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V
" NOTIZIE ISTOFJCHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divife ne' fuoi Quartieri
or e r a
DI GIUSEPPE RIC HA
DELLA COMPAGNIA DI GESÙ
TOMO DECIMO
POSTUMO ED ULTIMO
DEL QUART1ERE DI S. SPIRITO
Parte Seconda.
IN FIRENZE MDCCLXH.
Nella Stamperia di Pietro.Gaetano Viviani
in Vìa de'Servi, all'infegna di Giano.
Mg"■——■ '                    ""         ■"■"-------                                         n-mmm.                                                  1IHI V III»»»——
COH LICENZA DE* SUPERIORI.
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Ili
PREFAZIONE.
f Inveterata , e lodevole coftu-
manza praticata da* Fiorenti-
ni fino al principio del cor-
rente fecolo , di rintracciaror
le antiche memorie della Pa-
tria , e di fcrivere ciò , che_^
alla giornata infra, di loro ac-
„,,„.„.,.„„.......„.......„, ,........- cadeva , ha prodotto infinito
giovamento a coloro , che delie cofe noftre han_*
voluto ftoricamente ragionare . Per lo che con*
feffare con ingenuità abbifogna, che, fé Leopoldo
Ferdinando del Migliore non avelie in centoventi
ben groflì volumi diverfe notizie raccolte riguar-
danti le Fiorentine Famiglie , e le Comunità Ec-
clefiaftiche , e quefta immenfa fatica non a vedo
avuta la bella forte fino dell' anno 1745. di ca-
pitare nelle mani del Canonico Anton Maria Bi-
scioni, e da effo non foffe fiata gentilmente comu-
nicata al celebre Padre Giufeppe Ridia , noi fa-
remmo totalmente privi dei dieci; Volumi conv
* 2                                   pò.-.
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1W '
ponenti la preferite Storia : poiché * e come mai
avrebbe potuto intraprendere, e tirare a fine quel
buon Religiofo un* Opera , per teffere la quale ab-
bisognavano infiniti documenti, ed un corredo d*
immenfe notizie de i tempi i più reconditi ? Im-
ponìbile farebbe flato per così dire, che nel breve
fpazio di dieci anni un folo uomo aveiTe potu-
to raccorrà àa" noflri Archivi tanta abbondanza^
di memorie , fé non avelie trovati i materiali in
ordine per comporre sì belìo edificio . Non oflan-
te un sì poffente aiuto » eccepiva è fiata la fatica
del dotto Religiofo , poiché ad efiò è convenuto
ricercare buon numero di antiche Pergamene , c*>;
vecchi Inftrumenti , flati al Migliore ignoti,
inoltre vifitare perfonaJmente tutti i Monafleri, e
Chiefe, di cui nella prcfente Opera ha dovuto
ragionare , ad oggetto^ di- rintracciare quei cangia-
menti , che dopo la; morte: dd Fiorentino Collet-
tore nelle medefime fono> avvenuti. E ficcome per
queflo erudito fuo lavoro ha riportato 1' Autore
dal Pubblico un general plaufo , così mi fembra-
effer giufto*,; e doverofo far di paflàggio parola ,
e degna rimembranza del medefimo . Traflè il
Padre Giufeppe i fuoi natali in Torino l'anno
1693. dal Nobile Uomo Pietro Paolo Richa Com-
mendatore dell' Ordine di S. Lazzero , il quale-»
conofcendo nel fuo Figlio uno fpirito elevato ( fe-
condo l'ufo di quei Genitori, che , o per ricono-
fcerlì incapaci di dare educazione ai propri Figli,
o, che per altre caufe dal paterno dovere fi cre-
dono difpenfati ) inviollo nel Collegio Cicognini
della Città di Prato , luogo diretto .da i Padri
delia
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F
della Compagnia di Gesù , in cui dopo aver
fatti i fuor itudi , portoffi a Roma , ove de-
terminò di 'veftire Y Àbito della Compagnia , dal-*
la quale fu impiegato in diverfe ingerenze , ed in
varie Città dell* Italia mandato, nelle quali fe-
ce conofeere la futa abilità nelle Ecclefiaftiche^*
Funzioni . Ritornato a Roma à fece la folenne
fua Proferitone nell' anno 1747. nel quale tornai
to a Firenze, fu incaricato dai Superiori del
fuo Ordine dell'efercizio di Sacro Oratore per
quelle tornate notturne folite farli nella Chiefa di
S. Giovanni Evangelica dalla Congregazione di S.
Maria Maddalena Penitente . Principiò la fua in-
gerenza , trattando delle azioni de i Santi, e Bea-
ti Fiorentini , facendo in vece di Prediche, delle
Lezioni fopra i medefìmi , e ciò a cagione dello
fcarfo numero delle, perfo.ne , che frequentavano
quelle pie adunanze : ma avendo Egli faputo , che
il Dottor Giufeppe Brocchi fimil lavoro da gran
tempo andava facendo, mutò idea, e determino/li
di comporre più , e diverfe Lezioni , che la Sta^
ria delle noftre Chiefe contenefTero .1 Fiorentini
di natura effondo anfiofi, ed all' eccetto amanti d*
intendere ciò, che è accaduto negli andati tempi
dentro le mura della propria Città, intervennero in
copiofo numero alle dette adunanze, che fi facevano
in quella Congregazione , la prima delle quali in-
comincioflì nella fera della Concezione nell' anno
1750.. in cui fu ragionato della Chiefa di tal ti-
tolò , che comunemente il Monafter Nuovo iru
Via, della Scala addimandafi , e così di mano in
mano profeguendo , gli forti di fare a ciafeuna
% 3                          Chiefa
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VI
Chiefa iti diverfe Lezioni una breve Storia dello
medefime . Vedendo pertanto un Tuo parziale A-
mico 1' univerfal plaufo , con cui quelle facre fa*
tiche erano comunemente ricevute, incoraggi il P.
Richa , e configlielo a pubblicarle per mezzo del-
te ftampe, ed allora fu, che il détto Autore pro-
Curò di avere nelle mani gli autografi del Miglio-
rè , e di raccorre quante notìzie poteva, e dalle
pubbliche e private Biblioteche di Firenze , e da
quéi Letterati , che in quel tempgi erano viventi,
à' quali pur tròppo egli iteffo nelle Prefazioni degli
antecedenti Tòmi va cònfeiTando di effer fomma-
ménte obbligato . Egli però non ebbe la eonfolà-
zione di poter vedére là fua Opera finita d'im-
primere , poiché allor quando il preferite Tomo
incomincioffi a ffampare, cefsò di vivere nel gior-
no de* 24. Luglio 1761. con difpiacere univerfale
della Città, poiché era reputato uomo, che aveife
vifluto inettamente , con umiltà, fenza orgoglio , è
lontanò dal faftò , e da un cèrto difprezzo verfo
degli uomini $ che pur troppo vedefi regnare iru
alcune pèrforre^ che o per la ricchezza, o per
la feiénia dal comune degli Uòmini pretendono di
distinguerli. Per lo che difficilmente forti ad Uh fuo
particolare Amico Y ottenere di poterlo ritrarre ,
allor quando fu data alle Stampe là di lui Effi-
gie , e gettata parimente là Medaglia di bronzo
contenente da una parte il di Mi Ritratto , è nell'
altra la Chiefa di S. Giovanni^ tal motto: GLA-
K1VS ReNiDET. Non effendo" pertanto flato per-
meflo all' Autore di perfezionare il prelènte Libro
contenente il compimento della Storia delle Chiefo
!
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VII
Situate nella Città di Firenze > e non avendo termi-
nato di rivedere, ed ordinare l'antecedente Libro,
diede incumbenza di tirare a fine la Aia fatica al
Canonico Andrea Giulianelli , il quale con ogni
diligenza la conduce a perfezione, e perchè conte-
nerle più notizie > che poflibile fofle , compofe , ed
inferirvi due Lezioni fopra la Cappella dell'Impe*
rial Palazzo de' Pitti, e quella di S.Bernardo porta
in Palazzo Vecchio. Ma allor quando-eri per com*
pirli la Stampa, artalito il Giulianelli dall' Idropica,
e neceffirato a fottoporfi alla Paracentefi, dopo una
penofa malattia pafsò all'Eternità il di 5. Ottobre
1761. con diipiacere de' Letterati , e degli onefti
Uomini, per effer Egli un Ecclefìaftico dotto, efem-
piare, e lontano da certi pregiudizi, che tal volta
diminuifeeno la fama alla gente di Lettere, Fu
all' eftremo faticante, poiché non tralafciò in tem-
po , che era oppreiTo dal male , di correggere le
Stampe , ed aumentare quelle poche Lezioni, che
rimanevano a darli fuori per compimento del pre-
fente Volume > per lo che gli forti di lafciare il
tutto in buon ordine, e con queil' efattezza ne-
ceflfaria per darlo al Pubblico . Quelle fono le vi-
cende , che ha fofferte la prefente Opera , alla qua-
le dopo tanti difaftri è concedo dalla Divina
Provvidenza di efler finalmente pubblicata . Sol-
tanto mi reità da avvertire coloro, quale la pre-
fente leggeranno, che fé fra elfi alcuno fotte bene
affetto alla Patria nortra, che voleffe intraprendere
di fare una giunta , e correzione a tutta la pre-
fente Storia , ad oggetto di pubblicarli a guifa di
appendice alla medeiìrna , farebbe da noi ricevuta
di
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Vili
di buon grado per darri alle Stampe per profegui-
mento dell' Opera . Ne taluno fi formalizzi,- fé va-
do fcriyendo in" quella guifa , né creda , che av-
verta ciò per detrarre alla fama dell Autore y il
quale, fé qualche abbaglio commeffe , farà fem-
pre degno di fcufa . Niuna Opera, e fpeciaIrruen-
te le grandi fono efenti dagli errori , e foltanto
fono liberi da quefto genere di umana debolezza
coloro , che nell* ozio , e nell* inazione perpetua-
mente vivono .
AVVER-
\
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IX
AVVERTIMENT O
DELL' EDITORE
A CHI LEGGE.
IN tempo ? che era fotto il torchio il Tomo VI I.
della prefente Storia, in cui trattavalì alle Lezioni
xxv. xxvi. e xxvn. del Bigallo, penfai di far difcgnare un
antica Pittura a frefco , che è nell' ingreflò dell' Udienza
de'Sigg. Capitani dei predetto Luogo, fatta da dottino
l'anno 13+2. a iìne, che coloro , che han piacere di
oflervare le antiche Pitture , e che fi dilettano di ve-
dere le vecchie Opere, potettero pafcolare il proprio in-
tendimento ♦ In ella viene efprefia la Miferigordia , che
fotto il fuo manto protegge , e difende la Città di
Firenze ivi in profpeuo delineata con diverie altre fi-
gure , come il tutto può vederli nel rame polio in prin-
cipio del prefente Volume , ove è notabile , che in ^ uno
de i circoli dipinti fui predetto Manto della Mifericor-
dia vedonfi gli antichi Fratelli di detta Compagnia.,
con la cappa di colore vermiglio , e non già nero,
come hanno di prefente . Ma perchè il Difegnatore , e
T incitare allora occupati in altri lavori por» termina-
rono in tempo la fatica loro commefià, pop mi fu per-
meilo di collocare il predetto rame al fuo luogo ; e per-
chè non difconviene (ituarlo in principio del prelente_
Libro, fpecialmente per non eflervene altri, che l'ador-
nino , ho creduto far cofa grata a pubblicarlo , acciò
tanto più Ci comprenda il mio buon animo , e 1' amo-
revolezza , che profetfò di avere verfo quelle Perlòne ,
che iì andran provvedendo di tutta quella Opera .
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NOTA DELLE CHIESE
DESCRITTE IN QUESTO DECIMO TOMO.
I
P'g.
Della Chiefa del Carmine.
i.
25.
:,. . f
37*
45-
6o.
84,
J
EZIONÉ I.
Lezione ii.
Lezione ih.
Lezione iv.
Lbzione v*
Lezione vi.u
Lezione vii.
Lezione viri»
Lezione ix.
Lezione x. /
Lezione xìv
Lezione xii.
Lezione xiii.
Lezione xìv.
Lezione xy.
Appendice. 5
Della medejima K - '!
Della medejima.
De Ih me defim a .                  ^ p *;''<
£><?//rf medejima > e $M Reliquie
Delta mede/imtih \v '-
Della mede lima* wtH
DHlaChhfa di S: riero GaetslU shcw;
pp.
»/ V ^ N?f S erumi do iì
Della Chiefa
} ? Mortaserò di Jx<
■■ V' \ Iv i V '
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1 j ■$ f 'i ,: \j.
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H !I*,.S'\ y\
r « ■ ■ ■■■'', - j?
£ff&
1 » £» **k
164.
valeva .
Della medejima ,
Della medejima
Della "' medejima;*
Della medejima
.
Delia me efimà .
Delia medejima •
Oratorio di S.Bafiiàno ai'Bini
, e?
///* Spedaftizifdr Sk Spirito :
1 ìrioggi Ofpikio del fra- Certo fa .
: Della Chiefa \ V; Movafier» di S.
Felice in ?i$zza>\**di $. Pier
179.
i'921
Lezione xvi.
Martire '}) '■>''; "■■'* lU^ -;:'
. X/z £##/ /f^i'f <# preparazione
a tutte le 'CViefeda deferii fi ì
in apprejfó ", èfifienti' fulla Co*
fi a di $\ Giorgie ìfitd al ter* i<^^:
minare della me defitto a . Si pre-
mettono brenji notizie della Retti
Cappella de' ritti
, e dell' éhra
antì-
Lezione xvii
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XII
:.- ! ■
J* V I-I %ntìch?J]ìm CmpilfMla £$7*y* f\ <r #
gnorfS di Firenze , <?# una pie*
anta descrizione della detta Co-
LEZIONI XVIII. Della Chiefa , e Monaftero dì S.
Girolamo % ? S. Ir ancefeo fulla
Cofta
.
                                               233.
LEZIONE XIX. D*//d Chiefa de* SS. Giorgio ^ e
,|i                         Monaftero di 5V Giorgio det*>, ?
j?o dello Spirito Santo.              :f; .241*
Lezione xx. D^//rf Chiefa di $* Cri/lina, 0 Jìa
,-.. .                        formati Scalzi di S_*.,Agoftin&] %,Atrì^.:j
fulla Coffa:, #m t/vuc\ ,uv H^Mfil
Lezione x$iu,\ fletta Chiefa Parrocchiale \ e una f>
volta Collegiatadi\S* Niccolò
.*kt>>- V;, oltr', Arno . ; ■ h\\,ri
        y-i g .» -25$.*'
Lezione xxii. Della medejìma- h, ; ,                      208.
LtZIONE xxni. De//** Chiefa dt'_,.jj. Qregorio. .^ ;ìhc£S3ì1
Lezione xxiv. D<?//d Chiefa di.iS^Layiarde*Ma», r ,
,; 1
                      ^"«"o/i ^/^4-dal/e farinate . n■''^n.,^-f^-ì
Lezione xxv. Dc//^ medejìma v /:.■/>.             ivtcft&id
APPENDICE . Notizie della ^e^,,Congregazione r4 , - f |
,,|v.'/,-.t
                          <//' iS". Maria,.\LaureJ[ana^ nttq^ tàOi&b!.
,'qr. 1           , ^\*xvi'yié>\df' Wégtwfy d0M%Mk Ro-
v -v, . . minale in Vi'q de^'Kardhdi Éfà> r«ou& F
LEZIONE XXVI. Della Chiefa di S'. Maria fopr' Ar-
Lezione XXVil* 'J^eJl'Qrqtftrif $1,$, Sepolcro fui
t-j v,\v^PoMtevf^cckia _.,. ;,., M\                       321.
Lezione KmMi.BeiU. Qhiffajì $- hfopo fopr'Ar-
v\ \ ili . %o,:d£ pignori della Mijfione .           329.
Lezione 5sx'x. D'ella.medéfiiqq,. . ■                      337-
Ltzicne xx^. !Ì4&//tf n?edejmik.t,.\ , 1                      B4 j*
it^'ii
NO.
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NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
TOMO DECIMO.
LEZIONE PRIMA.
DELLA CHIESA
DEL CARMINE.
L faggio non meno , che pio
provvedimento della Fiorenti-
na Repubblica, d'allegrare nel
1475. un dazio (opra il fale»#
alia Chiefa del Carmine ; e
dopo d* eiTa, lo iteflo a quel-
la di S. Spirito , m* ha fomrni-
niftraro il convenevole princi-
pio a quefti due ultimi Tomi
delle Chiefe di Oltrarno , o
fia del Qiiartier S. Spirito . E ficcome dalla Chiefa di
S. Spirito il nono : così il decimo Torno cominciamo
felicemente dalla Chiefa ài S. Maria del Carmine.
Tom, X.
                         A                               Gran-
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ESISTE NELL, IMGMESiV JDEL MAGISTRATO DE SS- _ CAPITINI BEL/ MIGALIj O
oshiasmimKìmmwvmww boaum uuraujQuec serauTVoum
merurmum ovmam suonimi st secauitoum inTObLeca^umreTie;
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Grandi;) e ÙrephoTe anco, fono' fiate ne* paflati tem-
pi ,. e fpezialmente nel fecero antecedente, le dì-
fpute intorno al principio dell' Ordine Carmelitano ..
Quelle o da. i pim non, ili faptebbero ora , ò non
farebbe d* uopo- rammentarle ; fé anco qui in Firen-
ze^ ( ove certo è ì* anno iz6SB, dello ftabilimento di
quelli Padri-, e il principio deL loro Convento ) non
v3avellerò, h medefimi pollo, un; Cartello M che. m'ob-
bliga a ri n novellarne la, memoria) per? iti Irruzione de*
miei- Leggitori'- Sii vede, che lo, fteÓbvolea« fare Fran-
cefeo Gionacci, Sacerdote ^fiorentina ,, e Scrittore di*
qualche grido, le.-culi fchede, autografe, attenenti alìa>
Storia dell*'Ordine. Carmelitano', lì, trovano- nel Codi-
ce' xxxy.ii.. dalle! v.iih., della; Libreiiaì Magliabf chiana .
Dalla, veduta, e? lettura di quefte poco di buono 11
può? ritrarre ; e dubiterei forte , fé. quello erudito Fio-
rentino affembraffe, tali; notizie , per tffiere: la: ftoria^
di- quello inlìgnè Convento'; oppure per mandar que-
lle notizie al P*. Daniello. Papebiothio ad Anverfa ; ©^
finalmente: per fase, alcune. Legioni;: nell' Accademia^
degli" Apatilti ; giacché; quivi: fé ne vedono^ mede.ai,
pulito* tre •.. La, pinna di* quelle difco.rre, con< molto
giudizio e criterio dell'origine della Religione Carme-
litana ,,J«terpTetsn.dO"* quanto ne- fcruTe g„ Antonino
nella par. ili., della- Storia univeifale. al cap.. V. deli
titolo .xx„La feconda, è. in. di fé fa, dégW' afferri di S.-An,*
tonino ,. ed ia; confutazione- delle chimeriche: moiliiio-
fe oppenioni- del P^ Gio5% Balilla. Lezana Spagnuolo ,
Lettore della; Sapienza, in* Rama 5 efpolle negli; Annali
Carmclitici; (rampati* in- Roma nel 1653. La. terza è
una confutazione. a« chi arTerifce5. efifere. Carmelitani S..
Telesforo Papa » e S*. Anatrano* Màrtire c Produchiamo
quella Memoria, che trovali in. un. Cartello, a guifa di
infcrizione ls €.. di; parola; in* parola; coriifpondénte.»
ad altra amica creduta; originiile. %, fcritta- di> carat-
tere né Romano',, né Gotico , né: Longobardo , ma
Barbaro : la. quai carta il conferva nell' Archivio di
detti Padri , Si legge in clTa 3 che nel 743. di, Crirco>
foife
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"$Jt:                                                                                          )'$k
Tofle fondato in Firenze un Oratorio agli Eremiti Car»
melitani, che pofcia reftò incorporato nella nuova ma-
gnifica Chiefa . Noi fenza punto ricordare , cfre tal
cartello fi pretende dall' Abate Ughelli , e da i Boi-
landifti foggetto a gra^i .difficoltà ■; anzi per una favo-
la inventata nel fecolo xni. fi dimoftra, non gabella-
ta né da Cofimo delia Rena , né da Stefano RolTel-
li ; benché fi moftri inchinato a credere , che ove^
è al prefente la Chiefa ^ altra minore ve ne ?potefle_,
per P innanzi effere ; benché» Soggiunga accortamente,
{ìa molto difficile il provarlo concludentemente . E
fcherzo è quello del Gigli , allor che dice nel fuo
Diario } che trovato avendo nel Carmine di Siena una
memoria quafi fìmile alla predetta ; vale a dire che
nel 707. ( altri col Lezana dicono nel 797. ) colà «abi-
taffero Carmelitani , rifponde alla parte t. pag. ;ii^
così », alcuni Romiti fino dal 707, eranvi con qualche
„ iftituto del Carmelo... ,, Più bizzarra è quell' A
ferzione del Lezana , che deduce una fondazione dei
Carmelitani ancor in fifa , per etTerfi ivi travata una
Infcrizione dell' 800. in cui fi dicea 9 che giaceva ivi
un Devoto -della B. ^Vergine„ Ma lafciamo gli .fcher-
z\ y «e le chimere di Paolo Morigia , -del Cerracchi-
ni , che nella fua Cronologia al Vefcovo Tommafo »
fìporta le teftimonianze di Pietro Landuccì, e d'Or-
lando Malevoiti , e d' altri , che invero pochi non fu-
rono da tal fanatifmo d' antichità per i Padri .Carme-
litani .ridicolofarneiue trafportati. Siano però quanti li
vogliano gli Autori :, -che fi ipoflbno citare , faranno
fempre ;( non lafciamo d' inculcare ni non tnai a-b-
baftanza Intefe canone critico ) astori troppo difcoiH
colla età da quella , fopra cui afferifeono tali cofe^
Sincrono Autore è Giovanni -di Foca j dal cui :ìti«era-
rio tradotto xdal Gfiseo in Latino dall'^Allacci , iì -ri-
trae Ibene 'tutta 1' origine di »quefta ragguardevole 'Re-
ligione., deferendola -al B. Bertoldo., e alla iamofa re»
' relazione fattagli dai Profeta Elia *nelP,anno 3 156, co-
jne a liango diraoftra Natale .AlelTandxo «al Mecolo xni,
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** ..
c xiv. che molto profitta è del fopraddetto Itinerario |
e della Storia Orientale di Iacopo di Vitriaco Cardi-
nale t che inrorno al 1216, andò in Paleilina y eX
racconta ciò» che vedde , e udì . He fi troverà mai-
Scrittore alcuno giudiziofo, che avanti al fecolo xir.
rammenti la Religione Carmelitana , Eppure a fronte
di così indubitati argomenti, s' è voluto foftenere que-
fìe quattro cofe : 1. Che V tnftituto Carmelitano ven-
ga dal Profeta Elia: 2. Che avefle principio fui Mon»
te Carmelo : 3. Che il detto Profeta fon-daftè il me*»
defimo Ordine ; 4. Che detto Ordine fondato tanto
prima alla venuta di Crifto , duri tuttora1 , e abbia.,
durato . Ma dopo 1* origine venendo alla fondazio-
ne , e flabilimento in Firenze di quefìi Padri , at-
tenghìamoei dopo Scipione Ammirato Par. 1. Lib. 1».
pag. 14=2. all' aflerzione del Chiariflìmo Signor Dottof
Lami * che nella Par. 1. deli* Odeporico così deci-
de a pag. 186. la comroverfia >, Qyefto Vefcovo
jj Giovanni nel 1262. getta i fondamenti della Chiefa
de' Padri dei Carmine , dove è ancora inoggi > co-
me è ferino in fua memoria , riportata dal Sig. Cer*
racebini nella Vita del medefimo . Quefti Religiofi ,
ed altri troppo creduli fi Infingano vanamente, che
una più piccola Chiefa folle loro* fondata in quel
3)
n
luogo da Tommafo Vefcavo Fiorentino nel 743. e
ciò anno dimoftrato i BollandHti , e chiaramente^»
5) refulta dalla fai fri a. della memoria riportata dal desi-
,, to Ccrraechini ,, il quale ( profeguirò io per inci-
denza j ove termina il Sig. Lami, a dire ancor que-
llo ) Cerraechini nella Vita del detto Tommafo , mo-
fha di credere anco ( giacché di credulità fi vede dalle
fue Opere, che fcarfo non era ) che la carta di donazione,
fatta al Monaflero di S. Bartolomrneo di Ricavata in
Mugello, appartenga al Monaftero di S. Bartolomrneo
a Ripoli; .- cofa che pur credette il Gamurrini nel
Tom. 11. pag. 403. Ma ài tal fandonia fi ricredette.*
poi nel Tom. iv. pag. 2. come dimoftra a lungo il
Sig. Can. Ci dia n;elii sa una fua kttera , ove èei ten$.
—_
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§
pò difcorre , in cui furono le Monache , e f Mona-
fteri ammeffi in Firenze . Ed appreso le Monache di
Luco nel Mugello fi polìbrw) vedere nel loro dovi-
ziofo Archivio moke carte illuftrantr il Convento di
Ricavo, o Ricavata, che per lo ftrumento rogato
da Arimperto in Fiorenza , regnante Domino nofiro Ca-
rilo
, & Pipino , Viris Excellentijjìmis Re gibus , anno
Regni forum xviu Ini.
xiji. & x. haliae. s' arguifce^
dal Fondatore, bifavo destre Fratelli donanti , potere
eflere un Monastero di Sacre Vergini nel fettimo fe-
cola , nel Mugello , forfè da Gagliano non molto di-
feoito, delle quali BadefTa fi conferma Eufrafia, dopo
cui fi crede,, che fucceda Auftriperta . Perdoni il Let*
tore queita non difutile digreffione , la quale per al-
tro ci fa vedere con quale animo legger dobbiamo
queft» memoria : come autentico reputare quello ori-
ginale , e la copia in Sagrestia . Ma pure , perchè de-
bitori fiamo a i dotti, ed a i popolari , fa d' uopo
riportare quefti pubblici monumenti j acciò fui luogo
rifeontrando le mie Lezioni taluno , non dìeefle *.
che v* è mancanza .
In Dei Nomine Amen ; No? Thomas miferatione di*
vina Fiorentix Epifcopus proteflamur exprejfe aa1 perpr*
tuam rei memwiam
, & pofleris fufuram ftdem , qttod
fid honorem Dei y& B.M.F. de Monte Carmelo •> &
omnium ccele&ium eivium in txhftibus triumphantium*
pr&fentihns Maurìtio
, Cimio , Letterio , Arringhio a 3*
Gemi ni ano-
, et Guttifredo Cuffia omnibus Ecclejìe Fio*
yen fine Trcsbyteris
, netnon , & pnfentibur Ere minio e^
iufdem Carme li Monti s
, Gene fio , Bajilide , Cirillo , 2?-
noch r Fhronto ) Honwphrio y '& Elpidio ex eodem mon-
te ab Arabia
, in quo Mahometti arttccejfwe , & di-
fcipulo Hummas Mege fugientibus
, éf in hunc Trovi»-
eiam decurjts hac predenti
, die infrafcripta primum lapi-
dem parve ecclejìe in remoto loco prò eifdsm Heremitis
Carmeli ad totius potuti Fiorentini placitum
, é* fuccef-
forum propriis nofiris manibus
, Deo dante , pofuimus
prop Ciyjtatcm iuxta fifanam viarn
, jff fiuviam At*
-ocr page 18-
*
«,ztmi0!fi4 Junt hec Florentia in falatìo Epifcopali m*
fiibas ad omnia rvocatis lofepho a fanBo Vivaldo , BaU
ditino Bai duini a Col fa Valli s Elfe
, & Gualterio quon.
iam Vicedomino Fiorentino fub anno Domini feptem cen-
tefimo quadragefimo ter fio menfe Maio eias vero die pri-
ma indizione decima tertia . Ego Raynerias .Simeonis a
gigna Apoftolica
, et Imperiali aathoritate Notarias Ilo.
rentinus me a matta confeci
, et fignum mei Tabe Ili onatu$
.éffofui,.
A Chrifti Nat iwi tate Anno loccxtui. Kal. Maii tiM
honorem Dei
, et B. M. V. de Monte Carmelo ereBa fidi
parva quedam Ecclefia
» cuius primum lapidem pofait Re-
verendi fs. Domina s Thomas Epifcopus Fiorentina* in re«
ceffu prope .ci<vitatem iuxta Jifanam viam
5 et flumeru
Arni -pro Heremitis quibufdam Montis .Carme li
> Gene fio
fcilicep
, Bafilide $ Cyrillo >.Enoch , iPbrontone ..., Monuphrio ,
Ut Helpidio Humar ..Arabie Regis Màhemeti ;faccejfori*
tyrannidem fugientibus nutu divino in hanc XJrbem per-
duBis
,. Deinde Anno ciogclxvui. Kal. lulii extra ci*
*vi totem fandata
fu.it hec fecunda .ecclefia per Reveren-
Mffimum Jùominum Joannem iFlore-ntinam Antiflitem fub
tifalo ifratrum einfdem ordinis prefentibus plmibus per-
finis religio fis , tac 'ficnlarib&s
. Qui Antifles' donavi*
pedem SanBe Agnetis virginis 3 & martyrii
, & caput
SanBe Cordale Jtidem wirginis
, & martyris , SanBé
Vrfule Serie
, que fant adhac in eadem .ecclefia. lofi
fandationem vero Anno cidcc/ccxxiu domimca in Alkis
die xix. -Aprilis .ex conceffione Martini Pape V. ad pr.e*
ces «Domini Erancifci de Mode?inis per reverendifftmunu
Dominum Dominum JLmericum Corfinium primum Floren-
tìnum ArchiepifcQpum folemniter .confecrata fa'tt ajjìften-
iibns ,Mewerendijfimis Domini s Domini s Antonio E idei
CarmeJita Epifcopo Soanenjì
> ,ac Benotio .Federico Epi-
fcopo Fé fatano ,FlozentÌnis
, in qua iconficratione idem*
.QewcrendifJtMMf donavi* Reliquias de 'SanBis Bartholo*
meo
.., Thoma , & Barnaba Apoftolis , Marco Evangeli*
JÌ4 > Ctemerne j Antbero Fomificibus
, àt martyrtbm 9
Laum
i
-ocr page 19-
;*" ♦
jféwéntivt "Sehàftìànos é* Yantrath martyrihuty quc m'
eadem etclefia condnntur <> quam Citilibet contrito
», &
corifefo in dominio*, in Aliti s idem Archiepifcopa fra
tunc indulgentìdm quadraginta dierum vi/tanti conce{Jtt
>
qnam plenariam', &•■' yeryetuam fecit SanBiffìmus Dvm*
nus nofler Gregorìur felicis ruordationisPapa XIIL an~
no falutircioiDhKXXV. ut ex originalihus m arca cótt*;
ruentus pojìtis
, quorum cop'a- fide dìgne in facrijìia ex*
tant ajfìxa **
II.. Con tutte quelle invenzioni però , preflb i '
dotti farà fempre l'anno i2<58. il principio certo >
ed epoca, del Mònàfter-o del Carmine in Firenze . Que-
llo Mon aiterò di?Firenze nelle Cronache di quelli Pa-
dri fi- chiama il ferte- tra* r primis Conventi Italiani • ■■
Ma con qual fondamento ciò» fi dica1, udiamo loro ,
e, poi farò ascoltato* io.,La prima Città adunque , che
aceolfe quefti efuli dall'Oriente * fi dice Bologna nel
3:202.. come appare da, un contratto efiftente; nell' Ar-
chivio di S. Martina di detta Città ,-che-rogò > Olive--
rio Scudelli adì; 2. di Settembre : nel quale■ strumen-
to Fra Benvenuto di Santa Maria del Monte Cai melai
compera k metà: di una Cafa in* Burgo Hallérie da*
Iacopo di Enrico > il quale vende- a nome di Ugoli-
nai fuA foiella .. Qìtefto Contrarto da'" Padri* fu fattor
iiconofcere alla prtlenza di Gafparo Mazzoni Audito-
re Generale eh Bologna v colia fede ài? fette: Notai ne*
4.- dì Settembre del: 1683, Ma quelloè un tempo trop-
po remoto- per: opporio ali' irrefragabile autorità di
tanti monumenti > quanti'5 quelli- fono , che riporta^
Natale AltlFandro■■,.. per provare , che avanti i tempi
d* Innoeenzio IV. ncn- v* erano in Europa Conventi
Carmelinci*. Semel 1202;. vi' folle flato' il Convento
in Bologna 8, avrebbe il Pontefice nel fuo> Breve-»-
del 1246, agli Atcivefcovi■',.» e Vefcovi detto , e fatto
feri vere, compaiTionando* il loro flato ; allorché me-
diante 1* invaficne de' Saraceni , nel 1245.- fuggirono
in Europa > quìctem mentis recenti ad bas cifmarinati
$ar~
-ocr page 20-
partet trànfitn mn modicum fuiffe turbai dm ? Lo fteflo
canone s' applichi al fecondo Convento , che è quel*
Io di Venezia > del quale vogliono fare apparire que*
ili Monaci , che defìofi furono fempre d' antica ori-
gine s perchè fedotti dal Cronico ridicolo di Guiliel-
mo da Sanuvico, che venne in Europa nel noi. che
vi fieno due infirumenti di convenzione tra* Frati , ed
il Paroco della Chi e fa Parrocchiale di Spanta Marghe-
rita di Venezia ; il primo è fatto nel 1206. ed il fe-
condo nel 1208. tutti due riguardanti V ius ne' Car-
melitani di feppellire i morti nella propria Chiefa, col-
la obbligazione di dar la metà delia cìsra del Funera-
le al Paroco Marino, e fuoi fuccelToH per rogito
di Ser Andrea Madacci. E notar debbo eifere flati i
fuddetti Contratti approvati per legittimi dal Configlio
de i Dieci nel 1695. come dichiarati dalle feguenti
parole ; per me lanuarium de Nigris deputa*, ab Excel*
lentijf. ConfiL Dece, fuper caraBeribus *vetuftis Cancel-
leria Stenta
j fumftum ex alio fintili in pergamena 1
& fideliter de verbo ad <verbum bac die decima lamia-
rii 1695. in quorum fidem
cbv. ed ancor più antico fi
crederebbe il Convento dì Venezia , fé Maetlro Fra*
Francefco Mondino nel fuo Carmelo Favorito, dicen-
do che fino dal ir25, i Carmelitani tornarono a Ve-
nezia > ce ne deffe di ciò autorevole documento* So-
pradichè rimetterò il mio Lettore alla verace pudi^
ziofa ftoria delle Chiefe Venete , tefluta fu i genuini
diplomi, dall'inclito Senatore Sig. Cornaro ; oltre^
al Propileo a i Santi del mefe d' Aprile Tom. U. e
Natale Aieifandro . Viene in terzo luogo il Convento
di Brefcia , il principio del quale fé fi ha da prtftar
fede ad Elia Capreolo, Autore della Storia de rebut
Brixianorum
, fu nel 1220. ed in quefto anno appun-
to i Carmelitani , veifati da i Vefcovi , e Clero di
Pa kit ina , fegue a dire ; Natale Aieifandro , perchè
contro il decreto del Concilio Lateranenfe IV. convi-
veiTero fino da tempo di S. Bertoldo fotto una Rego-
la aon approvata dalla Romana Chiefa, fotto la feor%
*, :
                                                                           ta
-ocr page 21-
fa di Broccardo, che nel i200. fucceduto era i S. Be 1%
toldo nel governo di quelli Romiti Carraeìiti , entra-
rono in Roma fui principio con qualche freddezza di
Papa Onorio III. Ma poi nel 1226. benignamente ac-
colti dal medefimo Pontefice in approvazione del loro
Iftituto e Regola, ricevuta dal B. Alberto fucce flore.,
di Broccardo, ne riportarono la famofa Bolla , che co-
mincia : Ut vivendi formata. E quefta trovati nel Boi.,
lario Tom. il. in data da Rietini. Kat. Febr. Font.
etn. x.
di Crifto 1226. E indarno fi cercheranno fem-
pre da quefti Cromiti Carmeliti le due anteriori di A-
leflfandro III. 1180. e di Innocenzio III. 1199. Ma^
noi contenti di avere accennati i punti principali dell*
inforte controverfie , non ci vogliamo più prolungare
ito confate , in venerazione della S. Congregazione del
Concilio , e del Breve d* Innocenzio XII. imponenti
negli 8. Marzo 1^98. 1* una; l'altro ne* 20. Novembre
dello fteflb anno , perpetuo fìlenzio in quefìo affare.
Può vederfi il P. Helyot Tom. I. Part. I. cap. 40. che
lo riporta per eftefo. Ih quinto Convento è S. Marghe-
rita di Pifa nel 1250. colla licenza del Capitolo, e
Canonici Pifani, per eflere Padroni della Parrocchia di
S. Appollinare , nella quale vennero ad abitare i Car-
melitani : come parla una cartapecora dell' Archivio
di detto Capitolo , che è la feguente :
in eterni Dei Nomine Amen . CunBìs apparegt evi*
ienter
, quod cum quidam Ir atre s de Monte Carmelo »
nìidelicet Frater loannes Prior , loannes Aretinus , Ugo
Fifanur
, Stephanus Guido prefens , Augufiinus Fratett*
fis
, loannes , & BonaiunBa prefens incepijfent edificare
Cellas
, & Domos in Farocbìa S. Apollinaris , qtte Ec~
clefia efl Capitulo Fifano pieno iure fubie&d
, & vel-
lent ipfi Fratres etiam edificare Oratorium finse Fede*
fiam in eadem Farrochia
, dicium Capitulum prohibuit di*
Bis Fratribus
, ne hoc facere attentarent, cum hoc facere
non poffent tam de iure comuni
, quam etiam ex tenore
frimlegiorum ditti Capituli ah Apoftolica Sede concef^
Tom. X.                         B                              forum.
-ocr page 22-
'
. "Ir
IO
fòrum.; Foflmoium autim Fratrèr Ioannes- Frkr »" & àlil"
Fretres prediali cum humilièèr venerine ad: diBum
<£&-!
pìtulum fupplicautes <> qttod eit edificare permittérent ■■> àt
quod nihil voiebdnp facere in preiudicium iurium
> &
privilegiorum diBi Capi tuli
, è* diBe Ecclefie SanBi
Apollinaris} fic omnia tura\ ipforum volebant effe falva %l
Vnde Dominus Lmnardnt Archifre-jbyter Fifanus de wm •
fenfu
, & voi untate fuorum Déminkmm Canon icofutm4{
vi de lice t Ranerii de Caffina. % Fredètici- Debruti
, Fai*
merii
j Guidónis jdé Vicm y Cacci aguer re. Freshyterorum ■?
Gaffi
j Raynaldi } Diaconorum i Galli » Guidoni* S. Caf*
jtanìy Berlingerii ì SubJiacomprumt & ipfi cum eo ad ho*
norem Dei
, B. Marie Virginio > et etiam Beate Mar»
garite
( ai cuius honoìrem diBi Fratrer edificare difpo~
toniti-y. ita tamquàm, nomine:
, & pramininev fm Ecclc»
fie S; Marie: y. &*:$••* Margarite eorum precibus ìnclmaz^
ti , volente f: dìvinum 'c-uìtum- é & Religionem ampli ari y
concefferunt diBo Priori
» et' Fratribus , ut edificent , éf '
edificare, poffint de eorum li centi a Qratorium five E cele*
fiata in dia a F arrocchia
, fuh nomine ìM^ Margarite * »
& l Frati fi obbligano,, e proraeuonoi di ubo. tutto»
>, metterfì nelle cofe fpettami al Parroco # e fpeciiica-
#. tamente ne li' ammi nitrazione de! Sacramenti >s nelle.*
sr fé poi tu re de' Morti, decime, e primìzie; promet-
to tendo inoltre i\ annuo cenfo alla Metropolitana di
5, un cero ài due libbre . ,., ABum in haUtorio Clau~
firi Ecclefie Maioris. fupradiBe
k An. 'mccl*. IndiBioncL,
vut, iv. Idus; A^g. Ego JacobuS'ReBor Ecclefie SanBt
Amèrofii prefent ,& Domini Frideriei Dei Gratta Rioni»
Imperatori* Notòria/ fiipuiavi
5 & rogatus hanc cartam
fifipfi ì & im' publicam formam redegi »
Uh E qui giunti al noftro Convento di Firenze »
ci faremo in primo luogo dalla autorità dell' Ammi-
rato * del Rondinelli j del Migliore * del Senator Car-
lo Strozzi , Mf. XR. pag., 114. del Canonico Salvini,
e ài altri Scrittori Fiorentini , i quali concordemente
dicono 5 che il Fondatore dei Carmine ài Firenze fia
fìato Cione Tifa di Rinieri Vernacci del Popolo di
S. Fé-
-ocr page 23-
V
II
5. Felicita , Padre di quel Petrello , che dj Fazione^
Ghibellina effendo , fermò la pace tra Guelfi, e Ghi-
bellini fu.Ua Piazza vecchia di Santa Maria Novella.,
alla prefenza dei Legato il Cardinal Latino . Né giam-
mai a* Padri Carmelitani è fuggito dalla memoria il
nome di quefta Famiglia) prima loro Benefattrice: con-
fervandofi da i medefimi le antiche carte dimoitrami i
ineriti de* Vernacci col Carmine , A loro io debbo le
notizie autentiche del teftamento di detto Cionc , e
della puntuale efecuzione della fua volontà, tofto a*
dempita da Madonna Agnefe moglie dì lui, la quale il
Senator Carlo Strozzi chiama per altro Avegnente . Che
però l'uno e 1* altro documento qui riporto in com-
pendio quanto ci bafti per ifchiarire, e corroborare la
verità di tal fondazione : nel primo adunque leggefi
cosi : Anno mcclxvu, Inditi, x. Fridie Kal. Maii Ctone
Tifa fil. quond. Renerii Vernaceli de Fior, pop. S. Feli-
citati* fecit fuum teftamentum &c. reliquit libra* ecce*,
honorum Florenorum Fauperìbus le fu Chrifìi
, quibus , éf
quomodo placebit Domine Agnefe Vxori fue &c. rog. Ser
Michel Bonafere S. Donati in foggio ;
ed il Con-
tratto di Donna Avegnente, la quale concede ai Fra-
ti del Carmine il fuddetto Legato , dice come appref-
fo: Anno mcclxvu. Indici, x. fri die Kal. Mali. In No-
mine Domini Amen
. Domina Agnes uxor Cionis Tife
volens wotum Domini Cionis Viri Jui adimptere
, prout
in ipfius teftamento reliquit
, rogato ist fcripto manu Mi'
chaelis Bonafere htikis
, & Notarti publici per Neronem
Juditsm & Notar ium
, iettit, è? coMceffit iure proprio , &
in perpetuum Fratti ^Mattheo Frhri Provinciali Ordinis
S» Marie de Carmino acciaienti
, $? ftipulanti , prò ipfo
Ordine j et Capitalo y & toto Convent»
, ,e Fratribus
dipi Ordinis i <@. vice
} ac nomine di eli Ordini) Capitu-
li
» Ù' Conventi* s fex Bai ora serre jtd reclam menfuram
Florent* €um,t domo
, ^r' domibas fupsr ipfanti tevrum exi*
ftentihus pofit. txtjra maros Civìt. Fior, prope ipfos mw
WS in pop. £. Fri4iani^ quam tales iixit, & convenir
habere confines a
i. via} a 2. fnuros Civitatis ^ *vti in
%iZ
                                         B 2                                me'
-ocr page 24-
1%
medio j a i* dì eie Domine Agnetì re ferivate' y à 4. Eccle*
fia de Cam al doli via propria ditte Domine Agnetis am»
glittidinis trium brachiorum extimationis
, àt salute in*
ter D. Agnetem, et diBum
£). Friorem concorditer fa-
ile, et habite Uh.
150. honorum fior, per, & prò Uh,
150. di Eie monete cum omnibus et Jìngulis , que intra »
feu infra di&os confines continentur , vel alio fi qui
forent , et cum acceffibus & ingreffìbus, pertinentiis et
e-oherentiis fuis ufque in vias publicas, omnique iure et
affione
, nfu , feu requifitione fili ex ea , et prò ea ter-
ra, & re- vel ipfi terre,
ér ità modo ali quo pertinente- ,
ad habendum et tenendum, ac perpetuo poffidendum étc-,
E più fotto,* Fropterea promifit et con<venit dicla Do»
mina Agnes eidem Domino Fri ori Fratri Mattheo , ut di-
Bum efl accipienti et flipulanti , dare & folvere prò
conjtruttione et edificatione unius Ecclefie confiruende fa?
edificande , feu confiruBure 4$ edificatore per ipfum Dq-
minnm Friorem , & fuas Fratres fuper ipfam et in ipfa
terra Uh.
150* honorum fior, prò adimplendo 'voto Te fia-
toris predi eli &c. et ipfi Fratres promiferunt mo-rari in
di&o loco , & divina officia celebrare et e* AtJum in Do*
mo Eredum ipfius Cionis , prefentìbus ipfo Fatre Priore
Provinciale Fratre Mattheo , et Fratrìbus eiusdem Ordi~
nis , Fratre Rainerio, Fratre Benedillo, et Fratre Ben-
venuto , qui nomine totius Capituli Conventualis , &
"Fratvum fuorum de Carmelo acceperunt fupradiclum le-
gatum ; Tefiibus Iacobo di Buonìnfegna Mannelli
, Do-
nato di Fiero Lattieri, Cione di Albizzo Ti fé pop, S*
Felicitatis
, rog. $er Mero quond. Guittonis de Fontur-
mo Imperiali auclaritate Notar.
Aggiunge perciò il Sem
Carlo Strozzi quelle condizioni da non ometter/* : Pri-
„ ma: Che fé per tempo alcuno i detti Frati fi par-
3, tilTero, e lafciafìfero detto luogo, doveffe ritornare
„ ai Figliupli et Eredi dì detto Cione: Con che pe«
rt rò j mentre che i Frati vi iteflero, non aveffero
j, i Figliuoli et Eredi di detto Cione parte alcuna di
j, detta Chiefa ,, MS. Stroz. HH. 342, 343. E benché
ne i due fopnmferui ijftruDKMi niuua menzione fi fac5
*
-ocr page 25-
di chi era in quei tempi General e del Carmelo,
1* abbiamo però cerco dalle Cronache Carmelitane * e
dal Capitolo Generale fatto in Meflìna nel 1267. nel
quale da tutto P Ordine fu accettata la fuddetta Fon*
dazione : efifendo Generale il Padre Maeftro Fra Gal-
lico ; e nelle Cronache , che nel governo univerfale
dì detto Fra Gallico , annunciano pincipa Magnifici
Temali Carme litici in Vrbe Fiorentina
. E pia cerni in ca-
nore di quello Generale riportare qui una decorofa
notizia, pure regiftrata in dette Croniche, come fegue:
Quo* tempre ( effendo Gallico Vicario Generale in O-
riente ) Sanffuw Ludowicum Regem Francie in Montc^
Carmelo recept
, ae eidem fetenti fex Religiojos Ordinis
neftri in Iranciam ducendos concejjjt
. Lo che aflerifcS-»
ancora il Fleury nella fua Storia Ecclcfiaftica T. XVII.
pag. 6q6. air anno 1260. e cita una Lettera del Re
Carlo il Bello, Pronipote del detto Santo Re Luigi »
Ma nulla per altro dice né dell' accoglienze fatte dal
Generale Gallico al Re , né delle richiede fattegli per
condurre in Francia i Carmelitani . Ma folo dice :
M
Saint Louis en amena qaclques uns avec lui a fon re*
tour de la Terre faint, et les établit k Paris &c.
SJ
\
-ocr page 26-
•tip
«4
LEZIONE
II
DELLA Q H I E S A
DEL CARMINE.
Ivcnuti i Padri Carmelitani Padroni
delle terre fopra rammentate) non
tardarono punto elfi ad adempire 1*
obbligazione loro di edificarvi la_.
Chiefa , ibtto il titolo di S. Maria
del Carmine, pofta allora fuori del-
ie mura della Città, nell' angolo del-
la ftrada , che s* andava alla Porta a S. Friano » per
fervirmi delle parole ftefle dell'Ammirato P. I. Lib. III.
Concioffiachè trovifi in autorevoli Carte, ed in veri"
dici Scrittori » che nell' anno feguente alla eredità, la*
feiata loro da Cione per mezzo della Moglie Agnefe ;
cioè nel 1268. fi fece la devota cerimonia di benedi-
re , e gettare ne* fondamenti la prima pietra, celebra-
ta folennemente da Giovanni de* Mangiadorij Vefcovo
Fiorentino, il cui Diploma, fatto dal medefimo in tale
occafione, confervafi nell1 Archivio del Carmine, ed è
il feguente:
           -                            a *
In Dei Nomine» Amtn*ì ;
Kos loannes fola gratta, à> mìferatione Divina Fio*
tentinus Epifcopus dicimus
, & proteftamur expreffe ad
perpetuam rei memoriam
r, & futuram fidem , ad honorem-
Dei, & Beatele Mariae Virginis
, &' omnium SanElorum,
et San&arum Dei , -praefentìbus Vreshytero Aldehrando,
Friore Ecclejìae Sanili Felicis de Ema, Cappellano no-
flro
, & freshytero loanne, Canonico Ecclefiae San&i Sai'
'vatoris in Ceppo quondam Domini Spezzalajlrae
, ut
Eorteguerra quondam Domini lldebrandini Domicellis no»
ftr*s>
-ocr page 27-
firis » Fratre Ioanne Priore SanBae Marìae del Carmine,
iSt Fratribus Bigiano} è? Benvenuto j Fratribus diBi Or*
dinis
, cb* *$& Fratribus hac predenti die fundawimus
Ucclefiam diBòrum Fratrum
, ^/i/*<? aedificatur ad honorem
B, M. F. de Monte Carmelo', in Parodia Ucclefiae San.
ili Frigdiani
, & extra muros Ciniitatis > iuxta ipfos
muros > fovea in medio Ci<vitatis, in angulo
, qui eft i»
Via
, per quam itur a torta Civitatis Sanici Frigdiani
rette ad Monaslerium de
Camdl.du.lis, in cuius rei tesli*
monium
, $t\ pleniorem fidem de proteffatioue. noftra. plom
no iflrùmentum fieri fecimus noftri Sigilli robore com*>
munitum .. AB a funt baec F Urenti ae in Palatio Epifco*
patiis Fiorentini
, praefentibus teftibus Domino Errighetto
•viro perito quondam Domini
'Ilde.brandini de Sa®$° Mtm
niate
■ > & Domino Orlando Priore Sanffi Stephani F/o-
rentini ^ & Presbtytero Aldebrando Priore Sancii Feli*
cis de Ema
, é? alimi fuh Annis Domini mille fimo du~
cento fexagefimo offava
'.. Indizione undecima, die Sabbati
ultima menfis lunii*
■ Ugo Sinibaldus Florentinur quondam Alberti praedi'
Bae protejìàtioni dum fieret a Domino Epifcopo inffru-
wentum eodem ip/ìus mandato fcripfi
, in publicam Jfor»
mam redegi , ideoque fubferipfi*
E qui notar fi deve, quarta? giovi ali* Iftorìa il rifcon-
trare ccgli occhi proprj , fé pur fìa poffibile > le Carte
degli Arehivj, prima che fi riportino. Imperciocché io
mi fono avvenuto a leggere parecchi copie del fud-
detto Diploma , fenza ravvifarne una fcevra da sba*
gli, maflìmamente nella copia predo Cerracchini,
dove vi fi pofibno contare parecchi errori . In altre'
poi manca il Fridie avanti a Kalend* lulii > onde da al-
cuni è flato legnato per epoca della'Chiefa il primo
giorno di Luglio: non avendo avvertito: come fcrivo-
no i Padri d* Anverfa , che nel 1268. la lettera Do-
menicale era G ; e però il Sabato doveva eflere Fridie
Kal. lulii ;
vale a dire ai 30. di Giugno, come legge
T Ammirato iuniore, informatiflimo de' cojjri Arehivj
al
-ocr page 28-
;
ni Lib. III. Par. I. pag. 142. così : » iIS£ Giovanni
3, Vefcovo Fiorentino di Sabato 30. di Giugno mefie
s, la prima pietra in quefta Chiefa , intitolata della
j» Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, porta al-
5, lora fuori delle mura della Città ; reggendoli il Go*
5, verno della Repubblica fotto 1* amminiftrazione de'
» Guelfi } guidati dall' autorità, conferita da elfi alr Re
3, Carlo ì. ,, Più gravemente ancora del Cerracchinij
e di altri sbagliò circa al medefimo Diploma il Fer-
rini , fcrivendo nel fuo Catalogo , che il Vefcovo
Giovanni gettale la pietra del Carmine adì 3. di Gen-
naio del 1275. quando nell' antecedente Dicembre il
Vefcovo Giovanni era morto.
IL Or venendo alla Chiefa , benché così in anti-
co fé ne principiale la fabbrica , quefta non reftò to-
talmente terminata fé non fé all' anno 1475. pofcia-
chè alle Riformagioni trovali una Provvifione della
Repubblica, che dice: ,, 14J9. fi delibera dai Signori,
,j che fi metta un dazio di 2. quattrini fopra ogni lib-
,, bra del Sale per lemofina ai Padri del Carmine, ac-
„ ciocché più pretto fi termini la Chiefa „ e nel 1475.
altra deliberazione parla così, che accennai fui primo:
5, poftoehè fia terminata la fabbrica della Chiefa di S. Ma-
9, ria dtl Carmine, il dazio di 2, quattrini fopra una libbra
3, del Sale fi a (legna alla fabbrica della Chiefa di S. Spiri-
,3 to ,, onde chiaro apparifce, che in detto anno fofTe
per elTere il noftro Tempio compito. Intorno poi al
difegno del medefimo, fé coniìderiamo il modo di quei
tempi nel!' Architettura , non potea eflere che imper-
fetto ; non oftante che vi foiTero già i valentuomini di
Lapo, di Arnolfo, e de' Frati Domenicani, Sifto , e Ri-
itoro . Ma il nome dell' Architetto fin* ora ci è igno-
to, potendoli però fofpettare, che in elfo aveiTe parte
uno de' foprannominati. La figura della Chiefa è di
Croce , avente la Navata lunga braccia 136. larga 33.
* la Crociera è di lunghezza braccia $6. Nel MS. dei
Padri dell' Oratorio, da noi altrove additato, fi dice:
1* altezza eficr braccia 50. la larghezza braccia 36. la
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Ir
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lunghezza traccia 9i% dagìi fcaglioni alla ' Pòrta ,* e
dagli fcaglioni alla muraglia della Cappella maggiore
braccia 28. La Croce è larga braccia 18. lunga 61. Ave-
va oltre la Tribuna, come ila. maggior parte delle Chìe-
fe amiche , il fuo Coro in mezzo > entrafldovifi per un
arco affai grande » che veniva addirìmpetto alla Porta
maggiore dèlia Chiefa1. Intorno al- Coro gì così dentro
tòme fuori jvedeanfì appoggiati Altari, e Cappelle dt
varie Famiglie ; e principalmente de i Vernacci , de i
Giovanni, de' Sederini , de' Serragli, de'Brancacci, de-
gli Ardinghelli, e di molte altre , che in altra Lezìor
tic vedremo : descrivendo i pregi delle Cappelle, quaff
tutte moderne, ed appoggiate alle pareti laterali della
gran Navata ; fportaiido effe" in fuori, quanto concede
di; proporzione lf allargamento dèlia bafe delle colonne »
che reggono uh frònrefpizio fatto a mezzo circolo. E
la Navata in antico era fenza Altari , tutta però di-
pinta da Lorenzo di Bicci a frefeò*. -
III. Ed effendofi di fopra accennata la lunghezza
degli anni-, che parlarono-in quefto Edilìzio, qui no-
tar fi debbono àìtjri Benefattori, che largamente con*
corferòa perfezionarne la Chiefa: come nel repertorio
dei Te/lamenti in Convento leggefi'rdi Fra Buonavita
Pinzochero di S. Fraricefco, che lafcià all' Opera del-
la Chiefa del Carmine; e nel mazzo 35* delle Carta-
pecore un fimìl legato nel ferramento di Buoninfegna
di Ghéràrdino ma per effere rogati amendue nello
fteffo dì 26. di Marzo del 1294. fi dubita, che pofla-
tao effere un folo. Fra Giovanni" Mi3 antichiilìma Fa-
miglia de' Giovanni , fecondo che ferirle il Roffelliy
nel 1353. fece a Tue fpefe murar la volta del braccio
finiftro ver fa il Convento , e morendo lafciò un ricco
patrimonio; acciocché fi profeguiffe 1'altro braccio ,
ed infiemémente fi terminaffe il Convento. Gli Ardin-
ghelli circa lì 1400. fecero principiare la facciata della
Chiefa con una nobile idea di accrcfcervi un maeftofo
ornamento di pietre, che retto fofpefo, eccettuata la
Porta , che fu fatta di macigno forte , Vi ù veggono
Tom. X.                           Q                                  gli
-
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gli flettimi in fcultura ài detta Famiglia; QuellaFottìi
fu fatta per feguitarek* facciata jntorno, ali',in ifȤ8
to -cor dipendente , I)e*. Serragli era J^, Tribuna, ^cfie^'
pofcia pafsò ne? Soderini'• xi pec un baratta traile.jdu^
Famiglie; rimafa effonda ai Serragli la Sagrestia-; jjjj
Cappella cioè di Santa Lucia verghe rnart» fatta jdaj
Soderàv* quali fecero, ancora ; e; 1* Organa, vche c:Q||
fio /'fior»- i$$.9 Magifei di Deaiè CaniiK e4 il Pulpito pa-?
gatò» fior.. g*oo.:e donata per amor, dì Dio * L* altra £ap?
perla poi, che ebbero- in .baratta $ Serragli, . fu ,quella
rinrpetto alla Madonna del Carmine, in oggi dLS. Aa-
drea, che allora fi dicea del Crocifi$no.* JLe, Armi- djff
gì' Alberti fuL Campanile tcji braccia ,J&*t&hìi&&V&Qptèt&
credere ,?> che? quertr ìo ,ajlzàffera >*j. ficcarne dall'I Arm&
de* Bcaracacci^ e da.; Strici leardi, c.erto/eg|i:§ •-,, che, ufi
Staccia» della Ghiefe <foffe. 4a eflÉ m;urata..J;i Coro^j
frallodato ,1 che era in mezszo ali* Chiefa ,. demolita, per.
ordine del Duca CofiinaiJU neli" 15,68., deli mele di Gen-
naio,; fu pure altro* monumento della pietà dei Ser-
bagli :;. fuorché ili magnifico. ar,eo> chevi aveva pie-
tra » fatto; da. i, Marteliini■;, ed- il grande :Q4chÌO! rieir
la facciata àMosm >che fk benefizio,,de' Micjielo^2Ì., Né;
cif deve fuggire pallài memoria la. premura, che^S,, 4%
drea Cor fin ii Priore; del Conferita} ebbe per la mede,
iima fabbrica >-morlrandpfi\ anche di pretènse le; travi,,
e: cavalietti dal Santo collocate fulla Qappetya, maggio-
reV e: due Cappelle da lui fatte, di pignare. ;; nota è
1* Inferitone!:;; dqmj.n,y$ #&.. j ANDREAS, de, cgesinis^ ^H-
SCOEVS EESV1ANV$; EIERIJFECI3T :MGGCÉXV.> è^jgj&;<4p
Altra trave- dice:, sqcietas MiSERicQRmAE Efeci-p; eje-
ri mggclxvi., Ili Ciborio è fatto- per mano dell' At-
ticciato celebre intagliatore;, a fpefe di Serv Co/ìrno*
Betti , già Frate di quefto Convento .
IV.; E ini tali guifa ridotta la? Chiefa; ai qualche per-
fezione,, nel dìt if„ dì Aprile, ottava di Pafquà di
•ftefunreziìOfte del 1422. T Arcivefcovo Amerigo Cor-
■finl > coli' afliilenzai dlóPenozza Federighi,, Vefcovo di
■■"lì !■'                                                                              ;W"' .                                                          *^; •■*V-a *
;' * " W '■.■■■■.-■■■
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19
fjefoìe, e di Antonio del Fede Frate Carmelitano, Ve-
fcovo di Soana, fece la folenne funzione di confa-
trarla à4 iftanza di Francefco Soderini , Famiglia che
fempre fi dimoftrò verfo del fàcro luogo magnifica }
ed anche affezionata affai all'ingrandimento dell'Or-
dine del Gàrmine* Quefta faera cerimonia vedevaii
colorita a frefco nella facciata del Chioftro , che è
lungo la Chiefa , da Malaccio » Pittore raro de* fuoi
tempi , che quivi fece i ritratti al naturale' di molti
Uomini, fegnalati del fuo fccolo :«come i due valen-
tuomini Ser Filippo Brunellefèhi Arcliitetto, e Dona-
tello Scultore j e tra* Gentiluomini .effigiò Niccolò da
Uzzano } Giovanni di Bicci de1 Medici , Bartolommeo
Valori, Lorenzo Ridolfi , e condurle tutta la pittura
con tal vaghezza , che vi concorrevano a vederla tutti
i Cittadini, ed i più bravi Pittori a ftudiarvi la in-
duftria del pennello , Onde per qué#i pregi , quando
nella reflaurazione-de' Chioftri effa fu buttata a terra
intorno al 1612. ne nacque difgufto generale in Firen*
2e; malfimc negl'intelligenti, ed amatori della Pittura:
avendo fino il RoCelli appellato tale atto, indiferetez-
za . Abbiamo anche una memoria di altre Confecra-
zipni in quefta Chiefa in tempo di Eugenio IV. al-
lora commorante in Firenze, per cui ordinazione nei
I42<5. fu deputato il Vefcovo Ambianenfe a confacra-
re quivi Fra Lodovico Mairini Vefcovo di Lucca % W
nel 1438. Fra Natale Vefcovo éi Venezia. Ma la <p&
ammirabile folennità nel Carmine , dove concorreva
gran quantità di popolo > era la rapprefentazione del*
la falita di Crifto in Cielo , con ingegnofe macchine
folle vate per 1* aria, i* maettofo apparato di lumi v in*
Ventati da Maeftro Cecca;: come ne fcrifle il Vaiàri,
ed anebe Fra Domenico da Corella in que* verfi ;
Annua fublìmis telebracur pompa trinwphi
Qj^ae ÌMunda folet menttbus effe boni? *
ma cosi bella fetta , per la molta fpèfa, che m bifo-
gnava, in celebrare sì nobile « fontuofo Spettacolo,
è iUta tralafeiata.
C 2                           V. £%
-ocr page 32-
V.   E' pure da rammentarli una lite) mentrechè fi
faceva la Chiefa , mofla contro i noftri Padri Carmeli-
tani , dal Priore > e dal Capitolo della Collegiata di
S. Fridiano, che loro proibì di tirare innanzi il Cam-
panile , e ài fonar le Campane. La qual controversa
portata innanzi a Meflef Lamberto,, Piovano di Qua-
racchi, Vicario Generale di Francefco Monaldefchi Ve-
scovo Fiorentino , finì colla fentenza in favore de t
Carmelitani , che ne confervano nell' Archivio, Carta
autentica del 1396. Intorno alle Campane, ne* ricor-
di prefi dal Convento, aviamo , che una Campana fu
rifatta il dì n. d' Ottobre 1435. da Mae/tro Tommafo
ài Parrino, il quale la gettò. Ella fu fatta tutta dalle
limofine , e fi leggono i nomi di tutti , che vi con-
corfero ; tra* quali il Vefcovo d'Ofmo , cui poi nei
18. Settembre 143^» furono in quefla fteflTa Chiefa
fatte T efequie : ed il Vefcovo di Recanati Fiorenti-
no, che le pofe il nome di maria. Ne' 28, poi d'A-
prile fi dovette fare altro accrefcimento ài Campane ;
poiché trovo j che ne* 2$. Aprile 14^2. fu venduta la
Campanella alla Chiefa di S. Croce dell' Ormannoro
fopra a Peretola : efiendo cuièode allo Spedaletto Fr»
Gio: de' Giovanni Carmelitano.
VI.   Viene per fine la mutazione del colore della
Vette ne i medefimi Religiofi, i quali fino all' anno
1285^ avendo in Firenze vcitito un Abito dalle righe
di varj colori, detto barrato , o fia birrato ; perchè
tale era il vertir de' Penitenti in quel fecolo ; com-
parvero in derto anno per la noftra Città veftiti dì
bianco: cioè dell' antica loro Veite, ufata in Palefìi-
na colla licenza Papa Onorio IV. come ne fcrive
Giovanni Villani al Lib. VII. cap. 108. >, Al tempo
,, del detto Papa Honorio de' Savelli, portando i Frati
„ del Carmino uno habito3 il quale fecondo Religiofi
j, pareva molto dishonefto, cioè era Ja Cappa di fo-
,, pra accerchiata bianca, et bigia con larghe doghe,
„ dicendo > che quello era 1' habito di Santo Helia^
„ Profeta , il quale aitava nel Monte Carmelo in So*
1 D                                ?> $»»
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21
■*■ ,
« .                                                                          t
9> rfaj il detto Papa per piue honeftade il fece muta»
t re> et portare la Cappa tutta bianca. „ Ma diver*
famente da quel, che dice il Villani, andò la bifogna «
E primieramente leggali il Capitolo Generale celebra-
to in Londra nell* anno 1281. in cui fu ordinato > che
ogni Frate ProfefTb avefle unam carpi tam ( quod efl no-
ftrae Religionis Jignum
) non de petiis confutami fed
contextam
, & habeat feptem radio? tantum , ut Jtmus
uniforme* è*c*
Le Cronache poi dell'Ordine dicono,
che nel 1284. In avvitate Mediolani anno MCCLXXxm
Fratre* Carme li tae in Capitulo generali agere coeperunt
de mutatione Capparum in alba* ^ Sedis Apofiolicae licen-
tia facienda: quare Honoriu* IV. S*
JP. ad petitionenu
"S rat rum noflrorum pipa 'voce coneefftt.
, quod Profejffores:
buius Ordini* alba* Cappa* reaffumerent
, una cum Co.*
putio
> e0 modo , quo num no* utimur ; fed morte pre*
*ventus fuit antequam hoc litieri* Apofiolicì* ipfe demani
dar et ac confirtnaret
Tane a nofirt* Patribu* in gene-
rali Concilio in Monte Vefj"ulano celebrato an. mqclxxxviu
fiatutum j & decretatum fuit
, reaffumenda pallia alba j di*
mijft* barratisi feu variegati*
, & hoc *vtgore literarum
D. Ger'vafii Vresbyteri Card, tituli S. Martini in Mon~
tibu* &c,
E queito Breve fi tralafcia di riportare per
la brevità del racconto : Mimando che più gradevole
fia il qui traferivere* quanto eruditamente ne ragiona
il Sìg. Canon* Conte Garampi , nella DifiFertazione II.
fopra 1* Abito Reiigiofo della B. Chiara . »t Io ben fo
„ effere Hate in quefti fecoli in grand* ufo certe veftt
,> o panni) che vergati e wrgulati fi differo, appunto
,; per la vaghezza, che fi avea d* intefiTervi lìnee , o
„ riportarvi lifte di varj colori ; tale effondo la moda
,, di quel fecolo . Ma è bensì anche vero , che que-
„ fte erano propriamente velli preziofe e nobili , delle
„ quali perciò con fé ne faranno fervite quefte Sante
,, penitenti . Per altro è da oilervarfi y come talvolta
„ con una fteiìa voce fonofi intefe> e velti di graru
„ preziofità, e panni vilifllrni, per qualche leggier fo.
» miglianza > che foiTc tra loro * Così in amendue i
ì) knfi
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'2 Z
,, fenfi furono ufate le parole Sacco > e Biffo ì che, fefo.
,, bene in origine e in proprietà dinotaflero velli pre-
h iiofe, e {ignorili; in apprelTo però furono attribui-
j, te anche a* panni più vili , e groilolani : come ih
5) fatti del panno faccino fi è poco innanzi offervato ;
j, è riguardo al Birro , così chiamarono la loro velie
), ài penitenza e rozza i Carmelitani, che forfè per
„ tale cagione furono detti Birrati . Per la qual cofa
j, io non ho punto difficoltà a credere, che, fé vergati
i> a varj colori erano i panni più fontuofì del scili", e
j, xiv. fecolo , non fé ne lavoraflero anche altri dì
„ confimile opera e teffitura , ma di viliffima e infima
» qualità , quali fuppongo eifere itati quelli di S. Mar-
,, gherita, e della noftra Beata . Del che il fuddetto
j, antico abito de* Religiofi Carmelitani ne da baftan-
3, tiflìma prova. Era quefti di una forta di panno ,
,y detta carpita, fotto il qual nome intendefi da noi
3, Italiani un panno di molta groiTezza e rozzezza .
„ Onde nel Capitolo generale , celebrato in Londra
„ nell'anno 1281. fu ordinato , che ogni Frate Pro-
5» fello avefle unam carpita*®* ;( quod efl -noflrae Relìgio*
3, nis Jìgnum) , non de fetits confutato) fed conte xtam\
3, & habeat feptem radio s tantum , ut jìmus uniforme $ ,
3» e perciò F. Filippo da Bergamo defcrilTe queft* abi«
jj to : Cappam ex Serico ( panno ) cum quihusiam largis
d) virgi?) fcilicet albis et grifeis circuìatam .
E perchè
,, quefti raggj o larghe "verghe inteiJute nella carpita
3, o panno firiaco de* Carmelitani , circondando iotor-
39 no tranfverfalmente la vefte, erano-dagli Oltramon-
j> tani chiamate Barre ; furono forfè perciò i Carme-
3, litani detti Fratres Barratij ficcome anche Radiati)
3, e le loro cappe Barrate, Il dottifllmo P. Papebro*
„ chio olTervò già alcune antiche pitture , nelle qua-
» lì , fcorgefi la <vera forma e qualità dell* abito Car-
3, melitano , col pallio vergato, ora con quelle sbarrt
3, tr*nfverfali , ora con linee perpendicolari , fecondo
3> che forfè il comportava la diverfita de' paefi , o de*
^, tempi . La «qual forta di vefti penfo fi confervallc
,, alme-
-ocr page 35-
almeno fino a* tempi Hi Bonifacio Vili, che corL*.
„ Tua Bolla de* 2;s. Novembre dell' anno 1295» ordi-
,y nò.a queliti Religiofi, così;;
Bonifatius Epifcopus } $er<vus Serworum Del* Dìlr*
Bis Filiis Generali > & ceteris Prioribus & Fratribur
Ord.
'£. M. de Monte „ Carmelo , fafatem, è* Apoftoli*
cam benediBionem
..
         . ; , 3 n (
«iHttJli* petentinm defiderìis dignum eji Nos facilemu,
prebere confenfum y& *vota
5 que a razionis tramite non:
difcordant > ejfeBu profequente compiere . Sane letta co-
ram nobis <vejlra petit io continebat
", quod olim bon. mem.
\Latino Mpifcopo Oftienfi% ■& Ger^vajio tit. $. Martini in
Mofi%ibus Presbyùera Cardinali fignificantibus per fuas
litèras inter alia continentes
, "Priori Generali ceterifque
Fratribus itefiri Ordinis in generali nunc inftanti Ca~
pittilo congregandis quod fel. record. Honorius Papa IV.
Predeceffor nofier de Fratrum fuorum conjtlio
, éts piai
$$ provvida deliberatione concederai
» ut eorum habitum
Jì've <varietatem ipjtus mìnus decentem
, fa difplicentem
quampluribus
, m alium decentem commutala . Idemque
Fri or Generali r & Fratres pofimodum in C apittilo- con"
gregati prediBo
5 deliberatione fuper mutatione buttiamo*
di prebabita diligenti
, unanimi ter Batuerunt, ut ex tunc
Priores
■■■, & Fratres ipfius Ordinis, mantellis dinjerforum
colorum y quibus uti confuewerunt
> dimiffis" > omnino Cap~
pis albis in poflerum uterentur
. Nos itaque zefiris fup*
plicationibus inclinati
, quod circa huiufmodi mutationem
habitus in hac parte provvide faBum efl
', ratum & jìr-
mum habentes
, auBoritate Apofiolica confirmamus & prc-
fentis /cripti patrocinio communimus * Nulli ergo &c.
Datum R&mae apud S- Petratti viu. Kal. Decembris Pont-
nofiri unno -primo*
..
"VII. E circa- ai molti Scrittori » che parlano di
detto Mantello colle ftrifcie di varj colori , oltre il
precitato Sig, Conte Garampi fi può vedere il pu-
Gange alle parole Mirini % Birrati. 11 Papebrochio ne -
gli
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i4
gli Atti dei Santi Tom. ì. d'Aprile Jiè ft II Voca-
bolario della Crufca ; Tolomeo da Lucca > che dice.,
nel Lib. XXIV. Cap. XIII. Ordìnem Carmelitarum fo*
lidawt ) qui prius in Concilio remanferat in fufyenfo
.
Tnnc mantello* fubvariatos mutaverunt in cflfóas alba* »
Il Baronio poi dice nelle nòte ; Fatta eìl Reforma*
th Carmelitarum
.- Inter alia , cappa* variata* » attas
portabant ex albo & nigro j in alba* commutawerunt *
Conflitutum id ah Honorio
, quod variegata 'Veflis Re*
ligiofam vitam dedeceret.
Onde fu ciò fi confuki Fran«
co Sacchetti in più luoghi delle fue Novelle , fpe-
cialmente la 50. « la 80. Il Muratori nelle note al
Sinodo dì Milano Tomo XV. e le dotte note del
Signor Conte Garampi fu quelli panni vergati , o
fcaccati , da noi più fopra riportato . Anco il Ma-
gri nel fuo Hieroleflìco così al noftro propofito fa-
vella : »? Così lì chiamarono i Carmelitani , ed anco-
,, ra il Convento lóro in Parigi fu denominato pec
„ qualche tempo in queir idioma le Convent de Bareét)
3, la quale appellazione ebbe origine in quello modo*
„ Avendo i Saraceni occupato la Terra Santa> proìbi-
» rono a* Religiolì Carmelitani il veftire di bianco,
5, come prima ufavano ; perchè in que* Paefi 1* abito
bianco è contraiTegno di nobiltà. Onde i Frati fu-
„ rono corretti a prendere un Mantello di varj colo-
,j ri, colla qual Velie venuti in Occidente erano chia-
« maxi i Barrati. ,, In Francia chiamati erano facculi%
ut Vittoriani Annate* referunt ,
dice il Ciacconio. Un
tale ufo di vedi , e panni rappezzati di varj colori ,
oiTerva il Sig. Can. Garampi confervarfi tuttavia nelle
livree de* Donzelli , o Serventi de* Magillrati pubblici
dì alcune Città ; fralle quali affai curiofe fon quelle ài
Perugia, e Cortona. Non lafciamo quivi in ultimo di
riportare il parere ài S. Antonino Par. III. della Stor.
Univerf. Ediz. di Lione 1527. Aliqui tamen referunt,
quod Soldanus Saracenorum
, qui priu* eos babebat iit*
reverentia propter Eliam Iropbetam
5 mutato habitu eh
dato
.*'•■••
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iato A Tdpat ** totrtemptum fapte p & Eidclium , fecit
tot expelli di Monte Carmelo : unde Carme Ut ac dìcimm
tur
, non quod ab Elia babuerint imtium . Ma per cf-
Ut meglio informati di tutte quelle cofe, procedenti
dalla pretefa , e quindi impugnata antichità de* Carme-
litani , gioverà preffo 1* Helyot leggere il Catalogo de-
gli Scrittori Carmelitani, che non fono meno ci* una
ventina ;
Che fer Elia $ugna** e Maria*
ib-*.j
v: I
Ttm. X»
LR
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-
Ì6
L E Z *' I ! X> N K ,.*#M#
-* *" • ..- - 1                               • „•* ■ * i i ■ --t ;- <                                       i
J? E L L J è U I E f..% ■":
; D E L C A R ^I/N •E.."' ;
I.
L Duca CoiTmo I. etfendo affai por-
rato al decoro , e alla magnificenza
de* Sacri Templi; e volendo che que-
lli follerò in una più ampia » e fpa.
ziofa forma per maggior comodo del-
le funzioni Ecclefiaftiche : ficcomej
avea di già tolto via i Cori vecchi
dal mezzo delle Chiefe di S* Croce, dir S. Maria No-
vella , e di OgnilTanti : così volley che il medefimo ti
facefle net Carmine,. ali Coro da noi (opra deferitto ,
al quale appiccata erano» quali; tutti' gli Altari; fé ec-
cettuiamo quef pochi della- Croce .. Era: coftume de-
gli antichi Architetti' di fare la gran Navata fenza
Cappelle alle pareti, ma al più dipingevanvi a frefco
le figure ed iftorie di Santi . Tanto fi trova nellt>
"Vite di Giotto , de* Gaddi , di Lorenzo di Bicci , di
Spinello v e di altri Pittori di queir età ; ed un tal
ufo ancora inoggr rimane nella Cattedrale di S. Maria,
del Fiore.
IL L* anno adunque di quefta vicenda nel Car«
mine fu il 1568. ed in quella occafione il aprì un_*
largo campo alle Nobili Famiglie Fiorentine, di ador-
nare la Nave di ricche Cappelle ; ed agli Architetti
di difegnarvi vaghi Altari con uniformità di Archi, e
di Colonne , che veggonfi di ordine Compofito . Le
tavole fono de* più celebri Maeftri , che fieno fioriti
nei due ultimi noftri fccoli , come qui andremo con-
fidexando . £ facendoci dalle Future ,. fopra la Porta
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■Mp
principale Bernardina* Poccefcti coni miniera ìodatiffima
di lavorare a frefco , dipinfe la Madonna del Carmine
con Angioli, e due Santi dalle bande . Il medefimo
nella Cappella dell' Agnefa , che è la prima nell' in-
grelTo a mano manca, fece la Nunziata con nuova in-
venzione: veggendovifi la Vergine orante , e nel Para-
difo aperto il Padre Eterno , che commette ali* Ar-
cangelo Gabbriello di fcendere ad annunziare a Maria
il gran Miftero . Nella Tegnente Cappella evvi la ra-
riflìma tavola di Coro Pagani > che a niuna cede di
quante dipinture fono in Firenze. Figurò egli col fuo
pennello maeftrevole V Invenzione della Santa Croce
alla Famiglia Alidofi , in que* tempi Signori del Rio ,
oggi incorporato nello Stato Eccleiìaftico . Un* Arme
quivi vedtfi, la quale è de'Mendozzi Spagnuoli ; ftan-
ttchè la moglie di Ciro Alidori era Elena Mendozza .
III. Accanto viene la feconda Cappella della Com-
pagnia dell' Agnefa , dove Batifta Naldini colorì Cri-
ito , the file al Cielo, con appiè molti Santi e Sante
di bella difpofizione\ di convenevoli attitudini, di mem-
bra ben compotte, e di morbido colorito; non oftantechè
il Borghmi ne cenfuri alcune delle figure: come la Ver-
gine fatta troppo giovane, non mostrando» che 20. anni,
e k due Sante Elena, ed Agnefe, che non hanno che
fare coli* Afcenfione . Alla Cappella deJ Salvetti , di
Loienzo Crefci è il quadro, in cui copiò la Nunziata
miracolofa dei Servi . Segue la Cappella de* Marcellini
della Cervia con un Criilo orante nel!' Orto» con gli A-
polloli in difparte fonnacchiofi, ed in lontananza Giuda
colle Turbe armate , che vengono a prendere il Sal-
vatore fra P ofcuxiià della notte , che è opera lodatif-
fima del fuddetto Naldini* Di mano del Butteri la
Jèoria del Centurione all' Altare de5 Gamberefchi : nel-
la qual tavola fi otìérvino e Ja difpolìzione di moltif»
fime figure i e dt* feguaci di Criito , e de* Soldati at-
torno al Centurione , efprimenti affai bene lo ftupore
alla novità del cafo , e in lontananza vederi un Tem-
pio di bella Architettura ; ficcome maravigliofa è una
ci
                                   D 2                               Don-
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Donna eoa im putti irò in collo» Quéfta tavola è rain^f
mentata dal Giamboni a pag. ?.p5. ove ì il Pittore è
chiamato BUtrierJtr Appi eoo nella Cappella de* Garuccij
inoggi però Ó€Ì Marianf, ritorna una tavola del Nal-
dini , che rapprefenta la refurrezione del Figlio della-
Vedova di Naim s la quale vivamente efprime la fua
brama affeituofa di ottenere la grazia. Neil* ultimo \xthh
go , o fra nel canto della Navata, viene in alto alla?
parete il dinanzi dell' antico Sepolcro di S» Andrea?
Gorfini > del quale avremo affai da favellare altrove.;
Per ora noteremo due pregevoli cofe : cioè la pitturat&
che fopra vi fece a frefeo Bernardino Poccettr, aven«
dovi effigiato il miracolo, che operò* il Santo fulia
Porta della Città d* Avignone illuminando un povera*
Cieco. Né è da ometterti' l'accidente apopletico av-
venuto a Bernardino nel fare quella dipintura, e gua-
rito dal Santo , come leggefi ne* proceffi di fua Cano-
nizzazione» Nella èafe di queilo Sepolcro leggefi 1,!E*
pitaffio in verfi intagliati nella pietra , i quali' fono
di Coluccio Salutati i Segretario della Repubblica Fio--
sentina , Uomo nell'età fua eruditiflìmo nelle Lette*
re > come ha dimortraco il Sig, Ab. Lorenzo Mehus U
$ verfi nella lapida fono ì feguenti; ma dubiterei for-
te , che 1* ultimo Diftico folle ftato aggiunto da ina*?
no y troppo diverfa da quella del Salutati :.
. ., . .,                                        .; ,.                                  g * v .                                            (                                            ., . - ■ •                                                                                                                                         ' ■) '■ \                              -*■'                           - ■' 1f
fe>l ;" '■ Ì'.JJ ■-'"".'.. Ìl fV3M J ? ■■f% .,           '           -                '"■■■'; ? ' :'~' ' '"J '' '" * :'":';- ■■          J'J M* "J ■■ '' ' - l
: MONTIS CARICELI D£ RELLIGIONE VETVSTA sii*!
RAPTVS AD ECCLESIAM fESVLEAMQVE MITRAMI
PROGENIE CELEBRIS ì\ì VIRTVTE CELEBRIOR OMNJt
HOC DE GORSINIS MARMORE SVBTEGITVR .4            il) .ì.
ANDREAS XPI. FAMVLVS DE 1VRE VOGATV&                    is?
iNVMINIS ETERNI TOTVS IN OBSEQVIO .               \> tmà
VIRTVTIS GVLTOR. PATER . AVXILIATOR £GENIS:
EXEMPLO VITE MIRV*S . ET EIOQVIO'
QVI QVAL1S FVERrlT . MIRACVLA MVLTA* FATENTVR
QVAE DEVS OSTEND1T CORPORiSr AD TVMVJ-VM «tó u
lìVCE OB11T SEXTA IANI 1ABENTI1VS ANMS *
            ■„ \
££PTVAGINTA TRLBVS DOMINI CVM MU-lÉ' ZJLSCCNTIS*
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Inaiarti iék MS. dfelta Maglia'bechiaTia ,'ove" fi trova c©>
piata la Vita fatta : dal Caftagno , non v! è queir.* ulti-
mo Dittico: come noti è neppure nella Vita del Ven*
ttirini*. M: Sìg* Ab. Mehus per altro nella recenfione de*
gli icrìtti del Salutati, enumera D. Andreas Corfini jtft
pfafhìum xir, *verfibus a Col ucciev corneofitum> quoj ex
Codice' Rttbea? Vallis àdtuhit Bollandus Tom. 11.
iodi.
v. IV. 1^ -paflfandofi ora dall'altra banda della Na-
ve f nell'entrare la 'manritta irieontrafi la Cappellai.?
de i Marzkhì, con. tavola di Bernardino (altri leggo»
no Girolamo») Monaldi , buono e diligènte imitato-?
re del fuo Maeftro il Poccetti , che vi dipinfe il Fu*
nerale del Beato Alberto Carmelitano . Né io fo dar
la5 ragione , -perchè quello quadro non ila ftato total-
mente finito . La: feconda Cappella è della Compagnia
dV Teffitori di Lana , detta del Chiodo, avente full'Al-
tare un CrocifiiFo di légno» che parlò a S, Andrei'
Corfini j come diremo, in altra Lezióne. Intanto fi of*
fervino le belle figure fattevi intorno per adornamen-
to dal Poccetti ; tra le quali vedefi il Santo, che pre-
ga per- il Fiorentini , appiè del miracolofo Simolacro •
Nella terza ,' che è Cappellai de* Martellint del Paleo*
rie v viene 1* adorazione de* Magi , rapprefentata colla-
fua folita diligenza dal Cavalier Domenico PaflìgnanO'.
La quarta è de* Botti > Marchefi di Campigliar, a* quali
Giorgio Vafari colorì; ali* Altare Crifto in croce con
carni cafeanti ;e languide „ come fa la carne d* uil*
morto ; ed: appiè fono Maria /Vergine dolente , e la
Maddalena con; fembiante , ©Itremodo: travagliato•■* E
merita quefto Altare d' eflfer Privilegialo—Allato ab-
biamo da olfervare 4ìn* Aflunta » lc?datiflìma opera di
Girolamo Macchietti,, che fece a Ser Matteo Brunel*
leichi , Notaio della Mercanzia . Nella contigua Cap-
pella , che fecero i Michelozzi > Santi- di Tito lavorò
con grandiffimo difegno la Natività di Grifto : dove
tra tutte le figure, marvigliofò è un fanciullo paflore,
il quale fembra di effere di rilievo,. E qui farebbero
da criticai^, due figure > che non vi dovrebbero Itarc;
■ ■ }                    ) u ò&H(g$4 SfH03 ; ;:. CÌO§
m
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cioè S. Girolamo , e '$. Antonio?; &a» ce he dà Iiu
ragione Raffaello Borghini » dicendo: che Antonio fuo
Padre volle in quello quadro il Tuo intatto in An-
tonio, e quello di Girolamo Tuo genitore» ficcome nel
Toprallodato pattorello T effigie del Figliuolo . Di qua
fi patta alla Cappella de' Biuzzi, nella quale evvi una
Visitazione di mano di Aurelio LomiPifano^ e riì ere».
die, che eli lui pure fìa la tavola di S. Filippo Neri,
ebe vedefi in ultimo luogo alla Cappella de* Torni »
che viene fuori d* ordine delle altre * I Torni prima
v* aveano collocato una depofizióne : di (Croce , opera
éi Giovanni Navefi , fcolare del Va fari.
V. Né tralasciar debbo le dodici belliflìmé figure
è* Apoitoli più alte del naturale, dipinte /a . frefeo alle
pareti laterali tra le deferitte Cappelle > con fopra di
ciafeun Apoftolo il fuo martirio . Del Rallignano Tono
S. Giovanni, S.\ Matteo, e S. Bartolomrheo : S. Iacopo
minore è lavoro; del Butteri ; S. Andrea, del Lómi :
i Santi Taddeo;, «Mattia, Jece Mjchelagnolo Cwga-
uelli : « S. Pietro ,.S. Iacopo maggiorej»- S. Filippo ,
S. Simone, e. S. ìTommiàlb, fono -figia?© deil'Poccetti •
Ma non rutti qsueiilil bravi Pitrpx^ hanno olTervato ìsl.
ìtegola S|h rappcefcntarìe gli Apoitoii i, ;lcfeé infegna» sa
bravo Maeflro Raffaello Eorghini al Libro 1. del fuo
fipofo pag. 02. dove dice così „ dovrebbefi dare loro
9, libri aperti, dimoitranti 1* autorità Evangelica etfeV
s, re già nelle carte fcritta , nonJ:chiufi,* per denotare
^ chiaramente la facilità ^ e'la chiarézza.;dèlia ; Legge
„ dell'Evangelio «Mere Hata apertale paiecHcata à fatati
# il Mondo,.,, ;.:.r. isUsp
        H H H óft&up sfilzai
VI* Allato all'Organo, che dicemmo fatto da'Soi
éerini , rrovafl una nobile Porta , che mette in una_#
Cappella fuor d* ordine, e sfondata , la quante è dedi-
cata ai ®ea*o Franco da Grotti Sàncieq-cariata di pi tifi*
fé dal: Nafini da Siena , Artefice , che dipigneva bene
affai, quando volevai Quivi ognf a®no a* 12- Dicembre
£ folcnnizza fa felta di detto Santo, che fu uno iiuperì*
do efem^iodi penitenza ì fcrivendo tii lui, dopo il Gi*
glir il Razzi come appretto,. Cominciò ( B. Franco ) ad
5, ufa«
man
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i
r',4Ìil«e^d,u«i o tré giorni della Settimana » di legarfi
„ fra i; paoni /ic^aMcafneo, pungentiffime t fpine : fpar-
„ gere per la Camera gran quantità di triboli ; et ogni
,, giorno dopo mona galleggiarvi fopra con i piedi
„ nudi 9 e (opra; 4 'medefimi inginocchiare la fera j e
„ dimorarvi tre > t> quattro ore: fiare di fiate a mez-
„ zo* giorno col capo feoperto al fole, .dove non fufle
„ veduto , e l«;-ve^n|^^j6|^B^ nella neve, Fattafi
3, oltre a ciò fare una mezza tefta di ferro con molti
,, ctrcht anuilb di Cróce j la! portava: in capo-fatto 11
i,tappuccio ,V';fi?ccome «anche in fu le carni un giaco
li di maglie groife.. ,* E Girolamo Gigli nel fuo Dia-
rio di Siena a carte ^oUvjaggiugne ,* Confervano
„ i Padri* Carmelitani fra molte memorie del Beato ,
„ ancorai ite p'cilaì3di ifertìopi eriche fole *a le nere in-,
>, hòtfcttàì jyi) iaiiqr3i".: ififvvh'k"\\". i%m%$T%^ \i
VII* >E/per fin*? ri tornando alla Navata , donde fo-
no fiate levate via , fe altrove trasferite parecchi me-
morie , noterò mancarvi l'Epitaffio , e il Bufto di Fra
Giuliano i Rifiorì , che *vedevafi; in altb? alla parete dal-
la banda? di Eevante p ma traslatato' nel Ghiaftro fot*
to la lanetta dipinta^dall'Uliveili, Qu^ito Frate erau
^i Prato dell' illuftre Famiglia de* Buonamki s fiata fe-
conda d* Uomini letterati Secolari, e Religiofi ; oltre
a Monfignor Francefco Buonamici Autore della Storia
di Prato ♦Di: quefto però^ Soggetto ne parleremo 'tu
lungo nel Catalogo de* Carmelitani > che hanno fiorito
o in Metti 9 o in dottrina, in Iquefto Convento . Man-
ca pure If ifetizione alla; Sepoltura di Bernardino Foc-
cetti v che ie-ggevafi appiè .dell*! Altare ; de* Manichi >
contenente quefii ver fi yit h r ; :
'■■■.'•■■' i "- — «Vi |U '..:.' -'A' «l'I rti'it pjs.sic^ '. UJilSt
;PICTVRÀM MVNDO VIVENS : MQRITVRYS OLIMPO          :AA
LSBIR1TVM: IT H.VIC GELIDO FVNCTVSEE&ltf OSSA SEPVICRO
Ci era ancora fepolto in quefìa Chiefa Tommafo da
S, Friano eccellente Pittore , non efiehdovi rimafo ri-
cordo » Di Francefco Guardini Scultore è da cercar/i
i -
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3*
pure il fejpolcr© , che fece egli a. fé ftcflb,#*© *V fuo$
àefeendenti , come dicevano le feguenri parole:.
FRANCISCVS GVARDINVSHdE Ci VOTATE COLLIS
CAVSJD1CVS, ET STATVARIV5 ELOR. REDEMPTlONIS
SENTENTIAM EXPECTANS . S V LS DEPOblTVM
STAIVIT * ET SUI , ANN. AB ORTV 1VDIC1S
3-»3 ifrv?,;|ì                .mdlxxxxii.. v >, u- & &;l»#i*>/ ..
^E tra le altre fmarrite è da piangeri! h • memoriaj di
Ma faccio , che fu quivi Seppellito ; ma immortale me-
rita d* e fiere .V Epitaffio , che a cottili, fece Annibal
Caro, che dice come,appre(To:: %nm a. %ì né
V ftHlfy E LA MIA PITTVRA AL «VER EV PARI* .
L* ATTEGGIAI . L* AVVIVAI . LE DIEDI IL MOTO*)
LE DIEDI AFFETTO .INSEGNI IL BVONARROTQ
A TVTTJ GLI ALTRI _. E DA ME SOLO IMPARI*
'■ '. ; .;; ;;■' ^-AlUh U 3,t« 'C-vi. = H', .,.:':./! _. 1.V1.,: .\:..,i C i&IOfl ; 9Ì.lO:3
Al propofìto poi ad* Jnfcrizìoni ,; e .Sepolcri antichi*
fnolii ve ne fono in iqueiftaCh^iefa, non pochi fono
geriti nel rifacimento del Chioftro;. Fino ali* anno
1615. erano 412. ^1-1284. nell'antica Cappella Biuz,
zi, dorata da Mona TeiTa Biuzzi di fior; 300. come
per rogito di Ser.Angiolo da Terra Nuova s v* era il
■Sepolcro di Cam<biuz20 di Neri Biuzzi , con Inferii
«zione , the dicea: camb&vìszo neri Bivzzi et descen«
Dentivm MCCLXXxiv..'^Niella reftaurazione poi , feguita
di detta Cappèlla fi: lèggea ; BivziA ìfamilia Aram
BREX1T, ET SEPyLGHRVM . CVM HIS VETVSTAT3S ElVS
iNSiGNiBvs gentilibvs svis REST. mdxciv. Similmente
«{Tendo morto il dì 31. Gennaio 1347. il P. Ridolfo
Mari» Lettore di Sacra Teologia > e ConfefTore di Pa~
epa Clemente. y& ;-fu \a.d_ eifo alzato un Maufoleo col
Bullo i e la feguente Infciizione :
H1C JACET FR. RODVLFyS VANNIS; S. TH. BAc/pARISIENS.
fLORENTINVS. VIR VENERABILIS. CVIVS ANIMA REQJIESCV
IH PACE. ÒBIIT PIE XXXI. ÌANVArÌÌ MCCCXLVIL
s
I
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fcltra Inferitone pure fi legge in Perpìgnano , ove
fu fepolto Fr. Paolo Neri Beffi, Vefcovo di Soana.
HIC 1ACET DNVS PAVLVS NER1VS BESSI DOCTOR EX1.MIVS
ORD, JB. M. VlRG. DE MONTE CARMELO . ET EPISCOPVS
SÒANENSIS . QB1IT DIE Vili DECEMB. MCCCXLVII.
. iliaca,.,". r:> » v u: .w.-iA.t. 3 w . ■ • ^ •
I feguenti barbari verG furono pofti al Sepolcro , che
con baffi rilievi fece il Pubblico ai P. M. Giovanni di
Niccolò: detto Fra Bianco , fottihìììmo Dialettico, ed il
primo , che leggerle Logica in Pifa , dopo 1* erezione
di quella Università.
^                                                           ,. .                                           '\^(/'"Vi.v . V '„■■
SORITEM CELEBER CHRYSIPP1 EVOLVERE PVGNVS
SOLVERE ZENONIS QyODQVE DQLOSVS HABET :
FRIG1DVLO EN ALBVS MORIENS SVB MARMORE CLAVSVS.
QVANTA EST HEV LOG1C1S FACTÀ RV1NA V1RIS !
La Statua di quefto Padre fu porla in mezzo di Chie-
fa , fotto della quale dal 1593» in qua fi feppellifco-
tio tutti gli noftri Religiofi . Ne fegue altro Maufoleo
di marmo, con baffi rilievi , e Intenzione.
HIC IACET FR. ALB1ZVS AZOUNI DE NERL1S . MAGNAE
ÀBST1NENT1AE. ET INTEGR1TATIS. ORD. B. M. V. DE MONTE
CARMELO- ANTlQVAE OBStRVANTlAE. QVI VLT1MVM SVVM
DltM CLAVS1T DIE X1L DECEMB. MCCCCXXVUI. CVIVS
WUì
ANIMA REQyiESCAT IN PACE .
Orrevole Sepolcro in marmo colla fua effigie V era
pure di Antonio del Fede, con là feguente Infcrizione •
MEMORIAE VENERABILI SAC. THEOL. DOCT. EXIMII . ET
EPISCOPI SOANENSIS. ANTONII FIDEI FLOR. ORD. B. M. V-
DE MONTE CARMELO, QVI OBIIT DIE V. IANVARII
MCCCCXXXIII. SEPVLT. LVCAE IM CON. CARM.
Non fi è potuta avere 1' Infcrizione > che nella Catte-
re». Zt
                         E                              dia-
:i
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$ »
>:*-
34
drale di Spoleti fu pofta a quel Fra Filippo di Tom*
mafo Lippì » Pictor famofo , che a' g. d'Ottobre i45g»
ivi morì, mentre dipingeva quella Chiefa * Nel Chio-
flro poi v' erano le feguenti eoa flemma ♦ -h
Sep. Dorè dì Mafino Malacodi da Villa * & fuorum
Sep. Dino di Baldo dal Ballottalo * & Filiorum.
Sep. Angnolo di Giovanni>*.;
                      **'■■ inu/?"
$$£* Cechi & Giunti olim Cenni Monaldì . & filior*
" Scp. Federigi Andice: lacobj. & fuorum * }
\ ol-yr \\?{
'v.,ì„«?<fjf« del Ser. a « acini . & filiorum *■ • ■>■ «?-Vj^ o ,j?f»
5V^. jfrW* /mfc /£ Moriccio . ér Fratrum «fltjfco/j$>
i5V^>. Bernini , & . . » . . . »
Chi menti di Sidone d'Ali fi . ? /#<* defiendenti beeni.
Mazzetti e Cenni di , . . * k • *
                       •••
£#£>/ Stradi . & fuorum \,                                   iyt%
Sep. Beni Mori d' Abacà . & filiorum * ,
Sep. Francifci Vannis aurifici
»
Nicolò e di Ruberto» é? fuorum.
Sep' Bene Tbei .. àt filiorum eiut.
Stefano e Francesco di Biagio Caciuoli eredi » & fuep»
Sep. Lapi & Neri Gaietti. & heredum,
eo-"tfju.?n «;-,
Ghefis del Bene . & filiorum eorumdem*
Sep. Gì0., Migliori
. $* filiorum*, 7,
          r-i'S'à* ij&
5V_^. Lorenzo di Bartolo del Face» fa' fìlhrun?^>f
Sep. Silvejlri louannis de Soderinis
. & tauperuntà
Chrifii .,
Sep. Frante fio di Vincenzio di Betto di Gerì * Ù* fior*
Quefta Sepoltura è dì Frante fio di Buto
1346*
Bernardo Compagni de. Giannellefchi . » n ',.?. ,,~UHj
,SV/>. ÀZVr/ Borghi , 0* de fendenti um.
            ;          ,1,
;$>}/. BartoUmmeo Francifci Buonconfigli . <&* fuorum
defiendentium, 1531 »
£Vj>. Ce W Buonfignori. & filiorum.
Sep. Lorenzo di Filippo di Cor fi Corfi. é* fuorum.
Sep. Biagio Gi un ti ni da GambaJJt , & forum*
Stp.
• . • *-* Ghanha da Gangalandt . (s? filiorum +
Sep* Fu sii Buoninfigne
» & filiorum. & Fratrum elusi
l ■                                                             D.O.M.
■%y.
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fi
JD. O. M. Sty. fatili famuli de Silwefiri 1552.
z$epilflafi' Pafqì/im. & filiorum . &* Quorum herednm «
1??/. Fi?»^à Ridòìfi Dietifeci . & filiorum *
Ì5T */>. ÌdC0$ & "SJcCitritf . <£* fuorum 162 2.
Giovanni di Raffaello Guidotti i%%%*
5Vj>. Antonìus loannìs de Salwttis. & fnorum*
$!epl! Landò Balducci Tegolotti
. <? de fendenti . ',.
;SVp. Geni ili $ Belfradetti?. & filiorum .
iSV/>. Naftagio di Berto Borfi. 61 filiorum .
iSV/. Ioanbat. & Zenobii Jfrancifei 4e Mochis m & dc~
fendenti um ,
(SV^. !P/$W </*/ Valglitore.
Sef. di quei d' Aringo,
Sep. Hereàum Vannis Amierii de Amierii * _
Sep. lacobi Lapi Bartholi . & filiorum
. # defcendent*
Doffo di Filippo Julci
1404.
Chiuderemo quella Lezione e nota di Sepolcri , e Fa-
miglie , comunicataci dal Sig. Canonico Giulianelli 9
e da elfo copiata fui Codice di Vincenzio del Corno»
con quefte due InfcrizioniVLa prima era nel!' ala dei
Chioftro; fopra cui Jacopo Confortini avea dipinto il
B. Angiolo d'Agoitino Ma^.zinghi di Peretola , Fami*
glia, che al prelente va fono nome de* Baccelli : co-
me il Poccetti nel Chioftro vecchio efpreiTo avea S, An-
drea Corfini :
3. ANGELVS AVGVSTINI DOCTRINAE VIR . ET SAHCTlTATE VIR.
ADEO ILLVSTRÌSSIMVS . VT AB VNlVERSO 3>LORENTIAE POPVLQ
VENERARETVR. VT.SANCTVS. DIVINI VERBI PViT EXCELLENTISS.
DCLaMATOR.SPIUITVS. SAWENT1AE. ET ZELI DIVINI JREPLETVS
A SP.PITV SACRO: EX EIVS ORB.TESTIBVS CALVO. ET GOME1IO
DOMINICANIS . PRO JNVISlBlLfBVS VERBIS. VISIBILES VISI SVNT
JROSARVM . ET LILIORVM PVLCHERRIMI ERVMPERE MANJPVU
CViVS ANIMA EVOLAYIT AD ASTRA. AN. S. MCCCCXXXVIII.
L* altra e non meno della prima infelice , € fi legge
come fegue :
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NOBILIS GAMBERINVS SOLDI DEL SOLDATO M& TVMVfcATVR
CiVl IN PATRIA FLORENTINA RKPVBL. SAEPIVS P^ilMARroS
ETIAM HONORES ADEPTVS . MORTIS MEMOR .HOC SIBI. SVISQ..
SEPVLCRVM DELEGIT, ANN S. MCCXC. ALEXANDER HIERQNYMl
ALEXANDRI DEL SOLDATO. SOLVS. VT EST HVMANA CONDITiO
HVIVS FAMILIAE SVPERSTES . ET SEXAGENARIO AlAIOR. HOC
AVITVM GENTILE MONVMENTVM. AD PROTQPARENTVM MEMO-
RIAM SEMPITIRNAM INSTAVRAVIT AN. SAL. JIDCm,,.
Del Beato Angiolo» erroneamente appellato degli Ago-
stini, io godo, che nel prefenre anno fia ufeito dal-
la S. Congregazione de* Riti il Decreto d'approva-
zione fui culto immemorabile » preftato a quejtò gran
Servo del Signore.^ , :SI
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DE L C A R MINE.
ili; ut -il.} %4t
^Uanto magnifiche *, e vaile fon© non
poche Chiefe di Firenze: altrettanto di
tempo hanno avuto quefte di bifogno»
|j per effere ne* loro difegni perfette ;
fino ad effere nel decorro dell' Edifi-
cio paffati fopra cent'anni . Non.è
tperò, che tanto fi tardarle. per,ufi-
ziarle : fapendofi certamente, che coperte le Navate. »
tofto princìpiavanfi in effe i Divini Mifterj. Ed una
di quefte fu il Carmine , dove affai tardi fi videro
le Tribune ridotte a quella bellezza s e magnificenza»
che aggi s'ammira . Quindi facilmente fi feorgerà il
mio motivo , per cui ; nel!'antecedente Lezione ho. fé-
parata la ftoria de* pregf della gran Nave, da: quel
molto di ricco, di grande, e di facro , che racchiu-
dono le tre pregiatiffime Tribune . E le principali co*
fé da offervarvific effendo la Cappella della Madonna
del Carmine: quella di S. Andrea Golfini; e l'Aitar
maggiore, darò incorninciamento dalla Cappella collo-
cata verfo Ponente nella tettata della Croce , fatta fa-
se, e anche dipignere da Antonio Brancacci , e dedi-
cata alla Madonna del Carmine, detta anco la Madon-
na del Popolo: dove vi è quella fteffa Immagine, alla
quale orando S. Andrea Corfini per configlio della Ma-
dre , fi lenti ifpirato a farfi Religiofo in queiio Con*
vento.
                                                     *
II. Ed effendo in tutte le parti della Cappella i-
ftoriate a frefto le azioni di S. Pietro Apoitolo, qui
fui
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r$8
fui principio imi convicn favellare de'^rj Pittori, cV
ebbero parte in un* opera così eccellente , ed ammi-
rata anche dagli Artefici de* tempi Tno#ri, Lo che non
potrò meglio adempiere, che riferendone , le giurie e
ciotte rifleflìoni di Raffaello Borghini , nelle Vire , che
ferirle fommariamente éi Mafolino , di Mafaccio, e di
Filippo Lippi iuniore , i quali un dopo l'altro furo*
no chiamati al compimento di sì rara «dipintura . Que-
lla notizia lì trafeùrò da Prancefco Bocchi, che tut-
to il lavoro attribuì al pennello di Mafaccio . Nella
Vita adunque éì Mafolino , fcrive il Borghini cornei*
apprelTo „ Pbbe ( Mafolino ) maniera di dipignere
j> molto variara da quella di Giotto, e degli altri, che
ji furono avanti a lui , perciocché egli aggiunfe rnae-
5 i Uà alle figure ., facendo il panneggiare morbido, e
^5, con belle pieghe , migliorò le teite , ritrovando un
b poco meglio il girar degli occhi, le' ne* corpi mol-
jf te altre belle parti k . . . Si può vedere ancor og.
j5 gi di fua mano nella Cappella de* Brancacci V irlo-
ji rie di Si Pietro» dove lì vede il temperiofo naufra-
gi' P° degli Apoftoli, e quando; S. Pietro Uberò dal
5, male Petronilla fua figliuola ; e molte altre figure,
j/y che furono in quel tempo ammirate , e tenute beì-
j, le; fra le quali è da notare quel povero, che chie-
sa de ila limofina a S. Pietro, di cui la gamba , che_»
ji manda in dierro, è tanto bene accomodata colle linee
V> de* dintorni nel difegno , e cóli* ombre del colori-
>, t© ; che pare veramente , che entri nel muro . Ma
-«-Mafolino fopraggiunto dalla morte nelP età d* anni
j, 37. non potè dare-a .quella fua belT opera compi-
« mento. „ Morto pertanto Mafolino, pofe mano al
|>rofeguimento del lavoro Mafaccio, del quale il detto
Borghini parla così . „ Egli fu il primo, che defftv»
-}, -principio alle belle attitudini , e deffe alle figure fic-
„ rezza, vivacità, movenza , rilievo , e grazia natura-
<- D le , e fece molto meglio gli feorti per ogni forte
•£ di veduta, che niuno altro, che foiTe ftato avanti
ifc di lui • . . . % Eilcndo morto Mafolino > gli fu al*
j) Ioga-
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slogata a finife{ la Cappella de* Brancacci nel Carmi-
& nei, d%, Mafolino lafciata imperfetta, in cui prima
n che yi; metterle mano, fece il S. Paolo » che è ftp»
ì> preilb le campane;, p^r mo$race il miglioramento »
„. che egli avea fatto nell'arte ; ed a quefta figursu
jy per dimoflrarfi viva , par che folo manchi la favel*
,, la , e niente più . * . ^. Ritornato pofeia al fuo !*•
gj voto della Cappella., feguitò le ftorie dì S. Pie tra r
„ cominciìate dal Mafolino■;; e frali* altre è degna di
^, confiderazàorj^;quella , dove S. Pietro , per pagare
>*t U tributo te\t&ym p*r eemrniflìoné di CriHQ i danari
iildaM veftwe ; d^lifpeCce . Perchè oltre al vedervifi iru
u perfona di un Apertolo, che è nel!' tthiroa , il ri-
» tratto di Malacci^ ,iche^ par vivo , fi conofee 1* ar-
», dire di S. Pie|r®3, $ T-attenzione degli Apoftoli in-
isg torno ai Grilfeo?, co^ geliti si pronti, che niente piùE,
», e-ra*Qlte aline „c,ofe»■.th$ per brevità tra palio . Ma
,* non> voglio;,,kfqiaf ah dire^ che nellf «ifitork , dove
,, S. Pietro battezza, è molte* commendato un ignudo
,, che trema fra gli altri battezzati1 ,* dimoftrando grari
„ fredde», ed è fatto, coli1 belliflìmo' rilievo . In fom?
„ ma qmrV opera è tale,, che'rutti i Valentuomini
,, dell'arte i che dopo lui fonojUsti , in quella ftu-
j, diando r 4 fono fatti eccellenti? per infino a RarTaelr
i, lo da Urbino , e a Michelagnolo Buonarroti , per
„ non dire degli altri. Qiwft' opera non. fu da lui in*
,, teramente compiuta, perciocché morte gliela inter*
„ ruppe , troncando il-filo della fua vita, in fu» 1* e*
„, ik dii 26,, anJUi ,, In terzo luogo venne Filippo Lip-
pir v figlio d,i Fra FHipp© ,i,per mano ài cui fi fini,
come,*! fuddetto Autore ne parla „ Riufcì in breve
9» eccellente Pittore, copiofó d' invenzioni v e nuovo
,, ne* fuoi ornamenti , . .» - Egli in fua gioventù di^
tifine alla Cappella de* Brancacci nel Carmine di Fif
,* jrenze , che fu cominciata dar Mafolino, e non del
», tutto finita da Mafaccio . Vi fece un* jftaria» che^»
„ mancava » dove S. Pietro» e, $♦ Paolo rifufeitano il
», Nipote dell' Imperatore, con molti altri ritratti di
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-
40
^naturale» e fra gli altri fé iteffb* »f*S$h qui il Bor*
gfaini;, alle cui autorevoli notizie , due altre aggiungere
itì/i giova, e fonoh'^quattro Evangelifti, chesnella vol-
ta della fuddetfa Cappella colorì il Mafòlino ; i quali
dall' umido effondo iti male, dal Sig. Vincenzio Meùcci
v* è ftata ora dipinta la Vergine del Carmelo, che dà
lo Scapulare al Beato Simone Stok , con una gloria di
Angioli : e 1' Architettura delle*Lunette V ha fatta Carlo
Sacconi * E la feconda cofa più importante fia, la mi-
racolofa tavola di Maria, che Udoratì full* Altare *
detta la Madonna del Carmine ; e talvolta) còme leg*
gefi in varie fcritture , e nel Brocchi !pag. 340. là'Ma-
donna del Popolo; la quale io fono di credere, efiere
antichiffima : fcorgendovifi tutta? la maniera greca , e
la direi portata dal Levante da quéi molti Pittori *
che; a Firenze vennero; o da i Fiorentini, che perora*
gione di commercio colà; andavano. Quefti furono,
che riempierono la Città *di tante Immagini j che vi
fono, fui gufto Orientale travagliate: come dimoftra
il Signor Canonico; Giulianelli , nella da me altro-
ve citata Differtazióne de - Piogreflì della Scuola Gre*
ca in Firenze • < Còndbffiachè abbiamo dalla Vita,,
del Beato Andrea Corfim , che egli giovanetto, appiè
di quefta Immagine; rtèl i'315. delle principio alla fua
vita fantiflìma . Inoltre la madre di lui quivi pure fi
raccomandò a Maria ; mentrechè era incinta di detto
Santo: vale, a dire riéì 1299, Onde dando la fletta ta-
vola già alla venerazione alquanti anni prima delle vi-
fitc della genitrice d'Andrea, ci troviamo ali* anno
t2tf8. principio della Chiefa del Carmine. Finalmente
è da notarfi , che avanti a quello Altare, fletterò un
tempo appefe Bandiere} Targhe, ed Armature, porta-
tevi in rendimento di grazie alla Madonna del Car-
mine, delle fpoglie conquidiate nella battaglia contro
de* Pifani nel Ì4©<5. dà cui i Fiorentini, ne riporta*
lono una fègnalata vittoria .''•■''
                    «
III. E da quefta Cappella voltandoli all' Altare^
che vi è addkimpetto » intitolato di S. Andrea Corfi*
ni,
*
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4*
ni'» no? accenneremo folo qui, come quefta fu fabbri*
cata in antico dalla Famiglia de' Serragli , i quali la
cederono pofeia ai Gorfini, che erano folleciti di far-
vi una fontuofa Cappella 3 in onore del Santo loro .
Di quefta meditando io di formare una intiera Lezio-
ne , che farà la feita , non mi prolungherò per ora
nei pregi eftenori della Cappella , che torneranno al-
lora più in acconcio. Partiamo adunque all' Aitar mag-
giore, flato prima de' Nerli .* come appare dal Tetta-
mento di Cantino di Nerlo de* Nerli , fatto in Avi-
gnone nel 1318. che trovali ne* ricordi del Migliore
allo Zib. 70. Pofeia il Padronato pafsò nei Serragli;
ed inoggi è de i Soderini , per un baratto ài fopra_.
già accennato . A fpefe poi de' Soderini tutte le pareti
del Coro de* Frati furono fatte dipignere a frefeo da
Angiolo Gaddi, cenfurato dal Vafari, che dice di An-
giolo, come crefeiuto negli anni, peggiorò nel dipi-
gnere; ma il Baldinucci di quefto Pittore, fcrive nella
Vita di lui , come appretto „ Dipinfe ( Angiolo ) a
3, fxefco per la Famiglia Soderini la Cappella Maggiore
», del Carmine, e quella di Santa Croce agli Alberti.
}* Nella prima figurò le iitorie della Vita di Maria,.
« Vergine; nella feconda il ritrovamento della Croce;
D l* una , e l* altra delle quali colorì molto bene ,
,, tuttoché mancarle alquanto nel difegno. „ E tra tut-
te le figure del Gaddi in quefto Coro del Carmine, è
affai lodata quella , dove Maria lavora in compagnia
di alcune donzelle . SulP Altare è di confiderabile al-
tezza un Tabernacolo di legno, difegnato da Bernar-
do Buontalenti . Vaghiflìmi fono in elio gì* intagli di
Domenico Atticciati, e le figure, che vi fece il Poc-
cetti ; trovandofi nelle memorie del Convento , che si
bella macchina reftò terminata nel 1593» a fpefe del
Prete Filippo di Lodovico Betti , la cui arme non fi
vede , in riguardo a non dar pregiudizio alla padro-
nanza , che del Coro , e dell' Altare godono i Sode-
rini . Né fono da ometterfi i Sepolcri di alcuni di
così illuftn Padroni; cioè di Piero Soderini; in Coro
Tom» X.
                            B                                     è il
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'^'
42
è il beiliflìmo Sepolcro -di'marmo intagliato di foglia*
mi) e ài rabefchi finiflìmi : lavoro nel 1515. di Bene»
detto da Rovezzano -, celebre ne* rempi fuoi al pari
d' ogni altro Maeftro , che maneggiaffe lo Scarpello
con ifquifita intelligenza . Quefto però egli è vuoto ;,
avvegnaché Piero dopo dieci anni dì Gonfaloniere^
perpetuo, e Principe della Repubblica Fiorentina , per
incolbnza del Popolo » o ila per invidia degli emoli ,
fu obbligato a fuggirft-ne in Raguft , e di là andato
a Roma, ivi fi morì nel 1522. Altro Sepolcro è a-
vanti air Aitar Maggiore fui Presbiterio , con fimuJa-
ero fcolpito in marmo di Tommafo Soderinì , veiìito
di abito civile ,. fatto Cavaliere da' Ciompi nel 1378*
leggendovi!! in lapida quello Epitaffio:
GUARISSIMO VIRO -THOMAE DE SODERTNIS
EQVITI FLOR. GPTIME RfcP* MERITO ,
SVPERSTlTtS LIBERI
S1BK PARENTIBVSQ. SVIS » POSTERISQ^ EORVMI
FACIVNDYM. GVRaRVNT *                                 {
E appiè del medefimo Altare > fcefe le fcalere, Icggcfi
io marmo, e (fere ivi lipofto altro Perfonaggio dei
Soderinì, chiamato Niccolo-, Uomo di grande autorità >
e dì maneggio pruderne negli affari pubblici» ne' quali
fu adoperato con molta fua gloria, e riputazione. Né
difpregcvole fua lode farà 1* avei fi alle ftampe , tra le
lettere di Sv Caterina, due, che ella fcriife a Niccolò
Sederini > e te parole nel Sepolcro fono le feguenti ;
HIC TACET CORPVS
-PRVDENTISSIMl . ET BONE MEMORIE
VIRI NICOLAI GERÌ DE SODER1N1S * OBIIT
AN. "D. MCCCLXXXI. DIE XXI. MENSlS MARTU
CWV$*'ANIMA REQVIESCAT IN PAGE . AMEN ETC.
V. Or terminata cosi eflfendo la deferizione dei
due
macilofi Altari > difeendo a trattare d* altre Gap*
«
                                                                               pel*
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*3
welle,~ rìmafe da confiderarfi ne* lati della Croce , 1<l»
quali hanno un notabile sfondo , e diverfa Architettu-
ra dalle fediei, che abbiamo contalo nella Navata. Sono
quelte le Cappelle de* Manetti , de' Nerli , de* Torni,
de' Lanfredini , de* Fugliefi , de* Ferrucci , de' Marmi ,
de' Coletti , e de* Roffi . Alla Cappella de* Manetti
detta di S. Lucia , coli* affiftenza di S. Andrea Gorfj.
ni i allora Priore del Convento } e ConfelTore dì Van-
ne Manetti , dipinfe Giotto a frefco nelle pareti la
vita di S. &io: Batifta , A quella de* Lanfredini , che
in antico era di que* del Pace , avvi memòria in mar-
ino di Bartolommeo Lanfredini, Uomo di gran credi-
to prefifo a Clemente V1L al Duca AleiTandro , e a
Cofimo I. trovandofi egli uno degli eletti tra i Sena-
tori nella prima istituzione di cosi ragguardevole di*
gnità . Nella Cappella de' Ferrucci confervafì il mira-
colofo Crocefìiro della Provvidenza dentro un Taber-
nacolo di marmo, lavorato dal Piamontini; e vi fi ve-
dono nello sfondo figure dipinte dal Fabbroni , e ìe
pareti laterali colorite da Matteo Bonecbi. All'Alta-
re della Famiglia de'Marmi fono due bufti del Taccia-
ti ; colla tavola di Maria , e di Santi , condotta dai
Pillori , e nello sfondo dipinfe il Betti* A quella del-
la Famiglia de' Coletti dipinfe il Nannetti ; e all'al-
tra de i Pvcffi in una vaghilììma tavola è il S. Alber-
to Carmelitano di Matteo Roifelli . La più mirabile^,
però Cappella tra le fuddene , è quella de* Pugliefì*,
intitolata S. Girolamo , dove Gherardo Stamina avea
dipinto a frefco e le pareti , e l'Altare . Quefìo folo
però è timafo rapprefentante la morte del Santo, cir-
condato da varie figure , efprimenti a maraviglia gli
affetti, e notifi quella figura m profilo con cappuccio
in tetta , e mantello affibbiato, che è il xitratto al na-
turale dello iteffo Pittore* Nelle due ultime, che fono
de* Torni , e de' Nerli , hanno anche effe il fuo pre-
gio ; cioè nella prima e una Pietà fatta dal Navefi ; e
nella feconda il Poccetti effigiò all' arco grande la*
Vergine, che libera le Anime del Purgatorio; privile-
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gio frugolare della Madonna .del"(S'armine,'- veffo i de-
voti del fuo Scapulare , del quale Teofilo Rainaud sì
eruditamente fe riffe nel Tomo, intitolato Mar iati a > che
dal Capitolo Generale de i Carmelitani ne riportò e
ringraziamenti , e la grazia della partecipazione di tut-
ti i beni dell* Ordine Carmelitano. Nella pia Operet-
ta del P* Simone Graffi , ftampata dal Neftenus in Fi-
renze nel 1727. fi poffo.no leggere alcuni miracoli del-
la SS. Vergine del Carmine . Quelli, che durino fino
aldi d* oggi, ce lo dichiara una Relazione d* un mi-
racolo della Vergine del Carmine, Campata nel 1755»
Bella Stamperia Imperiale, fatto ad Anna Pecchi del
Riccio ; e avvalorato da tutte quelle prove, che fi ri»
cercano per decidere prodigioso un risanamento v
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Arlatofi fufficienremente , per quello che
porta la ftoria dell' antichità , dell' ar*
chitettura , e de* pregevoli ornamenti
della ChieFa del Carmine ; tra* quali,
I' come già diflì , la parte non minore
erano tutte le bandiere , targhe , ed
altri trofei, conquistati nel conflitto
di Pifa, i quali più rifpettabile rendeano quefta Chie-
fa ; e la quale per opera di Miccolò Sederini , e di
Stefano Bonfi, Gonfalonier di Giuftizia , che furono
quelli , che ottennero il dazio fui fale , come accen*
mi« fui primo, fu finita di coprire ne' 16. Dicembre
1459. è tempo ormai di dar notizia de* fuoi facri tè*
forilo fieno Reliquie, certamente barranti a collocare
la medefrma Chiefa nel nòvero de'-più famofi Santuarj
della Tofcana , non che di Firenze . Concioflìachè in
effa fono Immagini di Grifta, e di Maria Vergine, fon-
ti perenni dì miracoli ftrepitofi : due Corpi vi fi ado-
rano di Santi Fiorentini , dimoftratifi in ogni tempo
atnorofi Avvocati della Città , i cui Altari , ed Urne
ricche di voti fono un chiaro argomento di quanto
effi poffono in Cielo . Altre infigni , ed antiche Reli-
quie fi confervano da quei Religiofi , le quali x oltre al
rendere viepiù venerabile il luogo , fono a noi oppor-
tune , onde porre in miglior lume parecchi punti* d'
lftoria > che abbiam toccato di fopra •
IL Or
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"O* II. Or per ciò fare cóli maggior Jttofitto di divo-
zione j credevi bene di principiare il ragionamento da
due Grocefiflì , uno detto della Provvidenza > l'altro
del Chiodo . Quefto era di appartenerìza a* Padri , che
lo confegnatono alla Compagnia de* Teflìtori di Lana »
o de'Tedefchi , o come dicono , Todefchi , detta di
Santa Caterina , e anche del Chiodo : la quale ac-
cettollo colla condizione efprefla nell' i [frumento fatio
il dì i. di Maggio del 1569. cioè di reftituirlo a'Pa-
dri qualunque volta lo jichiedeflero , per collocarlo
full' Aitar Maggiore : come più vòlte è irato loro idea .
