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AL SERENISSIMO E MAGNANIMO
PRINCIPE EMANVEL FILIBERTO
D V C A DI SAVOIA, ETC.
^fT^Di^E^f T> ^£L L ^£ D I 0.
O V E N D O Io, Serenisfimo Principe, mandare in luce una parte del-
la mia Architettura, nella quale ho pollo in difegno molte di quelle fuperbe,
e marauigliofe fabrithe antiche, i ueftigij delle quali in uarie parti del Mon-
do , ma più che in ogn'altro loco, fi ritrouano in Roma ; ho prefo ardire di con
iterarla all'Immortalità del chiaro, &Illuftre nome dell'A. V. come di quel
Principe, ilqual fòlo a tempi noftri con la Prudenza, e col ualore s'asfimi-
glia à quelli antichi Romani Heroi, le uirtuofìsfime operationi de' quali fi leggono con marama-
glia nell'hiftorie, & parte fi ueggono nell'antiche mine. Ne da ciò m'ha potuto rimouere l'ha-
werriguardoaH'humilemiafortuna,& alla piccolezza del dono: poi che lafomma,& incredi-
bile Immanità, per laquale l'A. V. degnò inalzarmi con l'honorata fiia teftimonianza fopra i me-
riti miei, all'hora, che da lei fui chiamato in Piamonte ; mi porge ferma fperanza, ch'ella, efer-
citando la grandezza, e uirtù del nobilisfimo animo fuo ; ne à quella, ne à quefto riguarderà : ma
folo all'infinita affettione, e diuotion mia uerfo di lei, con laquale hora, per dimoftrarle in qual-
che parte la gratitudine dell'animo mio; le porgo quefto piccolo dono:fperando che (mercè
della cortefisfima,&humanisfimafua natura) fé non le farà in tutto caro, almenonon lo {prez-
zerà: anzi qual'hora fi trouerà manco occupata da gli importantissimi fuoi affari, fi degn ara per
follazzo leggerla : perche in quella uederà i difegni di molti antichi marauigliofi Edificij, & che
io mi fon affaticato affai per illuftrar l'Antichità appreffo gli amatori di quella, narrando in che
tempo, da chi, & àqual'effettofoiferofabricati;& per render utilità alli ftudiofi dell'Architet-
tura, moftrando in figura le piante, gli alzati, i profili, e tutti i membri loro; aggiognendoui
lemifuregiufte,euere,fi come fono flati da me con fommo ftudio mifurati. Dalle qual co-
fe/effendo l'A. V. dotata delle più nobili arti, e feientie ; piglierànon poca contentez2a,e confo
latione confederando le fottili, e belle inuentioni de gli huomini, e la uerafeienza di quell'arte,
dalei molto bene intela, e ridotta à rara, eperfetta perfettione;come dimoftrano gli Illuftri,e
reali edificij fatti fare, e che tutta uia fi fanno in diuerfi luoghi dell'amplisfimo, e felicisfimo fuo
flato. Reuerentemente dunque la priego come fuo deuoto & affettionatisfimo feruitore à ri-
ceuerconla folita ferenafua fronte quella mia parte d'Architettura:acciò ch'io con maggior
prontezza fotto il gioriofò nome di cofi degno, & alto foggetto mi difponga à dar fuori il rima -
nente dell'incominciata fatica ; nel quale fi trattarà di Theatri, d'Anfitheatri, e d'altre antiche, e
fuperbe moli. Onde il Mondo,fi come riconofee dalla magnanimità, e dalla liberalità dell'A. V,
tutto quello,che dell'antica Romana militia s'intende,e s'efercita;cofi riconofca anco dalla
fua naturai cortefia quel tanto di lume, che con le fatiche mie farà dato allabuona antica Archi-
tettura , & à lei di ciò obligato rimanga, come à fola, e potisfima cagione di tal'effetto.
DiVenetiadel M. D. LXX.
AAA a               IL TERZO
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ERZO LIBRO
ELrARCHITETTVRA
DI ANDREA PALLADIO,
-:""
Proemio a i Lettori.
AVENDO io trattato à pieno de gli edifici)' priuati, e ricordato tutti quel-
li più necefTarij auertimenti, che inloro fi deuono hauere : & oltre acciò hauen
do pofto idifegni di molte di quelle cafe, che da me fono ftate ordinate den-
tro , e fuori delle Città, & di quelle, che ( come ha Vitruuio ) faceuano gli an-
tichi : è molto conueneuole che indrizzando il parlar mio à più eccellenti, & à
più magnifichefabriche 3 pasfìhora àgli edifici] publichi: ne'quali 3perche di
maggior grandezza fi fanno, e con più rari ornamenti, che ipriuati, e feruono à ufo, e commo-
do di ciafcuno; hanno i Principi molto ampio campo di far conofcere al mondo la grandezza del
l'animo loro ,• e gli Architetti bellisfima occafione di dimoftrar quanto esfi uagliano nelle belle,
& merauigliofe inuentioni. Perlaqual colà in quefto libro, nel quale io dò principio alle mie ari
tichità, &ne gli altri, che piacendo Iddio feguiranno,-derìderò che tanto maggior ftudio fia
pofto nel confiderar quel poco, che fi dirà ,• & i difegni, che fi porranno : quanto con maggior fa-
tica , e con più lunghe uigilie io ho redutto quei fragmenti, che ne fono rimafi de gli antichi edifi
cij,à forma tale, che gli offeruatori dell'Antichità ne fiano (comefpero) per pigliar diletto -, &
gli ftudiofi dell'Architetturapoifano riceueme utilità grandissima ; eflendo che molto più s'im-
pari da i buoni efempi in poco tempo col mifurarli ; e col ueder fopra una picciola carta gli edi-
fici) intieri, e tutte le parti loro ; che in lungo tempo dalle parolerper lequali folo conia mente
e con qualche difficultà può il lettore uenir inferma, e certa notitia di quel, ch'egli legge, e con
molta fatica poi praticarlo. Et à ciafcuno, che non fia del tutto priuo di giudicio $ può effer mol-
to manifefto quanto il modo, che teneuano gli antichi nel fabricar foffe buono : quando che do-
po tanto fpacio di tempo, e dopo tante ruine, e mutationi di Imperij, ne fiano rimafi in Italia, e
fuoriiueftigij di tantilorfuperbi edifici), per liqualinoi ueniamoin certacognitione dellauir-
tù, e della grandezza R omana, che altrimente forfè non farebbe creduta. Io dunque in quefto
Terzo Libro nel porrei difegni di quegli edifici), che in lui fi contengono ; feruarò queft'ordine.
Porrò prima quelli delleftrade,edeiponti, come di quella parte dell'Architettura, Jaqualap-
pertiene all'ornamento delle Città, e delle Prouincie, e ferue alla commodità uniuerfale di tutti
gli huomini. Percioche fi come nell'altre fabriche, che fecero gli antichi ; fi fcorge,che esfi non
hebbero riguardo ne àfpefa, ne à opera alcunaper ridurle à quel termine di eccellenza, che dal-
la noftra imperfettion e ci è conceffo : cofi nell'ordinarie uie pofero grandissima cura, che foffe-
ro fatte in modo, che anco in quelle fi conofeeffe la grandezza, e la magnificenza dell'animo Io-
io . Onde per farle che foffero commode, e breui, forarono i monti, feccarono le paludi, e
congionfero con ponti, e cofi refero fàcili, e piane quelle, ch'erano q dalle palli, ò da'torrenti
abbaffate. Dipoi tratterò delle piazze (fecondo che Vitruuio ci infegna che le faceuano i Gre
ci ,& i Latini) & di queiluoghi, che intorno le piazze fi deuono fare : e perche tra quelli è di mol
ta confideratione degno illuogo, doue i giudici rendono ragione, chiamato da gli antichi Bafi-
licaj fi porrà di lui particolarmente i difegni. Ma perche non bafta che le Regioni, e le Città
fiano benisfimo compartite, e con fantisfime hggi ordinate, & habbiamo i magiftrati, che delle
leggi efecutori tengano à freno i Cittadini ,• fé non fi fanno anco gli huomini prudenti con le dot-
tine, e forti, e gagliardi conl'eferdtio d el corpo; per poter effer poi atti àgouemar fé med efimi,
e gli aitila
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è                                       PROEMIO.
<e gli altri i & à difenderli da chi uolefle opprimerli alche è potisfima cagione,che gli habitato'ri
di alcuna Regione, eflendo dilperfi in molte, e picciole parti ; fi unifcano infieme, e facciano le
Cittadi : onde fecero gli antichi Greci nelle lor Città ( come racconta Vitruuio ) alcuni edifici),
che chiamarono Paleltre,e Xifti,ne quali firiduceuanoiFilofbfiàdifputar dellefcienze,eti
Giouani ogni giorno fi efercitauano 5 & in alcuni tempi determinati ui fi raunauà il Popolo à ue-
der combattere gli Athleti; fi porranno anco i difegni di quelli edifici): e eofi farà pollo fine à que
fto Terzo Libro: dietro alquale feguiràquelde'Tempij appartenente alla religione, fenza la-
quale è imposfibile che fi mantenga alcuna Ciuilità.
^—' -S ì >jc —; . t . -y -I, ?,—}—sp-1—:—,- + ,; j v »—r.""i vp
QJV E S T A Hnea è la metà del piede Vicentino, col quale fono flati mifuratiife-
guenti Edificij.
T V T T O il piede fi diuide in dodici oncie,& ogni oncia in quattro minuti.
DELLE
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DELLE VIE.
              GAP. Primo.
E V O N O le uie efler curte, commode, fìcure, diletteuoli, e belle: fi faranno
curte, e commode fé fi tireranno diritte, & fé fi faranno ampie, onde i carri, &
i giumenti incontrandofi,non s'impedifcanol'un l'altro ; e però fu apprelfo gli
Antichi per legge ftatuito, che le uie non foffero meno larghe di otto piedi,
oue andauano diritte ; ne meno di fedici,doue andauano piegate, e torte : fa-
ranno oltra di ciò commode fé fi faranno tutte uguali ; cioè che non ui fiano al-
cuni luoghi, ne'quali non fi polla facilmente andar con gli eferciti, & fé non faranno impedite da
acque, ouer da fiumi: ondefilegge che Traiano Imperadore,hauendo rifpetto a quefte due
qualità, che neceflariamente fi ricercano nelle uie, quando riftaurò la celebratisfima uia Appia,
laquale era fiata in molte parti guaftadal Tempo ;afciugòi luoghi paludofi,abbafsò i monti,
pareggiò le ualli, & facendo doue bifbgnaua, ponti, riduffe l'andar per effa molto facile & efpe
dito. Saranno ficure, fé fi faranno per i colli, ouero fé, douendofi far per i campi, fecondo il co
fiume antico fi farà un'argine, foprailquale fi camini ;&fe non haueranno appretto luoghi,ne'
quali commodamente i ladri, & gli inimici fi pollano nafcondere ; percioche i peregrini, & gli
eferciti in tali flrade polfono guardarfi da torno, e facilmente difcoprire fé foffe loro tefa alcuna
infidia. Quelle uie c'hanno le tre già dette qualità, fono anco neceffariarnente belle, & dilet-
teuoli ài uiandanti. Percioche fuori della Città per la drittezzaloto ; per la commodità, che
apportano ; & per il poterli in quelle guardar da longi, & difcoprire molto paefe ; fi alleggerirle
gran parte della fatica, e troua l'animo noftro (hauendo noi auanti gli occhi fempre nouo afpet
to di paefe ) molta fodisfattione, e diletto. Et nelle Città rende bellisfima uifla una flrada di-
ritta, ampia e polita, dall'una, e l'altra parte dellaquale fiano magnifiche fabriche,fatte con quel
, li ornamenti, che fono flati ricordati ne paffati libri. Et fi come nelle Città fi aggiogne bellezza
alle uie con le belle fabriche ; coli di fuori fi accrefce ornamento à quelle con gli arbori, iquali
effendo piantati dall'una, e dall'altra parte loro, con la uerdura allegrano gli animi noftri, e con
l'ombra ne fanno commodo grandisfimo. Di quefta forte uie fuori della Città ne fono molte
fui Vicentino, e tra l'altre fono celebri quelle, che fon à Cigogna Villa del Signor conte Odo-
ardoThiene j&àQuinto Villa del Signor Conte Ottauio dell'iftefla famiglia, lequali ordinate
da me fono fiate poi abbellite, & ornate dalla diligenza, & induflria de' detti Gentil'huomini.
