ordine, che tutti li be* ni , e tutte le entrate di detta Compagnia fi dovefifero cuitodire, et amminiftrare peri Governatori di detti Ab- bandonati ; e per tal fine fomigliantemente providde, che non fi eftraeffino pi� i Capitani, che per governo di detta Compagnia fi folevano eitrarre , ma ogni loro offizio , et autorit� s'intenderle trasferita nel detto nuovo Magi* ilrato , con obbligo per� di foddisfare interamente a tutti gli annui carichi di detta Compagnia , e fuoi an« ntiTi , e che ogni avanzo fopra li detti carichi fi con- vertilf� in benefizio ; e mantenimento dello Spedale degli Abbandonati , Xll. E perch� quefti avanzi non erano ballanti a
tirare avanti quei�' opera di carit� , la quale per an- dare affai moltiplicando il numero delli Abbandonati * haveva bifogno di altro maggior fovvenirnento, per� fotto d� il. Luglio 1543. procur� s et ottenne dal medefimo Papa Paolo III. facult� per quefto nuovo Magiftrato d� poter pigliare , e convertire in foflemamemo �i detti Tom. FU, M m Abn
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Abbandonati gli avanzi delle entrate di tutti gli Speda-
li , de* quali per 1* altro Breve dell* anno antecedente 1542» haveva ottenuto di potere rivedere i conti , fo- disfatto per� interamente a tutti gli obblighi , e cari- chi di ciafcheduno Spedale. Xllt. Quello nuovo Spedale degli Abbandonati eb.
be principio nello Spedale di Pier Broccardi , di pa- dronato dell* Arte de* Mercatanti fotto le logge , et accanto allo Spedai di Bonifazio , dove oggi fono le povere Fanciulle abbandonate di Santa Caterina , e fu eretto dal Vicario del Signor Cardinal Niccol� Kidolfi Arcivefcovo di Firenze in Spedai profano fotto d� 19. Novembre 1543. con tutti i privilegi, che hanno gli altri fimili Spedali > e Luoghi pii della Citt� , e con libera facult� al Prelato 3 e dodici Buonuomini del Ma- giftrato , di governarlo > e far ordini , e coftituzioni a loro beneplacito , fotto 1' invocazione di Santa Ma- fia della Carit� - XIV. A quefto Spedale, il d� primo di Aprile 1547.
fu unito da Monfignor Noferi Bartolini de* Medici Ar- civefcovo di Pifa lo Spedale di Santa Croce di Cafci- na ) e da Monfignor Pier Francefco da Gagliano Ve- feovo di Piftioia fu fimilmente unito fotto d� 8. di Di- cembre 1548. lo Spedale del Ceppo di Carm�gnano , perch� gli avanzi di ciafeuno d' cfli Spedali, fodisfatto interamente a* loro carichi foliti e confueti , ferviffino in fuffidio degli alimenti de* poveri Abbandonati : co- me anco per prima erano Itati deftinati da Papa Pao- lo III. generalmente tutti g�* altri Spedali dello Stato Fiorentino , quali afeendono al numero di 220. in cir- ca. Ma eflfendo moltiplicati g�* Abbandonati (ino a 180. onde malagtvolmente capivano in quefto Spedale di Piero Broccardi, e talmente vi pativano , che in 6i Eiefi dal Gennaro ali* Agofto ve ne morirono 90. fu- rono trasferiti l'anno 1591. nel Convento, e Chiefa di Santa Caterina lungo le mura della Citt� in tefta alla Via delle Ruote. v XV. Quello luogo fu anticamente un Monaftero
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di Monache dell* Ordine di S. Agoftino chiamato il Mo.
salter�, di S. Caterina , il quale a petizione degli Prio- ri, e Gonfaloniere del Popolo, e Comune di Firenze, (tante la vita licenziofa e fen�lale » che avevano co« minciato a tenere dette Monache con fcandalp di tut- ta la Citt�, fu da Innocenzio Vili. fpppreff� et eftiruo per fua Bolla data in Roma acj� 18, Marzo 1491, � conceduto con tutti li fuoi peni mobili , et immobi- li, et con ogni fui* appartenenza alla Menfa Capitolare de* Canonici della Metropolitana fiorentina ,» con or- dine che le Monache , che allora vi eranp1 (j metterli» no in altri Monasteri del medcfimo Ordine , p in Ca- fa di lor Parenti con rendere loro la pot� , che nave- vano data ai Monaftero , Pipoi }* anno 1539, ?1 Capi- tolo Fiorentino lo concedette alli Frati Minori OflTer- van� di S. Salvatore al Monte per prezzo d� feudi 720- di Moneta, cio� il Monastero* e Chiefa con [e tene continue a ufo di Orto , e di "Vigna per ufo di detto Monaftero , come per Inftrumentp rogato Ser Raffael- lo di Miniato Baldefi , 31. Agofto eli detto anno 1539. rifervandof� gli altri beni, che erano eli detto Monaite- ro . Quetti Frati Minori Ofleryanti ne) 15 54< lo per- mutarne nel Convento , e Chiefa di Ogniifanti con i Frati Umiliati , i quali ne feciono una delle loro Pre- pofiture , tornando ad abitarvi , e lanciando la Chiefa e Convento d'Ogniflanti a" Erati Minori , che da que- llo luogo di Santa Caterina , e del Convento di San Iacopo fopr* Arno vi tornarnp , XVI. L'anno poi 1564. quefta Prepofjtura di San-
ta Caterina fu foppreila da Pio Quarto , -e con tutte le fue ragioni , et appartenenze fu trasferita nell'Illu- ftrifl�ma Religione de* Cavalieri eli Santo Stefano , e da Pio Quinto per fuo Breve del prjmo di Febbraio jt 5^5. fu eretta in Commenda a favore del Signor Cavaliere Vincenzio Covi da JBrejfcia cinque .anni* avanti , che_# dal medefimo Pio Quinto fofTe eliinta * � fopprefifa tut- ta la Religione de'detti Frati Umiliaci, per la Ipro lieenziofa vita, e per il grave delitto commciTp contro M m 2 la
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la Perfona di S. Carlo Cardinal Borromei l'anno me-
defimo 1570. della loro eftinzione , nel qual anno detti prati erano ridotti al numero folamente di 174. in 94. Conventi; che riavevano . Ma neir anno 1591. 2. Set- tembre;., eflendo Commendatore di quefta Commenda di Santa Caterina il Signor Abate Lodovico Covi , coru il beneplacito del Sereniamo Gran Maeftro fu da lui venduto ai Signori Capitani del Bigallo di Convento, ie Chiefa di!S. Caterina, con l'Orto., e terre annette per ufo, et,-abitazione :de* loro poveri Abbandonati per .prezzordi feudi-quattromila quattrocento di moneta., da depofitarfi fui Monte , per doverti rinvenire a favo- re di detta Cora menda', e Suoi per i tempi Commen- datori > e.;;fcudiamo; limili; fumo pagati al detto Signor Abate per alcune maiferizie lafciatevi, e per le fptfe^ dello fgornberare ; e tal vendita fu fatta a Gabellsu ( dovendofi pagare ) e con obbligo al BigaJlo per det- ti Abbandonati di ten�re, in detto Convento , finch� vivefl�no j due Frati Umiliati , che vi erano , cio� un_. Sacerdote j e un Laico, e di dare al Sacerdote feudi 40, et al Laico feudi 20. di moneta Tanno per i loro alimenti,:con obbligo al Sacerdote di celebrarvi la Mef- fasogni giorno , e morti tutti due li detti Frati con obbligo fimilmente al Bigallo di' farvi celebrare due_» Mefle » ogni giorno in perpetuo; e pi� di fare ogni anno in detta Chiefa di S* Caterina due Ufizj de'Mor- ti con, MeiTa cantata; e. dieci piane y che una per i defunti di Cafa Covi ,, e l'altra per i Benefattori del- la Commenda, e conrifervo del titolo della Commen- da di S. Caterina , e di poter farei d'-avanti ■ all'Aitar grande di detta Chiefa una Sepoltura per i defonti di Cafa Covi, come per Inftriimento rogato per mano di Ser Priore Gherardini fotto d� 3. Settembre 1591. Gii altri obblighi tutti di quefta Chiefa d� S. Caterina, fu detto allora, effere ftatf trasferiti' nella Chiefa di Ognif- fanti T anno 1554. della foprannarr�ta pennuta . pio! XVIL la queito luogo di S.? Caterina ]' anno mc- defimo 1591. dalla Compagnia furono trasferiti i poveri d .... fi Ab. |
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Abbandonati >' dove per c�modo delle loro Perfone , et
entrate fono flati poi fabbricati in progreflb di tempo» Dormentorj , Tinaie , Granai , et altre Stanze , e l* anno 1615. un Convento di pianta fui terreno conti- guo del Capitolo Fiorentino , tenuto oggi a livello da* Signori Nerli per tenervi le povere Fanciulle femmi- ne abbandonate fino al numero di 40. E cos� di pre- fente vi abitano gli Abbandonati mafcbi, e femmine fot- io la giurifdizione, e general foprantendenza del Ma- giftrato del Bigallo , e fuo Provveditore, che � oggi il Signor Giulio Marucelli , al governo de' quali rifiedo continuamente un Priore , che di prefente � il Molto Reverendo Metter Piero Terranuova , con un Maeftro, e con pi� M�niftri , e Serventi , fecondo il bifogno » Nella Chiefa contigua di Santa Caterina fono giornal- mente due Mefle , conforme a* patti della fopraccitata compra» per comodo di chi l'ode, reftando libera a* Celebranti l'applicazione del S. Sacrifizio. Si celebra- folennemente la fefta di S. Caterina, titolo della Chie- fa , e di San Rof�fore 22. d* Agofto , per efTervi una Reliquia infigne di quefto Santo , et in tutti li giorni felli vi fi cantano i Divini Ufizj , e fi fanno le altre-» Funzioni folite , fecondo il rito di S. Chiefa . ';.» XVHI. Vi fono molte Reliquie infigni, e veneran- de j ma in particolare una Crocellina del Legno della S. Croce , con la quale fi benedicono i Bambini , che in grandifl�mo numero giornalmente vi concorrono del- la Citt� , e fuoi contorni , e vi era una particella del- la Spugna, con cui Crifto Redentor noftro fu abbever- iate in Croce di fiele, et aceto, quale per ordine^ della Serenifl�ma Arciducheffa Panno 161$. fi dette a JMonl�gnor Marzimedici . ' XIX. Il Magiftrato del Bigallo cretto come fopra,
con autorit� Pontificia di un Prelato, e 12. Gentiluo- mini Fiorentini per il governo di quefto Spedale degli Abbandonati, non folamente per benigno refcritto di §. A. e degli altri fuoi Sereniffimi Succeflbri, gode co. : , me |
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me gli altri Magiflrat� generalmente, i privilegi fai Co-
mune di Firenze s et in fpecic ba ordinaria iurifdizio* ne tra Secolari in tutte le caufe cos� civili 5 corno criminali dependenti da Perfone , e cofe » che in qua- lunque modo gli attengono j etiamdio prwati'vc a tutti gli altri Magiftrati , con altre particolari autorit� , e preeminenza ; ma ancora in virt� delle Bolle di Papa Paolo III. gli foggiacciono i Preti, e le alrre Perfone Religiofe , che governano gli Spedali fottopofti j per cagione de' quali � loro Giudice competente , et efecu- tivo , con ogni efecuzione reale e perfonale , et iiu ogni maniera neceflaria,. XX. Si aduna ordinariamente nella folita Refiden-
za da S. Giovanni una volta la Settimana , che di pre- fente � il Mercoled� la mattina , e per grazia fpecia- le del Granduca Francefeo de* 14. Gennaio 1585. pu� farlo in che abito gii torna comodo , Il numero fuffi- ciente per vincere legittimamente i partiti � di cinque» e tra elfi fempre � preporr� il Prelato , et in fua af- fenza il primo che ha. cominciato a dare audienza ; bench� fopragiungneflero dipoi altri di maggior digni- t� j O era � � elezione del Prelato fi fa da Monfignor Arcivefcovo della Citt� per i tempi efiftente , e delli 12. N�bili Secolari dal Granduca , e nominazione de' fopravivent� XXI. Neil* Oratorio accanto , che � 1* antico del-
la Compagnia della Mifericordia , oggi detto del Bigal- lo , fono cinque quotidiane Ufiziature amovibili , alle quali il Magistrato elegge cinque Sacerdoti con limo- fina �i feudi tre di moneta il mefe per ciafeuno , e tra et�� uno fempre ha la foprantendenza degli altri > et � Prepolio alla cura dell* Oratorio , che oggi � il Molto Reverendo MelTer Girolamo Rofati , al quale, oltre alla Caia fopra l'Oratorio per fua abitazione » fi pagano feudi 40. di moneta 1* anno . XXU. Sono tenuti tutti di celebrare in erto ogni
giorno* falvoi ripofi ordinar]) e di applicare il Sa- cri. |
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crifiz�o per fodisfare agi' obblighi antichi della Com-
pagnia del Bigallo > e della Mifeiicordia : debbono can- tarvi tre Meffe la fettimana , cio� il Sabato della Ma- donna , il Luned� de* Morti } e il Gioved� della Pace , e quefta Mefla delia Pace dipende antichifl�mamente dal- la Compagnia del Bigallo, che la faceva celebrare o- gni giorno con molta devozione , e concorfo de* Po- poli , e per efla haveva ricevuto molti legati , et altri pietofi fovvenimenti ; ma in particolare) come fi � det- to di fopra , da Mone Fantini di libbre 150. di cera in perpetuo ogni anno . XXIII. Tre fono le Fefte principali che vi fi folen-
nizano , cio� della Aflunzione di Maria Vergine > e di S. Tebbia titolari del luogo , e di S. Pier Martire fon- datore della Compagnia del Bigallo . Vi fi fanno anco- ra per devozione infra 1* anno molte altre Fette , e per tutti li Signori , e Miniftri del Magiftrato j quando partano all'altra vita , vi fi celebra un Ufizio de'Mor- ti con 12. Mefle , et un altro fimile per i medefimi Signori , e Miniftri fi celebra nella Chiefa dello Speda- le degli Abbandonati , Ancora per decreto del Magi- ftrato de* 12. Febbraio 1578, vi fi feppellifcono i Cor- pi de* Fratelli defunti della moderna Compagnia della Mifeiicordia , da che lafciarno la Chiefa di S. Crifto- fano, dove fi adunavano , e tornarno accanto alla Scuo- la de* Cherici del Duomo > dirimpetto al Campanile , nel luogo donato loro dal Granduca Francefco j dove era il Magiftrato de' Pupilli . Tra quefta Compagnia^ della Mifericordia , et il Magiftrato del Bigallo patta una vicendevole > et amorevoliffima corrifpondenza irL, memoria per mio avvifo dell* unione , che gi� ne* tem- pi andati fu tra le due antiche dei Bigallo , e della Mi- lericordia ; che per� oltre al detto di fopra fi acco- modano tra di loro quefti due Luoghi per folennizzare le loro Fefte , i paramenti, e le altre facre fupelletti- li , che li bifognano j ma in particolare l� due Reli- quiari d'argento fatti l'anno 1590. a fpefe comuni per te-
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tener le Reliquie donate loro da Monfignor Martelli s
che oggi fi confeivano nella Miferieordia : fi riconofco- no i Miniftri fcambicvolmente per la Purificazione d* una Candelaj e de* «Panel 14ni benedetti per S, Baftiano, fefta principale di quefta Compagnia, a contemplazione della quale Fefta , il Magistrato li don� -n�' 12. Febbra- io del 1590. quel bellifl�mo S. Baftiano di marmo , che � pofto (opra la Porta della Sagreftia : ficcome ne'13. Dicembre 1578. gli haveva donalo la Statua di Maria., fempre Vergine, -con il Bambino in braccio, come � ■full' Aitar Maggiore , memorie rettale nell' eredit� di Benedetto di Lionardo da Maiano Scultore , e Cittadi- no Fiorentino , che per fuo Te/lamento del 1492. ha- veva lafciata erede la Compagnia del Bigallo . 3CXIV. Ancora tra le Coftituzioni di quefta Com-
pagnia al Capitolo 15. vien proveduro , che alle tor- nate, dove abbia ad «Aere il Corpo della Compagnia , che fuoni la Campana a tornata , fempre pofta inter- venire il Proporlo de* Capitani del Bigallo volendo, o uno de' fuoi Compagni non venendo lui ; e che fisu pofto, venendo, a fede te da man deftra del Propofto della Gompagnia , et in mezzo, e che polla render par.» tko come gli altri , e trattare , e parlare fopra quello fi trattafle come qualunque de'Capitani della Compa- gnia ... XXV. Et inoltre che mai per nefFun tempo fi pofta
mutar Capitoli fenza efprtfta licenza del Vicario di Monsignor Arcivescovo, e di detti Capitani dei Bigal- lo . Onde jne':i'2. Aprile 1576. fumo approvati da* Ca- pitani del Bigallo alcuni Capitoli fatti di nuovo dagli Uomini di quefta Compagnia. XXVI. E perch� ella non poffiede beni �abi�i > quan-
do ac-cade che da alcuno glie ne fiano lafciati , gli con- fegna al Magiftrato del Bigallo , coti ricevere da eflb limof�na competente da potere adempire gli obblighi con i beni lafciatili, come fegue in fpecie ogni anno del mek di Dicembre., che il Magiftrato gli paga lire ■i* 12. 19.
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ri. io*/'per fare iipUEM� de* Morti! con Vs. M«ffle pe}
1* Anima di Domenico d� Pellegrino Berti fornaio , che gli lafci� un pezzo di terra lavorativa, quale ne*?.a» Gennaio 1590. fu accettato dal Magiftrato con quefto obbligo, ed � quello, cjie di prefente tiene a livello Andrea Banolelli nella Potelteria di Sello all'Orman- «oro . |
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Lettera del Chiar�/fimo Signor Dottore Angelo Maria
Ricci Vropfto del Bigallo , all' Autore
della Storia.
