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AL SERENISSIMO E MAGNANIMO
PRINCIPE EMANVEL FILIBERTO
D V C A DI SAVOIA, ETC.
^fT^Di^E^f T> ^�L L ^� D I 0.
O V E N D O Io, Serenisfimo Principe, mandare in luce una parte del-
la mia Architettura, nella quale ho pollo in difegno molte di quelle fuperbe, e marauigliofe fabrithe antiche, i ueftigij delle quali in uarie parti del Mon- do , ma pi� che in ogn'altro loco, fi ritrouano in Roma ; ho prefo ardire di con iterarla all'Immortalit� del chiaro, &Illuftre nome dell'A. V. come di quel Principe, ilqual f�lo a tempi noftri con la Prudenza, e col ualore s'asfimi- glia � quelli antichi Romani Heroi, le uirtuof�sfime operationi de' quali fi leggono con marama- glia nell'hiftorie, & parte fi ueggono nell'antiche mine. Ne da ci� m'ha potuto rimouere l'ha- werriguardoaH'humilemiafortuna,& alla piccolezza del dono: poi che lafomma,& incredi- bile Immanit�, per laquale l'A. V. degn� inalzarmi con l'honorata fiia teftimonianza fopra i me- riti miei, all'hora, che da lei fui chiamato in Piamonte ; mi porge ferma fperanza, ch'ella, efer- citando la grandezza, e uirt� del nobilisfimo animo fuo ; ne � quella, ne � quefto riguarder� : ma folo all'infinita affettione, e diuotion mia uerfo di lei, con laquale hora, per dimoftrarle in qual- che parte la gratitudine dell'animo mio; le porgo quefto piccolo dono:fperando che (merc� della cortefisfima,&humanisfimafua natura) f� non le far� in tutto caro, almenonon lo {prez- zer�: anzi qual'hora fi trouer� manco occupata da gli importantissimi fuoi affari, fi degn ara per follazzo leggerla : perche in quella ueder� i difegni di molti antichi marauigliofi Edificij, & che io mi fon affaticato affai per illuftrar l'Antichit� appreffo gli amatori di quella, narrando in che tempo, da chi, & �qual'effettofoiferofabricati;& per render utilit� alli ftudiofi dell'Architet- tura, moftrando in figura le piante, gli alzati, i profili, e tutti i membri loro; aggiognendoui lemifuregiufte,euere,fi come fono flati da me con fommo ftudio mifurati. Dalle qual co- fe/effendo l'A. V. dotata delle pi� nobili arti, e feientie ; piglier�non poca contentez2a,e confo latione confederando le fottili, e belle inuentioni de gli huomini, e la uerafeienza di quell'arte, dalei molto bene intela, e ridotta � rara, eperfetta perfettione;come dimoftrano gli Illuftri,e reali edificij fatti fare, e che tutta uia fi fanno in diuerfi luoghi dell'amplisfimo, e felicisfimo fuo flato. Reuerentemente dunque la priego come fuo deuoto & affettionatisfimo feruitore � ri- ceuerconla folita ferenafua fronte quella mia parte d'Architettura:acci� ch'io con maggior prontezza fotto il gioriof� nome di cofi degno, & alto foggetto mi difponga � dar fuori il rima - nente dell'incominciata fatica ; nel quale fi trattar� di Theatri, d'Anfitheatri, e d'altre antiche, e fuperbe moli. Onde il Mondo,fi come riconofee dalla magnanimit�, e dalla liberalit� dell'A. V, tutto quello,che dell'antica Romana militia s'intende,e s'efercita;cofi riconofca anco dalla fua naturai cortefia quel tanto di lume, che con le fatiche mie far� dato allabuona antica Archi- tettura , & � lei di ci� obligato rimanga, come � fola, e potisfima cagione di tal'effetto. DiVenetiadel M. D. LXX. |
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AAA a IL TERZO
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ERZO LIBRO
ELrARCHITETTVRA
DI ANDREA PALLADIO,
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Proemio a i Lettori.
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AVENDO io trattato � pieno de gli edifici)' priuati, e ricordato tutti quel-
li pi� necefTarij auertimenti, che inloro fi deuono hauere : & oltre acci� hauen do pofto idifegni di molte di quelle cafe, che da me fono ftate ordinate den- tro , e fuori delle Citt�, & di quelle, che ( come ha Vitruuio ) faceuano gli an- tichi : � molto conueneuole che indrizzando il parlar mio � pi� eccellenti, & � pi� magnifichefabriche 3 pasf�hora �gli edifici] publichi: ne'quali 3perche di maggior grandezza fi fanno, e con pi� rari ornamenti, che ipriuati, e feruono � ufo, e commo- do di ciafcuno; hanno i Principi molto ampio campo di far conofcere al mondo la grandezza del l'animo loro ,� e gli Architetti bellisfima occafione di dimoftrar quanto esfi uagliano nelle belle, & merauigliofe inuentioni. Perlaqual col� in quefto libro, nel quale io d� principio alle mie ari tichit�, &ne gli altri, che piacendo Iddio feguiranno,-der�der� che tanto maggior ftudio fia pofto nel confiderar quel poco, che fi dir� ,� & i difegni, che fi porranno : quanto con maggior fa- tica , e con pi� lunghe uigilie io ho redutto quei fragmenti, che ne fono rimafi de gli antichi edifi cij,� forma tale, che gli offeruatori dell'Antichit� ne fiano (comefpero) per pigliar diletto -, & gli ftudiofi dell'Architetturapoifano riceueme utilit� grandissima ; eflendo che molto pi� s'im- pari da i buoni efempi in poco tempo col mifurarli ; e col ueder fopra una picciola carta gli edi- fici) intieri, e tutte le parti loro ; che in lungo tempo dalle parolerper lequali folo conia mente e con qualche difficult� pu� il lettore uenir inferma, e certa notitia di quel, ch'egli legge, e con molta fatica poi praticarlo. Et � ciafcuno, che non fia del tutto priuo di giudicio $ pu� effer mol- to manifefto quanto il modo, che teneuano gli antichi nel fabricar foffe buono : quando che do- po tanto fpacio di tempo, e dopo tante ruine, e mutationi di Imperij, ne fiano rimafi in Italia, e fuoriiueftigij di tantilorfuperbi edifici), per liqualinoi ueniamoin certacognitione dellauir- t�, e della grandezza R omana, che altrimente forf� non farebbe creduta. Io dunque in quefto Terzo Libro nel porrei difegni di quegli edifici), che in lui fi contengono ; feruar� queft'ordine. Porr� prima quelli delleftrade,edeiponti, come di quella parte dell'Architettura, Jaqualap- pertiene all'ornamento delle Citt�, e delle Prouincie, e ferue alla commodit� uniuerfale di tutti gli huomini. Percioche fi come nell'altre fabriche, che fecero gli antichi ; fi fcorge,che esfi non hebbero riguardo ne �fpefa, ne � opera alcunaper ridurle � quel termine di eccellenza, che dal- la noftra imperfettion e ci � conceffo : cofi nell'ordinarie uie pofero grandissima cura, che foffe- ro fatte in modo, che anco in quelle fi conofeeffe la grandezza, e la magnificenza dell'animo Io- io . Onde per farle che foffero commode, e breui, forarono i monti, feccarono le paludi, e congionfero con ponti, e cofi refero f�cili, e piane quelle, ch'erano q dalle palli, � da'torrenti abbaffate. Dipoi tratter� delle piazze (fecondo che Vitruuio ci infegna che le faceuano i Gre ci ,& i Latini) & di queiluoghi, che intorno le piazze fi deuono fare : e perche tra quelli � di mol ta confideratione degno illuogo, doue i giudici rendono ragione, chiamato da gli antichi Bafi- licaj fi porr� di lui particolarmente i difegni. Ma perche non bafta che le Regioni, e le Citt� fiano benisfimo compartite, e con fantisfime hggi ordinate, & habbiamo i magiftrati, che delle leggi efecutori tengano � freno i Cittadini ,� f� non fi fanno anco gli huomini prudenti con le dot- tine, e forti, e gagliardi conl'eferdtio d el corpo; per poter effer poi atti �gouemar f� med efimi, e gli aitila
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� PROEMIO.
<e gli altri i & � difenderli da chi uolefle opprimerli alche � potisfima cagione,che gli habitato'ri
di alcuna Regione, eflendo dilperfi in molte, e picciole parti ; fi unifcano infieme, e facciano le Cittadi : onde fecero gli antichi Greci nelle lor Citt� ( come racconta Vitruuio ) alcuni edifici), che chiamarono Paleltre,e Xifti,ne quali firiduceuanoiFilofbfi�difputar dellefcienze,eti Giouani ogni giorno fi efercitauano 5 & in alcuni tempi determinati ui fi raunau� il Popolo � ue- der combattere gli Athleti; fi porranno anco i difegni di quelli edifici): e eofi far� pollo fine � que fto Terzo Libro: dietro alquale feguir�quelde'Tempij appartenente alla religione, fenza la- quale � imposfibile che fi mantenga alcuna Ciuilit�. |
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QJV E S T A Hnea � la met� del piede Vicentino, col quale fono flati mifuratiife-
guenti Edificij. T V T T O il piede fi diuide in dodici oncie,& ogni oncia in quattro minuti.
DELLE
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DELLE VIE. GAP. Primo. E V O N O le uie efler curte, commode, f�cure, diletteuoli, e belle: fi faranno
curte, e commode f� fi tireranno diritte, & f� fi faranno ampie, onde i carri, & i giumenti incontrandofi,non s'impedifcanol'un l'altro ; e per� fu apprelfo gli Antichi per legge ftatuito, che le uie non foffero meno larghe di otto piedi, oue andauano diritte ; ne meno di fedici,doue andauano piegate, e torte : fa- ranno oltra di ci� commode f� fi faranno tutte uguali ; cio� che non ui fiano al- cuni luoghi, ne'quali non fi polla facilmente andar con gli eferciti, & f� non faranno impedite da acque, ouer da fiumi: ondefilegge che Traiano Imperadore,hauendo rifpetto a quefte due qualit�, che neceflariamente fi ricercano nelle uie, quando riftaur� la celebratisfima uia Appia, laquale era fiata in molte parti guaftadal Tempo ;afciug�i luoghi paludofi,abbafs� i monti, pareggi� le ualli, & facendo doue bifbgnaua, ponti, riduffe l'andar per effa molto facile & efpe dito. Saranno ficure, f� fi faranno per i colli, ouero f�, douendofi far per i campi, fecondo il co fiume antico fi far� un'argine, foprailquale fi camini ;&fe non haueranno appretto luoghi,ne' quali commodamente i ladri, & gli inimici fi pollano nafcondere ; percioche i peregrini, & gli eferciti in tali flrade polfono guardarfi da torno, e facilmente difcoprire f� foffe loro tefa alcuna infidia. Quelle uie c'hanno le tre gi� dette qualit�, fono anco neceffariarnente belle, & dilet- teuoli �i uiandanti. Percioche fuori della Citt� per la drittezzaloto ; per la commodit�, che apportano ; & per il poterli in quelle guardar da longi, & difcoprire molto paefe ; fi alleggerirle gran parte della fatica, e troua l'animo noftro (hauendo noi auanti gli occhi fempre nouo afpet to di paefe ) molta fodisfattione, e diletto. Et nelle Citt� rende bellisfima uifla una flrada di- ritta, ampia e polita, dall'una, e l'altra parte dellaquale fiano magnifiche fabriche,fatte con quel , li ornamenti, che fono flati ricordati ne paffati libri. Et fi come nelle Citt� fi aggiogne bellezza alle uie con le belle fabriche ; coli di fuori fi accrefce ornamento � quelle con gli arbori, iquali effendo piantati dall'una, e dall'altra parte loro, con la uerdura allegrano gli animi noftri, e con l'ombra ne fanno commodo grandisfimo. Di quefta forte uie fuori della Citt� ne fono molte fui Vicentino, e tra l'altre fono celebri quelle, che fon � Cigogna Villa del Signor conte Odo- ardoThiene j&�Quinto Villa del Signor Conte Ottauio dell'iftefla famiglia, lequali ordinate da me fono fiate poi abbellite, & ornate dalla diligenza, & induflria de' detti Gentil'huomini. Quefte cofi fatte uie apportano grandisfimo utile, perciocheperlaloro drittezza, eper effere alquanti eminenti dal rimanente de' campi, parlando di quelle, che fono fuori della Citt�,� tem p� di guerra, fi poffono, come ho detto ; fcoprir gli inimici molto da longi, & cofi pigliar quel- la rifolutione che al Capitano parr� migliore ; oltra che in altri tempi, per i negocij, che fon foli ti occorrere �gli huomini per la loro breuit�, & commodit� potranno far infiniti benef�cij. Ma perche le flrade, � fono dentro della Citt�, � fuori. Dir� prima particolarmente le qualit�,che deuono hauer quelle delle Citt�, e poi come fi deuono far quelle di fuori. E conciofiache al- tre fiano, che fi chiamano militari, lequali palfano per mezo le Citt�, & conducono da unaCit t� ad un'altra,& feruono ad uniuerfale ufo de' uiandanti ; e fono quelle,per lequali uanno gli efer citi, & fi conducono � carriaggi : & altre non militari ; lequali dalle militari partendofi,ouero con ducono ad un'altra uia militare, ouero fono fatte per ufo,e commodo particolar di qualche Vil- la ; tratter� ne feguenti capitoli delle militari folamente, lafciando da parte le non militari : per- che quelle fi deuono regolar fecondo quelle i e quanto faran loro pi� limili, tanto faranno pi� commendabili. DEL COMPARTIMENTO DELLE VIE,
dentro delle Citt�. Cap. II.