E che in tal caio i medefìmi Religiofi fiano obbligati
* a far di pigne re un, quadro dittalo re. 30. fiorini da_.
metterfi all'Altare dì: Santa Caterina delle Ruote » pa-
dronato di detta Compagnia .Quello divino Simulacro
è di legno , alto ^quanto il. naturale , fon fopra al ca-
po di Critlo il titolo, fcrkto rielle tre lingue, Siriaca,
<3reca e ^Latina , mas di cactivo carattere . Èe\Y antico
Ha va appefo al fecondo) piàiiro delia ^C-rociera , dalla.,
banda dell' Evangelio. d#li! AitarMaggiore■> jE.mii pia-
ce di notare cofa ,..che ?io jisappia , no$; avvertitjt ;da4»
uiuno Scrittore > qual* è » ohe quandi fti veduto per
due fiate efcir dal ifdo- Sepolcro S. Andrea Corfini,
per andare ad orare al detto CrocefifìTo pe' Fioientiniu
il Santo non andò alla Cappella, dove di prefente fià
il Groceiìifo > ma camminò in fu verfp ia Tribuna*
Di tale però vifione ne parleremo in altra occalloneà.
frattanto è da fa,per£, the detto Grocetlffo più fi^te è
#ato portato in proceffione per Firenze * come nel
-1445. -aih 16. di Giugno * mediante la pioggia canti»
aiua , che minacciava graviffimi danni alle campagne b
ceffate in iliante , giuria autorevoli ricordi , con ma.
aiifefto fegno , che la grazia veniva dal Croce fi (Io del
Chiodo, fimile accadde nella piena del 1557. quan-
tdouìM 12. Set umbre-, fecondo che lia ietto il Sig*
danonico iGiulia^eili'j nei M(T. di Vincenzio dt\ Cor-
£»o , efìttente preil© i Padri dell* Oratorio di queita*
Città > intitolato ; Ragguaglio delle Cbiefe fiorentine »
,, quan-
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« quando dilli il tià$k Belterabn; alzò il Fjume Ar-
„ no fopra le itrade una picca , che portato ^fuoraria
„ proceffione , pallata detta irrfìueiiza , cefsò 1* acquai.
„ E la notte antecedente cafcò la Facciata avanti la^
„ piazza del Convento delle Monache di S. Fnano ;
}> e non avendole volute raccertare le Monathe di S.
„ Monaca . . . . da noi gli fa concedo dal dì 12. Set-
„ tembre^a tutto >il dì 28. Dicembre di detto anno il
„ notrro Convento , e noi altri andammo a itare per
„ quel tempo nello Stanzone de* Frati di• •■ &. Spirito.,
„ che oggi anno fabbricate cafe «fc Non retfando
„ però noi dalla mattina al mattutino all' alba , fino
„ alla Compieta » d* andare a cffitiare li notti* Chiefa
„ ali* ore confuete , xon iiici Mede cantare , e piane
„ fecondo ;il folito : e per memoria ci è un libro tea
„ gli altri, che fi portava innanzi , e indietro per otti-
„ tiare il Coro, che ebbe denominatione del Canceu
?> /' Afino , per elTer di pefo » e di mifura fuperioc4>
„ agli altri „ Fin qui il Ricordo del MiL Mei Diaria
poi della Magliabechiana , v* è pure , che ne* 29. di
Giugno 1708- fece una fimìl grazia quefto miracolofo
Crocefifìo , ed ancora a* noftri tempi adì 29. di Giu-
gno del 1708. che leggefi nel. Diario della Magliabe-
chiana .
                                                                            * ■
111. Vi fé ne adora un'altro con molta divozio-
ne , chiamato il CroctfilTo della Provvidenza » o dell*
Alberto Bianco , il, quale ftava alla Cappella de' Set>
ragli addirimpetto alla Madonna del Carmine; ma paf-
fata la detta Cappella a' Coriìni , il Santiffimo Cro-
cefilTo nel 1636», fu con gran pompa trasferito alla^»
Cappella de1 Ferrucci, allato alla Tribuna maggiore cu*
fìoduo in un Tabernacolo. La figura non è alta quan-
to mezzo braccio , itampata in fuila carta , veggen-
dovifi il Sacro Coftato- da i baci de* Divori molto con-
fumato \ ed acciocché non andalTe totalmente guafta-
to i fé gli fece una bella cuftodia di criftaJlo : ed
ogni cinque anni vi fi celebra una fefta folenniiiima
con divota proceflionc . Cofe auai prodigiofe di efla
Im«
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4
Immagine, fi raccontano | e benché io dopo vane di-
Jigenze non mi fia avvenuto a trovarne autorevoli me-
morie ; tuttavolta per riguardo alle coftanti tradizio*
m , approvare da molti'Aìmi Scu'trori , non giudico dì
tralasciarne iJ racconto , convalidato molto più da due
inrtrumenri , d'uno de i quali darò il fommario , e_*
dell' airre riporterò la copia favoritami dal Sig. Ca-
nonico GiulianelJi .11 primo ricordo egli è quello,
in cui fi after ifee , che nel 1474. il detto Croce-fitto fi
trovava in Cafa Donna Leonarda , Vedova di Iacopo
Baccini in Via Chiara vicino alle R. M. di S* Friano 3
benché i più dicano in Via S. Giovanni . Per itfru-
irjento dtl i486, a* 7. di Marzo : Protocollo di Cenni
di Stbaftiano dV Aiuto Nou ABum in Paint, Archiepifc.
Teiiimonj Marco di Domenico Pieri Pop. S. Mane iti
Verzaia infra Muro;
: Niccolò Pieri Tommafii Fabro >
e Niccolò Stefano Tavolaccino, alla prelenza del Vi-
cario Generale Domenico de' Mengonefchi donò Mar-
tinus lo anni $ Texator Domafchinorum Crucifixum d^,
tilt ur a in quodam Tabemaculo per iatitudinem uniti r
dimidii brachi! > & per ahitudinem duorum tertiorum
bracali
, malde antiquata cum 'Trìnitate jtwe cum Deo
Patre ) & cum pìBura in laterthus cum Virg. Matre
, e
S- Io, Evang. dona<vit S'ocietati Crucifixi nuncupate que
tldunatur in ambii u E ce/. $. Marie del Carmine intubo
Tieri
, et Ange/o Blafii , cb* mi hi Notario prefentib. et
prò d. Società te acceptantibus
v , ad hoc ut d. Crucijìxut
jemper jtt 4$t fiet in Oratorio d. S'ocietati s &c. wg»
i486. Altri vogliono che il Donatore avelie nome Fran-
cefeo , e che la Cafa , ove feguirono i Miracoli , fotte
ili Via S. Giovanni, nel Popolo di S. Maria in Verzaia •
IV. Perchè poi nel 1494. correndo la terza Do-
menica dellaAvvento , fu queito Crocefitfb condotto al-
la Chie^4c^ , Carmine: per memoria di ciò ogni an-
■no incetta Domenica, fi moiira con gran moltitudine
di Popolo . Di che niente parla il Giamboni nel fuo
Diario ; ma folo mette il dì 2. di Maggio il difeuo»
primento deJ Crocefiflo dtl Chiodo*
V. Ogni
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V. Ogni cinque anni fi porta a proceflìone per la
Città > paifandofi dalla Cafa » che abbruciò . Sopra di
che , e di più , che dir fi potrebbe di tal miracolofa
Immagine , fervirà riportare il feguenre Strumento » cbc
febbcne moderno , nella fua enunziativa però, riftringe
l'antica ftoria , e tradizione , la quale con giufto eri«
terio mi vien detto , che iìa fiata diftefa da un Reli-
giofo dello fteffo Ordine, il quale > fé avelie favorito
di communicarla , avrebbe avuto il piacere, che do*
vrebbe aver ognuno, di veder rettificata la ftoria della
propria Chiefa ; come fu detto nella Prefazione al IX*
Tomo.
,, In Dei Nomine Amen . 1/ anno del noftro Sig.
», Gesù Grillo , dalla fua falutifera Incarnazione mille
,, fei cento fetTanta . Ind, xui. et adì fedici del mefe
,, di Maggio, fedente AleiTandro VII. Pont, Ma(fimo,.et
n il Sereniffimo D. Ferdinando Ife Granduca V. di To-
èì fcana Dominante , furono fatte tutte 1* infrafcrittc_»
„ cole in Firenze nella Venerabile Compagnia del Cro«
„ cifiifo, e di S. Alberto } polla nel popolo di S. Fri*
j, diano } et allato alla Chiefa di S. Maria del Car.
,3 mine , prefenti l! infrafcrifti teftimonj ere.
j, LclTandrodiFrancefco Capiilli teflìt. di Seta) di Firenze
» Stefano di Lorenzo Forti Servo della Comp.) Teftimonj.
„ Conciofiachè dell'anno i486, ne* 6. di Marzo per
„ inlìrumento ( che fi dice) rogato per mano di q,
jj Baftiano Cenni1 Nor, pubblico Fior, Martino di Gio;
j, Dommafchini , teflìtore con prtfenza , e confenfo di
», Monfig. Vicario dell' llluftriflìmo , et Reverendiflìmo
Monfig. Arcivefcovo di Firenze» donarle per ragione
1, di dominio, e proprietà alla d. Venerabile Comp.
55 del SS. CrocifilTo » e S. Alberto (nella quale d. Mar-
3, tino era deferuto de' Fratelli ), j^jmn^colpfa Jmma-
5, gine di Gesù Grillo noftro ^^^WSjjdfcjÉffct) la
,j quale per molto tempo era ftata rfelJa*pfit^{j2£iira«
„ colofa Cafa , pòfta in Via S. Giot net ^q£dlp di S«
„ Maria di Verzaia di Firenze , e di quivi* ,( median-
w te la d. donazione )„ fuffe anticamente transitata;
Tom, >X,                       G                               e con.
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ricondotta ncllan detta* Coni pagniY.?da* Frisili ài efTa.;
y>} dove eflendo» &ata alquanto tem:po » e' divulgata, la,*/
s, fama»-di detta SS* Immagine, per la moltitudine é$%
%y
miracoli , e delle grafie , che giornalmente faceva..
s,v a' fuoi devoti, acciocché fofTe maggiormente vene-
j, rata , e s* accrefeeffe il culto > fuffe da detta Com-
lì pagnia » da'Fratelli: di e-fli trafportata nella d. Chic»
',} fa di S. Maria dell Carmine nella Cappella de'Siggé
9> Serragli > per fiasrvi in? depòfito a beneplacito de*
„ Fratelli di! dettai Compagnia > nella quale Cappella
), ila /tata detta SS. Immagine moki e molti anni con
j, grandiflimo decoro 3 e venerazione , e di detto luo-
,, go modernamente levata ( mediante la fabbrica da
,i farfi in detta> Cappella da* Sigg. Corfini per il de^
„ pofito del Corpo di S. Andrea Carmelitano , di loro
fi Famiglia) e eollocara in depofito , cóme fopra nel-
$ la Cappella di detta Clìiefa a mano finiftra a canto
t% ali* Altare Maggiore , dove prefentemente fi trova >
?pè fi tiene da' Fratelli di detta Compagnia con gran-
f> didima onorevolezza etc*;-, }^ur. %
* jr Et eflendo ^het pet antica > et inveterata ufanza ( di
3) cui non é H * wemoria della fuà-origine ) fi* fiato
,; coftumè , (e corituetudine< lèi detta Compagnia portàr-
„ fi dagli uomini di quella , detta SS. Immagine ogni
I? cinque anni a Proceffione per la Città etc.
t> Et attefo> che Agnolo ài Santi Pieri Cittadino
,V Fiorentino > altro fratello di detta Compagnia, moflo
ft da devoto y e teligiofo affetto, per maggiore accre-
5, fermento ^dii devozione v e venerazione Si .detta SS-
3, Immagine , fino fotto dì 14. di Settembre deiranno
Si1559* per fuo teftamento rogato (come fi dice)
ij per atti di q. » Gherardo Gherardini Not. Fior, la-
5, ìciaffe ^ {Xp&al* >\ è Spedàìingo di Bonifazio di
5, Via «fcA giallo una fua cafa-, pofta in Firenze nel
,, PeijpJ^Br S. Lorenzo in Vìa Chiara dalle mar.
il* mèrticòk infra fuoi notiflìmi confini etc, con carico
j> di pagaie.agi* Uomini » e Fratelli di detta Compa-
j, gnia feudi venti di lire fette 1' uno , ogni cinque*
?) anni 3
-ocr page 63-
51
,, anni ; quando fi portafle , come fopran a proce filo ne
., detta SS. Immagine , con obbligo a detta Compa-
,Y gnia di celebrare, la prima tornata dopo la fatta prò-
„ ceffione , un Ufizio de' Morti per lf anima di détto
„ Teilatore , e come tutto appare nel ferramento pre-
j, detto, e nel Legato, come ibpra del Seguente teno-
„ re , cioè etc.
                      *                                         t
n Item , Iure Legati , legànjit1, à> r eli qui t Hofpitali,
,, & Hofpitalario Bonifadi de Via S. Galli •> unam Do-
mum ipfius Angeli cum omnibus falt habituris > é* pter*
,, tinentiis, pofitam Fiorentine in Topulo S* Laurent ti ,
}, ist in Via, que dici tur Chiara afe. il la quae eft *vcr-
Jus hofpitium delle màrmerucolé'i mm onere , quoà
Hofpitalarius d. Hofpi*alit , qui prò tempore erit)fol.
yi*uat quolibet quinquennio Socieèati
del Crocifitto del
,> Carmine fcatos wiginti de lir. 7. pvo feuto , quando »
,j ut dicitur, andranno a Proceflìone con detto Croci-
3, fitto ^ro tfa«? bonorando } & non ali ter , #<ff alio
9, wWo . £)#0^ fi non irent ad froceffionem diclus Hofpi-
}/ tùlarius non teneatur àliter foIntere dd.fc. 20. fa.tum
\y $nere diBae ■ Societati ) quod teneantur
, é** obbligati
,, /*W jpfl/? Ja&am dittato Vroceffionem, prima tornata, qn<%
,, €ongrégabutnur in d. Soci e tate , celebrando unum Offi-
^ cium- Mortuorum prò anima ipfìai Angeli commemo-'
,j rando alta woce fecijfe dittum Ojficiam ex eo quisu
j, fecit dicium Legatum diclae Sotietati -
^, Et eiTendo fecondo l'ufo antico venuto il tempo
y di farfi detta folita , e confueta Proceflìone per il
i, tranfeorfo de* cinque anni, « che fia flata detta SS»
9i Immagine da* Fratelli di detta Compagnia Ja Dom«-
3, nica del dì 9. del corrente mefe di Maggio 1660,
j, publicamente efpofta in d. Chiefa di S. Maria del
„ Carmine $ e di quivi con intervento de* RR» Padri
$, di detta Chiefa ! con folenne Procefiloné portata per
if U Citta , facendo la feltra gira éell* andate Procef-
^ fioni, con grandifKmo numerò di torcie , « lumi,den*.
5, tro ad un tabernacolo riccamente ornato fotto un_»
%r siobiliflìmo Baldacchino 9 accompagnato con dolci caa-
- M
                               G z                            „ ti
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52
%{.m di muika; perietri , vi/ìtala nella Chiefa di S. Fé-
„ lice in Piazza dal Sereniamo Granduca di Tofca-
„ na noiho Signore , con concorfo e feguito di Popò-
,, lo innumerabile per tutte le ftrade, che pafsò ; e_*
„ volendo detti Fratelli di detta Compagnia) che di
•}, tal fatto ne apparifca pubblica e perpetua memoria etc.
,, Perciò conitituiti perfonalmente d* avanti a me in-
ij^frafcritto inquetìa parte No taro, e teftimonj fopra-
^5j fcritti etc. \ , h< &'i ,
y} Sig. Gio: Maria di Mefs. Niccolò Giovagqoli.
/ s,i Sig. Giovanni del q. Giufeppe Vitali.
                    *
j, Teftimonj indotti , e da efarninarfi a perpetua me-
„ moria, per me Not. infrafcritto, ad iftauza degl'Uo*
„ mini , e Fratelli infrafcricti della detta Compagnia*
,, del Grocefifìfo i e S. Alberto di Firenze; acciò la^
?, verità fempre apparifca : i quali teitimonj , per mez-
„ zo del giuramento da me datogli in forma, toccate
}, le Scritture , dùTero unitamente , e cucci per una
„ bocca atteftorao : come la Domenica del dì 9. Mag-
.» gio dei corrente anno 1660, veddero pubblicamente
)t efpofta nella detta Chiefa di S. Maria del Carmine
>> la SS. Immagine del CrocefifìTo di detta Compagnia,
„ ciìe già flava in depofito in detta Chiefa nella Cap-
,, Jpella detta de' Serragli , e che di prefente Ita depo-
9, fitata nella Cappella > a man finiftra, accanto all'Ai-
„ tar Maggiore di detta Chiefa ; e che 1' ìfteflo gior-
5, no doppo Vefpro da numero grandiffimo di Fratelli
„ di detta Compagnia , e da molte altre tiivote per-?
,, fone con torcie, e lumi, infieme con i RR, PP. di
s, detta Chiefa con candele accefe , fu detta SS. Imma-
j, gine dentro ad un tabernacolo riccamente adorno
,, lotto nobiliffimo Baldacchino folennemente portata^
„ a proeeffiarte , con fegu^co di mu/ìci , e d* infinito
„ popolo, che per tutta: la gita r, e foli co. viaggio, che
,, fecero, 1* accompagnarono .? Et inoltre gli; teftimonj
>, predetti difiTero , ed atteftorno, come quefta mattina
„ hanno fentito celebrare in detta Compagnia V URzia
5, de* Moni pex V anima di Agniolq di Santi Pieri;
-ocr page 65-
m
„ fratello e benefattore di detta Compagnia , che per
)> fuo teflamento gii fece legato di feudi venti ogm
„ cinque anni ,
,j Interrogati in caufa di loro feienza , differo per
,, effere flati prefenti , et aver veduta detta proceffio*
,) ne , avendola accompagnata per tutta la folita gita
„ che fece , e per efferfi trovati prefenti quefta matti*
„ na in detta Compagnia , et aver fentito celebrare»
„ da'Fratelli di erta detto Ufizio de* Morti, per 1* A*
» nima del detto Agniolo Pieri etc.
„ Del luogo e tempo refpettivamente come fopra etc.
„ De* Conteftimonj differo di loro medefimi , e di
„ tutti gì'* Uomini della Citta di Firenze , che inter-
», vennero a detta proceflìone , e di tutti quelli , che-»
j, fi fon trovati prefenti alla celebrazione di detto U-
„ tìzio , e che quefto prefente anno fono confeffati ,
„ e comunicati , e che fono di età di anni 33. il Sig.
„ Giovagnoli, et il Sig. Vitali 45. e tutto aver depo*
» fio refpettivamente per la verità etc.
„ E di più ancora gli Uomini , e Fratelli di detta
j> Compagnia nella fine del prefente contratto nomi-
„ nati, e deferitti , radunati in effa legittimamente, et
„ in fufficiente numero per loro folenne partito otte.
3, nuto per tutte fave nere, non revocando alcun loro
„ Procuratore, et in ogni miglior modo, fecero> cl»
j, conftituirono loro, e di detta Compagnia, vero* e
,, legittimo Procuratore il Sig. Luca di Livio Caftel-
,, li , moderno Provveditore di detta Compagnia pre-
,» fente , ed accettante etc. fpecialmente in lor nome,
t) e della medefima Compagnia, a ricevere , e rifeuote-
), re dal detto Hofpitale di Bonifazio della via di San
#s Gallo di Firenze, e fuo Spedalingo e Miniftro feu-
j> di venti di lire fette V uno , lafciati a detta Corri-
a Pagn,a come fopra da detto Agniolo di Santi Pieri
i)per fuo teflamento rogato ( come fi dice ) per ma-
3, no di q. Gherardo Gherardini Nat, Fiorentino ij
?j dì 14. Settembre 1559. o altro più vero tempo , e
?> della fomma predetta ricevuta } e rifeoffa , che fi
„ aveià
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^Mp;.; ? "■ "s*
vi avera a farne ricevuta , e quietanza , et ogni altra
» cola neceflana , et opportuna al detto Hofpitalc , e
» luo Spedaìingo , rogando , e pregando me Notaio
j* infrafcrmo , che ddle predette cofe ne faceffi , Ile.
» come feci, pubblico Indumento etc.
» i nomi degli Uomini , e Fratelli di detta Corn-
ai pagnia , ad Manza de1 quali fu fatta detta atteftazio-
j> ne , e che intervennero a fare il detto partito , e
$i procura, fono gli apprettò cioè:
„ Il Molto llluftre Sig. Niccolaio Cerreti Guardiano.
„ Sig. Giuliano Ulivieri,»
3, Sig. Luca Cartelli ,
„ Sig. Gio: Maria Giovagnoli *
9, Sig. Gio: Vitali,                                                       u
9, Sig. Andrea Larventini.
„ Sig. Iacopo Confortini .                           \ .
,, Sig. Ridolfo Cocchini .                                     , ,
„ Sig. Bernardino Parmini . ,, .,
9, Sig. Domenico Nuti -                       , .i.
i- » Sig. Vincenzio Foli „s             hi..:-ùz ..; \ l
,, Sig, Francefco Rofaci J            I ulva ;,               ; ti
,> Sig. Giufeppe del Pugiiefe.
, >} Sig. Francesco Perini *
„ Sig. Antonino Tarchiani • v. :.
„, Sig. Michele Lorandini .                   t
„ Sig. Domenico Vitolini m
• 9, Sig. Ferdinando Nuti *
mìh% Sig* Matteo Confortini -
3, Sig. Gio: Domenico Caftelli ;
„ Sig. Bartolommeo Papi,
^ Sig. Antonio Maria Ruftici „
Ego ìoannes Baptijia € adottivi q. Bernardi Mini
,* J. V. D. & in hac parte Motarius puhlhus de praedi.
w Bis rog. 0c.
                                    t t'               *
"Col. m m« Tetrtim SaHinium ex mìnifiris Archi.
s> -ruit ac die 22, Mait i66or
nfetruT Irancifcus Martim Med, /. C. # €onferrvak
m $op «vi iti k
.
                          ..... j
*" •                                                                Neil'
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M
Neil* anno 1494. fu veduto fu dai* fa ng uè con ifpaven*
to , e terrore non poco de' Popoli , che indovinarono
gV infelici fucceflì, dipoi avvenuti alla Repubblica , paf-
fato Carlo Vili. Re di Francia in Italia , a pregiudi,
zio di molte Provincie ; e mafTimamente della Tofca*
na > come può vederi! negli Annali del Muratori , ol-
tre tutti gli Storici Fiorentini . EfTendo il medefimo
Crocefiffo tenuto in Cafa d' una Famiglia devota nel
popolo di Santa Maria in Verzaia , le moltiplicò più
volte il pane , fino che durò la careftìa in Firenze*
né folo la liberò dalla fame ; ma da un pericolofo
incendio : mentrechè in mezzo alle fiamme, che in-
cenerirono tutti i mobili della cafa , falvi andarono
gli abitatori ; e traile ceneri trovoffi illefa la fteffa-.
Immagine, che fu donata alla Compagnia del SS, Cro-
cefiffo, che fi raduna nel Carmine, come leggefi ne i
ricordi di detta Compagnia.
VI.  Ai due Crocefìffi , fuccedono per commendarli
due Immagini di Maria, amendue invocate folto il
titolo della Madonna del Carmine alla Cappella de*
Brancacci : cioè una in alto, in tavola affai vetufta»
come fopra fi notò , appellata ancora la Madonna del
Popolo, celebratiflìma per la vocazione di S. Andrea
Corfinij.dal fecolo all'Ordine Carmelitano, a quefto
Altare principiata. Più baffo poi , cioè full* Altare ,
pofa una nicchia affai vagha, contenente la feconda
Immagine della Vergine, più moderna, e fatta di ter-
ra cotta > con buona maniera ; la quale nella feria
del Carmine ogn* anno portafi per la Città in pro-
ceffione , col concorfo di molti devoti , che ne ri-
cevono grazie ftupende, e per gratitudine , oltre il
voti appetivi, fono concorfi con grande liberalità alla
fpefa d* un Altare portatile > per maggior folennità
dell' annua proceflìone .
VII.  E paffando ad altre antiche Reliquie» ram-
mentar debbo le due tanto famofe, che fono il Pie-
de ,di S. Agnefe verg. * inart. e la Tefta di S. Cor-
dila j pure verg. e mare, compagna di S. Or fola ,
che
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5* . ■■■"'■;
che furono dono del Vefcovo Fiorentino , Giovanni
de* Mangiadori , il quale benedì, come fi dille, la pri-
ma pietra fondamentale della Chiefa . Fra Salvino poi
degli Armati per fua devozione fece fare il Reliquia-
rio d'argento colla fua arme , nella forma, che lino
a queito giorno fi vede . Dal culto di quella Santa ,
credo poi , che avelie origine nei 1169* 1* antica So*
cietà di S, Agnefe , la quale fi principiò nel Cimi*
tero allato alle muraglie di quelta Chiefa . Ella era
una Congregazione di Donne vedove , alle quali per
diverfi aifegnamenti ; fpecialmente di cafe in Borgo
S. Frediano , fi dava il quotidiano vitto , vivendo tra
di loro fotto un Capo , e obbedienza . Sarebbono
cileno mai (late quelle, le prime Terziarie del Carmi-
rie ? o come fi diceano , le Commette ? Dovettero in
progrtlfo di tempo aumentarli l'entrate di quella..
Congregazione ; poiché Ella fondò nei Carmine due
Cappelle: una fotto il titolo della Nunziata ; che per
altro la detta Compagnia può dirli , che facefle fonda-
re » piuttofto , che ella ve la fondaife . E ciò come efe«
cutnce di Madonna Dianora > Donna di mefs. Barto-
lommeo da Pifa . Del refto la Cappella era di Chia-
ro d' Ardingheilo ; e nipote di detto Chiaro era Dia-
nora ; ed egli fece il fuo teftamento 6, Agofto i?77«
rogato Ser Niccolò di Ser Z^obi di Maffeo Pagoni.
L* altra Cappella è fotto il titolo di S. Agnefe ; e di
S. Maria . Né contra V autenticità delle dette Relu
quie milita il Supplemento Apologetico Bollandiano»
dato alla luce nel 1755. dove alla pag. 514. numer,
264. dice 1' Autore } che elTe folTero donate dal Ve*
fcovo Tommafo nel 743. con quelle parole; idem An*
tifles
( Thomas ) donavi* &c. dovendoli kggere Jean*
nes
, cioè il fuddetto Vefcovo , che gettò la prima-,
pietra nel 1168. che appunto nel Cartello del Ch»o-
ilro , citato dall' Autore del Supplemento , io leggo,
da Giovanni eflere fiate donate le predette Reliquie;
ed eccone le parole : Deinde anno ciDCCLxnu. pridic
KaL hlii
> sxtra Ci<vi$atcm fandata fni$ bec Jecunda
Eccita
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57
Ecclejta i per Reverendiffìmttm Dominum hannem Fiorente
Antifiitem
> fub tìtulo Fratrutn einsdem Ordinisi pre-
fentibus pluribus Terfanis
, JLeligioJis , ae Secularibus .
Qui Antiftcs , donavi t pedem S, Agnetis <virg. & mart,
& Caput SanBe Cordale
, itidem wirg. & mart. &c»
Onde dilucidata la verità , inutili fernbranmi le ofler-
vazioni del Supplemento , circa la invenzione della-,
prima Tefta delle due fole Sante Cordule ; avendo per
altro nelle Chiefe Fiorentine fin' ora trovate cin-
que Tefte delle Compagne di S. Orfola , col cartelli»
no Caput San&ae Cordulae ex xi™ *virgin. & martyr.
$oc. S. Urfulae.
Ma già fi sa'dagli Eruditi, che il xi.m
vuol dire Chrijlì Mar ty rum .
Vili. Anche 1* Arcivefcovo di Firenze Amerigo Cor-
fini nella confacrazione, che fece del Carmine con MefT»
Benozzo Federighi Vefcovo ài Fiefole , lafciò a detta
Chiefa altre Reliquie intigni , che fono Offa de' Santi
Apoftoli Bartolommeo , Tornmafo , e Barnaba : dell*
Evangelica S. Marco , de* Santi Pontefici e Martiri
Clemente, e Antero ; e così de* Martiri Lorenzo , Se-
baftiano , e Pancrazio , che tanto leggeri in carta au«
tentica di detta donazione nelP Archivio de* Carmeli-
tani . Vi è ancora il Corpo del Beato Angiolo det-
to Angiolino , confervatofi fotto V Altare de* Manet-
ti ; e pofcia traslatato alla Cappella della Madonna del
Carmine , come a lungo fé ne trattò alla Storia di S*
Maria Maggiore tom. 3. pa£. 274. Di quello gran Ser-
vo di Dio , e Gloria de' Fiorentini , effondo ufcito ,
come di fopra accennai , ne* g. di Marzo 1761. il De-
creto , «' è veduto in foglio {rampato in Roma nel
1759. tutto il Procedo , cui precede un bene intefo
rame col Ritratto difegnato da Francefco Calza , e_#
intagliato da Gio: Fabbri in Bologna nel 1755. colia-*
Seguente epigrafe :
Tone.X.                           H                             b. am-
-ocr page 70-
s
58
E. ANGEJLVS MA2ZINGHI CARMEL1TA . GENERIS HOBTL'TATE
MORVM lNTEGfilTATEt VITAE AVSTER1TATE . VERBI DIVINI
PRAEDICATIONE * ET M1RACVLORVM DONO • ClAKVS. FtO-
RENTIAE . IN SVAE PATRIAE COENOBIO , EXTREMAM DIE&t
CtAVSIT XVIK AVGVSTt MCCCCXXXVlll.
Notabile è ancora un Odo del Beato Alberto Sicilia-
no. A quefto Santo v'era folto- uno de* due Archi, che
poneano in mezzo 1* Aitar Maggiore » e ì* antico Co-
ro , alìor che era nel mezzo » dedicata una Cappella
dalla Famiglia de' Dieciaiuti : ficcome V altra era in
onore deli* Arcangiolo San Michele innalzata dalla.»
Famiglia degli Abadingi , per opera ài Cione di
Vanni nel 13,73.. S. Alberto dovette rnoftrarfi prò*
tettoie de' Fiorentini ; poiché il Sig. Cam Giulianeiii
ha trovalo j che adì 7. tAgoflo 1445. vennero le Ca-
pitudini della Citta ad Qnferta con libbre 61. di ce-
ra/e nel 1447. fecero lo fteflo-; adì 7. Ottobre 144$.
adì 13. Agotto 1447. Pi S* Maria Maddalena de* Paz-
zi hanno la cintura di cuoio , e di S« Andrea Cord-
ili la Catena di ferro y che portava fulla carne nuda a
il fuo Anello 4 la Croce Vefcovile; e tre libri di piedi-
che , e di comentaij » di fua mano ferità, fono in Libre*
ria , alla quale il Santo donò un gran numero di Vo-
lumi deli* Opere di Santi Padri * E fé fi tralafcia di
qui far menzione del fuo gloriofo Corpo , non è per-
altro * fé non che ne vogliamo dare una intera Lezio-
ne , che farà la feguente > Nel tante volte rammenta-
to Mflf. dell* Oratorip de' Padri di S. Firenze fi lede.»
dal Sig. C'an* Qiulianelli , che }> Nella Chiefa del Car-
3, mine trovad una Croce d' argento , che coftò fio-
s, rini 170. ài fuggello , qua] fece , e dette finita il
u dì 30* d' Ago/io 1473. Antonio del Pollaiolo, Orafo
9> celebre ,* e detti denari furon confegnati per tale_»
,> opera in mano a Meif. Piero del Pugliefe , e quefta
» fomma fino in 100. fiorini ci lafciò Maria Donnina
7} de' Ricci j che fu Madre di Piero, e Giovanni Gui-
*
                                                                    # due*
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£#
59
„ ducei, che ci dettono quefto denaro, come redi di
,, lor Madre , e ci pervenne quefto lafcito per la mor-
„ te di Fr. Francefco Agoftini noto Religiofo, e fino
„ all'intero pagamento fu" fatto dal Convento. „ E
altrove „ La pila a mano delira all'entrare in Chic
,, fa di marmo fu fatta , come fi vede dall'Arme, che
„ vi fono , dalla Repubblica Fiorentina ; quella a ma-
j, no finiftra la fece M. Aurelio Milanefi noftro Fra-
„ te, di quei Milanefi, che portano le branche : co»
3J me fi vede il nome fcoJpito nella pila medefima . ,>
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6x>
L E Z IO N E
VI.
D E L L. A UH I E S A
DEL C A R M* I N E.
Ccomi pronto a mantenere la data.
parola di favellare nella preferite Le-
zione del gloriofo Cittadino di Fi-
renze , S-. Andrea Gortini, Religiofo
Carmelitano j Vefcovo dell* antica Cit-
di Fiefole , ed ornamento fiiigoia-
re dell'Inclita Famiglia Ccitini. In>
torno alle gloriofe gefta del Santo non fa d' uopo
molto minutamente trattenerti , perchè 1* hanno già;
fatto illufori biografi ; quali fono Pier Andrea del Ca-
ftagna , Religiofo, Maeitro e Profelfore dì Teologi»
nel Carmine } di cui in un antichiflìmo Codice della
gran Biblioteca Vaticana , ed in altro della noftra Ma-
gliabechiana 3 fi legge : Vita B. Andreas de Curjinis de
$ Urenti a Ord. Carme Ut. Epìfcop Féfuiani
, edita a Ven~
Mag* Tetro Andrea de Cattaneo S'. Th, Frofefs. eiusd*
Ord.
Il Cavagna vivea nel 1440. e perciò in tempo
di poter eifer meglio informato d' alcune particolari-
tà , da riferirti più fotto, attenenti al noiiro Santo , Me-
gliore d' affai è un anonimo Scrittore > forfè coetaneo
alla morte del Santo j il quale così nel Prologo del-
la Vita di S. Andrea incomincia: $ufcita<vit nobis ger*
rnen ittftum in falutem peccatorum diebus ifiis no'vijfì'
mis
. Contemporaneo al fopraddeceo Caitagna è quel
Giovanni d* Andrea» del Popolo di S. Felice in Piaz-
za j i cui ricordi fopra il nofoo Santo Protettore.»
ferine adi primo Luglio 1448. quel Sandro di Pietro
Lotteringoj che poi e* ha dati il doniamo Bibiiote*
cario
s .H
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6i
cario Ritrai dia no nella nota r. pag. z>p$* e ifeg. del
Catalogo de'MSS. di quella Iniìgne Libreria , edito in
Livorno nel 1756. e che in fine di quefta Lezione fi
riprodurranno per pregio della medefima . Succede ai
foprariferiti Storici Francefeo Venturi Fiorentino, Ve*
fcovo di &. Severo, e mono poi Arcidiacono Fioren-
tino . Nel Toni. II. della Pinacoteca del Rolli pag. 2$.
fi può avere rincontro del merito di così infigne Scrit-
tore; e per il culto purgato rtfle latino di lui fi leg-
ga la Vita ,. che, del noitro Santo Vefcovo ferine , e
ftampò in Roma nel %6i$. preifo F Eie.de. di Barto-
lommeo Zanetti , e la dedicò al non meno lagnan-
te Pontefice Urbino Vili. Per nulla dire del Razzi»
e del Coccapani, fcendeiò all'ultimo biografo il Dot.
Giufeppe Maria Brocchi , cui un ben intero Elogio
florico, da mano maeftra di valente ProfeiTor Pifano
difìefo , s'è letto nel Tom. II. della II. Parte ed ulti-
ma de* Santi, e Beati Fiorentini. Da quelli forni trar-
rò le notizie, per difeorrete alquanto del noiìro San-
to , e con effe , correggere , fupplirò a ciò , che ne
dice il Brocchi alla pag. 354. della I, Parte , le cui
parole prendo in pteitito ; per accennare quei fatti
foli, che hanno rapporto alla noftra Cappella . • Ma_.
per non interrompere il filo ftoiico de* fatti efpreflì
nella pittura , e baffi rilievi della mede/ima , meglio
farà premetterne una breve descrizione dell'antica, e
della moderna*
IL Antica chiamo quella Cappella , che additai a
pag, 28. non fenza qualche errore . Primieramente er-
rai nel dire , che la Pittura fattavi fopra la facelTe il
Poccetti : elTendo la pittura , di quei ProfelTore , u al*
fai più antica , Rapprefenta quella pittura nel!' area
del De pò Cito una Nonziata con S. Andrea in ginoc-
chio. Nella eafla poi dei Depofito, fopra cui v* è la
figura del Santo giacente, nel mezzo v' ha lo flemma
della Città di Fiefole ; e dai lati gii (lemmi dell' e<;-
celfa Cafa Corfini . E fotto quello Dfpofito v* è que-
fìa antica Cappella di detta Famiglia > che tra 1' altre
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kote nel grado dell'Altare conferva certe antiche pit-
ture) efprimenn alcuni fatti del Santo . Ed il quadro
della detta Cappella , rapprefenrante IV illuminazione
del Cieco in Avignone fatta dal Santo, è del Poccet*
ti : come io dovea dire a psg. 28. Sotto V Altare la
feguente Inflizione denota là fatta reftaurazione di
quello vernilo monumento:
                       .
BARTHOLOMAEVS . CORSINI. CLEMENTIS XII. NEPOS
PRINCEPS S1SMANI . DVX CASILIANI . ARAM • HANC
D. ANDREAE CORSINI DICATAM . VETVSTATE
XABENTEM . PRISTINO NITORI RESTITVIT • ATQVE
t ;                                  ORNAV1T MDCCXXXV.
III. Della moderna Cappella poi il difegno è di
Pier Francefco Silvani, il quale, per telìimonianza del
Baldinucci a j>ag. 520. dd fuo ultimo Tomo , la ter*
minò nel 1683, Ella è quella maeftofa Cappella incro-
ftata tutta di marmi bianchi * i quali fono rotti con
órdine convenevole da graziofe fìrifce di marmo roflb
di Seravezza * L'Altare pur* è del medefimo marmo,
intarlato di pietre dure* collocato in ifola . Sopra di
elfo i all' altezza di pretto a 15. braccia da terra , fi
vede il Corpo del Santo in una urna ricca, e mara*
vigliofa. Sopra di quella è rapprefentato di rilievo il
B. Andrea * dagli Angeli portato in Cielo, Lavoro egli
è quello fatto da Baldalfarre, in compagnia di Gio:
Balilla Foggini , Nella tettata in alto vi fece Carlo Mar-
cellini un maeftofo Padre Eterno, fimilmente di marmo.
Adorne fono, e in gran parte coperte le due parti la-
terali da due quadri di marmo * Quello dalla parte del
Vangelo efprime la battaglia d'Anghiari, e la miraco*
lofa vittoria contro ì* efercito di Niccolò Piccinino, fi*
portata dai 3?ioremim\ protetti da S.Andrea Corfinlj
efpreflb quivi col Palloralè nella (ìnillrà, # colla fpa*
da nella delira. Dalla parte della Pillola poi v' è An-
drea, novello Sacerdote, cui nella Chiefa del Con-
vento delle Selve appardee Maria Vergine con molti
Ange*
.#*w*.„
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Angeli > e gli dice quelle parole , regi'ftràte ne* Pro-
ceffi della Canonizaziooe ; $sr<vus msns es Tu : eg&
elegi Te
» in Te gloriabof . Quelli due quadri con lode
furono condotti dal Foggini : e fé ne fono vedute pa-
recchie fìampe in rame , sì pretto il Brocchi ; sì per
fregio , e iniziali della bella Orazione Panegirica , che
nel 175 2. pubblicò in lode éeì Santo il noto Sig. Abate
Pillori. La dipintura della Cupola, è una delle rare*
opere , che fiano nelle Chiefe Fiorentine , fiate fatte
dal forprendente Luca Giordano. Vi fono ancora nel-
le due facciate un S. Pietro, e un S, Paolo a frefeo»
fatti da Mafaccio * Sotto uno di quelli baffirilievi v'è
la feguente Infcrizione fopra il famofo Cardinale Pie-
tro Codini , Vefcovo di Firenze , per la cui creazione
in Cardinale , fatta da Urbano V. fi cantò in quella
Chiefa la MefTa dello Spinto Santo , con offerta di
libb. 100» di cera * e fior* d* oro io. d' oro larghi.
- D. ' '" (X ' ■ M. ";";
PETRVS CORSINVS THOMAE F. DECRET. DOCT. SAC. PAL*
GEN. AVDITOR EPS» VOLATERR. POSTMODVM FLORENT.
VRB. V. P.O. M. AD CAROL» IV* 1MP. LVDOV. PANNONlAE
REG. RODVLPH. AVSTRIAE DVC. ET IO. BOEMlAE AC -
WORAVIAE MARCH. LEGATVS SVMMQ REIP, CHRtST.
BONO OMNES INTER SE FOEDERE IVNXIT. QVARE AN.
. DOM. MCCCLXXVII. ID. IVN. PRESB. CARDIN. TIT. SS.
J-AVR. ET DAM. AB IPSO VRB. V. CREATVS PORTVENS.
ET S. RVFINAE EP1S* PRAtPONlTVR . OBllT AVENIONE
XVII. C. SEPT. A. D. MCCCCV. OB. S. R. I. PRINCIPATVM
SIBI AC OMNIBVS FLORENT. ECCE. PRAESVLIBVS ET
AMPLISS. FLORENT, ACADÉMIAE PRIVILEGIA ACQUISITA- '
CATHEDRAH IN ECCLÈSIA A REPVBL. NOBILE SEPVLCR*
PROMERVIT •
Che però in quella Chiela fi fecero rEfequie, dove
concorfe tutto il Clero * ed il Popolo ; e lafciò il
detto Cardinale fior. 5©,
IV- Quello ci ramrnema il non men celebre Ame*
rigo
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'«■■■■'-                                                                                                                                  ?                                                               .»' ■ .
' — '                                                                                                                                                     ■.'■'-.                                                                                                                  #                                              -                                                                                                                                                                                                            ■' *
\
rigo Corfini , di cui in diverfi MSS. mi dice il Sig*
Canon. Giulianellì , ritrovato avere un Poema latino
delle lodi di Cofimo Padre della Patria , diretto dal
medefimo al Magnifico Lorenzo, Anco per 1J elezione
in primo Arcivefcovo di detto Amerigo Gorfini fi fecero
gran fefte. Ma gli Eroi tutti di quefta gloriofa Profapia
veder fi poflbno nell* Albero Genealogico, che ij Broc-
chi ha pofto dopo la Vita del noftro Santo. A que-
lli accertandoci noi fempre più col racconto, dire ora
fi vuole, che avendo intefo con fuo gran rammarico
Clemente XII. Pontefice di glor. mera, che il Corpo
del gloriofitfimo fuo Antenato S. Andrea , fofle per
guaftarfi, a cagione della polvere, che da alcune aper-
ture fi era introdotta dentro alla Gaffa, iti cui quello
ripofava , ordinò che prontamente foffe da quefta e-
firatto e ripulito : come per fuo comando fu diligen-
temente efeguito da Antonio Bandieri , di Segreteria
di S, A. R. Canonico dell' Imperiai Bafilica di S. Lo-
renzo , e peritiflìmo in accomodare le Reliquie de i
Santi : efiendo flato da quefto riunita Ja carne a' pro-
pri luoghi , ricoprendola pofeia egli con un fottiliffi-
mo velo, e riducendo tutto il Corpo alla fua antica
figura ; talché non mancano prefentemente ali* integri-
tà del medefimo altre Reliquie ; fuorché le interiora,
e quafi tutto un iternodio tra il carpo , e dito migno-
lo delia mano delira 5 « in alcun luogo qualche pez-
zetto di pelle e di carne, fiate già difpenfare per de-
vozione ai fedeli , in tempo , che non era quello con
gran diligenza cuftodito . Accomodato adunque il Sa-
cro Corpo in tal forma , fu riveftito con gli Abiti fa-
cri dal medefimo Canon. Bandieri , nella maniera fc-
guente .
V. Sopra la Camicia di finiffima Cambraia, gli fu
pofto l'Abito .della Religione Carmelitana , confidente
\n Tonaca e Scapulare d' ermifino tairè , e tlipoi fu
veftito con gì'Abiti Pontificali, cioè dei Calzali , e_*
• fcarpe a ufo di Sandali , di glafsè d* argento gallona-
to ìst òro, dell'Anatro, e Camice pieghettati, di Cor*
diglio
#■■■ ■'■■.
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dìglio di feta bianca, e oro con fiocchetti fimili , di
Dalmatica , e Tonacella d* ermifino bianco, gallonate
di merletto d'oro, di Stola, Manipolo, e Pianeta di
glafsè d* argento, ricamata pure riccamente d'oro, di
guanti a maglia di feta bianca e oro , col Nome San*
tiffimo di Gesù parimente d* oro , e di Croce pettora*
le , e Anello d* oro con fette belìiflimi Smeraldi ; ef-
fendo flati tali Abiti , e ornamenti Pontificali, man-
dati in dono dalla {ingoiare munificenza del predetto
Sommo Pontefice. Finalmente poi gli fu porla in ca-
po la Mitra preziofa di lama d' argento ricamata di
oro, ed arricchita di varie pietre preziose , la quale
fu donata già al Santo dalla Sereniffima Vittoria del*
la Rovere, Granduchefla, di Tofcana di gloriofa me-
moria , quando fiv fece la fopraccennata folenniffima
traslazione alla nuova Cappella 1* anno 1^83.
VI. BflTendo flato pertanto accomodato in tal for*
ma il facro Corpo, il dì 28. Dicembxe 1738. fu col»
locato con molti lumi fopra il banco di mezzo della
Sagreftia de' Padri del Carmine , ove vennero a vi(ì«
tarlo la Sereniffima Elettrice Vedova Palatina, Gran
PrincipefTa di Tofcana , colla fua Corte , e gran co-
mitiva di Dame e Cavalieri: Monfignor Giufeppe Ma-
ria Martelli > Arcivescovo di Firenze: Monfignor Fran-
cefeo Ginori, Vefcovo di Fiefole, ed altri Prelati e Si-
gnori ; e fodisfatto, che fu alla divozione di eiafehe-
duno, fu proceffionalmente il medefirno portato per
la Chiefa , cantandofi in quel mentre il Te Deum , e
condotto alla fua Cappella , ed incenfato , fu ripo-
fto nella fua Gaffa d' argento . Quefta venne ferrata^
con due chiavi da MefTer Domenico Maria Borghigia-
ni , Cancelliere di quefto Arcivefcovado, alla prefen-
za di Monfignor Domenico Maria de* Bardi, Vicario
Generale di quefta Diocefi , e de' Signori, Senatore e
Marchefe Carlo Ginori , e Carlo Martelli, i quali fu-
rono teftimonj ad un tal atto; ficcome alla confegna
delle dette chiavi, che una fu data al Padre Maeflro
Fra Andrea Mefleri, Priore del detto Convento del
Tom.X,                              I                              Car-
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66
Carmine » e 1* altra al Slg. Gioì Batifta Pini» agente
dell' Eccellentiffima Cafa Corfini $ efiendofene pofcia
del medefìmo atto rogato il predetto. Sig, CanceMier
Borghigiani» a gloria ed onore del Signore Iddio» ed
#    maggior venerazione del Vefcovo S. Andrea » il
quale fi è Tempre fperimentato dalla noftra Città di
Firenze uno de i fuor più potenti fnterceifori, ed Av-
vocati nel Cielo. Ma tempo è ornai , che de i gloriofi
fatti dì quefto Santo Cittadino di Firenze alcuna co-
fa fi dica , che nel tempo àeffo la già premeflTa de-
fcrizione della Cappella .illustri al noftro pio Lettore.
E qui tralafciate le Sante azioni » dal vivente Santo
Vefcovo fatte , diciamo col Brocchi » che dopo la di
lui preziofa; morte : ,» I Religioil Carmelitani vedendo
»» che co* mezzi umani non Avevano potuto ottenere
,» quanto bramavano ( il Corpo del Santo ) ricorfero
», alle Orazioni, pregando ii Santo» che fé voleva fi efe-
st guilfe la fua intenzione ( che fu efpreflfa nel fuo tefta-
,1 mento d* elfer fepolto nel Carmine di Firenze )gl'aiu-
fi taffe ancora col fuo potente braccio a farlo . Quindi
w fentendofì cosi infpirati, fi portarono dopo 15* giorni
j ) <» dalla morte del Santo?) fegresamente !a Fiefole, e
^quando parve loro a* proposto ,, di notte tempo i
^trovarono modo d' entrare occultamente in Chiefa
n ( nel Duomo ) ed aperto il Depofito, levarono via
#   il Santo Corpo : indi portolo fopra un giumento ,
ji chetamente s' incaminarono verfo Firenze. ; <f*
5» Giunti alle radici del Monte, cominciarono tutte
yj le Campane della Cattedrale di Fiefole da loro ileiTe
$ a fonare a fetta ; per la qual novità andando i Fie-
folani alla Chiefa » e vedendo aperto il Deponto del
^ Santo Vefcovo , e non ritrovandovi il fuo Corpo»
0 pieni di sdegno prefero le armi, e fi pofero a ria»
$ tracciare chi 1* avelTe tolto , ma tutto indarno . Poi-
j» che i Religiofi , quantunque folTe la notte ofcUtiflt-
>» ma » aiutati nondimeno da un grande fplendore,
», che ufciva dal Sacro Corpo, prefa via ftrada > che
»> conduce dalla Badia a Firenze, paifarono felicemen*
» te
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61
te H fiume Mugnone . Giunti poi: ivi i Fiefolani L
,, benché non foffe da gran tempo piovuto, s* ingrof-
y^farono miracolofamenre le aeque di quel fiume ; in
„ maniera che.non vi fu alcuno, che aveiTe ardire
„ di cimentarfi a pausarlo. Onde rimafi ftupidi e inor-
i, ridici per sì evidente miracolo , fé ne tornarono
» tutti afflitti e fconfolati alle cafe loro. Seguitando
,) pofcia i Religiofi licuramente il loro viaggio, giun^
y,, fero alle Porte di Firenze»vie qua^i trovarono pro^
,, digiofamente aperte, ed entrati nella Qittà , cornin-
,) ciarono le Campane del Carmine a fonare miraco-
„ lofamente da per joro fìefle » come avevano fatte
„ quelle di Fiefole. „ Ed il Venturi non riporta lana-
te circoftanze del fatto, che io rendono alquanto foj
fpetto d* aggiunte efaggerazioni * Ma dice folp :f J)et%ttnt
quamwis idemmet (
cioè il Santo ) t eft amento cdwjfet^
ut eim Corpus Fiorentine in Carmelitarum Ecclejìa.fe-
fulturae mandaretur ; non fermifernnt tamen Fefulani
Montis accoiae
, fé tanto thefauro fpoliari . Sed in <7#-
the dr,ali aede , ut honorifice fonder e tur , tura?un/ » Qjipi
deinde iidem Carmelitani noBu^ $>i# fraude flaw fublq*
tur» in corion Ecclejìam % ubi idemmet Religiofu% q^ffles*
&' tam eximiae fanclitatis initia, fufceprat
, .egindenu
tum quoque .odoris fuavitatem diffundens afportarunt &c,
yij. Ma per tornare al difcprib del £)ott. Broc-
chi, feguita come apprettò,. „ Arrivati i Keligiofi alla
„ Piazza del Carmine , fit fecero loro incontro ,gii al-
t „ tri Frati , che erano rettati in Convento a pregare
„ il Signore pel felice trafpono 4elte. &cre Reliquie ;
y, ed infieme con effi concorfero -molti Cittadini, mo/fi
>, dallo ^itraordinajrioTuono dejlc Campane, Onde tut-
r, ti unitamente rallegrando»* d?ì fortunato avvenimeb-
„ xo, cominciarono a cantare il JBenedi&us qui venit
3, in nomine Domini ; e pofcia foiennememe 1' Inno Te
a, Deum, e introduflero m Chiefa il facro Corpo, coj-
^ locandolo fopra un bel catafalco, jfiruato nel mezzo
5, della medefima , dove .fatte poi efpoito la mattina
fegueme alla venerazione del Popolo , che vi cqn-
J 2                          v corfe
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6%
Ih corfc in grati folk , eflendo irata cantata in tal con-
>> giuntura la Meffa^w gratiarum aBione.
», Deporto poi dal Catafalco il facro Corpo , fpiran-
% te un odore fuaviflìmo , fu collocato a federe velti-
h to degli abiti Pontificali , fopra una Cattedra : come
W fé fuffe vivo , e riporlo dentro una cancellata ài
h
ferro nella Cappella di S. Orfola : ove fu tenuto fino
„ a* 21. di Marzo, nel qual giorno fu poi, per dio-
ii- do di depofito , meflb in una cafla di legno, e jf-
ii nalmenre l'anno feguentc 1374. effendo terminato
14 il Sepolcro di marmo , fatto fabbricare da' Fratelli
,, del Sanro , fu in effo racchiufo colla feguènte In-
ai fcrizione ( che fi tralafcia, perchè riportata nella
terza Lezione pag. 28* )
„ Mòltiffimi certo furono i miracoli , che il degnò
i, il Signore d'operare dopo la morte del Santo
5, tra* i quali il più celebre fi è quello, della miraco-
s, lofa vittoria , ottenuta da' Fiorentini , eoli1 aiuto del
■À Santo , fono le mura d* Anghiari, a favore della^
j, Chiefa Romana , contro 1' efercito potemiffimo di
il Niccolò Piccinino , 'Capitano Generale di Filippo
^ Maria Vifeonri, Duca di Milano, nemico giurato del
V, vero e legittimo Pontefice Romano Eugenio IV. il
•jV quale per difenderti dalla di lui armata, fi era ri-
"35 fugiato in Firenze con molti Cardinali , e Prelati ,
„ ed il fatto faddetto per edere afiai prodigiofo , crej-
*j» dò, che non farà difcaro al Lettore di vederlo qui
',, più diffufameme defcritto*
« » V anno adunque del Signore 1440, avendo il fo*
%
praddetto Duca prefe le parti di Amadeo di Savo-
,/ia, che fubornato dal Conciliabolo di Bafilea, preti-
„ dendo il nome di Felice V. erafi fatto Antipapa^
s, contra Eugenio IV- ed intendendo, che quelli erafi
'„ collegato colla Repubblica Fiorentina , mandò uru
,) groilo efercito eornra di quella, e contro delPa-
„ pa, facendo fuo GeDeraliflimo dell* armata il fopra«
,, nominato Piccinino; il quale appena giunto in To-
;, fcana , cominciò a pone a ferro e fuoco tutto lo
flato
-ocr page 81-
6$
1^  fiato de* Fiorentini, e della Chiefa, minacciando a.n-
5)
  cora di volere affediare la Città medefima di Firen-
  ze . Spaventati adunque , per 1* arrivo inafpettato
  di sì potente armata , i Dieci di Balta , a* quali
  dalla Repubblica era flato commeffo 1'-affare della
  guerra , non fapevano > che rifolverfi . Laonde infpi-
,5
  rati da Dio, ricorfero con fervorofe fuppìiche al
yi..Sepolcro d* Andrea,* acciò fi degnaffe d'aiutarli in
,,
  sì grave pericolo. Fra gli altri, che in tal congiun-
si
  tura fi fegnalarono in divozione , fu un giovane de*
  Dazzi , le cui ferventi orazioni furono sì accette al
  Signore, che meritarono d'effere efaudite con evi-
,,
  denti miracoli . Stando egli pertanto un giorno in
j,
  orazione avanti al Sepolcro del Santo, vide prodi-
  giofamente ufcire da quello il Santo mcdefimo, ve-
  Aito dell' Abito Carmelitano colla Mitra in capo,
,,
  Rimatta flupefatto a tale novità, non fapeva a che
  penfare , quando offervò , che il Santo Vefcovo por-
j)
  tatofi davanti alla Immagine d' un Crocifififo, che
  (lava allora nel fecondo pilaftro dalla parte deftra
  deli' Aitar Maggiore ; ed ora fi conferva nella Cap-
,,
  pella di S. Caterina all'entrare della Chiefa, il qua-
j,
  le fi mofìra al Popolo due volte 1* anno ; ed ivi
j,
   poftofi in orazione, fu fentito dal giovane parla-
  re al Crocififfo, e che quefli gli rifpondeva > fenza
3,
  intendere però } che cofa gli diceffe, e dì lì a poco
j,
  fparì la vifione . Il giorno apprelTo effendo tornata
,,
  con maggior fede il medefimo giovane ad orare,
  vide comparir di nuovo il Santo, il quale gli dif-
,,
  fé : Vattene prefto a tremare i Sfrati tendenti della
,,
  guerra » e digli in mio nome, che il grande Iddio de»
j>
  gli Eferciti , che cavò dalle mani dell' indurato Fa*
j-,
  raone il popolo d' hdraelle , rovinerà adejfo il loro
3)
  Armierifarlo , che non ahhian paura di dargli /' affai-
*,4
  to , perchè remeranno difftpate tutte le fue forze , e*
   che però arditamente vengano pure a giornata nel
,,
  giorno di S. Pietro , Principe degli Apoftoli , affi curati-
li
  doli per mia parte, che ne confeguir'anno glorio/a «z>/>*
5, tori a»
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torta* Ubbidì -il giovane a* comandi del Santo, e
#
portatoli tolto a* Sopramendenti della guerra ( anzi
tardò qualche mele* come appare dalla fua relazione,
che qui folto porremo ) efpofe loro la viflone ., e ì'
„ ordine ricevuto da Andrea . Animati pertanto da sì
^favorevole annunzio, i predetti Signori, inviarono,
„ pieni di fiducia e d'allegrezza , il loro efercito con-
„ tra il Piccinino; alle cui orecchie eflTendo pervenu-
9, fa la notizia di tal vifione,, il burlava de' Fioren*
„ tini ,, limandoli gente fuperftiziofa , e troppo ere*
j, dulajed affidato nelle proprie forze , fuperiori di
„ gran lunga a quelle degli avverfarj , afpettava fot-
„ to la Terra d'Anghiari, da elfo in quel tempo flret-
9, tamente attediata-? il loro efercito: fperando di ri-
9, portarne Scuramente intera Ja vittoria colla prefa
$, di detta Terra, e col disfacimento totale dell* efer-
5, cito , che veniva per foccorrerla; avendo dato fegno
„ di quella fua certa fperanza, coir aver feco condot-
9) to dalle vicine Cartella i popoli difarmati, per rac-
,, corre il bottino , che già gii pareva d* avere come
$, fatto, Succedette perp Ja cofa rutta al contrario ;
j, poiché efTendofi arTrontati gì! Eierciti, dopo aver in-
«■.■ ficroe combattuto gagliardamente per molte €»re, re"
a ilo la maggior parte de* Soldati di Piccinino ta*
u girata a pezzi , e 1* altra prigione ; elfendofi appe-
9, na potuto egli falyare colla fuga , con alcuni po-
„, chi de* fuoi, rifugiandoti al Borgo S. Sepolcro: do-
ss vecchè di quelli dell* efercito de' Fiorentini pochif-
3, fimi ne morirono,. Onde vittorioil, e trionfanti fé
?, ne tornarono carichi ài ricche fpoglie a Firenze ,
9) rendendo grazie al loro Santo liberatore Andrea ,
?, il quale nell'atto del combattimento fu veduto in
3, aria veflito in abito Pontificale , che colla fpada
5, alla mano inviava (opra i nemici un innumerabile
M Efercito d'Angelici. Spiriti, da' quali fi deve crede-
« re , che cleri vaife una vittoria feg Balata■ „• Que-
&o fatto però è altrimenti narrato nel MS. di Vin-
cenzio dd Corno, almeno differentiflìmo in certo
* .
                                                                     circo»
i
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7*
cfrcofta'nze : una fi è quella» che S> Andrea comparir*
fé ad uno ftorpiatò , che nella Chiefa ftava per rice-
ver limoline : 1* altra è, le parole dette dall' apparfo
Beato : Va , e notifica ai Signori ài Bai fa » che fono
fopra a quefia guerra
, che efehino fuori la mattina di
San dietro
> che 'verrà, che gli ho impetrata da quel
Gri&o la vittoria:
la terza finalmente e, che il Santo
guarire inibntaneamente lo ftorpiato, che con cai fé*
gno autenticò, ciò, che non gli fi volea credere dai
Signori di Balia .
„ Per rendere adunque le dovute grazie al Signore §
„ ed al Santo d' una grazia così cofpicua , fu dalla
„ Repubblica dato ordine , che fi facefie nel Carmine
,,'U.na folenniflìma fefta, efponendo il Corpo del mede-
3, fimo Santo fopra un ricco catafalco nel mezzo della
„ Chiefa, dove concorfe un'infinità di popolo d'ogni
,, fiato e condizione a venerarlo; celebrandovi la Mef-
,j fa cantata prò gratiarum aBione Monfignor Benozza
j, Federighi , Vefcovo allora di Fiefole , Uomo anch'
,; elfo di fanta vita ; effendovifi portati ancora molti
,, Prelati e Cardinali, e fino lo fteiTo Sommo Pontefi-
ce© Eugenio IV. che tuttavia era in Firenze, il quale
,, orando avanti del facro Còrpo di Andrea, ed in-
,,** cenfandolo , diede in una certa maniera la prima
„ conferma Apoftolica al culto pubblico di efib, quale
,,! poi fu dopo molti anni folennemcnte , e formal-
,j mente dichiarato dalla Santa Sede nella di lui Ca»
7> nonizazione, fatta da Urbano Vili, neìl* anno 1619. ,>
Vili. E qui prima di feguitare le memorie del
Brocchi , riguardanti altri onori fatti al facro Corpo,
{affermiamoci alquanto in alcune cofe dimenticate dal
fuddetto , il quale potea bene informarci della condi-
zione del giovane, cui apparì il Sanro Vefcovo E. E che
folle egli di nobile lignaggio , ce lo dichiara il dili-
gente Signor Manni al Tomo Xl. de' fuoi Sigilli pag.
1 gS* d°ve 1° appella Giovanni di Dino di Matteo di
Azzo Dazzi , che fu de i Priori nel 1452. e s* ac-
casò con Taddea di Giuliano di Amerigo Zati, da cui
ebbe
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7*
ebbe un figlio, che per la divozione al Santo Vcfcovo
Corfini, fu chiamato Andrea Dazzi, che fu queir in-
figne Letterato, chiaro Oratore, efimio Poeta , e Pro*
feflbre della lingua greca in Firenze. E ritornando a
Giovanni fuo Padre , fino che vi(fe era additato dal
Popolo col foprannome di Giovanni del Santo, Al me-
defimo Signor Manni fi deve grado di un ricordo ,
contenente il racconto della fopiaddetta vifione , tro-
vato da lui in un Memoriale a penna , ferino dallo
fleflb Giovanni, confervandofene una copia nella Stroz-
ziana, che dice così „ Adì... d' Aprile 1440. in gio-
„ vedi : eflendo io nella Chiefa del Carmine viddi de-
,', feendere dalla fua fepohura il Beato Andrea con un
«lattato Camice indoflb, avea la Stola, e il Manipo*
„ lo , e s' inginocchiò a pie del Crocefiflb , e forte-
5, mente piagneva , e di dietro a fé era un Frate ve-
„ Aito ài bianco ( quefti era il JB. Angiolino morto
nel 1438, ) Ma procraftinando io a darne parte, ven-
„ ni ad infermarmi, e più volte ebbi rivelazione dal
j, Beato, per avvifarne chi fi dovea, che diflì poi quan-
„ to mi era fiato comandato, ed eflendo io flato dal
,, Sommo Pontefice Eugenio efaminato , fui creduto ,
j, e fi fece pubblica allegrezza , et feoprìmento del
,, Santo Corpo, ,} Avvenc ancora più lunga relazione,
che non debbo tralafciare $ e confervafi nella Libreria
Riccardiana alla Scanzia O HI. con quefto titolo ,, Gio-
,i vanni d* Andrea , notizie fopra S. Andrea Corfi-
3, ni (1) . Cedex chartaceus in foL nnm* XVIII. „ La
nota 1. è la feguente , la quale il dottiffimo Bibliote-
cario Sig. Dot. Giovanni Lami e' ha data tutta, e che
noi flimiamo pregio della Lezione il qui traferivere.
,, Al nome di Dio Padre e Signore, e della glo-
„ riofa Madonna Santa Maria, e del gloriofo Metter
5, Santo Andrea Vefcovo di Fiefole noìèro Fiorentino,
» e della cafa ..de' Corfini j e generalmente di tutta la
sV celeitiale Corte del Paradifo , che mi dieno grazia ,
» che i© conduca il mio fcrivere a onore della fanta
14 Fede di Cxiito .
„ Io
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m
„ Io Giovanni d* Andrea • . • * ì farò ricordanza di
,, ciò che io arò da Beato Andrea, e che, e quando»
„ e perchè , o in che paefe , cominciando oggi quello
3, dì go. Aprile 1440. ficcome è vero.
j, Adì 2r. d* Aprile 1440. In giovedì e (Tendo io nel-
,, la Chiefa del Carmino io vidi difcendere delia Tua
,, fepoltura il Beato Andrea, foppellito fu alto con un
,, lattato Camice in doflb , e avea la Stola e il Mani*
,, polo, e sì s* inginocchiò appiè del GrocifirTo , e for«
5, temente piangea , e di dietro a fé era un Frate gì*
,, nocchioni veftito di bianco , e quando io fui flato a
3, vedere un pezzo io terminai in me medefimo fapere
,., quello che volea dire el piangere fuo. Andai a lui
}, e sì lo toccai così per lo Camice, et egli mi fguar-»
„ dò , e non mi difle nulla . Allora io mi penfai, eh*
,, egli velette che io afpettaffi , e sì mi tirai indietro ;
t quando egli fu flato un pezzo, e andonne nella cap*
„ pella di San Girolamo, allora vedendolo entrare nel»
„ la cappella io gli andai dietro , credendo eh' egli
,, mi volefTe là dentro favellare ; e quando io giunlì
}, all' ufeio della cappella , e vidilo inginocchiato appiè
,, dell* altare e piangeva forte, e quando fu flato uà
,, pezzo egli fi rizzò e vennemi incontro dicendomi,
,, che vuo* tu da me? E io gli rifpuofi : Vorre* fapere
,, quello, che voi andate facendo. Rifpofe: O che vo
„ facendo ? (appi , che io prego per quefta Città , la
„ quale è in gran fortuna , ma nella fine ella ara vfc«
„ toria, e di ciò che tu* hai veduto ridillo agli Otto.)
,, e poi a' Frati, e fa che non manchi; e io gli rifpuo-
„ fi : Io non vorrei che foflì fatto beffe di me . Allora
„ diffe egli. Da* loro quefto fegnale : di' che io ero col
„ vifo in verfo l? aria , e ora fono verfo il coro ; di
„ quefto ti fia fatto fede dagli uomeni , che fanno ' il
„ vero,- e tu vieni dodici mattine air altare mio fcal«
„ zo, e domanda che grazia tu vuogli e aralla, e co-
„ mincia venardì mattina. Quando io mi fento , cioè
„ mi rifento, in me medefimo termino non dir nulla
„ agli Otto el venerdì . Io non vo'a dire nulla chc^ %
Tom.X.
                       K                              ,, m* ab*.
-ocr page 86-
j, m* abbia detto» el fabato mi cominciò una gran pe-
„ fla in fui petto per modo che non trovavo poia. Man*
mì&tfà per lo medico» e il medico non intende el mio
„ difetto, ma diemmi a pigliare non fo che confetto,
•i perchè m* allenafli la pena , e dato che mi ebbe il
a> conletto fi partì > La domenica mattina io non mi
,, fento più pena di petto, ma delle braccia , e delle
„ gambe tutto era attratto, che non mi potevo nu-
„ tricare , e fletti attratto infino adì zg. d' Aprile.»
#> 1440. detto , e adi 2^. d'Aprile detto sì mi venne
„ eletto ad alcuno mìo compagno, e* quali mi diiTono,
,i che Iddio mei faccia per miracolo, e sì m* atarono
„ portare infino al Carmino, e quando fui là doman-
« dai del Priore, ed egli no» era in cafa, ma venne
j', Jl Soperiore, che era Frate Matteo da Lucca * e io
t, gli di/lì ogni cofa . E detto che io gir ebbi tutto ,
n quegli che mi avevano aiutato menare al Carmino
„ mi vollono rizzare per rimenarmi a cafa , e io mi
„ rizzai da me fano, e non mi dolevo di nulla, fi e-.
„ che i Frati mi cominciarono a dire una mezza vìi -
v lania, credendo che io gli averli alleggiati, feguì che
M a mano a mano. Io me n'andai agli Otto, djflo.no
,i volevano vedere fé quefto era vero, e moflfonfi quat*
,., tro di loro , e vennone al Carmino infieme col Ve-
,f feovo di Fiefole, e parecchi altri Cittadini, e quali
« feciono fede innanzi che fi monraiTe fu alto a ve-
9i derlo , Pofcia andarono fui palchetto e vidono , che
a, il corpo era proprio come 10 avea lor detto.
>, Adì 30. d' Aprile 1440. detto in domenica, eiTen-
s, do io nel Carmino lo trovai , ed egli mi prefe per
„ la mano e dille mi : Ogni voha che tu non dirai
sj quello, che io t' imporrò, tu verrai a queiìo modo ,
,5 e ancora a peggio , e sì mi nunò fatto la fua le-
j» poltura , e quivi mi fece fcdUare, e sì mi mi (Te un pa-
,, io di calze azzune con verghe rolle, e poi mi mif-
» fé in dolio una coppia ianza maniche con due Agnoli
»! ricamati , e dilTemi, che non manchi.
» Adì 5.. Maggio 144*. detto in venerdì; mi diiTe .-
,.'.'.
                                                              » Va*
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^j Va' alla Sigfiorfa e agli Otto, e di* loro , che non
„ fi dieno malinconia veruna , imperocché gli hanno
„ chi da provvedimento a* fatti loro , e ài quefto fa-
,, ranno fuori per tutto Giugno 1440. detto,. I nimt*
,, ci loro gattigheranno, e non potranno fare che così
j, non fia , perchè gli è volontà di Dio , che così
,, fia.
„ Adì 12. di Maggio 1440. detto in venerdì, sì lo
,, trovai in fulla porta del Carmino con grande
,> moltitudine di gente armata , e io lo domandai quel
„ che volea dire quello ; ed egli mi rifpuofe e dine,
,5 che andava alla guardia della Città ; e sì mi difle :
„ Vieni meco , e io andavo , e menommi alla piazza
„ de* Signori, e in fulla piazza sì vi era San Giovanni
», Batifta con molta gente, e falutaronil infieme , e^
„ poi andammo in Santa Liperata , e giunti che noi
,, vi fummo ufcì fuori San Piero , e il Paftore San
», Zanobij e io lo domandai, Che vuol dir quefto con*
5, tanta gente armata; rifpofe , Vanne a dare fpaccio
„ a quefte fortune >
„ Adì 20. di Maggio 1440. detto in fabato , egli hii
„ dille > va' alla Signoria e agli Otto, e di* loro, che
,, non il dieno malinconia de' fatti di Cafenrino , eh'
,, egli ne faranno ancora maggior Signori , che noni*
,, fono , imperocché la vittoria è da Dio ftata con*
,, cella j e che non fi dieno maninconia de* fatti del
3, Conte Francefco da Battifolle ; e che gli è parecchi
3, me fi che gli ordino quefto, ma che egli ne farà
„ de* primi dolenti,
j, Adì 29. di Maggio 1440. detto in lunedi, ed egli
3, mi diiTe, Ya e di* agli Otto, che ordinino d'andare
„ a proceffione , e comincino venerdì, e fabato , e do<»
,, menica , e poi domenica il mojtri il corpo mio al
,, popolo , « fé quefto non faoefTono, fé ne penrireb»
,, bono. E perchè il corpo fuo non il poteva moftra*
s, re fenza la licenza del Padre Santo, n'andarono due
,i degli Otto al Cardinale di Santa Croce, che lo prò*
n ponefle al Santo Padre , e che defle licenza, che fi
Ki                           „ pò-
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„ potette moftrare ; e il Cardinale propofe al Padre*
„ Santo ogni cofa , e non volle dare licenza . \
:ii> Adi 30. di Maggio 1440. detto in martedì, sì mi dif.
,> fé , Va* ritorna agli Otto , di' che dieno ordine a
3, fare ciò che hai detto, fé non che queito v' averà
» magg'ore fterminio che non è. Gli Otto fé n* an-
jj darono alla Signoria e diflbno quello, che io avevo
55 loro detto. La Signoria diiTe agli Otto, che ritor*
,> nalTono al Santo Padre , o vero al Cardinale, che-,
|» delle licenza , e in cafo che non voglia , sì gli di»
,, te , che la Signoria vuole che così fia . E così fe-
„ eiono , e andarono al Cardinale, e il Cardinale an-
j, dò al Santo Padre , e propofe ogni cofa; el Santo
3, Padre mandò per me , io andai a lui , e sì mi di-
11 fa mi pò, e difaminato che m* ebbe , sì mi licenziò;
i9 ,e quando il Cardinale tornò da corte, sì mi diiTe
>, da parte del Santo Padre , Andate e mostrate , e»»
„ fate fare proceffione e quello vi pare .
„ Adì 6. di Giugno 1440. in lunedì , sì mi difìfe ,
„ Va' alla Signoria , e di' , eh* eglino aranno del pre-
„ fente mefe di Giugno due vittorie, e non dir lo-
„ ro il dì , fé non ti dicono altro , imperò potreb-
,, bono riparare. La. prima farà di Lombardia che fa-
„ rà adì 19. di Giugno 1440. detto a ore xx. La fe-
i} conda farà ad Anghiarì udì 29. di Giugno detto 1440,
,j a ore xvin. e non le dirai m&i fé non agli Otto e
„ alla Signoria , e di* che ftieno cheti infino che tu
», non dì* loro altro , che farebbe più tolto fcandalo „
„ Adì 20, di Giugno 1440. in lunedì detto , si mi
,j diflfe , Va' e di* alla Signoria e agli Otto , che og*>
„ gi o dimani aranno una vittoria , la quale verrà di
„ Lombardia, che la fia feonfìtto la gente del Duca
,, di Milano . E comperagli la gente della Signoria di
„ Vinegia , e il Capitano fia el magnifico Conte Fran*
j» cefeo di Sforza da Cotigniuola Capitano della lega.
,, Adì 24. di Giugno 1440. in venerdì , sì rn' im-
,, pofe in quefto modo , Va' alla Signoria e agli Ot-
jì to j e innanzi che voi ufciate verrà una gran vie-
;; tenia,
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77
7, toria ) la quale farà rotto e Sconfitto Niccolò Picei-
,, nino in forma e modo , che a fatica fi potrà ere-
i, dere , e fi acquifterà il Borgo a San Sepolcro ; non
,, ve lo lafciate ufcire delle mani j che farete ogni dì
i) a* primi termini .
,5 Adì 29. detto mercoledì , la Signoria manda per
5> me, e dicemi : Vedi Giovanni , tu ci hai detto, che
,, prima , che noi ufeiamo farà rotto Niccolò Piccini-
„ no, e. noi abbiamo intefo che Niccolò ha piefo be-
„ ne 500. cavalli . Quefto farebbe tutto 1' oppofito ,
„ E io allora rifpuofi , e diflì ; Magnifici Signori , u-
», na volta quello che io v* ho detto sì ve lo raffer-
5, mo , e oggi alle xvm. ore s'azzufferanno infieme,
,) e farà rotto e fpezzato Niccolò Piccinino , e doma-
j, ni adi 30. arete la novella di ciò che io v'ho detto.
,, E di molte cofe io ti dirò tu m* addimandi, fo-
,, lo ti dirò , perchè io ti promiffi quando venifti do-
,j dici mattine fcalzo , che mi addomandaflì qualunque
5, grazia tu fai addimandarmi. Domandi de'fatti di Fi-
5, renze , e in che ftato ella ha mantenerli. Sappi che
» Firenze farà; prefto la più gloriofa cofa che fuffi mai
„ jn Tofcana , e tempi io ti dirò , e de* fatti di tut-
5 5 ta Italia. ^
,, Adì 9. di Luglio 1440. in martedì , sì mi dilfe.,
„ de' fatti di Papa Eugenio . Sappi che ì Papa fia ca-
,, gione di molte cofe , e quefto fi fia folamente per
». gli mali? configli . Con fé fteffi egli è buono uomo,
,, e quefto fuo configlio fi fa religiofo che dava ad-
„ divedere dimolte cofe le quali le piagnerà \ e faran-
„ ne dolente con fua malvagità; e' fuoi penfieri farà
„ cagione di fare perdere lo Stato a'Reali di Francia,
„ cioè il Reame che polTeggono in Italia . Saranno
,, cagione per credere a quefto fuo configlio , e per-
»> derallo coftui lo Stato di Napoli anni 1442. del me-
„ (e di Giugno *
,, Sarà cagione ancora il Papa Eugenio per quefto
,, fuo configlio di guaftare la cafa del povero Santo.
a E Iddio prometterà in quefto fcambio uno che ne
„ fa-
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7^
,, farà efpreiTa vendetta* luì farà con gran poflanza,^
i} e i Fiorentini gli porgeranno il braccio dimoftran-
„ dofi fempfe di mezzo . -Coftui che guaderà quefta^
,) cafa col titolo àdh Ghiefa , e quello che farà que-
j, fta vendetta farà Francefco Gonfaloniere di Santa-.
5, Chiefa . E queito {U un Sacerdote che male capiterà
5) ben pre.rio'%j%:a*ì> « >:£,
                              >>u:~ fe
,, Sempre quèfto Sacerdote folo configlierà che egli
» il parti , raffegnandogli fempre falfe ragioni . lo nurj
}, dico che fi parta ,:nè ancora che egli ftia > peroc-
j, che partire ha fomma libera. E quello non dichia-
ìì rare porlo perch* io non fo , ma gran mode egli
3) farà, ma Dio voglia che capiti bene»
3) Vedrai in quefto tempo e' Fiorentini avere di quel-
si lo che poffederà Napoli, gran dubitanza; ma io
ti prometto che la maggiore dubitanza ara de'Fio-
5) rentini , che di tutto il refto d' Italia . Confiderà
5, che fono quelle perfone che gli torranno alla loro
j, volontà il Reame; e fono un medefimo {angue co"
» Franciofì ♦
M Sarà disfatta , e lì farà fommeffa la1 Città di ■ Pe-
fpmgfa e fuò contado , e quefto fé ne; fia ella fom.
», ma cagione > perchè la fu delle prime acconcie a
» disfare la Città di Sciefi folo per aftio e per invi-
3, dia* Nel 1448. di Maggio farai venduta a'Fioren-
|, tini > che ti domeranno della tua fupeibia , e di
i) quattro e due faranno fommerfi folo per quello pec-
tt caro , e quefta è del cuore la irima prima *
,» Fra te medefimo verrà grande fcom piglio , e que-
i, ito fra perchè ognuno vorrà governare per sì fatto
3, modo che voi Ittffi vi fottometf erete v che una par-
si te di voi la correrete per lo Comune di Firenze.
5, E farà quello adì 6. d* Ottobre 144S. e di quetro ne
"»> farà capo uno di trenta , e faravvi morto , e ver*
3, ravvi ad abitare una famiglia che il chiamano Tra.
», pondi di Lucca , i quali fono in Francia y ì quali
«vi metteranno i Fiorentini.
» Nel 1449. ù leveranno i popoli di Napoli tutti
„ ad
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*';■ .
7>
n ad una voce in viva i Reali ài Francia , e taglie»
„ ranno a pezzi quello Tiranno > e tutti quelli Signo*
itti Ci muteranno gridando .* viva il Re Rinieri , e^
,,i Fiorentini gli daranno grande aiuto come di d.
„ In quefto medefimo anno i Genovefi metteranno
„ in punto una grande armata » la quale manderanno
,, a Perpjgnana , e sì vi ftaranno a xampo, infino a_?
ìy dì ip. di Giugno 14J0. e metteranola a faccoman»
» no , e, faravvi grande uccìfione dell* una parte , e-.
^ dell' altra , e coneraflì uno palio a Genova *
„ Anderanno I Fiorentini a campo alla Città di
,, Siena con grande moltitudine di gente , e metteran-
»,'do tutti gli ufeiti di Siena, e tutti quelli> che fono
,j dentro, s* intenderanno con quelli di fuori... E quel*
,, li dentro, daranno la Ghiefa. di San Francefco alla
„ porta a Cuile agli ufeiti, e correraflì per la Comu-
,, ne di Firenze nel 1450. adì 20* d* Ottobre, e ri-
„ metteranno tutti gli ufeitt dentro . E fi faranno fare
„ in fui poggio di Malavolti una cittadella§1 e faraflis
,, alla porta a San Marco uno caffero* e un' altra for*
j, tezza faranno fare alla porta Camollia,. 1 ,ii
„ Parrà mille anni al Signore di Piombino di arre*'
>i cani le chiavi della fua Signorfa » e quefto sì face*
„ perchè gli uomini di dentro grideranno; Signore ve*
„ dì non vogliamo eflere tuo' fottopotìi , e venderallo
,, a' Fiorentini j e il retto del fuo territorio ► E fia que-
„ fto d'Aprile 1451*
}) Vedrai i Viniziani andare a campo a Mantova / e
,, ftrignerannola per fatto modo, che non potrà re-
„ fiitere ; e gli fi rizzerà la 'nfegna del Conte France»
„ feo da Cotigniuola , e il Conte gli iafeerà la Signo-
„ ria, eccetto che la fortezza , e i Veniziani U avran-
j,,no per male; e quefto fia nel 1452. adì 5, d*Agofto.
-t& E debbono e Fiorentini andare a campo a Fatn-
,, za , e ftarannovi mefi t$. e dì 2. e poi fi vederanno
„ dentro nei 1456. di Novembre adì 8. e verranne ad
» abitare uno di loro a Firenze, e gli altri faranno
,) morti, e lafcieranne cavare tutta la roba fua; e per
i&li
                                                                    )> que*
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■:*
So
„ quefto faranno correre un palio la feconda dofneni-
5, ca ài Giugno a riverenza del Beato Andrea.
jj E farà nel 1458. un Papa delia cafa di Francia ,
5, Jl quale venderà Bologna a* Fiorentini, e i Fiorenti-
„ ni la domeranno meglio , che Pila, per modo tale
1, che Tempre ne faranno Signori; e comincerannola a
,) poifedere del mefe d'Aprile ài detto anno.
         
„ Nel 1459. debba venire il Papa a Firenze, e deeci
» morire , e dèeci ftare l'altro Papa, il quale farà
„ creato, e ancora sì ci morrà. E debbacifi criare un
j, altro Papa, e anderailene a Roma.
,, E Viniziani terranno la Signoria al Marchefe di
», Ferrara , eccetto che la Città di Modena con fuo
» contado, e ha venire nelle mani de* Fiorentini, e 1'
», avanzo ha eiTere nelle mani de'Viniziani, e farà del
■» mefe ài Giugno 1463.
„ La Signoria di Milano debbe tornare nelle mani
,, de' difeendenti di Sforza, e non debbe dipoi effere
» a Bifronti mai più Signori.
„ Io Giovanni d* Andrea Popolo di San Filice itu
„ Piazza feci ■ qu'efto ' libro di Storia adì 6, ài Luglio
<,, Scritta per me in quefto libro, cioè per me San*
j, dro di Piero di Lotteringo , adì primo di Luglio
Il fuddetro Giovanni poi volle alla fua morte effere-,
feppellito appiè del Sepolcro del fuo Santo Andrea •
Mancante è ancora il Brocchi nel non aver riferite le
molte deliberazioni del Comune di Firenze in onore
del Santo, eccettuata là prima. E pure fono note in
tutte le Storie ; e Francefco Rondinelli nella fua Rela-
zione del Contagio ; ed il Cafotti nelle fue Memoriti
dell1 Impruneta , ne difeorrono. Al qual proposito vo-
glio pur quì notare, che negli fpogli fatti dell* Archi-
vio del Carmine da Vincenzio del Corno, lette il det-
to Sig. Can. Giulianelli , che il Tabernacolo di Maria
Vergine Imprunetana foflfe fermato nella detta Chiefa
del Carmine , almeno per cinque volte ne' diftinti anni
dal
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» '                                              .                                                   *'
* , •                                                                             ,                  ■ „: ■■ ■                       I. ' * :
dal 1438. fino al 1502. Pare affai} che il diligentiffimo
Cafotci , che tutte le venute di quefto Tabernacolo .a
Firenze ha icrupolofamente registrate con tutte le più
minute circoftanze , voglia pofcia tacere quefto dittiti*
to onore, fatto alla Ghiefa del Carmine , la quale è da
effo folo nominata, per rapporto alla vittoria ottenuta
per interccffione di S. Andrea Corfini a pag. 121. Ma
non combina il giorno , ed il mefe della venuta del
Tabernacolo ; poiché lo riffa il Cafoni ne* 3. di Lu-
glio 1440. e i libri dell* Archivio del Carmine lo
pongono fotto dì 29, Ottobre 1440. Siccome non ac»,
cenna egli il rito di fare ogn' anno due proceffio*
ni alla Chiefa dei Carmine, ed a S. Pier Maggiore. Le
tjuali poi nel 1466. in una fola furono commutate >
e fi fa nella fefta di S. Pietro , da dodici Frati Cai**
melitani, e da dodici poveri, accompagnati da i Trotti**
betti di Palazzo . S* ordinò pure dalia Republica t'
che il Magiftrato della Parte ogn* anno vada alla.»
fìefla Chiefa ad offerta ; e laudevole fu il Voto della
medefima di veftire 12. Poveri* e 12. N0VÌ2J del Car*
mine, in memoria così fegnalata grazia del Santo»
fatta all' efercito Fiorentino ; e nominatamente tra i Po*
veri, volle chiamati due Poveri d' Anghiari • E giao
che fé ne porge V occafione, daremo nota in quali
anni vennero le Capitudini alla noftra Chiefa , coni»
municataci dal Sig. Can. Giulianelli,
„ Adì 5. Luglio 1440. venne la proceffione dellaj
„ Città, con tutte le Capitudini, al B. Andrea, e det-
„ tero torchietti, con lìr. 21. d'offerta.
„ Adì 31. di Luglio r44o. venne il Comune di Pra*
,, to, tutti uomini, e donne in proceffione al B. Aa*
}, drea.
„ Adì 11. di Giugno del 1445. k
„ Adì 12. di Giugno 1445.
„ Adì 14. di Giugno 1447. per effer quell* anno tètri»
„ pò di pioggia , le Capitudini fecero la proceffione
„ al detto Beato, e gli offerirono lib. 52. di torthiet*
5» ti » e lir. 21. e $. in denari. ;
             i e ;
Tom.X*                      L                          „ Adi
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*
r#f>                                                                                                                                                                               ■'■■:                                                                                              '"                                                                                                                                                                                                                                       . . *
s, Adì 22. Ottobre 1447. vennero offerte, e pro-
li, ceffioni, fatte dalle Capitudini al Beato Andrea Cor-
j, fini „
51 Adì 13. Giugno 1448. vennero le dette Capitudi-
ni ili a proceflìone con libb. 58. di torchietti.
*iJ il Adì io. Gennaio 1449. vennero le Capitudini con
% offerta e proceflìone.
hi IX. Torna ora l'Autore delle Vite, e dice ,, Ef-
•ii fendo poi fiata fabbricata da'Signori Corfini in o-
„ nore del medefimo Santo» nella fopraddetta Chiefa
j, del Carmine una Cappella, fu in ella con folennif*
1, fima pompa > e coli* intervento de' Sereninomi Princi-
pi, pi, e di quafi tutti i Vefcovi della Tofcana, trasla.
®é tato il di lui facro Cadavero il dì 24. d* Ottobre
e5i dell'anno 1683, dove in una beiliflìma catta d'ar-
j, gento tuttavia incorrotto fi venera .
„ Per accrefeere poi, e dilatare il culto di quefto
,, gran Santo, il'foprannominaro gloriofifTjmo Sommo
1, Pontefice Clemente XII. della medefima nobìliflìma
M.Famiglia de* Corfini d* eterna ricordanza; non con*
temo d'aver fatto fabbricare nella Cattedrale di
m Fìefole un bei Tabernacolo, per riporre in elfo la
<p, .Cattedra Epifcopale dello fteflfo Santo; dopo avere
*4$ ordinato, che fi celebri la fua fefta nella Chiefa u-
1, niverfale con rito doppio, fece finalmente edificare
3, da' fondamenti nell' Archibafilica di S. Giovanni La-
w terano , con ifpefa di circa trecento mila feudi, in
1, onore del medefimo Santo altra magnifica Cappella
ij tutta indottala di fin Ufi mi- e preziofiffimi marmi, a-
%i domata di bronzi dorati, e di itatue belliffime, con
i, una ftupenda Tavola di Mofaico fopra 1* Altare d*
j, effa ; avendovi inoltre deputato quattro Cappellani ,
5> con aver conceduto loro■ 1' abitazione1 e ailegnamentt
5j fufficienti : acciocché continuamente vi affiliano , ce-
„ Itbrando in elfa il fanro Sacrifizio in Suffragio delle
3, Anime di tutti di fua Famiglia , ed in fpecie di fe^
'% medtfimo « Vi dettino in vita , per dopo la fua
j, mone , in una maravigliofa , ed antichitfìma urna
". i-i
                                                                     » di
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83
„ di porfido, di (ingoiare bellezza e rarità, il fuo Se-
„ polcro, con aver fatto incidere in un gran Cartellò
„ la feguente Infcrizione:
DIVO ANDREAS CORSINIO
GENTILI SVO. CLEMENS XII. PONT. MAX. i
SACELLVM HOC > VNA CVM LOCVLO . QVEM
SlBI VIVO COMPARAV1T. GRATI ANIMI
MONVMENTVM. A FVNDAMENTIS EXTRVXIT
ANNO SALVTIS MDGCXXXIV. FONT. IV,
■.
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DS£U OHIISi'i'CONFBM'rO
D E L CARMINE.
h
sses
WàffiQg?
1 !
On credo io poter efiere tacciato di
foverchia lunghezza } fé avendo termi-
nato di ragionare di tutto il pregevole)
che riluce nel defcritto Tempio della
Madonna del Carmine di Firenze» io
parlerò qui brevemente de' progredì
del magnifico Convento » confinante_,
alla detta Chiefa dalla banda di Ponente ; e rammen-
terò infieme i nomi glorrofi d* alcuni Padri Carmeli-
tani yi quali abitandovi lo illuftrarono. E perciocché
uiuno ci da , che io fappia > il principio di- fua fonda-
zione , ragionevole congettura farà il fupporlo contcm-
porale all' edifizio della Chiefa y leggendoli primiera-
mente nella Carta della donazione , fatta da Agnefe ,
moglie di Cione Tifa > la feguente obbligazione ; Et
dicli Fratres promiferunt morari in ditto loco
, & divi*
na officia celebrare r E* fin fecondo Juogo notabile una
Cartapecora pretto de' Padri al rium. 8. dove avvi Carta
di Barduccio di Cione Tifa , che vende a* Frati del
Carmine , e al Priore Niccolò da Cingoli , un pezzo
di terra per la fabbrica del Convento» chiamandofi ai
confini j» Ecclejìa $. Marine de Monte Carmelo, per ro*
„ gito di Tebaldo del quond. Orlando Rultichelli Noe.
„ Fiorentino 1278. „ E riguardami il medefimo Con-
vento fonovì altri Contratti del 1294» 1300. e nel 1328.
una deliberazione della Repubblica, che dice come fe-
gue ; Domini Priores Artium & Vexillifer luflitie , confi'
dsrantes j
quod muri Cwitatis Fior, veteres , qui funi
ex
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Ss
fa elofita Irdtrum ILccUfie àe Carmìm , fatta clan far et
dìBe Ci^vitatis wvis muris
, nihil conferrenù ad defenfio-
nem Vrbis
, ipfttm terrenum $ro amplificationc, é** corno*
ditate facienda) di Bis Fratrib&s
, è* eorum Con*oentui ,,
ipfis gratiam *volentes facere , fuffil'tcationibus diBorum
iratrum conctdunt éfc* rog, Ser Mafus Banchi Notar*
hifupr $t>jftnt rendere & concedere di Bum terrenum a~
lu* &C.
e fottofcritti fono tutti i Capi de i Seftieri di
Firenze. E da dir fi inoltre», come moke furono le ca-
fé comprate da i detti Religiofi , per far piazza avanti
la Chiefa. Le mura del Noviziato fono quelle della_*
Città, che venivano ad arrivare al baftione d* Annale-
na. E ciò dovttte eiTere intorno al 1348. allor che (Si
aperte la fi rada, di via Chiara , che arriva alla Porta
Romana. Mokiiììmi furono gli orti, e fornaci compra-
te , fimilmente per render più capace e più deliziofo
1* Orto di claufura, dietro alla Chiefa, verfo Ardiglio-
ne j, e per. rifare, come feguì: nel 14(54. il Noviziato*
II. A chi fi. debba il titolo- di Fondatore del Con-
vento, farebbe pure dubbio ;. ma I' ©iTervariì in diverfe
parti fcolpite le Armi de* Soderini ,. fi; può affermare >
che da quella illultre Famiglia ila ftato anticamente e»
deificato .Se poi,, prima de* Soderini,. vi deife qualche'
notabile aiuto, Guido primo Conte di Montefdtro &
come parla una memoria pretto di me ,. dsitituta di>
documenti , non ardifeo di affermarlo ; tuttavoka rife-
rirò le femplici parole, che in etTa fi leggono, che
fono le feguenti ,., Guido Conte di Montefeltro fi;
j, molfe a fabbricare a* Carmelitani il Convento di
„ Firenze in grazia di Fra Guido fuo, amico, e gran~
j, de Aftrologo . „ E per vero dire, che un Fra GuiV
do fioiilTe ne' tempi del detto Conce., egli è indubi-
tato , parlandone moki Scrittori, che lo vogliono»
Frate Minore ;. il Landino però, in più luoghi del fup
Coment© di Dante , io fa Carmelitano ; come al Can-
to: 6% deli' Inferno^ dice ,* Frate Guido del Carmine,. „.
L* eruditilfimo Sig. Conte Mazzucchelli,, nelle Vite d"
Uomini illuitri Fiorentini di Filippo Villani, riporta la
...... 7
                                                                       tetti»
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$6
tefìimonianza del Landino » ne\\9 Jplogia di Dante y e
M Firenze,
che dice, che il Bonatti fu Frate Minore;
e come tale lo regiftra il Waddingo negli Annali pag.
442. ed al Canto 20. fpiegando quelle parole del Poeta:
>) Vedi Guido Bonatti; vedi Asciente.
a lungo ragiona del valore di quefto Frate nella Aero-
logia. Onde io più che, avido ài lume, cercava notizie»
J)iù mi fono confufo ; e però lo fchiarimento di que-
£0 dubbio rimetto ad altri, cui più felicemente avven-
ga di trovare autorevoli notizie ; le quali, fé veramen-
te ci follerò j r avrebbe pubblicate V erudito Sig. Ab.
Mehus nella Prefazione alle Lettere di Fr. Ambrogio,
ove a pag. 128. dice folo , che Guido Bonatti fu di
Forlì : atque ajlrologi tantum tìtulo Florentinae Reijtu-
blicae infer'viit »
E di fatti cosi s* intitola in una Car-
tapecora deli*Archivio ài Siena de* 22. Novembre 1260.
Guido BonaBus AB roto gas Communi s Fiorenti ae de Form
linaio
, che citò il Canon, Salvini nelle note MSS. al
P. Negri, efifìenti già nella Biblioteca Cori ; ed ora
paifate infieme con tutti i ivlSS. di detto celebre Pro-
posto nella Marrucelliana di Firenze: come per la Pi-
fana Univerfitk comprò tutta la Biblioteca del medefl-
ffio V Augurio Sovrano noftro Francefco I*
III. E ritornando al Convento, notar mi giova,
che quefto all' anno 1490. fi ridurle in più ampia, e
miglior forma da Fra Giovanni della nobil Famiglia
de'Giovanni , facendo con buon'ordine a fue fpefe_,
reftaurare il fecondo Chioftro , ài colonne ài pietra fe-
rena, fono, e fopra; non permettendo per umiltà, che
vi follerò meiTe, né le fue Armi , né il nome ; ma sì
bene alcune cartelle tonde , con felloni di terra colo-
fita di que* della Robbia , con quefte lettere ave ma-
ria. Intagliaronvi nondimeno i Padri in memoria di
Fra Giovanni i feguenti veri];
                  *
AERE SVO 3POSVIT FJRATER NOVA CLAVSTRA IOANNES
CARMELI GKEG1S HlC GLORIA PRIMA CHORI.
Vede.
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#7
Vedefi in teda di quefto Chioftro una belliflìma ifto-
ria a frefco del Poccetti, rapprefentante il Sacrifizio
d' Elia > ove alla prefenza del Re feende il fuoco dal
Cielo ; avendovi l'Artefice efprefla vivamente la divo-
zione , ed allegrezza del Popolo fedele a Dio ; come
al contrario la confufione, triftezza, e difperazione de"
feguaci di Baal, tra* quali fono ammirati alcuni ignu-
di, che con il coltello fi ferifcono, per implorare dai
loro Dei il fuoco. Del medefìmo Poccetti quivi pure
vedefi colorito, fopra la porta d' una Cella > S. Andrea
Golfini con due Àngioli , che tengono la Mitra ed il
Pattorale con bella grazia. E di Iacopo Confortini fa*
pra altra porta è la pittura del B. Angiolino , dalla-*
cui bocca cadono rofe . Quefto Chioftro è ornato tut^
to di pietre di macigno,
IV. Ad imitazione del fuddetto Chioftro, nel idoo.
fu principiata la fabbrica d* un altro, che viene il pri-
mo nel!' ingreiìb dalla Piazza nel Convento , dal Se-
natore Gio: Batifta Michelozzi , generofo Cavaliere ver-
fo i luoghi deftinati al culto divino: come dall'Arme
fua fi vede da tre bande di levante , mezzodì, e po-
nente . Il Roflelli per altro dice , che nel 1597» egli
facefle fare quella parte del Chioftro nuovo, che è in^
nanzi al Capitolo: l'Occhio grande nella facciata del-
la Chiefa : una Cappella.ec. E giacché difeorriamo di
Capitolo , egli è da ofiervarfi , che fi trova quivi uru
Capitolo grande in volta, dove e' è dipinto un Grin-
fia a frefco , con S. Alberto appiè di mano di Girola-
mo Marchetti , ornato tutto di panche ec. Non è an-
co da ometterli la feguente notizia circa al Noviziato t,
Comincioffi nel 1464.il Noviziato, fatto tutto in voi*
ta, con due orti, logge , dormitorio, con 18. Carne*
ire , Libreria, Scuola, Capitolo , tutto in volta. Qua!
Capitolo è oggi dichiarato Chiefa, avendoci una Gap*
pelia di macigno , fotto titolo di S. Elia Profeta , S.
Andrea Corfini , e la B. Maria Maddalena de* Pazzi »
fatto detto Altare dal P. Fra Marfilio Ronconi, quan-
do era Maeftio de' Novizj If anno 1654. Uno Spoglia-
toio
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toio in volta, uno altro Stanzone, la Cantina, un Ora-
torio a mezza fcala tutto in volta» e dipinto , fatto
per opera di Fra Arcangelo Paoli, quando era Maeftro
de' Novizzi . Si trova ancora in detto Convento una-
bella , e orrevole Forefteria , col fuo orto appartato,
ed altri comodi neceifarj. Oltre al Refettorio vecchio,
nel quale v' è un Cenacolo di mano di Giorgio Vafari
del 1581 e che in oggi è flato ridotto da quei Padri ad
ufo d' Archivio, fu fatto l'anno 16^6. un altro Refettorio
in volta, fpaziofo molto, e con architettura belliflìma, e
colonne io. di macigno . La fpefa fu di Fr. Carlo Bor-
romeo , Priore del Convento. Dipinfe il Cenacolo , cioè
la cena fatta a Crifìo dal Farifeo, Gio: Batifta Vanni,
il quale fi prefe la libertà, folita ufarfi in que* tempi,
di frammifchiarvi molte perfone particolari al naturale:
come d'una Elifabetta Orlandi, detta la Biribio : il P.
Maeftro Elia Benedetti. E ritornando al Chioftro , di-
co, che quefti fu poi finito da parte di tramontana,
coir induftria del P. Fra Niccolò Galli nel i<5i2. nel-
la quale occafione fu mandata in terra la celebre pit-
tura foprallodata del Mafaccio . Alla diligenza poi del
Padre Fra Marfilio Ronconi Fiorentino dtbbonfi gli a-
dornamenti di pitture, che fi fecero alle Lunette, con-
corfevi alla fpefa le Famiglie , che v* hanno rinnovate
modernamente le Sepolture , in luogo di molte anti-
che, reftate fepolte (otto al nuovo pavimento. Quefto
Fra Marfilio nell* anno pure 1^54. raccolfe da tutti i
MSS. e Carte del Convento, efiftenti nell' Archivio,
quanto appartener potea ad una Chronichetta di quefta
Chiefa e Convento , Ma non andò efente dalla credu-
lità , ed ereditati pregiudizi, full' antichità della fua Re-
ligione . Vi lavoro quattro iftorie dalla parte del Re-
fettorio Galeazzo Gidoni, che vi effigiò l'andata di Elia
al deferto, Y elfer cibato da'Cervi, il Profeta Michea,
che predice l'infelice fuccefifo della battaglia ad Acab,
e a Giofafat. L'altre fono del Bettini, una di Pier An-
tonio Michi , eccettuato il ratto d* Elia , nel quale 1'
Ulivelli, oltre al Cano del Profeta , rapprefentò il
prin«
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%g
principiare della Religione Carmelitana » i progredì di
effa , l'entrata loro in Siena , in Firenze , e in Parigi,
condotti in quel Regno dal Santo Re Lodovico . Sua
ancora è la morte di Elifeo. E mi piace qui di no-
tare j come dipignendo in quefto Chioftro 1' Ulivelli , il
Giordano, che dipigneva la Cupola de* Corfini 5 fi por-
tava fpeflo a vederlo lavorare, e molto lo lodava , fino
ad offerirgli per moglie una fua Figlia ; ma 1' Ulivelli
innamorato di un* altra, lo ringraziò. Alcune Lunette
colorì Antonio Pillori; e del fuddetto Bettini è il Bat*
tefimo di Gesù Crifto , fatto dipignere da Antonio Bal-
ducci 5 che fotto vi aveva la Sepoltura , e morto la do-
nò ai Bambi . In mezzo a quefto Chioftro avvi uru
pozzo , che avea quattro colonne , che reggevano un
frontefpizio tondo, fopra del quale pofava una corona
di ferro dorato, nella quale fcolpita era l'Arme della
Religione, e leggevafi in lettere d' oro : maestro fra
Niccolò galli teologo celebratissimo . Si dice an-
cora, che foffevi in quefto Chioftro una Madonna di
baftorilievo di Donatello. Fu parimente la Libreria fat-
ta da' Sederini, ed è copiofa baftantemente di Libri >
ed anche d' Originali non difpregevoli . E finalmente
con pregiato difegno fi trovano due belliftìmi Appar-
tamenti deftinati a* Prelati dell'Ordine.
V. .Non mancano Ritratti di parecchi Religiofi fa-
roofi, che hanno illustrato e l'Ordine, e il Convento
di Firenze colla pietà , e rara dottrina, i cui nomi
non vanno taciuti a noftro efempio, ed anche per 1*
utile della ftoria. Furono adunque figli di quefto Con-
vento i foprallodati S. Andrea Corfini, ed fi B. Angiolo
d* Agoftino Mazzinghi; con Infcrizione , che fu da me
data nel T. III. pag, 274. Ciò, che allora di più non
diflì , me T ha ora ricordato il Sig. Can. Giulianelli :
eftervi cioè , nel tante volte rammentato Codice xxxvir,
della iVlagliabechiana, la Vita latina di quefto Beato col
feguente titolo ; Vita B» Angeli de Auguftinis Fiorenti-
ni Carme li tae ex eiusdem Epftola anno
15^0. Venetiis
imj}rejfa> delibata ab Antonio ex Comitìbus Alberti$ a
Tom, X*                              M                             Cer-
-ocr page 102-
>
Certaldo Nok Patrie, é* Acai. fior, il Venerabile Fra
Iacopo degli Alberti, primo Priore de* Riformati nel
Convento delle Selve, morto nel 25. Giugno 1426.
fecondo il noftro MS. il Beato AlcfTandro Machiavelli»
la cui immagine fi venera nella Chiefa di S. Maria.»
delle Grazie di Bologna, dipinta full* Altare di S. Te-
le fa, con S. Maria Maddalena de* Pazzi: il Venerabile
Fra Albizzo di Azzolino de' Nerli , Confeflbre delle
Monache di S. Felicita, aurore d* alcune Opere fpirN
tuali fcritte a penna , ad iftruzione delle medefime , e
Provinciale della Tofcana nel 141*. il Venerabile Al*
berto Leoni» del quale evvi la Vita manoferitta: il Ve-
nerabile Don Vincenzio Conci , chiamato ad eflTere_*
Abate di S. Pancrazio da quei Monaci, defiderofi deli*
effervanza » ivi onorato dopo la fua morte d' un infi-
gne Sepolcro di marmi: il Venerabile Girolamo Miglio-
rati , che confermò 1* Abito a S. Andrea Corfini . Ot-
tennero il grado Epifcopale , oltre a S. Andrea , Fra
Paolo Beffi, Vefcovo di Soana : Fra Antonio del Fede,
pure Vefcovo di Soana, amendue aventi Epitaffio con
lode di Dottori eximj : Fra Natale, Vefcovo di Vene-
zia: Fra Lodovico, Vefcovo di Lucca: e Fra Lodovi-
co Malefpini , Vefcovo di Borgo S. Sepolcro • Nella
Sacra Teologia ebbero gran nome Fra Bardino Sanfoni,
nelle Cronache detto Lettor Sententiarum all'anno 1434.
e Vicario Generale deli3 Ordine nel 1439. Fra Giovanni
de* Giovanni; Fra Marco Barrolini, che fiorì in Parigi
nel 133 S. Fra Niccolò, che adì 11. di Settembre 1346.
morì in Smirne , ove fi trovava alla fpedizione della
Guerra facra, contro i Turchi. Fra Filippo Cenni > il
cui Epitaffio in Capitolo dice:
H1C IACET VIR VJE'NBR. MAGISTER
PHILIPPVS DE CENN1S) fLOR.
SACRAE THEOLOGIAE DOCTOR EX1M1VS
XV1VS ANIMA REQyiESGAT IN PACE
E nelle Mathematiche furono di fama non ordinaria..
Fra Giovanni Niccolai Fiorentino > detto il Bianco »
Pub-
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Pubblico Lettore in Pifa per anni 27. morì nel 1499»
e la fua effìgie in baffo rilievo di marmo vedcfi al mezzo
di Chiefa nel pavimento .Fra Pacifico Giuntini fu pure
in detta fcienza infigne ; e Fra Giuliano Riftori dm
Prato, oltre I* edere flato un gran Teologoj fu quei
celebre ProfefTore di Matematica , ed' Aerologia in
Fifa , Siena, e Firenze per anni 22. Di lui parla il
Varchi , chiamandolo „ Frate del Carmine, in quei tempi
,, peritiamo Mattematico, e di gran fama „ e al Libro
xv. il medefimo Autore) defcrivendo la morte del Duca
Aleflandro de* Medici, dice „ Non voglio lafciar di di-
,, re, che gli fu predetto, e pronotticato più volte >
„ e per via di fogni : come da un Paggio da Perugia ,
„ e , per arte d* Aftrologia , da Maeitro Giuliano del
,, Carmino , il quale fece la fua natività „ E ne* MSS.
dei defunto Canonico Bifcioni , trovafi pure da Fra
Giuliano del Carmine , oftervat© il punto astrologico
del giorno , e ora, in cui il Duca Aleflandro gettò la
prima pietra della Fortezza da Baffo, che fu il dì 15.
di Luglio, ore 13. e mezzo del 1534. Che Fra Giu-
liano folle della nobile Famiglia de* Buonamici , ce lo
afferma Mònfignor Franeefeo Bonamid nella fua lo-
data Iftoria della Città di Prato* ed il fimile ci atro-
fìa il Necrologio Carmelitano . Inoltre i Padri gli al*.
zarono in Chiefa il fuo Bufto con Epitaffio , 1* uri© e
V altro in oggi trasferito nel Chioflro, e che mi piace
di qui riportare :
IVLTANO RISTORO PRATENSI . CARMELITAE . THEOLOGÓ
SVO . PROVINCIALI OPTIME MEKITO
LVGENTtS CARMILiTAE POSVER.
QVI QVANTVM IN PHILOSOPHlA. AC MATHEMATICA
«DISCIPLINIS OMNlRVS » PKAECIPVE AVTEM IN ASTROLOGIA
VALVtRIT . NON SENAE . PISAE . AC FIORENTIA TANTVM
VE1 ANNIS NON M1NVS XXII. EST. PROFESSVS
VEKVM TOTVS TERRARVM ORB1S AGNOVIT
V1X1T AN. LXII1I. MENS. V. DIEEVS XI.
;-5 r:* m • OB1IT VII. DECEMB. MDLVI.
M 2                                Di-
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91
Difcepolo non men bravo del Maefìro fu il Suddetto
Pacifico Giuntini figlio di queflo Convento : Siccome
nello fteflb genere di fiudj fu il Provinciale Angiolo
Cataniai >
                                                                             <
VI. In quefto Chioftro fonovi due altri Sepolcri
da oflervarfi, e fono , il Bulto ed inscrizione di Gioi
Batifta Foggini , Scultore , ed Architetto ; vi è anco-
ra Sepolto Vincenzio Foggini Scultore , figlio di Gio:
Batìfta ; ficcome fuvvi feppelliro Giulio Foggini Inge-
gnere , e di Vincenzio è il ritratto in marmo di fuo
Padre, e V Infcrizione dice :
IO. BAPTISTA FOGG1N1VS C. FL. ARCHITECT. ET SCVLPTOR
EGREGIVS . OFEROSVS . CELEER ATISSIMVS . OBIIT PRID.
JEIDVS APR1XIS MDCCXXV. VIX. AN. JLXXU. M. II. D.XVlII. ,
3'altro è quello di Sebastiano Cecchi, Cappellano del-
la Religione di Malta, dove per l'eccellenza di lui nel-
la Mtifica j fi veggono fcolpiti appiè di due puttini ittru-
menti da fuono, e libri da canto. Per chi poi fi di'
letfaiTe di fole ; oppur volerle , in qualche ora Sollevan-
doli , conofeere, fino a che fegno giunga una paffìone
non moderata, fi potrebbe additare la ,, Nota de' Mor-
„ ti, cavati dallo Spoglio generale , tanto di Religiofi ,
y, quanto di Secolari , meflì per anzianità di tempo ,
n dal 744. di Grillo, fino al 1300. 5, Si trova quella
nel Codice Magliabechiano, altrove additato. In quefta
Ma il primo, che fi dica morto , e Sepolto nel Car-
mine „ adì 3. Agofto del 744. di Criito , è il P, Nic-
j, colò di via larga 3) cui iuccede nel 754. „ adì 20.
„ Marzo il P. Bartolo Baldi da Caimignano . „ Chi
mai de i nofiri Antiquari avrebbe creduto di dover
vedere nelF ottavo Secolo, mia L arga , il cognome Bai»
ài
, e Carmignctno ì
S^eBatum admìjjì rifum teneatis amici ?
Piacevole è pure il Catalogo de i Santi Carmelitani ,
compilato da Fra Filippo Ferrari dell* Ordine de* Ser-
vi ; e non meno lo è , il Calendario itampato in Ve-
ne-
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'..-.-.
93
nezia per 1 Giunti nel i£go, cui fanno capo nel Genna-
io, S. Dionifio Papa e Confeflfore : S. Anaiìafio: S. GÌ'
rillo Alefiandrino Vefcovo e Gonfeflfore , Ma così era ne-
cefTario fare, per foftenere l'intreccio. Direbbe Orazio:
, . . • . . . . . » . . ferve tur ad imam
Qualis ab incoerò procejferit
, & fibi conftet ;
Atque ita mentiitir
; Jie <verit fai fu remifcet »
E ciò fi dice del paflfato non critico fecolo; non già
per offender mai il chiarore di quello Ordine , cotan-
to della Chiefa di Dio benemerito; e di cui un pie*
colo elogio fi può ancora leggere nel mio terzo Tomo
pag. 168. non mai per altro corrifpondente al meri-
to di quelli Padri, rifpettabilì per la loro probità, e
dottrina, ed alla Chiefa Dio profittevoli, quanti al*
tri mai; come nella Coftituzione di Giulio II. del 1504.
fi proclamano da quel Papa . E nel così fare, int^Co
ho ancora di foddisfare alla prometta > che aveva io
fatta nel detto Tom. III. pag. 289. di parlare più a
lungo del gran Carmine di Firenze, Convien per al-
tro confeflare , che in quelle, e in tutte le Lezioni an-
co di quello Tomo, fono flato aiutato d* aliai dalla
cortefe mano del Sig. Canon. Giulianelli , eflimatore
eguale a me de i buoni , e dotti Carmelitani . Il no-
vero di quefti, diftinti in bontà, ed in lettere, Ci può
leggere ne i Falli Teologali del Cerracchini, per nul-
la dire de i Cromili, Annalillr , e Storici dell' Ordi-
ne , quali cita Natale Aleflandro , e il P. Heiyot. Tra
quefti gioverà affai lo feorrere la rara Operetta : Ba<
Banji Taleonydori Antiquitates Eremitarum Monti? Cor*
meli . Venetiis typs Guerrerii
1570. Si troveranno pure
dalla Fiorentina Repubblica eletti i Carmelitani per
Cuftodi della Camera del Comune. Ad effi affidata la
cuilodia , e ofiizio delle mura della Città, V erario pub-
blico, la falute de* pubblici malfattori : come per opera
ipecialmente dì Fra Antonio de* Nerli, Riformatore del-
la Compagnia del Tempio : 1* offiziature nella Compa-
gnia d'Or. S. Michele; ed altre molte onorificenze,
gratificazioni, di fiorini, di veili, d* orti , donati tutti
per
■'
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9A
per premio del buono ] e vantaggìofo contegno ài que-
lli Religiofi nella Fiorentina Repubblica. E qui fiami
lecito, per corona di qaefte Lezioni, e per argomen*
to della ftima, che aviamo de ì Padri Carmelitani, ri-
produrre un breve , e raro Poemetto di quel Fr. Pie-
tro Luci Carmelitano , edito già in Firenze , preffo gli
Eredi di Jacopo Giunta nel 1594. communicatomi dal
fuddetto Sig. Canon. Giulianelli , dedicato a AleMandro
Pazzia Canonico Fiorentino. , e Segretario ài Madama
Criftina di Lorena, Moglie di, Ferdinando f. fotto cui
ufcì il foprallodato Poemetto . Il detto P. Pietro Lu-
ci 5 quelli fi è , che nel 1593. fcriffe un bello , e giu-
dizioib Necrologio di quefto Convento. l
>■■ Fr* Tetri Xucii Bruxell* Carmeliiae BoEloris Iheol.
de Fiorentine Ci<vitatif origine) Medicene Fatniliae nobi-
litate
, & Eqaeftrts fiat une, Cofmo Medici magno Ftru*
ritte Duci nuger Florentiae dedicaiae
. laudibus. Carmen
encomi afiicum»
. .; ;:
De Florentiae vetuftate, Mediceae familiae nobilitate »
& Equeitris iiatuae dedicanone . Carmen
. r
          I encomiaiicum»
JjEfuleis {*) fuhie&a iugis, ( uhi Luciti* olim .
m Qui Ò* Catilina » ìnter me dìo $ fèrtìfftmus hojfet
> Fort iter eccuhuìt ) iacet urbs antiqua > fotenfquey
Dirves opum
, ingeniis felix , gratiffìma entrilis
€oelicolis
, celjìt f affini quihus ardua muris
Temala
, arac , ftatuae, fumo decorata Sahae&i
Frifca
(*) Fluentìnam hane urbem apf/eìlanierat detas :
At moda mutatis mutataque nomina faeclis
.
Mi ltaliae■ ili fioretti mulgus codiare folehat y ;>
Hinc
(1) Faefulae » civìtas antiquifiìma , monti impofìta , ad culus pedern
iìta eft inclyta Florentinorum avi ras. Lucii vero Catilinae3 & ci'us in»
teritus meminir -Salìuftius in ,fua" Cotituratiotie.-■
(1) Fluentini populi mi minit PJinius lìb. %. cap. y« -
(3; ltaliae Florcm, Quidam à Cofmo Medice intfrfogatus <juid nam {ibi
videretur de Fiofcntinorar» regione? is refpondit, merìiò dici eam effe I-
taliae aorem. Qui Cofmus ; Vtinam &os , & fruclus/
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95
Ulne merito à * cunBir florens FÌorènììa ftrtnf*
Annale.s perhtbent eius primordia Syllae \t*
Temporibus fandata , fup'er 'vada fluminis Arni*%
Nam Syllanà
M. cohors , agrum. Uunc fortiM-> colebat :
Fefuleique locum tandem excoluerefreqwenpe^
Limina liminibus iungènUs<i te&aqm, te&is* >
Hinc enigma, Parens Senior \ fod\ Filia maior t
Tot il a Uì Gottorum principi
>JuBorqueymalorum^
Lerna >> petens Romam
} batic urbem populatur y &'ingens
Pajfa malum, multis iacuit fine moenibus anni?*,
Qttam Caefar Carolus W di&tts cognomine Magnus \
Orbis ut Imperli laetus fufoepit habenas >
Romulea ex Vrbe bue rediens
} miferatus ì honorem
Priìlinum
, & antiquum reddit decus. Inclyta rurfum
Fa$a> din $acem colttit s titulifque ^ ,*virJ^que\
&
Exornata, Juum decus e fi tutata> rviroruM
Clara Parens clarum
,. Claro de cefpte darà
Stirps Medicaea nitens
, wetuày & praeclora Propago
Tot titulis decorata fui*
> noftro indiga pleBro
Non efi
. Maeoniis fidibus celebranda > cothurno
Alt tip quo A foraci Vatis celeberrimi ^ ad afira ^
Extollendg animi virtù?
, genti s } arma > togaeque
At genus , arma togas ahi cecineré ±^Quid ergo
lam fuperefl? {Mufa, inquit
) ahi {nam operamque> oleumque
Ludis
, & in ventum fugiet labor . Ari tua Clio *'
Hefoia% quod doBos aluit Florentìa water)
Atque alit ? hos pienis fiirpemhanc extollere buxik
Sufficiat ; Patriae Fatres Patria ipfa celebret
.
Adde , quod ex ili ai ve luti nnda è fonte perenni y
Tot (lari virtù te miri micusre' jper omnem
Italiam. CunBos brevibus conne&ere verbi f
Non pGtis efi tua parva Chelis, Primum inclyta tei tur-
Etru*
(4) Syllan* tohort, Syllanorum mìlftum adventus incidit circa 657. an-
nurn Vrbis conditae , ante Advtntum Chrifìi %6.
($) T$tila Gottorum . Totilae in Italiani adventus fuit circa annuni Do-
mini S4*«
                            t
(6) Caefar Carohts. Circa annura Domini S01. muros civitatis reftìrui
cufavit . Tandem ann. ioti. Fiorentini vi , armis, omnes fere Fefulanos
cives ad fé pertraxerunt .
-ocr page 108-
p6
Etrufcù) hoc fplendore Ma gavifa , tefudit '         *l
Ter populos claros radios. Terra omnis ab Uh
Lamine lumen babet : velut à Tifane
, minora
8yiterai quae rutili s exornant aethera fiammis
•• w
Roma potens Vetri viditclawtmque, ratemqut \
Jam dudum rexijfe (il duos
» Redimita galero v
Tempra purpureo piares » Fhrentia quartum
llluflrem mirata Ducem s trahit otia pacis
.
Otta pacis amat plebr ì & cum plebe Senatut
Gandet ovans
, miratur amans , Ducis inclyta corda
Sufiipit,} &
i longos baie optat He fiori s annos .
J7*rd q>e^or ^zo/fo jfo/jjf loqni. Chorus omnis ,' Apolli
Mufarum Vraefes
, nos bine argetque ^ vocatque *
Po»* /<?^0/ , y? ,/*0/*/<? <XN?//J- ., />*#«• z^/tf docebo .
.Mi»/* ?># fata} abiit le*vibus per inani a pianti $-,
Dum fugit
, auditur ($) firepitus , fonitufque per altas
Templorum turres, raucumque per aera bombum
Difplofae immijf0 Mombardae pulvere fpargunt
.
Òbftupeo , miranfque, y^^j- rv/ffra ^//? feneflras :
Audio
ér *« <vulgus murmur : iuveniliter omnes
Exultant :
Palle Palle (9) per compita clamant
Virque
',, nurufque omnes , Palle Palle omnia paffìm
Ora fonante gè flit mens ^ercunHarier
> o£ £#/</ 5%
$ Laetitiae e xt empio tot Jtnt exorta fer cmnes
Signa virosi Au ti a eft , aiunt, D/zc// inclyta Coni un X
Troie nova yfoetuque novo. Nova gaudia , Troie s
Mafcula mix nata
} r# natum dedìt ipfa tritimphum.
Addunt : Prolis (««) A*vus confeendit terga ferocis ,
SÌ£ populus
» Mecum dnbìo fub pecore volvo :
£>///V/ ^> ; Trolis Avtts confeendit terga feroci s .
(7)   L*>» dudum rtxijfe dùosr*. Leonein X. & Clemehtem VII» qui ambo
fuerunt ex Mcdiceorum progenie.
(8)   Juditur firepitus, Incidit hoc in Ann. 1594. die 14, Mali 3 Sabba-
to poft Dominicam 5. poft Pafcha , de mane.
(9)   Palle, vox eft Italica, que Latine pilam fignificat, alludens ad in*
lignia Mediceorum .
(io) Prolis Jvus . Is fuit Cofmus Medices, moderni Etruriae Ducis pa» .
ter., cuius aerea ila tua, paucis poft Ducitfae parttim "horis , aereo Equo
impoiìta fuit...
-ocr page 109-
91
Hoc enigma Uh totfif i&enfymqae\ 'àniwumqnc*
Dumque forum) fido forre tornii ante
, peragro y
ìfafiar montis^ Equumcerno * Vtfiigià figo •>
          vx
Attonito fimilis timeo , mefuoaue v fugawque
Dum medito?
•,. àixi : Seffor nifi torà peritus
Tygxerit
» # frenarti Equum, faBo ìmpete cuntlot
Obruet
, é* latte pedibus \ foieifque repente
E errata terep hanc tutbam* Eàt&m omnibus unum
Imminet
, ante pedes pofita eft mors omnibus ima*
Sic ego. A* a&antes parvidumrifere
'/ PWasne
Vi*vat Equa sì <veros- ere din* te cernere 'vultusZ
E atteri s ; è nitido font haee fufo ora metalli i
Artifici confiata manti
. Spirare mi dentar,
Vitalefque auras agere, È ti tepido tmdìqiie rventtP^-
Sanguine creduntur tumidae
j tòeftigia qjerè
             ^
Io nere 3 <& altemis pedihus glomeranpibits ire *« ti '•■■*■-,v
Jjp/* Myron ***J laudaret opus ) laudaret ; & uitrè
Se vinci tacitus } fuperarique arte
, Lyfippus
Diceret
, in tantum eft imitata ars cunEiiparentem
Naturam
. A fi E qui ti font haèc ne, inquam, ora potenti:
E eliaci lu^enisì Facies Mamortisì Achillis
Vultus
) an Alcidae ? euius quae cernimus ora ?
Haec , aiunt i font ora Ducis , cui nomina Co/mi
Cofmipotens dedwat. MAGHI {f% cognomen ut omen.
Sortitus primus9 tlarus bellique
> d&mique
Romulidis placido protendit lumine multum
Eacificum
, Turcis bapulum > ìquo fignificetur »
Seque , foofque fore ignamis Chrifii omnipotentis
Hoftihus intrepido s Jjòfies. FERNANDVS
C* 3-> a*vit#m
Et Eatris cupiens nomen
> patriumque decorem
Ore
» mann } ingeniis, opibus } pietate } fidèque
Reddere perpetuum > fofoit monumenta futuri
Tom. X.                            N                                 Tem-
ili) Myroit, & tyjìppus duo fuere praeflantiflìmi in fundendis ftatuis,
quorum poftremus infignem quandam fiatuam Alexandri Magni coniavit.