Quefte cofi fatte uie apportano grandisfimo utile, perciocheperlaloro drittezza, eper effere
alquanti eminenti dal rimanente de' campi, parlando di quelle, che fono fuori della Città,à tem
pò di guerra, fi poffono, come ho detto ; fcoprir gli inimici molto da longi, & cofi pigliar quel-
la rifolutione che al Capitano parrà migliore ; oltra che in altri tempi, per i negocij, che fon foli
ti occorrere àgli huomini per la loro breuità, & commodità potranno far infiniti benefìcij. Ma
perche le flrade, ò fono dentro della Città, ò fuori. Dirò prima particolarmente le qualità,che
deuono hauer quelle delle Città, e poi come fi deuono far quelle di fuori. E conciofiache al-
tre fiano, che fi chiamano militari, lequali palfano per mezo le Città, & conducono da unaCit
tà ad un'altra,& feruono ad uniuerfale ufo de' uiandanti ; e fono quelle,per lequali uanno gli efer
citi, & fi conducono Ì carriaggi : & altre non militari ; lequali dalle militari partendofi,ouero con
ducono ad un'altra uia militare, ouero fono fatte per ufo,e commodo particolar di qualche Vil-
la ; tratterò ne feguenti capitoli delle militari folamente, lafciando da parte le non militari : per-
che quelle fi deuono regolar fecondo quelle i e quanto faran loro più limili, tanto faranno più
commendabili.
DEL COMPARTIMENTO DELLE VIE,
dentro delle Città.                      Cap. II.
EL compartir le uie dentro delle Città fi deue hauer riguardo alla temperie
dell'Aere, & alla Regione del Cielo, fottolaquale faranno finiate le Città.
Percioche in quelle di Aria frigida, ò temperata, fi deuranno farle flrade am-
pie, e larghe 5 conciofiache dalla loro larghezza ne fia per riufcir la città più fa
na, più commoda,e più bella : effendo che quanto meno fottile, &quanto più
aperto uien l'Aere j tanto meno offende la tefla ; per ilche quanto più farà jack
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|                                              LIBRO
|à ìniuògo frìgido, & di aria lottile, & fi faranno in quella gli edificij molto alti, tanto più fi doti
ranno farle ftrade larghe, acciò che polfano ellère uifitate dal Sole in ciafcuna lor parte, Quan-
to alla commodità non è dubbio, che potendoli nelle larghe molto meglio che nelle ftrette dar-
li luogo gli huomini, i giumenti, & i carri, non fiano quelle molto più commode di quefte : & è
etiandio manifefto, che per abbondar nelle larghe maggior lume ,& per effer ancora l'una ban-
da dall'altra fua oppofita manco occupata; fi può nelle larghe confiderar la uaghezza de' Tem-
pij, & decalagi : onde fé ne riceue maggior contento, eia città ne diuiene più ornata. Ma ef-
fendo la Città in regione calda, fi deuono far le fue uie ftrette, & i cafamenti alti: acciò che con
l'ombra loro, & con la ftrettezza delle uie fi contemperi la calidità del fito, per laqual cofa ne fé-
guiterà più fanità : ilche fi conofce con l'efempio di Roma, laquale ( come fi legge appreffo Cor
nelio Tacito ) diuenne più calda, & men fana ,poi che Nerone per farla bella, allargò le ftrade
fue. Nondimeno in tal cafo per maggior ornamento, e commodo della Città fi deue far la ftra
da più frequentata d alle principali arti, & da paffaggieri foreftieri, larga, & ornata di magnifi-
che, e fuperbefabriche, conciofiache i foreftieri,che per quella palleranno, fi daranno facilmen-
te à credere, che alla larghezza, & bellezza fua corrifpondino anco le altre ftrade della Città.
Le uie principali, che militari hauemo nomate jdì deono nelle Città compartire, checamininò
diritte, e uadino dalle porte della Città per retta linea à riferire allapiazza maggiore, & princi-
pale ,& alcuna uolta ancho (eifendone ciò dal fito conceiTo) conduchino coli diritte fino alla por
ta oppofita : e fecondo la grandezza della Città fi faranno perla medefima linea di tali ftrade, tra
la detta piazza principale, & alcuna, qual fi uoglia delle porte; una,ò più piazze alquanto mino-
ri della detta fua principale. L'altre ftrade ancor elle fi deono far riferire le più nobili non fole»
alla principal piazza, ma ancora à i pi ù degni Tempi;, palagi, portici,& altre publiche f abriche.
Ma in quello compartimento delle uie fi deue con fbmnia diligenza auertire, che (come ci infe
gna Vitruuio al cap.VI.del primo Libi) non riguardino per linea retta ad alcun uento: accioche
per quelle non fi fentinoiVentifuriofi,euioienti;macon più fanità degli habitatori uengano
rotti, foaui, purgati, e fianchi ; ne s'incorra neH'inconueniente,nel quale anticamente incorfero,
quelli, che nell'Iibla di Lesbo, compartirono le ftrade di Meteiino, dalla qual Città hora tutta \
l'ifola ha prefo il nome. Si deuono le uie nella cittàfalicare, e fi legge che nel confòlato di M.
Emilio i Cenfori cominciarono à falicarle in Roma, oue fé ne ueggono ancora alcune, le quali
fono tutte eguali, e fono laftricate con pietre incerte, ilqual modo di laftricare come fi facefTe
fi dirà più di fotto. Ma fé fi uorrà diuidere il luogo per il caminar de gli huomini, da quello,che
ferue per i'ufode' carri, & delle beftie; mi piacerà chele ftrade fiano cofidiuife, che dall'una, e
dall'altra parte ui fiano fatti i portici, per iquali al coperto pollano i cittadini andare à far i lor ne
gotij fenza elfer offerì dal Sole, dalle pioggie, e dalle neui, nelqual modo fono quali tutte le ftra
de di Padoa Città antichisfima, e celebre per il ftudio. Onero non facendoli i portici, (nel qual
cafo le ftrade riefeono più ampie, & più allegre ) fi faranno dall'una, e dall'altra parte alcuni mar
gini falicati di Mattoni, chefono pietre cotte più groffe,& più ftrette de'quadrelli: perche nel
caminare non offendono punto il piede :&la parte di mezo fi Iafcierà peri carri, e per i giumen-
ti, e fi falicherà di felice, odi altra pietra dura. Deuonoeffer le ftrade alquanto concauenel
mezo,& pendenti : accioche l'acque,che dalle cafe piouono,corrono tutte in uno, & riabbiano li
bero,&efpeditoillorcorfb,ondelalcino la ftrada netta,ne fiano cagione di cattiuo aere, come
fono quando fi affermano in alcun luogo, e ui fi putrefanno.
DELLE VIE FVQRI DELLA CITTA'. CAP. III.
E uie fuori della Città fi deuono far ampie, commode, & con arbori d'amen-
due le parti ; da quali i uiandantil'eftate fiano difefi dall'ardor del Sole,e pren-
dano gli occhi loro qualche ricreatione per la uerdura. Molto ftudio pofero
in effe gli antichi, onde accioche fteffero fempre acconcie crearono i prouedi-
tori,e curatori di quelle;emolte da loro ne furono fatte,d elle qualiperlacom
medita, & per la bellezza fua, benché fiano ftate guafte dal tempo ; fé ne ferba
ancora memoria. Ma tra tutte famofi$fime fono la Flaminia & l'Appia : la prima fatta da Flami
nio mentre era Confblo, dopo la uittoria ch'egli hebbe de' Genouefi : cominciaua quefta uia al
Importa Flurnentana,hoggidetta/del Popolo, e pafTando perlaTofcana,eperL'Vmbriacon«
duceua
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TERZO.                                             9
cluceua a Rimini jdallaqual Città fu poi da M. Lepido fuo collega menata fino àBologna>,&;ap*»
preflb le radici dell'Alpe per giro allargandola d'intorno alle paludi condotta in Aquileia : L'Àp
pia prefe il nome da Appio Claudio,dalquale fu con moltaipefa,& arte fabricata,onde per la fua
Magnificenza, & mirabile artificio fu da Poeti chiamata Regina delle uie. Haueua quella ftra-
dz il fuo principio dal Colifeo, & per la porta Capena fi diftendeua fino à Brindili : fu da Appio
condotta folamente fino à Capua ; da quello in giù non fi ha certezza chi ne folle auttore,& è opi
nione di alcuni che folte Cefare : percioche fi legge apprelfo Plutarco, che elfendo data la cura
<" quella uia à Cefare,egli ui lpefe gran numero di danari : Ella fu poi ultimamente riftaurata da
Traiano Imperadore,ilquale (come ho detto di fopra) afciugando i luoghi paludofi, abbaffando
i monti", pareggiando le ualli, & facendo i ponti doue bilbgnauaridufTe l'andar per efla ipedito,
&piaceuolisfimo. E' anco celebratisfirna la uia Aurelia,chiamata coli da Aurelio Cittadino Ro
manesche la fece,haueua il fuo principio dalla porta Aurelia hoggi detta di S.Pangratio,e diftè-
dendofi per i luoghi maritimi di Tofcana conduceua fino à Pifa. Furono di non minor nome la
foia Numentana, la Preneflina, e la Libicana ; la prima cominciaua dalla porta Viminale, hoggi
detta di 5. Agnefa,e fi diftendeua fino alla Città di Numento ; la feconda haueua principio dalla
porta Efquilina,c'hora fi dice di S. Lorenzo ; e la terza dalla porta Neuia,cioè da porta Maggio-
re conduceuano quelle due uie alla città di Prenefte,hoggi detta Pelleftrino,& alla Famofa cit
tà di Labicana. Vi furono ancora molte altre uie nominate,et celebrate dalli fcrìttofi,ciòè la Sa
lara Ja Collatina da Latina,& altre, lequali tutte ò da coloro,che le ordinarono ■> ò dalla porta,dal
la quale haueuano principio ; ò dal luogo doue conduceuano,prefero il nome. Ma tra tutte do-
Ueua elfer di fomma bellezza,& commodità la uia Portuenfe, laqual da Roma conduceua à Ho-
fìia ; percioche ( come dice l'Alberti di hauer oiTeruato) era diuifa in due ftrade,tra i'una, e l'altra
dellequali era un corfo di pietre un piede più alto del rimanente,e feruiua per diuifione : per una
<ìi quelle uie lì andaua,e per l'altra fi tornaua,lchifando l'offefa dell'intrarfi ; inuentione molto co
moda al grandisfimo concorfo di perfone che à que' tempi era à Roma da tutto il Mondo. Fece-
ro gli antichi quelle lor uie militari in due modi,cioè ò laftrigandole di pietre,ouero coprendole
tutte di ghiara,e di fabbia.Le uie delia-prima maniera (per quato da alcuni ueftigi s'è potuto con
ietturare) erano d'mife in tre Ipacij : per quel di mezodlquale era più alto de gli altri due,& ilqua-
le era alquanto colmo nei mezo,acciò l'acque poteiTero fcorrere et non ui fi affermafferojandaua
no i pedoni,& era falicato di pietre incerte,cioè, di lati, e d'angoli difeguali : nel qual modo di fa
licare,come è ftato detto altroue,ufauano unafquadra di piombo,laquale apriuano e ferrauano,
come andauanoilati,& gl'angoli delle pietre,onde le commetteuano benisfimoinfieme,&ciò
faceuano con preftezza : gli altri due lpacij,ch'erano dalle bandej fi faceuano alquanto più basfi,
e fi copriuano di fabbia,& di ghiara minuta,e per quelli andauano i caualli. Era ciafcuno di que-
fti margini largho per la metà della larghezza del ipacjo di raezo, daiquale erano diuifi con lafte
di pietra polle in coltello ; & ogni tanto fpacio u'erano polle alcune pietre in piedi più alte del ri-
manente della ftradafòpra lequali faliuano, quando uoleuano montare à cauallo ; conciofiache
gl'antichi non ufalfero llaffe. Oltra di quelle pietre polle per l'ufo detto,u èrano altre pietre mei
to più alte nelle quali fi truouaua Icritto di mano in mano le miglia di tutto il ui aggio,e furono da
Gneo Graco mifurate quelle uie e conficate le dette pietre. Le uie militari della feconda manie
ra,cioè fatte di làbbia,e di ghiara,faceuano gl'antichi alquanto colme nel mezo, per laqual cofa,
non potendoui reftar Ì'acqua,& elfendo elle di materia atta ad afciugarfi prefto,erano d'ogni tem
pò polite,cioè fenza fango,e fenzapoluere. Di quella forte fé ne uede unanel Friuli, laquale è
detta dagli habitatori di quei luoghi la Pofthuma, e conduce in Ongheria:& un'altra uen'è fu
quel di Padoua,laquale cominciando dalla detta Città, nel luogo, che fi dice l'Argere ; pafla per
mezo Cigogna Villa delConteOdoardo,edel Conte Theodoro fratelli de Thieni, e conduce
all'Alpi, che diuidono L'Italia dalla Germania. Dellaprima maniera di uie è il difegno, che fé-
gue, dal quale fi può conofcer come doueua elfer fatta Ja uia Hoftienfe. Della feconda maniera
non mi è parfo neceilario ilfarne difegno alcuno, perche è cofafaeilisfima,ne ui è bifogno di aleu
Ila indultria purché fi facciano colme nel mezo, onde l'acqua non ui fi polla affermare.