EL compartir le uie dentro delle Citt� fi deue hauer riguardo alla temperie
dell'Aere, & alla Regione del Cielo, fottolaquale faranno finiate le Citt�. Percioche in quelle di Aria frigida, � temperata, fi deuranno farle flrade am- pie, e larghe 5 conciofiache dalla loro larghezza ne fia per riufcir la citt� pi� fa na, pi� commoda,e pi� bella : effendo che quanto meno fottile, &quanto pi� aperto uien l'Aere j tanto meno offende la tefla ; per ilche quanto pi� far� jack |
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| LIBRO
|� �niu�go fr�gido, & di aria lottile, & fi faranno in quella gli edificij molto alti, tanto pi� fi doti
ranno farle ftrade larghe, acci� che polfano ell�re uifitate dal Sole in ciafcuna lor parte, Quan- to alla commodit� non � dubbio, che potendoli nelle larghe molto meglio che nelle ftrette dar- li luogo gli huomini, i giumenti, & i carri, non fiano quelle molto pi� commode di quefte : & � etiandio manifefto, che per abbondar nelle larghe maggior lume ,& per effer ancora l'una ban- da dall'altra fua oppofita manco occupata; fi pu� nelle larghe confiderar la uaghezza de' Tem- pij, & decalagi : onde f� ne riceue maggior contento, eia citt� ne diuiene pi� ornata. Ma ef- fendo la Citt� in regione calda, fi deuono far le fue uie ftrette, & i cafamenti alti: acci� che con l'ombra loro, & con la ftrettezza delle uie fi contemperi la calidit� del fito, per laqual cofa ne f�- guiter� pi� fanit� : ilche fi conofce con l'efempio di Roma, laquale ( come fi legge appreffo Cor nelio Tacito ) diuenne pi� calda, & men fana ,poi che Nerone per farla bella, allarg� le ftrade fue. Nondimeno in tal cafo per maggior ornamento, e commodo della Citt� fi deue far la ftra da pi� frequentata d alle principali arti, & da paffaggieri foreftieri, larga, & ornata di magnifi- che, e fuperbefabriche, conciofiache i foreftieri,che per quella palleranno, fi daranno facilmen- te � credere, che alla larghezza, & bellezza fua corrifpondino anco le altre ftrade della Citt�. Le uie principali, che militari hauemo nomate jd� deono nelle Citt� compartire, checaminin� diritte, e uadino dalle porte della Citt� per retta linea � riferire allapiazza maggiore, & princi- pale ,& alcuna uolta ancho (eifendone ci� dal fito conceiTo) conduchino coli diritte fino alla por ta oppofita : e fecondo la grandezza della Citt� fi faranno perla medefima linea di tali ftrade, tra la detta piazza principale, & alcuna, qual fi uoglia delle porte; una,� pi� piazze alquanto mino- ri della detta fua principale. L'altre ftrade ancor elle fi deono far riferire le pi� nobili non fole» alla principal piazza, ma ancora � i pi � degni Tempi;, palagi, portici,& altre publiche f abriche. Ma in quello compartimento delle uie fi deue con fbmnia diligenza auertire, che (come ci infe gna Vitruuio al cap.VI.del primo Libi) non riguardino per linea retta ad alcun uento: accioche per quelle non fi fentinoiVentifuriofi,euioienti;macon pi� fanit� degli habitatori uengano rotti, foaui, purgati, e fianchi ; ne s'incorra neH'inconueniente,nel quale anticamente incorfero, quelli, che nell'Iibla di Lesbo, compartirono le ftrade di Meteiino, dalla qual Citt� hora tutta \ l'ifola ha prefo il nome. Si deuono le uie nella citt�falicare, e fi legge che nel conf�lato di M. Emilio i Cenfori cominciarono � falicarle in Roma, oue f� ne ueggono ancora alcune, le quali fono tutte eguali, e fono laftricate con pietre incerte, ilqual modo di laftricare come fi facefTe fi dir� pi� di fotto. Ma f� fi uorr� diuidere il luogo per il caminar de gli huomini, da quello,che ferue per i'ufode' carri, & delle beftie; mi piacer� chele ftrade fiano cofidiuife, che dall'una, e dall'altra parte ui fiano fatti i portici, per iquali al coperto pollano i cittadini andare � far i lor ne gotij fenza elfer offer� dal Sole, dalle pioggie, e dalle neui, nelqual modo fono quali tutte le ftra de di Padoa Citt� antichisfima, e celebre per il ftudio. Onero non facendoli i portici, (nel qual cafo le ftrade riefeono pi� ampie, & pi� allegre ) fi faranno dall'una, e dall'altra parte alcuni mar gini falicati di Mattoni, chefono pietre cotte pi� groffe,& pi� ftrette de'quadrelli: perche nel caminare non offendono punto il piede :&la parte di mezo fi Iafcier� peri carri, e per i giumen- ti, e fi falicher� di felice, odi altra pietra dura. Deuonoeffer le ftrade alquanto concauenel mezo,& pendenti : accioche l'acque,che dalle cafe piouono,corrono tutte in uno, & riabbiano li bero,&efpeditoillorcorfb,ondelalcino la ftrada netta,ne fiano cagione di cattiuo aere, come fono quando fi affermano in alcun luogo, e ui fi putrefanno. DELLE VIE FVQRI DELLA CITTA'. CAP. III.
E uie fuori della Citt� fi deuono far ampie, commode, & con arbori d'amen-
due le parti ; da quali i uiandantil'eftate fiano difefi dall'ardor del Sole,e pren- dano gli occhi loro qualche ricreatione per la uerdura. Molto ftudio pofero in effe gli antichi, onde accioche fteffero fempre acconcie crearono i prouedi- tori,e curatori di quelle;emolte da loro ne furono fatte,d elle qualiperlacom medita, & per la bellezza fua, bench� fiano ftate guafte dal tempo ; f� ne ferba ancora memoria. Ma tra tutte famofi$fime fono la Flaminia & l'Appia : la prima fatta da Flami nio mentre era Confblo, dopo la uittoria ch'egli hebbe de' Genouefi : cominciaua quefta uia al Importa Flurnentana,hoggidetta/del Popolo, e pafTando perlaTofcana,eperL'Vmbriacon« duceua
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TERZO. 9
cluceua a Rimini jdallaqual Citt� fu poi da M. Lepido fuo collega menata fino �Bologna>,&;ap*»
preflb le radici dell'Alpe per giro allargandola d'intorno alle paludi condotta in Aquileia : L'�p pia prefe il nome da Appio Claudio,dalquale fu con moltaipefa,& arte fabricata,onde per la fua Magnificenza, & mirabile artificio fu da Poeti chiamata Regina delle uie. Haueua quella ftra- dz il fuo principio dal Colifeo, & per la porta Capena fi diftendeua fino � Brindili : fu da Appio condotta folamente fino � Capua ; da quello in gi� non fi ha certezza chi ne folle auttore,& � opi nione di alcuni che folte Cefare : percioche fi legge apprelfo Plutarco, che elfendo data la cura <" quella uia � Cefare,egli ui lpefe gran numero di danari : Ella fu poi ultimamente riftaurata da Traiano Imperadore,ilquale (come ho detto di fopra) afciugando i luoghi paludofi, abbaffando i monti", pareggiando le ualli, & facendo i ponti doue bilbgnauaridufTe l'andar per efla ipedito, &piaceuolisfimo. E' anco celebratisfirna la uia Aurelia,chiamata coli da Aurelio Cittadino Ro manesche la fece,haueua il fuo principio dalla porta Aurelia hoggi detta di S.Pangratio,e dift�- dendofi per i luoghi maritimi di Tofcana conduceua fino � Pifa. Furono di non minor nome la foia Numentana, la Preneflina, e la Libicana ; la prima cominciaua dalla porta Viminale, hoggi detta di 5. Agnefa,e fi diftendeua fino alla Citt� di Numento ; la feconda haueua principio dalla porta Efquilina,c'hora fi dice di S. Lorenzo ; e la terza dalla porta Neuia,cio� da porta Maggio- re conduceuano quelle due uie alla citt� di Prenefte,hoggi detta Pelleftrino,& alla Famofa cit t� di Labicana. Vi furono ancora molte altre uie nominate,et celebrate dalli fcr�ttofi,ci�� la Sa lara Ja Collatina da Latina,& altre, lequali tutte � da coloro,che le ordinarono ■> � dalla porta,dal la quale haueuano principio ; � dal luogo doue conduceuano,prefero il nome. Ma tra tutte do- Ueua elfer di fomma bellezza,& commodit� la uia Portuenfe, laqual da Roma conduceua � Ho- f�ia ; percioche ( come dice l'Alberti di hauer oiTeruato) era diuifa in due ftrade,tra i'una, e l'altra dellequali era un corfo di pietre un piede pi� alto del rimanente,e feruiua per diuifione : per una <�i quelle uie l� andaua,e per l'altra fi tornaua,lchifando l'offefa dell'intrarfi ; inuentione molto co moda al grandisfimo concorfo di perfone che � que' tempi era � Roma da tutto il Mondo. Fece- ro gli antichi quelle lor uie militari in due modi,cio� � laftrigandole di pietre,ouero coprendole tutte di ghiara,e di fabbia.Le uie delia-prima maniera (per quato da alcuni ueftigi s'� potuto con ietturare) erano d'mife in tre Ipacij : per quel di mezodlquale era pi� alto de gli altri due,& ilqua- le era alquanto colmo nei mezo,acci� l'acque poteiTero fcorrere et non ui fi affermafferojandaua no i pedoni,& era falicato di pietre incerte,cio�, di lati, e d'angoli difeguali : nel qual modo di fa licare,come � ftato detto altroue,ufauano unafquadra di piombo,laquale apriuano e ferrauano, come andauanoilati,& gl'angoli delle pietre,onde le commetteuano benisfimoinfieme,&ci� faceuano con preftezza : gli altri due lpacij,ch'erano dalle bandej fi faceuano alquanto pi� basfi, e fi copriuano di fabbia,& di ghiara minuta,e per quelli andauano i caualli. Era ciafcuno di que- fti margini largho per la met� della larghezza del ipacjo di raezo, daiquale erano diuifi con lafte di pietra polle in coltello ; & ogni tanto fpacio u'erano polle alcune pietre in piedi pi� alte del ri- manente della ftradaf�pra lequali faliuano, quando uoleuano montare � cauallo ; conciofiache gl'antichi non ufalfero llaffe. Oltra di quelle pietre polle per l'ufo detto,u �rano altre pietre mei to pi� alte nelle quali fi truouaua Icritto di mano in mano le miglia di tutto il ui aggio,e furono da Gneo Graco mifurate quelle uie e conficate le dette pietre. Le uie militari della feconda manie ra,cio� fatte di l�bbia,e di ghiara,faceuano gl'antichi alquanto colme nel mezo, per laqual cofa, non potendoui reftar �'acqua,& elfendo elle di materia atta ad afciugarfi prefto,erano d'ogni tem p� polite,cio� fenza fango,e fenzapoluere. Di quella forte f� ne uede unanel Friuli, laquale � detta dagli habitatori di quei luoghi la Pofthuma, e conduce in Ongheria:& un'altra uen'� fu quel di Padoua,laquale cominciando dalla detta Citt�, nel luogo, che fi dice l'Argere ; pafla per mezo Cigogna Villa delConteOdoardo,edel Conte Theodoro fratelli de Thieni, e conduce all'Alpi, che diuidono L'Italia dalla Germania. Dellaprima maniera di uie � il difegno, che f�- gue, dal quale fi pu� conofcer come doueua elfer fatta Ja uia Hoftienfe. Della feconda maniera non mi � parfo neceilario ilfarne difegno alcuno, perche � cofafaeilisfima,ne ui � bifogno di aleu Ila indultria purch� fi facciano colme nel mezo, onde l'acqua non ui fi polla affermare. A, E' il fpacio di mezo per doue andauano i pedoni»
B, S ono le pietre, che feruiuano � falire � cauallo.