{ir) Magni cognome». Primus Dux Etruriae fuit Alexander Medices
fccundus tCoiinus , cui primum Magni .cognomen ,à Romano" Pont, inditum
fuit.                  :
(13) Vernunàus, }r$ Ferdiffsndut ,, Quartus JEtruriae Dux, qui hodre
rerum potitur.                                                                                  . . | ;
-ocr page 110-
p8
Tempori* , At metins facit hoc pittati* amitele
Haeres
: ufque pi Patri s pia ditta fequendo ,
Mam aes nitidum
> marmar rigidum tonfumereP éetift i<
$ed pietas
> 'vitae integrità* fubiefla ruìnis
Non flint : aBra ruant licet
} immota ifta manehunt «
Sat fuper bis . Opifex, dixi, quis condidit iflud
Tantae molis opus *t tam e tartan
, tam admirandumf
Mefpot/dere : Operm tàm clari Beìgicus autor m
Belgica
( *vulgò Itali* wocitatur diandri a ) talem
Frotulit autorem
, <vetertìm aemulum , in arte peritum «
Nomea feire licetf licet. Efl ni Bolognius ? -(M> Ipfe èfi,
O charttm Patriae cirvem* Tu darà Duaci
Gloria
» & ex aBis }artifque.peritia in omnem
Italiam tua fama rvolat
» tu ,. rictus Iberis .
Ortus, & Occafus> Borea* te nowit, $* Aufier » *
Mafie decus decorare tuum , /## gloria eoe lo 3
Troxima> ubi aeterne laudi* tibi meta repofla,
m
t^t?/
(14) Bologm'uti Cognorftert eft tatuarli Ducts Etruriae i vocatur autcm
vulgo Ioannes de Bononia, ftu Belga, Flander natione: fiquidem natus
eft Duaci, quod eft oppidum eclcberrimum flandriae GaUicaiUe, ditians
à Brunella itinere duorum dicrum ♦
                                    •'
-ocr page 111-
rtw
99
Vili.
L E Z IONE
BELLE CHIESE
DI S. PIERO GATTOLINI E DI SERUMIDÒ
O aveva poche cofe dell' antica Chie-
fa di S. Pier Gartolini, e della pre-
fente di Serumido raccolte . Mol«
te meno di me , cioè niune, era-
no ftate raccolte da Vincenzio Bor-
ghini , cui non par perdonabile.»
nel Trattato della Chiefa , e Vefcovi
fiorentini
fimiglievol mancanza : per elfo fpecialmen-
te, che è sì minuto, qual' ora in Diplomi s'imbatta,
che nominino Chiefe : come appunto nel cafo noftro*
Or dunque quefte, febbene poche notizie, le aveva io
altresì riferbate ad una Lezione della Chiefa di S. Ia-
copo ibpr' Arno ; giacché per le vicende accadute a
quefte Chiefe, e da me accennate nel Tom. IV. Lezione
XX. e Tom. VII. Lezione X. quefte Chiefe, diffi, delle
quali al prefente s'imprende a favellare , reftarono a
quella di S. Iacopo fopr* Arno unice trai terminare del
pafìfato, e principiare del fecolo prefente. Il Sig. Ca-
nonico Giulianelli , che, oltre a ciò , che ha faputo
e potuto fare , per promuovere quefta Opera , ha vo-
luto dar qualche ordine alle confufe , ed imperfette
Lezioni di quefto X. Tomo , da me lafciate tali , per
la forprendente mia malattia , e totale inabilità , non
ha ftimato bene il lafciare fenza una particolar Le-
zione la Chiefa di S. Piero Gattolini antica , e ri-
fpettabile nel Sefto dJ Oltrarno , quale ce la perva-
dono i due monumenti, riportati dal benemerito Ca-
Cotti , nelle Memorie dell* lmpruneta ; la Bolla cioè
*hsm
                                 N 2                          .di
-ocr page 112-
100
di Leone IX. nella quale vi leflTe Bccleptn S. Tetri |
quae dici tur C attuari; e lo ftru mento del 1050, ài Ge-
rardo j Vefcovo di Firenze, in cui dà al Capitolo Fio-
rentino dimidi um Ècclejtàe S» Tetri Gattuari , **«* ow.
ff/^jsr/ fuis yertinentiis iste* Quella Chiefa perciò evade-
rebbe ne1 primi temp \ fecondo il canone del Borghi-
rio : che per primi tempi inrendeva intorno al milleji-
mo anno della faìwte ^ ed» quello im qua •
II. Quefto appofito di Cattuario yo G attuar io > o
di Gatula, come fi legge in una Cartapecora dell'Ar-
chivi© di Monte Olivero mirn* •£• )Ella è del 1-068'-,
ed in effe fi chiama a confine : Evclefa S* Tetris que
wocafur Gattui*
. Quefto appofito >'i dtilfi » non poca.»
confufione fpargeva al predetto iSig. Canonico, il quale
ben conofeeva, che dallo fchiati mento appunto di que*
fto barbaro infoino vocabolone dovea e 1" ordine ,
e la luce delle cofe datìktfi;, derivare. Né qui v a»
vea luogo, ciò che-fui primo del Trattato della Ghie*
fa, e Vefcovi Fiorentini , diòe ii Borghim" ì$ ma le vec-
*, dhie < muraglie dei <Tempj fono M piede ancora in
ii gran parte , é fé alcuna in tanìto tempo ha patito 9
n
O è mutata àkjuanto, fé ne veggono, alcuni veftigj . *
Poiché, com'è noto, ^atterrata fui |a; Gfeiefa'di S. Pier
Gattolinij ma il vocabolo è «riwa'fo fempré, e ha da-?
to egli, o pe«r meglio dice *, la Ghiera di S. Piero Gat»
tulimiy Gatitolino \yjm Gtittolim *
dava poi la denòmb
nazione ai -vicino Borgo „ detto di S. iBiex Gattolini', e
alla Porta'Romana , © fia Porca la Piazza «iella Citta, -fimi-I-
mente appellata la Porta di S. Pier MGafiolino , dettai
nel latino linguaggio dal noftro Paolo Giovio Lnbi
xxix. Porta Catelina ; « . rifondata , come sfi crede, M
Fiorentini ne* liei, diGennaio del 1^28. come attera il
noiiro Villani Lik &. c*p* 56. perchè in un Libro iBB»
alle Riforma-groni del 1333. & nomina i& Porta vecchia
di PieTO in Gattonino. Eppure allora fu dato pria*
cipio da quella par^e alle mura verfo il Poggio éi Bo*
boli. Né il foddisfacevano le miferafeili friracdiiate-eti*
enologie di fGn&Ì$vm> éi €^tum Pipmm » cH $> Pietri
j-i-J
                                  £" À                                 Cut*
-ocr page 113-
ÌOI
Catturato} o é& » come lo dice k Chiefa, in Vinculit;
uè tampoco 1* univearfal ritìngi© della Famiglia Gattaia*
o Gattolini
. In tanta incertezza di cofe | e fcaifuà d|
memorie facea d* uopo ricorrere .al fonte: a quel fon»
te, di cui fu fedito:
Hpc eft ) hk LamtMii fa fa* , edeberque difertae
Linguae^ qime eioquii tam iene fandit iter*
Nelle .Memorie delia facra Fiorentina Crucia., compila-
te da quello infigne Teologo e ProfeiTore , troveranno
fempre, di che appagare le loro tinchiefte gli Eruditi».
E fé ciò iìa vero, come dall'unghia il leone, fi de-
fumé da quanto lifpofe il dì 26, Aprile ijSi. il pre-
iodato Stg.. Dott. Lami al Sig. Canon» Ginlianelli, che
fopo di quefta Chiefa lo interrogò. Che è -appunto
quanto fegue , eft ratto dalle pagg» 997. e 1.490* della
fue predette Memorie. ,
                                              m
HI. „ La Cfaieia di S. Pietro Catruario è quella ,
,, la quale Gherardo Vefcovo Fiorentino donò alfa*
,., Canonica Fiorentina . Ritiene parimente quefto no-
„ me di Cartolino, o Cattuario , il Borgo della Città
9, dalla parte di mezzo giorno, che in oggi è rinchiu*
„ fo dentro Fi&enze j oeachè tal dir del Villani Lib. ìx»
s, cap. gi^,non fole ancor cinto di mura nel 1325*
,, Nel Decimarlo Vaticano delle Chiefe Fiorentine*
5> che è del 099. è nominata $, Piero in Gmtolino ^
„ emendo taffetà a pagaie lire ^. Meclejta S. Petti in
*, Gmwlino bikw% -quiwque «. limosi $& Pier Gattolini co*
„ mane mente in oggi fi chiama: come il Borgo a S*
j, Pier Gattolini : e la Porta & éV Pier Gattolini. Ci
„ aaacora il ponte di ìli Pier Gattolini, nominato da Fran-
„ co Sacchetti nela Novella 131. Io credo , che pec
>, Wonte di Smlier G&ttDlini intenda le Ponte ài S. Ilario
>, a Qokrnib&ia., che ancora ©Mono. Fu queiia una del-
tyM f&- Parrocchie aatkhe deila moììssl; Orak. "Ella fu
„ fpianata , allorché fi dovettero fase alcuni bacioni
„ per la. Città ; e la Parrocchia i, ai dir dei Poccianti
v nel Trottato delle Chi e fé Fiorentine pag. \%\> fu
yi trasferita, ed unita a cjuella di £. F'tJice in Piazza..
?
                                                                  i, Ebbe
-ocr page 114-
102
3, Ebbe ancora querra Chiefa il fuó Spedale, che è
„ rammentato nel teftamento del 1278. della Comefla
it Beatrice , Figlia del Conte Ridolfo da Capraia , e
jì Moglie del Conte Marcovaldo de* Conti Guidi , che
„ le fa un legato di lite cinque , colle jfeguenti paro-
„ le: ìtem d Poveri dello Spedale di S. Piero Ghatto-
„ lini, che fi ne comperino letta per li poveri libre
>, 5. D' uno Spedale fotto titolo ài S. Piero in Gat*
j, tolino » parla il Migliore nel Zibaldone 60. $dr, R.
1* 137. R» 279* elìdente nella Magliabechiana ; E Bar-
ti toìo ài Gino Benvenuti ritagiiatore, del Popolo di
„ S. Lucia d' Ogniffanti) fece teftamento nel 1361. e
„ in eflb lafaò allo Spedale di S, Piero Gattolino due
», paia di lenzuola , di ftima di lire 6. per eiafcurLi
„ paio , E il teftamento efifte neh' Archivio di S. Ma-
„ ria Novella . Moiri erano gli Spedali per alloggiare
„ i poveri nella Parrocchia di S. Piero Cattuario ; co-
55 me quello di S. Spirito, o di S. Maria de* Laudan*
„ ti : di S. Maria della Mifericordia , o di S. Niccolò
„ de* Fantoni: di S. Bartolommeo; di S. Lorenzo pref.
» fo al Convento d' Annalena : ài S. Pier Novello ,
95 che fi dice de* Ridolfi, perchè nel fecolo xiv. fon-
„ dato da Piero Ridolfi, figlio di Cione . Qual di que-
5) fti fofle quello , propriamente detto di S. Pier Cac-
ar, tuario, noi fo; fo bene , che nel 1278. era in pie-
j, di; e lo era parimente fui principio del fecolo xvn.
,, Al prefenre, tutti quefti Spedali fono fiati diftrutti,
5, foppreflì, e ridotti, a cafe private . Ritornando alla
„ Chiefa e Parrocchia di S. Pier Cattuario offervo ,
,, che predo ad efta v' è la vecchia Porta della Città,
„ che fi chiama di S* Pier in Gattolino, anco dal Sig.
„ Manni Tom. XI. de'Sigilli pag. 58. In quella me-
,, defima Chiefa, a tempo dell' aftedio di Firenze , fu-
*ì; rono trasferiti i sCaiìonici di S. Salvad ore , che era»
,, no nel 1532. nel Convento ài S. Donato a Scope»
,, to, demolito per lo fopraddetto fine dell' aftedio*
;„ Qua dunque venuti j ed entrati al poffeftb di que-
„ fta Chiefa di .S.i Piero , detti Canonici > per Bollai
» di
-ocr page 115-
10$
V, di Clemente VII. edificarono un ampio e magnifico
,) Monaftero , il quale in nulla cedeva , come fi vede
„ nel Protocollo 2. di Raffaello Baldefi, negli eftratti
„ MSS. del Canonico Gherardini, a quello lóro antico
,, di S. Donato a Scopeto* E fopra quefto pafTaggio ,
,, fi veda IVAmmirato nelle Famiglie Fiorentine, dove
„ tratta della Famiglia Rifallri : il P. Galletti , nella,
), Lettera dell' origine de'«GiroIamf : e il Sig. Manni
fi nel Tom. XVII. de'Sigilli . Ma quivi pure volendo
,, Cofimo I. fare , come già fi di (Te di fopra > alcuni ba-
„ iìioni , ancor quefto Convento , infieme colla Chiefa
„ fu d* uopo atterrare ; ed i Canonici furono da prima
3, mandati alla Chiefa di S. Caterina delle Rote; po-
„ fcia a quella di S. Lucia di S. Eufebio, comperata
s, da i Frati Umiliati. Sebbene fofte rovinata la Chiefa
;, di S. Pier Gacttolini, fi può dire, che non molto dopo
,, fofle rinnovellata da Serumido » che non lungi dall'
S) antica, edificò altra Chiefa fotta il medefimo titolo»
„ e le fu reftituita la Parrocchia ; ed in oggi più co-
», munemente fi chiama col titolo della Chiefa di Se-
i) rumido , che coli' antico di S. Piero in Gattolino.
„ Dicono, che quefto Serumido folTe un povero fer-
5, ravecchio della Parrocchia , il quale vedendo deftrut-
„ fa la Chiefa di S. Pier Gattolini, e trasferito il Po-
„ polo; e vedendo non andare innanzi le fortificazioni
„ del Duca Cofimo, per via d' accatto, e di limofine
„ riedificò la Chiefa, che è in oggi a un bel circa if
„ nel luogo, ove era l'antica Chiefa. E però in oggi
„ dal fondatore fi chiama di Serumido .Si veda il Sc-
„ poltuario del Roifelli. Neil* anno n%6, era Rettore
„ di quefta Chiefa Prete Benvenuto . Nei 1318. quel
„ Neri, rammentato nello frumento, ? riportato intor-
3, no alla pendenzadelle procurazioni dal Sig. Manni
s, nel Tomo V. de* Sigilli pag. 102. e fegg. Nel 1383,
5, quel Ser Francefco, rammentato ne'libri del Sagre-
» ftano fafc. 1, a 24. dell' Archivio di S. Lorenzo, ove
» fi legge : die jraeditto ( cioè 30. Novembre 1383. )
9ì recepì a MrnojinQ li $ore oecafane cuiusdam relitti Ser
,, Fratta
■■■
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i°4
«„ Framifciièiim RrMerfa $c, Tetri in GattwHno Domi*
S) no Kkco Priori S. Laurentii ,. tamquam Canonico S,
44 8tef>ham w& font&m fiorraor mtri quinque *va£oris- //•
èrar. iS. folidor, io, Hon fi fa à* onde derivato fia
„ queito nome di S, Piero Catenario, Cartolino, Gattoli-
y ni y in Gaftoiino v Io credo, che Cartuario fia ila*
fci io il nome di quel foggetto ,. cric fabbricò queila^.
,, Cfaiefa . Akre Chiefe Fiorentine d< fono , cfee da, i
jj loro fondatori hanno prefo il nome: come di Sv Ma-
•„ ria Ughi i S. Maria degli Alberigli : S. Pier fiuon-
i, configìio : S. Michele Visdomini , ed altre . Vol-
*, gar mente fi chiama Gattolino^ e la Famiglia Gatto-
„ lini in Firenze e* è ; e ci dà indizia, che qualche-
,, duna di quefta sVàddimandafTe » Gattolino, o Cat-
^, tuario . Poiché i cognomi quali rutti Italiani delle
Famiglie , derivano, dal prenome di qualche Arne-
si nato* E febbene io non mi ila mai imbattuto su
,„ leggere neil* antiche carte il nome di Cattuario ;
,r questo nome per altro è molto remoto dalle parole
jy latine : Catius ? Catus , Catorìm, Catulms^ Gatunius .
^Gato poi $ìe-Gatto, fi trovano per nomi d' uomini
s;t in fcritture del Medio Evo;, tààn nego per altro ,
,, che Cattuarw non pofifa eflfer nome di; luògo. On*
,, de nel Catalogo di fopra enunciato delle Chiefe-»
„ Fiorentine, ed in altri Strumenti non fi legge Ghie*
■xt fa di $. E tetro Cattuario j
ma dì S. fiero in Gatto*
,i Mmt come altre Chiefe in Firenze S. Maria in Cam-
„; pò , Si Maria di Cafaggio, S* Lucia fopra Croce
„. di Via , S. Iacopo in Campo ■■ Conboli ni , appellate
w così dalla fituaìzione, ove furono fabbricate* A via mo
w ancora alcuni; luoghi , con non diffomiglievole voca»
jj.bolo chiama ti,, Gattaria, e Gattariola. A me poi pia-
„ ce ipiu; lai prima mia oppenione , che Cattuario fia
vi nome d1 uomo ;, *e i perciò fi dice S* Piero Cattoli-
n-fli,,, nel fecondo calo; quafi cioè di Gattolino, e non
>j in Gattolino.: come appunto ufi furono i Fiorentini
■n di apporre il nome del Fondatore , del Patrono, del
a, Signore, i -...* *. ì\r. i ....,;,•.. ..-.■- u •« ,.
■*£»■"> & t«.                                                                              IX. t$ J3i-
-ocr page 117-
f                                                                                                                                  • '
IV. » Bifogna penfare , che Arno nel xi. fecolo,
j, e nel xn. non era nella direzione j che è adeflb »
5, Egli fembra, che nel pafifar da Firenze feguitafle coi
„ fuo declive le radici delle colline, che aveva a ma-
j, no finiftra,* ficchè paflato il Ponte Vecchio, voltava
,, per quella parte * che fi chiama via Maggio , e il
» Fondaccio di S. Spirito : pattando per la piazza di
>, S. Spirito, e girando fempre lungo la collina ; Uh
>, che veniva a voltare vello la Porta Romana , co-
j, fileggiando fempre il colie, fino fotto a Bello/guardo,
„ e Monte Oliveto . D* onde poi fi innoltrava per lo
„ luogo, che fi chiama in oggi il Pignone. Di quefta
» tortuofitk deli* Arno fi hanno i rifcontri ; perchè
ti*negli fcavi fatti da S. Felice in Piazza, e di S. Spi*
» rito, s* è trovata la ghiara, e la rena del fuo letto;
tii perchè intorno S. Spirito fi chiama il fondaccio de-
5, notante la baflezza del luogo, per eflfere fiato letto
,, dell* Arno: ficcorne per la ftefla ragione fi dice il
» fondaccio di S. Niccolò : il fondaccio di S. Loren*
s> zo, perchè v* era il letto del Mugnone . Inoltre i
a, nomi rimafti ne* luoghi circonvicini, pare3 che indi"
3, chino quefta verità ; perchè mette in ma Maggio,
mia Sguazza ; preiTo alla piazza di S. Spirito, è Bor*
go Tegolaia; e i tegoli, e i mattoni fi fanno pref-
„ fo alle rive de* fiumi, pel comodo della terra mei-
„ letta : come fi vede anche in oggi. Dubito, chela
>i njia delle Caldaie fia così denominata ,* perchè vi fof-
„ fero le fornaci, per cuocere i tegoli , e i mattoni »
j, quafi loca caldana. E ancora in oggi fuor del Por-
„ tone d* Annalena fon le fornaci; e i Campi ivi in-.
» torno alle mura della Città fono obbligati a dar la ter-
j, ra , per formare mattoni , tegoli, e quel che bifogna,
,, Si concepifee beniflìmo dalla bafTezza del terreno ,
„ dove ora fono i camaldoli del Carmine, che ivi era
3, il letto del fiume . Di più, tra la Chiefa dei Car-
j, mine, e i muri vecchi della Città, era il fofifo cir-
« condante le mura nel 1268. come fi ricava dalla Car-
3, ta di fondazione apprello il Cerracchini .Onde pa-
Tom. X.                         O                            ;, re,
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,, re, che if baffo dell* antico Iettò d* Arno .jpéteifc
» fervire di comodo pel follo delle mura * come fer-
if vi ancora-il letto di Mugnone. Ma un rifconrro
sir-certiflìrno è, che la Chrcfa, e fi Mohattero di San
ti Salvadore di ■ Camaldoli, era fui fiume d'Arno. «Im«
il perciocché in una Carta del iipòvfpettante a quc-
a ilo Monaftero, e riportata nell'Appendice del Tom*'
,rIV. degli Annali Camaldolesi, cosi fi legge.- Conce-.
3y do ti hi Domina Ildebrando venerabili Priori Eccléjtae
r
& Monafterii S. Salvatori* Jìtae $rùp flumum Arni»»
jf Adunque il Monaftero di S. Salvadore \ che era,
,1 dove ora è il luogo » o la Cafa Pia delle Mendi-<
,i calmiera full'* Arno , e di lì -4? Arno paffava. Iru
»: quell* antico tempo non erano altri Ponti in Firen-
,1 ze full' Arno » che il Ponte Vecchio di Firenze > e
,) perciò era fcomoditooP avere a venire alla delira
j) dell'Arno, tra ii Ponte Fiorentino , e 1* antica Chie-
,» fa* dvS* Maria di Verzaia ; fé non fi pattava l'Arno,
jjr per Via d'una Chiatta, da quelli, che Ita vano a S*
?J Sepolcro, al Caftagno, a Mo nticelli. Vi era adun*
,y que probabilmente in quefto luogo , vicino Mo*
» naftero di 5. Salvadore, una barca, che traghettava
» la gente dall' una ripa dell* Arno, all'altra . Scrive
ii'A. Gellio Lib. x* delle Notti Attiche cap. xxv. che
ir tra ì nomi latini delle Navi, vi erano ancor quefti
Cattar , Scaphae*) Pontones, lì nome, latino Catta i V
j> abbiamo corrotto in Chiatta; col qua! nome fi chia*
,i mano le barche, da pattare piccoli traghetti: come
» fi può vedere nel Vocabolario della Crufca.alla vo-
,, ce Chiatta; e in Livorno il Pontone, con cui fi
,, patta il canaletto delia Darfena, fi chiama-femprt^
«col nome di Chiatta* Nella mezzana età una tal bar-
,) ca fi diceva gatus , e gattus ; come fi può vedere
„ pretto il Du-Gange nei Glottario , Da gattus ne_^
«venne il nome corrotto ghiatto> e ne venne il no*
»' me corrotto cattuarius , e gatarius .E quindi negli
„ antichi Strumenti fi trova Eccle/a S. Vetri Cattua*
), rii ; come nella Piitola èi Gerardo Vefcovo Fioren-
„ tino
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*07
,, tino del ìojo. e nel Breve di Leone IX. Papa, ri*
,r portati dal Cafotti nelle Memorie dell' lmprunetaj
Mfitvtjni Breve di Gregorio V1J. che fi può vedere
3, pretto i* Ughelli ne' Yefcovi Fiorentini. Si diceva
i5 gataritìs , e gataius; e quindi è, che in lftrumento
,, del 1146. riguardante quello Monaftepo di S. Salva-
,, dorè, riportato nell'Appendice del Tom. Uh degli.
„ Annali Camaldolefi , fi nominano Martimis Gataio
j, filitis Vetri Gatarii , et Mingardina itigales filila Gw
19 lislmini £er ugnumy quem fuis tenebant manihtts.-,' fitfie*
runt ac concefferunt ad Tedericum friorem Ecclefiae &
Monafterìi $y Salvatori! Jtte fede monti* &c. Da
„ quefto fito del Monaftero in piemonte, ficcome fi
„ dice ancora in lftrumento del 114$. fi eonofee, che
>, il Monaftero di S. Salvadore era di là dall'Arno; e
5, veramente il fuo orto, che anche in oggi è fuo*pode?re>
„ è nel piemonte, o vogliam dire alle radici di Monti-
3, celli, in oggi S. Sepolcro, Bellofguardo, ec. Da tutto
„ quefto fi concepifee, che la Chiefa 8. Petri Cattuarii
„ è così detta , perchè il fondatore ,io il dotatore fu il
„ navaleftro, che paflava la barca intorno a quello luo-
„ go , e forfè fu un Pietro Cattuario , afeendente di
3, quel Pietro Gatario, Padre di Martino Gataio fo«
3, pranominato, il quale poteva vivere intorno al iioo*
„ Il quale afeendente fabbricò quefta Chiefa in onore
3, del Santo del fuo nome . Dall' eflere in quefto luo-»
3, go la chiatta, o il chiatto, il luogo fi cominciò a
,3 denominare il Chiatto, Ond' è, che in antiche me-
33 morie fi trova nominato il Monaftero di S. Salva-
ci' tore del Chiatto* In Carta dell' Archivio di S. Ma-
jy ria Novella del 1367, dove la Repubblica reftituifee
i, le impofizioni , efatte per la fabbrica delle nuove
31 mura, fi nominano le Monache di S. Salvadore del
„ Ghiatto ; perchè bifogna, che 1* avanzo di quel Mo-
3Jiaftero foffe flato conceduto già ad alcune Relù
3, giofe. Ma ficcome Arno paffava preftb a S. Salva-
j, dorè, e a conto dell* angolo dell' incidenza, e del-
>* la rifleflìone non poteva fare a meno di non rode-
te le ripe, intorno al luogo del Monaftero fi co-
O 2                             3, min-
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idi* ■■■***-■
SHRNpp ■
108
„ minciò a chiamare \& Rofa quafi ad loca erofa: co»
)5 me altri fimili nomi fi trovano nella Diogefi Fioren-
j, tina. Che poi quello Monafìero fi diceife ancora.*
>, iS*. Sal'vadore alla Rofa fi può conofcere da quanto
>, oflerva il Sig. Mehus fopra le lettere d' Ambrogio
„ Camaldolefe. Da tutto quello fi conofce , che il no*
.#% me di Gattolino non è altro , che la corruzione del
*, nome Gattuavius>, o Gataritts, che in oggi fi direb-
jj be Navaleftro: come fi diceva ancora Pontonarìus y
f}
perchè le barche da tragitto fi dicevano anticamente
s> fontones: come fi vede da Gellio , e dal Codice
3, Giuftinianeo . Ne è da maravigliarti de' Navalestri
y, molto ricchi; perchè abbiamo ancora dal Diploma
„ del Regio Vicario di Tofcana del 1272. che,, i-pòn*
w tonar/ dell'Arno di Carlelfranco di fotto erano perr
„ ione, che poffedevano molti beni, i quali fono ftati
„ fempre accrefciuti,; e finalmente fon paflati ne' Si-
3, gnori Martellini di Firenze, i quali però hanno af-
„ funto il Cafato de' Pontanari. Adunque il diri! la
5^ Chiefa di S. Pier Gattolino, è lo ileil'ò, che fé fi
j, xHcefTe la Chiefa di S. Pietro del Navaleftro» Ed in
», oggi dicendoli la Chiefa di Serumìdo, è lo iteflb »
n che dirfi la Chiefa di S. Pietro, di cui procurò la
w nuova fondazione un certo uomo chiamato Sem-
33 mido»
                     ..                                                  v
V. Fin qui 1* ammirabile Sig. Lami, cui fumo
di sì belle e recondite notizie debitori. Leopoldo del
Migliore ne' fuoi Zibaldoni afierifce d' aver ricavato
dall'Archivio dell* Arcivefcovado noltro, che la Chiefa
di S. Pier Gattolini nel 1344. foiTe di giurisdizione
del Priore, e de'Canonici di S. Stefano a Ponte. Che
che ila di ciò, al nofiro propofito fa il repetere ciò,
che altrove fi è detto, e fi dovrà ridire più a baffo,
che. per il fuaefto afledio di Firenze del 1529. atter-
ratoli il Monaftero di S. Donato a Scopeto, pofto in
poca dìftanza dalla Porta Romana , come dice V Am-
mirato , fopra il vago deliziofo poggio a mano ritta
di chi dalla Città efce dalla Campagna , fu data per
ricompenfa quefta Chiefa così illuftre e antica » "agli
9) info*
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I
infelici Canonici, di cui per breve tempo godettero «
V* erano in quefta Chiefa non poche Cappelle , erette
e dotate dai Fiorentini, le quali in parte troveremo
trasferite in S. Iacopo fopr* Arno, in S. Friano, in Sé
Felice in Piazza, in S. Lucia fui Prato, in Annale-
na. E chi avefTe vaghezza di più precifamcnte infor*
tnarfi delle Cappelle, che erano «eli* antica Chiefa, e
la nuova di Serumido , può confultare il Sepohuariò
del Roteili. Così per dir alcunché, la Cappella di S*
Francefco, che era in quefta Chiefa di rendita di feudi
25. fu trasferita in S. Felice in Piazza; e la collazio-
ne d' efla appartiene fempre al maggior nato della
Famiglia Cafirucci. Nel 1591. n' era Rettore P. Mi-
chele Taddei. La Cappella delia SS. Vergine Annon-
ziata fu traslatata a S. Vincenzio d* Annalena : come
l'altre due della SS. All'unta, e di S. Francefco a Sé
Iacopo fopr* Arno; e quella di S. Caterina in S. Fria-
no.. Le Cappelle poi di S. Antonio, di S. Paolo , è
di S. Sebaftiano furono a S. Lucia fui Prato trasferi-
te, ove il Duca Cofimo i noftri Canonici di S. Sal-
vadore inviò, ottenutane da Paolo IH. la conferma»-,
zione per fua Bolla del 1547. diretta al medefimo Du-
ca: il quale mitigò ai Monaci il gran difpiacere , che
cagionò loro nel demolirgli la Chiefa, e Monaftero
magnifico di S. Piero Gattolini, a cagione, come al-
trove fi è detto , di fortificar nel 15 $2. con baftioni
per quella parte la Città, con una iimofina di piaftre
S40. che pagate furono ai Frati Umiliati , per titolo
di vendita di S. Lucia. Lo che più a lungo fi rac-
contò nel Tom. IV. pag. 212. Non ottante però ve-
diamo anco al prefente quefta Parrocchia di Serumido»
eretta Vicaria perpetua, di giuspadronato de' Signori
della Miflìoney fucceduti ne' diritti de'Monaci Scope*;
tini, come alla Chiefa ài S. Iacopo fi dirà, eiTer offi-
ciata con molta cfemplarità , e tenuta con molta de*
cenza dal moderno benemerito Priore il Sig. Dottor
Carlo Bernardino Cappelli, probo e dotto Sacerdote,
Ad elfo dobbiamo tutte le feguenti notizie, colle quali
chiudiamo quefta Lezione.
                               \L Per
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'. *
t 0"^L Pjst o^u^ ^qi^, $* emta in quella Chiefa , per
«nanteterale, e per la. principale della facciata , fopra
cim eifendovi già il Campanile, che imprppriamenie^
pomaLilBìium in Chiefa ,, per fonar le, Campane i lo
fece demolire, il predetto Sig* Priore e colle lirnofine
de-èenefatcori Popolani » e colle fue, perla metà e più)
k> *£éee graziofamejite alzare fopra il jtetto della Sagre?
àia, $éi óv* è al preferne* rimanendo in un angolo dici
tro alla Chiefa. E così nafeofte le funi , e tolto fu il
non edificante fraftuono del fonare in tèmpo de* di*
vini Offizj . Ha la Chiefa una fola Navata. In mezsct
ad eflai rifiede 1* Aitar Maggiore, alle cui bande fé vi
fono due mal fatte Pitture ,x de'SS. 4poftoli Pietro f.
Paolo , compensano per altro abbafranza col porre in
mezzo il Quadro principale » lavoro di mano maeftra;^
ufeita dalla Scuola del famofo Rubens, come ne giù-*
dicano i pentii. E! quivi dipinta in Tavola la Vergine
Madre, col Santo Bambino in hraccio : i SS. Apoljoli
Pietro e Paolo: S. Iacopo » & S* Francefco d* Affifii*
Era guerra Tavola nella Chiefa di .■§. Iacopo fopr* Ar~
no a tempo f de* Padri Scopetini, e, fotta il Priora-
toidel Dottor Lorenzo Benjni* fu donata alla Chiefa.
dai Patron! ^i?r Signori della Miflìone . ,Pende pur
quivi a mano 4èftra della Tribuna un quadro di due>
braccia e mezzo, rapprefentante una Crocefiflione-*
dei Paflignano. Quefio ftupendo quadro fu dal Conte
Biringucci, Maetìro di Camera di Gio: Gallone , lafcia-
to a Gafpera Cova, Corriere di Gabinetto: e quefti»
ad inflnuazione del zelante Sig^ Priore, lo lafciò alla
Chiefaf per accompagnare il quale, alla parte fìniftra
di detta Tribuna, emolo della fretta pietà, regalò un
fìmigliame quadro , fua dipintura efprimente la depo-
fìzioné di Croce r il ragguardevole Sig, Gaetano Ro-
manelli, Il Presbiterio* che per la parte di retana jha
ancora il fuo Coro* è rinchìufo da un balauftratc*
di pie Èra,, e inartnt, fatto già dai Sigg. Baretti , Cit-
tadini Fiorentini , allorché popolani erano di quefta^
Chiefa* Quello Presbiteri? ci rammenta il caro pegno,
» I                                        . . •:.... , . ;            Che
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che egli rinchiude (otto di fé dal corno appunto del»
la Pi Itola : le fpoglie cioè mortali dii Giovanni Man*;
nozzi, noto fotto nome! di Giovanni da S-Giovanni*
che quivi fu fepolco ; non di troppo difcofto dalla*:*
Chiefa abitando» ove tuttV ora e la Cafar fi vede* e Ivi
illuftre Famiglia dì lui fìorifce . Quella vogliamo fpe-
rare, che, non lafciandofi vincere in generofa magni-
ficenza , da altri Popolani, intenti al decoro dì que«o
fta Chiefa, per \- amabili maniere, colle quali*il degno
Priore loro gli governa, alzerà un Mausoleo * corrici
fpondente ai merito di quel Valent* Uomo e gran frér?:
fcante, che poflfa ftar di fronte ali* encomio > che in*
fieme col Mondo tutto gli fa il noftro Baldinucci*
Quattro fono le Cappelle in quefta Chiefa .La prima e
a mano delira di chi? entra per la Porta principale è
la Cappella del SS* (Dròcéfiffo * per; efTervenejuno quivi
di rilievo , ad altezza d' uomo , coperto con veto;.]
E* quivi fepolta quell* Angiola Cornelia del quondam
Girolamo Larghi di Milano > dimorante in Firenze ;
la quale , oltre un* Offiziatura e^ Anniverfario , lafciò
due Doti annue per le fanciulle del Popolo >r frequen-
tanti Ja ^Dottrina Criftiana y da nominarci dal Priore
fro tempore-y quando non vi fiano agnate della pia Te»
Matrice : come apparifee dal fuo Teftamento del 1678.
Alla feconda Cappella , fotto il titolo delia SS. Non-
ziata , dipinfevi il Miftero, il Viliberti. Nel pavimen*
io-appiè *di: détto Altare: «*'è i* appretto Irtfctiziòto&i
: \.*"'3' fft f'fj 3 "'ti 0 D P '~'f. r.ft V ■ fim Ì\ &■& - |V ":QtC "1 ''i'2 ;;!; fi tX ' l£fà
-•w?« ; ' • - cÙi - O. ' M* : i W^ • fi Ufo
FRANCISCO DONN1NIO. GIVI TLOR. ET PISTORIENSI,
PlETATE IN DEVM . FIDE IN PRJNClPEM ;
COMITATEU PRVDENTIA * VIG1LANT1A . SPECTATISSIMO
PRIMVM . IN FIOR. RÈGI AE DOMVS
BEINDE IN PISTORIENSI ARCE        i ;^          , .
:tt PER ANNO» XXII» MIEITVM PRAEFECT0 iti
COSMO II» M. E. D* ACCEPTISSIMO
PÀTRI OPTIMO. AC DESIDERASSIMO MOER, FIUI POS»
VIXÌT ANN. LXXIV. OBHT FLORENTIAE
                 1
PJUDIE JUL. IANVARII MDCCXXIV.
Tra
-ocr page 124-
IÌI2*
Tra quefte due Cappelle s* ammira pendente un quadrò
Mduè braccia, in cui Onorio Marinari dipinfe S. Crifti*
ita verg. se màrr. e per opera del Sig. Priore fu quivi per
ornamento pofto e offerto in dono da i Sigg. Falchini ;
ficcome rimpettb a quefto a' mano finiftra traile due
Cappelle , fece un fimi! regalo d' una Sv Agnefe , la
Sig. Caterina Giulioni. Oh quanto il decoro della cafa
di pio ba* aumenterebbe, te tutti i Parrocchiani como-
di e civili faceflfer lo iteiTo nelle loro refpettive Par-
rocchie 1 Nella prima Cappella dalla mano finiitra a.
chi entra per la Porta maggiore ^ v* è il titolo del
Tran fi to di S. Giufeppe. li Quadro è di Antonio So-
derini. Il Padronato della Cappella è de i Sigg. Ba-
retti ., della cui Famiglia uno avere ottenuta qualche
prodigiofagrazia , io denota la votiva appefa tavolet-
ta . Quivi è pure la fegùentc■Intenzióneìm un marmo
bianco : ;p o.n -,•;... . • • - . ■,< ,
         : ,
I). JOSEPH i
i IXTREMI PRETIOSI AGONIS FIETATE ».
. , HVIVSCiyE TEMPLI DECORE DVCTVS
DOMINIGVS BARETTI FRANCÌSCI tf. CIV. FIOR.!!
ARAM* HANC . LAPIDEAQVE SEPTA
CIRCA ALTARE MÀ1VS POSITA EXC1TAVIT
i *:
                        Ai D. MDCCXXII-
Nella feconda poi v' è V Altare del SS. Rofario, nel
cui Tabernacolo fi conferva una Madonna di rilievo,
che fta coperta : nella Tavola poi formante il Taber-
nacolo, o permeglio dire, i lati d* cflb^ dipinfe Giu-
feppe Moria ni , difcepolo d'Antonio Giufti, i Santi
Domenico, Rofa di Lima, Caterina da Siena, e 1" Apo-
ftolo S. Pietro, il quale per mano del prelodato Sig.
Romanelli è al prefente mutato in S. Luigi Gonzaga.
Poiché fu quefto Altare vi fono fiate erette, una Con-
fraternita delia Buona morte, fotto l'invocazione di
detto Santo , arricchita con fpirituali tefori dal Re-
gnante Sommo Pontefice Clemente XIII. come per i
•yi . •■..-; i                                                    -Bre-;
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Brevi fpediti in M>m& appreflb S. Maria Maggiore
Be'iméi Marzo ®3S 9. Maggio 1760+ e regiftrati in una
cartella ftampata da Gaetano Albizzini in detto anno:
Siccome per una iimil cartella ftampata da Michele Ne-
ftenus, fi viene in cognizione dell'altra Congregazione,
quivi pure eretta, fono l'invocazione, titolo, e prote-
zione di Maria Vergine Sanrijfima concepita fenza pec-
cato originale. E ciò per mantenere ^ come ivi fi di-
ce „ 1* antico Inftituto di celebrare ogni dì feftivo la
„ S. Mefla fui mezzo giorno, per commodità del Po-
„ polo. „
VI. Ogni prima-Domenica del mefe dopo Vefpro
fi fa dunque in queita Chiefa 1' efercizio della Buona
Morte ; ed Indulgenza Plenaria in pei perno fi concede
ai Fratelli, e Sorelle, che v'intervengono, dal Regnali*
te Sommo Pontefice . Ad Arcangiolo Montelatici , Sar-
to di Profeflìone , fi deve il merito di ©pera così Tan-
ta , ed utile a i Fedeli : come addita quella Tofcana
Infcrizione polla nel muro , dentro i balauftri dell'Ai-
tar Maggiore ;
          »-- -
ARCANGIOLO DI LORENZO MONTELATICI. DI QVESTO
POPOLO, IX DÌ XVII. DI G1VGNO MDCCLVUI. DONÒ
ALLA CHIESA UN LUOGO E MEZZO DEL MONTE COMUNE
PER FONDO DELLA DEVOZIONE DELLA BVONA MOKTE
DA FARSI IN PERPETUO OGNI PRIMA DOMENICA DEL
MESE COLLA ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO • - ..
La fomiglianza del Cafato ci fa qui aggiungere l'al-
tra Infcrizione, che nella muraglia predo alla porta.,
del fianco fi legge, vicina al pavimento, polla ad un
Rettore di queita Chiefa, Canonico di S. Salva dorè, o
fia degli Scopetini , i quali anco dopo la moderna.,
reflaurazione , fatta daSerumido, dovettero feguitare a
governare quella Chiefa . V Infcrizione dice così :
Tom. X.                        P                         D. O. M.
.-■
-ocr page 126-
Ii-4
mh-q '
               IX ', :.'Oa M. < ' ri ivi W
I ©OMFNVS CAISAR * IN HABITV IAICO TAM CÒSMVS
: MONTELATICI . MARCI FlUVS V CANONICVS REGVXARIS
S* SALVATORIS. A SVO ABBATE CVRATIONI ANIMARVI
HVIVS ECCtESIAE FRAEPOSITVS ANN. III. ET MENS. X.
SE VIGILEM PASTOREM AMORE GRBGiS INGENSVM ITA
PRAEBVIT . VT EIVS FVNVS PVBLICIS LACRYMIS FVER1T
, DEGORATVM. OBIIT KALEN. IVlJs ANN. CIO» ID. G. JLXXI*
VIXIT ANN. XXVIIIIv MENSi Vili* Dui XXV. PETRVS
ANT. BVRGASSI BAPTISTERII FLOKENTIN. ET TEMPII
S- IOANNIS SACERDOS. EIVS EX SORORE. NEPOS GRATI
ANIMI GAVSSA                      \i
H " (■- '*"•'}■ "- -■";.; j"'s '.:'.■.■• ::>~ y.': '■■ ..■'■■ , i, ri.'*; •• ilt j;.s.r*>:^: .»> > ; i-
Nel mezzo di Chtefa poi , non isba-gliamo , v* è
un bel laftrone con arme , e k feguente Inicrizione;
■•■■■ ;•■, : ì?ì . : . ■ • ' ' £?k: ?. ; ..'■' ■■ iv , ■ .*•,■» •' ■ fi>* ; -,j 'il
HORATIVS NALDIVS IO. BAPTISTAE F.-             ', a;
SERMI ETR. DVC1S . FERDINAND! II.
POGILLATORIS MINISTER * MORTIS MEMOR:
HOC SIBI . SVISQ.. VIVENS
MONVMENTVM . POS. A. S. MDCXLII. AET. S. LXVIIT.
Ha quefta Chiefa due Compagnie , delle quali la pri-
ma- fotto il doppio titolo dell' Affanta , e fate , per
effervi ftata unica quella ultima , ferve alla predetta.*
Chiefa, di Compagnia del Sagramento. Mi viene ade*
rito, che ell'abbia anco, febben confufo ,. uno non di-
spregevole Archivio, da cui ho potuto avere il feguente
ricòrdo, che porremo in fine di quefta Lezione. L^ altra
Compagnia è detta de* Vigilanti di Maria ; perchè tutti
S, Sabati , e tutte le vigilie della Vergine s'adunano
i Fratelli avanti. 1' Aurora a cantare i Divini Uffizzi>,
e frequentar i SS. Sagramene , e debbono aver ter-
minate le loro Tornate all'aprirli della Porta della*
Città, per così non difturbare le Parrocchiali Funzio-
ni . Quelle vi fono fatte con tutto il decoro . I Par-
rocchiani faranno interno a mille trecento . S' eften-
de la cura, per metà anco all' Imperiai Giardino di
M JBo.
\
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.. •
Boboli : fìccomc l'altra metà appartiene a S. Felicita.
Conta quella Chiefa nella fu a Cura i due Monafierj
di S* Chiara » e d' Annalena . In fine ciò , che la-'reti -
de rifpettabile, e frequentata dai popoli, è il Chiodo
di S.Uberto, creduto prodigiofo per la rabbia canina.
Una tal fede è avvalorata dalla giornaliera efperienza:
mentre il prelodato Sig. Priore ; e molto più il Cu-
rato Sig. Gio: Batifta Lambardi m3 hanno afferifo, che
dei tanti toccati col detto Chiodo, non hanno mai a-
vuto rifcontro , che alcuno fia perito . Dalla lunga.,
inftruzione , che manofcritta pende in Sagreftia , noi
eftragghiamo quefti due paragrafi , illuftranti quefio
Sacro Monumento, di cui uno firn ile ritrovandoli nel
Palazzo de'Pitti, fa dubitare, traila mancanza di notizie,
che aviamo : in qua! maniera, d'onde, e da chi fia fiato
a quella Chiefa lafciato : che ciò pofla eflère fiato do-
no della Corte Medicea intorno a* tempi di Ferdinan-
do II. allorché nel Borgo appunto di S. Pier Gatto-
lini , abitando quafi tutti gli aulici ,, luogo v* aveanò
anco i Canapieri, e i Cacciatori, de i quali il San-
to Protettore fi dice appunto dal Surio quefto Santo
Uberto , fecondo lo Storico racconto , che he fa
Iacopo Marchantio , Tratt. i* de Fid. t 3. Lez. 1. de
ferfeB. VitM Sacerdoti*
, che forfè poliranno poi i dot-
ti Bollandifti , allorché giungeranno a i mefi d' Otto-
bre , e di Novembre. Queir© S. Uberto, figlio fi dice di
Bertrando Duca d'Aquitania. Nacque gentile i fu chia-
mato alla Fede dalla miracolofa apparizione d'un Cer-
vo , avente traile corna un CrocefTìfo } che lo invia
al Vefcovo Lamberto . Vive folitario dopo il ricevuto
Battefirno» Si porta dopo molti anni in abito di Pel-
legrino a vifitare le venerande foglie degli Apoftoli*
Approda a Roma la notte ftefla , che San Lamberto
fotto il martirio muore . A Sergio Papa apparifce in
fogno col Pastorale un Angiolo , e gli comanda per
ordine di Maria , che in luogo di S. Lamberto, fi con-
fagri Vefcovo Uberto. Dopo molte renitenze, il gior-
no della di lui confacrazione mancò, tra gli Abiti E-
P a                               pifco-
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Ir.
■ ■.,..■■■■_■'. ì
pifcopall » fa Stola fotti atta per operi Brabolfea ,i : Calai
un Angiolo toito % e me porta una bianca di fera £#
Iettata d'oro: Hawefi emmi dice il Sutào» che noi
riportiamo per ill«ièrare la feguente Induzione > quaet
dat falutem aegris % rabiem averti? à laejts t daemones
froj?ellit
j ad quam catewatìm ruunz Fop&li > & fi mw*
fu. Animali s rabidi infeEti fuerint
, ab orniti menem im
berantur *
Quefti chiodi , a fiano cornetti da caccia »
hanno toccata quefia Stola, che ancor fi dice confer-
varfì nella Chieia di S. Uberto nella Parrocchia di Ton*
gres. E per quefto, grande effendo fiato forfè fui
primo il concorfo de i Popoli a quefta Cbiefa , che.»
per altro dovea pòco profittare dell* oblazioni i ne de*
rivo forfe il Fiorentina Proverbio * con cui s* elprt-
me il durar molta fatica con poco luce© : U Perdona
di Sernmido : molti bfai
j e pochi de mari * :~lì rjy %
i ■ '
*'•.!"* ; ■' \ '* ■ '■
l                                            :\ ;■■ *\ -■■ ■ '''. '''■■* -":y '*' "'■' "J \[ ';' :' J|                  ; ■■• • ^ •"« ' ; X .. ) \ [ * '"i
Induzione per il Chiodo di S. Uberto , che ita appefa
nella Sagreftia.
jy II Chiodo di S- Uberto fatto a guifa di corno
j^ da eaccia p*r prefervare gli Animali dalla rabbia >
5* per fpeeial benedizione , è per contatto della mira*
n colofa Stola dell'ifteiib Santo } fi pone in„ufo nella
il maniera che feguelì,
                                       ' c
, j} Appena che fi conofee > che un* Animale è fiato
^> morio da un altro arrabbiato , il detto Chiodo fé
9» gh applichi infuocato alla cicatrice fino ai vivo ,
^Tuppofto che ciò aperta mente i^poi fare ^ Fé nò,
ti alla fronte . ■• Dipoi per lo fpazio di 5. o ©• gioi>
>y ni continui fecondo la divozione di ciafeuno fi re-
5> citino 5. Pater, et A*ùe ad onor ài Dio , della SS.
«i Madre , e di S- Uberto , e primo ài qualunque al*
», tro cibo , gli fi faccia mangiare un poco di pano
ss benedetto é >>r ,n
Ricor» i
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Ricordo eftratto della Compagnia i r ,..-.;.,
* ì> L* origine di noftra Gorapagaia deàla Affik»t& d£
,5 S, Piero Gattolini fu»:C&c?a iMannaì 1280* d&;$§$<*
ii ti uomini fpirati di Dia, il giorno dell' Affu»V*
$* tione di Maria Vergine > i quali edificarono Uil*
„ Oratorio fona nome di StendardoIg e dure con fuol
„ Capitoli fino adì ics- di Ottobre 1472, nel qual'àn-
j, no la ridufier© a difciplina > radunandoli in detta"
,3 Oratorio e-Chiefa fino a<H*anno 1502J nel qua! an«.
ù no fi jfifecfro i nuovi Capitoli > e fi ian4» feguitan-
3) do fino ali* anno 1532. nel qual axhnuo perir.aljfedia
3, di Fiorenza fu rovinato il Monaifcero de* Canonici
j) di S. Donato a Scopeto fuori della Città » e non a-
5j vendo detti Canonici dove a habitare , fi ritiravano
« per le e afe de* Secolari , onde per compaffione le_#
)> fu concetta da* noltri Fratelli la Chiefa di S* Piero
j, Gattolini > acciò dovettero fabbricare ivi nuovo Mo-
t) naftero > et offiziarla , la quale cofa non feguì , per-
}) che li fu concetto* un altro luogo detto S, Iacopo
3, oltr* arno » ma è ben vero } che fi ritennero la cu-
13 ra dell* Anime , dipoi Yvniio 1544* fu rovinata det-
3> ta noftra ChiéTa "dali*- EcceUeniiiTinTÓ Sig. Duca Co-
33 fimo de* Medici fecondo jDug|l di l'Firenze per farvi
33 i Baftioni per fortificazione della Città» ficchè nel
33 partirli detti Canonici, fi portarono dietro molte
33 entrate e robe di noftra Chiefa 3 et in particolare
33 vi erano 1* infraferitte, QappeUe > ficcome nelle De-
33 cime Ecclefiadiche al campione a 22. appare ; cioè
» V Altare Maggiore del SS» Sagramento , S. Antonio
i) de' RoflI 3 S„ Paolo di Ser Giovanni , S. Antonio j
>, S. Sebaftiano ; 1' All'unzione , V Annunziamone 3 e
3> dì prefente non ve ne fono altro che due , e da*
93 noftri Fratelli fu rifatta una piccola Chiefa ? e du-
» tb fino ali* anno 1571. e in detto anno fu accre-
3, feiuta da Giovanni detto Serumido noftro Fratello ;
}> e neH*anno 1603. fu rifatta nuova fabbrica , et ac-
» crefeima la Chiefa nel termine che di prefente (I
*S I                                                          *> truo-
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„ truova ; e «eli* a«no 1^07. la liofila Compagnia fi
v unì con la Compagnia della Pace fituata nel noftro
^Popolo, e fi fecero nuovi Capitoli j come tier re-
agito di Ser Michele Sùbbi , e Ser Frófino Milane-
a fé, e per non impedir la Chiefa dove fi facevano
*yle tornate, fu da' noftri Fratelli fatta una Compa-
js'gnia anneffa con la noflra fuddctta Chiefa , come
«^di predente fi,/icrovaj cioè nell* anno 163$, »?t 1 u
Noi però non entriamo mallevadori di-tutte quéfìe af-
ferzioni ; ma le riportiamo > come una Infcrizione at-
tenente a quefta Chiefa 9 di cui bafti guanto aviamo
fin qui favellato-*
                                         : e
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ioqs.'ri sìL *ì&B&mfcWa^W^A iurt , o,ni
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D EL&A Q HIES J E .MOKJS-TMR.Ó
D» ANN. ALENA
I.
Ovendofi qui trattare di uno dei più
intigni Monafteri della Città di Fi-
renze, fondato da una illuftre Don-
na , non disdice a mio credere , che
fé ;ne''principj. la ftoria, dal te iTe re la
ferie de5 principali Signori della Fami-
glia de* Malatefti, da i quali difcefela
ragguardevole Matrona Anna-Iena , o- fia Anna Elena >
Fondatrice dei noftroConvento. Né malagevole cofa fa-
rammi fimilegenealogia 3 che io penfo di trarre da un li*
bro di quelle Monache, fcritto a penna dal Dott. Luca
Giufeppe Gerracchioi > uomo,? che avendo-, come notato
è fiato da altri, più fpifito, che talento , intraprendeva
cofe buone , ma nell* efecuzione non tali poi gli riu-
scivano . Belliffima è'.l'idea- di teflere la Storia Genea-
logica della Fondatrice , da lui intitolata ,, Genealogia
5> di Suor Annakna de* Malatefti Signori di Rimini »
r, di Cefena , di Fano , di Macerata , dì Pefaro , di
j, Foifombrone, di Belfiore , di Borgo S. Sepolcro ,
» e di Bergamo.„ Ma non fo poi, fé io aveffi pub-
blicato V eftratto , che io ne aveva fatto per prelimi-
nare a quefta prima Lezione , quanto farebbe ftato ve-
ro , chiaro, e gradito al guft© del fecole . Occorre
qui opportunamente il Sig. Cali. Giulianelli , con un
fuo MS. intitolato ,r Breve notizia della vera origina*
3, di Cafa Malateft-a , che fervirà per confutare 1' opi-
3, nione del Rev. P. Fra Griftofor© Verucchino , e per
a rifpofta alli di lui fondamenti s del Sig. Marcino
» Per*
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ria©
|,lfè|vitali di; Civi^lla i ,; Quella Apsjogia fcritta uel
1690. contenendo recondite Notizie 3 èiplomi , e Bol-
le , crediamo • che il Lettore gradirà , che la dia-
mo in luce, almerrain tuona parte, e per quello che
ferve allo fcopo della Storia della noftra Fondatrice ,
e Mònaftero : hon avendo liòi rifeontri, che fia fiata-
pubblicata fin qui da veruno. ,
,, Ev comune J^fttiraento de'faggr* vtìie l'amor del-
„ la Patria pfe>ff¥ partorire «eli* anrajO de* fuoi Figli
?) un certo defiderio di gloria alla medefima , col di-
„ *moèrarla Madre feconda d'Uomini Illuftri; o ila per
», fantità di vita , o fia per dottrina , o per il ma-
n neggio dell' Armi . Tal effetto appunto non puoi
„ negarli , che habbia partorito nel Padre Verucchino,
%> il quale nioflb dal desìo é' una «al gloria, fi è sfor-
j, zato -con legioni mendicate ài moftrare il B. Rober-
?» to Malatefta, Originario eia Verucchio , e che di lì
j, tragga là fua prima origine quefta Cafa , contro k
», comune opinione , che la fa defeendere di Germà-
j, nià, còme brevemente intendo provare con i fatti
'9) alla iman© , e con l'autorità di pubbliche Scritture,
Hirt «oh i -migliori , e più fidi Autori -, che 4i ciò
Hi feannò potuto bavere vera luce , da* quali conoscerà
5, ciafcuho , e toccherà con mani la più vera, più
ìj chiara, e certiffima origine di detta Famiglia Màlatefta.
■ „ Si legge dunque nella Cronica Magna, ftampatà in
„ Ne rumbe rg per Sebaftiano Scheyrer -4 dei .1493. dp*
ii pò riaver trattato d' Ottone Terzo Imperatore. Ma~
*,lateflarum *vetnfiiflìma , M Regia Flamini de Frovinciae
il Fami Ha , bis temporibus•'■&x Germania in Itali am *ve*
,, niens , plurimo adiutorio tontra Tiranno s Romano Im-
,, ferie fuit, Oh tuius beneficia , ataue ferwitia Otho
Tertius Caefar Ariminum Urhem eidem tmceffit , &
^y multis y ac magni sf rimile gii s ^
#* gNttiis illam ex-
5, tutif • Qùae B amiì talpaffimodum in fuos crefeens or*
5, tufì'ìxeit multi e tariffimi Tèìncifesfortijfmi\% ac gra-
II vi/fimi Senatores emerférunt, qui fiuta Loca aedibus%
j, ac face Ili s e x ornar un t.
■.?«i                                                                   „n
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121
§, li Volaterrano nel fefto Libro delia Georgica :
Qjtae F amili a Malateft a initìum fumpfit temporibus,
Othonis tertti, tuius amici ti a 9 & autori tate plura oh*
tinuit Loca .
,» Fra Giacomo Filippo nel fupplemento delle Cro-
5) niche , il Sabellico ab Urbe condita, il Tarcagnot-
5, ta ) il Campano , Eleuterio Mirabelle» , il Roffi , et
„ altrij confermano» quanto i fopradetti hanno ferie-
,) to . In oltre il Pigna , dopo deferirti i termini di
„ Romagna, così prende a dire: Quantunque da Fi*
») pino Re de* Franchi fuffe donata alla Sede Apoftolka>
j) non fu però perfettamente pòffeduta da Lei ; perciochè
j, aderendo agi* Imperatori le Città affuefatte fotto V lm*
»j pero t Gregorio Nono .cominciò a ricuperarla coli'armi *
js Onde per le difeordie , che Federico IL havsa con la
91 Chiefa , i Romagnuoli fi divi/ero in Guelfi s e Ghi-
,) bellini , eome quafi erano tutti gì' altri Popoli ds I-
%i talia . I Forlivefi
5 e Rimine fi per.feverarono d' obedire
j5 ali* Impero . I Faentini , e Ravennati feguitarono la
5, Chiefa ec. Ma morto Fietro Travet fari Capo de'Guelfi
s, della Romagna , e Sig* di Ravenna ) quifta Città , e
quella di Faenza > furono parimente foggiogate da "Fé*
» Merigo
. Depofto , che egli fu , i Bologne fi fimilment^,
a fi fottomifero le Città della Romagna
} eccettuato le
), due fopradette 5 che fi vendicarono in libertà , non gio*
»> vando a Rimifti , che da Ottone 11L haveffe havuto
3, per Vicario Malatefta Tedefco y onde difce fero i Ma*
5, latefii , che poi vi dominarono etc
» Cipriano Manetti da Orvieto nella fua Iftoria fcri-
3> ve: Enrigo IL moffe guerra in Germania contra ì Bo*
9) emi nel mille > e cinque * In quefii tempi i Malatefii,
jj fatti già Signori di Rimino da Ottone 9 favorivano /*
5, Imperio ìnfieme con altri gran Signori, e Genti luomi-
5, ni 9 che erano refiati in Italia per l* Imperatore . Iru
35 quejl* anno il fuddetto Enrigo Secondo *venne in Italia
99 fu incoronato dal Pontefice
, e di [cacciò i Saraceni dal
)9 Regno
, confermando Chi ufi agV Orvietani % e confirmò
99 Rimino in Vicariato a Malatefii ec.
Tom.X.                          Q_                            a Ufcer-
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„ Uberto - Aufyratit «ella Vita dei éma'-&mig& IL.
,; conferma ^anto «a icritto C^piiano Malfeci* , et
„; a4ori v come rtìèrifce' il Betttìfll ridia defcciadaJie del
9> Cataro a 43* cioè * Multo* prò éo iti Imim Vimge»
j) rigate*• , fii& Vmarìm' tonfiitaitì nipote Malateftam de
>i Malatefiis- in dmmin® , -& iotias Momandiolae &c.
i'% Il Sigoaì© Je Megm Itali ai? j parlando d* Ottone.*
»,..Terza éril* arato 997. dice, aggiuftatidofi co© Mar»
« to Guazzo : Aprili Menft M&venna fui* , ir-f*; l'W
# Mamhioms Manti $ Feretri Wilios 0&fyM--t S aiutarium»
**•#**'» B&fchi f FMn&omii-> Carpii , ■&' Bufeèi Marchio»
-*$ ■'*** tffecit ,* #* M&Iatefinmqaemdam{ Germanam non»
ti nulli fttijfe perhièem
| Feudi* ali quo t in Romandhla
ȏemramt > * fitti Nobili* Malatefiaram Fmiilia iti
^ hufte uff uè. diem efi in e a Fwvimiu propagata é?t*
% Cfiftoforo Zarotto nel Ebro delle Genealogie del-
.&?■ le famiglie IJJupftri di Germania , ove fi cava V o»
a, ligine Malatetìi j parlando dello Scempia di Cafa
■» degli Ottoni Itrapetatori, dice : Ex Othone fecunda
tofmpetatore , èf ejx Teophania Augufla eia* Uxore >
il Fi li a Mitephori Imperatwi* Cofiantinopolitani ynatifant
ir Ótho Tertia* Imperatm-', l-fifei £}ax- Sax&niae % éT ^
& ìiifitti ex: AMifitt y& Gundoaldo) Duce Francomm Orien*
ir talia*») nati fum Jùaitfridia* Comes Amentiti t & Gel*
-$$ tradra »                                                                             «V • Ut • •
'■■■■" \n■'Mx Geltwtdai\ & Qthoberto Com.ite Habsburgt , a
1 y *f.nò daeant orìgtnem Comite* Mabsbargenfes nati fant
j, ÌJunifridius t cognomina? ti s Malatefta, prof ter eia* fé»
fjj fiierijfimatn naturai» j Qp- Uidaricm* Come* Egefhaiftn *
'3, M#nifridi## mgnomlnata* Malatefia *vemtm in Ita*
j, iiam mm Othone Tertio Imperatore, mikf firenaiffì*
4.jt m* «' > 'm ferociìffimu* malfa egregie geffit eontra Fa»
» mm Foamtèm Hetimum Septimam Ffettdo*Fiìntificem $~
$5,' ieMum| '■t$&?<ra Gregomuffl Qwintani <ve*&m», é^ legit»
" -y,; firnum Forniftem afiuem Otbonit Tertii imperatori*
aj! # faiiione Creftentii Moment ani Confali* M^manì , é*1
ix propper hoc Otbo Tenia* fetis Vkariant Ari mini , $*
iti peuitu* ipfum donavi t ; & fié ex ifio Malate fi a ime»
» fi*
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m.
)fr* rfmn w*sllUpì$m& mfàM Malatejlarum &e.
,? II Cavalier Clementu» nel primo Torno delle fuc
ò Iftdrie a 256* così fcrive * parlando d* Ottone IIF«
$, dell' atìn© 9?3* Tra i toòhì Bareni , Signóri, <r Nfr*
j) £/7* > ÉÉ& fegmtar&no Ottone : tome fi fogge Velia Òro*
I) nica di NoremÒergh) e iti dimerfi' Mìftri Autori, fu Ma*
>, late fi a » che al riferire &' Criftoforo Zaroto era Con*
iì te d* Ahfpttrgh
5 *■$■■■ Pronipote del detto Imperatore per
3> parte di for ella i Jet amile tratteremo nel terzo fé»
5, guente Libro % ejfendó il principale mio fcopo di ferì*
& *vèìre di Lui ■> e de'fmi de fendenti\
„ La fuddetta autorità ftà regiftrata ne*Libri, et Ar*
,y bori de' Malatefti viventi 5 fatti già -da' Bifavi loro;
j, e di più fcrive Giacomo Paci da Faènza in uru
„ fuo Consulto a favore de' Malatefti fopra lo flato
j, di Pondo * e prova , che detta Giurifdizione affieme
„ con Meldola} et altri luoghi gli furono donati da
^Ottone Terzo-
ni 11 Sanfovino fcrive , che a' fuor tempi viveva an-
w cora la Cafa Maiatefta in <3érmaaia<> e che il Duca
,i de* Due Ponti era di queJte, il che Veniva confer-
miti a to dal Marchefe Cado felice Mafatéfta di Rónco
„ fréddo 3 come aflTerifce il Cierrientini ec
„ Le fopradette autorità vengono autenticate da un*
„ privilegio di Federico Barbarofla , del quale fa men-
,, zione Raffaello Adimari nel fuo Libro intitolato 57-
irto Ariminefe , e 1* originale fi conferva appreffo li
5y viventi Conti Cefare , e Lamberto Maiatella di Val-
,y doppio, dove fi legge £ che detto Imperatore con-
rt ferma a Roberto Malatefta la Città di Rimino, do-
3i nata già a' fuoi Antenati da Ottone HI. e Gorra.
jì do I.
„ Neil* Iftorìe 5 € Manofcritti dì Rimini fi feggè ,
„ che un Oiovaani con Malatefìa fuo Figlio Bno del
,5 1150. furono inveliti d'alcuni pezzi di terreno da*
,y Padri di Scokó* In quelle di Forlì del Cavalier
ss Marchefi fi motiva, che del 1215, un Giovanili ttià-
jj latefta Iti Podetìà di Fóri) * e <fte accafatofi cocl,
:*«*                                 CLa                          . » la
-ocr page 136-
£3Ht
„ la; Signora di Soglia no , fu con i défcendenti chia-
„ mato da Soglia no ; e il Bonoli parimente nell' Ifto-
j,, ria di Forlì , e il Paci nel detto fuo Confulto , e*
jv molt* altri atferifcono , che dell* anno 1213. Uberto
„d* Alberto Malatefta, Conte di Pondo > e Ghiaggiolo
„, fu col Figlio Lamberto fatto prigione de* Forlivesi,
3,, e che dipoi divennero loro Cittadini .
n>Jt, Dal che «'raccoglie, che avanti Malatefta, detto
M da Verucchio > e nel Tuo tempo > vivevano altri.del».
,,,, la medefima Famiglia, con titoli , e giurifdizioni. A«
3, dunque bifogna concludere, che la detta Famiglia.
35 non ha da Lui havuto il fuo principio , ma che-»
» molto avanti havefife havuta la fua origine , giurìa-.
» la comune opinione ,.
^ La quale vien corroborata da alcune Bolle Ponti-
,3, flcie ài Giulio II. e Leone X. di gloriofamemoria %
w che fi confervano appretto li fopradetti Conti di Val-
,) doppio, nelle quali vengono reftituite a Hi Conti Ga-
« leotto 3 Labiano 3 et altri? Cartelli di Valdoppio>
j> di Cufercole 3 di Pondo } di Monte Vecchio , ài
33 Muftiolo , et altri 3 de* quali erano itati fpogliati dai
M Duca Valentino ,* et in effe Bolle fi legge il poflTefTo
3, goduto di detti Gattelli da detta Famiglia per più d*
33 anni trecento addietro*
s, E di più attefìa il Cavaiier Clementi ni nelle fue
w< Iftorie 3 che nella Penna de* Billi, nella Cafa di Si-
3, mone Simonetti iP fi vede un Arme de*Malatefti, le-- :
3, vata dal guafto dell* antichi/lìmo Palazzo di quella-.
3,3 Famiglia , e fatta nel mille , e quattro;, che in una
3, muraglia dirupata del Carrello di Pietra Rubbia fi
,j vede un* Arme de* Malaterii fatta del 1060, e che»,
^ altre fé ne vedono in quei contorni vecchiffime 3 le
43 quali pofte in Muraglie Cartellane , dinotano domi» i
3', nio j e, confeguentemenre diraoftrano > che la Cafa_*
3*3 Malatefta fino da quei tempi haveva havuto il fuo
3, principio 3 e che di già erano Signori grandi iru
33 Italia .
                                                                            v ;
h la confìrmazione di che > fi vede una Bolla di
-ocr page 137-
'
^Bonifazio Papa del 1297. efifteme nellVArchivio de*
,T Padri Minori Conventuali dì Rimino : diretta a quel
^Guardiano, dove fi leggano le feguenti parole: Ex
,, parte dìleBorum Filiorum Comunis Arimim , et Ni»-
„ bilis Viri Malatefta de Vertutilo &C» Onde P efiero
,, ftato dichiarato Malatefta dal Papa per Nobile > ■&
y, congettura certa , che non era per fona nuova , uè
„ Gaftellana di Verucchio ,* ma Signore di detto Gà-
„ ftello , e difeendente da Nobil Profapia : attei© che
,, in detta Bolla vien replicata ben tre volte quefta^
„ parola di Nobile,, il che non fa di Galaflb > Conte
yy di Montefeltro, e d'Urbino , Famiglia tanto celebre,
,, come oflerva il Ckmentini. nei primo Tomo delle
„ fue Iftorie a 5.17.^
                                                   L .
„ Dalle quali cofe tutte parmi r che refti conclu-
„ dentemente provato , che Malatefta detto da Veruc-
jj chio 5 non fu il capo di quefta Famiglia , poiché
„ viffe fino al 1312. e fòpra s' è moftrato } che avan-
„ ti di Lui erano ftati al Mondo alni Malafedi Si-
ignori di Giurifdizioni *
>t. Come altresì parmi , efte dall' autorità fin qu|
„ dedotte non refti più luogo da dubitare , che la*
,, Cafa Malatefta non habbia havuto la-fua origine di
5, Germania, al tempo degl' Ottoni Imperatori , con-
» forme la comune opinione .
» Cib non oftanre , il Padre Verucchino fi è sfor-
V> zato di provare r origine di Cafa Malatefta efter
„ da Verucchio, e che Malatefta, detto da Verucchio>
» fia ftato>, il capo-di quella Famiglia ,. di cui ecco il
p riftretto*
>j Dei 914. Corrado I. Imperatore donò a Cafa Ma*
» latefta la Città di Rimirò.:\\
t>, Hunifridio Malatefta del 1002» fu confermata SÌ-
,, gnore di Rimini da Ottone III. e da effo ne nac-
js que f et hebbe origine in Italia detta Famiglia* e;
a generò
„ Lamberto Vicario Imperiale iti Italia, ed effo generò;
y» Pandolfo > che fu .Signore d* Ancona } dal quale
,, nacque
                                                               n Ma*
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■Il. ■                                                                                                                                              .
' *, mrkèfta Strofe ài Foflbinirbne* il qua! hefebe
jfWi F1gfì# détto ih
               ,            . „, i '
" ), CàM^ì che fu Conre di Romagna , e da erto ne
■'ff èacfue Martin© } & Malateftinò , e
»y Roberto , che? fa confermato Sigtfófe 4i Rimino
J, dà Federico I. e da efo hacijtfe
.,, FandOlfè', <?fM generò Rig&inolda * che fu Moglie
j, di Rtfmbàìdo di* Sigari dr Coliamo, Cario, morto
& ■ Infante , :<e;' • , > '• '■-' - « i '•- ^ ■
             ■ i w £ &r/?■; h ■■ &
*» Ffatìdéfco Sigtfmotfdo, Signore di Rimini,dal qua.
jV le nacque €unzà M@glie di Guide* fecondo Re di
s, Cipro, Giovanni i dal cjuale difceiero I Osmi di So-
,, glianó , e di Talattfèlla , delia qua! Linea oggi vi-
», ve il Conte Gio: Batifta d'anni in circa 45. e
: >» Malarèfìa, détto; di' Pernia j il quale generò Imigle
Guido, è
ìt Malatèrtà détto dai Veruccliio » dal' quale nacque-
,, tò Malateftino
r il di cui Ramo-è fpento, Giovanni
fila di cai Line& parimente è eftiutamj Pandolfo da? cui
», difcendono i Nobili viventi di V%riè8ì&, della cjual
», Linea éjfèi vive ti Màrchefe Roberto d'anni circa
ff 401 -e ■                                                     ti n
Pàolo il Bello , che genero Batìdino, Malatefta, .«
^Uberto, che fri Signore di Cèfèna, e da effo na-
m eque
», Rarnbértò Cónte di Ghiàggiólò » che ftì ricevuto
A fotto Ja protezione della Repubblica Fiorentina , e
if generò Francefcó ., é
, » Nie co lo Co n te di G ià% gitilo , dèi $ué 1 e nàcque co
,» Ramberto , Galeotto, e
», Malàttfta , che Fu Pàdfe di Hicfeoìò detto Cocco
», (quale maritò Ermelinà fua Figlia nel Conte Gio?
», Franéefco di Bagno » con dote di Giaggiolo) Ram-
if-bertov è ■**':■'           ms0vm 'mimili
é P&iidbllo Còiite ?di tìuflèrcóle K che fu Padre di Gio-
„ vanni, dal quale difeefero i Conti di Cuferéole , che
3) fòrte ti&iiìii'? d* Antonio, da cui veiMiertì i Conti ài
j>
Mónte Vecchio» m <jual Linea pure è fpenta ; e di
», Cui»
*
-ocr page 139-
n Guido, dal ijuale ffifcenifono ì viventi Cqftti* Cela-
„ re d'anni 31. e talnbertó d'anni 2^. Conti di Val-
„ doppio , e Signori per una parte della Signoria di
„ Particeta : e i detti Conti /Guidò , le Antonio di
„ Pandolfo, e Pandolfo figlio di Giovanni furono fpo-
,, gliati dai Duca Valentino delle loro Giurifdizioni ,
», che poi da Giulio Secondo le furono reftituite , e
„ confermate per fua Bolla a* defce^ndenti da Leone»
j» X. e Clemente VH* di felice memoria -
„ Guido Conte di Valdoppio , e Signore per lina-,
„ parte della Signoria ài Particela > fa Padre di Pran-
4, cefeo > è* Antonio , e di
^ Galeotto Conte 0 Valdoppio , il guale generò
„ Guido j e Malateita ( che hebbe Moglie , e generò
«> jGaieotte , Chriftofoio , e ptancefeo 9 <quaii tutti fo-
n no moni fenza fucc£ÌTi©j>e mafcolina > e
„ Lamberto Conte di Valdoppio , e Signore per
« una pam della Sjgnqria di Particeta * dai quale fu
„ generato
n Cefare Conte di Vaid©ppi> j e Signore per una
„ parte della .Signoria di Particela > che gelerò Lam»
s, terto |; Carlo >y # ;
n Fcancefco Go*ire di Valdoppio > e Signore per una
3* parte della Signoria di Particeta , dal quale fono
3> nati, Ceface oggi vigente, Carlo* morto Fanciullo , e
„ Lamberto, Gio: Bautta Conti di Valdoppio, e Si-
n gnori per urna: parte delia Signoria di Particeta j ed
„ eflb Lamberto ha generato Francefca Giovanna , E-
), lifabetta Caterina , e
„ Francefco Maria Sigifroondo , che del prefento
si mele di Gennaio 1697. ab Inc. finifte anni cinque.
LE.
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L E ZI O NE
X.
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I, BELLA C ni £S A £ JlON^^rEKO,
D* A N N A L E N A IL
t *
.... ' " II» }. &i) . .1 .' j*
A Galeotto adunque, Conte di Val-
doppio , è da Maria degli Orfini di
Róma nacque nel 1426, una Bambina,
chiamata nel Sacro Fonte Annalena,
o da Anna Elena) noftra Fondatrice,
che fu maritata a Baldaccio AnguiJla-
ra d'Anghiari, del quale rimafe Ve-
dova il dì §t di Settembre del 1441. Come quefta Gentil-
donna perdefle il fuo Marito , leggafi 1* Ammirato nel
fecondo tomo delle Storie Fiorentine all'anno 1441.
pag. 37Ì dove racconta il funeftiflìmo avvenimento per
cui Baldaccio perde la vita , e dice come fegue „ Ma
„ un cafo atrociflìmo, commeflb per ordine del Gon-
,, faloni ere Orlandini, diede in quel tempo affai da_.
*, mormorare alla Città , facendofi di quell* azione va*
5, rie congetture e giudizj fra '1 Popolo . Portava co-
•■$ ftui odio mortale a Baldaccio d' Anghiari, huomo
>s in guerra per condur fanti fHroato molto eccel-
« lente ; e della cui valorofa e fedel opera in molte
„ imprcie s* era la Repubblica Fiorentina fervila . La
„ cagióne dell* odio era , che quando 1* Orlandini pro-
„ pofto alla guardia di Anghiari, di quel luogo brut-
„ tamente ù fuggì , ne fu e con parole, e con lette»
„ re feveramente ripre'fo , et accodato da Baldaccio,
„ Percliè cifendo venuto il tempo del fuo Magi Grato,
9) all' Orlandini , a cui profondamente quefta ingiuria
y, era penetrata nell' animo, parve efler venuto il tem.
„ pò di vendicarci • E ufando T Anghiari di venir fpef-
» io
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I2£
s, fo in piazza, per trattar coi Magiftrati delia fua con«
5, dotta : il Gonfaloniere, havendo apparecch iato quel-
j, lo, che gli facea di bifogno, mandò per lui, quali
5, della fua condotta volelTe parlargli . Ubbidì proma-
ni mente Baldaccio, non credendo, che con l'autorità
55 publica volelTe TOrlandini delle private ingiurie pren-
j, der vendetta . E dopo 1" havere alcune poche volte
„ lungo l'andito delle Camere de* Signori col Gon*
5, faìoniere palleggiato , le quali eiTendo d'alfe, poco
y innanzi erano ilare fatte di mattoni , fu con grand'
j, impeto da moki Armati s che ivi entro ad alcuna
3, di quelle Camere nafcofì fi itavano, affalito : e.l'.'ef-
j, fere in più parti ferito e prefo , e per una delle
„ {inerire, che in Dogana rifponde, gittato giù, fu
5, tutta una còfa » Onde per moftrare , che ]sl»
„ caufa fufTe pubblica, gli fu ivi a poco, così morto
9, come egli era , mozza la tefta . Jl Cambi dice ciò
,, efler fucceflfb, perchè quello Baldaccio havea nella
5; prefente guerra meflb a facco Sughereto , del qual
„ fatto fé ne dava il carico alla Repubblica , la qua-
,, le, per far fede , che ciò non era di fua volontà fé*
„ guito, ne volle quel gaftigo dare al peccatore , che
„ il fuo fallo havea meritato. Il Machiavelli afferma,
„ oltre lo fdegno dell* Orlandini, ciò eflere fiato fat-
j, to con confcntimento , e di ordine de' Governatori
9i dello Stato; per abballar la potenza di Neri Gap*
,5 poni, di cui Baldaccio era amico: dubitando, non
„ con quella congiunzione , e per mezzo delle altre_,
„ fue qualità, in guifa diventafle grande il Capponi,-
,, che non folle in lor poterla poi di maneggiarlo .
„ Onde gravi pericoli allo Stato , e a loro , che lo
a reggevano , in proceflTo di tempo foifer per derivare .
„ Un certo Naldo Naldi in una vita , che fcrive di
„ Giannozo Manetti, dice, Baldaccio effere flato uc-
j, cifo da i Fiorentini ; imperochè egli era fiato con*
„ dotto dal Papa , e haveagli fatto contare otto mila
„ Fiorini d' oro : dubitando , che il Pontefice , il
„ quale non potea patire.^ che il Conte Francefco
Tm. X.
                           R                                gii
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13°
>, gli occupale la Marca » col mezzo di querVhuomo
si cfperimentato nelle cofe miliari, qualche cofa con-
}, ito lo Stato del Conte non maecfeinafTe. Anzi mo-
li ftra eflerfi il Pontefice della coftui morre fieramen-
5; te sdegnato con: la Repubblica > la quale mandato-
» gli il Marat ù» per placarlo % trovò difficoltà gran-
n difìlma a rammorbidar l'aeimo fuo5 commofTo dall'
)$ ira : fiora rinfacciando i benefici fatti a* Fiorentini :
y, hora inoltrando ia quanto poco conto era tenuto
j> da effi , che in fu gli occhi fuor li haveflfero con-,
?> ranca crudeltà uccifo un fuo Capitano e amico.
jì Qualunque folfe T uno di quelli rifpettf 3 o pur tutti
;» infieme fi fofler, della morte dell' Anghiarf flato ca-
» gione j cotale fu il fine di sì valorofo Gondottiere}
ti quale fi è raccontato » Di cui reftato un picco! Fi-
3j gliuoJo } e quello in breve tempo mortoli, alisi fua
» Moglie 5 che Annatona* riebbe nome , e nonefta e_*
,, valente Donna fu al pari di tutte l'altre di quel-
>, la età ì del caro Marito > e dell' unico Figliolopri-
5S vata veggendofi i parve di volger tutto il fuo amo.
)> re, e tutto il fuo animo al fervigio di Dio; et fat-
,, to delle fue Cafe un Monaftero j che del nome di
5) lei il Monaftero di Annatona ancora hoggi chia-
,) miamo >• e in quello con molte Nobili Donne rin-
j, chiufafl , quivi untamente il rimanente della vita fi
i, ville, e morì . ,,
JL Ma giacché quello Iflorico nulla àlee del Fi-
gliuolo dell'infelice Saldacelo ; e poco affai della Ma»
dre > riferito io parecchi cofe conducenti alla chiarez-
za della Storia ; ed a dimoftrare principalmente la trac-
cia mirabile , colla quale Iddio difpofe 1' afflittifììma
Annaiena ad efemplì grandi di fantità . Prima però,
||e mi sfugga dalla memoria > notar mi piace 5 co-
me effa rimafa in età puerile priva de* fuoi genitori ,
fu fatta venire a Firenze > per allevarli nobilmente nel-
la Cafa di Attilio di Vieri de* Medici > co i quali per
conto della Or/Ini Madre eravi attenenza di fangue ,*
t erefeiuta nelle virtù e nella età effendo ormai nu?
bile,
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1*1
bile* da Cofimo de1 MedicJ Padre della Patria fu maritata
col fuddetto Baldaccio ài Piero di Anghiari., Conte 'd*
Anguillara, dal quale ebbe un folo figlio Sopraccennato
dall' Ammirato * e che noi Alila fede delle Scritture
autentiche nell'Archivio del Monaftero, lo chiamiamo
Guido Antonio. Quefti prospero crefcendo negli anni,
dimoftrava un' indole fervida > e piuttofìo fiera, da fra-
ftornare non poco le pie intenzioni , che Annalena
andava concependo nel fuo irato vedovile : quando il
Fanciullo contratto avendo perlifero male nel 1450.
dopo il viaggio ài Roma } che pofcia diremo y Ci mo-
rì in Firenze nel Bor degli anni fuoi , voluto avendo
Iddio con quefta morte accrescer dolore ad Annale-
na j ma infiememente darle maggior libertà , & como-
do , per maturate il fuo fervente concetto di abbando-
nare il Mondo . Fu il Figlio Seppellito nel Sepolcro
paterno , che al dir del Roilelli nel fuo Sepoltuario ,
trovati al num. 100. nel Chioitro ài S. Spirito dalla
banda di Via Maffia } coir Arme della Famiglia ( in*
oggi confumata ) e breve Infcrizione , che dice :
sep. baldacci1 .de anghiaris , et svor* desc
mccccXu*
Ed alle Riformagioni del povero Baldaccio Icggeu* nel
libro di deliberazioni dal 1430, fino al 4®. come la
Repubblica Fiorentina gli fa il privilegio , che eflb ,
e i fuoi Figli j e defeendenti per linea mafculina » fieno
veri Cittadini Fiorentini ; che pollino godere uffizzi e
dignità > e che fieno efenti dalle gabelle j rogò Gio-
vanni ài Pietro da Stia , ed era Gonfaloniere di Giu-
fiizia ? Bernardo di Iacopo di Matteo (Ciacchi jg. Giu-
gno 1437.
III. Ma ritornando alla Vedova » non debbo ta-
cere quanto fulle di aiuto y e di confolazione un fuo
Fratello, Fra Ruberto Cavaliere dell' Ordine Gerofoli-
tnitano . Quefti era in Venezia , quando informato dell'
orrido cafo accaduto in Firenze , qua non tardò a
R 2                              por»
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13*
portarli per aiuto , e confoìazione d* Annalena ; ed
àncora per offerirle un nobile , e ricco Spofo , che.»
trovato gli avea in quella Dominante - Ma non va-
lendo punto i fuor gagliardi e teneri motivi a difter-
ìa dal piifiìmo penfamento di fervile Iddio m abito
Monacale , egli fi arrefe alla Sorella , e tutto fi ap-
plicò in cercare una Cafa» dove con altre'nobili Com-
pagne ritirate da r pericoli del Mondo , ella potdfcu*
menare vira Keligiofa ; e per vero dire, non fu inuti-
le k venuta di Fra Ruberto per fuperarne i gravi o-
ilacoli . Coneiefiachè dopo la morte di Baldaccio avea
il Fifco di Firenze prefa la tenuta ài tutti i beni ài
lui, niente lafciando alla Vedovella . Onde, prima che
fi' purifkaflero le ragioni (uq Dorali , convenne che_*
per anni cinque di molto fi affaticaile il Fratello; e
finalmente colla protezione de' Medici , ottenne che a
conto di Dote fi defTe ad Annalena una Cafa nel po-
polo ài S. Felice in Piazza , ed altri {labili , che ap-
partenevano in Firenze al Marito ; e tanto maggior-
mente i Fiorentini abbondarono nella reftiruzione a
favore^ di Annalena: quanto che fi vedea in qual o-
pcia l'anta , e di giovamento alla Citta penfava effa
ad impiegare le fue foftanze . Fra i beni, che ricu-
peio , trovo che fu la Cafa itefTa dove abitava Bai-
daccto , che nel Ì438. adì 16, Dicembre , avea com-
prata per feudi d* oro 700. dagli Ufiziali del Monte
Comune di Firenze , ì quali 1* avevano incorporata,
per debito di Iacopo ài Piero Bini, come per rogi-
to di Ser Paolo di Crifìofano Bencivieni appare nelif
Archìvio delle Monache . E quefìa cafa fu il princi*
pio del Monaftero , che in altra lezione vedremo, quan-
to fplendido riduffe , e magnifico .
IV. Intanto fu quello fine riporterò il fuftto di
alquanti Contratti, che riguardano gì' intereffi di An-
nalena aggiuftati per opera del Fratello ; e fono una
confermazione fatta dalla Repubblica della Cafa , che
comprò Baldaccio , fognata cesi : in pop. $. Felicis
in TI atea in Via S. Maria* Ego Petrus Caroli
Fi<io
Ciwis
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13 i
Ciwh Fior» 1455* 2i* Augufli . E notabili fono i tito-
li co* quali parla la deliberazione, cioè: Nobili* & e.-
gngta Domita Annalena Vidua
, (^ fili a olim recolendg
memorie Corniti* Galeotti de Chiufènole partìum Roma®,
diole
, et Vxor Strenui Viri Baldacci olim. Pieri de Ars*
glario ;
2. un Comprometto ; Fra Ruberto fil. olitm,
Corniti* Galeotti de Malatefiis Frocurator nomine AnnS
lene eiufdem Fratri*
, Sororis , & Uxori* olim D. Bai*
dacci Tetri Vanni de Anglario ex parte una
, Ò* Domi-,
nus lacobus Angeli Prior Bcclejìe S* Donati
, & S. Ni-
colai de Burgo Colline nomine diBe Ecclefie cornar orni fé*
runt in R. D. Leonardum de Salutati* Epifcopum Fé fu*
lanum
, & in D. Zenobium de Guafconibu* L V. DoBo»
rem
, la differenza d* un Mulino comprato da Baidac»
ciò d* Anghiari, confino a detta Chiefa. Giudicano gli
Àrbitri , che il Mulino fia della Chiefa , e che il Prio-
re paghi ad Annalena per una volta 150. fior, rogò
Ser Antonio di Ccluccio Salutati 1455. ABum in Po*
puh S. Marie in Campo
. Né da ometterli è la notizia
della quantità della dote , che ebbe Annalena ; lo che
appare ne* protocolli di Ser Niccolò di Maefìro Pie-
ro di Michele Puccini da Pefcia , dove leggcfi come
fegue : 1438. Domina Elifabet fil. bo. mem. Corniti* Ros
berti Corniti* Si moni* de Batti/olle
, $* Uxor olim Co*
miti* Rainutii de Corsara
, aiTegna la dote di fiorini
di ©ro due mila alla ContetTa Annalena, data per mo-
glie a Baldaccio d* Anghiari ec. ABum in domo habita»
tioni* diBe Elifabet in pop. S* Felicitati*
, Ego Ni*
colau* olim MagiJIri Tetri Michaeli* Puccini de Pìfcia ,
V. Prefe dunque la noflra Annalena , ( e non
mai Maddalena, come erronamente la chiama il Padre
Maeftro Maccarani nella Vita di S. Antonino , ftampa*
ta nel 1708. ) la tenuta della Cafa di Baldaccio, fuo
marito adì 4. di Febbraio 1445. ed unitala venfimil-
mente coli' altre due Cafe, delle quali ragiona il Sig.
Manni a pag, 9. nel fuo libro delle Terme Fiorentine,
ed accenna al Sigillo IV. del Tom. XIX. da effa com-
prate preventivamente, nel 1453. dovette cominciare a
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*24
dar qualche Forma più* araptar almeno , e più re*
golare alla fabbrica del fuo Motiaflero . Non fark fgra-
devole ancor la notizia da chi ella comperale tali ca-
ffi ., tratta dal]' Archivio pubblico Fiorentino , nel
Protocollo dì Ser Srefano di Antonio di Piero di
jVanni : 1453. 12. lumi. Nobili* Domina Annoienti)
^Comitijfa filia olim Magnifici Corniti* Galeotti
, flit
olim Magnifici Corniti* Nicolai de Malateftis
, emit a
Stellano olim Nelli Ser Bartholomasi S emetti Ci^tL,
Fiorentino
, Topati S. Felici* in Piazza, tre* domo*, que
olim icrant ad ujum St#]>he
, & /* *?t exercebatur, é*
erat Stupha in Fofulo S* PetriCattolint
', 0 in mia} que
dicitur
, la mia di Piazza &c. \xt quejfto fuddetto rito
adunque , ove erano le dette Cafe, Ja predetta Ma-
donna Annalena fece edificare il Convento di Mona*
•che dell' Ordine di S. Domenico* E qui per maggio-
te ^chiarimento è inoltre da dirfì ,, che del predetto
Stefano era Avo Ser Bartolommeo di, Ser Nello di
•Ghetto Sinibaldi, del Comune di Momecuccoli di Mu-
gello ) i di cui Antenati detrono il Gattello d* Arria-
xio del Comune di Momecuccoli, il qual Camello oggi
è disfatto per cagione di detti fuoi antichi. Tal noti-
zia .rilevali da tana tambiirazione , o fia accufa fegre-
ta ; pofta nel tamburo a ciò depurato , eiìitente nella
Chicfa di S. Maria del Fiore • Come il tutto può ve-
derfi nel libro intitolato ; Quatenns malefitiorum Fra»'
iifei Domini Napoleoni* de Parifiani* de Efculo Execu*
tòri* Anno i$$^'fa£~
.1,85* «Mente detto Jibro nella
Camera Fifcak di Firenze, Lo che aveva a (ferito Piero
di .Gio: Monaldi nella Storia delle Famiglie Fiorenti,
ne: dicendo, che la Famiglia -deVNelli diTcefe di Mu-
gello , dove furono Signori di Montecuccoli, Monte-
buiano , e Gitorniano '.Ca.ft.ejla... Dal detto Stefano di-
feende la foprannominata Famiglia, al prefente enfiente
in Firenze, ja quale in antico denominoffi de* Sernelli,
e Sinibaldi , come leggefi nella Cronica ài Bonaccorfo
Pitti, il quale parla di detto Stefano, in congiuntura
.di aver .maritata ;una Tua .figlia .al predetto de* Nelli ♦
LE-
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13$
XI
LEZI O N E
&-ELL4 CHIESA E UOK AS TE RO
D* A N N A t E tf A . III
Ifpofte Così faggiametite le cofe , fi
trasferì la noitra Venerabil Matro*
X\ na al fuo Monaftero , giufta i ricor*
I ] di dei medefimo, nel mefe di Giugno
'/ di dett* anno > con le dodici nobili
Compagne, veftite dell' Abito di Ter-
ziarie Domenicane , che neli* an-
no antecedente ai 4. di Agofto avevano ricevuto con
folennità nella Chiefa di S.. Maria Novella , ad iftan-
za di Sr Antonino Arciveicovo Fiorentino, dal Prio-
re di quel Convento, Maeftro Fra Stefano Benincafa,
famofo Rejigiofa per le fue virtù, e per moki ed 0-
norevoli impieghi, che efercitò nel corfo di circa 60.
anni di Religione. Egli nell'anno 1454. era Priore
del Convento di S. Maria Novella ; morì in Firenze
adì 2. Agofto 1491. Potendoli a buona equità da noi
ftabiìire il detto giorno dr Agofto del 1454. per epo»
ca certa dell* incomineiamento di quefto Monaftero ,
per la cui fondazione erano già cinque anni, che fi
difponevano tutti i mezzi neceflarj a sì fanto fine da
Annalena, Donna prudente, e piena di fiducia in Dio.
Imperciocché già nel 1450. fi era portata a Roma a
tal propofito, e colla protezione di Cofìmo de* Medi*
ci, aveva otrenuto da Papa Niccolò V. un Breve dei
12. Dicembre di ampia licenza di poter ricevere , e
tenere a convitto ctauftrale in fua Cafa 20. 30. e an-
che più, di qualunque età , oneite Fanciulle, o Vedo«
ve ,
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ve, le quali defideralìero di fepararfi dai Mondo ; e di
profetare la Regola del Terz* Ordine di Penitenza del
Patriarca San Domenico. Noi diamo qui per exienfum
il fopraddetto Breve.
NìcolausV, Epìfeopus Ser<vus Ser*vorum Dei. DHe-
Baein Chrifio Filiae\ Nobili Midi eri Ann aelene de Mala-
tegli s relitta*' quond. Baldacii Angui llarie Viduae 3 Fioren-
tine commoranti falutem
, é* Apoftolicam benedi&ionem,
Tiis
? & humilibus fupplicum voti* , illis pr nefertimi per
quae ad bene
, beat eque vitendum aBus fidelium diri*
gantur
, & bonorum operum aBiones > ex quibus veri fi*
militer falus proveniat animarum
5 l'tbenter annuentes,
eaque favoribus pròfequimur opportunis, Exhibita fiqai'
dem No bis nuper prò parte tua petit io continebat
, qnod
tu iterati
> vicìbus •> ante 9 & pojl ipfius viri fui obitum,
Altìjjìmo perpetuo famulari
5 &, Beo te deducente , t>c
perpetuo futuris temporibus continentiam fermare affé**
Banfi nonnullas honeftas Virgines
, é* Mulieres , quae
perpetui s futuris temporibus Chrifio le fu Fi Ho Virginis
famulari
, eique vota fua exfolvere affeBarent , tecum
una in propria tua domo3 tuis
, fumptibus & expenjis edu-
canda* recipere
, & tenere <voluij}i , atqtie propofuifti ?
prout adhuc per ferver andò proponisi fi ad id Apoftolicae
Sedis
j prò tua 5 & earum tranquillitate & pace , net
non ad obflruendum obloquentium ora
, interveniret affen-
fus . Qu^are prò parte tua Nobis fuit humiliter fupplica*
tumj ut huic pio pr o^ofito affi fiere i tttque illud adim*
plere valeas
, concedere de benigni tate Apofiolica di gnor e '
wur
. Nos igitur, qui falutem appetimus animarum , fpe*
rantes ex hoc fruBum boni operis • & reduBionem alia*
rum Virginum
> & Mulierum verifimiliter provenire } bu*
iufmodi fupplìcationibus ine li nati Tihin ut viginti
, t*h
ginta} quadraginta
5 feu plures, aut pauciores cuiufeum-
que aetatis
, honeftas tamen Mulieres > tam Virgines, quam
Viduas, una tecum
, ut premittitur, honefie vivere, & in
eadem domo fponte refidere ,. et commorari volentes
, re*
cipiendi
, & in eadem tua. domo Altìjjìmo famulantgs per»
petuo retinendi 3 licentiam concedimus per prefentes
. Et
-ocr page 149-
-                                                                                                   *3T
infupt i *&»*£ *# eadem domo honefle manferitis -, in i £<#
i&fmodi laudabili propojito ferfeweruntes > quod a qm~>
quant i quavi* auBoritate
, fetente*' > ^peligttomnter \4mfe-
, wójeftari \ feu perturbar?) dum <vixeris\: neque eas*
dem Multerei
, pojlquam ab bac luce migraderii, nullate-
nus waleatir ) wolumus fariter & mandamus
. AT#//* ^0
omnino bominum liceat hanc paginam nofirae concejfìonis j
<voluntatis , & mandati infrangere', nW ^y» temeraria
con trai re. Si quis atttem hoc attemptare fraefumiferi ti
indignationem Omnipotentis Dei } & Beat or um Vetri) &
Pauìi
, djfojlolorum eius, /* no<verìt incurfurum . Datum
Momae apud SanBum Vetrum unno Incamationis Domi'
niee millefimo quadringentejìmo quinquagejimo* Fridie Id,
Decembri
r, Tontificatus noflri anno quarto* V'è il Sigillo
di piombo 1 che ha impreiTe due faccie di Vecchj bar-
buti , che fono i SS. .A-poitoli. Pietro , e Paolo • Con
quefto Breve alla mano fi fa la critica alla fiera Cri*;
tica di Leopoldo del Migliore , MS. veduto già tra i
Bifcionani, dal Sig. Canonico Giulianelli » ed ora t'A-
liente nella Magliabechiana,. Quefta Critica del Mi»t
gliore è fatta alle Vite de' Pittori del Va fari . Dicea
il Vafari alla Vita di Paolo. Uccello, che il dettò Pit-
tore » in Ànnalena, Monafterodi Donne, fece due fi-
3, gure . „ Rifponde il Critico Migliore'„ Paolo Uccel-
„ lo muore (fecondo 1' Autore ) nel 1434- E quei
n Monaftero fi fonda nel 1455. per la facoltà con*
„ ceduta da Gallico III. ad Annakna, figlia di-. Ga-
„ leotto de* Malatefti, Conti di Cufercole in Romagna.
n E quella opera è meffa dell^ prime. „
II. Ma perchè molte eflere Cogliono le contradi-
zioni, che fi frappongono a chi laudevolmente operar
vuole, varj, e, fecondo l'umana prudera, informonita?
bili i contratti nacquero ad impedire i. fanti propofiti di
Ànnalena ; la quale, per ripararfene , oltre il òoftante
ricojfo a Dio colle orazioni , implorò lai protezione
del Santo Arciyefcovo Antonino , e la poterà delia,.
Sede Apoftolica . <^uindi io trovo una Bolla di Cal^
lifto III. de 19. di Giugno del 1455. Datum Romae
Tom, X.                           S                                an. u
-ocr page 150-
mm
35*
an,iiPon>ttficàtu^ì cèjlac quale fi dorrcede àd^ Ai$naf#«
na , - eufbe Cqmpagrie;i4S\>ror/tó Twta OvMm^d&.(J$&*
nitett:tia_
-,fe Bomh/ùr , >h facoltà • di erigere lidia « prò*
pria Gafa un pubblico Oratof ioy di celebrarvi *-M«ffààf
e:-divini Ufizj ■» e 1* ufo dfe|Ie4iCai»®a^e^«dùti^lndtó
in efla Bolla S* Antonino , efecutore independènre y$&
immediato &• faìre tutto ciò v che dalla divota Doixna
fi«,era etimandatdu-E« però il Santo- Prelato pienamen-
tfi"i^^ii^!^^c[l^^|sàBt^ » ;è divozione > e ritiratezza;
d^Hel nuòve Figlièi dìo ^^^i3»j|M^'0^'^few^f6€^fe
fo delle grazie Pontificie c5- cbme appare* dà pubblico-
iftrumento- , che rogò Ser Myancifcuz biim $er iacobà
Ser Antòniì
< S^v Romma^ e 'voile il medefimoj Àrcive*
fcòvo benedire ciì nr^ovo Oratorio y vuitàolatov S.» t§rei
fimo! Protomartire } et S^j.Vincenzio Fer-ttóòtfda'oig ih
ri ; Ilk :E per notare! altri\ impedirnehti non « Ibggierf 4
che £w d* uòpo alla pia Eorìdamce di iupeiare , il
primo fu co'Monaci Camaldolenfi ,. antichi Padroni
della Parrocchia di S» Felice in Piazza , net di cut
Popolò era l&rCafand* Annalena >o Avvero ilf fuo Moì:
trarìeCb . JGórìcidfiàchè noà "intendine^ pernii foliro i
Póricefici irti fi«àig\khti}:éònceflìoni^ ài preg«ùdfcar~e ai
diritti de* Parochr^j e però» gagliarde preténfioni < furo-
no sno fife da* Monaci Scontra P erezione di. detto Qr
ratorio s le quali farebbero andate affai a lungo 5
il credito > e 'venerazione» che godeva Sv Anttìfiiho
preflToì% Ga^nialdoletifi i non avèfie guadagnato V Abate
di Ciamaldoii p il jquàJe; generofamente rinunziò^ alle^
fue ragioni fenza veruna condizione : dando ad Arìija*
lena ampli filma licenza con fuo privilegio iticartape-
cora » nel quale leggefi fottoferir to ,* D* Thilippus jìé*
bus Ord. Cumula' S~ Telici* tè Tlutea
> Floxemia^Wfi
Manihtuf Inxrti ^: Bof^ìtì^* ^Ma^thms- I^aHhiii
ioT Iànii
x455*>Lai feconda difficoltà:» che" colio di^mo^a fati-
ca ,;fu la: libertà di non fortomettere il MonafterO ad
altri Superiori %l fuoriehè all' Ordinario . Pe^ la- qùal
cofa lunghe >i e replicate furono le moleftie» cagionate
al Monaftetò • £ì.è vi' volle meno, che 1* autorità Apo-
,-.. ,-mì                                       2                                 -.'•-■■ -ft©li»
-ocr page 151-
*19
fìoliea v come appa-re da parecchie Bolle 'Pontificie V<- &
manate in favor distai privilegio'm Imperciocché -voi
gliavano le Còjftitujzibni delfc^erzfivQrdine Penitenza
de' Erati Predicatori >■ dicfeià^afitè incapaci Mi^ goderei*
le grazie è privitegj p1^ deit*:€)r^ine,^quelle 'Suore4^%g
rifiutaflero; la ^fubòì^nazione alla" Religione Domeni-
cana . E mi convièa credere^vciiei.ja Beata Anirnadì
S. Antonino , veduta volare al Cklo da uu>àV;di igùè»
ite Suore", fbffekinVcspntraflfe^nò della, protezione j^che
anche di la su , avrebheKiU&amo fé&ukato ad averci
dei* Mòna toro a lAvvegnaciié^ ìion* fu malagévole ad; Ani'
«alena di ottenere dai Pontefice Pio II. graziofiffimo
Breve y che confermava ih Suddetto privilegio', con di
più lai lkbnzandi éa-Mammléiò•$&m$àmaii& altri due
<Don Venti; Vbiotto l|a direzione ; © ài Preti Secolari , "o
dfc Regolari.* IV $Irdvé ^ifcfeguenre;— hbip *<w#
M lab &MlK»fjihP%!*|H! #? «&!! Ì3Ìc#3 ti H
: r q £ i YDiltìlae '^i%ffi \$al~%è&&éfoJhi 'B'enediBionem .
nH B^t parte tua ^Mòbis ftìit naper ejcpojìtum
,quali***
Wtìehde^f^umetuinySo^rutpkui Ordini* in -domo tutù
éènédicmtel Aitiamo
|1 'i^fco oibBam y taf in ferppMM^?- pT0m
écime itiugetidum"- uì ìmtipfaadotoQ comode neqmafr lommó-
rtìrp'^M 'ltfenèo%i$\*lHb£'"à ^DeQ^mllatis
,..i ^^aliispiii
fufavenitvnib&si') iduas àlidi iffi$ Ordinis domos alibi
tyiHÉJ
ficare \i ac ex' eHufdenìS'àròribus ÉÌiàuas probatae >*vitaè
prò ip/lus Religióni s propaga t ione ad Mas ^transfer rè< de-
fiderai
' : Nói stative ^tuis.pìis fu^plìcàtionìbus in bàc
parte f amor abili ter annuente* <> tibi duas dotnos eiufdém
Ordinis in quibufwks. BioecefiÒMS^éf Ucis idonei s
, quibià
tibi «videbitur ^akf^ue^tafhen ali càius pr^iudicio f fundan-
di
> & erigendi , ae Sorores MBi Ordinis ad eas tran*
sferendi, grout dir eB ioni tue
5 & fuc ce dentium tibi im*
officio *vi de bit ur t auBorìtate Apofloiica
» harum ferie Uceti-
tiam ^oncèdimìis
-,..& facttUatem } et nihilominus #PW&%
& iSorùres 4ffa?MMxÒomorMm pacèm y et anitfiamm fa*
lutem\ auBore domino $conj"equi ^valeatis:3T'ibfP
#• trio»
mffis.Jètnorum^ quaesrunt prò tempore \ ut zdonm>sp$ffith
aligere Confejfarios tana S scalare?
V %uafà tetti tifcttwejué*
% l'ì\
                                  S 2                               Or-
-ocr page 152-
14*
Ordinisi Regutaref V #** confeflloniltts. <veftrivìèpéi finge*
larum ÌSororum earumde.m diligenter auditis , *ws
»> é* il*
kas quoque y>qu0Ìieil óftMs fuerit
* ahomnibus peccati*HÌdfy
firis yjiffitnmodo taira non f uerint y{poster qua Sed&s M*
fofiolha merito fit sonfatmday akfoMrenyié' poenjten-
tiam jalutarem ini ungere- nsaleat
, auBoritate fraefentium
indulgemus s in contrari um\ facìentibus
, &'non «obftan-
tih^s qmìbufeumque{{fi. ìz iid'ù/ìt UtpMk \
bn-K~b'fo% CU
{{&atnm Rome afutil-S* Vetmmfuhi AnÈulo Pifcat* dì?
%<j,,QBoh. iqói.
jP'mùf* anyfiW4àérm&[ \ ù-: il th aA-jm
lìd acciocché di rjqu-eftà.Bo ti ài negli r arin* avveniteÉési
folle impedito ! il fuo effetto , tra le poche memorie^
che abbiamo dì Giovanni de i Neroniì\ Arcivefcovo di
Pirenze y trova fi nei ì* Archivio.delle Monache^ ma ?hef-
isignò, fa a Dipìomàf$ che di >Roma egli. ma;«idò rad Aix*.
galena fcritto a*:2#s Dicembre del 1147Q. .àiana^/^ dèi
Pontificato di Paolo II. e chb irtfero^riportafi dal Si-
gnor Mann! al Tom. V» de-*; Sigilli pag, pi.VE nel 1507»
altro finiti Privilegio» ottenuto dal Cardinale Francefca
Soderini »• Riportato è il Diploma dal detto Sìg, Ma nei
a pag. 1J4. del-Tom» IH> de'Sigilli t Morta però^effett*
do la Fondatrice , fi rinnovarono le pretenfioiai del-
la Religione Domenicana, e tentativi grandi fi fecero
per volere .quefto Convento all' ubbidienza, dell' Ordi-
ne * Ma il Magnifico Lorenzo de'Medici » jaulla ^de-
generando da i fuoi Antenati > fempi?e portati verfo que-
lle Monache , tanto fi affaticò in favor loro; che col-
la Aia autorevole mediazione , nonoitan teche i Padri
Predicatori fofferó entrati in poflfeffo del Convento),,
Jos liberò dall' ufarpata iurifdizione,per mezzo idi fpe-
zialiffirna Bolk d' Aleffandro VI: del dì 1. Dicembre
del 15,00. che dichiarò il Monastero di Annalena, cicli-
te dalla iurifdizione del Maeflro Generale de* Dome*
uicani , leggcndovifi in effa quefte parole : Ut ab omni
fuperioritate Gen-eralis Ordini$ Fratrum "Predicaforum exetn.
jftaje Jttis y <vofque iurifdiBioni Confeffarii niejtri per qjos
eleBi
> {& eligendi , {$ per ordinanum confirmati % et
tonfo mandi damtaxat (ubieBac &c»
IV. E
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14*
, IV. E ritornando ad Annalena , di? fi vuole , che
veramente avea impetrato dalla Sede Apoftolica di pò*
ter fondare altri due Conventi del fuo iftituto ; poi-
ché troppo angurie riufeiva ' il primo al numero dì
cento , e più Suore ivi viventi , ed ogni dì crefee*
vano per la gara , che facevafì dalle Nobili FanciuU
le , di veftirvi 1* Àbito , in una Congregazione efem-
plariffima , data tutta all' acquifto delle Criftiane vir*
tu , libera da* voti , ed al folo Ordinano foggetta»
Quando eflVavendo efperimentato le tante difficoltà)
non giudicando di efporre le fue care Figlie a nuovi
contrafti , mutò penfìero ; e coli* aiuto del Comune^
di Firenze, dejla Cafa de'Medici , e di altre potenti
Famiglie Fiorentine, giudicò piuttofto di metter mano
all'ingrandimento del fuo Monaftero ; o fi voglia in
Chioftri , o Dormentori , o Officine , come in altra^
Lezione diremo . E per dare alle Suore uno fpazio-
£o , e comodo Giardino, comprò parecchi pezzi di
terreno , tra' quali uno, lungo , e largo braccia 80.
che vendè Meffer Matteo di Meffer Ellero , Rettore del-
la vicina Chiefa di S. Piero in Gattonino, per fiorini
d* oro larghi cento , che tanto leggefi nei rogito di
Sei* Domenico del qu. Antonio da Figline all' Archi-
vio Generale . E vifto eziandio dalla medefima Fonda-
trice , quanto angufto era V Oratori© de* Santi Stefa-
no, e Vincenzio, per le Ecclefiaftiche Funzioni ; oltre-
diche fpiacevagli , che V ingreifo principale di dett*
Oratorio metteflfe in una via ftretta , e poco decen-
te : venne alla fabbrica di nuova Chiefa , che è la^
prefente , comprando nel 1474. e 75. altri pezzi di
terra , e Cafe nella Via Romana , due maffimamente
da Stefano di Nello di Ser j Bartolommeo fulla piazza
verfo Boboli , rogando il Contratto Ser Stefano Van-
ni nel 1474. come di fopra lungamente ne ragionai.
E fu quefto fito inalzò la Chiefa, che reftò terminata
nel 147$. leggendofi nell'Architrave della Porta al di
fuori , incifo in pietra , quanto appreffo;
SACEL*
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mmmmammmmmmmmm
SÀOÉDLVM 5ANCT0 VINCINTIO ÒRDINIS PRAEDICAT«
DICATV^M ANNO SALVTIS MCCCCLXXV.- ^
»■■ *;'-^ « ■ *•»'■< i-i           n-w.'* f
'"''"J j <; *--'■; i-■-■--.'il u.-'■• ;,,                si iV ; Mi', 'Sili) i -: •■ ; ; .;,: (;,'.!('■, ■;,■;■*.;
È differendo ad altro luogo la deferitone di que-
ftà Chiefo , qui noterò uno sbaglio del Cerracchini,
che per altro ebbe tutto il comodo di leggere le fcrit-
ture, fpettanti al Monaftero, e purè neirifcrizione, che
eg'li mmty e^ che vedefi fuih Porta' dentro il ' Tetti p*'oh
dice^ che Annalèna lo fabbricò fopra la Cafa de'filo*
Antenati : in avitis sedibvs a fvndamentis erectw;
quando i foprariferiti documenti diéiofirattòj cne «An-
nalèna fondò ìa Chiefa fopra terreni comprati 9 e di-
ftanti un notabile fpazio dall'antica Cafa dì fuo Ma-
rito „ Altri accrefeimenti e vantaggi al fuó Monafte-
ro meditava la magnanima Annalèna, quando indebò.
lita affai di forze, confumata dalle Continue aiHnèn-
ze , vigiliej e fatiche , dopo avere avuta la cònr®lai
zione di veder venuto in sì grande ftima, ed amnià.
razione de'Cittadini in póchiflìttii anni il fuo Gonvétt*
to , colpita di fero accidente di apopleffia , dopò-Oli-
ver ricévuto tutti i • Sagramene , finì fantàmenfe i fuó;
giorni , i tre di Marzo del 1450.
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LE-
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L E Z I O N E
XII.
,        DELLA GHIE SA" E MOKJSTERO
D* ANNALENA IV-
LI                      iPiccarono in quefta faggia> e fòrteJ
Donna molte belle virtudi Criftiané ;
ma quella, così rade volte praticata ,
che rjcpnofcenza fi dice, formò il di
lei carattere*. Per non iftar a raccon-
tarne tutti gì' incontri della di Je»
vita, ne* quali quefta campeggiò, fi
accennerà folo la fua gratitudine alla Cafa. de* Medici,.
Angolare fua protettrice; pofciachè poco tempo prima
di fua morte , col confenfo pieniflìmo del Capitolo delie
Monache , dichiarò il Magnifico Lorenzo, e tutti i fuor
defeendenti, partecipi di tutte le opere meritorie : cioè
digiuni , attinenze, mortificazioni , divozioni , orazio-
ni ; e di ogn* altra pia cofa , che nel Monaftero foflV
fatta , e ne i futuri tempi follerò per fare le Suore *
Virtù che viepiù impegnò il fuddetto Magnifico ad
una particolare vigilanza fopra il governo del me*
defimo Convento ; maffimamente in queir elezione
faggia di desinare alla direzione di quell'Anime Metter
Lionardo de*'Medici, Canonico Fiorentino, e poi Ve-
feovo di Forlì. Per valutar quefto atto del Magnifico,,
farfa d'uopo, dall' inutile afeofo teforo degli ferirti
biografici del Salvino % fepolti nel Capitolo del Duo-
mo j^poter eftrarne qualche particella della vita di
quefto infigne Canonico, il quale per altro non ebbe
mai del Convento* V alToluto governo ; perchè quefti
fé io era rifervato la Cafa de' Medici, Il predetto'Leo»
nar-
■EH
U^H^^H
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*44
nardo per altro non mai mancò di far V ufizio di buon
Padre j faticando inceifantemente per Io fpazio di 30.
anni in sì bella vigna dei Signore, ed altrove ram-
menteremo altri diftintiflìmi favori compartiti dai Me-
dici a quefte Religiofe .
                                            ?
il. "Due furono i Monafterj, fondati a fimilitu-
dine di quefto d* Annalena , quafi che abbia vo-
luto Iddio confolare le brame di quefta grand' Ani-
ma , di cui era fìato il concetto di dilatare il fuo
Iftituto in due altre Gafe , approvato , come fi diffe ,
da Pio lì. e meiTb in efecuzionc , morta che ella fu»
con non piccola lode fua . Due Conventi adunque
nella loro origine prefero norma , e direzione dal
noftro , durando anche in oggi in una mirabile of-
fervanza , e fono; quello degli Angiolini in Firenze:
0 altro in Modigliana, detto della SS. Trinità. Del
primo già al Tomo II. di quefte Notizie Iftoriche fé
n* è data la ftoria ; del fecondo , benché foreftiero >
accenneremo qui le più particolari circoftanze, notate
ne* ricordi dell' Archivio d* Annalena > e fono cojne
appreifo . ,, Eflfendo flato in Modigliana, Diocefi di
„ Faenza , lafciata groflfa fomma di danaro , per far»
„ vi fabbricare un Monaftero di Religiofe del Terz*
„ Ordine di Penitenza di S. Domenico, da chiamarli
» della SS. Trinità, ed efTendofi voluto , che fia go-
^ vernato a norma, ed efempio del Monaftero di San
„ Vincenzio di Firenze , detto di Annalena , la Sere-
,, niffirna Granducheffa Vittoria della Rovere , moglie
„ del Granduca Ferdinando IL follecita della edifica-
„ zione » ed ultimazione di detto Convento, fece che
a, per Fondatrici andafifero colà alcune Monache dì
„ Annalena, e furono elette Suor Maria Regina Stroz-
IV zi, e Suor Maria Elena de* Medici , colla Conver-
» fa Suor Cherubina Bofi , che partirono i 28. Set»
„ tembre del i6$6. accompagnate dal Canonico An«.,
„ drea Quaratefi , Vicario di Fiefole , e da due Da-
j, me , cioè Signora Ottavia de* Medici , madre di
si Suor Elena , e dalla Signora Maria Sacrati da Par-
;, ma»
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- *.
*4$
„ ma. Arrivate ih Modigliana il dì 2* di Ottobre di
„ detto anno , il Vicario Generale ài Faenza Mon-
„ fignor Gori le introduce in Monastero , e vi fu
,, creata Priora Suor Maria Regina > e } dopo il Tuo
» triennio) le fuccedè Suor Maria Elena. Molti furo-
j, no i patimenti delie Fondatrici , che genejofamen*
j, te foffrirono nella malagevole opera di dare rego-
», lamento ad una nuova Comunità . Ebbero però h
„ confoiazione di veder quel Monaftero numerofo di
„ cfemplari Religiofe , le quali tutte per 1* acquiito del-
„ le virtù non hanno bifogno di itimele E chiun-
„ que ha occasione di trattare con erto loro, non fo-
„ lo reità edificato; ma benedice il Monaftero ài San
„ Vincenzio , che nello jpirituale diede a quel fanto
4, luogo ]' elTere. ,»
Itti Ma non ci trattenghiamo fuori ài Patria , e
ritorniamo al noftro Monaftero , e Ghiefa . E per far-
mi da quefta j fé la facciata oggi è ridotta in un an*
golo ftretto e feomodo , non fu difetto della Fonda-
trice , che la fece nobile con marmi , e pietre; ma
ciò provenne da Cofimo I. che di nuove fortificazio-
ni e gtoffi baluardi avendo cinto Firenze da quella.»
banda, venne ad ingombrare così ì*ingreiTo in quefta
Ghiefa , maiTimamente da .una gran Porta , detta an-
cor di prefente, il Portone 4\ Annalena .. Altra ài*
fgrazia toccò pure alia medefima facciata 5 forfè ca-
gionata dalla gravità del Baftione , che vi ftà a ridof-
fo : e fu che all' improvvifo rovinofamente tutta pre-
cipitò con rottura delle pietre , de' pilaftri , e del-
le colonne » Nella prefente Chiefa * benché moder-
namente fia fiata reftaurata , feorgefi però neir anti-
co difeono un buon gufto d'architettura , avente nel*
la tettata una bella Ttibuna , e lungo Ja Chiefa due
Cappelle per parte ., provvide d* ottime tavole ; veg-
gendovifj in quella della Natività di Cri/io, fatta da
Fra Filippo Lippi ad Annalena 3 un S. llarfone , che
è il ritratto al naturale di Fra Ruberto fuo Fratello
JMalatefti, il quale, fecondo le memorie del Monafte-
Tom.X.                           T                                  ro,
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14*
io, dopo lunga , àmorofa ," e fa rie abile fervifù fa-ttsu,
alla Sorella j andò a finire i fuoi fanti giorni in un
Romitorio vicino alla Città di . Viterbo • Le reftaura-
jgìoni poi della Ghiefa feguite negli anni più vicini ,
cioè net 1701. meritano commendazione, e memoria
gli eccellenti Artefici » e le Monache, Suor Maria Minima
Cord j roaflìmameme generofa in promovere gli ornamenti
d» Ila Cafa di Dio ► Col difeg.no adunque d'Antonio Ferri,
in detto anno reflò abbellita la volta di nobili dipintu-
re ; cioè d* un graziofo sfondo nel mezzo della Chie-
fa , dipinto da Antonio Domenico Gabbiani . Anto*
«io Pugliefchi fece altro sfondo lotto il nuovo Coro
delle Monache ;, ed il terso sfondo alla Tribuna di~
pinfe Pier Dandini : ricorrendo per tutta la Chiefa 1'
architettura a frefeo , colorita da Rinaldo Botti, ìtl*
compagnia di altri Pittori, e la fpefa totale al Libro
de* Ricordi fegnato H, pag. i?.„- trovai! e fife re rlata feu-
di 358. e lire 3. Le Cappelle fono di ordine compo-
rto con colonne di pietra ferena , trovandoli alla pri-
ma , entrando a mano finirlra, un m.iracolo-fo- Croce.
filTo di rilievo, che nelP avvenimento della foprariferìta
rovina della facciata s e dell* Altare contiguo alla Por-
ta , reftò illefo > ed appiccato ad un chiodo per un
falò braccio . Segue alla feconda Cappella la Natività
di Grillo del Lippi , come fopra fi è detto ; addirim-
petto viene S. Girolamo, orante appiè di Cri rio in Cro-
ce , che fece il Bronzino a i Signori Malateiti , noiu
mai feordatifi deìln Chiefa d'Annalena; e alia quarta
Cappella evvi una Nunziata, Ghc nelle maniere è mol*
to fimile al S. Girolamo* ,.s tliuU
IV. Il pavimento della Chiefa era una volta la (trin-
cato tutto di marmi ; ma portino in pace i Governa-
tori in quei tempi del Monailero , fé la Storia Fiorenti-
na lamentafi non poco di quel laftrico; pofeiachè que'
marmi contenevano inferizioni di nobili Famiglie, col-
locati in quella parte del Convento » che per ordine
di Cofimo I. fu atterrata, per dar luogo ai nuovi ba*
llioni della Città . E però fenza badare a quanti pre«
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?47
gevoli rnoniwnenti feppellivanfi » defiinati furono a tal
ufo , reftando le lettere ineifevi rivoltate j e fitte ver-
fo il terreno . Al prefente fparfe fono nel pavimento
non poche lapide, che andremo qui rammentando.
E1 in primo luogo enerviamo il Depofito di A^nsle-
fia . Era fiato il fuo Cadavero dentro una Gaffa Se-
polto nella Tribuna, falito gli fcalini fotto I'ufcio ,
che dalla Sagreftia metteva in Chiefa , che allora era
in quel luogo , dove ora è un inginocchiatoio per i
Preti , che fi preparano alla Meffa . Onde il Sepolcro
della Fondatrice rimaneva nel lato dell* Epiftola fotto
terra allato ad un pilafiro : e nel medefimo Sepolcro,
molti anni dopo erano fiate tumulate due altre Badef-
fe : cioè Suor Maria Malatefìi Nipote d* Annalena , e
Suor Chiara degli Albizzi . Seguita poi la rinnovazio-
ne della Chiefa , e deftinatafi nel 1548. nuova Sepol-
tura per le Priore, furono cavate le Offa delle tre fud-
dette, e nel pavimento innanzi all'Aitar grande furono
traslatate , con 1* appreffo Intenzione incifa in marmo :
D. O. M.
ANNALENAE MALATESTAE
CtVAE COENOBIVM HOC
TVNDITVS EXC1TAVIT
ALIARVMQ. AB ILLA ANT1STITVM SIPVLC.
MCCCCLXXXX.
A quefta Infcrizione fegue altra con 1* Arme delle.*
due Reali Cafe d' Aufìria , e de i Medici , collocate^
per ordine di Giovanna d* Auftria jGranducheffa di To.#
ìcana > e Moglie di Francefco I.
                             $
D. O. M.
IOANNA AVSTRIACA . EX AVGVSTISSIMA
CAESARVM. REGVMQVE GENTE
VXOR SERENISS, FRANCISOI MEDICES
MAGNI ETRVRIAE PRINCIPIS
SEPVLCRVM. HOC
COMMVNE HVIVS COENOBII SORORIBVS
. IN AMPIIOREM EORMAM
STRVXIT . ATQyE INSTAVRAVIT
AN. DOMINI MDLXXIIL
T 2                                 Ne
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H$
Ne è da tralafciarfi il thotivo » clic indnfie <-P anima
di quefta Sovrana a rinnovare il Sepolcro delle Mona-
che ; ciTendo fìata cagione di ciò la morte della Ve-
nerabile Suor Angiola di Francefco del Fartugia , Mo-
naca in Annalena, la quale» dopo breve malattia di
cinque giorni , confumata da digiuni , e dalle conti*
nue , né mai interrotte mortificazioni , il di io. di
Luglio del rj7j. con odore di grande fantità fi mo-
rì . E fparfafì tofto per la Città, che avefle ella ri-
cevute le Stimate , e confervaflTe nelle tempia impron-
tata la Corona di fpine » la GranduchefTa Giovanna
volle afllcurarfene con una vifita oculare. Onde» non
oftantechè foffe flato fepolto il cadavere della Suora
per ordine dell' Arcivefcovo;; tutta volta- in grazia del-
la divozione di S. A. fu quefto cavato dal Sepolcro
diciotto giorni dopo la fua morte, e permefFoalla Gran-
duchefiTa, ed alla fua nobile Corte, di fodisfare h loro
divozione : coftando dagl1' atti del Cancelliere Archie-
pifcopale , che chiaramente fi viddero nelle mani, pie-
di, e coftato , le cicatrici, ed altresì nel capo, fan-
gue vermiglio, che pareva vivo efcifle dalle punture ,
fatte dalle fpine y e due Medici di S. A. che fi tro-
varono prefenti, affermarono, non efifere quelle cofc
naturali , ma miracolofe , e da farne ftima grandiflì-
ma e Spettacolo, che fece ri fol ve re la GranducheiTa ad
ingrandire le Sepolture delle Monache . E la Princi-
pe ifaì che ne ordinò il rinnovamento, volle, che in
lapida fi poneffe la riportata ifcrizione ; ed in tale-»
occafione , dal vecchio Oratorio furono trasferite le
Oda di 120. Suore, collocate nel nuovo fepoìcr®,
con quefte parole :
              >'•,
HIC TRASIATAE FVERVNT SORORES CXX.
