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NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divìfe ne* fuoi Quartieri
o t e f. a
DI GIUSEPPE RIC HA
DELLA COMPAGNIA DI GESÙ
TOMO OTTAVO
DEL QUARTIERE D-1 S. GlOVAKKl
Parte Quarta.
IN FIRENZE MDCCLIX.
Kdla Stamperìa di Pietro Gaetano ViviàNX
in Via de*Servi, all'infegna ài Giano.
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€QH IIC&HZJ ££* SVtZRÌQRl,
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PREFAZIONE
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]Ene, e giuftamente potrefte do-
lervi ;, o Lettore, che avendo
io data intenzione di .ultima*,
re la mia Iftoria ideile; Chiefc
Fiorentine in otto Tomi ,: a
me poi fia venuto fatto di
non poter comprenderla ?|in
.
         meno di dieci . Ma fti vi faft
rete feria men té *a confiderà re , che il tibia fevelltó
xe jo della Chieia Metropolitana 3 lia portato un
Tomo intero di XXX- Lezioni, in cui nulla di
fuperrluicà / al parer .di ognuno^osn # incontra,, e
io confido, che^(anelerete ben perlaio, come, nelle
materie iftorich*, col mettere le ;,mani in parW
le mifure ftàbilite non tornan mai, e che adagio-
ne dille il Poeta Orazio , che in alcuni componi,
.menti (O; ornmi:-
             U <*T: -.,,A-;/ j„ r~ \1
Amphora coeph inftttm 3
Qurrente rota uYceus exit,
ma;
£
U) pe>'Jtrt,m
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E quefto appunto è a me accaduto, cflfendó
di ciò fiata la cagione primieramente il comune
defìderio degli Studiofi d' Iftorià -, i quali amereb-
bero Tempre , che ip portaffr qui più documenti ,
che foffe podi bile , de' quali molti ho fiudiato di
rifparmiare a titolo fola della brevità- 5 in fionda
luogo mV ha fatto allungare anche di più una cer-
ta conneffione di notizie già, date , che ncceflaria-
mente richieggono altre da aggiugnerfi nel ragio-
namento . Inoltre mi hanno obbligato ad efìende-
re più in lungo i confini prefiffi dapprima , le dili-
genti oflervazioni da alquanti eruditi miei Amici
opportunamente comunicatemi , ed il pregevole
giudizio del Chiarimmo Signor Dottore Abate
Giovanni Lami Teòlogo Imperiale, il quale in que-
fta mia Opera Tomo per Tomo mi ha fuggerito
nelle fue Novelle Letterarie tali lumi , che le no-..
ftre Ghiefe illuftrando, non ho potuto a meno
di non farne ufo in altrettante Appendici ,
m E quello è quanto,o Leggitore mi conviene
notare, in difeolpa del riufcirT Opera mia volu-
minofa. Onde non prima , che nel nono, enei
decima Tomo*, avrete il compimento delle Chiefe
di tutti i Quartieri in Firenze 3 oltre dei quali iti
altro "forno potrete fpaziare con la lettura delle Ba-
die , de' Monafteri, e delle Pièvi più ragguarde-
voli , che abbia il Territorio Fiorentino.. ( m:
M °m
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NOTA DELLE <3HIESE
DESCRITTE IN QIJESTO OTTANO TOMO J
Della Chiefa delta SS* Annun-
ziate.
                                     Pa£
Della medefima.
Della medefirn a
Della medefima»
Della medefima. „
Della medefima *
Dello Siedale detto degV In*
, no centi .
Dff / me de fimo . , ■* «5
Della Congrega de* freti della
SS* Concezione in Via de*.
Servi
D*/ Monaflero de* Monaci degli
Angioli
Ezione i:
Lezione ir.
Lezione hi.
Lezione iv<
Lezione v.
Lezione vi.
Lezione vii.
Lezione vi ir.
Lezione ix.
Lezione x.
Lezione xir
Lezione xit.
Lezione jkiii.
Lezione xiv.
Lezione xv.
Lezione xvi.
Lezione xvii.
ii[
61";
114.
\ ? '•' i .:'
125/
ni*
143*
154*
DU medefima .
Del me de fimo ,
Dello Siedale
Huorva
.
Del medefimoK
Del me de fimo *
Del medefimo *
Del medefimo *
di S. Mariiu
175*
190.
2© 7*
21 "lì
Le-
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Lezione xvm*. petìa ChJeJÌ M. Maria Jé*     % ?
gli Alherighi                        Pag. 214*
Lezione xix# PeIla Qhiefit della ■■ Madonna* ;
de* Ricci .                                     249.
Lezione xx, pella Congrega de'Preti della
Carità detta della Vi frazione          16 £k
LfZiQNE ;XXT. Della Chiefa di S, Benedetto .          27:.
Lezione xxn. Della Gbiefa if e.M^naBero di
S. Caterina da Siena,                 278.
S V & 1 ^ ;1 "'■■■" ■                          «'■'.- .■'"''"
Lezione xxiii. Della Chiefa di S. BajTlip.              285.
Lezione xxiv, pella mede finta*                               291.
ij
.Lezione xxv. Della Chiefa V e }&onafiero di
S, A^pllonia y \                   2^7.
Lezione xxvr. Della me de firn a ?                               309,
Lezione xxvii. Dell' Arci/pedale della SS* Tri*
vita degl* Incurabili•; ,             gì7,
Lezione xxvin. Della Chiefa y/ Mònafiero di
$% Giovannino in Via di S»
Gallo* . '                              $i$t
JUzione xxix. Della medefima••■                             $$6.
JUZIONE XXX. Della Chiefa', V fionaftero di
1 •:••"• . S. Lucia w Via di S> Gallo,      ; 547.
«> « Ti *'« .
... >. .• ' ■                        « . » . i A.               ~ ■'
NO*
1                                                                                                                                                                                                                                                                 
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NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
TOM O OTTAVO,
^
LEZIONE PRIMA.
DELLA CHIESA
DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA
Enchè della mira colo fa Annun-
mi z
ciata di Firenze fi fieno fatte
con licenza de' Granduchi al-
quante, copie , colorite da* più
eccellenti Pittori, come da Gior-
gio Vafari, da AlefTandro Allori,
e da Iacopo Ligozzi , io feor-
go beniflìmo , che non andrei
efente da grave taccia , fé pri-
rrtt , r , ------- ftia d'inoltrarmi, cella Storia *
non defcriveffi le figure , che in eiTa fi rappresa',
\fft C°me potrò io non arr°ffirmi, tentando di
r irri! aUefochè la virtù di penna umana non
JOM, Vili,                         A                                      fi
qui
ilo
ciò
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.=v..~              Veduta, della Chiesa detta. SS Atmunziala^                       ,,,.,£.,.
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fi alzò giammai ad efprimcre quel Divino Sembiante,
che fecondo la pia tradizione , oltre ogni arte umana è
foprano, E però a confortare la mia debolezza in tale
impegno , un Angiolo vi vorrebbe, e quel deiTo, il qua-
le fatto Paraninfo del Divin Padre fcefe dal Cielo ad
annunziare a Maria il miftero della Incarnazione, che ap-
punto rapprefentafi in quefta ammirabile Tavola. A quefto
adunque fovrano Spirito 5 raccomandando io il mio ragio-
nare , mi farò dalla pregiauflìma dipintura > la quale finge
una Stanza colorita a frefeo fui muro delia vecchia Chic*
fa,veggendovifi tra poveri, ed umili arredi una caiTa con
un libro aperto fopra d'un guancialetto, ed una tenda
raccomandata a piccole campanelle , che cuopre il let-
ticciuolo . L' attitudine della gran Vergine è di feden-
te con maeftà in una Sedia fatta a guifa di Cattedra ,
tiene le mani fatto del petto unite , e nel Volto efta-
tico dimoftra al vivo il concetto fuo umile di Ancilla
del Signore , che tale fi protetta e nell' aria , e nelle
parole , che dalle fue purtffime labbra efeono , in vece
de* raggi, che manda dall'alto il Divino Spirito figu-
rato in una bianchiflìma Colomba, e le parole di Maria
qui feritte fono :
- *                          'ECCE ANCILLA DOMINI .
Vefte ella una tonaca rofia con manto di colore
turchino cadente dalle fpalle , e graziofamente raccol-
to fulle' ginocchia . A mano manca vedefi l'Arcangelo
figurato inginocchioni con abito bianco , e fopravve-
ika legata fotto la gola , e nelle eftremuà fvolazzante ;
dietro al Celeite Paraninfo viene la Porta , fopra la_,
quale in una fineftrella tonda evvi 1" effigie del Padte_*
Bterno9 ed il pavimento di sì beata Cella è coperto di
uno itrato di varj colori, come fono i Tappeti di Le-
vante , e da baffo leggonfi in carattere Gotico le fe^-
guenti lettere ;
MADONNA SANTA MARIA MADRE DI GRAZIE.
c tutta
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I
e tutta la tavola è di larghezza braccia 5. e ,d* altezza
4. e mezzo.
                                                              >
li. E così debolmente dichiaratali da noi F ammi-
rabile dipintura della Nunziata , parleremo a confio'era-
re gl'immediati preziofi ornamenti, che la coprono. E
primieramente fi ofTervi la Corona fui capo di Maria,
tutta rubini , e gemme afcendeJite al valore di 60. mila
feudi , donata da Caterina de* Medici Regina di Fran-
cia ; un criftallo alto quanto è la figura , rinnovato
da Cofimo III. nel 16S7. difende l'adorabile Immagine,
fulla quale viene di ugual grandezza una cuftodifL*
di argento mafficcio dorata , avente nel mezzo dì ri*
lievo il Giglio di Firenze d' oro intarfiato , e contor-
nato di grolle gioie con le (si palle de' Medici dì fmal-
to , che circondano il detto giglio ; e parimente tem-
perata dì diamanti è tutta la cornice intorno intorno a
detta cuftodia, fopra la quale inabilmente fiiTo vedefi pur
d'argento un Mantelline dì fino lavoro, potendofi con
verità dire, che quanto può l'occhio attento ricerca,
re , che adorna la Tavola , nulla ravviferà , che pre-
giatiilìmo non fia per V oro , per V argento , per le_,
gioie , per le pietre dure , e per la grazia del difegno,
ed il fuddetto Mantellino fu fatto pur ribrunire da Co-
fimo III. in detto anno ; e di drappo preziofo è il
terzo Mantellino, che ogni dì variali, conforme alla
Rubrica della Chiefa , né minori da i fopra deferirti
fono per la ricchezza gli ornamenti dell' Altare > che-*
pofa fopra una fcalinata di granito d' Egitto commelfa
con altre pietre dure. Il DolTale colle (uè fiancate è
altresì d'argento collocatovi da Ferdinando I. la cui
effigie dJ incero rilievo in atto di orare avanti alla,.
Nunziata vedefi ivi efprefla con lettere nel fregio, che
dicono :
                               e
VIRGINI DEIPARAE DICAVIT FERD. MAG. DVX ETRVRIAE
III. M. DC.
•■"' : 'I :".'*" \ti .... ' .'•? 'J ■ Ulì. 'ui ■■*''.!? :■'•'.. C Hi ?4.D ■ -Sì "
che veramente fu un bel dono ,- oltre a' due^ grandi
Candellierì dalle bande di valuta 34)6. feudi , fa.
A 2                                 cendo
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cendo quelli fra le tante gioie una vifta maravigliofa ,
con grande induftria fono divifati nel fufo , e nella bafe
loro d* ecceffiva bellezza è 1* Arme de' Medici col Cap-
pello Cardinalizio , per eiTere {iati fatti per ordine di
Ferdinando nel 1589. quando era ancor Cardinale , li
Principe Don Lorenzo fuo figliuolo mife fulF Altare il
grado d' argento , nel mezzo al quale pofa un ricco
Tabernacolo col Volto del Salvatore dipinto da Andrea
del Sarto ; leggendovi/i in fronte dell'adornamento: lav-
RENTIVS FERDIN. MAG. DVCIS ETR.FILIVS EX VOTO MDCXXII1I.
Sopra il detto gradino fono fei Candellieri con la Cro-
ce, tutti di criftallo ài Monte , legati in oro} dono della
GranducheiTa Maddalena d'Auftria; fonovi ancora hi
Vafi d'argento, due de'quali fono dorati, aventi al-
cuni gigli di rara vaghezza > e tra i detti Va/ì pofano
altrettanti Candellieri di fimil materia alti braccia 2. e
quattr' altri minori nel piano della Menfa ; da' lati
dell' Altare j due gran pilaftri d'argento in alto fi Sol-
levano ) fopra de' quali pofa vago architrave di un_,
braccio e mezzo di larghezza » e da ogni banda pende
una cortina aggruppata con bella grazia ; in mezzo a
querV architrave è fofpefa ricca cartella, ove fi vede un
vafo con giglio, fu del quale due Angioli di du^_.
braccia e mezzo l'uno reggono una corona di fi e Ile ?
ài bruttura per le attitudini commendariitìma .
III. Affiffi a quattro Colonne fopra quattro bau*
pur d'argento fonovi altri Angioli d'altezza d' uru
braccio, e mezzo 1' uno , che foiiengono un candelie-
re , e più alto nelle medefime fono quattro Angioiini
ignudi fedenti fopra guancialini, e ne* due piìaihi, che
l'arco reggono} veggonfì due Arpie con faci in mano
di notabile grandezza, le quali un lampadario, che_>
pofcia depriveremo , mettono in mezzo , e dalle fud-
dette colonne fpiccanfi due braccia , tenenti alcuni
ceri . Pendono poi dall' alto molti Voti d' argento ,
fra' quali Statue intere , e %ol Lampane, parimente co-
me le fopraccennate cofe, tutte di argento fatte d'arti-
fizio mirabile a fpefe del Granduca Cohmo I. e fotto altre
.; h                                   le-
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1
Mìci Lampane maggiori delle prime * che con nuovo ordì-
ne ricorrono intorno alla Cappella: Una ven'è nel mezzo
davanti alla Santa Immagine dorata di confiderabile
grandezza , ficcome tre altre maggiori dal cornicione
fofpefe , tra le quali evvi la dorata di pefo 70. libbre >
dono dell'Arciduchefla Maria Maddalena d'Auftria }
moglie del Granduca Cofimo II. Il Lampadario tutto
a rabefehi , e fogliami d'argento lavorato con molt'ar-
te , e diligenza , è di lunghezza braccia cinque 5 eu
braccia 2. e mezzo è di altezza. Intorno intorno alla
Cappella viene tra le Colonne un Balaustrato di mar-
mi tramezzato da una rete bronzo , e fu d' effo
fono collocati 14. Candelieri a pera per altrettanti Ce-
ri , tramezzati da 12. Vafi d'argento , con gigli pure
d'argento . Il piano del pavimento è pieno di porfi-
di , ferpemini , mifchi , e d' altre pietre rariffime con
bell'ordine compartite, e alzando gli bechi vedefi il Cielo
della Cappella dentro alle 4. colonne, che è tutto intaglia-
to di fmalti lavorati a fuoco , fatto con maravigliofa
bellezza . Viene poi i* Oratorio allato alla Cappella.,
ftefla terminato nel 1671. e vedefi di forma quadrata.,
con Volta tutta dorata ,• nella tettata è collocato il
Crocifiiib , che era fopra 1' Aitar maggiore , avanti
che vi fofie pollo il. Ciborio di argento; fotto al Cro-
cifiiib è pofto un vago fimulacro altresì di Gesù Bam-
bino così al naturale di marmo , che per dirlo vivo gli
manca folo la favella. Le pareti fono veli ite da terra fino
all'altezza di tre braccia d'Agate , Calcidonj Orientali *
Diafpri , ed altre pietre preziofe , con commeflure f
nelle quali alle molte virtù, e privilegi ài Maria riviene
ad alludere . Evvi un Sole di Calcedonio belliffimo con
una Stella , una Rofa , un Giglio , ed una Luna co*
loro motti facri efprimenti le glorie della Vergine. Fuo-
ri poi della Cappella fonovi lampane di notabile vaio-*
re » come quella del Cardinal Ghigi di libbre 26. di
argento, e due limili del Marchefe ColJoredo , ed in
tal guifa molte altre: e per fine nella Cadetta di ar-
gento affilia ai Cancelli per mettervi le limoline, vi è
1' arme
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p
l'arme de* Opporli con quelle lettere t capitano pieko
01 ALESSANDRO CAPPONI MDCXUIp *
f IV. B.dopo $1 grato racconto de* tefori della^
Nunziata) ragion vuole % che fi faccia qui menzione de»
gli Artefici , i quali ebbero parte a sì nobile edifizio ,
Tutta adunque la Cappella fu fatta alzare da Piero di
Cofimo Pater fatrìae nel 1448. col dilegno di Miche-
lozzo Michelozzi celebre Architetto de' Tuoi tempi, e
buon Servitore, ed amico della Famiglia de* Medici .
Il fuo concetto j conse appare , fu di formarvi un mae-
fiofo Padiglione v retto da 4. colonne Corintie alte brac-
cia 9. affinchè grande fotte la luce , che era necefla-
ria , perchè il divoto Popolo da ogni lato della gran
Ghicfa potette comodamente vagheggiare la Sacra Im-
magine . E quefro difegno , per ettere il Michelozzo
affai vecdhio , fu efeguito da Pagno di Lapo Partigia-
ni da Ficfole , di cui a quefto propofito feri ile il Va-
fari,, Come quello, che in poco fpazio volle molte co-
„ fé racchiudere , ebbe molte confiderazioni ,, e del-
lo fretto Pagno difegno , e fattura fono tutti i bron-
zi , cioè r ingraticolato deJ cordoni, che cinge la Cap-
pella , e ììmilmente 1' ufeio 3 che la chiude ; ed a que-
lli aggiunte egli un grandittìmo giglio di rame, che_>
ufeiva d* un vafo , il quale pofava in iulT angolo delia
cornice metta a oro in maniera, che tenerle le lampade ,
ma non le reggefle , ettendo troppo debole quetta cornice
fola a così gran pefo , imperciocché fece , che il tutto
folle foilenuto da due rami d* un giglio di ferro dipinto
a verde , la qua! opera , giuria il fuddetto Vafati , fu
fatta veramente con giudizio , ed invenzione , onde è
degna di ettere come bella , e capricciofa qui rammen-
tata , benché per la gran quantità degli algenti (la Ha-
ta levata via ; da Gto: Bologna fu difegnato il Dotta-
le, i due grandi Candelìieri ,che fi dittero dono del Gran
Duca Ferdinando, fono lavoro di Stefano Cattrucci , il
Crocifitto nel!1 andito ,0 Oratorio della medefima Cap-
pella , è opera di Antonio da S. Gallo . Eranvi 50.
lampane beniflìmo lavorate di cefello da Tommafo Pa-
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dre di Domenico Grillandaio, giuria il Vafari , a fpe-
fé pure del fuddetto Pier de* Medici ; e altrettante e-
rano quelle di Giovanni III- Re di Portogallo ; di Mat-
teo Nigetti fono quafi tutte le Lampa ne , e del Bandi-
nelli il Bambino Gesù di marmo .
V.   Né folamente mancano quelle lampane , ma-»
moltiffime altre , e ricchiflìme cofe , che furono due
volte difttutte , una nel 1418. parte a fovvenirnento
de'Padri del Convento de'Romiti di Monte Senario ,
giufta l'autorità degli Annali, e parte per i bifogni pub-
blici ; rifatte poi più belle dalla divozione di Papa Mar-
tino V. Altra fiata fi disfecero, e fu nel 1530. per V a(Te-
dio di Firenze , come apparilce dalla ricevuta nelP Ar-
chivio del Convento fatta da i Miniftri di Zecca Gio-
vanni , e Zanobi Bartolini per gli efrremi bifogni , i
quali obbligarono i Fiorentini a fpogliare quafi tutte
le Chiefe degli argenti con rammarico de'buoni Citta»
dini , danno poi rifarcito in parte da Papa Clemente
VII. e totalmente dal Duca Cofimo I, falito che fu in
ifiato di medicare > come diceva , le piaghe della Repub-
blica patite in quell' attedio , e ciò fervi per accrefce-
re zelo ne'Principi fuoi Succeflbri , acciocché faceflfero
viepiù ricca, e fornita d'argenti la Santiifima Nunzia-
ta, in onor della quale noterò qui uno fplendido , e|
nobilifìfimo concetto , che cadde nell' animo del Gran-
duca Francefco I, che fu di trasferire all' Aitar Mag-
giore la Santìffima Tavola , fé non folle prevaluto il
timore de i Configlìeri , fui riguardo, che o nel taglio
del muro , fui quale ella è dipinta > o nel trafporto
di sì gran mole non fi poterle fcalflrc , o perder del,
tutto V effigie di Maria , benché gli Architetti , c_#
maflìrne Giovan Bologna teneiTero in contrario .
VI.   E venendo ora ad altro fpecialiflìmo pregio
della Santiflìma Nunziata , apriremo un teatro di ma-"
raviglie operate da Maria a quell'Altare , contettate da
innumerabili , e ricchiffimi Voti , i quali faranno urti/
tocco gagliardo da fare giuftamente un gran concetto
di quella Immagine , non folamente per l'antichità di
elfi
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cffi Voti , ma per la quantità , e qualità de* mede/Imi ;
E dai più antichi facendomi, due norare mi piace , che
fi leggono nella parte prima degli Annali de'Servi, cioè,
che Papa Alenando IV. fi vota fife nel 1260. a quell'Alta-
re, e nel medefimo fecolo all' anno 1280. fuvvi appeìb
con iftupore di Firenze un altro Voto , cotanto ammi-
rato, e ftimato dal Granduca Francefcol.che , al dir di Fra
Angiolo Lotcini , fovente rammentandolo con tenerez-
za, in fé fte/ib , ed in altrui traeva le lagrime dagli
occhi , e tal Voto rapprefentava un Bambino in culla
nato sì nero di faccia , che il fuo genitore conceputo
avea il penderò di dar veleno alla Madre per fofpetto
di rotta fede , ma portato che fu il Bambino all' Al-
tare di Maria , di nero diventò bianchiamo . Lsl*
quantità di quefti Voti, faceva un apparato magnifico ,
che non fappiamo fé ad Immagine Sacra ne ila flato
un altro fintile , imperciocché riempitafene la Cappel-
la , e le mura tutte della Chiefa , fu d' uopo ài attac-
carne parte al palco di e(Ta pendendo giù a mezz'aria
con certi cordoni , e rapprefenravano Perfonaggi , alti
quanto al naturale con vili, e mani di cera ; ritratti
da Artefici braviilìmi in quel lavoro, tra'quali famo-
fo celebrafi dal Vafari il Ceraiuolo; né facile è da.,
fpiegarfi la devozione , che nafeeva in chi vi entrava %■
alla veduta di tante figure fchierate , e meife giù per
la Chiefa ; e a tanta moltitudine di Voti , arrogefi la
qualità delie Perfone , che la refero più ammirabile, vi
il vedeva in vaga difpoilzione , corona faciente alla..
Santa Immagine tutta la Nobiltà antica di Firenze in
atto di votarli , collocata da una parte fecolo per fe-
colo con Lucchi , e Vefti talari addolTo , dall' altra i
Foreftieri , Signori di ogni grado , e dignità . Conta-
vahfi (ci Romani Pontefici figurati con ricchi piviali ,
e camauro in capo , Imperatori , e Re , tra' quali Fe-
derigo III. Criiìerno Re di Dacia , Cardinali con le lo-
ro porpore , e Duchi , e Ducheife : Seguivano i Capi-
rani Condottieri di Efercito , e Gente d'arme la più
famofa , e taluno di effi fu deUrieri armati con mo*
rioni }
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rioni , targhe , e pennor^, ^e. vi è ricordo , che per, fino
un Bafcià Turco nel 145711 offerì a quffto Altare il
fuo dono, per av.er Marta propizia a'fuoi iniereffi , E
quella defcrizione de'moltiplici Voti abbiamo qui fero-
mariamente premeiTa ad ogni altro- racconto, acciocché
attonito, ed oppreiTo da così ftupenda villa lo fpuito
de' favj Spettatori non abbia tempo a diilrarfi da rimi-
le {penacelo per cercarie la verità: del principaììffjtno
punto della fantità della Storia , vale a djre fé il Voi-
to di Maria forfè dipintura, di uno Spirito Celeile, co-
me afferma la pia tradizione , e 1* autorità di dottiffi-
mi , ed autorevoli Maeftri dell' Ordine de* Servi , cl,
maffim-amentc del commendati/lìmo P. Maeftro Prolpe-
ro Bernardi Fiorentino e Teologo nell* Univerfità di
Firenze colla fua Apologia fu tal propofito , la quale
io riporterò fui fine di quella Storia, per dare ad ognu-
no libero campo di farvi le fue reflelfioni .
VU. Profeguendo intanto il nortro cammino , di-
remo le grandi Indulgenze concede da* Sommi Ponte-
fici a detto Altare , come appare da* Brevi efìitenti nell'
Archivio del Convento , e fé in elfi per quel primo fe-
cole leggevi 8. Marza de i Scrw', £ S\ Marza di Cafaggio ^
convien fa pere., che quelle furono le prime appellazio-
ni della Chiefa de' Servi , e non folendo il Popolo con
facilità feordarfì de' vocaboli antichi per abbracciarne
de* nuovi , quella fu la cagione , che alquanto tardi
quella Chiefa fi principiarle a chiamare la Santiflìma-»
Nunziata , che inoggi è tanto celebre non folo fulle_,
bocche de i Tofcani, ma de* Cattolici tutti . E piacemi
alrresì di avvertire , che fé nel decimoterzo fecolo non fi
trova mai efprerTamente nominata la Cappella delia SS.
Nunziata , avvi però 1* equivalente , cioè $. Maria di
Marzo
, che tanto fi legge in un libro di fpefe origi-
nale dei 1288. pretto 1* Archivila del Convento, e di-
ce „ 1288. adì 22. di Marzo Al Fede per banditura^
,, della fella, di S. Maria di Marzo folcii, io. Item per
,) portatura , e lecbaiura dellegio quando ci predicò
5) MelTer lo Vefcovo il di di S. Malia di Marzo foldi
Tom. Vili.                       B                               „ ix.
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IO
ir ii* dam i. „ Inoltre abbiamo dalla Vita, che fcriiTe
di S. Filippo Benizzi nel 1314. il B. Piero da Todi»
come il Santo Giovane in abito non ancora Religiofo,
fovente orava nella Chiefa de* Servi alla Immagine di
Maria Vergine , dalla quale ebbe grazie fegnalatiffime ,
onde fembra , che fi polla congetturare , etfere quella.,
ttefla l'Effigie della Nunziata, e tanto più che in fronte
di detta Vita fi vede una miniatura contemporanea all'età
del Mfs. rapprefentante il Mittero della Annunziata . Or
venendo alle Indulgenze,avvene una da Niccolò IV. con.
cefifa S. Marie de Cafaggio Fior, e quetta è per le quattro
Fette della Vergine : Datum apud Urbem Veterem Id. Iulii
Fontificatus anno
g, E fomigliante grazia leggeri ne*
Brevi di Bonifazio Vili, di Benedetto XI. e nominata,
mente la Cappella della SS. Nunziata chiamati da In-
nocenzio VI. nel fuo Breve dei 1361. Datum Awinione
16. KaL^Septembris Pont, an. 9.
e per effervi formoli
notabiiifììme , qui le riponiamo : Capentes , ut Cappel-
la B.M.V. in Ecclejìa Fratritm Seruorum Con^entus
Flore a. & fub w cabalo Annuntiationis
, ut ajferitur ,
fandata &c. ad quam confluì t pepali multitudo , con*
gruis honoribus frequsntetur
, & ut Chriftifideles eo
hbentlus caufa devotionis confiuant ad eamdem &c. qaod
ibidem dono celeftis gratie confpexerint fé refe fio s
, con.
cedimus &c Di
Papa Innocenzio VIIL miracolofamen-
te rifanato all'invocazione della Nunziata di Firenze,
avvi hi Bolla detta Mare magnnm per i fingolariffimi
favori fatti all' Ordine , e infiememente per le Indul-
genze a sì benefica Immagine ; Datum Roma 14S7. vi.
KaL lunii an.
3. Fontificatus , che da i Padri confer-
vafi in un libro coperto di oro, e di argento in que-
llo Convento. Papa Martino V. ed Eugenio IV. cele-
brato avendo a quefto Altare, lo dichiararono Aitar Pri-
vilegiato , e di più i Pontefici Leon X. Giulio HI. e
Gregorio XIII. lo arricchirono di un Giubbileo perpe-
tuo nelle fette Mariane , ed Urbano Vili, vi aggiun.
fé la pregevole grazia di 4. Penitenzieri con autorità
di alioìvere in ogni tempo da* cafi rifervati, con alcu*
ne
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II
ne condizioni però , che fi poiTono offervare nella.*
Bolla, che in marmo vedefi alla parete nell'andito»
che mette nel Chioftro , Né da ometterli è una formo*
La di dire ne* luddetti Brevi » e Bolle , che in vero è
un grande elogio alla Cappella della Santiffima Imma-
gine , cioè Saceìlum Beatae Marine Annunciatele in toto
Orbe celeberrimum ;
e a tal propofito d* Indulgenze,
memorabili fono parecchie ancora lafciatene dai Cardi-
nali ? come dal Cardinal Guglielmo Rotomagenfe nell*
atto di consacrar quefto Altare nel dì primo di Gen-
naio del 1452. dal Cardinal del Monte per altra folen-
ne confacrazione ordinatagli da Leon X. nel 1516. e
prima di quelli due , 100. giorni di remifiìone delle_*
pene de'peccati furono conceffi dal Cardinale Oftienfe
Niccolò da Prato nella fua Legazione in Tofcana ; E
tutte le fopraccennate grazie trovanti confermate dai
Cardinal Giulio de' Medici Legato a latere di Leon X#
efpreflamente leggendovi»" omnes , (b1 jìngulas a Summit
Tontificibus concej]as
. Datutn Fior* an. 1521. Itlihus In*
nii I&ntificatus Leonis
X. an. ix* E per viepiù conofee*
re la grandezza del culto , e della divozione a quefta
SS. Tavola , mi fi concederà , che oltre a* foprallodati
Perfonaggi , io qui rammenti due gran Santi , intrala-
feiando per la brevità il copiofo novero de' Beati Fioren-
tini , e de i Santi Religiofi dell' Ordine de' Servi , i
quali ci lafciarono ammirabili efempj dei loro olTequj
alla medefima , Il primo adunque fia il Santo Cardinal
Carlo Borromeo , al quale per ordine del Granduca
Francefco fu feoperta la Sacratiffima Immagine, e ne
ebbe egli tutto 1' agio di contemplarla , ed altresì ài
celebrarvi la Santa MelTa con tanta tenerezza di divo-
zione , che dal fuddetto Principe fé ne meritò in dog-
lio una copia fatta da raro pennello , alla quale, por-
tata che T ebbe a Milano, vi alzò una Cappella in..
quella nobile Cattedrale • Il fecondo Santo è V Ange-
lico Giovane S. Luigi Gonzaga , che in tenera età trat-
tenendoli nella Corte de' Sereniflimi di Tofcana , appiè
di queito Altare fece il tanto commendato Voto di
B 2                               Ver-
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12
Verginità , e vi concepì quel magnanimo difprezzo
del Mondo, fino a rinunziare alle grandezze del Prin-
cipato per nafconderfi nella Compagnia dì Gesù , do-
ve la Divina Grazia formò quel Santo così gloriofo in
Cielo , e sì benefico alla Terra co* fuoi ftupendi , e_*
moltiplici miracoli; e perchè folea egli dire, che Firen-
ze eragli fiata la Madre di fua divozione , io fono di
credere , che il Santo intenderle appunto di quefta Ta-
vola rapprefentante il gran Miltero di Maria fatta Ma-
dre di Dio, di cui era elfo divouflìmo •
Vili. Conviene ora, che fi dica alcunché della fol-
lecitudine grande della Fiorentina Repubblica in con-
servare, e promóvere fernpremai ne'popoli il culto,
e la fervente divozione alla Nunziata > così detta in Fi-
renze per antonoraafia , mediante un tal nome fparfo
per ogni dove . E primieramente notar fi vuole , che
la Chiefa de"* Servi venendo vicina alle mura del ter-
zo Cerchio della Città , nel 1299. per comodo de i
Fiefolani affai divoti della Nunziata , fecero i Signori
che fi aprirle una Porta dietro al Convento , la quale fu
detta la Porta della Nunziata . Fin già dal 1394. per
deliberazione del Senato Fiorentino faceva fi una iolenne
offerta ne* 25. di Marzo ogni anno da tutti i Confoli
dell' Arti quivi radunati, udendo la Meffa , ed un' al-
tra obbligazione antica confermata per decreto del Co-
mune eravi ) che datofi luogo al nuovo Magiftrato , la
Signoria Vecchia doveafi portare alla Santa Cappella per
ringraziare la Santilfirna Nunziata della giultizia bene
amminiftrata . Per legge ancora preferi tra ' oV Priori,
e Gonfalonieri di Giuftizia de* 20. Gennaio del 1-40*.
non poteva alcuno mettervi Voto in figura , che non
foffe Uomo di Repubblica , e abile alle Arti mag-
giori ; fiedome a* rei di grave delitto era confiderato
gaftigo graviamo il levar via dalla Nunziata i loro Vo-
ti , come indegni di tale onore. Abbiamo alle Rifor-
magioni diverti libri intitolati : Lettere della Repubblica
a diverfi Per/omaggi
, ed in elfi non fono poche le_>
iodi date alla lnfigne Tavola della Madonna de"
Ser-
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Servi T Come quella fctitra a Meffer Riccardo Becchi
Ambafciador in Rema , che ha quefte parole „ Vi è
„ noto in quanta venerazione » e divozione fia fempre
j, flato il Convento dei Servì nella noftra Citta per le
,, cofe mirabili operate da Dio. mediante quel celcfte
„ Tempio, jj In una del 1444. leggefì così : ,, 'Quanta
vietate
5 et Religione Tem^lum Alme Virgini Marie diÀ-
catnm apud Ser<vo$ notum efìe arbitramur
5 ev»ffte de hae
re fcribere minime neceffarinm effe ducimus
. Altra al
Cardinal di S. Angiolo fcritta nel 1497. ha più belle
efpreffioni , che fono come appreffo ,, Quod frequenti
concurfu
5 éf Jincera hominum de<votio cuiufque genti? 5 &
or di ni s ad Ecclejìam in hac C imitate noftra B. M„ V. Or-
dini? Ser<vorum
> di Bum iam diti fuit 5 quae fender Re-
ligione co luit non latere fcimus oh illìus Sacram Ima-
gincmi quae fola omnium fanftijjìma eft .
E fé talora 1*
amore diventa gelosia , un firnile effetto polliamo rico-
nofcere nella divozione de* Fiorentini alla Nunziata,
per un altro favio decreto della Repubblica , la quale
vedendo così fuor dell' ufato illufìrata dal Cielo la det-
ta Santiflìma Immagine 9 fece una proibizione a' Padri
di non poterla fcoprire fenza licenza de' Signori , an-
ziché colla fìeffa legge raccomandò a i Magirtrati luffe-
guenti di non dare tale facoltà 5 fé non di rado } co-
me ù procurò con rigore di offervarìa : E a queffo
propofno quafi fcandalizato fcriffe il Varchi della lar-
ghezza del Gonfaloniere Niccolò Capponi in aver per-
meilo nel 1527. che ella fi teneffe fuor del folito fco-
perta , e le parole dello Storico fono le feguenti 3) La
sj Tavola , che con grandiflìma divozione fi ferba nella
5) principal'Cappella della Chiefa de'Servi } e che non
5i fuole fé non di rado moftrarfi , e a Perfonaggi gran-
35 di, (tette mentre durò la ProcefFione, come fi era per
j) partito della Signoria deliberato , {coperta fempre ,
5) il che avvenne , che io fappia , mai più 3J non du-
bicandofi, che il tenerla coperta Ila un modo mi-
rabile , e laudevole di accrefeere in noi tenerezza , e
fiducia air inteicellione di Maria , e T efpenenza porta
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*4
cofa,che «on fegue forfè fri altro luogo , cioè o°ni
volta, che tlh fcoprefi , e fi moftra , dare il popolo in
eccefli di divozione , non mai però tanto che bafti al
merito , ed aila grandezza delia Santiffima Vergine .
£ iovente forprefi in un fubito al pianto , e grida
della moltitudine , quelli, che non fono così facili a
commoverfi , s' intencrifcono alla yitfa di quel Volto
fnnacolofo.
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J>Vl £ ^ ".. è # I E S A t,/« i: 'J .,
» . $ ' ■ >• «,- > * '■■• ■• .:*•";.'■ \ ... I *%i l\$. t% ! I',. - ? *■ | j ; ^
DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA^
?f'> X,•..■■■ivi[■»■'.'. ;■■''■' Cv'fJ','|t-, .-•?''.?'?ti-.-. L ,? 0-#i5:t i*. ..' .* ■»
■-,°:. && li t '■ i.l
tr..; y:-uti\y^ li mrrhr< Jvr. ', r:>ift*»>U'-i *.
Vanti di pacare più oltre in quefta
Storia , convenevole cofa è il mette-
re in chiaro, meglio che fìa poffibile,
il principio del Venerabil Convento
della Nunziata di Firenze , nei quale
fi ricóno'foe federe in maeirà la Reli-
gione de' Servi 3 eifendochè elfo è ri-
guardato come il capo , che gode preeminenza, e ftima
fuperiore a tutte le Cafe dell' Ordine per quanto fiano
molte ) e celebratiffime , lo che appare a maraviglia nel-
le Opere dei molti Scrittori delia Religione de i Ser-
vi di ogni Nazione , il nome de' quali almeno i più
commendati fi troverà nella prometta Apologia. Ma
perchè quafi tutti quelli , che ne hanno trattato, per
efler della medefima Religione, apparir poilbno fofpetti
di affezione troppo parziale , mi fi concederà , che per
dichiarar un tal puntò ,> fcr ometta tanti Scrittori ri-
fpettabili per autorità »^e» qui riporti quanto fi legge
dato alla itarnpa dal-dotto, e accreditato Autore Giù-
feppe Maria Brocchi nel proemio della Vita de* Sette
Beati Fondatori de* Servi , dove dice in quella guifa :
„ Ev gloria (ingoiariflìma della noftra Città di Firen-
5, ze T aver dato al Mondo i Sette Beati Fondatori
„ deli* Ordine de* Servi di Maria, in tempo appunto,
„ in cui effondo fconvoita tutta l'Italia per le difcordie
,, e fazioni de'; Guelfi , e Ghibellini > ebbero elfi la
», forte unitamente con S. Filippo Benizzi altro loro
j> Concittadino , e Confratello di ridurla in gran par-
» te
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j6
9, te; colle loto orazioni , CoJ buono eiempìo Ve coli*
S efficacia dèlia predicazione al vero ferrìfero della vir-
„ tù> ed alla obbedienza del Vicario di Crifto iru
s) terra il Romano Pontefice . J r !
,, Miracolofa al certo fu la chiamata fatta da Dio a
',) quelli Sette Nobili Fiorentini , i quali furono, come
„ fi è detto , Buonfigliuoio Monaldi , Buonagiunta Ma-
3, netti ) Amaddio Amideì , Manetto dell' Amelia , So-
„ ftegno Soittgnì , Ugu^ciojne,; Uguccioni , e Aleffio
5, Falconieri , avendogli il Signore invitati con voce».
„ ce 1 erri a le a feguitlo l'anno di no (ira falvezza *£$&
3, nel giorno della folennità;: dell* AiTunzione di Maria
J5; Vergine , in tempo, dm eM fz: trgyaìvano adunati, a-
5, lodare la medefirna SantirTima:;Vergine; iti un Orato-
jj: rio, Or Compagnia d' Uomini destra i de* Laudefi pò-
„ fìa in Firenze , in quel luogo appunto , ove ora ri-
*, miiail la bella Torre del Campanile del Duomo ;
?} alla qual Compagnia .( in occafione d* eilere flato di-
*». fttutto il predetto Oratorio , per fabbricate in quel
s) luogo la„ fuddexta Torre ) fy. cQncediitp; pofeia altra
s>» Chiefa j poche braccia d-iftanrfc, dal medefìmo Cam-,
vi panile:.». dove; folto il titolo di S. Zanobi § adunano
uiancora, ,di preferite molti Uomini fupceflori degli
5>: antichi ksucieii , ai fare ivi diverfe opere di pietà in
*> vantaggio disile anime loro-j ed in fuflìdio de'Po-
3ji Veti.                     .. ,. ;                             .',>ìi                 C-ij'-fOll :J l'i ;;;;,:
n Ai cortei! inviti del Cielo corrifpoferq prontamen-
» te i Sette; Be;ati , e difiribuite k loro ibilanze in_,
j^limofine, fi ritirarono iìifieme in una Villetta chia»
j).mata Camarzia , poco lontano dalla Città, ove ftan-
5, do, in orazione 9 furono vifìtati dalla Sanriflìma Ver-
„ gine ,, ìa quale eflendo. vifibilmente apparita, molirò
„ loro 1* $bno di mdtizia, che dovevano veftire in_.
„ memoria de* ftioi dolori , proponendo ad eS: la Ke-
;> gola di S^ Agoftino da oifervarfi >
i„ Per ubbidire adunque alla loro eelefte Madre, e
)>/Signora fi prepararono per alcuni giorni con orazio-
„,ni , e digiuni a veftire il Santo Abito 3 e venuto il
                                                                           ;, tem-
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^tempie cfclta; folémiita 3el dr ki" Ntéalé , - cioè il dì
», 8. di Settembre del mexlefimoìanttov clop©: avere 4flì-:
„ fìito al fanto Sacrifizio della MefiTa , e ricevuto il
}, Santiflìmo Sacramento dell'Eucaristia per mano di
55 Iacopo da Poggibonfi Prete fecola re , che per ammi-
55 nifi rare ad etfr le cofe facre , tenevano? feóo a convi-
5, vere ( effendofi ipofcia ancor effòHfàttoReligìofò de*
5) Servi ) il veftìronoMdeì fuddetto àbito cónwindicibiV
5,jle tconfolazione del loro fpkito.V ^ri^Orrandòtte ahw
55 cora dipoi l'approvazione d* Ardingo Vefcovo di Fi-
55 renze.
. j» Effendo pertanto nuovamente" ve Ari ti dèlia divifa_*
55 de' Servi: di Maria ,*« icori ita! nome ancora miracò-:
55, lo/amente chiamati per la €ittà finidalte; voci di fan-
„ ciulli; ; lattanti,« furoab di: nuovo c^ifitati*» ^dallà* loro-
55_fcvrana Avvocata!* edu e Tortati a ritirare > nel Monete
55, Senario 5 luogo ad elfi poco avanti domato dal tri è-:
» defimo Vefcovo . Ivi adunque fi conduffero il' dì:fe»«
55i_dì Luglio: » dove menando una vita tda [Angioli, m;e-
55 Tirarono dJ eifer più: volte fafai degnkdi^ celeri Vi»
55 fionii..j 'if
          '--fi f'h-rtì ìh'^iMnm ' \i 1 .}.■.» •: k»ì <;
55 Sparfafi dipoi la fama dellahlorC^Santità tìelia Ck-j
55 tà di Firenze , dove di quando i»n qtìtfndoiì portava-
5, no a raccorre limofìne per vivere! 5 fu loro conce»
„ duto j come per Ofpizio , un> cefto Oratorio det^ou
55 di Cafaggio , fltuaro nel luogo appunto, *ov«' fi ri-t
55 mira inoggi la magnifica Chiefa dèlia Santità ma A»*:
55 nunziata -, così detta perlrerTervi ins eflfa tflata istm»
55 ta dipignere da quèfti Sette Beati Padri IHtnma-
55 gine della Santiffima Vergine in atto d* effe re A«p
55 nunziata dall'Angiolo^ nella qual congiuntura fi
ss degnò ella di arricchire i fuoiSetvi in qtìeUac Iciro*
j, nuova Chiefa di un teiera:! ineiìirha'bileJ» con >far?sì »:
jjlfcfee rofle ivi dipinto miracoJofamen^e , conforme 1 fi;
,*.tiene per antichiflìma tradizione , nbll?accennala fìguV:
„i.ra per mano Angelica j! fuo Volpo5', de} qual pro-
55 digio , ohre la fama già fparfane per tuito il Mon*
», do , fé ne legge ancojja difiima" larmemoria in uru
Jqm. Vili                   e                       „ Car-
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n Cartello ; pofio fopra là Porta Maggióire di detta
j^Chiela de] feguente tenore :
VIRGINEM; AB ANGELO SÌLUTATAM SACELLI CELEBRIORIS
IN PARIETE COLORABAT PICTOR . RELIQVAS IMAGINIS PARTES
IXPRESSERAT .; UNA MEDITABUNDUS HAEREBAT IN FACIE li
DUfM ÉAM;AlNfMO PINGIT SOMMO, CORRIPITVR . EXPERGISCI* '
T3ÌÉ% ET ABSOLUTISSIMAM 5.TUPET .MIRACCJLtJM VI DI*T -SAL* *
ANNUSMGCLII. DI£S QJJO MARIA EVASIT MATER-ET VIRGO?
mrmans-it */;.:■•' ■ orsini rà \: èt^ìv-nfoni: -f hhìb ws
i.%» Qiiìvi pertanto, dopo, un tal: prodigio più frequen-
,r temente,udiimor-ando! que'.primi, Padri , procuravano
„,fcónsil' iefbrta2Ì©ni,^e molto più- col" buono efèmpio
,£,*&( ritirare^dd1 pecicoli del Mondo i iforo Coteita-
j^dini > !il ctei*lu?fciva 'loro mirabilmente di fate, ve-
ndendo ancora moki l'abito della nuova Religione.»
,»fd£* Servi ,: della <Jual coia giuntane la notizia al
jvtglorìofenLnquifitore S. Pier Martire , che in quel
ì9. :tem poj ài morava?, in ìjrifcenzè , fofpettando egli , ciie_».
,, fotto una tal maniera di vivere non potefTe eu*er na*
i»fào(kAi,gualchezfotn d' Erefia (giacchi Tu iqùe* tempi
M&Xm pierTa^. come rè noto per: tutte V làorie , ì* Ita-
» lia di gentQ \ che fotto fpecie di zelo, e di Reli*
,pgiònesrS;feparavano dalla Chic fa ) fattigli venire da*
„ vantitaofe, ,perf (informarli diligentemente a che fine
,rrafeefeo-intrarsi^io un tale Inftituto » Je rifpondendo.
„ "gli Mi Beato BuonfìgHuolo Monaldi i( il quale come
,,,ipiù vèjcchioi s* eina portato dal. Santo a 'nome ,di tutti
,yrgli altri, infierne "on un fuo Compagno , che dicefi
;>il foffe il B* Ale0io y diflfe , qualmente ifpirati così da
,*r?Dfio<, ^d, aivviifati dàlia. Santiflima Vergine , avevano
„ eletta .?um .talstnaniera idi vita >, e* maggiormente dubi-
,i) tando il Santo? In qijiiìtore di qualche inganno, litoti**
slargo di.>lieepzi^r.lo gli sdiffè,. che fi farebbe il giorno
^tappreflfo portato a Cafaggio , per meglio chiarirli del
invero„ cinzii w4 ->" r
                                   >;|
dèli Frattanto raccomandandofi egli a Dìo , acciò gli
*■"%                                                                                      '"%                                                                1 ;ì \ ^ ■ 'ir
■mé.mjf.- <&é\                                               *■**                                     ■ •**•'*■ ^ *'Jyj fa*
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„ faceife conofcfere la verità ) e volendolo il Signore
,s con fola re , permife U che gli appariJTe 4n vifione la San-T
„ tiflìma Vergine veftita di nero, manto , fotte» dei
„ quale gli moftrafle , che effa teneva i Sette' Beati,
„ riconofeendovi tra quetti beniffimo il Beato Buqnfi-
„ gliuolo , ed il Compagno , onde ftupefatto de41'av-
„ venimento , comunicata col Vefcovo la Vi/ione , ed
„ afficurato ancora da elfo della buona vita di quefH
„ Santi Eremiti , portatoli la mattina dopo ' a Cafag-
j gio i ed ivi celebrata la Santa MeiFa , manifefìò lo-
,, ro la Vifione , >e irai! egrato fi con elfi della bella for-
J5 te, che avevano avuta , gli dorrò a perseverare nel
„ fervizio di Dio, e della fua Madre Santiflìma , pre-
„ gandogli a volerlo tenere nel numero de' loro più
y, cari Amici, come eilì, teneramente piangendo per
,, allegrezza , proniifero di fare:, mantenendo fino al
,, prelente la Religione dei Servi T&rTetrO , e F offe*
,, quio a quefto Santo , con celebrarne ogni anno fo-
biennemente la fua fella.
,, Dopo una tale approvazione dell3 Ordine de* Ser-
vi) confermata poi con Diplomi da'Sommi Pontefici,
,5 ed in fpecie da ■ Ale {land ro tV. -udì* anno tàccLiv. e*
„ con più ampiezza di privilegi nel 1259. in vigore^
-, di una vifione ì che ebbe, di Mafia il detto PontefiV
)5 ce , crebbero in gran numero i feguaci di queffo;
„ Iitituto , moltiplicandoli i Conventi in varie parti d'
j, Italia j onde V anno feguente celebrarono i Padri in
,-, detto luogo di Cafaggio il primo Capitolo Genera»
}3 le ) eleggendo canonicamente per loro Capo il B.
à Buonagiuma Manetti , il quale avendo dato gli or-
95 dirai opportuni pel buon regolamento delle cofe à(ìl^
„ la Religione j fé ne ritornò infieme con gli altri pri»
,s mi fuor Compagni, al Senario•* -;,
II. E fin qui il .Brocchi , fulle cui aflerzioni > le
io ardilco di fare uno fcrupolofo efame , non altro in-
tendo , che coli' additare alcune difficoltà, mettere in
miglior lume 1» origine dell* Uluftre Ordine de' Serviti,
ed infume ìfchiarue il principio di cjuefio Convento,
C 2                              che
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20
che chiamiamo Primario, non intendendo però di pre-
giudicare al Sacro Romitorio di Monte Senario , che
fu il mimo facro Ritiro de'Sette Fondatori , del qua-
le a fuo tempo ne daremo la Storia . E la prima a-
dunque difficoltà noftra tocca il punto della Compa-
gnia deaaudefi in S. Reparata , donde dicefi , che ne
ufeirono i Sette Fondatori , creduto avendo chi fcrifle
fy tal propofito, che la detta Compagnia fia quella, che
occupava il fito allato alla Cattedrale verfo mezzodì,
fui qual terreno fabbricato^ pofciair ^Campanile , efla
trasferita, fu nella Compagnia detta di S. Zanobi , la
quale fu tale opinione gode il benefizio della parteci-
pazione dei Beni fpirituali di tutto V Ordine de'Ser-
vi , conceffbJc da Fra Zaccaria lor Generale , ed inol-
tre tiene anche inoggi in certi quadri effigiati i Sette
Fondatori, per ricordo a*. Fratelli dello fpirito , ehe^
fioriva in tale adunanza. Ma dobbiamo ricordarci, che
Il avvenimento, deJJa celefte vocazione di Maria a' Set-
te Nobili Giovani feguì nell'anno 1233. e la Compa-
gnia delle Laudi fu eretta folo nel 12.81. vale a dire,
48. anni dopo la converfione de' Santi Fondatori , ed
un tale equivococe> lo .feoprì Leopoldo del Migliore,
nella Firenze Ulu/trata a $'àgh$6iinorando , che fu ori-
ginato dalla mancanza della notizia d'i un' altra Com-
pagnia > che ìfotto il medefimo titolo di Santa Maria delle
Laudi radunava»* pure in S. Reparata , che era affai,
più antica della fuddetta, ma per cagione delle difeor-
die civili in Firenze ,, ebbe ella poca durata , nonoftan-
t.echè. di lì ne ufeifi^rq i: predetti Beati Fondatori 1.
Quindi per conciliare le difqordanti opinioni , terremo
per certi i feguenti .punti < 1. Che.due fieno /tate le
Compagnie de' Laudefi; fucceifivamente in S. Réparata.
2. Che certamente nella più antica addivenifife la ftre-
pitofa chiamata de'fette. Gentiluomini . 3. Che fpentafi
la puma Compagnia , quella fi l-iaprifle , o fi ravvivate
c^opo alcuni,anni dalla feconda^Gompagnia delle Lau-
di ,,cioè nel5, iiSr. 4., Che «quella per avere un luo-
00 da poterai fareJe fue tornate, paifàlfoa quelie
* *-■
                                      s vi*-*'                                          Cale j
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Cafe j dove fu istituita la Compagnia di S. Zanobi. 5. Fi-
nalmente : Che debbonfi le due Compagnie confiderare
come una fola , fucceduta elTendo una all' altra, e con
ciò eflerfi il Brocchi appofto al vero .
■III. Il fecondo dubbio , forfè più difficile a rifol-
verfi è quello j che calando fpette fiate da Monte Se-
ttario quei primi Padri » o Romiti per trovare in Fi«
renze limofine , fotte loro dato per ofpizio {' Orato*
rio detto di Santa Maria di Cafaggio, cofa contra-
detta da una Scrittura efiftente pretto de* Servi , dalla
quale pare , che fi deduca, come detto Oratorio fia fla-
to piuttofto fabbricato da'Religiofi , e da effi così in-
titolato . La Scrittura è un Iftrumento di compra di
quattro ftaiora di terra in Cafaggio, primo acquifto fat-
to da* Servi , né in efia mai nominando»" Oratorio r
riè Santa Maria di Cafaggio , e né pure a* confini, fe-
condo il coftume di famigliami contratri, è forza.»
di credere, che non ci fotte ivi ancora tale Oratorio»?
ed il funto di detta Carta condite, che la vendita del-
le quattro ftaiora in Cafaggio fi fa da Buonvicino Fre-
nano di Cece , da Orlando di Aldobrandino Drudo-
li , e da Bencivenni di Guernieri ad Arrigo BaldoviV
ni , che paga lire Pifane 101. comprandole a nome di
Papa Innocenzio IV. riferbandofì detto terreno al Ve-
feovo di Firenze $ro tempore per farfene limofina a*
Padri di Monte Senario , e rogò Ser Guglielmo di
Forefe Giudice nel 1250. Onde dalle parole di querV
Iftrumento veniamo in chiaro, che fino a quel tem-
po i Erati di Monte Senario non avevano ancora Con-
vento , o Ofpizio in Firenze , e che qui tornati ? pel
concorfo de'divoti vi fabbricarono appunto l'Orato-
rio , che dall' averlo dedicato a Maria \ principiarono ad
addimandarfi i Frati di Santa Maria in Cafaggio, in-,
vece, che prima chiamavano" Eratres Monti* Senarii , e
dei noftro fentimento fu Stefano Roflelli fcrivendo nel
fuo Sepokuario come appretto „ Prima che ella ( la^
j, Chida ) fotte edificata nella forma , che Ci vede al
3> prefente 5 era in quel luogo ( di Cafaggio ) un pic-
HpVìi                                                         „ colo
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2 2
„ colo Oratorio , che fu fabbricato nel 12$ a. „ Onde
di correzione abbifognano quelli 3 che ferrifero , effere
ft-ito il fuddetto Oratorio fabbricato affai neh" antico
da'Fiorentini} per felicitare la memoria della liberazio-
ne della Città di Firenze dall'atTedio d' Arrigo IH. nell'
anno 108*. Ma , o efiileffe 1' Oratorio prima che vi
fcendeffero i Romiti dal Monte , o pure da elfi foffe
eretto, il certo fi è, che farà queffo luogo riguardato, e
venerato maifempre come il primo Convento dell'Ordine
de'Servi di Maria, così chiamari dalia voce de'Fanciulli
lattanti , e tra queiìi da quella di S. Filippo Benizzi
bambino di pochi mefi , che raccomandò alla Madre
il B. AleiTio Falconieri ., ed il B. Buonagiunta cerca-
tori di limoline per Je vie della Città; notifi però che
in qualche ricordo fi legge quello prodigio feguito a*
BB, Soilegno, ed Uguccione ,
IV. Quello poi j, che ancora è più mirabile da no-
tare , egli è che affai preffo da* Pontefici venne appro-
vata la Religione loro , effendofi riconofciuta per tale
da Innocenzo IV* con fua Bolla del 1252. ed inoltre
medtilmo Pontefice loro concedè la facoltà di affbl-
vere dalie censure incorfe dai Seguaci di Arrigo Im-
peradote nemico della Chkfa , tutti quelli che volefìfe-
10 veitir ì' Abito dei Servi , lo che fu la cagione , che
fi moltiplicaffero in gran numero i Conyenti, non tan-
to per l'Italia, quanto per ia Fiandra, Germania, Poi-
Ionia , e altrove. Nel 1254. Aleffandro IV. confermò
pure con Bolla queit* Ordine, fioche l'anno fuffeguen-
te fi potè celebrare da* Padri in Santa Maria di Ca-
faggio il Capitolo Generale , dove canonicamente fi e-
leffe per Prior Generale il B. Buonagiunta Manetri , E
ritornando ai Pontefice Aleffandro nel 125.9, vifitato da
Malia , che gii raccomandò l'Ordine de' Servi » fua è
altra Bolla efiitente nell'Archivio, data in Anagni nel
1259. anno v. del Pontificato alle Galende di Aprile;
il cui fumo è il feguente : DdeBis filiis Generali) &
cereri* Friortbtis
, i$F iratribus &\ Marie de Cafaggio
Ord. S* Au gufimi falutan &c. lgitur indulgemus
■., ut il*
forum
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3 3
lorùm éorford.% qui d$u£ <vo? degcrìnt Sepuhuravt, libere
fe]>f elitre ^valeatis
, fal*va tamen iufiitia ìllarum Etcle-
Jtarum T arrocchi ali um <> tt quibut mortuorum corpora ajfiim
muntur
: dal qual Diploma fi dimoitrà , che già l'O-
ratorio era flato ampliato , e ridotto a Chiefa capace
di dare fepoltura agli efterni , e muovemi a ciò cre-
dere la gran divozione de' Fiorentini accefafi a detta-,
Chiefa per la miracolofa Immagine di Maria*
■i-V.. Verrebbe ora qui opportuna occafione di par-?
lare della magnificenza , ed ampiezza, alla quale fall poi
la Chiefa, e Convento, come di prefente fi ammira, ma
sì gran pregi richiedendo più lungo difeorfo , gli ri-
metto ad altre Lezioni . Siccome agli Annali dell' Or-
dine de' Servi ferirti da i foprallodati Cronifti rimettefi
ancora la notizia ds i famofi Soggetti, che nella Nunzia-
ta fiorirono , chi [ in fantità, dottrina , e nelle nobili
arti ; chi godè T onore della Porpora , e della dignità
Vefcovile , e chi nel fupremo grado di Generali go-
vernò tutto T Ordine. E fé la neceflìtà di elTtr breve-»
mi toglie il piacere di rammentare ad uno ad uno e
nomi , e menti di cosi Venerabili Padri , qui però av-u
vertir mi giova , come della maggior parte di tanti
Religiofi commendaciffimi avvene il Ritratto nel primo
Chioftro del Convento , che a fuo luogo oflerveremo.
VI. E ritornando a* Sommi Pontefici , oltre a i già
riferiti Privilegi , e grazie fatte da eflì a quelli Padri,
giufta le Bolle originali efiftenri nel!' Archivio , dirò co-
me Clemente IV. per fuo Breve diretto a i Fedeli del*
la Città , e Diocefi di Firenze , Fiefble , e di Pillola y .
dato in Perugia an. i. del Pontificato, raccomanda ■, che
diafi limofina a' Servi per terminar la Chiefa , la quale
eia di grandi fpefe , Niccolò JV. nel 1288. e Boni-,
fazio Vili, nel 1299. dichiarano il Convento immedia-
tamente fotto la protezione della Sede Apoiìolica . Bene-
detto XI. con fua Bolla del 13C3. confeimò la Religione,
de1 Servi già approvata da Innocenzio IV. è da Ale (l'andrò.;
IV. cola j che non feppe il Barbofa , chiamando prima
Boria di Confermazione quella del fudd. Papa Benedetto .
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24
Si/Io IV. unì la Badia di S. Gaudenzio forto l'Alpi
alla Chiefa della Nunziata nel 1482. che fu un infigne .
benefizio , dovendone grado ì Padri alle iftanze, e pre-
mure idei Cardinal Francefco Gonzaga . Giulio IL u-
flivvi pure nel 1504. 1* Oratorio della Madonna del
Saffo a Lubaco . Leon X. nel 1516. fimilmente donò
la Prioria di Santa Maria d'Elmo . Clemente Vili, fot-
topofe a* Superiori della Nunziata gli Eremiti di Mon-
te Senario ( fperando il Pontefice , come leggeri nella_#
Bolla del 1593. in lode dell* oflervanza Ilei noiìro Con-
vento ) che la rigidezza del vivere , che fi ufa a Mon-
te Senario fi farebbe non orlante aumentata da i Padri
della Nunziata ; e finalmente da* Sommi Pontefici con-
fermate trovanti le feguenti donazioni di ChieCe fatte
da particolari Benefattori , £ fono la Nunziata di Fi-
renzuola nel 1474. e nel 1478. la ì?ieve de'Santi Ger-
vafio e Prorafio , detta S. Martino a Lubaco > la Ma-
donna di Legoli Diocefi di Volterra 1524. la Pieve di
S. Maria a Cafcina nel 1536Ì S. Giorgio a Petrogna-
no > la Madonna di Carbglione del Terziere nel 1502.
e la Madonna di Vajfignano nel 1597. e Ja Religione
di Malta fo.nommife alla Nunziata di Firenze la Chiefa
di S. Michele de ìàs Quevas in Ifpagna nel 1497.
VII. E per ultimo periodo dei difcorfo che feri-
fce più il punto principale dei meriti de* Padri, vedia-
mo fin dove giunte la confidenza della Repubblica Fio-
rentina verfo di tifi .. Ella ammife alla cuftodia dell*
erario pubblico nel 1343. Fra Agoitino Benni, e Fra
Banolommeo Datucci > -e nella iieila carica di fomma
gelofia , e fede fece Amminijtratori Fra Antonio , e_»
Fra Criftofano ; Suo Oratore 5 e Teologo fu Fra^
Alberto 5 e quello che folleva 1* animo noltro a confi-
d-ciare maggiori ancorale più cofpicue le qualità del
Convento, egli è la fiducia 5 the i Governatori dello Sta-
to antico di Firenze ebbero in quelti Religiofi , imper-
ciocché folkvato che fi fu il Popolo minuto nell* an-
no 1378. non appariva alcun lume atto a comporre le
difcordaiui fazioni , quando i Guelfi radunati in que-
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fio Convento agl'ulta; la Stòria njmofcjftta di Gino
Capponi , fi rimederò alla fetltenza , e al giudizio de*
Servi dì Maria ? e gettatili ì Fiorentini nelle mani lo-
ro , trovarono con universali acclamazioni la pace > ed
il fine alle funeftiflìme rivoluzioni. E Umilmente i Po-
poli'del Comune di Rofignano eleifero i medefimi Padri
per loro Avvocati , e Difenfori , coitando ciò pubbli-
camente per carta di Luca da Bibbona Notaio nel 1497.
che perciò erano queiH Religiou* ricercati fovente per
direttoli de* configli , e delle deliberazioni delle cofe
attenenti ai pubblico , e privato buon governo , e rie*
contratti non erano chiamati con altro nome ., che Ve*
nerabiles Frafres S, Marine Ord, Seri)orum
, che a ma-
raviglia fcuopre la ftima fattane , e conferma il fin qui
detto • Né pollo qui tacere un documento dell* amore
de' Medici a quefti Religiofi \ qual' è una lettera del
Cardinale; Gio; de* Medici figlio di Cofimo I. fcritta al
Santo Cardinale Carlo Borromeo Legato di Bologna nel
1561, e principia così }, Convento della Nunziata di
„ Firenze è flato fempre particolarmente protettole be-
„ nericato dalla Cafa nortra , et il Sig. Duca mio Pa«
j, dre tiene quella Chiefa in molta venerazione , e con-
jì feguentemente tutto l'Ordine de'Servi fi può dir, che
i, dependa da quefta Cafa ec. ,, e però lo pregava , che
non volefìe levare a detti Frati il loro antico Conven-
to di Bologna del titolo di S, Giufeppe , per darlo a
csrte Monache, giacché erano da 300. anni » che vi fta-
vano i Servi di Maria *
Tom. Vili                       D                               LE«
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i6
LEZIONE
III.
DELLA C fl I E S A
DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA.
Enchè la Chiefa della Nunziata , come
appare dalla vaga architettura, fìa fia-
ta rinnovata , e ridotta a maggiore.»
ampiezza , ed a forma fplendidiffima
fui medefimo fuolo dell'antica , che
edificò il Chiariflimo Balconieri; Io pe«
io penfo ragionare dell'una , e dell' al*
tra 5 acciocché niuna cofa fi tralafci delle tante glo»
riofe Tue vicende , e compica liane la noftra Iftoria .
E facendomi dall'antica, vale a dire da Chiariflimo,
che la fondò , riferirò quanto fu quefto punto fcriife
Leopoldo del Migliore alla pag. 265. „ d1 averla fatta
5, tutta Chiariflimo di Falconiere , afcendente generofa
,, gione , domandato , e ottenuto per Bolla di Urba-
,, no IV. data in Orvieto nel 1254. d'applicare a quel-
si
la fabbrica .'facilità tali, d'averne potuto legittima-
mente meritar largo titolo di fondatore , compren-
dendofi tale , fotto quelle voci fenza replica kritte_*
3, quivi nel fuo Sepolcro :
SEP. PROVTDI VIRI CLARISSIMI DE FALCONKRIlS QVI PRO
REMEDIO ANIME SVE FVNDARI , HEDIFICARI, ET COMPLERI
FECIT TOTAM PilESENTEM ECCLESIAM.
)
di
:n^ehe
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sài
«7
,, e che* fufleguenferfleme Tr réplicafìfè con forza » che^.
„ aggrava il medefimo requifito , per mezzo fimilmen-
„ te d'una Iscrizione antica originale * e di que'tem-
„ pi intagliata in marmo afMa al muro accanto allìu
„ Porta principale di quella Chiefà } la quale con itii
„ foftenuto » benché' rozzo » e con qualche errore , che
,> non s'è corretto , per non alterare in nulla , quel
„ che arreca etiam venerazione all' antichità } porta in
,; chiaro così ì' efienzialità del fatto.» , .
DE FALCONERIIS CLARISS1MVS EDIFICATOR NOBILIS
ECCLESIE FVIT HVIS HONORIS AMATOR VIRGINIS AD
IAVDEM CVi CLARA PROPAGO NEPOTVM FV1T IN
OCTVBRICVMCtPlT AMABILE VOTVM . BIS SEXCENTENVS
• ERÀT ANNVS BISQVE NOVENVS ETQVATER VNDENVS
NATI DE VIRGINE PLENVS POST ET INVNDENS ANNIS
CONTINOVATVM HOC OPVS FVIT EXPIETVM GRATO
DECORE PARATVM TOTA SVB AVGVSTO FVIT HOC
DOMVS HEDIFICATA IN Q. DIE SACRA COLITVR QVA
VIRGO BEATA .
,, Al medefimo lignificato corrifpondono ancora al-
j, tre parole antiche , intagliate quivi nell' orlo feor-
„ niciato della Porta > la quale ha in fronte 1' arme.*
,, d' eflì Falconieri d' una fcala fchacchata d* argento > e
„ d'azzurro in campo rollo, con due Falconi alluden-
55 ti al Cafato > che mettono in mezzo lo feudo ;
DE FALCONERIIS CLARISSIMVS EDIFICAVO1
HANC P1VS ECCLESIAM . VIRGO MARIA BEAVIT
ET FVIT AD VOTVM SVA CLARA PROPAGO NEPOTVM. ,>
E per confermazione ài tale benefizio predato a i Servi
di Maria da i Falconieri con animo veramente regio , ag-
giungerò qui le parole del Roflfelli , che fono le feguen*
ti» Ma l'anno 1262. credendo la detta Religione di
ii bontà , e di numero , Ghiariifimo Falconieri fratello
» del B* Àkffio uno de* 7. Fondatori del detto Or-
D z                        „ dine,
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28
to din© i alle preghiere fue fece fabbricare da' fonda-
» menti la Chiefa, come chiaramente fi cava da al-
it cuni verfi , che ancora fi leggono in un cartello
5> di marmo pofto fra le due Porte principali della me-
5; defiraa Chiefa nella parete efteriore , e più chiara-
5, mente dall'inscrizione nel Sepolcro di Chiariflìmo >
» che è nel Chioftro grande , accanto alla, Porta } che va
5, in Chiefa „ Negli Annali poi della Religione de'Ser-
vi all'anno 1254. viene il Giani alle feguenti partico-
larità , de peritorum confilio eiufdém Templi longitudo ad
Florentinam mcnfnram
76. bracchiorum cum dimidio pro-
tracia
, latitudo vero bracch, 24. Et haec fuerunt fofi
parmum illud Oratorium prima
4. parietum Templi fi-
gnata
5 iaBaque totius fpatii fundamenta : huic njero ae-
di fido Vatris Alexii hortatione Clarìfflmus de Falcone-
riit plurimum adiumenti ex Apojlolicae Sedis difpenfattone-
prò animae fuae remedio contatiti
e trovafi pure nell* Ar-
chivio della Nunziata un altro documento } che è un
Breve di Papa Urbano IV. nel quale a maraviglia fi di-
chiara la mente del fuddetto Fondatore , ed il funto
del Breve è il feguente :
Urbanas IV. Epifcopti s Sermus Seri)orum Dei . Dite*
Bo filio Ciarifftmo Falconeria Ciwi Fiorentino Mercatori
fannorum Ultramontanorum falutem &H
                           ■■>
Sfatti ex parte tua fuit propofitum Nobis, quod Tu%
qui iam fexagìnta annos
, é^ amplius Mercaturam Panno-
rum exercuiBi apud Ciwit. Fior, &c. quod Anime tue fatti-
ti promdere per Ayoflolicam Sedem fuppliciter petifti afe.
Nos itaqtie quod pojfis iuxta pia tua Vota Ecciefie Ser*
worum B. Vìrginis iuxta Florentiam de Ordine S* Au-
guUini
> qus noma piantati 0 effe dicitura libere erogare
in fabricam
, feu al iam utili tatem di Eie Ecciefie afe. auilo-
ritate prefentium cibi duximus concedendum èpe. DatunL,
apud Urbem Veterem Non. lunii Fontificatus an. uu
1264»
IL Con tutte però quefte veriffime ragioni dimo-
fìranti efler fiato di queita Chiefa fondatore il Falco-
nieri , tacere non debbo ? che V induftria de' Servi non
abbia avuta gran parte all' Edifizio chiamato nella Sup-
plica )
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19
plica , che cffi fecero a Papa Clemente IV.* 0$us fum-
puojum ;
ed il medefimo Pontefice con fuo Breve dato
in Perugia nel 1255, an. i.Iontif, concedè loro le limo-
fine , che veniflero elargite dalle Diocefi di Firenze,
di Fiefole , e di Piftoia , pe *1 qual atto di pietà pro-
mette a ciafc-uno il perdono de* peccati ; onde lìamo
coftretti a tener per vero , che di gran vantaggio alla
Fabbrica folle il danaro largamente contribuito da* Pa-
dri > e da i Fedeli , non mai però ballante a diminuire,
uè a contendere al Falconieri 1* onore , ed il merito
di vero fondatore > come fi pretefe , al dire del Giani
parte 2. pag. 23. e del Migliore a carte 266, con lite
lunghiflìma , decifa poi da S. Antonino , il quale fen-
tenziò , che da* Padri non fi poteffero rimovere le Ar-
mile le Infcrizioni de i Falconieri per così confervare
loro il fogno onorifico di Fondatore, ed inoltre ordinò,
che a ciafcuno di quefta illuftre Cafa nella fedi vita
della Purificazione , dal Convento fi mandaffe per re-
cognizione una candela di cera , e rogò tale fentenza
Ser Paolo Bencivenni adì 29. di Gennaio 1455, : li
"*,ìi III. Quale poi foife la pianta della Chiefa in que*
tempi, ella è cofa troppo difficile a cagione de* note*!
voli accrefcimenti, e delle innovazioni varie, e beile fat-
te dipoi . E il ravvifarvi molte Cappelle fondate da par-
ticolari Famiglie, poco dopo il 1300, ci coftringe ad
aflegnare in detto tempo altro ingrandimento della Chie-,
fa, maffimamentechè le Cappelle nella Navata fono sfon-
date , cofa che non trovafi praticata prima del 300. ne'i
Templi antichi di Firenze. Nel fecolo xv. molte fiate fi
pensò pure a viepiù nobilitare la médefima, come dal-
la Repubblica Fiorentina con replicate deliberazioni
regiftrate ali* anno 1444. e 52. furono eftratte dall' E-
tario del Comune fomme notabili di. danaro alTegnate
a fine di accrefcerla ,* ed i Capitani di Parte Guelfa^
nel 1459. con ifpefa di fiorini d'oro 500. fecero la-.
Sagreftia . Fra Mariano Salvini , che poi fu Vefcovo ,
avendo egli per le fue fervorofe , e dotte prediche ri-
cevuto groife fomme di limofine , giufla la Storia del
Già-
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Giani , nobilitò le pareti di tutta h Chiefa "-i '*.- Piero
de* Medici figlio dij Cofinio Pater Vatrias d* uri pregia*
tifììmo teforó arricchì la mede/ima Chiefa, cioè della itu*
penda Cappella della Nunziata,-che nel 1448.3 Tue fpefe
fece così rilucente d* argenti , di marmi , e d'intagli •
In un ricordo del Signor Giovanni di Poggio Baldovi*
netti Patrizio Fiorentino, ed erudito quanto altri mai
ddle cofe Fiorentinem fi trova , che il difegno delle-*
Cappelle in quefta Chiefa, come fono di prefente , fu fat-
to da Micheiozzo Michelozzi. Dèi maggiore però > e più
nobile ingrandimento fé ne deve grado a Lodovico Gon-
zaga figlio di Gio; Francesco Marchefe di Mantova > e
Generale de* Fiorentini, il quale a/Tegnò due mila fio.
lini d'oro per aprire U Aitar, maggiore , e coftituirvi
una, magnifica », ed ampia Tribuna terminata nel 1477.
come vederi inoggi » e che tra poco ofierveremo. Circai
11 antico Coro, vi farebbe da cercare , fé nel mezzo
alla Chiefa fia flato dal principio della fondazione , fic*
come tutti i principali Templi antichi di Firenze avea-
no il fuo Ponte* ( così 'chiamafi nelle: Scritture Fioren*
trne il Coro•) e noi fiamodi credere , che in quella Chie-
fa ancora vi foffe un fomigliante Ponte j - e favorifce_.
Ja mia opinione il Giani colie fèguenti parole alla pag.
x%. della Parte s.de'fuoi lodati Annali; Cumque Chorumin
medio cumLamiis
» et urcubus Areatnnimis indecenterpraepc-
direEugenìus animad<verteret;% \o
pone levato via nel 1443.
IV. E feguitando ad affembrare Monumenti della..
pietà de' Fiorentini» e dei]' induirria di que'Padri, per
véro dire nef due pauVti fecoji effi non fletterò ozrofi
in! adornare 'viepiù la Chiefadi lì concetto loro fu*
d' ingrandire le fineftre con pietre ferene , e dì dar
vaghezza agli Archi delle Cappelle con citeriore ador-
namento» molti de*quali debbonfi) come dircnio, aliai
fkaordinaria pietà del Sénator Donato dell* Amelia,::
foni ararne me portato verfo di quello Tempio. La Loggia
fuìla Piazza eretta , è un monumento della liberalità della
Famiglia Pucci , e de' Medici è il Ghioftro fabbricato
avanti la Chiefa , detto iLChioifcro de' Voti, e da' me.
.|J0                                                               de-
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3*
defimi fulla Piazza fu polla la Statua Equefhe di Fer-
dinando, metta io mezzo a due fonti', che tutto deferi-
veremo a fu© luogo.
V. E per ora tornando alla Chiefa , che è ripartii
ta in una Navata fola in forma di Croce con cinque
Cappelle per lato , le quali fporgendofi in dentro pre-
fìano comodità a* devoti: effe fono in volta con archi
a mezzo circolo feparate da Pilaltri, i quali tornano al-
quanto baffi alla proporzione deli* altezza delle mura-
glie , che vengono di fopra 5 mediante i nuovi accre«*
{cimenti fatti fugli antichi fondamenti , il qual difetto
però inoggi meno dà full'occhio, dopo alcuni Ovati»
e Angioli di ftucchi difegnati da Francefco Silvani , ed
aggiuntivi tra 1' arco della Cappella , ed il cornicione-
e fé altre volte in quella Storia mi converrà mentovare
il predetto Silvani ,?per moke cofe da elfo quivi difegnate ,
e mefie in opera nel fecolo pattato, e nel finire del
xvi. per isbaglio di alcuni Scrittori attribuite ad
aitili Architetti, di tali notizie debbo grado ai Sig. Gio:
Batifta Nelli Patrizio Fiorentino, e noto alla Repub-
blica de* Letterati per la fua erudizione , e maffimamen*
te nello ftudio della Architettura ,^ circa alla quale_*
conferva in fua Cafa ,-ida 4. mila difegni originali del
più bravi Architetti^ i benefizio degli Studiofi di sfc
nobile Arte, e tra sì pregevoli carte ho 10 ravvifato
effer del Silvani molti lavori nella Nunziata , creduti
opera di altri Artefici é
; VI. E facendoci dalla prima Cappella-a manrit-
ta' y' élla, è della Famiglia del Palagio, dove l'Empoli
effigiò Maria, con a* piedi S. Niccolò, e altri Santi; l'Al-
tare è di marmi feorniciati , le pitture a frefeo fònè
di Matteo RoiTelli in vece di alcune Storie dipinte da
Taddeo Caddi nel 1353. ed i due Sepolcri di paragone
alle pareti fono di due illuftri Personaggi di detta Famigliai;
del Palagio . Viene la Cappella de* Macinghi , alla quale
già eravi una tavola della Natività di Crifto, trasferita in
Convento, per porvene una fatta da Pier pandini, rapi
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prefentante il B. Gfovacchìnorpiccolomini Religiofo di
quell'Ordine. Segue la terza, già de'Crefci, pervenuta1
nel Marchefe Fabbrizio ColJoredo. del Frioli., il quale
quivi s e altrove aveftdo dati! fegni ! di /ira pietà , col
difegno di Matteo Nigetti nel 1551, fece foppanna-
re quella Cappella di marmi bianchi 9 e mifti con ta-
vola del Vignali y che vi colorì il martirio di Santa..
Lucia, le pitture della Cupola fece qinVi il Volterrano, e
le figure in marmo con molta maeftria fono feolpit€^
da Orazio Mochi . Viene Ja Cappella de i Cortigiani,
i«oggi de' Peruzzi , ;CoHmo Ulivelli neli\ quadro vi ha
dipinto un Grillo in atto di riianare una piaga al B,
Pellegrino Servita , collocatovi da Era Calirlo Catani j
cui molto premeva lo Splendore della Chiefa , e ap-
piè di qAJefia Cappella fi vede nelLpavimento la ma-
gnifica lapida ;de* Cortigiani* Allato avvi «la: Cappella
de* Medici , donde £u levata via la tavola di Crifto de-
porlo dalla Cince di mano di Fra Filippo Lippi di pre-
giato colorito , £ beile fono le attitudini delle figu-
re da ballo .dipinte da Pietro Perugino 3 queir a era Hata
fatta a fpefe di Iacopo Federighi Cavalier di Malta > e
la vedremo traslatata altrove > le figure alle pareti fono
dell' Ulivelli ? di cui è ]' Architettura,che fìnge marmi,
é i al muro vedefi il Sepolcro di Orlando Medici 1 la-
vorato da Simone fratello di Donatello , un altro av-
vine addìrimpetto ,. ficcome altro nel pavimento , ed
offervifi qui un Marmo , che ferve per Boriale ,. in cui
fcolpite fono, tre téiie inileme unite , né io JfoJindur»
mi a credere, che fieno un fimbolo ddla > Santiflìma^
Trinità , come ferirle jl Migliore > perchè un modo tai
di figurarla fu proibito vda Urbano VUU che fece ab-
bruciar molte fomiglianti pitture , ma più cotto lo di-
rei un fimbolo del tempo . Sotto all' Organo è la Cap-
pella de* Billi coj ^diìfegno di Franceko Silvani , all'»
Altare vedefi un .-finito riforto del Pnglianj , càe lo
copiò dalla Tavola del Frate , che è preflb de'Gi'anduchi,
dove palsò pure un S. Giobbe opera del mjedefimo,
e gli
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e gli arabefchi, che in marmo finiflìmi vtggonviTi a' pi-
lattri della Cappella , corrifpondono ad un fimil lavoro
nel parapetto dell'Organo.
VII. Voltandoli dalla banda della Croce, nella te-
ttata viene la Cappella de* Falconieri dedicata alla Con-
cezione, effigiata da Matteo Rofleiii con appiè S. Fi-
lippo Benizzi , e Santa Giuliana Falconieri , e altri
Santi, deiruiivelli è lo sfondo della Volta, ed il Cor-
po della B. Giuliana ripofa fotto di quefto Altare, che
pretto vedraflì con magnificenza rinnovato : nel pavi-
mento fono laftroni di marmo , che chiudono Uomini
antichi, e principali della Famiglia di Chiariflìmo. Quefta
Cappella è metta in mezzo da due altre , cioè da quella
de* Tedefchi , e Fiamminghi fondata nel 159^. e da_.
altra da' Bambinelli , veggendofi nella prima una Santa
Barbara colorita dal Signor Giufeppe Grifoni con due
tófte di Valentuomini a i pilaftri , e fono di Giovanni
Stradano nella dipintura , e di Lorenzo Palmieri nella
Cavallerizza infigni : la feconda Cappella fu eretta, e do-
tara nel 1388. da Bindo Lapo de* Pazzi , del quale
rettavi la fua Arme, pafsò poi al Cavalier Baccio Ban-
dinelli celebre Scultore f che vi fcolpì un Crifto mor-
to fottenuto da ìsh'ccodemo, che è il ritratto di Bac-
cio al naturale , ficcarne di batto rilievo dietro \' Alta-
re evvi altro fuo ritratto , e altresì quello di fua Mo-
glie . Ma perchè varj Scrittori in vece del Nicodemo ,
dittero eflere il padre Eterno , batterà a fcoprirne
lo sbaglio, oflervare 1* attitudine della Statua , che tie-
ne un ginocchio in terra ; e quando mai fi è veduto il
Padre Eterno genufletto ? Dirimpetto alla Cappella de i
Falconieri nella tettata dell' altro braccio della Croce
a* incontra quella de* Villani , dove fono fepolti Gio-
vanni, Matteo , e Filippo affai noti per le Storte Fio-
rentine , ed in ^pida appiè dell* Aitare leggenV quefta
Iscrizione ; ,•
                                                          &j
■'■■r"''""}'^'■>■ 'v 'i:K\, ii * ;ilv:-;)■:■■*:>ì !>ìli\ * R*'ì:/rl iéììH '.tii'ftt
Tm. Vili.                       M '                          se;
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Ì4
SEPVICRVM IÀCOBI IOÀNNI5 jiATTHAEI DE VILLANIS
CIVIS JET MERCATORIS FLORENTIM CVIVS PATRVVS
MAGNVS IT AVVS FLORENT1NAE VRBrs GESTA SCRIPSE-
RVNT, CONSTRVCTVM AB EODEM ANNO MCCCCXXXXV.
Tutta quella Cappella a i tempi noftri fi è rinnovata
da Fra Bartolommeo Speziale del Convento 5 e però
levati via i due quadri del Poccetti , e del Vignali fi
vede dipinta tutta a frefco coli' architettura di Monsù
Giufeppe Sciaman Lorenefe, e le figure fono del Sig. Vin-
cenzio Meucci: è però rimafo full' Altare un raro Croci-
fldb di legno , che non fi può levar via fotco pena
di caducità d'un lafcito di Iacopo Villani del 1454.
Sotto quefto Altare adorafi il Corpo di San Florenzio
Martire , donato da Papa Innocenzio XI. al Grandu*
ca.Gofirno III. dal quale fu dato alla Cappella de'
Villani:, e qua trasferito con folenne proceflìone nel 168$.
Da? lati di eifa Cappella a manritta ewi la. Cappella..
de' Tedaldi , dovè il Volterrano ha dipinto San Filip-
po Benizzi , ne' lati k pitture a frefco fono dell' UH*
velli , e fui frontefpizio vedefi ufi San Giovanni E-
vangeMa j cui nel 145©. era fiato confacr,ato l'Al-
tare . ' L* altra Cappella , che viene dalla banda fi-
nii! ra 5 a fpefe de' Grazi è fiata ornata di fini mar-
mi , col difegno del Cavalier Radi da Cortona , e la
Volta con mirabile arte dal Volterrano dipinta , rap-
prefenta un Coro d' Angioli con varj (burnenti da fuo-
110 , allufivi a Paolo Grazi famofo Sonator di Piferi 19
detto il Franzefino .
                   ; r                               1
Vili. Ritornandoli poi nella grande Navata, la pri-
ma Cappella, che viene fotte altr* Organo , come ap-
pare dall' ifcrizione , fu fatta dalla Famiglia de* Poc-
cianti s ha un* Aflunta per tavola, che fece Cefare.»
Bandirne con appiè i Santi Iacopo Apofiolo, e S. Roc-
co , copiata da quella che v* avea fatto Fra: Bartolom-
meo della Porta . Alla feconda , il cui Padronato è
de' Rabatti chiamati Quattroventi da Rabatta Terra del
Mugello j v* era un S. Giovanni creduto di Donatello,
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m ti
35
fnoggi è fucccduta un'Affurita di Pietro Perugino > e
da una parte laterale evvi la Tàvola de* Federighi j che
fopra fi ditte trasferita dalla Cappella de' Medici. Appretto
viene quella dei Galli » che ha di maravig.liofo un Gri-
llo in Croce , che favella col buon Ladrone colorito
da Giovanni Stradano , dove è lodato un gruppo di
Soldati , che fi giuocano le Velli del Signore , Pofcia
fegue la Cappella dì Bafìiano da Mòntauto con due_*
belli Sepolcri j e Ifcrizioni , che fono dietro a* Confef-
fionali j full5 Altare Aieflandro Allori vi copiò il giudi-
zio di Miehelagtiolo , che è in Roma nella Cappella^.
Papale . E perchè il fuddetto Baftiano non fi confon-
da co* Conti Montami , noteremo 5 che colìui era de*
Ciaini da Montaguto , luogo poco fuori della Porta a
S. Niccolò » e avea in Firenze le fue Cafe in Via de"
Servi , comprate dal Marchefe Niccolino , Alle pareti
della fudjdetta Cappella fono due Storie dipinte dallo
fretto Allori 9 in una è quando Critlo fcaccia dal Tem-
pio chi faceavi mercanzie , e nell* altra la difputa del
Signore fanciullo , che è il ritratto di Piero Ridolfì
giovanetto> ed a' pilaftri fono pure ritratti Pier Vetto-
ri j Don Vincenzio Borghi ni » e Baccio Baldini Medi-
co di Cofimo L Di prefente quella Cappella è pattata
in eredità alla Famiglia da Verrazzano per la Caterina
Alettandra Ciaini figlia dei Priore Marchefe Andrea^
Francefco Mòntauto Segretario di Guerra , e di Stato
di Cofimo 111. e Moglie del Sig. Cav. Andrea da Ver*
razzano , e Madre dei viventi Signori di quella Famiglia *
Più oltre abbiamo la nobiliffìma Cappella de* Marchefi
Ferroni , della quale così dice un Diario MfT. del Ca-
nonico Salvino Salvini,, Adì 21. di Marzo 1692, di
.,, Sabato fi vide fcoperta j e terminata la Cappella nuo-
.55 va nella Chiefa della Santiflìma Nunziata accanto alla
» detta Immagine fatta dai Marchefe Francefco Ferro»
5, ni Senator , e Depofitario Generale del Granduca
„ Cofimo . La Tavola ali* Altare, in cui vedefi il tran-
,, fito di S. Giufeppe, è di mano di Qarlo Lotti Pit-
5) tor Fiammingo , abitante in Venezia , che la fece_»
E 2                             a per
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,» per ordine del Gran Principe Ferdinando» La Sti*
,, tua di S. Francefco è di Gio: Cammillo Cateni , e^
5, quella di S. Domenico è di Carlo Marcellino , Geco-
5, me le altre Statue, che pofano fopra il Sepolcro ,
5, tenenti il ritratto del fuddetto Marchefe , fono di
5) Francefco Andreozzi , e le due fopra altro Sepol-
», ero , che tengono uno feudo con dentro una Na-
5) ve j fimbolo della Fortuna , fono di Giufeppe Pia-
9, montini . Sopra V Architrave i due Putti furono fat-
3) ti da Monsù Paolo Tedefco , e del medefimo Arte-
5, fice fono i due fopra S. Domenico ; Gli Angioli in alto
s> pure di marmo fono di diverfi , cioè a mano man-
3) ca di Lorenzo Merlini , a manritta di Giovacchino
3) Fortini , e verfo 1* Altare gli Angioli ne* peducci fo-
„ no di Andrea Vacca , e gì' altri due del fuddetto
,, Paolo . I due Scudi s o Medaglioni di metallo do-
i, rato ? ed i Gandellieri fono opera di Maflimiliano
5, Soldani. Tutto il difegno della Cappella è del Fog-
ìì gini j il penfiero delle Statue fu dell' Abate Anton
5, Maria Salvini 5 e tutto fu lavorato in zo. mefi colla
3, fpefa di io. mila feudi . Morì il Marchefe Francefco
,, a' 17. di Gennaio del 1695. in età di anni 8i. por-
„ tato alla fepoltura con 120. torce. ,, Sin qui il ri-
cordo del foprallodato Canonico Salvini , il quale-»
nulla dicendo di chi fofìfe, prima de* Ferroni , la Cappel-
la) diremo noi, che effa era della Famiglia de'Signo-
ri da Gagliano , qui eflfendo ftato feppellito Francefco
da Gagliano Vefcovo di Piftoia morto nel 1559. deno-
minato dall' Abate Ughelli j e da noi altrove con ab-
baglio de* Gaglìgai. A quefta Cappella eravi un quadro
fatto fare da Madama Criftina di Lorena , nel quale»
il Curradi dipinfe i cinque Santi canonizzati da Gre-
gorio XV. e il S, Ignazio era il ritratto del Padre
Luigi Albrizzi, in quei tempi commendauffimo Predi»
catore*
(LE,
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37
LEZIONE IV.
... " ■■ ■■" ■■»■'»■ '■' ■■;'.* ■■> :-■■ %•' ,*'""ì"                                      & * >;.'•" '*"'■.■ i' a '•■ '''■"' .■■„ ■'"■■•' s' '■ ■.', ■ ■■.■■< >■ «. " ^ '-'■'' i**i ■',' ì ■ i.«ì»'
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DELLA CHI E S A ' '
DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA.
Ella prima corruzione della Chiefa , I?
Aitar maggiore veniva fituato al prin-
cipio delle fcalere della Tribuna con-,
r arme in fronte de* Falconieri fonda-
tori , e col Coro innanzi, quando Lo-
dovico Gonzaga Marchefe di Mantova ,
che avea militato in grado di Generale
de' Fiorentini > ebbe il nobile , e fanto concetto d'in-
grandire la Chiefa della Nunziata , afìfegnato avendo a'
Padri 2. mila fiorini di oro larghi, per accrefccrvi la
Tribuna alta dentro br. 57*6 un quarto , larga 40. con
Cupola che inoggi fi vede dipinta dal Volterrano irw
età fenile, avendovi colorita 1' Incoronazione di Ma-
ria fefteggiata da* Santi del Teftamento Vecchio in bel-
le attitudini, e fu in quell'opera aiutato dal bravo fuo
Difcepolo Cofimo Ulivelli, che la fcoprì adì 8. di Settem-
bre 1683. Di quella nuova Fabbrica fu Architetto Leon
Batifta Alberti primo Profeflbre in que* tempi, il cui di-
segno fu meflbin opera da Luca Fancelli, al dir del Vafari >
non men con giudizio, e arte, di quel che s* afpettava ali*
Alberti , veggendofi un edilizio tondo coperto da Cu*
pola fatta a porzione di circolo : Pofano fulla circon-
ferenza del piano nove Cappelle sfondate, umilmente a
forma di cìrcolo , il quale fi fcorge ancora negli Ar-
chi di pietra ferena retti da pilaftri Corinti di marmo,
adattati con mirabile artifizio , e con tal grazia 1
che alla rotondità della fabbrica l* Occhio s* inganna,
non vedendovi punto la difficoltà dell* operare ; In più
luoghi fono affitte le Armi della IUuftrc Cafa Gonza*
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2f
gai , coli* imprefa de! Fondatore Via quale è un Sole»,
col motto nondvm in vndis > che trovafi nelle Mone-
te ? e Medaglie antiche di detti Marchefi , e nel fre-
gio , che intorno intorno ricorre t'urto I* Edifizio a let-
tere d' oro iì legg^ ; .
1VDOVICVS GONZAGA II. MARCHIO MANTVAE , VIRGINI GE-
NITRICI RELIGIONISCAV3À POSVIT. AN.SAL. M. CCCC. LXXVI
Soprantendente alla Fabbrica era flato Piero di Lapo
del Tovaglia Teforiere dei fuddetto Marchefe , il qua-
le per rimunerazione gli fece dono di fei di quelle^
{uè Cappelle con 1* Aitar maggiore > appiè del quale^
avvi del Tovaglia la Sepoltura , in cui o&ervafi aggiun-
ta- ali'arme di lui 1* iroprefa del Sole de* Gonzaghi .
Quefto Aitar grande , fcrive il Migliore , che £u dife-
gno del rraedefirno Alberti , ma le notizie noli re fono>
che il modello fia fiata invenzióne ài Leonardo da^
Vinci . La figura era d* un Arco Trionfale .circondato
da raddoppiate colonne con tutti i mèmbri dell' Ar-
chitettura > fattura Rimata molto per 1* intaglio in le-
gnò di Baccio d' Agnolo , e più che più per le pit-
tiate di Pietro Perugino 5 e per un Crocififlb pur di
legno di Giuliano da S. Gallò , che inoggi, per edere
fiato' mutato V Altare , è collocato nei Ricetto delia^
Cappella della Santiffima Nunziata . Tale vicenda ad-
divertne ne* 17. di Settembre del 16^. non fenza qual-
che biadino dato dai Fiorentini , effendoiì permetto ad
Aléffandro , ed Antonio de' Medici figliuoli di Vitale
Ebreo fatto CriftianOj che inalzaffero full*Aitar maggio*
rè" fpògliato de* vttulti pregevoli ornamenti 3 un Ciborio
d' argento veramente ricchiffimo per la valuta di hi*
mila ducati , e vago per il difegno , e lavoro di Maeftro
Antonio Merlini Cittadino Bologiìefe , in elfo fono
fcolpite le feguenti lettere ;
                    . :i
ALEX. ET . ANT. FR. MEDICEI. VITALIS% F. FIOR. ARGENtltMp
«OC . DEO . TRIBVNAL . CLEMENTÌAÉ . SYMBOLtU f \xL tOTpt
MORiyVRI . D» P» CI3. 10* C, LV»
,ed
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ed il difegno del fluoro prefenté Altare fece Francefco
Silvani ; ai lati vengono due Statue di marmo alte più
del vivo, {colpite da Giovacchino Fortini, e dall'uno*
e dall'altro fianco del Presbiterio, oflervinfi a* viticci
due fanciulli di marmo lavorati dalP Ammannato ,
ficcome fono in due ben acconce nicchie a i pilaftrt
della Tribuna le Statue di S. Pietro , e di S. Paolo
pur di marmov opera del Caccirii*.
IL E principiando il giro della Tribuna > la pri-
ma Cappella, che viene dalla banda dell' Epiftola , ella
è de i Tebalducci , detti inoggi dei Giacomini , evvi
una S. Anna dipinta con Maria , e Gesù bambino , ed
a' lati fono S, Filippo Benizzi , e S. Giuliana de' Falco-
nieri , fattura di Antonio Donnini .A quella de' Buon»
talenti tutta ornata di marmi dipinfe il Bilibert lo Spo-
falizio di S, Caterina Verg. e Mart. le dipinture nella^
Volta , e alle pareti fono del Vignali ., cioè S. Maria
Maddalena a manritta , e alla finifira S- Margherita .
Nella terza de'Brunaccini , il Cieco nato è del Paffi-
gnano in vece d' un quadro d* Andrea del Sarto, né
difpregevoìe erano le due Tavole pure a olio dalle.»
bande , una fatta da Piero Sorri Sanefe , dell* Empoli
l'altra , ma fono ftate levate via , e nella Tribuna v*
è dipinto il Padre con due Virtù da Ottavio Vanni-
ni . Appretto viene la Cappella di quei del Giocondo \,
avendovi dipinto le Stimate di S. Francefco Domeni-
co Puligo , e nel muro vedevanfi coloriti dal Donni-,
no i 40. Martiri , inoggi però avendone acqaiiftato il
domìnio il Cavalier Gio: Batifta Anforti , ed il fuo
Fratello Gio: Francefco, da elfi è Hata innovata con va-
go difegno , e nuove tavole . Segue nella tettata della
Tribuna la Cappella , che per il difegno è la più am-
mirabile , e chiamafi della Madonna del Soccorfo , per
un Tabernacolo di Maria miracolofo ; quefta fu; iru
antico padronato de3 Pucci , pofcia di Domenico del
Dolce , pattata per fine a Giambologna Scultore loda»
tiflimo , e da elfo arricchita dì pitture , e di fìatue^
fette da* più rari Artefici amici fuoi. JLc Colonne a«
dun-
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dunque Corintie y i baffi rilievi di Metallo fono di
Giambologna; le prime quattro Statue di marmo col-
locare in certe nicchie , fonc di Pietro Tacca , e le
Statue, che mettono in mezzo la Tavola dell' Altare, fo-
no del Francavilla , del Ligozzi è il quadro nella fac*
data $ dove effigiò una Pietà . La Natività dalla ban-
da del Vangelo è del Paggi, dall'altra banda la Re-
furrezione fece il Paflìgnano , dal Poccetti fu dipinta a
frefco la Volta , e del fuddetto Giambologna è tutta.»
1' Architettura , nella quale egli anche valfe : il Sepol*
ero di lui} che in alto fi vede, è di marmo , ha fui
frontefpizio fedenti due Bambini , che tengono due fa-
ci fpente con attitudini efprimenti il dolore, che fen-
tono della morte di Artefice sì virtuofo 3 e vi fi leg*
gè il feguente Epitaffio ;
*,;:'■• ,...;'.';','.■...'.                                                           -                                                                                                                                                    ,.                                                                                                       '■'■■-.                                                                                                                      '■ ■ ky, ■ ■ .. -
IOANNES BOLOGNA BELGA . MEDICEO*.
PRINC. NOBILIS ALVMNVS . EQjfES MILITIAE I. CUBISTI
SCVLPTVRA ET ARGHITECTVRA CLARVS
VIRTVTE NOTVS . MORIBVS . ET HETATE
INSIGNIS . SACELLVM PEO
SEP. SIBI CVNCT1SQVE BELGIS EARVMDEM
ARTIVM CVLJORIBVS P. AN, PQM. MWC,
Adorali quivi la Immagine del Soccorfo chiufa da due
fportelli dorati , ed i Puttini d* argento fece Gugliel-
ino Tofani al Marehefe Ferroni nel 1712.
III. E ripigliando/i il filo delle Cappelle , la fefta,
che fegue , è de'Guadagni , la Tavola rapprefenta la
Refurrezione ài Crifto lodatiflìma opera di Agnolo Bron-
zino , ma per gì* ignudi cenfurata dal Borghini , che
dice nel fuo Ripofo a pag. 90. „ Di grazia non ne
,-, parliamo, perchè vi è un Angiolo tanto Jafcivo , che
,) è cofa difconvenevole „ e alle carte 153. il medefU
ino nota di quefta Tavola >, la gamba finifira di Crifto
5, è troppo chiara> e il Soldato, che fugge veftito di rofib,
?, è troppo lungo ), e benché folle fiata quefta Cappella
reftaurata nel 1552* da Oliverio Guadagni, con nobile
e va»
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e vaga Architettura è &&tà rinnovata nel 1741. veg-
gendofi foppannata di varj marmi con due nicchie dal-
le bande , e fotto, due depofiti umilmente di marmo \
Oltre a quefta trovali quella de* Romoli , dove è la,.
Vergine Maria con alcuni Santi di Pietro Perugino.
L* ottava è de' Donati ( prima de i Benivieni , due de'
quali fono qui fepolti ) ella è tutta incrostata di mar-
mi t avente Tavole di Simone Pignoni. In ultimo luo-
go è da oflfervarfi la Cappella dell* Amelia ,. che fu già
degli Squarcialupi , restaurata dal Senator Donato dell'
Amelia nel 1^40. pretefo difeendente ex latere fratris
dal B. Manette , onde a quello fine vi fece dipignere
le azioni del B. fuo Antenato in quattro quadri alle
pareti , uno de'quali è di Criftofano Allori figliuolo di
Aleifandro , che full' Altare colorì pure la tavola della Na-
tività di Maria, opera commendatiffima , particolarmente
per avervi dipinto un Arco trionfale , a foggia di quello
appunto , che era ali* Aitar maggiore de* Gonzaghi »
dietro al quale evvi il Coro de' Padri , ridotto in for-
ma ettagona da Francefco Silvani , a fpefe del P. Mae-
fìro Profpero Bernardi Servita , che lo veftì di marmi
con alcune Statue di altezza al naturale, rapprefentanti
varj Santi, e Sante dell'Ordine, tra* quali è da ofler-
varfi la Statua del B. Lotteringo della Stufa , il di cui
corpo in un' arca elevata da terra vedeafi nella Chiefa ,
prima della reftaurazione della medefima 5 e fotto la
fua Statua di marmo leggefi queria breve Jfcrizione;
......,-.,...                                                                                            ,■■-..;•.. Ti
C <■■■'.. liW .«',./. t      i .1 .                                                                                                   .- -,     »        ■ • I ■.-;■■■             : J        ■ »      » ■* f.....>. U        * •»
DIVO LOTHARINGO DE STVFA
PATRITIO FIORENTINO ORDINIS SERVORVM FLORVIT
AD ANN. MCCC
E videi! terminato così bel Coro nel 1^7. agli, otto di
Novembre. Finalmente alle facciate de'due gran pila-
ftfij che reggono la Tribuna, fonovi appiè due Depo-
fìti di marmo , in uno veggendofi ritratto il Vefcovo
Angiolo Marzimedici figurato mezzo giacente in abito
Pontificale con graziofo artifizio di Francefco da San
3 Tm. VILI.
                       §                                 Gal-
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4*
Gallo % nella bafe I* Iscrizione è mefTa in mezzo da^
due feudi efpreffivi ì* onore ricevuto da Cofimo I. di
potere elfo chiamare de* Medici > e ufare nell* arme una
delle palle rofle > con un motto alludente al benefizio >
che dice ; D£i et tvi mvnere • V Epitaffio è come ap-
preso ;
ANGELVS MARZIVS ASSISIENSIS
EPVS AC XXXIIIL, ANOS A SECRETIS AVG
VSTAE MEDICVM DOMVS IILIVSQ. ALVNVS ET IN EÀM
OB PROBITATEM FIDEMQ^ ASClTVS
HOC S1BI VIVENS SEPVLCHBVM CONFECIT
DEFVNCTVS VT SIBI V1VAT CVM ANTE MORTEM AMICIS »
V1XIT AN. LXX. OBIIT AN. D. M. D. XXXXVI.
Air altro gran pilaftro viene il Sepolcro del fbpraHo*
dato Senator dell* Antella col fuo Simulacro di mar*
mo , della fcuola del Foggini » con la feguence Ifcru
zione :
DONATO DE ANTEELA NICOLAI P. PHILIPPI N,
TU SAC1U D. STEPHANI ORDINE PRIORI P1STORII
SENATORI DEMVM SACERDOTI
TEMPLI HVIVS AEDILI
EIVS IVSSV ET PATRIMONII CENSV
IN HONOREM B. M. V. ET B. MANETTI GENTILIS SVI
i ,;                 THOLO DEPICTO EXORNATOQVE
JET SEPTEM SACELLIS APPOSlTrs ANTELLENSIVM INSIGNIBVS
f PLASTICO OPERE PICTVRIS
CRYSTAQVE MARMOREIS EXTERIVS ORNATIS
CVRATORES HEREDITATIS EX TESTAMENTO POSVÈRVNT.
AN. MDCCII*
OBIIT PRID. IDVS IANYAR. MDCLXVI. AETA. SVAE IXIX.
In alio poi di quello maeftofo Arco fonovi due Figure
grandi di mano dell* Ulivdii , e altra Ifcrizione legge fi in
un pilaftro apprello V Aitar maggiore, come fcgue .•
scianT
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wp^^^^
SCIANT POSTERI OMNES
CVM FLORENTlAE AGERET LEO X, PONT. MAX.
ANTONIVS r>£ MONTE TIT. S, PRAXEDIS PRESB. CARD,
ECCLESIAM HANC ET A1AIORÉM EIVS ARAM
INDICTA QVOTANNIS PLENARIA ACCEDENTIBVS INDVLGENTIA
DE MANDATO SS. D, PP.VIVAE VOCIS
ORACVLO SIBI FACTO
SOLEMNITER ET RITE CONSECRAVIT . DIE IX. IVNH ( XVII. IAN. )
CHRISTIANAE SALVTIS AN. MDXVI.
IV. E terminata la Relazione di così magnifica.»
Tribuna entreremo nella Sagreftia , nel cui ingreffo tro-
vati una Pietà di Cefare Dandini : fegue un ricetto lun-
go braccia 7. e largo braccia 2. adorno di pitture , e
dì Stame , dicendo il Bocchi ,, con tanto fenno fatte *
„ che nella vi/la di cofe tanto preziofe , e ranto rare ,
„ colmo di maeità v, rantolio che fi vede, riempie I*
,, animo altrui di dolcezza difufata , ed a penfieri al-
„ ti , e divini il folleva. „ Una Madonna del Paflìgna-
no vedefi full' Altare , luogo deftinato per le Reliquie,
delle quali porrò qui la defcrizione , che ne fa il Sud-
detto Francefco Bocchi „ Egli ci è adunque un pezzo
„ di Legno della Croce di N. Signore , il quale è di
,, notabile quantità ; vi è un piede di S. Barbara: Un
,, braccio di S. Cipriano , parte di un piede di S. Bar-
,j tolommeo Apoftolo : un diro di S. Barnaba Apofìo-
„ lo : Reliquie di S. Matteo Ap. di S. Girolamo Dotto-
s, re , di S. Gregorio Nazianzeno , di S. Cofimo , e di
,, S. Damiano , di S. Criiiofano , di S. Caliito , di
„ S. Paolo primo Eremita , una Tetta delle ir. mila
,j Vergini , Reliquie di S. Maria Maddalena , di S. Ca-
5, terina , e di S. Giuitina , di S. Buonavenrura , e di
» S. Marcellino ; Reliquie di S. Lorenzo, di S, Gifmon-
9 5 do Re di Ungheria, di S. Fabiano , di S. Vincen-
3> zio , e di S. Anaitafio : un braccio di S. Baftiano :
» un Odo della ipalla di S. Taddeo : Reliquie di S.
„ Ilarione , e di S. Filippo Benizzi___Il capo di S.
,) Placido Martire , donato dal Cardinal Leopoldo ìil,
») cairetta di argento,, Evvi il Corpo d'un Martire antico
F 2                               chia-
-ocr page 50-
44
chiamato S. Aurelio , di quefto Santo Martire ~, no-
ta il Migliore ., eflere flato recato da i Falconieri nel
1674, dal Cimitero di Lucina colla fua lapida , in cui
è fcritta il nome proprio con lettere abbreviate diver-
famente dall' ordinario itile , che hanno dato da fpe-
cuiare a.3 curiofi delle antichità , e fono le feguenti :
AVR. SIRICVS QVBI . AN. XXVIHl. IS P. £IVS. INP. CVV1
ancora uno di que' danari di Giuda, il quale effondo
limile ad altro in S. Croce , a quella lezione ci rimet-
tiamo . Ha quella Sagreftia mokifllme argenterie per
le fede , e bifogne occorrenti, il di cui valore, giu-
rìa 1' opinione del Cinelli , afeende a 100. mila du-
cati , e le più iìimate fono 4. Candellieri , ed una_#
Croce di cri/tallo di Monte legati in oro ( quelli il
confervano nell' altra Sagreilia ) un Oftenforio d' oro
roaflìccio cempeftato da ogni parte di groffi rubini, una
CalTetta pure d* oro , che pefa libbre 3®. desinata nel
Giovedì Santo al Sepolcro , e i Paramenti, Vafi , Cro-
ci» fono per la copia dell' oro , dell' argento , e delle
perle di tanco pregio , che Papa Clemente Vii. con gra-
vi cenfure proibì 1' errarle , fé non fé per V ufo della
Chiefa ; gli Armadj contenenti tanto teforo } fono va-
ghinomi; e come fi accennò, quefta Sagreftia fu fatta fare
da i Capitani di Parte Guelfa nel 145colla fpefa di
5Q0. fiorini d' oro , che portò obbligo al Convento ,
come in Cancelleria della Parte apparifee , che due-,
de i Padri accompagnino i predetti Capitani > quando
dal Tribunale loro paitcndofì , vanno in proceffione
all' Oratorio di Orbatello . ,
V. Né ci rincrefea per 1* ultima fiata ritornare in:
Chiefa > fermandoci primieramente fulla Porta laterale);
che mette nel Chioftro , a confiderare un'Ifcrizione iru
lapida, di gran momento, che è la feguente r
D. O. M.
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\
te '
AD AMPLIOREM ORNATVMf
r TEMPLI HVl^S-"
A ClARlSélMO FALCONÉRIÒ AÉDlFlCATt
IN DIES MAGIS MAGISQyE COMPLENDVM
i SALVÒ I*. ANTONINI ARBITRAMENTO
LIBERAM PLENARIAMQVE FACVLTATEM
fVTVRIS ETIAM TEM^PQRIBVS PERPETVO DVRATVRAM
NOBILIS! FALCONERIA» GENS
EIVSDEM TEMPLI PATRONA
PRO SVO HONORIFICO IVRE
HVIVS COENOBII PATRIBVS ENIXE PETENTIBVS
PIISSIME INDVLSIT
AK. DOMINI. M. DG* IXC,
Nella Navata poi alzando gli òcchi , fi gode la Soffitta*
già difegnata da Francesco Silvani ? e pofcia nobilitata
d'intagli meffi a oro coi campo azzurro> oggi bian-
co per accordare coli* imbafamento delle Cappelle; avvi
in mezzo un grani quadro > in cui è di pittura a olio?
1* Aflunta , ©pera del Volterrano , e fu terminata nel
1670» Alle paréti in alto tra le fineftre dodici quadri?
accompagnano la fplendidezza della Soffitta , ne* quali"
Cofimo Uiivelli ha dipinto i miracoli più ftrepitofi
della Nunziata , a riferva de' due fopra gli Organi y e?
di quello del fuoco ? donde illefo ufcì un Cavalier-
di Rodi . Sopra 1* Arco di eiafcuna; .Cappella della*
Navata - vengono Vaghi, Ovati di ftucchi % i coli pick
ture, patte a, olio , che fono di Tommafo: Redii-, e_i^
parte a frefco , che fece Pier Dandini : ìe : due tende
agli Organi fono dipinte dal Pugliefchi , che vi effigiò
la Natività di Maria. J(.e la Prestazione della medeuV
ma al Tempio : e per fine . fopra il Banco d^Ile Can-i
d'eie tra le due Pone > degna di lode è u fra Ma don «
na , lavoro di Pagno da Fiefole t di cui parimente ìk
opera il S. Giovanni fu d' una pila dell' Acqua Santar
:'';{,-' -:: i s-:- "■■"■ i^ i. "^^ 'iii'- ; li* III ì $ lìdi] " idiJ.-l-'ì f*1
iE-
-ocr page 52-
^pppjPBBpiH
4$
LE ZIO N E
V.
DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA.
'Ji ' Ì '
iriyrt*!
J O'
Opo di aver diligentemente oflervato
le. tante > e fante maraviglie con ab-
feondevokzzaì rilucenti nella Chiefa^
della SS. Nunziata > vengono in que*
ita lezione da ovvifarfi nuovi pregj >
che da ogni Iato «al di fuori illuitre
corona fanno a sì magnifico Tempio»
intorno al quale la Piazza , le Log-
ge * i, Chìoeftri, e gli Oratorj, che incontranfi , \ci ad-
ditano opere ftupende, o fi voglia di> rinomati Archi-
tetti -, o di Scultori , uo di Pittori , e ci celebrano 1«_*
fòllecitudine de i Paesi , i quali per la maeftà di loro
Ghiefa * comprarono il fico per la piazza nel 1374.
O; in quel torno , come dice il Giani alla pag. 152.
Quindi, principiando nói dalla Via » che dal Duomo
condùce * per; reità; linea a que&a Chiefa jj noteremo >
éhà; listi'.antico-, chiamavafi yia de' Malognani , per
avervi iavnto quefìa famiglia le fue Cafe jOrti, e Ter-
reni, prima che fi: fabfcncafTero i Palazzi 5 che di pre-
mènte feorgiafno * leggendofi nel Diario della Libreria
Maglkbeeèiana come appretto ; „ Adì 16, di Giugno
^♦ì\i5iOii il? cominciarono! a fabbricare Je Cafe in Via.,
» de* Servi a manritta per andare alla Nunziata dall'
>é Arte delta Lana, e la prima a fabbricar fi fu quella
il verfo lo Spedale ,degl* Innocenti ., ove era per li a-
5j vanti un Tiratoio,. » Né fi pofìbno qui tacere i pregj
ài alcuni palazzi > come quello degli Almeni , il quale
*-MJ
                                                                     viene
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47
viene fui Canto del Cartellacelo4, dove fono varie Sta-
tue, e Pitture; tra le prime ammirafi in un fot marmo la
Statua dell'Onore, che ha (otto di fé l'Inganno, lavora-
ta eoa diligenza da Vincenzio Danti , e vi fi ©fiervino
nell' Onore i capelli ricci di maniera traforati * che->
paiono naturali. Nel Palazzo de* Marchefi Niccolini ,
che fegue dall' altra banda , ù trova una quantità di
opere maravigliofe e dello fcalpello , e del pennello »
oltre il difegno della Fabbrica , che è di Domenico
di Baccio d'Agnolo; e poiché il Cinelli nelle fue Bel-
lezze di Firenze ragiona dell'une , e dell* altre , pia*
cerni di qui riportarne la defcrizione , che é la feguen-
te a Entrandoti , fi trova un vago Cortile adornato di
„ molte Statue antiche , fra le quali vi è un Coioflb
,, di bronzo aito 4. braccia tutto ignudo 3 e in teiìa_*
5, ha una corona di alloro , nella fi ni (Ira foftiene uru
„ panno , e tiene la deftra follevata in alto ; erta è
„ ftatua molto antica, tenuta per un Gordiano Impera-
,, tore, ed è certamente in gran pregio . Sono in quefta
,, Cafa fin al numero di 100. e più tefte di marmo tutte
„ antiche , oltre molte Statue intere fino al numero di
„ i2. fenza alcune altre piccole » Pattato il Cortile,
>, entrati in una vaga Loggia, fotto la quale fono moi-
,, te tette , e fra quelle un Antinoo , un Caracalla*
„ un Albino , un Augurio , una Giulia Aquilia , un'
t, Agrippina , un L. Antonino , ed altre belle a ma*
,, raviglia j nella tettata della medefima evvi un Ercole
5, alto br. 4. che ammazza l'Idra , figura affai ben in-*
$ tefa di marmo Carrarefe , fatta da Gio: dell' Opera,
„ In faccia a quefta Loggia fi vede un deliziofo Giar-
„ dino adorno di 4. Colorii di marmo : ed entrando
», nelle Camere terrene adornate di ricchi addobbi con
», Statue, e Pitture , oltre una mano di tavole commette
» di pietre dure > vi fi * veggono quattro Tetre mira,-
j) bili y che fono un Q<_ Fabro, un Mario , ed i dne*
„ Scipioni ," e falendo ad alto fi trova una Sala ador*
), nata di u. delle fuddette Tefte antiche con uil.
„ quadro belliflimo di fibule ai naturale > ove le Donne
4                                                               „Ro.
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4$
a, Romane pafTando a nuòto il Tevere l dai nemici fug*
10 gono a Roma , opera di mano del Pàffignano ; nel-
5, la Volca è dipinto un Ercole dal Colonna , ed en-
jì trandofi nella vicina Galleria , tutte le dipinture a-*
» frefeo fono del medefimo Colonna» che vi rappre-
sa fentò tre favole , in una è figurato Bacco con A-
5, rianna incoronata di Stelle, nell'altra è V Iride , e^
», nell' ultima un Mercurio . Nella tettata di quefta..
5, Galleria viene una Vergine Veftale alta br. 4. tutta
9, di Alabaitro Orientale con te/èa , roani , e piedi
a di bronzo dorato, ha nella cintola incaftrara una
9, cintura di rame dorato tutta di gioie ripiena , ed io
j, ardirei dire , che fra le Statue antiche , queita fia la
5> bellHfima , Tralafcio un novero grande di medaglie^
j; sì d' oro , come di argento , e. di metallo , coru
«moke urne, e pili antichi: e pailando alle pittu-
^ re , cominciai dalla fommerfione di Faraone : Mosè,
,, che fa nafeer r acqua , Giacob e Laban , che fi li-
>, cenziano ; vittoria degli Ebrei contro gli Aflìri 9
), tutti pezzi dipinti full* alabaiho dal Tempeita • Se-
„ gue una Vergine con Gesù) S. Giufeppe , e S, Gio;
%> Batifta di Fra Bartolommeo , una Vergine in orazio-
9, ne del Guercino da Cento , altra Vergine con Ge-
,a su , e S. Caterina da Siena del Puligo , S. Gio: Ba-
'à tifta decollato di Daniello da Volterra , del Bili-
9, bert evvi una Sant* Anna con Gesù , e Maria, e del
%■> medefimo Artefice è un Rinaldo in grembo di Ar-
3, mida : farti da Salvador Rofa fono due FiJofofi , pu-
jx re dello Hello Rofa fono quattro paefi , di Andrea
», del Sarto è la Vergine col Bambino in collo , una
9, S. Agncfe fatta da- Guido Reni , e del Gidoni un
9, S. Girolamo, di Tiziano è un ritratto , del Fuligo
j, una Santa Caterina , dì Raffaello da Urbino Maria
.9, col Bambino in collo, del Salviati la Carità , del
>, Volttmno è una Volta , dove dipinfe il Tempo
«, 'diiìruggittre di tutte le cofe } e la virtù , che uccide V
»
Ozio > e finalmente ritornando alle Statue , belliflìmo
sj è un Madia di marmo antichi/fimo , un Seneca va-
go
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4P
„" go affai, "una Roma fedente') ed un Pluto con Cer-
„ bero piccolo sì , ma bello, oltre ogni credere , e fa
„ corona a tante maraviglie una Tefta , che è la figura
di Donatello „ E per non omettere il Palazzo de* Marchefl
Incontri, rammenterò folo la Galleria dal Gabbiani di-
pinta, ma non finita, per il tragico cafo della morte
di detto Pittore caduto dal Ponte .
IL Camminandoli poi per detta Via , fi entra nella
Piazza ornata nelle tre facciate di un Colonnato con Log-
ge, che formano un vago teatro; nel mezzo fopra Bafe
follevata non poco dal piano della piazza pofa il Cavallo
di bronzo , con Statua rapprefentame il Granduca Fer-<
dinando I. opera dì Giambologna , e non del Tacca, di
cui per isbaglio diife il Migliore effer fattura , ma che
dia (ìa óq\ bravo Fiammingo , lo abbiamo dal Baldi-
nucci, e più recentemente dal Signor Dottor Giovanni
Lami nella Vira del Marchefe ftomolo Riccardi a pag.
268. come appreflb : Paucis diebus antequam nuptiarum
celebritas haberetur
( intende le nozze di Cofimo IL con
Maria Maddalena a" rluitria ) Statua Eqnefiris Ferdi-
nand} L M* Dhczs aenea loannis Roloniae egregii Arti*
ficìs opus in platea Deìpara? ab Angelo Salutatae ere-
tta fuerat
. Nel rriefe di Dicembre del 1608. e nel 1640.
la medefima fu vìtpiù adornata da Ferdinando IL di
altri lavori con due Cartelle di bronzo , avente la pri-
ma uno Sciame di Api col loro Re in mezzo , c_»
quetto mono maiestate tantvm , che è delle più bel-
le imprefe , che inventò Scipione Bargagli Gentiluomo
Sanefe , il quale ebbe in premio dal fud ietto Grandu-
ca una Collana d'oro, e la (teffa imprefa trovafi pure
nel rovefcio d' una medaglia di Ferdinando IL e nella
feconda Cartella delia bafe li leggono le feguenti parole:
FERDINANDO I. MAGNO ETRVRIAE DVCI
FERDINANDVS li. NEPQS. AN. SAL. MDC. XL.
Notili ancora , che il bronzo , del quale è quello Si-
mulacro , fu rutto di prede riporcate dalle Galere del.
Tm. Vili                 G                           la
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la Religione di S. Stefano fopra de* Turchi> e però
nella cigna del Cavallo fi legge *
DE* METALLI RAPITI AL FIERO TRACE .
il qual verfo è di Giovanni Villifranchi » Le due fon-
tane, che fono dall'una, e dall'altra parte della Piazza
verfo le logge laterali, fono di bronzo lavorate da Piero
Tacca, con invenzione, che recede dalla maniera or-
dinaria dell'altre fonti, che mandano in alto 1* acqua,
imperciocché in quelle vedonvifi due Moftri marini per
ciafeuna , i quali voltandoli le fchiene alquanto china-
ti con le ginocchia piegate , e gambe avviticchiate in-
fieme , gettano dalla bocca 1' acque in giù , in certe
vafche fatte a foggia di nicchie , e da quelle in altre
appiè delle bafi , nelle quali fono rapportati Animali
aquatici , ed in quello lavoro lodatiflìmo , Piero Tac-
ca fu aiutato e ne ì modelli , e ne' bronzi da Lodovi-
co Salvettì fuo Difcepolo .
III. In un canto di quefla Piazza, che è il fi-nlitro
nell* entrarvi , viene il palazzo del Cavaliere Michele
Grifoni fatto ( fon parole del Ginelli ) ,, con vago di-
„ fegno , e molto ornato di Bernardo Buontalenti ; ri-
„ gira fotto le fineiìre un vago fregio divifato con pa-
,, tere , e triglifi , e metropc lignificanti la Religio.
„ ne , di ordine Dorico : Dentro fono alcune menfo-
,, le fatte da Gio: Bologna , come anche è lavorato da
,, lui il terrazzino , e quello fu ne i fuoi principj ,
>, che e' venne in Firenze . Nel giardino fono quattro
„ Statue di marmo , una è Gl'afone , due fono Moftri
,, marini , che alla fronte nella tettata mettono in mez-
,, zo una Venere di Giovanni dell* Opera , E* vaga an-
,, cora un' altra Statua di marmo di maniera Greca >
„ che un mortruofo lepre nella lìnittra folliene , aven-
do quello animale il capo voltato fu la fchiena ; la
i» tetta della Statua è maravigliofa, ed in fomma è tutta
„ di pregio . La facciata di quello Palazzo per la parte
„ del Giardino è cofa molto famailica , né invelUgare
3, IO
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„ io faprci a qual fine così dall'Architetto foflfe fatta. Po-
(a quefta fu quatcro colonne di pietra ferena » ma con
,, difufara foggia, perchè nel follevarfi P arco delle eolon-
„ ne, talmente indietro fi fpinge , che il piombo della
,, facciata è quafi tutto fuori della colonna , onde par
,, cofa incredibile a come regger fi polla , e pur fen.
,5 za moftrar difetto fi foftiene „ nella facciata poi e-
iferiore ricorre un lavoro graziofo di braccia 528. di
fpinapefce terminato nel 1565. come appare dai con-
ti di Maeit.ro Bernardo di Antonio di Bernardo Mura-
tore . Il più raro però , ed altresì faero pregio di que-
lla fabbrica è l'elfervifi incorporatala Cafa, dove nacque
S. Caterina de'Ricci , lo che fi dimoerà dalle feguen-
ti notizie eftratte , e legalizzate nell' Archivio de' Sigg.
Ricci , e fono „
,, Adì io, di Gennaio 1514. i Padri Serviti danno la
„ loro cafa nel cantone della Piazza della Nunziata a
,3 livello a Roberto di Gio: Federigo de* Ricci , rogò
5, Ser Gio: di Gafparo da Montevarchi.