Eritevoli per vero dire di molta lode
fono le fue premure di compilare un* e/atta Moria delle Chiefe Fiorentine , ed � ben giui�o, che ogni Fiorentino, non folo le faccia appi a ufo , e le pro- fer� una grata riconofcenza , ma fi a» doperi eziandio in fomminiftrarle no- tizie , e alleggerirle alcun poco una s� grave fatica, che con gran maraviglia di chi ben riflette, Ella , che da altra patria trafTe l'origine , ha coraggiofamente intraprefa. II. Ecco pertanto , che io dalla m�a parte contri-
buifco alla fua grand-Opera qualche coferella a me no- ta intorno all'Oratorio �i Santa Maria del Bigallo, di cui pochi mefi fono 3 conferir� mi fu dall* Imperiai Reggenza in nome dell' Auguftifl�mo Sovrano la Pre- politura . III. Una Statua di marmo , al naturale rapprefen-
tante la Madonna in piedi col Bambino in collo , che fi vede in una bella nicchia elevata fovra P Altare, � lavoro di Andrea Pifano . Vi fono dalie bande due creduti Angioli pur di marmo , ma oltre al non aver P ale , la lor fernbianza par piuttofto femminile , ed hanno, in tetta la mitra delle Donne Ebree, che fi ve- |
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de Hm�lmente m capo alla fuddetta Statua della Ver-
gine . L'adornamento di tutto quanto 1* Altare � di legname dorato , molto vago e ricco , opera , dice il Migliore j d' un tale Meffer Antonio detto il Carota, IV» Due fono i gradi fottopofti dipinti, con 'vai/
quadretti da alcuno de'Figli di Domenico Ghirlandaio, Facendomi dal grado Superiore » cinque fono gli fpar- timenti > o dir vogliamo i quadretti V Nel quadrettp di mezzo � dipinta la Madonna colle braccia aperte?, e col manro diftefo , fopretto da due Angioli. A.man deftra per di fopra � Ges� Qtiito col Qoil&to aperto j a' piedi poi della Vergine fi vedono da una banda due Vefcovi , e altre perfone , parte Religiofe>, e parte Se- colari ,^e dall'altra^ moke femmine >flj diverfe guife am- manrate■� Di pi� dalla''parte de/Ira- del,3me.defimoi quai- dretto � dipinta la Verdine in atto W adorazione :,*S, Giufeppe in atto di contemplazione -> e Gest� Bambino giacente in terra-fur uno $tiiato' r�flb sjij atto quafi Icherzofo , Dalla finiiha poi la Madonna col Bambino in collo, che va in Egitto, e S. Giufeppe'avanti , che ■fa la guida *; enoi:>«,»>; ; oiui;$ ■■^�k-3 ti r>rb ,'iforVi'* V» Nel quadretto-in Boriti/ Ei�Angeln'effigi� il" Pin-
tore con viva efpren�oneS. Paer < infarcire' gi� ferito, in- �ginocchioiii , che fcn;ve in.tersa coi dito intinto nel proprio fangue il Credo., e fopra fi mira il fiero Si- cario , che gli avventa un altro colpo y e il Frate com- pagno del Santo , che /paventato f� ne fugge . Il Si- cario tiene colla 'mano finij�ra uno feudo avente; in_. mezzo uno feorpione ? e rre corone calano gi� dal Cie- lo una fopra l'altra per ornar la fronte al Santo Mairi- lire , Nel .quadretto in Coma Ep'tfefae y*'-� Tobbia in atto di fotterrare un morto, aiutato da Tobbiolo, E qui fi vede la loggia del Guardamorto colle cancellate antiche j che furon poi levate 5 e^ alzate in luogo di loro le pareti. Si vedono parimente Je due facciata» cio� quella dove � la Poeta dell' Oratorio » e 1' akr&# laterale . Per ultimo � figurata da una banda la Com- pagnia della Mifericordia col cataletto . Ne i tramezai N n 2 de*
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de* quadretti defcritti vi fono due tondi , ognuno de*
quali porta le Armi della Compagnia di Santa Mariau del Bigallo , che � un Gallo bianco in Campo azzur- io con le tre lettere S. M. B. e della' Compagnia della Mifericordia > che � una Croce roffo in campo firmi- mente azzurro, con le due lettere F. M. E qui Ct vuol notare» che inoggi nell* Arme della Mifericordia la let- tera F � ftata cangiata in R; il che � addivenuto per- ch� avendo l'F nella Scrittura antica uno fvolazzo all' ingi� nella linea orizzontale fuperiore , quefto eflTendoii allungato* e attaccato colla linea orizzontale inferiore, ha formato un R..U grado inferiore ha fette fparti- menti : Tre fono i quadretti maggiori , e quattro i mi- nori . Nel quadretto maggiore di mezzo � i'.-Affante* con molti Angioli , che fpargono fiori. Nel quadret- tino allato in Cor»» M'vangel�� evvi Tobbiolo , 1* Angio- lo , e il Pefee . ■ ■■' .->-'rb :: ■■; ? s;» VI. Segue d�lia medefima parte altro quadretto mag- giore > ove � dipinta la Vergine Santiffima genuflefTa* in terra > il Padre Eterno al difopra r e dalle bando Angioli ) che la corteggiano ; giacrono in terra nudi colle fole fafce. alle parti verende Adamo > ed Eva, fecondo che verifimilmente fi giudica , kit -VII* Nel quadrettinorche fegue, in cima del grado, vf:� una Donna, che fcrive > e fi crede e fiere una Sir bilia , ficcome pure ne* due quadrettini in Corvu Epi- fioldc fetnbrano efpreile due Sibille ,. e nel quadretto maggiore porto fra effi ;, � dipinta la Nunziata . < ri -;r: > VIIL Sopra quei!i gradi fi colloca nella Fella di S. Pier Martire un Tabernacolo affai leggiadro alto un Sraccioila circa di fino intaglio , e: doratura > lavoro Jorfe del medefimo Maeftro Antonio detto il. Carota, dentro al quale � ine affata una Macchinetta di bronzo ^dorato ,. nel cui mezzo � la Statuetta di S. Pier Mar- etite ceri coltelle» in capo , e colla fpada ficcata nell'o- mero deliro , e coita palma nella mano deftra. Nella», fuperior parte delia Macchinetta vi fono le lettere N. I* e alquanta pi� fu evvi un A» e altre lettere, che non
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fi leggono � Il metterli a interpetrare quefte lettere , �
Io fteflfo , che il voler far da indovino . Il Tabernacolo ha i fuoi fponellini , nel deftro de* quali per di dentro � dipinto S. Gio: Batiita > nel finiftro S. Tobbia , e co- mecch� v* � il millefimo , cio� 1510- per quefto penfo, che anche le pitture de* gradi , che paiono della me- defima mano, non fieno �i Domenico Ghirlandaio, co- me molti vogliono , ma di alcuno de' tre fuoi Figli David , Benedetto, Ridolfo, poich� Domenico mor� nel 14^3. A pie della bafe della macchinetta � (colpito i� martirio di S. Pier Martire , nella fteffa guifa che fi vede dipinto nel quadretto del grado deferitilo di fopra* IX. In quell'Oratorio dedicato alla Vergine, che
pero chiamati di Santa Maria del Bigalfc , fi venerano come contitolari S, Pier Martire , e S- Tobbia ,. come accennano le tre pitture del grado fuperiore 1 onde^ folennemente vi fi celebra la Fefta della All'unzione , la Feita di S. Pier Martire, e la Feda di S. Tobbia fi gior- no della Domenica 3. di Settembre , quando la Chiefa pone nel Divino Ufizio il libro della Storia del mede* fimo * In eflfo giorno adunque fi fa la fua Fetta , co- minciando da i primi Vefpri ,, eoa rito di doppio di prima CtaiFe � X. La Fella per� , che con maggior pompa deli*
altre fi folennizza r � quella di S. Pier Martire , poi- ch� dicefi e (fere (iato l'Aurore dell' inftituro dei Bigal- lo } ed avere in quefto angolo principalmente predica- to contro F Erefia de' Paterini, vedendofi due dipintu- re molto antiche, di mano (credefi ) di Taddeo Gad- �i fopra gii archi della parte laterale dell' Oratorio, in una delle quali predica, e nell'altra confegna gli Sten* dardr a 12. Uomini (che furon detti i 12, Buoni Uo- mini del Bigallo ) per combattere contro i detti Ere- tici. Sopra i Pareri ni compofe gi� alcune belle Lezio- ni il Signor Dottore Giovanni Lami, da me con pia* cere udite nell' Accademia della Crufca � Uno de' men- tovati Stendardi conferva!» m Santa Maria Novella frali* altre reneiabili Rel�quie : per altra non pare a taluna eflferc
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cflerc T antico , ma altro rifatto fu quel modello.: il
fuddetto Stendardo � bianco con croce roda , Ja quale piglia tutta redenzione di elfo, e con orlo, rollo in- torno intorno, ed � il fimile al palio , che fi pone# per premio nella coffa de'Cavalli , fa�vo che � pi� piccolo , e non ria f�rifcia . Nella pittura fuddetta le-* bandiere non fon fatte cos� , ma fi pu� fupporre una liberta pittorefca . E4 fama che gli altri undici fi fer- bai�ero nel Bigallo , e andaifero male in alcuna delitti piene , in cui molti antichi libri ancora perlifero ; e in fatti in cattivo irato ridotto , e dalla belletta guaito fi vede alcuno di elfi , che pot� alla violenza dell' acque ritoglierli - XI. Quattro fono i Cappellani, che ufiziano V O-
T�torio , e dipendono da un Proporlo . Oltre agli ob- blighi dtllc MeiTe piane , fon tenuti a cantare tre MeiTe la Settimana., il Luned� de'Morti, il Gioved� della Pa- ce, -e il Sabato della Madonna* L' obbligo della MeiTa della Pace dicefi lafciato da Mone Fantini Taverniere , o Vinattiere moifo dagli avvenimenti funeili delle ci- vili difcordie* .,;,: v\* , , , * %IL Ma perch� il fuddetto numero di Cappellani
riufcirebbe fcarfo per le tre Feile folenni accennate, vi fono altri Preti fino al numero di 12. che allora., intervengono , e in altre Feiie di non tanta fole unit� ne 'intervengono otto , talch� quei�o Oratorio viene ad avere quafi una Collegiata di non cos� leggier conto > f� � confideri V Ufiziatura continova.ta delle MtiTe * e del Coro, che ah antico � quivi riabilita , in vigore*. de' ldfciti delle pie , e divote Perfone XIIL La Compagnia di Santa Maria del Bigallo
ebbe origine dalla carit�, e cura degli Spedali: quella della Miiericordia dal raccogliere i Morti $ e dar loro Sepoltura , fpecialmente in tempo di peitei. .Erano da prima unite , ma poi furono feparare , M quella della Miiericordia dal Bigallo pafs� alla Chiefa di S* Criiio- fkkwh e quindi al luogo, dov� � "di prefente , che era prima la Refidenza del Magii�rato de i Pupilli. 11 Mi* n» gliore
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gli�re tratta prima della Mifericordia vecchia , poi del-
la nuova , onde da elfo 3 e da altri documenti la (usu induftriofa inftancabile diligenza potr� affembrare ficurc notizie , da formare una , o pi� aggradevole e utili Lezioni . XIV. Per ultimo le trafmetto la copia d' una Car-
tella j che � appefa nell* Oratorio di caratteri d'oro antichi , che eflendo logori prima che fi dileguaflfero affatto } fu avvedutamente ordinato, che fi rifioriiTero » ma non f� precifamente in qual tempo . Ella � feru- ta in un quadro di legno con cornice dorata alto un_. braccio in circa , e nella parte fuperiore finifee in un triangolo , nel quale � dipinto un Ges� ritto coUe_» gambe nel fepolc.ro , e colle braccia aperte , e dietro ad effo � la Croce , fulla quale par , che ftia appoggia* to . Quel che � fcritto nel quadro dice cos� : AL NOME DI DIO, AMEN . QVEST E . IA CONPANGNIA.
MAGIORE . FATTA . E DIFICATA PER NOBILE . SAN PIETRO . MARTIRE . AD ONORE . E REVERENZIA . DELLA . NOSTRA. GRORIOSA . MADRE . VERGINE . MARIA . NELL ANO . MCCXIIIH. IL DI . DELLA. SENSJONE . E FA DIRE. ONGNI . GIOVED� . LA MESSA . DELLA . PACE . E CHE E . DI QVESTA CONPANGNIA . A TRE AN. E CCCXX. DI . DI PERDONANZA . E DA PiEDO . SARANNO . TVTTE. LE PERDONANZE . LE OJ/ALI . SONO . CONCEDVTE A LA DETTA . COMPANGNIA . IN PRIMA . E* VESCOVI . DI PI* RENZE . MESER GIOHANNI . E MESER GOTTIFREDI . � MESER FRANCESCHO . CONCEDETONO . A LA DETTA ., COMPANGNIA . DV ANNI . E CCC DI . DI PERDONO . APRESSO . I VENERABOLI . FRATI. GENERALI . E MAGiO- Kl. E L ORDINE . PREDICATORI . EMMORI . ( cio� e ITU*, noli ) E ROMITANI . E CARMINO . E MONACI . E DI TVTTI . GLI ORDINI . CONCEDETONO . CHE FOSONO . PAKTEFICI A TVTTI I BENI. HE SI FACESSE . P�R TVTO IL MONDO . VIVI E MORTI . tw»l XV.
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XV. La parte oppofta ., © dir vogliamo il rovefcffc
� tutto dipinto, efTendovi nel triangolo la Madonna nel mezzo col Bamfcino in c�llo, alla cui deftra ita S. Pier Martire con un giglio in mano., e ;alla f�niftra S. Fran- cefco } che tiene un libro . Nello fpazio fottopofto del quadro , S. Pier Martire ( dietro al quale � il Frate_* tuo Compagno) condegna lo Stendardo ad uno, che � inginocchiato a* fuoi piedi in atto di riceverlo , e gli altri cogli Stendardi gi� ricevuti t�an ritti a dirimpet- to con abito talare, ma di divert� colori. Ttitta que- lla pittura pare delia fcuola di Giotto , cio� di alcu- no de* fuoi Scolari , e qui ne diamo una copia* XVI. Parlando d' altra pittura eonilmile , che �
{opra uno degli Archi., nominai lo Stendardo , che fi conferva in Santa Maria Novella , aggiungo ora, che � �i tela rada di imo > che raviomiglia il ^filondente , ed � rattoppato . Nulladimeno vi ha chi non crede efler r antico . Avrei da dirle alcune altre cofe da me ofter* v�ie , ma gliele potr� un giorno comunicare in voce � �>on con vero oiTequio; Pi .Cufa y Maggio 1755.
