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II.
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/VIRIVI
'"Mi
IQVATTRO LIBRI
DELL'ARCHITETTVRA
Di Andrea Palladio.
1^5' quali, dopo un hreue trattatod&^inque W~
ordini, & di quelliauertim/fi$r,?pefo�^t IL
pi� neceffarij nel fabr�c�rc,               ff^
SI TRATTA DELLE CASI
delle Vityde i Tonti,delle Tia^y,                           v])�jj
CON P R I V I'L E G i! '
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rnfftTrirr'iflttttltrif'ft
IN VENETIA,
Appref�b Dominico de
Francefch�.
1570.
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AL MOLTO MAGNIFICO
MIO SIGNOR OSSERVANDISSIMO,
IL SIGNOR CONTE GIACOMO
ANGARANNO.
MERITI amplisfimi della uoftra infinita cortefia(molto Magnifico Signor mio)
fono per li molti fingolarisfimi benefici), che con perpetua liberalit� gi� tanti» e
tanti anni m'hauete fatto continuamente ; in tal modo crefciuti , & di numero , &
di grandezza .-che s'io non cercasi! direndermiui grato, almeno col dimoftrar-
mene Tempre ricordeuole ; fon certisfimo, che porterei pericolo di eifer notato , e
tenuto da tutti per difcortefe, e per ingrato. E perche fin dalla mia giouanezza
mi fon grandemente dilettato delle cofe di Architettura, onde non folamenteho riuoltoconfati-
cofoftudio di molt'annii libri di coloro, che con abbondante felicit� d'ingegno hanno arricchito
d'eccellentisfimiprecetti quefta fcientia nobili sfima : ma mi fon trasferito ancora ip effe uoltein Ro
ma, & in altri luoghi d'Italia, e fuori idoue con gli occhi propri) ho ueduto, & con le proprie mani
mifurato i fragmenti di molti edificij antichi : iquali fendo reftati in piedi fino � noftri tempi con ma-
rauigliofo fpettacolo di Barbara crudelt� ; rendono anco nelle grandisfime ruine loro chiaro, & il-
luftre teftimonio della virt�, & dellagrandezzaRomana : in modo cheritrouandomiio grandemen
te efercitato, & infiammato ne gli ottimi ftudij di quefta qualit� di Virt�, & hauendo con gran fpe-
ranzamefl� in lei tutti i miei penfieri; mi pol� anco all'imprefa di fcriuergli auertimenti neceflarij,
chefideuonoofferuaredatutti i belli ingegni, che fono defiderofidi edificar bene, & leggiadra-
mente ; & oltra di ci� di moftrar in difegno molte di quelle fabriche, che da me fono ftate in diueril
luoghi ordinate ; & tutti quelli antichi edificij, c'ho fin'hora ueduti : Per� ( non gi�per pagar alcuno
de gli oblighi infiniti, c'ho contratto con la uoftra gentilezza, per laquale uoi lete fopra ogn'altro
amato celebrato, & reputato degno d'ogni altisfimo grado d'honore ; ma per dimoftrarui folamen
te con honorato teftimonio delle fatiche mie alcunfegno del mio animo grato, & ricordeuole del-
ia grandezza del uoftroualore)ui faccio hora un dono di quefti due miei primi libri, oue io tratto
delle cafe priuate ; ne' quali confelfo hauer hauutoi Cieli tanto fauoreuoli, che hauendoli io in mol
te grandi mie occupationi, che quali del continuo mi tengono il corpo, e l'animo oppreflb,& dopo
alcune mie nonpicciole infirmit�, finalmente ridotti � quella perfettione, che per me s'� potuta ; &
hauendo approuato quel tanto, che in lor fi contiene con lunga efperienza, ardifco di dire, d'hauer
forfedato tanto di lume alle cofe di Architettura in quefta parte, che coloro, che dopo me uerran-
iio ; potranno con l'efempio mio, efercitando l'acutezza de i lor chiari ingegni ; ridurre con molta fa
cilit� la magnificenza de gli edificij loro allauera bellezza, e leggiadria de gli antichi. Pregoui
dunque Illuftr e mio Sign ore, che uoi, facendo un'atto degno della uoftra virt� ; uogliate in premio
dell'affettion, ch'io ui porto, degnami di riceuere in dono, & con allegro uolto fauorire quefta pri
ma parte dell opera mia, che fu gi� con nobil penfiero incominciata fotto i felicisfimi aufpici j uoftrij
laquale, come primitie del mio ingegno, ui dedico ; & di effer contento, che hora, che con tanto
Nuor della uoftra liberalit� ella fi ritroua finita ;poffa anco andare con lieto augurio nella luce del
■rido, da ogni parte illuftrata dal chiarisfimo lume del nome upftro ; poi che io fon ficuro, che'l
�moniofolodi uoi,cheperaltezza d'ingegno,�perfplendore,e fama di nobilisf�me virt� fete
td emente chiaro, & illuftre ; porter� tanta grandezza, e tanta auttorit� � quefti miei libri che me
Bente fi fono gii fatti uoftri, ch'io folamente per quef�o potr� fperare di uiuer lungamente, &
perpetualode famofo, & honorato nella memoria di coloro,che dopo noi uerranno : e con que-
* speranza,pregandouifelice, e lieta uita ; faccio fine.
InVenetiailPrimodiNouembre]. Del M.D.LXX.
Di V. S.
Deuotifs. Senatore.
Andrea Palladio.
A %
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ir PRIMO LIBRO
D E L & A R C H IT ET T V R A
DI ANDREA PALLADIO*
Proemio a i Lettori.
A NATVRALE inelinatione guidato mi diedinei miei primianni allo Audio
dell'Architettura : eperche fempre fui di opinione che gli Antichi Romani come
inmolt'altre cofe,cofi nel fabricar bene habbiano di gran lunga auanzato tutti quel
li,che dopoloro fono flati ; mi propofi p er maeftro,e guida Vitruuio : ilquale � folo
antico fcrittore di queft'arte; & mimili alla inueftigatione delle reliquie de gli Anti
chi edificij,lequalimal grado del tempo,& della crudelt� de Barbari ne fono rima
i� : & ritrouandole di molto maggiore oiieruatione degne,ch'io no mi haueua primapenf�to; comin
ciai � mifurare minutifsimam�te con fomma diligenza cialcuna parte loro : delle quali tanto diuenni
i�llecito inueftigatore,n� vi fapendo conofter cof�,che co ragione,& con bella proportione non f uf-
fe fattacene poi non vn�,ma pi� e pi� volte mi fon trasferito in diuerfe parti d'Italia, & fuori per pote-
re intieramente da quelle,quale fulfe il tutto,comprendere, & in diiegno ridurlo. La onde veggen-
do,quanto quello commune vfo di f abricare,fia lontano dalle olferuationi da me fatte ne i detti edi-
ficij,& lette in Vitruuio,& in Leon Battifta Alberti,&in altri eccellenti Icrittori che dopo Vitruuio f�
no ftati,& da quelle ancho,che di nuouo da me fono Hate praticate con molta fodisfattione, & laude
diquelli,chefi fono ferititi dell'opera mia ; mi � parlo col� degna di huomo ; ilquale non f�lo a f� ftef-
fo deue effer nato,ma ad vtilit� ancho de gli altri ; il dare in luce i difegni di quegli edifici j,che in tan-
to tempo,& con tanti miei pericoli ho raccolti,&ponere breuemente ci� che in efsi m'� parl� pi� de-
gno di confiderationej & oltre � ci� quelle regole,cheneI fabricare ho offeruate,& olferuo : � fine che
CoIoro,i quali leggerano quefti miei libri polsino feruirfi di quel tanto di buono che vil�r�, &in quel
le cofe fupplire,nelle quali (come che molte forf� ve ne faranno) io hauer� mancato : onde cofi� po-
co � poco s'impari � lafciar da parte gli Urani abufi,le barbare inuentioni,& le fuperflue fpefe,&, (quel
Hi che pi� importa) �fchifare le varie,e continoue rouine, che in molte fabriche fi fono vedute. Et a
[ueila imprefa tanto pi� volentieri mi fon meifo, quato ch'io veggo � quelli tempi effere aifaifsimi di
Juefta profefsioneftudiofi: di molti de'quali ne' fuoi libri fa degna, & honorata memoria Meffer
forgio Vaf�ri Aretino Pittore,& Architetto raro,onde fpero che'l modo di fabricare con vniuerf a-
le vtilit� fi habb�a �ridurre,e tolto � quel termine,che in tutte le arti � fommamente defider�to■; & al
quale in queftaparte d'Italiapar che molto auicinato fi fia : conciofia che non folo in Venetia, oue tut
tele buone arti fiorilcono, & che folan'� come efempio rimafa della grandezza, & magnificenza de'
Romani ; �1 comincia � veder fabriche c'h�no del buono, dapoi che Meffer Giacomo SanfouinoScuI
tore, & Architetto dinome celebre, cominci� primo �farconolcere la bella maniera, come fi vede
(per lafciar e � dietro molte altre fue belle opere) nella Procuratia noua,la quale � il pi� ricco,& orna-
to edificio,che forf� fia flato fatto da gli Antichi in qua : Ma ancho in molti altri luoghi di minor no-
me^ mafsimamente in Vicenza Citt� non m�lto grande di circuito, ma piena di nobilifsimi iiitellet
ti,& di ricchezze affai abbondante : & oue prima ho hauuto occafione di praticare quello, che hora a
commune vti�it� mando in luce, fi veggono affaifsime belle fabriche, & molti gentil'nuomini vi
ono flati ftudiofifsimi di quell'arte, i quali e per nobilt�, e per eccellente dottrina non fono in-
iegnidi efferannoueratitrai pi� illuftri ; come il Signor Giouan Giorgio Trifsino fplendorede'
empi noftri; & i Signori Ganti Marc' Antonio, & Adriano fratelli de'Thieni;&il Signor Ante-
ore Pagello Caualier; & oltre � quelli, i quali paffati� miglior vita nelle belle, Scornate fabriche
oro hanno lafciato di f� un'eterna memoria ; ui � hora il Signor Fabio Monza intelligente di af-
aifsimecofe ; il Signor Elio de'Belli figliuolo che fu del Signor Valerio, celebre per l'artificio
�e' Carnei, & dello fcolpire in Criftallo; ilSignor Antonio FrancelcoOliuiera, il quale oltrala
�ognitione di molte fcienze � Architetto, & Poeta eccellente, come ha dimoftrato nella fua Ale-
nana, poema in uerfo Heroico, & in una fua fabrica �* Bofchi di Nanto, luogo del Vicentino;
= :\v;■■".■                                                                                                                       B             & final-
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LIBRO.
6
& finalmente (per lafciare molti altri,! quali con ragione fi potrebbono in quello numero porre:) il Si-
gnor Valerio Barbarano,diligentifsimo offeruatore di tutto quello, che � quefta profefsione s'appar
tiene. Ma per ritornare al propofito noftro ; douendo io dare in luce quelle fatiche,che dalla mia gio-
uanezza infino � qui] ho fatte nell'inueftigare, &nel mifurar co tutta quella dilig�za,c'ho potuto mag
giore,quel tanto de gli antichi edificij,che � peruenuto � notitia mia, & co quella occafione lotto bre
iuta trattare dell'Architettura pi� ordinatamente,& diftintamente,che mi fulfe pofsibile ; ho penfato
eifer molto c�ueneuole cominciare dalle cafe de' Particolari : fi perche fi deue credere,che quelle �i
publici edificij le ragioni fomminiftraffer�, elfendo molto verifimile, che innanzi, l'huonio da per f�
habitaife5& dopo ved�do hauer meftieri dell'aiuto de gli altri huomini,� c�feguir quelle cofe, che lo
poil�no render felice (f� felicit� alcuna fi ritroua qua gi�) la compagnia de gli altri huomininatural-
m�te defiderafle, & amaffe;onde di molte cafe fi faceffero li Borghi ,e di molti Borghi poi le Citt�,&
in quelle i luoghi,& gli edificij publichi : fi ancho,perche tra tutte le parti dell'Archittetura ; niuna�
pi� neceffaria � gli huomini,n� che pi� �pelfo fia praticata di queftajo dunque tratter� prima delle ca
f� priuate,& verr� poi a publici edificij : e breuem�te tratter� delle ftrade,de i ponti,delle piazzerei
le prigioni, delle Bafiliche, cio� luoghi del giudieio, de i Xifti, e delle Paleftre, ch'erano luoghi, oue
gli huomini fi efercitauano ; de i Tempij, de i Theatri,& de gli Anfitheatri,de gli Archi,delle Terme,
de gli Acquedotti,e finalmente del modo di fortificar le Citt�,& dei Porti. Et in tutti quelli libri io
fuggir� la lunghezza delle parole, & femplicemente dar� quelle auertenze, che mi parranno pi� ne-
ceffarie ; & mi feruir� di quei nomi, che gli artefici hoggid� communemente vfano. E perche di me
ftelfo non poffo prometter altro,che vna lunga fatica,e gran di�igenza,& amore,ch'io ho pofto per in-
tendere^ praticare quanto prometto ; s'egli far�paciuto �Dio, ch'io n� m'habbia affaticato in dar-
no 5-ne ringratier� la bont� fua con tutto il cuore ; Tettando apprelfo molto obligato �quelli,che dalle
loro belle inuentioni,& dalle efperienze fatte,ne hanno lafciato i precetti di tal'arte ; percioche han-
no aperta pi� facile,& efpedita ftrada alla inueftigatione di cofe nuoue,e di molte ( merc� loro ) hab-
biamo cognitione che ne farebbono perauentura nafeofte. Sar� quefta prima parte in due libri diui-
f� : nel primo fi tratter� della preparatione della materia, e preparata, come, & in che forma fi debba
mettere in opera dalle fondamenta fino al coperto : oue faranno queiprecetti,che. vnluerfali fono, Se
fi
deono oiferuare in tutti gli edificij cofi publici, come priuati. Nel fecondo tratter� della qualit�
delie fabriche,che � diuerfi gradi d'huomini fi conuengono,e prima di quelle della Citt�,e poi de i l�-
ti opportuni, & commodi per quelle di Villa, e come deono eifere compartite. Et perche in quefta
parte noi habbiamo pochissimi efempi antichi, de' quali ce ne pofsiamo feruirc ; io porr� le piante,&
gli impiedi di molte fabriche da me per diuerfi Gentii'huomini ordinate : & i difegni delle cafe de gli
Antichi,& di quelleparti, che inloro pi� notabili fono, nel modo > che ci infegna Vitruuio, che co�
elsifaceuano.
                                                     >
. %
QVALI COSE DEONO CONSIDERARSI,: E PREPARARSI
auanti che al fabricar fi peruenga.
               Cap. I.
E V E SI auanti che � fabricar fi cominci, diligentemente c�fiderare ciafeuna par-
te della pianta, & impiedi della fabrica che fi hadafare. Tre cofein ciafeuna fa-
brica (come dice Vitruuio) deono confiderarfi,ferizalequaliniuno edificio meri-
ter� effer lodato ; & quelle fono, l'vtile, � commodit�, la perpetuit�, & la bellezza :
percioche non fi potrebbe chiamare perfetta quell'opera, che vtile fufle, ma per p�
co tempo ; ouero che per molto non fulfe comoda ; ouero c'hauendo amendue que
fte ; niuna grada poi in f� contenelfe. La commodit� fi haur�, quando � ciafeun membro far� dato
luogo atto, fito accommodato, non minore che la dignit� fi ricchiegga, ne maggiore che l'vfo fi ri-
cerchi : & far� pofto in luogo proprio,cio� quando le Loggiede S ale,le Stanzede Cantine,e i Grana*
ri faranno podi a luoghi loro conueneuoli. Alla perpetuit� fi haur� rifguardo,quando tutti i muri fa-^
ranno diritti � piombo,pi� grofsi nella parte di fotto,che in quella di fopra,& haueranno buone,& for
fidenti le fondamenta :& oltre � ci�, le colonne di fopra faranno al dritto di quelle di fotto,& tut-
ti i fori, come vfei, e feneftre faranno vno fopra l'altro : onde il pieno venga fopra il pieno, & il voto
fopra il voto. La bellezza rimirer� dalla bella forma,e dalla corrifpondenza del tutto alle parti,del-
le parti fra loro , e di quelle al tutto : conciofiache gli edificij habbiano da parere vno intiero,
e ben finito corpo : nel quale l'vn membro all'alao conuenga, & tutte le membra fianonecefiarie
�quell�>
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P R I M O.                           %                     7
| cjUello,che fi vuol fare.C�fiderate quefte cof�,neI difegno, e nel Modello ; fi deue fare diligetemeli
te il conto di tutta la fpef�,che vi pu� andare : e fare � tempo prouifione del danaro,e apparecchiar la
materia,che parer� far di meftieri ; accioche edific�do, nonmanchi alcuna cof�,che impedifcail com
pimento delTopera,efiendo che non piceiola lode fia deU'edificatore,e non mediocre vtilit�� tutta la
j�brica;fb con la debita preftezza vien fornita,& che tutti i muri ad egual fegno tirati ; egualm�te cali
/io : onde non facciano quelle fefiure,che fi Sogliono vedere nelle fabriche in diuerfi tempi,& inegual
«lente condotte alfine. E per� eletti i pi� periti artefici, che fi pollano hauere,accioche ottimamen-
te l'opera fia dirizzata,fecondo il loro configlio ; fi proueder� di legnami,di pietre,d'arena, di calce,e
di metalli : circa lequali prouifioni fi haueranno alcune auert�ze,come che per fare le trauamenta de'
folari delle Sale,e delle ftanze,di tante traui fiproueda,che ponendole tutte in opera ; relli fral'vna, e
l'altra lo Ipatio di vnagroirezza,emeza di traue:medefimamente circa le pietre j fi auertir�, che per
farele erte delle porte,e delle feneftre ; non fi ricercano pietre pi� grotte della quinta parte della lar-
, ghezza della luce,n� meno della fefta. E f� nella fabrica anderanno adornamenti di colonne,� di pi-
Ikiri ; riporranno farle bafe, i capitelli, e gli archi traui di pietra, e l'altre parti di pietra cotta. Circa i
jrluri ancora fi hauer�c�fideratione,che fi deono diminuire fecondo che fi inalzano : lequali auerten
zJ gioueranno � fare il conto giufto,e fcemeranno gran parte della Spefa. E perche di tutte quefte par
ti |� dir� minutamente �' luoghi loro ; batter� per hora hauer dato queita vniuerfale cognitione, e fat-
toi come un'abbozzamento di tutta la fabrica. Ma perche oltra la quantit�,fi deue ancho hauer confi
wipratione alla cjualit�,e bont� della materia j ad elegger la migliore; ci giouer� molto la esperienza
pigliata dalle fabriche fatte da gli altri: perche da quelle auifati; potremo facilmente determinare
elio che �' bifogni noftri fia acconcio,& espediente. E bench� Vitruuio,Leon Battifta Alberti,& altri
eccellenti Scrittori habbiano dato quegli auuertimenti, che fi debbono hauere nell'elegger efl� ma-
eria ; io nondimeno acci� che niente in quefti miei libri paia mancare, ne dir� alcuni, restringendo-
m�ipi�neceSfarij.