ANNO MDLXXIII.
Altre fepolture di Famiglie particolari trovanti allo
Cappelle della Chiefa , concedute dalle Monache , che
fi fono però rifervate il padronato degli Altari . Così
alla
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alfa Cappella delta Natività vi fono i Dinl, alla Nun*.
ziata i Landi, e al Crocifififo i Geraldint > onoratìffimi
Gentiluomini di Amelia , tra* quali qui giace Cefio ,
Cavaliere di S. Stefano , che fervi i Grandiichi Cofi-
mo, Francefco, e Ferdinando per 70* e più anni nel-
le cariche cofpicue di Corte , e ttell* Ambafceria a i
Duchi d« Ferrara, come fcorgefi. daU* Infcrizione fcol»
pita in lapida , che dice*
CAESIO GERALDINO AMERINO • EQ. 0* STEPK. QVt
CVM PVER ETRVSCORVM PRINCIFVM SERVITIO SE SE
/ADDIX1SSET PER LXX. ANNOS * COSMO U FRANCISCO
IT FERDIN. PROBATVS * PRAECLARISS* AVLAE MVNÈRIB.
ET AD FERRARIAE DVCES LEGATIOMBVS FVNCTVS . LXXX.
AET. ANNO MORTALITATEM EXPLEVIT- CGNIVGt OPT.
DE SE • AC DE COMVNIBVS: IIBERIS OPT. MER. NEC
NON NVMAE POMPILIO FIL. EQ. PROPRIAM' VIRTVTEM t«#
PÀNNONIAM . ET IN HAC AVLA TESTATO . IMMÀTVRA
MORTE EREPTO.. LAVRA EX GERMANIA. AC SPLEND1DISS.
TRAVASMONTOLF* GENERE ORTA . FRANCISCI NOVBVRGHI
CASTELLANTI. AC TVRRISFRANCAE DOMINI FILIA . QJAE
CVM IOANNAE AVSTRIAE COMES IN ETRVRr PROFECTA
MARIAE CHRISTIANISS. REGINAE ADOLESCENTIAE - ET
COSMI li. F1LIORVM INFANTIAE ADFVIT » AC TANTIS
ALVMNIS PIETATE, ET VIRTVT1BVS OMNIBVS INSTRVCTIS
DIV APVD PRINCIPES GRATIA . APVD CAETEROS. AMORE
IFFLORVIT.. ET IOANNES COSMVS FIL. EQ. D.. STEPHANI
PERVSÌAE.FT VMBRIAE PRIOR. FERDINAND!. ET COSM11I.
1NT1MVS CVBICVLAR1VS . ET DAP1FER . PARENTI PIEMTISS.
FRATRI . ET 0RNAT1SS. LAVRAE COVON1AE VXOR1 ì. SEP. HOC
SIBI POSTERISQ^ POSVERVNT . AN. DOM« MDCXIV-
LE-
-ocr page 162-
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Z I O N E
XIII.
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D E L Uà Q H ì 1 SA E MOÌtASTMKO
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AH N A L E N A
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«J ffi'M
Quella così illufìre Chiefa non manca
tpfj il pregio neppure della Dedicazione.
Seguì quefta, eflendo ancor vivente la
Fondatrice , la quale, ricevuto avendo
di molti aiuti e grazie dalla Famiglia
Soderini ; niaffimamente da MefTer
Tommafo, Padre di Francefco Sederi-
ni, Vefcovo di Volterra, fatto da Sifto IV* e pofcia
Cardinale, creato da Aletfandro VI* Ottenne h Sacra
^ella fua nuova Chiefa, folennemente celebrata adì 8.
dì Settembre del 1475. leggendovi!! una Iscrizione ,
compolìa dal Cerracchini, e recentemente pofta fulla
porta dalla parte interiore, che dice così :
D. O. M.
ECCLES1AM HANC
AB ANNALENA DE tyALATESTIS
SANGVWE. MVNIFICENTIA. RELIGIONE
HEROiNA TER ILLVSTRISSIMA
VNA CVM MONASTERIO SVB REGVLA
                l
TERTfl ORDINIS S. DOMINICI
CALLISTO III P. M. APPROBANTE
• i S. ANTONINO ARCHTEP. FLORENT.
                        vi
EXECVTORE APOSTOLICO
m AVITIS AEDIBVS . A FVNDAMENT. EXTRVCTAM
FRANCISCVS SODERINVS EP. VOLATERR.
EXINDE AMPLISSIMVS S, R. E. CARD.
IN HONOREM SANCTORVM STEPHANI PROTHOM.
ET VINCENTII CONFESSORTS
DIE Vili. SEPT. MCCCCLXXV.
EITV SOLEMNI CONSECRAVIT .
Il me-
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ìfi
Il medefimo Vefcovo' > dopo che Fu promoffb al Car*
dinalato, diede a quefte Suore altri contraflegni di'fui
benevolenza: e furono l'aver loro procurato da Giulio
IL di poter effe eleggerti , oltre al Confeffbre ordina-
rio , due altri Softkuti ad udirne le Confeffìoni , amo-
vibili adnutum della Priora; e da approvarli dall'Ar-
civefcovo Fiorentino : la qual licenza appare da Bolla
fcritta dal detto Cardinale , Rowae in ? alatto Apfio-*
lieo pridie non* lumi an*
1507. Fontificatus ih D. N&*
Jlri Fajfde lulii IL unno quarto ;
riportata dal Signor
Manni al T. IIF. de' Sigilli pag. 155. E venendo in detto
anno il Cardinale a Firenze » tenne pubblicamente la
Crefima nel Coro dentro il Monaftero ; e finita tal
funzione > nelP ufeir di Convento, afficurò tutte le>
Monache , che egli preffb la Corte Romana farebbe
ftato il loro Avvocato. Se poi avefli vaghezza di ripor-
tare qui le molte Ecclefiaftichc funzioni, fatte in que-
lla Chiefa, avrei molto da prolungare il ragionamene
*o . Tutte però fono regiftrate nel libro fegnato Ai
ed è intitolato Memoriale del Monaftero di $• Vincen*
zioy
e due ne accenno, per lume maggiore di quefta
iftoria, e che in detto libro fono notate , come ap-
preso :
                                                VP** {lì';
„ Anno i%66. 28. d* Aprile , Aleflfandro Strozzi e*
„ letto Vefcovo di Volterra fi fece confacrar Vefco-
3j vo nella nofìra Chiefa , nel che diede fpirituale^
•„ confolazione a tutte le Rdigiofe, le quali giammai
5, aveano veduta sì fanta e fotenne funzione 6 II Ve-
„ feovo cònfacrante fu Monfignor Matteo Concini, Ve-
y, feovo di Cortona: e Vefcovi-affittemi furono, Alfoo-
» fo Tornabuoni , Vefcovo di Borgo S. Sepolcro $ e
fi Lodovico Ardinghelii , Vefcovo ài Foffòmbrone.
Anno 1575. 8. di Settembre furono confacrati due
„ Altari di noftra Chiefa: cioè quello della Natività,
j, e della Nunziata, che erano itati interdetti dal Ve-
,> feovò di Camerino, Alfonfo Benerino, Vifitatore de-
j, putato de* Monafteri dif Firenze , dall' Arcivescovo
U Aleffkndro de* Medici . Fece la benedizione France»
„ feo
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», fco da Diaccerò» Vefcovo di Fiefole ,~ coli* affifteà*
a za de* Canonici Fiorentini, MeiTer Lodovico Martel-
j» li j e Metter Giovanni de* Medici. „
E benché altrove ragioneremo delle fante Reliquie, qui
non fono da trakfciarfi ì SS, Corpi d'Argentino Marx.
e Compagno, collocati in alto della iellata di detta Tri*
buca ,
II. Dalla Chiefàv paliamo a dir qualche cofa del
Convento,. Di quesitoj* le muraglie citeriori erano mu-
nite colia dipi nt^^ del JvJome SS. di Cesù fenza rag-
gi • E queilo mipenfo , perchè anco avanti S. Ber-
nardino., r adoperarono., ma fenza i raggi , le Con»
gregazioni dipendenti dall* Ordine Domenicano. Cofa,
che offervò ,al :SigilJo IV. del Tomo XIX» il Signor
jMa.nni • :E poiché quelle nobili Religiofe, colla licen-
za édl^iQxAw&rio $ mi aprirono la claufura, dandomi
ogni comodo M oflervare tutte je maraviglie del Mo»
naftero , cjuì riporterò quelle lodi e benedizioni , che
ad ogni mio .paifo, «ella per fonale vifita , attonito in
quel febee giorno , io .diedi di cuore, cai Benefat*
lori, ed a tutte le Suore .viventi, in ;una cafa fregiata
eli molti celesti» e ^terreni Splendori, Né giudico fuor
di propofito , che s'incominci da* nomi «dati a quello
Convento , jìfeontjando.fi primieramente la denomi-
nazione antica, di Convento, detto di Baldaccio, per
la frefea memoria e compafiìone nel Popolo» del cafo
acerbo ,d« sì valorofo Capitano . £ perchè quella Cafa
era (tata fino al 3435, de* Bini :5 Che davano il nome
a quella ftrada , talvolta strovafi tanche ne* poiterion
tempi chiamata Cafa de*;Bini. £ forfè molto tardi fi
incomincio ,a chianiare la Chiefa 4i S. Vincenzio, cui
era dedicata la Chiefetta ; e lìnalmente, erefeiutavi la
Congregazione delle Suore* ,appeJlolfi, come anche in
ogg»? Monaittro d*Annakna?. A tante però decorni*
nazioni , non credo che farebbe cofa difconvehévole ^
fé vi fi aggiugneife il nome di Monastero de* Medici *
Concioilìachè trovili quafi in ogni angolo del Conven-
to qualche notabile monumento de' benefìzi fatti al
Juo-
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"■ *                                                                                                                  ".■■■■ - ■-'=♦•' ^, j,.;à: -».*
v^ -*■■. ■;.,...                                     . -, '■>...■■                                                                                   '
luogo dalla Caia de' Medici ; oltre alle più antiche
memorie di Cofimo , e di Lorenzo innanzi al Princi-
pato : come già fi è dimoftrato, e gli efempii della^
benevolenza de* Principi 1* anderanno dichiarando nel
profeguimento di quefta Storia . Debbo però qui no-
tare la principale origine di tanti favori , compartiti
alle Monache da* Granduchi-, e GranducheiTe ; la qua-
le fu per vero dire , e farà maifempre argomento di
gran lode dei Monaftero d'Annalena . In eiTo fu
falvata la preziofa vita di chi dal Cielo era desina-
to a dare in un fuo magnanimo Figlio , alla Tofeana
un Padre di fei Granduchi • Avvegnaché nella caccia-
ta de' Medici i in quefta claufura fu nafcofto Giovan-
ni, di Giovanni de1 Medici, che fu Padre di Cofimo I.
Giovanni adunque , che nel battefimo fu chiamato Lo-
dovico , di anni {ei bifognò, che nel 1503» ftefte guar-
dato dalla infuriata Fazione contraria a* Medici. Né i*
amorofa fua Madre feppe trovare miglior partito, che
trafugarlo in un Convento di Donne . Quindi ficura
della fede , e delle obbligazioni di quefte Monache-»'
ai Medici efiliati , non credette ricovero più oppor-
tuno; che ad effe raccomandarlo. Che però con alcu-
ne Donne di fuo fervizio vi entrò il Fanciullo > cui
furono allegriate le ftanze della Fondatrice ; nelle quali
viffuto inviabile a* Nemici per otto mefi , ebbe poi
feropre grado al Monaftero, che gii falvò la vita . E
quefti è quel Giovanni, che Capitano di valorofe ban-
de de* Soldati Fiorentini, e fempre nelle Battaglie-*
vittoriofo, fu dalla fama univerfalmente chiamato, Gio-
vanni delle Bande nere , del cui valore > e morte , 1*
Ammirato ne parla come appreiTo „ Et avendo ( Duca
j, d^Urbino ) condotto feco Giovanni de' Medici ,
j, quefti mentre con la fojita ferocità, et ardire ^at-
*, tende con ogni induftria a infettargli , gli fu d* un
5, colpo di mofchetto, fcaricato dall' altra: riva del Min-
5, ciò , rotta alquanto fotto il ginocchio una gamba .
» Del qual colpo mortoli 1' ultimo di quel mefe a
» Mantova ; havendo prima con mirabile fortezza di
Tot», X.
                       V                             „ ani-
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"':'."■■ ■-'•                                                                                              .ì ■                                   :,: ~                                                                                 : '                                              ■/ '.,/ ',,,'1 : ' i
f
„ animo foftenu!to j che gli fi fu(Te taglila- fenza k-
55 fciarfi a come ili sì fatti mali fi coftuma, legare , par-
ì» ve che infieme con lui fufle caduta tutta 1$ virtù»
», e tutto il nervo di queir efereito , Io trova fcrittd
j) nella vita di lui » la qual compofe Giovanni Giro-
5» ìamo de* Roffi-, Vefcovo di Pavia, che confultandofi
9) innanzi alla molla loro» di queL che far fi dovefiTe.*
j> intorno il vietare il pafTo a* Tedefèhi , che egli
jsr apertamente dille i che a lui non ballava l'animo
j> con le Fanterie Italiane di foftenere in campagna..
>> aperta 1* impeto de* Tedéfchi ; ma che fcaramuccian-
jj do gliharebbe dato il cuore di fhaccafli in guifa ;
i> che elfi ne haveffero havuto a fentìre notabil dan-
>> no. La qua! fèntenza efifendo fiata approvata da.-
3> tutti j noa fu ' efegiàita con quella Celerità, che fi
ì) conveniva. Ondfe* noti poterono affaltarli, fé non nel
» Mantovano fui Pò ,, vicino la noftra Donna1 de'Mi-
si racoli ,. ove effefìdo diféfi dall' argine , non poteano
?) effere ofTefi in quel' modo, che Giovanni harebbe vo«
5» luto. Contuttoché.'andandoli Tempre alla coda *'ove
1» erario 4. mila di lòto iti cófeiàlettò , n' uccife irL.
9V quattro- ^io^ni 'continui non picco! nulmei^*:, fenza
ìì lafciarli mai- polare 5 deche era; da Iota chiamato
?» il gran Diavolo « Et èra fi finalmente ritiratola faU
» vamento dal combatterei, quando incontrato dà Lui*
5» gì di Gonzaga , »fuooft retto tornare a incontrar la
3» fua morte Bhnoà v4fannie4ti che tornando un* altra
)j volta fottó Pavia , sper inoltrare'la fazione , che fi
3) era fatta all'Ammiràglio , toccò un anitraarchìbu-
» fata nella mèdefima gamba . Fu pianto da tutti, eo-
>j me padre della Milizia , et come vero restitutore
3> 'dell* antica gloria ,* et valore Italia no : fcàmbiando
ì» tutti i Soldati- di còm^une;!confentimento le bando
^bianche in ^ nere ^ Onde furono pòi tanto celebrate
5, le Fanterie delle- bande* "nere .• i>
                  J ' '
III. E per venire , dopo qOéilà non inutile , fe_#
non neceflaria, digreffione, al Monaftero, d'onde partim-
mo : dee fa per fi, che nel fuo primo ingrefib è da con*
fide*
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I '■--'.-
! Ti-
fiderartì un nobile Chioftro quadrato cpl difegno di
Alfohfb Parigi , avente un loggiato intorno di lunghez-
za da ogni banda éi braccia 71. e largo br. io. ret-
to da cofbnVe7 di pietra > facienrì un vàghiflìmò teatro
di braccia 284. con in mezzo una^ platea divifa jn 4.
parti . Sopra dette logge fi alzano di lunghe/za , e
larghezza, come fono di fotto,due terrazzi coperti,
ed uno fcoperto, che dà lume a i Dormentori, che
fono tre , Vengono a terreno di detto Chioftro dalla
parte, che guarda 1'Oriente , il Refettorio belliflìmo
con Cenacolo del Gurr^di ; e Cucina , la quale nel
1640. fii ingrandita con comodi grandinimi ; maflìma-
mente di condotti di acqua per tutto dove è necef-
iano j mercè; la, liberalità del Granduca Ferdinando
IL che; concedè alle Monache l'acqua dei Vivai | di
^oboli , con tale copia , che fcorre 'ad irrigare due_,
loro Orti • Dallo #eiTo Chjoft.ro fi entra pure in éiu
, divoto Oratorio ricco di molti quadri .j ma foprat.utto
di una Vergine di rilievo col Bambino in collo , col-
locata full' Altare , la quale è miracolosa , e però iiu
gran4e venerazione, anche dalle perfonq di fuori, per
le continue, grazie, che fa a chi fi raccomanda. Né vi
mancano mai né cera, né olio per i lumi, che dì di,
e di notte ardono ; e fé di certo non fé ne sa T ori-
gine , non debbo io tralafciare di accennare una pia.,
tradizione predo le Monache fopra tale adorabile Si-
mulacro : cioè, che quefta facra Effigie flefle in antico
nella Via Santa Maria , forfè così detta da un tal ta-
bernacolo ; e perchè vi fi olTerva in mano non del
Bambino, ma della Madre, una palla da giuoco, pia-
mente raccontano le Suore , che Maria per falvare il
Bambino da un colpo di detta palla , che per diigra-
zia slanciata da Fanciulli andava a ferire. Gesù , ella
colla fua deftra la riparaiTe , rimaftale in mano - Cfiecr
chelfia però di ciò , cbnvien credere , che non fenza
ftrepitofi miracoli , non fia principiata la divqzione a
quefta Immagine dal Popolo Fiorentino,
V z                             LE-
*~.
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i5<5
L E ZIO N E
XIV.
DELIA CHIESA E MOKAS T ERO
A N N AL E N À VI.
D*
Scendo poi dal primo Chioftro, en-
trafi in altro meno grande , ina di
quel gufto de i Palazzi de' Signori
Grandi , con in mezzo ampio Cor-
rile, e portici intorno • Fu fabbri-
cato da particolari Gentiluomini ,
fui concetto di dare un bel como-
do alle Monache loro parenti ,* acciocché vi godano
domodi appartamenti, affai diverfi dagli ordinarj Dor-
mentori, e Celle de i Conventi: rimatane il Padro-
nato alle Famiglie, che ne furono i Fondatori, ai
quali incombe perpetua obbligazione de i rifarcimen-
ti ; riparando alle occafioni, delle ftanze le pareti ,
foffitte , pavimenti» fine/ire » e porte , a confervazione
di una fabbrica, che fembra un fecondo Monaflero.
E le Famiglie , che godono il padronato de i fuddetù
appartamenti fono; gli Strozzi, i March. Corfi, i March.
Acciaiuoli Toriglioni, i Conti Bentivogli di Bologna,
Conte Paolo Rucellai, Conte Galli, i Baroni del Nero,
i Grifoni , Lorenzo e Aleflfandro Pucci , i Carnefec-
chi della Famiglia fpenta, i Conti de'Bardi di Vernio.
Ed un terzo Convento potrei chiamare la Cafa di Bal-
daccio , incorporata nel nuovo edificio , dove abitò
colle prime fue Compagne Annalena ne* principi del-
la fondazione , e dalla iteifa pofcia aflegnata per In-
fermeria,* la quale è belhflìma, comoda affai , e fepa*
rata da i Dormemorj, contenente tutto quello, che s'a-
fpetta ad una cafa d' Inferme : come, la Cucina, e la
m                                                                Spe-
.,#"-;» *
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*if
Spezieria, fornita di tutti i medicamenti, che abbifogna-
ii o per qualunque malattia , In e ila fi lavora ogni forte
di medicine , trovandoyifi ancora Fondar/e , ed altre
fianze , e volte , fornite di ogni ordingo da faie_>
ftillazioni , e quincefTenze . Né debbo di qua efcire >
fenza ofTervàre nelle ftanze delle Inferme, alcune co-
fe di pregio , e di venerazione : come un Crocefiflb
d* argento, che di Roma mandò la Marchefa f rance-
fca Caiderini ne* Riccardi, arricchito della Induigen-»
za in artici/lo morti s , concetta a tutte le Suore mo«
ribonde da Papa Innocenzio X. Un altro Crocefiflb
fi conferva, che era del Marito d'Annalena; un terzo
pure Crocefiflb di rilievo vi fi vede alto un braccio
e mezzo , ufaro dalla foprallodata Suor Arcangiola del
Baibigia, appiè del quale quetìa Venerabile Monaca »
come fi diffe , ebbe dal fuo celdte Spofo le Stimate.
E perchè aviamo qui fopra rammentata la Cafa di
Baldaccio, della cui infelice morte farà fempre mala-
gevole ripefcarne la vera origine in quei torbidi fa-
ziofi tempi , permetta qui il Lettore il riportare altra
oppenione , differente da quella , che riportammo a
pag. 128. e feguenti < Ha favorita queiia notizia il
gentjjiifimo ed eruditiflìmo Sig. Marchefe Ugo della
Stufa al Sig. Canon. Giulianelli, tratta dal di lui Se-
pohuario e Libro di Memorie nelT Aggiunta a e. 12.
num, 93. Non farà però al Lettore di {aggradevole^
quefta breve digreflìone , dovutafi qui fare, perchè par*
tecipata la notìzia in quefti giorni :
„ Copia del cafo feguito della morte del Cap. Bal-
„ daccio d' Anghiari, copiata da un libro Originale di
>i Ricordanze , fcritto di mano di Francefco di Tom-
,, mafo Giovanni, efiftente nella celebre Librette Stroz-
5, zi , per me Gio: Batifta Dei, Antiquario di S. M. I.
,> Ricordo, che adì 28. d'Agofto 1441. Io France-
„ feo di Tommafo Giovanni fui tratto de i Signori 5
e fui in compagnia di
j, Bartolommco di Piero Capponi ,
ìf Niccolò di Giorgio Betti jBerlinghieri,
„ Gio*
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11*
ti, Giovanni di Francefco di Giovannino Doffi,
^Currado di Berardo di Buonaccorfo Berardi ,
s^ Gante di Giovanni Compagni, > ,J t
3, Filippo di Francefco Calandri t,            5 ,; axn
4 '0 Michele di Iacopo Cittadini Corazza io, e
-V Mefs. Bartolommeo di Giovanni Orlandini, Gon«
,,. faloniexe di Giuftizia , e , ,ì
. -t.n Set Piero Buonaccorfi noftro Notaip# ;; :.
ss Facemo a noftro tempo molte Provvifioni 3 ec.
?, Ancora avendo noi di prima, intefo degl* infiniti
ji ex ceffi , e gravi pregiudicj contro l'onore, et l'u-
ntile del Comune, che molte volte aveva fatto Bai-
35 daccio d* Anghiari, e, maxime quello , che di prof-
>f fimo aveva fatto, d* alloggiare con la fua compagnia
>4 *ài Cavalli , e Fanti in fuiJe parti di Lucca, ami-
p ciffimi noftri, et con cattiva intenzione , della quale
„ cofa fra noi , et i Lucchefi già era nato rancore
,, affai » et come di quindi eia ito, per furare e pi-
3, gliarfi Piombino , e di fu quelli terreni menatone^
^grande preda in fui noftro. Ancora come fanza no-
33 ftra faputa s* era jnfignqrito del Caftello. del Borgo
1}a4la Collina3 il quale era noftro » et per lo fimile,
3, del Caftello di Ra^) et di quello di Sorci , tutti
3, vicini Arezzo -, e che tutto faceva con cattiva in*
j, tenzione, vedendo di fare il fatto di torci Arezzo ;
i7
Ultimamente come -alla Piazza, et a Canti fi fpar-
3, lava controgli, et che fi vorrebbe punirlo ce. Veg-
3, gendo che lui niente apprezzava quefto popolo , et
3, parevagli di avere a potergli fare ogni cofa, aven-
„ do nel principio del noftro Uficio ragionatone i\
„ Gonfaloniere , et Currado Berardi , et io , et dipoi
,, venendo lui in Firenze , e veggendolo in Piazza a
„ dì 4. ài Settembre, di nuovo ne riparlammo infie-
„ me, et deliberammo intendere il volere de* Cornpa-
j) igni* e così dopo molti accenni , martedì fera a dì
3, 5. detto , «{Tendo dopo cena nelT udientia tutti, ex*
„ cepto Cante , fotto coperte parole ciafeheduno a vo-
a, ce confentì di fare qualunque cofa pareflì al Qon-
3, falò*
-ocr page 171-
„ faloniere; e gli accenni contro Baldaccio furono a*
„ pertiffimi i non però che per nóme fi diceffi, perchè
,, detto di molti di noi avevamo detto di fare, e du
„ re di lui ee. per modo che chiaro s'intefe per tutti.
,, Dipoi mercholedì a dì 6* avendo ordinato el Ga*
„ valiere , et otto-Fanti del Capitano di Firenze , et
,, racchiufìli in camera mia , el Gonfaloniere mandò
„ per detto Baldaccio , che era in Piazza , et dopo
,, circa a un" ora lui venne ; Et effendo nell' andito
j, foli lui > e il Gonfaloniere } facemmo venire la fa*
,, miglia in faletta , et io mi flavo a capo dell' an*
„ dito j fingendo di leggere lettere. E quando il Con-
,, faloniere mi accennò » et io accennai la famiglia»,
j, e fubito lo gittorno in terra per legarlo » come io
„ gli avevo impofto . Ma volendo Baldaccio con uno
j, trafiere, che avea 5 difenderò* , e dare al Gonfaloniere »
„ e fedendo uno famiglio, per tanto gli altri per di*
„ fenderli, fediron lui , e per detto, del Gonfaloniere }
„ fubito lo gittorno nella corte del Capitano. Dipoi
}, fé gli fé tagliare il capo in fui la porta .. Dimóftiò
j, tutto il Popolo effer contentinimo, e lodava il far*
j,tÒ. Dipoi perchè difpiacque alchuni, fi. dilTe in-con»
j, trarlo. In fine poi fi conofce eftere ftato perfetta,
„ opera i
5i Vincemmo poi pes Configli, che di detta faccen-
,J dà non fi polla mai conofcere, per rifpetto di quelli.
,yivi fi trovorno.
                                                              t
ìli Dalla digreffione ritornando alla defcrizione ,
temo che riufcirtbbe troppo prolitfa > a voler minu-
tamente rammentare i Cori > le fale , le ftanze , le
officine , e orti , che fanno una pianta così valla ,,
che di larghezza tiene dal Baftione » fino alla viai*
di Santa Maria; e di lunghezza dalla firada Roma-
iia j fino alle mura di Santa Chiara . Mi fermerò per
ultimo nel Coro d* Èftate , che è un* altra gloriofa
memoria de' Principi di Cafa Medici; fpezialmente per
ìe pitture , fattevi' fare dal Granduca Cofimo II. e
dalla Reale fua Conforte, Maria Maddalena d' Auftria.
-ocr page 172-
Or quivi vedefi un imbafamento ; con rabefchi ; e^
frontefpizio a oro , i quali formano l'Altare ben ri-
levato, che coflò a detti Principi feudi 300. Sopra
l'Altare viene una Tavola, che non ha prezzo: rap-
prefentandofi in effa l'Incoronazione di Maria col Pa-
dre Eterno , e Angioli, che fu penfiero del Bronzi-
no, e colorita fu da Lodovico Buti, che fece neil' Ar«
cangelo S. Gabriello il ritratto al naturale della Gran-
ducheffa , e quello di Cofimo in S. Michele . Tutto
quefto Coro, che è difegno di Giulio Parigi, ha in
giro gli ftalli raddoppiati, e lavorati fui legno ài rie
co intaglio. La Volta ha quindici lunette fpaziofe af-
fai , nelle quali Giovanni Mannozzi , detto comune-
mente Giovanni da S. Giovanni , rapprefentò a fre-
feo i Mi/teri del Rofario ; e però non mai a fufficien-
za fi piagne dagl* Intendenti dell'Arte, l'impedimen-
to della claufura , che efclude gli uomini dal potere
ammirare così bel lavoro. E ritornandoci all'Altare,
che ha fono la menfa una Pietà di rilievo, accenne-
rò i due armadj, che fono ai lati del medefimo , den-
tro foppannati d* ermifino roffo , e éi fuori dipinti ;
€ quefti contengono un teforo d' urne , vafi, Piffidi,
ed altri ricchi Reliquiari, ne i quali fi confervano da
dugento infigni Reliquie, delle quali ne parleremo al
fine di quefte Lezioni,
? iJII, Epiacemi ài terminare il prefente ragiona-
mento , feoprendo un groflb abbaglio , in cui caduti
fono fulla voce , ohe corre nel volgo s facile aitai ad
ingannarfi , ed è : che sì magnifico Convento fia fia-
to fatto dalla Fondatrice, per rifugio delle Vedove •
Ma quanto falfo fia un tal rumore, noi lo dedurre*
mo da non leggieri ragioni . E fia la prima la fup-
plica, che Annalena nei 145,0. indirizzò a Niccolò V*
«ella quale effe nomina iti primo luogo Fanciulle , e
fecondariameme Vedove , e relative ai fenfi di lei ,
parla la Bolla di conceflìone : tam Virgìnes, quem Vi*
4uas) una tenum^ ut fraemittitttr) hoae&e movere.
La fé*
conda ragione, è il Catalogo delie Religiofe , veflite
iQ
                                                                             da
n
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Sa Terziarie colle inani d1 Annalena > che fono in rutto
centuno : novantafette fono Vergini : e quattro Vedove, che
furono Suor Annalena Malatefti, Vedova di Baldaccio ,
Suor Domenica, Suor Brigida Mannelli, Vedova di Pie*
ro Gaetani, e Suor Antonia * al fecolo, Nora , o fia Dia-
no ra , o Eleonora, Moglie del già Donato da Montalvo,
E dalla morte della Fondatrice, fino ai 1731. come ap*
pare da un regiftro di tutte le Monache, un* altra Ve-
dova fi trova, e non più. E per fine riflettali, che , fé
il penfamento d* Annalena foffc flato per le fole Ve-
dove, effendo quefte pochiffime, non mai avrebbe ella
con tante fpefe fabbricato un Monaftero sì ampio ,
come fi è dimoftrato ; cui però non mancarono le-*
fue vicende, fpecialmente nel fecolo xvi„ rnoftratefi in
tre avvenimenti. Di quefli il primo fia, il formidabile
incendio , che incenerì quafi tutto il Monaftero . A
lode della generofità de i Fiorentini, dalle ceneri lo
vedremo più bello riforgere , mefcolando così col
pianto le allegrezze . Come fi appiccale queflb fuo-
co, e quanto fi avanzaflero le fiamme divoratrici, veg-
giamolo in un libro fegnato A » intitolato , Memoria»
le del Monaftero di S* Vincenzio, cominciato nel 1548.
per Suor Laudomina di Lodovico Antinori , effendo
Priora Suor Margherita di Luca Macciagnini, e dice»
come appreflb :
,, Come il dì u. di Gennaio 1511- giorno di Do-
„ menica, infra 1* Ottava dell' Epifania, fi appiccò ca-
3) fualmente fuoco dalla ftanza del pane, e dalle voi-
„ te dell* olio , e del vino , fino alla fommità ulti-
5, ma del tetto , Durò 1* incendio tutta la notte , in
5, cui le fiamme contornarono irreparabilmente tutto
?, ciò , che trovarono ; non falvandofi cofa alcuna •
,j Onde tutte le maflerizie , e feffanta letta 3 furono
„ pafcolo del fuoco , con quantità di cera , mobili,
j, lcritture , e tutt* altro. Per torre alimento allt^
», fiamme s che fempre più prendevano pofleffb del Mo-
5j naftero , fi buttava dalle fine/tre, quanto ci veniva
si alle mani. I Signori mandarono la guardia del Pa-
'- Tom.X.                          X                              „ Uz-
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i6l
„ lazzo , che fubito la ordinò il Gonfaloniere , perpe-
„ tuo, Piero Soderini ; perchè guardafle la porta del
Sj Monaftero , neceflariamente tenuta {palancata per
,» tutta la notte. Tutti gii uomini di cafa Ridolfì,
,, de* Mannelli, furono air afflìtto Monaftero di gran-
j, de aiuto, e fecero prove grandi di loro carità.
j, Molti Gentiluomini , e Dame penfarono a provve-
i> derci di vitro per più giorni, mandarono 20. let-
n ta 5 fornite di faccone, di materaiTe , e di coperte»
« Il dì poi 19. di Gennaio , il Gonfaloniere propofe
3» nel Configlio il noftro deplorabile flato , e rac-
j> comande) a i Priori quello Monaftero con un effi-
1, cace difeorfo, dicendo: che fi doveano movere prin-
j> cipalmente a laude, ed onore ài Gesù Cfifto, trat-
ti tandofi di foccorrere le Spofe (uè ; àipoi per utili»
» tà de* Cittadini, che vi avevano le Figliole; e mo-
li ftrò non effere onore della Patria abbandonare il
loro fangue, e trafeurare sì beli* efempio di RelU
si gione : e però far d* uopo di venire ad una pron-
n ta Pfovvilione , che fu la feguente * ,, Per rifaci-
ji mento del Convento d* Annalena , a titolo di li-
%i mofina i per virtù del prefente Decreto > parlato in
» Configlio il dì 22. di Gennaio 1511. fi comanda ai
ti Camarlinghi de* Monti dei Comune di Firenze , che
si durante anni fette, da cominciarti adì primo Mar-
'9* zo prof?, fia tenuto dare alle Monache d* Annalena
ai fior. 300. in ciafeun anno> talmentechè in fette an-
)) ni facciafi la fomma di fior. 2100* a fola conto dì
*; fervirfene per la reftaurazione del Convento, e ro-
3> gò Ser Niccolò de* Nerli Notaio della Signoria 22.
«Gennaio 1511. ,, Né contento il Gonfaloniere Pie-
j» ro Sederini di fìmile provvedimento> egli fteffo por-
si tò alle Suore feudi 200» e di più volle, che a no»
i> me del Pubblico, fi deputaflero gli Operai,, e Mini-
li ftti per tale effetto ; ed in Sagreftia noitra radunati
»i ì Nobili Cittadini eletti „ a ciafcuno fi die 1* ufùia
si fuo » e furono i feguenti :
» Mefs. Lionardo di Luca di Maio degli Albizzi-
» Pier
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5i Pier Francttco di Lorenzo de'Medici,
„ Lodovico di Tommafo degli Antinori,
„ Girolamo di Ridolfo R ideiti»
jj Francefco di Bernardo Mannelli ,
,, Andrea Corbinelli Provveditore, j
„ Ser Raffaello rVIarzichi Coadiutore,
„ Ser Bartolommeo Zeffi Computista ,,
,, Maeftro Bartolommeo d' Angiolo Legnatolo , d
„ Capo Maeftro,
„ fubito fi cominciò a murare, e duroflì fino al 1515.
„ e quando mancava danari, Lodovico Antinori, che
„ era Depofitario > ne dava del fuo, come appare dai
,j libri. ConduiTero il Dormentorio con 30. Celle nuo-
3j ve di tutto puntò , fenza terrazzò ài fopra , ove^»
,, fono due tondi di pietra -, intagliatovi dentro un
;, Giglio, e nell'altro una Crocè r per infegna del
„ Comune , noitro Benefattore . E in ricompenfa di
„ tanta carità, e loro fatiche, fi ordinarono in per-
„ petuo le Litanie della Madonna, elTendo Priora Suor
„ Maria Malarefti . J5 Sin qua il ricordo delle Mona-
che , cui piacemi arrogere altra notizia , che trovafi
neir Archivio del Monaftero : cioè , che non folo fu
rifatto 1* abbruciato ; ma pochi anni dopo fi ampliò la,
fabbrica, formatori il bello,.e grande quadro del primo
Chioftro , già da noi deferitto. Intorno al quale Edilì-
zio, oltre parecchi Benefattori colle limoline, fi ài*
(linfe la Cafa de' Medici in maniera ; che fi meritò
dalle Suore la memoria dell' Arme Medicea di rilie-
vo, affilia alle pareti. E qui prendiamo un pò di re-
fpiro da.sì funeiìi racconti»
X 2                                LE-
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i.<5!f
L E ZI O N E XV,
DELLA CHIESA E M 0 N JS T ERO
D! A N N A t E N A VII.
A perchè io venga alla feconda di-
fgrazia del Monaitero , mi farò dal ri-
cordare la follecitudine del Duca Co-
fimo I. in aflkurare fui proprio capo*
e de i fuoi Figli, la Corona) invidia-
ragli da* Nemici » Onde avendo egli
fortificato P Elba , e Piombino , pen-
sò alla difefa di Firenze > come accenna 1' Ammirato
al lib. 33. della fua Storia pag. 484. „ Hor come av-
,, viene, che allor gli huomini ad alcuna cofa mag«
„ giormente fi volgono, quanto più quella veggono
h andar riufcendo ; Il Duca fi volfe con tutto P ani-
,j, mo alla fortificazione ancora di Firenze, dove veg-
,, gendo mal ficuro il Poggio di San Giorgio, e la
ti Porta a S, Pier Gattolini, nell* uno e nell' altro luo-
j, go fece fare baluardi , e cortine , perchè di quivi
-, in tempo di guerra, non fi ricevere alcun danno. „
Ed ecco l'origine di nuove vicende nel Convento d'An-
nalena , che per dichiararle, ritornar mi giova al fopran-
nominato Memoriale pag. 37. dove con femplice itile ne
fece ricordo la predetta Monaca vivente in quel tempo,
ed è come fegue:» Ricordo come nel mefe di Gennaio
Si del 1545. regnante Ggikno de' Medici Duca li. ài
„ Firenze, per conto di fue Fortezze, principiata aven-
,, do una cortina > e baftionì da Boboli, con elfi ar-
„ rivo al noftro Convento, e ci tolfe 60. braccia
j, dell' orto , col fuoco mandò giù le muraglie di re-
,, fìa , e però rirnafe il Monafteio coli Qno irregola-
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*
\6%
„ re , e mutilato dalla fua antica grandezza, e ci rro?
n van^mo co' baftioni al ridoflb, che erano muraglie
,5 gro(]Te • „ Ma eiTendo quello ricordo un autorevole
documento , fcritto da chi trovoflì prefente , conviene
che fi corregga Stefano Roffelli, che nel Tuo Sepohuario
accennando quefta vicenda , ampliò affai il pregiudizio
del Convento, fino a fcriver così 5, Fu quefto Monaftero»
„ circa Tanno 1548. riftretro, e quafi ridotto in un an-
3, golo entro delle fortificazioni, che per ordine del Du-
», ca Cofimo furono fatte in queito luogo. „ E vaglia
il vero, noi che ocularmente ne abbiamo fatto 1' oiìer»
vazione » eccettuato il pregiudizio dell* orto, altra ro-
vina non fi è ravvifata, che fia {tata cagionata dalle
premure del Duca) in fortificare Firenze da quella ban-
da . Né voglio omettere fopra quefti muramenti del
Duca , una particolarità, che ieggefi nel Diario fcrit*
to a penna dal Marruceili, che dice come fegue „ 16".
„ Maggio 1545. fi gettò la prima pietra della mura-
», glia d1 Annalena , o fia baltione . Cofimo melTe La
„ pietra con medaglie » ed una collana d' oro » ogni
», Cortigiano una moneta , ed il Cardinal di Ravenna
», un anello. ,, Quefto Cardinale era Benedetto Ac-
colti , Arcivefcovo di Ravenna, morto nel 1549. e fe-
polto in S. Lorenzo . Erafi egli rifugiato nella fua^
Patria a motivo di effer in difgrazia di Papa Paolo {'lì.
che lo aveva meffo in Caftel S. Angiolo; d'onde fi
fuggì, compianro da tutti i Letterati, tra* quali meri-
tamente era chiamato il Principe „ E ritornando al
Monaftero , notar debbo , che cedati in Cofimo i ti-
mori de* Nemici, eflb donò alle Suore, lo fpazio oc-
cupato da* baluardi, e terrapieni , fu' quali le Mona-
che vi hanno coltivata una vigna. E lo fteffò Princi-
pe non mai dimentico della vita in quefto luogo, co-
me fi diiTe , falvata al proprio Genitore, Giovanni del-
le Bande nere , fino che regnò , e di limofine , e di
privilegi fu al Monaftero d' Annalena liberaliffimo.
li. Paftb ora ad altra vicenda, o Avvero al terzo
efperimemo in queite Suore, della più gelofa virtù
nel*
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166
nella Religióne ) quale è una cieca ubbidienza a i Su-
periori ; non ottante i coftumi inveterati dell' Ordine,
ed i privilegi Pontificj . Potevano querce Monache ,
dal principio del loro Ktituto, andar fuori accompa-
gnate ; non avendo voluto la Fondatrice legarle coli*
obbligazione o della claufura , ó de* Voti : quando
S. Pio V. gelofó della confervazione del Terz' Ordine
delle Donne di Penitenza , iftituito da S. Domenico j
le volle fottomettére alle leggi di Conventi chiufi , e
éi più obbligarle alla Profetinone de i tré Voti Reli-
giofi . Quindi il Santo Pontefice emanò a tal propo-
sto una Bolla , data in Roma 1571. ann. v. Tontif.
per la quale Ordinava a gli Ordinarj , che aboliffero
tutte quelle Congregazioni di limili Donne, qualun-
que volta non accettatfero tale riforma . Reftò in Fi-
renze differita V efecuzione della Bolla fino al 158^
nel qual a-hnó trevo le Suore d'Annalena, dopo 138.
anni di libertà) alla claufura, ed ai Voti, umili fog-
gettarfi interamente al Pontificio comando : come ap-
pare da una memoria preflfb le Monache, che raccon-
ta quefta vicenda colle feguenti parole, „ Il dì 20.
,, d' Aprile del 1586. venne al noitro Monaftero l'Ar-
$y civefeovo e Cardinale AleiTandro de' Medici , il quale,
^ letta la Bolla del Pontefice Pio V. ci invitò ed e-
,j fortò alla folenne Profeffione de' Voti di cafìità ,
i, povertà , ed ubbidienza ; e però in mano del medefi-
„ mo 47. Monache Corali, devotamente fecero la pre-
f9 detta Profeffione ; e partendo ci pofe la claufura,. In
„ feguito di sì buon numero di Religiofe ProfelTe, tutte
^quindici le Servigiali fecero la medefima Profeto*
,, ne il dì 25. <T Aprile del ni ed etimo anno , in ma-
,, no di Meller Lionardo de* Paoli, Canonico Fioren-
,, tino, e noitro Governatore. Erano rimafte altre 27.
„ Monache, che lo (pavento éi così gravi obbligazioni
jj le riteneva dall' imitare ì" efempio ècìh Compagne;
j, ma illuminate e confolate da Dio, fecero finalmen-
„ te anche e(Te , alla prefenza del precitato Cardinale
5, Arcivefcovo ; il gran facrifìzio ne* ifè éi Luglio di
;, det-
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„ detto anno: eccettuate però quattro, che tenaci del
„ primo noftro IlUtuto, fenza giammai penfare ad ob-
„ bligarfi a Voti, accettarono la licenza, che loro da-
„ va la Bolla, ritornandoli ne a cafa loro, e furono:
,, Suor Vincenzia di Baccio dell'Organo, ufcìta adì
„ 15* di Luglio
                                                 . - -
. „ Suor Maria Sàlome di Francefco Negrini , ufcita
„ adì 15. di Luglio .
s, Suor Smeralda Mannelli , ufcita ai 14. di Luglio.
5) Suor Lavinia di Cammìllo Covi di Brefcia, ufcita
„ adì 14. di Luglio. ,,
Qualche diverfità novo però ne i nomi delle quattro
ulcite di Convento , giuria il Rondinelli , che in un_*
fuo Diario predo i Sigg. Scariarti, fcrive così ,, 1585.
,, Havendo ordinato 1* Arcivefcovo di Firenze > che le
„ Monache d* Annalena factlfero Profefilone , tfo- ob^
„ bedirono, 4* non vollero farla , e fé ne tornarono
„ a cafa. Adì 14. di Luglio la prima ad ufeire fu la
n figliuola di Niccolò Mannelli, e per la fleiTa cagio*
sj ne ai 15. detto ne ufeirono due altre Pratefi, che
„ fé ne andarono a Prato, e la quarta Fiorentina fé
,, ne andò a cafa fua . ,*
III. Nel Priorato di Suor Margherita d* AleiTan-
dro Scarlattini, che principiò di nuovo a veftir Fan-
ciulle , dopo dodici anni, e nove meli , dalla proibi-
zione di dare V Abito a veruna ; e ciò a conto del*»
ia Bolla di Pio V. che dubitofli per lungo tempo, fé
obbligava il Monaftero noftro , approvato, e privile-
giato da i Sommi Pontefici , Niccolò V. Calliiìo 11L
Pio II. e Aleflandro Vh Né veruno penfi , che i ri-
gori di claufura , e di Voti, tenerle lontane le Fioren*
line Fanciulle dal cercar V Abito in quello Convento,
perchè fopra a 250, trovo veflite dopo tale innova-
zione y e tutte della primaria nobihà di Firenze. Ed
in quello polTelto d* cfemplar bontà, e nobiltà fantiffi-
rna fi è mantenuto* e tuttora fi mantiene quello Mo-
naftero », il quale ( uferò nel terminar quefte Lezio.
3ì ni » le parole d* un Sacerdote > e Dottore della Fio*
a ren*
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:•
16%
» rentina Università, grande encomiatore ," è venerato-
„ re di queSte Religiofe ) è uno de* più ragguarde-
», voli dì noftra Città, ftato fempre mai favorito di
„ fpecial protezione dalla dominante Cafa de' Medici ,
„ e riguardato con occhio benigno, non folo da tut-
5, te quelle Principeffe ; ma arricchito di tefori di fa-
„ ere Reliquie i} come dalla feguente nota trafmeSTa-
ci fi dedurrà agevolmente.
IV. Il prelodato arTezionatiflìmo Sacerdote a que-
fto Convento, per cui tante fatiche foftenne vivendo,
fempre ivi celebrando la S. Melfa > riordinando Scrit-
ture , affittendo in ogni loro occorrenza le dette Re«
ligiofe con raro efemplo d* oneftà e difinterefife , fu
Luca Giufeppe Cerracchini, Dottore , Archivista, e_»
Cancelliere perpetuo neìi* Università Fiorentina , cui
fuccedettej dopo la di lui morte, il Sig. Cari. Giulia-
xielli in detto orrevole ministero , e lo ritenne, fin che
per ordine dell* Imperiai Configlio non pafsò nella..
Laurenziana , a foftenervi le veci del cadente Regio
Bibliotecario. Lo che fu a* 6. Maggio 1755. come fi ri-
cava dal Regiftro H dell' Univ. Fiorent. dall' anno 1732.
fino al prelente. Nella fua morte poi, the feguì il dì
27. Gennaio 1745. volle il Cerracchini, che nella Chie-
fa di quefte Religiofe efpotìo folle , e quindi ripofto il
dì lui cadavere , colla feguente infcrizione , che , fe-
condo il fuo gufto , s'era da fé fteifo comporta, al-
lorché vivea ; ed aveva inoltre fatto un depofito ài
feudi 45. preiTo la Camarlinga di detto Monaftero ,
con chirografo Sigillato, in cui non folo fi ordinava
il mortorio ; ma nel trentefimo giorno dopo la di lui
morte , fi disponeva la funebre pompa dell* efequie ,
che volle > che in detta Chiefa gli fi facefiero , coli' in-
tervento di tutta 1* Università de* Teologi Fiorentini 1
con Orazione latina, che compofe e recitò il Sig- Dot.
Tommafo Scarlatti, Canonico in oggi dell* Imperiai Ba«
lllica Ambrosiana di S. Lorenzo : come feguì il dì 27*
di Febbraio dello fteflfo anno,* e provò elegantemente
dfere ftato { ed in fatti eiferio ftato lo dicono anco
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le dìM Opere lafciateci ) il Cemecchini un pio Sa.
cerdotc > egualmente che un utile Ecclefiaftico. Ecco
1* Jnicriziòne.
,.j*ni:^ hW • pìb C|c ■ ■-■«.,> ,'•„■ Opf:te# al {tf$&Pofi Sr.rf hì4
LVCAS •'IOSIPH • CERRACCHINIVS . CIVIS^ FtOR.V)
COELl. NEREI. FIL. HENR1C1 > V. I. D. NEP.
KATVRA . PVLVIS. DIGNITATE . SACERDOS. PROTONOT. AP.
S. TH. D. ACAD. FLOR. APATH, ET, ARCAD.
TVM. in FLOR.TVM.IN FAESVL. DIOÉCES. SYNOD. EXAMINAT.
S. OFFICII • INQVIS. CENSQR. IN . TVMVLG • PROX1MO . ALTARI
SS. PROTECTORIS . SVI. DEJPARAE . SPONS1
CORPORIS . SVI, EXVVIAE . VT. LOCARENTVR
V1VENS • HVMILITER • PETIT. QVO. AB . 1NSIGNIS
HVIVS . A*SCBTERl . SACR1S . V1RGINIBV5 . OSTENTO
• MONIMENTVM . HOC . P* S. P. C
OB1IT • DIE . XXVII. IANVArJ . MDCCXEIV.
AETAT. SVAE. IXXII. MENS. IV.
V. E perchè fu da me fopra a pag. 160. rammen-
tato 1* Armadio delle Reliquie > in grazia del pio Let-
tore , ne traferivo qui, tal quale mi fu mandata da
quelle Religiòfe, la ieguente:
ni
N
O T
De* Reliqaiarj , e delle Reliquie de* Santi , èjiftenti
nel Coro della Vieta >> neiV Armadio al lato
dell* Epftùla : e $rima nel grado di fotto ,
TÌN Reliquiario a forma d* Ofleriforio di rame dora*
^ to, nella fommith del quale vi è uri Saffo» ài cui,
per antica tradizione in Monaftero, fi fa } effer di quel-
li, co* quali fu lapidato S. Stefano . Nel centro del
Saffo evvi un piccolo Reliquiario V cori uria particella
d* Oflb del medefimo Santo ; donatai dalla Screniflìma
Gran Principerà Violante di Tofcana V anno 172$.
liei fuo ritorno da Roma nell* anno Santo » r
Due grandi Reliquiarj di legno dorati, diftinti con
Tom.X.
                          Y                             ordì-
-ocr page 182-
Tffiar.
ordine d* architettura, donati dal Cardinal ? <jurgenfe ,;>
con autentica fopra ciaifcunà delle Rejiqufe,, 'sì deli?
fcopene: come delle involte in piccoli gnapckktd »
Nel primo fono le Reliquie, che appreffb : una parte^
d'0(To di S. Gerione maru di S. Pr-unitejq, dj?S. Ma-
ria Cleofe j di S. Antonio Abate , di S. Dovotea m.
S. Tito m. di S. Sebaftiano m. di >. palperà y.re m.
di S. lnnocenzio : ;una Coita delle Xmiia ,mart. della
Cintura della SS. Vergine, ,„ di S, Andrea Apoft. di SU
Pietro Aporr, di S.- Luca Evang, di S. Girolamo, di
S. OiTola v* e m. del Sangue di S. Paolo Apoftolo, dì
S. Crefci m. di S. Albano, di S. Benedetto,, «dì S. Pa-
terno m. di S. Pietro, e S. Paolo App. di S. Elupeiio,
di §. Matteo Ap* di $.* Anna , di S. Lazzaro Vefcovo
di S. Ermolao » di j§, Maurizio m. di S.; Pancrazio m,
della Tonaca di S, Qi#: fjtftfi49t*;#j| p0z?ett%j4:*>0^0 di
detto Santo, di §. JacofO 4p.,di $+ Materno, di S. Ze-
none a del Velo della Santiflìma Vergine , del Velo
idi S. Teotoro m. del Velo di S, Maria Maddalena Pe-
nitente» { ■/-' ;
            , , - «fjff . . ' '                              C ;
£, Heir altro sj|elit|uiar?p fi' con fervano le appreflb Re-
liquie ; un Braccio df un* delle ^I.mUa-Vergini, di
S. Bernardo Abate , dì S. Cerbone m. di SV Stefano m.
di S. Clemente P, e mp de* diecimila Martiri, della Ca-
micia di S. (forgio, di S. Girolamo , di"S. Agata v. e
m. di S. Bartolommeo» di S. Dionìfio, una Cottola di
una delle XLmila Vergini, di S. Iacopo Ap. di S. Ger-
mano m. di S. Giulio m« di S. Martina, di S, Le rione,
di S. Lucia *v. e m.di S. Mattia Ap. di S. Florenzio
Vefc. di S» Leono m. «li 3* Maria Satome , di; S. Loren-
zo , di S. Tommafo Ap. di S. Filippo Ap. di S. Ipo-
lito m. di S« Gregorio Papa » di S.Pnfca , di S. Gri-
ilofano, dei l^egno della Santa Croce.
                        A
Un Reliquiario di ebano , con lamine, e figure di
argento, donato dalla Seren. GranduchelTa Vittoria della
Rovere, alla Madre Suor Terefa Maria Pucci, con au-
tentica . Conferva nel fuo piede la Reliquia di S. Ra-
nieri conf. da Pifa avuta, e a noi donata; e nella par-
te
-ocr page 183-
tedi Copra i del Vefoi flato fppra il Cadavere di S. An*
dreaGórfini, Vefcovo di Fiefole. r ? ^
Una Croce di legno, con fuo piede dorato» piena
di varie Reliquie » la maggior parte fenza nome ,, do*
nata dal P. Criftofaro Virgilio > ad una nóttra Con-
verfa , fua forclla*
                         y j^J^ .■ . à,
. '........,, *V, , Ì           .,'',         t.i.          ,:.         , .' ,. ... '.,               ,.' ; .,"> ■ ...'         'I             .■,. . ,1         ,i
v3          - ! jjU Mr*J$fc| • ||J •               . • v..v'.. ,■•.(! ( %% ì) .-i. -i Li p-5 ,:,-.. ■*•
Ni?/ Gfrfdfo di fopA*) *          Ui
Un piccolo Oftenforio di pero nero» di figura ova-
ta > adornato di filograna di argento , autenticato , e fé-
gnato nella parte di dietro con due figilli di Monfig.
Arciv. Martelli. Contiene una particella d* Oflb di San
Vincenzo, Ferrerio dell' Ordine de* Predicatori, donata
alla Madre Suor Maria Minima Strozzi.
Un piccolo Oftenforio di pero nero, e filettato di
oro, di figura rotonda, contiene autenticata la Reliquia
di un pezzetto dell* Abito Religiofo bianco , e nero
di S. Antonino Arcivefcovo di Firenze, figillata per
di dietro ) con figlilo di Monfig. della Gherardefca.
: l|n upiccolo Gfìenibria iiitagiiacb4, ce dotaro , coiu
palme alle bande: contiene i due pezzi di Oflb de* Santi
Martiri Cofimo ) e Damiano , donati dal P, Anfora
Teatino . i j
                     h l& ou ■- t »
Un piccolo Reliquiario d'argento, a forma di pie*
colo Agnus Dei ; contiene un pezzetta di Offo di San
Pio V. Sommo Pontefice , con autentica di Monfig.
Antonino Serafino Camarada, Vefcovo di Riete.
Due bracci dorati, con palma in mano, autentici,
donati dalla Sig. March. Francefca Calderini Riccardi:
in uno di elfi fi conferva una parte di Olio di S. Ma-
terno mart.
Due Reliquiari di legno dorati, a forma di guglia,
O fia piramide , con autentica : donati dalla detta Sig.
March. Calderini Riccardi. In uno vi è la parte di un
Offo di S. Manilla man. Nell'altro un Oflb di S. Fc-
licira marr.
Due Reliquiari grandi di legno dorati , fatti a for-
r ;                               Y 2                                   ma
/■
-ocr page 184-
mmmi^m^^m^^—           »L ■ -1 i        i B^^^^ww-B^^ipm
ma di nicc&ievautenticati» donati dal Sig. Ferdinando
Rucellai ; in uno fi conferva un Offò di S. Paté mia-
no rnart. »$# altro una parte d' un) OuV dilS. Giù-»
iiano mare. ■ >l: $nr<": "i^'^én $\ K tkip b.-f mtt*
Un Reliquiario di legno dorato » e di color verde,
in. cui fi conferva un pezzo d' Olio; diY-S. Romolo y
Vefcovo ài Fiefole, donato da Monfig. Lanfredrni, Ve-
fcovo di quella Città;>\ 'k
Un Reliquiario di legno , {compartito ài Criftalli <?
fatto a forma ài fepolcnnó » ferrato a chiave . Vi li
conferva un Velo neroj fiato fui capo di S* Caterina
"Vigri da Bologna * donato dalla Madre Suor Maria
Giovanna .Ga.pra.ra-;, m4\ mn ■
          :'>'.,.;' ,ru,':-
i Due; coppe di vetro* piene ài Saere Generi,, e £ram>
stenti di Ofsa di più SS. Martiri -
         , sbj;, i\\&
•*.?# fio nel Grado- di fitto » r          *
i Reliquia del B. Orkndo de* Medici > donato dalla
Serenìfs. Elettrice Palatina 1* anno 1737W. o.j ; .'..<
ttUn Reliquiario di fiJograna df argento, con un pez«
uetto d' Orlo di S. Pafquale , donato dai Sig. Marcir»
Codi j a Suor Rofa Maria Gorii , fua Zia r
Un Reliquiario ovato d* argento3 con un pezzo di
Panno , intinto mi Sangue éi S* Agnefe di Monte_^
spulciano » donato dalla Rev. Madre Suor Anna Vitto-
lia àe* Conti Guidi. fi; t >.
                           . ì^
Un Reliquiario ovato d* argento > con i*n pezzo'df
Offa di S., Argentino jffin^a? autentica *
Un cuore d* argento > con la Reliquia di S. A-gncf*
fé di Monte Pulciano , donato dalle Rev. Madri Mi-
niati *
                                                                ,)
. Una Gaffe età- con più forte di Reliquie . fenza au-
tentica» *b \ m
Un Reliquiario d* argento* con un pezzect© d'Ofib
di S* Riagio »
                                                            ;,
Hate
-ocr page 185-
17*
Mota de* Reliquiari e delle Reliquie dì Santi , ejtfientì'
nel Coro della Ttetà > nelV Armadio al lato del
/*
Vangelo , e $rima nel Grado di fotto .
Un Grado di legno dorato, ornato di Palme , con 13.
Reliquie autenticate de' SS. Martiri Proieóto, Fortuna-
ta, Albina, Vincenzio, Aurelia, Timoteo, Crefcenzia,
Candido , Manfueto , Felice, e Teodoro , Candida > e
Feliciffima, figillato con due figlili Monfig. Martelli.
Due Reliquiari di legno dorato, donati dal Signor
Priore Attilio Incontri , e gli ebbe dal Cardinale de*
Medici > fatti in forma di profpetto , traforati , pieni
di varj pe^zi di facre Reliquie di S. Martino m. di
S, Vitale, di S. Giulio Senatore m. di S. Pietro m.
di S. Fermo m. di S. Pomelano m. di S. Bartolornmeo m.
di S. Aleffandro , di S. Appollonio rn. delie Sante Va-
lentina , e Corina vv. e mm. Neil* altro Reliquiario
vi fono Reliquie de 1 SS. Martiri Archileo , Matteo %
Bartolommeo, Aleflandro, Vito, Ponziano, Felice, Ro-
molo Vefcovo di Fiefoie, Vittorino, Feliciffima> e Lu-
cilla vv. e mm.
Un Reliquiario di legno a tre facete , con Reliquia
autèntica di S. Candido mart. donato dal Sig. Cavai»
Emilio Fei di Volterra.
Due Reliquiari di legno dorati , e di colore celefte,
donati da Monfig. Minorbetti} in uno de* quali fono
le Reliquie di S* Aniceto Papa e m. dì S. Fabiano P.
e m. parte di una Cotta di S. Anna, Madre della SS.
Vergine, e delle Offa de i SS. Martiri Crefci , Aborti,
danzio , e Leone , e di altri Santi . Neil* altro fono
Reliquie de* SS. Martin Gennaro, Vincenzo , Mauro ,
Magno; e di altri Santi Martiri.
Due Reliquiari di pero, adornati di argento fodo,
con colonne, e figure, autenticati ; donati da Suor Ma-
ria Eleonora Corfi : in uno lì confervano le Reliquie
de'SS. Martiri Famiana , Leone, Teoduli, e Liceria.
Nell'altro le Offa de* SS, Martiri Gennaro, Urlino,
^afi)ilFa3 e Zenone»
Una
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*74
OJna Piffide d'avorio, fervita per il Santiffimo » i
tempo della Fondatrice .
Nel Grado dì foprd.
Quattro Reliquiari a forma di Ofteniorio ali* anti-
ca , autenticati da Monfig, Minorbetti: in uno vi è
un pezzo di Odo di uno de* Compagni di S. Mauri-
zio mart. Neil* altro un pezzo di Oifo di S. Marcel-
liano mart. Neil' altro un pezzo di QflFo di S. Franco
mart. Neil* ultimo un pezzo di 0flb di S. Amoteo m.
Una Croce di rame dorato , col piede di porcel-
lana, donata da Monfig. Minorbetti, fenza autentica;
nell'ovato del mezzo vi è un pezzetto di Legno del-
la Santa Croce. H
Due Reliquiari di pero nero, con ornamenti di rame,
dorato, autenticati ; donati dalla Sig. Maddalena Fran-
eefchi Strozzila Suor Maria Rofa Francefchi, Aia Ni-
potè: in uno vi fono parte di Oflì di Cottole di S.
Glerina, e patte di Offi di S. Fortunata v. e ra. Neil*
altro parte di un Odo di S. Gorgonio man. e parte
del Cranio di S. Vittoria v; e m.
Due Reliquiari grandi di legno dorato, da per tut-
to forati , ripieni di varj pezzetti di Sacre Reliquie ^
fonati da Monfig* Minorbetti .
Due Sepolcri dorati , e traforati , in uno de* quali
autenticata è la Sacra Reliquia di S. Vittoria m. e di
S. Diacìnto marr. Neil* altro gli Offi de i Santi Martiri
Maffenzio , Faulta, e Refìituto , donati al noftro Mo-
nattero dalla Sig. Marchefe Calderini Riccardi,
Un piccolo Reliquiario ovato d'argento, contenen»
te una particella d' Abito di S. Rofa di Lima , coli*
autentica ài Monfig. Camarda, Vefcovo di Riete •
E dì pu nel graào dì folio • *
Un Reliquiario d' argento ovato , con il Velo del»
la SS. Vergine , con fua autentica, donato alla R. M,
Suor
-ocr page 187-
* m
*7$
Suor Minima Marra Strozzi, dalla Sig. Principefla Ot*
tavia .Strofi Corfini , ftìa Nipote .
Z\To£/* «// iSWr* Reliquie ejtftenti in Coro vecchio .
Una CalTetta di ebano a forma di Sepolcro » ador-
nata di profili d'argento » e ornamenti di bronzo do*
rato s contiene in fé le Reliquie de' SS. MM. Paolina,
Ilario » Anfano , Salùiiia , Pulcherio , Celfo , Claudia»
Saluftia , Tiberio, Valeriano , Flavia , e Tiberio. V*è
dentro l'autentica» ma non corrifpondono i nomi del-
le Reliquie con quelli enunciati nella medefima auten-
tica . Sì fono lafciati così alla privata venerazione nei
lato del Vangelo nella Bafe del Crocififfo .
Nel lato dell' Epiiìola una tefta fatta di facre Gene-
ri dì più SS. Martiri , ed alcuni pezzi di offa loto
battezzate fenza autentica però lafciati in quella gul?
fa al privato culto delle Religiofe■■*
Un Reliquiario grande a forma di ©ftenforio di le*
gnò dorato» e bianco, retto da due Angioli con pal-
me j e corona di iopra autenticato y e Sigillato coru
4.   Sigilli dell* Ululiriff. e Reverendiff. Arcivefcovo Giu-
seppe M. Martelli contiene le appreffo Reliquie ; Della
Colonna ove fu flagellato Gesù, della Cotta di S. Pao-
lo, e di S. Pietro , particelle dl Offi de* SS, Maurizio »
e de* Compagni mm. , di S. Benedetto» «Iella Vette-.
di S. M. Maddalena Penitente , particella di Offo di
5.  Lucia v. e m., e di più Santi Martin" » di S. Ana-
fhfio m. , di S. Anna Madre della SS. Vergine , del
Sepolcro della Madonna , de* Capelli di S. Chiara »
della Vette , e degli Ofli di S. Lucia v. e m. , di S.
Margherita, della Pietra del luogo, ove fu trovata la
Croce di Gesù in GerufaJcmme , àtìh Offa di S. Lo-
xenzo m. una particella del Legno della S. Croce * e
del Sepolcro del Redentore , una particella di Olii de'
SS. Faultino, e Beatrice, di S. Pietro, e di S. Paolo
JVpoftolo , ài S. Lorenzo » e di S. Stefano , del Cili-
cio di S, Paolo primo Eremita, del Legno della Por-
ta
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175
ta Aurea, de* Capelli di S. Maria Maddalena Peniten-
te, delle Fafce di Gesù Bambino, del Gilizio di S. Do-
menico , delle fafce di S. Gio.- Batifta , del Velo , e
della Cintola della SS. Vergine , delle Offa di S. Or-
fola , e delle undicimila Vergini , de* SS. Cipriano , e
Giuftina , di S. Bartolommeo Apoftolo, di S. Iacopo
Apoftolo , di S. Giorgio, e di S. Cecilia Martiri ,
della Cappa dì S. Domenico , delle Offa di S* Ana-
ftafio rn, di S. Pietro , e di S. Paolo Apoftolo , dèi
Sepolcro della SS, Vergine,
                                    * >
Nàta delle Sacre Reliquie ejtftenti nella Cajfetta
che ftà nel Coro di foj>r&
.
J Una Caffetta di legno nera a forma di Sepolcro »
circondata da criftalli, chiufa a chiave, e figiilata con
Sigilli di Monfig. Arcivefcovo Martelli ^contiene le.,
appretto Sacre Reliquie , cioè , di S. Tito , di S. Pao-
lo Apoftolo, de* SS. Innocenti , di S. Bartolommeo
Apoftolo, di S. Onnione m. , di S. Anna Madre del-
la B, V. M. , di S. Cipriano m., di S. Giuftina v. e-»
in*» di S. M. Maddalena Penitente , di S. Maria la-
cobi , de' SS. Entrio , e del Compagno m., delle fa-
feie di S. Gio; Batifta , di S. Agnefa v. e m. , di S.
Cecilia v. e m. , di S, Anaftafio m. , delle SS. Cate-
rina, Giuftina, e Margherita vv. e mm. , di S. Buono
m. } di S. Otfola v. e m., di S. Giorgio m., di S.
Fauftina v, e m. , de'SS. Cornelio, e Cipriano Pp.
e mm., di S. Beatrice v. e m., e di altri Santi Martiri.
Nel Corpo della medefìma Gaffa fi confervano Otti
de* SS. Martiri Aleffandro , Onnione , Valeriano , En-
tro , Nemefio e Pio, una parte di Stinco di S. Ante-
ro Papa , e m. , uno Stinco di S. Profpero m. , un_.
Braccio di S. Fortunato m., un Braccio di S. Felice m.
In cima del Reliquiario , nella Croce d* argento
traforata fi conferva nel mezzo del Legno della S.
Croce , ed appreffò pezzetti di Sacre Reliquie de* SS.
Apoftoli Iacopo maggiore , e Iacopo minore , di S.
Àlef.
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■ . ■:
"77
Akifandro Papa » dì S. Andrea Apollolo » djS. Caf-
tan© m. ,. de'SS* MM. Policarpo "t Floro, Bonifazio,,
Marcellino > e Vittore: delle undicimila -Vergini >. db
S. Placido m«, de8 SS» Tebei mm. > de* SS. MM. Ser-
viliano, Sebailiano » Giovanni , Ciurlino > Sergio . Ze-
none > Maffimiano , Secondino, Ciriaco } Maffimina*;
Glorio , Martiniano , ed Eugenio : di S. Pietro Con-:
feiTore , di S, Felice Vefcovo , de* SS. MM. SempliV
ciano , Romano j e delle undicimila Verdini) e dì S.
Flavia m, , di S. Agnefa óa Monte Pulcìano , di S.
Domenica v. , di S. Maria Maddalena penitente , di S.
Gerbone, di S. Niccolò, di S. Alberto, di S. Piero
Confeflbre .
Sotto l'Altare di detto Coro fu collocato al di n.
Marzo 1732. ab Inc. il Corpo di S. Clemente Mar-
tire, che era già irato pollo nel Coro vecchio , daU
la Sereniflìma Violante Beatrice di Baviera, Gran Prin-
ciperà di Tofcana , il dì - jé* di Marzo 1716, e lafcia-
to poi dalla medefima per legato al Monallero , fu
ivi trafportato , per meglio, e più decentemente con-
fervario . ,
             l
VI. S* accennò più fopra, eflfer collecàti in alto
della reflata della Tribuna, j SS. Corpi* d* Argentino ,
e un fuo Compagno martire ^ Furon |ùefti trovati in
tempo d' Innocenzio X. e da quel Papa donati al Car-
dinale Giulio Sacchetti, il quale , ad iltanza di Calan-
dra Ricafoli fua Cognata, gli regalò a quello Conveh*
to , Quefta transazione * altri vogliono , che fi facelte
il dì 15. Marzo del 1547. altri ne* 16. del 16^8. Poco
monta il divario . Sono quelli in una Calla di mar-
mo , € fi fcuoprono agli 8. di Settembre , giorno del-
la Dedicazione della Chiefa ; e nel di di S. Stefano ♦
11 Giamboni nel fuo Diario , che nota il dì id. Mar-
20 , ma non 1' anno , dice che anco in detto giorno
ftanno efpotli quelli Santi . D' eflì non abbiamo alrre
notizie ; fé non che vennero in una di quelle urne ,
che gli Antiquaij Ecclefiaitici ufi fono chiamate dal
Tfm.X.                          Z                               nume-
-ocr page 190-
S7g
numero de* corpi» che contengono , Bifomi9 Trifomi ce*
come fi legge nelle lapide Crrftiane preflfo i medefimi »
e fé ne può vedere il Magri alla parola Btfematos ; e
che ritrovati furon© nel Cimitero di Ciriaca. Di cui
chi volefTe guftare la facra erudizione, potrebbe legge.
le il Capo X¥J. del Libro iv. della Roma Sotterra-
nea di Paolo Aringhio 3 modernameate rilìarnpaca , e
riabbellita dali* inftancabile noftro Monfigor Giovai
ni Bottali*
■ * »
LE»
-ocr page 191-
APPENDICE.-
; ORATORIO DI S. BASTIANO A* BINI, ?
O SIA SPEDALUZZO DI S. SPIRITO*. IN OGGI
OSPIZIO DELLA CERTOSA •
- -; «■$!*&$►§$■;. ■<'"- ;; • ;■< /'. - ;
^ilfi
^s^iMfs
40&
Mi
Io
On deve recar veramente maraviglia s fé ne!
MS. confegnatomi delle abbozzate Lezioni
di quefto X- Tomo, non fé n* è trovata
alcuna fopra il prefente Oratorio . Delle
Chiefe j e non degli Oratorj , o Cornpa*
gnie , era il principale aflfunto di favellare, che ave-
va intraprefo il noitro benemerito Autore. Quefto Or^
torio per altro , o ù conilderi in fé ftefifo , o nelle.*
cofe in e(To avvenute , o nel culto} che fin al prefen-
te gli fi rende da i Popoli, pare, che fi poffa a buo-
na equità eccettuare ; e fé non il tutto , che dir fé ne
dovrebbe ; almeno quello raccontarne » che appagar
poffa la curiofità di chi legge. Si *ede per altro da
certi logori ftracciafogli , che di detto Padre io acqui-
irai, che egli ebbe quefto fteflo pen fiero ; e che avea a
qualche bizzarro , o lieto ingegno data la cura d* af-
fembrargli, fu quefto Oratorio , ie notizie • Apparisce
un Anonimo; e lui fteflb Anonimo fi foferive, e di-
ce, che kfeia al Piaccio la noiofa cura di rintracciar-
lo . Io fenza animo d' offendere alcuno ; ma col folo
line di dare qualche contezza; di quefto Oratorio, ho
ricopiate le dette Schede , delle quali pare > che que-
ita la prima.
                         f '                                   !
II. ,j Capperi I Padre mio , carità > fé ce n* è ! La
,5 feorfa Domenica finifte le voftre Lezioni fui Mona-I
s, itero d'Annalena ; oggi martedì mi chiedete le,rio-v'
j, tizie fopra l'Oratorio de'Bini , per fchiccherare la
„ Lezione per la ventura Domenica ? Far prefto , e-.
53 bene ( e Prete Tei aggiungea ) e fenza «nulla, a me
J
                                  Z 2                         * „ non
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.
i8oì
„ noa riefce • ,> Pofte adunque in maggiori «angurie
di tempo, che non io era il Signor Manni ; perchè
quei fuoi Sigilli -ce gli dà quando vuole * potete cre-
dere fé ancor io con lui convengo he'I'P Offervazio*
ni Iftoriche fopra il Sigillo.xiu del Tom. vi, , che-,
defiderabile farebbe, il poter fapere l'origine di que-
fto Oratorio , che in antico Spedale fu ; e chiama-
to, o per vezzeggiativo di noflra lingua, o per le>
fua piccolezza , o finalmente per relazione al gran
Spedale di S^ Spirito* in Roma ^ detto in Saxia » lo
Syedaluzzv * E non avendo il prelodato Signor Ma fi-
ni , che tanti bei pezzi) e bocconcini faporofì d* eru-
dita antichità ìvk t»a*t* ora ali delicato gufto del feco*
lo fpargenda, ritrovar^: h per opera Ài chi veni (Té e-
» difJcat© il noftjro Speéaìuìzo f ovvero * edificata éi
M prima t venjfle ida/alcuni dt lóro foggettaro ali* At*
m cifpedale dì Roma ,, io taceiuto mi farei* Ma ella
mi fembra troppo dura feonvenevol cofa nei filo ilo-
rico; allorché mancano le notizie ficure» non vi far
fuccedere le probabili , e congetturali, e così dirkto di-
ritto foitenerlo. E credo^che per V arte del ragionare,
minor diifalta da il così adoperare ;■che con tanti pezzi
cuciti (dall'uno ,, ali* altra de i quali ci correrà tal'
ora un fecolo, o due j ) malmenare il povero leggi-
tore , confondergli il capo > aggravargli la memoria,*
e: dopo aver molto letto » nulla ci fappia raccontare^
né per filo, né per fogno.
          i            : .                 m
IH,Perchè, non fi può egli ditef per applicar la
general teoria ai eafo noitro » che tlfendo limato quefto
noftro Spedaluzzo, tralB antichiffima Chiefa di S. Piero
in Cartolino , e la non meno antica di S. Felice in
Piazza, o dell'una, o dell* altra folle quefti lo Spedale ?
Mentre al dir del Borghino Tratt. della Chiefa , e Ve-
feovi Fior. paigiua&J. nov. Eèiz,,, TÉtfè l'amiche Chiefe
„ avevano accanto una. Cafa , clie ferviva per albergo,
„ le itrattenimento dt$* Foréilieri^ o vogliam dire v co^
,, me ancor gli chiamavano con: voce latina ho]piti,
ìì che aiti ancora di fiero i primi Romani ; onde pi»
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. ' :' ;■/■.■■■ ■■.
*                             ». *                                                 '
;i glfarono poi quefte cafe appreflb di noi il nome di
„ Oipnali , e tal uni d* Oftali} ec» » Il dottiffirno Sigi
Lami m* ha più d* una volta ne* crocchi del noftro
Svizzero detto, e ridetto; allorché lo ftuzzico, e pua-
zecchio a dirmi qualche cofa della fua bella Storia del
Vtfcovado, che io riporto poi a voi , per ifcroccarvi
ogni mattina la cioccolata , e qual cos* altro : che U
Chiefa di S. Piero in battolino avea lo Tuo Spedale ;
ma che indeterminato egli era a Affare, quale dei mol-
ti, che ivi ali* intorno erano, ( per effer mi credo la
fìrada Romana, battuta fpeflb in quei tempi da i di-
voti penitenti pellegrini ) fi potette efler quello atte-
nente a S. Piero in Gattolino „ U noftro Spedaìuzzo,
fé fu in ogni tempo nel fico, ove è al prefente : ac-
canto cioè alla Parrocchia antichiflìma di S» Felice in
Piazza, farà ella una befèemmia in antiquaria, da non
poterfì proferire, il dire , che probabilmente, farà (ta-
to lo Spedale della Parrocchia fuddetta ? Se ella fu già
i© antico Collegiata» come dite di faper di certo, el-
la dunque, come quella di S* Lorenzo, dì S. Giovan-
ni» ed altre, avrà avuto il fuo Spedale ? Si fconvol*
geranno eglino i monumenti tutti della Storia , delle
Genealogie, del Blafone, fé ignorando i© di certo ik
Fondatore di quefto Spedaluzzo , dirò: che verofimii-
mente faranno concorfe a sì pia opera , o attinenza-.,,
della Chiefa , i Popolani più potenti , e facoltofi ?. E
che il confervatof! aggettivo al Santo > titolare dello
Spedale S, Ba/tiana a Bini y una non difpregevol con-
gettura ci fomminiftra* che» tra quefli Popolani, lì fe-
gnalalfe in quella pia opera la Famiglia de* Bini, con**
cedendo, o fito, o cafe? Molto più , che da non po-
chi rifeontri fi -|>u5 di certo aderire ., che in turto
quello fpazio di ifrada > ove è il noiiro Spedale , vi
fotìtro per ogni intorno i Cafamenri de* Bini , Nella
feorfa Domenica riportarle una autentica ncizia , che
la Cafa di Baldaccio fu comperata dagli Officiali del
Monte Comune di Firenze, che. 1* avevano incorpora-
ta per debito di Iacopo dì Pier©; Bini. Binianae aedes
' ;
                                                                       iono
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*
iti
fono celebrate da tutti i aoftri Storici j e fpeciaimen*
te dal noftro Giovio; allorché ci fa fa pére, che Mala-
tefta Baglioni , Generale de'Fiorentini , nell* infaufto
afifedio di Firenze.* Babitabat èo tempere Malcttefta trans
Arnum Btnianis in aedìbus
, Catelinae Forine fropn-
quis &c.
Ed il Cafoni non dubita d* afferire a pag.
246. delle Aie Memorie: „ Che chiamati S. Bafliano
,$ de* Bini , mercè della religiofa fplendidezza di que*
jj ita cofpicua Profapia, che avendo avute fempre in
„ faccia , e intorno ad erTo le fue cafe , 1* ha ricca-
3, mente dotato , ed abbellito ec. ,, E di più avete..
dimoftrato , che fino il Monaftero d* Annalena, fi chia-
mò in ceni tempi Cafa de* Bini , Quella ricca dote »
e abbellimento, quello dovette eiìère , che accenna il
Signor Manni, avergli fatto Bernardo di Piero di Gio-
vanni Bini. E perchè ei non ci dice il tempo di tal
rifabbricamento dai fondamenti, bifogna, che lo fup-
ponghiamo anteriore di poco al 1508. ovvero 1509.
anno in cui, feguita a dire il Signor Manni, che fu
dato in Commenda a Monfig. Tcmmafo di Bernardo,
forfè reftauratore . Ma come V uno, e poi V altro nel
1500. poteano elfere } Teforiere, e Scrittore delle Let-
tere Apoitoliche di Leone X. che è eletto nel 1513.
Papa ; e Tom ma fo V ha in Commenda per ifpecial in*
dulto di Giulio IL? Vi par* ella quelta pillola da dige»
rirfi così di facile , fenza almeno diftinguere i tempi?
IV. Nelle notizie perciò, che fiaccate fi raccol-
gono, per illuftrare un monumento, non fi può mai
raccomandare tanto , che baiti, la cronologica combi-
nazione , conneffione , e collocamento delle medefime ,
Dall' ordine nafee fempre la luce : come 1* ofeurità ,
dal difordine > e feonneffione. Lo che acciò non av*
venga anco, nelV ilìuftrare queft' Oratorio , molto più
a me fprovveduto di notizie; perciò mi fono ingegna-
to'col raziocinio, di dar ordine alle congetture. Profe-
rendo le quali , dico, che appunto queiti non pochi
ioggetti della Famiglia: Bini flati in progreiTo di tempo;
cioè nel fecolo xv. Commendatori di quefto Spedale,.
m                                                                 'av-
-ocr page 195-
avvalorano la mia ©ppenione , non folo della rettati ira -
2Ìone certa» che equivale alla Fondazione,- ma anco che
v* aveflero gran parte nella prima Fondazione; allorché
era lo Spedale forfè della Parrocchia . E fé Monaci ,
come mi dite effervi già flato dato un fogliuecio , eb-
bero intorno al 1250» la Parrocchia di S. Felice, avran-
no avuto anco lo Spedale * Quale fé fu foggetrato al
Monaftero di Monamula y che , per me fi crede una_èt
frottola, per alcune ragioni > che. non nel fogliuecio^
ma in una Carta riportata dal Muratori , vi farò ve**
dere, fpettante a Carlo Magno: in quella ipotefi data**
e-non conceria, fi rendea neceiTario ad efla anco lo
Spedale anneffo , per uniformarli allo fpirito del glo-
riofo Fondatore, Anfelmo, 'Duca* idi Modana ,, Jl qua-
,; le fece , dopo che egli fu eletto Abate , uno Spe-
,j dale, dove a tutti i Poveri , e Pellegrini , che vi5
^capitavano, era caritativamente dato ricetto, e quari*
,, to faceva loro bifogno : „ così aflerifee alla Gior-
nata 11, dell' Istoria Monadica D. Pietro Calzolai da
Buggiano a pag. 166. dell' Ediz. del Torrentizio del
1-561. che io poiTeggo . E qui è da correggere tutti
gli sbagli, di chi da un Greco epigramma, premetto
all' Edizione, ha pretefo curiofamente di ricavare, che
foffe il detto Pietro de' Balzani ; perchè in greco, di-
ce il Monaco Martinengo, compofitore del Greco epi-
gramma: EV§ nitpov Ba*£*W fAor*xòr< cioè fopra Pietro
Monaco di Buggiano , ove hanno i Caffinenfi una de*
relitta Badia: molto meno era egli de* Calzolai ; ma
bensì de* Ricordati . Or chi non fa, che tutto quello
che fi fa , e s* ordina dal Fondatore nel Monaftero
principale , fi procura d* imitare anco negli altri del-
le dedotte Colonie fratefche? E che qui appunto in Fi-
renze nel noftro Spedaluzzo s* efercitaffe quella carità,
inftillata ai fuoi alunni dal Pio Anfelmo, il deduce
dalle oblazioni, e legati de* Fedeli , che per lo più
correr non fogliono a fargli alle Chiefe , come noni,
ne veggono fatto il buono , giufto, e retto ufo . Così
nel Teftamento di Folco di Ricovero Poninari del
1287,
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I$4
1287. ci rammenta il tante volte citato Sig. Mann?)
un Jafcito fatto al noftro Spedale. E quelli durano
anco nel 1432. quando io Spedale fottopofto era ali*
Arcifpedale di S. Spirito di Roma: come riporta nel
Contrago di Timo q: di Faldìno da Tagliaferro , che
per cornmeiTo fi pone nel noftro Spedale : /uh cbedien»
ti a religio fi ac prudenti* *tjiri JJratris Silweftri Ciamboli
lo annis de Tannano Prioris
■-, Re Boris , Gubematoris 5 &
Admniftratoris diBi Hofptalif SanBi Spritus de Pio»
rentia &c.
come potete leggere preiTo il prelodato Sig.
Manni a pag. jeS. « 109. del fuo additato Sigillo ,
che lo flemma contiene del noftro Spedale , E fé fi
vuol fapere anco» quando a un bel circa il noftro Spe-
dale aggregato fu all' Arcifpedale di S. Spirito, non
credo, che vi po/Ta cfter gran divario d* anni, a dire
coir Helyot, trai fine del %ii, e principio del xin, fe-
colo p Se poi per opera di chi ? Gli rifponderanno
tutti i Compilatori degli Annali Monaftici, dall' ufo ,
O bonarietà de i Frati , d' eleggere i Cherici Secola-
ri » per o .recuperare , o refarcire i Monafteri , e lo-
ro anneJfTì, che erano gli Spedali , S* intitolavano que-
gli procuratores > $ &dminìftratores sorum locornm ; ed
in progreffo di tempo, diventarono padroni, e quefti
furono Secolari, Nobili ,. Vefcovi, Cardinali > e altri
luoghi Pii 5 che tiraflfero ad avere il Primato in una
Provincia fopra Luoghi fimili : come appunto , dice: M
Jiclyot s effeye $ata la mira dell' Arcifpedale di S. Spi-
rito- per rapporto ali* Italia, e alla Francia,,
V. Le cofe avvenute in quello Spedale fono mol-
te: Nel 155*. vi pacarono ad abitare le Fanciulle dei»
te Abbandonate, delle quali favellale alla Lezione XII-
del Tom, V1J. Nel 1594. ^ Ven, Servo di Dio Ippo-
lito Calantìni quiyi gettò le prima fondamenta della
fua rifpettabil Congregazione della Dottrina Criftiana;
ficcome fu dette alla Lezione VIIL del Tom. IV. e il
Nigetti narro nella Vita di quel Venerabile , che ri-
ir«mpò il benemerito Prelato Monfig. Bottali > ponente
delia di lui caufa » che tra non molto lo porrà fu
il*
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1*5
gli Altari «E la culla fu * quello infigne Spedale»
delf Oratorio di S. Filippo Neri, introdotto in Firen-
ze nel 16$2. per opra del Ven. Pietro Pini} e Frao-
cefeo Cerretani , Sacerdoti e nobili Fiorentini : come
nelle fue Memorie litoriche a lungo ragiona Giovanni
Marciano Tom. iv. lib. iv. pag, 230. e fegg- e qual-
che cofa ne accennarle voi alla Lez. XXV. dtì Tom.
II. Ma perchè nella parte a mano deftra di detto
' Oratorio di 3. Baftiano de* Bini , in una piccola Cap-
pella, aperta da* Padri per ampliar la -Chiefa , fu data
Sepoltura al preziofo cadavere di queio pio Fondato-
re ; e fé ne lanciarono di riportare le infcriziom* * che
furono pofte quivi j quindi in S. Firenze Vecchio $ e
ultimamente nella magnifica nuova Sagreftia dell' Ora-
torio di S.Filippo, io, perchè ali* ufo moderno impin-
guiate ; ma almeno d' infenzioni , che fono le cefe-,
più neceflfarie , e utili , « non di tante fanfaluche an-
tiquarie la prefente Lezione, io diifi , vi traferivo Ìsl»
prima , che fu pofta nell* Oratorio de* Bini, nel fepol-
cro fopra terra , non eifendo emanato ancora il Deere-*
to d'Urbano Vili, la quale eosì diceva :
D.         <x m;
ANN. DOM. MDCXXXV. ADMODVM. REV. P. PETRVS
BINIVS • FLOR1NT." ORATORI! . S. PHIIIPPI . NERII
FLORENTIAE . FVNDATOR • ET . IN » EO * PER
TRIENN1VM . MENSEM , D. XXVII. VITA» OMNIVM
VIRTVTVM . OENERE . IAVDABILITER , FVNCTVS
OBIlf . V. KAL. -IAMVARU . AETAT. S. ANN. XLIII*
M. V- D* I. VRBAN-O. Vili. S. P. ET. PERDINAND© II,'
M. E. D* DOMINANTIBVS -
Nella Chiefa poi di S. Firenze Vecchio fi leggeva la
feguente :
                                       «
Tom.X.                         A a
VEN,
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iS6
VEN* P» PETRVS. BINIVS • CONGREGATION1S * ORATORI*
FLORENTIAE» FVND* SANCTITATEM . ViRTVTIBVS . MERVIT
M1RACVLIS•• COMPROBAViT*OB.IIT AN. SALVTIS MDCXXXV.
V. KAL. IANVARII» AETAT1S SVAE XLW. ElVS CORPVS
TRIDVVM* IN TEMPLO EXPQSiTVM . ARCHIEPISCOPI
FLGRENTINI * MAGNATVM , AC PLVRfMI CQNFLVENTI5
POPVLI. PIETAS VENERATA EST
Ndla fplendida Sagre&fa por deli* Oratorio di S* Fi-
lippo fi leggono le due feguentì ;
             r-
V* VERO EIDVS IANVÀRII M.D.CC.LV» OiVOP . ARNO
EXVBERANTE. SVB AQ.V tS NON SEMEL lACVE&Al. IVRI01C&
DEEOSSVM , AC RECOGNITVM . EX ECCLESIA VETERL S,
*LOR* HIC DECENTI VS CONDITVM EST , TABELLA .ET
SIGNIS. SVELIMI A TERRA SEPVLCRO ■ „ QLIM,. APPB^SIS-
ANTE DECRETVM VRB. Vili», SECRETO r SEMPER 3ERVAT1S
NE &ANCTITATI8" MEMORIA INTERCIDAT >, :
QVAE SVA
.PQMPA CAREAT t:>ì                     »,, ,.,■ , ,
#-' '■'■ ■*• • ■■"                                ■ ■                                                                                                               ■' ' '                                    t                k -h ■£ ■■"■ s .                                           ~ I * *■ ■ i               + ...V $■■ ', '■!■ * ■' ''■! ~ •-,, \ * -V '■ '* . ;,. $
P. FRANCISCVS GERRETANIVS . PATRIOT»" FEORKNTINVS
CONGREGATlONliJ ORATORI! FLORENTIAE . VNA . CVM VEN.
P. PETRO B1N10 FVNDATOR Ì POST COLLEGA E OBITVM PER
TRIGINTA FERME ANNOS VINEAM S1B1 LOCATAM EXCOLENS
VITAE 1NNOCENTLA . MORVM SVAV1TATE . AC INSIGNI IN
PAVPRRES MVNIFlCENTlA.r ENITVITr J>£HVM OMN1VM CIVIVM
SVORVM LAMENTATANE . DECESSIT . PIS1S ANNO A NATIV.
DOMINI M. DCLXVL PRIPIE KAL. MARTIAS. AETAT1S SVAE
LJtt.U MENSE X. DIE" XX* DEN1QVE ANNO MPCqLV. V. IDVS
1ANVAR11 CONSORS LAEQRIS . ET SEPVLCRl . EX EADEM. ECC&.
VETERI S. FLORENTU • VNA CVM VEN. BETRO . DEFOSSVS
ET RECOGNITVS • HIC SITVS EST
i ■                                                                                                 ' '■ , i ■                                                                                                                            '                                                                                                                                                                                                                              '
Per qucfto mi penfo , che fofle dato in Commenda^
quefto noftro Spedale fempre ad Uomini intigni, chenti
e quali enumera il Signor Manni al paragrafo ni. dell*
illuftrazione del Sigillo del nofho Spedale > che efà&z
. 4                                 k                        - appr-tìf-
i
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1S7
appretto ilMoftxo eruditismo Sig. Gio: èi Poggio Bai-
dovifietti > ed è lo.fteffo, che intagliato in pietra bi-
slunga in tue«Q alle due rofe d' oro > parte dello iem-
ma.de* Bici,ù vede al..'baffo della parete nella faccia*
ta dLquefto Oratorio per Ja parte finiftra all'entrare
in Ghie fa . Se non che nel Sigillo V è la barbara epi-
grafe.': S. FR-ATERMTAS .HOSPITAUS ,S. SP1R1TVS DE ELORkS.
Intorno poi all' anno véfsMl V^n. Filippo Franci in
quella tìefTo Oratoria diede pur principio al ricovero
de* traviati rag&zzi popolari ; il quale fu quindi ira*
sferico alla Calza , ed altri luoghi più ampli , per V
accrefeimento giornaliero di detti; finché non piacque
a Dio di tìabilire sì fanto , ed utile. Influiito } colla
fondazione della Cafa fia-> detta aia ■■■-Qji-ar qnonia * S* a-
dunano in quefìo Ora torio.-pure ogni quattro meli di
etafeun anno gli Offiziali detta Compagnia antichilfima
del SS. Sagramento di S.-Felice in Piazza, per difeor*
reryi degli affari più importanti di detta Compagnia}
ài cui così mi fcrive il diligente e notiziato ..Gaetano
Cambia gì, Cuftode delle due Biblioteche Magliabechia-
na} e Marucelliana, }, La Compagnia del SS. Sagramen-
,j to di S, Felice in Piazza è intitolata , Compagnia
„ del Corpus Domini \ di S. Silvefiro Papaie di S. Felice
„ Prete ec. Ella efifie appunto dietro alla Chiefa di
;, S. Felice , fui canto di Via de' Preti . Ebbe prin-
,, cipio T anno 1500. in tempo dell' Abate Bafilio ài
„ S. Felice» dell'Ordine de' Carualdolenfi ec. e fu una
j, delle prime Compagnie, che pofe i' ufo di andare.
,, con cappa , ad accompagnare il Sagramento a gli In*
„ fermi; come il tutto & ricava da una copia di Ca-
j, piteli vecchi di detta Compagnia , fottoferitti da_.
,, Benedetto Mercati , Vicario del Cardinale Niccolò
„ Kidoifi, Areivefcovo di Firenze) fotto dì 25?. Gen-
n «aio 1545. Nella Compagnia vi è all' Altare un Ta*
w hernacolo ài un' Immagine di Maria , dipinta dal
^ Beato Giovanni Angelico, Domenicano, circa Tanno
5, 1430* che per quanto dicefì , dipingeva tali Imma-
# gini a ginocchia piegate. Di prefente cjuefta Com-
A a z                              „ pa-
*
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iSS
}> pagrtia è una delle più cofpfcue della Città (-trai*
?» le Compagnie de i Sagraraentì ) mentre dall' anno
», 1715. in qua ( in cui furano riformati i Capìtoli
ss lotto dì 26. Gennaio, fottofcritti da Monfig. della
3, Gherardefca ) fi ritrovalo in efla deferita' tre ceti
3, di Perfone , fedenti percV tutto un Corpo f cioè vi
» fo no 40. Sacerdoti; 40.. Opera; > che fono tutti No*
jj bili ; e 72. Artiiti . Benché ciafcuno di elfi ceti
» eserciti i refpetrivi Uffizi. Altre volte fanno ire det-
>r to Oratorio de' Bini ahre Tornate ftraordinarie > fé-
35. C^ndo 1'occorrenze ec. „ Allorché nel 1712. in*
forfero le ridicole controverfie tra i Confratri di San-
ta Maria Lauretana, e il Prior Bimbi di S. Maria
Ughi, fu fimilrnence in quefla Oratorio per pochi meli
depositata la Santa Immagine di Maria in legno, che,,
flando collocata fopra una delle Porte della Santa Cap-
pella di Loreto, fu da 33. Sacerdoti Tofcani , colà
portatiti in pellegrinaggio nel tégì* ottenuta, ad iftan-
za del Cardinale Corfi > e da effi portata a Firenze y
ed al prefente fi trova in S, Lucia de'Magnoli. Qui-
vi era pure nel i6$o. una Centuria di Fratelli , fot co
il titolo di S* Pietro, di cui parla il Signor Manni
al luogo citato dell* illutrrato Sigillo; ficcome d'ai*
tra , che fi dice la Compagnia di Maria Vergine Im-
prunetana, e di S* Bruno.
VI. Quefto Santo yìnftitutore dell' ammirahil Or-
dine di Certofa , mi rammenta 1* ultimo pregio , av-
venuto a quefìó Spedale ne* 14. ài Gennaio 1744*
quale fi fu , il venire elfo in potere de i Padri della
Certofa di Firenze per via di livello, rogato il con-
tratto . Onde io non fo , fu quali fondamenti appog-
gi il Signor Manni,-'la fu a oppenione , nel tante volte
citato Sigillo, che nel 1654. avelfcro i Monaci di Cer-
tofa „ luogo antico di dette Fanciulle, accanto al-:
s, lo Spedale noftro nel Popolo dì S. Felice, il quale
„ ferve tuttavia d' Ofpizio a i medefimi Monaci. „
Nel Contratto del 1744. non fi nomina mai anterior
poflTeiTo d' effetti , che avelfero tali Monaci di Certofa
nel
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i8>
nel 1^54. E vi fi defcrivono > oltre alcuni pezzi di
terre , tre cafe, le quali per la folitarià fituazione lo-
ro , e cattivo flato j cffendone una fpecialmente in via
del Gelfomino j e V altra in una contrada, chiamata
dietro le campane dì S. Felice, davano ricetto a fcan-
dolofe Perfoné . Ed ecco il primo* vantaggio arrecato
da queftì Padri , d'avere efpurgata la contrada, ab-
bellita Ja Città con decente Ofpizio , e comodiflimo »
che merita d* eiTer veduto. Il fecondo poi* è il deco-
rd della Cafa di Dìo ? emendo veramente l'Oratorio
ridotto un Santuario, ove di continovo & conferva^
il SS. Sagramento; e quefto ha invitati, e invita tutt*
ora ì Popoli al culto s alla frequenza , ai divelli efer-
cizi di Criftiana pietà) che da quei buoni Padri, den-
tro .1' annoj fi promuovono„• tra' quali L* Ottavàrio de i-
Morti , e la Novena del SS* Natale r E bene ne han-
no ragione i Fedeli di frequentarlo , mentre è arric-
chito queft' Oratorio di tanti Tefori fpiritualij quanti
fono deferirti in un comodo -libretto , ftampato dal
Moiiche nel 1754. intitolato; Sommario delle Indulgerti
ke i (he s* acqui fi ano iteli'Oratorio di S. Sebafiiano da'
Bini,
ec. il quale non folo mele per mefe , i' enume-
ra j ma di più ancora premette alcune notizie dell'
Oratorio medefimo.*
               ■. '
VII- Di quefto, la facciata citeriore è ripulita af-
fai ; ed in alto, fotto un fineftrone ovato, v* ha T ar-
me gentilizia des Bini} confidente in due Rofe in cam-
po azzurro , sbarra d* oro, e monte d* oro . Una fola
è la porta iprincipale di pietra, molto nobile, A ma-
no finiftra al di fuori è incastrato nel muro--un'.la-
drone,', che di fopra fi è deferitto . L'interior deferi»
zione poi dell'Oratorio , amerà meglio il Lettore di
udirla-da un Padre ftefìfo, di Gertofa , da cui fono
flato favorito d' ogni oppuituna notizia , rifguardante
quefti ultimi tempi ., ,, La lunghezza , fcrive egli ,
,, della Chiefa , non confederata la Tribuna , è braccia
,, 24. due terzi, e la larghezza della medefima braccia
}, 12. e un fello. La Tribuna è lunga braccia 7. e larga
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,» braccia n* e tre quarti» mediante due archi» che
55* lateralmente vi fono, dei quali» defalcato Jo sfori*
„ do , viene ad eiTere bra<r. 7. e fa - figura in pianta
9i quadrata > Detta-Tribuna è architettura di pietra fe-
53 rena d'ordine ionica, nella quale rivede la Gupo-
ì* ia.;»> dipinta -co© fparriti , e* borchie a chiaro fcuro,
>,. e color 4* oro } e fu dipinta dal Signor Francesco
s, Papi ]'anno 1752. né1 2.5*1 Settembre. La detta,:Cu-
j> poìa fu aperta 4a noi j eflendo T offa tur a di legna*
*» me,, £Òft *vetiate/5 e èl latórali > è Hai coperta ài ma.
^feriale,. L* £)rcheirra f« parimente fatta da noi nel
,,, 1745! -mentre farà^ perita quella, eh* era si tempo
« :del Ven. Bini > fopria .delta quale racconta il Mar-
5, ciano il prodigio del fuoco accefevi dal Demonio %
•.,»,te veduto dal /detto Ven. P. Bini, :E net 1759. ^u
,jì poiìo patimeiue da noi'0 Organo} per decorare le
^ funzioni, che cOTrrìnuMmente vi £ fdnno; lì*,jngref*
,„ fo della /Tribuna conjìfreiéa un* arco di Pietra dell'
,>, ifteffo .ordine, coti Arme fìmilmentedii pietra , ftem-
*} .ma \de Ila Cara JBini, che fi dì a pane , con baiati-
„; tirata pure di pietra, fatta dal Monafterò . Tra il
h muro principale , p V .arco Suddetto, # vedono due
», .quadri jdipinti a olio, che uno figura B. Già: Ba-
„ tifta , ,el' altro S. Lorenzo; no» fapendofi da qual
fi Pittore fiano fatti : e fotto detti quadri rifiedono due
v confeifionali , col medefimo ordine di pietra. All'
» Aitar Maggiore" vi è una Tavola antica di legno
*j doralo, é.tì\' ìfìeiTo ordine Ionico , con tre fpanki j
« nel principale la Madonna Santiflìma , che fta coper-
„ ta dat -mantellino ;a mmu E^àngeHi s/i e dipinto
», ,S. Pietro; ed. in cornu Epiftela ■ ■& Bernardo , tutti
5, dipinri fulla Tavola da Pittore antico , del quale-»
5, non fé ne fa il nome , Il re frante della Chiefa è
3»• donato a mezza botte , cob due Altari laterali di
2, pietra ferena d*ordine Compofuo , e ne i piedistalli
SÌ de i! pjlaftri di detti Altari vi fono le Armi, Minile
>, alla fuddetta . Air Altare a corna E^angelii vi è la
%} Tavola dipinta a olio', e tagliata7 in mezzo da una
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„ nicchia, ove rifiede un & Bafti$ncV di terra cotta,
„ è a i laterali due Santi firhilmeme a òlio , che uno
„ figura S. Maria Maddalena, e T altro fi crede S. An-
„ tonio, perchè è maniera aitai antica* L* altro Altare
„ a cornu EpUoU fi è dell* ifteffo ordine, con V jftef-
„ fé Armi ne i piedistalli , con Tavola dipìnta fulla
„ tela, che figura V Angelo Raffaello, e Tobbia , non
„ tanto antica, ma di mano più modèrna'■:» Le menfe
,, de i detti due Altari fono da noi fiate rimodernate
„ alla Romana» Dentro la t^alanatata della Tribuna
j, vi è la fepolttira óg ì Bini,, con lapida quadrata di
,> marmo, bianco ; e- negli, angoli della, raedefimrf gè*
n rogiifici della fudifctu Arme , coni l* inscrizione &s~
,, tornò , che dice ;
              , .,-■
?■*>■'>"Y-Mlì'"ìli-' 'VI C--:ÌÌ'"*'Ì,*i'>- i^a-tì-vì1»1*' 'il I "* K**^* *f i'
fEF. Bmm&Bl PETRI DE Blf^I >^ BT SVORV^
1 ( ,
                        r A* D* MDXKV*
„ Per venire ali* entratura delia Chiefa ,, fi, dirà effer la
„ Porta di pietra , fopra la «pale; vi•;;.■&-..¥ Orcheitta ?
„ A ma» drittala pila dell' Acquafawta ,.ifolata di
Ji marmo bianco , che sifiede. fopra, un colonnina deli*
„ iftelTo marmo. Il pavimento è-di; mattoni, divifo pe~
nda fafeie di pietra fé re ria in lei fpartiti ,. e nel
„. mezzo della Chiefa un circolo ;deMa. detta pietra f
^contornato da fafeia di marmo jbianco, appreso .del
„ quale, dalla parte della, Portai vi fono due fepoìtu-
„ re, che una per gli uomini , e P altra; per le don»,
,, ne. Attórno a detta Chiefa gira rjin marciapiede di
,j legno, che corrifponde ali* altezza di due fcalini ,
„ che fi fai e alla Tribuna, ove fu detto marciapiede
,, rifiedono otto caffaparrche di noce , con fpaglier*
,, alia moderna, fatte da i Confratelli della Compagnia
„ del §agramemo, per loro comodo neli* adunarti, per
;, il quale pagano al Monaftero feudi due l'anno;
„ come fa pure la Compagnia , intitolata fotto i-due;
„ nomi» di S. Maria dell' Impruneta > e S. Brunone. „
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192
L E Z
I "O. N 1 XVI.
tt.j ' k.
I> ML L A C HJPS 4 JE MOXAS? ERO
DI S. V E L I Q E I N P I A Z Z À
£ PI "Si. PJETJRO MASTICE, , or1A
4} i 4 *J
EI principio? € della fondazione di
quèfta. Chiefa., che è una delle più
antiche e principali Parrocchie Fio*
Tentine di Oltrarno, io fin' ora non
ho rinvenuto notizie precife e parti-
colari : pótèndofi però affermare, che
ella $ià foife in piedi nel mille » o
in quel tórno . Avvegnaché ii Maìefpini , favellando
ideile1 n-upve hiuraì di Firenze, incominciate nel J07S,
■tra k Ghie fé annoveri la noftra cosi :„ Altre mura
55 non avea dettò Borgo, te non al doflV delle Cafe,
,3> che erano coita il poggio ; 1' altro Borgo era quel-
5> lo di S. Felicita, detto Piazza, ov' è oggi una Porta»
„ dov'è la Piazza di S. Felice , onde fi va a Siena, ,,
Inoltre Sfjj Felice tià. Collegiata , avente Canonici, che
<5Ìufta il Borghini, è un ar-gomento di grande antichi»
; e tale era chiamata anche nel fecolo xni. come
apparifeé fra le Cartapecore del Capitolo Fiorentino ,
per un compromefTo del 1241. che dice; Dominus Dio*
rifece
, Fri or Eccìejìe'-, ■& Cànonhe $. Marte Malori 5 >%
Ost Dominus Simon s IP ri or E-ccieJìe
, & Canonie* S* FeM
licis in Platea cómfromiferunt &€.
Neil1 anno poi 2253*
trovati là Ghiefa data a i Monaci di Nonantula , come
qui fotto diremo .Intanto ' diffimtìlarè io non debbo
un punto della flofia di S, Felice in Piazza ; guai' è,
la denominazione di quefta Ghiefa, talvolta nelle vetu*
ile carte, e dagli Scrittori detta, S. Felice in Pincis;t
.»!
                                                                       come
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come la denomina Don Silvano Razzi nel Riftrettó?
della Storia Camaldolenfe , alla parola Firenze , dove
dice „ la Badia di S. Felice in Piazza, cioè in Pin-
j, cis v" „ E parrebbe così chiamata full* autorità del
Breviario Romano, che vuole morto S. Felice, vicino
a Nola in loco , qmm in Tincif appellahant • Ma di
quelio luogo affai ne dubitano i Bollandoti , i quali
non trovano nella vita, che fcrilTe S. Paolino di No*
Sa, di detto Santo, un tal nome ; e lo tace pure Ara»
brogio Leone nella fua deferizione della Città di No-
la : credendo i fuddetti Scrittori di Anverfa , che una,
limile appellazione data alla noftra Chiefa , piuttofto
derivi dalla Bafilica di S. Felice in Roma , la quale
fabbricata fu fui Monte Pincio, e però dicevail S. Fe-
lice in Pincis: ficcome la Porta dì Roma vicina a quel
monte anche inoggi è detta Porta Pinciana . Quindi
mi perfuado, che t Fiorentini, tanro bramoiì d* imi-
tare i ecftumi Romani , volclTero di là d* Arno una
Chiefa a S. Felice , chiamata in quei tempi all' ufo di
Roma,S. Felice in Pincis.
II. Or venendo ai Monaci, che circa al 1250. eb-
bero la Chiefa di S. Felice in Firenze, mi faccio dalle
fcritture affai autorevoli. E primieramente da una Bol-
la , che efìfteva neir Archivio delle Monache del Pa-
radifo, e di prefente trasferita è in quello dello Speda-
le di Bonifazio . Quella è d* Innocenzio IV. data in
Viterbo nel 1253. anno undecimo del Pontificato, che
fottopone alla Badia dì S. Silveftro di Nonantula que-
fta Chiefa , colle fue appartenenze . E nello fpoglio
del RotTelìi avvi altra Bolla, data fl anno 11. del fuo
Pontificato da Gregorio XII. che riferva una pendone
di cento feudi al Cardinale Giovanni di S. Siilo , fo«
pra S. Felice in Piazza : Ecclejta widelicet fttbietla Ab-
batte S* Silueftri de Nonantola
. Di queita Chiefa , co-
me Monaiier©, parla altresì il Bullettone al num. 4$.
come apprelTo: 125^. hennet Epifc. Fior, yrowdit qu.
Morandtnum Perfetti de Podio Bonizzi
, fauprem CU*
rieum
, ut haheret in Monafterio S* Felicis in Piazza j
« Tom.X.
                       B b                                 temm
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194
tempore <vite fue m&um , & me flit um » Nel Tom. V,
degli Annali Camaldolese fi vede nel 1297, fottopofto
ancora il Monaftero m. S. Felice in Piazza a quello di
Nonantula. E benché qui viveifero Monaci s che uri-
navano la Chiefa , fempre però conftrvavanfi dipen-
denti dall' Abate, di Menamela; lo che appare tra le
Cartapecore del Gapit. Cofimo della Rena n. 14. in un
Contratto , il cui fu rito dice così : „ Don Clemente^
„ Monaco di S.; Silvestro di JSIonantoIa , e-Priore di
,, S. Felice in Pazza di Firenze, col confenfo dei iot-
jv to Priore, e de* Monaci ài detta Chiefa, e eoo li*
5v cenza ài Raimondo, Abate del Monastero di Nonan-
„ tola della Diocefi di Modena, rogata da Sex Fran-
si cefeo di Ser Domenico Mafcheroni, perniata i beni
3, della Chiefa ài S. Felice in Piazza, con Stefano, e
5, Rinieri di Rufiico ài Rinieri del Popolo di S. Re-
„ migio di Firenze ec. rogò Ser Marco Configli No«
5, taio Fiorentino 1314. ,»
IH. Di che Ordine poi, e di qual Regola foffero
quefti Monaci di San Felice, non è un punto da djffi-
mularfi, ne così facile ad jfchiarirfi; Manteche non po-
che ' fieno, ila-te. le vicende accadute alla Badia di No-
nantola-. Balta però fermare coir Helyot , che Monaci
Salyeftrini, almeno fui primo, non erano quei di No-
Bantula ; e che 1' equivoco è prelfo 1 volgari Scrittori
nato , dall* efler quell'Abbazia dedicata a S. Silveftro ,
il cui corpo ottenne da Zaccberia Papa il Fondatore
Anfcimo, Duca ài Modana , fé veritiero è nella fua
Storia Monaitica Don Pietro Calzolai , il quale di più
aggiugne „ Che di confentimtmo di tutti i Monaci,
„ the erano ben mille quarantaquattro da diverfe Cir-
5,, tà e varie Provincie, quivi concoifi per fervile al
>, Signore, fu fatto Abate del fuo Monaftcrio . „ Si
fa fiorire queiio Anfelmo nel 740. di Ciiito. E il Mo-
naitero fondato da Silvefcro Goizolin» fopra di Monte
Fano, d' ondo-■deriva la Congrtga2Ìone de* Salveftrjni,
fi pone coli' Htlyot Gap. vi. Tom. xxi. pag. 179- "el
1231.,-E nel 12,47. fu approvata quella Religione, e
co-
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cominciò a far degli acquici s e dilatarla. Intorno poi
all' aflerzioni di D. Pietro Ricordati j egli di qùefta dà
per afTecuratori Paolo Diacono» Leandro Alberti, e la
Cronica di quel Monaftero. La quale quella forfè fa*
rà , che termina al 1037. efuìente MS, nel!' Archivio
di quella Badia , e che riporta il Muratori negli Scrit-
tori delle cofe d* Italia * Ella comincia :
*\lnùpunt nomina Abbatum ]slonantul enfi uni , qui fofl
BeàtiJJtMum Anfelmum frimum Abbatem rètìer$nt• ■ iffam
Ecclefeam
. : K
                                                   ! •*" '*'■'                      ì
r Anno Chr. 754. In primis ipfe Anfelmutrtxit Abbati am
annis
50I temporibut Rsgum Aiftulphi \>■& Dejiderii} & Ca*
réti Magni Imp. & ex bis tfeptem pajfus efl exilium a
Z>£-
Jìderiò afud^Cafinum^ ficut multorum■ Senior um reltìtio-
ns ' di di cimus ^ frke é$ ■qtiod nefriti àuid deiiquerit ini De*
Jìderio
, Eté Vigilanti us Presbyter in 1 predicò tempore fóe*
fi ci ter Nonhnmlanumgubemavit■ Coenobium
, & multa
comoda, ibidem aquìfimit in libri
4-faè aliis multi $ rebus ^
i$'predio.
JS. Pater Anfelmus ab exilio remerfus, muU
m? poflea tixit, annon inter difcipulorum 1 mantis
, fimi-
in geìlis éiuÀi le^itury^fpnituni^^n^^ reddidit v, non.
Maftiij, l|>'-tfl|"*0Ìlf|'l2 ;sl;i?f! ■■*: V fto : :\ .: | i?; J$ffl tfléf^
Quivi preiTò i! lodato Muratori'1 èi pure la carta ! del
7711. }fe: non sbaglio p in .imbuì: Carlo Magno, dopo avèl
v%uo il ReuDefideriò, ed eiler fuccfcduto' in lutti.! gli
allodiali del ni ed efimo , dona al Monaftero di Nonan*
tola'-tutte, le Chiefe , Or di quelle dì Firenze 9 nomi-
nata quivi fono nome di Gittàs- Fiefòfcana , rammen»
tate ; foìamente vi fo&o, 0$ S. .'Michele), e S. Mml^-
to' al Monte >: Perciò iL i?adre Rkha ha pòfto d% fast
pra circa* all' anno 1250. *.choRi -Monaet di "Monaci
tola avellerò S. Felice in Piazza . Mi par di molto ,
che ì rifoluti «Fiorentini,; che teglie inori volendo col
non men rifcluto Papa ilriéocbnkaoi IV1> fpianarotto Or
S. Michele^ «v ne fecero un .Brando".) pubblico , il la-
fcìaiTero la carota porre di VS. JFeJfcsé in Piazzai permeai
non erano; meno zelanti | ;Megliq> .-diraqtitfi :fia 'tacer 'fu
tal dubbio ;?■-ma non per queftoHbifo^n£ * credere" to-
R b 2                               fto,
-ocr page 208-
I
196"
fto , e ammutire > come ad un articolo di Fede , t
un Diploma» a una Carta» la quale afiferifca cofa, che
repugni per altri capi • Io vorrei , che quefti biblio-
phiiì , del Medio Evo fpecialmente , leggefTero leu
grand* Opera» ufciu in Parigi in più Tomi in quarto»
contenente la Critica delle Carte, e Diplomi «, Chi fa»
fé la Carta di Bonifazio citata dal Ridia » fé efatninar
fi potette »< fé ella regge? La data di Viterbo, quando
Xnnocenzio IV. flette Tempre in Francia, per fuggire il
furore di Federigo If. mi fa dubitar forte.,
IV, L'altra novità accaduta in S, Felice in Piazza
nel 1413. fu, che in tal anno pafsò quefta Qhiefa , colle
fue entrate , ali1 Ordine Camaldolenfc , effendo XXXVII.
Generale del facro Eremo » D. Antonio Parmenfe » e
Pontefice Giovanni XXIII. quale ad iftanza di Co-
fimo de* Medici, affai portato a favorire ì% Monaci de-
gli Angioli di Firenze » fpedì un Breve datum Romae
Fotittf. anno ìv. 6. ¥.aU Aug.
col quale trasferì dalla Ba-
dia di Nonantola* a Gamaldoli le ragioni della Parroc*
chia, e Monaftero di S. Felice in Firenze: a condizio>
ne , che fofTe Abate fempre un Monaco.degli Angioli»
come ne parla D. Agoftino nella Storia di Camaldoli.
Onde fé il 14-13,1. è 1* epoca per i Camaldolenfi , en-
trati in S. Felice : perchè queito D. Agostino c'im.
broglia egli le cofe con un Anfelmo Monaco; Carnai*
dolenfe, Priore di S. Felice in Piazza nel 1299? Mol-
to più , che i moderni compilatori degli Annali Ca-
maldolenfi
| dicono al Tom. v. ncque txploratttr» c&
tyfum friusfuifie Monachnm S* Felici s.
Lo fi e ilo fi di-
ca di quel Pieno Monaco, che nel 1346. fi dice Vi-
cario
S» Fdiù^Jn (Platea de Fior, C é un Alberto
Prior di S. Felice,, Giudice nella Caufa d* Accurfio,
Volterrano, Abate de* SS. Giuflo e Clemente. Que-
fto mefcuglio di IFrati di Nonanrola » mi penfo io»
confutò con i Camaldolenfi , faik ordinato ; e pofti
faranno a■ is fuor luoghi da i dotti Annalisti ; allor-
ché giunti faranno a quel tempo: mentre al prefente col
Tom. V. arrivati fono al 135°* Don Silvano-'Razzi
poi
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rp7
poi adduce quelle precife parole: ,, La Badìa di S^ei
Felice in Piazza» cioè- in Pincis , effendo ftata deli*
i, Ordine di S. Silveftm dì Notiamola , fu da Papa
,, Giovanni XXIII. effendo Generale Antonio Parmenfc ,
„ data ali* Ordine , per mezzo di Cofimo de i Medici f
», il più vecchio , con quello > che V Abate da eleg-
s) gerii foflfe fempre della Famiglia degli Angioli. 3) E
nella vita dei Generale Piero Delfino , il medefimo di-
ce pure j u In quella Badia poi j la cui refidenza dell*
,, Abate èra in Città, come farebbe flato in S. Felice
n in Piazza di Firenze ,, e poco dopo annoverando le
diciaifette Badie , foggette alla Congregazione Generale
dell' Eremo, foggiugne „ Alla Badia di S. Felice iru
», Piazza , fu unita la Badia di Monte Cornaio, vicina
W a Bagno „ e finalmente nella fteffa vita del Generale
Delfino, circa la norma Monaftica , leggefi : >» Piero
j, Delfino coli1 aiuto di Papa AlcrTandro VI. introduce
ss in S. Felice in Piazza la efe-mplare oflervanza di Ca-
,, maldoli . ,, Né mancano fcritture , denotanti la iuri-
sdizione > che dagli Abati fi efercitava in quello Mo«
naftero, o fi voglia co* Monaci , o co' Popolani della
Parrocchia: come oiTervammo già nella ftoria del Mo-
naftero di Annalena ; alla quale per pubblico iftru-
mento V Abate Pietro Camaldolenfe concede licenza
di edificare il fuo Convento nel Popolo di S. Felice»
col cenfo di una libbra di cera bianca ogni anno •
Molti uomini intigni ne fono flati Abati : fi pofifono
leggere D. Agoftino, il Ricordati , gli Annali di Ga«
maldoli: ed il Teatro iftorico del facró Eremo, autore
Francefco Mafetti Romano, che ne parla come fegue :
,5 Diverti Abati illustrarono quefta Badia di S. Peli*
,, ce in Piazza. Tra quefti valorofo fu il celebre Don
„ Bafilio Nardi di Cafentinp , e Nobile Fiorenti-
„ no , Abate di quefto Monaftero , che fu uno dei
„ più illuftri Capitani di quel fecola, flato dipinto dal
,) celebre pennello di Giorgio Vafari nel Salone di Pa*
» lazzo Vecchio , veftiro da Capitano ( cioè armato di
» ferro, e fotto V abito bianco . ) Fu prima-Curato di
5) S. Mi-
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i#S
n ,S. Michele d'Arezzo; poi Abate (ii S, Felice in Piaz"
„ za di Firenze, che poi la rìfegnò a p. Romualdo fup
^Nipote, alla fine fu Vicario Generale del dotto ed e^
„ rudito D.Pietro Delfino, Patrizio Veneto , Generale di
9) tutto 1* Ordine Camaldolenfe.. Alla fola fama, che il
?, Duca d'Urbino, Generale dell'eccelfa e potente Re-
„ pubblica Veneta i con Bartolommeo di Alviano, Piero
,,46* Medici, efule di Firenze , e Carlo Oifini » Barone
5j Romano, valóroil Capitani, follerò con grande efer*
„ cito all'arTedio del facró Eremo di Camaldoli, Bàfilio,
„ come Soggetto e raccomandato alla Repubblica Fioren-
5, tina, tutto colmo di sdegno il portò dal Gonfalonie-
5, re di Giuftizia, e dai Priori del Magsftrato Supremo»
„ che governavano Firenze, Supplicandogli a dargli Sol-
„ dati» e denaro, pe£ mantenerglii che gli prometteva
,, ài liberare .dall' a (Tedio * Camaldoli ; e di ricuperare
3j tutti i luoghi occupati: nel Cafentino da i Veneti.
5, Il Gonfaloniere, e Priori adì 29. Novembre del 1498.
v gli diedero molta gente agguerrita* e con queiia_.
5, marciò in Cafentino i fece tagliare mólti faggi ». e
m ordinò, che follerò collocati in mezzo delle jftrade,
y> Poi fopra a Mòntalone con valore indicibile diede
^addofFo a* nemici j cioèa t©o. cavalli Veneti, li pofe
j, in fuga, e poi difórdino la Fanteria a tal fegnoj che
3,  molti recarono vittime de" Fiorentini, che avea col-
,,, locati in mezzo de* bofehi . Ricuperò Chiufi alle_#
f, radici del Monte; della Vernia , Bibbiena j e Poppi,
5> ed altri luoghi diìminor conseguenza , occupati dai
4,  Nemici. La Repubblica Fiorentina gli fcri{fe, che fe
i, aveife de' fuoi pari 3 farebbe per tutto il fuo Stato
£>:\ircura» e liberà..-
                 ihihn& iì-téA
i „ Ritornando a Firenze con tanta gloria , tutto il
il Popolo gli andè incontro alla Porta alla Croce ,
I,; gridando : wi<yd mf^a il falsatore e liberatore della
9, Hatria * E la Repubblica Fiorentina, volendo ricono-
?, faere il valore dell'Abate Baillio, aferifle lui; con
Il tutta la fua Famiglia alla Nobiltà Fiorentina ,' e gii
!» donò molti Fiorini d'ojro..