�uo Devotifl�mo Servitore
Angiol Maria Ricci. XVIL Degli Scrittori foprallodati, pregiatiffimi, per
vero diie , fono i documenti , e infieme utikfl�mi , on- de ftabiRre la verit� della Storia . Ma perch� fopra-. alcune cefo riferite da i medefimi ne poflbno na- scere gravi dubbiezze , mi far� dal punto il pi� difficile , ma eiTenziale , qual � 1* origine delle due- Compagnie , vale a due della Compagnia maggiore di Maria Vergine chiamata poi del Bigatto, * della Compa- gnia detta della Mifericordia vecchia, ftandofi forte in dubbio , f� dal principio quelle due Compagnie fofiero una loia , o almeno, come io credo , tra f� pieilo un�. |
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te� > poich� amendue riconofcevano per Fondatore San
Pier? Martit� e Peri4| opinione negativa fono il fuddet- t"a Ambrogi , e Roffell� , e moki altri; per V affirma- tiva troyafi Leopoldo del Migliore nella Firenze Illu- strata j dove dice a e. 78. come fegue ,» E qui fi de* ,j ve avvertire prima di parlare avanti, che doppo que- � fta unione, come d* altri 12, Spedali raccomandati � fotto la medefima cura , fegu� il divideifene le ra- ,5 gioni in due corpi diftinri , uno fotto il medei�mo ,1 nome, e titolo di Santa Maria del Bigailo , alias di ,5 S. Pier Martire , e l'altro di Santa Maria deiia Mi- ;, fericordia , ambedue al governo di Capitani t il che s> fperimentaroti con lungo andare uno fnervare 9 e tor ,, di vita la virt� corroborante 1* unione delle cofe > e jj per tale conofciuto.fi da' Padri ., arrivata che fu hai jj Repubblica felicemente all' anno 1425^ . * � i fi de- o liber� in Senato , che le predette due Compagnie :lt 5> riunif�Tero infieme fotto un medei�mo nome di Santa 5, Maria del Bigatto da g�vecnarfi da otto Capitani ri- » fedenti Collegialmente a guifa di Magiftrato > e che » un fegno citeriore ne folte l'Armi loro ridotte iru j, uno feudo folo divifo per lo lungo in parte, da_. jj una la Croce roiTa in campo nero cori un F, e M, >,cT oro dalle bande , e dall'altra un Gallo bianco in sj azzurro coi» lettere fotto S. M* B. 5J -XVIII. Or" a .quella opinione io penfo di appigliar-
mi fui rifletto , che cos� meglio d dichiarano par�cchie cofe difficili , come per efempio le pitture di S; Pier Martire fatte da Taddeo Caddi nella facciata citeriore dell'Oratorio, dulia banda } che guarda San Giovanni > dvile quali 0011 maggiore facilit� ne intendiamo il fine di chi le fece, colorire, cio� la Compagnia in oriore> del Santo f�o fondatore , laddove f� ci allontaniamo dal parerr deJ Migliore , e vogliamo diftime j e fepa- rate le Compagnie , il Bigallo non avrebbe potuto far lavorare dali Cjaddivie dette* dipintura > mentiech� nonr" prima; ddl* anno-1^215; divenicV il Bigallo unico Pa- drone di queilo luogo > n� poteva ! comandare tal ; Tom, VII O © fat- |
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fattura fopra Cafa non fu» > ma che era della Co mpa*
gnia della Mifericordia , e per� ogni altro Santo fi fai lebbe fatto da c(Ta dipignere ; In tal guifa ancora nor combiniamo la variet� degli Scrittori nellr affegn*are 't* anno-delia fondazione dei Bigello , volendo alcuni che folle il 1240. ed altri il 44. che f� giudichiamo le due fuddette Compagnie ne* primi anni unite, poliamo Ila- biiire nel 40, principiata una di efle ,, ed ivi pure 1*: altra, nel 44. e fu-IJo itelTo fiftema troviamo la cagione perch� Ja Signoria; nel 1352» per contratto rogato da Ser Piero di Ser Grifo ne' 28* di Giugno* delle al Bi- gallo , terreno per fabbricarli la fua Refidenza l� vici- no a S- Bartolo al Corfo r donde f� ne deduce forte congettura 5 che appunro in queir antto $2+ o in quel torno fi foparaiTeiro, giur�a il Migliore > le due Com- pagnia % altri me nfi? fra ma coi�: recti a dire \ die k Com- pagaia dei Bigailq per cento? > e pi� anni non avelie.* mai avuto Caia in Firenze - E f� abb-iam© derto* di lx>- pr-a >, che i Capitanit, di eUa, fi radunavano ora in kfau* luogo della Citt� >, ed ora in altro v de ci�^ non fembra buona. illazione il dire , che no** a^reifero. propria Rie- fidenza* », imperciocch� andavano rn varie GHiefe , odi loro dipendenza, q da el�i beneficate in certe Ocear3o~ ni di �ie varie provyifioni ;; ed io ne : ho una pret�fo/: di me fatta da* detti Capitani in Santa Maria fui: Rra* to:y che dice, come fegue : 1297* wp, -Aup Nbr Man- m.o$tu* Backerclti v Bartolus Ugolim >t Ser ^CifmannH fu j^imoman^ > ^Sif: .Guido Sgadacc�rj) Foic�ardintit B-awfign&~ %i,mJJ}kaldtnu,i' jf�dingheLl�:, % Quid&. Ramagliamt� ,: &■ Wi&r� Arruffio KeBofes , firue C agitane*: maioFis Socie�atip M.M+ Virgitiis), una camC&rteccionefih^^JohMnn'isi de Ruflicis earum conforti» /'» ififi officio- agni Monaci Bororum S* Marie del Prato Phr* ijjfa �ie folemmiMPis M* 1?.. congne* goti? cQftceJfequwt. Corteccioni frcd\ g tettami tic enti am Y & lihtrumi mmda&um dand� ,, fa comedendi Ecctejiam M Qajtagno > �{ kciiw, qnem haffenur tendane Er HttmiUsy m\$$9\ Mtchatl, pr� igfo Smistate pjit. m Monpe Ea- fa ano jrog& Ca^vas de Vernata 4$tmh chi i'aveife voto- |
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tu; e f� I folle ditd tf caf� ,che quelli, a chi foflc
fiata conceduta 1��hief�,« il luogo, fi pattiffero, voi* lero , che iff� faB� ^ uno , e 1* altro luogo alla Com- pagnia Maggiore ritornaiTe. Ego Rnfticm Not. q.Ugoms , XIX. Altro dubbio ora ci occorre da illuftrare , ri- guardante V Oratorio , che non � affai certo (u qua! terreno > e quando foffe fabbricato , dicendo a quello propofito P Ambrogi, che la Compagnia della Miferii eordia antichifl�ma , comper� alcune Cafe da Baldinac- cio degli Adimart fopaa la Piazza di San Giovanni , e fu> di effe edificafle ella il fuo Oratorio , e Refidcnza: ina Leopoldo del Migliore a e. Sr* diverfamente �a di- scorre come appref�o ., in fu la cantonata � l'Oratorio «della Mifeticordia vecchia j fituato appunto dove fu s; gi� la Torre del Guardamorto j e la Stanza pubbli- » ca ali* efpojj2�one de" Cadaveri, « e dal medefirno ivi dicefi, che la detta Torre rovinata che fu, folle c�ffi ceduta dalla Repubblica a San Pietro da Verona per trasferirvi la fua nov�lla Compagnia , Sda i cui Capita- ni fu il luogo ridotto ad ufo di Oratorio , � di Refi- denza , Uniformemente al Migliore icrifle pure il Rof- felli nella fua memoria , tenendo egli p�t cofa certa * che fopra il fico della fuddetta Torre foffe er�tto V O- ratorio, ed al fentimento d� amendue favorevole fareb- be la pianta del fotterraneo , avente muraglie groH�i�i- me ? ed un barbacane ttupendo , i squali non, furono murati certamente per fervizio dell* Oratorio } che ei- fendo di mediocre altezza , non ncnied�v� fomigli�nti fondamenta. E per dire alcunch� dell* anno della ere- zione dell' Oratorio del Bigallo , noteremo qui V ab- baglio prefo primieramente da parecchi, che fcrilTero efferfi principiata ia detta Fabbrica nel 1�40. � al pi� 44. pofeiach� abbiamo da Ricordano Malefpini; & pagi 123. e da Giovanni Villani a pag, 177. che fofam�ntt nel 124S. cadelfe detta Torre 9 e le parole dei 'Villa- ni fono le fegueutf ^Ancdra rnoftraron� maggiore � ampiezza per cagione , che e* Guelfi faceano di lord » molto capo alla Chiefa■■, et ©uomo di S. Giovanni, Oo 2 j> et
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�et tutta la buona gente ufava quivi) li Domenici
^mattina , e faceanvifi molti matrimonj . Quando ven- ,, nero a disfare �� fortezza de* Guelfi ( cio� le Torri) � intra 1* altre un'alta, et bella Torre, che era in fu ,5 la Piazza di S. Giovanni ali1 entrare nel Caffo degli � Adimari , la quale fi chiamava la Torre del Guarda» � morto , perch� anticamente tutta la buona gente, ,, che moriva , fi Seppelliva a S. Giovanni , i Ghibel- 3, lini facendo tagliar da pie della detta Torre ( da j, Niccola Pifano ) s� la fecero puntellare per modo, j» che quando fi metterle fuoco ne* puntelli cadette fo. j? pra il Duomo di San Giovanni , et arti i puntelli , ,, come piacque a Dio , et a Metter Santo Giovanni, cad- l» de la Torre per Jo mezzo della Piazza , et apparve ;, manifeftamente , che la Torre fi ravvoliV, e fchif� }j di non cadete, dove haveano ordinato, la qua! Tor- � re era alta cxx. braccia . � Quindi fi fa ragione , che non foiamente viciniffima fotte la detta Torre a S. Giovanni , ma che non prima del 1248. anno della vendetta {acrile^ de* Ghibellini, non poteva il Bigailo aver principiato il fuo edificio . fulle rovine delle Tor- ri > la cui demolizione arrec� a Niccola Pifano lode di grande Architetto . E dalle fuddette Notizie chiaro ap- pare lo sbaglio di un Diario , che trovo tra le Scrit- ture del Kondinelli , che fenile }) 1411. fi fabbrica T ^Oratorio del. Bigailo fui canto del Corfo de*. Briglia» ;> Qltredich� il lavoro; eiterno diquejro. Oratorio o fieno Je colonnette , o 1' arco , o i riliqvi ,. dichiia^ano mani- fedamente quefto etfer fabbrica di maniera pi� antica. XX. Quando poi la Compagnia di Santa Maria,, del Bigailo , e della Mifericordia, celiato il titolo de i Capitan^, divenrafle un cofpicuo Magijtrato di Firen- ze > i\. Qui principale ufizio � la, iblleciita cura■$ e go- verno degli Abbandonati, nella prima lezione ne fia- mo; andati ii�ruiti , ma notar qui,mi giova 9 che nell' antico ancora dalja Repubblica furono al Bigailo rac- comandati i Fanciulli , e Fanciulle: o fmarrits , o de* relitte , come fle .parlano varie Provvifioni del ;iComu. |
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ne , e lo Statuto Fiorentino fotto- la rubrica 117, del
libro 3. con le feguenti parole : Quieumque in<veneri� (tliquos Pusro-s 5 *vel puellas magante* fine cuflodia , t <f- neatur reprefentare , & ajfignare in fi atea Orti S. Mi* chaelif , <vel apud Domum Misericordie Ufficiali deputato per ditlum Commune ; e da Fra Domenico da Corella cos� ne fu fcritto circa al 1450. nel fuo Theotocon : Unde -^afilla mihi D'opus e(� adeunda Marie
froxima que nomert Commi'ferantis habef �
Hec tenet ambiguo Fueros errore magante s Ne patrii pereat nefcia turba laris .
Tuta fed hec fido maneat fub culmine �> doneC Reddantur patribus pignora ebara fuis .
Tali* enim nofira mas hic fermatur in Urbe- Preferri reliquia que pietate fol&t *
XXI. E gi� fchiariti i principali punti della Sto-
ria 5 non far� certamente difeonveniente cofa l'accen- nare qui per fine alcune dipinture intralafciate dal Sig. Propolto Dottore Angelo Maria Ricci , perch� non per- tinenti al fuo Oratorio , dove Egli � capo di una pic- cola , ma riguardevole Collegiata1. E per� confideria'- mo una pittura grande fopra il Portone al di fuori di- pinta a frefeo , Fappr-efentante in varie , e belle atti- tudini j dove molti Fanciulli fmarriti , e dove delle Ma- dri chi afflitta per la perdita �c� figlio , e chi in aria allegra per vederfelo reftituire da'Capitani del Bigallo , veggendofi in tale dipintura molte Cafe , e Torri ali* ufo di que* tempi , cio� del 1444. come trovali notato al lib. x. pag. 8. nelT Archivio del medefimo Bigallo, dove fi legge anche il nome del Pittore , e dice ,, 1444. 1. �unii Capitanei S. Marie Virginio , & Mi f� ricorditi del Bigallo &c. ordinano pagar fi dimerfi obblighi del lo-, ro Spedale &c. Item fiero Che II ino fiffori pr� re fio to- tius fue Tifiure falle in Dof«o habitatioms Capitaneorum in facie exteriori . Neil7 addito dell* Udienza fonovi al- quante Pitture vetufte , come quelle che occupano tut- ta la parete addirimpetto alla Porta del Magiilrato, ma cos�
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cos� annerite, e gu�fte , che non � oper�bile feriva»
re ad intenderle : fui piano della fcala , che con due braccia conduce al piano fuperiore, yedefi un Crifto rit- to nel Sepolcro , colie braccia aperte , tenente nel f�* no juna moltitudine �i gente per efprimere la Miferi* cordia , e fotto due Cartelli di caratteri gojttici} che di- cono; O yoi GENTE, CHE PER VIA PASSATE ,
INTRATE DENTRO , E QV� RIGVARDATE IL MIO FIGLVOLO IN CROCE POSTO ^E* VOSTRI PECCATI �* COS� MORTO. SE VOI DE* PECCATI VI PENTETE MISERICORDIA DA LVI AVRETE . 0 PECCATORI PERCHE* NON PIANGIE^E ■'l
1 VOSTRI PECCATI CHE Qy� VEDETE
MORTO IL NOSTRO SIGNOR GESV* CRISTO CHE PER VOI SALVARE FV CROCIFISSO QVALVNQVE COL.LVI VORR�* CONCORDIA PRIEGHI LA MADRE DI MISERICORDIA,. XXI. E a manritta di quefta porta viene uf�a p�*
rimente antiohifl�ma pittura a frefco, ed ima Figura gi- gantefca della Mifericcrdia efprefla in una Perfona am- mantata di Piviale con Mitra tonda in capo , e Stolo- ne i�no a i piedi , nella quale Stola veggonf� alcuni ovati ^ in qui fono effigiate le Opere delia Miferieor- dia con lettere longobarde . Quella figura #a in aria in atto maejftofo di padrona, fopra a Firenze dipintale fotto col Popolo inginocchioni , e chi bramafle fapere qual foflfc il fecondo Cerchio della Citt�) lo veda qui- vi delineato.. Il pittore di querra Tavola fpieg� la fua idea con le feguenti lettere mezze «ottiche , ma rifior�* jte full* antiche , e dicono ; ■..v, >; .''■'■■ *'.-,. ■>■'■� ■ ■■■ ; ; """''. V '.'. ■-.'/. '".. ' '. : ■'.':'■■'■; �"., '. *
OMNI5 MISERICORDIA FACIET J.OCVM VNICVIQV� '
SECVNDy^I MERiTVM OPERVM SVORVM s ET SE- SVNDVM JNTELLE�TVM PEREGRINATIONIS 2�LIV$ ANNO J4CCCLII.
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IJfcendo da cftterU loggetta a raafi deftfa tem nel mu*
ro numer-o fei arpioni alti dal piano degli fca�ini due in tre braccia , de* quali; s' ha certa tradizione > che_» fervifleio per attaccarvi la Cattedra , quando San Pier Martire predicava in fu quefta Piazza ; della qual cofa non avendo altra autenticazione , che il detto di qual- che Pei fona antica , mi batter� di averlo qui accennato, lafciando a ciafcuno^ giudicare come gli piace * E Culla Porta dell' Udienza , oltre l* arme de* Granduchi evvi un. Cartello contenente a caratteri #oro quefte lettere: SERENISS* COSMO MAGNO D. HETRVKIAE
XH. VIRI CVM CERTIS PIETATIS MINISTERI**' ET PVERIS DERELICTIS CVM ALIQVA ECCLESIAST. mGmX� PERSONA eOLUGEHDIS ET CVRAND1S B&ABFECTr * XXIIL E qui mi fi conceda di por fine a qaefl*
Moria » col riferire fommariamente tutti gli anni del* le Peli ile nze in Firenze , e fuo Contado, e per eonfe- guente i tanti prodigi di carit� operati dalla Campa* gnia noftra in que4k itragi, e fune (ir apparati �i mor- te. La prima vi fucced� nel 1325* cagionata dalla Guer« ra di Altopafcio » la feconda nel 1340. nella quale i morti furono il fefto dei Cittadini, la maggior parrei* nobili ; fette anni dopo fcgu� la terza , e nell'anno feguence 1348. venne la pdtilenza chiamata la Peite_» grande , la quale uccife centomila anime , nel cui nu- mero annoverali Giovanni Villani famafo Storiografo, e Matteo fratello ��; Giovanni ci �b t�tto dalla pefte del 1363. e due altre ne furono in .«ptett" infelice fe- cole , cio� nel 1374* e nel ijS^Rirofn� nel 1400. det- ta la pette de* Bianchi,, che erano certe Compagnie > che andavano pellegrinando > e vi reftarono quali tutti mor- ti ; la nona fu nei 1411. e la decima venne net 1417. con 16. mila morti * Altra di pochitEmas durata fuvvi net 22* e fororglianti nel go* e nei 37. Una poi chiamata V Anguinaia nel 1449. fu grande , maffimamente nei Contado , a qudia fucced� nei 6%* la xvi. e la xvn, '■r IT I
sei
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nd 79. nella quale trovatofi Marfilio Ficino, fcriffe quel
celebre libro intitolato : La cura della Veft?, contener, te ottime i finizioni ? Di ire altre nel 95. gS. e 1509. non ne abbiamo particolarit� ; fierifl�ma per� > e Jun- ghifl�ma fu quella del 1525. fino al 1527. dicendone il Varchi , fece firage quafi di Uomini infiniti , Dopo que- lla vi Afe'la Citt� centotr� anni lii>era da tal flagello , quando nel 1630, il contagiofo male feopertofi a Mi- lano , e picchiate le Porte a Bologna , a gran palli ven- ne a Firenze , ed in tutto il tempo del male occupa- tiffima fu ne* fuoi efercizj di Mifericordia la Compa- gnia j che in que* tempi addimandavafi , come oggi , la Mifericordia nuova , la quale fi guadagn� tanta venera- zione , clie paffando per le vie) anche terminata la pe- lle j fentivafi rimbombare di lodi l'aria: Viva viva la Compagnia della Mifericordia . Non fu per� quella Pe- fHlenza 1* ultima , avvegnach� nel 165�, facefl� ritor- no » ma dalle diligenze del Crandruca Jkidinando 4 che mife tutta la Citt� in quarantene, preito fpari., e per vero dire , dagli eiempj poiieriori non pu� negarli , che la falute dell' Italia nof�ra non fi nconofca JUU' amo* us.) potere, e diligenza de* Principi, � . ,-.; |
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LE Z IO N E
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DI SAN PIER BUON CONSIGLIO.