DE I LEGNAMI
Cap. II.
LEGNAMI (comeha Vitruuio al cap.ix. del ij.lib.) fi deono tagliare l'Autun-
no, e per tutto il Verno; percioche allhora gli alberi ricuperano dalle radici quel vi
*ore, e Sodezza, che nella Primauera, e nella Eftate per le frondi,e per li frutti era
parfo : e fi taglieranno mancando laLuna ; perche queH'humore,che � corrompe-
re i legni � attiSsimo ; � quel tempo � confumato : onde non vengono poi da tigno-
le,© da tarli offer�. Si deono tagliare folamente fino al mezo della midolla, e cofi
J�afciarli fin che fi fecchino : percioche Stillando; vfeir�fuori quell'humore,che far� atto alla putrefat-
tone. Tagliati ; fi riporranno in luogo,oue non vengano caldifsimi Soli,n� impetuofi venti,n� piog-
ge : e quelli mafsimamente deono eifere tenuti al coperto, che da f� ftefsi naScono : & accioche non
* J fi fendano,& egualm�te fi Secchino;*! vngeranno di Sterco di bue.Non fi deono tirare per la rugiada,
ma dopo il mezod� : n� fi deono lauorare,effendo di rugiada bagnati,� molto S�cchi; percioche quel
li facilmente fi corrompono.e quefti fanno bruttifsimo lauoro: N� auanti tre anni faranno ben fecchi
per vfo de' palchi,e delle porte,e delle feneftre. Bif�gna che i padroni,che vogliono fabricare ; s'in-
formino bene da i periti,della natura de ilegnamt,e qual legno � qual cofa � buono,e quale non. Vi-
burno al detto luogo ne d� buona �nftruttione,& altri dotti huomini,che ne h�n fcritto copiofam�te.
Cap. III.
DELLE PIETRE.
ELLE pietre altre riabbiamo dalla Natura, altre fono fatte dall'induftria de gli
huomini : le naturali fi cauano dalle petraie,e fono � per far la calce, � per fare i mu
ri : di quelle, che fi tolgono per far la calce ; fi dir� pi� di lotto : Quelle delle quali fi
fanno i muri,� fono marmi,e pietre dure,che fi dicono ancho pietre viue ; ouero fb
no pietre molli, e tenere. I marmi, e le pietre viue fi lauoreranno fubito cauate :
perche far� pi� facile il lauorarleall'hora, che f� per alcun tempo fuffero fiate al-
l'aere, ef��ndo che tutte le pietre, quanto pi�ftanno cauate,tanto pi� diuengono dure : e fipotranno
getter fubito in opera. Ma le pietre molli, e tenere, mafsimamente f� la natura, e foficienza loro ci
^ra incognita, come quando fi cau affer� in luogo, oueper adietro non ne fofferoftate cauate; fi
<te°tto cattare la Eftate, e tenere allo Scoperto, n� fi porranno anzi due anni in opera: fi cauano la
Eirate, accioche non eifendo elle auezze�'venti, alle pioggie, & al ghiaccio; � poco a poco s'in-
duriScano, & diuengano atte � refiftere � Simili ingiurie de' tempi. Et tanto tempo fi lafciano,
B a accioche
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.acci�che fcelte quelle, che faranno fiate offefe ;fianopofte nelle fondamenta, e l'altre non guaft�,
come approuate ; fi ponganofppra la terra nelle fabriche : perche lungamente i� manterranno.. Le
pietre, che fi fanno da gli huomin�,volgarm�te per la loro forma fi chiamano quadrelli: quefle deo-
no f arfi di terra cretofa,b�anchiccia,e domabile : fi lafcier� del tutto la terra ghiarofa,e fabbionicda.
Si cauer� la terra nell'Autunno, e fi macerer� nel Verno, e fi formeranno poi i quadrelli commoda-
mente la Primauera. Mafelanecefsit� ftrigneife�formargli ilVerno,� la Eftate; ricopriranno il
Verno di fecca arena,e la Eftate di paglia. Formati deonfi leccare per molto tempo,& � meglio f�e-«
cargliall'ombra, acci�che non folamente nella fuperficie,ma ancho nelle parti di mezo,fiano egual-
mente lecchi : il che non fi fa in meno di due anni. Si fanno e maggiori, e minori fecondo la qualit�
de gli Edifici; da farli, e fecondo che di loro ci vogliamo feruire : onde gli Antichi fecero i mattoni
deipublici, e grandi edificij molto maggiori dei piccioli, epriuati, Quelli che alquanto grofsi fi
fanno i fi deono forare in pi� luoghi, acci� che meglio fi fecchino, e cuocano ♦
DELL' A R E N A.               Cap. 1111.
I RITROVA fabbia, ouero Arena di tre forti, cio� di caua, di fiume, e di mi-
re. Quelladicaua� di tutte migliore, &� onera, o bianca, � rolla, � carbonci-
no, che � vna forte di terra arfa dal fuoco rinchiufo ne' monti, e fi caua in Tofcana,
Si caua ancho in Terra di Lauoronel territorio di Baia, e diCuma, vnapoluerc
detta da Vitruuio Pozzolana : la quale nelle acque fapreftifsimo pref�, e rende g�
edificij fortifsimi .Per lunga efperienza s'� viflo, che la bianca tra le arene di cau!
� la peggiore, & che fra le arene di fiume la migliore � quella di torrente, che fi trouafotto la balzai
onde l'acqua fcende: perche � pi� purgata. L'arena di mare � di tutte l'altre men buona ; e <b�m
negreggiare,& elfere come vetro lucida : ma quella � migliore, che � pi� vicina al litto, & � pi� groG
fa. L'Arena di caua perche � graffa ; � pi� tenace : ma fi fende facilmente : e per� fi via ne i muri,e ne
i volti continouati. Quella di fiume � buonifsima per le intonicature, � vogliam dire per la fmalta-
turadifuori. Quella di mare, perche tofto fi fecca, e prefto fi bagna, efi disf�perlofalfoj� mene
atta � foflenere i pefi. Sar� ogni fabbia nella fua fpecie ottima, f� con mani premuta, e maneggiata
ibrider� : e che polla fopra candida vefle non la macchier�, n� vi lafcier� terra. Cattiua far� quella :
che nell'acqua mefcolata la far� torbida, e fangofa, e che lungo tempo far� fiata all'Aria, al S�le ali
la Luna, & alla Pruina : percioche haur� alfai di terreno, e di marcio humore, atto � produrre arbo-i
fedii, e fichi feluatichi, che fono di grandifsimo danno alle fabriche.
DELLA CALCE, E MODO D'IMPASTARLA. Cap. V.
E PIETRE per far la calce, � fi cauano da i monti, � fi pigliano daiflumi.
Ogni pietra de' monti � buona, che fia fecca, di humori purgata, e frale, e che non
habbia in f� altra materia, che confumata dal fuoco, lafci la pietra minore ronde
far�miglior quella, che far� fatta, di pietra durifsima,foda, e bianca, e che cotta
rimarr� il terzo pi� leggiera della fua pietra. Sono ancho certe forti di pietre fp u-
gnofe, la calce delle qualifar� molto buona all'intonicature de' muri. Si cauano
ne i monti di Padoa alcune pietre fcagliofe, la calce delle quali � eccellente nelle opere che fi fanno
li�o fcoperto,& nell'acque : percioche prefto fa prefa,e fi mantiene lungamente. Ogni pietra canata
�far la calce � migliore della raccolta, e diombrofa, & numida caua pi� tofto che di fecca, e di
bianca meglio fi adopra, che di bruna. Le pietre che fi pigliano da i fiumi, e torrenti, cio� i ciot-
toli, � cuocoli; fanno calce bonifsima, che fa molto bianco, e polito lauoro : onde per lo'pi� fi
vfa nelle intonicature de' muri. Ognipietra side'monti, come de'fiumi fi cuoce pi�, e manco
prefto fecondo il fuoco che le vien dato : ma regolarmente cuocefi in hore feffanta-. Cotta fi deue
bagnare, e non infondere in vna volta tutta l'acqua ,ma in pi� fiate,continuatamente per� acci� che
nonfiabbruci, fin ch'ella fia bene ftemperata. Dipoi firipongainluogohumido,e nell'ombra>
fenza mefcolarui cofa alcuna, folamente di leggiera fabbia coprendola : e quanto far� pi� macerata,
tanto far� pi� tenace, e migliore, eccetto quella, che di pietra fcagliofa far� fatta, come la Padoua-
ha; perche fubito bagnata jbifogna metterla in opera : altrimenti fi confuma, & abbrucia : onde non
fa prefa, e diuiene del tutto inutile. Per far la malta fi deue in quello modo con la fabbia mefcolare,
che pigliandofi arena di caua ; fi pongano tre parti di elfo, & vna di calce : f� di fiume, � di mare i due
parti di arena ,& vna di calce.
DE I
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P R IMO.                                                9
DE I METALLI.               Gap. VI.               ?            ?
METALLI, che nelle fabriche fi adoperano jfonoilferro, il piombo, & il ra-
me. Il ferro ferue per fare i chiodi, i cardini, i catenacci, co'quali fi chiudono le
porte : per farele porte ifteffe, le ferrate, e limili lauori.. In niun luogo egli fi ritro-
se caua puro: macauato fi purga col fuoco :conciofia che egli fi liquefacela in
modo, che fi pu� fondere : e coli auanti che fi raffreddi ; f� gli leuano le feccie : ma
dapoi ch'�purgato, e raffreddato j fi accendetene, e diuenta molle, e fi lafcia dal
martello maneggiare, e ftendere. Ma non pu� gi� facilmente fonderli, f� non � di nuouo meffo in
fornaci fatte per quefto effetto : f� infocato, & accefo non fi lauora, e reitrigne � colpi di martello ; fi
corrompe,e confuma. Sar� fegno della bont� d el ferro, f� ridotto in malfa ; fi vederanno le fue uene
continouate,e diritte,& non interrotte : e f� le tefte della malfa faranno nette, e fenza Feccie : perche
le dette uene dimoftr erano che'l ferro fia fenza groppi,e fenza sfogli ; e per le tefte fi conofcer�,quale
egli fia nel mezo : ma f� far� ridotto in lamine quadre, � di altra f�gura,fe i lati faranno diritti ; diremo
ch'egli fia egualmente buono,hauendo potuto ugualmente refiftere � i colpi de i martelli.
Di piombo fi cuoprono i Palagi magnificai Tempij, le torri,& altri edif�cij publici ; fi fanno le f�ftu
le,� canaletti che diciamo da condurre le acque : e fi affermano con piombo i cardini,e le ferrate nel-
le erte delle porte,e delle f�neftre. Si ritroua di tre forti, cio� bianco, negro, e di color mezano, tra
quefti due ; onde da alcuni � detto Cineraccio : Il negro cofi fi chiama,non perche fia ueramente ne-
gro , ma perche � bianco con alquanto di negrezza : onde � rifpetto del bianco con ragione gli Anti-
chi gli diedero tal nome. Il bianco � pi� perfetto, e pi� preciofb del negro : Il cineraccio tiene tra
quefti due vn luogo di mezo. Si caua il piombo � in mal�e grandi Jequali fi ritrouano daper f� fenza
altro ; � fi cauano dilu� malfe picciole,che lucono con certa negrezza : � fi trouano le fue fottilifsime
sfoglie attaccate ne i fafsi,ne i marmile nelle pietre. Ogni forte di piombo facilmente fi fonde : per-
che con l'ardore del fuoco fi liquefa prima che fi accenda: ma pofto in fornaci ardentifsime non con-
ferua la fua fpecie,e non dura : perche una parte fi muta in litargirio, un'altra in Molibdena. Di que-
lle forti di piombo, il negro � molle,e per quefto fi lafcia facilmente maneggiar dal martello, e dila-
tarli molto,& � pefante, egrieue :ilbianco�pi� duro, & � leggiero : il cineraccio � molto pi� duro
del bianco,& quanto al pelo tiene il luogo di mezo. >J
Di Rame fi cuoprono alcuna volta gli edif�cij publici, e ne fecero gli Antichi i chiodi, che doroni
volgarmente fi chiamano : iquali nella pietra di lotto, & in quella di fopra fifsi, vietano che le pietre
non vengano fpinte di ordine,& gli arpefi,che fi pongono per tenire vnite, e congiunte infieme due
pietre a paro ; & di quefti chiodi, & arpefi ci feruimo, accioche tutto l'edif�cio,ilquale per necefsit�
non fi pu� fare f� non di molti pezzi di pietra, eflendo quelli in tal modo congiunti, e legati infieme 5
venga ad eifere come di vn pezzo folo,e coli molto pi� forte, e durabile. Si fanno ancho chiodi &
arpef� di ferro,ma efsi li fecero per lo pi� di rame, perche meno dal tempo pu� effere confumato, ef-
fendo ch'egli non rugginifea. Ne fecero ancho le lettere per le^infcrittioni, che fi pongono nel fre--
gio de gli edificij,e fi legge che di quefto metallo erano le cento porte celebri di Babilonia; e nell'Ilo,
le di Gade due colonne di Hercole alte otto cubiti. Si tiene per eccellentifsimo, e per lo migliore
queilosche cotto,e cauato pervia del fuoco dalle minerali � di color rolfo tendente al giallo,& � ben
P°rito,cio� pieno di buchi .-perche quefto � fegno ch'egli fiapurgato, e libero da ogni feccia. Il ra-
me fi accende come ilferro,e fi liquefa,onde fi pu� fondere : ma in ardentfsime fornaci pofto non tu*
lera le forze delle fiamme, ma fi confuma � fatto. Egli bench� fia duro fi lafcia nondimeno maneg-
giare dal ferro, e dilatarli ancho in fottili sfoglie. Si conferua nella pece liquida ottimamente,e tut-
to che non fi rugginifea, come il ferro jfa nondimeno ancor egli la fua ruggine, che chiamiamo uer-
derame, mafsimamente f� tocca cofe acri, eliquide. Di quefto metallo mefcolato con ftagno, �
piomb.o,� ottone che ancor elfo � rame,ma colorito con la terra cadmia ; fi fa vn mifto detto uolgarr-
mente Bronzo : del quale fpefsifsime volte gli Architetti fi feruono : percioche f� ne fanno bafe, co-
lonne,capitelli,ftatue,&altrecofelimili. SiueggonoinRoma in San Giouanni Laterano quattro
colonne di Bronzo : delle quali vna fola ha il capitello : e le fece fare Augufto del metallo,ch'era nel-
li fperoni delle nani ch'egli conquift� in Egitto contra M.Antonio. Ne fono ancho reftate in Roma
fin ad hoggi quattro antiche porte, cio� quella della Ritonda,che fu gi� il Pantheone : quella di San-
to Adriano,che fu il Tempio di Saturno : quella di S.Cofmo,e Damiano, che fu il Tempio di Gafto-
re,e PolluCe,� pure di Romulo,e Remo : & quella, che fi vede in Santa Agnefe fuori della p�rta Vi-<
minale,hoggi detta di Santa Agneta, fu La via Numentana. Ma la pi� bella di tutte quef��j� quella
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                                                                                                              di Santa
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io                                               LIBRO
di Santa Maria Ritonda : nella quale volfero quegli Antichi imitare con l'arte quella fpecie di metal-
lo Corinthio, in cui preualfe pi� la natura gialla dell'oro : percioche noi leggiamo che quando fu de-
ftrutto,&arfbCorintho,chehorafi chiama Coranto; filiquefecero,&vnirono ih vna mafia l'orod'ar-
ge nto,& il rame,e la fortuna tempr�,e f� la miftura di tre fpecie di rame, che fu poi detto Corinthio :
in vna dellequali preualfe l'argento,ondereft�bianca,e fi accoft� molto col fuo fplendore � quello:
�n vna altra preualfe l'oro, e per� refl� gialla, e di color d'oro: e la terza fu quella, douefu vgualeil
temperamento di tutti quefti tre metalli ; e quefle fpecie fono fiate poi diuerfamente imitate dagli
huomini. Io ho fin qui efpoflo quanto mi � parfo neceffario di quelle cofe, che fi deono confidera-
re, & apprettare, auantiche �fabricar fi incominci .-reflahora che alcuna cofa diciamo de' fonda-
menti : da' quali la preparata materia fi comincia � mettere in opera.
