NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divife ne' fuol Quartieri O T E R A
DI GIUSEPPE RICHA
DELLA COMPAGNIA DI GESÙ
TOMO NONO
DEL QJJAKT 1ERE DI S. SPIRITO
Parte Prima.
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IN FIRENZE MDCCLXI.
Nella Stamperia di Pietro Gaeta no V i v i a' n i
in Via de*Servi, all'infegna di Giano.
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COK LICEKZA DE* SUPERIORI.
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KUNSTWtSTOKlSC^ imi il" UU t
PER RUKSUNIVEPQtTEIT UTRECHT |
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P R E F A Z IONE:
Ol prefente nono Tomo , cric
viene ad efiere il penultimo di quefta, la Dio mercè, corri-* pita Operai di tutte le Chie- fe comprefe dentro la. Città di Firenze , ìo dò comineiah mento all' ultimo Quartiere , che è quello, che eden do già Hfefto d'Oltrarno, fu nella riforma del Gover- no , feguita T anno 1343. per la cacciata del Ti- ranno Gualtieri, ordinato, che fi chiamafle il £>«<*r- t'ter Santo Spirito. Di quefto cantò il noilro Anto- nio Pucci nei fuo Capitolo ultimo dell' Opera Aia , intitolata Cemloquìo, che altro- non è, che la Sto- ria di Gio: Villani, rimeiTa in terza rima, e ma- noferitta fi conferva nel Codice 470. della Stroz- ziana : „ L* altro Quartier di là dal Fiume foftay
n E quafi inver Levante alza le fronti» 5, Perocché in parte piglia della Cotta , |
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„ Inficio al fito di Porta Romana,
„ La quàl fi chiama San Pier GattolinOi,
„ E tiene in mezzo T Arte della Lana. , Appreso ha dentro più di cento Chiefe, ,, Sanza contar gli Spedali , eh' a onore „ Di Dio fon fatte tutte quefìe fpefe . Di qui e , che. alle XXX. Lezioni, contenute nel prefente Tomo fanno giuria mente capo quelle del- la Chiefe di S. Spinto , che in magnificenza , co- me lo dimoftrano* i quivi annerii rami , fé non in antichità , andando del pari coli* Ambrofiana Bafilica di S. Lorenzo, perciò le unì amendue in quei verfi del Libroi IL il Verino, che dicono; lik^uid deluhra canam fubYtmib'm aita columms ^ * S Spmtuaetfue Aedìs molem , m Laurenza Tempia,
Qua e Medyces fecere pii ì Il perchè tanto più fperó , che di buon cuore il mìodifereto Lettore eferciterà il fuo confueto comi- patimento , fé nel "raccoglier-le Memorie di tante , così antiche 3 e celebri Chiefe, s'imbatterà in omef- fioni , abbagli , credulità > poiché mr.e mite può un filo faM tutto a perfe^jam ,.;,.di©e&il ?Boi?ghino cj che primieRo alzò la face ira cocaI genere eli ftudj, ed approva conobbe, cofa dir fi) coglia;<y battere fu qiiefta ancudine).. Ha per altro la Wnfolazione d* aver non folo terminata l'Opera delle Chiefe tut- te di Firenze i e di quelle ancora fuori df efla d* a- vere alfembrate non poche Lezioni fulle più famo- fé nelle Fiorentine Storie ; .Ma ciò che più mi ri- conforta r egli è , che fiai io fervito , qualun- que io : mi fmr Religiofo , Foreitiere -, di tìimo- • lo |
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Io a tanti più felici ingegni della Tofcana , a
rintracciare più certe notizie , ad efaminarc-» le popolari tradizioni , a confai ta re i mano- fcritti , a diflfotterrare afcofi monumenti , e carte , a compilare più efatte particolari Storie di quefte Chiefe . Così per ragione d'efemplo , falla norma di quella Opera, udii fin dal 1758. dal dottiflì- mo Sig. Cav. Flamminio dal Borgo, che ufcireb- be in breve la Storia delle Chiefe Volterrane . Da quel poco , che dir potei nel Tom* V. dell' Am- brofiana Bafilica di S. Lorenzo , la quale per p ù autentici documenti ragionevolmente fi crede , che poteffe effere la prima Cattedrale di Firenze , c!j Capò della Fiorentina Chiefa , ha prefo maggior vigore a lavorarne la Storia T erudiriflimo Signor Dott. Canonico Pietro Cianfogrìi . La Storia dell' Arcivefcovile Seminario ■ tì'efa l'k con diligenza, ed ordine convenevole lo zelantilFima Rettore di elio, il Sig. D. Gio: Andrea Brogiani .La fteiTo hanno fatto , e van facendo delle loro refpettivó Chiefe alcuni ftudiofi , e benaffetti Parochi , tra' quali merita d* effer rammentato il Sig. Niccola^ Pelagalli, Priore di S. Prccolo di quefta Città , ed il Sig. Dott. Pier Maria Mengoni Priore de* SS. Apo- ftoli Simone, e Giudaiche non poche correzioni ha fomminiitrate per emendare il mio primo Tomo . Per nulla dire dell* infiaricabile D. Pier Luigi Gal- letti Monaco Caffinefe , che la Storia fcrifle con., veracità , e criterio della Badia di Firenze , e la Cronichetta del Monalìero delle Campora , (lam- po in Roma nel 1755. Se full' efemplo di que- • iti
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fli benemeriti Soggetti, s* indurranno altri, e fac-
cialmente i Venerabili Ordini Monadici , e Reli- giofi a far lo fteflo , rifulterà in breve da quefte particolari ben efeguite Storie la compiuta Storia Generale delle Chiefe Fiorentine . E così fenza tan- te inutili doglianze e critiche, fparfe ordinariamen- te piti per altrui rapporto, che per privato Au- dio, fi potrebbe fupplire a tutte le mancanze, che non poche ha , e debbe avere , come tutte T opere di firn il genere le fue hanno, querta misu* Raccolta di Nottate . E ficcome ne i parTati To- nai ho io procurato di riportare le correzioni fat- te, così l'amorevole Soggetto, cui, a motivo del- la cagionofa mia età , ho affidato il rimanente di quefte mie fatiche, neir ultimo Tomo darà tutte le giunte, correzioni , diplomi, e altro , chs gli farà cumunicato da i dotti, e benevoli Leggitori, che di tal favore fono da me inirantemente pre- gati per il vantaggio non meno della mia Ope- ra , che per decoro della loro Patria . Per Io qua! fine, ha appunto il Chiari/Timo Imperiai Teologo , il Sig. Dott. Gio; Lami ( e mi giova di propor- re loro un tale efemplare ) partecipate fenza verun riferbo milk belle notizie , quante chiefte gli fo- no fiate > per riabbellire le prefenti Lezioni * |
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NOTA DELLE CHIESE
DESCRITTE IN QUESTO NONO TOMO.
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JL#EZIONE I. Della Chiefa di S, Spirita . Pagina "i.
LtziONE II. Della me de firn a * il.
Lezione Ilf. Della mede/ima, ig>
Lezione IV. Della medefima . ig.
Lezione V. Della medefima • 39.
Lezione VI. Della medefima* 50.
Lezione VII. Della medefima .-., $9.
Lezione VIII. Di S. Carlo de' Padri Barnabiti. éB.
Lezione IX. Della Chiefa di 5*. Chiara . 78.
LEZIONE X. Della Chiefa , r Monaftero di S*
Eltfahetta delle Convertite • S9.
Lezione XI. Della Chiefa di S* Giufto detta della
Calza • 97.
Lezione XII. Della Chiefa , t Monaftero della
Nunziatina . 113.
Lezione XIH.ZW/* CA/V/a # S. Maria in Vcrtaia* 119*
Lezione XIV. Della Chiefa e Monaftero dell* Ar.
cangelo "Raffaello . 127.
Lezione XV. Della Madonna del Cantone. i$6.
Lezione XVI. Della Chiefa delle Mendicanti . 142.
Lezione XVIL Della medefima. - 149.
Le*
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Lezione XVIII. Del Contentino di $* Fr ancefcoi
di Salei » r^^*
Lezione XIX* Della Chiefa , e Monaftero di S*
Frediano * 164.
Lezione XX.. Della mede fimo, .. 173.
LEZIONE XXI., Della Chiefa , e Monaftero di Ce-
sello Nuo*vo «. 180, Appendice * Badia di S. Salvador? di $etpimo* %$i~
Lezione XXII. Della Chiefa , e Monastero di $\.
Monaca - ,, i%6*
Lezione XXIII. Della me definì* - 244.
Lezione XXIV. D*//# Chiefa * f Monaftero di
*; £. Felicita X ■ z$2.
Lezione XXV. Zte///* wedefima* 254.
Lezione XXVI. D?//tf medefima* iti.
LezioneXXVII. Della medefima* 292*
Lezione XXVIII. Della me de firn a J 509,
Lezione XXIX. Della medefima. £19.
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Lezione XXX. Della medefima> „ ...,^|
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Appendice al yrefente; Turno*. 341\
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N O TIZ I E I S T O R ICH E
DELLE CHIESE FIORENTINE
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L fiZIONE PRIM A
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DEL X ^f C H J-.I S A
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D I S. S P I RI T O^
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Ella Chiefa di S. Spirito > titolo
del Quartiere d* Oltrarno » io debbo qui favellare , nel dare* principio al prefente Tomo , e fé «fla è un Covrano Tempio delr >\a. noftra Citta , ha pure allato un illuftre Convento di Religiofi Eremitani di S. Agoitino riguar- dati , e reputati maifempre dal Mondo Cattolico per zelanti O- pcrarj della Chiefa di Gesù Grillo, mercè il Santo DoU «ore Joro Padre , Fondatore 3 e Legislatore > ed altresì per gì' innumerabili Santi > è Scrittori di cosl« antica > e Santiflìma Religione . Ma perchè non è mai fiato mio coftume di diffondermi a dìfeorrere univerfalmeme dÉun . Tom, IX» A Or- |
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Ordine Religiofo fulla mendicare occàfione di--far.hu
Storia d'una Chiefa, perciò rime(tendonii a quelle fiu- pcnde , e giufte lodi che fono alle Stampe, riferban- domi di dare fui fine ài queft* Iftoria un novero degli Uomini illuftri fioriti o fi voglia in fantità , o in dot- trina in quefto Convento ; mi farò dal ragionare della prima venuta a Firenze di così ragguardevoli Figli del Santo 0ott0ré Agallino > j quali alzarono la Chiefa di S. Spirito > e viepiù la illuftrano colla fantith , e dot- Irina loro. Ed a tal proposto io da più anni avea> rac- colte non poche notizie dagli Archivj Fiorentini, da" ma- nofcritti j e da varj. Storiografi , quando nel 1746. da- toli alla luce dall'Erudito Sig. Domenico Maria Manni il XVil. Tomo de'dotti fuoi Sigilli , in elfo felicemen- te mi fono avvenuto a trova re pregiatifiìme oflervazioni Iftoriche fopra la fondazione della Chiefa , e Convento di S. Spirito ,, corredate al fotito di sì bravo Scrittore e di rari ,'e di ricchi documenti. Onde attefo il credi- to prelTo i Letterati di quefto Autore j e l'impegno mio di cercare il vero > ho filmato bene di riportare in pri- mo luogo quanto leggefi a tal oggetto in detto Sigil- lo a pag. 87^ e feg- »>- Avvenne certamente ( la fondazio- ,1 ne ) fecondo che aiTerifce il Senator Carlo Strozzi, 1* ^ a-nno 1233. allorachè eglino fi pofarono prelTo a Fi- ,5 lenze in, un luogo appellato Lepore ,, ove oggi è la „ Chiefa di S. Matteo in Arcetri , comprandovi terreno y, dal Priora Secolare di S. Stefano al Ponte Vecchio» 5, Colà eràvi un Bófcbetto , e Caftagneto , che fervi a >>ique' Rcligiofi di ^Romitorio , e ifi difle per alcun- rem- ,j, pò- 1* Etemo di S., Matteo ài Lepore ., Appoggiai! ( fe- guo?m leggere t%el Sig. Manni ) V afferro dello Strozzi „ ad una delle cartapecore conservate fino al prefentc» 5, giorno nel Monaftero delle Religiofe , che ora abita- „ no edettò luogo d* Arcetri (fpoglkte diligentemente per 5, fuo divertimento dal Sig. Giovanni tdi Poggio Baldo- j, vinetti Operaio di quel Convento in una fua Villeg- 99 giatufa ) lotto l'anno fteffo 1213, XI Kal- Ang. Ini, j, VL m ella fi protetta così il Priore di S. Stefano di Fi. "=&*£ ■ A » lenze ; - |
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5, renze : Ego Magifier Fide Trior Ecclefiè S. Stefani de
„ Capite Pontis 9 cum confenfu Presbyteri Bene , 4& Presby* „ feri Bencivenni, & Presbiteri Cumbii Canmicorum , 0 ,> ¥ rat rum meo rum vendo de Bonis ditte Ecclefiè prò folcendo 5, debito Gianni Botticini librar. So. contratto prò hedificiis \ ,, & muris ipfius Ecclefiè faciendis &c. & concedo tibi j> Ir atri Aldobrandino Priori Ecclefiè S. Mathei da Ilepe~ ,) ri » & Eratribus :tuis de Ordine Eremitarum tultum-, „ terram &c. pofit. a lleperi éfc. quibus a i. 2. 3. Via % }) 4. Abati s i ér Stoldi filii olitn Sto Idi Mofcadi, & BO' 3, ninfegne Mannaionis,, r/'nw Communi in medio , in qua n terra e fi ditta Ecclefia ,i$V Matthei conftituta afe. & }) j)ro pretto recepì nomine Ecclefiè pr e ditte 5". Stefani li* jj £r*?r 200. bonor. denarior. Pifanor. a te Eratre Aldobran* ìj dina Emptore , Attum Elorentie in. tClaufiro Ecclefiè S* „ Stefani de Capite -Ponti* ., j, In altra cartapecora ivi dello ftefìo anno in data FI
,, !//#/ Augufti in falatio Epifcopi Fiorentini , fi legge che 3j D. Ardingus Divina Providentia Epifcopus Elorentìnu* 3, omnibus predittis eonfenfit*> & confirmavi t > >eiTendo pre- ss fenti Fr. Aldobrandino , et Fr. Antonio, ,, Neil' anno 1250. per altro Strumento ivi, leggiamo
„ che Spinello Accolti di Borgo S. Iacopo , con Omo- j, deo del q. Guido Speziale del jPopolo di S. Iacopo „ fteflb , vende una Cafa con 30. tìaiora e tneszo di „ terra con Vigna , luogo detto la Cafeliina , five la Cu. 3, culia , a Frate Aldobrandino Priore di ,S. Matteo per „ edificarvi la Chiefa , e il Convento di S. Spirito ', E 5, l'anno fegueme il medefimo Omodeo =donò a detti „ Frati di S. Matteo , e alia Chiefa di .Santa Maria di 5) tutti i Santi, :fe «di S. Spirito ftatora tre ùi 'terreno „ nello fleflb luogo ài Cafeliina > fopra ,al -quale fi do- 5* vea fondare la detta Chiefa :, a cui fu «iato comincia- „ mento nel 3292* e fi domandò S. Spirito di Cafeliina, „ quantunque il vero titolo fu $. Maria, ■£.• Spirito , « 3j S. Matteo. Il Contratto di queita vendita del 125©* >, vien riferito dal P. Luigi Torelli neVSecoli Ago/ìinia- t> Jii Tomo !¥• foggiugnendo del fuo, che in etto Juo« A z # go
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n go di Cafellfua v*era tina pie fora Chiefa dedicata ar
» 5. Romolo j che entrò- nella fabbrica della itoqvsu, j>, Gbiefa > e dei Convento. 3, IL Sin qui le notizie del Sigillo , al quale ritorne-
rò altre fiate nel decorfo di quella Iftoria., e frattanto correggali l'Ammirato » che vuole nell'anno- 1299. i'fud- detii Frati venuti a Firenze , forfè moifo a così fcrive- re dalle prime varie deliberazioni della Repubblica Fio- rentina in dette* anno fatte in favore de? mede fi mi già entrati in Firenze v e s' emendi ancora V Abate Ughelli alia. Parte 3, dell' Italia Sacra deli* edizione Romana^ fatta nel 1647. dove ferifle , che i Padri Agolìiniani, veoilTero in Firenze nel tempo di Francefeo Atti da To- di Vefcovo Fiorentino: Francifcì demumEpifcopi tempo- rikus- eiu-fdem permiffu- F rat-re* "Hercmitanì ex esteri S«. "Mat»haeì Monaflerìo ad no<vmn tranfmìgrarunt •-, inchoatum in heum Tranfarnanae. regionis ; \p quali paiole non fi leggono nella feconJa edizione del 1718. ma prima ài, lui cadde in fomigliante errore 1* Autore delle Vite de" Pontefici y e de* Cardinali ..., III.- Or benché fi abbia già dal foprallodato Signor;
Manni l'epoca certa de'noftri Padri, tornati dentro Fi- renze nei 1250. rimane però da fchiariril il tempo nel, quale i- mede/imi vennero per la prima volta a S* Mat- teo di Lepori ,luogo u-n miglio distante dalla Città, det- to ancora S. Matteo di Montici s o di Arcetri ... Imper- ciocché nulla di certo fi dice della Scrittura óqì 1233. riferita dal Senatore Carlo Strozzi fopra riportata dal Sig» Manni , la qual Carta febbene fi efamina , pare_» piuttofto che fupponga da qualche tempo prima del 33» i Padri Eremitani , e le parole fono: Concedo tibi Fra- tt& Aldobrandino Triori E&chjte 5". Matthei de llepori &c. Qnde con buona pace del Padre dell'antichità» fiamo cpfìretti a credere di qualche anno prima venuti i Pa- dri Ago/rimani nelle vicinanze, accennate di Firenze. Ver- rò intanto alla, Ghiefa in Firenze, della quale niuno in- oggi appare indizio, ragion volendo che qui ne faccia* mo parola > xa,mmemand|o à mezzi ulati, dai Aio, inco*, niiri»
.... . *.
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tnincìamentò del ii^o, fino all'anno del fuo totale com-
pimento .-Adunque quindi mi convien ritornare al fud- decto Sigillo del Signor Manni , che le vicende^ di q*ie- fìà Cincia ri-ferifce come appretto 5, „ Tornando noi però al propolìto primiero, troviamo-
5, in altra cartapecora dì S. Matteo in Arcetri dell* anno- ia 1269^ vale a dite di 17» anni- dopo ali* incominciata «Cbiefa di S; Spirito quanto appreffo : IX. Rai. Nov. 9, aBum Florentie in Capitilo F rat rum Eccl. S* Sfiritus a de Capellino . Fr. Rogerius de Ordine Eremitarnm $* n A ti gufi ini Prior <, Fr. Orlandus de Vulterris , Fr. Fran- 3* cifcus de Nurfia , Fr. Romeus , Fr. ìobanne.s , Fr. U- « guccio 5 Fr. Ugo j et Fr. Iacobus omnsi de' FiorentiAj » elegerunt eorum S indico s , et- Procuratore? Fr. Augufti* >, unm , et Fr. Filiffum diBi Ordinis ad recifiendum a Bo~ ti na^ventura fitto q. Iacobi de fofulo S. Iacobi inter Fo* j> wea-s lib* ce n tura floren. farnjor. qnaf dì&us Bonà^entu* jj- ra fuo nomine) & ilice , et nomine Dominarum Colum* j> be , et Altobenh fororum , filiarum olim Simonis pop ali- s> S. Stefani ad Pontem > Francifce filie Tedaldi de fofu- jj lo Si Felici tatis &t: promiferat fol<veré diBo Fra fri Ro* » gerio recipienti fra affo Cafitulo , & Ecciefia S* Sfi* i} rìtus fro refidùo lìbrarum CCF. fiorenor. fari), de f re- ti tio unius feti e terre, winee 5 cuitur , Oratori i"', fiwc* h Ecclefie , domm* <> babituri , exìfientium fuper iffam fé* j> tiam terre pofit. a Leforisin fopulo S. Felicis d'Ema , ,js <vendit. diBo Bon avventure , et dìBis Dominabus , et mu-s M Ueribus : De qua fromiffìone , et 'venditione fatet manv sy Ser• Benci<verinis Mot. filli quond. Daudi étc. De quo jj fretio. librar. CCV. diBi Fratres S. Sfiritus dixerunt x Jrol<vcre Biancho filio • Ser Iohannis de Camaldolis libr. it x. fi-or. far<vor.. fro mal. xr. brachior. lafidum emporum s> ab ■ if.fis fro f.adendo edificari muros Ecclefie ho die in* n eefte in terreno ®ùmm , quod olim fuìt'--Die ti fallii Mal* 3ftalIli ali , fofito in avvitate Florentie frofe Oratorium >j ifforum Fratrum de Cafellino ; e fegue ad accennare , ir che il rimanente del prezzo era fervico in. calcina, ed •r opexc di muratore... li Nel
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. a Nel 12 71. che viene a inferire «jd.ue anni apprètto ;
„ appare da altra cartapecora t-di elfo Monaftero 3. /</*/ j, Itmttitper atto ,ftipulato ad locum -Fratrum S. Spiritus , j) che Fomainus , tè* Jacobus , ^«/ Lapus *vocatur , $* » Dolce fr atre s , $* filli q. Berlingherà filii q. Koffl » del Fomaino confeffì iftmt 3 quod de debito libr< CCCC- XXXIII. qutts Fra ter Aldobrandinus s ,^#/ f*vocabatuP.
j,, vCayolinus , /##<r Prior >&» Matthei de Lepore 3 ^ $$*<* 9 9 ;'$p&it,us de Fiorenti a de Ordine Eremitar. >&• Atigufli- &jèk j ,<&* confenfu Juorum Fratrum tunc ìbidem jn .dittnL* 5, Fede (la S. Matthei cum >eo -commorantium , *videl. jF/v, j) Idcobi'■-, Fr. Augttftini, J>. Fedis , & Fr. Tetri ì c€aufa> >9 mutui reddere prqmiferat Ardovino , £«/ Vinaccius *va- 35 catur ^ filius ,quondam Benciruenni de J' Obriaco cum fi"- 5) deiujjìone Baldo'vinetti , ,& I/ghetti filli ,olim Ponzettl 3, ( della .Famiglia degli Ughi ) #/ appare t »manu Uguc- 5, ctonis Not. filli Ser FLiccomanni ,de Mont albino , 3V<f ^#0 j> debito dittus j$rdo<vinus cejferat ditto Berlingherio iura 53 y}*/* 3 .j&ro j>retio Jibrarum quingentarum decem ftptem fio* 33 renar. pdr<vorum » jstf sapparet manti ..diEli Uguccionis "Mot* 55 &<?<&> Irejla'verat ditti* ~Fratrìbus de ditto .Capitulo tan* >, *#»z fol<vere Jib. iLXXV. prout de d. sonfeffìone appare t 3, «7tf«# ^r Donati Not. infrafcripti . Per la qua! cofa 3, ,Fr, Michael Ord. Eremi tarumS. Auguftini Subprior Ec* 3, cltfie $. Spiri tu t de -Cafellino Fior, fiiec, de confenf» ìj Fratrum Juorumibidem xum eo degentium } mi del. Fr»: » Filippi de Marga 3 Fr. Kugerii de Nurjia } Fr. .Orlandi 53 de Vulterris , -Fr. Filippi D. Coppi de ;FlorentJa 3 .Fr, 35 AuguBini de Prato } i^r» Job anni s de ^Colle 4 Fr. Fohan-. >£ #is de Florentia de Duomo , JFr. Uguccioms de Floren- » £Ì4 i Ff. lacobi de Florentia t Fr* Guillìelmi de Inghìl- 33 terra 3 JFV. Benin tendi ,de Fior enfia 3 ^r. Domi de Fra» 33 tfo , con dieci altri ivi .nominali 1 dedit y & eonceffìt ir in fohtum j>ro ditto debito ^librar. LXXV. dittis For* 55 naino 5 Jacopo 3 <b* Dulce fillif , é?* heredìbus ditti Ber» » lingherii ^ £etiumt terre , 'j& mineam cum domo ffuper ed n, jnpophlo $, Margarite de Montici* prope Ecclefiam S* a% Matthei de Lepori s 3 que fuerunt de bonis ditte E cele*, |
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j, Jìe S. Matthei » cui a j. Vi4 public a ', a 2. Terra Do-
j»9 minarum Reclufgrum a pud Ecchjìam StiMatthei predi Eli , ,, <p#/22 emerunt a Cenni'Cairn larm^. a *iij- fojfatus , ^ „ iiij* AB'arnioni faci Ucet Eiclefìa S.Matthei predi Bi > & 3, eius poffejjìoner Jtnt rendite di licentia primo concejffu jj Priori Ecclejte $. Spiritusprò ex/offendis" debitis im- 55 minentibus Ecclejte S* Spiritus• predi Bi'a Dom,! Riccar» j, do $. Angeli Diacono Cardinali ProteBore % é* defen» ,> fare totius Ordini s Eretnitar. ut conBat in'publico In* „ finimento faBo per Bonacofam AnCelmiNotario\ figMo jj eiufdem Cardinali f roborato ^ ac etiam a' JF>. Guidone » Gen. Friore Ord. Eremitarum?■■, ac etiam a Fr. lacobo Sj tunc Friore Provinciale eiufdem Ordinis &C. Et hanc i» concejjlonem fecerunt diBus Suhprior•■', $* Ai Fratres mi* 5> f*i è* nomine diBi Fr. Aldobrandini % ac eius Fratrum> >, qui tenebantur /oliere di Bum refidttum debiti étc. ^ E feguitando il Sig. Manni a notar qui altre cofe fpeN tanti a quei primi tempi , e fono come ,» j, Papa Innoccnzio IV. per fuo Breve concedè Indul-
,, genza a chiunque con fue limofine dette aiuto a que* „ ita Fabbrica *. „ Del 1278. leggo io un lafcito di alquante lire a i
„ Padri Romitanf ài S. Spirito , fatto loro dalla Con- „ tefla Beatrice figliuola del Conte Ridolfo da Capraia, j, Je moglie già del Co: Marcovaldo , nel Teftamento „ della medefima efiflcnte ne 11' Archivio di Ceftello, co- „ inimicatami dalla gentilezza del P. Abate Davanzati. „ Neil* anno 1295. per una Provvifione nelle Rifor-
„ magioni di Firenze , dal Comune fi dà. a quelli Re* ., ligfofi lire 400- ,, Dipoi nell* anno 1297, fi trova traile Provvigioni del
„ Comune ftefìb alle dette Riformagioni , che in fubjt~ 3> dium Opere Ecclefie S. Spiritus Fratrum Heremitarum sj S. Augttflini de Florentia , fi atfegnano lire 1209. E 9, in appretto nel 12^8. altre lire 1500. per ^migliarne tj Provvifione . ...,,. • infy In ordine poi alia Piazza di S. Spirito , nel 1292.
f> trovo parimente altra Provvifione , che fi comprino al, » cune cafe per accrefcerla, „ Si* |
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;, Slmilmente del 129,7. e pofcia del 1301. per fio Co-
35 mune antidetto fi amplia la medefima } comprandoci ìì appofta delle cafe per disfarle* j, Finalmente per altra provvifione del ^97. fi fa un©
J5 ftanziamento per un' offerta da farfi a quella Chiedi 33-ogni anno il dì di S. Agoftino. ,, IV. Che fé aveflìmo vaghezza di fapere la grandez.*
mn ) e magnificenza di detta Chiefa , non orlante la per- dita delle Scritture rimafe nelle comuni ceneri d' un for- midabile incendio , riporteremo le -parole di Stefano Rof- felli s che ci danno qualche lume } e fono le feguenti ,, 5, Non ardirei di affermare di che grandezza , e qualità 5) folTe allora la .-Chiefa , poiché efifendo interamente ab- ,} -bruciata , tion ne reità vefiigio , o memoria alcuna* ,5 Ma fé noi confideriamo che infino negli antichi tem» ,, pi ella fu capo del Serto 5 e poi del Quartiere d'Oh. ), tramo 9 e fé noi riguardiamo le Reliquie , che anco* jj ra ci refìano dell' antico Convento 3 come quella par» 3ì te ^del Chioitro grande , che è ancora a tetto, e lo s, Stanzone che rifponde in fu la piazza appiè delle fca» 35 lete , faremo perfuafi a credere , che ella fofle prò» j) porzionata al Convento» e perciò grande , e magniti- 3) ca jj Di quefto racconto però non fi trafeuri la men- zione che fi fa dello Stanzone , la cui bruttura atten- tamente xonfiderata , fembra che dichiari efiere fiata u$ Oratorio più antico di quella Chiefa , che cerchiamo ab- bruciato , il quale Oratorio forfè fu inalzato per depo» fito de i oprimi Padri venuti in Firenze àa S. Matteo , non fapendofi altrimenti fpiegare t a che ufo fervifife 4 vafto Stanzone in quei poveri principi degli Eremitani dentro Eirenze , e che prima a detta Chiefa vecchia a- veflero <ì Padri un' Oratorio , non è da porfi in dubbio per le parole foprannotate da quel contralto : frofe Orar tori san ij;forum iratrum de Cujellino „. «:'i u V. Ed efiendofi di fopra accennata una Chiefa di
5. Romolo chiamata a confini nella compra di Cafe in- corporate nella fabbrica di S. Spirito 4 per torre ogni ofeurità di jopinioni 5 xopvien che qui fé ne fc.hianfca* |
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il vero J contro ciò che ferrifero alquanti Scrittori ; co-
me Michele Pacciami nel tratrato delle Chiefe Fiorenti- ne, Luigi Torelli ne1 Secoli Agostiniani, il predetto Rof- ieììi nel fu© Sepoltuario, ed U P. Domenico Maria Sa nd ri ni .«eli' erudita fua Opera feruta a penna , De primo Fio* jrtntinorwn B apri fina te ; i quali avendo ravvila to in uri Contratto di compra di terreni fatta dagli Agostiniani per diiararfi ,, nel quale chiamava!! a confini Ecclejta $. JloMuli , ne inferirono eflTere fiata hi tal Ghiefa j quan- ■do doveano accorgerfi , ohe erano beni della Chiefa Par* rocchiale di S. Romolo in Piazza . E che debba effer co* «ì , fi dichiara co* due Strumenti } che trovanfi tra k^ Scritture dello Spedale di Santa Maria Nuova , de* quali al primo dice ; ad petitionem Sandri q. Neri* de Mauri* nis Frocuratoris D. Guidonis de Mancinis ReBoris Mede*' Jte S. Romuli » quia Comruccius q. Salwuccii pop. S, Fri" di ani conduxit ad ajfi&ttm a diBo D« Guidone de confenfe Canonicorum fttorum terrenum diBe Ecclejìe in pop. S. Fri- -dianì pope locum qui dici tur la Cucnìea > rog. $ev Tom* tnaj. é>er lacobi da Linari 7, Ian. 1343. e nel fecondo del medefima terreno fin dall' anno 1322.. vederi! eifer- ne Padrona la medefima Chiefa per rogito di Ser Iaco- po di Ser Bencivenni Dandi , die 12, Aug Dmdus* q* Aldobrandino pop. .$, Eridiani wendidit Icamiì q. Zapi Dio* tifeci quamdam Demum tum 0B0 Apothecis yofi di- Barn Domum in d. pop. in Via que wocatur la Fibbia } 4 i • Via d' Ardiglione d^c. ex qua loca fio ne , $* terrena fol<vi debet disellarlo nomine fior* §6. Ecclejìe S* Rotnuli prò terreno fuper quo fuemnt d, Domus, & Apotece -con- ftruBe . VI. E per fine ritornando alla Chiefa vecchia ita,,
alle fiamme., faremo parola di alcune Pitture antichiffi- me, giuila il Baldinucci nella Vita di Stefano Pittore Difcepolo di Giotto , dove dice come appretto „ Fece H neJ Chiofho di S, Spirito di Firenze tt€ Storie , che » oggi più non fi vedono , e le arricchì dì profpttti- U ve , e di architetture fatte con tanto gufto , che già *, s* incominciò a feoprire in quelle qualche barlume^ V*>w. IX. B „ della .
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della buona maniera moderna . Fra quelle fin fé una„
„ capricciofa falira di fcala , della quale è fama, ch«_, ,, poi fé né fervide il Magnifico Lorenzo de* Medici per 5) fare le fcale di fuora della Real Villa del Poggiai a, ,, Caiàno . ,,; Anche Cimabue v* avea dipinto la Vita di Crifto , dalla parte del Chioftro verfo la detta Chìefa . Fece pure ir* detto Chioiro due iftorie Taddeo Gaddi , che vi rapprefentò in una Giuda quando vende: Crifto , e r altra, quando il Salvatore fece l'ultima Cena, e nel rftedeitmo; Convento fu 11 a porta- del Refettorio^ un Cro« cififfb' con alcuni Santi ; e poiché fiamoi enti ani nel rag» guaglio delle pitture antiche , che erano m quefto Con- vento ) riporterò le parole del Vafari nella Vita, di Si* mone . Memmi alla pag> à?jm\ ,, Ciò fatto, fu; Simone dal *$ Generale di S.- Agoftino condotto in Firenze, dove-» 5j lavorò il: Capitolo di Si.'- Spi rito, moftrando invenzio- $,' ne , e giudizio mirabile nelle figure* , e ne' cavalli jì fatti da lui, come in quel luogo ne fa fede la Sto* 3j ria della Paflìone db Crifto , nella quale fi veggono lv ingegno fa mente tutte le cofe efifere ftate fatte da lui 5, con discrezione , e con belliffima grazia *. Veggonfi i & Ladroni in Croce, rendere il fiatone F anima del Bua* ,| na efier portata in Cielo* con allegrezza dagli Angio- 5, li:.»-■«.« quella del Reo andarne accompagnata da'' Dia- 3, voli tutta rabbuifata a i tormenti dell1 Inferno . Mo- b ftrò, fimilmente invenzione , e giudizio Simone nelle.* ti attitudini , e nel pianto amariSìmo che fanno alcuni H Angeli intorno al CrocifiiTo. Ma quello che fopra tiitV H te le còie s., è degniflìmo di confiderazione , è veder ti quegli Spiriti , che fendono l* aria con le fpalle vili- ,, bilmente * perchè quafi girando foftengono il; moto del ,i volar loro , ma farebbe molto, maggior fede dell' ec- „ cellenza di Simone queli* Opera , Le oltre all' haverla 5, confumata il tempo , non fuiTe fiata T anno/ ijdo» „ guaita da quei Padri > che per non poterti fcrvire del „ Capitolo mal condotto dall' umidità * nel far dove era n un palco intarlato una volta, non havefler© gettato in „ terra quel poco che reftava delle pitture $i queit'huo* fi "' >J * I 15
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II.
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E grandi difficoltà abbiamo fuperatG
fui bel principio di quetV Iftoria , al- tra ancor più grave viene ad impedir- ci il cammino : Condofiachè dovendoli favellare della nuova Chiefa maeitpfa ■quanto altra mai , fa di uopo che io incominci dal contradire a quafi tutti quei , che ne hanno fcritto , ingannati da chi fe i| primo a dare un' epoca falfa di così nobile Edifizio | dietro la quale opinione al folito fi lanciarono trafppr- tare facilmente quei, che dopo ne fcrilTero $ E ciò ehe^ diade occafione a sì comune abbaglio fu 1! incendio or-1 ribile dell' anno 147,0, ab Inc. avvenuto in S. Spiritppejc le Fe&e iyi preparate in grazia di Galeazzo Duca di Mi? lano venuto a Firenze , e che racconta 1' Ammirato alla pag. 108. del 2. Tomo di fue litorie, come appreiTo 5J j> Nel qual tempo venne a Firenze per cagione dì votp s, inficine con la fua Donna, e con una pomppfiflìma^ 9> Corte il Duca iGio: Galeazzo,, il quale fu da koren- iì 20 dei Medici* a fue private fpefe alloggia-to, haven- 3V do a «ulti i gl'altri Signori , e> Cortigiani , che il fe« >» guitavano ; aflegnato la Signoria le fpefe idei Pubblico^ >, e ftanze , e abitazioni per la Qìuì » Quello Principe >,fu ne' fatti della fua Cafa molto n\agnjico.j, .taj^h^ 5) coloro 3 i quali raccontano.di coteila fuà venuta a Fi,- » renze > narcano le maraviglie della fiia jmagni licenza^ 3fiiSiavend© fra' V altre x.ofe fatto condurre per iichiene & di mulo per 1' Alpe 12, carrette per lo fervigio della si Ducheffa $ e delle fue Dame , tutte con le coperte." |
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•■■,ysdfì panno cT oro , e d'argentò leggiadra «séme rfca-
„ mate» oltre 50. Ghinee belliffime menate a mano, folo j, per, la perfona della Moglie , 50, groflì Coi fieri per „ lui , con felle di panno d' oro , et altri guernimen- ,y, ti molto, ricchi. Cento Huomini d' arme , e, 500. Fanti ,j per la fua guardia , 50. Staffieri veftiti di panno d'ar- ia gento , e di fera per lo fervigio della Itafta , 500. 5, coppie di Cani , e infinito numero di Falconi, e di 5, Sparvieri per Tufo della caccia, e dell' uccellare , la ,V qual pompa imitata da Cortigiani , e da fuor Baroni,j yJ che tutti fecero il numero di 2000. Cavalli, rendeva 5, uno fpettacolo il più fuperbo , e il più bello che in ^ quei tempi fi fufle. potuto vedere . Couruttociò egli, jy feeriche giovane % e ;alnero;v e in si grande fortuna col» fl« locato , hebbe a dire ^ che dalla magnificenza, di Lo* 5, rénzò era di gran lunga {lato fuperato , perciocché s, negli arredi de i Medici la riccheza della materia era *, di grande fpazio avanzata dalla maeftria , et ecceller» h za^ dell* artificio , cofa tanto più nobile , quanto è me- fi no comune ; e con più ftento :} e fatica fi acquifta > 9V:è le cofe iftefife per. la rarità di effe erano molto più ^? che P Oro a ii riguardanti di ftuporc ì e di ss maraviglia» IV imperocché egli v* havea veduto numero igrande di 5, vafi di pietre preciofe , e da ; lontani paefi recate , le 5, quali ,, il fuo fpiendidifiìmo Avolo havea dopo lungo ^, proeeiìV'òl terrtfjo con fpefa $m diligenza grande rac> fi colte y e» meffe infiemer. -Grandemente reiiava egli am» a, niirato daslle moke Tavole idaUottimi Maéitri dipinte* ^ efìetido ^er^propria inclinazione vagoimolto della pit* ,, tura y delle quali- maggior; numero diceva kaver vedu,» sy to dentro il folo Palagio de*.Medici, che non in tut* i to il refto d'Italia, e così dei Difegni ,. delle Sta» jt tue , -e delle altre opere in mavmi i. jùosì de i modera Jlì -ni-, cóme degli antichi Artefici , delle Medaglie , del- $,jlé Gioie > de i Libri , e dèli' altre cofe rfingolarj, e di ,, predio grandiffimo, appetto alle'quali egli diceva fti^ # mare per cefo vile qualunque fomma grande dv oro^ >v od- argento*. Arrivò queito Principe alia Città, -a* 13 *> |
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rfdi Marzo , con cur volendo pure ì Signori in nome
„ del Public© fare ogni forte diq compiimebto', fecero •,y r;»pprefentare i-re» Spettacoli Sacri1 p*r»itiiòvar«* in fera- „ pò di Quarefima, che per* l'artificio in#;gnofiiììrno dcl- „ le cofe che■ v-' intervennero-, riempierono di fomma am> ,j, mirazione gli animi de' Lombardi ,, e furono in S. Fe- „ lice l'Annunciazione della y>ergin:eiV nel Carmine 1* ,, Afcenfione di-Criito in Cielo , m S.> Spinto , quando ^ egli manda lo Spirito Santo agli A poli oli .Ma come „ lucie il più delle volte avvenire, che col fine deli* j, allegrezze vada fempre congiunto qualche principio di 4ìf amaritudine , la notte , che feguà a queft* ultima rap* ,M prefentazione, fi appicca il fuoco nella già detta Chie- j., fa di^ s. Spirito,-che tutta arfe fenza cofa alcuna ri- m manercvi j {alvo che un Crocifiiìo . Il che nondimeno %ì fu' cagione che molto più- bella-,, ficcoròe hoggì vedia* m iRio j \fi rifacefle ;é ì,>>; ty&in ' ■ - • *: 1 à : a I t ;., II. E'fé quefto bravo Scrittore fi foflfef contentato di rammentarci il fuperbo ingreflfo di detto Duca j gli £nori lattigli- dalla .Repubblica s e la difgraàia del fuo* feo , ciafcunoavrebbegli grado di sì belle notizie ; ma^» ftvénclìOVti eflb aggiunto , che r rovinofi effetti delle fiam- me acce fero net- Popolo Fiorentino^» il concetto Splendido di riedificare da'fondamenti la nuova Chiefa di S. Spi- rito y venne egli a cadere in ina errore pernieiofo alla Storia , lo che;andremo qui dfmoftrando> con autorevoli doeumenti alla mano* Ed* il primo fia un ricordo trovato dal SigiDome^ico M.Manni déntro un Libro di ricordanze della Famiglia ! de* Cancclliem; Fiorentina , che dice così,, ,, Ricordo come adì 23. di Maggio 1454. in Giovedì r 5, a ore 22.. fi rizzò, la prima Colonna d* un pezzo neU ,j la Chieia nuova di S. Spirito ,. la quale è quella che », volge le reni at >Borgo Tegolaio , ed è la Colonna 3t*fjdel mezzo più preflb alla Cappella , ed io* vi fui pre- « lente ad efla fatica, e però ne fo ricordo di mia ma- ,., no . Io Bianco di Ghinozo di Cancellieri 3 di Doffo M Lanaiuolo di Via Maggio . „ in fecondo luogo egli è certo , che Neri di Gino Capponi già era mono nel 1457* ìmwi adi |
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?adì 22. di Novembre , e purè ,eflb mwxti .eflere jsnó tfe-
gli deputati dalla Repubblica per fopr*ntendere.alla fab- brica della iphiefa »di S. Spirito , la quale .ordinazione farebbe incredibile , /è fi foffe ^principiato a penfarc !per la nuova Chiefa .dopo J'jncendio del 1470. e .nella ,.di* rezione =di .quefta fabbrica non poteva mai effer compa- gno al detto iCapponuGoro di Stagio Dati > che Tappia- mo effer .nato nel 1370. e moiì adì jii. Settembre del 1435.4come abbiatrio .dal Suddetto Signor Estoni nel fuo dotto ^metodo .di ,itodiare la Storia Fiorentina J III. jDubitafì fpure che nel 1470. foffe vivo Fra Fran~
eefeo Mellini , alla cui eloquenza fi attribuifee T impe- gno de' Cittadini in voler il nuovo Fdifizio . Impercioc* che «fino del 1430. ^e :itie prediche in Santo Spirito era* no afcoltate .con gradimento de* Fiorentini, effendo trop. pò difficile ,,che .nell'anno dell* incendio );e .qualche-» anno feguente duraffe elfo a predicare con quella gran- de energia , e Forza rammentata dal Vafari . Ma ciò che ancora più efficacemente corrobora la jioftra opinione!} fi è che r Architettò .della nuòva Chiefa per cònfenfo di tutti ila $ato Filippo $runeUefco } il quale fi injOrì nei 144& adì io. d' Aprile , .come sparla ì' Epitaffio al ifiad Bullo nella Cattedrale-B mi fi tconceda di arrogere a* fuddettì argomenti éà ^notizia d* uri libro .antico efiften- tt nella ;Sagreftia de* Padri Agotìiniani ,di :S. Spirito, dai quale appare »,cheifieli 11481* fi ^principiò ad ufiziare 1$ nuovo Tempio;, ^che mon poteva Jreitare .ultimato in die-1 $i foli «aiuti certamente, fé fi \confiderano $e ìdifficoltà in adunare i ^nateriali 4 «ci trafporto di tante , e sì grandi Colonne * ve nell*\a1zare sì wafte muraglie fati Dicafiy adunque a bu<ona equità , che il concetto de'Padri di rifare una Ghiefa.grande i bella , e magnifica inacque affai prima dell' incendio * fino ad aver capitojarmente elètti Procuratori ,1 jed Operai ideila nuova Fabbrica Piero di Agemino di Anditea del pennino , e jLionardo Frefcébal^ 4ijHeJ 1433.uro. *di sGejinaio , «rogatofi Antonio di Arin, gh^eri di Iacopo Vannucei , e che può effere che mag- giormente fé »e accelerale il lavoro per sì funefto ac- cidente |
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«ridente . Ma che nel principio del fecolo XV. da' Pa-
dri , e dal Popolo fi penfaiìe al» rifacimento ,»fi aTgui- fce non ìblo dalle ragioni foprarriferite , ma eziandio dal teftamento di Piero Velluti del 14fri nel quale* leg- gefi , in defeBu lìnee jne mafculine fiat Catella in no* n>a Ecciefia $. Spritus , E cici che fintici di {chiarir la cola , è una Provvigione della Repubblica5 nel1 1397;-dò* pò 1* infigne vittoria della Lega? in Lombardia nel dì del S. Dottore AgoftinQ , nella quale deliberazione fi legge : quod Oprarli S< MeparawteneanturInter" qulnqut' annos edificare nowam EccUJtMm FratrihufHerémitanlt' Si- AuguBini fab nomine ■> &" fignh' d. Communif quod edifi» cium fit onorabile > et perpetuo duraturtim j>ro memoria d. Vittorie , & ìffam Ecclefiam facere fiorii , edificarla ùrnari , i? ■ fuhirl £ro»4 , & fic»& widerint- conye* atre " •■; ■. q .,,.•;\ j'v;| r:s..:_, v ;., . /J/f:y.S. £11 . '. ?rQ'lhìf§ $ j|
m. IV. Ed illuftratov un si importante punto , forTermiài
tnoci alquanto, nel]* occafione dell* incendio , che fenzaj dubbio nel 1470; arie la; Chiefa vecchia , e la- cagiona |u la macchina., che andata in fiamme-, inceneri Alta» ri j Tavole , e per fin le pareti . L'Ingegnere ne era {tato il celebre Maettro Cecca pel fuoj ingegna in fimili artifizi commendati Aimo , che morì .y giufta 1' Ammiratoli nel 1488. d* un colpo di balèilrarn ellVattedio d* un' Ca- fiello , nella guerra di Piàncaldoli, ed" éiTendoglì; flatii ordinato dalla Kepubblica , che per divelti mento dei fuddetto Duca di Milano facefle una folenne Fetta in Si Spirito , ràpprefcntovvi la: venuta dello Spirito Santo ,i* quale fecefi a* 2?> di Marzo di detto fanno ,; che rìuicì* belliffima, henche i 1 Duca rion 1 vh : intervenifle ìaltrimente » ^ qui mi piace di riferire quanto circa detta Rappre. fentazione mi èf iufcito di atìembrare da molti Diarj ferita ti a penna* V. In mezzo alla Chiefa fopra del Coro, o fia Pon-
te , vedevafi raccomandato al tetto, un Cielo pieno df« angioli, i quali regolatamente moveanfi , ed infinita era k copia defilimi ».che pare vano, ftelle, le quali in uà "-'■*■ oa» v
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.baleno ora fcoprivanfi , ed ora fi ricoprivano : gì' An-
gioli erano Fanciulli vivi d* età circa 12. anni , legati , •e cinti in guifa , ed aflìcurati fu certe bali » che noru orlante il veloce «noto , non avrebbero potuto > ancor volendo cafcare ; i medesimi , oltre H movere , fi piglia- vano quando era tempo 1* un 1* altro per mano , e dì- menando le braccia , pareva che ballaffero , mediante il girare d',una mezza palla, dentro -la quale erano tre-» ghirlande di lucerne } che non potevano verfare » ed in- torno intornio certe ^nuvole fatte ingegnofamente di bam- bagia , che fingevano Nuvole , fopra delle quali nella., maggiore altezza eravi l'Eterno "Padre , e da un lato Cri- fio ,circondaci amendue da Angioli , che erano parimen- te putti di otto anni , nel mezso Ipandeva Je ali una bianchiffima , e luminofa ^Colomba flmboleggiante il Di- vino Spirito j che mandava una pioggia di fuoco in mar- niera > che il Padre Eterno ,'Cnfto » lo Spirito «Santo j gli Angioli, gl'infiniti lumi , e le doleiffime rmifich€_* rapprefentavano il vero Paradifo , al che aggiugnevafi di fotto un Cenacolo > o fivvero una Sala illuminata dalle lingue: di fuoco rilucenti fopra il capo degli Apoftoli 9 che fedevano con \à Madre 4i «Dio, e -facienti le più naturali altitudini} che fpeffo ancora variavano* , e final- mente nel fin baffo fopra d'* un palco da bravi Attori fi recitava la Feda*, la quale per altro terminò in una £uncft*ffirna Tragedia , come fopra V è detto ; avvegna- ché per trafouranza de'Facchini destinati a fpegnere le moltiffime Incernetre , una ne? refiò accefa dentro d'un tubo ì di kgno , il quale Ifulie ore prime della notte_, avendo preia fuoco:»aru ila .fciitilla di così terribile in- cendio fi dal';quale folo andò itlefo il Grocifififo di kgno detto de* Bianchi , cornei> ofleryeremo nella <iefcriziofte della nuova Chiefa . OT E venendo ora alla prefente Chiefa, perchè niu»
%o poflà dubitare 4 che il vago , e maravigli©fo difegno^
^a di FHippo* $riiinellefco * riporterò, qui T aurorità.di
Giprgio Vasari l, 4cli« nelia vita j di sì .celebre Architetti
..il -w, ne
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né parla come Tegue » Fatto dunque còrifigUo* fopra di
,, ciò, fu mandato per Filippo , il quale faceflc un mo- ',, dello con tutte quelle utili, e convenevoli parti, che; „ fi potette, e conv'eniìTero a un Tempio Crifliaho ; laon* „ de egli fi sforzò, che^ la piantaci quello* Edifizio ff ,, rivoltale capo piedi , perchè defiderava f òttimamente „ che la piazza arrivale lungo Arno , acciocché tutti ,j quelli , che di Genova , e di Lunigiana , del Pifa- ,, no , et del Lucchefe palTaiTero di quivi > vedeflìno „ la magnificenza di quella Fabbrica .Ma perchè 5, certi per non rovinare le Cafe loro , non vollo- ,; no , il defiderio di Filippo non hebbe effetto . Egli j, dunque fece il modello della Chiefa , et infieme quello j, della habitazione de* Frati in quel modo che ita hoggi, „ e tanto ben ordinata , che non fi può fare opera pec }J ordine di colonne , e per altri Ornamenti , né più „ ricca , né più vaga , né più ariofa di quella • E nei >, vero , fé non folTe flato dalla maladizione di coloro, ,} che fempre per parere d* intender più , che gì* altri, „ guadano i principii belli delle cofe : farebbe quefto ,', hoggi il più perfetto Tempio di Criftianità : così co* ., me per quanto egli è , è il più vago , et meglio fpar» ,j tito di qualunque altro : fé bene non è fecondo tutto ,5 il modello flato feguito , come fi vede in certi prin- 5, cipij di fuori , che non hanno feguirato l'ordine del 55 di dentro , come pare che il modello volefle , che „ le porte, et il ricignimento delie Fineftre facefle . Son* ,j vi alcuni errori , che gli tacerò, attribuiti a lui , i qua* 55 H fi crede , che egli . fé 1* havelTe feguirato di fabbri- 5) care 5 non gli harebbe comportati : poi che Ogni Tua » cofa con tanto giudizio , difcrezione , ingegno , ec 5, arte haveva ridotta a perfezione . Quefta' opera lo ren- 5, de medefimamente per un ingegno veramente divino.,» Vii. La Repubblica per queita Chiefa , oltre la fud-
detta, aiTegnò nell'anno 1435. un annua provvifione di due quattrini per libbra del Sale , la quale per man- lenimento d* eita fu confermata in perpetuo: che perciò Tom, IX. C l'Ar-
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l'Arme del Giglio» e della Croce » come ancora quelle
delle Univerfità dell'Arti , che concorfero alla fpefa '» fi veggono affiflTe alle pareti ,je; nota il Roffelii , che per la ftefla Fabbrica fecefi una taffazione fopra molte nobili Famiglie d* Oltrarno ,>c fopra quelle che aveano nella- Chiefa vecchia Cappella > e Sepoltura . |
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LE.
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I 11.
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E Z I O N E
DJ. I X A é'-'B I ESA
DI S. SPIRITO.
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Er quanto .abbondevole fia il numero , e
la quantità de i pregj della Chiefa di S. Spirito , io non mi fono avvenuto a trovare chi ne abbia dato una difte- fa defcrizione, nonoitanteehè moltitlirni fieno gli Scrittori Fiorentini , che fanno ______,____ menzione di quefto grandiofo Edifizio ,
commendando chi il architettura , chi i marmi * chi qual-
che Cappella,© Tavola ; niuno però impegnatoli alarne un compito trattato :, E fé qualche cofa Erancefco Bocchi ne fcriiTe , ampliato ancora da Giovanni Cinelh , iu per vero dire , più quello , che ne tralafciarono , che ciò che ne dittero . Quindi io mi lufingo afpettarfi in que- fti miei fogli dal leggitore «n efatto racconto : vale a^ dire , che io nulla ometta delle lante bellezze fparle 3 e rilucenti in quefta Bafilica . Onde a comune iodurazione mi accingo a deferiverne quanto <avvi di raro, e di pre- gevole i H. E per farmi a parlare dell' architettura , diro
quefta effere di ordine Corinto , per la cui bellezza è riufeita una Chiefa magnifica alla yiita di ruttile nelle facre Cerimonie accomodatiflìma . Il corpo del Tempio è feompartito in tre Navi all' ufo delle ;BafiJiche , largo braccia 54. e nella Crociera 98. e di lunghezza br. 161. La Nave di mezzo vien feparata da ottp colonne per ia- to di groffezza poco più d* un braccio , e mezzo di diametro, di pietra ferena cavata dai Monti di Fiefokj che è la più perfetta , che fi trovi in Pgni altro luogo dalla Tofcana, fi di quefta fono nitri gli ornamenti deli, C x «dl"
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edificio. Due pilaftri inferiti nella Faccìari interiore àc*
compagnano V incroftatura delle medefime pietre , che.» nobilmente arricchita d* intagli racchiude le tre Porte... principali . Sopra quattro grandi Archi pofa con molto beli' ordine la Cupola , la quale principia da un* orna- mento circolare , feguendo architrave , e fregio di mu- raglia bianca con cornicione, fu cui fportano gli fpigo- li , che formano il fefto mezzo tondo dì fomma grazia > e fvelta mifura , con fineftre ovali , che la illuminano , Nella Traverfa, che dà alla Chiefa forma di Croce 3 fo- no dieci altre colonne co ì capitelli di intaglio a foglia- me 5 donde fi partono gli archi a proporzione di cir- colo , fopra de i quali dopo mediocre diftanza girano con tutta la fabbrica archirrave , fregio , e cornice ben rile- vati . Le due Navi laterali non folamente adornano la». Navata di mezzo, ma collo fretto ordine di colonne., accompagnano il giro della Croce , delie Tribune , e_. degli archi tramezzati, i quali alle pareti con ricco fcor- ■oiciato danno luogo alle Cappelle condotte a foggia di nicchie grandi , e fvelte , che fono 3.$. delle quali ven- go ora a ragionare ; non rralafciando all' occafione di far ragione a i Padroni di elle , ed a i bravi Artefici , che le adornarono, o di marmi, o di Tavole, maflìmamente nell'anno 1759. e parecchi altri nel 175©. ài ftucchi . III. La prima adunque ali* entrare a manritta è delia
Famiglia de i Marchefi Torrigiani 9 con quadro di Pier di Cofimo > che vi rapprefentò un* Alluma con Santi 3 e Adamo diftefo in terra fopra la vanga allato ad un Fico; tavola rifiorita a fpefe de i Padroni aiTai bene . La fe- conda è di Riccio Baldi così detto da Piero vocato Ric- cio di Baldo nel 1414. elTendofi chiamati anticamente^ de* Lotteringhi , de i quali ne fu Pier Crinito famofo Letterato fucceduto al Poliziano nella direzione de i Fi- gli del Magnifico Lorenzo . E fu sbaglio del P. Negri il farlo delia Famiglia de* Ricci. Ma ritornando allsu Cappella , vi fi vede una Madonna di marmo bianchiffi- mo di tutto rilievo avente in collo Crifto morto , fat- tura di Giovanni di Cecco Bigio Anefice incendente 5 che
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il
che COI! molta lode imitò una fimìle opera del Buonar-
roti in Roma , di dove fu portata in Firenze, e collocata quivi nel 1549- La terza Cappella era della Vacchia , jnoggi paflata negli Aleffandrini : Sull* Altare in un Ta- bernacolo fi tiene coperta una Statua di S. Niccolò feol- pita da Iacopo Sanfovino , e la Tavola era di Francia* bigio, che con bei panneggiamenti , e vago colorito fecevi una Nunziata con certe iftoriette di alcune Figu- re piccole , e due Angiolini , che ìnoggi è nel gran.. Dormentorio , Allato viene la Cappella già de' Cambi , e di prefente pacatone il dominio al Sig. Cav. Settimana, dove lo Stradano dipinfe Crifto , che colla sferza fcaccia dal Tempio quelli, che comprano , e vendono; è com- mendato il Pittore, perchè feppe con artifizio mirabile accomodare tante Figure in piccola tavola , nella quale fono ancora ammirati gli fcorci , ed attitudini di alcu- ni Giudei , le cui braccia efcono dal quadro , cotanto fono bene intefe . Sonovi due lapide moderne con Ifcri- zioni compofte dal predetto Cavata Settimanni, e fono le feguenti : In Corna Emangeln'•'•
T>. ®. M*
MARCO . SETTIMANA 'r . .'t
FRANCISCI • Flt. NOBILI . FIOR.
VIRO . LIGVM . PER1TIA . IVSTITlA r PRVDENTIA . CONSILIO . CLARO • AN. AB . INC. MDCCXI. 1D1B. lAN. AETATIS . SVAE . LXXVII. DEFVNCTO « FRANSISCVS . EQVES . D. STEPHANI . PATRI r P1ENTISSIMO . D£ . SE . OPTIME . MERITO t INGENTIS . AMORIS • ERGO . M. P. AN. AB . ORBE , JtfDEMPTQ » MDCCLIX. |
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21
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D. C M. ^ * «* '* - '*
FRANCISCVS ,. S.ETTI.MANI ,
MÀRCI .FU. EQVES .. D. STEPHANI « CVM , EXTRA « PATRI OS . JLARÉS . -GRANDE ? 'JIORTALJS , AEVI . SPATIVM . CONSVACMASSET * PATRIAM ,. DEMVM . REVERSVS .. HOC > EXORNAVIT ,. SACELLVM . ET * SVPREMIS . SVIS . SVORVMQyfi . CONSVLENSp SEPVLCRVM ■• POSVIT ,. AN,. SÀL. MDCCLIX. Appreso evvi la Cappella ài S. Ago/Uno , della quale*,
erano antichi Padroni i Cambi detti di Napoleone , ma nel 1694. come parla una lapida alla parete j fu con* ceffa a i Padri ,* acciocché bfac&ro Fra Aurelio Fiora- vanti la poterle innovare » Nerbatoli però il dominio di efla da i feguenti Signori Cavaliere .Lionardo Morelli) ed i Cavalieri > £ Fratelli Jacopo , Gio: Batifla ? Gregorio j Girolamo , AlefTandro } p Filippo Marfuppini, e dal fud- detto Padre Aurelio £ ftata vagamente ornata con tavo- la del Gherardini , e fotto J* Altare s\ adora il Corpo di S. Friacrio Martire , Segue quella de' Petrini, che^ nel 1602* Zanobi Petrini ornò di ricebi marmi , e di belliffima tavola del Paffignano , che vi effigiò il Marti- rio di S, Stefano% e vi fi offetyi un Sepolcro de* Petri- ni trovato nel i6g$. nello fcavarii i fondamenti del Co- ro , e intorno al tondo in gottico ieggefi : sep. andree pi lvca pi petrini , et svorvm • e fotto l'Altare Ieggefi una memoria in lapida della reftaurazione fatta nel 1602» All' ultima Cappella di quefta Navata , che è de i Buo- nuomini , irata prima della Famiglia della Balla , Raf- faello Portinari per fua divozione 'fece'vi collocare le due Statue di S. Raffaello , e di Tobia il giovane ? fono di marmo bianco lavorafp da Giovanni Baratta (^arrarefe^ difcepolo del Foggini col difegno del Gran Principe per* dina.ncjo , e fi £coprì terminata ,adì 31. .d'Agofto di pp« menica del jdpS. IV. Voltandoli f>oi nella traverfa jda manritta , ]£*,
prime ,due pappejle ' ^fonp tde* papponi £Ìa tS. Frediano > sverni
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aventi tavole di Fra Filippo' Lippì ,■ rapprefentanti Ma-
ria ) il Bambino Gesù > e Santi ; Nella feconda però fo- no da orTervarfi dodici Figure a ì lati di Maria tra Uo- mini , e Donne, e credonfi Perfone della;, -nobile Fa- miglia . Neil* angolo viene 1* Altare della" Madonna., della Cintola , adorno di varj rabefchi dorati , veggen- dovifi in alto P Arme de* Velluti Padroni d' eflfa , che^. è frequentata affai da* Divoti ; ficcome gran concorfo vedefì al Crocifitto de* Bianchi alla Cappella , che fegue conceduta da' Roffi alla Compagnia del Croce Padrona del miracolofo Simolacro , acciocché potettero i Fratelli a loro fpefe adornarlo di marmi» lo che fecefi nel 1601* Contigua a quefta è la Cappella de i Nerli , alla quale Sandro Botticelli , o piuttosto Fra Filippo JLippi fuo di- fcepolo dipinfe la Vergine Maria col Figlio , dalle ban- de S. Martino , e S. Caterina in atto di pregare per Tanai Nerli , e fua Moglie ritratti al naturale inginoc- chioni ., Trovati più oltre la Cappella de'Nafi , dovfL# Raffaellino del Garbo dipinfe Maria , che detta a San Bernardo fedente in atto di fcrivere . Ma di quefta loda- tiflìma Tavola trasferita altrove evvi di prefente la co- pia fatta da Felice Ripofo con tanta diligenza , che nef- fu.no sa diftinguere la copia dall'originale , a i lati vi fono di invenzione di detto Felice i Santi Fraric'efco , e Antonio da Padova di morbido colorito, e anche que- fta Cappella è parlata ai Capponi, dei.quali fono le_» due , che feguono degne di particolare confiderazione ; Alla prima adunque Pier di Cofimo avea colorito una_. Vifitazione con un S. Antonio , che è una figura bel- liffima nelP attitudine , e nel difegno , da i Padroni fu levata , avendovi in vece di etta collocato nel 1713. adì 6. di Novembre lo Spofalizio di Maria., dipinto da Giovanni Sagreftani , quivi dalla banda dell' Epiftola vi è dentro una graticola il Depofito di mar- mo di Neri Capponi, il cui ritratto notabilmente fcol- pito vedefì nel dinanzi del Sepolcro colla feguente Ifcri* 2Ìone : |
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D. S.
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. '• r>. s. ' ' • * ^
NERIO CAPPONIO GINI FIL. GIVI PRAECLARO
AC DE E, P. FLOR. DOMI FORISQVE OPT, MERITO J3INVS PATRI PIENT. PONI PROCVR, VIXIT ANNOS IXJX. MENS. IV. D. XXI. e dalla parte del Vangelo alla parete vedefi ancora (col-
pito in marmo il ritratto del Cardinal Luigi Capponi .fepolto in Roma nella Chiefa di S. Lorenzo in Lucina » il quale vi/Tuto in quella dignità cinquantun anno, illu- strò la Porpora fua de i più infigni maneggi , et impor- tanti affari della Chiefa ? come accenna il feguentc* Epitaffio :
' ■.. ;'V '"-'. ■;:•:■■■ i"f ■» '• -;/ ':;A ^y.,?jii
D. O. M.
ALOYSIVM CARD. CAPPONIVM FRANCACI SENAT. FILIVM
AGNOSCE MAGNVM A MAXIMIS. CLEMENS Vili. FyRPVRAE DARE VOLVIT CVM DIXIT . AEYI SE NIMIS MATVRI ILLVM IMMATVRI NIMIS AD PVRPVRAM . ? LEO XI. ROMANAE CAMERAE THESAVRARIVM ADLEGIT. .'" PAVLVS V. OSTRO DEDIT . ET BONONIAE LEGATIQNI 8 GREGORIVS XV, ARCHfEPISCOPVM RAVENNAE CREAVIT . VRBANVS Vili, AEMILIAE LEGATO COLLEGAM DEDIT. INNOCENTIVS X. VATICANAE ElBLlOTECAE PRAEEECIT . .CONGREGATIO PROPAGANDAE FIDEI . CONDITOREM CONSILIO MANV PARENTEM HÀBVIT .' RERVM EIVS HERES ET CORDIS . IN AEDE D. LAVRENT I IN LVCINA CVlVS TITVLVM GESSIT ANNO SAECVLI MDCLIX. AETATIS LXXVI. PVRPVRAE Li. SEXTA APRILIS TRlVMpHALI PALMARVM DIE EXTVHT . HVMAVITQ_y£ ROMA SVI VICTOREM . ET SANGVINIS * FLORENTIAE LVXIT DIE CARDINALIS NATALI SENATOR SCIPIO CAPPONIVS EX FRATRE NE POS. La Cappella allato alla fuddetta aveva in antico una ta» '-
vola de' Santi Arcangeli dipinti da Sandro Botticelli , i? quali ora fono nella tettata del Dormentorio grande a terreno , avendo i Capponi rinnovato di ftucchi dorati quefto Jiìtaie dedicato a S. Niccolò nel 1731. come leg* gefi
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gefi in due Cartelli ai lati 4L* cffo m memoria del Se-
natore Vincenzio Maria Capponi , e di Francefca Ma- ria Salviati fua moglie ritratti al naturale in due gu- glie , e Cotto la detta Tavola è curtodiio il Corpo di S» Floriano Martire . V. Dietro al Coro fonovi otto altre Cappelle ,
dove la prima è de i Ridolii , a i quali Aurelio Lomi fece la tavola dell* Adorazione de' Magi , di sì vago colorito , che non può defiderarfi cofa migliore , maf- {ime nelle Storiette della predella , che fono una Na- tività di Crifto , e la Prefentazione al Tempio : Ap- preso avvi la Cappella de1 Vettori , la tavola è di Giot- to , che vi colorì full* afte quattro nicchie di Santi s fu rinnovata nel 1707. dal Cavalicr di Malta Vincen- zio , e dal Senatore Ottavio figlio del Senatore Paolo Vettori , e dal Cavalier Federico figlio del Senatore» Aleflandro, come dice iMfcrizione dalla banda del Van- gelo , e in altra addirimpetto legge-tl memoria del ce- lebre Letterato Pier Vettori in luogo di un fuo Bullo altrove traslatato, e dice come fegue : D. O. M.
IN SEPVLCRO $VB HANC ARAM POSITO
INTER CAETERAS EAMIUAE VETTORI EXVVIAS TRANSLATA SERVANTVR OSSA PETRI VETTORI COGNOMENTO DOCTI . NEC NON ALOYSU SEN. ffLORENTlNl ET S. R. I. MARCHIONIS QVORVW V1RTVIES DECVS AC NOMEN bILIRE PRESTAT QVAM PAVC1S POT1VS EXTENVARi ., Incontra»* poi la Cappella ò*e* Bilioni, che era antica-
mente della Famiglia dei Volpe » ove è dipinta una-» Vergine di mano di Sandro Botticelli . Seguita la Cap- pella de 2 Pitti con tavola de' Martin colorita da A- le fiandre Allori, il quale con iitudio grande , ed u- guale lode fece ignudi belliflìmi , e nella predella lì vedono molte Figure , ed il Palazzo Pitti , come era |>rima che fofle de' Medici ; Trovafi più oltre la Gap- Tom, IX» D pclla |
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pelìa de* Signori da Bagnano , con tavola .lodafilfirtMU
del fuddetto Allori , che vi effigiò la Donna Adultera convertita da Cn'rrò ,« e vedefi , che tinta di 'rciìore » con un panno fi copte il vifo , efprrmendo a mjravi- glia il coliume , che è cofa incredibilmente malagevo- le a i Fitrori . Nella Cappella de* Bardi, Iacopo Vigna- li dipinfe la B. Chiara da Monte Falco , comunicata^ da Grido > e feguifandor ordine della Tribuna, l^» due che- reliaho fono de* Frtfcobaldi , i quali godono il poileiro d* una fineftra > che dalla propria Cafa mét- te in Chiefa , e le due tavole a quelli Altari rappre- Tentanti la Nunziata , e la Natività di Gririo, fi credo* no opera di Sandro Botticelli «. VI. E profeguendo il noftro cammino, entreremo
«ella Tribuna del Sagramento , dove di otto Cappelle) cinque hanno tavole antiche , le quali probabilmente erano nella Chiefa vecchia , e per confeguente falvatà dall'incendio, e a bene efaminarle, alcuna feorgefi kf« fumicata. Nell'altre tre Cappelle poi veggonfi ©Ta- vole , o Statue alTai pregevoli , come alia-Cappellài degli Antinori una Veronica di Michele , e Ridolfo Giiìlandai : a quella de i Bini una, Trasfigurazione di Pier di Goiìmo; e alla Cappella de* Corbmelli , dove il conferva ì* Eucariftia , Andrea Conrucci da Monte San Savino , oltre 1* incroftatura di vaghi adornamenti , fecevi quattro Statuette poco maggiori d* un braccio: cioè due Santi , e due Angioli in atto di volare, che fono una maraviglia dèlio fcarpello. In mezzo a detti «Angioli avvi pure un Cnfto piccolo ignudo molto gra- zioso , e fopra il Tabernacolo vi collocò in alcuni tondi di rilievo certe Figurine tanto ben fatte, che pare impedìbile fiano di marmo; ma piuttofto di cera » e un Cenacolo di flmil rilievo viene fotto del Taber- nacolo . Vi fono eziandio nel Doffah una Madonna 'ym un S. Giovanni , che piàngono tenenti fra le braccia èn i Criito morto, e nella balauftra fi leggono alcune lettere , che dicono: '■4M'®5!1' « & . ..■■•-.ito*
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HOSATiVS THOMAS PHTUPPVS ET CÀROLVS PETRI
CORBIMELLII ANT1QVVM SACELLVM EXORNARVNT
5AN. DOMINI MDCXXXXII.
De' Corbinelli fono pure altre Cappelle nella tefhu
di quefta Tribuna » nella quale Jhanno Cappella i Se- gni , e i Cicciaporci . VI,'. Ma precidendo più avanti , s* entra snella Na-
ve laterale .yeifo Ponente , dove la prima Cappella è de* Cavalcanti con tavola del Bronzino iiimata molto per la vivacità de* colori , ed efprclfione degli affetti , inoltrando la Maddalena di apprettarli al Salvatore ri- forco , comparfole in abito di Ortolano , che il ritira addietro con bella maniera della pedona , come natu- ralmente fa un corpo vivo , mancavi però ia. dolcez- za per le attitudini alquanto sforzate. E1 que/ra Cap- pella adorna ci ..marmi pre^iofr ordinati con gentile in- durirla da Batiita Cavalcanti , di cui è il Bulìo di mar- mo a manritta, e 1" altro alla finirrra è di Tomai rfb * che fcolpì Fra Gio: Angiolo Montorfoli , e fotto l'Al- tare in bel marmo è incifa quella Ifcrìzione; «OC QVOD VIDES SACELLVM VAKIIS NOBVLTBV3QVE
MARMORJBVS AB AfcGIPTO ANGLIAQVE ADDVCT1S
CONSTRVCTVM . BAPTiSTA CAVAICANTfcS THGMAE f-Htf
HELIGION1S ERGO MAX1MIS SVMPTIBVS AEDJPlCA.NDVA*
CVRAV1T ,. A. D. MDLXil.
Più oltre trovati la Cappella de* Dei maraviglìofa una
volta per la ranffima .tavola del Rollo, che inoggi è in Corre, fuccedutavi eiìèndo una buona copia di Fran- cefeo Petrucci } il .quale non ha lafcùto d* efprimere affai bene le molte Figure o fi voglia della Verdine 5 o di S, Baftiano v o di S. Maria Maddalena > o di al- tri Santi , ed inoltre la fierezza ^ che moltra un Ve- feovo , che guarda il Popolo col ciglio acuto , che fa propriamente paura ,' queita Cappella è ài prefenre de* Buonuomini per TelUmenco di Giovanni Dti del D 2 i6$z.
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A*
id8g. e q tri per breve digrefUone notìfi , che d#i Dei
fu data a fare a Raffaello d'Uibtno una tavola per V Aitar maggiore di quefta Chiefa , ma non fu termina- ta , e benché non condotta a perfetto termine, la vol- le fi Gran Principe Ferdinando nel fuo Appartamento , dove la fece finire dal CaflTana . PafTato 1*'Organo ve- deri nella Cappella de' Segni una Tavola con Maria* Vergine, Gesù Bambino, S. Anna , ed altri Santi, la- voro di Ridolfo, e Michele Grillandaio, ed allato a quefta vi è altra Cappella degli Aminoti con un qua- dro di S. Tommafo di Villanuova facienre limofina a* poveri dipiBto da Rutilio Manetti , dopo viene 1* Al- iare moderno del B. Giovanni da S. Facondo. , Vili. La penultima, che è della Famiglia del Riceioi
non ha tavola , ma bensì un Crifto ignudo di mar- mo , che tiene la Croce fatto da Taddeo Landini Fio- rentino , che ritraile da quello in Roma del Buonar- roti non avendo più ài anni 21. ; e la più vicina per line alla Porta era de* Bettoni , inoggi adornata dai Sigg. Covoni la tavola in cui vi è Grifto riforto di mano di Pier di Co (imo, colla quale fi pone fine al noiiro cammino : protestandomi , che fé ho tralafciato non poche memorie , non ho avuto altro motivo , che il fuggire un trattato troppo dirTufo , potendo chi è intendente comprender coli* occhio quello che non ' ho fcritto fenza pregiudicare all' altrui virtù * e merito . |
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LE.
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ff
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LEZIONE IV*
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D S L t A C H l t i À
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DI S. S P I £ I *' O .-
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Lia magnificenza delle Cappelle, fi ag*.
giungono per cofe di maggior pregio' il Coro acclamato da tutti per uib I wl i \\ h ricchiffimo ornamento > e la Sagrestia f£ ìk\$®M che punto non cede alla maeità della Chieia , come andremo qui divifan- do ; E primieramente considerando il Coro, riferiremo le lodi , che ne hanno date alcuni Scrittori , alle cui non poche dimenticanze daremo pai eri fuppìemento . Franctfco Bocchi con pochiffime pa- role lo paragona alla forma del Cielo , ed il Cinelii altresì con brevità ne feriva come appretto : „ Elque« „ fta vaga Tribuna condotta col difegno , e colle Sta- ri tue del Caccini , fu fatta a fpefe della Famiglia de* fi Michelozzi , che fenza verun rifparmio impiegò iti „ quella Fabbrica cento migliaia di feudi : è di figura |
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ottagona , tutta di marmi Carrarefi sì bianchi, come
mirti f e circondata da vaghi balaufiri , fi alza nel |
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mezzo un vago Altare tutto di pietre dure commef»
fév ed è il Ciborio farro da Gio: Batiita Cennini i, della medefima fattura molto riccamente lavorato.», Anche Filippo Baldi nucci ne ragiona nella Vita del Carcini , notando qualche cofa di più de' fuddetti così: 9) EiTendo fiato il anno 1590. dal Granduca Ferdinan- n do I. concedo al Nobile Gio: Batiita Michelozzi nella i} Chiefa di S. Spinto de* Frati Agostiniani quel fito 3) che era fra quattro pilaftn della Croce , dico nel n bei mezzo corrifpondente appunto .al vano delia Cu- v poli di e ila Chieù , ed avendo il Michelozzi rifolu* |
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A.L.Ùalw/fC
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y^to di voler fare per entro fi medefimo ftto , in ©n@*i
» re del Grande Iddio , con ifpefa più da Re } chc*# s, da privato Cavaliere il Coro , il maggiore Altare,, ,, il Ciborio , e iì Presbiterio con gran copia di bel- s, le modanature , d' intagli i di colonne > e di Statue 3, di marmo , e di bronzo , diede di tutto al Cacci- ,, ni V incumbenza » e troppo lunga cofa farebbe ora 9> il deferivere quello fontuofo Edilizio , e la graru ai quantità de' bronzi , e di pietre dure» che lo com- 3> pongono , ficcome le .varie Figurette » Statue ,di mar- 3> mo , e Candellieri di .-metallo , che l'adornano . ,, Dirò folo vederfì in eflb quattro Statue quanto il jj naturale di finiffimo marmo , tutte tonde , rappre- ,) tentanti una S. Gio: Batata , una S. Pietro Apo- 33 fto.lo , una S. Gio: Evangelifta , una finalmente un >» Santo Yefcoyo.. .Spnovi iblameme quattro Figure d* ss Angioli maggiori del naturale , giacché gl'altri che 3j in accompagnatura di quelte quattro doveano alzarli %ì fopra gli Angioli del Coro 5 oggi rimato* voti > re- 3, ftarono alla morte del Caccini imperfetti .. Condufle j> il belluTimo piede del Ciborio , ornaro di più., tette 3j di Cherubini maravìgliofamente lavorate : è peto da 9) faper.fi 3 che eiTe.ndofi egli già acquiftata gran quan- f> tità di Giovani fcolari di grande \efpeuazione , feee- ìì ne fare loro alcuni , 1* uno a concorrenza dell' aU 3) tro i e fra quelli furono Gherardo Silvani , ed A- 3, goftino Bugiardini detto .altrimenti Agciiino JJbal- » dini . „ il. Qra venendo al promeflb fupplemento delle co-
fe intralaftiate da'fuddetti Autori per farne un perfet- to racconto , io mi farà dall'anno , in curii diede in* cominciamento a così itupe.ndo'Altare ; e fu il idoo. « fpefe del Senatore Gio: Batiiìa Michelozzi , che nel Senatorifta del Signor Manni trovo! morto adi 14. di Maggio del 1604. Tutto :il grandiofo Coro è colloca» to tra lo fpazio comprefo dentro i quattro pilaltn, che reggono la Cupola, follevandofi dal refìo del pavimen- to con due Icahni di marmo., chi ufo attorno attorno *V da |
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eia,'nobile" balaustrata tramezzata' eh legature di bron-'
20 a forza di accoppiature , fopra delle quali ricorre" una cornice , fu cui pofano Candellien» quattro dei quali più follevati fono di bronzo coi)' quattro Angio- li più grandi del vivo , reggènti viticci in fervuto di Candellieii fcolpifi dalìa; felice mano di Giovanni Cac* cini, il quale ben iltruito nelle Matterriatiche, con va* rie fantafie fece un lavoro da tenere fofpefo chi ne_» elamina- e i bronzi ,• e-i marmi , e le; pietre dure , qual fia qui; il più; pregevole o la ricchezza de' mate- riali , o le indultriofe invenzioni dell' Architetto .-. . III. In mezzo fopra fei altri gradini viene 1* Alta*"
re col Ciborio , V uno , e l'altro riccamente rabefea- to con diafpri > ed; altre pietre preziofe di maedranza non ordinaria ; inoltre è adornato il Ciborio da quat- tro Figurine di bronzo adattate nelle loro nicchie fé- parate da otto colonnine pur di bronzo rìnveitite di' lapislazzuli , che raddoppiate le loro bafi , fono5 rette' con bizzarro ornamento da altrettante telie di Cheru- bini , che fi ristringono a foggia di menfole , così co- ftuuendo il piede del Ciborio , accanto' al quale fopra fcalinata pofano otto Candelieri di metallo di lavoro afTai 'diligente,. Intorno a quell'Altare fopra quattro pilaftri Corinti pofa 1* architrave, fregio, e cornice ri- pieni di marmi midi , che fportando in fuora fopra^ colonne di verde antico ifolate reggono quattro bel- liflìme Statue di marmo dedicate a 4^ Santi conforme allo fpirito divoto del Michelozzi .Appiè' di queite Figure per di dietro, movonfi Archi circolari , che fo- pra rigirando balautlrata , fregio , e cornice fi inalza una Cupoletta retata con graziofo lavoro di bronzo , la quale coprendo in vece di Baldacchino il Ciborio rende più maeiìofo quel luogo dedicato1 al venerabil Culto dell* Eucariftia . Retto queir» ammirabile lavoro terminato inflette anni , e quando fi feoperfe , che fu V anno 1507. non fi trovò in Firenze veruno , che la curiofità non lo moveiTe a trasferirvi!! , e vi vollero andare ad ammirarlo ancora i Principi, ed altri Si- gnori |
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gnori di alto affare > venuti in que* giorni alle folen>
nith delle Nozze di Cofimo li, con Maria Maddalena^ d' Aurina . Fuvvi poi aggiunto a detto Coro nel 1708. dalla divozione di Matteo Frefcobaldi due Candelabri di argento , opera di Cofimo Merlini Orefice > e coftaro- no feudi 2500. e notifl appiè deir Altare fui pavimento in un gran marmo la fegeente memoria. SACRI HVIVS COENOBII PATRlBVS MARMOBEVM TEMPLI HVIVS
PAVIMENTVM INCHuARE , SEPVLCRVM Slfil STATVEKE , AUIS
DESTINARE C06MVS. MAGNVS DVX ETRVRIAE IV. CONCESblT
-jàjtfc I>OM. MDCH5.
Altra ancora memoria di quefto Coro trovai! preiTo
t\ Rondinelli , che dice come fegue „ Bernardo Buon* $ ralenti ne avea fatto un altro difegno , che cofta- ,, va feudi 40. ed era più bello , e lafciava libero -il # palio tra le colonne , e non chiudeva come quefto. 5> IV. E parlando oramai alla Sagreftia corrifponden- te nell'interna fua bellezza alla Cbiefa , il difegno fa del Cronaca Arehitetro d'ingegno valente , quant1 altri inai ne foffeio nel!' età fua . Prima però della Sagre- ftia incontrai! un ricetto , che le (tà avanti , opera ,d* Andrea Contucci Scultore , ed Architetto da Mon- Ccfanfovino , il quale quivi collocò fei colonne libiate per parte , della medeirma pietra ferena , che adorna il Tempio ; L* ordine delle colonne è Corintio eoru capitelli intagliati a fogliame 4 pofandofi fopra V Ir* chitrave donde fi parte la volta a mezza botte , divi* fa con fparnmenti quadri , ne* quali vi girano alcuni tondi pieni di Figurine s ed altre adattate dJ inraglio molto fine negl' angoli , mostrando il tutto infume ar- chitettura beUiffima , e fé vi fi vede maniferto errore di non pofare il ripartimento della Volta fopra i fo« di principali delle colonne , non è 'da crederli eflef colpa del Saniovino , ma di chi eicguì il . difegno ... È di Ulifìe bravo Dipintore evvi un S. Agoitmo , che lava i piedi ad un povero > che vede fi mila lunetta fopra
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ifapra U Pòrta della Sagreftia , dove entrando , la rav-
viferemo fatta a foggia d' un Tempio a otto facce, or- nato negli angoli da due pilaftri Scannellati comporli della rnedefima pietra . I capitelli fono rabefcati con.. Figure , e mafchere accoppiate angolo per angolo va- riati dJ invenzione , e d* intaglio degni di lode, efTen- do lavorati con arte ftraorcìinaria dal fuddetto Con* tucci ( ed in lode di quefto Architetto , fia detto per breve digreflìone , che i* opere fue portate in Germa- nia , e minimamente in Ungheria > oggi fi moftrano per maraviglia ) Sopra l'architrave, fregio , e corni- ce forge un' altro ordine di pilaftri corrifpondenti a que' di fotto , di minore intaglio , e rilievo , metten- do in mezzo Je prime Fineftre , fuJle quali alzandoti altrettante Lunette , ricevono i fecondi lumi in forma circolare, e fopra fi ferra l'Edilìzio a fpicchi con gli (pigoli rifentiti in fuora diligentemente intagliati. V. Né men lodevoli d* architettura fono in que.
Ha Sagrcftia le pitture, fra le quali alla Cappella de*
Batbadori ammirabile è la Tavola di Fra Filippo Lip-
pi Carmelitano , e Pittore capricciofo , che in ella vi
fra effigiato la Vergine Maria col Figlio in collo , An*
gioii , e Santi d* attorno molto naturali , e vivi > Ja
qual tavola era nella Chiefa vecchia alla Cappella di
detta Famiglia , che fece fare Gherardo di Bartolom-
meo Barbadori , e donolla alla detta Chiefa col rogito
di Ser Buonaccorfo di Ser Domenico Salveftri 1418.
Di Gio: Bologna quivi fi vede di bronzo un Crifto
morto ; e v* è ancora d' AleiTandro Bronzino un San»,
Friacrio Franzefe in atto di fanare Infermi , fatto qui
dipignere dalla GranducheiTa Criftina di Lorena per
confolazione lua » e de* Nazionali Lorenefi divoti d?
nn tanto Santo loro Tutelare « In una Lunetta a frefco
dipinfe il gobbo UJirTe , fopra la porta un S. Agoiti-
no, cui apparendo Crifto in forma di Fanciullo fui
lido del Mare , gli dimoftra efter più facile rinchiuder
V acqua d* eiTo in una buca , che deferivere Agoftino
foteffe l'Altiffimo Mifteio della Trinità j E perchè que*
* Tom. JX E ilo
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ft<* cafo Ci vuol da molti Scrittori accaduto a Livor-
no , e dipendendo quefta tradizione da un* altra que- fHone affai celebre, per renderlo più credibile , mi fi conceda che in prova della dimora di detto Santo nel Pifano , riporti qui le rifleffioni dottiffime di Girolamo Gigli nel fuo Diario alla Parte feconda , carte 384. e ftggvn
,, Né , certo che io creda , con buon fondamento di
„ ragione, può negarfi che il Santo dopo il Battemmo, „ poiché fu partirò di Milano per tornare in Affrica 5, .non Ci portafTe in querce partì dìTofcana: onde è jj che a pochi Autori , che a ciò contradicono , poffbn- „ lene opporre in grandiffimo numero altri , che ce 5, ne afficurano . In-un tal credere fono tutti quei che j, favellano d' efferfi trattenuto il Santo alcun tempo 3Ì ne i Monti Pifani , ed ivi aver anco menata vita di 55 Monaco . Tra primi dee annoverarli il Pontefice Mas- „ tino V. nell'Orazione , che fece in Roma , allorché ,, vi trafportò da Odia il Corpo di Santa Monica , fi sj cui detto il rapporterà poco spprelib . Franctfco Pe- j, trarca j le cui parole fon quelle : Atque inter co?~ j£ fera Vivant Monti* ocio dele&atns , & il li e Eremitico jj h ahi tu traxìjfe moras ereditar , Lo ile fio ci vien dato » per certo da S. Antonino in quelle parole: Et cum ij fjfet. in itinere reisertens in Affricam <vijìtanjit Ere* jj mitas;.) qui erant in Mvnte Tifano , aliquibus diehus ?s, cum eis moras trahen? ) & alios Eremita* qui ertant jj In centumcellis froge Romam>, ove anche fi vuole dal* j> la comune voce, che egli volgendo per 1* animo di jj feri vere i Libri de Trinitate^ aveffe la celebre vifio- >} ne dell'Angelo j che in fembianza di fanciullo aiu« jj tavafi di aprire con un ferro una piccola fofla per >j chiudervi dentro 1' acque tutte del Mare . Di que- jj Ila fua venuta in Tofeana faffi pure menzione nella ji; quinta , e nella fella Lezione dell' Ufizio che reci- j, tafi in Braga nella folennità del Santo. Né fa d". ,, uppo il rapportar qui tutti gì' altri Autori j che_* 3», fono in quella opinione j et. additane per opera da .Xi » Qio:
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ma^mmmmmmmmmm^mmim^
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i, Gio: Marques , dal Torelli j e s'averanno con altri
„ parecchi nel)'Opera j che è per dare alla pubblica 5, luce il Dottiflìmo } e Religiofifìimo Padre Fra Gio: s, Batifta Colta , da cui fonofi avute non poche noti. 5) zie a prò di queita caufa . Ma perchè i moderni Cri» 5i tici > non prezzano nulla le autorità degli Scrittori i) più frefehi d* età pe' fatti di tanto più antichi >.veg« » giamo , fé dai detto di que' che tennero compagnia »? al Santo » dal fuo medefimo quella verità ritrarre il )) poiTa . Licenzio difeepolo 5 e compagno di S. Agoiiino j, ne* Viaggi d' Italia , cupido di tornare di bel nuovo ìì con efio feco , così a lui fcrive .- jj O mihi tran faci os rewocet fi frìftitta foles
. jj L&tificis Aurora rotis , quos libera tecum
jj Ocia tentante: , ist candida tura honorum
j, Duxìmus Italia medio Montefque per altes,
,, In quelli Veru* come ben provai! da Francefco Ma-
,,, ria Fiorentini , e fi rooltrerà dal P. Corta , le voci ,j libera Ocia, accennano la vita folitaria fciolta dalle ,.j cure , e da' lacci del fecolo 5 come quel candida iura a, honortitn , ci danno a vedere la comunità Reiigfofa ; „ così queir Italia medio , non può efprimere che la j, Tofcana potìa come nel bel mezzo dell' Italia , ma „ non già il Milancfe ove lungamente dimorò , eden- 5i done in una delle fue efìremiià , e peggio anche può. £ te adattai glifi quel Montefaue per tihos , riandò in- $ pianura , ma sì bene può convenite a que' Monti > » che foigono tra 'i Pifano 5 e il Lucchefe , ove e la ,, Tradizione , e l'autorità di tanti Scrittori condotta j, ve 1' hanno . So che il più forte , e puote ancor 3, dirfi V unico argomento de'Contradittoii fi è , ■ il „ non averne parlato né Poffidio , che ne fcrifle lo 5, gerte , né averne fatta parola il Santo medefimo ne' ,, libri delle fue Confeffioni , ove per minuto di fa » fteflb favella . Ma da Poffidio , ancorché fi tralafciaf- » fero molti avvenimenti della Vita dzl Santo , pub- • - • E 2 ,; puie |
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3, pure ritrarfi , che egli in quelle parti d* Italia "a ve (Te
,» darò principio a menar vita Religiofa ; perchè aven-
„ do riferito come egli in Affrica itabilifì> Monaiterj
,j coli* ufo Monaltico dei beni a cumune, foggtugne:
5, Quod iam hje yrior fecerat -, dnm de Tran [marini $ ad
a fa a remeajpt . Avea egli adunque in Italia data re-
», gola dì vivere a comune > né in alerò luogo potea_#
,, por meglio ad effetto che nella Tofcana » ove tanti
«Santi Uomini, ftavanfene in folitudine fiaccati affat-
» to dalle cure del Mondo . Ma rechili in ultimo prò-
» va affai convincente tratta dall'ErudinflìmO Fioren*
,, tini dall'Opere medefmie del Santo Dottore . Imper-
}, ciocché fé egli è vero , come è vérifllmo » che il
ss Santo poiché ebbe ricevuto il Batrefimo , fi pomflV
« da Milano a Roma, per andarne in Affrica » non può
ss dirli che egli fi ftafle in quella Città tutto il verno,
„ o preflb all'anno, come altri dicono , afpettandovi
jj la ftagiOne acconcia alla Navigazione, fé bene vo-
„ glionfi intendere le parole del Santa1, che hannofi nel
5» libro IX. delle fue Confezioni al Capitolo X* ove_>
,j rapportando i difeorfi , che tenne colla fui Santa,.
5» Madre in Oftìa , così favella ì Mie ad Oftia Tyberi*
5> na > ubi. remoti a turbi s j/ofi Ungi itinerii labore* in»
il fiattrabamut Nos Ndwigationi . Or è certo , che un
4 tal detto opn può per maniera veruna intenderli
j, del viaggio da Roma ad Oliia , efìfendo coni (Timo *
>i e di fole 12. miglia» onde né meno eravi neceffario
>, il riftoro a rimetterli in forze . Favella egli adunque
>j d' altro viaggio più lungo , quale appunto farebbe
jj quello pe' Komitorj della Tofcana > a* quali potè por-
if tarli da Roma , e continovandolò poi per la Marern-
» ma , fu a CemtumeelJe » ove ora è » o le ftà di
a» vicino Civitavecchia % reltandofì ad Oltia > e perden-
j» dovi S. Monica fua Madre» Ciò anche puote raffer*
ti maifi da altre parole del Santo in occafione della
jVconverfione ài Évodio , che lafciata la Milizia f ed
„ avendolo preceduto nel Battefimo » ertgli fidato per
iV Compagno > fimut' eramusj dice egli 9 Jimul babitaba*
jj iftfiS
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37.
,, mns in ftacito fan&o . ^mrelàmus quifnam heus noi
,, utilins haberct fermentes tilt , 1.1 che dimoftra , che „ oltre la Villa di Verecondo detta Caffiaco , di altri )) luoghi egli co* Compagni andò in cerca, per vìvervi ,, in folitudine : e che quelli fodero que' delia Tofca- ,i na , pare che fi renda chiaro, perchè immediato „ foggiugne : Yariter remeabamus in Affricam j i$? cum >£ ad Oftia Tyberina effemus, Mater defuntia' eB • Egli è m vero , che fprelTa niente nulla ne dice, ma egli iieflb si per poco non ne reca la cagione, continuando do- j, pò le parole rette citate, le feguenti : Multa %r&* n terso , quia multumfelino . Accise confefflones msat% » Ò* grattar um aBiones•, Deus .incus , de rebus innumera» ,, bilibus etiam in filentio ; Onde tra quelle molte, ed ,a innumerabili cofe che lafcia di rapportare, non fia s, di veruna maraviglia , fé quella ancora delia, fua ve-* „ nuta in Tofcana da tanti Scrittoti fi riponga • Vie- s, ne adunque , fé male non mi avvifo , affai ben com- », provato , che quefto Santo Dottore ne vcnilTe in To- ,, fcana a vifjtare i Romitorj di ella , e fpecialmente-* » di quei Monti, che (tanno tra *l Pifano , ed il Lue* „ che fé . Non voglio però entrare in qiurtione fé Uu „ dimora dei Santo folle nel Monte, che già fi dilTe ss Sylva Limallìa , poi Rupe Ca<va , ed ora dicefi dal %> volgo Lupo Cavo polio nel Territorio ài Pifa , ma j> nella Diocefi di Lucca , ove anche prefentemente è >, un Romitorio di Agostiniani affai celebre in quelle „ parti ; ovvero in quell* altro che ftà di mezzo tra^ j, Lucca , e Pifa pofto nel Lucchtfe > e che già s* ap» ,} pcllò Mont Erewiticus y e* Mont Fifanus , ed ora-, „ chiamato* d* ordinario Monte di San Giuliano, Pei i, primo fono il Marques , i più deìli Scrittori Ago- „ dimani , e 1& traduioiie ", che ferbafene da que* „ Religiofi , e dal Popolo . Pel fecondo fi ftà ,, Francefco Maria Fiorentini % che con molti anti- „ chi documenti pi uova , che quello. Monte , e non J5 quello venia anticamente chiamato Monte Pifano; e w che quello pure * e non T altro eia di antico in.» $*g# .. >> gran» |
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A: '
t> grandiflìma fama pe' molti Romiti , che l'abitavano,
i,:«(Tendo credi , e fucceffbri di quella maniera di vi- S> vere del Santo Romito Antonio , compagno di San. >, Paolino primo Vefcovo di Lucca, e che di «a. »■ anni precedette il g!an Antonio d' Egitto , ond^ a. avendo più , e più Rornitorj , e gran numero di „ Santi Korniti ntoloffi Monte Eremitico. Non però „ egli nega ,. che il Santo non potefTe ancora portarfi 9i-alla Selva Livallia, ora Rupe Cava, ma che la di- ti mora più lunga fi facefTe in queir' altro Monte , ar- 3) gomentafi di provare. In etto l'anno 125?. d'ordì. „ ne di Gregorio IX. a' prieghi di alcuni Nobili Luc- „ che fi patfarono dalla Badia noftra di ,S. Galgano i „CiitercienfiV, come s* ha dalla lettera di quel Ponte- n fice^ali Abate di quel Moniftero , che chiamavafi „ Paolo , ed era il fecondo che di eflo havefie il o0. » verno. Dopo non molti anni fu abbandonato il Mon- » te, .dar 3ueftl'. Monaci , onde già di qualche fecolo le j, Chicle , ed i Romitori fono andati in rovina , ficchc }, appena d'alcune d* eife fé ne veggono inoggi i ve. » ftigj , e confervafene il nome , fecondo il dtre del * medtfimo Autore . ,„•■ 1 r |
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Ln«
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L E Z I O N E V.
OLI O^CT I » DILLA CHIESA . •
D I S. SPIRITO.