A,  E' il fpacio di mezo per doue andauano i pedoni»
B,  S ono le pietre, che feruiuano à falire à cauallo.
C,  Sono i margini coperti di Arena e di ghiara, per iquali andauano i caualli,
B B B           DI
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T E R -Z. O.
li
P I Q_V E L L 0, CHE N E L. F A B RI CARE
fi deue offeruare, e del fito .che fi deue eleggere.
               Cap.
I PONTI
un.
ONCIOSIACHE molti fiumi per Moro larghezza,altezza, &uelocità
non fi poflano paflare à guazzo, fu prima penlato alla commodità de'ponti:
onde fi p uò dire che e sfi fiano parte principal della uia, & che altro non fiano,
che una ftrada fatta fopra dell'acqua. Qjueiti deuono hauer quelle iftefle
qualità, c'habbiamo detto richiederli in tutte le fabriche, cioè che fiano com-
modi, belli , e durabili per lungo tempo. Saranno commodi, quando non fi
alzeranno dal rimanente della uia,& alzandoli haranno la falita lor facile ; & quando fi eleggerà
quel luogo per fabricarli, che farà commodisfimo a tutta la Prouincia, ouero à tutta la Città, fe-
condo che fi faticheranno òfuori,òdentro delle mura: e però fifaràelettionediquel luogo,
alquale da tutte le parti facilmente fi polfa andare, cioè che fia nel mezo della Prouincia,ouero
nel mezo della Città,come fece Nitocre Regina di Babilonia nel ponte ch'ella ordinò fopra l'Eu
irate *; e non in un'angolo, oue polfa feruirefolamenteà ufo depochi. Saranno belli ,& perdu-,
rar lungamente > le fi faranno in quei modi ,e con quelle mifure, che fi dirà particolarmen-
te più difotto. Ma neh" elegger il fito per. fabricarli, fi deue auertire di eleggerlo tale, che
fi poifa fperare,che debba eifer perpetuo il ponte che ui fi fabricherà; & oue fi polfa far con quel-
la minor Ipefa, che fia posfibile. Onde fi eleggerà quel luogo, nel quale il fiume farà manco
prò fondo, &hauerà il fuo letto, ò fondo uguale, e perpetuo, cioè òdi fiuto, ò di tofo: perche
(come disfi nel primo Libro quando parlai de' luoghi da poner le fondamenta) il faifo,& il to-
l"o fono fondamento buonisfimo nelle acque: oltra di ciò fi deuono fchifar e i gorghi, eie uora-
gini, & quella parte dell'alueo, ò letto del fiume, che farà ghiarofa, o fabbionegna. Percioche
Ja fabbia, & la ghiara per eifer dalle piene dell'acque continuamente moffa, uaria il Ietto del fiu
roe : & ellendo cauate fotto le fondamenta, ficauferebbe di necesfità la ruina dell'opera. Ma
quando tutto illetto delfiumefolfe di ghiara, e difabbia,fi faranno le fondamenta come fi dh-
rà di fotto quando tratterò de' ponti di pietra. Sihaurà etiandio riguardo di elegger quel fito
nelquale il fiume habbia il fuo corfo diritto. Conciofiache le piegature, e tortuofità delle ripe
fiano eipofte à eifer menate uia dall'acqua, onde in tal cafo uerrebbe il ponte a reftar fenza Ipal-
le, & in Ifoia ; & ancho perche al tempo delle inondationitrahono l'acque in dette tortuofità, la
dateria, che dalle ripe, e dalli campi leuano ; laquale non potendo andare giù al diritto, ma fer
bandoli più altre cole ritarda, &auolgendofiàipilaftri rinchiude l'aperture de gli archi, onde
doperà ne patiice in modo che dal pefo dell'acquamene col tempo tirata àruina. Si eleggerà
dunque il luogo per edificami i ponti, ilquale fia nel mezzo della Regione, ouero della Città, e
coli commodo à tutti gli habitatori ; & oue il fiume habbia il corfo diritto, & il letto manco pro-
fondo, uguale, e perpetuo. Ma conciofiache i ponti fi facciano òdi legno, òdi pietra, io di-
rò particolarmente dell'una, & dell'altra maniera, e ne porrò alquanti dilegni coli d'Antichi, co
me di Moderni.
D I QJV E L.L I
Cap. V.
DEI PONTI DI LEGNO, ET
auertimenti,che nell'edificarli fi deuono hauere.
fanno i Ponti di legno, ouero per una occafion loia, come quelli, che fi fanno
per tutti quelli accidenti, che nelle guerre fogliono auenire: della qual for-
te celebratisfimo è quello, che ordinò Tulio Celare foprail Rheno. Ouero
acciò che cotinuamente riabbiano àferuire àcommodo di ciafcuno. Di quella
maniera fi legge che fu edificato da Hercole il primo ponte che foffegiamai
fatto fopra il Teuere nel luogo, doue fu poi edificata Roma, quando hauen-
do egli oecifo Gerione menaua uittoriofo il fuo Armento per Italia, e fu detto Ponte Sacro : &
era limato in quellaparte del Teuere, doue poi fu fatto il Ponte Sublicio dal Re Anco Martio,
^quale era fimilrnente tutto di legname, e le fue traui erano con tanto artificio congionte, che fi
BBB 2 poteuano
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%i                                               LIBRO
poteuano leuare x e porre fecondo il bifbgno, ne ui era ferro, ò chiodo alcuno ; come egli foffe.
fktto non fi fa, fé non che gli fcrittori dicono, ch'era fatto fopra legni grosfi, che fofleneuano gli
altri, da quali egli prefé il nome di Sublicio,perche tai legni in lingua Volfca fi chiamauano
fublices. Quello fu quel ponte, che con tanto beneficio della fua Patria, & gloria di fé flertb,
fu difefb da Oratio Code. Era quefto Ponte uicino à Ripa, oue fi uedono alcuni ueftigi in me
zo del fiume, perche fu poi fatto di pietra da Emilio Lepido Pretore, & riftorato da Tiberio Im
peradore, & da Antonino Pio. Si deuono fare quelli tai ponti, che fiano ben fermi, Stincate-
nati con forti, e grofletraui, di modo che non fia pericolo che fi rompano, ne perla frequenza
delle perfbne, e de gli animali, ne per il pefo de' carriaggi, & dell'artigliane, che pallerà lor fo-
pra ; ne portano erter minati dalle innondationi, & dalle piene dell'acque. E però quelli, che fi
fanno alle porte delle Città, iquali chiamiamo pontileuatori, perche fi poflbno alzare, & calla-
re fecondo il uolere di quelli di dentro ; fi fogliono laftricare di uerghe, e lame di ferro, accio-
che dalle ruote de' carri ,& da' piedidelle beftie non fiano rotti, e guaiti. Deuono erter le tra-
mpoli quelle, che uanno conficate nell'acqua, come quelle che fanno la larghezza e lunghez-
za del ponte, lunghe, & groife fecondo che ricercherà la profondità, la larghezza, e la uelocità
del fiume. Ma perche i particolari fono infiniti, non fi può dar di loro certa, e determinata re-
gola . Onde io porrò alcuni difegni > e dirò le lor mifure ; da quali potrà ciafcuno facilmente,
fecondo che fé gli orterirài'occafione, efercitando l'acutezza delfuo ingegno ; pigliar partito, &
far opera degna di erter lodata.
PEL PONTE ORDINATODA CESARE
. fopra il Rheno.
                                Cap. VI.
AVENDO Iulio Cefare ( come egli dice nel quarto Libro de fuo Commen
tarij ) deliberato di paifar il Rheno, acciò chela portanza Romana forte fenti-
ta anco dalla Germania ; & giudicando che non folfe cofa molto ficura, ne de-
gna di lui, ne del Popolo Romano, il parlarlo con barche ; ordinò un Ponte,
opera mirabile ,& molto diffìcile per la larghezza, altezza ,& uelocità del Fiu
me. Ma come quefto ponte fofte ordinato ( benché egli lo fcriua) nondime-
no per non faperfi la forza di alcune parole ufate da lui nel defcriuerlo, è flato uariamente porto
indifegnolecondodiuerfeinuentioni. Onde perche ancor ioui ho penfato alquanto fopra,
non ho uoluto laftar queftaoccafione di porre quel modo, che nella mia giouentù, quando pri-
ma lesfi i detti Commentari, m'imaginai ; perche per mio creder molto fi confa con le parole di
Cefare ; & perche riefce mirabilmente, come s'è ueduto l'effetto in un ponte ordinato da me fu-
bito fuori di Vicenza fopra il Bacchigliene. Ne è mia intentione di uoler in ciò confutar le al-
trui opinioni, conciofiache tutte fiano di dottisfimi huomini, & degni di forame lodi per hauer-
ne lafciato ne' loro fcritti, come esfi l'intefero, & in quefto modo con l'ingegno, & fatiche loro
molto ageuolato l'intendimento a noi. Ma auanti che fi uenga à i difegni porrò le parole di Ce-
fare , lequali fono quelle.
Rationem igitur Pontis hanc inftituit, Tigna bina fefquipedalia, paululum ab imo preacu-
ta , dimenfa ad altitudinem fluminis interuallo pedum duorum inter fé iungebat. Hax cum ma
chinationibus immiflainfluminedefixerat,fiftucifque adegerat,nonfublìca?modo direcìa ad
perpendiculum, fed prona, ac faftigiata, utfecundura naturam fluminis procumberent : his item
contraria duo ad eundem modum iunóìa interuallo pedum quadragenum ab inferiore parte con
tra uim atque impetum fluminis conuerfa ftatuebat. Hxc utraque infuperbipedalibus trabibus
immisfis, quantum eorum tignorum iunétura diflabat, binis utrinqi fibulis ab extrema parte di-
ftinebantui'. Quibus difclufis, atque in contrariam partem reuinólis, tanta erat operis fìrmitu
do, atque ea rerum natura, ut quo maior uis aqua? feincitauiffet, hoc arcìrius illigata tenerentur.