,> Adì 23. di Aprile 1522. a ore 18. nafee Aleflan-
3, dra Lucrezia Romola di Pier Francefco di Ruberto
„ di Gio: Federigo Ricci nel popolo di S. Michel Bif-
„ domini in Via de' Servi. (e quella fu S. Caterina * )
,, Adì 2g. di Febbraio 1523. muore Ruberto nonno
J5 della Santa nel pop. di S. Michele de* Bifdomini in
„ Via de' Servi . ,,
IV. Come pofeia pafìTafTe la detta Cafa da i Ricci
a i Grifoni ^ leggefi pure negli Arcbivj di amendue
quelle Famiglie , dove ne efiftono i contratti come ap-
pre(lb„ 18. di Marzo 1548. Federigo di Ruberto Rie-
„ ci cede il livello a Francefco , Ugolino , e Michele
j, Fratelli , e Figli di Iacopo Grifoni , per rogito di
„ Ser Scipione Braccefi „ i fuddetti Grifoni affrancano
coi Padri Serviti il livello il dì 31. Luglio 1574.
nella quale affrancazione leggefi: incorporatimi per eofdem
Domino* de (jriphonibus in eorum Domo magna exiftentc
in ditto angulo Viae Ser'vorum , rog. Ser Francefco Mi-
gliorati da Satnminiato
j e quella Cafa incorporata nel
. G z                                     Pa-
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Palazzo j appunto fu quella, in cui nacque S. Caterina
de* Ricci . Ma fé io non fon forte ingannato , credo »
che nella medefìma Cafa , tre fecoli prima vi morilTe
S. Giuliana de* Falconieri , e che quivi iitituilfe il fuo
Convento detto delle Ammantellate de* Servi, come po«
fcia diremo a fuo luogo.
IV. E tornando alla Piazza , in tetta ad efla tro-
vali una delle tre Logge, che cornfponde nell* orna-
mento alle due laterali , effendo tutta in volta retta da
colonne Corintie di pietra ferena , della quale fono gli
Archi a mezzo circolo , che vi girano fopra , col di-
fegno di Giovanni Caccini , che ' fi accomodò all'Arco
di mezzo , tirato fu da Antonio da S. Gallo a fpefe
di Leon X. la cui arme è meifa in mezzo da pitture
a frefco alludenti a'meriti del Pontefice , cioè alla fua
carità , e fede, che fono qui colorite dal Pontormo
giovane di ig. anni , e lodate da Michelagnolo con la
feguente efpreffione „ Se queflo Giovane feguita le ve-
„ ftigia di sì raro colorito, egli condurrà la pittura
», in Cielo ,5 e tra quelle figure riluce un puttino af-
facciatoti ad una fponda > che dall'alto guarda in giù,
morìrando vivamente il timore di avere a cadere dal-
la grande altezza ; lungo poi alla Loggia nel fregio
della fommità del tetro, tra 1* Architrave , e la Cor-
nice all' ufo degli Archi Romani vi fono quelle lettere ;
ALEXANDER ET ROBERTVS PVCCII
FRATRES DEI GENITRICI MDC. I-
e fotto il gradino di mezzo a quefta loggia leggono"
quelle altre :
ROEERTVS PVCCIVS PLATEAM NVNTIATAE DECORI
COMMODOQVÉ STRAVIT . MDC. 1111.
Nelle cantonate a* pila/tri è 1* Arme de' Pucci fonda-
tori di sì degna Loggia , fotto la quale apronfi tré
Porte ornate di conci della tìelTa pietra j la prima a
mano
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53
mano manca mette nel Convento, la feconda in Ghie-
fa , e la terza nelT Oratorio di S. Baitiano 3 Cappella
pregiatiffima fatta da* fuddetti Pucci .
VI». E qui entrati , innanzi che ammiriamo le r%$
rità della Pittura, e della Scultura, farà d' uopo , che
dichiamo alcunché della fondazione di sì illufhe Orato-
rio , eifendo opinione d* alcuni, che fu quèlto terreno
vi fofle circa al 1300. una Cappella dedicata a S. Ba-
ciano , e fondata da certi Manetti , e mi giova cre-
dere,, che folle quella , della quale allo Stratto ripo-
ito negli Armadj alle Riformagioni Jeggefi a carte 439.
come fegue „ Eifendochè la Città di Firenze porti
„ molta divozione a San Baitiano , acciocché non le_»
„ nuoca la pefte , deliberarono i Signori Priori , e_#
„ Gonfaloniere di Giustizia , che le Capitudini vadino
3, a offerta alia Cappella di San Baftiano, polla nella
,> Chiefa de* Servi 1457. ,, ^ fé in quefto Decreto
niuna menzione fi fa de'Pucci , convien però dire , che
la Cappella era già della Famiglia , memrechè appare
in un libro dell* Archivio de' Servi fegnato C , che la
conceffione di ella fu fatta da i Padri nel 1452. ad An-
tonio di Puccio Pucci , e a Dionifio fuo fratello, i
quali potevano di molto in que'tempi , per eflerfi ap-
poggiati alla grandezza de* Medici . Da'fuddetti Pucci
fu adunque ampliata , ed adornata 1' antica Cappella in
onore del fuddetto S. Martire , fotto la cui protezio-
ne fi pofe la Cafa loro , come quefi tutte le Famiglie
grandi allora ufavano di eleggerfi un Santo Protettore ;
e da Antonio le fu affegnata per dorè l'entrata di 4. Ca-
fé , e Dionifio vi aggiunte 2. mila fiorini d' oro . Nel
fecolo parlato elTendo le vecchie Fabbriche cominciate
a reiiaurarfi con ordine, e ricchezza di adornamenti
più di quello > che folle flato fatto ne* tempi addietro,
Ruberto di Pandolfo Pucci Cavalier di S. Stefano , e Bali
di Bologna ridufle queir' Oratorio col diftgno prima del
Caccim » e poi di Gherardo Silvani , nel 1606. e nel
1607. a quella bellezza , che fi vede . V ordine è
Corintio con pilaftri, e colonne di pietra ferena , che
reg»
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54
reggono una Cupola per l'adornamento sì bizzarra » e sì
ben. intefa , che ella è Mimata la più bella di quante
fé ne potTono vedere in Firenze, benché in grandezza
fia a molte inferiore, ella è in quadri Scompartita, ed in
quelli veggonfi rofe di madriperle in fondo di azzurro
oltramarino con iftucchi meffi a oro, che fanno un ric-
co , e belliflìmo vedere, maffime che vengono arricchi-
ti dalle figure dipinte a frefeo , e con grazia da Ber-
nardino Poccetti ; i rofoni della Cupola fono di Ma-
riotto To/ini > le indorature di Anton Cinatti ; Paolo
Bufolini fece le due vetriate per prezzo di feudi 130.
le opere in rame lavorò Gio: Groflì con ifpefa di feu-
di 300. Tre Tavole fi veggono di Valentuomini , all'
Altare , che è in ifola evvi il Martirio di S. Baftiano
colorito da Antonio del Poliamolo dipintore molto com-
mendato dal Va fari , la terminò nel 1475. avendo ri-
tratto nel S. Martire Gino di' Lodovico Capponi ; ebbe
da Antonio Pucci per quefta tavola feudi 300. ed ai
laci in due nicchie della medefima facciata due Statue
di mano di Antonio Novelli ; gli altri due quadri dal-
le bande della Tribuna fono inùiiti in tabernacoli feor-
fliciati di marmo , ed una è del Paggi , altra d' Aure-
lio Lomi Sanefe , fono alle quali vengono i Sepolcri
di tre Cardinali della Famiglia co i loro Ritratti di
baffo rilievo, opere di Agofiino Bugiardini , e fonovi
ifcrizioni, che iì riferifeono ad altre fatte in Roma al-
la Minerva , dove i Corpi loro fono fepolti inileme_>
con Emilio Cavaliere di Malfa , e Generale ài S. Chiefa
ne* tempi di Clemente Vili, Di molti grandi Uomini
fono in quello Oratorio le memorie , e gli elogi inta-
gliati in paragone: e principiando dal riportare quel-
lo del Fondatore 5 in elfo ltggefi come fegue ;
1.
ANTONIO PVCCIO PVCCI F. HVIVS. SACELLI FVKDATORI
LAVREN1II ET ROBERTI CARDO, ET; ALTER1VS PVCCI
PAVLI ìli. P. M. SORORI3 CONIvGlS PATRI OPTIMO
ET ANTONI! CAKD. PATRVO ROBERTVS PVC. PROAVO SVO
INTER RELIQVOS FAM1LIAE PRCCERES RECENSENDO P,
1 A. DNI M. D. C. VU.
AN-
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ti
ANTONIO . PVCCIO . ALEXANDRI , F. EPISC. SABIN. CARD.
SS. UH. M. PJENIT. SACHAR, LITTERAR. PERITISSIMO
APVD. GALLlAE. HISPANIALQ. REGÉS . LEGATIONE . EGREGIE
FVNCTO. A. CLEMENTE. VII P. M. IN. CARDD. COOPTATO
ROBERTVS. PVC. VT . EIVS . CONSERVETVR . MEMORIA. HOC. AVI. SVI.
EX. FRATRE. NEPOTI. STATVIT. MONVMENTVM. AN. M.D.&VII.
IACET. ROMAE. IN. DEIPARAE . V1RGINÌS . SVPRA . MINERVAM .
: '             *"" " ' ni. ' ' } "'■;*: :';/' ' '* ,.
ROBERTO . PVCCIO . ANTONII . F. TT. SS, UH, PRESB. CARD.
M. POENIT, EPISC. PIST PIETATE . ATQ.. INTEGRIATE
INSIGNI . A . PAVLO . HI. P. M. CREATO
10BERTVS. PVC. EX. PAND. EIVS .LEGITIMO . AC , NATVRAH . FILIO
NEPOS . TANTO . AVO . P. AN. DNI . M. D.C, VII.
VIXIT . ANN. LXXXII. OBIIT . ROMAE . XVI. KAL. FEB. M. D. XLVII.
SEPVLTVS . EST . IN. DEI . GENIT. MARlAE . SVPRA. MINERV.
LAVRENTIO . PVCCIO . ANTONrt . F; EPISC. PRAENEST. ' )
CARD, SS. UH. M. POENIT. APOSTOLICOR. NEGOCIOR.
EXACTA . COGNITIONE . CELEBERRIMO . A . LEONE . X. P. M)
PVRPVRA . DECORATO
ROBERTVS . PVC. PATRVO . MAGNO . AD . ILLIVS . IN . PATRIA
MEMORIAM . RETINENDAM . EREXIT . AN. SAL. M. D. C. VII.
VIXIT . ANN, LXXUL OBIIT . ROMAE . XVI. KAL, OCTOB. M. D. XXXI,
ET . IN . S. MARIAE . SVPRA . MINERVAM . SERVATVR.
Anche nel bel pavimento intorno intorno all' Altare
fonovi altre lapide fepolcrali, co'feguenti Epitaffi:
A mano manca •
ALEXANDRO PVCCIO PAND. F. ABBATI BRIXELLENSI
PRVDENTIA PROBITATE AC MAGNANIMITAIE
CELEBRI PRINCIPIBVS CARISSIMO
ROBERTVS PVC. FRATRI AMANTISS. DE SE DEQ^
EMILIA PVCCIA OPTIME MERITO MOEREN. P. AN. DNI M. Ds C. VII.
A man-
-ocr page 62-
\6,
A manritta :
AEMILÌO PVCCIO PAND. F. EQVIT. HIEROSOL." CLASSIS
PONTJFICIAE PRAEFECTO GENERALI A CLEM. Vllf. P. M.
OB EGREGIAS ANIMI CORPORISQ^. DOTES MIRrFICE i
DItECTQ ATQ. INSIGNI SEPVLCHRO ROMAE IN
»J £>. MARIAE SVPRA MINER. AMAE1LITER DECORATO
VT IN PATRIA'QyOQi IPSiVS MEMORIA VfGERET
EOBERTVS FRATill BENEMERENTI P. AN. M.D.C. VII*
*r :                 Dietro all' Altare :
■ 3 ;*' * ** ' '.' " ": ■■ ; ■ ' ■                               f'tXt, ■ ■ t                                                                                                                                                                      ■ « , •■ -■■■■.                                  ,
, ,T, : %,             ÀSCANIO PVCCIO PAND. F.
PROB1TATE AC LITERIS PRAECLARO
j,| ;1" ^B QJA POSTERITAS NOMEN IPSIVS
ó"-j,r"
                          IGNORAR ET
KOEERTVS FRATER P. M. D. C. VII.
;ìlv; : Pietro pure air Alare - i
&OBERTVS PVCCIVS PANDVLFHI F. EQVES S. STEPH,
BMVLIVV3 BONON. ET MARIETTA DE COMITIBVS
i ]<3H£RARDESCHA£ LEONIS XI. P. M. SORORIS FIUA
.irCONIVGES INVICEM CARISSIMI ADHVC VIVENTES
•iìUX-#UU HOC SACELLO SEPVLCHRVM STATVERVNT
*** i«.V I. "is. >*^ M. D. C. VII.
Itì mezzo alla Cappella nel Pavimento avvi pure una
nobil lapida desinata per tutte le Famiglie dei Pucci
e restaurata modernamente , come leggefi a caratteri
grandi
h PVCCTA . RESTAVRAVIT
A. D. MDCCL1II.
E per non ometter nulla di memoria > che fiavi in la-
pida di così illuftre Famiglia , porremo qui due altre
Ifcrizioni , che fono fopra le due Forte .
Sulla
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IT
i - * or Sulla Porta maggiore :
D. i O.           M.
ALEXANDER IT ROBERTVS PVCCII FS. CVM RR. HVIVS
COENOBII PATR1BVS PACTVM AB ANDREA ANDREINI
1NSTRVMENTO PVBLICO VALLATVM FIRMARVNT
ANNO DNI M.D.XC, VII.
VT DECEM QVOTIDIE MISSAE PRO FAMILIA
PVCCIA PMRPETVO CELEBRENTVR SEX HOC SACELLO
TRES.AD ALTARE NVNTIATAE VIRGINÌS RELIQyAE VERO
AD SANCTISSIMI CRVCIFIXI PRIVILEGIATVM QVOD
PRAEDICTVS ROBERTVS EQVES S. STEPH. BA1VLIVVS
BONON. HVIVS SACELLI ORNATOR NE QVA OBLIVIONE
DELERETVR HIC TESTATVM ESSE VOLVIT AN. S. M.D.C.VII»
Sulla Porta laterale :
D.
           O*           M.
ROBERTVS PVCCIVS BAIVLIVVS BONONIAE SACELLVM HOC
D. SEBASTIANO FAMILIAB|. PVCC. PROTECTORI DICATVM
GVM PRIVS EXORNAVERIT PRO D. CVLTV
QVOTIDIE CELEBRANDO
IPSOQVE OMNI NITORE1 SERVANDO RR. HVIVS COENOBII
PATRIE. REDDITVS ANNVOS ASSIGNAVIT. A. D. MDCXI.
OBIIT VII. ID. DECEMB. MDCXIL AET. SVAE LXIX.
<• '-«,,: '''' " l ""■"ì'iì '%ìOf*,''' "' ìì'nj' ;.ij'T" :. )i? r','^' 'U '«?]'            ! *
VII. Sotto l'Altare di quefto Oratorio flava ferra-
to un Braccio del Santo Martire Baftiano> da'Pucci qui-
vi collocato in cutìodia di argento, ed inoggi trasferito
in Sagreftia , facendovifi ogni anno con iolennità la
fella j nel qual giorno per un groflò lafcito fono ob-
bligati i Padri Serviti a dare ancora il pranzo a due de*
più vecchi de'Pucci. Il Cardinal Lorenzo ottenne da
Leon X. che al Convento della Nunziata uniffe la Prio-
ria dì Santa Maria dell'Elmo , che elio Cardinale al-
lora teneva in Commenda > affinchè i Padri all'Aitar
dell* Oratorio 5 celebraffero MeiTe in Aufragio dell'Ani-
me della Famiglia ; e perchè Antonio favorito 3 còèfc
Tom.VUL                      H                                  fi
I
-ocr page 64-
fi
fi ditte , da' Medici , maflìmamente da Cofimo P. P. per
lafcito obbligò i Padri a far loro un Anniverfario : queft*
atto dì gratitudine piacque tanto al medefimo Ponte-
fice Leone» che creò Cardinale Lorenzo figliò di detto
Antonio , e concedè perpetua > e plenaria Indulgenza da
confeg-uirfi daciafcun Fedele jvifitante detto Oratorio nel
giorno feftivo di M Baftiano , con facoltà al Padre Prio-
re di colluttare' Penitenzieri in detta Fefta, come ap-
pare dai feguente Breve nell'Archivio : I
S^tMurentius tit. SS. Qj^atuor Prèsb. Cardinalis de Puc*
cis
, Unirverfis & Jìngulis falutem é^»1
Notum facimus , & atteftamur quod SS, DD. Leo
taf a
X. ob fingnlarem * quam gerit de^uotionem in B. Mar-
tjrem Seba&ianum*, qjiryae-wocis oracui-o- conce'flit Uni<ver-
Jts ■> & Jìngulis Chrifii Jidelibus *vifitantibus Altare ipjìus
Martyris in Ecclsfia DéAnnuntìatae P Urenti ae die X x.
Tannarli iffi Martiri dicata
> a primis Vefperis , & per
totum diem feflnm plenariam Indulgentiam omnium pecca-
forum indulfit., Et infuper
, ut Prìor Monaslerii Annun-
tiatae prò diBa die tantum ìnfiituire pojfit quot Cenfef-
fores duxerit - exfèdire ad- atvdiendum confitentium pecca-
ta
5 cum facultaté abfolnjètidi -a quibufque Cafibus , <&*
'vota commutandi ypraeterquam de contentìs ih Bulla.,
Coenae Dot», Datum Fior* die xvn. lanuar.
1516. Pontif.
anno in*: -
fu v
Vlir. E ufciti oramai dal finora defcritto Orato-
rio j entreremo nel Cortile> j^o fia< Chioftro detto de*
Voti ì perchè in eflb alle paréti fi veggono-a centinaia
k: tavole grandi >^ e piccole, che* rapprefentano le mi--
racolofe grazie fatte dalla SS. Nunziata *» e fopra del
Colonnato fonovi pure le figure intere di Pontefici ,
di Cardinali,, di Vefcovi , di Principi , e: d* altri Per-
fonaggi Ecclelkftici , e Secolari , Civili , e Guer-
rieri , ed altresì' di Matrone nobiliffìme , e fé lacere-,
dal tempo fono le loro fopravvéiti , de' volti", e delle
mani però lavòirati da eccellenti Artefici è la maggior
parte illefa , e femhran vivi ; Onde non è gran fat-
to > che il Popolo fé ne doleife in vederne fpogliatav
■ *                                                                                                                                                                                                             • 1                                                                                                                                   ^ '' "H ■<■■(•■ 1
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te Chiefa;, ed empiutone il Chiodro . Qii^ftodi for*
ina quadrata /ottenuto tpuxe da.|(2oJoafaei. CdriiiBe;eon?
Ardii ;di felta proporzioneM eiida*Mediti jfybbritabo 3
ma notwifi, che iìb j&iÉeoiéffirtfofe fjidStocfl fùbbieeffcinell*
occafrone , ;che i follevati teelè ijt *ju Per i&: £kr®*f iVotU
ta cacciarono di Firenze i Medici vAMe doké Goloìnne
vicine alla Porta principale della Chiefa>t/ono affiffe^
bel to'(lime Pile di bronzo iper l'Acqua /anta; ,„con( xtìoHF
arte » *j idiligenza : condotte.» da . FraJicefe©: Sufici9'.fkb
fpefe die Francesco i^aoifandr» che ifa; 5Segi?etiado di
Ferdinando I. e di Cofimo 11. e di arabeschiI di
bronzo adornò il pavimento avanti alla Porta fopra la
propria fepoltura . E tra le due Porte, in mezzo alla-»
feconda pila vedefi un S. Gio: Batifta di bronzo alto
un braccio , che è opera di Pagno Portigiani . Né tra
quefte memorie è da ometterli la Tefta di marmo alla
parete del Cortile verfo il Convento, la quale è il ri-
tratto ai vivo di Andrea del Sarto fatto da Raffaello
da Montelupo con /otto 1*. Epitaffio / <ihe * dice come.»
appreilb :
- ANDREAE SARTIQ FLOR.
c '-.-■ PICTQRÌ CEEESÈRRIMO;J Vl?
QVI CVM HOC VÉSTI&YLvM
PICTVRA TANTVM NON LpOVENTE DECORASSET
AC RELIQVIS HVIVS VEN. TEMPLI ORNAMENTIS
EXIMIA ARTIS SVAE, ORNAMENTA ADIVNXISSET.
IN DEIPARAM VÌR$1NEM RELIGIOSE AFFECTVS
IN EO RECONDI VOLVIT .
FR. LAVRENTIVS HVIVS GOENOBII PRAEFECTVS
HOC VIRTVTIS ILLIVS. SVI. PATRVMC^
GRATI ANIMI MONVM. P. ClDlQCVI.
e fu ben fatto , che quivi fi metteìTe la fua Effigie »
perchè in niun altro luogo, più che in quefto 5 rifplen-
dono , e fi riconofeono eccellentiffime le pitture d* An-
drea j benché ridotto egli a fomma povertà facelTe in.»
quefto Chioitro così ftupende opere per pochi foldi ,
H i                                 vale
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vale a dire \ alcune per dieci lire » altre per lire do-
dici > che fono le cinque iftorie di S. Filippo Benizzi,
e due della Natività di Maria , e della Epifania: le al-
tre fono del RoflTo ji del Pontormo, di Francabigio > di
Cofimo Roffeliim k\ 4i^Meflb Baldovinetti : Andrea di
Cofimo vi ha pur dipinto le grottefche, o fondi, che fo.
aio ne* peducci delle Volte 5 ne* quali fi vedono Noè i
Giofuè » Giona] Mosè , ed altri Santi Padri del vec-
«chip Testamento coloriti affai bene ; e di maraviglio-
le pitture veggafi la relazione dèi Bocchi riportata dai
i&vjmxd-Cti ib i ..Il okl(i3
         ^ ■^'■^\mi-i'^^
C m-V"n ivj'iOl sii& ìz-'ivm 't virarei-H--:f a dHou% %:i';7r--;:
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VIV
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DELIA CHIESA
., T ... .*                 ........ ^ l ...                                                                                                         #                                                                     ' ' ■' ' I:
DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA,
Ntràndó dalla loggia de' Pucci nella-
porta del Chioftro de* Servi , lungo la
parte finiftra della Chiefa , fi trovano
«eli' andito lapide con ifcrizioni , e
ritratti in marmo di perfone illuftri>
tra le quali evvene uno di Biagio Gu-
rini da Pontremoli famofo «lurifcon»
fulto,, fcolpito dal Caccini ., e due altri fonovi di A-
leffandro, e di Vitale Medici fatti a perfezione da O-
razio Mochi, i quali mettono in mezzo una Porta di
marmo mifto coli* imporle di noce intagliate : quefta..
Porta conduce nella Sagreftia particolare , e propria della
Cappella della Santiffima Nunziata fabbricatala Antoni©
Medici Dottore Fifictf, la quale è tutta piena di Arma-
di contenenti i paramenti , ed altre facre , e ricche.»
fuppellettili j veggendovifi un vago Altare, la cui Ta-
vola di mano del Vignali rapprefenta un' AiTunta con
appiè S. Aleffandro , e S. Vitale , e da una banda alla
parete vedefi colorito a frefco da Cecco Bravo il RaU
aq di S. Paolo,
H. Neil* ingreflo del gran Chioftro, fi oflervi full*
Arco la Tefta del Salvatore in mezzo a due figure rap-
prefentanti la Mifericordia > e la Giuftizia dipinte per
carità da Bernardino Poccetti ,* il difegno del Chioftro
detto in antico il Chioftro de' Morti, è del Cronaca ,
con tutte le lunette dipinte a frefco da eccellenti Ar-
tefici , vale a dire 14. dal fuddetto Poccetti, che ebbe
lir. 25, per ciafcuna j due da Fra Arfenio Mafcagni
Servita, 4. da Ventura Salirabeni > 4, da Matteo Rof-
felli ,
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6i
feJlM ed in mia Afcgrea del Sarto fece la fiupendi.
Madonna detta dei Sacco, dal Tiziano tanto nomina-
ta : in due peducci delle Volte di Gio: da S. Gio;
lono i ritratti del' B. Generale Lottarjrigo della Stufa ,
e di Fra Antonio Mann ucci altro Generale dell' Or-
dine: altri poi ritratti diftribuiti ne'medefimi peducci,
che fono l'effigie d'infigni Frati di quefto Ordine»
furono dipinti da Valentuomini , contandofene fatti da
Ottavio Vannini numero quattordici, il nome de* qua-
li fi darà nel'Catalogo degli; Uomini alJuftri poco dopo.
Nel medefimo Chiofiro rifponde il Capitolo , già Cap*
pella de? Macinghi, che la fabbricarono nel 1388. co-
*ne appanfce dall' arme di detta Famiglia fopra la^
Por*a : fuori dipinfe Matteo Bonechi tre Ritratti ,
uno rajpprefentamte il Cardinal Pier Maria Pieri Sa-
nefe Servita ì: e Lettore in quefio Convento; dentro il
Pochetti vi fece un Cenacolo;, e un Purgatorio ,' due
qiiadn fono di Andrea Bofcoli ,e due altri ''di Cec-
co bravo, e le figure a frefco fono opere del mede-
fimo Cecco , di Antonio Pugliefchi , e di Matteo Bo-
nechi . Ed efTendo fiato quefio Capitolo rinnovato à_.
fpefe del Padre Maeftro Roffi coi difegno di Giovacchi-
no Fortini j fuvvi collocata full' Altaneima Tavola
antichtifima de' Sette Santi Fondatoriv: ài* q^uefìa no-
bile Cappella feguì la benedizione adì >zi.; di Settem-
bre del 1722. E ritornando ai Chioftro , fotto la ra-
riflìma pittura di Andrea del Sarto, evvi il Sepolcro
di Chiariamo, già notato da noi, e dalla banda, che
guarda il ponente fegue un Uomo armato 'a Cavallo
aitò meno idei nar*iralel, Smezzo rilievo in marmo ,
<Mhi dà icorgefi dall'ilicrizione Scolpitavi , che dice:
'% :; i                    t;&".| •■''■'. i"t'l O ^ "■*■'■ ìli1' "■ "'                     ""» I              &s                         -, l ",                  , '" »*■■ . \ , f, ■'               - l                                          ■*.''•
AH. P, MGC.LXXXI:X.;hI.C IACET POMINVS GVIGLIEIMVS BALitfS
OLÌM J)l ìAMERÌGHI JDE NERBONA. UU m
■'■/; ttti$l\?i;tt 1 ; orlati ì /.•■'riiq-I* uiìmul jì mun ro>
pì>cofl;ui padano il Villanii) e V Ammirato nella Rotta
degli Aretini. lA bi,*1 t& %b t .i,yùj-.A.5Ì;> ;yci ?*■ ,. I
111. E paflando al fecondo Chioftro , fono degne
di
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d' offe rva zio ne le feguenti cofe . Primo, in mezzo del
Cortile la Statua della Religione, di marmo , lavorata da
Orazio Mochi . 2. In una nicchia alla parere la Statua
della Fède , che calca co'piedi un Uomo , figura d©I
Mondo vinto; è ella alta più del vivo , fatta da Bar-
tolommeo Ammannati, con ai lati la Carità , e la Spe-
ranza dipinte a; frefco da Cecco Bravo ; ma circa la
Fede »• non è da ometterfi una notizia jq'uaP è, che'fu
quefta fatta fare per collocarti* fopra il Sepolcro di Mario
Nari Romano, in iegno della vittoria avuta di Francesco
Mufi vinto fin duellò > ed avendo i faggi Religiofi con^
fiderato , che una tal cofa farebbe un lodare il duel-
lo, tolte via le armi orTenllve , e polio in mano uri-
Calice , confacrarono la Statua alla Fede/, "con; quelle
lettere .
HAEC EST VICTORIA
QyAE VINCIT MVNDVM
''ii ?U                               FIDES NOSTRA.
Qui accanto s'entra nella -Ca-ppclla de* Pittóri fiata fri
antico della Famiglia de'Benizzi, è di prelente di unsi
divota adunanza de' ProfelTbri delle tre nobili Arti d*
Architettura, di Pitturale di Scultura . La prima lo-
ro ragunata fu nello Spedale vecchio di Santa Maria
Nuova , con licenza de* Portinari Padroni d' elfo', e la
dedicarono a Santo Luca : tal fondazione feiufta W Sa-
fari , feguì nel 1350. ficcome dimòftra il Libro antico*1
e le Coftituzioni trovanti approvate da Iacopo Palladino
Veicovo di Firenze, col rogito di Ser Lorenzo Bandini nel
1404. Di lì fi trasferirono quivi nel 1553. col confen-
fo del Duca Co fimo I. e de'Padri , indotti a ciò per-
mettere per il merito di Fra Gio: Maria Montorfi famofo
Scultore. Le tre Arti vi fanno beila comparfa, fino in
una Sepoltura, comune agli Architetti, Scultori, e Pit-
tori , veggendovifi nel Chiufino fcolpiti gli Strumenti
delle tre Arti con quefte lettere :
FIO-
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*4
FLOREAT SEMPER VEL INVITA MORTE *
j,;;; :y'"(■[■■., -ti ■ Off "UT!'• S-1 ? ■ ì \ '■. ■■-*;": ■' ■' ■' IWtK - ■ •■'■ Vili.. '3>,. /
Tra 1* Opere poi de* fuddetti Artefici, qui fono per la Pit-
tura una Tavola del Yafarì, che vipdipinfe S. Luca in
atto di colorire la Madonna ; per 1* Architettura finfe
Santi di Tito una Giovane alata coronata di alloro in
atto di moftrare a Salomone il Tempio , prefenti gli
Architetti de' fuoi tempi ritratti al naturale | per
la Scultura fonavi Statue di marmo da divertì lavorate a
flimolo d' onore , e collocate in certe Nicchie a fede-
re grandi più del naturale . All' Altare il Bronzino fe-
ce a frefco una Trinità , titolo principale inoggi dell*
Accademia } e la fìrnboleggiò nelle tre Corone > che»,
porta quei!* Accademia col motto i
LEVA DI TERRA AL CIEL NOSTR* INTELLETTO.
IV. In tefta della fcala, per la quale fi fale al No-
viziato , di pittura a frefco fi vede una Pietà d' An-
drea del Sarto , che feccia per un mazzo di moccoli j
e ;del medefimo ne 11'Orto è la Parabola della Vigna^
dipinta a chiarofcuro : nella Cappella , che è in tetta
del detto Orto , retta da Colonne, fono alcune figuri-
ne dello Stradano, con una Statua Gigantefca fatta da
Fra Ciò: Vincenzio Cafati Architetto del Re di Spa-
gna nel 1581. Nella Spezieria Fra Arfenio dipinfe 4.
lunette con alcuni ritratti di Generali / e un quadro a
olio del Conte Ugolino fatto morir di fame da'Pifani
dentro la Torre . Nel Refettorio , che fu difegnato da
Neri di Bicci Architetto Fiorentino nel 1362. fono due
gran quadri , in uno Santi ài Tito figurò il Convito
dei Farifeo, e nc]V altro Fra Arfenio fece la pioggia
della Manna nel deferto con alcuni tondi belliffimi .
Evvi ancora in quefto famofo Convento la Libreria-,
ricca di preziofi Volumi 3 e di vetufti Codici , fu ac-
crefciuta > dice il Migliore , nel 1318. da Fra Crifto-
fano Fiorentino, Letterato di ftima apprettò il Comu-
ne di Firenze > di cui tenne carica di Oratore , dipoi
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6$
Me i noftri tempi tkh J% MaefifO Ghe^ria, CapaOì,
il cui ritratto al naturale fi vede in Libreria , dove*
nelle teliate il Dandini dipinfe la rinunzia al Papato di
S. Filippo, e addirimpetto la Miffione de* Serviti a]!*
Imperatore de" Tartari. E ritornando al Chioih'o , no-
tifi, che la fpefa per quafi tutte le foprallodate dipin-
ture fi fece da'Benefattori, i nomi de i qUalr non deb«
bonfi tacere , e fono le Famiglie de i Conti di Pidglia-
no , de i Medici , Falconieri } Anfaldi., Campani , de*
Bardi , i Pucci, i Mazzinghi , Capponi , Pandolfinì,
Rinuccini , Strozzi , Uguccioni , Ufimbardi , dell' An-
tella , Marzimedici, ed altre Fiorentine, e Foraftiere,
V. E dovendo io dare il proniefib Catalogo degli
illufòri Religiofi , de' quali avvi il ritratto ne'peducci
degli Archi del fopra deferi tto Chioftro , qui appretto
lo riporto come fegue .
Principiando dalla Porta laterale per la quale s' en-
tra in Chìefa, e terminando fino a quella , che chiamati*
del Capitolo .
                              ,, t ,v<ì -,,.,- • :.:,,m"v,-ì
F. Ludarvicus Farifien. Su R. E, Fresb. *Card. tit. S. Su-
fannae
, Ord. Ser?oorum .
F, Stephanus De Burg, S. Sepul. S. R. E. Fresb. Cara%
tit. S. Fraxedis
, Ord. Servorum . ,t
JF. Emandus Barchinonen. 8.R.E. Fresi?, Card. tit. S.
Martini in Monfibus y Ord, Sery... \.\^\
lH;<;..
F. loannes Germania S. R-È* Fresb. Card, tit* S* Cru-
cis in' Hierufalem
, Ord. Serwor, -, ■ =
F. Dionyjtus Benewentanus tit- S* Marcelli, Fresb. Card.
S.
ic. £• Archiepfcopis Vrbini , Legatus Campaniae Ord.
Serwr.                            -.^ -•■,:•,,•' ■ , -\B
F.. Stephanus Epifc, Aretinus y S. R. B. Fresb, Card. tit.
SS. Fetri
, & Marcellino, Qrd. Sernj.
*-V A dd-ir irrìde tto a quefti abùi -
F. Lothartngus de Sturba-de Fior enfia , Ord, Serworum
Gene r ali s 1785.
F. Antonimi Mannuccius Florentinus Ord. Serv, Generalìs.
Tom. Vili. •
                   I                          F.Za.'
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è6
F* Zàcharìas Faldoffius de Florentla > Ord. Servorum G?-
neralis %
F. lacóbas Tavanthias de Fior. Ord. Serv. Getter.
F. Lelias Balionus de Fior. Ord. Serv. Getter
.
F. Angelus M. Montarfius de Fior. Ord. Ser<v. Getter.
Voltando dalla banda del Capitolo :
; * -'' ■■.                                                                         - ' • ■ • ■ • ' < '.;•'■>                       'i
F. leannes Francifcus M. Foggi Fioretti. Epifcopas Minia-
teli. Ord. Servor.
'
                                            i
F. Petrus M. Pieri Senenjts S.R.E. Presh. Card. tit. S.
Io. ante Portam Latinam
, Ord. Servorum .
JV Hieronymus M. Allegri Fior. Ep. Calliettjts Ord. Ser»
vorum.
F. lulitts Veneta* Ord. Serv. Epifcofus Sf alatri.
F. lo. de Foro Livio Ord. Serv. Efife. Clodienjis .
F. Marcus Veronenfis Ord. Sernj. Epifc. Bertinori .
F. RaymandasGermanus Ord. Seri*. Ef. Viennenjts,,
F. Valerius Seta Ord. Serv. Efife. Alifanus .
; !A.ddU'impetto à qtiefti :
F. Eufehius Gephonenjis Ep. Caprenjts , Ord. Ser<v.
F. Hieronymus de Francifcis Venetus Ep. Cortonewjts
,
Ord.' Servar.
F. Antonia s lacobi, Civisi & E fife. Bit eòli, Ord. Ser»
& y-^ ■ ? s_ v- «ìv^ ■■■"ti**\'-■■■■* *v>\v&*"«. * ,'■ <■ • ■ *, i.■■; ■j-''*-*■* \tr■ -^ ■ >-*~\ ■-■ i*■■-•***■» ^
morato \                            ; "                                 sl
jp. ^#g7* Binus de Giphono Epifc. Aenarìenfis > Or//. Sérv,
F. loacchimus Tàrfell. de Genaa Ep. Famaguftàe > Or//.
Servoram .
F. Io, de Ferrarla Ep* Sebajlae% Ord. Servor.
F. Cbriftofhòrus à Blartderata Ej. Pifaari } Ord. Serv.
Ripigliando il corfo del muro, e voltando:
F. Feliciantis Ùapitanèuf de Narnia > Archiep. Av'tnion.
Ord. Servor.
F, D&minicus Hifpatias Ord. Servar. Epifcopas• Nurfiae
.
F*Ste*
-ocr page 73-
F. Stsphdnus de Venetits , Ord. Scry. Arch. Afcriw. '$,$»
burniae .         i                        $ ,/. ivfv ■ - -*i
F. Vitali? de. Bono ni a Ord. Ser%).: JZp. Theatinuti^
F. Frati cifeus Campantis Senenf. Ord. Serv. Arcb. Ragufinm
' •
F. Ludovica* farijtenfis Ord* Swv. Mp. Marti f
m * .**»
Addirimpetto a quelli;
F. Francifcus Bennius de Butrio tEp.i Scalen. & RantelU
Ord. Servor.
                       rvil\ ''%": aro-                     ;f»
F. Nicolaus Vehetus Ep. Clod. Ord. Serwd
( Ovato , che ne fegue, in bianco.-Ji-
F. Umbertus de Senis Ep. Sebaftae , Ord. Ser<v.
(Altro Ovato confumato*)                                 C
F. Mathaeus de Ughis Fior. Ep, Cortonenjis Ord. Serv.
Voltando al muro per ritornare dove principioiE.
F. Bernardus de Bartlohmeis Fior. Ord. Serv. Fpifcopus-
Tipherni
.
F. Dionyfius a Burgo S. Sepulchri Ord. Serv. Archiep, Ifi.
S pontinttsm \ ;i;.'ì                       ;,v..;.
F. HyppoUtus Magarmi Lucenfis Ord. Serw. Epifc. Man*
tìt Pilojt
.
p, Marianus de Fiorenza Ord. Servorum Epifcopus C#r-
tonenfis ,
F. Kaymundus Germanus Ord. Serv. Arcb. Urbini .
J. I#<w afe Fulgineo Ord. Serv. Ep. Fulginen.
F. Matthaeus de Tefiis Fior. Ord. Servarurn, Epfcopus
' * • .. " ■ " :: ■ '■ . - < - .) \' ) cii|tì ; b ssl'l-i- ■,.> '
Addirimpetto a' iopraddetti . r
I.Antoni*t. AUxandrinus Ord.Serrv.ìRomaeVicariut Epifc.
■Fundanus.
           .»!:■                                                            5 r
F. Francifeus de Faventia Ord. Sern*. Epifc. Favcminus\
F. Lauremms Opimm Banonienf. Ord. Servar. Epifc. Tri-
denttnus.
                                                          * J
1 2                               JF. D^o
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'èè
Jfà Beodatnì ìaktitnjts Ord, Ser*òor* fyifioput Àiacenp%
Romae Vicarius } & Tudertinae Urbis Guhernator.
Roèertus de Perìijìo Ord, $cr*v. Epfc. Perujìrìus.
fi. Io, Senenjts Ord. Seni), E]>, Fawentinus .
JF. Frantifcus de Patamh> Ord, Sermorumt Epfcopus la*
ta*uinus
r=
VI. E già veduti sì nobili Ritratti; mi è parfo
j3Ì qui aggiugnervi due altri "Cataloghi > che ricevo
da un Religiofo de* Servi , che non ha voluto e (Te re
nominato j e fono il, Catalogo dei Santi} Beati, e Ve*
nerabili flati illuflri Figliuoli di queflo Convento , ed
altro dei Padri del medesimo Convento flati Generali
dell* Ordine : non oflante che a carte 23. di qucfta Sto-
ria ip mi foflì difpenfato di parlarne ^ ^
                . .
Santi » Meati •> e Venerabili Servi dJ Dio dell' Ordine
decervi di Maria Vergine, appartenenti al
Convento della SS. Annunziata > difyojii            M
in ordine alfabetico ,
::\ , '■".■.■":, Ar-.iZ ,V;0..vC»»i>?v.'i .'■.'•. r-x.z.. -.h•.•:-.-.!;:à! .rt
BEato Aleflìo Falconieri Nobile Fiorentino , uno de'
.ifetté BB. Fondatori 3 nato nel Ì2©o, in età di 33.
anni fondò l'Ordine, acqui'Aò il Convento di Siena ,
induiTe il fuo Fratello Chiariffimo Padre di S. Giulia-
na a fpender molto danaro nel proseguire , ed ingran-
dire la Chiefa dell' Ofpiziò di S. Maria di Cafaggio >
o°gi ja SS. Nunziata } morì il Beato in Firenze il dì
17. Febbraio dell' an.no 1310. in età d'anni no, di Re-
ligione 77, il fuo Corpo fu portato a Monte Senario
per effer ivi fepolto co5 fuoi BB. Compagni . Fu ap-
provato il di lui Culto per Decreto di Clemente XI.
dei dì 20. Novembre 1717.
B. Amadio Amide/i Nobile Fiorentino > uno de' 7. BB.
Fondatori 5 nato nel 1204. in età di 29. anni fondò V
Ordine ; fu Vicario Priore del B. Buonfigliuoìo ne* Con-
venti del Monte Senario j e di Cafaggio ; dipoi Piiore.
de* fuddetti ; morì nel Senario a' 18. Apule. 1260. d'età
61,
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62. anni > di Religione 33, Fu approvato il di lui culto
per Decreto di Benedetto XIII. del dì 7. Agofto 1725.
B. Benincafa Fiorentino, nato nel 1375. fì fece Reli-
giofo in età di 25. anni nel 1400. viffe da Romito
in Montagnata , ove fi rifugiò S. Filippo , rinunziato
il Pontificato j e vi fono i bagni 9 che portano il no-
me di detto Santo , da lui fatti prodigiofamente fcaturi-
re 5 il noftro Beato fi ritirò in una profonda grotta
lontana da 5. miglia , a detta terra di Montichiello;
fi morì in quello luogo in età di 51. anno , nel
1425. Della fua morte diedero gloriofa teftimonian-
2a , ed avvifo le Campane di Montichiello , e del-
le Terre circonvicine , di Monte Pulciano , di Corfu
gnano prefentemente detto Pienza , di Monte Ful-
lonico , Chianciano , Caftiglioncello , Rocca , S, Qyi-
rico 5 Sarfiano , e Mont' Àlcino , che fpontaneameme_»
rifoharono . Ha avuto il culto ab immemorabili , ed
il fuo Corpo fi venera nella Chiefa di San Martino del-
la detta Terra di Montichiello Diocefi di Pienza, e_»
Monfig, Francefco de' Conti Piccolomini moderno Ve*
feovo di detta Città } promovendo fempre più il culto
del Beato j ne fa ogni anno accennare nella Tavola) che
ferve di regola per il Divino Ufizio, la di lui feftiva
memoria »
B. Buonagiunta Manetti Nobile Fiorentino , uno de'
7. BB, Fondatori, nato nel 1106. in età di anni 27.
fondò l'Ordine, di cui fu fecondo Generale ; morì
nel Monte Senario 5.1. Agofto 1257. d'età 51. di Re-
ligione 24. Ev ftato approvato il di lui culto per De-
creto di Benedetto XIII.
B. Buonfìgliuolo Monaldi Nobile Fiorentino , uno
de* Sette Beati Fondatori } e primo Generale , nato
nel 1198. fondò ÌJ Ordine in età di 35, anni, morì
nel Monte Senario il 1. Gennaio 1262. 6* età 64, di
Religione 29. E* flato approvato il ài lui culto dal
medefimo Pontefice .
B. Domenico Fiorentino , nato nel 1390. morto in
Faenze nel 1467. in età d' anni 77. fi trova ne' Cata-
loghi
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loghi' antichi de'BB, dell'Ordine, ed oltre il P. M. Ar*
cangelo Giani Annalisa » ne fa menzione il P. Paolo
Attavanti fuo contemporaneo nel Dialogo ad FetrunL.
Cofmae
:f|
                                                  ..                            ■ >
San Filippo Benizzi Nobile Fiorentino , infigne Pro-
pagatore dell'Ordine, -!1 Prodigio de'fecoli per la fua
grande umiltà, avendo rinunziato il Sommo Pontefica-
to della Sede Romana vacato per la morte di Clemen-
te IV. ed il Vefcovado Fiorentino reftato vacante per
la morte di Gio: Mangiadori , da cui fu egli ordinato
Sacerdote, nato il dì 15. Agallo 1233. giorno, ed anno
della fondazione della Religione de' Servi . Fu vefìiro
dal B. Buonfìgliuoio l'anno 125^. in età di 23. anni,
morì in Todi Città dell'Umbria, gloriofo per molti
miracoli il dì 22. Agoito 12S5. in età di 52. anni ,
Fu canonizzato dalla Santità di Clemente X. il dì 12. A-
prile 1671. co* Santi Lodovico Bertrando s Francefco
Borgia, Rofa di S. Maria , e Gaetano Tiene,
B- Francefco Fiorentino . Oltre agli Scrittori Serviti
ne' Cataloghi de* BB. dell'Ordine, ne fa menzione il
Dottor Brocchi fieli' Indice alfabetico de' SS. e BB.
Fiorentini porto in fine del primo Tomo di dette Vi*
te de* SS. e BB. Fiorentini, a pag. 574.
B. GabbrielJe Fiorentino. Veiiì l'Abito nel Conven-
to di S. Maria di Cafaggio , e dopo alcuni anni pafsò
a quello di Monte Senario > nel quale morì 1' anno
1450. avendo pi ima avuta prodigiofa rivelazione del
fuo feliciflìmo palleggio al Cielo. ( Scria. Sery. e Broc-
chi loc. cit. )
B. Gio: Angelo Porro Nobile Milanefe . Ottenne dal
P. Maeirro Niccolò da Perugia Generale , di trasferir fi
dal Convento di Cavacurta nei Milanefe , eiTendo già
Sacerdote al Monte SenariO) ove dimorò anni 20* Fan-
no 1477. fu e^efto Maelrro de'Novizj del Convento di
Firenze 5 e dopo g. anni quando nel 1480. fu manda-»
to da Dio il flagello della Perle alla no/ira Città } con-
dulTe i fuoi Novizj al Senario ? e fattavi dimora di più
me/ì ; ritornò co' medefimi al Convento della Nunziata
celiata
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ceffata la pelle . Dopo anni 6, del fuo Magiflero fi ri"
tirò ali* Eremo di Chianti , che per la feconda vo h**-
reffe in qualità di Priore , e dimoratovi 3. anni » in-
traprefe di nuovo la cura de* Novizj di Firenze per
comandamento del P. Generale Antonio Alabanti, Piftef-
fo , che efifendo allora Priore gli aveva procurato la.,
prima volta il detto impiego . PafiTato un qualche tem-
po , andò nuovamente al Senario > e P anno 1487. eb-
be il governo di que* Rcligiofì \ ed appena compito 1*
anno crefcendo maggiormente la fama de* fuòi prodigi>
fé ne fuggì al fuddetto Eremo di Chianti , e dopo
breve foggiorno attefo lo fteflb motivo} fé ne tornò al
Convento della fua Città di Milano , ivi fintamente mo-
rì il dì 25. Ottobre 1506. lì venera il fuo Corpo in-
corrotto nella Chiefa di S. Maria de* Servi di dettai
Città , ed il fuo culto fu approvato da Clemente XII.
B. Iacopo Benizzi Padre di S. Filippo Benizzi , ne_»
veftì P Abito del 3. Ordine . ( Scritt. Serv. e Brocchi
loc. cit. )
B. Lotteringo della Stufa Nobile Fiorentino» nato
nel 1230. in età di 25. anni abbracciò il nuovo Infti-
tuto de' Servi , fu Collega di S. Filippo Benizzi nel
fuo Generalato , di lui Vicario Generale in Italia » e_*
perfetto imitatore delle fue eroiche virtù , e dopo la~.
morte del medefimo gli fuccefife nella fuprema Prefet-
tura dell'Ordine; morì in Firenze il dì io. Luglio
131©. in età di anni 70. di Religione 45. Ha goduto,
e gode il culto ab immemorabili . ( Scritr. Serv. Anna-
li de'Servi , e Brocchi Tom. II. pag. 393.)
B. Manetto dell' Amelia Nobile Fiorentino , uno de*
7« BB. Fondatori , nato nel 1203. fondò l'Ordine iru
età di 30. anni . Nel 124*5. lo piantò in Francia , ove
poi maggiormente fu dilatato da S. Filippo quinto Ge-
nerale dell'Ordine Panno 1255. morì nel Monte Se-
na'rfo* il dì 20. Agoito 1268. d'età di 65. anni , di
Keligione 35. Fu approvato il di lui culto per De-
creto di Benedetto XIII.
B. Pietro........nato in Firenze circa P anno
1                                                                                     ii5i-
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*»2
i *
1351. eflendo giovane, entrò nella Religione de'Sefvf,
e vide nel Convento della SS. Nunziata fin all' anno
j5o. di fua età ."EiTendo (tata intraprefa nel Monte Se-
nario Panno i4ii..( in cui feguì la prima reftaurazione
di quel Convento ) la riforma dell'Ordine j dalla qua-
le ebbe cominciamento la Congregazione detta di Man-
tova dal B. Antonio Salyani Sanefe } dimorante allora
in Firenze , fu de" primi fuor feguaci > e di lui per-
fettiffimo imitatore. Ville folitario in una perfetta u«
miltà , e totale annegazione di fé ftefifo più di 40. an-
ni f, mori l'anno 1453. d' età mg. e più anni . Gode
del culto da tempo immemorabile. ( Annali dell' Ord.
Scrittori Serv. e Brocchi nell' Indice ec.Yi
... B. Pietro Silveftri Fiorentino 3 nato circa l'anno 137S.
veftito nel Convento di fua Città) fi refe infigne nella
fantità della vita , e nella dottrina . Nel Capitolo Ge-
nerale tenuto in Ferrara l'anno 1404. trattò di restaura-
re il Convento di Monte Senario caduto in rovina per
lo fcuotimento de'terremoti , e per varj calamito»* ac-
cidenti proprj di que* tempi j ne'quali la Città di Fi-
renze era fpeiTe volte danneggiata dalle frequenti in-
turfiom de' nemici. Morì in Firenze circa l'anno 1421.
in età di 59. anni. (Ann. dell'Ord. Scritt. Serv. Broc-
chi nell' Indice ec. )
B. Simone Anton; , o Serantonj Fiorentino . Ricevè
]' Abito Religiofo nel Convento di Firenze, ed ivi da-
rofi per molto tempo ad una perfetta ritiratezza , e_.
continua contemplazione delle cofe celeiti , fu manda-
to da' Superiori al Monte Senario per convivere fra
quei primi Padri della nuova Riforma , ove morì, la-
rdando prefTo a tutti grande Itima della fua fantità 1'
anno 1438. (Annali, e Scrittori Serv. ec. )
B. Sortegno Sostegni Nobile Fiorentino , uno de' 7.
BB. Fondatori , nato nel i2©5- Fondò l'Ordine in età
di iS. anni . Fu da S. Filippo Benizzi 5 erlendo Gene-
rale ? fcelto con i BB. Ugucuone Uguccioni^ ed Ubal-
do Adimari fuo compagno nelle peregrinazioni intra-
prefe per la propagazione dell' Ordine nella Gerroa.
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m
nia » e nella Francia , e quivi lafciato fuo Vicario Ge-
nerale T anno 127©' regnando Filippo III» detto l'Au-
dace ; morì nel Monte Senario il dì 3. di Maggio 1282,
d* anni 77., di Religione 49* Fu approvato il èì lui
culto per Decreto di Benedetto XIII.
B. Ubaldo Adimari Nobile Fiorentino', nato intorno
tiranno 1247. Dalla Fazione Ghibellina, della quale
èra fra* principali, pafsò alla Religione de* Servi , con-
vertito da S. Filippo Benizzi , cui fi refe accettiflìmo
per rafpriffimo genere di vita penitente , di perfetta ca-
rità verfo di Dio, e del Proffimo, cieca obbedienza a*
Superiori, ed Evangelica femplieità , talché oltre l'a-
verlo accompagnato negli accennati viaggi, andò con
il Santo alla Città di Todi, ed afiG/tè alla di lui fama
morte , porgendogli il fuo Crocififlb, che egli addiman»
dava fuo libro . Morì nel Senario l'anno 1318. in età
circa 61. anni . Il fuo Corpo fu Sepolto in una caiTa^
con fomma venerazione vicino a quei de'7. BB. Fon-
datori , e {coperto nell'anno 1707. fu ritrovato con tutì
te le offa intere, ed in alcune parti con della carne, e
pezzetti del fuo tonacello di lana. ( Annali , Scritr.
Serv. fra' quali il P. Niccolò Seniore , non già Iacopo
da Piftoia nel Cod. antichiff. da lui icritto nel 1384.
Brocchi Tom. II. pag, 383.)
B. Uguccione Uguccioni Nobile Fiorentino , uno de*
7. BB. Fondatori , nato nel 1204. Fondò l'Ordine in»,
età di 29. anni : fu da S. Filippo Benizzi lafciato fuo
Vicario Generale in Germania . Morì nel Senario col
B. Soiiegno lo fteflò dì j. Maggio 1282. d'età 78. di
Religione 49* la loro morte fu mirata in vifione da S.
Filippo, ritrovandoci nel Convento di Cafaggio, la quale
era di due Gigli recifi fulla fommità del Senario , e^
prefentati da due Angioli a Maria . Fu approvato il
di lui culto per Decreto di Benedetto XJII.
' * - "■ "; -• ! OC' '"'.;', D ! ~i \ ■■ ;-:'■, #, <;;"; "'V;; , :'j -,f|;
Tom. Vili                 K                             Se*
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;?4
Seguono collo flejfo otMrte alfabetico i Vmt*abili »
VEnerabiI Padre Adriano Mannozzi Nobile Fioren-
tino, morto nei 1524. .
             i fcb-'                    b
.Ven. P. Amadio del Giocondo : tenne corrifpondenza
t divota con §. Maria Maddalena de3 Pa zzi j e fi con-
ferva ancora una di lei lettera; morì nel 1629.
Ven. P» Angiol Maria Guidetti Eremita, morto nel 1649.
Ven. P. .Angaojo Maria Medici Eremita, morì nel 1622.
Ven* P. Angiolo; Maria Montorfi, p Montorfpli Fiorcnt.
Generale, mQjrtpjnel 1600. e vj è la fua vita flampata» !
Ven. P. Antonio Mannucci Fiorentino , Generale , mor-
to nel igSj» rfi dice Fratel Cugino del Padre di S.
Caterina da Siena * \n : ■
                                       \ì
Ven. P. Arcangiolo Bénivieni Fior, fu primo Vicario
Generale in Germania, e Boemia ,morto nel 1657.
Ven.) P* Arcangiolo .Priorini Odetto Bruscoli Fiorenti-
*r-too 5 di cui :c'Lè ftampata la vita.. . ,. ;
Ven. B. Arcangiolo Qiani Fiorentino, morto nel 1623.
Ven. P. Bartolo Adimari Fiorentino > imitatore del B.
Ubaldo1., .,;, ;. .; •$;,[' \b- -;;.,.,.,
Ven. P. Benedetto .Morelli Fiorentino lU           \
Ven. P.l Bernardino iRicciolini Fiorentino } morì in Ro-
ma nel 1623.
                  (.-'!; ;, n Sì
Vem P. Bernardo Bartolommei Fiorentino, Vefcovo, mo-
* ri nel S425.          i-v^ov.* "ì.^tmn ;?"
P. Calilto Catani feniore Fiorentino , morto nel 1703.
Ven. P. Clemente da Firenze , Dottor S01 bonico , morì
..■.nel. 1346. ■ *< ':: m% i I ,| tb ■„.. . , o -.:...>,;,-..;
P. Coftantino Maria Baccioni Fiorent. Maeftro , morto
.tùnnel 11728...'.' :0 ih ow '. :;«, ) -                      . ir
Ven. P. Dioniiìo Buflbtti Fiorentino, Generale , poi Ve-
1 fcovo , morto nel 1654.
Ven. P. Elifeo Mazzoni Fior. Generale, morto nel 1632.
Pé Ferdinando Paolucci Nobil Perugino, morto in Fi-
renze nel 1736.
Ven. P. Filippo Adimari Fiorentino, morto • . ..
yen. P. Filippo Àlberighi Fiorentino , mono nel 1532.'
*'"-;
                                   ?{                     ,11VI yen.
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''1Ì
Ven. P; Filippo Maria Rucellai Fiorentino | m'ortò'I.1. •
Ven. P4 Filippo Maria Spinelli Fiorentino, morto .U .
P, Filippo Maria Olezzali Mantovano » morto nel 1751.
Ven. P. Filippo Medici Fior. Dottor della Sorbona , mor-
to nel 1^66.
Ven. P. Forte da Sommaia figliuolo della B. Giovanna.*
Benizzi, nipote di San Filippo, morto....
P. Francefco Ginnetti morto ...
Ven. P. Francefco Landini Fiorentino , morto ;*. r
Ven. P. Gafpero di Firenze , morto . . . ;
Ven. P. Giovacchino Signorini Fiorent. morto nel 1555."
Ven. Gio: Batifta Ravelli della Terra di Monaco, Laicoj
mortonel 17ip. è (rampato un compendio della fu;t Vita
in Lucca per il Frediani nel 1713.
Ven. P. Gio: Francefco Maria Poggi Fiorentino, Gene-
rale , poi Vefcovo, morto nel 171^. -
P. Gio: Maria della Burella Fiorentino , Maeftro , lafciò
il Catalogo latino di rutti i Santi, e Beati dell*Or-
dine , che fu poi ftampato ? morr il dì 13. Dicem-
bre 1630.
Ven. P. Giovanni Strozzi Fiorentino , morto ....
P. Girolamo Allegri Fiorentino, Vefcovo , e Fratello della
Ven. Serva di Dio Suor Diomira del Verbo Incar-
nato, Religiofa delle Stabilite , morì nel 1744. in età
di anni 85.
Ven. P. Girolamo Bondooi Fiorentino j fu III. Priore nel
Senario della nafcente Congregazione di Mantova,
morto • » ; v '
Ven. P. Giulio Arrighetti Fiorentino, nato in S, Piero a
Sieve , Generale , morì il dì iq. Ottobre 1705. iru
età d* anni 84. di Religione 72. Appena dato il fe-
gno del fuo felice paflaggio al Cielo , fi feriti rifuo-
nare la gioeondiiììma voce : è morto il Padre Santo
della Nunziata
, di cui v* è la vita comporta dal ri-
ferito Ven. Gio: Francefco Poggi, eiiampata in Luc-
ca nel 1713. col fuo Ritratto incifo, e imprelfo in
Roma -
P. Giufeppe Maria Mariani Fiorente ed e/Tendo flato fon-
li %
                               dato
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*]6
dato da'Reali Prirrcipi-di Savoia, nel luogo del Vii-
lar nelle Valli di Lucerna, un Convento air Ordine per
convertire quelli Eretici» vi fu colà inviato dal P. Ge-
nerale per Capo di quella Miflìone , morì a* 27. Mag.
gio 1679. in età di 39. anni , pubblicato per Santo
dagli ftelfi Eretici.
Ven. P. Iacopo da Poggibonfi, Generale } morto nel 127^.
P. Iacopo Soldi Fiorentino, morto nel 1441.
P. Iacopo Tavanti Fiorentino, Generale, morto nel 1^07.
Ven. P.Lorenzo Ambrogi Fiorentino, morto nel 1417.
P. LelioBaglìoni Fiorentino,Generale, morto31. di Mar-
zo 1577.
P. Lotaringo del Pace Fiorentino , morto .....
P. Luigi Maria Garbi Fiorentino , Maeftro, e Continuato-
re degli Annali fino a* noftri tempi, mono a' 16, di
Aprile 1722.
P. Mariano Salvini Fiorentino, Maeftro, Vcfcovo; nella.,
vifita , e riforma della Piocefi , aiutò S. Antonino Ar-
ci ve feovo , cui era accettiflìmo per la candidezza de*
fuoi coftumi , morto nel 1475.
Ven. P, Matteo GhinottiFiorent. Vcfcovo, morto nel 1458.
Ven. P. Matteo Ughi Fiorentino, Vefcovo , morto .. •
Ven. P. Mauro Fiorent. Maeftro, morto nel 1657.
P. Mauro Mazzucconi Fiorentino , morto....
V. P. Michel Angelo Naldini Fior. Maeftro, morto nel 15 70.
P. Michele Poccianti Fiorentino, Maeftro, e Cronifta,
morto nel 1576. d* anni 41-
V.P. Michele Pucci Fiorentino, Maeftro, morto nel 1441.
V. P. Paolo Attavanti Fiorentino, Maeftro, morto nel 14^9.
P. Paolo Gucci Fiorentino , Maeftro, morto....
V. P. Pier Francefco Bonfi Fiorentino, morto nel 1^22.
V. P. Pietro Paolo Maria Perier Dupré Nobil Franzefe
di Lione , flato Colonnello fotto il Marefciailo di
Turena , morì Laico nei 1700. d* età d'anni 58.
evvi la Vita comporta dal P. M. Placido Buonfriz-
zierì ftampata in Lucca per il Frediani 1713.
P. Placido Buonfrizierr Fiorentino , Maeftro , Contino»
vatore degli Annali j mono a'18. Settembre 1732.
Ven.
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f7
Ven. P. Profpcro Bernardi Fiorentino, Maeftro, morto
il dì 24. Aprile 1684.
Ven. P. Riftoro de* Serriftori Fiorentino , morto nei
1284.                                                                      ti o&
Ven. P. Romolo di Lorenzo Laurenziani Fiorentino,-
Maeftro, morto 1544.
Ven. P. Softegno Iuniore da Firenze , morto nel 1315.
Ven. P. Zaccaria Faldoffi Fiorentino, Generale, morto
nel 1570.                                                                      ift
Generali dell'Ordine de* Seriti di Maria- Vergini >
a^artenenti al Convento della SS» annunziata
di Firenze.
i.TÌEato Buonfigliuolo Monaldi dopo eflere fiato co-
JD me Maeftro , Padre , e Superiore de' é. fuoi BB.
Compagni Fondatori dell' Ordine , 7. anni dal giorno
15. Agotìo 1233. in cui feguì la Fondazione, e 9. an-
ni come Priore } e Generale amminiftratore di tutte le.
cofe dichiarato , e riconofeiuto da' medefìmi 4 ad infi-
nuazione di Monfignor Ardingo zelantiffimo Vefcovo
di Firenze, fu Tanno 1249. tenutoti il primo. Capi-
tolo dell* Ordine in Monte Senario , creato primo
Generale a pieni voti de* Religiofì de'4. Conventi, che,
allora aveva la nafeente Religione , cioè del detto Se-
nario , di S. Maria di Cafaggio, inoggi della SS. Nun-
ziata > di Siena , e di Piiioia . Reflfe T Ordine 7. anni
fino al 1256. nel quale rinunziò al
2.  B. Buonagiunta Manetti Nobile Fiorentino , uno
de* 7. BB. Fondatori , nel Capitolo Generale tenuto la
prima volta nel Convento di Cafaggio, fu eletto II. Ge-
nerale Tanno 1256. governò T Ordine 2. anni , e ri-
nunziò al
3.  B. Iacopo da Poggibonfi flato prima Prete Secola-
re, e Correttore della Compagnia di S. Maria de* Lau-
dell , e Direttore de' 7. BB. in Villa Carmrzia , e nel
Senario, veitito poi Religiofo dal B. Buonfigliuolo Tan-
no 1230, nel Capitolo Generale celebrato la fecon*
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da volta, nel fuddetto Convento di Cafaggio fu fatto
Generale III. dell'Ordine T anno i2j;8. Fu confermato
p annodi25g, nel Capitolò Generale di Siena , e Tan-
no 1166, in altro fimi! Capitolo ^ dopo aver governato
p. anni, rinunziò ai
4.  B. Manetto deli' Amelia Nobile Fiorentino , uno
de* 7. BB. Fondatori , nel Capitolo Generale di Siena,
l'anno 126^. Generale IV. dell' Ordine , e dopo 2. an-
ni rinunziò a
5.   S. Filippo Benìzzi Nobile Fiorentino , nel Capi-
tolo Generale tenuto la terza volta in Cafaggio , fu
dichiarato V. Generale dell' Ordine , volendo in varj
tempi rinunziare , fu coftretto a continuare nel Gene-
ralato , che efercitò per 18. anni ) rinunziò T anno
12^5. ài n: r j :-q; :
Mi B. Lottaringo della Stufa Nobile Fiorentino , Tan-
no 1285. adunato il Capitolo Generale in Cafaggio,
che fu il quarto , fu affamo il VI. al fupremo Co-
niando dell'Ordine , che governò 14. anni fino al 1300.
* 7. P. M. Antonio Mannucci d'antica Famiglia di Cit-
tadini Fiorentini; nel Capitolo Generale tenuto irL.
Faènza T anno 13^71. eletto Generale XIII. quantunque
alfente , con Breve di Gregorio XI. Som. Pontefice;
refle T Ordine 3, anni; morì in Firenze nel 1387.
S. P. M. Antonio di Protafio Alabanti Nobile Bolo-
gnefe , Figlio del Convento di S. Maria de* Servi nella
fu a Città , e Tanno 1447. Figlio adottivo, e Priore-»
dd Convento della SS. Nunziata di Firenze , dichiara-
to dalla Repubblica Fiorentina Patrizio . Fu creato Vi-
càrio Generale XXI. nel Capitolo di Vetralia T anno
1485. 25. di Maggio, confermato poi Generale in Bolo-
gna T anno 1448. vi(Te nel Generalato 11. anni, e un
mefe fino all' anno 1495. ne^ quale morì d* apoplefia-.
in un Albergo fra Vigevano , e Milano, effendo in_.
viaggio per la Vifita dell' Ordine,
9. P. M. Zaccaria Faldoflì Fiorentino, Pubbl. Profefs.
di Sacra Teologia in Pifa , ottenne la Prefettura fupre-
ma dell* Ordine nel Capitolo Generale convocato iru
JFaen-
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m
Faenza Tanno 15*4. e fu il XXXII).' Generale-, l'an-
no 1557. nel Capitolo Generale di Bologna fu confer-
mato con Breve Apostolico . Tenne il governo quali
<5. anni , fi morì Tanno 15-70, in Firenze» prima di
terminare il fecondo triennio .
                           ,| >
io. P. M. Iacopo Tavanti Nobile Fiorentino T anno
1576. fu pronunziato Generale ( e fu il XXXVI. ) per
Breve Apofìolico di Gregorio XI.II. feguita la ^e^
nunzia del P. Generale Angelo Morelli d* Arezzo , e_i,
nel Capitolo Generale di Parma Tanno 1579, ebbe la
conferma, per cui reffe T Ordine 6, anni , morì in.. Pi-
fa , nella di cui celebre Univerfità era da molti arifit
pubblico Profeifore di Sacra Teologia» <5. Agoito i<5og,
in età di anni 81.
                                l oi'nu'iV ; ui ^
11.  P. M. Lelio Baglioni Fiorentino, morto il P. Ge-
nerale Gio; Batifta Libranzi da Budrio , fu dichiarato
Vicario Generale Apofìolico , e fu il XXXiX. coru
Breve di Sirto V. Som. Pontef. T anno 1590. jdipoi nel
Capitolo Generale convocato in Parma nelT anno fuf-
feguente , ed in quello tenuto in Budrio Tanno 1594.
fu confermato Generale dell* Ordine , che governato
anni 7. terminò T ufizio nel 1597. In quefto tempo an«
dò a Pifa per continuare nelT efercizio della fiia Cat«»
tedra di Sacra Teologia, già da elfo molto tempo,aK
vanti intraprefo in quella pubblica Univerfità , ivi rao-n
ri d' apoplefia 31. di Marzo 1620, in età di 70. anni.»
12.  P. M. Angelo Maria Montorfi, o Montorfoli Fio-
rentino , Ven. Serv. di Dio , dalla folitudine di una.*.
Cella, che ancor fi vede , e fi venera nel Convento
di Firenze, nella quale fi rinchiufe- T anno 1588. d* e*
tà di 40* anni , e dimorovvi £• anni \ ne fu eli ratto > e4
aftretto in virtù di fanta obbedienza dalla Santità di
Clemente Vili. T anno 1597. ad accettare il pefo del
Generalato , di cui gli aveva fpedito.il Breve , quale
letto nel Capitolo Generale convocato in Roma,, fu
egli confermato Generale XL. e non effendo irata* accet-
tata dal Pontefice la rinunzia, che eiTo fece T anno
feguente, auefe a reggere te Religione, e fu per tre^
anni 2
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So
anni, perchè infermatoli di mal di petto acquirrato nel
vifitare a piedi fcalzi le Bafiliche per V acquifto dell*
Indulgenze dell* Univerfale Giubbileo , nell* Anno Santo
i<5oo. morì Tantamente il dì 23. di Febbraio , in età di
anni 53.
13.  P. M# Elìfeo Mazzoni Fiorentino-, l'anno 1619,
Vicario Generale Apoftolico XLIX. fi morì con gran con-
cetto di fantità nel fecondo anno del fuo governo in
.Rimini, forprefo da mal repentino , efifendo in vifita gè»
Iterale ai 18. di Ottobre 1532. in età d'anni 73.
14.  P. M. DioniCio BuiTbtti Fiorentino , Lettor Pub-
blico di Teologia in Pifa , fìante la morte dell* accen-
nato P. M, Elifeo fu con Breve d' Urbano Vili, di-
chiarato Vicario Generale Apoftolico nel 1632. e V an-
no feguente adunato il Capitolo Generale in Roma , fu
Confermato nel governo , e creato Generale aflfoluto
L. etere ito 5. anni il fuo ufizio , finché 1* anno 1637.
fu'affilato-al Vefcovado dei Borgo S. Sepolcro , morì
il dì 18. Ottobre 1^54. di fua età 6g,
* 15. P. M. Giulio Arrighetti Fiorentino Ven. Servo
di Dio , ancor egli JeiTe pubblicamente Teologia nell'
Univerfità di Pifa , raro in virtù, e bontà di vita , ri-
nunziato avendo dopo due anni il Provincialato di
Tofcana, Panno idSo, veftì l'Abito Eremitico nel Sa-
cro Monte Senario col nome di Fra AieiTio , ed ap-
pena partati 2. anni fu obbligato dal Breve d' Innocen-
210 XI. ad accettare la Dignità di Vicario Generala
Apoftolico 1* anno 1682. V anno 1684. fu creato Ge-
nerale a0bluto LIX. nell' univerfale adunanza in Ro-
ma, e terminato il Generalato, che tenne S. anni, nel
iógo. fi rinchiufe nella Cella del Vener* Servo di Dio
Angelo Montorfoli , ove dimorato 15. anni , morì con
ftima di Santità il dì io. di Ottobre 1705* ài fua età 84.
anni 3 e 7. meli ,
16. P. M. Gio; Francefco Maria Poggi Fiorentino Di-
fcepolo del riferito P, M. Arrighetti , l'anno légo, nel
Capitolo celebrato in Roma fu eletto Generale LX. e
confermato per aldi ki anni con JBreve Apoftolico go«
ver.
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Si
vernò 'iti atini , Nel tempo" del fuo Generalato fece.»
erigere co* Tuoi onorarj una fontuofa Libreria > ed il
maeftofo Dormentorio detto la Fabbrica nuova 1? anno
1694. Compiuta ch'ebbe la fua carica, fu da Clemen-
te XI. promoffo al Vefcovado di S. Miniato nel dì 19*
Febbraio 1703. ove affai benemerito di fua Cattedrale
con fentimenti di gran pietà morì il dì 15. Aprile del
1719. di anni 71. ( E qui fìnìfcono i Cataloghi , che»*
mi ha comunicato il fopraccennato cortefe Padre , £
Maefìro N. N. ferirti di fua mano . )
Tom. Vili                   L                          AP*
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82
A P P E N D I C E.
SS &3 f. h'.l^' '- ' ' ,. U .:'■■: TU -f/C;! f/T"'. ,': " .'C.-lt ''.VI '.?"::-„M ir.'
DELLE DONNE AMMANTELLATE
DELL'ORDINE DE* SERVI.
Ffine di ragionare con chiarezza delle Suo-
re del Terz* Ordine chiamare nell'antico
le Pinzochere Ammantellate della Vergine
Maria de* Sette Dolori , fa d' uopo che.»
principiamo da: S., Giuliana de' Falconie-
ri » creduta loro Fondatrice , circa la quale il Dottor
Brocchi ha. molte cofe afTembrate nel libro delle Vite-»
de' SS., e Bfì. Fiorentini ., Il Padre adunque di Giulia-
na fui Ch fa ri Mimo Falconieri, Uomo celebre , e memo-
rabile per molti titoli, e fpezialmente per edere irato in.
Firenze fondatore della magnifica Chiefa de' Servi. Nac-
que la B. Bambina: nel 1270. con parecchi ilraordinarj
fegni (oliti darli da Dio nella nafeita d'Anime elette^,,
come i' alzare, che ella fece , (ubico nata le mani al Cie-
lo , e ancor lattante proferire i Nomi ài Gesù , e di
Maria. Di anni appena 14. difprezzare avendo le mon-
dane ricchezze > ed Uiuftri nozze, fece voto di Vergi-
nità in mano del B.. Filippo Benizzi all' Altare delia.*
Nunziata , prendendo 1' Abito; di Terziaria dalle mani
del; B.. Aleffio Falconieri fuo Zio . E dal fuo tempio
mode edeodo molte altre nobili Fanciulle , e Matrone,;
rinunziarono alle pompe del Mondo con veilire il me-
dtfrrno Santo Abito , onde crefeiuto il numero delle.»
Ammantellate, itimò bene Giuliana, col confenfo del
B. Benizzi , di ridurle a convivere infieme in una fua
Cafa ,. dando loro Cori ir uzioni ,. che pofcia. approvò
Martino V. nel 1424. e Inuocenzio Vili., nel 1487. E
ài quelle Suore nella fuddettai Cronica leggeri un no-
vero ikrpendo di Beate , fra le quali commendate fono
Ile BB.. Giovanna Sodeiini , Diana Macinghi , Giovanna
Be-
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Benizzi , e Giovanna Corfini Compagne dilette della^
Santa, e leggemmo pure aver ivi profeguito la Vùa_*
Conventuale con regolar oflervanza la B. Lifabetta del
Tovaglia , Margherita degli Adimari , Piera Peruzzi »
Caterina Guadagni , ed altre,
II. Ma ritornando alla B. Giuliana , trovai! > che_»
tanta era la ftima , che della fu a fantità , e prudenza^
aveafi da' Fiorentini , e da' Forestieri , che ad ella come
ad unico refugio molti ricorrevano ne' travagli , e fino
lo fteiìb B. Filippo , elfendo vicino a morire , ad altri
non raccomandò più caldamente la Religione de* Servi
nafeente , che a Giuliana , acciocché con le orazioni , e
col configlio la proteggere , come ella fece fino alla
morte , la quale fuccedette il dì 19. di Giugno del
1341. con un prodigio ifrepitofo 5 che qui riferiremo
colle ileffe parole di un foglio antico confervato per
divina difpoiìzione tino ai noftri tempi , «fidente nell*
Archivio del Convento della SS. Nunziata , traferitto
peto da più antica memoria , e comunicatomi cortefe-
mente dal foprammentovato Religiofo, dovendoti av-
vertire > che queito è affai più breve , e nel dire più
femphee di quello, che rifeontrò nel medefimo Archivio
il Dottor Brocchi , e che riportò nella Vita di S. Giulia-
na alla pag. 316. la quale copia non è fcevra di errori;
laddove la nofìra fu fcritta da un vivente nell' anno >
e nel mefe 5 in cui morì la Santa , come appare da^.
quelle parole: 18. retro diebui mortua : leggevifi adun-
que come appreffo nel Codice 275. del menzionato Ar-
chivio .
^, MCCCXXXXJ. Menfe folio
Memoriam fecit mìrabilium fuorum
Memoria fit qd~ ( qnomodo ) S* (Soror) nra Tu-
li afta
. xvuj. retro diebus mortua } cum Sgonjo fuo Ihu e*
'vola^vit uà Coelum
> & fu.it Jìc 5' fettuagenaria major
diris macerata in flomacho n)oluntarijs goenitentijs
, ieiu-
nìjs
, catenis } ferreo cingalo > flagelli^ > migilijs , ine-
dia
. & . e — ne e recidere , nec retinere tibum ampli ut
non 0 terat
> quando Sacratijfimo Colorir Chrf Via*
\,
                L 2                                  fico
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§4
t Ico ut fé orbatam agnonjit quantum doluti > quantum la*
chrymata efi
, prorfus es~l incredìbile •> adeo q ( quod ) pre
magnitudine dolori* fé ne mori
, credere tur . Iraq. P. Ia-
cobum d' Campo regio humilltmè grecata efi
j ut fai-
tem SS\ Sacrameutum coram fé in pixide dsfsrret -, ut
faBum efi
. Cum autem apparait Sacerdos- portans Corp.
Dui fiatim il la in terram &ra<vit fé in modum Crucis
($ adora<vit Dominum , Vultus autem eius fatlus efi tanq:
qjultus Angeli
.
Cupicbat illa t quod non licebat, fé coniungere ihu fuo ,
$* ofai lari illum\ & renait Sacerdos , Ergo fupplex ro*
ganiit ut fup. peElus fùum fomaceum extenderetur njelum t
Ì3* fup: ìllud hoslia S. poneretur
. Voti compos effeclcL*
efi \ lulìana-, autem jìmul ac hoBiadifparuit
j blando » ac
ridenti <vultu tamquam fi in extafim raperetur in ofculo-
Domini moritur cunclis mirautibus q7 ibi aderant
, Sf«
( fcilicet ) S* loanna : Sorare Maria > Sorore helifabeth -
f. facobo j rjf alij ( alijs ) ex domo - Quello poi , che,»
fegue è una annotazione di mano del P. Maeìiro Anto-
nio Fabbri Fiorentino , Archiviita } e Bibliotecario dei
Convento della SS. Nunziata nel 1700. Hate duo fo-
lta
5 continenti a memoriam heroicarum iiirtutum , Ò*
prettofae, mortis B* fulianae Falconeriae
» cafu reperta
fuerunt in demolietrdis pluteis roeteris Bibliothecae hu*
ius Consentii? anno i6#q.. menfe OBobrì
. Quaeque <ver$
recogìiofcentes antiquitatis periti •> afferuerunt e a refeca-
ta effe ex quodam libro memor andar um ab anno
1295. ad
1324. atque eadem eonfcripta anno 1341. Qnare compuU
fata funt in Troceffu Canonizatiom's fupradiElae Beatae,
>,
hac die 24. fu Hi 1700.
In fupr adi Eh libro' Me inorando rum pag. a cu & 24. no*
•minatus efi P. facobus de Campo regio
( da Careggi ) eiuf*
dem Beatae Confeffarius prout in diesis folijs afferitur

Qui liber Memorandorum in 4. affermaiur in ArchiciV
huius Conmentus Fiorentini .
III. E pattando oramai a ragionare della Chiefa ? o
piuttofto del Conventino delle noiire Suore» convien prima
narrare per diitefo ; dove effe abitaiTero innanzi, che tor«
nafleio
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8$
raflfcro in quello luogo . Leggo dunque M un Memoriale
piefTo il Sig. Domenico Maria Manni , dalle Suore pre-
fentato -nel'173 2. al Granduca Gio: Gallone j come fin dal
1514. vivevano quelle conventualmente in una Cafa in
Cafaggiuolo lafciata loro da Donna Alefla-nd'ra 5 e Mo-
naldo Teflìtori 5 per terlamento rogato ai 12, di Ago-
fìo del 1509. da Sex Francefco da Cartel Franco Padre
di S. Filippo Neri * leggendofi chiamati a confino di
detta Cafa 1. Via > 2. Spedale de' Convalefcenti , 3. Or-
bateli© , 4. Congregazione della Carità . Da i medefimi
Benefattori per un Codicillo furono donati alle dette-.
Suore feudi 94. fui Monte Comune \ né di là partiro*
no , giuria le Scritture da me vedute } fé non nel
17,16'. per venire nella preferite Cafa , che comprarono
da Anton Maria Brufchi Fiorentino per la valuta di
feudi mille > rogandone il Contratto Ser Antonio di
Filippo Ricciardi , confluendo tutto il terreno in brac*
eia io. di larghezza} e 70, di lunghezza 3 dove 11 Ar-
chitetto Giovacchino Fortini fabbricò loro un angufto ,
ma comodo Convento. Che fé poi cercar fi voleiTe
prima del 1514. qual fofle ftata la lor abitazione •, nul-
la troverebbe di eerto » non orlante che fi dica nel
fuddetto Memoriale } che la B. Fondatrice radunaìTe le
fue Compagne in una Cafa de1 Falconieri dietro al Duo*
mo , ove inoggi fono ì Forni > ed ove fi vede 1* arme
di quella Famiglia murata in alto ,*: ma una fimile af-
fezione edendo abbandonata d*ogni documento , piut-
tosto è verifimile , che al folito delle Pinzochere degli
altri Ordini Religìofi avelTero elle abitazione più vicina
al Convento de' Servi , e qualche lume ce ne dà Leo-
poldo del Migliore alla pag. 274. ove dice 5, che utl.
„ nobiliflìmo concetto nacque in quelle buone Suore,
,) che fu di dar mano alla fondazione di un Mona-
ci fiero, in che concorreva anche la Famiglia de* Puc-
» ci , efibendo loro le proprie Cafe fulla Piazza della
,, NuDziataj dove di prefente è il Palazzo de* Signori
n Grifoni )} parole> che fon di qualche indìzio a fòfpet-
tare >
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tare » che la B, Giuliana ivi con le fue Compagne a-
bitafie , e moriiTe , e che di là ufeifìero quefte Suore per
andar neUa Cafa ereditata inCafaggiolo, lo che in quell*
anno appunto , che Jiotamwo avere i Padri Serviti livel-
lata F antica abitazione della Santa a i Sigg. Ricci,
paflata poi a i Sigg. Grifoni , i quali ideato aveano la
fabbrica del Palazzo , che fu fatto fare eia Michele
.Grifoni col difegno eli Bernardo Buontalenti .
IV. Ma affinchè noi itiamo fui propofito di illu-
da re le Chiefe Fiorentine , ci reftnnger^emo qui a por-
tare le notizie della Chiefa delle noli re Suore , le qua-
li dopo una faiìidiofiflìma lite di parecchi anni col Pa-
roco di San Michele Bifdomini ,' che fu 1' origine di
molte vicende , ebbero la iicenza di potere aprire un
pubblico Oratorio , mediante un accordo tra* Monaci
Celerini Padroni della Cura, ed i Padri della Nunzia-
ta Superiori delie dette Suore, approvato da Monfignor
Domenico de* Bardi Vicario Generale dell* Arcivescovo
Giufeppe Maria Martelli,5 col rogito di Ser Iacopo A-
leffandro Sati . E alla pietà del Granduca Gio: Garro-
ne quelle facre Vergini fanno grado non folamente del
felice efìto della lite , ma del .ferro , à del legname
necetTario alla fabbrica della Chiefa , eccome era irato
Benefattore magnanimo per V edilìzio del Convento il
Granduca Co/jmo IlL Entrando adunque nella piccola
Chiefa trovali dirimpetto alla Porta .F Aitar maggiore
con una Tavola , dove un Inglefe Eretico effigiò S. Giu-
liana , ?o fivvero copiò un quadro., che ,è iieflo Spe-
dale di San ^Giuliano fuori della Porta a S. Piero in
/Gattolino ; Viene a manritta il fecondo Altare detto
delle Reliquie , le quali fopra di efìTo fono e picche,
e molte . Gli ftucchi , che rendono vaga la Chiefa ,
fono di Bartolommeo Portogalli, * nello sfondo della
yolta dipinfe Niccolò Pintucci . Sulla Porta larerale a
man manca per memoria eterna del Reale Benefatto-
re legge fi la feguente Ifcrizione :
HV1VS
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8T
HVIVS ECCLESIAE IdANNIS GASTONIS I. M. E. D. SINGVLAfct BENEFICIO'
AC REGIO PATROCINIO' EXTRVCTaE
AC CLEMENTIS XII. P,: M.. ÀNNVENTE ORACVLO
DE1PARAE SEPTEM DOLORIBVS DEDICATAE/ !
SORORES TERTII ORD. MANTELLATARVM
A D. IVLIANA FALCONERIA INSTITVTI
MONIMENTVM. PERENNE P. P. AN, D. MDCCXXXVt.-
V. E venendo* alle Reliquie infigni , oltre la Co-'
fiola di S. Giuliana de* Falconieri , fonovi un Bam-
bino Gesù j ed un CrocifiiTo , amendue miracolofi ••
Del Bambino non il dubita , che folle della B.^ Giovan-
na Sederini diletta- Compagna di S. Giuliana, e vedefl
con Corona ingioieHata ,• e di gran valore in capo ni
colla quale fu incoronato- dalle iterTe mani della Gran;
PrinciperTa Violante per la grazia 3 che ricevette il Rea*-
le fuo Spofo Gran Principe Ferdinando, quando', ere*»
duto mono in -Prato!i no j il riebbe dall* accidente,,}» to-
lto che colà fu portata la Santa Immagine , che inog--
gì è racchiufa in una nicchia d* argento , intorno' all&
quale leggonfi quefte parole: maria- constantia- eardi
VNA. CV'M VIRO SVO CAMILLO DK PANDOLPHINIS? MD'CCXII-
Il Crocifitto- è il fecondo teforo di queite Suore, Je^i
quali non fenza fondamento credono > che fudaiFe fan-
guc in tempo dell' Arcivefcovo Cardinale Niccolò Ri-
dolfi , come apparifee da molte' macchie roife , affai
vifibili j le quali furono da* bravi Pittori efaminafe nella;
vi fica dei Mona itero- fatta dal)r. Arcfvefoovo* Tommafo
de" Conti della Gherardefca ; E che le dette macchie
non follerò artifiztali 5 lo atterrarono con giuramento i-
feguenti Artefici ; fottoferitti nel procerio facto da Nic-
colò Cafteilani Vicario Generale , ed i loro nomi fo-
no : Piero Dandini , Benedetto --Veraci ni-,- Onorio Ma-
rinari , Anaitafio Bimbacci> Michele Lafchi , e Giufeppe
Rondinelli . In onore di quetìo S. Simulacro il dì 6. di
Aprile del 1710.. fu fatta una fetta folenne con 1* In-
dulgenza plenaria conceria da Papa Clemente XI. e
coli'
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8€
coH»intervento del Granduca, e de'Sereni/Timi Principi..
Ne fi deve lafciar di dire, che in un loro Oratorio pri-
vato adorati .un Crifto mono,in marmo,di umo rilievo
che più bello io non no veduto ; Egli è alto 4. brac-
cia , e un fefto, opera di Giovacchino Fortini, il quale
avendo voluto moftrare la fua perizia in lavorare uru
Uomo ignudo, fé in elfo affai bene efpreffe le vene,
1 raufcoli, ed altre membra del corpo , però trafcurò
di rapprefentarvi le piaghe , e lividure dell'appalla-
to Redentore, ai yr-t
                           ,                   .'
. VI. Viene in ultimo luogo la diffafa Apologia del
^: Ma^™ Profpero Bernardi fcritta , e Campata in,
ditela della pia tradizione preffo i Fiorentini, i quali
hanno fempre creduto , che nella Tavola della SS. Nun-
ziata il Volto fuo ila dipintura Angelica. Mi rifpar-
mierò qui di riferire le rifleflioni non difpregevoli di
alquanti illuftri Scrittori contrarj a tal credenza , poi-
ché 1* Astore di quelt' Apologia , le ha quafi tutte in
effa toccate , ed avrebbe egli anche rifpoflo a Leopol-
do del Migliore , di cui ho io un foglio fcritto di fua
mano, contenente le fue obbiezioni alla detta tradizio-
ne , che pofeia il medefimo giudicò di tacerle nella fua
Firenze illuftrata, nella quale pare, che egli fegua la co-
mune opinione , dicendo a pag. 285. come appi-elfo
.„ venerazione , che indottali in quel primo iHante"
„ perfuade a maraviglia quel , che paffa a voce ài
3, molti, e fi crede vero, il Volto dì lei ejfere flato
1?? dipinto da un Angiolo. „
4pi
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A F O LO G I A
ì.)i'\ ìi}ù-:ìV>.:ììì .: :ìi::.:c-;:j^ -plimiJ C*r3$*J £10 teli.»]             i -in
rtfyofla a quegli , c£<? dicono l' immàgine dell* Ann un*
mata di Firenze ejfere fiata dipìnta da' Seguaci di
Giotto ) tra3 quali fu Fietro Cavallini Romano ec.
fcritta da Fra Frojperp Bernardi Fiorentino
., dell" Ordine dei Servi di M* V,
Teologo nelV TJmrverJìtà
di Firenze ec.
Vulturi tnum de^recahuntur omnes di<vites flehht
Ffal. 44.
■■' -1"-' ■' ■■'■'■'■■■ ì-** '] ■' ■' *'■ ''■■ V4' .- A-                     '•■ ■ *-. '•■ . J ■* ■'' -lsii,r'~ . ■-. ::.h £ / ■«, '. ■'..-' ì ,,,.' ...;■■' . .' f.i. .,'•,-."'.'*■ '
VI fono alcuni > che o pigliando a indovinare > o
più che curiofi a inveftigare , o per alcune verifi-
irsiii cognetture , dicono, che da* feguaci di Maeftro Giot-
to , come fu Pietro Cavallini Romano, fia irata dipinta
la Nunziata di Firenze . Ma fé quefti tali fiotterò fiati
confapevoli del tempo , o averterò oflfervato bene il mil-
lefimo 5 nel quale fu effigiata detta Immagine , non fa-
rebbero caduti in tale sbaglio . E la ragione fia , per-
chè queiti Pittori furono circa V anno 1300. e le Pit-
ture del Cavallini nel 1364. Ma il Muterò dell* Incar-
nazione dipinto a frefco nella muraglia 9 dove adeiTo
fi trova » fu nel 1252.
Or fàcciafi il confronto del tempo , e fi conchiuda ,
che non può efiere fiata dipinta dal Cavallini , le cui
opere ( come dice il Vafari ) furono nel 1364.
Che la Nunziata fia (tata condotta nel 1252. lo di-
cono Michele Poccianti nella Cronica dell' Ordine de i
Servi fcritta nel!' Idioma latino ftampata nel 1567. a_,
e. 14. 11 P. Maettro Arcangelo Giani nel Trattato della
vera Origine dei Servi della B, V. (rampato nel 1591.
cap. io. car. io. Lo fteflb Giani negli Annali del Sacro
Ordine de i bervi dalla fua prima inftiruzione , divifo
in quattro Centurie: alla prima Centuria lib. 2. cap.
15. e. 21. itampata in Fir. in lingua lat. 161II. Luca
Tom. Vili*
                       U                              Fer.
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Ferrini da Prato nella Storia de1 Sette Beati Fiorenti-
ni Fondatori del Sacro Ordine de* Servi , /rampata nel
1580. e. 16, lì medefimo Autore nella Corona dei S%.
Miracoli della Nunziata di Firenze , in onore dei 63.
anni , che viiTe tra noi la B. V. dove fi leggono Mi-
racoli occorfi nel 1280. come a carte 112. Celare Fran-
ciotti della Congregazione della Madre di Dio nel
Viaggio della Santa Cafa di Loreto, ftampato nel 1627.
pag. iog. Ferdinando Mancini Servita nel fuo Mano-
fermo intitolato : Reffaurazione di alcuni più Segnala-
ti Miracoli della SS. Nunziata pag. <5. Il Card. Paleot-
to ltb. 1. cap. 8» citato dal Franciosi. Il P. Fra Gio:
Angiolo Lotcini nella fcelra d' alcuni Miracoli , dedi-
cata alla Serenifs. Criftina di Lorena, ftoriari, e Cam-
pati alle Stelle Medicee al cap. 1. e. 15. Paolo Mori-
gia Geiuato neiia Storia dell' Origine di tutte le Re-
ligioni , (tajmpata nel 15^4. e ri/rampata nel 1581. a_.
e. 101. Diònifio Buflbtti Vefcovo di S. Sepolcro . Lo-
dovico Giuftiniani Vefcovo d* Affifi . Gio. Vincenzio
Lucchefini Generale de* Servi di ,M. Vergine nelle loro
Opere date alia luce a* noiìri tempi . Michel Angelo
Salvi nelle Sacre Iadi a e. 35. Cherubinus Maria Odale
in Hijtoria B. Tbilisi Qrdinìs Ser*vor. ad Ferdinandum
III. Romanor. Imp. impreffa Oeniponti cap-
5. /. 22. Giu-
liano Ricci nei Priorità , Quartiere di S. Gio: nel
1594. Raffaello di Gio: Calamari nel fuo Priorifta , e
molti altri Scrittori , ai quali fi dà fede, ereditar e-
nim Chronicis
, Angelus in leg. wetuftijfìma . Glojfa apud
Bellarminum decif.
70. & in recentioribus apud Gratianutn
difeept. $9$. num. 6. 7.
Ora fé la Nunziata fu nel 1252. come affermano i
fopraccitati Scrittori , e Pietro Cavallini fu nel 1564.
come fi dirà appreflTo , come potrà elTere opera deiie_»
fue mani, fé non era in rerum naturai
Che il Cavallini fioriiTe nel 1364. lo dice Giorgio
Vaiali Aretino nelle Vite de* Pittori iìampate in Firen-
ze nel 1568. appretto i Giunti a car, xtfg* nella Vita
delio ffeffo Pietro Cavallini Romano : che ei nacque
nel
„•■•.
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nel tempo de* Giotti > e fu fcolare del medefimo Giot-
to ; fu Uomo di fanta vita, morì d* anni 85, adunque
nel tempo, che fu delineata la Nunziaca, non era al
Mondo il Cavallini, cioè nel 1252.
E vi è chi con poco fondamento dice , che in quel
tempo del 1252. non era la Pittura, e che in Firen-
ze era affatto eftinta .
Come dunque potevafi dipingere la Storia della Nun-
ziata ?
Al che fi iifponde , che narra Giorgio Vafari nella,,
prima parte della fua Storia a e. 84. nella Vita di Ci-
mabue pittor Fiorentino , che nella Città di Firenze
l'anno 1240. per dare i primi lumi all' Arte della.*
Pittura , nacque Giovanni, cognominato Cimabue, del-
la nobil Famiglia, in que' tempi, de' Cimabue .Furo-
no chiamati allora in Firenze da chi governava la Citi.
ì alcuni Pittori di Grecia , non per altro , che per
rimettere in Firenze la pittura , più tolto perduta, che
fmarrita . Quelli Pittori cominciarono, fra V altre ope-
re tolte a fare nella medefima Città , la Cappella de*
Gondi , di cui oggi le facciate , e le volte fono con*
fumate dal tempo , come fi vede in S. M. Novella .
Giudicato Gio: Cimabue di bello , e acuto ingegno ,
fu mandato dal Padre fuo nel Convento de* Domeni-
cani , acciò s' efercitaffe nelle lettere ; ma Cimabue in
cambio d' attendere alle folite lezioni , confumava tut-
to il giorno a veder dipinger que' Greci , e s' impie-
gava in formar difegni d'Uomini , Cavalli , Alberi , e
vedendo il Padre l'inclinazione del giovanetto 3 lo con-
fegnò a quei che dipignevano , acciò impararle 1* Arte
del dìpignere , e colorire.
Or mentre Cimabue nato nel 1240. vJen confina-
to a* Pittori Greci? acciò impari l'Atte , eiTendo d'an-
ni 10. in circa ; adunque erano in Firenze prima del
1252. e puoi efler chiamato un di loro a dipingere
la Storia dell' Annunziazione ,
E febbene Michel Pocciami dice eflere ignoto il no-
M 2                                   me
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gì-
me di chi la-Colori; Qjiàpropter accento Pittore i cuius
nomen e fi in libro Vitae defcriptum
, come a e. 14.
Paolo Atravanci però nel fuo Dialogo fermo a roa-
no in cartapecora , che fi conferva nella Libreria de*
Medici in S. Lorenzo al Pluteo 23. cuius titulus e fi :
Dialogus Fr. Vanii Fiorentini de Origine Ordinis Ser-
tvorum ad Fetrum Cofmae
j Incipit: Cum ad Petrum Co-
fmae Virato &c,
accenna , che il Pittore della Nun-
ziata aveva nome Bartolommeo , e così difeorre :
*J HHic Bartholomaeus nòmen erati, qui morum modeflia,
*vitaè ìttegritate , fa' cafiimonia in B. V. afteB'ti gra-
tìojus erat
3 cui maximae laudi praefiantiffitnae Virginio
tatis lìlinm debebatur : qui cum Virginis Imaginem fin-
gere pellet
j affiduis ieiuniis , & orationibus in fi'ab ut ,
nofhfque plerumque infomms \ crebrafque njigilias siti»*
da humoiacens
> faciebàt vJìcque eam faepitis ob te fiaba*
turi ut propri am femel faciem prò nimìo ardore de (igna-
re pojfet
. Eius preces exauditas aiunt , & mane ad opus
Juum rediens abjolutum cum capite corpus in-venitj quod
nulli 'd'ubi firn' Sideri potè fi
, cum illud per Angeli e as ma-
Htts fàbricatum Jtt K
                               ;.;)0 t'ir3 . f-7^*1'o;0
Nacque queito antico > ed eccellente Scrittore nel
141^. pafsò da quefta all' altra" vita né! 149^. Fu cele-
brato da Mar/ìlio Ficino nelle fue Epistole latine con_,
elogio degno del di lui valore > compofe gran copia di
trattati in lingua latina , e ne mandò una gran parte
alle frampe . Leggali Michel Poccianti nel Catalogo de*
gif Scrittori 'Fior, rrampato in Firenze :nel %%$&> a e>
150, é fi verrà in chiaro dellaf ftàe s che fi deve a un
tanto Scrittore■'. iJi
Sicché j o non fi fappia il nome di chi V effigiò >
o Ila Hata delineata da Bartolommeo, come vuol 1'At-
tavanti , non farà mai vero, che T abbia pennelleggiata
il Cavallini , dove non è chi apertamente lo dica-
Dirli chi 'apèrtamente" lo dica , perchè Giorgio Vafari
nella Vita di Pietro Cavallini a e. iégt accenna > ei
pars che voglia dire della Nunziata, ma non fi dichia-
ra i e così parla :
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93
Ancora fé ha fatto , e fa infiniti Miracoli una noftra
Donna di fua mano
, la quale per lo migliore non in*
tendo nominare
, febbene è famofiffìma in tutta V Italia ec.
Altrimenti però difcorre di quel gran Michel Angelo
Buonarroti , Francefco Bocchi nella fua Opera fopra_.
T Immagine miracolosa jdella Nunziata ftampata in Fi-
renze con privilegio nel 1592. a e, 87. Narra , che il
Duca AlelTandro de* Medici fece fcoprire ìa Nunziata^
ad alcuni Signori Foreftieri , venuti a porla da lonta-
ni paefi per venerare quel Volto Divino ; avvenne ,
che tra gli altri di fommo pregio della Corte interve-
nilTe il Buonarroti. Ricoperta 1' Immagine\ il Duca in-
terrogò Michelangelo ; ditemi [ dille egli ] che vi pa-
le di quella Vergine ? In quefto , o foflfe lo ftupore ,
che gli aveva i fenfi occupati , o fopraffatto 1' animo
da quella Gelefte bellezza, altrimenti non fece motto;
ma interrogato di nuovo , così rifpofe : Se alcuno mi
dicejfe
[ perchè quefia è V arte mia ] che quefia Immagi*
ne da fenno umano fuffe fiata dipinta
> io direi , c&o
die effe bugia , perchè di 'vero V artificio dell' uomo non*
può tant' oltre arrivare; onde io afferifeo
, che miracolo*
famente fia fiato fatto quefio Divino Sembiante da Dio
>
e da gli Angeli »
Il Vafari pare , che abbia opinione [ quae non varia*
effentiam rei
] che la Nunziata fia mano del Cavalli»
ni ; il Buonarroti , che è miracolofamente fatta . Si pa-
ragoni il lapere di Giorgio col valore di Michel Ah*
gelo , e fi penetri a chi fi debba dare più credenza ;
maiTime confettando il Vafari , che il Buonarroti è frui-
tore unico , Pittore fommo , ed eccellentìiTìmo Archi-
tettore , e che non erran coloro, che lo chiamano Di*
vino .
Dì.più s'avverta, che il Vafari dice, che per lo
migliore non intendo di nominare
. E quefto lo fcrive_*
per non opporfi alla pubblica fama , che con tromba
d' oro faceva rifuonare , che Ella era opera di Barto-
Jommeo , e il Volto colorito dagli Angioli nel 1252.
e la pubblica fama in rebus multum antiqui $ habetur
prò
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£4
prò peritate * Ita Salda t in Conventi e alam num* S.cap*
de Epi.fc. Ang. in l. At qui SS. fi me ab [ente nam. l,
è
fi conchiude in antiqui* fa&is in quacumque materia^
fama /uffici?
. ]
                                                - k ;; ;
Che quella facra Pittura fotte pennelleggiata nel 1252,
nel luogo > dove adefìfo fi ritrova , lo deducono gli Scrit-
tori , perchè nel 1250. crefeendo il numero dei Padri
nel Monte Senario , il Beato Fra Buonfìgliolo Monal*
di determina di fabbricare vicino a Firenze , a cagio-
ne di ciò ne ottiene licenza in quella forma .
In Nomine Domini Amen . Cun&is hanc paginam infpe~
Buris pateat elidente?
, quod nos honfiltns Dei Gratia
Senenfis Epifcoput a Domino Fetro miferatione Divina^
S' Georgiì ad Velum aureum Diacono Cardinali Apofiolim
cae Sedi* Legato nuper fuprafer'iptar recepimus liner at
,
quare volentes mandata™ praed. D. Cardmalis j ut tene*
mur
, exequi reverenter , tihi Fra tri Bonfilio pras'ditti
loci Friori
> & Fratribus eiufdem loci recipiendi , & ae-
iìficandi de nonio Ecclefiam extra Civitatem Florentiat
in fundo proprio ahfq. atieni iuris praeiudicio licentiam >
ac primarium lapìdem concediwus
, Jecundum tenorem lite»
rar, praediBi D. Cardinali s . ASI. Senis 16. Kal. Apr,
3250. Alex and, quond* Io. tlotarius cum tejlihus éfc.
Ottenuta quella licenza , Enrico Baldovino compra
in nome d' innocenzio IV. e del Vefcovo della Città
quattro ilaiora di terra con cafamenco , muro , loggia ,
fd altri appartamenti ne i terreni di Buonvicino di
Cece .} da Orlando Aldobrandini di Bencivenni di
G uè mie ri , e fa que#a compra per i Frati di Monte
Senario , a i quali dà tutto per limofina . Strumento
jogato da Guglielmo Gottifredi Giudice , e Notaio
del Vefcovo Fiorentino il dì 1. Luglio 1250.
Agli otto poi di Settembre ( come negli Annali, Cen-
turia X. a €, 18. ) fi getta la prima pietra , e fi co»
mincia la Fabbrica, e fi dà principio ad un gran Tem-
pio » come deferive Francesco Bocchi nelle Bellezze di
Fir. del i$$ji a e, 217. cioè;
Jtfel 1233. quando da malvagi penfieri era travagliato
la
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91
la S. Fede ^ come piacque a Dìo , e nacque in fettc^
Uomini Fior, dì nobil lignaggio gran fervore di fpiritoy
il quale
, perchè era potente , così crebbe in poco tempo t
che dilatandofi in altrui prò
> fiorì mirabilmente } e alla
fine fece frutto raro
, e notabile .
Era nata da quejli la Religione de* Servi , e dato prìn*
cipio ad un gran Tempio } come quei
? che al fervizio della
Madre del Figliuolo di Dio fi erano dedicati ; Subito
che furono ordinate le muraglie
5 fu prefo configlio') che
fufje dipinta quella
» cut tanto avevano in pregio ; Ab*
battuti fi dunque in un Vittore di cofiumi
, e dt vita lo»
devo le
, fu dato principio a Maria Vergine quando è dall*
Angelo Annunziata ; e perchè riufciffe l* avvifo nell opem
ra felice } fi confefsò prima quefio divoto Artefice
, e-
prefe apprejfo il Santi filmo Sacramento \ dipinfe adunque
ambidue le figure dalla tefia della Vergine in fuori %
o
mirando col penfiero umano , qual ejfer doveva il fem-
biante
} che da penfier Divino doveva effere fiampato , piti
d* una volta reftò confufo nel fuo avvifo ì e qttafi sbat-
tuto nelV alta imprefa andava divifando come quefio Ce»
lesle Volto di sì alta Creatura egli poteffe effigiare. Av-
venne dunque un giorno
, come piaceque a Dio , che iru
fui Fonte mentre dìpigneva
> s* addormentò ; ma fveglia-
to poco dopo
, toBo vide il Volto della Madonna miraco-
lo f amente finito
, perlochè fmarrito dal celefte fembiante >
moffo da fingolare stupore , cominciò ( come il cafo fiupen-
do richiedeva
) ad efci amar e ad alta voce , A que fio gri-
do corfe ogni Servo di Maria
, ne fu alcuno cosi tardo,
che da preffo , e da lungi non correjfe a vedere V altc^
maraviglie di Dio ,
Quanto pòfci a fia crefeiuta la divozione di que fi a Mi-
racolo fa Vergine
, fi vede ad ora ad ora per ti concorfo
della gente
> i penfieri affettuofi, le voglie fingolari &C.
filmi pur ciafeuno
, e tenga per fermo , che non è quefta
opera terrena
> ma Celefie , non umana j ma Divina ? poi-
ché nell* apparir quefio miracolofo Volto agli occhi altrui
,
tfiere non pnote s che non fi perturbi > non sy alteri , e per
dolcezza difufata [ come diceva il Gran Duca Cofimo ]
non
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non fi fentd rapire fuori di fé fiejfo: le grazie , che pò*
mono da quefla gloriofa Vergine
, fono innumerabili, come
1* incredibil numero de* Voti in ciò fa fede
: I doni pre-
mo fi
, oltre ogni filma fon rari , e gli ornamenti bellijfi-
ini) e pare i che ogni co fa per riverenza s* inchini a fare
enorè al ricetto di tanta divozione ,
Nel 1322. (1299.)
aperperuo patrocinio delia Città, fu racchiufa dentro all'
ampio cerchio delle nuove Mura, e come teforo ricchif-
fimo* custodita , e prefervata . E ben ha conofciuto Fi-
renze da quel tempo in qua per il corfo di 425. anni,
la vivace forza delle non inrerrotte interceffioni ec. A
nome di Pietro Medici col difegno di Michelozzo Jt fab-
bricò di marmi fini [fimi la Cappella ec.
Adunque dicendo il Bocchi , nata da quefii la Reli-
gione de* Servi >
che fu nel 1233. e dato principio ad
mi gran Tempio-,
che fu nei 1250. fubito che furono or-
dinate le muraglie fi dipinfe la Vergine Annunziata ;
Se
fu fubito, non puote eifer prima del 1252. come de-
ducono gli Scrittori . Che fuffe un gran Tempio ( e_*
non una Chiefetta , come difcorrono altri ) lo conferma
Clemente IV. P. M. per due Bolle , una data in Peru-
gia nel 12^5. a* 19. ài Maggio, e l'altra data nel me-
defimo anno a' 4. Dicembre , ove il legge : Stcut dilem
Bi Filii Prior
, & Fratres Domus Servorum $. Mariae
de Caphagio quandam Ecclejiam aedificare de novo incoe-
gcrint opere fuwptuofo &c.
Quella parola opere fumptuo-
fo ì
malamente s' adatta ad una Chiefina ; gii originali
ài querce due Bolle il eonfervano nei noiiro Archivio,
fìccome tutte l'altre citate da me nel difcorfo.
Di più fi noti ciò , che il legge ne i nofèri Annali ,
Centuria terza , lib. 2. pag. 20. Inter munificos vero il-
li us delubri benefattore? non e fi ambigendum
, quod Cla-
rìffmus ille opulentus Falconeriae Genti? Mercator
, qui
plurima? ex conquifitis opibus
, magnafque pecunia* buie
operi ampliando impendit 1
Dunque fé gran denaro s' im-
piega nella bruttura dell' Edificio , non era una Chie-
fina , ma un Tempio fontuofo , e magnifico*
Con le due Bolle di Clemente IV» àei 12^5. fi nV
fponde
%
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, ■ -                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             91
fponde a chi penfa,che la Fabbrica delia rioft'ra Chfe-
fa non cominci prima del 1264. Perchè, fé nel 1265.
Clemente IV. dice : Fratres Doma? Semorum S. Mad-
rine de Caphagio quandam Ecchjiam aedificare inceperint
v
Nel 1264. era già cominciata , e perciò Chiariamo
Falconieri fu lafciato in libertà da Urbano IV. nei
Breve del 1254. dato a' 5. di Giugno, di potere ap-
plicare non fo qua! danaro , o alla Fabbrica , o alla.,
utilità della noftra Chiefa. Le parole fono quelte: Poffit
Ecclejta Sermorum S* Mariae iuxta Florentiam
, quàe no-
*va j/lantatio effe dicitur
, libere erogare in Fabrkam ,
mei aliam ntilitatem i^Jìus integre connjertendnm : dove
chiaramente fi vede, che la Fabbrica era cominciata 5
mentre lo mette in libertà di potere ' applicare il da-
naro , o alla fabbrica ,0 ad altra utilità di detta Chic
fa già principiata ; dunque concedendo^ licenza di po-
ter fomminiftrare danaro alla Fabbrica del Tempio nei
1264.   non fi toglie , che nel 1250, non fi foffe gettata
la prima pietra , e profeguito avanti l'Edificio.
Ma non fubito quel luogo forti il nome di Chiefa,
e Convento de'Frati della Nunziata, ma fu chiama-*
tò Santa Maria di Firenze, così la nomina Innocenzio
IV. nell* Indulto del 1254. Fu chiamata Santa Maria.,
in Cafaggio, così Aleflandro IV. nella Bolla del 1256.
che dà facoltà a quei Padri di potere udire le Con-
feffioni ec. E nel 1259. di poter feppellhe nelle loro
Chiefe i defonti . Così Clemente IV. fopraccitafo nel
1265.  Umilmente Urbano IV. nel 12*54. dice : Ecclefiae
Sermorutn S* Mariae inytta Florentiam ,
Così Latino Ve-
feovo Oftienfe , e Legato in Tofcana al tempo di Nic-
colò III. nel 1277. Onorio IV. nel 1287* Niccolò IV.
nel 1288. concede porTeder Beni a* Frati di S. Maria^
in Cafaggio , e nel 1292, concede Indulgenza alla Chie-
fa di S. Maria in Cafaggio per rutte le Feftività della
Madonna • Così 1' appella Andrea Vefcovo di Firenze
nel 1293. Matteo Cardinale di S. Ruffina , e Legato
in Tofcana al tempo di Bonifacio Vili, nel 1294. e lo
Retto Bonifazio Vili, nel 1300. Niccolao Legato al tem-
Tom. Vili.                      N                                   po
!
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pò di Benedetto XI. nel 1305. e con quefte autentiche
Scritture non folo fi prova il titolo della noftra Chie-
fa , ma 1* efiftenza della ftefia Chiefa fino dall'anno
1255. ec.
E la cagione di quello titolo ài S. M. in Cafaggio,
fia perchè nella nuova Fabbrica per il prodigiofo av-
venimento di quel Diviniflìmo Volto , 1 Popoli , con i
Priori della Repubblica Fiorentina ( che con larghe li-
moline fino con 400. fiorini per volta > come fi vede
nei libri delle Riformagióni, e nelle noftre memorie)
favorirono il Tempio, e la Piazza a comun grido , quafi
prevedeifero il futuro, fecero fcrivere fotto la Pittura,
della Nunziata quelle milteriofe parole : madonna san-
ta maria delle* grazie : le quali chiaramente fi leg-
gono in carattere antico all' ufo di que* tempi • Ora^
da quel titolo di Santa Maria , Santa Maria Ci nomi-
nava , ancorché quivi folle il difcgno deli* Annuncia-
zione-.
                    • m        - . ';>.#■' ..-, •:-■ ■ .'r.U^'..| ., ,-,■;'
Ed ecco sbattuta la falfiflìma opinione di coloro, che
dicono non era chiamata la Nunziata, dunque non-,
era quivi dipinta, O che bel difcorfo!
La Badia de* Monaci Benedettini è chiamata la Badila
di Firenze , fotto vocabolo di S. M*ria , adunque.,
quivi non è 1* Immagine dell* All'unzione , che è il ti-
tolo della Chiefa ? Mike Chfefe antiche di Firenze e-
runo. lotto il ritoìo di S. Maria , benché divertì fofie-
ra i Miiierj ; Così benché quivi foife delineata la mi-
racplofa Nunziata, ili Convento , e la Chiefa erano;
chiamati S. Maria de* Servi > come fi legge nella Sto-
ria di Gio: Villani nella I. Parte al e. 13. del VII. li-,
bro , quando fi difeorre delia fóllevazione de* Guelfi
per la vittoria del Re Carlo d* Angiò contro Manfre-
di , che {eguì nel 1255. dove fi legge: tennero fin*
ne* Servii di S* Maria per tener configlio ec.
Ev ben vero 5 che que* Padri , perchè quivi era la^
Nunziata, il 25. di Marzo, che la Chiefa celebra l'e-
terna memoria di quel giorno, nel quale la Vergine
rVlaria è falutata dall* Angelo Gabbriello per il Miite-
ro
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t$9
ró dell' Incarnazione del Verbo , nella Jor Cfrìefa fa.
cevano predicare infino al Vefcovo della Città; )a fa»,
cevano bandire * come fi legge in libris expenjarum
del ij8S. alla XV. partita, *videlicet » itene 15. di Mar-
zo ; a Vide per la bandi tura per la Fefta di $. Maria ;
non dice della Nunziata , perchè non era in ufo » Jtem
per portatura
, e riportatura delleg'19 > quando ce pre*
dico .Mejfer lo Vefcovo
, il dì di S* Maria* Seguì que-*
ita Funzione molti anni , come fi legge in un altro
libro dell'Entrata , e Ufcita del 1321. alla VII. par-
te del mefe di Marzo , Die %p 1324. ìtem , eodem die
praeconizzatori eiufdem Fcfti
Jtem eodem die in Pi fri*
bus prò Lettore) quando fecit Ssrmonem%
E nel 1326.
alla Partirà 28. Uro Traeconizzatore Annunci atae Domi*
naenoftrae
, dove fi noti, che cominciano a chiamare
la Nunziata > e quel Dominae noftrae denota culto par*
ticolare . :
                 «I
U Padre Agoflino Romer nella Storia dell* Ordine-»
de* Sèrvi , ftampata in Vienna d* Auftria nel cap. 12,
a Ci 164. afferma > che inconfideratamente difeorrono
coloro, che fuor del 1252, pongono l'origine della.,
Nunziata , avendo celebrato il 25. di Marzo 1252VGÌ0-
vanni Mangiadori Vefcovo di Firenze all' Altare della
Nunziata , ecco le parole dello Storico . Primam fcili-
cet ad eius Aram facrum fadente lohanne Mangiadorio
proximo p«ft Ardingum de Trottis , magnum illum Ser-
morum Ordinis Promotorem Florentinorum Bpifcop: quem
t&men Ardingjjm intelligimus
, Anno adhuc' 12.4$. Tefta-
tnentum condidijfe conftat i (elebravit autem divina ibU
dem ìo&nnes anno Don».
1252, affo Annunciai ioni* Fefto
in die Lunae
> San&ae Hebdomadis cadente L Maiorem afo
fertis noftris addit fidem motiva ibidem Statua Alexan-
dre IV. Papae
, qui 0B0 n@n amplius exinde anniì mot*
tuu$ eft
. Plura de ha e ftufenda Imagine hahes l; 1. cap*
nono
, & decimi .
Di quefto fatto, e della. Statua d' Aleflfandro IV.
pofta vicino all' Altare della Nunziata , prima del Ro-
mer , ne fa menzione il Giani nella prima parte degli
N 2                                 An-
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100
'Annali-a 18. e inoggi vederi nel Giaurro primo fra-,
gli altri Sommi Pontefici ec.
Andrea Vefcovo Fiorentino , il dì della Nunziata
canta la Mefla allo fteflb Altare 1' anno 1286. come fi
trova nel libro degli Spogli imperfetti della no/tra Chie-
fa a e. ih. Ora fé fi bandiva , fé fi predicava > fé il
"Vefcovo della Città {biennemente celebrava a quel fa-
crofanco Altare il giorno della Fella dell' Annunzia-
mone di Maria Vergine , erano pur quefti fegni, e
fenfi di gran divozione per la Miracolofa Immagine.»
quivi pennelleggiata > e dipinta *
Quindi è che nel 1361. Innocenzio VI. apre 1' Era-
rio de ì Tefori delle Sante Indulgenze, come fi vede
nella Bolla dell' anno nono del fuo Pontificato , e to-
glie via ogni dubbio , che febbene era chiamata Chie-
di S. Maria , lurtavplta vi era 1* Immagine miraco-
lofa della Nunziata . Ecco le di lui parole : Cupientes
igitur ut Cape Ila B. Marine in Ecclejta Fratrum Servo-
rum San&ae Marine Conwentus Fiorentini in honorem %
& fub *vocabulo Annuntiatìonis eiufdem
JB. M, V. ut affé»
ri tur fundata'■ , ad qunm confluit Pofuli multi tudo
» ton-
gruis honoribus frequentetur -frc.
dove con quella clau-
fula , ut Catella B.M. in Ecclejzd Fratrum Sernjorum S*
Marine Conventus Fiorentini
, damo/tra , che il volgo la
chiamava Chiefa di S. Maria » in honorem , & fub <vo-
tabulo Annuntiatìonis ^
dichiara che v'era effigiata la^
prodigiosa Immagine. L'originale di quefta Bolla fi con-
ferva nel noAro Archivio,. Anzi 2®. anni prima fi tro-
va la Cappella fub <vocabulo Annuntiatae . Mentre nel
1341. a i 18. d* Agoitq, Vinta del Tignofo del Popo-
lo di S. Michel Vifdomini , Jafcia una Cafa nella Via
di S. Gilio a'Frati de'Servi 5 con carico, che de* frut-
ti fi tengano accefe ali* Altare della Nunziata due km-
pane di continuo .Si veda ii-vfopracitato Spoglio del-
la Chiefa a e. 29.
Chs'dopo qualche tempo fi> chiamale la Chiefa del-
la '-Nunziata iì: 1? afìferifce Scipione Ammirati nel libro I.
delle fue Storie 1" anno 1233. par. 1. a e» .So, e così
«Ili                                ;                                         di-
»
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101
difcorre : Non è da paffttn con filenzìo quello , che ivù
quefi' anno avvenne molto memorabile
, e molto illuftre ;
ciò f») che fette Cittadini Fiorentini tocchi da divino
Spirita
, e tenunziato a* lor beni , fi ritirarono a Mon-
te Senarto
j ove fequefirati da ogni umano commercio [ fé,
non quanto capitavano alla Citta per provveder fi da vì-
vere
] fumo da Fanciulli incominciati a chiamare Servi
di Maria ec. Comprarono un luogo fuori della Città
, ove
fi diceva a Cafaggio s e quivi edificata ec. Incominciò in
qualche fpazio di tempo da una divotiffima dipintura dell*
Angelo
-, che annunziò la Vergine > a chi amar fi con nua*,
ryo nome la Munziata y la quale per molte grazie >
e*
miracoli ec. ,
                                                               c?j
Dunque non fubiro forti la noftra Chiefa il nome.
di Nunziata , ma dopo qualche tempo : anzi anco a*
noftri giorni, ne' quali non fi dubita del titolo s non-
dimeno è chiamara Chiefa di S. Maria y come fi legge
in alcune Bolle Pontifìcie , e Scritture legali ec.
Che il. B. Buonfigliuolo Monaldi Capo , e Priore di
que* primi Padii folle Fondatore del Convento , e Chie*
fa della Nunziata in Cafaggio > fi trova regiìtrato in un
libro antico in cartapecora , che fi conferva nella no-
ftra Libreria, intitolato Legenda B. Philìppi Ordints Ser»
vorum SanBae Mariae
> ove leggefi Principium Ecclefiae
Servorum
. E il B. Monaldi di fé fteifo lafcia memoria
con qudt' infcrÌ2Ìone :
Nel 1249, Priore fui di Monte Senario % t vu ,
Mei 1250. fui Fondatore della Nunziata >
i Fuor a a Firenze la Gloriofa Piantai ,* ,; v ^
Siccome è fcritto fenza errore ,
Preghiamo quella ce prefti grazia tanta pj t) %£}
Che fcambiamo dagli errori , e guai ,
Fra Buonfigliuolo da Firenze mi chiamai,                >
11 B. Buonfigliuolo Monaldi morì nei 1262. come fi
regiftra negli Annali cap. 7. a e, 28, dunque fé fu
fondatore della Nunziata, la Nunziata era prima del
1262.
Né credo > che chi ha fior di giudizio s* opponga..
ai
-ocr page 108-
tot
ai nofkvi libri, alle noftre Croniche » a i nodn Scrft*
«ori , perchè farebbe un diiìruggere la fede umana j
ita la ragione , perchè none/i malor ratio de noftris t
ac de al Ut ,quia de fattis , qftae noftram aetatem ex*
$efferunt
> non fotefi reddi ratio fer vifnm , nem<§ nane-
que ex bis
, qui nunc funt, vidit ocula corporali Cae-
farem
, tantum ex Scriftoribus fcimus eum futffe , et re*
gnaffe * Angel, in L At qui
, $. Si me abfente n. 2. &c.
E fi può ragionevolmente affé tire , che quefta vera_,
Immagine di Maria fia un effetto della Divina Provi,
denza , che tutte le cofe per via de'mezzi al fuo fine
conduce . Quando lo Jmperadore Coftaniino nel fuo
Palazzo Lateranenfe fabbricò , e dedicò la Chiefa al
Rcdentor del Mondo per muovere alia Fede Criftiana
gì' Infedeli » Imago Salvatori* in fariete defitta Vogalo
Romano affarvit ) cosi
nei fabbricare, e dedicare da
que'Religiofi Servi di Maria alla ftefia il nuovo Tem-
pio nel 1252. acciò fi avveri 1' Oracolo, Vultum tuum
deptecabuntur omnes divi tes flebìs
, Imago Genitrici s Dei
è Coelo fingi tur in f arie te ,
Che quel Volto dall' Angeliche Maestranze colorito ,
yapprefenti al vivo 1* afpetto di Maria , farà più che_»
chiaro , Te fi confronta con quel che fcrive S. Epifa-
nio riferito da Niceforo Califto nel fecondo libro della
Storia Ecclefiaftica . Colore fuit (parla della Madre Ver-
gine) triticum referente, Cafillo flavo , oculis acribus%
fubflavas
, & tanquam oleae colore fufillas in eis habens
Sufercilia ei erant Jnflexa , & decenter nigrah labi a fio*
rida
> & *verborum fuavitate flena * facies non rotonda %
& acuta ì fed ali quanto longior 4*fc.
Or fi contempli, e fi rimiri attenramente la noftra
Vergine in queli* atto appunto , che fta tutta fofpefa ,
e dentro di fé raccolta a i Divini fegreti fpiegati con
1* Ambafceria dell* Arcangiolo Gabbrieilo, come la di-
pìnge a penna S» Epifanio , e vedranfi a maraviglia cor-
xifpondere le parole co' fam\«>-
Si fottoferive a quefta verità il non mai celebrato a
baftanza Iacopo Ligozzi Pittor Veronefe per mezzo d*
al»
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t*s
alcuni vetHìmili rifcon'tri s che per brevità tiralafcio .
Leggali il citato Cronifta Giani nel primo libro della
Storia del Benizzi ftampata in Firenze nel 1604. a e.
38. e fi noti indizio non meo curiofo , che degno di
confiderazione *
                                                             , ,
Non tacerò ancora, che gran divario iìa dal delinea»
mento del Volto della Vergine a quello dell'Angelo,
e del rimanente di tutta la Pittura : [q dicono i Pe-
riti ji lo prova Carlo Dolci, che nel finir, le fue opere
non ha pari ; Egli più volte la dipinfe , la miniò > e,
fé è diverfo il Butto dal Volto , è fegno, che chi. la_.
cominciò j non la finì > volendola più perfettamente^
compire Iddio Pittore Eterno , di cui fi fcrive ; Affi»,
duitas eius varia* Fièiuram:
così nell* Ecclefiafh a 18....