DELLE OVALIT�' DEL TERRENO, OVE S'HANNO DA
poner le fondamenta.                Cap. VII.
E FONDAMENTA propriamente fi dicono la bafe della fabrica,cio� quella
parte, ch'� fotto terra : laquale foftenta tutto l'edificio, che fopra terra fi vede. Pe-
r� tra tutti gli errori, ne' qualifabricando fi pu� incorrere ; fono dannofifsimi quel-
li, che nelle fondamenta fi commettono : perche apportano feco la rouina di tutta
l'opera,n� fiponnofenzagrandifsima difficult� emendare : onde l'Architetto deue
ponerui ogni fua diligenza ; percioche in alcun luogo fi hanno le fondamenta dalla
! datura, e altro u� � bifogno vfarui l'arte. Dalla Natura habbiamo le fondamenta, quando fi ha da fa
bricare fopra il faffo, tofo, e fcaranto : ilquale � vna forte di terreno, che tiene in parte della pietra :
percioche quefti fenzabifogno di cauamento,� d'altro aiuto dell'arte fono da f� ftefsibuonifsimo
r�ndamento,& attifsimo � foftenere ogni grande edificio,cofi in terra,come ne i fiumi. Ma f� la Na-
tura non fomminiflrer� le fondamenta -, far� di meftieri cercarle con l'arte, & all'hora, � fi haur� da fa-
fa ricare in terren fodo, ouero in luogo, oue fia ghiara, � arena, � terren moffo, � molle, e paludof�.
Sei terren far� fodo, e fermo ; tanto in quello fi cauer� fotto, quanto parer� al giudiciofb Architetto,
che richieda la qualit� della fabrica, e la fodezza di elfo terreno. laquale cauatione per lo pi� far� la
feftaparte dell'altezza dell'edificio, non volendoui far cantine, � altri luoghi fotterranei. A cono-
fcer quefla fodezza ; giouer� l'offeruanza delle cauationi de' pozzi,delle ciflerne, & d'altri luoghi ri-
mili : e fi conofcer� ancho dalle herbe, che vi nafceranno, f� effe faranno folite nafcere folamente in
fermi,e fodi terreni : & oltre � ci� far� fegno di fodo terreno, f� effo per qualche graue pefo gettato in
terra ; non rifuoner�, � non tremer� : il che fi potr� conofcere dalle carte de' tamburi mefsi per terra,
f� � quella percoffa leggiermente mouendofi non rifuoneranno; & dall'acqua pofla in vn vafo, f� non
fimouer�. I luoghi circonuicini ancora daranno ad intendere la fodezza, e fermezza del terreno.
Ma fe'l luogo far� arenofo, � ghiarofo ; fi dour� auertire, f� fia in terra, � ne i fiumi : percioche f� far�
in terra ; fi offeruer� quel tanto, che di fopra � flato detto de' fodi terreni. E f� fi fabricher�ne' fiumi;
l'arena,e la ghiara faranno del tutto inutili : percioche l'acqua col continouo fuo corfo,e con le piene
varia continouamente il fuo letto : per� fi cauer� fin eh e fi ritroui il fondo fodo,e fermo : ouero, f� ci�
fuffe difficile ; il cauer� alquanto neH'arena,& ghiara,e poi fi faranno le palificate, che arriuir�o con le
punte de' pali di rouere nel buono,e fodo terreno,e fopra quelle fi fabrichera. Ma f� fi ha da fabrica-
re in terreno moffo, e non fodo ; all'hora fi deue cauare fin che fi ritroui il fodo terreno, e tanto ancho
in quello, quanto richiederanno la groifezza de' muri, e la grandezza della fabrica. Quello fodo
terreno,& atto � foftenere gli edificij � di varie forti : percioche ( come ben dice l'Alberti ; altroue �
cofi duro,che quafi il ferro non lo pu� tagliare ; altroue pi� fodo ; altroue negreggia ; altroue imbian-
ca ( e queflo � riputato il pi� debole ) altroue � come creta ; altroue � di tofo. Di tutti quelli quello �
. profonde
li delle quali faranno lunghi per la ottaua parte dell'altezza del muro,e grofsi per la duodecima parte
della loro lunghezza. Si deono ficcare i pali fi fpefsi,che fra quelli non ve ne poffano entrar de gli al-
tri : & deono effer battuti con colpi pi� toflo fpefsi,che graui, accioche meglio venga � confolidarf�
il terreno,e fermarli. Si faranno le palificate non fblo fotto i muri di fuori,pofli fopra i canali; ma an-
cora fotto quelli, che fono fra terra,e diuidonole fabriche : perche f� fi faranno le fondamenta a*mu-
ri dimezo, diuerfe da quelle di fuori, mettendo delle traui vna acanto dell'altra per lungo, Scaltre
;
                                                                                                                (opra
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PRIMO.                                              ii
fopra per trauerfo ; (beffe volte auerr�, che i muri di mezo caleranno � baffo : e quelli di fuori per ef-
fer fopra i pali ; non fi molleranno : onde tutti i muri verranno ad aprirli : ilche rende ruinofa la fabri-
ca,& � bruttifsimo da vedere. Per� fi fchif �ra quefto pericolo facendoti mafsimamente minore fpe
fanellepalificate:perchefecondolaproportionede'muri3cof�dette palificate di mezo anderanno
pi� lottili di quelle di fuora.
DELLE FONDAMENTA.                Cap. Vili.
E O N O effere le fondamenta il doppio pi� graffe del muro, c'ha da efferui pofto
fopra:&in quefto fi douer�hauerrifguardoallaqualit�delterreno,&allagrandez
za dell'edificio, facendole anchopi� larghe ne' terreni mofsi, e menfbdi, e doue ha
ueffero da fbftentare grandifsimo carico. Il piano della folfa deue effere vguale :
accioch�'lpefb prema vgualmente, e non venendo � calare in vna parte pi� che nel
l'altra, i muri fi aprano. Per quefta cagione laftricauanogli Antichi il detto piano
di Teuertino,e noi fiamo fbliti a ponerui delle tauole, ouero delle traui, e fopra di quelle poi f abrica-
care. Si fanno le fondamenta � fcarpa, cio� che tanto pi� decrefcano, quanto pi� s'inalzano ; in mo-
do per�, che tanto da una parte fia lafciato, quanto dall'altra, onde il mezo di quel di fopra calchi �
piombo a! mezo di quel di f�tto: il che fi deue offeruare ancho nelle diminutioni de' muri fopra terra:
perciochnffn cjue�\o-.^odo la fabrica uiene ad hauere molto maggior fortezza,che facendoli le dimi-
nutioni altramente. Si fanno alcuna volta ( mafsimamente ne i terreni paludofi, doue interuengano
colonie; per far minore fpefa le fondamenta non continouate, ma con alcuni volti, e fopra quelli poi
fifab rica. Sono afi�ilodeuoli nelle fabriche grandi alcuni fpiragliperlagroffezza del muro dalle fon
damenta fino al tetto, percioche danno efito �'. venti, che meno diano noia alla fabrica, fcemano la
fpefa, e fono, di non picciolacommodit�, f� in quelli fi faranno f�ale a lumaca: le quali portino dal
fondamento fino al fommo dell'edificio.
DELLE MANIERE DF.MVRI.              Cap. IX.
ATTE le fondamenta ,-refta che trattiamo del muro diritto fopra terra. Sei ap-
pi-elfo gli Antichi furono le maniere de'muri jl'vna detta reticolata, l'altra di ter-
ra cotta, � quadrello : la terza di cementi, cio� di pietre roze di montagna, � dif�u-
me: la quarta di pietre incerte: la quinta di faflo quadrato: e la fefta la riempiuta.
Della reticolata a' noftri tempi non f� ne ferue alcuno: ma perche Vitruuio dice,
__: che �'iuoi tempi communemente fi vfauaj ho voluto porre ancho di qUeftail dile-
gno. Faceuano gli angoli, ouer cantoni della fabrica di pietra cotta, & ogni due piedi e mezo ura-
liano tre corfi di quadrello ; i quali legauano tutta la groffezza del muro.
A,  Cantonate fatte di quadrello.
B,   Corfi di quadrello che legano tutto il muro.
C,  Opera reticolata.
D,  Corfi dei quadrelli per la groffezza del muro.
E,  Parte di mezo del muro fatta de cementi.
I muri di pietra cotta nelle muraglie delle Citt�., � ih altri molto grandi edifici) fi debbono fare,
che nella parte di dentro, & in quella di fuori fiano di quadrello, e nel mezo pieni di cementi infieme
col copo pefto i e che ogni tre piedi di altezza vi fiano tre corfi di quadrelli maggiori de gli altri, che
piglino
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li                                             LI B R O
piglino tutta Ialarghezza del muro : & il primo corfo fia in chiaue, cio� che fi vegga il lato minore del
quadrello, il fecond� per lungo, cio� col lato maggiore di fuori, & il terzo in chiaue. Di quefta ma-
niera fono in Roma i muri della Ritonda, e delle Terme di Dioclitiano, & di tutti gli Edificij antichi
chevifono.
E,  Corfi di quadrelli che legano tutto il muro.
F,  Parte di mezo del muro fatta di cementi fra l'vn corfo e l'altro & i quadrelli efteriori.
I muri di cementi fi faranno, che ogni due piedi al meno vi fiano tre corfi di pietra cott�\ e fiano k
pietre cotte ordinate al modo detto di fopra. Cofi in Piemonte fono le mura di Turino,lequali fono
fatte di cuocoli di fiume tutti fpezzati nel mezo, e fono detti cuocoli pofti conia parte fpezzata in fuO
ri, onde fanno drittifsimo, e politifsimo lauoro. I muri dell'Arena di Verona fono anch'efsi di ce-
menti, & ogni tre piedi vi fono tre corfi di quadrelli j e cofif�no fatti ancho altri antichi edificij, co*
me fi potr� vedere ne' miei libri dell'Antichit�.
G, Cementi, � cuocoli di fiume.
H, Corfi di quadrelli che legano tutto il muro.
Di pietre incerte fi diceuano quei muri, ch'erano fatti di pietre difuguali di angoli} e lati : & a far
quefti muri vfauano vnafquadra di piombo, la qual piegata fecondo il luogo, doue douea effer pofta
la pietra ; ieruiualoro nello fquadrarla : e ci� faceuano,accioche le pietre c�metteffero bene infieme,
e per no hauer da prouare pi�,e pi� volte f� la pietra ftaua bene al luogo,oue efsi haueuano difegnato
di porla. Di quefta maniera fi veggono muri � Prenefte i e le ftrade antiche fono in quefto modo la'
ftricate.
I, Pietre incerte»
Dipietre
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PRIMO.
13
Di pietre quadrate muri fi veggono in Roma, oue era lapiazza,& il T�mpio di Augufto : ne' quali
inchiauauano le pietre minori con alcuni corfi di pietre maggiori.
k, Corfi di pietre minori.
L, Corfi di pietre maggiori.
La maniera riempiuta, che fi dice ancho � caffa,faceuano gli Antichi pigliando contauole pofle in
coltello tanto lpacio,quanto voleuano che fuffegroflo il muro, empiendolo di malta, e di pietre di
qualunque forte mefcolate infieme,e cofi andauano facendo di corfo in corfo. Si veggono muri di
quefta forte a S�rmion fopra il Lago di Garda.
M, Tauole polle in coltello.
N j Parte di dentro del muro.
O, Faccia del muro tolte via le tauole.
D� quefta maniera fi poffono ancho dire le mura di Napoli, cio� le Antiche : le quali hanno due
muri di fafTo quadrato grofsi quattro piedi, e diftanti tra f� piedi fei. Sono legati infieme quefti mu-
ri da altri muri per trauerfo, e le calfe, che rimangono fra detti trauerfi, & muri citeriori fono fei pie-
di per quadro, e fono empiute di falsi e di terra.
V, Muri di pietra efteriori.
Q^ Muri di pietra porti per trauerfo.
R, Caff� piene di pietre, e di terra.
Quefte in fbmma fono le maniere, delle quali fi ferrarono gli Antichi, & hora fi ueggono i veftigi :
4~ue quali fi comprende che ne i muri di qualunque forte fi fiano, debbono farli alcuni corli,i qua-
li fiano come nerui, che tengano infieme legate l'altre parti j ilche mafsimamente fi offeruer� ^
C         quando
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i4                                             LIBRO
quando fi faranno i muri di pietre cotte ; accioche perla vecchiezza venendo � calare in parte la (trat-
tura di mezo ; non diuentino i muri ruinofi, come � occorf�, & fi vede in molte mura da quella parte
fpecialmente ch'� riuolta � Tramontana.
DEL MODO CHE TENEVANO GLI ANTICHI NEL FAR
gli edifici; di pietra.
                      Cap. X.
E R C H E alcuna volta occorre che la fabrica tutta, � buona parte fi faccia di mar-
mo, � di pezzi grandi d'altra pietra ; mi pare conueneuole in quello luogo di-
re come in tal cafo faceuano gli Antichi: perche fi vede nell'opere loro eifere Ha-
ta vfata tanta diligenza nel congiungere infieme le pietre, che in molti luoghi
� pena fi difeernono le commeifure : alche deue molto auuertire chi oltre la bellez-
za derider� la fermezza,e perpetuit� della fabrica. E per quanto ho potuto c�pren
dere; efsi prima fquadrauano,e lauorauano delle pietre quelle f accie fedamente che andauano vna fo
pra l'altra, laflando l'altre parti roze ; e cefi lauorate le metteuano in opera ; onde perche tutti gli orli
delle pietre veniuano ad elfer f�pra {quadra, cio� grofsi,e fodi ; poteuano meglio maneggiatie,e mo
uerle pi� volte fin che c�metteffero bene,fenza pericolo di reperii, che f� tutte le faccie fuflfero fiate
lauorate ; perche all'hora farebbono fiati gli orli � �fquadra,� fotto fquadra,e cofi molto deboli,e f�-
cili da guadarli : & in quello modo faceuano tutti gli edifici;' rozi, � vogliam dire ruftichi : & elfendo
poi quelli finiti,andauano lauorando,e polendo delle pietre(come ho d etto) gi� meffe in opera^uel
le faccie,ch'andauano vedute. E' ben vero, che, come le rofe,che andauano tra i modiglioni,& altri
intagli della cornice,che comodamente non poteuano farfi,elfendo le pietre in opera ; faceuano men
tre che quelle erano ancora interra. Di ci� ottimo indici© {bno diuerfi edificij antichi : ne' quali fi
veggono molte pietre,che non furono finite di lauorare,e polire, L'Arco appreffo Cartel vecchio in
Verona,e tutti quegli altri Archi,& edificij che vi fono furono fatti nel detto mododlche molto bene
conolcera chi auertir� �' colpi de mattelli,cio� come le pietre vi fiano lauorate.La colonna Traiana in
Roma,el'Antoninafimilm�te furonofatte,n� altramente s'haurebbono potuto c�giungere cofi dili-
gentemete le pietre,che cofi bene s'incontraifero le commef�ure ; lequali vanno � trauerfo le tefte, &
altre parti delle figure ; e il medefimo dico di quegli Archi che vi fi veggono. E s'era qualche edificio
molto gr�de,come � l'Arena di Verona,!'Anfitheatro di Pola,e fimili,per fuggir la Ipefa e tempo, che
vi farebbe andatodauorauano folam �te l'impofte de' volti,i capitelli,e le cornici,& il refto lafciauano
ruftico,tenendo {blamente conto della bella forma deU'edificio.Ma ne' Tempij,& ne gli altri edifici),
che richiedeuano delicatezza ; n� rilparmiauano fatica nel lauorarli tutti,e nelfregare,e lifeiare fino i
canali delle colonne,& polirli diligentem�te. Per� per mio giudicio n� fi f arano muri di pietra cotta
ruftichi,n� meno le Nappe de' Camini : lequali deono elfer fatte delicatifsime rpercioche oltral'abu
fo,ne ieguir�,che fi finger� lpezzato,e diuifo in pi� parti quello,che naturalmente deue eifere intiero:
Ma fecondo la grandezza,e qualit� della fabrica,fi far� � ruftica,� polita ; e non quello che gli antichi
fecero,necefsitati dalla grandezza delle opere,&giudiciofam�tej far emonoi in vnafabrica, alla qua
le fi ricerchi al tutto la politezza.
DELLE DIMINVTIONI DE' MVRI, ET DELLE PARTI LORO. Cap.XI.