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piede intero di S. Barnaba Apoftolo , ed una Moneta
detta il Grottone , dal quale principiando il ragiona* mento Iftorieo , dirò e (Ter Moneta de* Pifani fatta in_. tempo dell* Imperatore Federico loro Protettore , ef- fendòchè dica il Borghinì , che la Città di Pifa feceJ Monete coli'Aquila di detto Imperatore. La grandezza del Grotto, è alquanto maggiore de* foliti , come appare nella (lampa , quale riporteremo nel fine di quefta lezione; quindi venne , che nelle Scritture parlanti di quefto , chiamafi Grotto né* le lettere intorno ali* Aquila dicono fedkricvs inprtor , e dall* altra banda vedefi 1* Effigie di Maria fedente col Figlio in collo, e la leggenda vir- go pi...s protege . 11 pregio però maggiore di quella Moneta è il fangue , che miracolofamentc ne ufcì nei 1392. per ettere ftata trafitta da un Soldato con un acu- to ferro nel feno della Vergine , memrechè etto beftem- miando giuocava nel Camello d'Empoli : Miracolo così palefe, che il Vefcovo Fiorentino Fra Onofrio Agostinia- no se fece lubito un rigorofo procedo', dopo il quale trafportò V infanguinata Moneta a Firenze con fòle urie, procedane, donandola in perpetuo, alla Chiefa de'fuoi Frati,
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4°
Frati , e vi lafciò Indulgenza a coloro ì che la vifìraf*
fero nella Domenica di Paflìone ogni anno , che an- che inoggi in detto giorno s' efpone alla pubblica di- vozione , e piacemi di qui riportare dei fùddetto Ve- feovo il Diploma riguardante il detto Miracolo , lm> Proceffione , la Fefta , ed Indulgenza > e dice come-» appreffo : ? Frater Ottorius , Dei , & Apoflolhe Sedit gratta Ef$*
feopus Florentinus , TJnimerfis Chrifiì Fidelibus falutem, àt Jìnceram in Domino Cbaritatem . Ad perpetuam rei memoria™ , ad honorem , et tandem
Beatijftme Virginis Marie Matris eius , & augmentumu Catholice Fi dei . Frefentium tenore intimar» us ftupendum Miraculum , quod non)iJJìme diebus iflis anno Salutifere Incarnationis Domini Nojlri le fu Chrifti mccclxxxxii, die decimafeptima Menfi* Ianuarii ipfe Dominus oftende* 'net. dignatus e fi Jicuti multorum Fide li um tefiimonio , é** certa experientia cognowimus : rvidelicet quod anno > (St die prefatis in Cailro nofire Dioecefis , quod dicitur Em- poli , duo Stipendiarti jìmul ad taxelhs Indentes , cum alter eorum totam pecuniam perdidiffet pretsr unum Grof* fum Argenteam Monete Pifane i in quo fculpta e fi Ima* go Virginis Gloriofe , cepit dìBus Lufor iracundie furore commotus Chriftum , & Miriam Mas rem eius turpi ter blafphemare , et amplius infaniens gladium quem iuxta fé ferebat acctpiens Immaginem B, M. V» que in Groffs fredi&Q efi percutiens transforaisit circa pe&us unde* fanguis protinus emana<uit in fluporem mentis tam ipfum $> quam alios plurimos afpkientes commowit , & cum hoc fa&vm ad notitiam multorum Venerabilium Virorum de~ meniffet nobis dtBum Groffum cruentatum detulerunt , & Miraculum , et ordinem gesle rei magis cum de*votione tetulerunt , deprecantes y ut ipfum collocare 'vellemus in loco congruo -, ubi devote fervaretur , & certis tempori» bus » cb* folemnibus Fefti'vitatibns prò devotione Beatif» Jjme Virginis , Fopulo oflenderetur , Hot igitur conjtdem raniet, quod Spirttus Sancii grafia prtdìBum Miraculum f*'
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fàBum tfl \ qua fcilttet gratta tpfam VìrgÌHem Angelo
tefie plenam fnijfe cognovimur . Decrevimus quod in Ec- clefia Fratram Heremisarum de Fior enfia Ordini? San» iti Jugufiini folemniter teneretur » <jf* Statutis diebus Fopulo monftraretur ) & precipue in Dominica quinta Quadragefime } quae dicitur Dominicg de fajftóne in qua éiBus Grojfus ad diBam Ecclefiam procejftonaliter tra»* slatus in Reliquiario collocatus efl . Qj^apropter nolenm tei , qu&d tanti beneficii memoria deleatitr > fed Cbrijltm fidelinm devotio augeatur omnibus vere' poenitentibus , & tonfcjfis , qui caufa devozioni/ ad diBàm Ecclefiam diB* die Dominica Palonis , & - Feftimitatibus quibutlibet Beate Marie , die Veneris SanBi anni? fingulis oh com* memorationem tanti figni diBam Keliquiam veneranda* iuxerint mfitare de Omnipotetstis Dei , ac Beatoruttu Tetri ^ (ff Pauli Jpojlolorutn eius , & lo annis Baptijlei Vincentii )& Reparatj Patronorum nofirorum meriti> att» tboritate tonfixt40. dierum de iniunBa eis poenitentitt» tnifericorditer relaxamusi% In quorum fidem ovini umqucj teflimonium prefentes littcras fieri fecimus , & nofirS Fon ti fica li Sigilli iujpmus appenfione muniti' » Datum iti M pi/copali Falatio Fiorentino fetunda menjìs Febrttarii $ anno , et IndiBione prediBit, '"''■;■ ','■•■■ ' ':."■'. Ci -., ' | .■ . . • - " \ : ■, ' ' ' ' ' ' - ■ j •■ : '■
Lotus $fc Sigilli •>
Sono ancora notabili le parole del Diario dei Giara*
bòni circa a quefta Moneta , fcrivendo come fegue 5> „ Nella Chiefa di S. Spìrito ( nella Domenica di Paflìo* j> ne ) vi ftà cfpófto iin Grotfbne , o Moneta d* argen-' il to Scolla Immagine di Gesù Crifto , e di Maria Ver- » gme , quale nel 1392. adì 7. di Gennaio da un Sa- n crilego Giuocatore fu empiamente ferito in Empo- 3» li , dalla qual ferita ne wfcì grande abbondanza di }> fangue , di cui fin ora fé ne vedono le veftigie , e a vi fono in quefto giorno fette anni, e ktte qua- rantene d* Indulgenza conceffa da-Leon X. e la iriat- jì tina vi fi fa k dedica dell* Beftcmmia • „ -Tom IX. $ II, La
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I. .. > ■
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II. La feconda ReIfquìa è la Gamba col piede eff
S. Barnaba A portolo ,■'■ donata nel 1311. alla Repubbli- ca Fiorentina dal Cardinal Legato Arnaldo Peragru» cui era. nota la gran divozione de* Fiorentini a S* Bar- naba , e forfè anche il motivo fondato in alcune pub- bliche grazie miracolofe , che riconofceva Firenze dau detto Santo , e che mi giova qui d' accennare : e fu» rono due Vittorie ilrepitofe riportate dalle Armi Fio- rentine , nelle quali L* Aportolo diede fegni fenfibili di fua amorofa , e potente protezione , e circa le-.cir- coièanze'" prodigìofe di dette Vittorie , una ne nora il Villani al libro 7. cap. 130. avvenuta nella Battaglia di Campaldino contra gli Aretini del 1289* il dì u, di Giugno ferra di S. Barnaba, e le parole dei Vil- lani fono le feguenti n La novella della detta Vitro-. « ria venne in Firenze in quella hora medefìma , che ti; ella fue , in quello modo j che dopo il mangiare, ^ jfè elTendo i Signori Priori a dormire > et polare per » follicitudine , et grande veghiare f e' haveano fatto $» la notte parlata» fubitamente fu peteolTo ti ufeio deit >, la Camera de* detti Piiori » con gridare : levate fu* j3 fo , che gli Aretini fona /confìtti * Et levati i Prio- ìì ti » et aperto I* ufeio della loro Camera , non tro» „ varono , né vidono Perfona : et eriandio i loro Fa» j, fnigliari dì fuori non haveano di quello veduto né 5, fentito nulla ,. onde fu grande , et notabile maravi» », glia tenuta , pero Che > itianzi che Perfona veniifeà „ de V he li e con le Novelle > fu ad hora dt.Vefproj s) et quello fu di meriggio , anzi Nona * Et ciò fu il „ vero , perochè io Scrittore V udj y et vidi quelle co- „ fé , et tutti i Fiorentini s'ammirarono, onde ciò „ folTe venuto , et tutti llavano in fentore . Ma quan- ,» do giunfono coloro che venivano de 1* hófte r e% ,, rapportarono la novella > in Firenze fé ne fece gran- si diflìrna fella , et allegrezza : et ben fi potea fare di „ ragione, però che alla detta feonfuta rimafono iru „ quantità di molti Capitani , et valenti huomini di j, parte Ghibellina > et Nimici del Comune di Fken,, t % ... il ZCji,", .
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9> ze » et funne abbattuto 1* orgoglio, et fuperbìa non
„ folamente delli Aretini , ma di tutta parte Ghibel- „ lina , et d' Imperio . ,, Altra fomigliante vittoria»* convien dire , che defle il Santo all' Efercito Fioren- tino , imperciocché dopo d* effa , un Gattello fu fab- bricato dalla Repubblica con decreto, che s* appellale S. Barnaba t come s' ha pure dal Villani lib. 8, cap. 86. che dice „ Et fecero fare i Fiorentini giufo al ,, piano di Mugello nel luogo detto la Scarperia una ,, terra per fare Battifolle alli Ubaldini, et torre i lo- „ ro fedeli, i quali faceano fianchi , acciocché Monte „ Accenico mai non 11 potette riporre . Et comin- 5, ciotti la detta Terra a edificare adì 7. ài Settembre „ li anni di Chriito 1306% e poferJe nome S. Berna- „ ba . „ Ne lafcerò d'accennare cofa fcriffe a queflo propofito il P. Sandrini al cap. 3. del fuo libro ferir- lo a penna De frimo Ulorentinorum Ba$tì(mate , pretto cui però ila tutta la fede del racconto . Egli adunque parlando di tal guerra nel Mugello , dice che S. Bar* naba , come avea fatto altre volte, fi facette vedere^ per 1* aria in aiuto delle nofìre Armi, e che quefto fotte T ultimo motivo a' Signori di dare a Scarperia.. il nome di quefto Santo, che già avea liberata due vol- te la Città dalla pefte . 11 certo però è che a memo* ria , e onore di S. Barnaba in Santa Reparata fecero i Fiorentini una Cappella , feftivo vollero il giorno un- dici di Giugno colla corfa d' un Palio , né ancora^ contenti, gì* alzarono in Via Mozza una Chiefa inoggi detta il Monattero di S. Barnaba . III. Altr* adorabile teforo in S. Spirito è uno di
quei Crocifìffi lafciati in Firenze da i Bianchi , cioè da quelle Compagnie , i cui fervori , e pellegrinaggi altrove abbiamo deferitto . Quefto Divino Simulacro principiò nella Chiefa vecchia a difpenfare così mira* colofe grazie , che al fuo Altare correva tutto il Po- polose crebbe de* Fiorentini la divozione dopo l'in- cendio del 1471. che deftrutte fin le pietre più dure, tsovatofi il Crocifitto dalle fiamme illefo, benché fia C----Ì' È 2 di |
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4$
di legnò, trasferito pofcia con folennìtà nella nuova
Ghiefa alla Cappella de' Ro0i . Di quefto Croci fi db fa- novi 'memorie non poche glorioCe, traile quali raccon- tai! la Proceilìone foknne del Vefcovo predetto Ono- frio , che col feguito della Compagnia detta del,Cro- ce , ed altre portollo a Paffignano nel 1398. leggen- doli} che in tale occasione verfaiTe fangue dalle Pia- ghe , notizia , che il Migliore copiò da un libro anti- co preflo la fuddetta Compagnia di S. Spirito , a i Fra* tteÌU della quale Fra Onofrio nel 1399. concedè InduK genza , fottofcrivendofi così : Ex Epifcopali Palatio die jtn'ma menfìs .OBobrh 17,99* Ego Honufrius Ejtifcoj/us florcntimés, E notili queir* anno , che può dar dei iu- rnc al dubbio circa quello Vefcovo > che fi vuol da parecchi Scrittori già deporlo da Papa Bonifazio IX. nel 1395. ..,..,- IV. Eravi ancora tra le infìgni Reliquie il Corpo
intero dd Beato Earduccio Secolare feppelìito in S. Spi- rito con fegni chiariìTimi di Santo , del quale parlò Giovanni Villani iib. X. o 177. come appretto „ LJan- j, no 1331. morirono in Firenze due buoni , et giù* ?> fti huomini , et di fanta vita) et convetfati©ne , et „ di grandi lìmoCme , rutrochè fu Afono laici. L' uno 5, ebbe nome Barduccio , e fepelliili a Santo Spirito j, al luogo dei Frati Romitani , 1' altro ebbe nome_* » Giovanni di Vfpignano, et fepelliffi a S. Piero Mag» ji gioie , et per ciafcuno moftrò Iddio grandi , et) a-> 9i peni miracoli di fanare Infermi , et attratti , e eli 5, più diverfe maniere 5 et per ciafcuno fu fatta folen- ,» tic fepoltura , et polle più Imagini di cera per vo- „ ti fatti, „ Sì preziofo Corpo fu incenerito dal ter-» libile incendio j e tra le ceneri della Chiefa confufo. Grado però devefì al Canonico Salvino Salvini del ri- fcrovamento ài una pregevole Carta attenente a sì an«; tico Servo di Dio , ed è un teftamento dì Lorenzo ài Stefano Barducci Nipote del Beato , che fece nell' anno 1410. leggendovi/i il feguente legato: ltem fr* fé fio Sancii Bair dacci in Ecclejìa Sancii Sfiritfts de Ehm: .. . ttntié
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Vénti a flonntf aurì quatuèr , & fior. 4. prò prandio Fra*
trum . Don Silvano Razzi Camaldolenfe ne fcriffe la "Vita j o fivvero commentò il foprariferito Elogio fcrit- to dal Villani , e conchiude che fi leggerebbe lunga iftoria fé per la fopravegnente peitilenza non molti anni dopo, cioè 1348. non fé ne fo (Te qua fi perduta , come di altre cofe , ogni memoria : ed in un Ricordo preflb Je Monache di S. Pier Maggiore parlando dei B, Gio- vanni Vefpignani amiciffimo del B. Barduccio , vi fo- no le feguenti parole : Egit nsmye ( B. Barduccio ) <ve* rara opinor cum loanns quodam de Vefpignano amicitiam » crebro njicijjìtudinarie con<veniebant , de ordine orationis , cowpiintionifque ritti perfepe condijferebant , XJnus alter%m ad Elemofynam ad dileBionem > ad C orrori s maceratìo- nem , ad fpemque eterna, vita protnpiorem reddehat : Eo- demqup tempore , & menfe carnei* rinculis foluti ad Cg* leUia Regna migrarunt anno nofira recuperatiortit 1335'., anno, che non combina con quello del Villani .An- che il Dottor Brocchi nelle Vite de'Santi, e Beati Fio- rentini del noftro Barduccio parla così ,, le cui facre ss Ceneri fi veneravano già neir antica Chiefa di S. Spi- 5V rito .-jì E circa la condizione di fua Famiglia , il Signor Manni al Tomo X. de* fuoi Sigilli pag. 124. ci dà quella notizia „ Del rimanente le prime Móna- 5S che di quefto Convento ( S. Chiara j furono delle j, primarie noftre Cafe , come per efempiò , Suor Go« j> ftanza j e Suor Dominila di Benedetto Strozzi > Suor ») Raffaella de' Medici, e Suor Agnefa di Bartolomrneo 51'Barducci . ,, V. E per tornare alla miraeolofa Moneta del
Grotto » dir fi vuole fu quefto fine della Lezione uà ricordo affai minuto , ed antico , degno di eterna me- moria, come trovafi nel M. S. di Francefco Rondinel- Ji , e piacemi di qui includere lo ftefTo Groffo dall' O- riginale diligentemente intagliato • |
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MI-
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,th MIRACULUM DE GROSSO
Ut e fi in Ecclefia S. Sfiritns de Florentia.
fXUoniatn- ttt teflatur Angelus Raphael Thobie taf, il*
msktà Sacramentum Regni abfcondere bonnm efl •. opere, Autem Dei , revelare > & confituri } honorificum efl , li* tirto Dei admir abile opus, quod diebus tftis operari di- gnatu? efl , non celandum , fed publicandum arbttror , ai honorem , & magnificentiam Di'vi ne Maieflatis , éf di augmentationem reverentie :, & devotionis henigfiijfime Dei Mattisy ad terrorem cunftorum male agenti um > & pre* tiptte Deum , et Matrem eius blafpbemantium » & ad tredentium Fidem confirmandum . Innotefcat igitur cunBis FideJibuf , èf Infidelibus , iuftit , & peccatoribus , om* mane uni ver fall Ecclefie militanti , quali ter diebus iflitt 4$ anno Domini a Nativi tate vid. 1392. de menfe Jan» 18. Provincia Tufcie apttd quoddam Caflrum quod Em- ]>olim appellaitir Fiorentine Dioecefls prope di&am Cimi" tatem per miliari a fere xf. quo tempore Guerra e rat in* ter Florentinos , (cp Comitem Virtutnm idefl DominunL» Mediolanenfiùm , àtque Civitatem Senaram ; Erant au- lem tunc tempori s prefate Civita ti Florentie quamplu* rimi Milites flipendiarii apud ditium Caflrum de Ernpo* li commorantes , inter quos erat Campi duclor feu Ve- xillifer Magnificus Dominus Comes Corraius de Alama* ni a in auxilium Florentinorum , dum igitur ibi moranL, tontraheret > accidit ut quadam die duo ex predi &is fli» jrendiariis luderent ad tuxillos , (b* cum alter eorum iam qttafi totam p>etuniam pterdidijfet , & fibi non remanfijfet nifi
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nifi unu? Gróffus Tifanu?) t-n^uo fculpta erat Imago 'Bea*
te M. Virgìnis cum Inero in bràchio , ut moris éfi Fi- fanorum > quam quidem Imaginem intuens prediBus luf&r iratundia plenu? \; tepit turpiter Deum blafphemare , # Virginem gloriofam , & a Diabolo inftigatu? gladium dr- ripiens cum furore , & impetu percuffitl diBum Groffum argenteum, & in peBore diBe Imagini? perforawit dìcen? .* Utinam fic poffempercutere <verum Corpus Virgìnis Chti- fii Mai ri? : O mirabile di Sì» \$ \m tremendum Stimmi Deh i udì cium , fubitonnnquecepit Sangui? effluere de loca forfintinis ) quo vi/o Miraculo predi Bu? lufòramen? ef- feBus , <vel mente tovfufus diBum Grojfum accepit in- manu pugìllo Jìringens , ne ab al tir ridere tur•, quidam- mero de ctrcumflantibu? <vidit » .&, objlupuit , cb* ab tè pgtiit ) ille autcm dare noluit ; Tunc illi fibj attuti fi diio?\GrOJfo? Argentea* dicenr , da mihi illum, quemha~ ber if mante , & accipe ho? duo? ; Ille 'vero pecunie ma* gis amidui'quam grafie tri bui t hnne unumy duobu? rece- pii s , fiatimque ille qui cruentatum Grojfum receperat* perrexìt ad hofpitium ubi diBus Comes Corradus mane- bfit 4 & coram multi? fibi oflendìt ftupendum Miracutum Virgìnis glori afe j narrans omnia que faBa diBaque fue- runt prout fupsrins diBum e fi : Comes mero dubitanti ne forte Sanguis qui midebatur in Argento de manu per- cutienti? exijfet dilìgenter inmefligamit, $r inmenit quod nullum <veftigium apparebat quo inde pofuerit emanajfe > & ut clarìus rei merita? apparertt > cepit manu >'-& pan- n§ Sanguinem abftergere prenotatum , #* ftatim midi* de eodem loco iterum Sanguinem fluere , unde de Mira- culo certificata? , maxima cum dedottone -, (& Tèverentia a/Bum Grojfum Argenteum in panno manda inmolmit , & fft <f*adam Capfa repofuit confermandum prò maxima mi- rflhihquf Reliquia ; Pofiea cafu accidit ut prenominatut Comes Jhrentiam meniret ubi fibi notus ,-& fingnlari? Amicu? erat quidam Venerabili? Citi? Fiorentini Av area? nomine Merli Filiu? de Boccuccii? j qui cum Co- mitem mifitajfet , Inter multa que locuti funt ai Invi* |
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"~ % tttodtte * fitto Comite narratur > quod audiens,
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predilias Andnà* \ & à phrìlus tefiihus de hoc enti*
fiffetus , maxima cum Fide , <b* devotione Miraculum vi" demi\t & tangens } diBo Corniti confuluit , ne apud /o rem tam facram retinere prefumeret ; quia convenìens eft Mt Sacrum in ter Sacrai & in Loco Sacro re fervetti? ; Cuius confilio atque monitioni il le annuens illmn Gròf fum Jtbi tradì di t Argenteum cruentatum ferendum , & pre* Jentandum Reverendi {fimo in Chrifto Patri , et Fasori digniffimo , Domino Honofrio > Dei Gratta Epifcopo Ffo« ventino, , ut ipfe meritate comperi a ubi fue provi de di* fcretioni congruis videretur hoc Sacrum munus faceri fi re firmari , ad honorem Dei , cb* fue dignijfime Matris Virginio illibate . Andreas igitur prenominatus tam fan* Bo munere gratanter accepto ad prefatum Epifcopum ma* gna cum feft ina t ioneingreditur , & coram multit Cle* yicis j & Secularihus totum quod diBum e/I de MiracuU Sanguini s , ah ipfo ferto fé ojlenditur , àf narratur ; quo andito cunBif, qui aderant j flupore , admiratione , atque devotione non modica repleti , proruperunt in ìauìiem Dei, & Vtrginis Glorio fé . Epifcopus vero timens » ne res tam mirabilis aliquibui vertere tur in fcrupnlum dubietatis > noluit quod manifeftaretur } quoufqu.eprenominatus Co* fnes j é" aliti qut veritatem noverant } ad eum venerunt & teflificati funt , /// fupradi&um eft . Fune Epifcopus, tam ex devotione motta quam gerit ad Ordinem Bea* tuffimi Auguftini , quam ex rogamine prediBi Andree , de* $revit quod diBus Grojfus Argenteus fa mirabiliter cruen* tatus , in Ecclefiam Beatiffìmi Auguftini , que Ecclcfia SanBì Spiri t us nominatur y por tare tur pé/L\ ibi Jicut dece? homrabiliter fervaretur , Fratribus eiufdem loci imponent quod fieri facerent ali quod pulcherrimum Tabernaculunu ubi congruenter teneretur , tdeo prefatus Andreas illum Domum fuam portavit volens fermare quoufque dìBut/L* fiere t Tabernaculum , & cum pofuit in Camera fua > iu<- xta Imaginem Beate Marie Virginis?.j Uxor vero ipfiuf teftatur quod quandocumque in eadem Camera intrabat quodammodo in mentis Jluporem incurrebat , & corporis tremo rem } rntdt hoc multo tic s experta Virum fuum ro* gavit »
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gdiìit » tit cito foderi fdeeret di&um ,Sd^guinem ' pe.
tiofum ad prcdiùam Ecclejìam SanBi Spìritns , & Jìc faBum efl : Nam Fratre* prediBi Ordini* anno Domi- ni quo fupra de menfe Martii quarta Domimca Qua» dragefime pò fi Vefpra* fatta predicatione t étMh e a di* Bo Miracelo publicato coram Populo proccffionaliter i<ve<* runt cum Cruce 5 & incenfo luminihus v & paramenti* fimul cum Populo , maxima cum demotione Domum fepe* diBi Andree , & idem diBum Grojfum cruentatum acce- prunt ponente* in quodam Vafcuìo de Argento , ut Cri- fiallo mirabiliter ornato , & Imno* , & Laude* duan« tante* ad prefatam Ecclefam SanBi Spiritu* dettderttnr, à* fufer maiu* Altare ffutrunt , ubi frequenter Popo- li utriufque fexu* devote accedente? honore debito ft* nerantur . Epifcopus wero prenominata*, nt de*voti& ma* gis augeretur , concejftt omnibus dowte accedentibn* , cum debiti* tircumftantiit , decem dierum Indulgentiam tra qualibet vice . Oflendit autem Deus Inter ce ter a , hoc notabile j i& Jingulare Miraculum , qmd multi non fo* lum koh credente* , fed deridente* , fiatim cum diBum+ Grojfum widerint * omni dubitatone poftpoftta , Fide in- tegra > & dedottone non modica Miraculum confitentur 3 tit cmltbet eorum merito dici poffit Verbum Chrifli : quia me vidirti , credidilti | Vident enim Sanguine*Ì apparta tem , Jed credunt gratiam Domini latentem , //, bu~ iufmodi Gracula Deum oprari ereditar , ut difeamus ludo* y & b lambenti a* ni minta detefìari . pile wro hfor qui tot nephana perpetravit , ita confufus difparuit , & tn Territorio Fiorentino nunquam apparuit ; d'i Bum tamen fuit a qutbufdam qmd inventa* fuit in quodam nemott tnter Monte* Lucano* ad penitentiam peragendam ; Mot trgo , 0 ir atre* non folum a bhfphemiis % (ed a Sfo hufeumque wtùs dilìgente,' e ave ama* \ &- de \J Jlm wtus ìviatri* rei miteni amar f*J ***;,* • J .
franti , & ,V frtngZj.,%'' "*' gra""m '*
/fa«tt rw,„„ ht«/7.« £'"r>1m pacifere mcream»r : tri- r?t» %2Z ^"M" Chr>fl° > 1"i cum Patrc , & fri.
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ELLA CHIESA
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DI S. SPIRITO.
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Oichè nella Chitfa di S. Spirito non
a* incontrano lapide Sepolaali j ec- cettuate alcune poche » le quali per lo più coperte fono dalle predelle., degl* Altari , così avendo ordinato la Repubblica , a riguardo della maggior vaghezza del Sacro Tempio . Non.» debbo io tralafciarne la ricerca , avvegnaché fieno effe ài documento utile , onde illustrare la Fiorentina ifio- ria , e però mi convien pattare dalla Chiefa a i Chio- ftri » al Capitolo , ed altri luoghi del Convento , do- ve fi ravviferà una quantità granditììma di Sepolcri 5 di Armi , e di fimili memorie . Né meglio pollo princi- piare a ragionarne } che col riferire quello 5 che no fcrilTero circa la metà del fecolo pailato Fiancefco Rondinelli , e Stefano Rovelli ne* loro Sepohuarj ferir- ti a penna , e le parole del Rondinelli fono le feguen- ti ,> Nel rifarcimento , che fecero i Padri di S. Spiri- 3* to del Convento , e de* Ghioitri > ferrarono una ma» *» no di Sepolture antiche d' iiJuttri Famiglie Fioren- ,, tine , che erano ne* Chioftri > ed anche per fabbri- » care il Refettorio > molte ne mandarono male , fra_. », le quali una ài Raffaello , e Buoninfcgna Ciccia- „ porci , i quali ebbero co i Padri una grave con- i, troverfia , pretendendo ài riaprirla ; ma in quel carn- ai hio dal P. Priore loro fu affegnata altra Sepoltura „ ricontro al Capitolo , al che acconfentì la detta Fa- i) miglia ; ma volle , che nel luogo amico fi pontile^ » la loro Arme . „ il Roiftlli poi fenile di quelli Se» polca
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polcri con più particolarità -, come appreflo : ,, Il Con-
„ vento è affai grande , e belliflìrno , ridotto di pie- ,, fente in un grado , che è molto proporzionato alla „ grandezza , e bellezza della Chiefa , avendo due bel* „ liflìmi Chioftri , V uno de'quali non è finito , e fra ,} 1' uno, e 1* altro dì effi evvi una bella Libreria ( que- fta è in altro luogo , come diremo fui fine della lezione ) „ mefla infieme , o almeno notabifmente accrefciuta per ,} opera , ed induftria del Padre Maeftro Fra Lionardo ,, Coqueo Franzefe , e Confeflore di Madama Criftina „ di Loreno GranduchelTa di Tofcana , Dai fecondo „ Chioftro s' entra in una Cappella dedicata a S. la- n copq,, che infino .all' anno 1308. fece fabbricare-» jj Neri Corfini . L' anno 1652. mentre io metteva in- ,, fieme quefte memorie , fu levato un andito , che.» ,, dal Chiotto grande conduceva ad una Corte , che }) era dentro alla Porta del Convento, e la Corte an- „ cora è ridotta a Piazza , ne* quali anditi , e Corte, „ erano molte memorie antiche , che in buona parte „ andarono male , e particolarmente le dipìnte , per- j, che V altre fcolpite in pietra , o in marmo furono ,, per la maggior parte falvate , e datogli luogo nel j, Capitolo , dove di prefente fi veggono . fì li. Or colla feorta de i fuddetti bravi Antiquarj ,
mi farò a ricercare quefte lapide, cioè le rimafe ne i Chioftri > o altrove trasferite , e primieramente olTervo nel primo Chioftro 122. Armi di Famiglie, la maggior parte nobili , le quali da i favj Religiofi fono (tate-* prefentate nelle ultime reltaurazioni , e veggonfi lungo ie logge murate alle pareti , ed una al di fuori del Capitolo debbo per più obblighi maffiraamente di ami- cizia , denunciare, effendo fiata della Famiglia de' Fan- tucci , pallata inoggì per eredità nel Sig. Ignazio Or- fini , veggendofi l'Arme antica di detti Famucci , che è un Elefante con Torre, e Ifcrizione come appreflo : |
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G z fo. O. M.
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ii. .j mi... _ ..imi ilupiHP ■ ■
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: D. o. ' 'M. ':
ANTONTVS FANTVCCIVS FRANCISCI FILIVS STEPHANI NEPOS
FIORENTIAM CIVITA TEM" QVAM OLIM MAIORES SVI ANNO SAL. CIqCCCCLXX. DONATI FVERE QVAQJE IÀM IP3E PENE PVER EMIGRAVERAT TANDEM MATVRA AETATE REVISENS VT TESTATVM RELINQyERET SE DVXISSE NEFAS AvlPLIVS ABESSE PATRIA QVAE AB OPTIMO PRINCIPE REGERETVR SIBI AC SVIS IN EA SEDEM POSTREMO OBSIGNAVIT LAPIDE HOC POSITO MONVMENTO AN. DOM. Ciò. 13. CCII. AETATIS SVAE LV. Sonovi ancora nove Depofici, che prima fìavano nel Ca-
pitolo > ed ora fìanno ftefì fui pavimento del medefimo Chiottro , aventi ritratti di mezzo rilievo in marmo , rapprefentanti Reiigiofi loro > morti in concetto di fantità , e di Dottrina , come appare dagli Epitaffi in- citivi con carattere Gottico alquanto confumati dal tempo , e fono i feguenti : I.
VENERABILI MAGISTRO NICHOLAO BICMIELLO PRIORI
ET SVCCESS6R1BVS HVNC LAPIDEM PR. CONVENTVS 2VBL DECRETO POS. ANNO DOMINI MDLX. DIE XIX. IVLI1 . IL
DIVINI ELOOj/II CVLTOR PIVS ATQ. MAGISTER ANGILVS
HOCGELIDOSVB MARMORE MEMBRA REL1QVIT CVW ANIMA REQVIESCAT IN PA@E . IN ETEREO MENS . , . ■ IH.
SCIC IACETR. DOMINVS MAGISTER FRATER HONOFRIVS MAGNVS
XHEOLOGVS EPXSC, FLORENT1NVS ANNO DOM. MCCCCIII. DIE . . IV.
BIG IACET VEN. VIR FRATER SIMON DE TORNAQVINCIS DI
PL&RENTIA SAGRE THEOLOGIE MAGISTER ORD. FRATRVM HE*
REMITARVM . S.AVGVSTINI QVI OBIIT ANNO DOM.MCCGCXXlX*
DIE XIII. APRILIS CVIVS ANIMA KEQV1ESCAT INJPACE .
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5 3.
V.
HrC IACET VENER. MAGISTER GVILELMVS RECHIVS
GENERALIS ORDINIS DEINDE KPISCOPVS E15VLÀNVS
ANNO DOMINI MCCCCLXXX. MENSIS . .. DIE . . .
VI.
HIC IACET VENERAEILIS VÌE FRATER MAKTINVS DE
SIGNA DE FLORENTIA SACRE THEOLOGIE MAGISTER
ORD. FRATRVM HÈREMITARVM S. AVGVSTINI Qyi ÒBUt
ANNO DOM. MGCeLXXXYU. DIE X. MENTIS IVL1I .
VII.
DIVINI ELOQylI CVLTOR PIVS ATQ^ MAGISTER ANTONIVS
DE NOMIS DI MARCIALLA HOC GELIDO SVB MARMORE
MEMBRA REL1QVIT CVIVS IN ETEREO MENS ALMA
TR1VMPHAT OLIMPO MCCCCXXXVIII.......
vili.
AVGVSTINVS EGO FVERAM . FLORENTIA MATER EST . MIH1
SED THEOLOGIA SACRA SVB ORDINE FECtT PROFESSOREM
ALM- AVGVSTINI EN MARMORE CLAVDOR MCCCXXXX.
IX.
MIG IACET VENERAB. MAGISTER PHILIPPVS GROPPANTIS
DE FLORENTIA ORD. S- AVGVSTINI QVI OBIIT ANNO DOM-
MCCCCLXXXXV. MENS* NOV. DIE XX,
III. Oltre a i fuddetti Religiofi, fonovi non poche
memorie di famofi Fiorentini Secolari quivi tumulati, tra3 quali error farebbe 1* omettere Niccolò Niccoli , Lapo Gavacciani , Francefco Vieri » e Anton Mari«u Salvini, i cui Epitaffi fono come appreffo . Di Francefco Vieri*
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FitAN»
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FRANCISCI MICHAELIS VERII PÀTRITII FLOR. AC PHILOSOPHI
LOGICAM IN PlSANJGYMNASIO PVBLICE PROFITENTIS EXMIAEQVE EXPECTATIONI5 IVVENIS HIC SITA SVNT OSSA . QVI SACRO SECVLARI ANNO RELKTONIS CAVSA ROMAM PROFECTVS DVMQ^. FLORENTlAM INDE PROPERAT AD ALIVE FLVMINIS TRANSITVM TVNC FORTE IMBR&VS AVCTI HAVSTVS GVRGITIBVS INFELICITER MORITVR ANNOS AGENS XXVI. CAMMILLVS MOERENS FRATRr BENEMERITO POS. AN. SAL. MDLXXV. Dì Niccolò Niccoli.
NICOLAI NICHOLir CAROSH EX NOBILISSIMA BONAGVISIORVM
FAMILIA EPITAPHIVM . NIMPHAE PELASGAE SINGVLAEQVE PYERIDES , QVAE CVM NICHOLIO MORTVAE REVIXERANT. MORIVNTVR ITERVM, AT ILLE VIVENS MORTVVS BEATVS ALTI AXE SVPERIOR POLI SI QVID ADHVC EVM LATEBAT IN DEO LEGIT . OBIIT AET. LXXIII. AN. SAL. MCCCCXXXVI. PRID. NON. FEBR. PRANCISCVS CAROSIVS MATTHEI F1L. MAIOR1BVS B. M. P. C. Di Lapo Gavacciani :
HIC IACET VENERAB1LTS VIR LAPVS GAVACCIANI
QVI OBJIT ANNO DOMINI MCCCXXXVIII. Di Anton Maria Salvini .
ANTONIO MARIAE SALVINIO ANDREE FIL, NOBILI FLOR. PHILOSOPHO
ORATORI - POETAE PRAESTANTISSIMO . REI LITERAK. BONO PROMO- VENDO VNICE NATO . GRAEGARVM LITERARVM IN PATRIO ATHENEO ANNIS LUI. INTERPRETI ET RESTAVRATQRI . ETRVSCI SERMONIS AMPLIFICATORI . COMPLVBIVM LINGVARVM PEKITIA AC EARVM 5CRIPTORVM VERSIONE ERVDITIONIS COPIA LVBtNTISSIME HVMANIS" SIMBQ.* IN OMNES EFFVSA . INGENII SVI MONVMENTIS EDITIS ALIO" RVMQVE INLVSTRATIS EMENDATISELE . PIETATÉ JN DEVM . MORVM SVAVITATE t VITAE INNOCENTIA . IN CIVES AMORE . IN EXTEROS DOCTOS HOMINES BENEVOLENZA TOTO ORBE CELEBERRIMO CAELEBS VIX. AN, LXXV. M. IIII. D. UH. OBHT XVI. KAL. IVNIAS MDCCXXIX, SALVINVS SALVINIVS CANONICVS FLORENTINVS FRATRI DESIDERATIS* SIMO MOESTISSIMVS P. HVNC TITVLVM POST OBITVM V, C, S^LVINH CANONICI FLOi. AMICI SVI OPTIMI ANT. FRANEISCVS GORIVS PRAEP. BASIL. BAPTIST. FLOR. PlETATIS CAVSA SVIS IMPENSIS PR.AECIPTORI SVO AMANTISSIMO DEDICAVIT .
IV. Vi
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IV. Vi dovrebbero effere Bulli, ed Ifcmioni d*al-
tri Perfonaggi fecondo il Sepoltuario del Rondinelli > e dei RoiTeiìi , ma io con mi fono avvenuto a tro- vare si pregevoli memorie , come dì Giannozzo Ma- netti morto in Napoli nel 1459. %d\ 27. d* Ottobre nelle braccia del Re Ferdinando , che oltre Efequie_« folenniflìme , inalzolli un Depofìto ; ma le fue Olla., furono trafpoi tate a Firenze , e quivi fepolte con ma- gnifica pompa . Neppure qui trovati il Bullo di Pier Vettori , che ebbe in S. Spirito i funerali V an- no ab Incarnatone 1583. il giorno 23. dì Gennaio , e ne ho prdlo di me il difegno del fuo Depofito con Bullo 5 che itava alia Cappella de i Vettori , e credefi che dagl' Eredi nell' ultima reftaurazione di ella altro- ve fofle rrafportato . Manca altresì il Baffo Rilievo in marmo , che Fra Luigi Marfili avea in Capitolo , il qual luogo cento anni fono era affai più ricco di pie- ture, e di lapide, la dove di prefente fonovi alle pareti pitture moderne , e nel pavimento poche lapide o del prefente, o del paffato fecolo; all'Altare parimente eravi il Crocifiifo di Michel Agnolo , che è duUinaio per collocala* al Coro di Chìefa , ma fin* ora ita in Sa» gretìia , e prima a quello Altare fi venerava Ìsl» Tavola delia Madonna del Buonconfiglio . Ma prima» che Ci abbandoni il ragionamento di quello Chioflro noterò, che il difegno è di Alfonfo Parigi, di ordine Dorico, ricorrendo intorno de* roedefimi Chioflri colon- ne di pietra , che foaengono gli appartamenti de' Padri . Tutte ie lunette fono dipinte a frefeo, nelle quali fono colorite fìorie de' Santi Agolliniani * in una però ve- de» da Paolo Perugino rapprefentata ingegnofamente Ja difefa delle Opere di Santo Agollino , tanto utili alia Religione Cattolica. Quello Paolo credeva!] di po- tere Ilare a competenza con il Volterrano, che dovea fare quivi una Lunetta allato alla fua , e già tirate-» le tende per ambedue dipingere, di nafeoito fece il Volterrano lavorare a Cofimo divelli fuo difcepolo , che Ci portò a maraviglia nell'invenzione; e nel co- lo- |
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lorirla, che fuperò il Perugino; avendo Cofimo in una
lunetta rapprefentato Attila col fuo efercito, umiliato dal Santo Pontefice Leone j e del medefimo bravo Artefice fono molte alrre lunette , ma inferiori a que* ile, perchè fatte da elfo in età di anni 76. e per po- co , Anche Pier Maria Baldi con lode fece il Batté- fimo di S. Agoftino ; quello però > che vi è da ofler- varfi in una lunetta del canto della Sagreftia , dipin- ta da Stefano Cafcetti, fono i varj Abiti delle molte Religioni , militanti fotto la Regola di S. Agoftino » ffiaffimamente degl* Ordini dì Cavalieri . Nel mezzo del medefimo Chioftro } da un vivajo bene adorno di conci, fcaturifce un' acqua , che reca delizia , e frefco neir Jìftate al viver comune de* Padri } e fu fatta a fpefe di Fra Domenico Conti V anno 1660, Né deb- bono tacere i due Padri 5 Maeftro Teodofio Pdfquini, e Stefano Arbinctti, ì quali con liberalità concorfero alla vaga innovazione di quello Chioftro • Il fecon* do è difegno dell* Ammannato , parimente di Or- dine Dorico, che Jo principiò nel mefe di Aprile dei 1564. e iettò terminato circa al 1569. vedendoli il dee* to millefimo fopra all' ultima colonna vicino al Novi- ziato , e come apparifee da un libro di fpefe occorfe ia detta fabbrica , efiftente nell' Archivio di detto Conven- to » avendovi in ella racchiufo la Chiefa di S. Jacopo } che fin dall' anno 1308. fabbricò Neri Corfini , c®me appare da una cartella di macigno fopra la poniceli* della Sagreftia, che dice; QUESTA CAPPELLA FECE FARE NERI CORSINI A ONOR
DI DIO E DI MESSER S. IACOPO ANNO DOM. MCCCVHI. ed è facile da quefte parole il conofeere V abbaglio
di chi ha creduto eflere ftato il fondatore Neri Cor- fini Vefcovo di Fiefole fratello di S. Andrea, e nato nel 1303. che in età di 8. anni avrebbe fabbricata que- fta Cappella ; il fondatore adunque ne fu Neri flato de* Priori nel 1290. e Gonfaloniere di Giuftizia nel 1295* del
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del Neri però Vefcovo fi legge nel dinanzi del fuo
Sepolcro > fui quale giace là fu a effigie , la feguento Ifcriziene : ISTE PATRTS TVMVjLVS REVERENDI CONTINET OSSA
ECCLESIE NERTI FESVLANE ANTISTITIS VNVM QVEM RELIQVQS INTER CLARQS CORSINA PROPAGO ENIXA EST PATRIE DQCTVM CELEBREMQ^ PROBVMQ^ CANONICAE LEGIS QVI LVC1DVS ENUCLEATA EQVA LANCE SVVM VOLVTT DARE IVRE TRIBVNAL QyiQi OBIIT QVARTADECIMA SVB LVCE NQVEMBRIS CHRISTI ANNI SEPTEM yNDECIES ( 1377. ) POST MILLE TRECENTOS. V. Allato a quella Chiefa viene V Infermeria de'Pa-
dri con proprie , e comode Celle , dove ha dipinto il Poccetti ritratti di famofi Religioni , che hanno ono- rato quello Convento. E ritornando nel Chioftro, fulla porta del Noviziato è confiderabile una dipintu- ra del fuddetto Poccetti, nella quale vedefi il B. Bar» tolomrneo dell* Ifole Miffìonario nell3 Affrica , giacente in una bara fotto capanna circondata da que' Barbari • Fra un Chioftro , e 1' altro evvi 1* Archivio ricco di fopra 300. cartapecore » e il Refettorio , in tefta del quale Bernardino Poccetti vi dipinfe le Nozze di Ca- tta Galilea , e quando i Difcepoli conobbero Crifto al- lo fpezzar del pane; e dalle bande i battefimi di Dio- nifio Areopagita , e di S. Agoftino . La Libreria vie- ne nel fecondo Chioftro dalla banda, che guarda il Po- nente ; né da niuno fi contende s che elTa fia una del- le buone Librerie della Città ; non folamente per i rari, e molti Libri donati dalla Serenifs, Madama Criftina; ma per molti altri , e per quei del foprallodato P. Cocqueo. Vi erano ancora tutti i libri di Giovanni Boccaccio , come dicemmo al Tomo Vi. e di Fra Luigi Marfili co- tanto celebre , che nel Codice xx. della Stroziana evvi una deliberazione de'Confoli dell'Arte della Lana con gii Operai di S. Reparata , acciò fi faccia in orrevo- Tcm. IX. H le
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le luogo honorahith Seputtura prò Corporei Exìmìi , &
ExcellentìJJÌmì Sacrae Pagina? Vrofejforìt D. Magìftri Fr. Aloyjìi de Marjìliis &ef. defnnBi , (b* cuius Sniffiì» tate , fckntia > & *virtute tota Ci'vitas; Florsntiae fuit » éf eji ilhijffata, & decorata, doBoris . Una tal delibe- razione è del 1390.. Quelta notizia io la devo al ce- lebre Sig,. Canonico Giulianelli , che datagli dall' eru- dito Sig. Mann* , la pofe nelle fue giunte , e correzio- ni , che egli va facendo ai Fatti Teologali dei Cer- Tacchini a Paolo II. fcomunica chi toglieffe libri dalla. Libreria di S. Spirito con Bolla darà in Roma nel 145(5. an« 3. ad iftanza di Fra Guglielmo d'Antonio Becchi Generale » e vi fono in cffa querce parole : Ubi flint pretioforutn » 4$ mìrahilìutn Librorum Volumtna « Reità finalmente^ da Vederfi il Campanile in forma qua- dra coperto tutto di pietra forte divifato col modello d'i Baccio di Agnolo in tre ordini Dorici di fvelrjL, proporzione , tramezzato da nobile cornicione , e ter- mina in piramide fattagli nel 154,1. che prima era a Torre ,. ed in detto anno 1541. cominciò a fonare k Campana deli* Qrivolo donata, da Gofimo I*. |
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DI S. SPIRITO*
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L Convento di S. Spirito, fé fi è refo
famofo per sì magnifica Chiefa, egli è ancora celebre per la ftupenda co- pia di Padri illuftri a Firenze , e lai. |
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Mondo per ; la grande loro fantiià >,
e per i rariffimi talenti dirnoitrati nel-, le Cattedre , e ne* pubblici affari,^, E però ragion vuole, che in quefta ultima Lezione fi, faccia menzione particolare éi alcuni Soggetti ragguar- devoliflìmi , rimettendomi circa alle notizie di molti altri , che per brevità tralafcio } al P. Agoftino ToreI*f li nelle fue Centurie de' Santi &goéiniani .> a Pr^ Giufeppe Pamfilio nella fua Cromica dell' Ordine , ed> ai Farti Teologali del Cerracchini coìje giù fi te , e cor- rezioni MS. del foprallodato Sig. Can. Giulianelli , In- tanto facendomi dal Beato Simone da Cafcia morto in Firenze nel 1348. dopo aver» pgr2 piùj anni dato ìkl» Convento, ed inKCittà inirabijj, *ftoipi,-di;l.Ìua carità, € del fuo zelo : ma/Ti ma mente, ^pjla;:,fondazione^ del nobil Monaìterp dì S.? Gaggio , {mAh quello ,div,S^ EliT fabetta delle Convertite , ip riferirò, qui qua,nto di quefto Beato Agoftinianp ferirle il Signor Domenico, Ilaria -Man pi al Tomo IX. de' fuoi Sigilli ai54, com^( fegue „ Ma paffandojj a favellare dejla:-per fona ,dì Eraj ,,, Simone fondatore , egli fu Uomo di fanta vita r* „ laonde sì gli Scrittori Agoftiriiani , t sì i Mano-, „ feruti delle fue Opere, il domandano frequememen- „ te Beato . Di quefti ultimi mi viene aHeiiro dal „ Molto Reverendo Padre Baccclicre Serafino Magnani I ^ * „ Priore |
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h Priore degniamo di S. Stefano di Firenze del me-
». defimo Ordine ( da cui fono flato favorito di noti- » zie ) alcuni ojriginali efiftere nel Convento dei Pa- li dri Agostiniani di Cafcia . In uno di tali libri intt- >j tolato > Ordine della Vita Ctìftìana » polfeduto dal >» Signor Canonico Salvino Salvini fi legge „ Compila- 3» to da Frate Symone da Caflìa dell* Ordine de' Ro. », mitani Frati di S. Agóflino intorno agli anni Do- j> mini mcccxxxiii. quando flava a Firenze a predica* yS>!té ,, Be ri il e ancóra^ Librum de Beata Virgine y fìam- » pato pofcia in Bafiiea nel 1517. e divelie altre O- >y pere da vederfi nel Catalogo degli Scrittori dell* Um- ty bria del Giacobiilì , e negli Scrittori EcckftaAiei del 5ì Cave , in Fr. Agoitino Maria Arpe» ed in Fr. Do- >) trienico Antonio Gandolfo : iz quali dicono altresì, yj che Fr. Simone fece Lihrum de Speculo Crucisl-\ che jV potrebbe per avventura eifere quello Specchio di 3, Croce, che va fotto nome di Fr. Domenico Caval- Y^felftéW Ordine de* Predicatori ; fé per forte s' in- al tenieiTéro détte per qtìeflo libro le parole dell'an* 3* tica ^Cronica fdi' S. Caterina di Fifa , che Fra D©- 5, metrico multar Librar in Etrufcàm ìièguam tranftu~ i%'Htt r ut latine ttefcientibus prodejfet *. Ma non è da_« s, far moltiffìmo eafo di ciò, non éfifendo impoflìbile, oj che anche due Scrittori quafi nello fleilb tempo 3* ?ftiano compilando due v&rié Opere , khe portino un 35 titolò medefimo. ScrilTe pure Libròs %X. Enarrati*)* y'pyum\ Ewan gè li e aeìfùeritatis , feti del gejiis Domini Sai* itwatvris ) e gli dedicò al fuo Compagno nella Fon- jihdazionè di S. Gaggio , ad Thomam Corfinium lurif* ftp confultum Ehrentìnum , e furono pofcia volgarizza- j,' ti da Fra Simone da Salerno del fuo jmedefìmo Or-. 5f>$ine. Nel Vocabolario della Crùfeà fr citava di pri- à> nià*? Fià Simone'da Càfcia tteila Efpofizione degli aj Evatègelii , ora vi fi aggiugn'e , tradotte da Frate.» 3j Gidio , o Giuda 55 il rimanente del molto, chej. dice di quefto Beato il foprallodato Scrittore, fi da* fa nella lezione dejìa Chiefa delle Convertite." i&>: t i II. Fio* |
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IL Fiorirono pure altri Beati Religiolì , che tro-
vo rammentati da Lodovico Antonio Giamboni nel fuo Diario, e dal Dottor Brocchi nel fecondo Catalogo de* Santi , e Beati Fiorentini > ove regiilra parécchi .Ago- iliniani , che hanno riportato ab immemorabili il ti- tolo di Beato , e taluno anche il ritratto co' raggi. E fono il B. Ambrogio detto Homo Dei , morto nel 1447. il B. Antonio , che morì nel 14x1. il B. Giovan- ni Benedetto Mincetti , altro Beato Giovanni detto da Firenze , il Beato Pietro da Camerata dotato dello Spi- rito Profetico operatore ài ftupendi miracoli } e il Beato Pietro da S. Cafciano ; Ne mancano Scrittori Fiorentini , che un fimile titolo di Beato dieno a Fra Onofrio Srecciiti Vefcovo di Firenze. Col tìtolo poi di Venerabili fono chiamati i feguenti dal fuddetto Brocchi , Vener. Fra Benedetto Tedaldi Fondatore del Monaftero delle Campora vicino a Firenze > del quale parla un lodo nelle differenze tra i Monaci di Ceflello, e le Suore ài Candeli ; Fr. Tedaldus Trio? Monajlcrìi SanBi Sepdcri detto le Cam-gora s laudat fuger litem In- ter Abbatem S. Mariae Magdalenae de Ceftello , & Ab* hatijjtmam de Candìghis 13Ó7. E dall'Abate Cafotti ab- biamo il Venerabile Fra Francefco Meliini ConfefTo- re delle Monache di S. Gaggio nel 1450. ed Autore di un divoro trattato della PaiTione di Crillo , del qua! libro evvi copia nella Strozziana col feguente titolo:. ,) Incominciai! el divotilTimo tracìato della paflìone di „ Ibefu X.° comporlo dal Venerabile Maeftro France- » feo daffirenze de Frati heremitani nel anno del 1450, $, per confolazione e prieghi delle fue in X.° figliole .,,} Monache , et Convento di San Gaggio . „ III. E venendo a i Religiaiì famofr in fapere, da-
rò il primo luogo al Cardinale Fra Gregorio Petruc- chini Generale dell' Ordine , nativo di Montelparo nel- la Marca Anconitana . Fu egli promorTo alla Porpora da Papa Siilo V. nel IS89. e nella noflra Chiefa di S. Spinto, giulla il Diario del Ridolfl ricevè la Berret- ta Cardinalizia dalle mani del Cardinale AleiTandro de* i . - - - j
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pedici Arcivefcovo Fiorentina alla prefenza del Grandu-
ca Ferdinando I. con pompa di apparato nobilifiìmo, ed ebbe da' Padri del Convento in dono feudi mille } no- tizie intralafciate dal Ciacconio 3 dal . Vittorclli , e dalT Abate Ughelli > i quali parlano con lodi di lui ; rnaffi- mamente della dottrina > e della pietà verfo la fua Pa- tria , dove accrebbe la Chiefa principale di cinque Cap- pelle , che dotò j lafciando ricche fupellettili alla Sa- greftia , Tanno di fua morte leggefi nelT Epitaffio al fuo Sepolcro in S. Agoftino di Roma nella Cappella* di S. Monaca : D. O. M.
FRATRl GREGORIO PETROCHINO
A MONTELPARO
S- R. E. EP1SC CARD. PRAENESTINO
VIRO D1V1NARVM RERVM SCIENT1A
V1TAE 1NNOCENTIA MORVM SVAV1TATE
ET MIRA HVMAN1TATE T0T1 AVLAE
CON8P1CVO QVOD OMNIVM AVRÀ
IT BENEVOLENZA IN OMNI VITA
AC PVELICO MÒEROUE AC LVCTV l\
IN MORTE COMPROBAV1T.
V1X1T AN. LXXVI. MEN. 111. D1ES V1U-
. OBUT.-XIV. KAL. 1VNI1 MDCXII. ,./". .
.IACOBVS PHILIPPVS PETROCHINVS
NEPOS EX TESTAMENTO HERES i PATRVO OPTIMO ET BENEMERENTI i .'• CVM LACRYMIS P- C IV. Vengono poi Fra Francefco de* Nerli, il prie"
che in Firenze dopo la erezione dell' Univerfità piglic nel 1359- la laurea Dottorale di Teologo con applaufo » in S. Reparata; la funzione fu fatta con ogni pompa maggiore, intervenutavi la Signoria con tutti i-Magi*- ftrati, e concorfo di Popolo al fuono di tutte le Cam- pane ; che continuò per tutto il giorno celebrato con luminarie di fuochi , ferrati gli Ufizi , e le Botteghe. : |
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0i* Luigi MariiH celebre Oratore , e più fiate roani.
dato Ambafciatore a Pontefici » e Principi , e oiòr-eni do ebbe per pubblico decreto nella Cattedrale V Efe- quie 3 ed Epitaffio a perpetua memoria del fuo valo- re , di cui fopra parlai p^m Fra Antonio de Nornis ne abbiamo oiTervato già il fuo Depofìto , e fu per la Repubblica Fiorentina , mandato più volte Amba- fciatore .Fra Aurelio Brandolini nominato il IJppo, Maeitro di Giulio IH. e per la fua fonile FilofófiaJ chiaro a tutta 1* Europa , fu cariffimo a Mattias CorW vino Re d* Ungheria , per cui jftanza infegnò 1* Ar- te Retorica in Buda , ed in Strigonia , morì con di- fpiacere univerfale nel 1498. Nel Concilio di Trento Fra Diamante tenne luogo di Oratore , e di Teologo; per la Nazione de* Sette Cantoni, e poi chiamato 25 Roma da Gregorio XML ferirle fopra il Talmud Ebra- ico , nel quale idioma molto prevalfe ai Rabbini più faputi di quella lingua, fi mori nel 1581. CèlebreV fu ancora Maeftro Bartolo di Afciano Lettore in Pa- rigi, e Frate di S. Spirito, cui Carlo IV. Imperatore con Diploma dato in Siena anno IX. Regni Imferìi j. donò la carica di fuo Cappellano domeitjco . Nei mi- niftero di predicare acclamatiflìmì furono Fra Aldo- brandino Cavalcanti nel 1385. Fra Piero da Cetona , Fra Giovanni Nafi , e benché in quelle lezioni fi fieno nominati con lode il P. Maeitro Lionardo Cocqueo , e Francefco Mellini, di quello riporterò 1* Ifcrizione fot- ta il fuo Ritratto in una Camera dell' infermeria Ve ' dice 1 MAG1STER LEONARDVS COCQVEVS GALLVS CIARVS
F1ETATE AC DOCTRINA S. & D. A CONFESSIONI J1TSV e del Mellini, V Ammirato; il Vafari , il CerraccKi- !
ni, ed altri cfahano l'eloquenza di fue Prediche. Fraa Egidio di Gio: Batifta Banfi , di cui parlano il Cer. IVA J e, rl SlS\Man™ nel Tomo XVII, de' Sigilli , iiluftre Teologo dell' Univerficà Fiorentini , Predicato. |
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re e Priore 5 ottenne dall'Arcivescovo Antonio Alto*
viti j che dopo gì, anni dell'apertura della Chicfa, la confacraffe con grande folennità . Maeftro Angiolo tro- vati menzionato in Camera Fifcale così,, Fra Angiolo j, Maeitro in Sacra Teologia dell* Ordine de* Romiti Il di S. Spinto , fpedito in Ungheria dalla Repubbli» j, ca 5ji. Dicembre 1380. ,, Né debbo {cordarmi di Fra Aldobrandino , cui deve la Religione Agostinia- na il fuo ingreflb in Firenze, ed i molti acquifti di terreni , e di Cafe . Inoltre vi fono itati altri Sogget- ti t i quali ufcirono di quello Convento ad illuftrare colla fantità e fapere la Dignità Epifcopale , come Fra Bernardo Martellini Vefcovo di Cefena nel 1340. Fra Remigio Vefcovo di Piftoia 13 5^5. Fra Agoftino Ti, nacci da S. Gemignano Teologo della Repubblica Mae. ftro Generale 5 Banditore della Crociata contro gli Or- delaffi Tiranni di Forlì» e Vefcovo di Narni , Fra O- liofrio creduto degli Steccuti Vefcovo di Firenze 139J. e Guglielmo Becchi Vefcovo di Fiefole. V. E ponendo fine a sì dolce difeorfo , rettami a da-
re un cenno de'beni ereditati con merito dal Convento. Primieramente ricorderemo le Cafe } Botteghe , e Orti dati dai privati Cittadini ai primi Eremitani per am- pliare la fabbrica , come parlano antiche cartapecore-, prelfo de i Padri, cui fu data ancora da i Vefcovi Fio- rentini la Chiefa col Convento delle Monache di S. Maria Madre , inoggi diroccato per dar luogo alla.. Fortezza da Baffo , I Giandonati a i medefimi rinun- 1 ziarono i Padronati della Prioria de* Santi Iacopo > C; Michele a Certaldo , dove abitano alcuni di quefti Re- ligiofi t nella Chicfa , o fia Canonica di S. Andre*.. della Iteffa terra ; A S. Spirito fpettano pure gli Ora* torj di Santa Maria a Certaldo , e lo Spedaluzzo , e.» Chiefa di S. Antonio a S. Donato in Poggio ,per Bolla di Eugenio IV- 1439. data in Firenze , e di- retta al Convento a petizione di Frofino Magiiabe- chi di detto Cartello . Ebbero la Chiefa di S. Croce ali* Ormannoro con altri Beni dalla Famiglia degli |
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Spini» alla quale per ricognizione davano ogni anno
nel fecondo giorno di Maggio un Cero di tre lib- bre j che doveanò portare fino alla loggia de i Ra- gufei > o Avvero alla Pancaccia : ed ivk fi rogava lo Strumento da Notaio alla prefenza de i teftimonj . In* figni Benefattori di S. Spinto fono fiati i Pitti t i Roflì, i Velluti , i Capponi , e i Frefcobaldi y de i quali era 1* Aitar Maggiore della Chiefa vecchia • 1 diremo co- fa , che non fi racconta degli altri Quartieri di Fi- renze ; cioè un rariflìmo documento dell* amore » e venerazione a quefti Padri dì tutte le Famiglie prin- cipali di là d' Arno, le quali fpontaneamente fi taf- farono per lo fpazio di molti anni di pagare una^ certa fomma di moneta, per rendere fempre più bello, e ricco cotanto il'Iuftre Convento > e Chiefa . Molte fono ancora le Bolle , colle quali fi concedono a' no* fìri Religiofi grazie temporali; come Papa Aleffandro IV. nel 125&, che dà licenza a i Padri di S. Spirito di Firenze ài poter applicare a i proprj bifogni i beni degli Ufurai > non trovandoli i veri Padroni , e la Boi. la è data in Laterano an. 3. Ponti/, 111.• iius Febr- Co- sì Bonifazio IX. con altra Bolla data in Roma 1' an- no quinto del fuo Pontificato unì al noftro Conven- to ì Beni , e Chiefa del Monaftero di Marciai la , liu quale unione fece il Vcfcovo Onofrio per Iftrumento rogato da Giovanni di Neri da Castelfranco 1394. VI. E per una compita illuftrazione della Storia
di quefta Chiefi , qui riporto due memorie riguardali-- ti la Sacra di ella feguita nel 1573. e *°no : In un Cartello di marmo fulla Porta del Ricetto del- la Sagreitia : D. O. M.
HOC SÀCER ANT1STES TEMPLVM ALTOVITA DlCAVlT
SPlRiTVi SANCTO NOMINIS IN TlTVLVM IVCÉ SACRA MARTINE TVA DONANTVR ìì iLtk
DE VkNIA DECIES QyATVOR VSQVE DIES CVRARVNT MAGNO DVCE COSMO EX AfcRR PIORVM
FATRES ATQyfi P1VS BONSIVS 1GID1VS MDLXXIII.
Tom, IX, l jn
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In altra lapida eravi la feguente più difFufa Ifcrizione ; 1 ,ii .; > D. O. ; M.
•MDLXXIII. iNDICTIONE PRIMA II I. IDVS NOVEMBRIS •
* (PONTlF. SS. IN CHRJSTO PATRJS ET D. N. D. GREGOR1I
DIVINA PROVIDENTIA PAPE XJ1I. ANNO £IVS .II.: RE-
GNANTE COSMO MKDICE MAGNO ETRVRIE DVCI ET
FRANCISCO ElVS FJLIO MAIORE NATV REMFVBUCAM
GVBERNANTE, ANTONiVS ALTOV1TA DEI ET APOSTOLICI
SED1S GRATÌA ARCH. FLORtNTINVS ROGATV R.~P. MA-
«fSTRI EGIDfl BONSII HV1VS MONASTERII EIVSQVE
^TEMPLI ET PRATRVM PRIORIS HANC AEDEM CONSECRA-
^TiONE ET BENEDfCT.rONE SOLEMNI POMPA DECORAVIT
IN DEI ET DEIPARE SEMPER VIRGINIS MARIE HONOREM
.IT IN SPIR1TVS SANCTI MEMORIAM ATQVE IN MA1QRI
^ALTARI SS. APOSTOLORVM IACOBI ET ANDREE ATQVE
SS. PROTOMARTYRIS STEPHANI NICOLAIQVE PONTIF1CIS
i§X CONFESSORIS ATQVE MARIE MAGDALENE RELIQVIAS
„£OLLOCAVIT ET OMNIEVS CHRISTI FIDEUBVS EAMDEM
.AEDEM HODIE ViSlTANTiBVS VNVM.ANNVM VERE IN-
.^DVLGENTIE IVXTA FORMAM S. M. E. CONCES3IT . SIN •
. GVLJS AVTEM ANNIS US QVI EADEM DIE CONSECRA* :
TIONIS RITE AEDEM HANC INGREDIENTVR XXXX. DI£S
EISDEM INDVLGENTlE TRiBVIT .
VII. E per fine ufcendo in Piazza ingrandirà dalla
liberalità della Repubblica > notar il vuole , che ogni anno nel dì n. di Novembre fefta di S. Martino qui- vi fi fa la Fiera de' panni di Lana , che prima face- vafi nella Piazza de* Signori , che la trasferirono a S. Spirito nel 1452. Vili. E tornando noi al propofito primiero di
quella Lezione , vale a dire > a rammentare altri Sog- getti , che hanno viflfuto con lode ne* fecoli parlati , e che con fama vìvono ancora j per fupplire però ad una copìofa ìftoria , barrerà qui , che 10 faccia menzione.* di un folo Religiofo , cui derìderò di cuore molti an- |
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nì di vita, ed è II Reverendiffimo Padre Gio: Lorena
zo Berti Teologo infigne e Angolare dell'Augufto nò* fìro Imperadore Francesco Primo , e Lettore Illuftre nella Pifana Unìverfità di Ecclefiaftica Iftoria , le cui Opere Teologiche, ed erudite effendo con piacere uni* verfale per le mani di tutti i Dotti 3 io perciò m* a« ftenso dal rammentarle. |
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L E Z IO M E Vili.
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DI S. CARLO DE* PADRI BARNABITI. |
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On farà fé non grato il rammentar
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qui , come la Religione de i Padri
Barnabiti font il Tuo gloriofo prin- cipio in Milano, correndo V anno i5go. da quei tre non men nobili» che fantiflìmi Uomini Antonio Ma- ria Zaccheria > Iacopo Antonio Mo- jrìgia , e Bartoìomraco Ferrari , i quali radunatili nel- la Chiefa di Si Barnaba > ivi piantarono il primo Col- legio ; e per tal cagione furono comunemente chiamati Barnabiti; eflerido però il vero loro nome Chetici Re- golari di S. Paolo , fotto la Regola di S* Agoltino . Imperciocché da D. Serafino Fermano Canonico Late- ranenfe , che gli dirigeva nell'anima, loro raccoman- data la lezione dell'Epiftole di S. Paolo, con la afii- dua confìderazione di quelle, (ì trovarono i tre Vene- rabili Fondatori talmente inveititi dello fpirito del San. to Apoftolo , che fpargendoìo ne* profììmi , fi merita- rono i* appellazione di Cherici di S. Paolo > confer- mata da Sommi Pontefici con varie Bolle , e Brevi , Tra le moire Città, dove quefti Relsgiofi ebbero Col. legio 5 fiorivano in Pifa abitanti in S. Fridiano, antica Badia de* Monaci Camaldolenfi : quando colla protezio- ne dell'Imperatore Ferdinando fratello di Maria Mad- dalena d*Auftria Granduchefla di Tofcana , e Turrice del Reale fuo Figlio , che era in minore età , otten- nero Cafa , e Chiefa in Firenze , della quale con forn- mo mio piacere , imprenderò nella piefente lezione « ragionare. II. E
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ILE per vero dire; ad un cuore magnanimo,
ed inclinato alla Religione poco ci vuole > perchè egli abbracci ogni occasione , che fé gli prefenti, per favori- re le perfone pie. Lo che addivenne alla fuddetta Granduchetfa , toftochè ella ricevè dall' Imperatore 1* iftanza di ammettere in Firenze i foprallodati Barna- biti , i quali prefentato avendo 1* umile Memoriale al Configlio della Reggente PrincipciTa , pafsò felicemente la fupplica , che trovo fottofcritta nei i6z6. e dal P. D. Agnolo Boffi molto rinomato per fu a dottrina» fu la d. fupplica confegnata dalla ftetfa Granducheffa , che lo accompagnò non folo con fincere protette di Tua Reale Protezione , ma eziandio col dono di una cedola di 400. feudi . Alla medefima pure devefi la conclufionc dell' importante trattato di ftabilire a i Padri 1' abita- zione . Conciofiachè il Prete Tommafo Perini Cappel- lano dell'Infigne Collegiata di S. Lorenzo , e Padrone d' un piccolo Oratorio , o fivvcro di femplice Retto, rfa fui Canto alla Cuculia , avendo offerto a i Padri detto luogo , la Sovrana ne procurò da Papa Urbano Vili. Bolla data in Roma nel 1627. anno del Pontili, cato IV. che approvava , e confermava tal donazione. Su quello acquifto fatto da i Padri, io trovo un ri. cordo predo il Migliore , che dice aver ricevuto il fuddetto Perini da i nuovi Ofpiti in ricognizione del benefizio feudi 200. Ma io temo di mala intelligen- za ; avvegnaché leggafi nel Diario della Libreria Ma- ghabechiana così „ 167,6. i Padri Barnabiti vennero a „ fiare in una Cafa con Oratorio contiguo al Canto « alla Cuculia ( fi può toccare , perchè fi chiami quel Canto alla Cuculia , forfè da quefto Uccello dipinto nel Tabernacolo , che ivi fece Lorenzo di Bicci ) la- n Iciato loro da MelTer Perini Sacerdote Fiorentino , „ e più a medefimi feudi i©0. di crediti in fui Mon- » te : „ e fono pochi anni , che folla Piazza di S. Giovanm di Firenze fi vide in vendita il Ritratto dei Ferini > con folto le feguenti lettere „ Tommafo Pe- » *«u Cappellano di S. Lorenzo > e Fondatore dei „ Col.
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g Collegio i e della Chiefa de* Padri Barnabiti di Fi-,
g re tue . „ Hi. Entrari adunque i Padri nel piccolo Orato-
rio , fu questo rinnovato per opera , ed indu&ria del Padre D. Tomrnafo OTulio , col dìfagùo di Gherardo Silvani , e dal medeiìmo Padre notabilmente ancora fi accrebbe 1* atìguila abitazione con qualche comodo per le Scuole , che aprirono a vani-aggio della Gioven- tù , ed avendo dedicata la nuova Chiefa a S. Carlo , vennero così a £arfì un gran mento co i Fiorentinij memori , che querto Santo traile il fangue da un lo- ro antico Gif radino Mefler Borromeo di Lazzerino de i Franchi da S. Miniato al Tedefco , Giudice in Fi- renze fino dal 1347* i cui deicendenti del fuddetto prefero il nome de' Barrarne!* , come notò il Miglio- re alla pag. 542. della Firenze llluftrara , dove fcrive come appretto : „ Sapeva quel Cardinale ( Federigo „ Borromei ) come la Famiglia Borrcmei , che di- j, fcefa da S. Miniato al Tedefco nel 1147. in per- „ fona di MciTer Borromei di Lazzeiino de' Franchi, )) che così eranfi chiamati prima di dirli Borromei, ,, dal predetto Metter Borromeo Giudice imparentata fi j, co* Vitaliani di Milano , per una Figliola ói Alef- 3, fandro , nato di Mefler Filippo Borromei , elfi in 3) virtù della affinità contratta , circa al 1410. trala- 3, feiato il loro antico Cafato Vitaliani, fi erano det- 3, ti de* Borromei » che fu la cofa , che conveniente- „ mente lo ftrinfe ad onorar Firenze prima di ogni 33 altra Città d* Italia , per poterti dire alla fine con-, ,3 verità , eifer derivata da lei 3 una illuftrazione così ,, particolare , poco meno di quelchè fé ne pofia, e sì debba vantar Milano, che poflìede intero quei San- 3) to Corpo , che generato dall' antico fangue di Fi- 33 lenze 3 sì anche per riconofcerlo derivato $^,S, Mi- 3, niato fottoporto al fuo Dominio, ella gradiHiaohoj 3, che Gregorio XV. Ludovifio fattolo Città nel 1622. ,3 dicelTe quefte parole nella Bolla : Ah i]>fo quoque Of- 33 fido tatt$it*m , mhiUm Uhm Borromsorttm Qettttm % 5> ex
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0 ex qua $. Carola* olim Àrch. MedioUnsHjjs > é* Saa
„ cri Collegii Romanae Ecclejtae Cardinalìum , orginem „ duxìjfs. ,, Né deve edere di maraviglia fé negli an- ni palTati Firenze riguardò con occhio di amore ,- e di venerazione Sua Eccellenza Monsignor Vitaliano Borromei Nunzio Pontificio a quefta Imperiai Corte, effendo egli Pronipote di sì gran Santo. IV. Or ritornando alla Chiefa, che notammo al-
quanto ingrandita fu quei principi , che vi entrarono i Barnabiti , ma per allora di poca buona Architettu- ra ; poiché nulla vi era di buono, fé non fé alle pa- reti dell'Aitar Maggiore una dipintura a frefco , che figurava una Tribuna s condotta con sì gi'ufte regole di profpettiva , che molto ingannava l'occhio di chi vi entrava , parendo propriamente vera Tribuna: ma pofcia per diligenza, e buon gufto de i Padri è ita migliorando in maniera , che inoggi è una vaga Chie- fa , nella quale adì n. di Maggio del 1721. fi vide terminata la nuova Stoja ad ufo di Volta collo sfon- do nel mezzo, fatto da Sigifmondo Betti , allievo di Matteo Bonechi , che ne fece il difegno. Più ancora modernamente è feguito ingrandimento maggiore; poi- ché alla Tribuna dipinta é fucceduta altra vera , ed afTai ampia , col difegno àel Capo Maeftro Filippo Billi , molto acclamato nelP Architettura , veggendofi nella teftata una tavola venuta d; Roma , che rappre- fenta S. Carlo genuflerTo al CrocifiOb , da cui ottiene la cedazione del flagello della Pefte in Milano , bsl- liffimo efìendo 1' Angiolo , che rimette la fpada nel fodero. La Cupola è colorita dal. Sig. Grufeppe Zoe- chi , che vi ha dipinta una gloria del Padre Eterno. Alla Cappella de' Capponi, che è a manritta, nell* in- greflo viene una tavola di S. Giovanni Nepomuceno del Sig. Ignazio Oxford , di cui fono pure 1 due^ belli o|*tì , che mettono in mezzo 1» Altare, avendo in uno- effigiato il Santo martirizzato con fiaccole ac- cefe nel feno, nelP altro quando S. Giovanni è gertato mi fiume i ed un ovacinp dell'Angelo Cuitode è fulla m men- |
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menfa del medeiìmo Altare ; nell* altro addinmpetto
adorafi il Santo AlerTandro Bernabita , che rende la villa ad un cieco : ficcome due altri miracoli rappre- fenrò ne' due ovati il fuddetto Zocchi, e nella Volti lì conferva la commendata pittura del Betti , la quale è una gloria di Maria Vergine, ed appiè avvi una* nuvola , fulla quale in belle attitudini veggonfi S. Pao- lo col libro delle Tue Epiliole aperto , ed erratico S. Carlo - t V. Poche lapide fepolcrali incontranti. Due però
fono alia parate di qua , e di là della Porta , cioè à manritta l* Epitaffio di Filippo Vairingh eccellente Inge- gnere , ed Architetto luorto nel 1746. le cui ftupende Macchine , e Angolari ordegni acquilo per il Collegio Terefiano di Vienna 1'Augufta noltra Imperadrice Ma- ria Terefa . A lìniiira legge!! nobile Ifcrizione in me* moria del Conte di Sale Generale dell' Imperatore ti» Tofcana ,,. che lì morì nel 1752. Nel Presbiterio dalla* banda dell* Epilìola fui pavimento fotto lapida di mar- mo giace T Auditore Fifcale Gio: Bernardo Brichieri Colombi con lettere incifevi , che dicono : D. Q. M.
10ANNI BERNARDO BRICHERIO COLVMBO
LIGVRI DOMO FINARIO
AVDITORI FISCALI FLORENTIAE PATRI OPT.
MOERENTES FILlI
SIBI SVIS FOSTERISQVE PP.
OBIIT PRID. KAL. DECEMB. MDCCLHI.
NATfS ANNOS LXXI. MENSES VII. DIES VI.
VI. Si venerano in quello luogo preziofe Reliquie
di Santi , che fi cfpongono ne i giorni folenni in fu gli Altari , e fono quattro Tefte de* Santi Martiri S. Mauro, S- Aieffandro , S. Perpetua, e S. Ipolita ; Offa di altri Martiri S. Iopiano, S. Saturnino, S. Ni- coiarcho, S. Vincenzio, e S. Benerofo. Una Mezzet- ta di S. Carlo portata da lui ncgV ultimi giorni ut fua
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fua vita > là quale fi trasferire 'giornalmente agì' In«*
fermi , operando Iddio pe' meriti di quel gran Santo cofe miracolofc . Eravi' ancora» il Corpo della Santa Martire, che trovo appellata Spefina Bona dal Giam- boni nel fuo Diario Sacro , relativamente alle lettere fcritte nell* Urna. Fu donato dai Grandtichi di To- fcanas giufta la tradizione de* Padri Barnabiti > che di elfo non hanno mai avuto né lapida , né eartapeco* ra , né altro documento: folaraente dicendoli , che i Reali Principi graziaflcro di quello facro dono uru loro Teologo. Dalla qual cofa fi può congetturare f ' che fia regalo di Ferdinando IL al Padre Don Agno- lo Boffi , infigne Scrittore dell' Ordine , e Teologo di quel Granduca j o pure di Cofimo ITI. forfè al P. Dori Iacopo Antonio Morigia, che fu Teologo di S. A. Rv poi Maeftro del Gran Principe Ferdinando , Vefcovo di, S« Miniato , Arcivefcovo di Firenze', e Cardinale; 'W finalmente dir fi può ancora (giacché nel; così dire f rammento can piacere gli illuirri Padri, flati in queflo Collegio di Firenze ) che il Corpo di que/ta Santa un dono fofife molto proprio fatto dal Cardinale Gio: Car- lo de' Medici al letteratiffimo Pi Ottavio Boldo&i , il quale con fama di Lettere venuto da Milano fua Pa- tria a Firenze , fondò pofeia nel 1^44. fatto Propo- rlo del Collegio della SS. Annunziata della Città di Pefcia , ivi l'Accademia degli Oculati , fono gli- au* fpizzi , e protezione di quel Gran Cardinale vero Padre delle Lettere , e de i Letterari Uomini .Era veramente il Boldoiii per il fecolo fuo un Uomo grande in Lettere Latine, Greche, e -nell' Antiquaria ;■■ come mi a'fferifce il Sig. Can. Giulianelli , il quale coli'occafìone , che nel 1740. fu in detta Città di Pefcia PrcfeOore di Ler. tcre mandatovi da quefìo Governo-* avendo intraprefo a far la Storia Letteraria di quella Città, avea qoéftej e le feguenti Notizie raccolte del benemeriro P. Boi- doni : .Theatrum Tetnpraneum Aetcrnìtati Caefant Moni tu $t R. £. Cardinali*:) & Jnbiep. Medici. Sacrum' Oa. Boldomo CL MsgvS, Fatti Mcd, 1616. Off. Baldo- Tom. IX. K v |
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mi dia Attici' finis Exercitationes Graecanicde , Librò
veramente aureo, Med. 1639. Relazione del folenne Fu* mrale celebrato da* Padri Chetiti Reg. dì $. Paolo nella SB\ Annunciata di Pefcia in fejfragio de* Defonti Be- nefattori d' ejfa Ghie fa > e Collegio* Lucca 1641. Que- lla Defcrizione , benché in forma di lettera apparifca di Bartolommeo di Poggio al celebre Giuseppe Lau- renzi Lettor pubblico ài Rcttorica in Lucca > il dice però che tutta V invenzione di tal funebre Apparato arricchito di Componimenti Latini, ed Elogj Lapida- ri ^ e quivi riportati, Opera fono il tutto del lie- verendiffimo P. D;. Ottavio Bordoni, B venendo al no- ftro propofito , per cui mi penfo , che foife fatto il dono del Corpo di quefta Santa » in Lucca nel 1644. diede a luce j e dedicò al fuo gloriofo Mecenate De fui Infpe&ione acroama ad Academicor Oculato r Pìfcìnae in Oppi do Etruriae celeberrimo Serenijfimo Principi Ca* toh ab Et r uri a InclytoMoe cenati è1 e. Rammentati co- sì i Padri di quella Religione più accreditati nella.. Corte de* Medici , non par credibile, che si preziofo Monumento polla eflere venuto dalle mani di Gio: Gallone al Padre Carmrniati Barnabita fuo Precettore 9 che per eifere cofa moderna , non farebbe sì facilmen- te andato in oblivione * Oltredichè già nel fecolo paf- fato1 fé ne faceva folenne efpofizione nel giorno di Ògniffanti ,• come attefta il predetto Giamboni > che_* fcrilTe prima del principiar di quello Secolo. Dove ila flato trafportato lo diremo poi } dovendoli prima fchia- rire due dubbj, ; v I VII. E primieramente fi cerca fé ila corpo bat»
tezzatq , come fono moltilfimi in Firenze , ed anche quefto è flato creduto tale. Ma come mai dargli due nomi, efempio , che io ftimo non trovarfi nel novero di tanti Santi Corpi battezzati ,, né etfervi in Roma quello coftume ? Anzi la pratica ella è di dare ai Cor- pi Umili un nome prefo dal Martirologio, nel quale non fi trova niuna S* Spefina Bona. Quindi nafee il fecondo dubbio > vale a dire > che chi copiò le~» |
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lettere fncifè nella lapida antica leggeffe male , e for*
fé ingannato dal modo confuto talora nell' imprimere nei marmi fimil forra d* ifcrizioni , come appare da molte fcorrettifFime, Ciò fuppofto, io congetturo così» che in vece di S$efina àovtftz dire Sps. in. Cro. e quel Bona m. pofla intenderli Bone memorie <> o Bona Màter ) incontrandoci ipeflTo in quelli marmi o Mater's o Soror, o Vxor-, o< Filia ec. e favorifce a quelle mie congetture T autorità del Surio ^ -e di Pietro di Natale , i quali concordemente fcrivendo la Vita di S. Speranza M. la dicono fepolta dalla Xua propria-» Madre, ed arrogefi non piccolo numero di Calenda* rj » che ne collocano la Fefta al i. di Agofto ; Così il Calendario Vaticano , del Solleri , dell' Ottobuoni J e'principalmente .un Calendario in lapida a S^ 3ilvc- #ro in Capite: ne padano a lungo i Bolkndifti al Comm. Critico pag. %ó. é fegg. e finalmente S, Gre- gorio alla Regina de i Longobardi Teodolinda manda olio di S. Speranza, che da tutti gli Scrittori fi fa fanciullina di io. in i%* anni , che tale fi arguirceli dalle piccole ojfa., cranio, e coliole , da me .atten- tamente confiderate , ' Vili. E circa a quella Reliquia rimane a dirli* dove fia ài prefente il Corpo , flato per alcuni anni all' adorazione fotto V Altare delia Chiefa ài S. Carlo de i Barnabiti , e che dopo ibllepite ricerche mi fono avvenuto a trovarlo., £flo adunque in ricca Cappel- la ornata con magnificenza , divotamente fi cuitodifce, dal Signor Ferdinando Sacconi Canonico di ,S. Loren- zo , traslatato in fua Cafa col confenfo de i judderti Padri, e licenza dell'Arcivescovo noftro Monfignotf Francefco Gaetano Incontri ; eflendo quella privata Cappella ricca di iìngolari Reliquie , traile quali il Corpo di S. Leo Martire } cavato .dal Cimitero di Ci- riaca nel i725. donato da Monsignor Cenci,* lì Cor- po adunque di Santa Spefina , per parlare col linguag- gio corrotto, giace full4 Altare in un Urna dorata, K 2 nel.
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nella quale contanfi le: O0a di lei ben difpofte, benché
non. fieno tutte, mancandone quaiì un terzo v e IX. Che fé mancasi facro teforo a quella Chiefa, anche altre pregevoli cofe, che erano in Collegio fi ibno fmarrite : come parecchi cofe curiofe , che'la* £ciò a querti Padri Monsù Luigi Bertier Franzefe } co- me; trovanfi notate in una memoria fcritra di mano di Leopoldo del Migliore prendo di me , e fra effe an- noveravafi un Piede intero beniffimo confervato venuto tìi Palefrina 1J anno 1^42. e creduto effere un Piede di un Re di Giuda ; un Braccio intero di Donna, che il predetto Luigi vanamente diceva effere il Brac- cio della Regina degli Egizi Eduilde , la quale mo- rì faranno duemila anni , una Vefte di corteccie di alberi , come quelle de i Santi antichi Padri dell' E- lemo • X. E per fine chiuderò queft* Iftoria , ricordan-
do un in/igne' Benefattore , ed un Soggetto tra quefti Padri affai famefo alle Accademie d* Europa . Quello è Antonio Francefco Boddi Fondatore dei Monaftero delie Cappuccine > il quale foliecito dell* educazione.» della Gioventù, lafciò a quello Collegio 200. feudi annui per mantenimento di due Maeftri di Belle let- tere , effendogii ftato da* gratiffims Religiofi alzato un bufto neir andito della Porta laterale della Chiefa con quefta breve ma vera Jferuione : s PERPETVAE PATRIA! VTILITATI .
11 Religiofo poi che vive con onore non folo di que-
fta Cafa , ma di tutto l* Ordine de i Cherici Regola- ri di S. Paolo , è il P. D. Paolo Friu* , che dalla». fomrna accortezza del Miniftro Tofcano il Conte di Richecourt fu da Milano fatto venire per ProfefTore_> <P Etica , e Metallica neir Università di Pifa . Gli Studj Matematici per altro fono Tunica delizia del ipoflro Lettore , e quei che li' hanno renduto degno d' efler
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il
d* effet* Socio cornTpondente della Reale Accademia^
delle Scienze di Parigi > di Pietro Burgo , di Berlino , ove fu anco premiata la di lui foluzione al dubbio propofto : Se la rapidità del Moto diurno della terra.* fia invariabile , o nò . Godo di terminar quefla lezio* ne colle meritare lodi ài sì valorofo Soggetto, di cui parlano tutti i Diarj , Novelle Letterarie, e le Per- ione tutte eulte , e dotte * |
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LE-
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L E Z I O N E
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IX.
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D E L L Jf : ■€ H 1 X 3 A
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DJ SANTA CHI A II A,
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I. ^a^ss^^sf Arecchi Scrittori hanno favellato del-
la Chiefa, e del Monaiìero di Santa Chiara , ma in quali e quanti errori fiano eflì caduti, ciafcun potrà com- prenderlo dalla prefente lezione, nel- la quale daremo la Storia di sì illu- ftre Convento ; nulla però dicendo, che corroborato non fia da autentici documenti. Frat- tanto riferiremo qui fommariamente gli abbagli prefi dal Cinelli , Poccianti , KoiTelli , e da Gio: Batifìsù Ubaldini nei fuo libro della Famiglia degli Ubaldini . E principiando da queft' ultimo, fcrive egli alla pag. iip. e 120. che quefra Chiefa *e Convento fieno Itati eretti da'fondamenti per io Cardinale Ottaviano di detta Famiglia intórno ali* anno 1262, ai preghi di Madonna Avegnenre fua Zia , e delle fue Sorelle Lu- cia , e Giovanna , le quali con altre Sante Suore abi- tavano anticamente in altro Monaiìero in mezza fali- ta del Poggio , oggi detto Imperiale : le quali non_ potendo quietamente fervire a Dio per le fpeffe guer- re , pérfuafcro il fuddetto Cardinale alla fondazione di quefto noftro Convento in Città. Scambiò pure il Rof- felli fcrivendo come fopra ; benché fi protetti di non credere , che la Chiefa, e Monaiìero , che di prefen- te fi veggono , fieno Ja Fabbrica., del Cardinale j chia- ramente feorgendofi 5 che F Architettura non è di que* tempi vetufti , che vuol V Ubaldini . il Poccianti poi alla fuddetta erronea opinione ne aggiugne due, una certamente falla , altra affai dubbio/a . Elfo adunque^ |
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riferifcc , che dopo la Beata Agnefa di Affili foflTc fat-
ta Badefla in queito Convento di Città V Àvcgnente* in Religione detta Suor Chiara ; quando la morte di correi feguì al Poggio Imperiale , come affermano-- tutti gli Scrittori della fua-.Vita , e le memorie nell'Archivio de i Canonici Fiorentini , i quali colà mandarono una beli' Urna di marmo, ancor vifibile nel Coro di Monti- celli di Città, per dentri collocare il Corpo della Defun- ta. Aggiugnefi cofa dubbia, ma aiTerita ancora da Fraa- cefco Bocchi: cioè,, che in Santa Chiara di Firenze fìa fiata fepolta la predetta Beata AbbadelTa , e 1* Abate Ughellì non avendo trovata in Firenze altro Convento intitolato Santa Chiara, che il noftro, difle...anch' egli, che di quefìo foflTe fondatore il Cardinale Ottaviano , e quivi morta e fepolta la Beata Badeflfa fua Zia. 11. Ora; venendo* alla noftra Iftoria, colla fcorta di
autentiche cartapecore dimoftreremo quanto andaffero lungi dal vero i foprariferiti Autori . Quefto luogo era é e'Bilioni d'Oltrarno fondato da Zanobr di San- dro Biliotti ad ufo di Spedale , che nel 135«5- donaro» no a Suor Margherita , e ad altre Suore di S. Ago* fìino . La qua! conceiTione appare da Contratto col ro- gito di Ser Ruberto- di Talento da Fiefole 135*5. Lo che trovafl ancora nel teftamento fatto nell'anno 13^7. da Mona Francefca Vedova, e Donna fu di Scoiaio Franchi , leggendovi*! il feguente. legato ,.,. hem , lafcia ,, Monialibus S. loannis Baptijla , o fia de'Biliotti lib, „ 100. rog. Ser Higi di Ser Giovanni „ E nel 1382,* al Protocollo di Ser Giovanni da Andrea da Linari^ fono quefte Monache appellate : Montale s S. loannis Baptìjiat Ordini; S\ Augufi ini in Via delle Fornaci ul- tra Amum, vulgo diftae di Mona Scotta .E per inten- dere tal denominazione di Mona Scotta, fi legga Fran- co Sacchetti nella lettera a Iacomo di Conte da Pe- rugia , o da Poggio grande , giufta Mario Giovanni Creicimbeni, dove racconta la morte di detta Suora , da miracoli ftrepitofi accompagnata. Ad un tal Fu- nerale trovoffi prefente il rimatore Pefcione creduto dilli
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della Famiglia de i Cerchi , Altro finalmente argomen-
to denotante i Biliotti eiTere flati i Fondatori , fono le Armi loro ài una Volpe, che in pietra ftanno af- Me alle muraglie fulla È rada . Quanto poi in fanti- la fionderò per più d' un fecoio queitc Agoftiniane, ol- tre Ja fopraccennata gloriofa morte di Mona Scotta , ricorderò Suor Badila del Pecchia nella Storia di Can- deli da me nominata , la quale per la fama di Santa fu eletta BadeiTa di quel nobil Monaftero , dove fu trasferita nel 1430. per contratto Capitolare , che ro- gò Ser Filippo di Bernardo Mazzei da Castelfranco • ìli. EfFendofi però diminuito il numero di così pie Monache per le replicate peitilenze ; e circa al 1450. ridottefi a tre , o quattro , i Biliotti, a' quali premeva la confervazisne del loro Monailero , folle- citi cercavano altre divote Donne , cui confinarlo . Né tardò a prefentarfi loro bellùTima occasione , che qui appretto diremo . Una Gentildonna Fiorentina per nome Marietta del Cavalier Mafo degli Albizzi crafi ritirata nel Monaftero ài S. Girolamo fulla Coita, quan- do V anno del Giubbileo i^o, fpinta fulla divozione alle Indulgenze fpecialiflìme dell' Anno Santo , accom- pagnata da Luca fuo fratello , e da Giovanni figlio di Cofimo Padre della Patria , andò a Roma , dove accefa da ftraordinaria vocazione di confacraril a Dio in vita clauftrale , gettoffì a* piedi di Papa Niccolò V. chiedendogli licenza di fondare in Firenze un Con-, vcmto fotto la itretta olTervanza della Regola di San* ta Chiara d'Affili, che ottenne con Bolla di detto Pon- tefice , che incomincia : Via Beo , ér Ecclejìae delete- ria , data in Roma 4. Kal. OBobris m, V. Tonti/, e diretta a Meffer Antonio da Empoli Canonico Fioren- tino . La copia ài tale Bolla la darò fui fine di det- ta Lezione . So che il motivo od viaggio di queira^ Donna altrimenti è narrato dalla Cronica ti' Ogniifan- ti : vale a dire che fofle la neceffitk di eiìcre affoluta ài un omicidio da eiTa commefTo per dikfa. del fuo proprio onore. Ma io non mi pollo indurre a cre- derlo 3 |
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Jerlo ; conciofiackè niuno indìzio rie app&rifce nella
fuddctta Bolla • Né fi vede , che la morte , fé pur fu vera , ciati a chi gli infìdiò la purità , fia poi fallo da non potere effere affoluta dall' Arcivefcovo Fioren- tino . Anziché 5 oltre la vera divozione di lei , io vi riconofco altra cagione della gita a Roma . Perchè Papa Niccolò era affai affezionato a ì Fiorentini , ei> molto tenuto alla Cafa degli Albizzi , dove in min** rihus era flato Precettore de i Figli , e delle Figlie del Cavalier Mafo ; e poi Teologo nei Concilio Fio- rentino fotto Eugenio IV. Lo che dopo Mr. Giorgi, che i meriti Letterarj efaltò di quello Pontefice , an- no toccato infiniti Letterati, che hanno difeorfo delia. refhurazione delle Lettere in Italia , cui molto con- tribuì quefìo gran Pontefice. III. Or ritornando a Maria degli Albizzi , notar
mi giova , che reftituitafi alla Patria in vigor della Bolla Pontificia principiò fubito a cercar luogo dove fondare il fuo Monaftero. Lo che fapurofi da i Biliot* ti , offerirono qucfti il fuo Convento di S. Gio; Bari- ila alla detta Dama , che accettoilo , come parlano certe, e buone Scritture, che fono due iftrumenti ne* Protocolli di Ser Filippo Mazzei ; contenendofi nel primo la licenza di S. Antonino Arcivefcovo Fioren- tino , che introduce in Convento Maria con quattro Compagne nel 1452. il fecondo è la formale rinunzi» de 1 beni da 1 Bihotti fatta alla nuova Badeffa del Con- vento , e fue appartenenze , per rogito di Ser Mazzei 19. Agofto 1455. Né qui finì la liberalità dei Biliot- ti, trovandofi ne i rogiti di Ser Andrea* Nacchianti ai 7. di Giugno del 1490. come Zanobi di Cenni Bihotti donò alle Monache di S. Chiara il contiguo Spedale detto S. Salvador* . E cofa foffe delie pochif- fime Suore nere di S. Agoftino , lo dice la Cronica d Ogmfftiiti affermando, che effe non volendo per rolarVCCOm°d/rfi alle dcrtc difpofizioni, fu-
rono moffe ad una vifione miracolofa , per la quale tornarono allo Spedita»; contiguo ad Annalcna Tut ' ** cheo |
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checcfieifia dell* prodigiofa vifione rimettami all' Au-
tore della Cionica , alla quale però debbo grado dt molte altre notizie riguardanti quefto Monaitero , e fono le qui appretto ; ,, Adi 20. di Maggio 1452* Suor Maria'degli Al-
'i§; bizzi prefe la renuta dd Monarlero di S. Gio: Ba- t, titta con alquante Suore , cioiè Suor Caterina di ^Stefano Ricoveri, Suor Bartolommea di Lapo Manfi, $f Suor Chiara di Niccolò Peri x e Suor Agncla di Bar? H tolommeo Barduci* j, Adì 28. di Giugno di detto anno le fuddette pre«
,, fero la Regola di S. Chiara , e delia Dote di Suor t» Maria fi fabbricò il Dormentorio dell' Infermeria k ti e la Sala del lavoro. „ Adì 12. di Luglio di detto anno fi veftirono tre
tf Monache ; e di Agofto dal Convento di S. Orfola a> del Terzo Ordine venne a verrirfi Suor .Ag.ncfa» ,, Adì 11, d* Aprile dei 1453., fi veilirono quattro
scaltre Suore ; e nel Luglio due altre delia Famiglia » degli Strozzi, che fi chiamarono Suor Goilanza t e li Suor Dominila « ,, Adì 21. d* Ottobre di detto anno > per iftruire
if le no/Ire Suore nella Regola di Santa Chiara ven- f) nero di Perugia per Badetfa Suor Maddalena del n Conte Umberto di Romagna* colle Suore Teodofia sj d& Perugia» Chiara da Città di Cartello j e Suor An- j, na di Sabatino converfa. j, Adì 20. di Febbraio 1454. la prima Domenica di
n Quadragcfima fecero tutte la Pioicffiune nelle masi n della Batlefla , la quale ai 25. di Gennaio del 1455. n fé ne ritornò a Perugia con Suor Teodofia , e le *> altre.due partirono pure al 1» di Febbraio,; nel qual » giorno fu eletta Badeflfa Suor Maria degli Albizzi., n confermata da Fra Iacopo Generale > che era Car- » dinaie. *> Adì IO* di Marzo 1495. fi morì Suor Maria, che
p avea governato il Convenro anni 16. s, Adì 4. Settembre 1487/ le Suore per Bolla d' la-
>» %no»
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Si
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jjj noeenzio Vili, dal governo de i Padri di Santa^
„ Croce parlarono all' ubbidienza de i Frati Minori* » IV. E feguitando V Autore della Cronica a rami mcntare parecchi cofe di sì illuftrc Convento , ripor- terò {blamente il nome delle Suore Venerabili, di cui racconta e virtù, e miracoli. Quelle fono Suor Maria Antonia Bagnefi, Suor Maria Boneiani , Suor Brigida di Montauto, Suor Perpetua di Bartolommeo di Ara, brogio, Suor Batifta de' Balducci , Suor Annalena dei Nobili, e Suor Purità. Ed era sì grande il numero delle Monache , che viventi infieme fono irate iino a %30. nulla avendo di entrate ferme , appoggiate uni- camente circa le cofe neceflaric per loro mantcnimeni to alla Provvidenza Divina : legge , che fedelmente^ hanno oìTervato fino al Secolo paflfato, nel quale da i Pontefici difpcnfate principiarono a poffedere Beni ita- bili , la maggior parte de i quali fono itati ereditati dalla Famiglia Ambra: come ìeggefi in magnìfica lapi- da nel pavimento della Chiefa m memoria del Be« nefattore : ,? A. P. R. M.
HOC SVB MARMORE HVMATVS
ANTONIVS FRANCISCVS AB AMBRA
EQVITIS IOANNIS FRANC1SCI FILIVS
MONIALIBVS SANCTAE GLÀRAE
HEREDIBVS EX ASSE INSTITVTIS
FJNEM TEMPORVM EXPECTAT,
VIXIT A. LXXIII. M. VII. D. VI.
OIIIT IV. NON. NOVEMBR. MDCCXXV*
V» E poiché fi è accennata la Chiefa, entriamo»
ci a farne una diligente oflfervazione ; ed in primo luogo delle due Tavole di rara bellezza; una di Crir fko morto, con molte e belle jigure di Santi, e di Sante attorno, opera di Pietro Perugino, nella cui Vira ferina da Giorgio Vafajri ieggefi, che .quella Ta- vola è delle più rare, che ufeiflcro dal pennello di L z Pie-
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Pietro • e che Francefco Pugliefe per averla ©fferfé
alle Monache quattro volte di più del prezzo pagato all' Artefice » Ù altra tavola della Natività del Signo- re è lavoro di Lorenzo di Credi, che con diligenza grande dipinfe S. Giufeppe, alcuni Angioli, e Pallo- ri, e Contraffece sì bene alcune erbette, che paiono naturali: Ma la figura più viva, che efee da quello quadro , è il Bambino Gesù . Vi dipinfe ancora Fab* brizio Bofchi Pittore chiaro de i noftri tempi un S* Antonio Abate portato in Cielo dagli Angioli, di ma- niera affai /radiata . La Cappella maggiore ira fotto una Tribuna , retta da quattro pilaftri {cannellati di Or^ dine Corintio, con fregio arricchito di Cherubini di terra invetriata della Robbia » Quivi lodano i Profef- fori due Statue minori del naturale in marmo di tur» to rilievo, porle full'Altare, rapprefentanti S» France- sco , e S. Chiara con 4. Angioli, che mettono iru mezzo il Ciborio, condotti con grazia da Lionardo del Taflb . Inoltre fonovi opere degne di inoltrarti a chi ha buon gufto nella Scultura: cioè due iftorie di terra cotta , polle nelle lunette fopra alle Cappelle la- terali > lavorate nella fcuola di Luca , una della Re- furrezione di Criiìo ; altra della Vergine, che porge la Cintola a S. Tommafo » Veramente per le attitudi- ni fi creok non poterti vedere in quel genere cofa^ migliore . Accanto alla Tribuna dalla banda del Van- gelo viene una Madonna di gran divozione, la quale itando già fur un canto della Via dei Fondaccio ad una Caia de* Magalotti t ove moftrò legni miracolone quivi fu trasferita a ore una di notte del dì 24, di Marzo 1609. a fpefe di Cammilla Capponi, leggendoti folto il Tabernacolo la feguente Ifcrizione: HANC SITV OLIM OBSITAM HVMIQ^ PROIECTAM DIVINAE MATRK
/ «FFIGIEM FKODVXERVNT PRODVCTAM ÌLLVSTREMQ^. MIRACVLIS
pi OBSGVRO AD FONDACCI VIàM A'KGVLO IN HVNC LOCVM
AERE SVO TRANSFERENDAM EXORNANDaMQ^. CVRARVNT CAMIL-
y LA GAftom nvsq^ et phiuppi. màgalottii conivgis filh
Vlllt KAL, APRUitS Ali* A QHR, NATO MDCHÙ .
Appiè
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Appiè dell* Aitar Maggiore giace fepolto (otto lapida
di marmo Iacopo dì Ottavio di Bongianni di Mino, che fabbricò la Chiefa nell* anno 1493» veggendovifi V Arnie di fua Gafa comporta di due Colombe rofTe t che bevono ad un Calice in campo bianco. VI. Infigni Reliquie vi il adorano: come due Te*
{le delle undicimila Vergini , portate nel 1586. di Colonia da Matteo di Scarpcria: un Dente dì S. Fran- cesco, tanto più pregicvolc , quantochè il fuo Corpo è invillbilc ; il Mantello, e Scarpe del B. Bernardino da Feltro, che continuamente fi porta agli Infermi • Né fo dove fi fondi un ricordo , che di quefta Reli- quia dice: „ Cappa del B. Bernardino da Feltro, che 3, portata agi' Infermi , fé in tre giorni non vi fono ,, fergni ài miglioramento, afTolutameme fé ne muo4 „ re. „ La Chiefa fu consacrata da Fra Bonifazio Ra- gufeo Vefcovo di Stagno, ed awenc memoria alle pa* rete in cartella di pietra ,. che dice; HOC SACRVM TEMPLVM D. CLARAI DTCATVM
A REVMÒ jBONIFATIO STAGNI EPISCOPO CON- SEC&ATVM FVIT AN. M.D.LXVIII. IN FfiSTO SS.' 'SIMONIS-• .ET 1TDAE .. ,i
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Nel 1715. adi pài di Agofto il vide terminata la Voi.
ta della Chiefa con uno sfondo, dipintovi nel mezzo un Paradifo co'Santi Franeefco, Antonio da Padova t Pietro d'Alcantara, e S. Chiara, fatto fare a fpefe del Signor Giufcppe Papi, dal Pittore Giovanni Fer- retti . j VII. Rimane ora di paifare al Parlatorio , nella
cui tettata eravi un CaiTonc di pietra , avente nel di* «anzi m baflo rilievo V effigie di una Monaca , con ai lati due Angioli . si vuolfe aprire nel 1732. con licenza deli* Arcivefcovo Giufeppe Maria Martelli , e vi fi trovò il corpo di una Donna, per alcuni con- traflegnr dell'abito, che pareva Francefcana, avente ai franchi il cingolo» ma fenz» indizi, che ci denotate- lo |
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jaigft&i.
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ro chi foie. Tu travolta fono tali » e tante le congeté
ture indicanti eilerc flato il Corpo della Fondatrice Suor Maria degli Aibizzi, che trasferita in Capitolo fu chiufa in ano fcavo alla parete appreflb alla grata , e fopra fu murato il fuddetto Caflbne , colla feguente Ifcrkione: ),,.,- vC|^ MEMORI AE - *M
, TEN. SOR. MARIAE THOMAE DE ALBIZIS
SACRI HVIVS MONASTERII MATRIS ET FVNDATRICIS / CV1VS CADAVER EX GOLIOCVTORIA TRANSLATVM HIC CONDITVM EST
III. DECEMBRIS MDCCXXXII. S s LVCAS GASIMIRVS DE ALBIZIS COMES PALATINVS
CASTRI Ì40VI MARCHIO ET ALMAE VRBIS PRIOK tfON. CVR.