                      \ j
}) L* ali'
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*99
s» L'anno pei 1501. il Duca Valentino Borgia » Ca-
,, pitanp j e Figliuolo di AleiTandro VI. che avea^
j, amb&ione di farfi Re d'Italia, da Bologna fi portò
5» in Mugello con molta gente armata; e poi verfo
3, Firenze, chiedendo alla Repubblica il palio per Ro-
5) ma: ma il fuo fine era di prendere la Città. La Re-
3, pubblica, conofciute le fue frodi, chiamò D. Bafilio >
S) il quale , per falvar la Patria , con Girolamo Pilli fio-
,, tentino, e con uno de* CommilTarj di guerra , fi por-
„ tò in Cafentino, e fortificò Poppi, Bibbiena, e Pra-
5, tovecchio , e tutti gli altri luoghi; dipoi per ordine
„ della Repubblica fi portò a Firenze . Comparve con
„ tremila uomini : cinquecento ne dettino a Prato :
„ goo% a Empoli, 200. a Peretola , e con gli altri lì
5, pofe ne'Monti di Fiefole. Dipoi, andò con altra gente
„ fuori di Porta a S. Fridiano , il che oiTervato dat
,• Duca , vedendo imponìbile il prender Firenze ,. fi
,5 portò fenza far danno veruno verfo Piombino. Bru-
jj ciò folo Montegufoni, villa degli Acciaiuoli. L' an«
„ no 1502. la Citrà di Arezzo fi ribellò a* Fiorentini,
j, e però fu di nuovo pregato 1* Abate Bafilio a mili-
„ tare contra quella Città ; ma egli fi fcusò con di-
,, re, che per caufa delle guerre fatte, il Papa gli a»
,, vea tolto la foa Badia di S. Felice in Piazza, e che
,, era incorfo nelle cenfure . Ma Lorenzo de' Medici
j, principal Cittadino gliela fece refìituire dal Papa, e
3, lo fece afiolvere dalle fcomuniche . E finalmente nel
„ 1516". aftretto dalle obbligazioni, cfie avea con Lo-
„ renzo, fatto da Leone X. Duca d' Urbino , militò
,j di nuovo contra quei Popoli , ribellatili all' iftelìb
,, Duca . Col fuo valore , gli ridurle all' ubbidien-
j, zst , frenò- il loro ardore , e fu mediatore delia.*
„ pace fra elfi 3 ed il Duca Lorenzo. Ancora nel paltò
„ del Duca Borbone da S. Sepolcro, verfo Roma l'an-
,j no 1527. fi porrò D. Bafilio ad Arezzo, munì tutti
„ i luoghi confinanti; di modo che Carlo di Borbone
,, non potè far in Tofcana cofa alcuna . Militò adun^
,. que in fervizio de i Fiorentini 39. anni , contento
» per
*
-ocr page 212-
■■<*.
£0®
*
» per il fuo mantenimento di lire ©*. e foldi 13. ogni
>, giorno. Cambiò alla fine la vita temporale nell* eter>
») na il dì 22. Dicembre del 1542. morto in Firenze,
*, e fcpoho in detta Badia di S. Felice in Piazza . n
3Vla di quefto equivoco carattere di Frate? come effer
dovea, varj fono flati i giudizi degli Uomini . Molto
più, che era il favorito del Generale Delfino, e V u*
nica cagione egli fi fu, che il detto Delfino rinunziar
dovette il Generalato, e non fo(Te più perpetuo . Non
dovea ilare d* accordo neppure co ì fuoi Parrocchiani :
come fi ricava dalla Lettera i<5. del lib. iv. di detto
Generale. E come non dovea egli aver difertata la cura
di S. Felice, fé udiamo da Luca di Barcellona nella fua
Romualdina , cofa avea fatto all' Eremo tutto , quefto
torbido cervello? Caufae huius inquietudini $ y iflae j>rae~
cipue referuntur
. Bajilius quidam conventuali! , Abbas
perpetuus $. Felicis Florentiae
, v'ir fugax, & humana
prudentia maxime pollens
, lingua velox, animo intrep*
dus
» & corporis viribns praeflans : casus gefta venerali'
lis Auguftinus late prò fé qui tur
; ttos vero ( quia nofiri
inflittiti non funt
) filentie praetenre confultius duximus.
Is in Hetruria vices generalis gerens cuntla agitabat ;
nec
, qui ei rejìfteret, facile erat invenìre : quetn ne ipfe
qui dem Generali*
( a quo eius autorità* dependebat )
fraenare poterat, aut certe compefeere non eff aufus» In*
ter alia3 hic five dìgnitatis nomine
, feu fato ita per*
Mittente
, Monafterium Fontisboni , & res omnes Eremi*
tartan
, praeter ordinem , libere adminiftrabat . Klee bis
totitentus, ad radices montisi domum quandam ; five fa»
latium
( quod Mufoleam vocant ) voluit aedificare : cu*
ius fabricae praetextu
, multa in Ersmum ìpfam machi-
natum effe
, etiam hodìe perbibent eius cultores . Magnas
in primis
, extejfivafque pecuniarum qnantitates abfum*
pferat) magnoque aere alieno pauperet Eremitas gravare:
item agros
, & poffefftones eorum alienare non verebatur :
fa'} quod graviti? erat
, quafi aedificio necejfaria provi'
dens
, ahietum fylvas ( Eremi unicum ornamentum \ atque
filati ut»
) magna falla firage devaftabat. Tandem Hit in
men*
-ocr page 213-
2oi
fàtntem wnh latijpmum newus y quoà incolte Mdccìam
vQùtitant
, ad tilt imam vfque abietem abfcindere : nimirunt
tatus
( ut creditur ) attenta lignorum multitudine 5 pul*
chritudine
3 #f perfe Biotte , /##*<? malta millia aureorum
farari f'ójfe-
. Sciendum tamen efi, r* #of pretiofo nemo*
re non tenues quotannis
) /eletti s tantum excijts , fu-
jterfluifqtte arborihus
) Eremo Ì0 reddìtus -gromenire.
V. Ed in tempo j che quivi ufiziavano quelli Mo«
flaci, prineipioflì una di quelle folenniflìrne Fefte, tan-
to commendate dagli Storici Fiorentini, le quali con-
fiftevano in macchine per aria roovibili, che rappre-
fentavano i fanti Mifterj ; tra* quali celebrava*! in San
Felice 1* Annunziazìone di Maria, ricca di lumi, di
figure, e éì rari ordigni : come la defcrive il Vafari i
e noi altrove ne abbiamo ragionato • Ma fu quefta , per-
chè avea qualche maggior apparato, riferirò qui le paro-
le del detto Vafari , nella vita di lacone „ Nella fetta
j, di S. Felice in Piazza , la quale fece la Compagnia
j, dell' Orciuolo , V anno 1525. fece lacone nelì* ap-
j, parato di fuori , fecondo che allora fi coftumava, un
„ belliflìmo arco trionfale , tutto ifolato , grande , e#
fy doppio , con otto colonne, pilaftri, e frontefpizì
„ molto alto , il quale fece condurre a perfezione da
,, Piero da Sefto, macftro di legname, molto pratico ;
,, e dopo vi fece nove iftorie; parte delle quali di*
„ pinfe egli, che furono le migliori, e 1* altre Fran-
5, cefeo Ubertini Bacchiacca . ,, Erano quefti Monaci
affai ftimati da* Fiorentini , ed in fegno della venera-
zione univerfale a quefto Monaftero , nota il Roffelli,
che eravi congiunto un Chioftro , o Cimitero , nel
quale erano molte fepolture di Famiglie Fiorentine ;
ed anche in oggi vedefi all' entrare della Porta prin-
cipale lapida di marmo grande , e lettere alla Longo«
barda 5 che dicono ;
SEP. NOBILIS VIRI MARIOTT1 DINOZZI STEPHANI DE
11PPIS . ET SVOUVM DESCEND, AN. DOM. MCCCCLX*
.Tom, X.                        C e                              Qut>.
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202
Queflo Mariotti fece fare la facciata della Chiefa di
Pietra, con fua arme» di Leone rampante» Fece pu-
re fare il Campanile, e la pila dell* Acqua fama, do«<
ve vi fi legge ; Hpe opvs fegit fieri mariottvs di-
mozzi de lippis . Altre memorie antiche erano fparfe
per il Monaftero, o ila 1* antico Chioftro. Allato alla
Cappella della Madonna del Rofario , quivi per altro
trasferita in carattere Gotico fi legge la feguenre, Inferi-
zione: sepvlch. admiratorvm . et svor. In fomigliante
fcrittura è 1* altra del Pulpito : sef, di Giovanni di
gherardino ; poche altre ve ne rimangono- . E quivi
non fé ne poffòno più vedere , per efler claufura di
Monache dell' Ordine di S. Domenico , fotto il ti-
tolo di S. Pier Martire, che però è contitolare» co-
me dice il Giamboni a pag. 79. qua trasferite nell*
anno 1557.
VI. Il principio di quefte Monache > che fu il
1416. in un luogo dentro la Porta Romana., che le
prefenti Suore polfeggono ancora , ridotto però a or-
to, e terreni, che arrivano fino alle mura della Cit-
tà da mezzodì. Ebbe adunque il fuo principio quefto
Monaftero adì 17. di Marzo di detto anno, per un
certo Metter Mariano di Giovanni da Firenze , Priore
di S. Maria Ughi, il quale comprò dentro la Cura
di S* Pier in Gattolino , entrando in Firenze a mano
manca , una fabbrica ad ufo di Palazzo , e Torre »
che chiamavafi di Meffer Niccolò Buondelmonte , con
cafe, orti, e torre, per prezzo di kudi 740, pagati
alle Monache di S. Gaggio , per edificarvi un Con-
vento di Suore Domenicane , fotto il titolo di S. Pier
Martire ; e ne rogò il Contratto Ser Biagio di Paolo
di Matteo da Cafignano , confervandofi quefta Carta
preflb le Moaache , al Codice fegnato AAA , dove-»
fono nominate le Perfone , che donarono a tal propo-
fito il danaro a Prete Mariano, e fono : Fra Niccolò
da Uzzano, Pinzochera di S. Francelco fc. 300. Iaco-
po di Niccolò da Uzzano fc. 300. e Margherita di
Giovanni Spini fc. 140. dimenticata dall' Abate Cafot-
ti.
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2 ©J
ti, che Bella Storia di Maria Vergine dell'Imprune-
ta a pag. 245. riferifce q uè fra compri, come appref-
fo; „ Il fecondo Monaftero, è quello di S. Pietro Mar->
& tire , che fondato da tre Religiofe 3 condotte dal
» Monaftero di S.Domenico di Pifa nel principio del
fecolo xv. dentro alla Porta Romana, nel Palazzo,
>v che chiamavafi di MefTer Niccolò Buondelmonti ,
«col danaro, contribuito maflìrnamenre dalla Famiglia
'»> da Uzzano , e poi da quella de i Baldefi, e da Mon-
frl fignor Lorenzo di Piero Giacomini da Caftel Fioren-
^cino/di Valdelfa, Vefcovo di Acaia , largamente do-
5, tato „ ed è da notarfi in quelle poche parole del
Cafotti , come non folo tace la fuddetta Margherita- ;
ma v* introduce due benefattori , pofteriori aifai alla
compra del Palazzo , che giufta lo fteffo Autore $ era
de' Bondelrnonti ; ma non al Portone di Aniialena ,
che è un altro fuo abbaglio a e. 73. mentrechè il Palaz*
20 venduto , veniva di là di via Chiara ; come appa*
re da i confini, chiamati neli' iftrumento , nel quale.,
leggefi anche quefta condizione» che fé non folle per*
fezionatc* il Convento- per Suore Domenicane, fi re-
fìituifea il prezzo di detto Palazzo, e orto, per dar-
ne tante doti* a povere* fanciulle Fiorentine .
VII. Fu pertanto raccomandato 1' indirizzo di que-
llo nuovo Monaftero a Fra Andrea ài Giovanni da
Palaia , dell' Ordine Domenicano , del Convento di
■Su-Maria Novella , il quale procurò una Bolla di Mar-
tino V. data Man tue r. KhL lanuartì, anno 2. Vontifi-
tatus ;
diretta aL Maeftro Generale de* Padri Predicato-
ri Fra Lionardo Dati, per la quale concedevafi di fon-
dare in Firenze un Monaftero.,■ fotto 1* invocazione di
San Pietro Martire . Torlo che fu fondato, il predet-
to Padre Andrea fu deputato Governatore , e Procu-
ratore del nuovo Convento , di cui può chiamarli Fon-
datore j per le tante fatiche . ed indultrie fante, nella
lunga direzione, che n' ebbe per lo fpazio di 20. an-
ni . Egli ordinò, e difpofe tutta la fabbrica ad ufo
di; Religiofe > che fpiraflero edificazione e buon efem-
C e i                              pio :
-ocr page 216-
204
pio: fece venire dal Convento di S. Domenico di Pifa
per iftruzione, tre Monache > cioè Suor Andrea di Fao^
lo Tommafi da Firenze , Suor Teodora Guidoni da^
Venezia, e Suor Nìccolofa di Giovanni Baroncelli. E
fu prima Priora, Suor Teodora» così trovandoli nelle
Ricordanze del Monaftero. Però Stefano Roffelli ne
parla con qualche varietà nel fuo Sepoltuario , dicen-
do , che adì io, di Maggio del 1419. venne una fola
Monaca > che fu Suor Andrea fuddetta ; ed ai 2. di
Luglio del 1420. dal medefimo Monaftero di Pifa fof-
fero introdotte tre altre , chiamate Suor Bartolommea
di Piero Merciari di Firenze) Suor Teodora di Firen-
ze , e Suor Nìccolofa di Giovanni Baroncelli , Vedo-
va di Andrea della Stufa, la quale fu la prima Priora»
Ma chiunque fotte Ja Fondatrice, con sì bel principio
non tardarono a preluder 1* Abito e Vedove , e Fan-
ciulle, delle più nobili Famiglie Fiorentine, come la
foprallodata Suor Margherita degli Spini , che ebbe_»
parte nella compra del Palazzo ; e veftendoiì, donò al
Convento feudi duemila} veftitafi adì 17. Gennaio del
14*0. Suor Piera i Vedova di Niccola dell' Offa , adì
18. Gennaio detto ; e Suor Maddalena di Bartolommeo
di Scoiaio Ufimbardi : ed altre , che per brevità fi
tralafciano.
Vili. Ed apparifee in un libro coperto di carta-
pecora bianca, colle coregge rofle, nel quale fi legge:
che Niccolò, ed Angiolo da lizzano rinunziano ad
ogni ragione di Padronato, che potefTero avere itL#
quefto Monaftero da effi comprato, e vi è il rogito
di Ser Andrea di Giovanni di Cherico da Caftelfranco
di fotto 2. Agofto 1421. Siccome per 1'avanti > cioè
nel 1420. aveva rinunziato neil' ifteffb modo ad ogni
Padronato Suor Margherita degli Spini. Frattanto ere-
fceva il Convento e nello fpirito, e nel credito ; fino
a meritarfi da i Sommi Pontefici molte grazie ; tra le
quali ftimò , quanto altra mai , la Bolla di Marti-
no V. confermata poi da Eugenio IV- e Pio li. colla
quale concedefi facoltà a i Padri dell' Ordine de* Pre«
di-
-ocr page 217-
zoj
trafóri} che il Monaftero fofle nello fpirituale*, e tenv.
rale fottopofto al Generale» e Provinciale dell' Or*
dine . Che però fempre Rcligiofì infigni hanno diretto
quefte facre Vergini; come , dopo Fra Andrea, che fu
il primo, gòvernolle Fra Benedetto Domenichi , Uomo
di fomma eftimazione, e Fra Maeftro Giovanni da Man-
tova , abitanti amendue nel Convento di S. Marco;
non oftante che foflero figli di S. Maria Novella . E
camminando con buon ordine le cofe del Convento)
accadde 1* anno 1459. che per la pefte del 1348. ri»
dotte a due le Suore del Monaftero di S. Iacopo di
Ripoli in via della Scala del medefimo Ordine, furo-
no dal Generale Fra Currado di Atti levate fette Mo-
nache di S. Pietro Martire, e trasferite in S. Iacopo,*
dove loro riufcì di far rifiorire il più antico Conven*
to, che àvea avuto in Firenze S. Domenico.
-">"tJX« Ed innanzi , che venghiamo a S. Felice inJ
Piazza , dove paflaiono le noftre Monache , per le
vicende del Principato in Firenze : per torre ogni dub-
biezza , fulJa origine del Monaftero foprariferita , ri*
fponder debbo ad una difficoltà , moffa da Leopoldo
del Migliore, appunto fopra il principio di quefte^
Venerabili Suore , referendo egli un Teftamento di Fra
Rinuccio , figlio di Diotaiuti da Firenze, che confer-
vafi all' Archivio de' Monaci di Ceftello , nell* Arma-
dio fegnato L, al num. 130. nel qual TeftamentoV
fatto in Bologna nel 1302. tra i legati leggefi : Item
reliquìt Dominabus de Monafierio $• Tetri Martirio de-
Fior, librar decem ;
onde 1* erudito Leopoldo nel fuo
Zibaldone, notato 90. così difcorre „ falfo, che fofle
,, edificato nel 1416. dovendofi piuttofto dire ingran*
,5 dito in queft* anno. ,, Ma porti in pace il Miglio-
re , fé in confronto de i tanti autorevoli originali do-
cumenti , dimoftranti chiaramente la fondazione, fegui-
ta nel 1416. ardifco di contradire al fuo fentimento •
Chi fa » che quelle parole S* Tetri Maniris , forfè-»'
non debbano leggerfi : iS\ Tetri Maloris ì Ma quan-
do ancora non fofle accaduto lo sbaglio dello Ama-
nuen-
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2 0<5
r».uenfe ,; dica fi, che-talora effetido flato chiamato al
Convento di S. '.Iacopo dì Ripoii > -. Mona^faroì di San
Pietro Martire 5 a motivo della direzione data, da,.
quello Santo, per alcuni anni a -.quelle prime Mona-
che Domenicane * al legato fuddetto chiamate follerò
quelle Religiofe di RipohV ,;;
-.,.. X- Ma ormai venendo all'anno 1550. nel quale
icottè impilo il Monaitero di S. Pietro: Martire* mi farò
dal rammentarne il motw/o a Vegliavano.' in quei tem-
pi le differenze tra Carlo Vv Jmperadore, e la Repub-
blica di Siena, affinità dall* armi Franzefi • Cofimo I.
Duca di Firenze o fofife che cerne (Te delio Irato fuo >
a che defideraffe d'ingrandirloiQ rifolvè di fabbricare
nuove fortificazioni, per le quali retto totalmente de-
molito il noitro Monailem» e le Monache in neceffità
di andar altrove . Brano allora Operai del Convento
Domenico Bonzi jp Dottore Federigo de* Ricci r Anto-
nio Canigiani) e Jacopo Mazzinghi ,* i quali fi adope-
rarono , per attenere alle povere Suore altro luogo
decente, e da poter vivere infieme reiigiofamente ; e
<po.fto.fi da effi 1' occhio alta Chiefa di S. Felice i$c*
Piazza » dove era Abate D. Romualdo degli Angioli,
jNipote del decantato D,, Bafìlio , colla protezione; del
predetto Duca, fi ottenèe:da
> Papa Giulio III. la gra-
fia desiderata; come appare dalla Bolla, che diede detto
Pontefice in Roma di Novembre , anno iv. del fuo
pontificato: dando alle Monache detta Badiate" acrile
condizioni, che ivi foilero Preti , da eleggenfi dalla-,
Priora > per affittele alla Parrocchia, che fi dette • all'
Abate Romualdo , vita fua durante. ,120. feudi P anno,
alle Monache il Padronato del fito , e de* terreni del
vecchio loro Convento. La mattina adunque de* 12. di
Ag-ofto del m. 5 5 7. entrarono le Monache in S* Felice,
accompagnate dal Priore di S. Maria Novella' Fra Mat-
teo.-Strozzi > e da alcuni altri Frati del medefirno Con»
vento:; ficcpme dà moire nobili Cittadine, parenti ddìe
Suore, e dai Mazzieri di Palazzo. Qua giunte can-
tarono il Te Defitti) ed i Frati la Meifa dello Spirito
San*
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io?
Santo. E perchè le Monache erano:fli numero 57. cre-
fciute anche a $^h fi comprarono ite vicine cale , e
botteghe, colle quali reftè amplialo*riabbellito, e ri-
dotto ad ufo di comodo Monafter o y quel {ito : leg-
gendoti ne* ricordi di dette Monache , da i quali fi fono
cavate le fopraccennate notizia, corner fi fegnalò nell*
aiutarle , Federigo de* Ricci * «he fomminiiìrò gran
quantità di danari.
<X|L; E tra leprihlev ehefi veftirono in qdéfto nuo*
vóe Monàftero, trovo una Nipoie dt S. Filippo Neri/
per nome Suor; Mafia; Vittoria*; figlia di Caterina? tykU
ri, forella del Santo % la quale nel?) mjpp^l ùìì maritò?
con Baciano di Barnaba Tregui ( altri leggono Trevi,
o Trievi.) A Siiór Maria ¥i|torÌa fcriflfe. S. Filippo più
lettere, che;&;,Ieggonp . nellar rac^Gtha &ampat& i» Fi-
renze nel 1736. e viffe ella ifino, ali* anno, quando fu
fantificato il fuo; Zio. E.qui accennerà per digreflìo*
ne ,: che quando morì. Ser Francefea Ajk Filippo da Ga-
Ilei Franco, il Padre, di S. Filippo ,,,. non avendo egli
voluto accettare* l^jereditapaterna * queita toccò alla
fopraddetta 1 Caterina ; come ..coita per rogito dì Ser
Gio: Balchi 20. Febbraio ,15<5a. E ritornando alle Mo-
nache , quefle confervano una delle dette Lettere di
S. Filippo,jche fu fcritta di/Roma, pien^ di fanti con^
figlj alia Nipote, iti data de' 12. di Ottobre del 1582.
ed in ogni quarta Domenica del me{e fi fa in Mona-
stero una proceffione in on©n,deI Santo* i
XII. La Chiefa , che fotto gli Abati avea il fuo
pregio , è crefeiuta affai di fplendore dalle nuove^
Ofpiti, o fia perla loro divozione a o per la libera»
lità de" Benefattori. La fua lunghezza è di braccia 90»
e 2,p di larghezza ; che farebbe fproporzionata T Ar-
chitettura , fé non ci foffe un Coro, foitenuto da co-
lonne, che prendono la metà della Ghiefa» .Al primo
Altare a mano manca di chi entra, che è de i Baldoc-
ci, vedefi un quadro ài Salvador Rofa, rapprefentante
Crìfto , che falva Pietro dal naufragio, e fcefi gli fcalini
di detta Cappella 5 fi legge la feguente Infcrizione :
D.O.M.
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20i
• t ■;                               .!>»*•:». . O. :.' M. i-éà1^ *$$
!         ? ?fft *ALB©GClORVM FAMILIA fi
»«i tìOC A MAIOKIBVS SV15 LONGE ANTE , d
i *I l.
         FVNDATVM SACELLVM
ri , GLORI OSAM RESVRRECTIONEM
VNA CVM IILIS EXPECTANS RESTAVRAVIT
AN. Di MDCLX, i ,5
Dipoi all'Altare, che fece fare Matteo Neroni, è la
Vocazione di S. Matteo , dipinta da Valerio Marucel-
li ( il Maflìmi dice dal Rovelli ) con Intenzione fcefi
gli fcalini, die dice ;
.; D;r »1 s(»jtf) 6 ''■-.'. M.
MATTHEVS NERONIVS . IACOBI F. FLORENT. CIVIS
COMES PALATINVS ^
- ; i            ET AVRATAE MILITIAE EQJES         : *;
MAGNI FERDINAND! I. ET COSMI II, CQSMOGRAPHVS
SACELLVM. DÉO. ET DEIP. ET EVANG. MATTHAEO
SEPVLCHRVM . SIBI MARTIAEQ, AGR1PPAE
ROMANAE CONiVGX'. AC SVIS . VIVENS POSVlT
AN. D. MDCXIX*           .          *',.:,
•4ì,ì 5;i''. : I *yr''":v .■.;,.'».*■..;.■,■.:■. i/ili. ,Z ■■U'y"'J ■'• lì Hi '},■ , -_ ■■.-'.:..>■'■.'
Alla Cappella del Rofario avvi tavola di Iacopo da Em-
poli) che con bella maniera dipinfe Maria , parlante a
S. Giacinto , il quale in ginocchioni 1* afcolta ; e vi
legge la tegnente Infcrizione:
-         ^D. $ O. «« • M. \ : - '
EEATISS. ROSARlI V1RGINIS 5         , ?
ARAM. A CLEMENTE XII. PONT. MAX.
IO. ANTONII GVADAGNI S. R. E. PRESBYT. CARD.
EX bORORE E1VSDEM NEPOTIS
VRBISQ. VICAF11 PRECIBVS. ANNVENTE. PRIVILEGIO
OMN1BVS. QVIBVS PRAEDICAT . DECORATVR PAM1LIA
DITATAM , BENEFACTORES POSVERE
AN. SAL. MDCCXXXV.
Alcu*
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£0£
Alcuni Santi vengo?!» ali* Altare cottiiguo , die fece-
ro Michele e Ridolfo Grillandaio . Dopo incontrar!
con maraviglia la rarìflìma dipintura di Giova nni da
S. Gìovannij fatta a Giulio Parigi , insigne Architetto
alla fua Cappella di S. Felice ; e volle Giulio, che co*
tariffe a freico, acciocché per tempo veruno non fof«*
di quello luogo levata. In eflfa il braviamo Pitto-
re effigiò S. MaCimo , Vefcovo di Nola , moribondo
per la fame » fete , e freddo • che riceve foccorfo dsu,
S. Felice , premendogli in bocca un grappolo di uva,
e gli Angioli, che colgono l'uva, fono opera del Vol-
terrano, difcepolo di Giovanni. Appiedi de£t& Capr
jpclla trovafi la feguente Inferitone:
QVOD
IOANNES MANNCZZIVS A S. tOANNE
^RO SE. PQSTERISQVE SVIS MANDAVIT
AM. D. MDCXXX.
DOMINIO. IO. GARZIAE NEPOS ADIMPL&VW
ANNO D. MDCCV.
Lodato è pure un S. Antonio Abate , che rifalla in*
fermi , con un coro dì Angioli , benirTimo condotto
da Ottavio Vannini, ( il Maflimi dice dal Landi ) 3
fpefe di Andrea , e Rollò del Roflp , de' quali è il
padronatp della Cappella . Ed accanto a quefta trovali
la Cappella delle Monache, con la tavola di S. Dome-
nico, ed altri Santi , di Iacopo Vignali , di cui buona
vita fcrifle il Sig. Se"bafèiano Bartolozei, e pubblicolla
in Firenze nel 1753. ( qu^3 Cappella è dei Lippì di
Dìnozzo . ) Dopo 3a quale viene l'Altare di S. Roc«
co, e di S. Caterina , con tavola di Pier di Cofimo •
XIII. L* Aitar maggiore è de i Sigg. Ridolfì di via
Maggio , con una tavola , fatta dal Boato Angelico,
per la Chiefa vecchia di S. Pietro Martire; fonovi
Maria, S. Domenico, S. Pier Martire, e S. Tommafo
à3 Aquino. Dietro a detto Altare vedefi la lapida, con
Jnfcrizione, che gira intórno:
-■ ^Topj. X.                       D d                               ioan>
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2IO
IOANNES FRANCISCVS DE RIDOLPHIS . VNTCVS KIDOLPHI FU.
SI£I. POSTERISQVB SVIS.ADHVC VIVENS . POSVIT MDXXXI1I.
Sonovi in Chiefa due miracolo»* Tabernacoli chiufi ;
fuorché in alcune Solennità : in uno di elfi adorafi
Maria col Bambino in collo di terra cotta , ma ricco
di voti . Neil* altro avvi un* Immagine pure di Ma-
ria) che flava nella via vicina, colorita fui muro ; e
quivi trasferita dopo i tanti miracoli > che da efìfa ot-
tennero i Fiorentini nell* ultima pefte dei 1630. La
maniera di quefta effìgie molto fi aflbmiglia ad una^
Pietà, pure a frefco, fatta dipignere dagli antichi Mo-
naci vicino alla Porta grande a manritta . Quivi pu*
re fono le feguenti Inscrizioni di antichi e moderni
valent9 Uomini . D' Antonio Franchi Pittore fece , e
fìampò in Fir. nel 1754. il foprallodato Sig. Bartolozzi.
ANT. FRANCHIO. CIVI LVCENSI. ET FLGR. PICTOR1 EXIMIO
AN. D. MDCCIX. E V1V1S SVELATO
IO. SEBASTIANVS FILIVS . PHIL, MED. DOCT.
SIBI . POSTERISQVE POSVIT . AN. D. MDCCX1V.
1DEMQVE ANNO AERE VV1G. MBCCLIV. HEIC SITVS EST
ANTONIVS FRANCHIVS PHiL. MED. DOCT.
JOSEPH. ET PETRVS SACERDOS. FRATRES . PATRI AMANTISS.
RELIGIONE. MORVM INTEGRITATE. OPTIMARVM ARTIVM
MED1CAEQ. CVM PRIMIS FACVLTATIS STVDiO . OR.NAT1SS.
FIL11 MOERENTES M. P.
VIXIT AN. LXXXIII. MEN» V. DIE XI.
d. o. m. '■■:-; ■". ;* !.'\
FRANCTSCVS DE DATIS
PATRITIVS . ET SENATOR FLORENT1NVS
GENTILIZIO SVAE FAMIL1AE ALTARI
TEMPORIS VETVSTATE D1RVTO FVNDITVS
, ALTERNVM SVEROGAVIT
ET MQRTALIS VITAE DAMNA REPARATVRVS
QUOTIDIANO SACRIFICIO C0MMVNIV1T
ANNO RECVPERATAE SALVTIS MDCLXXXVII.
10-
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2-1*1
' 10SEPH0 PIAMONTINIÒ . ANDREAE-, ET CATHARINÀE AKGELAh
FARSIAE • ClVt FLOR. SCVLPTORI . EXIMIO, PIETATE IN BEVM.
MORVMQVE MOLESTATE. SFECTATISSIMO . HIC ROMAM MISSVS
A COSMO IH. MAG. DVCE . ETRVR. EIVSQJE SVMTIBVS ERVDITVS
A CYRO FERRiO . ET HERCVLE FERRATA, ADSIDVO STVDIO
LABORE. INGENIO ♦ VETERVM ARTIFICVM PRAESTANTIAM
AEMVLATVS.TANTOPF.SE PROFECIT . VT IN PATRIAM BEDVX
EODEM MAGNO DVCE IVBEÌ3TE . COMPLVRA EGREGIA OPERA AD
COMITEM PALAT. AD RHENVM MISERI!" , ET FgRDINANDl MAG.
ETR. PRINC. GENIO. OPTIMARVM ARTIVM FAVTORl INCLYTO
FECERIT SATIS . EAMQVE EXINDE NOMINIS CELEBRITATEM SIT
ADEPTVS.VT EIVS.CVM MARMOBEAS .TVM AEREAS CAELATVRAS
NON FLORENTINI TANTVM PROCERES , SED ET ANGLI. GALLI
GERMANI . AC LVSITANI CfcRTATlM. . SIBI CONQyiSlÈRlNT
VIXIT ANN. LXXXII. D. X. OBIIT IDIB. FEBRVAR. ANN. FLOR»
AERAE C1D I3.CC. XL. IOANNES BATTISTA PlAMONTiNIVS EIVS
FILIVS . ET DISC1PVLVS . MON1MENTVM HOC EIVS EFFIGIE
ORNAVIT . ET TITVLVM SVO, FRATRVMQYE SVORVM NOMINE
PATRI OPTIMO . AC DESID£RATISSIM0 , M0EREN8 P0SV1T
IOSEPHO DEL PAPA EMPORIENSI
HVMANIORIBVS LITERIS, GRAVISSIMISO^ DISCIPLINA
ERUDITISSIMO
IN PISANO LYCEO PHILOSOPHIAE PRIMVM
DEINDE MEDICINAE PROFESSORI CELEBERRIMO
REGIAE DOMVS ARCHIATRO
IN MEDICINA FACIENDA. MATHEMAT. RATIONIB. EXPLANANDA
PRVDENTISS. DOCTISSIMOQVE . VIRO ANTIQVA PROEITATE
CONSPICVO
OB EDITA INGENII MON1MENTA . HEREDITATEMQVE
IN PATRIAE VTILITATEM
SAPlENTr TESTAMENTO CONLOCATAM. OMNIVM CONSENSV
IMMORTALI
OBHT III. EIDVS MARTIAS. AN. MDCCXXIV.
PROROGATA VITA VEL NATVRA IMBECILLI
AD ANNVM LXXXVI.
CVRATORES EERPET. HERED. P. C.
Dd 2                      D.O.M.
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.212
d. a m.
THOMAE . COMITI. TYRREL
. INTER OPTIMATES HIBERNIAE. NOBILISSIMO
IN ETRVSCÒRVM PRWCIPVM AVLA. INTER
NOBILES EPHEBQS PROBE EDVCATVS. ET EXCVLTVS
SERENISSIMI PRINCIPIS IOANNIS GASTONIS
PEREGRINATIONVM EIV3 COMES . GRATI4M
ET BENEVOLENTIAM. SVMMA NOMINIS SVI
LAVDE ADEPTVS EST . MOX INTER REGIOS
CVBICVLARIOS ADSCITVS . EO QVOQVE REGNANTI
SVPREMVM LOCVM . PROPTER EGREGIAS ANIMI
DOTES. FIDEM. INTEGRITATEM. COMI7ATEM
S1NGVLAREM . VIRTVTE DVCE . OBTINVIT
DECESSIT IMMATVRO GBITV IV. NON. IANVAR.
AN. MDCCLIII. AETATIS SVAE LXIV.
FERDINANDVS MARCHIO NARVEZ SAVEDRA
AMICO OPTIMO. RARISSIMO
FVNEBREM T1TVLVM . PERENNE AMORIS
ET AMICITIAE SVAE MONVMENTVM. MOERENS POSVIT
D.           Ó.           M.
ANTONIO DOMINICQ GABBIANO FLOR. IO. F. PICTORI EGREGIO
QVI FLORENTIAE. ROMAE . VENETIIS . ARTEM . TANTO
SVCCESSV DIDICIT
VT COSMO III. M- E. D. EIVSQ. FILIO FERDINANDO
APPRIME CARVS
ET A LEOPOLDO ROM. IMPERATORE
HONORIEICENTISSIME EXCEPTVS SIT
PRAECLARIS TANDEM . AD NOMINIS SVI CELEBRITATEM
PATRIAEQVE DECVS RELICTIS OPERIBVS
EX ALTA CONTIGNATIONE. DVM PINGBRET
NESCIO QVO FATO HEV CADENS
MORITVR ID. DEC. MDCCXXVI.
IO. CAIETANVS GABBIANVS PATRVO OPTIMO $, C.
Quivi è pur fepolto il famofo Pittore Lorenzo del Mo-
ro , che giace lenza onor di fepolcro, per at'tefUre là
avanzante?! barbarie del fecolo .
XiV. Tra le molte 5 e fingolari Relìquie prefifo
quefte Monache 3 che le pongono in mezzo della Chie-
fa alla venerazione , nella Fefta di S. Pietro Martire,
oifervanfi una ca(Tetta di argento, affai vaga e preziofa ,
con un Sandalo di S. Pio V. donato dal Cardinale
Anton Maria Galleo a Francefco Redditi ( Lettere
MSS. di Francefco Redditi a Bernardo Ruccllai , ho
ve-
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11%
vedute nella. Magliabechiana ) e di quello Io ebbe_»
Suor Francefca Leonori » Nipote di detto Francefco, f^el
i<5£?.. Vi fono due Tefte delle Compagna di S. Qrfo*
la ec. Ma fopra tutte confervano un Crocififìfo » che
nel primo loro Convento parlò;' e di la fu portato
da* Padri di S. Maria Novella , con folenne procedìo-
ije9' a S. Felice in Piazza nel 155!.
*.;'3 XV. E per fine farò qui memoria di alcune Ve*-
nerabili Reiigiofe, come appare dagli .-etti del Capito-
lo Generale de' Padri Predicatori , celebrato in Roma
liei 1670. leggendovifi come fegue . ,, Fu fatta parti*
„ colar menzione, e ricordo della vita efemplare di aN
„ cune Monache di S. Pietro Martire di Fitenze, viffu-
}, te , e morte in molto odore di Santità, e due fpe-
„ zialmente furono commendate : cioè Suor Maria Pru*
>, denza Vernaccini , che di 15. anni veftì 1* abito di
j, Monaca Corale adì 25. Novembre i^5ig* e fi morì 5»
,, di Luglio 1640. Siccome Suor Maria Benedetta di
3, Francefco Scolari del Borgo a S.Lorenzo, Gonverfa,
„ la quale impetrò da Dio a molte perfine grazie.»
„ (traordinajrie . Morì ella ne* 14? Febbraio del i5jg,
^Amendue furono fepolte nella fepokura delle Mo-
j, nache , con quella dìftinzione , di una cotona di fiori
„ fatta di ferro, in capo . „ Anco de1 Priori ve ne
fono flati de i ragguardevoli per fantità, e per dottri-
na, leggendovifi le fegue liti Intenzioni;
HIC IAC£T P„ MÀRCVS ICMNNIS DE REATRIO .
OR1VNDVS A GORNILIO PARON. DIOEC. HV!C ECCIt
AfcNIS OCTO . SVPRA QVADRAG. PRAEFVIT
AETATIS SVAE LXXX. ANN1S . ET MBNSIB. VII,
X. XAI. NOV« OBI1T AN. SAI. MDCIXXXV.
HOC SEPVLCHRVM RESTITVTVM. EST A REV. PRESB*
LANCEL. LA]Sf€ELLOTTÌ ♦ AN. ». MDCLXXXHI.
SEP. PH1L1PPO ANTON1I DE P1ERVZZ1S . ET SVORVM
DESCEN.D. POS. AN. D. MDCXV.
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2X4
XVf. La Colonna di granito, che fi vede eretta
avanti alla Chiefa, vi fu pofta dal Granduca Cofimo I.
come dice la fama , in memoria della rotta, data ali*
Efercito Francefe a Marciano: avendone il Duca avu^
to Corriere con sì felice avvifo , ftando appunto in-V
quefta Piazza,. E di quefta Colonna parla un Dia-
rio nella Magliabechiana cosi: „ 1572, adì 15. di Ot«
35 tobre 3 fu porla fopra la fua bafe la Colonna , che
3, è addirimperto, alla Chiefa di S. Felice in Piazza ,
33 pofta in quel luogo, per ordine di Cofimo I. Gran-
3, duca , in memoria della vittoria ài Marciano ,, e *
«iella Scrittura del RondinelH fé ne favella altresì con
.altre particolaritàs «he fono j, 15. Ottobre 1572. Co-
5, lonna di S. Felice in Piazza y rottafi dalla cima brac«
3, eia 4. adì 16. fu rialzata , ed è alta braccia 12. ,>
Le Infcrizioni ftatc pofte in quefta lunga Lezione, fo-
no tratte da un Codice del Sig. Canoa. Giulianelli >
il quale , fé prima foffe entrato a fupplire a quefta,.
Opera , infigne, e Angolare, avrebbe voluto, che , in
vece di contare tanti buoni Cataloghi di Reliquie de i
Santi, fi rendeffe anco ragguardeyoje, per contenere la
fiupenda raccolta ài tutte le Inflizioni delie Chiefc
Fiorentine ^ valevoli un dì a fendex compito il Sepol-
tuario del Rofìelli : a confermare la Patria ftoria, Po-
litica , e Sacra ; ed a confervare Ja memoria di tanti
valorofi Fiorentini. Ma ciò chi fa , che non vi fia, chi4
il faccia, nel Tom. XII. de'fupplementi, e correzioni
.alla grand* Opera Richana ?
v■ ■■ ■■ ,'■ fi
Pp ;.. ./. A "...
'/■, ■ €"!
LE«
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15
L E Z IO N E
XV11.
La quale ferve di preparazione a tutte le Chic fé,
defcriverfi in apprejfo, ejìfienti full a Cofta di S* Giorgio)
jìn* al terminare della medejìma. Si premettono
brevi notizie della Re al Cappella de* fitti ;
e dell' altra antichijjìma Cappella ■ della
Signoria di Firenze j ed una fuccintà
defcrizione della detta Cofta.
!
[[sbrigati dalla Ghiefa di S. Felice in
(1 Piazza ; e dovèhdq ^ per venire alle
Chiefe della Colia di San Giorgi©,
pattare :
))..., Colà dove Imperiai Palagio
„ L* Aogufta fronte inver le nubi innalza.
ci pare un atto ben giufto del noftro rifpetto , verfo
gli Auguftiflimì noftri Sovrani, fc la loro Real, magni-
fica , preziofa Cappella de*
») Pitti , Albergo de' Regi,
noi rammentiamo, fecondo quelle poche notizie» che
aviamo potuto dalla popolar voce raccogliere; el'ocu*
lar infpezione , che per brevi momenti d* un mezzo
giorno potemmo godere,
II. E qui chi avelie vaghezza di preambolare, pò»*
trebbe con pochi tratteggiamenti luminofi defcrivere la
magnificenza , e la pietà della Corte Medicea ; e ad ogni
appartamento di ciafcun Principe > defcrivervi la ricca
Capppella , le magnifiche Fette , che vi fi facevano:
così per ragion d'efempio il dì 2. d'Aprile di ciafcun
anno nella Cappella del Gran Principe Ferdinando >
fi vedea trionfar la Pietà, e la Rea! munificenza nel-
la memoranda F.efta , Chi può rammentare le folenni
benedizioni nunziali di tanta nobiltà» feguite nella.,
■; .i                                                                                                          CaP*
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2l6
Cappella della Gran P'rincipttft Violante^TSeatfT^e di
Baviera ? e le Rofe d oro , e le Reliquie intigni,
e gli intieri Corpi de i Santi , ma-ndate, da i Som-;
mi Pontefici in dono } alla Cappella di, quella Pia
Principerà ? Ma noi tutte querle cofe rralafciate, di-
fcorrìamo unicamente di quella Cappella , che Jl può
dire, e fi dicea la Cappella di Palazzo: di cui V ufo
ne avea, via via il Regnante Granduca' .* Rimanendo
quefta dalle parti laterali, fegno è , che edificata non
folle da Luca Pitti , o Eredi del medefimo , infieme
col Palazzo; ma bensì da Cofìma 1. a cui fi la» che
toccò a riabbellire lo fteflb Palazzo j dalle parti appun-
to laterali ; e quelle furon dette le giunte* E qui ca-
de in acconcio l'avvertire, che la Famiglia de* Pitti
del predetto Palazzo non altro, che la terza parte.»
inalzò, confidente nelle fette fineftpe a mezzo della
facciata fituate , e dipòi la/ Real Famìglia de* Medici
altre otto per ciafcuna parte sggiunfe , ficchè più di
due terze parti i nollri Sovrani lo aumentarono; per
il che falfa è la popolar voce) che quello edilìzio fìa
imperfetto, e che molto maggiorei efiere dovefle, alla,»
quale opinione mi perfuado aver dato moto un Mg* 5
dello di Paolo Falconieri nella Real Gal le rb, di Firenzi
ze efiftente , in cui vederi il Palaz-zo da; due ali, o
bracci laterali accrefciuto , con altre negabili giunte;
Ma chiunque refletterà, che ogni abitazione fecondo
le; proprie comodità può .dilatarfr aiP infinito «,■■ :é?iT.i*:
dee di un Architetto non hanno limiti,, refterà facil*
mente perfuafo , che quella popolare credenza è in
tutto , e per tutto vana , ed in fu Me me . Dai Gran»
duca Cofimo I. parimente fu adornato il Cortile com
difegno dell* Amman nato, come pure fu co no fatte fot-,
to la direzione del; medefimo Architetto le fineftre ter-
rene, e le fcale. Di* tutte le fopraddette variazioni ab-
biamo rifeontro in uri Tomo di copie di difesi dell*
Ammannato , ed in un altro di penfieri Originali del:
Buon tale nti , i quali confervanfi. nella Libreria dell
Sig. Già: Bafiìftas Nelli Patrizio Fiorentino. La noftea,
Cap-
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,
lif
*
Cappella adunque V è a* primo piano dalla parte' fini-
Ara di chi entra . Ella è vicina alla fcala ; poiché i
Principi Grandi, e i Gran Signori, non isdegnano di
render comuni anche al minuto Popolo le loro fefte.
Ed in fatti il Giovedì Santo ; ove per Privilegio rin-
goiare fi tenea ferrato nel Monumento il Corpo, e iL
Sangue di Crifìo in quella Cappella, ella era vifìrata
dal Popolo : cerne tutte le altre Chiefe . E ciò riufci-
va comodiamo per la fua forma ettagona , come più
fotto fi dirà . A occhio giudichiamo quefta Cappella
alfa circa brac. 20. e larga per la metà , o poco più.
I fuperbi ornamenti poi, de i quali è arricchita, noi
non gli vogliamo referire né a Cofimo I. né ad Eleo-
nora dì Toledo ; e molto meno al Granduca France-
feo, e a Giovanna d* Auftria > fua prima Moglie. Cre-
diamo bensì, che fotto il Granduca Ferdinando I. e
la Gran Criilina , o fia Cn'iUana, figlia di Carta, Du-
ca di Lorena , di lui Moglie , allevata da bambinella
nella Corte di Francia, predo la Regina fua Cugina ;
e che portò in Firenze gran Fede, gran Religione ;
e verfo le fagre cofe, una particolar Devozione: fotto
di effa, dico, eominciaGTe ad aver la noftra Cappella,
forma , e ornamento. Forma j perchè fin da quel
tempo fi cominciò a creare il Gran Cappellano , che
era un Cavaliere Ecclefiaitico , fotto cui fervivano nel-
le facre funzioni altri Cappellani inferiori. L'onore.»
d' efler gran Cappellano, è toccato tal' ora ad alcuni
de* Priori Mitrati dell' Infigne Bafilica di S. Lorenzo.
Più perpetuo è flato, quello di Cappellani inferiori,
ne i Canonici , e Cappellani di S. Lorenzo ; che_.
volgarmente fi diceano Cappellani della Corte. Già nel
Tom. V# pag. 78. accennammo in parte il bel donati-
vo , fatto alla Chiefa di S. Lorenzo , per il Depdfito
del Giovedì Santo: cioè della Cadetta delle < giòie èv
quefta Granduchelfa, tutta propenfa per -l'Infide-Sa»-
filica di S, Lo/rienzo.! ed5avremrri©^diefidèratO}-theiiÌ nio^:
derno Signor. Prióre mandando la chiave" >l dfè unita à
quella de % ..Curatoli * aprer il g*zofiiacte>-, della Chiefa ,'
JoM* X.
                       Be'                           V avef-
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l'aveifimo potuta vedere, per defsriverla, e riportar l'In*
fcrizione> che nel fondo di detta Cafietta vr è intagliata »
Lai foggezione poi al gran Cappellano , che dovevano
avere gV inferiori Cappellani, fi. ricava dai feguent<£_r
patto d* una Scrittura, inedita, fatta da'Canonici Toc-
ci , e Cianfogni, che erano nel novero de* Cappella-
ni dì Corte , contro il gran Cappellano Frefcdbaldi »
fulla famofa quiftione ; fé ila fempre peccato il discor-
rere in Chiefa . ,r S'aggiunga , che, ft&n te V onore t
m
che godiamo , di Cappellani del. Séreniffimo Gran-
,j duca , 1' avevamo (cioè il Frefcobaldi ) e ci pre-
agiamo d'averlo per Superiore, é ci poteva tuoniti-
«care j quando voleva. „ D' onde s* arguifee, che e-
fatta era la difciplina.; e vi fi celebravano tutte le fa»
gre funzioni delle principali Solennità , preferitte nel
iuo Calendario dalia Chiefa , E tale era anco per la
parte de* Principi la bontà, e la dilicatezza, per rap-
porto alla Chiefa di S. Lorenzo, e le Corali diftribu-
zioni; che, o coli* anticipare , o col poftieipare ,' vole-
vano, cht i Cappellani ave Aero alquanto alla detta.»
Chiefa fervito, coli* intervenire a i Cori della medefi-
ma. ; né ofavano, neppure per quel foio giorno, eli*
mergli da una parte almeno di coro in S. Lorenza.
Circa poi ali* ornamento , fi vede , che ancor quello
cominciò da Criftina; perchè all'Altare di quella Cap-
pella {di cui f* ignota il fuo vero titolo, e a chi Ila
dedicata ) evvi un quadro di br. 3. in circa, con una
Immagine di Maria 5 tittn in piedi , col Santo Bambi-
no nel braccio fi mitro . Non fi fa da noi, che notL*
aviamo potuti vedere i Cataloghi , e gì* Indici della
Guardaroba , di chi manifattura ila tal quadro; ma ci
par maniera Francefe. Onde femprepiù fi confermereb-
be il noftro primo penfiero • Mettono in mezzo l'Ai-
tare con quello quadro, due armarj , dal pavimento alla
volta ferrati ; e negli fportelli dipinfc il Vignali il
Battefimo di Gesù Crifto, e la SS. Nonziata . Ne vie-
ne poi una porta , ove entra il Popolo, e rimpetto un
Confeffionale, in cui fempre vi fi mantennero i Padri
Gefui-
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I                                                                                  ■'.'.'                                               :'■'..
2 19
Gefuiti. Ne fuccedano pofcfa ] eorrifpondenti rralìoro
nelle due facciate della Cappella, due altri armarj, nel
di fuori de i quali dipinti fono dal medefimo Vignali
S. Maria Maddalena e S. Fr*ncefcd-d'Affiti ; e nell'al-
tro i SSé Cofimo e Damiano. In quelli armarj fi dico*
no eflervi intigni Reliquie ài Santi,' ripofte in rari , e
ineftimabili Reliquiari-. Anzi quando nel 1753. voleva
Pilluftre Gori riftampare il Trattato del Bàyffio de Mur-
rinis , còlla giunta di tutta 3a fua Etrufca vafcularia >
e gli fìupendi vali in agata , è porfidi delle Reliquie
di S. Lorenzo 5 mandati da Clemente VII. egli mi dif-
fé, che molti di fimili preziofi vafi erano nella Cap-
pella de* Pitti j per ufo delle Reliquie : come fi ricava
d#ll* indice antico , che ha il celebre Signor Dei. Si
crede, che 'mi fofferó anco i xh. Apertoli d*oro fo*
do, fatti da Cofimo III. fulla norma de* quali, li vid-
dero pofcia in S. Giovannino d'argento] tulla bafe di
pero &er-o> ove credo fianvi iirtt* óra . In faccia ali*
Altare vi è una porta, per ufo de* Principi , che di
coftì o pafTavano nella Cappella ; o fi trattenevano
dentro i> cardini di e'ffa, ad ardere alle divine funzio-
ni .Ea Volta è dipinta dai Volterrano . Il pavimento
per ultimo è lavorato'W arabefehi di marmo- Più co-
£e , e più certe, e più- belle avremmo potuto direVfé
ci fodero ftari fatti vedere gì* Indici . Ma
Hand equìàetit tali vie dignor honore .
III. Venghiamo all' altra Cappella della Signori** è
Così ferire i* Autore del Codice Magliabéchiano x^xvn.
>i Credono alcuni, che ^uetìa Cappella fofife nel fuo
„ principio dedicata a S. Bernardo liberti, Nobile Fio-
jV rentino j Cardinale-,-'e Vefeovo di Parma. Ma ciò mi
appare molto inverifimile. Poiché quando fu edificato
j, il Palazzo, per Refidcnza de* Priori, che fu l'anno
}) 1298. la Famiglia degli liberti era già , come Ghi-
„ bellina, irata Scacciata dalla Città. E fi dice , che i
,, Fiorentini vollero piuttofto , che il détto Palazzo fi
s> fabbricarle di forma bislunga, e non quadrata ( co-
li me Migliorato Architetto, che ne fece il modello ,
E e 2                        „ avreb*
\
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wmmm^^Lmmw immmixu. i                i ■
220
„ avrebbe voluto ) anziché occupare colla fabbrica ài
3, elio alcuna parte del terreno , dove prima erano le
5, cafe, e torri dì detti Uberti . Onde non par prò-
M pria, che i medefjmi Fiorentini volefTero poi dedi-
n care la più preziofa parte del detto Palazzo ad un
„ Santo d' una Famiglia, da loro tanto odiata, e poc'
%) anzi feverameme profcritta ,, e mandata in rovina .
„ Quando neppure aveano potuto forTrire, che il detto
„, Palazzo fuife in alcuna Tua parte eretto fopra il fuolo
>, di quella Famiglia da loro,.come fi è detto , odia-
sela » e come ribelle punita. E puì .(tran* opinione mi
„ fembra quella M colóro , i quali credono, che ef«
A, fendo a principio la detta Cappella dedicata a San
,>. Bernardo Ubarti , foffe ài poi ( in odio della detta
„ Famiglia, quando £u cacciata dalla Città ) tolta per
9, così dire al'-j^t-tp^ Santo;, e confecrata a ,S. Beinar-
v do di Chiaravalle,-al quale t fino al, prefente ella re-
,, fta dedicata . Imperciocché^oltre al non eiFerci, per
„ quanto fip fappia,. documento alcuno } che provi que?
,, fta illutazione di titolo dai un S. Bernardo in uru
„ altro ; jVedefi ancora T improprietà di qnefto fatto;
„ poiché 'quando la Famiglia degli Uberti fu efiliata
jj dalla ditta di Firenze-, non folo la Cappella noru
,, era in edere; ma ^neppure il detto Palazzo, nel quale
„ ella è porta, era fabbricato. Quelle poche memorie
„ poi , che della detta Cappella io ho potuto rintrac-
,, dare, mercè la cortesia di Carlo Tommafo Strozzi,
3, il quaJe, ir è compiaciuto, che io nella fua preziofa
j, Libreria di MSS. ne faccia ricerca , fono le feguenti.
j, Primieramente trovo, che fino dall' anno iSS5- il
„ fupremo Magiilrato della Signoria fece un certo ftan-
*? ziamento; Pro pBuris, & ornatièentìs Avdientiae Fa*
latti Daminornm , & $ro pfturis Capfellae di&ac*
Audientiae, E l'anno 1404. fu dalla medefima. Si-
,à gnor fa eletto un Cappellano perpetuo, che offizi alfe
„ Ta detta Cappella, in luogo di quei Religiofi di di vero*
„ Conventi di Firenze, i quali per 1* avanti. 1* offizia-
„ vano in un giorno della fettimana a vicenda, i quali
„ Reli-
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I.                                                                                                                                        I
~2'2I
s, Religioiì però furon rifervati a doverla ufiziare per-
ula Fefta di S.Bernardo: come fanno anco al pre-
j, fente coli* ifteffb ordine de* giorni , che erano folìtf
j, d* offiziarla , prima dell* elezione del detto Cappella-
95 no . Perciò fé la Fefta di S. Bernardo cade in gior>
5> no di Domenica vengono ad offiziarla :
„ I Frati Minori d* OgnifTanti , come fucceduti iru
,, quel Convento a* Frati Umiliati » ai quali toccava
s, prima del detto anno 1404* ad andare a dir la Meffa
55 in detta Cappella.
„ Se poi la detta Fefta cade in Lunedì, vengono i
3) Frati Predicatori ài S. Maria Novella, per la mede-
5> fima ragione , e collo fteflb ordine.
„ Se la Fella cade in Martedì , V uffiziano i Frati
5> Minori Conventuali di S. Croce.
                              1
5, Se cade in Mercoledì, i Frati Eremitani di San
,, Spirito.
„ Se in Giovedì , i Frati del Carmine.
Se in Venerdì , i Frati de' Servi.
,, E fé cade in Sabato , i Frati Predicatori di San
5, Marco , come fucceduti a i Monaci Silveftrini , i
„ quali abitavano in detto Convento , prima che da
}) Cofimo P. P. forte di nuovo rifabbricato*
„ Con quanta folennità foffe celebrata fino negli an-
„ tichi tempi nella fuddetta Cappella la Fefta di San
„ Bernardo, Titolare d* effa , vedefi chiaro da divede
)j Provvifìoni , e Decreti della Signoria ; particolarmen-
n te da un Decreto del dì $. Agofto 1444. nel quale
9, intenti i Magnifici Priori , e il Gonfaloniere di Giù-
,, ftìzia, a render per 1* avvenire la detta Fefta più fo*
3» lenne, ed onorevole, che foffe poffibile^ ordinarono>
„ che ogni anno per la Feftività di S. Bernardo i Mu-
5, fici della Cappella di S. Giovanni, e di S. Maria del
3, Fiore , doveffero andare a cantare nella detta Cap-
3, pella , il che fino al giorno d' oggi offervano pun-
j, tualmente .
,, E perchè la Fefta della Cappella del Palazzo foffe
55 non folo in detto Palazzo ; ma ancora per tutta la
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f"             *
222
i) Città folennizzata, perdo ^con altro Decréto de* 18.
,, del rnedefimo mele , e anno > fecero pubblicamente
3) bandire, che per i* avvenire la Fefta ài S. Bernardo
j, fofife da tutti otfervata ; e che in detto giorno nef*
3, funa perfona ardirle tener botteghe aperte , fotto
5) certe pene in detto Decreto contenute,
„ L5 anno poi 145-1. il vede , che la detta Fetta di
5, S. Bernardo , fi considerava in Palazzo per una del-
3, le principali Feiliviu • perchè fotto 21. Aprile di
3> detto anno , la Sìgnoifa con fuo Decreto ordinò ;
3, che per la Fefta di S. Bernardo, e per le Pafque > e
3) per T All'unzione della Vergine Maria, e per la Na-
?» tiviia di S. Gio: Batifìa , e non in altri giorni, fi te-
3, nefle efpofìa fopra l'Altare della detta Cappella- di
S. Bcrnaido, la Kofa d*oro benedetta, donata da
9} Papa Martino V. l'anno 1419. quando fi trovava col*
3, la fua Curia in quefia Città al Comune ài Firen-
?) ze , E le parole di detto Decreto fono le feguenti:
5, Pie 21. Avvili>. Cognito <> qvsod .Rofity quae fuit a
$> 1S1. Patre concejfs Communi fior, rètine tur claufa in
ìì diBa porum audientia; nee proptereav conjìderatur ciuf
>i dignitas') mei fuhlimitas . Mt ideo M hoc frequenti us
3, in memori am re de at magnitudini i huius muneris ai re*
3> rverentiaw Omnipotentis Dei , jjj£ gius gl&riofae Mat^is
il Mariae femper Virginis> & omnium $ an&orttm feria»
5,3 tìs fertuandis.
,> Defiderfirperurìt > quod praelihata Rofa quolìbet dir
il omnium iufraferiptarum lejli'vitatum ponatur fufer Al«
3, tare Cappe llae $. Bernardi, fitae in dui a audientia Do»
ss minorum
, & poto die diBarum feBi^vitfttum retineatur
j, ibidem: dandereponatur in locum fuum , & cla*vem
3, retineat Vexillifer lufiitiae. Quae quidem Fefti'vitatet
33 funt iftae : 'videiicet
Dies Fafchatis Nativitatis Domini.
Tafchatis Refurre&ionis.                               .'.*«
Fafibatis Ventbecoflet.
Jjfnwptionis S* M. V,
Nat invitati* &\ Io. Bapt*                    t
2? efii vitati* $, Bernardi»                   ,, Ma
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'■
Iti
;, Ma perchè la folennità di quella Fella era a poco a
3> poco divenuta troppo grandiofa-, e confeguentemen*
„ te di qualche maggior difpendio di quello} che nei
,j fuo principio erale flato aflegnatcT; perciò la Signo-
j, ri*a con fuo Decreto dell'anno 1452. ordinò , ch«L»
5, per l'avvenire la fpefa della fuddetta Fefta non ec-
„ cedefle i limiti d' una certa difcreta fomma*
,, Nel giorno della fopraddetta Fetta di S. Bernardo»
3, e in altri tempi ancora fi Facevano , et ancora tur-
}> tavia fi fanno alla detta Cappella varie offerte, e.fi
,, pagano tributi, e ceni! da varie Abbazie, Comuni,
„ Monafteri, Spedali, ec. e fino dell'anno 1451. offer-
„ vo, che le Monache di S. Appollonia prcfentarono
„ un cero il dì tg. d'Aprile, per cenfo di queir an-
„ no alla detta Cappella di S. Bernardo . È 1'anno
„ 1458* il dì 20. Agofto, Fefta di S. Bernardo, tro-
,, vo , che i Monaci della Badia di Firenze offerifcono
3, alla Signoria un cero, fecondo il folito. Siccome^
„< ancora nell'anno feguente fotto detto giorno, i me-
,, defimi Monaci offerifcono alla detta Cappella del Pa-
„ lazzo de i Signori 4. ceri di lib. 40. fecondo il fo-
„ lito , per il cenfo. E nell'anno 1474. pure in detta
,, Feftività ì medefimi Monaci offerifcono un cero al
s, detto Altare. Prefentememe poi i detti Monaci of-
„ ferìfcono per la detta Fefla 4* ceri di lib. 7, l'uno.1
,, E nel detto anno 1470. e in detto giorno , i Confolì
«dell'Arte di Porta S. Maria: come Protettori dello
„ Spedale di S. Gallo, prefentarono, fecondo il folito
„ un cero all' Altare di S. Bernardo ; ma perchè al
,> prefente il detto Spedale di S. Gallo refta unito a
,1 quello degl'Innocenti, lo Spedalingo penfa a fodi-
,, sfare quello cenfo. Anzi credo, che il cero prefen-
« tato il fuddetto anno 1474. a nome dello Spedale
9, di S. Gallo, fotte prefentato non folo dallo Speda-
5, lingo di S. Gallo , ma da quello degli Innocenti;
„ poiché allora V unione era feguita undici anni pri-
„ ma; e però il detto cero fu prefentato da' Confoli
„ dell' Arte di Porta S. Maria : cioè della Seta ; per»
,> che
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2.24
3f9 che la detta Arte è fondatrice , e perpetua protettri-
» ce del detro Spedale di S. Maria degl' Innocenti .
M Al prefente il fopraddetto Spedale degl' Innocenti *
j> prefcnta 4. ceri di lib. 4. V uno. Siccome accora il
» Comune di Buggiano 1* anno 146©. fono dì 2. Feb-
,:» buio prefentò alla detta Cappella di S, Bernardo un
?J cero di lib. 25. non fo poi fé era folico;o perchè caufa.
9, Era anticamente la fuddetta Cappella orTiziata quo-
5, lidianamente, e vi fi facevano in ella nel corf© delt*
a anno , tutte le Fette , e facre funzioni , folite farti
,j nelle Chiefe pubbliche ; e fino la Settimana Santa vi
3j fi facevano le facre funzioni, ed il Sabato Santo vi
5» fi benediva il cero Pafquale . Il che fi vede chiara-
5) mente da i libri di deliberazioni della Signoria, ne i
« quali s* oflferva, chele Monache di S. Verdiana? fino
„ dall' anuo 1452, il dì 8. Aprile , a V anno 1458. il
„ dì 31. Marzo prefentano fecondo il folito il cero,
j, da benedirli il Sabato Santo alla Cappella di S. Ber-
5, nardo de' Sigg. Priori . Succeduta poi alla Repub-
,) blica Fiorentina nel Dominio della Tpfcana la Real
,, Cafa de' Medici ; e perciò divenuto il Palazzo de i
5, Priori Refidenza , et abitazione de' primi Granduchi >
5, € pofcìa néll* acquifto, che effi fecero , del Palazzo
,, de* Pitti , rimafe parte del detto Palazzo Vecchio
s, per ufo della Real Guardaroba } fempre la Fetta di
5, S. Bernardo è fiata da i rnedefimi Granduchi celebra-
,s, ta con pompa, degna della loro magnificenza, ren-
5, dendola fempre più folcnne, e confpicua coli* appa-
„ rato de* più funtuofi Arazzi, Quadri) Argenterie, ed
3> altre preziofe fuppellettili della detta Real Guardaro-
5, ba ', ed efponendo alla pubblica venerazione le fa-
» ere Reliquie, le quali in preziofiffimi Reliquiari di
» argento , fino da i tempi antichiffimi nella fopraddet-
31 ta Cappella fi confervano : non reftando al prefente
9, alla medefima Cappella altro Culto 9 che la folenne
„ celebrazione, che in efia fi fa della predetta Fefta di
9> S. Bernardo, Abate di Chiaravalle 9 al quale j come
9> s' è detto 9 ella è dedicata,
„ Nel-
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,ì tfella detta Cappella fi vede- una Fineftra con la
„ graticola d' ottone > ne* nodi della quale vi fo no let-
,, tere, che compongono le feguenti parole:
EVANGÉLIVM INVENIT SIBI DOMVM
; ET LEGES IOCVM VBI QVIESCANT.
Fin qui 1* Autore anonimo del Codice Magliabechia-
no . Nel Voi. I. ed unico del Prodromo della Tofca*
nà lUuftrhta}
edito in Livorno nel 1755. dal benemerito
Gori , che a tale effetto è flato d' uopo ad eforbitan*
te prezzo acquiftare ; per non efferci in Firenze Libre-
ria alcuna privata >. o pubblica, che ftia in pari coi
libri ; e s* abbia fino la follfa di preferire gli efteri
Romanzi in quefto fecolo a i libri buoni delle noftre
Storie, confuetudini ec. In detto Libro, àifTì , a pag.
no, intitolato: Memorie della Catella di 5*. Bernar»
di) ec.
più fotto a pag- 215. ù legge il feguente :
Inventario del 1458. al 147^. di tutte le co fé , che fi
trovano nella Sagreftia della Catella della Signor fa
predetta, $er ordine è quefto
), T ]Na pianeta di ehermifi con fregio d'oro fine.
„ ^ Una pianeta di domafchino bianco con fregio
), tefsuto.
„ Una pianeta di veluto verde affigurato con fregio,
,, Una pianeta di baldacchino roflfo dorata con fregio.
,, Una pianeta di domafchino nero con fregio .
„ Uno paio di paramenti ordinar) bianchi con tutti i
„ fornimenti.
to Tre pianete vecchie bracciate di più ragioni.
„ Uno piviale di baldacchino roffò.
„ Uno doflale da altare di ehermifi con iftelle di ra«
h „ me dorate.
5> Uno dottale da altare d' aleffandrino con iftclle di
pt rame dorate .
Tarn. X.                     V f                            „ Uno
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'•"'■
2ìé
,» Uno paliotto altare di dotnafchino 'bianca con
>, iftelle di rame dorate*                r
}) Uno paliotto da altare di domafchino nero-i '
» Uno paliotto da altare maremrnato roflo.
)) Quattro fregi di più colori da altare .
» Una tovaglia da leggio con uno gìglio alexandrino »
» con ideile ài rame dorare *
,, Una tovaglia da leggio pagonazza* g;
,. / m .-
iy Cinque tovaglie capitate da altare*                  m
« Uno paliotto da altare con gigli, et fregia appiccato*
», Sette Camici bruttati di più colori.
», Una croce d' ariento dorato con piediftallo dorato .
», Uno Calice d* ariento dorato, cpn Patena,
j, Uno terribile d* arienrow
            • • ;- * . ;<
n Una navicella con un cucchiajo d' ariento 4:ir-'-rj \
>y
Uno bacinuzzo da altare con due ampolle 4* atieftto*
9, Uno Me (Tale con due aSbbiatoid* ariento^ «;
>, Una orlichiera d1 ariento dorata con molte orlkhe *
9, Uno Tabernacolo d* ariento da tenere il Corpo di
„ Crifto •
„ Quattro candellteri erottone grandi, et belli. r
,, Due candelieri di legno dorati in fullò àìràrèi*
» Due candellferi piccoli d1 ariento in fuilo altare,
j, Due candellieri grandi di legno dorati .
», Una confettiera d* ariento grande per le/tratte.
n Quattro boflbli d* ariento .
3, Uno boflbio d'ariento grande fmaltato d' ariento ,
Sj coli' armi dell* Arti.
» Uno boflbio d* ariento grande , ove fi votano le fave.
>» Uno coperchio d'ariento, che cuopre detto boflbio.
?» Uno bacino grande d' ariento.
» Due libri coperti di verde di Vangelj pel giuramento.
» Una fpada . S' ebbe da Papa Eugenio» colla guaina
,, fornita d'ariento dorato.
y Uno cappello di bevero con una colomba di perle»
» Due guanciali » uno verde» et uno roflb per 1' al»
», tare,
» Una vela ali* altare con ideile dorate.
» Due
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'il 7
j, Due torchi da altare.
j, Due antiphonari, uno piccolo) et uno grande.*
„ Quattro tappeti, due grandi , e due piccoli.
,, Uno cappello di cuoio cotto, fuvvi una Croce rofla.
„ Una Croce di legno dorata •
„ Trenta drappelloni con arme di più Cardinali »
„ Quattro fcarfelle da tener corporali.
,, Uno cuoio, che fta in fullo altare con fregio d'oro.
„ Otto feiugatoj di più colori di feta, et altri*
j, Dodici fazzoletti da Calici.                ...
» Due tappeti in deéta Cappella > uno pel Confalonie-
„ re, et uno pel Proporlo.
„ Una yela di feta entrovi una Piata del noftro Signore.
»Una Vérgine Maria di marmo nel fuggello .
li Due fuggclli d* ariento, uno-colla còrauoia , l'altro
1 „ tutto d* ariento. x J          *J ,
a Due fuggelli piccoli d' ariento.
i} Una Chotta da Cbericho.           S|
„ Due pace, una d* ariento, l'altra di legno.
,V«Utio guanciale pel merlale.
j;°Tre: pezzi di fregi dorati w                            * »
$y-Due pezzi di marruche. Verinono d'Alexandria.
„ Uno ftendardo di baldacchino roiTo, et verde.
,, Uno fregio da altare d* oro.
i, Uno fregio d'oro colla frangia azzurra di feta tef-
i j.; }ti futo :
,sf Uno ?doflTale da mettale bianco con oro.
jV'Urió palio da altare da marernmato vecchio.
i,3*Una vela di valefcio azzurro. Sta innanzi al Corpo
j, di Crifto .
W Tre amidi.
„ Uno velo di feta lavorato d' oro bello per coprire
* n ,, la patena .
Yv'Dódici mazze d* ariento lavorate pe* mazzieri colle
,, guaine roffe .                            y
„ Dodici drappelloni coli* arme del Cardinale d' Avi*
,, gnone. ( I detti drappelloni, per delib, di detti
3, Signori , fi donarono ai Frati de* Servi, )
H2                      „ Tu*
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;-■■■■ ■ ìg ':&■-"
„ Tutte le foprade&e cofe fi, truovano nella detta Sa-
,, creftìa appretto a Frate Salveftro: et a lui decìo fu-
» ronoje dette cofe raccomandate : et confefsò avere >
9> e tenere le dette cofe ad petitione della detta SU
,, gnorfa, e de* loro fuccefibri. >
Finalmente il più giocondo tributo , e rallegrante il
Popolo, era quello fotto il Principato introdotto , di
mandare la mattina di S. Bernardo la Comunità di Pog-
gibonfi al Granduca, Principi > e Miniftri , un regalo
di Pefche. E fino al termine della Reai Famiglia Medi*
ci fu in ufo di abbigliare affai riccamente un Sornari-
no, il quale con due Corbellini, pur' efli inargentati,
pieni di dette frutta, era introdotto fino alla Tavola^
de'Sereninomi Principi, ove da un Paggio Nobile.era
fatto a detti Principi un, complimento , a nome della
fopraddetta Comunità . L* ufo di dare le Pefche, a,tutti
i Miniftri» è tuttavia inufQ, andando a difpenfare le
medefime alcun Miniftro dell'Ufizio de* Nove ; ma il
Somarino fuddctto dalla morte dell' Elettrice in poi
non fi è più veduto * Quefta Eroina 1' ultima fu della
eftinta Cafa de*Medici, chiamata dal Vida, il foltegno ,
e la Cafa delle Lettere ,%e 4e i Letterati. È
quanto magnifiche le fufon celebrate, in Vienna! d' Au-
stria T Efequie: altrettanto quivi in Firenze niun monu-
mento fcritto* di Lei rimafe ; non emendaci Relazione
uè di malattia, né di morte , né d' interramento del
corpo, d* una PrincipeiTa , che è fiata F ultima di così de-
cantata Famiglia : noi prefa Toccatone riporteremo T au-
le© elogjo dell' Jlluftre Gori» o.ve quafi tutta la di ;lei
vita è compendiata. Fu quefto veduto da pochi i per*
che pofto nel folito cannello nella cafia della Cap-
pella di S. Lorenzo i e temo fortse» che vi fofle ? chi
non volefie colla ftampa > moltiplicare .gli efempìari •
Onde per compimento dì quefio IIJL. ' $• unto più ter*
Ha bene riportali© f
                             h , ; *
%mh
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I
119
ANNA MARIA 1VD0VICA • COSMI -ili. MAO. DVC. ETR. ET
MARGARITAE AIOISIAE
AVREtlAN.FlL.COM. PALAT. AD
ÀENVM; ELECTRIX. MEDICEAE GENTIS GERMÉN.Et DECVS
VLT1MVM . PRINCEPSOPTIMA . PIA . CLEMENS . AVGVSTA
H1C SITA EST. MORIBVS SANCTISS, RERVMQVE DIVINARVM
SCIENTIA EGREGIE EXCVLTA . MENTEM PERSPICACISSIMA^
IMPERIO DIGNAM . EXIMIA IN DEVM PIETATE • IVST1TIA
PRVDENTIA . GRAVITATE . SIN GVL'AR I HVMANITATE
CONIVNCTA . ITA LOCVPLETAVIT . VT OMNIVM EVROPAE
PRINCIPVM » PRAEGIPVE VERO PALATINAE ÉJLECTORALIS
FAMIUAE AMOREM. POPVLORVM ÀDMIEATIONEM MERVERlT
ET PERPETVO VIRTVTVM. MERITORVMQ^ SVORVM SPLENDORE
QVAMMAXIME AMPL1FICAR.IT . ORBATA INCLITO CONIVGE
SVO IOANNE WJLHELMO COM. PALAT. AD RHENVM S. R. I.
SEMPTEMVlRO . PARENT1BVS OPTIM1S. FRATR1B. AMANTISS.
EEGNATRICI5 DOMVS SVAE LVMEN PENITVS EXSTINCTVM
FORTI. AC SAPIENTI ANIMO TOLERAVIT . SOLVM DEVM
ADSIDVE MEDITANS . TOTOQVE CORDE DILIGENS . OMNES
I^VICTAE CONSTANTIAE LAVDES S1NGVLARI AC MEMORANDO
EXEMPLO SVPERGRESSA EST . DIVINO ECCLESIARVM CVLTVI
K? DECORI .ANIMARVM, SALVTI .EAVPERVM INOP1AB . ET
IN ETRVR,1A. ET IN GERMANIA . INSIGNI ZELO . LIBERALITATE
ÀCvBENEFlCENTlA PR0SPEX1T . QVlfcTEM ANIMI. HONESTAMQ.
RELAXATIONEM .PIETATIS OFFICUS. QJOTANNIS RVRI CONIVN-
GENS . GYNAECEVM SS. TRINITATI SACRVM HOSPES PIA
MVNIFICA COMMODIS. AVXIT. BENEFICUS CVMVLAVIT
VIRTVWM MONIMENTIS IMPLEVIT. AMBROSI ANAM BASILICAM
REFECTI3 PARIETINIS . ADDITIS NOVIS SVBSTRVCTIONIBVS
&ESTITVTO* AMPLIATOLE' COEMETERIO . EXTRVCTA; SACRA
TVRRI . PICTO; THOLQ , L:AsQyEARÌBVS FVLGENTI AVRÒ
SXORNATIS . AVGVSTIÒREM ^REDDJDIT . MAIORVM SVORVMt
REGIO SACELLO ^ARMORIBVS NOBILITATO . QV VM OPTATISS.
OPVS MAXIMIS SVMTIBVS PERFICIVNDVM CVRARET. GRAVI
MORBO INTERCEPTA. BEATÀE IMMORTALITATIS PRAEMIVM
CONSECVTA EST XII. *ALÌ MARTJAS . ANNO . FLOR» AERAE
MDCCXLII. AETATIS SVAE LXXV. SVPRA--MENSES VI. DIES VH,
SVMMO POPVLORVM ETRVRIAE LVCTV AC, MOERORE. QVARTQ)
POST OBITVM DIE ELÀTA EST. EA R'EGTI FVNERIS POMPA
QVAE FRANCISCI 111? DVCIS L?OTH.J%T BAR. MAG D. ETR.
REGIS HJERVSALEM. EXIM1VM* W EAM AMOREM. EXISTIMA-
TIONEMQVE. AVCTI5 FRAECLAIUS EXEMPLIS., TESTATA ES^
• •»                                                                       IV. Per
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230
: } JYf Per mezzo dello rtupendo corridore »' lungo
circa (p^ezzo„ miglio j fatto già dal Granduca Cofimo I.
ritorniamo, dalla Cappella della Signoria» alla Cofani
S. Giorgio,• Oggetto, di popolar brio è flato » ed è
tutt* ora per i Fiorentini» l'erta di quefta Cofta. Per-
ciò ad Eleonora di Toledo tanto piacque la fituazio*
ne del Palazzo de' Pitti ,* perchè prendea della Cofta
di S. Giorgio, per la parte dei Giardino di Boboli ^
Onde il Verino «amò ; mv:.:v nwsoà}. nv\ .ri
Quifqui s fionn&em Acce Ut fingrinns iti Friem »
Marmorea* nedes , fa tempia minantia cash
Sufficit Attorniasi foto formofiut orbe
EJÌe nihìl iurat, Quid lata palati a dicami
Quid celie in Jassito furgentem ad fiderà molem
Quadrato ex fax* % totam q&ae deficit ffiéettèfi
M i
La deliziofa ViWa Manadori richiama 4 bei ritrovati^
E quando la Porta 4 che era fu detta Cbfta» ftaya apo>
ta » quell* agro fubùrbano » quella Fortezza-detta di Bel-
vedere, e dal dottiamo Sig. Lami* K«A<4/a ( di cui Ci
veda il Baldinucci nella vita del Buontalénti, ) così feri-
ta e graziofa, fatta edificare da Ferdinando I. te cui
prima pietra benedice:, 1 e "' gettò :nelr> fondaménto il dì
28. Ottobre 1590. Mefler Pietro Ufimbàféfi , Vefeové
d* Arezzo, cdlla feguenrè l'nfcrizioneK' hJ'
: ■:,'■_• c-\i, .,V;'.~f        '•'!'","■• 7\ì l'I ."'•" \ S ': '            ,.•',', \A ! ;\ '..';i /'. f iti »t'f ■ T".."''-
*■ :'•/ |'v'* .           ■.••■■..■■ . 1         ¥\ ' '" -i         ■ . '-' O M -•' 'A Ù &> 1* '*V'.t^
£. .; ^ÌERDINANDyS ^EDICES M. DV^ .ET^VRw, «k/'J ?
:,'".'.'■■'- '■ '■, "■='"' "■ ,; ■" y •■ k y;; Ì^/#u4f «;'"Ì'';Q<:i A k* £1^Ì"£BMI4$11 s-■ i ' -^ - » 1 -'-■ •■ '
invitava il Popolo a falirvi in divérfe liete brigate. Ben-
ché per lo contrariò1 i !FÌfici » %$ affennàti Filofpfi ,
de i quali' abbondante S iratat ?tnai Tempre Firenze », or*
rore abbianoV/empre avuto a detta Coiìa ,; la quale »
foftengono enjjchedel tutto j&Qdajfe fpianata je bel-bello
facefle d'mopo terrapàenare u E così iì fa riavuto uri
comodo, e non «no feriti co j foggtorno nejì*^;Jnvef wo ;|l|
cfuefta r&ifeja.,Cijttà;j éuì détta, Coita ioipe^ìfpe if cpsflag*
gio » ò; fermata dèitve^tf ^epjdi,, e) irneridìonali. Que*
fta CMa»èf una branca ìdeli monte* 'deli.* Apparita » che
il dirama; da Monte Scalari, lo tal penfo > che le *mu«-
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*£d$i.«§ Cai qirco,»idari0 di quella pa*te di Cpfta ; ove
f«$Q %. \e . Chiffel£ che de£cìivererm> > i fia circa} ailla metà
d^t< ìgiQQ, ^VaEÌe fono k denominazioni, che ha avuto?
q&efto, Poggi©?, Còfta, ec. E' flato chiamato Cofia de*
Magnoli ; CaftelloxS. Giorgio * In
una nota poi marginale
MS.,della grand' Qpera; dell'immortale Sig. Don, Lami,
intitolale S.*RhremmaeEcclefiae monumentaci legge , che
qjjeflo Monte $ dicea nel 1264. Moktemagto; ciò .rica<
vandoft da uno iktjmento di detto aAn©, efiftetite prèffo
le Monache ài S. Felicita. Quefto Monte è utìt'appendi?-!
ce 5 o unione dei Monte Cucco, o Cuccoli , preffo la Por-
ta di S. Niccolò oltr'Arno. E queft' è l'unica eminen-
za , che abbia la Città di Firenze , tutta limata in ame-
niflìma pianura; eccettochè dalla banda di mezzodì oltr*
Arno quefto Monte, o fivvero Collina, iìavi, chiufa dalle
mura della Città , come diflfe Ricordano Malefpini al
Cap. ux. così: ,, Si feciono le mura di S. Giorgio a
,, difenfione della Cirtà, le quali fece il Popolo Fio.
„ remino, in que* tempi per: la guerra de' Sanefi , le_#
„ quali mura conrincia'rotìo* dàlìà^Porta^ di fopra pref-
,5 fo a & Niccolò, e fu per lo Poggio di *|i Giorgio ,
„ dove è una Porta, che riguarda veifó Arcetri , e^»
,, dalia detta Porta feguendo fu per lo l^oggio , e poi
,, defeendendo per Boglioli' ( cioè Bofeoli ) infino alla
,, Porta di Piazza , che è qua fi ne* confini del Popolo
j, di S. Felice in Piazza, e ài S. Pier Gattolino. ,, Si-
no a' noftri tempi la r%m di S. Giorgio è (lata aper-
ta, d'onde efeendo i df^ofi Pellegrini per deliziofe^
Colline ; o piuttofto per una fchiena di Poggi , anda-
vano al Santuario miracolofo della Madonna dell' Im-
pruneta. Del cui Santuario già ftefe le memorie il ce-
lebre Cafotti nel 1714. Oltre la Leggenda del Codice
Riccard. Un' appendice di quefto Poggio può dirfì il
Giardino di Boboli, chiamato in antico dalla Nobile Fa-
miglia de* Boboli, © come dice Ricordano} Boglioli, il
cui nome deriva da un Bogolo Fiorentino , che avea
quivi cafe, e terreni, detti ài Bogoli; e pofteriormente
alcuni, gli abitanti in quella contrada , fi diflero i Bo-
go-
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golefi, Ma nói fu ciò ntìn ci diffipefemo più) perchè
piatto Trattatino fu detto Giardino ufci nel 17^4. in
Firenze, quale fcorrendo per puro piacere, faremo ih-
tonnati'- ài tutto ciò j che al Rea! Giardino di Boboli
appartenga . L* autore fu il diligente Gaetano Cam-
magi , altrove rammentato con lode . Venghiamo alle
Chiefe, e/ìftenti fu cjuefta Gofta, delle quali, eomin*
cjando a falire dal declive di detta Coita, predo la*
Chiefa e Piazzaci S. Felicita, la prima» che s*incon-
tra y è la ftguente»
1,
t < ■. '■ , 1 ;
V ''"«ri '!
£ 0
ir
LI«
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LEZIONE XVIII.
Dì S. GIROLAMO EDI S, FRANCESCO
SULLA          COSTA.
■ Effere flato quefto Convento chiama-
to in antico Monaftero di Francefca-
ne a S. Giorgio, diede già occafio-
ne di sbagli ad alcuni Scrittori, che
confufero alcune cofe , da elìì riferi-
te ; le quali veramente fono fpettan-
ti ad altro Monaftero : vale a dire,
a quello dello Spinto Santo, detto S. Giorgio . Errò
adunque il Cinelli , nelle fue Bellezze di Firenze , alla
pag, 119. dove imbroglia fé , e chiunque legge, feri-
vendo de i due fopraddetti Monafteri, come appreffo:
,, Dietro a quefta Chiefa ( di S. Felicita ) fono le^
,, Monache di S. Giorgio: all' Aitar Maggiore di que-
,, fta vi è una affai ben intefa tavola di Francefco Gra-
5, nacci , oltre una di Peffello, e altra di Giotto j poi
5, è il Monaftero dello Spirito Santo , fu la Cofta a
„ S. Giorgio , vi fono due quadri del Sogliano affai
,, belli . „ Ma dovea dire la tavola del Granacci è
preffo le Monache dello Spirito Santo : e le due del
Sogliano fono nella Chiefa delle Suore de* SS. Girolamo
e Francefco • Anche il Vafari cadde nello fteffo erro-
re , alla vita del predetto Sogliani, dicendo così: ,, Al-
,, le Monache dello Spirito Santo fulla Cofta ; dipinfe
,, due tavole , che fono in Chiefa : cioè un S. Franccf-
,, co, e S. Elifabetta Reina d* Ungheria. „ Quindi per
non cadere io in tali sbagli, mi conviene camminare
con grande cautela nella prefente iftoria ; finceramen-
>te confettando, che ho piuttofto tralasciate alcune no*
Tom.X*
                           G g                           tizie,
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234
tiziei che riferirle) fui dubbici che non appartengano
a quefto Monaftero .
II. Or facendoci dalla fua fondazione , gioverà
qui fulla fede del Signor Manni riportare, quanto ne
dice nel Sigillo iv. Tomo xix, riguardo a S. Girolamo
io leggo, che fin del 1382. Suor Caterina di Mef,Tom.
tnafo Colombini da Siena: d* attenenza, per quant' io
credo, del Beato Giovanni,- infieme con Niccolofa del
fu Naftagio di Nero da Firenze, e Agnolina del fu To-
rello Torelli da Prato , chiefero limofine , e le otten-
nero , per fondare quel Monaftero, nelT efleriorì mu-
raglie del quale eravi il Nome SS. di Gesù fenza i
raggi , che è quello, che in detto luogo vuol rilevare
il Sig. Manni : mentre in tal tempo , fecondo il Gì-
gli j avea due foli anni di vita S. Bernardino da Sie-
na, che fi fa nato nel 1380. e poi fi fa aver il Santo
moftrata tal Sanriffima Cifra, e predicatane la devozio-
ne nel 1424. o fivvcro 1425= Sulla fcorta poi di un
libro di Ricordi in Convento, e della Cronica d* Ogmf.
fanti, dir fi vuole, che nel 1416. adì 19. di Ottobre»
un pio Cittadino, Pinzochere dei Terz'Ordine di San
Francefco* chiamato Frate Agoftino *ii Bartolo, comprò
nel Popolo di S. Giorgio, caie , che erano fMJc Mo-
nache di S. Maria della Nei e per fior, 235. full' idea
fanta di fabbricare ivi un Monaftero di dodici Donne
in riverenza di S. Girolamo , e di S» Frafteefco ; ìsu
qual fabbrica tutta a fue fpefe reftò compita nel J417.
in tal anno , racchiudendovi le dodici Pinzochere del
medefirno Ordine, con darne il governo a Suor Maria
Lìfa di Paolo , pure Terziaria . E perchè nella com-
pra fatta dal Fondatore fi enunciano le Monache di
$. Maria della Neve, di cui erano quelle Cafe , con-
viene, che qui per ifchiarir la ftcria , fi acordi ciò ,
che già fi fcriffe al Tomo V. nella Lezione I. del Mo-
vnaftero di S. -Agata alla pag. 274. intorno alle Mona-
che fùddette di S. Maria della Neve, le quali nel igeo,
o in quel tempo, principiarono ad abitare fulla Colia
in alcune cafe con Oratorio , addimandate le Suore di
t
                                                                           S. Gi.
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a 31
S. Girolamo,* ma perchè non avevano mezzi ,;«è fpe-
ranza di ridurre a comodo Convento la povera lor
fabbrica , paiTarono in via di S. Gallo > incorporateli
nel Monaftero , detto di S. Maria della Neve, adì 3.
Dicembre del 1383• per rogito di Ser Iacopo di Piero
da Brozzi , come appare al numero 12. delle Carta-
pecore di S. Agata» dove pofeia da Eugenio IV. fu»
rono traslatate, ed i nomi delle Suore, che abbando-
narono S. Girolamo fulla Coita, nello fteflb Strumento
leggono* come fegue : „ Suor Paola di MelTer Piero di
„? Paolo BadeiTa, Suor Niccolofa, Suor Margherita de i
,, Forabofchi , Suor Francefca di Romolo, Suor Ginga
„ di Iacopo Rinaldi, Suor Iacopa di Giovanni, Suor An«
„ drea di Lapo, e Mona Filippa di Lapo.,,
Ili* E ritornando alle noftre Monache , mancava
loro la Chiefa, alla quale pensò la Repubblica Fioren-
tina , con una fua deliberazione del 1432. che efifte
alle Riformagioni , e dice : Pro neceffitatibus Domina*
rum & Virgmum S- HytrQnimi ultra Arnum in populo
S. Georgii & precipue ad hedificandum eis Oratorium Ope*
raris
5". Ref arate s titillo eleemofine elargiantur eis fior,
ico. aitri. Ed altra Provvifione della Signoria è legna*
ta all' anno 1448. colla quale concedei! la limofina_.
del fale Pinzocheris S* Hyeronìmi, Ordini* &. "Brandfu
habitantibus ad S. Gregoriani
, A quelli foccorfi dal Pub*
blico, aflegnati al Mo&atrero, arroggere mi giova i no-
tabili lafciti, fatti da privati Cittadini con tale copia;
che fu ampliato il Convento di Chioftri , di Celle, di
Dormentori, ed altresì di Orto ; e chi fi diftinfe fra i
Benefattori fu il celebre Fra Niccolò di Antonio da_.
Uzzano , Frate anche egli del Terz' Ordine della Peni-
tenza di S. Francefco . Imperciocché comprò, giufta i
libri della Compagnia del Ceppo , alcune botteghe , e
cale nel Popolo di S. Pier Buonconfiglio, trai Lina-
iuoli, da Paolo di Lionardo Saponaio, e le lafciò ai
Governatori del Ceppo , coli* obbligazione di dare ogni
anno in perpetuo alle Suore di S. Girolamo fulla Co-
lia ftaia 12. di farina per 12. bocche, che unte era»
G g ì                                 no
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;*
no le introdotte dal Fondatore ih Concento) le qiratf
ipófcia crefcendo di numero, infieme viventi fé ne fo-
no annoverate fino a 130. e con tale concetto di fan-
litàj' che ftupendo è il numero di quelle, che ne ufci-
rono per andar altrove a fondare nuovi Conventi .Ss
leggono ne i Ricordi del Monaiero le quante volte.»
andarono a dar norma di ofFervanza a nuove Comu*
nità di Religiofe ; come al Monaftero di S. Chiara in
Firenze; e poi quello di S. Lino in Volterra, S. Gio-
vanni di Valdarno di fapra, S. Girolamo di Caftiglio-
ne, S. Girolamo in Montepulciano, S. Giorgio di Pra-
to , e S. Bernardino di Piftoia.
IV. Altra prova evvi della bontà di quèfte Reli-
giofe; le quali viepiù fiorendo nelle virtù fi meritaro-
no la protezione, ed amore di Padre, da Antonio Puc-
ci , Vefcovo di Pitìoia , e pofcia nel' 153*1. Cardinale
de* Santi quattro, che tornando di Portogallo) lóro fab-
bricò una nuova e beila Chiefa nel 1^15. avendo a
tal fine comprato cafa ed orto- da Francesco di Mat-
teo Gaburri con fiorini 850. per contratto, che rogc>
Ser Giuliano da Ripa 27» Ottobre 15*5* e fono in ef«
fp nominati Matteo e Giuliano fratelli di detto Fran-
cefco. Adì poi 8. Dicembre ^ eflfendo Badefla Suor Dia-
mante Ridolfì , il Pucci ne volle benedire ,' e gettar
la prima pietra, E nel giorno 17. di Giugno del 1520»
egli tteffo* la eonfacrò , veggendovifr 1* arme fua nel
frontefpizio fopra l'arco dell'Aitar Maggiore, e nella
parte delia Chiefa al ài fuori „ Di querio illuitre Fon-
datore parlano con grandi encomj le rtorie non folo
Tofcane, ma quelle di Francia, ài Spagna*, di Germa-
nia, di Portogallo, dove andò in carica di Legato Pon-
tificio, trovandoti ancora celebre il fuo nome nei Con-
cilio Laterano del 1514. Si morì in Roma nel 1544.
fepolto in S. Maria fopra Minerva} con la feguente In-
feritone al fepolcro ;
* /*.'; lJ". ',..'                                                                  *;£ >■■. *!' t*                                                                                                                                                                       •*' *' ? "'-■■*■'' ■■<■                                             -:";.': "^                                                                        i 'f%^ ■■ '"■■ '■■■•:' '■"■'■'
D. O. M*
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D*           Ck           M.
ANTONIO PVCCIO EPISCOPO SÀB. CARD. SS. IV. M*
POEMT. MORIBVS* ET RELIGIONE. AC IN OMNES PROBO»
UBERALITATE S1NGVLARISS* QV1 VIX. ANNOS LK.
DIES IV. ROBERTVS PVCCIVS ► CARD. SS. IV* M»
FRATRIS F1LIO. IVXTA C£EM» PP. VII,
A QVO PVRFVRAM ACCEPERAT
SEPVLCRVM F. C. MOR-T. OB. MDXUV^-
Delle Tavole in quefta Chiefa due ne loda Raffaella
Borghini nella vita dì Ridolfo GriHandaio, fcrivendo-
ne come fegue : ,, All'è.. Monache di S. Gerolamo falla
J; Colta a 8. Giorgio fece due tavole ; ne 11* una de Ite
yjM quali è S. Girolamo in penitènza ( appiè del Cro-
,, cifiifo ) e fopra in un tondo la Natività di Gesè
„ Criftó; e nell'altra » che è addirimpetto a quefta »
fi
una Nunziata t e fopra nel mezzo del tondo una
„ S. Maria .Maddalena , che fi comunica. ,* Ma avver-
sali , che, o non furono quefti tondi ben oiTervati dal
Borghini, 1@ fono fiati pofcia fcambiatif perchè quello
delia Natività è adeflo fopja .V Altare della Nunziata»
e quello di S.L Maria Maddalena, è fopra il- S. Giro*
lamo . Viene la Cappella Maggiore , dove prima dei
1746. vedevafi:una loeoroliazione di Maria con Angioli
e Santi* intorno: opera , credefi, di Michele Grillandaioj
la quale di prefente è nella Forefteria . Ed in luogo di
«quella vi fu pofta altra belliifiroa tavola, efprimente l'
immacolata Concezione, con alcuni Santi dell'Ordine
Francefeano, fatta dipignere in Roma dal Card» Bardi»
per mano del Cav. Mazzanti d'Orvieto* tS
V. Vengono per fine 1« fante Reliquie ; tra fit*
quali fi adora il Legno della S« Croce in un vago e
liceo Reliquiario, con una Spina della Corona óeì Si-
gnore : fi venerano ancora alcuni Capelli di S. Maria
Maddalena la penitente: una Tefta delle Compagne di
S. Orfola : un Offb dì Santa Rofalia Vergine Palermi-
tana : e la Berretta di S. Bernardino da Siena, che loro
Melò il Santo nel partire da Faenze $ e fi raccontano
nei
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\
238
nei. libri, di Ricordanze di quefto Monaftero» parecchi
miracoli , operati da Dio al tocco dicale Reliquia .
Sì conferva pure un Braccio di S, Pancrazio : ed un
Olio dì S. Felice Martire,,
                 : su i ui
VI. Né credo difconvenga, fé dopo il novero delle
principali Reliquie in quello Convento, io vi aggiun-
ga le gloriofe memorie di alquante Monache , morte
in concetto di fantitàyie da Dio dichiarate fue Ango-
lari Spofe , e Serve , con fegni chiari , e ftraordinarj ;
benché no*!? fempre certi ì malti mamea te delia incorru*
zione del Corpo» tnanrifeUata in Occafione, che per la
fabbrica della Chiefa, ibrono altrove traslatate ; ed i
loro nomi vìvono glorioii nella Cronica della Provincia
di Tofcana de* Fiati Minori , ferina a penna da Fra Pu-
linari, e fono i feguenti: ► tits 31 .« : ,
„ Suor Domititik , che dopo anni 30» dalla fua mor^
„ te , fu trovata col Corpo intero, ed un verde ramo
„ di olivo , che gtli pofava fopra il petto!.
„ Suor Scolaftica del Nero, che fu veduta da i Mo-
3> naci di S. Trinità dagli Angioli portata al Paradifo.
w éuor Fiammetta de* Nobili , cui apparì Gesù con
>, Maria Vergine > e molti altri Santi j che invitarono
^ moribonda al Cielo,-
„ Suor Piera de' Ridolfi di puriflìmi coikimi, che il
0 .meritò più fiate la vi (ita della Regina degli Angioli*
j, Suor Lodovica da Diacceto j cui la SS. Vergine ,nel-
„ la notte del S, Natale, diede in braccio il S. Bambino.
„ Suor Brigida Gaetani, chiamata alla porta del Con-
j, vento da un Angiolo, che gii riportò un Bambino
3, Gesù di cera , già rottofi in pezzi, e dal medefirno
n «affettato : che in oggi è in grande venerazione.
„ Suor Chiara di Montauti, veduta, orando, circon,*
„ data di fplendori.
,, Suor Solome Primerani, pure cinta di fplendori
jl per teftimonianza delle Monache» che fi trovarono pre-
,v reciti a sì celebre Spettacolo.
44 Swor Caterina Uguccioni vidde Noftro Signore^
,, in gloria, veftito di bianco.
,i                                                              ?» A Suor
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139
», A Suor Evanfcelifta Deti, gli apparvero due Angioli
„ veftiti di turchino : ed altra volta feriti cantare due
„ Angelici fpiriti ,
Di quefte fa menzione la fudderta Cronica ,* ma il
Dottor Brocchi nel fuo Indice de' Vener. Servi, e Ser*
ve del Signore , oltre alle foprariferite, annovera Suor
Scolaftica Lotti; Suor Prudenza Berti, Suoi Marinella
Strozzi, Suor Maddalena Uguccioni , Vedova dì Giu-
liano Buoni , Suor Coitanzina de* Bardi , Suor Chiara
Ciaini, e Suor Clemenza Nafì . Verrebbero altre Ve-
nerabili Suore dei medefimo Monastero, andate Fon-
datrici dei foprannominati Conventi; ma per efler
morte altrove , fi tralafciano:. i loro nomi.
VII. Il geutiliflìmo Srg. Canon, poi Pietro Gianfo.
gni, dalla fua bella Storia dell* Infigne Balllica di San
Lorenzo, e Reverendifs. Capitolo di quella, m' ha favo-
rito del feguente pezzo, che io reputando il più veritiero
per 1* Origine del noftro Monastero ; perciò qui fog-
giungo , ,, Neil* Archivio del notìro Arcivefcovado, e
j, nella Filza di Ser Filippo di Lorenzo da Lutiano, al
num.41.vi è il rifeontro, cerne il noitro Bartolommeo
„ ( Cafini di Siena ) abitante in Firenze nel Pop. di S. Re-
,, parata, volendofi ritirare dal fecolo, e entrare in un
„ Monaftero di oiTervanti Religiofi , rinunziò 1' anno
,, 1393. ad Antonio ài Benino Donati, detto dì Ser
,, Marchìonne, del Popolo mentovato, la Pieve di San
„ Crefci a Valcava di Mugello, come accenna ancora
,, il Canonico Marco Antonio de'Mozi, nella Aia Sto*
,, ria di S. Crefci ; ficceme 1' anno avanti avea , detto
„ Bartolommeo , rinunziato il Canonicato di S.Lorenzo.
„ Il P. D. Venanzio Simi Valombrofano , poi Ve*
j, feovo di Salamina , nel Catalogo degli Uomini illu-
„ ftri della fua Religione , non ha fatto menzione di
„ quello Prelato, che per ogni titolo è ben degno di
„ lode . Ebbe egli una Zia paterna , chiamata Angio-
j, la, che il maiitò 1* anno i$66. a Simone di Gherar-
,5 do Canigianì, come alle Gabelle de'Contratti D
ìt 17» *£. ove fon nominati Maeftro Giovanni, e Mae-
„ ftro
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2 49
n ftro Francefco, fratelli della medefima , i quali furo-
p no , al riferire del fuddetto Ugurgieri , Lettori di
,} Medicina nello Studio di Siena. 11 primo fu Medi-
„ co d' Innocenzio VII. Il fecondo d' Urbano VI. et
5, amendue risederono nel Supremo Magistrato di Sic-
j, ria. Quefta Donna Angiola, infieme con Paola, Ve-
„ dova di Piero Cafìni j Zio firailmente del noftro Ve-
„ fcovo, diede principio in Firenze al Convento delie
j, Monache di S. Girolamo fulla Colta; ed avendolo fi-
3, nito di fabbricare nel Popolo, e fulla Piazza di San
„ Giorgio, luogo dettoli Grucello , 1* anno 1377. ef-
„ fa, coli* altra fuà Compagna, e due altre Donne, e
5, dieci Fanciulle, vi fi rinchìufero. E mancando loro
j, la Chiefa , la Signoria di Firenze , alle preghiere lo-
,, ro , cottimcfic a gli Operai di S. Maria del Fiore »
„ che ^pendettero certa quantità di danaro, per far»
9, la Chiefa , come feguì ; la quale ha iì titolo di
„ S. Girolamo ; e le Monache fotto il Ter2* Ordine di
,, S. Fr-ancefco fino a4 dì noftri vi militano.,,
ni sii
LE-
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241
L EZIO N E XIX.
ì> E lf Jfi/jt C # I £ S A
DE' SS. GIORGIO • E M AMI ILI ANO
IN OGGI CHIESA E MONASTERO DI S. GIORGIO
DETTO DELLO SPIRITO SANTO.
Ella devozione de i Fiorentini verfo
quefti Santi, Giorgio, e Mamilliano;
e fpecial mente verfo quello ultimo >
non così comunemente venerato nel-
la Fiorentina Diogeiì , credo pofTa_.
barrare quello , che fi ricava dalla
Parte iv. Capit. il. della Vita della
E. Umiliana de* Cerchi, fcritta da Francefco Cionacci,
edita in Firenze nel 1682. Il titolo di detto Cap. 11. è:
'Eama
, che moftra afóartenere alla B. Umiliana . „ Adun-
„ que , fecondo quello, che fi dice da molta gente,
„ et in particolare dagli abitanti della Coita a S. Gior-
„ gio di quefta Città, pare che s'attribuifca alla Bea-
„ ta Umiliana la devozione dell* acqua d' un pozzo,
,, porlo dentro alla claufura del Monastero delle_.
„ M. RR. Monache Valombrofane, dette dello Spirito
„ Santo ; la quale acqua , fecondo un antico e pio co-
„ ftume, è prefa dagli infermile dicefi volgarmente
V Acqua del fozzo di S* Mi liana • Ma fatto il debito
j, rifcontro , s* è intefo da quelle Religiofe, che il det-
„ to pozzo è nominato propriamente di 5\ Miliario ,
„ 0 ( per dirlo interamente ) ài S* Marni li ano. E per
,, confronto di antiche fcritture , s' è venuto in cogni*
., zione , che nella claufura di quel Monaftero fi com-
„ prendono tre Chiefe , che anticamente v'erano, la
,, principale, la quale è in e (Te re, è quella, che al pre-
Tom, X.
                            H h                             fen-
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*42
» fente da ognuno fi può riputare, che porta il nome
„ di S. Giorgio Martire > a cui è ftara fempre dedica-
$> ta : dell'altre due o demolite, o incorporate, una
„ portava il titolo di #. Sigifmondo ; e 1* altra di S. Ma*
wiliano ( dell' attenenze di cui è il detto pozzo )
„ pertinente all' Univerfità ed Arte de* Maeftri di Pie-
„ tra, e Legname; i quali avevano divozione a detta
5, Chiefa , per averci una Cappella con le figure de i
„ Quattro Santi Martiri Coronati, loro Protettori, e
„ 1' Arme nel cardile della porta ; come fi cava da
,j più Carte pubbliche od 1392. e del 1421. ne' Pro-
» tocolli di Ser Antonio di Ser Iacopo da S. Paolo >
„ e di Ser Niccolò Pierozzi , efitìemi nell'Archivio
„ Fiorentino. „ Nel Buliettone poi fi trova tra il 994.
e il
1004. vale a dire, fui finir del x. e cominciar dell*
XI. fecolo, nominata quefta Chiefa , in occafìone , che
qualiter date fuerunt quedam terre Mcclejte S. Georgii ,
ÌSt $• Marni Ili avi ad limellarium f>er Epfcofum Florent»
Io anni fiL Allertiti) $ojìtì ìuxta ftwvium Arni prò an»
ti uà penjtone
4. dcn. diBo Egifcopatui folniendorum &c.
Nel 1264* il Rettore Orlando paga la Decima alla De-
cima Apostolica lire 17. e lo itetfo fa nel 1286. Qye-
fta Chiefa ha dato il nome al Colle, fu cui è porta ,
il quale fi legge Yodinm S* Georgii . Si dicea per al*
tro anco il Poggio de' Magnoli, per le ragioni, che
di fotto addurremo nella Lezione fopra Santa Lucia.
Nel lodo del Vefeove Giovanni nofiro del 1211; nel-
la Lite tra '1 Priore ài S. Maria fopr' Arno , e il
Priore di Mufciano , è rammentata la Chiefa di San
Giorgio, perchè era ella allora unita alla Chiefa di
S. Andrea a Mufciano . Vedali il diligentiflìmo noftro
Cafoni a pag. 133. degli Atti ec. Finalmente nel Pro-
tocollo di Ser Aldobrandino dal 1270. al 1282, fi no-
mina Paroecia S, Georgìi, Quando non fi voglia perder
tempo a leggere il ix. Libro dtl Varchi pag. 255. fulla
Porta a S. Giorgio . Sono notizie favorite dal dottiffimo
■Signor Lami, ed elìratte da me dalla pag. 1480. e
ftg. della fua Storia. Che queiio Santo fia italo avuto
in
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* •
4*3
in confiderazione da i Fiorentini, fi vede a Or S. Mi-
chele , dove alla Nicchia dell* Arte de' Fabbricanti, v* è
la belliflima ftatua di S. Giorgio , di mano di Dona-
tello j e al dir del Giamboni, vi fi fa la fefta, pag, 75,
II. Di quefta Chiefa il governo , ed amminiftra*
zione durò ne i Preti Secolari fino al 1435. nel qual
anno era Priore Mcfler Tommafo de' Caftellani « corrìe
appare dalla Bolla di Papa Eugenio IV. che a* Dome-
nicani di Fiefole donò quefta Chiefa in qua ( fono
parole del Pontefice ) ufqm in prefentem diem Parrò*
ch'nilent curam sfercet Vrior Thomas Cajiellani
• Altro
Priore di S. Giorgio leggeri nel libro del Proconfolo
ai 1340. ed è un Mefler Giovanni, nominato in una
fondazione di Cappella e Altare» da fard in S. Gior-
gio , che dice : Maffeus Baldi Ridolfi pop. $. Georgiìt
e di quel lo annis Priori JEccL Farrdcb* S* Georgi fior,. 150»
prò Cappella et Altari fadendo in diEla Eccitata in ho*
norem &\ Matthsi
, rogò Ser Guido di Ser Bene da Ver-
razzano 1340. 1. Aprile, Di quefta Prioria Monfignor
Vincenzio Borghini , nel fuo Trattato delle Chiefe , e
VefcoviFiorent. alla pag. 409. e feg. fcrive come fegue :
„ Se ciò fafle a grado fapere ad alcuno ( le Priorie )
,,/furono S. Lorenzo, nominato Tempre non folio per la
„ prima, ma eziandio perla principale: S. Maria Mag-
„ giore : S. Pier Scheraggio ; S. Stefano a Ponte : S.
,, Romolo: S. Cecilia: S. Puiinari: S. Paolo: S. Miche-
„ le Berteldi : S. Apoftolo : ;Si- Maria fopra Porta:
^, S. Friano : S. Iacopo : S. Giorgio^ e S. Andrea. ,,
Come pofeia S. Giorgio perdeffe quefto onorevole ti-
tolo di Prioria , fi ha pure dai rnedefimo Aurore a
carte 412. così. „ E avvenuto, che alcune ( Priorie )
,, o fi fono in quefto mezzo tempo ad altre Chiefe
% unite, o vi fono fottentrari Regolari, come S. Pao-
j, lo , e S* Andrea congiunti alla Cattedrale : S. Fria-
,j, no a Monache . ..... e S. Giorgio ancora fu già
„ nel 1234. unito da Ildebrando Vefcovo alla Cano-
„ nica Clauftiale di Mufciano. E quindi da Eugenio IV.
,, fu annullata quefta unione: efTendo Priore Tommafo
H h 2                             ,, di
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. ì.
244
» di Gio: Caftellani, unendola tal Chiefa a S. Domenico
» di Fiefole,con Bolla data nel 1435. 13.KaL ìnnii Fior,
Quefta vicenda a lungo raccontafì da Stefano Roffelli
nel fuo Sepoltuario, come appreffb;L„ E ciò accadde
,) perchè Eugenio IV. mollo dalle frequenti fuppliche
» de5 Frati Predicatori, che alle radici del Monte di
,> Fiefole abitano , efTendo effi bifognofi di provedere le
j> cofe neceflfarie in Città , loro concerie per Ofpizio
& quefta Chiefa . Ma il Magnifico Coftmo, e Lorenzo
„ de' Medici » figli dì Giovanni, che fempre con pò*
„ teme mano aiutarono quella Religione , dopo due
,, fcotfi anni del foggiorno di quefti Frati in S. Gior-
ìf gio » ottennero da Papa Eugenio, che lo permutaf-
j> fero coli* infigne Convento di S. Marco, allora pof-
; feduto dalla Congregazione de* Saiveftrini di Mon-
j, tifano ; i quali coftretti furono, per non abbando-
„ nare Firenze, di .tornare in S.Giorgio nel 1437.
,y fé bene il Vafari dice, nella vita di Michelozzo Mi-
,) chelozzi , che i Domenicani fteifero in S. Giorgio
,V folamente dal mefe di Luglio , fin al feguente Gen-
„ naio . Ed i Salveftrini eiTendo mancati ( non fo co»
„ mej né in che tempo per l'appunto ) fubentrarono
$ in quefto luogo le Monache, che fono dette comu-
„ nemente dello Spirito Santo, le quali anco di pre-
„ fente ci ftannoj la di cui claufura ha ridotte le Se-
>, polture , e memorie antiche di quefta Chiefa, che
,, più non fi vedono ; come chiaramente apparifce-»
„ dall' Infcrizione della Sepoltura de' Papini ec. ,, Sin
qui il Roifelli ♦ E Niccolò V^ nel 1448. unì detta..
Chiefa al Motìaftero di S. Salvi, dopo averla lafciata
i Salveftrini, •                                   *,
III. E venendo alla fondazione del nuovo Mona;
itero dello Spirito Santo, nella Chiefa , e Canonica di
S. Giorgio; tra' molti Scrittori, che conformemente^
ne parlano, io riporterò qui una , memoria , regiftrata
in un libro del -Convento., intitolato: Memoriale delle
Monache dello Spirito Santo j dove tale avvenimento è
notato così. ,, Adì 16, di Settembre 1530. Il Cardina-
le
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24S
j, le ed Arcivefcovo Giulio de* Medici , per comanda-
„ mento di Papa Leone X. cavò undici Monache dal
„ Monaftero di S. Verdiana, per dar principio a que-
», fto dello Spirito Santo, che già fi diceva S* Gior-
v, gio , ed ufcirono il dì fopraddetto proceiììonalrnen-
„ te , accompagnate dal Reverendifs. Cardinale , e dal
„ Generale: tutte undici aveano il velo nero in tetta >
» e fi partirono da S. Verdiana a ore n. in compa-
,, gnia di molte Dame , e Cavalieri , loro parenti; deli
5, Confeifore, del Cappellano , e del Governatore del-
„ lo Spirito Santo: e quando prefano la pofifeffione,
,, e che entrarono in Convento, erano ore 12. ed il
» Cardinale Arcivefcovo le efortò alla perfeveranza , ed
„ al vivere religiofo. Le Suore, che lafciarono il Mo-
3, naftero di S. Verdiana, per venire al reggimento di
,5 quefto Convento , furono :
,, Suor Alefìfandra di Sozzo da Vernia, BadefTa.
,, Suor Maddalena de* Giannotti , Priora »
,, Suor Francesca di Valerio.
,} Suor Piera de* Vettori.
„ Suor Maria de' Popolefchi.
,, Suor Angiola Gherardini ( altro ricordo dice de*
„ Gamboni. )
>, Suor Cherubina degli Altoviti.
,5 Suor Lifabetta de* Leoni.
,, Suor Maria Maddalena de* Canigiani .
,, Suor Leonarda de* Ricafoli .
,, Suor Paola Converfa.
Qualche cofa di più predio, è, ciò che fegue . Nel
1435. i Salveftrini , da S. Marco andarono al Mo-
nattero di S. Giorgio; e i Predicatori, che erano in
S. Giorgio gli pofe in S. Marco. Prefe dunque il pof-
fello di S. Giorgio , Gioachimo Monaco Salvetirino , e
vi flette fino a quello fcandoiofo Frate Placido Catan-
zio, che dilapidò tutti i beni, e poi rinunziò il Prio-
rato; e T Arcivefcovo T ammeffe . Allora il detto Luo-
go fu dato a S. Salvi > e il Monaitero as Valomhrofa-
ni . Clemente VII. diede il Priorato, e la Chiefa per
Mo-
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>-
il*                        ' -
Monache Valombrofane . Gio: Mark Canigiarii., Gene-
tale di Valotpbròfa nel 1520. nel mefe di Settembre
pfefe ji. Monache da S. Verdiana, E notifi ? che que-
llo Monaftero fu uno de i quattro Conventi, che Leon X.
in éfecuziorie di un fu© partieolar voto, volle fondare
jn Firenze , fua Patria ; e che ne ordifiò 1' esecuzione
al Cardinale Giulio de' Medici . Per alimento delle no-
ftre Suore, il medefimo Pontefice affegnò loro parte de'
beni della Badia ài S, Salvi , e di Monte Scalari; col
conferito 4i detto Abate Generale, Don Gio: Maria Ca-
nigian? , che ebbe gran parte nella fondazione di que-
llo Convento , per raccomandazione di Leon X.
IV. Fu poi per maggior comodità delle Religlofe
riabbellita 1* abitazione con nuovi Chioftri , Dormen-
tori » €C* Cecine ^ a fpefe della Lucrezia de' Medici.
E fui terminare del fecold parlato fi ridufle tutto il
Convento a tale bellezza , che non è punto da itimarfi
a niuno di Firenze inferiore . E ciò mediante P ere-
dità , che in gran parte toccò a cjuefte Suore , dal Mar-
chefe .Simone Zati , morto in Palermo ; e però con_.
effa fi pensò ad innovare quafi da i fondamenti la Chie-
da : effendo tolto via tutto P antico , o iìa di pitture,
• o di Altari, o di lapide, col nobile concetto di farla
vaga } e magnifica , Onde dopo alcuni anni , paiTati
nella nuova fabbrica , nel 1705, .a* 2.9. 'di Ottobre, fi
aprì nuovamente al pubblico la Chiefa, coli* interven-
to de' Sovrani di Tofeana, e di tutta la Nobiltà di Fi-
renze , corfa ad ammirare la vaghezza del difegno,
la varietà de* preziofi marmi, la vaghezza degli ilucchi
dorati s e la bellezza delle appretto favole . Neil' Aitar
Maggiore Anton Domenico Gabbiani dipinfe in urL,
grande ovato la venuta dello Spinto Santo , il qual
quadro è Aato intagliato in rame ^ Dice il Vafari,
che Giotto fece una tavola. Ma, dice il Migliore nel-
la famofa Critica , fatta al Vafari < MS, efiitente nella
Magliat>echiana ) come poteva Giotto fare una tavola alle
Monache dello Spirito Santo, fé elleno non efiftevano?
La tavola della Cappella a manritta è di AlelTandro Che-
-
                                                                                rar-
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Hi
rardini, che vi effigiò Crifto depofto dalla Croce; e dei
medefimo Artefice è lo sfondo delia Volta fatto a fre-
sco con molta diligenza » e lode . Alla favola a mano
finiftra verfo la Porta maggiore, vedefi S. Benedetto,
che refufeita un morto fanciullo, ed è opera di Tom-
mafo Redi Fiorentino. Addirimpetto alla fuddetta vie*
ne un quadro di Noftra Donna, e S. Domenico, ch«?
è di mano di Iacopo Vignali ; la quale eravi anche
avanti la reftaurazione della Chiefa . Segue la tavo-
la di S. Gio: Gualberto, in atto di perdonare al ne-
mico ; lavoro del Cav. Domenico Paflignano ; e quella
pure era di prima . Tra le tavole, che mancano, non
debbo tralafciar ài far menzione di quella del Granac-
ci, che flava all' Aitar Maggiore , collocatavi da Suor
Annalena degli Aldobrandini, che in oggi è nel Coro
delle Monache; e rapprefenta la Vergine , con altri
Santi attorno , tra i quali S. Gio; Gualberto : e vede
vafi pure un* Immagine di Maria a fatta dipignere $
frefeo dagli Stiozzi , e Parigi , che hanno Cappelle.
Leggonfi per fine due Infcrizionì , una delle quali al-
lunava alla innovazione della Chiefa fulla porta del fian-
co : ed è compoiìzione dell* Ab» Antonmaria Salvini,
che dice ;.
VT AB EXTERNO CVITV INCITATA
PIETAS AD COELESTIS HYEROSOLIMAE
DESIDERiVM FACILIVS RAPERETVR
SP1R1TVS SANCTI VIRGiNES . TEMPEVM HOC
IN AMPJLIOREM, EXORNATIOREMQVE FORMAM
REDfcGERVNT
ANN. S. CIO . IO .CC. V.
                              -
La feconda è un cartel!© in memoria della Confacra-
zione , che fecevi 1* Arcivefcovo Tommafo de* Conti
della Gherardefca, per rendere più augufta , e ragguar-
devole la Chiefa, che è dell* apprefifo tenore:
tem.
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TEMPIVM HOC fN SANCTISSIMI DIVINI SPIRITVS         I
HONOREM EXTRVCTVM
AC DEMVM ELEGANTIVS KESTITVT'VM
CLEMENTE XI, PONT. MAX.
ET COSMO III. MAGNO ETRVRIAE. DVCE
IILVSTRISS. AC REVERENDISS. ARCHIEP. FLORENT1NVS
THOMAS BONAVENTVRA EX COMITIBVS DE GHERARDESCA
V. KAL. NOVEMB. MDCCV. SOLEMNITER DEDICAVIT
QVO DIE AD P1ETATIS EXCITAMENTA XL. INDVLG.
jSINGVLIS CHRISTIFIDEIIB. HVC DEVOTIONES CAVSA
CONELVENTIBVS . QVOTANNIS EV1T ELARGITVS
CVIVS DEDICATIONIS MEMORIA AD TERTIAM>
MENSIS NGVEMBRIS DOMINICAM TRANSLATA EST
crede , che anco la prefènte Chiefa fia fulla ftefla
filiazione dell'antica. Sull*architrave della Porta mag-
giore v* è 1* effigie di S. Giorgio , e la forma dello
Spirito Santo , con quella Infcrizione :
AN. S. MDCCV, SPJRITVI SANCTO . ET D. GEORGIO
V. E finalmente per dire alcunché delle preziofe
Reliquie , che quivi fi confervano, daremo il primo
luogo al Corpo intiero di Santa Valentina Màrtire , il
quale cavato dal Cimitero di S. Ciriaca, da Innocen-
zo X. fu donato alla Marchefa Francefca Calderini ne*
Riccardi, in ocafione , che il fuo Marito ftava appref»
fo il detto Pontefice , in carica di Ambafciadore del
Granduca Ferdinando II. nel 1646. La predetta Mar-
chefa mandollo in dono alle noftre Monache, le quali
lo collocarono in ricca e luminofa urna fotto 1* Ai-
tar Maggiore . Vi fi adora pure una Spina del Signo-
re , portata feco dal Monaftero ài Santa Verdiana :
con un O0b di S. Gio: Gualberto : ed un Dente di
detta Santa . Avvi ancora in una bella Cappelktra del
Monaftero un' Immagine miracolo/a di Maria , in cui
venerazione , dopo Compieta , ogni giorno tutte le^»
Suore vanno in proceflìone a vifirarla ; ed acquiftano
l'Indulgenza perpetua, conceda loro da Clemente Vili.
anno 11. del fuo Pontificato.
LE-
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t E ''■••'» I ONE XX.
DI S A N T A C R I S T INA
O SIA CHIESA E CONVENTO DE* PP. RIFORMATI SCALZI
J ' ir, DI S« AGOSTINO SUU.A COSTA.
I"          S^^BS^iUefta terza Chiefa è afTai moderna >
dedicata a S. Criftina Vergine, e Mar*
tire, ed ai gran Dottore Agofìino,
">}
per dup motivi : il primo , perchè k
detta Santa era il nome della Gran-
duchefla, che Ja fondò: altro , a ca-
gione dei Religiofi , che vi abitano;
i quali profetano la ftretta Regola del Santo Dottore,
e perciò chiamati Agostiniani Scalzi Riformati. Quindi
io pefifato avrei di ragionare primieramente di quefti Re-
ligiofi; ma avendolo ciò fatto così ampiamente il P. He-
lyot , a quelto rimettiamo il curiofo Leggitore. Avrà
quelli piuttofio maggior piacere a fa pere la venuta lo-
ro in Firenze. Quefta felice venuta di detti Padri in
Firenze, ce la dirà in una Relazione il Rondinelli. Io
qui la riporterò colle ite (Te parole di così diligente,.
Scrittore , e fono le appiedo : „ Dalla «Granduche/Ta
„ Criftina di Lorena, e da tutta la Tqfeana , era te-
,, nuto in grandiffima venerazione di Santo Fra Gio-
„ vanni di S. Guglielmo , che dall* Ordine de' Padri
,,> Eremitani era paflaco alla Riforma , con Breve fpe-
„ ciale di Papa Gregorio XV. a,cui avea predetto il
,j,t Papato, quando per andar al Conclaveiil Cardinale
„ pafsò per Firenze . E queft*. umile Religiofo aman-
„ do di ftare nafeofto , abitava t|el povero Convento
„ di Battignano in maremma di Siena, dove adì 14.
m d'Agofto del iózi. morì con quel medefimo con-
om.X.
                           li                           3, cet-
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il Mm che Mfle .Tfolle:|er5 1 Gr^pchlfa , #
„ mitigar il iuo dolore, e per fomentar là divozione
„ Tua verfoìil defunto^y che Ce gli.t por tifò il • cuore ;
}> il quale % con licenza di Monfignor Tantucci } Ve-
li fcovo df Grolfetòs, fu conftgriàto a Si Av da alcuni
)j Principali della Comunità di Bamgnano , accompa-
5,- gbaèi da due cft i! detti Padri. Etì %vtntiò Fta • #n-
j, tonio deli' Afeenfiène , Cótnpofta e da4a alle ftam-
5, pe la Vita del predetto Padre Giovanni , dedicata
j, alla medeilma Madama Criftinà , quella Prineipeffa
jj chiamò a Firenze 1' Autore, che era attualmente Prio-
>, rè del: Convento di S. Niccolò ih Roma , e giùnte
>; in Gene di Tofcéna liei mefe di Gennàio del 1634.
,V fu fubitè dichmrfftó' Predicatore di Sua grezza ', e
ii con tale1 oc catóne fi cominciò a tratrar modo, che
,> il detto Padre Arferìió, con altri fuoi Religiofi } a-
i, veffe in Città' Convento; Uè fu diffidi cofa ì* aver-
,S ne il beneplacito di Ferdinando II. ed il confenfo
•«'dell* Arcivefcbvo Piero Niceolirti : anziché Córrendo
■jj tutti gli Ordini Religiofi alla pia idea j il fuddcittb
„ Padre Atfenio, con altri feWé Scalzi , negli undici
ir di Novembre dèlie fteffo afiiìòì indo a4 abitate
,, per modo di Ofpizio una Cafètra Con orto', in via
,, del Mandorlo ; venendo loro Ogni di il folìèhramèn..