I DEVE offeruare,che quanto pi� i muri afeendono e s'inalzano, tato pi� fi dim�
nuifeono : per� quelli che nafeono {opra terra ; fai ano pi� lottili delle fondamela la
met�,e quelli del fecondo �blaro pi� lottili di quelli del primo mezo quadrello,e co
fi fuccefsiuamente fino al fommo della fabrica : ma co diferetione, accioche n� fia-
no troppo fiottili di lopra. Il mezo de' muri di fopra deue cafeare �piombo al mezo
di quelli di lotto : onde tutto il muro pigli forma piramidale. Pur quando fi volerle
far vna fuperficie,� faccia del muro di fopra al diritto d'vna di quello di fotto ; dour� ci� farli dalla par
te di d�tro : perche le trauature de'pauim�ti,i volti,& gli altri foftegni della fabrica n� lafcer�no,che'l
muro cafchi,� fi muoua. Il relafcio,che far� di fuori fi coprir� con vn procinto,� fafeia, e cornice,che
circ�di tutto l'edificio : ilche far� adornameto,e lar� come legame di tutta la fabrica. Gli angoli,per-
che participano di due lati,e fono per tenerli diritti,e c�giunti infieme deono eifere fermifsimi, e con
lunghe,e dure pietre come braccia tenuti.Per� fi deono le feneftre, &l'apriture allontanare da quelli
pi� che fipu�,� almeno laffar tanto di Ipatio dall'apritura all'angolo, quanto � la larghezza di quella.
Horac'habbiamo parlato de' muri femplici 5 � c�ueneuole che pafsiamo � gli ornam�ti,de' quali niu-
no maggiore riceue la fabrica di quello,che le danno le colonne,quando fonoi�tuate ne' luoghi con-
ueneuoli, e con bella proportione� tutto l'edificio.
DE'
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P RI M O.                         15
DE5 CINQUE ORDINI, CHE VSARONO
gli Antichi.
           Gap. XII
IN QV" E fono gli ordini de' qualfgli Antichi fi feruiro-
no, cio� ilTofcano,Dorico,Ionico,Corinthio,eCompo
fito. Quefti fi deono cofi nelle fabriche difporre,che'l pi�
(odo flanella parte pi� baffa : perche far� molto pi� atto �
foftentare ricarico, e la fabrica venir� ad hauere bafamen
to pi� fermo : onde fempre il Dorico fi porr� fbtto il Ioni-
co : il Ionico fotto il Corinthio ; & il Corinthio fotto il Compof�to. Il To-
fcano3come rozo,ft vfa rare volte fopra terra,fuor che nelle fabriche di vn'or
dine f�lo, come coperti di Villa : ouero nelle machine grandifsime, come
Anfitheatri,e fimili : lequali hauedo pi� ordini quefto fi pon era in luogo del
Dorico fotto il Ionico. E f� fi vorr� traiafciare vno di quefti ordini,come fa
rebbe,porre il Corinthio immediate fbpra il Dorico ; ci� fi potr� fare, pur
che fempre il pi� fbdo flanella parte pi� baffa per le ragioni gi� dettelo por
r� partitamente di ciafeuno di quefti le mif�re,non tanto fecondo che ninfe
gna Vitruuio,quanto fecondo c'ho auuertito ne gli edificij Antichi : ma pri-
ma dir� quelle cofe,che in vniuerfale � tutti fi conuengono.
BELLA GONFIEZZA, E DIMINVTIONE DELLE
Colonne, de gli Intercolunnij,e de'Pilaftri. Gap. XIII.
E COLONNE di ciafeun'ordine fi deono formare in
modo che la parte di fopra fia pi� fottile di quella di fot-
to^ nel mezo habbiano alquanto di gonfiezza. Nelle di-
rriinutioni s'offerua,che qu�to le colonne fono pi� lughe,
tanto meno diminuifcono,effendo che l'altezza dafe fac-
cia l'effetto dei diminuire perla diftanza : per� f� la colon
na far� aita tino � quindeci piedi ; fi diuider� la groifezza da baffo in fei parti
e meza,e di v.emeza fi far� la groifezza di fopra: Se da xv.� xx.fi diuider� la
groifezza di lotto in parti vij.e vj.e mezo far� la groffezza di fopra:fimilmen
te di quelle,che faranno da xx.fino � trenta 5 fi diuider� la groifezza di fotto
in parti viij.e vij.di quelle far� la groffezza di fopra : ecofi quelle col�ne,che
forano pi� alte; fi diminuirono fec�do il detto modo per la rata parte, come
c'infegna Vitruuio al cap.ij.del iij.lib. Ma come debba farfi la gofiezza nel
mezo 3 non riabbiamo da lui altro chevna femplice promeffa:e perci� di-
uerfi hanno di ci� diuerfamente detto. Io fono folito far la facoma di detta
gonfiezza in quefto modo. Partifco il fufto della colonna in tre parti egua-
li, e lafcio la terza parte da baffo diritta � piombo, � canto l'eftremit� della
quale pongo in taglio vna riga lottile alquanto, lunga come la colonna, �
poco pi�, e muouo quella parte,che auanza dalterzo infufo, e la ftor-
co fin che'l capo fuo giunga al punto della diminutione di fopra della co-
lonna lotto il collarino ; e fecondo quella curuatura fegno: e cofi mi vie-
ne la colonna alquanto gonfia nel mezo, e fi raftrema molto garbatamen-
te . E bench� io non mi habbia potuto iui�ginare altro modo pi�breue,
& efpedito di quefto, e che riefea meglio ; mi fon nondimeno maggior-
mente cofermato in quefta mia inuentione,poi che tanto � piaciuta � meffer
Pietro Cattaneo, hauendogliela io detta, che l'ha poftain vnafua opera di
Architettura,con la quale ha non poco ili nitrato quefta profefsione.
A, B, La terza parte della colonna,che fi falcia diritta � piombo*
- ' B, C, I due terzi che fi vanno diminuendo.
C, Ilpunto della diminutione fotto il collarino.
Gli mtercolunnij, cio� ipatij fra le colonne fi poilono fare di vn diametro
e mezo di colonnare fi toglie il diametro nella parte pi� baffa della co-
lonna j di due diametri, di due, & vn quarto 5 ditre3& ancho maggiori:
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Ma non gli uf�rono gli Antichi maggiori di tre diametri di colonna, fuor che nell'ordine To-
ccano s nel quale vfandofi lo Architraue di legno, faceuano gli intercolunnij molto larghi � n�
minori d� vn diametro;, e mezo,e di queftofpatio fiferuironoall'horamarsimamente,quando fa-
ceuano le colonne molto grandi. Ma quegli intercolunnij pi� de gli altri approuarono, che fuffer�
di due diametri di colonna,& vn quarto -, e quella dimandarono bella,& elegante maniera d'intere©
lunnij « Et fi deue auertire che tra gli �ntercolunnij,ouero fpatij, e le colonne deue elfere proportio-
ne,e cotrifpondenza ; percioche f� ne gli Ipatij maggiori fi porranno colonne fottili ; fi leuer� grandif
fimaparte dell'afpettOjeffendo che p er lo molto aere, che far� tra i vani, fi fcemer� molto della loro
groffezza -, e f� per lo contrario nelli Ipatij ftretti fi faranno le colonne grofle,per la flrettezza, & angu
ftia de gli ipatij faranno vn'afpetto gonfio,e fenza grada. E per� f� gli Ipatij eccederanno tre diame-
tri fi faranno le colonne graffe per la fettima parte dellaloro altezza,come ho offeruato di fotto nel-
l'ordine Tofcano. Ma f� gli Ipatij faranno tre diametri ; le colonne faranno lunghe fette tefte e meza,
ouero otto,come nell'ordine Dorico : e f� di due,& vn quarto; le colonne faranno lunghe noue tefte,
come nel Ionico : e f� di due,fi faranno le colonne lunghe noue tefte e meza, come nel Corinthio : e
finalmente f� faranno di vn diametro e mezo* faranno le colonne lunghe dieci tefte,come nel Compo
fito « Ne' quali ordinino hauuto qt�eftor�fguardo,accioche fiano come vn'efempio di tutte quelle
maniere d'intercolunnij : lequali ci fono infegnate da Vitruuio al cap. fopradetto. Deono elfere
nelle fronti de gli edificij le colonne pari .-accioche nel mezo venga vn'intercolunnio, il quale fi fa-
r� alquanto maggiore de gli altri, accioche meglio fi veggano le porte, e le entrate, che fi fogliono
mettere nel mezo ,* e quello qu�to � i colonnati femplici. Ma f� fi faranno le Loggie co i pilaftri,cofi
fi doueranno difporre, che i pilaflri non fiano manco grofsi del terzo del uano, che far� tra pilaftro, e
pilaflro : e quelli3che faranno ne i cantoni � andaranno grofsi per li due terzi ; accioche gli angoli del-
la fabricauengano ad effereibdi,e forti. E quando haueranno �fof�entare grandifsimo carico, come
ne gli edificij molto grandi ; �li'hora fi faranno grofsi per la met� del vano,come fono quelli del Thea
tro di Vicenza,e dell'Anfitheatro di Capua � ouero per li due terzi, come quelli del Theatro di Mar-
cello in Roma ; e del Theatro di Ogubio : il quale hora � del Sig.Lodouico de' Gabrielli gentil'huo-
mo di quella Citt�. Gli fecero gli Antichi alcuna uolta ancho tanto grofsi,qu�to era tutto il vano,co-
me nel Theatro di Verona in quella parte,che non � fopra il Monte. Ma nelle fabriche priuate non fi
faranno u� meno grofsi del terzo del vano,n� pi� dei due terzi, & douerebbono eifer quadri : ma per
icemare la fpefa,e per fare il luogo da parteggiare pi� largo fi faranno manco grofsi per fianco di quel
lo,che fiano in f ronte,e per adornare la facciata ; fi porranno nel mezo delle fronti loro meze colon-
ne,ouero altri pilaflri, che tolgano fufo la cornice,che far� fbpra gli archi della Loggia ; e faranno del
la groffezza,che richiederanno le loro altezze,fecondo ciafcun'ordinejCome ne i feguenti capitoli &
diiegnifiveder�. A intelligenza de' quali (acci� ch'io non habbia � replicare il medefmo pi� volte)
� da faperfi,ch'io nel partire,e nel mifurare detti ordini non ho uoluto tor certa,e determinata mifura,
cio� particolare ad alcuna Citt�,come, braccio,� piede,� palmo -, fapendo che le mifure fono diuer-
fe,come fono diuerfe le Citt�,e le regioni : Ma imitando Vitruuio, il quale partifee, e diuide l'ordine
Dorico con una mifura cauatad alla groffezza della colonna,laquale � commune�tutti,e da lui chia-
mata Modulo,* mi feruir� ancor io di tal mifura in tutti gli ordini, e far� il Modulo il diametro della
colonna da baffo diuifo in minuti feffanta, fuor chenelDorico : nel quale il Modulo fir�per il mezo
diametro della colonna,e diuifo in trenta minuti- perche coli riefee pi� commodo ne' compartimen-
ti di detto ordine. Onde potr� ciafeuno facenHo il Modulo maggiore,e minore fecondo la qualit�
della fabrica feruirfi delle proportioni,& delle facome difegnate � ciafeun'ordine conuenienti.
DELL'ORDINE TOSCANO,               Cap. XIIII.
'ORDINE Tofcano,per quato ne dice Vitruuio,e fi uede in effetto,� il pi� fchiet
to,efemplice di tutti gli ordini dell' Architettura: percioche ritiene in fedi quella
primiera antichit�,e manca di tutti quegli ornam�ri,che rendono gli altri riguarde
uol�,e belli.Queflo hebbe origine in Tofcananobilifsima parte di Italia,onde anco
ra ferba il nome .Le colonne co bafa,e capitello deono effer lunghe fette moduli,e.
fi raflremano di f�prala quarta parte dellaloro groffezza. Se fi far anno di quello or
dine colonnati femplici ; fi potranno fare gli ipatij molto grandi : perche gli Architraui fi fanno dile-
gnoje per� riefee molto commodo per l'ufo di Villa,per cagione de' Carri, & d'altri iftrumenti rufti-
chij& � dipicciolafpefa: Ma f� fi faranno porte,� loggie con gli Archi -fi feruaranno le mifurejpolle
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nel difegnOjftel quale fi ueggono diipofte,& incatenate le pietre,come pare � me che fi dourebbe fa-
fe,quando fi facelfe di pietra :ilche ho auertito ancho nel fare idifegni de gli altri quattro ordinile
quello difponere,e legare infieme le pietre ho tolto da molti Archi Antichi,come l� ueder� nel mio li
bro de gli Archi : & in quefto ho ufato grandifsima diligenza.
A,  Architraue di legno.                                                                       \ �,
B,  Traui, che fanno la gronda.
Ipiedeftili, che fi faranno fotto le colonne di quell'ordine ; faranno alti vn modulo, e fi faranno
fchietti. L'Altezza dellabafa � per la met� della grolfezza della colonna. Quella altezza fi diuide
in due parti eguali : vna fi d� all'orlo, ilquale fi fa � fella : l'altra fi diuide in quattro parti,una fi d� al li-
ftello , il quale fi pu� ancho fare vn poco manco ; & altramente fi dimanda Cimbia, & in quell'ordine
folo � parte della Baia : perche in tutti gli altri � parte della colonna : e l'altre tre al toro,ou�r baflone.
Ha quella bafa di fporto la fella parte del diametro della colonna. Il Capitello � alto ancor egliper
la met� della grolfezza della colonna da balfo: e diuidefi in tre parti eguali: vna fi d� all'Abaco, il
quale per la Tua forma uolgarmente fi dice Dado .-l'altra all'Ouolo:elaterza fi diuide infetteparti.
D'vna fi fa il liftello fotto l'ouolo, e l'altre fei rellano al collarino. L'Aftragolo � alto il doppio delli-
flello fotto l'ouolo : e il fuo centro fi fa fu la linea, che cafchi � piombo da detto liftello, e fopra l'iflef-
fa cade lo fporto della cimbia : la quale � grolfa quanto il liftello. Lo Iporto di quefto capitello rilpon
de fui viuo della colonna da baffo. Il fuo Architraue fi fa di legno tanto alto quanto largo, e la lar-
ghezza non eccede il viuo della colonna di l�pra : Le traui, che fanno la gronda hanno di progget-
tura, � vogliam dire di Iporto, il quarto della lunghezza delle colonne. Quelle fono le mifure del
l'ordine Tofcano,come c'infegna Vitruuio.
A,  Abaco.                                             F, Viuo della colonna da baffo,
B,  Ouolo.                                              G, Cimbia.
C,  Collarino.                                         H> Baftone.
D,  Aftragolo.                                         I, Orlo.
E,  Viuo della colonna di fopra.                k, Piedeflilo.
Le facome polle � canto lapianta della bafa, e del capitello fono dd�e impofte de gli archi.
Ma f� fi faranno gli Archi traui di pietra; fi feruar� quanto � flato detto di fopra de gli intercolunni;.
Si veggono alcuni edifici) Antichi, i quali fi poffono dire effer fatti di quell'ordine : perche tengono
in parte le medefme mifure, come � l'Arena di Verona, l'Arena, e Theatro di Pola, e molti altri:
dai quali ho prefe le facome coli della Bafa, del capitello, dell'architraue, del fregio, e delle cornice
polle nell'ultima tauola di quefto capitolo ; come ancho quelle dell'impofte de' uolti,e di tutti quelli
edificij porr� i difegni ne' miei libri dell'Antichit�.
A,  Gola diritta,
B,   Corona.
C,  Gocciolatoio, e gola diritta.
D,  Cauetto.
E,  Fregio.
F,   Architraue.
G,  Cimacio. n
k, Collarino. J
L, Aftragalo.
M, Viuo della colonnaf�tto il capitello.
N, Viuo della colonna da balfo.
O, Cimbia della Colonna.
P, Baflone, e gola. ? ,11Br
CLQrlo.
              �dellaBaia.
Al dritto dell'Architraue fegnato F, vi � la facoma d'vn Architraue fatto pi� delicatamente.
DELL'OR-
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22
DELL'ORDINE DORICO.                 Gap. XV.
'ORDINE Dorico hebbe principio,e nome da i Dori popoli Greci, che habitt-
ronoin Afia. Le colonne le fi faranno femplici fenzapilaftri deono effer lunghe
fette tefte e meza, onero otto. Gli intercolunnij fono poco meno di tre diametri
di colonna, e quefta maniera di colonnati da Vitruuio � detta Diaft�los. Mafe fi
appoggieranno � i pilaftri ; fi faranno con bafa, e capitello lunghe dicefette modu-
li, & vn terzo ; & � da auertire, che ( come ho detto di fopra al cap. xiij. ) il modulo
in queft'ordine Colo � mezo il diametro della colonna di�ifo in minuti trenta,& in tutti gli altri ordini
�ildiametro intiero diuifo in minuti felfanta.
                                                                ; �
NegliAntichih�nfivedePiedeftilo� quell'ordine, ma fi benehe'moderni: per� voleridouelo
porre ; fi far� che'l Dado fia quadro, e dalui fi piglier� la mifura de gli ornamenti fuoi : perche fi diui-
der� in quattro parti vguali, e la bafa co'l fuo zocco far� per due di quelle ; e p er vna la Cimacia, alla
quale deueeffere attaccato l'orlo della bafa della colonna. Di quefta forte piedeflili fi vedono an-
cho nell'ordine Corinthio, come in Verona nell'Arco, che fi dice d e' Lioni. Io ho pollo pi� manie-
re di facorne, che fi ponno accommodare al Piedellilo di quell'ordine : le quali tutte fono belle, e ca
uate da gli Antichi, e fono fiate mifurate diligentifsimamente. Non ha quell'ordine Bafa propria :
onde in molti edif�ci) fi veggono le colonne fenza bafe, come in Roma nel Theatro di Marcello, nel
Tempio della Piet� vicino � detto Theatro, nel Theatro di Vicenza, & in diuerfi altri luoghi. Ma
alcuna uoltaui fi pone la Bafa Attica rlaqualeaccrefee molto di bellezza, e la fua mifura � quefta.