E delle cofe fin qui dette, oltre 1* autorità de* rìfe*
riti documenti , mi fono avvenuto a trovarne la mag- gior parte nel Tomo X. de* Sigilli del Signor Manni, il quale termina il fuo Difcorfo colle feguenti parole alla pag. 124. „ Del rimanente le prime Monache di „ quefto Convento furono delle primarie «oltre Cafci 5> come per cfemplo Suor Goftanza, e Suor Domitiila fì- „ gliuole di Carlo di Benedetto Strozzi, Suor Raffaella ,, di Bernardo d' Andrea de* Medici, Suor Agnefa-. „,di Bartolommeo Barducci , Suor Gabbriella di Nic- „ colò di Dardano Acciainoli, Suor Lodovica di Lo- „ dovico da Vcrrazzano ^ che venne da S. Matteo iti ,, Arcetri , Suor Eugenia di Ridolfo di Tommafo de* „ Bardiì Suor Margherita, e Suor Girolama di Rinal. „ do Gianni, con alcune della Famiglia Biliotti Pa- „ droni ) come Suor Giovanna ài Matteo nel 1453* ,, Suor Daniella di Francefco nel 1480. e Suor Piera „ di Giovanni nel 14S4. « Vili. Sin qui 1' Autore de3 Sigilli, che a lungo
ivi parla di due Sigilli del Padre della noftra fopral- lodata Fondatrice ; nel primo , eh' è preflfo il Signor Giovanni di Poggio JBaldovinetti , leggonfi quefte let- tere |
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fere: S'tgillum Dòmini Majtì de Jlbfait ; e nell'altra,
Sigillo predo il Signor Carlo Tommafo Strozzi iono- ti oltre al nome quefte parole : Miles fa fglatinut Comes. Ma egli è ornai tempo , che io ponga termi- ne colla promeflfa copia della Bolla di Niccolò V. e* ftratta dalla copia , che ne fece ne* fuoi MSS. il Pre- te Martini , acquietati per opera del Canonico Bi« feioni dalli Libreria Panciatichi di quefta Città, Nicol aur Epifcopus- Servus- Servorum Dei y Diteti*
Filio Antonio de BmpuloCanonico Fior, fatatemi fa A" poftolicam beaediBionem. Via Deo ^ fa Ecclefie defidertar, que Divinum culkum
0C Religionis augumsntum , nec non falutem anima*'unu refpicere dinofeuntur , Ubenter Apostolico favore profequi* mur , fa ut ad optatnm effeBum psrducantur benignum impertimur affenfnm . Exhtbita quidem nobir nuper pr» far te di le Be in Chrìflo Fi He Marie de Albizis s fa non* multarum aliarum mulietum Tinzocherarum nuncupatartsm in Ctmitate Fior., fub perpetua caftitate wiwentium peti- tio cmtinebat , quod ipfe fervore devotionis accenfe de h$nis Jibi a Deo collatis > ac etiam cum fuffragio Chri- fiifidclium in diBa Ci<vitate > few extra murar eia sdenti aut alio loco ad id apto, fa idone§ per eas ìufio ti tutù acquirendo,. feu eir erogando unum MonaBerium Monialium fub wcabulo. &\ dare , Ordinir eiusdem SanBe , curn^ Ecclefia , Campana , Dormitorio , Morto , Hortalitiis , fa alns necefarsir officinis de nomo fundare , erigere , fa edificare , fièk fundari , erigi , # hedificium facere m tmbt fub habifu , fa Ordine SanBe Giare perpetuo fuum rj*àe1rc altijftmo famulatum exoptant. Quare prò parte Mane ,. fa Muliernm fupradiBarum Nobis futt bumiliter Juppltc«tum> ut licentiam hniufmodi Jibi [concedere alia- que tn premijfts opportune proviate de benigniate Apo- fiohea dtgnaremur. Hoc igùur diBarum Mane , fa Mtt- Iserum pIHm ,. fa laudabile propofitum in Domino com. mendantes hmufmodi fupplUatiombus inclinati difere tioni W per Apojlohea fcripta mandarne , quatenus fi poft diti-
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dilìgente!® informàtìonem p'tr te mBorh&te Hofird deftt*
per recipiendam contigerit 3 quod prefate Mtilieres fine "toste mere hudabiles , é* de bone fiate comprobate > eit unum Monafterium fub vocabolo S, Giare Ordinis hu- ìufmoii j in eaiem Cimitate ì fiqje extra ili'*«.» ma alto fato ad i4 apo , & idoneo per eas iufto titnlo acqui* tendo » finse eir pie erogando} fundandi , confiruendi > è? Itedificandi} fett fandari, confimi' hedificari faciendi , ac inibi fub hahtu , 1$ Ordine huiufmodi Àltiffimo famu* lenii plenum y ac liheram lìcsntìam auBorìtàte mftra tomedas , Hoc enim fi huiufmodi licentiam concefferis % Mbbatiffs j fé^ Prioriffe > ac Monìalibus in eodetn Mona* fterio prò tempore commoraturis} quod omnibus, é* fingu,* lis frimlegiis , immunitatib. & exemptionib. liberabilibus gratiis ceteris Monafteriis Monìalium eiusdem Ordinisi tff illarum Abbatijfis } feu PrioriJfis, & Moniàlib, iru, genere conceffis , ufi *valeant pari ter t & gaudere auBo~ ritate ApoBolica tenore prefentium indulgemus non oh- fiantibé &C iure tumen Parrochìalis Ecclefiae , é? tu* ivslibet alterius femper ìntegro, & falnso &C. ~Dattm Romae apud S. Petrunt anno Incarn. Demini-
te 14J0» Jr. KttL Ottobris Pentif* noftri anno quinte* |
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3ZIL J. CU I MS J E MOKÀSTinO
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DI S.ELISAEETTA DELLE CONVERTITE.
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Sfendo i Principi della Terra Luogo-
tenenti di Dio , o fi voglia nella giu- fìizia * o nella mifericordia , fogliono fpeflb fopra ì falli de* Sudditi ufaro ora rigore, ed ora pietà, ad imitazio- ne dell' Altiflìmo Signore , che dsL, un gran male gli piace di cavare un maggior bene ; e fopra le colpe alzar trofei della gra- zia , e della gloria. Ed un tale efempio io trovo fre- quente nel governo della Repubblica Fiorentina : maf- imamente in aver faputo dagli fcandali delle Donne di mala vita trarre il gran vantaggio della erezione» di Conventi alle Convertite . Uno appunto di que- fti viene nella noftra iftoria da celebrarci intitolato Santa Elifabetta , del quale farà la prefente lezione , che ci feoprirà parecchi pregevoli, cofe riguardanti no- tevoli Reliquie, non difpregevoli pitture, ed altresì atti di penitenza imitabili da ogni Criftiano che ab- bia peccato . E da uno di quefti efempi facendomi < riferirò 1' avvenuto in quefta Chiefa fui fine dello fpi- rato fecolo • II. Mentre adunque vi fi faceva non fo quale»*
fcavo all' Aitar Maggiore, fi trovò un Corpo incor- rotto con tutti i contraffegni di Perfoua Sacerdotale con catene , e cilicio penetrato fin nelle carni, le quali fembravano vive . Stupì il popolo a vifta di sì ornai frumenti di penitenza ; né da' noftri eruditi Antiquari fi feppe dir altro , fé non che potette ef- fcre il B. Simone da Cafcia, per cui opera fu datp |
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PO
principio alla fondazione di quello Conventi . I ri-
fcontri certi , che fi hanno dì fua predicazione e morte in Firenze , favorivano affai la credenza popo- lare } che foffe dello. Aggiugnendofi l'autorità di gra- vi Scrittori , come del Torelli ne* Secoli Agoftiniani » che lo fa morto in Firenze , e feppellito per allora in un Deporto particolare ; e più chiaramente della predetta invenzione ne favella Fra Domenico Antonio Gandolfo dicendo : Eiur Corpus Morenti*? in Eccle/a Monialium Conn/erthar/m mei Ordini? inwntum e& no- ftro tempore incorrupum > ac ibidem cuftoditur, Ed il Si- gnor Domenico Maria Manni al Tomo XI* de* fuoi Sigilli , da bravo Critico ne difeorre così „ Nel far ,, nella Chiefa , non fo qual muramento , vi fi trovò f> non molti anni fono ? un Corpo incorrotto ài Sa- 5» cerdote con cilizio , ed altri frumenti di peniten- 3J za , e fu avuto dubbio , che potefTe efìer di lui 99 ( Simon da Cafcia ) talché venne per benemerenza i» decorofamente in una Gaffa a parte fepolto , e po- si dagli V appreffo memoria in carta: - CADAVER HOC
IX MAIOR1S ALTARIS CREPIDINE ERVTVM I
PRAECIPlTr IN PLEBE SPARSO RVMORE
1XVVIAS HVMAN1TATIS ESSE B. SIMONIS A CASCIA
QVOD CVM NVLIIS PROBARI POTVISSET DOCVMENTIS
H1C DENVO SEPVLTVM EST. ,,
Altre memorie di detto Beato fegue a dire quello Au-
tore . Ma io ie tralafcio per la brevità ; fuorichè una notizia j che riporta dalla Cronica dei Monaftero ài S. Gaggio , la quale è un autorevole argomento della lunga dimora del B, Simone in Firenze , e leggefr alla pag. ^S. dei citato Sigillo,, In quefto tempo interven* 3, ne , che il Venerabile huomo Frate Simone da Cha- 9, feia venne a predichare in Firenze , il quale era di 9, sì mirabile , e fama vira s - et docìrina yet ripieno 9> di unta gratin dello Spirito Sanerò, che cholla fua »> 9> pre*
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f, predichazione molte Ànime traeva a Dio, e tra le
„ altre Mona Nera udendo la fua predichazione > toc- ;> cha dalla divina grada , venne in -sì mirabile feryo- „ re > che fpreggiando il Mondo con ogni fuo diìet- v to , dieffi tutta a Dio , mortifìchando la charne cho j, vizi j e choncupifeentie , et: aneghando la propria- „ voluntà fi rimife tutta lotto 1' ubbidienria del det- ,, to Frate Simone . ... Et in quefta vita flette cir* -, cha nove anni , et effendo allora in età di anni 40. „ Frate Simone fuo Padre fpirituale 3 il quale confi- „ derando la virtù , et gratia che Domeneddio avea „ pofto in lei) per la quale chonofcendola anchora „ atta ad maggiori frutti fare, volle che ella cdifichalTe ,, Monaflero etc. }, Finalmente noterò un ricordo del- la morte del B. Frate letto da me nel Necrologio an- tico della Compagnia della Difciplina , detra ora di Gesù Pellegrino in S. Maria Novella , dove facendoti memoria de* Fratelli morti , così Jeggefi „ Fra Simone j, da Cafcia degli Eremitani di S. Agofh'no „ e man- ca T anno della morte che il San/ovino nella Storia Univerfaìe la pone nel 1371. IIL Or venendo più da vicino al Convento, e
alla Chiefa delle Convertite , conviene , che cerchiamo in primo luogo 1* origine dd Monastero, che fi vuol fondato nel 1330. non potendoli credere a ciò , che fra ferino nel fronrefpizio ài un libro di ricordi ferir- to a penna 9 ed efiitente nello Scrittoio del Convento con quelle parole ,j Il Monafiero delle Convertite di v Firenze fu fondate da Fra Simone da Cafcia * ciTen- j» do Papa Giovanni XXII. Legato in Tofcana il Car* „ dinal Diacono Giovanni Orfini nel 133S* „ pocke linee di ricordo , ma parecchi errori . Conciofiachè era morto il Pontefice Giovanni già nel 1334. al qua- le in detto anno fuccedè Benederro XII. e come mai Legato Giovanni Gaetano Orfini > che nella mutazione del Papa non partì di Avignone , ed ivi fi morì nei 1339»? E finalmente come sì tardi fi ftgna quella fon* dazione , quando alle Kiformagioni al libro fegn*„ |
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to BB fi 'C'ò&fèmn* le detiberazioiu parlanti di qncftè
Convento fino dal 1330. e 1333. ? cn? «l"* per diluci- dare la verità riportiamo. La prima provvigione del- la Repubblica è la grazia , che ella fa nel 1330. alla Compagnia delle Laudi in S. Spirito , che prefentò a* Signori il feguente Memoriale,, I Capitani della Corn- „ pagnia delie Laudi; alla Signoria di Firenze efpon- % gono come moire Meretrici fi fono ridotte a beru *> vivere , e che è neceffario trovare un luogo per jì fabbricare un Monaftero per loro abitazione , do- j, mandano che fé gli concedano , per ufare le pro- si prie parole „ Muri njeteres Civitatii Ftor. potiti ir* », fextu Vhrarni) qui funt ad Fortum remuratam Situr- „ #/, ufque ad Vortam que dicitur dì Gian della Bel- j, la , cum roto terreno interioris vie exiftentis i#xta » ipfos muros , iuxta quos eft terrenum entptum, in qu* „ intendhur fieri Edificium. E la Repubblica concede „ quanto fopra . „ Viene nel 1333. altro Memoriale adì 24. di Settembre, pure graziato dalla Repubblica, e dice „ La BadefTa delle Convertite chiede , che ef- >, fendo crefeiuto il numero delle Suore> che fono 50. „ la Signoria Ci degni concedere alno terremo fuori del- >; le mura vecchie, e fieno date al Monaftero per la s, fabbricarle pietre di dette mura , cioè dalla Porta n di Giano della Bella, fino alla Cafa di Lapo di Ben- 3, ghi de* Rolli, ce. La Repubblica dona tutto, e de- 41' puta Ufiziali per 1' aiuto di dette Suore, per fab- iì bucare Cafa, e Oratorio. „ E finalmente, acciocché meglio £ conofeano gli sbagli del fuddetto libro pref- fo le Monache , mi fi conceda , che io accenni foro- mariamente il contenuto di una Bolla del 1334, nelì* Archivio de'-Padri di S. Spirito, data in Siena dal Cardinale Gio: Gaetano Orfini tempore loannis Tape XX1L 6. Idus Mai* Vontif* m, 16. ed m eia dichiarati, che* r iu* padronato del Convento fia de i Capitani della Compagnia delle Laudi: che reiezione della BadefTa (petti a vicenda , una volta ai fuddetti Capitani , <-. i' altra alle Suoxe; confermando al P. priore di S. Spi* H| xito |
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rito la correzione del Hoàiàctm j « U benedizione-
dielle nuove Badeffe. . IV. Così {labilità 1* epoca di tale edilizio sì arile
alla Città, venghiamo a vedere altra: dilatazione > e*
aumento di fabbrica feguito nel 1624* a fpefe dell» Gfrandueheffa Maria Maddalena d* Auft ria } che com- prato avendo un ampio (ito dalla banda di tramon- tana, vi alzò un braccio nuovo del Convento, vcggen* dovifi l'Arme della rnedefima, con lapida averne un bel concetto , cfprelTo nelle feguenti lettere ; VT AVRVM HOSTIS CASTITATI5
CTSTOS FlERfiT PVDICITIAE • © fotto a quefti verfi feguono due linee di -caratteri
Ebraici, forfè cavati dalla Sacra Scrittura » ed allufiv$ alle parole latine. V. All' entrare poi in Chiefa vedefi nel pavimen-
to in marmo, ornato di flauti, timpani, e di altri frumenti a fiato, la memoria di Bernardino , detto il Franzefino , eccellente MaeUro dell' età fua > con alcu« ni verfi fcolpiti, che dicono: HIC XACET ARMONICI PRINCEPS ET GLORIA CANTTS
QVEM DEDIT HESPERIA DVX SIBI MAGNA LOCVM . IERNARD1NVM ERANCIOSINVM FLATIBVS VRGENS DVLCISONI& CALAMOS PRJMVS IN VRRE VIRVM IXTINCTV3 MERVIT QVOS GESSIT VIVVS HONORES
HAG HOMINVM SAGRA PRIMVS IN AEDE CVBAT» Fu quefto Bernardino ( dke il Ro/felìi ) autore di un*
Scuola, che ha dato all' Italia , alla Francia r e alla^ Spagna molti Uomini valentiffimi nella Mufiea, e partico- larmente di Violini, Viole t Trombe, eCorni da caccia -,: col mantenere fempre il nome del Maeftro, come Paoto del Franzefino, Iacopo dei Franzefmo , ed altri. So- rtovi altre fepolture, e particolarmente di alcuni Ve- nerabili ?mi particolari > &* bum kxrm que* |
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fio Monafleroj eccome, di. vitj Benefattori de! me*
definì® * Vi. E volgendo lo fguardo alle due prime Cap-
pelle laterali , che fece fabbricare ed adornare Filip- po Berti ingoiar Benefattore dei Convento , vi fono due tavole bslliflìme di Bernardino Poccetti , che a manritta dipinfe Ja Natività di Crifto , e alla finiftra una Depo&zione di Grifto dalla Croce . Sonovi altre due piccole Cappelle , che mettono in mezzo 1' Aitar Maggiore follevato con alquanti gradini dal pavimeni to} dove, in vece della tavola antica j pofa un Groci- fiffo lavorato da BaldaiTar Fiammingo , Nella Sagreftia la tavola è di Sandro Botticelli ; e alla parete leggefi la Saera; che fece il Cardinale Akifandro de* Medici, ppi Papa, e dice come appreflo ; GREGORIO XIII. fONTIF, MAX. FRANCISCO ETRVR. M.
PVCE II, ALESSANDRO MED. TITVL. S. CYRIACI IN THERMIS PRES?, CARD, ET ARCHIEPISC. FLOR. AEDEM HANC DEO DEDICAVIT IN HONOREM B. ELISABETH ' KAL. MAH MDLXXXTII, ANNIVERSARIO REDEVNTE XL. pIERVM 1NDVLGENTIAM RELlQyiT , SVOR CLEMEN, TIA JFECJT,
Altre pitture fonoyi dà confiderarfi , cóme «eli* Orto
un Griiio riforto, di Giovanni da S. Giovanni ; e alla parete del Monafiero al ài fuori tre Tabernacoli : veg. gendofì in quel di mezzo un Crocififlb con Maria , S. Giovanni , e la .Maddalena , opera del Poccetti ; quello che è in fulla Cantonata della Chiefa rappre- fenta la Vergine col Figlio in collo, ed i quattro Pro- tettori del Monaftero S. Agoftino, S. Elifabetta , S. Filippo Neri, e S. Maria Maddalena; nell* altro alla Porta del Convento fono dipinti Gesù Bambino con jMaria , e a i Iati S, Agoflino, e S. Maria Maddalena. VII. E paflando ora all' adorabile teforo delle Re- lìquie di queia Chiefa, trovo tra le molte una fegna- lariffima dì S. PioniUo Arcopagita Vefcovo e Martire» ed è
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ce è un Fucile collocato in Reliquiario di Argento
dorato, avente figura quadrata con quattro CrifiaJli. |v1a d'onde, quando fia venuto, e da chi donato, non mi fono avvenuto a trovarne memoria , fuorichè il pò* lizzino col nome di carattere antico . Altra Relìquia è da rammentarci, cioè una Tefta delle undicimila Ver- gini e Martiri compagne di S, Orfola . Avvi pure Car- ne e Precordj di S. Filippo Neri, la cui Cafa, dove nacque, è ftata unita al Convento , giufta la comune tradizione, ed opinione di parecchi Scrittori, confer» vandofi il Pozzo, al quale ricorrono molti Infermi> fperando ài guarire col bere di queir* acqua , e ne* fcrive il Dottor Brocchi nella Vira del Santo alla pag» 502. cóme fegue „ Nacque ( S. Filippo ) in Firenze „ il dì 21* di Luglio dell'anno 1515* in giorno di Sa- „ bato a ore 6. nei Popolo di S. Pier Gattolini , iru i, una Cafa incorporata inoggi nel Convento delle Con- ,, vertite ; eflfendo in efla ancora di prefente il Poz- ,, zo, eh- tuttavia fi chiama in quel luogo, il Pozzo » di S. Filippo; e non credo , che tale notizia corri- „ fponda alle diligenti ricerche, fatte mentre che fari-» ,> vo , dai Padri della Congregazione di S* Filippo, „: Un miracolofo CrocififlTo di legno ha Cappella irt, Chiefa, ornato di Voti; e per la malattia dtì Grandu- ca Coimio II. fu portato per la Città , leggendo/] il giro, che fece per Firenze, in un libro dei Monaste- ro così „ Adì 5. di Gennaio 1620. il noftro Crocifif- „ fo andò in proceflìone per implorare la fanità dei „ Granduca Cofimo > amariffimo Gonfione della noftra ,, Benefattrice Maria Maddalena d* Auftria : alle 20. „ ore ufcì di Chiefa, entrò in Santa Chiara, ed in S. «Vincenzio d'Annalena a benedire quelle Suore, poi „ al Palazzo Pitti , dove fui Portone itàva genufleffa la „ GranducheflTa , di lì a S. Felicita » S. Iacopo fopra^ „ Arno, a S. Monaca, e S. Spirito, nella fera ritoi- „ nò da noi con gran Popolo. „ Anche un'Imma- gine di Maria in carta , detra la Madonna dell' Amo- re-, è cuftodita in divota Cappella in claufura, e tal* voi.
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folta per pubbliche calamita è Hata folennemente cfpo-
*a in Chiefa. Vili. Non fono mai mancati Benefattori a con*
fortare quelle Suore, ed a confolare le lagrime di tan- te Penitenti . Il maffimo però , e perpetuo tra que<- fti > egli è 1* Augurio noftro Sovrano , che le man- tiene dai fuo Scrittoio , ed eziandio coli* ofTervan- za delle, leggi fatte in fa?ore delle medefime : co- me della partecipazione del terzo di tutto il dana- ro contribuito dalJe pubbliche Meretrici per la taffa , che ciafcuna deve pagare ogni anno al Magilìrato dell* Onaita di Firenze, dal quale tali Donne per termine di giuftizia hanno particolar difefa nelle proprie cau- fe i Se una Meretrice fa teftamento , deve lafciare > fotto pena di nullità, la quarta parte de* fuor beni a \pefìo Convento , in cui vantaggio fono altre leggi fegiftrate nel Savelli : cioè quella del \6ig. 3. Dicem* bre fatta da'Principi, che applicarono alle Convertite la tafla del bollo delle Carte ; e altra del 1622* adì 6. d' Agofto contra i trafgreflbri delle Cacce, doven* dofi delle multe pagare la quarta parte al Monaflero» del quale, Provveditore e Governatore vigilantiffimo è il Signor Senatore Giulio Rucellai Auditore della Rea- h Giurisdizione in Tofcana. |
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LE-
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LEZIONE
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P M L L A CHIESA
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DI S. GIUSTO DETTA DELLA CALZA
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Alla Fona a S. Piero in Gattolino,
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[Itante facre notizie delle Chiefe Fio-
rentine fin ora da me riferite , niu* na , io fon di credere , che farà tan- to gradita » quanto la Storia di que* fta Chiefa , a cagione della abbonde- volezza de i fuoi accidenti riguardan- ti e Firenze, e Ordini Regolari, e nobili Famiglie > e Fefte folenni , e rariffime pittu- re , e Reliquie - Che fé non parerà poffibile il ragio- nare di tante cofe fenza impegnarmi in una Storia.» quafi univerfale della nofìra Città , io però ., fé non_, fon forte ardito , confido -, che il mio Leggitore farà appieno foddisfatto , e contento ; mentrechè foifra in pace di leggere quefta lezione, nella quale abbraccie- rò tutte le vicende dall' origine del facro Luogo , fi- no a i noftrì tempii maffimamente delle molte fiate_> in cui fi mutarono i Padróni. Né traJafcerò i più pregevoli titoli, pe* quali quella Chiefa va gloriofa^ quanto altra mai * II. E primieramente un Sigillo del Signor Manni
ci fornminiftra lume per rintracciarne il principio, ferivendo eflb al Tomo X. pag. 121. come appreffo „ 3, Era foltanto un Oratorio ad ufo di Spedale, fogget- „ to all' Ordine Gerofolimitano , fondato da Bindo „ di Lapo Bennini prima del 1373. ficcome dimoftra- >, 1* arme di lui di due catene pofta fopra la Porrà., „ di detto Oratorio „ E feguitandofi ì* ordine de i - Tom, IX, N tempi, |
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tempi , il fuddètto Scrittore alla; ftefìa pagina fcrive.»
così ,3 il quale ( Spedale chiamato S. Niccolò de* Frie- sV ti ) fu dato Panno 1392, a certe Donne, che pre- ,, fero l'abito -dell' Ordine Gerofolimitano da Fra Rie- „ ciardo Caraccioli Gran Maefho,. nel tempo appunto „ che egli fi trovava alloggiato in Firenze nel Con- „ vento dì Santa Croce, come attefta Bofio . ,, E poi- ché il Sig. Mantìz con tròppa brevità ci accenna la venuta del Gran Maeftro j ed il nuovo iftituto delle fuddette Donne, che al luogo diedero il nome di Monastero di S. Giovannino, farebbe di uopo, che io mi foffermaffi alquanto, per dichiarare P uno, e P al- tro avvenimento . Ma effendoferie a lungo da me ra- gionato nel Tomo Vili, di quella mia Iftoria alle Le- zioni della Chiefa delle Monache di S. Giovannino in Via di S. Gallo , meglio fia , che fi noti , quando usci- tene le Monache, vi tornarono i Frati Ingefuati. Uh Abitavano quelli in un Convento poco fuori
della Porta a Pinti fabbricato fui terreno conceflb lo- ro dall' Abbadeffa , e dalle Monache di S. Pier Mag- giore , come fi ricava da una Bolla di Eugenio IV* del 1435, appreso alle dette Suore. Ma innanzi, che effi faceffero Ja Chiefa e Convento } molto lodati dai Va- fari come diremo , poffedevano in quel contorno un affai piccolo e povero Monaltero ; ma famofo per la fantità di tre Beati Fiorentini : cioè del Beato An* tonfo Ubaldini , del Beato Pietro Belfradelli , e del Beato Romolo . Intanto i Religioii avendoli meritato P amore e Mima di Firenze, ebbero il comodo di al- zare i due fupeibi Edifìzi della nuova Chiefa , e del grandiofo Convento. Onde , prima che oltre procedali, dichiamo, come ne parlò il fuddètto Vafari nella par- te II. alla Vita di Pietro Perugino pag. 5,09. dove_> fcrive come fegue. „ Quella Chiefa dunque la quale >, f u architettura di Antonio dì Giorgio da Settigna* ,, no era lunga braccia 40. e larga 20. A fommo , per „ quattro fcaglioni , o vero gradi fi faliva a un pianq „ di braccia 6. fopra iì quale era P Aitar Maggiore^ j, con
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jj con molti ornamenti di pietre intagliate , E fopra
}, il detto Altare era polla con ricco ornamento una j, tavola , come fi è detto , di mano di Domenico „ Ghirlandaio . A mezzo la Chiefa era un tramezzo „ di muro , con una porta traforata dal mezzo in fu , }) la quale metteva in mezzo due Altari , fopra cia- ,, feuno de' quali era , come fi dirà , una tavola di 5, mano di Pietro Perugino . E fopra la detta Porta „ era un belliiTrmo CrocifìiTo di mano di Benedetto j, da Maìano melTo in mezzo da una noftra Donna > „ et un S. Giovanni di rilievo :. E dinanzi al detto ,j piano dell* Aitar maggiore appoggiandoli a detto ,, tramezzo era un Coro di legname ài noce , e d' „ ordine dorico molto ben lavorato ; E fopra la Poi> „ ta principale della Chiefa era un1 altro Coro , che ,3 pofava fopra un legno armato , e difotto faceva^ „ palco , o vero forfittato con belliffimo fpartimento,, „ e con un ordine di balauftri , che faceva fponda al ii dinanzi del Coro , che guardava verfo 1* Aitar mag* ,,. giore . Il qual Coro era molto comodo per V hore „ della notte ai Frati di quel Convento , et per fare », loro particolari orazioni ; et fimilmenre per i gior- „ ni feriati . Sopra la Porrà principale della Chkfa » ,, che era fatta con belliffimi ornamenti ài pietra, ef « haveva un Portico dinanzi , in fulle colonne , che „'<copriva infin fopra la Porta del Convento , era in „ un mezzo tondo un S. Giusto Vefcovo in mezzo „ a due Angeli, di mano di Gherardo Miniatore mol- ,, to bello. E ciò perchè la detta Chiefa era intitolata „ a detto S. Giufto , e là entro fi ferbava da que* s, Frati una Reliquia: cioè un Braccio di elfo Santo. „ All' entrare di quel Convento era un Chioilro di ,, grandezza appunto quanto la Chiefa , cioè lungo „ braccia 4©. e largo 20. gli Archi, e Volte del qua- » le , che giravano intorno, pofava fopra colonne di „ pietra , che facevano una fpaziofa , e molto corno- 9t da loggia intorno intorno . Nel mezzo del Cortile » di quelito ChioftiOj che era tutto pulitamente , e di Ni 9} pie»
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„ pietre quadre Jaftricaro , era un belliflimo pozzo con
,, uria loggia fopra , che pofava Similmente fopra eo- 5, lonne di pietra , e faceva ricco , e bello ornarrien- sì to . Et in queflo Chioftro era il Capitolo de* Frati, ,) la porta del fianco , che entrava in Chiefa , e lt> ,; fcale , che falivano di fopra al Dormentorio , et „ altre Stanze a comodo de i Frati • Di la da quello ,, Chioftro a dirittura della Porta principale del Con- j) vento era un andito lungo quanto il Capitolo, „ e la Camarlingheria ; e che rifpondeva in un altro „ Chioftro maggiore , e più bello , che il primo . E „ tutta quefta dirittura , cioè le 40. braccia della log- „ già del primo Chioftro , 1* andito , e quella del fe- „ condo, facevano un rifeontro Junghiffimo, e bel- 3, lo, quanto più non fi può dire ; effendo maflìma- 3, mente fuor del detto ultimo Chioftro , e nella me. 93 defima dirittura una viottola dell' Orto lunga brac- „ eia 2co. E tuttociò venendoti* dalia principal Porta 3, del Convento faceva una veduta maravigliofa, Nel „ detto fecondo Chioftro era un Refettorio lungo brac- j, eia 60. e largo 18. con tutte quelle accomodate 3, ftanze, e, come dicono i Frati, Officine. „ Che fé r Arretino Scrittore non fa parola delle fpefe fatte^ dagl* Ingefuati , io riporterò una nota di effe , fat- ta per ordine della Parte Guelfa, a motivo di inden- nizzare i Frati, quando per V aiTedio ordinoffi daU la Repubblica , che fi atterrarle , ed il conto è il fe- guente : Per la Chiefa degl'Jngefuati lunga braccia 40.
larga 20. alta 24. rutta in volta fu le Colon--' ! ne , con Tribuna, prlaftri , fregio, cornice, rilievi, e conci, fpefi fiorini d' oro fior. 3000,
Convento e Chioftro per ogni lato lungo br. 30.
con 20. Colonne, e 20. altre minori, di fo- pra in volta, e Pozzo in mezzo, ftimato fior. 2000. Quattro altri Chioftn , due Dor-memorj con 16, Celle per ciafeuno, alli braccia 25, corìò fior. 2S00.
Tre altn Dormemojj con 38. Celie , Referto. -W \-'ù lÌO
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; rio lungo br, 60, largo 18. Capitolo > due.»
. Forerherie, ed altre Officine fior. 3000,
Muro dell' Orto quadro, e lungo per ogni la- ( ,.
to br. 200. ftimato ■ fior. 1500.
Corcava in tutto fior. 12300.
IV. Ma quefla fovrana fabbrica, che fu un fag.
gìo della magnificenza , e dell'' Architettura di quel fecolo XV- divenne nel "z5,29. un orrido teatro delle umane Calamità : Avvegnaché eiìendo quello Edilìzio contiguo alle mura della Città , per il grande timore dell* Efercito, e delle Armi, che venivano all' attedio, vollero i Fiorentini, a maggior loro ficurezza e dife- fa, diroccarlo ; la qua! demolizione feguì adì 7. di Ottobre di dett' anno 1529. in pochi giorni coli' aiu* to di macchine militari, ed anche col fuoco : rimari i poveri Frati per tutto il lungo fpazio della guerra ; vale a dire per più d* un anno, raminghi per le cafe de* Cittadini tocchi fommamente dalla comparsone di sì fpaventevole vicenda, la quale terminò colla pace, conclufa tra Clemente VIL e la Repubblica Fiorentina. ,Onde fo Uccie i furono i Fiorentini di provvedere di abi- tazione quelìi Religiofi , benemeriti della Città per i belli lavori deJ Vetri dipinti : come dimoerà a lungo il Sig. Canonico Giulianelli nella fua Diilertazione fui- le Vetrate della Libreria Laurenzìana , accennata dal Canonico Bifcioni nella Storia della predetta Bibliote* ca .Fu dunque aflegnato a quelli Ingefuati il Mona* fiero , e Spedale di S. Niccolò , già evacuato dalleu Monache Gerofolimitane, che altrove erano andate per la fteiTa cagione della Guerra ; e ne fu in . ricompea- fa del proprio Monaftero demolito , confermato loro il potfeiio da Papa Clemenre VIL con fua Bolla del 135 ir.111, tius Novembri? ann. vnufni Vonttf. e nell* entrarvi i detti Frati quello luogo mutò altra fiata il nome , non più S. Niccolò de' Frieri, né S. Giovan- nino delle Suore di Malfa; ma di lì in poi princi- pioffi a chtatnaie San Giulio , the eia y antico titolo del
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del Convento, de i Frali ; fé J)e«é dalla foggia del
Cappuccio} che ufavano, aiTunfe il nome della Cai-. za p che dura anche oggi ai così eflere appellato.- V, Ed ora farebbe tempo di dire alcunché delle
Sopraddette Suore , che dopo anni 137. abbandonarono quefto Monaftero , trasferite prima a S. Salvadore di: Camaidoli j pofeia alla Sapienza vicino a S. Marco jc. finalmente collocate nel Convento de' Monaci di San Pietro di Murrone in Vìa di S. Gallo; come diffufa~ mente fé n* è parlato al noitro Tomo Vili. Onde ri- tornandofi agli Ingefua.ti > noteremo il Jaudevole loro concetto ed indurine ne* nuovi ingrandimenti di fab^ briche , riducendo cjuefto luogo ad un comodo e bel Convento, Fu per opera di Fra Luzio Concili da Pi- floia ampliato di Celle il Dormentorio, dilatata la^ Chiefa-dalla banda dell' Aitar Maggiore > ed ornata di ftiniatiflìme tavole ,. e Fra Paolo Bentinelli da Lucca nell'anno 16^9, inalzò un Campanile. E più avrebbe- ro fatto , fé Clemente IX. con Bolla, che incomincia Rop2anus tontijex , dàt. Romae fin. IL Font. 1668. aven- do giudicato di abolire varie Congregazioni di Rego- lari , non vi avefle comprefa anche quefia Religione , dopo che fiorita era di Santi per 314. anni ronda- ta da S. Gio: Colombino di Siena nel 1334. approva- ta da Urbano V. con molti Privilegi de' Pontefici, e dilatata in più Provincie, mafTìme in Tcfcana . E co* sì nel 166S. il Convento della Calza , o fia di S. Giu- lio , ieftò altra volta vacante, e da. Clemente X. fat- tone una Commenda » o Ma Abazia , fu conferita al Cardinale Cammillo de' Maflìmi , il quale vendè que- llo luogo , come andremo notando » { VI, E primieramente dir fi vuole, che il Venera-
bile P. Filippo Franci già da lungo tempo defideran- do ingrandire la Cafa del Rifugio, iftiruita con grande utile della Città » e governata da Gentiluomini depu- tati dal Sovrano, avendo giudicato quello luogo op- portuno al fuo propofito , facilmente «e indulfe gli Operai} che erano Meflf. Ottavio Ximenes > e Domenico •» Bar- |
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Bàrtolini, ài Contratto della Compra dal fuddetco Car-
dinale , il quale fornito di Bolla di Clemente X. che gli dava facoltà di venderla , co i fuddetti Operai ne venne al contratto per feudi 3200. adì 24. di Novem- bre 1572. per rogito di Ser Carlo Novelli. Ma effen^ dofi il nuovo luogo trovato piccolo ed angufto al bi- sogno , fu da'Sigg. Deputati rivenduto e Chiefa » e> Cafa a* Padri Riformati di Fiefole , per fervire loro d'Ofpizio . La qual vendita con licenza del Grandu- ca Cofimo III. fottoferieta da Emilio Luci feguì nel 1575. per la fomma di feudi 3200. e rogò Ser Carlo Novelli. Ma ciò fpiaciuto eiTendo a i Padri Oflervanti di Ogniflanti ? per il quieto vivere de i Religiofi 5 fu la Calza di nuovo venduta nel 1680. per ifeedi 3300. alla Congregazione de* Sacerdoti dì S. Salvadore all' Arcivefcovado .• e per qual ufo, già fi è detto da noi nella Storia della Cattedrale di Santa Maria del Fio- re alla lezione 30. E mutatoti altra volta il nome di quefto famofo luogo , prèfentemente s* intitola di S. Gio: Ba ti ita . Vede fi in Ghiefa all'Aitar Maggiore^* in tavola del Grillandaio Maria circondata da Angioli e dà i Santi Zanobi , e S. Giufto con Storieife de* lóro fatti nel gradino > molto per la -diligenza confi- derabili ; Alle Cappelle laterali , due per banda tre., quadri fono , commendatìifime opere di Pietro Peru- gino , cioè Crifto orante , il Crocifitto con i Santi Girolamo } Batifta , Gio: Colombini, e la Maddalena: la terza tavola è una Pietà > ma quefta voluta da Ma* ria Maddalena d' Auitria , fu trasferita alla Villa lm-> penale ivi pretto fuori della Porta Romana ; Ed è' Succeduta in.fuo luogo una Copia fatta dal Vannini con adornamenti dorati a fpefe del Maichefe Filippo Niccolini , la cui Arme vi fi vede sffifa . Vi è però chi ha fcritto che la tavola andata nelle mani della,, GranduchefTa fia il CrocifnTo , rimafavi la copia j ma 1* occhio può deciderne il dubbio . Alla quarta Cap- pella evvi un* Immagine Miracolofa della Madonna di; Monte Nero vicino a Livorno . E full* Altare in uru> Ta.
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Tabernacolo conferyafi un Berrettone di S. Zanobi j
dato dal Capitolo Fiorentino per gratitudine a queftì Sacerdoti s che donarono alla Cattedrale il Braccio di S. Giufto j il quale > fé ila il Volterrano , o il Lione- fe, è incerto. Le congetture però favorifcono all'opi- nione di chi vuole v che fia il Vefcovo di Volterra; E fono primieramente l'eflTer dono fatto agi* Ingefuati dal Magnifico Lorenzo de* Medici , che molto eira por- tato per i Volterrani: ed in fecondo luogo 1* eiTere~# fìato nella Chiefa fuori della Porta a Pinti, dove que* Frati ne facevano ferra folenne nei dì , credo io, che anco al prefente fé ne folennizza la fefta dalla Chiefa Fiorentina $ che è il giorno fecondo di Settembre ; Tuttavolta Leopoldo del Migliore , Francefco Cionac- ci j lo vogliono Vefcovo di Lione, ed il Giamboni nel fuo Diario alla lettera G, dice ,, S. Giufto Ve- w feovo dì Lione ,' un fuo Braccio nella Metropolita- j, na , il Corpo in Lion di Francia, „ Di. altra poi folenne Reliquia fiata in quefta Chiefa con real pom- pa per una notte in depofito , mi rimane a ragiona- re , & fu la Cattedra di marmo di S. Stefano Papa., tktfei&i fotto Gallieno nel zòo. in cui onore , e fotto, il fuo forno nome Cofimo J. avea iftituito l'Ordine-, de* Cavalieri detti di S. Stefano . Ma perchè ciascu- no fia appieno informato della traslazione da Roma a Firenze di così, illufìre Cattedra intrìfa del Sangue del Santo Pontefice , non ottante vi fieno relazioni fcritte a penna ) ed anco date alle ftampe 9 in quefta mia mi farò affai più in ako , da quello che nelle Ad- dette fi fia riferito . VII. Tutti i Granduchi come Gran Maeitri di
quello illuitre Ordine > aveano procurato al Conven- to , e alla Chiefa de'medefimi Cavalieri in Fifa vaghi adornamenti , ampli Privileg; , e fingolariflìme Indul- genze • Ma niuno per vero dire più di Cofimo III. trovo , che vi abbia accresciuto fplendore 5 bellezza > e rnae/tà : e più che più quando adempì felicemente la magnanima , e fanca idea di dare alia detta Chiefa^ |
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le Reliquie Idi 5. Stefano Titolare*k vale a dir$ } la
Tèfta > il Corpo j e la Cattedra di quello Santo, Il Corpo veneravafi in Trani del Regno di Napoli , per cui tanto fece Cofimo , che per opera del Conte Ora^ zio Delci Sanefe , fi ebbe il pregevole teforo , e nel 1681. fu portato a Pifa . Mancavagli la Tefta s che.* nello Spedale di Santa Maria della Scala in Siena fi confervava tra le molte Reliquie , conftituenti un Sa- crario detto dì Coftantino . E quefta pure fu ceduta alla Religione de' fuddetti Cavalieri , e alla loro Ghie, fa per richieda del Sereniflìrno Padrone y e dal Reve- rendo Prete Carlo Battalini Cerimoniere della Religio- ne a' 19. di Aprile del 1683. fu portata a Pifa : do- ve a i 2$. dello fteflo Mefe con grandiffima pompa», folennemente andò in proceffione infieme col Sacro Corpo. Reftava ancora per piena foddisfazionc de* vo«* ti , e della divozione di Cofimo , 1* aequiftare la Se* dia del Santo Pontefice , che in Roma veneravafi qual teforo, o piuttofìo trionfo della Fede . Ed ecco che al Granduca fi prefentò V opportuna occafione dell* An- no Santo » nel quale confidò 1* A. S. che} fé an- dava a Roma , potevala avere dal Pontefice Innocen- zio XII. Onde fatti a tal propofito tutti gli apparec- chi j fui principio di Maggio prefe il cammino per Ro- ma > e però andato a Livorno , fulle fue galere im- barcoffi adì 15. di detto Mefe» ed a* 9. di Giugno entrò egli in Roma. Quivi dal Pontefice ricevè gran- dinimi onori i ed anche il privilegio ftraordinario di efler Canonico di S. Pietro ; affine di poter da vicino vedere il Santo Sudario , che fi moftra da un terraz- zino al Popolo . Che però Cofimo veftito da Canonico non folo falì al detto Terrazzo a contemplare la gran- de Reliquia ; ma prefala nelle mani , con e(Ta benedi tutto il Popolo ; funzione, che non fuol farfi, fc non da uno de* Canonici del Vaticano . Che fé la pietà del Granduca fu luminofa a tutta Roma , fenfibile affai fu al cuor del Papa , che tocco fommamente da sì •pii efempli di un Principe Criftiano j ed avendo pre* Tom. IX. Q fen« |
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fénutf , che gjj farebbe flato gradito il dóno del«
là Àmttk Gattesca di S. Stefano , tra le moltiflìmeu Reliquie compartitegli , volle Inhocenzio con un fuo Breve graz ioti ita o vi3 fofTe anche la Cattedra . Né mai Principe alcuno partì di Roma più ricco di cofe facre* e più contento di Cpfimo . Sjcchè ritornato a Firenze per la Via di .Siena adì 18» di Giugno, punto non tardò ad ordinare: in onore 41 s\ fegnalata Reliquia i più gran- dioii apparati , e< divota proceflione : le cui circoftan- ze trovate in un ricordo della Libreria MagJiaJbechia- na riporterò] qua come appire/fo >, ; *\\ '> \ ,,,, Adi ii. Luglio in Domenica , avendo il Serenif- Ms:fimP: Granduca GoQmo nella fua andata a* Roma }i ,j ottenuto dalla Santità di Noflirp Signore Papa In« #>, nocenzio XII, Regnante » fra le altre Reliquie in- »« fìgni, anche quella della Cattedra di marmo di San Mt Stefano Papa e Martire.', e condotta a Firenze 3 fu> ,y ordinata , e pubblicata una ProeeHìone, per condurr ,»re alla Metropolitana la Suddetta Reliquia, che daln >* la Chieia? della Pace:) dove era fiata: pofta-, fu por* „ tatairj .Firenze nella Calza fopra< una^ bellifllma ba** j»,fe. in cuftodia di cri/tallo con ricchi adornamenti e? » viticci con lumi » e diverti altri ornamentig, il: >, tutto; col difegno,, ed ordine del Foggini . Princk h piò la detta Proceflìone con quefta ordinanza>$ cipè >uì^ Cavalieri di S» Stefano4 con abito, torce , e Sten»* j^darjdo avanti della Religione di §. Stefano con quel. sLlo dejila Badia di% Firenze , 6* Religioni di Monaci st col; loro-Stendardo , cioè la Baclia > Santa Trinità-, »; Monte Uliveto, Angeli, Ceilello , e Si Michel Vif- 5i domini , dipoi i Cherici), e 25. Cappellani della* » Ghiefa cji Santo Stefano in Fifa- con roccetto , ve- «ite lunga , ev batolo con Croce rolTa , 80. coppie^ sidifCavalierij vefìiti in abito dell'Ordine , e dipoi a il Sereniffimo Granduca, coli'abito di Gran Maeftro* ii Dopo veniva i la Cattedra, fotto il Baldacchino por* »> tata -d* *&• Uomini veftiti di faia bianca > e rofla , » otto S^ceidoti con tonaceJla affilienti alla Reliquia, |
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J>22.
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,; i<2. Abbati delle: fendette Religióni- Monacali coiu
,i Mitra» e Piviale, fegtrivano "il Senato Supremo con ,y*tirtti i Magiftrati, e fecero xjaefta ftrada : dalla Por* }i ta di S. Piero in Gattóiino diritto M Via Maggio , j, al Ponte a S* Trinità , al Centauro , al Canto alla }i Paglia j e al Duomo . 11 concorfo del Popolo fu „ grandiffimo , ftantechè S. Santità , benché forfè V an- „ no Santo , avea Concefla Indulgenza ^Plenaria a tur* j, ti i Fedeli , che in quefto giórno avrebbero vifitata j, la Metropolitana, ed accompagnata la Proceflìone;, „ e ad effetto di ovviare a tutti gì* inconvenienti , fil- arono comandati molti Soldati con alabarde , i quali ,, tenevano feparati gì* Uomini dalle Donne . La not- s, te fuifeguente fu trasferita la detta Cattedra nel Mo- s, nafter Nuovo in Via della Scala , e di lì- mandata ,, m Pifa nella Chiefa di Santo Stefano de* Cavalieri ; „ Vili; E dopo sì bella digreffione ritornando aila Calza , non fi lafci di oflfervare in Refettorio un Ce- nacolo dipinto dal Francabigio , è le lunette colorite dal Corfetti : nella loggia vedefi uno Scheletro uma- no lavorato a frefeo : ma così al naturale , che mi- gliore non fi può vedere in pittura • Sulla piazza^ nella facciata della Cafa addirimpetto alla Porta del- la Citta , non è da ometterli là ftupenda dipintura fatta da Giovanni da S. Giovanni, della quale coiu gran lode ne parlano gli Scrittori della Vita di sì ce- lebre Dipintore , maffimamence il Baldi micci -alla pag. 7. dell* ultimo fuo Tomo , come appreflb » Circa a ,, quelli tempi il Granduca Gofimo U. avendo fotma- ,, to di lui gran concetto , volle che egli efeguiffe un „ fuo nobil penfiero , che fu di dipignere à fteko la ,i facciata della Cafa , che per entro la Città fa ter- „ mine alle Cafe fra le due vie rimpetto alla Porta a S. Piero in Gatrolino , o vogliamo dire Porta Ro- » mana . A queft* opera s' applicò Giovanni con gran ,, premura facendo apparire in effa una Tua bella idea: » rapprefentando dal deliro' lato di una fineftra , che » è nel mezzo , la figura di Marte , di Pallade , e^ O 2 „ di
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io3.
>, di Mercurio in belle attitudini , e le grazie ehe^
„ al fuon della lira d* Apollo,, ftanno leggiadramente si danzando ,• e dal finiftro la Città di Firenze in fì- j, gura d'una maeftofa Regina fedente in. trono, ve- },; ttita dell' abito della Sacra Religione di S. Stefano m Papa e M. alla quale feggono a detira e finillra due s, vaghe Femmine ammantate pure alla reale , che rap- „ presentano , quella a deftra la Città di Siena , e-, ss quella a finiftra la Città di. Pila : alle quali tutte , ^accorrono in atto reverente Flora colle quattro fta- ,) gioni deli* anno, ciafeheduna provvida di fue delizie ,) per fargliene offerta , mentre varj amoretti , e prin* >, cipalmente due , che uno mafehio , e V altro fern- j> mina fcherzando mll' aria , applaudirono a quella «razione. Sopra 1* Architrave della fi neri ra pofa leg- >, giadramente , quafi giacente , il Fiume Arno, figu- s, rato in un vecchio ignudo , difegnato maravigliofa» s, mente , fopra di cui il vede 1' Arme della Cafa Se- >, reniffima de' Medici, in mezzo a due vaghe femmiV », ne del tutto e vagamente veliite : che una rappre- jvìfentai una Vergine yeftale con la face accefa in_. umano lignificante là Vigilanza, e V altra , che jè „ colla fpada alia mano , va figurando la Giuftizia • ,, Sotto quell'opera in certi fodi figurò a chiarofeu- • » ■ ro giallo quattro trofei alludenti all' Arti liberali , ss all' arte cioè Militare , ali* Agricoltura , ed alia So- ». vranità . E non è da tacerfi , che Giovanni prima „ di far quefta pittura nel modo, che detto abbia- si mo ? avevala dipinta con diverfa invenzione, e già js.avehdola efpofta alla vitla d'ognuno, avevane ripor- „ tata gran lode ; quando rimeflì fu i Ponti , e di „ nuovo ferratoti* attorno a quel muro, mandò a ter- si ra tutto il fatto, mentre il Popolo ne gridava a ss tefta . Ma egli rifpondeva: fé ella piace a voi, ella. s» non piace a me ; E collo feoprir, che fece poi la s> nuova Pittura, diede a conofeere quanto diverfo fia 5> il giudizio dell'occhio di perito Maeiho, da quel- s, lo del Popolo, che per lo più fenza raziocinio in- „ torno
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storno -afv precetti dell' Arte vuol giudicare • Con-
, ciofuiTecofachè egli la conducete di tanto gùfto / '„ che non folo ell^ eccede in bontà il primo lavoro K „ ma ne guadagnò maggiori applaufi della Patria fua , e „ d* ogni valorofo Artefice (tramerò » che entrando, „ per quella Porta nella noftra Città» s' incontrava in j, efla ; tantoché pretto volò la fama di fuo pennello, ,', anche ai più lontani paefi : e gran peccato , per co-, „ si dire » fu del tempo , e di chi poi quella Cafa^, ,j abitò j T averla si malamente conservata, o per me- ' „ glio dire, in tanti luoghi , e modi maltrattata, e ,, guafta . ,, : IX. Finalmente per meglio dichiarare come que»
fìa Chiefa dopo tante vicende diveniflfe Abbazia Car- dinalizia, riporterò qui la Bolla di Clemente X- che è ia feguente : ia; , f :n\ Clemem Epifcoput Sertsus Sermruni "Ozi diletto Fi»,
Ho Camillo Ti tuli $. Mariae in Dominila nuncupato Fresbytero Cardinali Maximo falutem , & Apojlolicam . BeneatBionem . .,,,,;.-'%i-iì\n- e- . ^ *$ ai.» ^ Perfonae tuae , ^/^*# "Divina Clementia magni*
illufiramit gratiarum muneribus > paterna diligenti confi- deratione intuitum , $* attente profpicientes , quod tu Romanam Ecclefiam , cuìus honorabile membrum exiflis > tuorum.» . . . . plurium magnitudine .meritortini , dignum qttinpotius debitum reputamus } #£ illam tibi reperias in exhibitione gratiarum magnificam, <£* in tuis opportu» nitatibus liberalem • Cum alias felicis recordationis Cte* meni Papa Nonur praedecejfor nofier ex certif caufis fi* bi notis tunc addu&is motti -proprio ex certa fcientia %\ é" matura deliberatane , /** > V^f^ Apoftolicae pò t efiati * plenitudine Congregationes Canonicorum S, Georgii iti* Alga Venetiarum , & Fratrum hjuatorum , & Fratrum S* Hieronymi de Fefulis fub Regulg S. Auguftini cum omnibus eorum refpeBì^is dignitatibus , ojficiis ,. ac Mona» fieriis , eorumque consentii alitate , Collegi alitate \ ti tu*-, Io , ejfentia yel nominati otte perpetuo efiinxerit , /#/* ^ frejferit , |
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II*
jreferì* , é* doìlewrit , et unìijerfd praefatarum Jtt
jvppreffjtrum Cohgrcgatiàwum rejfetfì<v* botta mobilia » & immoUUa , domo* j <vineas , praedìa , canon a s , refpon» fionU , fruBus , redditus , <*T pro*oentits , ^ *#™ f»d<r- tumqm Mi urna uè Ucorum exifientia fune & Sedi* A pò» ftèlicae difpojìttoni in ufus & opera pia per eos , f#*« 3|W id ab HU > & Sede Apoflolica commijfum fuijfet |! tmwertendd rèferwa<verìt } prout in lift eris Apoflolicis defuper in forma Bre^vis fub Anulo Fifcatoris die 6* Hècèmbris anni Domini 1568. Fontif,fui anno 2. expedi* ti plenius contineturt & Mos nuper motaproprio , fcien» tia , & poteftatis plenitudine Jìmiliter extinBionem 1 fupprejjtenem , &'aboliti'ohe'm buiufmodì approba*oerimus } éf tonfirmawerimus > deéremerimus , & difpofaerimus ì è? *& bonis aliifqu* rebus Congregaiionum fic fupprejfa* rum , é> Inter caetera Abatiam Secularem in EccleJitL* elim Regulari $* loannis Bapt, Congregai ioni s Fratrum ìefuatorum S* Hieronymi de Fior, perpetuo erexerimus , &' inftitueriwus , sili eque Jtc ere Bum , & inflitutum , <b* Aùarium » & Sagrifiiarium Mcclejtae huiufmodi , <b* UH ftnnexorum fupelleBìlia bona > re? , proprietates , domo* r praedìa poffèjfìones■"> camnas , cenfus , refponjiones , /#/v* aBiones ■> ac illius fruBus t redditus, $* pro<ventus, él* *vcntimeì\% & emolumenti quàecumque»', exceptis tamen omnibus , # Jtngulis iilis tempore data e infraferìptae teduJaeApoflolica au Bori tate diflraBìs , ì tapi e lìcer et prMdiBam Abati am in tìtulum , commendava , admini» jirationem } àut alias quomodolibet prò tempore obtinen- ti > omnium y <&* fìngtdorum benefìciornm prefatorunu meram rea lem aBualem , (^ corporalem pojfefftonem -per fé , mèi aliumfeu alias eius nomine propria auBoritate libere apprehendere } é^ apprehenfa eius Abatiae prefatae nominìbus fetinere fruBus quoque > redditus} ^* pronjen*, tufi iurà &c. locare ) dislocare j ac vendere, & in fuos nfusy & utilitatem conmertère , Dioecefani loci <vel cu» iufvis alteritisìtientia minime requifita ìtidem perpetua} dpprobà'vèrìmuf) 4s% applicatverimu$',-"#?<• »<?« ^//^o modo, tàMlsi») (? plenariàm collationem d. Abbatiae ? /4*» /»W«?^ |
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III
^/r* quam alias quando eitmqu* » ubicumque > &* quqlitetm
cumqite vacaturae nobis , é* Sedi Apoftolicae indulti s% tnm conceffis ,,, <b*W* pofterum etiam S•&. E. Cardinali? bus concede n di s penitus , ^ omnìpo exclufìs % etiam i-tt, perpetua referevaeverimuf > eamque Abatiam prò tempora quomodolibet obtinenti > & ' perpetuisfuturi* temporibus Caffi a ) Mitra , Baculo , &" Anulo aliisinfìgnibus J?a- ftoralib, éf aliis facultatibtufubcertis'mode, é?' formq tane exprejjìs uti j&ffet y è?' /valere*', concefferimui ^,_ & indtiìferimusprò ut in ceduta motus noftripropr/i defupei$ manu noftra fognata > cuius etiam fplam fìgnaturam fnf* ficerè , & uhique fidem face re in iudicio , & con tra re%r gula quacumque contraria non ohftante fvolmmus etìam^ pienius cùnt-ineri » &' Abqtia fer nos ereBq graffata & primaenja fua' ere Elione, t & inftitutione huiufmodi fuqcq^ *verit''.j. ;d£ wacet ad prefens , nullufepue de ili a - praeteq ZsTai- difponere potaerii fìwe JfoJJtt ) obfiflentibus f&pr aferi* ptis i Nof ti hi -ut ftatumiuxtaCardinqlaPus,' fublimita* tem ) (3* fplendorem decentius tenere $ & expenfarum ontf" ra> qnat\ tum iugiter •> de neceffìtatefubire opprtef} faci" lius perferre vale a s■> de alicuiusfubventionif auxilie pr&*\ "uidere y & tibi fpecialem gratiam facere volente/ y?a$ omnia & fìngala Monasteri a > é* "Confìftprqles \ Friarak^ tus } etiam Conventuales> Frepofituras;, Preppfitatus > dignis- tate s y perfonatu s , adminiftratio nes , & officia , e net era* qm beneficia Ecclefìaftica cum curai & fine cura^ fqeculan ria y e quorumvis Ordinum etiam militqrium >, \atquG&> Hofpitalium quor#mcumqt regulqria % quae ex ^qwkufvts conceffìonibus^ qc difpe.nfatipnibus Apoftolicis in tizulftm* Commendami adminiftrationem qui alias, quomodolibet eb.^ tims , ac in quibus• , qut ad quqe ìus tibi quomodolibet competit , quaecumque , quodeumq. & qualiqcumque fìnf ^ sorumque frutluum reddituum Ut promentuum veros■■>, ash nuofque malore/ , » ac conceffiontfm ? isti. 4*fj>&nfa.tiamm h#~ iufmodi ttnorcs ; nec non quorumeumqm fruffuum rcddi<x tnum ac proventuum EcclefìàBicorum qc penfionum* qn^ nuarum fuper quibufvis reddttibus &c« diti a tibi auBo- rifate rtferwtQrHtn } & affignandornm quanti tate s neo non
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#0» litteràrum Clementis predecefforts noftrt » & te dui ài
tnotus noftri proprii huiufmodì tenores > éf seriore? , //r datum prefentibus prò exprefis habentes wiotu , fetenti a » it potè flati s plenitudine .,.**. Abati am pr aedi Barn cui us èf tiltfar fan annexorum fruBus , 6* redditus 240. ducatorum aurì de camera > fecundum comunem efti~ wationem walorem annuum non excedunt , fuper quibus onus prowi'Jtonum pò alimenti s 4. Clericorum } /?# iV<?- sbyterorum olim Fratrum diBae Congregationts Iefaato* rum ) eis \ quo ad 'vixerint > $* quilibet eoruth fèfpBimè *vixerif, gtftt es •> & eis aliunde fuficienter prowifum fue» rit afignatum , & diftributum reperitur, #* aceepimùs a £rimaeeva ereBime j é?* inftitutione huiufmodì èfa Pr aeterea tihì ut tuam diBae Abbatiae condì tionem e fi»
tiits melìorem nonnulias domos ac pojfefiònes' > necnon ioénobi&m praefatì $. Io anniw Baptiftae cum omnibus , & finguiis aliis èi annexis} connexis 3 adiacenti bus} & coloae* rentibus iuribusj & pertinentiis } & mobilia ad di Barn Ecclejtam legitimefpeBantia s uni \ feu pluribus Perfonis, una vel pluribus 'vicibus ac partiti'/•, cum cautelis tibi bènefuijis , liei tis tamen cb* honeflis pò pedo reperibili) fan vertendo tamen in emptionem alter um honorum ftabi- lium j feu etiam Locorum' Montium -non rvacabilium de "Urbe ab ómni jéf quecumque onere canonisi & fidecom* rnìffo > dewolutione, caducitatis , é* hypotecae prorfus libe- rarum ad favo-rem diBae Abbati ae libere , & licite njendendi ac ufum diBae Ecclefiae S, Io anni s Baptiftae , & mobilium facrorum in -ed exiftentium perpetuo } vel ad tempus con- ce den dì iiberam , é* ampi am facuì tatem àuB ori tate , $* tenore premifis tribuimus ^ & impartimur fàc, Volumus tamen qu&d tu infra fex menfes a die poffefionìs predi* Ba-e Abati ae deheas in Dataria Apoftolica ftatum il li ut & deferìptionem eiufdgm honorum exhibere iste. Nulli ergo hbminum liceat hanc gaginam &c. Batum fio* tnae apud S* Marlam Maiorem anno Incamationis Domi* WM* 1671. fri die Uns Aug* Fotttif. nojrj mv. z* |
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L E ' % I O N E
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XII.
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DI L L A CHIESA E MO K A S T E RO
D E L LA N UN Z I A TI N A.
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I.
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SBBSREi Conventi, particolarmente di Don-
ne , corrono per le loro mani certe.» Iftoriette o Croniche riguardanti la^ fondazione , e cafi antichi del Mona, fiero, così imbottite di erronei rac- conti ; che poco > o nulla poflbno |
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effere di aiuto a chi fcrive iftorie .
Devefi però a buona equità da un tal novero eccét. tuare il Monaftero della Nunziatina , dove mi fono avvenuto a trovare un libro di ricordi talmente ve- ridico ; che niuna cofa vi ho ravvifato , la quale cor. roborata non fia o da Contratti , o da Iftrumenti : in maniera , che il contradirvi farebbe lo fteflb , che dubitare della pubblica fede . Quindi è , che nella in. trodu2Ìone di quefta iftoria , riporterò il fuddetto li. bro , il quale, oltre alle cofe ragguardevoli che ram- menta, gioverà ad ifchiarire alquanti dubbj finora ap- prefi dagli Scrittori circa 1* origine e progrefli di que- fto Convento , e leggevifi come appretto „ „ Avanti agli anni del Signore 1453. adì 8. di Mag-
„ gio , ritrovandoli nella Città di Firenze gran nu- „ mero di Donne Ammantellate fotto il ruolo del „ Mantello bianco della Vergine di Maria del Car. ornine , Mona Giovanna figlia di Dono di Ser Bar- „ tolommeo , e Donna Antonia figlia di Simone di a Piero Spadaio , comprarono per fé , e per loro vi* » ta durante , come per due altre Donne onefte fé- >, colan fenz'abito di Ammantellate, una Cafa con Sala, a Camera, Palchi, Volta fotto terra, Cucina, Corte , e Tom. IX. p Poz, |
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V'i
„ Posz;®, polli in Fire«n€ nel Popolo di S* Fridiano, Juo-
j| go detto Via della Fogna , confini a i. Via, 2. Cafa „ de* Frati del Carmine» 3* Cafa di Mona Bianca,, e rogò », Ser Cerbino di Cèrbini «455. e crescèndo di numero le >, Suore ,. nell* ifteffo modo prefero da i detti Frati ?i una' Cafa accanto > è per avere nella parete della „ Cafa di fuori eretto un* ovato di terra cotta rappre. „ féntante la Santiflìma Nunziata »: vennero ad eiTer ), nominate le Suore della Nunziata , come al Cam* „ pione fegnato ^ pag. 1. preffa i Padri dei Carmi- ,>. ne di Firenze* Ite Ricorda come crefeendp il luogo in divozione ^
a, e numero di Suore, ed il luogo divenuto flretto , i>fi comprò dal Convento del Carmine altra Cafa vi- si cina alle noftre ; ma perchè.! detti Frati Éj aveano a> allogata a linea mafculina a Maeftro Antonio, e Do» xy metrico di Giovanni Fratelli carnali * della quale pa« iMl gava.no ài pigione feudi g<5* e un Oca 1* anno , te comprammo il dominio col rogito di Sei* Benedetto tedi Mattea Notaio at Vefcovada nel 1514*. „, Ricordo come penfandod dalle Suore a trovar
s* luogo più comodo, fu laro metta per le mani una |j Cafa con Orto murato intorno,, atta a poterti am* te piiare fenza grande fpefa, era quello terrena in Via te di S. Salvadore da Camaidoli adirimpetto ali- Orto lk de i Frati Carmelitani , la quale Cafa era di Ciò: a, Ra tilt a- di Marco di Ugolino Bonfi toccatagli nella „ divifa tra Fratelli de i beni paterni, togata da Ser ,x> Benedetta Tempi neli 149^ e di quefta Cafa ci fé- ,fc ce la. Vendita ili detto Gio: Batirta per il prezzo te di fiorini eoo* larghi d* oro a mezza gabella , fìc- te Game appare dall* lilrumento % che rogò Ser Andrea „ di Banco Notaio fiorentino ai Vescovado fatto il ir dì 8. di Lugjio xjij* e fegli diedero in contanti ]à* fiorini 50* coni obbligo fra un mele avefEmo a de- m poCtarne £°o* nella qual fomma fi comprendeva la te metà della gabella * che toccava a lui , i quali 50» n ricevè Niccolò Gufagli » che fu il mezzano > ma |
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ifl
■ fr trovato fi che la Cafa era fottopofta a fideéommiflb >
,*, i 300. fiorini fi depoficarono in Santa Maria Hiio- ,, va efprcfli nel libro ài detto Spedale fegnaro E , e i, prefto fu decifa la Cafa libera dal fidecommiffo. ii Ricordo come avendo le Suore fatto acquifto di
„ detta Cafa il dì 28. di Giugno del 1517. e ridotta 5, a comoda abitazione 5 fi ufcì dalle Cafe vecchie in 3, Via della Fogna, e proceifionalrnente fi venne nel- ,i la nuova Cala di Via di S. SalVadore , ed accom- „ pagnò le Suore il P, Provinciale Fra Maetfro An- „ giolo d* Andrea Cataftini , nelle cui mani fecefi da „ tutte la promelTa di perpetua claufura , che accetta- 5,*ta dal detto Padre , fi conferva nell' Archivio del ,i Carmine . » V anno poi 1522. fotto il dì 28. di Agofto, Mo%
,, na LeiTandra Donna di Tommafo Donzèllo fece do- „ nazione a quello Convento d* un Orto per Con t rat* 5) tò rogato da Bartolommeo Mei, e nel 1525» la „ detta Mona LeiTandra fece teftaménto col rogito del „ fuddetto Notaio al Vefcovado , e lafciò eredi di „ tutte le fue fofìanze le Monache della Nunziati. „ na ; e lo fteiìo fecero le Donne Margherita di Bel* „ laviila da Roma , come appare da* rogiti di Ser 3) Àgnolo Amidei 2. Decembre 1523. e ne i io. di 3, Giugno 1527. Mona Baccia Vedova di Gio: Vetto- j, -rio 'Genuini ne* due di Agofto 1592. e più di que- «fte Donne fì fegnalò la Famiglia de* Michelozzi , „ avendo principiato Meffer Gio; Batifta di Tommafo 5,( Michelozzi a murare quattro ftanze nel k5oj. 1* ufo 5, delle quali volle che folle fempre alle Monache di „ fuo Cafato : Francete© pure Michelozzi fece il Re- „ fettorio , Dormentorio , ed altre Officine . ,» II. Sin qui i belli , ed autorevoli ricordi del Mo-
naftero della Nunziatina., fulla feorta de* quali pollia- mo ora entrare nella dilucidazione di alcuni punti , circa cui affai fi dubita , fé fpettino a qUefte Mona- che. E ne debbo grado al Signor Manni , che al Si- gillò 2, del Tomo 6. con fincerità efpone gì* impor- P 2 tanti
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Pi ' ...
tanti dubbj .E primieramente-fu le parole dello Stroz-
zi j che fono le feguenti „ La Badia di S. Saìvadore a, di Camaldoli di Firenze concede in enfiteusi una „ Cafa con Orto nel Popolo di S. Friano nella Via a, dell* Orto nel luogo detto la Via del Carmine , al a, Capitolo, e Collegio delle Donne Ammantellate deir j> Órdine di S. Maria di Monte Carmelo, e a Ma* j, ria Antonia figliola di Simone Pieri , o di Piero a di Firenze loro Priora > ricevente per dette Donne ,, per quanto vivelle Maria AleiTandra del q. Niccolò 31 di Angiolo Bonciani , e Moglie di Gregorio di Mat- a reo degli Antinori > e duraffe la linea mafcuìina le- si vittima , e naturale di detto Gregorio , e di Ber- 3; nardo ; e Antonio di Tommafo Antinori , rogò Ser 55 Pierozzo di Gerbino de'Cerbini ,, II medefimo Se- natore ivi riporta altro Strumento del 1482. rogato dallo fteflo Notaio , ed è una conferma del fuddetto Contratto nel quale non fi nomina più Antonia Prio» ra j ma una Eugenia di Giovanni d'Andrea deìJe Ara- rrjantellate * Il fecondo dubbio è di quali Ammantel- late parli un Breve di Papa Niccolò V. che fi con- ferva /nel'I* Archivio del Carmine, il cui principio è; Ottftm nulla Fideliuw con<ventio [uh aliq.no Religioni* co* fare abfq. '&umm$ Pontifici s j>otefiate fieri nialeat , ne Coniientus Religiofarttm Virginum yVìduartim , Bighita» t rnm\ Man teli atarum ^ aut aliquae garticulare.s ex hit: fuivhabittìf, & grore&ione B. Mariae Virginis de Monte Carmelo de genti um iste, III. Or per rifpondere si due dubbj, pare a me ,,
cÈe baili la foprariferita Cronica , che; fé fi rifeontra colle relazioni del Signor Manni , chiara trovali la ve- rità . Concioflìachè confrontando il nóme di Antonia nell'uno? e nell'altro ricordo, convien dire, che.» le Ammantellate del Senatore Strozzi fieno le nofèrc abitanti nel 1482. ancora in Via delia Fogna 3 detta pure Via del Carmine • 11 Breve di Niccolò , che è il fecondo dubbio , efTendo morto quello Pontefice nel 145j. verifimilraenjee era diretto alle medefime Suore . |
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della Nunziatina . Imperacene fino a detto anno al-
tre Carmelitane non fi trovano » che viveflero in Co* munita . ,,,; p . i IV. Ritorno finalmente alle noftre Monache per
ofiervarvi la Chiefa ) dove troveremo nell* entrare a manritta ben adornato un Altare con un Crocififio grande dì legno fimile a quello del Chiodo ; addirim- petto al quale rifponde una Grata. All'Aitar Maggio- re rinnovato a fpefe di Donna Margherita Cecchini ne* Mafini , la tavola dell* Annunziata è opera loda- tiffima di Giovanni Brina collocatavi nel 1682. La Cu- pola è irata due volte dipinta : nella prima fece il Van- nini Angioli a frefco per aria , ed alcuni affacciati ad un terrazzino tirato a punto di profpettiva tanto be- ne , che par vero . E fotto nelle cantonate con bel- le attitudini vedeanfi quattro Profeti. Nella feconda^ innovazione poi Pier Dandini rifiorì gli Angioli ,e_t ne* peducci rapprefentò quattro Mitferj di Maria . Fu consacrata quefta Chiefa ne* 3. di Aprile del 1541. da Monfignore Marzio Marzimedici, Uomo infigne, ramo- fo Teologo nel Concilio di Trento, Ambafciatore di Cofimo I. a* Veneziani , Canonico di Santa Maria del Fiore , e pofcia Vefeovo di Marfi . Appiè dell* Aitar" Maggiore evvi una Sepoltura fatta fare per le da Me£, fer Baccio Panuzzi, che morì ne* 5. di Febbraio i5og, Ed in mezzo del pavimento vi è Iaftrone di marmo con Arme de* Grifoni colla feguente Ifcrizione ; Ù. t O. •Si, M- .\-\":
IACOBO GRIFONI© CAROLI F, DIVI STEPHANI EQVlTI FLOR. j
S. PAVLI P1SARVM PRIMO COMMENDATORI. ERGA SVOS ET PAVPERES PIO AC LIBERALI CVIVS CORPVS IPSO SIC DISPONENTE HIC EVIT CONDITVM VGOLINVS GRIFONIVS EX IOSEPH FRATRE NEPOS MONVMENTVM HOC .;■ PATRVO OPTIMO PONENDVM CVRAVIT
OBIIT ANi MDCVIII. DIE VI. MAR, AET. SVAB LXV* |
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Nei
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Nel Convento fonovi buone dipinture , tra le quali lov
dato aiTai è uno sfondo in faccia dell* Orto , ove il Bettini vi dipinfe a frefco S. Andrea Corfini in abito Carmelitano • Efponevano una volta per Natale tre Fi- gure fatte al naturale , ed affai miracolofe , che con., divozione le Suore confervano in Convento : e fono di Maria , di Sé Giufeppe , # dell" Arcangelo Gabbrie- Je ; fffendovi un regiHr© delle grazie ftupendé , che da effe hanno ricevuto e le Monache } ed altresì parecchi Gentildonne Fiorentine* Nel Coro tra le Reliquie han- no la Tetta del S. Martire Benignò , come dice il car- tellino fcrittovi, benché nel Diario del Giamboni leg- gali ; Tefla M S. Reftituto , e 1* autentica è di Món- iljghor Ràbatta italo loro Governatóre , e poi di Ca- nonico Fiorentino } Vefcovo di Chietife-| ohe là' donò al Monaitero nel 1(540. e di eifa p'rinià4- fé né faceva la Ititi ai 3. Dicembre'. V. E giacché a'confini del Monaftero tiktit la Còni*
pagnia del B. CrocifjfTo , chiamata talora della Madon- na del Morto > S. Maria de* Poveri , e S, Maria d'eU là Querciola » forfè così variamente denominata dall' u- nione di vàrie Confraternite , notar mi giova, che il Ven. CrocifirTo è fiato più volte portato in procefllo- bé per Firenze , fempre colla confoìazione di vedere efauditi i voti del Popolo . La Chiefa è dipinta a fre- fco dal PafTerini nel 1735. eccettuate le pitture ali* Aitar Maggiore j fatte lavorar nel r%$. da uri certo Fratello Pampaloni . Pagano ai Padri di Camaldoli lire 4. e io. foldi f* anno per effere irata fabbricata* la Chiefa fui terreno di detti Padri . Vicino a qUefta Chiefa avvi un Tabernacolo fui canto in forma di Chietina confacrata avente full' Altare una tavola di Maria con alla fìniitra S. Romualdo * il qual Santo mi conduce a credere , che ii Tabernacolo foife fabbrica- to da i Monaci Camaldolesi > e pofcia crefciuto iru divozione per la pelle del 1630. |
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LE-
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E %. I O N E XIH.
DE L L A CHIESA.,
DI SANTA MARIA IN VE II ZA IA*
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;L titolo di Santa Maria in Verzaia•.#
<he gode quelta Chiefa già da cinque fecali , è uri vocabolo corrotto al {olito dal Popolo- Fiorentino ; quandi nella fua fondazione fi chiame Santa Maria in Verdura > pref© dal terreno;* m.......,......imm jn cui fu efla fabbricata > che e rane*
orti di erbaggi » e giardini di fiori. •: «ome notò V
erudito Canonico Salvino Salvini , ed il chiaritTimo Propolto Goti nella ifcrizione , che fece nella loggia della Madonna del Cantone di appartenenza alia Conti menda Concini , e efie riporteremo fui fine » legger^ dofi in e(Ta : samcta, maria in viridarjis . QueJla,, Chiefa è una delle %0. antiche Parrocchie „ e diede la^ denominazione ad una delle sporte della Città j mentre fecondo il dottiamo Sig. Ab. Lami nel fuo Odepon- co pag, i, la Porta a $. Friano era già detta di Vei> zaia . Veniva queiia Chiefa ad effere fuori di Firen* ze anche prima » che fi faceffe il terzo Cerchio di Mu- ra alla Città » IJ Sig-Dott- Lami oflérva nelL' Odeporico, pag. 2ox. che nel izgi. il Borgo a S. Fridiano er%, fuori dì Firenze : come fi coitole e ancora dal Necro? logio di S. Maria Novella > e da un Decreto del Ve- scovo Gio: Mangiadori . Credo dunque quefta Chiefa fondata innanzi al fecola xn. dalla Famiglia de' Bo- llichi > i quali tiqvanfr fino dal mille per un Guiduc- ciò Boftichi fatto Cavaliere da Enrico II. Né faprej dire con quali documenti (i faccia Óst Luca Chiari di quefta Famiglia il Vefcovo Axdiflgo : quando V Ughel» |
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no
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li ce Io dimofìra con autentico iftrùrnento > diieenden*
te eia i Foraboschi, e le parole del Contratto fono come appreilb : Verum cum in pr^einjlo inftrumentorum Codice manufcriyto Ardinghi temporibus conf&Bornm an- no 1243. incidijfetn in eius tegmine in gentilizia eius injignia feilieet nonnullae candidae Filae in nigra farina éxprejfae niidebantur , quae Forabofcorum fer^epuftae » ac ]<Lobilis Familiàe Florentinae ftemmata olim fnere ì itu dttimnm induci Ardingum nen Ticitienfem fed Fiorenti" nùm Ci'vem e Forabofea Fami Ha ex Canonico Ticinenfi gd Fatriae Sedem moderandam ajffumptum fuijfe * II. Ma ritornando , donde alcunché io dilungato
mi era , riporterò alquanti ricordi efiftenti in un libro fcriitò a penna j e che una volta era forfè prefìb il Priore di Verzaia, per fine di vedere lo flato dell'antica Chiefa, e dicono così ,, Chiefa di S. Maria in Verzaia era fiata ,i murata da'Boftichi in certi Orti di detta Famiglia Jun- y gho la Via Maeitra a mano manca, ufeendo dalla,. fi Porta della Città „ E qui fi nominano i confini , che fono tutte ftrade ; Circa le Entrate della Prioria vi fi legge altro ricordo cóme fegue 5) Paga vali dal „ Parroco alla Decima ogn* anno fiorini 12. per con- „ to di 31. Cafe , che fpetrano alla Chiefa . | E mi fovviene che Leopoldo del Migliore nelle molte , e.» belle raccolte , che ha fatto delle notizie di Firenze ne'fuoi Manofciitti al Zibaldone 70. pag. 232. inoggi comprati , e trasferiti dall' Imperatore nella Maglia- bechiana , dice ,, Una Porta della Città era detta- Por- li tà di Santa Maria in Verzaia , fuori delia quale.»1 j, era un* Oratorio chiamato S. Giuliano di Verzaia % jì del quale ogni anno dava al Sindaco del Conven- „ to di S. Marco per cenfo una falcola di 6. once > 9ì come fi ha memoria nel 145^. e altra alla Famiglia „ degli Afini per lodo del Santo Arcivescovo Antoni» „ no nel 1451. per rogito di Ser Filippo di Bernar- „ do Mazzei da Caftel Franco „ Se il fimile poi facefTe là Chiefa di S. Maria in Verzaia a i Boftichi , non ne ho memoria • Preffb però di efli durò il Padronati |
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fino alla fine <Jel fecolo xv. quando Rinaldo, e Gio-
vanni Figli di Francefco di Rinaldo Bo/tichi lo rinun-c ziarono ad Antonio di Puccio Pucci , Uomo di gran-; de autorità nella Repubblica Fiorentina , come fcrive. X Ammirato . E di tal rinunzia appare 1* accettazione all' Archivio Generale , ne' rogiti di Ser Domenico da Figline nell' anno 1483. Un tale ius acqujfjtQ le-, guitò ne' Pucci 5nq al Ba,lì Roberto Pucci , la cui Figliuola Lucrezia maritata ne*. Venturi , oltre un*u gran parte dell* eredità del Padre, ultimo del ramo del foprallodato Antonio , porto in quefta Famiglia anche il Padronato della Chieia dì Santa Maria in Verza- ia v il quale di prefente anche dura ne* Signori Ven- turi - | ■ p-i< 3 ; . 1 tu t #. ■ III, Ma dappoiché di quefti Signori ne abbiamo,
parlato nella Storia di Santa Croce al Tomo primo ; ed altra volta ne ragioneremo nel Tomo X- alla Chie- fa di S. Gregorio , ragion vuole , che qui noi ci a- ftenghiamo di entrare ne* ragguardevoli meriti di que- llo Cafato. E frattanto entrando nel ragionamento delle vicende della noflra Chiefa,,. egli fi vuol qui di- re , come nel 1286. o in quel torno\ a cagione del terzo Cerchio di Firenze , quefla Parrocchia andò ài- vifa ; o fivvero tagliata per mezzo dalle Mura s e_# nuova Porta con non piccolo feomodo de* Priori , per avete metà del Popolo in Città , e: T altra fuori nel Subborgo * Ma fé a queito accidente, 0 provvedde colla deftjnazione di un Sacerdote Vicecurato > a quello, che fono per raccontare, non fu riparo. Imperciocché nel funefìi0ìmo anno dell'afTedio di Firenze dalle armi di Clemente VII. i Fiorentini a motivo di toglier via agli Aflfedianti ogni rifugio intorno alla Città , Hccome_- diroccate aveanp altre Chiefe e Conventi vicini alle_> Murai così adì 21. di Ottobre dei 1529, spianarono altresì la Chieia di Santa Maria in Ver^aia , e le Ca- fe a detta Chiefa Spettami ; non avendo avuto tempo il povero Rettore di falvare altro , che le Campane, come lcggcfi notato nel fopraccennato Manofcritto . Tom. IX. Q^ IV. Ter.
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IV. ^Terminata che fu la guerra , non fi trafcurò
da i Pucci di procurare da chi comandava in Firenze la giù ita , e pronta riparazione della Chiefa di Ver- zaia , e di ogn* altro danneggiamento patito dal Prio- re . Onde ottennero i detti Padroni una Chiefetta^ dentro la Porta di S. Friano detta S. Lorenzo , o Lo- renzino , che tanto leggefi feritto nel libro de* ricor- di ; benché per isbaglio da alcuni fi voglia, che la nuo- va Chiefa fa (Te S. Gio: Batifta .Lo che non può effe- re ; perchè Ja Chiefa del Ba ttifta veniva fuori della.. Porta, e nelF aflfedio corre la ftefla trifta forte deli* altre . Avvi pure chi difle , che la Chiefa adegnata al- Priore fotte S. Giovannino in Firenze accanto alla detta Porta ♦ E tale opinione quanto fia lontana dal Vero , fi dimoflra dalle carte efiftenti neli' Archivio delle Suore di S. Giufeppe abitanti in S. Friano : do- ve appare che fino dal 1484. fu unito S. Giovannino alle rendite del Priore di San Friano dal Cardinale., Francefco Sederini in quel tempo Priore di quelta Col- legiata . Avendo poi il detto Cardinale fondato nel 1514. un Monaftero , che unì alla Chiefa di S. Fria- jio , e dedicato fu a S. Giufeppe , nel Contratto della erezione trai beni , che egli aMegnò per dote alle Suore , leggeri : item bona Òratorii detto S* Candida , & bona, rsdditus Ecclejias di&ae S. Giovannino ; e fino al 152$, alla Decima è notato a debito delle Monache di S; Friano così „ 1525. recò a decima a nome delle „ Religiofe di S. Giufeppe in S. Friano Ridolfo Al- „'coviti loro Procuratore , pagò fiorini tre per la „ Chieda di S. Giovannino in Borgo S. Friano . „ V. E prima che venga meno l'opportunità di par-
lare delle fofFerte vicende, mi torna a memoria di accennarne un altra affai antica , e fu, che nel 1420. obbligate à venire a Firenze le Monache di S. Paolo a Settimo ., fpaventate da i rumori di guerre, dalla Repubblica Fiorentina furono merle a Santa Maria in Versala , occupando la Cafa Parrocchiale, ed altre vici* ne> dove viffero fino al 1427. Nel qual aoao ridot- |
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te a poche > di lì ufcfrono f paffando con licenza del
Pontefice al Monaftero di S. Piero in Monticelli , ai quale unite profetarono la medefima regola di quelle Nobili Suore, predo cui rimafero le Reliquie , e-mol- te cartapecore portate da Settimo . VI. E tornando a Verzaia, dico che ftabilitofi per-
tanto il titolo Parrocchiale in S. Lorenzino , già da qual- che anno ftavafene il Priore in pacifico pofTefTo della nuo- va Chiefa; ma con una notabile diminuzione delle anti- che fue entrate .Quando nel 1547. dalle umili fuppliche de'Pucci pregato di opportuno rimedio il Pontefice Paolo III. con Breve datum Romae VI, KaL Ko<vemhris , Tontif* an* XIII. furono refìituiti tutti i beni al Priore ;. e la Ghie- fa riprefe il fuo titolo antico di S. Maria in Verzaia, an- dato in dimenticanza il nome di S. Lorenzo , e rimafa* vi unicamente la fua fanta Effigie nella Cappella di S, Antonio . E perchè era affai angufta quetta Chie- fa , ed aveva allato la Compagnia di S. Gio: Batifta, di accordo per allora co* Fratelli della medefima fi a- prì un Arco , e di due Chiefette fé ne fece una di mediocre grandezza : Innovazione però , che fu 1* ori* gine di lunghe e moiette controverfie , che qui giova- mi rammentare , riportando quanto fi contiene in un logoro foglio , che era preffo al parlato Priore, che dice come appreffo », « JS Ricordo . Prioria di S. Maria in Verzara -
a, Ebbe quefta Chiefa Parrocchiale una Vifita fatta da --'» Monfignor Binarini Vefcovo di Fano Vìfiutore Apo- „ ftolicò Tanno 1575. e negl'atti di detta Vifita de- ti fcrivefi effere quefta Chiefa nei medefimo flato, che » era negT anni feorfi , et ordina il detto Monfigno- >, re , che fi riferri la prima porta , che è accanto „ all' Aitar Maggiore , e fi ingrandifea 1* altra princi- 3, pale, e fi levino alcuni banchi della Compagnia, la » qual Compagnia fi raduna in detta Chiefa , e non la » Chiefa in Compagnia , e fi trovarono prefénti i Fra- *> telli di effa in detto giorno della Vifita, perchè volle t» il Vifitatore veder le Reliquie , i Capitoli, e libri della n Compagnia « Q** »-Ri- |
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É?4
» Ricordo v i5S4.Xe Monache deH'Arcangelo Rafì
,, faelJo , che fìanno a muro a muro alla Chiefa di „ Santa Maria in Verzaia comprarono dalle Monache Ìì di iS„ Fridrano cinque Cafette con un pezzo di ter- », ra , et un portico ,■ che era avanci alla Chiefa di »» Verzaia , e pretefero le fuddette Monache ,- che in ,»» detra compera fi fuffe inclufa quella parte della Chie- » fa , che là Compagnia ora dice effe re Aia > e di » averla data per comodo al Priore , perciò moffero •i„ giudizio, e perchè' i detti Fratelli verbalmente fem- «>, pre hanno decantato elfer loro la detta parte della 7, Chiefa , ne fecero iite colle Monache , e da Mon« 9) fignor Nfccolini Vicàrio Generale dell' Arcivefeovo «jfo fu data fentenzà ,, che la detta parte delia Chiefa jj fi intendeva , che foife delle Monache\-$ m tenore,» ») della competa;: che fecero effedalle Monache di $. >, Friano, e ciò fegur nel 1624. ma i Fratèlli da tal ^Sentenza fé ne appellarono alia Nunziatura , e per » ror via ogni lunghezza di lite , 'amendue le parti sj fecero aggiuftamento di pigliare i Fratelli dalle Mo- >5 nache feudi 200» ceder la Compagnia^i e trovarfi un « altro luogo dentro io fpazio d' un anno , lo che 5, fu approvato dal fuddetto Vicario . Quando pei 6 le >, Monache pretefero di incorporare nel Monaftero la „ Compagnia, il Priore di Verzaia fi oppofe , e mo- „ ftrò di aver Tempre pofleduto per Aia Chiefa detta a, parte , e non effer delJa Compagnia , ma fua r e ne „ riportò Sentenza dall' Arcivefcovado di nihil innonia- », ri . Pofcia eiTendo Arcivefcovo Fiorentino il fuddet- 1» to Monfignor Niccolini, venuto alla Vi/Ita della Ghie- ,, fa T aiino \6n. confermò la decifione fatta dal Vi- », fitatore Pontificio nei'157$. cioè, che la Compagnia i, di S. Giovanni Decollato fi raduna in Santa Maria Si in Verzaia > e noti la Chiefa in Compagnia ej ,» Ed a quefti ricordi delle ftrepitofei liti , non .difpiacevol cafa farà J*. arrogervi un akra affai curiofa \\ e fu che mei 1^35. le ftefle Monache deli* Arcandolo per la vi- cinanza di muro a muro colla Compagnia fuddetta, , non
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"* :.,■■■'.'
non volendo più fentire il tnolefio fuono. delle Catar*
pane di Verzaia , modero lìce a'Fratelli di elfa , inir bendo loro il più fonare » Agitata la caufa innanzi all' Ordinario , furono le Suore condannate dall' Arcf- vefcovo Piero Niccoliniy e fi feguitarono dalla Compa- gnia a fuonar le Campane fino al 1703, nel qua! anno fi rinnovò dalle Monache la ftefla prctenfione ripigliatali la lite, e per la feconda fiata altresì perduta» Quindi i favj Fratelli a memoria delle jd uè Sentenze favorevor «li £ eà proprio Campanile inalzarono una lapida alla parete dentro la Chiefa > avendone nel marmo- fcolpi-* ti i due Decreti della Curia Archiepifcopale ", il qual ricordo inoggi è inutile : xoncioifiachè da Papa Cle- mente XII. fia fiato foppleuo il Monafiero » cóme di- remo- nella fegnente lezione .-. La Chiefa bellifltraa di quefìe Monache* dopo «{fervi fiato*un ben lungo trat- tato , ^per darla alla noftra Priorìa in Verzaia, che ben le fi conveniva, fu con annuo canone in feg.no dì recognizione di dominio data da i Sigg. Depurati della Congregazione di Bonifazio in cuftodia a i Fratelli della Compagnia di S. Maria Maddalena de* Pazzia che avanti era in Via S. Giovanni.. Rogò l'Inilrumento adì -Si. di Luglio 1751* Mefs. Luigi Vignali Cane. Arcivefc, 4 : VII. Nella Chiefa di Verzaia non vi fono cofe ragguardevoli , né Reliquie s né Tavole di, pregio, fé non fé due quadri , che fervono per iftendardo alla Compagnia nelle proceffioni per la Città : e fono un Crifto che entra trionfante in Gerufalemme , e S» Gio; Batifta predicante , opere di Santi di Tito » E di ve- fierabile evvi un CrocifiiTo divotiflìmo collocato dalla banda dell' Epiftola nella Cappella dedicata a S. An* tonio • Quefto Sacro Simulacro per i gravi bifogni di Firenze è fiato portato con gran eoncorfo di Popolo per la Città, come nelT anno 1712. della qual proceflìone trovo ricordo nella Magiiabechiana così „ Adì 5. di j, Giugno , quefia mattina fu portata per Firenze con ,, folennità la miracolofa Immagine del Santiifimo Cro- » cififlb di Verzaia j e fu tenuto 9 e pofió alla pub. „ blica
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feSSf ,mP«la" ( che ceffaflero le acque ,
S alvini! Pure.flat0 in quefta Chiefa fl%orio*di
ma nel Jn n • ? . fu loro «andato' dì Ro- dotto in proSne il S^nto Cornò""3 'r Ch? COn'
tato alla Chiefa di dette Monache^ rkì ■" fi P0I> no un /bienne Mn» ™°nache , che vi celebraro* pellettili dal Si» ftK^ de"nza dl &g« Sup-
Maeilro in Grammatica del £& E#ld'° ^°fi ftato pò I* abbellimento de, a Chfefr:tdelk0rnt,n0 ' ^ egli penfato faviamente a tenere ner 1 &SR?1 #* rato all'Oratorio fuori d'p^taf ove t^TJrt m3? Pf° •' SaSra'nent° P« comodo de'fuorPo! Fa Porta Ed'T"80"0 f? bu0n nun,"° *«>r d de°I da, £-^ fessa afsssrrafe
Comadino nel !M^a«^i^i&%g
liano , di cui è padrona la detta fua Chiefa chi tanto ferva aver fin qui illuftrata . ' |
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E Z I O N E
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XIV.
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DELLA CHIESA J| MONASTERO
DELL' ARCANGELO RAFFAELLO.
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On è la prima fiata } che in quefte mie
Notìzie Iftoriche abbia fatta menzione del Monaftero di S. Raffaello ; avve- gnaché per le fue tante vicende fé ne ila per neceflìtà favellato anche lunga- mente in varie occafioni . Ed effen- |
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do quefto Convento inoggi foppref»
fo j a buona equità mi poteva difpenfare dalla pre- fente lezione : ma il ripetere cofe già dette , quando effe hanno merito Angolare , non fu mai difgradevoie. Quindi è 5 che volendone far qui un ragionamento, lo chiamerò piuttoito un fommario delle notizie dei Convento , che Lezione : toccando in primo luogo quanto delle Monache di S. Raffaello avvi di fparfo nella mia Storia ; e fecondariamente darò la deferi- zione della loro Chiefa , i di cui pregi fin ora n©nu fi fono da me altrove rammentati . IL Per affembrare adunque le pregevoli notizie di
quefto Monaftero > mi farò dal primo Tomo del Quar- tiere di Santa Croce , alla lezione delle Cbiefe fituate fui Ponte Rubaconte , dove fi ftabilì il principio delle «offre Suore in quefta guifa » Il primo è il Monafte- ,, ro dell' Arcangelo Raffaello , che riconobbe la fust* „ prima origine da un Oratorio » che efifte ancora „ inoggì fulla prima pila del Ponte verfo S. Grego- „ rio. E fé non è affai chiaro il principio di quelle „ Religiofe , col nome di Romite del Ponte ; ho ben- » sì trovato , che nella xifojrm.a de* Mon.ait.eri fatta dall' ia Abate.