C, Sono i margini coperti di Arena e di ghiara, per iquali andauano i caualli,
B B B DI
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T E R -Z. O.
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P I Q_V E L L 0, CHE N E L. F A B RI CARE
fi deue offeruare, e del fito .che fi deue eleggere. Cap. |
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I PONTI
un.
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ONCIOSIACHE molti fiumi per Moro larghezza,altezza, &uelocit�
non fi poflano paflare � guazzo, fu prima penlato alla commodit� de'ponti: onde fi p u� dire che e sfi fiano parte principal della uia, & che altro non fiano, che una ftrada fatta fopra dell'acqua. Qjueiti deuono hauer quelle iftefle qualit�, c'habbiamo detto richiederli in tutte le fabriche, cio� che fiano com- modi, belli , e durabili per lungo tempo. Saranno commodi, quando non fi alzeranno dal rimanente della uia,& alzandoli haranno la falita lor facile ; & quando fi elegger� quel luogo per fabricarli, che far� commodisfimo a tutta la Prouincia, ouero � tutta la Citt�, fe- condo che fi faticheranno �fuori,�dentro delle mura: e per� fifar�elettionediquel luogo, alquale da tutte le parti facilmente fi polfa andare, cio� che fia nel mezo della Prouincia,ouero nel mezo della Citt�,come fece Nitocre Regina di Babilonia nel ponte ch'ella ordin� fopra l'Eu irate *; e non in un'angolo, oue polfa feruirefolamente� ufo depochi. Saranno belli ,& perdu-, rar lungamente > le fi faranno in quei modi ,e con quelle mifure, che fi dir� particolarmen- te pi� difotto. Ma neh" elegger il fito per. fabricarli, fi deue auertire di eleggerlo tale, che fi poifa fperare,che debba eifer perpetuo il ponte che ui fi fabricher�; & oue fi polfa far con quel- la minor Ipefa, che fia posfibile. Onde fi elegger� quel luogo, nel quale il fiume far� manco pr� fondo, &hauer� il fuo letto, � fondo uguale, e perpetuo, cio� �di fiuto, � di tofo: perche (come disfi nel primo Libro quando parlai de' luoghi da poner le fondamenta) il faifo,& il to- l"o fono fondamento buonisfimo nelle acque: oltra di ci� fi deuono fchifar e i gorghi, eie uora- gini, & quella parte dell'alueo, � letto del fiume, che far� ghiarofa, o fabbionegna. Percioche Ja fabbia, & la ghiara per eifer dalle piene dell'acque continuamente moffa, uaria il Ietto del fiu roe : & ellendo cauate fotto le fondamenta, ficauferebbe di necesfit� la ruina dell'opera. Ma quando tutto illetto delfiumefolfe di ghiara, e difabbia,fi faranno le fondamenta come fi dh- r� di fotto quando tratter� de' ponti di pietra. Sihaur� etiandio riguardo di elegger quel fito nelquale il fiume habbia il fuo corfo diritto. Conciofiache le piegature, e tortuofit� delle ripe fiano eipofte � eifer menate uia dall'acqua, onde in tal cafo uerrebbe il ponte a reftar fenza Ipal- le, & in Ifoia ; & ancho perche al tempo delle inondationitrahono l'acque in dette tortuofit�, la dateria, che dalle ripe, e dalli campi leuano ; laquale non potendo andare gi� al diritto, ma fer bandoli pi� altre cole ritarda, &auolgendofi�ipilaftri rinchiude l'aperture de gli archi, onde doper� ne patiice in modo che dal pefo dell'acquamene col tempo tirata �ruina. Si elegger� dunque il luogo per edificami i ponti, ilquale fia nel mezzo della Regione, ouero della Citt�, e coli commodo � tutti gli habitatori ; & oue il fiume habbia il corfo diritto, & il letto manco pro- fondo, uguale, e perpetuo. Ma conciofiache i ponti fi facciano �di legno, �di pietra, io di- r� particolarmente dell'una, & dell'altra maniera, e ne porr� alquanti dilegni coli d'Antichi, co me di Moderni. |
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D I QJV E L.L I
Cap. V.
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DEI PONTI DI LEGNO, ET
auertimenti,che nell'edificarli fi deuono hauere.
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fanno i Ponti di legno, ouero per una occafion loia, come quelli, che fi fanno
per tutti quelli accidenti, che nelle guerre fogliono auenire: della qual for- te celebratisfimo � quello, che ordin� Tulio Celare foprail Rheno. Ouero acci� che cotinuamente riabbiano �feruire �commodo di ciafcuno. Di quella maniera fi legge che fu edificato da Hercole il primo ponte che foffegiamai fatto fopra il Teuere nel luogo, doue fu poi edificata Roma, quando hauen- do egli oecifo Gerione menaua uittoriofo il fuo Armento per Italia, e fu detto Ponte Sacro : & era limato in quellaparte del Teuere, doue poi fu fatto il Ponte Sublicio dal Re Anco Martio, ^quale era fimilrnente tutto di legname, e le fue traui erano con tanto artificio congionte, che fi BBB 2 poteuano
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%i LIBRO
poteuano leuare x e porre fecondo il bifbgno, ne ui era ferro, � chiodo alcuno ; come egli foffe.
fktto non fi fa, f� non che gli fcrittori dicono, ch'era fatto fopra legni grosfi, che fofleneuano gli altri, da quali egli pref� il nome di Sublicio,perche tai legni in lingua Volfca fi chiamauano fublices. Quello fu quel ponte, che con tanto beneficio della fua Patria, & gloria di f� flertb, fu difefb da Oratio Code. Era quefto Ponte uicino � Ripa, oue fi uedono alcuni ueftigi in me zo del fiume, perche fu poi fatto di pietra da Emilio Lepido Pretore, & riftorato da Tiberio Im peradore, & da Antonino Pio. Si deuono fare quelli tai ponti, che fiano ben fermi, Stincate- nati con forti, e grofletraui, di modo che non fia pericolo che fi rompano, ne perla frequenza delle perfbne, e de gli animali, ne per il pefo de' carriaggi, & dell'artigliane, che paller� lor fo- pra ; ne portano erter minati dalle innondationi, & dalle piene dell'acque. E per� quelli, che fi fanno alle porte delle Citt�, iquali chiamiamo pontileuatori, perche fi poflbno alzare, & calla- re fecondo il uolere di quelli di dentro ; fi fogliono laftricare di uerghe, e lame di ferro, accio- che dalle ruote de' carri ,& da' piedidelle beftie non fiano rotti, e guaiti. Deuono erter le tra- mpoli quelle, che uanno conficate nell'acqua, come quelle che fanno la larghezza e lunghez- za del ponte, lunghe, & groife fecondo che ricercher� la profondit�, la larghezza, e la uelocit� del fiume. Ma perche i particolari fono infiniti, non fi pu� dar di loro certa, e determinata re- gola . Onde io porr� alcuni difegni > e dir� le lor mifure ; da quali potr� ciafcuno facilmente, fecondo che f� gli orterir�i'occafione, efercitando l'acutezza delfuo ingegno ; pigliar partito, & far opera degna di erter lodata. PEL PONTE ORDINATODA CESARE
. fopra il Rheno. Cap. VI. AVENDO Iulio Cefare ( come egli dice nel quarto Libro de fuo Commen
tarij ) deliberato di paifar il Rheno, acci� chela portanza Romana forte fenti- ta anco dalla Germania ; & giudicando che non folfe cofa molto ficura, ne de- gna di lui, ne del Popolo Romano, il parlarlo con barche ; ordin� un Ponte, opera mirabile ,& molto diff�cile per la larghezza, altezza ,& uelocit� del Fiu me. Ma come quefto ponte fofte ordinato ( bench� egli lo fcriua) nondime- no per non faperfi la forza di alcune parole ufate da lui nel defcriuerlo, � flato uariamente porto indifegnolecondodiuerfeinuentioni. Onde perche ancor ioui ho penfato alquanto fopra, non ho uoluto laftar queftaoccafione di porre quel modo, che nella mia giouent�, quando pri- ma lesfi i detti Commentari, m'imaginai ; perche per mio creder molto fi confa con le parole di Cefare ; & perche riefce mirabilmente, come s'� ueduto l'effetto in un ponte ordinato da me fu- bito fuori di Vicenza fopra il Bacchigliene. Ne � mia intentione di uoler in ci� confutar le al- trui opinioni, conciofiache tutte fiano di dottisfimi huomini, & degni di forame lodi per hauer- ne lafciato ne' loro fcritti, come esfi l'intefero, & in quefto modo con l'ingegno, & fatiche loro molto ageuolato l'intendimento a noi. Ma auanti che fi uenga � i difegni porr� le parole di Ce- fare , lequali fono quelle. Rationem igitur Pontis hanc inftituit, Tigna bina fefquipedalia, paululum ab imo preacu-
ta , dimenfa ad altitudinem fluminis interuallo pedum duorum inter f� iungebat. Hax cum ma chinationibus immiflainfluminedefixerat,fiftucifque adegerat,nonfubl�ca?modo direc�a ad perpendiculum, fed prona, ac faftigiata, utfecundura naturam fluminis procumberent : his item contraria duo ad eundem modum iun��a interuallo pedum quadragenum ab inferiore parte con tra uim atque impetum fluminis conuerfa ftatuebat. Hxc utraque infuperbipedalibus trabibus immisfis, quantum eorum tignorum iun�tura diflabat, binis utrinqi fibulis ab extrema parte di- ftinebantui'. Quibus difclufis, atque in contrariam partem reuin�lis, tanta erat operis f�rmitu do, atque ea rerum natura, ut quo maior uis aqua? feincitauiffet, hoc arc�rius illigata tenerentur. Hxedirec�rainie�lamateriacontexebantur,aclonguriis,cratibufqj confternebantur. Ac ni- fi ilo feciusfublica? ad inferiorem partem fluminis oblique adiungebantur, quf pr� Arietetubie- ra?, & cum omni opere eoniun�te uim fluminis exciperent. Et alice item fupra pontem medio - cri fpacio, ut fi arborum tranci, fiue naues deiiciendi operis caufa effent � Barbaris miffediis de- fgnforibus earum rerum uis mirmeretur 3 neu Ponti nocerent, Ilfenfo,
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T E R Z O, 13
Il fenf� delle quali parole �, che egli ordin� un Ponte in quella maniera. Giugneua infie-
me due traui, grolfe un piede e mezohina, diftanti due piedi tra f�, acute alquanto nella parte di lotto, e lunghe fecondo che richiedeua l'altezza del fiume :&hauendo con machine affer- mate quefte traui nel fondo del fiume, le ficcaua in quello col battipalo non diritte � piombo, ma inchinate, di modo che fteffero pendenti � feconda dell'acqua. All'incontro di quefte, nel- la parte di l�tto del fiume per Ipacio di quaranta piedi, ne piantaua due altre gionte infieme nel- Tiftelfa maniera, piegate contra la forza, & l'impeto del fiume. Quefte due traui, tramefleui altre traui grolle due piedi, cio� quanto elle erano diftanti tra f� ; erano nell'eftremit� loro tenu- te dall'una, e dall'altra parte da due fibule, lequali aperte,? & legate al contrario, tanto grande era la fermezza dell'opera, & tale era la natura di tai cofe, che quanto maggior foffe ftata la for- za dell'acqua, tanto pi� ftrettamente legate infieme fi teneflero. Quefte traui erano teffute con altre traui, e coperte di pertiche, & di gradici. Oltra di ci� nella parte di fotto del fiume fi ag- giogneuano pali piegati, iquali fottopofti in luogo di Ariete, & congionti con tutta l'opera refi- fteifero alla forza del fiume. Et medefimamente ne aggiogneuano altri nella parte di (�pra del Ponte, lafciatoui mediocre Ipacio :accioche f� tronchi d'arbori', ouero uafcelli foflero da Bar- bari mandati gi� per il fiume per minar l'opera, con quelli riparili feemaffe lalor uiolenza, di modo che non noceffero al Ponte. Cofi defcriue Cefare il Ponte ordinato da lui fopra il Rheno, allaqual defcrittione panni molto conforme la inuentione che fegue ? unte le cui parti fono con- trafegnate con lettere. A, Sono le due traui gionte infieme, grofle un piede e mezo, alquanto acute di fot-
to , ficate nel fiume non diritte, ma piegate � feconda dell'acqua : & diftanti tra
f� due piedi. B, Sono le altre due traui pofte nella parte di fotto del fiume all'incontro delle gi�
dette,e diftanti da quelle per Ipacio di quaranta piedi, & piegate contra il corfo
dell'acqua. H, E la forma da per f� di una delle dette traui. C, Sono le traui grolfe per ogni uerl� due piedi, che faceuano la larghezza del Pon-
te j laqual era quaranta piedi.