SAETTANTE AL CHARTIER S, MARIA NOVELLA *
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E notizie , che fi acquiftan© nello Au-
dio della Storia de* pi� fovrani , pi� antichi , e pi� cofpicui Templi di Firenze , fono Tempre miglior cofa » non vi ha dubbio , di quella , che fi ravvifa nelle piccole, e povere Chie- fe. Ma non � per quefto , che le fco- perte , che addiviene talvolta farf� nelle feconde , noru abbiano il fuo pregio , e ne rendano fovente pi� nobile , e pi� gradevole la Storia . E che la bifogna cos� vada, fervir ne pu� di efempio la Chiefa di San Pier Buon Coniglio , piccola , per vero dire di Parrocchia , e pi� anguila ancora di fue mura 5 memorabile per� per di- verti titoli , r enumerazione de* quali ci far� una pia- cevole Lezione , e per� venendo erettamente all' argo» mento noliro , dir fi vuole , come quella Chiefa nelle Scritture Fiorentine trovato* variamente chiamata , per- ch� moltiplicati eifendo in Firenze i Templi dedicati al Principe degli Apoftoli S. Pietro , non ottante che_. ella forf� delle pi� antiche , fu d'uopo, per diftinguer- la da quelle di S. Pier Gattoltno, di S.Piero Scheraggio, di S. Pier Caelorum , e di S. Pier Maggiore, aggiungervi un fecondo titolo: quindi in molti contratti , e carta* pecore � appellata a" confini cos� Eeclej�a S* Tetri de Fo* ro ^eteri , Ecclef�a ad Forum Regi* , e P ho pure XXQ* vara negli fpog�i del Migliore addimandata S. Pier in Falco de foro *onerr*9 e dal popolo anche inoggi � det- Tom. VII. P p ta |
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ra S* Pierino . Ma �� notine fuo pi� comune > e fre*
quentiii�mo nelle Scritture � flato S* Pier Buon Confi* gito , del qual nome non � gi� cofa facile a faperfi il lignificalo , non citante che ci fieno alcune ragioni ve- rifimiii . Vincenzio Borghini alla Parte f de' Tuoi Di- fc�rfi riferifee , porerfi credere derivato dal ragunarvifi il Configlio , in tempo che la Quia, era piccola , fecon- do l'ufo de' Romani , che consumavano ne'Tempj trat- tare, e rifolvere gli affari pubblici : Ma in altre Chie- fe pure radunavano* i noihi primi Padri , quando in_, Firenze ci era fcarfezza di luoghi pubblici > n� a niu- na fu dato qudto titolo : fi potrebbe corroborare la* opinione del foprallodato Borghini , colla congettura dicendo , e hie a q u e fi a ; e non alle altre rei�afle il no- me di Buon 'Configlio % per qualche faggia , ed utile., legge fatta dall'Ai�emblea , m maniera che ad e (fa fa- cendo plaufo il popolo , alla Chiefa defie una fon-ugnan- te denominazione. N� in verun modo abbiamo a cre- dere alla favolofa voce del volgo , che ha creduto ve- nire queito nome da un buon configlio dato da una_. Donna vile ) che flava quivi allato alla Chiefa a ven- dere erfeaggi , e frutte all' ufo di rivenduglio�a : e per- ch� ella dille a certi Cittadini , che non entrafiero nel Pa- lazzo del Campidoglio ivi addirimpetto 3in cui di quanti vi f� n' era veduti entrare niuno n'era ufeito, n� falvatofi dal barbaro Miniftro del Re, e che per queito fuoavvifo Ci chia malie la Chiefa Buon Coniglio > comecch� da quello fi falv-afle la vita a parecchi , e fi riconofceire anco la falute della Citt� � Ma tialafciando s� beila novella , oiTtrviamo piuttolto, f� pi� verifimile ragione potelTe mai feoprirfi da un barlume , che ci d� Leopoldo del Mi- gliore nella fua Firenze Illuftrata a pag. 495. ove dice c�me appreflfo ,, Mentre non ci folle relazione certa , j, il nome Buon Configlio tiltre derivato da qualche.* j, Perfonaggio fiatone fondarore , o benefattore �nfi- 5, gne , o che l� abitalTe con gran fama di Uomo in � qualche affare fingolanfl�mo , efiendo fucceduto fpeiTo j, in que* tempi , pigliare a dirfi le cofe dalle predette |
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,,; eterni V, Tanto e n'or� pi� afebi'�ttTO"dal Migliore ,
ma che a me fembfa barrante per movere ogni a- mante del vero a ricercare, o fi voglia ne* Priorifti » o negli Archivj , f� fiavi fiata in Firenze una Famiglia detta di Configli*), ed iri ella alcuno detto Buono, co* me gi� trovanfi e Bu&naiuto , e Bu�nagiunta , e Buo- naguida , � fomigliajUi cafati . E principiato avendo da' Priorifti , iti quello, che molto accreditato � prel�b de* P�d^i 0efuiti , io ha -«favate t*V Priori tre volte Ser Rjiftoro di GowfigHo del Quarti�re del Duomo , che ha ap^uato vicit�e te cafe a cjaefta Chiefa. E-pattando'all' Archivio di'Coltello ,< itfcoilttQ all'anno 1303. una car- ta di memoria del Padronato �i S. Miniato tra le Tor- ri fpettante a i Pilailfi , e ceduto ai Monaci di Setti- mo , la quale � rogata da Ser Aldobrandino di Gon- figlio : e da quelli due documenti della Famiglia Con- figli' agevol cofa mi farebbe ftatd d$ aggiugfretfce degli altri ; f� pur ve ne avefie d'uopo : ma piacendomi total- mente ifchiarire la cofa , dimoftrer� con altro auten- tico Strumento, enervi parimente flato chi di quefta Fa- miglia fi efiiamaffe Buono ; che Mto appunto io leg- go all' Arcfvefcov^rdo del facchetto d^e i Frati Umiliati al numv f. e nella Libreria di OgriilFa«tf iti un* foglio grande fegnato Mulina , A' uno , i l'altro contenente una provvi'fi�ne in favore de'fuddetti Frati fatta dal Comune di Firenze nel 1278. tempore Fote/tarie Domi- ni Redifchii de S* Vitali Regii Vtiarii in Regimine Fio- rentino ) ed � fottoferitta da 00, Cittadini , tra' quali leggefi : Z)0#?/W,f $igna Domini Boni Configli■', il qua- le verrebbe ad eflere figlio di Buono Conuglio'.* e pe- r� avendo noi felicemente trovato , e la Famiglia Con* figli in Firenze , ed in eiTa un Buono , fembra , ch«_» polliamo congetturare , che il titolo della nof�ra Chiefa derivafie da un Buon Gonfiglio fiato peravventura.» > o fondatore , o benefattore della Chiefa , la quale f� lo fece fuo: nome proprio all' ufo delle Chiefe di S. Maria Ughi, S. Lucia de* Magnoli, la Madonna de'Ric- ci , ed altre. P p 2 IL Ma
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IL Ma pattando ormai ad altro , affine di ragiona-
re delle ragguardevolezze di San Pier Buon Configli©, mi giova primieramente notare col Borghini > e con Leo- poldo del Migliore la fua antichit�, che amendue Tar- gomentano dali* eflfere quefta irata fabbricata nel cuo- re della Citt�, e nel fuo pi� orrevole e riputato fito, contigua effendo al famofo Campidoglio » del quale ella fu uno degli edilizi facri , murato ivi ne' tempi del ca- dere che fece in Firenze la Idolatria , e da* fuddetti Scrittori fi confider� per un altro evidente fegno di antichit� , e conforme alle regole di Vetruvio , il fa* lire , che fi faceva tfraordinariamente nell' entrare di Chiefa all' altezza poco meno �i ti. braccia dal pia- no della Piazza , che ricorre fui Corfo , fapendofi per indubitato, che f� in oggi V altezza � iolo di braccia 3. e mezzo , ci� procede, perch� il terreno di Firenze in querta parte fuor di modo frequentatiffimo dal popolo � alzato da molte braccia , e fi arrogerebbe a provare quefto pregio di vetuiti fecoli , 1* avere ella gi� foite- nuto il titolo di Collegiata > come apparilce da Scrit- tura dt� 1264. la quale � una elezione di Rett�re del- la, Chiefa di S. Andrea ; nella qual Carta � nominato teitimonio Domina s Guido Canonicus S. F� fri Boni Con- f�tti , rogata da .Ser Berlinghieri �i Talento , e fi con- ferva nell'Archivio del Capitolo Fiorentino: e ne* Ca- lendari antichi Fiorentini , maihmamente in quello , che efifte nella Libreria Medicea , e in altro della Strozzia- n� fi nota , come pi� di 400. anni fono fi celebrava la Sacra a i 2Q. jdv. Luglio , leggendoti in efl� cos� � � 2,0, �i Luglio S. Margherita , fella a S. Pier Buon_. ., Configlio per la jfua Sacra . ,,.;■>>■»-j ,'4:.>� ■ III. Afpettava al Popolo il Padronato della Chiefa,
trovandoti elfo dalla Repubblica patrocinato, quando il Vicario dell' Arcivescovo Fiorentino tent� di eleggerne il Rettore ,- rigettando 1' eletto da' Parrocchiani : per la qual cofa fende la Signoria lettera ali3 Arcivefcovo , nella quale domanda , che frammetta Ja elezione fatta dal Popolo , richiedendo la premura} che deve avere d 1 un |
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un Sovrano in fofrener� le ragioni de' Sudditi , come
apparisce dal Libro delle Lettere alle Riformagioni dall* anno 1444. all' anno 4*5. Debbo per� notaresche ii popolo nel 1564. fi fpogli� di fomigliante onorificenza per donazione fatta a MefTere Lelio Torelli da Fa- no abitante in quella Parrocchia nel Palazzo antica- mente de' Manfredi , poi di quei della Luna , ed ulti- mamente di Pierozzo degli Altovki. Lelio Torelli, giu- ila il Signor Menni al Libro ix. de* Sigilli , era flato chiamato a Firenze per Auditore di Ruota nel 1531. e desinato quivi dal Duca AleiTandro de' Medici come.» fuo Auditore , venne a decidere in una caufa contro Lo- renzino de* Medici in favore di Cofimo I. da cui poi fu creato Senatore Fiorentino , fuo primo Auditore , e Segretario . Si hanno fra gli altri parti di fua penna.. 1* Orazione funebre in morte del Duca AleflTandto ; gli Statuti della Religione di S. Stefano ; i Capitoli dell* Accademia Fiorentina 5 di cui fu Confolo ; fi trovano bellifl�mi confuhi, e pareri in materie Civili , Canoni- che , e Cavallerefche ; interpret� la legge Qallus ; com- pofe molte rime Tofcane, fece varie Orazioni , e per ordine del Gran Duca Cofimo I. fecondo le regole di buona critica traferiife , e collazion� quelle tanto fa- mofe Pandette , in tucto e per tutto fomigiianti al ma. noferitro tefto creduto originale , e confervato gelofa- mente da i Fiorentini . { meriti adunque di queito in- figne Senatore furono 1* unica cagione , che molle tutti i Parrocchiani a cedere a lui , e fuoi defeendenri ii dominio di S. Pier Buon Coni�glio per carta rogat3 da Ser Giovan Piero Carmigian� ne* 9. di Agofto del 15154* confermata nel 1555. dall' Ordinario , come appare in filza di Ser Filippo Franchini . Ma perch� il ramo de* Torelli in Firenze fi eftinfe in Antonio , Raffaello, e Lelio Figli di Francefco , e di Maria di Raffaello da Soromaia , pafs� il Padronato nel Senaror Giovanni del Senator Giuliano da Sommaia per rinunzia fatta da Fra Antonio Torelli Cavaliere di Malta ne* 30. di Mag- gio |
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gio del 160$. e da Lelio fuo fratello «e* 7. di Giugno
dello tfe0� anno , per rogito di Ser Frollino dalla Volpaia . IV» E parlato avendo delle vicende del Padronato, ne fegue ora, che diamo il novero degl' illuilri Rettori della Chiefa , tra'quali fin dal 1199. fi nomina Prete., Serafino arbitro in una caufa vertente tra Giovanni Sa- cerdote , e Canonico di S. Michel Bertelde , e Prete-. P#olo Rettore d� Santa Maria Novella , e decide , che Giovanni dia a Paolo > 0 ftioj fuccefibri in ogni anno nella vendemmia due orci di mollo , e rog� la Scrit- tura JsOtterisgus Index . Nel 11,66. trovali Don Nicco- l� di Vanni da S. Donato^in Avena? che fu infieme- rrsente Priore d� S. Apoftolo , VefcovO di Fiefole > o pofeia di Recanati , il quale t�t� ili1* & dichiarato Conte Palatino da Carlo IV. Imperatore infierne coil Iacopo ., e Lorenzo Tuoi fratelli , Cittadini Fiorentini , come coffa per ifcrittura di Ser Land� di Fortino dal- la Cicogna Notaio Fiorentino all' Archivio generale . Nel 1424. governava quefta Chiefa il Rettore Giuliano dalla Cicogna Canonico di S. Lorenzo, il quale fu non poco travagliato da un Miniftro di Roma? che era Mae- ftro di Altopafcio in Firenze , Che f� da queito Ret- tore pat� qualche detrimento S, Pier Buon Configlio s notabilmente fu riparato 1* onore , e lo fplendor della Chiefa dal fuccelTbre Mcifer Lionardo di prancefeo da Otri , che ofovammo Rettore di S, Miniato traile Tor- ri ) e per� in/Igne Benefattore dell' una , e dell' altra Chiefa , avendo quivi fondata la Cappella di S. Paolo, il cui Padronato don� a Piero di Niccol� Maiegonnel- le > leggendoci quefta donazione negli fpogli del Mi- gliore come apprtfib ,: B. Leonardus Franc�fci de Orti* funda'vit , �f dota^it Cappellani S. faulipoj�pam in Ec« tlej�a $'. Vetri B�ni Conjtlii de bonis quae ernit die 3. 3ebruarii 146S. p JMattbeo Dominici de Cftftro Jirflnco , ist eiui patrptifttum donawit Vetro Nicolai Mahgonnelfc » E d� queita Famiglia Malegonnejle nella Serie dV Retto- ci notati dal Sig. jMannij evvi nei 1514. uno chiamato Nic-
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Niccol�v, e fra poco vedremo Giovanni Caefi pure Ret-
tore , e non cattivo Pittore . V. Finalmente dopo l'accennate prerogative barran-
ti a confeUaria ragguardevole , non fi dee tralafciare la rinnovazione totale feguita nel 173^. fatta con nota- bili fpefe dal prefente Signor Rettore Cofinio lotti , non eiendovi rimafo del vecchio , f� non f� poche ar- mi �i Famiglie , ed una Immagine di Maria col Figlio in collo , che fi vede fattura in mezzo rilievo di Lue* della Robbia , collocata fopra la porca al di fuori» e delle armi in alto della facciata evvi quella da Som- maia con quefte parole : Tatronatut D. D. a Sommata : evvene una avente doghe gialle j e azzurre attraverfata_, da una banda bianca antica arme de* Malegonnelli ; in un' altra vedefi un Cappello Prelatizio , con fopra una palla , che pu� eifere, che fia di Lorenzo Cappelli , nota- to dal Migliore tra g�' inGgni Benefattori della Chiefa « Tutto adunque eifendo itato rifatto fino dal pavimen- to j nell* entrare a man manca viene un Altare ornato di Stucchi di Gaetano J&omainelli, che vi color� la Conce- zione con S. Giovacchinp; gi� era dedicato a S. Paolo dal foprallodato Rettore Lionaido da Orti; r ini petto a que- lla fi trova altra Cappella , ove adorafi un divoto Cro- cififlfo di rilievo. All' Aitar Maggiore innovato pure_# con buon difegno evvi una tavola , che rapprefenta S. Pietro, che va al martirio, dipinta dal Priore Giovanni Caefi ) ed ha la fua lode dagl' intendenti , non ottan- te che fofTe grande il di (piacere del popolo , al vede- te elevata via una tavola molto venerata per la lunghez- za di tempo immemorabile , che non fi fa dove fia . VI. Quefto Aitar Grande � perfettamente voltato
a Levante per ubbidire a quell'ufo, che ebbero i Cri- stiani antichi di fifuare gli Altari principali dalla par- te di Oriente , affinch� il Sacerdote , ed il popolo yol- taifero la faccia l� , dove nafee il Sole j in cui fi r�- conofee , pi� che in altra cofa Iddio per elTer egli lu- ce , e creator della luce . Ma perch� in quella cerimo- nia fi � dubitato di fuperftizione dal Baldinucci nella vita