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v Abate Gomezfo ài Badia Portughefe ài Nazione , or-
„ dinata da Martino V. e confermata da Eugenio iv! il come vedremo di fono , quefte Romite fi parti- „ rono dal Fonte , mandate ad abitare in un pie- 3, colo Convento ,. fuori della Porta detta della Giù- „ ftizia ,, E qui mi lì conceda ài aggiugnere ciò , che non leppi , quando detti fuori il Tomo primo, e quinto di quella mia fatica» ove tornava in acconcio una notizia , della quale debbo grado ali* erudito Pa- trizio Fiorentino il Sig. Gio; di Poggio jBaldovinetti , ed è, che il Juógq delle Monache dell'Arcangelo fuo. xi della Porta della Galizia fi chiamava alla Piacer una. M aificura inoltre il Sig. Canonico Giuiianelli, che nel Libro della Parte Guelfa, Ve <enunziato un podere nel luogo alla Piacentina > che anco al prefen- te è delle noftre Monache, in cui è notabile> che vi fi dice, effefe flato il detto podere già 3P Frati fen- za fpecificare , che Frati fodero gli antichi poffeflbrf del medefimo , che per altro faranno itati i Minori Conventuali >> Da un tal Convento nel 1529. ne jufeirono , a, andate per ordine ;dejla Repubblica Fiorentina , nel „ Monaflero dì S, Clemente in Via ài S, Gallo , do. „ ve dettero fino che dal Magi/irato -del Bigalio , per „ donazione rogata da Ser Andrea ài Fioravante di » Ugolino nel 1534. ebbero altro Convento zite Por- „ra a S. Friano , detto fino a i noftri tempi il Mo- „ naftero .dell'Arcangiolo Raffeello . Ma non ©frante che ù fia ignoto, |- anno,, in cui eife principiarono ad a- „ biute il Ponte , cól nome di Romite , è fuori di » dubbio, che già. vi foffero* ,* nel 1347. come è flato già rifcomrato Mie Riformazioni al libro fegnato F a J7r. ove fi legge come Ja Signoria di Firenze ne* 23, di Luglio -del fopraddetto anno dette licenza a Mona Gio- vanna da .Caftel S. Giovanni Pinzochera di poter fab- bricare un Romitorio Culla Pila del Ponte a Ruhacon- te , fopra la quale è Ja Cappella di S. Lorenzo „ Nel » M73- poi ne i protocolli di Set Tino di Ottaviano da U Pulicciano filza 23. fi legge come appreiTo; 14. Manti 1 •;« « ^373-
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w |J$j§* Elifabettd filid Simonis Hevemitd fupra Tontem
„ Rubmontem pop. S» Remigli dona*vit Avtoniix filini Lu- „ dowi Servitigli , finte Converf* Monafterii S. Iufti „ alle Mura , Mdificium Domus Her.emitarum pofituwL, ,, in pop. S* Remigli de Fior, fvpra Vontem Rubaeontem „ iuxta Oratorium Sanftx. Catharina fitum jupra Fon- j, tem . E nelle Riformagioni fi fa menzione nell* an« ,, no ig79» così : Heremita fonti s Rubacontis, La Chie- n fa è dedicata a Santa Maria della Carità dipinta „ tutta a frefco j e fi vedono le Monache figurate^ j, in proceffione fulla parete , ove dipinfe all' Altare^ ,> Raffaeli ino del Garbo Maria col Bambino nelle brac „ eia : e nel 1712. ai 5. di Agofto fi vide quella 9i Cappella riabbellita di pietra * a fpefe del Prete-» „ Giovarnbatifta Mallni , e dal Soderini fu ornata di „ pitture a frefco . „ Come poi, abbandonato il Romitorio del Ponte >
v le fuddette Suore paflaflero prima al Convento fuo« ■ j, ri delia Porta alla Croce ; e pofeia tornaflero irL. ,, S. Clemente in Via di S. Gallo , per chiarezza della. w Storia riporteremo qui un autentico documento di tre w ordinazioni della Repubblica registrate alle Riforma- ,j gioni lib, H, anno 1529. fottoferitte da Ser Anto- 5, nio di Daniello da Bagnano, e fono le Tegnenti')* „ An. mdxxix, et adì 5. di Aprile , li Magnifici , e ,j Spettabili Signori Priori di Libertà , e Gonf. di Giu- >> ftìzia del Popolo Fiorentino etc. Attefo che le Mo- v nache dell' Agnolo Raffaello fuori di Firenze noru » polfono ilare nel loro Monafiero rifpetto a baftioni > n e Foffi, che fi fanno in detto luogo per conto del » Pubblico , et volendo provvedere alle dette Mona. ,, che di un luògo conveniente nella Città di Firen« » ze etc. deliberarono , e conce/fero loro il Mona- „ fiero di S. Chimenti , nel quale le Monache della- » Mifericordia dicono di avere qualche ragione , per » eflergli flato concefló > el quale luogo fu già dei » Tavolaccini di detta Signoria ; Perciò comandano a f) Voi Venerande Monache della Mifericordia , che in* Tom. IX. R ■„ fra |
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,i fra ottogiortridobbiate averi? fgombf6» e rttafciav
,j to detto Monafiero di S. Chimenti , libero , vacuo * „ e fpedito etc. e deliberarono che voi dobbiate ave- j, re tutto quello» e quanto avete fpefo fri de&o , e a, per cagione di detto Monastero .-Ego Antonini d&* &" Bagnano Co adi ut or &c* ** t • ,> 2 adì 12* dì Luglio altra deliberazione , che ài~
,) ce : ), Si comanda a Voi AbbadefFa 3 e Monache $ della Mifericordia fuori della Porta a S. Gallo di 55 Firenze , che infra tre dì proffimi futuri da òggi , n di fgombrare , e relafciare vacuo , libero» et fpedi- j) to il Monaftero di S. Chimenti di Firenze , altri* & menti fi prorefta a Voi , che paffuto detti giorni , n li Spettabili SigUorì lo faranno difgombràre . », Il terzo ordine fu adì io» Luglio dello ile fio a n«
j, no con le feguenti efpreflloni ; Magnifici , é? Eùtcel* ^ fi D. D. é*c concefferunt Monialibtts Monafi* Angeli tìRaffaellis extra fortam Crucis Monaflerìum S, Cle* ^ mentis fitftm in Via 8. Galli de 'Blorentia adr fiandum & ibidem > & hahitandum familiariter dome > & qmnf* j, a uè faerit eifdem proififum de alia maftfione idonea > j5 & cacaci . Mandaverunt cmfignari clawts praedicli li S. Clementit Sor ori Bartolommeae.■ , aliar Bacciae de ss Ginozzis Minifirae Monialium Angeli Rafhaslis finc^ ' a) graeiudicio Monialittm della Mifericordia » é&tra Por* Iltam S* Galli . Mandantejt &e. Ego Anto ni usWanielif ff de Bagnano Coadiutor fttbfcrijìfi. B per fine in riguar* j? do a dette Monache dell* Angiolo Raffaello f noterò «una grazia della Repubblica , che loro concede il «Sale, come alle Rifòrmagioni lib. fegrtato I. pag. jj ^27, Monafierio Angeli Rafharlis, extra portavi Ih* j, fiitiae ehemofina SalU . Jt - u. JIL E ritornando alla mia Storia , nel fuddetta
Tomo alla pag. 327. lì ditte eflfere nella Chiefa di San»* ta Maria Maddalena de* Pazzi la Sepoltura éi queftej* noftre Monache , coneeffa loro dall' Auguftò noftr9 Imperatore ; dappoiché furono trasferite dalla Porta % & Friano in Via di S» Gallo, còme elice V Iscrizione fé*
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/eguente incifa folla lapidai c^mpofìa $à\ G«Ubra Pro*
pofto Gori ; ,. SACRAE VIRGINES tfftAHCISCl ORP, ,;
SVB TVTELA S, ARCHANGELI RAPHAE&JS
B SV1S ANTlCLVIS SED2BVS IH ALIAS PVELLARVM
i S. CATHARINAE TRANSpVCTAE
SEPVLCRO HOC QJO CAREBANT PRECARIO ACCEPTQ
SVB PATROCINIO S» MARIAE MAGOALENAE DE PACTUS
.OSSA SVA TVTA REQVIE IN IO TVMVLANDA
REGIO PERMISSV OBTINVERVNT . ,V ;,
AN. MDCCLIi. v mtHiì'
IV. Nel quarto Tomo alla Chiefa di Sant'Anna-*
fui Prato, accennoflì un* eredità lafciata a quefte Mo- nache dalla Gentildonna Caterina Lotti Moglie di Ber* nardo Minerbetti } per teftamemo , che rogò Ser Raf- faello da Montepulciano 22. Marzo 1596. E nel Mo^ naftero di S, Clemente al Tomo quinto notammo la breve dimora delle medefime Suore colà patiate j dac* che obbligate furono ad abbandonare 1* antico loro Gonvento fuori della Porta della Giuftizia » il quale per effere troppo contiguo alle Mura della Città > $ per cagione della fabbrica di un baftione nuovo fat- to a motivo di guerra » era (tato molto danneggiato « Onde la Repubblica con braccio forte , e da Sovra- na volle j che le Suore fi trasferiflero in S. Clemen- te : come al Tomo I. fi diffe : Da quello Monaftero fofcia ne ufcirono l'anno 1538, ( altri volendo nei ■£5 34*) quando per conceffione del Duca Cofimo I. fu- rono trasferite alla Porta a S. Friano in quefto luo- go > del quale favelliamo , che era uno Spedale det- to di Santa Lucia » fabbricato dal Bigalio, dove dopo l% afifedio di Firenze erano entrate le Monache di S. Anna con quelle condizioni, che riportammo nei To- mo VII. alla lezione XXX. Ma le dette Monache ài -J>. Anna pattate eflendo alla Porta al Prato > co ime- véeiìmi patti vennero ad abitarvi le noftre Monache , Ri il
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il cui ingtèÓCo folcane feguì adì 19* di Novèmbre dt-
detto anno : come appare dal Contratto fatto tra lei Monache , et i Capitani del Bigallo , che rogò Ser Andrea di Fioravante di Ugolino ne* 16. di Novembre di detto anno, in cui come già danziate nel foprallo- dato Monaftèro dì S. Lucia » fecero la reeognizione^ in Dowinum al Magi/Irato del Bigallo padrone diretto di detto Luogo di S. Lucia \ Ve E qui > finite le ripetizioni delle cofe di que-
llo Monàfreró da me dette ne' precedenti libri', pati- ferò alle notizie fin ora inedite : ma le più neceffarie al compimento di quella Iftoria . E però facendomi1 dalla Regola >. che profetano , notare io debbo y che né! loro principio portavano effe l'Abito di Pinzo- chere del Terz'Ordine d'i S, Fraricefco, fotto dei: qua* le affai approfittandoli nella ©(ferva nza » diedera occà- ftone a* loro Prelati di effete aferitte alle Suòre Clau* ftrali ;* in modo che nelle varie vicende furono matì fempre protette dalla Repubblica Fiorentina , e dai Pa- dri Minori Conventuali al pari di ogni altro Mona* ftefò Francefcano. Anzi pare, che fino dalP anno 1527^ fé vera è una memoria e fidente prelfo le noftre Mo- nache , i detti Padri Conventuali chiamati di 5. Ama^ déo , concorretfero dto aifai con donazioni a Suor Gab- brie 1 la di Francesco Strada , a Suor Cherubina d'Al- berto Milanefi , a Suor U-miliana di Franeefco Frati* cèfehi , a Suor Bartolommea di Stefano Ginori, a Suor Francefea di Niccolò1Radda, e a Suor Barbèra d'An- tonio Simoni , a pigliai 1* Abito del Terz'Ordine di Sv Francefc.a, in cui traile molte fi fan u fico quel lai. Suor Terefa Mazzei , che tra r Servi e Serve di Dio col titolo di Venerabili ha poita il' Brocchi nella fuà Opera de* Sanri , e Beati FiorentHii , e di cui un an* tka pittura effendofi confervara fina a'^dì noltri preflb le Monache ; pafsò in Cafa de* Sigg. Mazzti Pàtrizj Fiorentini . Né mancati efìVndo Benefattori, preftò Tinnovarono con maggiori■•■, e magnifiche Fabbriche^ queito Convento j comecché era àstio piccolo , ed art- gufto
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Si ,
gufto Spedale » cui aggiunfero anche un Orto vaftif&V
mo lungo il Fiume Arno , e verfo le mura della Città fino alla Porta a S, Friano . Inoltre da'fonda* menri alzarono una nuova Chiefa fui difegno di Pier Francefeo Silvani , che dedicarono all'Arcangelo Rafc faeìlo-) aiutate da Domenico Comi , e Curzio Belfra- delli intigni' loro Benefattori . Gride con i denari di coftofo , e di alcune ricche Monache» nel. 1673. fi vi- de principiato altresì- un-beli' Aitar Maggiore col di-* fógno del fuddetio Architetto , che 1'adornò di pietra, ferene eor quattro piìaftri Scannellati-, e capitelli CO* rimi intagliati a foglia d* ulivo : dove fono- altresì quattro b^flr rilievi 9 che fono fattura del Cappellii. e la tavola è del Paggi -, che vi rapprefentò 1* AfV cangiolo Raffaello , W quale accenna al piccolo- lob- bia ri raccomandarti; alla Vergine , che tiene Gesù in collo, co i Santi Gio: Batifta » e Antonio da Padova* in atto riverente di baciare un piede al Bambino Ge- sù. La Nunziata a.\Y Altare laterale è- di Michele , e. Ridolfo Grillandaio ; e fopra alla porta nella Via , in mezzo al frontefpiziò vedefi fcolpito in marmo da Ba^*, toìommeo Cènnini in baffo rilievo lodato- molto. Sa & Raffaello con Tobia. VI. E così provvedute ftabilmente fé Mònache , già
da due fecoli fi godevano il bel Convento, e la vaga Ghiefa . Quando volendo il Granduca Gio: Gallone i' erezione dì un Confervatorro pe* poveri Mendici vagabonv di in Firenze, ottenne dal Pontefice Clemente XII'. ai* effetto di mantenimento della g-randr opera-> la fop- pLcflìone di alquanti Luoghi pir, tra'quali* reft© com- prefo il noiko Convento. Onde le Nobili Monache di S. Raffaello impedite in vigor della Bolla Pontifìcia a più veìtir Suore ; E perciò ridotteti a piccol numero, dovettero abbandonare H proprio Monaliero • In itque^ fa adunque degli Ordini ricevuti dal nofrro Monfrgnor Arcivescovo Francefeo Gaetano Ineontri5, con lettera della Sartre Congregazione de* Vefcovi, e Regolari lot- to dì 16, Febbraio ij±$a, come, Delegato- della Santa Sede
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Sede ApoAoiica , furono la..fera de'**; Aptik 174^
trasferite le neitre Religiofe in numero di 5. Velate', a. Converfe > e 3. Fanciulle Secolari ferventi'\ fotto il governo , e obbedienza ài Suor Maria Cofìanza Mazzoni de'Conti d' Urbech loro Abbadetfa, al nuo- vo Monaftero, coli' intervento di Monfig. Giulio del Riccio Vicario Generale , che congegnatele a nove prin- cipali Dame Fiorentine a tale effetto invitate § furo- no in diverfe carrozze , fcottate dalla guardia de* Gra- natici dì $*, M. I, condotte alla Metropolitana Fioren- tina j ove fcoperte.io.ro , furono da effe adorate le^ Reliquie del Corpo di S. Zanobi « Quindi portateli alla Chiefa della SS. Annunziata , jfe loro fcoperta la Venerabile Immagine . Dopo di ^chje cc^i tutto deco- jg> ) e fjlenzio entrarono nel nuovo Convento, che provaronoapparecchiato con tutti iine^lTarj comodi, e proprietà adeguate alla loro nafeita y e -carattere dal- la provida vigilanza , ed amore de'S/gg. Deputati del- ia Congregazione di Bonifazio . Di tale ingreifo , e daufura ivi patta fi rogò Domenico Borghigiani Can- «jeHiere Arcivefcovile. Quefto nuovo Monartero fu con Sion piccola fpefa de'fopraddetti Signori rifatto fui vecchio Monartero delle Fanciulle di ;S. Caterina, o fia dello Spedale Broccardi , di cui già favellai nel Tomo V. Fu per altro così ben dìfpofta la fabbrica s che \ le noftre Suore hanno V ufo della Chiefa del già deftrut- to , e profanato Mjonaiìero di S. Luca , ed altresì quel- io della Chiefa idi Bonifazio-» e poflbno anco avere jameni paffeggi per gLi Orti , e campi del fapraddettp Spedale, oltre molte altre grazie meritamente fiate lo* ro concedute in premio quafi di tante loro vicende avvenute per cagione ultimamente della Bolla di Cle- mente XII. che è in data Rom* apud San&am Marianu Maioreyn anno Imarn, Dominica 1734. ìdibus Maii font* Anno IV. la quale incomincia : Vni*ysrja Ec<hjia frocu* rationem Mobi? a Dep fommendatatn gerentes ; della qua- le per efler voluminofa , ne farò qui un fommarip degli articoli più fingolan . Som»
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Sommario dell* .Bolli ìi TafìChmììnte «fc fiorìntinoX
té II Pontefice volenda provvedere ai Poveri tir Ffren*
ze fua Patria, e conofcendo quanto giovi per impedire gli fcandali » che nafcono, di lafciar vagar per le ftra- de i Mendici dell' uno > e dell' altro feCo ,. commenda il penfìero > e la follecifudine del Granduca Gio: Ga- vone della erezione dì un Confervatorio , o Albergo da chiudervi i Povera. ; -; \i^'0 "" > 2v Intende adunque S. Santità di erigere colla pre*
fente Bolla détto Confervàtorio fotto Si- invocazione di SvGio* Batiiìa , dove fieno i Poveri raechiufi , alimen- tati , ed Mimiti nelle arti più convenienti al loro feffo» eia , e capacità * -. ■ • . -e gt. E volendo provvedere di comode entrate il det-
to Confervatorio }j fopprimé lo Spedale di Bonifazio* e quattro Monafteri di Firenze ; cioè Sv Brigida det- to il Paradifo , il Monaftero del Ceppo detto dj S. Mi- niato* , quello di Santa Caterina , e 1' Arcangelo Raf- faello > unendo le entrate ,/ Cale , e Qhicfe de i fuddet- ti Luoghi piegai mantenimento de* medefimi Poveri de? fìinate « uh $1 ■: i ■■ •• ro*riìì *. tri m t .*• \q\H 4*. Vuole, che col confenfb dei Granduca fi eleggami
dodici Deputati al governo del Confervatorio > tre de i quali fieno Perfone Ecclefiaftiche , e nove Secolari , ai quali dodici concede autorità di fare Statuti , Leggi: Ì e Riforme in bene di detto Gonfervatoirio • ' 5. Comanda* che gli obblighiìdi-Mcfle , e. di Fede $
che erano ne i Conventi > e Cafe foppretfe ,spafiim> al Confervàtorio , e fi adempiane fedelmente dai Deputati* £. Libera il nuovo Confervàtorio- dai Quindennj,
e dalle annate Camerali , e deroga ac qualunque 4i($0* fizione antecedente a quurla Bolla »; proibendo a qualun^ que Perfona di opporfi alle, fuddette grazie, raccoman- dando all'Arcivefcovo di Firenze Monfignori Giufeppe Maria Martelli, ed a i fuoi Succeffori 1* oflervanza per Tempre dì detta Bolla, con dar lora facoltà, fé voglio- no , di intervenire alle particolari Congregazioni de i Deputali,., LE* |
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t E Z I G N E XV.
della madonna del cantone.'
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O mi credo in obbligo di fare il pre-
fente ragionamento per un'avanzo di parete dipinra , che è là , dove dalla Porrà a S. Friano finiscono nell* Ar- no le Mura delia Città : veggendo- vifi una Pietà fatta a frefco dal Gril- landaio , dalla" quale effìgie quel luo- go chiamafi la Madonna del Cantone: E quanto alla maggior parte de i Fiorentini giugnerà nuovo cibi che fé ne dirà : altrettanto farà gradevole ; avvegna- ché fi verrà in cognizione d' un luogo antico e fa- mofiflimo 3 ftato prima un Convento di Suore : pofcia Abbazia di Monaci ; e finalmente una Commenda dell' Illultre Ordine di S. Stefano : come ce lo dichiara un Ifcrizione in lapida allato alla fuddetta Immagine , comporta dal celebre Proporlo Gori • E perchè il fo- prallodato Autore , fecondo lo ftile laudevole di feri* vere Ifcrizioni, detto lo ftile lapidario, in cui egli avea pochi pari , ed un folo allievo ne fece, che è il vi- vente Sig. Canonico GiulianelH -9 che molte fimiglianti InTcrizioni ha pur elfo con lode pubblicate ,- e per- chè , dilli j il Gori accenna compendiofamente in det- ta lapida i pregj di quefto luogo , io ne farò un co- ncento ; o Avvero daronne le fpiegazioni opportune » le quali per vero dire faranno tutta la Storia della Madonna dei Cantone. L* Ifcrizione dunque dice , co- me appiedo ; • |
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D. O. M.
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B, 0. M. ^ UARIAE VIRG1NTS DEIPARAE IMAGIKEM
EGREGIO OPERE P1CTAM EDlTIS PROD1GIIS CLARAM VENERARE V1ATOR. ANT1QVVM ORATORIVM. HIC CONDITVM ABBATIAE S. GViLLÉLMI E1VSQVE ORDINE . IN GROSSETANA DIOECESI ÀNTEA ADS1GNATVM POSTEA AN. CI3IDXLVI, NOBIUS51MAE CONCINI AE BAMIEIAE EQVESTRIBVS ORDINIS D. STEPHÀNI ,j ;» INS1GNIBVS ORNATAE PERFETVO CQMMENDATVM NE PRAVIS HOMINVM CONVENTIBVS ET CREBRIS AQVARVM H7EME INRVENTIVM ADLVV10NIBVS PATERETiti SERENIS5IMVS EIVSDEM EQVESTR1S., ' u * ORDINIS MAGNVS MAGISTER DIRVI EIVSQVE &m MVNERA , IT ONERA IN PROXIMAM PAROEC1AM ? OS, MA4UAE IN VIRIDARHS TRANSBERRI MANDAVIT^ : ^ ÌOANNES EQVES GIRALDVS ALEXANDRI SEN. FIU PATRICIVS ELORENTINVS , MARIAE CONCINIAE
GIKALDIAE HERES AD ALTARE E1VSD. ECCLESIAI D. ANTONIO PATAVINO SACRVM SVIS 1MPENSIS ADQVISITVM . AVCTIS DIVINI CVLTVS ET PIETATIS OEFICUS SiTATVlT I r DEDICAVITQyi AN. CIDlOCci^III. IT. La prima adunque otTervazione fia fopra i Mi-
racoli operati dalla Sacra Immagine qui rapprefenrante Maria Addolorata , e tenente fulle ginocchia Crifto morto , con intorno pendenti alquanti Voti » e per» ciò nell' Ifcrizione appellata editti Frodigli? claram , do» vendofi a queflo propofito notare , che quefto Orato» rio fino a* noftri giorei ferviva di divota radunanza., a certi Uomini di Firenze , condimenti una Compa- gnia intitolata Santa Rofa-: i quali Fratelli aveano al- cune Stanze contigue alla -Chietina ^ addimandate altre- sì in grazia loro il Cantone di S. Rofa . Ma obbligati ad ufcirne •> fi perderono i libri, dove erano registra- te le grazie miracolofe fatte dalla predetta Immagine, che credere mi giova eiTere. ftaife rifcomrate dall' Au- li Tom, IX» S tore |
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tòre dell* Ifcrizione , E forfè prirrja ancora della fon-
dazione della Compagnia di S. Rofa eranvi memorie d* altri Miracoli , fparite allorachè i Monaci Gugliei- miti abbandonarono queir/ Oratorio nel 15^4. ceduto alla Heligione di S. Stefano . Uf, Viene ora la feconda ofTervazione /opra le pa-
role : Antiquum Oratarium bic conditum : e che fi chia- mi con ragione antiquum , provafi da parecchi leni- menti éfiftenti predo le Nobili Monache di S* Piero in Monticelli . Dalle quali carré autentiche appare » che eerte Suore in Val di Pefa nel Popolo di S. Lio- nardo , chiamate Montales B. Virginis , é* $• Barna* he a Turri > con licenza dell* Ordinario pafTarono a Firenze nel 1313. in alcune Cafe , che riduflero a Monaftero vicino ali* Arno fui terreno di Gherardo Cambaffi , che appunto corrifponde a quello fpazio > che inoggi trova fi dalla Porta a S. Friano fino al Fiu- me : Il primo de* predetti Contratti contiene una do- nazione dì Cafa j che fa a detie Suore di Val di Pefa Gherardo colla condizione e patto, che e (Te ne faccia- no un Convento , e rogò Ser Bonacofa Compagni adì 15. Decenibre del 1313. flccome per rogito del mede- fimo fonovi due altri Strumenti ; cioè di una Cafa » che donò alle rtefife Monache Donna Lippa Uxor ditli Ghèrardi ; ed altra » che vende il fudderto Gherardo Moni a li bus $. Barnabe a Tur ri in pop. S. Marie in Ver- gala , leggendovi/! in tutti i tre Contratti fuddettì 1 chiamato a confini , a 1. Via publica , a 2» Fornaci? * 3. Flumen Arni » da i quali termini chiaramente ap- parifce , che il luogo del noltro Orator/o era parte,» del loro Monaftero , che vennero ad abitare le fuddet* te Suore colla licenza del Vefcovo Fiorentino Antonio d* Orfo fottofcritta da Metter Bartolommeo Parifio Ca- nonico di Ferrara , Piovano di S. Piero a Vallia in Mu- gello , e Vicario Generale 1^14. 21» Gennaio* E con- vien dire , che nell' ultimo recinto di Firenze noiL* terminato prima della metà del fecolo XiV. queflo Oratorio patilTe qualche vicenda dalle nuove Mura del- la |
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Ja Città fatte dalla Porta a S. Friano fino al Fiume.
Ma di quefte Suore parleremo a lungo nella Storifu di S. Piero in Monticelli , dove effe pattarono, ce- dendo per un baratto il Convento loro a" Monaci Gu- glielmiti , de' quali parla la lapida* IV. E farà la noftra terza offervazione ; Abbatiae
Sanili Guillelmi eiufque Ordini in Grojfetana Dioetefi foflea adjìgnatum ; che a ben dichiararfi fa d* uopo » che paffiamo col ragionamento a non pochi luoghi , Terre, e Città dei Ducato di Siena , dove nell* antico fiorirono i Guglielmiti . Riconofcono quelli 1* origine loro nella Diocefi di Groffeto da un luogo non molto lontano da Caftiglione della Pefcaia detto di MaJavat- le > ed in latino Stabuhm Rhodis. Colà S. Guglielmo fi riparò nel 1155. o in quel torno a menare gl'ul- timi fanti anni di fu a vita » che pure in elfo luogo Tantamente terminò nel 1157. E quefto Santo ricono» feiuto eflendo per Fondatore de* fuddetti Monaci, fu perciò tal Convento tenuto fempre per capo dell* Or- dine . Onde folevano gli Abati Generali farvi il fuo foggiorno ordinario, e molti erano i Monafterj dona- ti » o fondati a si venerabile Religione , che tutti an- novera Girolamo Gigli nel fuo Diario alla Parte 2. pag. 690. e tra eflì leggefi la celebre. Abbazia di S. Antimo fondata da Carlo Magno a'Benedettini s paf- fata pofeia a'Guglielmiti nel 1302. per Bolla dì Bo- nifazio Vili, con tutte le Caftella , Terre , e Luoghi che erano di iurifdizione dell' Abate .Né disdice qui una graziofa notizia fopra i tributi , e cenfi , che nel dì 11, di Maggio fefta di S. Antimo ricevevano gli A- bati da* loro VaflTalli , tra i quali tributi, giuria il fud- detto Gigli Parte I. pag. 153. uno ne avea , che ìil* ridicola forma mandava»* da un Caftello : un Uccelli- no cioè legato fopra due ftanghe fu Muli : ed altro..» che prefentavafi da una Chiefa > era un facco di piatti di terra , e dicea il Vaflallo , io fono il tributo di temo Piatti y e rifpondendo il Ricevitore : cento Piatti q#*fti non fino j replicava il Mandato ; fi non fino t fi b 2 fa»
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farawa , gettando; il facio én ter/ft ji fe facendofle mille
pezzi . ......i-ft : ' .>:■.-:.•* s , ; ■»,; L.yp ;;> jsV.'
V. Ma ritornando a* Guglielmiti , feguitarona eflì
fi godere sì nobile Abbazia fino al 14^2. nel qual an- no quefta retto ammenfaca al Vefcovo di Monte Alci* 13» da Pio II. con Bolla, che incomincia ; Pro excel- lenti frae eminenti a Sedit Apo fi olite\ &c. duttim Pientiae id. Augufli anno Pontif.* IV* E poiché .uno de' Moria- iterj {oggetti all'Abate ■ di S. Antimo ,. era là Chiefa Parrocchiale di S« Piero a Monticelli di Firenze., no- minata efpre(fornente nel Diploma di Enrico III* preiìo all' UgheJJi tomo !.. pag. 990. anche in queiìo luogo entrarono i Guglielmiti in circa ai 1302,amminiitrari- do con zelo la cura delil'Anime fino al i|4|* nel qual tempo feguì colle Monache di S. Barnaba a Tórri il fopraccennato barattò con alquante condizioni ; maf» fìmamente nelle Suore di vivere fono 1* ubbidienza.» dell'Abate di S. Antimo, che, rogò a* 5.. di Maggia di dett* anno Ser Piero di Bianco da Strada , ed ecco come refta illuiìrata la lapida in quelle parole ; Jèè&t tias S. Gmllelmi. eiuff. Ordini in Gròjfetano, Bioece-fi fofi» e a adjtgnatumi. . > r ,\ VI. Seguita/! a leggere nel!\Ifcrizfone così : Poftw
anno cididxlfi, Nobiliffimae Cominiae Familiae Equeftrim bus Ordinis &\ Stepbcmi injtgnibus ornata* perpetuo cpw rnendatum : Vale a dive quetìo Oratorio divenne colle Aie entrate una Commenda ài S* Stefano in .perpetuo sdegnata da Pio IV. alia Famiglia de'Concini Fioren- tina . La Commenda però non era {blamente i/lituiu fopra i beni pertinenti a' Guglielmiti di Firenze ; ma vi furono incorporate le rendite del Monastero di Ca« tìiglione della. Peicaia una volta pure de* Monaci» Quindi i Concini , perchè non reftalle deiolato queli* antico, e primario Monarterò di S. ^Guglielmo , vi man- darono colà gli Agostiniani Scalzi ; affegnando loro abbondantemente entrate pe* loro bifogni . Ma per i* eitinzione della NobiJ Famiglia de* Concini terminata, itì un Marèfciallo di Francia, pafsò la Commendane* |
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Gfraldr ^per un^; Ma ria Condili entrata la Caf| loro],
che tarÌTÒ fi deve intendere fn quelle parole i'Ioanher Eques Giraldus , Alexandri Senatori; Eiliut Tatricius Fior. Mariae Concimele "tjfraìdiife Ber et . VII. Renaci ora a render, più chiara, 1* ultima vi-
cenda di quello Oratorio' j qUal fu r* etferfì diroccate le llanzè delia Compagnia * tolto via l'Oratorio, é> T Altare, rimafoci folo un Portico chiufo per rifpetto alla fopradeferitta Immagine ; eflendo flati trasferiti gì' obblighi di IvklT-é ndia Chtefa-dì; $rJMaria ir» Vejr* jjaia all'Altare di S* Antonio da Padova : come fi diife nella Lezione èi detta Gtuefas, che tutto con lode del Jfropofto Gori è accennato nella lapida > leggendovi»! anche la cagione di: quefl* ultima vicenda efprelTa cèsi: Xslévarami homìnum: conmentihus -y, et crebri? -AquaruftL* byeme irrnentium adlunjionihus fateret . E nel 1^45. dal- la Curia Archiepiicopaìe coi cdrifenfo del «Granduca Gran Maeftro dell* Ordine di S. Stefano , prefente il Vicario Generale Monfignor Giulio del- Rrecio Cano- nico Fiorentino %\.iegul la profanazioni dell'. Oratorio indicata pure dalla commendata Ifcrizione > come fegue ; Seveniflìmu? eiufdem Equefirir Ordini s Magnus, Magifte* dhm 5 eiufq&e mamKÌt >& opera in praxima»? Paroe£Ìaifc; £b Maria? in firidarii? transfer ri mandami • ■ Ed tee» in tal guifa terminato il mio comento fopra la lludia,? tifiìma lapida : maggiori però notizie di queir*Oratorio darò 'nel Tomo delle Ghiefe Suburbaae al Moiiafterò 41' S. Piero a Motìticelli* '■*;& :, #; M ) ira |
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L È 2 I O *T E XVI.
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DELLE MENDICANTI*
Rima di far parola dello fiato prefen-
te i e felici/Emo della Gafa pia det~ ta delle Mendicanti , così vantaggio, fa alla Città di Firenze , mi è parfo cofa indifpenfabile il porre una Le- zione riguardante le antiche condi- zioni di quello Luogo , già dal prin- cipiare del fecolo XII. affai famofo ; e condonerà il Leggitore qualche minuzia , che qui fia , in grazia.. di chi fa ftudio delle vetufte memorie delle Ghiefe_» Fiorentine : Effendomi piaciuto di valermi non folo di mólti Archivj ; ma ancora de* pregevoli lumi , di cui abbondano le Storie di valenti Cromiti Camaldolenfì, come di D. Agoftino Fortunio, di D. Tommafo Mini, di D. Silvano Razzi , e maffimamente de* due moder- ni eruditi Scrittori degl' Annali della medefima Reli- gione i Padri Coftadoni , e Mittarelli . : II. Era adunque nel fecolo XI. in quello luogo
una Chiefa , che fi chiamava S,iSalvadore appiè dì Monte per eflere fiata fabbricata fotto una Collinetta vicina a Firenze dalla banda ài mezzodì , la quale nel noi. fu donata dal Comune di Firenze al B. Ridolfo allora Priore Generale del Sacro Eremo di Camaldoli ; acciocché vi fi introducefìfero Frati dell' Ordine , e della difciplina di S. Romualdo , che fio. li va in que' tempi in fama grande di perfezione Mo«* naftica : Trovali quella donazione confermata nel noj, da Papa Pafquale IL per un fuo Breve enunciato d*u Dòn Tommafo Mini lib. 3, e. 4. dato in Roma antia ■ VI. |
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Vi: Vontìficàtns ; e Don Silvanq Razzi altresì lo anno-
vera tra i Monafterj di Camaldoli efpreffamente no- minati nel Privilegio , che fece all' Ordine Camaldo- lenfe Papa Aletfandro IV. per altro Breve dell' anno 1258. datum Anagnie anno 2, Vontìficatus Dsmitti Do~ mini Alexandri Vap IV* E ritornandofì al B. Ridolfo indefeflb Generale , o fi voglia nel condurre i fuoi Re- ligiofi al grado d'ogni pitì eminente fantità ; o nel dilatare il mirabile iftituto nella Tofcana ; mandò egli a Firenze alquanti fuoi Monaci) che vi trovarono da parecchi Nobili Fiorentini eretto un Cònventino , che pofcia aecrefciuto di magnifiche Fabbriche » tenne luo- go fra i primi Monafterj . Ed in quai venerazione fof- fero preffo tutti que' primi Religiofi , mi fi conceda » che lo dichiari con le parole autorevoli dì Stefano Roffelii % che nel fuo Sepoituario ne fcriffe come ap- preffo» Con le loro buone opere , e col buono efein? », pio fecero in progreflfo di tempo tale avanzamento.» f) che s* impadronirono della maggior parte di quella » Contrada) che è fra la Porta di S, Friano» e quel- », la di S. Piero in Gattolino , alla quale diedero il ,) nome di Camaldoli „ detto così per teftimonianza del dottiamo Sig. Lami , qua fi Campus Malduìi » che 3) ancora inoggi fi conferva» „ E fovente io trovo nel- le Scritture alquanto antiche, una Porta > che appelv kvafi di Camaldoli , che fu poi rimurata pe* timori di guerre concepiti dalla Repubblica . Giovanni Villani lib. f, cap. 257. chiamala Poftierla con torre alla Chiefa di Camaldoli , la quale con tutto il Convento reftò comprefa in Città dal terzo Cerchio di Mura. III. Or per riferire alcuni de i tanti benefizj dU moftranti il gran concetto de i Fiorentini vecfo que- lli Monaci» noterò qui primieramente i privilegi del- la Repubblica fatti al Sacro Eremo Capo dell* Ordine, rnoffa a favorirlo in confiderazione del Convento , che ella aveva tra le Mura ; e come appare alle Riforma- gioni . Le fingolari grazie furono le licenze date in_, var) tempi d* aprire Cafe Religiqfe in Firenze , sì per Mo-
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Monaci, che per Suore dell* Mituta Camaldolenfe :
-come il Monaftero degli Angeli; quello di fSi Bene- detto fuòri,.della Borra a Pinti : la Badia di* &Feli- ci; in Piazza . iPer Donne poi i Conventi di S. Aga* ta > di S. Appollonia 9 di S. Luca > di Boidrone , e di San Piero di Luco nel Mugello : acquici fatti dal- ia Religione» mercè i fantiflimi efempli , che fi am- mirava noinwùti Monaci di San Salvador*--? da' quali jtolieó we-; derivarono le conceilìoni ampliflìme de* Ve* icovi Fiorentini ; tra r quali Rinierrv giufta il Raz- zi a carte $6. prefe la protezione de* loro beni , facendoli liberi , et -eie n.ri da tutte le forte di decime, t> di altre gravezze , le quali al Vèfcovado fuo ap- partenevano *i o pote$ero per V avvenire appartenere. Moltiffimi ancora furono i legati pii > che loto lafcia* vano le private Famiglie fino a porre il Convento iti uno flato da jfuftentare quaranta , e cinquanta Reiigio- ù . Né pollo tacere di tanti lafciti, uno efifteriite nell' Archivio degli Angeli , che è di Mona Chiara itata.» moglie di Ruota Parigi dei Popolo di S. Lorenzo, la quale fieli' anno 1304. non folo offerì al P. Priore di S. Salvadore due fuoi .Nipoti , che ne vetfirono T Abi- to,* ma inoltre donò al Monastero tutti i fuoi beni per pubblico contratto . AElum in Bcclejta S. Saldatori* Ord. Camaid. de fiorenti a 1304. Ego . . .i .« :. IV. E poiché fin ora da me in generale fi è èu
Inoftrato il gran merito de" Padri , viiTuti in S. Sai. vadore , ragion vuole , che non ù tacciano i nomi di due Beati , che quivi morirono con acclamazioni di Santi: il primo de*quali fu il Beato Martino terzo di quello nome , e Prior Generale di Camaldoli per un- dici anni , la cui morte vien defcritta da Don Silvano Razzi alla pag. 70. con maravigliofe cìrcoftanze di infermi curati al tatto di quel faero Corpo ì ed ali' odore fuaviflìmo di rofe , che empiè la Chiefa , i Chio- ft-ri j ed il Monaftero in maniera, che Uomini, e Don- ne di tutta Firenze corfero a Camaldoli a godervi una prodigiosa Primavera > guafi che la Chiefa foffe ya* |
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J145
giardino di rofeH Morì quello Beato cosi chiamato
da Paolo luftiniano , nel proemio delle Coftituzioni Eremìtiche , nel dì 13. di Settembre del 1259. ed il facro fuo Corpo in un Sepolcro di macigno fu ri pò* ito nel Glauftro del detto Camaldoli. La vita di que- llo Beato di frefeo « ufeita alle ftampe nel fecondo Tomo del Brocchi , dove fono notabili le feguenti pa- role „ Avendo egli ( Beato Martino) per molto rem» ,, pò abitato nel!* antico Monaftero ài S. Salvador^ 1, di quefta Città, ove finì i fuoi giorni , e dove fu* $; rono le fue Sacre Offa per più fecoli venerate; ,, cioè fino a che non fi perde affarto la memoria del ,v luogo in occasione , che fu ditìrutto il Monaftero 39 Il fecondo è il tanto celebre B. Ambrogio , dei qua- le ho io a lungo ragionato nella Storia del Mona- Itero degli Angeli » dove fi diffe effer morto in San Salvàdore dì Camaldoli di Firenze nel 1439. adì 21. d* Ottobre , e trasferito il fuo Corpo al Sacro Ere- mo : Siccome d* affai più di me, per rapporto al me- rito Letterario d* uomo sì grande, ne ha parlato nella Prefazione , e Vita* premefla alla Fiorentina Edizione delle di lui Lettere T Erudito Sig. Ab. Lorenzo Mehus. V. Ma colla morte di queftMlluftre Generale par-
ve % che cominciafféro a declinare dal felice flato le cofe del Monaftero per tanti titoli ragguardevole .Quel Bafilio Abate perpetuo di San Felice di Firenze , e Vicario difpotico di Camaldoli ,, può vederfi nella- Storia Eremitica quanta cagione ne deffe , Inoltre^ la Sede Romana iìata in que* tempi travagliatiffima da guerre , e dagli Scifmi , trovavafi per confeguen- te fpogliata di quelle Ecclefiafticbe entrate, neceffa- rie al mantenimento decorofo de' MiniAri del San- tuario . Onde fi vide con più frequenza coftretta- a ridurre in Commenda i Monafterj più ricchi . Lo che avvenne al noftro Monaftero, come appare nei 1460. fatto Commendatore di S. Salvàdore di Camal- doli in Firenze Berardo Hirulo da Marni promoffo da Pio li. al Cardinalato in dett* anno . Era quelli da- Tom. IX, T pri.
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privato povero di beni éi £ortu$* > coh chi era ia«
forte oftacolo alla fua promozione , e però Papa Pia volendolo efficacemente Cardinale, gii diede in Com«» menda i beni del Convento» che dopo 7. anni U zelante Cardinale rinunziò a* Monaci Camaldolenfi , itants T ay- -verfione dei medesimo .sdì* ambizione di arriechirfi cpl? le Commende , the tant© notò il Ciacconio ., fcrinfi- do di quefto Cardinale alla Pag, |2q§. cq&) : f#gt'r g$&f Be&efiziorum , *&* CommenJatiofitm % wt nf^mm thefau- +i%a*vit u Se poi fi a©velie a fpogliarìfone per altro motivo accennato da Don Tommafo Mimi , io mi cliT fpenfo dall' efaminarilo. ■: con tentandomi «del predetto documento dei Ciac conto . Credo bene al fuddetto Mi- ni , che vuole etìere fiata fatta la fuddewa rinunziaL* in favore del Monaitero di S. Benedetto di Firenze , '<w reftò unito il Monaitero di S. Salvatore ♦ X/uao e 1' altro però dopo pochi anni furono sì maltrattati da altre vicende , che da ameiidue ne uscirono i Mot naci per non più tornarvi ; avvegnaché atterrato *Of 'talmente reftafe nel 1529, il primo, ed, il ieeonclo involto folle da gravi calamità > e da ina/pettate innoF nazioni di Firenze , le quali mi porgeranno conveniejij. te occafione di toccare alcuna cofa dei pregj antichi della Chiefa , e del Convento di S. Salvadore aliai -commendati innanzi di fue rovine, che racconteremo biella feconda Lezione. > - VI. Frattanto per concepire una qualche idea del-
4a magnificenza di tale Ediflzio, m mancanza di me- morie iitoriche , non mi fovviene altro partito * ohe di riferire alcuni ricordi circa gì' Artefici , che ivi o- «perarono , lodati dal Vafari , e dal Baldinucci , e di oiTeivaTe ancora alcuni avanzi, che vi fi veggono pur oggi, da* quali fi può indicare con fondamento, qual foffe la magnificenza , e grandezza delle Fabbriche, ivi fatte da i Monaci , e poi demolite. E pe*ò facendo- mi dalle Reliquie rimare del Convento , dir fi vuole, che pochiflìmo polliamo ravvifarne , imperciocché elet- to dal Granduca Ferdinando II. Giulio Parigi per ri. dune
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dflr'fe quello Móifaftero ad uno Spedale * o fivvero ad
una Cafa di refugfò a' poi/iti , difegno «gli fante». Logge , Chioftri , Officia a ttfrf*nar.,-ed in alto Dor~: mentórj , k> Stanzini fét ì inveii di Latta , e di Se<- ta , che altro fton fi può arguite dei metri», Te non che ftupendà era 1* ampiézza del teff ino già occupato da'Monaci. Venendo poi alla Cui tfo per darne giù* dizio ó di Tua grandezza , o^ di fua bellezza reftano da diTèrvàrfi i pilaftri 9 £ pam delie fareii laterali:» che vanno aia! in alto % Souovi alcuni Archi ancora con Mettete Ruffiane v volte tonde * sfondi di Cappe!?- le dipinte , ma -'ridótti a Magazzini : tutti per vero dire evidenti contraffegni di un Edilizio facro una vol- ta, è magnifico ; fcorgendofene àncora ia 'vailirà dal!1 «(feria prefente Ghiefa incorporata nell'antica, che» occupava anche lo Stanzone dietro all' Aitar Maggio- re ; ed inoltre un Corridore colf andito , che iervejt alle Confezioni, ed un altro Stanzone ; e per ultimo due Grottoni, ne'quali fi veggono Croci dipinte alle niU* fraglie facilmente collocatevi per la Sacra , Eranvi per fine opere di lodati Pittori ; cioè alcune di Don Low renzo Monaco , delle odiali fcn'Ve Filippo Baldinucci così „ Nella Ghiefa de1 & orniti di Camaldol* , -.che» „ nella fioftrà Città di Firenze era in quella parte di „ là d* Amo , che dalla Ghiefa poi diffrutta col Mo- „ na#ero , chiama fi Camaldoli, tìipinfe ( D. Lorenzo) V, un Crocififfb fopra à tavola, ed un S, Giovanni ; ,i Y una i e l'altra delle quali opere in quel fecolo f? riportò il fommo della lode,, Altra ne deferive Gior- gio Vafari nella vita di Giovanni Antonio Sogiiani co- me appretto „ Fece poi per Madonna Alfonfrna moglie ,, di Piero de* Medici una tavola, che fu pofta per ,7 voto fopra V Altare della Cappella de' Martiri nel- „ la Chiefa di Camaldoli di Firenze, nella qual ta* ,, vola fece S. 'Arcadie Cfociiiiìb , ed altri Martiri con „ le Croci in braccio , « due Figure mezze coperte di ;, panni , ed il redo nudo , e ginocchioni con le Cro- tì ci in terrai e in aria fono alcuni Puttini con pai- T 2 „ me
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,j me in mano . La qual tàvola , che fu fatta conJ
„ molta diligenza! e condotta con buon giudizio nel „ colorito , e nelle tefte , che fono vivaci molto , fu „ pofta in detta Chiefa di Camaldoli. Ma eflendo quel „ Monafterio per 1* afledio di Firenze tolto a que* Pa- ,, dri Romiti , che fantameme in quella Chiefa cele- }, bravano i Divini Ufizi > fu la detta tavola per or- ,) dine del Duca Cpfimo porta in S. Lorenzo ad una s, delle Cappelle della Famiglia de'Medici, come quel- j, la che fi può mettere fra le migliori cofe che fa- >*, cefie il Sogliani , 9Ì Come ho notato nel Tomo V. a pagina %%, Eravi finalmente un: San Girolamo molto bello > che fu tentalo . più voice, di trasferir- lo altrove; ma effendo dipinto a frefco fui Muro reilò fino a , tanto che dall* umido fcaifitto cadde ìtl> terra. Né mancavano altre dipinture «agi* Altari » o baffi rilievi per il pavimento , e altre memorie di la- pide , delle quali non fi vedendo ora più veftigio al- cuno ? ci toglie occasione di profeguire a difeorrere . Lo ehe per altro avrei fatto volentieri ; effendochè quello così illullre Ordine de* Camaldolenfi ben fé lo meriti; dicendo con tutta ragione nel principio delia fua Storia Romualdina il P. Luca Catalani Eremita Spagnuolo, flampata nei 15S7. In Eremo Rubenfi', e inoltratami , qual raro libretto , dal Sig. Canonico Giulianelli. Cum nul- la s Religtoforum hominnm temporibus nofiris genere nsim tde ttufterior, <yel (quod omnium -pace dtxerim) frofejfio- ne excel fior Or do intra Ecclejiac' Santlae fines iu<venia~ tur y quam parlala yariter , atque -paugerrima haec Heremitarum S* Romualdi Società* Ordìnis Camalduhn» |
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LE.
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XVII.
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LEZI O N E
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J> E L LA CHI E S A
DELLE MENDICANTI II.
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AI paffete ragionamento i chi non ri-
trae per mio avvilo quella grande verità : efifere un gran male V inflà- bilità d' un Popolo una volta porta- to tutto a difpenfar lodi e favori; e pofeia precipitevolmente portato $ biafimi j e diftruzioni : come abbia* mo offervato nel cafo di S, Salvadore di Camaldoli > verfo cui già furono i Fiorentini per 4. fecòli amo- rofiflìmi ; e poi crudelmente frettololì a demolirlo fen- za riguardo a Venerabili Monaci ? Nella prefente pe- rò Lezione vedremo il medefimo luogo non più in or- rido afpetto ; ma ritornato in iftato felice , e cele- brarfene il nome in più maniere . Conciòfliachè nel nafeere del Principato de* Medici, fu quello Conven« to giudicato opportuno , e conforme alle pie > e gran- diofe idee di que'Principi : come andremo dimortrani do . E fé varj cangiamenti s* incontreranno , facil cofa farà il ravvifarne i motivi : óra delia grande eftima- zione > che ebbero i Medici delle Nobili Vergini Ciau- ftrali > ed ora della più fina carità de i medelìmi , verfo de* poveri. II. E per camminare con qualche ordine , richia-
merò in primo luogo alla memoria le tante fiate in queir iftoria rammentate miferiey cagionate dall' ulti- mo afifedio di Firenze , che fpogliò de' Conventi i Re- ligiolì di varj Ordini ; ed obbligò andar raminghe tan* te Sacre Vergini ; fpettacolo per vero dire sì lacri- mevole, |
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mevòle 1 che rifveglfo iif ClenleMe VlL jbel Buca A-
JeiTaridrò , ed in Cofimo L fentimemi di tenera com- paffione, e penfien di fpjìecirp provvedimento a fimili calamità , Quindi ufcitl e fleti dò i Camaldolenfi dal Con verno dLS. Sai vadore , il Duca Aleflandro fi ri- folvè di trasferirvi le Monache Cavaiiereffe di Malta > fuggite dal loro Monaftero di S. Giovannino ; perchè troppo lotto la «Porta di S. Vieto iti Gattolino , rifer- raodole nel Convento di ìjàrrialdoli alquanto riordi- nato Tulle fue rovine .« E quivi tornate Je Nobili Suò- re > à proprie fpefe fi fecero un Mónartcro non di- fpiegevole , Onde di lì in poi ito in dirfienticanzìu preflò del Popolo il titolo antico di S. Salvadore , fi principiò1 ad appellare il Monalleró di S. Giovannino fìnO al tjjp. nel -quaì anno, e forfè anche prima, in cornai rie faro avendo il $>tfca Cofeo ad ordinare al- cune fort^iìcaz'ioni da qliellà banana per timori di guer- rei ; é dovuteti terifàpienare all' altezza de i Baluardi > reftò fbtterrata patre del Mònafterò : veggertdofi an- che di' preferite 1* albata del ter-reno fuperiore affai al piano del Convento'. Per la qùal cofa le Monache prive dell' aria aperta -., e mitìacciaw da qUeili appa» recchi Militari , di iludve feiagufe , furono dal detto fatica trasferite a S. Pier dà Murrorié in Via di S* Gallò) coinè abbiamo detto nel Tomo VlL 111. Dopo la partenza delle Monache di Camàldoi
li , nòtt ho notizia , «he quello luogo ila flato abi- tato da akre Religione |i bensì trovo > che riguardate da' Fiorentini} come Caia abbandonata , reitò per non pòchi ,à*ini ad ufo di pùbblici "Magazzini , fcrivendd- ne Stefatìò Kòflelli, come appreifo ' i9 Mi ricordo > ef- „ fendo io ancora giovanetto ., che <juefta Chiefa di fi CaiAaldoli aiTai grande, e alta di tetto > fervivà per ,s Arrenale, e per ricettò, dove in tutto ì* anno fi ,, cuftodiva il Carro de# Pazzi , che fi abbruciava iì j) Sabato Santo ; te quello eziandio della Zecca , e al- j, tri , che andavano in pricifTìorie per la fella di S. ,> Giovanni j E perciò quella Chiefa , * Convento ac- ,, quiftò
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j; quift& preffo «lei Popolo 8 acme di Sa» Gioitmnt
„ 4ellf C$rra y avendo fejrvjjto a fai ufo fino- al ió%m ^Inforno al qual anno fu quello luogo ridotto ad „ «io dì Spedale de* Poveri Mendicanti > lòtto- il qual ,, tìtolo relU prefenjemente >, cioè fino al tempo che fcxiyevafi il Sepoltuario del Rotìelli - vale a dire , al 1650, come ha di inoltrato nell' Elogio Storico del Rof- felli > il Sig. D. Marco LaiM Piovano al preferite di Signa. . Jmpercipcc^è come jdiremo,» da Cofimo ili* fu riS^etto fér |g foie, D#ia$.€ Mendicanti*; IV. Intanto notar qui mi giova > come dal Gran*
duca fej^inando IL B cominciaiTe qnefto Spedale de* Mendicanti > 0 Ovvero nn* Albergo di-poveri , i quali in. gran numero andava© cagando per la Città fenza educazione » fenza metterò , e feoza leggi ; fuojichè quelle .1 che dettava loro la neceffità. Era adunque del fuddfitto Granduca Generale Soprante ndente Alfonfo Braccardl j Uomo affai dedito , ed altresì atto nelle^ cofe ài carità : come meglio fi diede egli a conofce- rc nell'ultima Pefte m Firenze » Or da quefto pio Minift.ro periuafo Ferdinando a piagare la Città dal- la grande moltitudine di fomiglianti poveri » diede al medefimo autorità , e mezzi efficaci onde felicemente efeguire il configlio 4i chiudergli in S- Salvadore dì Camaldoli , detto S. Giovannino delle Carra ► E lo itejfo Principe volle , che Giulio Parigi bravo Archi- tetto alzaGe ivi la fabbrica * che fu fpaziofa » e bene ripartita nelle comodità } che fanno bjfogno al ricet- to di tanti Mendici : cioè Chioifri ariofi * Officine > Stanzoni peli* efercizio dell' Arti , Dormentòri > e Re- fettorio : Inoltre inalzò fopra un terzo del terreno della Chiefa vecchia , la prefente piccola > ma vaga.» Chiefa . E benché la Jpefa della fabbrica foife confi- derabile > da Ferdinando s* affegnò del fuo erario un* annua provvifione denotante il grandiofo animo di sì gran Principe s che .creò 12. Nobili al governo del Luogo pio , e pubblicato un bando, col quale ii prpi- biva il mendicare per la Città , e un miglio fuori di tifa :
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Eli
za di' ^^ CÌVe* ^^, e chi per for-
vernata ct^ T ° Ve ? W ftati fin° a ^1Ie > go-
vernatieoai si fav,e regole , e con tale ordine , chL degne albero di effe* deferirte a contezza di tut^,
kere il Volume , dirò folamente , che £§é» poveri ve. UT*' ÌCUn°25?°ncl0 la Pr°Pria abilità , ed in
una fi.nza, che *r* la maggiore . ièavano quaf, 3oo, d loro a lavorare la feta con sì gran facilità ,- me- ri an re gì spieghi feompaniti a ciafeuno ; che i .„•'. ali uio de Clauftrah ,-ne'Dormentori olTervavafi tal
pulizia , che rendeva venerazione , e decorose le «ledefime cofe praticavanfi colle Donne , tra le quali eravi una Priora ,^che vigilava full'educazione di ^tut- te _1 altre Né poflo tacere fin dove gingnefle l'amo, xofa Provvidenza deLSovrano. Imperciocché tra le moi- tiffime fue cure riguardanti il buon governo dello Spe. date, una ne ho trovata circa ia fanità de» poveri , ed e un confulto a tal proposto per ordine di Sua. Altezza fatto-da Giovanni Nardi Medico di Corte , e da Lattanzio Magioni Sanleonini altro Fifico ed è il feguente „ II Pane fia ài grano non infetto -, né me- „ fcolato ; piuttofto vi fi lafci qualche porzione di „ Stacciatura . Il vino fia generofo , e s'annacqui per & meta Per mineftre talvolta Erbaggi j Cavolo con. „ Finocchio % Ceci con aglio , et hy (Topo . Per com- panatico oc Carne , or Ova , e qualche volta un_ " rllZi! ° Up,ni non diamente addolciti . Non
„ fi debbono molto riempiere, ballando loro un de- gnare parco , ed una cena mediocre ; ed alluiigan- » dofi i giorni, fi detragga qualche cofa da'due pa- mftf per valerfene di merenda . La fera a letto per
>, tempo ó e la-mattina allo fpuntar dell* Alba fi le- ■m vino . » iottolcntto Ferdinando. Ne è da ometterfi
una
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15 J
una notizia Copra 1* obbligare i poveri a lafciarfi qui
^inferrare , ed è un libro alle Rifoimagioni , contenen- te i replicati bandi , affine di ripulire la Città da tal fona di Mendicanti • Ma in quelli ordini , benché ri- foluti i vi ho. feorto e prudenza) e dolcezza nella e* fecuzione raccomandata a i Miniftri , leggendovi!! iiu uno particolare di mano del Granduca quelle parole », „ non il ufi violenza.,, V. Ad imitazione di fuo Padre , Cofimo III. pre-
fe pure a cuore una sì pia opera , ma con qualche varietà ; Avvegnaché confermò egli i bandi , che nef- funo accattale per Firenze fotto rigorofe pene , con_, ordinazione de* o. di Febbraio del 1^77. E perchè la raccolta de* poveri fi trovò così copiofa ,* che il luo- go de* Mendicanti non fu capace a riceverli ; con al- tro bando ne' 16» di Febbraio di derts anno fece una laudevole feparaziofle , che fu : mandare a S. Minia- to al Monte gli Uomini: nella Cafa pia del Refugio ì Ragazzi : le Donne co' piccoli lor Figli lafciò ne* Mendicanti ; e gì* infetti di piaghe , o d* altri malori nello Spedale fuori della Porta "a S. Friano , Quindi è , che quefto Monaftero di S. Salvadore dopo eflere flato Convento di Suore , e Spedale dì poveri , di? venne una Cafa di fole Donne . Io ho preflb di me una nota , il cui titolo è quello ,, Nota delie Don- „ ne , che fono nella Cafa Pia dei Mendicanti» con- ficiotte dal dì 25. di Febbraio del 1077. fino a' 29. »,di Maggio del 1678. „ e fono in tutte num. 89. Un tal rigore però non ebbe un lungo periodo ; an* %ì feguì una tieceffaria riforma, colla quale fi riduiTe il luogo a ricetto di fole povere Fanciulle, che talo* rà hanno viffuto infieme fopra cento. VI. Né qui finirono le vicende; Concioflìachè una
notabile porzione di terreno fu fmembrata per fab* bracare il Con ve n ti no, altra Cafa di Sacre Fanciulle* irtituita per la fcuola di civili, e povere Ragazze* co* me ne parleremo tra poco . Altro avvenimento è da fammentarfi feguitovi. in tempo,, che ferivo queile No- C^dÈpn». IXi V tizie, |
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tizie, ed è, che avendo l'Imperatore Francefco J. e no-
Aro Granduca con fuo Motuproprio aggregato a que- lla Caia , le Donne dette le Giannizzere dal loro Fon- datore Carlo Gianni Patrizio Fiorentino , v* unì anco- ra i beni mobili , ed immobili , e T entrate lafciate_» cjal predetto Fondatore , e VII. V ultima poi vantaggiofiflìma vicenda devefì
allo zelo , e alia vigilanza del Signor Senatore Giulio Rucellai Provveditore } e Governatore già da molti anni di quefìe Fanciulle , Vedeva egli il bifogno , che han- no le Dame Fiorentine , di Cameriere, che le posa- no fervire di ricami > o di altri lavori non Solamente lieceflarj al nobile , e fplendido veftire di una Da- ma ,* ma ancora a i più ordinar) ufizj ; che fi ricerca- no da chi ferve in fimili Cafe . Che però dopo aver quivi fabbricato nuove Stanze, nuovi Dormentorj, nuo- ve Scale , ha iftituito un convitto di Fanciulle con, virtuofe Maeflre , che loro infegnino quanto fi pofTa_, bramare in una Cameriera dalle più diftinte Famiglie , come dalla efperienza già fé ne fono veduti gli utili effetti , e con lode di" chi ne formò sì bel concetto . Né il foprallodato Senatore ha trascurato la cultura^ Spirituale delle medefime con una abbondevolezza d* aiuti , e di ConfefìTori , e di Cappellani : ficcome di Prediche nella Quarefima, ed altri tempi facri , di Dottrina Crittiana nelle Fefte , e ogn* anno degli Efer- cizj Spiriruali di S. Ignazio . Tali Fanciulle il Popo- lo le chiama le Bianchette, forfè dal color bianco dell* abito , che vertono . Vili. Reftaci a toccare brevemente la liberalità di
molti in beneficare quefto Luogo : principiandoli dal 1621. quando i Monaci Camaldoienfi rinunziarono allo Spedale a nome di tutto 1' Ordine le ragioni full* anti- co Convento ; e di più donarono a* poveri di detto luo- go dieci Cafe da pigione , che poiTedevano nella Via detta di Camaldoli ; efTendomi io avvenuto a trovare ne i libri de* Deputati j che due di loro furono dal Granduca comandati ad andare a ringraziare di così con-
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cohfidcrabile limofina V Abate Generale deli* Eremo >
Fra i molti poi Gentiluomini portati a favorire queft* opera pia > nel medefimo libro trovo legalizzata T ac- cettazione , e confenfo del Gran Maeftro dell' Ordine dì S. Stefana per le entrate dì due Commende , che il Marchefe, e Cavaliere Piero Capponi affegnò, men* tre viffe , allo fteflb Spedale . Zanobi Mazzinghi Uo- mo di bontà più che ordinaria , oltre ,1' avervi eser- citato per mortificazione le opere più vili 5 vi iafeiò per legato undici mila feudi dopo la fua morte. Si- milmente donò tutto il fuo patrimonio Girolamo Gep- poni Pifano , e Canonico Fiorentino 9 di cui fcrifTe-» la Vita il celebre Canonico Salvino Salvini . E ritor- nando a' Granduchi , fono da commendarli molte gra* 2ie in favore de i Mendicanti , che leggono alle Ri- formagioni : particolarmente delle commutazioni delle pene a* rei di corporale in pecuniarie , da applicarci a i Mendicanti » come appare : chi per 25. feudi dsu darti al noftro Spedale da quei, che doveano effer fru- fiati , o andar full'Afino ,* ed in 50. feudi talvolta chi condannato era a' confini , o ad altra pena più gra« ve . Vi concorsero ancora i Sommi Pontefici » i loro Nunzj > e gli Arcivefcovi con Indulgenze , ed altri Indulti, che fi poflbno vedere ne* refpettivi Srevi > e lettere. > ;>: |
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À fabbrica? del Ganvenifte fatico?***
dì S. Francefco di Sales- in Firenze « ed i Felici progredì: di efio debbon(i 4 bucine equità primieramente Mm Reale GàTa de i Medici ; e pofeia *U la Nobile Famigli* dà Verrazzano » ad un Monaco della Paee, e ad uo Cavalle^ Fràtìzefe . Né potendoli nei cammino delte> Storie partite daìl* ordine della Cronologia , mi con* verrà qui principiare ir ragionamento dai Monaco ap^ peliate Dori Pietre* di S. Luigi della Famiglia Dm fi» Parigina, Uomo di grande perfezione Evangelica ,-per la quale non folo era fiato-eletto More dei fuoConvento. Sub urbano détto, della Pace ^ ma eziandio* tenuto qual Servo di Dio angolare da Cofimo 1 IL Granduca* * da tutta la Città di Firenze. Quefti adunque porrato dal- lo zelo dell* Anime, àvea radunate rrentaiette Vergi- nelle,, e racchiu fé in una Cafa fulla Cofta di S» Gior- gio vicino al Monafiero dello Spirito Santo , coi con- cetto di fondare un Cdnfervatorio dr Fanciulle fotta k protezione di S» Francefco dì Sales■* E penfando alla maniera di arrivare al fuo pio intento , prevede- va le molte difficoltà * che avrebbero atterrito ogni grand* animo ,• ma confidando egli in Dio , dal Cielo afpettava il foccorfo , che non tardò a venire , me- diante un inafpettato fufiidio di venir mila feudi, co- me poi fi dirà. Intanto con quefta limofina cercando Un fico dove fabbricare il Confervatorio , trovò dtu |
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comperare uno fpàziV di terreno , che avanzava» a
poco ferviva al luogo pio de' Mendicanti , de' quali era allora Provveditore Monfignor Lodovico da Verra- zano , affai portato a favorire il fuddetto Monaco » cui fuggerì dì comprar quel fito., col confenfo di Sé A. R, ed ivi alzare il fuo Edifizio fotto la prore-: zione del Granduca : come feceiì , apparendone il fa- vorevole Refcritto del Sovrano alle Riformagionr colla condizione feguente ?, che quefto Convenuno fia fera- ,; pre un luogo mero Laicale , e folto la fua reale-». „ protezione ,, Antommaria Ferri ne fia 1* Architetto 4 che terminò la fabbrica nel 1700, e adì: 14. di Otto- bre del fuddetto anno feguì ? ingrelìo delte fuddett£> Eanciulle » che furono accompagnate ai nuovo Conven- ti dal Padre Don Pietro , e dal Confeffore delie Mo- nache dello Spirito Santo 1 e nel dì feguente dedica- to a S. Terefa comparvero le innocenti Verginelle tut- te venite di lana qì color turchino con univetfaie ap- plaufo al Religiofo Fondatore , il quale per meglio aflìftere alla direzione delle fue Spirituali Figlie , eratà fatta una Gafetta per fé vicina allo fteiTo Conferva- torio »'. ; <;i: tifi Sìf'J tMU itì$ì 3lA i ìk "•? « ■'■ " - i& i>« IL Come poi Iddio mandafTe lai foprallodato Mo*
naco sì abbondanti aiuti , è il fecondo punto 4i queft** Istoria ,> che, ci chiama, alila memoria nn accidente ij$$ , venuto in Firenze, nel ot#o8. che diffufamente trovali rfcgiftrato neV ricordi, deli* Archivio del Gonventino* ed io qui fuccintameiue riferifeo . In detto anno erai in Firenze pe'fuoi incereflt il Conte Pietro de Bar*o« nay; venuto da Parigi Cavaliere rkchiifao ; e benché- di fetta ■ Ugpnotto b dimoftrava una buona morale »m cprae di lungo tempo asmi co di Don Pietro » fovente andava al Monaiìero delia Pace a vifit<arlo * Senfjbiie-. era il dolore del Monaco in vedere -L'Amico macchia-* tp di Caìvinifmo f e però fofpirava un momento da po- terlo illuminare ; ed il ttnip^ a sì gr.*vé colloquio veli» ne opponuniflimo . Con cionca che difavventucofaraente» Caduto iL G?flte col Cavalo in un foib alle Cafoinc ± nm fé |
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t fur/UPK,.Una ef^i^'^totóìgS ad una ìun.
fé' r/oin„ ^af affiftend°"° il Monaco, entrò dSnrin, ?'mi de '* T a Fede ' con «1 fervore , e
J'2' Chl "ef r,P°rt^ U vi«°™ con una pubbli. rffi,n,^ ' J* * f-CC lJ Come de' fuoi "rori • Onde> piùTncero di T^' * ? COrP° ' dicde »" **£
Don Pietro ./-■.Te^°ne' lafciand° in ma"° <"
JJon I ietto Ic. nula feudi per le fue povere Fanciul- ri,foecPorfi^^, *T? '* *"& ' ài d™ »«dò .1,
Sr^^r,"'™ di cambiali fopra
L d'ahridl °"^fPe,F"^baldi , che fecero la Z.
ma a altri i». mila ducati, co i quali fi princiDiò la
fopraccennata fabbrica dal pio Religiofo . P P
razzano IT „°£ ÌD T lu°6° la FamiSIia d» Ver.
pS': cVe a*?al °P«°> e molto ancora donò al Confervatono , fino a meritarli V onore Angolare, che nelle Congregazioni , che occorrono farfi dagl bue. «i m aiuto del Pio Luogo, fempre v' intefvienTfl Pr.mogen.to di detta Famiglia , nelfa quale cadde tu ì to .1 pefo de governo del Confervatorio ; dopoché al Monaco per la gravezza degl' anni diventò sPgravofa la direzione delle fue Fanciulle , che ne fece ufi ara! pl.ffima rinunzia , che fi conferva preflo i Signori da datrrneindV T* f' 5" ,Agn0,° di Domenif" Scac*
ciati nel di io. d A^ofto del *^*T - i
r i« i /• . n&uuw ue* I71!» e con tale atm
fpogliandofi ,1 Monaco d» ogni Lifdizio™, e dora?
aio, cede tute e fue ragioni alla Vergin a Corfini ne Verrazzan. , al Cavaliere Uliffe Conforme di le?" ed a Monfignor Lodovico , ciafeuno de'quali avendo affai faticato pel bene del Conventino , ragion vuole , che tUJS "v m {ac?ia Partlc°'» menzione . ' IV. h però facendomi da Monfignor Lodovico JT
oftante le molte altre fue incumbenze pel pubblico be.
ae , come nello Spedale degl' Innocenti j de' quali fe„ Spedal.ngo , e della Cafa de' Mendicanti , dirai era Governatore ; tuttavolta prefe egli cosi a cuore il fioverno dei nofiro Confervatorio , che in vita fual |
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non tralafciò mai di dargli aiuti e fpirituali » e tem-
porali, de* quali lunghiflimo ne farebbe il novero, miu per brevità ne toccherò qui i principaliffimi > che fo- no : in primo luogo V avere ottenuto da S. A.R. e la conferma del fuo beneplacito per la fondazione del Conventino , e la generale quietanza de i pagamenti fatti per la valuta del terreno , fu cui fi era fabbri- cato fin allora : 1* una» e 1" altra grazia trovandofi alle Riformagioni col referitto di Cofimo III. G. D. del dì 18. di Gennaio del 1718. Il fecondo benefizio di Lodovico fu 1* aumento notabile di Fabbriche , frante il molti- plicarfi il numero delle Fanciulle nel Confervatorio , alle quali trovò fempre lavori e per occuparle , e per provvederle di veftiti * ed altre cofe necefiane alla vi- ta comune . Il più notabile però vantaggio» ed an- che perpetuo fi fu la ceflione , che egli fece delle ra- gioni fui medefimo Conventino al Granduca > ed a* fuoi Reali Succeflbri , la quale fu graditiffima a Cofimo IH. accettandola verbalmente , e pofeia prendendone il pof- fe(To in perfona con una folenne vièta del Luogo, do- ve ordinò , che a fpefe della fua Teforeria fi aggiu- gneflero altre 24. Celle . E per ora tralafciando di più parlare di Lodovico per ritornare a rammentarlo tra poco , patterò a due altri Personaggi di fua Famiglia. V. E fono la Nobile Verginia Corfini , e Ulifìfe fuo Marito. Andata a Roma Verginia nel 1702. nel vifi- rare > che faceva le maravigliofe cofe di quella Cit- tà , ofiervò un gran bene nel nuovo Collegio delle.. Convittrici del Bambino Gesù ; maffimamente nella ca- ducazione delle tenere Figlie ; né potendo diffimulare il fuo piacere nel!' udienza , che ebbe da Papa Cle- mente XI. proruppe in grandi lodi di fimigliante Ifti- tuto ; Ed il Pontefice benedùendola difiele , che uiu limile ne procuraffe alla fua Patria . Onde ritornata efia a Firenze , memore del configlio datogli dal Vi- cario di Crifto , al bene , e direzione del Conventino tutta fi dedicò 9 potendoli facilmente da noi compren- dere quanto più degli Uomini abbia d* abilità una Da- ma a governar Donne . Lo che addivenne alle noftre Fan.
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ff„7,ÌUl p m* *?Tl*.',ta affi<Jua v,'«ila»z* di wr*
«mia. Etra tnoltiflimi fuoi Benefizi, due foli piace- rlci^TTU" '• Che ,fono '' avef effa «»»«» da
.,«,£ i? gr,M ' 5he ie Fi8lie vivewi ne' C°n-
vemwo poteffero pretendere «Ile Doti Colite , comt,
«gn^ltr* Fanciulla Secolare ; e fecondariamenre per
«K .«!*"•' obl«Iom;' • difificoltà degli IfeeMOri di «Il ««razioni , ,mpetrò dal fuddetto Pontefice un Bte- ve di abihtazmne per le fue dilette, fanciulle , che, ii conferva nelf Archivio loro dato in Roma n. di Luglio del 171,. Qpefta pia Dama f, morì nel ,„*. lakiato avendo tutto il fuo libero alle medefime . E fé nella fopranrendenza del Gonventino in vigore del. ì*.rJlnun?u del P«detto Monaco fuccedè il Cavaliere Vm nientemeno propenfo al Pio Luogo della de. fuma Conforte, dentro un anno Ja morte avendolo ra. E*J "r0100 lUt^° tl P*fo del governo al fopralloda-
roMonfignor Lodovico i raa per due fcarfi anni, av- vegnache monfie a' J?. di Dicembre del ,.,„. dichia- rato per «(lamento erede il Confervatorio , nella cu- Chiefa volle «fler fepolto . Ed in efla ravviferemo di tuta tre , foprannominati il Simulacro, ed Epitaffio. i. . V'? &m r°.dd,Kfatttofi a»« dovuta gratitudine col-
le odi date a s. fegnalati Benefattori , parleremo ora degl efcrcizj , nei quali fi occupano in quello Con- vengo le divote Fanciulle, le quali , oltre le quoti- diane Preci , Meditazioni , e Comunioni , attendono ad inlegnare le virtù, ed i lavori alle Secolari Fan- ciulle, divife fecondo la loro condizione in tre Scuole, dove prefiedono abili Maeftre di leggere , e di fcrivel ie , di cucire , e ricamaie ; ed ancora di canto , e di fuono : ufcendone ogn"anno delle virtuofe , che di. inoltrano ala Otta di tale Iftituto l'utilità , che ne proviene alle Famiglie nelle Figlie ... o fi voglia Nobi- li0 Cmadine ,<, Povere - Né da tacerfi è altro no. tab.le benefizio> , che quivi fi ricava non folo per lt» 8EH£?JS!**? »a ,aW> per Maritate , e Vedove;
HDperciocchè_uniio al Confervatorio viene un Crino fabbricato a fpcfe dsl Granduca Cofirao IH. ed ammoi • - « bi-
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figliato dalla Reale fua Figlia Anna Elettrice Palatina,
U qual fabbrica ferve d'un comodo ritiro di otro gior- ni a Dame \ o Cittadine vogliofc di fare i SS. JEfer- cizj di S. Ignazio v VII. La Chiefa è architettura del fopraddetto Fer-
ri , che fece il Convento. Tre Altari vi fi veggono con tavole affai buone , e la più lodata è quella dell' Aitar Maggiore , dove il Signor Ignazio Oxford v'ha effigiato Sì Francefco di Sales celebrante la Metta col- la Colomba fui capo. Alle Cappelle laterali,a manritta evvì una Visitazione, lavoro del Pucci , difcepolo del Gabbiani. Addirimpetto viene jn tela un CrocifirTo con appiè i Santi Andrea Corfinì » e Francefco di Sales > dipintura del foprallodato Pucci . Nella Cappella intc- riore della Cafa jdoranfi non poche Reliquie ; e tra^ effe il Corpo di San Defiderio Martire col vafo del Sangue- E per iine ritornando in Chiefa , riporterò •qui le Ifcrizioni in marmo fotto i burli già rammen- tati di Monfignor Lodovico , del Cavaliere Uìifte , e_» di Verginia da Vemzzano . Nella prima lapida leggeri come feguc „• D. O. M.
LVDOVICO A VERRAZZANO "^
JCCLESIAE FLORENT1NAE SVBDECANO
SREPHOTROPHII ADMINISTRATORI VIGILANTISSIMA
VIRO SVMMA INTEGRITATE
RELIGIONE * PRVDENTIA . HVMAMTATE
fVNJDATORI \ AC PATRI SVO
OPTIMO * BENEMERENTI , AMANTISSIMO INFANTIS IESV • BT DIVI FRAN.ClSCt SÀLESlt VIRGWES» HIC CONVÌVENTES
MREDES IX ASSE INSTITVTAB
ORATI ANIMI \MONVMENTVM •
yiTAM C1AVSIT Vili, KAL. IAN. AN. SAL. M, DCC. XIX|
VIXIT AN« OGTO * £1 SEX AGI NT A %
Tom-a* X &Q8*§
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D. O, M.
IACET SVB HOC MARMORE NOB1L1S FEMINA • ORlS
i DIGN1TATE . MORVM CANDORE . INGENTI ANIMO
NEC MINORI V1RTVTVM ASSEQVENDARVM STVDlO
FRAED1TA . COMITATE . PRVDENTIA . GRAVITATE
CONSILIO • CONSTANTIA . PROBATISSIMA PIETATE
IN DEVM. IN PROXIMOS CHARITATE. NVLL1 PROFECTO
SECVNDA . VIRGINIA CORSINI. HIERONYM1 ET ALOYSUE
FILIA . SENAT- CAROLI NEPTIS . QVAE PETRÌ CORSINI
■SÌSMANI . ET CIV1TELLAE DOMINI . CONIVGIO
PR2MVM DESTINATA . NEREVM F/LIVM EX EO
SVSCEPIT . VNICVM FAMILIAE CÓLVMfN . QVEM
SENISDEMORTVVM.IACRIMIS NON VNIS INGEMVIT
SED NON EXCANDV1T . ORBATA VIRO » VLYSSEM
K VfcRRAZzANO . SACR. ORD. S. STEPH.' MIL,
MARITVM HABVIT .. QVO '-' CVM -SI VySVAVlSSIME
VIX1T . LIBEROS . QVOS NAT Vii A NEGAVI T. IPSA
FECIT SIRI CHARÌTA3- ADOPTIVOS . sVIRGlNES
SALESIO SACRAS . QVARVM DGMVM:. BT ECCLES.
AED1FICHS . REDDITIBVS.SVPELLECTILIBVS . AVXIT
LOCVPLETAVIT ORNAVIT , IBIQVE PVBLICOBONO
NATA , EA IPSA QHARITATIS OPERA . C^VIBVS PVERIIESV VRBIS ROMAE PVELLÀE CONVICTRICES NVNCVPATAE PfiRPETVO VACANT.VOLVIT EXERCERE .AVCTORE ET AVSPICE SANCriSS. D. N. CLEM. PAPA XI. DIVTVRNIS - TANDEM LABORIBVS. ET CÒRPORIS AEGRITVDIWBVS FORTITER ET COSTANTI ANIMO TOLERATIS .PRIMA DOMVS HVIVS DOMINA . ET PRAÉSE^ . MÀTVRA GLORI AE . vitAE SÀTVR. OCCVBVIT '4h IDVS IVN. MDCCXVI. VIX. AN, LXIV. D. VIL VLYSSES CONIVGI BENEMÈR.ET SIBI. FRATRIOVE LVDOVICÓ . METROPOL." FIOR. SVBQfiC MAGNIQVE ORPHANOTROPIi|I MAGISTRO "•". M. P.
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XVDOVICO VLYSSI A VERRAZZÀNO
EQVITI O. STEPHANI JU^C. COSMI III. M. ETR. DVCll A CVBÌCVLO
e ' ^VI GENERIS, NOBILITATE^ ESIMIA IN DIVM RELIGIONE
IN PAVPERES CHARITATE . IN OMNES MÀNSVETVDINE AG MVNIFICKNTIA
NEDVM AEQVAVIT . SED AVXIT
VIROLE PVBLtCA . AC PRIVATA $ErOPTÌME MERTfO
MANVM ENIM SVAM PIETATIS AC PVDORIS ALTRICEtM
VIRGINÌBVS.ASE PRO LIBER1S .QVOS THALAMVS DENEGARAT
ADOPTATIS.TVENDIS .ALENDIS.AC PIETNSTRVENDIS APERVIT*
AVCTO ICCIRCO GYNECEAEO HOC . ET ASYLO
QVl MER1TIS POTIVS PLENVS. QVAM DIEBVS . PIJSSIME QBIIT VII. KÀL. FEB. MDCCXVII. AB INC; CVM VIXISSET AN. LXX. ET D. XXIIX, LVDOVICVS GERMANVS FRATER M, P. |
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L E Z I ONE XIX.
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SKLLJ'CHIESJ K MONASTERO
D r SA N FRI DI A N CK
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N Borgo di Firenze y ed una Por-
ta di noftra Citta , che da «juefta Chiefa prendono il nome di Bor- go ,. e ài Porta a S. Friano , fo- no per Stefano Roffelli argomento da dichiarare l'antichità della me- |
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desima . Ma ila detto con pace di
sì bravo Scrittore , perchè non prenderne piutto/to 1* antichifljmo principio dal titolo fteflo della Chiefa , de- dicata al Santo Vefcovo Fridiano , in cui onore i Fio* rentini , morto che fu il Santo t non tardarono pun- to a fabbricarla fulla ripa di Arno , come ne fcrive Don Silvano Razzi nel r* tomo delle Vite de* Santi, e Beati Tofcani alla pag. 134. in occasione del mira- colo che fece il Santo ? „ il qua! miracola i Fiorenti* ,, ni i che erano concorfi a tale fpettacolo , havendQ ,, veduto : nel luogo, dove difeefe il Santa , a perpe* it tua memoria del fatto , et in honore di S. Fridia* ,, no , edificarono una Chiefa, provvedendo orrevol- „ mente delle cofe neceiTarie a chi 1* haveva a go- ,> vernare *, E prima affai del Razzi lo feri (Te pure Giovanni Villani lib.. 1. e. 4?. così „ Et colà , dove ,, arrivò ( S. Fridiano ) fa-pai per li Cattolici Fio- j, rentini fatta la Chiefa di S. ^ridiano a fua reve* ,, renza . ,, E qual foffe 1* accennato miracolo , che operò il detta Santo , vediamolo dal medéfimo Villa- ni al Capitolo citato, come fegue „ Et trova fi > che pei ,, 'i detto Beato Fridiano > venendo da Lucca a Fi- ,, renze , perchè ancora erano pagani -, et trovando il », Fiu-
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;, Fiume d' Arno molto groffb per molte piove , fi
,, mefTe a paflarc fopra una piccola navicella , contra „ al vento > e volontà del barcarolo, et per, mira- „ colo di Dio pafsò liberamente , et tofto , come fe'l ,j fiume folle fiato piccolo „ Di quefto miracolo e- favi una dipintura a frefco in maniera molto antica, che da un certo ignorante fu tolta via, con difpiace* re di coloro , che amano le cofe vetufte ; malfima- mentc quelle > che rapprefentano le opere mirabili de* Santi per ammaeftramento continuo de' poderi all'ac- quilo delle virtù . Né fu fola tal perdita , avvegna- ché foflevi demolito anche un S. Girolamo in atto di moribondo, effigiato dal Bcnozzo celebre Pittore del Campo Santo di Pìfa , dove elfo fu fepoko ►, II. Ma ritornandofi ad altre provanze deli'antichità
di noftra Chiefa, ci faremo dalla autorità di Monfignot Vincenzio Borghini , il quale nel trattato delle Cfaufe Fiorentine a e. 40^. annoverando S. Fridiano tra le dodici Priorie antiche di Firenze , vuole , che fino dal mille avelie il fuo Prete appellato , fé non col ti- tolo di Priore, almeno di Prete Cardinale : ficcome > fiegue il detto Scrittore , intorno al Pontefice Roma* no nelle fue funzioni fonovi fempre i Cardinali : così quefti 12» Preti doveano intervenire alle più folenni Funzioni del Vefcovo, Ma non folo quei, che interve- nivano alle Funzioni del Vefcovo , fi dicevano Cardi- nali i ma talvolta ancora i Preti beneficiati in quella Chiefa , fi diceano di quella , o di quella tal* altr(a^ Chiefa efiere i Preti Cardinali.; ed incardinargli alla Chiefa , come a vero 4oro Titolo , per denotare la Clauftralità , ed il Convitto Canonico '. come bene ha dimoihato nella Diffet razione IX. fopra la Vita Canonica il Sig. Conte Giufeppe Garampi Archivila dell'Archivio Vaticano nelle memorie della B. Chiara di Rimini ftampate in Roma nel 1755. Benché di ciò fé ne aveffero gli efempli e teftimonj nel raro Trat- tato di Giovanni Filefaco De Parodiò , Jtw tìc Farop. cor/m orìgine &c. ftainpato in Parigi nei 1608. inoltrato- mi |
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mi dal mio Amico il Sig, Canonico GialiatteJJi, il quale
molto a lungo > riiehiarando il Borghino*, e aggiungen* do alla teftè citata Biffertazione del Si£. Conte Ga-* rampi il da quegli omelfd' Convitto de' Canonici di S. Lorenzo, che più tardi di tutti gli altri lo dimef- fero , ha trattato di ciò in una fua DiiTertazìone intor1- no al Gius Parrocchiale, che hanno i Canonici di S. Lo- renzo in quella infigne fiafllica' v L* epoca di quefta Chiefa di San Frediano devefi ilabilire anche alcuni fecoli innanzi al mille ; vale a dire > pochi anni do- pò Ja morte di San Frediano ; che fi sa eflere utl, Santo del VI. Secolo: come pare , che vòìeffero inten- dere il Villani > ed il Razzi foprariferiti ; allorachè di (fero > che in reverenza» e memoria del miracolo •> fabbricarono i Fiorentini la Chiefa . Fàvórifèe a que- fta opinione , il trovarli il fopraddetto mifacòlo ?in_. Codici avanti il mille , riportati dal Dottiflìmò Sig. Lami nelle memorie della Chiefa Fiorentina Tom, I, pag. 585. oltre la tradizione coftante nella Famigliai de* Bagnefi s che in Cafe loro abitava il Santo 5 quan* do da Lucca Te ne veniva a Firenze per andare ad o- rare nel Suburbano Tempio di San Miniato . Ed in* oggi da' medefimi Bagnefi confervand pitture rap- prefentanti il fuddetro prodigio , aventi / ancora Cap- pella in onore di detto Santo » Cofe per altro tut- te , che vanno con difcretó criterio interpretate ; perchè o tradizionali fono; o provegnenti da atti apo- crifi ; o troppo difcofte da i tempi > de i quali manca ogni genuina memoria . Ne è di gran pefo } com<L» ognun sàj 1* autorità del Villani ne ì racconti ante- riori alla di lui età . Solo vero è per alrro ciò > che dice di lui il Borghini nel Trattato delia Chiefa e Vefcovi Fiorentini pag. 359. ,, Che il Villani , quan- 5, tunque alcuna volta fi moftri molto femplice delie „ antiche hiftorie , e .de' tempi antichi} non orlante 0'è fempre fedele , e (incero , e non mai finge > o i} truova da fé quel che dice , ma fempre d* alcu» j, na iiìoria cava quel che e'non potette vedere. III. Do-
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III. Dopo però V undecime fecolo Vengono più au-
torevoli documenti dell* antichità di quefta Ghiefa: mentrechè ella pallata eflendo dai governo de i Preti alle mani de' Monaci di Settimo , predo di quelli fo- no Scritture dimoilranti fino dal 1190. efifere fiata di pertinenza a sì illulìre Monaftero per donazione fatta loro dalla Famiglia di que* della Tera , che ne erano padroni, giuiìa un ricordo di Leopoldo del Migliore predo di me , e i3 Indumento Mei .119?*, riportato dal Sig. Lami nella Parte IL dell'Odeporico-a pag. 355. B quella cefììone non fu fenza qualche contralio ora da* Preti , ed pra da* Camaldolenfi abitanti in SaiL. Salvadore di là d'Arno , e però confinanti a % F**1' diano : confervandofi nel Convento degli Angeli una Sentenza del Vefcovo Giovanni da Velletri del 1208. nella quale dìchiarafi fpettare al Vefcovo 1* eiezione-* del Priore di San Fridiano . Egli è però vero, che il medefimo Giovanni nel 12S1. la donò) o confer- mò a* fuddetu Monaci di Settimo , con un fuo Di- ploma riportato dair Abate Ughelli , e dal Gerrac- chini : i quali forfè non viddero, V originale , per- chè le loro copie fono mancanti . Onde io penfo di far cofa grata a chi legge quelle mie notizie , fé ne darò una diligente copia , eltratta da un libro in car- tapecora j fegnato 1831. nel Monaiiero di Ceftello. di Firenze 3 e dice come fegue : Ioannes Divina Frovidentia Epifcopus Fiorentina*'■'"•
Qilefyq in: Chrifto Frafri Domino Iacobo Dei grada Ve* nerabiìi Abbati 8. Salivatori; de Septtmo , fuifque $nc- tefforihits Canonice ftibjlituendis> & Fratribus in perpe- tanni . .; ■, luflis foBiilantiunt dejtderiit , que a rationit tra-
mite' non dtfcórdant > [ed ad honeftatem pertinent , & faluttm retìpìtint Animar-um } Kos convieni t aurem prc- bere benignante '($T è A fdwrabiiiter tffeUu profequentc* compiere . Quapropter njejìris piis poftulattonibus 5 chwl» Fratti fot nojìris grato concurrentes ajfenfu , atque at« ten-
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tendente^ Ecclefiam S. Fridiani Fior, in fpiritualibus.%
4& temporali bus reparatione , asqueinftauratione fi uri» muffi in di gè re ipfam Ecclefiam cnm omnibus Parrochianis fuis ì e Farrochia uni^erfa , *vobis , zefirifque Succejfo- ri bus in fernet uum ad offìciandum per propri um $dcer* dotem j preterquam per Monachiti» , nifi de nojlra licen- tia fpeciali ordinandum , & difponendum , tam in fpìri' tualibus 5 quarti in temporalibus concedimus , fal'va debi- ta iuflitia > & re*verentia Domini Epifcopi Fiorentini } fuique Capituli , fit *mnia que Fiobis tnentur alie Far* rocbiales Ecclefie fer Fhrentinam Diecefim tonjlitute * Nulli ergo hominum liceat hanc. paginam noftre conceffìo- ttis infringere > *vel eidem in aliquo temere contraire . Si qui* autem scontra conceffìonem ijlam temere venire ientamerit * ant eam infringere *voluerit, indignationem Omnipotentis Dei 5 .& Beatorum Foannis Baptifte > atqtte Fhilippi Apoìloli , Vincentii , atque Zenobii , & omntnm SanBorum incurrat * CunBis autem eidem Ecclefie fueu iura fervantièus fit Fax Domini Nofiri Jefu Cbrijli * Amen . Amen . Datum in Falatio fuprad. Domini Mpifcopi Fiorenti-
ni MCGXXI. in. Jdus Decemb. indie?. si. Jtrefentibus Buon- delmonte Indice fil. Batereili , <& Bonella Odoaldì } & Eotberio Ceritene , & Buondelmonte Ficalli Indice , & Befioro Baciabecebi » & .etiti Frefulìbus , Ego loannes Florentinus Efifcojtus fujtradiBe concejfimi fubfcrìpfi.
Ego Ciana* Frepofitus Fior, fubfcr. Ego Magifler Buoninfegna Fior* Archidiac. teftis tonfen* tiens fubfcr.
Ego Donus Fior. Arcbipresbyter fubfcr* Ego Fresbyter Ruflicus Fior. Canonicus .tonfenticns fubfcr. Ego Gentilis Fior. Ecclefie Canonicus prefate foncéffionì confenfum &c. ideoque fubfcr.
Ege Fresbyter lacobus Fior. Canonicus fuhfcr*. Ego Fresbyter Fax Fior. Canonicus fubfcr. Ego Fresbyter lacobus Fior. Cantar fubfcr*, Ego Mugnartus Fior. Canonicus fubfcr. 9k$
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M-g& I »*:• ini » li *. » • >
Jgo Raineri*t Fior. Canonica* eonfentienf fubfcr.
Ego Gherardus ImprìalìsAule Notar, rog.& hi* om- nibus dttm agèrentur interfui i <&j ex mandato , é' prccepto fupaditli Domini Epfcop in publìtam Stri" ^turam fttfradi&a omnia redegi . IV. Non ottante però sì bel Diploma » fatto d*
uti Vcfcovo , che potea !avef dell'affetto a quefto San» to , per éfleré flato Canonico Regolare , e Priore di S. Fridiano>, di Pifa, dice il CerraCchini :; di Lucca > dice il Sig. Manni nelle Note al Borghino, convieiu confettare > che abbiamo nel libro detto il Bullettone varie contradizioni a tale privilegio, come alla pag. io. num# $%* Vicàrius Epfcàfi'Fiorentini recommenda- tilt Ecflefiam, S. Fri di ani anno, i2j<f. Démum idem Epm feofus conta Ut Ecclefiam,t Sv Fri di ani Triofi XJgonì t eu alla pag. 18. num. 219. leggefi quella altra: 131£. !)»■«• minus Ghinas de Vicedominis receytus fuit a Canonici* Ecclejie S» Fridiani in Friorem ipfius EccUfie tamquar» ih Ecclefia pertinente ad collathnem Epfcofi'■ JF/or, Né qui mi fovviene altro modo da conciliare co' tali do» cumenti il Suddetto Diploma » 3Tc non U il riflettere meglio alle eccezioni efpreffc nella concezione : e fono di potere il Vefcovo difporre, ed ordinare del Prio* re , che non deve ciTer Monaco ad offiriandum pr prò* friutn Sacerdotem\ preterqaam Monacum , nifi de noftriu lice mi a ffeciali ordinandum * & difyonenduitt : e la fe- conda condizione ancor più foggetta a rigida inter* pretazione 3 *è nelle feguenti parole : Salva debita ■•*>• Bitta Domìni Epifcop fuiqueCaptati. Egli* è però ve* ro , che nel n$6, la detta cqnccflìone fu confermati da Papa Gregorio IX. per fua Bolla data in Viterbo, e diretta all'Abate , e Monaci GiÀercienfi entrati nel Mònaftercr di Settimo in vece de' Benedettimi; DileBis Filiif Abbati S. S aleatori s de Settimo % eiafque F rat ri* bus tam pefentibar , qnam fufuris regularem *uitam* profcjjis in prptuum 1 e la Bolla incomincia : Re- ligiofam tvitant eìigentibus , nella quale nominandoli Tw. IX. Y tutti |
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rutti i luoghi $ e-beni che il Papa- conferma al detta
Monaftero , •efprime Ettiefiam '■$.-. FriMmì Eìortnt. cum futi pertìnèìttèi? *> ^we>4deM Mmafttriitiè habatSj ante* fmtm Cifisrchnfit Ondimi* fuftifere4■ ■inftitut#*M& chec- chefia della giùifae intelligènza del Bullettone ,« del Di- ploma del Vefcovo Giovanni > e di quello, che ne dispu- tano gli Antiquari full* autori^ detto Bullettone, che farà femprè inferiore a quella de' Diplomi * e delle. Bol- le » ibftenuta inviolabilef: il eerto fi è, che I* Abate di Settimo^ avéa tàìvolra Ja; fua refiderìza nella Canonica di S* Frid*>no / fe ne fu Padrone almeno fino i: che_, vi0è il Vefcovo Ardingo 1 che tanto favorì i Monaci Ciltercienfi ; che alla fua morte' dichiarò erede h Ba- dia dì SettimoV «rome fcrive JMJgheilì *a pag. nS.-tom. 3. deli* Italia Sacra * Eod*mrJj?fa anm® {? 1247. p.iKàl% Mail jv-ip^ji fatò <■ urgerne tiltlinghub fnàe ejtimprttitr de *V§-^ms: V holnor»^ fuorpem 5 m <vocamk > •; MùUtium » & HUr rum) qtu'■■ afmÀ Sy estimami Cift^rcienfeà dèfofttvratfer do* natiqtiem inter %'*wv^tó»ir Momch&s' heredesjinfti* Mt » Si trfclafcia per la brevità dà; .riportare 1' ì&ru- mentè di tal rdona^ion&:'s indicante i' amore » ed, eftì- fftàzioiié?, i ckè eAx4itì%a- portava I a :queibi ; Monaci g i qtteiì lino a—noftrf teimpi iieK*!onfetvano la feguente^ memoria^ Dofàinut MfdinghmvledoMntìwut Epifiopus jpè* ciatit amato* > W* bittefatìm\ huìus M&najlerii } Conwa- t'Mxiu mBit% !& «veftitù m fui frimifio f&ftiuùìt:-, et inter w<a 'ttìiM èòmt) %kd$ faHt .#. qtismiam fòjfejftQWW thìi't- {t$ué f$i Mar tintati pra \Manafisrh m & quofdam id$ fìtèt 4ikri$ hi%*èlÌ6[tììP $ \ui fwrmt safaris > %$m . àé«j *b? cV; iRèfttó ora a notare intornoraJi'ancichità di quéi Ha Chiefa : come tifa pa>flaife da'Monaci alla Famiglia cte' Sederini : altro punto dhStoria , non difpregevole. Cònciofiìachè i Giftercienii idi Settimo*provveduti di Ofpizi© irt» Firenze la nella Viai didimi per una Ca* fa nel. 'F$f$i ceduta*'loro dalle Monache di S. Maria ^Maddalena Penitente t come fi tiìfife;-al 'Tomo J. e pe* feia da Papa Eugenio IV. iM Ì442* fa?" Padroni del va/io Monaflero di dette Monaciic > poco o nulla lo. • " - *s* irò
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irò più fertivà k Chiefa di S. Fridiano % Quindi è ,
che mandato dalla Repubblica Bìfcrefltina Arnbafciato- re a Roma Tommafo Soderini ìh occafione del nuovo Pontefice Paolo IL da quefto papa rictvè: egli parecclij onori , e privilegi ; e tra eifi la Chiefa di S. Frtdìa- no col diritto di prefentare il Priore ©gai volta?} che fé ne dava la vacanza > donce€o per ^olk di Paolo , *in. 2. HoHtijìaapttJ ; e confermato per altra Bolla di In» nocenzio Vili, come al Sigillo XI» Tonio &. del Si^ gnor Manni... É quanto da* Soderini & pregiale que- llo dono, feorgefi dalla Serie d$* priori fiati di S. Fri- diano tutti della Famiglia Soderini per quafi un feco- Jo : come Bartolommeo Canonico Fiorentino » e Ca? mefierd di Innocénzio Vili,. Erancèfso Cardinale , e* Giuliano Dwano Fiorentino % Vefcovo di Volterra > o Priore pusre di. S. Fridiano . Sebbene tra il Cardina- le, e Giuliano per alcuni anni ftf SoHgpriore Ser Marco del Favilla . E non oftantecnè il fecolo XVI. fofle funeftiflìmo a' Soderini , come parlano tutte le-. Storie Fiorentine ; tutfavolta non fi trafeurò da elfi 1* accrefeere fplendore alla Chiefa . Sei Canonicati nel i5<5r. v* iftiturVGafparo Soderini coir unione a S, Fri- diano delle Chiefe di S. Agnolo ad Argiano , e di S. Martino a Vitrana ;/ là cui fondazione! all' Arcivefco- vado trovafi approvata , e confermata dall' Arcivefco- vo Antonio Altoviti .E lo iteffb Cardinal Francefco contiguo alk Chiefa avendo 3fabbricato un Convento per Suore incorno ài 1514. come fi può vedere predo il Sig. Mannji nel Tomo III. de' Sigilli j il quale non lafcia di notare anco a pag. 5^1; par. %. della nuo- va Edizione del Borghino , che il dì 17. Marzo i486, nella Sagreftia, di S. Lorenzo fu daU* Arcivefcovo Ri- naldo Or fini ordinato Sacerdote il detto Mefs. Fran- cefco Soderini eletto Vefcovo di Volterra . Lo fielfo in quanto alla fondazione delle Suore afferma il Sig. Abate Mecatti nella Storia Cronologica della Città di Firenze ; non folo ne introduce dodici , ma loro die- de entrate , ed unì altre Chiefe ; come vedremo nella feguente lezione • Y 1 VI. E
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VI. E finalmente in grazia de* tanti benefizi fatti
da* Soderini alla noftrà Chìefa , io rammenterò qui i nomi di due Perfonaggi di sì ragguardevole Famiglia, illuftri in '/ali tifa , tralafciati dall' Ammirato » che fe- ce bensì menzione delle perfone famofe in dottrina , in prudenza » in nobiltà » in dignità o Ecclefiaftiche , o Secolarefche , e tacque i.Santi , che fono la Beata Giovanna Soderini y che pafsò ai Cielo T anno 1367. notiflìma negli Annali de' Servi ». e noi ne abbiamo parlato nella Storia della Sahtiflìma Nunziata di Firen- ze : ed il fecondo é Niccolò di Gerì* Soderini intrin- feco della gran Serva di Dio S. Caterina da Siena» per cui ricovero fece murare una Cafetta fui la Cofta a Sé Giorgio ; Onde è p che allo fplendore della No- bil Profapia de* Soderini , la quale fiorifce tutti ora_i in Firenze > in Roma * editi Venezia» fembrache non Bianchi alcuno ingrandimento > eccettuando il Pontifi- cato. • - - •■ • ri |
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DI SAN F R I D I A NO L II.
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Nnanzi d*ogni altra cola j mi fembra
opportuno il far qui parola della Por* ta della Città , la quale a quella^ Chiefa vicina effendo , dal titolo del- la medefìma Chiefa prende il nome di Pòrta a S. Fridiano . Vedefi per- tanto effa di grande ampiezza facièn- te forma d* un magnifico Torrione , che fu condot- to al termine che fi vede nel 1341V da Andrea Pifa- no bravo Architetto : quando il Duca d* Atene, go- vernando Firenze da.tiranno, procurava di premunirli con tal forta di Torri alle Porte ; non guardando ad aggravare i Cittadini perciò di gabelle, che cfigevarifi con quefta tafla : cioè chi aveva mille lire di reddi- to pagafle un fiorino 1'anno ,* e chi pattava le cin- que mila lire d'entrate, defle due fiorini • Celebre poi è la Pòrta di S. Frìdiauo nelle Fiorentine Iftorie per le tante fiate, nelle quali yittoriofi gì' Eferciti vi rientrarono carichi di fpoglie de* Nemici ; maflìmà- mente per quella moltitudine di prigionieri Pifani , condotti fulle Carra a Firenze nella fconfitta data lo- ro nel 1363. con quelle circóftanzc prodigiofe , che.» leggenti in D. Silvano Razzi nella Vita della Beata^ Paola alla pag. 84. come appretto „ Ed andando poi 3, V anno 1363. i Fiorentini ad ofte a Pifa , Santìu §t Paola in ifpirito fu menata fopra la Porta di San & Fridiano , dove vide nell' ufcir fuori le genti in fu „ la Porta , S» Gio: Batifta tenere nella finiftra mano }, una Croce , e con 1* altra fegnarc quelli > che ufci- **Jj " ; ?; vano |
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« vano fuori . Jl eh? riavendo ella dello j come pler
i)t buon fegnale al Prior Domenico degli Angioli ; et >j egli a* Signori Priori della Città } tolto fé vide il « buono effetto . Perciocché non pafsò molto j che i ;, Pifani furono feoofitti ip maniera > che quarantadue j) Carrate ne vennero prefi 9 entrando per la detta.» 3, Porta di S. Fria no , ?r EV però da notar fi come due fono fiate le Po^te appellate di S. Friano > e della prima più antica parla il Malefpini nella fua ifìoria_» al cap. 159. così »; in fi no. alla Porta di §, Friano meifo 9Ì dentro la detta Ghiefa • ,, Ma dove appunto fo{fe_» queir antica Porta io (ìnVora non mi fono avveduto a trovare : vkmifBmà però p.qffiamp affermarla alla Chiefa ; di S. Fridiaj&p * » HI, Pra yeiien^P ajja nStprla del Monaftero di S.