% io dalla Serérriffima Criftinà, la quale lóro aprì una
f| Chieiettina, dove celebrar la Santa Meifà , che lui
,V principio diesano nella Chiefa delle vicine Mònache
-'jj della Crocètta', In quefìó foggiorno morì il Padre
5, Paolo di Sé ÌSaffiatìó: uòmo di molta virtù, è Pre-
^ fidente di detto luogo. Fu fepolto in S. Spirito nel-
; f\ la. médefima fepoltura degli Agoftiniani » con bno.
)i revoli eflequie, come fé fbffe flato uno de' loto Su-
j, périoti; maggióri*.
ì, Intanto effendófi affezionati iloti pochi Gentiluo-
,, mini Fiorentini , fi fegnalò tra eflì Guidaccio Pecòri,
i, che lóro fece una donazione di un fùo Romitorio,
», dove è Un Chiefino affai bello , dedicato a Maria
V> Vergine, con intorno fette altre GappeJIette, in ono*
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re |i divetfi Santi:» q^ futi© pel : tfrrfitorio, Ctr
n
tuato nel luogo, 0a feujftejla , e Querceto : aven*.
w clone p^efOipofleflb Era ArieniO; adi *&, dì Agofto
„. del i6z%. dove cgn|> anno f&nno feftar folenne del-
ì' Aflunta<.?><fi£flj gran mume^o di Me0e, e concqrfo
„ di popolo j e dppo -U detta ffefta » fanno un Ofizio,
^ cpn Meflfa cantata, in fyff#&gk> dell*Anima del fud-
„$e^tp Benefattore* E Subene egli ha lafciato quefio
« luogoad arditilo d£* Pad*i, con farne quello, che
„: loro piacerà , fin* ora> è un piccolo Convento,
„ E cogì paffatCì le &&fe della Riforma in Firenze ,
& r anno i6g£, a gli 8. <H Settembre , avendo Mada-
„ ma di Lorena compia,lo un Cafa di Pier Francefco
,, Sermannì, col prezzo udì k lojo, porta fu la Cofta
„ a, ^,Giorgip,.:coMsù trasferì il P. Arfenio;, co* fupi
a Cftmpagiiij; temimele® ywi interim la medefima accq-
„ modo una Chiefina, inidftt© giorno aperta e bene»
„ delta , con molto eOneorfon di popolo . Quando la
„ Sereniflima, gravemente aramalatafi nella Villa di Ca-
„ ftello,. ne i jjp. Dicembre $ fmdexte il ùiq devoto fpi?
*  luto a Pio jjcon eftremoucordoglio ideila Città, e mag-
„ gior? dei ìpoveri Scalzi penaviet! perduto ia elfa
„ una Mad^rei e Fondatrice ;»ii;Nè manco chi non cre-
$e$e aver, i detti Padri, in quefla difgrazia , difpe-
3, rata la intera fondazione. Ma il Signore Iddio, che
„ mai non abbandona i Tuoi Servi, difpofe V animo
„ del Granduca Ferdinando* che in primo luogo, ài
wmu proprio, chiamò il foprallodato Frate Arfenio al
5v Poggio a Caiano , desinandolo Predicatore^ ed al
3, fervisi© della fua Conforme, Vittoria della Rovere ;
,, alla quale il Padre predicò la Qyarefima del 1637.
„ con tale gradimento ; che impetrò da i Principi ab*
„ bondami aiuti, da poter tirar innanzi la fabbrica^»
„ del fu© Convento; ed inoltre da Ferdinando fi pà<?
,, garono i debiti, che fi erano fatti a conto, ideila de-
„ fpnta Madre> in riguarda» de* poverii ReJigiofi : e la
„ Granduchefla Vittoria diede in una volta feudi cento,
e ne affegnò 20. il naefe della fua Camera., per prov
m                              *"* 2                        » vi-
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>, vifione del P.[AtCenio ij ficcomé all' efempfo de* So-
ii vrani così generofi, parecchi Cortigiani e Citradini
i,- font mi ni Ararono per il medéfinro fine; sì: eopiofi aiuti
„ in danaro ; che nel dì p. Luglio del id^pUdà i fud-
y, detti Padri Fu comprato una cafa contigua, fpettanv.
„ te alla Parrocchia di S. Leonardo in Arcetrr;, dai
j, Rettore Giovanni di Zanobi de* Bonini per fc» 250*.
*n con obbligo di pagarne i frutti ogni femeftre , a ra*.;
Vr gione ài fc. 5, per centoni che totalmente fu eiHnta
„ nel 1664. pagataci tutta la fomma al 'Rettole Matw
V teo Vafeìli ; Nel 164©. ne ì 21. di Luglio^ ^compra*
,> rono altra cafa con òrto ì pure confinante, da i Piec
'n Maria y Girolamo $ e Bariolomraeo ? fratelli J e figli del
Ti nobile Cittadino.-Baldino Stiozzi, per prezzo di feudi
i$aoi ed alrre tre compre ^in diverti tempr di- cafe
^ vicinevaffine <3i dilatarli, e farne una beila Chiefa:
j, fi trovano ; notate nell*; Archivio del Convento, le_*
n quali fono indicate con questi nomi: Cafa degli eredi,
„ del quondam Domenico di Tommafo Mei ni , con.*
fi orto, coito fc,4oov Cafe due delle Monache dello Spi-
„ rito Santo) piagate; fc* itoo* E con querìi, ed akri
^acquiftiumon folamente fi ampliò la pxima;abicazio*
i,v ne, o (ìa Cafa r comprata dalla Grànducheflfa ; ma &
3, potè dar principio alla magnifica Chiefa » „ Qui per
fine avvertendo chi legge, dello sbaglio , che prefé T
Abate Ughelli , ragionando dell* Arcivefcovo Altiìan-
dro Marziinedkj ; mentre fuppone^ che gli Scalzi ve».
Salifero in Firenze;itr teimpodì queièo Arcivefcovo-: Eo*>
Ikm:'.fttpQg# fruitile
,Q Carmditae , éf Auguftiiniim Di?
fcdlceati in Wrbeinflimumur^
non potendo» accordare:
la morte? certa del Prelato nel 161,0* e i*introduzione
del Padre Fra Arfénio, con altri htte Scalzi , in Fi-
renze,,che nel; 1Ó34:. vedemmo alloggiati in Via dei
Mandorla. =;*:,. • l 3 1 k tot
                   1 -■>-;■:* ;;, ■*
H^L? anno adunque di notTrà falùte 14^0. atfì 8,
dì 5ettenibr£> elfendo largamente cóncQrfi con ele^
mofine : il Granduca Ferdinando, la defunta Mada-
ma Criftina > la Regnante Granduchcifa Vittoria , ed
*** ti
                                                                    anco
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anco Giacomo Sai via ti > Duca di Giuliano, con afc
tri Signori , fu pofta la prima pietra della nuova Ghie-
fa, benedetta folennemente dall' Arcivescovo Piero Nic-
colini ; e poi dal fndderto Granduca gettata ne' fonda*
menti, coli'affiftenza del Cardinale Carlo de* Medici r
e de' Principi Mattias e Carlo, e prefenza di turta la
Coite, Nobiltà, e Popolo Fiorentino, dove da Ferdi-
nando furono anche pofte in una cadetta di piombo1
iìgilJata ^5. monete d' oro e d'argento; come è fov
l'ito fingolarizzarfi la memoria delle fabbriche infiw
jgni , toaffime di quelle, dedicate ai culto di Dio. E
volle il detto Granduca , che tra le monete chiufe>
ne i fondamenti, dieci ne foifero rapprefentanti T effi-
gie delia Serenifs. Crisina; e nel rovefeio erano fcol-
pite queite letrere ; eccjlesiae. et . eONVENTVS ,fkatrvm>
DI3CALCEATORVM'. S. AVGVSnNt . EX . FVNDATRIX . e £w
dato alla Ghiefa il titolo de* SS. Criftina, ed Agoftino..
La quale fu principiata col dìfegno del Cav; Rodi da-
Cortona ; e terminata poi da Gherardo Silvani . Ella
è-di buona proporzione, ed affai ben intefa, fecondo1
i precetti dèlia moderna Architettura. Vedefi feompar-r
tìta in tre Cappelle per lato sfondate, e feparare T una?
dall' altra, con pilaftri Dotici, fopra de* quali ricorrer
tutta la fabbrica s architrave,, fregio, e cornice di'
ftucchi y come 11 veggono inoggi ornate molte Chiefe
di Firenze , Una di quefte Cappelle, eretta nobilmen*
te di marmi mirti, colonne e frontefpizio, à fpefe del
Senator Cofimo del Sera , ha tenuro di modello ad An-
giolo Gori, buono per fare adornamenti ài p*ofpetrivay
di'accompagnare con pittura a frefeo gli altri Altari sì
ben Condotti, che mercè del chiaro, e dello feuro^.,
collocar© con arte ai ftioi luoghi, ingannano F occhio a
maraviglia. Ma la follecitudìne de* Religiofi in renderla-
fempre più vaga, in tre Cappelle dato avendo di bian*
co a sì lodate profpemVe , le hanno fatte di rilievo
. fullo ftélTo difegno,-
                                             .
Ili- E venendo alla dèferizione de* pregi rilucènti
in Chiefa, fulla porta al di dentro ili iati gran quadro
vedefi
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~<.T?-                  • •mL.<m*m-^!i^^m!*-?^*4*^*^m         il                    >«WM^n^^MMMMHB
vedefi ritratta Madama Cri/Kna , meflfa in mèzzo da due
gran lapide, con Infcrizioni, che riporterò fui fine. Veri*
gono a manritta nelle tre Cappelle le tavole di S. Giufep»
pe, di S. Niccolò da Tolentino, che riceve da Maria Ver-
gine i paneliini, creduti buoni contro la febbre, opera di
Gio; Batiita Vanni; ed ali* ultima un Crocififlb <Ji rilie*
vo, che ha fatto molti miracoli, ed è Altare Privilegiato
per i Defunti* Dall' altra banda allato alla Tribuna fi
vedono i SS, Guglielmo di Aquitània, e S. Monaca. Se*
gue alla Cappella del predetto Senatore > te tavola di
S. Fjancefco di Paola, fattura dei Vignali.* e neir.ultimp
Altare :S. Tommafo da ViJlanuova, Autore della fama
Riforma,. L* Aitar Maggiore è di marmi preziosi , ifo-
lato , con dietro, il Coro de* Religiofi ; dove in alto
vedefi in un gran quadro effigiato S.Agoftino* da Frani
cefco Petrucci , in vece di altra tavola a Spinta da*,
lira Rinovato Laico, nativo della Marca w Tra le lapi-
de, fepolcrali , che rrovanfi nel pavimento, non è da
tacerli quella della Famiglia de* Cafaregi, dove evvi fé*
polto ì* Ab, Come Bartolommeo , famofo Poeta ed ac*
ereditato Accademico della Crufca* emolo, de* Menzini,
de* Guidi , de* Lorenzint , nella grand'Accademia di
Crifìina Regina di Svezia . Veramente meritava una
più elegante JnfcrÌ2Ìonej la quale parla come appreflo:
D.           O.           M.
SVB TVTELA MARIAE VIRG. SINE LABE CONCEPTAE
KEIC . IN . PVLVERE . DORMiVNT .. OSSA
IOSEPHI M. COM. DE CASAREGIS. I. C. COLLiG. GENVEN,
ROTAE FLORENT. AVD1T. MARIAE ROSAE DE ■ AJNFOSSIS '
E1VS CONIVGIS. ET IO. BARTHOL. DE CASAREGIS. EIVS FRi
QVI OB. IX, KAL. APRIL. A. R. S. MDCCLV.
ORATE PRO EIS.
■ • ■■'■;-^.,l '.■■■■■''■ ■.■'•■'.'- ' * '■' -: 's - ■ ■ *
* \, ' " r                                        - ■■                    -                                        *                                                                                                                                                                                                                                      ■ -':i •'' ' ■' - "' ■■"f '■-.■■• :-'e-, ■..;,■ S
IV. E dovendofi far parola del te foro del In facre)
Reliquie > che fono in Chiefa , convien che ritorni a ram-
mentare la non mai a bastanza lodata Madama Crìiiina >
la quale a* moltiplici benefici > che co nipar t\ a i fuoi
dilet*
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*•■ *
m
dilètti Scalli f pensò ad arricchirgli di principali Re*
liqui>v#H,hatei àncora per lacjualnà del lavoro ; e le
principali fono: il Legno della S.Croce, chiufo in una
croce dì ebdHbJ Ihtarfiatd di argento : uno Stinco dell*
A poi! ola S. Barnaba ,, cui Ferdinando II. fece adorna-
te di u%' «Hrir dorata i lunga un braccio e mezzo, ed
uno, alra : ficcome in una fimile urna y pure a fpefe
del medefimo Principe , adorati collocato un infigne
0(To -di-S. krtdréa. Apoì(loJo:.fe dopo dalle mani dèlia
'freffa. Benefattrice, fono diverfe braccia di kgno do-
rate , contenenti facratiflìmi $£gni de i SS. Apoftoli »
e
di altri ìSahii é Sante, tutti autentici, « the fi e-
fp o n go ho ne Ile Féti e p r i ne i p ali ,.. fa ce n t i un. r i eco o r. -
liarnento a gli Altari..
V. Hanno ancora quefti Padri il cuore dei Vene-
rabile Fra Giovanni; da S. Guglielmo , Jafciato loro dal-
la fuddetta Prifìcipeffa, che fé io tenne. preiTo di fé fino>
che viflfe ; e pofeia da lèi donato a quello Convento j
che va gloriola delle ceneri di non pochi Religiofii
morti in gran concetto di Santità,, de*'quali promife il
Dotti Brocchi la. vita; e latro lo avrebbe fé ancor elfo
non moriva,' ed io qui ne riporreiò i nomi, che fono:
Ven. Fr.. Arfenio dell* Afcenfione , al fecolo Giovan-
ni Diaz Portughefe .
Fra Gelfo da S» Giuliano,, nativa Argigliano ia
Lunigiana ..
Fra Domenico da S. Croce,, Lucchefe.-
Fra Eugenio da S. Patrizio..
Fra Gennaro di S. Croce, al fecolo Giovanni Notto--
li Lucchefe .
Fra Giovanni da S. CalTiano Recanate fé.
Fra Gio: Girolamo dello Spirito Santo >. al fecolo San*
ti Santini di Rocca Strada .
Fra Giuliano da S. Niccola,, nativo di Montemagtto
nel Piftoiefe..
Fra Guglielmo da S.- Criftina1 Converfo y al fecolo
Tommafo Taibini del Mugello .
Fra Paolo di S. Bafìiano; al fecolo Filippo Gambe-
xucci).
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ifS
rucci , fepolto a parte nella Cfiìcfa di S. Spinto ; per
»on eiTer ancora terminata la Chiefa fuUa Cofta v
Fra Pallore di Gesù, Bolognefe.
Fra Nereo di Gesù, nato in Battignano 4 nelle ma*
remme di GroiTeto. lt \
Fra Maccarìo di Gesù Maria Portughefe > al fecolo
Diego Dinis* ,
                                      ■■,;r<)
Intuizione a manritta folla Porta al di dentro:
i A. M. D. G«
5VB LAEVA HVIVS. ECCL. BENEDICTVM LAPIDEM
A PETRO NlGGLlMO ARCHIEP. ET . FAVTORE
KEPOS MAG. D. CHRIST1NAE LOTHARINGIAE FVNDATRICIS
FERDINANDVS li* M» D. E. SOLEMNITER POSVIT
1NTERVENTV SPQNSAE VICTORIAE.CARD. CAROLI. ET SENATVS
IV. IDVS SEPTEMBRIS A, D. MDCXL.
IDEMQVE CVMSERENISS. FAMILIA MISSAS HIC PRIMAS AVDIT
V. KAL, SEPT. ;A,j:$..;= MDCXXXXlV,f?:
Altra a mano manca della Porta} importamiflìma:
D.            O,            M-
TEMPLVM. HOC. D. CHRISTINAE V. ET MARTYRI
D1VOQ. AVGVST1NO EPJSC. ECCL. DOCTORI
VNA CVM ARA MAXIMA SACRVM
X. KAL. OCT. A. D. MDCCXLUL,
FRANCISCVS CAIETANVS INCONTR1VS ARCHIEP- FLOR.
AHNIS CENTVM ELABENTIBVS . OMNI RITV CONSECRAVIT
TRANSLATO DEDJCATION1S PESTO
AD DOMINICAM TERTIAM OCT.
Lo che feguì con gran fefta , e ooncerfo di Popolo.
Due Compagnie fi radunano in quella Chiefa poche
volte 1* anno , la prima è intitolata i Setrantadue Di-
scepoli • e la feconda di S. Tommafo, la quale è fi®-
ritiffima di Gentiluomini Fiorentini. Un akro privile-
%\o fingolari&mo aveano quelìi Padii , mi vien rac-
con*
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W'W
J *!>!<'ll»l',M|P«^
'257
contato, ed era : una raccolta invidiabile dì Stemmi,
di quelle molte Famiglie, che rimafero oppreffe nelle
quattro rovine della Cofta. Dicefi, che un gran Mini-
ftro le abbia tutte trafportate nel fuo Mufeo, per te-
ma , che forfè i detti Frati non ne facelTero quella^
ftima, o non ne tenefifero quel conto, che meritava un
sì bel teforo. Altro teforo in genere d'erudizione, è il
Vocabolario, che fu già ad ufo de! predetto Conte Ca-
faregi , il quale fu gli ultimi tempi della fua vita al-
tro non faceaj che leggere i libri fpirituali; fpecialmen-
te di lingua dell* aureo, e buono fecolo,* allorché , co-
me dice Monfig, Bottari nell'Opere del P. Cavalca ,
lecito non era effere Afceta , e Maeftro in Divinità,
fé non che ai Valent* Uomini ; e dopo notare le mol-
te omefiìoni , falfe interpretazioni ec. adoperate da quei
faggi Compilatori del gran Vocabolario della Crufca :
come in tali Opere effer deve:
Verum opre in Ungo fas e fi obrepre fomttum*
"-'
Tom, X,
K k
LE-
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2 5$
Z I O N: E ;l,XXI.
BEU-tCBIESA FJRROCCH. E VHA FOLTA COLLBCUTA
DI SAN NICCOLO* OLTR* ARNO L
L                        I Sciti daUa vaga e ridente Chiefa di
S. Agoftino* noi non vogliamo fcen-
dere da quella rovina, che nei 1284.
efìendo feguita , come fcrive Gio:
Villani 'al lib. 7.. cap* 96.. venne a
di&brtnard tutta quella erta Coita ,
e troncarla dal fuo termine > che è
MontecoccolK Frattanto non farà difcara ali* erudito
Lettore una breve digreffione fu le fatali rovine di
quefta parte di Cofta inverfo Via de* Bardi . Dice^.
dunque Gio; Villani ,„ nelli anni di Criilo 1284. il
,5 dì di Domenica di Ulivo adi fecondo d'Aprile , in
>5
9)
Firenze ebbe grandiffimo diluvio di acqua ,. e dt
piova fi difordinatamente , che il Fiume Arno creb-
be tanto , che allagò molto, della Città predo alle,,
fue rive , et per la detta acquagione il poggio de'
Magnoli fotto a & Giorgio , et fopra a S. Lu-
cia fi commoflfe a rovina » et venne rovinando infT-
?, no in Arno , et fece cadere, et gu-aftare più di
>, cinquanta Cafe j che erano fopra ai poggio in fu
jj la Via di S* Lucia lungo Arno, e morivi gente af-
y> fai . j, Ma una tal rovina due volte accadde quivi
fernpre eoa notabil danno degli Abitanti\ Sicché la.*
terza feguita al tempo di Cofimò J. diede occafione^
airift'eflo Principe di proibire per Decreto il potervifi
da veruno più edificare .. Filippo Baldinucci nella vita
di Bernardo Buontalenti merita quivi d' effer riporta-
to „ Sappiafi adunque (dice egli ■") come nella noftra
» Cit*
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2 59
„ Città di Firenze per Io gran diluvio dell' acque ,
„ che 1' anno 1284. quafì tutta 1'allagarono in quel--
„ la parte di là dal Fiume d' Ajrno verfo mezzogior-
„ no ,: che dalla Chic fai di S. Lucia de* Magnoli, e-*
„ Cafe de'Canigiani s'inalza verfo la Cotta a S. Gior-
„ gio 5 e dicevafi il Poggio de* Magnoli * allentando
,, il fuolo, che gran quantità di Cafe fofteneva , tut-
„ te in un tempo caddero a terra . Rifatteli poi le^
„ medefime con gran difpendio de' noftri Cittadini,
j, in tempo tornarono a cadere ; e conciofiacofachè
n fino allora non foffe fiata bene intefa la cagione^*
>, della replicata rovina , furono le cadute fabbriche
s) un* altra volta rimefTe in piedi. Venuto poi IVan-
« no 1547. occorfe con morte di gran quantità di per-
„ fone la terza terribil caduta delle medefime , che.*
,, farà l* ultima > perchè dalla Jbllecita provvidenza di
„ Cofimo I. che ben conobbe eflfere il tutto addive-
5> nuto da puro difetto del fuolo mede fimo 5 fu coru
?> legge indifpenfabile proibito 1* edificarle mai più ; e
5, di tal divieto fu in una laftra ài marmo bianco
5, fatta memoria , ed aififfa alla muraglia s che alza-
„ ta in fui piano della via dal Poggio è divifa : e le
?) parole {colpitevi fono le feguenti :
\ HVIVS . MQNTIS . AEDES
SOLI . V1TIO • TER . COLLAPSAS
NE . QVIS . DENVO . RESTITVERET
COSMVS . FLORENT. ET. SENAR. DVX . ti*
VETVIT . X.
OCTOBR. MDLXV.
Quefta elegante epigrafe fi crede ài Pier Vettori,* giac-
ché ogni Granduca ebbe fempre il fuo Epigrammifta.
Quei Rondinelli, Salvatori, Monìgliaj Dazzi ec. furo-
no già di Cofimo JN., fu Anton M. Salvini di Gio:
Gaftone j e dell3 Imperatore prefcnte , finché viffe* 1*
ìlluftre Gori , folto cui per 14. anni è flato ad efer*
.citarli il Signor Canonico Andrea Pietro Giulianelli.
Kk 2                             Chi
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2 do
Chi poi voleflè vedere il miracolofo evento di Fran-
eefco di Leonardo Buontalenti, Padre del noftro Ber.
nardo, feguiti a leggere il Baldinucci, cui la propria
Cafa fervi di Sepoltura, ma non fatale , infième cor
tutta la fua Famiglia .
II. E noi , che in tempo ài tal digreffione va1
carnmo tutto V alto delle mura , che giace in Cofta ,
m nel fondo foperchia , iiam già calati al declive, e
ci troviamo alla Porta a S. Miniato, detta così dal
vicin Tempio Suburbano delia Fortezza di S» Minia-
to . La quale antichiflima Chiefa avendo tanta corre-
lazione con T altra , che rimpetto refta a detta Por-
ta ; e fi dice la Chiefa Parrocchiale ài S. Niccolò Ol-
trarno : noftro penfiero egli era 3 come in altri To*
mi fatto abbiamo, di premettere alla defciizione della
Parrocchia di S. Niccolò, la belliflìma fteria della Chie-
fa di S» Miniato .. Ma P Editore lufingandofi di dare
fuori a parte un Tomo- ( ove delle Chiefe ancorai
còmprefe dentro le due miglia fuori della Città , fi
cagioni : giacché il benemerito P. Richa XXI. Lezio-
ni lafciate ha fopra alcune Chiefe , e Monafteri Su^-
burbani ; ) perciò noi fenza tanto confonderci tiria*
mo a terminar 1' Opera delle Chiefe còmprefe dentro
le mura della Città , in un* angolo delle quali rima-
ne quefta Chiefa di S. Niccolò , che ha data la de*
nominazione al Fondaccio , al Borgo , e ad una del-
le fette Porte della Città .
         * fi . ,
III* Quando ,, o da. chi fia' ftata* edificata quefìaj
Chiefa , non mi è pervenuta memoria , che lo dichia-
ri , è ben vero , che moka «agianevole cofa è il cre-
derla antichiflìma , non già per la forma della Chiefa,
che di prefence fi vede rifabbricata , ed accrefciuta da
Benefattori, fecondo il buon gu#© , e metodo dell' Ar-
chitettura, moderna ; ma sì> bene dall' eifervi da detta
Chiefa nominato i<l Borgo vicino fin dal tempo del
fecondo Cerchio di Firenze, Borgo di S* Niccolò, Cic*
come la Porta della Città , e la fkada , appellata am-
bigue parimente Porta., e Fondiaccio di S. Niccolò.
Moi*
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Molto ffsjò fnaggi'ofe indizio di antichità, pare a theV
che fìà 1* effere Hata Chiefa Pafl'occhiale ab immemori*
bili
, annoverata eflendó da Vincenzio Borghirii tra- le
dodici Priorie antiche iìtitufce con Canonici circa dal
mille . Quefta poi fili dall' undeciroo ìecolo era df
padronato dell'Abate , e de* Monaci di S. Miniato al
Monte» ai quali Papa Lucio III. per Rolla- del 1184,
conferma tutti i beni che in antico aveanO , e nomi-
natamente là Ghiefa , e Popolo di Si- Niccolò di Fi-
renze » con i confini efpreflì nelle» tegnenti parole : Et»
elefiam $, Nicolai de FÌorentia Pawóchialem) confini & &
■Rio Corbuli
3 ufque ad S* Màriam fupra Ar-num; e fé-,
guitarono i detti Monaci ack eterne Padroni , non o-
ftante qualche contfoyerfia , prefto^aiìopità , fino- air
anno 1374. come diremo.
IV. E per dimoftrare qut'fìo po/Tedimento degli*
Abati, vengono opportunamente molte fcritture con-
fervate nell'Archivio di Monte Olivero di Firenze »
Da quelle'formerà la- ftoria di S* Niccolò V Eccella
e M. Rev. Sig. E)otr. Raftrelli & Ma quefto a noi non
pregiudica ; perchè altro è fa-re u>na ftoria tì*una Ghie-
fa particolare r come il Crefcimbenr ; altro è ciò che
facciamo noi. Il hoftro fine è ftato dì allontanare ìa<
vergognofa taccia d' edere nelle cofè noftre , fpecial-
vment« Ecclefiaftiche , Tempre bambini- là maggior par-
te de' noftri : come degl' ignoranti delle cofe di Ro-
ma , diceva Cicerone rcjwerafcere effe folitos ; e piacerai
di qui* riportar il funto ài alcune con ordine ero*
nologico j come fegoe . Nell'anno u^z, trovali una'
vendita fatta dai Monaci ad un Alamanno, e vi fi
legge : A&um ite EcHefia $. Nicolai manuali dìBi Mo-
nafitni
. All' aJino 1223. D. Gkifeppe Abate di S* Mi-
niato acquifta Ja Piazza avanti alla Chiefa di Sì- Nic-
colò , per iftrumento di donazione , che dice : Bone >
& lacohus* Index
■',- ér Amuhottutr, & Bonus filli f. ìdhm .
p0p.v $* Nicolai gr& nobis■, & j>ro.rìofiri> heredibùs
obbligamur
, & conceiìmu? Domino Ibfefbo Abbati Ec*
f lejìe j & Mona fi crìi S, Mini-af* ad Monum Vlateam^
-ocr page 274-
%ét
pojttam4M e Etclefiam S» Nicolai de Fior* Egq Brune*
&us Domini Caroli Imper* ludex > et No*« rogavi %¥i
Kal» O&Sris
1223. Evvi all'anno ^240. una fentenza
iti favor de* Monaci contra i Popolani ài detta Parroc-
chia 3 che diede Pace Poreftà di Firenze , del feguen-
te tenore : Tempore Domini Tacis Tot, Fior, cum Ec-
tlefia
*£V Nicolai Vltramum pertinmt ad Mùnafterium S*
Miniati* , & ad Abhatem ipjtus MonaflerM
> <$* cum*.
/$flrrocMani d. Ecchjte S* Nicolai in maximum ptreiudi*
cium Abbatis
j & d. Monafierii de movo dtfmuraverunt
q&oddam e&ium muratum EcdejìediBe 1' et oflium no-
*vam ferunt 1 pententi atum fuit quod ofiium fiat arbi-
trio AbbatiS)
#" Monaflerio S* Miniatis, Ego Gugliel-
wus rog.
Viene all'anno 1261. una cartapecora con-
fiderabile, contenente una Jicenza dell' Abate Folco
a i Parrocchiani di potere efler Seppelliti in S. Nicco-
Jò , e queiìa licènza fu data in conformità di un Di-
ploma di Ardiugo Vefcovo di Firenze all' Abate nel
i24<5. nel quale, oltre il confermargli il poflefTo del-
le molte Chiefe , che godevano gli Abati , dà loro
piena ragione di Sepoltura ài tutti gli Abitatori di
qualsivoglia età nelle Parrocchie di S* Niccolò} e S.
Lucia de* Magnoli, dove {blamente fi potevano Sep-
pellire i Bambini ,/& quibus non fit confuetum fonare
campanai
* E tornando all' Abate Folco, la licenza ac-
cennata leggefi in detto contratto «fprefTa come ap-
preso : 126*1. 28. OBok Dominus Euhus Abbai S. Mi-
ni atis e te. conce ditlicentiam Diotiguardi jil. qti. Ala-
wanni Sindaco Homt'num ^ & Vniwerjitatum Hotninum t
& Topati S* Nicolai 9 feppelliendi corpora msrtuorunu
in d. Ecclejia
> prò paBo Sindacus ipfit Diotiguardi no-
mine populorum concedit d* Abbati
, & Monaci s plenavn,
4$ liberam in perpetuo ordinationem , inflitutionem , <&"
reformationem in fpiritualibus > Ù* tewporalibus ipjtus
Mcclejte )-& ius eligendi
> & poftulandi quid quid ad
ipfum populttm pertinet
> <vel' jtojjtt pertinere de Jure > tei
. faBo ReBorem ,vel < de ReBonbus fex cuftodibus
5 <vel
aliis Clericis
, $ Minijlris (gre; Ego Ventura Ugonis de
Cam'
L
1
-ocr page 275-
Cambio tog, ÀB'tim in Clauflm'Monaflern> S, Mimatis >
e quefto fcambievole contratto chiaramente indica ef-
fervi precedute liti tra gli Abati èi S, Miniato j ed
il Popolo di S. Niccolò * Segue akro iftrumento del
1274. nel quale 1* Abate D# ©ttando , de confenfu Mo-
nachorum conce flit Ecclejtam S» Wkolaimanualem
» &
fieno iu*e pertintmem Motzaftevh S. Miniati?
j Maffeo
f» Maffei in fpiritualibtts -, & temporalibn? gubernandam
nomine fttprad^ Abbati? , Eg& Marca? oHm Comilii rog,
ed altro fimiìe contratto di elezione del Paroco avvi
all'anno 1344- nel quale leggefi così : Vacante Ecclejta
S. Nicolai
, Dow. Lapo- Abba? S\ Miaiavis elegit ìtu
no'vum MeBorem Dominam Mimatem-• Ego Faga&tu de
latrignoni?
3V Marti* 1344^
; V. Venendo ora al tempo in cui il padronato*
della Chiefa- ritornò a r Vefcovi Fiorentini > ad illu>
ftrare quefto punto conviene che dicati fomtnariamenr-
te quello che riporteremo alla Storia di S. Lucia de*'
Magnolì , anch' effa pure ftata di dominio^ de i fud--
detti .Mònaci, cioè, che mancata in elfi Poffervanza"
regolare , ridotti foio a cinque Monaci > ed avendo i*
ultimo Abate D. Agoftino rinunziato la detta Badia, Pa-
pa Gregorio XIv 1' anno 1374^ concerie , e donò ili
Monaftero di S* Miniato a i Monaci Olivetani con tut-
te le fue ragioni , pertinenze , e iurifdizioni , eccet*.
tuate però le Chiefe , e Parrocchie di S. HiccolÒ ,, e
di S. Lucia ài Firenze , ordinando il predetto Ponte-
fice , che ricornaifero al Vefcovo di Firenze/re tem-
pore
, per la qua! cofa fi trova nel Bullettone quella
memoria : Ecclejta 5*. Nicolai de: Etorentia pertinet ad
collatiomm Epifcopi
1412.. e nel libro del Luziani ali'
Arcivefcovado fi vede alla pag» 77- conferita quefta*
Chiefa dal Vefcovo e Cardinale Francesco Zabarella
nell'anno 1412. e durò preflTo de'Vefcovi tale ius di
eleggere fin a tanto, che i Parrocchiani > giufta Stefa-
no RoiTelli , nel 1543. incominciarono a prefentare ,
ovvero a eonfentire alle prefentazioni , e da quel tem-
po in qua fono flati Tempre in poffeffo , ficcome ne.»
v ^ lì
                                                                      fono
-ocr page 276-
*
264,
fono ancora di prefente * forfè principiato un forai-
gliante privilegio del Popolo, dalle grandi fpefe, che
dalle Famiglie della Parrocchia fi fecero nel riordinare
la Chiefa , che poi defcriveremo , dando la meritata^
lode ai Qua*atefi , Gianni, Marzimedici > Nafi , Guar-
dini , terrazzano , Falconi , de\Pieri , ed altf-e , che
ornarono le Cappelle di marmi ,?«. di pitture w
Vif 11 titolo poi di Prioria , che ebbe quella Chie-
fa iìno , dall'antico , non faprei dire per qual cagio-
ne lo perderle ; ricuperato però nel 1525. come appa-
re al libro vi. del Paganncci neM* Archivio dell' Ar-
civefcovado , leggendovifi altresì nel medefimo anno ,
che oltre a quattro Canonici in S* Niccolò, ne furo-
no iftituiti altri Canonicati , l'opra de\ quali inforte-,
gravi oppofizioni , i detti Canonicati non fi conferì,
fcono , fé non col titolo di Cappellanie , e ne fono
padroni undici Famiglie che li fondarono, i cui nomi
leggonfi pure in detto libro , cioè i Paolini , i Caval-
loni*, i Marti, i FrancefcJìini, Targioni ., Binachi , del
Bianco , Muzi , Monanni , e Fanghi . E farebbe an-
fcora defiderabile una ferie dei Pareti, che ebbero la cu-
ra fpirituale , e temporale della itefTa Parrocchia j ma
non effendomi avvenuto a trovargli tutti, ne rammen-
terò alcuni , come Mefs. Maffeo de1 MarTei nel 1274. e
Prete Bencivenni nella celebre Procura del Clero Fio-
rentino dei 1286. Nel 1344. Prete Miniato , che tro-
vo pure fottofcritto tra'Deputati alla Procurazione-»
del Legato nel i3$<£. e Mefs. Iacopo, che fu II ultimo
Rettore eletto dall'Abate di S. Miniato nel i$6o. L19-
nard» Tancio nel 1557. ^ cui nome è fcolpito nella
lapida fulla facciata , e Prete Berlincafa all' anno 1675*
nel cui Priorato feguì un furto orrendo, che fra po-
co diremo . Ma a i molti altri Rettori , che non fi
fanno , fupplirà col nome fuo folo Mefs. Tommafo di
Mafo da Perugia Priore di SS. Niccolò nel 1420. Spe-
dalingo dcgl* Innocenti , e poi que.il* infigne Benefat-
tore della Pieve dell' Impruneta , voluto per Piovano
dalla Famiglia de'Buondelraonti fémpre portati al mag-
gior
-ocr page 277-
gW vantaggiò di quél- Santuario Vi He -fi ) ingannarono
nella deftinazione di Mefs. Tommafo.) avvegnaché efifo
fólo fondò vicino alla Chiefa -dell' Impruneta uno Spe-
dala y e di fue entrate dotollo 9) acciocché ( fono fue
j, parole ) il fuddetto Hofpitale abbiala fua-perfezione»
„ concedo al medefimo tutte le mie decime del popolo
inficila Pieve in tutto il,tempo, che io farò Piovano • ,j
Scriffe pure* varie notizie iftoriche della medefima Pie*
ve , ie per fine:,* mal ridotto nella fanita , fponranea*
mente per zelo dell'onore del Santuario rinunziò a ì
Buondelmonti la detta Pieve , e piacemi qui di ripor*
tare della rinunzia le fue umili efpreffìorn come appreso;
„ lefus Maria i4g§. di io. Ottobre,
ii Sìa manifestò' ad ogni Pèrfona , che io Thoma-
,, fo di Mafo Plebano al prefente di S. Maria Irnpr!u*
j, neta fono contento, che e'gentili huomini'de'fiuon?
VV delmontt Padroni di detta Pieve , chiamino * et no-
,, minino, o presentino a'Canonici di dettai Pieve uno
,, che debba effere Plebano in detta Pieve > il quale
i, 4ìa di buona vita $ et fama » et fcientia > il qualo
,j hii dia di penfione fior, xxxx. netti \ o vero per?
,, muti in qualche beneficio > che in Firenze fra .Et
,, quefto fo , perchè molti difecìi, et cali mi fono ve*
,, nuti nella perfona per li quali non poffo attendere
„ al bifogno della Pieve , e per tanto priegho voi »
,, Padroni provedere pretto alla detta prefentaziohe, a
,, ciò il voftro benefizio non vengha in detrimento ,
„ et io abrevi il tempo , et giorni della vita mia .
,, Scripta di mia propria mano , anno , mefe > et di
j, detti di fopra •
VII. E ritornando a S. Niccolò Oltrarno , ram>
menteremo alquante cofe accadute in quefta Chiefau
degne di confiderazione , ed illustranti ancora la Sto-
ria Fiorentina . E primieramente è da notarfi il ricco
benefizio , che fecevi Michele Guardini , il quale vi-
vente , con grande fpefa la reftaurò j rifacendo nel 1411.
il tetto , e fabbricovvi una Cappella; né contento di
tanta beneficenza , nel celebre fuo teftamento in cui
Tom*X.
                           L1                             chia-
.-■: ^ -■■■ .■*:<-'. ■,<■:..:■,,■::■■■:
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ì66
chiama fua erede ùniverfale 1' Arte de* Mercatanti >*P
obbliga con perpetuo legato a mantenere il retto della
Chiefa , ed il iaitrico di pietra , che dalle fcalere ri*
gira di fuori verfo Ponente. Qyefto Michele fede tra*
Priori nel 1411. e 1425. e di lui parlammo nella Sto*
lia della Chiefa di S. Croce , cui lafciò un* insigne
Libreria di Codici MIT. che ancora inoggi fi conferi-
va, e fi mantiene da i Confali della fuddetta Arte .
Si morì Michele nei 14 . . ed il fuo cadavere fu tu-
mulato in S. Niccolò , dove appiè di fua Cappella in
un ladrone di marmo inragliate fono quefie lettere?
SEI*. MICHAEUS GVARDIN1 CIVIS ET NEGOCIATORIS FIOR.
Vili. Di que/ra Chiefa parla Benedetto Varchi, al
lib. IT. come fegue „ Tonnati gli Ambafciadori Fio-
5, rentini da Bologna , e riferita h loro più veramen^
*5, te derilione , che legazione , parve all' ùniverfale di
§y edere, come era flato, aggravato » e fi cominciò dal
j, popolo , il quale , e mafiìmamente quello di Firen-
; ze , pare , che fia indovino delle cofe avvenire , a
j, mormorare della fede di Malatefta , non ottante che
„ di quei dì i Capitani ragù natili tutti fpontaneamente
ypnella Chiefa di S. Niccolò, dopo una folenne MeiTa
5, avenno in prefenza di lui, e del Sig. Stefano ( Co-
3, lonna ) folennemente giurato fopra il libro de* Van-
,, geli di dovere fedelmente , e con ogni loro sforzo ,
3, mentrechè avellerò vita addolTo , difendere la Città
„ di Firenze „ lo iteli© pure accenna ìf Ammirato ali*
anno 1530. raccontando quefto atto celebrato in S. Nic-
colò , come apprelTo „ Attediata la Città , acciò la fé-
„ deità de* Soldati foreftieri maggiormente fi aflìcurafle
5, per difefa di eflfa , qui in S. Niccolò effi ne dette-
,, ro il giuramento di fedelmente combattere , e fpar-
>, gere il l'angue fino alla morte , la qual cofa eilèn-
■„ do fiata fiimata giudiziofamente fatta, ne fu foienne-
„ mente giurato in Duomo dalla gioventù Fiorentina, „
IX. Ne'ricordi finalmente del Priore, e di molti
Diarj ferirti a penna abbiamo un cafo fcandolofo , e
la-
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2^7
lacrimevole, in quefh Chiefa; accaduto nel rtttfe di
quivi eflendo fiata involata da un facrilego una Piflìde
di argento j dentrovj le particole confacrate, effendo
allora Priore Prete Benincafa . Onde perchè V eccedo
non poteva* eiler maggiore , pensò il Granduca Cofi»
mo III. coli* Arcivescovo Cardinale Francesco Nerli, a
placare Iddio, acciocché pel peccato di uno non ne fofle
punita tutta la Città, come fpetfe volte in altri Paefì
è avvenuto. Quindi fi chiefe a Papa Clemente X. per
il 16-76. il Giubbileo , che , finito L' anno Santo , fo-
gliono concedere i Pontefici alle Provincie Cattoliche:
ed ottenutoli per due raefj » una delle Chiefe da vifi-
tarfi in detto tempo, fu S. Niccolò, alla quale il Po-
polo, che aveva frefea la memoria, e 1* orrore del ca*
lo j volle andarvi in proceflìone ; nella quale intervenne
il Clero, e la Corte, ma con tale concorfo, che dicono
i fuddetti ricordi H che il dì io. Maggio d^ì 1676* g6.mila
„ perfone andarono priciflìonalmente alla Chiefa di San
,, Niccolò. ,, In un Codice della Magliabechiana. 37.
ANTONIVS FRANCISCVS COLZI . CAROLI F. IVLIANI N. VICENTINA
NOBILI FAMILTA COLZA ORIVNDVS . CIYIS >FLGRENT. AD HVIVS
COLLEGIATAE ECCLESIAE PRIORftTVM PROMOTVS XVIII. ANN. SPATlO
GREGEM SIBI COMMISSVM . SERMONE jPAVIT ET ESEMPLO . AVIDVS
DIVINI CVLTVS ECCLESIAE SVAE DECORI. ET INCREMENTO SEMPER
CONSVLVIT . SACRARIVM . TVRRIM . AEDES CANOKICAS . RVlNAM
MINlTANTES RESTAVRAVIT . ORNAVITCL ÉT QVOD yETVSTATE . ET
INCVRIA OB50LEVERAT . PRISTINO NITORI RESTITVIT , SVPELLECTILEM
SACRAM AVT DEFICIENTEM . AVT INDECORAM . COPIOSE, ATQVE
MAGSIFICE REPARARI CVRAVIT . ET VBIQVE PIETATIS . ET
MVNIFICENTIAE VESTIGIA RELIQV'IT. DOCTRINA. MORVM . JNTEGRITATE
MISERICORDIA . ET LIBURALITATE . ERGA PAVPERES . ERVDJENDI
CONCIONANDlQj FACILITATE. PRVDENTISSIMO IN DVBUS . CONSILIO
ALIISQ^DOTIBVS SPECTANDVS. FLORENTINAE CIVIT. EXISTIMATIONEM
DILECTIONEMO^. PROMERVIT . MAIOREM POLL1CEBATVR . QVVM
AN. XLIV. AET. S. IMMATVRA MORTE PÈREMPTVS FATO CESSIT
AN, S. MDCLXXXXVI. Vi, NON. MAH . FRATRI DILECTISSIMO . ET
DBCESSORI OPT. MER. CLERI .AC POPVLI. SVORVMQVE OMNIVM VOTIS
1NDVLGENS. IVL1ANVS FRATER. ET SVCCESSOR POSVIT AN.S.MDCCIV.
LI 2                              LE-
-ocr page 280-
26S
L E Z IO N E
XXII.
SELLA CHIESA PARRÓCCU» E VUA VOLTA COLLEGIATA
DI SAN NICCOLO' OLTR' ARNO IL
Nnanzi che fi entri nella descrizione
della prefente Chiefa di S. Niccolò, ri*
ordinata a fpefe di parecchi Famiglie
di quelle Contrade j e Parrocchia *
conviene che faeciam parola dello fia-
to antico della medefima , fabbricata
ne* fecoli vetufti > fé non in tutto ,
almeno nella maggior parte dalla pietà, e religiofo mo-
tivo de* Quaratefi » e de* G'nnm loro Conforti, come
moilrano le Armi delle due Famiglie affiifevi in più
luoghi , ma cori qualche varietà veggendofi in alcune
un* Aquila , che occupa -tutto il campo , e dove pren-
de la fola metà fuperiore y in ahre Armi fono dus_»
Aquile , mutazione addivenuta in quella guifa, che fi
oflferva nelle divife de' Medici i dz' Peruzzi , e de* Cer-
chi , le quali hanno ora più , ed ora meno palle } pe-
, e cerchi . Né fola me lite i Gianni , e Quaratefi
confervano le Armi p"'rofriè% e Cappelle nella prefente
Chiefa/ma nella Chiefa che vi era anticamente avea-
ilo T une e l'altre) come colla da' due iltrumenti >
che qui per maggior dilucidazione del vero, riportia-
mo: e nel primo, rogalo da Ser Niccolò di Guccio
da Rignana i$éz> che è Un teltamento fatto da San-
dro di Simone Qyaratefi , leggefi 5 cÌìq lafciò di ef-
fe* fepolto in antiqua Ecdejta S. Nicolai ; e nel fecon-
do,
che rogòadì 14. di Ottobre del ,1421. Ser Guar-
dino di Andrea Noraro Fiorentino > appare che Ber-
nardo di Caftello Quaratefi è chiamato Rcfiaurator,
* ì
                                                                        Inno*
-s
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z6$
ItìMiìàtor j & Befiefa&ar EtcUJts ,5*. Nicolai Vltramum',
e che egli dona ad Aftore di Niccolò Gianni un«u
delle fue Cappelle nella medefima Chiefa , e la fepol-
tura accanto alla fua Cappella, ove ha la propria fé»
poltura; nelle quali fino al dì di oggi fi feppellifcono
refpettivamente e gli uni, e gli altri. Di più permei*
te in detto contratto, che fi levino via da detta Cap-
pella le fue bandiere, targhe, feudi, e fopravvefti de-
gli Antenati fuoi pel fapere loro , e valore benemeriti
della Repubblica, ed altresì della Chiefa di S. Nicco-
lò, per i molti vastaggi con liberalità procurati da
effi alla medefima, nella quale ab immemorabili\ i Qua-
ratefi potfeggono il padronato dell' Alrar -Maggiore,
col fot-terraneo fpazio, quanto è il fito della Tribuna,
che fempre è flato la fepoltura de' Quaratefi . :
II. £ venendoci ora ad olTervar la Chiefa , che_#
nel fecolo xvj. fu riadornata di Cappelle , ricche di
intaglio , con coionne Doriche di pietra ferena , e di
pitture vaghiflìme , opere di Maeftri celebrati molto
nell* arte . Primieramente ali* entrar di Chiefa a man-
ritta viene la Cappella de1 Falconi, fatta a fpefe di Gio:
Francefco Falconi della Zampa, ove dipinte Aleflfandro
Allori il Patriarca Abramo in atto di facrifìcare il fuo
Unigenito; pronto* e vivace vedefi il Padre, che mo-
lira una fiera attitudine , ed Ifacco di umile e man-
fueto fembiante , dipintura per la forza del colorito,
è del difegno tenuta da ì ProfelTori tra le migliori»
che AlefTandto facefle. Nella feconda Cappella ài Ame-
rigo da Verrazzano, Batifta Naldini lavorò un ,Crifto
prefentato al Tempio, ammirandovifi di Maria la moveu-
za molto dicevole ali* atto che adopera, ed oltre alle al-
tre figure proprie del Miftero , fonovi fatte con molta
indurirla S* Domenico, e S.Caterina da Siena . Accanto
al Pulpito, Iacopo di Meglio, alia Famiglia de* Pieri
figurò la Venuta dello Spirito Santo , nella qual tavo-
la è condotto un Coro di Angioli con fomma grazia.
OUre a quefta Cappella, ali* altra dei Banchi, Fran-
cefeo Poppi colorì con mirabile diligenza lo Spofali-
.-;•■
                                                                             zio
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zio di Maria Vergine, ta Cappella allato alla Sagre-
ftia fu edificata da Bernardo Ugucciorti, che beneficò
quefto luogo con altre fpefe ; principalmente facendo,
murare l'andito, che dalla Sa-greftia.fi va in Cafa del
priore; e quivi volle efler fepolto , come fi ricava^
dalle feguenci lettere alla parete: :
SEP. PROVIDI VIRI . ET EGREGII MERCATORIS BERNARDI
VGVCCIONIS DE UPPJS . ET SVORVM . QVI OBHT ANNO
MGCCGLVI. DE MENSE FEBRVARII DIE IV.
III. Alla Tribuna , o fia all' Aitar Maggiore , che
fi difle effere de' Quaratefi , evvi una tavola di mano
ài Gentile da Fabbriano , che giufta il Vafari , fu la
miglior opera , che egli faceiTe > lo che per avventura
parve al medefimo Gentile , che vi fcrifle il fuo nome
Opis Gentilis de Fabriano uccccxxv* menfe Maii ; iru
eifa- vi fono quattro Santi , e la Vergine nel mezzo di
fìraordinana bellezza, effendo lavorate queite figure con
tal diligenza per di que' tempi > ne* quali era noru
ancora totalmente inrefa la buòna maniera di quel!*
arte j che fopravanzano qualsivoglia miniatura} maflìme
m alcune iftoriette del gradino . A* pilaftri di quefta
Tribuna veggonfi aggiunti due quadretti } in uno San
Michele , che combatte Lucifero , e nell* altro 1* Ar-
cangelo Raifaello con Tobia lavorati dal foprallodato
Poggi. E feguitando dalla banda di Ponente, allato alla
Tribuna vi è la Cappella de* Gianni , che fu reftaura*
ta , ed adornata da Ridolfo > e Niccolò Fratelli » e+
Figli di Tommafo , cui fece Iacopo d' Empoli la ta-
vola , dentrovi S. Gio: Batifta predicante fopra d* uru
maflfo , ed i fuddetti vollero ancora rinnovare la me-
moria di Aftore loro Antenato 5 ivi già fepolto in fi-
mulacro fcolpito in pietra > ed ora intagliato in mar-
mo » e veftito alla civile > con quefta Ifcrizione :
D. O. M.
-ocr page 283-
*
2 71
.. it»ì1 :.• ■ O. ': M. ■ Jj>1 y*j
ASTORI GIANNIO IN EXPEDITIONE FIORENTINA»
CGNTRA LVCENSES COMMISSARIO
PRAEFECTVRIS LEGAT10N1BVS APVD MAX. PRINCIPES
MAGISTRATIBVS OMNIBVS LAVDABILITER FVNCTO
GIVI DE REP. OPT1ME MERITO
RODVLFVS ET N1COLAVS GIANNI THOMAE F. F. P.P.
ANNO SAL. MDCVlil. .
-s"t A 'j ' fii'}" £ , • ; "" sic; ■* * i'$ ; .'■■■»■■:•'•■.', i "e i-i ■ ■ • i-« a a •■:.:-
IV. Segue poi la Cappella s che è di Michele Guar-
dini j Famiglia } la quale , come fi difle di fopra , lar-
gamente concorfe alla reftaurazionc della Chiefa . La
Nunziata , che vedefi full* Altare , è di mano di A?
letTandro Fei, detto il Barbiere 5 commendata dal BorT
ghini , qual opera di molta grazia ; e come fcriife il
Bocchi >} ì' aria da fplendor divenir illuminata, deità in
j, altrui fanti penfieri , e dell* alto fìupendo fa dolce-
„ mente fovvenire. )} Pofcia alla Cappella di Lutozzo
Nafi j di vago colorito fi trova altra tavola del Pop-
pi , che vi colorì il figlio della Vedova di Naim , re-
fufcitato da Ciifto . Dopo quefta , all' Altare de* Pa»
renti fece Aleflandro Allori il martirio di S. Cateri»
ria» veggendovifi uno fplendore , che vien dal Cielo %
dal quale fono abbattuti coloro > che danno tormento
alla Santa ; e traboccati a terra da vigor Divino , fan*
no ftrane attitudini , che paiono vi\fì. Accanto a que-
fta è la Cappella de' Paolini , ed a* quali dipinfe l'
Empoli un Dio Padre con i SS. Paolo , Niccolò , Gi-
rolamo , e Antonio , giufta V ufo del fuo pennello a
maraviglia difegnati i panni addoflb > e le teite fono
così naturali , che parendo vive in atto di guardare il
popolo , arreftano lo fguardo di chi le mira . E final-
mentealla Cappella de* Porcellini , inoggi de'Marzi»
medici , avvi una tavola del Cavaliere Francefco Cur-
radi 5 che vi effigiò il miracolo di S. Niccolò , quan-
do refufcùa un Bambino arfo, rendendolo alla Madre ,
che per effere fiata alla MefTa del Santo , avea folo lafcia-
to il Fglio in Cafa > e le fiamme lo aveano abbruciato .
V. Nel
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272
V.  Nel pavimento è fepolto Cofinio Suetonio Ebreo,
.che fatto Criftia.no ,, fu Lettor pubblico neilVAccade-
mia di Pifa della Lingua Santa . Vi è ancora forter-
rato Beroardo Buontalenp* Architetto ,. ed Ingegnere
famoilOimo f detto comunemente Bernardo delle Giran-
dole, dalle invenzioni belle , e capricciofe 5 che portò
egli di Spagna; volle effer quivi tumulato co' fuoi
antenati , i quali * cioè Franeefco , e Lionardo aveano
in antico in quefta Chiefa fatta la fepoltura con l'Ar-
me, loro .:. ;,-
                i&.i e\.'i            ..y"; — ifaipZ .71
VI.  Non fi dubita , che fia ftata nell'antico con-
facrata , leggendofi nei Calendarj Fiorentini fcritti a
penna circa al 1400. ,, Affama la Sacra alla Chiefa^
>? Parrocchiale di S. Niccolò Oltrarno ,, Pofcia fatta
la bella rinnovaEi'one , per la feconda volta fu con-
sacrata da Fra Matteo de* Bardi , Vefcovo di Chiufi ,
il dì primo d' Agoiio del 1585. e vi fi adora un pez-
zo d'OlFo di S. Benedetto , donato dagli Abati dì S,
Miniato al Monte , nel tempo, che erano padroni di
quefta Chiefa ; fuori della quale nella facciata è da^
ofiervare una mano , che accenna una linea nel mez-
zo all' epitaffio, che fegue , e denota per 1* appunto
l'altezza, cui arrivò 1'acqua, o piena d'Arno nel 1557.
adì 13. di Settembre , con danno notabile della Cit-
tà , come dicono i verfi feguenti : ■'.,-.■
            ....,,;-
FLVCTIBVS VNDISONI SIMIJLIS PELAGIQVE PROCELLIS
HIC TVMIDIS PRAECEPS JRRVIT ARNVS AQVIS
a
^ PROSTRAV1TQVE SVAE SPVMANTI GVRGITE FLORAÉ
OPPIDA . AGROS . PONTES . MOENIA . TEMPLA . V1ROS
ANNO MDLVIL LEONARDO TANCIO PRIORE .
LE-
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J73
XXIII.
LEZIONE
D E L L X C K I E S A ,
DI S. GREGORIO.
                       SOpo la Collegiata Parrocchiale Chiefa
di S.Niccolò Oltrarno, non mi voglio
per il Fondaccio ( fegno, che ivi cor-
reva Arno, come fegno lo fono i Re*
nai ) condurre alla gloriofa Chiefa per
noi Fiorentini di S. Gregorio ; ma ben-
sì per le Mulina de* Renai. E qui pri-
ma d'altro, convien notare lo fpropofito del Vafari, ri»
levato già dal folito Leopoldo del Migliore : che Gio:
Pifani s* adoperarle alle Mulina d' Arno , che fi face-
vano da S. Gregorio preffo alla Piazza de i Mozzi ,
quando il Pifani morì nel 1320. La conftituzione del-
le Mulina è antichiflima ; ne parla il Villani fino dal
1244. ragionando delle Guerre Civili ; dice , come i
Guelfi d* Oltrarno veniffero fu per le pefcaie delle Mu-
lina d' Arno al foccorfo. E vi fi parla delle Mulina
dì S. Niccolò, nominate per fcrittura del 1278. ne* ro-
giti di Ser Aldobrandino, vocato Nafo d* Arcatteo >
per la quale i Monaci, e l' Abate Orlando di S. Mi-
niato al Monte , ne concedono la fefta parte allo
Spedale di S. Miniato. Le Mulina poi di S. Grego*
rio fi fecero nel 13 $6*. per maggior ficurezza delia
Città , che non venirle per le guerre di fuori in man-
canza di farina . Il fecondo motivo poi di far tal viag-
gio per r Arno, e fuoi Renai, è fiato ancora ; per»
che di quella Chiefa fu almeno nell'Arno rifoluta ) e la-
bilità Y erezione . Chiara è la fua origine ; e fé tutte
le Chiefe di Firenze 1° avellerò come qucfìa di S. Gre-
gorio , non fi sverebbe troppo lungamente da andar
Tom.X,
                      M m                             in ve-
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1 "'        Mi111 ,IHl^^^^^"^HnH^MnnHiiBH^in«BnpiVPHHMHHaiPHVP
1
2 74
inveftigando , E quello io dico, perchè dagli noflri
Storici precilamente ci fi da non folo l'anno* ma il
giorno ancora del Tuo gloriola incominciamento. Innan.
zi però j che ne venghiamo a ragionare , per maggiore
jfchiarimento ci convien farci daìif Fazione detta de ì
Guelfi, e Ghibellini, la qùale'fu cagione di tanti mali
all' Italia tutta , e mafTimamente a i Fiorentini . Né fi
poffono leggere fenza orrore gli molti Scrittori , che
éi e0a favellano , che io tralafcio , contento folo di
riportare l'Ammirato, il quale fommariamente ne fcrif*
fé quanto appreffo al iib. x. p,ag. 46. „ Né età vide
51 per molti anni Italia non che Firenze più infelice
j, di quel fecolo; imperocché m elfo nacquero gì* in-
m faufti nomi di Guelfi, e Ghibellini , i quali quali
« infino a* préfenti, tempi non fono recati di travaglia-
^ xe le Città, e i Popoli , che infra ili loro ucci-
ri dendofi per un vano nome, di cui, non fi fa la ve-
>, ra origine , hanno fpeflfe volte con miferi avveni-
rj menti rinnovellato i fozzi efempi delle antiche rra-
» gedie; e come che i Guelfi- quelli iì nominalTero ,
ìì i quali & i Papi fi accollavano ì e i Ghibellini quelli
3, 2 quali feguitavano la fazione Imperiale, nondimeno
#*ii più delle volte befiialtnente fono corfi all'armi, e
j, al iangue , fenza che penfiero , 9 intendimento al-
$3 cimo avelfero neli* animo di favorire più 1* Impera-
3) tore , che il Papa . ,,
II. Or in quello pefììrno flato le cofeeffendo, en»
trò l'anno 1273. famofo ai Fiorentini per la venuta
di Papa Gregorio X. a Firenze , che andava a Conci-
lio a Lione, e veden^p egli la neceffì-ck di dare alcu-
na quiete allo fiato afflittiffimo della Città , e torre
via una volta gli odiofi nomi di Guelfi, e Ghibellini,
ftioiò ufizio a fé conveniente , anziché dovuto , il rap-,
pacificare i Cittadini; «onde comunicato il fuo pio con-
cetto a Baìduino Imperatore di Coftaminepoli , ed a
Carlo d* Angiò , Re di Napoli, i quali lo feguivano,
praticò sì felicemente con effi , con i Magiiìrati , Si-
gnori, e Glandi , che i* und-ecimo giorno di Luglio,
aecor-
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* "'.
*7$
accordati, e còmpoftt gli animi , fatto fare de* grah
palchi di legname nel greto d' Arno , appiè del Fon*
teRubaconte , prefenti i Sindaci e Procuratori di amen-
due le-Fazioni » e teftimonj i fuddetti due Principi ,
promulgò la detta Pace, giorno per vero dire felicif*
èmo, fé le cofe così ben ordinate , con pari fedeltà
fodero ftate efeguite . Frattanto in quel medefimo dì
la Famiglia de i Mozzi , a quel tempo grandi e rie*
chi Cittadini, ili cafa de1 quali alloggiava il Pontefice-§
volendo eternare la memoria di così folenne atto, ce»
labiato, da Gregorio , fondò una Chiefa fui proprio
terreno , che. intitolò dal nome del Papa , Chiefa di
S* Gregorio , che appunto è la noftra , alla quale or-
mai venendo colia iftorià , noteremo in primo luogo,
che Papa Gregorio gradì tanto il penfiero dei Moz-
zi, che nel giorno feguente alla pubblicazione della
Pace, cioè adì u. di Luglio, volle, fecondo il rito
di quelle cerimonie, che n« i Libri de* Pontefici fono
fcritte, benedire la prima pietra della Chiefa, e but-
tarla ne hfó'n&amenti ; cóme leggefi in lapida antica,
collocata neflia facciata p«r di fuori, da i Mozzi veri
Fondatoli della medeilma, « dice come fegue 6
• GREGORIO X. PAPE SANCTI SVB HONORE
GREGORII PRIMO PRO CHRISTI FVNDOR AMORE»
HIC GHIBELLINE' GVM GVELFIS PACE PATRATA
.CESSAVERE MINE èVB QVA SVM LVCÈ CREATA»
UVCE 1 DVODINÀ IVLH RADIANTE SERENA
BIS. -SEXCE-NarENiO DÒMINI CVM SEPTINGENTENO *
ANNO TERNOQVO PRESENTE VOLENTE VTROQVE
BYZANTINORVM DOMINO SIMVL ET SICVLORVM
MILLE DVGENIS TRIBVS ET SEPTVAGENIS
GREGORIO BELLA DECIMO FVIT LSTA CAPPELLA
m, PACIS FVNDATA M02Z1S EDIFICATA-,
III. Altro onore trovafi pure derivato a queira*
Chiefa dalla Pace tra'Guelfi , e Ghibellini . Conciof-
fiachè la concordia conclufa da Gregorio non eflendo
M m 2                           flata
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itata durevole, che di pochi giorni , ritornati effend©
alle Uragi i due Partiti , venne finalmente nel 1279,
a Firenze il Cardinale Latino Orfini , Legato di Nic-
colò V. Papa , il quale con più forti legami rinnovò
queiìa Pace fulla Piazza vecchia di S. Maria Novella ; ed
in tale occafione volle il Cardinale in detto anno con-
facrare folennememe la Chiefa di S. Gregorio, con*
fervandofene una memoria in cartella di marmo alia
parete dalla banda dell' Epiftola dell* Aitar Maggiore ,
dove leggefi un'Iscrizione affai confumata , e difficile
ad intenderli j onde io la riporterò prima come la ri*
ferifce l'Abate UghelH » ed è la feguente :
.ANNO DOMINI MCCCXXVIIL DIE DOMINJCA VttlMA SEPTé :
V. Cr D. LATINVS GSTIENSIS • ET VELLITERANENSIS
SPISCOPVS APOSTOLICE SEDIS 1EGATVS CONSECRAVIT
ECCLESIAM 1STAM . ET ALTARE ,* ASSISTENT1BVS
VENERABILIBV5 PATRIBVS ARCHIEPISCOPIS BARENSI ET
PISANO. EPISCOPO LVCANO * ET MVLTITVDINE INFINITA
CLERI ET POPVLI • ET STATVIT, INDVLGENT1AM TALI
iDIE ANNO VII. XL- DIERVM * ET OMNI DIE VKI. XI»
DIERVM . ET DICTI VENERABILE^ PATRES, QVILIBET
1LLORVM XU DIERVM ANNVAT1M CONSECRATIONIS DIE
ET IN PESTO S* GREGQRII . i;
Io però fon© di credere f che 1? Ughelli i?on IcggerTe
quella lapida, effondo troppo chiaro P errore dell'an-
no 132S. nel quale era morto il predetto Legato gili
da molti anni ; onde io qui la riferifco , come ita
in oggi vi fi bile :
*—*
ANNO DNI MCCLXXIX. DIE DOMENICA ttifi PESTÒ MACABEORVM
VEN* PATER D. FR. LATINVS OSTIENSIS ET VELLETR, EPVS
APOSTOLICE SEDIS LEGATVS CONSECRAVIT ECCLESIAM JSTAM
ET ALTARE ASS1STENTIBVS VENERAB1L1BVS p. P. ARCfolEp.
BARENSÌ .....< EK) i ..... ET MVLTITVDINE INFINITA CLERI
ET POPVH ET STATVIT INDVLG. TAL* DIE ......;.,.....
: •                            iv; e
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«r: .«#
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IV. E 'ritornando fu quello fine ai Fondatori ài
S- Gregorio , debbo qui notare , che fé i Mozzi ne
perderono il Padronato, non hanno però gli Scritto-
ri Fiorentini tralasciato i dovuti encomj a quefta illu-
ftre Famiglia, parlandone Piero Monaldi alla pag, 392.
come, apprefTo : ,, La Famiglia de*.Mozzi dicono avere
y origine da Gaville > Cartello in Valdarno , ove fi ve-
«dono 1* Arme loro in più luoghi, e vicino a detto
j> Caitello hanno fabbricala la Pieve di S. Romolo»
|>i con T Arme. Quelli fabbricarono ancora il Monatte-
„ ro di Caffignano , trasferito poi nel Bigallo; e nel-
it la Città divennero molto graditi» e grandi, e di
j, molte ricchezze ; effendo corrifpondenti ( cioè Tefo-
5, rieri della Ghiefa ) fabbricarono magnificili Palazzi
5) con torre di pietre riquadrate, con orti , e fino al
1 dì di oggi fi ehìama la Piazza de' Mozzi. Riceve-
ti irono Papa Gregorio X. con tutta la fua Corte , al
» quale perfuafero , che faceflfe far la Pace a' Guelfi >
>, e Ghibellini, per il che fopra la Piazza loro fecero
j/ipalchi ornati 1 di broccato , dove eifendo il prefato
h «Pontefice,, con Balduino Imperatore, e Carlo Re di
-^Napoli j con molti Principi j e Baroni , fece detto
5, Pontefice un fermone a i Cittadini, facendo far la
j> pace fra di loro, di che la Famiglia de* Mozzi per
5) quefta memoria edificò la Chiela di S. Gregorio fo-
j» pra détta. Piazza. Furono i Mozzi graditi di 4. Gon-
i> falohieri dì (jiuftizia , e 8. Priori. Ci fu nel 1287.
» Andrea Vcfcovo di Firenze t e poi di Vicenza } e_*
»)ifu fepoltO; in detta Chiefa , del quale fu Fratello
ì, Tommafo , Iacopo, e Luigi Vanni , gran Cittadino,
n il quale fu Capitano de* Grandi , e Gommiilario del-
j) la guerra di Pifa , fu Oratore a Bonifazio Vili, al
>5 Re di Francia, e dì Napoli, ed al Senato Veneto*
)> Di quefta ftefla Famiglia ci fu Paolo Cavaliere di
») Rodi, e Pietro Senatore. La loro Arme è una Cro-
jj ce , che figura il Mozzo» avente 'in ciafeuna cima
>) tre paliouole d* oro in campo soffio. „ Ed a si co»
fpicue notizie , altra confid*rabihIiima; fi può aggìogne-
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tè, che trovati 'Iftltati:'mtcle memorie antiche ^degli
uomini illuftri> tèg\èm&4n fila ìibiò de i Padri di
S. Cicce , che dice ■ Wti *«BeàfM Atidtègf dn Mobxif
Vir' do&tis
, & Afbft^lkm ad Tattàrmm É^gem fatiti*
tur ni• Catabòlica Fide( f tifato s imbuenti e friniifnm*
filìos httftizàret a Nit&Iati UL tontifice »nm
137^ _.
V. E ■ dal fin qui detto ne dettarono allai Chiefa-
Varie denominazioni f che ^tìì f ìacemi notare ; cothe^
S. Gregorio' de1 Mozzi, perchè daeli-«fu fabbricata;
S. Gregorio al Renaio , per'■ effer fondatastU greto di
Arno; fiCcorne &. Gregorio al Réibaconte , per la vicu
Jianza à quefto Portte; dai Popolo fu detta per quei
primi anni della'concordia ^Cittadini r3. Gregorio
della Pace ; e finalmente venne a chiamarfi S* Grego-
rio de' Bardi. Avvegnaché il Padronato di qucfta Ghie-
fa paifaiTe dai Mozzi alla Famiglia de'Bardi, 1 quali
vi hanno nella porta della mèdefiim tre Armi del lo^
ro Gafato, o Conforteria . E come accadefle tale vi-
cenda, fin* ora io non ini fono àvveputo a trovarlo ;
è bensì vero , che appare nellJ Archivio Arcivefcovale-
effere ftato queftó Padronato fino dal '1370. preiio r
Bardi , per la prefentàzione del Rettore di quefta Ghie-
fa fatta ih tal anno, nella pèrfona di Prete: Michele
di Vanni , da Bindo di Andrea Bardi» dopo il qual
Vanni vengono altre ventidue collazioni) tutte a nome
della medefima Famiglia ; è fé talvolta dai Mozzi tu
tentata la lite , per la ragione di effere t veri Fonda-
toti di S. Gregorio, fempre però ne andarono perden-
ti : così lóro feguì nel i$H- quando Luigi di Conte,
Gianno2zo , e Antonio Fratelli Mòzai , all'Arciveico-
vado citarono i Bardi ; e Umilmente nel 1557- aPPe.1-
tanfi i medefimi dalla Sentenza » ebbero pure contraria
la feconda Sentenza , per la quale rimafe la Famiglia
Sardi nel fuo antico poffeffo , di prefentare 1 nuovi
Rettori nella vacanàa della Chiefa , la quale trovali
m 1585. ahfteffa alla facra Religion militare di ban
Stefano, da Papa Sirio V. per Bolla data in Roidil.
neir anno primo del fuo Pontificato, per la quale delle
*
                                                             entra-
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.*
%.
entrate di S. Gregorio unite a quelle di S. Michele a
Gamberaia i effo iÀituì tìna CQmmenda a favore d|
Binda de' Bardi , e fuoi figli legìttimi in perpetuo ;
come leggefi nello Spoglio generale dèlie Commende di
S. Stefano, fatto dai Cavaliere Matteo Zeri.'
VI. E per dire alcunché del Ramo de i difceni-
denti del fuddetto Bindo de* Bardi , Padroni di S, Gre-
gorio, farò fola menzione di chi lo illuftrò colla di-?
gnità Senatoria, che fu Ridolfo èi Pierfrancefco crea-
to Senatore dal Granduca Ferdinando I, nel 1589, Que-
lli contribuì molto al decoro della Chiefa di S. Gre*
godo, non Solamente coli'abbellirla, ed ampliarne an-
che la Cafa , ma altresì in concederla a* Padri del Ben
Morire, per contratto, che rogò adì 2. dì Ottobre del
1600. Ser Andrea di Antonio degli Andreini , dove_t
apparifee il con(enfo del Granduca Ferdinando, Gran
Maeftro della Religione di ,S. Stefano , e dall' Arci-
vefeovo Cardinale Aleflandro de* Medici , che fu poi
Papa Leone XI. Morì Ridolfo nel 1602. iftituito aven-
do eredi univerfali di fue foftanze i Nipoti Gherardo»
e Cofimo Venturi, nati di Francefca de'Bardi Sorei.
la di lui, e Moglie di Gio; Batifta Venruri : fu fopoU
to in S. Croce alla fua Cappella » che viene la prima
'a manomanca dell'Aitar Maggiore, la quale pafsò pu-
re alla Famiglia Venturi ', come leggefi nella Ifcrizio-
ne in marmo appiè dell* Altare della medefima , e di-
ce come fegue; §\ , <u
V C. R.          #
VJXl IN DEO . OJ1ESCO IN SPE
RESVRGAM
VT1NAM IN CHARITATE AETERNA
RODVLPHQ BARDtO . PETRl FRANCISCI F. SENATORI
; GHERARDVS ET COSMVS VENTVRI
IO. BAPT1STAE F. F.
ÀVVNCVLO BENEMERENTI HERBDES
PONI C. AN. MDCHI.
VIX. AN. LXXIX.
VII» E
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2^©
Vili I fé Gherardo, e Cofimo eredi furono del
ricco patrimonio del fopràlìodato Senator Ridolfo loro
Zio, debbo pure notare, che tifi ereditarono ancora^
dal medefimo la divozione e carità ; imperciocché fulle
vecchie cafe da' Mozzi comprate da Ridolfo, i gene*
rofi Nipoti proseguirono rincominciata fabbrica del
Collegio j fino alla cantonata della via di Borgo San
Niccolò , veggendovifi affida 1' Arme di pietra dei Ven-
turi 5 i quali non mancarono con larghe limofine di
aiutare i Religiofi Operai, quivi introdotti , come fo-
pra fi è detto.
Vili, Chi avelie vaghezza d' intendere il caritate-
vole Inftituto de'Padri Crociferi, Miniltri degl' Infer-
mi ? ricorra al folito P. Heiyot . Noi non facciamo la
fìoria delle Religioni ,' ma bensì delle Chicfe Fioren-
tine. Racconta il Nigetti nellib. 3. cap. 4. della Vita
del Vener. Servo di Dio Ippolito Galantini , quale in
breve afpettiamo di venerare fu gli Altari , dopo il
già edito gran Decreto di Bendetto XIV. di ci. mem.
the „ fi adoperò inoltre efficacemente, che il P. Cam-
5) millo de Lellis, Fondatore della Religione de* Mini-
„ ftri degl'Infermi, foffe ricevuto in Firenze, e avcfTe
ì, luogo iBfìeme co* fuoi Padri: ficcome finalmente av-
35 venne con frutto univerfale di tutta la Città ec. ,, *
Se poi nel 1599. con alcuni Religiofi venirle il Padre
Adriano Barra mandato dal Santo, oppure il Santo ve-
niffe in perfona, io no *1 so . Ad eflì adunque fu
donata quefta Chiefa , come appare dal contratto ,
rogato dall' Andreini accennato , con tanta coniazio-
ne de i Fiorentini, e priicipalmente de* Moribondi -
avendo qucfti Padri il quarto voto, oltre a i tre fo-
Iiti, di afMere agi* Infermi ancorché foffero infetti ài
mal contagiofo, come per ifperienza fi vidde nella pe-
lle di Firenze del 1630. nel qual tempo quefti Reli-
giofi esercitarono un tal ufizio con quel fervore > e
carità , che commendati dal Rondinelli nella fua Rela-
zione di quell'anno, Scrivendone come fegue: » Il P*
„ Donato Bifogni da Benevento, allora quivi ( S. Gre-
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£.8r
„ gorio ) Superiore del Collegio, non perdonando &
j, difagio, né a pericolo alcuno, ridulìe il Lazzeretto
„ di S, Miniato ai Monte, alla cura del quale fu deputa-,
j, to,a vivervi con rigorofa difeiphna , Ma eifendovl
„ finalmente morto di pelle , con tre Tuoi Compagni^
,., T ultimo, che ferrò il Lazzeretto, con allegrezza u-
>, niveriale di'tutta la Città ? fu il P. Giufeppe Ro-
,r maguerra Napoletano delia medefima Religione , il
„ quale era a lui fucceduto Superiore in quello Con-
,j vento di S. Gregorio . i3
IX,  Ed a sì ammirabili facrifizi della vie*, i quali
apportarono ioro gran fama , e credito di caritatevoli
appreflb tutto il popolo di Firenze , arrogere mi gio-
va altro efernpio foniigliante , che in efli viddefi per
lo fpazio ài alcuni anni , e lo trovo nei libri àell*
Archivio dello Spedale di S. Maria Nuova, in fervi»
zio, e vantaggio del quale, a quetti Religiofi fu rac-
comandata dagli Spedalinghi 1' aifutenza ipiruuale de i
molti infermi, a motivo di cui aveano un appartamen-
to, in quella guifa , che lo hanno inoggi i Padri Cap-
puccini ; d' onde ne ufeirono , dice il Ricordo , non
per ombra alcuna di negligenza , ma per motivo di
gelosia , nato ne i Granduchi , i quali per altro han-
no fempre dimostrato una grande efiirnazione , ed a*
more verfo quefti Padri , largamente concorrendo con
limofme , ed altre grazie, e privilegj alia loro con-
fervazione , e foflentamento ; giurhtìima ricompensa.,
delle quotidiane fatiche di sì Evangelici Miniftri delia
Divina grazia , a que' proflirm , dì ogni fiat© e condi-
zione , che conftituiti trovanti in pencolo di morte •
E.per vero dire, tutta Firenze può fare teitimoman-
za , quanto in effi operi la grazia della FÙeìigiod vo-
cazione , o fi voglia nella prontezza di correre dove
fono chiamati, o nel confortar infermi, o nel confo-
lare agonizzanti , o nel fuperare le gravi molestie ,
che ferirono intorno alle letta de ì moribondi.
X.   L' efèmpio adunque di quella nuova Congre*
gazione di Regolari in Firenze, molle i Fiorentini a
Tot». X.                           No                               be-
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',■',.:.                                                                     ''rm                                                                                                                                                                                                                            ■ ■ ' '                                                                                                                                                   "' *
'■'.... v. . ii-                          . V'è,                                                                                                         ' . ' :,                                                                                                                                                                                                                                                    ; ■
■"•*• ■■                                               !»•%■■ ■■■:.■,■■■                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              .
il 2
beneficargli coMafciti, e donazioni; tn là quali non
è da ometterli la confiderabile eredità del Sacerdote;
e Dottore Paolo Medici , di anni {edici ufcito dal Giù-
daifrno , poi Lettore di facra Scrittura, è della Lin-
. gua fanta ridi' Accademia di Firenze, Autore di alctu
ne Opere dirette a confondere la Sinagoga , e Pre-
dicatore farnofo per le Città d' Italia . Quelli , oltre.,
1' avere nella Chiefa de i Padri fondata una Cap-
pellani i e donata loro la fùa cópiofa Librerìa, vol-
le efler quivi fepolto * leggendovi!! alla parete il few
guente Epitaffio i
Savlvs medices
ADOLESCENS 5ÉVI. AETAT. SVAE ANNO EX IVDAEO CtìRISTlANvS
mox sacerdos . theologvs
In florentano lyceó s. sgriptvraè ìntjrpres
et hebraicae llngvae prof, verbi d£t praeco
editis ingenit monvmentis clarvs . pro dei gloria
in ivvanda aeterna hominem salvtb . et safcctiqre
clericorvm disciplina promovenda
kotf animo é non laboribvs . non calvmnhs ivdaeorvm
sed corporis viribvs tandem fractvs
OPTATA IN PACE CliRisTi tìlC REQ^lESCIT
PAtRE INFÌRMJS MINISTRANTE^
ET BIBLÌOTIÌECAM SIÈt DONO DATAM. ATQYÉ
IN HOC TEMPLO SACRVM PERPETVO INSTITVTVM
LARGITORI SVÓ OPflME MERITO
Viti.. AN, LXV. OBÌIT XIV. KAL. OCTOBRIS . AN. MDCCXXXVHI.
Ed efiehdo morto , mentre lo ferivo quefte notizie, il
Nobile Sig* Giovanni Qua rate fi » tra i moltiffimi legati di
lui) vi erano da mille feudi a* Padri del Ben Morire.
XL E paflfandofì ora alla Chiefa, Troveremo eiTer-
vi dell'antico, e del moderno da oiTervarfi; come fa-
icbbe circa le cofe vetufte , nella Tribuna a mano
manca un* Urna , con fopra giacente la figura di un
Vefcovo intagliata in marmo, la quale rapprefenra An-
drea de' Mozzi Vefcovo di Firenze dal 1285. fino al
1294. nel qual anno pafsò egli al Vefcovado di Vi»
■■■■■'                                                                                                                                                        cen»
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. • ■■* '.j|A •; :■**>'■.■.. .■■
cenza > dove fi morì > « quivi condotto il fuo corpo,
fu tumulato in quello fepolcro % in sm oltre il fuo
ritratto al naturale, fonoyi Je Armi della Famiglia,
con quelle poche parole :
H SEP. VENERABILIS PATRIS pM ANDREE pE MOZZIS
DEI GRAZIA EPISCQpV.3 FLQRENT1NYS ET VICENTINVS,
Né poflb qui diflìmqlare il grave torto fatto a Cfuefte)
Prelato, la cui. memoria è #ata macchiata dalla liber-
tà di fcrivere ., ufata da Dante al Canto xv, dell* In-
ferno, dove feppellifce il povero Vefcovo ; e mi ftu-
pifco de i medefimi Comentatori , che non abbiano di-
leguata sì nera calunnia » che" tale fu in verità » il
chiamarlo reo del più nefando peccato, Due pertanto
documenti io riporterò più che autorevoli, onde libe-
rare Andrea dalle bolgie del Poeta ; e (la il primo ,
la fondazione del Monafterp delle Monache Agoitinia-
ne di S. Maria fui Prato nel 1289, come ne fcriiTe
il Canonico Salvino Salyini nella vita di lui, ripor-
tando il Ricordo, efiftence nell'Archivio di detto Con-
vento.) che dice: ,, Il Vefcovo ài Firenze Andrea dei
„ Mozzi, nel 1289. gettq la prima pietra per la fab.
„ brica della Chiefa e Monaftero noljro, eifendo pre-
,, fenti alcuni Cavalieri Gaudenti Fiorentini „ e pare
a noi , che chi fu tanto amorevole verfo le Spofe di
Gesù Grillo, forfè poi così nemico della Caftità ? JLa
feconda difefa è pure V Epifcopip > che il Vefcovo
fabbricò accanto alla Baiìlica di S. Miniato al Monte
per fuo ritiro e .divozione al S. Martire, che non al-
trimenti avrebbe egli edificato, fé folle flato Uomo di
piaceri j. e.d aggiungati ancora , che quefto Vefcovo go-
vernando la Chiefa Fiorentina , diede configli©, ed aiu-
ti a Folco Pqrtinari.) per l'erezione del celebre ^ ma-
gnifico Spedale di 3- Maria Nuova -? argomento affai
dimoftrante lo zelo, e la ca-rttà del calunniato prela*
to . Perchè poi fofje trasferito dal Vefcovado di Fi-
renze a quello di Vicenza, cioè di Arno al Bauhillontr,
N n 2                       ( paro.
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( patóle pattate in proverbiò fritiffemd, J>e> ifpiegaré ,
chi ragionando efce dal primo e principale fuo prò*
pofito^ ) ed ancorché alcuni dieno per ragione la vo*
glia o del Moz2Ì, o del Papa Celeftinò V. if vero mo-
tivo ce lo addita Vincenzio Borghini, nel ragionamen-
to; de* Vefcovi fiorentini alla pag. 3S7. come appreiTo:
jj L* anno 1289; piatì co i Caponfacchi , e principale
„ mente con Gherardo, e Rofifoj o. più predo , come
jjl per? altri riféontfi ,-" crédo , che abbia a dire, cori
',] Gherardo RofTo , che qùefto fu il fuo fopranome , e
i, fu figliuolo di MefTer Cavalcante Caponfacchi , fo*
3rpra il palazzo di quella Famiglia , già per innanzi
.$ edificato in fui Poggio di Lucale, là inverfo Monte
$ di Cróce f il quale era di ragione deK Vefcovo , ed
55 ottènne, che* F nvèfferò a riconofeefe dà lui . Com*
ìs battè ancora^ e retto ài di fdpta co*; Ghinazzi1 j fa*
/, miglia aiitica GbibelHnaj'e che per le riarti venne,
j, fi può dire, quafi a nulla } certo è , che la fu dei «
ff le comprefe nella legge degli Eccettuati Ghibellini,
$ ma ri fatto de' Caponfacchi ci dà uri; poco di fag-
3>:1gió del modo tenuto da quelle Famiglie grandi, del
h quale fi dolgono fpeffo gli Scrittori delle iftoriè no*
-ftre j occupare di : fatto; e -di. autorità: V altrui*
5, ed a forza e per grandigia il ritenerlo, fin che du*
rafie il potere . . . . , ma non ci ebbe ( il Vefcovo )
$V troppa difficoltà in ricònofeere , e*1 riavere il fuo*. >>
E con qùtifta notizia j faci! còfa è perfuaderci > che aven-
do Andrea principiato a piatire 'eoi Grandi , dagli ani-
mi alienati , inventata fu lifuddetta calunnia, creduta
forfè da DanteV
                            ' ■ * ,
* s %lh E così falvato il buon nome dcj Vefcovo An*
drea de'Mozzi , ritorno alla Ghiefa , avente tre foli
Altari; il Maggiore chi ufo da. vaga Tribuna , fu fab*
bricatò ;da i Bardi, a i quali il Cavalier Francefco Curi
radi fece una beHiffima tavola , m cui effigiò S. Gre-
gorio Papa v Alle due Cappelle laterali, viene dalla-,'
parte del Vangelo una tavola efprimente S* Cammillò
de Lellis Fondatore della medefima Religione, in atto
i .                                                                                      di
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ì
285
di' orare avanti al Crocififfo , con Angioli attorno , al-
lorquando dai medefimo gli fu ad alta voce, per in-
coraggirlo alla Inondazione della fua Religione, detto:
E di che temi 0 fujìII animo ( fiaccando le mani dalla
Croce ) fiegui V opra intvaprefa > poiché qusfia non è
tna<> ma mia0
e detta pittura è opera del Sig. Anto-
nio Bettini . Addirimpeitp a quefta avvi una SS. Ver-
gine col Bambino in collo , veggendovifi attorno la
Santa Famiglia .
            *                  ^
XIII. Una nobile radunanza feguì in quefta Chiefa
ne* 25. di Novembre del 1671. giorno della folenne
Traslazione del SS. CrocififTo di S. Gio: Gualberto ,
poiché in S. Gregorio fi trovarono a tal fine radunati
tutti gì* invitati alla Proceflìone , cioè il Magiftrato
de'Mercatanti, tutta la Nobiltà Fiorentina \ dodici Aba-
ti; di governoi, otto Abati titolari, i Priori degli Or-
dini Keligiofi , e 230. Fratelli della Compagnia di S.
ìfidoro . E Culla Piazza di S. Gregorio , detta volgar-
mente de* Mozzi , altra folennità rammentali da i no.
fin Ifioiici all'anno 1502. quando T Efercito de' Fio-
rentini; rimafo vittorioso degli Arretini , dalla Contea
di i Montatilo ricevuta fu a Firenze la Tonaca di San
Francefco 3 intrifa di Sangue in occafione, che il Sanr
to ebbe le Stimate. Prima adunque , che la Repub-
blica Fiorentina, la depofitaflfe nella Chiefa di S. Sal-
vatore al Monte, volle che con -grande apparato fi e-
fponelTe alla pubblica venerazione in Città, e però fo-
pra d' un ricco! Aitare'addirimpetto a S; Gregorio'flet-
te collocata per tutto il dì 3. di Febbraio dei Sud-
detto anno. ; -; n • )U!^ 5 i.:
                                 - \
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ito
LEZIONE XXIV.
* Et L A CU ì E S A
DI SANTA L9.CIA' DE' MAGNOLX
i, ? 5         DETTA DALIE ROVINATE. I.
I. ÉÈÈS«g£g&£Ì8È He fofle edificata quefta Chiefa dal
Cavaliere Uguccione della Preffa , fti*
pire nobilillìmo de'Buonaguifi, poco
avanti all' anno 1078, tempo appun-
to , in cui Firenze cinta fu dal fé*
condo cerchio di mura, noi l'abbia-
mo trovato ne1 più antichi Priorifti, e
maflìmamenre viene riferita da Ricordano Malefpini, an-
tico Scrittore delle cofe Fiorentine al cap. 66. pag. 67.
come appreffò : ,, ed è vero , che il detto Mefler Uguc*
„, elione fece fondare la detta Chiefa ( S. Lucia ) e
in quel mezzo ù mori» e di lui rimafono due figliuo-
53
li ; il maggiore ebbe nome Magnuolo , e qu€Ìlo com-
,, pie la detta Chiefa mono il Padre , e per lo detto
j, Magnuolo. fu chiamata S. Lucia di Magnuolo , e de-
>, rivo poi de* Magnuoli . ,, Si difle ancora S. Lucia
de* Bardi, mediante ja ftrada > che fi chiama da loro ,
perche elfi vi aveano le proprie rafe, ed anche ja log-
gia detta de* Bardi, che ita a muro a muro alla Chiefa
di S. Maria fopr* Arno . Jl nome però della noftra
Chiefa inoggi più ufato è S. Lucia dalle Rovinate ,
a caufa del Poggio, che l'è avanti, rovinato nel 1284.
come fi dijflfe fui principio della Lezione XXL pag. 258.
Non fubito fu Chiefa Parrocchiale , trovandofi un Bre-
ve di Lucio III. che nominando i .confini della Par-
rocchia di S. Niccolò , dice a Rio Corhnli, tifane ad
S* Maria fppra Arnnm
. Or dunque notar fi vuole, co-
me
«»■
mm
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287
tne e quando ne dfveniflcr® ladroni ì Monaci Clunia-
cenfi di S. Miniato al Monte, a cui forfè fu ceduto
il Padronato da i Magnuoli , a tìtolo di divozione al
S, Martire Miniato . Il certo però è, che nel Cod. XR
della Libreria del Senator Carlo Strozzi, trovafi che il
Vefcovo Ardingo nel 1245. confermò loro V ius , che
godevano fopra varie Chiefe , e nominatamente fopra
la Chiefa di S. Lucia olir* Arno; e neìi' Archivio de i
Monaci Olivetani fono molte Cartapecore , che dimo-
ftrano tale Padronanza ne* Monaci, e piacerai di qui
*ip©rtarne alcuni contratti, come appretto : izój. Do*
minus Fu leu s Abbas
$\ Miniatis froge Florentiam e Mo-
naci eiusdem Monaflerii conceduti? licentiam Diocignardi
fiL q. Alamanni Sindaco hominum
, & Vniverfitati homi-
num & Fopulorum S* Lucie de Magnolis <k S. N'icho-
lai feppellisndi cor fora mortuorum in di Bis Ecclejits
, quo
faBo Sindacus ipfe Dìo ci guardi nomine pò fu lo rum conce*
' dit dìBo Abbati
, & Monaci* plenam & liberavi ^ in per*
petuo Ordinationem & Reformationem in fpiritnalìbus
& temporalibus ipfarum Ecclefiarum
, & infuper infittii*
tionem & ius eligendi è* poflnlandi ad ipfos Populos
ReBorem
, *ùM de ReBoribus} feu Cuftodibus > *uel aliis
Clericis è* Minislris
, &c. Ego Ventura Vgonis de Cam-
ìtio regali: ABum in Clauftro S. Miniatis
; il fecondo
Contratto è del 1278. contenente la prefentazionc , che
fa l'Abate del nuovo Rettore» ed il funto di effo è il
teguente ; Vacante Ecclefia &i Lucie de Magnolis per
mortem Domini Benci'venni
> ReBoris eiusdem Ecclefie »
Dominus Orlandus Abbas MonaBerìi S* Miniatis , elegie
Dominum Maffeum q. Maffei in ReBorem \addi Barn Ec*
clefiam in fpiritualihus & temporalibus gubernandam prò
farad. Abbate are
1278. Avvene pure altro, che efpri-
me il cenfo , che ergevano gli Abati dalla Chiefa ,
come leggefi alla Cartapecora vili, così: 1320. Ioannes
Abbas Monaflerii S. Miniatis
, una cum fuis Monacis eie**
gii ReBorem Ecclefie S* Lucie a Magno li
, qua manualis efi
diBi Monaflerii
, cum onere dandi dìBo Abbati, & fuis
fuccejforibus, centum orna in feflo $. Miniatis
, centum
in
K I fili
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■ ■.. f                                                                                                                                                                                                è'
im die Fafcatis Refurrexit, &' tenedt'urRefi or ditte Me*
clefie dare eidem Monafierio oblationem mortuorum^ &
libras decem in die $. Lucie r cum frandio Abati &*
'Monacis &c. Ego Andreas Marini de Monte Rinaldi
25.
■ lutti ditti anni ro?. Ed '"un altro limile dice come fé-
gue: 1348. Vacante Farrocbia Si Lucie de Magnati? pr
obitum Presb. Vannis Tetri de Bibbiena
( Bibena ) Re»
Bore ijtjtus Bcclejte
, tutu* reformatio fieno iure f erti"
net ad Abbatem , & ad'Monaco* $. Mmiatis ad Mon»
tem. Dominus Lapo Abbas elegit in ReBorem dit~ie Ec*
clejte Presbyterum lacobum&c, rog. Fagnur q. Patrigno-
nis ;
e Stefano RofTelli fcrive a quello proposto, che ne*
Libri, e Scritture dell' Arcivefcovado trovò una collazio*
ne della medefima Chiefa nel 1359. in perfona di Prete
Datuccio > prefentato dall'Abate di S. Miniato. E tra i
Rettori di S. Lucia eletti dagli Abati di S. Miniato,
non debbo tacere il'Cardinale Andrea di Martino Buon-
tempi Perugino > il cjuale in minoribus fatto/i injìgnè
Filosofante , rilucendo in ogni forte di erudizione nel-
la noitra Città, da i Monaci fu prefentato al Vefcovo
Fiorentino, ed approvato per Rcttore'di S. Lucia Ol-
trarno , pofeia palfato ad efler Canonico della fu a Pa-,
tria , fu da Urbano V. fatto Vefcovo della medefima
ad ilìanza di quel Capitolo, e da Uibano VI. cIFeii-
do fiato adoperato felicemente ne' gravi affari della,,
Chiefa Univerfale , venne promoflb al Cardinalato t e
Legato dell' Umbria in Macerata li morì nel 1390.
Vegga*! l'Abate Ughelli, ed il Ciacconio .
II, Durarono adunque quelli Monaci ad efTer Pa-
droni della Chiefa di S. Lucia fino ali* anno di loro par-
tenza da S. Miniato, che fu il 1373» avendovi il Pa-
pa Gregorio XI. introdotti i Monaci Olivetani, con que-
fta condizione però , che la Parrocchia ài S. Lucia ,
con altre > che godevano i Cluniacenfi , reftalle fotto-
polta al Vefcovo di Firenze, e tutto ciò per Bolla,,
data aptd Villano<vam Diecefis A<vinonienJis xiu Kal. Se-
ftewbris att. 111. fontificatus ;
la quale conferva!! preflb L
Monaci di Monte Oliveio al nutn. ìv. ed il Sig. Dome-
nico
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""■";.
1$9
meo Maria Marmi avendola avuta fotto gli occhi , ce
ne dà un cenno al Tomo 17* de' fuoi Sigilli ? coil.
quefte parole „ Dipoi adì tu d* Agofto del 1373- 1*-.
„ Religione Olivctana rilafciò a i Vefcovi Fiorentini
„ quattro Chiefe Curate di fuo Padronato) cioè Sv Lu-
w eia de'Magnoii in Firenze, S. Piero a Ema, S. Pao-
„ lo a Mufeiano , e S. Maria a Bovino, ,,
III. Come pofeia da i Vefcovi Fiorentini pa-flaflt*
il Padronato nella Famiglia da Uzzano , io non mi
fono avvenuto fin ora a trovarlo , ma perchè fanovi
anche inoggi , e in Ghiefa , e nella Cafa del Rettore,
di queir illuftre Cafato le Armi , cioè raftello roifa ,
fìelle gialle , e lifte bianche e rofle , io fono di cre-
dere > che i Vefcovi > come in que* tempi coftuma-
vafì 5 deflero a detta Famiglia la Chiefa , colla folita
condizione ai Uhorandum , & aedìficandttm. > vale a di-
re j a riparare, ed innovate la vecchia fabbrica di
effa , veggendovifi V Aitar maggiore rifatto da Nicco-
lò da Uzzano , con tavola che avea egli fatta fare a
frefeo da Lorenzo di Bicci , ed appiè degli fcalini fu
Niccolò fepolto con pubbliche onoranze di targa e.,
pennoni , per effere flato grande Uomo nello flato ci-
vile , e capo femprè della fetta contro de* Medici .
Ma cheeebeflìa delle ragioni a noi ignote , per le quali
venne negli Uzzani la iurifdizione di S. Lucia , chiaro
appare , che per antica confuetudine apparteneva loro
la elezione del Rettore » trovandotene un efempio nel-
le Scritture dell* Arcivefcovado fino dal 1425» nel quai
anno adì u. di Ottobre da Niccolò fuddetto prefen-
tafi per Rettore di S, Lucia Prete Lorenzo di Silve-
ftro di Giovanni Nuti ; e dal Sepoltuario del Roflelli
abbiamo, che nel 1637. dai medefimi da Uzzano fu
conferita quella Chiefa al Prete Girolamo Rofati , li
quale morto, che fu nel 1659. dai Fratelli Silveftro,
e Aleflandro da Uzzano prefentoflì ali* Arcivefcovado
per la Rettoria della Chiefa Giulio Fabbrini , noru
citante le oppefizioni , e ragioni delle nobili Fami-
glie Capponi } e Mozzi , pretendenti a detto Padrona-
Te^. X.
                       O o                                  to
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to , come feggefi negli atti della Curia ilreivefcovtle ti
Altro Rettore D» Iacopo Ulivi > còme parlano le BoU
le Pontificie della collazione di quello Benefizio , fu
accettato dall'Arcivescovo noftro > come presentato da
legittimo Patrono il Sig. Iacopo di Simone Berni Cit-
tadino Fiorentino } e donatario ài Caffandra Gattelli
Lupicini per rinunzia fattagli nel 1739. adì 11. di Lu-
glio da detta Calandra , cui liberamente apparteneva
la Chi e fa di S. Lucia ; dove il prefente Priora Signor
Giufeppe Maria Mandò Sacerdote fornito di zelo | e
di fapere governa la Parrocchia dal 1745. pure' prefen*
tato dal fuddetto Iacopo di Simone*
IV". Tornando ora alla Chiefa , dir fi vuole, che
la medefima in otto fecoli fu più volte danneggiata ,
or dalle piene d* Arno , ora dal vicino Poggio > ed ora
dalle vicende de* tempi ; ma altrettante volte è fiata
rifarcita , ed ampliata dalla divozione de* Cittadini ,
per la qual cola fi moltiplicarono i Patroni , come i
Capponi, i M#zzi > ed altri, quando nel prefente fe-
colo ritornala averlo* a patire la Chiefa > io trovo che
per fentenza dal Magiftrato della Parte fi ridufie il
Padronato a Caffandra Caftelli ne* Lupicini . Canciexf-
fiachè alla viltà dell'imminente rovina, dal Priore di
S. Lucia Piero Socci , fu ricotfo al Senator Filippo
Buonarroti Auditore della lurifdizione > il quale- per
carta de i iS. di Agofto del 1712. commife al Prov-
veditore della Parte , che relativamente- ali* iftcuzienef,
che fé gli mandava , giudicante a chi fpectaie la repai.
razione , ed in cafo di negligenza ne* Patroni > difpo-
nette del Padronato della Chiefa in chi fi oiferiv?a alta
fpefa j Onde avendo depofitato il denaro la ìopranno*
minata Caflandra , a lei fu giudicato il Padronato di
S. Lucia ; ed inoltre, che la medefima porefife rinun-
ciarlo ad altri .
V. Innanzi però che terminiamo la Lezione , de-
vefi avvertire un error popolare , in cui è caduto an-
che qualche Scrittore , ed è che la Chiefa di S. Lucia
fia ftata Spedale , per la denominazione , colla quale
nelle
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2£I
nelle antiche Scritture , chiamavafi Spedale di <§• Lu-
cia' » dalla fua vicinanza alia iteffa Ghitfa , e per an-
darne facilmente 4ifingannati.,. riferiremo le, memorie*
di detto Spedale , come fiat)no iteli* Archivio del m*
gallo 3 che dicono come fegue „ , ^ u\\
               : 5
; 53 Spedale di S, JLucia de' Magnuoli nella Via de*
„ Bardi , fu edificato dalla Compagnia noitra , per ri-
,, cerco degli Uomini; 3 dove oggi ifono le Caie del
3V Senato* Tommafo Canigìani , in una Cafa comprata
r> da Iacopo di Meffer Giovanni di Spinello Buitkhi
3, adì ri. di Maggio 1283. alla qual Cafa a 1, Via,
„ a 2. Chiefa di S. Lucia , a 3. Fiume Arno , a 4.
5, Bindo di Meffer Iacopo de'Bardi, per indumento ro-
„ gato da Ser Berlinghieri Doradoni .
,, Dirimpetto a quefto Spedale, dove adì 2. d'A-
3, prile 1284. erano rovinate più di 50, Cafe per un
3, grandiflìmo diluvio d'acque, e dove dipoi nel 1547.
3, ne rovinarono per un rimile accidente molte altre ;
„ fu fatto dalla medefima Compagnia lo Spedale delie
3, Donne fu d* un Cafolare , o terreno , comprato da
„ Meffer Gualterotto , e da altri Bardi nel 1298. al
3, qual Cafolare confinava a 1. Via, a 2. JBindo di
3, Meffer Iacopo Bardi , a 3. Via , a 4. Eredi ài Lu-
3, tozzo Nafi , rogò il contratto Ser Francefco di Ser
3, Giunta Spigliati dalla porta Romana.
,, Alla fabbrica di quelli due Spedali concorfero mol-
j, ti nobili Cittadini } ed altre pie Perfone , la Cóm-
„ pagnia di O. S. M. La Compagnia vi teneva num. 20.
„ letta , e nello Spedale delle Donne num. io. ed in
„ efli fi efercitava la debita Ofpitalità .
j, A quefti Spedali furono -fatte molte donazioni,
y> ed in particolare da Dino di Gio: chiamato Guglia-
3, ta , nel 1325. due Mulina contigue , ed un Pode-
,, re ; E Bindo di Lapo del Bencino , nel 1330. vi
„ fece fare una fepoltura a quelli , che in efli Spedali
3, morivano, „
VI. Aggiungafi ciò , che racconta il Cionacci nel-
la Vita della B. Umiliana pag. 243. in una nota mar*
|, m                                  O O 2                               gì.
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1$1
ginaie > ove corregge fa tradizione popolare 1 che nel
Convento di San Paolo de' Convaleicenti feguifle 1'
abboccamento di S. Francefco con S. Domenico. Ec-
co la poftilk „ Il fatto feguì del 1211. confermata
„ dagli Storici (Wadingo An. Minor, d. anno n. 20.)
^ Ma il Popolo fcambia il luogo j perchè Jo Spedalo
„ di S. Paolo fondoifi 1* anno 12 21. ( Wadingo 4. anno
» nutrì* 13.) Seguì in uno più antico, oggi diftrutto »
j) che era in Via de' Bardi> dirimpetto aS. Lucia de*
n Magnoli » &
                                    ; 1
LE.
_^^______L__^_______
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•!■ • •
L E Z 1 ONE XXV,
DI SANTA LUCIA DE' M AGNOLI
DETTA DALLE ROVINATE. IL
Koprio è delle Chiefe antichiflime il
foggiacere più delle altre alle difgra-
zie , come è addivenuto alia Chiefa
di S. Lucia, edificata fono già fette
fecoli , e quando non avefle queftà_#
patito altro in sì lunga età » che i
danni delle triplicate ruine del Pog-
gio di S. Giorgio , che le fovrafta , certamente reftar
dovea fepolto colle pareti fue fino il nome. La Chie-
fe di S. Lucia traile rovine s* è alzata viepiù ; efla è
crefciuta di ampiezza » di nobiltà , e di tefori così
facri , e prodigiofi , che divenuta è un famofo San-
tuario. Quindi fri quefta feconda Lezione io penfo dì
darne primieramente la pianta) ed in fecondo luogo
riferirne il titolo pregevole di fua venerazione pretto
i Fiorentini , a motivo di un dono venuto dal Cielo,
e che quivi fi racchiude, e con magnificenza fi celebra.
II. Or facendomi dalla defcrizione della Chiefa^
lunga braccia 41. e larga 17. fono da oifervarfi nella*
ftrada fotto 1' arco della facciata alcune figure di ri-
lievo di terra bianca invetriata , che furono delle pri-
me lavorate da Luca della Robbia, e dentro nella fac-
ciata fu due Altari, che mettono in mezzo la porta >
non fi lafcino di confiderare due tavole , cioè S. An- .
tonio da Padova a mano manca , e 1* Angelo Cuftodc
alla deftra, amendue dipinture di Gio: Martinelli , Ar-
tefice commendatiflìmo nel colorito a frefco ; e per la
bella
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■':
294
bella maniera , che., rapìfce gli occhi anche de*più fav}
ProfeiTòri dell'Arte. PreJTo S. Antonio incontrati una
Porta j per la quale entrafi nella Cappella della Ma.
donna ài Loreto , ài cui pofcia favellerò. Intanto prò-
feguendo il cammino per la Navata , fiamo all' Altare
del CrocifilTo , dove radunai! una Congregazione inti-
tolata la S. Converfazione , eompofta di 7. Sacerdoti,
7. Nobili, e 7. Dame* A quefta Cappella in alto dalla
banda del Vangelo leggefi in lapida la memoria della
Sacra} fatta con folennità dall'Arcivescovo Cardinale
Aleffandro de* Medici adì 3. di Maggio del 15 84. Se-
gue la Cappella detta delle Reliquie, che folio infigni,
collocatevi dal Priore Girolamo Rofati Protonotario
Apoftolico , Teologo , ed Oratore eccellente, che tale
è chiamato da Francefco Maria Gualterotto , nel Pane-
girico ài S, Filippo Neri , dedicato a lui ; E quali
■fieno le Reliquie a quefto Altare , fi leggono in due_»
lapide di marmo, che dicono : » Gli interi Corpi de*
3> SS. MM. Aurelia , e Califfo), le braccia di Abon-
« dio , Redente , e Nicostrato , pure Martiri , efìratti
i> ààt Cimitero di Cali/lo in Roma, e donati dall'Ari
3* «civefcovo di Teflalonìca Criftofano Segni al fopral.
« lodato Priore > con la Scomunica a chi ne portaife
5j via parte» fulminata da Innocenzio X. l'anno 1653.5»
€ del Corpo di S. Aurelia fcrive il Verzoni come fé»
gue » 22. di Maggio 1644. oggi proceflìone a S. Lu*
* eia dalle Rovinate , dove fi efpone il Corpo di S.
M Aurelia Vergine e Martire venuto ài Roma « „ *Alìa
Cappella allato alla porta della Sagre/Ha vedefi 1' arme
del Bigallo , e full' Altare una tavola di Andrea del
Caftagno , che avea dipinto per l'Aitar maggiore, giù*
fià le parole del Baldinucci nella vita del detto Pit-
tore 5 e fono le feguenti ,, Andrea dipinfe all' Aitar
„ maggiore Maria * il Bambino Gesù » S* Gio: Batilta ,
. n S. Zanobi, S. Francefco * e S- Lucia , e neH' irnba*
» famento la flotia deVmedefimi Santi. >>
11U Dall* altra banda addirknpetto a quefta viene
una Tavola } opera di Jacone Pittore antico lodato
dal
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-.
29f
dal Vafari ; ma qui non. poflTono piacere né V inven-
zione , né la dilpofizione delle figure ; ì\ Padre Eter-
no non ha punto di maefià , quafi inviabile è lo Spi-
rito Santo, ed il più grave fallo è la figura di Gesù.
Crifto tra varj Santi effigiati ritti in piede, ed egli fo-
lo genufleiTo .Quella Cappella era de* Tucci , poi de*
Mori , per averla reftaurata Mariano Mori Cappellano
di S. Maria del Fiore nel 1523. come il legge- nella
predcllina . Dopo queir* Altare troviamo la- Cappella*
della Famiglia del Rota > cfoi Iacopo d'Empoli fece
un belli firmo- quadro } avendovi rapprefentato la Ver-
gine col Figlio in collo , ed appiè i Santi Gio: Bali*
5a 3 Bernardo , Frane efco , „e Carlo . Alla 3- CappeU
la da quefta banda j che fu edificata da Agnolo Nico-
demo r e Badila di Simone Ne nei del Nente 5 che fé-
cero fare la tavola della Nunziata 9 rnoggi vi fi tiene
con venerazione una S. Lucia di Lorenzo di Bicci 3
che ha da i lati 1* Arcangelo Gabbriello , e la Vergi-
ne Annunziata , "che era la tavola di quei del Nente ;
e fotto vi fono alcune ftorie della vita di detta Santa.
IV. E paflandofi a parlare della nobile e vaga Tri-
buna y fi ricava dagli Scrittori delle Vite de* Pittori ,
che almeno quattro volte è ftata rinnovata } avvegna-
ché dica Raffaello Borghini , che Lorenzo di Bicci di-
pinfe a Niccolò da lizzano la tavola dell* Aitar mag-
giore in S. Lucia de' Magnoli , dovendoti fupporre ,
che innanzi ve ne avefìfe aitra più antica > e forfè quell*
Immagine di S. Lucia , all'Altare vicino alla Porta»
la qua! effigie è della fcuola di Giotto ; ma ritornan-
do a quella di Lorenzo , nota il Migliore ne' fupi
MiT. che vi fi leggevano le feguenti lettere in carat-
tere Gotico : PATRONVS HVIVS ECCL. NICOLAVS DA VZ-
zano an. dni. mcccc... Il Baldinucci poi rammen-
ta di Andrea delCaftag.no, che faceflfe la tavola dell'
Aitar grande di quefta Chiefa , e dentro Maria col
Bambino , e Santi 3 tra' quali S. Lucia , e forfè è quel
quadro , che abbiam offervato alla Cappella del Bigal-
ìo . Di prefente però tutto è moderno , o fi voglia V
Al-
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;
v
l$6
Altare con grado di legno ridotto alla Romana, o il qua-
dro del martirio della S. Vergine titolare , o la Tri*
buna adorna ài molti ftucchi con due Statue a i lati
dell' Altare . Mancavi la lapida antica della Sepoltura
di Niccolò da Uzzano , in cui vece avvi un marmo
bianco , con in mezzo un tondo , e querce lettere^
Longobarde .* sepoltvra de i discendenti di Giovan-
ni da vzzano . Due Armi di detta Famiglia fono ri-
male in alto a i capitelli > che reggono il grand' ar-
co della Tribuna } fotto del quale fi vede un balaustro
di colonnette ài marmo , alla cui deftra avvi la por-
ta della Sagreftia con un andito 5 che ha Cappella^
degli Amadori con un ancona 9 nella quale fono di-
pinti alcuni Santi ; e nel pavimento una fepòku-
ra , che racchiude quattro Monache del Monaftero del
Paradifo , morte in tempo dell* attedio ài Firenze } quan-
do «fuli abitavano le Cafe de' Canigiani . Dalle ricor-
danze delle Monache del Paradifo fi legge così „ adì
3, 21. Settembre 1529. fi trasferirono le Suore in Fi-
5j renze in Cafa di Ruberto Nafi , et andando la guec-
j, ra in lungo , et loro riandò molto ftrette , cercaro-
s, no di più comoda ftanza ; Onde adì 18. di Mag-
» gio feguente andarono in Cafa del Cavalier Dome*
,> nico j e Lorenzo Canigiani 5 e nella Cafa nuova dei
3> Generale di Vallombrofa D. Gio: Maria Canigiani
» appreso S. Lucia , dove ftenno con molta comodità .
3) Ringraziato fia Dio > e gli uomini da bene , che fé
35 ne fono afperati , e la noftra Madre S. Brigida pre-
3> gbi Dio , che li nitori per noi „ e feguitando il
ricordo , viene alla morte così ,, Morì Suor Dorotea
j, di Bernardo Benci adì 16. Febbraro 1530. la fep-
3) pellimmo in S. Lucia nella fepohura degli Amadori
3, in calla . Adì 2©- del medefimo morì Suor Brigida
3,-di Rinieri Tofinghi , la ponemmo nella medefima
s, Chiefa , e fepoltura . Adì 22. dd fopraddetto morì
si Suor Eugenia di Iacopo CorbinclJi , e facemmo a
3, lei come all'altre , e adì 26. Febbraio detto , morì
» Suor Eufrofina di Ser Antonio Salvini 5 e la po-
3) nemrao
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2<?5
5, uemmo in S, Lucia ] dove tutte le altreLC%> Nella
Saereftia vengono altre tavole antichiflìme , che prima
erano in Chiefa , né fi ometta di confiderai quella
di Lorenzo di Bied , che vi colorì una S. Maria Mad-
dalena con un cartello fcritto in gotico ( e fotto due
iftoriè, cioè quando S. Maflimino la comunica, e quel-
la Madre mòrta rifufeitata dalla Santa , che avea con-
fermato il Fìgliuolino di quella ; come raccontammo
nella Storia di S. Croce , e nella fua Appendice.
V. Ed effóndo ormai tempo che fi ragioni dell' ìn-
figne Santuario , che vanta di avere nelle fue mura S.
Lucia de* Magnoli \ qual* è la Cappella della Madonna
di Loreto , ed una Compagnia alia medefima dedica-
ta ] non isdegni il Leggitore di vedere qui riportata
con qualche proliffità la (teffa Relazione 3 come Ita ap.
punto deferitta ne1 libri della Compagnia , per conce-
pirne l'origine, V accrefeimento , le vicende, e Ja ve-
nerazione : incomincia adunque così .
A ? P E N DI C E.
Hotfai* della, Veti. Congregazione di S* Maria Laure tanè*
nuovamente eretta, e fi abilita nella Chieda F arrochì ale
di S* Lucia de* Magnoli detta dalle Rovinate
,
in Via dey Bardi di Firenze .
".■.-sèri '-is i *Cl £ 1                         fi' i'I ' ''">■ C i-'f - '■ *» *,'-s '--"■<.-,■"{'■■ , ■-*-.. .-.. ' ■,. '.*4'éi ■ "'•'. ", *■ '                y
rVT Eli'anno i6$i. Trentatrè Sacerdoti Secolari Fio-
fj^ r eh tini fi portarono in proceflìone alla S. Cafa dì
Loreto , e ad initanza d* alcuni Eminentiffimi Cardina-
li , ìpecialmente dell* Eminentiffimo Corfi , ottennero
da quel Gapitolo una divota e miracolosa Immagine
della SS. Vergine col Bambino Gesù alla finiftra fatta
di legno , che flava collocata fopra una delle Porte
della S. Cappella .
Portata la detta SS. Immagine proceffionalmente itu
Firenze , fu collocata full* Aitar maggiore della Chiefa
di S. Maria degli Ughi dalla Piazza delle Cipolle ; ed
Tom. X.
                           P p                         allo-
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■.>'.' ■;■■■■ ;■ • .:;■;■■ ■■                                                                                                                                       v:                                                          / ■■' *- ? ■
allora 4* <Jetfei $ft Sacerdoti P^lkgrim" ( cbc fi chiamai
rono così, ed ancpr ritengono l'ift^fTp nome ) che.,
tal numero eleffero in pnore de* 33* anni di Gesù Cri*
ito , furotìa aggregati 33» Cavalieri* 33. Dame } 33*
Cittadini , e 33. Cittadine ; acciocché tutti infieme^>
quefti cinque ordini di per iòne difterie * e onorino le
cinque lettere mifteriofe dei Nome sì di Q?sù , come
ài Maria , e colla diverfità dei feiTp ,, p della condii-
zione preftino piTequio , ove poflonp, alla Vergine-»
Madre » che Virorum^ jìwul > & loeminarum Regina efi,
é* Tatrona, r Nojira omnium Frateffrix injtgms■ > #
Gloria * ì
Formarono i loro Capitoli , che furono .approvati*
éàì' Ordinario Fiorentino , come Conilituziont utili
al progreifo di detta Congregazione *
Eleffero per Proiettore f Eminentiffimo Cori», e fup-
ceffivàmepce i Monsignori Vefeovì di Fiesole Panciati.»
ci » Strozzi , e Qinori *
Nel di 9* Dicembre i&fu fu fatto il contratto del
Depofito di detta Santa Immagine in detta Chiefa , di
cui era Pyipfe i% P* Qàrlo Domenico pignoli , come_*
per rogito di Ser GioV Vangclifta Ulimemo Miceineil
Hot. pubbU Fiorentino , e Attuario» «dia Curia. Are.k
vefeovile Eiorenuna 5 fono dì $~ detto .
Neil* anno i<%S. fu nella fuddetta Chiefa dall* lllu-
fìrìfTimo Sig. £tfir/o. Strozzi fatta fare perciò: una Cap-
pella (fatta d'una franza terrena del fuo Palazzo , co-
che contigua mUg pareti alla di,là tdett#?t£fiiiefa )
è datone ir ufo alla Confrega zione; Sicché; e cip .ordine
di Moniìg. noftro A^civefcoyo NK* benedetta ,nel di
4* ^Maggio prima Domenica cj^ll* ifteflo mriV * V* %
:anco celebrata; .per la prima volta la S„ Metifa.'.
tornèi dì'.i$*j$ì detto mete » giorno della jPtentecp/ie,
« ne* diue fufifeguenti giorni t\i tenuta fepperta I4 gé
Immagine > vi concorfe moltitudine di Popolo , molte
Compagnie » 0 Confraternite prpceflìonalmente , e v'
intervennero in ciascheduno di detti giorni i Sereniffimi
CojGrno T^rzo > Principi , e Principeffe ; e nel dì 20.
can-
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■1.
cantata la Méfla, ; e i Verpri in muto* dipoi dopo
un diVOtO difcùffcv faffó dàf Refvw Sig. Dettar France-
sco Vanni , una de* £j}£ Saceréòtf, fin***Ìk Litanie^
della Madtinffa V* ftt la JK fltónlagfiie Ittoiix- daU* Aitar
maggiore , é collocata ntìJà fu difetta Cappella .
Per la mòrte del Rev. Sig. Carlo Domenico Vignoli
Priore della di là detta Chiefa di S. Maria degli Ughi;
che fegùì nel t^05.. antòt egli del numero de* 33. e
conferita la Chiefa da chi fpetravd al Rev. Sig. G10:
Batifìa É*itnfei , fu afnmeffo nel numero d^'33?. Sacer-
doti , ih luògo del deforìfo fuó Aritecéflbré ^
Nel dì <5. Agoftò del detto anno , giorno di Sabato,
prevenuti i Confratri, che etano per cantar la Meflfa,
che il dettò Prior Bimbi preparava 1* efpulfione della
Congregazione* dalla Chiefa, i niedefirni di corciurL.
confenfo deliberarono di trasferire là S. Immagina (per
fottrarfì da qualche affrontò ,*ó fcandolofò inconve-
niente) all' Oratorio db' Sigg. Bini fottò il titolo di
S. Sebattiano , nel Popolo di S, Felice in Piazza : Ac-
che mentre fi cantava MefiTa , fu fpedito chi a' Sigg.
Bini per ottenerne la pefmiflìone * chi a cercare una
carròzza per porvi la S. Immagine , é chi a rintrac-
ciar chi poté{fe portare i mobili di proprietà della Con-
gregazione ; ficchè terminata la Me*ffa cantata , pofero
la S. Immagine in carrozza » ìù cui 1* accompagnaro-
no due de' 33. Sacerdoti: é dietro ad effa trafporta-
rono tutti i inobili .
Arrivati finalmente al, detto Oratorio, furótìò rice-
vuti con fomma córtefia dà* Sigg. Bini} e Joeo èepjìtz
fu pofta la £. Immagine fopra 1* Aitar maggiore ; E fi-
so a che la S. Immagine dimorò ivi, in ogni Sabato
da uno de* 33, Sacerdoti fi celebrò la .Metta piarla , e
la fera furono recitate le Litanie della Madonna •
Frattanto il R«v. Sig. Pietro Sòcci, uno del 33. Sa-
cerdoti ? e Priore di S. Lucia de* Msgnuoli in Via de*
Bardi , propofe al M. R«?v. Sig. Niccolò Barberini d*
Auzano Patrono delia fuddetta Chiefa j il voler cèrh-
piacerfi ricevere nella fuddetra Chiefa la S. Immagine ,
P p 2                               al
i
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al che non folo aderì alla l'icbiefta , ma amendue d£
comun parere s' impegnarono di Supplicare 1* antichif-
fìma Nobiliflìrna Gentilizia Famiglia degli Alamanni a
voler conceder la lor Cappella fotco il titolo di Sa»-»
Domenico,. che era un gran Cappellone antico in voU
fa , è tutto dipinta , con gran sfondo , a mano de-
fila dèli* ingreflb della Chiefa , del qual Cappellone fé
ne vede ancor alquanto di veiligio per dove in oggi
è il paffo per andare alia Cantoria, la quale refia
fopra la Porta maggiore delia Chiefa ; ed ho detto
Porca maggiore , perchè il detto Cappellone prima ch£
fofle ridotto nella forma , che fi dirà , haveva la fua
Porta j che corrifpondeva fuori della ftrada , la qua!
fimilmenre fi vede murata fuila (Irada (dove fi vede_*
anco l'Arme di detta Famiglia) e interiormente per
dove fi va alla cantoria •
. Contentandoli dunque la detta Famiglia di conceder
là fua Cappella j perciò nel dì 8* Movembre 1712. a
ore 2i* adunati nella detta Chiefa di S* Lucia trenta
Sacerdoti della Congregazione, il Patrono della Chie-
fa > il Prior della medefima ,, e la Famiglia Alaman-
ni y cioè i Sigg. Senatori Piero Alamanni , e Raffael-
lo fua Figliuolo , Padre del Vefcovo di Piftoia e Pra-
to ;il Sig. Gio: Batifta, Nafi Alamanni, non folo irti
nome fuo , che di Monfìgnor Nunzio Vincenzio fuo
Fra telila il Sig- Marchefe Vincenzio Alamanni a fuo
nome , e fuoi Figli , che erano il. Sig. Can. Alfonfò
fiato Proporlo di Livorno , in oggi Priore dell'Infigne
Collegiata pjt Lorenzo , il Sig- Andrea }. e Sig. Com-
mendatore Fra Àleflandro ; II Sig. Carlo , e Adamo
Alamanni ; e il Sig. Tommafo Alamanni, alla prefenza
^i Set Gio: Vangelifta Ulimento Miccinefi ,. che poi
nel dì 24. di detto mefe , ed anno rogò il contratto,
eoneederonq a* 3J- Sacerdoti ì* ufo della fuddetta lo-
io Cappella per potervi collocare la S. Immagine ,.
'cantar Meffe ,, Litanie > e far quanto le folle abbifo*
gnato per ufiziar la Cappella ,. e fare altre fagre Fun-
zioni j con facoltà ancora» che volendo, poteffero fab*
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f!I"IPIIB|fll!^JSPi|PflP"l^^
■i ;.*                  •                                                                               SS;* ■ .' • ■■ ■>                                                                              . ■ , ':'                                                                                                                    ...
*9#
bricare , e ridurre la Cappella a fimilitudine della S*
Cafa di Loreto ,. ma a fpefe della Congregazione . Cor»
che però la medefima Congregazione doveffe ogni an^
rio ne* g. Dicembre dare al più anziano della Fami*
glia Alamanni ir* fegno di gratitudine , e d* omaggio
una candela di fei once , ed una fimile al Rev* Sig;
Niccolò Barberini d* Auzano Patrono della Chi e fa , e
a quefta folo fua vita durante *
                                    t
Parimente, con che la Congregazione volendo da fé
partirli , rimaneffe tanto la S. Immagine , quanto gli
ornamenti, e gli arredi Sagri , mobili, e Jmmobili |
e fino la fabbrica , che aveffero fatta ( le fpefe della
quale , qualora non folfero ftat-e pagate, reftar dovef-
fero Tempre a pagarli dalla Congregazione ) alla detta
Famiglia Alamanni ; Ma fé per capriccio , da alcuno
di detta Famiglia fotto qualsivoglia precetto anco inv-
penfato foffe licenziata la detta Congregazione, e co-
rretta a partircene , allora e in tal cafo quello , o
quelli di detta Famiglia doveffero prima rifare tutte
le fpefe , che moftrato haveffero d'haver fatto di mu-
ramenti in detta Cappella, con facoltà a detta Con-
gregazione di poter feco portare la S. Immagine con
tutti gli arredi fagri e profani , mobili e*immobili,
fopra Ì quali detta Famiglia non pofla mai acquiftare
Ius alcuno, ma tutti liberamente /pettino a detta Con-
gregazione . Siccome la d. Congregazione non poffa
mai acquiftare Ius alcuno fopra detta Cappella, tn^u
mantenerlo fempre illefo , e intatto a detta Famiglia
affienile, colla loro Sepoltura e Arme Gentilizia ,. come
fi vedrà più fotto «.