I, E'unadelle dette traui, D, Sono lefibule ,lequali aperte, cio� diuife l'una dall'altra, &f legate al contra-
rio , cio� una nella parte di dentro, e l'altra nella parte di fuori ; una (�pra, e l'al-
tra fotto delle traui grofse due piedi, che faceuano la larghezza del ponte ; ren- deuano tanto grande la fermezza dell'opera, che quanto era maggiore la uiolen za dell'acqua,e quanto pi� era carico il ponte,tanto pi� ella fi uniua,e fi fermaua. M, E* una delle fibule, E, Sono le traui, che fi poneuano per lalunghezza del Ponte ■> & fi copriuano di per-
tiche, & digradici,
F3 Sono i pali pofti nella parte di lotto del fiume, iquali piegati, e congionti con
tutta l'opera refifteuano alla uiolenza del fiume. Gj Sono i pali polli nella parte di fopra del Ponte, acci� lo difendefsero, f� da gli ini
mici fofsero mandati gi� per il fiume tronchi d'arbori, ouer naui per minarlo. k, Sono due di Quelle traui che infieme congionte fi cacciauano nel fiume non di-
ritte ma piegate, L> E'lateftadellatraue3ehe faceua la larghezza del Ponte,
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TERZO.
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DEL PONTE DEL CISMONE. Cap. VII.
L Cifmone�un fiume,ilquale fendendo dai Monti, che diuidono la Italia
dalla Germania entra nella Brenta alquanto fopra Baffano ; e perche egli � ue- locisfimo, e per lui i montanari mandano gi� grandisfima quantit� di legnami, fi prefe rifolutione di fami un Ponte, fenzaporre altrimenti pali nell'acqua. Percioche le traui, che ui fi ficcauano, erano dalla uelocit� del corfo del fiu- me, e dalle percofle deifasfi,ede gli arbori, che da quello continuamente fono portati ali'ingi�, mofTe, & cauate : Onde faceua bifogno al Conte Giacomo Angaran- no, ilquale � patrone del Ponte, rinouarloogn'anno. La inuentione di quello Ponte a mio giudicio � molto degna di auertimento, perche potr� feruire in tutte le occafioni, nelle quali fi haueifero le dette difficult� ; & perche i Ponti cofi fatti uengono � effer forti, belli, e commodi : forti perche tutte le loro parti fcambieuolmente fi foftentano: belli perche la tesfitura de'legna mi � gratiofa ; & commodi, perche fono piani, e fotto una ifteffa linea col rimanente della (Ira da. Il fiume nel luogo oue fi ordin� quello ponte, � largo cento piedi. Si diuife quella lar- ghezza in fe� parti eguali, &oue �'1 termine di ciafcuna parte (fuor che nelle ripe, lequali fi for- tificarono con due pilaftii di pietra) fi pofero le traui, che fanno il letto, e la larghezza del pon- te ; l�pra lequali, lafciatoui un poco di Ipacio nell'eftremit� loro,fipofero altre traui per il lungo, lequali fanno le fponde : fopra quelle, al diritto delie prime fi diipofero dall'una, e l'altra parte, i colonnelli (cofi chiamiamo uolgarmente quelle traui, che in limili opere fi pongono diritte in piedi ). Quefti colonnelli fi incatenano con le traui,lequali ho detto, che fanno la larghezza del ponte, con ferri, che nominiamo Arpici, fatti paffareperunbucco fatto � quello effetto nelle telle delle dette traui, in quella parte, che auanza oltra le traui che fanno le fponde. Quelli Ar- pia; perche fono nella parte di fopra � lungo i detti colonnelli diritti, epiani, eforati in pi� lo- chi, & nella parte di fotto uicino alle dette traui grosfi, e con un fol foro affai grande ; furono in- chiodati nel colonnello, e ferrati poi di lotto con llanghette di ferro fatte � quello effetto, onde rendono in modo unita tutta l'opera, che le traui, che fanno la larghezza, e quelle delle (pen- de fono come di un pezzo con i colonnelli, & in tal modo uengono i colonnelli �foftentar le tra ui, che fanno la larghezza del ponte ; e fono poi esfi follentati dalle braccia,che uanno da un co- lonnello all'altro : onde tutte le parti l'una per l'altra fi foftentano, e tale uiene� effer la lor na- tura, che quanto maggior carico � fopra il ponte, tanto pi�fiftringonoinfieme,e fanno mag- gior la fermezza dell'opera. Tutte le dette braccia, e l'altre traui, che fanno la tesfitura del pon te non fono larghe pi� di un piede, ne groffe pi� di tre quarti. Ma quelle traui che fanno il letto delponte,cio�chefonopofteper illungo,fono molto pi�fottile. |
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v i b a o
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Il
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A, E* il fianco del ponte,
$, I pilaftri, che fono nelle ripe ,
C, Le tefte delle traui che fanno la larghezza,
D, Le traui che fanno le fponde,
E, Icolonnelli,
p, Le tefte de gli arpefi con le ftanghette di ferro.
G, Sono le braccia, lequalicontrattando l'uno all'altro foftentanotuttaropera*
H, E'la Pianta del Ponte,
I, Sono le traui che fanno lalarghezza, & auanzano oltrale fponde,preifo allequali
fi fanno i buchi pergliarpefi.
k, S ono i trauicelli ? che fanno la uia del Ponte. |
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PI TRE ALTRE INVENTIONI SECONDO LE OVALI SI PON-
no fare i ponti 4i legno fenzaporre altrimentipali nel fiume. Cap. VIII. I ponno farei ponti di legno fenzaporre pali nell'acqua, come � fatto'il Pon-
te del Cifmone, in tre altre maniere, delle quali, perche fono di bellissima in* uentione $ non ho uoluto lafciar di porre i difegni ; tanto pi� che facilmente fa- ranno intefe da ciafcuno, c'harr� apprefo i termini ufati nel detto ponte del Gif mon,perche ancor quefticonfiftono di traui porte per la larghezza,dicolonnel ____________ H}~- bracciali arpefi, e di traui pofte per il lungo, che fanno le fponde. I ponti
adunque, fecondo la prima inuentione fi faranno in quefto modo. Fortificate le ripe con pila-
ftri fecondo che ricercher� il bifogno,fi porr� alquanto difcofto da quelle una delle traui,che fan no la larghezza del Ponte, e poi fi difporranno fopra di lei le traui, che fanno le fponde, lequali con un capo loro aggiongeranno fopra la ripa, & � quella s'affermeranno : di poi fopradi quefte, al diritto della traue pofta per la larghezza, fi porranno i colonnelli, iquali fi incateneranno alle dette traui con Arpefi di ferro, e faranno foftentati dalle braccia affermate molto bene ne i capi del ponte, cio� nelle traui che fanno le fponde, fopra la ripa : dapoi, lafciatoui tanto fpacio,quart tro far� flato lafciato dalla detta traue della larghezza alla ripa ; fi porr�l'altra traue della larghez- za^ medefimamente s'incatener� con le traui,che fopra quelle fi porranno per il lungo del pon- te^ con i colonnelli » & i colonnelli faranno fbftentati dalle lor braccia : e cofi fi andar� facendo di ordine in ordine qu�to far� di meftieri,offeruando fempre in quefti tai ponti,che nel mezo del lalarghezza del fiume uenga un colonnello,nelqual le braccia di mezo s'incontrino : e fi porran- no nella parte di fopra de' colonnelli altre traui, lequali giognendo da un colonnello all'altrp, li teniranno infieme uniti,e faranno con le braccia pofte ne' capi del ponte portione di cerchio mi- nor del mezo circolo. Et in quefto modo facendo ogni braccio foftenta il fuo colonnello,^ ogni colonnello foftenta la traue della larghezza, e quelle, che fanno le fponde,onde ogni parte fente il fuo carico. Vengono quefti cofifatti'ponti a effer larghi ne' capi loro, e fiuanno reftrignendo uerfo il mezo della lor lunghezza. Di quefta maniera non u� n'� alcuno in Italia, ma ragionan- doneio conMefTer AlefTandro P�cheroniMirandokfe,egli midiifedihauerne ueduto unoin Germania, A, E: l'alzato del fianco del Ponte,
B> Sono le tefte delle traui che fanno la largh�zza,
C, Sono le traui pofte per la lunghezza,
P, Sono i colonnelli,
E, Sono le braccia,che affermate nelle traui della lunghezza foftentano i colonnelli»
E, Sono le traui che legano un colonnello con l*altro,e fanno portione di cerchio.
G, E'ilfundodelFiume.
J3, E' La pianta del detto Ponte.
I ? Sono le prime traui,lequali da un capo fono foftentate dalla ripa,e dall'altro dalla
prima traue della.larghezza, IH k, Song
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TERZO. 17
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k, Sono le feconde trauijlequali fono foftentate dalla prima, e dalla feconda traue
della larghezza.
L5 Sono le terze traui 3 lequali fon foftentate dalla feconda, e dalla terza traue della larghezza.
Sono poi quefte traui, che fanno lalarghezza (come ho detto) foftentate da' co lonnellij � iquali fono incatenate ; & i colonnelli dalle braccia.
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L A inuentione del pontexhe fegue; ha la parte di fopra, laquale � quella,che foftenta tutto il
caricojfatta di portione di cerchio minore del raezo circolo,& ha le braccia,che uanno da un co- lonnello all'altrojcofi ordinatele nel mezzo de fpacij,che fono tra 1 colonelli,s'incrocciano.Le traui, che fanno il fuolo delPonte;fono incatenate � i colonnelli co arpefi,come nelle inuentioni, di fopra. Per maggior fortezza fi potrbbono aggiogner due traui per ogni capo del pontejequav �i affermate ne pflaftri con un capo, con l'altro arriuaffero fotto 1 primi colonelli, percioche aiu- Jerebbono molto � foftentar il carico del ponte. |
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CCC A, Ev
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e :\ Ai E' il diritto del Ponte per fianco. ": ri
B, Sortole traui, che fanno le (ponde del ponte.
�.'-'-:■ ■:;■:■' C, Sonoleteftedelletra�i,chefannolalarghezza. 1 P, Sono i colonnelli,
e: ; Ej Spno le braccia 5 cio� gli armamenti del ponte. 2 F, Sono le traui, che polle fotto il ponte ne i capi aiutano �foftentar il carico,
G, E'ilfuolodelponte.