^ridiano j dù? fi vu^le ; come dodici Pinzochere lì vicin-G tronfi in un§ £$& ritirate dal M^ndo piff fer* vire a Dio. Quandi ^ieltlabpni? oji quefte Donne in*, fermato, il Cardinal F|anc§fcp §od?rinì , e portato fem- premai dal generofo ftjp fpiritp a ^ofe grandi , prefe il coneettp di fe lp*P uà Conyentp , che prefto fu fabbricato a fu^e fpefe a|latp alla Chiefa/ di $. Fridiano dalla, Sbanda dij mezzodì fottq il titolo di S. Giuseppe . Quivi le fup'deMe pinzochere furono introdotte da Mef- fer Maicq del» Favilla > ii quale per e$em anche Mo* taio, ne rogò ej*|i ileffo l' arco. cp§ì : 20, Afrittp MJ4* TbominMi Mwmhì jìntwi* J?*rvill0i CJerim^ Zlo.rwtiì§Hs , Ùt @MWÌfu>s T%ltewan%s $rQCuy4tox Dqwìw\ J)omini Jframifii 4% Soditrini ; C%r4inplis wjif in fojfeJJÌQnenL* CewumkHs' $,• Uffpkf 4e Btereintifi iti Bop, $. Éridjatti Ahkafiffam > & •M$W!t& &c' wwn Bom'mo Iacobo M<tt*.m ne Ili. CtUii JF/er- > Ut Vk* G$ner$li 4r^biepifco.p > ég €ardinnlis Jujii &, MeÀhll idemque mgjAmf < É nel|p| fìeflo giprnoj giufe i riardi del MQBaftero > te dp* dici Pinzoehejre ve^irpnp j* jLj^itp di S, Ago/tino, fa- cendone col cpnfenfo delJt* ^reivefeovo la profeflìpne>f ip mano del prep^ttp Vicario Generale . Né folame^n- te dal Cardinal FrjiMc|ÌPh, UUQyjg , Jlel/gipfe. tiQyartp, no
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n© una comoda abitazione s e fufficienti entrate; m»
il detto Cardinale per fua grazia» e liberalità > loro incorporò S. Candida , luogo antico di Giuftizia » che il Cardinale avea in Commenda , e che in? antico era di certi Religiofi detti Cruciteli , de* quali parla il Bonatini . Diede altresì alle fue Monache S. Giovanni fuori di Porta a S. Fridiano . Inoltre unite al Con- vento ftefTo trovo le rendite dell' Oratorio di S. Bia- gio m Carmignano, e la Cappellata di S. Maria ap- piè del Ponte alla Carraia. Ma il più confiderabile benefizio , che il Monaftero deve grado alla memoria del fuo infigne Fondatore, egli è quello > che qui fia» mo per notare, Goricioffiachè tra molti privilegi 9 che il Cardinale avea ottenuto dalla Sede Apoiìolica # uno era la libera facoltà di poter rinunziare a fuo. bene- placito le ragioni » i;beni* e dominio della ftefla Chie^ fa di S. Fridiano * Quindi e giurifdizibne , ed entrate della medefima rinunziò alla BadeiTa , e Monache ài S« Giufeppe colla unione di detta Prioria ai Monafte- *© , .per rogit© del predetto Metter Marco del Favil- la , che rogò tal donazione adì 9. di Luglio del me» defimo anno . Col qua! atto refiò fottopofta alle M.P* nache una Parrocchia delie maggiori alti* Arri© ; e più avrebbe fatto in benefizio del fuo Monaftero il Cardr-' naie j fé non avelie incorfo lo fdegno di Leon X. e, più che più la dìfgraaia pretto Adriano VI. che lo volle riftretto in Caftel S,;Angelo di Roma» come m parlano i noftrì iftorìci • III; Ma fé, le difgrazie > e la, mòrte del Cardinal
le feguita poco dòpo là libertà riavuta da Clemente VII. privarono le Monache di sì gran Padre ; non tra- lafciato fu da* Nepoti del Defunto di proteggerle.»; maffimamente nelle rovine della terribil piena d* Ar- no del 1557» per la quale cadde un terzo della Chie- fa , e la maggior parate del Convento ; e furono lej» Religiofe obbligate a rifugiarli nel Carmine » dove eb- bero per Monaftero uno de* due gran Chioftri ; fino a tanto che da* Soderim fur©ao restaurati e Chiefa , e Mo^
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Monaftero ; E quì-nota Stefano RofTelli di qiiefie Suo*
reun notabile1 dispiacere colle feguenti parole ,, Le V> Monache di S, Fridiano cacciate dal loro Monade- j, ro per la piena d' Arno , alzata quafi una picca in j> Convento , domandarono d* entrare in S. Monaca ^ ))(d a ciò non acconfentendo quelle Monache» ot- ,y tennero d' entrare nel Carmine : tanto che fi raflfet- ,V tafle il loro . Ma piacendogli la ftanza » come luo- ,*) :go laflai maggiore j fé i Padri non ricorrevano ai j> Duca Cofimo I. il quale ordinò , che effe ritornaf- ,ì fero il proprio Monaitero , per certo le vi fareb* 3> bcro ancora»^, j t IV. Anche la Chiefa fu restaurata da'Soderini,
veggetìdofi fotto il comignolo della nuova facciata l? Arme di detta Famiglia } a cui fpefe dipinfe Bernar- dino Poccetti fu Ila Porta grande per di fuori la Ver- gine Maria col Figlio in collo , e dalle bande S. A* goftino , e S. Fridiano . Né mai le Monache memori di tanti benefizj ricevuti da così ilJuftrc Famiglia han- no tralafciato di moitrare la loro gratitudine : man- dando alla Cafa de'; Soderini ogn* anno una recogni- zione ài Cera . I mede/imi concorfero pure con ma- gnificenza alla confacrazione della Chiefa j che fece T Arcivèfccvo e Cardinale Aleffandro de'Medici nel 1584» adì S. di Settembre feria della Natività di Maria Ver- gine nhcome appare da Cartello di marmo all'Aitar Maggiore , che dice come appreflb ; a tu i- i ,, 4LEX, MET>. TIT. S. CYRIACI IN THElMIS
S. R. E, PRESE. CARD, ET ARCHIEP.
FLORENTINVS '"
KCCLESIAM HANC IN HONOREM
S. MUDI ANI IPISG. ET CONFESSORE DEDICAVIT VI. ID. SEFt, MDLXXXIVJ ET IN ANNIVERSARIO XL. DIERVM t * 3 INDULGENTIAM RELIQVIT . £vvi pure tra le Monache la tradizione , che altra*
volta anticamente foife già flata confacrata » £ trova
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nelle memorie della Città di Ravenna fcritte dal Fab-
bri , come nella Chiefa di S. Frediano ài Firenze fu consacrato Vefcovo di Piftoia Ottavio Albiofi Raven- nate dall'Arcivefcovo e Cardinale fuddetto nel 1588. In Chiefa radunafi la Compagnia di S. Frediano detta per foprannome delle Bruciate ; a cagione che la mat- tina dei 18. di Novembre fefta di S. Frediano , fi dà a ciafcuno de* Confratri una Coppa ài caftagne arro- ftke ; e ciò per teftamento di Lorenzo di Bartolommeo del Paflera , che oltre alle bruciate , lafciò altre co- fé , e vi fondò la Cappella di S. Lorenzo nel 1490. Sonovi due altre Cappelle di padronato della medefi- rna Compagnia : cioè quella ài S. Michele eretta da Michele di Simone Bottaio nel 1436. e altra della Nunziata iftituita da Vincenzio di Michele Sbarri "a i 7. di Ottobre del 1607. per rogito di Ser Simone Be« tóini . V. E venendo alle particolari > e pregevoli tavole*
degli Altari j ornati di Colonne con Archi intagliati a fogliame di pietra ferena d'ordine compofìto > nelT ingreiìb a manritta la prima è una rariflìma tavola ài mano di Pier di Cofìmo , che la fece per la Chiefa ài S. Piero in Gattolino v là quale > in occafione del- la rovina di detta Chiefa , fu per la fua bellezza , giù» fìa il Va fari 5 trasferita a quefta Cappella , che è Pa- dronato de* Bucetti . In detta tavola fi rapprefenta Noftra Donna a federe col Bambino Gesù fulle ginoc- chia fedente i che fpofa S. Caterina da Sièna. Allato dipinfe il Cavalier Domenico Paflìgnano Crifto 5 che lifana il Paralitico . Addirimpetto a quefta avvi una Nunziata di mano antica . Segue una Pietà co* Santi Girolamo, e Frediano a* lati , opera del Grillandaio . Né fi lafci qui di considerare nel fregio per cofa bel- la i Cherubini di rilievo ; e nella lunetta Crifto ri. forta, lavorati di terra cotta da Luca della Robbia, il qual bravo Artefice della ftelTa terra fece un ton. do fopra la Porta del Parlatorio , e dentro vi condufTc a maraviglia la Vergine , che adora Crifto . Alla Cap- - Tom. IX. Z pelli |
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pella dcgl* Efchini vedeu* il Martirio di "$. Andrea f
che fece Lorenzo Lippi non {blamente bravo Pittore, ma Poeta famofo, il quale fóllevato da un raro inftinto nei comporre , fcrifle il celebre Poema dei Malmanti- le grandemente apprezzato per la proprietà de* voca- boli , ed idiotifmi della lingua Fiorentina, di cui , trovatoli un Codice pregevole dal fu Canonico BU {doni , fi meditava dal medefimo altra riftampa : co- me fi dice nella Vita fatta dal Sig- Canonico Giù- lianelli , e ftampara nelle Novelle Letterarie del 1756. dal num. 23. al 32. Del GriJlandaio, o della fua Scuo- la è il CrocififTo con Santi intorno , tra* quali S. Lo- renzo fopra la Graticola . E vicino ali* Akar Maggio, re dalla banda della ftrada evvi la Cappella de* Mar- telli } che fece fare Ugolino Martelli Vefcovo Lupien- fé con una tavola di Lorenzo Credi , che vi effigiò Maria con Gesù in feno , e alcuni Santi , leggendovifi quefie lettere : • « VGOLINVS MARTELLVS LVPIENSI3 tPISCOPVS FVNDAVIT
£T DOTAVIT Atf. MDXXV. VI. Finalmente accenneremo le Reliquie, che s*
adorano fugli Altari in alcuni giorni dell'anno : e fo- no di S. Frediano un Dito ; di S. Andrea Apoftolo un Braccio; Offa de* Santi Filippo , e Giacomo: uru Braccìno d' uno de* Santi Innocenti : un Bicchiere di S. Candida : Carne di S. Filippo Neri ; ed altre che da S. Candida portarono feco certe Pinzochere , le quali colà abitavano , coftrettc dall' a/Tedio a rifugiarfi a San Frediano . E per fine non voglio lafciare dì notare, come per relazione del foprallodato Sig, Ca- nonico Giulianelii , vi fono nella Libreria Medìceo-- Laurenziana al Pluteo XX. Cod. <5. Biagio Scrittore del. la Vita di S. Frediano ; come ne* Codici 8. del Plu- teo xx, e 3. del Pluteo xvn. Calendari antichi, da* quali molte cofe fi potrebbero cftrarre per rapporto al Santo , e fua Chiefa • Pretto a quèfU fi offervi un di-'
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retiamo «Sito g clié lià eòtlniàinentè divoti, ed
LJS a PopoT cfSo nella Cappella delle Mona-
k ?l Pnnte alla Carraia , Simulacro che par Vito , eaCè%«ana &»% Ì*M che faceife il Poe- eetti • |
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Uefti Padri, che vivono fotto la Mona-
dica disciplina del non men celebre, che antic© IfHtuto Ciftereienfe j venne- ro^ Firenze nel 1.323. per la prima vol- ta in un Ofpizio loro conceduto dal Vefcovo pranceico da Cingoli . E fé io non aveffi già favellato altrove di |
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quefti Monaci 9 avrei molte cofe da rifeirire , prima di
accignermi alla deferizione della Chie& ,«i e del Con- vento inoggi irjiagnìficanxemte fabbrìcaftp in Borgo di S. Frediano . Ma nel Tomo .1. delia Storia di Santa Maria Maddalena de* Pazzi eiTenédfi parlato d^lla ve- nuta loro a Firenze : delle 3Cafe , che ebbero in Via di Pinti : dell' Edilizio n^fcilfffimo » che in pochi anni ivi ù fecero: e delle cagioni, per cui abbandonato sì comodo foggiorno , furono trasferiti al vecchio Mo- nastero delle" Monache degl'Angioli: riiiringeiò in una Lezione i foli pregj della Chiefa , e del Convento in- oggi detto Ceftello Nuovo . II. Né difdice per avventura 1* incominciare dal
Convento; poiché i Monaci tornati in quello luogo» fì fecero dal rinnovare tutta V abitazione > che era delle Monache j prima che penfafTero alla nuova Chie* h . Si gettarono adunque i fondamenti di quella fab- brica di circuito affai grande , e ben intefa con due Ghioflri in volta di grandezza più che mediocre . Il J pri-
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primo % &e fi «ora àUVetttrare > è ornato M»S
S , con axchi fopra «,potitene 4i tìrcpto dt sp.em bio a d' ordine Dauco.; e per un andito» fi &Aji . «I feconda Chiatoo „ ohe più xitco: del («Mio **«£* m compdfite iegfee W*< gli archi tolte «te» *d appartamenti nobili per fervido # M»™">mf™ di quelli i che con pre.latu.re tengono «f^»'»^, dofuperiore. >Le fineUft fono adorne 4j(*»»H*»fS nicìati della ftefla .pietra , che "%Qndf d™,Sàl fimo Chioftro , accompagnano con. Po*****"»* magnificenza di -lotto,.! Edifico* *f»«**,£f^^ interna belila dell' ordine , in ; cui e compartito tutr m il -Monetare .Dal .piano tmMtp******* Pala, di niacigno^ìtrovanfi. larghi: £ fpaztoh:OjW"r tori Sn «aitai ammezza botte jrneJquali.MtpPWlono.ie porte-flu.fiiid.'moi gli appai'aomnti IÌMMNK9 gó proporzionaro mo&ò *B» mn * •»*S&£.a folitario della vita Monàftica . Pofa lo • qj*to- j*eno ancor la, Cella propria % in cut v.flfe j e moricon,, fantitk: grahdiffima «ante Maria.^Maddalena _de^■ J.»*« ? che. iaioigi, ridata > Oxatoxiò dedicato Sai ftpfm* fc è Irequentatiflknoda' Fiarenwni -pei «^*?W»2£jgfft « Santa. fi!*» vero, dire, degno * #«*'* voziòme. è «tao ii:Oonvento per le memorie -di el ^ qui viuuta : come il Pozzo , che è nel prime Ch o- ftTO,;<dDV*#:rBeata «scava fpeffo. refrigerio per miti gate con la ftefahezza.*quell'!acqua, > ardor. g'»"«A ohe atóva Spetto dell' amor,,di Gesù ; Critjo ■. f ', Orto ,'in cui ifòvcim ella <cb:be que' mirabili ratti . eo il Capitolo v nel quale ella veftì l'Abito , fece Ftp-, ftffione, e ricevè da Dio cosi ftupende vihoni . , Iti. Ed .effendo flato Architetto di quefta «*W»*ftl
Gfoaardo Silvani , nel Secolo paflato ,-uomo:. P»".^ ognialtro lodatiff.mo, notar «ni,giova quanro «e W. di lui il Baidinucci.-alla psg.-. w*. .del■ hecofcr V. colle feguenti particolarità il Correva T anno }'6l&'f^f „i Monaci di Ceftello concelfóro 1'a«t«o loro Mo- n «aiterò nella Via detta in Pinti , .alle Monache^fc
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„ Santa Maria degli Angioli i che per avanti ftavana
% in Borgo S. Fridiano , Convento loro antico , do- i, ve vilTe , e morì la Santa Madre Maria Maddalena }j de' Pazzi Monaca dell' Ordine Carmelitano : come „ altrove più diffufamente fi trova da noi eftere flato „ fcritto . Ciò fu appunto che ne era Abate Don Sai* „ vadore Silvani Fratello del noftro Artefice , onde » di lì a non molto volendo i Monaci ridurre a como- „ do di loro iftituto il Convento delle Monache > avu- » io in contraccambio j toccò al Silvani ad elTerne i* ,, Architetto. Quello, non ottante la quantità 9 e qua* 9, lira de* liti > che per eflere di antica ftruttura , 9> ed al tutto diverfa da quello , che alle costumanze „ de* Monaci abbifognava , fi adattò così bene } che 9; par veramente $ che tutto fia fatto di pfanta • E nel 99 dar luogo al primo Chioftro } operò che appunto 9V fotto 1' arco di mezzo (giacché altro luogo non fé 9j gli poteva comodamente affegnare ) reftaife il Poz- 99 zo della Santa , alle cui acque concorrono molti 99 per divozione , Tutto il Monastero riordinò e di fca- 99 le j e di fale 9 di cucine , di doppia Foresteria » di 9, Chioftri con beli* ornato } e fopra ordinò un bel 9, Dormentorio di 40. braccia . Né debbo lafciar di ?j raccontare 9 che nel luogo appunto preffb alle Cam- 9, pane } dove fu la Cella di Santa Maria Maddalena 99 nel miglior modo 5 che fu potàbile 9 operò che re- 3> fiafle una Camera : che inoggi in onor di Lei è ri» 99 dotta a Cappella • j, E qui il Baldinucci abbando- na il ragionar del Convento 9 sfuggitogli dalla memo- ria il Capitolo" , che viene a terreno tra un Chioftro, e T altro , adorno di vaghe Pitture , e di alcune me- morie della fuddetta Santa; così le belle Statue ha in- tralafciate j e fono del primo Chioftro S. Maria Mad- dalena de'Pa'zzi 9 opera del Montauti ; e nel fecondo Ghioftro altra rapprefentante S. Bernardo tenente fot- to i piedi il Demonio^ che lavorò il Piamontini : ficcome alla Porta del Monaftero uno sfondo , ove Mat- teo Bonechi colorì la Santiflìma Vergine 9 e S. Bernar- do* |
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do. Ir una Stanza poi a terreno del primo Chioftro
cvvi un S. Giovanni predicante alle Turbe dipinto a olio dal Poccctti , che lo arricchì al fuo folito di nu- mero grande di figure lavorate con grazia , e difpo» fizione di attitudini . E finalmente vi è la Libreria*» in volta ricca di libri , de i quali buon numero fono fcritti a penna, contenenti cofe recondite ) curiofe i ed atte alla fodisfazione degli Studiofi , ultimamente, diftribuiti con buon ordine dall' erudito Monaco 1* Abate Don Teodoro Davanzali » il quale con laudevo* le fatica ha fpogliato minutamente la preziofa fuppeU lettile di mokiflime antiche cartapecore -, che fi con» fervano in Convento . Evvi parimente un Priorifta del- le/Famìglie Fiorentine con V Armi colorite da D. Mi-» doro Bruni , che di notizie vetufte di Firenze ebbe cognizion particolare ...
IV. Innanzi poi che fi paflì ad offervar la Chiefa
nuova» conviene che raccontai una novità ftrana affai, che cagionò neJ Padri un inutile fpefa dì fei in fette mila feudi , ne* Fiorentini non piccolo difpiacere , ed alla fabbrica lunga dilazione . E perchè ne andiamo! pienamente informati, riporterò primieramente le pa»? role del 'Baldinucci , che fu quefto propofito fcrivc nella Vita di Pierfrancefco Silvani a e. 330. come fe- gue ,» La quale ( Chiefa ) in quella parte , che dovea ,, contenere il Coro , dalla banda del Fiume Arno „ dxctto alla Chiefa vecchia (delle Monache) era già „ condotta a ragionevol difegno > e già vi erano itati ,, preparati belliifimi pilaftri di pietra {cannellati, ed „ altri difpendiofi materiali , quando fotto nuovo go. j, verno parve a* Monaci non effere ftata ben penfata „ tale risoluzione . Onde non Colarnente deliberarono 3, di non più continuarla , ma di distruggere il già ,, fatto; ed in quel cambio incominciarne altra iru » gran diftanza da quel luogo > la quale , mentre io » ferivo quefte cofe , a feconda del difegno del Ce- „ rutti , e. coli* alTiftenza d* Antonio Ferri diligente**' » Architetto , è già alzata 9 e coperta j a riferva del- „ la
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i\ la Cupola ,che «01? è ancora coramciar* ,, e fin-
qui il Baldinucci . Quale: ne i Monaci foflc la diffi- dila; ,- che tanto* prevalfe all' intereiTe , non aveiido ri» guardato a murar difegno e luogo , né alla rovina^ della parte della? Chiedi già murata , piacemir cri qui notarla, quale ne'ricordi del Migliore io trovo accen- nata così „ Jsfon fi volle ds i Monaci perdere un beli* )y #pparramento degli Abati , né err bel Dormentorio,. tr w cui finellre mettevano^ da mezzodì nella Via Màe- » ito, a cagione dejila facciata della Ghiefa , che full* j, idea dei Silvani veniva verfo S. Friano , onde non* ,, guardando a fette mila feudi fpefi nelle fondamen- ,y ta, abbracciarono, ih feconda difegno del Cerniti ,- jj raccomandato all'aÉfifrercza di Antonio Ferri , poco; ^imporrando, che isenhTe dalia banda dell'Arno la 5) Porta Maggiore della Chiefa „ Adì adunque 11. di Giugno del ióSq, a ore cinque dèlia fera , prefente^* il fuddetto Migliore , fi benedì la prima pietra coiu grande fefra , e fuoni , e coli' aflìftenza della primaria Nobiltà Eiorentina alla funzione , che fece Don Pie- tro Rolli Prefidente Generale dell' Ordine in Italia, che aiutato da 4* Gentiluomini , gettò ne' fondamenti h benedetta lapida? con dm Medaglie , una di oro del Papa , akr-a di argento del Granduca , chiufe in una Cafetta , dentro? adente ancora due Ifcrizioni , che fa- uo le fegmemi im ti 1 u: ©1I»ARAE ET^S. MARIAE MAGDAtENAE
MGNAGHI CISTEIXr OR©. CISTBRC. POSVERr*
DIE XIv ivmi ANNO 0OW. MDCLXXX.
innocente! mU sv-m. pqnt. anno li
COSMO III. MAG, BTR. DVC. V. FE£. DOMINANTE
ET PETRO ROSSI ABBil GONG^ CIST. ITALI AE ^B&ESIDEMTE GENfeRA^LIU E la feconda dicchi 1 ;
.•'.*!>,}<♦* wiu 4't>£:*i*gw » .$!*»{* s% 9 . *.' '■ :.
M-- it -NO-
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NOBUES VIRI
PETRVS FRANCI5CV5 MARCHIO VITELLE . RODVtPHVS
COMES CAPRARA . PETRVS MARCHIO CAPPONIVS
LVDOVICVS ADIMARI . ANGVLARI LAPIDE
LOCANDO . MANVM ADPOSVERE . MDCLXXX.
il predetto giorno cadde in queir anno nel martedì
terza fetta della Pentecofte . Nel i6$$. fé ne fece V apertura , giufta un Diario nella Magliabechiana „ Adì „ 17. di Aprile Domenica in Àlbis il Padre Abate ,, Rolli cantò la Mefla folenne per la prima volta nel- ,; la nuova Chiefa alla Cappella di S. Bernardo, la „ quale era fola ad effer terminata , e finita di dipi- ., gnere da Pier Dandini celebre Pittore. ,, Pofcia in diverto" tempi fu ridotto quello Tempio nella vaghez- za, che fi vede di prefente : ficcome le altre Cappel- le con belli, ftucchi meflì a oro, e con Tavole bèllif- fime di eccellenti Pittori . L* ultima cofa a terminarfi fu la Cupola , non già col difegno del Cerutti » ma di Antonio Ferri , che nel 1698. la diede finita « V. E ormai venendo alle pitture della Chiefa ci
faremo dalla prima Cappella a manritta nell* ingref- fo . Quefta è intitolata Santa Maria Maddalena^ de* Pazzi, ove è dipìnta la Santa da Giovanni Sagre- ftani , la cui Cupola è di Matteo Bonellì con altre figure , che 1* adornano , Dalla fottopofta Infcrizione apparifce aver di quefta fatta la fpefa il Reverendifs. Generale de* Ciftercienfi D. Lorenzo Citerni nel 1702» Segue la feconda con .Tavola , che rapprefenta Crifto in Croce, di mano del famofo Antonio Pugliefchi ; e V Infcrizione accenna , che nei 1700. il P. Don Vet- torio Lapi Abate Vifitator Generale d' Italia , e Teo- logo del Cardinale Francefco de* Medici s col fuo de- naro non folo erige detta Cappella ; ma io efia vi volle fepoltura per fé , e per i fuoi defcendenti da Fiefole . Accanto trovafi la Natività di Maria dipinta con vivezza di colorito da AleCfandro Gherardinì ; e dal P. Don Ferdinando Maria Buonmannelii Abat<u Tom. IX. A a del
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dei Mona/tero , e Predente Generale della Congregazio-
ne dMtalia, addita rinfcrizione eiTere fiata nel 1694. de- dicata , Dall' altra banda Pier Dandini effigiò un San Bernardo a fpefe fimilmente .'il. tutto del fopraddetto Buonmannelii nell'anno 1688, come dice la fottopofta Intenzione » Appretto viene S. Gio: Batifta , che battez- za Gritto di Antonio Franchi ; e dell' Abate D. Giu- lio Perini Fiortntino fu nel 1700. tutta la fpefa , ed il penfiero , fé crediamo all' inscrizione * Il quadro in faccia della Croce è un S. Pietro Crocifìtto, copia di altro in Roma di Guido Beni . Addirimpetto Fabbri- zio Bofchi colorì Maria con S. Bernardo. Nella tetta- ta del Coro fece il Curradi la Santiffima Vergine con altri Santi \ e la terza Cappella è di S. Anatìafio di- pinto da Giovanni Ciabilli . A quefto S. Monaco Per- dano e Martire , di cui parlano gli Atti dei fecondo Concilio Niceno , dice la folira Inflizione , che il P. Abate D. Afcanio Baicchi Generale Vifitatore della lo- ro- Congregazione in Italia > volle » che la dedicattero nei 1706. 1' Abate » e i Monaci di Cefìello . Noi a- Verebbamo più volentieri riporrate le refpsttive Infcri- zioni collocate fotto ciafeuna Cappella , fé follerò fiate Refe con più felicita, e gulto corrente del fe« coio noliro . Sono per altro bei ed eterni Monu- menti della pietà , e generofità di quefti Monaci > i quali > non come i più fanno» coli* altrui ; ma col pro- prio hanno cosi abbellita la loro Chiefa . La pittura della gran Cupola è di Domenico Gabbiani . J51U. '&. al prefente giudicata un capo d' opera di quell* efat- to infigne Pittore . Ma non così fu ne i tempi > che fi dipingeva : come ne fanno fede tante Poefie Satiri, che M/T. che fi fparfero per Firenze ; Traile quali ce- lebri fono le Poefie dei Bozzaghi Poeta Bernefco Fio- rentino non difpregevole-. Le figure per altro ne* pe- ducei fono^ di Matteo Bonechi ; e di Carlo Marcellino fono i molti ftucchi ,* o fia nelle Cappelle , o nel Co- ro , o nella Crociera_•• Nella Sagreftia confiderabili fo. no due Tavole ; in una vedefi Cnììo co* Santi > opera éeì
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del Curradi,e nello sfondo della Volta Pier Dandi-
ni fece a frefeo un* Aflunta • La Chiefa non ha lapi- de Sepolcrali , che aggombrino il pavimento , veggen- dovifi in tutto una fpezial limpidezza : come era an- cor neir antiche Chiefe , che aveano diftinto il Cimi- tero . Vi. V efterìor bellezza di quefto Convento m'in-
vita molto più a confiderare il formale , o foftanzie- vole interiore luftro , che in ogni Religione fono gli illuftri Figli , che o colla fantita , o colle lettere ; e più coli* una , e coli* altre V abbellano . Ed oh quan- to di quefti fecondi fregj può andar pompofa la Con- gregazione Ciftercienfc i Ne accennerò , per fervile al- la brevità » alcuni pochi fioriti in quefta Badia, sì nella vita efemplare , da cui dipende il eredito , che effi Tempre hanno goduto preffo i Fiorentini \ come in diverfe facoltà al grido della fama più celebre : ef- fendochè fi legga nel fuo Catalogo de i Morti Doil. Lorenzo di Giufto col titolo di Beato dimenticato dal Dottor Brocchi, il quale fa menzione del Beato Tue- ciò pur di Ceftello , facendolo amiciffimó di S. Anto- nino Arcivefcovo : la cui Anima elfo Beato vide vola- re al Cielo nel punto fteffo , che il S. Arcivefcovo mori. Del Venerabile Don Agoftino Ghettini evvi me- moria , che Direttore effendo di S. Filippo Neri , per rivelazione di S. Giovanni Evangelica > aflìcurò detto Santo , che Dio lo voleva in Roma : così diffuaden- dolo dall' ardente defiderio di andare all' Indie • Mo- naco pur di Ceftello fu il Venerabil Guidone Rifor- matore del Monaftero degP Angioli : Il Venerabil Ber- nardo della Volta fu Spedalingo dello Spedale di San- ta Maria Nuova . In credito di Santo preffo Eugenio IV. fu il Venerabile D. Timoteo , prima Monaco del- la Badia Fiorentina 9 e pofeia Abate di Settimo , che pofe quefti Monaci in Ceftello vecchio alla Porta iu Pinti : e nella Vita del Beato Gomezio fcritta dall' Abate Puccinelli alla pag. 17. leggefi : come due de' Monaci di Ceftello riformarono molti Moìiafterj di A a z Lom-
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Lombardia ricevutane autorità 4' anno 14^5. da Paolo
IL per iilanza particolare fatta da Francefco Sforza Duca di Milano . E tra' celebri in dottrina '.trovanti £). Felice Rodi , cui Coluccio Salutati famofo Scrit- tore , e Segretario della Repubblica Fiorentina dedi- cò T Opera fua De Fortuna , & Fato ; D. Agostino Infangati fcriffe con iìiìc ^erudito le Croniche di fua Religione divifate in 6. Tomi ; D. Xaverio Varini fio- rì nel 15io. il quale erudito in tutte le fcienze ca- riamo fu a Leon X. ed a tutti i Letterati dell* età fua, facendo ài lui memoria ì* Ariofto nell'ultimo Canto del fuo Poema . Don Antonio Albizzi ebbe dal fuddetto Pontefice particolare incumben2a di fcrivere_, fopra la riforma dell* anno , premendo a Papa Leone la correzione dei Calendario. Don Niccolò Baccetti è 1' Autore drlla Storia Settimianà molto erudita , della quale efifte in quefto Convento l'originale fcritro a penna. Dell' Abate Don Ferdinando Ughelli è 1* Ita- lia Sacra in fette romi , ne i quali fono tutti i Ve- fcovi di e(Ta con 1' Armi loro ? e recondite notizie , che ha poi moltiplicate il Chiari/fimo Sig. Gì»; di Pog- gio Baldovinetti Patrizio Fiorentino in guifa tale f che ftampate, come bramano gli Eruditi, formerebbero una bella Appendice a queir Opera . Monaci pur di Ce- sello furono Don Enrico Pruchover Svezzefe fatto nel 1413. Vefcovo di Termopoli ; e Don Orazio Acqua- viva Aragona figlio di Girolamo Duca d' Atri ,"e fra- tello di Giulio , e di Ottavio Cardinali, il quale non meno fi morirò nella guerra contra Turchi del 15 71. Capitano valorofiffimo ; di quello divenne poi Mona- co ili ufi re in dottrina, e in bontà di vira efemplare , morto nel 1617, Vefcovo di Caiazzo ; come ha di- moltrato nel fuo Commentario agli Statuti di Caiazzo il Dottor Giovanni di Simone negli Statuti Calatini , Opera dedicata al Marchefc Antonio Corfi fuo Padro- ne non fono grandi anni . Ed ancora fi piange da' Letterati la morte del Padre Abate Don Teodoro Da- vanzati, al quale molto deve Y Archivio , e la Libre. ..-\.-..> ■ *.. Si m ■•■■;■■:■" >■■■■■
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ria ài Ceftello per lo ftudio fuo indefeflb nelle pri-
fche Cartapecore . , VII. Stettero anticamente fotto la giunidizione-»
dell' Abate , e de* Monaci di Ceftello le Cfoiefe di S. Miniato fra le Torri in Firenze, di S. Giorgio a Ru- balla > di S. Donato a Scopeto avute dalia Famiglia de i Pilaftri nel 1326. come appare dal rogito di Ser Lotto di Ser Rinieri di Ugolino da Caftagniuole . Fu- rono altresì Padroni della Collegiata di S. Friano di firenze: come fi dimoftrò alla Storia di quefta Prto- ria. Ma inoggi preflb a i Monaci non fi conferva al- tro Padronato, che di S. Martino alla Palma; ed al Cardinale Domenico Capranica Arcivefcqvó di Fermo , e già .Commendatario di Ceftello i medefimi debbono «rado di non poch^ poffeflìoni, e beni perduti 9 e re- cuperati dal Cardinale : , come fi è detto nel noftro trattato del Monaftero degl* Angioli . iM? àflerifee il Sig. Can. Giulianelli , cui debbo la feguente dottiffi- ma Lettera fulla Badia di Settimo per compimento di quefta' Lezione , che nella Par. IL dell* Opufcolo VI. del Sig. Dott. Stefano Marja Fabbrucci Lettore Pifano eruditiflìmo , vi fi dice j che il famofo Cardinale Fran- cefeo Soderini Vefcovo di Volterra era nel 1503. Pro- tettore dell'Ordine Ciftercienfe . Ci è tra le infigni Reliquie parte del Braccio di San Luca Evangeliftà , e di quello di S. Sebaftiano Martire : trovandofene-» memoria fino da quando erano quefti Monaci nel Mo- naftero di Pinti . Le Fette finalmente folenni , nelle quali fi vifita la loro Chiefa, fono di S. Bernardo a 1 20. d' Agofto, di S. Maria Maddalena ai 22, di Lu- glio : nelle quali Felle il P. Abate vi celebra i Divini Ufizj Pontificalmente ; ed in ogni Domenica di Qua- refima dopo il Vefpro vi ftà efpofto il Santiffimo ; Villi È per fine ritornando ne* Chioftri , riporte-
rò alquante Infcrizioni , che fono le feguenti : Sopra la Porta del Capitolo che è tra un Chioftro >
e 1* altro : |
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oyisoym wgrederis . éoittoé temetipsvm ; tamtam
ADMIRABILE SANCTVARIVM INGRESSVRVS
HIC SÀNGTA MARIA MADDALENA DE PAZZIS SACRVM CAR- MELITARVM HABITVM INDVIT . SOLENNE PROFESSIONE VO- TVM EMISIT . ET IN EXTASIN FREQVENTER RAPTA . PA- RADISI GAVDIA ADHVC VIVENS L1BAVIT . REVERENDISS. P. D. LAVRENT1VS CITERNI PRAEsES CONCLAVI HOC COE- NOBII • IAM ANGEIORVM CVRAM • ET DELICJA . NVNC JNFERORVM TERROREM . VTPOTE CRIMIN1BVS PIE . AC DEM1SSE APERIENDIS DESTINATVM . MARMOREO HOC MO- NVMENTO PIETATIS ERGO DONAVI? ANNO SALVTIS MDCC. Dentro nell' ingreflb di dettò Capitolo, fui pavimento:
REVERENTERJNGREDERE é GRADV*. £ATÈR£S • PARIETES
QVOS GALCAS • QVOSCONSPICIS . HOS • B. MARIA! MAGDA- 1ENAE DE PAGTIIS PES • AC SANCTITAS . DECORAVI! » Alla Statua di S. Maria Maddalena de* Pazzi nel primo
Chioftro.; :■ j *ifob M »i ■% mimi m :m ne m mn* v o. • m.
v.'ft MA&IAE MAGDALENAE PACTIAE
^yAE? IN HIS AEDIBV8 DEO VIXIT ET IN DOMINO OBDORMIVIT D. LAVRENTIVS ABBAS ClTERNIVS ORD. CISTERCIENSIS BIS PRAESES • GIVI SVAE BENEFICENTISSIMAE AERE, SVQ STATVAM HANC MEMORIAE CAVSA 5 « in ; an; sai. cio. io. ecxxvi.
ì ? ÀNTONIVS MONTAVTI FACIEBAT V
Alla Statua di S. Bernardo nel fecondo Chioftro:
DOCTORIS MELLJFLVI CISTERCIENSIS FAMILIAE
PROPAGATORiS . IT PATRIS D. BERNARDI STATVAM
D. LAVRENTIVS CITERNI HVIVS MONASTERII ABBAS
ATQi ITAXIGAE CONGREGATIONIS GENER. PRAESES
HOC IN IOCO COLLOCAVIT -
; j AN. SALf CID. IO. CCII.
IOSEPH PIAMONTINJ 5CVLPS. ; *~ * *'
AP«
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APPENDICE .
BADIA PI SAN SALVADORE DI SETTIMO.
LETTERA
Del Sig. Dottore Andrea Pietro Giuljarellì Canon ie§
dell' Imperiale Bafilica Ambrofiana di San Lorenz» >
al M. R. P. Giuseppe Richa della Compagni^
di Gesù. .
Molto Rev. Padre Amico Singolaf iflimò.
pi mi pregate , che » atteri gli incomodi cori--
fecutivi alla voftra grave età > io voglia feri- vervi qualche cofa Tulla antìchiffima Badia di S. Salvadore di Settimo , nell* occafione t che., nel IX. Tomo delle voftre belle Lezioni fulle Chiefe Fiorentine > quella attualmente (I (lampa del Monade- ro di Ceftello Nuovo , che tanta relazione ha colla^ fopraddetta Badia di Settimo . Anco 1* età mia » caro Padre , prevenuta hanno differenti , ma cagionevoli in- comodi , come vi è noto . Non ottante per fervirvi altro non porto fare, che traferivervi ciò, che mi ri- trovo aver io notato nelle mie Selve ; allorché per ordine dell'Imperiai Configlio dovetti cangiare gli ftudj d* eloquenza nei bibliografici ; per rendermi mèglio , che per me fi foiTe potuto , atto a compiere la Sto- ria incominciata della celebre Biblioteca Laurenziana , e profeguire il Catalogo fui metodo Bifcioniano . La molta erudizione , che parte tradizionale , o fia voca- le j parte acquiftata da una. illimitata varia lettura» richiede quel metodo, m'impegnò a far non pochi eftratti fopra quegli Scrittori % che qualche rapporto hanno , o poflfono avere con quei rari pregevoli Codici di S. Lorenzo . Le regole fon quelle preferitteci e dal voftro Claudio Clemente > e dall' Hottingero , e da-. Fran*
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Francefco Bude©;, ed altri Bibliografi , per ifcanfareL;
di'teflere un Catalogo Aerile /digiuno , macilen- to., é* nudis librorum titulis > celati ari di s tantum* 9J]ihus conftantem : come il dottiffimo Signor Lami ci dice , non aver volato fare il fuo della Biblioteca^ Riccardiana . Del quale in (igne. Letterato avendo al- lora fempre in niente il coniglio e 1* cfemplo , a- dunai non. poco; ed ^efTendofì alla raccolta fatta : ag- giunte le Schede Bifcioniane , che tutte mi confegpò quell* amofevol vecchio , parte da elfo fatte , parte»* da elfo comprate dopo h morte del Ducei abile Anti- quario benemerito della Libreria , e dell'Archivio Lau- renziano, mi fervono ora di qualche follievo nel riparlar- le . Harino tra quelle luogo gli Excerpti intorno la Badia ài Settimo ; perchè, per poter degnamente, e con fonda- mento ragionare di quei non pochi Codici, che a'tem- pi di Cofiroo I. dalla Badia di Settimo trasferiti furono nella Laurénziana , feci un eftratto dell' Odeporico del prelodato Sig. Lami» pubblicato ne* Tòmi X. XI. XIÌI. e XVI. delle Deliciae Eruditorum , teforo d' anecdo- ta , e non ovvia erudizione . Se di quello v* appa- gate ,, io ivolentieri ve ne fo un dono ; sì per fup- plire , come pollo , all' indigenza vo/lra ; sì perchè oramai quelli ftudj , come quei già d'eloquenza, fi fono per me renduti affatto inutili . Né ho io ora vi- gore baflevole , ed ozio ad insinuarmi per gli Archi- vi ; o ravvolgere gli Annali dell' Uluflri dotte Reli- gioni : come farebbero nel cafo noflro gli Annali Cf- ilercienfi d'Angelo Manrique; o d'efaminare l'anecdote notizie fu „ quella Badia dell'Abate Ignazio Signorini, e le differenti oppenioni del Borghino, dell'Ammirato, e del Rena . Bene il vero però , che il Lettore, il quale avrà oifervato tutto quello per altro, che havete dovuto toccare < intorno alia famo/a Badia di S. Salvadore di Settimo nella Lezione XXIV. dei Tomo L nella Le* zione XXV. del Tornò V. e finalmente nella prece- dente Lezione di Cefrello Nuovo > rimarrà paHabilmente |
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ìnftrutto di quefto non difpregevóje punto di noftra
Storia i E così il non poco ,>\che, detto ne ave- te nelle fopraccitate Lezioni , v* efime dall' entrare in uri lungo dettaglio dell' ammirabile di quella antichi!- fima Badia . Poiché io non credo mica eflere voftra.. intenzione di tetTerne la Storia > la quale in fette Li- bri latinamente diftefe già l'Abate Niccolò Baccetti Fiorentino dell' Ordine Ciftercienfe ; e* pubblicolla in Roma nel 1724. il P. Malachia-d' Inguimber* di Car- pentras Teologo Lettore nell* Univerfità di Fifa , e di Firenze . Per chi poi volefle ritefTere la fuddetta Sto- ria più efattamente , e criticamente , non alle.voftrc Lezioni , che altro oggetto hanno ; ma ad altri più alti fonti» conviene, che egli ricorra . VoiiV lo so, .per- chè troppo vi conofco , non avete «;.mai avuta l'ambi- zione d"i fcrivere per i dotti?, i quali da per loro ftefli fanno , quali fono le forgenti , e le miniere ricche , ed àfcofe ; né tampoco di fare efatte Iltorie di cia- fcuna Chiefa Fiorentina. Del che vorrei » che fi ram- mentaflero fpezialmente coloro , che fi dolgono dell' omiflìoni da Voi fatte in quelle Lezioni, Ai dilettan- ti delle Fiorentine Antichità , mi penta che Voi in- tendiate folo di giovare coli'unire in quefti Tomi le notizie , che o fparfe fi trovano in libri , che da effi non fi leggono; o fepolte fono in luoghi , che effi ignorano #1 aiii iA% \ ;, *v. Ma torniamo a bomba . Molto eruditamente dimo*
fira Vincenzio Borghini nel fuo libro dell' Origine di Firenze , che il nome di Settimo viene alla noftra Badia dal numero delle miglia , che ella è dittante dalla Città di Firenze . Nel Trattato poi della Chiefa e Vefcovi Fiorentini , rigetta bravamente 1* errore di coloro, che nulla badando agli anacronifmi j preten- devano di foftenere , che il nome di Settimo foffe^ imporlo alla noftra Badia dal numero delle fette Ba- die , che fondate avea.il Conte Ugo, di cui perciò nel libro IH. cantò il noftro Verino : Tom. IX. B b . . Re.
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Tempia Beo fe$Psm:Tufrh £#f c&ndtdit oris*
Quafiia Badia di 3- Salvadore fotte fiata U fettima >
ed ultima Badia fondata da Ugo : come (cambia an- co il Vafari nella Vita di Niccola Pi fa no . Io noa. imi pollo difpenfare dal riportarne qui te precife paro- le del Borghini ; Molto più, che ci, dicono qualche cofa della Pieve di S» Giuliano a Settimo ridotta in °Sg» molto magnifica si iieiia Chiefa rcrie nella Ca- nonica dal generofo vivente Piovana il Sìg. D. Tom- mafo Gamba {fini . Ci fanno inoltre ftrada dopa T exi* Enologia del nome.alla fondizione -delia foprallodata Ba- dia5, -Dopo di che però foggiùngefemq le .no&re critiche annotazioni : „ Sappiafi pure (dice il foprariferito Scrittofè ,i, tutta effere in q4iefta rjarte delle? Sette una 9> favola , è che la detta Badia, di Settima fu dagli •>> antichi Conti edificata , che furono Signori di, Man- ») gona , e di gnan parte ctó« Val di Bifenzio » e fi dif* 3, fero-j.-coeve io credo , poi Conti Alberti. E baiti » per ora a convincere la cofa del nome , che del re- V> ho fi tratterà per altra occasione più; largamente, fi et a moitrare > che quefta delle miglia è la vera p cagione del nome , che innanzi .230. anni0 che fuffe » il Marchefe Ugo al Mondo » o quel Ganfce, Lotario n 1* edifica (Te , che la Pieve > che fola era in quel luo- m go > haveva quella nome di Settimo » e così fi truo- ì>* va nel privilegio di Speciofo n^ftrO Vefeovo , dato Jg !Panno dodicesima di fciopiando Re de*|,ongobardij & che venne ad e fiere incorno al dcgxxii. della falu- » te , ove donando alcune terre di fuo paifimonia a* >> Canonici in fu la Greve & dice efpreilamente * che >> elle erano nel Piviere di S. GMiiano a Settimo » lì » che folo può baftare a: cavtar del capo a certi ofti* >> nati in queiie antiche , e favolofe Irfcorie cotali opi- ,, nioni . ìì II diligentiffimo Sig. Manni poi in una no- ta alla Par. il. de* Difeorfi d*l Borghino pag. 393. ri* porta quefte parole della donazione fopradetta : Eg* |
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SpecHfusEpfcopns nimts peccato? >> & indignus &C. Sic
*velo ) àf dtfpono , qvaliter Domino adiitnìante ^ de curie j # rebus in eis , quae funt pofiti in loco fluiìio Greve » uhi etiam Cintoria notninatur infra Plebe , &* Bpifcopio B. loannit Baptìftae , unie ego Epifcopus effe *videor, fi<ve infra Plebe, <b* Territorio Sancii Itili ani dillo Seppi' mo j qui fuerunt Genitoris , ist Genitrici s vneae 4$'e. Lo (tetto afferma Cofimo della Rena nel luogo , che più fotto noteremo. Sulle quali parole la prima noftra of- fcrvazione fia } che > fé delle faftidio ad alcuno , che lì numero delle fette miglia non torna ; mentre anco il P. Baccetti la pone 5, miglia dittante da Firenze, noi rifponderemo col detto Borgbino , e col Sig. La- mi nel!' Odeporico : che tal divertita nsfee dalla de- terminazione differente delle miglia Romane alle no- ftre : conifpondendo 5 foggiunge Cofimo della Rena a pag. 1S9. la vecchia mifura di mille pafli Romani, al- la noftra moderna del piede di Luitprando , come il 5. al 4. Il perchè tornano adeiìb le miglia di Settimo folò 5. e tre quarti . La feconda offervazione critica , che batte fu i Fondatori , the il Borghino fuppone^ edere fiati i Signori di Mangóna , detti poi Conti Al* berti, ìì prenda irt preflito dall'efattiffimo Sig. Lami, il quale nella terza Parte del Tuo Odeporico da pag. 1168. e feg. dimoftra , che i Fondatori della Badia di Settimo , che al certo furono gli antichi Conti di Borgonuovo di Fucecchio , non hanno che far niente co* Conti Alberti , e non fé ne trova neppure attac- co .Lo sbaglio del Borghino , e dell* Ughelli , cho gli hanno confuti , elice bene il Sig. Lami , è nato dal vedere, che i Conti di Fucecchio erano Signori di molti luoghi, e. gr. di Màngofìa ec. de i quali po- fteriormentè fono flati Padroni i Conti Alberti. Lo che facea d* uopo , che diftìtiguelTe anco il *lottiffimo Sig. Conte Giufeppe Garampi nella fuà bella e dotta Jlluftrazione d' un antico Sigillo della Gatfagnana pub- blicata in Roma nel 1759. allorché a pag. 14. nota prima , troppo fidartdofi del Brocchi nella <ÌcfcrÌ2Ìone B b 2 del
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éeì Mugello , àfferì affolutamente., che Mangona già
Cafteljo,aiTai forte nel Mugello , fpettava a i Conti Al- berti . Se ciò egli intende nei tempi, che elfo ivi il» luftra del 1220. glielo accordo ; Se poi credeflfe , che ciò fofle flato avanti , fi difinganni . Ciò premevo , chi de i tanti vecchi Conti di Bor-
gonuovo , che dal 900. almeno, fino al 1113. fecero ipiccare la lor pietà 3 e munificenza in fondare > do» tare , arricchire tanti, e tanti Monafterj, Chiefe , Spe- dali » ed altri Luoghi pii per la Tofcana, mi dna tal* uno , è il Fondarore delia Badia di Settimo ? & flato creduto , che nel fecolo X. la fondale il Conte Lotario nel precifo anno 9S4. E ciò 1* afferifce il P. Baccetti ; ma dirò ancor io col Sig. Lami , che non producendo il detto Storiografo rifcontro autentico di quefla fua afTerzióne , lafcerò V affare fopra la fua fe- de . Molto più , che s* oppone , o almeno imbroglia non poco ciò , che aiferifce Cofimo della Rena d* aver veduto in una Scrittura originale dell' Archìvio de i noftri Monaci appunto di CUtello , oye il Conte A- dimaro figlio di Bonifazio Duca e Marchefe , confer- ma «nel,. pSSv alla Badia dì 8, Salvatore dì Settimo le Chi e fé di S. Martino alla Palma >, e di S. Donato a Lueardo con loro Terre , Cafe > e beni nel modo , ■ che Bonifazio Duca;-.., e Marchefe fuo Padre , figlinolo di Ru- bai do a<vea già donato a quefta Badia , Se dunque , dico ioi',,'. queflo Bonifazio , che fi l'appone fiorire al* Jneno intornoi al 923. fece donazioni alla Badia di Set- timo ; e fé Adimaro gliele conferma nel 9S8. fi do- vrà egli credere edificata la Badia dal Conte Lotario nel 984. ? e che nel 998. Ottone IIL la prenda fol- to la fua protezione r vale a dire > tanto poco tem- po dopo la fondazione, e vivente ancora il pretefo Fondatore Lotario ? lo per me vedendoci non poche aflurdità Rifarei per poco inclinato ad acconfentire a due grandi; Antiquarj Cofimo della Rena » e al Sig. Dottor Lami pag. 888. dell' Odeporica, che preten- dono }, che il Conte Lotario folo nel 1004. fi poifa- |
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dire di qùefta Badìa il Reftauratore » o fia rinnovclla-
tore > che fecondo le leggi Canoniche al Fondatore e- quivale . E così torna anco più chiaro il filo della Storia negli anni di vita > che ebbe Lotario ; e fi ren- de molto verifimile j che > ficcome il Conte Cadulo Pa- dre del nofìro Lotario infieme con Gemma fua mo- glie fondò il Monaftero di San Salvadore di Fucec- chio , come cotta da pubblico Strumento di Lotario » riportato dal P. Soldani ; e ciò nel!'anno-forfè-986. come fi ricava dagli eftratti delle Memorie di Fuceer chio ; ed ivi pofe i Monaci Cluniacenfi : Così quello di Settimo pure erigelTe per i medeiìmi . Egli è da avvertire , che quello Cadolo giufio intorno al 950. fi fa vivere dal P. Soldani nel fuo Tomo I. della Storia di Paflìgnano . Onde io ben volentieri mi foferivo al parere di Coilmo della Rena ; e molto più a quello del Sig. Dottor Lami , che nel 1004. ftabilifcc > che Lotario Conte di Borgonuovo rifiorì il Monaftero di Settimo ; e concilia mirabilmente le differenti oppe- nioni del Rena , del Borghini , e altri , con dire a pag. 1025. del Odeporico ; ,, Cofimo della Rena par- '%% da in quella maniera , perchè Lotario fu quello , j> che introdufìfe la forma di Monaftero in Settimo 5 e 5j nella fua Chi e fa , che vi era ancora per i* innanzi; e j; gli altri lo hanno detto Fondatore ; perchè è in ve- » rùà un fondare di nuovo , quando fi induce una nuo- 9) va forma di vivere in alcun luogo ; e fi fa Monafte- 5) ro quello» che prima non era. « E più fotto »» Che » poi il Conte Lotario folle quello , che introducete >, la forma di Monafterio a Settimo , V afferma , ed 3) efprime in fuo Diploma dato nel 1015. Errico I. j> Imperadore ec. „ Quando non fi volefie far cafo 5 che il predetto Lotario nel ioo<5. fi vede j che ei già dimorava nel Carrello di Settimo , per lo Strumento pubblicato dal P. Soldani , e riportato dal Sig. Lami a pag. 883. dell' Odeporico , in cui fi legge ABum> ■jfYop Caftcllo Sepimo . L* cfpreffione poi di Cartello ci conferma eflere i?i fiato in quei, tempi un Ca* , ftello, |
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fletto , che rutt* ora tMe , e moflra qualche veftigi'p
d' antica fabbrica; oppure , fé dicafi così per riguardò della mole del Monartero , che forte , e magnifica ef- fere $ata oltre modo > ci infinua anco il Baccetti i e tutt' ora fi vede ne' fuperbi avanzi .Da quetfo tempo fino al 1034. anno emortuale di Lotario , non poche donazioni conta quefta Badia , fatte sì da i mafehi, come dalle femmine di quefta piiffima Profapia de* Conti di Borgonuovo . Tra le quali infigne è quella- nel 104S. al parere del Borghino, d' Alalafia , o Ada- lsfia moglie di Lotario , la quale inficme con il Con- te Guglielmo Figlio, o , fia Guillielmo detto Bolgari- 110 , dona alla Badia di Settimo ,, una Chiefa cori_, j, un gran tenere (parole fono del Borghino ) nell* ,, Alpi fra Fiorenza , e Bologna , luogo detto T Ofpi- „ tale , et oggi corrottamente lo Stale. „ Alla pag. 1031. del tante volte lodato Odeporico Lamiano fi trova lo Strumento di tal donazione , cavato dall' Archivio del Monastero . In cflb fi dice , che Adala- fia ContelTa Madre del Conte Guglielmo è fepolta in Settimo. Il che s' oflfervi di paffaggio . Per tal do- nazione adunque confermata poi anco nel 1099. dal Conte Ugòne , o Uguccione figlio del gran Conte Gu- glielmo , e j Fondatore del Monaftcro di Mantignano 1 gli Abati di Settimo fono itati » e lo fono anco al prefente, decorati dei titolo di Conti dello Stale : pun- to j che co i Diplomi alla mano hanno anco moder- namente foitemno i Ciftercienfi a ì Cluniacenfi fucce- duri , come più fotro fi dirà . Come al dir di Matteo Villani , fé ne fervirono i Fiorentini in una difputa_. di confini co* Bolognefi . Se non fu forfè , allor che intorno al 1358. il no/ho Gonfaloniere Geri Rifaliti pensò di fortificare lo firecro patto dello Stale contro i Tedefchi * Onde i Conti di Mangona ricorfi al Si- gnore di Bologna provarono in giudizio , che ap- parteneva detto luogo alla Badia di Settimo . Si legga Ja Storia Cronologica dell' Abate Mecatti fulla Cita- ta di Firenze , Si poiTono ancora leggere prelfo l'U- < ' ghelli |
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.belli ne .V.fcow Fiorentini ,' altri .prmle» accorda„
f Pietro Abate di Settimo, e fuor Monaci dal Papa Leone IX. nel io49. e come il Mobilerò aveffe già co" incùto ad effe*? opulento ; e ^^*|*f*£- fottopofto , come addivenir fuole , all' umane fi. e*ze . Si può in ultimo leggete anco la Patte 111. di quel «iziofo Dialogo tra un Monaco C uniacenfe ,_ e U- Lrcienfe fcr.tto da un Anonimo del »i. fecolo , o 'pònato nel fuo Teforo novo degli Anecduu jgrf. Mortene al Tom. V. Et quia dtcìma', rinfacci* a Uu- SS l Cittercienfe 'pag- "«4- *«"** ^7»' éonacUrìm SMa,* . Profegua il Lettore,, che.ci a
vra piacere, a leggere 1* emulazione , che v era tra qut fti due Ordini 4 e della quale converrà , che egli u rammenti , quando più folto patteremo a d.re , cnc » Monafteio di Settimo , che era de? Cluwtcenfi , p4so appunto ad effere de' Oftercienfi . Al Vf™™«; ferì il .genrilittmo- Sig. Lami , che nel me& di Ottobre di qucfto anno fu per fuo diporto a vlfitar quello luo- go !vi Chiefa U 3 S. Lucia , effere egli .<J««»° *f\ fai , e felvaggio , ed avervi con fua »««wgb« oiler- vat i carpint de i quali abbonda . «off., come le an- Bofe me* • Io f««*"° ripigliando .1 di ^ d^' the febbene poi dedurre non fi poffa dall accennato »SSSSÌ\ "°48- ohe il Monaftero di ^mo /offe gii ftato donato , parlo colle par-ole del MMH dal Conte Guglielmo a S. Gio: Gualberto, e per^ eoa. fegneoM *' Vallombrofani j, come credettero »««£- „|, ed il Franchi . Non aliante fife * «^ff*?? roppenione del Baccetri , che in quella Badia darla fua fondazione fino a' Citerei** V abbiano feWftg* citato i Benedettini . On4e io abbracco ben vole«ie. li- Poppenione del Sig. Lami pag. iooi. dell Odepo rico , la quale è, che j, effendo nafeente intorno que- „ ftp tempo i» Congsegarione Vallombrofenai, e eg®» |
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XÌÓQ
«,i fama di molta fantità •", i Monafterj de* Benedettini
I % abbracciavano facilmente il fuo Inftituto , e fi fa- J,, cevano Valloni b tofani . „ Molto più che quefta Ba-
dìa di Settimo nel i©54. erTendovi Abate quel Serafi- no » che concedette in eRifiteufi molti beni del Mona- fiero di Settimo, dovette ella non poco ( Scapitando ne i temporali afTegnamenti ; e da quefti nafcendone, come per lo più fuole addivenire , difcordie ) decade- re anco alquanto dal primario Spirito, e fervore . A quefto appunto alluder vogliono quei verfi riportati nel Lib. J. della fua eleganti/lima latina Storia Eremitica àaì P. Luca Catalani Barcellonefe : Omnibus occideratfu^erumreverentia ferris > x.
Et decus , et frifiae Relligionis amor' . <v
Qùin etiam ruptis erraba? fauper habenis - San fiat pr anfratlus grex , Benedille , tuus #
Rarus , & incerta Monachus fiat ione peragrans Non dabat AuUori debita mota fuo * Che perciò più fotto così s'introduce a parlare S. Be« nedetto : llle meus quondam teneris bene cult ut ab anni s^1
Quo ffgit antiquae Relligionis honorì
Quemque ego tam lata moriens ditione reliqui Ordinis haec noftri die mihi fermor ubi ?
A ravvivar quefto fervore adunque opportunamen- te, al dir d* Andrea da Genova , chiamato fu dal Conte Guglielmo S. Gio: Gualberto; come poi S. Pietro Igneo fu dal medefimo Conte richiefto per il Monaftero di Fucecchio . Ed a render commendevole per il corfo di tutti i fecoli la noftra Badia ói Settimo , vi con* corre il quivi feguito paffaggio per il fuoco del Mo- naco Pietro in comprovazione, che Simoniaco era il noftro * Vefcovo Fiorentino Pietro Mezzabarba da Pa- via ; come legger fi può al libro 61. della Storia Ic- clefiaftica del Fleury . Il fatto ftrepirofo feguito non nel 1070. e molto meno nel 1077. giacché nel Con- cilio tenuto in S. Genefio a caufa di S. Anfelmo Ve- fcovo di Lucca nel 1074, Vitem Domini fafat agebap |
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RewyencUfllwKS Àlbàttenjìs Epfcogus nomine Tetrus , Igneus
cognomento diftus ; ma bensì Tanno io<58. agli n, di Febbraio il Mercoledì della prima Settimana di Qua- refima , fi può tutto leggere da chi ha vaghezza di Storie fcevre da favole, e anacronifmi al cap. xm. del gran Libro De Erudìtìone A^oftolorvm : e a pag. 897. dell' Odeporico del Sig. Lami, che io non riporto per fervire alla brevità . Da tutte le circoftanze però del fatto , come del Clero , che ricorre alla Badia di Set- timo , della buona oppenione, che avea de i detti Monaci , dalla genuina lettera fcritta da' Fiorentini ad Akffandio II. letta da me più volte al Pluteo XX. num. 22. della Libreria Laurenziana , allorché avea 1' onore di farvi le veci di Regio Bibliotecario j dal nu- mero finalmente de' Monaci , che fino al numero di 70. e di 100. ancora fi fanno afeeridere dal P. Bac- cetti : da tutte quelle , ed altre molte circoftanze > diflS , che io tralafcio , s* arguifee ben tolto da uil. faggio Lettore, a qual fegno di ftima rialzato fi fojfle il Monaftero fono gli aufpizzi di S. Gio: Gualberto , e colla Vallombrofana disciplina . E ciò al penfar del tante volte lodato Sig. Lami , per breviffitno tempo ; e forfè non per più , che S. Gio: Gualberto vi rifta* biliiTe la concordia , e la regolate olTervanza ; e forfè cefsò d* elTer loro fubito dopo la morte di detto San- to , che fi crede nel 1073» Egli è poi talmente ve- ro , che quelli Monaci profittato aveano della intro- dotta riforma ; che legger fi può tuttora efiftente nell* Archivio di Ceftello 1* encomio , che d' elfi fa Gre- gorio VII. nella Bolla del 1078. Ugo poi , o dir il voglia Uguccione, figlio del Conte Bulgaro, fé dir non fi può , come fi è veduto , il fondatore di quefta Ba- dia, fi deve però a buona equità appellare il Padre 1 e Amplificatore ; mentre le confermò tutte le donazio- ni fattele , e «all' altre quelle de' beni porli in Fu- cecchio : efentò dalle gravezze tutti i beni , V arric- chì di privilegi i"feme con Cilia > o fia Cecilia fuìu moglie, figlia di Teuzzo. Quello Strumento del ino* Tom- IX, C e ri* |
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2'or
riportato dal S»g. Lami a psg. 1054. e quefta offerta^
fatta nelle mani d' AzEOUe Abate di; Settimo» non ci difcuopre, egli è vero, fé intorno a queiìo tempo vi fodero i Valombrofanr , o i Cluniacenfi ; benché fi poffa con Diego Fianchi a (ferire , che già in Settimo ritornati vi fodero i Cluniacenfi . Poiché , dice bene il $ig* Lami, nel Catalogo de' Monafterj di Vallom- brofa prefi in quefto anno da Urbano IL fotto l'A. po'ftoltca protezione , quello di Settimo non fi trova annoverato . S? emenda inoltre il Borghino , che fop- pone nel 1099* U donazione d' altri nuovi beni, par- te là intorno a Sommata , a Montemorello , e parte nel Contado di Pifioia , e altrove : quando nel 1 ogó. muore Cilia donna d* Ugo, hippòfta donatrice , e nell* allegato Strumento del 1090. fi dice : & pofiremunu titfirucrfa , qtias nane a quibufcnmque hominibus $ liei j>ar- tihus acqui fifa foffidet-, <vel in fofiernm^ Deo ofitulante % itequiri ab ali qua per/otta de nojlr0 e orni tatù patuerit > finis illa jit Ubera , fi^e anelila , quocumque modo no- bisattlneàt , frogie tarlo iure de<veniat Menafterio itu teca fupradi&a e urte de Settimo , & fuis mi de li ce t ]?er- tiuentis , & *# Sodarla , w in Montemorello , & Mar- gone'.■, & Flciclio , Bibbione , Turrlm, Montebognoli, àf in Plebe de Sciano Comi tatù Vlftorienfi , & infra fle- bem de Campi . Al 1099. re ferir fi deve al più una conferma fatta da Ugo, figlio del Conte Uguccione a detti Monaci Cìuniacenfi della; Badia 4i Settimo, e del Mona fiero dello Stale cj. come fi trova > traile memorie de' Conti Alberti efiiienti nell'Archivio ddh Tratte; e in Manoscritto , o fia Diario efi/iente preiTo di me , che mi fu donato dal Canonico Bticuoni ; perchè non poche cofe parte vere , parte fai fé contiene fpettanti alla Libreria di S. Lorenzo. In elio adunque fotto la 'Lettera C ( giacché pone i ricordi per alfabeto) fi legge col folito errore di confondere i Conti di Bor- gonùovo con i Conti Alberti . „ Contalberci Signori „ grandi , e potenti di molte Cartelli padroni afpi- 5^ rorno alla Signoria di Firenze , e contratto! no non |
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5, fi reiìauraflì detta Città disfatta <h Totila , ma fi
,, disfaceifi affatto , e fi riduceiìì in borghi . CJojtti? „ fredo fu Vefcovo di Firenze ir 13. Ugo detto anco n Ugucciooe , fondò la Badia di Settimo nel 1047. e ri non il Marchefe Ugo , e di quello ne appare una „ donatione fatta da* Conti Alberti a quelli Monaci,. »» Trai!1 cfcuruà degli fpropofiti traluce però qualche ve* rìtà, che è Tufo, che fi deve far ìde^MSS. Rimatene.*, vole per ultimo è ciò > che yiù fopra fi legge nel detto Strumento del 1090. Statuente* quatenu*,) ncque nos-i neque aliquis noslrorum heredum prefatnm Mon afte riunii audeat immutare ad alium Ordinem , <vel transferre fibi , *vel alti s ai aliquod fecalare comoda , fed jtt permansa? ftfqrre in finem in eo ordine ^ *vel ftatu.yin quo nane effe decernitnr libere , ut decet domain Dei' abfqm.aliqua mole fila » > ^ i Ma quali fono traile mondane cofe quelle che fer-
mezza abbiamo , e perpetua riabilita ? hfon orlante che feguitaifero i buoni Conti di Borgonùovo ad ar- ricchire , privilegiare , e rendere fempre più ragguar- tìévofe per i molti annaffi la Badia dì Settimo*, com® nel 1104» ■ Ugonv film* Uguceioni Covrati* per *v,irg,am% qnam fuu detinebat manu > in<vefti<vit prò j/# , te prò Le- Berio germano f»o , per fuam datar» licentiam , Preiby* ter Angelus , te Priore Je Vdlebona a <vice Monufterìi , te Sanili Salvatori* jìto in loco Septimo , ad cuiu* ho- norem, te regimen Ecclefia de Vallebona confijlit de Ìnte- gri* quatuor fetidi*, dovutigli tira porco e pecora, con- forme è dice màki Strumento riportato dal -Sig* Lami pag» 1094. elìdente nell'Archivio di Ceftello; e non orlante che la iìefla munificenza in altre locazioni ufaiTe , mfie- me con altri molti Signori , verfo quella Badia anco il Conte Tancredi per foprannome Nottigiova , al pa- rere del Borghino : pure avendo intorno.a quelli tem- pi del 11x3. perduto i noitri Conti quel molto, che poiledevano intorno a Firenze: cioè runa quella par- te , come dottamente fpiega il noftro Sig. Lami , di Firenze , che in oggi è oltre V Arno , e contiene, C e 2 5. Fri*
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S. Frediano, e il Carmine co' Camaldolì ,• e quanto
fi /tende fino alia Ladra a Sìgna ; e ciò per la rot- ta data da' Fiorentini a Kimberto Vicario Imperiale > narrataci da Gio: Villani Lib. IV. cap. xxvui. perdet- tero ancora ogni giurifdizione tolta loro dalia liber- ta , che acquiftò il Popolo Fiorentino nel fuo distret- to' » e contado • Si troveranno con tutto quefto , io noi niego ,* altre , benché piccole cofe , che dopo il ii 13. appartengano a i Monaci Cluniacenfi di Setti- mo: teftimone per ragion d'efemplo lo Strumento ri- portato mila Par. IL dell' Odeporico del tante volte lodato Sig.'Lami. In quelto Strumento Ambrogio A» bate di S. Salvadore di Settimo nel ugg* è delegato Giudice da Innocenzio III. infieme con Maeiìro Zeno- bio Suddiacono del Papa in una caufa tra Giovanni Abate del Monaftero di Fucecchio , e i Fucecchiefi ec. OfiTervabile egli è ciò » che in fine della Sentenza fi legge : lata anno 1199. Pridie Idus Ho<vembris , Indi- zione in. in Ecclcjta $. Fridiani Jtta iuxta Fluman Ar- ni , in praefentia Presbiteri Reinai di , & Presbiteri Io- annis , & Placiti Diaconi praedi&ae Ecclefae SdnBi Fridiani &ct Dil che fi vede , che anco quefta Chie- fa di S. Frediano attenne , qualunque ne folle la ma- niera , alla noftra celebre Badia : come provarle an- cora voi nella Lezione XX. di quefto Tomo . Si tro- veranno fotto gli anni 1232. i beni venduti alla no. fira Badia dal Vefcovo noiira Ardingo : la donazio- ne preflfo T Ughelli , che nel 1247. 3. Kal. Mali , fa egli eger corj/ore 7 prò expenjts Jibi necejfariis in futu egritudine , qua praefentialiter laborat , cum Vicariti* Principi* Secularis abftulijfet ei fruftus fuos , & prò* mentus piar imo s , wendidit pojfefjlonem Monafterio deSe« primo t & donae ei omnes res &c. quas deponi fecip apud eum &t« per le ragioni , che adduce fu tal pro- pofita il Sig. Minni alla Mota 2. del Borghino Par. IL p3g, 544. della nova edizione , Quefte > dico, ed al- tre limili cofercile di buona voglia le tralafcio , or che condotta ho fin qui quefta parte di Storia > che per
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per dirla, era la più intralciata ,* eohfufa , e difpa-
rata . E ciò per fervirc alla brevità della Lettera i Da i Cluniacenfi adunque antichi abitatori delia
Badia di Settimo , facciam pafTaggio a i Ciftercienfi > che è T altro punto di Storia . I Ciftercienfi vf fu- rono colà chiamati nel fecolo xm. e conceduta ne fu loro quefta Infìgne Badia da Gregorio IX. che al fom- mo gli amava , e proreggeva». La bolla di tal con- cezione è nelì' Archivio ài Ceftello, ed è in data da Viterbo xr. KaUnias Jprilis Fentificafu* Noffri ix> Quefta Bolla altresì di Gregorio IX. e, non Vili, co- me sbaglia il Signor Mannì , il quale oiferva efle- re ftata diretta al fopraddetto Vefcovo Ardingo , da- va facoltà di riformare effa Badia con porvi i Cifter- cienfi . La troppa magnificenza > il difdicevole luf- fa, la ricchezza dì quefti Monaci furono > mi ere* do , le cagioni efficaci della perdita dì quefta Ba- dia • Ed al contrario V umiltà , la mortificazione , la povertà de* Ciftercienfi gli dovettero preffo il Papa render meritevoli di sì bel dono . Tale almeno era il contegno di quefte due Religioni nel fecolo xn. come fi può rifeontrare dal dialogo di fopra citato tra 'I Clu* niacenfe , e Cìftercienfe 9 di cui fa qui a proposi- to il riportare almeno alcune interrogazioni , e rifpo- fte > per confermare la mia oppenione fu quefto ftre- pìtofo paffaggio de* Ciftercienfi nella Badia di Settimo . Difcorrendo il Ciftercienfe intorno alle limofine f che i Cluniacenfi da ogni parte accumulavano, ond' è che S. Bernardo rinfacciava loro : Diche yaupres, fi ta* wen yanyercs , in fartelo quid facit mirum ? Seuopre il mal* ufo , che ne facevano , per contentare tutti cinque i . l'entimemi .del corpo: wfter ordo , quia illa quinque fen/uum ohleBamsnta , ficut nofler Ordo , #o«_. Ampitamit ■} $lura accipt , quia ylu*ihus tndiget > nec necejjlpate , fed fola volantatc . Domandagli il Clunia- cenfe : Quae funt illa ? E il Ciftercienfe rifpondc : PuU thrae pBurae 4 'variae cadaturas > tttweque auro foco» ratae , fulchra > & }>retiofa pallia , fulchra ta$etia~> *vam
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I
*vltHif cnhrìhàs dtfi£l;4i fttUhràè , & f rettofae feneftrae @
wUretti faphirtitae , ftiffae 9 & tufniae euri frigi atge , telicè? Matti , & gemmati ^ in libris attreae li terne étct E mii fcorte n do dal ffe-ntime n to de 1 ì' oc e hio , a q u e 1 - 16 dell' udito , rammenta : MmIìms di*verft fmi \ et tam diijerji ponderi* campana? •> ut aliqnmn tarum ftvfter ni* miutn fondu* tius *vix dui) Monmhif% fiewt ifjt mihi te- fiati funt p in fulfando tantum laéorarversnt , quei ru*\ ftì fonde réfi faBi fu»t » lo ho riportaci tanto più vo~ jèntierivtjucfti pochi pafìì , si per invogliare jl Letto- fé a leggerne altri più concludenti nel Dialogo iteflb pubblicato, come già-ditti» dal Marlene j'sì perchè ci comprenda, fn qua! lunainofo efercizio fi dovettero porre i novelli abitatori delia noiìra Badia, non fo« l*o Ideile Monadiche varcaci $j ma dell1 Ani; proprie an- cora dèiì' a ittica Monatti 6a difcaplin'a : squalr eran'o # ^ r&mmentaPe fono tbro dal Saccetti , l'Agricoltura, la Teftofia , la Sutoria > la Calligrafia , la Pittura » Che però fi meritarono pfélìo i Giiiercienii di Settimo la lii- tìiav^r amore della Piéfebtìna Repubblica > la qua- le cènfègnò loro fa chiavi dell'Erario , e dei Suggel- lò . Dì fili Éfl cha i Hofìavi Ciàetcknft fono cosi fpef- fò nomìnhti nell& Storia ©olìraì§i*la Stbrim loro par* ticolare ha tale $ e fónta-'contaeffioBc colla Fiorentina » the fupeiflua farebbe ed inutile coia il pie fcrivcrne . Voglio piwroirb provarmi ^ fé mi riefca ,? dopo avere agli fc©r6 gidrìtìi > mercè il gentiliilììmo Sig. Pio- vano <3amballìnì', viùt&f* queita Badiab, fare al Let- tore una brève defcmlone4di ciò , che »di più notevo- le avanzato^è a'1 tempo iditìruggitole ; giacché non è irato potàbile Jprevalerfi della deferizione fattane dal moderno S>g. Priore di S. Colombano Gafpero Bruni, uomo di dottrina , *e di gatto fornito, ed inferita nel beili0ìmo Sé|5oifuario tdd Sig, Marchefe Ugo della Stu- fa . Di queiia itifigrk Badia gli avanzhikflì .> che al l^refenre fi veggono 3 infpirano al pa {leggiero un non so che di grande , di iignorik $.1ài maeilofo ,• e fan- no Sovvenire adattarli pure *U* mole di quefto » efee io
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io chiamerei piuttofto Caitcllo, o Roccia che Edifi*
zio , o Monaftero , quello > che in altro propofito cari? tò Properzio, Eleg. 2. Lib. 4. : ' Unum 0$us efly Opri non da tur• unus honar i su
Voleiìe il Cielo , che il generofo , e benemerito Edi* tore di quelle Lezioni , aderendo alle mie infinuazio- nì 5 poneiTe con un bene intefo rame fono gli occhi de i Lettori la veduta nobile di quello Monaftero ! Mi parve > nello {"correrlo , che feci attorno attorno; il di 13. di quello mele di; Novembre: ,-che lr'antica Tua* figura poteife edere un ampio quadrato v munito dal- la parte Orientale d* alta , e grolla Torre : come d* altra corrilpond^nte dalla parte? Occidentale . Quefto due Torri fono lavorate fecondo il gufto del X. fé* colo ) e fono tome i due punti di confine j che pon* gono in .mezzo il Monaftero . La Torre dalla parte di Oriente non efifte più ; ed è fama > che fui principio del pattato fecólo ella rovinalTe per una fiera irruzio-i ne dell* Arno , che quivi appretto dovea per il avanti correre ; eflfendo che in una porta , che qui fotto i| nominerà ,vt fiano tuttora le pietre, al bailo , che in- canalavano le cataratta, e veftigi d'ordegni vi fi veg* gano , che ci farebbero dubitare, fé un ponte vi £of* fé di quei , che fi dicono a levatoio . Paflfato dunque da chi viene per la parte di Firenze il popolato Bor-t go , che come già diffi di fopca , si in alcuni pezzi di muro , $ì in alcune antiche pitture a frefco qua * e là fparfe \ diraoftra , che da non pochi fecoìi in qua; vi è fempre ftato , fi trova una pìccola Ghie fa a m% no manca, che è P amica Parrqcchja „della Cura ài Settimo lotto il titolo del mio $. Lorenzo . Si giun- ge quindi ad una Porta , che e nelle mjira co i mer- li , le quali fi vede che e ir e onda vaxip tutto il già de» ferino quadrato antico finpf ali* altr^a 'oppofta Torre., della parte occidentale v!?che più, ÌTottp.* c)efcrivei6 . La Porta ha la contrapporta con i Tuoi fortini ; e febbe- ae foflero , non ha gran te mpóY> '«■ tmftò i cardini, fi congettura che folfe all'ufo di quei fcènipi guernita di ferro
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ferro ne* fuoi ufci der4t4t portàs chiamale il Baceet-
tì • I*' una , e l'altra di quefte è bene conferva» fa : ma non così le mura , che parte fono rovina- te ne i merli , parte fono fiate rifatte , e rappezzate modernamente . Da quefta entrati che Damo, fi prefenta a mano manca in figura'di quadrato il. Cimiterio , e il Campanile, che al prefente ha tre belle e fonore cam- pane . Il Cimiterio mi penfo , che ne* paflati fecoli non fofle ristretto dentro quei piccoli confini , ne i quali è al prefente; ma occupale tutto quello fpa- zio, che occupa al prefente la Cfaiefa nuova , il por- tico } e la piazza tutta } che giace avanti , e che ef- fendo riftretta da mura » e porta moderna , forma un altro piccolo quadrato#. Mi parve in fomma qui di vedere la fituazione propria > e la figura degli anti- chi Cimiterj de' Criftiani defcrittici dagli Antiquarj • Favorifce quefta mia oppenione ciò, che mi fu referi- to dal cortefe P. Camarlingo Allegri : eflerfi, cioè, pochi anni fono , quivi difotterrati alcuni la/ìroni di pietra } che Infcrizioni, e vecchi Stemmi aveano fcol- piti ; e che per non curanza lafciati ftare fotterra » faranno ©ra richiamati a un più bel giorno ; mentre a mia infinuazione faranno pofti per adornare V atrio avanti la nuova Chiefa . 1/ Infcrizione del Campanile ja riportò non fenza qualche abbaglio nella Storia de' Conti di Marciano V Ughelli ; quindi il Sig. Manni nelle fue brevi note al Borghino ce la rapprefentò in* forme tale > quale efifte ,• e finalmente il Sig. Lami a pag. 1213, dell* Odeporico la fpiegò così ; GIÀ • SIT . DN.
TACCVS . ABBAI. UE . ST . DNI . PITICI S . COMITIS . VY, GVIILEJLMI TEK V * FECIT * I. P. K. II, : Gloria fit Domino •
T&ccrts, Abbati s
■"di-iii Me* |
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ffnri i Mena/Ierii Sspimi Domitt Titti
i / i: $en Cornitit Wxlgari > QullUlmi tempore JFfcit InàiBione Prima . Kal. Inliis . Quefta Torre è più larga dalla meta in giù 3 che io
mifurai di per dì dentro aver braccia zi. di circon- ferenza » dì quello che fia dalla metà in fu. Ne vie- ne quindi la Ghiefa nuova » che volta a Settentrione , ha tre porte fotto un portico , il tutto di moderna^ ftrutturaV In quefto portico a mano {iniftra vi è in- castrato nel muro un piccolo Stemma > che ha legate a un cerchio tre catene , firn ile d* affai al vecchio Stemma de* Caligai . Egli è tutto contornato d* oro » «e (fotto ad elfo v' è la feguente Intenzione intagliati nel porfido, che io per altro credo mutila. »Vr-i ;: ;ci -, , BARTHOLOMEO
t; ; CANACIO AN. DnI
HIC VPLENTI POS
X *-■ * « * , '..: r j ; , ' „ <i " .f'.\*ì B i 1 (ì ■■ * '"
Nel fottopofto pavimento v'è il Sepolcro di quefta Fa*
miglia con lapida > e Infcrizione , che così dice, e SS; 1605.
*.
KOBILITATIS CAVSA SVIS
T ANTIQyiS 1VSTINVS Q. IQHA» 7
CANACH .
A mano deftra poi v' è queita Infcrizione eretta itu
memoria della Conteffa Cilia > o Cilla , o Cecilia j che dir fi voglia. Fu quefta moglie del Conte Uguie?* eione, e figlia di Tcuzzo . i ^ ANNO MXCVJ. DOMINICAE INCARNATIONIS
VII. KAL. MAH ©.CILLA COMITISSÀ CVIVS CORPVS HIC REQVIESCIT IN PACI • Tom. IX. D d Ma
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'£ IO
Ma fopra a qvtùo «uro» V è in<mU nel muro
una Aglina ; o fia mattone » in cui a caratteri , che chiamano gotici, fono efprefe qaefte lettre : S. MÒN
ji,-H». >,. " '" '.-,■'■. ■ :<fc- *. ',. ■ -■:. #..:* ■' ..■-'. ... .; "■*'*- ' "
'^:'V* ' - " ' ' " ■■'■ T - '■" ■ '' ' * * r' •'*■' ■ *'T^: ' ?*:*. ?- ■ • ** v V'>' ■ ";■ ¥\ ' * :- ■ '*■ ■'*'. .'. ..." '4 '
dK fi potrebbero interpretare;
SETTIME M0tfA$tfER-t«U "f
Sotto poi ài medè'ffmo marmo" y altro ve h'è V &n oif
fono incili ì feguenti verfi fatti per Gàfdia moglie di Guglielmo Bulgaro , o frulgarino, fepolra Jure in que- sta Badia. £>i queftà iè fama , che m Fofle in Chréfii ahc& il Rkratto j, che óra ^ffete io veddi «nel t" appar- tamento "del Reverendi-ffintO P. Abate di Sei tòno &. Oumiro Marchionni , da cui io fui cortefemente ac- colto t Queito quadro per Aro da me ben oflervato non mi parve cotiifponderé al fetòlo , e gufto , in cui fioriva la Gonteffa. "òafèia ,; làpprtfentata quivi in ve- dovi!* ammanto , e co,lla corona reale . Ecco i verfi fc che q"liete sì rrtfttitono di quel fecòlo } '% ^«ribo'i:. fot:" *,fj '' " (........ f,~}J ■ s ■■ ■ - '■ ■'''••'• I i 1 l'ifìt '"' i ; :i, j., ■ : I : ; .-
GASDIA DICTA EVI GENEROSO STEMMATE DVCTA»
ATQVE VIRI CLARI MORTE DIV TABIDA, .
GLORIA » EORMA , DECVS > CONGESTJO DIVITIARVMI NOB1L1TAS. CA'R'NlVtSlVAM %'fTÒ tftdRTE F,VGtS t
CORPVS TERRA Vok'Et | SEC) SflR-tt^fe. iElT AD ASTRA EVECTVS MERITIS ACi;fcAt~l *STVDIIS, .TE NIMIVM POSCO VEL TANTVM DICÈRE , LECTOR : . YVttG'E DEVS SANCTUS ^AESQ TVAM EAfttVLAM ^ /* ^QtìeM Verfi gii Jha éat* il '-&.■ faccetti co» qualche al-
terazione da quello i che «il 4eggono nel marino .^for- fè perchè gli davano faftidio gli errori delle fillabe . Ma lecito non è » per correggerli 5 alterare I vetufti marmi . La maniera di fecolò barbaro , che traluce in euefìi Verlì , won ci dà contezza deli* anno emortualc di
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di quefta infigae Benefattrice di Settimo > e della Ba-
dia Fiorentina . Il diligentiflimo Sig. Lami trova per altro memoria di quefta Gafdia in una carta di Pie- tro II. Abate del Monaftero di S. Maria di Firenze , il quale vifle fatto AkffandrQ IL che regnò dal 1061. al 107J* la qual carta pubblicata fu anco dal Pucci- nelli .11 Come Guglielmo ài lei marito è certo, che a lei premorii mei 1082. Quivi pure fi erede fepolra, benché io non vedeffi veftigio alcuno dell' onor del fé* polcro, Adalafia> o Adalacia , o Adal&fcia Madre del Conte Guglielmo ; e Villa , o Huilla , o Guilla figlia di Gadulo* e di Gemma, Sorella del Conte Lotario , mtfglie del Conte Ranieri , benefattrice della Badia di Settimo |) e àeììi Fiorentina Chiefa . Sbfigati cosi dall' atrio, «ftnpo egli è d* entrare nella Chiefa per le fue tre^t porte , che ella ha■• Avrà oflervato il mio Lettore, che queiìa Chiefa V ho fempre chiamata nuova , per- chè tale è U fua bruttura , tale ce la dice 1* Infcri- zione ; e finalmente , perchè io mi credo , che ì' antica Chiefa fofle , ove al prefente i vecchi Monaci non fenza taccia di barbarie conftituirono la Tinaia, e le Cantine : come pur troppo nel loro muto lin- guaggio ce lo dicono gli archi > le colonne , le pit- ture a frefe© ite male , che in detti luoghi fi trova- no • Ma di ciò più a baffo . Per ora per non devia» <*4 lefg*u* 1a feguente infcrizione , che è aldi den« irò della porta maggiore di queiU Chiefa : templvm hoc
Ate an. sal. c. m. in honorem s. salvatoris erectvm
a. comitibys lqthario eivsq, fij-io gvillelmo
bvlgaro vocato
\ vna cvm nobili coenob. dqnjs ac redditibvs xccvpletatvm et in meliorfim formam redactvm
a. gregorio 1x.p.m, ordini cistcrciensi ferpetvo vnitvm
iam temporis divtvrnitate fa1iscens
i d* angilicvs catani florfnt. abbas
: * [ paterni àeri5 confidente pi etate
magnificentivs restitvit et ornav1t ann. mdc1xiv.
D d 2 Chi
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Chi compofe , o fece comporre là fopraddetra Inferì-
zione , non era forfè ben inftrutto della fondazione di quefta Badia . 11 rifacimento, e riabbellimcnto poi, che fece il benemerito Abate Catani, e T apertura, che per la lunghezza del tempo poterle aver fatta la Chic- fa , fi devono intendere non dell* antichiffima Chiefa; ma dì quella , che fu fatta ; allor che rialzarono , fór* fé per le inondazioni dell' Arno , tutta Ih fabbrica , e ripararono le rovine , e i danni fefferti dalle feorre- rie , ed affalti de* nemici ne* tempi delie piccole, ma fanguinofe o/tittare battaglie devaftatrici dell'ameno agro «olirò ,**e de i vetufti noftri Monumenti .Sopra di che il può leggere colla dovuta moderazione per altro il P. Baccetri, e fpecialmente nel I. Libro . Quel che è cèrto, egli è > che in quefta Chiefa tutto è moderni/fi- mo ,• e veftigio non V ha dell' antica Chiefa 3 di cui forfè uria porzione fotto rimane . La prefente Chiefa ha tre navate , ed è foftenuta da quattro archi per pane. Sopra ciafeuno degli archi ripofa un ben alto quadro efprimente un fatto , tratto dalla vita di Saru Bernardo1] I quadri fono otto ; la pittura è del Gia?- billi , la quale ritoccata poi fu dal Forini . Ciafcun quadro ha fotto la fua Intenzione , che io per la bre- vità tralafcio . S1 alza T Aitar Maggiore fui Presbiterio :molto graziofamente fu tre gradini di marmo , ed i fuor gradi , do fiale , e corna fono tutti lavorati con-. pietre dure in un col bel Ciborio molto alto , e ar- ricchito di quattro Statuette di bronzo ; come di bron- zo fono i fei alti candeglieri, che fui primo grado pon- gono in mezzo un divoto CrocifilTb di legno in rilievo. Appiè di quefto Altare vi è la Sepoltura per i Monaci • Dietro a quello v* è il Coro ? e la Cantoria in alto coirOrgano.il Coro ha nelP alto giro dell' architrave di pietra, che tutto lo fafeia, in tanti ovati un Che- rubino fatto di terra della Robbia » e T Agnello col- la Croce . Simboli facri , e molto confacenti al luo- go 3 e non efprimenti 1' infegna dell* Arte della La- na ? come è flato creduto , Da chi folle quefto ricco tiri ;i : i :.., Al.,
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Altare tosi fatto "y da chi benedetto ; ed in qua!
tempo > 1* efprime la feguente Infcrizione , che e nel Coro dietro appunto ali* Altat Maggiore/: ,,.:•■;, ^òtfiibc ir; ??cq:Ó£ \y &'E;ììj a girl ?j o^l&fcf&'ti
D. FLORVS BRVNIVS FLORENT. ARAM HANC *
lì XX OPERE SEGMENTATO CONDIDIT AERE [ÌVi
*h /h. ? QVOD EX VESTIAR1A SIBI STIPE -Ubi
AC MVNER1BVS NON IN VNA PROVINCIA t J
, . av{j;(ì ,*,-. CAPESSVNDIS COMPARSIT c'i": tóM dal-|l
. f ii > ; 'ffep TANTVLO COMPENDIO il ;
TERRESTRE COENOBIVM CVM COELEsTX COMMVTATVRV& 0
D. AVGVSTINO FEDVCCIO ITAUC. CONGREGAT.
IT MONASTERII PRAEF1CTO * qVI EAMDEM
SOLEMNI RITV DEDICAVO1 AN. D. MDCXXXIX, 'jìfliltl*-' w X. KAL. NOV. •" ■.■■■ì\\':--,i\:,}. Fanno capo dal Corno del Vangelo alla Navata una.,
divota , e col murò torno torno ferrata Cappella\\ dal còrno poi della Pìftola , la Sagreftia . In quefta Cap- pella fi conferva il SS. Sagramento . Ella è tutta di- pinta a frefco da Gio: da S. Gio: il quale effigiò nel- la cupoletta una gloria col Padre Eterno. Ne* pe- ducci vi fono i quattro Vangelifti. Nella parete iiu corntt Mpflolaff ha il Pittore efpreflb Crifto , che dà le chiavi a S. Pietro . Neil* oppofta la decollazione di S. Gio: Bautta , ove fi legge in fondo il anno, in cui furono dipinte mdgxxix. Sull* arco della Cappella è efpreiTo il martirio di S. Stefano , ed alle parti late- rali dell' Altare fono dipinti S. Quintino , e S. Lo- renzo , a i quali corrifpondono di faccia preflfo i ba- laustri S. Benedetto , e S. Bernardo . L* Altare poi ha in vece di tavola all' ufo antico un armadio ferra- to , ne- cui fportelli è da mano per «altro differente dipinto S. Pietro > e S. Paolo . Dentro 1* armadio poi vi fono in una Gaffa d'argento, le Offa di S. Quin- tino Martire , le quali fino dal mclvti. a tempo d* A- driano IV. ritrovate furono prefiTo ì Monaci di Settimo, fé credefi al P. Saccetti > il quale molto a luogo rac- *:•.-: conta |
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écxitta nel Ih Lièta iL;$ratffgiofo fatto dd Fanciul!©
tì&iTcì; diJcuopfkocé per me2zcr del Demonio > che oc* culto , e inonorato era fepolto **i quefio Santo . An- tichiflìmo in fatti è preflb quei popoli di Settimo , o circonvicini ancora ri culto di quefio Santo , ed in varj tempi foknni fefte , e proce&oni in onore di Edo fono fiate fanne la. L* ultima dovette eCereil dì 28. d' Ottobre dell'nirno 1640. a tempo dell* Abate,,D. Ago* ftino Peducci , come «rovai in un ricordo fcritto iru cartapecora nella piccola Libreria di quefti Monaci . Ove pure veddr un piccolo manoferitto .in forma ot- tava di cartapecora del xin, fecolo > ove in latino ferirti fono gli Atti di quello S; Martire , e dop» d' elfi refexiti aicuni miracoli fatti dal. medefimo ne* cir- convicini luoghi . Queiio manoferitto veramente , fé-» aveffi avuto ozio , 1' avrei volentieri feorf© ; e fattine gli Excerpti, che non cr¥deirei diftitili sd culto , e fio- ria del Santo , benché io mi penfi } che veduto F ab- bia , e fattone 1! cftratto il Baccetti , che mai per al- tro lo cita ; e non rrpotta mai infcrizione . Errore, e mancanza notabile^ m uno Storico ji Special mente di cofa particolare , come era la Storia di Settimo . In- torno a qpefia bella e devota Cappella , altro non v'è dia ofTervare , che appiè del baìaufiro d* efifa v'è la.. Sepoltura degli Abati di Settimo , e che dentro alla detta Cappella > nel mìuro, dalla parte del Vangelo vi fi legge que#a Inscrizióne , che addita chi jfì adornò 9 e- di Sante Reliquie T arricchì. ' -a ' V '' ..... ; f . . - ( f :, i $ J } ; >
, t, pai >D. - O. M.
- 1IIC IACEt '* ATtl&fVS BRVNACCIVS QVONDAM SEPTlMl ABBAS
QVEM lAMPalÒBM DiFVNCTVM FIORENTI A£ W HOC P. MTftf SACÈLEVM AB WSO EXORNÀTVM AC S. Qj?INTSWI| AÌLIQRvIwq^. SS» DITATVM RELIQVHS -» |1BM9SRI MENTE GRATGQì ANIMO TRANSFÉREHDVM CVRAVIT • 4 ,*Ìy 1}; D. SALVATOR SYLVANV3 SEft. ABBAS AN» MDCXLV. • t ^mìnSii ih • >"^«»|Hl'.3EXYI* MENS. SRITEMB» ÌU ' V -, ' . . |
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Slrècesde à qutéà 8f altra Cappella > eh* ha una belle»
Tavola in legno ,1 opera «del Frane , il quale v' hsu, rap^reientata la Sfargliele , che allatta ìli Divin Figlio j csome iiìdèca ila fottopofta Infcrù/iosie fatta y come tut- te 1* altre di quelle quattro Cappelle > ésà Bi|. Piova- lo Gaimbaflìni , che per lo fpazio di più anni fu Mae- Aro di lettere a i Novizzi di queita Badiia v L'ultima Cappella 4i quella Navata conferva coperta una Insana* gilne di Maria dà «era 4 ive/tiia al naturale , detta del Ttanfifco; c©m« dima fona, la Infforiar.Qiae polla '■ n(el**ì7!$?I.. Tra qsuefte due Cappelle v* è m alto a'p'pefo al muro un gran quadro dipinto dal Martini , rapprefentante iL paffaggió di ;S. Pietro Igneo.,■■■ quivi Seguito > come di >ra ào ferino ; « feto >vi fi legge quanto* appreiTa* |
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Nel pavjmewtp jpoi; della Gbiefa corr4fp©nc£ente a <que-
fio Copra feda b© j Quadro■■,-. *e Inferizione y v'è 'fiata pò. fta quefta memoria da chi ti^ppo credalo era a i pò* lari, ractsOiejli » e non alia verità éeììt carte Ss L»' #*• 1 ■*■ - '■ *', -' ■'■* t h t.-'l-f'.^' | % ''■<'** '■*■ '"i A :.>*-X "t ^i fi fi . t "': j *'; • :'
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Ir ÌV^Qj&L0 M S* IOBii'iSVAXBERTI &fi
aVIDAM FVIRE- CONFVTATt BAEREUOl .MLXX«
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Quali quella fia r epoca ; lqUe#o il luogo appunto»
ove fegui il paffaggio alla prefenza d* ottomila perfo* ce : ed ^t^tfei, fofferx» ,quei, che no» v ole ano Créder <l» Simoniaco il Vefce&o . Ma di ciò bafti averle di fo- ^ra ragionato^^ ed gora ciò accennata coli* occasione-» d;i d«£cr*vere le due Cappelle della Navata del Van- gelo . L* altre due Cappelle fitjnpetto pofte «ell^^lwa |
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.Navata hanno due buone Pitture \ moderni l*un« \ chi!
xapprefenta S. Bernardo , che coli* Oftia nella mano converte Guglielmo Duca d' Aquitania, efpreflb con vi- vezza di colori dal Gemignani Pittore Piftoiefc . Più antica è 1* altra cfprimenre Criflo Giudice con S. Mi- chele Arcangelo , opera del Ghirlandaio, come e* in- gegnano le (olite Inscrizioni , che per non prolun- garmi tralafcio : Come lo fteiib fo della Sagrcftia , la quale sì per il fuo vafo , facre Suppellettili, e bei .quadri, che F adornano , meriterebbe una ben ragio- nata descrizione . Vi fono tre quadri del fopralloda- :to Domenico del Ghirlandaio , che fanno non poco .maravigliare : ficcome un bufto di pietra ài S. Gio. ;Batifta , rimile a i non pochi, che fi veggono altró- ve , e fi credono di Donatello . E dalla Chiefa feen- do nel; bel Clauftro di quefti Monaci foftenuto da %6. colonne . Sorge in mezzo a queftó una Statua di S. Bernardo , che fu già in Certello . Egli è tutto im- biancato : ma fei lunette , che tutt* óra confervano vcftigj di pittura a verdeterra, fimiglievole a quello ado- perata da Paolo Uccèllo nel Clauftrò di S. Maria Novella, ci danno indizio , che egli era in antico tutto dipin- to » Da e ilo fi pafla in un ampio , e alto Stanzone, che è retto da due colónne dì granito orientale j ed eflere fiato quefto l'antico Capitolo , lo perfuade la Sedia , o fia antica Cattedra £fla nel muro , fecondo la prifea ufanza , e fatta parte di pietra > e parte di marmo j nel cui e postergale evvi un tondo vacuo, ove forfè eravi o flemma * o tefta y e intorno vi fi legge quefia Inferizionc : i ìàhTtmm[M&n aAQiys y PASTORIS SONI 5ELL A »
Poco lungi fi pafia pure in una Cappelletto ornata con
fue profpere , e dedicata a S. Iacopo Apoftolo , di . cui fé ne fervono al prefente |di Capitolo quei Mo-
naci . Sopra la porta dJ effa al di fuori del Chioftfo ■ t'èuna bella Immagine dipinta a frefeo dal Cigoli,
j-l ' ' ma |
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ma che incomincia a rifentire 1' Ingiurie dell' aria .
Dentro poi è tutta dipinta; e la pittura è del famo- fo Buffalmacco , il quale fuperò fé fteiTo nell* efpri- mere fpecialmente un Evangelica fedente al Pluteo » e fcrivente colla celcftiale infpirazione il 3» Vangelo . Sopra dì che fi legga nel Libro 2. fé non erro , il P. Baccetti • Nella parete quivi appretto è incaftrato nel muro un marmo , che in caratteri gotici ha la-. feguente Infcrizione , che ftentatamente io lem" s e ere* .do mutila * ■ » ; k:ulPm :, i \ /.-iv,.., ■.■_...... "'■■;. i -..";■.■ ..,«>'......., ■._.■■: . .... , ' »■ . : -, . * \A Ci i , ': \ ',.;»■
* "e 1"'- :
ANNO DNI MC XXXVI. XV. KAL. IVL, IND, IX. INTRAVIT CONVENT.