Che fia comune a i Prof e fiori dell'Arte la di iti Co-
pia *j ma non la fomiglianza , fiane la riprova ciò } che
fcrive il fopranominato Bocchi nel trattato > che egli fa
della noitra Nunziata . Narra Egli , che il Granduca
Francefco ordinò ad Aleflandro Allori Pittore intigne *
che in due tele coioriiTe la Storia della noftra Annun-,
ziazione , come fta a capello > una per S. Carlo Bor-
romeo , e l'altra per Filippo Re di Spagna; quando
una delle due compita arrivò a Milano > le fu fatto
folenne incontro dal Santo Arcivcfcovo con tutto il
Clero ; lodò allora il Borromeo a maggior fegno il
valor dell* Artefice ; ma contemplata poi , e poi rimi-
rata bene copia sì bella in fcolpite parole replicò : j$hx
non veggio
5 io non ravvifo quella Mas flit , quella^ Di*
vìnita
5 quel Vergineo Sembiante ! Non mi fento com-
muovere
> non mi fento compungere , né toccare il cuo-
re
> come alla veduta dell' originale > come quando mi fa
/coperta in Firenze in quel Sacrosanto Tempo alla pre*
fenza della moltitudine del Popolo
, che dolente de" falli,
e degV errori pentito-, ad alta voce chiedeva pietà , mi-
fericordia t e perdono all' amaro fa Madre delle Grazie -a
Così diftt il S. Arcivcfcovo di Milano , perchè non fi
moitra quella Santiflìma Immagine, fé non a Prìncipi»
a Duchi > a Porporati > a Regi , o a'loro Ambafciadori.
Quan-
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194
Quando fi può penetrare', che fi deva fcuoprire il Mi-
xacoloio Volto i fobico scempie di Foreftieri, e Terraz-
2ani la Ghie fa , e allo? ffcuoprirfi s9 odono clamo-
ri , calde preghiere , fenfi di divozione inefplicabi-
le, fofpiri , che efcono dal cuore. Facciane fede.»
chiunque una fol volta la vide , 1' adorò 3 e vi fu pre-
lente ilari
                                      ■■■:"; rsl
• Di quefta mkabil Pittura ne difcorre Filippo Albriz-
20 da Manrova nel libro intitolato Fxordium Ordinis
Ser^or. fatis praeclare, cap.
50. Simone Pellato da Ca«
fléllaccio nella fua Cronica MS. riferito dal noftro Gia-
ni ■".\$ti& Semplice racconto dato alle ftampe 14S& di chi
neretto in angufta \ e ben chiufa prigione in ceppi , e
catene fu dalla Vergine Annunziata vifìbilmenre libera*
to ;Là- foelta de'più celebri Miracoli della SantiiTima
Nunziata di Firenze , ifompata 15^0. >é divampata 1^7.7.
Ioannis Henri ci , Mercuri ui• Italie us , Lugduni 1616* pag,
15^. Falwa triumphalìs Miraculorum Gloriojìjf, Dei Ge~
nitricis esplicata ad Ferdtnandum IL Romanor. C aefar-
ti Friderico Fornero Si* ffraganeo &c. Ingoi ff adii 1620. li»
hro IH. p.
715. Liber lingua Gallica impr. Mafftliae i6%6,
cuius titulus ejl ; U Abregé du cominci atnent del Ordre
des Freres Sorwites per Fr. German Sardon, DoBeur in
Sucn Teologie
. Liber in lìngua Hifpanica impr. Barri-
none 1611, titulus ejl : Epitome della Milagro fa Fon*
dacion della Sacrada Orden de lo $ier*vos de\ nueBra Se-
nota ì por el
P. Fr, Onofre Salt. Già. Batifta Benamati
nel Teatro delie Grazie di M. V. (campato in Ancona
1Ó71. Arcang. Ballottino neir Origine dell* Ordine de'
Servi rlamp. in Modana 1592. Onorio Gemelli dell' O-
rigine , e Progrerìo dell' Ordine de' Servi di Maria ,
ftamp. in Milano i<5io. Lutar Machiawellius de laudibus
Ord. $er*v. editis Bononìae
15^0. Don Andrea Cordo-
li! Abate » e Dottore Salernitano nel fuo ragionamen-
to {rampato in Napoli 1636. Antonio Lupis nella Lu-
cerna d' Ifraele itampata in Malfa io^i. Andrea Van-
gelifti Domenicano nel Servo Gloriofo , ftampato in_.
Lucca 1671. Girolamo Bartolomei nelle Canzoni del
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:*,
105
Reverendìfìimo Àngìol Maria Montòrfi ftampato in Fi-
renze légi. Nella detenzione d* Italia di Fra Leandro
Alberti Bolognefe p. 38. Francefco Scoto nel!' Itinera-
rio d' Italia , {rampato in Padova 1654» p. 103. Negli
Applaufi di Firenze per la Canonizzazione di S. Filip-
po Benizzi Campati in Firenze 1672. Gio: Batifta Stroz-
zi nella Lettera a Urbano Vili. 1629. Francefco Sera-
fini Gefuita nelle Lodi del B. Filippo Benizzi ftampate
nel 165 S. Giovanni Benti Bolognefe nell' Eco dato al-
le (lampe in Firenze 1672. Benediciti* Gonon» Burgenjts
Monachus Coeleftinus Lugdunenjìs in Chronicon SS. Dei-
yurte Virg. Mar. iwyr. Lugduni [uh Signo Nominis le fu
1637. e. 236. an. XI. 1233. faeculum 12. afe. Baccio Ban-
dinelli nell' Idea della vera Sapienza a Cofimo Grandu-
ca di Tofcana e, 6. Cofimo del Favilla ne' fuoi MSS.
da me veduti , e letti nella noftra Libreria > dove fo*
rio diftefi i gran Miracoli della Nunziata • Ferdinando
Leopoldo del Migliore Antiquario nella fua Firenze 11-
luti rata .
Il medefimo fi legge nell* Opere di Iacopo Tavanti
Lettor pubblico di Teologia nello Studio di Fifa ; io
ftelTo fi vede in Fra Gio: Domenicano Fiorentino, Teo-
logo dell' Ordine de'Predicatori , nel libro IV. dello
Chiefe di Firenze a e. 12. la cui opera fi conferva nel-
la celebre Libreria dì S. Lorenzo al Pluteo 16. dove
con bella Elegia defcrive il Tempio } V Immagine , e
Miracoli della noftra Nunziata » e Taddeo Adunati ne
tratta nella Vita di S. Filippo Benizzi circa il fine 1 Item
'■HipJfclytHs Marraccius Congregationis Matris Bei Soda»
litas Mariana Monacenjts Civica in Diworum Elogiis,^
ad Serenifs. EUclorem Maximilianum utriufque Bavarlaf
Dttcem
. Così Angelo PolTenti Brefciano nel noviflimo
Catalogo de" Beati dell' Ordine de' Servi • vr £ . ,,'• ,^
»■ Francefco Marchefe della Congregazione, dell* Orato-
rio nei 1. Tomo del Diario Sacro . GiofefFo Solimano
di Trani della Congregazione de? Preti deli* Apoftoli-
che Miffionì di Napoli , nel Trattato dell' Ave Maria
Parte II. dedicata alla, SS. Vergine Annunziata dall' An*
Tom. VllL
                       O                              gelo,
\
-ocr page 112-
io£
gelo, (lampara in Napoli 1^77. eoo molti altri Scrir-
tori . Felice Aftolfi riferito da Anronio di Paolo Ma-
fini nella Scuola del Cristiano, cioè Riti retto della Vi-
ta di Crifto *. e della fua SS. Madre cap. 37. pag.27j.ec.
Dà chiarezza maggiore a quefta verità un libro MSS.
del noftro Archivio di Roma in S, Marcello cuius ti*
tulus eft : Catalogus Authorum
} qui de SanBitate } &
Mir acuii s -B, Philipp fcripferunt
, ubi haec leguntur :
Beatus Alex'tus Falconerius Ordinis Serbar, fcripftt Chro-
mcam Ordinis \:.& Vitam B. Philipp* tigo, cuius rejìduum
ab incendio- illaejum hoc eft é'c
Bifendo che nella Pro»
vincia della Tofcana ec.
                *m
-E fa menzione della Nunziata dipinta nel 1252. e.*
che era a tutto il Popolo per grandiflìmo Miracolo ,
come divinamente fatta , e che'■ S, Filippo fopra tutte
le Chiefé la ùequentava I
Lo conferma Paolo Attavanti nel fopracirato Dialo-
go fcritco nel 1455. ^ve fi legge : Itaque ut paucis
multa completar
, in pro<veBa aetate ad idem Annuntia*
tae Altare prof e ci us eft
, in terramque proftratus admi-
mndum piauftrum intuetur
, in quo Virgo undìque An-
ge lis ornata eminebat
, cuius ■ 0'<vis » & Leo in manfue-
-tudinis > fortitudimfque jtgnum duBores erant afe*
i£ parla di S. Filippo, menrre fopra dice: Philippus
ad Servorum Ordinem illuftrandum a Diva Virgine eie*
Bus eadem bora die
, menfe , & anno Florenttae ortus
eft
, in quo ili a feptem fydera Mariae Viduitatem fum-
■pferunt»
li iVh'ì ,-^:ìì''■^ì['■...:■"■': :t ■,/
Similmente là Storia di Germania , cuius titulus eft :
Sertyìtus Mariana Awfpiciis Auftriacis in Germaniae , Un»
gariae , ér Boemi ae Regnis reparata j collettore Patrs Ira-
tre Augufttno Maria Romer , Di'vi s Imperatori bus Leo*
poldo 5 &* Marghtritàe dicata a ir. 12. cap, g* \:
f SimilmenteiÈ Negocium feculorum Mariae > ft<ve return
'ad Matrem Dei fpe&antium Chronologica Epitome ah an-
-no Mundi L ad ann, Chr, \66qì ftudio Vetri Coufcier S* /.
nòmìnatur etiam iffy fidalitate Mariana Monacenfi Civica
in Feftis Mari ani s e diti s Lugduni in ultima e di t ione 1652»
Dice
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107
Dice il fopraccitato Rome* angelica Jmagìnem mùnti
abfolutam effe » é? conflati* habet tradìtìo , & celeher*
rima teftamur Mirarla
,, Regum Anathemata > immenfi
Summorum Vonpif, thefauri
. La tradizione j al comuru
parere de' Teologi , è una di quelle Ruote del maefto-
fo , e mifteriofo Carro , che vide Ezechieìlo , dove fi
porta in trionfo la Gloria dell1 Altiflìmov
Fa ancora una gran forza il procedo fabbricato in
Firenze per la Canonizzazione del nofho San Filippo
Benizzi nel 1619. coram ArchiepifcopoFfar, Martiomedi-
ecs a e,
140, uhi habentur haec verba : Ham extra Ur-
bem florentinam Fhilippus Inter Fefulanas Ecclejtas
, qua*
frequens vijìtahat
> Oratorium f rat rum Servar um paulo
ante in fuhurbano illiu? Civitathagro conflitutum
j M
SanBìffimae Annunciata? Imago recens
,# quodam Bartbo-
lomaeo Piffore incoepta > & divinjtus completa ymiracu*
forum corufeatione > & Tabuli frequenti a colebatnr
5 affi-
dua dedottone invifebat
. Adveniente itaque Feria V* pofi
RefurreBioncm Domini
> id 'pero fuit 1253» faBum eft
in sodem facello
éTc Btiam in Sbwmario Vitae 3 Virtù-
tutn
j éf Miraculorum in Caufa Beapficationis , ist San*
Bificationis B* Thilippi Ofdinis Servtorum ex Secretaria
Con gregat ioni s Sacrorum Rituum
> Romae in Typographia
Reverenda? Camerae ApoBolicae edito
, haec loquuntur :
Vum in Feria V. OBavae RefurreBionis perveniffet ad
Sacellum Divae Annunciatale Ordini s Servorum apud Ca-
phagium
j $* SacrofanBae MiJJ"afi Sacrificio intere'ffet ,
divina voce invitar} audivit éff. Quare die vigeJìma->
Aprili\s feria V. L)aminicae Refurreelionis
1.2 5 g. opini
mora poìlpofifa Caphagium petiit t fuperiorem loci' tunc
Beatum Bonfilium adiit
#V. udhT ti q:
Or mentre S. Filippo fa orazione nella Cappella del-
la Nunziata nel' i^fcj. prima di qu e ito tempo era già
dipinta ec. ■.;> -v\ --• • ith . - -J -.:. ììiìiW^, j-
Conferma di più la Sagra Congregazione de' Riti a*
tf, di Maggio 1673, nelle Lezioni del Mattutino nell'
Ottava del Santo j dove fi recita Cxm ante Sacram Ima-
ginem Deipara? -ah Angelo faiutata* oraret Florentiae ,
"'.>$«                                       O 1                                 vidi?
-ocr page 114-
io8
wdìp fupra mirabile m XIuffttm Regi nàto fudm ìugubrent.
dolorum fuorum habitum porrigentem
> eamque audtnsit di'
CentemJlbi ; Philippe
, accede , & adi ungete ad tur rum
Né vi /la chi penfi , ehe fór£* Sacrae Congregattonis
non fiat enunciativa ì fed tantum ft4ppoJttitva abfque ulta
prorfus caufae cognizione
Ajfèrtnm enim examinatum^
fuit
', àf probatnm per Vroxejfum Sanili Pbilippi Beni-
iti y utpate' l&cm? Sacelli Di<vae Aunnnciataè Florentiae
hfibep necejfariam connexionem cum fanBitate Benitii : ibi
nacque primum ingrejfuf
, prìrnam dccepit SanBitatem■,
dum feria V, pojl Domini e am RefurreElioni* 1253» ante
ImaginewD. Annunci atae orans a Deipara audfvit > Fhi-
lippe
V accede èfd Affent ergo Sacra Rituum Congrega-
tio
, quod 1253. ctat'Imago Annunciatae depiBa in Sa-
celie noftrae Ecclejìae
v
          : '        \ '■
• Quello fatto fu delineato nel 1476. da Cofimo Rof-
felli Pletore, a canto alle Fìneftre dell5 Oratorio della
ftelTa Annunziata , come oggi Ci vede nel Claufiro pri«
mo'y1 e-dalVentura Salimbeni > nel fecondo Clauftro
dettoVde' Morti écv
                                                     ' : »
All'opinione di- chi penfa , che ella ila opera di
Taddeo Gaddi , brevemente fiv replica , che il Vafari
nella Vita di quefto Pittore a e. 175. narra s che egli
dipinfe nella noftra Chiefa tutta la Cappella di S. Nic-
colò , e fra T altre cofe delineo una Nave con mol-
ta grazia "',-■Afecè> a frefefo alcune Storie di no£ra Don-
•m;^e a tempra la: Tavola dell'Aitar Maggiore" : ma.,
nel 14^7.5 fu disfatto1 ogni cofa , quando Lodovico
Marchete efi-Màntjova: eoi difegno di Leon Batilta Al-
berti fabbricò la Tribuna . Dipinfe nel noiìro Refet-
torio ancora un Cenàcolo, e in altri luoghi : or fé-»
aveife dipinta la Nunziata* Ce ne farebbe memoria ne*
noftri Annali, come fa dell'altre fue opere ^-nacque
Taddeo Àel ìijcó. e ; mancò nel 13 50.
Né anco ilpdò dire , che ella fia fattura di Gàddo
Gaddi , lavorò Egli quali fempre a Mofaico , né ope«
mài in Chiefa note . Léggafi il Vafari nella ài lui
Vita a e. in.
                   i O                                 Mol-
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109
Molto meno fi potrà affermare del fopraccìtato Ca*
vallini , perchè morì Giotto dopo il ritorno <ii Mila*
nò nel 1335. i fuoi Scolari furono Taddeo Gaddi^
Puccio Capanna Fiorentino > Ottaviano da Faenza, Gu-,
glielmo da Forlì > Pietro Laureati; Simon Memmi Sa*
nefe , Stefano Fiorentino, nell'ultimo fi pone Pietro
Cavallini Romano. ,
Quefti nacque in que' tempi, che Giotto teneva fra*
Pittori il Principato ; lavorò con Giotto nella Nave.,
di Mofaico in S. Pietro di Roma , moitrò d' e (Tere*
ftato difcepolo di Giotto» quando dipinfe in Arace-
li fopra la Sagreitia , che fu dopo il 1336. Dipinfe.»
in S. Maria in Traftevere > in S. Grifogono tutta la.
Chitsfa di Si Cecilia , in S. Francefco , in S. Paolo fuor
ài Roma 5 la facciata'di S. Pietro dentro le fineflre >
nìa la miglior opeia che facefìfc , fu la Sibilla Tibur-
tina con Ottaviano Imperatore , che inoggi fi ritrova
nella Lunetta del Refettorio de'PP. Zoccolanti di Ro-
ma da me veduta, e riconofeiuta nel 1659, e nel 16J6.
venne egli in Tofcana , e poi in Firenze per veder 1"
opere di Maeitro Giotto , e de* fuoi Condifcepoli ; di-
pinfe in alcuni luoghi , ma non nella noftra Chiefa,
non efifendo memoria alcuna in libri* expnf&rum Con»
*usntus noBri
, dai 1336. al 1362. fi trovano bene le
fpefe fatte per i Palchi t Pitture.., Requie dì S. Filip-
po regiftrate > e poite nel ProceiTo spetto Santo. Si
trovano le memorie di Taddeo Gaddi, di Dello 3 e degli
altri Pittori ne i noltri libri antichi : ora fé non v* è
memoria , né ricordo di fpefa alcuna , è fegno mani-
fello , e indubitato 3 che non la dipinfe mai il Ca-
vallini .
Oltre a ciò non dice il Vafari, che il Cavallini non
venne a Firenze fé non dopo la morte di Giotto? e
ia morte di Giotto fu nel 133*. ma la Nunziata era
nella noitra^Shiefa avanti a quefto tempo } perchè pri-
ma dell' accrefeimento delle mura di Firenze fuor del.
la Porta a Balla adoravafi quella Miracolofa Immagine ;
lo dice T Attivanti nel fopratciut.o. Dialogo circa fìttemi
-ocr page 116-
no
Cunt extra Urhh moènìa eo tempore , haec T)ì*vfaà Vir»
ginit Annunciata* Imago cjfet
5 é* filine Uni*verfuf Po-
fulus ad Fefulanar denjotiones tranfiret , Temj?lum illui
eh de^otionem ingrediebatur
, ttf iam alter deambulati^*
mt gratta
, alter vero devotionis proficifeeretur , uhi fefll
requiem
, aegri falutem , ymbram aeffuante? recidere fo*
lebanp
,: Le Muraglie di Firenze furono accresciute nel
1^22. come apparifee in un libro del noftr© Archivio
intitolato ; Fabbrica delle Mura di Firenze , tenuto da
due de' noflri Padri eletti Camarlinghi del Comune ,
che comincia : Al Nome di Dio te, Qui affrejfo fcriqje-
remo noi Fra Simone
, e Fra Guglielmo de' Servi San*
Bae Mariae é'c. Camarlinghi fer lo Comune di Firen-
ze fopra le Mura
1322. Sicché , fé avanti al 1322. era
la Nunziata extra Moenia Ci/vitati? , come l'ha di-
pinta il Cayalljni , che non venne a Firenze fé noru
dopo il i$$6.?
pi conchiude finalmente , che la maniera non puoi
venire da'Seguaci di Giotto, non «(Tendo Giottica , ma
Greca , così pare agli antichi , e moderni Pittori j e_.
tra moderni nomino Baldatfar Francefchini detto il Voi.
terrano eccellentiffimp a olio, e a frefeo 3 come di-
mostrano tante fue opere , così ben dileguate , colo,
lite , e condotte, e Achille Niccolai Pittore aiferma lo
fteiTo ec.
Per ultimo replicano alcuni, che ài que/to prodigio-
fo avvenimento certi Scrittori <jue' tempi non ne
parlano , ma non per queflo fi deve dubitare : An fit>
infegnano le Scuole , che rfrgumentum a negativo ni*
hil f>robat *
JVÌosè nel principio della fua ammirabile Cofmopea ,
non fa menzione alcuna della creazione degli Angeli ,
e pure chi negaife gli Angeli , farebbe eretico, perchè
ejl de fifa » che dentur Angeli 9
Gio; Villani nella fua Cronica di Firenze accenna 1*
origine della Religione Domenicana , che non fu iiu
Firenze ; e della Religione de' Servi nata da kti^ No-
bili Fiorentini non ne parla , e pure nomina la noftra
*
                                                                      Chic-
-ocr page 117-
Ili
Chiefa de'Servì» come nel lib, VII. càp« 13. adunque
ìa Religione de* Servi ài Maria Vergine non ebbe iau
fua origine in Firenze nel 1253» perchè il Villani la
tace ? Gli Scrittori non tutto dicono , il tutto loro
non Sovviene > maflìme ne* tempi calamitofi delie Guer-
re , dove le memorie reftano fepolte nelle ceneri degl'
incendj , delle inondazioni , dell' acque , come fu nei
fecole dal 1200. al 1300, Si fa menzione della Ma-
donna d* Or San Michele , è vero , ma quefta fu con-
dotta dopo 42. anni della Nunziata, cioè nel 1292»
fu queft* Immagine nel mezzo della Città , e non iru
una Villa come la nofìra , e non è gran cofa , che»»
non 1' oiTervaflfero , o inavvedutamente la trafcuralTer©.
Sicché retta appieno provato > che la miracolofa Ira*
magme della noitra Nunziata fu colorita nella Villa».
di Careggio fuori della Porta a Balla nel 1252. da Bar-
                                  '
tolommco Pittore , e non dal Caddi , né da Pietro
Cavallini Romano, che venne in Firenze d'età matu-
ra per veder 1* opere di Giotto , e degli altri fuoi Con-
difcepoli . Dipmfe il Cavallini una Nunziata in S. Mar-
co , una in S. Bafilio a fimilitudine della nofira , dal
che nafee I* errore , che alcuni penfano , che per la-»
Somiglianza dell'altre due, la Nunziata della nottra_.
Chiefa fia di mano di Pietro Cavallini, fenza aver riguar-
do alla differenza del tempo , mentre quelle furono
dipinte intorno ai 1364. e \sl noftra nel 1252. ec.
Se dunque i Pittori Greci furono chiamati , e dipin-
sero nella Cappella de* Gondi nel 1140. la Pittura era
in Firenze nei 1252. ec.
Se fi dà principio alla Chiefa de' Servi di Maria V-
in Cafaggio nel 1250, e nel 1252. fono alzate le mu-
ra , puoi effer chiamato Bartolommeo Pittore a dipìn-
gere la Storia dell' Annunziazione , eifendo già i Pit-
tori in Firenze nel 1240.
Bk nel 1264. il Pontefice lafcia in libertà di poter
applicar danaro, o alla fabbrica ,• ò all'utilità della-,
Chiefa , è indizio , che era a buon termine il Tem-
pio incominciato .
Se
^__
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112
• Se vicino all'Altare della Nunziata è appefa Ja Stà-
tua d' ÀlelTandro Quarto , che fu nel 1254» e 6 leggo-
no nelle Storie Miracoli decoro" nel 1280. come quel-
io del Bambino nato moro , era legno , che I* Imma-
gine era miracolofa avanti a detto tempo .
Se i Padri de* Servi di Maria Verg. facevano bandi-
re la Fella della di lei Annunziazione , fé in quel dì
facevano predicare fino al Vefcovo della Città , e ce-
lebrare al medefimo , come fece il Vefcovo Mangiado-
ri lo ftefib giorno ., che apparve il Volto prodigiofo
della Vergine 5 adunque divozione non ordinaria cisl»
in quel tempo ec. e in quel luogo ec,
* Se il titolo di S. Maria in Cafaggio non toglie} che
quivi fia delineata la Miracolofa Annunziazione , come
fi cava dalla Bolla d' Innocenzo VI. del 1361. che fa*
cit frQbatìoHemfrohatam
, & manifeftam , come voglio-
. 110 i Legiiti , a che dubitare?
Se prima dell'accrefeimento delle muraglie di Firen-
ze , che fu nei 1322. era la Nunziata; come la dipin-
ge il Cavallini fé prima del 1336. non venne in Firenze?
Se né Giotto, nei fuoi feguaci erano nati nei 1252.
come poteva elTere opera delle loro mani?
« Se tanti Storici Eccìefiaftici , e Secolari ferivo/io que-
fto mirabile avvenimento eifere nell'anno 1252. Se la-.
Chiefa medefima he* Proceffi della Canonizzazione de*
Santi 5 la pone nello fteifo millefimo , fé una tradi-
zione ferma , e colante lo ratifica ; Se predicano quel
Celefte , e Divino Sembiante della Beaciffima Vergine-»
Annunziata tante grazie , tanti miracoli antichi , e>»
nuovi 5 tanti preziofi donativi di Duchi, di Regi, d*
Imperadori, e d' altri ; fé tanti tefori fpirituali , e tem-
porali lo pubblicano , fé il continuo , e non mai in-
rerrotto concorfo de1 Popoli per *Jo fpazio di 425. an-
ni lo autentica, farà evidenriffirno il fatto, che fopra la
Porta della noftra Chiefa per la parte di dentro il legge
nel feguenre magnifico Cartello ( quefio per altro Cartel-
lo di prefente fi trova molto variato, pofeiachè diverfa-
meme fi legge nella Serie de* Vefcovi Fiorentini, stam-
pata
-ocr page 119-
«Mfc
P?ta Mel(' 1ll6- M LuquGiufeppe ^effaciehiniilla p**
ginà 781. e Umilmente nelle Vite de* Santi , e Beat!
Fiorentini del Dottor Brocchi a carte 239, al credito
de i quali conformatomi ? tale quale efli ce lo hanno
dato, io 1* ho riportato alla pag, j§. di quefta Storia. )
VIRG1NEM AB ANGELO SAIUTATAM CELEBRIORIS IN PARIETE
SACELLI COLORABAT ARTIFEX . RELlQyAS 2MAGINIS BARTES
EXPRESSERAT . UNA PÌCTOR ìHAEREBAT IN FACIE QyAM
SPIRANTEM AMABAT . DVM EAM ANIMO PINGIT MEDITA»
BUNDUS BREVI CORRIPITUR SOMNO ; EXPERGEFACTU5 ABSO-*
LUTISSIMAM STUPET , MIRACULUM VIDIT ANNUS A CHRISTO
NATO MCCLII. MENSI5 MARTI! , ILLE DIES, Q.VO MARIA
MATER EVASIT ET VIRGO PERMANSIT .
VULTUM DIVINITI^ ANIMATUM IN QUO PICTURATUS ISTJ
;
           LOCO VENERARE ETC. ETC. ETC,
E qui finifce l'Apologia da lioi riportata per com-
piacere ai Seguaci della pia tradizione : giovami perfr
iupporre , che i Fiorentini addottrinati nella Fede fap-
piano , e credano j come le Sante Immagini o fiano fat-
tura di Àngiolo, o di XJomo ,. o di oro , o di legno*
fi venerano folamente per rapportp , che hanno ai Sai**
ti, che in effe ci fi jrapprefenranp •
Tom. Vili
in*
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1*4
L E Z I O NE
VII.
'-■'■* Hi
I         DELIO S f E D A L E
DETTO DEGL'INNOCENTI.
&m&*
L nome di Lionardo Aretino i che»#
per la fua.'dottrina'ha fomminiftrato
atìfai materia da parlare agli Scritto-
ri Fiorentini , farà il primo pregio
della Iftória , che qui intraprendo
dello Spedale degl'Innocenti, la qua-
___r le meglio non pup principiarfi ,. che
col riferire una memoria ftupendaV che di queft*
Ù,omo, ornato di tutti i modi più atti a pervade-
re, fi conferva in détto Spedale, voglio dire quell' ef*
fìcace ragionamento, che egli fece nel 1421. a* 25. di
Ottobre in Configlio Generale, convocato nel Palazzo
de*Signori, a motivo di correggere , e por freno al difor-
dine, ed inumanità di chi lafciava abbandonati per le
ftrade di Firenze i Bambini di frefco nati, promovendo
F erezione d' uno Spedale per ricetto di tanti Innocenti.
E perchè parecchi degli adunati Cittadini fcntivano quel-
lo non elfer tempo da toccar per nulla l'erario pub-
blico, ftante la gelofia delle Armi del Re Lodovico
di Francia, che minacciava la Tofcana , e l'impegno
della Repubblica prefo co'Genovefi di comprare Livor-
no per 100. mila fiorini d'oro, temè l'Aretino, che
in fi mi le adunanza la risoluzione , contraria non fofle
ad opera si fama , e conofcendo effer d' uopo di par-
lare efficacemente in favore di e(Ta , falì in Bigoncia
( così detto il luogo dove arringavafi ) e principiò a
commendare la qualità , ed utilità della propofizione ,
addicendo con grazia , ed eloquenza i laudevoliffimi
•*          efem-
-ocr page 121-
efempli delle antiche Nazioni, maffimamente de1 Roma-
ni , da' Fiorentini fempremai imitati j Encomiò la pie*
tà di Traiano Imperatore > e del rnedefimp quelli^
tavole di bronzo (una delle quali a* noftri tempi j
nel 1747. fi trovò nel territorio Piacentino ) dimo-
ftrando quanto più diventale celebre il nome di lui
per 1' umanità , con la quale provvide di alimenti
i poveri Fanciulli j e Fanciulle, che non fu per il
valore , con cui acquiftò la Tracia , e la Mefppotk-
mia : ed in tal guifa volendo egli feguirc a dice , il
•Popolo Fiorentino , di cui fé n'era ripieno il Salone ,
lo interruppe, alzando la voce , e gridando : Vim$
Mejfer Lionardo d* grezzo
; né mai con maggior C_cle?
rità > e pienezza di voti fu vinto partito di cofa grave >
I come quefto „ E però alla forza della Orazione di, Leo-
nardo deve grado Fiorenza della fondazione eli ffJe«
lebre Spedale ,
                                                              * ^
ILE poiché a'Confoli dell* Arte di Por Santa dia-
ria » in oggi detta della Seta , era venuto in mente il
concetto di edificare uno Spedale in Firenze, avendo
fin dai 141^. comprato terreno a tal fine , come pò»
feia noteremo ; la Signoria nel Configlio fopra riferito
pofe l'occhio fopra di ella , e deliberò , che fi defTe
aiuto , e denaro alla Univerfità di dett' Arte per fare
la ideata fabbrica, ordinando, che preflb alla medefi-
ma itefle in perpetuo il padronato ? e dominio delio
Spedale , con facultà alle due parti de* Confoli dì ,fi-
leggere , e deputare a' Fanciulli lo Spedalingo , ed al-
.tr,i. Miniftri , con T independente amminiftrazione de*
beni , che farebbonfi acquatati dal Luogo pio , abili*
rando i detti Confali ad accettare , e difporre de'la-
.feiti , e delle eredità , che verrebbero da* Benefattori
agli Innocenti , rogando si bella provvifione il fopral-
lodato Lionardo d'Arezzo Cancelliere della Repubbli-
ca , come appare alle Riformagionì in un libro del
1421.
III. E confeguentemente a tale deliberazione V AN
P 2                                    te
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:
'l'I*
tè della Seta tetto diede principio ali* Edilìzio dello
Spedale fu quel terreno, che fopra fi difìe aver eilk*
comperato nel 1419. e che fu di ftaiora 68. confiden-
te in Cafe , e Giardino, che erano di Rinaldo degli
Albizzi figliuolo di quel Metter Mafo , il quale da Ro-
berto Imperatore era flato fatto Conte Palatino nel
J1402. con Diploma , che fi conferva tra le Cartape-
core dello Spedale,
ÌIV. E ritornando all'Arte della Seta , trovali nelle
Scritture/del fuo Archivio, che il prezzo del luddetro
terreno venduto dal fopraddetto Rinaldo di Mafo, furono
fiorini d* oro 1700. parte de i quali erano della eredirà
di Francefco di Leccio da S. Miniato , per Carta di
Sèr^Lodovico Bertini dalle Tavarnelle adì 8. Aprile del
1419. E computate le fpefe a fabbrica finirà 'i colto
30. mila fiorini d* oro , di forte che gli Scritrori an-
tichi ne parlano di fua magnificenza con quella ef-
preifionc : fuUherrimum Hedificìum ; ridondando un tale
encomio à gran lode di Ser Filippo Brunellefco , che
*»e fu 1* Architetto , come altrove diremo .
;VV Si aprì poi lo Spedale , benché non totalmen*
te'terminato, rieir anno 1444. ed il primo Gettatello 3
che fu trovato nel Prefepe ( così chiamafi la Porticel-
]a di ferro , per la quale s' introducono i Bambini )
fu notato accortamente dallo Spedalingo eMere ftata
-una femmina , la quale per elTer venuta allo Spedale.*
iie'] $• di Febbraio, fedicefimo giorno dopo P aprimen-
to j fu chiamata Agata , in memoria del qual fatto ,
Don Vincenzio Borghini commendatiflìmo Scrittore ,
in quegli arini, che fu Prióre degli Innocenti , erelTe
un Altare dalla banda delle Donne in onore di S. A-
gata , ed un altro dalla parte de i Fanciulli dedicò
alla Santa Croce, perchè in giorno di Venerdì fu in-
trodotta là fuddetta Agata nello Spedale. E le circo-
fìanze dell* aprimento (tate eilendo così folenni , non
ppflfo a meno, di qui non rammentarle, riportando un
antico ricordo regirtrato in un libro in cartapecora 9
in.
-ocr page 123-
Ili
intitolato Triwilegìd Artls Forte S. Marte > coperto
di affé con bullette di ottone , nella Cancelleria deli*
Arte della Seta, e dice come fegue ,,
„ I Confoli dell* Arte di Por Santa Maria » com«»_»
,, Padroni legittimi , e Fondatori dello Spedale degli
j, Innocenti , fecero pubblicamente notificare per Bau*
), ditori , e a viva voce da*.Predicatori un mefe in-
j, nanzi a i 24. di Gennaio del 1444. cne *n detto
)? giorno fi aprirebbe lo Spedale nuovamente edificato,
j> invitando il Comune , ed il Popolo Fiorentino a
s, quella Cerimonia , che fu tale . Adunati i detti Con-
„ foli la mattina de* 24. detto nella Chiefa di Santa
)> Maria del Fiore con il Vefcovo di Fiefole MelTer
9) Benozzo de* Federighi , che allora governava come
>, fuffraganeo la Chiefa di Firenze , e per forte trovan-
ti dofi il Patriarca di Gerufalemme per fuoi affari in
i> Firenze favorì la Funzione, come non mancò il Com-
3, miflario del Papa Paolo ài Santa Fede . Così adu«
j, nato il Popolo in detta Cattedrale , fi partirono pri-
3> ciflìonalwente i Confoli , il detto Vefcovo con altri
», Prelati , e Clero verfo lo Spedale , dove arrivati f
3, il Vefcovo benedi la nuova Cafa fecondo la forma
j, del Mettale ; dipoi benedicendo i paramenti, con che
f» dovea celebrare folenntmente veltito la MeiTa della
j, Sannflìma Vergine eletta titolare di detto Spedale >
3) et ali' Offertorio arrivati i Signori Priori , e Gon*
3, faloniere di Giuttizia con tutti i Magiftrati , fecero
j> l'offerta fecondo il folito , ed in quel medefimo
» tempo Mefler Marco primo Spedalir>go eletto d**
»> Confoli , velli un Oblato , ovvero CommeiTo di ve-
>, ftimenti neri , con un Bambino in peno degli fttfli
5, panni , ed ebbe nome quello tale Lapo Pacini , c>
ìì finita la MeiTa , e la Cerimonia , i Confoli accora»
5» pagnarono i tre Prelati alle Cafe loro , e la Signo*
s> ria ritornò al fuo Palazzo , e togò quefta Funzio»
3, ne Ser Uberto di Martino èà S. Donato in Peggio
3, Cancelliere dell* Arte , e reltò aperto lo Spedale a
j, tutti i Bambini così femmine , come mafehi. »
VI. Ed
-ocr page 124-
nS
VI. Ed a si belli principi vediamo ora come cor-
rifpofero i benefizi fatti allo Spedale da moliiplici
Benefattori, vale a dire, dalla Repubblica, e da'Gran-
duchi, da' pontefici , e da' Vefcovi , da i Grandi , e
da'Privati 4 gareggiando ciafcuno in rendere queito Spe-
dale non folo magnifico , e grande , ma altresì ricco
di tante foftanze , che Benedetto Varchi al libro IX.
della. dia Jftoria potè con verità fcrivere così ; Evvi
,, oltre a ^uefti Spedali il non mni bafteyoimente lo-
„ dato quello degl* Innocenti , chiamato volgarmente i
,j Nocenti , il quale in un grandiflìmo Cafamento con
,, due grandiffimi Orti , raccetta , nutrifee , vcfte ; ed
„ ammaeftra con ciò, che fa di meitiero^ tutti i Bam-
,, bini , e tutte le Bambine , che per qualunque ca-
„ gione , da qualunque Perfona portati vi fono , folo
„ che pollino per una buca capire ài una fineftretta
,, ferrata ; fatta a quel fine , il numero de' quali {cn»
„ za Servi , e Minifiri, i quali bisognano per allevar-
j, li, quando fon pochi trapafla il mille. Spende que-
5, fto Spedale ogni anno feudi ii. mila > de* quali ne
», ba di entrata 750©, in Beni itabili 9 e 3500. e pi»
„ glie ne dà il Pubblico in danari contanti ài limofi-
3, na ,, Fin qui le parole del Varchi , ma per dire al-
cunché de'Benefattori, ci faremo dalla Repubblica > la
quale nell'anno 1421. oltre il già accennato decreto
della fondazione, venne al fecondo, col quale privile-
gia lo Spedaiingo ài potere accettare le eredità defe-
rite dagli Autori degl'innocenti, ancorché non fojTe-
10 da loro tfate adite , cioè accettate ; per delibera-
zione del 1425. concede allo Spedale in perpetuo la
efenzione dalle preftanze , e dazj del Comune ài Firen-
ze ; e nel 1470. pure di confenfo della Signoria fé gli
attribuifee certa quantità di denaro fui fifeo , o Avve-
ro delle condannagioni criminali . Nel 1511. Piero So-
derini Capo , e Principe perpetuo della Repubblica ,
gli aiTcgnò una buona porzione de* Beni dell'antico
patrimonio de' Bentivogli Signori ài Bologna , come
appaie dalla donazione registrata al numero 7. delle
"
                                                                          Scric,
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110
Scritture dell' Archivia > ed il funtò di tale Scrittura è il
feguente,, lilmfiriffmur Trinceps fetfus Magnifici Equitif
Domini Thomae de Soderinis JHerpeiuus Vexillifer luftìtie
Top. Fior, donamit inter nìinjos Hojpitali S. Marie Innocen-
$ìum bona iste.
„ comprati da* Signori Bentivogli di Bo-
3» logna per prezzo di j. mila fiorini , con obbligo ,
„ e condizione , cioè , che lo Spedalingo prò tempore ,
„ ogni anno in perpetuo dopo la fua morte faccia il
jvdì del fuo natale, che feguì neri7. ài Marzo, faccia
„ celebrare nella Chiefa dello Spedale fuddetto un U-
„ fizio folenne coli'intervento de'Preti di Santa Maria
„ del Fiore , che fi congregano nella Via di S. Gallo,
j, e un altro nel giorno della fua morte, con iz.Mef-
i, fé, di più debba far celebrare ogni giorno una Meffa
„ in detta Chiefa , e a tale effetto debba tenere un
» Cappellano amovibile con dargli lire 70* l'anno, e le
s) fpefe ec. Ego-- Ioannes Ser Marci Thomajìi de Romena
,, rogami &c. j, Moltilfime ancora fono Je grazie > e
coneeflìoni de* Sommi Pontefici , avvalorate con loro
Bolle efiftenti nell' Archivio di quello Spedale , come
quella di Pio IL data in Roma nel 1463, anno VI.
del fuo Pontificato, diretta all' Arcivefeovo di Firen-
ze, cui ammette l'unire allo Spedale degl'Innocenti
i Beni tutti , ed appartenenze dello Spedale di Santa
Maria di S. Gallo , governato dagli Agostiniani , e che.
era flato fondato da Guida lotto di Volto dell' Orco
nel 121S. e fui fine daremo le condizioni , e pattiMg
che dallo Spedalingo deglr Innocenti fi fecero co* fud*
detti Frati. Clemente VII. fupplicato da'Confoli dell*?
Arte , dona loro la Badia di S. Salvatore a Colie->;
che allora teneva in Commenda Niccolò Arcivefeovo
di Capua , data in Roma 1* anno IX. del Pontificato y
ed il medefimo con altra Bolla dell'anno feguente, ico-
munica coloro , che occupatfero , riteneffero } e occuU
taficro i Beni, e le cofe fpettanti allo Spedale; riè da
ometterli è la celebre Bolla di quefto gran Pontefice ,
fatta in favore a* Preti di S. Lorenzo, ai quali con-
cedè varj Beni , e Chiefe , ina con la folti tu zio ne iru
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.«#
120
eafo di inoiTervanza degli obblighi, allo Spedale degi*
Innocenti . S. Pio V. per maggiormente aumentare la
fufficienza delle entrate tanto bene impiegate in fervi*!
zio di tanti poveri Bambini , con Bolla del 1.5^9, li.
bera lo Spedale da' Quindenni foliti darli da'Luoghi
Ecclefiaftici alla Camera Apoftolica ; avvi Bolla di
Clemente Vili, anno I. del Pontificato , che vi incor*
poro la Badia di S. Donnino fuor delle Mura di Pi*
fa dell'Ordine Valombrofano , e la Pieve di Santa Ma-
ria a Limite , Diogefi di Piltoia • Né minor delle fud-
detre unioni fu quella del 1555. fatta da Paolo III»
colla quale egli aggregò tutti i Beni dello Spedale
de* Pollini in Via della Scala con faviflìme condizio-
ni , che già riportammo nella Storia di S. Martino al
3. Tomo ; e qui fono riporteremo le convenzioni fé-
guite tra i Pollini, e lo Spedalingo degl'Innocenti. Al-
tra pure unione trovali nel 1554. di Giulio III. fatta
con fua Bolla * unendovi lo Spedale di S. Gemignano,
ad iftanza del Duca Cofimo I.
VII. Vengo ora a dire alcunché de* Vefcovi a'quali
piacque di compartire allo Spedale i loro Beni. E nulla
toccando di que* molti benefizj fatti dagli Arcivefcovi,
di Firenze, come il primo di tutti amorofo Padre loro
fu S.Antonino, e poi Andrea Buondelmonti, che gli di-
chiarò fuoi eredi ; noterò alquante donazioni di Prelati
efteri, e fono dell* Arcivefcovo di Capua il Card. Niccolò
Schemberg Tedefco, che efledo Commendatario della
Badia foprannominata di S. Salvadore a Spugna , fattane
la rinunzia , procurò, che dal Pontefice folte unita agli
Innocenti , come racconta Leopoldo del Migliore alla
pag. 314. e al num. 6. delle Cartapecore trovai] altra
rinunzia del Vefcovo di Cortona Fra Mariano Servi-
ta , il quale con licenza del Cardinal Giuliano titolo
S, Pietro in Vincula , nel 1475. donò un Podere nel
Popolo dì Santa Maria a Nuvole a* Padri della Nun-
ziara , con obbligo di dare una parte de* frutti
iti perpetuo allo Spedale , per rogito di Ser Paolo
di Se* Simone di Paolo di Gufdo del Giglio CittadU
no
-ocr page 127-
tll
ito Fiorentino 27. Gennaro del 1475* Il tanto faniofó
Vefcovo di Fiefole Baccio Martelli dovendo difporrc
della Cappella intitolata S. Matteo nel Duomo di Fie<
fole» ne diede il Padronato in perpetuo allo Spedalin-
go degl'Innocenti adì 5. di Gennaro del 1521. coru
Dote di 40. Ducati annui . E altro Vefcovo della me-
defima Città Piero Camaiani Aretino nel i{6$* a' 5.
di Ottobre dà il fuo confenfo alle unioni delle due
Chiefe di Santa Maria di Ventena ,■ e di S. Marco in
Poggio . Tralafciamo il molto altresì , che dir fi po-
trebbe de' Medici nella fovranità dello Stato, e infie*
memente nella protezione dello Spedale fucceduti alla
Repubblica, folo baiti dire cofa, che più d'ogni altra
fin qui riferita , a tutti deve parer degna, feguita ef-
fendo nell' anno trentefimo fecondo del Principato di
Cofimo I. il quale nel 156^. con fuo referitto , il cui
originale conferva!! prelTo 1* Arte della Seta , donò allo
Spedale i Beni di GroflTeto chiamati dal Migliore la più
florida entrata, che vi portaife benefizio. Circa il Ruo-
lo poi de' privati Benefattori , per non ci allungare^
éi più , il rimettano ad un* altra lezione , conchiuden-
do quefto primo ragionamento con accennare la gran-
de autorità conceduta da'Granduchi agli Operai dello
Spedale , i quali poffono valerli contra a' Debitori ,
fenza ricorrere ad alcun Foro, per Privilegio del Gran-
duca Francefco I. come apparifee al libro 44. de' De-
creti de* Configlieri 12, Gennaro 1577. Pofìono i -detti
Operai parimente precedere criminalmente contra i De-
linquenti in danno dello Spedale, e de* Putti, coru
facultà di condannare in quelle pene afflittive di cor-
po , che per loro parrà , eccettuati però i cali atroci,
che meritafTero pena capitale, volendoli, che la cogni-
zione di famigliami reati refli agli altri Magiirrati com-
petenti di Firenze per Privilegio de* 14. Marzo 1552»
ai medefimo libro ,
i ', ,x _ .                                           , ' .                                           .;■ '.                                                        ,":'■■'.'
Tom. Vili.                       Q_
Ac-
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122
'Accordo tra Fra Michele di Vanni da Firenze » Priore
dello Spedale di
5V Gallo , e lo Sfedalingo
degl* Innocenti, in occajìone della unione
de* due Spedali.
„ Adì 4. di Ottobre 1463.
,,, ii/T>HE detto Frate non abbia . a fpender niente*
>> V-> nella fpedizione delle Bolle da chiederà* per la
» unione predetta , concedendo libera facuità al Prio-
„ re, ed Operai degl'Innocenti di potere impetrare^
„ dette Bolle dal Pontefice , fpogliando/i d* ogni pre-
„ minenza del governo , ed altro ,
5, 2. Che detto Fra Michele fi riferva, fua vita du-
n. rante , il titolo di Priore , e di Spedalingo di San
^ Gallo i lafciando nel reito il governo di detto Speda-
si le a" Confoli àeiV Arte , e Priore dello Spedale degì'
„ Innocenti , co* quali pofla detto Fra Michele unita-
5, mente intervenire a tutte le faccende > che fi hanno
„ da fare per fervizio di detto Spedale .
, „ 3. Che i Confoli, e Operai predetri debbano con-
„ fervare le Armi, che fono in detto Spedale a perpe-
5, tua memoria del Fondatore » e de' Benefattori , ag-
>, gravando in quefto le cofcienze loro ( la rovina de'
j, Sobborghi nell'aifedio del 1529, afficurò le cofcienze.)
,, 4. Che il Priore, e Confoli fieno tenuti dare a
„ detto Frate, fua vita durante, feudi otto il Mefe ,
>, con afifegnarli per fua ficurezza un Banco di Firen-
>, ze a fua elezione •
                   :rnu
. ,, 5, Perchè Ci trova una Cafa con ftaiora 28. di ter-
,, ra alla Porta alla Croce di fuo patrimonio , fé ne
„, riferva Fra Michele , durante la fua vita , 1* ufu-
„ frutto , con che rimanga dopo la fua morte allo Spe»
„ dale degli Innocenti per reminone de* fuoi peccaci.
, ?, 6. Che tutti quelli, che avefiero a dare a Fra Mi-
>, chele a conto dello Spedale di S, Gallò, paghino a*
„ gli Operai degli Innocenti, a carico de i quali refti il
„ foddisfare tutti coloro, che pretendeifero dallo Spe-
„ dale di S. Gallo > ficchè il Frate refti libero .
7. Che
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1%£
tUftT
i-Mobili, MafTerìzie , Gr'afce, e fino
5, 7. v,rc
t Beftiami de* Beni di San Gallo remino liberamene
5)
33
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j)
)5
>)
35
J)
33
33
te» e lenza accezione àgi* Inuocemi% aflìcurando 1
Confoli ÌFti Michele da ogni gravezza impoftu ^ o:
da imporfi} e venendo il caio paghino.'
,, 8* Che detti Confbli facciano ufiziar la Chiefa i
ritenendo almeno tie Sacerdoti, che celebrino gior-
nalmente in detta Chiefa.
j, 9. Che Madonna Pera Maggiore delle Donne del-
lo Spedale , che noi diremo Priora , fia confeivara in
detto luogo, volendo starvi durante la fua vita , e
non volendo ir are , fieno obbligati gli Operai a fpe-
farla onorevolmente , e lafeiarla godere delle Maflfe-
rizie , che dopo la di lei morte dovranno ritornare
■agi* Innocenti .
IX. Manca il-nome del .No taro , che rogò: la Sud-
detta però convenzione efiite nello Spedale de' Nocen-
ti , in un libro autentico, che comincia così r „ &
3i
3)
33
33
33
Nome di Dio , e di Maria fempre Vergine , e di
tutta la Corte Celeftiale , quello libro fu tenuto a
rempo di Fra Giorgio Nuti, ed è il più antico ,
che fi trovi delle Scritture dello Spedale di S* Gal-
lo ec. ,, ed è riferita da Stefano RoiTelli nel fuo Se-
pohuario.
Patti) e Contenzioni dei Pollini, Fondatori) e Padroni
dello Spedale di S. Maria della Scala , cogli
Operai dello Spedale de* Nocenti .
„ Adi iS. di Luglio del 1536.
DOm. Lucas de Alamannis Re&or Hofpit. Innocentium ex
una parte
, & Nob. Viri de Pollini/, videlicct Nicolaus
Ci otti s Nicolai
, Dominicu s Zenobii Nicolai, Io: Baptijla
Hieronymi Cionis Nicolai
» Zenobius Alexandri Zenobii »
Raphael Francifci Zenobii ) Hieronymus Francifci Zenobii)
<b" Vincentius Alexander Zenobii omnes de Poi li ni s ex al'
tera tanmenerunt
■■. In primis quodper diclos Nobiles de Voi-
linis Patronos Hofpit. S. Mariae della Scala in perpetvam
Q^2                                     me*
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tì4
nmmm, &ni*i%,M*m tìm l*rh §atmMh 4uo<t
babebant m dttto Hofp eltgatur unus Catetianus, ut in-
fra amovibili* per Hofpitalarium Hofpt.Innocentium prò
tempore extilentem confirmandu*
, & approbandn* ter eum-
dem Hofpitalarium
, & in eventu quo dittu* Cappellani
in ahquo mfraferiptorum deficeret
, arbitrio Ho fotalarli
fraefatt amo^endus
, & repellendo. Qui Cappellanti? prò
tempore exiflen* teiteatur per fé > vel per ilium Sacer.
dotem in ditta Eccleja Hofpit. Scalae qmttdie celebra-
re unum Mifam, & annualemcum Premieri* auolibet
Anno tn ditta Ecclefia fuh die xnu Ottobri* celebrare
ff*te> oc etiam celebrare facere fejium principale tre-
fati Hofptt. tn die Annuntiat. V.M. & infra ottaiam
Fafchae Refurrett. D. ìsiojlri dare dittis Pollini* Pran-
dium
, ni quo expendere teneatur fior. j4. £• in Domift
Talm. ramo* Olivarum
> cum Palmi* eisdem Domini'*
*........ ttemqm in die Pnrific. F. M. ceram
eonjuetam , & baec omnia teneatur facere Cappellani* *
* ai quale per dote di detta Cappèlla fu adegnato un
» Podere a S. Marco Vecchio, luogo detto a Montu-
».ghi, ed un altro Podere tenuto da'Pollini, e tre
„ Cafe pofte nella Via della Scala, e non facendo il
5> Cappellano le fopraddette cofe prò ejTer privato di
>, detta Cappella •, e il tutto ritorni allo Spedale de-
>, gì Innocenti , come cofe annetfe a detto Spedale
„ Inoltre Io Spedale detto fi obbliga di dare per
„ recognizione del Padronato, ogni anno in perpetuo
„ a due maggiori nati de* Pollini una Candela di 6
„ once di cera bianca , con un Bambino dipinto in
5> cfìe,
                                                                       r
Jtem in far aditta die omne* de Pollini* fuprannomi-
nati, elegerunt m Cappellanum Dominum Io. Bapti/lan*.
Dominici de Pallini*
, & Hofpitalariu* Innocentium d7-
mims Luca* de Alamanni* dittum Ioannem elettum
, &
amombilem ad nutum fuum conjìrma<uit
. Evo F**P,**/
Mimati Mmhine Baldefi Civi/rog
                f ***U'1
tE-
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VIIL
LE Z I O N E
D % L L O 5 P E D Jt L $
DEG V INNOCENTI 11.
M^mt^ Er comprendere il credito grande >
che ha fempremai rifeoiìo lo Speda*
le degi* Innocenti, anche dalle ette*
re Nazioni > balia rammentare quelle
parole della Signoria eli Firenze » in
occafione di predare il fuo confenfo
ad una fupplica delio Spedalingo nel
1456. e fono le feguenti : Et etiavn quia manutenti&
ài$i Hofptalis tedìt ad gloriam Jìngularem huìus Ci<vi*
tdtis <, fraecipte ajrud exteras Chrijlianas Mationes
% E di
queito concetto poflbiio eflTere ancora documento au-
torevole le l'irruzioni y coftituziqni,. e la pianta dell'E-
difìzio, tìate molte volte richiefte da diverfi Principi»,
defiderofi dì amplificare quefto modello ne* propri io*
ro Stati, come addivenne nel 1500. che ne fu man-
dato a Londra un efemplare , ad iftanza del Re d'In-
ghilterra , gtufta 1* afferzione del Migliore a car. 33.
né io credo , che farà difgradevole il farne qui ap-
punto una efatta relazione o fi voglia della fabbri-
ca , o della maniera di governare i Furti . E pero-
principiando dall'offervare 1* Edifizio , difegnato da_r
Filippo Brunellefca, quefti adattatoli allo ftile antica
tenuto da' bravi Architetti della prima età in coftitui-
re Loggia>. o Portico magnifico avanti alle fabbriche
facre, fi allargò affai bene verfo ia Piazza, fui terre-
no, ceduto a* Con foli dell'Arte della Seta dagli Ufi*
ziali di Torre . Sfogata è la Loggia fui piano di una
eminente fcalinata, imperciocché fono collocate le co»
lonne di ordine Coxmtio con archi a porzione di
cir*
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I2#
circolo proporzfoinati fa£ quell* altezza , gcorreiado gli
altri membri dell' Architettura , die jbfrengono Je fì-
nellre di frante/pizip .angolare cadenti fopra ad o-
gni Arco, le quali danno lume agir appartamenti
fisperiori . Le pietre bige Scorniciate, e certi Bambi-
ni fafeiati di baffo rilievo ne* tóndi con fondo azzur-
ro j lavorati di terra invetriata da Andrea della Rob-
bia 3 accrefcono mirabilmente- alla Loggia e pregio, ed
ornamento » Ma quel che quivi più d'Ogni altra co-
fa fa maraviglia, fono le quattro Tefte de' Granduchi
Oofimo L Francefco I. Ferdinando L e Cofimo IL
fcolpite da Gio: Batirta Sermei Difcepolo di Giambo*
logna» le quali pofano fopra gli Architravi delle Por-
te , che corxifpondono fotto le Logge,
II. Ed in grazia di queita facciata mi fi conceda
una digreflìone fopra un detto curiofo del Brunelle-
feo , riferito dal Vafari nella Vita del medefìmo , co-
me fegue ,, Filippo fu condotto a Milano per fare
?v al Duca Filippo Maria il modello di una Fortezza,
?, e però a Francefco della Luna fuo amiciflìmo la-
ri feio la cura di quella fabbrica degli Innocenti , il
,, qua! Francefco fece il ricignimemo idi un Archi-
„ trave, che corre a baffo*, il quale fecondo J' Ar-
„ chirettura è faife , Onde tornato Filippo , et fgri-
„ datolo , perchè tal cofa aveffe fatto , rifpofe aver-
)) lo cavato dal Tempio di S» Giovanni, che è ami*
„ co; dille allora Filippo, un errore folo è in quell*
,, Edilìzio, e fu l'hai meffo in i opera ? ,, Ma ritor-
nando noi ai fopraHodari fiufti de' Granduchi , noiu
rralafciamo di confederare due -bre^vi i ferirlo ni , una
fotto la Tefta di Cofimo I. che dice ;
« PATER E* EENEFACTOR HOSPITAUS INNOCENTIVM *
-' t: .- ì. t •■" ìiàH iiì cì iì'J- *-.£<.. .1 ti fe 6 :ili,            : < n'ì
e -1* altfa fotto Cofimo IL *
*>1>»J * — ' ;.-...-' .,■ liti i"»ia».          ut * !-,■; • ., ., » ,'i,..... ,. : Li J. ;,
KOMIN AVI CGSMVS REFERENS ATQVE TNCLYTA FACTA
IMDCXH.
So»
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**7
Sonovì pitture bclliffime. di Bernardino? Pochetti, trai-
le quali vedefi Un fanciullo morto fn braccio ad E(gu«
lapio , che con fìlghi di erba prova; di fefufcifaérlo%
figure cosi fimilì al viva $ che in lode dell* Artefice
furono fatti i feguenti due verfi;
             r
' ■ ■''..■ '',.- •                 '''.'■ "-'                   '-                               "                      Tì ■*'■ " ■ fs.                            L*r " '%''■''"'■                                           ' .
* V "■■■'*' ;                  * **■* f t\ •■'*"" i. '' * ..*Lp-Ì               >                           - /.;'',:                            '.■'■. .'* ■..■■'■* ;Fi&- i' *.,'" 'v            * '
QVEM IVVEWEM IXTI^CTVM    CERNIS j SI FORTE
RESVKGAT
PICTOIRI ¥ÌTAM DE^EAT,'AN   MÈDieQ^v
; , .....! "-';.. .■ ; .■ ,;.r. 0{|| ,          ,! | • ,j , ; ; : ;;\ , [U;f*.
Oltre alla detta Pittura , fece il ni e de fimo Faccetti
nella volta con rato artifizio un Soldato, figurato per
un Matte , che è uno feortp lodatrflìmo , e in una^
Gamera ddlo ; Spedaiei è pure cofa miracolaia; del Poe -
ceni il ritratto di Gengio. Ferravecchio > fua jeajritìimo
Amico, fenza la cui converfazione non poteva egli ado-
perare i pennelli. Finalmente nella tettata della Loggia
a tramontana viene la bucai O fineiirella:]j per la qua»
le s' introducono le innocenti Creature ,ch£. è a ter*
ga mifura di capirvi le nate di frefeo\.» e ,a quefta
propollto memorabile è il càfof che; trovati fcrittp?
ne*.libri di ricordanze y maflimamente di Giovanni Ser?
nigi, che lo fcrilTe come a$pxeffloi\, J3tt& Mite full'
„ ora del balordo fu picchiato a ( quella fineftra per
„ introdurvi un Bambino nato allora , ma talmente
3, groiTo di; capo , che dopo avervelo malmenato or
,, di qua, e 01" di le » mancato che, fi fu (pel $ale_,
„ di fperanza ài potervelo far paiTare a \ rincrefeendòw
„ gli averlo a riportare indreto , fcioccameiste fi ]Ur
„ fciò ufeir di bocca» e diiFe : avvertite, che quello
„ figliuolo è del tale, e nominò un Personaggio prin-
„ cipaie di quei , che governavano la Città, la che u«j
„ dita fi trovò modo» che palTalTe per T ufeio. Que-
w fta Creatura pervenuta poi air era di dicjotto ali-
», ni » dato fegno dì quello fpjrito ereditata da urù
3, tanto Genitore > Io Spedalingo lo raccomandò ad
5, un Gentiluomo Fiorentino di Cafa Ramaglianti ,
j, col quale pafiatefene in Levante, e quivi divenu-
99 IO
-ocr page 134-
isS
r* to prode fielf arme, arrivò a tate , che dal Sulta.
j» no fu fatto Signor di Damafco, Città della Sona }5
in qui il manofcritfo ,* fulla detta fineilra del Prcfepe
ieggonfi, adatte con ingegno, qnefic parole:
PATRZS NOSTRI DERELIQyERVNT NOS ,
DOM1NVS AVT£M ASSVMPSIT NOS'.
III. Per una delle Porte fotto la Loggia fi entra
nella Chiefa, fituata allato allo Spedale dalla banda di
tramontana , e che ha in fronte un Dio Padre , con
altre figurine, che furono fatte da Graffione » dipin-
tore per quei tempi di ftima . Entrando adunque in*
Chiefa , a prima giunta vederi fulla pila dell' acque.
fanta nn Bambino di marmo, creduto opera di Giam-
bologna, del quale fimiimente credefi fia Ja tefta di
marmo di Grido coronato di Spine , ficcome&fcwWì
del Sermei il Butto di noftra Donna, amendue collo-
cate fopra le menfolc delle due Porte laterali . Ali*
Aitar maggiore evvi una Tavola de* Magi molro bel-
la, ed oltre la buona difpofizione delle figurine vi è
una-veduta di Un gran fiume in lontananza, e da una
parte in piccolo figurata vedefi la Strage degli Inno-
centi, e dall* altra fopra un colle avvi un Conradino,
che taglia un albero , ftimatiflima figura , ilccome è
tutta la Tavola , che è di Domenico Ghrillandaio .
Queflo Altare con tutta la Chiefa negli iì. di Apri-
le del 1451. fu confacrato dal Santo Arcivefcovo An-
tonino con folennità grande, prefente tutta la Signoria,
rogatofene carta da Ser Uberto di Martino da S. Do-
nato in Poggio. Eugenfo IV. vi concerie Indulgenza,
e lo Spedalingo Don Teodoro Baldini vi collocò fot-
to A' Altare il Corpo di S. Mario. Negli Altari late-
rali , due per banda , nel primo5 a manritta , che è
Cappella della famiglia de* Lenzi , ornata di colonne
fcannellare di pietra ferena, fi vede un Crifto deporlo
dalla croce, di mano dell' Uh*vieri, difcepolo del Pop-
pi, e nella feconda Cappella, fatta fare da Pieri Spe-
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1Jp*
dalirigo , fono nella tavola 'coloriti da Matteo Roflelli
S. Martino , e S. Gallo flati titolari de* due Spedali
uniti a quello . Addirimpetto viene la Nunziata ^di-
pinta da Filippo Latini) e acanto fegue la Cappella
de1 Pugliefi con tavola pure belliflìma dì Piero di Co-
fimo j nella quale ha rapptefcntato Maria Vergine con
molti Santi attorno , veggendofi arricchita di tefte di
Cherubini fatti di terra invetriata da Luca della Robbia»
Appiè dèi Presbiterio è fepolto Don Vincenzio Bor-
gbini , uno de' più cofpieui Spèdalinghi di quefto luoi
go , e commendatiflìmo Scrittore ; Avvi ]' Epitaffio pofto
al fuo Sepolcro s che dice come appreffo ;
VINCENTII BORGH1NT OSSA
*"*
                OBÌIT ANKO MDLXXX. DIE XV. AVG.'
VIXIT AN. LXIII. "MJEN'S. IX. D1ES XX.
Ma perchè lo fteflb Don Vincenzio notò nella fua vi-
ta di efier nato nel 1515. devefi correggere la lapida >
e dove dice vixit an. lxiii. porvi AN, lxv. Di altri
Spedalinghi nel pavimento veggono" lapide Sepolcrali,
che le noteremo nella Serie de' medeiìmi ; ed in mez- .
zo della Chiefa avvi memoria di Lapo Pacini primo
Corrinieflfo dello Spedale con Arme » e lettere Longo»
barde .
IV. Dalla Chiefa per la Porrà a manritta il pafTa
Jìel primo Cortile, intorno intorno ornato di Colonne
Corintie di pietra ferena, coi Ritratti de i più iniìgnì
Benefattoii alle Lunette , alcuni de' quali fono i fc*
guenti :
Francefco Buonagrazia.
Agnol dei Caccia.
Raffaello Ridolfì.
Andrea da Caitiglionchio » !
Giovanni de' Nobili.
Bautta Bizzini L
fi, * Iacopo Viuoli ,
Matteo Gondi•■•
••T«w. VILI.
                       R                                 £n*
-ocr page 136-
Ho
Andrea Buondel.mon.ti Arci*efco\rQ di Firenze*.
Piero Sode ritti »
Cav. Girolamo de* Pazzi,
f AlefTandro Strozzi*. -. ,
, Bindaccip Peruzzi.
Card., piccolo Schembergh *. ;
Cione Pollini.,
Friancefco di Leccio da S* Miniato i
V. Viene in quello luogo VA ppartamento deJ»
Io Spedalingo , dove fi confervano rare dipinture , e. I*
Archivio ricco di Cartapecore antiche ; evvi ancora la
Camera per !' qfizio del Camarlingo,,je la- Cancelleria.
Da quefto Cortile fi entra in un altro , che ha in te-
ila un grandifilmo Orto,, dove per tinfrefco delle pian-
te } e dell* erbe , e per altri ufi , (corre V acqua per
certi canali,» cavata per mezzo di due ruote di uro
Irtrumento defcritto da Virruvio al lib. x. e fi crede y
che in queft' Orto, tal macchina fi cominciafle ad ado-.
perare in Firenze , e_d il, Mala tetti ne i Cuoi Enimmi k
|q tocca così;:
,,, Quindi ingorgando in, lago, in più* torrenti;*
}}ì Alle vene di quei 1' acque conCegna,
,i Che pe' materni error fon Innocenti .
Dalla: banda di mezzodì viene, io. Spedale., delie Donne >_
dove al dir del Valari evvi un quadro alto un brac-
cio » e mez-zo , nel. quale il Pontormo dipinip in mol-
tiflimo numero èi furine, la. Storia degli Undicimila*
l^artin' flati feti crocifiggere !d.a Diocleziano in uru
EofcOf, dentro, al- quale, finfe Iacopo una battaglia di
cavalli, e di ignudi molto, bella * ed alcuni putti heJ-
liflìmi , che volando in aria avventano laette contro i
Crocifilìbri , finalmente intorno air Imperatore fece_*
alcuni ignudi, che lieti fé. ne vanno al. martirio,*
Di quella tavola ne parla pure. Raffaello Borghini con
le feguenti parole,, Opera veramente degna di infini-
„ ta lode }, il Canonico Bifcioni mìle lue erudite no-
te al {uddetro Borghini , la piange perdura ,„ che non
è; vero... Quivi pure avvi una Tavola della Incorona-»
41 V
                                il                                 zionc
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■ ;■' \
i
*3*
zione di Maria di Francefco Poppi l con quattro
quadrétti di Angioli, e Santi. Né da taccrfi I uhìu
tavola di Giotto , in cui rapprefentafi il Padre Eter-
no , Maria Vergine , e Santi ; quefta dipintura è
fiata ritoccata dai Sig. Agofìino Veracini infigne nel
dare nuova vita alle tavole antiche , quali andate male j
come dice un Iscrizione affifla a quella tavola •
EXIMIVM IOTTI OPVS CVM TEMPORIS iNIVRrA PENE CON*
SVMPTVM IN TENEBRIS IACERET AVGVSTINV3 VERACINIVS
HV1VSCE SAECVLI INTER EXCVLTOS PICTORES MERITO
PRIMVS MAXIME AD REFtCIENDAS VETVSTATE HAVSTAS
SVMMORVM VIRORVM DEPICTAS IMAGINES ARTE POLtENS
AD VERAM GENVINAMQVE FORMAM SOLERTI INGENIQ AG
STVDIO REDEGIT * ANNO MDCCLV1H*
VI. E venendo al governo dì quefto pietofo Al-
bergo , leggeil ne i regiftri , che le fole Donne fono
talvolta {late infieme da 900. alla direzione delle qua-
li è deputata una Priora di matura età > che con at-
tenta cura veglia alle Femmine » che fotto fanta difei-
plina fieno ammaertrate , ma venuto poi il tempo dì
rifolvere l'elezione dello flato , o di Monache» o
di Maritate , quello , che a ciafeuna è opportuno »
daJ Miniftri è accuratamente provveduto : V ordine>
col quale effe fi diferenziano è pure bellitfìmo > poi-
ché le Fanciulle fino a i 25. anni vertono di bianco»
le adulte dai 25. fin ai 45. vertono di color azzurro»
e di nero le Vecchie ; quelle, che vi dimorano > polfono
perfezionarti nér lavori di ogni forte propri delle Don-
ne , maffimamente ne'ricami , e nel cucire finiflìmo
con vantaggio della Città . I Fanciulli fotto due Mae*
fin fanno fovente frutto grande e in Grammatica, %
in altre Arti , apparando talvolta sì felicemente » efee
di lì fono ufeiti Uomini di pregio , e di fapere » ef*
fendo preffo lo Spedale memoria a tal propofito diu
gloriartene Firenze madre feconda di rari talenti. De*
puttini in fafeia fempre è grande il numero» che fuo*
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si fi tengono a. balia > ficco me molti Fanciulli , e Fan*
ciulle fparfe per il Contado congegnati con provvifio-
ne menfuale al fervizio delle Cafe , dalle quali ven-
gono richiede 3 in guifa però, che Tempre fi riguar-
dano come figli , o figlie fogge tre allo Spedale , Molti
fono i Mirtiftri , che hanno cura de' negozj , delle.,
entrate,,; delia Chiefa , e delle Creature, ma foprin-
tendente a tutti è uno Spedalingo eletto dall' Impe*
datore , il quale grave per configlio, laudevole pe* co-
fiumi » e per carità , provvede al tutto , acciocché il
governo fia felice , e vantaggiofo , come di tali qua-
lità j e virtù aliai adorno è il prefeme Spedalingo il
Signor Conte Gio: Michele Pieiucci .
VII. Né paflar voglio in filenzio un Sigillo anti-
co dello Spedale, che è preifo il Sig. Carlo Tom-m a -
fo Strozzi} veggendofi in elfo 1* Immagine di Maria col
JBambino in feno , e fot co due Armi , cioè a manritta
l'Arme dell'Arte della Seta, che è una Porta roda
in campo bianco > e V altra è un Bambino falciato
giacente fopra una coppa > che il dottilfimo Sig. Man-
xii crede eflere 1* Arme dello Spedale di S. Gallo , ove
prima della fondazione degli Innocenti fi portavano i
Bambini , e che tal divifa ritenere V Arte della Seta
dopo r unione de* due Spedali , pofciaebè veniva ad
.efler quafi fimile al Bambino , che fi vede nella Log-
gia , il quale è ritto fenza coppa , come portavano an-
che gli Oblati cucito fulla Verte , e intorno al detto
|-Sigillo fi legge-; ' f/, ' \. y ['.. ^.f,,,....... \\ '^Q^ ,1
br, "I '■•' f * ?/.i '-.;'> i: n-'j ■'.::■'■■■■. •*• ■ ~i\ùv:n T "il '■ ('A-'Ki ih "f
9. HOSFITALIS S. MARIE INNOCENITVM •'
Vili. E porti in pace il Lettore , fé io mi fo le-
cito di dare qui degli Spedalinghi una Serie intera,
dal primo fino al foprallodato vivente Signor Conte.
1420. Antonio di Ser Leonardo Gecchi.
14^5. Tommafo di Mafo da Perugia.
,1440» Piero d'Andrea di Piero, rinunciò»
,'■'■■■'■■■ *                                                                                                                                                                                                                                  %■• . t                                                                                                                                                                                                                                                           ^
4                                           *444»
-ocr page 139-
H
*33
^^4rì^lM^Ì^Il>l'Sf^l^%\^!Ji1 Canonico di Saru
Lorenzo > rinunziò , f ji -
1444. Marco;dal Borgo a San Lorenzo . Al tempo di
coriui fu Epica ìa Fabbrica* e incominciaronfì
a portarvi i Bambini» ?
1444.  Lapo di Piero di Pacino Pacini Cittadino > e_»
Mercante Fiorentino 9 fu fepolto qui cort,
^rnoM. iscrizione. ..
                      > :., ^tt/oii.>
1445.  Andrea di Giuliano Fiorentino,          r>
144/. Adamo-di Giovanni. . ?
1450.  Marco di Giuliano di Mugello.
1451.  Niccolò di Piero , nel cui governo S, Antonino.
coniaerò folennemente la Ghiefa. s
1455, Lorenzo di Frofino dalla Volpaia;.
1458, Pace di Sandro da Empoliv ■■:.           ,
1451. Girolamo di Niccolò da S. Gimignano?»
147S. Francefco di Giovanni tìato Piovano della Pieyc
di S. Clemente a Pelago .r f:; ,
1479* Francefco di Andrea 3 poi Priore dello Spedale
,,.::di ,&j Gallo.
                    :.?..-. L% 0„ j j ^1
1481. Francefco di lylartino della /Torre • ;,
1481> Francefco di Giovanni Tefovì fepolto qui ,cory
Iscrizione > ed Effigie in marmo. v
S497. Girolamo di Stefano di Gino . \fo ,r
1506. Francefco di Cefare Petrucci .
1528. Damiano di Biagio Manti .da Imola 5 già Piova-
no del Borgo a S. Lorenzo . . r £
1528. Piero di Lionaido Giachini da Empo^ Canonica
di ; Volcerifa ,; Vicario Generale dì Firenze >
Véfcovo di Ippona , e SurTraganeo di Piftoia »
1530. Simone di Caterino Guidoni Aretino , prima*.
Priore di S. Felicita di Firenze .
**££** luca di Tommafo Alamanni.
1552. Vincenzio Borghini Monaco Caflìnefe della Badia
:,f}tn*ù Fiorentina•» fepolto con Ifcruione . i;
lj8.o* Fr. Niccolò Mazzi di Cortona Minore OfiTerVan-
te, Con ft fioro della Stiennììma GranducheiTa
di Iffc&n*.
-ocr page 140-
**4
1587, Vincenzio Caianuova Abate di 5, Donnino alla
Rocca in Romagna»
I5£i, Gio; Badila di Niccolaio Totti, prima Canonico
Pifano j pofcia pafsò Spedalingo tór S. Maria
Nuova di Firenze .
1594, Ruberto di Ruberto Antinori , /poi Dottore ,
Teologo ? e Canonico Fiorentino.
tójó, Giovanni di Cefare Mattioli da Staggia , Mona-
co di Monte Qliveto » prima Spedalingo di S.
Matteo, pofcia di S« Maria Nuova.
1^18, Marco di Caffiano Setrirnanni dalla Rocca a S.
Cafcianò , poi Spedalingo di S. Maria Nuova .
1Ó22. F« Adriano Mannòzzi Servita , Priore delio Spe-
dale di Bonifazio 3 Confeflbro del Cardinal
Carlo de' Medici , Dottore Teologo 3 e Pro-
vinciale del ino Ordine.
1628, Niccolò di Luigi Pieri Scodellane Dottore Teo-
logo ì Canonico, e Arciprete Fiorentino , fe-
polto con Ifcrizione,
%6qiM Filippo del Senator Paolo Ricafoli , dipoi Spe-
dalingo di S,M. Nuova j fepolto con Ifcrizione'.
j^4S, AleiTandrò del Senator Vincenzio Pitti, Confalo
dell' Accademia Fiorentina»
1^47. Fabio di Salvi Scarlatti ,
}6qé. Paolo Donato di Giovanni Squarcialupi Piovano
di S. Agnefa in Chianti} fepolto quivi .
1677. D, Teodoro Baldini da Caftiglion Fiorentino ,
prima Abate Valofnbrofano , e poi Generale.
JÓS5, Filippo di Gio; Francèfco Grazzini, Canonico
^ Fiorentino.
1695» Lodovico del Càv. Capitano Piero da Verrazza.
no L G. Suddécano Fiorentino , fepolto coru
Ifcrizione nel Monastero delle Salefiane , det-
to il Con ventino .
1719» AleiTandrò di Lodovico Gianfigliazzi I. C. Cano-
nico Fiorentino, e Vicario Generale di Fiéfole.
* Francefcó Rncellai Canonico Fiorentino •
è Sigp Conte Gio; Michele Pierucci ì
LE.
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L E -Z I O N E
WtlltA CONGR £ G ^ © E* P Riti'* v
:■,,;, il:">,':; ",f ■."?? tfii'P WitìV';' "'■/ "■■ 'fct'-« A *.:'":'v ■>■"■"■'. i|'!| .:'•,;''■'■"■. -. ■,
DELLA SS. CONCEZIONE IN VIA DE' SERVI ^
1.1                     |HEi Fiorentinr divotiflìmi della Mà--
dre di Dio abbiano anche nell* anti-
co dati efempli Singolari di ftcaordì-
nario ©ffequio al Miftero della Imma*
colata Concezione di Maria, potrebv
He dimoftrarfi con molriplici ragio*
ni j che io tralafeio, per meglio di-
chiarare bella verità; co* fatti autentici ,. t- nubblici
feguiti in Firenze nella: maniera , che qui apprettò
anderemo notando ti e che rendono al Mondo cofpi-
cua , e ammirabile la pietà de* Cittadini fuoi in vene*,
rare la Vergine fotto quello titolo di Immacolata nel»
la fua Concezione +> E il primo documento ne fia un
Decreto della noftra Repubblica nel 1440. al quale>
lettofi in Ringhiera 9 dóve folevanfi efporre tutte le
cofe più gravi , il Popolò convocato al fuono della..
Campana grotta preftòvvi il confenfo uniforme, gri-
dando : fi- faccia ; e per* tal decreto veniv&fi a coman*
dare con pena ai trafgrefibri s che fi foiennizzaffe la
Fetta della Concezione di Maria ogni anno a botte*
glie ferrate, e che la Signoria andatte negli otto Di-
cembre a offerire a Santa Maria del Fiore , affittendo-
vi alla Metta ;, E, le parole, del Diploma efiitente alle
Itiformagioni , per eilere. gntvif&me , qui le riportia-
mo: Die xu. jdfirilisv, dhno D. mcccgxxxx. Indie}., m,.
Tietéte:y m Religione,- lmoti:: Magnifici
, cb* Potente s D*D.
Triores-y & Vexillifèr' Inflittele Pop. & Comuni s Fior,
deliberawerHnt
'", quod dies: Concertimir9 fetf' wriu* fan*
ti'-
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rìae , <prf<? tf/? d/Vx ocla'va Menjts Decembris , quolihet an-
«o celebretur y in ^i^§^^M^^xMièW^^Z.'<É^Ì's' Iu^° Pfm
na librarum
25. cuilibet non fermanti 'vice qualibes au-
ferenda
?j # Comunir Fio?, raffili e anda'■-. ItemquadD, D.
frìoreSì & Vexillifer ìufiitiae una cum eorum Collegìis
teneantur quolihet anno ire dic~la He ad Ecclejiam S.
Mariae del Fiore ad oblationem cum Torchietti* accenjìs
fecundum confuetudinem.i quae in jìmilibus obfer<vatur, é?
Jic obferwari debeat quolihet anno fub poenìs in ordina-
mentis contentis
. Itèm qtiod die! %,:dìBi Menjìs quoli-.
bet anno intelligatur ejfe
, eb* Jìt feriata in omnibus ,
& per omnia » ÌSt' quo ad omnes 5 et omnia, eo modo , &
forma prò ut e& feriata die s Domini ca fecundum Statuta
,
et ordinamenta Comunis pruediBi * % nelle mede/ime Ri-
formagioni all'anno 1448. trovali, che con più ardo-
re , e veemenza crebbe quefìa divozione , fino a fra*
bilirfi in Configlio 1* erezione di una Chiefa fotto lo
fpeciofo titolo della Santi/Tima Concezione a fpefe pub-
bliche col favorevole partito di ftanziare 3500» fiorini
d*oro. Ma entrata la Repubblica in guerre , e in bri-
ghe graviflìme , un tal concetto non ifvanL, ma fu
neceffità di fòfpenderne la esecuzione fino al 1539. co-
me pofeia diremo . E intanto alle Guerre , fucceduti
i Contagi , che travagliarono interpolaramente la Cit-
tà fino al 1527. dir fi vuole , che .appena celiato fu il *
flagello della Pefte ., la Repubblica rinnovò il Decreto
da ' noi di fopra riferito in extenfum , anziché per tu
fere in divede cofe ampliato in onore di-Maria imma-
colata , porti in pace il Leggitore ,rfe qui lo ripor*
to.«, estratto da un libro coperto di ade j che dice co-
si,, An. MDXXvn. Efammando i Magn fici » ed Ec-
„ celli Signori quanto quella Città fia Hata pe* tem-
9, pi parlati in continova protezione della gloriofiìL
3,. Madre dell' Onnipotente1 Iddio, e da quanta avvera
9t "fiià , e gravii.rimi; pericoli per fuà interctfilone vap«
jv preflb al fuò UnJgehiro Figliuolo fialfara; libeiaraj **
„*«d' ultimamente non avuto rifpett© alla moltitudine
**\
                                                                        »i de'
-ocr page 143-
,, de* peccati noftri ha ottenuto ? che Y Onnipotente. ,
„ ed Immorrai Iddio abbia rivoeato il duriffimo fla-
5> gello della Pefte , e- per non effere ingrati di tali
j/benefizj, ma volendoli in qualche parte in pubbli.
,, co riconofcere 9 ordinarono 3 che ogni anno in per»
,, pctuo in futuro ,. il dì 8. Dicembre, nel qual gior-
5> no fi celebra la gloriofiffima feftività. di Maria , ila*
3) fenato , libero , e ficuro nella Città per ciafeun de.*
,, biro pubblico , e privato, etiam per i CefFanti > coi
,, far pubblicamente bandire, e comandare ne'luoghi
j, foliti della Citta tre giorni avanti a detta Feftività »
,, a qualunque Perfona , che non ardifea , o prefumau
„ in modo alcuno tenere la fua Bottega , o Efcrcizj
,, aperti , o a /portello fotto pena di i®. fiorini larghi
„ d'oro. E che ogni anno detti Eccelli Signori deb.
„ bino far celebrare nella Chiefa Cattedrale una MeiTa
,, folenne , alia quale Ciano prefenti Eglino, e Colle-
,, gi , con difpenfare lire j©o. di limoline , in cui è
rv virtù di fpegnere l'ardore delle concupifeenze no-
,, ftre ì e il Camarlingo del Monte per il femplice par-
,, tito di detti Eccelfi Signori ila tenuto pagar dettai
„ fomma da diftribuirtl in quefto modo dagli Operai,
„ cioè a due Fanciulle vergini da maritarli lire loc
„ per ciafchuna , e lire ioo. a M®nafìer; di Monache
,, Mendicanti . „ E notano i libri di ricordanze di
que' tempi , che nel!' atto di mandarli attorno i boflb-
li del Partito , nclTuno fu di quei j che fedevano in_.
Ringhiera , che per tenerezza di divozione a Maria..
non piagneiTe , come ferine Tommafo Gualterotti, che
fi trovò affai vicino alle panche de* Collegi . Ariogcfì
a sì nobili efempli della divozióne di Firenze alla Im-
macolata Concezione il Voto del 1532. fatto dal Sena-
to Supremo , col confenfo del Popolo , di digiunare^
nella vigilia di detta Feitività > obbligazione confermata
nel Sinodo del 1645. celebrato dall' Arcivefcovo Piero
Niccoli ni»
II. Or venendoli alla fabbrica della Chiefa , chc_#
vedemmo con pubblica provvifionc ordinata alla Imma*.
lem. Vili.
                       S                              colata
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colata Concezione dalla Repubblica » fé non fu poflì-
bile il principiarli per le calamità » che totalmente Ja
opprelfero , sì bel penfiero però fu efeguito da una_#
divota Congrega di Preti nel 1539. E per dare un e-
fatto ragguaglio di quefh Chiefa , foggetto della pre-
dente lezione , ed' uopo, che noi ci facciamo dalla^
fuddetta Congrega 5 h quale ebbe il fuo felice princi-
pio da Papa Leon X. nel 1515. dimorante in Firenze,
e fé concedè egli privilegi alla fua diletta Patria , fé
onorò parecchi Famiglie , fé lafciò alle Chiefe facri
Tefori , la fua però maggior premura fi fu verfo il
Clero Fiorentino , al quale volle , che fi faceife alla.,
fua prefenza unJ efortazione da Giovanni Piccolomini
Cardinale , e Arcivefcovo di Siena , il cui fermone ac-
cefe ne' Preti, e Cherici un tale zelo, e fervore, che
da quei giorno fi vuol principiato il fecolo d'oro degli
EcclefialHci , che mercè ia vigilanza de' noltri Arcive-
feovi , anche inoggi a maraviglia riluce.
IH. Fra i Preti, che in quel dì afcoltarono H
fervorofo ,. e dotto Arcivefcovo di Siena, dir fi vuole ,
che diciotto trovarono, i quali dal Divino Spirito coni-
nioffi , ed illuminati , concepirono il Tanto penfiero d*
ifUtuire una Congrega, che folte una Scuola di fpirito
da dedicarfi alla Immacolata Concezione di Maria , fapen-
do efll quanto foife divoto di quel Miitero Papa Leone,
come lo reilificano le Indulgenze da lui date a* Fedeli
appunto nella FeiHvità del dì 8. Dicembre, e.altre a
chi portava indoifo , o Immagini, o Medaglie della
Immacolata Concezione , come le Chiefe da elfo inal-
zate lotto sì bel titolo , e 1! approvazione di quegli
Inni pure in lode della Concezione per ordine fuo
comporli da Zaccaria Vefcovo Gradienfe. Stabilirà a-
dunque la Congrega , io trovo, che i fuddetti Preti adì
15. di Gennaio dd 1517. principiarono a radunarli
nella Chiefa di Santa Maria fopr* Arno , mediante un
previo contratto tra elfi , e quel Priore , rogato iru
detto giorno da Ser Raffaello Baldefi , e avendo ftefe
le opportune Coltituzioni , quelle furono approvate^
; »
                                                                    dall'
-ocr page 145-
«a»
dall' Arcivefcovo Giulio de* Medici a'17, di Settembre
del 1522. fottofcrittc da Meffer Orazio Veli Vicario
Generale . Breve fu la dimora de' Congregati in S. Ma?
ria fopr* Arno , avvegnaché leggafi nelle, loro Ricordane
ze j che nei 1519. a* 27. di Agofto entraflferp ijv San_»
Michel Vifdomini colla licenza di quel Priore Metter
Niccolò Tofmghi Canonico Fiorentinp, p, di Pier Fraa*
cefce fuo fratello de Visdomìni, per rpgitp di detto
Ser Raffaello di Miniato Baldefì..m,ii ,j
< bIVvMa quel, che dette gra;n riputazione alla C©%
grega , fu il motivo > che ebbe ., il fuddetto Cardinale,
e Arcivefcovo Fiorentino già affunto al Pontificato col
nome di Clemente VII, i) quale per dare nupye .prove
del fuo amore verfo quefti preti , e per più ftabilir
la fermezza loro, la quale confifte neilVunione» e nu-
mero dì molti in un corpo folo, ordinò, che 1- Arci-
vefcovo di Firenze il Cardinal Niccolò Ridolfi , fop-
preffa , e fpenta ,ia Congrega della Trinità , che avea
ancor ella in que'giorni principiato a radunarti in S.
Maria in Campo , ì* aggregarle , e unìffe a quella della
Concezione ,-con que* ?patti , rc condizioni t che fi leg-
gono fpecificati rie* Protocolli di Ser Piero dal Ponte
a Sieve, fotto il 4. ,di Marzo del 153 1. fra* quali, cyvi
il doverfi in perpetuo celebrale una MefìTa nel Merco-
ledì di ciafeuna Settimana, ad onoredella SS. Trini-
tà v per memoria della Congregazione eftinta . Onde_»
cifendo quivi notabilmente crefeiuto il numero de' Sa-
cerdoti , e per confeguente aumentate le rendite , di
li a pochi anni fi dovè < la, Congrega trasferire nella..
Via de ì Fibbiai ., dove ella è di prefente , coftandp
da un Contratto del 1539. .avere i. Preti della Santiffi-
ma Concezione , comprato Cafa , Orto , e Terreno ,
nel quale efli intendevano edificare un Oratorio , c_*
Stanze ? al quale Oratorio fuceedè la prefente Chiefa ,
che aveva la fu a Porta principale nella fuddetta Via ,
ma nel 1574. effendo (tata riabbellita , e accrefeiuta^
da' Fratelli , fu capovoltata j ed aperta la Porta mag-
giore in Via de* Servi fotto la protezione del Grandu-
S 2                                 ca ,'
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i4o
ca , che a lume di torce fece sbrigare il lavoro della
«uova porta in una notte , affine di ovviare ad una
lite , che --prevedeva»* da' vicini, e favorì quefta erezio-
ne Meffer Lionardo Buonafede Vefcovo di Cortona »
che era /tato Frate Certofino , nato di Antonio Gen-
tiluom© della noftra Città onoratiflìmo , veggendovifì
ancor moggi la fua Arme di un Toro roflo rampante
foprà di fei Monti azzurri in campo d'oro fopra V
Architrave della Porta rimurata in Via de' Fibbiai , e
ali* Aitar maggiore:,? nella bella favola del Ghirlandaio
ra^prefentan'te la Visitazione , evvi il Ritratto di que-
llo infigue' Benefattore , e non di Ambrofio Caterino
Politi Sanefe, come faille il Migliore.
V. Ma venendo alla Chiefa , nella facciata di effe
fono da oflervarfi le parole fcolpite iti oro > che di«
còno ; •
                          '               : > n,j ìiì nir.
'4"f- * ?--»iù/I; Cluv;^| t.-i;;.ii«^ Jìvjì./vj.jtì. ìì «,..•' .v
CONCETTÒ TVA Ò. -jéw'V. 6AVDTVM "'              H
ANNVN'CIAVIT IN VNIVEKSO M'VNDO *
Eranvi dentro alle pareti ii. nicchie con gli Apoftoli
alti più del vivo , feparati da 12. iftorie della Vita di
Maria Santiflìma , il tutto dipinto a frefeo da Batifta
Baldini \s da Bernardino Poccetti , e; da Lodovico Ci-
goli : A* due Altari laterali , in uno, che è delia Fa-
miglia de* Campani, vedonfi due Angioli foftenenti un
Tabernacolo di noftra Donna dipinti a olio, da un_*
allievo del Pignoni , e nell* Altare addirimpetto viene
un CrocìfifTo di legno alto meno del maturale , fatto
<3a Taddeo Curradi fondatore della Cappella , e Padre
del Cavaìier Francefco , così infigne nella dipintura;
né fi deve omettere , che il fuddetto Taddeo fenza..
avere avuto Maeftro nella fcultura , portato à&ì genio
mirabile in facilitare l'eccellenza nell' arte , arrivò ad
operare con quella grazia , e leggiadria , che feorgefi
in quello Crocififlb . L* Aitar maggiore, che era dei
Vefcovo Buonafede, è flato rinnovato da Lorenzo Paf-
ferini nel 166$. col difegno di Pier Francefco Silvani,
C©"
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I4i
come ihoggi lì vede ricco di marmi bianchi » e midi >
con le colonne {"cannellate Corintie > e la lode dell*
Architetto {ingoiare fi è, che con molto giudizio adat-
tò al nuovo difegno la tavola farnofa della Visitazio-
ne , § dì eflb pure è la balauftrata avanti al Presbi-
terio . il motivo poi di dar ài bianco a sì rare pit-
ture a frefco fatte da' foprallodati Artefici s fi vuole »
che foflfe 1* eflerfi annerite , ed anco fcaifltte , e I* ul-
tima ad andar male fu la Natività della Madonna » la
quale e {fendo dal Cigoli dipinta dalla banda del Van-
gelo nella Tribuna, e ftimata da'Profe (Tori per la più
beila , reftò, incorporata nel nuovo adornamento dell'
Aitar grande . Quelle pitture erano ilate fatte per 1*
occafione della Sagra , folennità per vero dire ttraór-
dinaria } e celebrata ne' 20. di Gennaio del 1584. dall'
Arcivefcovo , e Cardinale Alelfandro de* Medici } uno
de'Fratelli aferitti alla Congrega} e che volle lafciarvi
di fé quella memoria trafmelTa ne' pafterì con partico-
lare dimoilrazione , eflfendo che la Ifcrizionc , che fi
vede "affilTa fopra la Porta della Sagreftia > fu fcolpita
in lapida a lettere di oro 5 che daremo fui fine.
Vi. Reftano a liferirfi le Coftituzioni di quefta..'
Congrega rinnovate, ed approvate nel 1585. adì 24.
Agofto , eflfendo Arcivefcovo il predetto Cardinale A-
letfandro de' Medici} le quali variano in alquante cofe
dalle tre altre Venerabili Congreghe , che fono in Fi-
renze di Preti. E* determinato il numero fenza poterfi
alterare , e però debbono edere i Fratelli 50. che fie-
no abitanti in Firenze } non apoftati , né fuggitivi
da alcuna approvata Religione . Dieci fieno Sacerdoti
della Metropolitana > otto della Infigne Collegiata dì
S. Lorenzo , fei di S. Giovanni , e ventifei della Cit-
tà . Gode quefto Collegio Indulgenze , e Privilegi Pon-
tifici di Clemente VII* di Paolo III. e di Leone XI. E'
aggregata alla Compagnia della Concezione di S. Lo-
renzo in Damafo di Roma 3 per Bolla del Cardinale^
Aleffandro Farnefe Protettore di elfo , partecipa di tut-
te le Indulgenze concedute da Giulio III. alle Chiefc,,
e—»
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142
e luoghi eretti fotto Io fpecialiflimo titolo della Con-
cezione. E le Fette , che fi folennizzano qui ogni an.
no, fono : la Sacra ne* 2©. di Gennaio, S. Giufepp<^
Contitolare della Congrega ne* 1^. di Marzo , e negli
otto Dicembre la Concezione , che fi fefteggia col
Mattutino in Mufica nella fera della Vigilia.
Lapida della Sacra.
: . ;-■ ':■                                                                                                                                                                                                                                                               l- • "■ ■                                                                                            • . -                                                                                                                                                                                                  :. ;
GREGORIO XIIT. SEDENTE. ET FRANCISCO MEDTCE MAGNO
HETRVRIAE DVCE II. DOMINANTE . ALEX, MED. MISERA-
TANE DIVINA TIT. S, CIRIACI IN TERMIS Si R. E. PRESE.
CARD. ET ARCH. FIOR. ICCLESIAM HANC IT AITARE MA-
1VS' AD MEMORIAM CONCEPTIONIS BEATAE MARIAE SEM.
PER VIRGINIS SOIEMNI RITV SERVATO CONSECRAVIT
SINGVIISQ. XPI FlDEIIjBVS IN ANNIVERSARIO DED1CATIO-
NIS USAU DEVOTE V1SITANTIBVS XI,. DIES DE VERA
INDVIGENTIA CONCESSIT,
ANNO AB INCARNATANE DNI M . D . LXXXIIII»
DIE XX. IANVARII .
» 1
LE
IMI
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ZI& N E X.
19 E t U o\A S 7 i R Q
«■■■■■■* '■                                                                                       *■•-"--                                                      • ■ »                               V " ■" ■;* '
NACI DEGLI ANGIOLI I.
DE* MO
1.
¥ ss»
!JUJ
L Monaftero di Santa Maria degli An-
gioli non è il più antico de' quattro
Conventi , che 1' Ordine de* Carnai-
dolenti avea in Firenze > ma certa-
mente egli è fernpremai flato il più
venerabile e per la fantità de* Sog-
getti > e per 1' auftera oflervanza 5 che
vi fiorifce » non oitante le yarie vicende, che qui fono
addivenute o nella Romitica Difciplina , o nella Fab-
brica falita da un umil Romitorio , che era , ad uno
de* più maeftofi , e fplendidi Conventi della Città . E
poiché di elfo ne feri {fero Don Silvano Razzi , Don_.
Tommafo Mini amendue Camaldolenfi , Giorgio Vafa-
ri , Stefano Roftelli > Leopoldo del Migliore» il Si*
gnor Manni , ed in tal guifa molti altri , noi fulla
{"corta di queiti ne daremo la Storia\ divifa in tre le-
zioni , favellando nella prima della fondazione del Mo-
naftero , e de' principali avvenimenti fuoi lino al Ge-
neralato del Beato Ambrogio , nella feconda abbracce-
remo quanto dalla morte del fuddetto Santo Generale
feguì fino a* noftri tempi , riferbandoci nella terza a^
riferire le notizie riguardanti la fabbrica della Chiefa ,
e del Convento 5 ed il teforo delle Reliquie .
II. E per farmi dai principio di queiio Monafte-
ro , benché fi ponga dal Vafari nell' anno 1294. e da
Don Silvano Razzi fi voglia nel 1297. fiamo certi di
non isbagliare, ftabilendolo nel 1295. come facilmen-
te fi dimoftra dalle autentiche originali Scritture efi-
ftenti nell'Archivio del Monaftero, e però principian-
doli
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144
dofi da quella rogata da §er Zeno dal Borgo S. Se*
polcro nel 1294. quefta è una Carta ài Procura , che
fa D. Fridiano Prior Generale xxvi. del Sacro Eremo
di Camaldoli al Monaco Don Orlando, che dedina
alla erezione del nuovo Convento in Firenze , il quale
D. Orlando poi venuto a Firenze, compra da Alluodo
Gentiluomo Fiorentino figliuolo di Chiariflìmo nomina-
to nella feonfitta di Monreaperti , il {ito opportuno alla
fua fabbrica , come apparifce da un Contratto, il cui
funro è il feguente : Dominar Orlandas Monacar Ere--
wi Camald. ernie fetìum terre ab Alluodo fil. q. Clarif-
jìmi Alluodi de Vog. $\ Michaelir Vicedominorum fr$
conftrnendo unum locum Heremiticum Heremi Camald.
<àf
nonjam Ecclejìam $\ M* de Angeli r, qmd fèìium terre cum
Domo
, éf Cafolare, & Tuteo , (b* arboribnr vofitum e fi
in Top» d, S, Michaelis Viced. in loco di fio Cafaggiuolo ige,
Ssr Cifriannr q* Riccomanni rog. fri die Kal. Maii
1295.
111. Or venendo al Fondatore > giuria V uniforme.,
aflerzione de* fopraddetti Scrittori , egli fu Guittone_>
di Viva di Michele di Arezzo Cavaliere dell* Ordine
della Vergine Maria detto de' Gaudenti , il quale pre-
fo dalla fatuità , che ravvifò ne* Monaci del Sacro E-
remo , determinoffi a fondarne un altro ; e però coi
predetto Generale D. Fridiano venne al Contratto con-
tenente le convenzioni , e patti , che fi leggono nclT
ifìrumento , che rogò Ser Buonavia di Stefano , ed i
principali fono come appreflb ,, Che il Prior Gencra-
„ le debba fare edificare un Romitorio, come flava.»
j; quello dell* Eremo , in xui vi Mederò (d Monaci al-
„ meno, l'elezione del paefe, o della Citta; dove eri-
„ gere il Convento, fofTe libera preffo lo ftellb Genera*
„ le. Prometteva il Fondatore a tale effetto ogni co.
„ fa , e fpefa neceflaria fino alla totale perfezione dell'
,, Edilìzio ec. Atlum in Monafierio »S'. Michaelis de A'
retio 7. Sept. 1293» Né volendo io trattenermi a
cercare il motivo , perchè tal Convento non fi fabbri-
calle altrove , ma in Firenze , noterò piuttofìo uno
sbaglio di Leopoldo del Migliore circa la perfona di
,Guit.
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*45
Guitterìe ] avendo egli {"cambiato nella fua Firenze Il-
lustrata 3 con affermare , che del medefìmo parla(Tcj
Dante nel Canto xvi. del Purgatorio ( intendea del
Paratifo ) quando anzi il Poeta vi favellò di Guido di
Cartello Gentiluomo Reggiano . Non fia però , che fi
dica 5 che Guittone non foffe degno degli encomj del
Divino Poeta , ficcome meritò quegli dell' Aretino nel-
la fua Storia , e la ftima degli Accademici della Cru-
fca 5 che lo annoverano nel loro nuovo Vocabolario
tra gli autorevoli Maeffri della purità della Tofcana fa*
velia , che ne' fuoi verfi fi feorge .
IV, Si venne adunque all' atto della benedizione
della prima pietra fatta con gran fblennità , che fu
deferitta da Ser Buonaiuto Cancelliere delia Repubbli-
ca in un libro alle Riformagioni , intitolato Expcrtfa-
rttm j
dove fi legge a queftò propofito cofa , che non
è da tralafciarfi , e fu ,' che convocata tutta la Signo-
ria , e Magiftrati , col feguito tutto il Popolo a
tal funzione , il Gonfaloniere calò ne i fondamenti in*
fieme col Vefcovo di Firenze Francefco Monaldefchi 5
250. Monete Pifane , che dal Fondatore erano irate la*
feiate da gettarli ne i fondamenti alla prima moffa di
calcina , e nelle dette Monete era coniata un* Aquila.*
con una fol tefta > infegna ufata dal Popolo di Pifa,
come data per fegno dell' Imperiai protezione dall' Im-
perator Federigo, il cui nome in effe Monete fi ve-
deva efpreffo , Frattanto incominciatofi a murare, fcar-
fo fubito fi conobbe effere il terreno comprato , non
ottante che il difegno foffe regolato a idea di umile
Romitorio , laonde il Generale Don Fridiano appli-
colTi alla compra di 4. altre ftaiora di terra del pri-
mo venditore , che fu Alluodo , e ne rogò il Con-
tratto a' 16. di Luglio del 1297. Ser Buonaccorfo La-
tini dalia Laftra , e perchè fembrava riufeire il luogo
ancora mancante a parecchie nectflità del vivere Ilo-
mitico , fi fece da Don Orlando, nominato dal fuo
Generale primo Priore dei Monaiìero degli Angioli >
un fomigliante Ifhumento colla medefima Famiglia degli
Tom. fm.                      T                          Al-
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HA
Alluodi , che rogò a i 20, di Febbraio del 130& Ser
Matteo di Lapo di Rinieri da Firenze . Onde con tali
provvigioni reftò compito l'Edifìcio eretto a tutto ri-
gore di regola da Eremiti } leggendofi nella Cronica.,
di Don Tommafo Mini defcritta la povertà del Con-
vento j con Celle onninamente fegregate dal commer-
cio de' Secolari , e prive d' ogni (vago ; 1' Oratorio
non avea altro refpiro , o lume , che per una buca
del tetto affai piccola, E quello modo di vivere cosi
auftero de* Monaci , eccitato avendo nel Popolo una
maggior divozione verfo del Monaftero , non furono
pochi i Legati pii , e le elemofine iafciate ad effi , col-
le quali fu aecrefciuto il primo Oratorio , dilatata al-
quanto più la claufura , e moltiplicato il numero de'
Santi Romiti , tra'quali verri 1* Abito di Conyerfo per
fua umiltà nel i$i6, il B. Silveftro , che fu di gran-
de aiuto al Monaftero > e di molta ammirazione a*
Fiorentini , e Figlia fua fpirituale fu la Beata Paola ,
la cui fantità altresì cooperò di molto alla maggiore esti-
mazione de* medefimi Monaci, a'quali efla predilfe mol-
ti anni innanzi la grande avversità, e tribolazionej che
aveva ad avvenire al Monaftero degli Angioli , per il
cafo > che fi dira poi de' Ciompi ,
V. Ma per ora feguitando 1' ordine Cronologico
della Storia, rammentar mi giova la gran Pefte, che
travagliò Firenze nel 1348. la quale fé uccife da 100.
mila Cittadini) non avendo rifpettato il Monaftero degli
Angioli, quivi eftinfe la maggior parte di così efem-
plari Rdigiofi , e fu d' uopo , che nuovi Monaci ve-
ntilerò dall' Eremo maggiore , nientemeno venerabili
degli eftinti , ficchè ritornata la quiete nella Città ,
tolto pure rifiorì tra* Cittadini ia carità verfo il Con-
vento degli Angioli , che fu riordinato del tutto ■ colle
abbondevoli contribuzioni di alcuni principali , come
d' un Giovanni de' Medici , ài Bardo Corfi , di Mi-
chele Caftellani , e di Luchino Vifconti de' Duchi di
Milano , il quale venuto era a Firenze per il parenta-
do , che contraile con Maddalena di Carlo Strozzi ntl
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«47
rjti. ftd| ti, di Giugno, Avvalorati pertanto i Mo-
naci noftri da sì illuftri Benefattori , dilatarono il cir*
cuito del Monaftero fui fuolo 5 che fu ab antiquo del-
la nobile Famiglia degli Àlfani , che vi avea Palazzo ,
e Cafe , onde per tale acquifto , non folamente la
ftrada, fulla quale rifpondeva la Chiefa de* Monaci t
cefso di chiamarfi degli àlfani j per efferfi volgarmente
detta dipoi degli Angioli , ma quello, che più impor-
tava, fu , che fi levarono dalla ioggezione de'Secolari»
che vi confinavano , grandemente aborrita dall' iftitu»
to della vera vita Monaftica> profetata quivi ftrettamén-
te in quel modo , che racconta il Razzi nella Vita
del B. Ambrogio 5 a carte 129. }} Imitando i più an-
,, tichi Padri , erano molto ©(fervami della Regola di
,; S» Benedetto, Ma fopra tutto non iftavano mai ozio-
>, fi, anzi tutti fi efercitavano in dipignere , altri iru
}, fcrivendo libri da Coro , alcuni in ricamare , e mi-
,, niare eccellentifiimamente ,, Ed a che numero crefeef-
fero quivi i Religiofi , fi arguifea dal feguente docu-
mento , che è la concezione di una MeiTa perpetua,
che accordano i Monaci capitolarmente a Bernardo di
Gino de* Nobili nel 1389. nella quale effì fi fottoferi-
vono } e fono „ Don Michele Ghiberti Priore , Don..
j, Francesco del Fede , Don Salveltro Gherarducci ,
>, Don Iacopo Francifci , Don Antonio Baldi , Don.,
s) Matteo di Guido , Don Filippino di Nerone , Don
,, Bartolo Iacobi , Don Agoftino Sbrigatini , Don Mar-
jj co Bondi , Don Romualdo di Vanni , Don Nieco-
j) ìò Niccolai , Don Giorgio Iohannis , Don Taddeo
5, Filippi» Don Leonardo Sermefi , Don Zanobi d*
j, Andrea , Don AlelTandro Iacobi , Don Gabbriello
» Uberti , Don Placido Mattei , Don Chimento Fran-
3) cifei 5 Don Bernardo Gucciozzi , Don Tommafo
35 Tommafi , Don Bartolommeo , e Don Angiolo Lan-
>, fred. Don Simone di Stefano, Don Iacopo .di
» Tommafo , Don Gregorio Petri , Don Luca di Ne-
j, ri , Don Benedetto di Filippo , e Don Michele di
>> Nagio ; in tutto Monaci 29, ,, Né voglio lafcìar di
T z                                life-
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14^
riferire qui quanto leggefi nel Regiftro vecchio del
Monaftero a carte 50. dovè apparifce il feguente ri-
cordo ,,
,, Memoria fia a noi » e a chi fuccederà dopo
;, noi , che conciofiacofachè Bernardo di Gino Batto-
,, lini de*Nobili del Popolo di Santa Maria fopra Por-
„ ta di Firenze , fedeliflìmo , e devoto amico , e be-
„ nefattore di quefto Monaftero , umilmente addoman-
j, dafle , che noi li concedeffimo una MeiTa in per-
j, petuo in quefto Monaftero , offerendo incorno a ciò
>, compiutamente , che fi convenire , o vero quello, che
}, per noi li folle impofto .
„ Il Priore noftro Don Giovanni ài Neri da Car-
5, mignano udita la detta domanda , n' ebbe configlio
5, con dodici Monaci de* più antichi del Monaftero ,
,, i quali tutti di concordia col detto Priore li con-
„ cederno la detta MefTa, e considerato 1* amore > e 1*
5, affetto , e le limofine , e' fervigi fatti per adrieto ,
j5 maflìmamente come appare quie in quefto libro adrie-
,j to a carte 35. per lo detto Bernardo a quefto no-
j> ftro Monaftero , per le quali cofe noi eravamo mol-
3, to tenuti, ciò li facemmo tutti di grazia , e d* a-
3) more liberamente , non volendo , che per quefta ca-
,, gione ci defte alcuna cofa , la detta grazia al det-
jj to Bernardo di Gino adì primo di Aprile Anno
ss Domini 138^. contentandoli, che ciafeun dì in vita
5, fua , e dopo la morte in perpetuo , eh* egli fia rac-
55 comandato a una Meda .Iddio glie le faccia vale-
j> vole in vita eterna , Amen .
„ Item feguie , che '1 fopradetto Bernardo di Cino,
59 ficcome per adrieto a ufato de farci molte lemoiì-
,> ne , e fervigi , e così li faccia Iddio grazia di po-
/
         „ tere farne per lo *nanzi , e primieramente avendo
,, noi cominciata mirare la noftra Infermeria nuova>
,5,e mancandoci danari , egli ci fovvenne di fiorini
„ 500. d'oro , quel tempo, che ci bifognò. E poi ap-
„ preftb diliberando di fare in quefto Monaftero una
„ Cappella , ci lafciò per 1' amor di Dio fiorini 200.
s, d[ oro,
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I4P
» d* òro , de' fopradetti 500. fiorini per Io luogo , che
,, noi li demmo per la detta Cappella j gli altri fiori-
j, ni 300. d' oro ci commife , che li fpendeflemo nei
i) murare , e in altro , che bifognafle per la fua Cap-
jy pella , quando ci venifTe a deftro , e cofie fé «e_»
), fece .
,, Item adì IL di Giugno 1387. andando Bernardo
5, in Francia per fue faccende, e vedendo, che la no-
„ ftra Infermeria non era compiuta , ci donò fiorini
„ 20©. d' oro per V amor di Dio , acciò che fi coni»
^ pieife j e che ella fi potefle ufare .
j, Item adì detto , che per V anima del Padre, e
j, della Madre fua un anno commemorazione, cioè eia-
5, fcun mefe un Uficio de' Morti per 1* Anime loro »
,j e così facemmo , per la qual cofa ci donò per 1*
„ amor di Dio fiorini tic. d' oro *
,s Item per V Anima di Mona Piera fua donna , fi.
,, rocchia cugina carnale di Frate Nicholaio noftro
,, Monaco delli Albizzi , la qual pafsò di quella vita
5, adì 17. di Febbraio 1387. fiorini 50. d'oro.
„ Item adì 25. di Lulglio nel 1387. il dì di S. Ia-
,, copo Apoftolo fondammo la Cappella del detto Ber-
,, nardo di Cino , la quale fi è in fui Chioftro alla-
j, to al Capitolo 5 nominata Santo Iacopo , e S. Gio-
}) vanni Dicollato } e fondò la prima prieta Don Mi-
,) chele Ghibertì noftro Priore con torchi accefi } e
,5 collo 'ncenfo , e coli' acqua benedetta , cantando i
„ Frati ivi prefemi 1* Uficio , che a ciò fi richiede fo-
,, lamente , e appretto fi murò , e fecionfi le Volte_»
„ prettamente, e fecela fornire il detto Bernardo di
5, Paramenti , e Pianete , e Chamici , e Me (Tale , e_.
5) Chalice , e d' ogn* altra cofa copiofamente , e la
9, Tavola dell' Altare folenniflìmamente , e con uno
Coro di dodici fedie , nelle quali tutte cofe ifpefe
:, intorno a fiorini 700. d* oro ; oltre ai fiurini 50©.
„ d' oro fopraferitti, che fi fpefono per lo muramento,
5, e luogo della Cappella , e diflevifi la prima Mefla
„ adì 29. di Marzo nel 1388. il dì di Pafqua di R.i-
» forreffo.
                                                            „ Item
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», Item fi fopradetto Bernardo avendo ordinar© di
„ dotare la fopraderra fua Cappella d'alcuna cofa di
„ valuta ài fiorini *op. d> oro a richieda , e pregne-
„ ria del noftro Priore * e de' Frati , comperò cinque
» Calette , che fono qui dirimpetto al Monaftero di
„ Mona Chaterina Vedova , Donna che fu di Lorenzi-
„ no di Guadagno , per pregio di fiorini 400, d'oro,
„ adì 7. di Ottobre nel 130*7, Carta fatta per mano
» di Ser Feo Bindi Notaio , della qua! cofa ci feco
». gran fcrvigio , perochè noi n* avevamo mala vicinan-
j, za , ed era per peggiorare , e potea per T avvenire
„ etfere grande fcandalo di queito Monaìlero ; rin^ra-
„ ziato fia lidio , che gli mi (Te in chuore di farci ii
>, fopradetto fervigio , Le fopradette cinque Cafe per
3, uno Codicillo attribuì per Dota alla detta fua Cap-
5, pejia , come appare Carta per mano di Ser Feo Bin-
j, di, fatta adì \6f di Novembre nel 1388. con queire
» condizioni , che le non Ci posano vendere , né im-
j, pegnare , né in niun modo alienare , overo dare a
), vira a Perfona in perpetuo , ma che della rendita, ove-
?; ro pigione , che fé n' avrà , fi debbano fpendere co-
„ me diremo appretto . AiTene di pigione al prefentc
„ da fiorini 30, d' oro , o in quel torno . In prima
„ fiam tenuti di fare alla detta Cappella due fefte eia-
}, feuno anno , cioè di Santo Iacopo Apoitolo , adì
„ 25. di Lulglio , e quella di S. Giovanni Picollato
j, adì 29. d' Agofto , per V anima dei detto Bernar-
do , e di Mona Piera fua Donna , e de' fuoi Di-
,, feendenti , nelle quali felle il Piiore è tenuto di
,, fare pietanza a* Frati , ficcome è ufato di fare ij
„ detto Bernardo j e debba /pendere lire venticinque^
,3 per ciafeuna fetta , come parrà al Priore , e che la
j, lampana della detta Cappella arda Tempre il dì , e
„ la notre , e fornirla di torchio da levare il Signo-
.j re, e di Candele , e Cerotti per le Metfe , lire ven-
„ ticinque » e fien tenuti di mantenere i Paramenti ,
e Pianete , e Chalici , e altri fornimenti , che vi
„ fono al prefeme-, convertendo la rendita delle dette
>; Cafe >
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„ Cafe nejle fopraddette fpefe , e in accrefcerc , e i»
,, mantenere la detta Cappella co* fuoi fornimenti. Ab*
), biamo il detto Codicillo pubblico , Irena » la Carta
j» della detta Compera , che fece Bernardo » »
Ed altrove nello fteifo libro , cioè a carte 35. 5,
„ Bernardo di Cino Baitolini di Firenze } del Popò*
>, lo di Santa Maria fopra Porta ci diede fiorini 4©©.
,, d' oro per lo lavorio del Tabernacolo di fopra 1*
ì) Aitar maggiore della noftra Chiefa > e delle Grati-
j, cole del ferro della detta Chiefa per la fua Anima ,
,, e di tutti i fuoi vivi, e morti > i quali danari noi
» fpendemo nelle predette cofe » ficcome appare al
5, Quaderno de* lavorìi a carte g£. furono compiute
jj del mefe di Agolìo 1375. »,
VI.  E la Cappella eretta dal foprallodato Bernar-
do non fu la fola , che da illufòri Famiglie inalzate fu-
rono ne i Chioif ri , nel Capitolo , ed in altri luoghi
del Convento , come a fuo luogo vedremo , notandoli
per ora qui i nomi de* devoti Fondatori di effe, co-
me fi trovano deferitti nelle memorie dell' Archivio 5
e ne i libri di ricordanze » e fono degli Alberti , da
Filicaia , della Stufa, de* Dini , del Palagio , de i GhU
berti , de* Benini Formichi , e de' Corfi .
VII.  Come Iddio poi permettere , che 1* alto con-
cetto , in cui erano preflb Firenze quetìi Monaci vir-
tuofiiììmi 5 e ferrati , fufle cagione di una fciagura sì
grave } che minacciò di fovvertire , e mandare a terra
il Monaftero , non arrivando il noflro intelletto a com-
prenderlo , riporteremo qui il funefto cafo colle paro-
le di Leopoldo dei Migliore a carte 336. della fua Fi-
renze Illultrata », EflTendo.fi creduto dalla gente , e dai
,, fior della Nobiltà di Firenze } che ogni gran cofa ,
j, che rifuggita fi fofle fotto la cuftodia di que* Pa«
j, dri , farebbefi guardata , e riverita come facrofan-
j> ta , per dir così , fi arrifehiò ella a rifuggirvi di
j, buon cuore un ricchiflìmo valfente d' oro , e di ar-
» gemo , e d* altre cofe di prezzo , ftntito che fi fu
j} nel dì ix. di Giugno del 1^78. il Popolo follevato
>, con-
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„ centra alla Repubblica, e contro agli Uomini, che
„ la governavano, fuori dell' onefio , correre per Fì-
>, renze abbruciando , e rubando le Cafe de1 Principali
j, con grandiflìma furia , e però una truppa di ben.*
„ diecimila Perfone confapevole del ricco Depofiro ,
„ giunui al Monaftero , fuperò la forza di chi profef-
„ fando benemerenza al luogo, e rifpetro a quel che
„ meritava il titolo di facro , corfovi al rumore , il era
}, metto con armata mano alla difefa della Porta . La
5, Sagreftia fi fahò per la repulfa gagliarda , che vi
„ fecero Guido del Palagio , e Vieri de* Medici fer-
3, matovi bene il piede fulla foglia, attribuirai! però a
3, grazia del Cielo , che deife loro vigore ài quella for-
«, te di refiftere alla moltitudine ferina freno , o leg-
,, gè , che il trattenere , acciò la riverenza immune a*
„ lacri Arredi, e il dovuro rifpetto alle Keliquie, non
„ andaflTe per terra , che fu un accendere in tifi mag-
3j gior ferocità , e rancore , perchè dopo eflerfi vedu-
,5 ti morti cinque di quei Monaci , fi venne per ni-
,, timo fuor di modo ali* inumano , effendofi fiaccato
jj uno di quelli ( che Ciompi fi chiamarono ) corren*
35 do per il Monaftero cercando fuoco per abbruciar-
lo , e fu miracolo , che non feguiffe , perchè quelli
,, prima che giugnefle ad una lampana accefa , ella da
,, per fé tìe(f& fi fpenfe . Ne fenile Gino Capponi per
3, ricordo di gravità , di cofa non più udita, ne trat-
„ tarono altri Autori , che videro in que' tempi , e
5) maffime con penna tinta di buon inchiofìro le Cro«
„ nache del Monaftero , per fin dire che il valfentc
,, perduto in quel giorno , arrivarle a io, mila fio,.
,j rini d'oro, non comprefo quello, che non ha prez-
„ zo , e che con oro rifeattar fi può , cioè lo fpa-
,, vento , i feriti , e la gente morta * 3, Sin qui la
Firerze Illufìrata , e fé la Sagreftia fi fa Ivo , devuù alle
preci della Beata Paola , la quale avendo preveduta ta-
le rovina , raccomandò caldamente alla protezione di
Maria Vergine il Monaitero , come racconta Don Sil-
vano Razzi , nelle Vite de* Santi , e Beati Camaldo-
lenfi alla pag. pi.
Vili. Re-
, ,-----«J^^-jS.
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Vili. Rcftfruita però la pace , e quiete a Firenze,
ritornò pure il faccheggiato Monaftero nel primiero
fuo ftato, anziché talmente accrebbelì il credito , il no-
me , e la riverenza del medefimo , che la Repubblica
ftefla cjualuncjue volta voleva grazia, eia .Dio-per qual-
che fuo grave interefie , mandava I raccomandarli a i
Monaci degli Angioli , per la viva j e ficura fperan-
za 5 che fi Senato avea in eflì > Nuovi altresì Bene-
fattori penfarono non folamente a riparare i danni > e
k perdite fofferte, ma ancora ad ampliare, ed ornare
viepiù il Monaftero » Né da ometterfi è la pietà di Ja-
copo de'Ricci Nobile Fiorentino) il quale portato af-
fai verfo di qucfto Monaftero , fece il fuo teftamento,
che rogò Ser Paolo Riccoldi nel 139$. lafciando loro
tutti i fuoi Beni, co* quali i Monaci fabbricarono fuo-
ri della Fona a Pinti il 'celebre Monaftero di San Be-
nedetto^ limile in ogni eofa a quello degli Angioli >
che duiò a ilare m piedi fino ali* alTedio del 1529. ro-
vinato da* Fiorentini , acciocché non foffe di ricovero
ai nemici .
OJ
W^^PVSI^                 - il fi t ^rWu'.ì r
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Tom. VÌII.
Y
LE-
-ocr page 160-
O N E XI.
L E Z I
DEI. M O N i 5 T £ B O
DE'MONACl DEGLI ANGIOLI IL
Primi Monaci di quefto Moiiafiero j
dalla fondazione erano governati da"
Priori , che loro mandava il Sacro
Monte di Gamaldoli , e tal governo
dependente dair Eremo maggiore, du-
rò fino alla metà del fecolo xiv. per-
chè allora T elezione del Priore fi ita-
bili neJ Monaci fleflì degli Angioli ,i quali capitolar-
mente adunati > conferivano ad uno di loro tale di-
gnità , ed il primo eletto fu Don Filippo Nelli Fio-
rentino ; né quefta novità pregiudicò punto alla anti-
ca aufterità del Convento , maffìmamente della Claufu-
ra sì fcrupo lofamente oflervata , che nell* anno 1433.
dovendofi per ordine di Papa Eugenio IV. adunare il
Capitolo Generale in Bertinoro , i Monaci degli An-
gioli fi fcufarono d* intervenirvi , fcrivendo non efTer
loro lecito fraeter loci legem claufuram infrangere , feb-
bene obbligati dal comandamento del Cardinal Gio-»
vanni Piccolomini Prefidente del Capitolo a nome del
Pontefice , mandarono in compagnia di Don Silveftro,
il B. Ambrogio , il quale a pieni voti ivi fu eletto
Prior Generale dell'Ordine, dopo 33. anni di vita
Clauftrale in Firenze, dove avea acquiftato tal fama di
Santo , e di Dotto , che in grazia fua i Fiorentini
prefero a beneficare viepiù il Convento , ed i Mona-
ci hanno fempre riguardato il Monachifmo del B. Am-
brogio qual epoca gloriofa di moki nuovi accrefcimen-
ti del Monaftero in ogni genere ; ed acciocché cia-
fcuno vada perfuafc de* meriti di quefto illuftre Sog-
getto ,
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'fff
gettò , riferirò qui fommariamente quanto fcnvono di
lui i. noftri Illorici , e Don Silvano Razzi nella Vita >
che fcriflfe del medefimo .
II. Don Ambrogio adunque dotato da Dio di ot-
timo ingegno , e molto inclinato allo Audio , fino da*
più teneri anni appTicoifi alla lingua Latina, fono quel
Giovanni Ravignano , che fu Maeltro del Poggio , del
Guarino , e del Vittorino, i quali furono grandi lJomi-f
rii. Intanto fparfafi la fama di Emanuello Grìfolora ac-
clamatiffimo Maeftro della lingua Greca in Venezia,
il ' noltro Ambrogio non tardò a portarli colà con al-
tri, defiderofi di apprendere quella lingua > nella quale
Ambrogio provò sì maravigliofo guito , che in affai
breve tempo facilmente traduceva i libri Greci in la.'
tino . E fé la Repubblica Fiorentina ottenne di a»*
vere da Venezia il Grifolora , dietro a lui vennero
parecchi fuoi Difcepoli , e con effi ancora Ambro-
gio > dove Iddio lo afpettava per farlo altresì Santo j
imperciocché avendo egli offervato il laudevole modo
dì vivere de* Monaci degli Angioli , e parendogli di
aver trovato un luogo fecondo ilfuo cuore, ivi veftì
T Abito, come fi legge in un ricordo del Monafìero,
che dice così ,, Don Ambrogio figlio di Civenni da
„ Portico di Romagna di anni 14. e giorni 22. et
,, diede il padre fuo adì 8. di Ottobre 1400. e anno
,, Domini 1401, adì 6. di Novembre fece la fu a pro-
,, feffione in Capitolo, nelle mani del P. Priore. „
E qui notifi lo sbaglio del P. Giulio Negri , che lo
fa Religiofo negli Angioli all' anno 1384. Seppe poi
Ambrogio unire sì bene a* rigori della difciplina Mo-
nadica i gravitimi fuoi ftudj , che il Priore Don_.