Hxedirecìrainieólamateriacontexebantur,aclonguriis,cratibufqj confternebantur. Ac ni-
fi ilo feciusfublica? ad inferiorem partem fluminis oblique adiungebantur, quf prò Arietetubie-
ra?, & cum omni opere eoniunóte uim fluminis exciperent. Et alice item fupra pontem medio -
cri fpacio, ut fi arborum tranci, fiue naues deiiciendi operis caufa effent à Barbaris miffediis de-
fgnforibus earum rerum uis mirmeretur 3 neu Ponti nocerent,
Ilfenfo,
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T E R Z O,                                           13
Il fenfò delle quali parole è, che egli ordinò un Ponte in quella maniera. Giugneua infie-
me due traui, grolfe un piede e mezohina, diftanti due piedi tra fé, acute alquanto nella parte
di lotto, e lunghe fecondo che richiedeua l'altezza del fiume :&hauendo con machine affer-
mate quefte traui nel fondo del fiume, le ficcaua in quello col battipalo non diritte à piombo,
ma inchinate, di modo che fteffero pendenti à feconda dell'acqua. All'incontro di quefte, nel-
la parte di lòtto del fiume per Ipacio di quaranta piedi, ne piantaua due altre gionte infieme nel-
Tiftelfa maniera, piegate contra la forza, & l'impeto del fiume. Quefte due traui, tramefleui
altre traui grolle due piedi, cioè quanto elle erano diftanti tra fé ; erano nell'eftremità loro tenu-
te dall'una, e dall'altra parte da due fibule, lequali aperte,? & legate al contrario, tanto grande
era la fermezza dell'opera, & tale era la natura di tai cofe, che quanto maggior foffe ftata la for-
za dell'acqua, tanto più ftrettamente legate infieme fi teneflero. Quefte traui erano teffute con
altre traui, e coperte di pertiche, & di gradici. Oltra di ciò nella parte di fotto del fiume fi ag-
giogneuano pali piegati, iquali fottopofti in luogo di Ariete, & congionti con tutta l'opera refi-
fteifero alla forza del fiume. Et medefimamente ne aggiogneuano altri nella parte di (òpra del
Ponte, lafciatoui mediocre Ipacio :accioche fé tronchi d'arbori', ouero uafcelli foflero da Bar-
bari mandati giù per il fiume per minar l'opera, con quelli riparili feemaffe lalor uiolenza, di
modo che non noceffero al Ponte. Cofi defcriue Cefare il Ponte ordinato da lui fopra il Rheno,
allaqual defcrittione panni molto conforme la inuentione che fegue ? unte le cui parti fono con-
trafegnate con lettere.
A,  Sono le due traui gionte infieme, grofle un piede e mezo, alquanto acute di fot-
to , ficate nel fiume non diritte, ma piegate à feconda dell'acqua : & diftanti tra
fé due piedi.
B,  Sono le altre due traui pofte nella parte di fotto del fiume all'incontro delle già
dette,e diftanti da quelle per Ipacio di quaranta piedi, & piegate contra il corfo
dell'acqua.
H, E la forma da per fé di una delle dette traui.
C,  Sono le traui grolfe per ogni uerlò due piedi, che faceuano la larghezza del Pon-
te j laqual era quaranta piedi.
I, E'unadelle dette traui,
D,  Sono lefibule ,lequali aperte, cioè diuife l'una dall'altra, &f legate al contra-
rio , cioè una nella parte di dentro, e l'altra nella parte di fuori ; una (òpra, e l'al-
tra fotto delle traui grofse due piedi, che faceuano la larghezza del ponte ; ren-
deuano tanto grande la fermezza dell'opera, che quanto era maggiore la uiolen
za dell'acqua,e quanto più era carico il ponte,tanto più ella fi uniua,e fi fermaua.
M, E* una delle fibule,
E,  Sono le traui, che fi poneuano per lalunghezza del Ponte ■> & fi copriuano di per-
tiche, & digradici,
F3 Sono i pali pofti nella parte di lotto del fiume, iquali piegati, e congionti con
tutta l'opera refifteuano alla uiolenza del fiume.
Gj Sono i pali polli nella parte di fopra del Ponte, acciò lo difendefsero, fé da gli ini
mici fofsero mandati giù per il fiume tronchi d'arbori, ouer naui per minarlo.
k, Sono due di Quelle traui che infieme congionte fi cacciauano nel fiume non di-
ritte ma piegate,
L> E'lateftadellatraue3ehe faceua la larghezza del Ponte,
1
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;
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TERZO.
I?
DEL PONTE DEL CISMONE. Cap. VII.
L Cifmoneèun fiume,ilquale fendendo dai Monti, che diuidono la Italia
dalla Germania entra nella Brenta alquanto fopra Baffano ; e perche egli è ue-
locisfimo, e per lui i montanari mandano giù grandisfima quantità di legnami,
fi prefe rifolutione di fami un Ponte, fenzaporre altrimenti pali nell'acqua.
Percioche le traui, che ui fi ficcauano, erano dalla uelocità del corfo del fiu-
me, e dalle percofle deifasfi,ede gli arbori, che da quello continuamente
fono portati ali'ingiù, mofTe, & cauate : Onde faceua bifogno al Conte Giacomo Angaran-
no, ilquale è patrone del Ponte, rinouarloogn'anno. La inuentione di quello Ponte a mio
giudicio è molto degna di auertimento, perche potrà feruire in tutte le occafioni, nelle quali fi
haueifero le dette difficultà ; & perche i Ponti cofi fatti uengono à effer forti, belli, e commodi :
forti perche tutte le loro parti fcambieuolmente fi foftentano: belli perche la tesfitura de'legna
mi è gratiofa ; & commodi, perche fono piani, e fotto una ifteffa linea col rimanente della (Ira
da. Il fiume nel luogo oue fi ordinò quello ponte, è largo cento piedi. Si diuife quella lar-
ghezza in feì parti eguali, &oue è'1 termine di ciafcuna parte (fuor che nelle ripe, lequali fi for-
tificarono con due pilaftii di pietra) fi pofero le traui, che fanno il letto, e la larghezza del pon-
te ; lòpra lequali, lafciatoui un poco di Ipacio nell'eftremità loro,fipofero altre traui per il lungo,
lequali fanno le fponde : fopra quelle, al diritto delie prime fi diipofero dall'una, e l'altra parte,
i colonnelli (cofi chiamiamo uolgarmente quelle traui, che in limili opere fi pongono diritte in
piedi ). Quefti colonnelli fi incatenano con le traui,lequali ho detto, che fanno la larghezza del
ponte, con ferri, che nominiamo Arpici, fatti paffareperunbucco fatto à quello effetto nelle
telle delle dette traui, in quella parte, che auanza oltra le traui che fanno le fponde. Quelli Ar-
pia; perche fono nella parte di fopra à lungo i detti colonnelli diritti, epiani, eforati in più lo-
chi, & nella parte di fotto uicino alle dette traui grosfi, e con un fol foro affai grande ; furono in-
chiodati nel colonnello, e ferrati poi di lotto con llanghette di ferro fatte à quello effetto, onde
rendono in modo unita tutta l'opera, che le traui, che fanno la larghezza, e quelle delle (pen-
de fono come di un pezzo con i colonnelli, & in tal modo uengono i colonnelli àfoftentar le tra
ui, che fanno la larghezza del ponte ; e fono poi esfi follentati dalle braccia,che uanno da un co-
lonnello all'altro : onde tutte le parti l'una per l'altra fi foftentano, e tale uieneà effer la lor na-
tura, che quanto maggior carico è fopra il ponte, tanto piùfiftringonoinfieme,e fanno mag-
gior la fermezza dell'opera. Tutte le dette braccia, e l'altre traui, che fanno la tesfitura del pon
te non fono larghe più di un piede, ne groffe più di tre quarti. Ma quelle traui che fanno il letto
delponte,cioèchefonopofteper illungo,fono molto piùfottile.
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v i b a o
Il
A, E* il fianco del ponte,
$, I pilaftri, che fono nelle ripe ,
C,  Le tefte delle traui che fanno la larghezza,
D,  Le traui che fanno le fponde,
E,  Icolonnelli,
p, Le tefte de gli arpefi con le ftanghette di ferro.
G, Sono le braccia, lequalicontrattando l'uno all'altro foftentanotuttaropera*
H, E'la Pianta del Ponte,
I, Sono le traui che fanno lalarghezza, & auanzano oltrale fponde,preifo allequali
fi fanno i buchi pergliarpefi.
k, S ono i trauicelli ? che fanno la uia del Ponte.
PI TRE ALTRE INVENTIONI SECONDO LE OVALI SI PON-
no fare i ponti 4i legno fenzaporre altrimentipali nel fiume. Cap. VIII.
I ponno farei ponti di legno fenzaporre pali nell'acqua, come è fatto'il Pon-
te del Cifmone, in tre altre maniere, delle quali, perche fono di bellissima in*
uentione $ non ho uoluto lafciar di porre i difegni ; tanto più che facilmente fa-
ranno intefe da ciafcuno, c'harrà apprefo i termini ufati nel detto ponte del Gif
mon,perche ancor quefticonfiftono di traui porte per la larghezza,dicolonnel
____________ H}~- bracciali arpefi, e di traui pofte per il lungo, che fanno le fponde. I ponti
adunque, fecondo la prima inuentione fi faranno in quefto modo. Fortificate le ripe con pila-
ftri fecondo che ricercherà il bifogno,fi porrà alquanto difcofto da quelle una delle traui,che fan
no la larghezza del Ponte, e poi fi difporranno fopra di lei le traui, che fanno le fponde, lequali
con un capo loro aggiongeranno fopra la ripa, & à quella s'affermeranno : di poi fopradi quefte,
al diritto della traue pofta per la larghezza, fi porranno i colonnelli, iquali fi incateneranno alle
dette traui con Arpefi di ferro, e faranno foftentati dalle braccia affermate molto bene ne i capi
del ponte, cioè nelle traui che fanno le fponde, fopra la ripa : dapoi, lafciatoui tanto fpacio,quart
tro farà flato lafciato dalla detta traue della larghezza alla ripa ; fi porràl'altra traue della larghez-
za^ medefimamente s'incatenerà con le traui,che fopra quelle fi porranno per il lungo del pon-
te^ con i colonnelli » & i colonnelli faranno fbftentati dalle lor braccia : e cofi fi andarà facendo
di ordine in ordine quàto farà di meftieri,offeruando fempre in quefti tai ponti,che nel mezo del
lalarghezza del fiume uenga un colonnello,nelqual le braccia di mezo s'incontrino : e fi porran-
no nella parte di fopra de' colonnelli altre traui, lequali giognendo da un colonnello all'altrp, li
teniranno infieme uniti,e faranno con le braccia pofte ne' capi del ponte portione di cerchio mi-
nor del mezo circolo. Et in quefto modo facendo ogni braccio foftenta il fuo colonnello,^ ogni
colonnello foftenta la traue della larghezza, e quelle, che fanno le fponde,onde ogni parte fente
il fuo carico. Vengono quefti cofifatti'ponti a effer larghi ne' capi loro, e fiuanno reftrignendo
uerfo il mezo della lor lunghezza. Di quefta maniera non uè n'è alcuno in Italia, ma ragionan-
doneio conMefTer AlefTandro PÌcheroniMirandokfe,egli midiifedihauerne ueduto unoin
Germania,
A, E: l'alzato del fianco del Ponte,
B> Sono le tefte delle traui che fanno la larghézza,
C, Sono le traui pofte per la lunghezza,
P, Sono i colonnelli,
E, Sono le braccia,che affermate nelle traui della lunghezza foftentano i colonnelli»
E, Sono le traui che legano un colonnello con l*altro,e fanno portione di cerchio.
G, E'ilfundodelFiume.
J3, E' La pianta del detto Ponte.
I ? Sono le prime traui,lequali da un capo fono foftentate dalla ripa,e dall'altro dalla
prima traue della.larghezza,
IH                                                          k, Song
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TERZO.                                     17
k, Sono le feconde trauijlequali fono foftentate dalla prima, e dalla feconda traue
della larghezza.
L5 Sono le terze traui 3 lequali fon foftentate dalla feconda, e dalla terza traue della
larghezza.
Sono poi quefte traui, che fanno lalarghezza (come ho detto) foftentate da' co
lonnellij à iquali fono incatenate ; & i colonnelli dalle braccia.
L A inuentione del pontexhe fegue; ha la parte di fopra, laquale è quella,che foftenta tutto il
caricojfatta di portione di cerchio minore del raezo circolo,& ha le braccia,che uanno da un co-
lonnello all'altrojcofi ordinatele nel mezzo de fpacij,che fono tra 1 colonelli,s'incrocciano.Le
traui, che fanno il fuolo delPonte;fono incatenate à i colonnelli co arpefi,come nelle inuentioni,
di fopra. Per maggior fortezza fi potrbbono aggiogner due traui per ogni capo del pontejequav
ìi affermate ne pflaftri con un capo, con l'altro arriuaffero fotto 1 primi colonelli, percioche aiu-
Jerebbono molto à foftentar il carico del ponte.
CCC A, Ev
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e :\            Ai E' il diritto del Ponte per fianco.                                          ": ri
B, Sortole traui, che fanno le (ponde del ponte.
£.'-'-:■ ■:;■:■' C, Sonoleteftedelletraùi,chefannolalarghezza.
                           1
P, Sono i colonnelli,
e: ; Ej Spno le braccia 5 cioè gli armamenti del ponte.
                      2
F,   Sono le traui, che polle fotto il ponte ne i capi aiutano àfoftentar il carico,
G,  E'ilfuolodelponte.