T£. H. MONASTERIVM D. SEPT. MISS. A CONVÉNTV GALGANI ClST. ©RD. DE MANDATO d. GG. PP. IX. Da ciò che ho fcritro di fopra intorno a Gregorio
IX. che dette quefta Badia a i Ciftercicnfi , credo , che fi rilevi in parte la memoria di quefta lapida ; e molto più da quanto ne ha fetitto il tante volte^ menzionato P. Baccetti nel Lib. I. Il fatto è, che i. pri- mi 18. Monaci , che vennero ad abitare in Settimo, dopo la concezione di. Gregorio IX. cavati furono dal Romitorio di S. Galgano , Monaftero nell' agro Sene- fe • E conduce tal Sacra Colonia quel Monaco Fore» fé, Francefe di nazione, e Ciftercienfe , celebre in fa- ma di fatuità . Al Baccetti , che riporta il fatto , e non la fopraddetta Infcrizione , fi può egli perdonar tal fallo? Per maeftofa fcala, che ha nel muro dipinto «a frefeo dal Fontebuonì un S. Bernardo nel fuo prin- cipiare , e nel fuo termine un tondo di muro , flato fegato da vecchia muraglia , e folo quivi ingegnofa- mente incaftrato , ove è dipinta una Vergine , che fi reputa di Gio: da S. Gio:, fi fale quindi alle Celle de i Monaci , che fono con buona fimmetria diftribuite_» ne* fuoi corridori . Nella teftata del primo corridore y* è dipinto da Gio: da S. Giovanni un Sv Bernardo in eftafì , che fé è uno ftupore dell* arte ; maggiore lo è al certo la pittura dell* altra teftata corrifpon- Tom. IX, E e dente, |
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dente » in cui fi vede effigiato il fogno del giovanet-
to Bernardo , che vede la grotta di Bettelemme •» e il Monaftero di Chiaravalle . Magnifici fono i* apparta'- tnento dell'Abate prò tempore di Settimo, la Fore- fteria » il Noviziato » E ficcomc ne*primi due v* è una non difpregevole raccolta di f^arfi quadri» che gli or- nano : Cosi il terzo da per tutto ride , e per le mo- derne pitture a frefco » che fono alle pareti delle Stan- ze comuni , e per la Cappella > che ha un bel quadro del Pugliefchi , e per la Libreria propria » e Orto , e Celle , che hanno dal reftante del Convento fepara- tì i Novizzi : che per dirla , mi credo , che in pochi Monafteri abbiano abituro sì dicevole , e fignorile. Libri Scolaftici » e di Storia Letteraria » infleme con gli afcetici conferva la Libreria del Noviziato : ficco- mc antiche » e belle Edizioni di non molti Libri tan- to fagri , quanto profani ritrovai in una piccola , ma ricca Stanza della Forefteria » desinata per uSo della Libreria del Monaftero . Vi fono alcune lunette di- pinte da Gio: da S. Giovanni , e dal Tornabuoni il «recante dèli* alto contorno di quefta Stanza . Quivi
ritrovai appefo al muro una pittura in tavola»'che, per edere ftata pofta dentro la fua cornice) giudicai un quadro . Ma avendo avuto , mercè del gentiliffimo P* Abate , il comodo di efaminarlo con agio» ho ri» -trovato eflerc una coperta d* un Codice» fcritto per 1*
entrata» e per V ufcita della Teforcria , o (la caft'a pufe* • blica di Siena, detta dal Dialetto Tedefco , Bicher-
na 9 o Biccherna ► Il Codice » che quefta ricopriva, fi diftingue da efta eftere fiato in foglio • La cor- reggia cfteriore , che fofteneva 1* una , e V altra co- perta del Codice » interfecando ciafcuna per metà » for- mava due equidiftanti quadrati nella fuperficie . Nel quadrato fuperiore di quefta tavola adunque fono di- pinti da buona mano primieramente nella fronte in., campo verd,e quattro feudi ad angolo acuto . Eften- ck>fi fpolverizzati i colori , non fi diftingue, neppur per menoma ombra 3qu?li Stemmi pollano rapprefentare. e'; ti ■ . ' fio*
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probabilmente però faranno quei del Comune di Siena ;
la Lupa cioej il Leon rampante , la Balzana , e lo Stem- ma della Biccherna: col campo divifo bianco e nero, col B nella parte fuperiore. Sopra di che fi poffono conful- tare le Memorie Storico - Crìtiche della Città di Siena ec, del mio dottiffimo buon Padrone il Sig. Cav. Gio; Anto- nio Pecci, cui ho già mandata anco la relazione di quefta ritrovata Tavola , per udirne il di lui fentimento . In fecondo luog« > tirata una linea rofla alla bafe di que- fti Stemmi, ne vengono in campo nero le pitture . Rap- prefentano quefte con atto fpartito di colori un lun- go banco . Al lato finiftro è la Biccherna , o fia cafla, cui fta apprelfo un Monaco di S. Galgano D. Simone di Ser Vanni , come F afficura 1* infrafcritta intitola- zione . La Biccherna pare , che per ornamento della ferratura» abbia un Aquilotto. Tiene il Monaco nella mano finiftra un lungo Tacchetto bianco , e colla de- ftra ila in atto di contare le già efprefTe monete fui banco , ed ha il.fuo calamaio con penna . Poco di- ttante fonovi efpreffe due perfone , delle quali 1* una fìando in atto di feri vere l'opra un Codice , e V al- tra di leggerne un altro , pare che fi pollano giudi- care i Ragionieri . Diftinto è V abito dell' uno dall' altro, confacévole alle perfone di quel rango nel xiv. fecolo . Sotto la correggia formante il fecondo qua- drato ; o fia la metà della tavola ; v' è quefta inti- tolazione in caratteri Gotici maiufcoli, non così facili a rilevarti a prima vifta ♦ libro: delentrata: e delescita : dela bi
cherna : del comvne : di siena : da gale nde : lvglo : dicalende : gienaio ; ani mcccxliil don simone.'di y vanniimonachoidi san galgano nicolo ; di mesi ceretano : de ceretani : minvccio ; di mes: bino : achengi : andrea .* frances5cho : picol1vomini : notto ; di mes'. bretacone : salibeni : camarlengho : e qvattro : al deto tempo •tambrvogio : casini *. sentore i luro ; E e 2 Per
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Per quello , che appartiene al carattere Gotico bi£
lungo > e ftretto , cori cui feruta è quefta intkolazio- ne , propriiffimo del fecolo xiv. me ne rimetto dopo il PV Mabillone , Eineccio , e 1' Ab. Gotwìeenfe , a* quanto ne hanno fcritto il P. Abate TrombeJH nel fuò bel libro Arte di conofeer V età deì Codici Latini , e Italiani' ; e nella jfua Dìffertazione XI, alle Memorie della B* Chiara dì Rimini ; il Sig. Conte Canonico Ga- rampi Pontificio Archiviita . La Pittura poi , e il fen-; fo di quefta epigrafe meglio, che da me , illuftrate ri» mangono da Girolamo Gigli nel Diario Sanefe Par. Ih pag. 593. ove dice eiTere ftato ■„ il Magiftraro detto ,, di Bicherna uno de i principali della Repubblica» 5J e il primo dopo quei* che èrano di governo v Il n nome di Bicchema è Tedefco » e lignifica luogo*: ,> ove fi confervano i libri delle pubbliche ragioni» js/ondè in elfo trattanti i negozi del Fifco , e delle.» „ pubbliche entrate . Formafi di quattro gentiluomini n detti Provveditori di fìictherna etc. L'Auditor Gè- sV nerale interviene a quefto Magiftrato etc. ., Sarebbe egli quello \ per avventura il Sentore , parola vera- mente nuova , che fi legge "nel? epigrafe . La voce Cd- tnarlengo , beniflìmò oflerva T intendentiffimo Sig. Cav. Pécci, propria effere dt quel fecolo. Riguardo poi fi- nalmente al Monaco efpreflfo , foggitinge opportuna- mente il Gigli colla feorta dei Sanefi Scorici > Tom- maG , e Malavolti 3J A* tempi antichi il Gamarlengo j, di Bicchema era un Religiofo » e per lo più deli* ,, Ordine Cittereienfe , o Valombrofano . Ma per la j, gran peftUenza del 1348. effendo mancati tutti quei ,, Religiotì » che a tale ufficio reputavano avere abi- j, lira r fi eleiTe fecolare . L* anno poi ' 136ÌL feceft a decreto, che a tale impiego s* eleggelfe ali* avveni- „ re un fecolare età » Tanto più ragguardevole per- ciò appunto li rende quefto Monumento » che io il primo riporto > e pubblico del 1343» fé viene ad ef- fer forfè T ultimo > che ci rappresemi quefta onori- ficenEà predata dalla Sanefe Repubblica alla famofa |
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Badia di S. Galgano , di cui preflb lo fteffb Gigli Par*
II. pag. 587. vedere fi poflono i pregj .Onorificenza all' intutto. fimilc a quella , che verfo la Badia di Set- timo ufava la Fiorentina , la quale fcelfe quel Mona* co chiamato Argomento,, veriatiflìmo nell' azienda dì Settimo , per Caflìere , o fra cuftode dei noftro erario a tempo dell' Abate Ubaldo Bertaldi , col confenfo e permiffione Pontificia : come attefta il Baccetti fui fi* ne , mi pare , del IL Libro . In feguito di che ebbe- ro i fConverfi di Settimo anco il fuggdlo dell* Erco- le rimandato da Mefs. Matteo fratello di Mefs. Carlo de'Temibili d'Amelia, che flato Poteftà di Firenze avealo involato. Quindi ottennero anco la cuftodia delle Chiavi della Città, e dell* Armeria ; e il dovere per turno infie- me con gli Umiliati , Domenicani > Agoiliniani, e Fran- cerea ni , trovarli prefenti allor che 6 raccoglievano i votile faceafi lo fcrutinio. E poi rimoflì da ciò tut- ti gli altri Frati , rimàfero a tal funzione i foli Con- .-.Ver fi di Settimo > da i quali pafsò poi a tempo d'In* nocenzio Vili, ai Monaci Sacerdoti la cura del Sug- gello . E ciò fia detto in occafione del vifitare , che io feci queita piccola Biblioteca. Al ritrovare adunque quivi due foli Manofcritti , dei quali 1* uno era , la leggenda di S, Quintino, di cui fopra favellai; e i* altro un OfHzio della Madonna in cartapecora con oro, e: miniature fuperbe del fecolo XV. ben confervato , mi ricordai della famofa Libreria di Settimo , di cui non dubita d* arTerire il Baccetti , che effa continebat omnium fere difcijtlinarum innumerabilia manti exarateL. Volantina; e ciò che più rileva , che in una fonita_. fatta da quel Monaftero , furono i più groflì Codici gittati al di là del ponte ; acciò ferviffero come di fca- la ai forulciti per rientrare nel Monaftero : ìafhìs in~ gentibus Itbvorum corporibus jtontem utrrtmqite excitarunt ad reditum fopia V acque attorno attorno itagnanti dentro i* aggere : come 1* efprime il Baccetti , eilere_» {tata la fituazione del luogo : Aeratae porta? , che di fopra io rammentai > anguftum praebent ingrejfum , ad quat
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fuas itsrum land efficiunt aditum faciliorem inttd àg«
gerem altius circùmftagnantes aquile é'c. Io non dubito, che iperboliche non Sano ravvifate tali efprcffioni; poi- ché la Libreria di Settimo non era mica 1' Aleflfandri- m. , ò la Conftantinopolitana . Ma che per altro do- veffe effer molto ben fornita di manofcritti, ce lo per- fuade il numero copiofo de i Monaci , che colà abi- tando , doveano > come ognun sa , anco ali* efercizio della calligrafia applicarfi : come fi ricava da Gio: Tri- temió , che a fìmigliante efercizio , anco dopo il ri. trovamento della ftampa , efortava i Monaci per isfug- gire T ozio/ita . I Cluniacenfi poi v' erano più degli altri dediti : come fi ricava dal tante volte menzionato dialogo prodotto dal Martene, fé dà luogo al Ciftercien» fé di rinfacciar loro Peccepiva perdila del tempo, che nel così adoperare facevano , con quefte parole : Sicut ver* ha quae non aedificant , funt otiofa '.ita illa opera) qua» non pertinent ad necejfarios ufus , reBè dicuntur otiofa : ut interim de ceteris taceam , aurum molere , è? cunu ilio molito magnas captale* fingere literas , quid eft nifi inutile , & otiofum opus ? E ciò, perchè colla fcu- fa dello fcrivere i libri, e ftare nella Libreria , s? e* fentavano dal Coro , ma non già dal tempo della ri- creazione : Vejlri wero Or di ni s Monachi ita habent il* lud ( cioè il tempo, e la diftribuzione d'eflb , di che ivi favella il Ciftercienfe interlocutore ) legitimum, nr librarii Scriptores Monachi in Monafterio fcribentes , qui nec Regularibus horis ; ideft operi Dei intcrfunt j UH <uelint intereffe colloquio : Utrolique legem fuam, & re* gulam tranfgredientes, <& in colloquio , & in fcribendo> dum opus Dei agitur in Choro &ct Molti adunque , an- zi moltiflìmi faranno flati i Codici fcritti da' Clunia- cenfi , e quindi dai Cirtercienfi abitatori di Settimo ; ed una ricca Libreria avranno così formata , corri- spondente alla magnificenza del Monaièero , gì all'ufo de i molti Monaci quivi ftudenti . Morum fi quaeras nìefiigia , panca fuperfuut ;
Sic res huwanae dnrant ; & mobile faxum
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Irrequieta graiu t eteri TLhmkufia wttit *
rifponderei col noftro Verino ancor io a chi m'inter* rogaffe del fato di quefti Codici. Alcuni, la recenfione de i quali riferbo ad altra Operetta , che ho tra ma- no , pattarono nella Libreria Laurenziana, per volere e comando di Cofimo I. come già notai nella mia terminata , e pubblicata Storia di quella Biblioteca» a pag. 39. Ma> fé deefi credere ad Antonio da S. Gallo , fino da' tempi di Cofimo Medici il vecchio „ fecefi in }, Cafa Medici fin allora gran conferva di tetti buo- j»'iJÌ portatici da quei valent* Uomini ,> intende di Marullo , Argiropilo , Lafcari ec. „ e che s' aggiun,- » fero degli altri raccolti nella Badia di Settimo , e » nel Monaftero degli Angeli etc. 5, Se per ben due volte adunque , e in due diitinti tempi fornminìttrò la Libreria di Settimo i Codici a i Medici , bifogrxerà dunque fupporla ben abbondante , e fornita . Molto più nell'ultimo tempo , in cui per foddisfare all'in*< dole , al genio , ed all'impegno del Duca Cofimo > fu d'uòpo, che ella di tutti fé ne pr i vaile . Equi ven- dicar bifogna dalla popolare taccia quefti Monaci, dei quali a fpropoGto fi dice , che ne fecero l'indice , e 1* offerta volontaria a Cofimo. Egli è ciò tanto fa 1- (o , quanto vero egli è » che Cofim«, per foddisfare al fuo impegno d' aprire > e dedicare la Libreria net Chioltro di S. Lorenzo, ricca più .< che folte pofll- bile di Codici , ed in una maniera adeguata alle va- rie fue idee , usò ogni mezzo per avere i Codici più infigni dalle eftere Biblioteche , non che fovranamente ne difpogliafle quelle dello Stato , e: gri la Libreria di S. Gimignano , quella di Paflìgnano , quella antica della Chiefa nofìra di S. Lorenzo * e infieme con al- tre , le private ancora de'Cittadini . Alcune lettere de- notanti quello fuo appaflìonato trafpono riportai il primo nella mia Scoria della Libreria a pag. 39. e mol- te altre intorno {penalmente al Codice 36. Plut. xxxvi. del Plauto Laurenziano né potrei pr«durre di Fran- cefeo Fedra Inghirarni Abbreviatole Apoiìolico > e Ni- pote |
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potè di Tommafo fcritte al follto Monfig. Tacopò Gui-
di s Segretario di Cofimo , dalle quali fi raccoglie , the il Codice Laurenziano di Plauto con note margi- nali , e interlineari» di mano dello fteflfo Tommafo Fe- dra di Paolo Inghirami di Volterra , fu portato via da Roma nel lagrimcvolc Sacco di Borbone , quindi recato a Milano , fu dagli eredi del Calvo dato al Duca di Tofcana . Quelle due fole lettere di Fran- leèfco Formiconi , e di Rinieri del Forefe , ci mani- festano , qualmente Cofirno per le più eulte Città tenea perfone ftipendiate per far ricerca , ed acquilo di tali occulti tefori . - 5, llluftriflimo , et Eccellentiflimo Sig. Duca .
» Havendo io già molto tempo defiderato con bella
5> occafione moftrare quanto 1* animo mio fia vigilan- „ te nel ricordare e operare il benefizio , ed utile di „ V. E. Illuftriflima , eccovi , nclli giorni parlati , che a» mi fi è giunta una lodevoliflìma occafione, qual* è di j, dar notitia a V. E. Illuftriflima d* un antichiflimo ,, libro j il quale è certamente unico, fcritto a pen- 5, na nella parte dell* Oriente in lingua provenzale , „ al mio giudizio non meno di anni 300. fcritto ; per- „ ciò che fi ha fatica di leggerlo , tanto è vecchio, V, il quale a cafo vidi in uno Studio d' un eccellente ,5, Avvocato di quella Città, uomo nelle lingue greca j 5, latina , et vulgare dottiamo , dal quale ero anda- „ to per consigliare alcune mie caufe , et nell1 afpet- „ tarlo , che venirli , ebbi tempo di veder quanto che j, vi fi contiene in effò libro: et trovai che fa men* ,, zione del vecchio Duca de* Medici de Atene, et del- j, le ifole di Arcipelago per elio congegnate a Giufrè „ de Villa Arduino Principe d* Acaja , e dì diverfe „ altre cofe di que' tempi, et in oltre vi fi contiene „ tutte le leggi e confuetudine , che fi governava in „ quei tempi l'Imperio di Goftantinopoli, e tutti gli ss altri Princìpi della Grecia 9 la onde fapendo , che 1 . „ que- |
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„! quefto farebbe flato a grato a V. E. Illuftrifljffia^
„ confortai , et efonai molto quefto Gentiluomo , che „ lo veniflc a portare a V. Eccell. Illuftriffima , il qua! ,3 mi dirle per acqui&are la fua gratia farebbe volcn- ,, ticri venuto ; ma che le occupazioni si delle cofe „ di fuoi clienti » come di fua fpezialità non lo lafce- 5, rebbano allontanarti da quefta Città > et io altro 5) non li diffi fopra ciò » falvo mi fono rifolto darne ,, avvifo a V. Eccell. Illuftriffima, a <aufa efla abbi }, tal notizia , offerendomeli con «gni umiltà fedeiif» j, fimo Suddito } o Servo 5 come a quella piace» e ali* „ quale li prego lunga vita , et ogni felicità . ,, Di Venezia il 14. di Gennaio 156Ì. I} Allei femprc fedelifllmo
,s Francete© Formieoni. Nella fopraccarta. ,> Air 111." et Ecc.™ Sig.r<
,5 II Sig. Cofimo de* Medici j, Duca di Fiorenza ? e Siena . » 111.** et Ecc.*» Sig.r« et Prón Ofs.*°
„ Havendo fatto cercare con diligenza la Libreria.*
.j delli Greci del Salvatore del Reverendiffimo Arci- „ mandritta , et anchora quella del Capitolo di quefta „ maggiore Ecclefia , non s* è trovato quel Diodoro 5, Siculo » che V. E. I. ne havea commetto fi facefìTo „ copiare , che ne fpiace non la pelli fervire , come-» „ fi faria fatto } fé ci fi trovava , et per quanto pof- „ fiamo ritrarre , detto libro può efTer che fia in Ko- 5, ma , che al tempo del Pontefice Marcello , inten- 3> diamo ì\ Arcimandritta pattato portò in detto luogo ti di Roma , li meglio libri che ci fi trovavono . Ne fl, potrà V. E. I. talvolta aver nuore da Mefs. France- j, feo Davanzgti j che flava qui in Coree del Re paf* Tom* IX. ! f » fato , |
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„ fato , e ora fi trova predo al Reverendi/Emo Card..
j, Emmulia in Roma , che elTendo perfora eccellente s, in lettere Greche , farà il propofito a far fervire 1* » E. V. I. E fé dì qua noi la polliamo fervire , ce li i} oiFeriamo promiHìmi . Che fé bene fia piaciuto a Dio „ tirare ad altra vita il noflro Compagno Francefco „ Soldani » reftiamo noi per feguìre li Negozi perfino »:, che a Dio piacerà , et alli noftri Principali . Però „ riputeremo per favore , fé V. E. I. ne comanderà, j, alla quale umilmente ci raccomandiamo ; pregando « Dio li conceda, ogni felicità } e di male la guardi . ,, Da Mefììna il dì primo di Febbraio mdlxvii. ab Inc. „ Di V.E. I. „ Rinìeri del Forefe.
Nella, fopraccarta v „ All' Ill.mo et Ecc.mo Sig. Duca
» di Fiorenza , e di Siena. Né di meno ci volea ,- poiché i prifchi Codici Medi-
cei} che comunemente fi dicono dalla Grecia venuti» rimafi in Firenze, dopo la divifa fattane con Cateri- na Medici, non erano in quel numero, che il volgo fuppone, e fi riftnngevano alle fole lingue Greca, e Lati- na, e pochi della Italiana. Due teftimonianze, 1'una di Bernardo Rucellai apag. 52. de Bello Italico ; di Paolo Gio- vio T altra nel Tom. I. delle fue Storie pag. 7^,-Ediz. Badi* del 15^0. pongono fuor di controverfia la mia afler» zione. Nam cum iampridem Gens Medicea fiorerei omni* bui' copis , terra marique cunBa exquirere , ium jìbi Graecarum , Latinarumque Uterarum monumenta contea* mretìt. E più fotto a pag. 53. Tejiantur itidem Ari- Jlotelis graeci interpretes , ce ter iq uè 'vetuBijftmi S cripto*, rves , quos Laureatiti* , ut erueret ex intima Graecia » mijtt lanum Lafe arem graecum hominem é'c Difcorren-» do poi il Giovto della pubblica fubalta, in cui ven- dute furono tutte le mobiglie pieziofe dt\ Palazzo XVIC—
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Medici, aggiunge» che venduta pur fu: Et quod /»•
widiam flurimum ungere poterai) Ma , tam glandi psP canta, tot tantifque doBorum <x)iror>um peregrinationihus » Aiqnc laboribus quaefita Latinorum , (st Qraecorum w lumìnum fupellex celeberrimae Bibliotbecae. Hanc Cofmut iwftituerat, anxerat Petrus , & Laurentìus yoftremo to- ta pene Gruccia rarijftmis libris fpoliata &c* candiderai» Soli volumi Latini, e Greci fi rammenta adunque ef- fere flati nella Libreria Medicea ; perchè in fatti di quelli foli fi facea in quel feeoìo ftima , e raccolta :* come ricavar fi può dal leggere la Lettera ferina dal Cardinal Beffa rione al Doge Criftoforo Moro , e al Senato Veneto ; allorché nel 1469. donò la fua Biblioteca alla Repubblica, ed è riportata da Girolamo Rufcelli nella fua Raccolta delle Lettere a' Principi. E dall' indice fi può rifeontrare , che di quella ci dette il Sig. Lami nel Tomo IX. delle Delicie, enervi un folo Codice^ delle Pillole di San Paolo Greco Latino Ebraico . Per nulla dire d* altro Catalogo d' incerta Libreria , da* toci nel Tom. XIV. A Co-fimo I. adunque fi deve, e a Ferdinando ì, poiteriormente, fé la Libreria Lau- renziana apparve , allor che s* aprì , degna di quel Sovrano , che la dedicava : fornita, cioè di Cedici Orientali ancora , Provenzali , Francefi , e Italiani . E per ciò fare anco i Monaci di Settimo dovettero non orTeriie ; ma cedere al Sovrano i loro Codici ,, quali > fé non folle irato un tale impegno , avrebbe- ro ben confervati : come confervate hanno le loro carte nel loro famofo Archivio . Mi permetta il Let- tore , che feguitando quefta non per altro ftaccata éi' greffipne dal filo della mia detenzione , aisco dell* Ar- chivio di Settimo io ragioni ; dopo avere detto alcun- ché della Biblioteca, che ne* pattati fecoli non era dall' Archivio difgiunta , Fu querto Archivio pure trasferito a Ceftel Vecchio (cosi crede un dotto Monaco Ciftercien* fé, vivente anonimo ) allorché nel 31. Marzo 1539. Paolo III. efimè dalla refidenza nel Monaftero di Set- timo r Abate; e i Monaci, a cagione della Guerra nel Ff a Con»
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Contado Fiorentino , e le inondazioni dell' Arno .
Quindi dovette poi il predetto Archivio efler trasferi. to a Ceftello Nuovo; ed allora anco divenire più confiderabile , allorché nel i5$9. fu decretato nel Ca- pitolo Generale, tenutoti in S. Marcino de* Bozzi, che , a* tenore del Capitolo 66. delle Corruzioni de' Mo- naci della Congregazione di S. Bernudo, tutte le Scrit- ture» Codici, Irtrumenti ec. delie due Provincie Tofca- na, e Lombarda , fi doveflero confervare nel Monadero di Celtelìo di Firenze, e neli' Imperiale di S. Ambrogio di Milano. Savifiìmo, e vantaggiofirlìmo regolamento^ e degno d' effere imitato da certe trafcurate Religioni. Quanto a noi ridondò in gran comodo di quei mol- ti valentuomini, che negli afcofi tefon di eflb han- no avuta la forte ,di porre mano, e occhio, per im- preziofite tante loro Opere d' anecdote intereffanti notizie. E come nò? Se in elio Diplomi vi fono d* Imperadori, tra' quali fi nominano quei d* Ottone III. d* Enrico I. IL e III. Bolle di Papi: come di Pafqua- lc il. Leone IX. Urbano II. Callido li. Gregorio VII. Clemente III. Aleffandro III. Gregorio IX. ec. Ma- la detenzione più bella , che fare fé ne poffa , e Ja ftima più giurìa da concepirfene , fi è, il leggere 1! Opere Diplomatiche, o Storiche di tanti no/tri in- figni Scrittori, i quali finceramentc confefTano , cho fenza 1* aiuto deli* Archivio di Ceftello , non avreb- bero tante vanraggiofe feoperte potuto fare. Se per le cofe noftre tanto ora a noi giovano, ed a i 'Porte- ri. noitri gioveranno i Difcorfi di Monfig. Don Vin* cenzio Borghini , fpezialmente dopo Ja bella riflampa fatta nel 1755. all' Archivio, ed ai gentiliffimi Mona- ci di Cesello il dobbiamo: Porro amici , così afiferifee il Baccetti, quorum in JcriUndo beneficio ufus Borghi- nìns eft , Monachi Ciftercenfes fuere. Si ferita per tutti il Sig. Lami a pag. ioóo. dell' Odepor. tanto più vo- lentieri , perchè ci da notizie di chi ha ultimamente ordinato il predetto Archivio „ Quefto Strumento ( del iopo. da me anep di fopra rammentato ) „ dell'Ai». >, chivio
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,ì chivio di Settimo » trasferito ali* Archivio di Ce-
„ ftello di Firenze, mi è flato comunicato dal Re- „ verendiffimo P. Abate Don Teodoro Davanzati, che », ha ordinato il medefimo Archivio, e ne ha fatti di- „ ligentiffimi fpogli, come quello , che è intendentiflì- „ mo delle cofe Diplomatiche, e di ottimo gufto nelì' „ Antiquaria, adorno di più d'un'eccellente cortefia, ,, degna della tua nobiliffima nafcita : alla quale deb- ,, bo ancora quafi tutte l'altre notizie riguardanti la „ Badia di Settimo , riportate fopra , e da riferirli ,, nel profeguimento. ,, . . . . Uno tìwulfo non deficit alter
Aureys .... ...
e quefti è il P. Abate Taddei, che con giuflo crite-
rio , e molla dottrina abbada a quefto Archivio , ev lo rende fempre più atto ai volenterofi dì tali ftudj - E ben gii debbo ancor io la ftefìTa riconofeenza , che profefsò ne*tempi addietro l'Abate Ferdinando Ughelli> il P. Puccinelli, il P. Baccelli, il Sig. Manni in tante fue erudite produzioni ; e molti e molti altri, i quali rav- volgendo le carte , e i manoscritti di quefto Archivio conofeon bene, di qual pregio, e vantaggio Ila per la Civile ed Ecclefiafiìca Storia 1' Archivio di Settimo : la cui Badia , per avere avute tante attenenze , quante accennate ne ho in quella Lettera, deve neceflariamen* te feconda eOere di molte carte, e vecchi monumenti, i quali fi fanno afeenderc intorno al numero di quat- tromila carte. Sono quelle ordinate nei loro luoghi di- pinte per ciafeuna materia. Ma di tutte non è ancor terminato l'indice» 1'eftratto, e la copia. Copiate ne fono dall'anno 819. fino a tutto l'anno noe. Onde reftano a traferiverfi dal 1500. fino al prefente noftro fecolo; e quindi ai vantaggi delia Sacra, e Civile fto- ria meglio faria , fé in un Codice diplomatico fi pub- blicaffero : come far dovrebbero tutti i Monafteri di iìmii genere • Io mi ricordo a tal propofito d' avere udito , che il fuburbano Monaftero noftro di Santa Brigida, detto volgarmente il Paradifo, perchè ad eiTo unite
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unite furono diverfe Abbazie ., e Monafteri , tra'quali,
Ja Badia di Santa Maria degli Scalzi, eonngua al dettq. Monaftero, la Badipla di foggibonfi ,. Ja Badia %ì Pi*. no, e quella detta di Mamma nella Diogefi Aretina ; oltre molte Chiefe ; perciò quello «altro Monastero it di(Ci i abbia da fei mila , e più Cartapecore , che pifr fate fono ora neh1'Archivio ^ì Bonifazio > divenuto al prefente uno de* più belli , e ricchi, che fiano in que-t ila Città: molto bene ordinato , e cultoduo dal pe» ritì0ìmo Antiquario il Sig. Ab. Giovanni Perini Sa- cerdote fiorentino } che n* è 11 Archivila. Ed il Broc-, chi nel fuo Libro della Defcrizione del Mugello tro- vò un non difpregevolc Archivio preiTo le Monache Camaldolenfi di S. Piero in Luco , che il B. Ridolfo, riconofeono per Fondatole ; e delle quali la Chiefa confagrò nel 1223. il noftro Vefcovo Giovanni d*-# Vclletri ; come nota il Sig. Manni alla pag. 514. del- la Par. II. de* Difcorfi del Borghino , che deli* antico diltrutto Camello di Luco più fotto ragiona , lo per me credo , che *1 detto Archivio di quelte Religiofe ila da valutarli, quanto il loro Itupendo quadro dell* Aitar Maggiore, fatto da Andrea del Sarto, colà rieo- vratofi in tempo di pefte, come fcrive nel fuo Ripofo Raffaello Borghi no. E giacché fiamo a rammentar Pitture , feguitando
la mia defcrizione del Monaftero, rammenterò un bel quadto dei Pugliefchi, che io veddi nel Refettorio di que/ti Monaci così , come jftà , adornato dal P, Abate Barberi . Bizzarra è 1' invenzione del fopraddetto Pit- tore d' avere ivi dipinti alcuni Monaci a tavola . Ad alcuni, che in atto dimeflfp lì ftanno , Maria fervila dagli Angioli condifee i cibi ; e ad altri efpreffi in atto vorace , e poco contenti del frugale cibo •Monaftieo >. afperge loro di cenere le vivande. Nello feendere al bado mi fu inoltrata la tinaja per , 1* ufo di quello Monaftero, e quindi altri ftanzoni contigui per fervi- si© di cantine, e dell* antiche officine. Quella tinaja merita d* eflere rammemata. j forche effendo tutta irui volta;
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tal-
volta , e circondata d' una gróflfezza ftraordinaria di mura fatte , e ripiene a calciìruzzo , ed in cui s'al- zano otto antiche colonne belliflime di pietra per par- te 5 che per altro fono rimafe fepolte dal fovrappofto moderno pavimento , da cui per tre braccia fporgono folamente in fuori » io congetturo, che quefta fofle , come ài fopra accennai , V antica Chiefa , di cui due navate in parte formano quefta tinaia , ed una can- tina ; ed altra navata credo, che torni in un piccolo? Chiot ro > chiamato il Chioftnno > ove ancora fi con-; ferva un veftigio di pittura a frefco d* un Crocifillo , che fi ftacca dalla Croce, per abbracciare il genufleflfo S. Bernardo . E gli intendenti la giudicano eifer ma- no di Giorgio Vafari . Quefte fono è vero , congettu- re ; ma chiunque vifiterà il luogo , vedrà la ftruttura, e il numero delle colonne in qua , e in là rimafe^ murate dalle tagliate mura , giudicherà fempre , efifervi fotterra una ftupenda fabbrica, deftinata ad ufo nobi- le , e per le officine ancora , che fecondo il Monadico regolamento , fi vede eftervi ftate . Molto più, che^. poco lungi v* è una, che ora è altra cantina ; eppure mofira chiaro eflere ella dato un magnifico Refetto- rio ; sì perchè ha avanti del fuo ingreffo la pila per lavarfi le mani ; sì perchè la fua volta morirà efiere ftaca tutta dipinta con pittura a frefco ; ed in un_. angolo v' è ancora incastrato nel muro un pulpito per, il lettore della Menfa . Ma tempo è ornai , che ponga io termine alla*»
prefente , qualunque fiafi per compenfo fatta, defcrizio*» ne di quefta illuftre Badia , la quale , quando tra* fuoi avanzi non avefle altro , che la di fopra accennata.» Torre dalla parte Occidentale, quefta fola, chiamata dal Baccetti fraealta , ac minaciffim» 'Turris , bafterebbc al Paffeggiero per testimone della potenza , in cui una volta ella fi fu. Pare, che il Baccetti voglia infmuar- ci , che tali efterne fortificazioni a i Fiorentini unitifi con i Monaci fi debbano attribuire : fiorentini enim y dice eflb > ut rerum i» Mtrurìa ptirentttr, bella ex bel- li* |
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//> ferente* àà emnem ìmptum ittcurventìutn hofihm) in
far Sem expnfarum focatif Monachi s , /of#/# /># munì e*
| **•*,• Ma già al fuo foliio di tale fua afferzione non
dà alcun discarico .Lo che veramente nel tcffere que-
lla fila Storia non fi può perdonare ad elfo, che tut- to il comodo avea di veder le carte tutte del ricco Archivio . E molto meno perdonare gli fi può il non aver neppure riportate le.due Infcrizioni , che fono nella facciata efteriore della fopraddetta Torre ■; né a- vervi nominate le tre Statue , che fono in un alto Tabernacolo affiffe al srruro , Quello Tabernacolo , che fi vede avere avuto in antico anco una rete di ferro, o altro parapetto per confervarvele , contiene tre Sta- tue ad altezza più , che umana . Di quefte quella , che è nel mezzo , fatta mi credo di mattone , ficca- rne 1! altre due , rapprefenta Dio Salvadore; S. Bene- detto , e S. Bernardo V al tre j che forfè erano in-» antico ancora tinte . Sotto il piedifialìo del Salvado- re v' è 1* Arme del Giglio , intagliata in pietra ; *-» fotto v' è in gotici caratteri una Intenzione : la quale per e Aere in tanta altezza, e sfatta dall'.ingiurie del tempo , e dell* aria , non avendo io potuta leggere , non che trafcrivere , invano T ho fin qui implorata., da diverfi Amici . Mi fi dice per altro , che nel Se* poltuario del Ssg. Marchefe della Stufa vi fi ritrosi • L' altra Intenzione , che per elfer full' arco della por- ta , io potetti leggere , è la feguente } incifa collo fìelTo gotico carattere , ma migliore : come efier deve a cagione del fecole la gotica formazione : ANNO DOMINI MCCXXXVL SS. DmN. N. GREGORIVS
IX. DEDIT HOC MONASTERIVM DE SEPTIMO ORDIN.
C1STERC. CVM ESSET JLIBERVM fcT EXEMPTVM AB
, CMN1 REGIO PATRONATV QVOD IN PLENA HJBERTATI
A DICTO ORDINE PACIFICE POSSIDETVR••
Quivi apprefib è una bella Compagnia di Fratelli fot*
to
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m il titolo di S. Bernardo*, la quale* mi fi di (fé , che
riguarda o alla fua antichità, o alla prceminenza del- la Badia,, sfotto cui ella; è , godei, tira: tutte V akr<s Compagni* dalPivie*:* di .Settima-* il primato. Av/an* ih che fi lafèi da me; il .difeorfo fu quefta Torre, che io di (opra fta{)ilii come un termine, o« punto filTo,! che riftiringelTe; tutto quefto mae&ofo Edifizioi» infie? me coli»' altra5,fua cotrifpondente, già diroccata , no»; voglio, diifj mula ce , che il Baccetti fembra infinuarg ,., che non due fofTero», ma ; quattro in. antico quefte Torri. Donde poi fel ricavi , all' ufo fuo non ce te dice , fé non che colle feguenti parole : §iquidem qua* fuor murorum angui iy quatuor fyecul-arum fedes funi 7 a quibiis Iqnge lateque infukieBo-s eam^os $atet profpf^ Bus .Ancor; di fopr-a divifai ^ . che ]' aetica forma di quefto Edìfl,zip idotvefle elfe*; quadrata ; sfe? poi a, ci^-. feuno de i lati vi fof(Te una tale, fpecQla,, o altra Tor- re , non pare, che sì dì leggieri aderire fi pofla, o negare . Non ebbi agio, dL mifurare; A' altezza , e. la*. grolTczza di quefta Torre ,-che; è una; delle,; belle ,; che nella Tofcana ; ci fiano £ rimafè/, e forfè V Unica, di : quel, fecolo .;Onrfe, alt^o fu ciò, ailewire nqn, poffo s, che dfttft vea.no, que.^ Toiiri - render rir%^t tubile; ili luogo, % fef* vire di fiVuj^zza a quei, che noleggiavano pe* l'Arno»; E giacché nons mir fono imbattuto a trpuar altro do?* eumeni©, che. 1* affertiva del Baccetti , intorno al por- torio ». io ifificfiléjd > che fi pagòs per. mqUo tempo all' Abate dii Settimo,,. fo^ne- riferirò Je; patole : If>Jt'*vi* dimus frùr^&s Sign^ aM*utìs ) tyvi a Lihurito JHorentiam tidwihupt , y§k&0i 8*pìwi fòrtv-ria\ fsndi ... In fatti \Mm portorio 5 come fi sa da; Giureconfuiti , e dagli Scrit- tori di gius marittimo, -fi paga o per il porto , o per il ponte .Per qual di quefti due fi pagafle all' Abate di Settimo, non faprei dirlo ; So bene, che-* era quefto, un diritto molto orrevole per la detta Ba- dia , e proprio folo de* Sovrani , che i da22Ì impon- gono , come accenna anco Cicerone nella famofa Ora- zione per la legge di Manilio; o per il jpono > o per Tom. IX. G * le |
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le decime , o per il pafcolo , Si durò, dice il fiaccete
tiH a pagar quefto tributo fino a i tempi dell' Abate Martino, di cui parla a lungo nel libro ali. corno della cagione, per cui la Repubblica tolfe quefto fin- golar diritto , ed onorificenza a quei Monaci . Sul qual propofito olTervabile è anco ciòy che riferifce il Sig. Lami nella Par. IV. dell'Odeporico pag. 1349. che ,, ancora in oggi fono Signa: v'è un Borgo , che ,y Ci chiama Fono, e d* efìa col nome di Porto fi fa ,,■ menzione nella Tavola 1 Peutingeriana . ,, Ed io mi ricordo d'aver letto nell'Archivio dèlia Parte nel Li- bro Luna a 95. ,, adi 4. Giugno 1453. andammo a „ mifurar la pefcaia de* Frati della Ba'dia di Septimo , » che è al Porto di Gangalandi , noi Salveftro d' An- ifbdm Danzini , e Baldo fecondo Maeftro . „ Che è ciòcche mi par Valevole a confermare quefto nobil pre- gio della noftra Badia .. Moiri altri ella ne vanta : e fono le Chiefe , gli Spedali , le Badie ftefTe alla Badia di Settimo foggette , o donate . Dell'Abbadia di Bon- follazzo fcrifle già il Puceinelli , che ad iitanza del aioftro valorofo, e favio Vcfcovo Antonio d* Orfo fu. rono meffi in pofleflb i Monaci Ciiterèienti di Setti* mo, e ciò nel 1320. come notò il Sig. Manni. Ma io ricordare mi debbo , che una lettera ferivo , e non una iftoria fu quefta Badia . Vegga ufi adunque i Di- plòmi, e le Bolle del foprallodato Archivio di Cefteilo: e dopo il Manrique, e: il Baccetti, la Biblioteca Cifter- cienfe di Carlo Wifch , è lo Storico togelino : Per non poche intereffanti particolarità, l'Opera fi feorra 4eJ Si- gilli i e le Note ai Borghino dei Sig. Manni, e la Vita da lui fatta, e da me letta manofentta nella Biblioteca Gorian3 , di Bartolommeo Scalai W P. Galletti Caffi- senfé nella fua bella lettera 3 intorno ali' Origine de' Girolamini ; Ma fopra ogni altro . s'abbia gran noti- zia, e copia ài m^snoferitti , e Diarj , che afeofi (o* no per le pubbliche, e private Librerie- ed allora tentar fi potrebbe di tetfere rnaeftrevolmente la Storia ddh Badia , e del luogo di Settimo , che tanti infi- ggi |
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■4. . -e
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gni Uomini in fantirà » in dottrinai ih arti y in no-
biltà ancora ha prodotti , de i quali il novero legger fi può preflb il Baccetti : come d'un Antonio Albizzi grande Agronomo a* tempi di leone X. di Niccoli Crefci : dei Fortini celebri miniatori : di Pacifico da Caftel Bolognefe , fcuolare del Bandinelli : di Ta- llii Nerìi , di cui così trovo nel mio manoscritto ; ,, Nerli grandi, diceno delfino fino d* ottanta anni in ,, Francia, e fuflìno richiamati nel 1434. nel ritorna ,,! di Cofimo Vater Tatriae , e fu uno Tanai , che fu „ Tefauriere del Re . Ebbe nove figliuoli , e tutti ,, prefero moglie , avevano le Cafe nel Quartiere di jj S. Spirito quafi tutte alienate , anticamente fi crede j, iteffero a Settimo fuori della Città , una delle Fa- 5, miglie , che ebbero l'Arme»-e Cavalleria dal Conte ,, Ugo etc. „ Qaefìi > ed altri molti , che a bella po- fta ometto, furono poi gli inftromenti più proprj, fu i quali s* innalzò ella a potenza, e celebrità tale ; che le hanno meritata la protezione de' Principi , la ftima delle Religioni , e gli encomj in gran numero fpar£ in diverfe Opere d'accreditati Scrittori , E col vìvo de- siderio di prette* veder alla luce il voftro Tomo IX. « X. e compita così que/ta beli' Opera , mi foferivo. Dal Chioftro di S. Lorenzo ij. Novembre 1760»
I |fe ' U^^'C^sVV's : t -it' ' ' ('»*■" *ì fi '.lì ■ '■■ "iff ■•""■ '"*' " ':- ''■■■■■ '..'.'
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Àffcziouatiffimo Amico Vorìro
Can. Andrea Pietro Giulianelli* |
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I O H E XXII.
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D £ L L A CHIESA M JdQ H A ST, EX. 9
DI SANTA MONACA I.
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Alla fama di due Perfonaggi , per ti-
toli ben divertii tra loro acclamatiffi- mi, derivò certamente il principio d* un Monaftero ne! XV. fecolo^ aggre- gato a que' tanti Conventi di Sacre Ve^gmi"•, che fi contavamo in Firen- ze .E quefto fu il Nobile MonMte- ro di S. Monaca , già iftituko nella tyirra di S. Minia- to al Tcdcfco» in ini luogo detto CaftigHone, fono li Regola di S. Agoftino j che per buona fg£te di quelle Monache trasferito fu in Firenze per là predet- ta cagione , che qui fi dichiara « Scorgeva la Campai gna di Pifa 1* Efercitò de' Fiorentini fotto la condotta di Baldaccio d* Anghiari formidabile Capitano , ché^. avendo meffo fpavento grande agli Abitatori , affai mag- giore per avventura ne recò alle Suore di Caftiglio- ne ; in maniera che penfarono effe a ricoverarti dentro le mura di Firenze . Penderò > che avvalorato da un_, avvenimento apprefo miracolofo , non tardofH indi a poco a metterli in efecuzìonc . Avvegnaddiochè go- vernaiTe allora quel Convento Suor Iacopa de* Gom- beroni da Milano ( forfè Gamberani )-il cui nome d* ogni intorno era in concetto di gran fatuità ; e tan- to più accresciuto , dopoché fi era divulgato 3 che_, per le Orazióne di coftèi s là ^Gentildonna Caterina de' Bardi àvea cònteptfra pfolé " Mafchite , quando molti anni era c(Ta Iterile d' Ubertino pure de' Bardi Tuo Marito; il quale grato di tanto benefizio, fondò in_» Firenze un Convento per la detta Iacopa , e fuc Mo» & 'A O nache
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nache fopra Un stretto idetfo comunemente 1' Alber-
gaccio; che comprò di Bàidaflar Bonfi per fiorini 160. adi ij. di Maggio del 1447. rcftando così verificato il motivo vero del piaggio delle noftrc Monache da S. Miniato a Firenze: vale a dire a riguardo dèlia gran fama d'un Capitano, e del gran concetto in fantità d' una Suora. Innanzi però che a tutto ciò dumo fede > mi fi conceda di riferire in quefta prima Le- zione quanto a quefto proposto fcriffe Fra Francelco di Antonio Agoftiniano , allora Provinciale della Pro- vincia èi Fifa, fotto al cui governo era il Monalito di S, Miniato al Tedefco : come leggefi in una fua Cronictetta ^fiftente ptefiTo le Monache, che dice co* m« àppreffò; „ Ai ^ome di Dio, della Glorio'fa Vergine Madre
Madonna S.Maria, e dèi Dottore della Chiefa Cat- tolica '6 Padre noftro, e Maeftro Àgoftino , e dell' |
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Avvocato di quefto luogo Arcangelo Raffaello, e
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d^lla too&ra Madonna S. Monaca. Amen ctc.
„ Sia "noto" e TOànifetìo a perpetua memoria a qua- ,, lunque perfona leggera, o leggere udirà la prefen* „ te fcrittura-, come nel 1441. adì 17. d* Aprile Luca „ di Taddeo di Piero Neni del Popolo di S. Felice „ in Piazza , fi partì di Firenze, et andonne a S. Mi- ,, niatò al Todefco per yiCiiàre certe fu'e- attenenti Re- „ lìgiofe, le quali erano nel Monaffero di S. Monaca, „ luogo detto Caitigliorre , polio fotto il governo de i >, Frati Eremitani di S. A.goftino , e vedendo il detto i, Luca quel luogo non eflere fituato in modo, e ma- |
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niera , che Monastero ci fi poterle fabbricare, atto
a vita di Donne Religiofe , perchè di nuovo era creato, confortò la Badeffa di detto luogo, che fi chiamava Suor Iàcopa de Gomberohi da Milano, che voleffe difporfì a venire ad abitare a Firenze , offerendole di adoperarli a farle aver luogo , e dì |
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£ voler mettere della propria fuftanza . Del qual ra-
„ gionamento per allora non fé ne fece altra con- ,, clufione, fé non che Dio difponeite quello, che fof- |
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„ fé per lo meglio. Sopravvenne però, che nella State
3) feguente , pacando Baldaccio d5 Anghiari , Marito }ì d* Annalena Malafedi, Uomo d'Arme de' £iorenti- j, ni, con fua gente, e a pie, e a cavallo per quel 5, Paefc , fece non poca paura al fppraddetto Monarte- ,) ro , perchè era fuori del .Gattello ; ma piuttoiio pe- si rò toJfero alle Religiofe, e a3 Paefani le robe lor«, ), che faceltero e a quelli > e a quelle altra violenza . a La fuddetra BadeìTa vedendo il pericolo del luogo 5, per lo tempo avvenire, deliberò di feguitare il con- » figlio di Luca predetto , onde a Firenze ne venne j, li 6, Dicembre dei medefimo anno con una Fan* „ ciulla di quelle, che attenevano al predetto luogo, „ e fé capo a cafa di lui con proponimento di iar a querimonia alla Signoria di Firenze dell' aiTalto, j, che fatto aveva Baldaccio già nel feorfo Settembre, » con dimandare inoltre qualche ricetto in Firenze „ per fé, e per le Monache fue. Non fu dì ciò con- 3, folata , perchè i tempi erano poco buoni per la 3, Città di Firenze ; ma il precitato Luca infieme con ,, Giovanni di Cenni Ugolini fuo Zio, che con tutta 3, la fua Famiglia portava gran divozione alla Bade/Ta, „ intanto, che egli fé Ja fece Comare per il primo Fi- 33 glielo, che gli nafeeffe, Ja confortorono ad adope- 3, rarfi di nuovo per ottenere il fuo intento,* irnpe- j, rocche nella Terra eravi un Cittadino riguardevole, 33 e ricca peifona Ubertino de i Bardi, il quale ave* 3, va per fua Donna Mona Caterina, figliuola fu dì 3, Benedetto di Lapaccio de' Bardi, col quale Uberti- ,3 no fj deliberarono favellare fovra di ciò, e così per 3, appunto ferono . Diede egli buona rifpofta , onde ,5 piefero per partito di far ritornare a Firenze la „ detta BadciTa, la quale già di qui era partita , e che ,, ella praticarle con la Moglie dei predetto Ubertino, ,, penfando, che fé ella la praticarle, le porterebbe di- 3, vozione, e farebbe fare a Ubertino quello aveva in ,, proposto con più prestezza . Mandorono adunque „ per la detta Badeflfa 3 1* quale qua ritornò li 24. ,, Gen-
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j, Gennaio del 1441. e s' abboccò colla Donna di
„ Ubertino} e fletterò infieme lungo fpazio di tempo „ a conferire. Nel ragionamento fra le altre cefe la 5, Donna di Ubertino pregò la Badeffa, che lei faceffe ,, orazione a Dio, acciò le concederle qualche Figlio- „ lo , perchè tutti, le erano mancanti j e che fé que- ,, ila grazia le faceffe Iddio , le ne farebbe manifeita- „ mente riconofcente . Fu dalla Badeffa del fuo defide- ,, rio confortata , e per promiflìone certificata , di che j, la Donna di Ubertino rimafe piena di corifolazio- j, ne, e di divozione ancora , dando alla predetta Ba- jj defla venti Cerotti di cera vergine , che con quelli „ faceffe orazione. Partirli la Badeffa , e tornò al fuo ,, Monaftero j e dopo alquanti giorni la Donna di ^Ubertino concepì , e fi conobbe gravida ; onde per ,; quello confermata in devozione, confortò il Marito 5, voler dar principio a quello aveva in propolito > ,, con dirli, come a lei pareva, e teneva per certo, >i per le orazioni di quelle Religiofe, aver avato que- ìì àa grazia ài aver Figliuoli -3 come quello , che ne ), era fortemente defiderofo, fi abboccò con 1' altro >, àmicb , detto Giovanni di Cenni Ugolini , e col ,, predetto Luca di Taddeo, e con Goro di Crifto- », fàno da Legnaia , et a loro commeffe trovaffero nel ,, Quartiere di S. Spirito luogo atto a far Monaftev ,, io da Donne Religiofej con proponimento di fpen- 5, dervi fino a fiorini 500. Queèi tre Cittadini avuta ti la commiffione cercarono , e trovarono il cafamen- „ to , che fi chiamava r Albergaccio , il quale era di „ Baldaifarrc Bonfì , e con lui per parte di Ubertino ,, ftrono mercato , e conduffero quello per prezzo di >, fiorini 160. come per carta ài mano di Ser Nicco- », laio da S. Gemignano Notaio Fiorentino. Dentro 3, quel eafamento fece alcuni nmramenti s ma pochi > » e ài elfo fece libera donazione alla Badeffa per fé, >, e per le fue Monache li 25. Agofto 1442. come „ per carta di mano di Ser Niccolaio de' Gentiluzzi j>* da S. Gemignano , Dopo quella donazione le fece ,, fare
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,, fare un poco d£ Chiefetta ,. dove oggi fono* le fé*
„ polture delle Monache,) e adì 4. del mefe di Qeti' ,> n&!o del medefitao Inverno , prima veflAe la. Ba- ., deflfa predetta inMeme con, fei Monache tra; Suore , j, e Seivigiali , con licenza di me Fr.ancefco* d'Anto- ,,nio, allora Provincia)^<WU Provincia dp Pjia , fot* ?j to al cui governo e<ran,p a. S. Miniato . „ E* vero,) che Fra Giovanni di lacopp da S. Mi*
„ niato molto ftraziò , e fc'pnfortò la,, lo^ro venuta; »i ma io gì* impofì lìlenzio,, cercò di ftare qu^i in Fi- ì? renze al loro governo , e di ciò mi fece pregare : 53 ma io non volli accpnfentire, di che egli sdegnata ,; s* ingegnò di condurre Madonna a 5. Miniato, con ,.,. dirle j che quaggiù morirebbe di fame • Ella però 5j non gli dette udienza per»fuo onore , e per non J? fcandalizare quellePerfone L che avevano a lei de „ vozione } e fpecialmeiue al Donatore del luogo U- » .portino de* Bardi , e alla di lui Donna? da* quali >) avevano parte de* loro bifogni . Piacque a,l Signore 5i nel 1443- nel mefe di Giugno, la Vig^ilia di S. Gio: li Batiita chiamare a fé il predetto Ubertino de* lu>r« iìdiì il quale nel fuo. Teltamento Jafciòr al detto Mp- „ narrerò fiorini 500. per accrefcimenrp del detto lup- ,, go , come per carta di Ser Angiolo da Terranuova. jj Dopo, la morte di .Ubertino* Fra Giovanni cacciò j, fuori una Bolla furrettizia , per vigore della quale ,, dirle a Madonna, che fé non. fé ne partiva per a- 3, more, ne la caverebbe per forza; la qual cofa fen- 3r< tendo io, .volli vedere quella Bella , e non potei, H perchè mi diflfe di non averla, Dopo i'Agofto prof- 3, fimo feguente la detta BadefTa, da qual fpirito non j, so molla , avendola io molto confortata alio ftar a, qui , et ella avendomelo prometto , et ancora al 3, P. Generale Maeflro Giuliano da Sicilia, edendofi 3, obbligata non partire ; ia notte feguente, che fu il 3, dì di S. Donato , fi parti dà detto luogo , et. in- 9, fierne tacque, come la cofa era ordinata, et andof- ,3 fene a S. Miniato , e menò feco due Servigiali, e », quat»
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^'quattro Monache lafciò qui. Tal-cofa fentendo, io
„ ne prefi non poca pena per io fcandolo , che ne „ vedevo feguìre , et allora mi difpofi pigliar cura de* „ fatti loro , che prima in neflun modo fu mio pen- „ fiero impacciarmene » fé non come Ufiziale . .„ Sopravvenne poi che una delle dette quattro Suo-
„ re , la quale era rimafa inferma , peggiorò in mo»
,,< do , che s'ebbe a tagliare una poftema in a fulla
„ fpalla manca , di che penfammo ne moi'ifTe , pu«
,, re per la grazia di Dio ritornò fana , ma non..
„ mai tanto , che Tempre da poi non fi fentilTe ma-
„ le. Poi diventò idropica , e li 2. Aprile 1444. paf-
,, so da quella vita ; quefta era Suor Piera da S. Mi-
3, niato . Ottenute le Bolle per la canonica fondazio-
„ ne del Monaftero , e manifcftamente conofeendo ,
3, dove guida non fofle un buon capo , il Monade-
3, ro non era per crefeere , ma pericolava rovinarli »
3, cominciai a penfare di avervi per capo qualche Don-
3, uà Religiofa di matura età , e di fperimentata pru-
„ denza . Fummi mefifa d' avanti da Mona Brigida da
\, Piftoia una Suora Religiofa del Monaftero delle Ver-
„ girii > per nome detta Suor Sandrà, delia quale m*
3, informai da più perfone , che 1* avevano praticata,
3, e da tutti me ne fu detto molto bene , per la*
„ qual cofa cominciai a procurare d' averla , e feceli
„ fare reiezione autentica per rogo di Ser Bindello
3, di Cori da Certaldo „ Ne fcriflì alla BadeflTa , e a^
j, tutto il Collegio del Monaftero delle Vergini in Pi-
„ ftoia , « da loro per grazia di Dio ebbi graziofa
!» rifpofta . Scriffe anco , e fc fcrivere a me per lo
3, Vefcovo di Piftoia > fono del di cui governo è il
3, detto luogo, e fece molta refiftenza di concedernve-
j, la: pure per fua grazia acconfentì , e ne ferirle al-
5, li Operai di S. Iacopo , quali fono Governatori del
„ detto Monaftero . QueAi per mun modo mi volc»
„ vano acconfentire , e con quefti durai gran fatica ;
„ pure finalmente tante furono le preghiere de* Citta-
), dini di qua, cke condefeefero , e diciono licenza,
* 3Tai». JX. H h „ onde
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ti onde venne a Fiferize li ra. Luglio 1444. La nuttf-
„ na fi partì di cafa la Cornelia Ifabetta dal Borg* n alla Collina » e venne da più Donne accompagnata ,, al Monaftero , et infieme con efTa Suor Agsoletta j, di Piero Cartolaio, e Suor Benedetta di Dino Si- ri lancialo , tutte due del Monaftero predetto delle^ ,, Vergini, e qui celebrai, prima fatta breve Predica- }, zione , e gli mutai 1* Abito , e dove prima veftiva- ìi no di bianco, le veiìii dì nero,, e le meffì nei Mo- „ naftero . Quindi, come che era eletta BadeiTa, così S> la confermai , con 1* autorità dei no/ho Padre Gè. „ nerale , ed ella fu graziofamente accettata dalle Suo- ,, re , che vi erano , che erano quelle : Suor Maria di „ Niccolò da Firenze , Suor Bartolommea dì Criitofa- „ no da Lucca , Suor Grazia di Niccolò da Firenze, » Suor Antonia di Giovanni di Betto da Baggiuolo > „ e Suor Francefca di Giovanni da Firenze . Quelle >, cinque furono quelle, che fecero in lei l'elezione ?, predetta > come quelle, nelle mani delle quali era^ „ rimafo il Monaftero libero ; imperocché quando » Suor lacopa BadeiTa pattata fi partì da Firenze, fra » pochi giorni ritornò, et io le feci riprensione del 3, mancamento fatto , e della promeiTa fatta al Padre „ Generale, e poi rotta. Et ella mi rifpofe , che fi ;, era partita) perchè ella non ci poteva vivere, e che 55 fputava fangue , onde era di penfiero ftabiie , di vi- ;, vere piuttosto altrove , che dì morir qui. Io le pofi ,, avanti il partito, o di ritornacene a S. Miniato, o „ di rifiutare ogni ragione, et ufizio. Ella rifiutò piut- ,, torlo, e io glie ne diedi licenza come Provinciale; „ e la Carta di rinunzia, per mano di Ser Piero di „ Antonio Lorenzi Notaio Fiorentino , è del dì 22. » Agofto 1443. onde rinunziò ella a tutte le ragioni, „ all' Ufizio, alle ragioni, e giurisdizione, le quali per ,3 r addietro aveffe avuto nel detto Monaftero , ficchè „ il luogo rimafe libero a quelle SHore , che v4 era- » no , fono, e faranno. „ II. Altre notizie feguita a fcrivere il fuddetto Fra*
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tei che fi tiferiraimo nelk feguente Lezione .Intant o fui detto fin qui, ciafcuno potrà giudicare della de- cantata fantità della Badefla Suor Iacopa, circa la qua- le , fé io non fono forte ingannato, fono di crede- re, che efla cominciane bene ; ma che pofcia tra le fenfibilì accoglienze de» Uioretttini rimanefle fedotta dalla vanità . Onde-partitali dalla ubbidienza de fuoi legittimi Superiori perde col buon nome , anche u gloriof© titolo di Fondatrice del noftro Monaftero, |
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pi SANTA M O N; A G A II./
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Nnanzi che ritorniamo alla Cro&icau
del Monastero, fa d'uopo , che di- chiarilo alcuna cofa dell* Aurore d* efla , che fu il Maeftro Fra Frante* fco d' Antonio ài Biagio , che in., moire Scritture * e neir Archivio ; o |
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Ila di S. Spirito di Firenze , o di S.
Monaca , Io- trovo appellato Venerabile!» Virum Magi* ftrum F rat rem F rancifeum Antoni i: Blaxìi. Era egli Pro- vinciale in tempo ,; che le Monache tornarono» a Fi- renze , e pofeia di qualche aLtro autorevole impiego , convien dire , che fofife diitinto nel Manattero di S. Spirito, troiandofi una autentica confelTione delle Mo- nache : come il detto Frate le aiuta per più anni non folo coi configli è protezione ; ma eziandio con delle foni me grofle di danaro fino a 1200., fiorini : appa- rendo ciò per contratto , che rogò Ser Pier France- feo d' Alberto Bartolommei Notaio Fiorentino nel 1476* dove fi leggono querce parole:. Certuni effe liei- tur y auodMonafterium ki Monica de Floretttia , Jìtum^ pop Ecglejìam del Carmino fuit ereHum, confitto, favo- re y & opre Venerabilis Religiofi Magiflri Fratria Fran- taci Antonii Blaxii Fratris Ordinit Heremitarum S. Ah* guftini de Consentii $. Spritus , circa quam ereflionem erogate fmrunt, & expnft pr diclum Magiftrum Fran- ti feum pcunie fyvBante* ad di&um Conroentum $., Sp* ritus de Florentia widdicct fior, noo- Né io credo di allontanarmi dal vero , fé fuppongo , che queito da- naro il defle dagl' Agoftiniani di S. Spirico in preftita aile
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alle Suore di S- Monaca , mediante i meriti , o le^
ordinazioni di Fra Francefco, forfè in que" tempi Prio- re di S. Spirito , e Governatore delle Suore • Onde^ iegittimamente foffe il danaro fpefo in aiuto del Mo- nastero ; o fi voglia per liberarlo dalle pretenfioni del- la Badeffa Suor Iacopa ; o nel viaggio delle Monache di- Fiftoia introdotte in effo ; o finalmente per la lun- ga lite co'Padri del Carmine:; come ravviferemo, ru tornando ora alla Cronica, ove leggefr come fegue ,t ^Godette il Monaftero tranquiLliSìma pace fino^alL „ anno 1446. quando nelii 13. Maggio del medefimo „ anno per vigore della già enunciata Bolla Surretti- „ zia falfaroente impetrata , furono fatte citare,a Metter », Domenico Vicario del Vefcovado di Lucca le tre Mo- „ nache , che erano venute da S. Miniato ,> cioè Suor „ Maria , Suor Bartolommea , e Suor Grazia ;; e per- „ che non comparirono » né altri per loro 3 palfato ,j il termine della citatoria, benché il fopraddetto Mtf- )% fer Domenico averte promelTo a Meffer Agnolo fte- ,v ciaioli di non procedere più oltre alla fentenza > }) nulladimeno mancando di paroJa , ruppe la fede-.. ì} prometta:, e fcomunicolle . Per quefto io ebbi rt- a) corfo alla Santa Sede Apoftolica ,. ed era Papa Eu* y) genio IV. de i Condolmieri Veneziano , dimoftrarr- „ do la fallita della fupplica , fopra della quale fi fon- )3 dava quella Bolla. Onde il Santo Padre per prece- „ dente Bolla commeffe il negozio air Arcivefcovo di 5, Firenze » e adì; 29., d' Ottobre venne il fopradetto „ Meffer Arcivefcovo Frate Antonio dell' Ordine di S. „ Domenico , per fonai mente al Monaftero con due fuoi „ Vicari* , e molti altri Prelati ,. Canonici , Sacerdo- ì, ti;» e Secolari , fra* quali fu Meffer Cambino da Pi* n ftoia f e Meffer ..... Giudice d* Arezzo , et affoi* ,, ve le predette Monache , avendo prima citata la 9, parte , e mandò ad esecuzione la Bolla » come per „ rogo di Ser Francefco Notaio del Vefcovado . Fu- n rono dunque affolute , effendo ftate feomunicate dal „ dì di S. Piero e S. Paolo , lino a' 2?. <*' Ottobre, ì3 e con»
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&'•* confermò tutto quello era fiato prima conccflb
35 per Mefler Giovanni Spinellini Proporlo della Chie- 5, fa maggiore. Sicché il luogo di S. Monaca per la ,y grazia di Dio è rimalo libero , tranquillo, e pri- t$ vilegiato , come di fopra s' è detto . Il Signore lo jV accrefca , e mantenga . 3, Nel 1447- *W 16. Maggio fi cominciò per Iaco»
« pò de* Bardi il muramento della Chicfa nuova, 35 per edificare la quale fi disfecero quattro Cafe dei j> Mona fiero, e due altre, che ne comprò il prcdet- 33 to Iacopo. Per quefta nuova fabbrica fi levarono iti 3, contrario i Frati del Carmine, e per vigore d* una si Bolla di Papa Clemente VI. 1350. cavarono un Breve 3> di Corte ali'Arcivescovo MeiT. Frate Antonio dell' Or- 3, dine deJ Frati Predicatori, e adì ultimo Luglio 1447» 3, fu citato il Monastero in virtù di detto Breve , e 3-3 fu inibito, che più non fi murafse. Onde il Mona* 3, fiero s' appellò , e fu commefsa la Caufa in Mefifcr 5, Paolo de Sancìa Fide, per la qual cofa i Frati dei 3, Carmine ckati , cercarono trovare una Bolla con- 5, fermativa della proibizione , fatra per Metfer 1' Ar« b civefcovo, di non murare, e 1* ottennero , e così 33 flette la cofa ferma fino al mefe di Febbraio 1448. » 1 Frati del Carmine di notte tempo gettarono a », terra li ftipiti della PortàVàlla Chiefa nuova , pofti $, fu il dinanzi , e fé ne ruppe uno ; e la bafe , che 3, era fotto li ftipiti,;la portarono via . Nel 144$. nel à, mefe di Febbraio , per Iacopo de* Bardi fi cavò 3, una Bolla di Corte in nome del Monaftero , di a, commilfione > al Propofto della Chiefa Maggiore Mef- ,, fer Giovanni Spinellini, la quale conteneva, che f« 3, trovava dette cofe cfler vere, efpofte nella fupplica- 3, zione; cioè, che i Padri del Carmine folfcro proce- 3, duti a tali attentati, deffe licenza di murare . Efa* 3, minò egli le parti, e trovate le cofe vere } nulladi» 3, meno dette tanto indugio, che i Frati andorono in ?, Corte , e cavarono una Bolla di revocazione , della „ comrniifionc del Propone dell* Chiefa maggiore 3 © 93 fe«
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>y fcron© commettere la Caufa in MefTer lo Arcfvefco*
}ì vo nel mete di Maggio 1448, ma rifpetto alla Pe« yì ftilenza non fi mandò ad efecuzionc, che nel No- 1 ,, vembre del 1449. In quefto mentre Metìfer 1© Ar* j
3i civefeovo li i<5. Novembre del precitato Anno ri*, ;
,» cevè un Breve da Papa Niccolò V. che conteneva [j
|9 volere egli, che gli Edifizj non feguitati > il dovef- (
„ fero feguitare, e compire, e per confeguenza fini- t
5, re il Monaftero . Quefto Breve fu procurato dal
ti Generale dell'Ordine Maeftro Giuliano di Sale di 9Ì Sicilia . Letto il Breve, richiesero le parti per lo „. dì feguente a darfi la Sentenza. Trovaronfi le-par». „ ti apprefso all'Arcivefcovo, e loro confentienti, fen- |
,, tenziò, che il Monaftero fi feguitafle a compimcn-, |
>, to colla Chiefa , e tutto colle condizioni polte in.
„ detta Sentenza : Prima , che 1* Edifizio non elea dì I
„ quel quadro, nel quale è principiato, folto pena di
>? feomunicazione, e di fiorini 500. ma poflìno le Suor, j, re tutto quel quadro pigliare . Appretto , che non j
,,, poflfa il Monaftero aver più, che una Campana,
}) e quella non pefi , né palli il pefo di libbre 100. „ fotto pena di fiorini 50. Apprelto , che nella detta ,, Chiefa non poffino efifere Sepolture di Secolari, ne ?) nel detto Monaftero non fi polla Seppellire fé non p della Famiglia di cafa, fotto pena di fior. 20. Appref- ti fo , che nella detta Chiefa non fi poiTa predicare a ,, fé non per la Fefta dei luogo, o fé fi velaffe o ve- }> ftiffe alcuna. Monaca , fotto pena di fior. 20. Ap» „ preflb , che nei dì Feftivi fi fuoni a Meflfa al le- j5 var del fole, o circa ; e che nella detta Chiefa ^ non fi dica più , che una Mefsa il dì , eccetto il ì5 dì della Fefta del luogo, e il dì del Natale, e due „ volte l'Anno, che fi fanno Anniverfarj per le Mo- „ nache morte , e per li Benefattori , fotto pena di „ fior. 20. Tutto quefto fu rogato per mano di Ser ;, Batifta Mei da S. Severino li 17. Novembre I44#« j, Appellarono lì 26. Novembre del medefimo Anno j, da quefta Sentenza i Frati del Carmine j ed eb- „ bero
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„ bero un termine di tre meo dà fegurtare I* appcl-*
M razione , ma non la feguitarono poi, né ebbe Juo- ft go , perchè volle Iddio, che Ja Sentenza di Mefser „ lo Arcivescovo flette in pie, e che quella fi fegui- 9> fatte. Accadde dappoi , che nel 1459. .Pio II. Som- é mo Pontefice venendo da Mantova paflafle per Fi- „ renze per andare a Siena ... Metter Iacopo da Lue- 3) «a Segretario del Papa venne a S. Monaca per vi- »| fi tare ;Suor Eartolommea fua forclla carnale . In que- y, ita vifita ella fé doglianza con lui della Grettezza „ del luogo per la fentenza di Metter lo Arcivefcovo , 5, et a quante foggezioni erano fotcopofte. Lo che fen- ,1 tendo il detto Metter Iacopo , ditte gli dovettero s> mandare la fentenza dopo Pafqua fino a Siena , do- " Te Ì? Corte fi fermava > ed opererebbe, che elleno
,, farebbero libere ; o in itutco , o in parte da quelle 3) foggezioni ... Mandarono le Suore nel mefe di Mag- 5) gìo del i4£o. Fra Placido da Napoli Lettore dei 5, Convento di S. Spirito colla fentenza fino a Siena , „ * di configlio , e aiuto di Metter Iacopo fece for- s» mar la fupplica , la quale fu fegnata favorevole in „ Macerata , ove era il Santo Padre a'Bagni ,, e fu „ cavata la Bolla gratis , di cui ;fu fatta la xommiflGo- é ne a Metter Mariano dell'Ordine de'Servi Vtfcovo „ di Cortona. Quefto, citate le parti , et udito loro ,*, volere , venne perfonalmente li 23. Decembrc i45o. i, al Mo natte ro , e convocati i Frati del Carmine, e ii quelli prefenti , cioè Frate Giuliano .da Firenze Pro- „ vinciale , e Frate . eh . . Baccelliere , e Priore , e •3, per la parte del Monattero di S. Monaca ftlaeftro „ Francefco d' Antonio da Firenze, Frate di S. Spiri- j, to , e Frate Lorenzo di Lionardo Biilorfi di detto 3, Convento, ambedue Sindaci, .-e Procuratori del Con- ,,, vento di S. Monaca , Sentenziò in quefta forma tz_> „ modo , cioè : Che le Donne , e Monache di S. Mo- li naca poffino ampliare il loro Monaftero, quanto è la S Via porta dietro al Monaftero verfo Ponente, la qual 9, Via va dal Borgo Stella «il* Via principale, che^. r> va
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„ vV al Carmine l ApprefTo anco fentenziò , che nella
j) Chiefa di detto Monaftero fi poflano dire più Mefle >) ciafchedun dì > eccetci i dì fedivi » e folenni > o fé 35 foffe dì di fetta particolare alla Chiefa de* Frati del >} Carmine . Appreso fentenziò 5 che in detta Chiefa fi j; pofla pubblicamente predicare, e folenaemente , ec- jj cettuati i dì, che fi predicale alla Chiefa del Carmine . „ ApprefTo fentenziò , che la fentenza di Meffer lo jj Arcivefcovo ri man?(Te nelle «h-rc parti in fuo vigo- >* re . E di tutto quefto ne fu fatto rogito per Ser 5, Giovanni di Ser Orlando Notaio Fiorentino ; Tefti- „ monj eiTendo flati Frate Lionardo da Firenze , e_j. 9) Frate Raffaello da Gaiuole, ambedue dell'Ordine de* ,) Servi . E così le parti accettarono , e ratificarono 1* „ fopraddetta fentenza fenza alcuna contrarietà , o ap- „ pellazione . yì II. E qui terminando la Cronica ,'mi farò io da_»
non poche altre notizie } che mi fono avvenuto a tro- vare di cofe , feguite dopo la morte dell* Autore della fuddetta Cronica . E primieramente dir fi vuole > che a i benefizj fatti al Monaftero dal Bardi con magnifi- cenza feguirono que' della Famiglia de* Capponi ope- rati dipoi , maifimamente verfo la Chiefa : riducendo- la a forma migliore , e più ampia per ufo delle facre cerimonie, veggendovifi nella facciata l'Arme de* Cap- poni . Né minor fu la follecitudine della Monaca D. Ifabella Gaetani per il decoro della fcefla Chiefa, aven* dovi rinnovato di pietra ferena 1* Aitar Maggiore cori più vaga e bella ftruttura : efempio che venne pofeia imitato da parecchi altre Monache j che molto hanno contribuito allo fplendore della medefima . All' Aitar grande , di pietra ferena > che è de* Gaetani , ve.de (i un quadro del Gherardini, rapprefentante Maria Vergi- ne , che porge il Bambino Gesù a $. Monaca . Spno* vi due altre Cappelle pure di pietra ferena d'ordine Corintio con frontefpizio angolare * In una evvi uru Crocififfo di legno , e all' altra una Nunziata éi pit- tore a noi ignoto . Dell' UlivelJi è io sfondo delia Tom. IX. I i Voi-
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Volta , dove vedefi S. Martino Vefcovo > che glonofb
entra in Paradifo abbracciato da Criito . IH. Ed eGPendo itato maifempre in venerazione^,
quefto nobile Convento , non parve alla Cammilla Mar- telli , Moglie del Granduca Cofìrno fi luogo migliore., di quefto s per incontrare la quiete ; doppochè la mor- te T ebbe rapito sì ragguardevole Conforte; come il difle nel primo tomo alla Storia delle Murate . Qui- vi avendo ella abitato tutti gli anni di fua vita vedo- vile , fervita d' una Corte conveniente al fuo grado, fi morì nel i$po. adì 31. di Maggio, il cui Cadave- re con mediocre pompa fu trasferito dal Clero Fiorenti- no , e da tutte le Regole alla Chiefa di S. Lorenzo j ove fono i Sepolcri de* Principi di Gafa Medici , tra* quali però per effa non vi fu luogo , ma fi crede col- locata nel Sepolcro di fua privata Famiglia . Mìl. foggiugnerò cofa ancora di maggior concetto del no- fìro Monaftero ; ed è , che T anno i<5i 5. col confen- fo dell* Arcivefcovo , e Cardinale, Aleflfandro Marzime- dici j due di quefte Monache di vita efemplariflìma : cioè Donna Maria Caterina Giamberti , e Donna Go- fìanza de* Vieri pacarono alia Città di Colle di Val- delfa, per dar norma dell* offervanza Monacale al nuo- vo Convento di S. Piero fondato dagi* Ufimbardi . IV. Né dovendoti tralafeiare il ragionamento delle
Reliquie , due principali ne accenneremo fu queiìo fi- ne } e fono due Corpi Santi . Il primo in Gaffa do- rata fotto T Aitar Maggiore è di S. Donnina Martire, dono di Maddalena Zanchini , venuto al Monaftero nel 1654. col pezzo della propria lapida ) che dice : domnina in pace , la cui feita celebrai! a* 12. d'Ot- tobre , nel qual giorno i Martirologj Greci , e Lati« ni rammentano il Martirio d* una Donna di tal no- me . Il fecondo Corpo è di S. Lucio Martire , cavato in Roma dal Cimitero di Prifcilla nel 1550. donato alle noftre Monache da Madonna Felice Altoviti ne' Rucellai . Adì io. di Ottobre di dett* anno feguì la.* fua traslazione celebrata con un folenne Triduo , nel quale
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quale in ricca urna flette efpofto alla pubblica vene-
razione .
V. Trovo tra i Governatori del Monaftero , il pri-
mo 1' Arcidiacono Fiorentino Francefco Bo»ciani 3 che fu poi Arcivefcovo di Pifa ; perchè prima erano go- vernate da* Padri di S. Spirito , i quali avendo nel 1601, rinunziato ad ogni ragione fopra il Monaftero, pafsò il governo all' Arcivefcovo di Firenze ; che tan- to leggefi all' Arcìvefcovado ,, 1602. io. di Gennaio , 3l 1* Arcivefcovo Fiorentino , e Cardinale) AleflTandro j, de* Medici , ftantc la rinunzia fatta da' Padri Eremi- j, tani di S. Spirito , del Monaftero di S. Monaca , j> Sua Eminenza prende poffefìfo del detto Monaftero , 9j e deputa per Governatore del medefimo il prefente 9> Arcidiacono Fiorentino Francefco Boauani # » |
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DELLA C HI E.S A fi M O N A S T E RO
Di $ A N X A F E U I CI T A R
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NT quefte Notizie I (loriche delle Ghie»
fé Fiorentine , egli è flato fempre noftra coftume di farci dalla loro antichità , la quale in mancanza di certi documenti i abbiamo procura- to di ftabilire colle prove prefe da pubbliche Fabbriche ; o luoghi di Firenze : come dalle Piazze, da i Borghi , dalle Por- te, da i Ponti » e dalle Famiglie , che diedero il prò- prio nome alle Chiefé > o vice verfa da quelle lo pre- fero . Quindi è» che dovendofi ragionare dì S* Felicira, e fui bel principio di quello ragguardevole pezzo di Sto- ria , cercare la fua antichità , ciafcuno. de* predetti titoli ci fomminiiirerà opportuno argomento . E pri- mieramente trovali S, Felicita in autorevoli Scritture fovente chiamata Eeclefia & Felicitati* in captt? Fv*. tis , o propt Fontem, o M Fonte wtcn .. Poiché ella è fituata vicino a quel Ponte , che fu il primo a farli full" Arno da* Romani , giuda Ricordano Malefpim al cap. xiu e perciò detto Ponte vecchio , Appiè del quale principiavano tre Borghi: uno de i quali dice- vafi Borgho di S., Felicita , che è un altro titolo per la conferma dell* antichità del noftra Tempio ; men- trechè dava il nome ai Borgo , ficcome ad una Piaz- za , ed altresì ad una Porta della Città : come Feg- eefi nel fuddetto Malefpini alla pag. 7* dove dice, Piaz- za di S. Felicita , Porta di S. Felicita , Né difprege- vole indizio di antichità , è il nome del Rettore della Chieia
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Chiefa medefima , chiamato fino nel x. fecolo Pretta
Cardinale , come appare nel Diploma di Sichelmo Vc- feovo del 973. al Rettore della. Chiefa di S. Felicitai detto Frtsbzter Orfo Cardinali**; " . . * li. Ma fé dalie accennate appellazioni, chiaramente
appare effere irata una Chiefa eiìllente prima del mille , notar debbo altre moderne e felici {coperte, per cui (I ravvifa ancor più antica , fan dat iv. fecolo della Fe- de di Gesù Grilla , nel qua!; tempo era quivi un Ci- mitero de* primi Fedeli, ignota in tutte le Storie Fiorentine. E fé in qualche Diploma circa al- mille e in altre Scritture leggevafi : conceiimus , damus Ma* chjtam S. Felicitati* cum Coemeterio* i di quello noru fi pensò mai eflTere altro , fé non; uri Cimiterio ordW nano ,. come avevano alcune Chiefe . Il primo pertaa- té! a darcene qualche congettura , fu Monfignor Don Vincenzio Borghini , il quale nei 1580. avendo avuto* alle mani tre Epitaffi in marmo , cavati di fotto al- la Cappella del Crocìfiflo di S- Felicita , facendovi!! la Sepoltura della Famiglia de' Rofll : Egli giudicò , che le lettere incife in quelle lapide , moilraflero di edere fiate fatte da mille anni ;, e viepiù venne ia* fofpetto di antichifìfimo Cimitero* dalle feguenti parole, che fi leggevano nel marmo più grande di FI. Romuliano Tojìti funt per fingula Cernete ria . E quelli marmi dalie- Monache pacarono nei Signori Nardi ; ed inoggi fi tro- vano nel Mufeo del Cavaliere Piero Giulio Morelli i Altro feoprirnento feguì nel 1588. del quale ne fècfc.. ricordo il Priore Santi Allettati nel fuO' libro fcritto a penna nel 1613. che intitolò ,, Memoriale di S., Fé- 5) licita.,, in elio dicendo, come appretto ,» L* anno 5, 1588, nel fare altre Sepolture , come quella dUtelì ,, Monache ,, e più fa > quella della noftra Compagnia, j, fi fono trovati pavimenti baflìi più , che non è la^* „ Piazza noftra , e muri groffìffimi ,, E però da tali notizie , exefeiutone il fofpetto di quello,; che era,* maffi cria mente preflTo gli Eruditi , il primo a ferivcrne fenza dubbiezza fu il ChÉariiìimo Proporlo Gori nel!» Parte
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Parte I. del Tuo Mufeo alla pig. lg9, come fegue :
Et he quoque i uhi modo S. felicitati* Temùlum con- Jfmtur, antiqtmm pimorum Chriftianorum Coemeterinm extitije , horum marmorum nm levi fuffrapio cornicio . Ne pattarono da tale affendone del Gon 'poco più ài IS« anni, che il medefimo , tutto lieto d* averlo indo- vinato , fi trovò teftimonio oculare della gran copia di vetufte lapide , che fi feopnrono nel 17U in oc canone , che le Monache di S. Felicita fecero rinno- vare da 1 fondamenti la loro Chiefa, col d.fegno dell' illuftre Architetto Ferdinando Ruggieri . E come un tale feopnmento accadere, il foprallodato Gori così lo racconta alla pag. 306. Anno mdccxxxvu quum a foh aftruetur eadem Ecclefia SS, Machabaeorum ? ferma- ta anteriori* figura , miroque cultu , & eleganti forme reficeretur, quam hodie ternimus , Architetto Ferdinando buggerio Viro pritiffimo , & de Tatriae Splendore, aere **"/"> editifque prmultis ìnfignioribus Vrbis huins Ae* dtficii* , opime merito , forte fortuna contigit , ut ève- fìi* rudenbus , prte laeva eiusdem Icclefiae , pope lo- cum, m quo olim fnnm erat Altare Dee dicatum in honorem SS. Angelorum , ae paefertJm Arcangeli Ra* paelis , Chrtfiianì lapide*, quos paulo inferius prefe* rum, eruerentur, Foforum tamen imperiti* non integri, fed plerumque in varia fr ufi a dìfcijfi, qui tamen facile confareman , & confociari ptuerunt . Iam ego monne. nm fare, ut fi diligenter fojfarii inveftigarent > & cu- hicula Coemeteni aprirent , facile inventato* uherem horum Chriftianorum lapdum me few. Sed bene} ut fp- rabam, opabamque , w minime ceffit. Nam terram ege- rie pofundius, latiufque , & cubicula aprire , nonnul- la > quorum wwnìbus parco, prohibuerunt ; ut modicis inmtibus parcerent, furi* pecuniam aeftimante* : quam ha] ce pnmaevae F Urenti norum pie tati* venerabile* reli* quia* . Id non ego dumtaxat , fed omne* fiorentini ae. gemme tulerunt. Ed il rnedefimo Scrittore alla pag. 309. venendo ad una efatta enumerazione delle lapide ritrovate > che contanfi I?. dice come appreso : Me- |
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Morétto anno mdccxxxvi. ftatim , ac allumi layides C bri'
fttani indenti funt, riempe vii. KaL QuinBiles , q uum frequenter ad Ecclejìam batte , quae conftruebatur , ad- ceder em , lidi e regione Altaris £$, Angelorum parie- tem ? qui fubtus gradus eius extendebatur ad alterum latti s , newpe dextrtim , habìto refpe&u iugredientìnm in Ecclejìam , qui parìes admodum crajfus , & 'validius , e cohribus rvariis > qui fupererant', jacris Hiftoriis anti* quitu s pi Bum fuijfe adparebat ad exemplum *vet erum* Cryptarum Romanarum , quarum fchemata publici iurir fecere Bojtus^ Aringhius-, cb* alti . Narra<vit mibi Rag- geritis ArchìteBus in<ventum etiam fuijfe et fojfartis Sarchofagum lapìdettm , quem propter ingentem matcrn* extrahere noluerunt, Haud igitur anguftum , fed latttm } concameratìoque opere conftruBum fuijfe hoc Coemete- rium , perfpicuum e fi , in quo primum Sacram Synaxim habuijfe prifeos Fior. Chriftìanos , baud dubitandum eft . Adlatas lapis plura in eo Coemeterìa , nimìrum cubica* la fuijfe diferte docet . Et fuijfe arbitror menerandum hoc Coemeterium fub cura Antiftitum Fior, Ecclejtae ; nam , tamquam rei fuae , eiusdem expreffe memintt II de» brandus Epifc, Fior, in charta donationis, quam dedit Mo» naBerio , & Monachi s tnfer<vientibus Bajìlicae S* Minia* tis j quam ipfe fummo, magnificenti a extruxit a funda- mentis ( an. 1013. ) Inftrumentum hutus donationis ad» fert Ci. Vghellius in T. III. Italiae Sacrae col. 48. in haec werba J} fimilìter ibidem, concedo Ecclejìam S» Feli* citatis, que eft pofita prope capo de Monte ( deve dire de Fonte ) cum Cemeterio &c. ,, ex quibus colltgimus ma* gno in bonore fuijfe apud prifeos Fior, Ecclejtae Fafto- res boc perinfigne Coemeterium , tunc Jttum extra ipfam Vrbem Florentiam 3 cuius extruBio rvctuftijftma eft; & factle ad primordi a Chriftianae Religionis re ferri pò t eft • III. Parla poi il dotto Scrittore ad eliminare ad una ad una le lapide eltratte in quella fretta da i Mu- ratori , cui più premeva V avanzamento della fabbri- ca , che lo Splendore di Firenze , che per vero dire-* molto ne acquiftò dal ritrovamento ài fimili teforii ài
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di facra antichità .Né dovendo io infafHdire il Leggitore
col novero di sì copiofi monumenti , mi rimetterò non folo al foprallodato Gori ; ma altresì al Chiarif- fimo Dottore , il Sig. Pier Francefco Foggi ni , la cui mirabile e vaila dottrina riicoffò avendo in Firenze-, degli encomj , inoggi rifplende viepiù in Roma , Cit- tà primaria , non meno per la Fede , che per le faen- ze • Egli adunque pubblicò parecchie di quelle lapi- de , primieramente nel fuo commendato libro : De primis Wlorentìnorum Apojlolh ; e in altra fua infigne Opera intitolata : De Romano D, Tetri itinere > ($ tìus Efifiopatu . Una per altr® di quelle lapide non pollo tralalciarc di qui riportare ; avvegnaché vi fi offervi la più convincente prova dell* antichità di que- fto Cimitero , qual* è il leggervifi gli anni del Con- forto d* Onorio , e di Coftanzio , ed è la feguente : favoritami dal lodato Sig. Canonico Giulianelli > il quale fé la copiò dalla Tramoggia II. della Società Colombaria , per farne ufo , come lo ha fatto , nel- la fua belliflìma Diftertazione fulla lingua Greca, frati, fempre conofeiuta in Firenze , fino almeno dal v. fe- colo di Criito : come egli deduce da quelle prove.* tutte, delle quali fufeettibile è un tale affamo > da lui intraprefo per rettificare, e riordinare quanto della Scuo- la Greca in Firenze avea il Chiariffimo Bifcioni detto nella Prefazione pag. xxvir. e feg. Tom. I. del Cata- logo della Biblioteca Laurcnziana , che terminò per allora il Sig. Giulianelli . Egli con quefte DilTerrazioni diveife , da me altrove nominate , accingevafi a profe- guirlo con gloria , eguale alla dignità della fuddetta». Libreria di S. Lorenzo , chiamatovi a ciò fare dall' Imperiai Configlio . Ecco la Greca Infcrizione , di cui per mancanza di tempo , e di favore non avendo noi potuto dare il difegno di quella rotta lapida infigne , uè la forma del carattere , né le figle. particola- li 9 e* è convenuto ricorrere al prelodato Sig. Gan. Giulianelli , che ce V ha fciolt* , per {ramparla colica comuni lettere maiufcolc Greche; ferbato avendo per altro
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altro il numero de' verfi , e il taglio de' medefimi ,
come ftanno nella lapida » ENTÀKITE MAI . , > *
AOTrATHp 10ANN0T KX1 NlKEPATaN EZHC E3Sf AITHTPIA MH TPIC HMI2 nlCTH ETEÀÉ TTHGKN MHHAN AIKOT ATk TnATi A ONOPIOT ATr T A •'*/• KAI KOCTANTI y OT TB Ella è ftata veramente riportata » ed illuftrata da mol-
li eccellenti Antiquari , ed eruditi Soggetti : come dal Proporlo Gori al Tom. III. dell' Infcrizioni della To- fcana ,* dal Cav. Vettori nel fuo bel libro del Fiori- no d'oro; dal Muratori, alla C la ite V. del Teforo dell* Infcrizioni Tom. I. pag. 401. dal Dott. Foggini nel fuo Libro De Vrimìs £lorentinorum Jifofioìis . Ma niu- no di quelli ne ha fatto quell' ufo } che ne ha fatto il Sig. Can. Giulianelli , per dimofkare un poco più da alto lo ftudio della lingua Greca in Firenze > di quello, che abbia fatto il P. Gio: Girolamo Gradensgo Caffinenfe nel fuo Ragionamento Iftorieo Critico in- torno alla Letteratura Greco* Italiana , edito nel paf* fato anno in Brefcia * La Greca Ifcrizione così fu tradotta H « * HEr-C iACET mm^ • * ( forfè Maria ) TUIA ioANNlS
^GVI N1CERATON. VIXIT ANNOS TRES * MÉNSES TRES
SEMIS > FIDELIS . DEFVNCTA ES? * MENSE APRILI DE- CIMA DUE W'% CONSVLATV HONORlI AVGVSTI XI» ET * CON5TA-NTIX-IK - ;. — ' ■ ■ ■■ Iw. IX. K k vale
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vale a dire , an. 417. fedendo S. Zofimo P. M. come
dopo la verdone deh* Hagenbuch'o , e del Sig. Can. Giulianelii , notarono i Sigg. Socj Colombari . Ve ne ha un'altra di certa Velina Aquilia col Confole Se- natore Jfìdoro , cioè an. 436. la quale così fi dà dal lodato Sig. Foggini nel Uh. De primi* Bhrsntimrum Apftolis . ■ ÌIIC PEQJE5CIT IN
PACK AQVILIA PAVLIHA I. P. QVAE VlXìT AN KOS P. M. LX.. DEPOSITA , DIE YI.- K. I. OCTOJB. CONS ISODORO E. .*. . senator . . vr., :'}
ce co. , , , . Ci difpiace , che la mancanza del tempo , e la bre-
vità pieiciittaci in quefte Lezioni non e' abbia per- meflo il rapprefentare quelle infigni lapide eoi Spet- tivi commenti fatti da valentuomini Fiorentini , per il- lustrazione delle medefimeu IV. Ma tornando al Cimitero.) avvertir qui mi gio-
va , come in tale occafione dello fcavamento } fi trafeu- rò parimente dì falvare un'Immagine di Ciìfto in Croce,, dipinto a frefeo fui muro ; ma da parecchi ofTerva- to , e con difpiaccre de' divoti rimafo fepolto dalia.* terra . Chi poi fi fece un gran merito cogli Eruditi,, fu il Sig. Domenico Maria Man ni molto perito nella... Storia Fiorentina, il quale rrovandofi di occupazione in una Cafa vicina a S. Felicita , potè con fomma di- ligenza invigilare al falvamento delie pregiatiffime la. pide , unire anepra con pazienza i Jrarnmenci , e co- piarne le lettere 9 che vi trovò incife ; e ne riportò b^n giufti ringraziamenti dal fuddetta Gori ; e più che più dal celebrè^Lodovico Antonio Muratori, che alcune di dette lapide diede alia iiampa alla Claffe V. pag.
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pag. 151. del Tom» L del fuo novo Teforo dell' antiche
Infcrìzioni, come di fopra diffì. E tutta la Pofterità ave- rà fempre a grado l'attenzione del Sig. Manni, e di quei Fiorentini , i quali procurarono , che tutti quefti vetu- fìi rriarmi fi appiccaflero alla parete della Corte , che inette nel Parlatorio «ielle Monache . Potendo noi in- tanto dalla verità delle foprariferite cofe > ftabilire le_* fegacnti conclufioni : j. Che dove oggi evvi la così fplendida Chiefa di S. Felicita, e nel fuo contorno 5vi fia sfiato un famofo Cimitero de* primi Criiìiani Fiorentini . 2. Che allato del medefimo Cimitero vi folle una Chiefa dedicata a i SS. Maccabei, nell'andare de' fecoìi più vol- te rifatta . 3. Che la detta Chiefa folle fin da' tempi antichi di pertinenza de'Vefcovi Fiorentini, a'quali le Monache pagano anche di prefente il cenfo di foldi due ogn* anno , 4. Ancora in onore di S. Gio: Bad- ila fi può affermare , che nel quarto fecolo già i Fio- rentini foffero divoti del Santo j imperciocché nella-. lapida fopra da noi riportata , leggefi mar . . ♦ filza ioanNìS . Non menando buono il Sig. Canonico Giù-» lianelli all' Hagenbuchio , che quefto Giovanni vernile à& un borgo Niccrte , vicino alla Città d* Apamea ; E perciò non fi debba creder Fiorentino ; Credat Ih- daeus Avella , non ego . 5. Che fi debba da chi legge diftinguere tra la Chiefa } e il Monaftero , che vanta ancor efifo pure una grande antichità . Il Sig» Lami non dubita dJ afTerire neir Odeporico Tom. Xlli. pag. 1173. efee intorno alla metà del fecolo xr. era andato giù , e quau deftrutto . Onde fi diede luogo alla Bolla di Niccolò II. eletto nel mlix. Ciò premetto , dileguiamo ancora , e prevenghiamo altro dubbio . V. Quefto egli è, che non deve recare maraviglia».
che i Fiorentini foffero divoti dei Santi Maccabei, fino a dedicar loro quefta Chiefa così nell\antico ; benché altra Chiefa di fimil titolo fiavi in Lafciano in Mu- gello . Io per avvalorare quella opinione , riferirò in primo luogo ciò, che nella fua Epìftola ng. $, Ber- nardo fcrifle di eflì , come apprettò ; Qnaeris quìdnam K k 2 , Fa*
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Tatribu? lìifum fuer'it•> ut [olis ex owmbytf antiqui?
lujìis , Jìngul&ri qùodam privilegio Mach abaci, annuanu. celebritatem pari cum nofiris Martyribu? 'venerazione decernerent in Ecclejìa folemniter exhibendam ? Soli ex <vetsribu$. Machabei , quia non folum caufam , fed Ò" formam nojlri Martyrii tenuerunt > ìufts fortajfe in Ec- clejìa 5 cuék novi* Écclejiae Martyribus eandem confuetam celebratati> gloriata affecuti funt . Inflar qrafpe Marty-< rum nofirorum libare Diis alienif , patriawque deferere legem , imo mandata Dei tranfgredi cogebantur , Non-, Jìc Efaiaf , non Jtc Zacharias 5 non denique magnus ille Bapti&a mortuus, efi , Arrogefi in fecondo luogo la^ circoitanza del tempo , quando i Maccabei fotferfero . Avvegnaché effi furono gli ultimi Martiri della Sina» goga \ e nel nafeimento della Cbiefa di Gesù Grillo , era ancor frefea la ricordanza del loro Martirio. Quindi i primi a battezzarli nella Giudea affezionati a quella iiioria , facilmente confervarono la divozione a' Santi Maccabei , E gli Apoltoli giudicarono con- giungere i trionfi de' Martiri della Sinagoga a quelli della Cbiefa , le Fefte de i quali folo fi celebravano da' Fedeli in que' primi fecoli , oltre a quelle del Si- gnore , E principiata tal fella nella Ghiefa Orientale) pretto pafsò all' Occidentale; ed era o fola, o quid fola fieli' una , e nell* altra Ghiefa , che fi facelfe de* Santi del vecchio Teftamento , E fé nella primitiva* Cbiefa , quefti Martiri erano tenuti in grandinala ve- iterazione ', fi può credere , che la noftta Chiefa folle in quei tempi edificata ; e che S. Leone Magno nel fuo ritorno di Lombardia a Roma nel 452. in Firen- ze recitarle quella fua Omilia in onor de' SS. Macca- bei 5 come ne fofpetta il Sig. Manni nella fua Storia MS. del Monaftero di S. Felicita . Hanno le Monache due inftrumemi in cartapecora , uno del io<5o. altro del 1080. ne' quali fi contiene , che un livello da_* pagarli per certi beni alle Monache , fi dovea pagare in Calendc di Agofto , Fefta di S. Felicita Madri* dei Macabei . Evvi pure in Monaftero un amico Bre- viario |
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viario Monadico fermo fn pergamena) nel quale leg-
gefi I' Offizio proprio de* Maccabei , con gi* Inni par- ticolari , Antifone , ed Orazioni , che non poiTo di» fpenfarmi dal qui riportarne una parte > e fono ; I. ' ' :- '•
Sal<ve SanUa l7elici'ta* Nobilibu* cum Filii* %
; Tu Florida fecunditat ': Ornata Sejjtem Filili %
Vo* lege [uh Mofaka i Vìxijlis corde Jtm^lici
Preceptaque D omini ca
$cr*va8ts mente fuffliti\
Forcina* carnet qjetita* Comedere dum pigiti*
Pro Deo pena* dedita*
Alùcrìter fufeipti*.
Qui Jkege fub Antioco. Machabeorum temere ' <
Fervente* igne Celico
Cefi migrafiis e orrore «
In feni* Mater pojìtos, Confortas Mater dulcìter :
FoB quo* iam morti tradito*
Commoritur feliciter &C.
II.
0 Domina Felicita* Hatorumque Germanita*,
Qui formam lege njeteri
Dedtjli omni Martyri .
Talmente* magi* Dominum Qttam mina* duras hominum
Fin* Retiti* excumbere ,
Qj^am delinquendo *viniere.
Inter tormenta valida Refponfa dati* folida
In
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lèi
In quthut SdnBtis Spiritus
Formabat <verba celitus • ■*I Crediftis Dei Fi Ho Y:'A'-<- Venturo cum auxilio ; Ut wos de limbo traheret ,
Et ad Celos perduceret. CrediBis 'veftra corsara Refurgere cum gloria ,
Que non pauiBis perdere } Sperante? hec recidere . Vos Teflawenti Veterìs , Sancii prebete mi/tris In omnibus confili um , » Et efficax auxilium &c. O r A t i o -.--va' T\Èus , qui nondwm prò humano genere paffus 5 nìidui- *-^ tatem B, Felicitatis prò tni amore Jìc ad Marty» rium animafii ; ut fspties in Filiis , & ottavo in fc^ ipfa fola tue legis ohfermantia proprio te fangui ne bo- noraret : prefla , ut illorum meriti s in tui nomi tris- di le* Bione perpetuo robtremur . Fer Dominumr noflrum &c. E notinfi in detto Breviario le fegucnti parole ,, Que-
„ ilo Breviario fece fare Mona Lorenza figliola , che 5, fu di Luigi Mozzi, Monaca in S. Felicita ài Firenze „ per rimedio dell* anima (uà } e de' fuoì morti , il 5) qual libro dopo la fua vita fia ad ufo del Conven- „ to a detto Moniltero „ E fui fine dei medefimo evvi pure fcritto cosi,, Ego Frèsbyter Ioannes Retlor Eccle* fie $. Simonis de Florentia , Hoc Brcviarium fcripfi anno Domini mccclxuu. VI. Quella Chiefa poi totalmente perde il nome
de' Santi Maccabei ; efiendofi anche prima del mille principiata a chiamare Chiefa di S. Felicita . Non faprei trovare altra ragione di quella mutazione ; fé non che fi fupponeife 3 che tale fofFe il nome_, della Madre de'Santi Maccabei, che certamente è mol- to contioverfo , come fi appellale la detta magnani- ma |
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ma Donna \ E fu d' una opinione cos'i dubbia » laj
principal Fefta dalle Monache fi celebra ab immemo- rabili , il dì primo d* Agofto , nel quale dalla Chie- fa Cattolica fi fa la commemorazione della Madre } e de' Figli fuoi i Santi Fratelli Maccabei , in onor de* quali ufava V Arte de i Mercatanti colle Capirudìni ve- nire ad offerta ; ed Urbano Vili, come fi dirà poi > conceffe Indulgenza plenaria perpetua . |
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LEZIONE XXV.
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SlI/-/ CHIESA M MO K A S T E RO
DI SANTA FELICITA IL
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ANTICHITÀ DEL MONASTERO.
Imoftrata la venerabile antichità del-
la Chiefa de' Santi Maccabei , detta., dipoi S. Felicita > ragionevole, cofa è , che ora fi cerchi il principio del Monaitero, per vero dire , aliai an- tico ; ma non mai ■ coetaneo allsu Chiefa . Checcheffia dell* opinione di quelli 5 indottifi a ciò credete falla falfa tradizione , che nel iv. fecolo già vi follerò in Firenze Vergini Xlaultrali i Quando non fi trova au- tentica fcritrura , che ne parli . Sarebbe qualche con. gectura j che vi . foriero Itati Conventi di Donne con- facrate a Dio in Firenze, I Breve di Pelagio I. fciitto al Vefcovo Fiorentino nel fecolo vi. e che riporta Gra- ziano nel Decreto alia Divininone 34. cap. 7. nel qua- le leggonfi quelle parole indicanti 1* efiitenza di Mona- Itero; Micenam vero 5 alni leggono Micinam, ancìllam eius , di quello , cioè , che fi dovea promovere al Dia- conato , de qua fé pofl tranfitut* • uxoris filios haber^ confejftts eft , iuhemus ut tua -difoofittone cuiquam Mo- najlerio continentiam j/rofeffara tradatur » Ma volendoli camminare fui ficuro , non fi trovano prima dell' 85 3. documenti certi > che ci obblighino 1 confeda re den- tro Firenze Cafe ài Sacre Donne > Poiché prefTo il Capitolo Fiorentino conferva!! il Diploma dd Ve- feovo Radingo , il quale in dett' anno dichiarò Ba- della
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deffa della Eadiola di S. Andrea in Mercato Vecchio^
Radburga fua forella ; la qual morta » dal medefimo "Vefcovo fi elegge per nuova Superiora di detto Con- vento Berta, Tilt a Huepoldi Comìtìs Palatii ; ed aven- dofi in quefto Breve 1* epoca certa de* Monafterj di Donne } qui mi giova di riportarlo come appretto : In Nomine Dei , é* Salvatori* Nojfri le fa Chri~
fii . Lotbarius > & Ludovicus^ divina operante Clemen*
tia ) Imperatore* Auguflì Anno Imperio eorum . .. . • tri-
gefimotertio , quartodecimo Kal. Novembri* » IndiBione L
Ego Rodingus nunc SanBe Fiorentine Ecclefie Epì-
feopus pp, dixi manifefia caufa, ut- & in omnibus vertta*
dar et , quia D. Ludovicu* $ erenijfimus Auguftus per
fuum preceptum , per meam petitionem confirmavit predi'
Eie Domui SanBi Ioannis qnandam Abbatiolam ubi par»
va Congregatio Fuellarum effe videtur , & eft confiru-
tìa intra eadem Ctvitatem in honorem S» Andree , eo
ordine ì ut ego > aut mei Succejf&res ad ipfum Mo nafte-
rium ordinandum 5 àf gubernandum » fecundnm nòfiruml
propofitum babuiffemus potsftatem . Poftea autem me vi-
dente ipfum Monafterium inordiuatum effe > fic ibi ordì*
navi Radburgam Beo de^otam , que fuit germana meà%
ut ipfa fecundnm Dominum inibì Abbatiffa jtermaneret }
velut ttiam ijtfe Dominus Imperator eam per fuum con-
firmava preceptum ipfam diebu* vite fue alendum , ac
regendum^ fccundum primam prectpt'tonem. Ipfa vero Rad"
burga Abbatijfa defuncla ipfum SanBum locum nobis inor*
dinatum remanere vifum eft i$c. Provi di de Berta Dea
devota j Filia Huepoldi Comitis Palatii , ut tunc ini*
bi diebus vite fue Abbatiffa > ist\ReBrix ipfitt* Mona*
fierii effe de bea s &C.
ABum in Civitate Florentie in eadem Domo feliciter •
Ego JLadìngus Eptfc. manu me a fubfcr»
Ego Berta manu mia fabfcripfi,
Seguono quattordici altre fofcrizioni , e poi :< Ego Simperto Notarius Script or huius cbartule ex iuf»
fione Domini Imperatori* poft tradita compievi » & dedt y li. Or venendo alla fondazione del «olirò Mona* Tom. IX. L 1 Aero, |
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ftd-o-, noterò In primo luogo eflervi, ehi vuole ne IT
anno 870. Monache in S. Felicita > come leggeri ju carte io* dei libro intitolato : Memoriale di S> Felici* tu, fcriìto a penna'dal Pn'or Santi ^.flettati nel 1013. aderendo : edere ftaie le prime Suore Benedettine qui trasferite dal Convento dr S. Maria Maddalena . E inoltre il detto Priore la rlelTa cofa ripete nella la- pida, che fece egli affi gè re fopra la Porta laterale del- la Chiefa colla fe-guenre Inferitane > che al prefcnte è neli* atrio del Parlatorio delle Monache * TEMPLVM HOC DEO . ET E. FELICITATI D CATVM
ET ANNIS DCC* ET VLTRA P£RACTIS
SACRIS niSCE .VIRGIN1BVS A ROMANO PONT. DATYM
NICOLAVS li.