Métteo fidatoli del fervido fpirito del fuo Monaco ,
per non comparir villano ai Fiorentini, che ogni dì
più concorrevano a vedere Ambrogio, giudicò di con-
solare i Cittadini , aprendo in alcune fìanze del Con-
vento un'Accademia lingua Greca, e Latina, cui
prefedeffe Ambrogio , ammirato , e cercato da tutti,
sì per la fatuità de* fuoi coftumi , che per lo fplen-
V 2                                 dorè
*
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dpre clella >do.Ufiaa , e, quivi principiò egli ad ifpie-
gare le fue dotte Lezioni ad un concorfo di Nqbili
Fiorentini, e tra erti al giovanetto Cofìmo de' Medi-
ci,,il quale limolato dal fuo Maeftro, concepì quel
tanto lodato penfiero di procacciare a comodo degli
Studici!, da ogni parte del Mondo i Libri più rari in
ogni lingua, come felicemente gli nufcì;,e ce lo di'
morirà no le Librerie dai medefimò fondare nel fuo
proprio Palazzo, nel Convento di S. Marco, nella..
Badfa di Fiefole , agli Zoccolanti in Mugello, ai Roc-
chettini in Venezia , ed ai Monaci degli Angioli in
grazia del fuo Maert.ro , cui ne donò una gran por-
zione in proprietà , altri molti la.fciò in preftito , e
tutti i fuoi in ferbanza, ogni qualunque volta il det-
to Co/imo ebbe neceOìrà di andare fuori di Firenze,*
e che Ambrogio fofle il Cuftode de' Libri Medicei ap-
pare da fua lettera ferma a Niccolò Niccoli , leggen-
dovi/i come appreflb: Ifla Cofmo n unti ahi s , cum illuni
njideris
, pudore ipfe prohìbeor hoc Jìgnificare , ne illuni
poeniteat ade a ignarum Cuflodem Libri s fuis procurale
.
Ma per vero dire predo il notìro Monaco non frette-
rò in ozio sì preziofì Codici, avvegnaché effo parte
di quelli ne emendò , altri ne traduife , e moltiffimi
ne copiò, lo che fcorgcft dall'Indice, che ne abbia-
mo da Don Silvano Razzi; che è il feguente :
Volumen SS. Pai rum ; Summa Confefforum . Te0a-
mentum Vetus , & JSlo^vum. Di'vi lohannis Chryfoflomi
Opera fequentia ; in Epijl. D, Fauli , in E<vang. $, Io»
hannis, & S> Matthaei^ quadraginta Homel. S. Efrem
Sirus; Dionijìus Areopagita; Vitae SS. Fatrum, S. Ba-
filius de Virginitate , <& de Far adifo . Gregorius Na-
zianz>enus de 'vita folitaria ; De Fatris obitu , & die
Face ; S. Atbanajìi Opera; S. Iohannes Climacus , Dio*
gens* Laertius • Hicandrus , Fbiloflratus , Flutarchi O*
p ufett la , La&antii ,.^* Ti ti Limi Hi fiori a■.
III. Mirabile poi fu la diligenza, colla quale tali
Libri erano ferirti , che piuttosto fembravano dipintu-
re , concorrendo ad aiutare Ambrogio parecchi Mo-
naci
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*5?
naci affai eccellènti nelle Miniatore , ì quali ornamen-
ti rendevano il libro ancora più preziofo , ficcome in
una lettera di lui a Lionardo Gìuitiniani) trovanti no-,
tate le feguenti fpefe :
Per Vernice libb. 200.
Per un Testamento nuovo fiorini 20.
Per la Somma de* Confeffori fiorini 15*
e tra' libri riccamente miniati furono le Opere di S.
Bernardo de Confide rat ione , che Ambrogio mandò in
dono a Papa Eugenio IV. e fiamo pure certificati >
che la maggior parte delle belle miniature, che fi arri*
mirano ne' Codici delle Librerie Fiorentine, fieno fiate
fattura de* Monaci degli Angioli. E quefti > ed altri
libri da lui o corretti , o tradotti , o copiati non
crederle già taluno , che diitraetfero Ambrogio da' più
minuti doveri di Religiofo, mentre , giuria le relazio-
ni de* fuoi contemporanei , ci afficura il Razzi , che.
non ottante le fuddette occupazioni, e ftudj, frequen-
tò egli maifempre e notte , e di il Coro , arTiiteva.,
alle Lezioni, e conferenze fpirituali , non ifminuì mai
le ore della meditazione , né fi feusò da quegli ufi-
zj , che gli toccavano fecondo 1* ordine del Monatte-
ro , e che gli venivano importi da' Superiori . Ed un
tale tenor di vita oilervò inviolabilmente il B. Am-
brogio ne' 33. anni, che con maraviglia di tutta Fi-
renze , e con univerfale concetto di Santo pafsò egli
nel tvlonafkro degli Angioli , quando obbligato dal
Generale Capitolo , e dal fuddetto Cardinal Piccolo-,
mini ad accertare le Infegne di Prior Generale dell'
Ordine Tuo , gli convenne abbandonare il ritiro del
fuo diletto Convento , e per adempiere le obbliga-
zioni del fupremo fuo carico intrapendere lunghi 5 e
molti viaggi , a* quali debbonfi aggiugnere , e le le-
gazioni fatte per fervizio della Chiefa , e papa Eu-
genio IV. e le Ambafeerie per commiffione della Re-
pubblica Fiorentina t le quali fi tralafcìano ài riferi-
te per non ci difeoftar troppo dal nortro proposto ,
* fia
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® fia dal Monartero degli Àngioli , foìamente notan-
do la morte del medefimo Ambrogio, feguita adì ini
ài
Ottobre del 1439. non già nel Convento degli An-
gioli } come dice il Negri , ma nel Monaflero di S«
Salvadore di Firenze , donde il fu© Corpo fu trasla-
tato al facro Eremo,
IV. Or tornando al Monaflero degli Angioli ,
vediamo i notevoli onori, e privilegi » che ne deri-
varono dalla fantità , e dottrina del foprallodato Am-
brogio , e in primo luogo rammenteremo 1' acqui/to
delle infigni Reliquie de' Santi Martiri Proto , Gia-
cinto 3 e Nemefio, Eunuchi di Santa Eugenia Vergi-
ne , martirizzati in Roma fotto Gallieno , giuda il
Martirologio Fiorentino, ma non nell'anno 251. che
ivi accennai! . Imperciocché Gallieno non principiò a
regnare prima dei 162. Né efente da errore è la Ifcri-
zione fcolpita nella Caffa di quefti Santi , fapendofi ;
che parte de' loro Corpi è in S. Salvadore in Tra-
stevere , parte in S. Giovanni de* Fiorentini in Ro-
ma , ed altra parte , che fono le noftre 9 fletterò
prima nel Monaftero di S. Salvadore di Selvarnon-
da Diocefì di Arezzo , trasferite pofcia per Bolla di
Martino V. a Firenze , e concedute al Monastero de-
gli Angioli , ad iftanza di Cofimo , e Lorenzo di
Giovanni de' Medici , molto portati a favorire il loro
M^efìro Ambrogio, e il Convento di lui. La trasla-
zione con folennirà, e col concorfo dei Fiorentini fu
fatta adì 15. di Gennaio del 1421. ab Incarnatione j
con Indulgenza concefla dal detto Pontefice , e con-
fermata pofcia in perpetuo da Eugenio IV. per il dì
11. di Settembre, giorno fertivo de' mede fi-mi Santi,
in onore dei quali Cofimo de' Medici fece un rices
lafcito , da fervi re alla fefta de' Martiri . e per il
pranzo de' Monaci ; oltre di aver collocate pre-
ziose Reliquie in una Gaffa, di bronzo lavorata nel
1428. da Lorenzo Ghiberti , ornata di felloni , coli'
Ifcrizione , che da una banda dice ■;
HIC
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159
HIC CONDITA SVNT CORPÒRÀ
SANCTORVM MARTYRVM
PROTI ET HIACINTI ET NEMESII.
i Beli' altra, facciata leggefi così:
CLARISS. VIRI COSMVS ET LAVR. FF. MEDICES
NEGLECTAS DIV SANCTORVM RELIQVIAS MM.
RELIGIOSO STVDIO AC FIDELISS. PIETATE
SVIS SVMPTIBVS HIS AENE1S LOCVLIS CONDENDAS
COLENDASQVE CVRARVNT .
In grazia poi del medefimo Ambrogio dal Patriarca
Coftantinopolitano fu donato ai Monaci il Battone di
S. Giufeppe , che fiorì, il quale vedefi chiufo in una
Cuftodia di argento, di cui abbiamo già favellato nel
primo Tomo delle noftre Notizie 5 alla Lezione della
Chiefa di S, Giufeppe dietro a Santa Croce. E dell'al-
tre molte infignì Reliquie qui efiftenti ne daremo con-
tezza in altra Lezione , nella quale fi defcriverà la
Chiefa , la Sagrcftia , e il Convento .
V. E però profeguendo il ragionamento de* mol-
tiplici pregj , che illuftrano il Monaftero degli Angio-
li , notar fi vuole la educazione, che ivi ebbe Leo-
ne X. della quale memore egli, e grato, nelìa Bolla,
che diede in Firenze nel 1516. parla come fegue: '/*
quo ( in Monaftero ) adolefcentiae noflrae tempore diufiius
nos njerfati
, ac yene educati fuimus ; e ftando egli in Fi-
renze vifitò quello luogo , già onorato da' fuoi ante-
ceiìbn Martino V. ed Eugenio IV. Né furono po-
chi i Pontefici , che avendo a cuore di accrefcere_»
T entrate del Monaftero , gì' incorporarono varie Ba-
die , e Chiefe, come trovafi in un libro coperto di
alfe, alle carte 224.6 2gi. in cartapecora, ed in una
Galletta fegnata E. num, 2. Giovanni XXIII. vi unì la
Badia di S. Piero a Cerreto , e quella di S. Giovan-
ni Decollato detta il Saffo , nell' anno 1414. con fua
Bolla j data in S. Antonio del Vefcovo fuori di Fi*
ren*
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%6q
renze, e ciò a riguardo di Cadmo, ficcome fece Mar*
tino V. nel 1419. fottoponendo agli Àngioli la Chiefa
di S. Gennaro di Capolona, e confermò la unione, fatta
dall' Antipapa Giovanni , delle due fuddette Badie. I
Monasteri di S. Maria a Vertighe ,.. dì S, AgataY e di
S. Criftofano al Monte a Sanfovino furono uniti da
Innocenzio Vili, che pofeia ne diede la conferma Giu-
lio II, che vi unì pure quello di S. Michele a Moria-
nò nel 1508, e Paolo III, nel 1543. vi aggiunfe lo
Spedale di S, Friano in quel di Pila . Trovanfi anco-
ra altre unioni fatte in diverfe occafioni , come dal
Vefcovo di Firenze Agnolo Acciaiuoli nel 1342. del
Monaftero di Santa Margherita di Firenze , addirim-
petto a quefto degli Angioli) dove oggi torna il Pa-
lazzo , fatto da Simone da Firenzuola , e pofcia_*
palFato ne' Marchcfi Giugni , difegnato da Bartolom-
meo Ammannati , e che in antico era Convento di
Monache, dove vi(fe , e morì la B. Paola: e finalmen-
te fonovi ftate incorporate dal Generale Camaldolen-
fe Pietro Delfini , concorrendovi il Capitolo Generale
del 1508. le Chiefe di S. Vito , e S. Angiolo, amen-
due della Diocefi di Arezzo 5 e S, Pietro da Mucchio
in Valdeifa*
VI. E fin qui le fplendide donazioni , dimoftran-
ti il gran merito di quefti Monaci prefìfo a grandi
Perfonaggi , recandoci a rammentare due non difgra-
devoli notizie , e la prima Ila il pericolo , nel quale
fu queito fanto luogo, di pafTare in mano di Mona-
che per Decreto della Signoria; e la cofa farebbe riu-
feita , fé Giovanni Benini ottimo eonofeitore della_»
virtù de* Monaci , e Uomo autorevole nella Repubbli-
ca , non avelie porto freno a chi makonfigliato prò-
pofe di far qudia mutazione , potendoti detto Benini
appellare il Liberatore, e il Padre di queito Monaftero,
e tal benefìzio accefe viepiù ne* Monaci V impegno di
profeguire la ftrada > in nulla degenerante dalle azio-
ni de' lor favj Antenati, fin ad aver quefto Monaftero
dato all'Ordine dodici Generali. L'altra cofa degna
da
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tSi
riferirvi sì fu , che il Granduca Cofimo I. amando ,
come degno erede della pietà de* Medici » queito Con*
vento , volle onorare 1* Abito de* Camaldolenfi } avve-
gnaché follecito di dare la foggia del veftire a* Ca-
valieri della Religione di S. Stefano , fentito il pare-
re dell'Abate degli Angioli Dori Benedetto Coti,
fcelfe pe* fuoi Cavalieri il colore, e la maniera dell'
Abito di que&i Monaci *
LE-
Tm.VIII.
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i6i
LEZIONE XII.
» * t neiiiirue
DE' MONACI DEGLI ANGIOLI III.
On ho mai trovato, in leggendo le
antiche Scritture , che Ja Repubblica
Fiorentina faceffe maggior dimoftra-
zione di affetto , né tenerle più parti-
colar divozione ad altri, che aJ Mo-
naci di S. Romualdo, detti Camaldo-
ienfi , avendo io rinvenuto moki ri-
cordi alle Riformagioni , che dimoftrano i diftintiflimi
pn'vilegj farti da' Fiorentini , in coniglio convocati ,
con pubbliche deliberazioni a quel facro Eremo, Ca-
po; e principal Convento di tutto 1' Ordine , e fo-
no , U fovrana protezione del Comune , le notabili
limofine , la donazione di beni , la licenza di quat-
tro Monafteri in Firenze, e la efenzione dalle Gabel-
le . Fra tanti Angolari favori però venuti alla noltra
cognizione , ci piacque affai quello del 1445. rogato
dal Cancelliere di Palazzo Ser Giuliano di Iacopo°del
Mazza, e contenente la raccomandigia di detto fa-
ero Luogo , accettata dalla Signoria , con parole aven-
ti in fé grandezza di divozione, e altezza di concet-
to , e fono le feguenti : Oh finceram , ac Jingularem
iervotionem
, que habetur Eremo C&maldulenfium , moti
Magnifici ^ & Mxcelji DD< Friores & Vexillifer Jufli^
tic Tonfili Fior, ut Ma omni tempore frejernàetur
, a?»
qtte augeatur in confervatioteem & augumsntum Inclite
Cirvitatis Fiorenti?
, cui di» , ut locns non fibditus ,
feu con/deratus) fed recommendatus, iffa facra Eremus,
& eius Territarium effe diguofcitttr : ed i medefimi
femimenti con maggiore zelo , e vigore trovanfi re-
ph-
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\6i
plicatamente nelle grazie fatte a que' Monaci da*
Granduchi, come da Ferdinando IL in una conferma
de* privilegi conceffi da* fuoi Reali Antecefìbri al Sa*
ero Eremo , lo appella così : De nobis , de Etruriae
Trinci]) ntn famili a foeiìcifftma
, de de uniiierfa Chrijiia-
tta Refublìca
5 Monaflerium ottime meritmn. 'Ma quando
mancaiTero sì rare teftimonianze della collante venera-
zione de' Fiorentini al Monte di Camaldoli , ne farà
unaifempre autorevole documento la magnificenza de*
Chioftri, de* Dormentori , e della Chicfa dei Monafte-
ro degli Angioli ; al quale per quello terzo ragiona-
mento io ritorno, nulla dovendofi tralafciare , che ila
ofiervabile , anzi ammirabile circa le belle Arti , le
Reliquie de* Santi , e le illufòri memorie de' più ve-
nerabili Monaci , che qui nel decorfo di cinque Se-
coli fiorirono, o fi voglia per fantità , o per eccel-
lenza di dottrina , ed altri talenti ragguardevolifiìmi.
ìh E facendoci dal maeftofo Convento, fatto col
difegno di Gherardo Silvani , fonovi . tre Chioftri, due
de* quali mettono in mezzo la Chiefa , retti eftendq da
colonne di bella pietra ferena d* ordine dorico , con
archi a porzione di circolo vaghiffimi , ed il terzo
Chiofiro , più grande de* primi; è foftenuto da pila-
ftri del medefimo ordine, avente fopra ampli Dormen-
tori . Entrandoli adunque nel primo dalla via pubbli-
ca » fulla Porta al di dentro fi veggono adattati una
Vergine Maria , S. Benedetto, e $• Romualdo di Ber-
nardino Poccetti con 1* Arme del Sacro Eremo , a
quella del Monaftero accoppiata , quivi torna la Cap-
pella fatta dagli Alberti , più fiate da noi lodati per
le moltiplici fabbriche di Chic fé , di Monafteri, di Al-
tari da e0ì eretti ad onore de* Santi , ed in quefta_.
avvi una tavola della Incoronazione di Maria dipinta
full* affé , di quelle > che ftavano nel Monaftero di S.
Benedetto rovinato per V aifediO) ella è di mano del
Monaco Don Lorenzo , del quale in Monaftero fono-
vi altre dipinture . Rifponde ancora in quefta Chiefa
altra Cappella , che s' incontra avanti , che fi entri
X 2                                nel-
-ocr page 170-
lé4
nella Chiefa detta de' Segni, ove fi vede una ftupen-
da tavola del B. Gio: Angelico , che vi rapprefemò
un Paradifo > e un Inferno, c©n figurine defcritte_»
con lode dal Vafari . Il fecondo Chioftro dalla ban-
da di Ponente , difegnato dall' Ammannati, ha le lu-
nette colorite da Donato Mafcagni, che fatto/i Frate
di Monte Senario chiamoflì Fra Arfenio , avendo in_,
effa colorita la Vita di S. Romualdo ; le lunette pe-
rò dalla banda della Chiefa fono del Poccetti, il quale
effigiò in tre di effe fìorie pertinenti alla Creazione di
Adamo, colori pure le figure ne'foprapporti, e la fon*
dazione del Sacro Eremo di Camaldoli ; negli angoli
poi del medefimo collocate in alto fono le terre di
marmo de' Santi principali dell' Ordine, fcolpite par-
te dal Caccini, e parte dal Francavilla , e fra effe gra«
2Ìofifiima è quella del B. Ambrogio > efpreila con ac-
curatezza grande al naturale dal fuddetto Caccini; al-
lato alla quale viene il Capitolo , dove fono cinque
Cappelle, e la prima a manritta è di quei del Pala-
gio , intitolata S. Pietro, con lapida , che dice :
SACELLVM HOC D. PETRO DICATVM
CONSTRVCTVM FVIT A PETRO NERI DEL I'ALAGIO
ANNO DÓM. MCCCLXXII.
CAMMlLLVS Et FRANCISCVS FRATRES
IX EADEM FAMILIA
POSVERVNT ANNO DOM. MDCXXIV.
y                                                                                                                                                                                                      .. . '..... j '--                                                             ■■■ ). \* f' x ■■■ '.;" .■ ■.■ i
fegue la feconda de' Dini, che ha tavola antica con
Maria , il Bambino , i Santi Gregorio , e Giob in_
campo d* oro , e figurine , nella predella leggendo-
vi fi: Tellinvt Dini fecit fieri hoc $ro Anima fua mccclxf.
ed appiè deli' Aitare fi legge in marmo I* epitaffio di
Don Martino Angiolo Franchi Fiorentino Abate , O-
ratore , e Poeta, che morì rial 1725. Viene la terza
de' Marche!! della Srufa , dove vedefi pure tavola di
maniera antica con la SS. Trinità, ed a' lati i Santi
Andrea Apofìolo , e Romualdo Abate , la predella è
orna-
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I5j
ornata di ftoriette, e lettere appiè » che dicono : A. D.
mccclxxu. Andreas D* Vgonis de Stufa fecit fieri hanc,
Ca^ellam ad honorem S. Andree Ajtoftoli
, & fr» re**
medio Anime fue
, & fuorum mortuorum . Alla quarta,
leggefi nella tavola a bei caratteri gottici : Anno Do^
mini mccclxviiiu Bindus quondam Lap Benini fieri fe<*
cit ;
il quadro contiene la Purificazione di Maria , e
la predella altre belle piccole figure . La quinta final-;
mente è Cappella de* Corfi , fatta fare da Mefìer Do-
menico , che la dedicò a S. Antonio , con tavola di
fattura fomigliante alle fopraccennate , con dentrovi
Maria, il Bambino, S. Gio; Batifta , S. Lorenzo, S.
Giuliano, e S. Antonio; e nel pavimento ewi lapida,
che dice :
■'""■ -! • .' fc           - # s-ì . i;rM3 -          '1!
DOMINICO CVRSIO FRANCISCO FILIO
CAMALO. MONACORVM MVNIFICO BENEFACTORI
QVI CVRRENTE ANNO MCClXIV.
IN MONASTERI© S. BENEDICI! EXTRA MVROS
CAPPELLAM S. ANTONI! ABBi {
SVAE FAMIUAE ADSCRIPTAM GRNAVIT ET DONAVIT
BARTQLVS SVVS FILIVS . »
ALTERAM S. MARTINI IN EQDEM MONASTERI^ (
AEDIFICANDAM CVRAVIT
QJO D1RVTO IN VLTIMA OBSIDIONE ,
ICONEM ET SACRA VTBNSIUA HVC AD ANGELOS ASPORTARE ,
COENOBITAE FECERE.
MAVRVS CVRSIVS ABBAS ANTONIVS IN SAECVLO
CAMMiLLI FILIVS
EX RECTO STIPITE A DlCTO DOMINICO ORTVS
E RELICTIS A IOHANNE FRATRE OBTENTA VENIA
VIVENS DE MORTE COGITANS
HIC VBI SPIRITVM INTERIORIS HOMINIS RECEPIT
HVNC REDEMPTOR1 COMMENDANDO STO FVLVERI ET C1NERI
IN HOC PVLVERE SI DEO 'PLACEBlT
SEPVLCRVM AC ALIIS CVRSIAE FAMILIAE DISPOSVIT
ANNO MDCLVI.
Al-
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166
Alle pareti poi d! quefìo Capitolo pendono altre ta-
vole antiche j e nel pavimento fatto nobili lapide giac-
ciono i Monaci Don Gra2ia da Uva Abate Generale
dell' Ordine , e Abate degli Angioli , morto nel 16^7.
e T Abate D. Bartolommeo dei Caccia » morto nel
T<553« e in un gran marmo leggonfi , con qualche dif-
ficoltà pel carattere ftravagsme Gottico i feguenti
verfl ;
ORDINIS HOC NOSTRI GENERALIS MARMORI CLAVSVS
SANGVINE DE VZANO NOMINE HÌERONYMVS
CLERICVS IN MVNDO NOBISCVM FRATER AD ASTRA
HINC VOLAT ET CORPVS CONDIMVS HOC TVMVLO
AN. DOM, MCCCCLXXXX. DIE XXIII. NOVEMB,
III. Rifpondono pure fu quello Chio/tro le Por-
te di due Cappelle } la prima è di quei da Filieaia,
e la feconda di S. Iacopo , privilegiata da Gregorio
XIII. è de' Nobili , con un quadro ornato di guglie^
ricche, e di figurine, e di oro; e per vero dire è la
più magnifica Ancona , che fin ora io mi Ha avvenu-
to a vedere, e in più luoghi evvi 1' arme della Fami-
glia Benvenuti , chiamata poi de* Nobili per Privilegio
di Carlo Re di Francia; lo feudo è azzurro , con una
fafeia , piena di gigli d* oro , e quetìa Cappella fu
fatta fare nel 13S5. da Bernardo di Gino, quegli Uef-
fo , che riportò dal Re il privilegio ài chiamare il
primo de' Nobili♦ Tutte le porte di queir© Chiofìro
furono difegnate da Antonio di Gino Lorenzi da Set-
tignano J lodato dal Vaiati tra gli Accademici del Di-
fegno . il terzo Chioftro confidente in perfetto qua-
drato di logge , con pilafiri dorici , ed archi mezzi
tondi, ha fopra nobili appartamenti, e Celle pe* Mona-
ci , corrifpondendo in elle con uniformila ài Architet-
tura le fìnercre feorniciate . Nel Refettorio fonavi pre-
gevoli pitture, come al Pulpito di legno con rabe-
fchi, figure, e intagli, fopra del quale vedefi un Àbra-
mo a tavola co' tre Angioli, opera di Iacopo Vigna-
li;
-ocr page 173-
léf
li; alle pareti laterali Giovanni Martinelli fece quat-
tro Iftorie di S* Benedetto > illuminate da fineftroni
dì pietra ferena , intagliata da Silvio da Fìefole , e_»
nella tettata di mano di Ridolfo Ghirlandaio è il Ge-s
nacolo a frefco . Di Luca della Robbia trovanfi in
un andito tra un Chioftro , e 1* altro una Madon-
na col Bambino, fattura di terra cotta, e falendoG
la fcala fatta da Giovanni Franchi s dopo il primo
braccio eotrafi in un piano , che conduce al Novi*
zìato, Topi a la fcala del quale fono tre Putti di ftuc*
co fatti dal Barbieri ; nell* ingreflb viene una gran
Sala , co' ritratti de' più famofi Monaci di quefto
Convento, e tra i più infigni fonovi quelli del B. Am-«
btogio.» di D* Pietro Candido, D. Paolo Orlandi, DJ
Filippo .Fantoni , D. Agallino Gondi , D. Agostino
Pifferi, 'e D. Silvano Razzi : allato a quefta fegue la
Sala i, o fia 1' Accademia de* Monaci ftudenti , dove
Antonio Pugliefchi ha colorito la Religione , che to-
glie ai vizj i Giovani , e confegnagli alla Virtù , e
alla Scienza; e nello sfondo dipinte il Gherardini . Nel-
la Forelteria fi oifervi la Cappella , dove Giovanni da
S. Giovanni colorì la tavola di S. Giovanni Decolla-
to , e nelle Camere del Generale mirabile è 1' incen-
dio di Troia , ed il Giudizio univerfale, dipinti da_*
D. Migliore Biliotti , il di cui ritratto è quello ,
che tiene pennelli, E ritornando alla fcala fuddetta fi
fale a tre Dormentori affai vaghi, e alla Libreria , che
difegnò Antonio Ferri; gli fcaff&li fono di Anton Do-
menico Gamberai) e nelle due facciate, di Pier Dan-
dini fono le due iitorie , cioè, la prima di S. Ro-
mualdo , fcrivente la efpofizionc de* Salmi > in com-
pagnia di alcuni Profeti : la feconda rapprefenta il
Concilio Fiorentino , ove il B. Ambrogio conduce a
Eugenio IV. la Chiefa Greca ; mirabili fono le attitu-
dini de' Padri, e bella la veduta della Cattedrale., Cu-
pola s e Campanile: addirimpetto viene il ritratto adi3
Abate D. Antonio Caramelli, che fabbricò quefta Libre-
ria. La volta, dopo che rovinò, è fiata dipinta dal Pu-
gliefchi a olio.
                                                     IV. E
r
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tdtt
IV. E trasferendoci alla Chfefa14 fulla Porta, che
ricorra nella iìrada , fi adatta pei vaghezza deir oc-
chio la Tetta di marmo di Maria ^ fatta dal Gaccini,
«ne 11' ingrefib troviamo un ricetto aitai vago, chia-
mato 1' Oratorio delie Donne , mantenendovi!! ancora
quel non meno antico , che ìodevoiiffimo coiume di
fegregarle dalla viita de* Monaci , e folamente per-
jnetterfi ad elle V udir la MerTa a* due Altari , fituati
nelle due feriate dell' Oratorio . Quivi adunque, per
ornamento, a manritta fi vede una Cappella fonda-
ta dagli Spini > e che inoggi è de* Ticci , con una_.
tavola di Lazzero refufeitato, opera del Poccetti , dì
cui fono ancora le figure a frefeo , e la Cupoletu
colorita dal medefiroo con grazia -, e lode de* Profef-
ri . Addirimpetto toma la Cappella del Conte Guido da
Battipalle , e di Gherardefca fua Moglie, parlata ne*
Minucci da Volterra , come parla una lapida di mar-
mo, che dice eiTere /tata rinnovata da Girolamo Mi-
nucci , Cavaliere di S, Stefano , e Cameriere di Fer-
dinando 1. Vi fi acquieta da chi la vifita , Indulgenza ,
che vi lafciò nei 15S1. Aìeffandro Riario , Cardinale
Legato a latere di Gregorio XÌ1I. la tavola di que-
lla Cappella è una Fuga in Egitto del Paggi , Nella
Chiefa prima deli* ultima innovazione , che diremo,
eravi un fola Altare delia Famiglia iQuaratefi , restau-
rato pofeia da Ramirez Montalvo , con appiè un la-
drone di marmo, in memoria di D. Giovanni Montal-
vi , Majordomo dei Granduca Cofimo 1. , che ebbe 1*
onore di foftenere il Manto Rcaìe nell'atto, che «el-
la Cappella Papale da Pio V. il detto Cofimo ricevè
la Corona , e il tirolo di Granduca ; alle pareti late-
rali fono due iilorie a frefeo, cioè il tranfito di S.
Benedetto dipinto da Giovanni Butteri, e la traslazio-
ne del Corpo del S. Patriarca colorita da Franctfco
Mari . Ma nel 1676. principiatati la innovazione del-
la Chiefa dall'Abate D. Bartolommeo Venturi, e pro-
feguitafi col difegno di Francefco Franchi , dall' Aba-
te fuccellero , finalmente fi aprì al pubblico ne' dì 9.
f, e . ■ 3 . di
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9
di Novembre del 1709. veggendovifi 1' Aitar mag-
giore avente due colonne di pietra ferena {cannel-
late, voltato in faccia della ftrada con rlucchi dora-
ti, la volta dipinta è a frefeo da Aleffandro Gherardi-
ni, coli' architettura di Giufeppe Tonelli ; e del fud-
detto Gherardini fono anche la Fede , e la Carità
fopra le due Porte laterali a mezzo della Chiefa . La
tavola dell' Aitar grande è la ftefla, che vi era avan-
ti la reftaurazione , dipintavi la SS. Vergine AfTunta
in Cielo coronata da Cri ito col Di viti Padre , e lo
Spirito Santo di mano di Aleffandro Allori. Alle^»
Cappelle laterali Francefco Conti vi effigiò il tranfito s
e volo al Cielo ài S. Romualdo , ma quefta tavola.,
mandata a Pifa , in fuo luogo Giufeppe Grifoni vi
ha dipinto la medefima iftoria , nella, quale ritra(Te Fra
Angiolo Converfo, che è quel Monaco , che tiene il
Crocifitto in mano , e Fra Daniello pure Monaco lai-
co , che penfofo pofa la mano fulla propria tefta , e
fece pure il ritratto di fua forella Leffandra nella fi-
gura della Monaca, che fi vede. Alla Cappella della
Madonna fi trasferì la celebre tavola del Paggi, detta
della Santa Famiglia , e che per la fua bellezza fu ti-
rata in rame : fu quefìo Altare è da confiderarfi un
Crifto fui rame fatto da Andrea del Sarto. Alla terza
Cappella fi vedeva San Bonifazio colorito da Filippo
Cecchi , inoggi trasferito nella Infermeria , effendovi in
vece di quella S. Qiovanni Decollato dì Cefare Gam-
berucci, e alia tenda dell' Organo dipinfe Francefco
Conti . Nello sfondo della Volta affai vago avvi da
notarfi, che il Gherardini bizzarro Artefice fattori de-
fiderare da* Monaci per quindici giorni , eflendo tut-
to preparato una mattina vi comparve , ed in pochi
giorni la dipinfe , con rapprefentarvi da bravo > ed ec-
cellente Pittore, la froda, quando S* Romualdo vede
andare i fuoi Monaci per una luminofa fcala in Cielo.
L' architettura è di Carlo Sacconi, e gli ftucchi fparfi
con buon gufto fono parte dei Barbiere > e parte di
Aleffandro Lombardi ♦ Né da omctterfi è un iaftrone
T$m. rilj.
                          Y                               nel
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170
nel pavimento , fotto del quale fu ripofto Benedetto
Varchi , a fpefe del Granduca Cofimo !.. dopo folen-
niflìme efequie, accompagnate tutti gli Accademici
di Firenze , e dalla Nobiltà con Orazione funebre ,
che recitò Lionardo Salviati , e fu per allora tumula-
to nella Cappella degli Alberti; e Pier Vettori , che
fu prefente feri (Tene una relazione a Mario Colonna,
lamentandoli , che a dette eflequie non ebbe l' ingref-
fo Laura Battiferri Ammannati , negli ftudj. Tofcani
Donna verfatiilìma .E chi folle il Varchi Poeta, Filo-
fofo , Ifìorico , non è chi non lo fappia, maifrmamen-
te quelli , che vanno dierro alla eloquenza del pro-
prio favellar Tofcano ,. ed un grand* Uomo ce lo han-
no figurato Pier Vettori, i* Angelio > e il Vietorelli , di
forte che Don Silvano Razzi 3 che da lui: apprefe la
purità della. Lingua Fiorentina , oltre averne fcrirta la
Vita., volle in queL marmo, farvi intagliare il feguen-
te Epitaffio :,
E£N£D.> VARCHIO POETAE PITI LOS.. ATQVE HISTCRICO'
QVI CVM ANNOS LX1H.. SVMMA ANIMI. LIBE.RTATK
SINE VLLA.
AVARITIA- AVT AMEITIONE IVCVNDE VIXISSET...
OBIJT NON INVITVS XVU KAL.. DEC. MDLXVI.
S1LV.. RAZ.. SACRAE HVIVS AEDIS COENGBITA
AMICO OPIIMO- P. G.v
E giufta il Ciac/coniò quivi fu feppellito Pietro di Fer-
dinando Fries Spagnuolo Cardinale Sabinenfe morto
in Firenze rielP anno. 1420.. di- Settembre, venutovi
con Papa Martino V. Il pavimento è- tutto di bardi-
glio cero, e di marmo bianco . E la Sacra, dicefi,
che folle fatta, con folennuà: da S. Antonino ne' 14.
éi Settembre, del 1452., Nel Coro- der Monaci , che_»
viene a mano manca dell' Aitar maggiore, meritano
]ode alcuni quadri „ tra* quali una Madonna, molto am-
mirata pe'1 difegno' , pittura di Fra Vincenzio Ciuffi
Converfo del Monailero, che fioriva nell* anno 1684..
Vi.
r
i
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*7r
Vi fi vedono ancora S. Romualdo moribondo del La-
pi , e il medefìmo Santo portato alla Sepoltura, ope-
ra del Gherardini . Ma quello, che non ha prezzo in
queltoConvento, fono alquantiCodici, e Libri; tra'pri-
mi avvi un Commentario di Remigio Antifidorenfe fo-
pra la Regola dì S. Benedetto fcritto nell' $90. Un_.
Tomo di Prediche di Fra Giordano Domenicano, la
Storia Ecclefiaitica Fiorentina abbozzata da D. Silvano
Razzi, e ordinata da D. Tommafo Mini, le Vite de*
Cefari fin al 1143. e degl* Imperadori ài Occidente
fino a Carlo V. nel 1514. Vite di tre famofi Capi-
tani Conte Donati , Caftruccio Caftracani, e Uguc-
cione della Faggiuola . Altri Libri degni di ammirazione
fono quattordici Antifonarj , e cinque Meflali miniati
fuperbamente, con quantità di oro attaccatovi con par»
ticolar fegreto, e diligenza, tanto vaghi, e belli, che
veduti da Leone X. ebbe a dire , che ogni nota me-
ritava una doppia*
V. E pattando alla Sagreftia , all' Altare ornato
dal Priore D. Grazia , evvi una pittura di Niccode-
mo Ferrucci , e da' Jati dell' Armadio di mezzo u-
na Nunziata del medefimo . Ma avendo noi favella-
to altrove di quefta Sagreftia , annovereremo qui folo
le Reliquie ivi ripofte, e tra le più infigni noteremo
parte del legno della Santacroce, due Spine , delle veftj,
e del Sepolcro del Signore, Capelli, e Manto di Ma-
ria Vergine : un oiTo delia fpalla di S. Anna , la^
tefta di S. Gregorio Nazianzeno: della gamba ài S. An-
drea Apoftolo : offa de* Santi Innocenti : offa de* qua-
ranta Martiri , di S. Jacopo Apoftolo , di S. Sìlve-
ftro Papa . di S. Stefano Protomartire , di S. Roc-
co, di S. Appollonia, di S. Lucia, di 3. Onofrio, e
della Tonaca del Batifta : uà dito di S. Elifabetta ;
una tetta delle undicimila Vergini; parte della mafcel-
la di S. Ignazio martire, un olfo di S. Baftiano mar-
tire , braccio di S. Marina Vergine, tefta del B. Si-
mone Egiziaco , gamba di S. Riccardo Re, la mano
di S. Marina , e il cranio di S. jBafiìifeo. Del Baiione
Y z                                     di
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172
di S„ Giufepp.?, e ielle Reliquie fin gola ri de* SS. Mari
tiri Proto , Giacinto j e Nemefio già fé n* è favellato,
E circa al facro Chiodo, 1* autentica è in un ricor-
do a caratteri rodi , che dicono ; Hic de duodecim
Clamai fatìus ah Imperatore Confi antino ex infiigationg
B. He letta*
5 ex uno Clavo de tribù? Claris D. N. L C.
mdelicet de ìlio dijlemjierato immixto eum tanto fer-
ro ex quanto facli fuerunt xu. Clami
, ad Jtmilitu-
iìnem xu» A^ofiolorum
, ex quihus hic efi unus , qui
fuit Domini Napoleosis de Urfinis
. E Don Silvano
Razzi nel 1598. collocò in più decente Calla i Cor*
pi dei tre Beati del fuo Ordine , come leggeri in
cffa i
SIIVESTST HIC SVNT CONVESSI MONACHICI IACOM
VJKGINIS AC PAVLAE OSSA BEATA COLE
SILVANVS RAG. HV1V-S MONAST. COENp&TTÀ P. e/'
AN. DOM. MDIIC. ./**.■
E chi averle vaghezza di faper h vita di qu^fti tre
Beati, legga il precitato- Silvano Razzi nel primo To-
mo de* Santi ) e Beati Tofcani : qui folo di renio 5*
che il Beato Silveftro fu di Val di Sieve y e mo»
ri neir* anno della gran peite 1348. Beato Iacopo
morì nel 134 j. e fu de' Geri , e la B^ata Paola fu
di Firenze, Terziaria dell' Ordine Camaldolenfe, e fio-
rì ne* tempi della Guerra co' Pifani , la cui fconfitta
a gloria delle armi Fiorentine, ella predirle » Siccome
un' altra ricordanza non fi dee per mio avvifo lafcia-
re indietro, qual' è il B. Angelo Teutonico Converfo
negli Angioli, dove fiorì , e morto refe la fanità a
Don Filippo da Virici Priore , infetta di mal conta-
gioso ; e quel , che fiamo per accennare , benché non
fu reliquia di Santo, tuttavolta non devefi intralciare,
e fono le mani di quel valente nello fcrivere di caratte-
re: rollo, e in miniare Don Iacopo, le quali mani non
orlante , che il Monaco morto fìa più di 350. anni,
£ confervano ancor oggi in una Caifetta foppannatai
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di taffettà in Sagreftia, per memoria del fua perizia
in quel modo di fcrivere , e di dipingerei
VL Refta finalmente da' vederfi il ? principiò di ori
Tempio dalla banda di Ponente full* angolo del Cai
ftellaccio, cui il Vafarì dà- titolo di bizzarriflìmo Edi-
lìzio , ragionando di Ser Brunellefco , che ne fu 1' Ar-
chitetto , ma rimafo imperfetto per la cagione , che
diremo; e fé fìnivafi, farebbe flato, dice il detto Vafa-
rì » delle più belle fabbriche di Firenze. Quel, che in
oggi vi reità da vederfi, non danneggiato del tutto dall'
acqua, che di continuo ftando feoperto lo batte , e
la confuma , dimoerà la fquifitezza dell' Architettura,'
la- quale ancor meglio fi riconofee dal difegno , che
fi conferva in Monaftero , il quale dimoftra ; che do*
vea edere di figura ottagona , coperto^ a cupola cori
lanterna fòpra , alto da terra braccia 46. e di diame-
tro braccia 30, L' Autore di quefto Tempio ne fu il
B. Ambrogio , il quale ottenne da Papa Martino V.
col confenfo della Signoria, che il danaro lafciato in
ordine alla edificazione di due Monalteri dell' Ordi-
ne di Camaldoli da Matteo di Stefano degli Scolari,
e da Andrea Vefcovo pure della fteffa Famiglia , per
rogito di Ser Criftofanc* da Laterina ne* 24. di Mar-
zo del 1424^ e per altro di Ser Tommafo da Parma,
fi conveftiùV nell' edificare quefto Tempio da' Contali
della Univerfità de' Mercatanti, nominati Efecutori di
quelle loro volontà . Ma non ©ftanre elfendofi fervita
la Repubblica del danaro, a quefto fine depofirato nei
Monte Comune , per la Guerra contro i Lucchefi ,
la fabbrica reftò fofpefa , ed imperfetta . Ed il Gran-
duca Cofimo Iv ebbe concettò di terminarla per in-
trodurvi 1' Accademia del difegno , che allora fiori-
va fotto gli aufpicj di un tanto Principe ; ma quefta
volontà di Cofimo reftò pure impedita , e quel » che
è peggio , eflendo caduto cento anni fono il tet»
to, che la copriva, e difendeva dalle ingiurie del tem-
po , e dell' aria , quel che era fatto del Tempio oggf
è totalmente danneggiato, che in breve del tutto re*
***■■
-ocr page 180-
*74
jflerà atterrato; Viene l'Orto," dove avvi Cappella con
pittura di Andrea del Caftagno , che rapprefenta Cri-
ilo in croce con ai lati Maria, jS. benedetto, e S. Ro-
mualdo ,.
VII. Né difpregevole notizia è da ricordarli } che
dalla Chiefa degli Angioli fu cavato il Dito della ma-
no ritta di „S. Gio; Batifta , $ proceffionalmente por-
tato all'Oratorio di S. Giovanni, ove di prefente fi
venera con gran divozione , fu da Baldaflar Cofcia do-
nato alia Repubblica, ;come fi legge nel Tomo quin-
to delia noltra Iftoria . E per fine fi oflervi il mo-
derno Campanile, difegno Mai bello, fatto «dal Signor
Filippo Ciocchi Ingegnere della Parte 3 ed Architetto,
commendato per .alcune fue fabbriche e dentro , e-*
fuori di Firenze..
LE-
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175
L E Z I O N E
XIII.
J> T LIO S È E D A L E
DI SANTA MARIA NUOVA %
Ér r intelligenza non meno della pie-
I fente Iftoria , the delle varie altre-*
notizie , che damo qui per riporta-
re, concernenti allo Spedale il più fa-
mofo di Firenze ,. antepolio abbiamo
ad ogni; altra còla v e He li ha da di-
re , una lezione riguardante i mèriti
dello rtefìo Fondatore , che fw Folco di Ricovero* di
Folco de'Portinari , originato da una Famiglia norif-
fima nel governo de* Gonfoli, e fecondo alcuni difce-
h da Fiefolé , dopo la caduta di quella Qiiik nell'
anno iòio. e benché i fuor Accendenti follerò Itati
di fazione- Ghibellinasi, tutÉavòlta il noftro Folco nel
1282. fedette tra* primi' quattro Priori del reggimén-
to della Città: noftra;,dipoi ebbe altre volte il niè-
defimo onore > come addivenne a parecchi fuoi di-
fendenti. In qua! anno egli delle incominciamento a
sì illuftre Fdifizio, è punto alquanto ofcurò , che per
ifchiamlo , facendo d* uopo di contrariare ìé opinio-
ni di Michele Pocciantiv del RoiTelli■',- ed irt tal guifa
di parecchi altri Scrittori , èdl altresì^ contradire al-
le moderne lapide j* che variamente ftabilifcono P'e-5
poca dello Spedale , noi la discorreremo fempie fui
fondamento di corredati ottimi documenti . E però il
primo fia la più antica Scrittura , che fi< trova nell*
Archivio di Santa Maria Nuova, la quale; è uw Con»
tratto del 1285. col ^^ Folco* Portinari compia da
lippo, e Tura fratelli, e figli di Guido di Benincafa
alcune iìaioia di iena nel Popolo di S. Michele Vii*-
do-
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domini > fuori delle mura del fecondo Cerchio della
Città , chiamati efìfendo a' confini : i. Via di S. Gi-
llo , 2. Figli di Uberto Albertinclli, p Fornaci , 4.
Chiefa, e Convento de* Frati di S. Gillo, i quali con-
fini a maraviglia dimoftrano il luogo, dove Folco fab-
bricò il fuo Spedale; e che in detto anno, o fui co-
fiiinciar del feguente egli deffe principio a murare s
Sembra indubitato, avvegnaché fi confervi nel fuddet-
to Archivio la Bolla di Papa Onorio IV. data in Ro-
ma adì 21. di Maggio del ji$6. nella quale leggefi
inferita la fupplica ad Onorio del fuddetto Folco ,
che efpone aver fabbricato uno Spedale in Firenze, e
chiede licenza Ai fare una permuta di terre co* Fra-
ti di S, Egidio , a titolo di allargare Jo Spedale in
comodo degli Uomini infermi , e quefta Bolla la da-
remo nel fine di quefta Lezione . Onde lì vede»
chiaro lo sbaglio degli Scrittori , che decantarono
la fondazione dello Spedale effere fiata nell* anno
12SS. Qltredichè V avere Folco comprato il terre-
no , e fatta permuta di altre terre co* Frati confi-
nanti , fa vedere eilere dato di lui il primo con-
cetto di fondare lo Spedale, e .non della Teffa fua
Serva ; il fecondo dubbio è,, fé quegli Scrittori, che
parlano della folenne cerimonia > ufata nel benedire
la prima pierra di quefto Spedale > abbian colto tutti
nel fegno , mentre effi tengono , che tale funzione^
folle fatta dal Vefcovo Fiorentino Andrea de* Mozzi,
il quale non prefe poiTeffo del Vefcpvado fé non nel
1^87. che vale a dire quali due anni dopo rincomin-
ciato Edifizio ; e tra' ,detn Scrittori riporterò le paro»-
le del Migliore, che fono le feguenti ; „ Ne benedjf-
,, fé la prima pietra , con folennità altrpve toccata
„ in queft' opera, il Vefcovo di Firenze Andrea de'
„ Mozzi, prefente la Signoria , i Magiilrati ; e gran*
„ diflìma quantità di Popolo, co* due Ufìziali princf-
9,. pali foreilierl, il jPodeilà, e il Capitano efecutpre
„ della Giuftizia infieme cdn uno Ambafciadorp Re-
>, gio della Corona di Napoli, 9) $in qyì Leopoldo
del
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*77
del Migliore > il cui credito ftandomi a cuore > dirò
che elfo non può intendere il tempo della prima.,
fondazione s feguita o fi voglia nel 1285. o nel 1285.
imperciocché in queiH anssi non eranvi Vefcovi in Fi-
renze , durando ancora la Sede vacante di quei dodi-
ci anni , dopo la quale venne Vefcovo Fra Jacopo
Aleffi da Perugia Domenicano , il cui governo prin-
cipiò agli 8. di Luglio, e terminò ai 16. di Agofto
del medefimo anno j cioè alcuni meo* dopo la foprac-
citata Bolla di Onorio , indicante già inoltrata la fab-
brica ; lo che appare ancora da un Memoriale di Folco
al Vefcovo Andrea de* 23. di Giugno del 1288. rogato
da Ser Grazia dì Arrigo di Grazia, effendo notabili in
detta carta le Seguenti parole : Petit quod in Ecclejia
& Ho frittili S. Marie Nome in divini s officiis Domino
fótnuletur 9 quod ij/fe Fulcus
, & eius filli 5 & cmnes
Defcendentes ex eis mafculini dumtttxat fexus babeant
ìufytttronattiS
} qttibus fyettet ius quoque eligendi Hofgì-
taUrium &c.
Onde credefi , che il Migliore abbia nelle
fue parole imefo, che il Vefcovo Andrea confacrò 1* Al-
tare con la benedizione della prima pietra della Cappella.
IL Segue ora il dubbio fopra la Serva di Folco ,
appellata Monna TelTa , dovendoli qui cercare fé ve-
ro fia , che ella prima del Padrone aveife il fanto
concetto di fabbricare lo Spedale , e che incominciaue
una tal opera in alcune pìccole Cafe> prima che Fol-
co delle principio al fuo , Né fi può negare, che vi
Ila un ritratto di mezzo rilievo , che il dice effer del-
la Teffa, e fi vede in marmo alla parete del primo
Chioftro , con fotto una moderna Ifcrizione, nella.»
quale chiaro leggeri » come appreffo \
MADONNA TESSA EFFIGIATA IN QVESTO ANTICO EASSO RI-
LIEVO DI PARI CARITATIVA, CHE FEDEL SERVA DI FOLCO
PORTUARI ; PER ESSERSI FINCHE» VISSE IN ALCVNE CASE
COMPRE DAL PADRONE IMPIEGATA CON MERITO, E CON
PLAVSO NELLA CVRA DEGLI INFERMI COLL' ESEMPIO DELLA
SUA GRAN CARITÀ* , E COL PRO GRANDE ALTRESÌ' DE' ME-
DESIMI INFERMI ., INDVSSE LA PIA, E LIBERAL GENEROSITÀ*
DI FOLCO A FONDARE QVEST' ORA %V MAGNIFICO SPEDALE
E LA FONDAZIONE SEGVI» AI 13. DI GIUGNO DEL i*SS.
Tom. Vili                      Z                       HI. Ma
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rj8
IIL Mia qui primieramente notar mi giova altro
dubbio di mala intelligenza , cioè lo sbaglio del roiU
lefimo , diverfo dallo stabilito evidentemente di fo*
pra ptr le tante fcritture originali ài Folco , nelle
quali appellati* egli Tempre il Fondatore , cesi pure_,
quella Ifcrizione ai fuo Sepolcro incifa a lettere an-
tiche, nella quale fono da confiderarfi le parole: He*
dificator^ & fundiuor Ecclefte & Hofptalis SanBe Ma*
rie Nove;
lo che trovali pure enunciato nel fuo Te»
iiame-nto . Ed inoltre fé fi doveife il primo penfìera
r-iconofeer dalla Tetta , non ci fembra credibile , che
per Decreto delia Signoria di Firenze fi fodero cele-
brate folo a Folco 1* Efequie , con quegli fplendidi
onori , che riferifee il Petribuoni nel fuo Priorilta ,
come fegue : „ A fpefe pubbliche fi fono fatte 1' Efe-
3, quie a Folco di Ricovero ài Folco Portinari, Fon-
a, datore dello Spedale di Santa Maria Nuova, e fé
„ gli fono decretati gli onori, [oliti a fari! a coloro*
„ che in carica o di Condottiere ài Efercito > o de*
3, Dieci ài Guerra , non oiìante , che non foflfe in_*
3, carica , né di verun Magistrato , e però non fé gli
„ afpettava , ma gli ebbe come benemerito de' Pove-
,, ri . j, Morì egli nel 1289. ai 31. Dicembre . E
giacché abbiamo nominato il fuo Testamento, benché
ila affai voluminofo, noi a motivo di trarne alcuru
lume, ne? daremo una copia fui fine di queft' Iftoria •
Frattanto circa alla TefTa è da ofTervarfi, che avendo
Folco nel detto Teltamento fatti molti lafciti, in niuna
maniera fece menzione della fua Serva , cui la carità>
e gratitudine voleva, che delle qualche cofa .
IV* Ma donde mai derivò fin dall* antico la vo-
ce popolare , che co* fuoi efempi effa deffe impulfo a
Folco , e che perciò fi meritale per fino fimulacri ,
ed epitaffi 5 foliti contraflegni ài Perfona benemerita
del luogo ? Io per vero dire a tal fine avendo ufa-
té" varie ricerche, non mi fono avvenuto a trovarti
antica memoria, che di effe parli, o rammenti i iuoi
meriti verfo quefto luogo; folamente nell* ollervare la
Gap»
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179
Cappella del primo vecchio Spedale j intitolata oggi
S. Èli labe tta , per buona forte m* incontrai ad ifeo-
prire la pietra della Menfa dell* Altare , dove intor-
no intorno al facto marmo ledi fei verfì goffamente
fcritti alla gottica , e fono una memoria appunto del-
la morte della Tefla 3 e dicono come appreiTo :
>fc PRO , ANIMA - DI . MONNA . TESSA .
FATT . E , QUESTO . PER . DIR . LA • MISS A .
MOGLE . EU . DI * TURE . BASTAIO ♦
E . DE . PAGHO . OGNI . DANAIO •
MILLE . TRECENTO . E . VENSETTÈ .
DÌ . 1III. DI . LUGLO . DEL . SECHOL . PARTETTE .
V. Quindi ad illuftrazione del dubbio noftro io
farei di credere , che fé quella Monna TeiTa folle la
decantata Serva di Folco } queir Altare da hi fonda-
to , e dotato fia irata per avventura 1* occafione della
tradizione , che a lei il debba 1* idea di sì grande
Edi fi zio j il quale fu certamente fabbricato, e prov-
veduto di buone rendite da Folco di Ricovero di
Folco de* Portinari ,
VI. E riabilita oramai la illuftrazione de* principali
punti, riguardanti il principio dello Spedale di Santa
Maria Nuova , conviene ora favellare di cofa di non
piccolo momento riputata , qual il è il Padronato di
detto Spedale, palTato nel i6i~j. nei Granduchi di To-
fcana, e per confeguente nel regnante Imperatore Fran-
cefep I. e però fa d* uopo di entrare con gradevole
digreffione nel ragionamento delle vicende accadute ai
defeendenti di Folco , che ìafciò quattro Figlia Ma-
netto , Pigello, Gherardo , e Iacopo , avendo Manet-
to , e Pigello fatte due Famiglie ; e circa la linea
di Manetto avvi da notare , che alcuni -hanno godu-
to i primi onori del Senato Fiorentino, ed altresì il
carattere di Ambafciatorì della Repubblica a Potenze
eftere ; ed efleAdo pretto ài me la Copia di due iftru-
zioni per tale Amkafceria di Siena, mi piace di qui
Riportarle, come fegue ;
Z 2                              Man-
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l2ó
Mandata Tetri Francifci Portiff ari Oratori* ad Do-
tnìnos Senenfes) deliberata die prima Aprili* mdxxviiu.
„ Pier Francefco} ad noi non occorre per adefìfo
,, darti alcuna particolare commiflione , eìlendo Tu
5> desinato noftro Oratore a Siena, più per honorare 3 e
,) intrattenere quella Magnifica Signoria 5 che per altra
„ cagione } e per trarre da quella tua legazione cut»
„ ti quelli frutti e comodità 3 che fi pedono fperare
)} da un prudente e diligente Cittadino 5-e amatore,*
35 della Citrà fua > quale Tu Tei Tempre ftato reputato.
5, E pertanto Tu te ne andrai di verfo Siena , e fa-
,) rai nota a Francefco Carducci tuo predecelfare la ve-
3, nuta tua , e poiché Tu" farai arrivato ti farai dare
33 particolare notizia dal prefato Francefco di quanto
5, li occorre.fi ricordarti ; e ricerca prima da quella
33 Signoria della folita audienza ? ti presenterai avanti
3, di quella con le noftre lettere credenziali , fotto la
33 fede delle quali efporrai con quelle parole , chej
53 più ti parranno a propofito } e riavendo noi dato
35 licenzia di ritornarcene a Cafa al detto tuo pre-
s, decefìbre , né havendo voluto mancare di havere^
33 appreilo le Loro Signorie , modi dalla affezione 3
33 che noi portiamo a quella Repubblica ? al cui bene
5> elfere reputiamo cedere la no/tra piccola utilità 3 e che
33 havendo V una, e V altra Città il mede/imo fine di
35 vivere liberi, e non dependere} o elfere in arbitrio
33 privatamente di alcuno , penfiamo ancora 3 che li
53 animi habbino a elfere concordi 5 e li mezzi al
3, mantenerfì in tale ftato} non potere elfere molto dif-<
33 ferenti 3 è vero fempre 5 che noi habbiamo conofeiu-
,, to y e che per l'avvenire conofeeremo andare a
33 torno cofa » che porla dare impedimento , o elfere
33 contraria a quefto fine 3 con ogni noftro ingegno
33 habbiamo continuamente cerco 3 e cercheremo di
ss obviarvi con ogni remedio pohìbilc , fperando il
35 medefimo effetto dalle Signorie loro in ogni occoiv.
33 renzia verfo di noi ; E eccome loro Signorie tro-
veranno fempre in noi una, optima difpo/ìzione, et
?> uno
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3, uno fraterno amore verfo di loro > così ci promet-
„ tiamo verfa vice , et in quefta orazione, come roe-
,> glio ti occorrerà in fui fatto ti ingegnerai di gt>*
„ bondare con parole grate , affettuofe , et amorevo-
,j li, offerendo largamente ogni noitra opera ,' e be*
,) nefizio dì loro Signorìe. E perchè noi non fappia-
„ mo i nemici deli* Abiuzi dove fi indrizeranno, ve-
„ drai quanta a te fia poììlbile di tenere cotcfta Cic-
3, tk ben difpoiìa verfo di noi, ad caufa, che volen-
j, do infettar la Tofcana non abbiano caufa di rice-
}y verli ne1 Paefi loro, adducendovi tutte quelle ragio-
?, ni , e tutti quelli efempli , che noi fappiamò effer-
53 ti noxiflìmi. Delle altre cofe f che alla giornata oc-
„ correranno , e che te ne fia data notizia, e com-
u miffione dalli Spettabili Dieci , tu indrizerai lora
,, le lettere, et avvifi , ne' quali farai più pretto a*
?) bondante , che defettuofo, tenendo diligentiffima cu-
,, ra di tutte le cofe , che Tu giudicherai degne del»
,, la notizia ponendo in cifra le cofe fegrete , ed
?, importanti y et fpaccierai con diligenza qualunque
,j volta li advifi il meriteranno , Haverai finalmente
?, a memoria di far fare pubblica fede alla Portai
„ del dì della partenza tua, e di mandarla in Can-
„ celleria , e quando Tu non fia di animo fopraftare
j, in detta Ambafceria più che otto meli, darai advi-
„ fo , fecondo che per legge è difpofìo, almeno due
», meli avanti detto termine , ad caufa , che fi poffa
>, provvederfi di SucceiTore , ec alla tornata tua ti pre-
}, fenrerai davanti ad quefta Signoria , dando ìelazio*
5) ne di ciò , che tu giudicherai degno di noftra no*
» titia; Bene Vale. „
                                                       \
AUxìhs Lapaccinius Cariceli,
,j Iftruzione a te Pier Francefco Portinaro * Deli-
3, berata il primo di Aprile mdxxviiii. da' Signori
j, Dieci .
„ Elfendo tu fiato eletto Ambafciatore , fecondo gli
„ ordini j alli Signori Sanefi > noi non vogliamo man*
„ ca«
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iti
» care , per debito del fiorirò Magi&rato , di darti al-
» cune commjflìoni da trattarli con quelli Signori per
» benefizio, e comodo ideila noftra Città, e conofcen-
» do le buone qualità, e virtù tua , confidiamo affai,
j) che da te faranno efequite con quella diligenza , e
5> affezione , che de.bbe ogni buon Cittadino alla Pa-
ss tria fua,.
„ Tu dunque ti trasferirai a Siena , e vi itarai in
» nome noftro ; a quelli Signori con quelle cerimo-
j> nie } che fono confuete farli, ne'primi congreilì mo-
j) tirerai quanto ia noftra Città fia affezionata, a quella
s) Repubblica per la conformità del vivere dell'una,
)> e dell' altra , e perchè infino a qui hanno moftrato
?) buona difpofizione verfo quella Citta , ti ingegnerai
9> di tenerli bene edificati , e li manterrai in tale af-
j) fezione ,, inoltrando loro , che fempre troveranno in
5> noi quella corrifpondenza, che fi defidera , Et perchè
j> li pericoli , che fopraftano fono grandìflìmi , è ne-
5j cellario metter loro in confiderazione di quanta u-
jj tilità fia quefta mutua benevolenza , la quale potrà
3> eflere cagione , che con facilità i pericoli fi fuperaf-
2) fino , ma tutto bifogna fare in quelli tempi, e con
>» quelli refpetti , che fono convenienti . Egli è noto
h a xiafeuno 1' amicizia , che è tra li Senefi , et Im*
p> penali , i quali perchè al prefente attendono a pre-
'» pararfi per .pa.0a.re alla volta di Lombardia , verifimi-
33 le è che quelli Signori fiano informati di loro an-
3> damenti , ^ di tutto quello , che difegnono fare , e
3j perchè il fapere tal cofa a noi è di grandiflìma im-
3> portanza , uferai ogni dilfgenzia ritrarre quando
Pt fiano per mover fi , che cammino ha.bbino a fare , e
3> fé paleranno per Tofcana per darci qualche molefiia,
3> dandoci di tutto particolare , e diftinta norizia : e_>
3» quando Tu intendtffi ;che quelli Signori fuflìno per
«3 confentire , che paffino per il dominio loro , bifo-
•V gfta con ogni induftiia dimoftri loro quanto tal co-
k fa fia pericolofa non folo allo Stato noterò 5 ma an-
p sora al loro , jriducencjo joro a memoria le Città,
,, ben-
-ocr page 190-
iti
„ benché amiche, che hanno Taccheggiato con ogni
„ danno e vituperio , e finalmente bifogna > che tu
), facci ogni opera , che li detti Signori , fé pcffibile
)V farà » non confentino tal paflb alii Imperiali » con_,
5> tutte quelle ragioni , che ti occorreranno . Non ci
,,, emenderemo altrimenti , e potria effere ne' ragiona-
5> menti , che harai con loro Signorie >■ fi venga au,
,,
far menzione del Pontefice , qui è neceflfario > che^
5, motòri loro , che fua Santità è Imperiale » e quan-
5, to quella fia intrattenuta dalli Agenti Cefarei . On-
,, de , che è da penfare , che per mantenerfela amica
,, Mano per concederle non folo quelle cofe * che tot-
„ nino in danno noftro , ma eziandio di quelle , che_>
,, tornino in danno loro , come faria il rimetter Fa-
j, bio ec. la qual cofa è di credere , che fia dal det-
5J to Pontefice fommamente defiderata per averlo egli
,, altra volta rimeffo in Stato, e per altri intereffì che
ì, fono noti a ciafcuno , per il che fi può facilmente
,5 dimoftrare loro , che non debbono ilare molto più
„ ficuri dall' Imperiali , che Noi , al che fi aggiugne
» 1* infolentia dell* Esercito avido di predare , e poco
5, ubbidiente a* Capitani > che per tutti li refpetti il
3) fidarfi dì loro è così pericolofo alii Amici come a
» Nemici , e crediamo che eflfendo le ragioni molto
j, probabili , facilmente d potrà loro tal cofa perfua-
» dere , e tu non mancherai di farne ogni opera su
j, luogo ,, e a tempo come di fopra . Più volte fiamo
j) fiati richiefti di levare dal dominio noiìro li foru-
„ fciti di Siena , ma noi non l'abbiamo mai confen-
5, tito , non perchè noi non fuflìmo flati defiderofi di
j) compiacerli ne le loro Signorie, ma perchè tal co-.
5, fa non ci è parfa al propofito né utile , perchè te-
j> nendoli in fui dominio noitro , noi veggiamo del
>j continuo le pratiche loro , talché non polfono far
j) moto alcuno j che noi non lo poffiamo impedire,
» e tutti i loro difegni , che faceffioo contro la quie-
„ te della loro Città , e quando di tal cofa ti fotte
» parlato, faralli capaci delle ragioni dette , e altre-,
» ti
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i§4
„ ti occorreranno : Per moftrare quanto la Città no-
,, ftra fia affezionata a quella Repubblica , non voglia-
55 mo che manchi di dire quanto difpiacere abbia pre-
n fo dall* interdetto fatto per F Arcivefcovo di Fifa ,
del quale fé fé ne fufTe riauto notizia prima che fi
„ pubblicale , certamente fi faria impedito , poiché
?, dopo il fatto , fi è fatto opera per li noftri Signo-
5) ri , che detto interdetto fi fufpenda , e tutto per
j) fare cofa grata a loro Signorie ec. Non mancherai
55 di offerire loro tutto quello che polliamo in benefit
„ zio , e prefervazione di quella libertà) la quale non
j> meno ci è a cuore , che la noftra ec Quelle fono
s> le commiffionì , che al prefente ci occorre darti ,
5> Tu ci terrai informati di tutto quello , che ritrar-
jj rai , e noi ti avvineremo di giorno in giorno tutto
,$ quello , che ci occorrerà : Bene Vale » 5,
Ex Tal atto Fior* Die i. Afrilis mdxxix,
VII. Quefto Pier Francefco fu ancora dalla Re-
pubblica mandato Ambafciatore al Re di Inghilterra,
e a Papa Clemente VII. come appare alle Riformagio-
fri : ebbe egli un Figlio , il quale chiamoflì Folco , che
morto fenza prole mafchile , diede luogo alla feconda
linea del Fondatore , vale a dire a quella di Pigello ,
di Folco j di Adoardo , di Gio: , di Manetto di Folco
Fondatore ; e però per dichiarare la celebre premerla
vicenda di quefto Padronato , non poffiamo difpenfar-
ci dal qui dare contefa di quefta feconda linea . Pi-
gello adunque per isfuggire le inquietudini della fua_.
Patria 3 fi partì dì Firenze portatoli in Lombardia ,:
dove avendo acquiftat© ricchezze , andò a {iabilirfi in
Milano j ed svi feppe sì bene far'rilucere i fuoi ta-
lenti 3 che fatto fu Queitore Generale di quello Stato,
avendo prima di morire lafciato di fua pietà una im-
mortale memoria coli' edificare a fpefe fue in quella
Città una Cappella in onore di S. Pietro Martire , ed
il motivo di Far ciò ¥ abbiamo da moki documenti
ve*
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i3$
vetufH , ecl ancora da una moderna relazione ftampa-
ta nel 1736. in occaiìone di riconofcerfi il Corpo di
detto Santo Martire , leggendoli in quello libro la_*
Storia della fondazione della fuddetta Cappella , come
fegue ,, Nel 1461. S. Pietro Martire apparì a Pigello
de* Portinari dì Firenze , e Queftore allora delle
}> Rendite Ducali di Milano , incaricandolo di fabbri-
li cargli una Cappella nella Chiefa di S. Euftergio de'
„ Padri Domenicani di quella Città. Né tardando Pi»
?) gelk) ad ubbidire , comprò da i Padri il terreno con-
a tiguo al Giardino loro , e fopra di quello con di-
ti fogno
grandiofo vi fabbricò il Cappellone , nel qua-
33  le fu trasferita la Teda dei Santo Martire , per la
34  quale anche inoggi chiamai! la Cappella ad S. Tetri
3, Mariyrìs Ca$ut . Ivi Ci vede Pigello dipìnto nella*.
« tavola con Abito Senatorio inginocc&ioni appiè del
m Sanro , e nel pavimento il Sepolcro del medefirao
sì Fondatore , con la feguente Iscrizione :
D. O. M,
PrGELLVS PORTINARIVS
!*
                <£VI PATRIA JLORENTJNVS
NOBILITATE AC PROEITATE CLAlUSSIMVS
QyiQVE SACELLVM HOC
©IVO PETRO MARTYRI DICAVIT
UIC SEPyLTVS EST DIE IX. OCTOE. MCCCCLXVIII. »,
VIIL I Difcendenti di Pigello vilTero fempre in_.
Milano illuftri 3 cicchi } ed onorari , occupato avendo
eon <plaufo le .Cariche principali di quello Stato , e
nel Civile j-i nei Militare,. E per dire alcunché del-
ie Parentele , che quefta Famiglia contrade in quella-,
nobiliflìma Citta , riferirò quanto io trovo nelle prò.
vanze di Nobiltà da Diòmfio di Folco Poirinari fat-
te 3 ed approvate dal Senato dì Milano per referitto
del JR.e Filippo adì ià. di Màggio del i%66. nelk qua-
li lappare, che Ma netto di Foko Avo di detto Dioni-
so (posò Doana Lucia de' Coki , s, che di Odoardo
Tom, FUI,                     A a                             Bgìio
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figlio di Manetta forTe moglie Dcmna Ifabella de9, Vi£
mari; le faddette provanze fece Dionifio pei" abilitai fi,
alla Croce dell' Ordine di S. Stefano di frefca iiìitui-
to da Cofimo Duca di Firenze, e la. ebbe dal mede-
fimo con una Commenda ; ma in tal tempo emendo*
addivenuto, che mancale in. Firenze la. linea retta di,
Manetto Fortinari , fu- corretto Dio ni (lo ad abbando-
nare Milano , e ritornare alla Patria > non= tanto peu
riguardo al Padronato dello Spedale , quanto per cor-
rifpondenza alle grazie de* Medici regnami, e folleciti,,
che mancando quefta Famiglia., lo Spedale, non paflafle;
ad altre mani , che ad effi ; lo che apparifce da una,
lettera del Duca Codino 1. fcritta allo Spedalingo-, ac-
ciocché elfo, riconofca per Padroni veri dello- Spedale l
Fortinari di Milano,, ed è la* feguente :-
•*. Al Molto Reverendo. Monfig. D* Ifidoro Montaguto»
j, Spedalingo di S. M. Nuova ,, Sig. OlTervandifs.im-o.
;, Sua Eccellenza fi/contenta , e vuole, che Manetto^
„ Dionigi , et Adoardo figli legittimi' di Adoardo db
,, Manetto Cortinari dimoranti in Milano fiano ricono-
„ feiuti fecundo il folito da VS* come Padroni di co*
y defìo Spedale nel modo, e forma come là ricono*
3' fceva Metter Francefco , e Folco Portinari in vita lo.
,, ro , attefo. loro effeze della medefima Cafata de'Por-
„ tìnan , come di tal placito appare per benigno re-
-M fcritto della prefata Eccellenza in fempliciffima, Fil-
u za di fupplicazione informata da nre fotto num. %%*-
9| VS. adunque ne faccia far nota in fu* Libri di det-
» to Spedale, acciò fempre fé n'abbia, eerta, cimerà**
a notizia,, che Dio la feliciti .,
„ Di'Cafa, 14* di Giugno 1^6*»                ili ^t /
■ , .- ì- ■ «■■■               *■? ■ "4,; «•'■*■■; '1 -r ' ;                              I '■' ',                   - ? , "-                                    ;>'.■.-..■                               .'* ' L--* l ti ,, > ■■■' ■*•- " \ ^-\f,
„ Affezionatiflimo Servitore Gio: Cónti! bb
iy Segretario di Sua Eccellenza llluitriflima •
Js i 1 Que*-
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«Quella "Tetterà Ti legge al num. £3. nella Filza di Sei
Iacopo Contrini Cancelliere dello Spedale .Or quello,
che non riufcì ai tre primi <3randuohi Cofimo , Fran-
eefco , e Ferdinando, l'ottenne Cofrmo IL avvegna-
ché morto Bionifio , Edoardo *fuo unico figliuolo al-
lettato dalla generofa offerta del Granduca , venne al-
la rinunzia formale del Padronato di Santa Maria Nuo-
va} cedendolo a Cofimo con tutte le ragioni , diritti,
e privilegi, che godeva la ina famiglia fu detto Spe-
dale , e di quefto atto così folenne ne riporterò fom-
raariamente -le principali condizioni rogate da Giovan-
ni di Iacopo Berni Notaio pubblico Fiorentino nel
Palazzo Arcivefcovile , adì 14. di Ott@bre del i6iy«
prefenti per S. A. R. il fu© Auditore Sebaftiano Celie-
fi , per la Religione di S. Stefano il Senatore Nicco-
lò di Filippo dell' Anteila , e per lo Spedale Monfignor
Barnaba degli Oddi Spedatingo , e per i Portinari lo
ite fio Odoardo del Cavalier Dionifio Portinari unico
difcendente di Folco; Teftimonj il Senatore Tomrnaf®
Guidacci , e ii Reverendo Prete Don Gio: Batifta Vi-
valdi , e le condizioni fono come appreflo : „ Per par*
,, te del Granduca Cofimo II. e fuoi Succefifori , fi ac-
>, cena la permuta, che fa Odoa-rdo delle fue ragioni
,„ riguardanti lo Spedale , e S. A. gli dona la Pieve di
n S. Giovanni a Petroìo in Mugello , di entrata 2,50.,
5, icudi, inoltre acconfente , che la Commenda fondata,
„ dallo Spedale di té. mila feudi Cui Monte di Pietà»
H 'fi dia al defto Odoardo in perpetuo, fino che vi «fa--
„ ranno della Famiglia di Odoardo defeendenti ma-
,* ichi j e il 'Aiddetto Odoardo del Cavalier Dionifio
« rinunzia a S. A. e fuoi Reali Succeffori il Padrona-
n to dello Spedale di Santa Maria Nuova > fondato da
« Folco fuo antenato, ed inoltre a tutti gli onori , «
*> diritti, che in vita ? e in morte godevano dallo Spe-
,|dalingo, e fi contenta, che £11 ita la Famiglia ^ cioè
„;la line* mafculina , la Commenda ritorni allo Spc-
,s:dale , e la Pieve a* Grandini - ,, Dopo tal renua-
Ma durò anche un fecoio la linea de* Portinari, man-
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ma pofcia ai nó/ln tempi nel Cavaliere Folco , benclè;
viva ProfefTo nella Compagnia, di Gesù il Chiariffimor
Padre.* Antonio, Fratello di Folco, ficeprne del mede-
fimo Sorella è in Candeli Suor Anna Maria Badqifà .
Omettere però qui non poflfo la notizia di un foglie» efir
fìente nell' Archivio dello Spedale , ed è una lettera dell'
Abate D. Placido Puccineìli feruta da Milano nel; 1648*;
aVGan. Cav. Guidacci, nella quale dice, che ritrovando^,
in; quella Città , avea fatto ricerca toppa la Famiglia
dei Portjnari defeendenti da Pigello ) e fé , vi folle «.-.
mafia qualche ramo di eff^.y e però dava avvifp di
trovarfi un Giovane applicato nejì' armi , militante al
fervido d!i Spagna } e che attualmente èra di prefidio
in AlerTandria , chiamato' Don Gio: Badila..di. Odoarda
Portinaii , il quale bifognofo di danaro ftayaji* trat-
tato di vendere 1* rufpadronatodella Gappefe di; Sèru
Pietro Martire in Milano a* Marcine fi Modroni ec*. Se-
gue a quella la rifpoièa data al Monaco per ordina-*
del Senatore AleiTandto Vettori Luogotenente dello Spe-
dalingo per la mone di Monfignor Ricafoli : in eila
fi ringrazia? il Puccinelli , e fi prega, a fax fofpendere
la fuddetta vendita , e di più a volere intendere fé vi
fieno altri bent di Pigello, per curi reftamento in man*
eanza di Figli mafehi era erede lo Spedale ec. Ed ef-
fendofi accennato il teftamento di Pigello , ne diamo
qui un fumo cavato da autentica copia, che confer-
vafi nello Spedale al Libro giallo fecondo de' te/lamen-
n a pag»<2S6, „ Pigello. di Folco Portinari ne* 7, di
5, Ouofere del 1.461-. fece il fuo ultimo nuncupativo
„■ teiiamento in Milano jvdove abitava , per il quale in*
?, ftituifee fuo Erede univerfale Lodovico fuo figlio in-
w fante nato da Goftanza del q. Ser Antonio Serrfftori
„■• fuà moglie , e tutti gli altri fuoi Figliuoli mafehi da
j, nafcergli di detta Aia moglie, e loro defeendenti na-
w ti di legittimo matrimonio in infinito. 1., Proibifce
>,, ogni detrazione di Trebelliana , Falcidia, o legitti*
M me , e qualunque altra quarta : 2* Proibifce pur*.,
w ogni alienazione fuoricàè temporale de' fuoi beni
ì) im-«
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„ tendifili, gv M**kmi l?mj P"S P* Ctfmttbuf
„ ##/•<?*» Juprajcriptis Mafculis > *# <?0 Wjjj; injtitm , cf
inflituo y fabjtìtui ) & fubjlituo hereties omnium b&-
», norum me or uni ^ nominando nomìnìtm ^^ nomino Hofpi-
» f */f Sanila Marie N/tow de. Flore ntia , cum onere
j, dot aridi fimi nasnafiituras ex me > & ex Vefienden-
» **"!>#/ «??/*• arbitrio Hofptalarti fupadiili Hofpitalis . ,,
IX. Per ifchiarirr uno sbagjtp feorfo in quefta le-
zione fopra Pigello Portinoti"Queftore in Milano > mor-
to nel 1468. come appare dalla foprariportata lapida ,
di correzione A^bifogna la paglia 179. dove fi è det-
to Pigello figlio, di Folco Fondatore dello Spedale, quan-
do fé ciò foflfe ,, avrebbe il detto Pigello viffuto du<L,
fecoli .Conviene pertanto ftabilire altro Pigello pofte-
riore > e farà quello deffo , .c|*e trapiantò, la Gafa ìru
Milano,,; circhi al principio idei: fecole» 4ÉÌ» :if ,
.. ì i J V Kt
Brève $h Onorio IV^ fopra indicato 1»; f /};i>%
Honorius Epifc. &c^TrimLS, Tetri Scheratiti (alutem afe.
Fulcus de Portinari* Cimis,
i Fl-on Jignificauit Nobijj
quoti ipfe nupr quotidam Ho[pitale ad apus> Pauprum^^
&) infirmorum fori* muros Civitatir Jelorientie incepit e~
dificare opre famptuofo > Werum atmJ^ra ambii um ad
edifieationem buiufmodi ofportunum y Fratte s Qrd. de '$&m
nitentia le fu Chriftì ptium terre non magni valori* yfi*
ne qua bmnfmodi Opus commode confumari nequif
, o£-
tinere mjcantnr, \yque- ijtjis- Fratribus Nipote Qomui y.vH
Hortaipforum nequaquam coni unti a multiiwt ut ili s
«»«-.
exifiit■, loco cuiuis aliam eis magi* uèilem d. Fulcus
e& exhibere paratus étc Licei itaque pefatu* Ordo fip}
de illis Ordinibu? y quat generale Concili um Lugdun. de»
€re<i)it, fubjidere $9?c, Volumus igitnr Jt werum ejfe cent*
preris
, confentiendi permutationi licentiam di eli s Frgj-,
tribù* largiaris &'c. Datum Rome
x. KaL lunii , aj?ud
S* Sabinam, anno 1. f&*t* iq* Maii
1*87.
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Arrechi -altre notizie della Famiglia Por^
tinari fi leggono ne* noftri Iftorici , e
trovanti fpaife per Firenze , e altro-
ve , come nelle lapide, nelle Cafe , e
nelle Chiefei «le-quali per effere efpofte
agli occhi di ognuno, ftimo bene dai
non ripeterle qui foverehiamente . E
fero ritornando'ài Fondatore Folco-, mi farò dalla de-
scrizione del fuo primo Spedale , principiato con 17.
Letta, e pofeià aumentato , parte ìie «ìeitinò per gli
Uomini, e parte per le Donne, eccettuate dieci brac-
cia «ella tettata , dove fece ia fua Chiefa , o piutto-.
ito Cappella s intitolandola S. Maria Nuova, fui cui
Altare vi pofe una Madonna di Cimabue , la quale.»
ne li* andar -del tempo fu levata via , e in fua vece col-
locatovi una Nunziata 4i Andrea del Cafragno j che
fu delle prime Pitture a olio veduta in Firenze , rU
trovata ohe fi ebbe 1* invenzione in Fiandra da JGio-
vanisi da Biuggia,, e portata in Italia da Antonieìlo
dì Meifina , e vi fi vedeva ritratto, a4 naturale Folcosy
e fìmilmente <il Falganaxxio.j cioè quegli > che impedii
la morte a Cofimo Pater Tatriac , fiato fatto prigio-
ne in Palazzo y con falvarlo , mediante il depo.firov
che fece di mille feudi nelle mani del Camarlingo del-;
lo Spedale l, da >-paga riì pofeia al Gonfaloniere Bernar-
do Quadagni.\ toito die. la Vita di Coiìmo fo&e allku«
rata * Inoggi vedefi una tavola di Alefiandro Allori *
■dove è h Vergine col Bambino, e 3. Elifabetta » eoa
•^**
                                                                     appiè
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stppie Sante* Vergini , metta vr daft'accademia de'Pitto-'
m quivi cominciata fini dal tempo di Giotto 5 ed i Capi-<
roli di efla originali fono nellemani del Sig, Domenico"
M.Mannì. Dalla banda del Vangelo appoggiato alla pa-
iate , efee in fuori un Sepolero'di macigno , rn cui è il-
corpo del Fondatore y fatto in vaga foggia , con l'ar-
me fcolpita nel dottale", che è una Porta alludente ah
Gafato y e dalle bande due Leoni rampanti neri imM
campo d* oro , ed attorno in lettere Longobarde leg-
geri quefto» Epitaffio i.òv ì:il! Si>i|i
ì'ì. S/W.tàìt-"^gr l"j- ■&■:*■■!)?:•■'"■■■ y^:*y:ì[ ^IffMofaasà' p.%Pi :e1>i|l-o|
HIC IACET FOLGHVS DE' PORTINARIS QVI FVIT BVNDATOR
ET EDIFiCATOR HV1VS ECCLESIE ET HOSP. S, M. NOVE
ET BECESSIT ANNO MCCkXXXVUIh DIE XXXf. DECEMBR1.S'
eV-IV-S ANIMA mo DEI MiSERlCORDIA REQV3ESCAT IN EAfcEf
■hfa . mrg'iì ì<             .-v amen w / m                             jj
-arsati i\&Lt.i;'ùr,.'?ii. um,ì;o -,. "■iì»*h tNrtfblA.'lilTri.-©ir^
Appiè delf Altare , fotto unT-..ladrone di marmo > ben--
che confumate fieno le lettere , non però V Arme de*[
Fortinari , fiattio certi eflervi fepoìtì i Fratelli , e Fi-
gli di Folco , e del medefrmo-avvi la Moglie fua Cir
Via di Gherardo Caponfacchi . Tutta la Cappella è
chiù fa? da cancelli ài ferro ben lavorati , e indorati*,
leggendovifra mezz' uomo dalla banda della Porta-in--
cifo il nome dell'Artefice cosi:
                             r
FRANCISCVS PETRVeClVS DE SEN1S ME FÈCIT MCCCtlIfi-
Quello Spedale è lungo braccia r©8. ve vlàrgo braccia
n5, che pofeia vedremo per la» quanmà degli Infermi-
divenuto angufto; e prima di lafciare il ragionamento*
di sì: caritatevole Fondatore , mi convien notare 9 che
Bel 1289, ultimo anno del fuo vivere, come Padrone-,
che egli era dello Spedale , nominò-lo Spedalingo s che
fu Di Benedetto- di Ridolfo da Montebonello con gran
vantaggio dei pio luogo. ;■ ■ . ,
           ^
IL E tra i più confiderabili^benefizi recati da que*
ilo primo Spedalingo ne. annovereremo due > che fonò
p ac*
4
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tgt
1" acquifto della Chiefa , t ilei Convento de* Frati dì
S, Egidio «appreso : allo Spedale» e ti? itòiizione di
Donne dedicaeejé fervizio: de^^lnfermiv Circa àftiift»
que al primo > dovrei cercare chi foriero i detti Fra-
ti , e non eflendomi avvenuto a trovare la tfegola g
che eflì profetavano > dirò , che la loro più fre-
quente denominazione, nelle antiche Scritture era dei
Frati delia Penicenzai» o de i Frati delle Sacca , o Sac»
£$u L Né pure fappiamb in che tempo veniiTeio/a Fi-
renze , fembrandoci però affai verisimile , che tgial ci?
folfero nel fecoio XI- leggendoti m un ma*aofcrit*o dì
Leopoldo del Migliore g che loro deffe quefto Conven-
to la Contefla Matilde in quegli anni , che abitò ella
in Firenze , «che farebbe circa gli anni 1075. Il certo
fi è > che ^nel xm. fecoio fono nominati ne* Contrat-
ti ; come in un Ifbro coperto di a{ìe col fegno del
Gafio neir Archivio degl* Innocenti travati una dona-
zione di Guidalotto dell'Orco aliò Spedale di ;S. "Gal-
lo del 1258. 13. Marzo , alla quale i teftimonj fono;
Frate? {jttglteimm de Vicedominis Frier $. Egidii 5 &
Frater Petrus Blandii Ordini* de Sacchis
, alium ayud
hcum Fr air urn S\ Egidii y qui e fi frofè muros Ci<vitati$
Fior, Ego Ciuffòlus Index „
Ma per degni rifpetti noti
a Papa Bonifazio Vili. «(Tendo itato eitinto queft' Or-
dine , e venutofi a termine di vendere il Convento »
Chiefa, Orti, e terreni di detti Frati » il affacciarono
per la compra primieramentje le Monache di Ripoli
protette da Giano della Bella grande Popojano, il qua-
le certamente avrebbe impetrato tal luogo, fc appun-
to in que' giorni non gli accadeva la difgjìazia di an-f
dare in efilio * onde rotto il trattato» lo Spedalingo
p. Benedetto nel 1296. fé ne iinpoflefsò per fiorini 2440.
con jan Breve di Bonifazio diretto al Vefcovo di Fi-
renze Francefco Mo.naldefchi^cc>fa^ che arrecò allo Spie-
gale; maggióre- ampiezza » comodi , e vaghezza0 L* alM
irò vantaggio procurato dal rnedefimo Spedaltngo -ftiy
#&& &0 murò tófsra le rovine di alcune fornaci con-
&mm
41© Spedale yjùcdkiQ fatta l^anda di levante,*
*ina
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193
una abitazione per k Donne desinate alla cura dello
Spedale chiamate le Donne Oblate dì Santa Maria Nuo-
va
, che fi leggono chiamate a confini nei rettamente*
di Guido Brunetti del 1301. traile quali fi aferiffero
anche alcune Gentildonne, come Margherita de'Capon.
facchi , Giovanna de* Crefci 5 e Antonia de1 Eifdomini»
e la Fondatrice è chiamata Tancia dal Dottor Brocchi
nel!' indice delie Perfone Venerabili.
III.   Venne poi altra utile iitituzione di Converfi >"
i quali adì 25. di Ottobre del 1324. vertendo un abi.
to particolare , furono ammeflì dallo Spedalingo Prece
Lorenzo di Iacopino da Bibbiena per gli ufizi umili ,
e ^caritatevoli de' poveri Infermi , che già erano trasfe-
riti dallo Spedale vecchio nel Convento de* Frati di S.
Egidio di là dalla Piazza . I primi Convertì , che in
mano del fopraddetto Lorenzo fecero all'Altare laSpon-
tanea offerta di loro Perfone , alla prefenza di Manetto*
e di Gherardo di Folco Portinari Padroni del luogo »
furono i feguenti : Feo Torrigiani di Firenze , Prete-*
Iacopo Tinghi di Agliari, Puccio Nardi di Firenze , Be-
nincafa Argomenti da Lucardoi Viviano Chiari da Fi*
renze , e Francefeo Ruggerini da Corella , come ap-
parifee dal Contratto, che riporterò fui fine della Storia
prelente , rogato da Francefeo Bruni Index >& Not. per
mano di Ser Salvi Dini Not. Ed effendo crefciuto il
numero degli ammalati, per confcguente fu d* uopo
di penfare ad un Cimitero àmpio , e ariofo, pe *1 quale
fu prefo tutto T Orto de' Frati , e mi piace qui di
darne una minuta relazione per i fuoi ragguardevoli
pregi y ed altresì per le fue vicende.
IV.  In quefto Cimitero adunque erano tutte lei*
muraglie coperte di offa accatastate > e di fcheletri in-
teri ben compaginati, i quali adattati in certe Nicchie
non fi poteva vedere in quel genere apparato più co-
piofo , a guifa di quello di Leone IV. che in Roma e-
difkò allato alla Chiefa di S. Salvadore chiamato' <fe*
Ojjìbus :. V ufo era in molti Fiorentini di condurvi i
loro Figliuoli a vedere quelle, offa , e dir loro : fi*
ì Tom. VllL                       B b                          gliw*
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194
glittoli > tenete a mente i che qtteftd è il noftro fine , e>
la mi feri 4 di nofira carm * ed in tale occafìone> giù-
fta i libri di ricordanze A fi ha che Giovani viziofi qui-
vi entrati-, dopo eflère flati alquanto fopra di fé > mu-.
tarono vita , e parecchi andarono alla Religione . Di*
ce Leopoldo del Migliore a pag. 352» che Papa Mar-
tino V. venuto a Santa Maria Nuova,, dove confacrò
la Chiefa , volle entrare nei Cimitero » ed inginocchia*
tonila Porta di elfo, e sprefo un pugno di rena,.
diede tante Indulgenze , quante erano i granelli , che
teneva nella mano, a chi vi/Itando tal luogo >orafTe per
quelle anime, p Avvero per chi foiTe morto allo Spedale»
grazia, che accefe nei Popolo , *e ?nelle Perioiie Nobili
il defiderto di venirvi a morire, e godere di si fegna-
Iato perdono; né folo i Nazionali* ma Fpreftieri an*
cora » tra'quali un Figliuolo del Conte Ruberto da^
Battiiolk, che vi volle morire, ed eflere feppeUito fen-
za ifcrizione nel 1419* dopo che bizzarro, e faftofa-
mente veftito , aveva combattuto in gioftra fulla Piaz-
2a di Santa Croce in onore del fuddetto Pontefice*
ed un altro Amile efempio Q leggeva in lapida nel me-
defimo Cimitero,» come lappreflb•.? t.
\iVEN,.. MASTRONA D. VENNA &£KQ22r
'-gRANCISCI DE ALEPS * VXOR NOBILISSIMI;
VIRI NICOLAI SANDRI DE DIN1S
UACIE'MN iHOG TVMVLO . VIX- ,AN* LXXXXIII.
QVE OBI IX AN* MCCCCXXXXVH.
V. E folevanfi quivi pure feppellire gli Spedali^,
.ghi ,;e prima che i] Cimitero «eftaffe demolito , vede-
vafi fdel fejfto Spedalingo un laftrone con le feguenti
lettere : , ,
HIC 1ACET CORPVS VEN. PRESBYTERl PAVLI HOSPIXAtARII
QVI PER XXII. ANNOS FIDELITER CVRAM HABVIT INFIRMO*
RVM . OBI1T AN. MCCCLXXXXVI1I. DIE XXV, OCTOBRIS .
CVLVS iANIMA KEQVIESGAT IN PACE •
Eranvi
-
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I9S
Eranvi ancora Pitture ài eccellenti Autori andate ma-
le , rimafa la fola tavola del Giudizio fatta dal Frate,
e finita da Mariotto Albertinelli , la quale benché fof.
fe dipinta fui muro , non fi comportò, che ella andarle
per terra , e però fu moffa col muro dal luogo fuo
a forza di argani , ed armatura di ferro , per collo-
carla nel Cortile a canto allo Spedale nuovo delle Don-
ne , infieme con la Carità a frefco dì Giovanni da S.
Giovanni ; che flava già nella Via delle Pappe : Per
un computo fatto M libri dello Spedale con diligen-
za } de* morti , e qui fepoki dalla fondazione > fino a*
tempi noftri , arriva il numero di effi a 400. mila.
Onde il Varchi parlando dell* Afledio di Firenze» dice
che cercandoli in ogni luogo del falnitro per far pol-
vere , in grande abbondanza , e quantità fé ne trovò
nel Cimitero di Santa Maria Nuova,
VI. Ed io ho volentieri riferito le fuddette me-
morie , acciocché non fé ne fmarrifea la ricordanza ,
pofeiachè nel 1657. a i 10. di Giugno , come pofeia
racconteremo , fui terreno del Cimitero fi fabbricò lo
Spedale nuovo delle Donne lungo , e largo alla ftelTa
maniera di quello degli Uomini , Onde fi dettino per
la fepoltura de' Cadaveri un vago , ed ampio Chioilro
dalla banda ài Levante , intorno intorno ornato di
logge , avente 460. fepolture , aprendofene una per
giorno , la quale chiufa non fi apre fé non terminato
il giro di effe , vale a dire dentro lo fpazio di più d*
un anno . Ma per configlio de' Medici } affine ói te-
nere più purgata !' aria dalle cattive efalazioni , fi de-
terminò di portare altrove a feppelliifi i Cadaveri , e_,
però adì 25. d'Aprile del 1747. in Martedì giorno di
S, Marco Évangelifta full' ore 9. in circa fu gettata,,
la prima pietra benedetta della Cappella da erigerli nel
mezzo del nuovo Cimitero , fuori della Porta a Pinti
in un Campo del medefimo Spedale , desinato a tale_.
effetto , Fece la funzione il Sig. Cam Giovanni Vivia-
ni alla prefenza del Sig. Francefco Maria Maggi Ca-
valiere dell' Ordine di S. Stefano, già Canonico Fio.
Bb j                              ren-
\
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196
jentino ì e Commiflario della Maefta dell* Imperatore
Francefco I. per il governo dello Spedale, affittendo*
vi il Clero di Santa Maria Nuova con la Compagnia
della Crocetta, che vi andarono, e ritornarono in_,
proceffione . Fu gettata la facrata pietra in una fetta
fono 1* Altare, dalla banda del Vangelo, ed infieme-
mente vi fu collocata una piccola cuftodìa , nella qua-
le erano chiufe Reliquie di Santi , un Cannone di
piombo con ifcrizione dentro feruta in cartapecora ,
e una moneta nuova di argento di valore di giulj io.
di quelle battute in detto anno per la prima volta ,
nelle quali fi vedono efprefle T Effigie dell' Imperato-
re , e nel rovefeio 1* Arme del medefimo , come Gran-
duca di Tofcana , e Duca di Lorena , e di Bar , il
quale contribuì per tale opera pia ducati 4. mila ; le
fotte fcavate per feppellirvi i defunti , fono larghe*
braccia 7. e mezzo > e fonde braccia 5» i r
LE;
____
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197
XV.
LEZIONE
BELLO         SPEDALE
DI SANTA MARIA NUOVA III.
aerai
I« i-lj—^^ » ggfl Uttociò, che fi poteiTe mai trovare di
notizie della Chiefa di S. Egidio dai
fuo ignoto principio, fino che vi du-
rarono ad ufiziare i Frati della Pe-
nitenza 5 i quali vennero a mancare
nel 1295. fi dovrà reputare qualche
forte di acquifto , poiché di elfo po-
co efifte ; e meno ne riferifcono i noifri Iftorici . Quin-
di è 5 che dovendo»* in quefta terza lezione favellare.»
di detta Chiefa , pofcia rinnovata , ed arricchita di
moderni Altari , Marmi , e Pitture , io mi farò dal-
la prima innovazione feguita ne' tempi dello Spedalin-
go Mejfifer Michele di Frofino da Panzano , riportando
in primo luogo le parole della Repubblica Fiorentina
in una fua Provvigione del 1420. le quali a me fem-
brano un argomento a viepiù credere , che antichiffi-
jna fia ftata la Chiefa ài S. Egidio , leggendovi!! co-
me appreflb : ubi olim altera Ecclejta S* Egidii <vetus,
& deprejfa conftru&a srat . Obbligato adunque il fud-
detto MciTer Michele di andare al riparo della rovinofa
Chiefa , ftimò come amico grande di Lorenzo di Bic-
ci , in que' tempi non meno buon Pittore , che Ar-
chitetto , di allogare a lui il penderò della nuova Chie-
fa , che Lorenzo difegnò fui terreno della vecchia , am-
pliandolo però verfo la Tribuna , onde nel dì 5. di
Settembre del 1418, principiato avendo a murare, den-
tro lo fpazio di un anno la divede compita di manie-
ra , che nel 1420. adì 8. di Settembre Papa Martino
V. fuppiicato dai medefimo Spedalingo > e da i Porti-
nari
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i$8
nari Padroni dello Spedale venne a confacrarla : que-
lla funzione fu delle più folenni celebrate fin allora.,
in Firenze ; parate erano dentro, e fuori le mura a
fettoni , inalzato un trono, fui quale con maeftà feden-
te vedevafi il Pontefice , allato venivano Cardinali ,
Patriarchi , Primati > e Vefcovi , ficcome per onor do-
vuto alla grandezza àcl Triregno , corona facevano a
Martino il Gonfaloniere , e Priori della Repubblica,
e altri Comi , Baroni , e Signori temporali, Così ftan-
do tutti , unfe le pareti il Cardinale Antonio Coiva-
no da Venezia Vefcovo Portnenfe , detto il Cardinale
di Bologna , Je quali cerimonie terminate che furono ,
il Santo Padre concedette abito particolare allo Speda-
lingo , privilegj allo Spedale , e lafeiò una Indulgenza
grande , ed in perpetuo a* vietanti ogni anno detta.,
Chiefa nel giorno della Sacra , e fpa ottava , in ordi-
ne al qual Perdono » per renderlo piti celebre, ed u-
niverfale , trovo , che la Repubblica fece un Decreto
ne* io. di Ottobre dello fteflb anno , che dice così
al libro delle Riformagioni G. Magnif. & Voteti* D. D.
Vriores , & Vex, Iuft. Topuli , #* €om. Fior, Effen-
> do fiata confacrata la Chiefa di Santa Maria Nuova
,, di ordine > e alla prefenza di Papa Martino /otto il
^ vocabolo di Santa Maria ; e di S. Egidio , et ef-
„ fendovi andati Cardinali , Patriarchi /Arcivescovi »
», Vefcovi j Abati , e tutto 1* Ordine del Clero , t^
>, la Signoria fieiTa con tutto il Popolo a pigliare il
„ Perdono, e reminone de* Peccati , lafciarovi dal Pa-
,, pav dal Vefpro del dì 8. di Settembre , fino al Ve-
„ fpro del dì *<5, del medefimo mefe, a chi vifitera
„ detta Chiefa , La Signoria per comodità di chi vo-
„ glia in avvenire ogni anno prendere detto Perdo-
,, no , ordina , e concede a chiccheflàa > eccetto i Ribelli
„ del Comune , che porla venire a pigliare sì grande
» Indulgenza da i 7. a tutto il dì dieci fenza potere
5» effere molestato per alcun debito o privato , o pub-
py blieo ec. „
JI. E ritornando a Michele da Panzano pieno ài
onori;
s
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*99
onori , e di gloria per la fopraccennata Fetta , notar
mi piace , come volle egli , che Lorenzo di Bicci co-
lorile a frefco nella facciata della Chiefa tutta la Con-
facrazione , e di tale dipintura ne fcrive il Va fa ri» co?
me fegue ,, Dipinfe poi Lorenzo ( la Sacra ) come vol-
„ le Ser Michele nella facciata di quella Chiefa > ri-
„ traendoyi di naturale quel Papa , ed alcuni Cardi-
,, nali , la qual* opera } come cofa nuova > e bella, fu
5» allora molto lodata - ,$
III. E venendo ad altri ornamenti efterion della
Chiefa , in primo luogo oflervar mi piace fopra V Ar-
chitrave delia Porta un* Incoronazione di Maria fatta^
di rilievo dorato da Dello Pittore , e Scultore infigne ,
che il meritò dal Re di Spagna di eifer fatto Cavalle*
re , quello rilievo è meflfo in mezzo da due Angioli
dipinti a frefco da' Difcepoli di Antonio delle Pomaran-
ce > come fi legge nella lunetta fopra la Porta dello Spe-?
dale in due cartelli, che dicono come appreflb :
BARTHOLOMAEVS BARBIANVS ANTONI! FOMERANCII ALVMNV$
H1C ET SVPRA 1ANVAM ECCLESIAE DEPINXIT .
«d a manritta :
BLASIVS CINVS POLITIANVS ANTONII POMERANCtI ALVMNVjS
HIC ET SVPRA 1ANVAM ECCLESIAE P1NXIT MDCXW.
c del loro Mae Uro fi veggono alcuni Miilerj della Vi-
ta di Crifto effigiati nelle grandi lunette della maefto-
fa loggia , e fono Gesù Fanciullo difputante in mezzo
ai Dottori , la Strage degli Innocenti > l'Epifania,
la Natività, e IVAnnunziazione , la quale non pare, che
fia dello fteflb pennello delle predette, e forfè fu fat-
ta da i due foprannominati Scolari di Antonio, il,qua~
le in quelle fue Pitture fu criticato , non faprei jj@ da
Uomini intendenti , o ignoranti delle difficoltà , <.he_»
inconiranfi ncll' operare a frefco in ifpa^i aifai jgf&$r
dij il vero fi è che di tali figure (i dice* per Firen-
ze,
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200
ze , che gli Ammalati (lavano dentro > e gli ftorfiati
fuora . Ma quello che più d* ogni cofa in quefta Piaz-
za fi ammira univerfalmente è la loggia appoggiata^
alla parete intorno intorno allo Spedale , principiata
col difegno del bravo Architetto Bernardo Buontalen-
ti , etfendo Spedalingo Don Barnaba Oddi da Perugia
Monaco Olivetano , e terminata da Giulio Parigi dì«
fccpolo del Buontalenti nell* anno 1612.
IV. L'adornamento di quefta loggia confìtte iru
Pilastri raddoppiati di ordine compofito, parte di pie*
tra forte , che fon quelli del dinanzi , e gli altri di
pietra ferena , da cui è veftita la parte interiore 5 a*
capitelli pofano archi a porzione di circolo , e fopra
elfi i foliti membri di architettura , con 1* arme de'
Portinari , e dello Spedale , fcolpite nel fregio , e con
più frequenza la gruccia , che fi vede nel mezzo di
ciafcun arco , e ne* capitelli . Sopra fi alza un altro
ordine di pilaftri > da i quali fono tramezzate , e mette
in mezzo grandi fìneftre {corniciate , e ricche aitai ài
ornamenti , alle quali rifpondono gli Appartamenti ,
che fulle Volte della medefima loggia fono defìinati
per lo Spedalingo 5 e per finimento ricorrono da per
tutto fopra a* detti pilaftri certi beccatelli fu* quali pò-
fa il tetto . Si veggono per maggiore ornamento i Ri-
tratti fcolpiti in marmò di quattro Granduchi , e fo-
no di Cofimo li. fatto dal Caccini , di Ferdinando II.
opera del Cennini , Cofimo III. di Carlo Marcellìni ,
e Gio; Gaftone I. di Antonio Montami . Nel mezzo
però della loggia torna un Terrazzino con balauftra-
ta al pari delle fìneftre , retto da Colonne della fletta
pietra ferena follevate aitai bene fu fvehi piediftalli ,
che fportando alquanto in fuori , additano il paltò al
luògo più degno , ed onorato , che è la Chiefa , do*
ve è ormai tempo , che entriamo a confiderarvi le ra-
re maraviglie , che vi fi racchiudono, riguardanti le
belle arti, mercè il nobile concetto degli Spedaìinghi,
che hanno governato lo Spedale in quelli due ultimi
fecoli , come fi difeerne dalle lapide, ed iscrizioni, che
qui fi leggono.
                                                    V» Ser*
,r-
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201
s !V V. Serviva all'entrar della Chiefa per pila dell'Ac-
qua Santa una Vergine Vedale col vaglio , opera di
Raffaello Ferrucci detto il Sordo , difcepolo di Gio: Bo-
logna j ma inoggi è ftata trasferita nel piano della
fcala , che conduce all'appartamento del Sig. Commif-
fario : le Cappelle, in cui è (compartita la Chiefa., ol-
tre l'Aitar Maggiore , fono quattro di ordine Ionico
con mezze colonne , e frontefpizio angolare di pietra
ferena : la prima a manritta è di S. Antonio da Pa-
dova , con tavola lavorata da Felice Ficherelli detto
il Ripofo a fpefe di Monfsgnor Lodovico Serrìftori
Spedalingo ; nella feconda eretta da. Gio: Batiìta del
Milanefe Vefcovo di Marfi , e non di Marfico , dipin-
ge Gio; Batifta Pagi la probatica Pifcina. L' Aitar gran-
de fu rinnovato di marmi da Monfignor Filippo Ri-
cafoli pure Spedalingo , con un Ciborio vaghiifimo di
marmi commeflì adattatovi da Gio: Francefco Ricaioli
Cavalier di Malta , alzandoli fopra in ifola un Croci-
fiffo alto più del naturale , creduto opera di Giambo-
logna . Sotto la Menfa del medefimo Altare , dipinto
da Discinto Gemignani da Piftoia incontrai! un S.E-
gidio in atto di efler trovato da'Cacciatori nella Spe-
lonca, e nella tettata della Tribuna ali1 Organo altro
S. Egidio vedefi effigiato con abito bianco , E ripi-
gliando a mano manca dalla Porta il cammino , viene
la Cappella di Sv Lodovico con tavola del Volterrano,
fatta a fpefe dello Spedalingo Lodovico Incontri : fé*
gue altra Cappella del fuddetto Vefcovo ài Marfi aven-
te il privilegio di Altare Gregoriano , con tavola di
AleiTandro Allori , che ha voluto rapprefentare una.»
Depofizione di Crifto dalla Croce, foggetta a qual-
che critica , perchè il Corpo del Salvatore paie_#
piuttosto ufcito dal bagno , che fconfìtto di Croce , e
tutta la invenzione dell' Artefice nulla ha che fare con
la Iftoria , perciocché avendofi a inoltrare un tal Mitte.
ro di Crifto, bifogna farvi le perfone, che lo depofe-
ro , cioè Giofeffo , e Niccodemo , e gli' altri , e non
effigiarlo in braccio agli Angioli : dice ancora il Van«
etXtm- Vili,
                       C C                         gelo ,
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202
gelo j che furono rotte le gambe a* ladroni , e corno
adunque dal Pittore fi rapprefentano anche dopo ìa de-
pofizione vivi i ladroni , e che in alto piegano le gi-
nocchia 3 quafi foftenendofi fu quelle , e un ladro , che
con un braccio folo fenza eiTer legato , ne confitto »
come pende dalla Croce: inoltre ha fatto il buon ladrone
in alia da difperato contra quello , che dice Ja Scrit-
tura , e per fine quel Calice di oro , che non può
trafparire , e pofa in un piano > dove la veduta dell'
©echio rimane inferiore , come può dimoftrare effervi
dentro il fangue ? Ma fé ha peccato 1' Allori nelle re-
gole della invenzione , merita però lode di grande di-
ligenza , e di bellifìimo colorito . Eranvì in quella-,
Chiefa i dodici Apoftolì di Dello , e altre tavole lo-
datifllme di AleflTo Baldòvinetti , di Andrea del Calca-
gno j e di Domenico da Venezia , ma inoggi la fola
di Domenico divifa in tre quadri pende dal Coro, che
è fopra la Porta » non eflfendo difdicevole di qui no-
tare per breve digreffione , che le fuddette Tavole e-
rano delle prime vedute in Firenze fatte a olio , dopo
che Giovanni da Bruggia inventore di tale maniera di
dipignere , l'ebbe egli inferriata ad Antonello da Mef-
fina j e quetti a Domenico da Venezia , che avendo-
la confidata ad Andrea del Caftagno, per tradimento,
e per invidia reitò uccifo dallo iìeiTo Andrea , e l'u-
no , e 1* altro fono Seppelliti in S. Maria Nuova . E
ritornando alla Chiefa , ci rimane a rammentare le
Pitture della Volta , le quali danno T ultimo compi-
mento alla vaghezza fin qui considerata : 1* archirer-
tura adunque è di Giovanni Tonelli , e le figure con
Y AiTunta nello sfondo, fono di Matteo Bonechi : quan-
to poi al pavimento tutto di marmi, non fono da o-
metterfi le varie Ifcrizioni , che lo rendono pregevo-
le , e danno altresì a noi lume per la Storia , e pe-
to qui le riportiamo come apprelTo :
Dietro
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Dietro all' Aitar maggiore :
ii
D, G* M.
IO. FRANCISCO RICASOLI IQ. HIEROSOLYM.
QVOD ARAM HANC MARMOREI OPERIS
PHIL1PPO FRATRE HOSPITAL. INCEPTAM
GRADIBVS ATQVE AEDICVLA SACRAMENTARIA IMPOSITA
SPLENDIDE ABSOLVERIT,
JLVDOVICVS INCONTRIVS HOSPIT. EQ. D. STEPHANI
MEMORIAE ET GRATI ANIMI CAVSSA
A. S. MDCLXVI.
Attorno alla bafe di marmo del Ciborio :
IOA. FRÀN. RICASOLI EQ. HIER. P. EX AVRÒ CORDIS
ATTQVE AERE SACCVLI DVO MINVTA OBTVLIT .
Sotto il medefimo Altare :
:ì "
PHILIPPVS DE RICASOLI 8 PAVLI SENATORIS FILIVS
MAGNI HVIVS NOSOCOMII PRAEFECTVS ,
SANCTVARIVM HOC QVOD LATERITIVM INVENERAT
AERE, PROPRIO MARMOREVM RELIQVIT
ANNO IVB. MDCL.
Appiè degli Scalini :
; ^FERDINANDO II.
MAGNO ETRVRIAE DVCE V.
DOMINANTE
ANNO IVBILEI MDCL.
J
In mezzo della Chiefa cfiftono tre Ladroni , in due de i
quali fi vedono le feguenti lettere:*
SEPVLCRVM DESCENDENTIVM FOLCHI DE PORTINARIS .
Ce 2
A mano
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s"
204
A mano ritta nell* entrare al primo Altare :
OSSA
IVDOVICI SERRISTORI
\
                                         HOSPITALARII
M;              FR.ANC.ISCVS. FILIVS
PATRI BENEMERITO,                               1D
Pailko il.ttiedefimo Altare:
IQANNES ANDREAS PlhT/S. IVSTVS PRVDEN3 DOCTVS BONO RElP.
NATVS IN SOMMO PACIS HElC REQVIE5CIT . PISTORiENsIS ECGLESIAE S.
IOA-NNIS IN PATRIA SVA ABDICATO REGIMINE. SACROS CANoNES IN
PISANO ATHENAEO EGREGIE DOCVIT.OB ILLVSTRIA DOCTRINAE INTE-
GRITATI5QVE ESEMPLA AD IVRA REGIAE MAIE3TATIS T VENDA A
COSMO III. PQSTMQDVM AB IOANNE GASTONE I. MAGNiS ETR. DV-
CIBVS ITEMQVE AD ALlA MVNERA ET AD INTIMA AVDiENDA
CONSILIA DELECTVS . PRIMVM S. MATTHAEI MOX S. MARIAE NOVAE
NOSOCOMIA ERECTO IN DEVM ANIMO NVLLÌ3 VMQVAM LABORIBVS
ET SOLICITVDINIBVS EFFRACTO . AD31DVA IN AEGROTOS VIGILANTIA.
ISl STVDIOSOS REI MEDICEAE IVVENES PATERNO AMORE.. IN OMNES
SINGVLARI HVMANITATE . PERPETVO 'DIVITIÀRVM CONTEMTV ET
ABSTINENTIA . MVLTIS VBlQi'E AVCTIS AMPLIATlSCiyE ' AERE ; PRAE-
SERTIM SVO COMMODIS SVMMA CVM LAVDE ADMINÌSTRAVIT . VITA
FVNCTVS EST III. NON. MARTIAS . ANNO AERAE FLOR. CIO IO, CC. XL.
AET. SVAE LXVI. SILVERIVS PINIVS . PISTOR. S. IOANNIS PRAEEECTVS
FRATRI OPT1MO RARISSIMO* -
                    ' 1 V "
Appiè del ifeccndo Altare:
ANTONJVS CAPPELLIVS LVCAE FIL. SAGRAE THEOL. D.
ET PROTONOTARIVS'APOSTOLICVSQVVM KVIC CELEBERRIMO
NOSOCOMEIO PER NOVEM FERE ANNQS. DIFFICILLIMIS v
TEMPORIBUS ADSIDVO LABORE PRAEFVISSBT . VIOLENTA FEB&
PRAEREPTVS SVMMO BONORVM MOERORE HIC Q^IESCII^
OBIIT VI. 1DVS DECEMBR. A. S. CIDOCCXVI.
. t AETATIS SVAE ;ANyòXLIV.N(^DVM'ÉXPLETOÌV"
J.AVRENTIVS CLEMENS » ET PHILIPPVS MOEST1SSIMI
FRATRI RELIGIOSISSIMO POSVERVNT .
Sotto
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20*
Sotto il medefhnò? Aitale ;                   *^:
té.BAP. MtLÀNESTVs EPÌSéÓfr VS MARSICANVS (fvVefcM Mttrjt)
' '■/'
                       HVIVS LOCI ÀDm'iNISTRATOR1
sacellvm hoc egregivm probaticam plscinam christo
             langventivm saxvti dicatvm erex1t :
aramQlve, asservatis hic mvltis sanctorvm reliqviis
CONSACRAVO" , DE LI Ci ALEX. MEDICI ARCHIEP. FLOREN.
S. R. E. CARD. MDLXXXXIL» ~
All'entrare in Chiefa a mano manca":
.3 IÌI/.03Ò20M %ÈREO 'MÀRIAÉ- ^TERRAZZANO
SANATORI ; eLÒRENTINO       ',                  ,J
"' è nmo iiYiiA *v hospitalARio,,, ,A ■ ,,VAM
M3ia "iKiH; ANDREAS; D.r. STEPHEN! EQVES ir-i hS DA Oia
• .* l'ili FRAT&I AMANTISSIMO; W -
i ( Appiè della prima Cappella a mano manca :
• -                    LVtfÒVICO WCONTRI
nosocomii kyiys hospitalario in sac.d. stephani.mìlitia
eQviti i, vvp. qvt jiebvÌ ita plvrimis , pr-aefvit vt sibi
&MìMetìm^dW£orvm principe A^R^^iiifi^^g^^i^i
SAC RELIGIONIS CENSVVM PRAEFECTVS Eo' STVDIO AVXIT
ALIENA QVO ALII PROPRIA . APVD PHIIIPPVM IV. HISPAN.REgEM
FERDINANDI II. MAG. ETR. DVC. XIII. ANNOS ORATOR VOCE
CONSILIO DOGTRINA POTENS TRACTAVIT . MAGNA COMPLEVIT .
EGREGIA PERFECIT MAXIMA^T QVOD ARDVORVM VLTIMVM
DITIONIS PRINCIPI SVO PER NOVAS EXTENDENDAS PROVINCIAS
MINISTER FVIT ÌaTHEMATICIS DISCIPLINA EATCVLTVS MARMO-
RIBVS INGENII iMONVMENTA RELIQV1T CVM ANN. PENE XX.
PROPVLSANDIS MISÈRORVM AFFLICTATIONIBVS INSVDASSET
GRAVISSIMIS.IPSI PERCVLSO AET. ANNO IXXIV. INCARN. VERBI
MDCLXXVIII. FEBR. XXIII. DIES QVAE VITAM DEDERAT MOR-
TEM DEDIT QVIN POTIVS DE CORPORE MORT S HVIVS ERI-
PVIT ETERNAE VITAE DATVRA FERDINANDVS MARCHIO DESI.
DERAT1SSIM0 FRATRI PONEN. CVR,
Pa/Tato
________.
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Paflato Ja detta Cappella,
'/£
'in > .
-HIC SITVS;-EST- IOSEPH MARIA MARTELLINA? PATRICIVS ET
CANQNICVS FLORENTINVS, HV VSINSIGNIS NOSOCOMH PRAESES
VIGILANTISSIMVS , TEMPLO EXORN ATÒ PICTVRIS ET MARMOREO
PAVIMENTO IN PVBLICVM BONVM ANATHOMICO THEATRO ,
CONCLAVIBVS AEGROTORVM COMMODO A SOLO EXTRVCTIS
TABVIARIO ACCORATE DIGESTO, SVMMA IN DEVM ET IN EGE-
NOS PIETATE CONSPICVVS. OBI1T KAL. IVN* A. S. ClDloCCXXXV-
AET. SVAE LXIV,iK:...v: ÌLX.HI& M:ii;ù ,5i .H .S
Appiè della feconda Cappella :
MICHAELI MARIANO 1NSIGNIS AC VENERABILE NOSOCOMII S.
MARIAE NOVAE, TVNC JfialS AC PISTORH HOSPITAL. VIGILAN-
TISSIMO QVI POST EXlMfA PIETATIS AC MUNIFICENTIAE OPERA
IN PAVPERES AC LANGVENTES ALMI HVIVS ASYLI OMNI STV-
DIO AC LABORE DIFFVSA VLTRA SVPREMAta QVOQVE DIEM
FAMAM NVNQVAM PERITVRAM J PRVDENTIAE IVSTITIAE
MANSVETVDIN1S BENEFICENTIAE CAETERARVMQVE EGREGIE
ANIMI VIRTVTVM-STVPENTI RELINQVENS ÌPOSTERITATI. OBIIT
NONAGENARIVS POSTRIDJE KAL. IVLII A.S. MDCCVII. SANCTES
GRANDI CELEBERRIMI HOSPITALIS HVIVS CAMERARIVS AC MO-
DERATOR TANTO VIRO DE BONO PVBLfCO'AC DE SE OPTIME
MERITO GRATITVDlNtS ET OBSEQVII pIGNVS MÓNVMENT,VM
HOC MOESTISSIMVS POSyiT..
UlÀ
l.f'II'M
P P : ' l
■»jj. %
LE.
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s»7
XVI
L E Z I ONE
D E L LO S P E D AL E
DI SANTA MARIA NUOVA IV.
ON mi fembra di poter meglio profe-
guire 1' illuftrazione del prefente Spe-
dale , che col portare una notizia)
la quale fi trova in alcuni libri di
antiche ricordanze» ed anche ne'ma-
nofcritti di Leopoldo del Migliore, per;
io che mi farò qui dal racconto di
un avvenimento prefo da' Fiorentini per miracolofo , e
fu che neli' anno 1312. quando già fi era dato prin-
cipio al grande Spedale degli Uomini fui terreno de*
Frati di S. Egidio , per tre notti continue apparì nell*
aere fopra di quefto Edifizio una Cometa in forma di
una Croce di oro luminofa , olfervata da tutta Firen-
ze , per la qual cofa prefero i Cittadini un gran fer-
vore in aiutare sì pia opera , come fé quel fenomeno
fofife ftata una voce di Dio , quindi principiarono le»,
moltiplica donazioni , lafciti , e limoline allo Spedale,
con sì "'ftupenda , e collante abbondevolezza , che nel
tempi avvenire poterono gli Spedalinghi ridurre la fab-
brica a tal grandezza } che per confeflìone di chi viag-
già , più fpiendido Spedale non avvi nel Mondo . Co-
me io penfo qui di chiaramente dimoftrare , dandone
in, primo luogo una pianta fufficiente a farne il giufto
concetto .
II. Vedefi adunque fopra fpaziofa Piazza una lòggia
di pietra forte » con appartamenti al di fopra foftenutf
da quattordici Archi, undici de' quali fanno una ret-
ta linea a mezzodì, e fottó di efla fonovi cinque gran
Por-
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O-OY.
J
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2t)8'
Porte; là prima dèlie quali a mano manca mette nel.
lo Spedale delle Donne , la feconda conduce alle Stan-
ze del ComrniiTario , la terza è della Chiefa ; fegue al-
lato altra, per la quale fi palla in due Chioitri, eia
quinta è la gotta, dello. Spedale degli Uomini , dove
noi entrando 'vediamo la principale Navata lunga brac-
cia 2So. e larga 16. la quale mediante due maeilofc-.
Arcate è attraverfata nel mezzo da una feconda Nava-
ta di Architettura fimigliante alla prima } e meno lun-
ga , ma in tal maniera che lo Spedale fa figura di
Croce } oltre due ale,' che dagli Archi fino alla tenta-
ta della fabbrica mettono in mezzo la Nave più gran-
de , veggendofi in un colpo di occhio fei grandiofi
Spedali aventi in tutto letta 3B1. Molte poi fonò le
Fabbriche citeriori. a muro a muro, corona /adenti
al fcpradefcritto: Edifizio , che non porlo tralafciare_*
dì otfervare; e però principiandoti dall' ingrefTo a ma-
no fi niitra appoggiato alle mura laterali dello Spedale ,
avvi un Cortile con logge di quattordici archi , nel
quale a terreno trovafi lo Scrittoio con due fcale , che
conducono agli Appartamenti de' Miniitri ; da quefio
Ghioitro per un andito lungo il muro della Chiefa fi
palla ad altro Cortile più grande, con logge parimen-
te , che danno il comodo per andare alle "Officine ,
Cucine , e Refettorio con fopra Stanze per i Servien-
ti.. E ritornando alla principale Porta dello Spedale
dalla banda di Levante ; fonovi tre Stanze componen-
ti la Spezieria fioritiffima di tutte le cofe preziofe , ed
opportune ., richieite per rimedio de i mali , corrifpon»
dendo a detti Stanzoni tre fotterranei deftinati per di-
ilillare erbe, e per lavorare quella fpecie dì medicine
che del fuoco abbisognano , ed un bravo , e accredi-
tato Maellro prefiede a quefta Spezieria, certamente
la più ricca » e bella che fia in Firenze , dalla quale-
noi ufctndoj e pel medefimo -piano corteggiando fem-
pre le pareti dello Spedale , per un Corridore venghia-
mo ad avere a manritta j| Collegio degli Studenti, e
Ja loro Scuola > dove fi veggono tutte le maniere di
fa-
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l'Q$
fafciare un capo rotto ] e quivi fi conferva lo feheìetro
di quel Gigante detto il Bambino di Caftello ; pofcia
per una Porta palliamo a tre feparati , e diftinti Spe-
dali ; cioè a quello de'Preti > ed altro detto de'Bardi,
fopra del quale avvene uno de* Feriti , .e Pietrami.
IH. Anche dalla Crociera in su , oltre le due fo-
praddette Ale , o Avvero Spedali , fonovi parecchie^
Fabbriche , come dalla banda di Levante incontrafi il
Conventino de i Padri Cappuccini, cui è raccomanda»
ta la cura delle Anime di tanti Infermi , e dalla par-
te di Ponente vengono i Bagni di acqua calda , e-»
fredda, con dirimpetto un Cancello di ferro, dal qua-
le fi entra in un Cortile quafi di figura quadrata eoa
intorno intorno la fua Loggia avente 34. archi foftenu-
ti da colonne di pietra , e quivi contavanfi 48©. Se-
polture; inoggi, come fi difle, refe inutili per il nuo*
vo Cimitero fuori della Porta a Pinti : eravi quivi
pure la Cafa de i Pazzerelli , i quali fono ftati tra»
{portati nelle Cafe dette del Ceppo lungo Arno ; e re-
cano a vederfi in quefto Chioftro una Chiefa , dove
fi depofitano i Cadaveri de i morti di frefeo , e una
Sala per lo ftudio della Notomia , con bel teatro per
le anatomiche lezioni fatte coli' intervento de i Lette-
rati . E ritornando alle Logge della Piazza, pafleremo nello
Spedale delle Donne , il cui difegno è fomigliantiffimo
allo Spedale fin qui da noi deferitto , benché fabbri-
cato effo forte anni 350. dopo la fondaziene di quel-
lo degli Uomini, come qui fotto fi dirà .
IV. Intanto per venire alla ftoria delle fempre più
utili, e magnifiche innovazioni dagli Spedalinghi pro-
curate , cercheremo in primo luogo i tempi , e gli
Autori di effe, e facendoci da' primi anni del felice
incominciamento di sì pia opera , a Benedetto di Ri-
dolfo da Monte Bonello primo Governatore eletto da
Folco Portinari, devefi attribuire il grandiofo concet-
to di edificare lo Spedale degli Uomini di quella am-
piezza , e figura, che vegghiamo , febbene con alcune
imperfezioni , che furono poi tolte vi* da'moderni
u Tom. VUL
                       D d                            Spe-
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2 IO
Spedalinghi, ma che il prefente fia quel deiTo , è un ar-
gomento per crederlo la tavola colorita da Lorenzo di
Bicci, nella quale infìeme con la Chiefa confacrata da
Papa Martino, fi vede allato 1' ingreiTo nello Spedale ,
tale quale è inoggi, fé non che manca la Facciata di-
roccata per farvi le logge . Nel 1477. avendo la Re-
pubblica donato allo Spedale tutto il terreno dietro a
S. Croce , lo Spedalingo Bonino di Iacopo Bonini fab-
bricovvi un Lazzeretto , affine dì feparare dagli altri
Infermi gli Ammorbati . Qualche notabile benefizio di
fabbrica fece il Granduca Francefco , come lo dimoftra
una fua Medaglia del 1575. che la riportiamo alla lettera
C. del Rame } che qui fi dà , nella quale avvi la fua
Effigie, e quelle lettere : franciscvs medices magnvs dvx
ìtrvrtae FOELiciBVS avspicifs: e nel rovefcio fi vede un
Cafamento appoggiato dalla banda di Ponente alle pareti
dello Spedale , e quefta leggenda: hospitale s. mariae
novae avctvm mdlxxv. ed ignoratoli finora dagli Stu*
diofi delle Medaglie qual poterle eiTere quello aumento
fatto allo Spedale , io finalmente dopo molte diligen-
ze, mi fono avvenuto a trovarlo , e fono le nuove
Officine , vale a dire il Refettorio, le Cucine con altre
Stanze , una porzione delle quali, quando poi fi fece il
nuovo Spedale delle Donne, gettoffi a terra ; e la ragione
di così credere è 1* Arme del Granduca Francefco inquar-
tata con quella di Giovanna d'AufIria fua Conforte,
con quelle tre lettere: s, f. m. che io leggo : serenjs-
simvs fràncìscvs medices , e fotto quell'arme vedefi
dipinta al di fuori della parete del fuddetto Refetto-
rio la bella pittura a fiefco della Samaritana , e forfè
dai medefimo Principe fu rinnovato 1' Altare di mar-
mi bianchi , che è in teda dello Spedale , col difegno
di Giambologna > e che confacrato fu nel 1591. dallo
Spedalingo Monfignor Giovambatìita del Milanefe. Neil'
anno poi 1611. da Monfignor Bernardo degli Oddi fi
diede incominciamento , come dicemmo nella terza Le-
zione , alla magnifica Loggia dinanzi al medefimo Spe-
dale ) la quale pofcìa vedremo quando fu terminata .