Similmente , con che il Rev, Sig, Pietro Socci Prior
di detta Chiefa , e fuoi fucceffori doveffero preftar luo-
go , e comodità di porre armadj , e adunarli:, di pre-
dare in tutti i Sabati ,< e in tutti gli altri giorni che
foffe abbi fognato , i paramenti per le Meffe cantate, e
piane , vino , e oftie folamente , e doveffero anco
fuonare, e far fuonare le campane , alla pena di lire
4, ogni volta che bavera mancata. E che per tali im*
pre«
y
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,v
3 oc»
preftitij e fefvitò , debba la detta Congregazione fer-
vire la deTta Chiefa e Priore £ro tempore 5 quattro vol-
te 1* a nrro con numero dieci Preti per volta, cioè la
Domenica delle Palme , il Giovedì > e Venerdì Santo
da mattina , e la Dometìica fra l'Ottava del Corpis
'Dòmini
alla proceffiorie dtl giorno, a mancando la
Gongregazione di fervire là détta Chiefa co' derti Pre*
ti , debba la medeiìma pàglie ài PHoré fra tettiyo-
Ire-
per ogni volta' lire 4. ficconfe1 la Congregaziotìé deb-
ba al detto Priore per la-Fèlla de* io* DicembreH felti
principale , pagare lire té e lite io, pef la para tu M
ideila Chiefa ,
                                  '. * •                           *■■> »
Sicché per contratto così rtabiliié le cofe , fu pri-
vatamente (appunto come feguì óa §* Maria degli Ughi
all' Oratorio di S. Sebaiìiano de* Sigg. Bini ) rraslata-*
ta nel fine di Novembre r^i^la m Immagine dal
detto Oratòrio alla Chiefa di S. Lucia de* Magnoli ;&
eccome era immirréntg U Fèfti folérirìé , fu polla H
S. Immagine full'Aitar maggiore, è il dì della Fella
fii fotónftizato con1 grafi ponila * apparato , coricorfò
di Pbpfcìo | coti Metta cantata , e fecondf VèffJri ìil,
muficS > JNSWf intervengo de* Sereniflìmi Principi , di
jMonfig. Nurlzio, é Mó&fìgttét Paiiciatici Vefcoyo di
Fiéfoìc , che vi cVlébrò la MelFa 1 é la fera cantate^
le Litanie con un breve divoto difcorfo , fu ricoper-
ta la S* Immagine, e poi frafportàta a un Aitar la-
terale appiè delli fealini del Presbiterio } che rimane
in còrnÈ EnSàrtgèlii dell' Aitar maggiore , recando M
fino a che non fu fatta la fabbrica ntìòva della Cap-
pella a fimiiitudine della S. Cafa di Loreto .
" Nel dì 9. Settembre 1711. da MonfTg. Vicario Ge-
nerale Fiorentino furono approvati i Deputati , come
per réfctitto del medefimo di propria mano , per do-
ver fopraintendere alla Fabbrica , 'Quatti furono i Re-
verendi Sigg. Piiar Pierre Soeci , Aleifandro Zeii , A-
leOTandfO Dolci, e Benedetto Billi del numero de' 33.
Sacerdoti. Monfig. Vicario era il Gaftellahi .
S. A. R» Gofimo UL frattanto fece venire dalla S.
Cafa
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)                                                                                                       JO*
Cafa di Loreto le mjfure , perchè a tutta fimilitudine
folte fa ita qus&a $„ Cappella , e ad iftanza di Mon-
signor Ve fcpyo, £a ne larici » la medeim* S. A. R. donè>
libare 40|>,. dj ftjc.rp , |l Revr IX felice Rinieri dcn^
,2. carrettini <jj Mi * e il Rey,. Prete Filippo Bernonj
ne donp M > effettdo attbgdMP dei numero de'[^fa
§acerdptj,.v :\, ... • ^j ,;. , i;i-..
Nel $ì ZJ. Settembre i7rg* Il Kev- $ìg. Niccoli
Barberini 4* Aizzano Patrono deJla Chkfa } e il Re»
vedendo Sig^ Pietri Spcci Priore della medefixna .,. cpn-
cefferp ali* 0p4rigregazione per poter fabbricare una
piccola ■QtMSXa terrena , e una altra fimil Camera fo-
pra la terrgnj, d* attenenza alla Chiefa y con che la
j^edeiìma «Cctpgjre.g&zipne facete a detta Chieia altre^*
due JfcaWe a beneplacito di detto Sig. Socci » cornea
per rogitp 4i Ser Gio; Vangejifta Ulimento Miccinefi .
£>i quefte furono cominciati i Fondamenti nel dì 9*
Luglio ifléie e furono fabbricate in una parte dell*
Orto della Chiefa > una ftaaza fopra 1' altra ,. che una
f-p unita alla Sagjreftia antica > e cpsi divenne maggio^
ie , F altra a pal&p {òpra la prima , e .divenne £amera:
unita ad altra Camera pur antica*
f#l fiffo terminata ia S. Cappella » che ìmpprtci
di fpefa la fpmrna di fc. 350, fu patta la fepoltura
della Famiglia Alamanni ^ e folla Pprta della Chiefa»
che dà T ingreflo alla Cappella » fu pofta V Avmt^
Gentilizia della fuddetta Famiglia cpJU feguente IIciìt
aione in raarmp K
                               ■ . , .
."' '           ' L " : D. ' ' Ò. M..                       . \
j^^^MANNORVM PATRICIA FAMILIA AVITVM HOC SACELLVM'
XVXELAE Sr DOMINICI ANTlQyiTVS PEDICATVM AMPLIORI
IORMA . CVLTVQVE ELEGANTIORI EXORNANDVM IN HONO-
REM B. H* V. LAVRETANAE RELIGIONIS CAVSA SACERDOTI»
£V& PREGATIS» ADTRIRVIT ANNO MBCCXV.-
Hel dì 8. Dicembre- 1715. la S. Cappella fu bene-
detta dal Sig. Can„ Pier Simone Federighi Decano della
Metropplr Fior.
                                                     Nel
(
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*' :
302
Nel dì to. detto, giorno della Fefta principale 5 cali,
tata la MeflTa in mufica -, intervennero poco dopo i no.
Ari Sereniffimi Prìncipi • Il giorno poi cantati i fé.
condi Vefprì } fu circa le ore 22. cominciata una fo-
lenniffima Proceflìone colla S. Immagine 9 la quale era
preceduta dalla Compagnia di S. Maria di Loreto , e-
retta preffo la Chiefa di S. Croce , dalla Compagnia
del Sagramento di S. Lucia de* Magnoli , da numero.
fo numero di Clero, e da'33. Sacerdoti Confratri Pel-
legrini , e accompagnata da gran moltitudine di Po-
polo, e da quafi ducente Torcetti bianchi di cera alla
Veneziana . Il Baldacchino , eh* era nobiliffimo e a fei
mazze, fotto del quale v* era la S. Immagine , fu Tem-
pre portato dalla Famiglia Alamanni , e Parentado più
proffimo . La Proeeflàone cominciò dalla Chiefa di S;
Lucia , pafsò per Via de* Bardi , arrivò al Ponte..
Vecchio j pafso dagli Àrchibufieri > e profeguì per
Lung* Arno , pafsò per il Ponte a Rubaconte detto
delle Grazie , voltò da' Renai 5 arrivò a S. Niccolò
Oltr' Arno » di dove entrò ne' Fondacci di detto San
Niccolò 3 e di qui arrivò a terminarli alla Chìefa di
S,. Lucia , ove da* Mufici fu cantato il Te Deum > e le
Litanie della SS. Vergine , e finalmente fattofi un bre-
ve e fervorofo Difcorfo , fu ricoperta la SS. Immagine,
Nel giorno feguente n. Dicembre* fu la SS. Imma-
gine collocata nella fua Cappella , ove è ben confer-
vara e cuftodita col criftallo davanti 5 e fportelli fer-
rati a chiave 5 e tutto quello per lo Àudio del Prete
Vincenzio Maria Lazzerini > uno de* 33. Sacerdoti in*
fraferitto •
E* da notarli > che nella mattina , e nel giorno io.
Dicembre mai cefsò il vento , e .la pioggia , contutto-
ciò i 33. Sacerdoti pieni di confidenza in Maria SS.
fecero dar principio alla Proceflìone , ficchè molla la
Croce dalia Chiefa 3 in un fubito cefsò il vento , è
la pioggia .
Quella Cappella in una fola cofa differifee dalla S.
Cafa di Loreto , cioè che dove è la fineftra per do*
ve
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•■
3°5
ve da quella della S. Cafa pafsò V Arcangelo Gab-
briello , vi è dipinto il Crocififlb , e dove efler do-
vrebbe il Crocififfo , ci è la fineftra j e qùefta è po-
lla lì per dar luce alla Cappella , •
* Siccome la detta Congregazione non haveva ( come
pure non ha di prefente , foftenendofi folamente colle
Tafle degli Aggregati , ed Aggregate , che pagano an-
nualmente per ciafcheduno lire due, colle quali Tafle
fi fupplifce a tutte le fpefe correnti ) Beni rlabili , ed
Entrate certe , e perciò non potendo pagare le fpefe
occorfe per la fabbrica delie due danze , come di fo-
pra , della Cappella , le quali- afcefero alla fomma di
feudi 623. - it* 6- come efpreflamente fi vede dall'In-
dumento rogato Ser Pietro Saller Not. pubblico Fior,
neli' anno 1733. Il Sig. Prior Socci altre volte nomi-
nato} pagò di proprio la detta fomma per rimborfarfene.
Ma considerando , che la detta Congregazione non.
era in flato di reftituirle la fomma medefima , però
nell'anno 1733. come per rogito di detto Saller, ob-
bligò la medefima Congregazione a fodisfare ogni an-
no in perpetuo a quattro Mefle cantate , e 12. Mefle
piane fecondo la di lui intenzione » in giorni da elfo
Stabiliti , rifervandofi un folo credito di cento e più
feudi , Da divertì Benefattori rimborsato ( tra* quali
il Prete Iacopo Innamorati, uno de* 33. Sacerdoti , che
lafciò dieci feudi ) di quel più fopra i cento feudi ,
finalmente negli ultimi periodi di fua vita , e ore 18.
prima di morire , chiamò me Prete Vincenzio Maria
Lazzerini , che come Curato della fua Chiefa ( e al
prefente Paroco di S. Giorgio detto Io Spirito Santo
Julia Cofta ) lo affiftevo , e circa le ore fei Italiane
della nette del dì 7. Febbraio 1737, fece il rilafcio
de' 100. feudi , con ricevuta fofentta di fua propria
mano e carattere , in favore della Congregazione fenza
obbligo veruno .
In tutti i Sabati dell'anno \ ad ora di nona fi canta
la Me fifa Votiva della Madonna-*' a riferva de* Doppj
di prima y e feconda claife , e delle yigììk pwikgiav
Tom, X
                         Q_q                                te \
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lo6
te j come per Decreto della Sacra Congregazione de*
28. Gennaio 1713. e nella fera fi fa un breve difeorfa
da uno de* noàri $£i Sacerdoti, fi cantano le Litanie
di Maria Vergine , e $L recitano alcune Preci .
Di prefente avanti alla S* Immagine vi fono nove^
lampane d* argento , la prima delle quali pefa libbre
4* e fu donata dal Sig. Avvocato AlelTandro Scurtz , e
da effo dotata ' d* un barile d' olio 1* anno per tenerli
accefa giorno ,. e notte , come per rogito di Ser Va-
lentino Matini Notaio pubblico Fiorentino ,- fotto di
15.. Maggio 1725. La feconda di libbre 3. donata dal-
la Sig. Fulvia U (imbardi Vedova dei Sig. Sen. Piero
Alamanni . La terza dal Prete Bartelommeo Lazzerini ,
uno de* 33. Sacerdoti, e pefa libbre 2. n. 3. L'altre
{ei donate di più Benefattori, una di effe pefa libbre
iV 2. I* altra d* once io. e le altre quattro lib. 2. 2. 2.
Il Prete Michele Bizzarri uno de* 33. Sacerdoti, che
mori ne* 2. Gennaio 1697. lafeiò un fondo perpetuo
tutto obbligato a due MetiTe cantate,, e diciotto Mefle
piane per la di lui Anima *
•11 Sig. Hcà Fiiigpo del Chiaro, come per fuo te*
ftamento rogato Ser Raffaeli.» Ferranti) la&ic* alla no-
(tra Congregazione feudi mille , ma tal legato non_.
hebbe effetto veruno per effer inforta lite tra gli Ere^
di ; e mori ne* 16* Dicembre 1719. e fu fepolto nel-
la Chiefa S. Lucia de* Magnali appiè dell* Altare
di S* Aurelia V. e M. ove f©no le Reliquie , e uà*
quadro di &.. Filippo Neri , fui quale Aitare è fonda-
ta una Cappella dal medefimo Sig. del Chiara , fotta
il titola di S* Filippa Neri *■
Nel 1716.. Mattia Lugher adempire alcune condizio-
ni , ed eftinta una certa Famiglia chiamata nel fuo
teftamento , la (eia erede di tutte le fue foftanze que-
lla noftra Congregazione, con alcuni obblighi ; ma fino
ad ora non è entrata in poffetTo • -. ,
La Sig. Maria Maddalena del già Sig. Andrea Gè-
rini , e moglie del fu Sig. Senatore , e Auditore Gio-
vanni Federighi , la quale lafeiò in dono quella lam-
pa n a
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-'
3°7
pana di libbre i- òrice s.Jegò jdla Chìet\ di | Ago-
itino de* Padri Agostiniani Scalzi fulla Cofta un* annua
rendita di fc. |* ¥ a^nno , foifdata fopra «n Luogo e_*
un quarto dì Monte del Sale di quefta Città s con ob-
bligo a* medeflmi di dover tener accefa giorno e notte
una kmpana avanti alt* 'kltità efel ɧ. Sacramento . E
in cafo , che detti Padri fé ne andaflero via da que-
fta Città j o foiTè il lor Convento foppreffò , allora-
detto legato refta a quefta Congregazione 5 con cari-
co di tener accefa giorno e notte avanti 1' Immagine
della SS. Vergine là larttpana fuddetta donata da det-
ta Signora Federighi , che ttiorl rie' 15. Maggio 1705.
Nel 4i Maggio 1750. 1'IllùftfiHimo-i e Molto Re\r.
Sig. Ab. Carlo Gibvagnoli , corhe per privato chiro-
grafo lafciò lire 21. anntìe .
- Nella Chiefà di S. Lucia de* Mignoli , appiè degli
fcalini del Presbiterio , in ambedue le facciate, in
ciafcheduna parte di efle v* era un' Altare , in quello
dalla parte defìra , che era della Famiglia de' Sigg. Fei,
era 1* Aitar del CrocififTo ; iieìV altro a finiftra preflb
il Pozzo della Chicfa ì che era l'Aitar della SS. Non-
ziafa, del Magiftrato del Bigallo, che vi ha un Ufi-
snatura quotidiana perpetua fotto il Titolo di S. Maria ?
qui fu dèpofitata 1' Immagine della Vergine di Lore-
to , fino è che non fu terminata la fabbrica della-
Cappella. Qiiefti due Altari , in occafione che il Prior
Socci nel 1732. a fue fpefe pofe in miglior ordinanza
gli Altari di detta Chiefa, furono con Decreto di Mon-
signor Martelli levati , e trasferiti gli obblighi ad al-
tri Altari, e all' Alrare , ove furono trasferici gli ob-
blighi dell' Ufiziatura del Bigallo, quel Magiflrato fe-
ce incidere le fue Armi .
Il medefimo Sig. Prior Socci fece parimente a fue
fpefe fare la Cantoria , e V Organo , cb* è fopra la-
Porta della Chiefa . *
Q^q 2                              LE-
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3°*
L E ZI Q H E
XXVI.
& m t t jp e u ■% e àr -*
DI S. MARIA SOPR' ARNO.
• {*■
Ogliono alcuni pratici delle cofe an-
tiche Fiorentine > che quefta Chiefa
fofle edificata già fulla Coita a San
Giorgio, e dipoi trasferita dove ftà di
prefente, per maggiore comodità de*
Popolani fottopofti ad efla , ed abi-
tanti in Via de* Bardi , chiamata da
Ricordano Borgo de3 Pidocchio^ , perchè era abitato da
<vil gente
. Noi però fenza qualche documento auto*
revole non polliamo fottofcriverci a tal opinione ; Im-
perciocché da buono Scrittore indubitatamente trovali
il principio di quefta Chiefa accaduto nel governo di
Giulio Vefcovo Fiorentino 5 il quale morì ncluSi.
e ciò appare da un Lodo del Vefcovo Fiorentino Gio:
nel quale leggonfi le feguenti parole ; propter quam f-
pulus degens in Suburbio illo% quod extenditnr a capite
Pontis
} ufque adPortam, quae PLomanam dici tur Jtta uf-
que ad locum quod dici tur Magno li
, non poter at ad iam
difflam Ecclejtatn S> ' Georgii comode > imUo Jtne incorno*
do
, Ì& gravi conamine cowvexire , conce'JJtt ( Julius E-
pifc.
) mandamt , atque praecepit Tetro olim Plebano 8.
Mariae in Pineta
> ut in eo loco } in quo nane congru-
ità e fi } Ecclejtam in honorem B. Marie conflrueret y cui
& totum ipfum praediHum populum &c. Jìcut in injlru*
mento jter manum Burgundionis lud. & Not. confeBo con-
tìnetur
, Dal che ù comprende > che il fopraddetto Giu-
lio ordinò a Pietro Piovano dell* Impruueta , che in
grazia del Popolo , che abitava nel Subborgo tra il
Ponte
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log
Ponte vecchio , e la Porta Romana fituata allora die*
tro S. Lucia de' Magnoli , fabbricale la Chiefa di S*
Maria fopr'Arno , della quale fa menzione Papa Lu-
cio III. nel 1184. in una Bolla , nella quale confer-
mando egli ai Monaci di S. Miniato il portello di al»
cune Chiefe Parrocchiali in Firenze , chiama a confi-
ni d. Ecclejtam S, Maria? fupra Àrnum » Quindi fi fcoc-
ge lo sbaglio del Vafari , e di Filippo Baldinucci , che
vollero Architetto di'-quella Chiefa un tal Fuccio Fio-
rentino ì ingannati dalle parole che in caratteri gran-
di fi leggono fópra la Porta» che dalla via pubblica
mette in Cafa del Rettore , e dicono : fvccio mi fecc.,..
mccxxix. che farebbe aliai tardi , vale a'dire 48. an-
ni dalla morte del Vefcovo Giulio , che ne ordinò i*
edifizio , e anni 35. dalla Eolla di Lucio IIL Ma del
predetto Fuccio mi occorrerà ,tra poco di ritornar a
parlarne , avvegnaché fia il foggetto di graziofa No-
vella . E giacché Santi Maria fopr* Arno ricono-
fee , come fi è dimostrato r, il luo effere dalla ricchif»
fima Pieve dell* Impruneta , non farà fenza propofito
1* abbracciare qui la occafione di favellare dì quella
Pieve j o fivvero del principio , e della fantità di sì
miracolofo Santuario > digreffìone che non può far di
meno di apportare piacere a' Divoti, ed altresì agli
Eluditi .
                                                            '.-.■«
II. V Impruneta adunque è una comunanza di do*
dici Borghi raccolti in un diitretto, o fia Contrada »
che dal Fiume , che la bagna prende il nome di Val
di Greve , dittante da Firenze fei miglia » ed in quel
Borgo , che è 1* ultimo verfo Ponente , e chiamar!
Piazza, forge in una piccola valle quella fovrana Chie-
fa , dove fi conferva l'adorabile Tavola di Maria, fen-
za contratto, il più pre^iofo teforo della Tofcana , in.
cui onore , e gloria fu eretta circa il mille una Pie-
ve , e ne* fecoli pofteriori rinnovata, ed ampliata ìitl*
maniera > che fembra un Gattello , dove appunto pro-
digiofamente fi trovò la SS. Immagine . "E fé moltiffi-
mri fono quei., che ne parlano, e non poche le dipin^
ture j
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3io
ture , che la rapprefentano , io qui riporterò due fo-
li , ma ragguardevoli teftimoni Autori > che fono Fra
Domenico da Corella , che con feconda vena poetica ,
ma vera , la commenda , ed il Piovano Donato
de* Nobili , il quale una fua epiftok fcriffe al Grandu-
ca Ferdinando lì. follecito di faperne la vera iftoria .
% quefta lettera è la feguetìte : *i .
„ Chiede ? A, V. Screm'Alma fuccinta narrazione ài
5) quella miracolosa Immagine ; nel poco è forza che
„ il molto il comprenda ; s' era itabilito , come appa-
,, rifee nell" antico , e baffo rilievo fotto al Taberna-
S) colo di quefta Vergine Santiffima, edificare una Ghìe.
„ fa al fuo Rome fopra al Monte S, Maria , e polla
„ la mano all'opera , veddefi con iftupore ,.che la.»
f, notte invifibilmcnte era deftrutto quanto *i giorno
„ fi operava : correa* alla orazione , e al configlio de'
,) Prelati di quel tempo , quefti ifpirati comandano ,
„ che fi edifichi , ove Dio ne ddfi il fegno : prendono
,, due indomiti giovenchi , legangli al carro pieno ài
*» ftabiline pietre , e lafciandogli liberi , dopo precipi-
„ tofo corfo , ove oggi è il tempi* ( qual già le vac-
,> che del paefe de' Filiftei coli* Arca nel campo di
,, Giofuè Betfamita ) fi fermano: veduto il fegno , fi
,> delìbera , che ivi fi edifichi : mentre con veemente,,'
,, zelo fi cavano i fondamenti , uno degli operanti non
t> fapendo '1 teforo , che vi fi afeondeva , ferifee la
,) SS. Immagine , onde fi ode una languente voce ? al-
j» la quale recando , temono , s' arreftano , e ritrova-
3, to *1 miracolofo Ritratto, fi umiliano, e fi com-
3, pungono ; fi danno le dovute lodi a Di© , gli fi e-
9) regge la nobil cafa , la conlocano al devoto Alca-
», re , e quelli luoghi alpeftri di pruni infelvati fi fé-
„ condano di celefti grazie , di concorfo , di offerte ,
3, di maraviglie , e di miracoli . A quefta probatica..
» pifeina odono i fordi , parlano i muti , ed i Jan.
3, guenti rifanano ; 1 voti de i Fedeli} i pubblici libri,
»> gli Storici , le annotazioni fanno chiara teltimonian-
» za
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2"
,, za nelle foprabendantì piogge? nelle guerre, paci, e
„ pefti i miracoli , che {uccellerò , allorachè i popoli
,> fecero facrifizio del cuore loto nel rogo de* digiuni »
„ de' cilizzi , delle lacrime , e delle elemofine fopra 1*
„ Altare di un vero pentimento. Sparfa però la fama,
„ è la Chiefa arricchita da* Sommi Pontefici di varj
„ privilcgj . Che polT© più dire all' A. V* Sereniffima ?
» Ella è prudentiflima , ella conofce il tutto % perciò
^avendola ricevuta inficine con tutto il Popolo fuo
„ in Firenze con gran pompa , ammirabii pietà, e fin-
3, golar divozione , dobbiamo fperare , che 1* intercef-
„ fione della Madre delle Mifericordie> non abbia que-
„ ita volta da eflfer meno efficace di quello, che per
Y addietro fia Tempre fiata ,_ed otreneiii quanto dalla
„ Divina Bontà fi defidera , eeorc farle devotìlTima re-
,, verenza, le prego dal Signore Iddio ogni vera, e
„ fua maggiore grandezza . Di S* Maria- dell' Irnpru*
„ ncta 23. Giugno 1633*
„ Di V. A. S.                   Devotifllmo Servitore
,> Donato de' Nobili .
.,,.. . I '.,,: 1
         .:. u                   , ' n;m:. t! « yi.fr
Il Poema poi del dotto Religiofo Domenicano illuftra
a maraviglia della medefima Santa Immagine 1* «nti-
chiffima età , la figura , lo ftupendo ritrovamento , ed
ì molti miracoli , non omettendoti le dovute lodi ali*
Arcivefcovo di Ragufa , Vefcovo di Fiefole > e di Vol-
terra il Piovano Antonio degli Agli, che a fue fpefe
rinnovò con magnificenza Tempio , Canonica , ed Atrj
dell' Impruneta , tutto elegantemente deferivendo nei
feguenci verfi , che per maggiore intelligenza divido
in parecchi titoli b
Pxodigiofa invenzione della Sacra Tavola,.
Haec Truneta fuo *uulnari nomine dì&&
Virginis antiqua*» contimi ejjigiem^
Qttgm faper indomitos plauftum wxijfe' iwocncQtv
Imola tam faitili fert pa turba lori •
In quo Regiuae colitur coeleftif Imago
Maxima fub nofiro tempre figng gerent
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.<jjv,'.:
312
Si crede con ragione > the ivi fofìTe uh Tempio degl'
Idoli , per molte figure di bronzo , tra le quali uru
Serpente, furono trovate dal predetto Antonio degli
Agli .
Hi e ego gentili phanum de more dicatnm
Kuminibu* fieli* ante fuijfe re$r
>
* Ut firn ulaera monent marti* confi atti metalli*
Nuper in hoc celebri multa reperta folo
}
Defcrive come fi vede dipinta la S. Immagine > cioè
fenza il Bambino Gesù » e però antichiffima .
Nota quidem templi non efi prefentis origo
Ipfa nec efi ufu fitta figura nomo ,
Nam cum prole fua noflro dipingier aevo
Virgo Dei genitrix immaculata folet
Ant alio quo<vis coetu fociata decenti
Numquam fola manet Matris Imago Dei
Sed confort e carens per fé 'venerabili* ifia
Effigies weteri condita more fuit 5
fingere SanBorvm quando Jimulacra fide le s
4 , Coeperunt ancia Religione Dei
.
Viene agli ftrepitofi miracoli fatti dalla Sacra Imma-
gine
ìt
Nam quotie* nimio tellus ardore perufia
Influxu e al idi fyderis imbre caret »
Tel fummo nojfris offenfo Numine culfis ,
Crefcere nec fegetes hnga fé rena finunt
Implorata Dei genitrix fub imagine tali
Ammifias longo tempore reddit aqua* •
Jt fi maiore* Mnjro fpirante procella
Surgere contingat quam patiatur humus
Aera dum nymphis Orgou complet opacis
Vel folito ftillat largius urna poli s
Hec manet agricoli* anni fpe* ulla futuri >
€um ncque ant terrae femina forte davi ; ,
, Effigie* circum folemniter afta Mariae
B tanterefert nitido s haec aquilone die*
Urb* *vario quotie* agitar Florentia mota
> 4
Bello prejfa fori* , feditione domi\
; \                                                                   Si
•■ ''
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Si nociturà grave? inducane dethera morbo*
Et *vitae praedo laelifer annus eat
Aut alio fendente malo difcrimine tota
JP'abItea fi fuerit res agitata me tu :
Tunc pariter Unga ci<ves aetate p'obatam
Dirvìnae pofeunt mox genitrici/ epe in
Quatti praeftare folet propria cum femper ah Aede
Talis in banc urbem fertur Imago fua
.
E deformo avendo l'Autore le fefte , i doni de'Fio*
rentini alla Madonna dell* Impruneta , che fi tralafcia-
no. , pafla alli edifizj , e torri fatti per opera An-
tonio degli Agli .
Quam facra marmorei* nuper praefepta colftmnìs
■ Ante ditata fihi fufeipit Ara metus
.
Sed melius munire "volens Antoni»? Ulani
Ut cum plebe fimul tu ti or ipfe foret %%
Dum Rex Aragonum populos Alfonfus Etrufcos
Terreret magno nomine faepe fuo .
Ut walidam firmis precinxit turrihut arcem
Afpera ne njalcant bella nocere fili
Quae licet humano /vide atur robore fulta
Fraefulis eiufdem fumptibus auBa probi
Efl tamen Illa magis coelefli Mumine freta
Vt certa produnt figna relata Fide
Ex quibus Angelicas reor bic babitare cobortts
Tangere ne pojjtt quis miolcnter eam
Cum fit thefaure longe pretiofior orniti
Afferat & Plebi comoda multa fttae
.
E circa la Chiefa di S. Maria fcpr' Arno , in altro
luogo fcrive come fegue.
Guitti ad Ecclefiam mox pergo , quae fuper Arnum
Edita contiguo nomen ab amne trabit .
Mie quoque celfa tenent , è? digna fedilia Bardi
Et Ucus eli prifea Religione facer ,
In quo frnnetae domut efl Urbana figura*
Cuins *virtutes bic liber ante canit
.
E (in qui il Corella , da cui avrei defiderato il fuo
giudizio circa la confacrazione della Chiefa dell' Im*
Tom. X.
                          Rr                                 pru-
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3H
pruneta } conciofilachè ne leggiamo «Ha fepl4* tourata
lìdia facciata efteriore accanto alla portg principale,
con lettere antiche, che dicono:
-'" hai*"              ■          in l] *         "~ | ..n q                                                               faiw# ■                                   '-■'-"'iÉàW''" ■                       ■ ■•■■i :                     ■ ■*■■•■£.
DED. HVI. ECCE. III. N. lAN. AN. DMC. INCÀR. <5Ngp.
mi. pm'. ino. n. p.m. mmi. archiep* mJ?.a **& pp.
le quali parole fono diverfameme imefe dagli Eruditi,
ma io ie leggo come le interpretò Grafie e feo Rondi-
nelli nella fua Relazione dei contagio o!é| $$£.o.,£ ffo
così :■- .4 .- i iff-J* .> .-,- .. . , , ; - vt
DEDICATI© HVIV3 ECCLESIAE TERTIO NON. lA^VMII
ANNO DOMJNI.CAE I^CARNATIONÌS C^INQy-A€jESIMO
QVARTO POST MILITE INDICTIONE NONA PE& ÌWVS
VMBERTI ARCHIEPISCOPI Ul%U A NICO&AQ P^PA ,
Kè mi pare che tanto debba curare la dissolta , che
a detta fpiegaziotie fi è fatta dal]' Abate C#fo.Etj ? vale
a dire dell' ettoexamfino » eff^gshè yi fi jggg* ne*
1054. Niccolo Papà» che non pwici®iò ad efolo pri-
ma del 103$. Ma non è il primo esempio j che fi
trovi nelle iapt&e delle confacfcawni 4* -Chiede , il por»
re in concorreva di titoli il più ill*iftre di guel Per.
fonàggìo > che ie cottfacrò ; ficcoaie ujt fimjle «nacro-
nifmo notamm® «ella -Stori* della Chiefa dì §. Trini-
tà , leggendowifi che fu fam da Gregorio I&. ponte-
fice , che no» fu me a FÀfftize > e$en$o $>erò cofa
certa che eib iacoofacrò , qua odo era .-ÀpUnrienje .Car-
dinale Oftienfe > e non ancora Pontefice ? onde lo iieflo
imendafi nel asafo noftro * cioè che nel to$$, anno
della Sacra -deli' ImfU"U®eta > Niccolò era Yeicovo di
Firenze col inaine di Gherardo , ma fai ito al Papato,
per maggiore onore delia lapida > forfè collocata molti
anni àùf& , vi fi .chiama (Te Niccolò*
IV. Ma ormai ritornando a S. Maria fopx* Arno,
notar mi giova , che efla a .titolo di fondazione per
lungo tempo fu foggecta al Piovano dell' Impruneta ,
il
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3*5
if filale elegga* e dfcp titava on Cappellano ammovu-
bile alla rtóftra CMefa p«r la folm immediata ammi-
niftrazione della Parrocchia , nel rimanente efercitando
egli tutta la iudfdizione e fpi rituale > e temporale > co-
me vedeil all' Archivici Generale ne i protocolli di Ser
Lipp© di Ser Beniruendi di Gciittonej e di altri. Quan-
do però il detto Piovano reftaÌTe! privo di sì onorevo-
le privilegio , non avendo certi documenti , dir pollo
ih primo luogo* che (Ino al 1355. nelle Procurazioni
del Clero Fiorentino ho trovato fottofcritto il Cappel-
lano di S. Maria fopr* Arno , come in detto anno vi
fi legge : Tresbyter Bonama CaffelUwt Ecclefiae S. Ma-
rine fupra arnurn
; e feconda riamente che la Famiglia^
deJ fiuondelmonti fino .^tettNtfsrfito avendo goduto il Pa-
dronato della Pieve dell* Impannata , gode pure il Pa-
dronato delle molte Chicfe gii foggfetfe a quella Pkve,
e per confegueftfe l'ius #i nominafne i refpeurvi Prio-
ri , e Rettori 3 tra' quali contali il Rettore di S. Ma*
ria fopr* Arno di Firenze i *.*
          _
V. Di quefta Gbiefa parla una decisone della Sa-
cra Congregazione del Concilio data nel 1573* chiat-
ta dall' Archìvio de* Buondelmonti , e riporcata dall' A-
baté Cafóttì alla pag. 124. delia feconda Parte della.*
fua Storia dell' Tmpruneta * Siccome alle Riformagioni
evvi una deliberazione della Repubblica nell'anno 1447.
che riguarda il Privilegio , ed onore di quefla Chieia
ógni qualvolta veniva a Firenze la miracoìofa Tavola ;
leggendovi!! fui fine della Provvifione quefte parole :
Bt quod Domini^ & Collegi a , è? alia omnia •> é? finga-
la Officia tene aniur ire ad affociandum eandtm metteran-
dato Figuram
, & Tahenraculum ad Meclefigm S* Ma-
rie fu^ra Amum de florent. in gius wditu &e.
Anche
circa i confini di quella Parrocchia abbiamo una de-
fcrizione minura nel fopraccennato lodo del VefcovoGio:
del 12ir. che fono gli appreso ; Quatenus Ecclefia S.
Marine
, qnae jìta e& iuxta Arnum^ & eìl de iure Plebi t
S* Marine in Pineta habent pr* Parrochii fibi aflìgnut*)
& quieta pofftdeat > mei quafi omnes dìmos
, $* h abita-
R r 2                               tores
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******mmmm \ iw, w ^smBs^mmBmmmmmmmKmmHmKmmasammamm
11$
twes earum % quae funt ah utraque parte mas , qua
procedi tur
, & madit a fonte ufque ad portam Cinti'»
tatis
, quae Romana dicitur , falmis in omnibus , & per
omnia Par fochi a S» Felicitati*
, feu S. M. Magdalenae,
Ù" faln)is omnibus Ulis , quae junt retro illas domos,
quae caput , féu hofiia temnt ad Bratam ipfam , quae
fnnt de farrochia S* Georgii
, é* Jtmiliter habeat pre-
diala Ecclejia S* Marie domos illas tantum
, quae funt
ab utraque parte mae quae wadit ad S* Georgium ufque
ad Claffum olim Bili
.
V.  E per fine noteremo , che talvolta nelle Scrit-
ture antiche fi trova quefta Chiefa appellata $. Maria
de' Bar.di dalla Via detta ancor di prcfente Via de*
Bardi, e forfè così chiamctlì dall' effere fiata fabbrica-
ta fui terreno venduto da i Bardi, che vi avevano i
loro palazzi, loggia , e torri , ed un .chiaffuolo , che
voltava verfo il Fiume, chiufo con muro da i medefi-
mi Bardi , veggendovifi nel muro 1J arme loro , che
pure vedefi alzata fopra la loggia ridotta a due Stan-
zoni, che fono a muro a muro alla Chiefa, della quale
daremo ora la defcrizione.
VI.  Benché fiafi già moftrato che la Chiefa di S.
Maria fopr* Arno non potè eflerc per la prima fiata
fabbricata col difegno di Puccio Fiorentino , tuttavol»
ra potrebbe dirfi , che da coftui folle rinnovata , o
.ampliata , ed in quefta guifa falveremo 1* autorità di
Giorgio Vafari , e di Filippo Baldinucci , che |ò, vor
gliono Architetto di quefta Chiefa nell' anno 1229. che
appunto in quell'età egli fioriva, effendo uno di quei,
the prima di Arnolfo , principiarono a far rifiorire^
T Architettura ; e le parole del Vafari fono le appreifo ,,
,, Puccio Architetto , e Scultor Fiorentino , il qualo
h fece S. Maria fopr* Arno in Firenze nel 1229. met-
„ tendovi fopra una porta il fuo nome , nella Chiefa
„ di S. Fràncefco di Afcefi fece di marmo la fepol-
j, tura della Regina di Cipri con molte figure, e par-
' „ ticolarmente il ritratto ài lei a federe fopra un.*
„ Leone per dimostrare la fortezza di animo di lei. „
II
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-.;.'
Il Baldinuccì pure ripete lo fteflb nella enumerazione,
che fa de' Profeffbri dell* Architettura prima di Ar-s
nolfo , dicendo così,. Furono adunque avanti ad Ar«
,, nolfo molti Architetti in Italiane fra i più rinno.
5, mati ebbe luogo un tal Fuccio Fiorentino , che in
,, Firenze fabbricò con fuo difegno là Chiefa di S. Ma-
j, ria fopr* Arno j e in Napoli finì il Gattello di Ca«
„ poana , poi della Vicheria } e Cartel dell' uovo. 5,
Del medefimo fentimento è ancora Stefano RofTelIi fui
fondamento delle parole {colpite nella lapida fulla por»
ta del Rettore della Chiefa , cioè Fvceio mi fecì , fuU
le quali anche dagli Eruditi fi fono fatti diverfi di-
fcorfi , ma noi difcorrendola a rigor di grammatica*
Tofcana } dichiamo, che la parola mi feci » vuol di*
re divenni , e non mai mi fabbricò».o difegnò, per-
chè avrebbe dovuto dire , Mr fece , quindi fembrami
che vada fpiegato così ; Ladro mi feci , alludendo a_.
quel celebre ladro Piftoiefe > che chiamavafi Fuccio ,
e che fcrivefle quivi quello motto Ipolito Buondel-
monti j per lafciar in Via de' Bardi memoria dell'av-
venutogli , vale a dire , che piuttofto vuole fiogerfi »
ed effere reputato ladro , che macchiare Y onore di
Dia'nora de* Bardi fua Dama» e fé tale avvenimento
vogliamo , che fìa una favola , dicafi , che colui che
la inventò, per accreditarla in quefta parte , faceffew
porre le fuddette lettere j come fu fatto da chi vo»
Tendo autenticare il Poema del Morgante , fece affig-
gere quel cartello nella facciata di S. Apoftolo fopra
Carlo Magno , lapida per vero dire piena di errori ,
e di finzioni ; imperciocché chi la meffe , artifiziofa-
mente imitò le lettere gotiche. Non mi è però igno-
to. 5 che intorno alla noilra lapida , da varj Antiquarj
fi legga fvccjo mi fecie , riroafa la lettera ultima E
coperta dal recante del rabefeo lavorato a Molaica,
cenfiftente iw due Leoni , che reggono una Croce den-
tro di un cerchio, né debbo difimulare altra rifpofta »
che da Ì -mede-fimi fi dà , volendo > che negli Alberi
della Genealogia de* Buondelmonti , e de' Bardi non
fi tro-
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Ù firòVirió Mi i Jfiòmi d* Ipofite , né di Dianorà ;
Quindi bàrtaridomi di avere riportate le varie opinioni
d'egli Scrittóri fu la capricciòfà cifra , ripeterò il già
dettò di fòpra , che certamente Fuccio non fabbricò
Qhiéfa di S. Maria fopr* Arno , ma forfè la ridufle
in migliot forma M
Vi. 0r Venendo élla Chiefà i primieramente è da
rlèfàffi tin Gallone di macigno , o fra Avello elevato
dà terrà alla parete di fuori a manritta dèlia porta,
dóve fi vede fcòlpita 1* Arme de' Bardi , chiaro con-
tràiTegrio di etTervi fepòlto qualche Personaggi© di que-
fìà Famiglia, ma non mai <juel Mefler Aitagio , come
crede Leopoldo del Miglròre , imperciocché il detto
Aftagiò fu uno di quei mallevadori che Irovanfi fot-
tofcriÉfi nella pace tra Guelfi e Ghibellini , conelufa-
filila piazza vecchia di S. Maria Novella alla prefen-
Za de! Cardinale Latrno , là qua! pace fèguì nel 1280.
Quando qutitò fepolcro fu fatto affai dopo , parlando-
le ^rarVco Sacchetti nella fùa Novella tic» all' anno
1342. tìella qual Novella leggefi , che di nòtte-uh la-
minò iéritrirtò nell* Avello del Bardi , per fpogliare il
tfiortò degli àbiti , usò lo ftràttagemma di fingerfi il
mòrto refiifcitato , e gridare ad alta voce 5 per così
mettere in fuga il Banditore del Duca di Atene Ti-
ranno di f irèftze , che fi avvicinava alla Ghiefa di S.
Maria fopr* Arno , il qual Banditore fpaventato agli
urli créduti del mòrto , fuggì , che mille fpiriti Io
fòrtàvàtiò . Onde fé il feàrdi fi mori in tempo del Du-
ca di Atene , vàie a dire circa al 1342. chi non ve-
de hòh poter eifere flato Aitagio , ma piuttofto quel
Meffer Andrea de* Bardi nominato con lode dalla Sto-
ffa fiorentina fino ial 1342. e pofeia non più fé B£-#
sparla .
VÌI la tavola dell' Aitar maggiore, in cui è la
Vèfgine Annunziata dall' Arcàngioió , fu dipinta a fpefe
dei fcuòndeìmonti, de* quali è il Padronato; Alla prima
Cappella che viene in Coìrnu Epiftolae, evvi un ammira-
bile Quadro, òpera lodatiflìma di Jacopo d' Empoli, il
quale
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0?
quale vi effigiò un rnJmeplQ p J cxefe io <klk, Ma-
donna dell* Impruneta , fpjehè h Vergine p dimnj*
fenza il gabbino Ge$$ . QuÌFÌ ?<&ncjue £ vede fug-
gire a nafcpnierfi fpnp il mW° d» ##F& ?n &0"
ciullo piangente; , la cui Madre in abito affai npfcjlg
e genuflefl'a pr§ga ja ¥ff,gine , | neli* pfcuro appare^
il Demonio cop un forcone in mano, ed ip terra uij
mulino mMSmp > col quale fchetzaya il Fanciullo per-
feguitato d,al p*}jgfK> PpWP, ,n,el qual palino leggei*
Iacopo j>' E^^pLi fece . Accaftip a que/ìp Altare eyvi
la Cappelli > W? è dipinta $.-AM* Pa$Wf|i Mty'ì
zi con 3. AgpftMio , che ferine nel pmp rìsila mede-
ma le à&lmffi&ìc parole : v£.rbv.m caro f^ctym est*
Dalla pane M ¥mg?lo troyafi ^Itro Altare con ^vo-
la , ove è Àigmm $. Tejrefia in atto di orare avanti Ja
SS. Vergile; js #£Qinio al medefimo ti oviamo la Cap-
pella fatta * :Ri^baldefi Famiglia il|«ftre dell* Re-
pubblica , ad o^ore 4i u» ipitacolofo CrpcjjSCp ^ «ove
intorno intprn© pende una guarnita $ vpxi ? ,e alla.,
parete in alto tfi è um ispida di marmo fattavi col-
locare da Gio: Batifta Rinùccint Fiorentino , e Arci-
vefeovo di Fermo Nunzio Pontificio in Ibernia , che
così volle onorare la memoria di Mala tetta Brancadoii
fuo Segretario , ed Amico , facendovi incidere la fc-
guente Scrizione ;
• .           Dr           Ó.            M*
MALATESTAE BRANCADOR0
NOBILI FIRMANO
QVI ARCHIEPISCOPVM FIRMANVM SEDI APOSTOLICA!
NVNC1VM IN HIBERNIAM SECVTVS
TOTO EI IEGATIONIS TEMPORE FIDELISSlMÀ
SEDVLITATE AB ARCANIS E#lSTOLIS
1NSERV1VIT
AC DEMVM IN ITALIAM REVERSVS FLORENTIAE
OBI IT DIE IV* OCTOBRIS ANNO MDCIL.
IOANNES BAPT. RINVCCINVS ARCHIEP. FIRMANVS
AM1CORVM SELECTISSIMYS M. P.
IX. Le
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32©
IX. le Reliquie che in quella Chiefa fi conferva-
iio in urne e vafi dorati fono degli Stinchi di S. Di-
gno , e S. Digna MM. un braccio di S, Giuftino M.
ìonovi ancora di S. Coftanza M. una Cofta , e di S.
Benigno M. altro Stinco , la Tefta di S. Placida M.
è di Si Abondio M. Né da ometterfi è un pregio di
S. Maria fopr'Arno , dove principiò la Ven. Congre-
ga de* Preti detta della Concezione, radunanza così
celebre, che tra i^ primi Fratelli annoverati 1* Arcive-
fcovo e Cardinale Giulio de* Medici , che pofcia falì
al Pontificato. Quivi adunque nel 1517, nacque la^
detta Congrega , la quale come fi difle nelP ottavo
Tomo pafsò a fare le fue Tornate in S. Michel Vif-
domini nel 151^. e di là alla Chiefa che fabbricò il
Vefcovo Buonafede. E per fine ritornando alla no-
ftra Chiefa , ci è fepolto Felice Ficarelli chiamato il
Ripofo, Pittore degno che fé ne faccia memoria , per-
chè crefcendo viepiù di ftima le fue opere , chi ver-
rà dopo di noi , crediamo che fia per aver caro di
fapere dove egli è fepolto, e dove il fuo corpo ripofa.
LE-
/
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r-'
XXVII.
LEZIONE
p f, z, 'ir oratorio
DEL S. SEPOLCRO SUL PONTE VECCHIO.
£' t; '' .-■ ''■■■
Olto ofcuro efiendoj ed incerto il prin-
cipio di queft' Oratorio , ed altresì
dubbiofo il tempo , e la maniera che
pafsò in Commenda : fu taji incertez-
ze io penfo che mi faranno lecite di
fare alquante confetture in queita Le-
zione, per dare alcuni lumi 3 che un*
volta potranno fervire agli Stydiofi per rintracciarne^
la verità . E però fia la prima congettura , che quefto
Luogo circa al mille folle uno Spedale, che tale lo
troviamo né i Brevi de* Papi 3 nell* Archivio di Mon-
te Oliveto , nelle fcritture di S. Felicita , e ne' pre*
gevoli Codici della Strozziana al libro X R , donde^
chiaramente fé ne cava j che un certo Fiorenzio det-
to Folco, uomo chiariffìmo e ricco, ne fu il Fondato-
re , che fiorì poco dopo il mille : cioè intorno al
1050. perchè nel i©<58. fu donato dal FigHo alla Ghìe»
fa di S, Miniato al Monte, acciocché )a Chiefa di S.
Felicita , come tante altre iufigni , avefie il fuo Spe-
dale d. Jiofptalis de P»ate, in uno fruménto dei 1172.
che nel 1024, pafsò infieme colla Chiefa di S. Felici-
ta a i Monaci Benedettini di S, Miniato al Monte* me-
diante il celebre diploma del Vefcovo Fiorentino Il-
debrando? nella quale carta, tra le Cbiefe donate a que*
Monaciv ncrninafi anche ■ Eccleji'a S-» FclieitAtìs de Ph+
rentìa
, & quecnmque de iffa Eeclejta quam teff et loan*
nes Fresbyter Villus q. Urfi Presbiteri
, lo che più
chiaramente apparifee in un Breve di Papa Aleflandro
Tom, X>
                         Ss                                   II,
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II. dato nel io£8. efiltentc nella Libreria del Senatore
Strozzi , col quale Breve il derto Pontefice confer-
mando a* Monaci i beni loro donati , efpreiTamemej
nomina : Hofyitale crsHttm iuxtn Pontem Veterem froge-
^lorentinm^ 'vulgo diffum Unicum Virum clariffimum.
In-
trodotte dipoi in S. Felicita nobili Vergini dai Vefco-
vo Gherardo , quefte a poco a poco ricuperando i
loro beni , ritornarono ad efifere padrone del predet-
to pio Luogo » dove giufta le Scritture del Monand-
ro , ©{fervali che tenevafi dalle Suore un Pr^te ftìpen*
diàto per fervizio dello Spedale, coinè appare da uno
Strumento del 1205. in cui fi trova nominato Frate.»
Gherardo S. Sepdcri , ;
II. E pajanrìo frattanto ad altro dubbio 5 cercar
qui devefi quando , e come 1© Spedale diventale Com-
menda j ed in difaira certi documenti , fonderò una
rnìa congettura nello zelo del Vcfcovo dì Firenze Ri-
nicri , dai quale perfuafì, fecondo Scipione Ammiran-
te j due mila cinquecento Fiorentini , e da lui croce-
fegnati , fi mollerò fotto la condotta di Goffredo all'
acquilto di Terra Santa, che poi ritornati gloriofi a
Firenze , sì predicavano fattamente in ogni dove li de-
vozione , e carità de'Cavalieri Templari in Gerufalem*
me occupati a fedire i Pellegrini negli Spedali , o
nelle vifue de* Santi Luoghi , maflimamence del Santo
• Sepolcro , che dal detto Vcfcovo Rinicri , o dal fuo
Succedere, a quel nobile Ordine furono donati parec*
chi beni , tra* quali, lo Spedale-* Ponte Vecchio,, il
quale di fatto nel computo delle Chiefe Fiorentine ,
fatto eftrarre dal dìlfgenttffimo Sig. Lami dall'Archivio
Vaticano, che è del 1299, vale a dire, 12. anni avanti
la foppreflìone de' Templari, lì nomina Eccl. S* Segultri
de fonie Feltri}
tale lo nomina, il quale dipoi principioffi
a chiamare )a Magione del Santo Sepolcro, che tale
appunto trovali denominato a confini in alcuni iftru-
nienti di vendite nel!' Archivio dì S. Felicita , come
in uno del nEg. rog. Scipio Index , & Not. leggen-
dovi/i Dom. Cecilia Abhatijfa , é' Mo/iiaht S, Felicita*
». !"J                                                                                                                               s :■ .tt S
■■'■ .                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       »
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tìf cafam ^'munt tùnfimà à ì.Vìd pMcé] i\ Deùn/s Mah-
jìonis S* Sepolcri iuxta pramidem Tenti s Ve t e vis
, ed i Ca-
valieri Templari feguicarono a godere quefta Commen-
da co i fuoi beni , fino che furono effi mifcrabilraen*
te cftinti da Clemente V. nel 1311* come è noto daU*
Helyot , dal Flewy \ e da mille Scrittori EcclefiafH-t
cij e profani , che ne fcn'0er© , E qui ci fia permeflW
il dire, che in Firenze tre Magioni almeno asevari©
i Templari : al Ponte Vecchio \ in Vi» 5. Croce > e_»
in Campo Corbolirti .
Ili, E venendo ora alle entrate della medefim*-è
Commenda , una gran parte delie rendite erano , e f®-
no ancora quelle con le quali Folco dotò il fuo antica
Spedale , ed io fon di credere , che fieno que' terreni
fìtuati fuori di Firenze fui Poggio , ed il piano con-
tiguo alle mura della Città, poiché ne i libri de' Com-
mendatori chiamati il Cabreo , fino da i tempi anticki
fi trovano notate cafe , orti } vigne , e terre livellate
fuori di Porta a S. Piero in Gattolini , appunto ne ì
luoghi fopra fegnati , e perchè la Repubblica per far
le mura del terzo Cerchio occupò parecchi terreni del
piano dalla Porta Romana alla Porta a S. Fridiano ,
che fpettavan© alla Commenda , per ricompenfa del
tolto ; alle Riformsgioni nel libro fegnato dal 1330.
al 133$- fi legge cosl » lii1' fi afifegna alla Magione
„ del S. Sepolcro del Ponte Vecchio per indennizzarla
,t da i danni ad effa cagionati nell' alzarvi le mura^
,, nuove, e torri del 3. cerchio della Città, terreni
„ e cafe dentro le mura della Porta di S, Piero isu
j,Gattolino , rogò Ser Martello di Niccolò da Bar*
,j berino Cancelliere del Comune di Firenze» ed il
terreno dato dai Fiorentini s è queir ifola di Cafe , che
dalla Chiefa di S, Piero in Gactolino arriva fino alla
Porta della Città , udiamo il tefto: Da uno ftanziamen-
to della Repubblica Fiorentina del 1332, per rifarci^
mento de' terreni occupati per far la Porta a S. Pier
Gatrolino , fi dice : Et Rettori Ecclejìae S> Marine de
Verzaria
. Ut Tristi 5 $* Hofpitali 8, loh, Hiervfalem
*
>
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è? Ecclejtae S. Sepulchri ad ~Fovtem \ quod occajìone coti-i
ftrti&ionìs no*vorum muromm i Ù" Turrium
, & foffarum
Cirv. Fior, de no<vo faBarum a Flamine Ami <verfus
Tortai no<vam de FerzarJa
, qua itnr Fifas , ttfque ad
Fortam no<vam , qua itur ad Ciwtatenì Senarum
, occu-
pata fuerunt per Commutte Fhr. bona quàedam diBorum
Viorum Locorum
, unde pepunt Jtbi fatìsfierì • Il Monte
ove è la Chiefa de' SS. Vito, e Modello , fi dice S.
Sepolcro
, perchè vi fono gli effetti : vedi Lami a pag.
1198. Or a quelle autorevoli notizie arrogefi un Mo«.
naftero e Chiefa fabbricata . fu* medefimi terreni , che
per elfere fiate terre della noftra Commenda , fi chia-
mò nella fua fondazione Ghiefa e Convento di S. Ma-
ria del Santo Sepolcro . 'Benché fu ciò e' abbiano i
Critici qualche difficoltà. Vedafi la Storia Eccldìaiti-
ca del dottiamo Sig. Lami * Pure riportiamo quello ,
che ferirle V Abate D. Placido Puccinelli nella Croni-
sa de* Monaci di Badia alla pag. 119. come appiedo ,,
,., Le Campora , queft® è quel Monastero, il quale,.
,1, nella fua prima origine fu eretto nella Parrocchia
» di S. Donato a Scopeto , luogo appunto dove è di
j,, prefente la Chiefa di S. Francesco di Paola fuori
,j della muraglia di Firenze , tra le Porte Pifana , e_»
j, Romana j da un tal Sacerdote Bartolommeo Bono.
s, ni da Piftoia lotto la regola di S. Agoilino per li
! Monaci di S. Girolamo con titolo di Priorato nel- ♦
» le fue paterne cafe , ficcome altri vogliono fui ter-,
>, reno di Dardano Acciaiuoli » dedicando il Tempio
,> ad onore di S. Maria (Spi S* Sepolcro > dotandolo
„ del fuo proprio patrimonio nel 1334. ove Panno,
,, feguente adi ig. di Maggio con due altri Compa-
a, gni prefe V abito Clauftralc con voto folenne » e ne
j, fu creata Priore , e confermato da Francefco Sii*
» veltri Vefcovo di Firenze . Ordinò il detto Priore ,
», che uno de'noftri Monaci folfe loro Visitatore , ,c
» Guida 5 del rimanente foggetto al Vefcovo di Firen-
aj se j come per decreto del Cardinale Gaetano Orfini
n Legato a Latere, in Tofcana > e noftro Commenda-
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r, tario . Portò il cafo, che per l'intemperie dell*aria,
„ fu trafpòrtato ( il Convento e Chiefa ) nel fico deU.
5, la Parrocchia di S. Ilario, nel terreno di Giano R*W
» gutii ec. „
                             : * i N rti           àtep
IV. Dal fatto poi firepitofó del demolito Ordine,
ne avvenne , che la Commenda del S. Sepolcro fu una
delle moltiitnie da Clemente V. applicata alla Religio*;
ne di Malta, e mi fono avvenuto a trovar il primo,
di quell'Ordine , che ne prele pofleiib, e fu Era; Tam-
maro da Prato , Pinzochere dell' Ordine di Sv Fran-
eefeo , e Spedalingo dello Spedale di S. Paolo fulla
Piazza di S. Maria Novella , così leggendofi in un li-"
bro -dell' Archivio di detto Spedale fegnato B ìfj pag*i
3. „ anno 1313. Fra Tommafo di Cecco de' Tignofi
„ da Prato del 3. Ordine di S. Francesco, nofho.Go-
„ vernatore, fu fatto Commendatore della Magfotiei
,, del S. Sepolcro a Ponte.Vecchio dai fuo Maeftro Fra/ì
,, Folco de Villaret della Religione di S. Gio: Gerofoli^i
,-, mitano j, Per lo fpazio poi di qua fi un fecolo ignorane
i fucceflfori in quefta Commenda, fui principiare però
del 1400. fuviri Fra Bartolommco di Binda Canigianì,
che ebbe T onore di quivi alloggiare il Gran Maeftro
Fra Filsberto di Naillac, che venne a Firenze nel 1419.
chiamatovi da Papa Martino V. per gravi affari della
Cliiefa , giufta il Boiììo parte 2. della fua Storia lib.
V. e ne i noftri Diarj fcritti a- penna leggo , che la_#;*
Magione a Ponte Vecchio divenne il luogo del con*
.gre Ilo per la pace tra il Papa , e Forte Braccio Si-
gnor di Perugia , accolto dalla Repubblica FioreiinV
na , con onori uguali ad un Re, ed in poche feffici*
ni quivi fatte alla prefenza del medefimo Gran Mae-
ftro , di Cardinali , e de i Deputati dalla Signoria di
Firenze, furono fottoferitti gli articoli della concordia fò
Al Canigianì fuccede Fra Iacopo Acciaiuoli ^ dopo U
cui morte , per il fucceflbre travagliò affai la Repub-
blica , non piacendole un Cavaliere Greco , che avea
nominato alla Commenda noilra il Gran Maeftro , i
Fiorentini fi maneggiarono in Roma per disturbarne
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il poflefib , e ciò ; appare alle Riformagioni da un li-
brodi lettere del JE453. al 1455. dove evvi lettera del-
la Repubblica al Cardinale; dì S, Croce a Roma > al
quale raccomandafi che voglia operare predò del Pon-
tefice CaJifto IH. che Fra Antonio Salviati Cavaliere
dì Rodi abbia la Commenda del S. Sepolcro , vacata,
per ìa morte di Fra .Iacopo degli Acciainoli , noru
piacendo a i Fiorentini , che il Grafi Maeftro penfì a
conferirla ad un Cavaliere ,di nazione Greco ,- e la..
Commenda fu data «al Salviati 4 dopo il quale fu Com-
mendatore Fra Niccolò ài Piero Ridolfi , che morto
nel 1481. Sifto IV. la diede a Simone Vefpucci Barn-
.bino di otto anni, con grave difpiacere della fuddetta
^Religione l
          oU:«if#.                  . \ %
- ; il V<- E tralafciandou* di. annoverare molti altri ;Com-
jnendatorli, noin effondo .-potàbile di darne una conti-
nuata* ferie per colpa * delle piene di Arno , farò qui
menzione dell* ultimo defunto j mentre io fcriveva quefta
Jftoria 5 che è rrato il JBalì Fra Orazio San fé doni Ca-
valiere di rari talenti , e gratifiìmo ali* Augufto neftro.
Imperatore Francefco I. Granduca di Tofcana , che P
occupò in cariche affili illuièri 5 e parleranno fempre
di luì il palazzo, delia Commenda, che egli ampliò ,
ed Oxrè, e li notabili bonificamenti delle Rendite
accrefeiute alla Religione . Né al Sanfedpni è minore
o» ffi voglia nella chiarezza del fangue , o ne* fervizj
pretèsti al fuo Ordine } 0 nella pietà il prèfente Com»i
mendatore Fra Gaetano Bonanni de* Principi'della Cat-
tolica Palermitani . E dopo sì gloriofi Cavalieri Bene-
fattori della Commenda jirammeaterò qui un altro Gran
Mastro Gerofo] imita no > che trevo reato in Firenze.*
nel 13-92. appellato Fra Ricciardo Garaccioli , che da
Genova pacava «• Roma ? egli non prefe l'alloggio in.
que/b Commenda -, perchè, la Repubblica Fiorentina-.
gli alfegnò in S. Croce un grandiofo ricevimento!J e
come dice Scipione Ammirato al libro fedicefimo J} Fu
3> da* Signori con grste accoglienze , e con ricchi do-!
i) ni di argento grandemente honorsto ?> Del aiedefimo
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ho ìq favellato al tomo vn. nelle Lezioni del Mona-
stero delle Monache di S. Giovannino in Firenze, fon-
dato da quefto Gran Maeftro.
VI. Verrebbe per fine V ultimo dubbio , quale è
fé quefta Magione rovinale nella piena deli' Arno > la
quale atterrò il Ponte Vecchio rifatto più ftabile<> e
più largo da Andrea Pifano , ma dipendendo la fola*
zione dal cercare fé il detto Architetto fondalie le
Pile del Ponre fulle rovine del vecchio 5 più fotto 9 ri-
metterò agli Antiquari Fiorentini la decisone j con-
cludendo la prefente Lezione con additare al Leggito*
re co(a che mi sfuggì dalla memoria quando deferiflì
il Ponte Vecchio nel trattato della Chicfa di S. Ste-
fano a Ponte , ed è quella vafea in cui cade T acqua
detta. Ferdinanda , perchè Ferdinando II. ve. la con-
duflfe da i Monti Fielblani per comodità, ed a benefi-
zio pubblico* Qtieflo Pilo adunque fu condotto a Fi»
renze da Pifa , ove anticamente fervi di fepolcro iru
quel celebre Campo Santo , e prima era in Minorica
portato dai Pifani alla loro Patria tra le molte fpo-
glie , che vittoriofi fecero nel Mar Mediterraneo . Neil'
orlo di fotto a quello pilo fi legge in lettere gotti*
che cesi: sep. opitt de campo et heredvm svqrvm .
Nome di un antica Famiglia di Pifa , che prefe la
fua denominazione da piccolo luogo fu la riva d* Ar-
no dàlia parte del Monte della Verrùcula , ed in uru
atto rogato in Fifa Tanno 1140, fi trova fra* teftimo-
nj Lmfrmcuf quondam Ofiti ds Campa rog* 3Vr ham*
nes q. Ronaccìni de Fica Mot, Pifanns
; cartapecora in
Ge&elio fpoglio fegnato R 9. Anco la Vafca } e Pilo
che jriceve 1* acqua a S, Spirito , e queìla fui Prato
del Poggio Imperiale fono parimente flati levati dal
Campo Santp di Pifa ,
VII* Aveva la Magione del S. Sepolcro un antico
Oratorio, il quale fu incorporato nell'abitazione del-
la Commenda , riconofeendofene di prefente qua
veftigio nella fua fommità, ove è rimarla fotto la gron-
da del tétto una fpecie di cornice antica • Difmeflb
quello
-ocr page 340-
w
32S
qutiìo Oratorio , è credibile , che a tale ufo fotte ri-
dotta una Camera terrena , ove di preferite è la pub,
bl ica Chiefina della Commenda . In efla vicino all' in-
goffo trovafi una Annunziata dipinta a frefoo ne* tem-
pi affai remoti , forfè vicini a Giotto . Due piccoli
Altari fono collocati in quello luogo , ed in uno evvt
una Tavola, ove è effigiato S. Gio: Batifta in atto di
annunziare la parola di Dio , e nell* altro oiTervafi un
piccolo Tabernacolo , ove è confervata un Immagine
di nofìra Signora tenuta con fomrna venerazione } fot-
to di eflb fcorgeu" una piccola Tavola , ove è dipinta
la decollazione del Precurfore di Crifto w
LE-
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ff ... ■•■*.'. ' .1
i «£,
3*9
LEZIONE
XXVI11.
DELLA C É I E SA
DI S". IACOPO S O P R' ARNO
DE* SIGNORI DELLA MISSIONE!.
I può quefta Chiefa annoverare tra le
'.. molte antiche , fecondo che ftimano
quelli , i quali fi dilettano degli ftu-
dj delle verufte cofe } ciò conferman-
do il Malafpini alla pag. 6"j. della
fua iftoria 5 e Gio: Villani al lib. 4.
cap. 7. dove nel dcfcrivere le fecon-
de mura della Città , edificate nell'anno 1078. dice
che uno dei tre Borghi di Oltrarno era fin a quel
tempo denominato da quefta Chiefa > come di preden-
te ancor fi chiama Borgo di S. Iacopo , le quali pa-
role baderebbero ad iftabilire quanto grande fia 1* an-
tichità di effa . Ma a sì nfpettabile autorità , piacemi
di arrogere alcune altre ragioni per viepiù corrobora-
te un sì bei pregio a S. Iacopo , e fia il primo ar-
gomento quello , che al folito ufa il Borghini , par-
lando delle Chiefe » che furono le 12. prime Priorie >
volendole efiftenti circa del mille , ed appunto tra effe
pone la Prioria di S. Iacopo fopr*Arno , Collegiata con
Canonici , ed uno di quefti trovafi nelle cartapecore
dei Capitolo Fiorentino } che chiamato" M, Rinieri pre-
dente alia folenne ftipulazione di vendita , che fanno
i Canonici di S. Reparata , di certi beni in Solicciano
a Rujlico fi. Gufi iii$* Daniel Index & Kotarius 5 In
fecondo luogo fi confideri la Loggia , o fia il Por-
tico , che viene dinanzi alla Chiefa , il quale com-
porlo di colonne , e di capitelli di ordine Corintio
Tom. X.                      Tt                                 di
ì
»...
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33°
di differente (trattura , e modanatura , archi di mar-
mo a mezzo cerchio , e le colonne di qualche buo-
na proporzione, nulladimenolìcuramenre fi deduce ef*
fere ài grande antichità . Né da tacerfi £ un car-
tello di marmo , che flava ad una colonna della.*
Chiefa nel fecolo paffato 5 nel quale leggevano* quefìe
lettere ;
AD ONOREM dT HA COLVNAM FECER'
NEGOTIATORES ROTVNDAM Qj[ RESIDENT
IN PORTA REGINAE OJVE DICTA E S. MARIAE .
dalla quai memoria fé ne deduce un chiaro contralte-
gno di lunghi fecoli , pofeiachè non fembrando cofa
meritevole di lapida il fare una colonna rotonda , ài*
re conviene, che tale lavoro fi fa ce (Te in que* tempi
di ignoranza dell* arte , cioè della Nazione Longobar-
da , che ofeurò col fuo barbaro modo di operare| i
buoni precetti dell* Architettura , lo che pure appari-
va da tutto il corpo della Chiefa ripartita in tre na-
vate da femplici 5 e goffe colonne « Era però quefta
Chiefa all' ufo delle antiche , talvolta eletta per pub-
bliche , e ftrepitofe adunanze , come per quell'afìTetn-
blea fatta de*Grandi, che racconta Dino Compagni al
libro i. pag. 46. come fegue : „ 1293. in S. Iacopo
,, fopr* Arno fi radunarono i Grandi , ai quali parendo
„| di eflere opprefli , e privati affatto del governo del-
„ la Repubblica, dalle Leggi , che per configlio, j ài
„ Giano della Bella , in favore del popolo Ci erano
,, fermate , e (ìabilite contro di èffi , quivi rizzato»*
3, in piedi Berto Frefcobaldi , efortò i compagni alia»*
?, propria difefa colla forza dell'armi. ,,
IL E feguitando a riferire altre notizie indicanti
antichità , ritorneremo al Portico della Chiefa per óf-
fe.rvare un fepolcro , o ila un' arca di marmo alla pa-
rete di elfo , dove giace infigne Cittadino morto , e
qui fepolto nel 1347. chiamato Cavaliere Paolo Vet-
tori (tato Ambafciatore della Repubblica a Lodovico
Figlio di Carlo Umberto Re di Ungheria , quando
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33*
pafsò in Italia per Napoli a vendicare la morte ài
Andrea fuo Fratello , e da elfo iiiuftrato dell'Ordine
di Cavalleria • Hanno creduto alcuni , che quello f$-
polcro fofle di Paolo Capponi , non eOfendovi ifcnzio-
«e , che lo dichiari , vedcndovifi 1' arme di efla Famì-
glia . Evvi pure in quefta loggia lapida antica con
arme degli Aminoti , la quale era nel Chioftro , »
fia nella Canonica .
III. Quefta Chiefa poi fenza interruzione di altri
Padroni , ha feguiuto ad eifer Collegiata di Preti Se-
colari fino al kvi. fecolo , e mi fono avvenuto a tro-
vare ne' rogiti di Ser Niccolò di Petruccio , all'Archi-
vio Generale , un Priore di S. Iacopo jD. Antonius Gae*
tùnus Yroton. D. Papat) Arcidiaconus Boninicnjtf
, Prior
Bcclejtae Sì* Iacobi fup*a Amnm de Fior enfia
1390. Que-
fti nel 1395. fu eletto Patriarca di Aquileia , e nel
1402. fu creato Prete Cardinale , avendo avuto in_.
Commenda il Vefcovado di Fiefole per la remozione di
Fra Luca Manzuoli ; il Gaetani pofcia rinunziò il det*
to Vefcovado , ed anche il Patriarcato, e fi morì in
Roma nel 1412. Dipoi in un libro antico di ricordi,
efiftente in S. Iacopo 5 trovo notato quinto appredo : ,,
f) Anno 1542. nota dell' Inventario fatto il dì . , i
„ ... di tutte le Maflcrizie > Robe , e Paramenti che
„ fi trovano nella Sagreftia della Chiefa di S. Iacopo
3i Oltrarno , e che fi confegnano nelle mani de' Frati
,, che ftanno a detta Chiefa , e queft' Inventario fu
„ fatto unitamente co' detti Frati , del quale ne han-
,, no copia di mano di Frate Pietro di Cremona al
„ prefente Guardiano de* Frati OlTervanti di S. Fran-
„ cefeo 3 dimoranti in $. Iacopo Oltrarno ( notili 1*
anno in cui vennero quefti Frati in quefta Chiefa , e
la loro dimora quanto durafle , e con quale iurifdizio*
ne > non fi sa, ma per afficurarci della dimora de* det-
ti Religiofi in quefto Luogo , ceco un altro Ricordo „
,, Anno 1542. adì .17. di Luglio, i prefati Operai
„ infieme col Rev, Meffer Piero de' Medici Canonico
„ di S, Maria del Fiore , e moderno Priore della Chie^
„ fa di S. Iacopo Oltrarno , e col Rev. P. Fra Anto-
T t 2                             „ nio
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33*
„ nio dell* Ordine de* Frati di S. Francefco Offervan-
,i ti » e CommifTario deiia Provincia di Tofcana , o
„ con Frate Piero da Cremona del medeiìm© Ordine j
,, e Guardiano de* Frati > che al prefente ftanno iru
3, detta Chiefa > hanno conceflb agli Uomini della-»
j, Compagnia nuovamente eretta per accompagnare el
„ Corpus Domini un fito in detto Convento di S. la-
)5 copo » ovvero Volta , la quale è fotto la Sagteftia^
„ di detta Chiefa» con gli obblighi , modo » e forma
), comprefi nel contratto per rogito di Ser Lorenzo
jj di Francefco di Angiolo da Bibbiena Notaio Fioren-
j, tino $ e Cancelliere de* detti Signori Operai. „
Trovo inoltre che nel 1575. Mefser Piero de'Medici ,
il quale in detto anno ad iftanza del Granduca Fran-
cefco , col confenfo de' fuoi Canonici , rinunzia la_.
Chiefa» Canonica, e fuoi beni a i Monaci di S. Sal-
vadore detti Seoperini . Di quefìi Monaci entrati in S<
Iacopo ; confervavafi memoria in mezzo alla Chiefa ,
ed ora fotto il Portico della medefima > in lapida con-
lenente un compendio della loro funefìa e varia (Iona t-
leggendovi/! come fegue ; f
                               bq
CANONICI REGVLARES EX ANTIQVIS CANONICIS S. MARIA E
RHENANAE IVXTA BQNONIAM A GREGORIO XII. PONTIFICE
ANNO MCCCCV1II. S. SAiVATORIS NOMINE INSIGNITI . CVM
PRIMIS SEDIBVS QVÀS AD S. DONATVM IN SCOPETO EXTRA
VRBEM HABVERVNT VRGENTE BELIO EX-PVLSI ANNO M.D.XXXII,
AD S. PETRVM IN GATTOLINO - ATQVE INDE PROPTER- VREIS-
MVNITIONEM AD S. LVCIAM IN PRATO POST ANNOS XVI. SE.
CONTVLISSENT DEMVM ANNO MDLXXV. F. AD S, lACOBVM
SVPER ARNVM TANQVAM HONESTIORE. IN LOCO DOM1CILIVM
POSVERVNT SERENIbS. FRANCISCO MEDiCE MAGNO ETRVRiAE
DVCE ET SANCTISS. GREGORIO XUI. PONTIFICE APPKO-
BANTJBVS CLARIS5IMO PETRO VICTORIO PRO PAROCHIANIS;
PROCVRANTE « D. AVTEM SERAFFiNVS MAFHAEI FLORENTI-
NVS QVI VT HOC SEPVLCRVM CANONICA PONERETVR CV-
PIDE CVRAM ADHIBVIT PRIMVS PObT MENSEM IMMATVRA
MORTE CORREPTVS ILLVD INiViT . ET R. D. F. R. F. PRIOR
MDLXXX. P. C.
Per
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ni
Per eflTer confunta la lapida > può effere > che fui fi-
ne j ove appunto s'indica 1* epoca del marmo > vi man-
chi qualche cofa;■. E giacché quivi fi prefenta la con-
giuntura , noi diamo anco quefte altre due Intenzio-
ni j La prima è in una ftanza , che è dietro alla Cap-
pella di S. Vincenzio , dove anticamente eran tenute
le Reliquie , e così Ila fcritto :
                     \i ■
' C ' !;■') i'j'-l'f.lélP"' 'H&'k i-M" ì.-">''-, ti*: si ?'1 ",j f 3'*J Lsf'.?Df3 t ■' fi;; il'*.-^>
CANONICI REGVLARES A D. AVGV.ST, ET A GREGORIO
XII. REFORMATÌ , ATQVE A DIOCESANA EXPTATl PROPRIAE
CONGR. S. SALVATORIS SVNT, LICET DICTI ORDO DE
SCOPETO A II. ILLORVM EXTRA ET PROPE MVROS FLORENT.
CCNVENTV S, DONATI EXINDE IN PLVRIBVS CIVITAT1BVS
THV&CIAE ET LONGOBARDIAE MVLTIPLICANT. EX D. ANTO-
NINO PARTE II. HYSTORIARVM TlT. XV. GAP. XX» SS* H-
"Srtf" ■         & 1*4, :....... mrti >■ *«t ' i ■ , = ...-■-.,.
La fe'conda è fuori di Chiefa fu Ila porta della mede*'',
fima , in due cartellini , uno a delira , 1* altro a fini»
ftra «, dove fono fediti quelli due Diftici :
SAXA 5VBVRBANIS SCOPETI EREPTA RVINIS
.itfi HVC DOMINOS PRISCOS IVRE SE.QyVTA SVMVS
           ,.'
: NOS SENIOR PETRVS MEDICES DVM TÈMPLA MANEBANT
. MAGNVS FRANC1SCVS NVNC PIETATE FOVET .
IV.i Or io penfo colla guida di quefte Intenzioni
di fare il reftante del lungo mio: cammino in queft"
ìiioriai, vale a dire , di aifembrare qui le vicende non
folo della Chiefa , ma. de i Religiofi che V abitarono ;
quindi per farmi dal principio della Religione di que-
iti Monaci poco fortunati in Firenze , riporterò quan-
to di eflì fcrive Girolamo Gigli nel ilio, Diario tom..
2. a carte 339, e 714. Dalla pagina adunque '3-3-9. di-;
ce egli come appreifò >>* 11 B. Stefano Agazzarri , o
3) come pure dicevafi dell* Agazzaia } o del Gazzaia > '
» fu lonzamente Romito a Leccete*, , donde partì % £_»
,> con autorità Apostolica v ìilkuìVia nuova Congrega»
«v**
                                                                  ,, zione
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3 3^
„ Eione de' Canonici Regolari di San Salvadore, óct*
,, ti Scopettini , di cai anche fu il primo Priore Ge-
„ onerale 9 i€ poiché ebbela aggrandita con molti Mo.
,, nafterj , illuftrata colle fue virtù, e governata con,
„ molta favie2za molti anni , fi morì 28. Ottobre 1433.
^onorato d©po morte del titolo di Beato }) ed alla
pag. 714, il medefimo Gigli ci dà il novero de i Beati
Sancii di quella Congregazione da lui eitrarti dal Se-
gni Autore della Storia intitolata ; De Ord. Can.ReguL
dal Landucci Selva Leccetana , e dall'Ugurgieri ne*
Fatti Sancii , e da altri Scrittori che parlano de* Bea-
ti Sanefi , nel ruolo de* quali trovanti otto Scopetini
onorati col titolo di Beati , e fono :
Beato Stefano Agazzari Fondatore dell' Ordine , morì
* 28. di Ottobre 1433.                 fc'/H
Beato Francefco di Nanni compagno del B. Stefano .
Beato Domenico di Cione Placidi , 142S.
Ven. Pietro di Paolo Generale deli* Ordine 1
Beato Gio: di Antonio di Gaido di Vanni Savini . »
Beato Stefano Cloni,
Beato Regolo Angiolino Albizefchi
Beato Domenico Ugolini ijfi che pafsò al Cielo i! pri-
mo di Agofto ,
/ V. Come foflfero dipoi chiamati Scopetini, comu-
nemente fi crede dal luogo del loro Monaftero , det-
to S. Donato a Scopeto , vicino a dove oggi è i
Convento di S. Francefco di Paola fuori della Porta
a S. Piero in Gattolino » Innanzi però della loro ve-
nuta a Scopeto erano folamente detti Canonici Rego-
lari di S» Salvadore , che così cominciarono a chia*
marfi , dappoiché in Bologna furono da quel Vefcovo
uniti ad altra Congregazione di Monaci più antica ,
detta di S. Maria de Rrieno , a* quali il Vefcovo
Bologna Gio: di Nafo nel 1352. donò la Chiefa di S.
Salvadore > come P abbiamo dall* Abate Ughelli nella
Serie de' Vefcovi Bologne!! , dove dice così : Canoni-
co* $. Man'ae de Rben»
, aerumnis texator Benoniae
excepp
( Ubannes ) illifque $, Saldatori! tem^lum atm
tri*
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...
335
tributiti nude fbò$e%* trdxere nomen.. E chi-di (Te che V
iftituzione de'nofiri Monaci in Siena fegui nei 1410.
non confiderò » che già nel 1408. era mono Papa Gre-
gorio XU. il quale fu il primo ad approvare tale liti»
tuto • A chi poi i Monaci abbiano grado di quefto
Monaltero di S, Donato , è fuor di ogni dubbio, che
ne hanno fempre riconoiciuto per Autore benefico il
Conte Guido Antonio Conte eli Urbino * flato Gene-
rale de* Fiorentini , il quale irripegnò Papa Martino V.
allora dimorante in Firenze, e la Signoria Fiorenti-
na, perchèi Ciitercienfì d'i Settimo? che erano padro-
ni di Scopeto , lo rinunziafiero a* nuovi Monaci » lo che
facilmente riufeì , e Martino V. confermò tale rinun-
zia con fua Bolla , datum Fiorentine :annà w* Pontif.
1420* Né difdirà qui una breve digreffione ad alcuni
meriti del predetto Conte accennati dall' Ammirato al
libv 18. pag. 987. come fegue „ Ma prima che il par-
„ tifTe ( Braccio da Firenze ) avendo egli col Conte-.
,*, Guido Antonio da Montefeltro Signore d' Urbino
,, nimicizia , il qual Conte era in quei dì venuto a
„ Firenze , fu coli* autorità del Papa , et per opera
9, de* Fiorentini mefTo tra loro concordia ; fapendo
,, quanto per la quiete di Tofcana importava, che_>
,j quefti due Capitani iteiTcro in pace . . . . * Il Papa
,, donò la Rofa al Conte Guido; Antonio d'Urbino ,
;J il quale; Trattenuto dai Fiorentini in Cafa di Matteo
,i Scolari con grande magnificenza } fi partì poi noiu
,, men obbligato alla Repubblica %\ che al Papa „ ed i
Monaci nella dimora del Conte così notabilmente prov-
veduri , hanno per 1' avvenire fempre riguardato ii det-
to Conte, e Defcendenti come Fondatori , collocato
avendo, € lapide , e i* arme de' Signori dèlia Rovere
fuccefFori de' Conti di Montefeltro nel Ducato d1 Ur-
bino , in molti lupghLdel Convento di S.i Denaro ) e
della Chiefa , che poi perdettero nella demolizione
di sì nobile Monaftero ieguita nel 1529. non volen-
do i Fiorentini , che per il vicino alìedto della Ciftà
rel>a(Ie a* nemici una fabbrica porla poco lontano dal*
il 1
                                                                           le
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Mft
le proprie mura in fico ben rilevato , e molto comodo
per alloggiamo della Soldatefca nemica , e però in
una notte relìò gettato a terra il magnifico Conven*
to di S. Donato a Scopeto , E dopo sì grave perdita,
dove 1 poveri Canonici foffero pofti , come, e quando,
farà l'argomento dèlia Lezione , che fegue . « ; ; '
VI. Intanto porrò fui terminare della prefente , le
notizie che;nel tomo xvii* de' Sigilli ci dà iéi Signor
Manni, riguardanti il detto da noi fin ora , e dice
egli alla pag. 77. così j, Ma venendo in declinazione
„ (ile Romite ) e veggendo l'anno 1446*. Eugenio IV.
„ che erano ridotte a due fole Monache , nel modo
5, che ivi predo aveva nel j^6. unito il. Convento
„ '.«Hv Frati di S. Maria delle Campora alla Badia Fio-
„ rentinàì, unì quetìo delle Monache Romite; di S.
„ Michele , al Monaftero , di poco tempo fatto Gaso-
,, nka Regolare, di S. Do»ato a Scoperò pofto in po-
„ ca diilanza dalla Porta Romana , come dice 1* Arn-
,y mirato » fopra il poggio a manritta , torto che fi
„ efee fuori ; la cui 1 Fondazione , fcrive lo Strozzi
5, non effervi fino a feé tempo trovata , tanto fi* ere-
j, deva antica n Sapendoti* folo che: 1' annoi 1286. ' ne_,
,,, erano padroni quelli della Famiglia de» Pilaftri,.. Si
„ ivcde poi , che 1' anno 13.26*. avendo Pilaftro di Ciò-
„ ne ^Pilaftri lafciata erede per fuo fteftamenrò Mona
„"Nelé fua^ Madre , -ella lo fteffo anno donò alia Ba-
„ dia di Settimo tutti-i Patronati , che a lei compe,,
,, tevano, tra i quali comprefo era quello di S. De-
gnato a Scopeto, e. fufleguentemente nel 1370. dal
,> Pontefice fu unito alla Badia meddima ( de' Cirter-
i, cienfì ) dalla quale poi per Papa Martino V. Ven-
irne fmembraro , e conceduto nel 1420. a'Canonici
„i Regolari della Congregazione di S. Salvadorc, che
„ con gran decoro vi fiorirono * „ : e ■•>;
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Ili
LEZIONE XXIX.
:                    • ■.■■■:'■■..'■, f                                                           :                                   '.-''-•                  .. I -                      * ||                               . .: .
J? Jl L L A CHIESA
DI S. IACOPO SOPR' A R N O
db' signori della missione IL
) ! €
Ella comune rovina de i Sobborghi di
Firenze, per 1* imminente alfedio , di-
sfatto totalmente il fopraccennato Mor
naftero di S. Donato a Scopeto , di
pertinenza des Monaci di S. Salvatore »
vennero quefti in Città j afpettandp
qualche riparo a sì grave loro calami-
tà » benché non fodero foli, anziché erano mohiflìmi
i Religiofi , e le Monache, che corfono la ftcfTa mi-
fera forte , alla quale compatendo Papa Clemente VII*
deputato avea Monfig. de Statis per CommifTario Apo-
fìolico a darvi pronto provvedimento , come abbiamo
in più oecafioni trovato in . quelle Notizie lftoiiche.
Or in riguardo de' fuddetti Canonici fpogliati del ma-
gnifico Convento , io trovo, che preceduto il confen-
fo di chi governava Firenze , e quello dei Popolani
Padroni della Chiefa di S. Piero in Cartolino , quivi
furono introdotti nel 1531^ provvedimento che appro-
vò , e confermò ii predetto Pontefice con fua Bollsu
iatnm Rowtte ax. ix. Tontif* 1552.
IL Era quefta Chieda anticamente dentro a quella
Porta , ed in quel Borgo , che «da lei prefe jl » nome
ài S. Piero in Gattolino , né punto fi dubita* che_,
fotte fabbricata intorno a quel fito ,-; nel quale fu ne i
tempi più a noi vicini murata la Chiefetta , che oggi
Tom, X.
                          V v                                fi
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'■■■■■                                                                                                            . .;'■■.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              ,;"':
-■■■*-.                                                                                                                                                                                                        i(i $
fi vede di là dal Portone Annalcna? propriamente Chie-
fa Parrocchiale di S. Piero, ma dal volgo chiamata Seru-
mido. E benché della Chiefa antica di S. Pier Gattolinoj
fin ora non mi fia avvenuto a trovarne il principio, non
mancano cartapecore » che ne parlano , come una nell*
Archivio di Monte Oliveto al num. 28. dell'anno xo68.
che chiama a confini Ecchjì* S* Vetri , quae woeatur
Qattule t
voce alterata qualche poco da* Fiorentini prin-
cipiati a dire in Gattolino &\ 1286. Per la riforma^
del Clero Fiorentino , fi venne ad una fpecie di Si-
nodo , che originale fi conferva ne\\' Archivio di S.
Reparata » ed in etto fottoferitti effendo tutti i Prio-
ri , Rettori , e Parochi della Chiefa Fiorentina , leggefi
un Meffer Benvenuto Reftor Ecchfige $. fari in Gar-
tolino
. Cosi una carta di Procura del 1312. per la_»
venuta a Firenze del Legato Gentile Cardinale di S.
Martino in Monte , tra' Procuratori evvi chiamato
freshyter Heri Reftor Ecclejtae 5\ Tetri in Guttelino .
Né voglio tacere una notizia notata Jdà Leopoldo del
Migliore , che dice averla cavata dall' Archivio dell'
Àrcivefcovado , ed è che la Chiefa di S. Piero in Gat-
tolino nel 1344. foflfe d' iurifdizione del Priore » e de*
Canonici di S. Stefano a Ponte . Ma checchefia di ta-
le notizia , ella era affai buona Parrocchia > che in*
oggi è notabilmente diminuita per la rovina di molte
cafe per dar luogo alle fortificazioni ; eranvi in Chie-
fa non poche Cappelle fondate da i Fiorentini , le
quali in parte le troveremo trasferite in S. Iacopo
fopr* Arno , e in S, Fridiano , come fi diffe alla Le-
zione di detta Chiefa di Serumido .
HI. E tornando al noftto Monastero, che nel 157J,
fu ceduto a* medefimi } fervendone il Sig. Manni al
Sigillo v. dei tom. xvu. come apprefìb J} A* Canonici
j, fu data nel 1547. la Chiefa di S. Lucia fui Prato,
jj dove efli principiarono a tirar fu un nuovo Mo»
» naftero > inoggi ad ufo di Cafe rincontro alla Por-
j, ta al Prato . Ma effendo quel fito lontano dalla
» maggior popolazione , e ralente alle mura » alla
jj fine
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,* fine ad iftanza di Don iFatiitino Rifalfti Canonico
)5 Regolare nel 1575* fu conceduta loro la Chiefa di
,, S. Iacopo Soprarno? Rettoria , e Prioria Secolare *
y, con unirvi i beni di S. Donato, per lo confenfo
i, predatone d& Mefler Orazio de i Medici , che di
„ ella Ghiefa di S. Iacopo in quell'anno era Priore,
ottave efà f°n0 flati h*no ** noftri giorni , e poi; vi
», fono venuti i Padri della Miflìone,, ed acciò non mi
sfugga dalia memoria un ricordo pretta il Sig* Gio: di
Poggio Baldovinetti , noterò qui » che il Card» Ferd^-
riandò de* Medici » che poi fu Granduca , voleva in*
Si Lucia far fi un luogo di delizie , con bofchetti, *
falvatico .
IV. E qui offerveremo con iRupore il coraggio de'
Monaci dopo tante vicende impegnatiti alla magnifica
intraprefa di principiare s e terminare il più fplendido
de' quattro Monafterj da efli dentro d' un fecolo fab-
bricati fenza rifparmio di danaro ; Di quefto fu Ar-
chitetto il Cavai. Radi da Cortona , il quale vi dife-
gnò nobili appartamenti , ed un Chioftro ornato di
pilaftri Dorici- di pietra ferena in volta affai bcU
lo, ficcome non Sgradevole alla viltà è la parte di fuori
lungo Arno , ricca di fincftre adorne di cornici di-pietra
bigia, ed ancor vaga è la facciata del Monaftero'col-
locata fu'lla cofcia del Ponte a S. Trinità , veggendo-
viù in primo luogo una gran Porta , per cui il en#
tra in Convento , avente nel fronttfpizio 1* effigie-»
in marmo del Salvatore in mezzo ad un ingcgnofo
adornamento , che confifte in due rami di Rovere 1
che è 1' arme de' Duchi d* Urbino, ne' quali intarlia-
te fono le palle de* Medici : da i lati di quella Porta
vengono quattro nicchie ovate , dove fono collocati
quattro bufti de* Granduchi di marmo , e fono di An-
tonio Novelli le tette del Granduca Francefco I. di
Cofimo II. e di Ferdinando II» quella di Cofimo IIf«
è del Marcellini , che fecero fare i Signori delia Mi£.
{ione dopo eiTere flati quivi chiamati dal detto Gran-
duca i cafo che giunfe ben impenfato ai Monaci, cui
4V v 2                               con»
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34°
convenne abbandònaréranche S. Iacopo fopr' Arno j In-
foiando a* Fiorentini un raro e lem pio di ; una Religio-
ne quanto dsneute voi e di onori ? altrettanto perseguita-
ta da graviffimi e, sì funefti avVenimeritii, che .1' obbli-
garono di lafciare Firenze . QuerV ultima vicenda è
notata nel Diario della Magliabetjiiana così ,, 1703.,adì
j>ì 1^» dir Settembre j vennerot di Rpma i ;PP» Mifiionar
& rj ;fper t'abitare- nel Conventi .di $. Jacopo .fopr3 Arr
il no ^ e .per ufisia re panche quella Cfeia in luogo de*
«Canonici; Regolari Ì che {furono levati via per opera
3, del Granduca Cofimo JU. ,> b r
j-            *U
V. Dallf ingreiTo di quelli Signori 5. alcune novi-
tà ne fono ftguite in riguardo alla fabbrica, del Mp*
«alerò da noi defcrittp V paleremo frattanto alla Ghie-
fa fj ?cfae molto deve di Aie belle 1 innovazioni allo ze*:
iiiil che fi? prò fé fifa da efir v*erfo jl; cuJlPi e fpleudprg-f
desila .Gafaì di?ìjDio,f; E pero a- dift tutto in brjqve » ri-
porterò qiiì le parole del fuddetto, Diario , che fono le
feguenti; ,3-1(709. fu reftaurata Ja Ghie/a^ di S. Iacopo^
» foprr Arno j : cofe: iitucchi aJU ^o.dern§ n, e con 1^_,
>, appretto tavole >*tfioèrla- favpla :i<|eUoAjtar Maggiore*
» è S. Iacopo 4i4naano dj Pier Dandin^, e; Ja-Ct^ppk^
»l fopraijdipinta è dijrMatteo^ Bpnechi^ h L^S$tf$è*rl#?I
ìì vola è S. Antonio Abate-, opera di ,G|ip* Maria Cipc-
33 chi ( il ricordo la dice ;del Radi ) jjajterza tavola di*
j> S.iFrancefco di Aflìfi fu fatia..-dal^ijs. Agoftjnp, Ve^
ss racini';, e lo sfondo, è/del Bpnechi ) ila,-* qu.arta è un^j
f$ì&ì Liborio di Jacopo: Vignarli , che; era avanti ìa^i
^,/reftaurazione della Ghlefà ,vedeu% in iqueft^ tavola un,
jj capricciofo penfìero dell' Autore per efprimere la^,
j) virtù, che ha il Santo fopra il mal de* calcoli ,) §*
^confitte in alcuni AngioHni ,.i uquaji»;,(opra, ;di urj,
jj libro del Santo Vefcovo 5 fcherzano con alquante^
jY pidtruzze; e nello sfondo di queita Cappella ha, di-
,, pinto con lode Giufeppe Mariani ( i Padri dicono
}f dfeh Sagrestani ) a fpefe del Marchefe Raffaello Tor-
j, ligiani , alla quinta tavola il Sig: Ignazio Oxford
j, ha dipiato una Nunziata > e lo; sfondo colorì :_ Ri- s
'v#l&à
                              i i V,                         a meri
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1,
■ DNf
. jj m'eri ,del Pace :; Già: Catini colorì S. Lucia alla fé.
j) ria Cappella ^t-l@ sfondo ? è di Matteo Bonechi ?.
9) La fettima ; tavola fa. una Concezione r che lavorò
,, Baftianp Galeotti , e Niccolò Lapi fecevi lo sfondo ,
3) ed a quella Cappella , 15. Gennaio 1561. S. Carlo
,, concedè Indulgenza a nome di Papa Pio IV. No-
,, ftro Signore in Croce è alla ottava Cappella , di-
j) pinto da Francefco Conti , colio sfondo dei Lapi •
,, La nona tavola di S* Giufeppe fu fatta da Otta-
,, viano di Piero Dandini , che fece lo sfondo alla de-
,, cima Cappella , dove Francefco Conti dipinfe la SS.
3, Trinità , e ali* undecima , di mano di Ventura Gan-
„ di è un' AlTunra ; Sonovi due figure , che mettono
,, in mezzo la Porta di fuori principale della Chiefa ,
» una rapprefenta la Fede , e 1' altra la Religione,
,, amendue dipinture di Niccolò Lapi . „ E fin qui il
Diario , che non poteva far menzione dell' Altare in-
oggi affai bello j e ricco , eretto in onore del Santo
Fondatore dell* Ordine de* Signori della Miffione , ca-
nonizzato da Papa Clemente XII. Fece la tavola il Pu-
gliefchi , e lo sfondo di Ottavio Dandini > di cui era
il S. Giufeppe levato via nel ; 1739* per'dar luogo al
S. Fondatore . Mancano pure altre cofe , che nella
rinnovazione non ebbero luogo , come alla Cappella
de' Ridolfi la Cupoletta , della quale parla il Vafari
nella vita di Filippo Brunellefco 3 che fece quefto Ar-
chitetto per dare a i Fiorentini un modello della Cu-
pola di S* Maria del Fiore , tanto contrariatagli da i
maligni 9 ed invidiofi , Manca l'adorazione de* Magi
dipinta da Fra Filippo Lippi 3 che volle nel fuo Ca-
fino a S. Marco il Cardinale Carlo de* Medici, nella
quale bizzarre fono la capanna , le vefti de' Re , che
fono il ritratto di Lorenzo , di Piero , e di Giovanni
de* Medici . Né fin ora fi è potuto fapere cofa fia del-
~la miracolofa tavola del Salvatore > della quale fcriiTe
il Giamboni nel fuo Diario adì <?. di Novembre così ,,
33 A S. Iacopo fopr'Amo, all'Altare delle Reliquie..
» vi
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' ' - ,i,*<^~*'**^sm^***iimmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm
342
„ vi fiàfcopma V Immagine del Salvatore al *f ti»
>, rale di quella che in quefto giorno miraco-lofamen.
,, te apparve nella Basìlica di Laterano a S, Silvestro
Ma u recante diremo nella fegueme Lezione.
lE-
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LEZIONE
XXX.
D E L L A $ U l'E S A
DI S. IACOPO SOPR' ARNO
DE* SIGNORI DELLA MISSIONE III.
Ohi fono ftati i Soggetti di gran me-
rito , o fi voglia Secolari , o Reli*
giofi , che hanno prefeduto al gover-
no di quefta Chicfa , e fra quefti iU
lufìri , quanto altri mai , fi vede ef*
fere i Signori della Miffione , e pe«
rò convienimi ora far parola del lo-
ro Fondatore canonizzato da un Papa Fiorentino , me-
more certamente di quel molto , che quefta Religione
deve a Firenze » maffimamente nella fua infanzia , lo
che è notiflìmo a* Franzefi teftimonj della pietà, e li-
beralità di una Famiglia Fiorentina , tutta portata ad
aiutare , proteggere , e promovere 1* idea di S. Vin-
cenzio di Paolo , che fondò quefta Congregazione di
Preti Apoftolici, il cui iftituto è di falvar Anime col-
le Miffioni per la Campagna , e di ammaeitrare il
Clero con fante iftruzioni.
II. Alla Famiglia Gondi adunque deve grado queft*
Ordine Religiofo del fuo principio , e de* fuoi felici
progrefli , concioffiachè Antonio Gondi andato effen*
do a Parigi colla Regina Caterina de* Medici , non
folamente falì a i fommi onori di Pari di Francia , ma
fu Avo di Cardinali , di Arcivefcovi , e di Generali
degli Eferciti del Criftiani/Timo , i quali nella loro te-
nera età ebbero per Precettore il Santo Sacerdote Vin-
cenzio ài Paolo eletto dalla Duchefla Madre Marghe.
riti
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14,4
rira ad ammaestrare i Tuoi Figli , e tra quefti Gio:
Fràncefco , che fu Arcivefcovo di Parigi , e Cardina-
le di S. Chiefa , come leggefi nella Storia de' Gondi
alla pag. 164* così ,, Vincenzio di Paolo Supericr Gc-
a nerale di S. Lazaro , Limofiniere di Anna d'Auftria
,ì Regina di Francia , fu Maeitro di Gio: Fràncefco
„ Gondi Arcivefcovo di Pdtigi , ed Abate ec. ,,
Or la detta Ducheffa avendo avuto frequenti occa-
doni di offervare la vita del, Beato Mae/tro , ne
concepì sì gran concetto di fantità ? che penetrato a-
vendo 1' idea di lui , vale a dire il concetto di fon-
dare una Congregazione di Preti per bene dei Clero
e de* poveri , effa fu la prima a prenderne protezione
prcffo del Re , e della Regina, e più ancora coli* Ar-
civescovo fuo figlio > onde meritamente la Cafa Gon-
di gode il titolo di Fondatrice de' Preti della Mirilo*
fìe , come appare dal fepolcro di Filippo Emmanuele
Gondi di marmo nero di otto piedi lungo , e quattro
largo , leggendovi!! quefte lettere ;
POST ADLECTVS IN CONGREGATIONEM QVAE IN GONDIANA
GENTE PRAECIPVOS 5VOS FVNDATOJUS AGNOSCIT .
Ed effendo i Gondi di origine Fiorentini , ne rifui-
ta la verità di nóftra alTerzione } che quefti Venera-
bili Signori della Miiììone , oltre V avere per mezzo
di un Pontefice Fiorentino Clemente Xll. ottenuta la.»
canonizzazione del loro Fondatore B. Vincenzio de'
Paoli, dtbbono elfi alla Famiglia de* Gondi il loro
felice principiò .
Ili,1 E così iìluMrato un punto ofeuro a molti , nia
còsi gloriolo a Firenze, io ritorno alla Chiefa di S.
Iacopo , che ravvifo confecrata dall' Arcivefcovo Tom-
rnafo de* Conti d'ella Gherardefca nel 1708. adì 25. di
Gennaio, come rifeontrafi neil* appreffo Iscrizione fo-
pia la "Porta maggior per la pane interiore, che dice:
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345
TEMPLVM HOC
i ,,DEO IN HONOREM DIVI IACOBI DICATVM
».,,.-■
                                    RELIGIONE AC MVKIFICE&TIA
f| COSMI IH. MAGNI DVCIS ETRVRIAE
|;A -PRESBYTERIS CONGREGATIONIS MISSIONIS
RESTITVTVM
THOMAS BONAVENTURA
EX COMITIBVS DE GHERARDESCA
ARCHIEPISCOPVS FLORENTINVS
Vili. KAL. FEBRVARH
ANNO SALVTIS CDIOCCVHI.
SOLEMNI RITV CONSECRAVlT
ErvSDEM CONSECRATIONIS MEMOlIA
KALENDIS AVGVSTI QVOTANNIS CELEBRANDA ,
Dietro l'Aitar Maggiore:
D. O. M.
VT HVIVS ECCLESIAE ABS1DAM
IN MELIOREM FORMAM ; REDIGERENT
VETERE DESTRVCTA
AMPLlOREM HANC AED1FICATAM
NOVO PLAST1CES OPERE ICONE
ET SVBIECTA ARA
1NSTAVRARVNT ET ORNARVNT
PRESBYTERI CONGREGATlONrs MISSIONIS
ANNO SAL. CIDDCCVHI. fi
Di altra confacrazione evvi memoria in Sagreftia , £_»
ne* libri di Ricordi , la quale fu celebrata dal Vefco*
vo di Fiefole Francesco Cattaui da Diaccerò , che adì
2." d' Aprile dell' anno 1580. confacrò egli in quefta
Ghiefa la Cappella del-Salvador?> così chiamata dalla
Immagine fopra riferita del Signote , fctivendone il
Giamboni come fegue ,, 9. di Novembre, vi ftanno (in
„ S. Iacopo ) efpò-ft'e tutte le Reliquie > che ivi fi con-'
j, fervano-, ritrovate 1* anno 148^ e ri'poftevi V anno
j, 1580. da Monfig. Cattani da Diaccerò Vefcovo di Fie
,, fole , the in detto gioriso 'confacrò folennementej
Tom, X,
                       X x                         >, detto
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34*
,, detto Altare , e vi lafciò Indulgenza di 40. giorni ,,
e lo ftefìb Diario ai due d'Aprile ripete ,, Invenzio*
n ne miracolofa di moke Reliquie de" Santi , ritro-
» vate Tanno i486, in un Altare di S. Iacopo fo-
j, pr'Arno, che fi confervano all'Altare del SS. Sa-
j) gramento di detta Chiefa „ delle quali Reliquie un
cenno pure ce ne diede il fuddetto Vefcovo nel fuo
Decreto, come appreiTo: reperttte mraculofe, i& ut cer*
te ereditar cooperante Spirita San&o
; E giacché ni un
altro documento fu quella miracolofa invenzione fi tro-
va , mi fi conceda ài congetturare dalle fuddette pa-
role > che il miracolo fofle una rivelazione a qual-
che pia perfona , o voce celefte indicante , che nel
pilafiro deflro dell' Aitar Maggiore vi foflfe il facro Te-
loro , quindi giuria i Ricordi , narrai! che rotto il
muro > fu trovata una caffettina di piombo dentrovi
preziofe e rare Reliquie co* proprj nomi in cartellini
di carattere gotticò , che diflinguevano i pezzi , cioè
legno della Croce di Grillo , velie di Maria Vergine,
offa de' SS» Apofloli , pietre varie del S. Sepolcro di
Grido , del luogo dove fu conficcata la fua Croce ,
dove fepolto , e dove orò» le quali furono travia-
tale per allora alla Cappella del Salvadore } e polca ,
fecondo il Rondinelli > nel giorno fteflfo della confa-
crazione dell1 Altare » in ricche cutlodie proceffionaU
mente furono portate per Firenze dal medefìmo Ve-
fcovo , e dai Canonici Scopetini fino alla Chiefa di
S. Pier Gattolino , e di là di nuovo a S. Iacopo . Una
fomigliante invenzione ài altre Reliquie è accaduta
quivi in occasione delia bella innovazione della Chie-
fa , e fu una esffetta di piombo piena di Reliquie-»
murata in un pilaftro, ed ultimamente fono fiate ri-
conofeiute dall' Arcivefcovo nofìro Monfig. Francefco
Gaetano Incontri . Oltre a quelle , fonovi altre Reli-
quie y che in certe folennità fi adorano efpofie fugli
Altari; come un braccio di S. Timoteo, ài S. Fa-
biano , di S. Baftiano, offa di S. Matteo Apoiìolo ,
parte del cranio di S. Iacopo , di cui parimente par-
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347
la il Giamboni a' J5. di Luglio così 5) Fefta principa-
j, le alla Chiefa Prioria 3 e Parrocchiale di S. Iacopo
„ fopr' Arno de* Canonici Regolari di S. Salvadore ,
„ e vi ftà efpofto parte del Cranio , ed altre Reliquie
,, del detto gloriofo Apoftolo «..,....,. e la fe-
„ ra vi corre il palio per il Fiume Arno con i Navi-
,y celli j, Ma di quefto palio ignorandoli l'epoca , non
difdirà una noftra congettura per crederla antichiffima
in Firenze ; avvegnaché i Fiorentini fi fieno fempre_#
pregiati di imitare le fefte de' Romani , e talora an-
che de* Greci 5 come più fiate fi è toccato in queft*
iftoria j onde polio quefto principio , io non farei lon-
tano dal credere > che ad efempio di Roma , volcflfe-
ro i Fiorentini tra i loro pubblici giuochi > e fpet*
tacoli,una fpecie di Naumachia full'Arno; né ftimo che
pregiudichi a quefta opinione la fondazione di una
Cappellania in S. Iacopo } coli* obbligo al Cappellano
di pagar la fpefa dei palio de* Navicelli > lafcito che-»
piuuollo fuppone che vi folte di prima •
IV, E per venire a difcorrere delle vicende del
Monastero , che oflerveremo aflai magnifico , quefto
confervaro nel fuo citeriore la folita vaghezza ; fuo.
richè non foffrendo la modeftia de i prefenti Religiofi
il nobile ingreffo , che aveano i Monaci fulla piazza
del Ponte , effi hanno rimurata la fopraliodata Porta »
e per comodo de' Cjieriei esercitanti , e di altri Ec-
clefiaftici , che vivono co' Padri Collegialmente » fi è
accrefeiuta ia fabbrica di un terzo piano . Il Chioftro
poi, che prima aperto daya maeftà , e lume a tut-
to T interior dell' edifizio , inoggi ha gli areni del.
le logge chiufi ) ed in tale innovazione fi fono tra-
slatate nel primo corridore a terreno parecchi lapi*
de , e arme di Famìglie > che molte ve ne erano , e
così alcuni depofiti nobili , e virtuofi Citradini .
E ficcome in Chiefa di $. Iacopo 5 al dir del Vafari ,
furono fatte folenniftìme efequie a Gherardo Stamina
Pittore ne'fuoi tempi faroofo e in Firenze 5 ed in Spa-
gna , quivi pure eravi il fuo Depofito con bufto di
marmo al naturale * e quefta Ifcrizione :
XX 2                                     CHE-
'-../
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A
3^
GHERARDO STARNINE FLORENTINO SVMME INVENTIONIS
ET ELEGANTIE PICTORI . CVIVS PVLCH&RRIMIS OPERIBVS
HTSPANIE MAXIMUM DECV9 ET DIGNITATEM ADEPTE
VIVENTEM MAXIMI3 HQNORIBVS ET ORNAMENTIS AVXE-
RVNT ET FACTIS FVNCTVM EGREGIIS YERISQVE LAVDIBVS
MERITO SEMPER CONCELEBRARVNT .
V. Finalmente un abbaglio mi convien qui emen-
dare » che feoncerterebbe la Storia dell' Ammirato , il
quale del foggiorno di Carlo de Valois figlio di Lo-
dovico Re di Francia nel 1301. afferma che ebbe dal-
la Repubblica per iftanza le Cafe de* Frefcobaldi oltr*
Arno , dove corteggiato da nobili Cittadini , per al-
quanti dì fi riposò ; ma Leopoldo del Migliore altra-
mente parla nelle fue memorie ferme a penna al num»
131. dicendo come appreflb )5 In S, Iacopo fopr' Arno
„ abitò Carlo d* Angiò nel 1301. ove alla prefenza
„ di teftimonj , fra' quali era ij Mufciatto , fi ftipulò
„ la quietanza tra Carlo, ed il Comune di Firenze ,,
Ma chi sa »; che le Cafe de* Frefcobaldi erano allato a S,
Iacopo, come avvene anche inoggi una fui canto, facil-
mente feuferà il Migliore, che in vece di dire che Car-
lo abitò in S. Iacopo, d@veva -fon vére abitò da S. Iacopo.
j VI. E così terminato avendo una Chiefa deile ari*
fiche di Firenze , mutata, non, folo nel fuo orrido , e
gotico afpetto , con una innovazione di moderno, e>
bello difegno , ma riformata nelle Ecclefiaftiché Fun-
zioni , e ne i Sacri Miniilri , da'quali è diligentemen»
te ufiziata , rettaci a far menzione di alcuni Sogget-
ti di quefta Congregazione , che intigni nelle Miiììoni ,
ed altri loro ininifterj , morirono in concetto di Ve-
nerabili , tra' quali rammenterò qui i due , che dal
Dottor brocchi fono itati collocati nel fuo Indice de*
Venerabili , e fono il Ven. Giufcppe Lavaìoni di Fu-
cecchio Sacerdote de' PP. delle Miffioni , domiciliato
nella Cafa di Firenze , morì in Fucecchio , dove ri.
pofa incorrotto il fuo corpo ; e Paolo GanoiTa da Reg-
gio morto in Firenze .
i VII. Do-
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249
VIL Dovendo ora difcorrere delle Reliquie , le_*
cjuali con fervane in quefta Ohiefa , prima daremo la..
Nota di quelle che furono trovate nell* anno 1486» i
nomi delle quali rilevane da i piccoli Carrelli appofti a
ciafeheduna di effe , efiftenti di prefentc dietro 1' Al-
tare della Sagreftia in un decente Tabernacolo , e fo-
no le leguestì * ? U
;,, Del Legno della falutifera Croce di Iefu Crifto.
: Va Del Sepolcro del noftro Sig. Giesù Crifto .
a 4 Del P r e fè p i o ove n a e q u e C r i ft o .
,,/Della Pietra ove fu confìtta la Croce di Crifto.
j, Del Luogo ove fu trovata la Croce di Crifto *
% Del Luogo ove Crifto digiunò 40. dì ,
• o|j Del Luogo ove Crifto pianfe fopra Ierufalem ìi
j, Del Luogo ove Crifto orò tre volte al Padre,
j) Del Luogo ove ftereno li' Apoftoli quando Crifto
; il „ fu appa(lionato i«
5, Del Luogo ove nacque la Vergine Maria,
s j, Del Luogo ove fu annunziata la Vergine .
«'i;,, Del Luogo dove Moisè ebbe la Legge da Dio.
olii Della Pietra quale Moisè percoiTe con la verga».
«ii$-Dell' Qflo del Capo dell* Apoftolo S. Iacopo Magi
b*S fi giore., ;;_;: & bit
; „'Un Dente del detto Apoftolo .
», Del luogo dove nacque S. Gio; Evàngelifta .
h,^ Del Braccio di S. Timoteo de' 72. Drfcepoli di
%ìh „ Crifto . •■ mn i .. tb 11 -
                       »io! : ■
.;-.,»;Dell' Olio del Braccio di- S. Fabiano.
,5 Dell' Offo del Braccio' ài S. Sebaftiano .
» Dell'Olio del Collo di S. Donnino Martire.
(3 j) Del Sepolcro di S. Caterina Martire.
n j, E molte altre Reliquie , delle quali per 1* anti-
,j chità fi fono pedi i ;nomi loro . .
PalTeremo ora a dare notizia di molte altre Reliquie >
le quali i PP. Scopetini in occafìóne di eft'ere slog-
giati di S. Iacopo , dovettero ìafeiare » la quale noti»
zia rilevali da una Cartella efiftente nella Sagreftia de*
Signori della Miffione , in cui leggefi quanto kgue I
3S Al
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3 59
»» ÀI Nome di Dio.
,, Sia noto , et manifefto per la prefente , come ì*
,, armo M.D.LXXX. alli IX. di Novembre , giorno
„ benedetto nel quale fu confecrato il primo Aitare*
i, del Criftianefimo in Rloma publicamente , et quando
„ T Immagine del Salvatore noftro Giesù dipinta nel
,) muro apparve la prima volta al Popolo Romano,
,j ora regnando felicemente il Saniiflìmo noftro Papa
» Gregorio XIII. et il Sereniamo Frantefco Medici,
,, Gran Duca di Tofcana , ad iftanza de* Canonici Re*
„ golari della Congregazione di S, Salvatore > dal Re»
„ vciendiflìmo , et digniflìmo Monfig. francefco Cata*
,, ni da Diacceto Vefcovo di Fiefole , con la aflìlten-
„ tia del Proporlo Rarfaelie di Giulio Medici , et Leo-
„ nardo di Pauli, tutti dua magnifici, et Reverendi Ca-
,, nonici di S. Maria del Fiore , fendo Arcivefcovo di
,, Fiorenza 1* Illuftre , et Reverendifììmo Monfìg, Alef-
„ fandro Medici, l'Altare porlo qui d' incontro, con
„ molta folennità fu confegrato al nome della Sagra
„ Effigie del Salvatore , la benedetta Immagine del qua-
3) le ritratta da quella di Roma , e fotto il Sudario
„ della Veronica, che fi vede nella faccia del Re\i-
3, quiario del prefato Altare nel Sacro Sepolcro del
„ quale vi furono pofte quefte Sante Reliquie di S.
„ Teodoro Martire, per effere lo fterTo giorno la fe-
dita di querìo Santo , il Corpo del quale è S. Sal-
s, vadore di Venezia , di dove , come di luogo alla
,) Congregazione loro unito , ne portorno un Dito
,5 gli antichi Padri di S. Donato a Scopeto ,
„ Di S. Fabiano Papa , e Martire .
,» Di S. Sebaftiano Martire } i Corpi de' quali fono
33 a Roma , e delle loto S. Relìquie furono trovate in
„ quefta Chiefa , come per la memoria della altra ta-
,3 vola a quefta colonna ifteffa , e il prefato Monfig.
3, Vefcovo conceife quaranta giorni di Indulgenza a
s; chi vifitaflfe il detto Altare il giorno della detta Sa*
3, gra alli 9. di Novembre .
„ La Domenica feguente poi, che fu alli 13. pure
di
—____
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■•'
351
di Novembre, dello fteflb anno, furono portate fo-
lennemente in Proceflìone dalli iftem\ Canonici Rego-
lari fino alla Parrochia loro di S. Pietro Gattolini
gì' infrafcritte S. Reliquie , gli Apoftoli ,, Martiri ,
Vefcovi, Confeflbrì , e Vergini , che fono quefte.
a ;,.,-., . ■ : -.ùU : , | g ; ■,. ^) ./v hii :,... ■-.: ;
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A P O S T O Li
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Di 8. Euftacchio.
Di S» Vincenzio .
Di Dieci Mila Martiri,
De' SS. Innocenti p
Di S, Piero Martire deli*
Di Sr Matteo,
Di S. Filippo,
Di S. Simone
Iacopo
i, Ordine de'Predicatori.
y e s ed V i .
Di S. Zenone.
Di Si Niccolò
Del Tonicello di S. An-
,, tonino Arcìvefcovo glo.
,, riofo di Fiorenza .
VERGI N I,
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Di S. Sabina . v e
Di S. Beatrice ♦
Di S. Margherita ir
Di S. Iuftina.
             *
M A R f I R IV
Di S^ Tiburtio .
Di S. Timoteo ;
Di S. Martignia no w
Di S. Saturnino , u■'.<
Di S. Hermete ...
Di S. Stefano Papa Mar*
S) tire ibi
Di S. Hipolito.
Di S. Fabiano Papa*
Di S. Sebaftiano .
Di S. Teodoro.
Di S. Ifidoro.
Di S. Clamido.
5>
»)
»
„ Di S. Agnefe.
„ Ec quefte S. Reliquie fono pofteun Vafr di Rame do-
„ rati, et parte di Criflallo » furono divotamente collo»
„ cate nel benedetto Reliquiario cori molte altre tutte
^memorie antiche , et di grandiflìma venerazione » a
„ gloria di Dio » et a honore de' fuoi gloriofi Santi ,
,, quali fi degnino pregare Tempre per i Peccatóri.
j) Amen • »>                j & ^ pj
Vili. Avendo ora fatta memoria delle Reliquie efi-
/tenti in quella Chiefa , filmeremo proprio di dar no-
tizia de' Padronati delle Cappelle > e diremo che:
I Capitani d' Orfanmichele avevano una Cappella di
S. Maria
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35*
S, Maria Maddalena , quale non ci è più > ma gli ob-
blighi fono al riuovo Altare di S. Francefco j voìkro.
con una lapida perpetuare la memoria dell'abolita Cap-,
pella m detta lapida è Situata in Chiefa , il Padrona-
to pardi S.Franceka è^eVMontauti .
           sm ì V ,?
La Cappella del Crocifìflb è de* fìartolommei , e quel-
la della Nunziata de' RidoJfì è ceduta, i
Cappella di S.Antonio fino dell'anno 1357. ,ne. fu
acquiiìato ih Padronato da Francefco di Giovanni * di
Uberto Sapiti 1 e dip'oi paffato nella Cafa di Órazik j1
che perula morte del Cancelliere Aleflandró di Grazia/
ne reflò il Padronato alle due fu e uaiche Figliuole,
che una maritata al Sig. Ignazio Orfini , e l'altra al
Sig. Cancelliere Anton Sigifmondo Vinci .
Cappella deli5 Affittirà'de.' Sigg* Venturi.
Cappella di S. Lucia data dtl Papa , e la deve da-
jrcfiÉd Mn Prelato , o Cardinal Fiorentino.
         ,lj
.©ella Cappella cdella SS. Trinità fono Padroni i Si-
gnori Gondi . ' aj
Cappella della Concezione , prima de i Verdi , e poi
ricade alla Chiefa.
                                 , _ ; li ^ ,
Cappella din Sari Liborio, padroni i Siggi1 Bonac-,
COrfi.             .^j';'ì-,'^Ì <B '-' »(                       ràdSHA'* . ^',-'iu 'Ài
Cappella ,ò Aitar Maggiore fpettante ai Padri del
Carmine . Se qui per altro, fi trovaflero ^alcuni abba-
gli , fi rifondino nelle tante vicende , che ha fofferte
quefta Chiefa .
-Otk I5C; Prima che ponghiamo "termine - al prefente Li -
bro >i crediamo di.far cofa grata •fai^Piibblico con dare
unatfuccinta notizia della iQon fraternità* annètta alìtu
Cafa de? Signori della Miflìone , la quale fi denomina-.
la Compagnia di S. Iacopo della Notte y di cui abbia-
mo I& ieguenti memorie eltratte, % un ^Fratello~ della
medefima, da alcuni antichi Libri, di Capitoli , et Ri-
cordi dell' anno 1542. efiflenn-nella predetta Compa-
gna ia , da cui' rilevali quanto: iegueUy, * ..!':m?v.. b*à»&
5, Circa gji-.anni del Signore :li<% co. alquanti : buoni
;> Uomini di % fanta volontà , eoizelo dell* onore di
„ Dio,
#;;'
, *
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f*i                         -.*                        p .                         »... ■?*.;'
353
» Dio , con il configlio di PP. Spirituali , ftabilironc*
,, di creare una nuova Compagnia focro il titolo dei
,, Gloriofo Apoiiolo S. Iacopo Maggiore , quale dovelTc
j> fervile per falute dell' Anima , et eleffero la Dome-
,, nica mattina per fare le loro Tornate nella Chiefa
,, di S. Iacopo fopr' Arno , e dagP Operai di detta
,, Chiefa allora di quella padroni , fu affegnata ad elfi
„ una Stanza porta lui Fiume Arno, Chiortro , e Or-
„ to per confine , quale teneva a ufo di Camera ter-
,, rena il Priore di eifa Chiefa , et ordinarono i Ca-
„ pitoli , avendo ottenuto dal Pubblico più privilegi ,
,, efopravenuia la Pefte nell'anno 1348. furono ridot-
„ ti a piccolo numero , e con le facultadi loro lafcìa-
,, te , fondarono } e dorarono la Cappella a mano fi-
„ niftra ali* entrare nella Chiefa di S. Iacopo predet:
„ to ; Stiedero più anni per il poco numero degPUo-
,, mini, diradando le Tornate , e feguitarono fino agli
• 3, anni di Grido 1400. et aumentati di numero , e^
j, zelo , l'anno 1400. fuddetto, gettarono una Volta a
,, mezzo dell' altezza del Sito , n'murando i Fineftro-
,, ni / e deilinorono la Compagnia di notte intitolata
,, del Gloriofo S. Iacopo «
y, Nel 1417. comprarono il Luogo dove di prefentc
,, è detta Compagnia , e furono fatti padroni della
j, Cappella di S. Iacopo Apoftolo pofta in detta Chie-
j, fa , eleggendo il Cappellano , come fi efprime ne i
,5 Capitoli del 1542»
V anno 1460. crefeiuti in numero, perfuafi dal
„ P. D. Innocenzio Abate di S. Pancrazio > fu deter-
„ minato farfi due Compagnie in un corpo medefimo ,
„ una di Uomini di notte di S. Iacopo , e S. Gio:
jj Gualberto ; l'altra di Fanciulli fotto il titolo del
„ Gloriofo S. Baltiano Martire, ottenendo da Papa
„ Aieffandro VI. Sommo Pontefice , che foffero fatti
„ partecipi deli* Indulgenze , Privilegi ec. perpetui s\V
ì,,, altre; Compagnie di Firenze accordati; Siccome gli
„ fu conceifo che follerò partecipi di tutte V orazio-
Tem J,                    Y y                            „ ni
. ..                                                                                                       '
■■■•IH?"'! 'ó1*                                                                                                                                                                                                                                                                                                "■" '■■'* '..■'
"'*■'                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               ■■■:■''■■
*
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fi ni dell* Ordine di Vaìombrofa > e S» Benedetto ; e
,, perciò fu determinato che il Correttore deva e0ere
„ Monaco della Badia di Firenze j o di altro luogo
j, dell'Ordine di San Benedetto. Ed eflendo impediti
j, da varj accidenti , differirono 1' edificazione , e fi
», radunarono fino all' anno 1477. con molti Giovani
>Y congregati in Santa Maria Novella , di dove riror.-
a narono nella prima loro Cafa, comprandola di nuovo
i} dal Protonotario Colonna Priore allora della detta
» Chiefa , non fapendo della prima compra fatta } e
„ quivi profeguirono a fare le loro Adunanze unita-
>, mente colla Compagnia de' Fanciulli . Dipoi feguì
,5 il rialzamento ài detta Compagnia , e V abbando.
j, namento de* Sotterranei , perchè fi riduffero a Rù
„ mefTe , e Botteghe .
,, Nell'anno 1542. dal Reverendiflimo Mefs. Aleffan-
,, dro di Matteo Strozzi Canonico , e Proporlo della
j, Cattedrale Fiorentina, allora Governatore, e Vica-
,, rio dell'Arcivefcovo di Firenze Andrea Buondelmon-
>, ti , e da alcri , furono rividi , e corretti i Capitoli 5
,, e dipoi l'anno 1557. per l'inondazione dell' Arno
5) fi difperfero tutte le robe della Compagnia » e fi
» riduflero i Capitoli non intelligibili , ma poco avanti
5, che fi faceOTe la Volta, dove prima era Dormento-
,, rio, e fi riducete a Compagnia , furono rifatti i Ca-
„ pitoli dal medefimo Mefs. Alefifandro di Matteo Stroz-
« zi , Mefs. Iacopo Francefco Mannelli Canonico Fio-
j, rentino , e Benedetto Filippo Sacchetti Cittadino Fio-
3, rentino , e tre altri in aggiunta di quelli , che fu-
j, rono eletti nell'anno J542. quali furono approvati
sj il dì 2. Aprile 1568. al tempo del Pontefice S. Pio V.