H? E'il fondo del fiume.
QV E S T' V L TIM A inuentione fi potrà fare con più, e con manco arco di quèllo,ch'è di-
fegnato, fecondo che ricercherà la qualità de fiti, e la grandezza de' fiumi. La altezza del pon-
te, nella qual fono gli armamenti, o uogliam dir le braccia, che uanno da un colonnello all'altro;
fi faràper la undecima parte dellalarghèzza delfiume. Tutti i cunei che fono fatti da i colonnel
li risponderanno al centro, ilche faràl'opera fortisfima :'& i colonnellifoftenteranno le traui po-
fte per la larghezza, e per la lunghezza del ponte, come ne fopradetti. I ponti di quefte quattro
maniere fi potranno far lunghi quanto richiederà il bifogno/acendo maggiori tutte le pani loro
àproportione *
A? Ev il diritto del ponte per fianco.
B,  E'ilfuolodelponte.
C,  SonoiColonnelli.
p, Sono le braccia,che armano, e foftentano i colonnelli.
È, S ono le tefte delle traui, che fanno la larghezza del ponte.
F, E1 il fondo del fiume.
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TERZO.
DEL PONTE DI BASSANO.
*9
Cap. IX.
j R E S S O à Badano terra porta alle radici dell'Alpi,che feparano la Italia dalla
Magna ; ho ordinato il Ponte di legname, che fegue,fopra la'Brenta fiume ue-
locisfimo, che mette capo in mare uicinoà Veneriate fu dagli antichi detto
Meduaco, alquale(come racconta Liuio nella flia prima Deca ( Cleonimo
Spartano uenne con l'armata auanti la guerra Troiana. Il fiume, nel luogo
__________doue è flato fatto il ponte, è largo cento e ottanta piedi. Quefta larghezza fi
•diuife in cinque parti eguali jpercioche fortificate molto bene tutte due le ripe, cioè i capidel
ponte con traui di Rouere,e di Larice,fi fecero nel fiume quattro ordini di pali, dittanti l'uno dal
l'altro trentaquattro piedi, e mezo. Cialcuno di quelli ordini è di otto traui lunghe trenta pie-
di , grolle pei' og ni uerfo un piede e rriezo, e dittanti l'una dall'altra due piedi ; onde tutta la lun-
ghezza del ponte uenne àefler diuifa in cinque fpacij ; & la larghezza fua di uentifei piedi. So-
pra i detti ordini fi pofero alcune traui lunghe fecondo la detta larghezza (quefta forte di traui
cofi pofte uolgarmente fi chiamano Correnti) lequali inchiodate alle traui fite nel fiume le tengo
no tutte infieme congiontc, & unite,fòpra quefti correnti al diritto delle dette traui, fi dilpofèro
otto altre traui, lequali fanno la lunghezza del ponte, e giongono da un'ordine all'altro : e per-
che la diftanza tra detti ordini è molto grande, onde con difficultà le traui pofte per il lungo hau
rebbono potuto reggere il carico, che lor fotte flato pofto fòpra, quando fotte flato molto ; fi pò
fero tra quelle & i correnti alcune traui, che feruono per modiglioni, e fbflentano parte del cari-
co : oltre acciò fi ordinarono altre traui, lequali affermate in quelle, ch'erano fite nel fiume,e pie
gate l'una uerfo dell'altra, andaflero à unirli con un'altra traue polla nel mezo della detta diftan-
zafbtto ciafcuna delle traui della lunghezza. Quefte traui cofi ordinate rendono l'afpetto di
un'arco, ilqualehabbia di frezza la quarta parte del fuo diametro ;& in tal modo l'opera riefce
bella per la forma, e forte, per uenir le traui, che fanno la lunghezza del Ponte ; à efler doppie
nel mezo. Sopra quefte fono pofte altre traui per trauetfo, lequali fanno il piano, ò fuolo del
ponte, & fportano con le lor tefle alquanto fuori del rimanente dell'opera, e paiono i modiglio-
ni d i una cornice. Nell'una, e l'altra fponda del ponte fono ordinate le colonne,che {ottengo-
no la coperta, e feruono per loggia, e fanno tutta l'opera commodisfìma, e bella.
E'ia linea della fuperficie dell'acqua.
E' il diritto del fianco del ponte.
Sono gli ordini delle traui fitte nel fiume.
A,
B,
Q
D,
Sono le tefle de Correnti.
Sono le traui, che fanno la lunghezza del poute,fopra lequali fi uedonole tefte
di quelle,che fanno il fuolo.
E,  Sono le traui, che pendenti una uerfo l'altra, uanno à unirfi con altre traui pofte
nel mezo della diftanza, ch'è tra gli ordini de'pali, onde nel detto luogo uengo-
no a efler le traui doppie.
F,  Sono le colonne, che foftentano la coperta.
G,  E il diritto di uno de'capi del ponte.
H, E' la pianta de gli ordini de' pali con i fperoni, iquali non lafciano, che detti pali
fiano percosfi da i legnami, che uengono giù per il fiume.
I> E'la fcala di dieci piedi, con laquale è mifurata tutta l'opera.
CCC a DE
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LIBRO
D I Q_V ELIO
Cap. X.
DE I PONTI DI PIETRA,
che nell'edificarli fi deue ofleruare.
E CE R O prima gli huominii ponti di legno, come quelli, che alla lor pre-
fentenecesfitàattendeuano folamente : ma poiché cominciarono ad hauer ri-
guardo all'immortalità de lor nomi ; & che le ricchezze diedero loro animo, e
commodità à cofe maggiori,cominciarono à farli di pietra,iquali fono più du-
rabili , di maggior fpefa,e di più gloria à gli edificatori., In quefti, quattro par
ti fi deuono confiderai, cioè, i capi, che nelle ripe fi fanno : i pilaftri, che nel
fiùmellfbndano : gli archi, che fono foftentati da detti pilaftri : & il Pauimento, ilqual fi fa fo-
pra gli archi. I capi de' ponti deuono farfi fermisfimi, e fodi ; conciofiache non folo feruino a fo
ftener il carico de gli archi, come gli altri pilaftri, ma di più tenghino unito tutto il Ponte, e non
Jafciano che gli archi fi aprano : e però fi faranno oue le ripe fiano di pietra ,ouero almeno di
terren
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T E R Z O.
31
terren lodo, e nonpotendofi hauer cofi fatte ripe per lor natura fermis/ìme,.fifaranno ferme? e
forti con l'arte, facendoui altri pilaftri, & altri archi, onde fé le ripe foffero dall'acqua minate»
non rimanefTe la uia alponte interrotta. I pilaftri, che fi fanno per la larghezza del fiume ; de-
uono effer di numero pari ; fi perche ueggiatno che la natura ha prodotto di quefto numero tutte
quelle cofe, che effendo più d'una, hanno da fo (tentar qualche carico, fi come le gambe de gli
huomini, e di tutti gli altri animali ne fanno fede .-come anco perche quefto tal compartimento
è più uago da uedere, & rende l'operapiù ferma : percioche il corfo del fiume nel mezo,nel qual
luogo naturalmente egli è più ueloce, per effer più lontano dalle ripe ; è libero, e non fa danno à
pilaftri col continuo percoterli. Deuonoi pilaftri cofi effer compartiti, che uenganoà cadere
in quella parte del fiume, oue il corfo dell'acque fia meno ueloce. Il maggior corfo dell'ac-
que è doue fi adunano quelle colè, che fòpranotano, ilche nel crelcer de fiumi fi conofee facilisfi
inamente. Le lor fondamenta rifaranno in quel tempo dell'anno, che l'acque fono più fecche,
cioè nell'Autunno : & fe'l fundo del fiume farà di faffo, ò di tofo, ouero di fcaranto, ilquale ( co-
me ho detto nelprimo Libro) è una forte di terreno, chetiene in parte della pietra ; fi harranao
le fondamenta fenza altra fatica dicauamento ; perche quefte tai forti di fondi fono buonisfimo
fondamento perle llesfi. Mafe'lfondo delfiume farà ghiara, ouero labbia, fi cauerà tanto in
«quello,che fi troui il lodo terreno ; e quando ciò foffe difficile,!! cauerà alquanto nell'arena,ouer
nella ghiara, e poi ui fi faranno le palificate di pali di rouere,iquali con le punte di ferro, chea
lor Ci faranno,giongano nel fondo lodo, e fermo. Per fondare i pilaftri fi deue chiud ere una par
te delfiume folamente, & in quella fabricare, accioche per l'altra parte laici ata aperta l'impeto
dell'acqua habbia il fuo corlb ; e cofi andar facendo di parte in parte. Non deuono effere i pi-
laftri più lottili della fefta parte della larghezza dell'arco ; ne ordinariaméte più grosfi della quar
ta. Si faranno con pietre grandi, lequali fi congiogneranno infieme con arpefi, e con chiodi di
ferro, ouer di metallo : accioche con tali incatenamene uengano à effer come tutti di un pezzo.
Le fronti de pilaftri fi fogliono far angulari, cioè che habbiano nell'eftremità loro i'angulo retto,
e fi fanno anco alcuna uolta à mezo cerchio ; accioche fendine l'acqua, e facciano che quelle co
le, lequali fono dal fiume con impeto portate all'ingiù, percotendo in loro fi lontanino da' pila-
ftri , e pasfino per mezo dell'arco. Gli archi fi deuono far ben fermi, e forti, & con pietre gran-
di, lequali fianobenisfimocommefTe infieme; accioche posano refiftere al continuo paffar de'
carri, e reggere al pefo,cheperqualche accidente farà condutto lor Ibpra. Quelli archi fono
fortisfimi,chefi fanno di mezo cerchio ^perche pofanofbpra i pilaftri, e non fi urtano l'uni'al-
tro: ma fé per la qualità del fito, e per la dilpofition de'pilaftri, il mezo cerchio intiero per la
troppo altezza offendeffe,facendo lafalita del ponte difficile ; fiferuiremo del diminuito,facen-
do gli archi c'habbiano di frezza il terzo del lor diametro, e fi faranno in tal calo le fondamenta
nelle ripe fortisfime. Il pauimentode'pontifideuelaftricare,in quell'iftelfo modo che fila-
ftricano le uie, dellequali è flato detto di Ibpra: onde elfendofiueduto quanto fi deue auertire
nell'edificare i ponti dipietra, è tempo che pasfiamo a' difegni.
DI ALCVNI PÓNTI CEL E Bl I E DM I C A T I
da gli Antichi, e de'difegni del ponte di Rimino.
               Cap, XI.
O LTI ponti furono edificati da gli antichi in diuerfi luoghi ; ma in Italia,e fpe
cialmente fòpra il Teuere affai ne edificarono, de quali alcuni fi uedono intie-
ri , e d'alcuni altri fono rimali i ueftigi antichi folamente. Quelli, che fi ue-
dono ancora tutti intieri fopra il Teuere; fono quel di Caftel Santo Angelo,
giàchiamato Heliodalnomedi Helio Adriano Imperadore, ilquale edificò
IJU^j quiui la fua fepoltura. Il Fabricio, edificato da Fabricio, hoggi detto ponte
quattro capi dalle quattro tefte di Giano, ouer di Termine, lequali fono polle a man finiftra en-
trando in elfo ponte : per quello ponte l'Ifola del Teuere fi congiogne alla città. Il Cellio hoggi
detto
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ti                                             LIBRO
detto di San Bartolomeo, ilquale dall'altra banda dell'Ifola paffa in Tranfteuere. Il Ponte det-
to Senatorio da' Senatori, & Palatino, dal Monte che glie uicino,fatto di opera ruftica ; che ho-
f a fi chiama di Santa Maria. Ma quei ponti, de' quali fi uedono nel Teuere i ueftigi antichi fo-
lamente,fòno, il Sublicio, detto anco Lepido da Emilio Lepido, che eifendo prima di legno lo
fece dì pietra, & era uicino à Ripa : Il trionfale, i cui pilaftri fi ueggono rincontro alla Chiefa di
Santo Spirito : il Ianiculenfe, cofi chiamato per effer uicino al Monte Ianiculo, ilquale perche è
flato riftaurato da Papa Sifto 1111 » hora fi dimanda Ponte Sifto ; & il Miluio hoggi detto Pon-
te Molle, pofto nella uia Flaminia lontano da Roma poco meno di due miglia, ilquale non ritie-
ne altro di antico, che li f ondaméti, e dicono che fu edificato al tempo di Siila da M.Scauro Cen
fore. Si uedono anco le mine di un ponte edificato da Augufto Cefare di opera ruftica fbprala
Nera fiume uelocisfimo appreifo Narni. E fopra il Metauro nell'Vmbria à Calgi fé ne uede un'al
tro di opera ruftica fimilmente con alcuni contraforti nelle ripe, che foftentano la ftrada, e lo fan
no fortisfimo. Ma tra tutti i ponti celebri, per cola marauigliola è ricordato quello, che fece far
Caligola da Pozzolo à Baie in mezo del mare di lunghezza poco meno di tre miglia, nelquale di
cono ch'egli Ipefe tutti i denari dell'Imperio. Grandisfimo anco, e degno di merauiglia fu
quello, che per foggiogare i Barbari edificò Traiano ibprail Danubio rincontro alla Tranfilua-
nia, nelquale fileggeuano quelle parole.