QVI EARVM MONAST6RIVM FERE DRSTRVCTVM"
DVM EPISCOPALI MVNE^RE IN FLGRfcNT* SEDE FVNGERETVR
COOPTATO NOBILIVM SANCT1 MQ^lALlVM COLLEGIO
REAEDiFIGANDVM CVRAVERAT
.SVMMV8 PONTÌEEX FACTV3 ANNO DOM.. MDIX*
VII. 1DVS NQVEMBRIS
QVAg JFVÌX Dl.ES DOMINICA . POST FESTVM OMNIVM .SANCT..
, CONSECRAVIT
QVARVM RERVM NE MEMORIA PEREAT SANCTES ASSETTATIVS E1VSD. TEMPLI PiÙOR MONVMLNTVM HOC PONI CVR* AN..I>.. MDC* E notinfi quelle parole della feeonda i, e vtensa lineai;
ET ANN1S DCC» ET VLTRA PfiRACTIS . SACRIS H1$C£ VtR-
ginsbvs A romano po^t. datvm ;. dove tace t Afferra-
ti il nome del Pontefice autore della fopranferita tra- slazione delle Monache di S. Maria Maddalena a Sé Felicita :, Tralafciamento evidentemeotCì pregiudiziale^ alla verità della §toria , che cerchamo i Circa la qua- le » altra difficoltà ci nafee dal Diploma del Vefcovo Sichelmo del 973. diretto non alla Badefla ; ma al Rettore della Chiefa Orfo Prete Cardinale » cui con- cedei! in detta carta il dominio della Chiefa di Santa Felicita , coli' obbligazione di pagare ogni anno al i && ,v Ve- |
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Vefcovado per cenfo fbldi due : Quando fecondo il
coftume de' Brevi , che riferiremo dipoi, avrebbe do* vuto indirizzarlo alla Badeffa , e Monache , fé , giu- ria l'autorità del predetto Priore, vi folfero ftatc dall' 870. E fé il Bàronio all' anno 967. nurri. 2. ci. tando il Diploma di Sichclmo , lo chiama antiquum Diploma Monafterii S. felicitati! Jfìorcntiè fub Sichel- mo Epifcopo Elorent, deve intenderfi } che la detta Scrit- tura li conferva neir Archivio del Monaftero ; ma non già, clic era ftata fcritta alle Monache di detto Con- vento . Più che più crefcerebbe il dubbio di tanta an- tichità innanzi al mille ; mentrechò nella conceffione della Chiefa di Salita Felicita ai Monaci di S. Mi- niato al Monte fatta-nel'1024. dal Vefcbvo di Firen- ze ììdcbrando ,< hiunamenzione vvi' fi trova di Mona- che . E le parole nel Diploma fono le feguenti : .SV- ytiìliter concedo Ectlejìéin $, Eelicìtatis } que pojìta ejl ■prope capo tH Monte (s di Ponte) tum Cemeterio y &%cerr' tis terris■','• & *vi»ffify quecumque de ipfa Ecclejia te net Ioanncs Vresbiter filìtis Urji Presbiteri ; fembrando co- fa naturale > che nominando Orti , e Vigne r dovcflV far parola anche del Monaftero , fé pur vi era .n ili. Non oliarne però le rioftre ragioni , che do-,
vrebbero totalmente indebolire 1* autorità dell' Affet- tati intorno all'arTerita , e da lui pubblicata antichi- tà dèlie Monache di S. Felicita : conviene , che con- feriamo , avere egli fcritto il vero , fìante la Bolla di Papa Niccolò II. il cui contenuto , poiché ifchiaii- fce , e corrobora V opinione del bravo Priore 5 qui primi e rara ente riporterollO j e pò fci a he farò le con* federazioni opportune; onde andar perfuafì dell'1 efiften- za del Convento di S. Felicita fino dal nono fecoio . Giovtrà ancora per maggiore fchiaiimento premettere quafi per argomento della Bolla da riferii fi quanto ha fcritto nel Tom. XIII. delle fué Deiiciae Erndìtorum , il non mai abbastanza lodato SigV Dòtti Gio; Lami Teo* logo Imperiale , allorché ivi. a pag. 1173. ci fa avver- titi ,, che il Monaftero di S. Felicita è molto antico, Lia j, e in-
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» e intorno alla metà del fecolo xi. era andato giù/
>* e quafi deftrutto . Fu la pietà di Gerardo II. Ve- »> fccvo di Firenze j eletto nel mxxxxvi. e fatto Pa-/ n pa con nome di Niccolò II. nel mlix. che di no-, j> vo. rimeffe in piede queitO; Monaftero , defolato per: }) negligenza de* fuoi Ànteceflori , avendo meffb iti* » fìtmc molte N@bili Monache , come egli fteflfo dice j> nella. Bolla di privilegi conceduti a quefto Monafte* 'j ro nel primo anno del fuo Pontificatole riporta-, >j ta dall' (Jghelli ce. „ Ed ecco che la riporto an-? cor" io per fregio di questa Lezione . ,; , Ni colati* Epijc. Servus Servorum Dei •
Thesberghe Abbatijfe Monafieriì Santle Felicitati* iti* ; xta Fior enti etm fiti , fibique fucceffuris } éT in fanti 9-, propofito permanfuris in perpetuata . -; ; Qjtoniatn Omnipotentis dignatio fuo gratuito mune-,
re , nullo digno precedente opere > ad hoc noftram humili*r tatem dignata eflprovehere , quatenus per nos ubique terrarum proprio fanguine rtdtmpte Ecclefie lumen ad* tnimftrarct indeficiens, profeto rationabile ducimi*$ , coo- perante ipfo y de quo lo qui pr e fumi mus , fteundum pre*r pria* vires unicuique acceptum talentum difiribuere , ne apparente ipfius maieflate \^quod abfit \ fine acquifito lucro ) velut inutili* fervus rvideamur remanere . Qnod tttìque divmam mifericordiam confequi pojfe fperamus } fi membris eius adbuc per fidem in terra celeftia anhela- mus pr e fidi a , que pojfnmus , feretto affeBu fuppeditàre. curatnus . . , . Ì/Lonaftenum itaque 5". Felicitati* } cum omnibus fibì pertinentibus rebus , quod noftra Epifcopa- lis fimplex adbuc difptnfatto quorumdam Fredecejforum no- firorum uegltgentia deflruUutn , cooptato Nobilium fan* Bìmonialìum plurimarum Collegio rtedipeatum curavi? ex integro , nunc tuoni feenndum ApoBolice Sedis , cui defervimus , vai tv tius per noflras manus dsdicatum , jla- bìlitate, perfeveranti roboramus , Ò* confirmamas , atque ut perpetuo vigeat, religione , Jrequeftrata pravorum infe- fiatione , Omnipotentis Dei committimus tutele ; Cui iti a „ edam |
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%6gr
eiiam Jìcut dìgnum nobis <videtur , qnia incuria Floren-
tinorum Epifcoporum fua predi a nequiterfuttt diftra&a > et facrilegorum quorumdam t emeritate iwvafa : tome di' mus , & Apoftolica auBoriiate ftabilimus maitfos;,,;•■ # fundos venerabili loco pia dedottone oblatos , & offe-, rendos , ubicamqne veraci relatione eius nomine faerini titillati ) fuoque turi religiosa follicitudine iwveftiti * atm: que ìnveftiendi , Liberum preterea reddimus idem Mona-, fterium , atque abfolutum ab omni fecularì » &> munda~i *na condìtione j fi<vt> dìftrilltionè , ne liceat alieni % <vel mxagne j *vel parve perfine a nobìt rtjìituta predi a % fir- mi'terqne Jlabilita 5 decimales proventus fcilicét j & %uofm dam a nobis conceffos ali quo ingenio invadere yatque ali qua fr ande fubri^ere , JtveJiminuere Fife firn enim 9 feu debitam fubìeBionem exigere■ , fed maneat Ven. locus noftra tutela firmatus in fanBo proposto y, nulli'que alti fit obno xius j niji Fiorentino Epifcopo , qui memàr nofirc devotionis , fueque fragititatis , iufiicie norma fermata fecundum DoBoris gentium preceptum , eifdem SanBis Monialibus honorem congruum exhìbendo, »//> preter blu»" dum domi ni um^ requirat e debit$ . Si auttm iste* Sigìllnm Nicolai Tape#
Ego Boni faci us Ep. Albanenfis fubfcr*
Ego Ioannes Pprtuenjts Epifc, fnbfcr.
Ego Petrus Lavicanenfis Epifcop. fubfcr»
Ego Brunus Preneftinus Epifcop, fnbfcr*
Ego Petrus Feccator Monacbus fubfcr,
Dtttum Fior enti e vu Id. lanuarii Anno ah Ine. D- AT,
1. C. mux. per manus Humberti S. Eccìejie Sylve Can. dide Epifc. Ù* Apoftolice Sedi? Bibliotbecarii an, primo Pontif. D. Pape Nicolai IL IndiB. xiu. ;' IV. E ieffermandoci a fare le neceffane riiìcflìoni
fu di quefU Bolla : Primieramente vi ravvifercrao > che Papa Niccolò fu-, innanzi del Pontificato > Vefco* |
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#7f
vo Fiorentino, che ai tanti benefizj fatti alla fua di-
letta Diogefi j come per ragion d* efemplq fa famofa donazione al Capitolo di S. Lorenzo, aggiunfe ancor qucko di refìàurare , ?e rimettete in piede il Monarte- io di Santa Felicita , introducendovi Nobili Donne ■; quod noflra Epifcopalìs• fim^lex adbuc difpenfatio . v * .* cooptato nohiltum plurimarum $anBimanialium collegio reèdi-fieamw curaci t &x ìntegro ; feorgelì irt fecondo iuo- go| corric; eiTéndo poi ponrefice , concede nuova entra* ta al Monaftcro ■:'. Concedimi) t« Afe figlie* Mèieritat? ftabilimus manfos i &\ fmdos venerabili7lot& . Terzo ap- pare, che fi liberi detto Monastero da og*ii altra giu- risdizione j e lo voglia fogoetto ùnicamente al gover- no del Vefcovo Fiorentino:, cui raccomanda le, Mona- che ; e che fieno trattare toh dolcezza : fed h'aneat Vener. htm^ noflra tutela ^^^^f^^^^0^t^^Wl^pd^MiH^ hullique alti fit ohnoxìms ) nifi Flore ntim Epifcófò^, M\, & nil} poster blandkw* d^mììHumy vequiràt ex debito . Là nfleffione però, che più importa al inoltro propofico'■•:;. vaie a dire , a chiaramente dimoftrare^ del Monaftero T antichità fino dal ix. fecolo: fono 1* efprcffioni gra- vi , che nella Bolla kggonù fopra Ja negligenza de* Vefcovi fuor anteceffori , con tanto danno delle np-: ftre Suore : quorumdam Tredecefforum nofirorum negli- gentia ( Monaflerium ) deftruflum, tquia incuria, Fior. Efifcoprttm fua predi a ne qui ter fnnt diftra&a ; ckllc quali parole, chi, non vede, che accennando Vescovi luoi anteceffori , fuppone già da% moki' anni effervi fiate Monache in S> Felicita ,, e poi-ma-ncaic? E fé il Papa accufa i paffati Vefcovi di negligenza, in riguar- do a dette Suore, tion potendofi credere , che parli de i fuoi più predimi anteceffori, che furono Vefco- vi incolpabili ( come Atto , Lamberto-, Ildebrando^ Guido, S. Podio, o. megliol dir fi debba S. Podone-, e Sichelmo ) a trovare i Vefcovi colpevoli, è d'uopo» che andiamo affai nèll* antico, e prima dei lord er- rore ponghiamo la fondazione del Monaffero > pròvvi-; ilo ài entrate, e poi fpogliato , e diiìrutto. Né vero- fimilc
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2^t
fimMe egli è, dirò col 'Sig. Lami» che nello fpazìo di
foli 70. oppure 80, anni -fi ifoife quello Mona fiero sì lilaffato, che vi folte bifogno del Yalombrofano Abate Gualdo, per farvi rifiorire la difeipìina , e la'fanti cenverfazione : come vorrebbe farci credere il P. SoU danij nella da lui pubblicata Vita della Beata Berta. Onde fempreprij ne riluce la verità di quanto ne fcrif- fei T AOettari : cioè» che 1* incominciamento di Mona* che in S* Felicita fia {tato prima del 900. Da notarli jnoltie fi è , che BadeOa era iti quello tempo fUlflèff ga , e che il Papa mede fimo ne volle con/aerare fc Chieia'^j. :<*tt>$ h hu\ ■ Li \ù%ì ' j; ,vv.l/,"E già ili ufi rato sì ragguardevole punto della
antichità ,'mi fi conceda per maggior lume della fio* ria > ài rammentar qui alcune, di quelle antiche i\b* badeiTe, il cui nome mi fono avvenuto a trovate tra le Cartapecore; o fi voglia di Pontefici, o di Vefco- Vi Fiorentini , o di Contratti . La prima adunque è Tetberga , alla quale non folo Nicchiò II. come ve* demmo , indirizzò la foprariferita. Bolla 5 ma anehe^* Gregorio VII* fcrHFegli nel 1077- uni B'teve confer- mativo di i tutti i beni del Monaliero , còl privilegio. di non poter effere depofte le Badeffe ; fé non dal Vefcovo di Firenze in compagnia di due altri Vefco* v>.j e d* alcuni Ecclefiaftici in dignità : rifeibando àn* cora alle raedefime di potere appellare alla ISedè Apo» ftolica . Hfiefj 1972. trova il Sig. Lami Priora , & Ba«* deflVxli S. Felicita una Berta;>* ed il Muratori «ti Tom*-U delie Antichità, del Medio Evo riporta Una? éa^i^di quell'anno, in cui fi dice : che riferendo- in Firenze nel. Palazzo del Duomo di S. Giovanni», Beatrice Du# chclTa > e Marchefana dr Tofcana , Btru PiiOra del Mo# narrerò di S* Felicità impetra da lei la protezione Regia pel fuo Convento , Di quefta Berta per altro fa d* uopo qui, traferi vere tutte le ingegno fé feoper- te » congetture , e fòfpetti j che nellopranferìto T,o* mo dell* Odeporico del Sig. Lami s* adducono .For- mano quelite un» belo «fquarcio delia-Scoria » che trau> tiamo»
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2d"4
tiamo. „ La Beata ^^ (dice il Sig. Lami a pag.
„ ilig. nelle Giunte al fopraddetto Tomo xin. ) era. „ figliuola dei Conte Lotario > detto comunemente Lot- tò ttéri , come fi ricava da Carta originale fatta a fuo 5j tempo ; e come ha otfervato ancora Diego Fran- „ chi , in quanto cioè che comunemente Lottieri fi „ nominaiTe ; e quefto Conte Lotario pare il figliuo- ,j lo del Conte Cadolo , poiché q'uefta Scrittura della V» B. JBm* è data nell'anno mixxv. effondo ella già „ Badetfi dei Monaftero ài Cartìglia . Ma fé ella era „ quella Priora ài Santa Felicita di Firenze nel mlxxu. „ adunque tra quello anno e il mlxxv. andò a C/*i>r/«i 9, £//*, e forfè vi fu mandata da S. Giovati Gualher* » to medefimo , ilquale non mori che nel mlxxiìi. i, o pure^dair Abate Vallombrofano fucceffbre imme- u disto di S. Giovati Gualberto . Ma forfè non vi fu „ mandata né dall'uno, né dall'altro, e fu invitata „ al Monaftero di Caviglia da Gisla Padrona del >, medefimo, attirata dalla fama della fantità della Mo. „ naca Berta , mentre fia vero che ella fìa fiata Mo* „ naca di S. Felicita ; e non fia flato prefo equi- . „ voco dagli Scrittori delia fua vita , per trovarfi una „ Berta BadefTa ài quefto Convento dal mlxxx. al „ mxci. come cofta de membrane originali ài quefto ,, medefimo Monaftero , eflendo fucceduta a Teithrga, „ di cui fi trovano le memorie fino al mlxxvii. Ed „ ecco convinti di falfo tutti gli Scrittori della vitaJ J; di quefta Santa Badeftk , per ciò che riguarda il a, temrjo , in cui vifle ♦ Sembra poi del tutto verofi. j, mile , che la Beata Berta folte figlia del noftro Con» ,, te Lotario s dimoftrandolo il tempo in cui viflc, e „ il Paefe in cui era , cioè Firenze, preflfo alla qua- „ le foleva dimorare molto il Conte Lotario , e il „ Conte Guglielmo Bulgaro, fratello della B. Bertaì * Peonie iopra fi è dimoftrato in più luoghi ; tanto „ più che il Conte Vguccione , figliuolo del Conte Bnl- > garo--, affitte «ila donazione fatta alla B. Berta nel n MLXXV. come fotto fi vedrà . Di più io. fofpette. » ci
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mtmm-
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2:73
5, rei , che ficcome queftì - noftri Conti fondarono il
,, Monafterio di Settimo } e quello di Mantignano ,vi- £ cino a Firenze , e fecero donazioni alla Badia Fio* ,, remina : così poteiTero avere contribuito con la lo» j, ro pia munificenza alia reftaurazione dei Monaftero „ di S. Felicitai in cui poi fi face-fife Monaca Berta*. }> fc la verità èj che ella fofTe Monaca di quello Con- ,, vento ; nell' Archivio dtì quale non apparendo (In 3) ora quella pia largita de' noftri Conti , tinto più „ dubito che Ila ftata fatta Monaca di S. Felicita per p isbaglio . Se però poteffe eflfere, che ella foife nello ,* fteflfo tempo BadefFa di S. Felicitai e di Cartiglia, „ io allora accorderei bene , che quefta Berta BadelTa j, di S. Felicita , foiTe la Beata Berta , la quale go- „vemaiTe più Monaiteri , e finalmente mori fife in Ca- „ griglia o nel mxci. o poco dopo . EiTendo adunque }, la B. Berta a reggere il Monafìero di Caviglia , j, nei mlxxv» dedulTe , dirò così , una colonia dfcMp „ fue Monache ad un nuovo Monafìero di S. Vittore> ,, luogo preflb a S. Gimignano ( e non paiTarono le „ Monache di Cabrigli a a &\ Vittore , e poi a S. Ge« 5, mignano , effendo quella ftata diftrutra dalle guerre,, ,, come non con tutta verità fcrive il P. Soìdani , cui ma- ,5 le ho feguito anche io a pag. 1167. ) nella Diogefi 5) di Volterra , eflendole- Irata donata la Cappella di S. „ Vittorio da certi Ildebrando , Nero > e Vgo , fratelli „ e figliuoli della già Ermhigarda % in quefto fteffo ,, anno , come fi ricava da Strumento del mlxxv. pri- „ mo Ottobre > rogato da Frolando Notaio , ed efi- ,, fìente nell' Archivio delle Monache di S. Girolamo ,) di S. Gimignano , nei qual Monaftcro paiTarono ad ,, abitare le Monache di S. Vittori . lo Strumento è » il fegaeme : 3, In Chrifti Nomine . Breve recordationis , & rem
j, futationis fecrtritatis ac firmìtatìs prò modernis & fu* Hi turi{temporibus ad memoriam abeadam , ac retine** », dam t qualiter factum e fi in loco , qui dicitur Catì- 5, ni ano , propc ipfo Capo , in praefentia V&oni Comi- Tom. IX. Mm * J ' * m #7 |
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2:74"
yy ti l qui Vgicione wócatur , filio quondam Bolgari ,
j, & Cilia iugalibns eiufdem Vgicioni, cb* Rainerii Cau» yì fidi co filio quondam Carbone , & f etroni filio quondam j, Gerardi , cb* Rainerii , ér Gerardi gg. filii quondam ,, C/V/ » <b* Oddi filio quondam Guidi , is> aliis giuris ; „ ibique in eorum fuprafcriptorum prefentiam vcnerunt yy Ildebrando > <b* Nero , ér Vgo ggg. filli quondam Er. yy mingarde per pergamena » /p#J fuorum detinebant ma* „ #/&#j , dederunt , tf^/** refutanjerunt Berte Abbatiffe yr de Ecclefia , cb* Monafterio Beate Mariae Virginis » 5, qui eft pò fica in loco 3 qui vocatur Capri Ha > & fuit ,, JT//4 quondam Lotharii Comitis , ^w Loteri fuit «uo- ,, r#r#/ , nominatile integra Cappella 5 f«* mocabulunL. iy eft Beati S. Vi fiorii , qui eft pofita [apra comitato ,V Volaterrano cum omnibus terris , & rebus ad ipfa Cap- ii pella eft pertinentes . Sic preditti ggg. ad ipfa pre* yy ditta Berta Abbatijfa iam ditta Cappella » & ter ri$ , » & rebus , dederunt y atque refutawrùnt > ficut fupe- 5, rius dittum eft . Et ìnfuper fpoponderunt , & promi* j, ferunt fé ipfi ggg. eorumque heredìbus aut eorum fub* S) mittentes perfonas cantra preditta Berta Abbatijfa > & 3) a fuor fuccejfores y fi preditta Cappella , & terris 9 & iy rebus ibidem pertinentes prefumpferint agere t caufare > yy éf omni tempore contra iam ditta Berta Abbatijfa > éf né fuos fuccejfores exinde taciti & contenti non per- n man feri nt ; tu ne componituri 9 & daturi effe dekeant ù prefati ggg, eorumque heredibus averfur preditta Ber* ty ta Ahbatifia , & a fuas fuccejfores per caput unuf ,> quifque foldos centnm de boni denari Lucenfium . Et ti -pror i/la datione » & refutatione merito exinde fecit )> ifta Berta Abbatijfa , aS pre ditti ggg. Crofna una. Fa- ri Bum eft hoc in prefentia de pr editti r ho minibus anno >» ab Incarnatane Domini No fi ri le fu Chrifti feptuagefitno j) quinto poft mille >'■ iffi die C atendi s Ottobri st indittio* » ne quintadecima* "f 5> Signa manuum fuprafcriptorum ggg. qui une bre*
n *ve refutationis , ficut fe$ra , fieri rogali*' yy runt . „ sv-
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*7$
» Stgna manuum prediBorum Raineri* > & Gerardi
,•> gg* & Oddi ibifuerunt .
„ Frolandus Mot. adfui, è* une breve fcripjt . „ VI. Ev inoltre da apporfi qui l'erudita nota del Sig. Manni al Trattato del Borghino della Chiefa , e, Vefc. Fiorentini a pag, 458. T.II. ove dice „ Del 1077. 5, confermò Rinieri ( che è il Vefcovo Fiorentino, cui fcrive Gregorio VII. ) al Monaftero di S. Felicita tut- „ ti i fuoi beni , e le decime de'Secolari » e gli do- „ nò una Cafa preflb al Ponte Vecchio , a confino ,> collo Spedale, o fia Magione, di S. Sepolcro, che „ è delle più antiche menzioni , che fi trovino di tal ,, Pio Luogo. „ Di quefto fta per me fcrivendò il Sig. Canonico Giulianelli una Lettera per il X. To- mo di quefta Opera , e farà conofcere al Signor Manni qualche più antica menzione di quefto luogo , qual fa- rebbe quella del 1050. E perchè di fopra ha oflfervato il Sig. Lami, che forfè più d* una Berta fu in quefti tempi traile Monache di S. Felicita; perciò aggiungo, che da un Contratto del 10S8. Domita Berta Abba* tijfa S*. Felici tati s conce di t Sorori Incili ae Abbatiffae S* Mariae a Mantignano Ord, iSV Benedici terrenum cum cafa . Quindi proseguendo il novero delle BadefTe di " S. Felicita dico , che Soror Aurea Abbatijfa leggefi in un iftrumento del 1108. col quale dona alle Mona* che certi beni: Domina Gualdrada filia b.m. Gherardi, qui fuit nobilis prò Dei amore, & remedio anime fu* > & viri fui Florentii . Nel 1124. apparifee Badefìfa So* ror Gualdia , o Gasdia, per un Breve di Califto II*. che prende il Monaftero fotto la protezione de i Ro» mani Pontefici; e comanda, che niuno lo inquieti* niuno poffa edificar Chiefa, e Oratorio dentro la Cu- ra di S. Felicita , e, fé alcuna fi è principiata a mu- rarefi rovini. Sotto di quefta Badeila fi farà fatto 1' acquifto di quel pezzo di terra , luogo detto Mu- {ìleo ; xome appare dallo Strumento del 1124. addita- to dal dotto Novellifta Fiorentino alla Novella 41. col. 647. cioè Maufoleo, che erano Sepolcri grandie't M m 2 lun»
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lungo le /Irade ," de* quali fé ne fcrvfvano per deno«
tare il termine, o il confine d' un luogo . Domina Comitijfa Abbatijfa $. Felicitati* in molti contratti fi trova , avendo ella governato dal 1134. fino al 1145. cui fuccede Blandioa, menzionata in una donazione fattagli di cafa fojìtam in placzatn, $rop Fontem 'vete" rem 1146. Del 1is8.fi trova BadelTa Donna Gugliettina» poi nel 1180. Donna Cecilia, nel 1206. Donna Cura- bile, cui fuccedè Addala, alla quale due Brevi man- dò Innocenzio III. confermando nel primo tutti i Pri- vilegi fattile da* fuoi AntecefTori ; volendo però il Convento foggetto al Vefcovo di Firenze. E però nel fecondo ; Datum Viterbii io. Unii , An> Forttif. xn. il lamenta , che non fia fiato dalle Monache bene intefa una parola della Bolla di Niccolò IL ed ordina, che fi corregga. La parola era Epifcopo Fiorentino; e le Suore avevano letta Propo/to fiorentino ; e nel .1217, h fteila è nominata in occafìone di rifare un muro di detta Chiefa . E nel Bullettone num. 64. evvi una Benedetta Abbadefla , leggendovifi come fegue : Ann. 1252, Efifcofns Fior, tamquam Patronas elegit, & con- firma*vit AbbatiJfam Bene di Barn in Monajler. $. Felici- tati* . Vacò pijr qualche tempo queft' ufi^ìo ', fino a che Clemente IV. avendo deputato alla vifita di Santa Felicita il Prior di S. Maria Novella, e quello di S. Croce, fu fceìta nel 1314. Donna Goftanza di Lapo de* Rolli. E circa il 1354. altra Goftanza de' Roffi, la quale morta , fu eletta Donna Piera de* Ridolfi , che fece grandi fpefe nel Monaftero. Nel 1309. Suor Lo- lenza de* Mozzi AbbadeiTa fa dipignere Y Aitar mag- giore , e confcrvafi il Contratro , che ella fece corL, Niccolò di Piero , e con Spinello Aretino , Pittori: leggendovifi il prezzo dato a* medefimi : cioè fior, d' oro 100. oltre a fior. 42. a Niccolò Tedefco, per ve- tri dipinti ai fioeftioni. Concorfe alla fpefa Piero di Dato Canigiani 4 in occafìone ad miracolo ftrepitofo dell' Angelo Raffaello , feguiro nel 1424. fi fa memo- ria della Badeila Margherita di Schiatta de' Macci; E - nel |
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nel 1452. viene pure Badeflfa Suor Brigida di Nicco-
lò Guicciardini, la quale ottenne** che ogn*anno ve- niiTero ad offerta Sei di Mercanzia > e le Capitudini. Altre BadelTe antiche fono annoverate nella ferie, che fcrifie il Sig, Manni , clie certamente le avrà eìtrattè dalle autentiche Scritture ; avendole egli feorfe tutte con diligenza; ficchèj oltre le fopraccennate da noi per compimento di quelle, che governarono ne i pri-' mi quattro fecoli da Tetberga in poi , notar fi deb- bono le feguenti : Berta 1080. Vellettina , altrimenti Bellettina 1158. Cecilia ufo. Felicitacii^r7. Francé^ fca Pitti 1359. Giovanna Canigiani 1392. Donna Pie- ra de* Roffì 1480. D. Benedetta Machiavelli 1520. D. Goftanza Gualdarotti 152^7. D. *MarÌa Gondi 1539. D. Margherita Alamanni 1543. D. Lena Canigiani ifó$.: D. Piera Minerbetti 1575. D. Domìtilla Sàlveri mèM D. Brigida Guicciardini 1612. D. Benedetta NiccoH- ni 1619. D. Lucrezia Barbadori 1^31. D. Benedetta1 Bartolini 167,6. D. Laura Tornaquinci 1537. D. Maria Caterina Ruceliai i6$9. D. Ifabella dell' Amelia 1655. D. Maria Rondinelli 1618. D. Lucrezia Carnefecchi ió"j6. D. Anna Mazzinghi 1582. D. Eletta Cantucci 1685. D. Francefca Tertfa AleiTandri 1695. D. EienàJ Celefìe Cerchi 1699. D. Angiola Strozzi 1710* D. An- elila Piccolomini 1719. D. Caterina del Beccuto 1722. D. Angiola Terefa Scarlatti 1728. Più oltre non fa d' uopo andare, facile eifendone i] novero. VII. E rimettendo il nome di altre-a migliore oc-
caftone, noterò qui per fine i) modo còl quale anti- camente fi faceva Ja BadefTa. Entrava in Monafteio IL Vefcovo con alcuni Canonici > e fedente in Trono neì^ Capitolo, riceveva le voci delle Monache per la ele- zione , la quale feguita , fé ne faceva il Decreto dal Cancelliere; e fi pubblicava appiccandoti alle Porte del- la Chiefa e del Convento per tre giorni ; acciocché chi avelie che dire in contrario, poteiFe opporfi:. Pài- fato il detto tempo , veniva di nuovo il Vefcovo , o in
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m fu» affenza il Vicario ,• tutte le Monache ufcivano
proceflìonalmente andando in Chiefa . Sedeva il Ve- fcovo in fu la Cattedra, e la nuova Badefla fui Fai- diftorio; colle Suore attorno fopra panche. La Badelfa inginocchiata al Vefcovo, dà lui riceveva 11 Anello d* oro , in fegno di fpofarla a Gesù Grillo. Poi le dava il Pailorale d* Avorio , e così la conduceva ali* Altare 4 ponendole in mano le tovaglie , poi le Chia- vi della Chiefa, e del Convento ; E di nuovo ingi- nocchiandofi la, Badefla , giurava obbedienza al Vefco- vo, di non alienare i beni del Monaftero, e di man- dare al Sinodo i Preti della Chiefa. Fatto quefto , andava a federe in Coro, dove le Monache a una a una genuflefTe le rendevano obbedienza ; fi cantava il TeDeumye\& ritornava procefTionalmente in Conven- to; E tutto fi faceva con molta folennità ; poiché dai Libri del. Monaftero vedefi ,, che era cofa di grande fpefa . E per darne un efempio, 1' anno 1381. in cui fu fatta Badefia Suor Piera Ridolfi , fpefe il Monaftero fior. 135. cioè : Per il regalo al Vefcovo fior. 100. al Cancelliere fior. io. al Meflfo , che appiccò V Editto fior. ^ e nella Benedizione fior. 22. La Badefia prima, dopo la riforma del Concilio Tridentino» fu Suor Pie- raMinorbetti 1571. E quanto al dire, che quelle Mo- nache fieno in S. Felicita qualche fecolo prima dei rnjlle, oltre ai foprariferiti autentici documenti , altro trovafi prejTo le Monache , indicante elfervi Hate in S. Felicita Suore già dall' ottavo fecolo , come nel fuo Memoriale pag. io. attefta Santi Affettati di averlo ve- dutp in Cartapecora, appreffo il Priore di queita Chie- fa Mefler Piero Tani nel 15.78. e poi quella fmarri- tali , il fuddetto Affettati ne fece ricordo nel Libro delle Monache, detto Giornale•, fottoferitto non fola* mente da lui, ma da Meffer Baftiano Sbaccheì Piova- lo di S. Agata nel Mugello , che fi protelta di aver Jetfa la detta Cartapecora , dicendo, che era un rarif- Jìmo gioiella:) fi che fu grande disgrazia /* averla perduta'. |
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Il "contenuto della Cartapecora » per quanto fi ricorda
riflettati j era un Breve di Gregorio IV. che ueìl* andare in Francia, pafsò per Firenze, abitando ìil. cafa dell' Arciprete di Santa Reparata > che era 'lift Governatore di alcune Monache, le quali prefentatefi al Papa, chiefero per fé, ed ottennero la Chiefa ) é. Cafe di Santa Felicità . E fu quefta notizia, atieòrcfiè mancante di autenticità , forfè fi potrebbero dilucida* re altri dubbj ; primieramente } the le Monache ih* trodottc come fopra in Santa Felicita , foffero quel» le, che fi chiamavano di Santa Maddalena, delle qua- li hanno le noftre Monache un Breve di Papa Gre- gorio, che approva la nuova Badeflà Suor Caterina; Ed in fecondo luogo fi avrebbe una buona conget- tura, che il Gregorio, autore dei detto Breve, foflfe lo fteflo, che diede alle Monache la Chiefa di Sanca Felicita. Copia del Breve di Gregorio IV. a Suor Caterina
Badefla •
Gregoriùf Epìfcopus Serwur Servar. Wfei . Dilette*
in Chrifto "Bilie Catarinc Abbatijfe Monafier. $• Marie Magdalene Fior. Ordini* S. Benedìbli ^ Sai. & Aj>o* Boi, Bened. Cum a Nobis pìitur quod iuflnm efl , & honeftunu
tum vigore equi tati s, quam or do exigit rat ioni s , ut id per folli ci tudinctn officii mffré ad debitum perducatur effetlum . Exhibita Jiquidem nobis tua petitio contine- hat , quod cum olim Monafterio S. Marie Magdalene^ Fior. Abbatijfe regimine deftituro : Conventus Moniales iffius conveniente! in »numì Spritus Sancii gratta in' vecata, Te tunc Monialem eiusdem Monafterii in ipjtus » & fuam Abbatijfam canonice , & concorditer elegiffent : tandem Vener. Frater noHer Florentinus Epifc. frefentd* $am Jìbi eletlionem buiufmodi , quia eam invenit de fer* fona idonea canonice telebratam , frout ftetlabat ad cum ■ , auéfo» |
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2 t O / .
*H®orimj ordinaria legittime confimavit , front in fu-
klM htBrumcnt* confetto plenim dicitur continerì / Wos naque tuis fuppUcationibsts inclinati , quod fu-
fer tts proytde ac canonie e faBnm eft.ratum, & firmum Mente*, td auBoritate Apojiolica confirmamus , # prei jentts Jcnptt patrocinio communimus , Rulli ergo orni- no bommum liceat hanc paginam mflra confirmattonis in* jnngere, <vel et anfu temerario contrai re . Datum La« ttram ML Nona* Maii, fontificatnt Ho fin anno primo.» |
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XXVI.
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9XLLA CHXMSA I li O X A S T S R 0
DI SANTA FELICITA III.
Li IAlle precedenti due Lezioni non fi
ritrae per mio avvilo altro , che* 1*
amichiflìmo principio della Chiefa, e del Monaftero di S. Felicita . E pe- rò dovendo io parlare de* molti Ta- riffimi pregj dell* una , e dell' altro, non potrei ciò meglio fare , che col valermi delle memorie ferine a penna e del Priore Affetta- ti , che per 20. anni fu Priore, e del Sig. Mannì, che pure diquefta Chiefa, e Monaftero ha tefluta una Storia > che tuttora è MS. E molto più felicemente farei potuto riu- feire nel mio intento, fé , come impazientemente s* afpetta » averli potuto vedere quanto ne ha Campato il chiar-if- {imo Signor Lami nella fua grand* Opera : $• Fiorenti» ìtae Ecclefiae Monumenta) ove tutte le Cartapecore mi fi dice effere Campate di quefto Infigne Monaftero . Correggeranno quefte una volta i miei abbagli , Per ora facendo, come far deve chi quanto può col buon volere s' aita } pallerò a difeorrere delle fortunate Abi* tattici di così ragguardevole Monaftero , che furono quelle iìluftri Matrone, le quali conferirono infigni be- nefkj alle noftrc Monache . Ed in primo luogo debbo rammentare Beatrice Duchefla e Marchefana di Tofca- ria . Il Muratori nel Tom. I. delle Antichità del Me- dio Evo , riporta una Carta del 1072. in cui fi dicci che rifedendo in Firenze nel Palazzo del Duomo di S. Giovanni Beatrice > Berta Priora del Monaftero di S. Felicita impetra la Real Protezione da ella pei fuo Tom. IX. N n Con- |
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Convento f e che loro diede il Privilegia di non po-
ter efferc moleftate ne ì beni, come di (opra accen- nai . Lo fteflb devo dire di .Matilde fu? Figliuola , nientemeno favorevole ad effe : fcrivendo Franceico M, Fiorentini nel Aio Gomentario di detta Matilde ,. ri- prodotto ora con dotte, e copiofe giunte dal P. Manfi , come fegue ,, Dopo avere Matilde ai 25. di Febbrajo „ del 1071, giudicato in Firenze perla Chiefa di S. Fc- „ licita , pafsò con la Madre a Lucca , » E prima di quefte due , trovali nel Diploma dei Vefcovo Rinieri, fatto in grazia delle Suore di §. Pier Maggiore di Firenze : come Gisla appellata quedtim yotens , & no> h'difftma Matrona (credei! de' Ricafoii ) iafeiò beni sl, S. Felicita , che il Vefcovo eccettua nella donazione , che fa al predetto Monaftero di S. Piero . Né deve_» fuggirà dalla memoria il no^me. *ii Tetberga già nella feconda Lezione da noi commendata : Donna , che dall' Abate (Jghelli pag. 6g. credeil effere quella iteflfa, che fece a i Canonici di S, Giovanni la ricca donazione per rogito di Alberto Notaio del 1058. nel qua! Con- tratto Tetberga parla di fé medefima cosi,, Thesherga. fil. h. m. Athi , qui Albertus1 fuit evocatili , <&* Coniux Rolandi?, qui fuit Athi nje&e Sdfi&a JHeligionis indnta * Che fé elfa donò tante ricchezze alia Canonica , ve- fìitafi Monaca in S* Felicita , Mona$ero , che era ita* to fpogliato delle fue entrate : Chi non vede verifimil tofa * che Tetberga offeriiTe beni al Vefcovo Gherar- do., acciocché lo dotafle , come egli fece , e ne con- facrò la Chkfa ,. divenuto che fu Papa col nome di Niccolò IL come di fopra fi è detto l li. Viene ora un* altra Nobile Donna , che per
li Tua lanuta recò al Monaftero fé non temporali van- taggi , certamente gli accrebbe un grande fplendore , e quefta fu la Beata Berta , la cui afeendenza , e Fa- miglia , fé (tata è dubbiofa fino ali* anno 1743. dopo tal tempo , mercè del Chiarifirmo Sig. Dott» Lami, è irata porta nella fua più bella luce di verità la più evi- dente: come egli refpnme nell'Appendice al Tom.XIIL ,.: ,.;' • i delle |
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delle fue Delicie pag. i2ip» riferito di fopra da noi*
Egli è adunque certo, che ella venne alla luce circa il noi» come ita fcritto ali* Archivio fegreto delle Trat- te . Certo è ancora , che il Genitore fuo fu il Conte Lottano, Figlio di Cadolo de* Conti di Borgo Nuovo» e il nome della Madre farà Alalafia » o Adaìafia , o Adalafcia , come ha dimoftrato nella fua Lettera fopra a Settimo il Sig. Canonico Giulianelli . La B. Berta , dice il Sig. Lami nell'Odeporico pag. 116^ fi fece-. Monaca nel Monaftero di S. Felicita dì Firenze , pro- babilmente intorno all' età d'anni 25. b^ak più 30. vale a dire , intorno al 1:131. Quivi principiò così fervorofa carriera nella perfezione > che non folamen- re nel Convento ,* ma anche nella Città , e nella To« fcana fi fparfe l'odore di fue eroiche virtù . E perciò nel 1153* col confenfo del Vefcovò Azzone , e della Badefla Blandina pafsò ella al Monaftero di S. Maria di Cavriglia in Valdarno di fopra, inviatavi dall' Ab» Valombrofano Ambrogio , che fu poi noftro Vcfcovo nel 1155. fondato nella Diocefi Fiefolaiia , da Geremia da Montegroflbli , Signore di ben fpopolate Catel- la, nell'anno 801. fé credefi al P. Soldani ; o phittofto reitaurato, arricchito^ e ridotto all'Inftituto di S. Gio; Gualberto da una Venerabile Gìsla , fotto la direzione di Leto Abate di Paffignano ; e pofcia riformato neli* olìecvanza per lo fpazio di dieci anni , che la B. Bet- ta vi fu Badelta. » Dopo, de i quali adi 24. di Marzo del 11^3. fi morì , oppure foprav il 1180. Né manca- rono iirepitofì miracoli , fatti dal Signore Iddio alla interceiììone della Santa , chiamata nel Martirologio Benedettino Miraculìs data . Crcfcendo poi la devozio- ne de' Popoli * coli* approvazione del Vefcovo di Fie- fole » fu eretta una Cappella nella fteCTa Chiefa di Cavriglia , e dedicata alla Beata , ove pure trasferito fu il fuo Corpo , con la feguente Infcrizione . Onde non ù fa vedere d'onde il Cori, che nei Monaftero di S. Felicita vhi+rwtìmt . SVI HAC ARA CONDITA SVtfT OSSA B. BERTAE.
N n 2 Nel
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Nel 1^71. fu riaperta T Urna , in occasione della vi-
iìra di tua Diocefl , fatta da Monfignor Filippo Sòl- dani Vefcovo di Fiefole. Né dicali col Dott. Brocchi» che il predetto Vefcovo riconobbe il Corpo della Bea- ta , e che lo ripofe in una più nobile -Cada ; eccet- tuato uno Stinco , ed una Marcella', donata al Mona- itero di S. Felicita , Concioflìachè follerò quelle infr- eni Reliquie involate dal Prete Pier Maria Filippini Segretario del Vefcovo fuddetto, e Procuratore della iioftre Monache; come coffa da fua lettera, fcritta all' Abbadeffa j che io ho copiata dall' Originale > e dice così : - >> Molt'Hl." e Molta Rev.^ Madre m Crifto Sig.8a Off.ma«
^Volentieri ferivo a VS. quella mia, perchè forche
» farà a lei , et all'altre di confolazionc. Arrivarne* » Martedì mattina alla Pieve di Cavriglia , dove Mon» » llgnore haveva deftinato di farvi la Vifita, per conv j, mettere poi a me la Vifita deli* altre Chiefe di quel „ Pìevere , fra le quali è il Monaìtero defkutto di S. „ Berrà . Ma eifendofi fpedito da vififar le Pieve pri- » ma di mezzo giorno, gli venne voglia di trasferirli! » alla vifita del detto Monaftero : cofa che non mi 3, piacque punto j confiderando? che 1* aflìiienza , e in» « tei vento di Monfignore non poteva > che alterare» M.c difficuitare ì miei difegni . Arrivati al luogo , gli j) confeffo, che fubito impatiente domandai della Cap» ». pella della Santa, che è contigua alla Chiefa ; e in* » trodottovi veddi 1* effigie dì effa , pofta fopra 1* AU » tare della detta Cappella, in grado non affatto ras* » decente, e nel retto , nella forma che mi era fta- » ta figurata. Mentre Monilgaore viiitava la Chiefa» ,, et io mi trattenevo nella detta Cappella , penfan- j, do al modo, che potevo tenere per effettuare ì no- >, Ari defiderj , mi venne in penfiero di parricipare il ,; tutto al Sig. Pievano , che era con noi ; riavendola „ riconofeiuto per huomo affai aggiuftato e corttfc , „ He-
n ' .ti
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„ ficeome feci ; e vi trovai un* ottima corrifponden-
v za, dicendomi che ne lafciafli la cura a lui, che „ haverebbe difpofto il Curato del detto Monaftero , „ che cobi fi chiama comunemente quella Chiefa, a dar ,, mano al furto; ma che per quella mattina non fi „ farebbe potuto far nulla . Mi parve di potermi fi- „ dare della buona intenzione del detto Sig. Pievano, ^>e a lui rimeS il modo, e il quando di ritornare ^ ne* due giorni , che io dovevo trattenermi' nel fub ìì' Pievere per vifitare }' altre Chiefe , Afferrò elfo lai; ?> fera indettò Curato ", e gli -tiufcì il tirai Lo a* ód- ,j (Iti voleri ; fé bene, per quanto mi diìle, con n'ori ^ poca difficoltà, in riguardo de1 Monaci , rimetterla ,, dofi al Giovedì mattina 1* èfeguire il fatto * Con- y, feifo , che mi parve un lungo giorno il Mercoledì, »e trasferitomi la mattina del Giovedì a quella Chie- i, fa ,? diffi Meifa air Altare della Santa ,: con molta.. ,, mia eonfolazione ; tanto più che dal Sig. Pievano V, ero flato aflkurato , che dopo la Meìfa , e partito jv che folte ftato il Popolo , fi farebbe aperta la CànY* 5:, ^Terminata la MelTa, e dcpofti i paramenti , e trat- ,, tenutili* tanto , che tutta la Gente fofTe partita di „ Chiefa , ci portammo il Sig. Pievano, il détto Cu- ò raro , il Cancelliere della Vi (Tra , er io all'Altare., „ della Santa , dove premetto l'Inno delle Vergini, „ e accefe alcune candele , il Curato eiìrafle di fòtto „ T Altare la detta Cafia , e immediatamente aperta- „4à, pótemò tutti vedere T allerto Corpo di e fifa \ che „ a tutti parve », che potefle eifer tutto , riconofcen- „ dovici tutte le parti , benché confufamente difpofte : „ Parve allora , che a tutti mancafìTe 1* animo di por „ le mani nella detta CaiTa ; et io confetto, che m* „ intimorii un poco : tanto più , che in quel luogo „ corre voce , che la Santa hahbia dato dimoftrazio- „ ni di volere, che ivi fi confervi il fuo Corpo. Pu- „ re feci cuore ; e con intèrna reverenza prefi in ma- „ no la Telia \ la quale è beniflìmo confcrvata , poi „ penfando a che cofa volevo prendere, vedendovi „ un
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jh un intiero Stincho , depofta la, Terra > prefi in ma-
,, no cotelìoj e voltatomi al Curato , gli dilli > Te fi Jicontentava , che io lo prendesi? Confufo non mi s, rifpofe ; fé non con un Oh J quafi che gli pa'reflì s 5j che troppo "mi fofTe avvantaggiato ; ma datoli fu la 5) voce daglr altri , fen' acquietò , anzi dal Sig. Pi$* >} vano mi fu foggiunto , che io pigliaflì qualch* altra 3, cofa > onde mi arrificai di pigliare una parte della 3j Tefta , cioè il mezzo della Mafcejla, qjì/opra > nel- 3, la quale fono fette denti . E parendomi allora di p haver ottenuto più , che il mio cont^jitchiudemmo 99 la CafTa j e la rimerTamo ai fuo luogo , Ci refìò fo- 5, lamente la difficoltà di condurre il furto ben con- 5, dizionato alla Terra di S. Giovanni, per farli la fua )V cuftodia e cadetta di legno* 3, effendo pericolofo a^ 3, ftritolarfi j ma dalla diligenza d^ì §ig. Pievano,, che 3, fi cbiufé per due ore in Sagreftia a far da legna- 3, iolo » fu abbozzata una cuftodia , con la quale que- « fta fera fi è condotto falvo qui in queiia Terra dì 3, S. Giovanni , dove penfo domattina di far fare una 9V ca(Tetta a propofiro per bene aflìcurarlo j giacché per a, più giorni dovrò portarlo, con me da un luogo ali* 3» altro , fecondo le Cbiefe » che fi doveranno vinta- 3, re . Ho creduro j che quefta deferizione di come la, ,; cofà ila" feguita , non le pofla eflere difesa,,) ,e pe- serò lungamente mi fono eftefo, ec,» 3) Dalla Terra di'S, Giovanni 22. Ottobreq*&t*u
] 3, Di VS. Molto III.", e Molto Rcv.da j. ; ';.'. <u {[
3, Dev.mo ef Obblig.1110 Serv.'ft
r 3, Pier Maria Filippini, u E per fine , in un Libro di ricordi in S. Felicita fé-
gnato A pag, 44. Jeggefi come fegue 3, In offequio 3, della Beata Berta /Tata noftra Monaca , coftumiarno 3, tenere accefa una lampana al fu» Altare, di Padro- », nato
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,j nato de* Guidetti, i quali fi contentarono , che yr
„ collocammo la Tavola della Beata de' Conti di Bor- „ go Novo , dipinta da Vincenzio Bandini . ,, Ed in quella Beata terminò la gran Famiglia de* Conti di Borgo Nuovo, Difénfori, dirò col Chiarifs. Sig. Lami, della Chiefa Cattolica in tempo d'eresia nella Tosca- na: gli amici, e i Protettori àti Santi, come di S. Gio: Gualberto, di S. Pietro Igneo , e degli altri Santi, fe- guàci'di S. Gio: Gualberto : gli fpettatòri de''Miraco- li operati àa. Dio a Settimo, loro Monaftero : i com- mendati con menzione onorifica da* Santi Imperadòri, quale fi fu Enrico I. Chi più volelTe vedere intorno quella Beata , legga, rria còl tlòvuto criterio, la Vita di e fifa , ftampata in Firenze dal P. Sóldani nel 1730. e Diego Franchi. Il Corpo però della fi. Berta . retto fempre in Cavriglia , malamente onorato in quelli ul- timi tempi, ne* quali trovò l'Altare, e il Depofito co- perto di fieno, il Dott. Giufeppe Brocchi , in occafione d' eileifi portato là . Lo che fu occafione , che fi pen- falìe a collocare quelle S. Reliquie in luogo più Ono- rifico; come feguì nel 1730. Fin qui il Signor Lami, da cui preindo a fi cora la notizia , che le Monache di (Dayrigti* > effendo {rato diftrutto il Monaiiero, furo- no Trasferite nel Monaftero di S. Vittore nella Dio- gefi di Volterrane ultimamente in luogo pretto a S. Ge- mignafìo. E còsi le memorie de'Conti di Borgo Nuovo finifcono nella B. Berta , la quale coronò quella piif- fìma Famiglia , è munificentiflìma verfo Dio, e verfo le fue Chiefe con una Santità più luminofa . Ma que- lla Santità fu ella veramente apprefa nel Monaiiero di S. Felicita? E per parlar più chiaro: la B. Berta fu el- la veramente Monaca in S. Felicita? Quefto è ciò, che controvertono gli Antiquarj . Diverfi «ìubbj fparge il Sig. Lami ih differenti luoghi del fuo Odeporico; co- me a pag. 1155. 1173. e fegg. La itoria veramente di quefta Berta è molto antica, è (rata pòco conofeiuta ed efami nata dai Biografi.; fpezialmente full* ordine cronologico , Il Sig. Lami fu tal propofito non man- ca |
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ca neir Appendice del Tom, XIII. Deilcie s di caute-
lare con dire: „ Mentre fia vero, che Ella ila ftata ^-Monaca di S. Felicita; e non fia fiato prefo cquivo* ti co dagli Scrittori della Tua Vita , per trovarti una j, Berta > BadeiTa di quefto Convento dal 1080. al », iopi. come coita da Membrane originali di quefto a, medefimo Monaftero ce. „ con quel di più , che-» può leggerli a pag. 1220. e i*eg. Inezie fono poi, e adulazioni quelle , che il leggono anco preflb il Go- ri nel Tom. III. delle Infcr. Tofc. che la detta Beata appartenefTe a* Conti Alberti, o a* Conti Bardi : men- tre più fecoli avanti era fiorita, di quello, che i detti Signori foflfero invertiti di tal feudo. Da un antico Li- bro , efiftente prefso le Monache di S. Girolamo di S. Gemignano , fi vede , che nel 1337. fi dava alla Beata noftra il titolo di Santa , ove fi dice ad haee in Captulo S. Bertae d. Monaflerii ad fonum Campa* nae more /olito congregati* &c. Siccome 1" ultima me- moria 3 che di lei vivente s* abbia .fin qui , pare che «a. lo Strumento del 1075. in cui Ildebrando , Ne- ro, e Ugo, figliuoli d' Ermingarda donano la Cap- pella di S* Vittorio Bertae Abhatijfae de Ecclejta , & Monafterio B, M. Virginis , qui efl fojìta in loco } qui mocatur Cajtrilia , & fuit filia qu. Lotarii Corniti* &?• III. Dopo le notizie di sì fanta Religiofa , mi piace di favellare di altra Monaca, non così antica ; le bene a S. Felicita di gloriofa memoria : ftata eiìcn- do Zia dì un gran Pontefice , ed Avola di due Car- dinali , Quefta illuftre Donna fu Suor Lucrezia Bar- badori, forella di AlefTandro , ultimo della Nobil Fa- miglia de' Barbadori ; la cui eredità pafsò ne i Barbe- rini per Cammilla , altra forella di Aldfandro , la qua- le fu Madre di Urbano Vili. Nipote per confeguen- te della noftra Lucrezia , amatiffima dal Pontefice , e. da i due pronipoti il Cardinale Antonio , e il Cardi- nal Francefco : per le quali cofe tutte non farà , co- me io penfo , disdiccvole il riportar qui una lapida in Chiefa collocatavi dai due predetti Cardinali, gra- tinimi alla memoria de' Barbadori, ed è come appreflo: ALE-
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ALEXANDRE BÀRBÀDORIO IO. DOMATI lìU
PATRICIO FLOR. VRBANI Vili. PONT. MAX. AVVNCVLO OB SINGVLAREM BENEVOLENTIAM ET MERITA ERGA FAMILIAM BARBADORIAM FRANCISCVS CARD. BARBERIHVS S. R. E. VICECANCELL. ET EPISCOPVS SABINKNSIS PRONEPOS MAGNO AVVNCVLO GRATI ANIMI MON. ET EARBADORIO NOMINI IN EO EXTINCTO MEMORIAM PONI CVR. ANNO SAI. MDCXLIX. VIXIT AN. LXXIII. OBUT IDIBVS SEPT. MDCXX. Ritornando poi a Suor Lucrezia, giovami notare, che
fino che ella vide, benché Monaca , ebbe un tratta- mento corrifpondente al grado ài Principerà ; ricevere do da 1 Granduchi, e Principi de' Medici, ficcome da rutta la Nobiltà, il titolo di Eccellenza , inilerne con moki onori. Dai Santiilìmo però Nipote, come pia Re- ligiofa, non cercò mai cofe temporali , godendo folo delle grazie fpirituali : trovandoci ne* Libri de' ricordi del Monaftero due Brevi , uno dato a' 15. di Luglio àtl 1624. e T altro adì 4. d'Aprile del 1626. amen-' due contenenti teiori d* Indulgenze, che furono: nei primo all' Altare di S. Raffaello il Privilegio, o ila Per- dono, in ciafeuna Metta fra l'anno; e nel fecondo In- dulgenza plenaria in perpetuo per la Fetta di S. Felicita nei dì 1. di Agofto. E nelle ricordanze del Monaftero, in riguardo della predetta Lucrezia , trovati una (Ingo- iar licenza dello fteOb Urbano > in occafione , che le Monache degli Angioli dalla Porta a S. Frediano, zaf- favano alla Porta a Pinti, nel quaì Monaftero erano Suor Innocenza , e Suor Grazia Barberini Nipoti del Papa : e la permiffione fu, che le dette Suore potef- feré entrare in S. Felicita , per trattenerfi un giorno colla Zia Lucrezia, condottevi dalle GranduchtiTe Cri- fìuia di Lorena, e Maria Maddalena d' Auftria. Sono- vi finalmente in Monaftero memorie di Suor Lucre- zia , tra le qusli è notato al Giornale O i77. il Co- ro delle Monache rifatto da Lei , con imbafamento fono di pietra. Morì quefta illuftre Donna in digni. Tom- IX. O o t\ |
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tà di BadciTa adì 6. di Febbraio \6% r. Il funerale fu
ordinato dal Pontefice folenniflìmo ; Vi intervenne il Nunzio, in più luoghi erano affifìe l'Armi Pontificie, e furono celebrate mille Mefle , coirne notò il Miglio- re allo Zibaldone 55. IV. E fra tante memorabili Donne, non pofto tra-
lafciarc la SantiiTima dì tutte Maria Vergine Regina., de* Santi , (ingoiar Protettrice del Monailero ; e però liberaliflìma in favorire le noftre Suore , dal principio loroj fino a* notòri tempi: come apparifce da* Libri di ricordanze } tra le quali un folo avvenimento per bre- vità rammenterò alquanto largamente, ed è un cumu- lo dì prodigj, operati da un* Immagine di Maria, det- ta la Madonna della Neve , in un Oratorio di loro Padronato fuori della Porta a S. Pier Gattolino, che riferirò colle parole prefe da i detti Libri ; E primie- ramente nel Memoriale ferino dal Priore Affettati, leggeiì come apprciib: ,, Havevano le Monache un Po- nderino con cafa da Lavoratore fuori della Porta di S. SV Pier Gattolini in Boboli, vicino alle mura della Cit- ,, tà . Queita Cafa , per cagione dell' attedio 1* anno ti i$*9* fu rovinata , rimafo in un muro lungo la lira- ji da un Tabernacolo , ov' era dipinta un* Immagine della j, Beatiflìma Vergine, la quale Panno 1560. cominciò il a far miracoli , e grazie ilrepitofe . Onde 1' anno a* 1564. concorrendovi gran quantità di limoline, dalle jj Monache vi fi edificò la Chiefa, di cui gettò la prima „ pietra il dì 21. di Settembre 1^66. Marzio de'Marzi, li Vefcovo di Marfico. Queita è quella Chi e fa, che oggi ,, fi vede, falcando il Tabernacolo full*Aitar maggiore, j, fotto il titolo di Santa Maiia della Neve, e di que* i, (la Fabbrica ne ebbero carico gli Operai del Mo- i, naftero , refiando I* Aitar Maggiore , il Coro, ed il ,r Cortile dietro murati fopra il terreno delle Mona- jt che ; fitcome ancora l'Orto, che fu afiegnato al ,, Cappellano. Quando incominciò queita devozione , „ il Monaftero vi teneva un Fattore , che aveva cura ,, di ogni cola, e vi itette quattro anni e mezzo, e „ un Cherko per molti mefi . Si mandavano a Ipefe ,, del-
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„ (felle divote Suore. Preti a celebrarvi Mtffe , e la
„ Veda, di Santa Maria della Neve , tempre accadendo „ nuove grazie e miracoli, per la fama de* quali fo« „ no ne' Libri delle Monache Camarlinghe notate più 3) partite dì limoline j fino in un anno feudi 430. che ), erano di avanzo al mantenimento del fervizio dell* 3> Madonna , e di fua Chiefa . „ In altro poi Libro intitolato Specchietto , a pag. 37. effendovi alcune più particolari cireoftanze, cjuì le riporto, e fono: ,> L* an- ,, no 1485. il noftro Monaftero acquiftò in Boboli 3, fuori della Città un Poderetto, fui quale era un Ta» ,, bernacolo, ed in effo un'Immagine di Maria Ver- „ gine molto miracolofa , per la quale raccogliendoti „ larghe elcmofine, con effe le nottre Monache V an- ), no 15C54. edificarono quivi 1* Oratorio, che fi vede, ,, e comprarono anche due Gafe , che pure anche og« „ gi fi porFiedono dal Monaftero, nel Popolo di S. Fe- ,, lice in Piazza nella Via maeftra Romana ; ed inol- ,, tre un Credito di Monte delie Graticole, fruttifero ,, di feudi io. in circa IV anno , che pur oggi fono in „ faccia del Monaftero ; le quali Entrate fervivano per ,, tenere il Cappellano all' Oratorio , che T ufiziaffe • j, L'anno poi 1616. ad iftanza di Madama Criftina t „ le noftre Monache conceffero detto Oratorio e Ter» ,, re a* Monaci di S. Bernardo della Congregazione Fo- „ lienfe di Francia , i quali per dette Terre pagarono al- 3, lora al Monaftero feudi 650. e per recognizionc dei ,, noftrò dominio, fi obbligarono di confegnare ogn'an- „ no per la Fefta di S. Maria della Neve al noftro Mo« „ «altero una falcola di cera bianca di una libbra , 3, come il tutto più minutamente al Giornale O car. 3, 2^. e al Libro de' Contratti a car. $9. ed in tale „ occ&fione noi facemmo porre, e murare l'Arme del ;, noftro Monaftero, che è una Colonna, fopra la Poru ,1 dell' Oratorio . „ Sin qui i due ricordi , ne* quali manca la notizia, di chi fofTe il terreno dell'Oratorio, prima che l'acquiftaffero le Monache, e però notar ci giova 3 che abbiamo trovato ne i Libri, che tal fito fri conceffo da Mona Altiera de* Benvenuti nel 1485. O o i LE-
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±91
LEZI
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E XXVII
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DILLA CHIESA E MONASTERO
DI SANTA FELICITA IV.
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Opo i miracoli di Maria, Madre (etri'
premai amorofa di quefte Suore, non è da tacerò* il loro principale Avvo- cato ., il Santo Angelo Raffaello 5 le cui apparizioni , finezze , e grazie ne' gravitimi pericoli j o fi voglia d' in- cendi , o d' infermità , o di tra- vagli , fono fiate regiilrate dalle Monache ; ma coru non poca confufione di nomi , e di tempo . Per la qual cofa perdettero ogni credenza , fé altronde non coitarTe la verità della potente ed aflìdua-protezione > che del Monaflero tiene il Santo Arcangelo ; trovan- doli primieramente in Chiefa un Altare a Lui dedicato fin--dall' antico da Ser Michele di Corfo delle Colombe, dotato Tanno 1493. e Pi3-] vo^te rinnovato: come leg- ge fi nel Libroj detto Specchietto, che dice così a e. 4. „ Altare Privilegiato perpetuo, che è l'Altare di San ,5 Raffaello , al quale > celebrando»* Meda da qualunque 3}: Sacerdote, in qualunque giorno feriale dell'hanno, „ per 1* anima di qualunque fedele defunto, queftiL. „ confeguifee 1* Indulgenza Plenaria, per Breve di Pa« ,, pa Urbano Vili, dei 1*524, ,, Ed a e. 20. evvi queir' altra memoria „ Altare e Cappella dell'Arcangelo Raf- :, faello. E' antico Padronato della Famiglia ddle Co- „ lombe j con Tavola pur antica in affé con detto An- ,j gelo , e con Tobia , S. Michele, e S. Gabbriello. Fu „ restaurata dalle noftre Monache V anno i6y6. con „ fpefa di feudi 196. rifatto di nuovo tutto 1' orna- i> mento di. pietra, che per avanti era minore dell' al- » tre
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4 .-,.!: ^
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» tre Cappelle} col confenfo de'Padroni: per Contrae*
5> to in filza di noftre Scritte private , del 18. di Mag- j, gio di dett* anno ♦ „ E tralafciando altri documen- ti, parlanti di quefta divozione , riferirò per fine la più autorevole memoria, che trovafi in un Libro in cartapecora di carattere del 1450. o in quel torno , fecondo il giudizio degl* intendenti, ed è intitolato: Miflica Teologia dell* Amor Dwifto} ad ufo delle Mo- nache di Santa Felicita : era * predo del Canonico Bi- fcioni ; e perciò donato da S. M. I. alla Biblioteca Maglia- bechiana, e nel Prologo appunto raccontafi la ftoria dell* Apparizione dell' Angiolo così: ,, Chome el Beato An- ,, gelo Raffaello apparve alle Monache del prefente->;; „ Munifterio , negli anni del Signore 1423.;' ì- ,, Exendo le predette Monache molto ferventi nell'i jj amor del Signore, et molto intente alla oratione, rt et particolarmente avenono in grande e finguiar di-; 5j votione al Beato Angelo ; et a quefto erano recte „ da Maeftro Albizzo Charmelitano, el quale era Con«. ,, felibro del prefente Muni/lerio? che la cui fantità fé ,, diceva alìui appariva quello Angelo ifpeiTe volte vi- „-Abilmente . Onde effendo una mactina in fu l'ora ,, della Nona , fu facto un grande, pichió alla Porta del ,, Munifterio, intantochè tuc'-to il Munifterio fi fpaven> 5, tò , et andando a rifpondere una Suora, la quale fu ,, la Camarlingo , era un Pellegrino, el quale dimandò ,, limofina , e diffe, che andava a Roma, dove ;le aiu- terebbe, et al ritorno le afiicurò, che avrebbe, por- „ tato buone nuove ( le Monache erano in un ;gran ,, travaglio ) ordinando loro, che per ^. giorni a ho- ,, nere de' nove Cori degl'Angioli diceflero i. Salmi ,5 Celi enarrant, Sep ex$ugvai)er'unt, De profundis , poi „ chiefe loro 9. Candele bianche-per accenderle in ho* ,, nore de i medefimi , e partinne. Venne Fra Albiz- ,j zo con grande fretta, dicendo', die' quello era fiato „ S. Raffaello . Quando una Domenica^ fera a 24. ore. „ el primo di Ottobre, exendo la Badefià con altre ,, Monache radunate infieme , comparve con grand;fll- j, ma
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,, ma furia un Giovane, che difle, buone nuove, bua*
j; ne nuofc, e fé ne andò, come avvenne; perchè fu* j, rono libere dal grave pericolo di loro fama , la cjual „ chofa fi reputò a grazia deli* Angiolo, onde la Ba- „ della, che era Suor Margherita Macei, per memoria ,, fece dipignere il Santo Raffaello in forma di Pelle- „ grino in fu quella grata , dove egli parlò , et ogni „ fera dopo Compieta dichiamo i tre fuddetti Salmi» ,, con la commemorazione del Santo Arcangiolo , et „ ogni anno per 9. giorni, principiando dal giorno di j, S. Matteo , accendiamo 9. Candele bianche , e reci* ,j tiamo i detti Salmi; per la qual divozione, habbiav „ mo ottenuto in divertì tempi moltiflìme grazie. „ If, Quefta antica Cappella ci chiama ad offervarc
un' altra non meno antica Chiefa vicina , e fpettante. al Monaftero, intitolata S. Maria Maddalena: tuttoché non fc ne vegga inoggi veftigio. Hanno adunque le Mo- nache una Carta pergamena , nella quale fi vede, come Tanno 1174. adì 12. di Luglio, Prete di Truffa di Fante, ed Orrabile Tua Madre , donano al Monaftero di S, Felicita un pezzo di Terra , con Calciare , poftì appiè del Poggio di S. Giorgio di Firenze , preiTo al Pozzo di Avolterone ; con patto , che infra due anni il Monaftero vi debba aver fatta una Chiefa ; altrimen- ti la donazione fia nulla , e rogò Cilius Notar, Sic- come per altro Conrratto , per rogito di Bellerio No- tano , trovali altra donazione , fatta al Monaftero da Truffetto di Oderigo di Fante , della metà di una.. Piazza appiè éfiì Poggio dì S. Giorgio , per la Fab- brica della Chiefa di S. Maria Maddalena, la quale iettò terminata nel 1179. adì 27. di Ottobre. E per altra Cartapecora, le Monache comprano da Aldobran- dino di Sciancato, e da Mariotta fua Madre, tutta., quella porzione, che ad eilì fi apparteneva, della Piaz- za dinanzi alla Chiefa di S. Maria Maddalena , pofta appiè del Poggio di San Giorgio, per il prezzo di fiorini d' oro tre J eli che fé ne traevano due denari r anno. Inoltre per una terza Scrittura de] 1180. dal Mo-
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2£5
Monaftero comprafi Cafa fulla detta Piazza , dal fud-
detto Truffetto di Oderigo, vicino alla medefima Ghie- fa , dove le Monache vi tenevano un Cappellano ; e_* nel mede fimo dì , le Monache per ittrumento , che ro- gò il predetto Bellerio , comprano tutte le ragioni fopra detta Piazza da Prete Guido dell' Abate , e da Diadema fua Moglie . Tra* Cappellani di detta Ghie- fa trovafi Prete Gerì, il quale nel 1299. fece teftamen- to > che è nel!' Archivio del Convento» ed in elfo fo- no i fcguenti legati, cioè: alla detta Chiefa lire 5. all' Altare di S. Felicita lir. 2. alla BadefTa Suor Diamante foldi 20. e foldi io, per cìafcuna Monaca, al noftro Cappellano foldi 20. al Sagrestano fol. io. a Vengone Gherico lire 5. e un veftito. Convien dire inoltre, che nome di quefta Chiefa talvolta fi confondere con quel- lo di S. Felicita , leggendo^ nel lodo di Giovanni Ve- fcovo di Firenze del ini. fatto per la lite, tra il Piovano dell' Impruaeta , ed il Priore di S. Giorgio fulla Cofta, le fcguenti parole: Salva in omnibus , & per omnia Parochia S. Felicitatisi feu S* Marie Magda- lene ; come appare alla Parte II. delle Memorie di Ma* ria Vergine dell' Impruneta , fcritte dall' Abate Cafot- ti pag. 134* Un' altra pure Scrittura non è da tacerfi riguardante la Piazza di detta Ghiefa , e dice come appretto „ 1518. Concedono le Monache a Raffaello ,, Antinori, che murando una fua Cafa vicina a S. „ Maria Maddalena , pofla gettare una Volta nella Piaz. ,, za, e rifare le Scalee , fenza però acquiftare ragione fu „ detta Piazza e Scalee; ma s'intendano di dominio del- „ le Monache. „ Quefte pofeia nel i$66. concederono e Chiefa, e Cafe alla Compagnia di S. Felicita , detta anche del Sagramento , con obbligo di riconofeere la padronanza della Badefta con una libbra di cera bian- ca • E nel 1657. il Monaftero permife ai Marchefi Tempi facoltà di poter laftricare per comodo del pro- prio Palazzo la Piazza , e coi pagamento di fc. 125, alle Monache, e di fc. 25. alla Compagnia, fi conce- dè pure alla detta Famiglia Tempi V alzare il pavu ""— ■-*,-■ I men- |
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mento di detto Oratorio due braccia, come al Libro
de'Centrarti 30. e 94. e finalmente incorporato fa rutto quefto facro luogo dalla nuova Fabbrica dei Marchcfi predetti , paflara eiFendo la Compagnia irL. Borgo S. Iacopo adì 4. di Marzo del 1710. III. E data in compendio la ftoria della Chiefa di
S. Maria Maddalena, ritorniamo a quella di S. Felici- ta , dove per enervare con chiarezza quanto vi è fla- to, ed inoggi evvi in efTa di ragguardevole, ci fare- mo dallo (taro paHato della Ch'wfà : vale a dire da., quello , che aveva prima dell' ultima fplendida inno- vazione ; per pofeia j in altro ragionamento favellare dd fuo prefente , e nobile afpetto . Da una fua pian- ta adunque delineata nel Libro de' Sigg. Scarlatti , fcorgefi un Portico innanzi alla Chiefa , largo braccia 30, avente tre archi, a mezza botte, retti da colonne dòriche, e fopra tre fine/tre, finendo la facciata in un femplice frontefpizio: la lunghezza delia Chiefa era di braccia óoì in forma di Tau, colla navata larga brac- cia 30. e., .nella traverfa braccia 48. 1 pattando a de- fcrivere gli- Altari-, riporteremo , quanto leggefi, primie- ramente in un Libro attenente alla Genealogia della Nobiliflnna Famiglia de* Signori Conti Guicciardini be- nemerita, quanta altra mai di qutfta illuftre Chiefa . Quivi dunque a pag. 24. fi legge ,, Ser Landò Fortini ,, della Cicogna i%66, 11. Settembre , Piero di Ghino „ Guicciardini donò alle Monache di S. Felicita feudi „ '500. con obbligo* di.'tenere, un Cappellano,: che ec- „- lebrafFc in détta, Chiefa! ■ i > Divini Uraj, ,con rinveiì i- }j re ihdanaro , in tanti beni , per mantenimento del „ Cappellano ec. „ ed a e. 22. fi ;vede altra memoria che dimoftra la proprietà di quella Cappella, nella per» fona di detto,-. Piero',.,x-S^r^Lf^/do di ^urtino i$66. u. „ Sefttcmbrìs. T-ro, Coppella.,PierJi Chini'-dj; Qutcciardi* ,, nrs in Ecclefìa.S* FeJ.icitatis de Flonentiat > A* eh. O. jì a 518. H credo voglia dire, Archivio-;di;Qr;S. Mi- chele. Parimente in detto Libro a e. 85., fi legge altra memoria , tratta dal Seppkuarip del, RoiMli ,x deji* ap. prefTo
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pretto tenore : » a car. iS£. Num. i. [Cappella mag-
„ giore , con Monumento appiè dell' Aitar grande ,, della Famiglia de i Guicciardini , Arme , e In- }) fcrizione: . ,ì ■ -
HTC IACET NOBILIS MILES D. PIERVS GHINI DE
GVICClARDINlS.Qyi OBIIT ANN. DOM. MCCCLXIX. DIE XXII. MARTII. CV1VS ANIMA REQVIESCAT IN PACE
Quefta Infcrizione circonda il margine della lapida mar-
morea, che tuttavia efifte appiè di detto Altare, Di quefto parla il Signor Manni nel Tomo IX. de* Si- gilli . In mezzo poi a detto marmo i Sigg. Conti, Aba- te Luigi, e Francefco Guicciardini 3 per ravvivare la gloriofa memoria del non mai celebrato abbaftanza ìvlefser Francefco Guicciardini 1* Iftorico } fecero in* cidere la feguente Infcrizione : FRANCISCO GVJCCIARDINO
IN REBVS GEREND1S PRVDENTIA . AC GRAVITATE,
SINGVLARI. HìSTORiCO CELEBERRIMO
LVDOVICVS . ET FRANCJSCVS. GVICCIARDINI
S. R. I. COM1TES PALATINI
MONVMENTVM POSVERE A. S, CIO. D. CC. XXVII*
. i
In un foglio volante, che il conferva in un fafeetto
di Scritture, appartenenti a quefta Cappella, nel qua- le fi contiene un riftretto delle pretenfioni, che la Fa- miglia de* Guicciardini aveva fopra quefta Cappella , fi legge quanto appreflfo: „ La Cappella maggiore, le pareti dinanzi, e anco
5) la Chiefa , con il Monaftero , è reputata comune- }, mente fabbricata dalla Famiglia Guicciardini,- e per „ fegno fono molte Armi di pietra in diverfi luoghi ,5 della Chiefa , e Monaftero : come anco ne fa fede „ r autorità di Mefs. Remigio Fiorentino, nella Vi- „ ta di Mefler Francefco Guicciardini : affermando Tom. IX. P p M det- |
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5> detta Chiefa efTer fabbricata dalla Famigli de* Guic-
„ eiardini, ec. ,, Le Monache fteffe Tanno 1559. accettarono un
„ lafcio di. feudi 2&0., da Maria Salviati , Moglie.» ,, di Mefs.. Francefeo Guicciardini, per dover promet- „ tere di far dire ogni mattina una Mefìfa all' Alta- „ re de* Guicciardini per detta Anima , le quali Mef- s, fé hanno fatto dire y ed. ora, fannoy a. detto Aitar ,.,, maggiore „ i; Nella facciata dinanzi' vi fono tre Armi di pietra
„ antiche; e .1' Occhio è flato fabbricato dalla, noftra >, Famiglia, ed evvi anco 1' Arme .. y, A tempo di Mefs. Luigi Guicciardini fu meflb fuo-
,, co, ed abbruciarono molte Cafe. della Famiglia de' >, Guicciardini1, e per confegtienza le Scritture ; però. ,,, non è maraviglia fé fcarfe fono le notizie .. „ Fin qui il fopfaddetto foglio.. Quello incendio accadde fotta dì. 20. Luglio 137&;.
Bella foll.evaz.ione de' Ciompi , nel qual tempo era.. Gonfaloniere di Giuftizia detto Mefs. Luigi Guicciar- dini,. che fu depofto dal Popolo minuto, foilevato contro» la Signoria ; ed in fua vece fu fatto. Gonfalo- niere Michele di Landò Scardafllere di Lana . Devefi Botare , che T Armi della facciata della Chiefa vi fi confervano tuttavia; ma L'Arme, che era nell' Occhio,, non fi vede più; perchè effonda fiato neceifario rimet- tere la. vfetriata nuova a detto Occhio, non fi è potu- to rifarvi 1' Arme; eilendofi perduta la maniera di fab- bricare i Vetri coloriti, che in quel tempo fi fabbri- cavano da i PP,, Gcfuati, Keligione. difi rutta.,. coma è noto.. IV. Per comprovare la pubblica voce, e fama,
che quefta Cappella foiiQ. a& antiquo della Famiglia de* Guicciardini,, ci è un afte (lato, dei dì $. Giugno 1596. fottoferitto da undici Teiìimonj> tutti delle più anti- che e. nobili Famiglie della Città éi Firenze : fìcco- me ancora vi fono altri alterati ài alcuni Sacerdoti tati: Cappellani, e, Sagreftani della Chiefa. di S* Feli- $&*& cita*.
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cita, che affermano lo ftefib; e che all'unto fu V ob-
bligo di far dire ogni mattina una Mefla in perpetuo alla Cappella de" Guicciardini ; e le fopraddette MelTc furono fempre fatte celebrare all' Altare della Cappel- la maggiore. Ci è anc©ra un altro ricordo in foglio volante, che fi vede eftratto dal Libro di Fede, Mor- torj , e Ofizj di dette Monache a e. 24. dell' appreffo tenore: „ Adì 5. Fcbbrajo 1579. Ofuio alla Cappella „ de'Guicciardini, fatto per Luigi Guicciardini, e tut- 35 ti li fuoi pattati , fanno fare le Monache a detta j, Chiefa , con MeflTe dodici. „ E quello Luigi pare^ poffa cflere Mefs. Luigi fopraddetto, concordando con quello, che fi ricava dal Decimano, del pefo, che ave- vano di quello Offizio i di lui Figliuoli , come alla,. Portata de' Catafti in faccia di Piero , uno di elfi . Nel Libro poi foprannominato, detto lo Specchietto, così fi legge, principiando daJl'Altar maggiore :»,Etfendo quefto ,, Altare irato anticamente di padronato del noftro ,3 Monastero l'anno 1592. ne' 17. Novembre, per iftrn» ;, mento rogato da Ser Francefco Migliorati , fu do- „ nato a Nero del Nero, colla condizione di fpender* ,, vi feudi 4000. in abbellirlo , € da elfo poi , per ro* }, gito di Ser Piero di Albizzo ne' 6. di Marzo del 5, 1 «505. ad iftanza dell* Arcidiacono Francefco Boncia- „ ni, dopo una fiera lite j che cominciò dal 1592. 5, Dicembre fino al detto anno di fopra 1505. ce- a, dute furono , e donate le fae ragioni a Piero del „ Senatore Agnolo Guicciardini, ed ai fuoi defeenden- s, ti. Quelli lo reftaurarono, € riduflero alla forma > „ che è di prefente , da gli anni 161©. al 1620. „£ poiché ncir ultima reftaurazione della Chiefa queir Altare non patì innovazioni ^ nella feguente Lezione fé ne darà la detenzione» V. E ritornando al Libro delle Monache , leggo :
55 Cappella, detta di S. Caterina, de' Barducci 5 fab- 5, bricata da Barduccio di Cherichino Barducci , che „ la nomina nel fuo Teltamento de' 2S. Novembre dtl j, 1416. col rogito ài Ser Lodovico Vanni • ,, La Ta- Pp 2 vok
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B00
vola antica full' affé rapprefenta la incoronazione di
Maria con molti Santi ; e alla parete laterale eravi un quadro, entrovi Maria col Bambina Gesù, pittura del celebre RofFo 5 che donò alla Chiefa Lucrezia Barduc- ci . Ma inoggi quefìa Tavola è in Convento , per fal- carla dalle pretensioni di detta Famiglia } che la vo- leva recuperare . L' Altare di S. Fridiano era de* Bar- bados!» pacatone il padronato ai Barberini. 11 Fonda- tore ne fu Michele Bar badasi nel 1438. che vi pò- fé l' Arme dello Spedale di S. Maria Nuova ,* perché egli era Spedalingo di detto Spedale : come leggeu* nella Tavola fui legno eoa la Vergine e Santi} e le parole fono le feguenti 1 HOC OPVS FIERI FECIT D. MICHAEL PRIOR OSPITAEIS
S. MARIE NOVE ANNO DOMINI MCCCCXXXVi II. Equi ad- un. pilafiro appicata vederi- una maraviglia,
qual'è un ritratto di Aleflandro Barbadori, Zio d* Ur* bano Vili, ed è fatto a Mofaico da Marcello Pro- venzale con tale efquifitezza ; che pare una miniatura > collocatovi nel 16%$. dal Cardinal Francefco Barberi- ni j con Ifcrizione fopra riportata a pag. 289. Quello ritratto è (tato , nella reftaurazione della Chiefa 5, tra- fportato alle pareti della Crociera dalla parte del Van- gelo. E giacché fi rammentano-, qui quadri valutabili , da firmari! fono altresì due tavole antiche» che fi cre- dono di Giotto: cioè L'Epifania ali* Altare de'Pitti: e T altra è un Cri fio morto, giacente fulle ginocchia di fua afflitta Madre , che al prefente fi trova in Sagreftia . La Cappella della Madonna di prefente è de* Sigg. Pol- tri.) Eredi di Angelica.Badj} i quali nel 1677. quivi col- locarono una Tavola dì {ingoiar bellezza » opera del Volterrano , che vr colorì V Attutita, con S. Cateri- na , e S. Margherita da. Cortona : dopo aver dato lo- disfazione a i Frefcobaìdi > Padroni veri delia Cap- pella y come Eredi de? Benizzs 3 che la edificarono m arx*
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3©i
antico : e le condizioni dell' accordò , rogato da Ser
Carlo Novelli adì 2. Decembre 1665. fono , che ù prefenti ogni anno una Candela di 6. once al mag- gior nato de* Frefcobaldi -, e fi confervi una certa.* lapida , che vi è fopra il Confeffionario . Al pref«n<- te fopra F uicio dell* Organo^ nel braccio deftro dei- la croce v' è la prefente Iscrizione 5 mefla in mezzo da; due piccoli ftetntni,, de' Benizzi V uno ,. de* Frefco- baldi 1* altro : „■...'.'.. : ■*';*...■'■'. ■:... <.-. - ,u . ' ;;■ ;V.:. ■ • '"'' f/ ■")
} .....
EN RE'RVM VICISSITVDO. IOANNES DE BENIZII5 DAMILIAB*
SVAE NOVISSIMVS. ANTE ANNOS CXXVIII. ARAM HANC S. HIERONYMO DICATAM. GIRAMONTI DE FRESCOBALDIS FRANCISCI FILIO DONAVIT . SEPTEM' LAVRENTII DE FRESCOBALDIS- FF. ANTONIVS BENEDiCTVS. PRÀNCISCVS" MARIA. IOANNES BAPTISTA . GIRAMONTES . IOSEPHVS •- CAROLVS. ATQVE LAVRENTIVS ANNO MDCLXV. SACR1S HISGE DEO V1RGINIBVS . ET CATHARINAE DE BADIIS DE POLTR1S. ET ELEONORAE DE EADHS DE POIIS DONO DED£RE ,. EA LEGE .- VT DEBITA SACRIFICA 1ITENTVR . ET HONORAR1VM VECT1GAL Q^OTANNIS EAMILIAE DE FRESCOBALDIS HVIVS COENOBII VIRG1NES PENDANT. LEGTOR.SVPER GENTILITIVM OLIM ALTARE E* PHILIPP! DE E, SERVORVM DEIPARAE CORYPHAEL PRECVM THYMIAMA PIVS IMPONITO.- Quefìa Infcrizione dichiara le ragioni antiche ; però fot*
to V Altare evvi altra Infcrizione-, che dice: E. VIRGINI MARIAE ASSVMPTAE . S- CATHARINAE
SENSNSÌ • ET B. MARGHAR1TAE CORTONENSI • ELEONORA BADU POLI. ET CATHARINA CIGLI POLTRI. HEREDES ANGELIGAE BADI! VXORXS ANDREAE CIOLI SENAT. EIDE INTEGRA A FVNDAMÉNTIS. AD CYLMEN* AN. S,~ MDCLIvC
Coir
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3°*
Coir occafiont delle Sopraddette Infcrizìoni, ne riporte-
remo altre due, che fono in alto: alla parte del Van- gelo una, e a quella della Piftola l'altra. Sotto tjue- fta della parte del Vangelo v* è 1' Arme Cioli, e così dice ; CH. D. S.
ANGELlCAEB ADII- ANDREA E CIOLI SENATOR. FLOR. VX0R1
CVI MORVM HONESTAS • INGENII PRAESTANTIA. MAIOR SEXV
TANTI VIRI NVPI'IAS FACILE CONCTLIAVIT. 5ED ET GRATIAM
SINGVLÀREM SERENISS. MAGNOR. DVCVM ETRVRIAE
ET CHRISTINAE LOTHARING1AE
PER QVAM TRADITA VIRO FVIT
>IAR1AE MAGDALENAE AVSTR1AE. QVAE CATHÀRINAM EIVS
NEPTEM. ET HEREDEM
VICTORIAE R0V0REAE. QVAE ELEONORAM NEPTEM ALTERAM
ET COHEREDEM NVPTVM LOCAVIT
ILLAM EQj. XAVRENTIO POLTRI A SECRETIS POLITICFS
SERENIS. MAGNI DVClS . KANC I. C. CVRTIO TORQVATl POLI F.
NOBILI SENEN. A SECRETISQl CRIMINALIBVS
1PS1VS SERENISS. M. D. EIDEM VITA E M0RTAL1S METAM
CONTINGENTI . QVA RELIQVVM CVRSVM
RELIGIONE TENVERAT. AMPLO AERE PIOS IN VSVS
LEGATO i IN HOC PRAESERTIM EXTRVENDVM SACELLVM
QVOTIDIANO SACRIFICIO SANCITO. AC IVRE PATRONATVS
]ty ELEONORAE CONCESSO. HEREDES IPSAE
ILEONORA • ET CàTHARINA OFF1CII MEMORES
MATERTERAE OPT1ME MERlTAE POSVERVNT
AN. D, M. DCLIV.
©ECESSERAT AN. HATA LXVI. XVIII. KAL. FEBR. MDCU.
Nella parte dell' Epiftola collo flemma Badj fottopofto ,
così parla 1' Intenzione: |
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AN-
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ANDREAS IOANNIS BAPT. CICLI F. PATRIO. CORTONEN.
EX DEXTERITATIS, AC PRVDENTIAE LAVDfE VNVS IN PAVCIS
ARENAM VIRTVTIS SVAE NACTVS
APVD SEREJS1SS. MAGNOS DVCES ÉTRVRIAE
FERDINAND VM I. COSMVM II. FERDINAND VM II.
A QVfBVS MÌSSVS A SECRÉTIS LEGATIONIBVS
IN GALLIAM AD MARIAM AB ETRVRIA REGINAM
IN AN0LIAM. AD REGfiM. EOMAM AD PAVLVM V.. GREGORIVM XVY
VRBANVM VHK
DE KEBVS VBIQVE MAXIMIS. AVSPICIS SEMPER SECVNDIS INDE FERDINANDVM II IN GERMANIAM AD CAESAREM PROFICISCENTEM COMlTATVS. POST LEGATVS AD VRBINI DVCEM FRANCISCVM MAR, TI. KVPTIARVM GRA1IA INTER IPSVM FERDINANDVM II. ATQJE VRBINI PRINCIPEM. VICTORIAM BVCIS NEPTEM. SPONSAM MOX. DESTINATAM. PVELLVLAM^ ADHVC . Ad TANTI ST1PITIS GEMMASI VNICAM . FIDEL CREDITAM- SVÀ*. * TRADVXfT FLORENTIAM: TANDEM PRIMVS A- SECRET/S POLITICIS BAIVLIVVS ARETINVS' SSNATOR FUHRi TOT TANTISQ^ MVNERlBi XL, 1AM1 ANNVM DEVOVENi- S-VO ETIAMNVM PRINCIPI IRREQVIETVS INSVDARET SI VEL 1NDIGTÀ RiLQVlfcS AETEttNA SINERET . VEL PLVRA- QVAM GSSSIT. GERERE AETAS VNA POSSET OBIIT W* IDVS SEBRVÀRÌI MDCXL. ANN. NAT. DVÙ . ©£ SEPXVÀGINXA». Si palTa pofcia all'Altare- imitola-to* dell*' Aflunta' >»
dove al muro vederi Maria con quattro Santi , ài\ mano di Ridolfo Grillandaio ) che la dipinfe allsu Famiglia Deti, che fabbrircV la Cappella. Di antichif- fimo Padronato de* Guicciardini è 1* Altare di S. Lu<. ca, inoggi detto di S. Luigi. E perchè di quefta Cap- pella molte cofe fono da dir fi,, (timo bene di qui ri- portare quanto fi legge nell* Archivio de* Sigg, Conti: Q m ce iardi n i, t rafraeffom i cortefeme nte :: „ Mefs.. Giovanni, uno de" tre Figliuoli ài Mefs.
5) Luigi Guicciardini feniore> nel fuo Té {lamento,,, ror }) gato da Ser Martino èk Roflfo di Martano» £©tt© di. „ 19. Aprile 1435. ordinò,-y che fv edificaflc,- e- fi dp* 3, tafle una Cappellai in S. Felicita ,, con obbligo di\ 3> fai vi celebrare, la, MeUa* ogni mattinai, e che iiCap^ |
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3^4 ,
„ pellano fi eleggere dalle Monache; e nclP Altare fi
,, dipingere la fio-ria ' di noftra Donna ; e quella è la ;, Cappella, che prima della nuova fabbrica della Chie- jj fa, cominciata nel 1736. era allato della Porta del „ fianco di detta Chiefa , qual Porta fu riferrata , ed ,, apertane una nuova a principio della Chiefa. a Di quefta Ordinazione fé ne legge ricordo nel Li-
9, faro della noftra Genealogia a e. 221. e a e. 85. fi „ dice , che vien fatta menzione di quefto Altare dal 5j Roflelli nel fuo Sepoltuario. d, Il Sig. Luigi del Sig. Gio: Gualberto di Luigi Gulc-
r„ ciardini, ed uno de' defeendenti di detto Mefs. Gio- „ vanni , attefa la Angolare devozione verfo S. Luigi 5> Re di Francia , fuo partieolar Protettore ed Avvo* „ cato, fottodì go. Aprile 1682. efpofe in quefta Cap* 3> pella alla pubblica adorazione una Tavola, o Qua* ,, dro , in cui è dipinta 1* Immagine di detto Santo „ in atto di banchettare più Poveri nel fuo Palazzo » Reale, di mano di Simone Pignoni , di altezza di „ brac. 7. e di larghezza di brac. 4. e due terzi: ,, con efpreifa protetta primieramente di rifervare_* ,, a fé , e ai fuoi Figliuoli , e defeendenti mafehi „ di mafehio per linea mafculina, legittimi, e naturali ,., in infinito ; e fucceffivamente non fopravvivendo a „ detto Sig. Luigi alcuno di detti fuoi Figliuoli, e de- ,, feendenti mafehi; o pure in qualfivoglia tempo man- „ cando, talmente che non reftafle fuperftite alcuno di ,3 detti fuoi Figliuoli , o defeendenti mafehi : per tut- ,, ti quelli; che foflero della Famiglia de' Guicciardini 3, di Firenze , Patroni di detta Cappella, il libero pie- „ no , ed aflbluto dominio di detto Quadro . Colla 3, condizione ancora , che la predetta Tavola, o Qua- 3, dro fo'fle fituato, e pofto all' Altare di quefta Gap- a, pella, e da quella non fi potefle mai in alcun tem- 33 pò, e fotto qualfivoglia titolo, o pretefto, ed anco 9} con la permiflìone de' Superiori , tanto Ecclefiaftici 1 „ che Secolari, rimuovere, o far rimuovere detto Qua- », dro fenza efptefta licenza 3 o confenfo di detto Sig. ì 4 . » L"i- |
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,, Luigi, o fuoi Figliuoli, e defcendenti ; k fuccefìlva-
,> mente di tutci quelli della Famiglia , a" quali tutti ,, però fofife lecito difporre di detto Quadro libera- 5, mente , e rimuoverlo dalla Cappella ad ogni loro 3, piacimento > ed appropriarfelo ; purché in luogo di „ elio ne furrogaflero una copia , da fari! di mano )5 di uno de* più eccellenti Pittori , che in quel tetri- ,, pò follerò nella Città di Firenze : come di tutto co- „ Ha per Inflrumento rogato Mefs. Antonino Corfini „ Notaio Fiorentino fot co dì 30. Luglio 1682* „ Il foraddetto Sig. Luigi pagò al Pignoni per Iìl.
„ fattura del fopraddetto Quadro fc, 400. e dopo li ,j diede di più 30. doppie a titolo di regalo . 55 Dopo \* efpofi2Ìone di quefta Tavola la Cappella
„ non fi dille più di San Luca , ma fu Tempre no- „ minata la Cappella di S. Luigi. D'onde avelie ori- „ gine la denominazione di Cappella di S. Luca non „ T ho per anco potuto ritrovare . ( Il Signor Manni crede, che nel 1354. da S. Andrea Golfini folle con- fecrata. ) „ Quando le Monache intraprefero nell* anno 1735*
„ la nuova Fabbrica della Chiefa , convennero di al- ,j cuni patti con i Sigg. Abate Luigi, e Conte Fran- ,, cefeo Guicciardini , efpreflì , e contenuti nelV Iitru- „ mento, rogato Ser Niccolò Maria Bizzarrini > fra i ,, quali ai Capitolo 3. fi legge quanto appreso. „ §. Che la Cappella di S. Luigi di Patronato della
„ Cafa Guicciardini, fi dovefle riedificare dalle Mona- „ che nello freiTò ordine, in cui fi ria va allora ,• dim©** „ dochè ella foiTe la feconda Cappella dopo le fcalerc ,, in Cornu Emangelii, con dover far riporre fulTAr- „ co di detta Cappella V Arme de'Guicciardini, con- „ forme vi era di prima; e con facoltà alle Monache 3, di potere a loro fpefe mutare il Quadro , quando „ non fi voleffero fervire dell* antico; con obbligo di „ redimirlo a i Sigg. Guicciardini, Patroni di elfo. ,j Appiè dell' Altare di queita Cappella vi era una
„ Sepoltura , attenente alla Famiglia de* Guicciardini,, * Tom, IX* Q^q „ in |
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fa*
„ in fine della quale vi cfifleva una piccola Arme di
« marmo, quale per effcrc confumata, appena fi diitin- j) gueva; ma Bella nuova Fabbrica quefta Sepoltura è ,, fiata levata dal fuo luogo , e collocata più verfo il »i mezzo della Chiefa alla volta delie (calere, fopra la 5, quale^vi è una lapida di marmo, ed in eflavi è in» }) cifa 1* Arme della Cafa Guicciardini, ed è quella di j, Num. 44* ,, Nell'anno 1723. li Sigg* Ab. Luigi, Gio: Guai-
,, berto » e Conte Francefco Guicciardini, concerterò t> facoltà al Sig. Iacopo Antonio Lucchefi, come Efe- 3, cutore Teftamentario del Sig. Andrea ài Francefco „ Buftigalli j di erigere fopra queda Cappella una per» }) petua Ufiziatura, fotto il titolo, ed invocazione di 5) S. Andrea Apoftolo; fenza pregiudizio alcuno però 5, delle ragioni , e azioni a i medeiìmi , e loro Ere- >, di, e fucceflbri competenti fopra detta Cappella, Col- », la dichiarazione per altro, che il Rettore $ro tempre 5, di detta Ufìziatura, o qualunque altro, non poifa mai „ acquiftare jus alcuno fopra detto Altare , o Cappe!* 5, la; ma folo pofla celebrare , o far celebrare i quo- «, tidiani Sacrifizj , come dal Documento, che fi ccn- ,, ferva nel Fafcetto de* recapiti 3 attenenti a quei'xa v Cappella, fi può rincontrare . , „ Neil* anno 1742. alcuni Sacerdoti, e Secolari, di*
~„ voti di S. Vincenzio Ferrerio , avendo richiedo li 3) fopraddetti Sigg. Ab. Luigi , e Conte Francefco Guic- ,, ciardini, come foli Patroni di querta Cappella ed ,, Alrare , a permetterli di collocare fopra il grado ,, dorato di e0b, il quadro di detto Santo, con Tac- )} compagnatura di più e diverfi candellieri, e vafì di ,, legno inargentati , ed altro , fopra detto grado , il „ tutto fpettante a i medeiìmi. Si compiacquero i Sigg. ,, Guicciardini di condefeendere al di loro divoto fen- ìt timento ; purché da detti Devoti non fi aequirtafTe 3, mai veruno jus , o ragione per qualsivoglia titolo, ,j o pretcfto fopra detto Altare, o Cappella; ma fo- ,, lo folle loro permeilo ufare della medeflma , con {,*,•. * » tutta
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X
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i, tutta T onorevolezza e decoro del Santo. I Sigg.
„ Guicciardini promeifero , che mai fi farebbero appro- „ priati i detti candellieri, vafi , ed altro ce. come j, cofta da un privato Chirografo > foferitto dal Prete j, Gafpero Zocchi in quel tempo Curato , e Sagrefta- „ no di S. Felicita » a nome di tutti i Benefattori, a fotto dì primo Aprile 1742. ,, Una Concezione a frefeo era alla Cappella , creduta
de* Serrnanni, che fu fatta fabbricare e dipingere dal Prete Antonio Chiocci Curato di S. Felicita: come ap* pare dal Memoriale e. 82. L'Arcangelo Raffaello ha nobile Cappella» ed in onore della Santiffima Trinità Brunoro di Ruberto Rodi vi dedicò 1* Altare nel 1540. La Tavola era fui legno, ed il Padronato fi afpetcava allo Spedale degl' Innocenti , chiamato in mancanza del fuddetto Brunoro nel fuo Teftamento , che rogò Ser Michele di Ser Guafparri 22. d* Ottobre 1543. Di Bernardino Poccetti fono tutte le ligure alla Cappella de' Canigiani , fatta murare nel 1355. da Taddeo di Vanni de* Canigiani : come fi legge ne* rogiti ne' 17., Maggio , del famofo Ser Lorenzo di Ser Tano da Lu* tiano. Fu quefta dipoi restaurata circa Tanno ijop. da Giovanni d* Antonio della medefima Famiglia • Ed allora dovette forfè perderfi e Sepolcro, e Infcrizionc del pio Fondatore, che così diceva.' SEP. TADEI VANIS ; » f . . . DE CANIGIANIS . QVl
OlIIT DIE 11J. MINSIS IANVARII MCCCLXXIII. CVIV3
ANIMA RIQVIESCAT IN PACE . AMEtf .
AH* Altare dipinfe il Poccetti 1» AfTunta con gli Apo*
ftoli, e nella parete allato il Miracolo della Madon* na della Neve s e colorì anche la Cupola. E notili , come in quella Cappella feguirono innovazioni ; mcn- trcchè volle il Granduca Ferdinando I. farvi fopra di eflfa nel 15 8$. un Coro per fé} e per la fua Corte, come diremo poi. Alla Cappella de* Machiavelli , lóro do- nata dalle Monache nel 1438. AlelTandro di Filippo Qj3 2 Ma*
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Machiavelli fece molte rinnovazioni > e dà i fiioi de*
fcendenti fu fatta dipignere per mano di Ridolfo Gril- landolo la deposizione di Crifìo dalla Croce a frefco , Altra Cappella hanno i Canigiani fin dall' anno 1348» ( il Signor Manni dice 1354. ) dedicata all' Apertolo S. Bartolommeo , ed a"'"S- Ba/ìiano ; e prefentementc» vi è una Tavola molto bella, opera di Fabbrizio Bo» fchi. E col titolo del medefimo Santo avevano i Pitti una Cappella » ove vi collocarono in antico una Tavola de* Santi Re Magi, pollavi da Neri di Francefco Pitti, VI. In Monaftero è (tata' trasferita dalla Cappella antichi/lima de* Mannelli una S. Maria Maddalena di rilievo di terra cotta ». grande» quanto al naturale» fat- ta da Simone di Niccolò di Detto Bardi, Scultore» fra- tello di Donatello» eoe mirabile arte e finezza, d'in- tendere le parti della Notomia ; e (Tendo in effa. ritro- vato ogni mufcolo , con maraviglia di qualunque in- telligente , che la vedeva . In que(ìa Cappella , che il Sig. Manni crede fondata intorno al 1400. v' erano due Sepolcri , colle feguenti Infcrizioni; SEP. FRANCISCI JACOBI DE MANNELLIS. ET SVORVM .
SEP. LEONARDI NICOLAI DE MANNELLI . ET SVORVM
DESCEND. AN. MCCCCLXXVÌI.