V. Sino
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;;;
I
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211
V. Sino alla meta del fecolo xvn. niuna altra no-
tabile innovazione feguì ; ma appunto nel 1550. mer-
V attenzione di Filippo Ricafoli , principiò altro
grandiofo miglioramento . Conciofiachè avendo egli pre-
fo da* più famofi , e meglio governati Spedali di Italia
le cofe più Angolari , e neceflfarie per vantaggio , e^
decoro di fomiglianti Edifizi , mediante 1' aver manda-
to il Camarlingo di allora Michele Mariani } e V Ar-
chitetto Giovambatifta Pieratti in diverfe Città ad ofler-
vare la perfezione , e comodità degli Spedali di Roma ,
di Napoli , di Milano, e d'altri luoghi , ditde principio
alla esecuzione di fue nobili idee, alzando alcune brac-
cia di più le Soffitte, aprendo alcune Porte , e aggiun-
gendo Fineftre, per le quali fi dà sfogo a quei fiti , e
fetori } che fi generano dalle malattie : inoltre levò via
molte Storiette Sacre di mezzo rilievo in terra cotta ,
le quali ftavano collocate alle pareti » e che erano una
conferva di fordidezze ; aggiunfe per gì* Infermi due_»
Ale 4 o Corsie più baffe ; così moltiplicando le ietta ,
che tutte riduffe di ferro , quando prima erano di legno,
e per diferenziare le Perfone, ed il loro grado, feparò
in alcuni luoghi diftinti dalla gente baflfa, la gente ci-
vile , i dependenti dalla Corte, e fimilmente 1 vecchi,
i fanciulli , i febbricitanti, i feriti , e gì' infetti di ma-
li contagiofi , cofe, che tanto piacquero alla Città, che
il nome di Filippo Ricafoli fi è fatto immortale , fcol*
pito lèggendoli negli architravi, e ftipiti delle Porte;
Niuno oggi fi (degna di ricoveraryifi cadendo in ma-
lattie , né io faprei fé con più di accuratezza , e lin-
dura ) e carità farebbero ferviti nelle proprie Cafe , e
la efpericnza ha dimoftrato efiTervi voluti venire a cu-
rarfi , e a morirvi Perfone affai diftinte .
Vi. Sì magnanimo Spedalingo meditava cofe an-
cora affai più plaufibili , fé morte acerba non per an*
co lo toglieva a Firenze, morto dopo 9. anni di go-
verno nel 1654, Ma la Divina Provvidenza , fempie_#
mai vegliarne a vantaggio de'Poveri fece sì, che il
Granduca Ferdinando IL cteffe un fucceffore non infe-
D d 2                            riore
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112
riore alle vafte idee del Ricafoli > e quefri fu Lodo-
vico Serriftori eletto adì ie». Marzo dello fteflb anno ,
e fubito portato da fama emulazione di fuperare le
operazioni ftupende dell' altro , fi mefle a fabbricare di
pianta uno Spedale per le Donne a mano manca del-
la Chiefa con la medefima forma , mifura , e grandez-
za di quello degli Uomini, concetto per vero dire da
spaventare qualunque uomo , per grande che egli fia ,
e quello, che .ebbe più dell' ammirabile , fu il darlo
compito nel breve fpazio di tre anni. E per formare
una giufta idea di tafe intraprefa , conviene , che-,
noi ritorniamo al vecchio Spedale di Folco , il quale
benché lungo braccia 116, dal gran concorfo , e mol-
titudine di Donne inferme fi era refo incapace , non
ottante che nel i6ig. governando lo Spedale Giovan-
ni Mattioli, fi ordinante un'aggiunta, che attraverfan*
do la Via delle Pappe con un Arco , veniva lo Spe-
dale ad eftenderfi affai verfo Ponente. Per dare adun-
que incominciamento al nuovo Spedale , oltre 1* incor-
porare nella Fabbrica difegnata il vafto Cimitero del
quale abbiam favellato , e 20. altre Cafe , che fi get-
tarono a terra, fi levò la Compagnia della Crocetta,
che allato al detto Cimitero aveva il fuo Oratorio, e
fu trasferita in Via delle Pappe; inoltre fi diroccò pu-
re un muro allato alla Chiefa , dove il Pomaranci ave-
va fatta una grande dipintura , che rapprefentava Co-
fimo II. e la Granduchefta Maddalena d* Auftria , e
Reali Figli , a* quali lo Spedalingo degli Oddi prefen-
tava la pianta dello Spedale . E così preparato il vafto
terreno a i io. di Giugno , correndo ì* anno 1^57. da
Roberto Strozzi Vefcovo di Fiefole , prefente il Gran-
duca Ferdinando li. la GranduchefTa Vittoria , Gio:
Carlo Cardinale , e altri Principi , e Signori , fi fece
la folenne benedizione della prima pietra , che gettò
ne' fondamenti il Granduca con un ladrone di marmo
lungo braccia 2. e largo uno , dentrovi fcolpita una..
Ifcrizione erudita comporta dal Cavalier Francefco Ron-
dinelli » e tre chiufini tondi foderati di lamina di piom-
bo
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M
bo co'coperchi rimili, ne i quali furono mefle dentro
Reliquie di Santi, Monete, e Medaglie, che noi abbiamo
riportato alle lettere B C, del fopraddetto Rame . Da quat-
tro. Astrologi fu oflervato per feliciflìmo il punto ,'nel
quale fi calava la pietra^ azione, che non poflìamp
non condannare di fuperftizione , quafi che Ga poflìbife
alla umana mente 1* indovinare V avvenire . Principia-
tori adunque a fabbricare , benché fi aveffe a cammi-
nare unitamente con quello, che fi vedeva fatto di lun-
ghezza , larghezza , ed ogni altro ornamento a pro-
porzione allo Spedale degli Uomini , tuttavia dal Ser-
riftori il affegnò la direzione , e foprintendenza al
Pieratti peritiflimo nelle cofe di Architettura, e par-
ticolarmente in quel, che fi richiedeva a fabbrica di ta-
le condizione ; la lode però, che avrebbe avuto V Ar-
chitetto dall' univerfale , convien confettare , che fu
data a Michele Mariani per la fua gran diligenza.. 3
abilità , ed attenzione in fomigliante affare , giacché a
lui fi deve , che in tre anni lo Spedale fofle ridotto
a termine, e alla fua perfezione , eflendo entrate per
la prima volta in proceflìone le Donne nel giorno dell*
Afcenfione del 1660* Ma terminata appunto la fabbri-
ca , con fommo difpiacere de* Fiorentini fi morì Lodo-
vico Serriftori , cui fucceduto eflendo Lodovico Incontri
Cavaliere di S. Stefano, concepì la rifoluzione di ter-
minare le Logge della Piazza, gettandone coraggioso i
fondamenti , ma, non finiti, le non nel 1699. eflendo
Spedalingo il foprallodato Michele Mariani , il quale
poi nel 1708. fece anche i tre Archi dalla banda di
Levante full' ordine , e bruttura di quelli della faccia-
ta . Del fin qui notato fonovi autorevoli documenti
neU' Archivio dello Spedala , noi però riporteremo
quanto riferifee cronologicamente il Diario nella Libre-
ria del Magliabechi come appretto : „
1657. Adì 17. di Giugno fi gettò la prima pietra nei
„ fondamenti dello Spedale di Santa Maria Nuova del-
3, le Donne, e la funzione fu fatta da Monfìgnor Ro-
„ betto Strozzi Vefcovo di Fiefole , con l'intervento
'                                                                                                                3? e*
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214
,> del Granduca Ferdinando II. ficcome dopo fi dette
„ principio alle logge dalla medefima patte , nel tem-
„ pò fteflb fu levato I* Arco , che era a mezzo della
,, Vìa delle Pappe , e fu appianata detta ftrada , per-
j> che Del mezzo era più baila a riguardo del detto arco,
s, i<S<?o. Adì i. di Maggio fi aperfe pubblicamente il
„ nuovo Spedale di Santa Maria Nuova , fatto per le
3» Donne , quale era già flato veduto terminato fino
j> nel dì primo di Settembre i'6%g, con tutti i fuoi
)j addobbi, e vi fu a vederlo il Signor Granduca; e
V, nel dì <5. di Maggio , giorno della Afcenfione furo-
53 no trasferite dal vecchio Spedale al nuovo tutte le
j, Donne 5 che in detto giorno vi fi trovavano 3 con,
33 veli bianchi in tetta , e gabbane nuove .
,3 1699. Adì 28. di Marzo; effendo (tata imperfet-
55 tà , e non finita per molti anni la facciata dello
„ Spedale di ,S« Maria Nuova delle Dorine 5 quefto dì
,5 reftò finita , è terrnitìatà come l'altra parte della-.
33 Loggia , e vi fu pòfto il Bullo di marmo del Sere-
}> niffimo Granduca Cofimo III. fatto da Carlo Mar-
scellini celebre Scultore.
5, 1708. Adì 13. di Febbraio fi viddero fulla Piazza
5, di Santa Maria Nuova ì tre Archi del nuovo Log-
35 giato ,a manritta full* ordine 5 e itrutturi medefima
3, di quello della facciata , benché i tre fopraddetti Ar-
j, chi non fieno del tutto finiti', „■*
VII. E per fine ;a i fuddetti efatti racconti cro-
nologici 3 aggiugneremo alquante Ifcrizioni intorno in-
torno allo spedale, e fono una in Via delle Pappe in
faccia alla Compagnia della Crocetta 3 che prima veni-
va a fiàre fono T Arco ;,, che dice ;
!r|               COSMVS H. MAGNVS HETRVRIAE DVX
MAICKI AtGRpTORVM rCOMMOpITATI
,          ET PIA E MVN1FICENTIAE
ANN. HV.MANAE SALVTIS MDC, XVIIII.
IOANHfi EX yETVSTA SENENSX
; MAsTIHiOLORVM STIRPE
NOSOCOMII PRAEFECTO .
Sotto
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Sotto le Logge dello Spedale:
COSMO IT. MAGNO ETRVRIAE DVCE ITU. FOELIGITER
IMPERANTE , D. BARNABAS DE ODDIS PA.TRIT1VS
PERVSINVS CASTRI LICIANI DOMINVS S* MINIATIS; AB-
BAS HVI.VSQVE NOSOCOMII COMMENDATQR AVORVM
EAMILIARITATIS QVA PERVSIAE DOMINANTES CVM RE-
PVBLICA FIORENTINA VINCTI ERANT- HAVD NESCIVS
CVM ET OLIM ODDVS AN. MCCLX. FLORENTINAS Mi-
LITVM COHORTES DVO DE VIGINTI DVCERET ET ANNO
MCCCCLIIII. CAROLVS OCTINGENTORVM SINGVLIS MEN-
SIBVS CORONATORVM STIPENDIO DONATVS EQVESTRES.
TVRMAS ALERET AC DEINCEPS VSQVE HODIE EX OD-
DORVM FAMILIAQyAMPLVRIMl APVD SERÉN1SS. MAGNOS
DVCES ETRVRIAE BENEMERITI EXTITERINT EO ITIDEM
IPSEMET ANIMO AFFECTVS E XENODOCHIl PECVNIIS QVAE
IPSIVS VIGILANTIA SVPERFVfiRE IIAEDIFICIA HAEC PLV-
RIBVS ORNAMENTIS DECORATA II? DEI OPTIMI CVLTVM
IN SERENISSIMORVM PRINCIPVM OBSERVANTIAM , ET IN
PVBLICAM PAVPERVM VTILITATEM FVNDITVS EREXIT
ANNO DNI MDCXII.
Sopra la Porta dello Spedale de* Preti :
ECCLESIASTICI HOMINES
QVORVM DIGNITAS TVENDA
,          CALAMITAS SVBLEVANDA
TVTISSIMVM HABENT HlC EFFVGIVM
ET HONESTISSIMVM
VT SIC ILLOS DEVS AMET
VT VALETVDINEM ETlAM INVENIANT .
Sopra i Bagni di Acqua calda , e fredda ,
CELLA CVM DVOBVS LABRIS
LAVATIONI MEDICEAE CALIDAE VEL FRIGIDAE
CONSTITVTA AN. MDCCL.
ffi&t&raxfeU£iuì                                                                           " '             "               "..■■-.„■.'■                    *ì i                    ■ ' ,, ■■■'..■
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%%6
Sopra la Porta dello Spedale detto de' Bardi,
GIOVANNI DI GEROZZO DE* BARDI PATRIZIO FIORENTINO
ORDINÒ , CHE SI ERIGESSE IN FIRENZE UN NUOVO SPEDALE
•  *ER l POVERI INFERMI COLLE CONDIZIONI ESPRESSE NEL
SUO TESTAMENTO DELL* ANNO MDXCIII, E PERCHE* VARIATE
*  LE CIRCOSTANZE DE'TEMPI, E Dfi'FONDI EREDITARJ „ NON
TU UTILMENTE ESEGUIBILE: LA MAESTAVDELL' IMPERATORE
t FRANCESCO DUCA DI LORENA GRANDUCA DI TOSCANA
SEMPRE AUGUSTO NOSTRO CLEMENTISSlMO SOVRANO PER
PROVVEDERE ALLA PIETÀ* PUBBLICA , ED AL NOME DEL
PIO TESTATORE CON SUO MOTUPROPRIO DEL DIV XI. DI
LUGLIO MDCCXXXXVHI. COMANDO1 CHE TUTTI I BENI 5f
UNISSERO A QUESTO REGIO SPEDALE Di SANTA MARIA
NUOVA , CHI UNA DELLE CAMERE IN ESSO DESTINATE
PER UN GENERE DI PERSONE» E DI MALATTIE SI CHIAMASSI
SPEDALE Di' BARDI , CHE VI Sj PONESSE L'ARME , ED
UNA MEMORIA , IN ESECUZIONE DE* SVPREMI COMANDI
E\ STATA POSTA LA PRESENTE ISCRIZIONE QUESTO
GIORNO I, PI SETTEMBRE MDCCLIV,
>©&
LE.
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2*7
L E Z I 0 N E XVII.
SELLO S I E D A L E
DI SANTA MAÉA NUOVA V.
I« ^^-s^^^^j Appoìchè di quello Spedale noi ab*
B wP^KH biamo in quattro Lezioni illuftrato
(^^^^k^ la fondazione > le vicende , e le ma»
| uEl , 1 II gniiìche innovazioni , ragion vuole j
^ ItÌ( J ì\ c^e non c* aftenghiamo dal riferire
m sSÉS^I *e rno^tlP^c* grazie , privilegi , e bc-
gg*g^^sSl9 ftefizi fatti da' Grandi a sì pio Luo-
go , € le lodi, colle quali trovali il medefimo efaltato
dal Mondo . Pertanto facendoci da quefte , egli fi vuol
dire , che Re , Prìncipi , e Repubbliche ne hanno
più fiate richiefto il dilegno , e le iftruzioni per fab-
bricarne de' fomiglianti ne* loro Stati ; né mancano Bfte-
ri , che nelle ftampe non lo commendino co* titoli di
maggioranza fopra qualunque Spedale ; ed io mi fono
avvenuto a trovare nella Libreria di Badia in un libro
fegnato M, contenente varie Relazioni fcritte a penna,
una delle quali data al fuo Senato da Antonio Tiepolo
ftato Ambafciatore di Venezia al Granduca Francefco I.
nella quale informando quella Repubblica dell'animo ge-
neroso di quello Principe) dice ,, Egli è un Principe ma-
„ gnifico nelle Fabbriche) maiHmamente per quelle, che
3, fervono a* poveri Infermi , come il grande Spedale
„ di Santa Maria Nuova , il quale per il numero de*
5, Miniftri , de* Serventi , e degli Ammalati di ogni
?, forte , con ha pari in Europa ,, E per foddisfare le
brame di Arrigo Vili. Re d' Inghilterra follecito di aver-
ne un* efatta relazione , Mefs. Francefco Portinari neìl*
anno 1524. preparò per mandare a lui gli Statuti dello
Spedale , e il difegno in cartapecora con V Arme dello
Tom. Vili,                       £ e                            Spe.
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ti8
Spedale , e de' Portinari , con fopra quello titolo :
ILLVSTRISS. AC GLORIOSISSIMO -ANGLIAE FRANCIAECLVE REGI
INVITISSIMO , DVC1QVE HYBERN1AE HENRICO Vili.
HVMILLIMVS SERVVSFRANCISCVS PORTINARIVS PROTH. ApOST,
FOEL1CITATEM 5 ET SECVNDOS COELOS .
Quefto originale con carte dorate , e coperta di
drappo di feta è inoggi nella Libreria di Antonio
Magliabechi . E ancora altro Codice più vetufto
prelfo il Sig. Domenico iMaria Manni , contenente t
Capitoli originali in cartapecora, fcritti nel 1329. i
quali principiano così ,, Ordini da teneri! nello Spe-
,5 dale , e Chìefe di S. Maria Nuova , e di San Gilio
,ì di Firenze , fatti per lo difereto Religiofo Frate U«
,, berto Guidi di Firenze , Lt&ore de' Frati di S. Ma-
„ ria Novella , per commtifione del Venerabile Padre
j, Mejìer Francete© Vefcovo di Firenze, per volontà, e
.„ preghiera di concordia del difereto Uomo Prete Lo-
}, renzo Figliuolo Giacobini de Bibiena fecondo Spe-
j, dalingo , e Rectore di derto Spedale , letti , e pivi-
,, cati in prefenza del detto Frate Uberro , e del det-
9, to Vefcovo, e de* Padroni 1' anno 1324. il dì 24.
>, di Febbraio ,, Ma venendo alle Memorie Fiorenti-
ne , noterò in primo luogo 1* alto concetto, che ne
fece fempre il Comune di Firenze in varie occafioni ,
come alle Riformagioni in una Provvifione della Re-
pubblica , riguardante la Ghiefa di S. Egidio , e lau*
Feita della Sacra di «(fa , che incomincia così : Q^ait~
tunt Mifericordie opera
, que fine intermijfiGne aguntur
ad fanitatem Pauperum Infirmarum in Ho/pitale S. Ma~
rie ÌS[o<ve languentinm Fiorentino Regiminì
, Populoquc
gratijjìma fini
, &* accepta , omnì modo pojjtbili oflende-
rè ciipientes Magnifici
, & Botmim OD. Prioref 9 &
Vexilhfer lufiitie ? optili
, & Comuni s Fior, &c, e al-
trove la medefima Signoria così lo appella : Ho/pitale
$L Marie No*ve Domimi Fior, & liberiatis firma
, i&.
ftabilis columna »
Fra Domenico da Corella a quefto
w'guardo fenile pure come fegue ;
.8 ed
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219
$ed nova i quàe fertur \ eunBh fràejtmhur finn
PatifferibKf lotuplet Jemper amica Dowus

e quefti altri verfi fono del Verino 3 parlando del no*
ftro Spedale ;
                                                 '■ y\
Hon gfl in toto delubrum fan&ius Orbe »
&ed meline tacuijfe fmt , quam patte a re ferrei»
li. Benedetto Varchi nel libro 9. di Aia Storia»
ornamento injtgne lo chiama della bella Virente , ed
il Landini fi accorda col fentimento univerfale , appel-
landolo ?l frimo Spedale tra i Ctifiiani ; e dei Gran-
duchi di Tofcana , che tutti fi fopo dimoftrati non
folo Padri , e Protettori dello Spedale , ma giufti
incora eilimatori di si grande opera , riferirò 1' enco-
mio di Ferdinando I. dato a sì pia Cafa in occafione di
un fuo favorevole Decreto del 1607. ne* 7. di Settembre,
dove leggono* le feguenti parole ,, Ettendo lo Spedale
,) di Santa iMaria Rjuoya così celebra 9 ed, importante ,
,, e membro principaliflimo della Città, ornato ,d'.in-
j, finiti Privilegi , dotato d* ampio Patrimonio ec. »,
III. Quanto poi alle grazie , e privilegi, che gode
lo Spedale , ne fanno reftimonianza non pochi pregia-
tiflìmi documenti, confìitenti o nelle Provvifioni fatte
dalla Repubblica Fiorentina , o nelle Conceflìoni de*
Granduchi, e più che più ne* Brevi, e nelle Jftolle de i
Sommi Pontefici. Qyefte ultime principiano dal 1287.
con una di Onorio IV. al Fondatore Folco Porti-
nari concedente la permuta di terreni co* Frati di S.
Egidio, e che per efler un documento principale a fta-
bilire l'incominciamento dello Spedale, V abbiamo dato
fui fine della lezione prima : del 1297. avvi di Bonifazio
VIII. 1* Apostolico beneplacito al primo Spedalingo Bene-
detto dì Ridolfo di Monteboneilo , che potette prender
pofleiTo di tutti i Beni , Convento , Cafe , e .Chiefa de*
Frati detti della $acca. Di Martino V» nel 1420. che
confacrò la Chiefa , conferyafi l* aurea Bolla di un per-
dono ogni anno in perpetuo per T ottava della Sacra,
ed inoltre fece onori , e grazie moltiflìme a. Metter
Michele di Frofino VHI. Spedalingo : Papa Eugenio
E e 2                               IV.
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120
IV. nel 1442. lìbera Io Spedale dalle Decime do-
vute alla Camera Apoftolica , lo che fu confermato
da i fuoi Succeflbri fino a Pio V. il quale efentollo
altresì da* Quindennj , con motiv© d*gno di un Santo
Pontefice, dicendo nella Bolla,, che confiderata la qua-
„ lità dello Spedale di Santa Maria Nuova , e come a
3, benefizio di tanti poveri andava così bene impiega-
,, to il danaro del Fondatore , e de* Benefattori, lo giuf
1 ,j dicava degno di tale fgravio . ,> Ma ritornando in-
dietro negli anni, Niccolò V. ratificò tutte le grazie
fattegli da'fuoi Anteceffori , e particolarmente il pri-
vilegio allo Spedalingo di poter vendere Beni dello Spe*
dale , quando giudichi ciò di vantaggio al medefimo ,
lo che venne confermato da Siflo IV. e da Aleffandro
VI* Pio II. nel 1462, diede ai Confe(Tori dallo Speda-
lingo deputati, la facoltà di aflblvere gì* Infermi, e Ser-
venti dell* uno, e dell' altro k(Co da* Cafi rifervati , e
dello fieffo Pontefice fi conferva la Bolla, colla quale vi
unì la Chiefa di S. Maria di Peretola . Giulio II. incor-
porò nel 1508. la Chiefa di S, Leonino a Panzano,
una delle quattro Pievi fottopoftevi , cioè S. Crìftina-»
in Valdelfa. nel 15ti. da Leon X. S. Soffia in Roma-
gna da Clemente VII. nel 1524. e quella di S. Piero
in Valdarno da Giulio III. nel 1552. e finalmente-,
Gregorio XIII. privilegiò in Chiefa 1* Altare della Pie-
tà dell* Indulgenza di liberare un' Anima del Purgato-
rio ad ogni MeiTa celebrata da qualunque Sacerdote .
IV. Ma parlando da'Sommi Pontefici , vengo a ram-
mentare della Repubb. Fiorentina le Angolari conceflìo-
m, colle quali effa dimoihò la foliccitudine paterna » che
ebbe maifempre a vantaggio dello Spedale , gloriandoli
del bel titolo , che io leggo nelle Provvigioni riguar-
danti il bene di S. Maria Nuova : DD. Priores , é* Ve-
xilìifer Inflìtte Vapuli Fior. Patroni
, Ut Protettore* Ho-
fyitalis Sanale Marie Nove
: e però tralafciando di ra-
gionate delle donazioni fatte dal Pubblico e di ter?
reni , e di copiofe limoline , noterò qui le Angolari
djfpenfe dalle Leggi , a favore di queita Cafa de* Po.
veri.
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221
veti. Nel fgz?, fi ardirli, che le caufe delio Spe-
dale fi fpedifcano (ommariamente, e da non fi ricer-
care il configlio del Savio » e che dalle Sentenze date
a favor dello Spedale » non fi pofia appellare , o dar?
di nullità , e che 4n tutto , e per tutto fi mandino
ad efecuzione in ogni tempo , non orlante le Ferie ♦
Nel ijgi. fi vuole , che lo Spedalingo di Santa Maria
Nuova goda i medefimi privilegi s quando egli è iafcìa-
to Efecutore Teftamenta*|o col medefimo modo , come
Ce fotte dichiarato Erede; che i Melfi , ed Efecutori
dello Spedale pollano gravare tutti i Beni de' Debito-
ri > non ottante lo Statuto Fiorentino de Officio Ntwtii t
e che lo Spedalingo nel domandare , rifcuotere , accet-
tare , e pigliare legati , non fia tenuto a fare inventa-
rio : nel 1340. lo cfcnta dalle Gabelle; nel 1348. di-
chiara parimente la Repubblica, che i teftamemi, e le-
gati in favore dello Spedale , vagliano ancorché fieno
fcrittì di mano di privata Perfona di volontà del Te-
ttato re , anche fenza teftimonj furficienti , e non ofler-
vate le/debite folennità , e nello fteflb anno fi con-
cede allo Spedalingo , che pofia eleggere qualunque
Giudice ì e pofia procedere ragione , e di fatto »
ometta ogni folennità degli Statuti , e ancora per
via di mulBa » a parlare fecondo lo ftile giuridi-
co: Nel 1398. fi efenta lo Spedale da tutte le Impo-
fizioni , Preftanze, Dazj , e fimili da imporrì per V av-
venire , e la prefente efenzione fu confermata con mag-
giore ampiezza da altra Provvigione del 1497. maflìma-
mente dalla Gabella de'Contratti ; nel 1425. viene or-
dinato , che lo Spedale di Santa Maria Nuova goda^
tutte quelle grazie già concedute allo Spedale di Boni-
fazio ; e perchè fecondo il Landini citato dal Miglio-
re a pag. 354. nelle Pefti , che erano frequenti iru
Firenze , quivi anche gli ammorbati fi ricevevano,
coita per deliberazione pubblica del 1477. che allo
Spedale fotte donato tutto il terreno dietro a Santa*
Croce , fopra il quale lo Spedalingo Bonino di Ia-
copo Bonini vi edificò un Lazzeretto > che dipoi fu
ce«
t
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ceduto alle Motiaehe di Monticelli $ e di Mentedo*
mini , Ogni anno poi ja Repubblica dava uniu
groifa limofina ,* e diceva di mandarla alla Cafa del
Comune > e cofta, c|ae vi fi atiribuifle per decreto pure
del Pubblico la rafia di ogni traino di legname con-
dotto nella Città ., e abbiamo ^quefta grazia conferma-
ta da* Principi ., «{Tendo irato il primo Aleflandro Du-
ca di Firenze a ratificarla con P aggiunta di 4. mila
feudi annui,, ed il Duca Coiìmo I. vi unì lo Spedale
infigne , ed. antico di Pifa erecto dal 1245. Di .Fran-
cesco L già il diflfe , che lo ingrand) di fabbrica , co-
me appare nella Medaglia alla lettera C, nel fegpente
rame , in cui veggonfi incife due altre 5VJedaglie rap-
preferitami la Granduchetfa Vittoria della Rovere infi-
gne Benefattrice dello Spedale fabbricato per le Don-
ne . (Cofimo IL voile renderlo più magnijìco , gettan»
do la prima pietra della foggia Julia Piazza nel 161 z»
e alla erezione da'fondamenti del nuovo Spedale delle
Donne , diede mano Ferdinando II. Cofimo III. poi col-
le continue eopiofe limofine rnel compimento dato alle
logge fi meritò il nome di Regio Benefattore , oltre 1*
avere ottenuto allo Spedale la unione di parecchie Chie-
fe, contandofene.incorporate Pievi num, 4. Priorie .num.
15. e Benefìzj femplici num, 33,
y. Agli efempi poi de i Sommi Pontejìei, de'Gran-
duchi j e della Repubblica , facile farà a ciafeuno il
perfuaderfi P amore de* Cittadini allo Spedale di Santa
Maria Muova » al qual propofito il Migliore ci lafciò
ferino come fegue ,, Non ci fu Perfona ficca ne* tem-
,,/pi antichi , roaffime che tettando non fi ricordaiTc*
„ di Santa Maria Nuova , in .tutto , .0 in parte,} chia-
„ mandola erede , ed il Villani per la Pelle del 134S.
„ attefta , che ella ebbe di limofine 25, mila fiorini d*
„ oro , né altrimenti avrebbe potuto fare quelle fpefe,
„ che giùfta il Varchi arrivano in ogni anno a 35.
,, mila fiorini d'oro , ed inoggi al .doppio più, me.
;, diante la pietà de* Fiorentini , i quali prefero a be-
2, jneikarla ,con canta liberalità » che li fuddeUP Var-
» chi
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jj chi potè afferlre, che quello Spedale farebbe quàfi
n Padrone di tutti i Beni, e di tutte le poflTeffioni de'}
„ Cittadini , fé di tempo in rem pò per molte difgrazie
>, di guerra 3 e di altre calamitofe occaGoni dagli Spe-
,» dalinghi non Ci follerò alienate , e vendute . Quin-
,, ài è , che mi giova di credere , che non vi fia Fa»
j, miglia Fiorentina ,.maffime alquanto antica j che noti;
,, abbia qualche merito in S. Maria Nuòva . ,* E poi-
ché una gran parte della numerala Famiglia dello Spe-
dale , fono gli Studienti di Medicina , di Chirurgia >
di Anatomia, di Botanica , e di Farmacia » vi è (tato
tra gli Spedalinghi chi ha pehfato alla erezione di
comoda Libreria , viepiù accrefciutà da' Benefattori »,
de' quali veggonfi in tela i Ritratti , cpme dello Sto-
rico Scipione Ammirato il Vecchio Canonico Fioren*
tino » e del Marchefe Lorenzo del Senator Giulio
Pucci, ed altri . E farebbe laudevole concetto il collo-
Carvi ancora quegli degli Spedalinghi , che contanfi
dal principio dello Spedale fino a quert* anno 1759.
in numero di 40. ma in diffalta dei Ritratti > io qui.
ne riporterò i gloriofi Nomi,.
                                  -!
■'■•'..■■ t i- U> ' ti jìsì (ifu! "> \ ?:•• SU- :-J} !\'i;i : •) ,.*'.;■ "■■'■': "."j f':^"
Strie degli Spedalinghi di S* Maria Nuo<va.
":■'". ,' v,< -",* ' J , ;'" ì'.ì '. :/ ■ '•'; ot y.-'f >,c ni :f*j " ' ••»
I. OEnedetto di Ridolfo da Monte Bonello , eletto da
J3 Folco Portinari Fondatore, e Padrone dello Spe»
da le : 23. Giugno 1288. governò anni 20. Prete.
II.  Lorenzo di Iacopo da Bibbiena, eletto 3. Dicem-
bre 1308. governò anni 24. Prete.
III.  Orlando di I*ierozzo da S. Cafciano, eletto S.
Giugno 1332. governò anni 16. Prete.
IV.  Guido Baldefi da Firenzuola, eletto 12. Luglio:
1348. governò anni 22. Prete.
V.  Michele di Giovanni eletto ;1* anno 1370. gover-
i anni 6. Prete:.. :
VI.  Paolo di Michele Torri ) eletto 6. Luglio, 137^,
governò anni 22. Prete .
VII.  Pietro Mini , eletto 23. Novembre 1398. gover-
nò anni 15. Prete .
                                              yuu
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Vili. Michele ài Wwfints da Paiizano » eJctt© 30. On
tobre 1413. governò anni 30. Prete .
IX» Andrea di Simone j eletto 17. Giugno 1443. go«
Vernò anni 5. snefi 3. e renunziò nei 21. Settembre^
1448. Prete •
X.  Coro di Crifiofano da Legnaia , eletto 27. Otto-
bre 1448. governò anni x. mefi 7. Prete .
XI.  Iacopo di Piero da Tiferno , eletto 1%. Aprilo
1450. governò armi 18. meli 2.
XII.  Lorenzo di Silveftro Salucci , eletto 18. Giugno
146S. governò anni 4. Di quello Spedalingo avvi uniu
memoria in S. Domenico ài Fiefole, num, 2. che di-
ce
: Dom, Laurentius Sìlmefiri de Salucci* Refior , Ó*
Gnhernator Hoff* S. Marie No*ve , cui Hofyitali autlom
ritate A$oft. eft unicum
, & annexum Oratorium S* M*
Annunciate de Fefulis
} in quo habitant Pinzochere %. Ori,
Ì5'rancijci > prò fuis Succefforibus ex p4rte una > & Fr,
Honofrius fil. Andree Honofrii Romuli Ord. Prcdicatorum
*vke
} & nomine Conwentus S* Dominici de fefulis ex
altera parte fecerunt cotnpromijfurn
#f. Tutti i beni di
3, detto Oratorio fieno dello spedale di S. M. Nuova %
>, con obbligo di farvi celebrare una MefTa, ed a'Fra-
jj ti un podere con obbligo di far celebrare ogni fet-
3, rimana in perpetuo una MefiTa in detto Oratorio, ro-
,, gò Ser Bartolo Scr Amerigi Cartoli Graffi Mot. 19,
5) Dicembre 1468. ,,
XIII.  Iacopo ài Santi, eletto 30. Giugno 1472. go-
vernò mefi 3.
XIV.  Francefco di Torello Torelli > eletto 6. Otto-
bre 1472. governò anni %, ••»•
XV.  Bonino di Antonio Bonini, eletto 17. Novem*
b«re X477. governò anni 7. mefi 9. e renunziò 25. .Ago-
ilo J485.
XVI,. Bernardo di Domenico della Volta Abate Ci-
fiercienfe , eletto 25. Agolìo i485* governò anni X2.
Monaco .
XVil. Giovanni dell* Antella * eletto 24. Agofto i4P7«
governò anni jp
, ,....-< , XVIII.
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22*
XVIÌI. Lorenzo Cioni , eletto 24» Luglio 1500, ri-
nunziò 2. Settembre del detto annp . ,
XIX.  Leonardo Buonafede Monaco Certofino , eletto
2£. Settembre 15©©. rinunziò 7. Gennaio 1527. poi Ve-
fcovo di Cortona.
                                       r
XX.   Giovanni Tinghi Priore di S* Simone , elettp
7, ^GennaiQ 1527. governò anni 3. mefi 6. Prete.
XXI.  Angiolo Morfi Abate Valombrofano, eletto 3,
Settembre 1537. governò anni 13, Monaco.
XXII.  Ifidoro da Mont'Aguto Abate Ci&ercienfe 9
eletto 7. Novembre 1544. governò anni 2^?. mefi fc^
Monaco .
XXIIL Vito di Gio: Batifta Buonaccolti Olivetano ,
eletto 5» Maggio 1573. governò anni 3, mefi i. giorni
2Q, Monaco ,
XXIV.  Filippo Guilliccioni di. Prato» Olivetano, elet-
to ad. Aprile 1*77. rinunziò ne I 14. di Marzo 158/7;
Monaco .
XXV.   Gio; Batifta del Milanefe Vefcovo di Marfì ,
eletto 21. Maggio 15S8. governò anni 6, mefi 7. Prete.
XXVI.  Gio; Batifta Totti Pifanp, eletto 11. Gennaio
1594* governò anni 2. mefi ji, Prete,
XXVII.  F, Giulio Zanchini da Caftiglionchio > eletto
14. Gennaio 1597. Cavaliere Gerefolìmitano ,. rinunziò
7. Novembre 1607.
XXVIII.  D. Barnaba Qddi Perugino , eletto 27. Feb-
braio 1607. governò anni io. Monacò.
XXIX» Giovanni di Cefare Mattioli, eletto 27. Feb.
braio 1618. governò anni 5. mefi iJ Prete.
XXX.   Merio Settimani della Rocca a % Calciano,
eletto 27, Giugno 1^23. governò anni 5. Prete,
XXXI.  Francefco Medici Fiorentino • eletto 29. Giu-
gno 1629. governò anni 15, mefi 9. Prete .
XXXII.   Filippo del Senator Paolo Ricafoli Priore
degl* Innocenti , eletto 21. Aprile 1645. governò anni
9i Prete .
XXXIII- Lodovico Serriftori, eletto 16, Marzo 1554.
o
overnò anni 3. Prete ,
Tom. Vili.                    F f                   XXXIV-
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n6
XXXIV.  Lodovico Incontri Cavaliere dì S. Stefano»
eletto 13. Settembre 165 f, governò anni 20. *
XXXV.  Michele dì Lorenzo Mariani di Vernio , e-
letto 20. Giugno 1*579. governò anni 28. Prete. V
XXXVI.  Antonio dì Luca Cappelli Fiorentino, eletto
ti. Marzo 1707. Prete, già Priore di Leccio in Valdarno*
XXXVII.  Giufeppe Maria Martellini Canonico Fio-
rentino, eletto 16. Settembre 1717. morto il 1. di Giù»
gno 17g 5. Prete .
XXXVIII.  Gio: Andrea Pini di Cutigliano nella Mon-
tagna di Piftoia , eletto 16. Luglio 1735. prefe -il pof-
feifo 8. Agolto 1735. era Spedalingo di S. Matteo, rno»
ri 5. Marzo 1740. ab Inc. Prete .
XXXIX- Senator Neri Maria da Verrazzano Depofi-
tario Generale di S.'A. R. del Configlio delle Finanze,
eletto 19. Maggio 1741. prefe il poiteilb 4. di Giugno
del detto anno ; morì 21. Aprile 1745.
XL. Illuftriflimo Sig. Cav. Francefco Maria Maggi.
VI. B ritornando per fine allo Spedale, accennerò
alcune Fabbriche , che Ip circondano , e fono: a tra-
montana il Monaflero vècchio, e nuovo de*Monaci Ca-
maldolenfi detti degli Angioli , del quale fopra fé ne è
data la ftoria,* a Levante avvi la Via detta della Pergo-
la, ove prima era un Tiratoio , che levato via, vi fu
fatto il famofo Teatro a fpefe dd Cardinale Gio: Car-
lo de' Medici nell' anno léyll. Dalla banda di mezzodì
vengono alcune Compagnie , che fono quella de* Biac-
chi, una delle tanto commendate ràgunate dì Peniten-
ti , de* quali parla S. Antonino par. 3. della fuà Ifto-
ria , e noi ne abbiamo ragionato nel Tomo V. la fe-
conda è la Compagnia de* Teffitori di Drappi , che_»
flette già in S, Marco, di là nel 1455. trasferita ove
ella è di prefente , per patto convenuto ne'rogiti di
Ser Girolamo Baldefi con lo Spedale ài Santa Maria^
Nuova , cui fpettafi il Padronato di tal luogo , chiama-
to dal Vafari T Aia , in occaiìone di raccontare come
dia fervifle di fornace al Ghibcni per fondervi le ma-
la-
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; , ' -,, S & ' '*■ %3& ■ "':'~ ' "": ';- - ■ ■ t ' " '' ■ ■ ' $ ; , ■-. *. v, • ■: l-                      ^ 'U■"■ , ■ v ' '■■■'-■■ \ * ■■ - ■ '                                     ■ i
ravigliofe Porte di S..Giovanni . Lì accanto lungo là
Via delle Pappe viene la Compagnia de* Raccomandati
detta anche della Crocetta » per una Croce bianca , q
jrofla ì che portano i Fratelli v E falla Piazza fotto 1*
ultimo Arco della Loggia , dalla parte dì Levante > vie-
ne T Ufizio delle Decime Ecclefìaftiche , così chiama-
te , mediante che da tutti gli Ecclenaftici del Dominio
Fiorentino fi contribuifcono quefte in fuflìdio del cele-
bre Studio Pifano, principiato nell'anno 1347. per pri-
vilegio di Papa Clemente IV. ed illustrato delle grazie
folite a conferire alle prime Univerfità del Mondo •
Exemplum recepterum tj.uorumdam Coniarforum »,
In Dei Montine Amen,
«
AN.no eiujdem Incarnationis mille fimo trecentefimo vi
gefim0 quarto
, Indizione ottava » die vige fimo qum*
to menfis OBobris
. Cam fit lurium confonum ut noftrA
ho nera cum fratribus stiam fi vai de y do nei fimus
, & »f
Ecclefie Hofpitalia » five alia pia loca defeBu Minìflro*
rum
, five Serventium patiantur , ideo Frater Laurentius
Rettor Hofpitalis y & Ecclefie Santte Marie Nove de*
Florentia predici, diligenter confiderans
, & videns ano*
modo Vauperibus venìentibus
j five declinantibus ad di*
Bum Ho [pitale fujficere
} ut decet fatisfacere non poteft >
nec eifdem misericordie opus plenarie impedire valente no*
lens quod propter defeBum ferviènfium ibidem opus mi*
fericordie negligatur
, fed potius defiderans , è? affeBans ,
ut auxilium augeatur , ut pofflt diem Mejftonis extreme
Mifericordie operibus prevenire
, hàbita diligenti 5 éf fo*
lemni deliberatione exiBens in Ecclefia SanBi Egidii de
tonfenfu
> voluntate , five licenfia Vapronorum d/Bi Ho*
fpitalìs Ìbidem prefentium
, videlicet, Manetti > {& Gè*
rardi Fratrum
, & Filiorum olim Ful.cbi de Vprtinaris j
ajfumpfit j & elegit in Converfos perpetuile diBi Ho*
fpitalis
, & Ecclefie SanBe Marie Nove predic, fcili*
cet i Feum Torrigiani de Fiorenti*
, Fre$biterum Jaco*
F f 2                             bum
-ocr page 237-
Ì2S
hw Ti tight de Monte Aghari yTucciym Nardi \ de FU»
reati'a
, Benincafam Argomenti de Lucardo , Tì^vianunu
Chiari de Florentia
» fa Francifcum Ruggerini de Co«
retta ibidem prefenter
, quorum diBus Feus primo , fa
Fresbiter lacobus fecundo
, fa tertio Pierus , fa poflea
Benincafa <> fa po&ea Vi'vianus'^ fa ultimo Francifcus
f redi Bus
» affumpti » fi*ve eleBi , habita folemni delibera»
rione
, /tf^#<? matura confenferunt j é** /*"0 remedio Ani-
tnarum eorum 'volentìbus Pauperibus di&i Hofpitalis per-
petuo defermre
> fcilicet fua unus pofi alium fucceffine in
wanibus ditti ReBoris fedentis ante Altare Sanai E?i*
dii recipienti'r 'vice
, fa nomine ditti Hofpitalis, fa E e-
clejie
, confenferunt > «^ etiam genvflexi> é?* mani bus i un-
ti in manibus prediBi ReBoris re<verentiam
, cb* obedien*
tiam manualem
; »»»/ tófjj alium , fcilicet f Fé ut primo 3
fa' Tresbiter lacobus fecundo
> cb* tertio Pierus ^ fa pò*
ftea Benincafa
» fa pojica Viwianus, & poflea Francifcus
fecerunt
5 qui etiam ReBor prediBus 5 prediBos Feum »
presbiterum lacohum , Pierum Benincafam , Vì'vianum , é>*
Frane ifcum unum <vide licer pò fi alium ad obfculum pacis
henigne recepit ì fa in pojfeffum diBe Conwerfarie piena*
rie induxit ; quibus omnibus fa' fingulis fupradiBis ex
ab un danti
» fa ad maioris roboris firmitatem prediBi
Patroni ibidem prefentes
, ut di Bum ej}, omni <via 5 modo y
iure
, quibus melius potuerunt confenferunt , fa rata ,
grata 3 fa firma plenarie cum ejfeBu inrefragabiliter ha-
èere rooluerunt . ABa fuerunt prediBa omnia Florentie
in diBa Ecclefia SanBi Egidii
, prefentibus ad he e wò-
vatis
s fa rogatis tefiibus , Domino Francìfco Retri del
Maefiro
, Pigli al arme Cechi de Prato , Nuto Bernardi , fa
Michele Martini.
                             *p\\k%}fS.                 * v
Ego Francifcus Bruni de Florentìa Imperiali auBorita-
te ludex Ordinarius
, fa Motarius pnblicus'•, prediBa om*
mia i fa fingula prout in ContraBu faBu
, fa fcripta ma»
nu Ser Salavi Dini de Florentia reperi hit fideliter\
exémplando tranfcripfi
. -'■<' '■• ' *•
                           Av ;
■ . ..Te-- ■
-ocr page 238-
2 23
Teftam.entò di Folco. Portinari Fondatore dello Spedale
dì Santa Maria Nuova; ; di Firenze , eftraho ^
dal fao Originale in cartapecora già
;..
appréifq T'AbatQ Niccolò Bargiacchi'.•
^ 'ilt"jti^. Ab infrante menfe Idnttdtlo > Indi Et,' i.
Fuicus filius q. Rico-veri de Portinarii* de Pop, 5*.-
Margarite de Fior, fanu*per t%ei gràtiamjèente 5 $*
corpo fì; coleus quamdin *viget 5 èorpbrèi* membri!
kuie*
, é>* »*Vr^» regie mentent tirià rerum ^ Ì$T k>-
norum fuorum difpofitionem , & ^ordìhàtiónem uf$e ultime
tvoluntatis prevenire cuiuslibet fat alitati* etye.ntum per
prefens nuncupatimum fine fcriptis T e si ameni um de bo-
ni*
) & rebus fui*> fic fuam difpofuit ultimam njojunta-
iem. In primis quidem l)eo njinjo <, & <verò Creatori fuo
recommendan* humiliter Animam
, Corpori fuo fepulturam
elegit apud Cappellam
, & in Cappella Hofpitàli*"S anele
Marie Nove -per ipfum de nonio conftrutli
y .& fic iiìiì
tulati
5 & iuffit fui* Heredibu* quod faciant expenfa*
funeris decentes
, fa necejfaria* . Preterea prò remedio
fuorum peccatorum
, &' Parentum [uorum obtulit fiso % é§
Do min 9 le fu Chrifio , & Beate Mari? Virgini Matfìeju*
ad o^us Pauperum ìnfirmòrnm diBùm Hofpitale cum Gap'
peli a
, feu Ecclefia .per ipfum Tesldtorem de nqnjo con-
flrubtum pofitum fòris muro'* Gioitati* Florentie
ty & prò*»
pe Ecclefiam Sancii Egidii
: Cui a primo Via 5 fi<ve Pia*
tea diBe Ecclefie Sancii Egidii, 2. Via }
3. dici è s Eccle-
fie SanBi Egidii %'i^ Comuni* Ehrentie
, 4. Terrènum*
ditte Èvelefie Saneli Egidii &C Voluti qàod',Hèredesfui:
ièneantur expendere quingentas libra* fior. pàrHiorumìM
péjfejfìonibus fruttìferi* prò do'tèipfiu* Ho [pitali * ^ Ut
fubslentationem Cuftodis
, qui prò tempore fiterit , Ttem
teneantur expendere alids quingenta* libra* fior, parworum
prò- -dote Ecclefie
» five Cappelle ipfiti* Ho [pitali* ,' &
ad fubflentationem Cappellani •, qui prò tempore ifuerit,
,!
Vèrur>ìtamen in offerendo ^ &. concedendo difpoftììhl\ '$• mml
hut quod lufpatronatu* in ipfi* 'Ecclefia1} &'', Hòfpjtatìy
libernm phnumque re fide at de estero in perpetìiMiti
'""apud"
■He-
-ocr page 239-
Heredes > & De fondente* fuos tnafeuUf per line dm tufi*
fcnlinam &c.
( oltre i lafciti fuddetti , avea Folco dato
Inter ruivof molti beni al detto Spedale. )
Item re li qui t de bonis fuis librar centnm fHor*pdr*vorum
qttas dijlribni ìuflìt inter Religiones
> 4$ Tamperes infra»
fcriptos.
Consentiti Fratrum Minoruw de Florentia*             lib. io*
Con<jjentui Fratrum Fredicatorum de Florentia* lib. io,
Conyentui Fratrum S* Spìritus de Florentia
.
          lib. $•
Con<ventut' Frat rum de Carmino de Florentia           lib. 5.
Con<ventui Fratrum Ser^orum San&e Marie,          lib. 5.
Con'yentui Fratrum $. Egidii.                                   lib. 5.
Item Fratribus Minor ih. de Fighino*                      lib. 10.
Item Fratribus Minorib. de Gangkeretd . .V libljp.
Item Fratribus Minor ibus de Bnrgo adS. Laurentium
. lib. 10,
lib. io.
lib. tp,
lib.
io»
II
Similmente agli appreflfo , fece altri Legati
E ce le fa i$\ Atnkrojft? . , ; ,
item ])ominabus de Monticelli s\
item Dp.de Rìfolis:ri ? '0;T^."
Item D0. de SànElo Donàtt , cioè a Tórri f oggi
in Polverofa .
Item Dp. que di e untu? Convertite .
Item DD.da le Muraro fià S. Caterina dèlie Ruote>
Item DD. de S. Gas. io .
                                   '{ ,
Item DD. de Gignoro*                        ( , | ;(
/*<?!« Reclu/tf de Mai ano .                                 •"*, »■
DD. #<? «S*. Stefano in Fané.
jpi?. de Èurgo ad $. Laurentìum
X)£). </<? Marignolla..
                   / fV>i< n.
DD. *& Cawaldo.lt. •':.. ' ,         v, S            ■'*-.-*
DD. de Mgntefoni . v : r s                            r ,,,,,
Z50. ^i? SanElo Maffeo in Artetri ? lf it/^n
DÌ), de Fiffhiuo .
DD. /zV Anfifa f
lib. io,
lib.
io.
lib.
5'
lib,
lib.
5-
S
lib. io.
j|L 2 O.
Jih. 20.
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DD. <4 Monte taxi,                             •:... ,,,,,
Z?D. «fé Sófidno .
Dp. S> Marie ad Untimi
J2D. *fc Fui terra.
0D. de Caero fiorentino.'
Item Pauperibut Hofpitalit Sànflt Gallifr$i. Re»
feflione ,
I/m Hofpitali de Righino*
Item Hofpitali de Silva
.
!>?;« Hofpitali S. Spiri tu t £e fiorenti a.
Item Hofpitali S. Candide,
" ]
//?/« Pauperibus Mendicantibus de fiorentià Hit*
nutatim denarios quatuor per fingnlos ufquc
ad fummam lib. i$. fior. parv.
Item D. Cilie Uxori fue \ ér filie Gherardi de Cd»
ponfacchis
, «/jjt* Dotem reliquit omnes Vefies laneas, Ó"
ferìcas , é?* petiam Terre } quam emit Manu Ser Spigliati
Aldobrandini Not.
Item njoluit quod Muta Soror fua naturalis babeat in
fuis Domibus alimenta
» quoad <vixerit , et quod fojjìt
prò anima fua erogare lib,
25. fior. par*v, de bonìs Tefta*
J^i» dixit , ^ ajferuit , £#0*/ Dontus *vetus Portina'
riorum de novo reparata per ipfum Tefiatorem
, per Gri*
fum Affai'ti % & Saltum Segne de Portinariis
' j ér* per
Heredes Doccie de Portinariis
, pofita in Populo Saniti
Proculi y a tu Via
> /£• Oli^erii D. Bindi , &'Confortum
de CirtMii^ comuni muro mediante
> 3. Clajfulus , 4.
iyfe Tettato? x pertinet ad eumdem , & ad hereditatenu
Gi/z»/ «e Fort manis. ^
Item Ùomus empta ab Heredibus Boninfegns de Bibià*
no
, pofita in Populo St Marie in Campo pertinet ad fé*
ipfum .
Item Palatium cum Tur ri' , pofitum in Pop ufo $• Matm
gberìt e pertinet ad. eumdem Te fi.
*
                     ,*'* .
Ìtem Cafo lare emptum a filiis Orlandi ni Galfuccii
in iiBo Pepalo > a 1. Via >i. Clajfus 3
3. «D. £<?*-
-ocr page 241-
2Ì*
rkeut^ttXOY olim Venture > penine t'da tpjum Te fin*
torem^l
                                                 *\ «* - *
Ite^lCafolare , fufit quo fuit Taldtium cum mediatati:]
Turris
pm gii* dici tur Rubea > i. & .2* Via ) %. Herédum
Spade Bonfantinj'%xé* Domus Tefiatoris \ ubi ejf Furhus
j 4
perfine t ad Grifum ^ '& SaBmà, Ùlajffo mediante*
Jtern Domus empta a D. Teglaria d&, Qomplobio. T
liem Domus > que fuit Landi aurifabrii filli olim la-,
"cobi Quartieri cuw,£uriq^
^ 2.'J. Clajfus'**
jftem difpofuit qùod in 'di Etti Domibus , Cafóìaribus, étc• 7
Htulìd femina y itullufque defcendenf per lineam f emini nani
fuccedere waleat ex Teflamento
, t;?/ d£ tnteftato .
7^1» r*z##<? » JF» j Margarite, \ & Cafiorie .filiabus
fuìs.reUquit lib, pttingentas ad.fioren. Pro qualihet prò
I>?f» ì>. 2Jf/V* ^f/^ /#<? » é^ pxori, tì« Simonis de Èar*s
iìs r e li qui t lìb. fo. ad fior eh.
Item Nichole nepoti fuo filio Bandini de Falconeria s , "
$* D. Rawignane uxoris lue } & filie diBi Tefiatoris
reliquit liv*.
5 o. #« Jioren,
            J-
Heredès' Unfiitiìit'M'anett'itm , Ricóh>erum > Pigéllub? > l
Gherardum
, & ìacobum filios fuos , àt.eorum filios, in flit'
pes
, cp* «0» /'» capita <> "quibus Manetta ', è* Ricovero
r eli qui t in eo'rum parte lìfa 1
5,90. ad fleren, Jicùt fcriptum
efi in libris Societatis D. Uli'verii"\ et. Domini Bindi
j
et Ioannis de Circuii)*'■• 'Tutores r'eliquìt filiis fuis , d^
filiàbus \pzin&ribt}s , JciUcet0Tigeile / 'Gherardo 9 èf Iqco-
ho * prediBos Manettum Y-tB$ KicoroèVurn ' eorum fruirei'.ma*
iores
,' Dv Oliiìerijìm èliìn Tortffam y. lu% Bindum' plìrn]'
Cerchii.de Circuiis , ^Grifum Ajfatei , W* Sdìtuw^Sevhe
de rortitiartts . '■ f, '
                 , * .. " "/' ""
ABùm fòris muros Ci^vitatis Ttlorentie àpud Zcclefiatti*
S; $gi4ii.                                              m^m^iiX^ -^"|S
Trdter Làurenfius òlìm Buoh^hidè"Tfòcur4tor ìut!^ker
Tt'oyinjift.lis Ordini s T rat rum de Veni tenti a leStl Ckrifii ì • »
.; Frate? Jacobus olim Venture ProcuK Cbnnj'entus d?$ÌJóciN
Trater Forte oim Guardi del Forte1, * ^-'15' -** $*
-ocr page 242-
*ÌÈ
Frdter-Meltort olint $itonag$ide ì |
itdtèr Ammannàtus Kenutii »
Trater Benintendi y olim Aldobr andini y
Irater Benvenuto , olimBettMeni , omnihus UntrU
lus de ?enìtenti$ le fu Cbrifli p fune in Con^est^ fdiHc4
EccL refidentibtts
, Teflibus .
£go Tedaldus $. Orlandi KuflkUlli JF/or* anUmtate lmj>e$
rialiKn*
. x ri f:
;
li I.
LE*
Tow. mi.
P £
-ocr page 243-
Z I O N E
L E
XVIII.
DI SA OTa' MàKIÀ DEGLI ÀLBERIGHÌ.
ttfGRffe
.** ":-..■
ON trovandoti nelle vicinanze di que-
lla Chiefa , memoria alcuna > che dica
avere qui abitato la Famiglia degli
Alberighi , i quali giufta Ricordano
Malefpini 5 aveano le loro Cafe predo
a S. Martino } io mi periuado » che»,
la denominazione sì antica di Santsu
Maria degli Alberighi provenuta fia dall'e(Tere effi flati
Fondatori , o Reftauratori di sì antica Ghiefa fituatìu
nel primo/ Cerchio di Firenze , faciènte unì* ifoletta ,
che aveva nel dinanzi una Piazza V diètro la Via dei
Tedaldini 5 iflò'ggi' detta dello Studio ,' ed a i lati due
Viuzze. Né credo , che riportafle gran pìaufo quel Prio-
re , chiunque égli foiTe , che innalzò in Chiefa due_*
altri Altari , quando fino al fecolo pafTato non vi
aveva che un folo , fecondo il rito dei primitivi Cri-
ftiani , toccato a quello propofìto da S. Ignazio Mar-
tire , e da altri Santi Padri , che riconofcevano in ta-
le ufo la unità del nofìro Capo Gesù Criito; ed un.,
tal coftume confervatofi fino a i nottri giorni , era un
chiarimmo argomento di antichità della ftefla Chiefa .
Inoltre era 1* Altare di quefta Chiefa famofo fino dal
nói, quando il Conte Guido Novello fopra di elfo
fece la folenne offerta'j che fu addimandata Altaraginm^
la qual voce , benché recondita > trovafi ufata nelle.»
noftre Scritture . E ritornando alla Famiglia degli Al-
berighi •> oltre che trovati annoverata dal Poeta fra le
degne, de* più alti fcanni^ e che da Callo Magno fu
-ocr page 244-
plorata del Ringoio. MiJit^r^e Cnella J^eirfoaà di 'Filippo
Alberighi , e : ne ragiona jQiovanni Villani san .quelle po-
che parole al liovg. cap. 3^%** Nel-quartiere, ,dj Pojrta
,, S. Piero. , . .. . eranv-i li Alberighi, chè~ furono lo»
3, ro le Cafe ^ella Chiefa; 4i fSanta Maria Alberighi „
modo di parlare alquanto dubbiofo 5 non fapendofi. chia-
ramente fé voglia dire » che fu levCafé ^jegli Alberi-
ghi , foflc -fabbricata^a^Gbiefa j Ma checché'fia nell*
antico , certa co(a è >! che fin del ; 1348. &<éf rogiti di
Ser Landò Fortini ali* Arcivefeovado apparifce la pré-
fentazione del Priore fatta/$ja' Popolani , come pure fi
pratica inoggi , e come qui fotto dimoftrcrern* •
II, Le più antiche Cartapecore) che ci accennano
la noftra Chiefa 5 fono, due del ?jiò. amenJlie efiftéuti
preflfo i Padri» eji Santa Maria!tHovella , in jìn cannon-
cino di ilagno, e qui ne daremo il funip> La prima-,
adunque è una fèn tenga fopra una caufa Criminale j co-
me fegue : Ego Ugo CanonicusJ> efulanus Domini Domini
FP. Innocentii IlLIud. delegata* fafier caufam
, que qjerti-
tur inter Presbite JBonaiutum Priorem SU* Donati exuna
jarte
, & Presbit. Paulum Capfellmum $:ì\Marit, Novel-
le ex alia,
fotto pena idi fcomunjca affcgna if termi-
ne c]i giorni 6, a dire, le loro- ragioni per conto| di li-
te criminale , che era fraeffi ce. ABum fior, inEcc$$-
Jia S. Marie Alberighi Presbitero Angelo Caffettano di*
Be Ectlejìe :
e la feconda è un lodo parimente fopra
una lite di giurifdizione tra due Priori di Chiefe ^$c
c|ice : Dominm Johannes frior de Fagna 5 Ut D* Presby»
ter Pratense Saniti Pancratii
} .& JD. Presbri Iphannes $•
Marie Ugonis
, arbitri della differenza fra Rainieri Prior
di S. Paolo , e Paolo Rettore della Chiefa , e Cappel-
la di S. Maria Novella > per conto di reftituzione di
jCporpi morti ec. ABum in Ecclefia S. Marie de Albe»
righis . Ego UtÌHS q* Lotieringi ludex
. E poich£ nel
fùddetto j Angiolo abbiamo uno de' più antichi Retto-
ri , che io mi &j avvenutola trovare , in quefta Chiefa
*ne? feguiter^mo qui una Serie di tifi, col vantaggio di
bei lumi ajia. Storia .            j'j
G* 1                        IH. Alla
ì ■■■ '■.■'■
-ocr page 245-
r.v]*ri^%Mf^1^rè}^^iW^ll GÌeró fatta del nù.
fi
trova un Priore di Santa Maria degli Alberighi chia-
mato Tresbyter Lamhertus■> e di un Prete Giovanni
Muti » oltre un avanzo di lapida Sepolcrale in Chiefa,
ne abbiamo onorata menzione nelle Procurazioni al
%%%6* ed ancora più pregevole ricordanza di lui efifte
nella folenne benedizione della prima pietra della nuo-
va^ Chiefa di S* Michele de* Vifdorriirii fatta da S. An-
drea Corani nel k0$i alla qua! funzione tra* teftimonj
leggo nella cartapecora prèfifo di me : frèshyter lohan-
nes Nati ReBor Ecclejìe $,Marìae de Alberighis :
del
medefimo pure fi conferva ali* Arcivefcovado la fua^
prefentazione fatta da* Popolani così : 1348. Presbyter
Johannes Muti frefentatusa f arrochì ani s Ecclejìe S
'. Ma-
rie de Alberighis
, mediante Uguccione Ricciardi de Rie»
eis
) & Gherio Lippi Vòpularibùs diBe} Ecclejìe , fa Coni-
fromijfariis F arrochì anorum &e* Di
Gio: Batifta del Bel-
lo altro Priore parla il Campione della Congrega Mag-
giore , come appreffb J5 Giugno , in Santa Maria degli
5, Alberighi , Ufizio per l'Anima di Ser Gio: Batifta^
• » del Bello Priore di detta Chiefa » è per 1* Anima di
ji Mona Giovanna fua Siròcchia y, Di Marteo di Gio-
vanni'non vi farebbe memoria > fé non vi foffe rima-
la nella Cancelleria Arcivefcovile la fua rinunzia in-
corporata nella prefentazione , che fece il Popolo iru
favore di MeiTer Gio: Batirìa di Lionardo Cappellano
dei Duomo , adì 2. ^f Maggio del Ì487. (tante la ri-
nunzia fatta di detta Chiefa dal Priore Màtreo di Gio-
vanni ♦ 11 nome però del fuddetto Lionardo farà fera-
pre in quefto Popolo notiffimo pe.T cafo in tempo fuo
-accaduto ali* Immagine della Nunziata dipinta a fre-
feo alla parete della Chiefa al di fuori verfo mez-
zodì , il quale avvenimento , che pofeia raccontereV
'mo, accefe una grande divozione ne* Fiorentini Coni*
"tante limofine al miracolato Tabernacolo > che fu d'
uopo fabbricare ivi un Oratorio , che inoggi chiamati
la Chiefa della Madonna de' Ricci , alla cui erezione
ebbe una gran parte il fuddetto Priore ^ come piace-
-ocr page 246-
m
mi di qui dimoiarlo, riportando alquanti autorevoli
documenti ,' e fono a lib. fegnato A , intitolato Entrai
j, ta , e Ufcita dell' Oratorio della Nunziata di Santa
,> Maria Alberighi di Firenze, dal 1501. al 1540. a_.
5, carte 140. Ricordo come oggi , quefto dì 2d. Lu-
„ glio 1501. fi ragunò tutto il Popolo di Santa Ma-
3, ria Alberighi di Firenze , e la maggior parte di lo-
3, ro nella detta Ghiefa , e iniìeme col Reverendo Mef-
j, fer Gio: Batifta di Lionardo Rettore di effa, e ordì-
„ narono , che tutte le limoline , doni, cera , o altro,
,, che fo(Te per venire , fatto alla Nunziata » che è fuo-
5j ri di detta Ghiefa > e fopra alla porta di fianco , fi
s> convertile in onore , e adornamento di detta Nun-
„ ziata , e per feguìre quetìo effetto , tutti unitamente
» deputarono cinque Hoperai, con autorità di potere
5) tutte le fuddette limofine convertire in honote , et
„ adornamento , et accrefcimento a detta Nunziata j i
5, quali furono MefTer Giovambatifta Rettore di detta
,, Chiefa , Francefco di Michele Cittadini , Piero di
„ Bernardo Adimari , Mefifer Andrea di Piero Barbie-
5j re 5 e Giovanni di Piero Landi per 4. mefi , rogò
53 Ser Francefco da Romena fotto detto dì , et anno ,
5> e tutto fu ratificato da Meflfer Lodovico Adimari Vi-
ncano Generale dell'Arcivefcovo di Firenze „ Nello
fteflb libro „ Ricordo , la fabbrica dell* Oratorio della
j, Madonna de' Ricci fu principiata adì 13. di Luglio
j, del 1508. e perchè gli era luogo pubblico, ne pre-
,, cede la licenzia degli Ufiziali della Torre data a_.
„ Me (Ter Gio: Batifta di Lionardo Rettore della Chie-
3, fa di Santa Maria Alberighi, e Operaio della Fab-
5, brica, per rogito di Ser Bartolommeo Zeffi loro Can-
„ celliere fotto il dì 23. Agofto del 1501. e fu incor-
ai porato nella Fabbrica alcune abitazioni dello Studio
j, antico Fiorentino , le Cafe delle Famiglie del Ciua-
„ dino , e del Dolciari , e qualche porzione delle Ca-
„ fé del fuddctto Rettore,, Avvi pure all' Archivio
Generale una provvifionc contenente varj articoli circa
ì fuddetti Operai , e maffimameme in favore del Ret-
tore
-ocr page 247-
2j8
tore di Santa Maria Alberigli! Gio: Batifta di LJonar-
do ,' e tutti i fuoi fucceffori 3 ma quella fi riporterà
fui fine della lezione , ••
                           j
*J IV. E rinomando ora alla ferie de' Priori, fomma-
riamente riferirò i nomi di quelli , che trovo inauri
antico regiftro all' Arciveftovado , che dice come ap-
piè 0b „ Presbyter genobitts Nicolai au&oritette Jfoflq-
lìca prefentatus
S* Maii i$i6, per rejignationem faètayt
a Presbitero lohanne Baptìfta de Leonardi? eum confenju
T arra chi attor ptm , 1539. $er Bartholomeus Gaudenti! tu
Papa Paulo IH. F ridi e idus Januarii anno
3. Pmtificatus >
prefentatus cum confenfu Farroch. 1595. Fresbyter Anto-
nius de Bolognefi Clericus Fior.
14. Novenari? prefen-
tatus a Parrochianis per obipum Vetri Bartholomei Gau-
dentii .: 1611,
D. Vincenti us $ì Jacobi de Bruni s Cle*
ricus Fior,
7, OBobris a fopularibus prefentatus per 0-
bitum Domini Antoni* q. de Bolognejìs
. Rettane poi a
rammcniarfì altri più moderni , e degni di venerazio-
ne > e Venerabile è chiamato dal Dottor Brocchi Bar-
tolommeo Piallacci penultimo Priore , famofo nella ca-
rità co* Poveri della Citta j e per le fante induftrio
nel coltivare Anime da lui condotte a gran perfezio-
ne . Uomo pure Apoftolico fu il Priore Gabbriello di
Bernardo ài Alberto ài Paolo Alberti 9 come parla una
Ifcrizione in marmo nel mezzo della Chiefa , che dice
così :
*D.           O.            M.
£N PARVVM REDACTVS IN CINÉREM ,;
MAGNAM DIEM EXPECTAT :,,
D. GABRIEL DE ALBERTIS CIVJS FLOR. PROTH, APOST. I.V.D*
SERENISS. MAGN. ETRVRIAE DYXVM FERD. II, ET COSMI li.
i THEOLOGVS
HVIVS ECCLESIAE R.ECTOR.
E BASILICA METROPOL. CVRAM ANJMARVM GERENS. .,
QVI IVGI STVDIO ASSIDVIS LABORIBVS BIVTVRNA AEGRITVDINE ,
CONFECTVS SED NON DEFESSVS . EXVTVM MORTAL1TATEM
HIC DGNEC 1NDVAT 1MMORTALITATEM DEPONI VOLV1T
XUX. KAL. SEPTEMBRIS A. S. MDCLXX. AET. SVAE LXIII^
V. Ne
-ocr page 248-
> V. Né dalla memoria fuggir ci deve Meflcr Simo*.
ne Garbugli commendato da noi < altrove j Fu egli Mae»,
ftro celebratinìmo delia Scuola Eugeniana, Cappellano
del Duomo , e Priore di Santa Maria Alherighi >r\£*\
acciocché ne facciamo la giufta estimazione-di sì dot*r
t® Ecclefiaftico , riporterò l'Elogio , che ne fa il P.T
Negri , che è il feguente » Simone Garbugli di Patria,
,, Fiorentino , Sacerdote d' illibati j ed efemplari coftu-
s> mi y di profefiìone Maeftrp di; lettere umane , ebbe
3$ per lungo tempo il laboriofo impiego di atrrmae-,
„ ftrare in effe iCherici desinati al fervigió della
3y Cattedrale , e cornfpofe sì fedelmente al fuo dove»
» re , e alla premura degli Arcivefcovi j che diede al-,
» la t Patria ottimi Soggetti , e valenti Profeffori alle
3) lettere . Fu perciò benemerito della fua Città ) im-
piegando la voce , e la penna , amò le Mufe , e tra
j, le fue fatiche letterarie lafciateei fono, molti Com-
ss ponimenti in verfo , che MS. trovanti nella famofa
s, Libreria Magliabechi, compofe ancora de Arte Rbe-
3, torica l'thros quatnor • Quefti Manofcritti erano preffo,
» Bernardo Benvenuti , che morì Priore degniifimo di
j, Santa Felicita di Firenze . 5,
v « VI; Ma affinchè noi ftiamo nel princjpal noftro
pr^pòfito ii illuftrare le cofe (acre» che fono nelle
Chiefe j* entreremo, per fine in: Santa Maria Alberighi s
ad offervarne^ lo fiato, nel quale di prefente fi trova.
Neil'ingreifo a mano manca incontrai! l'Altare della
Concezione 3 appiè del quale dalla banda del Vangelo
giace fotto di marmo quali confumato il Priore fo-
prallodató Giovanni Nuti ', * dirimpetto a queft' Altare ,
viene altra.Cappella} dove vedefi un Crocjfiffo di ri-
lievo affai devoto } e tra i due Altari nel pavimento
evvi in marmo l'Epitaffio di Gabbriello Alberti riferi-
to di fopra. All'Aitar Maggiore eravi un arco di legno
pregevole unicamente per la fua antichità , ma caduto
ha dato luogo a nuovi adornamenti fatti dal moderno
Priore Sig. Francefco Valerio Polverofi , il quale di ve-
ro a niuno de* fuoi Anteceffori cede nella pietà , e..
zelo
-ocr page 249-
«fa
zelo pet la fua" C&iefa j e Popolo . La Tributa adun-
que , e pareti laterali fono ornate di pitture a frefco,
veggendofi fopra il grande Arco il Nome di Maria mef-
fo in mezzo da due Angioli dipinti dal Perini j il For-
tini colorì in due ovati i Santi Bartolommeo , e Gi-
rolamo , e in due altri fìmili ovati Niccolò Furini fé»
ce Maria, e S. Giufeppe : tutto il pavimento di quefto
Altare è intarliate di marmi preziofi , e di varj colo*
li , con un cerchio avente nel centro 1' Arme di Bar»
tolommeo Alberighi , di cui fcrive il Migliore , che.*
ingannato dalla Uniformità dell* antico Cafato degli Al-
berighi , cadeffe nell' impegno grandiofo di rinnovare;
una Chiefa già fondata , e reftaurata dagli Alberighi
veri, che fi credono eftinti nella gran pefte del 1348»
Ma noi ne fofpendiamo il giudizio fulla rifleflìone, che
non farebbe la prima Famiglia di illuftre fangue , che
rie* fuoi defeendenti contafle alcuno ridotto all' eferci*
zio di qualche arte > come addivenne al fuddetto Bar-
tolommeo , che non fi arrofsì di chiamarfì nel fuo te*
fìamento, e nella lapida della Chiefa, ora Medico , ed
ora Chirurgo : il fuo teftamento è ne* Protocolli di $er
Niccolò di Brancefco Buonanima all'Archivio Generale,
dove leggefi : Bartbolomaeus Ludovici fil. Medicus , &
Chirurgus fecit fttutn teftamentum , lafcia in perpetuo
„ dieci fiorini d'oro ogni dieci anni, alla Cappella pò-
„ (la nella Chiefa vecchia di Santa Maria degli Alberi-
il ghi per i Paramenti, lafciò ancora 12. fiorini da di-
j, ftribuirfi dagli Operai a uno, o a più Preti, che ogni
„ giorno celebrino al detto Altare, io. Aprile del 1551.
,5 Ser Niccolò di Francefco Buonamici Non Fior. » E
nel tondo della lapida fonovi quefte lettere ;
BARTHOLOMAEVS IVDOVICI FIL. DE ALBERIGHIS
CHIRVRGHVS , AEDEM HANC D. VIRGINIS , ATQVE
ARAM PENE VETVSTATE COLLAPSAM SPLENDIDIORI
CVLTVl REST. S1B1QVE MONVMENTVM POSVIT yiH»
KAL* QV1NTIL, ANNO DOMINI MDXLIXt
-ocr page 250-
24*
Finalmente in Sagrefila avvi una tavoletta \ nella quale
conferva^ la memòria d'un infigne Benefattore di que-
fta Chiefa Pietro Gua2alotrÌ , che lafciò al Rettore prò
tempore di S." Maria Alberighi tre Botteghe 9 e due
Cale accanto alla Madonna de' Ricci,
^ \ Erezione dell* Opera della Chiefa •
Fides pr me infrafcripum, quali ter in Regifiribus q\
Set Io annis Rapi fiatFierantonii de Faganuccis
, in Ar-
chilo Fublico fiorentino exiften. repritur infrafcripum*,
Inflrumenpum
, ad <vetbum tranfumpum pout infra *vid.
In Dei Nomine Amen » , > c mm
CUM hoc fit quod a jrluribùs annis citra > Intemera-
ta fempr Virgo Dei Genitrice Maria
, mediante
qttadam cius figura depila in f ariete F arrochì ali s Eccle-
Jìae Beatae Mariae de Alberi gif de Florentia flura addide-
rit Miracuta
» & dinjerfis Qhriftifideles ^variis , ah di<ver-
fis gratiis fitpofequuta
, poper quod Ulne demotioni's
caufa magna Foptlorum confluxit\i et confluìt multando ;
Et cttm Venerabilit Tir Ser Johannes Bapifta Leonardi
ULeElor Santi uè Mariae de Alberigli
, quaeeflde iure f atro-
uatus laicerum
5 *vid. uni^erforum F arrochì anorum, <^*
Fatronorum ì & interveniente etiam aucloritate Rcveren-
iifpmi Fatris D* Vidonis de Adimaris Archipesb. fioren-
tini Vie* Generali* confenferit
, quod erigeretur qttaedant
Opra) è? crearentur
', pouk creati fuèrunt quidam Opra-
riti qui recidere deberent ohlationes ibidem fiendas a Chrifii
'Sidelibus y
d# illas difiribuere deberent in honorem B.
Virg, Glor, & decus
) et ornamentum diBi loti * & Di-
mini cttltus in co augumentum
> pout de pediBis con-
fiate dicitur fublico Inflrumento exinde rogato manu Ser
JFranci'Jet Ser lacobi de Romena Notarli FuMìci fioren-
tini fub fuo tempore
, ad quod, & contenta in co rela-
tìo habeatur
5 & infrafcrip&e fartes fé retulerunt, &*
referunt ; Et cum diBi eie Ili «, & creati Oprar ii ex in-
de ojficìum fuum non mìnus diligenter
> quatn fide Ut er in
paediBis exercuerint )ÌS? de iis quge ad eorum manus oc*
Tom. VUL
                       H h                          cafiont
»
-ocr page 251-
tafioneipraedìBa ie^merint >\tmuewJèti$ at mddifcwwéiofci
ligentìàm mwfMtMmìl, éty-jfdtitlmfài.)&&.->stwm fuhttdemibus
okfeqMÌisìf}&ifid;''$v<votmn& fid&lmmiiumWàrgikis ìGl&n*
Mmris t)ti ditta QpeM futefit\ lér fit ìfithitai à? ornata
paramentis
, itf alHs pretiofijr mobilibui ^m^etiani quadam
colleBa pecuniarum fumtrid *
Hi ne eÉ quod hodie hae prUefinti frtpraj"cripta die »
pv aefat ni Venerabili s.Vir Ser loannel Bttptijìa Leonardi
Èejlor praedi&us pjr \fe
, èf faos, ìtt Jirfa Ecdefia fuc*
cejforéì *j£ nomine dittaif Juae Mcclefide ^ nonfninus pie
','
qtiam devote confidérans ad honòrem Dei \ W Gloriofae
èius Mètri s Mariaè fenèper Virginis
, & ad manate ni'
ptiònem
, & confermai ionem diBa^Qperae , ac etìam prò
utilhate^
<(k* décoMt dii£dfi.\fitae% Mcciefiae, e\Hpie6nf qt?od
diSiù\ Ùpefd y quod fieri ^o-ffitjs ^^;^t.^%'^$^^^m^*ius
fàlciatu? ) Ù'firmi roborj* amniiiMm mko¥eiu-r
, tx, parte
mài
, & ìionotiabilis s ìfir. Ser iokéttnes JZoftifia Leonardi
Reèìof Ecclefiae San&ae Marine de, jAlberigis de Ffarep-
tia> ut •> ■& tanqmaM unta ex Opemruf ditta? Qpeme, &
i ■i^\,ùeargiuj...\'F,i&rJ 'der Kie.ri$\,K'\ m^%^m<^ì y...-.\:-\!:.\ :w\>,v.>
MernarduivManmdèDonatitxVk \\\\^\\-.v*--ì\ %\\\ \%:
*W\\\,ÌLi^\
&W* $®tdi, fa'-iMeiìirvieyijiì^%iX!x :%ttUttt& calivi
%... « È&rt(* ^à^i^^^,^^^^^^ . «Vis* #:'^;«t$#«*ft /i^V\n
« m $rànct thìhppi dei F&glit>fi' 5 & ,"-,. "-/. t m^^mznt«■,•■*
*%r Johannes Rteri de Landjf s, %r*%è.\~ì ,Ci-■ i\iv.\wfl iMt\\iìb
Honorabilef^£iwet tfiortwtim' %0peJtariJ idifhte Bpemé, &#&
afferiteranti
, abfentibus fànaneifio Jflichaeià*^dei $òt$mÀ$ì
nb
3 Ugaccione Muggiti'. de^^ià^t^^^isra^f^yAókapnit't
de ddimaris y Retro* MemarÀitsfylh AMmmr'm ^ t evr'uin in
hw parte- Coltegli rVi& ìOaopftrdftiil
> éffdmenMA lomnidi
& Jtnp ala infra {cripta eorum Mominibsis propriii
• v„ ^ ,*i;f*
^4 *$& nomine diBac eorum Optrae dìBorum.^Operario*
rum y et eorum ColhgaKum ^^ACotOperari^rurnhab
pdrtibus. ex altera
, eon&itufi pèrfinalite?\ coram\ Mono^a-.
Mli Kiro ^ & eximio SacrorMm\ Canonu.m BoB-or*,. Domi&P
ì&rtincifio de\' Minarbettijs Àrcbidiacom Euhfiae. ^-Imit^fx
zinae & moderno Vie ari o\ & Officiali praefati Rewe-
rendifflmi D* .jftMfpifcopi Florejiti^i
:» et* i» t»ei NAt^trii
>HM\M                                   tò ■                               .V;.'.. Ì jm f.Ù- ,.
-ocr page 252-
fnbfm' v nftaf cripti pr&efemM òmnibus moda, fain'ì iure >
& cattfa Ì& fnrwai yfmbu'Mpetwit ^^ pmeB rvalìdìoribus
^gimcÌQtìkuf^mmmuni tonfénfm
I j»fsh proemiJfis P & Qpe»
ah fmvdìMn pcerumts firmaherwnpv4~& ad iwmkem dcm
tvencr'mt: adi infraferìfta$ imnfa&iomt
, <&* i laudàbile $
conventiones
,kjp patla , infra'vulgati fermone dsfcripa
<yid.t .■",':•)'*■. M' : i ini Htyb Hijtijts^i èi>
i ^r imprimi,* r che i prefenti XI; Operai infiemc coru
,*,4t <kìetj?0i Rettore tfmtitp perpetui: Operai i,.7$;rmanean-
„ do' alcuno . di ìor® per» morte,, o per privatone ,
„ come-di fott^y et dtantiV> non Seno tenuti a fare
j, altro fucceflbre infino a tanto heno ridotti al nume-
,, ro di 6* infìeme con detto Rettore , che pcr^ il tem-
„ pò farà , e tuitta V autorità di detta Opera rinfanga
jv'ne* fopraviventi , fecondo che di (otto & deporrà ^ £
3, quaili* faccino* Sufficiente npmere . ititi Pbbt mro "«
1 b„ sf&sa , enei 44| ! Rettore , che ? per il jsenipo- farà di
j, detta Chiefa , s* intenda etfere , et ila uno ài detti
À* Operai per via té delle' prefenti Goftirnzionii fenza^
j, altra elezione, la quale fi d ebbe fare dagl* jnfraferit-
,) ti altri Operai^
                                       1         L s
ltem\ quando;i fopraferitti %U Operai fecondo il
9y corfo .naturale faranno ridotti con il dettò Rettore
,, al numera di fai » e, dipoi di detto niamero , ne man-
,-, c:affe uno in modo, che fi bavelle a fupplire lo fcam-f
,> bio fuo fitìo al detto numero di fai , conftituirno >
55 e fermar no, che tali nuoyj* Operai, jn luogo di detti;
,-) morti , s' habbino per il tempo avvenire a creare»
„ in quefto modo , e noti altrimenti » nioè ;
,, Che cinque Operai Tettanti > infra, un mefe al più
9y dal dr della mone di detto Operaio debbino adu,-
« narfi1 nella : Gafa della detta Ohiefa ., e nel numera,
>, loro convocare 1' Archidiacono , e in fua aflenza i|
ìj Prendente del R. Capitolo Fiorentino,
}>f Ili Priore ò ovvero Prefidente; del Capitolo di Sa»
j,:Lorcnzo di Firenze, l'Abate ,o Prefidente ideila Ba-
j, dia di Firenze della Congregazione di ; Santa5 luitina,
„ e il Priore , o Prefidente di Santo Marco di Firen.
H h 2                           „ ze ,
-ocr page 253-
Bpnraws
Ì44
,/ ze ) e lo Spedalingo di Santa Maria Nova > che per
3> ì *tempi faranno éi detti luoghi > e che^ ciafcuno di
^ détti Operai y e di detti Arroti nominino tre Laici *
5^ o Gherici Fiorentini di buona fama > et almanco di
j, età di anni 29. dummodo \{ che per tempo alcuno
5y nel numero di detti Operai non poflìno eflere più»
3, che tre Cherici, computati in detti tre il Rettore» né
» più che quattro Laici nel detto numero di fei, i
>, quali nominati fi menino a partito 3 e quello 5 che lo
%, vincerà con più numero di fave nere , fia il detto
& [Operaio , & fa de fingulìs in ffttttrum , ist tiffóc iti*
g) feculutn fecftìi m
               nuì n:tè\ì'nì :..rù$          :-ihr^ ■',',
»:%l Ttem > fé gli accadeffi che di detti nominati, al-
a cuni concorreflìn© nel partito 5 tali concorrenti fi
>, umettino a partito un'altra volta >*^ iterum con-
3, correndo 5 s* imbottino per Polize s|ì e fi tragghino >
jllie quello farà tratto fia il nuovo Operaio , come di
s» fopra « •"'
              te . ■■■ 3 ; m                      Z\ i. ';
^s9i ttem , (e gli accadefle $ che alcuno de'foprafcritti
33 Arroti, o loro Prefidenti non poteflino intervenire»
3, alla detta eledone , che a detti Operai in tal cafo
33 fia lecito eleggere con quelli potranno bavere » in-
3» tendendoli fehipre , che di detti cinque Arroti , ve
j, ne intervcngltìno almanco due , elfendo gli altri ài»
vy ligentemente j e con initanza ricerchi da detti Ope-
«rai 3 e che detta riquifitione fia futa fatta debita*
33 mente 5 s'habbia a vincere per detti cinque. Operai >
,j e due Arroti almanco} con due terzi delle fave nere.
>f hem » che fé per tempo alcuno occorrefle s che^
53 alcuno di detti Operai meritale d* effere privato di
33 tale Uficio 3 i reftanti con due terzi delle fave, ne-
31 re almanco lo poflìno caflare 3 e che la detta pri-
33 vatione babbi ad eflere approvata dal Vicario dell*
3j Arcivescovo ) e dall'Archid. Fiorentino 3 che per tem-
& pò faranno , non s'intendendo mai però 3 che il pre-
33 fente Rettore di detta Chìefa } o fuoi Succeflbri poffi-
,3 no effere cimentati 3 o caffi in alcun modo.
*ti H:Hf' fh ■-... lift - \ -■           li ih .. . . . 33 Item
iV%
-ocr page 254-
M)
^Jtem\t\\t detti Operai pollsno fpendere in hedifi-
„ ette muramenti , e nel Culto Divino di detto Luo-
„ go , e Chiefa, quello, e quanto farà deliberato per
jj partito di due terzi di loro > per il quale pcffin»
» ancora fare tutte l'altre cofe opportune , e ntccfia**
„ rie intorno a tale amminiltrazione.
                           ,
Itstm , che ne (Tu no di detti Operai pò ita dirette }-
o ixdircftt ì
pigliare, fervirfi s o accoroodarfi in alcun
s, modo , o tempo d'alcuna facultà , robe , o danari
,V fpettanti , et appartenenti alla detta Opera , fotto
À pena di efeomunicatione lata* fententiae ,e privatio%
„ ne dell' officio .
ì, ttem , -che il Sagreftano , e Cappellani, e altri
„ Miniftri di detta Opera da eleggerli per i dui terzi
„ di loro fieno amovibili a ogni piacimento di detti
,j Operai, ma che nella privatione , e amotione loro,
3, fempre vi debba eflere prefente il detto Rettore ,
„ che per i tempi farà , et habbia dalla viva voce di
„ detti Operai ad incendere la caufa di tale amotione
,; volendovi intervenire.
Item, che i detti Operai poffino diftrìbuire , e_>
5, pigliare non folamente le oblationi » et elemoiìne
„ fatte , e che fi faranno ali* Altare di detta Annuo»
„ tiata , ma etiam a tutti gii Altari di detta Chiefa »
„ e alle CaiTette di ella , ita che s* intenda , e fia d'
„ hora innanzi quanto a dette oblationi tutto applica*
,, to a detta Opera •
5, hem t perchè i frutti ordinar) di beni immobili
j, della detta Chiefa fono tenuti, che non paiTano du-
j, cati tenti d'oro, fìatuirono , che per il tempo avve-
j, nire , ì detti Operai fieno tenuti di dette oblationi
„ dare al detto Rettore ogni anno ducati diciotto di
„ camera , cioè ogni mefe la duodecima parte , e alli
^, fuoi SucccCfori folamente ducati dieci di Camera , e
„ non più , et inoltre fieno tenuti a fpefa di detta
*, Opera far la Fefta con MefTe in detta Chiefa, man-
« tenere alcuni Ceri , dare V Olito al Popolo , e ì'
■.ti                                                                                „ altre
-ocr page 255-
5» altre cofe confuete , non difobbligando però il detto
s? Renose', e fuoi Succelfori dalia cura dell'Anime c}ei
» Tua Parrocchiani , m* fieno tenuti quelle diligente-
4» niente curare , e fare tutte \$ àkm cofe ieceiTaiie ., a
7, che fono tenuti gli altri Rettori delle* Ghiefej feoon-.
j) do le Leggi Canoniche , e Coniti turioni Sinodali.
t:ii Item, che fé per tempo alcuno il concorf© , e fer-
j, vóre intanto mancarle in detto luogo , chi a detti
U Operai pareffi l'Opera loro èlTervi fuperfìua. « e non
S> vokffino più àmniiniftrare , debbino per Inftrumen-
,t td , e per pubblico Inventario rendere il conto .di
,, tutte le cofe pretiofe , cere , danari , e crediti di det-
sy ta Optra , dinanzi al Vicario,, e Arcbid, Fiorentini ,
s, che per i tempi faranno , e Ogni co fa confegnare
>, al Rettore della detta Chiefa da difpenfarfi , e di-
si, ftribuirfi , come a lui parrà , e come gli farà ordi-
^j nato da i detti due fuoi Superiori,
,, Item -, fai ve le foprafcritte cofe, il prefato Ser Gio;
3, Bautta* Rettore predetto , con confentirnentó di dec-
,, to MeiTer Francefco Arcidiacono, e Vicario Fioren-
9, tino , per più magnificenza , et honore della prefata
0 Maria Annuntiata j confentj , che a i detti Operai
j, fia lecito col %yano della nuova Cfìiefa , occupate.»
,, la Chiefa vecchia,, et abitazione del Rettore , e il
,r titolo della quale nuova. Chiefa Zìa Santa Maria An-
,1 nuntiata delli. Albei igni, et che alla detta nuova fab-
}> brica li dia unitamente principio per di qui adì i.
,V di Luglio proffimo 15:08* con queiia conditione , che
,, fervendofi i detti Operai di détta Chiefa , fieno te-
?y nuti a conservare il terrazzo al preferita *, che è fo«
5, pra detta Chiefa 9 e fervendoti della Cafa predetta ,
„ ricompenfare il detto Ser Gio: Balilla, et fuoi Sue-
,* ceilori di un* altra fimile ,0 maggiore abitazione.»
,, fecondo il giudizio dei Vicario , et Arcidiacono
Sr predetti , e queito prima che detta fua abitazione fi
,) tocchi . ui
jV he** > che a detti-Operai per tempo alcuno non
» fia
-ocr page 256-
p^ti*lecito VcufBÙlìare in* iaMxì dette cMatictii » 'siR**
}) giornalmente fpenderlej e difpcnfarte sii neMa fohfcti*
,j ca , come nelle altre\'oceDrct^nzc ». ^inceiidofi kfttìpre
,, ogni ftantiametìt© per i dua terzi deik £àve nere ,
„ folto la pena -dell' indignatione dell' Oi3HÌp©teiHfc Dio^
,, e della fua intemerata Madre ,.,, ,c £&, «ile.. predette
,» parti parerle fare confermare le prefenti Conftitulioi
„ ni per la Sede Apoilelica, tutto fi debba fare a fpe-
„ fé di detta Opera ; Prométtendo ]e .Parti predette
,, ad in^vicem V oflfervanza j e perpetua firmila di tut-
„ te le prefenti convention!- ) e confìitutioni in ogni
5) miglior modo , e pur valida forma 5 che di ragione
,) fi può , havendo qui per iufficientemente efpreite
,, tutte le provvigioni , obbìigationi , renunciationi , e
,j altre claufule neceifarie, e cofìfuete , che fi ricercaflì-
„ no apporfi fecondo la forma della ragione , e itile.»
,j degli altri inftrumenti in forma pieniflkna ; alle qua-
3, li tutte cofe il prefato MefTer Francefco Archidiaco-
„ no , e Vicario Fior, per la fua autorità, ordinaria af-
„ fenti , e le confermò 5 parendogli noti folum fi fia_*
,, provvido alla gloria , e laude, della Madre di lefu
s, Chrifto, ma etiam alla commodità della detta Chie-
,, fa » e comandi le cofé predette perpetuo , e invio»
,, labilmente delle*, dette parti plenariamente olTervate ,
in omnibus , interponendo fttàm > & fui ojfìcii auBo-
j, ritatempariter 5 & ' devretum , omni meliori modo } que
j) potuit j qutbus qttidem partibus fentientibus &c. preci*
,> pie &c.
,) Ego Ioanner afe. per qnarantigìam &c. rag,
AB A fuerunt praemijfa omnia
5 i& Jtngula in Audiert"
ti a
) feu Refi denti a Operarìorum , Jtta prope di Barn E ce le»
Jiam Beatae Mariae de Alberigis de Fior. Dominicae la-
carnationis
1508. IndiBione undecima \ die ?verò 31. men*
Jis Maii
, Fontificatus SanBijfimi in ChriBo Tatris , jff
Domini Noflri Domini ìulii Di'vina Pronjidentia Yapae
Secundi anno quinto
, praefentibus ibidem Veti. Viro Sur
Zenohio Nicolai de Vicchio Mucelli } et Set Landolfo Al*
-ocr page 257-
>4&
fon fi de Com/t, de G'erta! do Clerici* Threntìnit \ fàrite*
4fd (r aedi Et amocatis
» babitis faciali ter &e.
*" Ego Carolus Gatt. $ro Gabella .
Ego Mannus Mannius Notarius in Archivio fiorenti*
ho Inftrumentnm a me tranfumpum ex Originali
> ipfum
$r$fria man* eonfir* iste* Die i6> Februarii
1597. &c*
;          Lanfredimì Lanfredini &c,
le;
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249
E Z ì Ò N E
D £ L L A € U I E S >f
DELLA MADONNA DE' RICCI*
1. |
IT'a^SvI
r^^i
C t .<
ì ■' ■ 1
jU. ■ j
Ufl^ì
N affronto graviflìmo fatto ad una
Immagine della Santiffima Vergine
in Firenze , è fiata 1' origine della
Chiefa della Madonna de* Ricci , co-
sì avendo difpofto 1* Altiflimo per
viepiù accendere nel Popolo la di-
vozione alla fua gran Madre. L'av-
venimento facniego non folamente è pubblico nelle
Iftorie Fiorentine , ma eziandio rapprefentato vedefi in
tavole da Pittori, e noi già ne demmo un cenno nella
ftoria di S. Maria della Compagnia al Tempio nel tom.
2. Ma"dovendoli qui ftabilire l'epoca di quefta Chiefa,
fa d'uopo» che fi rammenti quel giorno undecimo di Lu-
glio del i$oi. nel quale feguì 1* oltraggio tremendo , e
che io riferirò come appunto fi conferva nel libro antico
degli Operai della Chiefa , che dice come apprefTo „
„ Ricordo, come adì n. di Luglio dei ijoi. paitan-
„ do Antonio Rinaldefchi per la Piazza di Santa Ma-
,, ria Alberighi foprafatto dalla collera , e dal dolore
,) di aver perduto al giuoco , ricolfe una menata di
,, immondezza dalla Via , e quando che fu pa(Tato la
,, detta Piazzuola, e giunto nel Chiaflblino , che va
„ nella Via dello Studio di Por S. Piero , fi voltò al-
„ la figura della noftra Donna Nunziata , che è di»
„ pinta fopra alla Porta di fianco di detta Chiefa ,
„ gittògli quell'immondezza, che era arida, mediante
5, V effere irata per avventura qualche dì al Sole, e
5, gliene rimafe qualche poco appiccato nella diadema
,, fopra la collottola, tanto che quali pareva una ro-
Tom. Fili.
                       I i                          „ fetta
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„ fetta fecca , che tale vi fi jrede ancora : R benché «I
,f detto Antonio non /offe da perfona veduto gettate
„ rimile fporcizìa nella detta Nunziata > come piacque
,, a Dio , la cofa fi fcoprì , e venne à notizia degli
„ Otto , i quali fecero mettere bandi fotto gravi pene,
„ chi fape(Te dove forte il detto Antonio, e nói infe-
„ gnaffe , in modo che gli ebbero notizia , che fi era
,, fuggito fuori di Firenze, e in che luogo , di che man-
», daiono la loro famiglia a pigliarlo , e come il fo-
„ pradetto Antonio fi vedde fopragiunto dalla fami*
s, glia , da fé medefìmo fi dette d' un coltello nel pet-
lilto , e cpme piacque a eiìa mifericordiofa Vergine ,
•ti che non4? volle , che per tanto ccqeflb quel]1 Anima
U fi perderle , el coltello trovò una? cottola in modo
„ che non pafsò dentro, di che fu menato prefo el dì
» 21. di detto mefe $ e immediate |fu disaminato da
„ detti Signori degli Otto , i quali Io trovarono col-
si pevolc , ed egli medefìmo fi giudicò di effer degno
>, della morte per tanto eccello , quanto egli aveva fa e-T
n ?to , di che e lo Sentenziarono alla morte , e detto
j, dì fu egli impiccato alla fìneftra ..del Capitano , e
,> lafciato ftar morto , e così impiccato infino aliai*
fi mattina feguente , che fu il dì 2?. di detto , e det-
„ ta matrina per Lodovico Adirami Vicario dell'Ar-
,, civefeovo fi mandarono i Preti a Spiccare el detto
,, iìerco dalla noftra Donna 5 rimatane pe^rò il (egno :
,v: eia, Podeftà il, Conte Monaldo de'Fafciuoli eia C|ìyi-
„ tavecchia.,,. &n
                         ■.;.,.. ■} ìur r%éik *.
II. Sin qui il racconto del fuddetto libro intitola-
to 1 Libro di Ricordi (cripto dal 1508. al 1540. notan-
doli ivi pure , come feguita sì ftrepitofa giuftizia , il
Popolo cominciò con gran frequenza , e; divozione a*
concorrere intorno a quel Tabernacolo di forte,,, che
fi meritò da Maria le dimoftrazioni più amorofe , è,
di grazie , e di miracoli , a i quali corrifpondendo le
offerte , e le limofìne de i Fiorentini , in pochi anni
con effe fi potè alzare una Chiefa > cui fi diede prin-
cipio ne' 13. di Luglio del 1508. fulleCafe di alcuni
Cit-
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2-J ■;*'■=■
Cittadini già da noi nominati , dagli Operai elet-
ti da tutto il corpo de' Popolani della Chiefa di San-
ta Maria degli Alberighi , comprefovi tra quegli il
Priore di detta Chiefa , lo che fi dimoftrfc nella pafla*
ta lezione, come pure fi nott> ivi , che s! incorpora-
rono due ChiaiTolini con la licenza degli Ufizialì di
Torre , portati fcmpre a promuovere il decoro de i
Luoghi Sacri ; ed alle fpefe ancora di quefto nuovo
Edifizio , il Magistrato degli Otto , che aveva confida-
to i redditi del giuftiziato Rinaldefchi > volle pure ad
efempio del Popolo , concorrere con affegnare una
porzione de* beni confifcati al dettp reo , per la qual
cofa fi vede fotto la loggia PArme del Magistrato > che
è un Uomo a cavallo . Terminata poi la Chiefa, da-
gli Operai fu raccomandata la cura di ella al Priore
pò tempre di Santa Maria degli Alberighi, e ai fuoi
SucceUbri , i quali durarono ad avervi iurifdizione fi-
no al 1632. Né potrei così facile dir parola de*
copiofi laiciti venuti alla Chiefa nel decorfo del pri-
mo fuo fecolo, fé il fopraqcennato libro degli Ope-
rai non me ne fomminiftrafle autorevoli documenti , de*
quali mi piace di notare almeno i principali, che fono »
„ Donna Lionarda, Donna fu ài Bartolommco Bar-
„ tolommei fece teftamento , e lafciò fiorini ,d* oro
,, quindici agli Operai della Madonna dei Ricci iiu
,, perpetuo ogni anno per rogito di Ser Francefco di
}) Ser Iacopo da Romena , 9, Dicembre 15PS»
3, Tommafo di Criftofano papi Fiorentino fece te-
„ {lamento rogato da Ser Donato di Pier Francefco
,, di Filippo Rom" da San Miniato, 16. Ottobre 1507.
„ lafciò un Barile 4* Olio in. perpetro alla Madonna^
5, de* Ricci,                                                                             ili
La b, m, di MeflPer Iacopo Salviati , e Madonna..
j> Lucrezia de'Medici fua Donna , per mano ài Loren»
„ zo Gondi donano all'Oratorio della Madonna de i
„ Ricci , e a* fuoi Operai > un Podere porto nella Pie-
,,, ve dell* Antella , luogo detto il Podere del Pafferi-
„ no: 27. di Maggio 1533»
                 < i'                  ;'
ì i 2                           „ Prev
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»5*
„ Prete Zanobio di Niccolò da Vicchio fondò Iiu
» Cappella delia Concezione full'Altare della Madonna
«dedica , e la Fefta folenne ogni anno, lafciando
»> al Priore prò tempore di Santa Maria Alberghi il
,, Padronato , ^e iufprefentandi, rogò Ser Raffaello Bai.
W deli io, di Febbraio ijaj.
>, Donna Francefca di Niccolò Mannelli moglie fu
" *! Nl«c5,*1 ■ di Bartolommeo del Trofcia lafciò aeti
? '?/?*'. àf3- Madonna de «' R'cci due Cafe per fre
; ,, Mene la fettina , rogando Ser Antonio di Set Ba.
j, filano Remucci ( manca l'anno.)
A.PÌUMn°- Lfn°v? dal BorS° * M"radi, all'
„ Aitar Maggiore della Nunziata de' Ricci fondò una
„ Ufiziatura per frumento rogato da Ser Carlo Rof-
„ felli 24. d. Settembre 1558. nel qU3| Padronato fo-
„ no chiamar. , Campani dal Borgo a Marradi, duran.
>, te la linea , e defcendenti di Fazio, Girolamo, Gio.
„ vanni di Giano , e di Baldaflino . „
.Uri "i" Ed ?Met.tcnd° di fomiglianti lafcri parecchi
altri , due qui mi g.ova , perchè fi chiami quella Cnie
fa la Madonna de Ricci, che certamen.e % cT ad-
dimandata fino nell'antico , perchè nel nonolo iti q
Maria degli Arrighi abitai> nobue ^mfe* &
Ricci , la quale inoggi fla
fulla piazza degù W ni
K Cafea"^T'itishi » e nota « Migliore , pag „,
che quefto Tabernacolo fu fatto fare d. Rotti RicV
Ciardo de' Ricci Senator Romano loro afcendenre »
che a fpefe del fuddetto Roflb lo dipingeffe oVvanT
m, d. Iacopo da Milano i difcepolo di Taddeo aldi
di , eflendofi d, poco introdotta I? ufanza in Firen.
« d. collocare in certi Tabernacoli fu' rifeontri delle
«rade le i„,magini j, c ifto . , ^         ^ JJ«
di alcun Santo tutelare della C«f. , che ve lo faS
dip,g„ere , e fi vuole , che incominciane tal ufo in £
renM a perfuafione di S. Pier Martire, dopo aver eei
.beuta la Cina dagli Eretici, che a forza di ^ol?£
sra tentavano di corrompere la Fede de- PW »? •
Quindi vedefi, che fede meriti,. J&gj f^;
che
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che crederono eflerc tal nome derivato da una Moneta
detta Riccio battuta dal Duca,AleflTandro-, e così chia-
mata per eìferci fcolpito in efla il Ritratto di detto Duca/
co' capelli ricciuti, e quefti Rìcci difpenfavanfi a i Po-*
veri da' Fratelli della Compagnia di S. Michele Arcan-
gelo quivi principiata a radunarli dal iJ42« come po«
fera diremo.
           m                , ;
IV. Paffo ora a raccontare la gloriola .vicenda di-
quel tempo , nel quale da Ferdinando li. furono in»
trodotti in quella Cbiefai Padri delle Scuole Pie , chia-
mati i Cherici Regolari poveri della Madre di Dio > il
qual racconto richiede da noi >Lche dichiamo alcunché
del principio , e de' progrefli di così illuftre Religio»
ne» facendoci dal Fondatore , che fu il Beato Giusep-
pe da Calafanzio Spàgnuolo , Mi quale fotto il Ponti-
ficato di Clemente Vili, adunato avendo alcuni pii Com-
pagni della medefima vocazione di educare la tenera-,
gioventù, da Papa Paolo V. ottenne del fuo novello
ìliituto la prima approvazione nell* anno 1^14. e pen-
fando ai mezzi opportuni per dilatare la fua Religio-
ne , maffimamente nelle Città d'Italia , mandò a Fi-
renze il Padre Francefco Caitelli da Gattigliane Areti-
no , con memoriale al Granduca Ferdinando II. per
ottener licenza d' introdurre iti quella Capitale delia^
Tofcana Cafe , e Scuole dell'Ordine fuo ; e benché a
prima giunta la fupplica avelie gagliarde difficoltà nel
Granducal Configlio, tuttavolta il Granduca non dando
orecchie alle ragioni de' Consiglieri , ne compiacque il
Padre Cartelli, e fuoi Compagai , concedendo loro il
Palazzo deVCerchi nella Via de* Cimatori , abitazione
molto a propofit© per gli fcolaftici efercizj , come fi.-
tuata nel centro della Città, e dove ogni forte di Po-
polo con frequenza fi aduna ; la carta della concezio-
ne, o fia della confegna fu rogata da Ser Filippo Va-
lentin] nel dì 2o« di Marzo del i5gc. quando nell'
ifteiTo anno » fi prefentò ad elfi Padri una maravi-
gliofa occafione per cattivarli maggiormente la bene-
volenza del Principe, e l'amore de*Fiorentini. Il cafo
fu >
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**4
faj che ititidftkto; anno venne la PeftjlenzaK in Firen-
ze, che empì di terrore , e di morti Ja povera Città ,
quando efibitofi uno di eflì Padri càia maro D. Àngiolo
Galletti , al féryizio degl' Infermi , fece Itali prove di
fra carità , che vedeva!! in continuo movimento, fino a
portare addoffo gli Appesati, fé infermi al lazzeretto *
e fé morti a feppellirfì, fempremai collante faticando
in ogni angolo di Firenze per tutto il tempo, che du-
rò l'orrendo flagello , Un efempio. di tal carità gli
guadagnò fino che viflèjl home di Padre della Pefte ,
èà a' fuoi Fratelli una notevole ricompenfa dal Grati-
duca, il quale volle, che da quel Palazzo de* Ceróni,
fenza però lafciarvi T ufo delle Scuole, efli paCafTero
alt* Oratorio, o fia Chiefa della Madonna de' Ricci ,
eon quelle convenzioni , e patti diftefi per rogito del
fuddetto q Vale riti ni1 ne'zfJiìi Novèmbre del i$$i, fra
detti Padri yie gli Operai di ©Ca Chiefa, cui rifervò
S., A., le «ragioni fopra il padronato della medefima'j
con dichiarazione efprefìV nel Contratto i che mai per
tempo nefliano.non ne poteflero i Padri acquiiìar al-
cun dominio, levar armi da'luoghi , che le ad-
di tafiero , ma bensì >per tenerlo vivo I a favore degli
Operai , dove0eroc ogni anno riconofeere i rnedefimi
Signori di Candele ,'-e di Pajme ne* giorni confueti .
Accomoda tifi, che furono i Padri in que#a Chiefa, e
nelle fue Cafe, torlo dimoftrarono quanto foiTe per ri-
ufeire fruttuofa , ed utile T opera loro, non folamente
nselle Scuole > ma eziandio nella fantifiéazione dello
Anime;; Uno de i primi lc*ro; concètti fu el* accrefee-
m fplendore alla Chiefa-con nuove jreftaurazioni , le-»
quali dichiarar qui mi giova , non rralafciando " però
di notare le cofe più pregevoli, che eflì trovarono nel
loro ingrcifo .
1 V. E per deferivere .ordinatamente il tutto , dire-
mo» come avanti alla Porta avvi una Loggia di pietra
ferena con pilaftri , e colonne di ordine compofito ,
difegnatà da Gherardo Silvani , ed eretta nel 1640. da
X3ier Francefco La n di ni chiamato de i tre Pefci, elio
. sii                                                                         por-
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portivi flejr Arme, per la qUàlectkraRientcdiftlngtjie^
vaerai Famìglia da quella dì Criftofano ^àodini tG&4
mentitore <4i-Ot|ité , cheHusc* pe^ arme H& -Monti\jÓk
oro con fap& frafche verdi ir* earopou azzurro • Neil'
Architrave della Porta fono da oflervarfi due Armi de*-
gli Operai , epn a i lati] 1' Arme> 4el< Magiftraglio 5degli?
Otto-, .fopra;.:,defcntta jda noi ;; né j dall' ocahii» $f$g*[
gire;deveci m# Bufo rdi m-ar^mo della Vergine-iJnltfrL*?
ovato fuoM .del la r loggia all'altezza ^e^^Ar^ltray^#l«rt
1$ medefima lungo la Via del -Qorfoir elle, per enervi-
una fomigliante Effigie di Criflo i^ Cfeiefa (otto P Or-
gapo?, Jiamo dì credere av<hef am.endsue q -foflTero fppra
della, porta ; innanzi; chfi\ fv; fàjcetfe j 4a Loggia > o follerò?
fulle porte di quelle Gaie j che? 6 deboli ton*?, per ffab-,
brigare 1* abitazione a i Padri:>j. <e riorifi ancoraia>jph£t
dopo quefto tempo vì fy- una, <$('? .cjual reftaurazicinjfrt
della Chiefa nel}* anno ,1707;. come leggete in un Dia**
rio del,la_Magliabechiana j con le fegUenti parole „, 23.
,» di Novembre* del 1307. oggi fì è riaperta la Ghiera
ji;.-de* Padri della Madonna de* Rìcci} abbellita di Gap-
n:?pelle epn,pietre; ferenetj di buone tavole?, di ilucchi,
3> -e di:atcnn*? iftoriette della Vita dr Maria Vergine in
s, otto Medaglioni dipinti da Giovanni 5agreftani ,, Ma
quefte Medaglie 1 che accenna il Diario > aggiorni no-,
fin furono mutate in altrettanti quadri rappresentanti»
i miracoli.' de) $eato, lprp Fondatore «fìsH ìHa, io ?n -
■.■iìyi>:.Viene nell' ingreffo della Chiefa flatjQJTcfrva'eli ta:
manritta la prima Cappella fatta;dal fud.detro LmAìtìi * la>
quale prima fa certi da Radda, dj cui eravir Jài-ieV?
poltura appiè dell'Altare con marmo in memoria di
Mefifer Iacopo da Radda , che 1' aveva fattar fare nel
15334 di preferite la Cappella|$ ;419titolata; la .Santsa* Fa*n
miglia i con bella» tavola dipinta da Matteo Bonechi fai
Segue quella 1 degli Aliott;i intitplata.Santo Rocco j paf-
fata ai Padri,«da' quali fjù dedicata aj^Nforne di Maria/
elfendo elfi fottO quel Santiflimo Titolo^ e inbggi evvi
la Tavola del B» Giufeppe Calafanzìo > rapprtfentatO*
a' pie*
■.
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fjjft
»'piedi di Oesù nelleBiaccfà^di Maria. La terza è l'Aitar
Maggiore ornati di colonne co* capitelli Corinti a .foglia
d'ulivo, e frontefpizio angolare di pietra ferena , che fu
già de'Gamberélli , e poi de*Memi .quivi è la Nunziata
dipinta fui muro, di Cui fi è ragionato , e fopra è un
Dio Padre dipinto a oliò da Francefeo Mati ; t fotto
la; Mcnfa xipofa in Vaga Urna il Corpo di S- Clemen-
te Martire èfktatto 'dal Cimitero di Prifciila in Roma,
e'donato nel 1671. a* Padri dai Cardinal Gafpero Gar-
jfegna loto Protettore $ e circonda tutto quello Altare
una balaustrata di marmo fatta a fpefe degli Operai.
Ritornando poi alla Porta, evvi a mano manca la Cap-
pella detta, del Paralitico deferitto da Santo Luca , ed
effigiato dal Cavalier Gurradi ; ne furono Fondatori €1
Bàmberini » come appare dalf Arme ne i piedistalli , ' &
n%1 la lapida Sepolcrale jla5 qUàtè è una sbarra rofla a
traverfo , con tje Stelle di oro fopra , e lotto un R
azzurro, ma mancata là linea del Fondatore, il Padro-
nato è' pafTato alla Compagnia di Si Antonio di Not-
te , che vi-erà; chiamata da Emilio Bàmberini nel fuo
legamento, che fègò Camini Ilo de* Cini 5. di Luglio
del 1^15. la quintar V ed ultima Cappella era intitolata
dei Martiri fatta dal foprannominato Niccolò del Tro-
feia , e dorata dalla fua moglie Francefca Mannelli nel
15 jo. come appare dail* iitrumento rogato da Ser An-
tonio di Ser Baftiano Remucci 11. di Novembre 1550.
queft'Altare però dopo un impennato accidente chia-
mati V Aitar del CrócifiiTo , dove appunto adorali una
divòtiflima Immagine ài Crirto morto in Croce, la qua-;
le venne in quella Chiefa in maniera quali miracolo-
fa , effondo fiato quivi portato da un Romito inc©gni-
to , che próniife di tornare a riprenderlo, ma noru
fu più veduto da alcuno, onde come un dono del
Gielo fu Collocato a querta Cappella, e nel 1735, U
Famiglia de* Lumachi volle a Aie fpefe rendere 1* Aita-
le più fplcndido, come dice un* Menzione fotto la
Mcnfa :
chkisti
*%
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21?
cHRistrr c^vcifixi aràm siei fosterisqve svis ■■'.
. PHiLIPPVS ET CAIETANVS LVMACHI rFR, CVKAVERE
* Uùi\.hì ;,'.: al,uià AN.,'D> MDCCXXXV.
eidelIaftefFa /Famiglia appiè dell* Altare avvi il marmo
Sepolcrale ,veggendofene degli altri fparfi per il pavi-
mento , come alia Porta principale la lapida dei Reve-
rendo Andrea Cenni defunto nel 1752. le cui memora-
bili azioni rammenteremo fui fine della lezione • Alku
Cappella dei Paralitico yedefi il Sepolcro de'Bamberini,
è dirimpetto a quella della Santa Famiglia viene la Se-
poltura de* Fratelli della Società di S. Giufeppe , polla
in S. Maria degli Alberighi , eccome più fu fegue il
Sepolcro de* Fratelli della Compagnia del Nome di Ma-
ria , allato alla quale giace fepolto il virtuofo Bernar-
dino d'urini morto nel 1752*
VII. OiTervar ancora fi vuole l'ornamento della Vol-
ta , ideile pitture , e delle indorature , che ricorrono
fotto » e fopra il cornicione intorno intorno a tutta la
Chiefa . Nello sfondo adunque della Volta vi è dipin-
ta Malia Vergine AiTunta in Cielo da Lorenzo del Mo-
ro; fotto il cornicione indorato, a fpefe degli Operai,
vengono otto quadri rapprefentanti varj Miracoli del
B. Giufeppe Fondatore , e dipinti da Valentuomini. Il
Sig. Ignazio Hoxford ha effigiato il Beato, che entra
ne* luoghi a porte chiufe, e il Signor Giufeppe Zoc-
chi tre ne ha coloriti , che fono , il rifanar iebbrofi,
lo fcacciar demonj , e il liberar un PafTeggiero dal nau-
fragio ; Mauro Soderini fece le miracolofe guarigioni d"
Infermi 5 ed il refufcitar morti ; e di Matteo Bonechì
fono i due quadri fopra 1* Aitar Maggiore , che rap-
prefentano Stroppiati addirizzati, e Ciechi illuminati ;
Dieci Angioli di legno alti quanto al naturale , e indo-
rati feggono con belle attitudini fu' lati de* frontefpizj
delle Cappelle j con un tondo in mezzo avente un San-
-to , cioè ali* Alrar del Crocifitto la Vergine addolora-
ta di Gio: Cammiilo Sagreftani ; all' Aitar del Nome
di Maria, S. Gio: Evangelica del Nani ; Un Angiolo
Tom Vili.
                     K k                             del
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*s*
del Bernardi ali* Aitar della S. Famiglia , e un S, An-
tonio di Autore incerto all'Altare del Paralitico . E
per non lafciare indietro cofa, che abbia in fé del rag-
guardevole , fi confideri l'Organo, che flava prima all'
Aitar Maggiore dalla banda del Vangelo , inoggi tra-ì
statato fopra il Coro; eflb è rariflìmo per aver le can-
ne , non di ftagnò , ma di legno » e per elfere flato
meffo infìeme con induftria particolare da Alberto del
Vivaio di gufto delkatilTìrno in quella materia; il con*
cetto Tuo era di farle di cartay'i che farebbero fiate di
fuonò affai più dolce ;, come quelle dell'Organo de' ■
Monaci Laterànenfi in Ravenna,
Vili. Mi fi conceda per fine ài arrogere al tutto
fin qui detto , un novero di que* Religiofi , che fiori,
ti fono in quefto luogo , © nella fantità , o nella dot-
trina j e tra* primi, quattro io ne trovo nel Catalogo
de* Venerabili Fiorentini dato alle ftampe dal Dottor
Brocchi ,! e fono : il Venerabil Bartolommeo da S. An-
drea de* Guidi di Barga ; il Padre Domenico di S. Igna-
zio oriundo della Famiglia Fiorentina de' Barberini ; il
Venerabile Angiolo Galletti da Caftiglion Fiorentino
foprallodato nel fervizio degli Appettati i e Migliore»,
della Concezione , al fecolo della nobiliflìma Famiglia de*
Guadagni -, ed uno ftupendo novero di altri Venerabili
Religiofi del medefimo Ordine fi leggono nella Firenze
Sacra , data alle ftampe dal *P. Maurizio Francefconi.
Fra i Letterati , che illuftraròno quefto Collegio, perì-
tiffirrto > e comrnendatiflìmo Fu nelle Mattèmatiche il P.
Clemente, adoperato dai Granduchi in molte occafioni
di fare macchine , e ne' bifogni dello Statò , era egli
dalle Accademie più illuftri confultatò circa dubbj gfa-
viifimi , conrandofi tra'fuoi Scolari parecchi-Gentiluo-
mini Fiorentini . Chiariffimo nelle medefime materie fu
il P. Francefco di S. Giufeppe nel fecolo detto D, Fa*
miano Michelìni , che in Pifa tenne la Cattedra del Ga-
lileo fuo Maeftro , fenile fopta la direzione de* Fiumi <
un libro lodato dal famofo Viviani in un fuo Difcorfò
indirizzato a Còfiriio'III.. fopra il' riempimento > e cor*
'l' ;iò-
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15$
rofioni de' Fiumi ;Ai merfà ^isefto Religiofo deve
la Religione delle Scuole Pie; il Collegio di Montui
fopra ^ Ponte rcclToi fuori della Fon* a :'a» Gallo , detto
il Pellegrino*, Villa donata Iqtckda Ferdinando II. a
contemplazione del Padre Fransefco , la quale fu ri-
dotta ad ufo di Noviziato * Altro Mattejjiatico ». cjbe fiorì
in quefto Collegio , fu il P,ì Michel Angiolo Ricci, che
da Gio: Alfonfo Borelli-nella prefazione della fua Ope-
ra intitolata- Dematu Jinimalium è nominato Tir Cla*
vtjfimm
(J ioBiffimufque Michael Angelus JLiscin? q II P.
Paolo Ottonelli da Panano fu infigne Filofofo ; e SU
gifmondo Coecapani è lodato; dal P, -Negri', che per
altro; non dw , che veftifle? V $bho dee .Sierici Rego?
fotti poveri della Madre di W\0 » ed wm chiamato iì
Cigno^ dell* Amo . La morte del Pad re lAleffandro pu-
liti fi feguita ■ "& piagnere da tutte* le Accademie , maffi-
mamente da quella di Pifa , che fi gloria d* averlo a-
vuto Profeflbre di lettere Greche, ed j P^dri de*Ric-
ci poffeggono la fua rariflìma Libreria > Molti altresì
fono flati, e fono, che accrefeono fpleradore ali* Ordine
colle commendatifljme loro Opere date alla luce, e tra
tifi mi fia permeiTo di rammentare il Reverendiflimo
Padre Odoardo Corfini Generale di tutta la Religione,
attuale Lettore in pifa •
IX. Dovrei ritornare in Chiefa per far parola del-
la Compagnia di S, Michele , che qui fi raduna dal
1542. in qua, nel qual anno ella vi fi trasferì da San
Michele delle Trombe , dove in antico fu iftituita .. E
per fine ritornando al piiflìmo Sacerdote Andrea Cen-
ni , qui fommariamente noteremo i benefizj , che elfo
fece a varie Chiefe di Firenze , avendo reftaurato, e
rifatto nella Metropolitana V Altare di S.ZaBobi, e
quello di S. Giufeppe ; al medefimo devefi la innova-
2Ìone delle Chiefe di $. Maria in Campo, e di S, E-
lifabetta , detta anche della Vifitazione . Servì V Arci-
vefcovo Martelli ? e fu Macftro dì Camera del prtfente
Arcivefcovo Monfig. Francefco Incontri , da cui gli fu
fatto l'Epitaffio fopta il fuo Sepolcro , che è il feguentc:
Kk.2                      D.O. M.
-ocr page 269-
Dm $ Óé        M* ' l*              i;.V
H1G IACET
ANDREAS CENNI CIVIS ET SACERDOS FLORENTINVS
ARCHIEPISCOPI éVBICVLO PRAEFECTVS
V'IR IVSTVS AC TIMENS DEVM
AC DECOREM DOMVS DOMINI MAXIME DILIGENS
VT QVAMPLVRIMA HVIVS VRBIS TEMPIA
1NSTAVRATA ET ORNATA ET A1TARIA
SVMPTVOSE ERECTA TESTANTVR .
OBIIT Vili. KAI. NÒVEMBRiS ANNO MDCCLII^
TESTIMONIVM HABENS AB VNIVERSA GENTE
CANDORIS ET INTEGRITATIS SVAE .
ÌD.FERDJNANDVS CONGREG. CANONICORVM XATERANENSIVM»
BT D.PLAC1DVS CONGKEG. MONACHORVM VALLIS VMBROSAE;
ABBATES FRATRES AMANT1SS. MOERENTfcS P. P*
VIXIT ANNOS 1XVZ. MENSES XI. DXES XII.
flÈtéfr'2
tlw
-ocr page 270-
2&Ì
LE ZI O N E XX,
DELL-* C 0 N C R E C vf
DE' PRETI DELLA CARITÀ'
DETTA DELLA VISITAZIONE,
■ -.                                                                                                                         '."....' ,.••■.                                                                                                                                                                                                               ■ «•.- ■                                                                                                                                                                             '
Uefra Congrèga è una delle quattro
intigni Congregazioni de* Preti in Fi-
renze , la quale efiendo già dal 1517»
Padrona della Chiefa Parrocchiale di
San Michele in Palchetto > noi per
camminar con ordine in quefta ilio-
ria , ci faremo dalle vicende della-*
medefima Chiefa , e in primo luogo dalle varie mu-
tazioni di nomi , co* quali trovafi appellata. Né vi
è dubbio j che la più antica fua denominazione non
fia fiata San Michele ** Palchetto , però fi dubita fé
la opinione di Leopoldo del Migliore fu di tal
nome ila la vera: crede egli, che fia la Chiefa co-
sì diftinta , perchè fabbricata affai in alto , follevata
dal piano di Firenze, della quale altezza oggi non ap-
pare alcun veftigio . Diremo adunque , che piuttofto fi
chiamaile in Palchetto, per effere fiata vicina a qualche
loggia , o cafoménto , che aveva un pubblico Palco , in
quella guifa che anche inoggi la Loggia del Grano dal
Popolo chiamafi in Palco. Circa poi al 1380.0 in quel
torno fi principiò ad appellarli S. Michele delle Trom-
be , che io mi credeva elTcr derivato da qualche figu-
ra del Santo Arcangelo in Chiefa , dipinta con le Trom-
be , come già fi dùTe S. Michele Bmeldi de' Dianoli,
perchè quefti vedevanfi ivi lotto i piedi di S. Michele .
Ma da un documento autorevole , che riduce il tutto
in chiaio, debbo mutar parere, pofeiachè nel 15^1.
la
^W»-i
-ocr page 271-
.
la Repubblica ordinò j che i Trombettieri tutti abitavTe-
ip nei Popolo di Sf. Michele in Palchetto , e però da^
quefti fi incominciò a dire S, Michele delie Trom-
be , e la Provvifione de' Signori è regimata alle Ri-
fprmagioni in un libro con le feguenri parole : Tu*
hatores C^mmtmis Fiorentine Bent "in lobulo S* Michele*
lis in Palchetto
.