L'altezza � per la met� del diametro della colonna, e fi diuide in tre parti vguali : vna fi d� al Plinto �
Zocco: l'altre due fi diuidono in quattro parti,e d'vna fi fa il baftone di fopra : l'altre, che reftano fi par
tife�no in due, & vna fi d� al baftone di fotto : l'altra al Cauetto co' fuoi liftelli : percioche fi partir� in
fei parti : d'una fi far� il liftello di fopra : d'un'altra quel di fotto : e quattro refteranno al cauetto. Lo
. {porto � la fella parte del diametro della colonna : La Cimbia fi fa per la met� del baftone di fopra fa-
cendoli diuifa dalla bafa, il fuo fporto � la terza parte di tutto lo fporto della bafa. Ma f� la baia e par
te della colonna faranno di un pezzo ; fi far�la Cimbia lottile, come fi uede nel terzo difegno di que-
ft'ordine} oue fono ancho due maniere d'impofte de gli Archi.
A,  Viuo della colonna.
B,   Cimbia.
C,  Baftone di fopra.
D,  Cauetto co'liftelli.
E,   Baftone di fotto.
F,   Plinto,oueroZocco.                                                                h
G,  Cimacia.-j
H, Dado. CdelPiedeftilo.
I, Bafa. 3
k, Impelle de gli archi.
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Il capitello deue eflere alto la met� del diametro della colonna : � fi diuide in tre parti : quell�'dif�^
pra fi d� all'Abaco, e cimacio : il cimacio � delle cinque parti di quella le due, e fi diuide in tre parti : i
d'una l� fa il Lifteilo, e dell'altre due la Gola. La feconda parte principale fi diuide in tre parti ugua-
li : una fi d� � gli anelli, � quadretti : i quali fono tre uguali : l'altre due reftano all'ouolo : il quale ha di
Iporto i due terzi della fua altezza. La terza parte poi fi d� al collarino. Tutto lo fporto � per la quinta
parte dei diametro della colonna. L'Aftragolo, o Tondino � alto quanto fono tutti tre gii anelli, e
iporge in fuori al uiuo della colonna da bailo. La Cimbia � aita per la met� del Tondino : il iuo {por j
to � �piombo del centro di elfo Tondino. Sopra il capitello fi fa l'Architraue : il quale deue efler alto :
; la met� delia groifezza della colonna, cio� un modulo. Si diuide in fette parti : d'una fi fa la Tenia, j
: ouero benda ; e tanto f� le d� di fporto : fi torna poi � diuidere il tutto in parti fei, & una fi d� alle goc^- j
eie : le quali deono effer fei, & al Liftello,che � lotto la Tenia,che � per il terzo di dette goccie. l|al-1
la Tenia in giufo fi diuide il refto in fette parti : tre fi danno alla prima fafeia, e quattro alla feeo r�da.
Il Fregio va alto vn modulo e mezo : il Triglifo � largo vn modulo : il fuo capitello � per la fefta parte ;
del modulo. Si diuide il Triglifo in fei parti : due fi danno a due canali di mezo : vna a' due mezi ca- ;
nali nelle parti di fuori ; e l'altre tre fanno gli {patij ,che fono tra detti canali. La Metopa, cio� {patio:
fra Triglifo, e Triglifo deue eflere tanto larga quanto alta. La Cornice deue effere alta vn modulo,
& vn fefto, e fi diuide in parti cinque, e meza ; due fi danno al Cauetto, & Ouolo. Il Cauetto � mi- j
nor dell'Ouolo, quanto � il fuo lifteilo : le altre tre e meza fi danno alla corona, � cornice, che vol-
garmente fi dice Gocciolatoio : & alla Gola riuerfa, & diritta. La Corona deue hauer di {porto del-
le fei parti del modulo le quattro, e nel fuo piano che guarda in gi�, & {porta in fuori per il lungo fo-
pra i Triglifi fei goccie, e perii largo tre co' fuoi liftelli, e fopra le Metope alcune rofe. Le goccie ;
vanno rotonde, e rifpondono alle goccie fotto la Tenia : lequali vano in forma di campana. La Go- ]
la far� pi� graffa della corona la ottaua parte : fi diuide in parti otto, due fi danno all'orlo, e fei refta-
no alla Gola : la quale ha di fporto le fette parti e meza. Onde l'Architi aue, il Fregio, e la Cornice
vengono ad elfer alti la quarta parte dell'altezza della colonna. E quelle fono le mifure della Corni-
ce fecondo Vitruuio: dalla quale mi fono alquanto partito alterandola de' membri, & facendola"
vn poco maggiore.
                                                                                                  v.
A, Gola diritta.
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                  ;         B, Gola riuerfa.
C,  Gocciolatoio.
D,  Ouolo.
E,  Cauetto.
F,   Capitello del Triglifo.
~~i G, Triglifo.
H, Metopa.
I, Tenia.
k, Goccie.                                                                                         !
L, 'Prima fafeia.
M, Seconda fafeia.
Y, Soffitto del Gocciolatoio.
\ Le parti del Capitello.                                                                    ! ;
N, Cimacio.                                                                        .            ■ ; f
O, Abaco.                                                                                          | - ]
P, Ouolo.
Q^ Gradetti.                                                                         ,
R, Collarino. -..-....                                                               li
Sy Aftragolo.                                                                        \
T, Cimbia.
VyVi-uo della Colonna.
X, Pianta del Capitello : &il Modulo diuifo in trenta minuti.
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DELL'ORDINE IONICO.
Cap. XVI.
'ORDINE Ionico hebbe origine nella Ionia Prouincia dell'Afia, e di queft'ot-
dinefilegge,chefuedificatoinEfefbilTempiodi Diana. Le colonne conca-
pitello, e bafa fono lunghe nouetefte, cio� noue moduli .-perche tefta, s'intende
il diametro della colonna da baffo. L'Architraue, il Fregio, e la Cornice fono
perla quinta parte dell'altezza della colonna: nel difegno de' colonnati femplici
fono gli intercolunnij �i due diametri, & vn quarto : & quella � la pi� bella, e com-
moda maniera d'intercolunnij : e da Vitruuio � detta Euftilos. In quello de gli Archi, i pilaftri
fono per la terza parte del vano,e gli archi fono alti in luce due quadri.
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PRIMO.                                              3i
Se alle colonne Ioniche fi porr� Piedeftilo, come nel difegno de gli Archi ; egli fi far� alto, quan-
to far� la met� della larghezza della luce dell'Arco, e fi diuider� in parti l�tte e meza, di due fi far� la
Bafa,d' vna la Canada, e quattro, e meza refteranno al Dado, cio� piano di mezo. La baia dell'or-
dine Ionico � graffa mezo modulo, e fi diuide in tre parti : vna fi d� al Zocco, il fuo iporto � la quar-
ta , & ottaua parte del moduloj'altre due fi diuidono in fette : di tre fi fa il baftone, l'altre quattro di
nuouo fi diuidono in due, & vna fi d� al cauetto di (opra, e l'altra � quello di lotto : il quale douer� ha
uere pi� iporto dell'altro. Gli aftragali deono efTere la ottaua parte del cauetto : la Cimbia della co-
lonna � per la terza parte del baftone della baia : ma f� fi far� la baia congiunta con parte della colon-
na 5 fi far� la Cimbia pi� fottile, come ho detto ancho nel Dorico. Ha di (porto la Cimbia la met�
'dello iporto gi�detto. Quelle fono le mifure della baia Ionica, fecondo Vitruuio : Ma perche in
molti edificij Antichi fi veggono � quell'ordine baie Attiche, & � me pi� piacciono ; fbpra il piede-
ftilo ho difegnato l'Attica con quel baftoncino fotto la Cimbia ; non reftando per� di fare il difegno
di quelia,che ci infegna Vitruuio. I difegniL, fono due facome differenti per far l'impofte degli/
Archi, e di ciafcuna vi fono notate le mifure per numeri : i quali lignificano i minuti del Modulo,co-
me fi ha fatto in tutti gli altri difegni � Sono quelle impofte alte la met� di pi� di quel ch'� grolfo il
pilaftro, che tol ful� l'Arco.
A,  Viuo della colonna.
B,  Tondino con la Cimbia,e fono membri della colonna,
C,  Baftone fuperiore.
D,  Cauetto.
E,  Baftone inferiore.
F,  Orlo attaccato alla Cimacia del Piedeftilo.
G,  Cimacia � due modi.-»
J1' ???V         ,. �delPiedeftilo.
I, Baia a due modi. \
k, Orlo della Bafa. ->
L, Impofte de gli Archi.
E a
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PRIMO.                                                 33
Per fare il capitello fi diuid� il piede della colonna in diciotto parti, e dicenoue di quelle parti � H
larghezza, e lunghezza dell'Abaco: e la met� � l'altezza del capitello con le Uolute :onde viene ad
effer alto n�ueparti, e meza. Vnaparte e meza fi d� all'Abaco col fuo Cimacio : l'altre otto reftano
alla Voluta : la quale fi fa in quefto modo. Dall'eftremit� del Cimacio al di dentro fi pone vna parte
delle decinoue, e dal punto fatto fi lafcia cadere vna linea � piombo : la quale diuide la Voluta per
mezo, e fi dimanda Catheto: e doue in queftalinea � il punto, che ieparale quattro parti emezafu-
periori, e le tre e meza inferiori, fi fa il centro dell'occhio della Voluta: il dismetro del quale � vna
delle otto parti s e dal detto punto fi tira vna lineala quale incrociata ad angoli retti col catheto ,■ uie
ne �diuidere l� voluta in quattro parti. Nell'occhio poi fi forma vn quadrato, la cui grandezza � il
femidiarnetro di detto occhio, e tirate le linee diagonali ; in quelle fi fanno i punti, oue deue effer
meifo nel far la Voluta il piede immobuV del C�mpaffo:efbno,computatoui il centro dell'occhio,
tredici centri : e di quefti l'ordine che fi deue tenere ; appare per li numeri porti nel difegno. L'Aftra-
golo della colonna � al diritto dell'occhio della Voluta. Le Volute vanno tanto grolle nel mezo,
quanto � lo {porto dell'Ouolo:ilqualeauanzaoltra l'Abaco tanto, quanto � l'occhio della Voluta
Il canale della Voluta, u� al paro del vino della colonna. L'Aftragalo della colonna gira per lot-
to la Voluta , e fetnpre fi vede, come appar nella pianta , & � naturale che vna cofa tenera, co-
me � finta elfer la Voluta; dia luogoadvnadura,come�rAftragolo:efidifco{talaVolutadaquel
lo fernpre vgualmente. Si fogliono fare ne gli angoli de' colonnati,� portici di ordine Ionico i capi-
telli , c'habbiano le Volute, non folo nella fronte, ma ancho in quellaparte,che facendo/! il capitel-
lo , come fi fuol fare ; farebbe il fianco : onde uengono ad hauere la fronte da d u� bande, e fi diman-
dano capitelli angolari : i quali come fi facciano ; dimoftrer� nel mio libro de i Tempij.
A,  Abaco.
B,   Canale, ouero incauo della Voluta.
C,  Ouoio.
D,  Tondinofottol'Ouolo.
E,  Cimbia.
F,   Viuo della Colonna.
G,  Linea detta Catheto.
Nella pianta del capitello fono i detti membri contrafegnati con l'illeile lettere.
S, L'occhio della Voluta in forma grande,
Membri della Bafa fecondo Vitruuio.
k, Viuo della Colonna.
L, Cimbia.
M, Baffone.
N, Gauetto primo.
O, Tondini.
P, Cauetto fecondo *
Q^Orlo.
R, Sporto.
L'Architraue
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PRIMO.                                           s$
L'Architraue, il Fregio, e la Cornice fono (come ho detto) per la quinta parte dell'altezza della
colonna : e fi diuide il tutto in parti dodeci. L'Architraue � parti quattro : il Fregio tre, e la Cornice
cinque. L'Architraue d diuide in parti cinque, e d'vna fi fa il fuo Cimacio : e il refto fi diuide in do-
dici : tre fi danno alla prima falcia, e al fuo Aftragalo ; quattro alla feconda, & all'aftragalo, e cinque
alla terza. La cornice fi diuide in parti fette^ e tre quarti : due fi danno al Cauetto, & Ouolo, due al
modiglione : & tre,e' tre quarti alla corona,e gola : e Iporge tanto in fuori,quanto � groffa.Io ho dife-
gnato la fronte, il fianco, e la pianta del Capitello, e l'Architraue, il Fregio, e la Cornice con gli in-
fagli , che f� li conuengono.
A,  Gola diritta.
B,   Golariuerfa.
C,  Gocciolatoio.
D,  Cimacio dei modiglioni»
E,  Modiglioni.
F,   Ouolo.
G,  Cauetto.
H, Fregio.
I, Cimacio dell'Architraue.
k, Prima fafcia.
L, Seconda fafcia.
M, Tertia Fafcia.
Membri del Capitello.
N, Abaco.
O, Iricauo della Voluta.
P, Ouolo.
Q^. Tondino della Colonna, ouero Aftragolo.
R, Viuo della Colonna.
Doue fono le Rofe � il Soffitto della cornice tra vnmodiglione, e l'altro.
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PRIMO.
37
DELL'ORDINE CORINTHIO.
Gap. XVII.
N CORINTHO nobilifsima citt� del Peloponnefo fu prima ritrouafo l'ordi-
ne 5 che fi dimanda Corinthio : il quale � pi� adorno, e fuelto de i fopradetti. Lq
colonne fono limili alle Ioniche, & aggiuntarla baia, e il capitello fono lunghe
moduli noue e mezo. Se fi faranno incanellate dourano hauere ventiquattro ca-
nali : i quali profondino perla met� dellaloro larghezza. I pianuzzi, ouero fpatij
tra l'vn canale, e l'altro, faranno per il terzo della larghezza d i detti canali. L'Ar-
chitraue, il Fregio, e la Cornice fono perii quinto dell'altezza delle colonne. Nel difegno del co-
lonnato iemplice gli intercolunnij fono di due diametri,come � il Portico di Santa Maria Ritpnda in
Roma : e quella maniera di colonnati da Vitruuio � detta Siftilos. Et in quello de gli Archici pila-
ftri fono per le due parti delle cinque della luce dell'Arco, e l'Arco � in luce per altezza due quadri e
Jiiezo, comprefa la grolfezza di en� Arco.
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Sotto le colonne Corinthie fi far� ilpiedeftilo alto il quarto dell'altezza della colonna ; e fi d�uld�
fa in otto parti : vna fi dar� alla Cimacia,due alla Tua bafa,e cinque remeranno al Dado. La Bafa fi di-
mder�in tre parti : due fi daranno al Zocco,& vna alla Cornice. La bafa delle colonne � l'Attica : ma
in quello � diuerfa da quella, che fi pone all'ordine Dorico, chelofporto�la quinta parte del dia-
metro della colonna. Si pu� ancho in qualche altra parte variare, come fi vede nel difegno ; oue �
fegnata ancho la impofta degli Archi : la quale � alta la met� di pi� di quel ch'� graffo il-membretto,
cio� il pilaftro 3 che tol fulb l'Arco.
A,  Viuo della Colonna.
B,   Cimbia, & Tondino della colonna*
C,  Baftonefuperiore. >
D,  Cauetto con gli Aftragali.
�, Baftone inferiore.
F,   Orlo della Bafa attaccato alla Cima-
eia del Piedeltilo.
G,  Cimacia.             ->
I, Cornice della baia. \ P            *
k, OrlodellaBafa. ->
La impofta de gli Archi � � canto alla
colonna.
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Il capitello Corinthio deue elfere alto, quanto � grolla la colonna da baffo 5 e di pi� la fella parte f
laquale fi d�all'Abaco : il refto fi diuide in tre parti uguali. La primati d� alla prima fogli a, la fecon-
da alla feconda, e la terza di nuouo fi diuide in due, e della parte profsima all'Abaco fi fanno i cauli-
coli con le foglie, che par che gli foftentino : dalle quali efsi nafcono \ e per� il fufto d'onde efcono; fi
far� groffo,& efsi nei loro auolgimenti fi andaranno� poco � poco aifottigliando, e piglierem� in -
ci� l'efferapio dalle piante ; le quali fono pi� graffe doue nafcono, che doue finifcono. La campana,
j cio� il viuo del capitello fotto le foglie deue andare al diritto del fondo de' canali delle colonne.