Il Cinelli la crede fondata àa Mefs. Francefco d'Ama-
retto , celebre ricopiatore del Laurenziano Decamerone nel 1384. Som il Coro delle Monache vi fu una Cap- pella con Arme de' Guidetti ; e benché abbia T Altare con la pietra facrata » non vi è memoria efTerfi cele- brata mai la Metta ." De' Pitti è altra Cappella del Crocifitto , cosi detta dal un fimulacro di Criito irL. Croce» lavorato dal fuddettoiSimone , fratello di Do- natello , che io fece a Marco del Nero ; e rnel muro era dipinta la Città di Gerufalemme u E qui ci per- metterà il Lettore , che in grazia della brevità s per ora fi faccia punto al novero delle Cappelle , per ri- pigliare il filo nella feguente Lezione . |
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3*9
XXVIII.
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L E Z I O N E
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DELLA CHIESA E MOKA STERO
DI SANTA FELICITA V.
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I- BW4L$ssm><L&i>ll L motivo dell* interrotto filo nel nu-
merare le Cappelle di S. Felicita y fi. fu j che fi doveva discorrere ap- punto della Cappella di S. Felicita ,,. che nel regiftro delle Monache ehi cefi fatta nel 1405. dal Priore An* tooio d'Andrea , Canonico Aretino, colle pareti dipinte a frefeo, rapprefentanti il marti. rio de* Santi Maccabei, fcanceliato nel 1595. rimafavl la fola Tavola antica co1 fette Figli fuoi : e credei! fatta a fpefe di Tanai de'Nerli; giacché nel fuo Te- rnamente, rogato da Ser Giuliano di Lorenzo da Ripa t$* Aprile 1480. dice „ Avere edificato alle Monache „ una Cappella di S. Felicita ; volendo il Padronato ,, preflb alla fua Famiglia. „ E qui fa d'uopo con- fettare un errore , che , o s* aferiva a i tempi ; o ali* imperizia del volgo ;. o ad altre cagioni, egli è ornai invalfo a confóndere non poco la iforia di quella il- lufhe Chiefa, e Monaitero . Errore grande egli fi è, l'aver confufo,ed il tute'ora confondere, la fioria de* Maccabei, registrata al Gap. VII.del Lib, II., e la ge-f nerofnà di una Madre, eternante fette fuoi figli per le, patrie leggi a morire fotto il barbaro Antioco: coru una ftona del Novo Teftamento , di una S. Matròna Cxiftiana, la quale fotto Marco Aurelio Imperadore h$ì fra in, Roma con fette fuoi figli il martino : come ne parla il Tillemont al Tom. lì. pag. 352. Si vede, che nel XI. fecolp un ul abbaglio non, correva per rap- |
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por-
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già
porto alla no/Ira Chzéfa. Poiché ci afllcura il Sig. Cari*
Giulianelli, eflfervi al Plut. &VI. delia Libreria Lauren- ziana il Codice i<5. che è un Sagramentario del feco- lo X. o XI. falfamente afcritto nel titolo citeriore al Yen, Beda , in cui fi leggono le tre Orazioni della Metta , da cclebrarfi KaL Augufli in onore di S. Feli- cita j e niuna commemorazione vi fi fa de* SS. Mac- cabei . Quello Codice itì forma di 4. in cartapecora} fembra elfere appartenuto intorno al XIII. fecolo alla Chiefa di S. Felicita di Firenze; poiché nel Calendario premetto, e in altri luoghi > vi fono ricordi margina- li , prefi in detto tempo. Nella prima pagina poi v* è mccccf. $er Giunta filio Ben ucci . chonfecratio Altari* Ite. Marie. Or egli è da faperfi , che appunto il Signor Manni comincia la ferie de* Priori di S. Felicita da un certo Mefs. Giunta nel 1*93. Nelle carte tutte di quefìo Monaftero, che cominciano dal fecolo XI. s* e- nunzia fempre la Fefta di S. Felicita, e non mai quel- la de i Maccabei . Ed in fatti in una cartapecora del 1070. nel dì 1. d* Agofto s'enunzia folo la Ferra di S. Felicita. Ma nel Laurenziano Calendario fi pone a* io. ài Luglio così, e vi fi efprimono i nomi de* mar- tirizati figli , che nulla hanno, che fare co* nomi de* Maccabei : vi. la*, lutti Nat* vii* FF. S> Felicitati* » Fra. qs. omps. Ds. ut qui glorio fot martyres Fé li'cem,
Fhilifptm. Vitahm. Alex&ndrum, Martialem* Silmanum* & lanuarium fortes é'c. in fua confezione cogno<vimus é'c* V Orazione poi per S. Felicita è :
Sce martyris tue Felicìtatis Dne faffili e ationihus tri.
lue nos federi . ut cuius mirabilem jollenitatem cele» Irfimus obfcfuio . cius intercejjìonibus commendemur $f meriti s . Il rintracciare poi 1' origine di un tal moitruofo ana*
cronifmo, lo credo per me difficile. Il Sig. Cae. Giu- lianelli penfa, e fiere egli nato dai vecchi Fiorentini, de i quali fino al Brocchi fempre alcuni vi furono y che
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S*1
che facendo S. Leone Fiorentina* credettero, che egli
recitale, ne! ritorno che fece di Lombardia, 1* Ome- lia fopra i SS. Maccabei ( che è il Sermone 82. neli* Edizione di Lione del 1700. fatta dell* Opere di que- fio S. Padre ) appunto nella Chiefa di S. Felicita in Fi- renze . Quando nella Diflert. I. de Vita & rebus gè flit S. Leoms fi fa vedere , che il detto Sermone fu fatto in Roma intorno al 440* ove fi loda da S. Leone, Si- fio III. fuo predeceflfore, ed ivi racconta ai Romani i difcorfì, che loro aveva fatti il Papa Sifto. In detta Omelia tutto combina a quello fcopo , e parve ella.» fatta nell* occafione di dedicare una Chiefa a Ì Santi Maccabei di Roma, edificata da Sifto. Mai vi fi no- mina S. Felicita; e quando vi fi nominaife , dubbiofa farebbe fempre 1* afferzione di chi pretendere, come il Brocchi, di foftenere , che fofle S, Felicita di Firen- ze: mentre nella fola Tofcana vi fono da io. Chìefe, dedicate a S. Felicita. Perciò nel 147^, Neri di Bicci dipinfe a Franco Nerli per tal Cappella S. Felicita > con i fette Figli. IL De i Barbadori era la Cappella, prefentemen-
te intitolata della Pietà * ma in antico da Bartolommeo Barbadori confacrata alla Nunziata , della quale fi fa menzione nel Vafari ; avendovi il Brunellefco fatta la Cupola fenza armadure , per dare un efempio , che-» farebbe egli anco la Cupola di Santa Maria del Fio- re . Ed il medefimo vi fece la Pila dell' Acqua Santa. IStel 1487. fu ceduta a* Paganelli, che la venderono a Lodovico Capponi per fa 200. pagati a Bernardo Pa- ganelli . Il detto Lodovico la dotò, e chiamonne al Padronato in perpetuo il più antico di fua defeenden- za J e mancando la linea , foftitui la BadefTa , colJ*u condizione, che fé fra 15. giorni non nomina il Cap- pellano j per quella volta fi nomini dall'Arte della La- na . Dipinta da Iacopo da Pontormo vedefi la depofi- zicne di Croce con molte figure, la qual pittura, lavata da un imperito artefice, perde le tinte migliori, lì me- defimo Pontormo quivi dipinfe la Cupola > eccetto uno de*
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3*2
de' quattro Evangelici, che è del Bronzino fuo difce* polo- Nella facciata vi è un ritratto di 3. Carlo; forni- gliantiflimo, mandato di Roma da Orazio Capponi, Ve- fcovo di Carpentraffo , e fotto di effe evvi una Caf- fettina di ferro ben ferrata , entrovi Reliquie ài detto Santo ,■ e di altri Sancì . Il detto Ritratto è abbellito con ornamenti affai preziofi, fotto del quale fono due Ifcrizioni in marmo nero , ed una fotto 1* Altare , le quali dicono così . Nel Chiufino : \ I: '
LVDOVICVS DE CAPPONIBVS ADHVC IN HVMANIS
AGEN5 ET FVTVRAE MORT1S HAVD IMMEMOR SIBI
POSTERISQVjE POSVIT.
II.
D. O. M.
LVDOVICVS CAPPONIVS.VIR PIETATE. ANIMIQ. MAGNITUDINE
1NSIGNIS. LICET GENTILE SACELLVM. SEPVLCRVMQVE IN
ECCLESIA S. SPIRITVS HABERET . HOC TAMEN IN SVA
PAROCHIALI. SVB TITVLO PIETATIS . DOTI AD SACRVM
QVOTIDIANVM ADDICTA. SIBI. POSTERISC^ CONSTITVIT
HORATIVS. ALOYSIVS. ET AMERICVS. CINI Filli. EIVSD.
LVDOVICI NEPOTES . HOC ALTARE ALIIS BENEFICIIS
AVXERVNT . ALOYSIVS QVIDEM S. IACOBI EQVES SVB
ANNVNCIATAE VIRGINIS TITVLO DOTE ATTRIBVTA . TT
SACRVM SEX DIEBVS IN HEBDOMADAM IBID. CELEBRETVR
AMERICVS VERO IN HONOREM DEIPARAE IN COELVM
ASSVMPTAE FVNDAVIT. ET VT SACRVM QVOTIDIE IBID.
FIAT. VBERIVS DOTAVIT. HVIVS OSSA HIC IACENT EX
VRBE TRANSLATA . VBI POST ADMINISTRATIONEM ARCIS
S. ANGELI PER OCTO, ET VIGINTI ANNOS SVMMA CVM
LAVDE CVSTODIAM A TRIBVS SS. PONTIFICIBVS EXIMIAI
IPSIVS FIDEI AC FORTITVDINI SPONTE CREDITAM MAGNO
AVLAE POP'VLIQi MOERORE ANNO AETAT, SVAE LXIII.
DECESSIT.
HORA-
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H0RAT1VS AVTEM CVM IN REGENDA PICENI PROVINCIA DETINERETVR j
AC NE INSIGNEM CARPENTORACTI EPiSCQPAT. CVI XVI. PRAEFVERAT ANNIS . DESTITVTVM RELINQVERET . DIGNISSIMVM SVCCESSOREM"f SIBI SVBROGASSET . QVARTVM ADDIDIT BENEFICIVM AD S. CAROLI GLORIAM . CVIVS IMAG1NEM QVAM SIMILLIMAM . ET EIVSDEM •ALIORVMQ^ SANCTORVM RELIQVlAS HIC VENERANDA» LOCAVIT:, AC NE ILLARVM ORNAMENTA -AB HAC BRVNELLESCHl STRVCTVRÀ, PONTORMIQVE PlCTVRA . ALIISVE . ClVAE HJC SVNT EGREGIA SVPERARENTVR . OPVS MVLTIPLrCI GEMMARVM LECTISSIMORVMQ.YB MARMORVM VARIETATE COMPACTVM ADIECIT . DOTEM EMPTIS AEDIBVS. ATTRIBVIT . ANNIVERSARIVM SOLEMNIVS ETlAM . SE VIVENTE. CELEBRANDVM INSTITVIT. QVATVOR VIRGINES NVBILES AC EGENTES IBIDEM DOTARI VOLVIT, CENSV PERPETVO CONSTITVTO EARVM VNAM EX HAC PAROECIA MONIALIBVS HVIVS COENOBII IVS ELIGENDI CONCESSIT. RELIQVAS EIVS CONSAKGVINEIS . VT HAEC ALIAQVE VBERIVS EADEM TABELLA CONTINET . MDCXX. ■<■*,■
L'ultimo poi Altare, o Cappella, che trovafi nell' ■an*
tico registro del Monastero , è quella della Sagreftia j fin dall'anno 1392. fabbricata dagli Eredi di Angiolo da Uzzano ; benché fé ne trovi memoria nel 137<5. forfè come di cofa da farfi. Ella fu pofci'a rifatta , ed abbellita nel 1470. dal- Cavaiier Giovanni Canfgiani . Vi fi vede una Tavola di antica maniera; ed entrovi Crifto deporlo di Croce , Con più Santi : appiè della quale^ leggefì : Domina Catharina quond. uxqt Vetri Antonii de Tittis fecit fieri f , 111. Altri molti Altari v* erario ne* fecoli pafTsti in
S. Felicita. Che fé in oggi mancano alcuni, attiibuifcatì la colpa non alle Monache,- ma alla necefììtà in cui tro- volli 1' Architetto dell* ultima fplendida innovazione del 1736. Il cui difegno richiedendo ie Cappelle laterali alquanto sfondate, fu d'uopo dì inombrare, non folo la navata, tagliando Altari, e Altarini ; ma eziandio i nobili marmi, e depofìti, che vedevano collocati alle pareti. Per quello, che appartiene ai deporrti, e all' Infezio- ni , commendabile al fommo il penMero il fu quello <T adornare co' primi il Portico anteriore delia Chie- TomlX. R r fa,
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fa > colle feconde 1' atrio del Parlatorio delle Mona-
che . Il celebre Propoito Gori non dubita d' aflerirc* nel Tom. III. dell* Infcr. della Tofcana pag. 343. che fuo fu un tal penfìero ; e che ad infinuazione fua furono le lapidi in orrevole luogo della Chiefa collocare. Nel che lo ingannò la memoria 5 e la vifta. Quanto defì* derabile farebbe » che tal coftumanza di confervare » non folo le lapidi fepolcrali; ma il refpettivo fepoltua- rio ; la imitatfero tante Chiefe, e Monafteri della no* ftra Città ! Mentre così non perirebbero tanti aiuti per la Storia patria , e genealogica . Ciò ila detto per lo- dare le noflre Monache di S. Felicita, che anco a que- lla diligenza non hanno mancato di confervare in un Codice , la memoria di tutte le lapidi fepolcrali , nel loro Cartofilacio. Ha avuto quelli ancora il merito di cflfer defcritto dal Sig. Manni , ove compilò la ftoria nel 1750. della Chiefa ; e dall' elegante penna del prelo- dato Gori ì nel citato III. Tomo delle Tofcane Inflizio- ni. Noi veramente} fé non aveffimo temuto di pro- lungare colla moltiplicità dei fogli, volevamo qui ri- portare) non folamente le XXII. Infcrizioni, che efi- flono nell'atrio del Parlatorio , trafcritte dal Sig. Man- ni nella fua Storia MS. e ftampate dai Sigg. Foggini e Gori ; ma ancor quelle brevi de* fecoli più baffi, che rimangono fotto ai refpettivi ftemmi dell'antiche Fami- glie , che ha tralasciate jì Sig. Manni • Ma pur* è conve- nuto aftenerfi da ciò, e contenrarfi di riportarne quivi al- meno due Criftiane, inedite, comunicate dal medcfimo Sig. Manni al chiarifs. Sig. Lami, e da quefti al Sig. Can. Giulianelli, per ornamento delle Lezioni di quefta Chie- fa; giacché da quella furono ancor elle difTotterrate : HIC REQVI
ESCIT IN PA , CE CVREDlA IVNLA H. P. OVE ( fOffe HERES fATRIS )
VIXtT ANNV8
Vlllt. ET DIES V .,. .
DEPOSITA SVB D .. . ,»i:
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B. M. ~
i- DECIANVS SERBVS . -
( forfè d ) ei qji vixit anvs
e V, ET DEPOSITVS
( forfè es ) t vi. idvs septem
( forfè BR ) ES HIC REQVIES ....
IV. Colle Intenzioni , che due altre pur gentile-
ferie fono fiate qui ritrovate , meritano d' eflfere ram- mentati anco i Manofcritti, che predo quefte Religio- fe > rare eftimatrici di tai tefori , fi fono confervati ; Hanno effe dunque Bibbie 2. Taffìonarj 2. Orniliarj 3, Salteri 1. Rationale Bimnorum Officiorum, che ha l'epi- grafe del 1364. Martyrologium Bedae , che ora è nella Laurenziana . Miftica Teologia dell* Amor Disvino ec. che ora è nella Magliabeehiana , di cui un faggio ne ri- portammo fopra a pag. 293. Ma perchè eiiendo quei uno fquarcio fiaccato da tutto il filo del racconto % fparge non poca ofeurità : noi diciamo in breve, che la grazia dal Santo Arcangiolo Raffaello fu fatta nel 1424. a Iacopo di Giovanni, Priore di S. Felicita, im- brogliato nell'azienda della Pontificia impofizione , e innocentemente perfeguitato da Giovanni Vitellefchi da Gorneto . Si poflbno fu tal propofito , da chi volelTe meglio inftruirfi fopra di un tal fatto, che mefife tutta in tumulto la Città noftra, leggere Scipione Ammira- to fotto 1* anno 1440. e il Tom. V. de' Sigilli del Sig. Manni. A noi batterà il riferire ancor quella onorifi- cenza, che godeva il Monafiero di S. Felicita: d' ef- fere cioè il luogo di depofito per il denaro della Chic* fa Romana, che dai Collettori di efla fi efigeva . Per- ciò nel Ruotolo V. del Monafiero in una Carta del 1297. fi legge: De pecunia cippi Ecclejìs S. $ elicitati s quos denarios D, Abbatijfa recepit in depojìtum prò Ro- \
mana Ecclejta* Altro pregevole MS. fi devono reputare
le Coftituzioni del 1328. di quefte Religìofe . Ci pia* ce dar qui 1* Archotelia di tal Codice , Principia ; An<* no a Nat invitate mille fimo tre cent ejìm$ mgejìmo oBa%o ja * 2 ss. f.
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SS. P. & D. M. Bni. lohannis divina promdentia VP*
XXIL Anno XIL Vifitatores Apoflolici Bernardus Conti Archi di aconus , & Guìllelmus Dolcini Ord, Fratr. Prédic. eìnsdem Ord. Procurator Generali* , Sedis Apoftolice Nun- €Ìi , Vifitatores , CorreBores , & Riformatore? Monafle* riorum omnium exemptorum y & non exemptorum , tam Ciftercenjium , quam quorumcnmque Ordinum non mendi- canti um , per lanuen. Pifarum y é?* Tu fri e proavi nei as con- JìHsntìum a SS. P. & D, N. Papa predi fio fpecialiter deputati . In fio. LeBs 5 & pubblicate fuemtnt diBe Con- Jlitutiones , Re format ione s , et Ordinationes Floren. in Capi tu lo predi Bi Monaflerii S. Felicitati! die 18. men- fis M'adii } prefentibus Religiofis Viris D. Lapo Monacho Monafterii B. Marie de Fior. doBor. decretar, pr. Pau- lo de Belengis Ord. Predica D>« Iacobo plebano plebi s S. Viti de Soffinbano Fior. Diecef. presbyt. Rainerio ; diBi Monajl. Cape II ano, tefiibus ad hec <vocatis & rogati?. Et ego Vgo Fabri clericus Caturcen. diecoef. puh. auBoritate Apoftolica j & Imperiali Notarius, et index Ord. predi' Bis omnibus interfui . Ne viene ara il Codice del Prio- re Affettati , da noi tante volte citato nelle preferiti Lezioni. Fu quefti un uomo diligente, verìdico» e be. nemerito affai di quello Monaftero . A prò di quefto , compofe egli queito Codice , che volle intitolare Me- moriale. Sui principio di effb così s* efprime , e da_* ciò fi ritrae 1? economia, e I* idea del Libro ; ond* è, che noi riportiamo il principio tale, quale, è; j, Quefto Libro, da chiamarli Memoriale) è del Ve-
„ nerabile Monaftero , e delle Monache di S. Felicita 5^ di Firenze, dell' Ordine di S. Benedetto dell'Abito 3, nero; nel quale io Santi dell'Affettato da Monte Ca* >n tini di Val di Cecina, già per anni venti Priore w della Chiefa , e Governatore del prefato Monaltero», y> farò una breve memoria degli antichi privilegi, e fcrit,- t^j ture, quaji fono , e fi confervano appreflo detto n Mopache , fcritte in cartapecora , e mette per ordine to da me , e pofte in un Tacchetto con polizza appici- *i caca fiacri > che dice; Scritture degne d' effer iwfw<* ,\ d :,. - .. }) watt |
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» mate fey la loro antichità; e così con feg nate alla_»
„ Madre AbbadefTa „Fafò anche una nota degli obbli- „ gbi delle Cappelle di «oftra :Chiefa, e di tutti i le-i ,, gati perpetui» che di prefeme vegliano, a noi atte- „ nenti . Dando principio a crtierV Opera , in quefta „ fera della Solennità di tutti i Santi, 1* anno del Si- „ gnore 161%. e dell* età mia ó"g. quarantotto de* qua- gli ho confumati nel fervizio di quefto veneranda ,, lUOgO . ; v
.'■a Laude , e gloria fé m pi terna £a al Grande Iddio ,i
„ ed alla Gloriofa Madre Maria fempre Vergine, al ,, Beato Raffaello Archangelo, Avvocato dei Monafte- „ ro nofìro , a S. Gio: Batifta Protettore della noftra ,, Città di Firenze, ai Santi Apoftoli Pietro, e Pao- j, lo, all' Archimandrita noftro S. Benedetto, e a San- „ ta Felicita , Madre de i fette Fratelli Maccabei mar- ,, tiri dell'antico Testamento, noftri defenfori, et a 3, tutti i Santi, e Sante della Corte Celefte. Amen. „ A quefto Memoriale, fi deve unire anco altro Codice MS. intitolato: „ Moria deli*àntichifllma Chiefa , e-» „ Monaftero di S. Felicita di Firenze , fcritta da Do- ,, menico Maria Manni, Accademico Fiorentino, e Let- „ tore di Lingua Tofcana nel Seminario Arcivefcovile, „ e dal medefimo dedicata alle MM. RR. Madri , la „ M. AbbadefTa, e Monache di elfo Monaftero. „ Ed in fine rammenteremo, come fi conferva ancóra in Sagre- stia un antìchiffimo Paliotto , ricamato forfè da qual- che Monaca ( eifendovene ftate fempre in quefto Con- vento non poche valenti, e celebri in fimiglievoli ma* rifatture . ) i\ difegno del predetto Paliotto è credu- to di Giotto. Egli è ftimabile e per la fua antichità , e per la tnaeftria , colla quale è condotto, e per le molte perle , colle quali è arricchito , fecondo il coftume di quel fecolo , d' ornare i facri Arredi di gioie, pietre preziofe, e perle; come hanno molto eru- ditamente dimoftrato i Signori Canonici Garampi , e Giulianelli . Il primo, nella fua illuftrazione fopra un Sigillo della Garfagnana. Il fecondo, nelle fue Memo- rie |
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rie fopra gli Intagliatori, ftampate in Livorno nel 17$3»
Si vuole anco qui per memoria notare, come nel 17367 fu dato di bianco a due figure, una di S. Felicita, e 1* altra di S. Benedetto , che erano a i lati dell' arco grande dell' Aitar maggiore, dipinte da Cofimo UH- velli : e come nel 10*19. fu quivi tenuto il Capitolo Generale de' Cavalieri di S. Stefano , per ordine del Gran Maeftro e Duca Cofimo II. abitualmente infermo. Dalle fin qui dette cofe fi deduce, fé un così per tan- ti titoli ragguardevole Monafìero meritava una corri» fpondente Chiefa, quale deferiveremo brevemente nel- la futura Lezione. |
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DILLA CHIESA HVOVA
DI SANTA FELICITA VI.
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E, quando dopo il 1300. fotto il go«
verno di Donna Goftanza de' Rolli * fi rifece la Chiefa , devefi , al pare- re dei Sig. Manni, chiamare il quar- to rifacimento : contandofene dopo quelli un altro, nel fecolo parlato fuc* ceduto , potremo il prcfente , compi* tofi nel 1736. appellarlo ficuramente il fefto vaghiffimo rinnovellamento • Fu egli cominciato da quefte pie, e generofe Religiofe, e profeguito fen-za riferva di fpefej anzi con reale magnificenza. Che però » a giudizio de* gli intendenti, la prefente Chiefa di S. Felicita è una delle belle, che adornano la Città noftra. Anzi tanto più bella e (limabile ella fi è j perchè il favio Archi- tetto , che ne fu il celebre Ferdinando Ruggieri Fio- rentino , teppe nella fua fabbrica unire al vecchio il nuovo, con tal lode ; che piuttofto da quefta unione rie rifulta maggior vaghezza alla Chiefa . Della Chiefa nuova adunque la Navata è una fola , avente tre Cap- pelle uniformi per banda, che rientrano nei muro br. 3. e mezzo, ciafcuna finifce in vaghiffimo arco a porzione di circolo , fopra del quale ricorrono per tutta la^ Chiefa i foliti membri di Architettura, architrave, fre- gio , e cornicione ; e corrifpondono all' altezza della volta le fìneftre affai grandi, e di fini conci adorne - Alle tre Cappelle de?Ja Navata feguono d' ambe le> parti pilaftri raddoppiarla che in alto reggono a man- ritta il Coro delle Suore ; chiufo da grata indorata ; ed
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ed a niana " manca T Organo % fottaj del ijuale apre!
uno sfondo, dove vi ravviferemo una Cappella. Sul fine della detta nave» per tre fcalini, entrati* nella Cro- ciera , incontrando»* nella facciata ì* Aitar maggiore , in queir intiera forma » colla quale fu fatto fare nel 1610. da* Guicciardini. Neil* Area, o ila Presbiterio , vi fono quattro diftinti Sepolcri , con quefte brevi In- fcrizioni , cominciando/] dalla parte della Piftola, al- la parte del Vangelo, con queflo ordine: PRO MOMALIBVS WINISTRANTIBVS
PRO MONIALIBVS CHORALIBVS PRO SACERDOT1BVS ECCLE3IAE PRO C1ERICIS ECCLESIAE E da' lati fonovi tre Cappelle per parte ; vale a dire,
due nella fteiTa linea dell* Aitar grande , e altra nella tettata verfo la ftrada, mancando l'Altare nella faccia- ta verfo il Convento, per dar luogo alla porta della Sagreftia . II. E cosi delineata la pianta del moderno dife-
gno , mi farò dall'ofTervare i pregj di ciafeuna Cap- pella; e foffrirà in pace il Lettore qualche repetizione, a cagione appunto di quefte Cappelle, che due volte fono fiate fatte, trasferite, e riabbellite. E venendo a man deftra , intatte rimafe fono le due Cappelle alla Porta; mentrechè ai Padroni, che fono i Capponi, ed i Canigiani, non piacque, che fi toccalfero le ràfe pit- ture, e le memorie de* loro Antenati. Né i Principi avrebbero acconfentito , che fi mutaile il loro nobile Coro, che pofa fu dette Cappelle. Ed in primo luogo incontriamo l'Altare di'S. Felicita. , padronato de'Ner- li , già defcritto di fopra alla pag. 309. Segue Isu Cappella di S.Gregorio Papa, fondata già 1* anno 1474. da un certo Ser Matteo da Bologna : ceduta pofcia_. dalle Monache nel 14.38;. ad AleiTandro di Filippo Ma- chiavelli , ed ora pallata ne' Sigg. Rangoni, lafciati e- redi da Monfignor Machiavelli. Il Quadro è opera di |
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3 21 :
Ferdinando Vellani da Modona , che* vi dipinfe la flo-
ria del Santo Pontefice, quando ad un eftero Amba- fciadore", defiderofo di aver Reliquie de i Santi, do- na una pezzuola piena di Terra di Roma , e ne fa ufcire fangue de* Martiri. Appiè di quello Altare V era quefta Infcrizione : SEP. PH1LIPPI LAVRENTII DI MALCLAVELLIS . ET SVOR.
La terza Cappella è della Famiglia del Nero ; e ben-
ché 1' Altare non Ila adorno ài marmi , ha però quel Crocifitto di legno alto al naturale, lavoro lodatiffimo di Andrea da Fiefole . Aveva -la Tua Inscrizione: SEP. FRANCISCI DEL NERO . ET BERNARDI
SIMONIS DEL NERO* Addirimpefto a quefta Cappella trovali quella di S. Luigi
Re di Francia , il quale fi vede in atto di fervire i Po^ veri a menfa , dipinto da Simone Pignoni a i Guic- ciardini , Padroni della Cappella , come fopra fi ditte. In quefta Tavola fi vede effigiato al naturale Gio; Gual- berto Guicciardini, ultimo del fuo ramo. Luca Giorda- no, fi racconta ,.che facefle gran ftima ài quefto Qua- dro . Allato alla detta Cappella merita confideraziorie r Altare , o fia il rifugio delle Monache; voglio dire, il quadro del Santo Arcangelo Raffaello , Protettore, del Monaftero, in cui onore viepiù dalle Suore fi a- dorna la Cappella: avendovi il Signor Ignazio Oxford a fpefe dei Convento, effigiato il Santo Arcangelo in vaga Tavola , dove vedefi il fapere di così eccellente pennello. La Porta laterale è metta in mezzo da due Cappelle de* Canigiani , di fopra deferiste. III. Prima però, che efeiamo dalla Navata', rima-
ne da dirfi alcunché di altra Cappella fuori d' ordi- ne, più sfondata, e più batta delle fopraddette , che viene fotto dell* Organo. Quefta è dedicata alla Beata Berta. La pittura è di Vincenzio Dandini, con alhu Tom. IX. S § pa-
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parete un ficco tJepofito dell* Auditore Mefs. Iacopo:
Conti, cui è fottopoita quefta bella Inflizione : IACOBVS CAROLI F. DE COMITIBVS . PATRlCIVS ASCVLANVS
HEIC SITVS EST- CIVILIS PRVDENTIAE 1NTERPRES CELE- BERRIMVS. PRIMVM SENENSIS . MOX FLORENTINAE ROTAE DECVS. ET GiORIAM AVXIT. AVSPICE COSMO III. MAGNO ETRVR. DVCE. SVPPLICVM UBELLORVM . ET 1NTIMORVM EIVS CONSILIORVM . REGHQVE CVBICVU CCGN1TIONVM PlUMAM CVRAM SVSCEP1T . SVMMA FIDE. ET INTEGRIATE GESSIT. H1S. ALIISQ. PRAECLARIS MVNER1BVS EGREGIE FVNCTVS . AB IOANNE GASTONE I, ET FRANCISCO III* IOTHARINGICO MAGNIS ETRVRIAE DVCIBVS FROBATVS 1AVDATVSC1. OB SINGVLAR1A PROBITATIS . DOCTRINAE IVSTITIÀE. AEQVITAT1S.HVMANITATISQ.. MERITA-OMNIVM ETRVRIAE POPVLORVM.OB EDITA RESPONSA . ET ORAGVLA DOCTORVM HOM1NVM LAVDES.OB EXIMIAM LIEERALITATEM PAVPERVM LACRVMAS PROMERITVS . DECESSIT X. KALEND. DECEMBR. AN. C1D . DCC . XXXVllI. AETATIS SVAE LXIX. TESTAMENTI CVRATORES. REDACTO IN PIA LEGATA EIVS PATRIMONIO. PERENNE MONVMENTVM . In quella {Iella Cappellai molto al preferite frequenta-
ta y per efTervi fiata porta T Immagine miracolofa àcl* la Vergine del Buon Coniglio } alla parte in cornu E- fiflolae fi rinnovella la memoria della Famiglia Gui- detti, con queita Epigrafe: b o ;:.' ., -, t ®t O. M. ■ " • _..-« ->;j
GVIDETTA FAMILIA.POSTQ.VAM D. IACOBO APOST, PRIMVM
DEMVM B. BERTAE VlRG. SACELLVM HOC GENT1LIT1AE PIETATIS ANATHEMA. A FVNDAMENTIS EREXERAT.VRNAM ADDIDIT FAMILIARIVM CAPITVM EXCEPTVRAM C1NERES QVI SVPREMAM HEIC PRAESTOLARENTVR APOTHEOS1N EAM VETVSTATE PENE DELETAM . BERNARDVS . ET | GVIDETTVS. DOMINICI FILII. RESTITVERE A. S. MDCXCV. ffi ■' Tri
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In tornu E<vdngelii poi il legge queia non affatto inele-
gante Infcrizione : SILVIVS COMES ALBERGATI BONONIENSÌS . HIERONYMt
CAPACELLI ALBERGATI, MARCHIONIS . SENATORIS FU. NOBILITATEM GENERIS. QVAM EXIMIAM PARENTES CON- TVLERANT , NOBILJORI VIRTVTVM OMNIVM INCREMENTO AVXIT, APOLESCENS ADHVC EIVS IN AGENDO SPECIMEN' DEplT . QVAE NICOLAVM CARDINALEM LVDOVISlVM ALBERGATI .SIBI CONSANGVlNITATE IVNCTVM . ARCTIORIfi AMORIS VINCVLO ADSTRINXIT . HVlVS CONSILIO ET OPERA 1NAVLAM MAGNORVM ETRVRIAE DVCVM ADSC1TVS. INTER HONORARIOS EPHAEBOS VIGTORIAE MAGNAE DVCIS , PRIN- CIPEM ASSECVTVS EST LOCVM, VlRlLEM IN ADOLESCENTE DEXTER1TATEM MIRATVS PERDINADVS li, PRIMVM SECRETIORIS CVBICVL1 CVSTODEM CREAVIT . COSMO 111. IN PAVCIS CARVS. HONESTISSIM1S ARCHITRJCLINI PRIMVM DEIN PINCERNAE MVNERIBVS EST AVCTVS . QVIBVS PRAECLARISSIMAE ADMINSTRATIS , AD AVLAE VMVERSAE REGIMEN . VS1TATO APVD ETRVSCOS NOMINE . PVRERH MAIORIS . ADM0VER1 l'ROMERVIT. DEMVM VIRTVTEM TANTAM IN TERR1S PEREGRINARI NON VLTRA PASSVS DEVS . AD COELESTIS PATR1AE HONORES 1PSVM VOCAVIT AN. D. MDCXV. DIE XXX. MAH. AETAT1S SVAE LX1. MENS Vili. DIE XXV. IV. A chi poi entra nella trayerfa della Chiefa> fi
prefenta la Cappella maggiore, degna d'ammirazione, L* Altare , il Ciborio, e i gradi fono di marmo; ed il re- flante della grande Cappella del Coro è tutto di pietra, ferena. A quefto fi diede principio dal Marchefe Pie. io, e dal Senator Girolamo, Fratelli Guicciardini, col difegno di Lodovico Cigoli, che in quel tempo fi tro- vava in Roma; e fotto dì 26» Aprile 1617, fu com- metta 1* opera di dipingere la Volta della Cappella, ed i fregi accanto alle Tavole, etra le fineftre, a Michele Angiolo Cinganelli per prezzo di fc. 300. Dentro al- ia Cappella vi fono tre Tavole ; la prima ideile quali S s z rap-
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rapprefenrantc la Natività, fu fatta in Roma dà Glie*
rarefo Vanhontbourt Fiammingo , e gli fu pagata fc. 250. Quella della Crocifìffione, è di Lorenzo Cadetti Fiorentino; ma dei prezzo di quefta non ne abbiamo notizia. Quella della Refurrezione , è di mano di An- tonio Tempera , per la quale gli furono pagati feudi 200. ed inoltre gli fu donata una catena d' oro , di fc. 41. Sotto ciafcuna di quelle Tavole vi fi legge una Inferitone, incifa in marmo nero, e fono composte dal RpndineUij e da Anton M. Saìvini. La prima è pofta appiè deli* urna fepolcrale di marmo nero venato , col- locata lotto la Tavola di faccia, rapprefentame la Cro- cififlìone , dell* apprelfo tenore : HIERONIMVS. FRANCISCVS . AC PETRV8 GVICC1ARDIN1
ANGELI FJL1I . S1B1: POSTER1S . AC MA10R1BVS '.f.ì ».>;■ AN, D. MDCXXV.
La feconda Infcrizione porla fotro la Tavola della Na-
tività a cornu M<vangelii% è 1* apprelfo : FRANCISCO GVICCIARDINÌO SENAT. PETRI F. VIGENTEM.
AETATEM REBVS MAXIM1S AGENDIS IMPENDIT . IN
PRAECLARA CQNSCRIBENDI HISTORIA VERGENTEM. CViVS
NEGOCIVM. AN QCIVM GLORiOSIVS 1NCERTVM . NISI OCII
LVMEN. NEGOC1I FAMAM CLARIOREM REDDIDISSET. ET
PETRO GVICCIARDINÌO ANGELI SENAT. F. CAMP1LIAE
" MARCHIONI SVMMO AVLAE PRAEFECTO . ELEGANTIA
-MORVM. ATQVE JN OMNIVM ANIMIS DEMERENDIS NVLLI
SECVNDO. LEG'ATIONIBVS AD HENRICVM IV. FRANCOR.
REGEM . ET PLVRES ANNOS AD PAVEVM V. PONT. MAX.
SPLENDORE CVLTVS. ET PRVDENTIAE LAVDE . MIRIFIGE
FVNCTO . ANGELVS. LAVRENTIVS . ET FRANCISCVS MARIA
HIER. FF. MAIORI . /AC PATRVO CLARISSIMItì POS3. AN.
MDCCXX1X.
La terza Inflizione pofla fotto la Tavola della Refur-
lezione in cornu Epjtohe , è la feguence: HJE-
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HIERONYMO GVICCIARDINIO SENAT. ANGELI 9S«AT. F. CVNCTIS,
VITAE OFFICIIS. AEQVABILI. MQRVMQVE GRAVITATE PRAECELLENTI QVI AD REMP. VENETAM LEGATVS . FERDIN. I. M, D. STRVR. IVDICIVM NON FEFELLIT. ET FRANClSCVS . FRATRI AD FERRARIAE ET GERMANIAE PRINCIPES . DIVQVE AD PHILIPPVM III, HISPANIAR. P.EGEM LEGATO » VBl EXIMIA PRVDENTIA . ET MAXIMA GOMITATE SVMMVM OMSIVM AMORÉM. ATQJE ADMINISTRATIONEM MERVIT ET HABVIT . AC DVM RECTVM ITER PERGSRET. AD CIBARISSIMA QVAÉQVE ITVRVS . E MORTALIBVS EREPTO. A^GELVS. L&VRENTIVS ET FRANCÌSCVS MARIA EIVSDEM HIER. FF. PATRI. AC PATRVQ OPTIME MERITIS POS. AN. C1D. 13 C , XXIX. Dì quefti tre fi trova Infcrizione con Arme, in una^
ftanza, corrifpondente dietro al Coro per la parte d* oriente, dove nel muro maeilro , che divide il Coro da detta fìanza , efiire un* Arme di pietra della Fami- glia de' Guicciardini , appiè della quale vi è fcolpita , parimente in pietra con lettere di color nero, i* ap- preso Infcrizione : HIERONIMVS. FRANCISCVS ; ET PETRVS GVICCIARDINI
ANGELI FILII A MAIQRIBVS PIE EXTRVCTA RESTAVRARVNT. V. E qui dir fi vuole per compimento di quefia
nobiliflima Famiglia, cotanto benemerita della Chicfa di S. Felicita, che, nelì*- anno 1736. quando le Mo- nache cominciarono la nuova fabbrica della Chiefa , T Ab. Luigi Guicciardini, per mezzo del Sig. Lorenzo Gafpero Fallani fuo Procuratore, infieme col Notaio Mefs. Pietro Magini , volle , che ne' 22. Aprile 1736. fi faceffe novero , e defcrizione dì tutti gli Stemmi Gentilizj della Cafa Guicciardini, fparfi dentro, e fuo- ri della Chiefa , e delle Sepolrure . Diligenza , e caute- la , che, voleiTe il Cielo, che in occafione>o di de- molire, o di reftaurare le Chiefe , avellerò adopera- te tante Famiglie , ai vantaggi del loro privato deco- ro, e della Patria Storia! Notar qui inclcre fi vuole il bel pregio del Palazzo de* Siggè Conti Guicciardini, < poco |
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poco diftante da quefla loro diletta Chiefa; mentre in
elfo fama è , che nafceffe ne' i$. Agofto 1235. da Ia- copo Benizzi, e Albaverde Frefcobaldi, S.Filippo Be* nizzì , dell' Ordine de* Servi ; che però nella facciata di detto Palazzo» fi legge intagliata ja marmo quella Inscrizione ; SANCTQ PHILIPPO BENITIO
QVEM IN COELIS MQDO SVBLIMEM GOLIS VIATOft
HAEC OLIM DOMVS DEDIT NATALES CVNAS
LOCI FAMAM TEMPQRIS DIVTVRNlTATfi ZAEENTEM
ALOYSIVS. ET FRANdSCVS GVICCIARDINI
PERENNI MEMORIA INSTAVRANDAM CVRARVNX
A.N. S. MDCCXXVI4
Vengono ora tre altre belle Tavole affai commenda-
te nella crociera * e fono : una collocata alla Cap- pella de* Poltri , opera del Volterrano , che vi lavorò col fuo raro pennello Maria col Bambino in feno, e le due Sante , Caterina verg. € mart. e Santa Felici- ta : la feconda è full* Altare de* Barbadori, rapprefen* tante la Santiilìma Trinità , che per effer bella , ma., minore delle altre » fu ingrandita> ed ornata di figu- re dal fopraUodato Ignazio Oxford. E la terza fi tro- va alla Cappella de* Mannelli } che dipinfe il Ma/Timi. VI. E per fine riportiamo qui un efemplare del Breve di Sichelmo Vefcovo di Firenze , che è il più antico documento di S. Felicita.; e fé non vi è 1' an- no in cui fu fatto -, forfè tralasciato da chi lo copiò» tuttavolta dalT anno xi. dell* Imperio d* Ottone poflìa- roò ftabilire fenza fallo, e fife re/rato fcritto quello Di- ploma nel ^73. e fi fa dal Borghino, effer qusfto Ve- fcovo vifluto fono il I. Ottone j e dice come appreifo; In Nomine Domini le fu C^rifii . Amen * > ,
Otho grafia Dei Jm]>. Angus! hs . An, Imp, eius xu Ò* Othonis dileBifs. Fi/, eius grafia Dei Imper. Aug* An- no lw]>. eius v. Indizione ix. menjìs Sepemb, .... fetv & idei
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& Ideo ego Sichelmus ahfeus Sanfte Fior, Ecclefie Efife, wanifeflo fum , quia una fer confenfvm, & auBoritate Sacerdotum , & Levitarum , & Cant ipfius Ecclefie San* Be noftre, & fecundum noftram convenientiam ordinare , & confirmare previdi te Dominicum Fresbiterum fil. q. Vrfi in Ecclefia , que efl Cardinale....... San&c
Felici te ultra fluvium Arnum , non longius a capite
Fonti s diBi fluvii Arni, fé a & in cafis , & in omni* bus rebus ibidem pertinentibus, & afpicientibus una cum Cune, è" re illa , que pofita efl in loco razzolatici , uhi & figa lare vocatur , & reti a fuit prò vi golo yrato & Ghiflo » cb* Dominico, Mafiariis in predilla nominata Ecclefia , que efl Cardinale SanBe Felictte, una cum om~ nibus pertinentiis, et adiacentiìs fuis, que ad nomina* tam Ecclefiam , & Cardinale funt pertinente! \ untu. cum predi&a Curre i & re , ficut fuperius le girar V cum cafis j cb" edifici is , fé a fol amentis , Curii s■-, or tis , ter* ris, vinsis 1 pr^m , pafeuis , filvis\ faleBis , «•#/*<?, è* inculto , divifo & indivifo > mobilibus & immobilibks, /l\ /tf£0* woventibus, ##/$ <:#*# r^/fj-, cb* por t ione majferitie > ^T aldiaricie cum portione , & pertinentiis earum om* nium-i & in omnibus nominatis rebus , ficut fuperius le- gitur , ad eamdem Ecclefiam, & Cardinale funt pertinen- te* , ubicumque effe invenìtur in integrum » <?# T7£/', f tf/# Dominico Presbitero t per hanc chartulam ordìnationis or* dittare , 0* confirmare providi : excepto antepono cafas, &* terrisy & omnibus rebus Mìs, que funt pò fife infra Flebem SanBe lerufalem ì fite Cerfino, <3r »Wo e^r /&-• tinent cum omnibus nominatis Cafis , #* r^^/ Adanazo Fresb. & Andreas, cb* Pem// , Diacono Martinus , ér Bonino ) & Leo , 2Vfr£; ìoannes, é* Bonino , é* Petrus Maf* farn » £# tantum exinde nominative antiponere previ* di, 0*fc«/rf cb* *'# omnibus ^ ficut fuperius le gitur , ^rc , ér confirmare previdi ad habendum , laborare faciendum , imperandum } & copfruendum , /e>« C^ meliorandnm , «#• Officialis opus, Mifjam, & Orationem, incenfum, & lumi* naria in ipfo almo loco per te , #** /*//#«? Vresbiterum, 2#f 02 /^ /'W<f«2 emiferis, /^/v ^^^j-, cb" ^^t $icbel- mo
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mo Epifcopo , et meif pò fieri s , & fuccefforibut} tu Do*
minicus Presk dare debeas penfionem prò nominata Ec' chjìa j & Cardinale, feti Cafis , .et omnibus nominatis rebus per omne annum in menfe lulio , Curii , et Domui noflre 8. loannis , fiti intra banc Cinjitatem Fiorenti- nam$ nobis aut appofito} >vel Minejlriali nofiro , per te> aut mijfum tuum argenti Comunis folidos dùos y feti duo- decim datario s prò foli do deuarii boni.....et non
fimplius, et licentiam aut poteflatem habeas tu no tatù f
Domini e us Fresb, prò tuo livello firmare Teudigninum » & Teudicum germani filli b. m. loannis , et eorum filiis et heredibus in cafis 5 et in omnibus nominatis rebus > que ad nominatavi Ecclefiam et Cardinale funt pertinen* tes : excepto quod antepono ipfam Ecclefiam S anele Fé- licitatis cum cafis , curte, et orto tibi circa ipfam Ec- clefiam nominatam , ad penfionem annualiter ad pattern ìpfius Ecclefie & Domus S\ loannis dandam, et perfol- njendam , ficut in ipfa Chartula ordìnatìonis legitur 5 et fic ryos adimplentes 9 ego Sìchelmns Epifcopus > njel mei pojleri , et fucceffores te Dominìcum , $2? Ipfos nominatos germano*, <vel eorum filios 'ffr heredes de nominata Ec- clefia feu cafis , et rebus , ficut fuperius legitur , et re ficut fuprad. e& alienare > <vel mìnuere , *vel retollere j aut amplius ? quam fupra legitur > vobis imponere prefum- pferimus, tane componituri niobis effe debeamus pena fo- lidormn ducentum . Et fi ego Domini cu s Presb. dare ac adimplere ter omne annum tibi Sichelmo Epifcopo , wel tuts pofhris, feu fuccejforibus nominatam penfionem buie nominate Curti 5 aut Domui Sancii loannis, ficut fupra legitur 3 & n)0s fuperius de cremi fi is , aut fi nominatam Ecclefiam, aut Cafas feu dimittere prefumpferimus , mei fi peioratus apparuerint} aut fi officialis opus , Mìffam, & orationem, incenfum } & luminaria in ipfo almo lo- co per me , aut alium Fresbiterum, quem ego ibidem e* mi fero , face re dislulerimus , fune nominatam penam foli* dorttm ducentum parti njefire etmponere debeamus. Vnde duo chartule ordìnationis {cripte funt • A cium Flore mie fttr. Ego.
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Mg* Sichclma* Epfcoput 4 mlh fatta Mfcr.
Domimcus Presb. a nobis fatta fubfcr.
Petrus Archifresb. fubf.
ludo Archid. fubf. ' i-i^ft 3 \i
Ego IoannesPresb & Card. & Canon, fubf.
bgo Michael Presb. & Card. fubf.
Leo Presb. & Card. fubf.
loannes Card. & Viced. fubf.
Beraldus Diaconus Primicerius Card. [uh.
Leo Presb. Abbas > & Canon, fubfcr.
Petrus index Dom'nor. Im$er. fubf.
Ego Andreas rogatus fubf.
Ego Rolandus Vicecomes rog. Tsfiis fubf.
Ego Alberto htd. Dom. Imper. fubf.
Ego Vg9 Mot ari*, pjf tradita «m^lcri fa.
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Tom. IX.
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DELLA CHIESA.' K UÒ f A
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DI SANtA FELICITA VIL
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L più bello-y é pfezidfd ornairìenro.
delle Chiefe efTendò le' Reìf^uie <ie i Santi , ed i Moti dménti di pietà , eretti per 1' ifrimòheV é thtmoria iltot Pótotf -3§ qucriTeSé1 quagli pu- re non mancano a quella Chiefa * Si adora il Legno della Santa Croce : le Terre di Santi Martiri : una delle undicimila Ver* gini , Compagne di S. Orfola: altra di S. Felice Prete, rinchiufe in ricche cuftodie <T argento . Eranvi della B. Berta uno Stinco ■ > ed una Mafcella nel 1671. co- |
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Ci difle
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feguenti. Ma le Mona'
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me già
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a pag. 2
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che donarono là Mafcella a5 Monaci di S. Trinità dì
Firenze; e lo Stinco lo tennero per fe; avendolo col- locato in un bel Reliquiario, che efpongono ogn* an- no nella fua Feita . Di S* Felicira, il cui Corpo è in Roma, qui Ct venera un Off©, che fi efpone il dì primo d* Agallo . D* altra S. Felicita , eftracto dalle Cata- combe di S. Ciriaco di Roma, Ct conferva il Corpo dentro una Carta > e fu dono della Gran Principeila Violante. Monumento di pietà primiero, è quella In- scrizione, che appiè dell'Aitar maggiore fi leggeva: |
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SEP- DI VANNI DI IACOPO DE BVT1 VOMO DI SANTA VITA.
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Era quefti figlio di Iacopo ài Bonaìuto, detto Lapo
de" Martini , che fede Gonfaloniere di Giuitizia nel 1223. Fiori egli in odore „di Santità nel XI-V. fecola; *■A e do*
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« dovette effere uno? di qujsj, chef'per la gran lantità
di quefto VenerabiJ Luogo, H vi, fi commettevano ) e_* chiamavano,; Conwrjt M> §. Jt$Uw$a j Sic come altre Chiefe avevano i Iq^q Conyerfi , o Commdìì : ex. gr: la Bàfilica di S.5 Lorenzo ,, ed- alt-re.* Dalie feri t ture del Monaftero fi ricavA> che Uomini, e Donne fi com- mettevano, per poter più, fa£ih?rem«> fervile a Dio , a quello Monaftero ; e alla AbbadeiTa é* -elio promette- vano perpetua obbedienza^. ^eraConverfo di S. Felici- ta fi trova fino dall'anno 114$. un certo Albertinel» Jo. Nel 1270. Matteo, o Maffeo della Tefta , fopra cui' è notabile una carta del 1291. dalla quale iì ritrae in parte, V autorità, il rito, il veflimento, ec* di tali Converti. Ella dice così: „ Noi Diamante Badefifa di ,j S. Felicita, colendo correggere Matteo^ del Tefta n nòjtro Commetto , gli comandiamo , in virtù di fan*; „ ta obbedienza , che da. oggi innanzi debba portare -3, continovamente laTonfura, e panni neri, chiufo d* ,, avanti, fecondo V ufo d' abito di Converta , e fra n otto dì comparifea Jui,.e fua. moglie, a pigliar V' v obbedienza da npr,, e,, gli farà data : „ vi fono i teftimoni. Nel 1284. ìi trova Fra Martino di Fiero, che fu già CommeiTo de' Canonici Regolari nella Chà'efat di S. Agoftino ài Nicofia nel Pifano . Nel J371* Brune!- lino , e, Maddalena Giovanna fua moglie . Nel J3$>6« Bernardo di Borgianni de*Jlo(Ti fi prefenta alla porrà del Monaftero iidì, ó% Maggio, con pano ài cller fpe- fato , e veàiro., come gli altri Converti. Ma A]tro;J Monumento , tra i tanti fegnali antichi
di pietà , e religione » che dice il Sig, Manni effere in quefto recinto, è a mio avvifo la fama , e colan- te tradizione, per cui Si dice, che i>. Caterina da Sie- jiji fi faceflTe quivi ^ppreifo fabbricare , tirata dalia., fantità di, equeiie Jleìigiofe , «una Cafetta da Niccolò di Qeri Spderini: jco,me ih©, di fopra accennato a pag. 172. Queita memoria ha voluto, che €1 perpetui li. Compagnia di S. Antonio di Padova, detta de* Fan- ciulli/la cjuale così dice: Tea P. O. M.
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33*
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D. O. M.
J|ÒC IN LOCO . SEV SACELtO
FERTVR DIVAM CHRISTJ V1RGINEM
;: SENENSEM CATHARINAM HABltASSB TEMPORE Qyo IPSA
PRO FLORENTINORVM PACE
QVI CVM ECCLESIA DISSIDfcBANT
IN ADVENIONEM AD GREGORiVM XI,
PONT. MAX. FVIT PROFECTA .
Ma che diremo della Colonna? eretta fulla Piazza avan-
ti alla Chiefa, per ilJuftre trofeo di Fede ? Que/U è quella Colonna, che da qualche fecolo in qua , pre- fa hanno le Religiafe per Divifa del loro infigne Mo- nastero: una Colonna, cioè in campo d'argento, col- la Croce fopra in mezzo a due palme, a* cui lati fo~ novi le due lettere iniziali S. F. Si trova nel 1381. che le Monache facetTero erigere detta Colonna fulla piazzetta, eifendo Badetta Suor Piera Ridoliì, e che vi fpendeflero fiorini d* oro 22. benché il Sig. Manni di- ca 12. Se però quella foiTe la prima Colonna , che_» quivi il collocaiTe , io ne fono forte in dubbio ; per- chè? oltre non averne alcun documento , avrei con- getture , che mi persuaderebbero a credere , che già ve ne ave/Te altra affai più antica, Avvegnaché fi tro- vino fomiglianti monumenti in parecchi altri luoghi di Firenze, fecondo il coftume de i Fiorentini di al* zar Colonne, o alfe Porte della Città, 0 fulle Piazze di Chiefe . Un cafo avvenuto in quello noftro fecolo, fa credere) che una terza ne foCe eretta nel 1484. che farebbe quella di cui fi parla, portavi fui fine del fecolo XV. nel Priorato di Donna Piera d'Antonio de* Rcflì, E 1* avvenimento feguì nel dì 2. d' Àgorlo del 1722. nel qual giorno cadde dall' alto di elTa la Statua di S» Pietro Martire, che era di terra cotta, avente den- tro del braccio deliro del Santo, un rubo-di terra, co- perto di rame, e dentrovi Ja feguente Inflizione, in- |
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cifa in lamina di piombo :
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AMERT.CVS OLTM TKTBALDf GHVEERIERf DI» fcVREI£
ET TR1BA1L>VS EIVSiFiUVS. ET AiIli; DE RVBEIS HANC FiGVRAM SANCTI, PETRT MARTYRIS APPONI, y CVRAV£RVNT. ANNO SAIVTJS MCCCCXXXIV,. • j Ed ecco il perchè nel capitello di forma quadrata v(
erano intagliate quattro piccole Amie de* Rem* „* Ed eiTendovi da fare in quefta Infcrizione alcune ri* fleffioni » primieramente noteremo a noftro propofiro la diftanza degl'anni 5 vale a dire del i?8i. anno, in cui dice il ricordo , che dalle Monache fu porla Isl. Colonna , ed il 1484. quando la Famiglia de* Roflì la rinnovò .In fecondo luogo fi confideri , quanto tardi fi alzaffe a- S. Pietro, Martire la fua figura, con- erà la o^injonfj^Pftffffltip.t» ^f^èR^^h^Vi^^ vittoria riportata fopra degi'; Ereiici nel 1243. fufcito da* Roffi, fi facefTe fare la Colonna . Veramente nella Vita di S. Pietro Martire , ferina da Tom maio da Lentino , o Leontino, e giudicata la più veridica da i Bollandifti Tom. ili. a cui vanno uniti gli intrufivi Capitoli 1. II., HI. IV. d* Ambrogio Taegio, che dicefi ricavante, le» notìzie da^Scrinori fincroni; in jquefti Capitoli, dicot»: non vi fi nomina Colonna ; ma folo fi dice : Quibuf* dam Kubeoram l'amili a Nobilibus , & al/ir Catholicis *vexilìum exbibens Cruce injìgnitum ; ut ipfe 'verbis , ér* UH gladiis contra baereticos Domini fraelinm txerceret ... Certamen in<vicem ineunte? Cattolici haereticos fumerà- runt ultra Arni flwvium , in flatea : $. f elicitati s ; & circa Arnum in'loco. , qui fruteus ad S, Sixtum dici*n tur, non multum a Con'vent^ Ordinis. dtftans , eosdefnJ, de urbe egredi compulerunt. E terzo finalmente fi con* fedì 1* errore di coloro, che fcrifTcro, effere ftata la detta Starua , lavoro di Luca della Robbia > il quale nel 1484. era già morto da più anni ; poiché nacque *£li j giuda i\ Baldinucci , nel 1388. e non ebbe lun- ga v,r.ta : la dove, (e lo facciamo operare nel 1484. avrebbe virTuto quafi reo. anni. III. Ma ritornando alla Nobile Famiglia de'Roflì,
debbo qui avvertire, che dopo'la riferita caduta, a prò-
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proprie fpefe» Efla, in luogo della infranta figura, Fec«
alzare uh'altra, di piètra , ridotta a parere di marmo bianco v lavorati éa. Ahtorriò Montatiti j? così celebra- to rielle fuc-Lettere dall' immortale lÀntóri Maria ^al- vini ,* e tieì Fufo della Colónna fcolpita fu quèft* In- fcrizione , opera 4el medefimo celebra Letterato > «d -è M iegutnte* itÀMANKVs Ròssrvs. ioyiTtè LVDoyrcr ^UiV*
:i , O- il, pERVETVSTAE ROSSIÓRVM Ì>OMVS
* ì l li > ». t> 1 ^v'PE RSTES Vttì CVS ;5 'l ° : ' ARETAPHILÀE SÀVÌNAE iMATRIS
^AtQVE TVTRIcis .ÀVCTORlf ATE « VI*; s. PETRI MARTYR1S STA'TVAM AVlfÀE COLVMNAE j SVPER1MPOSITAM.
VETVSTATE' XOliLÀPSAM RESTlTVlt
tiàb® Mr,'$. do . DCC .XXXIH. IV. Per altro, venendo ora noi a ragionare della
celebre Vittoria, decìfa fu quella Piazza a favor de* Cattòlici, armati*'e cèhtraiTegnati da San Pietro Mar- tire contra -gii EreVicì j1 Mafia quale fi vuole originata lai devozione de* RoÌIi .verfo, il Santo', che fece ( fecon- da h detta "Tradizione )u nò ài quefta Famiglia capo del partito dei Fedeli di Gesù Crifìoj ancorché tiiii- no indizio fé ne feorga delle due foprarìfente Infcri- ziòni : nulla di meno ii ri 'Favor della pia" opinione , ne_* parlano gli Scrittoti «della Vita di S. Pietro Martire ,' quali fonò Francelfeò,da Caftiglione Canon.- di S. to* rt'rizo •',(■' che'la ricavò da> i%iCb rn montar) "di .SI Àhtohi- no , nel ^1471. € la dedico al Cardinale Bartolommeo Kovarellav ) Tommafo da Lentinòi ^Leopoldo del Mi- gliore , il Poccianti >W UghelHi \ ^ed altri Scrittori, iper altro tutti molto difcóftf, dair >ta , di cui :taccontano i fatti. Parimente viene avvalorata dalle pitture, rap^ prefentaiìti tale «battaglia V £■ la5, sbandiera bianca^ con Croce roda , dai Santo inalberata in c/udra oc- cafìòne, la quale fi conferva dà 1 Padri Domenica-- |
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m in Santa/ Maria Novella' ;• portandofene una ?miV
le dal Capitola Fiorentino nelle pubbliche frroceflìoni fino a* giorni tioftri. Anzf queito Stendardo bianco con Croce roffa, era V Infegna'.'à.ti Popolo di Firenze,,cu- flodita dal Gonfalonière di Giuìlizia -pro tempore. Élla fu donata da Papa Clemente ilL nel 1187.. per il tuo- Legato ai Popolo Fiorentino » e la teneva Y Èfecutor: di Giuftizia ; innanzi, che fotte iftituito nella .Repub- blica il Gonfalonierato. dicono,, che 1* .anno' 1335. folTe in S. Separata rutato quello Stendardo bianco, e vermiglio della Fiorentina Repubblica , che si inaù berava fui cotanto farnofo Carroccio de* Fiorentinirijl^ quale sì fpelTo,'al fecoìò ^HfV &. nomina dagli Scrit^J tori Fiorentini ./Vfedanil le, Sote del Sig* Jytanni, al Tomo lì. del Borghi no nella nuova Edizione Ìopi;ar .di ; qpefto fatto, w«fiWte„|^VÌj^téFe?Wfòf&irfa 45B^èìfi
rj • Io ne trattai nel Tqin.. III. Quartiere S. m* Rovella, Par. I. pag. 2. e feg. Ma convita confelTare, che a tir\ mile Tradizione, affai contrailo è Vincenzio Borghi--» ni , cui , in materia et* antichità, fi deve efefetue^ \ molto. Egli adunque nega ne* fuoi, Difcorfi , effe re a fiate mai per tempo alcuno in Firenze; fazioni di E- . retici;, aiTerendo nafeere T equivoco dal leggerli male i nò il ri Ktorici , i quali bene fpeflb fcriyevano resile per difeordie civili, e per private riffe, nate per tutt* altra cagione, che di Religione . Se non foife mio do- ' vere il fervile alla brevità in querTe Lezioni ,, potrei qui riportare per eftefo il téilo tutto del noftro Bor- ghi rio , ove nel Trattato della Chiefa\ e Vefcow Fio- rentini a J/eig. 559. deli' ahtic, Ediz,. prende il malage- vole allumo dì purgare la Città nofira dalla taccia d* eresia; fpecialmente da quella de* Patareni * Può ognuV no da per fé ftéffo leggere il Borghino^ ma quindi per' non lanciarli fedurré, legger per lo contrario la Storia dì Simone della Tofa, leggère i Proceffijd* Inquifizio- ne , e altre Carte\ e ^ariofetitti , contenenti notizie atlecdotè fu tale inchiefta. Sii queft-i materiali mi pen- fóV che il rifnet ubile Maeftrò Franceicó Antonio Be- noti
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'il*
noffi Minor Conventuale , Inquisitore giàd* Adria y e
Rovigo 5 tefTefle quella fua Storia fopra quetfa eresia appunto in Firenze ; allorché egli in efla, come Vica- rio della S. Iriquifizione di Firenze, foggiornò . Si mo« ilra in ella, che a tempo di Gregorio IX. fparfi era- no iPatareni per la Tofcana. Il Bollando nella Vita di S. Pier Manire, trattando di queiti Eretici, chiama- ti ^al Coxio > Càtari > Gazari > Concorre fi ; da Federigo pòf^M^efadore in un refcritto dato contro di loro in Padova , Fatareni ^ <vitetredenti , Catari, nuowi Manichei , dice chiaramente : Campus certaminis Lombardia , Taf- fetà &c. Sed & yraetìjitios eius agone* & evitlorias Fio* renfia > atque Mediolanum fyec~la<vernnt . Ed in fatti prefTo T Ughelli Tom. III. col. 146. fi può vedere il Breve dello iteflb Pontefice dat. Lattrani w. KaL Maii; Tanno 7. del fuo Pontificato, di Crifto 1234. al no- ftro Vefcovo Ardingo : Dolente* audivimus, & referimus e firn moerore , auod inimicus humani generis 5 falutis Fide- li firn inwdus, quosdatn haerefiarcas ferditìonis filios in fub'verfionem Fidei Catholicae inter Fiorentino* dicitur jlàtuijfe &c. V. Ma dappoiché 1* erudito e diligente P. Finefchi
trovò in S. Maria Novella la cartapecora riportata da noi nel terzo Tomo di quelle Notizie Irtoriche pag. ip. credo , che non fiavi più da dubitar di tal cofa . Con* ciofliachè in eflfa fi leggono i nomi degl' Eretici , le fan- guinofe battaglie; e fé ne fuppone la vittoria de*Cattolici dalle esecuzioni fatte , ed accennate dal Vefcovo Ardin- go alla prefenza di Fra Ruggiero Domenicano Inqui* iltore ) e nominatamente di S. Pietro Martire , contra le Cafe ? e Perfone de' vinti , ma contumaci Eretici . 11 dottiflìmo Sig. Conte , e Canonico Garampi nel fuo aureo Libro delle Memorie della B. Chiara di Rimi- ni a pag. 173. nota b. afierifee , che in un Codice dell' infigne Biblioteca Barberina , fegnato num. 1228. vi fi contengono varie fentenze del medefimo Fra Ro- gerio dell* Ordine de' Predicatori , Inquinatore di To- fcana > e di Ardingo Vefcovo di Firenze contro molti Ere-
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Eretici di quelle Patri ; e ne riporta una drpofizio-
ce empia d'errori d'un reo del dì 26. Gennaio del 1245. Fa d'uopo anco fu tal propofito leggere le due belle DiflTertazk>ni III» e IV. fopra i Fraticelli , e Pa- tareni dello ftello Sig« Conte nell' accennato libro'. Egli è però vero , che fé il Capitano de* Cattolici fu un Fiorentino ; il Capo e Fautore de* Nemici della Fede , era il Poterla di Firenze Forestiero . Ed inoltre la maggior parte degli Eretici armati er.a compoHa* di vili Banditi , come parla la predetta Cartapecora : evocatis Batmitis , ér implorato auxitio Voteftatis Fio- rentic ì fautoris Herethorum , qui giurie? prò Heretitis fé offofnit . S* arroge ancora il confervarfi nell* Ar- chivio dell* Inquifìzione di Firenze, come di fopra ac- cennava , alquanti procem" , condanne , e fequeilri di beni ai Fifco contra degl' Eretici , i quali crederi , che follerò quei Patareni fulminati dal Concilio Late* ranenfe IV* nel 1225. e che i loro principali errori follerò il negare, Dio elTere Creatore delle cofe vifibili: efcludere da'Sagramenti il Matrimonio : non voler ti* conofeere la Chiefa Cattolica, ed il creare da fé i pròt prj Vefcovi * Noi intanto in concorrenza di così auto- revoli documenti fcjtrferemo il Borghini , che non tut- to potè vedere , he ritrovare; ed in fecondo luogo, fuppofta la verità , e degli Eretici entrari in Firenze in queJ tempi , e della vittoria riportata da* Cartolici fopra la fazione Eretica , diamo per cofa verifimile > che in memoria di sì gloriofa azione per la Fede ài Gesù Crifto , fulla detta Piazza fi collocaHe la Colon- na, detta di S. Felicita. VI. E già elTendofi a fuffiaenza favellato della Co-
lonna, palliamo ad altro beli'ornamento di quella Piaz- za ., qual* è la loggia 3 che nella nuova fabbrica del- la Chiefa non fu punto alterata nel fuo difegno? come neppur la facciata. Alle pareti fonovi appiccati alcuni marmi) e rilievi Sepolcrali, che erano fparfi nella Chie- fa , i quali rendono la ftelTa loggia viepiù maeftofa. E pri- mieramente evvi il dinanzi del Sepolcro di Baidiiccio * Tom. IX. V v di |
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di Ghcrichino, che godè il Priorato, e il Gonfalonié*
rato di Giulrizia quattro volte nel corfo del fuo vi- vere : veggcndofi veltito di toga ,. come ilava in Ghie- fa appiè degli fcalini dell' Aitar Maggiore , preflb cui era la lor Cappella dedicata a S. Caterina Vergine » e Martire,, con quelle parole attorno* che dicono cosi ; PRAfSTANTISSIMI; VIRI . ET JNSIGN1S MERCATORI» EARDVCCl
CHERKCHINI..QYI MAGJsTKATiBVS „ ET DiGNITATIBVS CVNCTIS RElP. FIOR. LAVDABILJTER FVNGTIS '.. LXXXV. AETATIS ANN. AGENS. ANNO MCCCCXV1U RIDD1DIT AN1MAM CREATORI RESTAVRATVM A PQSTERIS .. Qui pure dal muro fotto T Organo è flato tra si a ta-
to altro Sepolcro di marmo nera, fui quale vediti-uà bufto di Donna, con due figure dalle bande di marino in bafifo rilievo, che rappr e fontana la Pittura, e la Mu- fica , nelle quali fu molto eccellente Areangìola Palladi- ni , di cui è il ritratto, fcolpito al naturale da Ago* {lino Bugiardini. Queita Donna fupetà in dette due Arti il valore delle più; virtuofo Donne dell*' età fua ; onde fu in molta ftima de* Principi Tofcani , Tempre itati liberali protettori di coloro , che fi fono rallevati dal defiderio< di acquiftarfì per mezzo della virtù, eterna fama.. Ella era figlia d'un Palladini, Pittore Piftokfc, cMufica della Granducheflfa Maria Maddalena dVAuiìrt'a. |/Epitaffio è tàhxktto da Andrea Salvador!i ' ;/;^l •"; i-li • ; ; ex ' :m // L
ÀtòlANGELA PA1IADIN A . lOÀNNIS ( BROOMAS , '
GECrNIT ETRVSCIS REGIEVS., NVNC CANIT DEO
VERE J?AL£AD1NIA. QVAE PAILADEM ACV a APELLEM COLORIBVS \i CANTV AEQVAVIT MVSAS
OBIIT ÀN* SVAE AETAT* XXIIU DIE Vili» OCTOB» MDC* SPARGE ROSIS LAPIDEM . COEIEST1 INNOXJA CANTV TVSCA lACET SIREN* ITALA MVSA IACET * A manritta della porta della Chiefa pure Coito h log-
gia v* è la memoria <Jel Cardinale Luigi de* Rofll, ni- / potè
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potè di Leone X/il cui ritratto giacente qui ©fler-
vafi > e fotto la feguente* Infcrizione , che dice : AIOVSIO ROSSIO CARDINALI
Ìli GENTIL ES itOG
PRO MERITIS. NEC SATL5
POSVERE
V1XIT ANNOS XLV. OBUT AN. MDXIX,
Avea quefto Cardinale il fuo Sepolcro , lodato dal Ci-
nelli nelle Bellezze dr Firenze, come opera dJ ottimo fcarpello, in Chiefa appoggiato al muro dalla parte del Convento, Si vedeva la fua effigie di marmo fulla Calìa a giacere in abito Vefcovile . Il Cìacconio lo dice morto in Roma nel Palazzo Apoftolico , tflTendo Datario ; e che fu fepolto in S. Pietro , dove Papa Leone vi pofe una nobile Ifcrizione , nella quale fra le altre cofe fi legge ; Idem Leo X. P, M, temporaneum monumentami , ionec in Patriam, Semulerò tanto Viro di- gno tumulandu s, portare tur y fieri fecit*: e che venifTe il Tuo Cadavere a Firenze , lo icrivono il Ciacconio , il Pocciantij il Monaldi, ed altri. Sopra a queito Depofito evvi nobile lapida con Epitaffio al/Gav. Ferrante Cappo- ni Segretario della Pratica Segreta, e Confrgliere ài Sta- to di Cofimo IJI.il quale morì adì 14. di Gennaio ió88ì FERRANTI CAPPONIO SENATORI GRAVISSIMO
EQVITVM D.STEPHANI PRAEFECTO . QVAMPLVRIM1S PATRIAE M.VNERIBVS
EGREGIE PERFVNCTO. MAGNANIMITATE. IVSTITIA
LIBERALITATE . PRVDENTIA . JUTEGRITATE . CONSPICVO
BONARVM ARTIVM VINDICI . PRAECLARORVM JNGENIORVM
MAECINÀTI
PISTORII.EA PROVINCIA CVM IMPERIO INTEGRE ADMTNISTRATA
AB INTESTINA . DIVTVRNI5QVE TJISSIDIIS LIBERATORI
PROCERVM- SVMMORVMQVE VIRORVM AMICITUS CLARO
PRINCIPVM SVORVM . QVORVM SVMMAE REI A CONSILUS PVIT
1VDICIO . AC BENEVOLENZA ORNATISSIMO
ROMAE * ETRVRIAE . TOTIVSQ.VE EORSITAN ORBÌS
LAVDES. ET ADMIRATIONEM ADEPTO
FERRANTES CAPPONIVS SENATOR. COMES. ET EQyES
KERES , GENTILI SVO BENEMERENTI M9ERENS POSVIT •
OBIIT PRID. IDVS IANVAR. A. S. Ciò, JD, CLXXXV1II.
AET. SVAE LXXVII.
V v 2 VII. Vie-
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34.0
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VII. Viene per fine una Medaglia d? argento di
mezzana grandezza, ritrovata fu quefta Piazza nell'oc- cafione dello fterro , fatto per la nuova Fabbrica il dì 27. di Maggio del 173^. Quefta rapprefenta il Cardi- nale Bonifazio Ferreri con querta leggenda : Bonifaciur Card, Myorodienjìt* Abbas S* Benigni ; e nel rovefcio : Benigna* Alias . L' anno alcuni giudicata una mo- neta battuta dal Cardinale , come Abate ài S. Beni- gno , che neir antico quegli Abati godevano fimile^ privilegio . Fu il Card. Bonifazio eletto Vefcovo di Du- réa nel 14^^. poi nel 1505. Vefcov© di Vercelli;. e da Leon X. nel 15..17. promolfo alla Porpora, e ritornato ai Vefcovado di Durea , E chiamò il Cardinale Epore- diense . Morto Leone , andando al Conclave , fu fat- to prigione dal Duca Francefco Sforza di Milano . Da Paolo III. nell'anno 1537. £u creato Legato Prefiden- te nel Concilio Generale a Vicenza , che poi il tra- sferì a Trento ^ e dai medefimo Pontefice fatto Lega- to di Bologna ivi iftituì il Collegio detto Ferreri, per gli Studenti . Nel 1554. in Roma fi morì, meffo il fuo Cadavere in depofito nella Chiefa della SS. Tri- nità , e pofeia trasferito a Biella delia Dioeefi di' Vercelli nella Chiefa di S- Baftiano-, padronato di Tua- Famiglia L ,, x'Wv li'r.n .w:;
Fine del Tomo TSLonor e delia Trima Vane
del Quartiere JV Spirito* |
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AP-
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A P P E N D I C E
AL PRESENTE TOMO.
«OHSStt&t ■"} ,-■ ■., ■ ■.;, .■':' ' ..; > . ■■■■*■,.■ m J ■-> r> ,'■'-■' #'"> '' ■.■■' 'v 'W '. ' - . »
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Sfendo fiato mio coftume di porre negli al*
tri Tomi per Appendice tutto quello, che io* trovava di non aver detto nel corpo del Tomo , allor che fi /ìampava ; oppure |
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che arlora dire non aveva potuto, per non/
interrompere il corto della ftampa : Lo fteflb mi con- vien fare molto più nei prefence Tomo , in cui 1* a- morevol Soggetto , che ne ha avuta la cura , diftràtV to da altri differente ftudj-, non ha potuto fempre »- come in più luoghi ha per altro fatto di quefto To- mo , il tutto porre irei refpettivi* Luoghi .< L-'anho*- fazioni adunque , che egli ha fatte ne* fuoi rifcontri di torchio infkme coli* Errata Corrige in* fine, forma* no la feguente Appendice , che fpero non ti farà di* fcara , difcreto Lettore, cui dal Cielo prego ogni bene E primieramente a pagina 14% fi potea^ dire fo- pra l'incendio di S. Spirito : che in alcuni Mano*- fcritti fi è trovato fegnato circa al 1440. ne' 21. Mar- zio y ed alloca torna bène anco la nota > che fi pò- tea aggiugnere del Sig. Manni alla Pan. IL-del Bòr~ ghino pag. 43 2^ Ediz.- nuova , che 1* alzar della nuo- va Chiefa di S. Spirito fi prova coi doumentf ficu- ii alla mano, efier feguito neiranno 1454. Agli elet- ti Procuratori, ivi nominati, dovea aggiungere Barto— lommeo Corbinelli j e finalmente , che in buona parw tè> fi. rifece a fpefe de i Sepoltuarj la- detta Ghiefa . I Ctonifti per altro fino al Sig. Mècatti-, pongono la venuta in Firenze di Gio: Galeazzo nel 1471, che fi fuppone la cagione dell' incendio > Bignu* vìndice nod&s ... Dell' ufo antico per altro di fimili Rapprefejatazioni> ad
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ne ha parlato il Sig. Conte Giufeppe Garampi nellau
DilTeriaziqne VII. Paragrafa IX. e X. alle Memorie deh la "Beata Chiara di Rimi ni * A pag. 45. poteva io citare un Ragionamento , che
fopra il Groflbne dice il Sig. Manrii alla nota 1. del Tomo II. del Borghi&o pag. 133. che da eflb fi ftampa. Dalla nota pure 2. %tì Tom. II, del Borghi no , po-
teva io ricopiare quefta Inscrizione » che efiite in S. Spirito, e riportarla a pag. 53. e a pag. 80. ove fa- <&* molto a proposto , ed ivi foggiungere 9 che quel- le Monache AgoÌHniane lì di fife r© le Donne di Montu Scotta. SEP. BALDI MARCI IACONI FtUOR. QpAM BENCI-
venni vvlpis . Volpe; è il primo nome de* Bilioni di
Oltrarno • A pa_g. 54. tornava bene riportare la prefente In-
fcrizione , che fi legge «ella Porca dell* Oratorio di Malavolta » Borgo dittante un miglio dalla Città, fuo- ri della; Porta a S. Pier Gattolino , del cui Spedale^ fu il Fondatore cjuell* ivi nominato Lapo: HANe 1CCL ESIAM TECIT JIERrI
MAVM& IOANNIS GAV ACCI ANI
AD HONOREM B. VIRGINIO.
JRO REMEDIO ANIMAE SVAE . ET SVOR.
AH*. D. MCGCXXXIII.
A pag. $i„ Per Fr. Luigi Marfrli > acciò foflTe fatto
Vefcovo di Firenze , dopo la renunzia dell* Oleario , fcrilTe la Repubblica Fior, per mezzo di Coluccio Sa- lutati ne* 28. Dicembre 1389* A pag. 74. il Libro del Boldoni % che fu tralafciato
è KOSMOUPIIA, che è ftampato in Perugia nel 1641. In quei*© , celebrandoli gli fponfali di Ferdinando IL con Vittoria dalla Rovere dal Boldorti, fi può crede- re , che ad effb foffe fatto, èl dono, che cade appunto* in tal rempo. A pag. 78. Tra quei, che prefero abbaglio nel di.
feorrere del Convento di S. Chiara , doveaii porre il Mi-
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Mini, e non già Gio: Bautta Ubaldinì, il quale di per
fé ftelTo nulla after ifce; ma riporta la Cronica di Fr> Michele de* Servi. A Pag. 99, fi dica , che la Tavola del Grillandaio
era un Arcangelo Raffaello , dipintovi circa al 1479» Alla Lezione XI1L. fopra S, Maria in Verzaia, fareb*
be tornato in acconcio prima riferire > quanto fé rie dice nel Builettone, per provare, the quella Chiefa do- veva efTer molto ricca, fé pagava dì tributo al Vefcovo Fiorentino lire venticinque , e folcii dieci . Secondo , che,allcr quando-neU*'attedio di Firenze ella fu demoli- ta , fi trasferi la, Chiefa» e Parrocchia all'antico Orato- rio, e Monaftero di S. Gio: Batiiia de* Frati Gerofoli- mitani . Perciò nella Chiefa , anco di prefenre , vi fono tutte cofe alludenti a S. Gio; Batifta , che pur* è di- pinto fulla porta della Chiefa , che fi può dire e ite re ftato avanti 1* anno 1519. un Oratorio dedicato al San- to Precurfore . Di quello nulla fi faprebbe , fé non fof- fé la Membrana 144. Cafs. 2. M. 15. del xbe.n ordi- nato Archivio di S. Lorenzo, da cui la copiò il Sig. Lami» cui debitore fono di tali notizie m e d' e ile re il primo a pubblicarle .La eppia dell* Carta>- I* ha fatta full* originale il Sig. Can. Giulianelli. Ella contiene una prometta , e obbligazione , che fanno il Priore, e Fra- ti del Monaftero di S. Gio: Ranfia , di dare alla Chie- fa di S. Lorenzo la metà di tutto quello , che folle nella loro Chrefa » in occafione di dar fepoltura a* Fran- zefi s e Oltramontani -, che in detto Oratorio fi feppel- liflero ; e di non arnmioulrare i $agramenri per la Cu» ra di S. Lorenzo.. Ma fentiamo la Cartai In Del Nomine,, Amen , MMcJimo duccntejtmo feptua*
gsfimo fextfr. Indizione quarta die ultima Martii . Fra* 0mf' Tetrus* Frior, & Frater Kanerius ,Frater hhannes % Frater Dominicns', Frater Guillelmus^ {$ Frate? Nicho* la, Frattes Ordini s S. lohannis Baft* de Florentiah 0# gregari in- unum tamqaamCaptulum> atendentet-, quod Francigene * <& alti VUramontanl fui miriuntur > Jm$ «20-
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morientur in fntnrnm in Topulo , jfw Tarochid Ecclefie
S* Laurentii, debent de iure communi apud ipfam Eccle- fiam S. Laurentii fepeliri-stendentes ettam > quod fi pre- nominati E ranci gene , & oltramontani fepeiliuntur apnd ipforum Ecclefiam S. lohannis Baptifte fit dapnum , & preiudicium prediBe Ecclefiae S* Laurentii. Et quia di- gnum efi , quod UH qui funt Svtii pajfionis, fint Sotti éoafolationis ex certa [dentia » et non per errorem eo- rum fpontanea *vol untate feientes fé non teneri , Ut tso* lentes teneri promiferunt, & folemniter con<venerunt Fre- fbytero Ranerio Canonico Ecclefie S. Laurentii predi eli recipienti prò Domino lldebr andino Friore y et Capi tuia et Ecclefia S. Laurentii Fhrentie dare, et fol*vere me* dietatem omnium proventuum , et obtationum » que ad eos et diBam eorum Ecclefiam per*venerint in futurutn oc* cafione fepulture , <vel teftamenti , fi continget eos aliquos qjel aliquem Francigenas > <vel Vltramontanos morientes in diBa Parocbia S* Laurentii, apud diBam Ecclefiam S* lohannis Baptifte de cetero fepelire . Infuper promise* runt j et connùenerunì non intrare diBam Pctrocbiam S. Laurentii ad audiendum , & recipiendum Covfejfiones ali* quorum Fancigenorum . Tel Vltramontanorum penitentias ingiungendum} &-conferendum aliqua Ecclefiaftica Sacra» menta » abfque Frioris ipfius Ecclefie 5*. Laurentii li- centi a fpetiali' i *vel eitts <vicegerentis . Alioquin fi contra fecerint , *vel fi ut dtBum e fi fuperius, non obferFvarverinti promiferunt , & folemniter contenerunt Presbitero Rane- rio prediBo } fé prefenti > ut diBum eftt dare } & filiere nomine pene libra* <entum fiorenorum parwrumr, é* da- pna omnia* et expenfa eadem caufa integrai iter refarci- re , & pena foluta% mei non foluta , fi commijfa fuerint hec omnia 3 Et fingala > nihilominus [poponderttnt incula- li liter ohfer*vare } obligantes diBi Frior , et Fratres Si lohannis prediBis omnibus , & fingulis ohfer^vandis , adim* plendis \ & perpetuo firmis tenendis eidem Presbitero FLanerio recipienti , ut diBum eft iure pignoris } et ypo-> tecae fé ipfos , et eorum fuccejfores , & diBum eorunu Capiiuhmr » et eorum bona omnia prefitta % & futura j a que -
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qte fé prò ditto Priore, & Capitalo $. LaurentM con-
fiituerunt proprietario pofftdere, renuntiantes in hoc cafre orrmi Ugum , & iuris auxilio forique privilegio ope Di'vi Adriani , except. doli , mali > condizioni , Jtnc^ caufa t & ex iniufta caufa , & in fàttum attioni , & except. non celebrati contrattns , & non fatte promif* Jionis omnique alti except» eis -,- njel ditto eorum Capi" tufo competente *uel pertinente Quibus Fetro Friori, & tìliis Fratribus predittis omnibus 'volentibus , é* con* fentientibus fupraditta precepi ; ego Albiéo Noiaritis in* frafcriptus prò Guar. nomine iur. fecundum formam Ca- pitali confiit. Cimitat. Florent. quatenus dittum con- trattum , é* omnia que continente in eo ditto Priori , & Capitalo $. Lamentìi adimpleant, & obfernjent, ut prò* miferunt, & fuperius fcripta funt. Attum Fior, in Bur* go S. F ridi ani , in Clauftro Ecclefie S. lohan. Batifte preditti prefentibus , & rogatis tsftibus Presbitero Am- brojìo Cappellano Ecclcjie S\ Laurentii , Magiftro Aghi" netto quond. Venture, & Fetro de Borngogna • Ego Albico Baldovini .de Lanciano rogatus Notarius
predtttis omnibus interfui ; Et ea rogatus pubi tee feri" pjì, ideoque fubfcripfi, ^jmiiiì■...*:, I nlk.it Troverà il mio Lettore , che a pag. 122. e 175. ho
in altra maniera allento. Comunque ftia la cola, a* vrò il merito almeno d'avere5 rammentato quello an- tico Spedale , il quale infleme coli'orto , e tenuta di detti Frati fu nel 1719. data in emfiteufi alle Monache dell' Arcangelo Raffaello ; e perciò alla feguente Le- zione XIV. pag. 127. flava bene il riferire ia feguen- te Intenzione, che in marmo 11 legge al muro dell' or- to ,, paffato j che s* è di poco 1' Edilìzi© dell' Abbon- danza j detto 1' Uccello, '■■■■-.■ « " £% »?% "-'■■$■ ì .r ■ l; '■ ! ■• \ '■- ";: ■ ■ " '"■ .' jfei $ "> ■ | " ' ''" V "" -' V '*»•» f"* ' ■■ ■%■ '* ''"■' Ì ■>'■ ? Ì **' '■■ A '! f ■' '■ ' !
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* AD PERPETVAM REI MEMORIAM %
EMINENTISSIMA .ET SACRA EQJITVM HIEROSOLYMITANORVM
RELIGIO CONCESSIT RR. MONIALIBVS ARCHANGELt RAPHAEL1S HORTVM COMMENDAE S. SEPVLCHRl . NOVO HOC MVRO VA CLAVSVRA MONASTERI! COMPREHbNSVM . SERVATO SIBI DOMINIO AC PRQPRIETATE. SVB ANNVO CENSV IN PERPETVVM SVPRA- SCRIPTAE COMMENDAE SOLVENDO. CVM HYPOTHECA VNWERSALI OMNIVM BONORVM SVPRASCRIPTARVM RR. MONIALIVM . AC ,, SPECIATIM PRAEDII S. BARTHOLOMAEI AD CENTVRIAM. VVLGO , SANTO BARTOLO A CINTOIA . HIS. ALIISQ^ CONDITIONIBVS PE5CRIPTIS IN INSTRVMENTO NOTARII AD HOC ROGATI. SER IO. A^TONII PECORINI DIE XXVII. OCTOBRIS A. S. MDCCXIX. IND. XII. ,
Mal ilo Io rammentato a pag. 143. fi foftiene dal Ca-
talani nella fua Storia Romualdina pag. 32. che foffe u-o nobile Aretino; e a pag. 23. e 24. riporta le dif- ferenti Oppenioni , e lafcia indecifo, fé 1* Eremo foile offerto da Maldolo a S. Romualdo; oppure impetra- togli dal Vefcovo Teodaldo . Si confulrino Cu queiio punto gli Annali Camaldolenfi. In un MS. del Signor Canonico Giulianelli è fegnato, che nel 1220. l'Aba- te della Badia di S. Salvadore riconofee per Padroni i Giandonati. Perciò vi erano gli rtemmi di detta Fami- glia > e de i loro Conforti. La Chiefa poi era intitola- ta di S. Giovannino . . Al novero dei Beati Camaldolenfi da me toccato a
pag. 144. e 145. fi potea aggiugnere il B. Michele Fio* remino, Iniìitutore della Corona del Signore, ed an- nunziatore dei Pontificato a Clemente VII. e Paolo IH. con fpirito profetico: come attefta a pag. 45. del Trion- fo Benedettino edito in Milano nel 1^51. il Puccinel- li , che lo ItefTo rafferma nella Vita del Principe Ugo a pag. 35-., . ^-^)0-:^mm. A pag. 145. fu omelia una Lettera dell' ultimo Ge-
nerale Perpetuo de* Camaldolenfi Pieno Delfino5 la_. quale fi può leggere prelfo il diligenriflìmo Sig. Dotr. Fabbrucci nelPÒpufc. VI. Par. li. della fua Storia deli* Univerf. di Pifa, Paragiafo XIII. E fui-
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E fulla fine dì detta Lezione pag. 148. fu lafciaro,,,
che Onorio> 0 fia Onofrio dello Steceuto Vefc. Fior, nel \%<)6, procurò la Fondazione del Monastero di San Benedetto fuori della Porta a Pinti , ordinata per te- (lamento di Iacopo de* Ricci. Vedali \\ Sig. Manni Par. II, del Borghino pag. 5S3. Negli atti del Concilio te- nuto in Firenze nel 1408. per fottrarfi dall' obbedien- za di Gregorio XII. dopo i Vefcovì della Tofcana , fi trova foferitto Fra Onorio da Firenze , Priore di Ca- nia.ldo.li'» A pag. 188. nel rammentare Y Opera del Salutati»
dovea dire, che MS. fi trova nella Laurenziana al Plut. LUI. Cod. XVIII. come nella recenfione degli fcritti del Salutati notò ancora il Sig. Ab. Lorenzo Mehus nell'Edizione delle Pillole del Salutati nel 1741. ai Il Sig. Canon. Giulìanelli m' ha comunicato quello
articolo di Lettera, fermagli ne' 17. Dicembre 1760. dal Sig. Cav. Antonio Pecci, a riguardo del bel Mo- numento j che egli riporta a pag, 219. toccante la Bic- cherna di Siena., : ,, Nel tempo di Repubblica, in quello Maeftrato ,
3, niuno vi ha rifeduro, che i foli quattro Frovvedito- ,, ri, e Camarlengo, e; quello poffo afferirlo con ficu- ,, rezza * perchè ne confervo del medefimo Maeftrato „ 1* intiera ferie cronologica , dal fuo antico princu jj pio, fino ali* anno corrente. E nel tempo del Prin- „ cipato, per le confifeazioni , e caufe fifcali, fu da- ,, to in effo, luogo all' Auditor Fifcaìc , e nell* altre }, caufe, all' Auditor Generale/ come dice il Gigli , ma „ unitamente col Maeftrato;. ,, Don Simone di Ser Vanni Monaco di 3. Galga-
„ no ( cioè de* Ciilercenfi , che abitano nel -Monaitcro „ di S. Galgano ) fu Camarlengo della CaiTa di Biccher- „ na , dopo Fr. Pietro d* Andrea degl' Umiliati. Co- j, minciò il di lui Officio il primo 4i Luglio, e ter- }J minò a tutto Dicembre 1343, a cui fucceffe Fr. Cle- „ mente Servita, perchè era in ufo in quei tempi, in a, Siena ; fidare il pubblico erario a un Regolare • Xx 2 Mol.
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jj Molti furono i Monaci Ciftercienfì di S. Galgano?
3> che fofrennero quefto incarico, e il medefimo Don 3, Simone fu di nuovo Camerlengo dal primo Genna- j, io 1344. a tutto Giugno 1345. , dove nel libro En- j,ì trata e'Ufcita , è chiamato col cognome de' Marti- ,, neìli . V altra parte del Libro Entrata e Ufcita del ,,* Gamarlengo di Biccherna del 1343. efifte tuttora , e a vi fi vedono dipinte le Armi, Cerretani, Accarigi, 3y Piccolomini, e Salimbeni} che erano i quattro Prov- 5, veditori, componenti il Maeftraro in quel tempo;. < j, Quefto Macerato non ha giammai. avuto Arme^ ,, particolare , fé non quella dei Comune, e Popolo di j, Siena, che fono la Balzana, e il Leone, benché tal- j, volta j nel bianco della Balzana, vi fi è veduto fcrit- )ì to un B , ma queito rariffime volte. „ Circa all' offerta poi , che fi dice che- facertero i Mo- naci Ciftercienfì de i loro Codici a Cofimo I. di cui a pag. 223. e* è fiata trafmefra, la feguente notizia, e nota de i Codici , de i quali 1' epigrafe in fondo è fempre : Lìber MonaUerii $. $ aleatori s de Settimo Ord» Cifter e. • ,, Ricordo, come quefto dì.. . . di Febbraio 1557.
„ per ficurezza nelle prefenti circoftanze , fi depofita- j, rono da mtD, Cherubino Abate Softituto, e da* 3) me D. Malachia nella Librerìa di S. Lorenzo ani- „ mo rehabendi V infraferitti libri , fcritti a penna , „ parte Greci , e parte Latini, e parte in lingua Lon- *,, gobarda , in carta buona, e carta bambagina. ; ,, Iuvenale in carta buona . wnibàJ „ Un Libro di Cavalli in carta buona tfa«fl u
.,,• Tullio de ienecìute in carta buona *
„ De Oratore in carta buona .
i, Sai urlio } ìa-J.
"".;■,, Lucano.»- , » 'H* w»'?v/»»■ : ; *Ù$
"5, Tullio de Oratore .
„ Rettorica a Her^nnip 4
fri ., Prifciano in carta buona. | < n, < 5, Nonio Marcello.,,r kiq li
*wfr ,, Epi-
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a Epiftoie di S. Paolo Greche m carta buona .
» Offizi di Cicerone .
» Atti degli Apoftoli , Grecf in carta buona.
» Qyefìioni Teologiche in carta buona .
5) Orazione di Mefìfer Gìannozzo Manetti a Papa In»
,, nocenzio in carta buona . j, Epiftole di S. Iacopo Greche in carta buona .
,) Mercurio Trimegifto tradotto dal Ficino .
„ Boetio de difciplina Scolaftica in carta buona*
,, Epiftole di Ovidio vi -t-nb
}, Gregorio Nazianzeno , Greco in carta buona .
„ Opufculi di Seneca in carta buona *
„ Efpofizìone fopra S. Matteo , Autore incerto Gre»
,, co in carta buona . ; ._ j, Iuftino . i\&
j, Inftituzioni di Quintiliano • , v\
„ ÒdiiTea d* Omero Greca . r .
», Efpofizione nel Saltero Greco in carta buona.
>, Epiftole Familiari in carta buona .
5, Tibullo in quarto .
}, Dante in f©glio .
j, Donato in Terenzio .
,, Virgilio in quarto in carta buona.
„ Virgilio in ottavo in carta buona.
5, Giufeppe de Bello ludaico in carta buona.
}, Salmifta in Lingua Longobarda in carta buona .
Quando fi dille a pag. 257. nella verfione della Gre-
ca Infcrizione, che in quel rotto fpazio delle lettere mai... fi potea intendere Maria, ci fcordamrno di dì- re , che il chiarifs. Gori , nella fua Appendice intito- lata : Monumenta Veterum Chriflianorum, eruta e Ilo* rentinìs Coemeteriis , al Tomo III. dell* Infcrizioni, e- dito nel 1743. crede, che maggiore fia lo fpazio del- ia lapida di quello, che pollano comprendere due fole lettere . Onde crede , con altre Cn'ftiane lapide di fup- plire co i nomi di Manilla. Marciana . Martina . Ma^ ritiwa . A pag. 258. quando fi pofe il Confolato XI. d* O-
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norio Augufto s e di Coftanzio IL corrifpon dente al
Pontificato di S. Zofimo , non intendemmo d' efclude- re anco quello d* Innocenzio I. che morì nel 417. degli anni di Roma 1170. Alla feconda Infcrizione di Paulina AquiJia, fi doveano efprimere i due Gonfoli In- doro, e Senatore, e dire, che tale Infcrizione fi riferi- (ce ai tempi del Papa Sirto III. Ciò che ho detto a pag. 259. e 262, e fc£j« della
devozione de* Fiorentini a' SS. Maccabei , non pregiu- dica a quello, che è flato detto a pag. 310. Anzi mag- giormente conferma 1* invalfo errore popolare di confon- dere le due differenti ftorie in una fola ; Ond' è, che uno folo, e fteffo tirolo dettero a quella Chiefa. A pag. 275. i nomi delle Badelfe , ivi efpreflì di
~Blandina , e Gugliettina, fono per il Sig. Manni Bla»" dina, e Giulitttina. Per fpiegarfi più chiaramente cir- ca all' epoca delle Monache abitanti in S. Felicita » ri- porteremo il parere del Padre delle noftre Antichità? il Scnator Carlo Strozzi. Egli credeva, che le Mona- che in S. Felicita vi foffero introdotte circa al 1052. o 1053. Nel $66. dice elfo, non v' erano; perchè Si- chelmo conferifee la Chiefa a Prete Domenico, figlio d* Orfo. Ruotolo 1. del Monaftero . Non v'erano nel 1024. quando Ildebrando donò, e confermò ai Mo- naci di S. Miniato al Monte, la Chiefa, e Cimitero. Dopo però, o intorno tal tempo, la Chiefa di Secola- re, dovette cominciare a diventar Regolare, introdot- tivi i Monaci di S. Benedetto* Dopo poi il 1050. fi ver de pofieduta dalle Monache, perchè fi trova Tetberga Bade (fa . Non Ci fa, come combinare P aiìerzioni dell' Allet-
tati full* Oratorio della Madonna della Neve , di cui fi parla a pag. 291. come dato nel 1610"* alia Congrega- zione Folienfe ; colle due Intenzioni, che fono nell'ar- chitrave della Porta maggiore della Chiefa, che pon. gono in mezzo quel graziofo baflbrilievo in pietra , ed annunziano il 1564. e 1572. e il titolo di S* Maria Pacifera, o fia della Pace . Vero è per altro, che leu itef.
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flefìTa Porta di dentro poi ha la Divifa del Monallero
di S. Felicita ; ed ogni anno quei Monaci fanno la fefta di S. Maria della Neve nel dì preferito dalla Chie- fa. Alla mano manca adunque di chi entra per detta Porta fi legge : SACELLO HVrc D. MARIAE PACIFERÀE AEDIFICANDO
PRIMVS LAPIS COLLOCATIS FVIT A GVIDONE SERGVIDIO
VICARIO. V. 1DVS OCTOBRIS MDLX1V.
A mano delira:
IDEM CONSECRATVM EST OPERA ARCHIEPISCOPI
IPS1VS ANTONII ALTOVITAE . QVI STVDlOSE
MVNVS OBIVIT. KAL. MAH MDLXXiU.
Avanti a Vrett'Gerì » nominato a pag. 295. tra3 Cap-
pellani deli' antico Monaftero di Santa Maria Maddale- na , doveafi rammentare Prete Pratefe} che è primo, di cui s* abbia memoria per uno Strumento del 1249. ,, Di vendita d* un Salterò gloflato » e intercifo da Ot- j, taviano di Vicino, del Popolo di S. Felice a Etna » » a preghiera di Riccomanno di Migliorerò 5 per-pre- „ gio di foldi 40. buona moneta Pifana. » A pag. 316. aggiunghiamo , per corroborare Tempre
più T autenticità del Breve di Sichelmo, che anco al Privilegio dato dallo fteiTo Ottone I. a Onefto Arcive- feovo , in favore del Monaftero di Clafle, del 072. man- ca il giorno e mefe ; o per dimenticanza del Cancellie- re, o per inavvertenza del Copifta : offerva il Muratori nel Tom. Vili, degli Annali Ediz. feconda pag. 147. IL FINE.
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ERRO RI. CORREZIONI.
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ENVCLEATOR
1VRA
P//>/<**
Segretario
Benini , , >
d' uopo
•vice
nee
della Vergine Maria
giurisdizione
e 1'
EXERCERI
Francefco Cardinale, Vefcovo di
Volterra, e Giuliano Decano
Fiorentino.
tonvenius fioriti DELldAS*»
Canacci cui epigrafe?
Iongellino . fondò ENOA T°
Larciano feconda fitjlruerctur Ifidoro, e Senatore Macbabxej fecondo , » 1
Ruditfguf
Sbaccheri di ben venti popolate Caftella
che il nome MCCCV. efferc - ludici ione Xn |
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57« ENVCLEATA,
ivi IV RE 74. Pìfcinae 96. Auditore
97. Bennini
pS. di uopo 110. tur»
ni. neó
114* della Vergine dì Maria
* S<5« iurisdizione
160. ed
161, EXERCERE
170. Francefco Cardinale, e Giu-
liano Decano Fiorentino Ve- fcovo di Volterra » 171. couventur
187. fiouti 190. DELICIA, iop. Caligai a*, 3, eui
aio. epigrafe»
a 34. Iogelliuo , >
a 3 6. fondò
aS7. ENTA. T
* 5 9. Lafciano *£*'
a6<J, feeonda ;
a 54, aftruttur
a5 g, Senatore Tfidoro 260, Mathabei ivi fecondo a6$. Rgdivgut »:j| ^ ; *<58v Sbacchei
a8 3. di ben fpopolate Caftella
apj. che nome 310. MCCCCV, È0m efferc 3ic>» Indicìiorte IX» |
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