H? E'il fondo del fiume. QV E S T' V L TIM A inuentione fi potr� fare con pi�, e con manco arco di qu�llo,ch'� di-
fegnato, fecondo che ricercher� la qualit� de fiti, e la grandezza de' fiumi. La altezza del pon- te, nella qual fono gli armamenti, o uogliam dir le braccia, che uanno da un colonnello all'altro; fi far�per la undecima parte dellalargh�zza delfiume. Tutti i cunei che fono fatti da i colonnel li risponderanno al centro, ilche far�l'opera fortisfima :'& i colonnellifoftenteranno le traui po- fte per la larghezza, e per la lunghezza del ponte, come ne fopradetti. I ponti di quefte quattro maniere fi potranno far lunghi quanto richieder� il bifogno/acendo maggiori tutte le pani loro �proportione * |
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A? Ev il diritto del ponte per fianco.
B, E'ilfuolodelponte.
C, SonoiColonnelli.
p, Sono le braccia,che armano, e foftentano i colonnelli.
�, S ono le tefte delle traui, che fanno la larghezza del ponte. F, E1 il fondo del fiume. |
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TERZO.
DEL PONTE DI BASSANO. |
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Cap. IX.
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j R E S S O � Badano terra porta alle radici dell'Alpi,che feparano la Italia dalla
Magna ; ho ordinato il Ponte di legname, che fegue,fopra la'Brenta fiume ue- locisfimo, che mette capo in mare uicino� Veneriate fu dagli antichi detto Meduaco, alquale(come racconta Liuio nella flia prima Deca ( Cleonimo Spartano uenne con l'armata auanti la guerra Troiana. Il fiume, nel luogo __________doue � flato fatto il ponte, � largo cento e ottanta piedi. Quefta larghezza fi
�diuife in cinque parti eguali jpercioche fortificate molto bene tutte due le ripe, cio� i capidel
ponte con traui di Rouere,e di Larice,fi fecero nel fiume quattro ordini di pali, dittanti l'uno dal l'altro trentaquattro piedi, e mezo. Cialcuno di quelli ordini � di otto traui lunghe trenta pie- di , grolle pei' og ni uerfo un piede e rriezo, e dittanti l'una dall'altra due piedi ; onde tutta la lun- ghezza del ponte uenne �efler diuifa in cinque fpacij ; & la larghezza fua di uentifei piedi. So- pra i detti ordini fi pofero alcune traui lunghe fecondo la detta larghezza (quefta forte di traui cofi pofte uolgarmente fi chiamano Correnti) lequali inchiodate alle traui fite nel fiume le tengo no tutte infieme congiontc, & unite,f�pra quefti correnti al diritto delle dette traui, fi dilpof�ro otto altre traui, lequali fanno la lunghezza del ponte, e giongono da un'ordine all'altro : e per- che la diftanza tra detti ordini � molto grande, onde con difficult� le traui pofte per il lungo hau rebbono potuto reggere il carico, che lor fotte flato pofto f�pra, quando fotte flato molto ; fi p� fero tra quelle & i correnti alcune traui, che feruono per modiglioni, e fbflentano parte del cari- co : oltre acci� fi ordinarono altre traui, lequali affermate in quelle, ch'erano fite nel fiume,e pie gate l'una uerfo dell'altra, andaflero � unirli con un'altra traue polla nel mezo della detta diftan- zafbtto ciafcuna delle traui della lunghezza. Quefte traui cofi ordinate rendono l'afpetto di un'arco, ilqualehabbia di frezza la quarta parte del fuo diametro ;& in tal modo l'opera riefce bella per la forma, e forte, per uenir le traui, che fanno la lunghezza del Ponte ; � efler doppie nel mezo. Sopra quefte fono pofte altre traui per trauetfo, lequali fanno il piano, � fuolo del ponte, & fportano con le lor tefle alquanto fuori del rimanente dell'opera, e paiono i modiglio- ni d i una cornice. Nell'una, e l'altra fponda del ponte fono ordinate le colonne,che {ottengo- no la coperta, e feruono per loggia, e fanno tutta l'opera commodisf�ma, e bella. |
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E'ia linea della fuperficie dell'acqua.
E' il diritto del fianco del ponte.
Sono gli ordini delle traui fitte nel fiume.
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A,
B, |
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Q
D, |
Sono le tefle de Correnti.
Sono le traui, che fanno la lunghezza del poute,fopra lequali fi uedonole tefte
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di quelle,che fanno il fuolo.
E, Sono le traui, che pendenti una uerfo l'altra, uanno � unirfi con altre traui pofte
nel mezo della diftanza, ch'� tra gli ordini de'pali, onde nel detto luogo uengo-
no a efler le traui doppie. F, Sono le colonne, che foftentano la coperta.
G, E il diritto di uno de'capi del ponte.
H, E' la pianta de gli ordini de' pali con i fperoni, iquali non lafciano, che detti pali
fiano percosfi da i legnami, che uengono gi� per il fiume.
I> E'la fcala di dieci piedi, con laquale � mifurata tutta l'opera. |
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CCC a DE
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LIBRO
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D I Q_V ELIO
Cap. X. |
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DE I PONTI DI PIETRA,
che nell'edificarli fi deue ofleruare.
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E CE R O prima gli huominii ponti di legno, come quelli, che alla lor pre-
fentenecesfit�attendeuano folamente : ma poich� cominciarono ad hauer ri- guardo all'immortalit� de lor nomi ; & che le ricchezze diedero loro animo, e commodit� � cofe maggiori,cominciarono � farli di pietra,iquali fono pi� du- rabili , di maggior fpefa,e di pi� gloria � gli edificatori., In quefti, quattro par ti fi deuono confiderai, cio�, i capi, che nelle ripe fi fanno : i pilaftri, che nel fi�mellfbndano : gli archi, che fono foftentati da detti pilaftri : & il Pauimento, ilqual fi fa fo- pra gli archi. I capi de' ponti deuono farfi fermisfimi, e fodi ; conciofiache non folo feruino a fo ftener il carico de gli archi, come gli altri pilaftri, ma di pi� tenghino unito tutto il Ponte, e non Jafciano che gli archi fi aprano : e per� fi faranno oue le ripe fiano di pietra ,ouero almeno di terren
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T E R Z O.
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terren lodo, e nonpotendofi hauer cofi fatte ripe per lor natura fermis/�me,.fifaranno ferme? e
forti con l'arte, facendoui altri pilaftri, & altri archi, onde f� le ripe foffero dall'acqua minate» non rimanefTe la uia alponte interrotta. I pilaftri, che fi fanno per la larghezza del fiume ; de- uono effer di numero pari ; fi perche ueggiatno che la natura ha prodotto di quefto numero tutte quelle cofe, che effendo pi� d'una, hanno da fo (tentar qualche carico, fi come le gambe de gli huomini, e di tutti gli altri animali ne fanno fede .-come anco perche quefto tal compartimento � pi� uago da uedere, & rende l'operapi� ferma : percioche il corfo del fiume nel mezo,nel qual luogo naturalmente egli � pi� ueloce, per effer pi� lontano dalle ripe ; � libero, e non fa danno � pilaftri col continuo percoterli. Deuonoi pilaftri cofi effer compartiti, che uengano� cadere in quella parte del fiume, oue il corfo dell'acque fia meno ueloce. Il maggior corfo dell'ac- que � doue fi adunano quelle col�, che f�pranotano, ilche nel crelcer de fiumi fi conofee facilisfi inamente. Le lor fondamenta rifaranno in quel tempo dell'anno, che l'acque fono pi� fecche, cio� nell'Autunno : & fe'l fundo del fiume far� di faffo, � di tofo, ouero di fcaranto, ilquale ( co- me ho detto nelprimo Libro) � una forte di terreno, chetiene in parte della pietra ; fi harranao le fondamenta fenza altra fatica dicauamento ; perche quefte tai forti di fondi fono buonisfimo fondamento perle llesfi. Mafe'lfondo delfiume far� ghiara, ouero labbia, fi cauer� tanto in «quello,che fi troui il lodo terreno ; e quando ci� foffe difficile,!! cauer� alquanto nell'arena,ouer nella ghiara, e poi ui fi faranno le palificate di pali di rouere,iquali con le punte di ferro, chea lor Ci faranno,giongano nel fondo lodo, e fermo. Per fondare i pilaftri fi deue chiud ere una par te delfiume folamente, & in quella fabricare, accioche per l'altra parte laici ata aperta l'impeto dell'acqua habbia il fuo corlb ; e cofi andar facendo di parte in parte. Non deuono effere i pi- laftri pi� lottili della fefta parte della larghezza dell'arco ; ne ordinariam�te pi� grosfi della quar ta. Si faranno con pietre grandi, lequali fi congiogneranno infieme con arpefi, e con chiodi di ferro, ouer di metallo : accioche con tali incatenamene uengano � effer come tutti di un pezzo. Le fronti de pilaftri fi fogliono far angulari, cio� che habbiano nell'eftremit� loro i'angulo retto, e fi fanno anco alcuna uolta � mezo cerchio ; accioche fendine l'acqua, e facciano che quelle co le, lequali fono dal fiume con impeto portate all'ingi�, percotendo in loro fi lontanino da' pila- ftri , e pasfino per mezo dell'arco. Gli archi fi deuono far ben fermi, e forti, & con pietre gran- di, lequali fianobenisfimocommefTe infieme; accioche posano refiftere al continuo paffar de' carri, e reggere al pefo,cheperqualche accidente far� condutto lor Ibpra. Quelli archi fono fortisfimi,chefi fanno di mezo cerchio ^perche pofanofbpra i pilaftri, e non fi urtano l'uni'al- tro: ma f� per la qualit� del fito, e per la dilpofition de'pilaftri, il mezo cerchio intiero per la troppo altezza offendeffe,facendo lafalita del ponte difficile ; fiferuiremo del diminuito,facen- do gli archi c'habbiano di frezza il terzo del lor diametro, e fi faranno in tal calo le fondamenta nelle ripe fortisfime. Il pauimentode'pontifideuelaftricare,in quell'iftelfo modo che fila- ftricano le uie, dellequali � flato detto di Ibpra: onde elfendofiueduto quanto fi deue auertire nell'edificare i ponti dipietra, � tempo che pasfiamo a' difegni. DI ALCVNI P�NTI CEL E Bl I E DM I C A T I
da gli Antichi, e de'difegni del ponte di Rimino. Cap, XI. O LTI ponti furono edificati da gli antichi in diuerfi luoghi ; ma in Italia,e fpe
cialmente f�pra il Teuere affai ne edificarono, de quali alcuni fi uedono intie- ri , e d'alcuni altri fono rimali i ueftigi antichi folamente. Quelli, che fi ue- dono ancora tutti intieri fopra il Teuere; fono quel di Caftel Santo Angelo, gi�chiamato Heliodalnomedi Helio Adriano Imperadore, ilquale edific� IJU^j quiui la fua fepoltura. Il Fabricio, edificato da Fabricio, hoggi detto ponte quattro capi dalle quattro tefte di Giano, ouer di Termine, lequali fono polle a man finiftra en- trando in elfo ponte : per quello ponte l'Ifola del Teuere fi congiogne alla citt�. Il Cellio hoggi detto
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ti LIBRO
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detto di San Bartolomeo, ilquale dall'altra banda dell'Ifola paffa in Tranfteuere. Il Ponte det-
to Senatorio da' Senatori, & Palatino, dal Monte che glie uicino,fatto di opera ruftica ; che ho- f a fi chiama di Santa Maria. Ma quei ponti, de' quali fi uedono nel Teuere i ueftigi antichi fo- lamente,f�no, il Sublicio, detto anco Lepido da Emilio Lepido, che eifendo prima di legno lo fece d� pietra, & era uicino � Ripa : Il trionfale, i cui pilaftri fi ueggono rincontro alla Chiefa di Santo Spirito : il Ianiculenfe, cofi chiamato per effer uicino al Monte Ianiculo, ilquale perche � flato riftaurato da Papa Sifto 1111 » hora fi dimanda Ponte Sifto ; & il Miluio hoggi detto Pon- te Molle, pofto nella uia Flaminia lontano da Roma poco meno di due miglia, ilquale non ritie- ne altro di antico, che li f ondam�ti, e dicono che fu edificato al tempo di Siila da M.Scauro Cen fore. Si uedono anco le mine di un ponte edificato da Augufto Cefare di opera ruftica fbprala Nera fiume uelocisfimo appreifo Narni. E fopra il Metauro nell'Vmbria � Calgi f� ne uede un'al tro di opera ruftica fimilmente con alcuni contraforti nelle ripe, che foftentano la ftrada, e lo fan no fortisfimo. Ma tra tutti i ponti celebri, per cola marauigliola � ricordato quello, che fece far Caligola da Pozzolo � Baie in mezo del mare di lunghezza poco meno di tre miglia, nelquale di cono ch'egli Ipefe tutti i denari dell'Imperio. Grandisfimo anco, e degno di merauiglia fu quello, che per foggiogare i Barbari edific� Traiano ibprail Danubio rincontro alla Tranfilua- nia, nelquale fileggeuano quelle parole. PR.OVIDENTIA AVGVSTI VERE PONTIFI-
CIS VIRTVS ROMANA Q_V I D NON D O M E T? SVB IVGO ECCE RAPIDVS ET DANVBIVS. Quefto ponte fu poi minato da Adriano accioche i Barbari non potettero pattare � danni del-
le prouincieRomane,e i iuoi pilaftri fi uedono ancora in mezo del fiume.Ma c�ciofiache di quan ti ponti io habbia ueduro, mi pare il pi� bello, &ilpi� degno di confideratione fi per la fortez- za , come per il fuo compartimento,quello, che � � Rimino Citt� della Flaminia, fatto edificare, per quel ch'io credo ; da Augufto Cefare ; ho pofto diluii difegni, iquali fono quelli, che feguo- no. Egli � diuifb in cinque archi, itre di mezo fono eguali, di larghezza di uenticinque piedi ; &i due acanto le ripe fono minori, cio� larghi C�lo uenti piedi : fono tutti quefti archi di mezo circulo, & il lor modeno � per la decima parte della luce de' maggiori, e per l'ottaua parte della luce de' minori. I Pilaftri fono grosfi poco meno della met� della luce de gli archi maggiori. L'Angolo de' fperoni, che tagliano l'acqua, � retto, ilche ho offeruato che fecero gli antichi in tutti i ponti, perche egli � molto pi� forte dell'acuto, e per� manco efpofto � efler ruinato da gli arbori, ouer da altra materia, che uenifle portata all'ingi� dal fiume. Al diritto de' pilaftri ne i lati del ponte fono alcuni tabernacoli, ne quali anticamente doueuano elfer ftatue : fopra que- fti tabernacoli perla lunghezza del poute u'� una cornice, laquale ancora che fia fchietta,fa per� pn bellisfimo ornamento a tutta l'opera. |
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A, F la detta cornice che � fopra i tabernacoliper la lunghezza del ponte.