5? nell' anno ter2o del fuo Pontificato .
3, Le Memorie più riguardevoii , che fi confervano
» in detta Compagnia , fono li Capitoli del 1542. di
,> nuovo ricoperti in cartapecora , ftati fotto la Piena .
,, Quelli del 1508. ufuali fatti in correzione di quelli
» del 154 2.
„ Un
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$1$
li Un Catalogo in Foglio coperto fn affé de i Fra-
„ teìli della Compagnia di S. Iacopo di Notte,, che
j, principia T anno i>$qó, e termina T anno 15-71. do-
5, ve fi leggono la maggior parte delle Perfone Illuftri
5, delle Famiglie Nobili Fiorentine ? notandoli qui al-
cune delle più celebri : cioè ;
„ L* Muftriflìmo Sig. Duca Cofimo dell' Illuftrifllmo
„ Sig. Gio; de* Medici , Duca fecondo di Firenze t
„ che entrò il dì $. Febbraio 1540,
„ Mefs» Aleflfandro di Matteo Strozzi Proporlo Fio-
,, remino » entrò 5, Febbraio 1540, fu Vefcovo di
,, Volterra ,
„ Mefs. Antonio di Bindo Altuiti , entrò $. Febbr.
„ 1540, fu Arcivefcovo di Firenze f
„ Mefs. Francefco di Dionigi da Diaccerò, entrò ne*
„ 4. Gennaio 1548. e nel i^t* fu Vefcovo di pie-
,5 fole ,
,, Rev. Gio; Batifta de' Ricafoli, entrò 5. Aprilo
j, 1545. fu Vefcovo di Cortona,
,, Molti altri, che non f] leggono ; per efìTere flato
,, detto libro fotta la piena dell* anno 1557. e Per e^*"
,, fer logore le carte del medefimo , In e(Tp pure lì
» legge il feguente ricordo : SerroJJt la Compagnia per
» /' Affedìo i e Querra - * E riaperse fi la preferite a dì
,) 5. Febbraio pr commijfione , e licenza dell' lUfiftrìjJi*
35 mo Sig* Duca .
,, Nella medefima yi efiftono più vaghe , e belle Pit-
j, ture , tra le quali , due in Tavola molto antiche ,
,, che una collocata all' Altare di detta Compagnia ,
„ efprimentc Maria Santiffirna in piedi , con Gesù Barn»
,,) bino nelle braccia ,. adorata da due Fanciulli iru
5, cappa bianca , e S, Iacopo , e S. Baciano in pie-
„ di , .opera dell' infigne Tomrnafo da S. Friano ♦ L'ai*
„ tro Quadro in Tavola , alto braccia tre } con fua
,, cornice antichifTima , che ferviva nell' occorrenza
,, delle Procefììoni , efprimente ST- Baiti ano nudo le-
si gato ad un Tronco , frecciato , il dice elfere epe*
Y y 2                             „ ra
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\
„ ra del celebre Pollaiolo; Il detto Quadro era fa-
5) to lafciato in abbandono da moltiffimi anni> e fino
„ del 1757. fu fatto pulire dal celebre Sig. Agoftino
» Veracini Pittore vivente •
Fine del Tomo X. ed Ultimo delle Chiefe Fiorentine,
e della "Parte IL del Quartiere
J\ Spirito j
u
IR
J
: .i.M -■ ■■■_______________
_^_____^^^_
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357
P R I M O
INDICE
DelU $aen Wfffeè contenute nel No»**:
e Decimo Tonto*
*$***$**
S. Aurcliav. e ra. il fuo Corpo tom.
io. 194.
Altre Reliquie totn. to, 173.
S. A Bbondanzio rn. tom. io, pag,
A ni'
S. Abondìo m. tom. io. 194. 310.
S. Achilleo m. tom. io. 173.
S. Agata v. e m. tom. io. 170.
S. Agncfe di Monte Pulciano tom.
io. 17». 177.
B
S. Barbara v. e m. tom. io. 170.
S. Barnaba Apoftolo tom. 9» 4*-* tom«
io. S7*
S. Bartolommeo Apoftolo tona, io»
57. 170. 176.
S. Bartolommeo m. tom. io. 173.
S. Bafiliffi m. tom. io. 173*
S. Beatrice tom.ic. 175. 17^ 3*r*
S. Benedetto tom. io. 170. 175» J.71»
S. Benerofo m. iom. 9. 71-
S. Benigno m. tom. 10. 118. 310.
B, Bernardino da Feltro tom. 9.8$.
S. Bernardino da Siena tom io. 137.
S. Bernardo Abate tom. io. 170.
B. Berta il fuo Corpo tom. 9. ^87.
Altre Reliquie tom. 9. 330.
S. Biagio tom. io. 171.
S. Bonifacio m, toni. io. 177.
S. Buono m. tom. io. 176.
S, AgneCe v. e m. tom- ro. 55,
176.
S. Albano tom. io. 170.
B. Alberto Siciliano tom. io.
177.                       ^
S. Albina m. tom. io. 173*
S. Alefiandro m. tom. 9. 71.
io. » 7 3. 17^. .„
$2.
tom.
S. A le Sandro Papa tom.
310.
S. Amoteo m. toin. ro.
S. Ana.ftafio m. tom. io.
S. Andrea Apoftolo tom.
io.
174.
•75.
9'
194»
176.
17S.
tom. io. 170. 177.
S. Andrea Corfmi il fuo Corpo tom.
io. 64.
Altre Reliquie tom. 1®. 58. 171.
B- Angiolo, detto Angiolino , il fuo
Corpo tom. io, 57.
S. Califfo m. il fuo Corpo totn. io.
*94»
S. Candida tom. 9. 17$*
S. Candida m. tom. io, 173.
S, Candido in. tom. io. 173»
S. Carlo Borromeo tom. 9. 71.
S.- Caimano m. tom. io. 177.
S. Caterina da Bologna tom. io. 178.
S. Caterina v. e in. tom. io. 17*3.
S. Cecilia ini tom. io. i?6»
S. Celfo m. tom. io. 175*
S. Gerbone tom. io. 177.
S. Gerbone m. tom. io» 170*
S. Chia-
S. Aniceto Pp. e rn.
S. Anna tom. io.
tom. io, 173.
170. 173. 17$,
175.
S. Anfano tom. io. 17J.
S. Antcro Pp. e ra.
tom. io. $7#
1 76.
S. Antonino Arcivescovo tom. io.
17S. 351-
S. Antonio Abate tom- io, 170.
S. Appoilonio m. tom. io. 173.
S. Argentino tum. io, ijz.
S. Argentino m. e Compagno , i Io*
ro Coroi tom. io. 15*.
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ti
S. Ermolao tom. io, 17©,
S. Efuperio totn. 10. 170» v''
5. Eugenio m. tom» io. 177»
5,. Euìhchio tomaio., 931*■
• F
S. Fabiano tom. fo. 349. 351.
S. Fabiano Papa , e m. tom. io, 173»
S. Farniana m. tom. io. 173.
S. Faufta m, tom. io. 174.
S- Fauftina v. e m» tom. jo. 176*
S. Fauftino tom. io. 17$.
S. Felice m. tomaio. 173. 17(1,238.
S. Felice Prete, e m. tom. 9» 35°'
S. Felice Vele. tom. io. 177»
S. FelicilTjma m tom. jo. 173»
S, Felicita il fuo Corpo tom. $»
330,
S. Felicita m. tom, io. 171, ?
S. Fermo m. tom. ie. «73»
S, Filippo , e Giacomo Apoftolo
tom» 9» 178» tom. io. 170» 35*»
E>. Filippo Neri tom. 9. $»*• 178»
S» Flavia m. toni. io. 175. 177»
S. Florenzio Vefcovo tom. io* *7°»
5, Floriano m. il fuo Corpo tom,
9. 15.
S, Floro m. tom. io. 177»
S. Fortunata m. tom. io. 178.174»
S. Fortunato m. tom. io. 176.
S, Franctfco d' Affili tom. 9- 8j.
S. Francefco m. tom. io. 174.
g. Friacrio m. il fuo Corpo tom.
O. t-lé
S. Fridiang tom- 9* 178»
G
S. Gennaro m. tom. io. 173»
S. Gcrione ra. tom. io. 170,
S. Germano m. tom. io. 270.
Gesù Crifto , della Colonna tom» io.
17J.
Delia Croce tom. 9. 330, tom. 10.
170. 174. 17S• *76, i37» *S5»
349»
Delle Fafce tom. io. 176.
Dtl luogedove fu trovata la Cro*
ce'tom. io* 349»
Del
Sfc; Chiara tom» *®. t?J«
S. Cipriano tom." io» 176.
S. Cipriano Pp» e m» tom. io« 176,
S, Clamidq tom. io. sjr. ,
S. Claudia m» tom. io. 175.
S.Clemente m. il Aio Corpo t.io. 177*
S. Clemente Pp.e m» tom. io. 57.170.
S. Clerina v. e m. tom. io. 174.
S. Cordula v. e m. tom. io. jj.
S. Corina v. e m. tom. io. -173.
S, Cornelio P» e m. tom. io. 17*,
349»
S. Cofìmo m. tom. io. 171,
S. Coftasza m. tom. io. 310.
S. Crefcenm m. tom. io. 173.
S. "Crefci m. tom, io. 170» 173.
S. Criftofane tom. io. 170,
CrocifilTo miracolofo de i Bianchì
tom. 9. 43.
CrocifilTo miracolofodej Chiodo tom,
io. 4<5.
CrocifilTo nel Convento di S. Pier
Martire , che ha parlato tom."
io. tu,
CrocifilTo miracolofo della Provvi-»
der.za toni. io. 48»
D
S» Damiano m. tom. io. 171.
S, Defiderio m» »J fuo Corpo tom»
9. idi,
S. Diacinto m. tom. io, 174.
S. Digna m. tom. io. 310.
S. Digno m, tom. io, 310,
S. Dionifio tom. id 170.
S. Dionifio Ariopagita Vtfc* e m.
tom.' 9. 94* '
S. Domenica v. tom. io.'177.
S. Domenico tom. io. 176.
S. Donnina m. il fuo Corpo tom. £»
S. Donnino m- tom. io. 349.
S. Dorotea ra. toni, io. 170»
S. Entrìo, e Compagno tom. io. 17<f.
S. Entro m. tom. io. 176.
S. Ermete tom. io. 351.
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<
Bet luogo dove digiunò 40» di
tem. io. 349.                    >
Bel laogi) ove pianfe fopra Gè-
rufalcmme tom. io. 349.»
Bel luogo ove orò tre volte al
Padre tom. io. 349.
Bel luogo ove fletterò gP Apo-
ftoli quando fu appaflìonato
tom. io. 349*
Bella Pietra ove fu confitta Ia_.
Croce tom. io. 349.
Bel Prefepio tom. io. 349.
Bel Sepolcro tom. io. 175. 349.
Belle Spine tom. io. 137. 148.
S. Giorgio tom- io. 170, 175.
S. Giorgio m. tom. io. 175.
S. Gio; Eatifta tem» 10. 170. 176.
S. Gio: Evangeliftà tom. io. 349.
S. Gio; Gualberto tom. io. 148.
Fra Gio: da S. Guglielmo Vcn. tom.
io, 155.
S. Giovanni m. tom. io. 177.
S. Girolamo tom. to. 170.
S. Giuliano m. tom. io. 171.
S. Giulio in, tom. io. 170.
S.Giulio Seaat- e m. tom. io. 173.
S. Giuftina tom. io* 175. 3J1.
S. Giuftino m. tom. io. 177. 310.
S. Giuflo tom. 9. 104.
S, Glorio mi tom. io. 177.
S. Gorgonio m. tom. io. 174.
S. Gregorio Papa tom. io. 170.
Groftb coli' impronta di Mara V er>
gine da cui fcaturì faugue tom.
9. 39»
1              "                I                     >>,.
S. Iacopo Maggiore Apoftolo tom.
io, 170. 175. 349,
S. Iacopo Minore Apoftolo tom. io*
175.
S, Iacopo da Pontormo tom. 9. 311.
S. Ilario m. tom. io. 175.
Immagine Mtracolofa di Maria nel-
lo Spirito Santo tom. io. 148.
SS. Innocenti toni. 9» 178. tom. io.
17(5. frft<
S. Innocenzio tom. io. 170,
S. Iopiano in. tom. 9. 71.
" ■ 4, ì (
S. Tpolita m. t®m. $* .7*.;
S. Ipolito m. tom» io. 170. 35r»
Si Ifidoro tot», io. jjt.
L
S» Lazzaro Vefcovo tom. 1©. 170.
S. Leo m. il fuo Corpo tom.9. 75.
S. Leone m. tom. io. 173.
S. Lcorio m. tom. io. 170.
S, Lerione tom. io. 170.
S. Liceria m. tom. io. 173. 17$»
S. Lorenzo m. tom. io. 57. 17S.
S. Luca Evangeliftà tom. 9. 189.
tom. io. 170,
S. Lucia v. e m. tom. io. 170. 175.
S. Lucilla m. tom. io. 173.
S. Lucio m. il fuo Corpo tom, 9. 75.
Bel luogo ove Moisè ebbe la Legge
da Dio toni, io, 349,
"" ' '""        M '... •'",'/, ■:.
S. Magno tom. io. 173.
S. Manilia m. tom. io. 17».
S. Manfueto m. tom. io. 173*
S. Marcelliano tom. io. 174.
S, Marcellino tom. io. 177.
S. Marco Evangeliftà tom. io. 157.
S. Margherita tom. io. 175. 351.
S. Margherita v. e m. toni. io. 176*
S. Maria Cleofe tom. io, 170.
S. Maria Maddalena de' Pazzi tom.
to. 58.
S. Maria Maddalena Penitente tom.
to, 170, 175. 175. 177. 137.
S. Maria lacobi tom. io. 176,
S. Maria Salome tom. io. 170.
S. Mar tignano tom. io. 351,
S, Martina tom. io. 170.
S. Martiniano m. tom. to. 177.
S, Martino m. tom. 10. 173.
Be' dieci mila Martiri tom. io.
m 170. 35*.
S. Maffenzio m. tom. io. 174.
S. Maffimìano m. tom. io. 177.
S, Materno tom. io. 170.
S. Materno m. tom. io. 171.
S. Matteo Apoftolo tom. io. 170.
3 S1^
S. Mai-
-ocr page 372-
o6è
S. Matteo m. tomi t».r*7>
S. Mattia Apoftolo t®m. «©, 17Q.
S. Maurizio m. e Compagno tom»
io. 170. 175.
S, Mauro m, tom» 9. 7*. torri, io.
;'; N : -,
5. Nemefio m.;tom. io» i?rf. aJ
S. Niccolò tom. io. 177. 35K0
S, Nicolarco m. tom. 9. 7%.
S. Nicostrato m. tom. to. 194.
o
*   i-*y $•■ ■ »'•••' ■ -V v ■■■*5-l'■ •".|-V' '.-'- ■■* f ■ •■ i- ■■ - *v y'^j . ^ ■■
S. Onnione m. tom. io. 176.
S. Oriundo de'Mcdici tom. io. 171.
S, Orfola tom. 50. 170. 176.
Sue Compagne tom- 9* 85. 9S«
350, toni, io. 170» 176. !7?«
2 11. 137.
P , ; "
S. Pancrazio tom. io. 138.
S. Pancrazio m. tom. io. 57. 170*
S. Paolo Apofìelo tom. io, 170.
17 5» J7*5'
S. Paolo primo Eremita tom. 10.
i75«
S. Paterniano m. tom. io. 171»
•S. Paterno m. toni. io. 170.
S. Pafquale tom. io. 171.
S. Paulina m. tom. io. 17J.
S. Perpetua m. tom. 9- 7*.
Della Pietra , quale Moisè percome
colia Verga tom. io. 349. ■ ..;
S. Pietro Apoftòlo tom. io. 170.
175. 17 fi.'
S.'Pietro Confeflbre tom. io. 177.
S. Pietro m. tom. jo. 175. 3J1.
• S. i^ij^mi tom» io. 17^.
S. Pio V* toni, io, *i7t. ni.
S. Placida m tom, io. 310.
S.-Placido m. tom» io. 177.
S, Policarpo m. tom. io, 177,
S, Pomelano m. tom. io. 173.
S. Pon/Jano m, tom. io. 175.
S. Primitero tom. io. 170»
& Pnfca tom. to. *7©«-,
S. Proietto m. tom. 1,0. 17$»^ ,
S. Profpero m* tom. jo.176._iI
S. Pulcherio m, tom. io. *7S»
S. Quinto m. tom. 2» *,f 3»
:-•■:.!                   R               r' r*
S. Ranieri Confeflore tom. io. 170."
S. Redente m. tom. io. 194.
S. Rcftttuto m. tom. io. 174.
S. Romano m. tom. io. 177.
S. Romolo Vefcovo di Fiefale tom
10.171»
S. Rofa di Lima tom. io. 174,
S. Rofaiia v, toni. io. 137.
S
S. Sabina tom. so, 351.
S. Salultia m. tom. io. 175,
S. Saturnino m. toni. 9. 71. tom.
io. 3ji.
S. Sebatìiano m. tom. 9. 189. tom.
, . 1,0. 57. f 70>;j $ 77. 349. 3 Si'
S. Secondino m. tom. io. ft<7"7?
S. Sempliciano m. tom. io. 177»
S. Sergio m. tom. io. 177.
S. Servivano m. tom. io. 177.
~S. Simone tom. io. 351»
tjS, Sperma Bona m» il fuo Corpo
tcm. 9. 73,
S. Stefano m. tom. io. 1Ó9, 175.
S, Stefano Papa i e m. il fuo Cor-
po tom, 9. 105. •
rr Altre Reliquie tom, io. 5j|.
• -,» :t . ,-. ;rtT<V •- * ■'
SS. Tcbei mm. tom, io. 177»
S. Teodoro m. tom. io. 173. 351.
S, Teoduli mi tom. io. 173.
S, Teotoro m, tom. io. 170-
.$. Tiberio m. tom. io. 175.;
S, Tiburzio tom-io. 351*
S, Timoteo uno de'71, Difcepoli -di
Crifto tom. io. 349. 351.
S. Ti-
-ocr page 373-
351
; Della Velie tom. if'i §4*.
S. Vincenzio Ferrcrio tom. io, ni,
S. Vincenzio m. tom. 9, 7». tonfo
io. 175.
S. Vitale tom. io. 173.
S. Vito m. tom. io, 173,
S. Vittore m. tom. io. 177.
S. Vittoria r. e m. tom. io. «74*
S. Vittorino m. tom. io. 175.
S. Ut fino tom. io* 173.
S, Timoteo *|. tom, te». %'?É*
S. Tito iti. tom. io. 170. 17!?.
S. fommafo Apoflolo tom. 10. $7.
170.
ir
S, Valentina tn. il Aio Corpo tom.
io. 148.
S. Valentina v. e ra. tom. io. 173.
S. Valeriano m. tura. io. i7S« *7°"«
S. Uberto tom. io. .115.
Si Verdiana tom. io. 148."
Della SS. Vergine della Cintura tom.
io. 170. 176.
Del Sepolcro tom. io. i7J« *7*«
Del Velo tom. to. 17°» I74»
S. Zanobi tom. 9. 104.
S. Zenone m. tom. is.
173' *77«
; ;
*
IN-
Z 1
A
-ocr page 374-
INDI CE SEGOKDO
te '.jr
De* littori, Scultori, Architetti > * /W/# Frofejforl,
le sui Of ere fi lodano In quefii due Tomi»
**?*****
Botti Rinaldo tom. io. 146-
fiotticeli! Sandro tom. 9« *3«
ti. x6. 94.
Brina Gio: tom, 9. 117.
Bronzino, vedi Allori .
14.
► \
tlorì Aleffandro toni. 9. pag,
*JL 15. t<5« 17. 33» 311. tom. io.
14&. 160. irép. S7i.
Ammannati Bartolommeo tora. x§.:-
Andrea da Fiefole toni. 9. 311*
Andrea Pifano tom. io, 317.
B. Angelico tom. 10. 109.
Antonio di Giorgio da Settigtiano
tom. 9. oS.
Atticciati Domenico tom. io. 18.
41.
Brunellsfchi Filippa tom. 9.
14-
Buffalmacco Bonamico tom. 9. 117-
Bugiardini Agoftino tom. 9. 3°- 338.
Buonarroti Michel' Agnolo tom. 9.
Buontalenti Bernardo tom. to. 41*
Buti Lodovico tom. io. 160.
Butteri tom. io. 17. 30.
B
Baccio d'Agnolo Tom. 9. 5I.
Baldaflar Fiammingo toni* 9. 94*
tom. io. 6%,'
Baldi Pier Maria tom. 9. 56.
Baratta Gio: tom. 9. 11.
Bardi Simone tom. 9- 308.
Fra Bartolommeo della Porta detto
il Frate tom. 9. %i j.
Benedetto da Maiano tom. 9. 99*
Benedetto da Rovezzano tom* io»
4*.
Bali Guido tom. 9. 18..S.
Jknozzo tom. 9. 165.
Betti Sigifmondo tom. 9- 7** tom'
io. 43.
Bettini Antonio tom. 9. nS. tom.
io. 8 8. 185.
Bicci Lorenzo tom. p. 6*9. tom. io.
i»9«
Bìlli Filippo tom. 9. 71.
Boneehi latteo toni- 9. 7*' *8i.
186. tom. io. 43. 340. 34x.
Bonelli Matteo tòni. 9. 185.
Bofchi Fabbrizio t. 9.84» 186. 308.
Caccini Gio: fotti. 9- *9« 3**
Calza Francefco tom. io. 5/.
Cappelli tom. 9. 133.
Cardi Lodovico detto il Cigoli toni.
9. 1x6. 313.
Carkttt Lorenzo tom. 9. 3*4.
Calcetti Stefano tom. g- j<5.
Catini Gio. tom. io. 341.
Caflana tom. 9. 18.
Del Caftagno Andrea tora. 10.294.
Cecca tom. 9. 15. tom. io. 19.
Centi ini Bartolommeo tom. 9* *33*
Gio: Bautta tom. 9. 19.
Cerniti tom. 9. 183.
Ciabilli Giovanni tom; 9. 185. ut,
Cimabue Giovanni tom. 9. io.
Cinganelii Michel' Angiolo tom. 9-
313. tom; io. 300.
Ciocchi Gio: Maria tom. io. 340,
Confortini Iacopo tom. io. 3$. 87.
Conti Francefco tom. io. 341.
Contucei Andrea tom. 9« *<*■ 3*.
Coppi Iacopo detto del Meglio tom.
io. 169»
Cor-
s
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&i
Galeotti Baftiàno tom. io. $41.
Garcdi Ventura tom. io. 341*
Del Garbo Raffaellino tom. 9. 43,
1*9.
Geralgnani Diacinto tom. 9. xitf.
Gentile da Fabbriano tom. io, 170»
Gherardini Akflandro tom. 9. 185.
Z49» tom. io. %$6» . ;
Gherardo Miniatore tom. 9. 99.
Ghirlandaio Domenico tom, 9. 99,
ioj.
Michele tom. 9» %6t 18, 133. tom.
io. 137. *°9»
Ridolfo tom-9- ».<*. »S. 133, 136.
178. 116. 303, 308, tom. io.
xop. 137.
Gidoni Galeazzo tom. iox 88.
Giordano Luca tom, io. «3.
Giotto tom. 9. *j. 300, tom. io.
m r 43* 133.
Sua fcuola tom. io, *9j.
Beato Giovanni Angelico tom. io»
187.
Giovan Bologna tom. 9. 33-
Giovanni di Cecco Bigio tom. t*
Giovanni da S. Giovanili de* Man-
nozzi tom. 9- 94. t©?. *!$,
117. 41S. tom- io. ido, *o9»
Gori Angiolo tom. io. 153,
Granacci Francefco tom. 10, 133.
*47«
I
Iacone tom. io. io 1. *94»
Iacopo da Empoli tom. io. j.70,
1
Landini Taddeo tom. 9. 18.
Lapi Niccolò tom. io. 341.
Lippi Fra Filippo tom. 9. ir. 43.
33. tom. io. 145. 341.
Filippo Iuniore tom. io. 39.
Lorenzo tom. 9. 178,
Lumi Aurelio tom, 9. 2.5. toni, io.
Lorenzo di B?cci tom. io. 17.
Lorenzo di Credi tom, 9. 83.
2 z x
                              D oa
Corfettl tom. 9. 107*
Crefei Lorenzo tom. ro. tfi
Cronaca tom. 9. jt.
Currad'r Francefco Cav, tom. 9. l8<5«
187. tom- io» 1 JS« *7«. *8
P
Dandini Ottaviano tom. io» 341.
Piero tom. 9.1x7.18$. :8tf. 187»
tom. io. 146. 340.
Vincenzio tom. 9. 187. 3*1.
Donato detto Donateli© tom, ***
4l
©ì Empoli Iacopo tom. so, »«S.
***7i. »9J. 318.
Fabbri Gio: tom. io. 57,
Fabbroni tom. io. 43.
Feì AlefTmdro tom. io. 171.
Ferretti Gio: tom. 9. 8j.
Ferri Anton Maria tom. 9* *57«
183. 185 • tom, io, 145.
Ficarclii Felice detro il Ripofo tom,
9. *3. tom. to. 310.
Foggini Gio: Batifta toro. 9* *>&
tom. io, 0*1. (S3,
Fonttbuoni tom, 9. 117.
Francabigto Marc' Antonio tom. 9*
%T. 107.
Irancefchini fialdafTar detto il Voi*
•errano tom. 9, 300. 3*7. tom.
io. tof, 119,
Franchi Antonio tom. 9. 186,
11 Frate } vedi Fra Bartolommep
della Porta .
Fuccio Architetto tom. ie, 316.
Furini tom. 9, 11 z»
Gabbiani Anton Domenico tom. 9,
185, tom. to. i4<$; 146,
Gaddi Angiolo tom. <o, 41-
Taddeo tom. 9. io.
-ocr page 376-
Pagani Goro tom. io. *?**
Paggi Gio; Battila tom. 9. 133.'
Paolo Perugino tom. 9. $j.
Papi Francefco tom. io. 190.
Parigi Alfonfo tom. 9. J$. tom. 1©.
Giulio tom. 9. 1415. tom. io. 160.
Paflerinì tom. 9. tt8.
Pafiìgnani Dom. Cavaliere tom. 9.
: iiìt. i77r ;tQin;. io» 29. 3©. i*o.
147.
Pcfcljo tom. io. 233.
Petrue.ci Francefco tom. 9. ,17. tota*
10. 1S4.
Piamontini Giufeppe tomi 9. i8ì.
tom. io. 43.
Pier di Cofimo tom. 9. 20-. zj. 26.
.- *8. 177., ,, ;.-,'. .'■;
Pietro Perugino tom. 9- 83. 99.103.
Pignoni Simone tom. 9. 304.
Piiiori Antonio tom. io. 43. 89.
Poccetti Bernardino tom. 9. $7* 94.
176. 183. 307. tom. io. ij, 1%,
19, 30. 41. 43. ài, 87.
Poggi tom. io. 270.
Pollaiolo Antonio tom. io. jj5. . <:
Poppi Francefco tom. io. 269. 271.
Pucci tom. 9. i<5i.
Puglìefchi Antonio tom. 9.185. ai8.
230, tom. 1©. 140' 341»
Don- Lorenzo Manaco Camaldolesi»s?
fé tom» 9. 147.
gf " é> m».&; Q- ■'}< u             vii O UH
u
Macchietti Girolamo tom. !•• 19.
Manetti Rutilio tom. 9. 28.
Marcellinì Carlo tom. 9. 186. tom.
io. 61. 339»
Marcello Provenzale tom. 9. 300.
Marchetti Girolamo toni. to. 87.
Mariani Giufeppe tom- io. 340ÌM
Marinari Onorio tom. r% 112»
Martinelli tom. to. 193.
Martini tom. 9. *i j«
Marucelli Gio; Stefano tom. io. 208.
IVI afaccio toni, io. 19,, 38. 63.
Mafolino tom. io. 38.
Maifimi tom. 9. 316.
Mazzantì Cavaliere tom. aoè 137.
Memmi Simone tom. 9. io.
Merlini Cofimo tom. 9. 31.
Meucci Vincenzio tom- io. 40.
Michi Pier Antonio tom. io. 85.
Migliorato Architetto tom. io. 119»
Monaldi Bernardino, o fia Girolamo
tom. io. 29,
Moriani Giufeppe tom. io» 11*.
Montautf Antonio tom. 9. 181. s 54*
Montorfoli Fra Gio- Angelico t. 9.27.
R
N
Radi Cavai, tom. io, 339. 340. ,|
Raffaello da Urbino tom. 9. 28.
Redi Tommafo tom. io. 147.
Della Robbia Luca tom. 9. 84. 177*
Rodi Cav. tom. io. 2*3.
Roffelli Matteo tom. io. 43.
Del Roffo tom. 9* *7* 3°°*,...■•
Rubens fua fcuola tom. 10. ito.
Ruggieri Ferdinando tom. 9. 254.
3» 9»                     :
Naldini Batiftatorh. 10.27* 18. 169*
Nannetti Niccolò tom. io. 43'
Nafini da Siena tom. io» 30.
Navcfi Giovanni tom. io. 30. 43.
Neri di Bicci tom. .9. 311.
Niccolè di Fiero tom. 9. 276.
Niccolò Tedefco tot». 9. 276.
Novelli Antonio tom; io. 339.
- •. ,** *? ,»v ©,v vi
Oxford Ignazio tom. 9. ?r. 161»
321, 316. tom. to. 340.
Sacconii Carlo tom. tff, 4q-
Sagreftani Gio; tom. 9. 23. i8j.
tom. io* I4°*
Salvador Rofe.*0**1' l0* 20>
Santi
Del Pa*e Rinieri tom. io. 341.
-ocr page 377-
IH
Tornabusni tot*, j. 11J.
Santi di Tito toni. o. 115. tom. 10»
19.
Saofovino Iacopo tom« 9. ir.
Del Sarto Andrea tom. 9. ago.
Silvani Gherardo tomVy. 50.70. i8i-
tom. io. ijj.
Pier Francesco tora. 9. iji» toni»
io. 6».
Soderini Marco tom. 9. i*9»
Segliani Gio. Antonio tom, 9. 147.
tom. io. r jj.
Spinello Aretino tom. 9. 17°"'
Stamina Gherardo tom. io. 43.
Stefano difcepolo di Giotto tom, 9. 9.
Stradano Gio; tosi. 9. *t.
Vaifingh Filippo tom. 9. 7 ti
Vanhonthourt Gherardo tom. 9« 5*4*
Vanni Gio; Batifta tom. *o, 88.
Vannini Ottavio tom. 9. 103. 117.,
tom. io. 3,09,
Vafari Giorgio tom. 9. 131. tom.
io. 2.9. 83.
Ubertini Francefco tom. i». tot*
Veltani Ferdinando tom. 9. 311» A
Veracini Agoftino tom. io. 340, ...
Vignali Iacopo tom- 9» **• *49«
tom. io. 109. 118. 147. 254*
Viliberti tom. io. tir.
Ulivelli Conino tom. 9. JJ. JtS*
tom. io. 88.
Volterrano , vedi Franccfchini.
Del Taffb Lionardo tom. 9. $4,
Tempcfta Antonio toni. 9* 314»
Ticciati Francefco tom. io. 43.
Tommafo da S. Friano tom. io. 3$ $•
: ■ . ; . ì i A
■ i ";:'.i
IN-
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3*S
I N D 1 C É T E R Z O
J)e' $ spoltri | $4 IJcrUtoni Indicate fa qttefli
,
          due Tomi .
*£>#**!*
Brancadori Malatefta tom. 1* 319»
Brichicri Colombi Gio; Bernardo
Auditore Fifcale tom. 9\lx-
Erunaeci D. Attilio Abate di Set-
timo tom. 9. 114.
Bruni D.Floro Abate Ciftereienfe
tom. 9. ir 3.
Buonamici Fra Giuliano Carmelita-
no tom. 19. 91.
Fr. ^ Goff ino Agostiniano .Maeftro
£% di Teologìa tom. 9. 53.
Alamanni Famiglia tom. io, 301.
Albergotti Silvio Conte tom. 9. 313.
Albizzi Maria Fondatrice del Con-
vento di S. Chiara tom. 9- 8<5«
AlifTandro de'Medici Cardinale tom.
9. 94.
                    :
Ambra Anton Francefco Cav, tom»
9. 83.
Del Campo Famiglia Pifana tura.
io. 317.
Canacci Ciurlino tom. 9. 109.
Canigiani Taddeo tom. 9. 307»
Vanni ivi .
Canonici di S. Salvadore detti Sco-
petini tom. io. 331. e feg.
Capponi Cammilla tom. 9. 84.
Ferrante Sen, tom. 9. 339»
Francefco tom. <?• *<»•
Gino ivi .
Lodovico tom. 9« 5.11*
Luigi Cardinale tom. 9* M*
Neri ivi •
Scipione Sen. tom. 9* *4*
Cartello ne i Padri del Carmine-*
tom, io. j. e frg.
Cafa*regi Bartolommeo Conte tem.
io. 154.
S. Caterina da Siena tom. 9. 331.
Cavalcanti Batti ita tom. 9« %1>
Tom maio ivi •
Cenni Fra Filippo Carmelitano tom.
io. 90.
Cerracchini Luca Giufeppe Dottore
tom- io. 1Ó9.
Cerretani Prete Francefco uno de i
Fondatori dell' Oratorio di S'
Filippo Neri toro. io. 1S6.
Che-
B
Baldaccio d'Anghiari tom. 10.131.
Baldocci Famiglia toni. io. 108.
Barbadori Aleffandro tom. 9. 189.
Michele Spedalingo di S. Maria
Nuova tom. 9. .300,
Bardi Ridolfo tom. .19* x?q«
Baretti Domenico tom. io. 171.
Becchi Fra Guglielmo Generale degli
Agoftiniani ,e Vcfcovo di Fie-
fole Ven. tom. £. 53. 58.
lenizzi $. Filippo tom» 9- 3*6«
Giovanni tom. 9. 38.
Bernardino detto il Franzcfino toro»
9. 93.
Beffi Fra Paolo Neri Carmelitano
Vefcovo di Soaua tom. io, 33.
Bicchiello P. Maeftro Niccolò Ven.
tom. 9. Ji»
Bini Pietro Ven. uno de ì Fonda-
tori dell'Orarono dì S, Filip-
po Neri Ych. tom. io. 18$,
186.
B< rnardo tom. io, 191.
B'tuzzi Cambiuzzo tom, io. 3*.
Bocchi Anton Francefco tom- 9. 76.
Eomfuio Raguf'eo Vefc. di Stagno
tom. 9. Sj*
-ocr page 379-
P. Maeftro ©i».é d'i Niccolò dett»
Fra Bianco Carmelitano tota*
io, 33.
Gondi Filippo Emanuellc tom. ro.
344»
Gregorio X. Papa tom. io. 17*.
Grifoni Iacopo Cav. di S. Stefano
tom. 9. 117*
Groppanti P. Maeftro Filippo A-
goftiniano Ven. tom. 9. $3.
Guardini Francefco tom. io* 31»
Michele tom. io. 166.
Guicciardini Francefco tom. 9* *>7»
3*4» -'* ":::„'
Girolamo Sen. tom. 9. 315.
Lodovico Conte tom. 9. 197.
Pietro tom. 9. 314,
         ; »
Pier Ghino tom. 9. t.97.
Guidetti Famiglia tom. 9. 311.
S. Iacopo fopr' Arno tom. io. 34?.
infcrizione in una Colonna di S.
Iacopo fòpr' Arno tom. io.
33°»
Inflizione nella coperta d'un Co-
dice della Bicchsrna di Siena
tom. 9. *rp.
Inscrizione nel Monandro delle Coa»
vertite tom. 9. 95.
Infcrizione fopra la Sepoltura delle
Monache dell' Arcangiolo Raf-
faello tom. 9. 131.
Infcriziodi mciTc ne i fondamenti
della Chiefa nuova di Ceitcllo
tom. 9. 184. iSj.
Infcrizione fopra la Porta del Ca-
pitolo di Ccftcllo tom, 9. 190,
Infcrizione fopra il pavimento dì
detto Capitalo tom. 9. 190.
Infcrizione alla Statua dì S, Maria
Maddalena in Ceftello t. 9. 190.
Infcrizione alla Statua di S, Ber-
:, nardo in CfftelloUom. 9. 190,
Infcrizione nel Campanile della Ba»
dia di Settimo tom. 9. »oS.
Infcrizione fopra la Porta di dentro
della Chi eia delia Badia di Set-
timo tom- 9. 111.
la*
Cherieh'nt Baldticcio tona. 9. 3 3 7*
Cilia Conteffa dì Borgo»uovo tom»
9. 109»
Gioii Andrea Sdii, tom* 9. 30r. 301»
CccqtRo P' Maeftro Leonardo tom.
9. 6$.
Conti Iacopo Audit. tom. 9. 3*t*
Corbinelit Carlo , Filippo, Orazio ,
Pietro, T ammalo , tom. 9. 17.
Codini S. Andrea Vefcovo di Fie-
sole toni. ro. §&. 83.
BaftolomrneQ tom. io. 6i.
Neri Vefcovo di Fiefoie tom. 9.
57-
Pietro Vefcovo di Firenze , e Car-
dinale tom. io. 63.
Dati Francefco tom. io. ti».
Donnini Francefco tom. ts. itii
:                         F ."'
Fantucci Antonio tom. 94 ji.
.Francefco , Stefano ivi .
Fantungheri Ab. dì Settimo tom. 9.
11 j.
Del Ftfde Antonio Carmelitano , e
Vefcovo di Soana tom. io. 53.
Foggini Gio; Batifta tom. io.t9t.
Franchi Antonio tom. io. no.
Frefcabaldi tom, 9. 301.
           j
Fulcio Architetto tom. io. 309,
G
Gabbiani Anton Domenico tom. io.
in.
Galli Fra Niccolò Carmelitano tom.
IO* Ug,
Gafdia Gontefla moglie dì Gugliel-
mo Bulgaro tom. 9. tuo.
Gavacciani Lapo forn. 9. 54. 341^ ,
Gheraldini Celio Cav. tom. io. 149.
Gianni Altare tom. io. 171.
Giovanna d' Auflria Gran Duchefia
tom. io. 147.
De Giovanni Fra Gio. Carmelitano
tom. io. 85.
-ocr page 380-
*>.
*
Infcrìzione nel pavimento della Chie-
• fa della Badia di Settimo fotto
il Quadro del Miracolo di S.
- Pietro Igneo toni» 9. 215. r>
Infcrizione, nella Cattedra efiftente_a
nel Capitolo della Badìa di Set-
timo tom. 9. 116.
Altra Infcrizione nella Parete vi-
cino alla Cappella del Capito-
lo tom, 9. 217»
Infcrìzione fopra la Porta della Tor-
re della Èadia di Settimo tom.
9» 231.
Infcrìzione in una Lapida Sepolcra-
le ritrovata ne i fondamenti
della Chicfa di S. Felicita tom.
9> *S7»
Ahra limile tom. §• 157.
Infcrizione , che lì conferva nell'A-
trio del Parlatorio delle Mona-
che dì S. Felicita tom. 9. 166.
Altre Infcrizioni ritrovate in detta
'Chiefa tom. 9. 314. e feg.
Infcrizioni a ì quattro Sepolcri , che
elìfìono nel presbiterio di det-
ta Chiefa tom. 9- 310,
Infcrìzione nel muto dell'Orto delle
**'• Monache dell' Arcangiolo Raf-
faello tom. 9» 346,
Inflizione dentro la Porta della-.
Chkfa de i Monaci della Pace
tom. 9. 3$i.
Infcrìzione alla Sepoltura di Ber-
nardino Poccetti tom. io. 31.
Infcrìzione ncll' Architrave fuori del-
la Porta della Chiefa d' Ah-
nalena tom. io. 141.
Infcrizione alla Sepoltura delle Ma-
nache d' Annakna tom. io. 148»
Infcrizione della Sacra di detta Chie-
fa d* Annalena tom. 10. is«»
Infcrizione all' Altare del Rofario
in S. Pier Martire tom. io.
108.
Infcrizione nella Fineftra del Palaz-
zo della Signoria tom. io. 1*5.
Infcrizioni nella Chiefa delle Mo-
nache dello Spirito Santo tom.
io. 247. 248.
Infcrizioni nella Chiefa di S. Ago-
stino fulla Cofta tom. re.
25Ó.
Infcrizione affifla alla muraglia del
Poggio de* Maglio li tom. io,
Infcrizioni nella facciata della Chie-
fa di S. Niccolò oltr' Arno
tona. io. 171.
Infcrizione della Sacra nella Chie-
fa di 5. Gregorio tom. io,
*76,
Infcrizione fatta per la Confecra-
zione della Chiefa dell' Impru-
neta tom. io. 314.
■ ■■'"' L ""
Lancellotti Iancellotto toni. io. %i3.
Lippi Mariotto tom. io. aoi.
; " :',,, :: M ■
Machiavelli Filippo 5 Lorenzo tom.
9.   311.
Malatetti Annalena tom. io. 147.
Mannelli Francefco, Iacopo tom. 9.
308.
Mannozzì Gio: da S. Giovanni tom,
io, 209,
Mali P. Ridolfo Carmelitano tom.
10.   3Z.
Martelli Ugolino Vefcovo Lupienfe
tom. 9. 178.
Fra Martino da Signa Agostiniano
Ven. tom, 9. 53.
Mazzinghi B. Angiolo tom. io. 35,
SS'
Medici Aleflandro Cardinale , e Ar-
cirefeovo Fiorentino tom. 9.
176.
CoGmo Gran Duca 4. tom. 9* 31*
Ferdinando Primo tom. 10. 130.
Paolo Dottore tom. io. i8i.
Montelatici Arcangelo tom. io. 113.
Cefare Canonico dì S. Salvadorej
' ; tom. io. 114,
Mo'*z.i Andrea Vefcovo di Firenze
- tora. io. X83.
Hai-
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!*9
Ti 1 A %SV TI
%„*■ %»4 .1* *PI* Mt
Kì4olfi Gìè. Francefco ttftl. IWtrof
De' Rofll Alamanno tdmt p* r34»
Amerigo tom. 9* 333»
Luigi Cardinale tom. 9. 339*
m
Naldi Orazio tom. io. H4»
Nerli Fra Albizo Carmelitano, tom*
Del Nero Francefco tona. 9» 3*'*«
Neroni Matteo tom. io. toS.
■Niccoli* Niccolò tom. 9- 54*
Nomis Fra Antonio Agoftiniano tóra.
Salvini Anton Macìa tonv 9' S4«
Sattimanni Francefco Cavaliere tom»
9» ij. •ix."
Marco tom.' 9.'at« ì i<M
Sodérini Niccolòvtom. io. 4*.
Tommafo ivi. • t;tl
B. Simone da Cafcia tom. 9. 90.
Del Soldato Gamberino tom. io,
35. ■ > !.i                          *r*
S. Spirito Intenzione dell* Sacra..,
tom. 9. 6 $• à6.
Starnina Gherardo tom. io. 34Ì.
?:3V:
. -. H i
O
Oggelido P. Maeftro Angelo toni.
9. 51.
Onofrio Vefcovo Fiorentino tom. 9.
*
•*»•*»
Palladini Arcangìola tom. 9. 338.
Del Papa Giufeppe Dottore tom.
IO. ili.
Petrini Andrea tom. 9.ix,
Luca tom. 9. ìi-
Petrucciani Fra Gregorio Cardiha?
le tom. 9> ^t."
Peruzzi Filippo tom. io. 113.
Piamontini Giufeppe tom. io. Hit
Pitti Donna Caterina tom. 9. 313.
Preti della Congregazione della Mif'
fione tom. jo, 345.
Pucci Antonio Vefcovo ? e Cardinal
le tom« io. t37»
iìl
:.'<]! t
Titti Tommaf© Conte tom. i©.*ii.
Tornaquinci Fra Simone, Venerabile
tòm. 9. j*.                   
Vanni d'Iacopo da Butì tom. 9. 339.
Verrazzani Montìg, Lodovico tomf
9. l6¥.
Verginia tom. 9f 161.
Uliffe Cav. tom. 9, 163, n
Vettori Pietro tonfi. 9.^5. .
Uguccioni Bernardo tom.-i».,» i7«.
Vieri Francefco tom. 9. 54.
Pa Uzzano Giovanni tom. io* 196.
ti
■- M .
Reatri Marco tom. io» 213.
■"*»?■ '
.:S:' ■ »V*4
Tojw. X.
A a a
IN-
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maBmmmmm^mm^mmmmm^mmtm
37?
INDICE GENERALE.
Detto Terzo tota, io. 9.
w Eletto Quarto to,m. ?• <*J» *4|«
Detto Sefto tom. io. ijq.
Alidofi Famiglia loro Cappella tom,
IO., ff.          ; j
Ahoviti Antonio Arcivefcovo di
Fifente tom* 9» 64* *7'«
Ammirato Scipione tom. 9- 4* "»
^3,. jtt. 315. tom. 10. 4. io.
14. 103. ii8. 153. 166. 174.
311. 31S. 3JJ.
S. Andrea Corfini Vefcovo di Fìefo-
le tom. io. 18.
Traslazione «tei Aio Corpo dal]*
Cattedrale di Fiefole alla Chie-
fa del Carmine tom. io. 66,
Annalena Chiefa , e Monaftero di
Domenicane tom. io. itp.
Chi fuffe la Fondatrice di detto-
Monaftero tom. io* t%%*
Quando ìncominciafie il dsrtto.M*».
naikro tom. io.- 13s*
Breve che accorda il principio di
detto Monalito tom. io. f$fa
Loro Iftituto tom. io. 13.J.
Al.troBre.vie, jn confermazione djdl
primo tojm? io* r37*
Denominazioni varie di detto Mo-
naftero tom. io. 1 jz«
Da chi fufte benedetto il nuovo
Oratorio, e come intitolato
tom. io. 138.
Dette Religiofe fubordinate all'
Ordinario tom. io. 138. 140.
|mpedim;enti ftati promoffi contro
la fondazione d rlla Chiefa tom.
to. 1.3.8.
Fabbrica della Chiefa , quando
fatta tom. io. 14*'
Struttura di detta Chiefa tom.
i o. 14 S «
Confecrazione di d. Chiefa , quan-
do , e da chi fatta tom. io.
ijo.
                                  Re-
Accolti Spinello toni. 9. 3.
Adriano VI. Papa tom. 9. 17^*
Degl* Agli Antonio Piovano dell'
Impruneta, Arcivefcovo di Ra-
gufa, Vefcovo di Fiefole, e_*
di Volterra torà. 10. 311,»
S. Agoftino fulla Cofta, Convento
de i PP. Riformati Scalzi di S*
Agoftino tom. io. 149-
Quando detti Religioni vcniflero
in Firenze toni- io. 149.
Loro prima abitazione tom. 10.
150.
«;:i Quando paflaftero Ai la Cofta toro*
. u io. zs».
Benefattori concorfj alla fabbrica
del Convento tom. io. zsr.
Acquifti fatti per fare la fabbri-
ca tom. io. 1 ji. e feg.
',« Loro Chiefa dedicata a S. Crifti^
na , e S. Agoftino tom. *$.
*49»
Perchè dedicata a S. Criftina tom.
io, *49<.
Quando principiane la [fabbricai,
di: 'detta Chiefa toni. 10. 15 3*
Chi benediceffe la prima pietra ,
ìì e da chi gettata nei fond'amen,-
ti tom. io. X5 3#
Confecrazione di detta Chiefa
tom. io. x$s.
Catalogo di varj Rfligiofi di det-
to Convento, morti ipeg^cju-
to di fatuità tom. io, t$ 5.
Albizzi Marietta Fondatrice dei .Ma,-,
naftero di S. Chiara di Tir eh-*
ze tom. 9. Sft*i
Alcffandrini loro Cappella tom. 9.
Akflandro II. Papa tom- 9. 201.
, Ttom. io. 140, jìi.
-ocr page 383-
r Detto di Badia tafm■"*«♦ 19*.
petto di Bonifazio5 tom» 0* ajo.
tom. io. 193*           •" '
petto de* Cartonici del pùòmo
tpm. 9. 79» tom, io. 141* 338.
• petto del Carmine tom. 9* jUtf.
tòm. ìà» ±. i-4é ^0*ri
Petto di Ceftello tom. 9* 7* ;6>
I9«J, 19*8, *ò14 *dK
petto de* Cosentino 1,9.1 j?i<So.
petto di S. Felicita tom. *J 3**»
Detto di S^Fridfino: torti. 9. fu.
petto Generale tom, ?,**i» tom.
•«., <"■ jò. i3'4:* M**' $$$*
Detto di s« Lorenzo tom. io. 103,
petto dì S, Maria* Novella tòm*
io. 101.
petto dir £n Mar«a ^uòvar font»
io. i81'*■'■■■
pettp di Mpnte QlivetP: fam. io»
xòo» V««f *#7» *S8v ì"' 33**
■ •Detto di S. Spirito tpmV ?» 5<5«
Detto delle Tratte topi* 9. 183,
Afcangiojò" Raffaello Ghiera, e ]Mo-
nalterogià di Mònade t. 9. 117,
Loro prima abitazione tom.9. 127»
yicepdc di lofp abitazione tom?
9* *>*$*
Loro Regola tom, 9. f j*>
Ingrandinientp «JeT Ipro Monade*
ro tonj. 9. 13»»
Fabbrica della loro Chiefa tonv
9' 153*                 rt
Sppprefljone d» d, Moaaftero torr>»
9» *33»
Sunto della Bolla per la detta-.
Spppreflìene tom# 9» *3f*
Ardipgo Vefcovo Fiorentino tpm. 9.
3. 119. 17®' *p$« 33^ to
jo. i«J*. 187,
Atte della Lana tpip. 9. 57»
Atti da Lodi Francefco Vefcorp
Fiorentino torti; 9. 4,
jSadia di S. Salyadore di; Settimo
toni» 9- i9f>
Perchè detta Badia di Settimo
tom. 9. 191»
A a a a                        Da
leftauraziòhi più retanti di detta
Chiefa loffi, io.'H%&
Funzioni Ecclefìaftiche fatte irj a»
Chiefa tom. io.141»
Facoltà "concèH*a a dette Monache
$ potere elèggere ^ pjtre il
Confeflorc , due altri Softituti
per udire Je Confci^òfii tonr.
io, isit
Detto Monaftero flato réfugìò di
Gio. de' Medici d'elfo Bande.»
Nere tom, jò« *S3»
Struttura del Chioftro foni» i»o.
«tj ? F*.....■ ' ■■ ■ ■ - ■ :'
U*»
Secondo Chioftro da chi fatto fa-
re, e fuoi Patroni torti. j:o,
.■.. M5» li !>.*,.^
'infermeria /opra qùal Cafa fon*
data tòrti» io- f J*»'
Struttura del Coro torti, io. t6o,
Incendio feguito dì deftp Mòna-
,, fiero , § Aid ?ìfaliménto' tom,
10. i6j,* .
jenefàttori' che contribqirpnp al
detto rifacimento tòrti, io. i*t.
Demolizione dell' Òrtp , ber (Jual
paufa feguita torti, io* 164. e
feg.
Crocififlì miracplpfi efiftertti peli'
Infermeria tòrti» *°* * S?•
AJtrò Simrtlacfp d' Maria tìu'r*-
eolofp tom. io, 15 S,
Breve , che dà facoltà alla fon-
datrice d' aprire due altri Mo-
rigeri deJL medeftroo Iftitut^
„. tomf io. 139,
Mònafteri fondati a fimilitudinej»
di quellp d* Annalena tom. io,
144»
Religiofe di detto Monaftero fon-
datrici del Monafterp della SS.
frinita di MoJiglìana tom. io,
145.
S. Antortino Arcivefcovptòm. 0.34.
Sf. no. tom. io. ì« 14. 137,
Antinori loro Cappella tom. 0. x6,
18.
Archivio d'Annalena t. 10.140,144,
Detto dell' Arcivefcovado tom,
io, 108. i-r 264. 338*
!
-ocr page 384-
372
Da chi fondata tom. 9» tg$, e feg.
Donazioni fatte alla detta Ba,dia
tom. 9. rgii, %i 1.
aaAbàte di Settimo Conte dello Sta-
; Le .ivi.»:- ■. ■          : r} ,
. Privilegi -accordati da,i Pontefici
all' Abate di Settimo tom. 9.
i 199'..' ■*.".                   . (■ .
Detta Badia pofleduta dai Mo«
kt naci Cluniacenfì tom. 9. 199-
► ti,l e fegg. tifa ,;--,'
^Quando pattata fte i Cìftercienfi
tom. 9. 105.
                   i Ji
Struttura di detta Badia j^m. 9.
,!■■-■< 107. e fegg* ■■ ■ ■ '■ 3jj..?;
,1 Struttura della Chiefa nuova tom.
9. xo9. e fegg,
Suo Doraienton'a tom. 9, zi7.
Noviziato, Foresteria,e Libreria
*oi ,-"'tom. 9.ii#. :;.-:\ ■ i :,rr
= u Archivio di Settimo trasferito
*,.. nell'Archivi» di- Ceftello tom.
Dazio che fi pagava all'Abate di
Settimo dai Navicellai tom. 9.
-133.                .-; ,             v
Monaci della Badia di- Settimo
Cailìeri dell'Erario dei Fio-
rentini Confei&atori del S-ug-
■ ;='. gello tomi $. mwM-Àtym
Catalogo d' alcuni Monaci illuftri
aiQ^tom.'9. f-ffi- tlób <Mzì
Saglioni Malatefta Generale de' Fio-
■ :'■ renimi tòm. tò« «8z.
Da Bagnano loro Cappella tom. 9.
».,rm aoV '■■;..?. ì\liyi i\ tv?iij2
Baldaccio d'Anghiari Conte d' An-
. : . tguillara Capitano famofo tom-
,u < jòs x%Si e feg.
Sua morie ivi. ; , '
Perchè fatto morire tom* to. ni.
Guido Antonio fuo Figliuolo ,
quando morto tom. io. 131.
Baldinucci Filippo tom. 9. 9* I0
147. iSs. 18;, tom* io. 41.
m A* ;%i%>f z$4* 317'.*'.
Baldecci loro Cappella tom. tp. 107.
■ Baldovinétti Gio. di Poggio tom. 9.
z, 8<5. iib. ioà. t. io. 187. 339*
Balduìno Imperatore di Coftantitio«
poli tom. io. *J4«
Della Balla loro Cappella tòm. 9.1».
In chi paffuta ivi .
Banchi; foro Cappella tom. 10. %6p.
Bandieri Antonio Canonico di SaH
jj ,; Lorenzo tom. io. 64,
Barbadori loro Cappelle tom. «* 33.
300. 311.
AisfTandro tota, 9> jqo,. ^l7
(;
B^rtolommeq toni*. 9. 3|*
Gherardo jvì, * - ; ,
Michele E^onj. «^ 300. .           .,,
De* Bardi loro Cappella tom. 9. *,£.
^Caterina tom. .9,, 1 36.
         vl.
0 Jacopo, tom, fq «^fn «
Ubertino tom. 9, 135.
Ba.rdueci>lor.o,Cappe<lla tom. 9. ^99.
Bardnccio.eeató1!©^. 9. 44.
..,.Xqr*nz^ijri f| ^ %\aan'mi
, Sfefano ivi • : fi ì,
Baroniovtom.. ,91 |Jw% , ..",
P. Màéfro Bartolo d'Aftiatio Ago-
stiniano Cappellano di Carlo
; ;■ IV*. Imperatore tom. 9. 6$.
Bartolommei loro Cappella tom, io*
S, Baftiano a 1 Bini Oratorio tom.
.:..■ m. f79'i$:tep$'h fcÌl30tb
Stato Spedale, tpmV■so. i,8#.
. | -Quando, , -«4 & • $j}{ -: f%|f?^at0
tom. io., 18i«             , • «
,f Dato in Commenda ivi .' -
, ,'. Odiando aggregato air Arcifpeda-
, , le,divS.. Spirato di f^À}, ^m-
io. 1 84.                c , „,.4
:vLafcitot?f>tto --a; pf%,|lf|f|ei*
; ,.tpm-rio.. , 1.84. jJUmè i
Servito per abitazione delle Fan*
,..., ■■;. Giulie dette Abbandonate' ivi.
In detto luogo ebbe principiò la
Congregazione della Dottrini-.
Critiianà ivi.
L* Oratorio di S. Filippo Neri ,
, ,. e U Cafa pia detta la Qnar-
, j ..jquonia tom. io. 184. e fegg.
PafTato ne i Padri di Ccrtofa..
,1 ., 1 tom. ro. 18S.
,r,:Struttura di detto Oratorio tom.
io. 189.
Cora*
-ocr page 385-
tu
loddi Antén Trance ic« Fondatore.»
del Convento delle Cappuccine
in Firenze, e Benefattore dei
Bernabiti tom. 9. 76.
Boldoni F- Ottavio Barnabita Fon-
datore dell' Accademia degli
Oculati in Pefcia tom. 9. 73*
Bollandoti tom. 9. 333. 336. tom.
io. 3. 4. 193.
Bonaccorfi lord Cappella tom. it».
35*'                                 .;':.'.? fi
Bonifazio Vili. Papa tom.. 9. 139.
tom. io. zj.
Detto IX- tom. 9. 44. 6$.
Borghihi Raffaello tom. io. 30. 38.
191'
Borghi ni Monlìgnor Vincenzio tom.
9. 165, 166. 193. 104. 153.
335. tom. i». 100. 1S0. i6t.
'.hU
i.5>4.
Borromei Famiglia loro origine tom.
9. 70.
Monfignor Vitaliano Nunzio Pon-
tificio tom. 9. 71.
Bolli Agnolo Barnabita tom. 9. 69.
Bollici Famiglia Fondatori deila^
Chiefa di Verzaia tom. 9. no.
Bottarì Monlìgnor Gio; tom. io.
184.
Botti Marchelì loro Cappella tom.
; IO. Z9»'
Brancacci Antonio fua Cappella toni.
io. 37»
Brocchi Dott. Giufeppe tom,9'4J«
,?6-t> ,95. 131. 145- 195. 130.
187. 311* tom. io. 61. 66.
139. 34o*
Brandolini Fra Aurelio Agofìiniano
detto il Lippo flato Precettore
di Giulio HI. Papa tom. 9. 63.
Bruni D, Ifidoro Monaco Ciftercien-
fé tom. 9» 183.
Bruzzi loro Cappella tom. io. 30.
Loro Sepolcro tom. io. 3*.
Eucetti loro Cappella tom. 9, 177.
Bullettone dtl Capitolo Fiorentino
tom. 9. 169. 176. tom. io.
193. 241.
Btiondtlmonti Famiglia Patroni della
Pieve dell'Impruntta t. io. 31 j.
Buon-
Compagnie che fi adunano In d.
• Oratorio tom. io. i8.$.
Beatrice Ducheffa , e Marchefartadi
, * Tofcana tom. 9. 171. z8z.
Beatrice Contefla di Capraia; tom.
» 9* 7*
Benedetto XII. Papa tom. 9. 91,
Del Benino Agoftino tom. 9. 14.
Andrea ivi , ,. ,t. ;
Puro ivi •
Bennini Bindo Fondatore dell'Ora-
? ; torio detto la Calza tot». 9.
■■; 97- :.;( ;
Benoffi Antonio Minor Conventua-
le i ed ..Inquisitore tom. 9. 535»
Berardo Hirulo da Narni Cardinale
tom. 9. 14,5.
PP. Barnabiti quando -, e dove aveffe
principio detta Religione tom.
,.<• t | 9. 6:8»
«ci Loro vero Cognome ivi . .
Quando detti Padri veniffero in
?-'S Firenze: ivi •
Chi fondafle loro il Convento
' tom» 9* 69.
Loro Regola tom. 9. <?8.
Ingrandimento, e reftaurazÌone_9
». -'ideila! Chiefa detta S. Carlo
tom- 9. 69,
loro Reliquie tom. 9. 71. e feg.
< Nomi di alcuni di detti Padri iri-
■figni nelle Sciente tom. 9* 73.
e fegg.
Beata Berta tom. $. 183.
Berti P- Gio; Lorenzo Agostiniano
Teologo di S. M.I. e Lettore
2; ncir Univerfità di Pifa tom. 9.
67.
Betti Filippo Benefattore del Con-
vento delle Convertite tom. 9.
94»
Bettoni loro Cappella tom. 9. i8.
Bì Hot ti; loro Cappella tom. 9* *S«
Bini loro Arme tom. io. 189.
Loro Cappella tom. 9. %4,
Bifcioni Anton Maria Canonico tom.
9. lai. 175- ioi< x5<5. tom. io.
91. ufi.
Boccaccio Gio. tom. 9. 57.
Bocchi Francefco tom. 9. 19, 19. 79.
tom. 10. 38.
-ocr page 386-
•■'
Baontalenti Bernardo Arcfiiecl
©ve fepolto torri, io- a 7**
Tributo introdotto fotta il Pn'n*
cipato tom. to. xiS.
Inventario di tijtffe & robe da!
1458. al 1475. che fi ritrova..
<f*M pelli» Sagreéiaj di detta Cap-
pella tom. io. a*j. e fegg.
Capponi loro Cappelle tom» 9- **♦
i $> 310»
Gino tom* 9. 13.
Neri ivi »
Vincenzio Maria Senat. tom*p«*f,
Capranica Domenico Cardinale, e
Arciyefcovo di Fermo tom. 9.
J89.
Caraccioli Fra Ricciardo Gran Mac*
ftro di Malta tom» 9* 98. font.
10. 3x6.
Carlo d' Angid Re di Napoli torti.
io, »74,                              r«l
Carlo V. Imperatore tota, io» 106.
Carlo Vili. Re di Francia tom. io,
Chiefa , e Convento del Carmine»»
tom. t@. t»
Quando averle principio il Con-
vento del Carmine in Firenze
tom* io. 4. 7.
• Opinioni varie circa il principio
di detto Inftituto tom. io. z.
e fegg,
                           u|
Conventi varj di detta Religione
in Italia tom. io. 7. e feg.
Pa chi foffe fondato il detto Con-
vento del Carmine tom» io. io.
pa chi fuu*e benedetta , e da chi
gettata ne i fondamenti la pri-
ma pietra della Chiefa del Car-
mine tom. io. 14.
Quando reftafTe terminata la d.
Chiefa tom. io. i<5.
Suffidio dato dalla Repubblica-,
per detta fabbrica ivi.
Defcrizione della ftruttura di d.
Chiefa ivi »
Altri Benefattori coneorfi alla-,
fabbrica della Chiefa tom.io» 19»
e fegg,
           .: ..
Quando , e da chi fuffe la detta
Chiefa confecrata tom. io. 19.
Ciborio -, Organo, e Pulpito , a
fpe-
Califfo II. Papa tara» 9. 175.
Detto Terzo tom. 1*. 137. 316.
Cambi loro Cappella tom. 9. ii. e
ftg,
Cancellieri Famiglia tom, 9. 15.
Bianco iyi»
'Ghìnozzo ivi.
Cagiani loro Cappella toro. 9»
307. 308, 319.
Antonio tom. 9. 307.
Giovanni ivi »
Taddeo ivi »
Vanni ivi *
Canonici di S. Salvadore M $. Do-
nato a Scopeto loro varie abi-
fazioni toni. *c io*, e feg- 33J#
337.
principio di .detta Religione tom,
io. 333.
Beati di detta Religione torsi. 10,
334-
Qtiando levati da S. Iacopo tom»
io» 340.
Cappella de* Pitti t9m.r0» pi j.
Da chi fabbricata tom. io. *itf»
Struttura di detta Cappella tom»
io. 117. e fegg.
Come , e da chi fuffe ufìziata ivi»
Cappella della Signoria tom.io, 119»
A chi dedicata tom. io. no.
Quando fabbricata tom. jo» 119»
e feg.
Provvilloni fatte dalla Repubbli-
ca per gì'ornamenti da fari!
alla detta Cappella tonno. 110.
Come , e da chi ufiziata tom» 19,
no. 114.
Provvifioni fatte per folennizzare
la Fcfla di S. Bernardo tom»
io. 111. r feg,
Tributi, che nel giorno di detta
Fefta fi offerivano alla detta..
Cappella tom. io. 113. e feg.
Solenmzzat3 la detta Fefta anco
dai Granduchi toni. io. 114.
-ocr page 387-
27*
|È£uaft4o principiaflfe la fabbrica
di detto Convento tom. io. 84.
Chi fufle il Fondatore tom. tó.
Primo Abito di detti Padri * o
quando variato tom* io* to» e
fegg*
tabbrica de' CbJoftri » quando fat-
ta j e chi fulfero i Benefattori
tom* to. 87.                         ;
Libreria di Chi fatta fabbricare
tom, id. 89;
Catalogo di divertì Sepolcri efi-
ftenti ne i Chioftri tom. io. 34.
e feg.
Cata/ogo dì vàrj Rei gioii illuftn
per la Santità, e Dottrina tom.
io. 89. e fegg.
Catalogo de i Vefcovi di detta
Religione tom. io. 93.
Onorificenze concefle dal Comu-
ne di Firenze a Ì Padri Car-
;1 < melitani tom. to. 93.
Cafotti Ab> Gio: Batifta tom. 9.
61, torti- io. 80. 99. 107. 181.
lei* 141. 314. 311|
Cattani da Diacceto Vefcovo di
Fiefole tom. to. 345*
Cavalcanti loro Cappella tom. 9.17.
Batifta i Tomaia fo ivi.
Cerracchini Dott. Luca Glufeppe
tom. 9* 58. 59. 63. 167. 169.
tom. io. 4. iS« 93' ny.
Sua morte * e fue efequie tom.
to. ié$*
Ceftcllo Chiefa » e Mona fiero di
Mònaci Ciftercienfi tom. 9.180.
Quando venuti in Firenze ivi.
Struttura del nuovo Mona Aero , e
quando fabbricato tom. 9. i8r.
Stato Monaftero delle Monache
degli Angioli ivi •
Loro Libreria tom. 9. 183.,
Loro Chiefa » e fue vicende ivi.
Quando fabbricata , e quando a-
perta tom. 9. 184. e feg,
Catalogo dì Monaci illuftrt ìn_,
Santità, e in Dottrina tom. 9,
187. e feg.
. -             ..... Chiefe
fpefe di chi fatti, e loro va-
lore toni. io. iS.
Lite fofferta da detti Padri col
Capitolo di S. Fridiano a mo-
tivo delle campane tom. to. io*
Benefattori coneorfi alla fpefa di
dette campane ivi,
Contrazioni * e rapprefeotàzio-
ni fatte in detta Chiefa tool*
io. ip*
'Offerte varie fatte dalla Repub-
blica in detta Chiefa tom. io.
81.
Aitar Maggiore > fuoi Patroni
tom. to. $i.
Tabernacolo della Madonna dell*
Impruneta quante volte ferma-
ta nella Cliiefa fuddetta tom.
io. 8o.
Demolizione del Coro antico tom*
io, i6»
Descrizione della Cappella ànti-
ca j e moderna di S. Andrea..
Corfini tom. io. 61.
: Da chi ceduta la detta Cappelli
alla Famiglia Corfini tom. io*
: 4 n-»
Corpo di S. Andrea Corfini, quan-
do j e come trafportato nella
Chiefa del Carmine tom. io,
66. e fegg.
.Quando» e come il detto Corpo
fuffe riaccomodato tom. 10.64.
Miracoli Operati dal Santo tom.
10. 62* e feg.
Onori fatti al Sacro Corpo tom,
io. 71.
Predizioni fatte dal Santo tom.
10. 74. e fegg.
Immagini miracolofc di Maria il
detta Chiefa tom. i». 40. 5$.
Trofei appefi ad una di dette Im-
magini per la vittoria ripor-
tata da i Fiorentini contro i
Pi-fani tom. io. 40.
Croctfiffì miracolali in detta Chie-
fa tom. 10. 44.
Reliquie efiftenti in detta Chief*
tom. io. 57. e feg.
-ocr page 388-
%l6
' Chiefé fiate fotto la giurrfdizìo-
ne di detti Monaci tom» 9. 189.,
Cherichini Barduccio flato Gonfalo-
niere di Giuftizia tom. 9. 337.
S, Chiara Chiefa,' e Convento di
Francefcane tom. 9. 7^.
Da chi foffe eretto ivi. •
sStia prima denominazione, e Ia«
ftituto tom. 9V 79.
Quanto fioriffer© in fantità, e
loro variazione di luogo tom.
9. 8o«
Chi ftiberitrafle in detto Conven-
to j loro Regola , e da chi
fondato ivi .
Catalogo delle prime Religiofe
tom. 9. 82. 85.
Loro prima BadefTa tom. 9. Si.
Suore Venerabili di detto Con-
vento tom. 9. 83.
Loro Chiefa ivi .
Chi la fabbricale tom. 9. 8j.
Confccrazione di detta Chiefa ,
quando feguilTe ivi .
Chiefa di S. Maria Maddalena di
proprietà delle Monache di S.
Felicita tom. 9. 294*
Ceduta ■ alla Compagnia del Sa-
cramento tom. 9. »9i.
Incorporato detto Sacro Luogo
neHa fabbrica dei Sigg. Mar-
cheli Tempi tom. 9. i><J*
Ciacconio tom. 9. 140. 339» tom.
1®. 24.
Cìanfogni Pietro Casonie© di San
Lorenzo tom. io. 239.
Cicciaporci Buoninfegna tom. 9. 50.
Raffaello ivi *
Cinelli Gio. tom. 9. 17» *9« 78.
339. tom. io. 233.
Cionacci Francesco tom. 9. 104,
tom. io. 2. 241.
Clemente HI. Papa •
Detto IV. tom. 9. 175,
Detto V. tom. io. 323. 31J.
Detto VI. tom. 9. 146.
Detto VII. torn» 9. 101. 121.
150, 175. torà. io. 103. 245»
337-
Detto Vili. tom. i». 148.
■Betta IX. tom, 9. 102. 1J9*
D"tto X. tom. 9. 102. 103»
Sua Bolla tom. 9. 109. i
Detto XII. tom. 9.125. 133. tom.
io. 54, 82. 344.             fi
Detto XIII. tom. io. 112. g
Cocqueo Fra Lienardo Agoftiniano
; 'tom. 9.1 si.- t&jì5t.v-i>Am>)
Coletti loro Cappella tom. io. 43.
Compagni Dino tom. 10.1330.,
Compagnia di S» Fridiàno detta del-
la Bruciata tom. 9- *77«
Compagnia di S. Iacopo della Notte
tom. io. 352.
Suo principio ivi. .
Capitoli di detta Compagnia tom.
to. 354*                           l
Catalogo d'Uomini illufiri a/critti
a detta Compagnia tom. 19.355.
Concilio Lateranenfe tom. 9, 337.
tom. io. 8.                ? ,»
•Detto Niceno tom. 9. 186.
Contagio in Firenze tom. io. 180.
Conti di Borgonuovo Fondatori del-
*i=ia Badia di Settimo tom; 9.
. .a9%. e fegg.
Conventino di S. Francefco di Sales
-ffi tom. g. 156.
Qoiando principiaffe , e da chi
fondato ivi .
Suffidj ricevuti per la fondazione
di detto Convento tom. 9. 157.
Loro Inftituto tom. 9. t6o.
Grazie accordate alle Convittrici
di detto Convento ivi *
Convertite Chiefa, e Monaitero di
S. Elifabetta tom. 9» 89.
Chi deffe principio alla fondazio-
ne di detto Convento tom. 9.
89. e feg.
Grazie accordale al predetto Mo-
naftero dalla Repubblica tom.
9. 92.
Iufpadronato, ed elezione della
BadelTa a ehi afpetti ivi;..
Accrcfc'imento di fabbrica del pre-
detto Mona fiero , quando, e per
opera di chi feguiffe tom. 9. 93.
Confecrazione della Chiefa , quan-
do , e da chi fatta tom. 9. 94.
Sulfi-
t
-ocr page 389-
377
E
Eleonora di Toledo Gran ^Dachefla
»fr' tom. *,«* x?°'
Enrico MI. tom. 9. 140.
Errico I. Imperatore tom. <$; 197»
4 8 7-
Eugenio IV. Papa toni. 9, ^4. 8l>
98. ii*8» 170. 187. 145. tom.
ì©; 19*.' 71* >*©4* 143, 144*
F
iFabbTUcci Dottore Stefano MarÌJL.
Lettore Pi-fa rio tom.-9. 1S9.
Falconi delia Zampa , loro Cappel-
la tom. io. 1Ó9.
Gio: Francefco ivi .
Del Fartògià Suor Angiola Monaca
: d' Annabna morta in buon con-
cetto tom. io. 148.
Federighi Benozzo Vefcovo dì Fie-
n.fole tom» io, 18. 57.71*
Federigo Imperatore tom. 9» 3».
' 33 6. '                '•-.'*,'
S. Felice in Piazza Chiefa , e Mo-
naftero tom, io. 19*»
Stata Collegiata ivi.
pattata nei Monaci di Nonantula
ivi.
Altra denominazione di detta Chie-
fa ivi.
Pattata nell' Ordine Camaldolenfe
tom. io. 196.
Fefte fatte in detta Chiefa tom.
io. »or.
.* Pattato detto Mònaftero nelle Mo-
nache di S. Pier Martire Do-
menicane tom. io, 10».
Loro prima refidenza , e da chi
fofldato tom. io. 103.
Benefattori concorfi a detta Fon-
dazione tom. io. iox, e feg.
Sottoporlo nello fpirituale , e_p
temporale al Provinciale de'
Domenicani tom. io. xoj.
Quando pafl?.ftero in S. Felfcc*
in Piazza tom. io. 106.
Bolla che concede la detta Chie-
fa alle Monache, con che affi.
Bbb
                              ftittQ
Suflidj àflegMtì per il manteni-
mento di quefte Suòre**. 9. 96.
Reliquie, Che-quivi fi cohférvano
tom. 9. 9J-.
Corbinelli loro Cappella tom.h,%6.
Da Còrella Fra Domenico toni. io.
19. 310.
Corfim* Amerigo Arcivéscovo di Fi-
'renre tom. io. t'8. 57.
Neri Gonfaloniere torti. £.51. 56*
Neri Vefcovodi Fiefole tom. 9. 5*5.
Cofimò Svetonio Lettóre di Lingua
Santa in Fifa ove fepolto tom.
io. 2,71.
Colla idi S. Giorgio» Tue varie de-
nominazioni tom. io. ìji.
Cotta Fra Gio. fiiatiftà tom. 9. 35.
Covoni loro Cappella tom. 9. %•%.
Criti'na dì Lorena Gran DuchefTa^,
4ort>, 5>. $$• Vt:. fyn *$|J» *.?*'
tom. io. "ijfo1.
Crocifitto1 del Chiodo mmeomfo
tom. io. 46.
Crocifitto della ^Provvidenza tbm.
•io. 48.
Divertì miracoli del médèftmò
tom. io. i%.
Cromiti Camaldolénfi tórn. y. 14*.
.oc! ss.' \à: r« :4h! s :'u>: iifisa-CI
, D
Dati Goro tom. <?• 14. *
Stagio ivi.
Dazzi Andrea infigne Letterato tom.
io. 71.
Azzo tom. io» 7i»
Dino ivi »,
Gioyanài molto favorito da S. An-
drea Codini tom. io, 73.6 feg.
Matteo tom« i°* 7*»
Dei loro Cappella tom. $>• t?»
Giovanni ivi.
Gio. Batifta Antiquario di S. M» I'
tom. io. ti6* *i9«
Da Di «ceto Francefco Vefcoto di
Fitfole tom. io. 151.
Fra Diamante Agoftiniano Oratore
nel Concilio di Trento tom. o.
«3,
-ocr page 390-
3.78
ftino alla Parrocchia , Preti da
eleggerli dalla Priora tom. io.
ì         206.
Benefattore concorfo all'amplia-
mento di detto Monaftcro tom.
i% ; \ IO. 207.
Struttura di detta Chiefa ivi.
Religiofe Venerabili di detto Mo-
naftero tom. io. 413.
Priori di detta Chiefa ragguar-
devoli per fantità, e dottrina.,
ivi.
Colonna di Granito , che Ita a«
* > vanti la detta Chiefa, perqu.il
caufa pollavi tom. io 114.
S. Felicita Chiefa, e Monaftcro tom.
9. z$i*
Sua antichità ivi.
Cimitero antico de'Criftiani Fio-
rentini tom. 9. ij3 e fegg.
Stata di pertinenza in antico de*
Vefcovi Fiorentini tom. 9. t$9»
Chiefa de'Santi Maccabei vicina
a detto Cimitero ivi.
Cenfo , che da dette Monache fi
paga a'Vefcovi Fiorentini ivi.
Antichità del detto Monaftero ivi.
Quando fondato tom. 9. %66,
Prime Monache di dove ufeite ivi.
Detta Chiefa concelTa a i Monaci
di S. Miniato ai Monte tom*
167*
Catalogo di alcune BadefTe ftate
in antico tom. 9. 171. e feg.
Modo di fare la Badeffa tom, 9.
*7*.
Benefattrici di detto Monaftcro
tom. 9« zSi.
Monache illuftri del Monaftero
medefimo tom. 9. 183. e fegg.
Brevi , e privilegi conceflì da i
Pontefici a dette Monache tom.
9. 189, 191.
Il detto Monaftero dffttnato per
luogo di depolìtoper il denaro
delia Chiefa Romana tom. 9*
3*5.
Grazie ricevute dalle Monache^
di S. Felicita per 1' intcrcelfìo-
ne del S. Angelo Raffaello toraa
9. 102.*
Deferitone della Chiefa antica..
tom. 9. 196.
Paliotto antico di S. Felicita fil-
mato per l'antichità ,. e. per la
ricchezza tom. 9* 317.
Capitolo Generale de' Cavalieri
di S. Stefano tenuto in S. Fe-
licita tom. 9. 318.
Deferitone della «uova Chiefa.,
tom. 9. 319*
Quando rinnovata ivi» ,
Catalogo d' alcuni Converfì, o
fieno Cornmeflì tom. 9. 331.
Colonna fulla Piazza tom. 9. 331.
Perchè quivi inalzata toni* 9. 337.
Sua loggia ivi •
Ferdinando Imperatore tom. 9. <J8.
Ferdinando Re di Napoli tom. 9. jj,
Ferreri Cardinale Bonifazio Abate
. di S. Benigno tom. 9. 340.
Sua Medaglia ivi .
Fondatore del Collegio Ferreri
in Bologna ivi.
Sua morte ivi.
                     
Ferrucci loro Cappella tom. io. 43,
Fcfte fatte in Firenze per Ja venu-
ta di Galeazzo Duca di Mila-
no tom. 9. ix. e feg.
Defcrizione delle mede (ime (orni
9. 1$. e feg.
Ficarelli Felice Pittore ove fepolto
tom. io. 310.
Filefaco Gio: tom. 9. i<Jj.
S. Filippo Neri ove nato tom. 9. 9$.
Foggini Dottore Pier Francefco tom.
9. x%6, z$7. *j8.
Fortezza da Baffo da chi fatta fab-
bricare , e chi gettafTe la pri-
ma pietra tom. io. 91.
Fortezza di Belvedere quando , |e_#,
da chi fatta fabbricare tom, io.
*33-
Chi benedicefle la prima pietra
ivi.
Francefco da Cingoli Vefcova idi
Firenze tom. 9. 180.
Francefco I. Imperatore tom. 5.
174. tom. 1©. 86» 31$.
Franchi Mefs, Borromeo tom. 9.7*.
Franci P. Filippo Ven. tom. 9. io»,
Fre-
-ocr page 391-
119
Gamberefchi loro Cappella tom. io,
17.
Garampi Conte Giufeppe ArchivifU
•■' del Vaticano tom. 9* *<*$• 19S*
336, 341, tom. io. ai.
Gefuati Frati famofi per i lavori
dei vetri dipinti tom.! 9. 101.
Loro primo Convento ove fuffe-*
£ • - tom. 9» 98.
^Fabbrica del loro nuovo Conven-
- to ivi $ e fegg.
Demolizione del medefìmo quan-
* do , e perchè feguifle tom. 9.
100. e feg.
Nuova abitazione affegnata a detti
Frati tom. 9. tot.
Abolizione di detta Religione ivi.
Gherardefca Tommafo Arcivefcovo
.^Fiorentino tom. io. 344.
Gherardo Vefcovo Fiorentino tom.
9, z68. tom. so. io», ro5.
Giamboni Lodovico Antonio Diario
tom. 9. 41. 61. 74. 104. 118.
tom* io. 48. 341.
Gianni Carlo Fondatore delle Gian-
nizzere tom. 9. i$4#
Benefattori della Chiefa di San
Niccolò olir'Arno tom. io.
.* i A*8*
Loro Cappella tom. io. X7».
Giardino di Boboli, perchè così de-
nominato tom. io. 131.
Gigli Girolamo fuo Diario tom. 9*
34. *39* *xo. tom. io. 3. |t«
33««
Ginori Francefco Vefcovo di Fiefo-
le tom. io. 6$,
S.Giorgio Chiefa , e Monaftero
detto Io Spirito Santo tom. io»
141.
Chiefe antiche incorporate in d.
Monaftero ivi.
Stata anticamente Prioria tom.
io. 143.                           • -
Altre vicende di detta Chiefa
ivi , e feg*.
Pacata nei PP. Domenicani di Fie-
folt* tom. x->. 144.
Fondazione del pr-eiVntf Moia-
ttero , e di dove bici IT ro Je_»
B b b * •
                ' Fon -
Frefcobaldi loro Cappèlla tom. 9. x6.
lìonardo tom. 9. 14.
Matteo tom. 9. 3*.
S. Fridìano Chiefa, e Monaftero fua
antichità tom. 9. 165. e feg.
Pattata nei Monaci di Settimo
tom. 9, 157.
Paflata nella Famiglia de i Sede-
rini tom. 9. t*fo.
Canonicati da i medefimi inflitta-
ti in detta Chiefa tom. 9. ift*
Fondatori del Convento delle Suò-
re detto di S. Giufeppe tom.
9. 171. 174.
Quando principiaffe il detto Con-
vento ivi.
Loro Regola ivi •
Benefizi concetti, e grazie otte-
nute dal Fondatore a favore_p
del detto Convento tom. 9.
Rovina /offerta per la piena d*
Arno ivi .
Obbligate le Suore a motivo del-
la rovina ad andare ad abita-
re nel Carmine tom, 9. 17*.
Recognizione che fi manda annual-
mente dalle Monache di S. Fri-
diano alla Gafa Sederini ivi.
Struttura di detta Chiefa tom. 9.
177-
Confecrazione della Chiefa toni.
9. 176.
Frifi D. paolo Barnabita Profeffbre
nell» Umverlìtà di Pifa tom. 9.
"•■■ G
Gactani loro Cappella tom. 9.144.
D. Antonio Cardinale , e Pa-
triarca d'-Aquìleia tom. io. 331.
Galeazzo Duca di Milano tom 9.
n.
Sua venuta in Firenze, e fuo e-
■. equipaggio ivi •
Fette fatte in d. occafione tom 9.
11.
Galletti D. Pier Luigi Monaco CaiS-
nefe tom. 9. Prcf. V.
-ocr page 392-
̧CK
,--:i Fondatrici tom. fio. 24$.La»
fciti fatti a detto Monastero
; tó>n. io. 246.
.Rinnovazione di detta Chiefa ivi.
Confeerazione della medefima_.
tom. *o. 447.
Gio; da S» Giovanni de' Mantiozzi
*. ove fepolto tom» io. ni..
P. Maeftro Gio; di Niccolò detto
,• Fra Bianco Carmelitano , il
primo che ieggeffe Logica iiu,
Bifàì tom. io. 33.
Gio-' da. Velletri Vefcovo Fiorenti-
no tom. 9. 167. 230.
Gio: Francefco Arcivefcovo di Pa-
rigi tom. io. 343.
Giovanni XXII. Papa tom. 9. 91*.
Detto XXIII. tom. io, 196* . :
Giovio Paolo tom. 9, xì.6, tom, to.
,; 1 IOO,. t8l..;             ;V i tìli'Ù
S. Girolamo, e S. Francefco Chie-
0  ria ,?e Monaftero di Francefca-
ne tom. io. 233.
Fondazione di detto Monaftero
tom. io. 234. 239. ei fcg. ? i
Sufììdj dati dalla Repubblica a
■dette Monache per la conti-
,,,,) 1 nuazione della Chiefa, e per
il loro mantenimento tom* i>o.
* 3> «
Succedute nelle Cafe delle Mo-
nache di S. Maria della Neve
, » tom. ro, 2354». .,•
.siafeiti flati fatti a loro* favoro
tom. io. 235.
Fondazioni di Conventi, fotte da
dette Monache tom. io. 136.
1  Chi fondalfe loro la nuova Chie-
fa ivi.
Quando , e da chi fuffe benedet-
»i ta la prima pietra ivi .
Quando, e da chi fuflTe confecra-
,U ta la detta Chiefa ivi.
Catalogo à' alcune Religione di
i detto Monaftero morte in con-
cetto di Santità tom. 1,0, 238.
Giulianelli Andrea Pietro Canonico
tom, 9. f$» 19- 7 3» ioi. 1x8.
I36. 148. 166. 178. 250. 319.
tom. io. 4. 40» 48, So-. 99.
105. 119. 214.
Giulio IL Papa tom. io. 93. xfi*
Detto III. tom. io. i,o5._..
Giulio Vefcovo Fiorentino tom. 10.
308.
S. Giufto detto della Calza Chiefa,
e Spedale da chi fondato tom.
9. 91»m i. h ì'fi i :' £ • 1 iti*h
Sua antica denominazione tom.
9. 9 Ss. ior.
A ehi fuffe date ivi.
Pacato ne i Fr^ti' Iìngefuati tora.
9. i»r.
Defcrizione della Chiefa e Con-
vento fatto dag.1' Ingefuati tona.
9. 98. e feg.
Spefe fatte per la Fabbrica di d.
Chiefa, e Convento tom. 9.
ICO.           >';-
Refa Commenda, o fia Abbazia
tom. 9. 102.
Deftinata per Cafa del Refugio
ivi.
Comprata da i PP. Riformati di
Fiefole tom. 9. 103.
Prefente fua denominazione ivi.
Gondi loro Cappella tom. io. 3jt.
Antonio tom io. 343.
Gori Anton Francefco Propofto tom.
9. 119. 131. 130. 253. 257.
288. 514. tom. to. 224.
Gradenigo D. Qio: Girolamo Gaffi-
nenfe tom. 9. 157.
Di Grazia loro Cappella tom. io*
35 *«
S. Gregorio Chiefa , quando , e da
chi fondata tom. io. 27$.
Chi benediceffe la prima pietra,.
ivi .
Quando , e da chi ruffe confecra-
ta tom. io. 1,76".
Denominazioni varie di detta Chie-
fa tom. io. zj8>
Padronato di detta Chiefa. pafla-
lj to oella Famiglia Bardi ivi.
Annetta alla Sacra Religione Mi-
litare di S> Stefano ivi.
Da chi fune abbellita , ed amplia-
ta tom. io. 279.
Conctfla a i PP. del Bel morire ivi.
Ve-
-ocr page 393-
$*'
. Quando pa flata ne ì Frati Oflcr-
vànti di S. Francefco tom. i».
Rinunzia fatta di detta Chiefa,
, e Canonica, ai Monaci di S. Sal-
vadore detti Scopetini tom. i«.
33*. e fegg.
Zaffata ne i Padri della Mìflipnc
tom. io- 3 3p.
• loro Inftitufo » e Fonditore toni.
io. z^j.'e feg,
Struttura nel Monafteró tom. co,
5 39.
Reilaurazione-, e rinnovazione di
detta Chiefa tom. io, 340,
Confecrazione delia reedefirna tenaf
. Afa 34.4• '..,'..■.■. .-.
{yogjietti di detta Religione morti
in concettò'iji Venerabili toat<
io. 348,''
Ildebrando Vcfcovó Fiorentino tom.
9.167, tom- 10. 143. 3z. 1.
Incendio feguito jn Firenze tom.9.11.
Incontri Francesco Gaetano Arcive-
feovo tom. 9. 75* *3 3' tom. io.
U 34<s*
Inijoceinzio HI. Papa tom. 9. 7. *>04»
275. tom» io» 9*
Detto IV, tom- io. 7. 193,
Detto VIII. tom. 9.83, 171.1»!,
Detto X» tom. -io. 148,194.
Detto XII. tom. 9. 105. t. io. 9.
Infegna del Popolo Fioreotin»
tom. 9. 33 5*
Da chi donata ivi.
Venuta di detti Padri in Firenze
• .tom. ro. t8o,
Benefattori eoncorfi alla fabbrica
del Collegio ivi , e 182.:
.sLoro Fondatore, e loro Inflittilo
tom. ro. 180.
Affùlcnza preftata da i medefimi
ìn occafione di Pene ivi.
. Deftinati all' aflìftenza degl'Infer-
mi di S. Maria Nuova topi, io,
*8i.
Solennità fegui-te nella Chiefa", e
Piazza di S. Gregorio tom. io*
Gregorio VII. Pa'pa tom. 9.11 r. 27;,
tom. io. to?.
Detto IX. tom. 9. :t6fnjto.$. 356.
Detto X. tom. 10. 174.
Detto XI. tom. io. 463. i83.
Detto XII. tom. 1©. 193. 33?.;
Detto XUI. tom. 9. 63.
Detto XV. tom. 9» 70. tom. io.
149.
©nardini loro Cappella tom. to, r<j,
Michele Benefattore infigne della
Chiefa di S. Niccolò oltr'-Arfio
;i,' tOm. IO. 13.I-7 ;/',:■: ■ ' :, .
Guicciardini Famiglia loro Cappella
tom. 9. t$6, 333»,.
loro Palazzo tom. 9» 316.
Molto pregiabile per enervi nato
S. Filippo Benizzi ivi.
Conte Francefeo tom. 9, 30$,
Gio; Gualberto ivi .
Ab. Luigi ivi«
JMefs. Luigi Gonfaloniere di Gia-
ftizia tom. 9» if%>
Sua Cafa fiata ^incendiata ivi,
Guidetti loro Cappella tom. 9. X87.
tami Dottori Gio; Teologo Impe-
riale tom. 9. Prefaz. pag. vi.
H9- 143. 166, 167. 191. 19J.
199. lor. a©8. in. 117» zz8»
134. 159» 1^7, 171. 181. 187.
torav ic». 4. 71. 101. 181.X30,
131, 141. 311. 31-4.
Lanfredini loro Cappella tom.4 rè. 43,
Bartolommeo tmo dei primi Se-
natori di Firenze ivi.
Leone .IX. Papa tom. 9. «15» tom,
io. 100. 107.
B b b 3                   v Leone
5* Iacopo fopr'Arno Chiefa fiu an-
tichità tom. 10. 319.
Stata Coliegiata con Canonici ivi.
Struttura della Loggia avanti 1*
• Chiefa ivi .
La detta Chiefa ftata eletta per
pubbliche adunanze tom. io,
330.
*_:*•
-ocr page 394-
3**
Icòne X. Papa t*»rrt, 9. 41. Ì7J, 188.
339. tom. io. iti* 14$.
Libreria Laurenziana toni.' 9. 178.
' ''' *oi.,;
             '■ I                         ]i't-
Detta Màgliabechiatià torti. 9. 69.
106. ito. iij. iSj. tom. io. i.
4S, 114. 167. 340.
Detta Mariicelliànà tom. io. %6.
Detta Riccardiàna tom. io. 71.
Detta Stròjrziana t. 9. Prefaz, m,
57.61. tom. 1©. 71. 187. 311.
Lioprirido Re de' Longobardi tom; 9.
Lìppi Dinozzò fuà Cappella tom. io»
Luci Fra Pietro Carmelitano fuo
Poema tom. io. 94. e fégg.
S. Lucia de' Magnoli detta dalle Ro-
vinate tom. io. Ì86.
Quando edificata ivi.
Sue varie denorti inazioni ivi.
l'affato il Padronato ne 1 Monaci
Cluniacenfi toni. io. 187.
Quando retta (Te fottopofta al Ve*
fcovo di Firenze tom. io. 188.
Pattato il Padronato, da i Vefcovi
'* ■ Fiorentini nella Famiglia da Uz-
zano tom. io, 189.
Altri5 Patroni di detta Chiefa tom.
Ito»'*§P*
Rettori Varj di détta Chìefàt. io.
189. e feg»
' Strattura della Chiefa tom.io. 193.
• Sacra dì detta Chiefa quando, e
da chi celebrata tom. to'. 194.
Monache del Paradifo fepolte in
detta Chiefa tom. io. 196.
Congregazione di S. Maria Laure-
tana eretta , e {labilità in detta
Chiefa tom. io, *9j. e fegg.
Principio di detta Congregazione
ivi.
Sue vicende ivi.
Lucio III. Papa tom. io. iSu iSo",
AleiTandro, Filippo , ìvì.
Madonna del Cantone flato Conven-
to di Suore dette di S> Barna-
ba tom. 9. ijtf. 138.
Stato Abbazia de i Monaci Gu-
glielmiti ivi.
Ridotto a Commenda dell' Ordine
di S. Stefano tom. 9. 13S. 140.
Servito per T adunanza della Com-
pagnia di S. Rofa tom. 9. 137.
Quando feguiffe la profanazione dì
d. Oratorio , e fuffero dirocca*
te le rtiura tom. 9. 141.
Malatefti Anna Eiena fondatrice del
Monadero d' Annalena tom. io.
119.
Sua mòrte "tom. io. iti.
Genealogia di detta Famigliatoti!.
io; 119. e fegg.
Fra Roberto Cavaliere di Malta^
tom. tà. 131. v"
Malefpini Ricordano tom. 9. iji.
tom. io. 191. 131. 166. 319.
Manettì Giannozzo Aia morte quan-
do feguifie, e dove tom. 9. 5$.
'Loro' Cappella tom. io. 43.
Mangiadori Gio: VeTcovo Fiorentino
tom. 9.11 r'p. tòrti, to. 14.
Mannelli loro* "Cappelli tom. 9. 308.
Amaretto", Fraficefco ivi'.
Mànni Domenico Maria tom. '9. U.
5. 13. 14. 30. 45. 58. 59. 63.
85. 90. 97. «15* **®P *7i* '?4«
104. 108; Ì3d. ifS. 175. *%•
,;.l8t. 3,0$. |td.;3t4* 5t5-S«9'
,-jm? g^j^'t^fty-'ioi' ji'.'" 71.";' i'éi.
103. i.33i^4P« ili. I5*r 180.
''Vii. 184, 134. 189. 33$. 338.
S. Maria fopr' ArnoChitTà-, fuo prin-
cipio tom. io. 308.
Stata foggetta al Piovano dell' Im«
pruneta tom. io. 314.
Detta S. Maria de* Bardi ufo. 3 ttf.
Padronato della meddima tom.
Ifc. 318.
In detta Chiefa ebbe il fuo prin-
cipio la Congrega d,e' Preti del-
la Concezione tom. io. 310.
S. Maria in Verzaia perchè così de-
nominata tom. 9. 119.
Sta-
Machiavelli loro Cappella tomi *$ì
.307. 3*..
-ocr page 395-
m
Mazze! Suor Terefa Venerabile tom,
9. 132.
Mecatti Abate tom. 9. 198.
Medici AicfTandro Cardinale tom. 9,
61. 177. tom. io. iji. 294»
AlefTandro Duca tom. 9. 150. tom.
io. 51,
Predizione della Tua morte tom.
io. 91.
Anna Elettrice Palatina t. io. 6j.
Suo Elogio toni, io- it>.
Carlo tom. io. 253,
Caterina Regina di Francia tom»
io. 343.
Cofimo Primo Granduca tom. 9.
^8. 104. 117. 131. 160. 176.
192.223.250. tom. io. 18, 26.
103. 145. 146. 164. xq6. 214.
230. 244. 258.
Con'ino II. Granduca tom. 9. 32.
95» 318. tom. to. 159.
Cofimo III. Granduca tom. 9. 73.
103. 104. 151. 153. ijo~, ido,
tom. to. 219. 267.
Canonico di S. Pietro tom. 9.
xoj.
Ferdinando Primo Granduca tom.
9. 29. 6%. 307. tom. io. 230.
Ferdinando II. Granduca tom. 9.
83.146. 151. tom. io. 11 s. 155.
248. 150. 310. 327.
<2io: delle Bande Nere tom. io.
Gio: Carlo Cardinale tom. 9. 73.
Gio: Gaftone Granduca tom. 9.
74- 133*
Giulio Cardinale tom. io. 24J.
Lorenzo tom. 9. 11.
Lorenzo ii Magnifico t. 9. io. 104.
tom. io. 140. 143.
Mattìas tom. io, 253.
Medici Lìonardo Canonico Fiorenti-
no, e Vefcovo di Forlì tom. io.
MI*
Dottore Paolo Lettore di Lingua
Santa in Firenze tom. 10. 282.
Mellini Franccfco tom. 9. 14.
Mendicanti Chiefa detta dì S. Salva-
dore donata ai Prior Gentrale
di Camaìdoli tom. 9. 14**
Sue
Stata fino anticamente Parrocchia
ivi.
Quando , e da chi fondata ivi »
Sue Entrate tom. 9. no.
In chi pausata toni. 9. iir.<
Sue vicende ivi «
Stata abitazione delle Monache df
S. Paolo a Settimo tom. 9. ili.
Chi prefentemente la goda tom. 9.
ttt.
Liti fofferte dal Priore per cau-
fa di detta Chiefa tom. 9. 1x3,
e feg.
Maria Maddalena d' Auftria Gran-
Ducheffa tom. 9. s-z* 68. 93.
10$. 189. 338. tom. io. 159*
Maria Terefa Imperatrice t. 9. 72.
Mariani loro Cappella toni. io. x8.
Marmi loro Cappella tom. io. 43.
Marfili Fra Luigi tom. 9. $$• 57.
Stato Ambafciadore a diverfe Po-
tenze tom, 9. tìj.
Sue efequie ivi.
Marfuppini AlefTandro tom. 9. i%*
Filippo, Gio: Batìfta, Girolamo»
Gregorio, Iacopo ivi .
Martelli Giufeppe Maria Arcivefco-
vo di Firenze tom. 9*85. tom.
10, 65.
Ugolino Vtfcovo Lupìenfe tom.
9. 178.
                                      -
Marttllini della Cervia loro Cappel-
la tom. to. 17.
Marttllini del Falcone loro Cappel-
la tom. I». 29.
Martino V. Papa tom. 9. 34. 128.
tom» io. 103. 204. 325» 33J*
Marzichi loro Cappella tom. io. 19.
Marzimedici loro Cappella tom. io.
" -Al e n'andrò Cardinale, ed Arcive-
scovo tom. 9. 250.
Marzio Vefcovo di Marfi tom. 9.
u7.
Mafaccio Pittore ove fepolto , e fuo
epitaffio tom. io. 32.
S. Matteo in Arcetri Chiefa , detta
S. Matteo di Lepore tom. 9. 2.
Mattias Corvino Re d' Ungheria tom*
9' 63-
-ocr page 396-
^
Sue vicende few. 9. \$6*
Sua magnificenza ivi .
Stata abitazione delle Monache»»
«f Cavallereffe di Malta toni. 9.
*$o, , , .
Servito ad ufo ili pubblici magaz-
zini ivi t
Denominato S. Gio: delle Carra
tom. 9. ijt»
. Quando , e da chi ridotto ad ufo
di Spedale de* Pov«ri Mendican-
ti ivi .
» Loro lavorio, e loro vitto tom.
9. iji.
Quando fufle ridotto a Conferva-
torio dì fole Donne toni, 9, 153.
Altre vicende di detto luogo tom.
9* i*4-4
Lafciti, itrnofine , e grazie fiate
fatte a detto Spedale t. 9. s j5.
Mendozzi loro Arme tom. te, iy,
Mehus Ab. Lorenzo tom. 9. 14j,
toa». io. 18. &6. jo8.
Michele di Landò Gonfaloniere di
Giuftizia tom.,9..2&3.
Michelozzi loro Cappelle tom. io,
,.<•< 19*
Padroni del Coro di S. Spirito
toro» 9. zp.
<5io; Batifta Senatore ivi -
Migliore Leopoldo tom. 9. 44< 69.
70.0 16, 104. ne. 167. 184,190.
tom. io. pag. io. 41. 101. 108.
a-oy. i73« *95» 3 5^- 348«
S, Monaca Chiefa, e Monafkro dì
Monache* della Regola ài S. A-
, ^goftino tom. 9. ajiS.
Perchè trasferito dalla Città di
.; ,S,. Miniato al Tedtfco in Firen-
ze ivi.
Suo Fondatore ivi, 544.
. ^borica della Chiefa nuova toro.
. 9* 14*5.
Contradizioni, e liti avute per la
M fabbrica di detta Chiefa hi\.
.JBcntcnze emanate in detta Caufa
tom. 9. 147. e feg.
Benefattori per la fabbrica della
nuova Chiefa tom. 9. 149,
Il detto Moaajflcro pallaio dal go-
verno de i Padri di S. Spirito
fono il governo dell'Arcivefco-
vo tom. 9* i%t.
Monache di S. Fridiano perchè man-
date ad abitare nel Convento
del Carmine tom. io. 45.
Monaci Camaldolenfì loro refidenza
in Firenze tom. 9. 143.
Privilegi accordati loro dalla Re-
pubblica, e dai Vefcovi tom.9,
14 ;. e feg. > ■■ ;
              , j
. Legati fatti a favore di detti Mo-
naci ivi.
Monaci Beati merti in detto Mo-
naftcro ivi .
Monaci di S. Gargano Camarlinghi
, , dilla Bicherna toni. 9. no.
Monaci Guglielmini loro Abbazia
tom. 9. 138.
Loro origine tom. 9* t$q>
         ^
foiTeiTori dell'Abbazìa di S. An-
timo ivi. v s
Tributi, che fi presentavano dai
. loro Va {Talli tom. 9. 139* e feg,
Monaldefchì Franecfco Vefcovo Fio-
rentino tom. io. xq.
Monaldi Piero tom. io. 177.
Moflafteri di Sacre Vergini in Firen-
ze quando principiaffero tom. 9,
1*54.
Monaftero di Monache Camaldolenfi
di S. Piero in Lueo «la chi fon-
dato tom. 9. 230.
Loro Chiefa quando , e da chi con-
fegnato ivi.
Morelli Lionardo Cavaliere tosa. jf
Morigìa Iacopo Antonio Arcivefco*
vo, e Cardinale tom. 9. 73.;
Mozzi loro Arme tom. lo. 177.
Fondatori della Chiefa di S. Gre-
gotio tor». io. 175»
, Prerogative di.detta Famiglia tom-
io. 177, e feg.
.Andrea'Vefcovo di Firenze qua»-
do morto , e dove fepolto tom.
£ io. ìSx.                                    -:,
Mulina de' Renai in Firenze quan-
do , e perchè fabbricate tom,
io. 173.
MUt
-ocr page 397-
*;:''
3*5
Stato antico di detta Chiefa, e da
#     chi fatta fabbricare tom. io. %6$»
Suoi Reftauratori, e Benefattori
ivi • :        ', S , '"v;,', , :■•!
Struttura della Chiefa moderna
"tom. io* %6g,
Confecrazioni di detta Chiefa tom.
Niccolò II. Papa tQtw. 9» i$9. 167.
Detto V. Papa tom. 9. 80. nji.
tom. io. 13$. X44. 1707.
Sua Bolla tom. $. 87.
De* Nobili Donato Piovana dell*
Irapruneta tom. i#. 310. ;
De Nomis Fra Antonio Agoftiniano
flato Ambafciadore tom. 9. £3.
Nunziatina Chiefa;, e Monaftero di
Monache tom. 9. ti3.
•Lorolnftituto } è prima loro abi-
tazione ivi.
Quando mutalTero luogo tom. 10
.;. -;r*s,: Ufiif . 3 » V sai .. i |i feti
Lafciti , e fuffidj avuti da dette
Monache ivi.
Sacra di detta Chiefa tom. 9. 117»
■:hy\-,> ~';y c?ts|*|p ti 1 ir r:'.'.s.-•:",.• $
t/i Ènti** ■/. * ' 5 - ■ £'-r^;;s^i;.-1 %_.■ v *'; i
Onofrio Vefcovo Fiorentino tom. 9.
i 39. ' dkQ. 6          | pnic
Onorio III. Papa tom* «a* 9»
Detto IV. Papa tom. io. ao.
Oratorio di 3. Maria della Neve*
io fuori d» 'Porta a S. Pier Gatto-
lini di proprietà delle Monache
di S. Felicita tom. 9. 191.
Ceduto a i Monaci di 5. Bernar-
« . do della Congregazione Folien-
fe di Francia ivi.
Oratorio de' Bini tom. io. 179.
Vedi S. Baftiano de'Bini.
Oriìni Giò: Cardinale tom. 9» 91*
tom. io. 470'.
'Rinaldo Arcivefcòvo tom. 9. 171.
Or/ini Ignazio.'fua Sepoltura tom.
f)1.?ft|#$-4. p*t%k ib Jfd'.'. ,-t-ì ■»
D'Orfo Antonio Vefcovo Fiorentino
tom. 9. 138. '■'"*
Ottone I. Imperatore tom, f, 316.
Ottone III, tom. 9, 196*
Pa-
Muratori Lodovico Antonio toj».,'■#•.
-5Ì ii$7* »8i. tom» io. 14. 19J*
N            fr°i^ ?
Di Naillac Fra Filiberto Gran Mae-
ftro di Malta tom. io. jij. '
Nardi Don BafiHo Abate Camaldq-
lenfe fiato Generala yalorofo
tom»i io* 1917. e feg. !
Libbra Camaldoli dall'Afiedi'o ivi.
Quanto tempo militaffe a favore-
? delk Repubblica Fiorentina tom*
1®. 199*
Nafi loro Cappelle tom. 9. *j. tom*
io- 171. ; , i                        b
Natale Aleitandros tona, io. 3» 7. 93.
Del Nente Io*© Cappella tom» io.
*95» (fi : * .€1 &IB*|3 ,V| 0 rMj
Nérli loro Cappelle tom. 9* *t$i%<l9»
»| : <toiB*i,».i 43.', Eliaci
Francefco JJrxci vefódvo e Card iaa-
sOfe tom. 10. tot7.
t ■Era Francefco Agoftiniana fu il
il primo Teologo Laureato nell*
Uniyeriìtà di Firenze tom. g%Ai*
Del Nero loro Cappella tom..9* 31 e.
Neroni* I&jroj Cappella tom. i«. ìo8*
^Antonio Arcivescovo di Firenze;
,,- tomaio. 140.
                 ih
Matteo tom. io. 408, > v
Niccolini Piero Arcivescovo Fioren-
% tino tom. 9. 114. izj. toni. io.
.-" : tfo.ì zjj. i •                          ■ 1 :y;s
SL Niccolò olir' Arno Chiefa < Par-
rocchiale tom. io. 161., *
Sua antichità, le fuoi Patroni ivi .'
Paifato il Padronato ne'Vefcovi
Fiorentini tom. 10. 163.
Data, prefentemeate del Popolo
tom. io. 264.
Canonicati di detta Chiefa ridot-
ti a, Cappcllanie ivi;. •=,.'
Patroni di dette Cappellanie'ivi.
Catalogo di alcuni Parochi di d.
Chiefa ivi.
Fatti accaduti! in detta Chiefa
tom. 1©. t66.
4 Jurto Sacrilego feguito nella me-
defima tom. xo. 167.
-ocr page 398-
$m
retàggi '
Pace fra ì Guelfi,, e Ghibellini quan*
do , dove , e per mezzo di chi
« concbìufa tòm. io. 174. e feg.
Quando rinnovata torti, io. 176.
Palazzo della Signoria di Firenze
quando fabbricato tòm. 10. 119,
Paolin? loro Cappella tom. «o. 171»;
Paolo II. Papa tom. 9. $8. 1 SS. toni»
to* , 140;. i'i 1 ! a; 5 «à
Paolo III. Papa tom. 9. tz5. tom.
''. ■■ ;io/ :ro9«'' ■■■:•'.:!. i'{
Parenti loro Cappella tom- io. 171.
Parigi Giulio Tua Cappella toni. io.
109.
Pasquale II. Papa tom. 9. "141. mnfi
Pecori Guidacelo Benefattore de ì
-; i PP. Riformati Scalzi di S. Ago-
ftino tom. io. 150. :
Pelagio I. Papa tom. 9. %&4> it\ p
Peragrù Arnaldo Cardinale tom. 9.
ti k*&(l        ■.:'.' :\ y %i: ;,, J
Petrarca Francefco tom. 9* 34.
Petrini Zanabi fua Cappella tom. 9.
21»
Petrucciani Fra Gregorio Generale
degl' Agoftìniani , e Cardinale
Piena d' Arno tom. 9. 17J» tora. io.
45. 1158* *7t,           J I
Pieri loro Cappella tom. io. 169.
S. Pier Gattolini , e Serumido una
delle 36, Parrocchie antiche di
;. Firenze tom. 1 ©.; 10 » •;
Stata-fpianata;, e riunita la Par-
• rocchia a S. Felice in Piazza ivi •
Spedale di S. Piero in Gattolino
unito alla detta Chiefa tora. io.
io*»
                 \mii :,. ori :
la detta Chiefaidata a i Canoni-
ttg ci di S. SaliYàdorè di Si Dona-
to a Scopeto-ivi* »s «1;
, ^lonaftero da imedefimi quivi c~
m
dificato jom. I®. i®3. mìì :
Demolizione di detto IWonaftcro
tUJtfU^O :,; ov» :^Y'(hf:;, \ »hC
Riedificata ti Chie/a?predetta ove
d quella. di -.Serumido » e refti*
tuita la Parrocchia iti* fc
.... ! È
Perchè detta Sertìmidò fvri'-!''ii!l
Cappelle che erano in detta Ghie-
fa ove trasferite tom, io. 109.
A chi afpetti il Patronato della
Parrocchia di Serumido ivi.
Compagnie cheli adunano in detta
* Chiefa tom. io. 114..
Pietro Mèzzabarba Vefcovo Fioren-
te - tino tom. 9* a-oo.
Pieve dell'Impruneta , e principio
»: del miracolofo Santuario tora»
. >»,ò. 309.' ! t ò y'-           *'i ■ l'^'j
Confecrazione di detta Chiefa tom.
to. 314.
.'A?chi fpetti il Padronato della me-
de lima tom. io. 315.
Pio li. Papa tom. 9.140. 1431.148»
.e; tomi io. 139. 104.
Detto IV. tom* io. 34L s
-Detto V. tom. io. t66.
Pitti loro Cappella t. 9. »$. 300. 308.
* *Erancefco ;■ Néri toni. 9. §o8s I
Pittura famofa nella facciata della Ca-
fa rimpetto alla Porta a S. Piero
in Gattolino tom. 9. 107.
Poccianti Michele tom. 9. 178. tom*
1 .:■ IO. ilOf. ;! I ...                         .'.!': W.
Poltri loro Cappèlla tom» 9. 300.
Porta a s. Fridiano quando, e da
chi fatta fabbricare toro. 9.173,
Celebre per gì' ingreflì folenni fat-
ti dagl'Eferciti Vittoriofi dei
Fiorentini ivi è «f
Porta a Piazza ,0 fia a S. Pier Gat-
'. tolini quando rifondata tom. ito.
ÌOO.              < *ìh ': > ' :*'::?so:
Portinari Raffaello tora. 9» ai. '
Proceffione folenne per V introduzio-
ne in Firetze della Cattedra di
S. Stefano Pap, e mart. tom. 9.
Pucci Antonio tom. 9, tu.           ì
AntonioVefcovo di Piftóia, e Car-
. ì dìnalt Benefattore delle Mona-
..-, the di S. Girolamo fuila Cofta
tom. io. i>$6. ».ì%.. i i
■ SìQiiàtidojrnòrtO'ivr.i r.,: j,)!% i 1%%
Puglie fi loro Cappella tom. io. 43»
PukiiìBlliiDi Piatido tom. io. 314»
Qua-
-ocr page 399-
I
387
Del Rota loro Cappella t. io. ipj.
Della Rovere Vittoria GranducheiTa
tom. io. <?$. 144.
Roviua del Poggio de* Magnoli fulla
Cofta quando s e quante volte!»
feguita tom. io» 158.
Rucellai Bernardo tom- 9. x%6*
Senat, Giulio Auditore dell» Giu-
risdizione tom. 9. 9$* 154.
Quaratefi loro Cappella fora. 10.169.
loro Arme tom. io. a$8.
.Benefattori, e reftauratori della
.;;j Chicfa di. S. Niccolò Oltr'Ar-
no ivi*
R
Radingo Vefcovo tom. 9. 164,
Ranieri Vefcovo Fiorentino tom. 9.
.}..••{ 144. tom, to. 311.
Razzi D. Silvano tom. 9. pag. 9. 4$.
144.164, 173. tom. io. 30.193.
*96'
Remigio Fiorentino tom. 9. 197.
Della Rena Cofimo tom. 9. ,19$; 196.
tom., io. 3. 194. ;,,,tf
Riccardi Marchete Bernardino, tom.
IO. XI J. :',
.P^el Riccio loro Cappella tom. 9- 18.
Giulio Vicario Generale dcli'Ar-
civefcovo tom. 9. 134. 141.
Riccio Baldi loro Cappella t. 9- io.
Pier Crinito famofo Letterato,
Direttore de' figli di Lorenzo il
Magnifico ivi fi                 ,,
Ridolfi loro Cappella tom. 9;. %$>
tom. io. 109.
Diario tom. 9, 61.
Ridolfo Conte di Capraia toni. 9. 7.
Riformagioni tom. 9. 7, i$. 91. ri,S.
119. 130. tom. io. 16". %ij. || j.
3*3. 316.
Rinuccini Gio. Batifta Arcivefcoyo
di Fermo tom. io. 319.
Roffi loro Cappella torn. io, 43,
Rond nielli Francefco tom. 9. 31. 4*.
SQ. $14» tom. io. 80. 149, a,8o.
M4« 34<J-
Roffdli Stefano tom. 9. 8. 9* $•, 78.
93» M3* ijo- I7<5« *9^. 304.
t. io. 3.10. ^9. io;, 193. 101.
144. 163. %ZÌ, 189. 317.
Roflì loro Cappella tom. 9, 3.3*307»
.; Alamanno tom. 9» 334. -
!j Bruooro tom. 9. 397.
.Ruberto ivi.
                   -
Dd Roflb loro Cappella t. io. 109.
Sacchetti Francete» tom. to. iq*.
Sacconi Ferdinando Canonico di San
Lorenzo tom. 9. 7J.
Salvetti loro Cappella tom. io. %-j.
Salviati Francete» Maria tom. 9. 15.
Salvini Anton Maria tom. 9. 314.
334. tom. io» A4?';i::^,a*
Salvino Canonico tom» 9. 441 119.
tom. to. pag. -to. 1,83. 1 ; '*
Sandrini Fra Domenico Maria, tomf
9. pag. 9. 43. i-:. (pi 1 ^i.jf
Sanfedoni "Fra Orazio Commendato-
re di Malta tom. io. 316.
Scrittori della Vita di S. Andrea,»
1 Corfihi toni.,io. 6"». e feg.
Segni loro Cappella tom.; 9* *8.
s. Sepolcfo/aratorio Cui. Ponte Veci
chìo tom. io. 311.
1 restato Spedale, e da chi fondato ivi*
PaiTato ne'Monaci Benedettini di
.-., «S, Miniato al Monte ivi»
Ritornato alle Monache di S. Fe-
licita tom* io. 311»
Quando detto Spedale .fate ridot-
<i ,tp*z Commenda, ivi. , i
. <paflato nei Cavalieri Templari ivi»
Beni a degna ti alla Commenda-
«toni, io. 313.               "»? ri
Paffata nella Religione di Malta
tom, io, $%6»
Congrego feguito in detto Orato-
rio tra il Papa, e Forte Brac-
cio Signor di Perugia tom* 101
Varj Commendatori ivi. *
Del Sera loro Cappella tom. 9.1^3.
Colimo Senatore ivi.
S'ettimantii loro Cappella tom. *. ai.
Sfot-
-,;,
-ocr page 400-
3«f
Sforza Franecfco Duca di Milano fon*
ì -9» i SS» ;                   . \ - : ;... il
Sklielmo Vefeowo Florentiffo tòm. 9.
w'.'! *<$7> 3*^» ; .; >4 fa «a ■ Jt
4B- Simone"'da Caccia Agoftlniaho
Fondatore del Mona fiero di San
Gaggio, e delle Convertiteii
tom» 9*'.ifpé 89.
Sue Opere tom. 9. 60,
Ove fepolto tom. 9* §9- e fea
Sirio III. Papa tob. 9. ,311.
Detto ly*. Papa tom. io. 150. 516.
Wmo
V. iPà|)at tótn* )iltÉÉ io.
r»l il7«|if . '
                       , .:•;;»
Sodei'ini loro Cappella toni, to. 43.
Bartolommeo Canònico , e Game»
riere d'Tnnocenziò Vili, tom.
A .9. i?.i. ■' i '■ M •' '• 1 i*' ' l*i
Francesco Cardiffaio- tpm. 9, nii
»t.« 1 ,tom# *•©. k j<òvf - -?:* <';-'
G a fpero tom. '9. ; 1 f 1 » ? i
ljGeH tom. 9. 1571» M jfci£b&fj2
li. Giovanna ivi.
                 *
^■Giuliano Vefcovò di Voltietfraìtt^
Niccolò ivi.
             sM :$ •* &>,* £.
» Tòmmafè ivi # ' >
Soldati? Filippo Vefcóvo 4t Fiefole
Pomi M 4ÌJ4Ì -;^ì*-' ■■>'.»! it»|&2
Speeiòfò Vefpèytì 5Ftòféhti»i» toiì. ^
194.                               -<v ■ ; '■' !
Spedale di Si Lucia de' Msgnptf 4a
chi ■fabbricato tom. iói &$1«
' S. Spirito Convento di Religiófi E-
remitani tom» 9. 1.
Loro fondazione torti. 9. *.»'
» Prima lóro reiìdéiilj ivi. p" i-
Quaijdo venilferò iti Firenze*, 9. 4.
* * C^uandò fuffe principiata la {ab-
» &? brioà <|ella Gjriefa tòm. 9, ^
Sye yarie denominazioni ivi.
*  Indulgènza còrjcefla a chi còttcèf-
refTealle fpefe di detta fabbrica
" torà, 9» tì; Dlipi - . i$»&3
*  'gulfidj caritativi fómru ini Orati per
UN'/détta. fabbrica ivi.
           ■'-■
Pittura della Chiefa antica-tom.
9. pag,';9. e'fég."'1':!-: oD ;,?sV
.^Incendio feguico di detta: Chiefa
tom- 9' iW
.Quando fu (Te dato princìpio alia
fabbrica della nuova Cfìiefa_.
tom. 9. ii. e feg.
<£uandò lì principiane ad ofiziare
tom. 9* I4*
**• Suflìdj dati dalla Repubblica ìda'
particolari per la detta fabbri-
ca, top. 9. 17. e feg. ;
Struttura della medefima ivi .„ ■'■.
"-.!• Coro fua ftrutiura ftimatifljmb,-,
da chi , e quando fatto fabbri-
èare, è <ju*hdò'terminato tòm.
*?'♦-§» i$. fe'fègg.'*
               •'■!' >#,
,^rmi, e Sepolcri'd! divéfrfe Fa»
Àiiglie enfttnti ne'Chioftri tom.
-! fi gt| e «gg./
Chioftri da chi disegnati tom. 9.
55. e fegg.
3-Struttura dèlia Sagreftia e Con-
vento totti» 9. 31. 57. e feg,
i! Con#graiione dì detta Ghiera^,
tom. p. <5 s» e feg.
*  " Caìàfcgb'di vari Kfrligfò'fi Agòfrt-
*■■*■''. hiani Beati tom.:9< 61.
Catalogò di altri Padri famò fi in
Lettere ivi •
*  -•Beni flati lafciatì, ed altri fuflìdj
'•■ dati al Convento di S. Spirito
•tom. 9. 64. e-feg.
Bofte di Pontefci ^ che concedono
diverfe grazie a detti Padri tom.
9» *$■•. ' ; v -''■ ■ '
Stamina Gherardo Pittore fue efè-
quie tom. io. 347'.
Steccutò-Onofrio VefcoVo Fiorenti-
no tom. 9. 184.
Strozzi AléiTandrò'Vefcovq di Vol-
terra, fifa Cònfecratiòne tom.
lo.'rjr. '                              ';. ■ ■
Cariò Senatore t. 9, i, ti io. pag.
Carlo Tommafo tom. 9. 87. tosi*
IO, XtQ.
» \'                    .fi ■■ * 5:C-'4ì ' . '-* *' ? ': ■■■*■
7!iite.tdònt tom. 9. 309,
JMefs, Tommafo di Mafo da Peru-
gia prior: di S. Niccolò Ohr'
Arno, Spedalingodegl'Innocen-
ti ^Fiovan©9 e Benefattore del-
la
".■'
> 1
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S*9
Vettori loro Cappella tom, 9* *$•
Aleflandro Senatore ivi»
Federigo Cavaliere ivi .
Ottavio Senatore ivi.
Paolo Senatore ivi»
Piero ivi, zj7.
Suoi funerali tom- 9. fu
Vincenzio Cavaliere tom. 9. if."
Ughelii Don Ferdinando Abate tom.
9* 4. 79* 119. 140. 167. 170.
198, a.08. 335. tom. io. 3. 103»
251. 334.
Ughi Ponzetto tom. 9. tf.
Ughetto ivi •
Uguccioni loro Cappella tom* x«.
170.
Villani Gio; tom.9. 41* 44. 143.1U4»
X04. tom. io» zo. 100. ioi.
x88, 329.
Matteo tom. 9. 198.
Vittorie riportate da' Fiorentini tom.
9. 4&.
Del Volpe loro Cappella tom. 9. a$»
Urbano II. Papa tom. 9. io».
Detto V. tom. 9. ioz. t. io. 63»
Detto Vili. tom. $.6$, x$i, tom.
io. 71.
Ufìmbardi Mefs. Pietro Vefcovo d'
Arezzo tom. io. 130.           «
Da Uzzano famiglia tom. zo. 189»
Loro Arme ivi.
Patroni della Ghiefa di S. Lucia
de' Magnoli ivi.
Aleflandro, Niecolò, Silveftro ivi.
"         ' Z
Zabarella Francefco Vefcovo, e Car«
dinaie tom* io. 163,
la Pieve dell' Imprunéta $om.
io. 164. e feg.
Renunzia da eflb fatta di dettai
Pieve ivi.
Tommafo Vefcovo Fiorentino tom.
io. 4.
Torelli Fra Agoftino Tom. ?» jf.
P. Luigi tom. 9. 89.
Torni loro Cappella tom. io. 30. 43.
Torrìgìani loro Cappella tom. 9. ioc
Della Tofa Simone tom. 9. 535.
; v
Della Vacchia loro Cappella tom.
9. io.
De Valots Carlo figlio dì Lodovico
Re di Francia , fui dimora in
Firenze toni. 1 o. 348.
Varcai Benedetto tom. io. pr. *4i.
t66.
Val'ari Giorgio tom. 9. io. 14. itf.
03. 98. 147. tom. zo. 19. 108.
a 3 3* 3i6*
Ubaldini Gio: JBatifta tom. 91 78.
Velluti loro Cappella tom. 9. 13.
Piero toro. 9. 15.
Venturi loro Cappella tom. io. 351»
Vernacci Cione Tifa fondatore del
Convento de'Padri del Carmine
tom. io. pag. io.
Petrello mediatore della Pace tra
i Guelfi, e Ghibellini tom. io.
11.                                 t
Verrazzani loro Cappella tom. io.
169.
Amerigo ivi.
Monfìg. Lodovico tom. 9. 158.
Uliife Cavaliere tom. 9. 159.
IL F
INE.