A far l'Abaco, c'habbia conveniente {porto i fi forma vn quadrato : ciafcun lato del quale fia vn mo-
dulo e mezo : e Ci tirano in quello le linee diagonali ; e doue s'interfec�no, che far� nel mezo ; fi pone J
il piede immobile del compalfo : e verfo ciafcun angolo del quadrato fi fegna vn m�dulo : e doue fa-
ranno i punti fi tirano le linee, che s'interfechino ad angoli retti con le dette diagonali, e che tocchi-
no ilati del quadrato : e quefte faranno il termine dello Iporto, e quanto faranno lunghe ; tanto far�
la larghezza delle corna dell'Abaco. La curuatura, ouero icemit� fi far� allungando vn filo dall'vn
corno all'altro, e pigliando il punto, onde viene � formarli vn triangolo, la cui bafa � la fcemit�. Si
tira poi una linea daH'eftremit� delle dette corna, all'eftremit� dell'Aftragalo, ouero tondino della
colonna, e fi fa che le lingue delle foglie la tocchino : ouero auancino alquanto pi� in fora, e quello
� il loro Iporto.. La Rofa deue effer larga la quarta parte del diametro della colonna da piedi. L'Ar-
chitraue, il Fregio, e la Cornice ( come ho detto ) fono il quinto dell'altezza della colonna : e fi diui-
de il tutto in parti dodici,come nel Ionico : ma in quello v'� differenza^che la cornice fi diuide in otto
parti e meza : d'vna fi fa l'intauolato, dell'altra il dentello, della terza l'ouolo, della quarta e quinta il
modiglione,e dell'altre tre e meza la corona,e la Gola. Ha la cornice tanto di fporto,quato � alta. Le
caff� delle R ofe, che vanno tra i modiglioni ; vogliono elfer quadre, & i modiglioni grofsi per la me-
t� del campo di dette Rofe. I membri di quell'ordine non fono fiati contrafegnati con lettere,come
de i paflati : perche da quelli fi polfono queflifacilmente conofcere.
DELL'OR-
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P R I M O.
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LIBRO
44
DELL'ORDINE COMPOSITO.             Gap. XVIII.
'ORDINE Compofito, il quale vien ancho detto Latino, perche fu inuentione
de gli Antichi Romani ; � cofi chiamato perche participa di due de' fopradetti or-
dini , & il pi� regolato, e pi� bello � quello, che � comporto di Ionico, e di Corin-
thio. Si fa pi� fuelto del Corinthio, e fi pu� fare fimile � quello in tutte le parti,
fuor che nel capitello. Le colonne deono efler lunghe dieci moduli. Nel dife-
gno del colonnato femplice, gli intercolunnij fono d'vn diametro e mezo, e quefta
maniera � dimandata da Vitruuio Picnoftilos. Et in quello de gli Archi i pilaftri fono per la met�
della luce dell'Arco, e gli Archi fono alti fin fotto il volto due quadri e mezo.
E perche
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E perche (come ho detto) fi deue far quell'ordine pi�fuelto del Corinthio; il fuo Piedeftilo�
per il terzo dell'altezza della colonna : e fi diuide in parti otto, e meza. D'una parte fi fa la Ci-
macia, di quella Baia, e cinque e mezareftano al Dado. LaBafadel Piedeftilo fi diuide in tre
parti : due fi danno al Zocco, & vna a fuoi Baftoni con la fua Gola.
La Baia della colonna fi pu� far Attica, come nel Corinthio,e fi pu� fare ancho compofta dell'At-
tica, e della Ionica, come fi vede nel difegno.
LaS acoma dell'Impofta de gli Archi � a canto al piano del Piedeftilo : e la fua altezza � quanto �
groffoil Membretto.
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Il capitello Compofito ha quelle if�efl� mifure, che ha il Corinthio : ma � diuerf� da quello perla
Voluta, Ouolo, e Fufarolo,che fono membri attribuiti al Ionico : & il modo di farlo � qucfto. Dal-
l'Abaco in gi� fi diuide il capitello in tre parti,come nel Corinthio. La prima parte fida alla prima
foglia, e la feconda alla feconda, e la terza alla Voluta : la quale fi fa in quell'irte!fo modo, e con quei
medefimi punti, co i quali s'� detto, che fi fa la Ionica : & occupa tanto dell'Abaco, che paia ch'ella
naicafaori deli'Ouolo appretto il fiore, che fi pone nel mezo della curuatura di detto Abaco:& �
grolla in fronte, quanto � lo fmui�o, che fi fa fu le corna di quello, o poco pi�. L'Ouolo � graffo del-
le cinque parti dell'Abaco le tre: la parte fua inferiore comincia al diritto della parte inferiore del-
l'occhio della Voluta : ha difporto delle quattro parti della fua altezza, le tre : e uiene col f�o fporto
al diritto della curuatura dell'Abaco, � poco pi� in fuori. Il Fufarolo � per la terza parte dell'altezza
deli'Ouolo,& ha di iporto alquanto pi� della met� della fua groflezza,e gira intorno il capitello fotto
la Voluta, e fempre fi uede. Il Gradetto, che va lotto il Fufarolo, e fa l'orlo della campana del Ca-
pitello ; � per la met� del Fufarolo. Il viuo della campana rifponde al dritto del fondo de i canali del-
la colonna. Di queftafbrte n'ho ueduto uno in Roma : dal quale ho cauate le dette mifure, perche
mi � parlo molto bello, e benifsimo intefo. Si ueggono ancho capitelli fatti in altro modo, che fi
poffono chiamar Compofiti : de' quali fi dir�, e fi poneranno le figure ne' miei libri delle antichit�.
L'Architraue, il Fregio, e la Cornice fono per la quinta parte dell'altezza della col�nna,e per quello
ch'� flato detto di fbpra ne gli altri ordini, e per li numeripofti nel difegno fi conofce benifsimo il lo-
ro compartimento.
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PRIMO.
5*
DE I PIEDESTILI.                      Cap. XIX.
IN QVI ho detto, quanto m'� parfo bifogneuole de' muri femplici, e de i loro
ornamenti, e toccato in particolare de i Piedeftili, che � ciafcun'ordine fi polfono
attribuire : Ma perche pare che gli antichi non habbiano hauuto quella auertenza
di fare vn Piedeftilo d'vna grandezza pi� ad vn'ordine, che ad vn'altro, e nondi-
meno quefto membro accrefce molto di bellezza, & d'ornamento, quando egli �
fatto con ragione, e con proportione all'altre parti ; accioche f� ne habbia perfetta
cogniti one, e f� ne polfal'Architetto feruire fecondo le occafioni;�dafaperficheefsilifeceroalcu
na volta quadri,cio� tanto lunghi quanto larghi, come nell'Arco de' Leonijin Verona : e quelli io ho
dati all'ordine Dorico, perche f� li richiede la fodezza. Alcuna voltali fecero pigliando la mifura
dalla luce de i vani, come nell'Arco di Tito � Santa Maria Noua in Roma, & in quello di Traiano fui
porto d'Ancona : doue il Piedeftilo � alto perla met� dellaluce dell'Arco : e di tal forte piedeftili ho
melfo nell'ordine Ionico. Et alcuna volta pigliarono la mifura dall'altezza della colonna, come fi
vede � Sufa Citt� polla alle radici de' monti, che diuidono la Italia dalla Francia, in vn'Arco fatto in
honore di Augufto Celare: e nell'Arco di Pola Citt� della Dalmatia:e nell'Anf�theatro di Roma,
nell'ordine Ionico, & Corinthio, ne' quali edifici) il piedeftilo � per la quarta parte dell'altezza delle
colonne ; come io ho fatto nell'ordine Corinthio. In Verona nell'Arco di Caftel Vecchio, il qua-
le � bellifsimo ; il piedeftilo � perii terzo dell'altezza delle colonne > come ho meffo nell'ordi-
ne Compofito. E quefte fono bellifsime forme di piedeftili, e c'hanno bella proportione al-
l'altre parti. E quando Vitruuio nel fello libro ragionando de i Theatri fa mentione del pog-
gio; � dalapere che'l poggio � il medefmo, che'l piedeftilo .-ilqual e � per il terzo della lunghez-
za delle colonne polle per ornamento della fcena. Ma de' piedeftili, che eccedono il terzo della co-
lonna f� ne vede in Roma nell'Arco di Coftantino : oue i piedeftili fono perle due parti e meza del-
l'altezza delle colonne. E quali in tutti i piedeftili antichi fi vede effere flato olferuatodi far labafa
due volte pi� groifa , che la Cimacia,come fi ueder� nel mio libro de gli Archi.
DE GLI ABVSI.                        Cap. XX.
AVENDO io pollo gli ornamenti dell'Architettura, cio� i cinque ordini, & �n-
fegnato come fi debbano fare, & meffe le facome di ciafcuna parte loro, come ho
trouato che gli antichi offeruarono ; non mi pare fuori di propofito far qui auertito
il Lettore di molti abufi, che introdotti da'Barbari; ancora fi offeruano; accio-
che gli ftudiofi di queft'arte nell'opere loro f� ne pofsinoguardare, & nelle altrui
con�fcerli. Dico adunque, che elfendo l'Architettura ( come ancho fono tutte le
altre arti) imitatrice della Natura ; niuna cofa patifce, che aliena & lontana fia da quello,che effa Na-
tura comporta : onde noi ueggiamo,che quegli antichi Architetti i quali gli Edificij, che di legno fi
faceuano cominciarono � fare di pietre ; inftituirono che le colonne nella cima loro folfero manco
groife,che da piedi, pigliando l'efempio da gli arbori, i quali tutti fono pi�fottili nella cima, che nel
tronco,& appreflo le radici. Medei�mamente, perche � molto conueneuole,che quelle cofe,fopra
lequali qualche gran carico � pofto,fi fchizzino ; pofero fotto le colonne le bafe : lequali con quei lo-
ro bafloni,& cauetti paiono per lo foprapofto pefo fchizzarfi : cofi ancho nelle cornici introduifero �
Triglifi,iModiglioni,&iD entelli :i quali rapprefentaffero le tefte di quelle traui, che nei palchi, e
per foftentamento de i coperti fi pongono. L'iftelfo in ciaf�un' altra parte fi conofcer�, f� vi fi poner�
confideratione : il che cofi effendo ; non fi pu� f� non biafimare quella maniera di fabricare, laquale
partendofi da queilo,che la Natura delle cofe ci infegna,& da quella femplicit�, che nelle cofe da lei
create fi fcorge,quafi vn altra natura facendoli ; fi parte dal uero,buono,e bel modo di fabricare. Per
la quai cofanon fi dour� in vece di colonne,� di pilaftri,che habbiano a tor fufo qualche pefo, poner
cartelle : le quali fi dicono cartocci,che fono certi inuolgimenti,iquali � gli intelligenti fanno bruttif-
fima villa, & a quelli che non f� ne intendono apportano pi� rollo confuf�one, che piacere : n� akro
effetto producono,fe non che accrefcono fpefaa gli edificatori. Medefimamente non fi far� nafcer
fuori dalle cornici alcuni di quelli cartocci : percioche effendo dibifbgno,che tutte le parti della cor-
nice � qualche effetto fiano fatte; & fiano come dimoftratrici di quello, che fi vederebbe, quando
l'opera foffe di legname ; & oltre � ci� effendo conueneuole che � foftentare vn carico ; fi richiegga
vna
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52                                                 L I B K O
vna cofa d ura,& atta � refiftere al pelo ; non � dubbio che quefti tali cartocci n� fiano del tutto fuper-
flu� : perche impofsibile � che traue,� legno alcuno faccia�'eifetto,che efsirapprefentano : & fingen-
doli teneri,&molii ; non lo con qual ragione fi'poffano metter lotto ad vna col� dura, &greue. Ma
quello,che � mio parere importa moko,� l'abufo del fare i frontefpici delie porte,delle feneftre,e delt
le loggie fpezzati nel mezo : conciofiache efi�ndo efsrfiatti per dimoftrarej& accufare ilpiouere del-
le fabriche,ilquale coli colmo nel mezo fecero i primi edificatori ammaedrati dalla necefsit� iftefia ; ,
non fo che cola pi� contraria alla ragion naturale fi polla fare,che fpezzar quella parte, che � f�nta di-
fendere gli habitanti,& quelli,ch'entranoin cafa,dalle pioggie,dalle neui, & dalla grandine : e ben-
ch� il uariare,& le col� nuoue � tutti debbanopiacere;no fi deue per� far ci� contra i precetti dell'ar-
te^ centra queilo,che la ragione ci dimoftra ronde fi uede che ancho gli Antichi variarono : n� per�
fi partirono mai da alcune regole vniuerfaii,&necefTarie dell' Arte,come fi ueder� ne' miei libri del-
l'Antichit�. Circa le proggetture ancora delle cornici,& altri ornamenti; � non picciolo abufo il farli
che porgano molto in fuori : percioche quando eccedono quello, eh e ragioneuolmente loro fi con- ■
uiene, oitra che f� fono in luogo chiui� ; lo fanno ftretto,e fgarbato ; mettono ipauento � quelli, che
ui (tanno (�tto : perche fempre minacciano dicafeare. Ne meno fi deue fuggire il fare le cornici,che:
alle colonne no habbiano proportione,eirendo che f� fopra colonne piccioie fi porrano cornici gran
di,� fopra colonne grandi cornici piccioie; chi dubita che da tale edificio non debba caufarfi bruttila
fimo afpetto ? Oltre � ci� il fingere le colonne fpezzate col far loro intorno alcuni aneiii,& ghiriande3
che paiano tenirle vnite,& falde ; fi deue quato fi pu� fchifare : perche quanto pi� intiere, e forti fi di- ■
inoltrano le colonne ; tanto meglio paiono far l'effettori quale elle fono polle, che � di rendere i'ope
ra di fopra f�cura,e Arabile. Molti altri fimili abufi potrei raccontare ,come di alcuni membri,che nelle
-cornici fi fanno fenza proportione � gli altri, i quali per quello c'ho inoltrato di fopra e per li gi� detti
fi lafcieranno facilmente conofeere. Reit�hora che fiuenga alla difpof�tione de' luoghi particola-
ri,e principali delle fabriche.
DELLE LOGGIE, DELL'ENTRATE, DELLE SALE,
e delle ftanze:& della forma loro.
             Cap. XXI.
I S OGLION� farle�oggieperlcpi�nellafacciadauanti,&inquelladidietro
della cafa : e fi fanno nel mezo,facendone vna foia : � dalle bande facendone due.
Seruonoquefte loggie � molti commodi,come aipalfeggiare,�mangiare,& ad al-
tri diporti : e fi fanno e maggiori,e minori come ricerca la grandezza,e il commodo
della fabrica : ma per il pi� non fi faranno meno larghe di dieci piedi,n� pi� di u�ti.
Hanno oler� di ci� tutte le cafe bene ordinate nel mezo, & nella pi�bella pai te loro
alenai inagrii : ne' quali riipondono,& riefeono tutti gli altri. Quefti nella parte di fotto fi chiamano
volgarmente Entratc,& in quella di fopra Sale.. Sono come luoghi publici, d'entrate feruonoper
luogo,oueftianoquelli,chea(pettano,che'lpadroneefca di cafaper {aiutarlo, &pernegotiar feco:e
fono la prima parte ( oltra le loggie ) che fi offerifee � chi entra nella cafa. Le Saie ieruono� felle, �
c5uiti,ad apparati per recitar comedie,nozze,e fimili follazzi : e per� deono quelli luoghi eifer mol-
to maggiori de gli altri,& hauer quella forma,che capacifsima fia ; acci� che molta gente corame da-
ziente ui poifa ftare,& vedere quello che ui fi faccia. Io fon lolito non eccedere nella lunghezza del-
ie Sale due quadri : i quali fi facciano dalla larghezza : ma quanto pi� fi approfsimeranno al quadra-
to, tanto pi� faranno lodeuoli, & commode.
Le Stanze deono eflfere c�partite dall'vna,e l'altra parte dell'entrata,e della Sala : e fi deue auertire,
che quelle dalia parte delira rilpondino, efiano uguali � quelle dalia finiftra : accioche la fabrica fia
coi! in vna parte come nell'altra :& i muri fentano il carico del coperto ugualmente: Percioche le
da vna parte fi faranno le ftanze grandi,e dall'altra piccioie ; quefta far� pi� atta � rendere al pefo per
lafpeffezza de i muri, e quellapi� debole : onde ne narreranno col tempo grandifsimi inconuenien-
ti � ruina di tutta l'opera. Le pi� beile e proportionate maniere di ftanze,e che riefeono meglio t�-
no fette : percioche � fi faranno ritonde, e quelle di rado : � quadrate ; � la lunghezza loro far� per la
linea diagonale del quadrato della larghezza; od'vn quadro &vn terzo j�d'vn quadro e mezo j �
d'vn quadro, e due terzi i�di due quadri.
.....■-...'..■■■                      -DE' PA.VI* :
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P R I M O.
DE' PAVIMENTI, E DE' SOFFITTATI,
53
Cap. XXIL
AV E.N D O veduto le forme delle Loggie,delle Sale,e delle Stanze ; � c�nuer�en
te cofa che fi dica de' pauimenti, e de' foff�ttati loro. I Pauimenti fi fogliono fare �
di terrazzo,come fi via in Venetia,� di pietre cotte,ouero di pietre viue. Quei ter-
razzi fono eccellenti,che fi fanno di coppo pefto,e di ghiara minuta, e di calcina di
cuocoli di flume,ouer Padouana,e fono ben battuti : e deuonfi fare nella Primaue-
ra,� neH'Eftate,accioche fi pollano ben feccare. I pauimenti di pietre cotte,perche
le pietre li poffono fare di diuerfe forme,e di diuerfi colori per la diuerfit� delle crete ; riufcirano mol
to belli,e vaghi all'occhio per la variet� de' colori. Quelli di pietre viue rarifsime volte fi fanno nel-
le ftanze : perche nel Verno rendono grandifsimo freddo : manelle Loggie,e ne' luoghi publici Han-
no molto bene. Si auertir� che le ftanze,che faranno vna dietro l'altra ; tutte habbiano il fuolo,� il pa
«im�to vguale,di modo che ne ancho i fottolim�tari delle porte fiano pi� alti del iellate del piano d el
le ftanze : e le qualche camerino non giugner� conia fua altezza � quel fegno ; fopra ui fi deuer� fare
vn mezato,ouero fblaro pofticcio. I foft�ttati ancor efsi diuerfamente fi fanno : perc�oche molti fi di-
lettati d'hauerli di trauibelle,e ben lauorate;ouebilbgnaauertire che quelle traui deono eifere di-
ttanti vna dall'altra,vna gro(Tezza,e meza di traue : perche cofi riefcono i folari belli all'occhio, e ui re
fta tanto di muro fra le tefte delle trau�,che � atto �fbftenere quello di fopra: ma f� fi faranno pi�di-
ftanti non renderanno bella uifta : e f� fi faranno meno ; far� quafi vn diu�dere il muro di fopra da quel
lo di fotto : onde marcendoli,© abbruciandoli le traui ; il muro di Ibpra far� sforzato � minare. Altri
vi uagliono compartimenti di ftucchi,� di legnamele' quali fi mettano delle pitture : e cofi fecondo
le diuerfe inuentioni s'adornano : e per� nonlipu� dare in ci� certa,e determinata regola.