B, E' la fuperficie dell'acqua.
C, E" il fondo del fiume.
D3 Sono piedi dieci, con iquali � mifurato quefto ponte.
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DEL
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LIBRO
VICENZA,
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IL
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CH'E' SOPRA
Cap. XII. |
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DEL PONTE DI
Bacchiglione,
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ASS ANO per Vicenza due fiumi, l'uno de'quali � detto il Bacchigliene, e
l'altro il R erone. Il Rerone nell'ufcir della Citt� entra nel Bacchiglione,e per- de fubito il nome. Sopra quefti fiumi fono due ponti Antichi ; di quello, ch'� fopra il Bacchigliene fi uedono i pilaftri, & un'arco ancora intiero appreflo la chiefa di S.Maria de gli Angioli ; il rimanente � tutto opera moderna. E' que- ,.,M_-^..~r^gg;a3< fio ponte diuifo in tre archi, quel di mezo � di larghezza di trenta piedi ; gli al li due fono largni folo piedi uentidue, e mezo ; ilchefu fatto acci� che'l fiume haueffe nel mezo pi�liberoilfuocorfo, I Pilaftri fono grosfi per la quinta parte della luce de'uolti minori,e per Jafefta del maggiore. Gli archi hanno di frezza la terza parte del lor diametro ; il lormodeno � graffo per la nona parte de i uolti piccioli j e per la duodecima di quel di mezo, e fono lauorati a foggia di Architraue , Nell'eftreme parti della lunghezza de' pilaftri, fottol'impofte de gli ar- chi,.{portano in fuori alcune pietre ,iequali nel fabricare il ponte feruiuano per foftener le traui, fopra kquali fi faceua l'armamento de' uolti: & in quefto modo fi fuggina il pericolo che crefcen do il fiume non portarle uia i pali con ruina dell'opera, iquali facendoli altrimenti, farebbe flato bifognoficcar nel fiume, per far il dett'armamento. |
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A) E*lafpondadelponte.
C, E'il modeno de gli archi.
D, Sono le pietre,che efeono fuori delrimanente de' pilaftri, e feruono � far l'arma
mento de'uolti.
Ej Sano i capi del ponte» r DI VN
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TE R Z O.
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DI V N PONTE
inuentione. |
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DI PIETRA DI MIA
Gap. XIII. |
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[ELISISSIMA � m�o giudicio � la inuentione dei Ponte, che fegue ; e mol-
to accommodata al luogo, oue fi doueua edificare : ch'era nel mezo d'una cit- t�, laquale � delle maggiori, e delle pi� nobili d'Italia ; & � Metropoli di mol- te altre Citt� ; e ui fi fanno grandisfimi trafichi, quafi di tutte le parti del mon- do. Il fiume � larghisfimo,& il Ponte ueniua�effer nel luogo apponto ,oue fi riducono i mercanti � trattare i loro negocij.. Per� per feruar la grandezza, � la dignit� della detta Citt�, e per accrefcerle anco grosfisfima rendita, io faceua fopra del pon ^ per la larghezza fua ; tre ftrade : quella di mezo ampia, e bella : e l'altre due, ch'erano una per banda ; alquanto minori. Dall'una,e dall'altra parte di quefteftrade io uiordinaua delle bot *eghe: di modo che u� ne farebbono flati fei ordini. Oltre acci� ne'capi del Ponte, e nel me- *o, cio� fopra l'arco maggiore ; ui faceua le loggie ; nellequali fi farebbono ridotti i mercatanti a negociarinfiemej&harebbono apportato commodit� e bellezza grandisfima. Alle loggie, che fono ne' capi, fi farebbe falito per alquanti gra�i ; & al piano di quelle farebbe flato il {itolo, o pauimento di tutto il rimanente del Ponte. Non deue parer cofa nuoua che fopra Ponti fi fac ciano delle loggie : percioche il Ponte Elio in Roma, delquale s'� detto � fuo luogo ; era antica- mente ancor egli coperto tutto di loggie con colonne di Bronzo, con ftatue, e con altri mirabili ornamenti : oltre che in quefta occauone, per le cagioni dette di fbpra > era quafi nec�flario il far le. Nelle proportioni de' pilaftri, e de gli archi s'� ofleruato quell'ifteflb ordine, e quelle ifteffe l'egole, che fi fono offeruate ne' ponti pofti di fopra s e ciafcuno da per f� potr� facilmente ritro- varle. *>ARTI della Pianta.
A, E! la ftrada bella, & ampia fatta nel mezo della larghezza del Ponte.
B, Sorto le ftrade minori.
C, Sono le botteghe.
D, Sono le loggie ne' capi del Ponte.
E, Sono le fcale, che portano fbpra le dette loggie.
F, Sono le loggie di mezo fatte fopra!arco maggiore del Ponte.
L E parti dell'Alzato corrifpondono � quelle della pianta, e per� l�nza altra dichiaratione fi
lafciano facilmente intendere. C, E* il diritto dellebotteghenellapartedifuori,c�o�fbprail fiume : e nell'altra ta-
uola, ch'� all'incontro ; appare il diritto delle ifteffe botteghe fopra le ftrade. G, E1 la linea della fuperficie dell'acqua.
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DI V N A L T R O P O N T E D I M I A
�nuentione. Cap. XIIII.
ICERCATO da alcuni gentirhuominidelparer mio circa un Pon-
te , ch'esfi difegnauano far di pietra ; feci loro la fottopofta inuentione. Il fiu- me nel luogo, o u� fi doueua fare il Ponte ; � largo cento, e ottanta piedi. Io diuideua tutta quefta larghezza in tre uani, e faceua quel di mezo largo felfan- ta piedi ; e gli altri due, quarantotto l'uno. I pilaftri, che reggeno i uolti; ueniuanodigrolfezza di dodici piedi ; e cofi erano grosfiper la quinta parte del uano di mezo, e per la quarta de' uani minori : io alteraua in loro alquanto le mifure ordina- rie facendoli molto grosfi, e che ufciffero fuori del uiuo della larghezza-dei Ponte ; perche me- glio poteffero refiftere all'impeto del fiume, ilquale � uelocisfimo ; & allepietre, & a i legnami, che da quello fono portati �ll'ingiu. I uolti farebbono flati di portione di cerchio minore del mezo circolo ; acci� che la falita del ponte folfe fiata facile, e piana. Io faceua il modeno de gli archi per la decimafettima parte della luce dell'arco di mezo , e per la quartadecima della luce de gli altri due. S'haurebbe quello ponte potuto ornar con nicchi al diritto de' pila- Uri^ con ftatue, e ui farebbe ftata bene � lungo ifuoi lati una cornice ;ilche fi uedeche fecera alcuna uolta anco gli Antichi, come nel ponte di Rimino ordinato da Augufto Cefare, i cui di- legni fono flati polli di fopra. A, E*lafuperficiedell'acqua.
B, E'il fondo del fiume.
C, Sono le pietre, che {portano in fuori per l'ufo fbpradetto.
� D, Eia fcala di diece piedi, con laquale � mifurata tutta l'opera.
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PEL PONTE DI VICENZ A, C H' E1
fopra il Rerone. Gap. XV.
'ALTRO Ponte Antico, che, come ho detto, � in Vicenza foprailRe-
rone ; fi chiama uolgarmente il ponte dalle Beccane, perche egli � appretto il Macello maggiore della Citt�. E quefto ponte tutto intiero, & � poco dif- ferente da queLch'� fopra il Bacchigliene ; percioche ancor egli � diuifo in tre archi, & ha l'arco di mezo maggior de gli altri due. Sono tutti quefti archi di portione di cerchi� minore del mezo circolo, e non hanno lauoro alcuno: i pie cioTi hanno di frezza il terzo della loro larghezza : quel di mezo � un poco meno. I pilaftri fo- no grosfi per la quinta parte del diametro eie gli archi minori : & hanno nell'eitremit� loro,fotto 1'impofta de gli archile pietfe,che (portano in fuori per le cagioni fopra dette. Sono l'uno � l'al- tro di quefti ponti fatti di pietra da Coftoza, laquale � pietra tenera e li taglia con lafega come fi fa il legno. D ell'iftefle proportioni di quefti due di Vicenza u� ne fono quattro in Padoua, tre de quali hanno tre archi folamente ,� e fono, il Ponte A Itin�, quello di San Lorenzo, e quel ch'� det to Ponte Coruo : & uno ne ha cinque, & � quel ch'� detto Ponte Molino : in tutti quefti ponti fi uede eflerftataufataunafomma diligenza nel commettere infieme le pietre, ilche( come altre uoite ho auertito ) fi ricerca fommamente in tutte le fabriche. |
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TERZO. ^x
DELLE PIAZZE, E DE GLI EPIFICII,
che intorno � quelle fi fanno, Cap, XVI.