II. Né difdice qui una breve dig re Aio ne alle Trom-
be , dandocene morivo uno sbaglio del fuddetto Mi-
gliore > che vuole le Trombe inventate da* Fiorenti-
ni , quando fono tanto più antiche di Firenze , cf«
fendo caduto il Migliore in firni| errore per la-,
mala intelligenza di Stratone, , e di Macrobio , che V
invenzione di tale inftrumento V attribuifcono ai To-
fcani:, Il vero fi è, che i Fiorentini fono flati fempre-
mai amantiflìmi de' Trombettieri , eflendochè ogni Sa-
bato alle 23. ore p loro toccava accomodarli in Rin-
ghiera de' Signori v e fuonare a piacer loro, e per de-
creto del Comune doveano affiijtere a certe laudi al
Tabernacolo di Or San Michele > e poi alla Nunziata,
e la. Repubblica Fiorentina. , ogni volta , che moveva
guerra } voleva 5 che fomiglianti Sonatori accompagnaffe>»
rio il Caroccio ; quindi nacque un proverbio ufato nel-
la, bocca de" favj , i quali volendo dire in Configlio ,
che non fi difcorreflTe di far guerra , dicevano > non fi
fenfi a muovere dì $• Michele le Trombe *
?
IIL Ma feguiamo iJL ragionamento delle vicende
nelle variazioni de' nomi della Chiefa j leggcndofi in_.
Luca Chiari autore del libro fcritto a penna , ed in-
titolato }, degli Onori Ecclefiaftici di Firenze „ dice „
„ 3, Michele delie Trombe in Convento novo ; Con*.
j, pagnia di S. Barnaba , e Stendardo di Uomini Spe-
>, ziali , i quali hanno }' iufpadronato di San Michele
„ delle Trombe in Convento novo „ Che cofa forfè
queftp Convento, non ho documenti , fé, non che tal
voce corre anche inoggi di una Cafa detta Convento
nuovo vicina alla Chiefa , Finalmente nelP anno 1517.
dimcnticatefi le tante appellazioni, principioflì a diman-
dare
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dare la Vìfitàzioné , e ciò addivenne dall' effe* la Ghìe*
fa pacata in dominio de* Preti della Congrega della
Visitazione j Come pofcia diremo > non convenendo »
che io qui tralafci altri autorevoli documenti di»
moftranti 1* antichità di noftra Chiefa • E fé io non*;
fono forte ingannato , credo di potere rtabilire , che 1*
epoca di S. Michele in Palchetto fia ftata circa il mille »<
conciofitfchè abbiamo una carta di Gottifredo Vefcovo
di Firenze , che nel 1140» donò detta Chiefa a Suor
Cecilia BadefTa del Monaftero di S. Ambrogio coli* in*
tenzione % Ò fivveìò obbligazione , che le Suore la
reltaurafTero , come appare dalie parole del Vefcovo :
inde Nos fperantes , quod a tobif *veftrìfque Sororibn?
ditta Ecclejia recare tur
'-, ibìque Dei cultus , é^ animarum
frofettus mgeatur ;
la qual donazione confermata fu
dà Innocenzio II. nel iifté con Bolla riportata dall'
Abate Ughelli al tom. g. della fua Italia Sacra, alla
parola Gottifredus . Onde noi ne inferifchiamo, che fé
fu donata , perchè foffe dalle Monache restaurata , fe-
gn© era , che efla da qualche fecolo era ftata fabbri-
cata, e che per la fua antichità richiedeva riparo.
Nel 1252. fi nomina un Prete Orlando Rettore di S«
Michele in Palchetto prefente al polleflb prefo da Prete
Bellondo Canonico Fiefólano , d* un Canonicato di S.
Lorenzo , che leggefi nella lettera del Cardinal Pietro
Diacono di S. Giorgio ad Velum aureum , efiftente neil*
Archivio di S. Lorenzo , al num. 14. facchetto 1. e lo
ftefTo Rettore trovafi alla riforma del Clero fottoferit-
to nel 1286. Preflo il Senator Carlo Strozzi evvi un.,
libro di Ricordi ferino da un tal Teodofio Rettore
della medefima Chiefa nel fecolo 14. dove egli nota,
che la Repubblica Fiorentina donò nel 1287. a S. Mi-
chele in Palchetto uno di que* Veli Sacri, i quali tenuti
fopra ai Corpi de i Santi Martiri in Roma , da i Pon»
tefici fi mandavano a Principi , e Signori grandi, Né
mancano memorie di lafciti de* no(tri antichi , tra i
quali all' Archivio Generale , ne'Protocolli di Ser Fran-
cefeo
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ccfco di Set Giovanni Ciài da Pulicciano nel Tefta»
mento di Geri di Cuccio de* Ghiberti abitante allato
alla Chiefa » fi legge : item reliquit Ecclejte S> Michaeìis
in Palchetto un Podere nel Popolo di S. Andrea €0*
n mttnis Cerreti) loco ditto a Strafa >
il qual Podere
V> ferva per alimento di un Prete , che dica Meifsu
jì ogni giorno in detra Chiefa , e non facendo cada
indetto Podere a S. Maria Novella , 9. lulii 1376. ,,
IV. Parla ancora il fuddetto libro di, ricordanze
dì una Campana della Chiefa , la quale era antichiifi-
ma > vi il leggevano fcolpite nel bronzo quelle lettere :
TEMP. LVD. 1MP. P. P. F. apol. me fecit . Che fé il Mi-
gliore le legge così : tèmpore ivdovici imperatore
PROTECTOR1S POPVLI FLORENTINI APOLLONIVS ME FICIT ,
noi crediamo , che debbafi leggere : tempore lvdovi-
CI IMPERATORE PII PERPETVI FELICIS . APOLLONIVS ME
fecit . E per vero dire , quella Campana farebbe cofa
per V antichità pregiatiifima , pofeiachè Lodovico regnò
nel nono fecolo ; E fé io debbo dire con libertà quel >
che fento di effa , non la credo altrimenti perduta » e
forte indizio mi dà il trovarti fui Campanile una Cam-
pana fenza maniglia , avente logoro tutto il labro 5
fi a battente , invertita poi dentro , e fuori di una cre-
ta sì tenace , che in ninna maniera è feparabile dal
metallo , e la fua figura non è più di Campana 3 ma
di un facchetto di bronzo . E però può ben eflere, che
fia quella fteffa , di cui parla il Ricordo , ma fiata di-
moili anni fepolta fotto terra > pofeia ritrovata , e al
fuo luogo da qualche Rettore rimefTa j che poi vi fie-
no incife parole , che la contornavano , il tatto ce lo
terrìfica 3 né fiam fuor di fperanza di trovar qualche-
fegrero per ifcoprirle : Comunque però la cofa fia, an-
che come ella ita di prefente, non può negarti s che fia
un venerabile argomento dell' antichità di S. Michele^
in Palchetto.
V. Vanghiamo ora alla Congrega de' Preti , che*
già da due fecoli > e più fono Padroni della Chiefa ,
la
-ocr page 274-
•Ha' quale dal timi© iài tjetta Cragregaztorie prefe il no.
"me della Vi fi razione ritìnte© $« peY tutto fpentofi quel-
4o di 8. Michele . 1 <juì facendomi dall'origine di
'-Veneiabìl Congrega » èiròVché adì" 21, ili Febbraio del
**4!4, ebbe ella il ifuo pritìei:|>Ìo in Or S, Michele da
piirììmi Sacerdoti , i quali tocchi dalle gravi calamite,
c%e affiggevano e f irenze, e h Chiefa univerfalc » ivi
fi radunarono a porger preghiere a Maria » preftando-
lf^ alcuni-particolari òfiTequi, che la Vergine avendo
Eraditi v- cfaudl le loro fuppjicbe , follevando il Popò-
j ', ed i Fedeli dalle mi ferie, e confortò i medefimi
Preti a perfeverare negl* intrapresi" efercizj di pietà, còli*
iftituire la foprallodata Congrega detta della Carità fot-
ta 1* invocazione della Vifitazione , che durò in «detto
Oratorio fin© ai 151^ nel tjual anno a' jo» di Agofto
«paf&ò a S> Michele de* yifdomini, donde ufcì dopo 9.
■mefi tornata a S, Michele ili Palchetto , non folo coi
Cónfenfo del Rettore Francefco di Criftofano Ruchetta
per qui fare le loro Adunanze, ma eziandio colla rinun-
zia della Chiefa , e Parrocchia , come leggeri nella Boi-
fa di Papa Leon àC, I che nel 15 ly. confermò un tale
atfo , per il quale la Congrega ne divetrnepadrOua, 4a~
$um Roma?
3. K&l* dffr. ®<*»tif*''*****¥> con facoltà, che
potere ella conferire- là curà? 4dV Anime ad uno m'
mede fi mi fuoi Preti , con ritenere 1* antico titolo di
•Rettore j e «qui penfarono i Preti a feri vere Coffcitu-
zioni fantiflSme , che avellerò a fervire per la maggior
devozione > e per qua più ftabile Congregazione così
felicemente incominciata , e dal Cielo f penalmente fa-
vorita: e benché alle dette Coftituzioni fé ne fieno fur-
rogate altre ancora più perfette , turtavolta le prime^
fi con fervano nel loro Archivio , e furono approvare^
dttP Arcfàefcov© di Firenze Andrea Bqondelmonti nel
?538' leggendoli in effe alcuni Capitoli riguardanti Corri-
meflì , e CommelTe , che fino dal 1494. trovo, che era-
in còfturne di aggregare per confolazione di molti di-
voti ì è: divoté , i quali lafciarono alla Congrega non
ffochi legati per godere il vamaggio de' copiofi furti-a-
fa*». Vili.
                       LI                              èìj
_______
-ocr page 275-
166
g) , e tra gli afcritti vi fu il Granduca Ferdinando!,
ed il motivo della aggregazione di quefti Commeffi, e
Commette qui lo riponiamo come ita ne* libri della^
Congrega > e dice così t Cui adiunxerunt €ommiffas, ^
Commijfas ) ut lati ut 9 longittfque fuam charìtatem diffun*
derent
, wolueruntque eam fui titulo Charitatis appella-
re C^ngregat ione m Fresbyterorttm Vifitatìonii Virg* M*
ad Elifabeth fàc
                                          x» n
VI. Dall'.anno poi 1538. fino a' noftri tempi non
ho cofa rimarcabile di quella Santa Congregazione , fé
non fé una grazia fattale dal Granduca Francefco I,
la quale fu l'averla liberata da una continua moleftia
cagionata da* Trombettieri abitanti nelle Cafe conti-
gue, i quali a tutte T ore fuonando, Stordivano i Con-
gregati a* Divini Ufizj , e però con ordine del Prin-
cipe nel 1574. furono obbligati ad andarfene altrove.
Ma venendoci al fecolo prefente > ravviferemo nuovi , e
gloriofi progrefll della Congrega , © fi voglia nella re-
iìaurazione della Chiefa , o delia riforma delle Coftitu-
zioni , o nelle grazie concedute da i Pontefici , e tra
quelli fi fegnalò Clemente XU. Fiorentino , cui erano
notiflìmi i meriti di quefti Sacerdoti , onde fui prin-
cipio del fuo Pontificato loro fece due intigni favori %
difpenfandoli primieramente dall' andare in giro per le
Chiefe di Firenze , a motivo di adempiere da fopra».
ottanta obblighi ài Ufizj fra 1* anno, deputandoli dal
detto Pontefice la Chiefa della Visitazione per l'adem-
pimento di fomiglianti obbligazioni, ed inoltre la San-
cita fua dichiarò V Aitar Maggiore della fteiTa Chiefa^
privilegiato in favore di chi avea lafciato Meffe da ce-
lebtarfi agli Altari di varie Chiefe della Città , e de'
Sobborghi , eflendone derivato da tali privilegi fommo
Vantaggio alla Chiefa della Congrega viepiù refa frequen-
tata , e per confeguente più fplendida, da' quotidiani
Ufizj , che fi fanno in erta da 40. Preti , che tanti e
non più coftiruifeono quefta Congregazione» nei quali
circa quefto tempo nacque il fanto concetto di rifor-
mare le Coftituzioni antiche > come fecero nel 1733.
..... aven*
-ocr page 276-
i6j
avendo eletto fei di loro con poterla di mutare, dovè
gìudicaffero espediente ) o di accrefeere i Capitoli di
quelle , ed i Deputati furono i Reverendi
Anton Maria de' Buonfanti»
Arcangelo Hafner >
Stefano Diletti,
Iacopo Antonio del Soldato *
Girolamo Ciommei » e
Domenico Barducci.
Quefti dopo frequenti conferenze, diligenti ricerche»
ed orazioni fervorofe , di unanime confenfo ne forma-
rono un Volume dato alla ftampa nel 1735. con que-
flo titolo : Confiìtutìones prò Venerabili Congregationc^
Fresbyterorum Vìfitationis S. Marine ad Elifabeth nuncu-
patae Charitatis ; e fi veggono approvate , e fottoferit-
te dall'Arcivcfvovo Giufeppe Maria Martelli adì 31.
di Gennaio del 1734. col Seguente Decreto f.
Net lofeph Maria Martelli Arch. Fior, fupraferiptas
Sancitone s Congregationis Vìfitationis ad S. Elifabeth
diligenter perleclas
, & falde piotati confonas repertas
approbatnus
, & confirmamus, ohferniari que authorìtate no*
flra ordinaria mandantus % ac propterea prò njaliditate Ma*
tori
", folito Decreto , & Sigillo Mofiro muniri commit»
timusy & exinde licentiam impertimur
, ut roboratae mo-
do praemiffo tyjtis excudi waleant
, Fiorentine ex Archi ep.
Pai atto die
31» lanuarii 1734. ah Inc.
lofeph Maria Arch, Fior,
Loco *$* Sigilli*
é            Aloyfius Vignali L V, D.
Vice - Canee II, Arcbiep. de matta*
Vlt". A quefta lodatiflima riforma era preceduta nel
1729. la totale reftaurazione della Chìefa procurata , e
diretta dal Prete Andrea Cenni Ecclefiaftko zelantiffimo
per gli ornamenti delle Chiefe , il quale con le con-
ILI 2                                tri-
-ocr page 277-
%6%
rribuziom di notabili fomme d#claaiaroì della Congre*
gat ed anche de' privati Preti ? e dei Tuo proprio »
diede principio alla Fabbricamèi 1172-8', in maniera, che
dentro un anno rinnovala; » o: Ovvero rifatta 5: il potè
aprire nel giorno della Visitazione del 1729. rientrata-
vi la Congrega> che nel tempo del muramento aveva
fatte le fue tornate nella Chlela di S. Maria degli Al-
berigli ,
                                  3 | htfin<ù'-'J or;;: C;
VILE noi entriamoci ora *ad ammirarne il più pre-
gevole j come éfhUa Porta al di fuori unac Visitazione
di terra cotta di Andrea della Robbia V di cui fono
pure due tabernacoli dalle bande dell'Aitar Maggiore,
e fono d* un finiffimo lavoro di fiori, è di: frutte . Tre
fono le Cappelle con tavole lodati(Sme ,cioè la Vifita-
gione all' Aitar grande , opera ftupenda, di\M&nòtÉo Al-
bcrtinelli, la feconda un Crocififfo éotì Santi a»ppiè.5 fatto
da Carlo Portelli da Loro > e ia terza è una A (fuma y che-
dà la Cintola a S. Tommafo , che fi crede dipinta da
Ridolfo Griliandaio .Tutte le. pareti fono colorite su
frcfco con ì* Architettura dei Fortini, e le Figure del,
Meuccij Appiè dell'Aitar Maggiore ,! che è ornato di
marmi a fp-efc del foprallodato Andrea Cenni i viene,
una fepoltura della Congrega, coi* lapida di 'marnio *\
nella quale è fcolpita'di rilièvo una figurina dì òru
Prete veftito degli Abiti Sacerdotali di qufrJ tempi an-
tichi ; la Ctóefa è -p'wittolto piccola ' ? ma ir* :oceafione
di mufiche folenni■■j\è comodiflìma pe^ ttìes Otìfoi oéttUo*
cari in alto dalle bande neli* ingrefTo , e che mettono
in-mezzo V Organo fopra k Porte r#à£gipreL
Vili. E finalmente per far parola della Compagnia
della Carità , detta anche S. Michele r J^rcjjè 0%&i
fi radunava già dal l'jor. e poi nel 1542. pallata alla
Madonna devRicti , dir fi vuole , che principiò erta
neìT antico , dipoi fu fofpefa > e per opera di Fra Gi-
rolamo Savonarola riaperta nel 24^2. fiori femptemai
nello fpirito fotta la direzione del Venerabile Fra Alef<
fandro Capocchi Domenicano,* 1' iftituto fu©, che fi
trova approvato dal Cardinale Alefìaiidro de' Medici
«■hi                                       . ■ i                                       Arci-
-ocr page 278-
nerale Antonio &enrvienì nel eli 25.'^? ^e¥ferabìedel
%f$9<stmés ngstóDai fare ìimèfihi %^llé#^P # dicendo
^<MM^1 chés pere? i pr4mr>featétìf 4 &* ^ &&
Hérò princìifpib furono chianti gH tiFOmitol tdfcU$t£<Ga&
tità , che feguirano inoggi a proféfftrè, àànìé ^HWP|
Fancàialle Hobilè, tanta per m^ritarfì, qWàntd jk^moaià*
€«!&<, ro rdaecie' in iferba ;.nfc? (pptìvfenri ^ ìF! ttftè0l: derf*
varrdo? da,2grandi fegativfafefóti"tia'"Ifòtfófòttotf*»e:qitf£ftil
p*abe óél- ^nn©v§rat?rf&ìD p^niJi^alf ^ Wème^ttòv^ft-, nlc£
tati ne ì libri di ricordanze preflb «gli IJfeali de$4
Compagnia, e fono al libro fegnato C, a carte 112.
„ Paolo di Giovanni Federighi nel fuo testamento
„ del 1523. adì 21. di Aprile, per rogito di Ser Bar-
„ tolommeo di G10: di Paolo , lafciò alla Compagnia
„ di S. Michele Arcangelo della Madonna de'Ricci per
„ monacare nobili Fanciulle ne' Monafterj di Santa
„ Lucia, di S. Caterina da Siena, e della Crocetta,
„ ordinando, che fi dia">£ ;CÌafcuaa, dote di lir. 130.
„ Ottavio di Lorenzo Cappelli1 Nobile Fiorentino
„ fece tdhf^ggfjtJP, ^)aR^3ere(fe\Ià*i^i#^agnia di S.
„ Michele ne' Ricci -con obbligo di dare \ doti a Fan-
„ ciulle , *o|òSet FilippovGùnraeiii 12* di Maggio
,, 1640. „
„ Per lafcito dì Paolo di BartolOmmeo Bonagi Ci-
„ malore, ebbe la noitra Compagnia die mila feudi
„ per h'miic ^rTettos;di maritar Fanckiile Mobili ec. Così
„ nel fuo ferramento rogato da Ser Gio: Bautta di Lo-
„ renzo Giordani , 4» di Maggio 1569.
„ Donna Dianora di Lorenzo Paradifi , e moglie di
„ Lionardo Deti lafciò alla noftra Compagnia quartro
,, mila feudi per tenere in ferbo Fanciulle nobili F10-
„ rentine , di quelle , che per le poche foftanze , e».
,, mancamento de' loro Genitori non avrebbero chi di
,, loro teneiTe cura : rogò Cammillo di Stefano Ciai
„ 1608.
,, Antonio di Aleflandro de* Nobili Tefauriero del
,, Qfaiiduca Cofimo I. lafciò alla noftra Compagnia,
„ che
-ocr page 279-
che fi difpenfino limb&ne;-ogni prima* Domenica del
3> mefe ? manca il .rogito i e l'anno. *
>'l
r t fX. E tornando a i Preti della Congrega » noterei
ino un vocabolo * che; incontràfi nelle lodate loro Co*
tfituzioniii jed è da voce Corhbna \ così chiamandofi il
danaro da ripartir*] ne* Sacerdoti, e Minift ri della Chic
£a } estratto dall''..entralo lafciatevi alla efecuzìone di àu
verfi legati pii > e perpetui ; E tal voce deriva dall'
Ebreo: non licere eos wìttere in Corbonam » S, Matteo
27. d.,parlando dei danaro di Giuda, che rigettò do*
pò il tradimento*
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ri | era /"; ii-im:- eo- ■ I'.tfi»; : ir*
A.*. si
DI SAN BENEDETTO;
Arebbe facile a chi non è bene iftrui-
to nelle antichità del Paefe, il con-
fondere quefta Chiefa con quella, che
fu già fuori della Porta a Pinti pa-
rimente detta di S. Benedetto , della
quale fcrive D. Silvano Razzi nelle-*
Vite de* Santi > e Beati Tofcani dell'
Ordine di Gamaldoli nel riftretto deli'Iftoria , alla vo-
ce Firenze così,, S. Benedetto , che era un Monaftero
„ poco fuori di Firenze , alle radici delle Colline di
„ Fiefole , dove ancora fi dice S. Benedetto , e vi è in
,i fegno di ciò un Tabernacolo in fu la ftrada con al-
,, cuni ancipreflì ; Hebbe principio in '< quefto modo 4
„ che un D. Aleflandro Ricci Nobile Fiorentino , e_#
,, Monaco degli Angeli ( come Efecutore del Te d'amen •
„ to di Iacopo fuo fratello ) eflendo morti i figlioli in
», età pupillare) fece l'anno 1395. de* beni di quello,
„ fapendo così eflere ftato T animo dèi fuò Fratello*
„ elfo Monaftero di S. Benedetto, fòmigliantiffimò in;
», ogni cofa a quello degli Angeli . Finito adunque »i
>, che egli fu, fi godè affai tempo, e ne ufeirono Pa-
„ dri di valore , come furono Francefcò Pierio da Re~
A* ginopoli , che fu Generale perpetuo , e D, Samuel-
a» |oi|_ che fu degli Annuali : Ma finalmente eflendó'
sfiato rovinato per l'attedio di Firenze, l'anno 1530. „i
E dicendo quefto Autore , ehe detto Monaftero fofTe^
edificato nel 139J. con tale diftinzione di tempo, ci
toglie il pencolo di confufione , eflendochè la Ghie-1
la >
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fa 5, ér cui impfcndiapD latria gcra Ati f^bbricjk
f fvffrhl del feco% xi/còoie "pofcfa* dimoftrerémo ,
II. E per farmi da* comi , coi quali trovafi la
noftra Chiefalacfdi-miniàa?a ne' Contraiti , e nelle Sto-
rie » ne noteremo qui alquanti, e fono ; £. Benedetti
<* SatmfM&faratU » dieto5 alla quale dTa appunto ve-
«iva j avente una competente Piazza con Cale dell'an-
tica Famiglia de* Bguizzi j per la cui vicinanza dice-
vafi talvolta S- Benedétto a i Bonizkii* per famiglia nte
ragione ancora era appellata $• Benedetto ai Vifdomini,
cjietnon di lungi 4 ve* no-te ldroBabbrichè "; riè io credo»
che fia molto antica un'altra denominazione di S* Be-
nedetto alla fiatata felle fMlhttsU
> così dicendoG da fi-
rmi giuoco, die yi uifava più/ches «insiti uà parte della Cit-
tà} il nome-pefò ehe trovafi 'nelle? vftuììe Scritture , è
S, Benedetto de* Tecìakiini nobilitimi Cittadini; che ne
furono Padroni; 9 o_ per feile4ne ;flati i fondatori s5 o
perchè come potenti $ e dir numero,, e di ricchezza »
forfè ne a (forbirono jef ragioni ere' Popolani, Per ifìa-
bilire poi, e: per .maggiormente dilucidare! la verità di
tal Padronato , piò cje fufSéiente argomento per inoi
è la rinunzia fatta dij quieta Chiefo nel 1416.' allo; Spe-
dale ^ Santa Ma,ria,i^^^a; de iBàrtplórnrneoìi dimGior
vanni T.edaldinì ultimo di <sì illuftre'"discendenza • Egli
é. però vero* che perjiflere itati i Tèdaldiin Ghibellini
di gran partirò » furono privati non folo di Ogni o*
norifico titolo da*^Ggel^ 5 ma eziandio Spogliati tifatole*
proprie, Caffj;) &fjben!*i 5 .^'dei Padronato di S. Benedet*
to, rjaifatp if| ^aleioccafione per qualche tempo ne* Po*
pokni > jcofa che .appare all' Arcivefcovad© iti alcune
prefér»fazio$i dì Rettori fatte dal Popolo /
               > &
III, M^, per poca» tempo interrompendo il rjgio-
rjarnernto d$ ì JTied$liì\pkr cercar mi giova i documenti
djmoiirantir^rJt-irfiiià ; d'ella, Chiefa , tra* quali iT più
rimarcabile ; è una, Qartapecora enfiente 5 gioita il Mi*
gliore'^ nell* Archivio de'.Padri; di Monte uliveto , tra*
vandofi in efla. chiamata à eOnifino neil* anno 1002. -&c±
elejtfi S< Benedilli &xtra wurw Cwitatis Jjlorsntie man*
27.
-ocr page 282-
ili
£7. ìmpfU Bàfilu "ì è* Conftdnthì ; e Ricordano Ma-
lefpini nel novero delle Famiglie FiorentiRe , le quali
aveano le loro Cafe nel primo antico Cerchio , dice
alla pag. 57. „ Vifdomini fi puofono a Santa Ripara-
5, ta , e S. Benedetto „ Nel Martirologio della Stra-
cana fcritto dopo il 1400. ma che da alcune forinole
Io crediamo copiato da più vetufto Calendario , fi kg-
gè „ Adì 11. di Marzo , fefta alla Ghiefa di S. Bene-
j, detto „ quando fembra ragionevole cofa , che aveflc
dovuto prima enunciare la celebre Badia èi Firenze 3
e altre Chiefe Benedettine , le quali tutte ivi fi trala-
fciano: e poiché fiamo in materia di antichità, accen-
nar mi piace , che allo sbocco di quefta Chiefa cvvi un
fègno della Porta o Poftierla, che quivi era del primo
Cerchio , veggendofi nel muro (calcinato due arpioni 3
e fopra V Arme del Popolo , benché non molto anti-
ca , forfè rifiorita quando vi furono fcritte le fé-
guenti lettere .- sjemper restitvenda ac servanda an-
TlQyiTAS .
IV.  E ritornando alla Chiefa » faremo parola di
alcuni Priori fuoi de'più antichi , come di un Me (Ter
Tedaldo, il quale nel 1127. concede in enfiteufi i be-
ni della Chiefa di S. Benedetto porli in Montelatico ad
Uberto dal Bagno , e Angiolina fua moglie, e figlia
di Riccio ann& 2, Lottarii é*c- Un Prete Salvi trovo
nella celebre carta della riforma del Clero Fiorentino,
128&. Reftor Ecclejte S* Benedici : ficcome nelle fre-
quenti Procurazioni per le fpefe de' Legati fi nomina
Tresbyter Michael Reìlor Ecclejìe S* Benedi&i , e tra8
Parochi di quefta Chiefa preferitati da' Popolani all'
Arcivefcovado ne* rògiti di Ser Landò Fortini ali* anno
1363. leggeri : frefentatio faBa Domino Epifcofo-perFo*
fulum Tarrochie $* Benedici in Re&orem Presbiteri
Antónii de Ugolino
,
V.  E così illustrata l'antichità della noftra Chiefa »,
non difgradevole cofa ora farà , fé venghiamo a ram-
mentare alcune vicende , che la riduifero qaafi al fuo
niente : E la prima fu Ja neceffità di erigere una Ca*
Tom. Villi                       |M ig                           no*
1
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2 74
nonica j rovinata che fu fa prima , per dar luogo ;, e-*
terreno alla grandiofa fabbrica , e piazza di Sanra Ma^
ria del Fiore. Volendo adunque il Vefcovo di Firen-
ze Francefco da Cingoli provvedere i Canonici di ftan-
ze , e di albergo , pofe T occhio fopra le due Ghiefe
Parrocchiali dì S. Benedetto , e di S. Pier Coelorum , e
neìP anno 1340. alle Riformagioni confervafi la Prov-
vifione della Repubblica > con la quale fi concede Ì*
Ifola delle Cafe, che da mezzodì erano alla Cattedrale
contigue per farvi la Canonica , colla quale incorpora»
te'rimafero alquante cafe della Cura di S. Benedetto;
e'benché non fi chiudeife totalmente il recinto difegna-
to fé non V anno 1418. in queft* anno appunto io
mi fono avvenuto a trovare alt* Opera una delìberazio-
ne f&itsi dagli Operai » che dice cerne fegue : die 2$.
menfts Jìugusli 141 %, deliberatiti quod fiat murus fufetr
Vlatek
5*. Benedici ìnter Domum heredutn Domìni io*
bannis Tedaldini > & Turrim Bar t oli de Cortigianis, qui
murus ctaudat nìiam *venientem iuxta Bcclefiam S* Vetri
Celorum^ & diBi muri fofflnt
•, & debeant incajlrari cvm
muri* diElarum Domuum ubi fient étC*
? fr queito fu alla
Chiefa un taglio parziale > U colpo mortale gli fu minac-
ciato circa il 1700. in occafione > cjie nato nell'Aicive-
feovó Leone Strozzi il concetto di fondare in Firen-
ze un Seminario, fecondo le ordinazioni del Santo Con-
cilio di Trento > fi giudicò opportuno il luogo di San
Benedetto , e perchè come fi djtTe già dal 1415, era*
Padronato dello Spedale di Santa Maria Nuova » fu
fatta iitanza allo Spèdalingo per la ceffione , e libera
donazione al futuro Seminario » la quale non fu diffi-
cile» ftante la gravità, e fanrità ■ dtl motivo, che pro-
ponevafi, e però col eonfenfo del Granduca Cofimo IIL
lo Spedalingo ne fece per Contratto la rinunzia , on-
de dagli Operai di Santa Maria del Fiore fi diede in-
cominciamento alla Fabbrica , la quale poco andò in-
nanzi a cagione del luogo sì s angufto , che non pro-
metteva un Edilìzio corrifpondente al nobile difegno ,
e degno di sì iUuitce Cattedrale j quindi voltato il
.                            :            Pen*
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*75
penfiero altrove', e benché già foflerò fiati murati al-
cuni ftaozoni , fi cefsò di più oltre edificare , ed il
difegno del Seminario fu poi efeguito dall'Arcivefcovo
de* Conti della Gherardefca vicino a Santa Maria Mag-
giore , ove è di prefente. Stavafi frattanto dallo Speda-
lingo ad oflervare, che cofa concludeva»* della Chiefa di
S. Benedetto , quando accurato, che fvanita era l'idea
primiera , portò eflb le fue ragioni per la reftituzione
della Chiefa allo Spedale ; e per vero dire, la lite fareb-
be ftata e lunga , e dubbiofa , fìantechè erano in pie-
di gli ftanzoni fatti di nuovo a fpefe dell'Opera; ma
con piacere ài Cofimo III. la caufa fu rimefla ad un ar-
bitro , che fu il Propofto di S. Giovanni Felice di Gio:
Monfacchi, il quale adì 22. di Luglio del 1702. diede
il feguente lodo „ Che la Chiefa ritornafle allo Spe-
„ dàle , i due Stanzoni porli fopra detta Chiefa foffe-
i} ro dell' Opera , da fervirfene ad ufo di magazzini,
,, con obbligo di dovere la detta Opera dare ogni an-
,V no una candela di libbra al Priore prò tempore a
,, titol® di cenfo ,, Con tale lodo , o fentenza riforfe
la dignità della Chiefa , e viepiù con nuovi migliora-
menti vedefi inoggi abbellita dalla pietà , e zelo di
Ranieri Gori Priore della medefima , ultimamente,
defunto , che fi può con verità appellare reirauratorc
della Chiefa, piccola sì , ma limpidiflìma .
VI. Ed effendo ormai tempo , che in efla entria-
mo, vi ravviferemo tre Cappelle ornate graziofi Cuc-
chi ; al primo Altare viene un Crocifiifo di rilievo,
con a* lati la Vergine , e S. Giovanni Evangelifta di-
pinti a frefeo da Niccolò Laprj addirimpetto viene una
tavola di Benedetto* Veraci ni , dove effigiò Maria col
Bambino in alto, ed appiè S. Benedetto , e S. Egidio,
fótto del quale vi è un Angiolino tenente in mano la
gruccia divifa dello Spedale allufiva al Padronato » All'
Aitar maggiore il medefimo Artefice yi dipinfe S. Be-
nedetto, il quale rifufeita un Fanciullo morto da una
caduta da alta Fabbrica per malignità del Demonio,
che a »ifta del Santo fugge » Non fono quivi né mar-
M m %                             mi,
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mi, né fiatue , fé non fé alla paffete la efSgie in baffo
rilievo di marmo bianco rapprefentante un Perfonag-
gio creduto da alcuni eltere un Priore della Chiefa >
ma dalie varie Scritture fiamo aflkurati che egli è Gio-
vanni Tedaldini, non già Cavaliere aureato , come di-
ce il Migliore , ma dell' Ordine della .Beatiflima Maria
Vergine gloriofa, o ila de i Gaudenti, che tale apparifcc
nel fuo tetìamento de* 14. di Luglio del 1392. nel Pro-
tocollo di Se? Ugolino di Pieruzzo da Gaville ali* Ar-
chivio Generale) e volle effere feppeilito nella fua Ghie-
fa di S. Benedetto . Nel fuddetto marmo adunque ve-
defi 1J Uomo difìefo , e veltito coli' Abito proprio de*
Frati Gaudenti , cappuccio fujle fpalle , berretta baffa ,
e tonda in tefta , come appunto in S. Michele in Bor*
go di Pifa avvene un .limile di un Cavàlier Gaudente;
in quello dalle bande fono due Armi de* Tedaldini ,
cioè un campo addogato con tre lift e rode in piano
bianco, e fi crede dal Migliore, che lo Itedb Giovanni
fofTe reintegrato dalla Repubblica , abborrito che egli
ebbe le alterigia ,. e partito da' fuoi Antenati, rinun-
ziato avendo con atto pubblico il Cafato oV Tedaldi-
ni , e prefo il nome de* Rinieri fuoi Conforti ; il me*
defimo reftiruito già agli onori della Città , operò mol-
to per la quiete del governo nella follevazione de'Ciom-
pi, ed altri feri/fero, che elio fi face/Te gran merito nel-
la condotta dell' Efèrcito Fiorentino , andato in foc-
corfo de* Bolognefi ; A refklio di che , la Repubblica,
gratifiìma alle gloriofe azioni de* fuoi Cittadini, ordinò
nel 13 76. che nella feitività di S. Benedetto fi andaiTe a
offerta alla Chiefa di S. Benedetto , e fi guardarle la*
Fcfta a botteghe ferrate .
VII. Vengono per ultimo due piiflìme radunanze^
di Ecclefiaftici , che in S. Benedetto fanno le loro Tor-
nate ; la prima è la Congrega di 30. Sacerdoti intito-
lata di S. Tommafo di Villanuova , e di Santa Maria
Maddalena dei Pazzi , eretta ne* 21. di Febbraio del
jtfgo. nella Parrocchiale Chiefa di S. Simone , con ap-
provazione dell'Arcivefcovo Francefco Nerlì> il dì 17,
di
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177
di Novembre del 166$. Pacarono poi qùefìi Ecclcfia-
ilici alla Chiefa di S. Procoìo nel 1682. dove vi det-
tero fino al 1711. donde ne ufeirono con licenza di
Don Lorenzo Paffignani Abate di Badia , Padrone di
S. Procolo, e in detto anno principiarono a fare gli
Ufìzj di Mette , e di altri Suffragi in S. Benedetto ,
dove feguitano le loro laudevoli adunanze : La feconda
Congregazione è pure di 30. Chericì fotto la protezio-
ne di S. Luigi Gonzaga, iftituita nel 1740. da quat-
tro di effi della Infigne Collegiata» e Basìlica di San_#
Lorenzo, i quali furono Pietro Forabofchi , Andrea.*
Giannoni , Ferdinando Bonini , e Niccolò PalTerim >
e non avendo ancora luogo ove radunarli, cortefemen-
te furono ricevuti dalle Monache di Santa Maria fui
Prato , le quali vollero concorrere alia folenne Fefta
di S. Luigi, col più prezioso , che averterò di paramen-
ti , di vefti facre , e di argenti , e di prefente quefti
divoti Giovani in ogni Giovedì convengono in S. Be-
nedetto , efercitando quivi divozioni aflfai utili allo flato
Clericale , ed approvate dall' Illuilriffimo » e Reveren-
diflìmo Monfignor Arcivefcovo Francefco Gaetano Incon-
tri adì 17, di Ottobre del 17,42. colla feguente licenza!
Facuita* Congregattonis Clericorum fub Patrocinio S. Aloyfii
Gonzaga e data ab llluftrìjjìmo , ac Ke^erendijjìma
D. JD. Archiepiscopo fiorentina Francifco Incontri m
ConBitutione* fupra expojita* ex Re<verendijfJ7mi Do*
mini lacohi Mariae Baldo'vinetti Metropolitanae huius
Eccleftae Canonici Coadiutori* ad hoc a nobi* fpecialiter
deputati tefiimonìo
, Religioni , ac pi e tati *valde condona*,
nihilque a Canonici* fan&ionibut
, aut Synodalibu* Deere*
ti* diferepante* approbamus
, & confirmamtt* , nec noru
in ii* fer<vandi* fidem
, atquc ctnBantiam quantum in^
Domino pojfumus
, commendamus .
Datum ex Archiefifcopali noflro Talatio , die decim
ptafeptima Ottobri* mdgqxuu
Francifcus Archiep. Fior.
LE*
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27$
L EZIO N M XXII.
DELLA CHIESA £ MOHAtT ERO
Dì SANTA CATERINA DA SIENA.
I.
Ella Chiefa e Monafìero di S. Cate-
rina ) dir fi vuole, che Fra Girolamo
Savonarola da Ferrara Religiofo dei
Convento di S. Marco predicava in
Firenze nel 1494. con sì fatto ere-
idito ,* .che bene fpèfio rie feguivano
converfioni nel popolo , quandoché un
Gentiluomo de' Rucellai chiamato Ridolfo , tocco affai
da quelle veementi efortazioni , deliberò di cambiar V
abito fuo fecolare in quello de i Padri Domenicani con
farfi Frate in ,S. Marco , e per effer coniugato richie-
dendofi la volontà della fua moglie addimandata Cam-
ihilla de i Bartolini Davanzi ; Ella ne preftò il confenfò
con folenne divorzio il dì 8. Maggio V496. per gli atti di
Ser Girolamo di Lorenzo da Ripa ; e così ìi Conforte potè
prendere il fanto Abito dalie mani di Fra Girolamo, col
nome di Fra Teofilo , che fu imitato da Cammilla , la
quale avendo abbracciato la Regola del Terz' Ordine»,
della Penitenza di S. Domenico , ed addimandata fi Suor
Lucia, fi xitirò a vivere in una cafettà là nella Yìsl,
del Cocomero. Ma Iddio, che avea desinata quetì* A-
nima per la fondazióne dei noitro Monaftero, fece sì
che all'orecchie di Suor Lucia giunta èffendo la fa-
ma della Jantità di due Terziarie Domenicane , chia-
mata una Suor Beatrice, Dorotea l'altra , Fondatrici
in Ferrara .dJ un Monaftero di S. Caterina da Siena *
ella pure prineipiaflre a pénfarè alla maniera da tenerli
per fondare un fimigliante Convento in Firenze, è co-
irne ne arrivaffe felicemente al ibramato intento ^ leggia-
molo
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l19
molo in Leopoldo del Migliore a pag. 2o£. }, Trovò
>, rifcontro ( Suor Lucia ) di gettarne il primo fonda-
ri mento fulle Cafe della Famiglia de' RofTelli , lì do»
» ve fi vede di prefente fìtuato , perchè poffedute al-
w lora da Francefco RofTelli Padre di' tre Fanciulle di
»i oneftiflìma vita , che con e(Ta lei difpofte fi erano
j> a ritirarfi dal Mondo, che furono notate dipoi Don-
>» ne di una itraordinaria bontà ; Condifcefe il Padre
» a quella loro buona intenzione, la' quale comecché
» portata avanti da fpirito particolare dei Cielo , fi
« vide in quell* i Haute dal venirfene all'atto, una co-
» fa , che fi ilimò miracolo, perchè''partiteti' tre Mo-
>> nache da ì loro Monafterj , una da quel di S. Ca-
» ferina di Piftoia , e due da Piacenza, fenza faper
» V una dell* altra , né d* etTer chiamatev né men co-
» nofcer Suor Lucia , vennero in Firenze per dargli
?» iftruzione , e modo, col quale ella fi doveva con-
n tenere nell'atto di rinchiudervi le prime Monache,
» il che feguì principiato che fu di murare il Mòna-
>, ftero nell' ultimo di Settembre del 1500. benedicen-
>, done la pietra un Fra Matteo Domenicano allora-
9} Priore di S. Marco , con facoltà di Fra Giovacchi-
jj no Torriani Maeilro Gè nerale dell' Ordine ,, Sin qui
il Migliore , che tralafciò alcune particolari circoftan-
ze , le quali io trovo nel Sepohuario di Stefano Rof-
fclli , che meglio non poteva eflerne informato , come
discendente da Francefco RofTelli padrone delle fuddet-
te Cafe: in primo luogo trovafi , che Suor Lucia com-
prò per feudi 400. quel Terreno, fu cui fabbricò il
iuo Monaftero , inoltre fono nominate le due Monache
di Piacenza , che appellavano* Suor Pettina , e Suor
Cofima , ficcome le tre Figlie del fuddetto Francefco
Roflelli chiamaronfi in Religione Suor Fede, Suor Spe*
ranza , e Suor Maria * Ma affai più cofe di così no-
bil Monaftero avremo a rammentare dipoi : giovando-
mi qui per ora di dire alcunché de* meriti co* Fioren-
tini di S. Caterina , cui fu dedicata quefta VenerabiI
Cafa 3 e Chiefa •
II. E pri*
-ocr page 289-
2 So
ìh E primieramente," che Ella molto faticale in
Avignone , ed in Roma per la pace tra Gregorio Pa-
pa, e Firenze , concordando in aCerire ciò e gli Scrit-
tori Italiani , e gli Oltramontani , e chiaro eziandio
appare da una lettera delia Santa ferina agli Otto di
Balia della Repubblica Fiorentina » che è la 2og. nella
fìampa del i5©o« E ficcome molto a voce effa operò
in quelle fiate, che venne a Firenze, dir mi piace , che
nel 1374. fi trovò ella al Capitolo Generale de* Dome-
nicani in S. Maria Novella , eflendo in età di anni 27*
e diede tale odore di fantità , che nella Libreria Stroz-
siana vedefi in originale una divota Relazione delle a*
zioni di S. Caterina da Siena operate in Firenze , e_»
tale Scrittura fu pofeia data alla ftampa da. Girolamo
Gigli . Nel 1376. trovafi di nuovo in Firenze Cateri-
na , per cui alloggio Niccolò di Gerì Sederini fece_^
murare una Cafetta fulla Cofta a S. Giorgio, come il
Signor Manni racconta al Sigillo 14. del tomo 4. e fé
ne conferva una memoria , che è un' Ifcrizione nel-
la Compagnia di S. Antonio di Padova de' Fanciulli
fulla Cofta ,, come appreifo :
D. o. M.
HOC IN LOCO SEV SACELLO
fERTVR DIVAM CHRISTI VIRGINEK*
SENENSEM CATHARINAM
^ABfFASSE TEMPORE QVO IPSA PRO FLORENTIMORVM PACE
QVI CVM ECCLESIA DI8SIDEBANT IN ADVENIONEM
AD GREGORIVM XI. PONTIFICEM MAX, FVIT PROFECTA*
E giovami crédere, che per riconofeenza della carità, e
fatiche della Santa verfo i Fiorentini, i Fratelli carnali
della medefima furono aggregati con pubblica delibera-
zione alla Cittadinanza Fiorentina ne* ié. di Ottobre del
1370. come riferifee Leopoldo del Migliorealla pag. 205.
III. Or ritornando alla Chiefa , e al Monaftero di
aoftra Santa in Firenze , accennar cjuì mi piace gli
onori a creilo nobil Convento contribuiti da grandi
Pei»
-ocr page 290-
4 *,
ili
Perfonagg* ; E in primo luògo i Semini Pontefici, cò-
me da Papa Giulio IL il quale nel i $©9. anno v. del
fuo Pontificato con Bolla concedè alle Suore i tre vo-
ti di Religione , ordinando al Generale dell'Ordine"»
che le ammettere alla Profeflìone , giacché fino a que-
fìo tempo erano femplici Terziarie , né faprei dire^
perchè quefto Privilegio Pontificio non foiTe fubito efe-
guito : Egli è però certo , che nel 1513.. Papa Leoru
X. informaiiflìmo delle lodevoli qualità delle medefime»'
e tanto più loro affezionatiffimo per e (Ter fi già arrola-
ta tra dette Religiofe Suor Agoftina figlia di Conte^
de* Medici , che era di fua Cala , volle, che non folo
avelie effetto la difpofizione di Papa Giulio fuo ante-
ceffore , ma che il Monastero di Santa Caterina fi e<-
guagliafle co'principali Conventi di quella Regola > con-
cedendo loro dipoi per maggiore fermezza , e decoro ?
lo Scapulare con Bolla del 1521. data in Roma a i i%*
di Maggio an. 9. del fuo Pontificato > ed i fuddetti pri-
vilegi furono eziandio confermati , ed ampliati coru
altra Bolla di Paolo III, de* 13. d* Agofto del 1542. E
fé quefte grazie fufeìtarono nelle Suore nuovi » e pn}
ferventi concetti di maggior perfezione » la quale {*
mantiene maìfempre fioritiffima , accefero pure ne* Fio*
rcntini Y amore, e la venerazione al Convento > mentre*
che perfuafa la Repubblica Fiorentina della fanta conver*
fazione di quelle nobili Vergini » oltre a notevoli im-
munità concedute loro, depofitò in mano di effe il
più preziofo pegno , che ella avefTe in que* torbidi
tempi , voglio dire la nobil Bambina Caterina de* Me-
dici, che poi fu Regina di Francia, unico rampollo
di Lorenzo Duca di Urbino » e che i Signori vollero
con feco, per aver buone condizioni da Clemente VII,
Zio della Bambina , che tale io chiamo , pofeiachè na-
ta nel 1519. non contava in quefl'annp, the anni otto,
di fua età, come fi è detto nella itoria delle Murare »
dove pafsò la fuddetta Principerà per ordine de i Si-
gnori . Trovo altresì dalla fondazione del medefimo
Monaftero fino a* prefenti giorni , tutti i Maeftri Ge-
Tq*p VJJIp                     N a                       muli
-ocr page 291-
. -mi, i. UIm.limmm.m'mmmm,.i .... jujiiiiiu ......i.ii.i ni i mmmmmmmmmmsmmmmmmmmmm
zSt
nerali dell* Ordine Domenicano > portati a favorire*
quefte fue Figlie \ né mancarono Benefattori a rendere
viepiù è comoda , e bella if abitazione , come alla li-
beralità , e munificenza del Marchefe Gabbriello Rie*
cardi debbono il ricco pavimento dei Coro > lavorato
di ambrogette di marmi bianchi , e neri .
IV. Quefti, e varj altri benefizj fi meritò il noftro
Monaftero per una ferie non interzona di Venerabili
Madri, le cui qualità, e meriti fé io voltili moftrare,
entrerei in un pelago da non ufeirne così di leggie-
ri . Quindi è che rimetterò il mio Leggitore al P. Se-
rafino Razzi, il quale fcrivendo le Vite dei Beati, e
Beate dell* Ordine Domenicano, di quefto Convento
ne fece un Capitolo a parte col titolo feguente„ Nar-
„ razione di alcune Suore Beate del Monaflero di S.
,, Caterina da Siena di Firenze „ Ed io riferirò foio
di alcune poche la eccellenza , o fi voglia nelle virtù
ReJigiofe , o nelle belle Arti quivi fiorite con mara-
viglia degl' Intendenti : E fra le prime viene la Fon-
datrice Suor Lucia » che gode il culto di Beata , ado-
randocene full'Altare in Chiefa la fua Immagine, e>
meritamente per la ftraordinaria fan t ita dei fuoi co-
jftumi , ed ammaeftramenti , malfimamente dell' umiltà,
fcrivendo il fuddetto Razzi, che avendo ella condotto
il Monaitero al numero di 70. Suore , non volle però
mai efier Priora ; fu illuftrata da Dio con lo fpirito
di Profezia , avendo fra ì* altre cofe predetto al Mari-
to lutto quello, che pofeia gli avvenne , pafsò alla bea*
ta vita il dì 2^. di Ottobre del 1520. Di Suor Ago-
•ftina de* Medici parente di Leon X. la quale fu
grande amatrice dell' orazione , e Singolare nello zelo
della fallite delle Anime .Favorite dai Cielo di vifio-
ni di Grillo %\di Maria , e degli Angioli furono le Ve-
nerabili Suore Lorenza Lorini > Teodora Landi , An.
gioia Violi , e Suor Benedetta Ligi , cui fu rivelato il
giorno della fua smorte ; Né debbo tralafciare alti«_»
Monache , i cui nomi memorabili fono nelle Croniche
dell'
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dell'Ordine 5 come Suor Raffaella de* Saflbli, Suor Mau-
rizia Ghinetti, e Suor Bartoloramea Martini ; Avvene
pure un* altra , della quale fcriiTe la Vita il P. Fra..
Ignazio del Nenie , e quella è Suor Teodora Rofati
morta nel i6i$* in odore grande di fantirà, il di cui
Corpo fu collocato in un' Urna alla Parete del Chio-
ftro contigua alla Chiefa , con Iscrizione. E pattando
a ragionare di quelle Suore , che laudevolmentei fi fono,
impiegate nell'efercizio delle nobili Arti , rammenterò
qui Suor Prautilla Nelli infigne nella Pittura , e com-
mendata particolarmente per la diligenza grande } colla;
quale fi veggono condotte le fue tavole , ed il Vafari
fteflfo fofpefo ) come in Donna folle una così ragione-
vole intelligenza in rifolvere 1* difficultà dell* Arte ,?
difle , che l'opere di eflfa erano atte a recar maravi-
glia agli Artefici più celebri di que'tempi ; fé ne mo-
rì adì 7. di Maggio 1588- Lavorarono di fcultura Suor
Vincenzia Brandolini , Suor Maria Angelica Razzi, e
Suor Dionifia Niccolini , andando di loro attorno al-
cune cofe degne di lode ; Nella miniatura fiorì un*u
Suor Felice Lupiccini, e in Umili lavori ne riportò
gran nome Suor Angiola Mincrbetti •
V. Nella Chiefa confacrata ne* 3. di Febbraio del 150^.
da Monfignor Benedetto Pagagnotti, fono tre Cappelle
con tavole affai lodate , le due agli Altari laterali fono
della foprallodata Suor Prautilla , avendo effigiato alla
Cappella » che nell' entrare viene a manritta , un Gri-
llo depofto dalla Croce 1 e dirimpetto dipinfe una ve-
nuta de' Magi • Ali* Aitar grande la favola rapprefen-
ta lo fpofaiizio di S. Caterina con Maria, e Santi,
tra* quali il Re Davide ? che fuona 1* arpe , ed in alto
graziofi Angioli , che gettano fiorii e benché ila dub-
bio V Autore » io la direi opera di Michele del Gril-
landaio , veggendovi tutta la fua maniera, che lodali
in altre fue dipinture » il contorno alla detta Tavola
fece il Martini, e le figure nello sfondo della Volta ,
con quelle, che fono nelle dieci lunette rapprefentanti
le azioni di Santa Caterina da Siena ? colorì Angiolo
N02                             Fé-
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Feroci, e l'Architettura è di Benedetto Fortini . Il
Coro delie Monache ha una tavola full* Altare fatta.,
dai Frate,, ed alle pareti fonovi quadri preziofi di Mat«
te© RouelH, del Cavalier Curradì, e di Carila Dolci.
La teftata del Refettorio contiene un gran Cenacolo »
il quale è fattura delia Fraudila , di cui pure fono va-
rie tavole fparfe pe '1 Convento , Tra le Reliquie per
fine vi fono fei Tefte delie Compagne di S. Orfola ,
che infreme con altra de* Compagni di San Maurizio
Martire furono di Colonia portate nell'anno 15So. e
fi veggono efpofte fugli Altari nelle Fefte folenni dell'
anno°r Hanno pure queste Madri molta divozione ad
una Madonna dipinta full' alle , che fta nella Cappella
del Dormentorio , dicefi, che gettafle fangue in Prato
nel tempo del facco dato a quella Città nel 1512. fe-
rita con un pugnale da un Soldato -, E ficcome quello
Monaftero riconofee il fuo principio da Fra Girolamo
Savonarola > oltreché viva nelle Suore dura la gratitu-
dine unita ad uà concetto grande di detto Religiofo >
effe confervano con gelofia parecchie memorie di lui,
tra le quali il fuo Breviario» ito
L&
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285
XXlfl-
LEZI O NE
BELL* C HI E S 4
l S A M B A S I L I G
AN Barili® legislato* della vita Mo-
nadica , effendo flato il primo , che
Monaci delle le Règole , che il
Baroni® chiama wmn ebbe la con-
folaziótìe di vedere le folitudim a*
Ponto, della Grecia t e di altre Oneri-
_____________ tali Provincie popolate da i fanti Ab*.
tarori fuggitale più fiorite Città , E q.ueftì ofler-
munita , moltiplici furono 1 Monafter,, che 1oro rab
bricc* la pietà de" Fedeli , e fino 1* Imperatore Giufti-
a£no adPeffi inalza fui Monte Sinai un magnifico
Convento, e Chiefa fotta il ««ola della Gran Madre
di Dio; Quando poi i Bafilianr vennero «» Occiden-
te 5 fc V anno precifo non è a noi noto , poffiamo cre-
dere al dottiflfmo Mabillon, il quale "«»» ?'cfo™"c
del primo fecolo afferma , che prima affai di S. Mene-
detto eranvi Monaci tra noi , che profeffavano 1 liti.
tuta di S. Battio ; Ed io fon di credere , che tra le
prime Città, che vedeffero detti Monacr, folle Fircn»
ze , come andremo dimoiando nel ragionar, che fac-
ciamo della Chiefa di S. Bafiìio in Vìa di S. fMfe&g
quale pófcia pafsò alle mani della Congrega de Preti
detta dello Spirito Santo, due punti principali di que-
Aa Storia , che faranno il (oggetto di due Leaiom.
II. E per dare qualche credibilità: a quanto fiamo
per dire , accennerò qui i pochi Scrittori , che par-
lano dei Bafiliani abitanti o in Firenze ,0 nel uo
contorno ? e fono li Cronica di fra Giuliano dalla.
v- ...                                                                                                                       v^a-
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i%6
Cavallina Francefcano ," il cui Originale e/IAe pretto i
Signori LTbaldini ; un libro ferino a penna da Fra Pao-
lo Trinci pure dell* Ordine di S. Francefco , che fcrifTc
dell' origine de* Conventi # che ha la fua Religione in
Tofcana ; Giorgio Yafari nelle Vite de* Pittori; il Dot*
tor Brocchi nelle Vite de* Beati , e Santi Fiorentini ;
ed il Signor Manni ne* fuoi Sigilli : E premettere an-
cora fi dee , che nelle vetufte carte troviamo quefti
Monaci appellati generalmente i Frati Greci , e coil*
frequenza i Frati Ermini , comecché yenuti dall' Ar-
menia ,
ili» Or facendomi da i Conventi loro , che parec-
chi ne accenna la fuddetra Cronica , tra* quali indubi-
tatamente fi debbono annoverare i tre feguenti, la Ba-
dia di S. Miniato al Monte, il Bofco a' Frati , e S.
Bafilio in Firenze , e che prima del mille fodero i Ba-
filiani a S. Miniato, oltre l'autorità del Vafari, e del
Sig. Manni, chiaramente lo fcrilfe il Brocchi nella fo-
praccennata fua Opera , dicendo a pag. 17. come ap-
preso „ fupponendofi da i più favj Critici inventata un*
3, tale Ifloria ( cioè che S. Miniato folle Re dell' Ar-
,,» menia ) da quegli antichi Monaci Bafiliani , che abi-
9J tavano nel Monaftero, e Chiefa di S» Miniato al Mob-
3, te» ed alla pag. 18, de* medefimi dice così „ ed in
„ fatti, che efli inventatfero varie cofe , nel difendere
„ gli Atti del Santo ( S. Miniato ) non vi è Autore,
„ che ne dubiti ,, Che poi il Convento del Bofco a*
Frati in Mugello foiTe di quefti Greci , lo abbiamo c!
dall' Autore delia fuddetta Cronica , e dalle Scritture:
in Cafa degli Ubaldini , i quali fabbricarono di pian-
ta quel Convento in grazia de* detti Monaci. Ma ve->
jiendo al terzo Monaftero , rie riporterò qui fotto au-
torevoli documenti > dovendoli qui prima cercare, fé fiat
potàbile , T anno, nel quale effi tornarono in Via di S»
Gallò, e non eiTendovi Scrittore , che ne parli, diremo
una congettura, che almeno ci dimo/herà la grande/
antichità della Chiefa di S. Bafilio , conciofiaehè elTen-
do flati introdotti in S» Miniato al Morite i Clunia-
centi
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t$7
centi circa il principio dell'xi. fecolo ,J Bafìlianf per
confeguente di lafsù nel mede/imo tempo ne ufcito-
no, onde bifognofi di Convento, io fono di credere,
che otteneflero óa i Fiorentini Cafa,e; terreno in Via
di S. Gallo? allora Borgo , o Campagna fuori ài Città;
e che a i Benedettini di ,Clugnì fofle data la Badia di
S. Miniato, lo che fernbra ceno, e dalla Storia de* Va-
lombrofani , che pone la converfione di S.Gio: Gualber-
to, e il fuo primo Monachifmo nella detta Badia abita-
ta da'Cluniacenfi , e più the più dagli Scrittori della
Vita di Papa Leone VII. i quali concordemente fcrif-
fero, che quello Pontefice, il quale regnò nel 0%6, in-
troducete in Tofcana i Cluniacenfi per riformare i Mo-
nafteri > che prima fotto la regola dei Bafiliani efat-
tamente fiorivano } ma in que* tempi erano dalla re-
golare offervanza decaduti ; Onde verifimile a noi fera-
bra,chegli Ermini palTafTero a S. Bafilio nel fecolo xt.
V. Fino poi al 1300. io non mi fono avvenuto a
trovare memorie riguardanti il foggiorno ài detti Fra-
ti in quella Chiefa , quando da quello tempo in poi
molte ne abbondano , come la pittura, a frefco delia-,
Nunziata quivi fatta da Pietro Cavallini Romano , il
quale fiorì , giuila il Vafari , ed il Baldinucci , circa
il 1310, trovo pure chiamato a confino una Cafa de'
Frati Ermini di S. Bafilio in Vìa di S. Gallo Dell' litru-
mento di compra di terreno per fabbricare 1* Orato-
rio di S, Maria Maddalena nel 1319. che noi ripor-
teremo nella Storia del Monaftero di S. Giovannino,
Circa poi al 1400. Gabbriello Pariciatichi fece in que-
fìa Chiefa 1' Aitar maggiore con Tavola , o ila Anco-
na , avente in mezzo Maria col Bambino Gtsù , ed
a i lati altri Santi , tra' quali S. Giuliano } e S. Nic-
colò , ed il detto Gabbriello facendo teitamenro nel
1433. rogato da Ser Antonio di Lodovico Pigoli lafcia
per la fetta de* Santi Giuliano , e Niccolò in quella
Chiefa , quattro ceri dì libbre quattro, e pane, e vi-
no con 50. ioidi $ro carne , fen pfcibus , da darli a*.
Frati Ermini nel giorno di detta Fefta in perpetuo;
Di
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Wi quelli frati parla il Varchi nell* Ercolam ì dice®*
do „ gli Ermini cantavano i Divini Ufìzj in lingua Ar»
s, mena, e per non efler linguaggio intefo da* Fioren-
$> tini > andò in proverbio la foìfa degli Ermini , che
}> vale , diceria , che non sr intende,, Neil* Archivio poi
della Congrega de' Preti dello Spirito Santo » avvi un
Contratto , nel qiiale i Fratelli della Compagnia di S.
Bafilio detta delia Carità , prendono in affitto dal Prio-
re 5 e Frati del Convento degli Ermini un Cafolare feo-
perto con terreno, che faceva in tutto braccia 31. di
lunghezza, e ig. di larghezza, porlo , e fituato den-
tro detto Convento , con parto di coprirlo , e fabbri-
carvi il luogo della Compagnia, che rogò Ser France-
sco di Baldefe 1469. adì 29. di Giugno . Finalmente
viene il famofo Contratto della rinunzia, che alla Con-
grega fece della Chiefa , e del Convento , e di tutti
i Beni Fra Iacopo Martignani da Milano l'unico Bafi-
ìiano rimafo in Firenze con due Converfi , vicenda no-
tabiliffìma accaduta nel 1491. e che diftefamente tro-
vali deferitta ne' libri prellb i Preti della Congrega 9
leggendovifi tra le altre cofe una Bolla di Papa Inno*
cenzio Vili, direna a Mefs. Tommafo Arnaldi Vicario
Generale , perchè eflb confermi, e dia elocuzione.,
a quefta rinunzia , nella quale le condizioni principali
furono , che in perpetuo il Padronato alloluto della
Chiefa, e Convento di'S. Bafilio co'fuoi Beni fia de'
Preti delio Spirito Santo 4 che Fra Iacopo poiTa fino
che vives goderli 1*entrate, come faceva innanzi, e che
morto , reftino libere a difpofizione della Congrega , la
(quale dark di più al detto Frate un* annua penfione_»
ài feudi 20,. le quali cofe da ambe le parti accettate,
furono folennemente fottoferitte nel dì 23, di Febbraio
del medefimo anno nella Chiefa di S,. Bafilio dopo una
Solenne Metta . Leggefi ancora nel libro de'Partiti-»
the Fra Jacopo fu dalla Congrega a ferino nel novetp
jde' Fratelli il dì 14. 4i giugno del 2492,, e pofeia mpr*
to irovafi ai 2g. Dicembre del 1495. con quefta par-
ticolarità fusgoìariffitna j che faceife egli tettamene del
• -
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%%9
Aio libero in favore di Fra Simone eli Santa Maria-*
Nevella , difpofizioni , che invalide farebbero in quelli
felici tempi di Santa Chiefa . E prima che chiudiamo
la ftoria de'fuddetti Monaci, noterò una memoria glo-
riofa ad efìì , fé pure fofle vera , ma qui la riporto
copiata da una Qronica preiTo jl Canonico Bifcioni *
il cui titolo dice „ Cronica antica in man® eli Fran-
,j cefco Saffetti , che pofcia pafsò al Dottore Gio: Car-
„ lo Gigliamonti da S. Miniato
JV In eiTa adunque alla
pag, 98. parlandoti della Caaoni^gazidne di Si Lodovico
Vefcovo nel 1311. leggeri „ Canonizato S.Lodovico,
s, che fu Frate Ermino „ Ma effendo noi certi dalle..
Storie de'Padri Conventuali,, dalle Bolle Pontificie , e
dalie Pitture , che il S. Vefcovo foiTe Frate Minore , è
facile a crederi)t che l'Autore, o il Copifta della fud-
detta Cronica errarle nello fcriyere in vece di Minore,
Etraino,
i V. Reftaao ora 1 rammentarli altre vicende di
quella Chiefa , e Convento , le quali qui riferiremo,
rimettendo ad altra Lezione il favellare delle belle , e
antiche notizie della Congrega de* Preti dello Spirito
Santo . E primieramente dir fi vuole , che nel 1539.
ad iftanza del Duca Cofimo I, tornarono in quello luo-
go i Padri Franzefi detti di S, Antonio, a'quali era
fiato diroccato il bello , e magnifico Convento , iru
occafione, che il Duca AleiTanduo fece fare la Fortezza
da baffo, e benché la mente di Cofimo fofle ftata di
mettere detti Monaci per depofito in $, Eafiiio , fino
che trovarle loro altro Mona Itero , a ì Monaci però)
piacque tanto il nuovo foggiorno, che ben lontani dall'
abbandonarlo, vennero fino ali* atto di contenderne il
dominio alla Congrega, cui negarono 1* ufo della Chiefa
per comodo delle loro folite pie radunanze , e dei facri
Ufizj , e tale negativa mi fé in ne e t flit à i preti di prefen-
tare al Duca un memoriale affai ben co net puro ■> e co-
pia ne efifte nel loro Archivio ; quella fuppiics trofie il
Principe ad un pronto provvedimento , con fare offe-
lire ai Padri Franzefi la Rettoria di S. Lucia de'Magnoli,
* Tw. VUL
                    O o                             e poi
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i go
e poi la Compagnia di S. Giufeppe dietro a Santa Cro-
ce , ma ali* una ', e all'altra avendoi Monaci dato ec-
cezione , chiaramente diedero a divedere , «he non fi cu-
ravano punto di tifeite da S. Bafilio, onde informato Gofi-
mo,fece loro intimare, che in*tempo di due mefi fi prov-
vedeffero di akro luogo ,. volendo la giuftizia» che alla
Congrega fi rendette ciò , che per tante ragioni fé le
fpettava . Coftretti pertanto i Monaci dagli ordini fo-
vrani a cedere il prefente luogo , difegnarono fui terre.
no antico vicina alla Fortezza, loro timafo dopo le rovi-
ne , un nuovo t mbel Convento, e colà fi trasferirono nel
1555. lafciando (libera a* Eretica Chiefa <di S. Bafilio.
VI. La feconda vicenda affai gloriofa; a quefta Chie*
fa fu la rinnovazione , tche.di eBà; fecero, i Pxetj mei
■ *6i}. © m quei torno v con ùnlbél difegno^ ^her oifer*
veremo nel fegAies ce sragiona mento 9'iAGG£iU)à&da'fi qui
folo lo ftato della Chiefa vecchia , la cui pianta con-
ferva*! con altrefmiòlteìantiche Chiefe djfegnatte iti un
libro preflfo i Signori Vignali » delia quale, trovafi pu«
re una minutiflìma Relazione neMibri3delW Congrega ;
ma noi riporteremo quel poco ,.. che! dice di elfa: Ste-
fano Rùflclli nel fuo Sepolcuario »iche fcriife circa ili
1650. dove leggefi come fegue ,, In qi*elìa Chiefa (t dì.
,j S. -ifiafilio ) non fi entrava già fé non peri la ; Porta
„ del fianco , effendo ove ora è la Piazza una 'Botte-
$ ga di Macellaro , che ne fu levata; circa 25. ansi
ti fono , e fattavi la Porta grande;; ftOrB tale e&rinfec©
,, abbellimento è tìata quefta Chiefa adornata ancheJn-
,j teriormente di nuovi Altari , e rinnovato tutto .1,
„. pavimento , onde fi fono fmarrite quelle, poche me*.,
» morie, che ci doveano eflerc • $ ;
U M-5 ,i'j.i 3 i ,ti. ,'s ';s • . i.t«, :ì . ìi''/'^: LìlU, *ù'Jy €-ÓO,VC>> fili:
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29*
L E ZI 0 N E
i » r "S. *       t
J» #,1, 'l<4,..u£ Hi mi A
■J ■>,.'
i ■ i
PI SAN BASI fc J p II,
0/03 t
' *J A U i
&!                    SVendo .noi dimóftrato l'antichità de*
Bafiliani , viene in queftà Legione 1$
Congrega de'Preti dello Spirito San-
to ^padrona della Chiefa di S. Bafil.io »
e in prrtn® luogo cercar dobbiamo il*
fuo incominciàmetne > che''non ab-
biamo a crederlo poco antfeó , per-
chè folo nel xltÈfà trovafi V approvazióne fue Co-
ftitug.iòni; E pero fé io non fon forte ingannato 5 cre-
do, die il principio di quèfta Congrega \foffe poco do-
po il 1300. e cfce appuntoin quél tòfftè k Congrega1
Maggiore fabbricato avendo lo Spedale in Wfa di Sai_y
Gallo per comodo dei Preti Foreftieri, altri Prséti Ru-
rali' fi mo^e0ero\al tìabilite anch' è$ ufor Congregazio-
ne , la quale avelTe la cura de'Oberici del Contado &*
poveri , e bifognotì. Avvegnaché nelle Scritture anti-
che appariscono fo ve me cjuefti preti occupati in Divi-
ni Ufizj per le Chìefe fuburbahe , come ài Brezzi » di
Pereto^ j e di Settime , e talvolta ieggonfi appellati
della Congrega dello Spirito Santo de plano inferiori >
perchè Firenze avendo fuori ideile* fue mura il Pian di
Ripoli , il Pian di S; Salvi , e il Pian di Prato, que-
llo ùltimo chiamavalo il Piati éi fótte ? ed il fin qui
detto piacetni dimorarlo 'corroborato da -due autore*
voli documenti » \iV primO deiJi quali è il teftame-Jito
che fece Guglielmo dì Ged ideigli5 Spini i come feguen
1373. Vex, Tir. jGùgf) Qeri de Spini's feci* futtm tefta-
tneutum & e. réti qui* Socie tati Spiri tus $. de plano **•
Oo z                             /*•
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xg-i
fertovi pei:afa terre Tuta %Ìne4 ftaiotr %%• & 6. pan, ai
cordata pofit* itt Pop. S* Màriae de feretoìa
» loco diBo
Cordi/acci <> a
r; Via o Rio , a t* Ho fa. S. Galli* a 3...'
a 4. Vrancifci lòannis de Ùawd » col pefo di un Anni-
j, verfarro da celebrarfi per l'anima del Tentatore, o
5, Della Gfoiefa di S* Trinità *© in Santa Mafia di Pe«
„ retola , con che i frutti di dette Terre fi diftribui-
3, fcano a'Preti Mendicanti i con far dire loro la MefTa
„ per 1* anima dì detto Guglielmo , rogò Ser Dionifio
3, di Giovanni dalla Sambuca , ,, È fé da quefto Te-
ftamento viene fchianto il nome della Congrega det-
to de. ■plano inferiori , nel feguente più chiaramente s*
individua quefto piano di fono i x/$jM* D. loanneu
Vidna olim Andree Barthotomei Tacci fili a Tanterfci Va-
iali Top, $, Tetri de Scoraggio facit teftamentuttt
, e
fra gli altri fa quefto legato } reliquii florenus aureo*
decem Congregationi $. $p. de plano inferiori de Brox*
%it
, & de Sepeimo Comit, Fior. E notili in quefto iftru-
mento, che fono nominate le due principali Pievi dei
Piano di fotto ,-cioè di Brezzi , e di Settimo } poten-
doti venfimilmente dire , -che i Preti or in una » ed
orja nell'altra face (fero le loro divote radunanze > e
così pure in altre Chiefe del fuddetto Piano , come irf
Santa Maria di Perétola accennata di. l'opra'nel primo
te ita mento #
... il. Quando poi la Congrega prende {Te Cafa in Firen-
2C , così coftretta a fare per i molti Ufizj > che per ob-
bligazione de' legati pii ella dovea celebrare nelle Chiefe
Fiorentine , ne abbiamo il certo rifeontro ne* libri di
ricordi dell'Archivio di S* Bafilio , dove avvi memo-
ria, che nel dì 18. di Luglio del 1472. acquiftarono
i Preti dello Spinto Santo una Cafa con Orto vicino
alla Chiefa di S. Paolo in Palazzuolo , e come la co-
fa anda (Te > a lungo raccontali ne* detti libri, e noi qui
foramariamente la riferiremp;. Pier Francefco di Lo-
renzo de* Medici avea prefo a livello un Palazzetto
con Giardino per fe , e fuoi Figli dal Priore di Saru
Paolo Mefser Altaroonce Frefcobàidi, obbligatofi il li-
i                                    vellano
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2
odiarlo a pagare ógni anno al detto Priore libbre 4.
di cera nuova , ed in più anni vi avea Pier Francefco
fatti de* miglioramenti 1 quando non faprei dire fé per
poca fodisfazione del luogo , o per venerazione aìlsu
Congrega » fece egli a i Preti la propofta di rinunziare
loro il livello ì e$n patto, che pagaflero e(fi in avvenire
il cenfo al Priore, ed a lui rendettero la valuta de*
bonificamenti | Piacque a i Preti V offerta, e col eoa-
fentimento di Mefs. Altamonte vennero al Contratteli
nel fuddetto giorno prendendone il pofiTeflb » dove fc-
guitarono a fare le loro affemblee fino al *4§Hr e con»
vien credere, che nella Cafa di S. Paolo principiafle-
ro le adunanze della Congrega , non trovandoli in-»
sanai a queito tempo libro , che le accenni , laddo-
ve dopo che tornarono a S. Paolo nel 1472. princi-
piano i libri de* primi paniti,
IH, E del paiìaggio della Congrega a S. Bafilio ,'
avendo noi a baftanza ragionato nell'antecedente Le-
zione , rammenteremo ora le prime Goftituzioni , del-
le quali quattro copie fono nel loro Archivio , ravvi-
fandofi in detti quattro libri coperti di affé qualche.»
varietà nelle regole fatte, fecondo l'andare dei tempi,
ed in ciafcun quelli libri trovafi Y approvazione^
degli Arcivefcovi Fiorentini , principiando da quelle del
1496* approvate dal Cardinale Rinaldo Orfini , e con-
fermate da Leon X. nel 1.520. con Breve, che princi-
pia Hohif nupr ex^ofitum^ delle feconde Regole l'ap-
provazione è dell' Arcivefcovo Andrea Buondelmonti
nel 1539. B Monsignor Antonio Akoviti nel 1564. con
qualche riforma pure le approvò , e per fine nel 1629.
piacque all' Arcivefcovo Aldlandro Marziroedici di con-
fermarle con un Decreto pieno di iodi delia Congre*
ga , fottoferitto dal fuo Vicario Piero Niccolini •
IV. E così illultrato avendo i due principali pun-
ti di quefta Storia , che fon© P antico principio della
Congrega dello Spirito Santo, ed i fuoi felici progredì ì
paleremo oramai alla Chiefa detta di S. Bafiiio , rin-
novata, ed abbellita circa il 162$, da' Preti con mag-
giore
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2P4
giore ampiezza , con bella uniformità di Cappelle di
pietra ferena 5 e accompagnamento di; architettura » E
facendomi dall' efteriore » non debbo tralafciare di -'.ac-
cennare il Canto dirimpetto alla Ghiefa , cjhe dicefi il
Canto alla Macina , famofo nelle memorie del Collegio ài
$. Giovannino, per avere fopra di efla Macina predicato
il P. Iacopo Lainez , uno de* primi Compagni di S. Igna-
zio , e che fu Teologo Pontificio al Concilio di Trento , e
Generale della Compagnia dì Gesù » il quale eflendo
fiato il primo de* Geniiti, che venifle in Firenze» eferci*
tava il ìuo mirabile zelo, predicando ancjae per le Vie
pùbbliche . Alla parete della Chiefa al di fuori lungo
la Via di Si GalLo , avvi «un Tabernacolo di Maria di*
pinto a frefco con lode da Antonio Pugliefchi > e fui-
la piccola porta, che mette nella Cafa de' Preti , di ma-
no di Luca dpìla Robbia vi fu pofto un ovato cori-,
fiori , e frutte dì terra jcotta 5 che alfai benp fi è con-
fervato. Sulla Porta maggiore per di dentro vedefi uà
Bufto di S. Bafilio di maniera Greca* cMe tìaya ad ura
Cappella della Chiefa vecchia ; a mano1 manca la pri-
ma Cappella è della Nunziata con una pittura di det»
to Misero fatta da pietre» Cavallini difcepolo di.Giot*
to v e già notammo altrove quanto fcriiXexo il >Vafan 9
ed il Baldinucci di ùmili dipinture fatte da queflo Ar-
tefice , effendo [tate da Dio commendate con parecchi
miracoli , e ,queira è una delle celebri , e miracolo-
fe , che conferva Pirenze : dkimpexro a detta Cap*
peiia viene 1* Aitate del CrocifilTò , alto quanto il
vivo » che Umilmente materia fomminiftta alla ppilms
curiofitàj fatto eflendo di fugherò , acciocché foife piCi
atto 5 e leggiero nel portarlo in procetlìone} trovandoiì
in pochi luoghi opera condotta a tale intelligenza con
materia ) la quale febbene per la tenera .qualità fua-
molto facile fi dimoftra alle operazioni, tuttavolta di|G-
cilitTima dovea riufeire pofta ibtto il taglio dello fcar*
pello , 1* Artefice non m Antonio fila rete , come fal-
famente fi dice, ma fu Simone fratello del celebre Do-
natali© • Contigua a quefta Cappella viene la Porrà.*
«Iella
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della;-SagreftiY'i dove confervafi la -tavola antica » fatta
fare da' Gabbriello Panciatichi * come fi di (Te, e fu del*
1«3 Porta vedefi il Bufto di fra Iacopo da Milano io.
prallodato , e ultimo Bafiliano in Firenze. ;; ,
V. Ritornando in Chiefa , incontrai la Cappella
di-S. Antonio, dove il Gavalier Curtadi dipinfe il San-
to confortato da Ctifto » dopoché daVDeriioPJ coj£*
l'invitta fua coftanza n' ebbe riportata la vittoria /
corrifponde a quefto Altare dall'altra banda la Cap-
pella di S. Caterina da Siena, con tavola di Iacopo
Vignali , che vi effigiò lo fteflfo Signore in atto di re-
ftituire il cuore al petto della Santa Vergine. Viene per
fine all' Aitar maggiore , inoggi Padronato de* Mtni,
un* opera del Cav. Paifignano, alla quale i ProfeiTori
danno gran lode per il bene intefo difegno , moftran-
te al vìvo efpreflb S. Bafilio, che libera un giovanetto
dal Demonio , cui per ifcrittura col proprio fangue*
avea ftipulata la vendita dell* Anima fua per un fugace
diletto. A quefto Altare dalla banda dell' Epillola iru
alto evvi un Coro di pietra fatto a fpefe del Prete
Domenico Maccetti ftato Priore della Congrega > e Be-
nefattore infigne della medefima, ficcorhe lo furono Gab-
brieilo Salti, e il rinomato Benedetto Fioretti, il quale
la fece erede univerfale per teftamento rogato da Ser Co-
fimo Puccecti ; la Chiefa fu confacràta dall'Arcivefcovo
Piero Niccolini l'anno 1639. i<5. di Agofto , della quai
funziona fi vede una Cartella al muro , che dice:
D.         G.          M.
ILLVSTRISS. ET REVÉRENDISSIMVS D.D. PETRVS NICOLINVS
DEI ET APOSTOLICAE SEDIS GRATIA ARCH1EP. FLOR. HANC
S. BASILII ECCLES1AM E1VSQV: ALTARE MAIVS CVM RELlQVIIS
S. BARTHOLOMAEI APOSTOLI ET S.STEPHANI MARTYRIS COH-
SECRATIONIS MISTERIO ILLVSTRAV1T A. D, MDCXXX1X. DIE
XX. NOV. ANNIVERSARIO VERO IN S. ROCCHI FESTIVITATEM
TRANSFERRI VOLVIT VTI CONCESSA XL. DIERVM INDVLC.
DEINCfcPS CELEBSLÀRI DECREV1T • LAVS DEO .
•Hj                                                          ■ VI. I
I
i
-ocr page 305-
19&
VL E notiri l che in quèfla Chìefa fi radunava la
Compagnia del Pellegrino , oggi delia Kefurrezione nel*
la Via del Campacelo $ la cui divifa fa una Macina^
con fopra la Croce , e Corona di fpine • Si credei
che mancafte in San Bafilio Panno 1542. poiché da
quell'anno fi vede ceffate il cenfo , che i Fratelli pa-
gavano ali* Conprega annualmente * f
LE-
-ocr page 306-
'597
XXV,
t E Z I O N E
® E ILLA CHIESA E MONASTERO
® t SANTA APPO ti OH 1 A I,
Ovendofi da me parlare della fonda-
zione del Monaftero di S. Appollo-
nia, ragion vuole , che io incominci
dal riferire ciò, che fcriflfe in quello
punto D. Silvano Razzi, fidatofi trop-
po delle relazioni avute dai Procu-
_
               latori di quello Convento, come egli
fterTb lo accenna nel Riiìretto della fri a Storia , alla^
parola Firenze, fendendo così „ Et il medefirno di-
w ciamo delle Reverende Madri del Nobil Monaftexo
5, di S* Appollonia pur di Firenze, cioè, che da chiun-
?, que fi fofle > fu dato loro primieramente 1* Abito
*, di 3» Romualdo , il quale portano inlìno a hoggi *
3, fuori che non portano la pacienza cinta, come noi
54 facciamo. Quanto all' antichità ., fi legge in alcune
j, Scritture ( ficcome affermano i loro Agenti ) che
*, erano in buono flato infili 1* anno 1115. Il che ne
5., inoltra, che egli dovette, il Convento, eilere edifica-
).} to intorno ai mede/imi tempi , che furono edificati>
?) come fi è detto altrove 9 quello di S. Piero a Lu-
» co in Mugello, e quello ài Santa Caterina a Bolo-
>, gna p Della loro, poi bontà > e grande oflervanza è
i>
.chiaro argume.nto 1* avere loro il medefimo Papa^
*, Eugenio IV. ficcome riaveva fatto a S. Agata, uni*
», ti altri Monafterj, con tutte le rendite e beni . .,*
Ma fé .quello chiariamo Scrittore, in haogo di crede*-
re a i poco informati Mini/tri delle Monache } avelTe '
vifitato ' l'Archivio loto, ricchvfiìmo ài vetufte Carta-
pecore , avertbbe uoyato al numero 124, una carta,
tw*VUh                  J? p                         che
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'<
Sp8
che è l'epoca della fondazione* h quale fé fu'w te*a,
pi aliai pofteriori, io peiò fon di credere, che pun-
to non pregiudichi ai pregj di cesi iliaììre, e venera-
bile Monaiìera ^ quindi noi per dirnoftrare ad'evidenza
Tanno, nel quale ebbe incominciamento il Convento
di S. Appollonia in Via di S. Gallo, riporfererno qui
jj fumo dell' accennata Cartapecora , come appretto:
,> Piero del già Ser Mino de'Buonaceolti del Fopo-
,, lo di S. Simone, alla prefenza ài Metter Egidio Ret-
,y tore. della Chiefa di S. Lionardo da Bevagna, e Vi-
j, cario Generale di Fiancefco Salveftri da Cigoli Ve-
„ fcovo di Firenze, dona una Cafa, e Terre poiìe nel
„ Popolo di S. Lorenzo , con patti, che in detta Ca-
„ fa fi edifichi un Oratorio, ed abitazione per la Ba-
„ della, e Monache, che vi debbono tiare in perpe-
,, tuo, la qual Caia, e Terre il detto Piero aveva com-
„ prato da Grifo di Cuccio de* Medici ; il fudetto Vi-
,;> cario Generale , con 1* approvazione del Ve fcovo ,
,, riceve , ed afTegna detta Cafa, fecondo la difpofizio-
,, ne del Donatore , in Monaftero fórro il titolo di
jj Santa Appollonia Vergine , e Martire , con V Abito di
5, S. Benedetto , introducendovi, per dare la prima iftru-
„ ziòne alla oifervanza regolare Suor Andrea di Nuc-
5, ciò d* Alberigo , Monaca nel Mona/tero di Santa
,, Maria Madre di Firenze del.medefimo Ordine , la^
5, quale per fé, e per le Badefle > che fuccederanno a
,, lei, il obbliga di riconoscere il Vefeovo Fiorentino,
„ per la Fefìa di S. Vincenzio, di una Tovaglia da
„ Menfa di dieci braccia , e due Afciugatoi ogni an-
5, no in perpetuo . AButn in Ecclefia S. Salvatori?
Ordini? Carnai dui e nfium
. Egti lacobus Matthei del Ve-
fcovo
, Ser Ben editiws Magifiri Martini rogavi . Ex
imbreviàturU dìBi Ser lacohi
133^. Indit* vii. Acrili*
die xii,
II. E con sì autentico documento del principio del
noftro Monaftero , il quale non apparisce mai per ve-
runa Carta , che fia (tato fotto la Regola Camaldolen-
fe , come afferma il Razzi, ci faremo ftrada a quello,
che
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*99
che per illuftrasione >del mede/imo ; e della Storia fi
vuol qui dire, e rraefi da varie memorie efiftenti nel
fuddetto Archivio, e nella raccolta de' Manoscritti del
Canonico Salvino Salvini ; Onde principiando dal no-
tare una compra , che fece la BadeiTa di S. Appollo*
nia Suor Andrea } di una Cafa , ed Orto, che era.,
contiguo al fuo Monaftero , e fpettante ai Canoni-
ci di Santa Reparata , ne riporterò qui il Contrat-
to, che fi conferva preflfo il Capitolo Fiorentino,
fommariamente copiato, come fegue : 1344. 22. Mais
Vener. Vir Dowinus Nerius de Cor finis Vraepojìtus Fio-
rentina?
, *vendidit nomine Caphuli.. S. Reyaratae de*
Fiorenza t Dominae Sor ori Andrene Abbatiffae Monafterii
$. Aplloniae in Via S. Galli €afan3,& quoddam fé*
tium terràe in Top S* Laurentii
, A&um Florentiae ,
Ego Francifcus Ssr lohannis Cini de Montepulciano r<?-
garoi. E con quello, ed altri fomiglianti acquifti, aven*
do le Monache terminato la fabbrica della Chiefa, e
del Convento , domandano al Pontefice Indulgenze »
come appare dalla Cartapecora al num. 389, la quale
è una Bolla di Papa Clemente VI. data in Avignone
1* anno IV. del fuo Pontificato ai 5. di Maggio del
1345. la qual comincia: Cupentes quodEcclefta Mona*
fteriì S*Aplloniae de Fior„ concedendoti in
eiTa l'In-
dulgenza per alquante feftivirà dell'anno; e come in-
dicanti la nuova fondazione di quefto Monaftero , fo-
novi da coniiderarfi le feguenti parole : Monaflerio
tìuod diti a Abbatijfa Andrea de novo conftrui fé cip
.
Ed altra notabile Indulgenza nell'anno 1355. adì 31.
di Luglio trovai! conceda dal Sacro Collegio de'Car-
dinali a tutti , che vifiteranno la Chiefa di S* Appol-
ionia nei feguenti giorni ; le £eùe del Signore , della
Madonna, di S. Gio: Batifta, degli Apoftcli, di Ognif-
fanti, ^ fimilmente de'Santi Lorenzo, Vincenzio, Mar-
tino ? Niccolò, Antonio, e Balèiano , e «elle Pelle delle
Sante Appolionia , Margherita a Anna , Caterina, Lu-
cia, Agnefa, e Santa Agata: Datum Avinhnt Ah. jji.
Domini Innocenti* F.A$a$ fk ......
t p 1                           Uh E
*
-ocr page 309-
III. B dopo quèftr vantaggi fpirìrualì fatti alici"
Monache di S. Appollonia } dovendoli favellare àt' tem-
porali ) primieramente rammenteremo la grazia , che
loro fece il fopraddetro Neri Corflni , non più Pro-
pofto Fiorentino, ma. in quel tempo Vefcovo di Vie^
■fole , alla cui Sedia fuccedette egH > morrò che fu il
Beato Vefcovo Andrea Corfini i Elio adunque nel 1375*
giufta il libro di Ricordanze al oum. 3Z9. unì al Mo-
rallero di Santa Appollonia ,' il ■ Convento di Santa
Maria di Fonte Domini della fua D:oce$, leggendoli nel
ricordo come fegue: 1375» €um Domina* Andreas Ep-
fcopus Fé fatanti? nninerit
, ist Ì#§Òrpor-à*vèrit Monajìe*
rium SanBe Marie Fonti s Domini Dieoefif Fé fui. Or*
àinit S. Benedigli
, Ecclejie $. Bartolomei de Mujignano
eiusdem Diecejìs
, cum omnibus- inrìhus fui* V per manum
§er Soldi Falejtni de Fiftorio
5 deinde Domutus Meriti*
BpfcQpm Feful. Succejfor in Epifcofdtu ditto Andreae
»
annuii ami t diB&m unionem , & tmiHìit- Mona fieri nm fa*
jr adi Bum SanEle Marie Fontis D& mi ni Consenta i S.Ap*
fol'Ionie de Florentia
, cum omnibus bonis fui* , & fertim
nentiis die
2. lanuarii eiusdem'. Ego Johannes q. Gtni de
Frato
. E queita unione di Chiefa fu un lieto preludio
di parecchie altre, che nel Secolo fuffVguente farebbonfi
fatte, e dai Pontefici, e dai Vcfcovh imo a renderlo
uno de' M$nairerj più ragguardevoli deìh Città. On-
de facendomi dall'anno 1438. dire alcunché dello Spe-
dale di S, Paolo a Pinti , in detto anno unito al no-
#ro Monaftero da Papa Eugenio IV, affai portato a
favorire quefte Monache oilervantiffime. Lo Spedale.*
adunque di S» Paolo a Pinti , in più Scritture appel*
lato di S* Pier Maggiore , come fi accennò nei ragio-
^amenti di derra Chiefa , nianifeftamente vedeii dalle
molte carte , che fi confervano dalle Monache , effere
fiato fondato dalle diiQ Famiglie de' Donati, e degli
Uccellini ilno dal 1054. e dai Fondatori erane irata
raccomandata la direzione con la elezione dello Spe-
dalingo all' Abate di Razzuolo dell'Ordine Benedetti^
pot in queita guifa avendo durato uno alla venuta in
#
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.ffìi'étfzé ti ftpa Eugeni© IV.; Fu tjiielWponce|ce fur>£lrv
calo dalla Badeffa di SyAppòlloma Siiòr Gecilfa della Fa-*
róiglia de' Donati , come apparifce da alcuni pochi* ver(|
di Fr# Domenico^ da Corólla, che riporteremo fui fine }'
ad incorporarlo' in perpetuo al Mbnaltero- con tutte lff
fue ragionile diritti, k'ggendofi- nella* Bolla'dri Euge*-
nio eipreffo il confenfo d-e' Nobili Donati^ Fondato*
ri, e Padroni di detto Spedale, ordinando però il deN
to Pontefice, che dalle Monache , ivi lì nYàtircne fiero'
per i Poveri otto' letta , e che fr feguitaiTe a pagare.,-
T antica foKra pendone ai detto Abate : la Bolla- db
rate unione è data iìì Firenze: Att. ìt. Tontif, xui Kal.-
Apriti?)
diretta allVArcivefcovo Lodovico Searampi $
uè qoeftfc eiTendo 1* unica Bolla di dettò Papa in fa-
vore di Santa Appellante y-di moke altre ne farò qui'
fommammente là' relaziona , cornee di quella del1 1440^
nella quale concede al Monaftero h efenzione dalie-
decime, e" dazj, pigliandolo* fotto la fua protezione, e-
delìa Sede Apoiìoliea Romana, con formo le sì gravi »-
che mi" piace riportarne alcune , come abpreffo: Ita*
qìie Archiepiftoptfs prò tempore
•■> auf qnic'umqtie aìii, ra«"
tiene deliUi^ fe-u CotttraéTus
-, mt rei, de qua agerepur'j
ufaìeumque mmniittatur delirium' initiatnr' c'ontra&tts■} auP
res tpfd confidati nHillami in Al?b arijfatti •> Cért^entus y
Terfonafs ferviefites
, Membrd'+ bon'a^ & tura di&i Mona*'
(ferii pojftnp per fe)<vel prr aliwsiurisdi&iànem
,potè*'
Sfaterò) fett dotniniwm\ aHquod exerzere
', fed' dutotaxat
corani nobif ^et di Eia Sede
>•, meh ei&r delegati? de iure
Abbatiffa
, Conw-ntuf , &"T&rfone prefate refpondera
teneantur
, &c-
IV- Nello fìeiTo anno altra Bolla trovai? di Eu-
genio , contenente ancora maggior privilegio , àvve-**
gnachè fupplicato; il Pontefice dalle Monache di fuffi-
dio, per oaufa di eifere il loro Monarlero in bifogno»
ftante il numero dèlie' Suore afTar crefeiuto , deputa
un Gómmiflariò Apòrèolico a fare 1* Unione a S1; Ap-
poìlóma dei Mon3Ìiero di S.-Man'a a Mancignano , con"
tutti i fuor fc^fìi.'JI per ravvifar^ quanto £0^ grande,
ed
.
-ocr page 311-
ed utile alle noftre Monache >quefto "benefizio, >è d'uo*
pò, che .facciali una ^breve ^digreflìone /opra il ibp-
prefTo /Mqifòfero a Mantignano ;s .così antico , «che fi
crede •fabbskajto .dal nConie Ugo > non già il Fonda-
toreideila JBadia Ài .Firenze , ma «bensì Ugo de*.Canti
Alberti x ,c per riguardosa fua .antichità .fin dal 10^4.
.ne .abbiamo -meinorie , ^conier^ate nell* .Archivio ài S.
AppQJlariia , come .,al jium. ,32. 4' offerta feguente :
£084. Men'fe Aprjlis Jlitd. yii.JLohanner Jtil. h. ,m. yberm
ti .& Truffe fitte
4* Jte> zBombti, j>ro Dei timóre offerunt
in Eeclejia
A". Marjg fita 'Maniignani , uh JtniJJa Mo-
naca preeffe ^idetHr y ferram fojtfatn in ;Solicciano
: JEgo
tGrwatdys lud.
-E .perchè ,quelle Monache, piovente (era-
no dalle Guerre jmpaiuri^e, ,e ^niojcitate , ;Papa Urbano
.V. nel ti3jc.. loro .concedette di ^poter ^fabbricare nel
Popqlo di ,S. Fridiano ,di .Firenze éuna ,jCa& i iOrato.
rio > ,e «Cimitero , da ^poter effe ^ornarvi «nelle .occafio-
,ni di .turbolenze, ed il Breve ;di quella ^licenza fu
dato dai fuddetto .Pontefice in Montefiafcone yiu Jdus
Jlug. An. Pontif. .riii,
.come accenna l'Autore de' Sigilli
nella iua litoria degli Accmfcime^ti ,di yqueita Città •
Godeva ^altresì 4quejìo itfonaitero il priwlegio. <d'ejfere
immediatamente foggetto alla ,Santa Sede Apoliolica ,
veggendofi anche al .d.ì .d',oggi, .fulla porta di quella
antica .Chiefa in j^aqtignano, J' Armi ;dejle Chiavi Pon-
tificie , con ,qrielia del Conte Ugo, con quefta Ifcri-
zione ,di carattere Gottico .- Hoc j0 Monafterinm ,Mo-
nialium Sanfte filarie a Mawtijgnano Ordini s S. Berne'
£iBi ad Ecclefiam Momapam nullo .medio gertinens % Mt 'W
fuis grityihgiis ayerfijfijme dcmonfiratur ,
            -,v\-\
y. 4Or venendo alla maniera tenuta nel fare ksL*
/uddetta .unione j dir kv.uo]e, che la_commilfione cf-
icndp sfrata piata dal Pontefice Eugenio ,IV. con fuo
Breve del 1449..a .Daniello yefcovo „di Concordia).e ikia
'Teforiere > .questi .abolì la JDignità AbaziaJe di Man-
tignano , e nello jftclTo tempo Mede il pofTelTo dì quei
.jQonventOj, (e de* Beni > .alle Monache dj S. AppplloAia ,
ìp quali obbliga a mantenere in .quei, laogo juno £»pe«
-ocr page 312-
dale di Dònne > condizione, chs poicià da Pio* IV. fu»
mutata in quaffra Dote dkiire - 5,0. da- conferirli ogni*
a^no in perpetuo a Fanciulle- di dettai» luog^>$ Msw
perchè' Bonn* Barte-lemmea .di* Sandro- eh Gennil de*
Riliotti > Badefla deL Convento' fopprejfo;, e cHe ave*
fontane amen re rina^zhto; aila^ dignità Afebaziale, ed
infìeme aceonfentifo alla ixnwtì®$ non? volevi cotivi-
vere con? le Monache di? S. Afp'ollortia' r iV luddetto*
GommifiTario venne al fegu?nte accordò : 144^. Rete*
rendus D»mmus Daniel Epfaofur Càncwdienjis\ Index',*
fa Commiffarius Afòftolicas ad fóc* deput/atufy Veneri fa
Reiigiofe Domine Bàrtoiamee
""'^i*' San'drì Cennif de Èi~
fiottìi<ì Abbdtijfe' Monafterii de Matitignano* Ordini s $,*
BenediBi Fior. Dioec. poftquam ipfa' regiminì
:, fa U'dm-
nìfirationi di$i Morrajlcrii
, fa' Ahbatiali dignitati fgonk
ttyfa libere ceffi? , fa' di&um Mongslerium cum iurtbusy
fa fer$inemiis fair
, Monaflerie Sanile Apot Ionie dk*>
Fiorentinieinsdem Ordims unitum fa incòrftrai urti" fuit
$
faper' fruEiibuS) redditibus 5 fa frementiseiufdem Mù^affe»
rii de Malignano portìonem centumflorertornm' duri de
Camera
t, cum fuis tir tempore frulfibus Hit quead aiw-
ret per Abbatiffiam S* Apollonie prò tempore exijlentem
in
r- Civltate Fior, Jtngulis- annis integrar» perjb Ite ridata'
ùnti ori tate Apostolica re fervati t> censii fui t'
,- fa' affi*
gnantit
, nec non: prò {tfius Domine Bartolomee' > fa. eius'
fcrvientiuM ufu
, fa' habitatione , quamdam Domum ditti
Monajferii de Mantìgnanò Jitam itt Citi fate' Fior: imu
Top. Wj F ridi ani cum Morto magno- e idem Domai conti'*
gtto t cum orniti bar ìuribus % fa' rebus'/fa utenJìlibus'dtBe:
Domine Bartholomee necejfariis eius vita durante' con-
ceffi?, fac.
e tutti li fopra riferiti Atri, e Contratti dal
mede^rno .Pontefice folenne mente mot upr opri a intono ap-
provati con Bolla j data Florentie vu Kal. Aprilis Ani XI.
Fontif.
i44r. diretta a Biagio Patriarca dì Gerusalemme,
VI. Anche il Santo Arcivefcovo Antonino volle
dìmoftrare la fua venerazione, ed amore a quefte no*
ftre efemplarillìme Suore, con la unione delia Cbiefa,
e Beni di S. Giulio a Camporlefe , lo che appai ùz*
daU
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"$P4
dàlia lìnxinzhì fatta alla prefenza del Santo, ^3ai Pa-
droni ài detta Chiefa , la quale è traile Cartapecore 9
fognata aj^> e; dice come appre-flb : 144& 9, ìanuarii
Confiuuti cotam Rcverendiffimo in Chrifio Fatte Dp*
mino Antonio de 'Fior* Archiepifcopo Fiorentino
» infra*
ferirti *videlicét
: Ser Guglielmus , & Francifeus fratret
<&* filli Antonii olim Taddei, Taddeus olim Bartbolommei
Taddei) et Mattheus Saldatoris Francìfci
, fiye Franchi
de GherardelJis eorum nominihuspropri$s , & grò mite
$ et
nomine n)idelite.i\ Guafparris é>al<uatori,s lehannis Fhilip*
fi' Ghetatde Ili
, MichdeitJ.9 Mi colai » Brancata, lueobi B'-a*
pei fi e Napoleoni s
, omnium' fratrum) & fili0rujn fuprafcri-
pti Antonii Tjfddei
, & fratrum prefatorum: Et Guglie!*,
mi
j Frawcifci > ,& Bcmfignoris filii fuprafcripti Francifci
Baptifie > filii fupraf cripti Guafparris
, Antonii filii fu*
fra [cripti Matthei^ omnium jrat-rum
, & filiorum de Ohe-
rjxtdellis , me non prò vice
j ,& nomine omnium ipfotum
defcendsHtitiw mafculorum ex legittimo matrimonio prò*
jtreatmumypro qnibus promiferunt
, ajfetentes qwd om«
net fupraferipti fuut Fatroni Ecclefie &. Zufti a Campor^
le fé
) & quoti ad eos ius Patronatus prefate Ecclefie £* lu»
Mi pertines
> & fpe.tlat, (b* exponente* coram prefato Ar*
ihiepifeopo Fior, quod E<ckjìxt prefata S. lufti ad pre*
fèns fii in peffimo ftatu
5 prò reparatione eiusdem Ee*
dejìae illam -cedtmt Monafierio S* Apollonie de Fteren*
tia £um pa$is > &c. e
tali condizioni efpreflfe in que*
fio Contratto fono: 1. qyod P^tronatus Ec-clefie S* tur
fii fii in perpetuo penes Abhatiffam Ji£$i Monafierii °
SLt quod fingulis anni* in Eejlo S. lufii offerantfemo-
ripredi'Bjorum Vatroieorum mediaw libra*® tergi
?• 'qund
prefatum Monafterium fi ommittat neceffariam ve/lAura*
tionem di&e Ecclefie > <vel predi&um penfum per tre* an»
mi -cadat a iure prefate unionit • Ego Ffillppus olim
Andre e $ tefani de Monterapofi
> ¥iene per ìfkimo la
unione & .&. Appojlonia deJJa dhiefa di & Piero a So*
licciacio d .che -in antico \ dalle Scritture m Conv^pro
fi vtde .3 xhe ,-cfa ieggetita alle Monacfee ài Santa Ma?»
ria 4& Wanti^ano 3 s pe^è & Mvmth? dà &; Appol«
lo»
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Ionia volendo entrare nelle ragioni di detto Monafte-
io loro unito, con tutti i diritti, e pertinenze lup-
plicato avendo AlefTandro VI- ne ottennero la Bollai
di riunione data in Roma V anno xi. del Pentii M,
delle Calende di Settembre 1502,
VII. E qui ormai terminati effendo de5 Pontefici ?
e de* Vefcovi i privilegi fatti al Monaltero , noteremo
per fine della Repubblica Fiorentina uno fpecialifTimo
onore, il quale fu un Decreto del pubblico Configlio
di offerire nella fefèa di S, Appollonia alla Chiefa del*
Je Monache ogni anno un Cero di libbre otto , e tal
provvifione contenendo enconij del Monafìero dì S.
Appollonia, ed infiememente notizie particolari ^ e pre-
gevoli del Re Carlo sì grande amico de' Fiorentini y
non debbo tralafciare di riportarla, e dice come fegue :
1385. 20. Februarii : Captanei farti* Guel forum confi-
aerante* antiqua
, & bona fervitia Parti Guelfe Ìmpeti*-
fa per Abbatijfam
, & Montale* MonaBerii S\ fel-
lonie de Via S* Galli
, qne Monials* <viguer%nt , &
<vigent in Orationìbus
, offici?*, & ieiuniis, & confide *>
rante* quod die fefii S* Apollonie F. j$? M, iffius in*
terceffionc iffi Domini Captanei
, & Majfa Guelforunz*
abitati* Fior* receperunt ab llluftrifftmo
, ac Sereitif]ì~
mo Principe Domino Domino Karolo Torti» Re gè Terti-
falera
, ist Sicilie , quali ter ipfe Domimi * Karolu* Rex
ajfatut
, die ultima menjls Settembri? proximi preteriti
anni fuit coronatus
, & coronam recepit Regni £/«-
garie : deliberaverunt tradere di&is Abbatijfe , & Mo»
niàlibus Monajferii
5*. ApolIonie in ferpeiMum anni* fin»
gulis in die feflimtatis S+ Apollonie unum Cereunu
librarum e&o
. Ego Thomas fiL q. §m Silnieftri Ber
Bernardi de F Urenti a Canee IL &c.
E fé qudta offer-
ta a S. Appollonia fu una divota dimoiirazione del
Popolo Fiorentino per le grandezze del Re Callo , Fi-
renze però diede altri fegni di allegrezza riguardanti
r innalzamento del medefimo Principe , e fono annove-
rati dall'Ammirato, come 1' armeggiare , che fi fece ful-
la Piazza di S, Croce > le illuminazioni della Città, le
Tom. VllL                    Q^q                                Mac-
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^■■■«■■i
30^
Macchine trionfali allufive alla Nave t imprefa del detto
Re . Ed il medefimo Scrittore nota pure la brevità di
tal giubbilo popolare > avvegnaché nello Hello mefe di
Febbraio venirle la funefta nuova della morte di Car-
lo , uccifo con nero tradimento dalle due Regine d*
Ungheria , una Madre , e 1* altra Cognata del nuovo
Regnante » il quale , giuda il Muratori ne i fuoi An-
nali all'anno 1386. a Natinj prima fu ferito col fer-
ro , e pofcia col veleno tolro di vita- La Repubblica
Fiorentina però feguitò ogni anno a mandare il Cero
di otto libbre per attediato della fua ftima , e vene-
razione al Monaftero , del quale fcriffe con lode nei
fuo Theotocon il tante volte da noi lodato Fra Do-
menico da Corella , di cui fono i feguenti Verfi ;
Altera fub dextra domus efi celeberrima parte %
Qjtae Jìgno SanElae fulget Apolloniae
■■,•■
Hanc Donatorum njeteri de ftirpe creata
Edidit alma Soror nomine Cecilia
»
Quae probitate fnit prifcis heroibus aequa
Faemina } magnanimi s non minor ipfa nitrii
Bolla di Papa Eugenio IV. a Biagio Patriarca di Gè*
rufalemrne fopra Suor Bartolommea Badeffa del
Mona/tero dì Mantignano., unito alle Monache
di S. Appollonia, copiato dall'Originale
predo il Signor Ridolfo Paganelli
Patrizio Fiorentino .
J7Vgenius Epifcopus $er<vus Ser<vorum Dei . Venera-
bili F rat ri Blajto Patriarchae lerofolìmitano in Ro-
mana Curia Re fidenti falutem
, & Apoflolicam benediflio»
nera
. Apoftoltcae Sedis circumfpeBa benignità* ad ea li*
ben ter intendi t per ^ue Per font s praeferttm feminei fé-
xttf fub Regnlan habitu Altijfimo famulantibus
, quas a
Monafteriorum Regiminibus impotentia corporali* retrahit%
ne rerum premantnr inopia
, ac earum opportunitatibus
utiliter t Ù1 falubriter confulatur
, Cum ttaque jicut ac*
ce-
/•}, :■:>'-
-ocr page 316-
f©7
cepìmus diletta in Cbrt'Jfo Filiti Bartolomei Abbati/fa^
Monajlerii Beatae Mariae de Mantignano Ordini* S. Be-
nedtBi Florentinae Dioecefis Romanae JZctiefiae immediar
te fubietti ^ adeo fenio confrattaexi&at quod ieincepi'Affi
Mon afte rio preejfe
, illiujque regime u >> $* adminrjlr.ationtm
gerere
} & ex ere ere nequeat tammode per feif'fam % &
propterea ne e non ex certis aliis rattionabilibus egufis
ad id Mnimum fuum etiam momentibus ad hoc, ut ■Motta,*
fierium tpfum a noxiis freferqjetur
, Regimini , \admi~
ni (Irationi Monajlerii hutufmoii
5 sui praeejfe dinofcittir%
fronte
j & libere cedere froponat, Mot wotis dittae Bar*
tbolomeae in hac parte favor abilitcr annuentes
, ac pre*
fatue Bar tbolomeae
3 ne propter cejfionem huiufm$di mmium
difpendium patiatur
, & tndigentiae comprimati incom-
wodis de aUctti us fubmentionis auxilio provider e
, /pecia*
hwque gratiam facere volente? JFraternitati tttae
, de qua
in iis
, & aliis fpecialem in Domino fiduciam obtinemus
per Apojlolica /cripta committimus
, & mandamus , qua-
terna per te ipfrm dumtaxat ab sadem Bartholomaea
, *vel
procuratore fuo ad hoc ab ea fpecialiter conftituto
, ceffio*
nem huiufmodi
, fi gam in tuis manibus facere njoluerit-, ut
praefatum auBoritate noftra
» hac vice dumtaxat recintar j
& admittas , eaque per te recepta'*> É? admijfa prefatue
Bartholomeae fuper fruBibus
, redditibus, & provsntibus
iiBi Monajlerii congruam portionem
, ie qua ipfa cum fuis
prò tempore fervitricibus commode fufientari pojfit fibi
quoad njixerit per Abbatijfam diBi Monaflerii prò tem~
por e exiftentem in C imitate Fiorentina fingali s annis in-
te gre perfolvendam re fermare
, conjfituere , '& affignare ne e
non etiam prò ipfius , ac Sermitricum prae dici arum uftt >
& habitatione fumptihus diBi Monajlerii quamdaw Do~
mum in digitate prae ditta confiftentem ad td con<venien~
tem
, ac omnia y C5T fingiti a ftippelleBilia > res , & uten~
fili a ditte Bartbolomaee neceffa^ta
, èf opportuna de quibus
tibi 'videbttur
, & fine quibus ipfa Bartholomaea commo-,
de Bare non poffet
> & quia dorante <v ta fua huiufmo-
di in Domo prae ditta permanere
$ ac utenfilibus rebus ,
fuppelleBilibus fupradittis uti libere , & licite <valcat
Q^q 2                                con-
-ocr page 317-
tonceden'. Mei HÓH etìàm omnia 3 è* fingala circa regi-
me n <> & adminìftratìonem frac fati Monafterii per Bar*
tholomaeam
, & quafcumque alias , tam Ecclefiafticas ,
quam Saeculares Perfonas iffius nomine } feti eius auBo-
ritate gè fi a
, & fatta > etiam fi il la minti s vite procef-
ferint t dummodo ex eis di Barn Monafterium enormi ter le*
fum non fuerit^ afprohare, & confirmare
, &* de geftis, fa*
0is
, adminiftratis , & gabernatis praedìBis abfol<vere_,,
&* liberare auBoritate noftra fraedi&a procure*, Datum
Tlorentiae anno Incarnationis Dominìcae
1441. 16. Kah
lusii , Pontificata* noftri anw zi.
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$°9
LE ZI; O N E
XXVIv
DELLA C H 1 ES.A • E MOK ASTERÒ■■■':"
DI S A NT A A P PO L LO NI A II.
M L
t ■ \ki
:
I. ^^^^^g Enchè! i rammentati, da noi privileg; ,
e benefizj » che al Monaftero di San-
ta Appollonia fecero i Pontefici, i Ve*
feovi , la Repubblica , e i Cittadini,
fieno un evidente argomento della fan-
tità delle Suore, le quali con rari e-
fempli di virtù quivi vivendo, fi gua-
dagnarono un* abbondevoìezza di grazie ; tuttavolta-.
a maggiore {chiarimento di quefto fingolar merito *
mi giova di fare un novero di quelle Monache , le_»
quali col titolo di Venerabili mi foco avvenuto a leg-
gere nelle originali carte del Monaftero , e nel Cata-
logo dei Dottor Brocchi aggiunto al fuo libro delle.»
Vice de i Santi , e Beati di Firenze . E però facen-
domi dalla più antica Suora , fu Suor Andrea pri-
ma Badefla eletta dal Vefcovo Francefco Silveìiri per
dare la norma di vita religiofa al nuovo Monaftero
di S. Appollonia, dove ella vi gettò veramente i fodf
fondamenti della rigorofa ©flervanza di orazioni , e di
digiuni commendati dalla Repubblica Fiorentina nella
provvifione da noi riportata nella antecedente Lezione ;
Né a quefta fu punto inferiore altra Badefla Suor Ce-
cilia de' Donati , celebre non meno nella pietà , che.*
nella vigilanza del fuo governo , nel quale ottenne el-
la da Papa Eugenio , e da S. Antonino le unioni di
Santa Maria a Mantignano , dello Spedale di S. Paolo
a Pinti , e della Chiefa di S, Giufto a Camporlefe;
vedendofi quefta illuftre Donna in un quadro nel Par-
latorio dipìnta a i piedi del fuddetto Pontefice } coiu
fotto
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3io
(otto un Cartello Scrìtto da chi non tfi caro di icerca<t
ré la verità de' fatti nelle .autorevoli .cartapecore del
Monaft&ro , e la Ifcrizione dice come fegue ; Exgenius
IV. Votitifex Max. cutfi fiorentine mor&retur Moni ah?
SanElae Marine a Malignano
, ac Di'vac A^ollonias
Jimul uninjit Abbatiffìf
, utriufque auBorìtatem firmando ,
alternitatis privilegia concedendo, ad prefentis faèli me~
moriam
. E come mai può 4ire Abbatiffis Htriufftte au-
Boritatem fermando }
fé nelle Bolle Jeggefi ]a fuppreiììo-
ne delia dignità' di" A*bbadeiTa del Mona Itero di Santa
Maria a MantignanQ > come di fopra notammo, né paf-
fiamo credere V alternativa nelle cariche tra le unite
Monache, quando quelle di Mantigniano entrate in S.
Appollonia mai non vollero comunicare con ,1* altre
in Coro , né in Refettorio , £ ritornando alla Ve-
neraci Cecilia , ricordar mi piace la lode data a que-
lla BadeiTa da Fra Domenico da Corella , con que'
verfi indicanti in efla concetto di fantità , maffimamen-
te nel quinto? che dice;
Qf^ae fr obi tate fuip frifeis heroibus acqua;
volendo alludere il iJoet.a alla Beata Piccarda degli fteifi
Donati ,. che yerVi 1* abito di Monaca in l^fiitjcgilj .
II. Viene in terzo luogo la Venerabile Suor Bri-
gida Carnefecchi > infigne nel dono della orazione , e
ad e(Fa ie Monache debbono grado della ikipenda , e_*
quafi incredibile Reliquia di 14. Spine di Gesù Crifto ,
la cui invenzione , come dimoltrante Ja fantita ài detta
Suora u fommariamente qui riferiremo * Neil'anno 1591*
effendo BadeiTa Suor Beatrice Sotfegni , Governatore
Iacopo Aldobrandini Canonico Fiorentino 9 e Confeifo-
re Mefs- Bartolommeo Tantini , nella notte preceden-
te ali* Invenzione della Santa Croce , Suor Brigida an-
dò in Coro per paiìarvi alcune ore , nel Tuo folico
efercizio di orazione , nella quale più fiate ifpirata^
efletido di accorrai fi ali* Altare , dove fi confervano
quelle Reliquie , che vennero di Santa Maria da Man-
tignano, né potendo ella più reliitere all'interno mi-
puifo t andovvi a, venerarle , e baciandone or una, ed
ora
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\
311
ora un'altri \ incontro® iti una borfetta di taffettà
verde non mai avvertita dalle Monache, ed al contat-
to fentendo$ pugner le dita , prefe in mano il pic-
colo involto, donde oflervò fpuntarc delie fpine, leg-
gendo a (lento una fcritta , che diceva % Spne del Si-
gnor Gesù Criflo .
-A tale ritrovamento fu grande nel-
la §uora, e la divozione s e il timore; ma quel Dio»
che l'aveva chiamata all'Altare» la illuminò» che con-
fidale la cofa al fuo Confetfbre $ il quale attonito a
tanta copia di fpine » poca £adc dava al racconto; ma
riflettendo alla ftraordinaria fantirà della Religiofa ,
volle prender tempo per configliarfi , come fece col
Governatore , e con altre favie Perfone , che io con-
duflfero dall'Arcivefcovo Aleflandrode' Medici » al qua-
le parimente parvero le Spine troppe di numero » t*
però da crederi prudentemente non efler delfe : tutta-
volra fofpendendone il fuo giudizio, ordinò, che fé ne
faceffero rigorofi efami , e perquifizioni» tra le quali è
notata la depofizione , che fecero due Domenicani Fran-
zefi del Convento di Santa Maria Novella > t quali a-
veano in Parigi vedute parte delle Spine della Coro-
na, che il Santo Re Luigi avea portato di Gerufalem-
me , amendue con giuramento conferendo , che tali
Spine erano fomigliantiifitne a quelle di Francia » lo
che pure afferì la GranduchefTa Criftina di Lorena ; e
frattanto avendo Iddio operato in Monaftero. per la fe-
de nelle dette Spine, grazie ftraordinarie , dall' Arcive-
feovo lì diede licenza alle Monache di poterle efporre
alla pubblica venerazione , come fecero nel 1592. con
folenne felta , ed Indulgenza Plenaria ottenuta da Papa
Innocenzio IX. veggendofi tutte 14, con 4. pruni collo-
cate in un ricco, e vago Reliquiario procurato dalla
devozione della fuddetta Suor Brigida Carnefecchi , la
quale avendo fempre il cuore in quel celefte Roveto, volle
fondarne la fella in perpetuo per il dì 14. di Settembre,
ed un Ufizio della Congrega Maggiore ne' 3. di Maggio.
III. E noi feguitando il novero delle Veneràbili
Monache » riferiremo i nomi di quelle > che norò il
D«t-
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Dottor Brocchi, che ne avea prometto dì Scrivere k
Vita , fé morte non toglieva a Firenze sì devoto
Scrittore, nel di cui lodato libro leggonfi le feguen-
ti Monache defunte in concetto di fantirà ; Suor
Benedetta Angiola Rucellai , Suor Caterina Capponi,
Suor Clemenza Gherardi , Suor Marianna Bartolini ,
Suor Maria Vincenzia Giraldi, e due Converfe Suor
Lifabetta Botti , e Suor Vincenzia Lotti . E che di
Anime fante abbia maifempre fiorito quefto Monafte-
ro , ne darò per fine un chiariflìmo documento , il
quale è un libro intitolato la Guardia del Cuore ,
che ferirle Monfignor Giovanni Vìfconti Piitoiefe , e^
dedicollo alle Ven. Madri di S. Appollonia , dichiara-
toli, che ad effe l'offeriva, perchè le riconofceva Re-
ligione le più applicate ali* efercizio della vita interna.
IV. E così dichiarata avendo la fingolar fantità del-
le nobili Monache di Santa Appollonia , palleremo ad
altre notizie , che ci fomminiftra la loro Chiefa , Isl*
quale cambiò il fuo vecchio ornamento con nuovo af-
fetto di più bella Architettura , in cui maggiormente
fi ravvifaffe la magnificenza , e fu col difegno depen-
dente dalla grande arte , e raro intendimento di Mi-
chel Agnolo Buonarroti. L' citeriore ornamento della
facciata confitte in una fvelta, e proporzionata Porrà ,
alzandoli da i lati due mezze colonne Doriche , fulle
quali pofano fregio, ed architrave, finendo con fronte-
fpizio di figura angolare. Debbo però qui riportare un
lamento di moderno , e dotto Scrittore, e Prelato in Ro-
ma, che riporta in un fuo libro Campato in Lucca > di-
cendo di queffa Porta come fegue ,3 Fino una belliflìma
J} porta, che egli ( il Buonarroti ) fece in Firenze alle
„ Monache di S. Appollonia , gli è data ffroppiata_.
„ itranamente , poiché eiìendofi rotta la foglia , è ita-
„ ta rifatta con una sì fconcia modinatura, che fcom-
„ pagna da tutto il re/to , e fa pietà a vederla „ Dei
mede-fimo'Architetto è una foffitta variata di colori con
rabefchi dorati-, fatta a fpefe di Suor Aurelia Maga-
lotti j forella di Donna Golianza Barberini Cognata di
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UibanoT^IìL 11 -doro delle Mm^ht fbaenMo' dà;»€o^
lonne belle ,*ed alte a'n itiodo, che la7fera1 no ali* occhio
libera "la ve^uta*d£^quanto "vi è-di^àèimiitìbi-le ,/cOrwe?
la Tribuna , fotto della quale in eminenza ^iìfed^l*
Altare ricco di un Ciborio vaghiffirno , con alcune*
Steriette nella predellina dipinte da Francefco Granac-
e?, il quale come amico del Buonarroti, e poì^ dive'riutò"
parente -, fino dalla fanciullezza pe^r* compiacele' 9 'dte
pinfe quivi due Tavole } lina*, delle quali bruciò, e V
altra , che èra ali* Altare' maggiore, fu trasferita iè'fMo-
miìero « La Cupola è tutta a frefeo del Poccetti , che
vi rapprefentò T Incoronazione ài Maria , moftrando
le figure vivacità , e- fomiglianza al lignificato- della-,
Ifìoria . Viene poi* nella tettata delia Tribuna; una .tavo-
la j opera dei- Si^. Agottino Veracini , éhe -W rapprefen-
tò due fatti ,*;aVehdo 'Colorito in alto Si JAppol{piiiaj
cke va in gloria con mo=hi Angioli , e al di "fòtlo^^an
Benedetto, che riceve Tbtiia , e ficeome <qùefto bravo
Dipintore fludia affai fui naturale, in quello quadro
volle ritrarre al vivo alcuni di que'tempi, e così in S.
Benedetto ritraile il P. Procuratore di Camaldoli » "elle
al prefente fi trova Maggiore liell* Eterna y in Totiia
copiò Agoftìno Caligarr Genovefe , die vende per Fi-
renze corone, nel Monaco Compagno del Santo, che
tiene le mani giunte, effigiò* iì Padre Procuratore de'
Certofini , e per fine nel Cavallo ritraffe quello del
Procuratore del MonafterO.-Alle due Cappelle laterali
la tavola della Santiflìma Trinità fece Pier Dandini ,
ed il Crocifliro di rilievo è fattura di -Raffaello da_»
Montelupo % Sopita': ìrvg^até^d^r'ColO'grande , è un.,
quadro rapprefehtante il Saldatore jà mènfà fervilo dagli
Angioli, che è di Andrea Jiofcoìi', jSotto i due Organi,
che mettono in mezzo la Tribuna , fi leggono due_*
Brevi di Benedetto XIV. che fonò due Privilegi fatti
da lui alle Monache, cioè di un Altare in'perpetuo
Privilegiato , e 1' altro, per il giorno della morte delle
Monache parimente privilegiati tutti gli Altari della..
Chieia , dati inHoma -iSV^i Aprile del 1744; effendo
Tom. Vili.
                       R r                             Ba-
-ocr page 323-
m
Badeflfa Suor Maria Croci riffa degli Albìzzì . Una no-
bile lapida avvi in mezzo al pavimento, con Epitaffio
in lode di una piiflhna $ e nobiliffima Dama % e dice
come fegue :
D.           O*           M.
ILLVSTRISS. IT EXCELLENTISS* HIERÓMMAE BERTOLDI VRSINl
MARGHIONIS S.SABINI EX CGMIT, PÌTILlÀNl ET SGRANI FILIAE
ff y
                       FOEMINAE INCOMPARABILI
FAMILIA , FORMA , MORIBVS PRAESTANTISSIMAE
EGREGIA IN DEVM PIETATE
IN PAVPERES tIBERALITATE
GOMITATE IN GMNES NVLLI SECVNDAE
MARGHIONIS SCIPIQNIS CAPPONI PRIMVM .
MOX EQVITIS LAVRENTII VENTVRI
SENATORVM CARISSIMAE CONIVGl
VT A TRJBVS SACRIS VlRGJNlB.EIVs FlLlAB.HVie MON.ADDICTII
QVAS TENERR1ME VlVAS D1LEXERAT
NEC POST MORTEM DISSOCIARETVR
HIG LOCVS
SEPVLTVRAE DATVS AB EXEQVVTORlBVS EX TESTAMENTO
;! AN. SAL.. MDCLXXXV. APRI US XIX.
'
                 AETATIS SVAE LXVII*':
;:.' '."■•::..:              :,/■/.-,V: ..ft,':.^. ;......■■■■
E all'entrare a mano manca nell* angolo della Chiefa
dal pavimento s' innalza altra lapida , inoggi coperta-,
da un Cafifone di legno » che contiene la Seguente Men-
zione >
BARTHOLOMEVS COLOMBINI
MONASTERII HVIVS PROVIDVS PKOGVRATOR
ET INSIGNIS COLLEGIATAE S. LAVRENTII CANONICVS
HIG
VBI SEPOLCRALE STRATVM SIBl VIVENS ELEGIT
REO^VIESCIT . OBMT AN. 5AL- MOCGXX.
AETATiS SVAE LXXX.
V- E parlato avendo noi della Chiefa , ne Te-
glie
-ocr page 324-
gue per fine, che indaghiamo 4k woW.8«ne Reliquie t
che qui fi conferva nitf#* poichéUW$ /opra già abbiamo
favellato delle 14. Spine Mei Si'gnoW, 4>remo alcunché
delle altre intigni, che fono primieramenteIqpfc Pente,
.e parte della Mafcella di Santa Afpolloni.a j quello fu
dono di Ottavio Bandini Prete > e Cardinale ài $. Sa-
bina , il quale avendolo chiefto , ed ottenuto dal Ca-
pitolo di Santa Maria in Trafteyere, mandollo alle..
Monache per JPiero Bini Referendario A^oitolico , che
]o porto a Firenze , dove fu ricpnpfciuto, ed approvato
nel %6c$, dall'Arciyefccwo AleiTandro Marzimedici, nel
qua! anno Francefco Venturi Governatore del Mona-
stero , e Canonico Fiorentino, eoljoc£> il fa ero Dente
in un Reliquiario di argento fatto fare a Aie fpefe,
con obbligo ..itile Monache di tenerlo nel Noviziato .