DELL'ALTEZZA DELLE STANZE.
Gap. XXIII.
E STANZE fifanno�inuolto,��nfolaro. Se infoialo gl'altezza dal pauimen-
to alla trauatura far� quanto la loro larghezza : e le ftanze di f�pra faranno per la ie-
ftaparte meno alte d� quelle di lotto. Se in uolto (come fi fogliono fare quelle del
primo ordine .perche cofi riefcono pi� belle, e fono meno elpofte � gli incendi) )
l'altezze de volti nelle ftanze quadre l� faranno aggiunta la terzaparte alla larghez
za della ftanza. Ma nelle pi� lunghe che larghe far� di bifogno dalla lunghezza, e
larghezza ritrouareraltezza,ch'infieme habbiano proportione. Quella altezza fi ritrouer� ponendo
lalarghezza appreflo lalunghezza,e diuid�do i� tutto in di e
parti vguali: perc�oche vna di quelle met� far� l'altezza del
volto, come in efempio, fia b, e, il luogo da inuoltarfi : ag-
gi�gafi la larghezza a,c,ad ajb,lunghezza,efacciafi la linea
e, b,laquale fi diuida in due parti vguali nel punto f, diremo
f,b,ei�eri'a.ltezza,che cerchiamo :ouero fia la ftanza dainuol
tarli lunga piedi xijle larga vj.congiunto il vj.al xij. ne proce-
de xviij : la met� del quale � noue : adunque in uolto douer�
elfer alto noue piedi.
Vn'altra altezza ancora fi trouer� e hauer� proportione alla lunghezza,e larghezza della ftanza in
quefto modo. Pofto il luogo da inuoltarfi c,b : aggiungeremo la larghezza alla lunghezza e faremo
lalinea b, f: dapoi la diuideremo in due parti uguali nel punto e: �lqual fatto centro ; faremo il
mezo cerchio b,g,f, & allungheremo a,c, fin che tocchi la cir
                     
conferenz a nel punto g : & a, g, far� l'altezza del uolto di c,b.
Ne i numeri fi ritrouer� in quefto modo. Conofciuto quan-
ti piedi fia larga laftanza,e quanti lunga ; troueremo un nu-
mero c'habbia quella proportione alla larghezza,che la lun-
ghezza hauer� � lui: e lo ritroueremo moltiplicando il mino
re eftremo col maggiore : perche la radice quadrata di quel
lo che proceder� da detta moltiplicatione far� l'altezza che JFJ-
cerchiamo ; come per efempio : fel luogo che uogliamo in-
uoltare �l ungo ix.piedi,e largo iiij.l'altezza del uolto far� fei
piedi,e quella proportione, c'ha ix.� fei, ha ancho fei � iiij.
cio�lafefquialtera. Ma� daauertire,chenonfar�femprepof
libile ritrouar quell'altezza co i numeri.
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LIBRO
54
Si pu� ancho ritrouare vn'altra altezza, che far� minore :
V'
d
\
ma n�dimeno proportionata alla ftanza in quello modo. Ti
rate le linee a,b : a,c : c,d : & b,d ; che dimoftrano la larghez
za,e lunghezza della ft�za;fi ritrouer� l'altezza come nel pri
ino modo,chefar�la c,e : laquale fi aggiiiger�alla a,c : e poi
fi far� la linea e,d,f,& l� allungher� a,b: fin che tocchi la e,d,
f,nel punto f. L'altezza del volto far� la b,f. Ma con i nume-
ri fi ritrouer� in tal maniera. Ritrouato dalla l�ghezza , e lar
ghezzadella ft�za l'altezza fec�do il primo modo, laquale
tenendo l'efempiofoprapoflo � il 9 ji�collocher�no lalun-
ghezzada larghezza, e l'altezza, come nella figura: dipoi fi
moltiplica il 9,co'l 12,e col 6, & quello,che
proceder� dal i2,fip�gafotto il i2:& quel IZQ ^
f lo,ehe dal sfotto il 6,e pofcia fi moltiplica IC*> 7|> 54
il 6,co'l 12,e quel,che ne proceder�; fi p�ga fotto il $>:e quello far� il 72, e ritrouato vn
numero,ilquale moltiplicato eo'l $>,gi�ga alla fomma del 72, che nel caf� noftro farebbe 1*8, diremo 8.
piedi efler l'altezza del uolto. Stanno quelle altezze tra loro in quello modo^che la prima � maggiore
della feconda,e quella � maggiore della terza: per� ci feruiremo di ciafcuna di quelle altezze,fecondo
che torner� bene per far che pi� ilanze di diuerfe grandezze habbiano i uolti egualm�te alti, e nondi-
meno detti uolti fiano proportionati � quelle : dalche ne rifulter� e bellezza all'occhio, e comodit� per
ilfuolo,�pauimento che andar�loro fopra : perche uerr� ad elfer tutto vguale. Sono ancora altre al-
tezze di uolti ; lequali non calcano fotto regola : & di quefte fi hauer� da {bruire l'Architetto, fecondo
il fuo giudicio, & fecondo la necefsit�.
DELLE MANIERE DE' VOLTI.         Cap. XXIIII.
EI fono le maniere de' volti cio� � crociera,� fafcia, � remenato (che cofi chiamano i
volti,che fono di portione di cerchio,e non arriuano al femicircolo ) ritondi, �lunet-
te^ � conca : i quali hanno di frezza il terzo della larghezza della ftanza. Le due vi
rime maniere fono ftate ritrouate da' Moderni : delle quattro prime fi feruirono an-
cho gli Antichi. I volti tondi fi fanno nelle ft�ze in quadro : & il modo di farli � tale.
Si lanciano ne gli angoli della ft�za alcuni fmufsi,che togliono fufo il mezo t�do del
uolto : ilquale nel mezo uiene ad elfere � remenato; e quanto pi� s'approfsima � gli angoli; tato pi� di-
uenta ritondo. Di quefta forte n'�vno in Roma nelle Terme di Tito, e quando io lo vidi era in parte
minato. Ho pollo qui di fotto le figure di tutte quefte maniere applicate alle forme delle ftanze.
V
V
DEL-
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P R I M O,
55
DELLE MISVRE DELLE PORTE, E DELLE
"fineftre.
                    Gap. XXV.
O N fi pu� dare certame determinata regola circa le altezze,e larghezze delle porte
principali delle fabriche,e circa le porte, e fineftre delle ftanze. Percioche a far le
porte principali fi deue l'Architetto accommodare alla grandezza della fabrica,
alla qualit� del padrone,& alle coliche per quelle deono effere condotte, e porta-
te. Amepare che forni bene diuider lo fpatio dal piano,�fuoloallafuperficie del-
la trauatura in tre parti,e meza, (come dice Vitruuio nel iiij. lib. al vj, eap. ) e di due
farne laluce in altezza,e di vnain larghezza,manco la duodecima parte dell'altezza. Soleano gli an
tichi far le loro porte meno larghe di f�pra che da baiIo,come fi vede in vn Tempio � Tiuoli, e Vitru-
uio ce lo infegna,forfe per maggior fortezza. Si deue eleggere il luogo per le porte principali, oue
facilmente da tutta la cala fi pofla andare. Le porte delle ftanze non il faranno pi� larghe di tre pie-
<li,& alte fei,e mezo ; n� meno di due piedi inlarghezza,e cinque in altezza. Si deue auertire nel far
le fineftre,che n� pi� n� meno di luce piglinole fiano pi� rare,� fpeffe di quello, che'lbifogno ricer-
chi. Per� fi hauer� molto rifguardo alla grandezza delle ftanze,che da quelle deono riceuere il lume:
Percioche cofa manifefta � che di molto pi� luce ha dibifbgno vnaftanzagrande,accioche fia lucida,
e chiara,che vna picciola : e f� fi faranno le fineftre pi�picciole e rare di quello, che fi conuenga ; ren-
deranno i luoghi oicuri : e f� eccederanno in troppo grandezza ; li faranno quafi inhabitabili : perche
elfendoui portato il freddo, & il caldo dall'Aria ; faranno quei luoghi fecondo le ftagioni dell'anno
ca�difsimi,e freddifsimi,cafo che la regione del Cielo, alla quale efsi faranno volti ; non gli apporti al
quanto di giouamento. Per la qual cofa non fi faranno fineftre pi� larghe della quarta parte della lar
ghezza delle ftanze : n� pi� ftrette della quinta : e fi faranno alte due quadri,e di pi� la fefta parte deL-
la larghezza loro. E perche nelle caie fi fanno ftanz.e grandi, mezane,e picciole,e nondimeno le fine-
ftre deono effere tutte vguali nei loro ordine,o folaro; � me piacciono molto,per pigliarla mif�ra del
le dette rlneftre,quelle ftanze,lalunghezza delle quali � due terzi pi� della larghezza, cio� f� lalar-
ghezza � xviij.piedi,che lalungh�zza fia xxx.e partifeo la larghezza in quattro parti e meza. Di vna
faccio le fineftre larghe in luce, e di due alte, aggiuntaui la fefta parte della larghezza : e fecondo la
grandezza di quefte faccio tutte quelle dell'altre ftanze. Le fineftre di fbpra,cio� quelle del fecondo
ordine deono effere la fefta parte minori della lunghezza d ella luce di quelle di fotto, e f� altre fine-
ftre pi� di ibpra fi faranno fimilmente per la fefta parte fi deono diminuire. Debbono le fineftre da
man deftra corrifpondere a quelle da man finiftra : e quelle di fopra effere al diritto di quelle di fotto::
eie porte fimilmente tutte efiere al diritto vna fopra l'altra: accioche fopra il vano fia il vano,e fbpra il
pieno fia il pieno :& ancho rincontrarf� acci� che ftando in vna parte della cafa ; fi poffa vedere fin
dall'altra : ilche apporta uaghezza,e frefeo la Eftate,& altri commodi. Si f�ole per maggior fortez-
za,acci� che i fopra cigli,� fopralimitari delle porte,e fineftre non fiano aggrauati dalpefo ; fare alcu-
ni archi, che uolgarmente fi chiamano remenati, i qualifono di molta vtilita alla perpetuit� dellafa-
brica. Deono le fineftre allontanarfi da gli angoli, � cantoni della fabrica, come di fopra � flato
detto .-percioche non deue effere aperta, & indebolita quella parte, la quale ha da tener diritto, &
infieme tutto'l reftante dell'Edificio. Le Pilaftrate, ouero Erte delle porte, e delle fineftre non vo-
gliono effere ne meno groffe della fefta parte della larghezza della luce,n� pi�.della quinta. Refta
che noi u� diamo de i loro ornamenti.
DE GLI ORNAMENTI DELLE PORTE, E DELLE FINESTRE.Cap.XXVL
O M E fi debbano fare gli ornamenti delle porte principali delle fabriche ; fi pu� fa
cilmente conofeere da quello, che c'infegna Vitruuio al cap. vj. del iiij. libro, ag-
giungendoui quel tanto, che in quelluogo ne dice,e moftra in difegno il Reueren-
difsimo Barbaro,& da quello ch'io ho detto, e difegnato di fopra in tutti i cinque
ordini : per� lafciando quefti da parte ; porr� fblamente alcune facome de gli orna-
menti delle porte,e delle fineftre delle ftanze, fecondo che diuerfamente fi ponno
fare, e dimoftrer� � fegnare ciafeun membro particolarmente c'habbia grafia, & il fuo debito fpor-
to. Gli ornamenti, che fi danno alle porte, e fineftre ; fono l'Architraue, il Fr�gio, e la Cornice.
L'Architraue gira intorno la porta," e deue effer groffo quanto fono le Erte , ouer le Pilaftrate:
H 2         lequali
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^                                             LOI B IR m(l
le quali ho detto non douerfi far meno della fella parte della larghezza dellaluce, n� pi� della quin-
ta: e da lui pigliano la loro |p:MIe^�a^^
                                                            che feguono la
prima,cio� quella di (�pra haq��fte mifurejSlpartilce l'Architi aiiet�quattro parti,e per tre di quel-
le l� fa l'altezza del Fregio,e per cinque quella d ella Cornice. Si torna � diuidere l'Architraue in die-
:eiipaiti:tfeuann�all�'primaiycia,quat� ehe>r�ftano �i diuidono in cmqufi:
iduefidarinoiakegoloiyouer^^^^
laiio: il fuo {porto � quanta ^^                                                                                               za.
L'�ntaaiolatoi^
lafottod'orloV�loprakieoondafafe                                                                               ha la
"bufidi:Un.|E�aig�lo di due.l&cittguali,� ne�ijaiigolo ©pp^ilo allajhafefimette; il piede ini'           icl
«wiipailoj� l�tirariQkiiih��cwmepkqualifarind�etmiqtauolato* r r Il:Fregiocperle tre parti adii
quatto dell�Arehitcaue^
fie^zatu�enealdirittodd^
t�©modo �iiiuoi membri fi attribuifoonoauiMal� d�alcaiietto^col&oliiklloyilquale � per laquinta
p�ttedelGauetto^hailcauett�
varitriangolodidiie la� vguali ye nell'angolo Gyfi fa il centro : onde il eauett� viene ad elfer la ba�
.del Triangolo; iVn'at�adelle d�tte cinqueparti fi d� all'OuolovHadilporto delle trepartidellafiia
^kemM� d�e^e»i� feg�ia facendoli un triangolo di due lati vgu�lLe fi fa centro nel punto H. L'altfI
trefiidi'pdono impatti dicefale rotto l� danno alla colf ona,ouer gocciolatoio5co'iuoiliftelli,d& qua*
MlqueMadiJfopfa � per vna di dette �ttoparti^e quello eh'� difetto ^ e fa l'ineauo. delGoccioIatoio?�
pac vi�sasdelle feipattisdeii'ouolD. L'altre noue l� danno alla G�la^diritta e al ilio orlo rilquale � per
tea delle tre parti di elfa gola* Per formarla' che ftiabene,& habbia gratia j fi tira la linea diritta A,B^
�eAdiuide in due parti vguali nel punto G a vna di quelle met�fiidiuide infette partile fipigliano le
f�inelpunto D, efiformanopoiduetriangoli A, E, G, ScuC,; B, F, e ne'punti E, & E, li
pon�eilpiedeimmobiledelcpmpallbj efitiranolep�rtioniidicerch�o A, C? & C, B? lequali
ifx�rmanoislaiGoia. ; ; udimiuicn pini^w^o^mbiaoiDlJ
                  fniiT;.:f:-j�-v.-.vbt»':�i
- isli Aichfeaue firnilmente nella feconda inuehtione�fi diuide in quattro parti : tdi tre fi fa l'aiteiaz�
del Eregio�e di cinque quella della Cornice [ Si diuidepoi l'Architraue in trepaf ti>e:due diqueile fi
jdiuidono; in i�tteve tre l� danno alla^prima falciale quattro alla feconda. E la terza parte fi diuide
«bue : diduefi failtondino : l'altre fette fi «d�iidono un cinque : tre fanno rintaudlato, e due l'orlo*,
-L'altezza della cornice l� diuide in parti cinque e trequarti : vna di quelle fi diuide in fei parti : di citi*
que fifa l'intauolato (�pra il fregio,e d'vna il liftello. Ha dilportol'intauolato quanto � la fua altezza;
:eCofi �nchoil liftello i Vn'altrafi daal� ouob jilquale ha di Iporto delle quattro parti della fua altez*
kz le tre. Il gr�dettorfbprai'Quolo � per la fcftapaite deil'ouolo, e tanto ha di -{porto .Le altre tre
parti[fi diuidono indicefettey&otto diquell�ifi danno al Gocciolatoio : ilquale hadifporto delle tre
4tOitk)a (
I�treq«art
.che iettano; li diuidon
itauolatofoprailiGocc
O in Cinque parti e meza
iolatoio;.. Sporge queft;
idvnaiiiaiigradettOjef
i cornice tanto in fuori,
Ielle quat
quanto �
«©i�na
szailluaii
cgr�ff�.
Siq >] ih a
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;-                P, Intauolato,ouerGolariuerfa.
aupnbimoj ni si!^U^fiM^al�^.<:Oijabod'oi'd3o�biipf^bi5,c;;:;d': 'io? ;.'....
- � ■ :pb--;, V, Seconda falcia.
{ � R, Orlo.
S, Gonfiezza del Fregio.
-;^ s
              T, Parte del Fregio ch'entrahel muro.