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3°4
vita di Giotto , io ho penfato in quef�o fine di fcufa*
re quefto Scrittore , e di fchiarire la fatuit� di s� an- tica , e pia confuerudine . E primieramente notare fi vuole , che la ragione di dubitarne al Baldinucci fi fu 1 eferopio di Papa Bonifazio Vili, cui dispiacendo fo- migliame maniera di orare , per ifpegnerla affatto fe- ce a bella porta dipignere a Mofaico nelP atrio del Va- ticano verio V Oriente da Giotto la celebre Navicella di S. Pietro, acci� il popolo venerandola fi avvezzato a laiciare quell'ufo. Sebbene non fu egli il primo Pon- tefice a condannare quefto modo di orare , etfendoth� S.Leone Papa nel fuo Sermone fettimo de Nativitate lo riprende colle feguenti formoie : Quoti'fieri partim igna- vantine vitto , partim pagani tati* Jpiritu muhum tabe- (amits , et dolemus , quia ctj� quidam forte Creatore»^ pulcrt luminis per ipfam hcem, quae efl creatura, vene, rentur , abBinendttm tamen efl ab huiufmodi fpecie offici*, Tuttavolta i Santi Padri non V hanno riprefo , anzi molto lo commendano fino a raccomandarlo qual rito derivato da1 SS. Apoftoli , e particolarmente S. Atana- sio , il quale alla Queilione XIV. ne riferifce diverfi mifterj riportati da Giovanni Severano nelle memorie,. Sacre delle fette Chiefe di Roma a pag. 56. come fe- gue ; � il primo cavato da quelle parole del Salmo 5> 1-31. Adorabimus in loco , ubi Jieterunt pedes eius , di- � cendo che i piedi del Signore fi polarono fopra il 9, Monte Olivero , il quale � di contro a Gerufalem- � me dalla parte di Oriente . Secondo , dalla medefi- � ma Scrittura , dove Dio chiamali luce , e Creator � della luce ; onde chi fa orazione , deve guardare ver* a lo il iuogo , dove nafee il Sole , acci� dalla vifta^ 9� fua fi alzi la mente al Creatore . Terzo dai fito del � Paradifo Terreftre , che era nelT Oriente , donde fu � cacciato Y uomo , acci� 1* occhio miri dove il cuore � der�der� di tomaie . Quarto , perch� P Oriente , e » V Occidente fono geroglifici delia luce, e delle te- s, nebre, perci� fu confuetudine della Chiefa , che quel- j, lo fi doveva battezzare , guardafie prima verfo l'Oc- |
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p cidente , ed in quel {Ito rinunzialTe tre volte al De* � rnonio , ppi guardando verfo J* Oriente tre volte con- ?j fei^afTe il rjome di Ges� Criilo . E quefte medefime 5> ragioni fono replicate da* Santi Dioniilo, Cirillo , e » Giovanni Damafceno , il quale foggiugne , che faccia- » mo orazione verfo l'Oriente, quali appettando la ve- 3} nuta di Criito Giudice , avendo detto di f� lo fteiTo » Signore , Sicut fulgur exit ah Oriente , & par et uf- 3> que ad Occidentempita erit adwentHS filli homittit. Che 3, f� in contrario parl� S. Leone , rispondiamo > che a 3, cos� fcrivere forte obbligato dalle cucoftanze di que' 33 tempi , ne* quali Roma era piena di Prifeillianifti , e � di Manichei ; quindi il Santo vigilant�f��mo in ifcopiir- j, gli) a'Cattolici proib� il fare orazione voltati all' O- � riente, per cos� differenziarli da i detti Eretici, i quali 3, adoravano il Sole nafcente , e per� Papa Leone non � voleva, che aveller� i veri Fedeli cofa comune co* j, riti degli Eretici . � VII. E venendo ora alla Navicella fatta fare da Bo-
nifazio Vili, nel 1300. noi non abbiamo di certo, die il motivo del Pontefice folle l'Orazione de*Pellegrini dalla parte di Levante ,0 piuttot�o la irriverenza ma- ri ifefta , che face va fi da i Pellegrini voltando le reni al facro } ed augurio Tempio, ed inoltre � da credere, che prima della Navicella ivi folle alcun* altra divota Im- magine , la quale iembrami fia accennata dal fuddetto Severano alla pag. 55» in dicendo,, e di gi� fi vedeva.. � nella f�ei�a facciata un'Immagine antichiffima di noltro � Signore , che con una mano benediceva , e coli* al- ,) tra abbracciava S. Pietro . E giacche abbiamo fatta., menzione della Navicella di Giotto , credendo , che non far� difearo al Leggitore averne una efatta iftoria , riporteremo qui quello, che ne fcrifle il Baldinucci ai Decennale tv. fecoJo I. come apprelTo ,* Rapprefeni� 3j Giotto in tale opera la Storia narrata da i Vangeli- j, ili , quando Pietro vedendo circa la quarta vigilia,. � della notte venire in fui mare Ges� , dimand� di 5, potere per fuo ordine egli ancora camminare fopra Tom. VIL Qjj � l'ac-
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� 1* acque , come fegu� > ma nel fentir poi rinforzare
ss il vento , temendo , e per h paura gi� cominciane 3) do a fommergerfi , grid� : Signore falcatemi, e fu- j, bito fi fenr� prefo dalla fua divina mano , e d�rfi : j, Uomo di poca fede , perch� duhitafti� Tutto querto fu s> cfpretfb da Giotto fecondo la Storia ; ma inoltre fe- ,) condo il miftero, appreflb a quefta Navicella f�nfe al- ,, cuni Demonj in fimilitudine di venti , che con fam* ,j gagliardi pare , che procurino di fommerger effa Na- >i» ve, figurata per la Santa Chiefa 5 e da Grillo con- � dotta al porto di falute . Dall' una all' altra parte di ss effa fra le nubi eranvi i quattro Varig-dilti j ed ella 3, illuirrata da alti fplendori inoltrava , che nel conti- si nuo urtar delle onde non mai fi fommergea . Fi- jj gur� un Pefcat�re fopra uno fcogli9 in atto di pe- J5 fcare > che poi fu guaito dal tempo . Miravafi queir.* ss opera gi� nel Paradifo , 0 Atrio di quella Baf�lica, )3 come abbiamo detto , quando da Paolo V* fu tra* j) fportata nel muro fopra le fcale , e ci� fu a'24. di j) Agoito del 16174 con 1' affilteflza di Marcello Pro- si venzale da Cento 5 che inoltre rifece di fua mano l� s) figura del Pefcat�re con altre in aria : il nome del j> Maeftro fi leggeva in eflfa c�li'inscrizione di quel Pon- ?) tefice, ma perch� efpoita in tal luogo ali* inclemen- j) za dell' aria il andava confumando , Urbano Vili, f�- j) cela trafportare nella Chiefa fopra la porta maggio- ss re , e ci� fu a' 17. di Giugno i6$g. con altra Ifcri- ,j zione del nome del Maeftro , che la dipinfe , e del ss Pontefice , che la trafpott� . Dopo, fu da Innocenzio S) X. fatta ricondurre nel luogo di prima , dove daj. ss'Paolo V. era irata collocata > ed avendo poi Aleflfandro ss VII. fatti i nuovi Portici s la fece levare . Giacevai � queir' opera degnifl�ma 5 ridotta all'ultimo del fuo vi- 5; vere , e gi� a poco a poco fi era andata conlumari- jj do , quando da Clemente X. per mano di Orazio j, Mannelli Sabino fu fatta re�auiare , o per dir me- ,s glio del tutto rifare , per collocarla col difegno del ij Cav. Lorenzo Bernini fopra la porta di mezzos eli- si tirando |
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5°7
» trando nel Portico > nell'Interior parte} che appun«<
5, to � veduta in faccia della Porta grande nell' ufcir, � �i S. Pietro . ,, Vili. E ritornando per fine alla Chiefa di S. Pier
Buon Configlio» a fine �i dar maggior lume a quella,, Iftoria , porti in pace il Leggitore f� qui riferir� una memoria di Martino V. riguardante un priore antico di queita Chiefa 3 e dice come feguf ? In Dei Nomine � Amen . Anno ab e?hi Ine arttap ione
mille fimo qnadr ingente fimo nj�gefimo tertio , IndiBionc^ prima , & die decimonono Menfis Maip . A cium Florpn- tie in Domo hahitat�onis infraferipti J). Stephani pofita in Tornio SanBi Rofilli de Florentia prefentibus tefii- bus (id he e habiti* , �3 rogati* Nobili Viro D. $tej>haw lohfinnis Bonacurfi Decretar. Dofi. Presbitero Piero Ugo- lini Refi. Ecclefie S. Donati a Liwizano Plebatus gP Marie Accillicia^ole Dioecefis Florenf. ty Ser Paulo !#� cobi Notar, Fior* Venerabili* Vir Dominns lulianus Cecchi , Prior SS»
Apoftolornm de Florentia e xetutor Apojlolicu* datu/ } & deputapus ad iufraferipta > ajferen* fibt haberi quafdam Ur- ter�* Apoftolica* fibi direBa* per SanBiffimum in Chri- Jlo Patrem Dominion nofirum D. Martinum Divina pr�* qjidenpia Fapam V. fub dat. Rome apud S. Petrum » de- cimonono Cai endas Februarii , Pontificata* fui anno vi, fibi presentata* fuijfe , cb* execution, mandari petit, per Presbyternm Bartolum Franafei Canon�cum Ecclefie $an- Borum Jlpoj�oloritm de Florentia } quarum quidem lippe* rarum penar feqnitur , & eft tali* <videlicet . Martinus Epifcopu* $ernjus 8er<vorum Dei > dfleBo Filio PrtOm ri SanBorum Apofiolorum Florent�e falutem , $f Apo* fio li cam l�eneditlionem. Dignnm arbitramur , (f congruum, ut illis f� reddat Sedes Apoflolica gratiofam. qnibus ad id propria <virtutum menta laudabiliter fuffragantur ♦ Dudi�ift jtquidem omnes Parrotbiale* Ecclefias ceteraqu^. beneficia �cclefiafiica cum cura ? & fine cura tunc apud Sedem Apofiolicam vacant�a . & in antea cacatura coU Qjj 2 la*
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lattoni) & difpofitioni nofire refermantur. Qec�mimus ex
tane irritum , �f inane fi fecus fuper hiis a quo quanta qua^ii auBoritate feienter , ve/ ignoranter conti*- geret attemptari . Curri itaque poflmodum Parrochia- lis Ecclefia SanBi Pet*i Boni Confila Florentie per liberai reaffignationem dileBi Filli Conradi Vetri olirn ipfius Ecclefie ReBoris de illa quam tunc obtinebat per dileBum Filium lunBam Manzi Civem Florentinum fub- ftitutum per dileBum Filium Dinum Abbatem Monafterii S* Marie in Marinia Ordinis S. BenediBi Aretine Dioec. procuratore^, diBi Corradi ab hoc ab eo [peci ali ter con- flit ut um in mani bus noftris [ponte faBam } eb* per Nos admijfam, apud Sedem ipfam vacale ri? 3 & vacet ad pre* fens, nullus de illa preter nos hac vice difponere potue* rit j five pojfit } refervatione , & Decreto obfiflentibus fupradiBis . Nos volente s dileBum Filium Bartholnm* Franc�fci Canonicum Ecclefie SanBorum Apoftolorum */o Florentia morum honejlate } aliifque probitatis , & vir- tutum meritis multipliciter commendatum , harum intuita favore pr� f� qui gratiofo > diferetioni tue per Apoflolica^ fcripta mandamus } quatenus fi per diligentem ex amina - t�onem eundem Bartbolum ad hoc idoneum effe repereris , fuper quo tuam confeientiam oneramus , parrochialem Ec. clefiam predi Barn , que de iure Patronatus laycorum exi- flit ) & cuius fruBus redditus , & proventus oBua~ ginta fllorenorum auri facundum comunem extimationem> valorem annuum, ut ipfe Bartholus ajferit , no» exce- dunt , fi've premijfo , five alio quovis numero } aut ex alteriti* cuiufeumque Ter fona » f�tt per Confili ut. f� li" c�s recordationis lab anni s Pape xxn. Predecefforis No* Bri , que incipit Execrabiiis <vacet etiam fi tanto tem~ pere vacavent, quod eius collatio iuxta Lateranen, Sta- tuiti Concila ad Sedem predi Barn leg�time devoluta ■> vel ipfa Ecclefia SanB� Petri difpe/jtioni ApoBolice fpeciali" ter re fermata exijlat , vel alias generali ter * & fuper tam 5 vel aliquos in Romana Curia 5 v�l extra eam , /// > cuius fiatum prefentibus haberi volumns pr� exprejfo , per- mancai indetifa > dummodo eius dtfpofitio ad nos bac vice pr-
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firtinedt , �f eorumdem Vatronorum ad id acceda* , cnm
omnibus Iuribus , et pertinentiis fuis eidem Bartholo t�uBoritate noftra conferas , �t affignes , �nd'ucens per te tei alitim , feu alios eundem Bartholum , mei Procura* totem fuum �ius nomine in corporale*» poffeffionem Eccle- J�e SanBi Vetri > iuriumque , ist pertinentiarum predi ti a*- rum ) Ut defendas induBum ab omni exinde quolibet [de- tentore , ac facias fibi de ipfius Ecclefie Sancii Vetri fruBibus j redditibus , promentibus , Iuribus , et �b*venM tionibus unimerfis integre re/ponderi , ContradiBorum au* Boritate noftra appellatione poflpopta . Non obBantibur pie memorie Bonifatii Pape Vili*.
Predccejforis nojlri , et aliis ConBitution�bus Apoftolicis contrartis quibufcumque 5 aut fi al�qui fuper promifioni* bus Jtbi faciendis de P arroch� alibus Ecclefih�', aut aliis benefitiis Ecclefiafticis in ill�s partibus fpetiales , mei generules d�Be Sedis , mei legatorum eius litteras impe* tra<veriut > etiam fi pene ad inhibitionem , refermationem , & Decretum , mei alias quomodolibet fit procejfum , qui* bus prefatum Bartholum in affecutione diBe Ecclefie «S*. Vetri , molumus anteferri, fed nullum per hoc e'u quo ad offecutionem Varroch�alium Ecclefiarum , aut benefitiorum aliorum preiud�cium generari , feu fi Venerabili Fratri noftro Archiepifcopo Fiorentino , mei quibufcumque aliis comuniter, mei dimifim a d�Bis fit Sede indultum , quod ad receptionem , mei promifionem alicuius minime tenean* tur , et ad id compelli , aut quod interdici, fafpendi mei excomunicari non poffint , quodqne de huiufmodi Farro- chi ali bus EcclefiiS) aut aliis benefit iis Ecclefiafticis ad eo* rum collationem 3 pro<vifionem , prefentationem, feu quamis aliam difpofitionem coniunBim\ mst feparatim fpeBantibus nulli maltat provideri per litteras Apoflolicas non fa* cientes plenum . et exprejfam , ac de merbo ad merbiim de indulto huiufmodi mentionem ? & qualibet alia diBe Se* dis indulgenti a generali , mei fistiali cui u (eumene teno- r�s exiftat per quam prefentibus non �xprejfam , mei to- tali ter non infertam effcBus earum impedir � male ut quo*, modolibet > mei differn 3 & de qua cuiufque toto tenore ha*
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%ahenda fa in litttrif noftris mentis fpetialis > Attt quoil
idem Bartholus ut afferip Canomcatum , #* Frebendam^ Mede fa S anBoyjtm J�^oflolorum predi Be> quorum fruBus y redditus 3 \&* fro'ventus quindeeim florenorum par'vulorum }rediBam extimationem <valorem annuuw non extedunt no* fcjtur obtinere , :Mos pnim front efl irritum decermmus , #* inane Ji ficus fuper hiis a quoquam qua<vis aMBori~ t�te fetente? , ^ej ign.oranterattempatum for fan efl haBe~ pus 5 *yel impofterum contigerit attemperi , Datum Rome apid S, � et rum xviu. KMendas lem
Iruatii Tont�faatus nofiri ,anno fexto . iV La Cartapecora fopra riportata ef�fte nella Imperiai Bi-
blioteca Laurenziana 3 ed � una Coperta del Codice 52. collocato nel PJuteo rpo. Suiter�m } favori fami da;l Sig, Canonico Angiolo Bandini ^Bibliotecario della detta Li- breria 5 chiaro a* Letterati per Ja ijia erudizione- Quefla Chic fa di S- Pier Buon Confai io , e le due, xhet
qui feguono , flettano al Quartiere di $. M*MGrPe^0," |
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LE-
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J«I
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t E Z I O N E XXIX.