L T R A le flrade, delle quali � flato detto di fopra, fa di meftieriche nel*-
le Citt� fecondo lalor grandezza fiano compartite pi�, e manco piazze, nelle quali fi raunino le genti a contrattar delle cofe neceffarie, & utili � i bifogni lo- ro ;&fi cornea diuerfi ufi fi attribuifcono, cofi deuefi�ciafcuna dar proprio luogo, e conueniente. Quelli tai luoghi ampij,cheperle Citt� fi laici ano; oltra la detta commodit�, che ui fi ratinano le genti � paleggiare, � trattenirfi, & � contrattare ; rendono anco molto ornamento, ritrouandoii � capo di una ftrada un luogo bello, e fpaciofo, dalquale fi ueda l'afpetto di qualche bella fabrica,e masfimamente di qualche Tempio. Ma fi come torna bene che fiano molte piazze fparfe per la Citt�,cofi molto pi� � ne- ceifario, & ha del grande, e dell'honoreuole, che u� ne fia una principalisfima, e che neramen- te fi pofla chiamar publica. Qiaefte piazze principali deono farli della grandezza che ricerche- r�la moltitudine de' cittadini, accioche non fiano piccioleal commodo,& all'ufo loro ;ouero per il poco numero delle perfone non paiano dishabitate. Nelle Citt� maritane fi faranno ap- preffo il porto : e nelle citt�,che fono fra terra, fi faranno nel mezo di quelle ; accioche fiano com niode � tutte le parti della Citt�. Si ordineranno, come fecero gli Antichi sintomo allepiaz- Ze i portichi larghi quanto (arala lunghezza delle lor colonne ; l'ufo de quali � per fuggir le piog gie, le neui, & ogni noia della grauezza dell'aere, e del Sole : ma tutti gli edifici), che intorno alia piazza fi fanno; non deuono effere (fecondo l'Alberti) pi� alti della terza parte deilalarghez za della piazza, ne meno della fella :&�i Portichi fi falir� per gradi, iquali fi faranno alti per la «quinta parte della lunghezza delle colonne. Gf andisfimo ornamento danno alle piazze gli ai* chi, che fi fanno in capo delle ftrade, cio� nell'entrare in piazza, iquali, come fi debbono fare, -& perche anticamente fi faceffero, e d'onde fi chiamalfero trionfali fi dir� diffufamente nel mio Libro de gli archi, e fi porranno i difegni di molti : onde fi dar� grandisfimo lume � quelli, che .uolelfero� noftritempi,eperrauenire drizzar gli archi � Principi, �R�, &� Imperatori. Ma ritornando alle piazze principali, deuono elfer � quelle congionti il palazzo del Principe, ouer della Signoria, fecondo che far� � Principato, � Republica : la Zecca, e l'erario pub lieo ; doue fi riponeilTheforo,&ildanaropublico :ele prigioni: quelle anticamente fi faceuano di tre for- ti , l'una per quelli ch'erano fuiati, &immodefti, che fi teniuano, acci� che fuffero ammaeftrati, laqualehora fi d� �i pazzi: l'altra era dei debitori, & quella ancofi ufa tra noi: la terza � doue ftanno i perfidi, & rei huomini � gi� condennati, � per elfer condennati : lequai tre forti bada- no , conciofiache i falli de gli huomini nafeano � da immodeflia, ouer da contumacia, ouero da peruerfit�. Deuono elfer la Zecca, e le prigioni collocate in luoghi ficurisfimi, &prontisfimi, circondate d'alte mura, eguardate dalleforze, e dalle infidiedeifeditiofi Cittadini. Deuono farli le pregioni fan�, e commode : perche fono fiate ritrouate per cuftodia, e non per fupplicio e pena de ifcelerati,o d'altre forti d'huomini: per� fi faranno le lor mura nel mezo di pietre ui- Ue grandisi�me incatenate infieme con arpefi, e con chiodi di ferro, o di metallo ; e s'intoniche- ranno poi dall'una e dall'altra parte di pietra cotta:perchecofifacendorhumidit�della pietra uiua non le render� mal fan�, ne perderanno della lor Acutezza. Si deuono anco far gli andidi lor intorno, & le ftanze de icuftodiappreffo, acci� che fi pofl�fentir facilmente s'alcuna cola i pregioni maciulleranno. Oltra l'erario, e le pregioni deue congiognerfi alla piazza, la Curia la- cuale � il luogo, doue fi ratina il Senato � confultar delle cofe dello flato. Quella deue farli di quella grandezza, che parr� richieder la dignit�, e moltitudine de'cittadini; e s'ella far� qua- drata , quanto hauer� dilarghezza aggiognendoui la met�, fi far� l'altezza. Ma f� la fua forma far� piti lunga, che larga, fi porr� infieme la lunghezza, e la larghezza, e di tuttala fummafipi- gHerala met�, e fi dar� all'altezza fin fotto la trauatura. Al mezo dell'altezza fi deuono far cor- nicioni intorno � i muri, iquali fportino in fuori : acci� che la uoce di quelli, che disputeranno; flon fi dilati nell'altezza della Curia, ma rebuttata in dietro meglio peruenga all'orecchie de gli auditori,
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St L I B R G
auditori. Nella parte uolta alla pi� calda regione del Cielo � canto la piazza, fi far� la Bafilica,
cio� il luogo doue fi rende Giuftitia, e doue concorre gran parte del popolo, & huomini da fa- cende ; dellaquale tratter� particolarmente, poi c'har� detto come 1 Greci, & come i Latini fa- ceuano le lor piazze, e di ciafcuna har� pofto i dif�gni. DELLE PIAZZE DE I GRECI. Gap. XVII.
GRECI ( come ha Vitruuio nel primo cap. del V. Lib.) ordinauano nelle lor
Citt� le piazze di forma quadrata, e faceuano lor intorno iportichi ampi), e doppi), & di (beffe colonne, cio� diftantil'una dall'altra un diametro e mezo di colonna;© al pi�, due diametri. Erano quelli portichi larghi quanto era lalunghezza delle colonne, onde, perche erano doppi); il luogo dapaifeggia re ueniua � effer largo, quanto erano due lunghezze di colonna, e cofi molto commodo, & ampio. Sopra le prime colonne, lequali(hauendo riguardo al luogo, oue effe erano ) per mio giudicio doueuano elTer di ordine Corinthio ; u'erano altre colonne, la quarta parte minori delle prime ; quelle haueuano fotto di f� ilpoggio dell'altezza che ricerca la com- modit�: perche anco quefti portici di fopra fi faceuanoper poterui paffeggiar,e trattenerli,& oue potelfero ftar commodam�te le peritone � ueder i fpettacoli che nella piazza, � per diuotio- ne,� per diletto fi faceffcro. Doueano eifer tutti quefti portichi ornati di Nicchi con ftatue : per- cioche i Greci molto di tali ornamenti fi dilettarono. Vicino � quefte piazze,bench� Vitruuio, quando ne infegna come elle fi ordinauano; non faccia mentione di quefti luoghi ;ui douea e�fer la Bafilica, la Curia, le prigioni, e tutti gli altri luoghi, de quali s'� detto di fopra,che fi con- giongono alle piazze. Oitra di ci� perche ( come egli dice al cap. VII.de! primo Libro ) ufarono gli antichi di fare apprelfo le piazze i Tempi] confacrati � Mercurio, & � Ifide, come � Dei prefi- denti � i negotij, & alle mercantie ; & in Fola Citt� dell'Iftria le ne ueggono due fopra la piazza, l'uno fimile all'altro di forma,di grandezza, & di ornamenti ; io gli ho figurati nel difegno di que ite piazze � canto la Bafilica : le piante e gli alzati de quali con tutti i lor membri particolari pi� didimamente fiuederannonel mio Libro de Tempij, A, Piazza.
B, Portichi doppi).
C, Bafilica, oue i Giudici haueuano i lor tribunali.
D, Tempio di Ifide.
E, Tempio di Mercurio.
F, Curia.
G, Portico, e corticellaauanti la zecca.
H, Portico, e corticella auanti le prigioni. I, Porta dell'Atrio, dal quale fi entra nella Curia.
k, Anditi intorno la Curia, per iquali fi uiene � i portici della piazza.
L, Il uoltar dei portici della piazza.
M, Il uoltar de i portici �i dentro.
N, Pianta de i muri de i cortili, de i Tempij.
P, Anditi intorno la Zecca, e le prigioni.
L' A L Z A T O, Ch'� dietro la Pianta, � di una parte della piazza.
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TERZO.
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1) E IL E PI AZZE DE' LATINI, Cap; XVIII.
ROM ANI} & gli Italiani (come dice Vitruuio al luogo fopradetto) parten-
doli dall'ufo de' Greci,faceuano le lor piazze pi� lunghe,che larghe: in modo, chepartitalalunghezzaintreparti,didue faceuanola larghezza: percioche dandoli in quelle i doni a i gladiatori, quella forma riufciua 1 or pi� commoda della quadrata :& per quella cauf� anco faceuano gli intercolunnij de'porti- chi, ch'erano intorno alla piazza; di due diametri di colonna, & un quarto; ouero di tre diametri: acci� che la uifta del popolo non foife impedita dalla fpeffezza delle co- lonne . Erano i portichi larghi, quanto erano lunghe le colonne j & haueuano fotto le botteghe de' banchieri. Le colonne di fbpra li faceuano la quarta parte meno di quelle di fotto : perche le cofe inferiorijrilpetto alpefo,cheportano;deono elfer pi� ferme che le df,fopra come � flato det " to nelprimo Lib. Nella parte uolta alla pi� calda regione del Cielo lituauano la Balilica,la qua- le io ho figurata nel difegno di quelle piazze di lunghezza di due quadri: e nella parte di dentro ni fono i portichi intorno, larghi per il terzo dello fpacio di mez�. Le colonne loro fono lun- ghe quanto esf� fono larghi, e potriano farfi di che ordine pi� piaceffe. Nella parte uolta � Set tentrione io ho polla la Curia di lunghezza di un quadro e mezo; lama altezza � per la met� del la larghezza, e lunghezza unite inf�eme;era quello il luogo, (come ho detto di fopra) oue fi xaunaua il Senato �confultar delle cofe dello flato. A, Scala � lumaca uacua nel mezo, che porta ne' luoghi di fopra.
B, Andito per ilquale fi entra ne' portichi della piazza.
C, Portichi, e corticella acanto la Bafilica.
g ■' > Luoghi per i banchieri, e per le pi� honorate arti della Citt�.
F, Sono iluoghiperifecretarij, oue fi riponeffero le deliberationi del Senato.
G, Le prigioni.
H,E41 uoltar de'portichi della piazza.
I, Entrata nella Bafilica per fianco.
k, E' il uoltar de' Portichi, che fono delle corticelle � canto la Bafilica.
T V T T E Le dette parti fono fatte in forma maggiore, e contrafegnate con Tifi-effe
littere. L'ALI A T O, Che fegue in forma grande j � di una parte decortichi della piazza.
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3B LIBRO
D E L L E B ASILICHE A NT I C HE,
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Cap. XIX.