� i                   ' Co'lmezo4llqfue^fc�n�f%)nb�ndt�imembrideUal�conidairiuentiojae.u
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| Di quefte due altre inuenti onil'Architraue dellia prima, che il f�gnato F, fi diuide fimi�rn ente in ^
I quattro partf: di tre &vn quarto
                                                                                  Si diui-
S de l'Architraue in parti otto : cinque vanno al piano, e tre al cimacio : ilquale va ancor egli diuifo in
parti otto: tre fi danno all'intauolato,tre al cauetto, e due all'orlo. L'altezza della Cornice fi parti-
le in fei parti : di due fi fa la Gola diritta col fuo orione di vna l'intauolato. Si diuide poi detta Gola
in noufe parti : e di otto di quelle fi fa il Gocciolatoio, e Grad�tto. L'Aitragolo, � Tondino fo-
: prailFregio�perilterzod'vnadelledettefeiparti,equello,chereftatrailGocciolatoio, eil Ton-
dino fi la�cia al Cauetto.
Nell'altra inuehtioner Architraue fegnato H, fidiuide in quattro parti, e di tre e m�zafifaral-
tezza del fregio, e di cinque l'altezza della cornice. Si diuide l'Architraue in parti otto : cinque van
noafpiano,etrealcimacio. IlCimaciofidi�id�inpaj-tiiette:d'vnafifaTAftragolo,& il reftof�
diuide di nuouo in otto parti : tre fi danno alla Gola riuerfa, tre al Cauetto, e due all'Orlo. L'altez- \
za della cornice fi diuide in parti �d, e tre quarti;. Di tre parti fi fa l'intauolato, il dentello, e l'ouolo.
1 L'intauolato ha di Iporto quanto � grolfo : il dentello delle tre parti dellafua altezzale due : e l'Ouolo
delle quattro parti le tre : de i tre quarti fi fa l'intauolato tra la Gola,e il Gocciolatoio: e l'altre tre par-
ti fi diuidono in dicefette : noue fanno la Gola,& l'Orlo : & otto il Gocciolatoio. Viene quefta Cor- )
nice ad hauer di iporto quanto � la fua grolfezza, come ancho le fopradette.
DE' CAMINI
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P R I M O.
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4o                                             LIBRO
DE* CAMINI.                  Cap. XXVII.
I^fe^|gj^|jg|| SARONO gli Antichi di Icaldare le loro flanze in quefto modo. Faceuanoica-
E^^�9wf/&i m*n*ne*me;zo concolonne,©modiglioni,chetoglievano fufb gli Architraui: fb-
BV^^S^S prai quali era l� Piramide del camino, d'onde vfciuailfumo, come f� ne vedeua
Kwv^^^S vno ^ ^a*e aPPre^"0 *a Pi^ina di Nerone ; & vno non molto lontano da Ciuit� Vec-
^WyL/MMJ chia. E quando non ui uoleuano camini $ faceuano nella groifezza del muro alcu-
BM^^^^^ ne eanne,� trombe per lequali il calor delfuoco,ch'erafotto quelle ftanze faliua, &
vfciua fuori per certi fpiragli,� bocche fatte nella fbmmit� di quelle canne. Quali neli'ifteflo modo
� Trenti Gentil'huomini Vicentini �Coftoza lor Villa rinfrefcano l'Eftate le ftanze : Percioche effen-
do ne i monti di detta Vilia,alcune caue grandifsime,che glihabitatori di queiluoghi chiamano co-
uali,& erano anticamente Petraie,delle quali credo che intenda Vitruuio,quando nel fecondo libro3
oue tratta delle pietre,dice^che nella Marca Triu�giana fi caua vna forte di pietra, che fi taglia con la
fega,come il legno, Nelle quali naicono alcuni venti frefchifsirni ; quelli Gentil'huomini per certi
volti fbtterr�nei,ch'efsi dimandano Ventidotti ; gli conducono alle loro caf�,& con canne limili alle
f�pradette conducono poi quel uento frefco per tutte le ftanze,otturandole, & aprendole � lor piace
re per pigliare pi�,e manco frefco,fecondo le ftagioni. E bench� per quefta grandifsima commodi-
t� fia quefto luogo marauigliofo ; nondimeno molto pi� degno di effer goduto,& vifto lo rende il cat
cere de' Venti,che � vna.ftanza {atterra fatta daH'Eccellentifsimo Signor Francefco Trento, & da lui
chiamata EOLIA: oue molti di detti Ventidutti sboccano : nella quale per fare che fia ornata, e
beila,e conforme al nome ; egli non ha fparagnato n� � diligenza,n� � fpefa alcuna. Ma ritornando �
i camini ; noi li facciamo nella groifezza de i muri, & alziamo le loro canne fin fuori del tetto : acci�
che portino il fumo nell'Aria. Douefideueauertirecheiecannenonfi facciano n� troppo larghe,
n� troppo ftrette : perche f� fi faranno larghe, uagatido per quelle l'Aria ; caccier� il fumo all'in gi�, e
non lo lafcier� afcendere,& ulcir fuori liberamente : e nelle troppo ftrette il fum� non hauendo libera
la ufcita ; s'ingorgher�,e torner� indietro : per� ne' camini perle ftanze non fi faranno le canne n� me
nolarghedimezopiede,n�pi�dinoueoncie,elungheduepiediemezo :elabocca della Piramide
doue fi congiugne con la canna fi far� alquanto pi� Uretra : accioche ritornando ilfumo in gi� ; .troui
queirimpedimento,e non poffa uenir nella ftanza. Fanno alcuni le canne torte, acci� che per quella
torltuofit�,e per lo fuoco che lo {pigne in fufo -, nonpofla il fumo tornare indietro. I fumameli, cio� i
buj;hi per doue ha da vftire il fumo; deono effer e !arghi,elontani da ogni materia atta ad abbruciarli.
Le'Nappe,fbpra le quali fi fa la Piramide del camino ; deono elfer lauorate d elicatifsimamente, & in
tutto lontane dal Ruftico : percioche l'opera ruf�ica non fi conuiene, f� non � molto grandi Edifici;
per le ragioni gi� dette.
DELLE SCALE, E VARIE MANIERE DI SVELLE,
e del numero, e grandezza de gradi. Cap. XXVIII.
I DEVE molto auertire nel poiipr delle fcale: perche � non picciola difficult� �
ritrouar fito,che � quelle fi conuenga, e non impedifea il ref�ante della fabrica. Pe-
r� fi affegner� loro un luogo proprio principalmente ; accioche non impedivano
gli altriluoghi, n� fiano da quelli impedite. Tre aperture nelle fcale fi ricercano :
la prima � la porta, per doue alla fcala fi monta : la quale quanto meno � nafeofta �
quelli ch'entrano nella cafa stanto pi� � da effer lodata ; e molto mi piacer� f� far�
in luogOjO�� auanti che fip�ruenga s I�ueggalapi� bella parte della cafa : perche ancor che picciola
cala fulfe sparer� molto grande: ma che per� fia manifefta,e facile da trouarfi. Lafeconda apertura
� le fineftre,che � dar luce � i gradi fono bifogneuoli ; e deono efi�re nel mezo,& alte : accioche vgual
mente il lume per tutto fi {panda. La terza � l'apertura, per la quale fi entra nel pauimento difopra.
Quefta deue condurci in luoghi ampi), belli, & ornati. Saranno lodeuoli le fcale, f� faranno lucide,
�mpie,e commode al falire : onde quafi inuitino le perfone ad afeendere. Saranno lucide, s'hauran-
no il lume uiuo,e f�, come ho detto,illume ugualmente per tutto fi {parger�. Saranno affaiampie,fe \
alla grandezza, e qualit� della fabrica non pareranno ftrette,& angufte : ma non fi faranno giamai me
no larghe di quattro piedi: accioche f� due perfone per quelle s'incontraffero ; poffano commoda-
mente darfi luogo . Saranno commode quanto � tutta la fabrica, f� gli archi fotto quelle potranno
feruire
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feruire �riporre alcune cofe necefTarie ; e quanto �glihuomini,Te nonhaueranno l'afcefaloro diff�ci
le,& erta. Per� fi far� la lunghezza loro il doppio pi� dell'altezza. I gradi non fi deono fare pi� alti
di fei onde di un piede, e f� fifaranno pi�bafsi,mafsimamente nelle leale continouate, e lunghe ; le
renderanno pi�facili : perche nell'alzarfi ; meno fi ftancher�ilpiede ; ma non fi faranno mai meno alti
di quattro oncie. Lalarghezza de' gradi non deue farfi meno di un piede, n� pi� d'vn piede e mezo.
OiTeruarono gli Antichi di far i gradi difpari : affine che cominciandoli � falire co'l deliro piede, co'i
medefimo il finiffe : ilche pigliauano � buono augurio,& � maggior religione, quando entrauano ne'
Tempi). Per� non fi paller� il numero di vndici,� tredici al pi� : e giunti � quello legno, douendofi
falire pi� alto ; fi far� vn piano, che Requie fi chiama :acciochei deboli, e franchi ritrouinooue po-
larfi : & interuenendo che alcuna cofa di alto calchi ; habbia doue fermarli. Le Scale, � fi fan-
no diritte, � � Lumaca. Le diritte, � fi fanno diflefe in due rami, �quadrate : le quali volta-
no in quattro rami. Per far quelle fi diuide tutto il luogo in quattro parti :due fi danno a gra-
di, e due al uacuodi mezo : dal quale, f� fi lafciafTe difcoperto;effefcalehaurebbonoillume:Si
polfono fare co'l muro di dentro , & allhora nelle due parti, che fi danno �* gradi ; fi rinchiude
ancho elfo muro; e fi polfono fareancho fenza. Queftidue modi di Scaleritrou� la feliceme-
moria del Magnifico Signor Luigi Cornaro, Gentil'huomo di eccellente giudicio, come fi cono-
fee dalla bellifsima loggia, & dalle ornatifsime ftanze fabricate da lui per fua habitatione in Padoua.
Le Scale � Lumaca, che � Chiocciola ancho fi dicono ; fi fanno altroue ritonde, & altroue ouate : al-
cuna uolta con la colonna nel mezo, & alcuna uolta uacue, ne i luoghi flretti mafsimamente fi ufano:
perche occupano manco luogo, che le diritte : ma fono alquanto pi� difficili da falire. Benifsimo
rieicono quelle,che nel mezo fono vacue : percioche ponno hauere il lume dal difopra : e quelli, che
fona al Ibmmo della Scala ; ueggono tutti quelli,che falifcono,� cominciano � falire : e fimilmente fo
no da quelli ueduti. Quelle c'hanno la colonna nel mezo ; fi fanno in quello modo,xhe diuilo il dia-
metro in tre parti ; due fiano lalciate � i gradi, & vna fi dia alla coIonna,come nel difegno A : ouero fi
divider� il diametro in parti fette,e tre fi daranno alla colonna di mezo, e quattro �i gradi : &in que-
llo molo � punto � fatta la Scala della Colonna Traiana : &fe fi facelfero i gradi torti, come nel dife-
gno B; farebbono molto belli da uedere, e riulcirebbono pi� lunghi,che f� fi facelTero diritti. Ma
nelle uacue fi diuide il diametro in quattro parti : due fi danno �i gradi,e due reflano al luogo di me-
zo . Oitra le vfate maniere di Scale ; n'� fiata ritrouata vna pure � Lumaca dal Clarifsimo Signor Mar
e'Antonio Barbaro Gentil'huomo Venetiano di bellifsimo ingegno : la quale ne i luoghi molto flrec
ri ierue benifsimo. Non ha colonna in mezo, &i gradi per efler torti j rieicono molto lunghi, & u�
diuifa come la fopradetta. Le ouate ancor effe vanno diuife al medefimo modo che le ritonde. So-
no molto gratiofe, e belle da uedere : perche tutte le fineflre,e porte uengono per tefla dell'ouato, &
in mezo, e fono affai commode. Ionehofattovnavacuanelmezo nel Monaflerio della Carit� in
Venetia : la quale riefee mirabilmente.
A,  Scala � Lumaca con la colonna nel mezo.
B,  Scala � Lumaca con la colonna,& co' gradi torti.
C,  Scala�Lumacauacuanel mezo.
7                 D, Scala � Lumaca vacua nel mezo,& co'gradi torti.
E,  Scala ouata con la colonna nel mezo.
F,  Scala ouata fenza colonna.
G,  Scala diritta co'l muro di dentro.
H, Scala diritta fenza muro.
I               Vn'akra
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Vn'altra bella maniera di Scale � lumaca fece gi� fare � Sciambur luoco della Francia il Magnani-
moReFrancefcoinvnPalagiodaluifabricatoinvnbolco,&�inqueftomodo. SonoquattroSca-
le , lequali hanno quattro entrate, cio� ciaicunalafua,&afcendono vnafopral'altra, di modo che fa-
cendofi nel mezo della fabrica ; ponno feruire � quattro appartamenti,fenza che quelli,che in vno ha
bitano,uadano per lafcala dell'altro : e per eifer uacua nel mezo ; tutti fi ueggono l'vn l'altro falire, &
lcendere,fenza che fi diano un minimo impedimento : e perche � bellifsima inuentione, & noua ; io j
l'hopofta,&conletterecontrafegnateleScalenellapianta,&neiralzato:accioche fi ueda oueco-
minciano, & come alcendono. Erano ancho ne i Portici di Pompeio,i quali fono in Roma per an- j
dare in piazza Giudea tre fcale� lumaca di molto laudabile inuentione rpercioche effendo effe po-
lle nel mezo,onde non poteuano hauer lume,fe non di fopra ; erano fatte fu le colonne, accioche il lu
me fi ipargeffe vgualmente per tutto. Ad efempio di quefte Bramante �' fuoi tempi fingolarifsimo
Architetto ; ne fece vna in Beluedere, e la fece fenza gradi, &uiuolfe i quattro ordini di colonne,
cio� il Dorico, Ionico,Corinthio, & Compofito. A far tali fcale fi diuide tutto lo ipatio in quattro
parti : duefidanno al vacuo dimezo,&vnaperbandaa gradi,&colonne. Molte altre maniere di
Scale fi ueggono ne gli antichi edificij,come de' triangolari,& di quella forte fono in Roma le Scale
che portano fopra la cupola di Santa Maria Rotonda : e fono vacue nel mezo, e riceuono il lume di
fopra. Erano ancho molto magnifiche quelle, che fono � Santo Apoftolo nella detta Citt�, e fa-
gliono su monte Cauallo. Erano quefte Scale doppie : onde molti hanno prefo poi l'efempio, &
conduceuano ad vn Tempio pollo in cima del Monte, come dimoftro nel mio libro de iTempij:&
di quella forte di Scale � l'vltimo difegno.
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PRIMO.
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DE I COPERTI.
Cap. XXIX.
S S E N D O SI tirati i muri alla fommit�loro,e fatti i uolti, meffele trauamenta de
folari, accommodate le leale, e tutte quelle cofe, delle quali riabbiamo parlato di
ibpra ; fa dibifbgno fare il coperto : ilquale abbracciando cialcunaparte dellafabri
ca, epremendo colpefo ilio vgualmente ibpra i muri,- � come vn legame di tutta
l'opera,& oltrail difendere gli habitanti dalle pioggie,dalle neui,da gli ardenti So-
li , e dall'humidit� della Notte ; fa non picciolo giouamento alla fabrica, {caccian-
do lontano dai muri l'acque, che piouono : lequali bench� paiano poco nuocerei nondimeno in
proceffo di tempo fono cagione di grandifsimi danni. I primi huomini, come fi legge in Vitruuio ;
recerpi coperti delle habitation loro piani : ma accorgendoli che non erano difefi dalle pioggie ; co-
rretti dalla necefsit� cominciarono � farli faftigiati, cio� colmi nel mezo. Quelli colmi l� deono fa-
re epiu,emeno altilecondo le regioni oue l� fabrica : Onde in Germania perla, gran diisima quanti-
t� delle neui,che vi vengono ; l� fanno i coperti molto acuti,e l� cuoprono di Scandole, che lono alai
ne tauolette picciole di legno ; ouero di tegole fottilifsime ; che f� altramente l� facelfero ; larebbono
dalla grauezza delle neui ruinati : ma noi che in Regione temperata viuiamo; douemo eleggere quel
altezza, che renda il coperto garbatole con bella forma,e pioua facilmente. Per� fi partir� la lar-
ghezza del luogo da coprirli in noue parti,e di due fi far� l'altezza del colmo rp�rches'ella fi far� per^
«quarto della larghezza; la coperta far� troppo ratta : onde le tegole,ouer coppi ui fi fermeranno con
dirhcult� : e f� fi far� per il quinto ; iar� troppo piana, onde i coppi, le tauole, e le neui, quando uen-
gono ; aggreueranno molto. Vfafi di fare le gorne intorno le cafe, nelle quali da i coppi piouono le
acque, e p er cannoni fono gettate fuora lontano da i muri. Quelle deono hauere fopra d� f� vn pie-
. de e mezo di muro : il quale oltrail tenerle falde difender� il legname del coperto dall'acqua, f� elfo
' *n qualche parte facelFero danno. Varie fono le maniere di diiporre il legname del coperto : ma
quando i muri di mezo vanno � tor fufo le traui ; facilmente fi accommodano, e mi piace molto, per-
che� muri di fuori non fentono molto carico ; e perche marcendoli vna telta di qualche legno j non �
per� la coperta in peri colo.
, v
IL FINE DEL PRIMO LIBRO.