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DELLA CHIUSA
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DI SANTA MARIA IN CAMPIDOGLIO^
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�dfat�te che fi crede avere c]uefh Chic-
fa avuta origine , o denominazione dal Campidoglio > ed anco perch� di unu luogo cos� cofpicuo , e degno di me. moria non f� ne tralafd il difcorrer- ne, fi dira qui di elfo , prima di ve» nire a ragionare della Chiefa * E do- Vendofi parlare di una fabbrica non pi� efiitente , del* la quale riori f� ne vede veftigio , ri� cofa, che ci di- ca, qui fu il Campidoglio, per provare efTervi flato V�rarnerite un s� beli* ornamento della Citt�, bifogna che l� fioftfa ragione fi fondi fopra la relazione degli Scritt�ri , e falle carte originali * che ce rie danno qual- che barlume . Prima per� d� oflfefvare quefti rifcontri , io Aimo neceffario il diffipare , f� fia poffibile , alcuni pregiudizi, quali facilmente nafcer potrebbero ne)]*ani- mo di chi ha fatto Audio nelle rioftre antichit� : av- vegnach� al fentirfi parlare di Campidoglio in una Cit- t� nel piano fituata , e di recinto creduto in quei tem- pi affai anguit� , fembra difficile a perfuader fi, che vi folTe uri edil�zio di cos� ampia mole j e che folea ave- re le Tue fondamenta fopra luoghi eminenti , ed inol- tre per la Cagione ftefla, che non contende a Firenze 1* Anfiteatro , e le Terme , perch� di quelte abbiamo chiari contr�lTegr�i nelle Statue > e nelle lapide trovate1, e nulla di ci� ravvifandofi indicante il Campidoglio , il faggio Critico duterl fatica ad accordarcelo . Onde per ingombrare ogni dubbiezza , e rendere pi� credi- bile
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rSfeM
bile il comune aberro di tanti, Scrittori» mi far� d*{*
h prima �dh fuddette difficolt�, cio� dall'anguria dt�* la Citt� . Imperciocch� trattandoli di Campidoglio , parlar fernpre fi deve con proporzione �i Firenae a* Roma , in quella guifa appunto lappiamo, che le Ghie- f� di S. Lorenzo, �i S. Maria Maggiore, di S. Pancra- zio , e molte altre fabbricate ad imitazione di quelle^» di Roma , e tuttavqha alle Romani inferiori nello fpJen- dore , e nella grandezza : ma vaglia il vero , lo fpazio del noltro Campidoglio non dovea poi eflere tanto pic- colo, riferendo gli Scrittori Fiorentini , che occupaffe il Mercato Vecchio , e di pi� {tendendo le fue torri, e mura di l� da S. Donato de' Vecchietti, dava il nome sa una Porta della Citt� detta del Campidoglio, e p�- fcia�i Sf Pancrazio , che per v^ero djre farebbe uno fpa- zio aiTai notevole , e capace , onde co' torrioni coftituir- De una foltezza , e dare tutto il comodo di fabbricarvi dentro il Tempio di Giove Capitolino, f� pur vi fofle flato. Circa poi all'altezza ad fito, notar mi piace, che non era queita condizione indifper>fabile per fomigliante edifizio, conciofliach� tutti gli Scrittori �i Milano parlano d� un Campidoglio �p quella loro Citt� rovinato da Federigo 'Barba roda , bench� Milano fia in piano , come fono altre Citt� , le quali gloriavano* �i avere quello orna- rne mo della Romana magnificenza. TuttavoJta noi pof- (km& ajTegRar.e al notfro , giuita il computo dell* anti- co piano di Firenze , ed il preferite filo un' altezza di 47. icalini , come dioioltreremo nella defcrizione �cl�z Chitfa. Alla ragione poi forf� la pi� contraria, e con- fida abile , quaP era , che niun contrafTegno flavi rima- fodel Campidoglio , in primo luogo dire mi piace, che nella piazzetta della Luna aliato a quefta Chiefa dzlU banda di mezzod� vedefi una muraglia di antidiva , e �i grofkzza iiraordinaiia appiccata al Palazzo, che fu de* Manfredi , e poi �i quei della Luna > ed ultima- mente de* Figli di Pierozzo degli Aifoiti, la qua! mu- raglia potrebbe edere una parte dell'antica Rocca , for- mando anche aleggi un temone di poco giro , ma di gran-
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grande altezza , come ricn�edeva il Campidoglio > dei
quale crediamo, che detta muraglia ne fia un veftigio. In fecondo luogo diremo cofa , che per eflere giultiCi- ma a coloro mai��mamente , che fpinti } anzi violenta- ti dalla inclinazione alla erudizione di cofe antiche, a fommo itudio le vanno cercando ; in un libro adunque di ricordanze di un Set Giovanni di Piero di Mercato Vecchio , e che trovali tra gli fpogli di Leopoldo dei Migliore , leggefi come appretto ,, 1581.. in occafione di � affondarti in piazza Luna un profondiiT�mo pozzo ,5 rimafo fecco^ vi fi trovarono alcuni marmi , cio� una 5, tetta antica creduta di un Romano , ed un fregio 3, pure di marmo intagliato a rabefco , con una tei�a � di Lione , che furono dagl'intendenti creduti avanzi, � e frammenri dell* antico Campidoglio , e perch� non 3, fi fmarriiTero , Carlo del Nero avendole comprate 9 3, io Via de'Bardi, nella facciata al di fuori di fua Ca- � fa fopra, e fotco una fineftra inginocchiata le collo- si co ,3 Sin qui la ricordanza } e ciaicheduno fi pu� fodisfare in andare a vederle, anche inoggi ben con fer- va te , dandofi luogo alla verit� , che ci raccon- tano tanti Autori , i quali parlano dei noflro Cam- pidoglio � II. E per farmi da Giovanni Villani al L�b. L Cap«
3S. dice � Marzio , 1* altro Signore Romano fece fare � il Campidoglio al modo di Rema > cio� Palagio , ov- 3, vero la Maura Fortezza della Citt� , et quello fu � di maravigliofa bellezza......Quello Campido-
� glio fu dove � oggi la Piazza di Mercato Vecchio,
3, di fopra { altra lezione dice di fotto ) alla Chiefa, 3, che il chiama S- Maria in Campidoglio ,, Prima del Villani lo fteffo avea accennato Ricordano Malefpini , febbene ne tacque il nome del Signore Romano , cui * tocc� la gloria di fare ti Campidoglio ,� e 1* Aretino, come quelli che ebbe forf� di non intera fede le re- lazioni di cofe tanto lontane , e fuor de3 fuoi tempi, giudic� » che ne folTcro flati fondatori i proprj Fioren- tini 3 fprpnati , dice egli, principalmente da quel mo- Tom. Vlh Ri tivo
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rivo di far vive , ed unire al pot�bile le azioni:'loro
a quelle dei Romani. Vincenzio Borghini per� ., che � rtaro s� diligenre Scrittore , e forf� il migliore di quanti abbiano illustrato le cofe di Firenze , non li oppone , n� controverte il detto dei Villani , moftran-. do alla Parre Prima dell' Origine di Firenze con vivif- fime ragioni efiferfi convenuta queita eihett�oi dsimoftra» zione , la quale feguiv dovette n�'tempi di Augnila, in cui vuole edificata. Firenze. Onde che il Poggio di*, ca , che il Campidoglio, folfe una di quelle fabbriche dimoflranti 1' antichit� di Firenze , torna bene, comer ancora l'opinione del Monaldi, il quale vuole, che una delle Porte della Citt� alle mura dell'antico cerchio» fi dicerie Porta del Campidoglio, cio�, quella ,, che poi per molte Scritture fi chiam� di S. Pancrazio,, perch� vicino a quella Chiefa , tornando fituata l�. dove oggi � il Canto de' Tornaquinci , e da quella parte il Cam- pidoglio allungava!! verfo Ponente fin fulla Piazza di S. Donato , come ne abbiamo. Scrittura nel Capitolo Fiorentino , che fin dal 1007* lo chiama* a* confini di queita Chiefa : per la. quaJ notizia, vanghiamo in cogjiiK zione , the infine al mille quef�oi edifizio non era to*. talmente distrutto. L'opinione poi di tutti gli Antiqua* rj concorre, che foffe fituato.il Tempio di Giove Ca- pitolino nella fua parre pi� folievarat, e la forza del di- feorfo loro, cui acconfenre anche il. Borghini , piglia rigore dall'ufo univerfale di imitarli le cofe de i Ro- mani fenza fvatio , prefo anche dalle Nazioni pi� re- mote , come gli Antiocheni popoli di, irraniero linguag- gio , e di vaiiariifimi co/lumi , per la fervit� profef- fata a Roma , fecero nei paefe loro un Tempio a Gio- ve Capitolino : e molto pi� era conveniente un, s� no- bil penficio ne' Fiorentini , affretti ( feguita; a ragionare il Borghini ) dalla parentela che paflfava fra loro, e i Ro- mani . Or fopra alle rovine di quello T�mpio voglio* no, che pofeia fi fabbricafie la Chiefa di S. Maria det- ta in Campidoglio , cambiata che fu la falf� con liu vera Religione, n� in niuna maniera fi deve far cafo di j : utli |
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3*S
una memoria a* Libri delle Decime dell* anno 1459. ove
fi trova la portala de* Beni di queita Chiefa cos�5, Beni � di S. Maria in Campo di Oglio ;, che certamente fu o uno sbaglio dello Scrittore , o mal configliata opinio. «e di quel Rettore , ravvivata poi da Girolamo Mei , e deprezzata dal Borgfaini . III. E per far ragione a quefta Chiefa , avendo or-
mai parlato a bai�anza del Campidoglio , tempo far� di riferire in primo luogo un fingolar vanto , che ella ha fopra le altre CJiiefe Fiorentine , confidente in eiTere andata immune dalla licenza de^moftri moderni Archi- tetti , i quali nel difegno delle Chiefe, o da farli di pianta; o da reftaurarfi , perch� l'occhio goda corL. pi� facilit� del bello delle fabbriche , hanno levate via le cofe , che la primitiva Chitfa inviolabilmente voleva ne' fuoi Templi aliai pi� rifpettati de" nolfoi : per la qua] cofa pi� non fi veggono gli amboni allato ali* Aitar maggiore, n� i Cori in mezzo, n� gli fpartimen- ti, che dividevano gli uomini dalle donne, i Laici dai Sacerdoti , e i Catecumeni da' Fedeli , e pochi altrove fono rimafi gli atrj }*> portici tolti via per lo fteiTo moti- vo di avere una facciata pi� vaga. Quella Chiefa adun» que collante nell'ufo della naicente Religione , ofler- va anche i'noggi i tre fpazj ripartiti, foliti farfi di que* primi tempi , come riferifee il Cardinal Baronio, o preferive il Concilio Laodicenfe , ed altri . All'entrare vedefi il primo fpartimento , che ferviva a* Catecume- ni , vicino alla porta per ufeirne fenza difturbo de i Fedeli al tempo prefefitto loro: poi fi falgono cinque fcalini, e trovati lo fpazio deliinato ai foli Criliiani con due moderni Altari alle pareti laterali, e nel terzo di quattro fcalini ancora pi� alto degli altri , fegue il luogo pe' Sacerdoti , e ^Miniitri dell* Altare detto il Coro , © il Presbitero , e per varie innovazioni fatte , giammai fi � alterata 1' antica forma interiore di que- lla Chiefa , IV- Ed una reftau razione deve eiTerfi fatta nel 13^2.
© in quel tosao 1 dal vedere la Porta della Chiefa a- � Hr 2 vence |
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vente a man manca negli flipiti di pietra V arme di
Papa Urbano V. ed a man ritta le Chiavi Pontificie» col triregno fopra ambedue gli feudi : n� Tappiamo in- dovinare il morivo di quelle due Armi , f� pur noru foCTe per avventura ci� avvenuto dall' efferfi trovato quello Pontefice nella Badia di Firenze col nome di Don Guglielmo di Grimoaldo Abate di Santa Vittoria di Marflglia dell'Ordine di S. Benedetto, uomo di fef- fanta anni , feienziato , di vita molto onefta , e fanta , quando i Cardinali radunati in Conclave in Avignone lo eleflero fucceflbre del defunto Innocenzio VI. e non orlante che gli folTe fegretamente portata la nuova di fua elezione , fi pu� credere, che i Fiorentini affilTaiTe- ro le due armi in quefta Chiefa in fegno di felicita- zione al nuovo Papa , ed in memoria de* Cardinali elettori in quella Sedia vacante , feudo della quale � 1* Arme colle Chiavi . Vi � anche nella facciata al di fuori dipinta a frefeo 1' arme di lille fottili attraverfa allo feudo di oro in campo rollo con sbarra in piano di argento , la quale � degli Strinati Alfieri , cui ap- parteneva il Padronato , trovandoli all' Arcivefcovado parecchie collazioni di qut/la Chiefa fatte da detta Fa- miglia fino all'anno 154&. quando in pena dell' atten- tato contra il Duca Cofimo I. furono col�rerti France- feo , e Iacopo degli Strinati a lafciar Firenze , ed au ritirarli a Cefena , ove fanno figura di ragguardevoli Gentiluomini � Ma mediante una Suor Maddalena Seri* nati Monaca in S. Francefco di Firenze, il Padronato non pafs� affatto alla Parte Guelfa , avendo le Mona- che nel idi2. e nel 1644. prefentato i Rettori, e nel i6<6. eiTendofi accordata un' alternativa tra la Parte 3 ed il Monailero j prefentarono i Capitani di Parte per h pri- ma volta ; e finalmente per grazia dei Granduca la* ragione delle Monache fu refiituifa agli Strinati di Ce» fena nel 1672. regiihata all' Archivio dell'Arcivefcova- do in filza de* Benefizj Vignali . V. Entrando ora in Chiefa , incontriamo il pri
mo fpartimento defilato ai Catecumeni fenza Altari e fenza
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e fetiza fepolture , feguendo il fecond� de* Fedeli > ove
fono due Cappelle fatte da GioVambatifta degli Ubal- dini ) de i quali evvi l'Arme fcolpita ne* beccatelli » che foftengono la Menfa degli Altari» leggendoti nelle facciate a manritta il nome del Fondatore di elle, ed a Uniftra una lfcrizione contenente i nomi degli Afcenden» ti di Giovambati�ia , ma non � fcevra di errori , tra8 quali manifefto � il fare figlio di Ubaldino degli Ubal- dini il Cardinale Ottaviano , quando fu figliuolo di Ugo , facendo pure di detto Cardinale fratello Botiifa* zio Arcivefcovo di Ravenna . Net pavimento evvi la- pida affai confumata dell* antica fepoltura di Vieri di Guido del Poliamola. Al terzo fpartimento della Chiefa» che � il pi� eminente luogo, ivi s'inalza l'Aitar Mag- giore , che avea una tavola di Giotto full' alle rap~ prefentante la Nunziata con 1* arme degli Strinati neir imbafamento , la quale elTendo ftata tolta via per dar luogo ad una moderna della Concezione > fatta farc_# dal Prior Rofll a Pier Dandini, ella fu pofta dal defun, t© ultimo Priore Giufeppe Mariani con qualche fu*u fpefa alla parete a manritta �dV ingreiTo , con addir�m- petto un S. Antonio pure di- Giotto } la quale ora � fo» pra la Porta della Chiefa : neJ gradini per� del Presbi- terio fonovi due Armi degji Strinati fcolpite nella pie- tra ; e nel pavimento dalla banda dell'epiitola leggeri in una lapida come apprelTo : ' j V. ;v. '* " ■ \ ■:■ i " f. '.}
GIO^ MARIA FRANCESCH�NI RETTORE MDCXV. DA PASTINA
DELLA DIOCESI DI SARZANA . e di quefto Prete nelle memorie del Rondinelli vi ho
trovato , che don� al Card. Roberto Ubaldini un Ca- lice antico , che aveva donato a quefta Chiefa il Car- dinale Ottaviano Ubaldini , e vi fi leggeva nel piede del Calice : OCTAVIANVS VBALDINVS CARD. S. M. IN VIA LATA �
e quc«
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3? *
e quefte lettele iniziali : A. v. T>* Q. d. A* che vennero
interpretate cos� : .« ■ : r ,
ALMA VEALDINI DOMVS QVE DOMINATVB. APENNINO J
ed appi� del Presbiterio viene un' altra p che dice :
$?. FRANCISCVS TORINI VS MDCXCT.
-f-i " -oicissl _'l :.": ci r:.:'ur.j : o .<:>:��. -\t- �■ ■ \. u ■■ � U
TI. Ritmane 'finalmente a notarfi alcunch� di Mer«
caio Vecchio , nel quale rifponde la facciata di noflra Chieda > veggendofi iti -queffa Piazza una vaga loggia ad ufo della pefeheria , la quale .prima era ^ppi� del P�nte Vecchio $ ove di pnefente vi fono gli Archibu- fieri y rirnafa rovinata dalla piena del 1557. « per� il Duca :G�'firno 1. intento maff�rnpre ad ogni arto , che alia Citt� apportar porefl� vantaggio s e decoro > nei 156&. la trasfer� in Mercato Vecchio fotto quefia Log- gia^ ^ifegft&ta da Giorgio Valeri, cdrvifa da Archi a por- ziot�e '4i circolo 5 foftenuti da pilarfri j e colonne di pietra -con varie ; forti di pefei 1 col piti in certi tondi del Ir eTgio visuali additano queito luogo -e (fere il Fo- r� Pi'fcario scori epitaffio in fronte , che qui lotto 'ri- portererno , e trovo in un Diario del Rondinelli , che a i-tip. di Aprile fi gettarono � Fondamenti di quella Loggia > e fi and� fotto terra traccia 13. Nell'angolo liella Piazza verio mezzod� evvi una colonna di gra- �iiOi piantata' ivi mei �^Sr-c�t� fopr� 4a Statua della Dovizia) lavorata da Donatello raro nell'arre fua : va- ghiflima ella era nella fua poGtura j avente in capo un canefico pieno di frutti con un ginocchio ignudo, la cui morbidezza era tniradile : ma nel 1721. a* 20, d� Ottobre 4ai ghiaccio', e7 #al Sole guaita precipit� col capitello ,� onde t4a*« Giovan Barrita Foggini fu innovata > * per meglio confervarla > V Artefice v�i!:e_# «dn le una vernice a olio , avendo io trovato ne* Lrbri ffci Camarlingo: della Parte Guelfa la partir� di feudi Bp g#i coflo di detta Statua, che fu ivi alzata neir ari. ■"^tim :■■ fio 4'
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no feguen.ts nel g�oifrio �i %;MaEths^. �i Canto;.-.per.
fine della Strada, che : vol«a il iCalimask a:r«nannttau
rimpetto alla colonna > fi trCAVa* tr$ tabernacoli, Q fc. vero Cappellacon» colonne dii pie tri. alla gotica jfQpr* le quali pofa un Arco con belli intagli »; e, �eroglJifiai.:^ la tavola dell' Altare � un* Immagine di Maria dipin» ta full' ade da Iacopo dar .^aftmia� e�a alcuni Santi , tra* quali vedefi\ Sx PietrovMafctd»eninr memoria d'aver: predicato fu quefia Piazza :^qu�logrih'giorno.^ dice ta Mella da un Sacerdote deputato dall' Arte de* Medici, e Speziali > i quali ne fono Padroni . E di quefta Piaz- za molte pitture ve ne fono in Firenze, tratte da una » che ne fece Filippo Napoletano in tela . Iscrizione alla Loggia della Pefcben'a �
FORVM PISCARIVM Q^ VSQyE ADHVC TEMPORlBVS
Q^ADRAGESJM�LIiBVS
AD PONTEM VETEREM FREQ�eNTARA.TVR
NVNC IELVSTRISSIMVS ET' EXt2|.LLENT4MlM.VS
MAGNVS COSMVS MEDICEVS FLOR. ET SBN^R*. ;;DVX II.
ET FRANCISCVS EIVS FILIVS PRINCEPS;"oPTIMVS
VT HIC PISCES CONT1NVO VENDANTVR >
MVLTO M�IOR1.. SVMPTV, AC M�A�GrijFICENTI�
QVAM ANTEA» ILLIC EXTRYtrjVM FVERAT
AEDIFlCANDV^Iv CVRAVIT � MDLXVIII.
VII. E ritornando alWGhiefa di S. Maria in Cam-
pidoglio , reltaci da notare un antico vocabolo , col quale leggefi appellata in alcuni ifhumenti » come in_# uno del 1190. rogato Ser Buonafede, e altro del 1201. col rogito di Ser Amtdeo , amendue Giudici Imperia- li : nel primo dicendoli : Hec affa fuerunt in Ecchjia.* iS\ Marie , que dicitur in Cmptolio , aliter Edigitria ; e ntl fecondo pure ; A&um fuit afud &\ Manam tn Ca~ pitolio que etiam Odigitria dicitur , E queito greco vo- cabolo cue cofe ci c�moitra , la prima un'invocazione a Malia 1 cos� falutandofi la Vergine feorta , e guida- mM *7 HO*
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HBMDII�M�^HHHH�
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laoftra f ed in (ecofldo luogo viepi� confermai la quafi
corniie� opinione > che Firenze negli antichi tempi a- veffe famigliare la lingua Greca . E per fine riporter� in lode di quei�a GhieJCa i verfi di Fra Domenico da Corolla; * die fono Virginis alta Domut > parva fa ili a licet 5
�>#tf Capitolina cognomen ab arce propinqua '■■■> Sumpfit , #�/ Ssdes Iwperialis erat. |
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Iferifce Monfignor Vincenzio Borghi»
ni ne) Trattato delle Chic f� Fiorenti- ne a e. 403. che quefta al prefentc^ piccola Chitfa , era fiata anticamen- te Badia , e con tal nome appellai* nelle vetuite Scritture j che cenamen- dovea egli aver letto , e tra quefte un* dell' 853, che ancora efifie nel Capitolo Fiorenti- no.» nella quale vengono indicate altre Cartapecore an- teriori a detto anno > come il Diploma della donazio- ne di quefta Badia , che fece 1* Imperator Lodovico al Vefcovo di S. Giovanni i altro di erezione della mede- fima Badia in Monaftero di Sacre Verginelle; e la cle- iione della prima BadefT'a chiamata Radoburga , tutte cofe accadute innanzi all' 853. E bench� la fuddetta-» Scrittura fia fiata data alle fiampe dall' Abate Ughelli alla Parte 3 dell* Iralia Sacra , e dal Cerracchini nel- Ii Serte �t i Vefcovi di Firenze , noi a motivo di cor- roborare quello s� raro pregio riguardante 1* antichit� della Chitfa di S. Andrea ; qui la riportiamo, bench� {corretta al folito delle vetuite carte , e dice : In Nomine Dei , (ff Salvatori? Hoflri le fu Chrijlt
J,$tharius 5 & Ludo*vicHt divina oberante dementiti /*»- ■ver at or et Augtfii anno �m^erii eorum ..... trigtj�m� fertio, quarto decimo Kal. Notembris Indizione i. Ego Rodinght , nutic San&ae Florentinae Bcclcj�ae E fi*
ftoPtit $$� dixi manifejfa caufa , */ & in omnibus weri+ Tum. Vii. $ $ sai |
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tas darei \ qu�a Domin�t Ludo-bicus 8erettifflmut Augu*
fius per fu ti ni praeceptum per meam petitionem confirma- *vit prediBae Domai Santli lohannis quandam Abbatiolam ubi parava congregatio Fucilarum effe nj�d�tur , ist e& con- firuBa intra tandem Ciwitatem in honorem Santli An- dreae eo ordine, ut ego , aut mei fitte teff ore s ad ipfum Mo* nafierium ordinandum } & gubernandnm fecundum noftrum propofitum habuiffemus potefiatem . Poflea autem me <vi~ dente ipfum Monafierium �nordinatum effe , fic ordinandi ibi Radhnrgam Deo denjotam , quae fuit germana mea » ftt^ ipfa fecundum Dominum inib� Ahbatiffa permanersi » <vclut etiam ipfie Dominus Imperator eam per fuum con*. firmavit praeceptum ipfiam diebus njitae fiuae alendum , de regendum fecundum pr�mam praeceptionem . Jpfa njero Rad* burga Abbatiffa defunga, ipfum SanBum locum nobis in- ordinatum remanere njifum e fi . Provvidente* iuxta mer~ cedem Dominorum noftrorum iuxta diBam etiam ord�* nationem ipfius Monafierii , cb* iuxta illud praeceptum , quod ipfe Dominus Imperator in ipfam noBram Ecclefiam confirmanjit > ut ego , aut mei fiucceffores ipfum ordinare debuijfemus una cum Clericis SanBae rtoBrae Ecclefiae or* dinar e , & confirmare . Provvidi de Berta Deo decora > fili a Hwvepoldi Cornitis Falatiti ut Tuae inib� diebus njitae tuae Abbatiffa , & ReBr�x ipfius Monafierii effe debeas iuxts crdtnationem prediBi Ordinatori* Monafierii , & iam 'per diBum preceptum Domini Imperatori!, fecundum Dominum inib� Official�s.....& luminariis faciendum per tc^.