PR.OVIDENTIA AVGVSTI VERE PONTIFI-
CIS VIRTVS ROMANA Q_V I D NON D O M
E T?
SVB IVGO ECCE RAPIDVS ET DANVBIVS.
Quefto ponte fu poi minato da Adriano accioche i Barbari non potettero pattare à danni del-
le prouincieRomane,e i iuoi pilaftri fi uedono ancora in mezo del fiume.Ma cóciofiache di quan
ti ponti io habbia ueduro, mi pare il più bello, &ilpiù degno di confideratione fi per la fortez-
za , come per il fuo compartimento,quello, che è à Rimino Città della Flaminia, fatto edificare,
per quel ch'io credo ; da Augufto Cefare ; ho pofto diluii difegni, iquali fono quelli, che feguo-
no. Egli è diuifb in cinque archi, itre di mezo fono eguali, di larghezza di uenticinque piedi ;
&i due acanto le ripe fono minori, cioè larghi Cólo uenti piedi : fono tutti quefti archi di mezo
circulo, & il lor modeno è per la decima parte della luce de' maggiori, e per l'ottaua parte della
luce de' minori. I Pilaftri fono grosfi poco meno della metà della luce de gli archi maggiori.
L'Angolo de' fperoni, che tagliano l'acqua, è retto, ilche ho offeruato che fecero gli antichi in
tutti i ponti, perche egli è molto più forte dell'acuto, e però manco efpofto à efler ruinato da gli
arbori, ouer da altra materia, che uenifle portata all'ingiù dal fiume. Al diritto de' pilaftri ne i
lati del ponte fono alcuni tabernacoli, ne quali anticamente doueuano elfer ftatue : fopra que-
fti tabernacoli perla lunghezza del poute u'è una cornice, laquale ancora che fia fchietta,fa però
pn bellisfimo ornamento a tutta l'opera.
A,  F la detta cornice che è fopra i tabernacoliper la lunghezza del ponte.
B,  E' la fuperficie dell'acqua.
C,  E" il fondo del fiume.
D3 Sono piedi dieci, con iquali è mifurato quefto ponte.
DEL
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LIBRO
VICENZA,
H
IL
CH'E' SOPRA
Cap. XII.
DEL PONTE DI
Bacchiglione,
ASS ANO per Vicenza due fiumi, l'uno de'quali è detto il Bacchigliene, e
l'altro il R erone. Il Rerone nell'ufcir della Città entra nel Bacchiglione,e per-
de fubito il nome. Sopra quefti fiumi fono due ponti Antichi ; di quello, ch'è
fopra il Bacchigliene fi uedono i pilaftri, & un'arco ancora intiero appreflo la
chiefa di S.Maria de gli Angioli ; il rimanente è tutto opera moderna. E' que-
,.,M_-^..~r^gg;a3< fio ponte diuifo in tre archi, quel di mezo è di larghezza di trenta piedi ; gli al
li due fono largni folo piedi uentidue, e mezo ; ilchefu fatto acciò che'l fiume haueffe nel mezo
piùliberoilfuocorfo, I Pilaftri fono grosfi per la quinta parte della luce de'uolti minori,e per
Jafefta del maggiore. Gli archi hanno di frezza la terza parte del lor diametro ; il lormodeno è
graffo per la nona parte de i uolti piccioli j e per la duodecima di quel di mezo, e fono lauorati a
foggia di Architraue , Nell'eftreme parti della lunghezza de' pilaftri, fottol'impofte de gli ar-
chi,.{portano in fuori alcune pietre ,iequali nel fabricare il ponte feruiuano per foftener le traui,
fopra kquali fi faceua l'armamento de' uolti: & in quefto modo fi fuggina il pericolo che crefcen
do il fiume non portarle uia i pali con ruina dell'opera, iquali facendoli altrimenti, farebbe flato
bifognoficcar nel fiume, per far il dett'armamento.
A) E*lafpondadelponte.
C,  E'il modeno de gli archi.
D,  Sono le pietre,che efeono fuori delrimanente de' pilaftri, e feruono à far l'arma
mento de'uolti.
Ej Sano i capi del ponte»
r                                                          DI VN
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TE R Z O.
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DI V N PONTE
inuentione.
DI PIETRA DI MIA
Gap. XIII.
[ELISISSIMA à mìo giudicio è la inuentione dei Ponte, che fegue ; e mol-
to accommodata al luogo, oue fi doueua edificare : ch'era nel mezo d'una cit-
tà, laquale è delle maggiori, e delle più nobili d'Italia ; & è Metropoli di mol-
te altre Città ; e ui fi fanno grandisfimi trafichi, quafi di tutte le parti del mon-
do. Il fiume è larghisfimo,& il Ponte ueniuaàeffer nel luogo apponto ,oue
fi riducono i mercanti à trattare i loro negocij.. Però per feruar la grandezza,
la dignità della detta Città, e per accrefcerle anco grosfisfima rendita, io faceua fopra del pon
^ per la larghezza fua ; tre ftrade : quella di mezo ampia, e bella : e l'altre due, ch'erano una per
banda ; alquanto minori. Dall'una,e dall'altra parte di quefteftrade io uiordinaua delle bot
*eghe: di modo che uè ne farebbono flati fei ordini. Oltre acciò ne'capi del Ponte, e nel me-
*o, cioè fopra l'arco maggiore ; ui faceua le loggie ; nellequali fi farebbono ridotti i mercatanti
a negociarinfiemej&harebbono apportato commodità e bellezza grandisfima. Alle loggie,
che fono ne' capi, fi farebbe falito per alquanti graài ; & al piano di quelle farebbe flato il {itolo,
o pauimento di tutto il rimanente del Ponte. Non deue parer cofa nuoua che fopra Ponti fi fac
ciano delle loggie : percioche il Ponte Elio in Roma, delquale s'è detto à fuo luogo ; era antica-
mente ancor egli coperto tutto di loggie con colonne di Bronzo, con ftatue, e con altri mirabili
ornamenti : oltre che in quefta occauone, per le cagioni dette di fbpra > era quafi necèflario il far
le. Nelle proportioni de' pilaftri, e de gli archi s'è ofleruato quell'ifteflb ordine, e quelle ifteffe
l'egole, che fi fono offeruate ne' ponti pofti di fopra s e ciafcuno da per fé potrà facilmente ritro-
varle.
*>ARTI della Pianta.
A,  E! la ftrada bella, & ampia fatta nel mezo della larghezza del Ponte.
B,  Sorto le ftrade minori.
C,  Sono le botteghe.
D,  Sono le loggie ne' capi del Ponte.
E,  Sono le fcale, che portano fbpra le dette loggie.
F,  Sono le loggie di mezo fatte fopra!arco maggiore del Ponte.
L E parti dell'Alzato corrifpondono à quelle della pianta, e però lènza altra dichiaratione fi
lafciano facilmente intendere.
C, E* il diritto dellebotteghenellapartedifuori,cìoèfbprail fiume : e nell'altra ta-
uola, ch'è all'incontro ; appare il diritto delle ifteffe botteghe fopra le ftrade.
G,  E1 la linea della fuperficie dell'acqua.
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DI V N A L T R O P O N T E D I M I A
ìnuentione.                 Cap. XIIII.
ICERCATO da alcuni gentirhuominidelparer mio circa un Pon-
te , ch'esfi difegnauano far di pietra ; feci loro la fottopofta inuentione. Il fiu-
me nel luogo, o uè fi doueua fare il Ponte ; è largo cento, e ottanta piedi. Io
diuideua tutta quefta larghezza in tre uani, e faceua quel di mezo largo felfan-
ta piedi ; e gli altri due, quarantotto l'uno. I pilaftri, che reggeno i uolti;
ueniuanodigrolfezza di dodici piedi ; e cofi erano grosfiper la quinta parte
del uano di mezo, e per la quarta de' uani minori : io alteraua in loro alquanto le mifure ordina-
rie facendoli molto grosfi, e che ufciffero fuori del uiuo della larghezza-dei Ponte ; perche me-
glio poteffero refiftere all'impeto del fiume, ilquale è uelocisfimo ; & allepietre, & a i legnami,
che da quello fono portati àll'ingiu. I uolti farebbono flati di portione di cerchio minore del
mezo circolo ; acciò che la falita del ponte folfe fiata facile, e piana. Io faceua il modeno
de gli archi per la decimafettima parte della luce dell'arco di mezo , e per la quartadecima
della luce de gli altri due. S'haurebbe quello ponte potuto ornar con nicchi al diritto de' pila-
Uri^ con ftatue, e ui farebbe ftata bene à lungo ifuoi lati una cornice ;ilche fi uedeche fecera
alcuna uolta anco gli Antichi, come nel ponte di Rimino ordinato da Augufto Cefare, i cui di-
legni fono flati polli di fopra.
A,  E*lafuperficiedell'acqua.
B,  E'il fondo del fiume.
C,  Sono le pietre, che {portano in fuori per l'ufo fbpradetto.
• D, Eia fcala di diece piedi, con laquale è mifurata tutta l'opera.
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PEL PONTE DI VICENZ A, C H' E1
fopra il Rerone.                        Gap. XV.
'ALTRO Ponte Antico, che, come ho detto, è in Vicenza foprailRe-
rone ; fi chiama uolgarmente il ponte dalle Beccane, perche egli è appretto il
Macello maggiore della Città. E quefto ponte tutto intiero, & è poco dif-
ferente da queLch'è fopra il Bacchigliene ; percioche ancor egli è diuifo in tre
archi, & ha l'arco di mezo maggior de gli altri due. Sono tutti quefti archi di
portione di cerchiò minore del mezo circolo, e non hanno lauoro alcuno: i pie
cioTi hanno di frezza il terzo della loro larghezza : quel di mezo è un poco meno. I pilaftri fo-
no grosfi per la quinta parte del diametro eie gli archi minori : & hanno nell'eitremità loro,fotto
1'impofta de gli archile pietfe,che (portano in fuori per le cagioni fopra dette. Sono l'uno è l'al-
tro di quefti ponti fatti di pietra da Coftoza, laquale è pietra tenera e li taglia con lafega come fi
fa il legno. D ell'iftefle proportioni di quefti due di Vicenza uè ne fono quattro in Padoua, tre de
quali hanno tre archi folamente ,• e fono, il Ponte A Itinà, quello di San Lorenzo, e quel ch'è det
to Ponte Coruo : & uno ne ha cinque, & è quel ch'è detto Ponte Molino : in tutti quefti ponti fi
uede eflerftataufataunafomma diligenza nel commettere infieme le pietre, ilche( come altre
uoite ho auertito ) fi ricerca fommamente in tutte le fabriche.
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TERZO.                                        ^x
DELLE PIAZZE, E DE GLI EPIFICII,
che intorno à quelle fi fanno,                    Cap, XVI.