La Mafceìljt poi fonata fu da Cofirao della G.herarde-
fca Arciprete Fiorentino , jl quale pofciaJ pafsò al Ve-
feovado di .Colle, leggendpfi neli* litrumento della do-
nazione , cjhe tale Reliquia era .una parte della Ma-
fcella , che il venera nella Pieve di Caitagneto della-»
Diocefi idi Mafia , e Signoria de* Conti della Qherar-
defeca , e £he colà 1* .aye.a portata il Cai"dinaie Piero
della G)ierardefca nel 1105, l>Iè 4ebÌ>o t.ralafciare di
accennare tre .altre ragguardevoli Reliquie , le quali da
fé fole fono un gran teforp, e fono il Braccio di San
Tommafo Arciveic. Cantaarjenfe, e M. avanzo fortunato
del fuo corpo , dato alle fiatarne per il facnlego co-
mandamento di Enrico Vili. Re d' Inghilterra \ la fe-
conda è parte del Cranio .di S. Agnefa Vergine) e^
Martire, di^accatp tdalla-'fìBita .dellaSanta , che fi ve-
nera in Amalfi , e dalla pia Principdfa piccolommi nel
i5©8. nel dì 8. Dice-mbre mandato a Firenze ; la ter-
za £ la Tetta d'una Compagna S. Oifola ., la qual
Tefta ^ra in antico , come altresì il fuddetto Braccio
di S> Tommafo, preiTo le Monache di $. Maria a Man-
tignano; ed a sì lari > e facri pegni del Cielo , ar-
rogete mi piace il Catalogo dì altre Reliquie , the è
il fe^ueme .v
R r 2                                Le-
-ocr page 325-
ti
fclf
Legno della S. Croce Lgjd .i.
Velie di.Maria Sànti$5mé; j
Q(Ta di S, Gio: BatirU^
Pallio di S. Giufeppe V •
Di S. Giovacchino •
Di S. Anna ■•■-. y*
         -iUxm •• •• ■
Teita di S. Emiliano Martire.
Braccio di S. Maffìmiano Martire l
" , ■}:: fucili?> "•
De* Santi Erafmo■> .
Caitore y Callido,
Aniceto, Bono,
.       CofloU
to, Donato T
       Remigio,
Fortunato >
Clemente, Celeftino,    Giorgio,
Settimio, Paolino,      Mariano , •
ìHSecundianO; Profpero,    Floriano,
, Emiliano, e i Mauro •
                 i ji
Delle Sante Vittoria, Eufemia,- Cedronella j
Candida, Concordia, Faufta ,
Liberata, Flavia > e Coftanza .
Oflb di S. Benedetto Abate *
Carne, e OiTa de'SS. Andrea Corfini,
Francesco «Saverio ,
«v                 e :.■■■• J Francefco1 Borgia,
B. Angiolino Carmelitano,
Pafquaie , *
*3*'
                          ? Vincenzio Ferrerie .
Pietro d'Alcantara , •
Francefco di Sales ,j •
Verte di 3» Gaetano Tiene .
fi ■:':■
sj
r.*D
Barbera, V. e M.
Criftina V. e M.
B. Fina •
Delle SS. Margherita da Cortona ,
"'''■ « Caterina de' Ricci,
M. Maddalena de'Pazzi.
ì
.... I
LE-
-ocr page 326-
317
XXVII.
L E Z I O N E
DELL ARCISPEDALE
DELLA SS. TRINITÀ' DEGL' INCURABILI.
Ntrato Carlo Vili. Re di Francia iru
Italia coll'-acquifto del Regno di Na-
poli , contro al Re Alfonfo d* Ara-
gona j che n* aveva avuta 1' inveftitu-
ra 5 giunfe con buona parte del fuo
Efercito in Firenze adì 17. di Novem-
bre dell'anno 1494. e dopo aver fer-
mate certe convenzioni con la Repubblica Fiorentina,
he5 27. del detro mefe profeguì il fuo viaggio alla det-
ta imprefa , avendo però lafciato molte delle fue genti
d'arme al prefidio delle Fortezze di Pifa, di Livorno, e
di Pietrafanta , ftategli già confegnate da Piero de-''Me-
dici nel trattato tenuto da lui col Re in Aiti , prima
che i Franzefi poneiTero piede in Tofcana . Il Guic-
ciardini j e parecchi altri Scrittori affermano , che que-
lla pallata de* Franzefi in Italia) foife la cagione di
non poche calamità , fra le quali la più deplorabile
annoverafi il principio di una mai più veduta infermi-
tà > la quale in Firenze fi fcoprì nel mefe di Maggio
del 1496. come apparifce da molti libri di ricordanze
riferiti dal Sen.-Carlo Strozzi al , Cod. fegnaco II. pag.
535. ed un ricordo ne riporterò , che fi cava da una
Cronica fcritta da uno Speziale di quei tempi , che è
la feguente ,; Adì 28. di Maggio 1495. incominciò una
certa infermità, che era come un vaiolo grolTo , .£_,
non fi trovava medicine , ma andavano fempre peg-
5)
giorando, piena n'era la Cura ; quafi | tutti di età
j) grande , pieno ne era il Contado noltro, e le Cina,
j, e l'Ita-.
-ocr page 327-
„ è r Italiayy davano doglie aitai per tutte le congiun»
» ture s e a quefto m©do non fi trovavano medicine)
„ e dentavano con molte doglie 5 e febifezza » Anzi
come leggefr nel fopracitato Strozzi ?» Non ufandofi
j, per i Medici inesperti di tale infermità rimedi appro-
,, priati » ma fpeiTo direttamente contraij } e che mol-
jj to la facevano inacerbare , privò di vita molti huo*
,, mini di eiafeun fcCfo , et eia » molti diventati d* af-
,, petto deformifTimi reftarono inutili > e fottopolli *u
ss cruciati .quafi perpetui.*»
II. Per là difficoltà adunque-, che i Medici incon-
trarono nella cura di quefto nuovo morbo > fu dichia-
rata malattia incurabile , e perciò i Rettori degli Spe-
dali di Firenze vedendo > c.he famigliami Infermi non
profittavano punto à^U medicine apprettate loro , o
che erano ài grave pregiudizio agli altri Ammalati ,
e che apportavano moltifljma noia ai Miniftri , rifol-
vettero di non volere ammetftere f>i& ne' rejfpettiyi Spe-
dali quefti Ammalati creduti incurabili • Né fi può
fpiegare le confeguenze , ed incomodi > che nacquero da
tale determinazione degli .Spedali nghi » avvegnaché le
miferie della plebe fi re Cero fempr.e maggiori» le qua-
li divennero poi moleftigìrrie anche alle perfone facul-
tofe , e fané » rieropiutafi la Città da tali poveri In-
fermi » che ilandofene tutti impiagati per le vie , era-
no molto itomaehevoli alla vifta , e noiofi per il feto,
re» che 4a loro ufciva ,. molti fatti inabili a ibftenerfi
in piedi» ftandoneVCarretti , facevano .condurre per
la Città , apportando grandiffima pena a tutti quegli ,
che gì* incontravano , e buona parte di ,efl* non aven-
do chi |>li curafife > cadevano in #ltre maggiori infer-
mità > e terminavano miferamente la vita per le fìra-
de , e piazze » Né mancarono ancora dì quelli } che»,
per procacciarti il vitto , fi fìngevano infermi dì detto
male » e applicandofi falfi unguenti , andavano per Fi-
renze accattando » moltiplicando così la noia a i Cit-
tadini , le quali miferie furono elpreife dal Cardinal
Giulio de i Medici Arcivefcovo di Firenze , e Legato
Pon-
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tl9
Pontificio in Tofcana » in una Bolli con le feguenti
parole : tametz ab aliquof tinnii citta taf Pauferer in*
firmi rvariis morborunì incurabilium generibur infetti ex
vanir Mundi fartibuf adUlani
( Firenze ) confluxe-
mnt
, ut tam homtman muttltudine infirmorunt % tane mot*
ho rum
, tiifui, & odoratiti moleftorani faflidiot foca illìt
in ho[p*alìbus pàtere non fojfent t ex quo fit ut ditti
mi feri morbo incurabili laborantet' fetÌTrbent *vittum que*
renter tota die edamparwis eurribus
, et nsebicitlit di-
fcurrere
, feque , & aiios Jtbi ob^viot tedia, et impedi-
mento affitte i flurefquè ex tis nullo adititi in eorum
*vita regimine } in graviofef morbor incidere
, et omnium
Cbrifiifidelium auxilio dsfiiiuti fraematurani mortemi
fubirè coguntur
, & fronti ulti iti ani ut exinde mittum
confe quantum
, apparentef fibi morbo* incurabile s *variis
tnedìcaminibut fingere procurarnnt
«
IIL Quetto {'penatolo durò in Firenze per lo fpa-
zio di 24. anni, dopo il qìial tempo piacque alla Di-
vina Maeftà di concedere qualche rimedio, e follievo
alla miferia di tale numerofo ittiolo d* infermi , ab-
bandonati , e privi di ogni umano foccoifo j Quando
nella Quadragefima dell' anno 1519. adì 2 3. Marzo , predi-
cando in S. Maria del Fiore un fervente Reìigiofo D.Gali*
fio da Piacenza, Canonico Regolare di S« Àgoftino del-
la Badia di Ficfole, e modo a pietà nel vedere Firenze
ripiena di tanti poveri incurabili, incominciò nelle Tue
Prediche a raccomandare con ardente zelo il provve-
dere a sì grave calamità di tanti poveri Infermi; bit
fognofi di pronto ajuto ; e quel Dio, che avea ifpira-
to 1* Oratore a parlarne, mofle altresì il cuore degli
Uditori ad accignerfi alla fanta imprefa di levare dal-
le ftrade i predetti Infermi, e trovar modo , che fo{~
fero provveduti del loro bifognevole, lo che fegùì con
una celerità miracolofa; imperciocché adunati»* i prin*
cipali Cittadini in numero di 150. alla prefenza del Pre-
dicatore nella Chiefa di Santa Maria della Neve dei
fuddetti Canonici Regolari in Via di S. Gallo , il dì
23. di Marzo dello ite ilo anno, e quivi con la pre-
via
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vìa participa2Ìone » e licenza del. Cardinale Arciv'efco^
vq% e Legato Giulio de* Medici.-,» fondarono una <.nuo-
va Confraternita , fottpM il titolo della Santiflìma Tri*
nità' j'e* nello fteflb giorno formatone i Capitoli r ed
eletti gli Ufìziali, aprirono due Spedali,.prefi a fitto,,
che furono lo Spedale deMaiani di S, Caterina alla
Porta a S. Gallo per gli Uomini, e quello di S. Roe«>
co, che tornava dirimpetto al primo, per le Donne; e
gli Ufìziali eletti in detto giorno furono i feguentà ;
Priore AlefTandro d'Antonio Pucci,.           i
Configl, i2f Mefs. Lodovico Adimari Arcipr. Fior.--,
Mefs. Lionardo Dati*,.- ?
                   v ;„
,;; i Mefs. Marco Strozzi, l Canonici Fior»
t* *\ i Vs Mefs. Antonio Nerli, J
^xìmm uV 4 Mefs. Bartolommeo Redditi, v s ^W
AlefTandro di Lionardo Mannelli,
:*; ■.,?;ì Giovacchino di Filippo Macingbi;
Banco di Andrea degli Albizzi ,
Bernardo di Benci Bencì ,:
Nicolaio di Girolamo Lapi,
e: : i t
          tRaffaello di Rinieri Giugni,
u Marco di Simone del Nero-,
,-; W, i'A quefli fu raccomandato il carico ói radu-
nare anche per forza gl'Infermi di qualfivoglia male
incurabile, di condurgli netto Spedale affegnato , ed
ivi diligentemente curargli, e nutrirgli, e a detti Ufì-
ziali, o in due terzi di loro, trasferirono tutta l'au- :
torità y che aveva la Confraternita, fé fofìfe infìem^j
adunata, dando loro pieniffima facoltà di trattare,, or-
dinare, e concludere tutto ciò , che effi avellerò giù*
dicato effere in utile degli Incurabili, e della Com-
pagnia , comprefa la fabbrica di un ampio Spedale,
che a loro giudizio, prudenza, e follecitudine intera-
mente commettevano ; E fu certamente cofa mirabile,!
che una Compagnia nuova di non più d'xin giorno %
fenza pofTedere alcun effetto ftabile j né ayendo arlegna-ù
menti.', fuorché le , fole limofine de! .Fratelli,« e, de' Be-
nefattori , fubito comincia0e a ricevere , ed alimenta-
re,
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J2Ì
«e ; è curare tanti infermi ; è nello fteflb tempo intra*
prendere ra fabbrica del nuovo Spedale, non poffedefi*
So né pure il fuolo , dove fu fondato. Molte però fu*
fono le limoline , che per ©pera della Divina Pr©v«
Fidenza da divertì Benefattori furono contribuite , coti1»
correndo a folta i Cittadini con ogni forte eli cari*
tà , di maflTerizie, di biancheria..,' ài commeftibili 3 &a«
che per gratitudine » a chi avea liberata *ià Città da
■sì pubblica caìamira. li Suddetto Cardinale de* Medi-
ci oltre i* avere , due giorni dopo la fondazione nel
dì 25. di Marzo» fatta una Bolla, contenente un m**
te di privfìegj, fi aferifte di fop motu projri& tra* Fra*
Celli , e laddove gli altri nelP ingreifo, fecondo i Ga*
pitoli , pagavano mezza pi a Art a , e le Donne foldi 50*
egli pagò feudi di oro 200. Me (fa néro Pucci primo
Priore fi obbligò per iitremento Tomminiftrare pe£
25* anni una limolina di fiorini di oro larghi, dod&»
ci ogni anno » Il Cardinale Lorenzo Pucci promift*
tre fiorini d* oro ©gni mefe per parecchi anni, ed in
una fol volta molti diedero tino a #0. fiorini*
V. Cominciata così con tutta la maggior felicità
ra cura degl* Incurabili ne* fuddettì Spedali di Santa:
Caterina, e di Santo Rocco, ii Priore, e GonfigHet&>
i quali fi radunavano fa'* primi giorni in una ftanza
di ÌÀeù. Zanobi Priore di Santa Maria degli Alberi*-
gbi, penfàreno di dovere nello iteflò tempo attendere
alla fondazione del nuovo Spedale, per adempire ali*
obbligo , del quale erano flati incaricati > e piacque lo*
ro di comprare alcune Cafe in Vìa di S* Gallò, qua&
dirimpetto al luogo, dove la Confraternita era lìata*
principiata , e fopra tre Cafe , ed un Orto , nello isttf*
lo mefe di Marzo, come nota Mariano Geechi nel fuo
Diario, principiarono a murare il nuovo Spedale , ài
quale ne* tempi ftìfleguenti fu aecrefeiuco ,« e ridotto
nello ft^to, che è di prefente, con la Chiefa J e Con*
Vento per le Monache > con lo Spedale delle Dorme 5 le
quali fabbriche fono ftate éi tempo in tempo riitora-
te, ed ampliare per le limoline de* Beiìffaasuij e #ar*
Tòm.VlIL
                       § s                              tìco*
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£1*
cicalarmente de* Priori; % che fono rifeduti al governo?
di quella lupga » come appatifee dai libri., e dalle àr~
ini di varie Famiglie) (colpite in più luoghi,dello Spe-
dale . Mf innanzi, che profeguhtmo' il raceobromi
piace qui d* inveftigare la. qualità: de* medicamenti,. che
foni min iH ravanfi a detti Infermi y pei: venire; in cogni-
zione fé fina da quel tempo, era (tata» ritrovato; quel
medicamento ^c^ di prefente fi pratica confi sì; felice
roto-, che tutti i bifqgnofi; ne efcono, a migliorativa
perfettamente guariti. E primieramente notar debbo,,
che trovanti ne* libri dell* Ufeita pagamenti fatti agli
Speziali' per confumo di olia spiata, e di tremen-
lina >>( e fimili, leggendoli afeendere le partite del pri-
mo anno 15,20.- a: fiorini 4* ora pagati a Bernardo* Mi-
lli Speziale, rg^f II fecondo; anno; importo* it conto
fiorini 64., Il terza fiorini 39^ e: 41.. il quarta ./Neil'
anno poi rjj3> comincia adì apparire k partita del
legno fanto , e dii fua bollitura} che importò lire 15.S.
t folcii 8. pagati a Iacopo^ di Giovanni; Fantonr Spe-
ziale pei- valuta di libbre1 ggp* di legna fanto> a lire
j& il cento,, e cosi, fegue ogni: anno- un * efatta nota
delle fpefe per detto legna,> parendo , che polla ita-
bilirfi il principio* dell' ufo> dii tali medicametHo nel
1533. o in quel torna *
VI. E ritornando ora a più pregevoli' notizie di
quella Arcifpedale », ci faremo dai benefizi compartiti
ài medefimo da* Sommi; Pontefici., Neil* anna 1520.
Papa Leone X. avendo intefa la iilitu^ipne di quefta
jouava caritatevole Confraternita della* SantiiTìma Tri*
ttità % ed il conunciamento della fabbrica del nuova
Spedale dalla medeftma intraprefo, con Eolia fpedita*
in Roma fotte il dì zi. Dicembre dì detta anno con-
fermòi-i ed approvò* tutte le Indulgenze■» Privilegi,, e
grazie fatte; dal fuo; Legato il Cardinal de* Medici al*
la Spedale,, e eonfideratO) a venda egli i motti vantaggi
venuti a Firenze ,. da sì ftupenda carità,, ed iniìememente
le gravi fpefe v che erana neceflarie a farfi per 1* a-
riempimento dell* imraprefo edilizio % concedette Indul-.
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genza plenaria a cTii tkmaflc , ò lafaaffe alla fuddetta
Confraternita qualunque iomrrJa di danaro 3* ed inoltre
altri Ipecidtffifni privilegi 3 Col Ragguardevole titolo di
Arctfpedaìe , e con tutte le grazie , che godono gli
Spedali di Roma, includendovi S. Spinto , S. Giovan-
dì'Laterauo j e S. Iacopo di Galizia -con tutti i ioro
privilegj , quali per isfuggire 3a troppa lunghezza qui
fi tralafoiatio . EiTendo dipoi irato «l'aitato al Trono éi
Pontefice Giulio der Medici col nome di Clemente VII,
piacquegH di novamente. conferaiaTe le fuddette gra-
fie per fua Bolla data in «Roma nel cjuarto mele del !uo
Pontificato, approvando gli Statuti , e Cortiruzioiii fatte
da i fopTannominati Priore , e Consiglieri. Volle però
Copra tutti i fuoi AntecelfoTi Segnalarli Paolo III. ver-
fo il nottio Spedale , provvedendolo di alcuni beni lia-
odi V che furono t primi , affinchè coli' alTegnarnento
di entrate certe fi rendette più li curo il profeguimento
del caritativo iftituto } perciò il predetto Pontefice con
fua Bolla legnata in Koma il dì 6. di Marzo del 1541,
unì lo Spedale de' SS. Pilippo , e Iacopo fituato alla
Porta .della Giuftizia , ali* Arcifpedale éegV Incura-
bili 3 il Cjuale per quella unione entro in poiTelio di*
al crine Cale porle in Firenze % « di «alquanti Poderi.
VII. 1Vla pattando da i Sommi pontefici ad altri
IPerfbnaggi 'benemeriti del fanto luogo -3 rammenteremo
la liberalità della Repubblica fiorentina 3 poiché per
legge nel mele di A gotto del 1520. rifedendo trai
Priori Raffaello Pucci figliuolo del primo Priore Alef-
fandrò Pucci 3 furono aOegnate allo Spedale lire tre-
cento annue, da pagarfegii ógni due mefì fa rata di
lire 50. dal Camarlingo della Dogana di Firenze, E
per altra provvigione ottenuta come fopra , fi fommini-
Urano da i Minilrri del Sale ogni anno Itaia dieci di
Sale „ ti Granduca Francefco Primo fece un fmgolar
benefizio .al rrìedefimo Spedale , facendogli ricuperare
3o Spedale de\Sariti pilippo., « Iacopo » come lì difle al
Tom. V. lezione se vili. « xix. fflìnfitbe iel €*fyt> > e
«e ilo frtflo di ime il Martoriale del game, e ConiigHeh
Ss*                          dell'
-ocr page 333-
in
dell' Arcifyedale graziato dal Qtmùncst l 27. DkemBre
del i<57<£. Anche la Duchefla Eleonora di Toledo me*
lira di elfere annoverata tja.k principali Benefattrici^
adendo ella,., fino, ebe ville} mandato ogni mefe allo, Spe-
dale- Mise 75, e dipoi nell'anno 15^©., effe^do ih-ta gra*
QfaÉfe da Papa Paolo* IV. delle, fpogliePdel defunto Ve*
fcova di Pili'oia Moniìg*. Frsncefco éa. Gagliano 3 del riV
scatto. kflTegnò> feudi £00* fxer accrefeere la Cafa degL-
hìouYubiìi di Firenze ,,.coaie fi legge da una fu a lette»
tara-feri tra dalla; Villa del poggio in data degli n....di;
Giugno di detto annoda Monsignor Vincenzio BorgbU
ni1 Spedalingo degl* Innocenti-K Né debbo tralafeiare dh
molti Gentiluomini Fiorentini i legati confiderabili ,,.
ff-a«i quali Niccolò: Bolli lalciò- per fuo erede l'Arci*-
fpedale , e il Cavaliere Sinibaido Gaddi , oltre l'aver:
lafciato 500», feudi nei Aio telìamento del .1*591., adi 4^
df Giugno., avendo lafciasov eredi GararoiUa Pitti-, e*
fuoiDefcen dienti raafclaà ; con obbligo di chiamai
Gaddi 3 chiama,, iti- mancanza di quefti per la mela dm
Aaa-. eredità, lo Spedale degi' Incurabili, e, per. Palira^
metà, lo Spedale de* Coinvalefeenu dì Ss... Paolo. Xolo-
meo di Paolo Toìornei umilmente* aven-da* lafciaxo ere-
de Paolo ìtooè figliuolo » e d ifc e udenti, e pai i Figli di
Baccio-" Aio fratello ■>■■■ vollje ,. che mancate q.uefl.c- Once »;-,,
Aà erede lo Spedai* ». AUri poi; in vita fecero notabili::
benefizj» , come il Senator Francefco, Capponi-, che^
fpefe feudi gop. lare : tre } e. ki foldi- in rare ih pozza»
jìjelP Gino y, e condurre l'acqua ne trogoli per la va refe
i panni- degi* Irrfertrtk , Lorenzo Calder ini, fpefe* affafc
più avendo ornata ili Refettorio- di pietrami s> e della^
ì$dzt& pittura, di-Matieot RoHeiii<> che. vi ; fece neJlai
tsftara- un bel Cenacolo a frefeo» E deL GaiielJ.i, di>
cui non ho^ trovato il n-ome,, è P Oratoria dei Croci*
Affo ;■ tjovafi p-ure? a* N libri dell' Archivio èi arance*
fca* deglii Aibizzi Decano Fiorentino il legato di feudt
cento» e b©.* ìjogiti^ di Ser Erancefco Grazziai a,vvi ili
teitam^nto di Lioneico di Antonio; A tea vanti fatto adì;
17, Marzo del ipjj§M.?nei quale tintimi quelli ài fua»
■ iti                                                § ? 4>                                                  ^^
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w
Gaik ,, tutti i fuor Reni làfciÒ > che andafFero allo Spe*
dale degj* Incurabili) con obbligo di fare uno Speda»
letto in, Gafteifiorenuuo a fpendervi; fcudr mille dentro
a quattro anni»
VI IL Ancora, le Monache,,, o fi v vero le Fanciull©
Servienti hanno apportato allo fìeflb Spedale, fecondo
le forze loro % affai giovamento > poiché » okre 1* aver
fempremai con carità, faticato in bene degl? Infermi $ e
fatti Arredi facrL per la Ghìe fa , hanno fatto? fabbri*
care a fpefe toro il Coro > che pofa fopra colonne *»
&. rnenfole di, pietra,. Dalk medefitne Monache fono
pervenuti, per via di donazioni > q di testamenti varf
effetti, air Arcifpedale ,. trovandonV donati, da Suor Ma»
ria Giovanna Miniati e la Cafa dirimpetto alla Ghie-
fa ài S. Badi© , e certi terreni polli a Pagliericcio»
e la Gafa, che fi poffiede: in Via* delle Pinzochere , fu,;
iafeito di Suor Minima. Reggi uoli^
IX. E per fine venendo, alla,- CHefa, noteremo^
eifervi tre Altari dedicati già alle tre Divine Ferfone j.
ma pofeia nella, rinnovazione, della. Chiefa , col difegne*
di Gio: Batifta Pieratti , il quale fece di pietra tutte-,
tre le. Cappelle, di. ordine compofito » vedefr all'Altar
raaggiore lai. SS. Trinità di, rilievo » àlki Cappella la«»
cerale dalla banda del Vangelo avvi tavola della. Re*
furrezione di. Grift© fatta da Gofimo Ulivelli ,., ed isu
altro quadro Giufeppe Romei vi dipinfe S. Caterina*
de* Ricci . Di, Piero Dandini è un Salvatore alla ri*
iseftrella dove le Suose fi comunicano ,, e fono, lodati
fui frontefpizio, degli Altari tre- Ovati, cel.foHto firn*
bolo delle- tre Divine Perfone ,<opera, del foddettoGo*
fimo Ulivelli. Chi entra in Ghiefa trova a mano man-
ca una Pòrta., che. introduce nei!' Audienza. de i Si*
gnori Ufìziali , dovs pendono-alle Pareti in tavole e
le Bolle de i Sommi Pontefici , e le piante de i Ter*
leni acquatati dallo Spedale j.e voltandofi dalla Ghie-
§L, a-, maiuitta viene akra Porta , la quale conduce
nel Convento delle Monache , nel quale okre i parec*
chi benefizi fat^i* dà, i Priori,^ che di tempo in. tempo
hanno
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%i6
hanno governato \ moki confideraMi, fé gavv-i&no
sì nello Spirituale , che nel temporale di nuovo pio*
curati [lotti ?dal vigihmifCtmo predente Priore il Signor
Cavaliere Uguccione de' Ricci . H qui in line pongo
i' appretto jBreye pervenutomi .alquanto tardi>
'Sì'lwfler de Bedettis Me Sar&ana > pei 3 0 Jpflottate
Sedis gratia Lunenfis , fiarzanenfis Epfcopttf , £omes /$*$.
Uniyerfis
, ?& finguiir tChriftiftdeiibuf in noftra Lunenfi %
Sar&anenfi -JDiojecefi &onftitu$js
, falutent in D"amino ,
iQbfeqmum giù*» >0 gratnm Altifftmo tot ite iwgen»
Mere tredimus
, *quoties Bidelium- mentet ,ad charitatis >
t<5f .alterius Mcvotionis iChrifti opera, pauperrbus ero-
gare » ?qucs egeltas deprimi t} excitamur . Mine eft quoi
ad ;Hofj?it#ìe ;Santìae
, $f Jndiwduae Trini tatis ^o
■Ftoreniia Tanta $au$erum , tac mijerdbiiinm gerfonarum,
éf 'Infirmorum confluenti um multitudmem , cui Hoff itali
grojtriae facuhates non fuppetant
, mi fiChriftifide'iium eìar-
'gitione ei ,trìbuantur
,. Igitur vniyerfitates *veftras in Do-
mino wonemus
, $> hortamur > :ut quatn grimuvn ifcru?»
<rendur Wrater innocentius Macoli Órdinii Sanili Do-
minici Commìjfarius Megutatus fupra -tafiendis teìeetnp*
finis qro Micio fioritali
, uti hiatus mandato gonfiarsi
«vidimus
» -benigne ,recij?ieti$} ac fcharitattive gra&etis , j/er-
wittendo ijtfum in jEccleJiis ,*veftris
, iPoj?u.$ifgue ^Vobìs icom-
jmiffìs graedkare <> -fo inter MiJfartfM folemnia ,eos adhor*
tare ad Miftum Mofjfitale henefaciendum <>yerbo , & sexem*>
j/!o «Woloìs ruteni PJehanis <> fiate :Ecciefiarum jReflorikus 4
$am Curatis :% <qu(tm mon Curatìs
> fiwe gorum $ocatenen-
tibus % tnd quos ^raefatus jBr^ter gerwenerit
, fub excowm*
piefttionis goena 'Canonica monitione ^raemiffa ^ermittatiì
$opntos niobis jcomwijfifo? monere -ad $ azienda inanità
* gr&*
tias
> i& $ri*vi$egid ■> ,quae donceduntur ^omnibus Perfiniri
Quae Mliquid Me ibonit fui? contrìbutrint Mi&o jHofyitaìi

itti in jìiBv jeius mandato ronfiare .■widimut.. 0t ne vili
Miibium fit jquin graediMus §rater Innocentius fit werws
£oMWÌ$farine fupra ^raediBie fIndi4gjsytiif ,*> & gratti0
gètteedendis
> et exigendts gleemofinis grò graedi&p Ha*
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3*7
fpìtali » In huiut rei weritatem t é* fidem t has frae*
féHtef nvffrar fieri mafida<vìmus ynec non noftro consueto
Sygillo corroborati
. Duraturi* prefentibus , ufque ad
Afcenfionem Iefu ChriBi .
Datum Muffai in Asdihut nofiris' xui. Martii 1521*.
1
Loco ■$ Sigilli...
Wominicus Cominut Hot ari usv
R* pure ufcito im quefto* tempo > che io ferivo > il xix.
Tomo de' Sigilli- del Sig. Manni , nel quale egli ripor-
ta al num. vi ir un Sigillo di queih* Spedale , con mol-
te * e rare notizie illustrato->
LE.
-ocr page 337-
32S
ì
LEZIO N E XX Vili.
DELL* CHI'ZSJt E MQK,J8T;ERO
; pi So Giovannino in ma pi s; gallo '$,'
Obiliflìma quant*,altra mai è T origine
del Monaftero di S. Giovannino, prin-
cipiato con licenza del Maefro di
Rodi , da cinque Gentildonne Fioren»
ri ne addimarrdate Piera di Andrea Vi*
viani , Margherita di Lapo Cambi.,»
Francesca di Agoftino Panzani , Gio-
vanna di Ser Filippo , e Francefca di Mafo Ricchi »
le quali rifoiute di vivere infieme ritirate , e rinchiu-
fe in qualche luogo , dove poteflfero parlare i giorni
loro in Servizio ài {Mo-, ve&iroao 1' Abito di Mona-
che della Religio Re di S. Giovanni ©erofolìmitan© lotto
la Regola di S. Agoftino . E come andaile la cofa >
noi il* abbiamo dal Bofio F. 2. ;1. 4. della fua Storia,
dal Sig. Manni ne* Sigilli 1. 5. da Stefano RoiTelli , dal
Senatore Carlo Strozzi , <daJU Cronica del medesimo
Monaftero, e da molte aUre autorevoli memorie , nel-
le quali uniformi trovanfi le circoiìanze ài tal Fonda-
zione, che qui per ordine riferiremo . Neil* anno 13^2,
entrò in Firenze il Gran Maeftro di Rodi Fra Riccar-
do Caracciolo, il quale veniva jdal farfi un gran meri-
to colia Repubblica Fiorentina , eflendo egli à&m 1*
Arbitro j £ Giudice della pace tra Firenze , e Sieniu
conclufa in Genova nel!' anno antecedente 3 € pubbli-
cata con grandi fette in Firenze adì i.jjj di Febbraio
dello Aedo 4«no. Un così benemerito Personaggio eb-
be dalla Signorìa T alloggio nel Convento di Santa*
Croce 1 dove «(Tendo da' Fiorentini con ricchi doni , e
Singolari accoglienze onorato 3 yolle lafciar loro unsu
per-
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3*9-
perpetua memòria di ' Tua;'pietà'» ed infiememénte di
fua liberalità » avvegnaché alle fupplìche delle fuddet-
te cinque Gentildonne > fondò il nobile Monaft ero di
S.Giovannino, con fpedirne la Bolla data in S. Croce
di Firenze ai 3. di Maggio del 1392. nella quale col
confenfo de* Configlieli > che feco fi trovavano » Fra
Priamo Gambacorti Gran Priore di Pifa, Fra Lionar-
do degli Strozzi Commendatore di S. Gimignano » e^
Giovanni de'Cocchi Commendatore di San Pietro alle
Vigne donò alle cinque Donne la Chìefa , e lo Spedale
di S. Niccolò alla Porta di S. Piero in Gattolino, in-
fieme con un Giardino » e Cafc , che la Religione qui-
vi aveva » ed inoltre alquante poffeflìoni » e le ragie-
ni tutte pertinenti a detto Spedale 5 dichiarando però
in detta Bolla 1 e comandando le cofe feguenti » cioè
che le Monache , le quali ivi vivelTero, in tutto Sog-
gette follerò come Sorelle » e membro dell' Ordine Gc-
rofólimitano » al Gran Maeftro, e fuoi SuccerTori j in
mano de* quali dovclTer© prender 1' Abito , e fare ìtu,
Profetinone , e che per miglior reggimento» e governo
del Monaftero eleggere potettero Tempre che fotte di
bifognO) una di effe per Prelata» ed AbbadeiTa , la qua-
le fi chiamale Commendatrice » e ftcfìfe in queir Ufuìa>
a vita » dopo che folte fiata approvata dal Gran Mae*
ftro > e dal Gran Priore di Pifa , alla qual dignità
per la prima volta egli nominò Donna Piera di An»
crea Viviani » con ampia podcftà di far tutto quello »
che per oifervanza delle Regole » per la buona vita , e
coitami delle Monache fofle necefìario» ficcome dì ara-
mi niftrarc tutte l'Entrate» Centi > e Limoline a det-
to Spedale appartenenti » e di eleggere a voglia fua »
t quando folle bifogno di rimovere lo Spedalingo , Q
Sptdalinga neceffacia per albergare i Poveri > con patto
che elle non potettero ricever mai > né veftire Mona*
ca 3 o <3onv«rfa alcuna, né farvi ProfetTione fenza licen*
2a del Gran Priore éi Pifa } il quale dichiarò , che do-
verle e fiere 1* Ordinario Superior loro , e Visitatore ,
dandogli a tale effetto tutta l'autorità) e iurifdizionc,
Jm. V1IL
                      T t                              Se
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33*
Se poi le prime Rovelle Religiòfe prehdeflero i? abita
dalle mani del Gran Maeitro, io.fin*ora non l'ho di cer-
to ; égli è ben vero, che nel medefimo anno furono
mene in pofleffb della Chiefa, delle Cafe, e di altre ap.
partenenze a detto Spedale, da i due fuddetti Cavalieri
FraLronardo Strozzi, e Fra Giovanni Cecchi, e da quel
dì chiamate furono le Monache di S. Niccolò de* Frie-
ri, vocabolo corrotto dal nome Franzefe Freres, col
quale in quei tempi erano appellati i Cavalieri/
II. Prima però, che pacamo ad altre ragguarde-
voli notizie, qui dirò alcunché dei fopraddetto Speda-
le di S. Niccolò , il cui nome per le molte vicende
avvenute dipoi farebbe andato in oblivione , fé il Si
gnor Manni al Tomo X. de* Sigilli non ce ne defc
un cenno , dicendo come appreflo „ Precedentemente
n allo ingreflo di dette Donne era folca uro un Ora*
„■ torio ad ufof di Spedale fuggetto al medefimo Or-
„ dine Gerofolimitano , fondato da Bindo di Lapo
„ Benini prima del 1373, ficcome dimoerà 1» Arme di
9J lui di due Catene, poftafulla Porta di detto Ora-
»!?""» e con qoefta notizia poifiamo correggerei
Jl Roflelh, il quale non, avendo avvertito a quefta an-
tica appellazione di Spedale di & Niccolò, ferine ef-
icre quelle due Catene l'Arme di Giuliano del Beni*
no, che vi ne quafi un fecolo dopo il [addetto Eindo,
trovando»* Gran Priore di Pifa, e Tenente Generale di
jua Religione in Itaha nel 1450. ed il medefimo Rof-
felh addimanda que.fto luogo S, Giovannino alla Por-
ta a S. Piero in Gattolino , quando ttelìe carte vetu-
ftc, che parlano delle Monache ivi dimoranti, fono
fempre chiamate le Monache di S. Niccolò della Re-
ligione Gerofohmitana, e così leggef, nel Campion ver-
de di O.S.M, Monaflerium MonUlium $. Hicriaì Or-
imi* San&i hannis lerofoL iuxta T$rtam $. Fetrì in
GattiliMo
, tenetnr ftlvert Socie fati Beattfflme Pittivi,
>n Orto S. Michaeth lib. z%.
per obbligo di Niccolò
„ da lizzano , che loro lafciò un Podere nel fuo Te-
„ flamenco, rogato 1. Dicembre MItf. da Ser Filip-
» pò
-ocr page 340-
„ fo di Niccolò Naccì da GatnbaC •„ Cosi umilmen-
te nel libro alle Kifor magioni intitolato Stratto; Mo»
nialibus S. Nicolai hrofoiimtfinis froge gortam S* t*~
tri in Gfittotene élimofina
^//x 1489, Né mi fi appon-
ga, che nell'antico ìajora tG addimaiidaflcro le Mona»
che di S. Gio: Batifta dell' Ordine di S. Agoitino,
full* autorità di Franco Sacchetti , nella Lettera ferit-
ta a. Iacopo ài Conte da Perugia ; dove ragiona del-
la morte di Mona Scotta , iaouale dentro alla Por-
ta di 3* PkXQ in Gattolino, facendo mojti miraco-
li, tutto il Mondo m traeva, fullaqual JLettera vi fu
chi fcrifTe, che Suora Scotta fofle Monaca del Monaftero
ài S. Gio: Batifta della Regola di S. Agoftino del.
la Religione Gerofolimitana ; Ma il vero è > che den-
tro la fteffa Porta nel mcdefimo Popolo di S. Piero
in Gattolino erayi .altro Convento ài j& Gio: Batifta
Agostiniano, in antico fondato dai Biliotti, che per la
fama di detta Suora era addimapdato, come trovali
ne* Protocolli di Ser Giovanni di Andrea da Linari :
Monafterium $• loannis JSaptiftae 4$ Via Clara Ordini>
£. Augvftini 1 vulgo le Don/te di Mona Scotta* Onde
appunto per isfuggire la confufipne di due Monafteri vi-
cini tra ie^ e della jnede^ma Regoja » il noftro era
individuato Monaftero di ,S. Niccoli >
III. E ritornando ,ora alle jioftre Monache»ci—fa-
iremo dalle vicende , che «travagliarono quefte mobili 1
§
fante Religiofe^ notando in primo luogo la inec-efli*
ik ) nella quale furono ài abbandonare primo 5 ed an-
tico Joro Convento di .'■£,. Niccolò dopo un foogiorno
di anni fopra 130, Avvegnaché venute le Armi imperiali
alPafledio di Firenze nel J5.2^. per eifer detto Monafteio
troppo vicino alle mura della Città, fu rovinato in .qual-
.che parte per ordine della Signoria, e di chi governava,
forzate effendo le Monache di paftare in Cafa de* Ner-
li, e pofeià in quella de* Bini; quando terminata la
Guerra Papa Clemente ¥11. il quale da privato come
Cavaliere di Rodi era itatp il Protettore > e Governa-
tore dei Monattero » procurò loro ]a Sapienza fulia Piaz-
Tt 2                               za
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■ -lì*'
za di S. Marcoi dóve le fudaettc tornarono nel ijji,
ma mentrechè effe con notabili fpefé andavano ridu-
cendo il luogo a forma di decente Monaftero , piacque
al Duca Aleflandrò di farfi quivi le Stalle, e però
mandò le Monache alla Chiefa , e Convento di S. Sal-
vadòre oltr* Amo i che dal 1102.. i Monaci Camaldò-
lenti pofledevano, per donazione fatta dalla Repubbli*
ca al B. Ridolfo Generale di Camaldoli ♦ Grandiofo
per vero dire era il luogo, né difgradevole alle nuove
Ofpiti, che lo refero ancora più beilo con varie inno-
vazioni; coliate loro da tremila feudi ; Se non che.»
Cefimo I. per le imminenti Guerre d' Italia, follecito
di fortificare Firenze, nel 1550. dalla banda di S. Sal-
vador fece murare una Cortina, refiando così affai
danneggiate le Monache, e ne* Dormentorj, e nel Giar-
dino , e nelle Officine, in maniera, che il Duca di colà
levolle nel 1552. congegnando loro la Chiefa, ed Abi-
tazione in Via di S. Gallo de* Monaci Celettini, detti
di S. Piero del Murrone , ai quali S. A. diede iiu
licompcnfa la Chiefa di S. Michele Bisdomini, e di tal
cambiamento trovafene la feguentc memoria nel Diario
di Antonio di Orazio da S. Gallo , il quale fcriffe dal
1536. fino ai 1555. e dice ,,1552. di Maggio furono
3, cavate le Monache di S. Gìo: Gerofolimitano di Carnai-
ii doli, e furono meffe in S. Piero da Murrone: Il Mona-
„ fiero di Camaldoli fu in parte fpianato cella Chiefa, e
» vi fi fece la Muraglia, che fi vede, „ Quefta però fu
1* ultima traslazione accaduta alle noftre Monache, lt>
quali d'indi in poi iìabilitefi in quefto luogo fi fo-
no fabbricate un nobile Mohaftero, confervandofi più che
mai nella buona fama, e riputazione forto la Regola,
e ubbidienza della Religione di Malta , e per effa al
Gran Priore di Pifa , e noi principieremo a chiamarle
Suore di S. Giovannino in Via di S. Gallo.
IV. Ma per opera di chi veniflfe edificata quella
Chiefa, detta di S. Piero del Murrone , ed inoggi S*
Giovannino, è egli un punto principale da non fchia-
rirfi fenza andare a* tempi affai antichi ,• quanto però
fin*
\
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in
fiato© (per riferire lo abbiamo corroborato da una Bol-
la efifìeme nella Libreria Stroziana > e riportata dai
Signor Manni nel fopraddetto Tomo V. de i fuoi Si-
gilli. Intorno adunque all' anno igoo. era quello luogo
un ridotto di Cafe > abitate da Donne malviventi; e fic-
come i Mònaci della Badia Fiorentina , pieni maifempre
di zelo» non tralafciavano occafione alcuna di procurare
la faiute delle Anime , e tra effi grande operano del
Vangelo era in quei tempi D. Enrico di Niccolò da Ca-
denzano » Uomo sì venerato da* Fiorentini, che a lui
già era fiato raccomandato il Monaitero a Pinti 3 det-
to delle Ripentite , ottenne egli di convertire quante
Donne abitavano nelle fuddette Cafe, ed imitando la
divozione della primitiva Chiefa , che era d'innalzare
Santuarj fopra i luoghi più profani» coli* ajuto di li-
moline di particolari Cittadini, comprò tutto quel fito
di terreno , riducendolo ad un Oratorio , che fu edi-
ficato nel 1321.. da-Cambio di Cambi Cittadino > cu
Mercante Fiorentino, e da Donna Sapia Moglie del
già Gello de* Sacchetti di Firenze, con licenza di Mefs.
Michele Priore di S. Lorenzo , e del fuo Capitolo »
come dalla feguente carta apparifee : D. Michael frior
S* Laurentii cum Captalo concedunt lixentiam Cambio
Cambi Cinjiy
#* Mercatori Fior. & Sape Vxori q. Celli
de Sacchettis edificando Oratorium in honorem S* Marie
Magdalene
> in laco ditto Camporegi, ati. & 2. Via* a
3. tratrum JLrminorum , 4. Ho/pitale S* lobannìt Tre-
torum
, cum Cimiterio , Campana, iste. cum obligation*
eenfus in Feflo S* Laur. librarum
4. Cere. Ego ha**
nes olim Ver fé eli de Podiobonzi
13 m, i$. Jprilis , E
confeguentemente a quefta licenza l'Oratorio fu edi-
ficato in onore di detta Santa > e da' fuddetti Fonda*
tori donato a* Monaci di Badia, che ne furono Padro-
ni fino al 1329. nel quale anno dal P. Abate fu ce-
duto ai Monaci Celeftini, ad iftanza del Cardinal Le-
gato in Tofcana Giovanni Gaetano degli Oifini 3 che
ne fece la Bolla, che noi per ifchiarìmcnto del fin qui
detto riportiamo come appreffo ;
lo hit
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334
Iohannes mtferatione Divina fi. Theodori Diaconia
Cardinali* Apoftolice Sedis Legatati Venerabili in Chrifio
latri
( Tedice Aliafti. ) Epifcopo Fefulam, ac .... San*
(li Andre? fitcularit Ecciejie phr. Priori falutcm in Do-
mino, -5.'.. ■•■■ ' ifl* ...
Ad Mcclefias , $* Re ligio forum loca infra nefirn lf~
gattoni s termino? conflitti? a
> finterà in Domino cari tate
moBrttm dirigente* intuitum
';, jtt in ftatu falubri , &
frofpro gubernenfur
»; <ir prefer^enfur fi noxis •> tondigne
<pro<yifionit li ben ter fubfidium impertimur. Sane prò par*
te Religiofi Viri Fratris Nicolai Prioris Contentai San*
He Marie Maddalene de Fior. ReUgipnis fi. Tetri de*
Murre no Ordinis S. Bene,di eli
, ac fui Cpn*yentus no bit
txhibita petitio continebat
, quod emptis , & quefitis de
Chriftifidelium Elemojinis per religiofum Virum Dompnum
Henricum Abbatte fi. Marie Fior. Mpnacnm ditti Ordini t
4e fui Abbatit
, (b* Capifuli opportuno confenfu quadam
Domo fum Orto Fior* loco ubi dicitur pawporegium in Via
fi. Galli fiex ifuìbut nonnullis, inhonejlfitis aBibus diferimim
■nofis faiuti* deferì ieba tur
, ac diu fue.rjt in preteritum de*
fermtium .animarum operibus ex bone fi afe tatendi s
, ibidem
#d re<ycrenti,am y fa' fub wocabuU Beate Marie Magdalcne
'erigi fecit Altare
, $is turpi, ,ac *pili amotp lucernario ,
Hominc Dei fubsfep$fatp M. Magd. *yo tabulo fi fin ci u ari um
diceretur
, ad fal$fem Cbrifli fidejium deputatum ,. Cuntm
que iocus iàfe, tiare, mmorie Domini Caroli Dacit Cala-
brie Serenijjìmi Jrintipis Domini Ruberti Regis Ierufal*
& Sicilie, Primogeniti precum pbtentu per Abb.atem
, &
Capitulum Abbatie Fior, praedicle Religioni* Fratribut
regendus
, fa gukernandù* trjiditns fuerit , ut in eo Di*
*i>ini cultus officia celebrentur
> ac adeo fit in redditibus
tenui s
» et exilis.) qtifid ad predi cittm diqjinnm cultunu %
& Divina Officiti fer*vien$es inibì nequeunt comode fuh-
jientari ì quod fi idem focus di eie Religioni incorpùretur
,
& perpetuo uniatur 3 Di'pinus cultus ibidem xongruen*
,tiusr1 & frequentius fcr<vabitur
, & per Religionem,, àf
.fratres eiufdem ampliora fufeipiet
, incrementa y Nobis
per dtftum Priorem
, è* Confratret ti ut extitit th umili*
ttr
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\ ._                                                            $i%
ter JuppUcatum j ut prefatum locum ) firee SanBuariumy
Cìitn iuribus % & pertinentiis Just diBe ^Religioni unirei
annettere
j ac perpetuo annexafe * et incorporare dignare*
mur ; Mos itaque de cernente*'fi Jtc e fi
, ut proponi tua•%
fore digne diBis fupglicationibuf inclindndum
, Vobis pre*
fentium tenore committìmuf
> et mandamus , auatenus de
predtBìs 'vos
* mei mefirum alter informatione recepta *
fi propofitis meritas fttffragetur^ & in damnum Abba*%
tie Fior, prediBe mideritìs nulUtenus redundare
> &l4ffiut
CWpituli *voluntas accediti t diBum locum
, fiwe SanBuarium
cum iuribus
, ist pertinentiis: Jais auBoritate noBra di"
Be' Religioni S* Tètri quam affeBibus noftre mentis de»
mote ampleBimur
, uniatis r incorporetisij & perpetuo an~
nexetif. Troéifo tatften qùod Ecclefia S. M, prediBè Re~
ligionis
, atque lùtus prediBus debiti? non fraudetur ob*
fequii s
Y & àura animar um fi qua immine t diBe Ecclefie
&. Marie Magdalcne
, nullatenus negliga tur * Dntum Rom\
the ldibuf Martii Tontif. SanBijftmi in Chrifto Patrif
»-»
& Domini Domini lohannis Tape xxn. an. 13, Quivi
adunque i Monaci Celerini fermato bene il piede, Sa-
lirono in sì gran credito a forza di efempio Specchia-
to , che dell'Oratorio loro ceduto fi fecero una ma*
gnifica Chiefa viepiù arricchita' da i Benefattori * ed o*?
xiorata eziandio dalla Repubblica con la ordinazione
pallata nel gran Configlio del i$t§* di una offerta idi»
tutti i Magiftrati a S. Pietro Celerino > da farli nel
giorno di fua fefta ogni anno, e quivi itati che furono/
detti Monaci fopra a 200. anni per le vicendevolezze]
Sopraddette , cambiarono abitazione , e Ghiefa » paffan»
do a S. Michele Bifdomini »
                    >' m
LE«
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L E Z I O N E XXIX.
VILLA CB1XSJ X, UOKÀST£HO
DI $, GIOVANNINO IN VIA DI S. GALLO I£
©^
Enchè le Monache di San Giovannino
trovaffero in Via di S. Gallo un co-
modo Convento » ed una Chiefa gran*
de 5 € magnifica ad ufo di Bafiiica >
fabbricata già da i Monaci Celeftini»
pretto però effe applicarono il penile»
ro a più vaghe innovazioni} le qua-
li anderemo ofìfervando in quella feconda lezione «per
pofcia adorare il copiofo novero di Sance Reliquie. E
facendomi dalla Chiefa » ella è di tre Navate aventi
Archi alzati con una si fveita proporzione, che 1* oc-
chio in un colpo gode quanto avvi di bello in Chie-
fa » innanzi alla cui Porta trovali un maeftofo andito
con volta , ed alle pareti alcuni Armadi, ne* quali evvi 1*
Archivio della Religione di Malta, qua trasferito da Pifin
per ordine del Gran Priore F. Tommafo del Bene. Neil*
ingreflb in Chiefa»da' lati della Porta veggono due tam-
buri fatti di pietra > che fi alzano dal pavimento due
braccia per dare il comodo alle Monache di un paf-
faggio fotterraneo ; e la prima Cappella ». che incon-
trali a manritta » ha un Crocififfo miracolofo » che le
Suore feco portarono dall' antico Monastero di S. Nic-
colò alla Porta di S. Piero in Gattolino , e che qui-
vi collocarono in luogo del CrocifiiTo de'Bianchi) dai
Monaci trasferito nella Chiefa di S. Michele Bifdo-
mini. Segue la Cappella della Natività di S. Gio: Ba-
sifta con tavola di Santi èi Tito degna di lode per la
invenzione , colorito, e difpofizsone delle figure , tra^
le quali vedefi ergiate il mutolo Zaccaria, che fedendo
ad
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m
ad un tavolino fcrive il nome da porfi al nato Bam-
bino . La terza Cappella è dedicata alla Prefentazio-
ne di Maria, dopo la quale nella tettata della Nave/
viene la Incoronazione della medefima Vergine, che è
una antica pittura di Andrea Orcagna • Paflfando poi
ali* altra Nave verfo tramontana , alla prima Cappella
allato alla Porta evyi quadro, che rapprefenta Ja B.
baldefca Monaca delì'Ordine Gerófolimitano, della*
quale fcriflTe la. vita» e gli ftrepitofi miracoli D. Silva-
no Razzi ; alla feconda Cappella vedefi una Nunziata
della fcuola di Giotto, coli* Angiolo non fola mente
genufletto fui pavimento appiè della Vergine , ma effi-
giato in età puerile ; all' ultimo Aitare da quefta ban-
da il Grillandaio fece una Tavola y che rapprefenta con
grazia la Natività di Crìfto . E venendo alla Tribuna,
notar fi deve 5 che quella fu già fatta fare dalla Fa-
miglia Tedaldi , ma inoggi è comprefa nella claufura »
fervendo per fecondo Coro delle Monache > in veggen*
dofi fotto il grande arco collocato V Aitar maggiore
ricco di marmi 9 con tavola della Decollazione di S.
Gio; Batifta di Pier Dandini > meflTa fa. mezzo da due
Ovati rapprefentanti S. Agoftinp , e J>. Maria Madda-
lena de* Pazzi , amendue opere di AlefTandro Gherar*
dini, di cui pure fono le figure a frefeo alle pareti
della Tribuna della volta 9 e della foffitta deìh Chiefa,
con 1* architettura , e pittura di Rinaldo Botti.
II. Di due Cavalieri di Malta fonovi i Depofiti di
marmo pofti alla parete , quello di Fra Domenico
Mazzuoli trovali vicino alla Porta col feguente Epitaffio:
D.           O.           M.
dominici stradini mazzvolii
eqv1tjs hyerosolimitani
ossa                                  • ,
OBHT AN. SAI, D, MDLXir.
AETAT1S SVAE AN, LXXIV.
Vicino fila Sagrestia avvi !' altro di Fra Agnolo Mar»
cTm, VIIL
                    y v                              tei.
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*3*
tellinijil ài cui Fratello Bernardo liei Aio Teftamei?-
to , che rogò Ser Andrea di Giorgio di Mario Mari
nel 1598; in cafo che fi eftingueffe la fua Famiglia , lafci5
eredi le Monache ,cr lfcrizione dice come appreffo 1
E-          O.           M.
ANGELO MARTELLILO '
« «
SACRI' HYERQSOL. ORDINIS MILITI M
^rR'TVTfeJf ET PIlTaTEM PLVRIBVS VlClBVS        '
SED PRESERTIM IN NAVALI PROÈLIQ?
AB ENCHINÉDAS INSVLAS >
fANGVINf AC VITAE PENE IMPENDIO TESTATO
■ £ fi lì ' % ; S&À$ FRATRIS FILlVS ' ##■ ' 3 \ =
                 j **' o ì >,
l"«4^*Y' ^uA^NO SALVTIS' MPCXaì > fiVi'j          (ff> fi 'fi*
Sulla Porta poi in marmo leggefi la memoria della Sa-
cra della Cfciefa fatta dal Vefcóvo di Volterra Benedet*
to de" Merli, e dice :
■\ ■;■ ■■■ ■■ -" * " ■ -:.'........-'.::/■■■ ) ■ ,•*; *"■'- ■■,.-'ì-y - * ■■ yy o". ■ '■' ;■■ ■,; ,;^
Ri DOMINVS BENEDICTVS DE NERLlS EP. VOLATÈK. DIE DOMINICA
IN ALB3S LX. APRlLlS MDLIIi; HANC ECCLESfAM AD HONOREM Si
NICOLAI EPISCOPI ET CONF, CONSECRAVIT L. Q^ DIES IPSAM EA
DIE VISITANTIBVS IN PERPETVVM CONCgSSlTDE VERA INDULGENTI A
IN FORMA ECCLESIAE CONSVETA. TEMPORE VEN, ABBATIS5AE DO-
MINAE BARTHOLOMAEAÉ DE SIMONIS.
E nel mezzo del Pavimento avvi Lapida Sepolcrale dì
Gentildonna affai ilìiiilre per le fye virtù, che fale^*1
fcorgefì dall' Epitaffio ■ come appreffo : \
D. G,, M, ,,
MAGDALENAÉ.MARlAE LAVRENTJI SENàTORIS VÉNTVRI FILIaE
ANGELI MARCHIQNIS NIGCOLINI QVONDAM ^VXoRl
PIAE IVSTAE MISERICORDI QYAE ABDICATA SAECVLl POMPA
IN «toq NOBJLlVM VlRGlNVM ASCETERIO
LVSTRÒ PENE EXACTO SANCTlSSlME OflUT.
LVCRETf A LVDOVICI EX CoMlTlBVS iLCl CONlVX
OPTIMAE DE SÉ MERlTAÉ MATrI SEPVLCRVM MOESTlSSlMA E.
VlXir ANN#LX. MENSES X. DEC&SStT KAL, FEBR, AN. DGM. MDCCXLVW»
*                     - ! ni. e
-ocr page 348-
IH* E qui dovrei paflare alla narrazione delle in-
fìgni Reliquie , ma piaceroi di prima riferire un avve-
nimento in quefta Cbiefa accaduto ne* tempi , che vi
abitavano i Monaci» £ lo Mferifee Benedetto Varchi jal
Libro V. di fua Storia come appreflp »»' Ofo: Bati/hu
,, Beni detto il Gpzzerin? » trpvandofi in §> Piero del
„ Murrone con Batifta Nelli , e con Giuliano iBugiajr-
3, dini dipintore *' uomo femplipe j e tutto Cattolico}
„ e dato alle Profezie * reggendo «na .Stafua di Papa
„ Clemente Vii. corfe |>er uno fpiede , e gli tiro tan»
j) to, che la fece cadere, e non furono né gli uni ,
9) né gli altri, aon che puniti, accufati, anzi piacque
5, cotal atto a molti , e grandemente ,( come coloro ,
li che avefifero in quelU maniera , che potevano, à
>, grande amore veriola .libertà, ,0 fingolar i.odió con*
» tra de j pedici dimofirato) commendati #e lurono»
„ onde nacque per avventura il iBando mandato da*
                                !
» Signori Otto di Guardia, e Balfa, che iurte le Ar*
ir me de* Medici , che dal dodici infino al yemìfette f
,j erano Hate dipinte Y o icolpite nelle "Chiefe , o per
j» le Gafe» .così .dentip, £ome fuori della Città ;fi ican-
^> vcéllaiffero , e- leva fife rp «. 4)
'. • ■'■-•>'"-■                         t ^«u
IV.  Venendo -ora all' adorabile teforo delle fan-,                               '
te Reliquie, che poffeggono le noflre Monache , ram-
menteremo in primo luogo un Tabernacolo antichiflì-
mo di maniera Gotticà, avente guglie con criftalli ,
che adornano jnplti ;pvat* .contenenti Jpoftole j Stinchi$
Fucili , jed altre Offa di £anti Martiri ,0 il voglia Pon-
tefici , Vefcovi, CQnfefcri,, Vergini 4 e Vedove Sante
di qué* primi iecoli , leggendofi appiè del medefimo le
feguenti parole: Rev.inOkrifto fatrisDomni J)omn$
Io anni s Decretorttm Dottpris Abbati* S* Salvatoris de Ca-
rnai de li Je Fior., Abbati s BeftediBini An» Domivi mcgqlxv*
fottuta e fi hoc Tabewact/fain'--M quo fant Reliquia *
V.  Qyefto Tabernàcolo, ,0 piùtrotto.Altare portati-
le , efponevafi ogni arino in Chiefa snella Fefta de'San*,
ti Innocenti, e per comandamento del Gran Maeftro,
e Cardinale Fra Ugo Louben de Verdela , dovea km-
Vv i                             pre
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pre ivi ardere e giorno-} e notte una kmpàna ; Da
quefto Tabernacolo Monfig. Vicario Generale di Fiefole
Domenico Bardi $ ad iftanza delle Monache ne eftrafle
parecchi Reliquie > che furono collocate in nuovi, e_*
ficchi Reliquiari, lo che tutto àpparifce dal Manife^
Jfco dato alla (rampa nel 1724. che è 1' appretto:
Dòminìcus de Bar di 5 Froth Apoft* Can. Fior. Vìcd»
fìat Generati* llluftrìjftmi
6* Reverendiffimi Domìni Do-
mini Episcopi Fefulani AloyfiiMariae Strozza
Vniverfi* > cb* Jinguli* Fidetn facimu* y & in verbo me*
ri tati? atteflamur quali ter' exhibitocoram nobis per Ex-
€ silentijfimùm D. de FiftoUJts Traefofitum S* Miche in Horto
& Confejfariùm modernum Monialium S» lohannis Hierofol*
Ci vi tati* Fior, quodam magno Tabernacolo ex Ugno inau-
rato ttnfetlo
, cum quibufdàfn ornamenti* defuper Ugno,
pariter inaurato more pyramidum compofiti* * & undique
acclufo fpeculi* fixis ad inftar craticularum a tempore
immemorabili ci tra recondito) et affermato in earumE e»
elejta Jubtu* Altare S.lohdnni*i duabut clamibu* obfe-
rato pene* Montale* femper exiHentìbns cum lampada con*
tinuo accenfa iujftt Eminente & Reverendi/*. Dom. Dom.
Magni Magiftri Relìg. Hjerofol. Fratris tigoni* de Lou*
ben Verdela S. Rom. Ecclejtae Presbiteri Cardinali* San»
Bae Mariae in V ortica
, ut coniare fecerunt Moni ale s
praedifllaeex libro Regulae cap.
4. cb* quotannit publicaé
fidelium venerationi expojtto in feflo SS* Innocenthtm r
front ex inrata atteftatìone in alìisnoflrae Curiae exbi<i
bit a nobis aeedem Monialès teJUmonium praebuere. No* at*
pente perpenfo Reliquiario praedi&o flructurae antiquiJi-
mae
» & invento undique bene claufo con Fitluri* Ima-
ginum Salvatori? noftri
> ae SS* Virg. ab Ang. Annun-
ciatae
',, ac SS. Vetri \ & Fault, Bene dì eli \ & RomuaU
di 9 cum hac infcriptione fubtut literis Gothici* efformata*
videlicet
tempore Reverendi/*, in Chriflo Fatris Domnr
j, Domni lohannis DecretorumDottori* Abbati* S. Salva-
tori* Gamalduli de Fior. Abbati* Beneditìini an. Domini
ti lZ61* fa^m efi W? Tabernamlum j in quo funt Reti-.
quiae
-ocr page 350-
w
s, qui de &C, ^ ìnjlante ditto Excell. Domina de Fiftolejts
ìli uà rovereti ter aperuimus
, & in eo invenimus infra»
fcriptas SanBorum SanBarumque Reliquia* adbibitó quo*
que ad formar» Sacrofi Conc. Trid. in fefs.
2$. e, 2. de
invocazione
, venerazione j ut Reliquiis SS. &c. Super
earum cultu
> igt venerazione Virorum fumma pietate, at-
que Tbeologica doBrina expertorum conjìlio
» Mas » Ó*
quamlibet earum feparazim cum ipjifmet nominibus lite*
ris\. Goshicif conferirtis collocavìmus in variisvafeulis
criftallinìs ad inftar Urnarum fabrefatlis
> & in ter fc^
tonfimilibus cum Cruce pari ter criftallina fuper eorumdem
operculo pofita
} & vizza ferica rubri colori* circumli-
gatis
, nec ncn parvo Sigillo noflro gentilizio duobus in
locis in cera rubra Mifpanica impreffo munitis
, ordine*
infraferipto videlicet :
In
1. ex Vafeulis praediBis de Terra ubi Cbriffits era*
viz in Orto .                                      ■ , -il.
In 2. ex Sanguine Imagin'ts Salvata
In
3. ex Lapide S. Sepulcri D* N. I.
In
4. ex Manna tradita Moyfi.
In %% ex Ojfibus S. Andreae Apoft*
In 6, ex Cruce eiufdem Apoft.
In
7. de Vefte S. Barsoi. Apoft.
In È. ex Offtb. praed. S* Bart. Apoìl*
In
9. de Ielle eiufdem Apoft.
ìn io. ex Offibus SS. Iacobi Apoft, & Zenonis',*,/.
In 11. de Ojfibus S. Tbomae Apoft,
In
22. ex Ojfibus S. Blafii Mart.
In
13. ex Ojfibus S. Fabiani Martf it
                     ,
In 14. S. Eleuterii Mart,
In
15. S. Antonii Abbatis .
            >,/,; v
In 16. S. hbannis Gualb. Abbatis,
In
17. ex Ojfibus plurimorum SanBorum MM* & 8a*8é*
rum MM.
In
18. ex Offibus Sancii Macarii Abb*
In 19. S. Clementis Papae
»
In 20. S. Stepbani Mart, « ;
In ai. S* fauftini |
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34*
In 22. 8, Ignatii Mart*              r
I» %%. S. Ckwnt. Mari* l \ x
In 2 4» S, Cariffitm k
Ih 25. $. lohannis Patriarcbae t
In 16. ex pffibtts SS. 4. Coronatori*»!*
In 27. de Cilicio %• Jhomae C antu ari enfi* »
In 28; ex.ÙJJihus S. Nicolai Mf* Bare»*
In 29. iX ìFV^i & Modefli MM.
in 30* [SS. Ab do» » ^T ,?««*#* MM* \ìij
In II* S. Onuj/hrii
In \i. S. Euporofini.
J* 33. /<? OJfibus , & Carne S, Jacob/ Jnterafi\0
In 34. 5*. Zenobii Jìpfcop .
fo 35. £, Sil<ve&ri '.
In %6. SS. Cofwae , & Damiani .
/« 37. $fe Dentibus *h\ JEufebii ,
In %2. ;S. Sederini.                                       \ k
/« 39. S. Sebafliani M.
In 4©. S. Si gif mundi .
I» 41. S> Peregrini .
/# 42. S* Gerboni? >                             VW »
In 43. 5". Georgii ,                                 y, »,rC
I» 44. <fe Te fitto SS. Innocentium .                  ■_;■';
J# 45. iS1. Antonii M.
In 46. S. Eugeni? ,
J» 47. £. Vrfulae Firg, èf Mar,
In 48. 5". Luciae Virg.. & Mar*
In 49. £. Scolafticae fàrg*
In $q. ex Off/bus 11, ./». Virg. & MM.
In 51. tf# Pjftbus earumdem .
7» 52. ^S1. spolloniae V. & M,
In 53. »y. Vraxedis .
/« 54. de Velo S. filifabeth Reg. Vid*
In 55. ex Dffibus S. Jìuphrefinae,
I» 56. ,#*• Ojjìbus S. Margaritae V. & M.
In 57. S» Euphrojttte .
/» j8. Ì'. Mariae Magdalenae , r ^
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ìnfu$ef quòque tnyenitnut iti fu$radÌ$è Tabéftiatulek
partem non exig.uam Ligni SS. Crucis D.N.I. qusm ad
formata Crucis aptatam intus thecam ex duri ch'alca inaù*
rato com^ofitam ó<valis figurae anteriori far te cryftallf
tcclufam , & <ùitt a ferie a colori s rubri y & Sigillo no-
Jlro fjluèhut in locis imftrèjfo munitane reclufimus
, *<rff
non tibiamSS. InnocentiuM <> quatti cothcaevimus in the 4
éa cbryflalìina cylindricaé figura? fari ter duobus in{ Ja*\
cis objtgnatatn
■.- Quas omnes fatraf Reliquia*) ut fugrà
recognitaf ?(Collocata? * & figiliatas' in <vafcttlisprae-s
diBis modoefue fugradiclo' fradidimus prefétis Abba*
tijfae % 4$ Monialibus ) in fuó' roboré' rimanente onerar
perpetuò latnptidem accenfatn refinendì% ìuxtà mandata %
antediBi Èminentifs: D. D. Magifiri
érv. cutn facuì tate*
public? fidali uni '■ùeneratiòni exgofìendi
, éf rètinendi iti
éo cui tu'
, in quo ufque: adeo rete mas ftier'unè ■> é* aliif
dotiandi
5 é" ium aliis (olitif facultat-ib'us j In qudruni
fobur-i & fide ni has paefentes manu notfra fubfcrigtas 9
noftroque firmata* Sigillo ex?]>ediri mandaiììmus'
. Da'»"
tum Fior, ex Curia nojlrà Èpfc. Fé fui, fòfita apid
Eccl. Frìor. S> Maria? 'in'"- 'dtiAjf* ad Ep Fef. fletti?
iure f$eBantera die
io. lui.' 17*24* -
VI. Oltre pòi alle fuddette Reliquie deli deferitte?
Tabernacolo- , trovanti akfe ,> delle quali ne darò1 qui-
fom ma ria mente la notizia » come di uu Dente di' San1
Gìo: BatiiTa lafeiafo i giufta l'antica tradizione » da uri
Cavaliere dr Rodi venirtoa Firenze alla Chiefa di- San'
Niccolò de* Friéff, mollo a ciò' fare da fegni' fopran-
naturali , ed egli fteflfo fece fare quella Tetta di' legnai
rapprefentante al vivo S. Giovanni, denteo la quale-i
vi collocò il Sacro Dente, chi ufo- in uno1 fcatolino d*
argenta , e del medetoo Sanro Precurfore confervaft
pure un pezzetto ài Cranio donato alle Monache dal»
Gran Priore del Bene , il quale ottenne dalla Glìiefa
di S, Gio. di Pila, detta del Tempio, una Coftola del-
la Beata Ubaldefca , in onore della quale il detto grai*
Priore fece a fue fpefe lavorare un belliifimo Keliquia-
lio d'argento* alto i*n palmo , che donò al Monaflew
9
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m
to > dì cui egli era il Superiore . Sotto V Aitar wag-
giore adoranfi due Corpi Santi , de5 quali il primo
chiamati S. Bruno M» donato dal Cardinal Gio: Carlo
de* Medici , ed il fecondo , che è il Corpo di S. In-
aocenzio M. fu mandato di Roma da Leonora de* Rolli,
e con una traslazione (bienne ricevuto in quella Chie-
fa , come notò il Verzoni nel fuo Diario , fcrivendo „
il 27. di Agofto del 1562* venne éi Roma il Corpo
ss dì S» Innocenzio M. alle Monache di S. Giovanni*
„ no in Via di S. Callo $ vi fu procefilone > e ftette
jj tre giorni efpofto • »
VII. E per fine notar mi piace, che in Oonveru
to fi cuftodifeono parecchie lettere di Santa Maria Mad-
dalena de* Pazzi fcritte di fuo pugno , ed un divoto
fuo Crocififlb , al quale ognidì più fiate la Santa ora-
va ; moftrafi la Cella » che bambina ella abitò in que«
fio Convento , con altre divotiflìme memorie della me-
defima . Ma poiché di quefte Monache (ingoiar iflìma**
gloria farà maifempre la educazione , che qui ebbe la
detta Santa, non difdice, che riportiamo quelle parti-
colari notizie 4 che riferifee il Dottor Brocchi nelle^»
Vite de* Santi, e Beati Fiorentini, T. I. alla pag, 509.
come fegue *, Finalmente eflendo fiata pofta la Santa in
95 educazione nel Monallero della Religione di Malta-.
95 in S. Giovannino detto de' Cavalieri di quefta Città
9, di Firenze> giunta che fa all'età di anni io. fu
9> (limato proprio dal di lei ConfeiTòre di confolarla in
„ ciò, che ella tanto bramava, concedendole di poterli
9, comunicare ; come ella fece nel giorno della Santif-
3, fiaia Annunziata dell* anno 1576. con infinito giub.
J3 bilo del fuo cuore , facendo in quel!* illelTo anno
3, perpetuo voto di caih'tà » nel qual atto le fu da Gè-
»! su pofto in dito ì come a fua futura Spofa un a-
3, nello» il quale 3 benché allora da lei non fofle vedu-
9, to , né fentito , le fu poi moftrato da Dio in uru
jj Ratto ) che ella ebbe di più ore •
3, Di qui neir anno 1578. fu dai fuoi Genitori fat-
49 ta ufeire 1 e dopo due anni nuovamente introdottavi
» coli'
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5, coli* occafione, che fuoPadre ebbe dà andare Conv
sj miliario a Cortona, conforme chiaramente appare dai
3, libri de* Ricordi del detto Monaftero'da me? veduti.,
?, ne i quali fi legge ferino quanto appreflf® -- Adì 25.
,, Febbraio s'è rilcoflb lire quattordici da Mefier Cam-
„ miilo de* Pazzi per conto delle fpefe della Lucrezia
j, fua Figliuola , che ci è venuta a Mare in ferbanza —
(noti il Leggitore , che la Santa ebbe tre nomi, nel
Battefimo di Caterina , nella Crefima di Lucrezia , e
mila.
Profeffione di Maria Maddalena ) in altro ri-
cordo fi legge -- Adì g. Marzo 1578. fi è rifcolfo
5, lire quattordici da Mefifer Cammillo de' Pazzi per le
3) fpefe della Lucrezia fua Figliuola , e fìamo pagate di
„ tutto il tempo , che ci è ftata . -- Il ricordo poi
,3 della feconda volta, che ella itette nel medefimo Mo«
, j n attero dice appunto così --Adì 16. Luglio 1581.
,, fi è rifeoflb lire otto da Metter Cammillo de* Pazzi
j, per le fpefe di Lucrezia fua Figliola , che, ci venne
„ in ferbo adì 6. di Maggio del 1580. detti danari
„ portò Gerì fuo figliuolo ; — E dopo tre altri paga-
3, menti fatti da Mefier Altobianco Buondelmonti Zio
3, materno della medefima , vi è il feguente ricordo,--Adi
;, 1. Novembre 1183. fi è rifcolTo lire 3.2. da MelTer
,, Cammillo de* Pazzi per ogni refto delie fpefe deìh
5, Lucrezia fua Figliuola, del tempo3 che ci è ftata in
53 feibanza , e fiamo fodisfatte • «*
33 Da quelli ricordi adunque fi cava, che la Sanra^
„ flette ir? più volte in detto Monaftero circa 6, anni
3, e mezzo , nel qual tempo diede ella faggi non OJ>
3) dinarj di fua gran bontà, ftando quafi fernpre in ora-
>, zione , fuggendo 3 per quanto poteva, le ricreazioni,
3, e divertimenti , e procurando di efercitarfi negli u-
5, fizi più vili j e più faticofi del Monaftero ; Convcr-
„ fava fernpre colle Religiofe più avanzate Dell'età., e
5) più favie , e fra quelle, ojtre la fuaj Zia materna.,
5, Suor Leonora Buondelmonti ebbe molta domefti-
s, chezza con Suor Carità Rucellaì, con Suor Maria-»
» Fedele Soldani , e con Suor Diamante Mazzinghi,
Tem, VIIL
                       X x                         „ alle
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„ alle igj$à1f?fòrflifei poi eflfendo Mònaca molte lettere,
» e mandò a donare alcune Immagini di Gesù dipinte di
3» Aia mano , le quali tuttavia cerne reliquie della San»
j, ta fi confervano con gran venerazione , infieme con
j, alcune delie fuddette lettere » ed alcuni de i Tuoi
s> Abiti , e Veli, nel predetto Monattero ài S. Gio-
„ vannino, in cui lafciò ella efempj di gran virtù, ed
„ introduce maggior frequenza de i Sacramenti , lau
>, quale fino al prefente con gran profitto fpirituale_»
4f ài quelle oflervanti Religiofe vi fi mantiene. :
,* Stava la noftra Santa quando era in quel Mona»
j, fiero molte ore in orazione davanti ad una Imrnagi-
), ne di Gesù Croc i fi db , che è in Còro , e parimente
«quando andava nell' Orto fi fermava ad orare dalla*
» parte della Compagnia di S. Gio: Batifta detta dello
4l Scalzo , davanti ad un'altra Immagine dei Crocififfb
j, dipinta a frefco fui muro , di cui pur tuttavia fe„»
ne vede V Effigie .
„ Fu più volte veduta in eftafi, mentre flava nel
,, medefimo Monaftero , e fpecialmente una volta nella
» fefta dell* Afcenfione ; nel qual dì le diede il Signo-
» te un conofcimento sì vivo della fua fomma bontà >
» che a gran fatica potette il di lei cuore, fenza ve-
„ nir meno , foftenere la grande allegrezza , ed il gran
,, giubbilo, che provava; ed un'altra volta nella°So.
j, lennità di Pentecoste ebbe un eftafi di fette ore con-
jj tinùe ,. mentre ella era alla grata della Chiefa , ove
a, fu veduta j ed ammirata da una gran quantità ài
v
Perfone . „
•^:.,^.-.V ■:>■:■■
LB
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347
L E Z I O N E XXX.
> £ LL A C XI&S A £ MÓM JST E R O
; Bjl SANTA ttfCIÀ.' IH VIA DI S. GALLO;
J.
Ivea nel fecolo xv. grulla le parole
della Cronica di S. Marco, Frate An-
tonino in sì gran concetto di fann-
ia , e di dottrina predo Papa Euge-
nio IV. dimorante allora in Firen-
ze > che Ci meritò quefto Santo e per
il fuo Ordine , e per la fua Per fona
da un Principe così giuito eftimatore della virtù , ono-
ri , e grazie fingolariflìme ; eiTendo egli itato , benché
contra fua voglia , eletto nel 1445. Arcivefcovo di Fi-
renze dal medefimo Pontefice, dal quale nove anni in-
nanzi avea ottenuto liberamente per i fuoi Frati il Con.
vento di S. Marco v e nel 1441. il governo del Mona-
ftero di S. Lucia in Via di S. Gallo, ufeiti effendone
i Carmelitani j dopo: la morte del B. Angiolino, come
diremo fui fine della prefente Lezione.
II. In quefto Convento V anno 1440, avea il fo-
prallodato Pontefice trasferite le Suore del Terz' Ordi-
ne della Penitenza di S. Domenico, con una Bolla ,
che principia Romani Vontificis Pro<vi'denti a circumfpeBa,
Di quefte Pinzochere , una parte era venuta di Roma , di
colà richiamate , perchè erano rimafe fenza guida dopo
la morte di Fra Manfredi da Vercelli , parte di eiTe_*
erano in S. Maria della Neve /ed altre abitanti nelle
proprie Cafe fparfe per la Città , e maflimamente die-
tro a S. Maria Novella nella Via detta Gualfonda , e
di coftì appunto S. Antonino ne cavò la prima Prio-
ra , che fu Suor Rebecca moglie di Cola Gioielliere,
e dopo il lungo governo fatto da quella) fuecedette Suor
Xx 2                               An-
■Z27.
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34g
Angiola moglie di Maringo Maringhi, U quale elezió-
ne trovafi nelle Croniche confermata dal Beato "Loren-
zo da Pifa Vicario Generale della Provincia di Tofca-
na , quando nel 1484. emendo Prióre del Convento di
S. Marco Fra Girolamo Savonarola , per cui erano
portate s ed impegnatiffimè molte -Gentildonne Fioren-
tine } tra le quali erano Clarice del Magnifico Lorenzo
de* Medici , Conieffiaa di Giuliano Salviati, Alfonfina
Donna di Piero d; Lorenzo de5 Medici, e la Contef-
ria Caterina di Tagliacozzo Vedova del Conte Orfìni,
allora abitante in Firenze , le quali coli' efortazionì
del Prior di S. Marco prefero a beneficare il luogo dì
S. Lucia j fin allora piuttofto un Confervatorio di Pin-
zochere , che Monattero . Comprarono quelle Dame e
Cafe , e terreni contigui per ampliare i Dormentori
/ino a 120. celle > murando Stanze , Sale , Cappelle, e
da' fondamenti rifacendo una Chiefa voltata con la^
Porta grande in Via di S. Gallo , non per altro , fe_*
ho da ufare le parole della Cronica, che per la divo-
zione fingolare , che le fuddette profetavano al Padre
Girolamo, il quale avendo penfieri affai più vafti 5 di-
leguava con quella fabbrica un Monaftero non folo di
un* efemplare oflervanza , ma della più ftretta Regola
delle Monache Domenicane , come gli riufcì, avendo
nel 1495. mutato l'abito alle Suore eoli* aggiunta.,
dello fcapolare , e velo nero , ficcome aggiunfevi la.*
claufura j e la proibizione di non mai mangiar carne,
e quello fu il dì 16. di Agofto del detto anno , nel
qua! giorno per 1' autorità avuta da Papa AlefTandro
VI. ftando parato Fra Girolamo ali* Altare > con dolci
parole efpofe loro le Coìtùuzioni delle Suore , che vo-
gliono vivere fotto la cura de* Padri Domenicani, e_*
Tanno avvenire fotto il dì 3. di Febbraio fece far lo-
ro la profeflfione , le comunicò all' Aitare; , e poi le ri-
mette in Convento , obbligatefi per ragione della clan*
fura di non fortirne mai più .
111. E tanto lungi furono le nobili Fanciulle di Fi-
renze dallo fgomentarfi a fomigliante aufteriffimo iftitu*
to,
-ocr page 358-
m9
to , che fi aumentò il numero delle Monache* fino-éu
129. <e. nel eorfoìdiuanni 260. non maij.iì è raffredda-
to il primiero fpirito > in maniera , che> viepiù crefciute
nella pubblica eftimazione preffo deVPontenci', de* Prin-
cipi) e de* Vefcovi » trovafì, che la Repubblica Fioren-
tina gelofa effendo della ocuftodia di Caterina de* Me-
dici fanciulla di undici anni» e che poi fu Regina di
Francia , volle , che folle; raccomanéató itk data in fer-
bo a queftè Religiofe nel; 1*530. come."fi: diffe Riparlando
del Monaftero delle Murate, ove ella flette più-annL
t>ipoi «Pio V. follecito della conferma zio ne idei Monafte-
ro detto «di S. Domenico alle .Stalle , cavò nel 15 5<5-
ixove Religiofe dì S. Lucia mandandole ^al detto Monaf
fiero per una fanta riforma; ed Ugolino Martelli Ve*-
fcovo di Glandeva neilaOrazionei, che .egli fece in lo-
de di S. Antonino jla mattina della folenne traslazione
del Corpo del Santo, chiamò più fiate «il Convento di
S. Lucia Dernotiffìmo y ReligiQJtjJìfao , e BeafìJJìmo , ram-
mentando i fingolari miracoli, che in effo, il Signore
Iddio, avea operato per mezzo di S. Antonino =.'
»i IV. Né mancarono de*pdyiUi«Cittadini portati,altresì
a favorire il noftro 1Monaftero :, rrov&odofi ; nejl' Archi-
vio della Compagnia di S. Michele alla Madonna de*
Ricci il testamento di Meffer Gio: Paolo di Carlo Fe-
derighi , il quale lafciò erede, della Compagnia coru
quefta obbligazione di veftire nobili Fanciulle in S» Lu-
cia , con dote di feudi 130. e rogò Ser Bartolommeo
di Giovanni di Paolo 24, di Aprile del 15.23. £ nel
parlato fecolo minacciando rovina il Convento , fecero
a gara i Benefattori in reftaurarlo con V affiftenza di
Gherardo Silvani: e perchè nejlo (cavare fi trovarono
frammenti di Statue credute Romane , e molti altri
marmi , fé ne parlò aflai , foljjetcandofì, che ivi foife
fiato uno di quei luoghi in Firenze frequentati da* Gen-
tili, nelle vicinanze de' Fiumi ,:come> era quello full'
antico corfo del Mugnone,, e in faccia ad una Strada
affai celebre, benché noleggi non ve ne fia velìigio, ef-
fendo foltanto omrfo odUe.Saittuxe vetufie il nome di
Crom
l»M—
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35®
Cróce dì 'Via ; e qui g fov.a mi? di ì nata re > - che in fj«mil
modo opinò Mon%nor Borg.hi?ni efìsre fiato luogo pure
famòfo quello^ che anche di preferite fi dice la Croce al
-TrcBbió
. In un Ricordo iM. S. di Leopoldo del Migliorie
lcggelìy che i fuddetti prezioiì marmi fodero comprati
dal Marchefe Guadagni «dietto la Nunziata » ove anche
°gg' ^ conferva no, \ ■■.. ;,■ .*;,£■-.•• •-■., <A tjii^j.-vj .
V.   Ma facendo ritorno all'-anno 11495.s epoca del*
<$i ammirabile ofTervanza principiata sì felicemente: ina*
quefto'Monaircro , il comune nemico delle buone;, e
fante orkfe non tardò a fare gli sforzi ftioi ;pér di-
sturbare quella pace fpirituale » e quell* alto credito»
che godevano le novelle Spofe di Gesù Criflo. Quin;-
tM< è i che-"ieggefi nella loro Cronica , come nel 1497.
fi *I cominciarono a ìentire in Convento moltiffimi ru-
moti , e ^gtandi ftrepiti a tutte l'ore» fenza vederfi
ibride fortiOVro\$ e *di fomigliante acerbiflìmo avveni-
mento diverfe furono le opinioni > che io tra la fc io di ri-
ferire , parendomi alfai chiara cofa , che folita arte fia
dell' Inferno, tentar d'impedire il bene, e più che più
un fanto iiiituto di Vergini, E peravventura , chi fa.
che tali disturbi non foflfero appunto un prognostico del-
ledifgrazie , che erano imminenti al Convento di San
Marco? avvegnaché l'anno fegùente accadde il tragico
càfo della morte del Savonarola » dopo la quale celaro-
no tra quelle mura le inflazioni. Onde fenza timor ve-
j-unò noi poffiamo entrarvi per otfervare un* abbonde-
Vólezza di cofe pregévoli, ed infieme venerabili.
VI.  E facendoci dalle naoltiplici Cappelle» che fo-
no nella Claufura aventi o intigni Reliquie , o mira-
colofe Immagini , entreremo nella Cappella , nella qua-
le trovanti alquante memorie del Savonarola , e fono
pn divoriamo CrocifiiTo dipinto in tela » che era del
fuddetto Religiofo ; avvi pure quivi un* Immagine di
Maria , quella appunto > che i Fanciulli per ordine del
medefimo portavano in divote proceflìoni per la Città. In
«lira Cappella adorafi Un prodigioso CrociliIfo ftato già
éi Monfjgnor Tornabupni » e pattato-.alla Nipote Ver»
*tfK*                                                                          gì-
-ocr page 360-
mmmmmm^m
gihia PandòlfinfV che da tei fu donato alle noftre Mo-
nache s e raccontali per tradizione, che eh ina (Te il capo ad
una Suora orante a' fuoi piedi. Vaga altresì , e divora
è la Cappella dell'Orto , in ctii vedefi una Vergine^,
Maria col Figlio in collo , e due Santi attorno , far.«
ta di terra cotta della Robbia a fpefe di Giovanni s e
di Criftofano AlefìTandrini , i quali fpefero in dettai
fattura fiorini d'oro 70. E pattando al luogo più Tan-
to del Mona&ero , che è il Coro delle Monache , full*
Altare adorafi una Spina del Signore legata in argen*
to , ed il Legno della Santa Croce in un Reliquiario
antico, avente due Armi fmalfate s una degli Ubaldi-
ni j e dev Marabottini 1' altra ; e per dire il come e
quando venifle in Convento quefto rariffimo Teforo »
riporterò qui il feguente Breve.
>■:,■ % -.-'■ % ■ - ' ■ '■•?. ■'., rf< I <.....• ili ip %], :•';> :'uih$
Laurent! us Divina fftiferatione Epifcoput Fraeneff*
S> R* E. Cardinali* Santtorum IV* nuncupatus
■-, ae Ma-
jor Poenitentiarius Diletto Fi/io in Chrifio Roberto de
Gagliano Ora1. Praedicatorum Frofejfori Congregationit
$. Marci de Florentia falutem in Domino fempiternam *
'in Cum cena perfona front nobis ■ exfofuifli i in ÌWÈp
fejfione tibi re<velajjfet
, fitempore 0bitus felici* reco?*
dutionis Leonis PP*
X. p&rticulam quamdam pretiojijjìmi
higni S* Cruci* D.
JST. L C. quam ipfe Leo Papa oh dem
>votionem deferre confue*verat
, ex Falatio Apofiolico fur-
tim fubftraxijfe animo Ulani pene* fé retinendi
} ut per
certum tempns non fine gravi animae fané praeiudicio reti-
nuit ì tuque eius animae faiuti con falerecupiens } di cium
Lignum tibi confignari fecìjfes
, ac illud in E e ci eJt a Mo-
nafierii Monialium $. Luciae de Fiorenti a di Sii Ordini*
Fraedicatorum de obfervantia
, quoad fuper eo Sedes A"
pofiolica per te confulta foret
, ea qua decuit reveren-
ti a depofuijfes ) defiderefque diftam per fonarti per te ab-
folnji pofje
, ac Monialibus praefgtis , ut Lignum praedi*
Bum cum debita reverenti a retinere poffint
,' concedi'. ìslom
fque fuper bis San&tjftmo in Chrifio Patri
, ac Domi*
no Mofiro Clementi Din ina provvidenti a PP, VII. ver-
bum fecijfemttt
, Sanili taf fua tibi perfonam praedi*
Barn
-
-ocr page 361-
itf tìliquo loco decenti •> '& con-venienti diBae Ecclejtao^
•per te collocàndumcttm debita re-vèrentia-i & honorem
tabernaculo argenteo perpetuo retine n di hobis defuper
felf*
mae vocis oraculo conce flit pariter , atque. indutfit li-
centiAm
, & factiltatem* In quorum fidem praefentes, lìt-
teras per infrafcriptum Secretarium noflrum fieri
> Jigil*
lique tioflri parvi imprefflone communi ri fecimus\ & ma*
nu noftra propria fubfcripjimus
, Datum Romae die xh
Jan. mdxxfi* fontif. Sftnclifs. Domini Uoftri An. ni.
Querto Cardinale era Ruberto Pucci Fiorentino , ed
infiememente Protettore dell' Ordine Domenicano , e
però egli eon piacere abbracciò tale occafione di fa-
vorire il Monaiiero di S. Lucia > la cui fantità eragli
affai nota, e dalle due fopraceennate Armi, fon d'av-
vifo , che il Reliquiario foife fatto lavorare dagli Ubai»
dini, e Marabottini.
VII. Oltre poi alle fuddette Reliquie hann® un*
Immagine di S. Antonino, alla quale raccomandandoti
Suor Margherita Tofinghì, che era talmente curva 9
che con la bocca toccava»" le ginocchia , in un iftan-
te divenne diritta, e fana . Divozione pur gj-ande con*
fervano ad un Ecce Homo , la qual effìgie fu veduta
da tutte le Madri fudare nel cafo della infelice in-
gannala Fauftina, Donna fecolare , e maeitra falfa di
fpirito a povere fanciulle , che finalmente fcoperta a-
biurò i fuoi errori pubblicamente in S. Croce r an.
1641, Né traile Reliquie debbo tralafciar di porre tre
TefteLde1' Santi Martiri di Arezzo , e fono di S, An-
drea , e di due fuoi Figli 9 de i quali dice una me*
smoria in Monaftero ò che in numero èi 50, della Fa*
miglia di S. Andrea foflero martirizzati in Arezzo, 3
gettati in un pozzp , Che fé fofpetta fembrafip agli
eruditi cale ifìoria , delja quale noi ancora molto ne
sbbiam dubitato, dirò qui le diligenze da me ufate per
io fchiarimento del dubbio . Ed in primo luogo aven-
do cercato nell* Ughelli h ferie de' Vefcovi Aretini,
ho
* .1                                                                                                                      »                                                                                                                                                                                                                          ^*>
1 ì ■
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ho trovato, che nel $66. il Vefcovo di Arezzo Gè-
lafio battezza Andrea con 53. di fua Famiglia; ed fa
fecondo luogo avendo aperto il primo libro delle.»
Famiglie Tofcane, fcritto dal Monaco D. Eugenio Ga-
murrini , alla pag, 104. vi ho letto come appreffo :
j, Andrea, che con 53. della fua Famiglia fu battez-
j, zato nel $66. da S. Gelafio Vefcovo di Arezzo , e...
3) poi d* ordine del Pretore martirizzato , come fi ca«
3» va dall'Archivio della Cattedrale negli Atti del fud-
jj detto Vefcovo » e dalle Lezioni de' SS. Gaudenzio,
3) e Calumato , dove fi vede il martirio non folo di
3> S. Andrea, ma di altri di fua cafa ,, e poco dopo fog-
giunge quefle parole di S. Andrea ,, la di cui te/la con
» due altre de' fuoi figliuoli fi moftra dalle Reiigiofe.,
3> di S. Lucia di Firenze » Con tutte però que#e no-
tizie lafciando nella fua tradizione de* fuddetti Martiri
Aretini , patteremo a rammentare alquante delle Ve-
nerabili Religiofe di quefto Mo n'altero, le quali Suore
morirono in concetto di fantitk lìraordinaria j e fono
le feguenti.
Vili. La Venerabile Suor Rebecca prima Priora è-
letta dal Santo Arcivefcovo Antonino , Suor Agnola di
Maringo Maringhi fatta Priora dal Beato Lorenzo da^
Fifa Vicario Generale della Congregazione de* Predi-
catori di S. Marco , Suor Barbera Converfa, che fi
predille il giorno della morte , come leggefi nella fua
Vita ftampata dal Padre Domenico Maria Marche^
Domenicano , ed epilogata nel fuo Compendio delle
Vite delle Sante Domenicane dal Padre Gio: Andrea
Baci della Congregazione dell' Oratorio di Firenze.
Vengono pure due altre Venerabili, e fono Suor Eli-
fabe tta 3 e fuor Chiara Tolofini, alle quali S. Antoni-
no reitituì la iilanranea fanitk, difperata già da più
anni, come ne parìa Monfignor Martelli, nella Ora-
zione della Traslazione del S. Arcivefcovo. J>i Suor
Cornelia Martelli abbiamo altresì il ragguaglio/di fue
virtù 3 ftampato dai foprallodati Scrittori Marchefi , e
Baci » e il Dottor Brocchi nel quarto fuo Indice ci
Tom, Vili*                        Y y                             prò»
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254
prometteva di fare il medefimo della Vita di Suor
Vincenzia Carnefecchi . Avvi pure in Mona&ero urL.
Libretto , da un Religiofo di S. Marco fcrkto a pen-
Ka , contenente le azioni eroiche di Suor Maria..
Maddalena Rofa del Nente, morta ai 9. di Gennaio
del 1747. E perchè mi lufingo, che non farà difgra-
devole una Lettera fenza data, del P. Fra Giufeppe
Piltolefi , fcrìtta ad una Religiofa di S. Lucìa , fopra
la morte: della fuddetta , qui la riporto come ap-
pretto :
                                       ,v «... -,
„ Ricevei , tre ordinar} fono , la notizia della feli-
,» ce morte di Suor Maria Maddalena del Nente , e
,, nel leggere una tal nuova, fofpirai, e diffi : Quella
)3 buona Figlia è andata a godere il frutto di fue_.
,, ofifervanze in Paradifo , ed ha lafciato noi a pian*
5, gere le noftre miTeric, L3 innocenza di queii' Ani-
y) ma era grande, né fi. può fpiegar a baftanza la fem-
j, plicità di quel cuore. I fuoi defideij erano tutti in-
jV dirizzati a mortificar il Tuo amor proprio, e pare-
jj va dette in qualche eccedo in quelle fue brame , che
j, f! reprimevano con T obbedienza . Quanto però o-
5) diava fé fretta , altrettanto amava le fue Sorelle» aiu-
,, tand®le, compatendole , confolaiidole , come a voi
,, tutte era ben noto . il più preziofo di queft* Ani-
,, ma ftava nafcofo in quel cuore . Ardemiflìmo era
,,T amor fuo verfo Gesù , e verfo tutto ciò, che ap-
3) parteneva a Gesù s non pattando una mezz' ora, che
5, non facefle Ella cento atti, or di amore, or di raf-
s> fegnazione , ed or di altre virtù , che io non fape*
„ va come■ faceflfe a reggere il fuo capo. Ella con fen-
5, timenti finceri chiamavafì la più imperfetta di tutte ,
j, e la più gran peccatrice. Forte era, e corcante nelle
,, fue rifoluzioni , né altro la poteva rimovere , che il
5) comando de'Superiori. Il fuo continuo raccoglimento
„ dava a conofcere, che Dio gli fi comunicava con i fuoi
„ lumi , e favori . Batta Ella fi è meritata una morte
i? sì bella, ed ora gode, e goderà per fempre gii am-
,i plerXi> e le finezze del fuo Spofo Divino. Beata Lei„ „
IX. E
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355
IX. E già la fantità del Monaflero di S. Luci*u
a fufficienza da noi dimoftrata, è-d'uopo, che fi cer-
chi l'antico principio di quefto luogo, innanzi che
quì veni/fero le Monache Domenicane) e le molte vi-
cende ignorate , o tralafciatc dagli Scrittori . E però
facendomi dall' epoca di quefto Convento , cercherò
primieramente alcune Suore del Terz* Ordine della Pe-
nitenza ài S. Domenico, Je quali nella Terra del Bor-
go a S. Lorenzo in Mugello aveano, giufta la tradi-
zione di quegli abitanti, prefa da S. Pier Martina
la Regola di S. Agoftino , addimandate le Suore di S.
Agnefa, vivendo in un antico Spedale , ed appellavano
ancora le Romite del Sorgo a S. Lorenzo. Ma chec-
cheffia della Regola prefa dal Santo Martire Pier da
Verona , della qual cofa non abbiamo certo documen-
to , indubitato egli è , che Giovanni de' Mangiadori
Ve/covo Fiorentino ad onor di Dio, e della Vergine,
e Martire S, Agnefa, nel 1251. fabbricò alle dette Suo-
re e Chiefa , ed abitazione , come apparifee da un
Iftrumento di patti fermati fra il detto Vefcovo , e
Mefs. Parente Piovano del Borgo a S. Lorenzo, riguar-
dante quefte Donne, rogò Ser Buonaccorfo di Buo-
nincontro fotto il dì 27. di Gennajo del 1251. il cui
originale efifte nell' Archivio di Santa Lucia, mazzo
primo delle cartapecore , num. 1. e 2. dove fi leggo-
no i nomi di dieci Monache , delle quali Abbadeflfa
era una Benintendi , e vi fi trovano le condizioni, che
effe accettano per il confenfo del Piovano , co* tefti~
moni feguenti : Dominus Alex, Comes de Mangòne , &
Dominus Bacaliere
, & Dominar Marfoppinus Azzi» Ò*
Dofcius Iud, filiti? olim ABantanpis
, & Teddldus No»
Parius filius olim Chiaramontefis
, & Treshyter Che»
rardns Canonicas Flebis Cajlrì Fior. Cappe lìanus Do-
mini Epifcopi Fior, & Syinellus de Minozzo
, & Ry»
nierius de Ca*valcantibus
, & Ben?venn~us No tarin s Do*
mini Epifcopi Fior,
con la forrofenzione delio itef-
fo Vefcovo : Ego loannes Eptfiopus Florentinus ornai»
bus imerfui
, ideo^ue fulfcrij.fi. E nel medefimo Ar«
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chivio al numero 6* trovafi affai più pregevole car-
tapecora j la quale è una Bolla di Papa Gregorio X.
darà in Lione fotto il dì 7. di Marzo del 1273. di-
retta alla Priora > e Monache di S. Agnefa del Bor-
go , concedente loro diverfi privilegi } ed immunità .
Né recar deve maraviglia) che quello Pontefice, foife
così parziale con dette Suore, avvegnaché avea egli
nel 1272. riabilita in Firenze la pace tra* Guelfi , e_#
Ghibellini , ma pofcia gravemente difguftato da* Fio-
rentini fé n' era partito , parlando in Mugello nelle
Terre del Cardinale Ottaviano degli Ubaldini ; onde
colà dimorando tutta 1' citate, ebbe Gregorio una pie-
niffima cognizione della bontà del Monaftero di Santa
Agnefa, malfa così a graziarlo colla fopraccennatìL.
Bollaj la quale dalle Monache prefentata fu nel 1380.
al Vicario Generale del Vefcovo di Fiefole , a titolo
di liberarti da certe moleftie , ed in quella Curia Ve-
fcovile , col rogito di Ser Antonio di Piero di Ser Mi-
no fu rìconofciuta , accettata , e registrata ; e leggen-
dofi in detti Atti , che furono fatti da Tommafo di
Giovanni Caliili ', Procuratore delle Monache di S. A-
gnefa del Borgo, dette di S. Lucia di Firenze , io ben
veggo , che non porto più a lungo differire di riporta-
re i documenti, che dimolìrano con chiarezza quello}
che in primo luogo da me fi era proporlo , cioè V epo-
ca delle Monache , venute in S. Lucia a Firense dal
Borgo a San Lorenzo ,
X. Sicché diremo, chenelF anno 1285. crefciuto
etfcndo il numero delle Monache di S. Agneia del Bor-
go , e ciafcuna di loro bramando di edere più vicina
a Firenze , fulla fperanza di maggior profitto nello
fpirito, per il comodo di Direttori, deliberarono di fab-
bricare" un Convento poco fuori le mura della Città »
ed a tal fine , per mezzo di Zaccheri di Francefco
Paefano di quella Terra, ne chiefero al Capitolo Fio-
rentino , eilendo Sedia vacante , la licenza, che tro-
vafi loro conceduta in detto anno , e fottofcritta da
MefTer Iacopo degli Abati Vicario Capitolare . E do?
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3 57
pò una tale permiffione non tardando le Monache a
cercar terreno, fui qual poteiTero principiare il nuo-
vo Convento, colie diligenze del fuddetto Procurato-
re, come parla la Cronica, ed il Libro intitolato Ifiru-
menti
, comprarono da Guccio » e Iacopo di More de*
Marignolli alcune cafe, con loggia, corte, orto , e vigna:
in Toyulo S* Laurentii } loco di ti o ■ al canto di Croce di
Via,
avendo rogato il Contratto Ser Michele di Mefs.
Bruno dal Salto 2. Aprile n%6* Quando nel voler effe
metter mano alla fabbrica , venne loro una turbativa
dal Priore , e dai Canonici S. Lorenzo, i quali non
volevano y che fenza loro confenfo fi facelTe nuovo
Monaftero dentro i limiti della propria Parrocchia *
Ma le malconfigliate Monache , non faprei fu qual pre-
testo, vollero vedere in giudizio la caufa con tanto ca-
lore, che durò la lite per lo fpazio di anni 6. Im-
perciocché condannare nella Curia del Vefcovo , ap-
pellarono a Roma, ottenendo varie delegazioni: termi-
nata finalmente la controversa con la peggio delle^
Monache , obbligate a pagar le fpefe della lite, ed a
chiedere al Pri©r di S. Lorenzo il confenfo , e le licen-
ze dovute , come ampiamente apparifee dagli Atti dei
Procedo originali, elidenti nell'Archivio di S. Loren-
zo al mazzo iS. dtlh cartapecore num« 171. dove
pure 11 conferva la licenza darà alle Suore per la fab-
brica , la qual carta , perchè contiene varie notizie u-
tili, onde {chiarire il punto principale di quella Lezio-
ne , mi piace di qui riportarla come appreffo:
In Dei nomine Amen . Anno Dominice Incarnationis
mcclxxxxiu Ind. vi. Atlum Fior, in Ecchfia S, Lauren*
tii
. Cum Domina Iacoba Priorijfa , feu Abbatijfa Mona-
Jferii S* Salvatori*
, & S* Agnetis de Burgo ad $. Lau«
rentium, & eiut Soreres vellent venire ad babitandum,
& Jlandum
, fa Oratorium conftrui faciendum in Taro*
thia S. Laurent ii L-lorentte, in loco dillo t de Cruce de
Via
, cui a duobus Vie fa'e, quod emerunt a ì atomo , &
Cuccio filli s q. Moris de Marìgnollis , & hoc non gof-
fri $ de iure facere Jìne Ite enti a >> & parabola Triorisy&
Ca.
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C'aptuB'Ecclefo S. Laurentii memorati"'V Ser Michael
Cuffardi Poptli S* Laurentii Syndicus
, é* Frocurator
iffa rum Priori fé
, & Sororum eiusdem di Eli Monafteriiy
ut fatti per sartam fyndacatus mann Guidi Sfadaccc
Notarli
s Syndicaterio , ér Procuratorio nomine prò eis ^
di fere ti s Viris Domino Amiro fio Priori \ & Cafitulo di"
Be Ecclejìe S* Laurentii humiliter fuf]>licatvit
> ut eis*
iem Dominahtis
-> éf ipfi Syndico fro eis recipienti •> licen-*
tiawì) ér faraholam concedere dignarentur
, ut in fufra*
ditto loco Jìto in Parocbia Ecclejìe
*S\ Laurentii , evenire
fojfint ad habitandum ^ (ff flandum , 0 Oratorium con*
firuere
5 & camfanam fuhlicam retìnere, in quo Deo di'
gnis obfequiis famulentur
. Qui frior , cum Cafitulo di*
Be Ecclejìe S* Laurentii
, qjidelicef Presbitero Neri> $*
Fresb. Sal<yi } & Presb. JBonJignore , et Presb. loanne,
fa Pomino Guelfo } & Pomino Aldobrandino Canonici s
diBe Ecclejìe ibidem prefentibus
, qui funt due fartes
ditli Captuli
> habita deliberatione folemni } & eorum
sonfenfu Jffe Prior •> & Cafitulum dederunt
, & concef*
ferunt iffi Ser Micheli Syndico diBarum Dominarnm di'
Bi MonaBerii Syndacatus nomine fro eis recipienti li~
centiam
, & farabolam n^eniendi , et Bandi) ipf Orato*
rium fonflruendi in diBo loco ^ i$f campanam fuhlicam
retinendi in jdiBa Parodila S* Laurentii
, in diBo loco
fuprius nominato fub faBis
, c!b* conditionibus infra*
fcripis
#*c. Cui Syndico confitenti 5 <& polenti frediBa j
frecip , Ego Bene JSlotarius infraferi-ftus fecundum Ca-
fituli quarflntigiam Conftitf Fior* ut freditla omnia ob-
fer*yet
, g£* pbferbari faci a? fi di Bit Prioriffa > & Mo*
pialibus
, ftt fupra continetur, Te0es interfuerunt D. Do-
natus Alberti ludex
» & Guido Spadacce Hot. Pof. S.
Laurentii
5 & Presbiter Cenni de Decornano , & Presb,
$al<vi de S* Gemini ano Ca^pllani Ecclejìe S* Lauren~
tii de fiorenti a
e Ego Gante q. A&zi de Cifchio Imfe*
viali auBoripate Index Ordinarius
, atqne Notarius au*
fhenticum buius exem^li mdi
, éf legi » & quidquid in
pò reperì hic ildeliter exemflandò tranfcrtyfi
, & publi»
cacvi
, ideoque fubfcriffi.
XI. In
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^Kmi^m^^mmm^mmmmmmmmmmmmmmmmmmi
ÌS9
XL In tal guifa adunque quietata la lunga con-
troverfia , parlarono nel 12^2. le Monache del Borgo
a Firenze, e volendo effe, che con la maggiore So-
lennità fi benediceffe la prima pietra dì un Monafte-
ro, che pofeia dovea effere cosi gloriofo, ne fupplica-
rono Andrea de Mozzi Vefcovo Fiorentino , il quale
impedito eifendo da grave infermità , in fua vece de-
putò Filippo Vefcovo di Fiefole, da cui nel dì n. di
Febbraio dello iteffo anno , primo giorno della Qua-
dragefima , fu Solennemente fatta la cerimonia di get-
tare ne* fondamenti il benedetto faflb, predicando Egli
in tale occafione al popolo, e date varie Indulgenze»
intitolò la nuova Chiefa, e Convento $, Lucia di Cam'*
foregio
, lo che tutto leggefi in un Diploma del Sud-
detto Vefcovo Filippo , efiltente nell' Archivio di S. Lu-
cia al num. ,4.
XII. E mi giova credere , che nel Monaftero di
S. Lucia Seguitarle a fiorir la fantità fino a tutto il fé-
colo XIV. quando nel principiar del fecolo XV. non
pochi luoghi Ciauitrali* mancato avendo alle leggi del
proprio Istituto, fi diedero a conofcere bifognofi di una
pronta, e rigorofa riforma, alla quale Papa Martino V.
nel fuo foggiorno in Firenze diede qualche incomin-
ciamento , e pofeia Eugenio IV. coli' aiuto di zelanti
Vefcovi , e Religiofi , vi pofe un felice compimento,
come ce lo attergano mojte fue Bolle, fopra così im-
portante , e gelofa materia . E però ritornando noi a
S. Lucia, troviamo una Bolla di Eugenio, che inco-
mincia : Romani Pontifici* Tro<videntia , data in Firen-
ze nel 143*5. colla quale fopprime la dignità di Ab*
badeffa , ed il Convento di S. Lucia, ordinando, che
le Monache fieno trasferite al Monaftero di S. Cate-
rina delle Ruote ; e nella Bolla notabili fono le fe-
guenti parole : Mundanìs $otius *vanitatibus , qnam di~
tviKts offìciis Moni ale s fé exponente r
, Religionis, & ho*
nefiatis femta pnitus derelitta, ad diqjerfas 9 (g ì Ilici*
tas cowerfationcs
, & a&us ylurimum di^erterunt, iff quo*
tidis di<vertunt in animarum fuarutn priculum, Religio*
nis
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ni* ottobri tifò $ àc fcaniahm j è1 prkìciofum exem^lum
etiam fluritmrum
. Né volendo il Pontefice, che colla
partenza delle Monache , la Chiefa , e il Monaftero
di Si Lucia refbffe abbandonato, nello ftefìo anno fe-
ce un' altra Bolla motti $r$j>rio , colla quale dona ai
Padri Carmelitani Chiefa, celle, orti, e quanto com-
prendevafi nel recinto del Monaftero j e tra i primi
Frati del Carmine, che vennero quivi ad abitare fu il
B. Angiolo de' Mazzinghi , il quale in grado di Prio-
re , o fivvero di Cuftode , ne prele il governo , dove
con una fama morte coronò i fuoi giorni il dì 17.
di Agofto del 1438. Ed io fono dì credere , che la
morte di quello Santo Carmelitano foffe la cagione ,
per cui poco più dimoraffero i fuoi Frati a vivere in
§, Lucia , avvegnaché nel 1441. tutti fi trovano ritor-
nati al gran Convento èt\ Cannine , rinunzia , efce
diede a Papa Eugenio occafione di concedere con al*
tra fua Bolla quello Convento alle Pinzochere Dome-
nicane , come abbiam detto di fopra »
Pine dei Quartiere dì J". Giovanni*
m
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R I M O.
INDICI
&elh Sfiere Relìquie contenute nel Settico,'
e nell* Ottavo Tomo,
S. Califfo tom. 8. 43. 31 et. -
S. Candida ni. tom. 7. 79. to«* *•
315.
S. Cari filmo bra. 8. 341»
B. Carlo da Montegranelli tom. 7*'
S. Caiimiro tom. 7. 10S.
S. Caftore; tom. 8. 316»
S. Caterina tom. 8. 43.
S. Caterina de* Ricci tom. 8. 316.
S, Caterina da Siena tom. 7. 160.
S. Caterina v. e m. tom. 7. 203.
S. Cedroaella tom. S. 316»
S. Celerino tom. 8. 316»
S. Cerbone tom. 8. 342.
S. Cerilla v. e rn, fuo Corpo tonM
7. iyS.
S,. Cipriano tom. 8. 43.
S. Clemente tom. 8. 316.
S. Clemente m> fuo Corpo tota. 8»
2 5-J.
S. Clemente Papa tom. 8. 341*
S. Concordia tom. 8. 316.
4.  SS. Coronati tom. 8. 342.
5.  Cofimo tom. 8. 43. 341.
S. Coftanza tom 8.. 310.
S. Crefci m. tom. 7. 159*
S, Criftina v, e m. tom. 8. 316?
S. Criflofano tom. 8. 43..
D
S. Damiano tom. 8. 43. 34*."
S. Davfno Confeffore tom- 7. 203.
S. Diacinto Confeffore tom. 7. 265.
S. Domenico tcm. 7. 108. i<5o»
S. Donato tom. 8. 316,
S. Donato di Scozia Vele, e m. tom.
7. a.03,
2 z
                            S. Eleu-
S. K Bdon m. tomo 8. pag. 34*.
S. /i Adriano m. tom. 7. 104.
S. Agnefa v. e tri. tom- 8, 315.
S. Anaftafio toni. 8, 43.
S* Andrea Apoftob tom, 7. a^j,
104. 319» tom. 8« 171» 341»
S. Andrea Corfini -tom. 8. 1x6.
S. Andrea , e due Figli rara. te'tu.
8. 3Jz.
B. Angiolo Carmelitano tom. 8. \x6,
S. Angiolo Carmelitano m. tom. 7,
203.
5* Aniceto tom. 8. $16.
S. Anna tom. 8. 171. 316.
S. Antonino Arcivefcóvo , fuo Corpo
tom. 7.158. dell'Offa t. 7.203.
S. Antonio Ab. tom. 8. 341.
S. Antonio tom. 8. 342.
S. Appollonia v. e m. <om. 8. 171.
31S. 342.
S. Aurelio m. fuo Corpo tom. 8. 43.
.1
P
S. Barbara v. e m. tona. 7.104. tom.
8. 43« il6'
S. Barnaba Apoftolo tom» 7. 66.
tom. 8. 43.
S. Bartolmmee Apoftolo tom. 7* 103.
217. tom. 8. 43. 341.
S. BafiiiYco tom- 8. 171.
Si Haitiano m. tom. 7. 203. tom, 8.
43* i7i" 34--'
$. Benedetto Ab. tom. 7. 203. tom.
8. 3i<5.
S. Biagio m. tom. 8. 341.
S. Bonaventura tom. 8. 43.
S. Bopo tom. 8. 3'6.
g. Briino m. fuo Corpo tom. 8. 343.
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s**
f               E
t. Eteutcrio m. tom». S. 341.,
S. E li fletta tom. 8. 171,
S., Blifabetta Reg. tom. 8. 341.
S. Emiliano m. t. 8. 314%
S. Èrafmo tom. 7. 107. tom. 8. 316%
S. Efuperia tom. 7- »°7*
S. Eufemia tom. 8. 315.
S» Eufemio m. tom. 7. 104..
S. Eufrofia tom. 8* 341.
SV Eufrouna tom... 8. 34x»
S. fufrofino tom. 8è 341^ ,
S. Eugenio tom. 8. 341..
S. Eufebio tom*. 8. 34x«.
F
S'. Fabiano mi tom. 8» 43. $4*».
S. Faufta tom. 8. 31 <S.
Sv Fa ulti no tom.. 8. 341.
S, Filippo Benizzi tome 8, 4$».
B. Fina tom* 8. 316».
S. Flavia tom. 8. 316".
S.. Flutenzio. m.. fuo, Corpo, tom» 7.,
34-
9. Floriano tom. 8. 51 <5i-
S». Fortunato tom. 8. ji^ì -
S* Fortunato, ra.. fua Corpo, tom; 7»*
S. Francefco Borgia tom. 8.- $16.
5. Francefco di. Sales tom. 8. 316..
Sa Fcancefco Xaverio tom. 8. 310*,,.
G
S. Gaetano- Tiene tom* 8; 31$.
Gesù Crifto. Chiodo tom. 8. 17*.
Della Croce tom» 7. to8. 159»
104. Z77- tom. 8. 43. 171. 3i(S.
343- 3Sr*
Uh Denaro di Giuda tom. 8. 44.
Del' Sangue di un' Immagine tom.
8. 3 m *
"D^ì S. Sepoflcr» tomi 8* iji, 341 »
Delle Spine tom. 7. 6i5«, 159*
tom. 8. j.to» 341. 3$r*.
Delle Vefti tom. 8£ 171*
Della; Terra dell' Orto ove fece
Orazione tom. 8. 34-r.
M Giacinto tom* 7* f 59.
SI Giacinto m- tom. 8. 158**»
E. Giordano tom. 7. 159.
S. Giorgio tom. 8. 341.
S. Giorgio m. tom. 7. 203» tom. 8,
31^
S. Giovaccbino tom. 8. 311?.
S». Gio;. Batifta tom. 7. 100. 103.,
tom. 8. 171^ 315. 343..
S". Gio: GrifoftomO' tom. 7. 103.
S. Gio; Gualberto Ab. tom. 8. 341».
§■, Giovanni Patriarca tom. 8. 341.'.
S. Girolamo■D'ott. tom, 8. 43.
S. Gifmondo Re d* Ungheria tom. 8.
43-
Su Giuliana Falconieri fuo Corpo-
tom. 8. 33.
Altre fue Reliquie- tomi S. 87.
Si Giulio tom. 7. xo4-
S. Giulia Senatore Rom* fuo Corpo*
- tom. 7*. 178..
S. Giufeppe tom. 8. 159. 316.
S. Giuftina tom. 8. 43.
S. Gregorio Nazianzeno- tom. 8. 43,
171.,
Si. Gregorio; Papa tom.. 7. 103^
* . .'■ "N 'M: :.' ' .. ■
S» Iacopo* Apoftolo tom. 8. 171*.
34.1.
B.. Iacopo Csmaldolenfe Cuq Corpo
tom. 8. 171.
S". Iacopo m. tomi 8. 341.
Si Ignazio- v., e m» tom. 7. 103..
tonai. 8; 171. 34*.
S. Ilàrione tom. 8. 43-
Immagine Miracolofa di Gesù Bam-
bino tom. 8i 87.
Immagine miracolofa* del CrocifiiTo
tom. 8. 87*
Altra Immagine miracolofa' del Cro-
, . ,1 cifìffo- toni. 7- **.*»•
Altra Immagine miracolofa del Cro-
cidilo , che chinò il Capo nel,
Monastero di S. Lucia t. 8. 3jt«
Immagine miracolofa di S. Antoni-
no tom. 8. 3si.
Immagine miracolofa di uu Ecce Ho*
mo
tom> 8. 351.
Im«
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"\
Immagine di Maria m'incoilo fa tool.
8. 2S4'.
Immagine miracolofa ideila ^Nunzia-
ta tom. 7. 157» .
SS. Innocenti toni 8. €71. 941. 345*
S. Innocenzo m. Aio Corpo som* $.
343*
%, Ippolito m. tom. 7. 404,
S. Onofrio tom. 8. 17+* gtfti-
:S.Orfola v. eani..,' e Compagne tori.
7. 159. ,tom. 8. 43. .171* 184.
- F
•B. Paola Camaldolenfe^/ho Corp*
' tom. 8. «7!-» :..' ui ^ !'»o'l .< ,
S. Paolino tom. 8* gróu
S. Paolo primo Eremita toro, t, 43»
S. Pafquaìe tom. -8. 315»
S. Peregrino tom. 8, 342.
S. Pietro d'Alcantara tom. 8. $if*
B. Pietro".da Imola tom» 7. A03.
S. Pietro m. tom. 7. 108.
S. Placido m. tom. 8. 43*
S. Praffede tom. 8. 341.
S. Primo m. tom. 7- 79*
S. Profpero tom. S. 316.
S. Proto m. tom. ,8. .158*
■S. ■Remigio tom. 8. 3l6^
S. Riccardo tom, 8. 17L
S. Rocco tom* 8. 171.
S. Romolo Vefcovo, * ra. tom- 7*
203.
S. Rotore tom. 7. 277.
S. Ruffina v. $om. 7. 404.
•■f|}', S
'S. Scolaftfca tom. 8. 34*.
;S. Secondiano tom. 8. 3H?»
;S. Sennen m. tom. 8. 342.
Settimio tom. 8. 31^.
:S. Severino tom. 8. 342.
S. Sigifmondo tom. 8. 342."
S, SU veltro tom. 8. 342.
S. Silvestro Camaidolenfe, (fuo Cor-
po tom. 8. £72,
S. Silvefiro Papa tom. $. «71.
;B. Simone egiziaco tom. 8. *7r.
§, Sitìecora m, iuo Corpo tom. q. 107*
S. Liberata tcm. $.' qi€.
S. Lorenzo m« tom. 8. 43,
S. Lucia tom. 8. 171.
S. Lucia v. e m. tom. 8. 342.
S. Macario Ab. tom. 8. 341.
S. Magno «n. tom. 7. 108.
Manna data agli Ebrei tom. 8. 341.
S. Manna v, tom. 8. 171.
,S. Marcellino tom. 8, 43.
S. Marco tom. 7. 159.
S. Margherita da Cortona tom.8. 316.
S. Margherita v. e m. tom. 7. 37.
tom. 8. 341.                     • V,
■S. Maria Maddalena tom. U». 43. 342.
S. Maria Maddalena de'Pazzi tom.
8. 316. 343.
S. Mariano tom. 8. 3i<£
S. Mario fuo Corpo tom. %, ti8.
S. Martino Vefcovo toni. 7. 203.
Più Santi, e Sante ,MartÌri tom. ,8.
341*                           y
40. SS. Martiri tom. '8. 171.
S. Maflìmiano m. tom- 8. 316.
S. Matteo Sportolo tom. 8. 4*,.-"
Compagno di S. Maurizio m, ;tom.
8. 184.
S. Mauro tom. 8. 316,
5*
Modefto tom. 8. 341*
S. Natale m. lom. 7, 404,
,S. Nemefio m. tom. 8. 158.
:5. Niccolò di Sari tom. .8. 342*
-ocr page 373-
Si Venanzio m, tem» 7. is£
Della SS. Vergine, Capelli tom. 8,
171.
Bel Manto tom. 8* 171. jkS".
S. Vettoria tom. 8. 316.
S.Vettoria V. e m. fuo Corpo tom.
7. 158.
S. Vincenzio Ferrerio tora. §* 31&
S. Vincenzio m. tom. 7. *oj.
S. Vito m. tom. 7- i°4- tom* 8.
341.
Sr Umile m. fuo Corpo tom, 7.107*
$, Sodale mi toro» 7» ?*7»
3, Sotero P. & ro« fuo Corpo tonir
S. Stefano m. tota. 8* 17^ 34**
g. Taddeo tom- S. 43.
S. Tommafo A portolo tom. ». 341.
S. Tommafo d* Aquino tom. 7» 79»-
S. Tommafo Arcivefcovo Cantuarien-
fe m. t#ou S, $1 J. 54*»
§. Valentino m. tom. 7» 104V ,,
1. Wbaldefca tom. 8, 343"
Si Zanobì Vefcovo tom. 8. 341.
S, Zenone tom. 8* 341.
IN-
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?«5
INDI fi È SECONDO
t)c% Titfwì) $c*lMri\ Architetti, e fintiti Trofejforiy
le cui Opere Ji lodano in qutfti ine Tomi*
*§§**$$*
BeMardr torri. S. 258*
Bernini Lorenzo Cavalière tòrti. 7»-
301?,
Di BiccI Lorenzo tom; 7. 3J. tom>
xgy, 199» 210.
Bilibertì tom. 7.' 140. tom. 8. 39»-
48.
Biliotti D. Migliore tom. 8. 167,
Bonechi Matteo tom. 7. 106. tom.'
/8. 62. xoi.. ijj. 2'57.
Bofchi Fabbfizio-tom.- 7. 128. 139^
210'.
Francefco tom. 7. 76.
Bofcoli Andrea toni. S.• 6\rè- 313,
Botti Francefco-tom. 7. 37.
Rinaldo tom. 7. 75« tom. 8. 337.-
Botticelli Sandro tom. 7. 65,
Brandolini Suor Vincenza tom. 8»
283.
Bronzino . Vedi AllorTV
Brunellefchi Filippo tórri. 8. iiS„
12 3. 173.
Bugiardini Agòftino tom. S1. J4V
Buonarroti Michelagnolo-t. 8*. 3rV,
Btiontalentì Bernardo tom. 7. 210.
tom- 8« 50. i@o.
Buti Lodovico tom. 7. 9t.
Butteri Giovanni tom. 8. i<S8»-
A
Alberti Leon Bati&a tom*8. pag.
37. 108.
Albertinelli Mariotto tom. 8. 19$,
'2-68.
Allori AlefTandro tom. 7.-110. 146.
. 151. 153. 147» tom. 8* 3S','<?4«
103. 169. 190. xoi.
Angelo detto il Bronzino s<.tom.
8. 40.
Criftofano-' tom. 7'. 140. tom. 8*
41.
Loro Sepolcro tom. 7. 24CU
Animannati Eartolomraeo toni. 7.
211. tom. 8. 39. 63. i<So. 164»
Andrea Pipano tom* 7. 2'82-i
Andreozzi Francefco tom. 8. 3^.
Antonio dalle Pomaranee tom» 80-
^■99' 212»
Suoi Difcepoli tom. 8. 199*-
Afpetti Tiziano tom. 8. 48'.
Saccio d'Agnolo tom. 8. 38.
Saccio da Montelùpo tom. j> 143Ì
Baia fi? Mario ròm. 7". 1781.
Baldi Pier Maria tom. 7. io<J.
Baldovìnetti AlefTìo tom. 8. 6a, ioi,
Bandinelii Baccio tom. 7. vii. tomi
Si 7. 33V
Bandini Giovanni detto dell' Ope-
ra tom. 8. 47. 50.
Del Barbiere. Vedi Fei Aleffandro
Vittorio .
Barbieri tom, 8. 167.'
fra Bartolommeo della Porta, det-
to i! Frate tom. 7. 133-, f$$Ì>
143. tonv 8, 34* 4g. 195.184.
Benedetto da Maiano tom. 7. 247.
Caccini Giovanni tórni 7, totf. torri;-
8. 39. J2. 53. tfi. 154. ifiS.
200.
Cdì Giovanti! tom. 7. 303.
Cappuccino Genoveft tom. 7! 207.
Cardi detto il' Cigoli , Lodovico
tom. 7. 139. tom. 8. 140.
Carota Antonio tom. 7. 28^.
Calati Vincenzio tom. 8. tf'4.
Cadetti Stefano tom. 7. 4?.
Ca<
/
-ocr page 375-
Catini Valerio fom. f, ili*
Del Cafkgno Andrea tom. .8. 174»
ago,. 202»
Castellani Gipieppe tom. 7* 88.
Caftrucci Stefano tom. 8. \fi.
Cateni Cammrllo ,tom. 8» 3 fi.