tuafque Mini fieri alt s , & ipfas Monachas regendum , '�f
gubernandum » iuxta ipfius Monafierii infi�tutionem } (f tyna p� fi al iam ufque in finem feculi de e adem Congregar tione , njidelicet unde tu eam fecundum Dominum inib� con* Jl�tueris , fimi Ut er , & pofl te Abbatiffas eligere debeas % una cum confenfu Pontificis , qui in hanc SanBam Eccle- fiam tunc temporis ordinata* fiuer�t , ut inib� diBae AbbatiJfae 5 & ReBric�s fimili modo feiant , & tu labo* randum > imperandum > gubernandnm , fruendum , & fa" ciendum iuxta morem tpfis Monafierii quidquid njolueris, mel�oratidum non peiorandum 5 & inib� libellarios mitte* re
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V
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3,2 3
r$ deh? atti j <eel ali A» ionfcrif tifine s mitttre iuxta iffius
Monafterii conftitutionem annue tradita� ad prediciamo
fartem noftre Ecclefie r�ddere deheat�s pr� iffo Monafte-
rio *vefiitum unum honuffi ..... ficut iffi MonaJler�9
in farte Palatii ferfol^vendum confuetus ■ fuit > & 'jp/*-»
D�minus Tmferator conceJJit nobis . Nam alia fitferimfo-
fita nihil fadentes tibi , aut ad Succejfores tuos de far-
te noflre Ecclefie fed fio perfetualiter fermaneat fer hane
�rdinationem , ficut nojlra decretit njoluntas . Qt�dem »
i& ff�ndeo me ego fufrafcriftus Rodingus Efiscofus, mei
mei fuccejfores-fi ut fi *vos ita annue ferfolweritis , Ut ad"
iwflenieritis iuxta iffius Monajlerii injlitutionem fi iffum
Monaslerium wobis fro quolihet Cafitulo retollere *voluc-
rimus , & ita ordinati*� ejfe non ftrmiferimus ficut fu*
ferius legitur comfonituri wobis effe debeamus fuccejforef-
que nojlri auri librai quinque . Quidem } et ego BertsL,
dicata Abbatijfa Dco > una fer licentiam datam frediB�
Hwvefoldo Domino Genitori meo fromitto me , et Sue*
cejfores meas ut imflemerimus } ^r" fi iffum MonaBcrium
de frediHa Ecclefia weBra , �t dominium fubtrahere que*
fi<verimus , et non fermanferimus in ea omnia qualiter
fuferius legitur , tane eomf onere nos , nojlrafque Suctef-
fores effe fromittimus a farte iffius Ecclefige *veftrac
fimiliter ftna auri libras quinque . Inde duas chartulas
�rdinationis uno tenore fcriftas , & eas tibi traditas .
*> A&um in avvitate Florentiae in eadem Domo feliciter �
*~ Ego Radingus Efifcopus manu me a fuh feriffi .
? Ego Berta Abbatijfa manu me a fubfcripfi . ,a*
Ego Hunjefoldus Comes Palatii fro me a larg� tate f�»
ftum efk. . Ego Petrus Efifcopus rogatus a fufraferiftis manti mm
fubfcriffi. Ego Domitianus Presb. et Vice .
Ego Tbeubaldns Diaconus fubfcriffi.
Ego Ar�tfaldus Diaconus fubfcriffi.
Ego R�fchari Presb. fubfcriffi.
< Ego Gambertus fubfcriffi. KiMgo Uvalbr. Arckidiac. fubfcriffi. O 5 2 Mfft
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■j, Ego Rocch�fiut Itesi/, fuhfcrifjt. v;H- ? t -sSUr -tlVc*
, Mlg^111® wanus Amacriferti te flit ±; tm^'m^i^mi
Ego Mer<vingo rogatus fubfcripjt.. -^ ; ^ ..^ ^ sf t
«Ego RaitnbaUttf rogeteus fnbfcrif.fi". s . ��.- -, ,; <,'
S'ignum manus Laaris V�cecomitis iejtit' .
Signam marws Adalgauci Vaffalli D Alberti Com> tefttt .
*&go Simfert� Not tiriti s Script or huips Chartj/lae ex
�ttffiom D> Imperatoris p� fi tradita compievi ,& de d�.
IL Ora chi ben confider� il contenuto di quella
documento , vedr� che non fi va lungi dal vero, f� 4 i�abilifce i* epoca della naitra Chiefa nel!' 8gq*�P 11% quei torno , imperciocch� dobbiamo dare non pochi anni del dominio di etTa prendo gl'Imperatori , cuipa^ gava 1' annuo tributo ; altri anni fi hanno da coniare tra la donazione a* Canonici, � 1* erezione delia mede- (ima in Monaitcro , e qualche tempo � d'uopo d'ar* logere pel Badeifato di Radoburga , che dal Vefcc- vo fi dice defunta prima dell' 853. e per conseguente fumo nel fecolo 9. vero principio della Chiefa di S. Ari* drea, di cui intiaprendiarno la Storia . III. E non potendoli dubitare , che gi� da que*
tempi fiorilTe tra' Fedeli il laudevole coftume di tenere fatto la difciplina di divore Congregazioni le tenere^ Fanciulle } uno di quelli luoghi fu la prefente Chie- fa : ubi ( fono parole del foprarrifexito Contratto) ttbi parva Congregatio Vuellarum effe v�detur ; i\ qual luo- go divenne pokia regolare Monastero per V indu�tri.a.1 e zelo del Vescovo Kadingo : Onde abbiamo il piace- ilt di qui notare , come la Chiefa di S. Andrea fia ira- ta uno di quei pi� antichi Monafteij , f� non il pri- mo , che polla provare la fua fondazione con ifcrirture antiche autentiche, originali , e certe » e non per det- to d� Autori ddriruti di autorevoli documenti . Dei nomi poi delle Radeffe , dalla medefima Scrittura tre f� ne porgono , che fono Radoburga , e Berta , la quale muore nclT Sgo. lafciando , che a lei fucceda Idcmber- ;ta figliuola del Conce Wcopoldo > chte ancora ,Ubai* i*l ' * do |
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do � difle, e quefta � approvata , e confermata in ta-
le dignit� dal Vefcovo Andrea col feguente Diploma» che efiite nell" Archivio del Capitolo Fiorentino » «d � dei tenore , che appretto : �4&&* **In! N�mine Domini Noftri le fa Chr�fti \
a» Breve recordationis , quomodo in prefentia Sacerd�ti* rum-, Levitarum�' Cleri miffi de parte Domini Andreae Sam* Bae Fiorentina Ecclefiae Epifcop� & per eius confenfum , &vH)oluntatevi Berta Deo dicata Abbatiffa filia bonae me* moriae Wepoldi i qui fuit Comes Palatii fecundum fuam firmitatem', & ordinatiomm Idemberta Nep. fua » Ve* fie SanBae Religionis , filia Ubaldi Cornitis ad Abbatijfam in Monaftcrio Sanili Andre ae fitto intra hanc Fiorentinam Ciwitatem , ut poft deceffum ipfius Bertae ipfa Idembert� ibidem ordinata s �" confirmata fuijfet in ipfo Mon�fierioy Quam , ■ �" in omnibus rebus ibidem permanentihusiftfu� habere debeat poteftate , habendum. t tenendum, regendum^ fubernandum , & in omnibus faciendtim iuxta Ulani char* tulam ordinazioni s■ , quam bonae memori ae Rodingus Epi* feopus in eam conjlitmt , & fecundum e a precetta, qua* DeminuS) & bonae recordationis Dominus Ludowicus im- perator conftituit y ($ 4p(a idemberta, ibidem Abbatiffoi* fina cum congregatane Monacharum ibidem Deo f�rnu* lant. ibidem eas AbUatiJfas eligen. & per fonum de ipf� Campana \ Ut thurribulum de ipfo Monafierio eas in'vefli- ret iuxta fuam firmitatern -cunu wnfenfu iffius Domini Andreas Epifcofi. Euftttm. efi rhvc� �biqve\h»b. ipfo� Mon�Be* rio Sanfli �ndreae in pre.fentMi Ferri Archiffesb. &�sjfjtM berti'Archi di aconi , Fahlfi.aDiac. .& Vicedom. Maypert� Tresbytero , Salomone Diac. Primicerio y Manno Diacono % M'iffi eidem Pontifici , Petrus Preibyter , Agirandus Brc- tbyter Aproaldo Presbyter Regibaldo Diaconut ^Utepba- ttltS Notartus &C, : , ■ >■■.'* S :;;�;■ ��■■ -h IV. Ma quando quefte Monache abbandonato il
Convento dr-Fnenae li irasferitfero a San Martino �U �Menfo�a appi� de* Monti di Fiefole , finora non mi fo- to .avvenuto a trovarlo; conv�en pei� due t che un» &i� tal -
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tal paf�aggio /addivenire primi del 977. perch� nel
Bu�letton� leggefi i^Huliter Imp. Otto dona'v�t Efifroy' Eloren�nq Monaflerium $j Andre e de FJ�r. �um omnibut �sonis fu�s anno 977. e nel ggo. tra i 1 Beni Capitolari; fu confermata dal Santo Vefcovo Poggio , il quale nel fuo Diploma riferito dal Cerracchini , diteci aver- la? ricevuta in dono dal Marchefe Ugo figlio di Uberto Marchefe di Tofeana * N� fi confonda il Leggitore irt** contjandofi in tante varie co,nrei�oni di quelra Chiefi fatte ora da i Principi , ed ora dai Vefcovi, non efleni; dotpef vero dire norlro piccolo vantaggio , il ravvi fa». re dalle fopraddette Scritture V antichit� della prefente Chtefa . Cos� facile ci foiTe lo (chiarire un altro dub* bio/fopra Una nuova appellazione della medefima ,v che kggefi nelle Scritture dal tnilk inpoi,cio� : Cotnohium S* Andreti� fujitum inxCi>v�t�itGlsl&r* prcj>e Forum Dotti* ifjfcfci ;Ms frofciArfum, Sulla? quai notizia Leopoldo del "Migliore ai; e, 502. dubita aliai, che, la Badiola di S» Andrea , dopo la vicenda di Congregazione �i te- nere Fanciulle ,-e di Mona.fte.10 di Sacre Vergini, folle ajttesj Convento di vReliglofi} ed il /Migliore fi pr�* lefta effer mo$b a dubitarne dalla propriet� della pa- rola Cdcnobium , che prell'o i Latini .antichi � intefa per un Convento di Religiofi . ,; = n , ■■■%-V �', Iti. E feguitando il racconto delle vicende cui ef-
pofto fu s� antico Tempio > dopo il mille troveremo, parecchi altri Diplomile rnafTimamente del Vefcovo Fio-* remino Ildebrando , che molto portato a favor di San, Miniato al Monte j dove riedific� la Chiefa in forma di magnifica Bafilica > ponendovi per ufiziarla i Monaci Ciuniaccnfi , e loro don� la Badia di S. Andrea per carta del ^024. rogata da Alberto Giudice 9 e Notaio ; e bench�/ il fuo fuccelTbre Lamberto confermato averle tutte Je donazioni fatte a S. Miniato da Ildebrando > la Chiefa peri� noftra nel 1025. don� con tutti i fuoi ferii a Pietro Primicerio, Sichelmo , ed altri ,� il cori* fratto di tale conceffione eiTendo de 'verbo ad nterbum meli* Ughelii , ci contcnteremp, di qui darne il funto; /, L�*** |
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Zmhertits� Spifc. Fior, conce di t Tetro' frim��emoFj Ani
drtae �\ 4$f Sichelmo Citrico , F�troy Gherardo ,� & Aldo* hrAndino FF. Alberghile Etrclefiam, �f Oratorium S* An\ dreae Jttam in avvitate Fior, prop� Arcum una cum offtr\ t� ? Mortuario > & Coente ter io , �f cum Caf� , & terra gnte ipfam habitationis d. Tetri Frimicerii �?C� pr� an* nua penj�cne in Feflo S> Andrene denariorum 24. urgente tradendorum Monafterio 8. Miniatisi ad auod ditta EccU� fia S- Andreae pertinebat , & cum onere retinendi in dt� tta Ecclejta S. Andreas tres Sacerdoter cum Mijf�s &c* an.-ioi^.if.Non.Aug. Ind. 8. Ego Fiorenti us Mot, JWiptor posi tradita compievi , cum confenfu Leonis Ab- bati* S. Miniatis . E cos� la Chiefa ritornata a i Prc«J ti in numero di tre Sacerdoti in que* tempi affai con- fiderabile , io ni' induco facilmente a credere, che efla da quefto tempo principiaffe a chiamarli Collegiata , ti-' tolo, che per qualche fecolo feguit� a godere S. Andrea r avente Priore , e Canonici , come appare da' feguentt Contratti efiftenti nel Capitolo Fiorentino, che in tante, mutazioni di Padroni non mai rinunzi� alle fue anti-; ehifT�me ragioni. Nel 1244. abbiamo adunque , che Dt Fropoj�tus Fior, pr� Capitalo confirmat eleBionem fabiani de Presk Maffeo Canonico $. Andre ae in Priorem eiuf$em\ Etc�, /almo tamen iure Capi tu li in ere&ione D. Priorit� rog. Uguccius Alberti Iud. & Not. e nel 1264. viene al- tra conferma di Priore cos� : 1264. Prepojttus , efr C*- Konici Fior, confirmant eleBionem fd&�m de Domino^ Boa 2atto* in Friorem Ecclefi�ieS'. Andr�ne , >■& powupt' in pof� feffionem einfdem Ecclejia� . Ego Petrus Ghefiardus Benci" de Cerreto Maggio rog. da i quali documenti fi vede t che i Parrocchiani erano padroni di prefentar� il Prio- re , ed il Capitolo di approvarlo , e facilmente emen- do inforte tra* Popolani j e Canonici delle difficolti*}* $l quefte pone fine il Vefcovo Andrea «de' Mozzi col de* creto qui appreflb: viqi.Dominus Epifcopus Andreas FlotS tenunciat Capitulo^ eial donat Ecciefiam S. Andrce, �* ius confirmandi Friorem eiufdem Ecclefie■ . Ego Io banner *lim Perfetti de Fodiobonzi Index ' & Not» regali : e> nel
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«el rriedeiTm� iniio il dett� Vefcovo , cerne leggeri net
B�llctrone : Epifcofut Plorentinut Andreas dimij�t con* frwationtm Ecclej�c $. Andree Capi tu lo , refermata fihi tura Pojuli ) wj�tat�one , & correzione Priorit di�le^ EccUJte . Oggi per� quefto Popolo non vi ha pi� vo- ce» depcndendo anche la elezione? dal Capitolo Fioren- tino , in cui vegliano le ragioni del Padronato t con- fermate da Eugenio IV. nell'anno 1435. con fua Bol- la � E* bens� vero, che per concelfione del detto Pon- tefice tre anni innanzi fu meffa in Commenda in fa- vore del Vefcovo di Sidonia per fegno di una ftraor- dinar�a benemerenza contratta dal Prelato col Pontefi- ce, ritornata poi al Capitolo per 1' accennata Bolla , che fi conferva predo i Canonici al numero delle loro Cartapecore 102. Ma,quando io qui mi credeva di aver terminato il ragionamento riguardante i varj ragguar- devoli Padroni di S.; Andrea , a quelli aggiungere mi occorre , una Famiglia illuftre Fiorentina de'ta de- gli Elifei per una Cartapecora in Sanra Maria Nuova, �ri cui f�t legige , che del ; 1371. Leonardus olim �). Ba* ti�ccnrjt dt tifais Pop. S. Marie N^potecofe de Arcu Pi etati * fecitteflawentum �rWove vuole , che deferatttr Corpus fuum per homines 5 & Ter fona* de Domo de Adi* m&ihts ed fepeliendum in Ecclejta S* Andree Calli fr^a* U , ufi PatronuS) eiufdem in Semuler� fendo in dici tu Ecclejta . E di quello Padronato notar mi giova , ch«i^ fi f. a e qui Ila fife dagli Elifei per il folito favore del Po- polo r e perch�; fi chiamaflero effi de Arcu , o de Ar* tora� avverte opportunamente il Signor Manni nel lo- <Jai0 libro; delle Terme , che vicino alla lor Cafa era- ini uno de' molti archi dei condotto dell' acqua , che^. andava alle Terme , e non avendo alcuno Scrittore pre- fpi il penfierq di fpiegare il fumo» o la ragione dell* voce aggiuntavi de Arcu Fittati* , u� pure noi perde- remo il teropo^in fare l'indovino .- :, *,,' VI. Ne efiTebdo difeonvenieme il dare qui una fe- rie de 3 Priori r che governarono quella Chitfa , mi fa- r� d&l pi� antico » che trovili , ed � un certo Prete Bo.