L T R A le flrade, delle quali è flato detto di fopra, fa di meftieriche nel*-
le Città fecondo lalor grandezza fiano compartite più, e manco piazze, nelle
quali fi raunino le genti a contrattar delle cofe neceffarie, & utili à i bifogni lo-
ro ;&fi cornea diuerfi ufi fi attribuifcono, cofi deuefiàciafcuna dar proprio
luogo, e conueniente. Quelli tai luoghi ampij,cheperle Città fi laici ano;
oltra la detta commodità, che ui fi ratinano le genti à paleggiare, à trattenirfi,
& à contrattare ; rendono anco molto ornamento, ritrouandoii à capo di una ftrada un luogo
bello, e fpaciofo, dalquale fi ueda l'afpetto di qualche bella fabrica,e masfimamente di qualche
Tempio. Ma fi come torna bene che fiano molte piazze fparfe per la Città,cofi molto più è ne-
ceifario, & ha del grande, e dell'honoreuole, che uè ne fia una principalisfima, e che neramen-
te fi pofla chiamar publica. Qiaefte piazze principali deono farli della grandezza che ricerche-
ràla moltitudine de' cittadini, accioche non fiano piccioleal commodo,& all'ufo loro ;ouero
per il poco numero delle perfone non paiano dishabitate. Nelle Città maritane fi faranno ap-
preffo il porto : e nelle città,che fono fra terra, fi faranno nel mezo di quelle ; accioche fiano com
niode à tutte le parti della Città. Si ordineranno, come fecero gli Antichi sintomo allepiaz-
Ze i portichi larghi quanto (arala lunghezza delle lor colonne ; l'ufo de quali è per fuggir le piog
gie, le neui, & ogni noia della grauezza dell'aere, e del Sole : ma tutti gli edifici), che intorno
alia piazza fi fanno; non deuono effere (fecondo l'Alberti) più alti della terza parte deilalarghez
za della piazza, ne meno della fella :&ài Portichi fi falirà per gradi, iquali fi faranno alti per la
«quinta parte della lunghezza delle colonne. Gf andisfimo ornamento danno alle piazze gli ai*
chi, che fi fanno in capo delle ftrade, cioè nell'entrare in piazza, iquali, come fi debbono fare,
-& perche anticamente fi faceffero, e d'onde fi chiamalfero trionfali fi dirà diffufamente nel mio
Libro de gli archi, e fi porranno i difegni di molti : onde fi darà grandisfimo lume à quelli, che
.uolelferoà noftritempi,eperrauenire drizzar gli archi à Principi, àRè, &à Imperatori. Ma
ritornando alle piazze principali, deuono elfer à quelle congionti il palazzo del Principe, ouer
della Signoria, fecondo che farà ò Principato, ò Republica : la Zecca, e l'erario pub lieo ; doue fi
riponeilTheforo,&ildanaropublico :ele prigioni: quelle anticamente fi faceuano di tre for-
ti , l'una per quelli ch'erano fuiati, &immodefti, che fi teniuano, acciò che fuffero ammaeftrati,
laqualehora fi dà ài pazzi: l'altra era dei debitori, & quella ancofi ufa tra noi: la terza è doue
ftanno i perfidi, & rei huomini ò già condennati, ò per elfer condennati : lequai tre forti bada-
no , conciofiache i falli de gli huomini nafeano ò da immodeflia, ouer da contumacia, ouero da
peruerfità. Deuono elfer la Zecca, e le prigioni collocate in luoghi ficurisfimi, &prontisfimi,
circondate d'alte mura, eguardate dalleforze, e dalle infidiedeifeditiofi Cittadini. Deuono
farli le pregioni fané, e commode : perche fono fiate ritrouate per cuftodia, e non per fupplicio
e pena de ifcelerati,o d'altre forti d'huomini: però fi faranno le lor mura nel mezo di pietre ui-
Ue grandisiìme incatenate infieme con arpefi, e con chiodi di ferro, o di metallo ; e s'intoniche-
ranno poi dall'una e dall'altra parte di pietra cotta:perchecofifacendorhumiditàdella pietra
uiua non le renderà mal fané, ne perderanno della lor Acutezza. Si deuono anco far gli andidi
lor intorno, & le ftanze de icuftodiappreffo, acciò che fi poflàfentir facilmente s'alcuna cola i
pregioni maciulleranno. Oltra l'erario, e le pregioni deue congiognerfi alla piazza, la Curia la-
cuale è il luogo, doue fi ratina il Senato à confultar delle cofe dello flato. Quella deue farli di
quella grandezza, che parrà richieder la dignità, e moltitudine de'cittadini; e s'ella farà qua-
drata , quanto hauerà dilarghezza aggiognendoui la metà, fi farà l'altezza. Ma fé la fua forma
farà piti lunga, che larga, fi porrà infieme la lunghezza, e la larghezza, e di tuttala fummafipi-
gHerala metà, e fi darà all'altezza fin fotto la trauatura. Al mezo dell'altezza fi deuono far cor-
nicioni intorno à i muri, iquali fportino in fuori : acciò che la uoce di quelli, che disputeranno;
flon fi dilati nell'altezza della Curia, ma rebuttata in dietro meglio peruenga all'orecchie de gli
auditori,
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St                                             L I B R G
auditori. Nella parte uolta alla più calda regione del Cielo à canto la piazza, fi farà la Bafilica,
cioè il luogo doue fi rende Giuftitia, e doue concorre gran parte del popolo, & huomini da fa-
cende ; dellaquale tratterò particolarmente, poi c'harò detto come 1 Greci, & come i Latini fa-
ceuano le lor piazze, e di ciafcuna harò pofto i difègni.
DELLE PIAZZE DE I GRECI.         Gap. XVII.
GRECI ( come ha Vitruuio nel primo cap. del V. Lib.) ordinauano nelle lor
Città le piazze di forma quadrata, e faceuano lor intorno iportichi ampi), e
doppi), & di (beffe colonne, cioè diftantil'una dall'altra un diametro e mezo
di colonna;© al più, due diametri. Erano quelli portichi larghi quanto era
lalunghezza delle colonne, onde, perche erano doppi); il luogo dapaifeggia
re ueniua à effer largo, quanto erano due lunghezze di colonna, e cofi molto
commodo, & ampio. Sopra le prime colonne, lequali(hauendo riguardo al luogo, oue effe
erano ) per mio giudicio doueuano elTer di ordine Corinthio ; u'erano altre colonne, la quarta
parte minori delle prime ; quelle haueuano fotto di fé ilpoggio dell'altezza che ricerca la com-
modità: perche anco quefti portici di fopra fi faceuanoper poterui paffeggiar,e trattenerli,&
oue potelfero ftar commodaméte le peritone à ueder i fpettacoli che nella piazza, ò per diuotio-
ne,ò per diletto fi faceffcro. Doueano eifer tutti quefti portichi ornati di Nicchi con ftatue : per-
cioche i Greci molto di tali ornamenti fi dilettarono. Vicino à quefte piazze,benché Vitruuio,
quando ne infegna come elle fi ordinauano; non faccia mentione di quefti luoghi ;ui douea
eìfer la Bafilica, la Curia, le prigioni, e tutti gli altri luoghi, de quali s'è detto di fopra,che fi con-
giongono alle piazze. Oitra di ciò perche ( come egli dice al cap. VII.de! primo Libro ) ufarono
gli antichi di fare apprelfo le piazze i Tempi] confacrati à Mercurio, & à Ifide, come à Dei prefi-
denti à i negotij, & alle mercantie ; & in Fola Città dell'Iftria le ne ueggono due fopra la piazza,
l'uno fimile all'altro di forma,di grandezza, & di ornamenti ; io gli ho figurati nel difegno di que
ite piazze à canto la Bafilica : le piante e gli alzati de quali con tutti i lor membri particolari più
didimamente fiuederannonel mio Libro de Tempij,
A,  Piazza.
B,  Portichi doppi).
C,  Bafilica, oue i Giudici haueuano i lor tribunali.
D,  Tempio di Ifide.
E,  Tempio di Mercurio.
F,   Curia.
G,  Portico, e corticellaauanti la zecca.
H, Portico, e corticella auanti le prigioni.
I, Porta dell'Atrio, dal quale fi entra nella Curia.
k, Anditi intorno la Curia, per iquali fi uiene à i portici della piazza.
L, Il uoltar dei portici della piazza.
M, Il uoltar de i portici ài dentro.
N, Pianta de i muri de i cortili, de i Tempij.
P, Anditi intorno la Zecca, e le prigioni.
L' A L Z A T O, Ch'è dietro la Pianta, è di una parte della piazza.
DELLE
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TERZO.
35
1) E IL E PI AZZE DE' LATINI, Cap; XVIII.
ROM ANI} & gli Italiani (come dice Vitruuio al luogo fopradetto) parten-
doli dall'ufo de' Greci,faceuano le lor piazze più lunghe,che larghe: in modo,
chepartitalalunghezzaintreparti,didue faceuanola larghezza: percioche
dandoli in quelle i doni a i gladiatori, quella forma riufciua 1 or più commoda
della quadrata :& per quella caufà anco faceuano gli intercolunnij de'porti-
chi, ch'erano intorno alla piazza; di due diametri di colonna, & un quarto;
ouero di tre diametri: acciò che la uifta del popolo non foife impedita dalla fpeffezza delle co-
lonne . Erano i portichi larghi, quanto erano lunghe le colonne j & haueuano fotto le botteghe
de' banchieri. Le colonne di fbpra li faceuano la quarta parte meno di quelle di fotto : perche le
cofe inferiorijrilpetto alpefo,cheportano;deono elfer più ferme che le df,fopra come è flato det "
to nelprimo Lib. Nella parte uolta alla più calda regione del Cielo lituauano la Balilica,la qua-
le io ho figurata nel difegno di quelle piazze di lunghezza di due quadri: e nella parte di dentro
ni fono i portichi intorno, larghi per il terzo dello fpacio di mezò. Le colonne loro fono lun-
ghe quanto esfì fono larghi, e potriano farfi di che ordine più piaceffe. Nella parte uolta à Set
tentrione io ho polla la Curia di lunghezza di un quadro e mezo; lama altezza è per la metà del
la larghezza, e lunghezza unite infìeme;era quello il luogo, (come ho detto di fopra) oue fi
xaunaua il Senato àconfultar delle cofe dello flato.
A,  Scala à lumaca uacua nel mezo, che porta ne' luoghi di fopra.
B,  Andito per ilquale fi entra ne' portichi della piazza.
C,  Portichi, e corticella acanto la Bafilica.
g ■' > Luoghi per i banchieri, e per le più honorate arti della Città.
F,   Sono iluoghiperifecretarij, oue fi riponeffero le deliberationi del Senato.
G,  Le prigioni.
H,E41 uoltar de'portichi della piazza.
I, Entrata nella Bafilica per fianco.
k, E' il uoltar de' Portichi, che fono delle corticelle à canto la Bafilica.
T V T T E Le dette parti fono fatte in forma maggiore, e contrafegnate con Tifi-effe
littere.
L'ALI A T O, Che fegue in forma grande j è di una parte decortichi della piazza.
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D E L L E B ASILICHE A NT I C HE,
Cap. XIX.
chiamauano anticamenteBafilichequei luoghi,ne'quali ftauanoi Giudici
à render ragione à coperto, & oue alcuna uolta fi trattaua di grandine d'impor
tanti negotij : onde leggiamo che i Tribuni della plebe fecero leuar dalla Ba-
filica Portia, ch'era in Roma preffoal Tempio di Romolo,e R emo, c'hora èia
Chiefa di S.Cofmo,e Damiano ; nella qual rendeuano giuftitia ; una colonna,
__________ che impediualoro le fedie. Di tutte le Bafiliche antiche fu molto celebre, e
tenuta fra le colè marauigliofe della città, quella di Paulo Emilio, ch'era fra il Tempio di Satur-
no , e quello di Fauftina ; nellaqual eglifpefe mille e cinquecento talenti donatigli da Cefare ;
che fono, per quanto fi fa conto ; circa nouecentomila feudi. Deono farfi congionte allapiaz
za, come fu offeruato nelle fopradette, ch'erano tutte due nel Foro Romano ; e riuolte alla più
calda regione del Cielo : accioche i negociatori, & i litiganti al tempo del uerno fenza moleftia
de' cattiui tempi poffano à quelle trasferirfi,& dimorarui commodamente. Si deuono far lar-
ghe non meno della terza parte,ne più della metà della lor lunghezza, fé la natura del luogo non
ci impedirà, ouero non Afforzerà a mutar mifura di compartimento. Di quefti tali edifici j non
ci è rimafo alcun ueftigio antico : onde io fecondo quel, che ci infegna Vitruuio nel luogo ricor-
dato di fopra, ho fatto i difegni, che feguono ; ne' quali la Bafilica nel (pacio di mezo, cioè den-
tro dalle colonne ; è lunga due quadri. I portichi, che fono da' lati, & nella parte,oue è l'entra-
ta ; fono larghi per la terza parte del fpacio di mezo .Le lor colonne fono tanto lunghe,quanto
esfi fono larghi, e fi ponno fare di che ordine fi uuole .Io non ho fatto portico nella parte rin-
contro alla entrata,perche parmi che ui ftiamolto bene un Nicchio grande, fatto di portion di
cerchio minore del mezo circolo, nelquale fia il tribunale del Pretore,ouero dei Giudici, fé fa-
ranno molti, & ui fi afèenda per gradi acciò habbia maggior maeftà, e grandezza : non nego pe-
rò che n on fi poffano far anco i portichi tutto intorno ; come ho fatto nelle Bafiliche figurate ne"
difègni delle piazze. Per liportichi fi entra alle fcale, che fono da ilari del detto nicchio,lequa
li portano ne i portichi fuperiori. Hanno quefti portichi fuperiori le colonne la quarta parte mi-^
nori di quelle di fotto ; il poggio, ouero piedeftilo, che è tra le colonne inferiori, e le difopra ;
fi deue far alto la quarta parte meno della lunghezza delle colonne di fopra : acciò che quelli,
che caminano ne portici fuperiori ; non fiano ueduti da quelli, che negociano nella Bafilica.