Cavallini sPietro tom. 7» -ttx. 131S,
,139. tom. 8. 89. 187. 194.
Cccchi Filippo tom. 8. \6g.
Cecco Bravo. Vedi Monte-latici.
Genuini Bartolommeo tom. 8. 200.
>C;|iqìlini ,Pietro tom. 7. ,293.-
£^l0ìj$0Ì ftom. -7. ,75.
Ciampelli /Antonio :tom. «7» 24.
Ciocchi Filippo tom. 8. 174»
Cioli Valerio tom. 7. ,106.
Ciuffi Fra Vincenzio tom. 0. 170,
Coccapani Sigifmondo tona. 7. 118.
Colonna Michele tom. 8. 48.
Confortini Pietro toni. 7. 211.
;Conti Francesco :tom. 7. ,159, 207.
jtom» 8. (8 6p.
Credi Lorenzo ?tom. 7. 89. 206.
Cronaca tom. 8. Si.
Cirradi Francefco Cavaliere tom. 7.
67. lofi. 140. 179. tom. 8,Z56.
284. 195.
Taddeo tom. 8. 140.
pandìn? Ofare t©m. 8. 34. 43.
Piero tom. 7. 1x9. 130. 1.47. 317*
tom. 8. 31. 45. 6$. 167. 313.
Daniello da Volterra ;tom. ;8, 48.
Danti Vincenzio tom. f. 47.
Dello tom. 8. 199, 101,
Dolci .Carlino tom. 7. ,207. .tom. 8.
2 844
Domenico di Baccio .d'Agnolo /tom.
Domenico da Venezia tom. .8. 2oz,
Donato detto Donatello ftom. 7»
318. tom. 8. 31.
Simone /uo fratello ftom. ;$»
294.
ppnaifli Antonio |£om. 8. 39.
Da Empoli Iacopo tom. 7. 1 j. pi;
h
«40. 231. tom. 8. 31.
v ' •">"£* - '--
Pei Alefìandro .detto tdel barbiere#
tom. 8. 169.
Feroci Angiolo tom. $, 184.
Ferretti tom. 7. iofi.
Ferri Antonio tom. 8. 167. ..■■,■.«■ :..j>:\
Simone ttom. 7. 138..
Ferrucci Niccodemo tom. 8. 171»
Ferruzzi Andrea tom. 7. 206*
Ficherelli Felice tono. ,S. z«r.
Foggini Gio: Batifta tom. 7. 318.
Fontebuoni Anaftafio tom. 7. an.
Fortini Giovacchino tom. 8. 36. 39*
fiz. 8j. 88. 140. 268. 184.
Francafcigip^om. 7, 208. 209. tom*
,8. /60.
Francaviila Pietro tom. 7.146. 14S.
■■iji. tom. 8. 40. 164.
Francefchini Baldaffarre , detto il
.Volterrano tom. 7. 7$. tom. 8*
•31. 34. 137. HO. 201.
Pranchi ^Francefco Ioni. 8. ifi8.
Giovanni tom. 8. 1Ó7..
Il Frate . Vedi Fra Bartolommc»
della Porta .
JFurini Niccolò tom. 8. 240*
{Gabbiani Anton Domenico tom. $?
49-
/Gaddi Taddeo tom. 7. ,185. tom. i8,«,
31. 3 oS.
^Galeotti ;Baftiano tom. 7. .49. «42-
Galeftruzzi Lorenzo .tom. 7. 206.
Da S. Gallo Antonio tom. *8. <-
Francefco tom. .8. .41.
Giuliano tom. 7» >®6.
cGamberucci Cefare tom. 8. 169.
Geminiani Diacinto tom. 8. 201,
Gerì Ale.lfandro Xom. 7. 209.
Gherardini Alefìandro tona. 7» ?$**
3:37. tom. 8. 167. 169. ,i7*«
-ocr page 376-
Gftiberfonf Carlo tom* 7. 7$.
Gltiberti Lorenzo tom. 8. ij8«
(ridoni tom. 8. 48.
Giotto tom. 7. 143, 304.317. tom.
8* 131.
S. Gìo: Angelico tom. 7. <Sj. 113.-
iz.8.119. 130. 143*tom. 8. 164,,
Giovambologna tom 7. 136. 138.-
146» 150; zìi. tulli. 8. 6* 4O0
49. jo. ii8. zoi.
Giovanni dar Bruggia tom 8. 20*.-
Giovanni da S. Giovanni de'Man-
nozzi tom. 8* et. 167, 195.
Giovanni di Iacopo da Milano tom.
8. i%%>
Giovannozzi Piero tom. 7. 106.
Gori Aleffandro Gaetano tom. 7» <$$<>
Graffione tom. 8. 1 28.
Granacci Francefco tom- 8.- 313.
Grillandaio Domenico tom. 7. £33.-
319. tom. 8. ti8. 140; 337.
Suoi Figli tomi 7. 183.
Mich'Ie tom. 8. Z83.
Ridolfo tom. 8. 167. 268.
Tosnraafo toni: 8. 6.
Grifoni Giufeppe tomi 8. 33. 169**
Guerrino da Cento tom. 8. 48.
B           ' -
Hbxford Ignazio; tom. 7. 1401 toni.
8. 1J7-
r
Iacopo da Pon formo tom. 7. 13.
tomo 8.. 51. 00. 130.'
L                '
Landìnì Pier Francefco* tom. 8. 154,.
Sua Arme iviv
Xapi Niccolò' tom; 7. 2$. 80. 132.
tom. 8. 171. 175.
latini Filippo tom- 8. 119.
Leonardo da Vinci tom. 8. 38*
Leoni Antonio tom. 7. 131.
ligozzi Iacopo tom. 7. 140. tom.
8. 40.
Lippi Fra Filippo tom. 8. 31.
Lombardi Aleffandro tom. 8. t6pt
Loroi Aurelio tom. 8. 54,
Lorenzi Antonio tom; 8. x66.
B. Lorenzo' Monaco Camaldolenfej»-
tom. 8. 163.
Lotti Carlo tom. 8. 3$.
Della Luna Francefco tom. 8. rztf»
Lupicini Suor Felice tom» 8. 2830
... V 'W
Mannetti Orazio tom. 7. 30^-
Marcellini Carlo tom. 7. 7$; tonte-'-
8. 35. 100. 114,
Marcello Provenzale tom. 7. jo5a-
Marchi fello tomi 7» 131.
Mari Francefco tom. 8. t68„-
Martinelli Giovanni tomv -fi* 99,
lom. 8. 167.
Martini tom* 8» 283^
Maicagni Fra Arfeniò-tòm. 7. 333.
tom. 8. (Si. 64» 160.
Mafìni Francefco tom. 7. 23.
Malli Gio: Batifta tom. 7. *oj.
Mati Francefco tom. 7. xx4. tom. 8»
2 5 di
Metani Ferdinando tom'. 7". 239W
Mtrlini Antonio tom. 8. 38.
Lorenzo tom. 8. 36.
Mcucci Vincenzio tom. 7. io5. tom.
8. 34. i<58.-
Michelozzi Mkhelozzo tom. 7. 121*
tom, 8. <s. 30.
Minerbetti Suor Angiola tom. 8.*
283^
Mochi Orazio tom. 8. 31. 6u €z,
Montautt tom. 8. zoo. '
Monetatici Francefco, detto Cec-
co Bravo toni. 7. I2.8. tom. 8.
6t. 61, 63.
Montini Giovanni tom. 7. x^i
Montoni Fra Gio; Maria: tom. 8- 63.
Moraudim Francefco , detto il Poppi
tom.- 7. a4. I46i l5u tQm# go
131.
Monani Giovanni tom. 7. 4i4.
DI Moro Lorenzo tom. 8. *<*«,
Moifi tom. 7. zotf.
Mal-
-ocr page 377-
0$
Poceettì Bernatdioo tom. 7. 88, jt*
xa8. 14.9. .132. 140» 3.17. 247*
tom. 8. 40. 54. 61* fa» 127*
;. .140. 16.3. 164. 313.-
Del Poliamolo Antonio tom. 8. J4,
Poppi .Francefco . Vedi Morandinu
Portelli Carlo tom* 8. 268.
Portigiani Domenico tom. 7' *4&
151. 152. 1J4.
Portogalli Bartolommeo tom. 7. 333«
tom. 8. S6é
Pucci Gio: Antonio tom. 7. 137*
Pugliani Domenico tom. 7. 214. tom.
8. 32.
Puligo Domenico tom. 7. 99. tom. 8.
39' 48,*
Pujliefchi Antonio tom. 7,106. tom»
8. 45. 6%, 167. 294.
R
Raffaello da Monte Lupo tom. 8.9*
3*3»
Raffaello da Urbino tom. 8. 4$.
Razzi Suor Angelica tom. 8. 285,
Redi Tommafo tom. 8. 45.,
Reni Guido toni. 8. 48.
Rinìeri Antonio tom. 7. 127*
Della Robbia Andrea tom. 8. is£.
268.
Luca tom. 7. 57. 77. J.3&. 303*
tom. 8. 129. 1^7» 294. 3.51.
Romanelli Gaetano tom. 7. 303.
Romei Gìufeppe tqm. 8. 325.
Roffelli Cofimo tom. 7. 139. Jom. 8.
Matteo tom. 7, 24. 49* i^9»I37*
tom. 8, 31. 33, 60. 61. 12.9»
284, 314.
Del Rodo tom. 8. 60.
RutUenfi Piero tora. *o**
...                B
Sacconi Carlo tom. 7* 44. 178. tom.
S, 3.6g>
Sagrefiani <G?o; Cammillo tom. 7. 66»
7j. tom. 8. 4J7,
Salimbeni Ventura tom. 8. 6i\. *o8.
Salvadp.x di Giuliano tom* 7« XI
Sai* •
Baldini 'GiV. BatrfU .tom» 7* »4*«
151. 154. tom. 8* 140.
Nani torti. 8. 157.
Nelli Suor Platinila tom. 8,» t%&
184.
Neri di Bieci tom- 8. ^4»
Niccolò Pifano tom* 7. 29X.
Nigetti Matteo tom. 8. 7* 32.
Novelli Antonio tom» 7. 159. tom.
fi $p
;■;'■'. ,© ■■:';'';'
Dell' Opera Giovanni. Vedi Bandini.
Orcagna Andrea tom» 7... 6. 14.240.
tom. 8. 336»
P
Del Pace Ranieri tom. 7. 75.
Pacini Michelagnolo tom. 7. 13»
Pagi Gio: Batifta -tom. 7. 139. tora.
%>•> 40. 50. 168. ltfp. 20t.
Pagno da Fiesole tom. 8. 4.5.
Paolo Tedefco tom. 8. 36.
Parigi Àlfonfo tora. 7. 1 36.
Giulio tom. 7. 106. tom. 8. x&o.
Monsù Parocel Francefe tom. 7. 1 37.
Partigiani Pagno tom. 8. 6. jp.
FaiTerini Lorenzo tom. 8> 140.
Papuani Domenico tom, 7. 24. 139*
140. 146. 147. tom. S» 39. 40.
43. 48. 295.
Suo Ritratto tom. 7. 150.
Patriarchi AJeflandro tom. 7, J37*
Perini tom. 8. 240»
Petrucci Francefco tom. 8. ipr.
Raffaello tom. 7» 20<S. tom. 8. 20?*
Piarnontini Giufeope tom. 8. 3<S.
Pìeratti Domenico tom. 7. 140,» -<
jQio; Batifta tom- 8. 325.
Piero di Cofimo tom. 8. 129.
Pietro Perugino tom. 7» *.*o» ton>
8. 3** 3>* 38« A»*
Pignoni Simo'ne tom. 5. .41» .
Suo allievo tom. 8. 140.
J?mtum Niccolò tom. 8. 1$»
-ocr page 378-
1^—«—•^
Tiziano". Vedi Afpetti.
Tofani Gugiicmo tom. 8. '40.
Tommafo da S. Fridiano tom» 7»
10 j.
Tonelli Giovanni tom. 8. tot.
Giufeppe tom. 8. KJ9,
Salvador Rofa tom. 9. 48.
Salveftrini Bartolommeo toni. 7, 49.
Cofimo tom, 7. 209.
Salvetti Lodovico tom. 7. 140. tom.
8. 50.
Salviati Cecchino tom. 7. 333. tom.
o» 4***
Santi di Tito tom. 7. 74' 7$« J39*
140. tom. 8. ($4. 336.
Tiberio fuo figliuola tom. 7. 140,
Del Sarto Andrea tom. 7. 207. tom,
8. 4. 48. $9. 6z. 64. 169.
©ve fepolto tom. 7. 211.
Sciaman Giufeppe tom. 8. 34.
Scuola di Giotto tom. 8. 337.
Eermei Gio: Batifta tom. 8. iz6. 128.
Silvani Francefco tom. 7. 136. tom.
8. 131. «32» 39. 41. 45. 140.
Gherardo tom» 8. 53. 163. 254,
349-
Silvio da Fiefole tona» 8. 16$.
Sederini Mauro tom, 7. io<S. tom.
45. 257.
Sogliani tomi 7. 130.
SoJdsni MafCmiliano iom. S. 3^
Stradano Giovanni tom* 8. 33* ss*5
64.
Sufini francefco toro. 7. 59. za6.
T
Tacca Pietro torcu 8. 40. 50.
Tarchiani Filippo tom. 7. 45,
Tempefta tom. 8. 48.
Terra Carlo tora> 7. xo6,
Tiarini Aleffandro tom. 7. xz$»
Vacca Andrea tom. 8. 36.
Vanni Gio; Batiftatom. 7. 128.119/
130.
Vannini Ottavio t«m. 8. 39, firn*
Vafari Giorgio tom. 7. 318. 330,
tom. 8. (J9.
Uccello Paolo tom. 7. 231.
Veracini Agoftino tom. j. 6$» 333*
tom. 8. 3.1-3. :
Benedetto tom. 8. X75.
Vernaccini Giovanni tom. 7. 6$,
Del Verrocchio Andrea tom. 7. io<£.
Vignali Iacopo tom. 7. 207. tom. 8*
32. 39. 6t. 157.
Ulivelli Cofimo tom. 7. 67. 80»
151. tom. 8. 32, 33. 34, 37»
41. 45. 325.
011 vieti tom. 8, 228.
Volterrano. Vedi France/ckùiM
Ximenes Raffaello Cavaliere tom* f#
Se,
Zocchi -Giufeppe torà. S, %%i»
Tj>m, Viti*.
ktt
Aav
-ocr page 379-
I N D IC E TERZO
De' Sepolcrij ? dette Ifcri&ioni indica fé in qnefii
due Tomi .              < ,
^mm\#
E. Carlo da MontegranelU tom. fa
93,
S. Caterina da Siena tom. 8. x8o.
Cenni Andrea Prete tom. 8. 160.
Ciurini Bernardino » fuo fepolcro
toni. 8. 157.'
Colombini Bartolommco Canonico
tom. 8. 314.
Corfì Domenico t©m. 8. 165.
Bartolo ivi.
Francefco ivi.
Giovarmi hi.
Mauro ivi „
Corlìgnani Francefco Maria tom. ?»■
X6.
Cortigiani tom. 7. tt.
Michele tom. 7.■'■'* J.
Muzio ivi ,■
Ruberto ivi * ■■■■'•■ c
Crefci famiglia tom. 7. M*
Curini Biagio tom» 8. <5i»
v r 0 "
Da Diaceeto Francefco Vefcovo tam*
7. iS*"*
Dini Tcjlino tom. 8. 164*
ALberìghi Bartolommco tom. 8*
pag. i49t .:•'.- ;
A'bcrti Gabbriello Priore tom.8.138*
Almeni Violante toro. 7. 140,
Altoviti Antonio Vefcovo tora. 7.
§£« 7^*
Aroadori Pietro tG.rn.~~7. 2.18.
D'Ambra Gio: Batift* tom. 7. 49*
Vincenzio ivi.
Angelo Poliziano toni. 7» 141*
Angeloiii. tom. 7. ai$.
Dell' Anteila Donato Senatore tom*
Averani Giufeppe tom. 7* 133*
Baldaeci Xemmo tom. 7. 90»
lamberirti, loro Sepolcro tom. B.
M7»
Barbiani Bartolommco tom. 8. 199.
Bencivenni Domenico Canonico tom.
7. 38.
Benini Binde* toni. 8. i<J?.
Biado Gino Poliziano tom. 8. 199.
Borghàii Vincenzio tom. 8. 1*9»
Buonaceorfi Antonio tora. 7. zi-jv
Niccolò ivi.
Buonafede Iacopo tom. 7. 48.
Falconieri ChiariuTmo tom. 8. ti'
*7» 45'
parinola Valentino tom. ?• »3*«
Ferdinando Primo G. D; torti. 8. 3.
49*
Ferdinando Secondo G. D. tom. 8.
49. 103.
Forini F»ancefco tora. 7. 318.
Franccfchini Gio; Maria tom. 7. 317.
Jjancefco da Cingoli Vefcovo tom.
7. 35.
<■'.• Del F>a.
Camoìani Pietro Vefcovo tom, 7.91.
Caponfaccbi Donna Fia tom. 7. ut.
Cappelli Antonio Spedalingo di S.
Maria Nuova tom. 8. 104.
Cappello Carlo tom. 7. iti,
Capponi Aleflandro tom. 8* 6*
fiero Capitano ivi.
r*
SIP
-ocr page 380-
Del Frate Suor Antonia Venerai»,
tona. y. 160.
:.-i.._-- -:^\y ■■■■:;\&*. .. ; ; \,: -\                  — '•
(Gerini Giuliano tom. 7. 117.
Gerozzi Donna Venna tom. 8. 194,
Gherardi Gherardo Vefcovo Vero*
nefe tom. 7. 77»
Gianni Lorenzo Decano tom. 7. 77.
Giovambologna tom. 7. 151. tom. 8.
.4°» '
Girolamo da Uzzano tom. 8. \66...
Giulio Senatore Romano tom. 7.179.
Gonzaga Lodovico tom. 8. $8.
sGori Anton Francefco Dottore, e
Propofto di S. Gio. tom. 7. 134.
Guidotti Antonio Senatore tom. 7.
141.
%
Incentri Ferdinando Senatore tom.
7- %•>•
Lodovico Cavaliere, e Spedalìngo
di S. Maria Nuova tom. S.ioj.
105.
Ifcrizione nell' Arcivefcovado fotto
l'Arme de* Visdomini tom.7» *$•
Ifcrizione in S. Barnaba fptto l'Im-
magine di Maria tom. 7. 57.
slfcrizione nel Bigallo in una Car-
tella di caratteri dì oro tom.
- -»7é.: %l-j.                        ■■■'*■•
Sotto l'Immagine d' un Crocifif.
io tonu 7, 294.
Sotto 1* Immagine della Mifericor*
dia tom. .7. 294.
Ifcrizione nella Campana di S. Mi-
chele in Palchetto tom» 8. 154;
Iscrizione nella Campana Celiachie- .
/a di S. Tommafo tom. 7.133.
Ifcrizione nella Campana , che è nel-
fecpndo Chiojftro di S. Marco
tom. 7, j-ji, .5
Ifcrizione .nella ,CaiTa de' BB. Silve-
itro, Jacopo, e Paola Camal-
dolenfi tom, 8. 1:71. i : >*
Ifcrizione nella Cafla de' SS.MM. Pro-;.
«0, Giacinto, e Neraefiot. $**$?.
Ifcrizione nella Chiefa dell'Amman-
tellate tom. 8. 87.
Ifcrizione nella Chiefa .della SS. An-
nunziata nel fecondo gradino
dell'Aitar maggiore tom. 7- tir»
Sopra Ja Porta maggiore .della.*
Chiefa tom. 8. 18.
.Sopra la fepoltura dei Pittori tom*
8. ($4*
Sotto Ja. ftatua Jella fede tom. $.
Nella cìgna del Cavallo- di bron-
zo Culla Piazza della SS. An-
nunziata tom. 8. jo.
Ifcrizione nella Chiefa della SS. Con-
cezione nella facciata tom. 8.
140.                                      i js
Ifcrizione nella Chiefa di S. Crifto-
fano nella facciata tom. 7. 159.
Ifcrizione nella Chiefa di S. Orioli.
tom. 7. 5 or»
,Ifcrizione in Si Donnino appiè del
•CrocifiiTo tom. 7. %%%>
Ifcrizione nello Spedale degl'Inno-
centi fopra la fine/tra del Pre<*
fepe tom. 8. 1x8,
In un Sigillo antico di dettoSpe- '
dale tom. 8. 131*
Ifcrizione nella Lampana d'argenta
donata dalla Compagnia della
Scalzo alla Madonna dell' Jm-
pruneta tom. 7. iox,
Ifcrizione alla Loggia della Pefehe*
ria di Mercato Vecchio ,tom. 7.
Iscrizioni jn iS. Marco de* PP. Dome-
nicani.
Nella Cappella de' Salviati tot»»
7. ijj. e fegg.
Nella Gaffa antica dì £. Antonino
tom. 7. 154.
Sotto la Madonna Mofaieotom.
7. 138»
Sotto i Ritratti de' BB. Domeni-
cani tom. 7. 16t> e fegg.
Della Sagra di detta Chiefa toni»
7. 1144 * •• r-
ifcrizioni in S. Matteo Chiefa, e Spe-.
dale.
                       »
In una Lapida fepolcrale f om. 7» 9*0
A a a *
                           $Qh
\
-ocr page 381-
37*
Sotto la menfa dell' Altare di S.
Niccolò tora. 7. 88.
Iscrizione in S, Maria Nuova Spe-
, dale , fopra la Porta de'Bagni
• j tom. 8. ii j.
V Sopra la Porta dello Spedale de*
Bardi tom. 8. n6t
Sopra la Porta dello Spedale de'
Preti tome 8. irj.
Ifcrizione (opra la Sepoltura de' Ca-
pi di Guardia della Miferìcor-
*\ dia tona. 7» *$o,
s L-;> -
Lórini- Filippo Cavaliere tom. 7. 141.
Lumachi Filippo tom» 8. 157,
Gaetana ivi,
M
Iviagnani Gerbi Domenico tom. 7. 77.
(Mariani Michele Spedalingo dì S. Ma-
ria Nuova rom. 8. 106.
Martellini Fra Angiolo Cavaliere di
Malta tom. 8. 338.
Giufeppe Maria Spedalingo di S.
Maria Nuova tom. 8. to6.
Marzimedici Angiolo Vefcovo tom.
%■} té 4%.
Mazzuoli Fra Domenico Cavaliere
di Malta tom. 8. 337.
Medici Aleflandro Arcivefcovo tornì
,\
.7. 107. tom. 8. 141.
Averardo tom. 7» *s»
1 Colimo I. tom. 7. 119» 195. tom»
S. 116, 159.-
, Cofimo II. tom. 8. i%6* 114. iiy.
Ferdinando G. Duca III. tom. 7.
> .-"■ ni»
Francefco Gr* D. II. tom. 7. sj.
Vn ;. Ili» »47.
Lorenzo Antonio tom. 7. 153.
Lorenzo Principe tom. 8. 4. 1$$*
Marc* Antonio tom. 7. 133. •
Orimelo tom. S. 31*
Ottaviano tom. 7. 133.
Medici Vitale Ebreo fatto Criftiano
tom. 8. 38. 61.
Akflandjroj e Antonio figli, ivi•
Milanefi Gio. Batifta Vefcovo tomi
8. 105.
Menaftero di S, Maria a Mantigna-
no tom- 8< 301.
Del Monte Antonio Cardinale tom»
8. 43.
Motto deli* Accademia de' Pittori
tom» 8. 04.
N '
Da Nerbona Guglielmo fora. 8. 6tì
Nerli Benedetto Vefcovo t. 8. 338.
Niccolini Piero Arcivefcovo tom. 8.
.■-»• '.-.;. P '"
Pacini Lapo tom. 8. 1x9.
Del Palagio Càmmilio tom. 7, 16*
tona. S. 164.
Francefco tom. 8. 164.
Lodovico ivi. Onofrio,ivi. Pietro
Neri ivi •
Paolo Guido Prior di S. Felice a Ema
tom. 7> 37*
Paolo Spedalingo di S. Maria Nuo-
va tom. 8. 194.
Paolozzi Gio. Maria tom. 7. 140,
Perini Cammillo tom. 7. 133.
Pico della Mirandola tom. 7 141.
Mefs. Piero Piovano di Rubbiana.,
tona. 7. 35. 3S.
Pietra Clemente Conte di Silvano
tom. 7. 66.
Pini Gio: Andrea Spedalingo di S»
Maria Nuova tom. 8. 104.
Del Pollaiolo fua fepoltura tom. 7.
317-
Popolefchi Ginevra tom. 7. 181.
Portinari Fo/co tom. 8. 191. 103.
Pìgello tom. 8. 185,
Pucci Aleflandro tom. 8. $1. 57,
, Antonio Cardinale tom. 8. 54,
Afcanio tom. 8. $6,
Emilio tom. S. $6*
Francefco tom. 7. 1
Gio: Antonio ivi.
Lorenzo Cardinale tom. 2. $j,
Roberto tonti 8. ji. 54. $6.
-ocr page 382-
Madonna Tefla cooperatrice allaj
fondazione dello Spedale di S.
Maria Nuova tom. 8. 177. 179,
Trutzchler Volfaago Federigo tom.
7. 1*5.
Quiftlli Alfonfo tom. 7. tftf.
Lodovico tom. 7» 67»
Lucrezia ivi*
R
Ricafoli Filippo Spedìilingo ài SU
Maria Nuova tom. S. 105.
Francefco Cavaliere di Malta ivi*4
Ridolfi Iacopo tom. 7. 37.
Niccolò tom. 7. 78*.
Madonna Taddca BadefTa tom* 7»
37»
Rilli Filippo tom. f- 77*
Della Robbia Lorenzo Vefcoyo tom.
7* 18*.
Varchi Benedetto tom. 8. 170^
Ubaidini Ottaviano Cardinale torti*
7.   317.
Venturi ne' Ntccolini Maria Madda-*
iena tom. 8. 338.
Veracini Agoftino tom. 8. 131*
Del Vernaccia Gio: Batifta toniv 7*
79»                              ^mj\
Da Verrazzano Andrea Spedai ingordi
S. Maria Nuova tom. 8.'vo%.
Villani Gio: Iacopo , e Matteo tom.
8.  33.
Vifdominì Antonino Andrea tom» 7.
IS«                           -.:..
Bartolo tom* 7^x5»         i "«
Bindo Vanni ivi.
'> Da vizzo tom* 7. io*
Guglitlino tom. 7. ir» »<SV
Michel Carlo Vefeovo tom. 7.15J
Neri tom. 7. %%.
Simone tom. 7. *6,
Tofa tom. 7.- %6,            «, k
Uberto tom. 7. ivi»
Viti tom. 7. ij.
Urbano Vili. Papa tom. 7. 176
S
Sacchetti Fra Benedetto Cavalierej*
dì Malta tom- 7. 141.
Salviati Antonio tom. 7* «5**
Averardo ivi.
Dei Sarto Andrea tom. 8. t$,
Schilibitiz Adamo Cav. di Slefia «tottt»
7. 15.
Serriftori Fraticefco tom. 8. 104;
Lodovico Spedalingo dì S. Maria
Nuova ivi.
Da Somtnaia tom. 7* 5«>5'
Strozzi Luigi Maria Vefcor© tom.
7« 180.
Roberto Vefcovò ivi*
Della Stufa Andrea tom. 8. 155-»
S. Lotaringo tora. 8« 41,
'ÌS "-*
-ocr page 383-
---------------.■■■—
™"■"•"■PIPWP'*"*!»
lìi
l N PIC E GENERALE.
!«§&«► **$$&>
Allotti loro .Cappella tom. f. $%<,
Alderio Canonico tom. 7. 173.
Almeni loro Palazzo tom. 8. 46.
Violante tom. 7. 140.
Altieri Gio: Satifta Cardinale tom.'
.'.h 7. Ì07. : ■■                 "e
Altoviti Antonio Arcivefcovo tonu
7. |tt. 54. 39, 70. 76. tom. 8.
. ' ■ *93*                              '.■'■ :'''
Filippo Neri Vefcovo tom. 7. 2 73.
Iacopo Vefcovo tom. 7. 118.
Pieroz?,0 tom. 7. 301. 31*.
p' Ambra loro Arme tom. 7. 49.
Gio: Batifta tom. ?• 48-
Ambrogi Ambrogio Dottore , e Ca-
nonico tom. 7. 151. 189.
B. Ambrogio Camaldolenfe tom. 8.
•J4- ?73«
Riftretto della fua pt* tom. 8.
t ttf.'.'/t fegg.
Amidei Amideo tom. 7. 3<5.
Ammantellate. Suore dell' Ordine de*
Servi stom. ,8. 8i.
Loro Fondatrice joro. 8. 81.
1 Loro prima abitazione tomi 8. 85.
Loro moderna abitazione ivi.
Loro Chiefa tom. 8. 86.
„ Loro Reliquie toni. 8. 87,
Catalogo di alcune di dette Sup-
;re Beate tom. 8> 8a. e fegg.
Ammirato Scipione |om. 7. 84. 317*
334. |om. 8. jroi. 30^.
Dell* Ancifa Vittorio itòm. 7. 71. 77,
S. Andrea Parrocchia tom. 7. 311»
Suo principio tom. 7. 3x4.
La medefima ftata Badia 1.7.3*1*
Stata Collegiata tom. 7. 317*
Stata Monaftero di Sacre Vergini
tom. 7. 311*
Altre vicende di detta Chiefa tona.
'',7. i%f.
Suo Padronato tom. 7. 318.
Serie de'Priori ivi •
Andrea Vefcovo Fiorentino tom. 7*
3x5. tom* 8. zoo«
Aq-
A Bati roefs, Iacopo Vicario tom.
Neri tem. 7. 330.
Accademia sde* Pittori » .filo principiò
1 : ntom. S» tfj» ©nei**! .■'-''*:''".■ ■. :
Suo motto tom- 8. 64,
Acciainoli Àngiolo yefeovo tom. 7.
16. 38.334* tom. 8. 1 6q,
Adimari famiglia tom.-,7. xts». * r*
Fondatori della Chiefa di- S.Qri-
ftofano tom. 7. 138.
Alamanno ?tom. 7. 31»
Ale/Tandro tom. 7. **?♦
Bernardo ivi. :
Lodovico Arciprete .e Vicario
Generale tom. 7. 31,38. 143.
Maria Ghita tom^ 7» 31.
Adriano Papa tom. 7, 8. 117-
Agatone Papa tom. 7.,,3^4»
Degli Agli loro Arme tom. 7. 119»
Barnaba ivi.
Alamanni Averardo tom. -yi. 4*.;■/
Nannina fua moglieivi» -1
Alberighi Joro Arme.tom. 8. *4°»
Bartoiommeo ivi.
Filippo tom. 8. >fs34#K'
Alci Donna Venna tom. 8. J94, /
Aleffandrini Joro Cappella :tom. 7>

lonagio ivi »
Bino ivi .
Aleffandro Duca tom. 7.443. tom. 8.
Aleffandro JV. Papa tom. 7. 175.
tom. 8. 8. iz. 97. |^«;
Aleffandro V. Papa tom, 7. 119.
Aleffandro Vi. Papa .tcfnt. ?• 96. j.66»
3,38, tom» 8. >ioi 305.
Aleffandro VII- Papa rtém« 7« 3^*
Aleffi Fra Iacopo Vefcovp tom.8. £77»
Altani Famiglia tom. 7. 138.
Loro Cappella ivi «
Ildebrando tom. 7. %x%*
4f*
-ocr page 384-
in
A1 n forti loro Cappella tom, 8. 39,-
Gio: Batifta Cavaliere ivi.
Gìo; Francefco ivi.
Angelo Poliziano tom. 7. i4ri
SS» Annunziata Chiefa, e Conven-
to de' Servi toro. 8. 1.
Sue varie denominazioni tom» 8. 9<>
Detenzione del miracolofo Ritrat-
to toni. 8. ti e fegg.
Da chi „ e di che tempo ruffe dì*
pinto tom. 8. 89. e fegg. 94.
Detenzione della delineazione dì
detta facra Immagine t. 8. tot.
Autori , che hanno frritto di que-
lla facra Immagine tom. 8.104.
e fegg.'
Giudizio di S. Carlo Borromeo s*
e di ProfefTori di Pittura fo-
pra detta Immagine tom. 8.
103". é fégg.-
Suo Altare ■# e> Cappella , e fuor
adornamenti tom. 8. 3, e fegg.
Oratorio allato alla Cappella , fu*
fcrittura , e ornamenti tom. 8. 5.
Voti appefi alla detta? Cappella--
tom. 8. 8#
Indulgenze, e privilegi concefle
dai Sommi Pontefici , e Cardi-
nali al detto Altare tom. 8. tev
e fegg. i 3. e fegg1. j
            .-
Confecrazioni feguite di detto AI*
tare tom. 8. *i,-
Deliberazioni fatte dalla, Repub-
blica per promuovere il culto'
alla detta Immàgine tom. 8. i»<r
C fegg.- '
                      ;
Principio del Convento t# 8. if#-
e fegg.
Fondatóri di detto Iftituto" tom;
8. 16,
Principio di detto Iftìruto, e fua'
approvazione tom. 8. rtf. e fegg.
Dimofìrazioni di fiima praticate
dalla Repùbblica verfo detti Pa-
dri tom. 8. 14. e fegg»
Chfefa antica da chi fondata* tom»
8.15. tot.
Suoi accrefeimenti tom. 8« f$w
Cappella della SS. Annunziata *
/jpeic di chi fatta t. 8. 30. 101.
foggia della Piana, e Chioftrtf
de' Voti da chi fatto fabbricare
toni. 8. 30. 5 Se
Struttura moderna di detta Chic"
fa tom. 8v $*•
Aitar maggiore,-fua Tribuna, e
Cupola a fpefe di chi fabbrica-
te tom. 8. 37»
Ciborio -d'argento da' chi donalo*
tom. 8, Jfèy , ^
Soffitta della Chiefa tom. 8. 4J.
Cappella' del Soccorfo tom. 8. ajàr
.. * feggV ;■=; '..'.i . . , i;ì ,c:
Sagreftia della Cappella della' SSr
Annunziata tom. 6. 6t>-
Sagreftia grande, fua! ftruttùra^é'
da chi fatta fare tom. 8. 43»
^ fegg.
Sue Argenterie» e Arredi faeri
tom. 8. 44% '-- j'*'L: ..-'.Vi ina.
Cappella di S. BaftianV a chi a-*
/petti tom. 8. -53.
Sua firuttura ivi» .| -.,:- f.
Chioftro' primor de* Servi ,• e ùii
ftructura tom» 8. <Si.
Chioftro fecondo tom. 8. 6i»•::■.£
Cappella de'Pittori ivi. ^ ;
Libreria di detto- Convento' tomo
8. d>4c'
Benefattori concarfi alla fpefa del-
la Pittura delle Lunette de'Chiu-
ftri tom. 8. 6$,
Catalogo dei Rifratti de'Religioff
illuftri dipinti nel Chioftro tom.
8. <S<. é fegg.
Catalogo dei Santi, Beati, e Vér-
gini dell' Ordine de'Servi ap-
partenenti al Convento della SS.
Annunziata' tom. 8. 68. e fegg.
Catalogo dti Generali d'eli' Órdi-
ne de* Servi apparttn nti al Con-
vento della' SS Annunziata tom»
8.» fffi e A-gg*
Di IP Amelia loro Cappella (. 8, 41,
Donato Senatore tocn. S. 30.
S. Antonino Arciv<fcovó tom. 7.
• "18.-39. 43 no. •• 11. 1 30. 109.
toni. S. 19. no. n8. 170. 303»
Qiiando eletto Arcivcfcovo tom.
*» 347.
Tra-
-ocr page 385-
•Traslazione" del ftio,£arj»0 tom 7*
«49. i:fegg.'
S„ Appollonia Chiefa , e Monaftero
di Rcligiofe tom. 8. ap\7.
Quando aveffe principio il ietto
Monaftero tom. 8. 198.
Chi fofTe la prima Badefia ivi.
Recognizione da farfi annualnoen-
4e da dette Monache al Vefco-
vo Fiorentino ivi.
Indulgenze conceiFe a detta $Mc
,-, ': fa. tom. $* %99*
Beni , e grazie concefle alle pre-
dette Monache tom. 8. 300. e feg.
Catalogo delle Monache Venera-
bili di detto Monailero tom. 8.
309. e fegg.
Struttura della Chiefa tom» %? 311»
e fegg.
^Archivio degli Angioli tom. 8.140.
Detto della SS. Annunziata tom.
8. 7. 9. %i. 53. .83. .190.
Detto di S. AppoIIonia t. 8. 301.
Ì)etto Arcivefcovile tom. 1* a.30.
316.
Detto dell* Arte de' Medici, e Spe-
ziali tom. 7. $7.
*Detto dell' Arte de' Mercatanti
tom» 7* ??*•
■Detto ào\ Bigallo tom. 7. X93.
Detto del Capitolo Fiorentino,tom.
' 7. 1. io. 95. io*. aio.. ^38.
300. 3*5-
-Detto diCeftelIo tom. 7. ic 17*.
iDetto della .Compagnia di $. Mi-
chele tom. 8. 349*
Detto della Congrega dello Spiri,
to Santo tom. 8. x£8. g$».
Archivio Generale tom. 7. ip. fij:<?»
143. §oi. .toni. 8. 353.»
Detto degl' Innocenti.
Detto di S. Lorenzo tom. 7. 41.
|j. tom. .8. 16.3. 3 $7»
Detto di S. Maria Novella tona.
6. 96.
Detto di S. Maria Nuova tom. 7.
xi. tom. 8. 17;. 17$. 188.
Detto di S- Matteo tom. 7. Si, 83.
Detto del McUni tom, 7. 114.
Archìvio delle Monache di s. Do*
manico ftom. 7. tox.
Detto delle Monache di S. Lucia
toni. 8. 355. 3$9,
Detto di Monte Uliveto tom. $
xxi. tom. ,8. 17**
Archivio fegrcto di Palazzo tom* 7.
115. 417.
Arcimboldo Gio; Cardinale t. 7,173,
Ardingo Vefcovo tom. 7*^x$5* tetm.
8. 17.
Aretino Lionardp tom. 8. 1x4.
Arrighi Antonio tom. 7» 109.
Giuliano -Vefcovo ivi.
Arrigo III. Imperatore tom. 8. tu
Arrigo Vili. Re d'Inghilterra toni,
.X17.
Arte -del Cambio tom. 7, $p.
Sua Arme tom. 7. 87.
Arte della Seta tom. 8. «ij. xt7*
Degli Afini Ifabclla tom. 7. 1x8,,
Attavanti Paolo tom. 8. 91.
Àttaviani Angiola tom. 7. 4^.
Atto Vefcovo tom. 7. 9. .
Avcrani Giufeppe toni. 7. x.55.
Baia tri ,Giufeppe tom. 7. 78.
Baldigiani Paolo Propofto d' Empo-
li tom. 7. 77.
JBaldinucci Filippo tom. 7. 7<J. 77,
,130. 13S. 303. 30,j. tom. 8. 49.
*8?.
Baldovipetti Gio; di Poggio tom. 7.
138. 1x8. tom. 8. 30.
Balducci Guglielmo di Vinci detto
Lemmo tom. 7. $x. 34. 3$.
, .Fondatore dello Spedale di S. Mat-
teo tom. 7. 81.
•Sua Arme tom. 7. 87*
Sua morte, e fua prima fepoltu-
ra tom. .7. 8,z. e fegg.
Traslazione deile fue ceneri torà.
7. 83.
Suo bufto, e depofito tom, 7* 89«
Bamberini Emilio tom. 8. 2.56.
Sua Arme , e Cappella t. 8. » i4»
Banchi Fra Serafino Vefcoyo tom. 7»
pia*
-ocr page 386-
Bandinelli loro Cappella tom. S. f$
Sandini Angiolo Canonico tom. 7.
310,
Piero Gonfaloniere tom. 7. 19.
Sardi Bartolo tom. 7. 34.
Domenico Vicario toni. 8. S6,
.Grazia tom. 7. 34.
S. Barnaba Chiefa tom. 7. J 3.
Quando fOlTe gettata la prima-
Pietra di delta Chiefa t. 7. 55*
Data all' Arte de' Medici, e Spe-
ziali tom. 7. 56. e fegg.
Panata nei Canonici di S. Agalli-
no di Caitel Franco di fatto
tom, 7. 58. e fegg,
^Quando foffero levati .dettiCano-
nicij ed a chi data provvisio-
nalmente tom. 7. 60.
.Concerta ai PP. Carmelitani del-
la Congregazione di Marnava
tom. 7. 60.
Offerta, che fi faceva ogni anno
ia detta Chiefa da' Magiflrati
toni. 7. 60, '
Suo Spedale tom. 7. 6*.
Data dall' Arte alle Monache di
S. Maria della Pace tom-7. 61.
e fegg._
Con qua ti patti tom. 7. 63.
Prima abitazione di dette Mona-
che tom. 7. 61..
Sacra di detta Chiefa tom. 7. 66.
laronio Cardinale tom. 7. 8. 315,.
S. Bartolommeo Chiefa 3 e Parroc-
- chia tom. 7. iiì.
Sue varie denominazioni tom. 7.
113.
Rettori antichi di detra Chiefa,
e fua antichità t, 7.114. e fegg.
Offerte , che fi facevano in detta
Chiefa tom. 7. 115.
Detta Parrocchia unita al Capì-
tolo di S. Lorenzo tom. 7. m&
Struttura di detta Chiefa tom. 7.
, 2,16. e fegg.
5, Baiìlio Chiefa tem. S. *3j.
Struttura di' detta Chiefa tom. ».
2 94- e fegg.
.Stato Convento de» Monaci Bafl-
liani tom. 8. i%6,
Tom. FUI.
=; 'Vicende di detta. Chiefa tom» 8*'
mj 289. e fegg.
Quando palTau**e alla Congrega^,
dello Spirito Santo tom. 8. 2*88.
195-
Incominciamento di detta Congre*
ga tom. 8. Z91.
•Luogo delia prima loro adunà-nza
tom. 8. 191. e fegg.
Approvazioni varie delle loro Co*
ftituzioni tom. 8,» 291. 193.
Benefattori di detta Congrega^'
-tom. 8. zpj.
Bafiari Cionetto tom. 7* 60.
Beatrice Contefla tom. 7. 44. 172,
De'Becchi loro Cappella tom. 7.1^9.
Della Bella Cione tom. 7, 238.
Giano ivi .
Oddo ivi.
S. Benedetto Chiefa tom. 8. '£fj$
Sue varie denominazioni t. 8.171.
Padronato antico, e vicende di
detto Padronato tom. 8, 271,.
Diverfi Priori antichi di dettai
Chiefa tom» S. 273.
•Sue vicende tom. 8. 173. e fegg.
Sua reftaurazione tom- 8. 275.
Adunanze di Ecclefiaftici, che fi
fanno in detta Chiefa t« 8.175.
Benedetto XI. Papa tom. 8. pS.
Benedetto XIT. Papa tom. 7. 38.
Benedetto XIV. Papa tom. 8. 313»
Berlini loro Arme tom. 8. 330.
Bindo fondatore dello Spedale dì
S. Niccolò alla Porta a S. Pie^
ro in Gattolino tom. 8. 330,
«Lapo ivi.
Benintendi Donna Benina tom. 7. 4-8*
Glierarduccio ivi.
Gio: Maria tom. 7. 37,
Lorenzo ivi.
Benizzi famiglia tom. 8. 6$»
Loro Cappella ivi.
Bentivogli Annibale Arcivescovo t»
7. 90,
Ercole Conte tom. 7. 45.
Donna Ginevra ivi.
Berti loro Cappella tom. 7. 24»
Francefco tom. 7. 99..
Margherita ivi «
£ b b
                              Set-
-ocr page 387-
Bonifazio Vili. Papa tom* 7. 304r
itom. 8. 191. ii9»:
Bonifazio IX. Pipa tom. 7* 84.
Borghini Raffaello1 tom. 7. 144. 231.
tom. 8. 130.
Borghini Vincenzio tom. 7- $• 240.
198. 300. 314*311. tom. 8, ii(5.
129. 314. 359-
Ove fepolto tom. 8. 119."
Bò rg i a F ra n eefeo C a rd i m 1 e t. 7. 37»
Bofchi Francefco tom. 7. 77V j
Ove fepolto ivi.. - !
Bofcoli loro Cappella tom. 7. 23»
Cecilia ìvf .-
Brando lini loro Cappella tom. 7.139.
Brignole Fra Cipriano tom. 7. no.
Brocchi Dottor Giufeppe tom* 7. 41.
101.163... tom.'8. 7$. 81. 113.
193-. 238. xSd, 309. 343. 3S3.
Brunaccini loro Cappella tom. 8. 39.
S. Bruno Arcivefcovo di Colonia
tom". 7. 23J.
Bullettone tom. 7. u. 17^. 316.
Buouaccorfl loro Arme tom- 7. 217.-
Loro Cappella ivi .
Antonio, ivi •»
Beatrice ivi .
Niccolò ivi.
Buonafede loro Arme tom. 8. 149.
Iacopo tom. 7- 4&-
Monfig. Leonardo tom. 7. 48. tom.
8. 140.
Buonarroti Michelagnolo tom. 8. 9;.
Buondelmonti Andrea Arcivefcovo
toni. 7. 2.73. tom. 8. 120.-265,
Buoninfegni tom. 7. 54.
Buontalenti loro Cappella tom. 7, 24,
c
Calendario Strozztano tom. 7. 2t<5,
Il t- 222.
Califto IH. Papa tom. 7. 59.
Camaiani Piero Vefcovo tom. 8. tu.
Cambi loro Cappella tom. 7. 139.
Campidoglio in Firenze , fé vi fia
flato , ed ove fitùato tom. 7.
312. e ftgg.
Canazzi Fra Serafino Generale de'
Domenicani tom, 7. 73.
Ca-
Betiini Saor Benedetta tom. j* ?r.
Bigallo Oratorio , e Compagnia; tom.
.', ;Sua; Arme tom. 7. 284*
Detto Oratorio quando fabbrica-
ci tO j. e di' chi ■ ufiziato tom. 7.-
178. 191.
ì fette j, che fi folennlzzano in det-
to Oratorio tom. 7»ti79.
. Compagnia del Bigallo da chi fon-
-data;, e governata tom.7Ì 251*
Ove li adunato, e fuo progreuo
tom, 7. 153. a54»
Suflidj dati da detta Compagnia
r a a< d'iverfi tom, 7. 153»
Spedali. eh detta Compagnia fon-
dati, o ad e(Ta raccomandati
tom. 7« 2.54= e ^ggv.
            »
Padronati di Cappelle , Chiefe y
, ed Oratori ad efla fpettanti
tom. 7. ttj&i e fegg.
Unione di detta Compagnia alla
fc Compagnia di S. Maria della Mi-
fericordia tom. 7- 268-. 180. 189.
Sua antica;,, e-moderna refidenza
tom. 7. li6%.
Efercizio di detta Compagnia tom.
7. t6g.
Unione dello Spedale degli Abban-
donati a detta Compagnia tom.
, . 7. ,%■]%* ! V
Avanzi dell'Entrate degli Speda-
. li furrogàte per mantenimento'
•9} 'degli Abbandonati tom. 7*174'
Magilìrato del Bigallo fua auto-
rità , e preeminenza tom. 7- *78.
Dì chi compoflo , e M adunanze
tom. 8. 178'
Soprintendenza di detto Magiftra-
to agli Spedali tom. 7. i73*
Billt laro Cappella tom. 8,, 32.,
Bifcherf Famigli*UQitì* 7; *7i*- 1 I
jMoferi Gonfalou^ré^om. 7. 6o< ;
Bifcioni Anton Maria Canonico tom.
•7.4Ì. 54. <5o. 117- tom. 8.13&.
189.
Bocchi Francefco tom. 8. 43. 91. 94.
Bollandifti tom. 7* io-
Bonifazio Marchefe tom. 7. 44.
-ocr page 388-
119
A chi anticamente ne fpettaffeJt
dominio, e fue vicende tera. 7.
.;«& OC fegg.
Denominazioni varie date a detta
Chiefa tom. 7. 9$.
Data a Suore della Regola di S.
AgoiHno tom. 7. 95.
Unite alle mede-fi me le Monache.»
di Chiarito, e di S. Lucia tom.
,/:-i 7^ 95* -         ; «L         ' . #         ,
Succeduti a dette Monache i Frati
di S. Girolamo di Flefole toai.
7. 96.
A queiìi ì Frati Umiliati tom, j,
-•97- .                                    ' :
Pofta in Commenda tom. 7. 98.
Pattato il dominio nel Magiftrato
del Bi gallò tom. 7. 94* ?8-
Affegnato per Convento delle Fan.
.dulie Abbandonate tom» 7'. 9**
«benefattori di detto Convento tom.
7.   9$. e feg.         ■ l ; •'
S. Caterina da Siena , azioni-della**'
.medefima operate nella fua' di-
mora fatta in Firenze tom. &,-
.x8o.
S. Caterina da Siena Chiefa, e Mo-
. : oiaftcro ài Religione Domenica-
ne tom. 8. 1.78.
Suo principio , e chi luffe la Fon-
datrice tom. 8. 179. .18*.
:Onori , e ■privilegi concetti a detta
Monaftero tom. 8. 181.
Suoi Benefattori tom. 8. 181.
Sacra della Chiefa tom. 8. »Sj.
Catalogo di alcune .Religiofe ec-
■ncelienti nelle virtù ■Religiofe*
e nelle belle Arti t. 8. i8i. e feg«
^Cavalieri di S. Stefano, loro Abitò
da chi prefo tom. &. ,i6u
Cavallerizza fua ftruttura , e da chi
fatta edificare tom. 7. tio.
iCeccarelli Alfonfo tom. 7. 114.
Cenni Andrea Sacerdote tom. 8. i$9«
•Reftauratorc di diverfe Chiefe tom.
8.   159. e .feg.
.Cerracchirii tom. 7. tttf. 311. 3J.6.
tom- 8, 113.
Chiari Luca tom. 7. 171.
.Ciacconio tom. 7. 334.
Jbbz-                        CU
Caponfacchi loro Arme toni. 7« ut*
Donna Fia ivi .
Mariotto tom. 7. ni.
Cappella di S. Antonino in S, Mar-
.co ,-fua deferizione toin. ?• i44«
ce iegge
                  'ATv'"
Cappello Carlo Ambafciatore tom.
7. 111.
Capponi loro Arme tom. 7. 47»
Anna ivi .
Bartolommeo ivi .'<
Niccolò tom. 8. i*3ì
            ' ■[ j
. Piero tom. .7. .47^-
Caracciolo Riccardo Gran Maeftro
,di Rodi tona» S. 3*8.
Carboni Fuligno Vefcovo tom. 7. 38.
,S. Carlo Borromeo fua dimora in-
Jirenze tom. 7. 73, tom. 8. 11.
Carlo Duca di Calabria tom. 7. 10.
Carlo Dudieo Duca di Nortumbria
tom. 7. 39.
Carlotta Luifa fua figlia ivi.
-Carlo IV. Imperatore tom- 7. 301«
Carlo V» Imperatore tom. 7. 164.
159.
Carlo Magno fue Coftituzioni tom.
7. 9. tom- 8. 134.
3. Carlo da Montegranelli Fondato-
re dell' Qrdine di S. Girolamo
tom. 7. ,91."
Carlo Re di Francia tom. 8. i<Stf.
Carlo Re d' Ungheria tom. 8. 30J.
317.
Sua morte tom. 8. $06,
Carpegna Gafpero Cardinale tom. 8.
1 jif.
Della Cafa FraHCefco tom. 7. 47.
Giovanni ivi .
Cafavecchia Francesco tom. 7. 91*
Goftanza fua moglie ivi.
Calino di S. Marco da chi fatto fab-
bricare .tom. 7. no.
Sua ftruttura ivi.
Da Caftiglione Dante tom. 7. 119.
Giovanni tom. 7. ai4.
Mefs. Manno penitenziere ivi.
S.Caterina degli Abbandonati Chic-
fa, e Convento tom. 7. 94.
,Suc vicende tom. 7, ,2.75, e feg.
-ocr page 389-
3&»
Ciucili tc»mv 7* ito, 144. lèf. fornì
3. 47. 50.
Cini Fra Santi Domenicano tom> 7.
6*8. 76,
Clemente IV. Papa tom. 8. 29» 9^.
Detto V. tom. 7. 10. 31.
Detto VI. tom. 7. 38. tom. 8. 199.
Clemente VII. Papa tom. 7. i.> 27.
164* i5if. 216* 238. 246. zjp,
tom. 8. 7. 44. 119. 139. 171»
zzo. 281, 313. 331*
Clemente Vili. Papa tom. 7.22. tom.
S. 54. no. 253.
Clemente IX. Papa tom. 7. 93.
Clemente X. Papa tom. 7. 305.
Clemente XII. Papa tom. 8. iè6t
Coechi Suor Clemenza tom. 7» èf»
Colloredo loro Cappella tom. .8. 31.
Colonna, che era Culla piazza di'S.
Marco fche groffezza tom. 7.
135. quando j-e dove fotterfa-
ta , ivi.
Cometa apparfa nell'anno 1312. 3o*
8. 107.
Compagni Dino- toni. 7.: 109.
Compagnia di S. Antonio , ove avefFe
principio tom. 7. 238,
Compagnia della Carità detta di Sv
Michele tom. 8. 268,
Suo principio ivi» s, ; ,,
Suo Iftituto ivi.
Ove fi adunante, e ove fi aduni
di prefente tom. 8. 258.
Benefattori di detta Compagnia..
tom. 8. 269.
Compagnia della Crocetta , fua pri-
ma refidenza, e dove tramuta-
ta tom. 8. 2t2.
Compagnia di S. ©io' Batifta detta
dello Scalzo tom. 7.^x9^
Sue denominazioni antiche ivi.
Suo principio tom. 7. 197*
Sua prima refìdenza ,■ e fucceffiva
mutazione tom. 7. *97« e feg.
,'A-ccrefcimenti di detta Compagnia
tom. 7. 198. e feg.
JSuoi Capitoli 3 rinnovazioni »• ed-
ampliazioni tom. 7. 199. e feg.
Concetta a- tempo alle Monache dì
St Giovannino tom* 7. »oi*
1
Sscra écììi Chiefa f. fi ìoj. e fégj.
Xampana d' argento donata dalla
detta Compagnia alla Madonna
dell' Impruneta torà. 7. 2oì.
Compagnia di Saa Girolamo , fuo;
princìpio tom. 7. 92,
Sue vicende ivi*.
Deliberazioni della Repubblica^
fatte a favore di detta Compa-
gnia , tom. 7. 91. e feg.
loro particolare Iftituto to. 7. 93^
I primi Buonuomini di S. Marti-
no deferita in detta Compagnia
ivi «
Compagnia Sv Maria , detta di
S. Marco tom. 7. xi$t '.
Sua refidenza antica ivi .
Compagnia di S. Michele Arcange-
lo toni. 8. xjj.
Compagnia, e Chiefa della Miferi-
eordia nuova, ove avelFe il fuo
principio tom. t 238- 241.
Quando principia/Te la Mifericor-
dia vecchia,. e fuo I/làuto toro.
7. 24Ir
Unione di quefta alla Compagnia
del Bigallo tom-. 7. 242,
Erezione della Miferieordia nuova:,
e fua refidenza tom. 7. 241*
244.' e feg»
Grafie accordate alla detta GoiB-
pagnia tom. 7. 243.
Varie traslazioni della medefima tom.
7. 246.
Capitoli di detta Compagnia tom.
7* li""
Funzioni, che fi fanno nella mede-
lima tom. 7. 249.
Catalogo di Perfone illufori in efFa
( deferitte tom. 7. 249. e (eg*
Regiftri , che vi fi eonfervano de ì
Morti nelle due Pefti accadute
fri Firenze negli anni t6$ot e
1633. tom, 7. 250.
Aggregazione d-'altre Compagnier
alla medefima tom. 7. 2jo.
Compagnia del Pellegrino , inogg!
della Refurrezioue tom. &. 29**,:
Ove rifedelTe anticamente , e ove
rifieda di prefen-te ivi* ;
Su*
-ocr page 390-
Gràzre cènééfTe a d. Congrega ton*.'
a. 8. atìtf.
Éiforma delle Còftitaziohi tom.
*, il 2.66, ■ I ' I :." ■ '
Relhuraziene di detta Chiefa tonir
«h ■ .' 8. %6j. up'jb-- li tio!
Conti Gio: Batifta tom. 7. 4^ '.
Donna Goftanza ivi •
Convento di S. Domenico di Fiefjò*-
le, quando, e da chi fondata
-tom.- 7* xi8. e feg.
Sue vicende, e fuoi Benefattore
• tcmn 7'. 119.- e feg.
Coppoli Cantra il lo Sen. tonwf, 147;'
Da Gorella Fra Domenico tom. 7$
irto. 127» 220. 2*93* 320. tom.
8r ii 8. 305. 3ro.
Coffini S. Andrea^ Vefcovo tom. 7*-
-3. j-. tom* 8. vi'3,5'.
Sua Bolla tom. 7. 27.
Neri- Vefcovo tom» 8» 300.
Pietro Vefcovo tom. 7. 5.
Da Corticella- Caterina tom» 7. SzV
OrlanducciO' l-vi .
Cortigiani Ioro'Cappella tom. 8.- $&
Cofano* I. Gr. D. tom. 7.21. 50, 53,
97. 103.'ioj. tu. 135. ;oi.'
143. 258. 272. 301.- 31Ó» 31S..
:■ , tom. 2* 7. ?>f. 63. no. izt.:
i'i<J. 1^1. i'ó8. .170, 173, -.1.2.61
. *8j» 33**
Coiimo II. Gr. D. toni. 7»- 71-. 74.
108. 115. tom» 8. J9-. 116. xòa.
Cofimo* IIIv G-. D-. tom* 7. ij. 106.
tom. 8. 3. 34.-8s. 200. 258.274.
Cofi- Famiglia tom. 7. 219.
Covi Famiglia tom. 7? 9$.
Cr-efi Famiglia y.-e fua-Cappc.Ha tomi
8. 3 as. T '
Cri (terno- Re di Dacia tom. 8. g.
Criitina di Lorena Granduchefla tom.
7-. 148. 22 j. tom. 8. 90. 3i>i».
S. Criftofano Chiefa tom. 7. 235.
Chiefe diverfe dedicate a d. San-
to tom.. 7. z-3 5, e feg-.
Di cfae altezza fufle d. Santo tom«
7. 23^.-
piando , e da chi fulfe fabbricata
d. Chiefa tom. 7. 238.
Diverff Rettori di d. Chiefa t.7- 438,
Par-
uà divini ivi ••
Compagnia dello Spirito Santo* tota)
, f- f, ii.%. .;,:;'.:;:
Concilio di Bafìf'ea tom. /. jr>
Concilio di Coftanza tom. 7. ntf.
Concilio dì Firenze tom. 7. 334.
Concilio Laodieenfe tom. 7. st$s-
Concilio di Lione tom. 7. z»v
Concilio di Pi fa tom. j, 119.
Concilio Romano, tom. 7. 334.
Congrega di Preti della SS. Conce-
zione" tom, 8* 135*.
Deliberazione della Repubblica,
fatta in onore del Miftefo della
SS. Concezione t.<8. x35. e feg.
Voto fatto dal Senato in onore di
detta Fefk tom. 8. 137.
Principio di detta Congrega fotti.
8. I34S;,.. ;           .. . fi gii
Prime refidenze di detta Congre-
ga tom. S. i-3?8. e feg.
Congrega della SS. Trinità unita
,» .a quella d^lla- Concezione tomi-
ILefidenza- moderna di detta- Con-
grega tom. 8* 139.
Sacra delia Chiefa tom. 8. 141*-
Coftituzioni di di- Congrega ivi .
Privilegi » ed Indulgenze concefle
alla medefima ivi.
Congrega di Preti- della SS* Trinità-
tomi 7. 18z., j
Ove avelie il fuo principio ivi .-
Unita alla Congrega della Conce-
zione ivi .
Cong-r-egadi Preti della Carità-, detta-
delia- Viiltazione tom* 8. i6i.>
Nomi vàrj, con cui fu denominata-
la Chiefa tom, 8. %6't.
Sue vicende tom. 8. x6i. e feg.
Antichità della Chiefa ,-e Campa-
na tom. 8. 263. e feg.
Quando la d. Chiefa paflafie ne i-
Preti tom. 8. 264.
Quando', e dove aveffe principio
la d. Congrega tom. 8. 1-65.
Sue vicende ivi . ~
Sue Coftituzioni ivi ,
Commeflì, aferitti' a d, Congrega
l. 8, v$fa e feg.
*1&
-ocr page 391-
<3»2
fatte dell* Entrate di detta ChTefa.
applicate ad un Canonicato di
j
S. Maria dèi Fiore ivi .
Compagnie, che hanno aviito-prìn-
-%%x cipio in detta Chiefa ivi..,'/-,
.Innovazione di detta Chi e/a tom.
7. 159*
' P ^
■Del Dado Bnonaguida tom. 7. 154,
iDiotiCìdìede torri* 0 .M4'. "
patite tom. 7. 1 ;. .143.» tom. 8i 14 j.
Dati Goro tom. 7» in. Stagio ivi.
Daz.zi loro Cappelle to'm. 7.; fio.
Melchiorre tom. 7. iao. Paolo ivi -
Da Diacceto laro Arme tom. 7. 1781
Angiolo Vefcovo ivi.
Francefco Vefcovo tom. 7. 71*.171.
Diario della Magliabechiana tem. I.
113.
Diofcoride Bottanico. tom. 7. 104.
Dolcini Fra Mario tom. 7, 60. 6t.
£•
Domenico di Fiefole primo Con-
cento dei PP. Domenicani della
« Congregazione dell'Oflervanza
" tom. 7. ito*.
Chi fuffe il Fondatore tom. 7. 118.
Benefattori , che contribuirono al-
la Fabbrica di detta Conven-
to tom. 7. tiét
S. Domenico al Maglio Chiefa , e
Convento di Monache Dome-
nicane tom. 7. 101. '
Denominazioni varie di dette Mò-
nache tom. 7. iot. e fèg. ' < •■
Vendita fatta dalle dette Mona-
che al Comune di Firenze, di
una porzione d' Orto per farvi
una Strada pubblica tom. 7.101.
Alienazione fatta dalle dette Mo-
nache di più -ftiora di terra da-
te al Duca Cofimo per farvi il
Giardino ",de*Semplici tom. 7.
IO*'-'-
Struttura dellaChiefa tom,'^.;roj.
e feg.
.Cartapecore efiftenti in detto. Mo-
iiaftero tom- 7. 108.
.Avvenimenti occorri a dette Mo-
nache tom. 7. jhp, e feg.,
.Alcune Monache di S. Lucia tra.
sferite in di .Maoartero tom. 7»
.": . 109. ... ; ; ; •
Da chi-dirette nello fpi'rituale ivi;
\Donati loro Cappella tom. 7. 54^
,tora. 8» 4 t»i 1 a
Eleonora di Toledo Ducheffa tom. S.
314.
Elifei Famiglia tom. 7. 3x8.
Eugenio IV. Papa tom. 7. 43. 84.
5>j.no*. 117.ti1. ti3, 165.114.
Z4j. 318. tom. 8. iz8. 1J4. 157.
t;MI $8. '159. >4Q. 330. 347, 359.
Sua Bolla tom. ,8. 30*.
»,
.f"3i
Fabbroni loro fepoltura tom. 7.
Lionardo ivi.
Luca ivi.
Falconieri loro Arme tom. 8.
Loro Cafe tom. 7. 6.
11 S.
*7»
Lóro Cappella tom. 8.
33*
B. Aleffio tòrti. 8. 8z.
Si.
Chiari(fimo tom. 8. 16.
B. Giuliana tom. 8. ,8i.
Sua nafeita ivi.
Sua morte tom. 8, 83.
Fantini Mone Vinattiere fuo tcrta-
mento tom. 6. 169.
Faririola Valentino ,tom. 7. 133.
Farnefe AlelFandro Cardinale tom.
Si 14 ti '
Federighi Benozzo Vefcovo torà. 8.
Iacopo Cavaliere tom. 8. 31.
Federigo Barfearofla tom. 7- 3x1.
Federigo Imperatore tom. 7. 14.
Federigo IJI. tom. 8. 8.
^Ferdinando Arciduca d'Auftria tom.
^Ferdinando I. G. D. t. 7. 51. 103.
148. 16}. tom, 8. 3. jq» ix6t
x66.
Sue nozze tom, 7* 148*
JFcr-
-ocr page 392-
iDdte *Ghérir&fci'Famiglia 'temi 7;*
io*.
                        ■>• jnj9Ì,i
£j;Tommafo Buonaventura Ardve-'
fcovo.com..7. xi8. tom. 8* i??.-
Gherardr Fra Gherardo Vefcovo tòm.
-:■/ '7; JÈ^rìsU'' ji .«1 I
Gherardinr loro Sepoltura t. 7. r8z.
Ghini Mefs. Luca Erbolario famofo
«! mtofd^:7.-'io^.> (;. fi -
Ghiacomini Tebalducci lare Cappel--
la tomi 8.: 39.
Giambologna Scultore fua Cappella
tom. 8. 39^' ■'■' ]                    ■ ''
Gianfigliazzi Azzo tom. 7. 3».
Cartello tom. 7. 31.
Giovanni ivi .. >..'■'
Niccolò Cavaliere Fondatóre def
: 13 ' ^Convento di S. Niccolò toni, i*
Giani Padre Maeftro Arcangiolo tomV
8. '89.-' tot, Ì103.. ; .-...
Giardini dei Semplici in Firenze £
, » ed» iti Pifa, da' ch'i principiati r
, ivi efda« chi terminati toni. 7-103.-
.^1:04.- Àtai •• \ì a~ o* u
.pcfcriziotic del Giardino di Fi-f1
rtnzre tom. 7- $3±$9 e fegi-
Ginori Francefco'Mafria: Vefc tomv
7.   .178.;, -;: ■'• ÌV              .; f' •
Gio; Gallorie G. D. tom«^ 8. %, 8<S.^
', ;zop-:: ..' ■ ■
Giovanni XXIII. Papa tom. 7, 39.
tomv 8. 1^9. . :■ i-t t) |.f|5pt;0^ ,
Giovanni J1I. Re di Portogallo tom*
8.   7.' ,...;. 1 ■.:. "r :: ctG^ ;
Giovanni Vefctìvo' ti 7. ioi. 331.
S«- Giovannino Chiefa, e Mona Acro
di Monache della Religione di
S. Giovanni Gerofolimitano to^
S. 318.
Sua fondazione ,. e Regola ivi.
Lora prima abitazione , e chi fuf-
i'e la prima Abbadefla t» 8. 319.
Loro Superiore , e Vilìtatorè ivi.%
Loro prima denominazione torà»
8. 330.
Vicende circa alla loro abìtazio*'
ne tom. 8. 331. e fegg.
Per opera di chi fuffe edificata
quefta Ghiejfa toni. 8. 333*
Strut*
Fé r d iè a n do 11. G. t>. 1 ó m tif, % fi -4«>
,*, $o, £.51 «tom. 8. i <S3» xoo. M**'
■. m -.5a.;i=$#.: liutai is-ft i
Ferdinando alt. G* D;*cm. 7«:iJ-"
Ferdinando Gran Principe torci.£.87.'
Ferrini Luca; torri. 8. ^o.-;
Ferroni loro Cappella tom. -8. 35«'
Francefco Ma re he fé ivi.
Ftfte ordinate farf nel giorno di S.
Barnaba tom. 7« SS*
Da Bilicala loro - Cappella t. 8.16&
Firenzuola, tom» 7. 15 f. ;,••«'
Folchi Guglielmo 'Vefcovo t. 7. 173.
Francefchi Francefco : tom. 7. 14®.
Francefco da Cingoli Vefcovo tom.
7.} $it tomi 8. 2 74«-
Francefco Primo G. Di tom. 7. jr.
,v^jcjj. ,119. a 39^ 145. toffl> 8. 7;
, ? _- , 8, ro 3 ; 1 z 1 * 1 Ì6\ 't 1 ov 1(56» 3*3.
Francefco Primo-Imperatore tom. 7.-
143V. tom. 8. 196»
                  fi
Franciotti Ce fa re tom. t.,pm*
Frati dì S> Egidio detti della Peni*
• ? tenza .,<: o delle Sacca ti 8» 191.
Frati Umiliati quando venuti in Fi*
renze tom* 7.H331VI : lai
Frezzi Federigo ^Vefcovo t f. 11'9'i
Fulmine caduto• in» S. Qrfolaabt&mi
7.   50.. :.r- .;:(;':
a
Caddi loro Cappelle tom. 7. x*o^
Angiolo ivi . -tu ', r-
Niccolò Cavaliere ivi 1.:
Taddeo ivi ^ , •'
Da Gagliano Francefco Vefcovo tom»-
8.    3ÓV ■ x ;- '.-' \:                       ■ j'V'.it'";' '
Ove fepolto ivi. -■.:■-'./,-
Lucrezia tom. 7. 147.
Galli loro Cappella tom. 8. 37.
Da S,Gallo Antonio tona*.8. jjiv '
Diario- ivi'.*--          ' fc*l*& -■<- *i0'4i
Orazio ivi> .« ne: i :
Ganucci Agnolo ,tom. 7.*.Jf $#*!'*
Gerinj loro Arme tom* 7» a 17*».':.:,'-
Loro Sepolcro ivi.
Francefco ivi *•,. ,
Giuliano ivi .
Leone ivi ♦ ,- V;W;<1= ^
-ocr page 393-
GuMtr de1 Ducni d'Aquitania Ma?
«l'ijg ria Maddalena tom. 7. 40.
Guidetti Antonio Senatore t. 7. 141,
Sua Arme tom. 7. 144.
"Sna Cafa ivi.
Suo Jngrcifo folcirne in Firenze
ivi.
X t\ -:               l               ^ l
Ildebrando Vefcovo tom. 7. 174. 32*?.
Immagine miracolofa di Gesù Bam-
bino in S. Orfola tom. !• 50.
Immagine miracolofa di Gesù Cro-
cififia in S. Orfola -tom. 7. 5 r.
Incontri Francefco Gaetano Arcive-
scovo tom. 8. 277; j; :. ; i
Innocenzio ,13. Papa tom. 8. 163.
Innocenzio IV. Papa tom. 7.102.
z$z, tom. 8. zx. 94, 97.'
Innocenzio VI. Papa tom. 7. 316»
tom. S. 100.
Innocenzio Vili. tom. 7. 39. 9^.
i zi<5. %i%. tom. 8. i8i-. ido.x8Sc
Innocenzio IX. tom. 8. 311.
Innocenzio X. tom. 7. 30$. i
Innocenzio XI. Papa tom. 8. 34.
Isnardo Vicario di Carlo Primo Re
di Napoli tom. 7. 24.
Lagomarfini £. Girolamo GeMti^
tom. 7. 331.
Lainez P. Iacopo Generale de' Gè.
fui ti tom. 8. 194.
Lamberto Vefcovo <tom. 7. ■$%€.
Lami Giovanni Dottore tom. 7. 181,
33.1. tom. 8. 49.
Landini Criilofano tom. 8. 155.
Sua Arme ivi.
Leone IX. Papa tom. 7. 9*.
Leone X. Papa tom. 7. 4<5' 6z> nj,
%6$. zi<5..tom. 8. 57. J38. 159.
I7r. 4,10. zós. zSi, Z93. 3x2.
Leone X1' PaPa tora» 7» 39' 70. 73.
79. zìi. tom. 8. 141.
Lenzì Famiglia , fua CappcI/a tom.
8. iz8.
J,ezana tomt 7- tfx.
^$jtr,uttara della Ghiefz «otferiia
tom. 8. 33*.
           t *
< J^Yvenimeato accaduto in détta
Chiefa tom. 8. 339. ■
loro Reliquie .tom. 8, 341*
Dimora fatta in detto Monaftero
da S. Maria Maddalena de'Paz*
sZÌ toro. 8.. 344. e fegg,
Aumento di Spirito in detto tem-
pio tom. 8. 345.
Girolami P. David Efaù tom.7, 6x,
Giugni Simone Senatore tem. 7. 42.
Giulio II. Papa tom. 7. S,j. 173.
tom. 8. 160. zzo. z2i.
Sue Bolle .tom. 7. 1,90.
Giulio III. Papa tom. 8.; no» 141.
! ,'• *a.,Q/ I                                -. '"' ■'■■"'■ ■■•■■' i|1
]?. Gi,ufep,pe da.Calafanzio Fondatore
delle Scuole Pie tom. 8. 153.
Giu/t/niani Fra Vincenzio Generale
de* Domenicani tom. 7. 73.
Gondi mefs. Benedetto tom. 7.14*.
.Soprintendente alla Fabbrica del-
la Cappella di 6. Antonino ivi.
Gonzaga loro Arme tom. 8. 37.
« Francefco Cardinale to,m. 8. 14.
Gio; Francefco tom. 8. 30* /
,,.jS.: Luigi tom, 8. n.
Lodovico tom. 8. 30. 37.
4pìori Anton Francefco Propofto di
S. Giovanni tom. 7. 133. 137'
144. >* 7.
Gottifredo Vefcovo -tom. 8»:.i4$*
Gozjzoltni Salvetfro tom. 71 114.
Grazi Paolo tom. 8. 34.
loro Cappella ivi/ •» "' h
Gregorio IX. Papa «toni» 7. 13. 174.
Sue Bolle tom. 7. xSj. e fegg.
Gregorio X. Papa tom. 8. 3S6*
Gregorio XI. Fapa tom. 8. 2&0.
Gregorio X,H< Papa iom. 7. 119.
Gregorio XIII. Papa tona. 8. i6j5.
iftS. zzo. «
grifoni Francefco tom. **•
.iMieheJc Cavaliere tom. 8. 50»
Loro Palazzo ivi .
guadagni loro Cappella tom. S. #>•
Bernardo GonfaJoniere t. 8» .190.
Oliviero tom. 8. 40.
gnaltcìQtti TommaJo toiau 8. *37«
-ocr page 394-
.-3*5
S, Luigi Gonzaga torci. 8» ir.
Luifa d'Orleans Gran P rincipe fla
?• *3J»
Della Luna tom. 7. §*»«• Bevilacqua
,, tom. 7» 105.
Niccolò ivi • S.iia morte iv i i
c M
Maeci Famiglia tom. 7* ai 8»
L«ro Cappella ivi.
Machiavelli Buoniufegn* Canonie®
tom. 7. 130.
Guido tom. 7. 14*»
Niccolò ivi .
Macinghi loro Arme tom. f. 6t,
Loro Cappelle t. 7.13. t.8. 31. 6%0
Maddalena d' Auftria GranduchefTì
tom* 8. 45.
Madonna de* Ricci Chiefa toro. 8»
2-49'
Suo principio tom. 8. »50*
Lafciti fatti a d. Chiefa, toni. 8".
151. e feg.
Perchè denominata de'Ricci tom»
8. 15*. e feg.
Quando fufle data a i Padri delle
Scuole Pie tom. 8» 153.
Principio di detta Religione ivi*
JLoro prima abitazione s e chi fb/Te
il Fondatore tom- 8. 153.
Struttura di detta Chiefa 9 e fua
reftaurazione tom.8. *54. e feg.
Suo Organo (ingoiare tom. 8. a 5 8*
Oratorio quando principiato toni*
8- *37<»
Catalogo di alcuni Iorol£eligiofi[i
che fiorirono in fantjtà, e dot-
trina tom. 8. 158.
Noviziato di detti Padri efifteato
a Montai da chi donato tom. U
Magliabechì Diario tom. 7. 50. 158.
Magnani Gerbì Prete Domenico Zza-
rla tom. 7. 77.
Magri tom» 7. 8.
Majegonnéile Niccolò tom» y. ftàiè
Loro Arme tom» 7. 303»
Malefpini Ricordano tom. 7.1.119.
217. 191, 333, torà, I. 273»
Ccf
                           Ma-
libreria Laufenziana toro. -jf ito*
tom. 8. 9*.
Quando fondata tom.: 7, %tj» *
Libreria Magliabechiana toni. 8. 46»
ni. 155.                           j
Libreria di S. Marco tom. 7* ntf»
Quando, e da chi fabbricata , e
fue vicende tom. 7. xi<5. e feg.
Libreria Medicea tom* 7. 300»
Libreria d'Ogniflanti tom. 7.199»
Libreria Strozziana tom. 7. 115» 300»
tom» 8. 333.
Lodovico Imperatore tom. 7* 3"«
Lodovico Pio Imperatore tom.7.135.
Lodovico XII. Re di Francia tom»
7. 141. tom. 8. 1x4.
Lorin? Filippo Cavaliere tom. 7. 141.
5. Luc'a Chiefa , e Monaftero di
Domenicane tom. 8. 347.
Quando in quefto Confcrvaforio
fusero introdotte le Suore del
Terz'Ordine tom. 8. 347»
Di dove quefte yeniffero , e loro
prime Priore tom. 8. 347. e (eg.
5encfattori,che concorfero per am-
pliare, e reftaurare d. Confer-
vatorio tom,, $. 348. e feg»
Quando fuffero dichiarate Mona-
che, e meffa la claufura t.8. 34S.
Statue » e Marmi ritrovati in pc-
cafiene di reftaurarlo tom.8, 349.
Da chi quefti fuflero comprati tom.
$. 3S0.
Moleftie fofferte da dette JLeligio-
fé tom» 8. 3.59.
Rcligiofe Venerabili di detto Mo-
naftero tom. 8. 353.
Principio, e vicende di detto Mo-
naftero tom. 8, 3j 6.
Lite avuta col Capitolo di S. Lo-
renzo per la fabbricazione elei
Monaftero tom. 8» 357,
principio dì detta Fabbrica tom.
*• 35».
Le dette ReJigiofc trasferite in-
5. Caterina delle Ruote , e da-
to U Monaftero a i Padri Car-
melitani t«m. 8. 3j9, e feg,
8. Lucia fui Prato Parrocchia antica t#
Tom. riti,
-ocr page 395-
,3S<f
Mamaéfii #ra Tdtntóifo Maria tom*
Mancini Alamanno tom. 7. io*)»
* rdròtonni Ivi 1 "•
Mangiadorì Giovanni VeTcqvo tom.
'7* i$;> jjf. tomi 8. 99» 3Ì5.
Mannelli Iacopo tom. 7. 108.
Rinuccino ivi,
Mantir pbmen'ico' Maria toni* 7. 1.;
Z$fiii. 182V 2*14. 240. 3'o=©*
301. 31S; tom. 8. 85. 132. 191.
Si8t 28©. 286, 302.1 317. 3181
230. 333.          ; . '■:
Marcelli? Franccfco Nuniicr tom» 7.-
io?'.
S. Marco Chiefa, e Convento di
Domenicani tom. 7. 113.
Padroni antichi di d. luogo fvì.
Quando feguilTe , è da* chi fufl*e_»
fótta la Sacra di detta Chiefa
tom. 7. ti?. 123.
Quando fu/Te eretta in Parrocchia1
Quando in detto Convento fuben-
•**'. traflero i PP. Domenicani dell'
OlTervanza di Fiefole tom.7.116,
a;: ■ e fegy
Solennità del loro. iiigreflo ini*-
e detto Convento tom. 7. itS.
Chi ftafle i' Infti'tutore dell* OfTer-
vanza tom. 7. ti8. e feg.
Fondatore della Tribuna antica
della Chisfa chi1 fufìe tom. 7.
ili* e 'fegy :
Spefa dèlia fabbrica def ■Convèn-
ti mLè fua ftrutuira t-7? ll4.
' Rovina: di patte 'del' Dórmérìteriov
tom. 7. 124. è r|g*"
Libreria , fua ftrat turi' t. 7. ixf.
Suoi àcquifH , e Vicende tom. 7»
ii£. e feg.*
..Struttura moderna jdel/a' Chiefa
■, tota* 7- ' 1*3 «5. è., feg*
'Catàlogo dr Perfone" 'Venerabili 5
le cut Cenéirr $hconférvano in
S. Marco tona." 7* [ 1SoV e fegg.
Catàlogo de t Cardinal) ;,Arcive-
fcovi V Vefcovi , e Generali di
S. Marco tórri. 7- 164. e fegg.
Cupo della ' Congregazione 'di S.
V. '■■''■                      " '"',.■' '"""' ■'.-.";■ ; '"-'                     '-■*-; k ■                    ""'■■ '.™V"                V' '" ' i'1
^Màrcò^'è* origine fóri, «£
Unito i SV Domenico di Fiesole
.** iviv- --: ::; ■'; ■ ;:f>M HV>^,J
Diploma riguardante la* Béncdizìo-
4 he delia prima pietradella Chie-
fa di S. Marco fabbricata da i
Silveftrini tom. 7. 167.
Diploma di quando la detta Chie-
fà fìf eretta in'Parrocchia tom.
7» 169.
S. Maria degli Alberighi Chiefa , o
fua antichità tom. 8. 234. e fegg.
■'■' Serie di varj Priori 1.8.13$. e fegg.
Defcrizione della Chiefa t. 8, 239.
Erezione dell' Opera di d. Chiefa
tom. 8, %.\t,
S. Maria in Campo- Chiefa fua anti-
chità tom. fi 171.
Stata Parrocchia iviV
-Rettori di etìa tom. 7. 172.
Primo ingrandimento di d. Chie«
fa da chi fatto ivi.
La detta Chiefa ftata Prebenda.,
di un Canonicato tom. 7. 173.
Stata data in Commenda ivi .
Quando paflafle in dominio de i
Vefcovi di Fiefole tom. 7. 17 3.
Palazzo accanto' ali* Chiefa per
ufo de* Vefcovi quando, e da
chi fabbricato tom. 7. 17$.
Privilegio accordato a i Vefcovi
di tenervi la Curia Vefcovilc ivi.
Altri privilegi accordati a i detti
*'' ■ Vefc'òvi" tona. 7. ijO'ì
ÀboIiziOjfe della. Cura di S. Ma-
ria in Campo, quando fegui'fTc
tora. 7. il fi
Struttura di detta Chiefa t. 7. '» 7*«
Sacraci d. Chiefa tom. ?• t'S».
Privilegio , che gode la Compi*
*? '•• ■ gnia circa a i'Morti tom. 7. i'it.
S. Maria in Campidoglio Parrocchia
iòta, 7> $"•
*   Sua antica ilrùt'tura t. 7. 31J. e feg»
*   Sua-reffaurazione antica t.M. 315*
A chi afpettaffe il Padronato tom.
»"■'.'               s . - - I ' - •                      ' ' -'
'•      7. 3I6,
Su': vicende ivi ♦,,,,. !
%sìl^ '*s,iAltre
-ocr page 396-
3*7
fte* fcfedfci Suor Agoftina ìtom. $i
181. e feg.
* «^leflandroCardinale, e Arcivefco-
vo tom. 7. xx. 44. 547. tom*
,* ».~ :,8«- f 41* x<58.-,3**---,
Àle|faud.rp Duca tom. 7. 301. tom»
8. .93.
Anna Arciduchefl'a ,d' Auftria .tomo
7- 39- '          . fv! iiì
s Dpu: Antonio tom. 7. xit* r
Carlo Cardinale; tom. 7. 1.5.9. xoS.
, ,.■!* fuKX>tì ! ìi ''.'•-■''.'«'.• in: "f ■: i f »."iO
^aterina. Regina di Francia jtom.
8. 5, x8i. .349.
         ,,
Chiariamo tom- 7» 1x9. t
.Conte tom. 7. XX7. tom. 8. xS.t»
Colirao tom. 7..117. ,nx. 165.
, tCofimp ftfefyf B.Mrjae tpm. 7» Il
.sia _-»#*» ■.£$*• *v e.:;■'■■ "»T e t lB|*;,
.rcGioypni |Qme 8* *£. g$*
.r^iu.Up Arciyefcovo t.8. 13$. $j8*
.? Leopoldo cardinaie .toni, ,9» 7?»
: toni, 8. 43» |% ,t . »o*.x
Lorenzino tom. 7. 301. ,n
Lorenzo tom, 7. 117. joni» :•• 4*
, Lprenzo Duca jd* IJrtino itom.' 7*
110. ;tom. 8. a8i. , j ,7
Lorenzo dettp M tì/&gf»jm JOQ*
7« *43« :v                              '■■:
Sua rrorte ivi. retali :,: ^
Donna Lucrezia tom. 7. «**»• !
Mattias Principe tom. 7. $o»
Piero ftom. 7..X10. «tom. 8.u<S. .33*
317* m .. <:. ; : 1
Loro Calino.da S, Marco t,7. iti».
Milani Doflienicp ;tpm.;f. 79ii"
Santi .ivi. . ;|. ,;> ;;, -,';:'• j r
Melantone Filippo <o,rh. 7. X35,
Michele di Domenico da Campi be#
nefatto.re dei Convento di S. Qr-
- fola tom. 7. ,47.
;S. Michele in Orto demolito per ,co-
/nodo #«•* Granai tpm. 7. x>
S,. ^lichele VÌfdomini, prirrja Chiefa
come antica |om. 7. 3. € /eg.
• -.Quando /pianata tom. 7..». >
Kiedifca.zioue .della «uova Chiefa
fu fjuai terrcnP ,fuffe ,fatta ioau
benedizione della prima pietra t^7»5.
iCcs a
                         5pcfa
Altre varfe .filar denoto intoni <.
7» 3* 9»                   . - ■ :• i. ^ | x
-$, Mafia Nipotécpfa detta di S.~ Don-
nino iChiefa Parrocchiale tom.
fi~xX$*
                       [ utoì
^Origine della fua denominazipne ,
ed altre varie tom.?. *X9«« fegg.
L* Suo principio tom. 7. xxj.e feg.
« $ua bruttura, e refiaurazione tom.
»:; . 7.. xxx.                                         ■''.*. .-
,t iXettpri ila ti detta Chicfa tom.
7. #13»
»S ^Crocififfo jnifaco'Iofo , che il cre-
de fatto dell'Olmo, che fiorì
si: «nella traslazione del Corpo di
5. Zanobi tom. 7. 124.
Terrazzino fopra del Canto di d.
ÌChiefa per qual ufo fatto tom.
Jilarfilìo fFicinovtóm.j^. 495, ; il
Martelli Baccio Fefcovo tom, 8, in,
:Giufep"pe Maria Arcivefcovo tom.
,8. 86, X67.                     i
Ugolino yefeovo tom. .8. 349.'
Marmi Cornelio^ tom. 7. ixp.
: "sRubfrto :'iyi'.. v?■■ i.ui jtfi'fsb;■".';
Loro Cappella ivi. -..; ìt J*
Martini d&U^Ala Jbro.CappelJa tom.
Martino y. Papa tom. 7. %x6, 307,
315. tom. 8. 7. 81. 158. J59.
,173. 194. 119. 359.
Sua Bolla tom. 7. 3i<5.
Marzimedici Agnolo JSTefcovo tom.
I 7. ,171% ,:,.,-: .'ììl .f ti
Sho Deposito tom. 8. 41» ;;
Aleffandro Areirefeov© t. 8." 193.
Mazzei Mazzeo Senatore tom. 7.130.
Matilde Contefia tein. 7. 44; t. 8.191,
Mattioli som. 7. 104.
Medici Averardo .-tom. 7. Si. xxS.
' (Cambio tom. q, 95»
Francesco -tom. 7. 8x.
         -fi
Fulig no tomj 7. t%-j,
.Giovanni tom. 7. %%, xz*.
Livia iua Moglie tom, 7. xx.
- , Sebastiano Cav. {t ^icario fior,
tom. 7. xoo.
Silveftro tom. 7. 418.
. ffteri tom. y* $6,
■ : J
-ocr page 397-
flS
Vt Spéfa òceorfe" p*£' Ji rledi^caiió-
ne toni» 7. 13.'
           *
Chiefa Parrocchiale tenuti rfa i
: Preti tom. 7. «?.
Rettori della medefima tom. 7. S.
Quando ceduta a 1 Monaci ■Celc-
ftini tom. 7. 7» *»• '
s Condizioni appone nel!' attòi del
poiTeflb ivi.
I médefimi detti di S. Piero a
Mufrone tom, 7. 19.
Quando veni/fero in Firenze ivi «
favori ad effi compartiti dal Fub-
blico tom. 7. 19. e feg.
loro prima abitazione tom. 7« ir*
Migliore Leopoldo tom. 7. 4. é. io.
14, 31. 3*. 37. 44. 60. 74* 79»
50. 103. 108. ni, 114. 118.
138. 157. 107. 113. 114. titi
i8;, 289* xp£. 197* X98. 500.
I. <iè« " x $. 3x. 44.49. 85.88.
ixo. xa$. 140, 144. rji. 176.
191. 194. 2,07. xxx. 15X. x4i,
a 7X * x 79. x-8 o ,3 f o i
Ifilahefi Monsignore fua Cappelli t.
7. r.39, >i                         : ■■';'■
Della Mirandola Anton Maria tom.
7.   44'
Bonna Ginevra*tom. 7. 4$.,
tonache di"Cafignano variazione del
loro M»oa Aero tom. 7. xj£s
Monache di 5. Gio;-Gero-folimirano
primo loro Convento tom. 7* **•
Quando trasferite nel Convento
di Via S. Gallo ivi;
Monache di S. Sii veltro loro aboli-
zióne tom. 7/ir*.
Monaci 'di S. Maria degli Angioli
fuo principio tom. 8. 145.
fondatore del Joro Monaftero tom.
8.  144,
Benedizione delia prima pietra,
e monete gettate ne i fonda-
menti tom. 8. 145.
Prima ftruttura del medefimo , e
fua ampliazione tom. 8. 14*.
Benefattori di detto Monaftero io.
8. 146. e fegg.
Fondatori di più Cappelle efiften-
tl in detto' Motà&étò tomi t.
145. ijr.
• r Saccheggia mento feguito t d. Me-
naftero tom. 8. 151. e feg.
loro primo governo tom. 8. 154»
Mutazione del loro primo gover-
no tom. 8. 154.
Badie , e Monafteri aggregate al
medefimo tom. 8. 159. e feg»
Raccomandigia di d. Monaftero ac-'
, tettata dalla Repubblica tom*
8. 162,
Dcftrizionc del Monaftero tom.
{<*&§. e feg.
Rinnovazione della Chìefa quande?
feguifle tom* 8* x68.
Sacra di detta Chiefa tom. 8.170.
Libri manoferitti , e miniati efi-
ftenti in d. Monaftero t. 8. i7r.
Beati di detto Monaftero tom. Si
*?a»
Monaci Bafìliani prima loro refi-
denza tom. 8. 185.
Quando i detti Monaci venifTer*
io Occidente ivi,
Denominazioni varie di detti Mo-
naci tom. 8. zSó.
Conventi var; di detti Monaci ivi.
Monaci Silveftrini primo loro Co»,
vento in Firenze tom. 7. 114.
, Loro Fondatorcivi ih
Loro decadenza dall' OlTervanza
tom. .7. 116. ,
Monaldefchi Francete© Vefcovo tom.
7.   114. 166. 17$. tom. 8. 145.
191.,. ,"-■•.•■
. Sua morte quando fcguilfe tom. 7.
US'
Monaldi tom. 7. 314.
Monaftero di S. Maria a Mantìgna*
no da chi fondato tom. 8. 30X.
Unito al Monaftero di S. Appol-
lonia, e condizioni, appofte iiu
tal atto tom. 8. 30X. e feg.
Soggetto immediatamente alla S.
Sede tom. 8. 302,
Da Montaguto Ciani Baftiano tom.
8.  35.
Sua Cappella ivi,
Marchete Andrea Franccfco ivi •
Ca-
*aa
-ocr page 398-
l%9
Niccolò III. Papa tom.. 7, %n.
Sua morte i?i »
Niccolò IV. Papa tom. 8. $yt ^
Niccolò V. Papa tom. 7. $9. tomi S,
*.ao,            t]
Niccolò da Lizzano toni. 7. ni.
Sua Arme ivi .
De* Nobili Bernardo tom. 8. 147.
loro Arme tom, 8. i<$£.
Loro Cappella iylM,,1
o
OfTredi OfFredo tom. 7. 140,
Onorio III. Papa tom. 7. 174.
Sue Bolle tom. 7. 181, e feg.
Onorio IV. Papa t. 8. 97. 17*5. 119,
Sua Bolla tom. 8. 188.
Oratorio di Mercato Vecchio, dato
dalla Repubblica all'Arte de*
Medici, e Speziali tom. 7» $9.
Dell' Orco Guidalotto tom. 8. 119.
Orfi Fra Giuseppe Agoftino t. 7.166*
prfini pio: Gaetano Cardinale tom.
$ .8. 333. È . ' ibi ■ mi
Sua Bolla ivi. ■-■ vv ■.-.■,-.1*1.1
Rinaldo Arcivefcovo tom. 7«. 4t*
138. J143. tom. 8. 293.
S. Orfola Monaftero di Monache Be-
nedettine tom. 7. 41.
Quando principia/Te detto Mona-
ftero ivi.
Riunione alrnedefimod' altre Mo-
nache, e dove .trasferite tom.
7' 43* p
;Quando vi /offero introdotte le
Francefcane, e da chi governa-
te tom» 7. 43.
Legati, e donazioni fatte a det-
te Monache tom. 7. 4$. è feg.
Monache antiche, dette Jc Mona-
che di S. Orfola di jGafaggio
tom. 7. 47.
Chi e fa quando, e .da chi j-eftau-
rata, e fua Sacra tom. 7. 48.
Seconda reftaurazione ivi.
Loro Spezieria fìimata tom. 7-5.
Dell' Offa ^laeflro Domenico tom.
;S*rì\ ■-.. ,' 1 •
C e € 5                    Mae-
Caterina 3 Altfl*andrai ivi. §ì
Montalvi Giovanili tom* S. » 68*
Morigia Iacopo Antonio Areivcfco*
vo tom. 7. 177,
Paolo Gefuato tom. 8. pò. ;*
Mozzi Andrea Vefcovo tom. 7. 317.
tom. 8. i%6. 357.
Giannozzo tom. 7. xj<5.
JMuratori tom. 8. 305»,
Nelli Gìo: Batifla tom. 8. Si*
Nerli Francesco Arcivefcovo t.8.S7tf.
Niccoli Angiolino tom. 7. 40.
Bartolo Fondatore dello Spedale
.di S. .tazzero di Calenzano ivi.
Eartolommeo tom. 7. itj. ;-i
Niccolò infigne Letterato t. 7. 115.
Niccolini Abate Antonio t. 7.133.
Piero Arcivefcovo tom. 7. 39.
tom. 8. 193,
Loro Palazzo, e Statue t. 8. 47.
Niccolò Arcivescovo d'Armenia lo.
7» 73-
S. Niccolò Chiefa , e Monaftero di
Religiofe in Via del Cocomero
da chi fondato tom. 7. 31.
Quando fufle edificata la Chiefa
toni. 7. 3». e fegg.
Benedizione della prima pietra.,
tom» 7. 34.
Di dove fuflero cavate le prime
Monache, e loro prima JBadef-
fa tom. 7. 34,
Sacra di .detta Chiefa ivi.
Detto Monaftero a chi anticamen-
te fottopofto, ed a chi prefen-
temente tom. 7* 3S. ì9*
Grazie, e Privilegi conceffi a det-
to Monaftero tom. 7. 38.
Le dette Monache aggregate .all'
Ordine Benedettino tom. 7. 39»
Fcfte celebri feguite in detto luo-
go tom. 7« 59' e fegg.
Dette Religiofe Padrone dello Spe-
dale di S. Lazzero di Calen-
zano tom. 7. 40.
Catalogo delle Monache morte in
concetto di Sante tom. 7. 41.
-ocr page 399-
------:-----------------i--------7.-------rr-r-nr—m-pr
——-"^1
Peruzzi loro Cappella tom* S, 31;
Pefcheria in Mercato Vecchio , tua
Loggia quando edificata tom.
7» ?i7*
Pefte dell* anno 1348. tom. 7» 16$.
tom. 8. 143.                    -
Dell' anno 14^5. ove principiane
tom. i* 8<J.
Dell'anno 1^30. tom. 7'. idi.
tom. 8. 253.
Serie delle Pestilenze occorre in
Firenze tom. 7. 195. e feg.
Petru'eci loro Cappella tom. 7'. £4.
Piazza de'Caftellani torti. 7. in.
Piccolomini Giovanni Cardinale ,- e
Arcivefcovo tom. 8. 138. 154.
Pico della Mirandola t. 7. 117. 141.
Piena d' Arno dell' anno 1 j 5 7. tom.
7- 3*8'
Dell'anno 1740. tom. 7. irr.-
S*. Pier Buon Configlio Parrocchia
tom. 7. 197.
Sue varie denominazioni ivi.
Perche cosi detta t. 7. 198. e feg.
Sua antichità tom. 7. $oo>.
Sua Sacra ivi.
Stata Collegiata ivi.
Suo Padronato antico , ed in chi
paflato tom. 7. 300. e fegg.
Suoi Rettori tom. 7; 301.
Sua rinnovazione tom. 7. 3^3.
S. Piero Celeftino, o fi* del Mur-
rene, fua morte tom. 7. io.
Sua Beatificazione ivi.
Suoi Miracoli ivi.
Pierucci Gioì Michele Conte , e Spe-
dalingo degl' Innocenti t. 8* x 32.
S.Pietro da Verona tom. 7. 102. 251»
Suo Martirio tom. 7. 152.
Gonfalone dal medefìmo dato ai
Fiorentini ove fia ivi.
Pio IL Papa tom. 7. 229. tom. S.
119. 220.
Pio IV. Papa tom- 8. 303.
S. Pio V- Papa tom. 7. 23. 73. 94.
97.1*9. 137* **'*• tom. 8.120.
16&. 349»
Poccianti Fra M/chele tom. 7. 171.
tom. 8. 89. 92.
Loro Cappella tom. 8. 34»
Pog-
Macero Giovanni ivi ì
Suor Vittoria tom. 7. Jfr !
Ottone Illr tom* ?• *i4*
Pacini Lapo tom. $• tic;»
FP.' Frarlzefi «tetti di S. Antonio,
varie loro abitazioni t. 8. 289.
Pagagnotti Benedetto Vefcovo1 tom.
7. 66,
Palagi Ginevra r*>m. 7. ^4»
Sua Eappella ivi. ,
Del Palagio Famiglia tom'. 7*.' 6*.
tom. 8. 31.
Loro Cappelle t.' 7. 24» t. 8v 31.
Lippo tom. 7. d.
Neri ivi.
Psicologo Andrea tom. 7. 44V
Tommafo ivi.
Palladini Iacopo Vefcovo tom. 8. 65.
Palmieri Lorenzo tom. S. 33.
Paneiatichi Gabbriello tom. 8. 1S7.
Orazio Vefcovo tom. 7. 147'. !
Pandolfini Suor Angiolina tona. 7. 4-8.
Ferdinando Vefcuvo ivi» »?
Suor Lucrezia ivhi
•" Pandolfo ivi. -
Da Panzano Pandolfo tom. 7. ?ì.
Paoli francefeo tom. 7. 70.
Leonardo ivi.
Paolo II. Papa tom. 7. 9*» 1^3.
Paolo III. Papa tom. 7» 39- *73'
£78. tom. 8. ito. 14tv 160,
2i$t.
3*3.
Paolo IV. Papa tom. 8. 3M«
Paolo V. Papa tom. 7. is8-* 5^6,
tom. 8. 253.
Paolozzi Gio: Maria tom. 7- 149*
Paoifanti Francefco tona» 8. 59-
Pafquili loro Cappella t#m. 7.114.
Be'Pazzi loro Arme tom. 8» 33.
Loro Cappella ivi.
Bindo ivi. Lapo ivi .<
Pccori Famiglia tom. 7. 24*
Pelli loro Cappella tom. 7. 14.
Pcrfonaggi illuftri, che intervenne-
ro dal G. D. Ferdinando Primo
con Madama- Crifiina di Lor'e»
«a tom. 7. 148.
-ocr page 400-
19*
Éadingo Vefc. Pjorentino (.7.314.
Rambaldo Vefcovo tom. 7. 9.
Rata! Fra Seràfico tom. 7. <$8. i%.
tom. 8. X47-. ìSit.
Don Silvano tom. 8t 14^ 15 2,
tjj. x$6. i7x. 171.297. 337»
Redditi Carlo tom. 7. 78.
Della Rena Cofimo tom. "7. io.
Riario Pietro Cardinale tom» 7. Saf».
Ricafoli Agnolo Vefe» t. 7. 14. 43.
Riccardi Gafabrielio Marchefe tom».
1 Si 2 8x.
Ricci Angiolo Maria Dottore *• e.»
Propofto tom. 7. 2 s i«
De'Ricci loro Cappella tom. 7. 138.
Antonio Vefcovo tom. 7, 158,
3; Caterina tom. 7. 108» -
Detta Santa ove nata tom. 8. $t^
Giuliano tom- 7. 211.
Ricciardo Senatwe Romano tom.
8. zji.
Roffo iviv:
Fra Timoteo tom< 7» ttiji*
Cav. Qg'Uccione tom. 8. 31^;
Ridolfi Suor Lena tom.- 7. 46.
Nannina tom. 7. 39.
Niccolò- Cardinale, e Arcivefcd4-
vo tom. 7. 40. i ; .?
Raffaello tom. 7. 4ÓV <•
Roflb tom. 7»'39»
Rinaldefchl Antonio1 fua< gruftiaia_.
toni. 8. 249.
Rinuccini Gio: Batifta Arcivefcovo
tOM'. 7. 107»
Della Robbia Lorenzo Vefcovo tom.
V 2 # x7J.'i78,'
Romoii loro Cappella tom. Si 41.
Rondinelli Diario tom. 7; 318.
.Francefco Cavaliere tom. 8. %ivt
Roflì Dottor Giufeppe tom. 7. 77.
De' Ro/fi Madonna-Lapa tom. 7. 3*$.
Stoldo ivi.
Rolli da Bergamo loro Cappellai
tom. 7. 23.
Rofifdli Stefano tom; 7. 3. 67 32,'
140, 171. 213. 2i(5. 230, 238*
« 2.89. 291* tom. S<. 21.27.1*3.
279. 189. 328. 33©,
Ruberto Re di Napoli toni* 7. 20.
Rucellar Ridolfo' tom. 8. 27^
Sao
Poggfd (ÓM* i* ftfl               ^ r£
S; Poggio Vefcovo taro* f* ptìfc
Poliziano Angiolo toni. 7. 8$.
Del Pollaiolo Guido tom. 7. 317.
Vieri ivi. ■
Pollini Carlo toifi»7; 99.
Porta: di Balla, o fia de* Visdbrai-
ni tomi 7. i«
Cortinari Suor Anna' Maria Badfcfla
in Candeli toni. 8. 188.
Àdoardo tom. 8. 186. 187;
Padre Antonio Gefuita t. 8. 188.
D-ionifio Cavaliere tom. 8. i8tf.
Folco Fondatore- dello Spedale di
S. Maria Nuova' t. 8. 17 j. 19$.
Suo Teftamento tom. 8. 22*9.
Francefco tom, 8. 217.
Gherardo tom. 8. 193*
D. Gio; Batifta tomi 8. 18=8,
Iacopo tom.' Si 193.
Lodovico tom. 8. 18S;
Manetto tom. 8. 193.
Pier Francefco fus Ambafcerfa a
Siena, e fue Irruzioni tom» 8.
180. e fegg.
Pigello Queftorc delle rendite Dù-
cali di Milano tom. 8. t8jp
Fondatore della Cappella di San
Pietro Martire in Milano ivi.
Suo Teftamento tom. 8. i88v
Parentele contratte dai Defcen-
denti di Pigello in Milano tom.
8. i8f* e kg%.
Provvifìoni fatte delia Repubblica^
tomi 7. 19. 54*56. S 7.■84,'.'*«S.
143. z68, t. 8. .53. ujk 135,
T97. gcjSì'zi$* 2.61. 305. 313.
Pucci loro Cappelle tom. 7, 23.
tom. 8; 53;
Antonio tom. 8. $'4,
Emilio Cavaliere di Malta*U'£f. 54»
Giovanni 6onfaloniere t» 7. 23^
Lorenzo Cardinale tom. 81 57.
Ruberto Cardinale tom. 8.13^351.
Puccinelli D. Placido tom. 8. 188,
Pulìnari Fra Dionilìo tom. 7. 43*
R
Rabatti loro Cappella tom, 8, 35.
-ocr page 401-
.Serie di dìverfi Letterali , che -fio-
, girono in Jireoie nel 0k%0,
tom* -7,.-,1jr.»5«
           . ,..;", '"
.Serragli Joro Arme tom. 7. £40* :
Loro Cappella tom. 7. t$f>
Giuliano tom. 7. 140.
Serraglio de' Leoni quando introdot-
to in Firenze tom. 7. iti.
Ove anticamente fofle il detto
Serraglio , ed ove fia di prefen-
te ivi* • ^ ,'Juaì, ,.'..' .."■ ■ ■■„-
Si gonio tom. 7. 8.
Sifto IV. Papa tom. 7. it. 37. 39.
tom* 8» 2io.
Sizi Famiglia Padroni della Chicfa
di S. Tommafo tom. 7. %%7*
Loro A me ivi.
Bambarone ivi.
Caste toro. 7. 118. : > '
Gerì tom. 7. x*8.
Giovanni ivi,.
Ne rio tom. 7. 117.
Tegghia tom. 7. xif.
Soderini Piero toro. 7. 64*
Stato Gonfaloniere tom. 8. 118.
Soldani loro Sepoltura tom. 7*-81.
Da Sommala Giovanni Senatore^
ntò tom» 7» 3Pi*
. ; Giuliano jvi *
Spedale degli Abbandonati quando,
e da chi eretto, e da chi go-
vernato toni* 7. 171. e fegg.
Prima refideuza di detto Spedale
, i jom. 7* >74*
Ove fufle pofteriormente trasfe-
rito ivi.'
Unione ..di altri Spedali al fuddet-
to ivi*
Spedale di S. Biagio fuori di Por-
ta a S. Fridiano quando, e da
, chi edificato tom. 7. x<5o.
Spedale di S. Caterina de' Talani
tom. 8. 310.
Spedale di ,S. Iacopo a S. Eufebio
tom. 7. 33*'
Spedale di S. Iacopo, e S, Filippo
nel Popolo di S. Martino a Se-
tto tom. 7. xi%.
Spedale degl'Incurabili detto Arci-
fpcdale tom. %, 317.
Eretto
Sacchetti Fra Benedetto Cavaliere
di Malta tom» 7. 141.
Franco tom. 7.175. tom* 8* |ji.
Sali Fiammetta tom. 7. 98.
Salveftri Francefco Vcfcovo tom. 7.
% x 8,,
Salviatjjoro Arme tom* 7* M7»
Loro Cappella tom. 7. J37*
loro Irnprefa tom. 7. tso* ;
Antonio Cardinale f. 7* 46* 144.
«■ ? Averardo tom. 7. 144. 1
Bernardo tom. 7. .14$*
Caterina tom» 7. 46»
Filippo tom. 7. 144.
Fra Francefco Domenicano fonda-
tore di S. Vincenzio di Prato
_jom. 7. 14$.
jGioyanni tom. 7* iìo.
Iacopo ivi*
Lionardo yefeovo tom. 7. 119.
Lorenzo tom. 7. 46.
Fra Roberto Domenicano t. 7.145»
Salvini Anton Maria tom. 8. 3$.
Salvino Canonico tom. 8. 35.199*
Mandrini Padre Fra Domenico tom.
ilh
Sanfovino tom. 7. 1x7.
Savelli Giulio tom. 7. 46*
Donna Batiftina fua Moglie ivi*
Savonarola Fra Girolamo tom. 7.
i<5j. tom. 8. 348. ;
Scarampi Lodovico Arcivefeovo tom.
8. 301.
Scolari Andrea Vcfcovo t* 8* 173.
Matteo ivi »
Stefano ivi.
Sconfitta data da i Fiorentini agli
Arrerini tom. 7. 53.
Sconfìtta data dai Fiorentini ai Got-
ti quando feguiflè ivi.
Sconfitta data dai Medici a Mar-
ciano ivi , • ,..■■ ,
Sconfitta data da' medefimi a Nic-
colò Piccinino ivi.
Dì S. Fede mefs. Paolo tom. 7. 84.
Sentenza del Vefcovo Fiorentino con*
T _ tro i Canonici Fiorentini, ed
3 favore dei yisdomini t. 7.16,
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Spedale di S. Lorenzo in Borgo
. . S. Pier Gattòlini tom. 7. z«a.
Sua demolizione torti. 7. 1*3.
Spedale di S.* Lorenzo in Percufffiio
da chi edificato tom. 7. %6i.
Spedale di S» Lucia de' Magnoli
quando, e da chi edificato tom«
7.  1J7. e feg»
legati fatti a favore dì d. Spe*
dale toni. 7. »j8.
Sue vicende tom. 7. 158» e feg.
Spedale di S. Maria del fiigallo ali*
Apparita quando, e da chi edili»
cato ,'C Aie vicende tom. 7.154.
e fegg*
ìretto in Benefizio Ecclefiaftico $
e Monaftero Regolare t. 7«zs$.
Spedale di S. Mafia di S, Gallo da
chi edificato tom. 8. 119.
Unito a quello degl' Innocenti ivi.
Con quali condizioni tom-g» n*«
Spedale di S. Maria Maddalena del
Pian dì Mugnóìie da chi edifi-
cato tom. 7. z<Sa.
Spedale di S. Maria Nuova in che.*
tempo fufle principiato , e chi
ne fulfe il Fondatore tom. 8.
i7S« e feg.,
Padronato di detto Spedale fpet-
tante ai Portinari tom. 8.176.
Rcnunzia di detto Padronato fat-
ta da i Portinari al Granduca
Cofimo II. tom. 8. 187.
Defcrizione del primo-Spedale tom»
8.   ipo. e feg.
Primo Spedalingo tom» 8. rpr.
Catalogo delle prime Donne de-
feriate alia cura degl'Infermi
col nome di Donne oblate di
S» Maria Nuova tom. 8. 193.
Nomi dei primi Converfì declina-
ti alla cura degl'Infermi tom.
8-. 193.
Defcrizione del Cimitero , e Aie
vicende ivi.
Indulgenze concclfe a- detto Cimi-
tero tom. 8. 194.
Pcrfone nobili , che andavano a mo*
rìre a S. Maria Nuova per acqui-
* ftare dette Indulgenze ivi.
Ci.
tiretto In Confratèrnita fa 8. $$é.
Suo principio , fuoi Fondatori, e
primi Ufiziali tom. 8. 3*0.
Benefattori d| detta Confraternita
torni. 8. 3tr.
Fabbrica prefente dello Spedale,
quando » ove , e da ehi fatta..
tom. S. 311*
Frimo medicamento, eira fi ufara
in d. Spedale tom. S. jzt.
Medicamento, che fi ufa di prefen-
te , quando introdotto ivi .
Benefizj compartiti a detto Spe-
dale tom. 8, 3x1. e feg.
Unione dello Spedale de ì SS*. Fi-
lippo, e Iacopo a detto Speda-
le tom. S. 313»
Monache di detto Spedale U 9. $i$ì
Sua Ghiera ivi.
Sigillo antico di detto Spedalo
tom. 8. 3x7.
Spedale degl' Innocenti tom. 8. 114V
Chi fu-fTe il Promotore di d. Spe-
dale tom. 8. 115.
Suo Padronato ivi .
Quando fufle.edificato toni. 8. iié.
Spefa occorfa per detto edilìzio ivi.
Suo aprimcnto quando feguìffe ivi.
Benefattori di detto Spedale tom*
8. n 8. e fegg.
Spedali diverfi uniti a detto Spe-
dale tom. 8. 119. e feg.
Autorità degli Operai di detto
Spedale tom. 8. iti.
Condizioni fermate ncll' unione di
detti Spedali tom. 8. izz. e fegg.
Convenzioni de i Pollini* per 1*
unione del loro Spedale di S*.
Maria della Scala tom* 8. 113.
e feg.
Defcrizione della bruttura t.8.**3«
Confagrazione della Chiefa quan-
do, e da chi fatta tom. 8. 128.
Catalogo de i Ritratti drBertc-
. fattori dipìnti nelle Lunette del
Cortile tom. 8. tap.
Catalogo degli Spedalinghi degl*
Innocenti tom. 8. 13*. e feg.
Spedale di S. Lazzero di Caleozano,
da chi,t quando fondato tom.
7- 40»
-ocr page 403-
m
«Cipiffero fuori della forti a fin*
■tiquando fabbricato toni.8. 195.
Innovazione della Chiefa quando
•' feguìfle tom. 8. ^97.
Sua cpnfecrazione tom. 8.198. no.
Loggia fulla piazza , e fua deferi-!
zione toni. 8. »oo.
Defcrizione di ó\ Fabbrica tom. 8.
%07. e ieg.
Struttura dello Spedale degli Uo»
« mini, e numerazione de i leni
stoni- 8. 10 8.
             1 -
Sua Spezieria -ivi -              ' i
^Scuoia degli Studenti ivi»
Spedale dei Preti tom. 8. 109.
Spedale de i Pietrami ivi.
Quartiere de i PP. Cappuccini ivi •
sBagni ,e Sala della Notomia ivi .
■Spedale delle Donne quando, e da
chi fabbricaìp tom. 8.1,09.m.
Innovazione di detto Spedale tom.
8. 109. ,€ fegg.
Lodi date a d.Spedalef.8.it7.e fcg.
grazie ,e privilegi accordati a <*•
Spedale tom. 8. a. i-fi e fegg.
Sua Libreria tom. 8. *»s»
^Catalogo .degli Spedalinghi tom.
8. n 3. e fegg.
spedale di S. Maria j, e S. Stefano
a Monteficalle da chi edificato
foni. 7. 9.61,
Spedale di S. .Maria dell'Umiltà quan-
do * e da chi edificato t. 7.163»
Ceduto a i PP. di S. Gip: di Dio
detti rdclla Sporta tom. 7. 164.
Spedale ài S. Matteo '-chi fufle il
Fondatore Ioni. 7. 8r.
Quando, « dove fufle fabbricato
tom 7. 81. 84.
iE/enzioni , e privilegi accordati
a detto Spedale tom. ,7. 84.
Serie .degli Spedalinghi* t. 7. .8$.
A chi ne fpettafTe l'eiezione t.7. 86.
u
^R,cqui(ìti voluti dal Fondatore circa
allo Spedaiingo ivi .
*ì "Denominato ntila fondazione Spe-
dale ;di S, piccolo tom. 7. 86,
pifegno di detto Spedale t. 7. 87.
yAbito antico dej Miniftri .di detto
Spedale lom. 7. ,88.
iSericdi benefattrici, eCoramefTe
< in detto Spedale tom. -7. 88.
padronati di Cappelle fpettanti a
detto Spedale tom» 7. 9*.
Spedale di S.Niccolò nei Popolo di
S. Felice in\Piazza quando, e
da chi edificato tom. 7. 160.
Spedale di S.Nicco/è alla Porta al-
ia Croce .quando, e da chi fab-
bricato tom. 7. %6$,
^Conceduto alla Comp. pili S. Ciò:
;Satifta detta de* Neri t. fi %6%.
Spedale di S. Niccolò alla Pprta a
S. -Pier Cartolino *om.■-$. 319.
Sua fondazione , e vicende t. 8.330,
Spedale di S. Paolo a Pinti da chi
fondato tom. 8,. 300.
. A chi anticamente raccomandato
ivi»
                         .:■....'
•Unito al Monàftera di S. Appol-
Jonia ivi.» ,-;it.
Spedale de i pollini di S.Maria dd».
Ja Scala unito a quello degl'
Innocenti tom. 8. 113.
•Convenzioni stabilite nell' 4atto
dell' unione ivi.
Spedale di S. Rocco tom. 8. fio.
Spedale ;di ^Settimo quando, e d*_
t x'hi edificato .tom. 7. %6r.
Statua della Dovizia di Mercato Vec-
chio da chi /atta torti. /. 311.
Sua restaurazione ivi .
Strinati Alfieri famiglia tom. 7. $if.
Loro Arme tom. 7. jt<5. 317.
Francefco iviìs
.. Jacopo' ivi ,.-v- i>;
Maddalena ;iyi>                        J
>Strozzi Carlo Senatore tom. .7. 6. $$.
tom. 8. iój» 317. 3*8.
/Carlo Tommafo tom. 8. .131-
,<3io: Batifta tom. 7. 330.
Leone Arcivefcovo tom. 8. ,174»
Luigi Vefcovo tom. 7. 77. 180,
Niccolò Canonico tom. 7. 330.
Roberto Ve/covo tom. 7. % 80. toni.
8. ut.
Studio pifano fuo principio t.S. 117.
L)ella Stufa Franceico Sena4*4. 7. ^p»
Lorenzo ivi.
:Suorc di S. Agnefc del Borgo a S.
Lo-
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É9 5
fa aflfegnata a due Canonicati
fondati in Duomo tom. 7. 119.
Rettori di d. Chiefa t. 7* M0'e kg»
Iilrumento di prefentazione ad.
•Chiefa tom. i* *33«'
Torelli AnfonioCav.di Malta 1.7.3010
Francefco ivi.
Lelio Auditore tom. 7* ysi*
Sue Opere ivi»
Raffaello' ivi.
Tornabuoni Filippo tóm. 7. a+iv -;
Giovanni tom* 7. 4*.
Lorenzo ivi •
Toriiaquinci Mefs. Gherardo t. 7. $4.
DellaTofa Loft ieri Vefcovot.7. n<*.
Simone tom. 7. 18.
Tofinghi Bafchiera tom. 7. 109.
Del Tovaglia Lapo tom. 8. 38»
Piero ivi .
Loro Sepoltura ivi •■
Tragualzi loro Sepoltura tom. 7. 18*.
Trinci Colino Signore della Terrai
dì Fuligno tom. 7. 119.
Trutzchler Volfango Federigo^ tom.
7.    il?- '
Del Turco loro Cappella tom. 7.139.
Turriti loro Cappella tom. 7. 139.
■ V ■''
Varchi Benedetto tom. 7. 19^. tom»
8.  13. 118. ioj. 119. 288. 330.
Ove fepolto tom. 8. 170.
Vafari Giorgio tom. 7. "**• x*V
113. 114, log. X3?i tom. 8.90.
9t. 143. 19Q.'iStfé 187.
Ubaldini loro Arme tom. 7. 317.
Antonio tom. 1. si7*
Bonifazio Arcivescovo tot». 7. 317*
Gio: Batifta ivi •
Ottaviano Cardinale tom. 7. 317»
tom. 8. 30.
Ruberto Cardinale tora. 7. 317*
Ubaldino ivi.
Ugo ivi.
Venturi P. Pompeo Gefùita t. 7. 77.
Del Vernaccia Gio: Baiifta tom.7. 78.
Otfe fepolto tom» 7. 79*
Vernazza Livia ton> 7« **»
Da Veneziano loro Cappella f- 8. 35*
-- - Cav*'.-;
Lorenzo loro principio» e loro'
regola tom.. 8. 3y 5. e feg.
fuoredel Pian di Ripoli quando pren-
deflero l'Abito, e la Regola dì
5, Domenico tona. 7. eoi.
Talani Filipetri Lapo tom. 7. jtV
Zanobi ivi •■
Tamburini Michel Angelo Generale*
de i Gefuiti tom. 7, 107.
Tedaldi loro Cappella tom. 8. 34.
Tedaldini Gio; Cavaliere Gaudente^
tom. 8* 176,
Sue Armi ivi.
■ Terremoti feguiti nella Città di Fi-
renze tom.- 7. i»6.
Madonna Teffa cooperatrice alla fon-
dazione dello Spedale,di S. Ma-
ria Nuova tom. 8. 177.
Tcftamento di Mone Fantini Vinat-
fi'erc tom. 7. %6g,
Tillemont tom. 7. t$8.
S. Tommafo d'Aquino Qfpizio det-
to da principio Compagnia de4'
Contemplanti tom. 7. 71.
Chiamata polteriormcnte Congre-
gazione di S. Tommafo d' Aqui-
no5 ivi .
Quando fondata tom. f, /SS.
Catalogo dei Fondatori tom. 7.
^p. e fcg.
§ pve fuffe la prima loro adunanza,
e dove trasferiti t. 7. 69. e fcg.
i Quando fuffe gettata la prima-,
pietra tom. 7. 70.
Sua flruttura tom. 7. 74*
Sua confacrazionc tom. 7. 71.
loro Iftituto tom. 7. 71.
Affociazione di detta Congregazio-
ne a varj Ordini tom. 7- 73.
S. Tommafo Parròcchia da chi fab-
bricata tom. 7. ixS.
'Offerta, eh? dal Rettore fi manda»
va a i Padroni ivi .
Chi fieno i Padroni moderni ivi.
Offerta , che fi faceva in J. Chiefa
tom. 7. zi9.
Porzione àtlV entrate di detta Chic.
-ocr page 405-
gfK . '■■;■■;* . ■ v
"Cav, Andrea ivi,.
Terzoni Diario tom» 7. ai» 39. 179»
tom. 8. 343.
Vefpafiano tora. 7. 117.
Ughelli rem. 7. 1,0. 44. ai 4. 173.
» 311. 3&6» toni. 8. 163. 3J3»
Ugo Marchefe tom. 7. 11. 3*6.
Uguccioni Ipro Arme tom. 7. 178.
Loro Cappella, e Sepoltura ivi.
Via Salveftrina tom. 7, io».
Villani loro Cappella tom» 8. 33.
Loro Sepoltura tom. 7. i8x,
Filippo, ove fepolto tom. 8. 33.
Giovanni tom. 7. 111. n%, aio»
*9*» 3^3. tom. .8. 98* s.35.
Sua morte tom. 7. *?$.
Ove fepolto tom. S. 33»
Iacopp ave fepolto tom. 8. 33. •
Matteo Aia morte tom. 7. 195.
Ove fepolto tom. 8. 33.
Violante di Baviera Gran PrincipelTa
tom. 7. 10S. 2,2.4. tom. 8. 87.
Vifdomini Oavizxo tom* 7. alia -Pre*
fazione pag. III.,9. .
Giovanni tom. 7. 9»
Guido tom* 7. 4,
Miglìorcilo t. 7* 4. 1 io. Tofa ivi.
jPadroui della Chiefa di S. Michele
Vifdomini tolti. 7. t.
giuramento » che predavano a'
Vefcovi tom. 7.18,.
loro privilegi tom. 7. 16. i J
Loro Conforterie tom. 7. it*
Vitelle/chi Gio: Arcivefcoyo f. 7» 145*
Vittore II. Papa tom* 7. 334.
Vittoria Granduchefla tom. 7. 40»
Vittoria ottenuta da i Fiorentini fo*
pra gli Aretini a Carapaldirjo
jtom. 7. 54*
Vittorio Amedeo Re di Sardigna
7.itf.
Uli>ri Bartolommeo Vefc. 1,7.43.197»
Urbano IV- Papa tom. t. *8- 97»
Sua Bolla tom. 8. 18.
Urbano V. Papa tom. 7. 316. t. 8. 301.
Urbano VI. Papa tom. 7. aor.
Urbano Vili. Papa tom. 7. 175. »77«
306. tom» 8. 31.
Sua Bolla tpm. 7. 191;
Scimene»P.Leonardo Cefdta t.7,$3j>
Zaccaria F. Francefilo Antonio Gè-
fuita tom. 7.. 76* 334*
1 X £ *
rnf 1
Jggìuntu §11» P*fj. 134* filinone dell* lt. Lezione dello Siedale degl' Innocenti\
Intorno ajla Guardaroba vengono da offervar/i dodici Quadri, che fono i
Ritratti .dì alquanti Benefattori , e Benefattrici dello Spedale , come appreso.
a. Angiola Ridolfi ne' Cantucci *
%. Jacopo del Bruno ■
3. Margherita Strozzi negli Orlandi,
4.  Altra Matrona fenza lettercjraa
fi crede degli Strozzi •
Andrea .del Balda ma .
7. D. Coftantino Antonio •
f• D. Franeefeo Tefori Spcdalingo .
9. Girolamo da Gavina .
io. D. GiovannelJa Perazzi.
n.Lifabetta Tornabuoni .
1*. Michele Bottigli,
tf. Fra Niccolò Alamanni.
Nel Convento delle Donne alla facciata delia Stanza de* lavori avvf una
tavola di Bernardino Poccetti, che vi ha efpreffo la ftrage degl'Innocenti
dalla (jniftra , e dalla delira il Gpnfaloniere diGiuftizia , ed i Confoli dell'Arte
delia Seta con multi Bambini ; e debbo per fine arrogere ai fin qui detto , che a-
*endo la morte rapito allo Spedale irfquèft' anno il foprallodato Conte Pierue-
ci, S M. I. Francefco |.jd| Lorena , ha proaaoflb aj/a carica il Spedalingo il de*
gniffimo Sig. Gay, Ricovero Uguccioni •