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chiamauano anticamenteBafilichequei luoghi,ne'quali ftauanoi Giudici
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� render ragione � coperto, & oue alcuna uolta fi trattaua di grandine d'impor
tanti negotij : onde leggiamo che i Tribuni della plebe fecero leuar dalla Ba- filica Portia, ch'era in Roma preffoal Tempio di Romolo,e R emo, c'hora �ia Chiefa di S.Cofmo,e Damiano ; nella qual rendeuano giuftitia ; una colonna, __________ che impediualoro le fedie. Di tutte le Bafiliche antiche fu molto celebre, e
tenuta fra le col� marauigliofe della citt�, quella di Paulo Emilio, ch'era fra il Tempio di Satur-
no , e quello di Fauftina ; nellaqual eglifpefe mille e cinquecento talenti donatigli da Cefare ; che fono, per quanto fi fa conto ; circa nouecentomila feudi. Deono farfi congionte allapiaz za, come fu offeruato nelle fopradette, ch'erano tutte due nel Foro Romano ; e riuolte alla pi� calda regione del Cielo : accioche i negociatori, & i litiganti al tempo del uerno fenza moleftia de' cattiui tempi poffano � quelle trasferirfi,& dimorarui commodamente. Si deuono far lar- ghe non meno della terza parte,ne pi� della met� della lor lunghezza, f� la natura del luogo non ci impedir�, ouero non Afforzer� a mutar mifura di compartimento. Di quefti tali edifici j non ci � rimafo alcun ueftigio antico : onde io fecondo quel, che ci infegna Vitruuio nel luogo ricor- dato di fopra, ho fatto i difegni, che feguono ; ne' quali la Bafilica nel (pacio di mezo, cio� den- tro dalle colonne ; � lunga due quadri. I portichi, che fono da' lati, & nella parte,oue � l'entra- ta ; fono larghi per la terza parte del fpacio di mezo .Le lor colonne fono tanto lunghe,quanto esfi fono larghi, e fi ponno fare di che ordine fi uuole .Io non ho fatto portico nella parte rin- contro alla entrata,perche parmi che ui ftiamolto bene un Nicchio grande, fatto di portion di cerchio minore del mezo circolo, nelquale fia il tribunale del Pretore,ouero dei Giudici, f� fa- ranno molti, & ui fi af�enda per gradi acci� habbia maggior maeft�, e grandezza : non nego pe- r� che n on fi poffano far anco i portichi tutto intorno ; come ho fatto nelle Bafiliche figurate ne" dif�gni delle piazze. Per liportichi fi entra alle fcale, che fono da ilari del detto nicchio,lequa li portano ne i portichi fuperiori. Hanno quefti portichi fuperiori le colonne la quarta parte mi-^ nori di quelle di fotto ; il poggio, ouero piedeftilo, che � tra le colonne inferiori, e le difopra ; fi deue far alto la quarta parte meno della lunghezza delle colonne di fopra : acci� che quelli, che caminano ne portici fuperiori ; non fiano ueduti da quelli, che negociano nella Bafilica. Con altri compartimenti fu ordinata da elfo Vitruuio una Bafilica in Fano, laquale per le mifu- re,che aldetto luogo egli ne d�; fi comprende, che doueuaelfer un edif�cio dibellezza,e di di- gnit� grandisfima ; & io ne porrei qui i difegni, f� dal Reuerendisfimo Barbaro nel fuo Vitruuio nonfoifero flati fatti con fomma diligenza. DE' difegni, che feguono; il primo � della Pianta; il fecondo � di parte dell'Alzato.
P A R T I della Pianta.
A, E l'entrata nella Bafilica.
B-, E il luogo per il tribunale rincontro all'entrata.
C, Sono i portici intorno.
D, Sono le fcale che portano di fopra.
E, Sonoiluoghidell'immonditie.
PARTI dell'Alzato.
F, E' ilprofilo del luogo fatto per pomi il tribunale, rincontro all'entrata.
G, Sono le colonne de' portichi di fotto.
H, E' ilpoggio alto la quarta parte meno della lunghezza delle colonne decortichi
difopra.
I, Sono le colonne de detti portichi fuperiori. |
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DELLE B A SI L I C H E DE* NOST�I TEMPI,
e de'difegni di quella di Vicenza. Cap. XX. T come gli Antichi fecero le lor Barilichc,acci� che'l uerno, eia ftate gl'huomi
ni haueffero oue raunarfi � trattar commodamente le lor caufe,& i lor negocij: c�fi� tempi noftri in ciafcuna citt� d'Italia, e fuori fi fanno alcune S�ie publi- che Uequali fi poffono chiamar meritamente Bafiliehe : percioche lor prelfo � l'habitatione del fupremo magiftrato, onde uengono � efler parte d� quella ; e propriamente quefto nome, Bafilica, lignifica cala regale: & anco perche ui ftanno i giudtc�'a render ragione al popolo. Quefte Bafiliehe de' noftri tempi fono in quefto dall'antiche differenti ; che l'antiche erano in terreno,� uogliam dire � pie piano : e quefte noftre fono fopra i uolti ; ne' quali poi fi ordinano le botteghe per diuerfe arti, e merCatahtie della citt�;: e ui fi fanno anco le pregioni. Scaltri luoghi pertinenti � i bifbgni publichi. Oltre acci�, quelle\ : haueano i portichi nella parte di dentro, come s'� ueduto ne' difegni di fopra ; e quefte per lo con trario, � non hanno portichi,� gli hanno nella parte di fuori, fopra la piazza. Di quefte Salerno derne unanotabilisfiman'� in Padoua, Citt� illuftre per l'antichit�fua,e per Io ftudio celebre in tutto il mondo ; nella quale ogni giorno fi raunano i gentirhuomini, e feriie loro per una piazza coperta. Vn'altrapergrandezza,eperornamentiinirabile n'hafatto nuo�amentela Citt� di Brefcia magnifica in tutte le attion fue, Et un'altra u� n'� in Vicenza, della qualefolamente ho pofto i difegni, perche i portichi, ch'ellah� d'intorno ;fono di mia inuentione : e perche non dii bito che quefta fabrica non porta elfer comparata � gli edifici) antichi ; & annouerata tra le mag- giori , e le pi� belle fabriche, che fiano ftate fatte da gli antichi in qua, fiper la grandezza, e per gli ornamenti fuoi : come anco per la materia,che � tutta di pietra uiua durisfima ; e fono ftate tut te le pietre commeffe, e legate infiemeconfommadiligenza. Non occorre ch'io pongale mi- fure di ciafcuna fua parte, perche ne difegni fono tutte notate �i fuoi luoghi, NELLA Primatauola�difegnatalapianta,eralzato,conlapiantadi parte de'pilaftri
in forma grande. NELLA Seconda � difegnata una parte dell'alzato in maggior forma.
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44 LIBRO
P E L L E P A L E S T R E, E , D E I X I S T I
de' Greci, Cap... XXI.
O I che s'� trattato delle uie, de i ponti, e delle piazze ; refta che fi dica di
quelli edificij , che fecero gli antichi Greci, ne' quali gli huomini andauano � efercitarfi:5?�cofamoltouerifimile,chealtempoche le Citt� della Grecia fi reggeuano � Reupblica,per ogni Citt� ne folle uno di quelli tali edificij : oue igiouanetti,oltra l'imparar delle fcienzeiefercitando i corpi loro nelle cofc pertinenti allamilitia, come � conofcer gl'ordini, �lanciar il palo, � giocar alle braccia,� maneggiar l'arme, � natar con pefifapra le fpalle ; diuenilfero atti alle fatiche,& � gli ac , cidenti della guerra ; onde poterno poi col lor ualore, e difciplina militare, elfendo esfi pochi, uincer eferciti numerofisfimi � A' efempio loro hebbero i Romani il Campo Martio, nelquale publicamente lagiouent�fi efercitauanelle dette militari attionj.dal che nafceuano mirabili ef- fetti , e le uittorie delle giornate. Scriue Cefare ne fuoi Commentari!, che elfendo egli all'im- prouifo alfalko da' Nerui,e uedendo che la fettima legione, e la duodecima erano di maniera ri ftrette, che non poteuano combattere ; command� che fi allargaflero, e fi metteifero l'ima � fian chi dell'altra, accioche hauelfero commodit� da adoperar l'arme, & non poteffero efler da nimi ci circondate : ilche con preftezza fatto da ioldati, diede � lui la uittoria, & � loro fama e nome immortale di ualorofi, e di bene difciplinati ; conciofiache nell'ardor della battaglia quandp le cofe erano in pericolo., e piene di tumulto faceifero quello, che � moki � tempi noilri par diffici- lisfimo da farli quando anco gli nimici lono lontani, et fi ha commodit� di tempo, e di luoco. Di quelli taigloriofi fatti ne fono quali piene tutte le Greche e Latine Hiftorie, e non � dubbio che di l'oro n� folfe cagione il continuo el�rcitarfi de' giouanLDa quello effercitio i detti luoghi, che (come racconta Vitruuio al cap. XI. del V. Lib.)fabricauanoiGreci;furono da loro chia- priati Paieftre ,e Xilli : e la lor dilpofitione era tale, Prima difegnauano la piazza quadrata di giro di due ftadij, cio� di ducento, e cinquanta paflfa ; & in tre lati di lei faceuano i portici fem- plici, e fotto quelli alcune fale ampie,nelle quali llauano gli huomini letterati, come Filofofi, e fimili;�dilputare,edifcorr�re. Nel quarto lato poi,ilqualeera uolto al Meriggie ; faceua- no i portichi doppij ? accioche le pioggie da uenti fpinte non entralfero nella parte pi� � dentro, nel uernoj& Teliate il Sole folfe pi� lontano. Nel mezo di quello portico era una fala molto grande lunga un quadro, e mezo, oue fi ammaeftrauano gli Adolefcenti. Dalla delira della quale, era il luogo > oue fi ammaellrauano le Garzone : e dietro � quello, il luogo,oue s'impolue rauano gli Athleti:e pi� olir� la ftanza per la fredda lauatione, c'hora chiameresfimo bagni di ac- qua fredda;laqual uiene a eifer nel uoltar del Portico. Dalla finillra del luogo de gli adolefcenti era il luogo,oue s'ongeu�no i corpi per effer pi� forti;& apprelfo la ftaza fredda,oue l� Ipogliaua- no: e pi� oltre la tepida,per doue fi faeeua foco,- dalla quale fi entrauanella calda : haueua quella ftanza daunaparte illaconico(era quello illuogo)ouefudauano)e dall'altra la ftanzaper la calda, lauatione. Perciocheuolleroqueiprudentihuomini, imitando la natura, laqual da un'eftremo-. freddo ad un'eftremo caldo con i fuoi mezi ci conducetene no fubito dalla ftanza fredda fi entraf- fe nella calda, ma col mezo della tepida. Di fuori da detti luoghi erano tre portichi, uno dal la. ito, doue eral' entrata, che fifarebbe uerlbLeuante,ouero uerib Ponente. Gli altri due era- no, uno dalla delira, l'altro dalla finillra, polli l'uno � Settentrione, l'altro � Mezogiorno. Quello, che guardaua � Settentrione,era doppio, e di larghezza quanto erano lunghe le colon- ne. L'altro liuolto� Mezogiorno eral�mplice, ma molto pi� largo dicialcuno de'fopradetti, & era diuifo in quello modo : che lafciati dalla parte delle colonne, e dalla parte del muro dieci piedi,ilqual Ipacio da Vitruuio � detto Margine; per due gnidi larghi lei piedi fi dilcendeua in un piano non meno largo di dodici piedi ; nel quale al tempo dei uerno gli �thleti poteuano ef�rci- tarjiftando al coperto,fenza eifer impediti da quelli, ch'erano fotto il portico � uedere ; iquali an co, per la detta baffezza, ou'erano gli Athleti ; uedeuano meglio. Quello portico propriamen- te fi chiamaua Xifto, Li Xifti fi faceuano, che tra due portici ui folfero felue, e piantationi, e le lira de tra gli arbori, laftricate di Mufaico. Apprel�b il Xifto, & il portico doppio fi difegnaua- no iluogl ifcopeiti da caulinare detti da loro Ptridromide ; ne' quali il uerno,quando craferenq il Cielo j
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il Cielo j gli Athleti fi potcuano efercitare. Lo Stadio era � canto quefto edif�cio, & era luogo*
doue la moltitudine poteuaftarcom . Daqueftafor te di edificij prefero l'efempio gli Imperatori Romani, che ordinarono le Terme per dilettare, e
^compiacere al popolo, per effer luoghi, oueglihuomini arudauano � diportarf� �> & �lauarfi:del- iequaliii�'libricheleguiranno^pia^end�alSignorlddiOjne ragioner�. A» Luogo, oues'ammaeftrauanoi Garzoni.
B, Luogo, oues'ammaeftrauanole Garzone»
C, Luogo, doue s'impoluef auano gli Athleti.
D, Bagno freddo.
E, Luogo, doue s'ungeuano gli Athleti.
F, Stanza fredda.
G, Stanza tepidaperlaqualefiu�alluogodellafornace.
H, Stanza calda, detta fudatione concamerata. I, Laconico.
k, Bagno caldo.1
L, Portico di fuori dauanti l'entrata.
M, Portico di fuori uerfo Settentrione.
Nj Portico di fuori uerfo Olir�, oue attempo deluerno fiefercitauano gli Athleti
detto Xiftos.
O, Lefeluetradueportichi. P, Luoghi (coperti da caminar, detti Peridromide. Q^ Stadio, doue ftaua la moltitudine delle genti � ueder combatter gli Athleti.
t�>» Leuante . O, Oftro. P, Ponente. v? Tramontana. |
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GLI altri luoghi fatti nel difeguo fono efedre, & fcole.
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L FINE DEL TERZO LIBRO
DELL' ARCHITETTVRA
DI ANDREA PALLADIO.
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