Con altri compartimenti fu ordinata da elfo Vitruuio una Bafilica in Fano, laquale per le mifu-
re,che aldetto luogo egli ne dà; fi comprende, che doueuaelfer un edifìcio dibellezza,e di di-
gnità grandisfima ; & io ne porrei qui i difegni, fé dal Reuerendisfimo Barbaro nel fuo Vitruuio
nonfoifero flati fatti con fomma diligenza.
DE' difegni, che feguono; il primo è della Pianta; il fecondo è di parte dell'Alzato.
P A R T I della Pianta.
A, E l'entrata nella Bafilica.
B-, E il luogo per il tribunale rincontro all'entrata.
C,  Sono i portici intorno.
D,  Sono le fcale che portano di fopra.
E,  Sonoiluoghidell'immonditie.
PARTI dell'Alzato.
F,  E' ilprofilo del luogo fatto per pomi il tribunale, rincontro all'entrata.
G,  Sono le colonne de' portichi di fotto.
H, E' ilpoggio alto la quarta parte meno della lunghezza delle colonne decortichi
difopra.
I, Sono le colonne de detti portichi fuperiori.
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DELLE B A SI L I C H E DE* NOSTÌI TEMPI,
e de'difegni di quella di Vicenza.
                      Cap. XX.
T come gli Antichi fecero le lor Barilichc,acciò che'l uerno, eia ftate gl'huomi
ni haueffero oue raunarfi à trattar commodamente le lor caufe,& i lor negocij:
cófià tempi noftri in ciafcuna città d'Italia, e fuori fi fanno alcune Sàie publi-
che Uequali fi poffono chiamar meritamente Bafiliehe : percioche lor prelfo è
l'habitatione del fupremo magiftrato, onde uengono à efler parte dì quella ;
e propriamente quefto nome, Bafilica, lignifica cala regale: & anco perche ui
ftanno i giudtcì'a render ragione al popolo. Quefte Bafiliehe de' noftri tempi fono in quefto
dall'antiche differenti ; che l'antiche erano in terreno,ò uogliam dire à pie piano : e quefte noftre
fono fopra i uolti ; ne' quali poi fi ordinano le botteghe per diuerfe arti, e merCatahtie della città;:
e ui fi fanno anco le pregioni. Scaltri luoghi pertinenti à i bifbgni publichi. Oltre acciò, quelle\ :
haueano i portichi nella parte di dentro, come s'è ueduto ne' difegni di fopra ; e quefte per lo con
trario, ò non hanno portichi,ò gli hanno nella parte di fuori, fopra la piazza. Di quefte Salerno
derne unanotabilisfiman'è in Padoua, Città illuftre per l'antichitàfua,e per Io ftudio celebre in
tutto il mondo ; nella quale ogni giorno fi raunano i gentirhuomini, e feriie loro per una piazza
coperta. Vn'altrapergrandezza,eperornamentiinirabile n'hafatto nuoùamentela Città di
Brefcia magnifica in tutte le attion fue, Et un'altra uè n'è in Vicenza, della qualefolamente ho
pofto i difegni, perche i portichi, ch'ellahà d'intorno ;fono di mia inuentione : e perche non dii
bito che quefta fabrica non porta elfer comparata à gli edifici) antichi ; & annouerata tra le mag-
giori , e le più belle fabriche, che fiano ftate fatte da gli antichi in qua, fiper la grandezza, e per
gli ornamenti fuoi : come anco per la materia,che è tutta di pietra uiua durisfima ; e fono ftate tut
te le pietre commeffe, e legate infiemeconfommadiligenza. Non occorre ch'io pongale mi-
fure di ciafcuna fua parte, perche ne difegni fono tutte notate ài fuoi luoghi,
NELLA Primatauolaèdifegnatalapianta,eralzato,conlapiantadi parte de'pilaftri
in forma grande.
NELLA Seconda è difegnata una parte dell'alzato in maggior forma.
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P E L L E P A L E S T R E, E , D E I X I S T I
de' Greci,                Cap... XXI.
O I che s'è trattato delle uie, de i ponti, e delle piazze ; refta che fi dica di
quelli edificij , che fecero gli antichi Greci, ne' quali gli huomini andauano à
efercitarfi:5?ècofamoltouerifimile,chealtempoche le Città della Grecia
fi reggeuano à Reupblica,per ogni Città ne folle uno di quelli tali edificij : oue
igiouanetti,oltra l'imparar delle fcienzeiefercitando i corpi loro nelle cofc
pertinenti allamilitia, come à conofcer gl'ordini, àlanciar il palo, à giocar alle
braccia,à maneggiar l'arme, à natar con pefifapra le fpalle ; diuenilfero atti alle fatiche,& à gli ac
, cidenti della guerra ; onde poterno poi col lor ualore, e difciplina militare, elfendo esfi pochi,
uincer eferciti numerofisfimi • A' efempio loro hebbero i Romani il Campo Martio, nelquale
publicamente lagiouentùfi efercitauanelle dette militari attionj.dal che nafceuano mirabili ef-
fetti , e le uittorie delle giornate. Scriue Cefare ne fuoi Commentari!, che elfendo egli all'im-
prouifo alfalko da' Nerui,e uedendo che la fettima legione, e la duodecima erano di maniera ri
ftrette, che non poteuano combattere ; commandò che fi allargaflero, e fi metteifero l'ima à fian
chi dell'altra, accioche hauelfero commodità da adoperar l'arme, & non poteffero efler da nimi
ci circondate : ilche con preftezza fatto da ioldati, diede à lui la uittoria, & à loro fama e nome
immortale di ualorofi, e di bene difciplinati ; conciofiache nell'ardor della battaglia quandp le
cofe erano in pericolo., e piene di tumulto faceifero quello, che à moki à tempi noilri par diffici-
lisfimo da farli quando anco gli nimici lono lontani, et fi ha commodità di tempo, e di luoco.
Di quelli taigloriofi fatti ne fono quali piene tutte le Greche e Latine Hiftorie, e non è dubbio
che di l'oro nò folfe cagione il continuo elèrcitarfi de' giouanLDa quello effercitio i detti luoghi,
che (come racconta Vitruuio al cap. XI. del V. Lib.)fabricauanoiGreci;furono da loro chia-
priati Paieftre ,e Xilli : e la lor dilpofitione era tale, Prima difegnauano la piazza quadrata di
giro di due ftadij, cioè di ducento, e cinquanta paflfa ; & in tre lati di lei faceuano i portici fem-
plici, e fotto quelli alcune fale ampie,nelle quali llauano gli huomini letterati, come Filofofi, e
fimili;àdilputare,edifcorrère. Nel quarto lato poi,ilqualeera uolto al Meriggie ; faceua-
no i portichi doppij ? accioche le pioggie da uenti fpinte non entralfero nella parte più à dentro,
nel uernoj& Teliate il Sole folfe più lontano. Nel mezo di quello portico era una fala molto
grande lunga un quadro, e mezo, oue fi ammaeftrauano gli Adolefcenti. Dalla delira della
quale, era il luogo > oue fi ammaellrauano le Garzone : e dietro à quello, il luogo,oue s'impolue
rauano gli Athleti:e più olirà la ftanza per la fredda lauatione, c'hora chiameresfimo bagni di ac-
qua fredda;laqual uiene a eifer nel uoltar del Portico. Dalla finillra del luogo de gli adolefcenti
era il luogo,oue s'ongeuàno i corpi per effer più forti;& apprelfo la ftaza fredda,oue lì Ipogliaua-
no: e più oltre la tepida,per doue fi faeeua foco,- dalla quale fi entrauanella calda : haueua quella
ftanza daunaparte illaconico(era quello illuogo)ouefudauano)e dall'altra la ftanzaper la calda,
lauatione. Perciocheuolleroqueiprudentihuomini, imitando la natura, laqual da un'eftremo-.
freddo ad un'eftremo caldo con i fuoi mezi ci conducetene no fubito dalla ftanza fredda fi entraf-
fe nella calda, ma col mezo della tepida. Di fuori da detti luoghi erano tre portichi, uno dal la.
ito, doue eral' entrata, che fifarebbe uerlbLeuante,ouero uerib Ponente. Gli altri due era-
no, uno dalla delira, l'altro dalla finillra, polli l'uno à Settentrione, l'altro à Mezogiorno.
Quello, che guardaua à Settentrione,era doppio, e di larghezza quanto erano lunghe le colon-
ne. L'altro liuoltoà Mezogiorno eralèmplice, ma molto più largo dicialcuno de'fopradetti,
& era diuifo in quello modo : che lafciati dalla parte delle colonne, e dalla parte del muro dieci
piedi,ilqual Ipacio da Vitruuio è detto Margine; per due gnidi larghi lei piedi fi dilcendeua in un
piano non meno largo di dodici piedi ; nel quale al tempo dei uerno gli Àthleti poteuano efèrci-
tarjiftando al coperto,fenza eifer impediti da quelli, ch'erano fotto il portico à uedere ; iquali an
co, per la detta baffezza, ou'erano gli Athleti ; uedeuano meglio. Quello portico propriamen-
te fi chiamaua Xifto, Li Xifti fi faceuano, che tra due portici ui folfero felue, e piantationi, e le
lira de tra gli arbori, laftricate di Mufaico. Apprelìb il Xifto, & il portico doppio fi difegnaua-
no iluogl ifcopeiti da caulinare detti da loro Ptridromide ; ne' quali il uerno,quando craferenq
il Cielo j
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il Cielo j gli Athleti fi potcuano efercitare. Lo Stadio era à canto quefto edifìcio, & era luogo*
doue la moltitudine poteuaftarcom
                                                            . Daqueftafor
te di edificij prefero l'efempio gli Imperatori Romani, che ordinarono le Terme per dilettare, e
^compiacere al popolo, per effer luoghi, oueglihuomini arudauano à diportarfì •> & àlauarfi:del-
iequaliiiè'libricheleguiranno^pia^endòalSignorlddiOjne ragionerò.
A» Luogo, oues'ammaeftrauanoi Garzoni.
B,  Luogo, oues'ammaeftrauanole Garzone»
C,  Luogo, doue s'impoluef auano gli Athleti.
D,  Bagno freddo.
E,  Luogo, doue s'ungeuano gli Athleti.
F,  Stanza fredda.
G,  Stanza tepidaperlaqualefiuàalluogodellafornace.
H, Stanza calda, detta fudatione concamerata.
I, Laconico.
k, Bagno caldo.1
L, Portico di fuori dauanti l'entrata.
M, Portico di fuori uerfo Settentrione.
Nj Portico di fuori uerfo Olirò, oue attempo deluerno fiefercitauano gli Athleti
detto Xiftos.
O, Lefeluetradueportichi.
P, Luoghi (coperti da caminar, detti Peridromide.
Q^ Stadio, doue ftaua la moltitudine delle genti à ueder combatter gli Athleti.
tì>» Leuante .
O, Oftro.
P, Ponente.
v? Tramontana.
GLI altri luoghi fatti nel difeguo fono efedre, & fcole.
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L FINE DEL TERZO LIBRO
DELL' ARCHITETTVRA
DI ANDREA PALLADIO.