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Boniz�oV o Boriici nel \i6%� che vende uri pezzo dv
terra a Metter Ugo Rettore dell'antica Chiefa di San- ta Maria Novella, al qual contratto d� il fuo confen- fo Giulio Vefcovo Fiorentino , ed il Priore fi fbttofcri- vc : Ego Bomcus Ecclefie&. Andree J�te Fior. Dei Gra- f�a KeBor ; e rogarono C�prianus, & Gal�tius Imperiateti ludices ; e lotto il medefimo titolo abbiamo veduto di fopra un Prete Maffeo , ficcome nel 1264. un Prete.* Bonatto , e nella convocazione del Clero Fiorentino,! fatta in Sede vacante nel 1286. leggef� tra i fottoferntiy Simeon Dei Grati a Re&or Ecclejte $\ Andree yrojte Arcum^ il qual Simone nel 1.291. con altri Rettori fi fottoferiiTe' alla Sentenza data dal Vefcovo Francefco contra a chif avefiTe portato indebitamente l'abito de* Frati Minori , e Umilmente nel 96. colta , che lo ftefiTo Rettore pre- fcrive la Regola , e d� V abito alle prime Monache^* di Santa Maria fui Prato per commifl�one del fuo Ve* feovo , e quello Simone era de'Miglibrelli chiamato da- Ser Filippo Duranti , che rog� il Teftamento di lui ,t V'�n. Sacerdor , & ReBor S. Andree de Foro weteri , e_» nel mezzo della Chiefa vedefi la fua effigie fcolpita di rilievo fu d* un laftrone di Macigno, vefiito degli abiti! Clericali . «. v VII. E poich� fiamo in Chiefa, confiderar mi piacet
r ultima reltaufazione, che f� ne fece dal Capitolo Fio- rentino a fue fpefe, avendovi rinnovata la facciata, et» fcala di pietra , che mette in Chiefa , dove fono tre A4** tari : a manritta viene una Piet� in tela dipinta moderna* mente ; l'Aitar maggiore � ifolato con alla parete del-' la tettata una tavola del Grillandaio , il quale vi effi- gi� Maria col Bambino volto a Santa Reparata genuf Ilefla 3 tenente in mano-la. bandiera del'Popolo Fioren^ tino , ed a* lati i Santi Gio: BatifU , Andrea , e_, Zanobi , e nella fella del Santo Apoltolo vedefi fopra quello Altare efpofto un Oilo del Santo cfiiufo in una guglia �i ottone di lavoro antico . Segue per ultimo la terza Cappella a mano manca , avente un quadro full* alfe rapprefentante i DifcepoH di Imaus a menfa co& ^*lom. VIL� T t Cri- |
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Crifto , e fi cr�de opera di Giorgio Va fan . Ne omeN
ter io debbo tre cofe a(Tai notevoli feopertefi nel ri- facimento della Chiefa , o fivvero nello fcavo fatto : e primieramente fi trov� il corpo del Canonico Fioren- tino Niccol� Strozzi confervatofi incorrotto gi� da un fecolo ) effendo egli morto nel 1554. come appare da moderna lapida affilia alla parete ,� in fecondo luogo fi feoperfero le mura antiche della Chjefa con queila bella particolarit�) che fi videro le Croci dipintevi in occasio- ne della Sacra ; e per fine fi otTerv� quanto ref�i fotto terra il Campanile , mentrech� vedefi un ordine di fi- neftre , e �i colonne del medefimo } efler rimafe fepol- to fotto il terreno . Vili. Sulla Piazza della Chiefa , che viene verfo
mezzod� , rifed� una volta la Univerfit� de' Linaiuoli in un Palazzo antico, veggendovifi anche inoggi fulla Por- ta fieli* Architrave le Armi de' Duchi d* Angi� Protet- tori del Popolo Fiorentino ; fimilmente V Arme della- Chiefa con le Chiavi , e quelle della Repubblica , e_» della Univerfit� » che ha per divifa un S. Marco corL, Leone alato , e libro aperto.; di prefente in quella Ca- fa fi raduna la Congregazione de'Poveri di ' S. Gio: Ba- tifta . E finalmente noteremo il danno venuto alla Chie- fa dal fuoco per due incendj orribili } il primo del 1304. per opera di Neri degli Abati , e 1* altro nel 1,601. che principiato in Mercato Vecchio , e fpinto dal vento gi� per Calimala } feorfe fino al fecondo canto di quella ricca itrada , e l� fi arreft� per grazia di una-. Immagine di Maria fui detto Canto dipinta , fotto il cui Tabernacolo furono meffi a caratteri d'oro � fe- guenti Verfi , comporti da Gio: Badila Strozzi faraef© Poeta de' fuoi tempi , e dicono : �VLSM , RVPPE , SPEZZ� L* ORRIBIt FVOCO
FIN QV� VOLANDO , MA L* 1MMAGIN PIA OGNI POTER TRONCOLLI IN QVESTO X.OCO. Fine del Tomo VII,
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APPENDICE.;
Er fupplire ali* omiffiont di alcune Appenditi
da me intralafciate■', a cagione de i Tomi di* venuti affai collimino fi dalla copia delle no- tizie riguardanti la Storia delle Chic f� Fio» rentine , viene qui un' appendice ,_ che ahm traccia le correzioni non di uno , ma d� pi� libri , che ejfendo fiati letti con occhio al /olito corte f� , e diligen- te da i miei Cenfori : qui riferir� le critiche loro riflefm (toni . E Per� dando il primo luogo alle annotazioni fen�m tremai erudite del Sig. Abate Giovanni Lami Teologi Cefareo , re&ituifco alla Ghie fa di S. Lucia fui frati al Tomo ir. il titolo pregevole di Parr�cchia j del the il d/ditai <> che a detta Chiefa ne IT antico nm conveniff� > per» che ch�amafi nel Diploma del Vefcovo Fiorentino Gio: Man» giadori Cappellai S. Luciae , e dall' Abate Ughelli , Sactllum S. Ludae , vocaboli da me firettamente tntem fi'■',' ma dal predetto Sig. Lami , colla folita fua eru- dizione illuBrati » affembrato egli adendo efempj , che* dimoflrano un tal nome convenire pure a Chiefa Parroc- chiale . Nella fieffa lezione di S. Lucia anche io por- tato dall' opinione comune degli Scrittori Fiorentini in altro sbaglio fono caduto > cio� fegnando l' ep�ca della.* venuta de' Frati Umiliati all' anno jzo�. quando il me- defimo Stg. Lami eruditamente ne dimoffra V errore col mede fimo diploma del Vefcovo Giovanni , nel quale chiaro appare' il principio di detti Frati mejfi per il Vefcovo Ar- dingo in S. Donato a Torri di Firenze } cjfere inveri T anno 1230. e fu queflo propofito legganfi le Novelle^ Letterarie del 1756. num. 20. e \\. Debbo pure alle det- te Novelle una nuova [coperta dello Spedale de lebbrofi fui Prato , che non altrimenti deve chiamarfi di S. Eu- febio , ma di S. Iacopo a S. Eufebio , e piacenti fu que- flo frepofito di arrogere alle belliffime ragioni del Cen- fori una notizia y che io mi fono avvenuto a trovare ne i T t a hbri
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libri dell* Archivio dell' Arte de* Mercatanti , ne' quali
qualche volta chi fcrijfe , farti dall' ordinario errore , o not� come fegue ,, i%36. iy. Settembre fi alloggia nelle jj ftf/Jr <&//o Spedale a S. Eufebio il Vefco<vo di Mileto n Ambafdatore del Re Roberto': 1400, fi fa il nuovo Ga<- i9,,marl�ngo dello Spedale de' Lebbrofi a S. Eufebio \ /430. »* fi affittano le Cafe dello Spedale a S. Eufebio . � II. Nello fteffo Tomo w. fono ancora feorfi altri er-
r�ri di fiampa , e perorai la Ghieja fi'Ogni fanti fi cor- regia/-° � Jeguenth.'� iflUe pagine 266, di Ungheria ,, deve dire, di' Portogallo , z�$. S., Elifabctta ., vi fi aggiunga di Ungheria . 271. .Sepulcrum ..... Dini yhggafi Sepul- crum Gucci Dini ,286. B. Alberto , deve dire B. An- giolo .. � x:i y t v, , , ^yi r ,. ,, y f e,.-..' III. \Sopra il .Tomo v\ riporter�, quello \ che not� il chjarijfimo G� fui t a Padre' Girolamo. Lag orna rfini co» fua.^ lettera^ feri tt ami nel 1757. ad� i.:di Marzo , defraudan- do egli cos� il ■ tempo alle fu e letterarie imprefe quanto prepiofeji altrettanto fati co f� , e la Jet ter a � V' apprejfo ,, ,5 Ver minorarvi la fatica di raccorre gli errori di' fiam- yi pa �> occorfi in quefi� tomo , ve ne fegner� alcuni > che j, infin 'ora ho, offervati : pag. xxrx. ne IT ultimo, verfo >v dell* �ferizione di Cofimo 111, fi legge MDLXXXVin. o 5, va MD(ZLXXxyiu. pag. 63. il Redi autore del Bacco m in. Tpfcana fi^dice Tommafo , e va detto Francefeo ; l� pag. !75" nsll* iffrizione } che, vi fi riferifee , fi ItggC^ », adveriari per adleryari , e promittfntibus per prqmic- ^ ^ten^ilpus ._ Per difcpoj qualche altra cafa \ e acci� che yj Vediate ,eh*fio 'h^,2f^A^:cfij^'^i^^^-\^^. (he hp, let- ■ty\tQ%}.mi; avanzo a dire , che tutte, quelle iniziali pofie p*-?iell' ifcrmione- dell' .Elettrice Palatina a pag. 69, ja- irr ebbe fiato bene , che foffero fiate per voi feifrate , fic- jj come avete praticate in altra iferizione meno difficile *) a pag- 89. ( la maggior parte, fono lettere iniziali ,,j-rde fi, molti titoli', che V Elettrice avewa �> come moglie j>}sfi,at.ti fieli[J2lettor Palatino ■>-altri poi come Granprin* ^cipeffa di Tofcana ) Mi, fono maravigliato , che ali*-* hk\$4gi\&>$fli» h^*-jf/t�P: cof� prc&o sbrigato- dati* affunto di |
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}, nominare i Servi di Dio nfciti da S. Giovannino 5 te-
,j nendo io per fermo, che i Padri Sottomaior , Patrim )>■ gnani , Capece , Balefirieri , ed altri fiano flati quan- }, to molti di altre Religioni } che fi chiamano ne II3 O- }> pera Venerabili , Beati, e Santi . Fo* *//7if, che non ne }) volete parlare 5 perch� la loro memoria � recente . Que* j> fio farebbe forf� baftante motivo per uno , che parie j, dal pulpito , ma. non per uno , che feri ve alla pofleri- )} t� , e a i lontani , i quali di loro non ne fanno , n� >1 fapranno nulla ( D<?/ Padre Sottomaior a lungo fi � ,, favellata al Tomo i. nella Lezione della Chiefa di S, j) Salvatore a Pinti 5 degli altri nel decorfo della Sta- ti ria vi. far� occafione di rammentargli ).. IS Ifcrizione di j, Niccol� Stenone , che avete dijfeppellita da* fotterranei j; di S> Lorenzo , e ci recate alla pag. 8 3. nsn vi fa- �} prei efprimere , quanto mi fia ri ti fcita gradita j e dir� 5) ancora opportuna . Di tal foggetto io ho apprejfo di jj me un volume di lettere originali 5 fcr�tte per la mag- 5, gier parte al Grun Duca Cofimo in. dalla Saffonia » 3) �ve era egli Vicario Aposlolico , dalle quali ben fi com- jj prende , che nelV elogio Sepolcrale meritamente egli � ,j chiamato Deo plenus . ,, Sin qui la lettera del fopral- lodato P. Lagomarfini ; altri sbagli per� debbo notare ac- caduti nel predetto Tomo v. e maffimamente alla Chiefa di 5*. Giovannino 3 dove � fiata lafciata la tavola dell* Aitar maggiore } ove da Cecchino Sdiviati � slato di- pinto Crifio in Croce , con appi� la Madonna , la Mad- dalena j e S. Gio: Evangeli fi a titolare della Chiefa ; e le due grandi tavole del Refettorio non fono di Fabbri^ zio , n� di Francefco Bofchi , ma di Arfenio Mafcagnf fatte nel i�oi. Inoltre avvertir� il Leggitore come or- mai, � terminata la innovazione della juddetta Chiefa > ornata tutta la volta di fiacchi indorati fatti dal Sig* Bartolommeo Portogalli , indorate pure le cornici , o le nicchie delle Statue lungoK la H-vata-, e fta per finirfi lo sfondo nella fi effa volta 5 grande braccia quadre 464. rapprefentante la vifione di S. Gio: nelV Apocaliffe al capi* iv» la dipintura fiud�atiffima � del Sig* Ago fimo Ve* ra-
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racm . Sopra ti rx. Tomo ho pure ricette une lettera
iall erudito Autore dell' [fiori* letteraria d' Ittita F trance co Antonio Zaccaria, U anale [coprendo alcuni miti sbagli , qui riporto per una'opportuna correzione , e dice come figa, � Lafdate, che di alcune picciole cofe , eh* », nello (correre il Tomo ci ho offerito , vi prefinti una � noterella : alla pag. 79. dove> parlate de i mamufiritti � dell Opera dt S. Maria del Fiore, era forf� luogo di v citare ti rato primo tomo degli Exturfus luteraiif per * tir t'&l8l' e fa' do� *� furio a Ungo di Le' � MJJ. e ne do un picctol Catalogo . Alla pag. ili t � altrove chiamate ti Concilio Fiorentino farro Vittori � //. generale , il che non � vero , n� fin ora in al- � a ama, che de' Concilj generali abbia dato notizia , $ � trover� tal Concilio ( del mio � ancor pi� prave l er- rore di Leopoldo del Migliore > che nella fin Firenze lllufirata alla pag. 45. firive � Ma perch� Hon � for- " K % M°*d* > chff fi *a "»'*« ■ ' comf�rWttL.
� W/r cofiituMm generali , � */ ^ Apofioiico Dffm
� areto , f**«,# f�,//* tf ^y,^, . ^ ,�' -
� degna , j «yfr. �W�,, dell'onore di tre Sommi fin.
� **/fr, , tn celebrarvi tre Concilj generali Ecumenici ) �■ a pagina 215. voi mettete neW anno 1104. il lm � Concilio Fiorentino , che altri pongono Vanno figuen- � te , farebbe flato bene, che ne avefte data ragione, ef- � fendavi contrarj il Lalb� , /' Arduino , ^ */*�' /«� � w* #*«,«, (io tntralafciato di addurre ragioni, men- treche ronfio la tfirixhnt nella facciata della Catte, itale ; e la fiorta di Scipione Ammirato , che �ffegnano l anno , ,-o4. ) � ,//* pag. 26H. figuite il Ciacconio , � che nel 6-j�. mette un Concilio Romano fitto Aeato- �> ne ; I «r^/^ri per� Critici fanno falire fui trono fon. � tificele Agatone nel 6-j8. nel aual anno fi fono auel u Concilio Romano . (All'opinione del bravo mio Ce*, foro mi fittofinvo , e tditta pi� , perch� l anno 67«. tra il primo di Pupa Donno , the regn� anni due ) al leu » m: J07. /*/, ,,/,,, A/ F^W, *,>*/**� , W,?//� » Mapollaao , ,//« ,$^ Sitttn�na Angiolo degli Accia- |
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j,, inoli nel 1384. il MazttucheIli mette quefio fajfaggio
{&nel 1383. Circa la morte del Cardinale 5 vedrete nel- j) la Storia letteraria d'Italia tom. 8. pag. 211. citato t) un Mff. della Strozziana di Firenze , contenente una.* 1, Storia di Tifa Jino al 1422. nella quale Storia cbia* � ramente fi mette la morte di quel Cardinale a* 3 r. di )) Maggio del 1401. ed a quejla come fcritta in Pi fa » >) dove mor� , * da Autor coetaneo j e che ne deferire s> /'/ funerale , crederei dover fi preflar maggior fede . ^?/- )j la Sepolcrale ifcrizione del me defimo Cardinale nella j) Certofa di Firenze , credo , <r/>? manchi una lettera al- ti la parola libi s cio� una q. fibique ; alla pag. $i�. voi ,j mettete V affunzdone al Cardinalato dello Scarampi nel li 1440. * avete ragione , #2# far� errar di ftampa dovi >j ///>ff del medejimo a carte 359. Cardinale 1441. ficco- 5) #?* � altro errore a carte 316. Marrane per Marlene � j) Non fu poi perch� non abbiate almeno accennato dello » Scarampi il paffaggio alla Chiefa Aqutleiefe t che fe- ti gut adi 18. Dicembre 1439. » IV. Sin qui il commendatiffimo Scrittore della Sto»
ria Letteraria d Italia . Un altro poi errore mi convie- ne per ora accennare da emendarfi nello flejfo tomo } ed � alla lapida modernamente collocata al Vilaflrone finifiro iella Cupola con Iscrizione compofla dal P* Lionardo Xi* menes Gefuita �> e Geografo Imperiale , in occafione 5 che per ordine del medefimo Imperatore egli riform� ivi la me- ridiana nella Tribuna della Croce. Or ficcome in tal for- te d' Ifcrixioni AJlronomiche fono fignificat'ive le virgo- le ) e per� da non poterfi n� omettere j n� fupplire co' punti j per emendare lo sbaglio riporteremo intera � O riformata la detta ifcrizione in altra Appendice , che daremo del ru tomo altrove � |
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